Harry Potter e la Bambina Sopravvissuta di PottermoreB (/viewuser.php?uid=75435)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. The Dream ***
Capitolo 2: *** 2. The Cat ***
Capitolo 3: *** 3. Potion and Scar ***
Capitolo 4: *** 4. The Darkness Girl ***
Capitolo 5: *** 5. Maya Sanders ***
Capitolo 6: *** 6. Infirmary... before the match ***
Capitolo 7: *** 7. The Invitation ***
Capitolo 8: *** 8. 'I want fuck with Potter.' 'Me too.' ***
Capitolo 9: *** 9. Friends (The Dance, Part 2) ***
Capitolo 10: *** 10. You are mine ***
Capitolo 11: *** 11. Infirmary.. Again! ***
Capitolo 1 *** 1. The Dream ***
Hellooo! Sono tornata. Coloro che
avevano commentato si chiederanno come mai questa fic fosse stata
cancellata. Ma siccome io sono perfida, non ve lo dico xD No, scherzo..
Per sbaglio avevo reso la sorella di Harry uguale a quella di altre due
ragazze, che me l'hanno fatto notare. E, dato che io sono una
Grifondoro pura e leale, ho corretto dei particolari. Se queste due
scrittrici (di cui una ho anche letto la storia, che mi è
piaciuta da morire tra l'altro, ve la consiglio. Si chiama "I Gemelli
Potter") stanno leggendo, le prego di informarmi se così la
ragazza va bene. E vi assicuro che non sono sarcastica. A voi lettori,
se ci siete, ovviamente, vi informo che le è stato cambiato
colore di capelli e nome.
Buona lettura ^^
La
risata di
una
bambina si sparse nell’aria, mentre tirava il naso ad un
ragazzo minuto.
“El, lascia stare lo
zio Peter!” esclamò il padre, con un sorriso
bonario, che si prese uno
scappellotto dalla ragazza dai capelli rossi che stava dietro di lui.
“Guarda che se le dici
così non impara! Si fa così!” lo
rimbeccò avvicinandosi alla bimba che subito
iniziò a battere le manine felice vedendo la mamma.
Gorgogliò qualcosa tendendo
le braccia verso di lei e la rossa sorrise intenerita, prendendola in
braccio.
“Com’è che si fa,
Lily? Non ho capito bene..” la sbeffeggiò James,
schizzando in piedi e
scappando per non prendersi una ciabattata in testa.
Minus rise e si
sedette sul divano accanto alla ex-Grifondoro, che lasciò
gattonare la bimba
fino allo zio che pareva preferire di gran lunga a Sirius, al posto del
fratellino.
A proposito di
fratellini…
“JAMES!” tuonò Lily,
ogni traccia di divertimento sparita dagli occhi.
“Dov’è Harry?! L’ho lasciato
a giocare con te!”
Il Cercatore sgranò
gli occhi e si guardò intorno affannosamente, senza vedere
il bimbo.
“Ragazzi, penso che
Harry stesse tentando la fuga!” esclamò una voce
maschile dopo il rumore di una
porta che veniva aperta e successivamente chiusa.
Lily sospirò sollevata
e James si precipitò a prendere il figlio dalle braccia del
migliore amico.
“Oh, il mio erede è
salvo!”
“Stupido Grifondoro,
aspetta che ti pigli e lo vedi, come il tuo erede prenderà
subito i tuoi beni!”
esclamò Lily, ma con un sorriso disteso sulle labbra.
“Lunastorta?” chiese
Peter curioso.
“Non può venire, ieri
c’è stata la luna piena ed è ancora
molto stanco.. Vi manda le sue scuse.”
recitò Felpato, scrollando le spalle e sedendosi accanto
agli amici.
“Eleanor,
mi
dispiace.. Vedi, piccolina, devo farlo, altrimenti Lui mi
ucciderà.. Non mi
guardare con quegli occhioni, non posso fare altro.. Ma posso difendere
te..”
mormorò Codaliscia alla bambina dai capelli castani tendenti
al rosso e i
grandi occhi verdi. Pronunciò un incantesimo stranissimo e
la bambina prese le
sembianze di un minuscolo gattino. Minus la prese in braccio e si
Smaterializzò
a casa, dove la posò, per poi tornare davanti alla casa di
Lily e James,
aspettando che tornassero dallo shopping che la ragazza aveva preteso,
nascondendosi. Quando fu certo che i due amici fossero dentro chiuse
gli occhi
e premette le dita sul Marchio Nero.
Minus
era di nuovo con
la gattina davanti alla casa di Lily e James, distrutta e
gridò contro Sirius
offese e insulti per aver ucciso i loro amici. Poi si era trasformato
in
Codaliscia lasciando solo un dito di se e facendosi seguire dalla
gattina.
Quando fu abbastanza lontano si ritrasformò, si
camuffò e si Smaterializzò
vicino al negozio di animali di Hogsmeade, dove lasciò il
gattino.
“AAAAAAAH!”
un
grido invase il dormitorio del settimo anno
del Grifondoro.
Altri quattro urli lo seguirono a ruota.
“Miseriaccia, Harry, che hai da urlare?!” chiese
Ron,
tenendosi una mano sul petto. Vedendo poi la faccia pallida
dell’amico balzò
giù dal letto e corse da lui.
“Harry? Harry, va tutto bene?” chiese, preoccupato.
“Neville, vai a chiamare Herm, per
favore…” mormorò poi verso
l’amico che stava
lì accanto con una faccia terrorizzata.
“Cos’è successo?
Harry! Stai male?” Hermione era arrivata.
“Hai visto
ancora
Tu-Sai-Chi?” gli domandò sussurrando.
“RON! Ma sei deficiente? Voldemort è
morto!” esclamò la
ragazza.
“Io…Penso di avere una
sorella…” rispose il morettino con
gli occhi sbarrati. Si passò una mano sul volto e poi si
mise gli occhiali.
“Ho bisogno di farmi una doccia.” disse,
dirigendosi verso
il bagno.
Hermione e Ron si guardarono. “Una sorella? Ma Harry
è
figlio unico..” commentò la morettina.
“Lo so…Tornate a dormire, voi!”
esclamò verso i compagni con
un tono che non ammetteva repliche. I tre obbedirono e si infilarono
nuovamente
nel letto.
Hermione bussò alla porta. “Harry? Ti aspettiamo
in Sala
Comune, ok?”
“Sì..”
Harry era poggiato contro il muro, l’acqua che gli scendeva
dolcemente addosso in tante piccole gocce, era distratto e ripensava
ancora al
sogno.
Dopo qualche minuto si riscosse e si asciugò, scendendo poi
nella sala di ritrovo.
Raccontò il sogno ai suoi amici che rimasero basiti.
“Ma sei sicuro…” cominciò
Ronald, ma venne interrotto da
Hermione che gli tirò una gomitata nelle costole.
“Come hai detto che si chiamava la bambina?”
“Eleanor, mi pare.. Perché?”
“Perché la
cercherò…” rispose la ragazza.
“In biblioteca.” completarono in coro i due
ragazzi,
scoppiando poi a ridere davanti a una fintamente indignata Hermione.
“Ma non domani, andiamo a Hogsmeade!”
esclamò la Grifondoro
sorprendendo entrambi.
“Andiamo…? Ma io sono in punizione con la
McGranitt e Harry con
Piton, Herm!” la riprese Ron, sorridendo.
“E chi ti dice che per noi
intendevo io, tu e Harry?” lo rimbeccò la ragazza,
con un ghigno malizioso sul
bel viso. “E in ogni caso sarete sicuramente liberi entro
mezzogiorno. Non è
vero?” aggiunse minacciosa.
“Quando fa così mi spaventa..”
mormorò il rosso prima di
prendersi un pugno nel braccio.
“Ahi! E questo perché?”
piagnucolò.
Harry scoppiò a ridere di cuore, tenendosi la pancia. I suoi
amici erano riusciti a farlo distrarre, per il momento.
“Sì, certo cercheremo di fare presto.”
riuscì a dire tra una
risata e l’altra.
Hermione sorrise, stritolandoli entrambi in un abbraccio
stile mamma Weasley.
“Her… Hermione.. così.. ci
soffochi…” annaspò il morettino,
sorridendole.
Lei li lasciò immediatamente, con una piccola risata.
“Pardon,
garçons.” si scusò.
“Tu sai il francese?!” chiese il rossino sbalordito.
“Ci sono tantissime cose che ti non sai di me.”
“Touchè.”
“Ragazzi- li interruppe Harry -, ma che ore sono?”
“Le… sette.” rispose Hermione, dando
un’occhiata
all’orologio che aveva al polso.
“E’ prestissimoooo!” si
lamentò Ron.
“Tanto ora ci saremmo dovuti svegliare, RonRon.”
“Non mi chiamare così, Harry.”
sibilò Weasley, facendo
ridacchiare gli altri due.
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Capitolo 2 *** 2. The Cat ***
Heilà!
Saaalveeee! Ed eccomi qui, di nuovo a rompervi le scatole xD Spero di
no .-.
Ok, vi lascio al nuovo capitolo, ma stavolta commentate in taaaantiiii!
Please *faccia implorante*
Ok, basta xD
La giornata
passò rapidamente e il sabato arrivò subito.
Harry si precipitò alle otto di mattina
nell’ufficio di
Piton, pronto ad adempiere alla sua punizione che era per
l’ennesima volta il
catalogare i vecchi ‘scherzi innocenti’ di suo
padre e Sirius per Gazza.
Sospirò, ma fece prima di quel che si aspettava: ormai si
era velocizzato.
Quando concluse due scatole, si congedò e
sfrecciò via da quell’ufficio
alquanto inquietante.
Una volta arrivato nel dormitorio si cambiò e raggiunse Ron
e Hermione a cui aveva dato appuntamento davanti al portone a
mezzogiorno.
Controllò l’orologio. 12.10, recitava.
“Oh, Merlino, sono in ritardo! Hermione mi farà
una
parte..!” esclamò, afferrando la Mappa
del Malandrino e il Mantello dell’Invisibilità dal
letto, correndo di nuovo a perdifiato giù per le scale, fino
al portone
d’ingresso. Quando si avvicinò a loro si
appoggiò alla parete con una mano sul
petto, che si alzava e abbassava velocemente.
“Harry…” iniziò Hermione.
“Sì, sì, lo so, sono in
ritardo…” completò il corvino con un
po’ di affanno.
“Veramente volevo chiederti perché hai il fiatone.
Sei in
anticipo di cinque minuti.” replicò la ragazza,
con un sopracciglio alzato.
Harry ricontrollò l’orologio babbano a cui non
aveva saputo rinunciare,
sicuramente migliore delle varie clessidre del mondo magico, e si rese
conto
che le lancette erano perfettamente immobili. Si diede
dell’idiota e sospirò
rumorosamente, recuperando fiato.
“Bene. Mi fa piacere sapere di aver fatto sette piani di
scale di corsa senza alcuna utilità. Adesso
andiamo.” disse, facendo ridere i
due.
“Scusate, ma vi avevo detto che non sarei stata con
voi!” si
scusò Hermione, scoccando un bacio su una guancia al moro e
una scompigliatura
di capelli all’altro. La videro avvicinarsi a un ragazzo dai
capelli biondo
scuro e gli occhi castani, con cui se ne andò a braccetto.
“Beh, siamo stati rimpiazzati, Harry.”
“Parla per te, RonRon!” esclamò in
risposta il Prescelto,
ricominciando a correre, stavolta inseguito dal compagno Grifondoro.
Quando Harry finalmente si arrese, facendo spuntare una
bandierina bianca dalla bacchetta, gironzolarono per Hogsmeade. Si
fermarono a
Mielandia, comprando tanti di quei dolci che sarebbero bastati a tutti
i
Grifondoro del sesto e settimo anno. Decisero di non fermarsi da Zonko,
dato il
successo del negozio dei gemelli Weasley potevano avere tutti gli
scherzi che
volevano praticamente gratis.
