Harry Potter e la Bambina Sopravvissuta

di PottermoreB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. The Dream ***
Capitolo 2: *** 2. The Cat ***
Capitolo 3: *** 3. Potion and Scar ***
Capitolo 4: *** 4. The Darkness Girl ***
Capitolo 5: *** 5. Maya Sanders ***
Capitolo 6: *** 6. Infirmary... before the match ***
Capitolo 7: *** 7. The Invitation ***
Capitolo 8: *** 8. 'I want fuck with Potter.' 'Me too.' ***
Capitolo 9: *** 9. Friends (The Dance, Part 2) ***
Capitolo 10: *** 10. You are mine ***
Capitolo 11: *** 11. Infirmary.. Again! ***



Capitolo 1
*** 1. The Dream ***


Hellooo! Sono tornata. Coloro che avevano commentato si chiederanno come mai questa fic fosse stata cancellata. Ma siccome io sono perfida, non ve lo dico xD No, scherzo.. Per sbaglio avevo reso la sorella di Harry uguale a quella di altre due ragazze, che me l'hanno fatto notare. E, dato che io sono una Grifondoro pura e leale, ho corretto dei particolari. Se queste due scrittrici (di cui una ho anche letto la storia, che mi è piaciuta da morire tra l'altro, ve la consiglio. Si chiama "I Gemelli Potter") stanno leggendo, le prego di informarmi se così la ragazza va bene. E vi assicuro che non sono sarcastica. A voi lettori, se ci siete, ovviamente, vi informo che le è stato cambiato colore di capelli e nome. 

Buona lettura ^^

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La risata di una bambina si sparse nell’aria, mentre tirava il naso ad un ragazzo minuto.
“El, lascia stare lo zio Peter!” esclamò il padre, con un sorriso bonario, che si prese uno scappellotto dalla ragazza dai capelli rossi che stava dietro di lui.
“Guarda che se le dici così non impara! Si fa così!” lo rimbeccò avvicinandosi alla bimba che subito iniziò a battere le manine felice vedendo la mamma. Gorgogliò qualcosa tendendo le braccia verso di lei e la rossa sorrise intenerita, prendendola in braccio.
“Com’è che si fa, Lily? Non ho capito bene..” la sbeffeggiò James, schizzando in piedi e scappando per non prendersi una ciabattata in testa.
Minus rise e si sedette sul divano accanto alla ex-Grifondoro, che lasciò gattonare la bimba fino allo zio che pareva preferire di gran lunga a Sirius, al posto del fratellino.
A proposito di fratellini…
“JAMES!” tuonò Lily, ogni traccia di divertimento sparita dagli occhi. “Dov’è Harry?! L’ho lasciato a giocare con te!”
Il Cercatore sgranò gli occhi e si guardò intorno affannosamente, senza vedere il bimbo.
“Ragazzi, penso che Harry stesse tentando la fuga!” esclamò una voce maschile dopo il rumore di una porta che veniva aperta e successivamente chiusa.
Lily sospirò sollevata e James si precipitò a prendere il figlio dalle braccia del migliore amico.
“Oh, il mio erede è salvo!”
“Stupido Grifondoro, aspetta che ti pigli e lo vedi, come il tuo erede prenderà subito i tuoi beni!” esclamò Lily, ma con un sorriso disteso sulle labbra.
“Lunastorta?” chiese Peter curioso.
“Non può venire, ieri c’è stata la luna piena ed è ancora molto stanco.. Vi manda le sue scuse.” recitò Felpato, scrollando le spalle e sedendosi accanto agli amici.

 

 

“Eleanor, mi dispiace.. Vedi, piccolina, devo farlo, altrimenti Lui mi ucciderà.. Non mi guardare con quegli occhioni, non posso fare altro.. Ma posso difendere te..” mormorò Codaliscia alla bambina dai capelli castani tendenti al rosso e i grandi occhi verdi. Pronunciò un incantesimo stranissimo e la bambina prese le sembianze di un minuscolo gattino. Minus la prese in braccio e si Smaterializzò a casa, dove la posò, per poi tornare davanti alla casa di Lily e James, aspettando che tornassero dallo shopping che la ragazza aveva preteso, nascondendosi. Quando fu certo che i due amici fossero dentro chiuse gli occhi e premette le dita sul Marchio Nero.

 

 Minus era di nuovo con la gattina davanti alla casa di Lily e James, distrutta e gridò contro Sirius offese e insulti per aver ucciso i loro amici. Poi si era trasformato in Codaliscia lasciando solo un dito di se e facendosi seguire dalla gattina. Quando fu abbastanza lontano si ritrasformò, si camuffò e si Smaterializzò vicino al negozio di animali di Hogsmeade, dove lasciò il gattino.

 

 

“AAAAAAAH!” un grido invase il dormitorio del settimo anno del Grifondoro.
Altri quattro urli lo seguirono a ruota.
“Miseriaccia, Harry, che hai da urlare?!” chiese Ron, tenendosi una mano sul petto. Vedendo poi la faccia pallida dell’amico balzò giù dal letto e corse da lui.
“Harry? Harry, va tutto bene?” chiese, preoccupato. “Neville, vai a chiamare Herm, per favore…” mormorò poi verso l’amico che stava lì accanto con una faccia terrorizzata.
“Cos’è successo? Harry! Stai male?” Hermione era arrivata.
 “Hai visto ancora Tu-Sai-Chi?” gli domandò sussurrando.
“RON! Ma sei deficiente? Voldemort è morto!” esclamò la ragazza.
“Io…Penso di avere una sorella…” rispose il morettino con gli occhi sbarrati. Si passò una mano sul volto e poi si mise gli occhiali.
“Ho bisogno di farmi una doccia.” disse, dirigendosi verso il bagno.
Hermione e Ron si guardarono. “Una sorella? Ma Harry è figlio unico..” commentò la morettina.
“Lo so…Tornate a dormire, voi!” esclamò verso i compagni con un tono che non ammetteva repliche. I tre obbedirono e si infilarono nuovamente nel letto.
Hermione bussò alla porta. “Harry? Ti aspettiamo in Sala Comune, ok?”
“Sì..”
Harry era poggiato contro il muro, l’acqua che gli scendeva dolcemente addosso in tante piccole gocce, era distratto e ripensava ancora al sogno.
Dopo qualche minuto si riscosse e si asciugò, scendendo poi nella sala di ritrovo.
Raccontò il sogno ai suoi amici che rimasero basiti.
“Ma sei sicuro…” cominciò Ronald, ma venne interrotto da Hermione che gli tirò una gomitata nelle costole.
“Come hai detto che si chiamava la bambina?”
“Eleanor, mi pare.. Perché?”
“Perché la cercherò…” rispose la ragazza.
“In biblioteca.” completarono in coro i due ragazzi, scoppiando poi a ridere davanti a una fintamente indignata Hermione.
“Ma non domani, andiamo a Hogsmeade!” esclamò la Grifondoro sorprendendo entrambi.
“Andiamo…? Ma io sono in punizione con la McGranitt e Harry con Piton, Herm!” la riprese Ron, sorridendo.
“E chi ti dice che per noi intendevo io, tu e Harry?” lo rimbeccò la ragazza, con un ghigno malizioso sul bel viso. “E in ogni caso sarete sicuramente liberi entro mezzogiorno. Non è vero?” aggiunse minacciosa.
“Quando fa così mi spaventa..” mormorò il rosso prima di prendersi un pugno nel braccio.
“Ahi! E questo perché?” piagnucolò.
Harry scoppiò a ridere di cuore, tenendosi la pancia. I suoi amici erano riusciti a farlo distrarre, per il momento.
“Sì, certo cercheremo di fare presto.” riuscì a dire tra una risata e l’altra.
Hermione sorrise, stritolandoli entrambi in un abbraccio stile mamma Weasley.
“Her… Hermione.. così.. ci soffochi…” annaspò il morettino, sorridendole.
Lei li lasciò immediatamente, con una piccola risata. “Pardon, garçons.” si scusò.
“Tu sai il francese?!” chiese il rossino sbalordito.
“Ci sono tantissime cose che ti non sai di me.”
“Touchè.”
“Ragazzi- li interruppe Harry -, ma che ore sono?”
“Le… sette.” rispose Hermione, dando un’occhiata all’orologio che aveva al polso.
“E’ prestissimoooo!” si lamentò Ron.
“Tanto ora ci saremmo dovuti svegliare, RonRon.”
“Non mi chiamare così, Harry.” sibilò Weasley, facendo ridacchiare gli altri due.

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Capitolo 2
*** 2. The Cat ***


Heilà! Saaalveeee! Ed eccomi qui, di nuovo a rompervi le scatole xD Spero di no .-.
Ok, vi lascio al nuovo capitolo, ma stavolta commentate in taaaantiiii!
Please *faccia implorante*
Ok, basta xD

