Hermione Granger's secret diary

di Raffaley94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Penne e Calamai ***
Capitolo 2: *** Ritorno a scuola ***
Capitolo 3: *** Quidditch e ancora quidditch ***
Capitolo 4: *** Come un bicchiere in mille pezzi ***
Capitolo 5: *** Una pessima idea ***
Capitolo 6: *** Un angelo custode ***
Capitolo 7: *** Un guaio dopo un altro ***
Capitolo 8: *** Un'altra persona ***
Capitolo 9: *** Grazie di tutto ***
Capitolo 10: *** La ruota gira ***



Capitolo 1
*** Penne e Calamai ***


Io e Ginny, camminavamo a braccetto per Diagon Halley. Era il 31 Agosto e faceva molto, molto caldo, domani sarebbe cominciata la scuola. Qualcuno di voi avrà pensato sicuramente “povera te!”, ma che ci crediate o no, io ero contenta. Non vedevo l’ora di oltrepassare il ritratto della Signora Grassa e sedermi con un libro sulle gambe a leggere di fronte al cammino riparandomi dalle fredde serate. Non sopportavo il caldo, l’aria era afosa e a malapena riuscivo a respirare, specialmente in quel momento, con Ginny che mi stritolava il braccio.

- Ginny potremo evitare di camminare a braccetto, fa leggermente caldo. -

- ma Herm è divertente. – rispose lei mettendo il muso.

- si, ma fa caldo. – ribadii io, lasciandole il braccio.

Ci fermammo alla gelateria Fortebraccio, per un bel gelato rinfrescante, poi continuammo a camminare. Ogni tanto ci fermavamo davanti a favolose vetrine, ammirando cose che non potevamo permetterci e con aria scontenta proseguivamo per la solita strada.

- Ginny fermiamoci al Ghirigoro, dovrei fare una buona scorta di piume e calamai per la scuola, non vorrei rimanere sprovvista quest’anno. –

- come vuoi. –

Arrivate alla libreria, mi fermai sulla porta e respirai un po’ l’odore che c’era dentro, l’odore dei libri, un odore stupendo. Un non so che di pergamena e menta, per me i libri avevano questo odore, dicono che per ogni persona il loro profumo è diverso. Mi guardai un po’ in giro e notai che in fondo nella sezione Quidditch c’erano Harry e Ron. Cosa ci facevano al Ghirigoro? Ginny aveva detto che non sarebbero venuti a Diagon Halley.

- Ginny che ci fanno Harry e Ron qui? –

- non saprei, andiamo a salutarli. –

Per uno stupido motivo, impiantai i piedi a terra rifiutandomi di camminare, non mi era mai successo prima, così Ginny mi tirò per la mano e persi l’equilibro, ma Ron vedendomi corse verso di me e mi prese al volo.

- Tutto bene Hermione, sei inciampata? –

- si, credo di avere i lacci sciolti. – lo risposi imbarazzata e in fretta mi liberai dalla sua presa.

- sicura di stare bene? Sei rossa. –

- davvero? Sarà il caldo. – lo rassicurai, mettendomi a ridere come un bambina, non mi era mai capitata una cosa del genere! Avevo una sensazione strana nello stomaco che non mi era molto familiare.

- Che fate voi qui? – chiese Ginny ad Harry per rompere il ghiaccio.

- cercavamo dei libri che sono usciti da poco sul Quiddich, voi? –

- ad Hermione servivano delle piume e dei calamai, non è vero Herm? – annuii semplicemente, in quanto ero abbastanza sicura che se avessi provato a parlare mi sarebbe uscita una voce strana.

- Ah bene, noi andiamo, abbiamo trovato il libro che ci serviva ed inoltre a Ron non piace stare così tanto tempo vicino ai libri.- disse Harry

- si lo so, ci vediamo in sala comune, ciao ragazzi. –

- ciao! – recitarono in coro i due.

Mi guardai un po’ in giro e andai dritta verso le penne e i calmai, che erano quello che serviva.

- Herm che ne dici di Harry? – mi chiese Ginny per rompere il silenzio

- Harry? Harry Potter? Quel Harry? – chiesi incredula.