Lo sguardo di Harry fu attirato dal negozio di animali che
aveva sognato. “Entro un attimo lì dentro, Ron,
aspettami ai Tre Manici di
Scopa.” comunicò all’amico, che
annuì, per poi avviarsi verso il locale.
La porta si aprì in un tintinnio e la giovanissima commessa
gli sorrise cordiale, assomigliava terribilmente a una Tassorosso che
era
andata via quell’anno, finendo gli studi. “Posso
fare qualcosa per lei, signor
Potter?” domandò.
“Oh, Gracy, chiamami Harry, mi fai sentire più
vecchio di
quanto non sono!” esclamò il ragazzo guardandosi
intorno.
“Ti ricordi di me?”
“Certo. E comunque sì, puoi fare qualcosa per me.
Potresti
farmi vedere i gatti che avete qui?” rispose, guardandosi
intorno, scorgendo
solo rane, topi, gufi e civette.
“Certamente, seguimi, li teniamo da una parte, non si sa
mai..” spiegò, accennando ai topi e conducendolo
verso una porta di legno
scuro. L’aprì e una stanza piena di gabbiette con
dei gatti si mostrò davanti
al suo sguardo incredulo. Fece scorrere gli occhi verdi su tutti i
gatti,
soffermandosi su un gatto minuto e snello dalla pelliccia castana quasi
rossa e
gli occhi di un verde incredibilmente simile al suo.
“Com’è questo gatto?”
domandò, avvicinandosi.
“E’ una gattina un po’ agitata. Ha
provato diversi padroni
in questi anni, ma ha sempre dato problemi, come se non si fosse
fidata. E’
bellissima, vero?”
“Sì. La prendo.” mormorò il
ragazzo, ritornando alla cassa e
attendendo che la ex-Tassorosso tornasse con la sua nuova gattina.
Pagò ed uscì
dal negozio. “Ciao, piccolina.” la prese dalla
gabbia e la fece accomodare sui
suoi bracci, grattandole piano sotto il mento. La gatta
iniziò subito a fare le
fusa e strusciarsi contro la mano del ragazzo, facendolo sorridere.
“Ti chiamerò.. Come potrei chiamarti?”
iniziò a riflettere e
il nome uscì spontaneamente dalle sue labbra rosse e
carnose. “Eleanor. Che ne
dici?”
La gattina rizzò le orecchie e miagolò quello che
sembrava
un segno d’assenso. Sorrise di nuovo e la rimise nella
gabbietta, entrando nel
locale dove aveva mandato Ron.
“Cos’è quella gabbia?”
“Ho preso una gattina.”
“Oddio, un altro? Non bastava Grattastinchi?”
“Beh, si chiama Eleanor, non ha un nome propriamente
illusorio… Speriamo sia più docile. E poi sai
perché il gatto di Herm faceva a
quel modo.” rispose, indurendo lievemente lo sguardo.
“Scusa, amico..” mormorò
l’altro dispiaciuto.
“Fa’ niente.” sorrise il moro, girando la
testa indietro,
sentendosi osservato.
Incrociò un paio di occhi argentati, ma subito questi si
abbassarono sul libro che il proprietario evidentemente fingeva di
leggere.
“Mhm.. Bella quella morettina che mi sta fissando, che dici,
amico, vado a parlarci?” chiese il rossino, accennando a una
ragazza al bancone
che lo fissava insistentemente.
“Certo, non devi farti sfuggire questa occasione.”
replicò
il Ragazzo Sopravvissuto, facendogli l’occhiolino. Quando il
migliore amico si
fu allontanato, si alzò a sua volta e presa la gabbietta si
sedette al tavolo
di Malfoy che era lì da solo.
“Che vuoi, Potter?” chiese quello, senza nemmeno
alzare gli
occhi.
“No, dimmi cosa avevi da fissarmi tu.”
replicò il moretto
con voce ferma, ma non sgarbata.
Il biondo sospirò. “Non vedi che sto
leggendo?”
“Sì, certo, con il libro tenuto al
contrario?” domandò
sarcastico Harry, incrociando le braccia al petto.
Dopo che la guerra magica era stata finalmente conclusa con
la morte di Voldemort, il rapporto tra Harry e Draco era lievemente
cambiato.
Serpeggiava sempre l’antipatia e il disprezzo fra i due, ma
non era più odio e
ogni tanto si potevano anche soffrire senza prendersi a incantesimi.
Draco arrossì impercettibilmente e chiuse con calma il
libro, posandolo sul tavolo.
“Ok, ti stavo guardando e allora? E’ forse vietato?
Mica ti
consumo, San Potter!”
Harry si chiese perché il Serpeverde fosse ancora
così
odioso con lui, dopotutto aveva più volte di intrattenere
una conversazione
civile o cercare di essergli amico. Cos’è che lo
rendeva ancora così scorbutico?
“Guarda che stai facendo tutto tu.”
replicò l’altro,
tranquillo. “Vuoi da bere?”
Il biondo rimase spiazzato. Potter che offriva un drink a
lui?! “Cos’è, vuoi farmi ubriacare
così dopo puoi baciarmi tranquillamente?”
chiese ironico.
Un lampo di malizia e divertimento passò negli occhi verdi
del Prescelto. “Può darsi.. Allora vuoi qualcosa o
no?”
“Mhm.. Potrebbe essere interessante.. Sì, Wiskhy
Incendiario.” rispose il biondino, poggiando il volto sui
palmi delle mani,
dopo aver puntellato i gomiti sul tavolo.
“Bene. Mi scusi, signorina Rosmerta, potrebbe portarci una
Burrobirra e del Wiskhy Incendiario?” domandò a
Madama Rosmerta, che stava
passando lì accanto, con un sorriso.
La donna bionda arrossì leggermente e annuì,
andando a
prendere le cose che i due ragazzi avevano ordinato.
“Allora, Malfoy, che ci fai qui tutto da solo?”
“E a te cosa interessa?” rispose con
un’altra domanda il
biondino, un sopracciglio inarcato.
“Mi chiedevo solamente dove fosse finito Zabini.”
rispose
l’altro, sorridendo nuovamente alla proprietaria del locale
che, ticchettando
con i tacchi, era tornata a portar loro le bibite.
“Blaise, aveva... da fare, ecco.” rispose il
biondo,
iniziando a bere il Wiskhy con disinvoltura. In realtà stava
sudando freddo.
Blaise e la Mezzosangue Zannuta
avevano iniziato ad uscire insieme perché
diventati molto amici e il moro era stato costretto dalla Grifoncina a
prendere
una Pozione Polisucco (“Insomma, ma che cosa importa a Potter
e Lenticchia se
hai un amico a Serpeverde?! Mica sono Draco!”) a causa del
timore che Hermione
aveva della reazione di Harry e Ron.
“Non sembri molto convinto, ma fingerò di
crederci.” rispose
Potter, bevendo lentamente qualche sorso dalla bottiglia. Poi la
posò e si
leccò una goccia di Burrobirra rimasta sulle labbra, facendo
correre un brivido
lungo la schiena del biondo. Harry non lo sapeva, ma Draco desiderava
il suo
corpo da anni in modo quasi ossessivo e, abituato ad avere tutto
ciò che
voleva, il fatto di non poterlo possedere gli bruciava ancora di
più. Sia
chiaro, lui voleva solo il corpo del moro, non ne era innamorato, certo
che no.
O almeno questo era quello di cui cercava di convincersi da quasi un
anno.
“Quel
gatto?” domandò
il Serpeverde scrutando l’animale.
“Ti piace? Si chiama Eleanor. E’ mia da…
Circa mezz’ora.”
sorrise il moretto.
“Adoro i gatti..” mormorò
l’altro, allungando un dito per
farlo annusare alla gattina che girò la testa per farsi
grattare dietro le
orecchie. Draco scivolò sulla sedia accanto a quella dove
era posata la
gabbietta della gatta e iniziò a coccolarla da dietro le
sbarre di ferro
luccicante.
Harry era basito dall’espressione quasi dolce del biondo e
del suo comportamento con il gatto. Cioè, con il gatto era
tutto buono e caro e
trattava lui come fosse stato una pezza da piedi?
“Emh-emh…” si schiarì la
voce, facendolo voltare di scatto
verso di lui.
“Sì?”
“Beh, ti faccio notare che consideri più Eleanor
che me.”
“Perché lei è meglio, vero
piccola?” mormorò ridendo alla
faccia soddisfatta della gattina.
“E tu, da che parte stai, scusa?” si finse offeso
il
Grifondoro, indicandola. La gatta si avvicinò di nuovo alla
mano di Draco
attraverso le sbarre, strusciandovisi contro.
Harry tossì qualcosa che assomigliava terribilmente a un
‘Doppiogiochista’
facendo ridere Malfoy. Non una risata di scherno, ma una risata vera e Harry non poté fare a
meno di
notare quanto il biondo fosse bello quando rideva. Era bello sempre,
ma…
‘Ma cosa vado a pensare?! Malfoy è
solo… Malfoy, ecco!’
pensò sgranando gli occhi scandalizzato. Scosse lievemente
la testa come
liberarsi da quei pensieri e attirò nuovamente
l’attenzione del biondo. Se
voleva intrattenere una conversazione questo sembrava il momento
più adatto.
“ Non sapevo che ti piacessero i gatti.. Non ho mai sentito
dire ‘Draco Malfoy ha un gatto’ e credimi, con
tutte le ochette che ti vengono dietro
lo avrebbe saputo tutta la scuola.”
Draco si morse la lingua per non esordire in un ‘Geloso,
Potter?’, ma invece spiegò pensieroso:
“Infatti non ne ho mai avuto uno, ma mi
piacciono lo stesso. Una mia vecchia amica di infanzia ne aveva uno e
tutte le
volte che mi sedevo da qualche parte mi si acciambellava sulle gambe
per farsi
coccolare. Inizialmente ero indignato, cioè, un gatto che
viene da Draco Malfoy
ed esige di essere coccolato? Poi però mi sono, diciamo,
affezionato e ecco che
adoro i gatti. Non so nemmeno perché te lo sto
dicendo.”
“Oh… emh... ecco…”
“Da quando sei balbuziente?”
“Uff. Sempre così spiritoso, eh?”
“Sempre.”
“Stavo cercando di dirti che, purtroppo per te e El, devo
tornare al castello, se la McGranitt scopre che
sono uscito senza il permesso perché
l’ho perso mi ucciderebbe. Mi è piaciuto
chiacchierare con te senza scannarci.”
disse, alzandosi e prendendo la gabbietta del gattino che
sembrò strizzare un
occhio al biondino. “Ci vediamo in giro, Malfoy.”
si congedò, prima di uscire.
“Certo, Potter.” rispose l’altro, rimasto
nuovamente solo.
Rieccomi qui! Mi piacerebbe
sapere se questo capitolo è stato di vostro gradimento o vi
ha fatto totalmente schifo. Come fare? Schiacciate quella scritta blu
in basso con scritto 'Inserisci una recensione' e il gioco è
fatto!
Volevo ringraziare nanerottola (certo
che la continuo, fosse anche solo per te ^^ Spero di aver aggiornato
abbastanza presto ;D) per aver recensito lo scorso capitolo.
Vanessa *w*
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Capitolo 3 *** 3. Potion and Scar ***
Ma
ciaooooooo! Come va, bella gente? Io sto benissimoooo! Sono
così felice! Perchè?
Ma certo che non
ve lo dico! Sono perfida, io xD
Ok, la smetto di sclerare.
Subito dopo questo:
Rullo di tamburi, prego...
IL TERZO CAPITOLOO! (Si sentono urla provenire dalla folla adorante)
Grazie, grazie! *si inchina*
xD Godetevelo!
‘Stupido,
stupido, stupido!