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La giornata passò rapidamente e il sabato arrivò subito.
Harry si precipitò alle otto di mattina nell’ufficio di Piton, pronto ad adempiere alla sua punizione che era per l’ennesima volta il catalogare i vecchi ‘scherzi innocenti’ di suo padre e Sirius per Gazza. Sospirò, ma fece prima di quel che si aspettava: ormai si era velocizzato. Quando concluse due scatole, si congedò e sfrecciò via da quell’ufficio alquanto inquietante.
Una volta arrivato nel dormitorio si cambiò e raggiunse Ron e Hermione a cui aveva dato appuntamento davanti al portone a mezzogiorno. Controllò l’orologio. 12.10, recitava.
“Oh, Merlino, sono in ritardo! Hermione mi farà una parte..!” esclamò, afferrando la Mappa del Malandrino e il Mantello dell’Invisibilità dal letto, correndo di nuovo a perdifiato giù per le scale, fino al portone d’ingresso. Quando si avvicinò a loro si appoggiò alla parete con una mano sul petto, che si alzava e abbassava velocemente.
“Harry…” iniziò Hermione.
“Sì, sì, lo so, sono in ritardo…” completò il corvino con un po’ di affanno.
“Veramente volevo chiederti perché hai il fiatone. Sei in anticipo di cinque minuti.” replicò la ragazza, con un sopracciglio alzato. Harry ricontrollò l’orologio babbano a cui non aveva saputo rinunciare, sicuramente migliore delle varie clessidre del mondo magico, e si rese conto che le lancette erano perfettamente immobili. Si diede dell’idiota e sospirò rumorosamente, recuperando fiato.
“Bene. Mi fa piacere sapere di aver fatto sette piani di scale di corsa senza alcuna utilità. Adesso andiamo.” disse, facendo ridere i due.
“Scusate, ma vi avevo detto che non sarei stata con voi!” si scusò Hermione, scoccando un bacio su una guancia al moro e una scompigliatura di capelli all’altro. La videro avvicinarsi a un ragazzo dai capelli biondo scuro e gli occhi castani, con cui se ne andò a braccetto.
“Beh, siamo stati rimpiazzati, Harry.”
“Parla per te, RonRon!” esclamò in risposta il Prescelto, ricominciando a correre, stavolta inseguito dal compagno Grifondoro.
Quando Harry finalmente si arrese, facendo spuntare una bandierina bianca dalla bacchetta, gironzolarono per Hogsmeade. Si fermarono a Mielandia, comprando tanti di quei dolci che sarebbero bastati a tutti i Grifondoro del sesto e settimo anno. Decisero di non fermarsi da Zonko, dato il successo del negozio dei gemelli Weasley potevano avere tutti gli scherzi che volevano praticamente gratis.
Lo sguardo di Harry fu attirato dal negozio di animali che aveva sognato. “Entro un attimo lì dentro, Ron, aspettami ai Tre Manici di Scopa.” comunicò all’amico, che annuì, per poi avviarsi verso il locale.
La porta si aprì in un tintinnio e la giovanissima commessa gli sorrise cordiale, assomigliava terribilmente a una Tassorosso che era andata via quell’anno, finendo gli studi. “Posso fare qualcosa per lei, signor Potter?” domandò.
“Oh, Gracy, chiamami Harry, mi fai sentire più vecchio di quanto non sono!” esclamò il ragazzo guardandosi intorno.
“Ti ricordi di me?”
“Certo. E comunque sì, puoi fare qualcosa per me. Potresti farmi vedere i gatti che avete qui?” rispose, guardandosi intorno, scorgendo solo rane, topi, gufi e civette.
“Certamente, seguimi, li teniamo da una parte, non si sa mai..” spiegò, accennando ai topi e conducendolo verso una porta di legno scuro. L’aprì e una stanza piena di gabbiette con dei gatti si mostrò davanti al suo sguardo incredulo. Fece scorrere gli occhi verdi su tutti i gatti, soffermandosi su un gatto minuto e snello dalla pelliccia castana quasi rossa e gli occhi di un verde incredibilmente simile al suo.
“Com’è questo gatto?” domandò, avvicinandosi.
“E’ una gattina un po’ agitata. Ha provato diversi padroni in questi anni, ma ha sempre dato problemi, come se non si fosse fidata. E’ bellissima, vero?”
“Sì. La prendo.” mormorò il ragazzo, ritornando alla cassa e attendendo che la ex-Tassorosso tornasse con la sua nuova gattina. Pagò ed uscì dal negozio. “Ciao, piccolina.” la prese dalla gabbia e la fece accomodare sui suoi bracci, grattandole piano sotto il mento. La gatta iniziò subito a fare le fusa e strusciarsi contro la mano del ragazzo, facendolo sorridere.
“Ti chiamerò.. Come potrei chiamarti?” iniziò a riflettere e il nome uscì spontaneamente dalle sue labbra rosse e carnose. “Eleanor. Che ne dici?”
La gattina rizzò le orecchie e miagolò quello che sembrava un segno d’assenso. Sorrise di nuovo e la rimise nella gabbietta, entrando nel locale dove aveva mandato Ron.
“Cos’è quella gabbia?”
“Ho preso una gattina.”
“Oddio, un altro? Non bastava Grattastinchi?”
“Beh, si chiama Eleanor, non ha un nome propriamente illusorio… Speriamo sia più docile. E poi sai perché il gatto di Herm faceva a quel modo.” rispose, indurendo lievemente lo sguardo.
“Scusa, amico..” mormorò l’altro dispiaciuto.
“Fa’ niente.” sorrise il moro, girando la testa indietro, sentendosi osservato.
Incrociò un paio di occhi argentati, ma subito questi si abbassarono sul libro che il proprietario evidentemente fingeva di leggere.
“Mhm.. Bella quella morettina che mi sta fissando, che dici, amico, vado a parlarci?” chiese il rossino, accennando a una ragazza al bancone che lo fissava insistentemente.
“Certo, non devi farti sfuggire questa occasione.” replicò il Ragazzo Sopravvissuto, facendogli l’occhiolino. Quando il migliore amico si fu allontanato, si alzò a sua volta e presa la gabbietta si sedette al tavolo di Malfoy che era lì da solo.
“Che vuoi, Potter?” chiese quello, senza nemmeno alzare gli occhi.
“No, dimmi cosa avevi da fissarmi tu.” replicò il moretto con voce ferma, ma non sgarbata.
Il biondo sospirò. “Non vedi che sto leggendo?”
“Sì, certo, con il libro tenuto al contrario?” domandò sarcastico Harry, incrociando le braccia al petto.
Dopo che la guerra magica era stata finalmente conclusa con la morte di Voldemort, il rapporto tra Harry e Draco era lievemente cambiato. Serpeggiava sempre l’antipatia e il disprezzo fra i due, ma non era più odio e ogni tanto si potevano anche soffrire senza prendersi a incantesimi.
Draco arrossì impercettibilmente e chiuse con calma il libro, posandolo sul tavolo.
“Ok, ti stavo guardando e allora? E’ forse vietato? Mica ti consumo, San Potter!”
Harry si chiese perché il Serpeverde fosse ancora così odioso con lui, dopotutto aveva più volte di intrattenere una conversazione civile o cercare di essergli amico. Cos’è che lo rendeva ancora così scorbutico?
“Guarda che stai facendo tutto tu.” replicò l’altro, tranquillo. “Vuoi da bere?”
Il biondo rimase spiazzato. Potter che offriva un drink a lui?! “Cos’è, vuoi farmi ubriacare così dopo puoi baciarmi tranquillamente?” chiese ironico.
Un lampo di malizia e divertimento passò negli occhi verdi del Prescelto. “Può darsi.. Allora vuoi qualcosa o no?”
“Mhm.. Potrebbe essere interessante.. Sì, Wiskhy Incendiario.” rispose il biondino, poggiando il volto sui palmi delle mani, dopo aver puntellato i gomiti sul tavolo.
“Bene. Mi scusi, signorina Rosmerta, potrebbe portarci una Burrobirra e del Wiskhy Incendiario?” domandò a Madama Rosmerta, che stava passando lì accanto, con un sorriso.
La donna bionda arrossì leggermente e annuì, andando a prendere le cose che i due ragazzi avevano ordinato.
“Allora, Malfoy, che ci fai qui tutto da solo?”
“E a te cosa interessa?” rispose con un’altra domanda il biondino, un sopracciglio inarcato.
“Mi chiedevo solamente dove fosse finito Zabini.” rispose l’altro, sorridendo nuovamente alla proprietaria del locale che, ticchettando con i tacchi, era tornata a portar loro le bibite.
“Blaise, aveva... da fare, ecco.” rispose il biondo, iniziando a bere il Wiskhy con disinvoltura. In realtà stava sudando freddo. Blaise e la Mezzosangue Zannuta avevano iniziato ad uscire insieme perché diventati molto amici e il moro era stato costretto dalla Grifoncina a prendere una Pozione Polisucco (“Insomma, ma che cosa importa a Potter e Lenticchia se hai un amico a Serpeverde?! Mica sono Draco!”) a causa del timore che Hermione aveva della reazione di Harry e Ron.
“Non sembri molto convinto, ma fingerò di crederci.” rispose Potter, bevendo lentamente qualche sorso dalla bottiglia. Poi la posò e si leccò una goccia di Burrobirra rimasta sulle labbra, facendo correre un brivido lungo la schiena del biondo. Harry non lo sapeva, ma Draco desiderava il suo corpo da anni in modo quasi ossessivo e, abituato ad avere tutto ciò che voleva, il fatto di non poterlo possedere gli bruciava ancora di più. Sia chiaro, lui voleva solo il corpo del moro, non ne era innamorato, certo che no. O almeno questo era quello di cui cercava di convincersi da quasi un anno.
 “Quel gatto?” domandò il Serpeverde scrutando l’animale.
“Ti piace? Si chiama Eleanor. E’ mia da… Circa mezz’ora.” sorrise il moretto.
“Adoro i gatti..” mormorò l’altro, allungando un dito per farlo annusare alla gattina che girò la testa per farsi grattare dietro le orecchie. Draco scivolò sulla sedia accanto a quella dove era posata la gabbietta della gatta e iniziò a coccolarla da dietro le sbarre di ferro luccicante.
Harry era basito dall’espressione quasi dolce del biondo e del suo comportamento con il gatto. Cioè, con il gatto era tutto buono e caro e trattava lui come fosse stato una pezza da piedi?
“Emh-emh…” si schiarì la voce, facendolo voltare di scatto verso di lui.
“Sì?”
“Beh, ti faccio notare che consideri più Eleanor che me.”
“Perché lei è meglio, vero piccola?” mormorò ridendo alla faccia soddisfatta della gattina.
“E tu, da che parte stai, scusa?” si finse offeso il Grifondoro, indicandola. La gatta si avvicinò di nuovo alla mano di Draco attraverso le sbarre, strusciandovisi contro.
Harry tossì qualcosa che assomigliava terribilmente a un ‘Doppiogiochista’ facendo ridere Malfoy. Non una risata di scherno, ma una risata vera e Harry non poté fare a meno di notare quanto il biondo fosse bello quando rideva. Era bello sempre, ma…
‘Ma cosa vado a pensare?! Malfoy è solo… Malfoy, ecco!’ pensò sgranando gli occhi scandalizzato. Scosse lievemente la testa come liberarsi da quei pensieri e attirò nuovamente l’attenzione del biondo. Se voleva intrattenere una conversazione questo sembrava il momento più adatto.
“ Non sapevo che ti piacessero i gatti.. Non ho mai sentito dire ‘Draco Malfoy ha un gatto’ e credimi, con tutte le ochette che ti vengono dietro lo avrebbe saputo tutta la scuola.”
Draco si morse la lingua per non esordire in un ‘Geloso, Potter?’, ma invece spiegò pensieroso: “Infatti non ne ho mai avuto uno, ma mi piacciono lo stesso. Una mia vecchia amica di infanzia ne aveva uno e tutte le volte che mi sedevo da qualche parte mi si acciambellava sulle gambe per farsi coccolare. Inizialmente ero indignato, cioè, un gatto che viene da Draco Malfoy ed esige di essere coccolato? Poi però mi sono, diciamo, affezionato e ecco che adoro i gatti. Non so nemmeno perché te lo sto dicendo.”
“Oh… emh... ecco…”
“Da quando sei balbuziente?”
“Uff. Sempre così spiritoso, eh?”
“Sempre.”
“Stavo cercando di dirti che, purtroppo per te e El, devo tornare al castello, se la McGranitt scopre che sono uscito senza il permesso perché l’ho perso mi ucciderebbe. Mi è piaciuto chiacchierare con te senza scannarci.” disse, alzandosi e prendendo la gabbietta del gattino che sembrò strizzare un occhio al biondino. “Ci vediamo in giro, Malfoy.” si congedò, prima di uscire.
“Certo, Potter.” rispose l’altro, rimasto nuovamente solo.

Rieccomi qui! Mi piacerebbe sapere se questo capitolo è stato di vostro gradimento o vi ha fatto totalmente schifo. Come fare? Schiacciate quella scritta blu in basso con scritto 'Inserisci una recensione' e il gioco è fatto!

Volevo ringraziare nanerottola (certo che la continuo, fosse anche solo per te ^^ Spero di aver aggiornato abbastanza presto ;D) per aver recensito lo scorso capitolo.

Vanessa *w*

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Capitolo 3
*** 3. Potion and Scar ***


Ma ciaooooooo! Come va, bella gente? Io sto benissimoooo! Sono così felice! Perchè?
Ma certo che non ve lo dico! Sono perfida, io xD
Ok, la smetto di sclerare.
Subito dopo questo:
Rullo di tamburi, prego...
IL TERZO CAPITOLOO! (Si sentono urla provenire dalla folla adorante)
Grazie, grazie! *si inchina*
xD Godetevelo!