- No Harry Trouman, ovvio che sia Harry Potter, ce l’hai presente, capelli scuri occhiali tondi. –

- chi è Harry Trouman?. –

- Hermione! –

- si scusa ti ascolto. – la risposi, facendo finta di prestare attenzione ai suoi discorsi annuendo con il capo. Non capivo esattamente di che cosa stesse parlando, ma ero quasi certa che stesse facendo un confronto tra Harry e Dean Thomas, mah certe volte Ginny era strana, l’avessi avuti io tutti i ragazzi che le ronzavano introno. Mentre guardavo tra gli scaffali, notai un agenda in particolare. Fui tentata di prenderla e notai che era fatta di un tessuto particolare, ruvido quasi fossero dei fili di paglia intrecciati. Sulla copertina era disegnata una rosa bianca, simbolo del silenzio, posata su di uno sfondo celeste e le pagine era ruvide e gialle che davano all’agenda un aspetto vecchio, ma molto bello. Avevo sempre desiderato avere un diario tutto mio, un diario dei segreti e quell’agenda mi sembrava perfetta.

-…credo che Dean sia più adatto a me, si certo Harry è carino, ma non saprei è così, tu che dici? – continuava Ginny.

- Mmm? –

- Hai capito che cosa ho detto? –

- si è trovo che sia fantastico. –

- cos’è fantastico? Non mi stavi ascoltando vero? Vabbè ci rinuncio, perché continui a fissare quell’agenda?.- mi chiese, tentando di guardarmi in faccia

- stavo pensando di farmi un diario e quest’agenda la trovo perfetta. –

- si, sarebbe un idea carina, anche se sai che tu puoi dirmi tutti i tuoi segreti.-

- si certo, lo so.- beh a dire la verità, Ginny era un’amica fantastica ma in quanto ai segreti non era molto capace a tenere la bocca chiusa, alcune volte.

Mi feci una bella scorta di penne e calamai e portai tutto alla cassa. La commessa fece il conto poi prese in mano l’agenda e mi guardò.

- sai ragazzina, questa è un’agenda particolare, ti consiglierei di tenerne molta cura, sei molto fortunata ad averla. –

- dice davvero?- le chiesi.

- oh si, non tutti sono capaci di notarla, molti la trovano una semplice agenda per scriverci gli appunti, ma questa è molto più che una agendina, è speciale. Ho vietato a molti di comprarla, ma tu sei la persona giusta. –

Giusta? Io? E perché mai. Avevo intuito che fosse particolare, ma non pensavo fosse una specie di agenda magica. Più la tenevo in mano e più avevo voglia di non lasciarla, era come un portafortuna.

Uscimmo dalla libreria e continuammo a fare un paio di spese, finite tutte le commissioni ci dirigemmo al paiolo magico per passarci la notte prima di ritornare ad Hogwarts .

- sai Herm, quella commessa aveva un’aria strana.-

- dici? Io l’ho trovata…magica. –

- Magica? Mah a me è sembrata più che altro svitata.-

Arrivate al paiolo magico, prendemmo le nostre valige che si trovavano già lì ( sicuramente un favore della signora Weasley) e ci dirigemmo nelle nostre camere.

- Certo che una pulitina a queste stanze potrebbero farla! – esclamò Ginny entrando nella camera, beh aveva ragione. Su ogni mobile più o meno dovevano esserci due dita di polvere, per fortuna avremmo dovuto sopportare questa sporcizia solo per poco.

Dopo aver sistemato la roba scendemmo giù a cenare. Cenammo tutti insieme (tutti s’intende la famiglia Weasley + Harry). Durante il pasto non facevo che fissare Ron. Nonostante mangiasse come una animale, aveva un non so che di carino. Oddio mi stavo innamorando di Ron! Scossi la testa velocemente come per scacciare via quei stani pensieri.

- Herm ti vedo strana, sicura di stare bene? Anche stamattina era strana. – mi chiese Ron con la bocca piena.

- si stò bene grazie. – risposi sorridendo.

- Ronnino caro! Non si parla con la bocca piena! – lo richiamò la madre.