Tu e la tua inutile scusa
idiota! Non potresti mai perdere il permesso per Hogsmeade,
l’ha firmato
Sirius! Potevi almeno inventarti una scusa migliore. E poi per una
volta che
non vi stavate uccidendo te ne sei andato come un emerito
idiota?!’ lo sgridò
una vocina nella sua testa. Harry la scosse con espressione cupa e
rispose
solamente con un ‘Lo so.’
Stava decisamente cominciando ad impazzire, sentire voci che
gli altri non sentono non è un buon segno, nemmeno nel mondo
dei maghi, come
gli avevano detto al secondo anno i suoi amici. Probabilmente era a
causa della
guerra, dei, se non sedici, sei anni vissuti con un pesante macigno
sulle
spalle, il peso della vita di tutto il mondo magico e non…
Ma a chi voleva
darla a bere? Non si credeva nemmeno da solo! Era solamente la voce
della sua
coscienza, o al massimo quella dell’Harry impulsivo che
risedeva nel profondo
della sua anima.
All’improvviso si ricordò del drink che aveva
offerto a
Malfoy e che doveva pagarlo. Fece rapidamente dietro-front e si
precipitò nel
locale, vedendo il biondo ancora seduto al suo tavolo. Arrivato al
bancone ci
si poggiò pesantemente, sfinito.
“Questa giornata non finirà mai..”
mugugnò, porgendo i soldi
alla cameriera. Sgattaiolò verso la porta passando vicino al
tavolo del
Serpeverde sperando che non lo notasse.
“Ti manco di già, Potter?”
domandò una voce strascicata
dietro di lui, con una nota di sorriso.
Harry si girò e abbozzò un sorriso, decidendo di
stare al
gioco. “Certo, Malfoy. Sono tornato qui per giurarti amore
eterno e a donarti
il mio magnifico corpo.” scherzò, senza accorgersi
che nello sguardo di Malfoy
era spuntata una scintilla di lussuria. “Sai, Potter, potrei
prenderti sul
serio.. Io starei attento alle parole che pronunci.”
“Cos’è, una minaccia o una
promessa?”
“Mah, vedi un po’ tu.. Ah, tanto per la cronaca, la
prossima
volta che vuoi andartene cambia scusa, quella non attacca. Tutti sanno
quanto
eri attaccato a Sirius Black.”
Harry arrossì fino alla punta dei capelli per essere stato
scoperto come un pivellino e con una buffa smorfia sul volto fece un
segno al
biondo, prima di uscire di nuovo dai Tre Manici di Scopa.
Il Serpeverde scoppiò a ridere divertito e si
alzò, uscendo
dal locale, andando in cerca del suo amico.
Lo trovò, nelle sembianze di un bel ragazzo dai capelli di
un biondo scuro e gli occhi color cioccolato, che rideva allegramente
con la
Granger.
“Blaise, Mezzosangue.” salutò.
“Furetto.” replicò la ragazza,
impassibile.
“Io sono David, non Blaise!” sibilò il
suo migliore amico,
guardandosi intorno prima di scoccargli un’occhiata omicida.
“Sembri di buon umore, Draco, devi raccontarmi
qualcosa?”
insinuò Zabini, avendo intuito che era successo qualcosa.
“Affatto. Sono venuto a cercarti per dirti che ritorno al
castello.” ammiccò il biondino, con un sorriso
molto strano. Blaise fece
spallucce, facendogli capire che aveva compreso, e Malfoy si
allontanò. Zabini si annotò mentalmente di
interrogare
il suo compagno quando sarebbe tornato al castello;.
Vagò un po’ per Hogsmeade, seguendo la via
principale e
soffermandosi di tanto in tanto a guardare gli oggetti e i vestiti
esposti in
vetrina, non avrebbero avuto poi tante altre uscite fino a Natale,
quindi era
intenzionato a farsi una vaga idea dei regali che almeno a Pansy e
Blaise
avrebbe sicuramente fatto.
Si diresse, guidato dalla via dei ricordi, allo spiazzo nel
boschetto da cui si vedeva la Stamberga
Strillante, quando sentì un basso
gemito che sembrava di
dolore e un lungo miagolio, come preoccupato. Aggrottò le
sopracciglia e
affrettò il passo, vedendo Potter inginocchiato con la testa
bassa e le mani
premute sulla fronte.
“Potter, che ci fai per terra?” domandò,
avvicinandosi al
moretto e chinandosi.
“N-niente di preoccupante..” mormorò
l’altro con voce
flebile, trascinandosi fino alla roccia dove si era seduto al suo terzo
anno
quando, credendo ancora che Sirius fosse un assassino, aveva scoperto
che era
il suo padrino.
“Beh, Potter, non vorrei deluderti, ma sei un pessimo
attore.”
Harry abbozzò un sorriso divertito anziché fare
una smorfia
offesa, come era suo solito.
“Che ti è successo? Perché tieni le
mani sulla cicatrice?”
domandò il biondo, con una lieve inclinazione di paura nella
voce.
“…”
“Non.. Non mi dire che ti fa male!”
Harry annuì, momentaneamente incapace di parlare.
“Cosa..? Ma come può essere, il Signore Oscuro
è morto!”
esclamò Draco, al limite della confusione.
Il moro deglutì e prese fiato. “Ho.. Ho visto una
ragazza.
Penso che Voldemort abbia avuto una figlia.”
bisbigliò, con aria perplessa.
Vuolà! (Sono
quasi completamente sicura che non si scriva così, ma
qualcosa tipo 'Voit-la'... Boh! *spallucce*) Che ve ne pare? Secondo me
non è malaccio.. Ma ditemi voi!
Vorrei ringraziare nanerottola e mena89 per aver
recensito la mia storia.
Vi A M O <3 Siete importanti per la
mia sopravvivenza.
Mi raccomando, recensite,
eh! xD
Vanessa.
|
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Capitolo 4 *** 4. The Darkness Girl ***
Saaaalvee! Allora,
premetto che questo capitolo è uscito un po' corto, e mi
voglio scusare per il ritardo.
Inoltre, cerco una beta perchè da sola
ho paura di fare degli errori. Qualcuno si propone?
Ok, vi lascio al chap! Ci
"vediamo giù" ^^
Buona letturaaa!
“Non
è
possibile, Potter, magari l’hai solo…”
“NON L’HO IMMAGINATO! CI CONVIVO DA 17 ANNI CON
QUESTI SOGNI
SO COSA SIGNIFICANO!” esplose. “So che è
la realtà.” aggiunse, abbassando la
voce. Non voleva urlare contro Malfoy, ormai quel periodo era passato.
Draco fece una smorfia e si morse la lingua per non rispondere
acidamente a quell’urlo: dopotutto capiva Potter, non doveva
essere mai stato
molto bello vedere il suo nemico mortale progettare morti di altre
persone.
Sospirò e domandò, con il tono più
morbido che riuscì a trovare, cercando in
qualche modo di tranquillizzarlo: “E cosa hai visto, di
preciso?”
Harry rabbrividì, rivedendo davanti agli occhi quello che
era successo…
Una figura
incappucciata stava seduta a capo di una tavolata di quelli che
riconobbe come
Mangiamorte. Dal mantello di essa uscivano i lunghi capelli corvini,
fino al
seno. “Salve, miei viscidi amici. Sono ben felice di appurare
che siete accorsi
tutti quanti al mio richiamo. Il povero Tom è stato ucciso
brutalmente da
quell’infido moccioso, e ci è riuscito solamente
grazie alla sua spropositata
sfortuna: certamente un sedicenne non poteva battere per la sua bravura
il
Signore Oscuro, dico bene?” disse una voce morbida, e
lievemente trasfigurata
dalla maschera che la proprietaria portava, proveniente
dall’incappucciata.
“Non so se ne siete a conoscenza, ma mio padre, prima di
morire, mi ha dato un
compito ben preciso: concludere quello che lui aveva iniziato in tutti
modi
possibili. Quindi, ho bisogno del vostro ausilio.”
“Se mi permette, mia
Signora, io avrei un’idea..” mormorò un
uomo dai lunghi capelli di un biondo
inconfondibile, con voce melliflua.
L’incappucciata mosse
una mano con uno scatto, come a dare il permesso di parlare.
“Perché non
provate a ingannare Potter? Potrebbe fingersi una sua amica e
così avvicinarlo,
per indebolirlo da vicino e più dolorosamente.”
continuò l’uomo, con il capo
chinato in segno di rispetto.
Da sotto il cappuccio
della donna si scorse lo scintillio di un sorriso sadico.
“Bravo, Lucius. Hai
finalmente capito da che parte stare.” sibilò.
“Vieni da me, Seek.”
aggiunse poi in Serpentese. Un imponente
serpente, ancora più grande della vecchia Nagini, si avvolse
attorno alle
spalle coperte dal mantello nero della donna, con un sibilo soddisfatto.
“La ragazza.. Ha riunito i Mangiamorte e sta progettando di
continuare quello che il padre ha iniziato..”
rivelò, riassumendo in poche
parole. Harry sapeva che Malfoy Junior si era rifiutato di prendere il
Marchio
e preferì non rivelargli che suo padre aveva dato un
consiglio, ben accolto,
alla nuova Signora Oscura.
Un silenzio cupo si estese nell’aria ferma. “Adesso
che hai
intenzione di fare?” domandò infine il moretto,
scrutando il biondo.
“Cosa dovrei fare?” domandò
l’altro, inarcando un
sopracciglio.
Potter sospirò pesantemente e scosse la testa, come a dirgli
che non lo sapeva. Non si aspettava proprio che Voldemort avesse avuto
una
figlia, che tutt’al più sembrava avere circa la
sua età, dalla corporatura e la
voce, nonostante fosse ben coperta dal mantello e la maschera, di un
rosso
inquietante.
Il Prescelto prese la gabbietta e si alzò avviandosi verso
la strada principale, lasciando il Serpeverde fermo lì.
“Beh, hai intenzione di restare lì per molto? Si
gela qui!”
gli gridò, fissandolo con un abbozzo di ghigno divertito sul
bel volto.
Draco scosse la testa e si avvicinò. “Pensavo
volessi stare
da solo.” constatò, con aria scettica.
“Stare da solo mi farebbe solamente pensare.”
“Ma stare con me non è la cosa migliore,
sai?!”
“Da quand’è che il ‘grande
Draco Malfoy’ si sminuisce così?”
lo prese in giro Harry, ridacchiando.
“Io sono sempre stato modesto!”
Harry inarcò un sopracciglio. “Ok, ok, non
è vero, e
allora?!”
Il Bambino Sopravvissuto scoppiò a ridere, entrando
finalmente nel castello. Fecero un altro pezzo di strada insieme, fino
a quando
si dovettero separare a causa di forze maggiori, cioè il
fatto che uno doveva
salire le scale e l’altro scendere nella
profondità dei sotterranei.
Harry gli sorrise grato. “Grazie di avermi distratto, non
avrei mai creduto che saresti stato tu a rallegrarmi in un…
momento come questo.”
Malfoy fece spallucce e con un cenno della mano scomparì
nelle tenebre umide dei sotterranei.
E
rieccomiii! Spero che vi sia piaciuto!
Volevo
ringraziare nanerottola (
Mi lusinga ciò che pensi ^///^ Comunque, è per
aumentare la suspance, mica possiamo lasciarlo in pace a Harry! xD) e mena89 (Tranquilla
^^ Nono, tranquilla, non è la sorella di Harry xD) per aver
recensito.
Vi
ho già detto che vi adoro? Non ricordo.. In ogni caso VI
ADORO!
Baci,
al prossimo aggiornamento (che sarà molto più
veloce, devo solo metterlo nel formato giusto ;D),
Vanessa.
|
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Capitolo 5 *** 5. Maya Sanders ***
Ehilà! Visto
come sono stata veloce?
Ok, questo chap mi sembra
un po' più lungo dell'altro...
Spero che vi piaccia, dato
che c'è una novità...
Buona lettura!
Quella sera, quando tutti
gli studenti furono seduti ai
propri tavoli, Silente si alzò.