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‘Stupido, stupido, stupido! Tu e la tua inutile scusa idiota! Non potresti mai perdere il permesso per Hogsmeade, l’ha firmato Sirius! Potevi almeno inventarti una scusa migliore. E poi per una volta che non vi stavate uccidendo te ne sei andato come un emerito idiota?!’ lo sgridò una vocina nella sua testa. Harry la scosse con espressione cupa e rispose solamente con un ‘Lo so.’
Stava decisamente cominciando ad impazzire, sentire voci che gli altri non sentono non è un buon segno, nemmeno nel mondo dei maghi, come gli avevano detto al secondo anno i suoi amici. Probabilmente era a causa della guerra, dei, se non sedici, sei anni vissuti con un pesante macigno sulle spalle, il peso della vita di tutto il mondo magico e non… Ma a chi voleva darla a bere? Non si credeva nemmeno da solo! Era solamente la voce della sua coscienza, o al massimo quella dell’Harry impulsivo che risedeva nel profondo della sua anima.
All’improvviso si ricordò del drink che aveva offerto a Malfoy e che doveva pagarlo. Fece rapidamente dietro-front e si precipitò nel locale, vedendo il biondo ancora seduto al suo tavolo. Arrivato al bancone ci si poggiò pesantemente, sfinito.
“Questa giornata non finirà mai..” mugugnò, porgendo i soldi alla cameriera. Sgattaiolò verso la porta passando vicino al tavolo del Serpeverde sperando che non lo notasse.
“Ti manco di già, Potter?” domandò una voce strascicata dietro di lui, con una nota di sorriso.
Harry si girò e abbozzò un sorriso, decidendo di stare al gioco. “Certo, Malfoy. Sono tornato qui per giurarti amore eterno e a donarti il mio magnifico corpo.” scherzò, senza accorgersi che nello sguardo di Malfoy era spuntata una scintilla di lussuria. “Sai, Potter, potrei prenderti sul serio.. Io starei attento alle parole che pronunci.”
“Cos’è, una minaccia o una promessa?”
“Mah, vedi un po’ tu.. Ah, tanto per la cronaca, la prossima volta che vuoi andartene cambia scusa, quella non attacca. Tutti sanno quanto eri attaccato a Sirius Black.”
Harry arrossì fino alla punta dei capelli per essere stato scoperto come un pivellino e con una buffa smorfia sul volto fece un segno al biondo, prima di uscire di nuovo dai Tre Manici di Scopa.
Il Serpeverde scoppiò a ridere divertito e si alzò, uscendo dal locale, andando in cerca del suo amico.
Lo trovò, nelle sembianze di un bel ragazzo dai capelli di un biondo scuro e gli occhi color cioccolato, che rideva allegramente con la Granger.
“Blaise, Mezzosangue.” salutò.
“Furetto.” replicò la ragazza, impassibile.
“Io sono David, non Blaise!” sibilò il suo migliore amico, guardandosi intorno prima di scoccargli un’occhiata omicida.
“Sembri di buon umore, Draco, devi raccontarmi qualcosa?” insinuò Zabini, avendo intuito che era successo qualcosa.
“Affatto. Sono venuto a cercarti per dirti che ritorno al castello.” ammiccò il biondino, con un sorriso molto strano. Blaise fece spallucce, facendogli capire che aveva compreso, e Malfoy si allontanò. Zabini si annotò mentalmente di interrogare il suo compagno quando sarebbe tornato al castello;.
Vagò un po’ per Hogsmeade, seguendo la via principale e soffermandosi di tanto in tanto a guardare gli oggetti e i vestiti esposti in vetrina, non avrebbero avuto poi tante altre uscite fino a Natale, quindi era intenzionato a farsi una vaga idea dei regali che almeno a Pansy e Blaise avrebbe sicuramente fatto.
Si diresse, guidato dalla via dei ricordi, allo spiazzo nel boschetto da cui si vedeva la Stamberga Strillante, quando sentì un basso gemito che sembrava di dolore e un lungo miagolio, come preoccupato. Aggrottò le sopracciglia e affrettò il passo, vedendo Potter inginocchiato con la testa bassa e le mani premute sulla fronte.
“Potter, che ci fai per terra?” domandò, avvicinandosi al moretto e chinandosi.
“N-niente di preoccupante..” mormorò l’altro con voce flebile, trascinandosi fino alla roccia dove si era seduto al suo terzo anno quando, credendo ancora che Sirius fosse un assassino, aveva scoperto che era il suo padrino.
“Beh, Potter, non vorrei deluderti, ma sei un pessimo attore.”
Harry abbozzò un sorriso divertito anziché fare una smorfia offesa, come era suo solito.
“Che ti è successo? Perché tieni le mani sulla cicatrice?” domandò il biondo, con una lieve inclinazione di paura nella voce.
“…”
“Non.. Non mi dire che ti fa male!”
Harry annuì, momentaneamente incapace di parlare.
“Cosa..? Ma come può essere, il Signore Oscuro è morto!” esclamò Draco, al limite della confusione.
Il moro deglutì e prese fiato. “Ho.. Ho visto una ragazza. Penso che Voldemort abbia avuto una figlia.” bisbigliò, con aria perplessa.

Vuolà! (Sono quasi completamente sicura che non si scriva così, ma qualcosa tipo 'Voit-la'... Boh! *spallucce*) Che ve ne pare? Secondo me non è malaccio.. Ma ditemi voi!

Vorrei ringraziare nanerottola e mena89 per aver recensito la mia storia.

Vi A M O <3 Siete importanti per la mia sopravvivenza.

Mi raccomando, recensite, eh! xD

Vanessa.

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Capitolo 4
*** 4. The Darkness Girl ***


Saaaalvee! Allora, premetto che questo capitolo è uscito un po' corto, e mi voglio scusare per il ritardo.

Inoltre, cerco una beta perchè da sola ho paura di fare degli errori. Qualcuno si propone?

Ok, vi lascio al chap! Ci "vediamo giù" ^^

Buona letturaaa!

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“Non è possibile, Potter, magari l’hai solo…”
“NON L’HO IMMAGINATO! CI CONVIVO DA 17 ANNI CON QUESTI SOGNI SO COSA SIGNIFICANO!” esplose. “So che è la realtà.” aggiunse, abbassando la voce. Non voleva urlare contro Malfoy, ormai quel periodo era passato.
Draco fece una smorfia e si morse la lingua per non rispondere acidamente a quell’urlo: dopotutto capiva Potter, non doveva essere mai stato molto bello vedere il suo nemico mortale progettare morti di altre persone. Sospirò e domandò, con il tono più morbido che riuscì a trovare, cercando in qualche modo di tranquillizzarlo: “E cosa hai visto, di preciso?”
Harry rabbrividì, rivedendo davanti agli occhi quello che era successo…

 Una figura incappucciata stava seduta a capo di una tavolata di quelli che riconobbe come Mangiamorte. Dal mantello di essa uscivano i lunghi capelli corvini, fino al seno. “Salve, miei viscidi amici. Sono ben felice di appurare che siete accorsi tutti quanti al mio richiamo. Il povero Tom è stato ucciso brutalmente da quell’infido moccioso, e ci è riuscito solamente grazie alla sua spropositata sfortuna: certamente un sedicenne non poteva battere per la sua bravura il Signore Oscuro, dico bene?” disse una voce morbida, e lievemente trasfigurata dalla maschera che la proprietaria portava, proveniente dall’incappucciata. “Non so se ne siete a conoscenza, ma mio padre, prima di morire, mi ha dato un compito ben preciso: concludere quello che lui aveva iniziato in tutti modi possibili. Quindi, ho bisogno del vostro ausilio.”
“Se mi permette, mia Signora, io avrei un’idea..” mormorò un uomo dai lunghi capelli di un biondo inconfondibile, con voce melliflua.
L’incappucciata mosse una mano con uno scatto, come a dare il permesso di parlare. “Perché non provate a ingannare Potter? Potrebbe fingersi una sua amica e così avvicinarlo, per indebolirlo da vicino e più dolorosamente.” continuò l’uomo, con il capo chinato in segno di rispetto.
Da sotto il cappuccio della donna si scorse lo scintillio di un sorriso sadico. “Bravo, Lucius. Hai finalmente capito da che parte stare.” sibilò.
Vieni da me, Seek.” aggiunse poi in Serpentese. Un imponente serpente, ancora più grande della vecchia Nagini, si avvolse attorno alle spalle coperte dal mantello nero della donna, con un sibilo soddisfatto.

 
“La ragazza.. Ha riunito i Mangiamorte e sta progettando di continuare quello che il padre ha iniziato..” rivelò, riassumendo in poche parole. Harry sapeva che Malfoy Junior si era rifiutato di prendere il Marchio e preferì non rivelargli che suo padre aveva dato un consiglio, ben accolto, alla nuova Signora Oscura.
Un silenzio cupo si estese nell’aria ferma. “Adesso che hai intenzione di fare?” domandò infine il moretto, scrutando il biondo.
“Cosa dovrei fare?” domandò l’altro, inarcando un sopracciglio.
Potter sospirò pesantemente e scosse la testa, come a dirgli che non lo sapeva. Non si aspettava proprio che Voldemort avesse avuto una figlia, che tutt’al più sembrava avere circa la sua età, dalla corporatura e la voce, nonostante fosse ben coperta dal mantello e la maschera, di un rosso inquietante.
Il Prescelto prese la gabbietta e si alzò avviandosi verso la strada principale, lasciando il Serpeverde fermo lì.
“Beh, hai intenzione di restare lì per molto? Si gela qui!” gli gridò, fissandolo con un abbozzo di ghigno divertito sul bel volto.
Draco scosse la testa e si avvicinò. “Pensavo volessi stare da solo.” constatò, con aria scettica.
“Stare da solo mi farebbe solamente pensare.”
“Ma stare con me non è la cosa migliore, sai?!”
“Da quand’è che il ‘grande Draco Malfoy’ si sminuisce così?” lo prese in giro Harry, ridacchiando.
“Io sono sempre stato modesto!”
Harry inarcò un sopracciglio. “Ok, ok, non è vero, e allora?!”
Il Bambino Sopravvissuto scoppiò a ridere, entrando finalmente nel castello. Fecero un altro pezzo di strada insieme, fino a quando si dovettero separare a causa di forze maggiori, cioè il fatto che uno doveva salire le scale e l’altro scendere nella profondità dei sotterranei.
Harry gli sorrise grato. “Grazie di avermi distratto, non avrei mai creduto che saresti stato tu a rallegrarmi in un… momento come questo.”
Malfoy fece spallucce e con un cenno della mano scomparì nelle tenebre umide dei sotterranei.

E rieccomiii! Spero che vi sia piaciuto! 

Volevo ringraziare nanerottola ( Mi lusinga ciò che pensi ^///^ Comunque, è per aumentare la suspance, mica possiamo lasciarlo in pace a Harry! xD) e mena89 (Tranquilla ^^ Nono, tranquilla, non è la sorella di Harry xD) per aver recensito. 

Vi ho già detto che vi adoro? Non ricordo.. In ogni caso VI ADORO!

Baci, al prossimo aggiornamento (che sarà molto più veloce, devo solo metterlo nel formato giusto ;D),

Vanessa.

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Capitolo 5
*** 5. Maya Sanders ***


Ehilà! Visto come sono stata veloce?  

Ok, questo chap mi sembra un po' più lungo dell'altro...

Spero che vi piaccia, dato che c'è una novità...

Buona lettura!