- scusa mamma. – disse Ron ingoiando il boccone.

- Si Ronnino non parlare con la bocca piena, è pericoloso! – esclmarono in coro i gemelli. Ron divenne più rosso di quanto naturalmente lo fosse e incominciò ad inseguire i fratelli per le scale. Durante queste vacanze mi erano mancate le scenette della famiglia Weasley e mi scappò un sorrisetto.

Finita la cena ognuno rientrò nelle proprie stanze e io e Ginny nella nostra. Ci mettemmo nei nostri letti, ma nonostante fossi molto stanca non avevo voglia di dormire, così accesi la luce del comodino e presi il Diario, incominciai a scrivere.

“Caro diario

Oggi è stata una giornata molto particolare…….”

 

 

 

Spazio autrice: ciao a tutti, questo è il primo capitolo della mia nuova fan e spero vi sia piaciuto. L’idea mi è venuta quando spolverano la mia stanza ho trovato il mio vecchio diario così ho deciso di scriverla. Ricordate che il diario sarà molto importante nella storia e non dimenticatelo mai u.u. Mi raccomando commentate e fatemi sapere cose ne pensate, un bacione :*, al prossimo capitolo! ;)

 

 

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Capitolo 2
*** Ritorno a scuola ***


La mattina ci alzammo presto e subito facemmo colazione, dopo aver preparato i bagagli partimmo per King Cross. Quella stazione aveva qualcosa di particolare, era fantastica e molto caratteristica. C’erano treni che passavano ogni dieci minuti e babbani da tutte le parti che sfrecciavano tra le carreggiate per paura di perderli, era così emozionante la vita londinese. Passati il solito muro che si trovava tra il binario nove e dieci ci trovammo di fronte il grande treno nove e tre quarti, di un colore nero e rosso fiammeggiante. All’improvviso il treno fischiò, segnale che ci mancavano pochi minuti perché partisse.

- mi raccomando fai il bravo quest’anno e non ti mettere nei guai, torna sano e salvo a casa. – continuava a ripetere la signora Weasley a Ron, singhiozzando per il pianto.

- mamma ti prego, ci sono i miei amici qui. – Rispondeva lui, arrossendo a partire dalle orecchie.

Dopo un po’ il treno fischiò nuovamente, dovevamo muoverci o sarebbe partito senza di noi. Caricammo sopra i bagagli e il treno incominciò a partire, mentre i signori Weasley salutavano con la mano i figli e la madre di Ron che continuava a singhiozzare.

- uffa, ormai ho sedici anni, potrebbe smetterla di trattarmi come un bambino di tre. – borbottò Ron, mentre cercavamo di trovare qualche scompartimento libero.

- dai Ron non dire così, ti vuole bene e lo sai. – rispose con gentilezza Harry.

- vabbè tu non ce l’hai i genitori non puoi capirmi. – a questa affermazione Harry si fermò di botto, quando voleva Ron poteva essere molto crudele, sapeva qual’era il tasto giusto da premere.

- non te la prendere, sai com’è fatto, gli passerà. – lo rassicurai, mentre Harry si limitò ad annuire e sorridere. Alcune volte Ron non si rendeva conto di quanto fosse fortunato ad avere una famiglia come la sua.

Girammo tutto il treno per trovare uno scompartimento libero e non avendone trovato nessuno ci fermammo in quello dove c’erano Ginny e Luna, che giocavano con la Puffola Pigmea della prima, acquistata nel negozio dei gemelli Weasley. Durante almeno metà del viaggio nessuno aprì bocca, poi all’improvviso Harry si alzò e uscì dallo scompartimento, probabilmente per la tensione che si era creata nell’aria.

- Potresti essere più gentile con Harry. – rimproverai Ron, appena il nostro amico fu lontano.

- Perché cos’ho detto? –

- certe volte sei così ottuso. – odiavo quando faceva così, sembrava che non capisse. Era uno stupido e non ragionava, ma certe volte era davvero gentile e carino…no un momento, Hermione che vai a pensare!

Tremendamente stufata dal suo comportamento tornai a scrivere sul mio Diario. Chissà dove era andato Harry, ultimamente era diventato fin troppo misterioso.