“Buona sera a tutti!” esclamò gli occhi
brillanti che
parevano fissare tutti e nessuno nello stesso tempo. “Ho un
annuncio,
fortunatamente bello, da farvi. Quest’anno ci sarà
il solito ballo di
Halloween, ma in maschera. Vi prego dunque di travestirvi come meglio
credete.
Parteciperete tutti e gli studenti
del 1° anno potranno restare fino alle 22.00, quelli del
2° e del 3° fino alle
23.00, quelli del 4° fino a mezzanotte e tutti gli altri fino a
festa ultimata,
che comunque finirà al massimo alle 02.00. Bene, adesso
penso che possiamo
gustarci il nostro delizioso banchetto, non credete?” e
dicendo questo, batté
le mani, facendo comparire sui tavoli le pietanze preparate dagli elfi.
Un vagò borbottio si era diffuso in tutti i tavoli e
c’era
chi appariva radioso – vedi molte delle ragazze -, chi
annoiato, chi
rassegnato.
“Un ballo in maschera! Favoloso!”
esclamò Seamus, euforico.
Ron e Harry lo guardarono come se avesse detto un’eresia.
“Ma come, ragazzi, non capite?! –
domandò incredulo – Siamo
in maschera!”
ripeté, scandendo le
parole come se fossero stati dei bambini piccoli.
“Sì, grazie Sam, fino a qui ci eravamo arrivati
pure noi.”
lo rimbeccò il rosso.
Finnigan sbuffò. “Ma è ovvio! Potremmo
rimorchiare le
ragazze che vogliamo, magari anche quelle con cui senza maschera non
avremmo
speranza!” tubò, ancora.
Potter e Weasley si guardarono per poi scoppiare a ridere.
Harry, tra le risate, riuscì a dire: “Sei sempre
il solito, Sam!”
Ormai Halloween era vicino e in tutta la scuola si sentiva
una certa elettricità. Chi ancora non era stato invitato,
andava a giro
cercando una compagna o sbattendo le ciglia cercando di ammaliare un
ragazzo.
Harry ancora non aveva invitato nessuno, ma era rinchiuso in camera sua
con la
testa tra le mani e il gatto rossiccio sulle gambe che lo guardava.
“Eleanor, chi devo invitare?” domandò.
“Miaoooo.” fu la risposta.
Harry rise e abbracciò la gattina che iniziò a
fare le fusa.
“Sai, a volte sembri quasi una persona…”
mormorò il moro con
un pizzico di nostalgia negli occhi. Stava pensando a sua sorella. La
gatta lo
guardò con uno sguardo sorprendentemente comprensivo, come
se lo capisse e si
strusciò contro di lui.
Harry quella mattina si svegliò presto e si alzò
attento a
non svegliare gli altri. Si lavò e si vestì, per
poi scendere in Sala Comune.
Si sedette un po’ sul divano a leggere un libro e in breve la
stanza si riempì
di studenti. Quando vide Ron ed Hermione li raggiunse.
“Dov’eri?” chiese Hermione preoccupata.
“In Sala Comune, perché?”
“Con te non si sa mai…”
sospirò sollevata la brunetta.
Harry rimase interdetto per un secondo e poi scosse la
testa, attraversando il buco del ritratto e avviandosi in Sala Grande.
Quando tutti si furono seduti Silente si alzò. Nella Sala
cadde il silenzio.
“Sono lieto di annunciarvi che da oggi ci sarà una
nuova
studentessa. Sarà Smistata ora e inizierà le
lezioni oggi stesso con i compagni
della sua nuova Casata.”
La professoressa McGranitt entrò con lo sgabello dello
Smistamento e il Cappello Parlante seguita da un’alta ragazza
dai lunghi
boccoli neri. La ragazza aspettò che il preside pronunciasse
il suo nome per
sedersi sullo sgabello. “Maya Sanders!”
La ragazza si accomodò e mostrò a tutta la Sala
il suo viso delicato di
un bianco quasi spettrale.
Aveva gli occhi di un blu intenso che esprimevano solo
timore. Sembrava una bambola di porcellana.
Si infilò il Cappello che le calò sugli occhi.
Passò molto
tempo e ancora il Cappello non si pronunciava. Un mormorio si diffuse
per la
Sala. Dopo un’altra
manciata di minuti la ragazza venne assegnata ai Serpeverde, che
l’accolsero
con un scoppio di applausi.
Lo sguardo smeraldino di Harry la seguì fino a quando non si
sedette in mezzo a Zabini e Malfoy.
Lasciò scivolare gli occhi dalla faccia della ragazza fino a
quella del biondo, che ghignò seducente verso di lui.
“Harry!- lo chiamò Hermione distogliendolo dai
suoi
pensieri,- Muoviti, o faremo tardi!”
“Certo, certo.” mormorò Harry
distogliendo faticosamente lo
sguardo dal biondo, alzandosi e seguendola a lezione. Harry si
trattenne per un
secondo sul portone per voltarsi di nuovo verso la tavolata Serpeverde
e scorse
Maya che rideva voltata verso Draco.
Sentì una strana sensazione nello stomaco, come se i liquidi
che aveva dentro si fossero messi a ribollire. Si girò
nuovamente, ma non
scorse più i suoi amici. Scoccò uno sguardo
all’orologio che aveva al polso
(riparato) e sfrecciò verso i sotterranei. Aprì
la porta dell’aula di Pozioni
con il fiatone.
“Signor Potter, in ritardo come al solito… 20
punti in meno
al Grifondoro!” esclamò il professore con un
espressione profondamente
soddisfatta.
Harry sentì quella sensazione alla bocca dello stomaco
diventare più forte. Chiuse per un secondo gli occhi e
ricominciò ad ansimare,
stringendo le nocche fino a farle sbiancare. Ron e Hermione erano
all’ultimo
banco, vicino al ragazzo che stava cercando di controllare la rabbia.
Si
guardarono preoccupati e Ron sussurrò: “Ehi,
amico…”
Harry stava cominciando a calmarsi, ma la fortuna quel
giorno non pareva essere dalla sua parte.
In quel momento entrarono Draco, Blaise e la nuova
studentessa. Piton li vide, ma non furono detratti punti al Serpeverde
e non
vennero brontolati.
Anche Hermione provò a chiamare Harry. Quando lui
riaprì gli
occhi erano rosso rubino.
La brunetta indietreggiò. Una folata di aria rovente
serpeggiò per la classe fino al professore che era girato
verso la lavagna. Si
voltò verso Harry che era ancora in piedi.
“Potter, chiudi la porta e mettiti a sedere, se non vuoi far
perdere altri punti alla tua casa.”
Improvvisamente il ragazzo posò i suoi occhi rossi in quelli
neri del professore, che si spaventò un po’, senza
darlo a vedere. Harry se ne
accorse e sorrise, maligno.
Anche Draco e Maya se ne accorsero. Il primo fissò il
morettino, si guardò intorno e si alzò. Tutti gli
altri avevano iniziato a
preparare la loro pozione e i vapori coprivano Potter alla loro vista.
Si
avvicinò a Harry, che girò la testa di scatto
verso il biondo. Malfoy gli
sfiorò la spalla con la punta delle dita e scese lungo il
braccio, fino al
polso, per un momento, e il Ragazzo Sopravvissuto parve riscuotersi.
Il Grifondoro scosse la testa e i suoi occhi tornarono di un
limpido verde smeraldo. Le ginocchia gli cedettero e cadde quasi a
terra. Il
biondino lo afferrò al volo e il docente lo
incaricò di portarlo in Infermeria.
Per una volta sembrava preoccupato per la sorte di Potter.
Nessun’altro si era accorto di quella scena insolita.
Nessuno si era accorto del ghigno malvagio e soddisfatto che
si era disteso sul bel volto della nuova Serpeverde.
Appena usciti dall’aula Harry si aggrappò ancora
di più a
Malfoy, senza accorgersi del sorriso soddisfatto che fugace comparve
sul volto
pallido del biondo. Però quando Harry alzò gli
occhi verdi sui suoi la sua
espressione cambiò.
“Potter, spero che tu non sia troppo pesante..!”
mormorò
Draco, più rivolto a se stesso che al moro. Gli mise un
braccio dietro le
ginocchia e uno dietro la testa e riuscì a prenderlo in
braccio.
Draco notò che il ragazzo era sorprendentemente leggero.
Rieccomi! Spero che la
nuova arrivata non vi sembri di troppo ^^
Chissà chi
è... Io lo so, e voi no! xD
Ok, basta
ù.ù
Volevo ringraziare
vivamente mena89 (mi
è piaciuta particolarmente questa parte: "...aggiorna
presto, sono curiosa di vedere la figlia di Voldy in azione, x vedere
che s'inventerà x farsi amico Harry, e vedere se lui ci
cascherà da idiota che è" xD Non dico altro xD) e Daicchan (Purtroppo,
nonostante io adori Harry, noi tutti sappiamo che per queste cose
è un'idiota e quindi ci cadrà con tutte le scarpe
ù.ù Mi fa piacere che la storia sia di tuo gusto
;D), un nuovissimo acquisto (*w*) per aver recensito e tutti coloro che
Seguono, Preferiscono e Ricordano questa storia senza pretese.
Baci,
Vanessa.
|
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Capitolo 6 *** 6. Infirmary... before the match ***
Salve, bella gente! Eccomi
qui con un altro chap ^^
Purtroppo temo che da ora in poi li aggiornamenti saranno
più radi, dato che sono un po' in dietro con la scrittura
dei capitoli.
Ma non vi preoccupate, vedrò di non farvi aspettare troppo ;D
Volevo ripetere che cerco una beta per questa storia, dato
che, come vi ho già detto, temo di fare molti errori.
Buona lettura a tutti :D
L’urlo di Madama
Chips spaventò così tanto Malfoy che quasi
fece cadere il ragazzo che aveva tra le braccia a terra. Le
lanciò
un’occhiataccia e lo poggiò sul letto.
“Cosa gli è successo?” chiese apprensiva
l’infermiera.
Draco guardò Harry che, oltre a essere irritato (lo
dimostrava un sopracciglio alzato) perché la donna parlava
di lui come se non
ci fosse o non avesse le capacità di risponderle, gli
diresse uno sguardo
implorante.
Draco comprese. Non voleva che dicesse dell’attacco di
rabbia e del successivo indebolimento.
“Penso che abbia avuto un calo di zuccheri..”
rispose.
L’infermiera annuì e andò per qualche
minuto nel suo studio
borbottando di dover prendere una Pozione Rinvigorente.
Il biondo inclinò la testa e rivolse uno sguardo
interrogativo a Harry.
“Devo parlarne io con Silente, non voglio spaventare la Chips
che correrebbe subito
a dirglielo.” spiegò stanco.
“Veramente ti guardavo a quel modo perché mi
piacerebbe
sapere cosa ha scatenato tutta quella rabbia, perché
è stata chiaramente quella
a farti esplodere.- disse il biondino,- Solitamente non reagisci
così alle
brontolate di Severus, ci dovresti essere abituato..”
aggiunse infine, con un
sorrisetto odioso. Harry picchiettò con la mano accanto a
se, l’altro ragazzo
si sedette, sorpreso.
Harry ne approfittò per tirargli uno scappellotto,
trattenendo
una risata.
“Potter! Ma come ti permetti…?”
iniziò il Serpeverde,
interrotto dalla risata argentina del Prescelto. Ne rimase affascinato.
Era un
suono così caldo e coinvolgente, così
naturale… Draco scosse la testa, cercando
di tornare in se. ‘Per Merlino, un po’ di contegno!
E’ pur sempre Potter!’
lo redarguì una vocina
spaventosamente somigliante a quella di suo padre. E allora Draco
decise di
opporsi e si aprì in un sorriso stupendo che fece rimanere
senza fiato il
nostro eroe. Malfoy, sentendo girare la maniglia della porta dello
studio di
Madama Chips si spostò rapidamente sulla sedia accanto al
letto, con un
movimento così fluido che sembrò che fosse sempre
stato lì.