Image edited by renesmee cullen

Quella sera, quando tutti gli studenti furono seduti ai propri tavoli, Silente si alzò.
“Buona sera a tutti!” esclamò gli occhi brillanti che parevano fissare tutti e nessuno nello stesso tempo. “Ho un annuncio, fortunatamente bello, da farvi. Quest’anno ci sarà il solito ballo di Halloween, ma in maschera. Vi prego dunque di travestirvi come meglio credete. Parteciperete tutti e gli studenti del 1° anno potranno restare fino alle 22.00, quelli del 2° e del 3° fino alle 23.00, quelli del 4° fino a mezzanotte e tutti gli altri fino a festa ultimata, che comunque finirà al massimo alle 02.00. Bene, adesso penso che possiamo gustarci il nostro delizioso banchetto, non credete?” e dicendo questo, batté le mani, facendo comparire sui tavoli le pietanze preparate dagli elfi.
Un vagò borbottio si era diffuso in tutti i tavoli e c’era chi appariva radioso – vedi molte delle ragazze -, chi annoiato, chi rassegnato.
“Un ballo in maschera! Favoloso!” esclamò Seamus, euforico. Ron e Harry lo guardarono come se avesse detto un’eresia.
“Ma come, ragazzi, non capite?! – domandò incredulo – Siamo in maschera!” ripeté, scandendo le parole come se fossero stati dei bambini piccoli.
“Sì, grazie Sam, fino a qui ci eravamo arrivati pure noi.” lo rimbeccò il rosso.
Finnigan sbuffò. “Ma è ovvio! Potremmo rimorchiare le ragazze che vogliamo, magari anche quelle con cui senza maschera non avremmo speranza!” tubò, ancora.
Potter e Weasley si guardarono per poi scoppiare a ridere. Harry, tra le risate, riuscì a dire: “Sei sempre il solito, Sam!”

 
Ormai Halloween era vicino e in tutta la scuola si sentiva una certa elettricità. Chi ancora non era stato invitato, andava a giro cercando una compagna o sbattendo le ciglia cercando di ammaliare un ragazzo. Harry ancora non aveva invitato nessuno, ma era rinchiuso in camera sua con la testa tra le mani e il gatto rossiccio sulle gambe che lo guardava.
“Eleanor, chi devo invitare?” domandò.
“Miaoooo.” fu la risposta.
Harry rise e abbracciò la gattina che iniziò a fare le fusa.
“Sai, a volte sembri quasi una persona…” mormorò il moro con un pizzico di nostalgia negli occhi. Stava pensando a sua sorella. La gatta lo guardò con uno sguardo sorprendentemente comprensivo, come se lo capisse e si strusciò contro di lui.

 
Harry quella mattina si svegliò presto e si alzò attento a non svegliare gli altri. Si lavò e si vestì, per poi scendere in Sala Comune. Si sedette un po’ sul divano a leggere un libro e in breve la stanza si riempì di studenti. Quando vide Ron ed Hermione li raggiunse.
“Dov’eri?” chiese Hermione preoccupata.
“In Sala Comune, perché?”
“Con te non si sa mai…” sospirò sollevata la brunetta.
Harry rimase interdetto per un secondo e poi scosse la testa, attraversando il buco del ritratto e avviandosi in Sala Grande.
Quando tutti si furono seduti Silente si alzò. Nella Sala cadde il silenzio.
“Sono lieto di annunciarvi che da oggi ci sarà una nuova studentessa. Sarà Smistata ora e inizierà le lezioni oggi stesso con i compagni della sua nuova Casata.”
La professoressa McGranitt entrò con lo sgabello dello Smistamento e il Cappello Parlante seguita da un’alta ragazza dai lunghi boccoli neri. La ragazza aspettò che il preside pronunciasse il suo nome per sedersi sullo sgabello. “Maya Sanders!”
La ragazza si accomodò e mostrò a tutta la Sala il suo viso delicato di un bianco quasi spettrale.
Aveva gli occhi di un blu intenso che esprimevano solo timore. Sembrava una bambola di porcellana.
Si infilò il Cappello che le calò sugli occhi. Passò molto tempo e ancora il Cappello non si pronunciava. Un mormorio si diffuse per la Sala. Dopo un’altra manciata di minuti la ragazza venne assegnata ai Serpeverde, che l’accolsero con un scoppio di applausi.
Lo sguardo smeraldino di Harry la seguì fino a quando non si sedette in mezzo a Zabini e Malfoy.
Lasciò scivolare gli occhi dalla faccia della ragazza fino a quella del biondo, che ghignò seducente verso di lui.
“Harry!- lo chiamò Hermione distogliendolo dai suoi pensieri,- Muoviti, o faremo tardi!”
“Certo, certo.” mormorò Harry distogliendo faticosamente lo sguardo dal biondo, alzandosi e seguendola a lezione. Harry si trattenne per un secondo sul portone per voltarsi di nuovo verso la tavolata Serpeverde e scorse Maya che rideva voltata verso Draco.
Sentì una strana sensazione nello stomaco, come se i liquidi che aveva dentro si fossero messi a ribollire. Si girò nuovamente, ma non scorse più i suoi amici. Scoccò uno sguardo all’orologio che aveva al polso (riparato) e sfrecciò verso i sotterranei. Aprì la porta dell’aula di Pozioni con il fiatone.
“Signor Potter, in ritardo come al solito… 20 punti in meno al Grifondoro!” esclamò il professore con un espressione profondamente soddisfatta.
Harry sentì quella sensazione alla bocca dello stomaco diventare più forte. Chiuse per un secondo gli occhi e ricominciò ad ansimare, stringendo le nocche fino a farle sbiancare. Ron e Hermione erano all’ultimo banco, vicino al ragazzo che stava cercando di controllare la rabbia. Si guardarono preoccupati e Ron sussurrò: “Ehi, amico…”
Harry stava cominciando a calmarsi, ma la fortuna quel giorno non pareva essere dalla sua parte.
In quel momento entrarono Draco, Blaise e la nuova studentessa. Piton li vide, ma non furono detratti punti al Serpeverde e non vennero brontolati.
Anche Hermione provò a chiamare Harry. Quando lui riaprì gli occhi erano rosso rubino.
La brunetta indietreggiò. Una folata di aria rovente serpeggiò per la classe fino al professore che era girato verso la lavagna. Si voltò verso Harry che era ancora in piedi.
“Potter, chiudi la porta e mettiti a sedere, se non vuoi far perdere altri punti alla tua casa.”
Improvvisamente il ragazzo posò i suoi occhi rossi in quelli neri del professore, che si spaventò un po’, senza darlo a vedere. Harry se ne accorse e sorrise, maligno.
Anche Draco e Maya se ne accorsero. Il primo fissò il morettino, si guardò intorno e si alzò. Tutti gli altri avevano iniziato a preparare la loro pozione e i vapori coprivano Potter alla loro vista. Si avvicinò a Harry, che girò la testa di scatto verso il biondo. Malfoy gli sfiorò la spalla con la punta delle dita e scese lungo il braccio, fino al polso, per un momento, e il Ragazzo Sopravvissuto parve riscuotersi.
Il Grifondoro scosse la testa e i suoi occhi tornarono di un limpido verde smeraldo. Le ginocchia gli cedettero e cadde quasi a terra. Il biondino lo afferrò al volo e il docente lo incaricò di portarlo in Infermeria. Per una volta sembrava preoccupato per la sorte di Potter.
Nessun’altro si era accorto di quella scena insolita.
Nessuno si era accorto del ghigno malvagio e soddisfatto che si era disteso sul bel volto della nuova Serpeverde.

 
Appena usciti dall’aula Harry si aggrappò ancora di più a Malfoy, senza accorgersi del sorriso soddisfatto che fugace comparve sul volto pallido del biondo. Però quando Harry alzò gli occhi verdi sui suoi la sua espressione cambiò.
“Potter, spero che tu non sia troppo pesante..!” mormorò Draco, più rivolto a se stesso che al moro. Gli mise un braccio dietro le ginocchia e uno dietro la testa e riuscì a prenderlo in braccio.
Draco notò che il ragazzo era sorprendentemente leggero.

Rieccomi! Spero che la nuova arrivata non vi sembri di troppo ^^

Chissà chi è... Io lo so, e voi no! xD 

Ok, basta ù.ù

Volevo ringraziare vivamente mena89 (mi è piaciuta particolarmente questa parte: "...aggiorna presto, sono curiosa di vedere la figlia di Voldy in azione, x vedere che s'inventerà x farsi amico Harry, e vedere se lui ci cascherà da idiota che è" xD Non dico altro xD) e Daicchan (Purtroppo, nonostante io adori Harry, noi tutti sappiamo che per queste cose è un'idiota e quindi ci cadrà con tutte le scarpe ù.ù Mi fa piacere che la storia sia di tuo gusto ;D), un nuovissimo acquisto (*w*) per aver recensito e tutti coloro che Seguono, Preferiscono e Ricordano questa storia senza pretese.


Baci,

Vanessa.

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Capitolo 6
*** 6. Infirmary... before the match ***


Salve, bella gente! Eccomi qui con un altro chap ^^
Purtroppo temo che da ora in poi li aggiornamenti saranno più radi, dato che sono un po' in dietro con la scrittura dei capitoli.
Ma non vi preoccupate, vedrò di non farvi aspettare troppo ;D
Volevo ripetere che cerco una beta per questa storia, dato che, come vi ho già detto, temo di fare molti errori.
Buona lettura a tutti :D