Passai il restante del tempo sul treno a scrivere. Era diventata una passione e mi era impossibile separarmi da quell’agendina. Era il mio diario segreto, il mio portafortuna. Mentre scrivevo Ron mi guardò con aria interrogativa.

- Che cosa stai scrivendo? – mi chiese curioso

- niente, cose personali. – risposi fredda

- posso leggere? – disse, tentando di prendere il diario

- ti ho detto di no. – risposi acida, colpendolo con uno schiaffo sulla mano.

- ok, non ti scaldare però. – affermò con aria offesa. Non mi andava di farglielo leggere, erano cose che nessuno sapeva, cose che sapevano solo io e il mio diario, e poi sul quel diario parlavo anche della mia probabile cotta per lui e la cosa era imbarazzante. Ma come faceva a piacermi? Bah, magari mi sbagliavo.

Guardai fuori dal finestrino, era una specie di vizio che avevo, sia quando stavo nei treni che quando viaggiavo in macchina. Adoravo guardare i paesaggi che sfrecciavano veloci davanti a i miei occhi, e poi i paesaggi che si potevano osservare dal finestrino del nove e tre quarti erano a dir poco stupendi. Prati immensi, ricoperti di fiori e il lago nero che stava ad indicare la vicinanza con Hogwarts.

- andiamo Ron ci conviene prepararci tra pochi minuti siamo arrivati. – lo avvertii, alzandomi e andando a prendere il mio bagaglio.  L’unico problema era che di Harry non ce n’era neanche l’ombra. Sicuramente si era cacciato in qualche guaio, queste cose succedevano più spesso negli ultimi tempi, chissà se tramava qualcosa. Il treno fischiò, segno che dovevamo scendere. Una volta a terra mi guardai intorno, ma non c’era, e neanche Malfoy era presente, chissà se c’entrava qualcosa in questa storia.

- Herm sai dov’è Harry? –        

- No Ron, me lo stavo chiedendo anch’io, andiamo, sono sicura che ci raggiungerà prima che inizi il banchetto. – risposi dirigendomi verso la sala Grande.

Entrai in quella sala immensa. Il soffitto come sempre era incantato e questa volta ritraeva un cielo limpido e stellato. Ci dirigemmo verso il nostro solito tavolo, quello dei Grifondoro. Al tavolo c’erano tutte facce conosciute, era tanto tempo che li vedevo, e mi mancavano parecchio. Dopo un paio di saluti sentimmo la porta della sala aprirsi di nuovo e da lì entrò la professoressa McGranitt con al seguito un gruppo di ragazzi (probabilmente ragazzi che dovevano essere smistati) molto, molto spaesati che guardavano incantati il soffitto. La McGranitt arrivò in fondo e posizionò lo sgabello col capello parlante davanti ai ragazzi.

- Ognuno di voi sarà smistato in una casa, le quali sono: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. Rimarrete fedeli per sempre alle vostre case, alle case in cui sarete smistati. Vi chiamerò uno alla volta e voi verrete qui, vi siederete e poi sarete collocati nelle determinate case. – esclamò la professoressa, prendendo una specie di cartellina e chiamando il primo ragazzino.

- ALISTER CRANE. – un biondino si fece spazio tra la folla e molto sicuro di sé si sedette sullo sgabello, si poteva facilmente capire in quale casa sarebbe stato smistato.

- SERPEVERDE.- urlò il cappello, come volevasi dimostrare.

- ASHLEY EVANS.- questa volta fu il turno di una ragazzina molto timida, con i capelli color nocciola. Con lei il cappello ci mise un po’ di più, ma alla fine optò per la casa dei tassi.

- MARK GRAY.- un ragazzino dai capelli corvini si guardava intorno, sperando di incontrare qualcun’altro che si chiamasse come lui, ma non trovò nessuno. Con gli occhiali sulla punta del naso mi ricordava molto Harry, era molto impaurito e tremava dalla testa ai piedi.

- CORVONERO. – e dal tavolo dei corvi si sentirono vari urli di acclamazione che accoglievano il nuovo arrivato. Quel ragazzino anche se molto timido, sarebbe diventato un campione, era solo un presentimento.