“Signor Malfoy, può andare.” lo
congedò la donna.
Malfoy alzò un sopracciglio. “Credo che invece
resterò qui.”
disse con la voce più suadente e gentile che aveva, lo
sguardo argentato negli
occhi dell’infermiera. Quella si sciolse un po’ e
sospirò per nascondere
l’imbarazzo. “Bene, signor Malfoy, ma non faccia
agitare Potter.” disse quella,
mettendo in mano a Harry un bicchiere colmo di un liquido blu e
tornando nello
studio.
“Ok, ora mi spieghi come diavolo hai fatto. Conoscendola non
avrebbe fatto rimanere nessuno nemmeno se l’avessi implorata
in ginocchio con
le lacrime agli occhi.”
Draco sorrise furbescamente. “Segreto
professionale.”
rispose, ridacchiando poi per il broncio che Harry aveva messo su.
“Sai, Malfoy, ti preferisco così. Forse dovrei
arrabbiarmi a
quel modo più spesso..” mormorò
maliziosamente il Grifondoro.
“Ahah, simpatico, davvero.”
“No, sul serio, non sto scherzando. Sei
così…normale
adesso.”
“Oh, grazie mille per il complimento, Sfregiato.”
rispose
Malfoy, alzandosi per andare via. Harry aveva sfiorato un tasto
sensibile.
Il Grifondoro gli afferrò il polso con una mano per fermarlo
e ci riuscì.
“Ehi…- mormorò sorpreso,- Che ti
prende?”
“Hai praticamente detto che sono anormale!”
“Beh, già il fatto che noi siamo dei maghi
è anormale. E
comunque sai benissimo cosa intendevo.”
Draco lo fissò negli occhi, sospirò e si
risedette accanto a
Harry. “Hai ragione, non avrei dovuto reagire
così.”
“Sei sicuro di essere Draco Malfoy?”
Il ragazzo lo guardò perplesso. “Sì.
Perché?”
“Mi hai appena dato ragione…”
sussurrò Harry.
“Già, qualche volta…” Draco
non concluse la frase perché
Harry si alzò a sedere e gli scoccò un bacio su
una guancia, prima di crollare
sul cuscino, sorridere fugacemente e addormentarsi ‘...capita anche a me’ concluse
nella sua testa il biondino.
Malfoy si toccò dove le labbra del Ragazzo Sopravvissuto
l’avevano sfiorato. Sentiva la pelle bollente. Sorrise e
scosse la testa. Levò
delicatamente gli occhiali a Harry e uscì
dall’Infermeria.
Quando Harry si
risvegliò trovò i suoi amici ad osservarlo,
preoccupati.
“Harry!” urlò Hermione, buttandosi
praticamente a peso morto
sopra il ragazzo per abbracciarlo.
“Mione…!” rispose stupito
l’altro.
“Come va, Harry?” domandò Ron.
“Sto bene, adesso.”
“Cos’è successo?” chiese
Hermione, assumendo la sua tipica
aria hermionesca da mistero.
Harry comprese che si riferiva alla lezione di Pozioni.
“Non so, ho avuto un violento attacco di rabbia e quando si
è concluso mi sono sentito privo di forze.”
rispose facendo spallucce.
“Mhm…” replicò solamente
l’altra.
Il tempo passò ed Harry uscì
dall’Infermeria in tempo per la partita Grifondoro e
Serpeverde, e quasi ci tornò
subito. Fortunatamente non successe.
Harry
salì di quota fino a
stare sopra le porte, per poter vedere tutto il campo in cerca di un
luccichio.
Prese a girare in tondo sopra lo stadio fino a quando alzò
lo sguardo sulle
nuvole scure che promettevano diluvio e scorse i capelli biondi di
Malfoy e il
loro proprietario andare diritto e deciso in quella direzione.
Virò subito verso l’alto,
seguendo a breve distanza Draco. Presto lo superò e scorse
il riflesso dorato
del Boccino. Salì maggiormente di quota, prendendo
più velocità, e Malfoy non
riuscì a stargli dietro, rimanendo sotto di lui. Ma la
fortuna pareva che ce
l’avesse con Harry, perché in quel momento la sua
Firebolt cominciò ad andare
da sola, cercando di disarcionare il suo cavaliere.
“..E cosa vedo là? La scopa di
Harry Potter sembra avere vita propria! Sono io che ho un deja-vu o a
Potter è
già successo?” arrivò la voce di Blaise
Zabini diventato cronista dopo che Luna
Lovegood si era “dimessa”. Una risata collettiva
arrivò dalla sezione
Serpeverde dello stadio.
Il Grifondoro guardò in basso
verso Hermione e Ron, implorante, e loro guardarono le persone intorno
a loro.
Tutti avevano gli occhi fissi sul ragazzo e i due non poterono fare
altro che
guardare Potter, impotenti.
Harry riuscì ad acchiappare il
Boccino, appena prima di essere sbalzato via dalla sua scopa.
Il Prescelto parve cadere a
rallentatore. Draco sentì la sua scopa spostarsi leggermente
in avanti istintivamente
tese le braccia. Il Cercatore rosso-oro cadde precisamente nelle
braccia del
biondino che sbuffò e sorrise strafottente. Si
chinò sul suo orecchio e ci
strusciò le labbra, mandando un brivido lungo la spina
dorsale del moro.“Vedo
che ti piace stare nelle mie braccia, Potter. Ma non ci fare
l’abitudine, eh?”
Draco atterrò, senza
accorgersi che sullo stadio era calato un silenzio spettrale, tanto che
si
sentiva il cinguettio di qualche uccellino lontano.
Posò a terra il ragazzo e alzò
gli occhi argentati, passandoli lentamente su tutta la folla
silenziosa, per
poi posarli sul suo migliore amico. Alzò un sopracciglio e
tutti i Serpeverde
rabbrividirono.
Sapevano che spesso significava
che era irritato. E non era mai un bene quando Draco Malfoy era
irritato.
“Beh? Che avete da guardare? E
tu, Blaise, non dovresti dire qualcosa?” urlò a
gran voce.
Zabini annuì spaventato. Tutti
sapevano che quando Draco Malfoy
era arrabbiato poteva distruggere l’intera scuola a suon di
urli. “Emh.. Sì…
Dicevamo… Potter ha catturato il Boccino e Grifondoro
vince.”
Fu come se improvvisamente
Harry si fosse tolto dei tappi dalle orecchie. Tutta la casata
rosso-oro
esplose in festeggiamenti e si riversò nel campo. Harry
osservò Draco e gli
sorrise felice prima di voltarsi e godersi tutti i complimenti.
Draco scosse la testa,
andandosene via.
Rieccomi!
Com'è, questo capitolo? Spero che vi sia piaciuto ;)
Bene, volevo ringraziare vivamente mena89
e nanerottola per
aver recensito (Scusate, non posso rispondervi per bene, vado veramente
di fretta ù.ù).
Vorrei ringraziare anche coloro che Preferiscono, Seguono, Ricordano e
Leggono solamente la mia storia, che, ripeto, è senza alcuna
pretesa.
A presto!
Vanessa.
|
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Capitolo 7 *** 7. The Invitation ***
Ciaoooo! Scusate se ci ho
messo tanto ad aggiornare. Chiedo umilmente perdono
ù.ù
Chiedo scusa alle ragazze
che si sono proposte per Beta, ma penso che manderò loro il
prossimo capitolo. Sì, ad entrambe, perchè penso
che tre sia meglio di due :P
E senza ulteriori indugi
vi lascio a questo chap ^^
Ci vediamo
giùùùù!
[Draco
Malfoy’s POV]
Non
feci in tempo ad entrare nella Sala Comune che
tre cicloni mi si fiondarono letteralmente addosso. Blaise e Pansy si
abbarbicarono rispettivamente ai miei bracci e Theo mi aveva agguantato
per il
maglioncino della divisa da Quiddich.
E indovinate dove mi stavano trascinando?
Esatto, in camera mia.
La porta fu richiusa con uno schianto. “Ragazzi,
quella è la mia porta!”
Loro non mi sentirono (o finsero) e mi
accerchiarono, facendomi sedere sul mio enorme letto.
“Allora, che ti succede?”
“Ti hanno messo qualche droga nel succo di zucca
stamani?”
“Dove hai nascosto Draco Malfoy, lo tieni forse
nell’armadio?”
Queste domande, ovviamente, mi furono poste
contemporaneamente. L’ultima fu di Pansy, che corse
all’armadio per
controllare.
Ridacchiai e loro mi guardarono, stringendo le
palpebre.
“Oddio, ho solo evitato che Potter si spezzasse il
collo, che c’è di straordinario?”
“Dray, ma ti rendi conto di ciò che hai appena
detto?”
Inarcai un sopracciglio.
“Ok, e allora se ne sei conscio, perché
l’hai
fatto?”
“Sentite, ragazzi, l’ho fatto e basta, che importa
il perché!” risposi, spingendoli fuori dalla
porta, con non poca fatica.
“CI STAI SCACCIANDO!” urlò la mia
migliore amica.
“Esattamente. Voi non vi tranquillizzate e io mica
mi posso tenere tre pazzi furiosi in camera, non credi?”
E senza darle il tempo di rispondere chiusi la
porta.
Questa non me l’avrebbe perdonata molto facilmente,
ma si erano fissati con la cosa di Potter! Voglio dire, non
c’è mica niente di
male, è pur sempre un mio compagno di scuola, no? NO?!
Ok, forse avevo fatto una cazzata, e allora? A
parte che ero stranamente felice di averla fatta, tutti sanno che
l’adolescenza
è l’età per le cavolate!
Va bene, forse mi sto palesemente arrampicando
sugli specchi... togliendo pure il forse.
[End of Draco Malfoy’s POV]
Nella
Sala Comune di Grifondoro, nel frattempo, si svolgevano i
festeggiamenti.
“Harry!
Harry! Harry! Harry!” stavano inneggiando i suoi compagni di
casa.
“Permesso,
prego!” esclamò Seamus, avvicinandosi a Potter.
“Signore e signori, stasera
avremo uno spettacolo pirotecnico con i fiocchi! Avevo tenuto da parte
questi
Fuochi Freddi Filibuster per quando Neville avrebbe rimorchiato una
ragazza-
iniziò l’irlandese, interrotto da una risata
generale,- ma ho pensato che
potremmo usarli adesso...”
Un’ovazione
scoppiò nella sala comune e Finnigan accese i fuochi
d’artificio che presero a
ruotare per aria sibilando come serpenti. Nel
frattempo Dean Thomas aveva fatto sbucare da sotto il
mantello delle
bottiglie di Burrobirra e nella Sala Comune iniziò la festa.
Dopo un’ora
abbondante, Harry si allontanò furtivamente e
varcò il buco del ritratto che si
richiuse cigolando piano. I rumori scomparvero subito e il Grifone ne
fu
sollevato, massaggiandosi le tempie.
“Mhm..
Si fa festa, a Grifondoro?”
Harry
si voltò di scatto, spaventato, e vide la nuova ragazza
Serpeverde.
Harry
sorrise. “Già. E tu, che ci fai qui...
Maya?” domandò, tentennando un po’ sul
nome della ragazza.
Lei
sorrise a sua volta. “Esploro il castello e sono arrivata
qui.”
“Dimmi,
come fai a sapere che è la Sala Comune di
Grifondoro?”
“Sorvolando
sul fatto che ne sei appena uscito tu?”
“Sì.”
“Me
l’ha detto la Signora nel quadro.”
Harry
si voltò verso il ritratto e la Signora Grassa gli rivolse
uno sguardo
colpevole. Il Grifone scosse il capo.
Il
silenzio si dilatò tra loro e Maya inclinò la
testa, osservando attentamente il
bel corpo del ragazzo, che arrossì lievemente.