Image edited by renesmee cullen

L’urlo di Madama Chips spaventò così tanto Malfoy che quasi fece cadere il ragazzo che aveva tra le braccia a terra. Le lanciò un’occhiataccia e lo poggiò sul letto.
“Cosa gli è successo?” chiese apprensiva l’infermiera.
Draco guardò Harry che, oltre a essere irritato (lo dimostrava un sopracciglio alzato) perché la donna parlava di lui come se non ci fosse o non avesse le capacità di risponderle, gli diresse uno sguardo implorante.
Draco comprese. Non voleva che dicesse dell’attacco di rabbia e del successivo indebolimento.
“Penso che abbia avuto un calo di zuccheri..” rispose.
L’infermiera annuì e andò per qualche minuto nel suo studio borbottando di dover prendere una Pozione Rinvigorente.
Il biondo inclinò la testa e rivolse uno sguardo interrogativo a Harry.
“Devo parlarne io con Silente, non voglio spaventare la Chips che correrebbe subito a dirglielo.” spiegò stanco.
“Veramente ti guardavo a quel modo perché mi piacerebbe sapere cosa ha scatenato tutta quella rabbia, perché è stata chiaramente quella a farti esplodere.- disse il biondino,- Solitamente non reagisci così alle brontolate di Severus, ci dovresti essere abituato..” aggiunse infine, con un sorrisetto odioso. Harry picchiettò con la mano accanto a se, l’altro ragazzo si sedette, sorpreso.
Harry ne approfittò per tirargli uno scappellotto, trattenendo una risata.
“Potter! Ma come ti permetti…?” iniziò il Serpeverde, interrotto dalla risata argentina del Prescelto. Ne rimase affascinato. Era un suono così caldo e coinvolgente, così naturale… Draco scosse la testa, cercando di tornare in se. ‘Per Merlino, un po’ di contegno! E’ pur sempre Potter!’ lo redarguì una vocina spaventosamente somigliante a quella di suo padre. E allora Draco decise di opporsi e si aprì in un sorriso stupendo che fece rimanere senza fiato il nostro eroe. Malfoy, sentendo girare la maniglia della porta dello studio di Madama Chips si spostò rapidamente sulla sedia accanto al letto, con un movimento così fluido che sembrò che fosse sempre stato lì.
“Signor Malfoy, può andare.” lo congedò la donna.
Malfoy alzò un sopracciglio. “Credo che invece resterò qui.” disse con la voce più suadente e gentile che aveva, lo sguardo argentato negli occhi dell’infermiera. Quella si sciolse un po’ e sospirò per nascondere l’imbarazzo. “Bene, signor Malfoy, ma non faccia agitare Potter.” disse quella, mettendo in mano a Harry un bicchiere colmo di un liquido blu e tornando nello studio.
“Ok, ora mi spieghi come diavolo hai fatto. Conoscendola non avrebbe fatto rimanere nessuno nemmeno se l’avessi implorata in ginocchio con le lacrime agli occhi.”
Draco sorrise furbescamente. “Segreto professionale.” rispose, ridacchiando poi per il broncio che Harry aveva messo su.
“Sai, Malfoy, ti preferisco così. Forse dovrei arrabbiarmi a quel modo più spesso..” mormorò maliziosamente il Grifondoro.
“Ahah, simpatico, davvero.”
“No, sul serio, non sto scherzando. Sei così…normale adesso.”
“Oh, grazie mille per il complimento, Sfregiato.” rispose Malfoy, alzandosi per andare via. Harry aveva sfiorato un tasto sensibile.
Il Grifondoro gli afferrò il polso con una mano per fermarlo e ci riuscì.
“Ehi…- mormorò sorpreso,- Che ti prende?”
“Hai praticamente detto che sono anormale!”
“Beh, già il fatto che noi siamo dei maghi è anormale. E comunque sai benissimo cosa intendevo.”
Draco lo fissò negli occhi, sospirò e si risedette accanto a Harry. “Hai ragione, non avrei dovuto reagire così.”
“Sei sicuro di essere Draco Malfoy?”
Il ragazzo lo guardò perplesso. “Sì. Perché?”
“Mi hai appena dato ragione…” sussurrò Harry.
“Già, qualche volta…” Draco non concluse la frase perché Harry si alzò a sedere e gli scoccò un bacio su una guancia, prima di crollare sul cuscino, sorridere fugacemente e addormentarsi ‘...capita anche a me’ concluse nella sua testa il biondino.
Malfoy si toccò dove le labbra del Ragazzo Sopravvissuto l’avevano sfiorato. Sentiva la pelle bollente. Sorrise e scosse la testa. Levò delicatamente gli occhiali a Harry e uscì dall’Infermeria.

Quando Harry si risvegliò trovò i suoi amici ad osservarlo, preoccupati.
“Harry!” urlò Hermione, buttandosi praticamente a peso morto sopra il ragazzo per abbracciarlo.
“Mione…!” rispose stupito l’altro.
“Come va, Harry?” domandò Ron.
“Sto bene, adesso.”
“Cos’è successo?” chiese Hermione, assumendo la sua tipica aria hermionesca da mistero.
Harry comprese che si riferiva alla lezione di Pozioni.
“Non so, ho avuto un violento attacco di rabbia e quando si è concluso mi sono sentito privo di forze.” rispose facendo spallucce.
“Mhm…” replicò solamente l’altra.

 

                   

                      Il tempo passò ed Harry uscì dall’Infermeria in tempo per la partita Grifondoro e Serpeverde, e quasi ci tornò subito. Fortunatamente non successe.

Harry salì di quota fino a stare sopra le porte, per poter vedere tutto il campo in cerca di un luccichio. Prese a girare in tondo sopra lo stadio fino a quando alzò lo sguardo sulle nuvole scure che promettevano diluvio e scorse i capelli biondi di Malfoy e il loro proprietario andare diritto e deciso in quella direzione.
Virò subito verso l’alto, seguendo a breve distanza Draco. Presto lo superò e scorse il riflesso dorato del Boccino. Salì maggiormente di quota, prendendo più velocità, e Malfoy non riuscì a stargli dietro, rimanendo sotto di lui. Ma la fortuna pareva che ce l’avesse con Harry, perché in quel momento la sua Firebolt cominciò ad andare da sola, cercando di disarcionare il suo cavaliere.
“..E cosa vedo là? La scopa di Harry Potter sembra avere vita propria! Sono io che ho un deja-vu o a Potter è già successo?” arrivò la voce di Blaise Zabini diventato cronista dopo che Luna Lovegood si era “dimessa”. Una risata collettiva arrivò dalla sezione Serpeverde dello stadio.
Il Grifondoro guardò in basso verso Hermione e Ron, implorante, e loro guardarono le persone intorno a loro. Tutti avevano gli occhi fissi sul ragazzo e i due non poterono fare altro che guardare Potter, impotenti.
Harry riuscì ad acchiappare il Boccino, appena prima di essere sbalzato via dalla sua scopa.
Il Prescelto parve cadere a rallentatore. Draco sentì la sua scopa spostarsi leggermente in avanti istintivamente tese le braccia. Il Cercatore rosso-oro cadde precisamente nelle braccia del biondino che sbuffò e sorrise strafottente. Si chinò sul suo orecchio e ci strusciò le labbra, mandando un brivido lungo la spina dorsale del moro.“Vedo che ti piace stare nelle mie braccia, Potter. Ma non ci fare l’abitudine, eh?”
Draco atterrò, senza accorgersi che sullo stadio era calato un silenzio spettrale, tanto che si sentiva il cinguettio di qualche uccellino lontano.
Posò a terra il ragazzo e alzò gli occhi argentati, passandoli lentamente su tutta la folla silenziosa, per poi posarli sul suo migliore amico. Alzò un sopracciglio e tutti i Serpeverde rabbrividirono.
Sapevano che spesso significava che era irritato. E non era mai un bene quando Draco Malfoy era irritato.
“Beh? Che avete da guardare? E tu, Blaise, non dovresti dire qualcosa?” urlò a gran voce.
Zabini annuì spaventato. Tutti sapevano che quando Draco Malfoy era arrabbiato poteva distruggere l’intera scuola a suon di urli. “Emh.. Sì… Dicevamo… Potter ha catturato il Boccino e Grifondoro vince.”
Fu come se improvvisamente Harry si fosse tolto dei tappi dalle orecchie. Tutta la casata rosso-oro esplose in festeggiamenti e si riversò nel campo. Harry osservò Draco e gli sorrise felice prima di voltarsi e godersi tutti i complimenti.
Draco scosse la testa, andandosene via.



Rieccomi! Com'è, questo capitolo? Spero che vi sia piaciuto ;)
Bene, volevo ringraziare vivamente mena89 e nanerottola per aver recensito (Scusate, non posso rispondervi per bene, vado veramente di fretta ù.ù).
Vorrei ringraziare anche coloro che Preferiscono, Seguono, Ricordano e Leggono solamente la mia storia, che, ripeto, è senza alcuna pretesa.
A presto!
Vanessa.

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Capitolo 7
*** 7. The Invitation ***


Ciaoooo! Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare. Chiedo umilmente perdono ù.ù

Chiedo scusa alle ragazze che si sono proposte per Beta, ma penso che manderò loro il prossimo capitolo. Sì, ad entrambe, perchè penso che tre sia meglio di due :P

E senza ulteriori indugi vi lascio a questo chap ^^

Ci vediamo giùùùù!

Image edited by renesmee cullen

[Draco Malfoy’s POV]

 Non feci in tempo ad entrare nella Sala Comune che tre cicloni mi si fiondarono letteralmente addosso. Blaise e Pansy si abbarbicarono rispettivamente ai miei bracci e Theo mi aveva agguantato per il maglioncino della divisa da Quiddich.
E indovinate dove mi stavano trascinando?
Esatto, in camera mia.
La porta fu richiusa con uno schianto. “Ragazzi, quella è la mia porta!”
Loro non mi sentirono (o finsero) e mi accerchiarono, facendomi sedere sul mio enorme letto.
“Allora, che ti succede?”
“Ti hanno messo qualche droga nel succo di zucca stamani?”
“Dove hai nascosto Draco Malfoy, lo tieni forse nell’armadio?”
Queste domande, ovviamente, mi furono poste contemporaneamente. L’ultima fu di Pansy, che corse all’armadio per controllare.
Ridacchiai e loro mi guardarono, stringendo le palpebre.
“Oddio, ho solo evitato che Potter si spezzasse il collo, che c’è di straordinario?”
“Dray, ma ti rendi conto di ciò che hai appena detto?”
Inarcai un sopracciglio.
“Ok, e allora se ne sei conscio, perché l’hai fatto?”
“Sentite, ragazzi, l’ho fatto e basta, che importa il perché!” risposi, spingendoli fuori dalla porta, con non poca fatica.
“CI STAI SCACCIANDO!” urlò la mia migliore amica.
“Esattamente. Voi non vi tranquillizzate e io mica mi posso tenere tre pazzi furiosi in camera, non credi?”
E senza darle il tempo di rispondere chiusi la porta.
Questa non me l’avrebbe perdonata molto facilmente, ma si erano fissati con la cosa di Potter! Voglio dire, non c’è mica niente di male, è pur sempre un mio compagno di scuola, no? NO?!
Ok, forse avevo fatto una cazzata, e allora? A parte che ero stranamente felice di averla fatta, tutti sanno che l’adolescenza è l’età per le cavolate!
Va bene, forse mi sto palesemente arrampicando sugli specchi... togliendo pure il forse.

[End of Draco Malfoy’s POV]

 
Nella Sala Comune di Grifondoro, nel frattempo, si svolgevano i festeggiamenti.
“Harry! Harry! Harry! Harry!” stavano inneggiando i suoi compagni di casa.
“Permesso, prego!” esclamò Seamus, avvicinandosi a Potter. “Signore e signori, stasera avremo uno spettacolo pirotecnico con i fiocchi! Avevo tenuto da parte questi Fuochi Freddi Filibuster per quando Neville avrebbe rimorchiato una ragazza- iniziò l’irlandese, interrotto da una risata generale,- ma ho pensato che potremmo usarli adesso...”
Un’ovazione scoppiò nella sala comune e Finnigan accese i fuochi d’artificio che presero a ruotare per aria sibilando come serpenti. Nel  frattempo Dean Thomas aveva fatto sbucare da sotto il mantello delle bottiglie di Burrobirra e nella Sala Comune iniziò la festa. Dopo un’ora abbondante, Harry si allontanò furtivamente e varcò il buco del ritratto che si richiuse cigolando piano. I rumori scomparvero subito e il Grifone ne fu sollevato, massaggiandosi le tempie.
“Mhm.. Si fa festa, a Grifondoro?”
Harry si voltò di scatto, spaventato, e vide la nuova ragazza Serpeverde.
Harry sorrise. “Già. E tu, che ci fai qui... Maya?” domandò, tentennando un po’ sul nome della ragazza.
Lei sorrise a sua volta. “Esploro il castello e sono arrivata qui.”
“Dimmi, come fai a sapere che è la Sala Comune di Grifondoro?”
“Sorvolando sul fatto che ne sei appena uscito tu?”
“Sì.”
“Me l’ha detto la Signora nel quadro.”
Harry si voltò verso il ritratto e la Signora Grassa gli rivolse uno sguardo colpevole. Il Grifone scosse il capo.
Il silenzio si dilatò tra loro e Maya inclinò la testa, osservando attentamente il bel corpo del ragazzo, che arrossì lievemente.