‘Certo
che è proprio bella..’ pensò, per poi
diventare rosso furiosamente.
Lei
sorrise. “Beh, io allora torno in Sala Comune...”
gli disse, avviandosi verso
le scale.
“Maya,
aspetta!” la richiamò il moro. Lei si
voltò, in attesa.
“Emh..
TivadivenirealballodiHalloweenconme?” domandò
tutto d’un fiato Harry.
Lei
rise. “Non ho capito, puoi parlare più
lentamente?”
“Ti
va... Emh.. Di venire al ballo di Halloween con me?”
ripeté più lentamente il
Grifondoro.
“Mhm..
Sì, certo. Grazie dell’invito.” disse la
ragazza, prima di scomparire.
‘Ce
l’ho fatta...’ pensò sbalordito Harry.
‘Ce l’ho fatta! Ce
l’ho fatta!’ iniziò ad
esultare mentalmente e,
sorridendo come un ebete, rientrò in Sala Comune.
‘Sarà
un ballo molto interessante…’ pensò la ragazza,
scendendo le scale.
“Harry!
Dov’eri? Dobbiamo continuare la festaaa!”
urlò Ron al suo orecchio, passandogli
le braccia intorno al collo e appendendosi a peso morto. Harry gemette
per il
dolore.
“Ron…”
Niente, il rosso non dava segno di aver sentito. Era sicuramente
ubriaco
(Bravo, Harry, da cosa l’hai capito? NdA) (Beh, puzza di
alcol e… NdHarry) (Era
una domanda retorica -.-“ NdA). Il Grifondoro
lanciò un’occhiata disperata a
Hermione, che però era voltata a parlare con Ginny.
“Ron…”
ritentò, invano.
“RON!”
riprovò. Nada.
“RONALD
WEASLEY STACCATI SUBITO DA HARRY!” giunse una voce a
salvarlo. Ovviamente era
Hermione. Il rosso alzò lo sguardo e sorrise. Si
staccò da Harry e si avviò
verso di lei. “Hermione, mia cara… -
mormorò strascicando le parole, cercando
di essere sexy – Ti ho mai detto che sei
bellissima?”
Hermione
arrossì, ma di rabbia. Aveva avuto una storia con Ron, ma
purtroppo era finita.
Fortunatamente erano rimasti amici. “Ron, hai avuto la tua
possibilità, adesso
vai in camera e sciacquati il viso. SUBITO!”
ordinò la ragazza e Ron,
stranamente, eseguì, come fosse stato il suo cagnolino
ammaestrato.
“Com’è
che ti obbedisce così?” chiese perplesso Potter.
“Non
ne ho la più pallida idea.” ammise
l’altra, facendo spallucce.
Rieccomiiii!
Purtroppo sono di fretta, quindi ringrazio velocemente chi ha recensito
(Hollina; mena89; Daicchan)
e tutti quelli cha l'hanno messa tra i Preferite, le Seguite, le
Ricordate eccetera, eccetera.
Vi voglio bene
<3
Vanessa.
|
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Capitolo 8 *** 8. 'I want fuck with Potter.' 'Me too.' ***
Ohiii :D Come butta? A me
tutto ok :)
Eccomi qui con un nuovo capitolo in cui Maya e Draco parlano un po' tra
loro...
Non vi dico altro :P
Ci vediamo giù ;D
Harry
era davanti allo specchio del bagno che si guardava, scettico. Il suo
sguardo
si abbassò sulle scarpe nere e lo smoking grigio che
indossava. Poi si alzò
fino al suo riflesso che mostrava la sua faccia coperta da una maschera
chiara.
Sbuffò, per niente convinto. Uscì dal bagno e
scese in Sala Comune dove trovò
Hermione ad aspettare lui e Ron.
“Wow,
Herm… Sei stupenda! Anche meglio che al Ballo del
Ceppo!” si complimentò Harry.
“Grazie,
Harry. Anche tu non sei male, scommetto che ci saranno tanti cuori
infranti
stasera…” sorrise lei di rimando.
Il
lungo corpo di Hermione era fasciato da un lungo vestito bianco che la
faceva
sembrare molto aggraziata ed elegante, il viso coperto da una sottile
maschera
candida.
Finalmente
Ron arrivò e lui e Harry si precipitarono ad attendere le
loro dame.
Harry,
che stava sbirciando dai portoni aperti della Sala Grande,
sentì Ron trattenere
rumorosamente il fiato. Il Prescelto si voltò a guardarlo,
aggrottando le
sopracciglia.
“Ma
cosa…?” iniziò a domandare, seguendo
poi il suo sguardo verso i sotterranei.
Una
ragazza bellissima che non riconobbe era sbucata dalle tenebre. Era
alta e
indossava un bellissimo vestito blu come il cielo un momento prima che
cali
l’oscurità. Il corpetto la fasciava perfettamente,
decorato da fitti intrecci
di fili argentati, fino alla vita, dove poi si apriva morbidamente la
gonna che
luccicava piena di brillantini. Mentre la ragazza camminava dava
un’idea di
leggerezza così impressionante che sembrava dovesse prendere
il volo da un
momento all’altro. Aveva i capelli neri raccolti in una
crocchia elegante che
lasciava però ricadere qualche ciuffo ribelle intorno al
viso diafano coperto
da una maschera del medesimo colore del vestito.
La
misteriosa Serpeverde si stava avvicinando ad Harry e quando gli fu di
fronte
gli sorrise.
“Ciao,
Harry.” lo salutò con voce calda.
Harry
sgranò gli occhi e le rivolse un breve inchino, prendendo la
sua mano per
posarvi lievemente le labbra. “Ciao, Maya. Sei veramente...magnifica.” le sorrise, senza
parole.
“Grazie.”
rispose lei.
Harry
si inchinò, facendole segno di precederlo e lei
ridacchiò. “Sei un vero
gentiluomo.” si complimentò.
“Modestamente.”
rise lui, accompagnandola ad un tavolino.
“Sono
sicuro che conosci la mia storia bene quanto me, –
iniziò il ragazzo, roteando
gli occhi verdissimi, - ti va di raccontarmi qualcosa di te?”
“Certo.”
sorrise candidamente lei. “Allora, sono figlia unica, ho
diciassette anni, mia
madre è morta dandomi alla luce e mio padre mi ha dato in
adozione. L’ho visto
solamente poche volte.” incominciò, facendo
sentire una fitta di dolore mista a
comprensione a Harry, che le strinse la mano che lei aveva sul
tavolino. “Sono
stata adottata dai signori Sanders che mi hanno sempre trattato come se
fossi
figlia loro.” continuò, nascondendo un
ghignò.
‘Certo
che l’hanno fatto, hanno il
terrore che io possa ucciderli da un momento o l’altro o che
potesse farlo mio
padre, quando era vivo...’ pensò
malignamente.
“Al
contrario mio.” si intromise Harry.
Lei
aggrottò le sopracciglia, stupita. “Sai, quando i
miei sono morti sono stato
affidato ai miei zii. Mi hanno sempre trattato come uno schiavetto e mi
hanno
sempre odiato.” spiegò ancora il morettino.
“Oh,
mi spiace...” mormorò Maya.
Lui
scosse la testa. “Non ti preoccupare, è passato.
Adesso hanno troppa paura che
l’incanti per trattarmi male.” rise Harry.
‘Come
me...’ pensò
strabiliata la ragazza.
Harry
all’improvviso, che dava le spalle al portone, si accorse che
tutti stavano
fissando in quella direzione e si voltò, a sua volta.
Il
cuore gli si fermò per qualche secondo e quando riprese a
battere, pulsò
furiosamente e velocemente. Molto più veloce del normale.
Draco
Malfoy, in tutto il suo regale splendore, si stagliava sulla porta,
vestito
completamente di nero, tranne la camicia candida, accompagnato da...
Pansy
Parkinson, ovviamente. Se lei era
stupenda nel suo lungo tubino e la maschera rosso
sangue che risaltavano contro la sua
pelle pallida, i lunghi capelli corvini e gli occhi scuri, lui sembrava
un
angelo. Il petto era fasciato da una camicia dal candore che feriva
quasi gli
occhi e da una giacca nera. Le lunghe gambe erano vestite da un paio di
eleganti pantaloni neri che facevano pendant con
le scarpe lucide. I capelli, finalmente
liberi dal gel, gli ricadevano dolcemente sulla maschera nera che
copriva i
suoi occhi argentati. Gli mancavano solamente le ali.
Harry
pensò scioccamente, per un secondo, di essere morto e di
essere in paradiso.
Draco lo cercò con lo sguardo e gli sorrise apertamente,
camminando verso il
loro tavolino.
“Ciao,
Maya. Buonasera, Potter.” salutò, sedendosi.
Harry
osservò Pansy e le sorrise per la prima volta. Le prese la
mano e la baciò
delicatamente. “Sei bellissima stasera, Parkinson.”
si complimentò.
Pansy
arrossì, inevitabilmente. “Emh... Anche tu,
Potter, stai bene.” ammise, presa
in contropiede. “Salve, Malfoy.” aggiunse poi
Harry, cordialmente.
Draco
soffocò un sorriso. “Maya, mia cara, sei una
stella!” disse il biondo.
Maya
sorrise, lusingata. “Grazie, Draco.”
replicò. Poi sillabò silenziosamente,
accennando al moro dagli occhi verdi che parlava con la Parkinson,
così che solo
lui capisse il messaggio: “Poi mi spieghi.”
Lui
annuì impercettibilmente. “Maya, ti dispiace se
faccio un ballo con la Parkinson?”
domandò
Harry.
“Certo
che no, Harry.” sorrise lei. Pansy arrossì.
“Cosa
ti dice che ti risponderò di sì,
Potter?” domandò sarcastica, da brava
Serpeverde qual era.
Lui
si alzò e le sorrise, disarmante. “Pansy, mi
permetti questo ballo?” le chiese
con voce calda. Lei annuì istintivamente ed Harry rise.
“Ma come hai fatto?” la
sentirono chiedere ad Harry, mentre si allontanavano.
“Bene,
Draco, adesso siamo soli. Ti va di spiegarmi?” chiese la mora.
“Beh,
niente di che, voglio solo portarmi Potter a letto.” ammise a
bassa voce.
“Mhm...
Hai le idee chiare. E se tu non fossi l’unico?”
domandò lei, indicandosi.
Draco
rise. “Dici sul serio?”
“Sì,
dico sul serio.”
Lui
inclinò la testa, sorridendo. Le porse la mano.
“Allora, che vinca il
migliore.” ghignò.
Lei
gli strinse la mano. “Contaci, Draco. Ma non per questo
voglio diventare tua
nemica, sappilo.” aggiunse la ragazza.
“Oh,
non preoccuparti, Maya, non lo diventerai.” concluse la
discussione Draco.
Com'è?
Spero che vi sia piaciuto :D
Voglio chiedere
scusa ancora una volta alle ragazze che si erano proposte come Beta ma
proprio non ho il tempo per mandarvi i chap, quindi temo che per un
altro periodo di tempo ne faro a meno. Ho apprezzato molto il fatto che
vi siate proposte, non fraintendetemi.
Voglio
ringraziare coloro che hanno recensito: Hollina, Daicchan, sabry_style (Un
nuovo acquisto *w* Ehilà, sono felice che ti piaccia la
storia e la trama :) Spero che questo capitolo sia stato gradevole come
i precedenti per te), mena89
(Spiacente, ma non hai indovinato :P Spero che sia comunque di tuo
gradimento :D ).
Un ultimo G R A Z
I E a coloro che hanno messo questa storia tra le Preferite,
le Seguite, le Ricordate e anche chi legge solamente.
Siete molto
importanti per me :)
Vanessa.
|
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Capitolo 9 *** 9. Friends (The Dance, Part 2) ***
Sono
veramente mortificata. Lo giuro. Dopo due mesi, rieccomi qui ad
aggiornare. Purtroppo ho avuto diversi problemi con il trasferimento
del capitolo da un pc a un altro.. E' una storia lunga. In ogni caso,
ecco a voi il nono capitolo. E a breve giuro che arriverà
anche il decimo, che è già pronto. Attendo solo
di avere qualche recensione ;D
Buona lettura ^^
“Potter, ti faccio i miei
complimenti, non pensavo che sapessi danzare così
bene!” esclamò la bella
morettina che volteggiava tra le braccia di Harry.
Harry la prese per la vita e la
alzò, riposandola a terra un secondo dopo. “Ci
vuole solamente un po’ di
allenamento.” rispose, modesto.
“Non essere sciocco. Prendi, ad
esempio, Weasley.” iniziò la ragazza, indicando
con il mento il suo migliore
amico che cercava, inutilmente, di ballare decentemente con Romilda
Vane.
“Scommetto che la Granger
cerca di insegnargli a ballare dal quarto anno, dopo il Ballo del
Ceppo. Il
risultato? Riesce a malapena a evitare di pestare i piedi alla
Vane.” concluse,
saccente.
Harry, suo malgrado scoppiò a ridere.
“Beh, che c’è adesso da
ridere?”
domandò lei, incuriosita.
“Hai ragione. Hermione ha tentato
di insegnargli, ma, purtroppo, non ci è riuscita
bene.”
Pansy ridacchiò. “Che ti ho
detto? Io ho sempre ragione.”
“Come sei modesta! Certe
compagnie ti fanno male.”
“Ti riferisci forse a Draco?”
“Nooo! Non oserei mai!” rispose
Harry, ironico.
“Sai, Potter, è strano parlare
con te. Non sei affatto come credevo. Anzi, sei molto
simpatico.”
“Lo dici come se ne fossi
stupita.” ghignò il Grifondoro.
“Beh, in realtà sì, lo sono.
Cioè, ti immaginavo in modo completamente diverso.
Scontroso, in guerra con il
mondo, sempre depresso... Cose così.” fece
spallucce la Serpeverde.
Harry aggrottò le sopracciglia.
“E cosa ti ha indotto a credere queste cose?”
domandò.
Lei arrossì. “Sai, la storia dei
tuoi genitori, poi del tuo padrino... Insomma, hai perso molte persone
a te
care. Non mi sarei stupita se tu fossi stato davvero come
credevo.”
“Oh, capisco.”
“Non mi fraintendere, non ti ho
mai conosciuto. Ma ora so che non sei così.
Chissà come sarebbe, esserti
amica.”
“Basta chiedere. Se vuoi esserlo,
io non mi faccio problemi. Ho superato il tempo dei pregiudizi contro i
Serpeverde.” rispose semplicemente lui.
“Interessante. Dove si firma?”
“Da nessuna parte. Ciò che hai
detto mi basta, Pansy.”
“Oddio, come farò ad abituarmi a
chiamarti per nome? Forse non è stata una buona
idea.”
Harry rise, di nuovo, fece
battere i tacchi perché la canzone era finita, le fece un
inchino molto
teatrale e la prese a braccetto, accompagnandola al tavolo.
“Tranquilla, dubito che sarà
difficile come pensi.”
“Lo dici tu.” replicò sicura
Pansy, quando ormai si furono seduti al tavolo.
Draco li guardò curiosamente.
“Cos’è che dice, lui?” chiese.
“Che non sarà difficile abituarsi
a chiamarlo per nome.”
“Chiamarlo per nome? E perché
mai, di grazia?”
“Perché siamo amici.” sorrise
Harry.
“Amici? Tu e Pansy?” chiese
incredulo il biondo, per scoppiare a ridere.
“Cosa c’è da ridere?”
domandò
confuso il Cercatore rosso-oro.
“Sai, Potter, che la tua amica
qui – cominciò, indicando Pansy,- fino a... ieri?
Sì, fino a ieri ti insultava?”
La Parkinson lo fulminò con lo sguardo. Harry
rise
disinvoltamente, accavallando le gambe.
“Non ci sarebbe niente di male,
dopo sette anni di antagonismo.” la difese.
Pansy fece una linguaccia a Draco
e Maya rise.
“Siete proprio dei bambini!”
esclamò, tra le risate.
“Sono perfettamente d’accordo.”
si intromise una voce conosciuta. Blaise sbucò dalle spalle
della ragazza,
accompagnato dalla biondissima Daphne Greengrass.
“Ehi!” esclamarono tutti e tre
offesi, contemporaneamente.
“Divertente.” commento la bionda
con un sorriso. “Qualche novità?”
domandò alle amiche, accomodandosi tra Harry
e Pansy.
“Pansy e Harry sono diventati
amici.”
“Oh, ma davvero?” domandò
sorpresa lei, voltando la testa per far incontrare il suo sguardo verde
acqua
con quello smeraldino di Harry.
“Tanto piacere. Gli amici di
Pansy sono i miei amici. Sono Daphne.” sorrise cordialmente,
tendendo la mano
ad Harry.
Lui si chinò a sfiorare l’aria
con le labbra e si rialzò. “Piacere mio,
Daphne.” rispose.
“Molto educato.” commentò ancora la Greengrass.
“Potter, non penserai mica di
rubarmi la ragazza, eh?” domandò Zabini.
“Certo che no, Zabini.” rispose
rispettosamente. Blaise era sempre stato il più gentile con
lui, Hermione e
Ron, e gli sembrava anche molto simpatico. Era veramente sbalordito dal
trovare
così tante persone cordiali a Serpeverde.
Blaise sorrise e gli tese la
mano, in un chiaro segno di amicizia. Harry la strinse, radioso.
“Pensavo che avrebbe baciato anche
la sua...” borbottò Draco facendo ridere Maya.
Harry la guardò confuso e poi
scorse il broncio di Draco. “Oh, Malfoy! Mi ero dimenticato
di te!” esclamò,
vedendo il biondo incupirsi ancora di più. “Beh,
sei l’unico rimasto del club ‘Tutti
contro Potter’ o
sembra a me?” gli domandò innocentemente, i grandi
occhi fissi nei suoi che lo
deridevano con un innocenza candida come un lenzuolo.
Draco sbuffò. “No, ci sono
anche...”
“Non dire Tiger e Goyle, perché
sai benissimo che ti seguono in tutte le tue idee per due semplici
motivi.”
“E dimmi, Potter, quali
sarebbero?”
“Il primo, il più ovvio, è che
sono talmente stupidi che non riescono nemmeno a produrre un pensiero
proprio.
Il secondo, altrettanto ovvio, a pensarci bene, è che,
essendo i tuoi
scagnozzi, hanno troppa paura per contraddirti.” rispose,
quasi saccente Harry.
Tutti risero, tranne Malfoy.
“Comunque c’è anche Theo.”
rispose, offeso.
“Theo? Lo stesso Theo che, ormai
da un anno, progetta di entrare nella cerchia di amici di
Harry?” lo sbeffeggiò
Blaise.
Harry rise, voltandosi verso
Nott, che era nel tavolo dietro il loro. Notò che era
leggermente arrossito.
“Sei il benvenuto!” esclamò,
sorridendogli.
Draco si arrese e gli fece una
veramente infantile linguaccia.
Tutti risero nuovamente. “E
adesso, Malfoy, hai intenzione di unirti al nuovissimo club ‘I
Serpeverde amici di Potter’?” domandò Harry.
Draco lanciò un’occhiata a Maya,
che sorrideva sensuale verso Potter. Il suo Potter.
“Certo che sì.” ruggì, con
feroce
soddisfazione.
Harry sembrò stupito. Inarcò un
sopracciglio. Tutti e cinque i componenti del tavolino fissavano
esterrefatti
il Serpeverde per eccellenza.
Le sue guance divennero
lievemente rosate per l’imbarazzo. ‘Oddio, che ho detto!
Certo che sì, Draco? Certo che sì?! Come si fa ad
essere così idioti?!’ pensò
disperato il biondo.
Annaspò in cerca di una risposta soddisfacente
all’espressione del Grifondoro.
“Beh, non posso mica lasciare i
miei amici in pasto a te, Potter. Magari me li rendi delle pappamolle!
Devo
controllarli.”
L’atmosfera si rilassò
immediatamente all’evidentissima bugia di Draco.
Blaise nascose un ghigno
accostando le labbra all’orecchio di Daphne e sussurrandole
qualcosa. O facendo
finta di sussurrarle qualcosa.
Harry rivolse al Serpeverde un
sorriso a metà tra la condiscendenza e la
felicità allo stato puro.
Pansy soffocò un risolino bevendo
della Burrobirra.
Daphne sorrise apertamente,
fingendo che fosse per ciò che Zabini le aveva detto.
Maya invece fu l’unica a
scoppiare a ridere. Draco la guardò, sorpreso e indignato.
“Beh? Perché ridi?”
“Niente, Draco, niente.” mormorò
la moretta, alquanto divertita.
Ringrazio velocemente coloro
che hanno recensito (sabry_style,
Hollina, Daicchan, mena89), chi ha messo quasta storia tra
i preferiti, le seguite, da ricordare e anche chi legge solamente.
Il vostro sostegno mi
permette di andare avanti. Grazie.
Vanessa :D
|
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Capitolo 10 *** 10. You are mine ***
Siccome
mi avete fatta felice e avete già totalizzato quattro
recensioni, ho deciso di premiarvi postando subito il decimo capitolo.
Siete contente e contenti? *w*
Vi lascio alla lettura :D
Dopo
un tempo indefinito (nessuno aveva un orologio a portata di mano. No,
nemmeno
una clessidra), Harry si alzò e porse una mano a Maya.
“Mi
concede questo ballo, Lady Maya?” domandò.
Lei
sorrise e si alzò. “Certo che sì, Lord
Harry.”
Potter
rise. Gli appariva alquanto strano il suo nome accompagnato
dall’appellativo
Lord.
I
due moretti iniziarono a danzare, aggraziati come cigni.
Due
parti complementari, lei il demone, lui l’angelo.
“Ti
piace ballare, Maya?”
“Sì.”
“L’ho
notato, sei una ballerina fantastica. Dove hai imparato a ballare
così?”
“Oh,
ricordi che ti ho detto che qualche volta ho incontrato mio
padre?”
Harry
annuì.
“Bene,
in quelle poche volte, essendo lui un Signore molto importante, sono
stata la
‘principessina’ dei balli. Quindi mi sono state
date lezioni di danza.” rispose
lei, scrutandolo attentamente.
Ovviamente,
Harry non colse il doppio senso della frase (Povero idiota NdA) (Sono
perfettamente d’accordo con te NdMaya).
“Beata
te...” mormorò lui.
“Perché?”
“Io
non ho alcun ricordo dei miei genitori. Ero molto molto piccolo. Avevo
circa un
anno, mese più, mese meno. Ricordo solamente
un’accecante luce verde. Questo è
l’unico ricordo che so essere collegato a loro.”
rispose, con una sofferenza
così dolce e soffice che Maya ne subì ancora di
più il contraccolpo,
immaginando che una persona normale non ne avrebbe sofferto
così. Le sembrava
che qualcuno le avesse aperto il petto e stesse conficcando nel suo
cuore
miliardi di luccicanti schegge del cristallo più puro.
Perché, Harry, era
questo. Era come cristallo purissimo, nonostante avesse visto cose
raccapriccianti
in tutta la sua vita.
Un
sospiro pesante e addolorato le sfuggì dalle labbra tinte di
rosa pallido.
Cos’era quella strana sensazione che le stringeva lo stomaco
in una morsa di
acciaio gelido, come neve fresca sulla pelle accaldata di due amanti?
Ma al
contrario di quello che sarebbe successo alla neve candida, non si
sciolse. Non
aveva mai provato quella fastidiosa sensazione in tutta la sua giovane
vita da
diciassettenne. Che le stava succedendo? Era forse malata?