‘Certo che è proprio bella..’ pensò, per poi diventare rosso furiosamente.
Lei sorrise. “Beh, io allora torno in Sala Comune...” gli disse, avviandosi verso le scale.
“Maya, aspetta!” la richiamò il moro. Lei si voltò, in attesa.
“Emh.. TivadivenirealballodiHalloweenconme?” domandò tutto d’un fiato Harry.
Lei rise. “Non ho capito, puoi parlare più lentamente?”
“Ti va... Emh.. Di venire al ballo di Halloween con me?” ripeté più lentamente il Grifondoro.
“Mhm.. Sì, certo. Grazie dell’invito.” disse la ragazza, prima di scomparire.

‘Ce l’ho fatta...’ pensò sbalordito Harry. ‘Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta!’ iniziò ad esultare mentalmente e, sorridendo come un ebete, rientrò in Sala Comune.

 ‘Sarà un ballo molto interessante…’ pensò la ragazza, scendendo le scale.

 “Harry! Dov’eri? Dobbiamo continuare la festaaa!” urlò Ron al suo orecchio, passandogli le braccia intorno al collo e appendendosi a peso morto. Harry gemette per il dolore.
“Ron…” Niente, il rosso non dava segno di aver sentito. Era sicuramente ubriaco (Bravo, Harry, da cosa l’hai capito? NdA) (Beh, puzza di alcol e… NdHarry) (Era una domanda retorica -.-“ NdA). Il Grifondoro lanciò un’occhiata disperata a Hermione, che però era voltata a parlare con Ginny.
“Ron…” ritentò, invano.
“RON!” riprovò. Nada.
“RONALD WEASLEY STACCATI SUBITO DA HARRY!” giunse una voce a salvarlo. Ovviamente era Hermione. Il rosso alzò lo sguardo e sorrise. Si staccò da Harry e si avviò verso di lei. “Hermione, mia cara… - mormorò strascicando le parole, cercando di essere sexy – Ti ho mai detto che sei bellissima?”
Hermione arrossì, ma di rabbia. Aveva avuto una storia con Ron, ma purtroppo era finita. Fortunatamente erano rimasti amici. “Ron, hai avuto la tua possibilità, adesso vai in camera e sciacquati il viso. SUBITO!” ordinò la ragazza e Ron, stranamente, eseguì, come fosse stato il suo cagnolino ammaestrato.
“Com’è che ti obbedisce così?” chiese perplesso Potter.
“Non ne ho la più pallida idea.” ammise l’altra, facendo spallucce.

Rieccomiiii! Purtroppo sono di fretta, quindi ringrazio velocemente chi ha recensito (Hollina; mena89; Daicchan) e tutti quelli cha l'hanno messa tra i Preferite, le Seguite, le Ricordate eccetera, eccetera.

Vi voglio bene <3

Vanessa.

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Capitolo 8
*** 8. 'I want fuck with Potter.' 'Me too.' ***


Ohiii :D Come butta? A me tutto ok :)
Eccomi qui con un nuovo capitolo in cui Maya e Draco parlano un po' tra loro...
Non vi dico altro :P
Ci vediamo giù ;D

Image edited by renesmee cullen

Harry era davanti allo specchio del bagno che si guardava, scettico. Il suo sguardo si abbassò sulle scarpe nere e lo smoking grigio che indossava. Poi si alzò fino al suo riflesso che mostrava la sua faccia coperta da una maschera chiara. Sbuffò, per niente convinto. Uscì dal bagno e scese in Sala Comune dove trovò Hermione ad aspettare lui e Ron.
“Wow, Herm… Sei stupenda! Anche meglio che al Ballo del Ceppo!” si complimentò Harry.
“Grazie, Harry. Anche tu non sei male, scommetto che ci saranno tanti cuori infranti stasera…” sorrise lei di rimando.
Il lungo corpo di Hermione era fasciato da un lungo vestito bianco che la faceva sembrare molto aggraziata ed elegante, il viso coperto da una sottile maschera candida.
Finalmente Ron arrivò e lui e Harry si precipitarono ad attendere le loro dame.
Harry, che stava sbirciando dai portoni aperti della Sala Grande, sentì Ron trattenere rumorosamente il fiato. Il Prescelto si voltò a guardarlo, aggrottando le sopracciglia.
“Ma cosa…?” iniziò a domandare, seguendo poi il suo sguardo verso i sotterranei.
Una ragazza bellissima che non riconobbe era sbucata dalle tenebre. Era alta e indossava un bellissimo vestito blu come il cielo un momento prima che cali l’oscurità. Il corpetto la fasciava perfettamente, decorato da fitti intrecci di fili argentati, fino alla vita, dove poi si apriva morbidamente la gonna che luccicava piena di brillantini. Mentre la ragazza camminava dava un’idea di leggerezza così impressionante che sembrava dovesse prendere il volo da un momento all’altro. Aveva i capelli neri raccolti in una crocchia elegante che lasciava però ricadere qualche ciuffo ribelle intorno al viso diafano coperto da una maschera del medesimo colore del vestito.
La misteriosa Serpeverde si stava avvicinando ad Harry e quando gli fu di fronte gli sorrise.
“Ciao, Harry.” lo salutò con voce calda.
Harry sgranò gli occhi e le rivolse un breve inchino, prendendo la sua mano per posarvi lievemente le labbra. “Ciao, Maya. Sei veramente...magnifica.” le sorrise, senza parole.
“Grazie.” rispose lei.
Harry si inchinò, facendole segno di precederlo e lei ridacchiò. “Sei un vero gentiluomo.” si complimentò.
“Modestamente.” rise lui, accompagnandola ad un tavolino.
“Sono sicuro che conosci la mia storia bene quanto me, – iniziò il ragazzo, roteando gli occhi verdissimi, - ti va di raccontarmi qualcosa di te?”
“Certo.” sorrise candidamente lei. “Allora, sono figlia unica, ho diciassette anni, mia madre è morta dandomi alla luce e mio padre mi ha dato in adozione. L’ho visto solamente poche volte.” incominciò, facendo sentire una fitta di dolore mista a comprensione a Harry, che le strinse la mano che lei aveva sul tavolino. “Sono stata adottata dai signori Sanders che mi hanno sempre trattato come se fossi figlia loro.” continuò, nascondendo un ghignò.

‘Certo che l’hanno fatto, hanno il terrore che io possa ucciderli da un momento o l’altro o che potesse farlo mio padre, quando era vivo...’ pensò malignamente.
“Al contrario mio.” si intromise Harry.
Lei aggrottò le sopracciglia, stupita. “Sai, quando i miei sono morti sono stato affidato ai miei zii. Mi hanno sempre trattato come uno schiavetto e mi hanno sempre odiato.” spiegò ancora il morettino.
“Oh, mi spiace...” mormorò Maya.
Lui scosse la testa. “Non ti preoccupare, è passato. Adesso hanno troppa paura che l’incanti per trattarmi male.” rise Harry.

‘Come me...’
pensò strabiliata la ragazza.
Harry all’improvviso, che dava le spalle al portone, si accorse che tutti stavano fissando in quella direzione e si voltò, a sua volta.
Il cuore gli si fermò per qualche secondo e quando riprese a battere, pulsò furiosamente e velocemente. Molto più veloce del normale.
Draco Malfoy, in tutto il suo regale splendore, si stagliava sulla porta, vestito completamente di nero, tranne la camicia candida, accompagnato da... Pansy Parkinson, ovviamente. Se lei era stupenda nel suo lungo tubino e la maschera  rosso sangue che risaltavano contro la sua pelle pallida, i lunghi capelli corvini e gli occhi scuri, lui sembrava un angelo. Il petto era fasciato da una camicia dal candore che feriva quasi gli occhi e da una giacca nera. Le lunghe gambe erano vestite da un paio di eleganti pantaloni neri che facevano pendant con  le scarpe lucide. I capelli, finalmente liberi dal gel, gli ricadevano dolcemente sulla maschera nera che copriva i suoi occhi argentati. Gli mancavano solamente le ali.
Harry pensò scioccamente, per un secondo, di essere morto e di essere in paradiso. Draco lo cercò con lo sguardo e gli sorrise apertamente, camminando verso il loro tavolino.
“Ciao, Maya. Buonasera, Potter.” salutò, sedendosi.
Harry osservò Pansy e le sorrise per la prima volta. Le prese la mano e la baciò delicatamente. “Sei bellissima stasera, Parkinson.” si complimentò.
Pansy arrossì, inevitabilmente. “Emh... Anche tu, Potter, stai bene.” ammise, presa in contropiede. “Salve, Malfoy.” aggiunse poi Harry, cordialmente.
Draco soffocò un sorriso. “Maya, mia cara, sei una stella!” disse il biondo.
Maya sorrise, lusingata. “Grazie, Draco.” replicò. Poi sillabò silenziosamente, accennando al moro dagli occhi verdi che parlava con la Parkinson, così che solo lui capisse il messaggio: “Poi mi spieghi.”
Lui annuì impercettibilmente. “Maya, ti dispiace se faccio un ballo con la Parkinson?” domandò Harry.
“Certo che no, Harry.” sorrise lei. Pansy arrossì.
“Cosa ti dice che ti risponderò di sì, Potter?” domandò sarcastica, da brava Serpeverde qual era.
Lui si alzò e le sorrise, disarmante. “Pansy, mi permetti questo ballo?” le chiese con voce calda. Lei annuì istintivamente ed Harry rise. “Ma come hai fatto?” la sentirono chiedere ad Harry, mentre si allontanavano.
“Bene, Draco, adesso siamo soli. Ti va di spiegarmi?” chiese la mora.
“Beh, niente di che, voglio solo portarmi Potter a letto.” ammise a bassa voce.
“Mhm... Hai le idee chiare. E se tu non fossi l’unico?” domandò lei, indicandosi.
Draco rise. “Dici sul serio?”
“Sì, dico sul serio.”
Lui inclinò la testa, sorridendo. Le porse la mano. “Allora, che vinca il migliore.” ghignò.
Lei gli strinse la mano. “Contaci, Draco. Ma non per questo voglio diventare tua nemica, sappilo.” aggiunse la ragazza.
“Oh, non preoccuparti, Maya, non lo diventerai.” concluse la discussione Draco.

Com'è? Spero che vi sia piaciuto :D

Voglio chiedere scusa ancora una volta alle ragazze che si erano proposte come Beta ma proprio non ho il tempo per mandarvi i chap, quindi temo che per un altro periodo di tempo ne faro a meno. Ho apprezzato molto il fatto che vi siate proposte, non fraintendetemi.

Voglio ringraziare coloro che hanno recensito: Hollina, Daicchan, sabry_style (Un nuovo acquisto *w* Ehilà, sono felice che ti piaccia la storia e la trama :) Spero che questo capitolo sia stato gradevole come i precedenti per te), mena89 (Spiacente, ma non hai indovinato :P Spero che sia comunque di tuo gradimento :D ).

Un ultimo G R A Z I E  a coloro che hanno messo questa storia tra le Preferite, le Seguite, le Ricordate e anche chi legge solamente.

Siete molto importanti per me :)

Vanessa.