Iniziò
a preoccuparsi. Era molto giovane, troppo giovane per morire. E poi,
come
avrebbe fatto? Certo, suo padre non sarebbe certo tornato dalla tomba;
non era
un redivivo ne tanto meno uno zombie. Però doveva finire di
attuare il suo
piano: uccidere Harry James Potter. Già, il piano! Se ne era
dimenticata,
quella sera.
Stava
così bene, in compagnia di Harry. Per un secondo temette di
essersi affezionata
al Grifondoro.
No, certo che no! Ti sta solo tendendo una
trappola.
Ecco,
le stava solo tendendo un’infida e perfida trappola. Nel
momento in cui si
sarebbe affezionata lui l’avrebbe annientata lentamente e
dolorosamente.
Ma,
in ogni caso, non riusciva a capire quella stretta allo stomaco. Dopo
un’altra
manciata di secondi, arrivò l’illuminazione.
Senso di colpa.
Era
senso di colpa, quello che stava provando in quel momento.
Era
così...strano. Non le era mai successo prima, nemmeno quando
era
piccola.
“Mi
dispiace così tanto...” mormorò, la
voce che trasudava dolore.
Harry
le strinse dolcemente i fianchi e le sorrise. “Tranquilla.
Non è mica colpa
tua.”
Un altro colpo, un’altra fitta al
cuore, così
dolorosa che il corpo sottile come una foglia e bianco come la neve
rischiò di
inclinarsi in avanti, per attenuare la sofferenza.
Maya
si morse la lingua, tanto che uno strano sentore metallico e la
sensazione di
un liquido caldo che le fluiva in gola, le comunicò che si
era ferita con i
suoi stessi denti. Succhiò via il sangue, non voleva che il
suo interlocutore
si accorgesse che si era auto lesionata per non parlare. Stava per
chiedergli
‘E se lo fosse?’. Un errore del genere,
così banale e stupido, non se lo poteva
assolutamente permettere. Sarebbe stato sciocco da parte sua.
Mortalmente
sciocco. Perché probabilmente il ragazzo avrebbe capito e,
se non l’avesse
uccisa immediatamente, l’avrebbe allontanata da se, e
probabilmente dalla
scuola, tramite Silente.
Inoltre,
Maya non desiderava che suo padre fosse morto invano. E questo pensiero
le
montò una forte rabbia che le fece contrarre leggermente le
dita allacciate
dietro il collo di Harry.
Dopo
una manciata di canzoni Harry cominciò a percepire un dolore
cocente alla
cicatrice.
Tutto
ciò che era nel suo campo visivo aveva assunto uno strano
colore rosso.
Harry
non sentiva più la musica nelle orecchie, c’era un
silenzio assordante e
spaventoso.
Cercò
di tranquillizzarsi, ma sentiva scorrergli nelle vene una rabbia
potente,
liquida e distruttiva che non gli apparteneva.
Era
come quando Voldemort era vivo ed era in uno dei suoi momenti di rabbia
acuta.
Gemette
e alzò una mano per portarla alla cicatrice, ma si
bloccò a metà del movimento.
L’intensità
della rabbia era cresciuta insieme all’intensità
del dolore.
Il
braccio gli ricadde sul fianco e i pugni si strinsero talmente tanto da
far
sbiancare le nocche, le unghie conficcate nella carne del palmo.
Gettò la testa
all’indietro e dalla sua bocca uscì un urlo
terrificante almeno quanto era
straziante.
Tutti
si voltarono verso di lui, ma non se ne accorse.
Dal
suo corpo si produsse un’energia spaventosamente potente che
scaglio tutti i
presenti nella Sala Grande contro i muri. Tutti tranne Maya.
Gli
occhi di Harry erano nuovamente rosso rubino, fissi sulla figura della
ragazza
che un secondo prima aveva tra le braccia.
Lei
gli sorrise, diabolica. Allungò lentamente una mano pallida
dalle lunghe dita
affusolate e la posò sulla più famosa cicatrice
di tutto il Mondo Magico.
“Tu
mi appartieni, che a te piaccia oppure no.”
sussurrò, sfiorando con la voce
rovente un tono minaccioso.
Il
dolore crebbe fino a fargli credere che le pareti del cranio avrebbero
ceduto
sotto quella pressione e, infine, divenne troppo pure per Harry, che
perse i
sensi e si accasciò al suolo.
Tutti
gli altri, che erano svenuti , iniziavano a riprendersi.
Maya
si chinò subito sul corpo del ragazzo, posandogli una mano
fresca sulla fronte
accaldata, fingendo di soccorrerlo. Ora il loro contatto non produceva
alcuna
conseguenza, né nel ragazzo né in lei. La rabbia
era sbollita nel momento in
cui lui aveva oltrepassato la soglia del dolore.
Un
forte brusio si diffuse per la sala, finché divenne un
gridare insopportabile.
“INSOMMA,
QUALCUNO MI VUOLE AIUTARE? HO UN RAGAZZO SVENUTO TRA LE
BRACCIA!” tuonò la
Serpeverde, con un tono falsamente allarmato, senza alcun bisogno di un
potenziamento magico della voce.
Rieccomi :D
Voglio ringraziare sabry_style (Eh
sì, è un po' presto per una Drarry xD Ma prometto
che arriverà presto ;D), Candy_sunrise
(Spero che questo capitolo ti piaccia come il precedente ^^), Hollina (Grazie
mille ^^) e mena89
(Ahaha xD Draco è sempre adorabile *w* Se mi sentisse.. xD
Spero che sia di tuo gradimento anche questo chap! :D); chi ha messo
tra i preferiti, le seguite, le ricordate e anche chi legge
semplicemente.
Sono felice che questa
storia piaccia.
Con affetto, Vanessa.
|
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Capitolo 11 *** 11. Infirmary.. Again! ***
Saaalve!
Spero di non avervi fatto attendere troppo.
Questo capitolo, fortunatamente, non è stato scritto adesso,
altrimenti sarebbe pieno di rabbia che strariperebbe da ogni singola
parola, perchè adesso io sono piena di ira. Ma lasciamo
perdere, che è meglio.
Vi avverto,
secondo me è venuto 'na schifezza, quindi non vi aspettate
niente di che. Poi ditemelo voi, cosa ne pensate. ;D
Vi
lascio direttamente al capitolo.
Buona lettura :)
“Cos’è
successo, signore?”
“A dirti la
verità, Harry, non ne ho idea.” rispose Silente,
osservando attentamente il
ragazzo seduto di fronte a lui. Era veramente sconvolto.
“Professore,
questa non è stata la prima volta...” aggiunse
Harry, con un espressione un po’
colpevole. Si era dimenticato di parlare con Silente di ciò
che gli era
successo.
“E quando è
successo?” chiese il professore, sporgendosi in avanti e
mostrando tutto il suo
interesse.
“Il giorno
dell’arrivo di Maya.”
Silente alzò
un sopracciglio bianco. “Il giorno dell’arrivo
della signorina Sanders?” ripeté,
assorto.
“Sì,
signore.” assentì Harry.
“Hai fatto
bene a dirmelo, Harry. Non ne ero a conoscenza. Qualcuno ti ha visto,
quando è
successo?”
“Sì,
signore. Mi hanno visto Ron, Hermione, Blaise, Pansy, Maya e
Draco.” rispose
Harry, concentrato.
“Mhm... Sarà
meglio che me ne vada adesso, Harry, altrimenti Madama Chips
verrà
personalmente a scacciarmi.” sorrise il vecchio preside.
Harry stava
per replicare qualcosa, ma si morse la lingua, accasciandosi sul
lettino bianco.
Silente, una volta uscito, alzò lo sguardo verso un angolo
in penombra.
“Che cosa
significa questo, Albus?” chiese l’uomo
nell’ombra.
“Non ne sono
ancora certo...” fu la risposta del preside.
“Di nuovo in
infermeria, Potter?”
“Già. Sai,
mi sono affezionato a questo letto...” rispose
sarcasticamente il moro,
accarezzando il copriletto bianco. Draco si sedette accanto a lui e lo
fissò
negli occhi.
“Cos’è
successo, ‘sta volta?”
“Mhm?”
Draco inarcò
un sopracciglio e lo fissò attentamente. “Fai sul
serio?”
“Non so di
cosa tu stia parlando...” rispose il moro, fischiettando
innocentemente.
“Potter, con
me non attacca. Ti devo forse ricordare che non sei un bravo
attore?”
Harry gli
fece la linguaccia. “Gne gne.” fu la sua colta
risposta.
Malfoy si
finse scandalizzato. “Come hai osato?! Tu non sai chi sono
io!...”
“Errore! So
esattamente chi sei tu. Figlio di Lucius Malfoy, nato il 5 giugno 1979.”
rispose saccentemente
Harry.
“Ok, ok. Ma
mi vendicherò comunque!” esclamò il
biondo avventandosi contro la sua pancia e
cominciando a fargli il solletico.
Se c’era una
cosa che Harry non poteva sopportare, oltre a Piton, quella era il
solletico.
“Oddio, no!
Malfoy, smettilaaa!” ululò ridendo.
“Basta, bastaaaa!Ti prego, smettila!”
Draco rise,
divertito. “Sai, Potter? E’ bellissimo sentirti
pregarmi... E’ una soddisfazione
che non comprenderai mai...”
“Ah, sì?
Cos’è, una sfida?” si riprese Harry, una
scintilla di malizia accesa nei grandi
occhi smeraldini.
“Esattamente.”
“Ottimo. Ci
sto.” sorrise, stringendogli la mano. “Tu, caro il
mio Malfoy, mi pregherai presto...
Molto presto.”
Draco
scoppiò a ridere. “Sogna sogna, Potter.”
Harry
ghignò.
“Signor
Malfoy!” tuonò Madama Chips, correndo verso di
loro seguita dal rumore che i
suoi tacchi producevano. “Se ne deve andare immediatamente,
sta agitando troppo
il Signor Potter.”
Harry
sbuffò, scocciato, e alzò gli occhi al cielo.
“Poppy, non si dovrebbe
preoccupare così tanto per la salute di Potter, non
è un malato terminale, è
solamente svenuto.” replicò pacatamente Draco.
“Questo non
ha alcuna importanza.”
“Invece credo
che...”
“Non mi
importa cosa crede, signor Malfoy. Qui in infermeria comando io e io
dico che
lei se ne deve andare immediatamente.”
Malfoy si
alzò, nascondendo la sua rabbia sotto una maschera di gelida
gentilezza. Harry
poteva sentire l’ira ribollire nel corpo di Draco. ‘Draco?Da
quando è che lo chiamo così? Ok diventare amici,
ma lui per me è sempre
Malfoy.’
“Ha ragione,
Madama Chips. Sono veramente spiacente per la mia maleducazione. Le
porgo le
mie scuse. E adesso, se permette, vado. Arrivederci.” si
congedò con un inchino
elegante il giovane Serpeverde. Si avviò verso la porta, ma
ci ripensò e si
voltò. “Ciao, Potter. Ci vediamo a giro quando ti
rimetti.” ghignò, prima di
andarsene.
Harry, che
non ci stava capendo un emerito cazzo in tutta quella storia (come me e
tutti
voi, immagino), aggrottò le sopracciglia e alzò
non troppo convinto una mano in
segno di saluto.
“Mah...
Certo che Malfoy è proprio strano...”
mormorò, soprappensiero.
“Ha proprio
ragione, Potter. Ha proprio ragione...” disse
l’infermiera, ticchettando verso
il suo ufficio.Harry
scosse la
testa, arrendendosi all’evidenza del fatto che non capiva
niente, e si lasciò
affondare nel cuscino prima di chiudere gli occhi e sprofondare nel
mondo dei
sogni dove rincontrò il suo amato Draco.
Grazie mille a tutti coloro
che hanno recensito (draco
potter,
sabry_style, mena89
e lunadistruggi),
quelli che hanno letto, hanno messo tra i preferiti, le seguite o le
ricordate.
Vanessa.
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