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Capitolo 9
*** 9. Friends (The Dance, Part 2) ***


Sono veramente mortificata. Lo giuro. Dopo due mesi, rieccomi qui ad aggiornare. Purtroppo ho avuto diversi problemi con il trasferimento del capitolo da un pc a un altro.. E' una storia lunga. In ogni caso, ecco a voi il nono capitolo. E a breve giuro che arriverà anche il decimo, che è già pronto. Attendo solo di avere qualche recensione ;D
Buona lettura ^^

Edited by renesmee cullen

“Potter, ti faccio i miei complimenti, non pensavo che sapessi danzare così bene!” esclamò la bella morettina che volteggiava tra le braccia di Harry.
Harry la prese per la vita e la alzò, riposandola a terra un secondo dopo. “Ci vuole solamente un po’ di allenamento.” rispose, modesto.
“Non essere sciocco. Prendi, ad esempio, Weasley.” iniziò la ragazza, indicando con il mento il suo migliore amico che cercava, inutilmente, di ballare decentemente con Romilda Vane. “Scommetto che la Granger cerca di insegnargli a ballare dal quarto anno, dopo il Ballo del Ceppo. Il risultato? Riesce a malapena a evitare di pestare i piedi alla Vane.” concluse, saccente.
Harry, suo malgrado scoppiò a ridere.
“Beh, che c’è adesso da ridere?” domandò lei, incuriosita.
“Hai ragione. Hermione ha tentato di insegnargli, ma, purtroppo, non ci è riuscita bene.”
Pansy ridacchiò. “Che ti ho detto? Io ho sempre ragione.”
“Come sei modesta! Certe compagnie ti fanno male.”
“Ti riferisci forse a Draco?”
“Nooo! Non oserei mai!” rispose Harry, ironico.
“Sai, Potter, è strano parlare con te. Non sei affatto come credevo. Anzi, sei molto simpatico.”
“Lo dici come se ne fossi stupita.” ghignò il Grifondoro.
“Beh, in realtà sì, lo sono. Cioè, ti immaginavo in modo completamente diverso. Scontroso, in guerra con il mondo, sempre depresso... Cose così.” fece spallucce la Serpeverde.
Harry aggrottò le sopracciglia. “E cosa ti ha indotto a credere queste cose?” domandò.
Lei arrossì. “Sai, la storia dei tuoi genitori, poi del tuo padrino... Insomma, hai perso molte persone a te care. Non mi sarei stupita se tu fossi stato davvero come credevo.”
“Oh, capisco.”
“Non mi fraintendere, non ti ho mai conosciuto. Ma ora so che non sei così. Chissà come sarebbe, esserti amica.”
“Basta chiedere. Se vuoi esserlo, io non mi faccio problemi. Ho superato il tempo dei pregiudizi contro i Serpeverde.” rispose semplicemente lui.
“Interessante. Dove si firma?”
“Da nessuna parte. Ciò che hai detto mi basta, Pansy.”
“Oddio, come farò ad abituarmi a chiamarti per nome? Forse non è stata una buona idea.”
Harry rise, di nuovo, fece battere i tacchi perché la canzone era finita, le fece un inchino molto teatrale e la prese a braccetto, accompagnandola al tavolo.
“Tranquilla, dubito che sarà difficile come pensi.”
“Lo dici tu.” replicò sicura Pansy, quando ormai si furono seduti al tavolo.
Draco li guardò curiosamente. “Cos’è che dice, lui?” chiese.
“Che non sarà difficile abituarsi a chiamarlo per nome.”
“Chiamarlo per nome? E perché mai, di grazia?”
“Perché siamo amici.” sorrise Harry.
“Amici? Tu e Pansy?” chiese incredulo il biondo, per scoppiare a ridere.
“Cosa c’è da ridere?” domandò confuso il Cercatore rosso-oro.
“Sai, Potter, che la tua amica qui – cominciò, indicando Pansy,- fino a... ieri? Sì, fino a ieri ti insultava?”

La Parkinson lo fulminò con lo sguardo. Harry rise disinvoltamente, accavallando le gambe.
“Non ci sarebbe niente di male, dopo sette anni di antagonismo.” la difese.
Pansy fece una linguaccia a Draco e Maya rise.
“Siete proprio dei bambini!” esclamò, tra le risate.
“Sono perfettamente d’accordo.” si intromise una voce conosciuta. Blaise sbucò dalle spalle della ragazza, accompagnato dalla biondissima Daphne Greengrass.
“Ehi!” esclamarono tutti e tre offesi, contemporaneamente.
“Divertente.” commento la bionda con un sorriso. “Qualche novità?” domandò alle amiche, accomodandosi tra Harry e Pansy.
“Pansy e Harry sono diventati amici.”
“Oh, ma davvero?” domandò sorpresa lei, voltando la testa per far incontrare il suo sguardo verde acqua con quello smeraldino di Harry.
“Tanto piacere. Gli amici di Pansy sono i miei amici. Sono Daphne.” sorrise cordialmente, tendendo la mano ad Harry.
Lui si chinò a sfiorare l’aria con le labbra e si rialzò. “Piacere mio, Daphne.” rispose.
“Molto educato.” commentò ancora la Greengrass.
“Potter, non penserai mica di rubarmi la ragazza, eh?” domandò Zabini.
“Certo che no, Zabini.” rispose rispettosamente. Blaise era sempre stato il più gentile con lui, Hermione e Ron, e gli sembrava anche molto simpatico. Era veramente sbalordito dal trovare così tante persone cordiali a Serpeverde.
Blaise sorrise e gli tese la mano, in un chiaro segno di amicizia. Harry la strinse, radioso.
“Pensavo che avrebbe baciato anche la sua...” borbottò Draco facendo ridere Maya.
Harry la guardò confuso e poi scorse il broncio di Draco. “Oh, Malfoy! Mi ero dimenticato di te!” esclamò, vedendo il biondo incupirsi ancora di più. “Beh, sei l’unico rimasto del club
‘Tutti contro Potter’ o sembra a me?” gli domandò innocentemente, i grandi occhi fissi nei suoi che lo deridevano con un innocenza candida come un lenzuolo.
Draco sbuffò. “No, ci sono anche...”
“Non dire Tiger e Goyle, perché sai benissimo che ti seguono in tutte le tue idee per due semplici motivi.”
“E dimmi, Potter, quali sarebbero?”
“Il primo, il più ovvio, è che sono talmente stupidi che non riescono nemmeno a produrre un pensiero proprio. Il secondo, altrettanto ovvio, a pensarci bene, è che, essendo i tuoi scagnozzi, hanno troppa paura per contraddirti.” rispose, quasi saccente Harry. Tutti risero, tranne Malfoy.
“Comunque c’è anche Theo.” rispose, offeso.
“Theo? Lo stesso Theo che, ormai da un anno, progetta di entrare nella cerchia di amici di Harry?” lo sbeffeggiò Blaise.
Harry rise, voltandosi verso Nott, che era nel tavolo dietro il loro. Notò che era leggermente arrossito. “Sei il benvenuto!” esclamò, sorridendogli.
Draco si arrese e gli fece una veramente infantile linguaccia.
Tutti risero nuovamente. “E adesso, Malfoy, hai intenzione di unirti al nuovissimo club
‘I Serpeverde amici di Potter’?” domandò Harry.
Draco lanciò un’occhiata a Maya, che sorrideva sensuale verso Potter. Il suo Potter.
“Certo che sì.” ruggì, con feroce soddisfazione.
Harry sembrò stupito. Inarcò un sopracciglio. Tutti e cinque i componenti del tavolino fissavano esterrefatti il Serpeverde per eccellenza.
Le sue guance divennero lievemente rosate per l’imbarazzo.
‘Oddio, che ho detto! Certo che sì, Draco? Certo che sì?! Come si fa ad essere così idioti?!’
pensò disperato il biondo. Annaspò in cerca di una risposta soddisfacente all’espressione del Grifondoro.
“Beh, non posso mica lasciare i miei amici in pasto a te, Potter. Magari me li rendi delle pappamolle! Devo controllarli.”
L’atmosfera si rilassò immediatamente all’evidentissima bugia di Draco.
Blaise nascose un ghigno accostando le labbra all’orecchio di Daphne e sussurrandole qualcosa. O facendo finta di sussurrarle qualcosa.
Harry rivolse al Serpeverde un sorriso a metà tra la condiscendenza e la felicità allo stato puro.
Pansy soffocò un risolino bevendo della Burrobirra.
Daphne sorrise apertamente, fingendo che fosse per ciò che Zabini le aveva detto.
Maya invece fu l’unica a scoppiare a ridere. Draco la guardò, sorpreso e indignato.
“Beh? Perché ridi?”
“Niente, Draco, niente.” mormorò la moretta, alquanto divertita.

Ringrazio velocemente coloro che hanno recensito (sabry_style, Hollina, Daicchan, mena89), chi ha messo quasta storia tra i preferiti, le seguite, da ricordare e anche chi legge solamente.

Il vostro sostegno mi permette di andare avanti. Grazie.

Vanessa :D

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Capitolo 10
*** 10. You are mine ***


Siccome mi avete fatta felice e avete già totalizzato quattro recensioni, ho deciso di premiarvi postando subito il decimo capitolo.
Siete contente e contenti? *w*
Vi lascio alla lettura :D
Edited by renesmee cullen
Dopo un tempo indefinito (nessuno aveva un orologio a portata di mano. No, nemmeno una clessidra), Harry si alzò e porse una mano a Maya.
“Mi concede questo ballo, Lady Maya?” domandò.
Lei sorrise e si alzò. “Certo che sì, Lord Harry.”
Potter rise. Gli appariva alquanto strano il suo nome accompagnato dall’appellativo Lord.
I due moretti iniziarono a danzare, aggraziati come cigni
.

Due parti complementari, lei il demone, lui l’angelo.
“Ti piace ballare, Maya?”
“Sì.”
“L’ho notato, sei una ballerina fantastica. Dove hai imparato a ballare così?”
“Oh, ricordi che ti ho detto che qualche volta ho incontrato mio padre?”
Harry annuì.
“Bene, in quelle poche volte, essendo lui un Signore molto importante, sono stata la ‘principessina’ dei balli. Quindi mi sono state date lezioni di danza.” rispose lei, scrutandolo attentamente.
Ovviamente, Harry non colse il doppio senso della frase (Povero idiota NdA) (Sono perfettamente d’accordo con te NdMaya).
“Beata te...” mormorò lui.
“Perché?”
“Io non ho alcun ricordo dei miei genitori. Ero molto molto piccolo. Avevo circa un anno, mese più, mese meno. Ricordo solamente un’accecante luce verde. Questo è l’unico ricordo che so essere collegato a loro.” rispose, con una sofferenza così dolce e soffice che Maya ne subì ancora di più il contraccolpo, immaginando che una persona normale non ne avrebbe sofferto così. Le sembrava che qualcuno le avesse aperto il petto e stesse conficcando nel suo cuore miliardi di luccicanti schegge del cristallo più puro. Perché, Harry, era questo. Era come cristallo purissimo, nonostante avesse visto cose raccapriccianti in tutta la sua vita.
Un sospiro pesante e addolorato le sfuggì dalle labbra tinte di rosa pallido. Cos’era quella strana sensazione che le stringeva lo stomaco in una morsa di acciaio gelido, come neve fresca sulla pelle accaldata di due amanti? Ma al contrario di quello che sarebbe successo alla neve candida, non si sciolse. Non aveva mai provato quella fastidiosa sensazione in tutta la sua giovane vita da diciassettenne. Che le stava succedendo? Era forse malata?
Iniziò a preoccuparsi. Era molto giovane, troppo giovane per morire. E poi, come avrebbe fatto? Certo, suo padre non sarebbe certo tornato dalla tomba; non era un redivivo ne tanto meno uno zombie. Però doveva finire di attuare il suo piano: uccidere Harry James Potter. Già, il piano! Se ne era dimenticata, quella sera.
Stava così bene, in compagnia di Harry. Per un secondo temette di essersi affezionata al Grifondoro.

No, certo che no! Ti sta solo tendendo una trappola.
Ecco, le stava solo tendendo un’infida e perfida trappola. Nel momento in cui si sarebbe affezionata lui l’avrebbe annientata lentamente e dolorosamente.
Ma, in ogni caso, non riusciva a capire quella stretta allo stomaco. Dopo un’altra manciata di secondi, arrivò l’illuminazione.

Senso di colpa.
Era senso di colpa, quello che stava provando in quel momento.
Era così...
strano. Non le era mai successo prima, nemmeno quando era piccola.
“Mi dispiace così tanto...” mormorò, la voce che trasudava dolore.
Harry le strinse dolcemente i fianchi e le sorrise. “Tranquilla. Non è mica colpa tua.”

Un altro colpo, un’altra fitta al cuore, così dolorosa che il corpo sottile come una foglia e bianco come la neve rischiò di inclinarsi in avanti, per attenuare la sofferenza.
Maya si morse la lingua, tanto che uno strano sentore metallico e la sensazione di un liquido caldo che le fluiva in gola, le comunicò che si era ferita con i suoi stessi denti. Succhiò via il sangue, non voleva che il suo interlocutore si accorgesse che si era auto lesionata per non parlare. Stava per chiedergli ‘E se lo fosse?’. Un errore del genere, così banale e stupido, non se lo poteva assolutamente permettere. Sarebbe stato sciocco da parte sua.
Mortalmente sciocco. Perché probabilmente il ragazzo avrebbe capito e, se non l’avesse uccisa immediatamente, l’avrebbe allontanata da se, e probabilmente dalla scuola, tramite Silente.
Inoltre, Maya non desiderava che suo padre fosse morto invano. E questo pensiero le montò una forte rabbia che le fece contrarre leggermente le dita allacciate dietro il collo di Harry.

Dopo una manciata di canzoni Harry cominciò a percepire un dolore cocente alla cicatrice.
Tutto ciò che era nel suo campo visivo aveva assunto uno strano colore rosso.
Harry non sentiva più la musica nelle orecchie, c’era un silenzio assordante e spaventoso.
Cercò di tranquillizzarsi, ma sentiva scorrergli nelle vene una rabbia potente, liquida e distruttiva che non gli apparteneva.
Era come quando Voldemort era vivo ed era in uno dei suoi momenti di rabbia acuta.
Gemette e alzò una mano per portarla alla cicatrice, ma si bloccò a metà del movimento.
L’intensità della rabbia era cresciuta insieme all’intensità del dolore.
Il braccio gli ricadde sul fianco e i pugni si strinsero talmente tanto da far sbiancare le nocche, le unghie conficcate nella carne del palmo. Gettò la testa all’indietro e dalla sua bocca uscì un urlo terrificante almeno quanto era straziante.
Tutti si voltarono verso di lui, ma non se ne accorse.
Dal suo corpo si produsse un’energia spaventosamente potente che scaglio tutti i presenti nella Sala Grande contro i muri. Tutti tranne Maya.
Gli occhi di Harry erano nuovamente rosso rubino, fissi sulla figura della ragazza che un secondo prima aveva tra le braccia.
Lei gli sorrise, diabolica. Allungò lentamente una mano pallida dalle lunghe dita affusolate e la posò sulla più famosa cicatrice di tutto il Mondo Magico.
“Tu mi appartieni, che a te piaccia oppure no.” sussurrò, sfiorando con la voce rovente un tono minaccioso.
Il dolore crebbe fino a fargli credere che le pareti del cranio avrebbero ceduto sotto quella pressione e, infine, divenne troppo pure per Harry, che perse i sensi e si accasciò al suolo.
Tutti gli altri, che erano svenuti , iniziavano a riprendersi.
Maya si chinò subito sul corpo del ragazzo, posandogli una mano fresca sulla fronte accaldata, fingendo di soccorrerlo. Ora il loro contatto non produceva alcuna conseguenza, né nel ragazzo né in lei. La rabbia era sbollita nel momento in cui lui aveva oltrepassato la soglia del dolore.
Un forte brusio si diffuse per la sala, finché divenne un gridare insopportabile.
“INSOMMA, QUALCUNO MI VUOLE AIUTARE? HO UN RAGAZZO SVENUTO TRA LE BRACCIA!” tuonò la Serpeverde, con un tono falsamente allarmato, senza alcun bisogno di un potenziamento magico della voce.

Rieccomi :D

Voglio ringraziare sabry_style (Eh sì, è un po' presto per una Drarry xD Ma prometto che arriverà presto ;D), Candy_sunrise (Spero che questo capitolo ti piaccia come il precedente ^^), Hollina (Grazie mille ^^) e mena89 (Ahaha xD Draco è sempre adorabile *w* Se mi sentisse.. xD Spero che sia di tuo gradimento anche questo chap! :D); chi ha messo tra i preferiti, le seguite, le ricordate e anche chi legge semplicemente.

Sono felice che questa storia piaccia.

Con affetto, Vanessa.

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Capitolo 11
*** 11. Infirmary.. Again! ***


Saaalve! Spero di non avervi fatto attendere troppo.
Questo capitolo, fortunatamente, non è stato scritto adesso, altrimenti sarebbe pieno di rabbia che strariperebbe da ogni singola parola, perchè adesso io sono piena di ira. Ma lasciamo perdere, che è meglio.
Vi avverto, secondo me è venuto 'na schifezza, quindi non vi aspettate niente di che. Poi ditemelo voi, cosa ne pensate. ;D
Vi lascio direttamente al capitolo.
Buona lettura :)

Edited by renesmee cullen

“Cos’è successo, signore?”
“A dirti la verità, Harry, non ne ho idea.” rispose Silente, osservando attentamente il ragazzo seduto di fronte a lui. Era veramente sconvolto.
“Professore, questa non è stata la prima volta...” aggiunse Harry, con un espressione un po’ colpevole. Si era dimenticato di parlare con Silente di ciò che gli era successo.
“E quando è successo?” chiese il professore, sporgendosi in avanti e mostrando tutto il suo interesse.
“Il giorno dell’arrivo di Maya.”
Silente alzò un sopracciglio bianco. “Il giorno dell’arrivo della signorina Sanders?” ripeté, assorto.
“Sì, signore.” assentì Harry.
“Hai fatto bene a dirmelo, Harry. Non ne ero a conoscenza. Qualcuno ti ha visto, quando è successo?”
“Sì, signore. Mi hanno visto Ron, Hermione, Blaise, Pansy, Maya e Draco.” rispose Harry, concentrato.
“Mhm... Sarà meglio che me ne vada adesso, Harry, altrimenti Madama Chips verrà personalmente a scacciarmi.” sorrise il vecchio preside.
Harry stava per replicare qualcosa, ma si morse la lingua, accasciandosi sul lettino bianco. Silente, una volta uscito, alzò lo sguardo verso un angolo in penombra.
“Che cosa significa questo, Albus?” chiese l’uomo nell’ombra.
“Non ne sono ancora certo...” fu la risposta del preside.

 
“Di nuovo in infermeria, Potter?”
“Già. Sai, mi sono affezionato a questo letto...” rispose sarcasticamente il moro, accarezzando il copriletto bianco. Draco si sedette accanto a lui e lo fissò negli occhi.
“Cos’è successo, ‘sta volta?”
“Mhm?”
Draco inarcò un sopracciglio e lo fissò attentamente. “Fai sul serio?”
“Non so di cosa tu stia parlando...” rispose il moro, fischiettando innocentemente.
“Potter, con me non attacca. Ti devo forse ricordare che non sei un bravo attore?”
Harry gli fece la linguaccia. “Gne gne.” fu la sua colta risposta.
Malfoy si finse scandalizzato. “Come hai osato?! Tu non sai chi sono io!...”
“Errore! So esattamente chi sei tu. Figlio di Lucius Malfoy, nato il 5 giugno 1979.” rispose saccentemente Harry.
“Ok, ok. Ma mi vendicherò comunque!” esclamò il biondo avventandosi contro la sua pancia e cominciando a fargli il solletico.
Se c’era una cosa che Harry non poteva sopportare, oltre a Piton, quella era il solletico.
“Oddio, no! Malfoy, smettilaaa!” ululò ridendo. “Basta, bastaaaa!Ti prego, smettila!”
Draco rise, divertito. “Sai, Potter? E’ bellissimo sentirti pregarmi... E’ una soddisfazione che non comprenderai mai...”
“Ah, sì? Cos’è, una sfida?” si riprese Harry, una scintilla di malizia accesa nei grandi occhi smeraldini.
“Esattamente.”
“Ottimo. Ci sto.” sorrise, stringendogli la mano. “Tu, caro il mio Malfoy, mi pregherai presto... Molto presto.”
Draco scoppiò a ridere. “Sogna sogna, Potter.”
Harry ghignò.
“Signor Malfoy!” tuonò Madama Chips, correndo verso di loro seguita dal rumore che i suoi tacchi producevano. “Se ne deve andare immediatamente, sta agitando troppo il Signor Potter.”
Harry sbuffò, scocciato, e alzò gli occhi al cielo. “Poppy, non si dovrebbe preoccupare così tanto per la salute di Potter, non è un malato terminale, è solamente svenuto.” replicò pacatamente Draco.
“Questo non ha alcuna importanza.”
“Invece credo che...”
“Non mi importa cosa crede, signor Malfoy. Qui in infermeria comando io e io dico che lei se ne deve andare immediatamente.”
Malfoy si alzò, nascondendo la sua rabbia sotto una maschera di gelida gentilezza. Harry poteva sentire l’ira ribollire nel corpo di Draco. 
Draco?Da quando è che lo chiamo così? Ok diventare amici, ma lui per me è sempre Malfoy.’
“Ha ragione, Madama Chips. Sono veramente spiacente per la mia maleducazione. Le porgo le mie scuse. E adesso, se permette, vado. Arrivederci.” si congedò con un inchino elegante il giovane Serpeverde. Si avviò verso la porta, ma ci ripensò e si voltò. “Ciao, Potter. Ci vediamo a giro quando ti rimetti.” ghignò, prima di andarsene.
Harry, che non ci stava capendo un emerito cazzo in tutta quella storia (come me e tutti voi, immagino), aggrottò le sopracciglia e alzò non troppo convinto una mano in segno di saluto.
“Mah... Certo che Malfoy è proprio strano...” mormorò, soprappensiero.
“Ha proprio ragione, Potter. Ha proprio ragione...” disse l’infermiera, ticchettando verso il suo ufficio.
Harry scosse la testa, arrendendosi all’evidenza del fatto che non capiva niente, e si lasciò affondare nel cuscino prima di chiudere gli occhi e sprofondare nel mondo dei sogni dove rincontrò il suo amato Draco.

Grazie mille a tutti coloro che hanno recensito (draco potter, sabry_style, mena89 e lunadistruggi), quelli che hanno letto, hanno messo tra i preferiti, le seguite o le ricordate. 

Vanessa.

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