Dopo un breve discorso da parte del preside le tavole furono imbandite di tutte le cibarie possibile, ma Harry ancora non veniva. Ron si buttò sul cibo come un animale, cosa piuttosto normale. Dopo qualche minuto arrivò, con il naso che sanguinava.

- Harry, maledizione dove sei stato ti sei perso lo smistamento!. – lo rimproverai.

- Faccende. –

- faccende, così pericolose da farti uscire un sacco di sangue dal naso? – gli chiesi indicandogli il sangue che scendeva a fiocchi. Continuammo a mangiare e mentre Ginny parlava con Lavanda e Calì, io mi ero bloccata a fissare Ron, mi ero come incantata. Era così carino con quei capelli rossicci e tutte quelle lentiggini che gli coprivano il viso. Era perfetto.

- Herm cos’hai da guardare? – chiese lui, notando che lo fissavo

- Io guardare, no ma che dici, non ti stavo mica guardando, cioè non lo stavo facendo, io stavo cioè osservando, cioè pensavo. – farfugliai.

- Oooookay. – rispose lui, continuando a parlare con Harry. Certe volte il fatto che non si accorgesse delle cose al volo era utile. Almeno non si era accorto di come lo guardavo, almeno non lui, perché Harry continuava a osservarmi, così sviai lo sguardo e finsi di leggere il libro di Trasfigurazione. Durante tutta la cena parlammo del tempo che avevamo trascorso lontani da Hogwarts. Calì era stata in Irlanda e aveva passato un brutto mese in una casa infestata dagli gnomi, Lavanda in Francia, dove aveva visitato la scuola di Beauxbatons. Aveva preso in considerazione l’idea di trasferirsi, ma poi l’aveva accantonata, se avesse cambiato scuola sarebbe stato meglio per tutti, non mi era molto simpatica. Dopo aver cenato ci dirigemmo verso i dormitori. Eh sì, questa scuola mi era mancata molto, la sala Grande, le scale che cambiavano posizione e il ritratto della signora Grassa. Non mi piaceva stare lontano da Hogwarts. Quando entrammo nella sala comune c’era già il camino acceso e l’atmosfera era talmente tranquilla che mi era venuta la voglia di sedermi e mettermi a scrivere il diario. Salii su in camera e Ginny mi seguì. Eravamo compagne di stanza come sempre.

- Ciao stanzetta ti sono mancata?. – esclamai entrando

- Si mi sei mancata. – disse Ginny, imitando la possibile voce della stanza.

- Piantala. – la risposi scherzosamente. Dopo aver salutato tutti i mobili, lampada compresa, incominciai a posizionare i libri nella libreria. Quando arrivai al diario, accarezzai la copertina e mi girai verso Ginny che stava sistemando i vestiti nell’armadio.

- che c’è? .- mi chiese, notando che la osservavo.

- Ginny, mi stavo chiedendo, che ne pensi di me e Ron, insieme, come coppia intendo. –

- Tu e Ron, mmm…ahahahahahahahah, tu mi fai morire, tu e mio fratello, ahahahahah, certo come no. – esclamò ridendo.

- ehy non c’è bisogno di ridere a crepapelle. – risposi offesa.

Una volta finito di sistemare, andai subito a mettermi sotto alle coperte, non avevo voglia di parlare con lei. Cosa c’era di così divertente? Non mi prendeva mai sul serio.

- Herm, scusami io non volevo, ma ti piace veramente?. – mi chiese Ginny, rompendo il gelo che si era creato.

- credo di si. –

- sai, sarei felice di avere una cognata come te. –

- grazie, anch’io. – la risposi sorridendo. Dopo un paio di minuti chiusi la luce e mi addormentai abbracciata al mio diario.

 

 

Spazio autrice: salve a tutti, ecco finalmente il secondo capitolo u.u. qui Herm ritorna a Hogwarts e capisce sempre di più di essersi innamorata di Ron e capiamo un po’ anche la sua “simpatia” verso Lavanda hihi. Spero che vi sia piaciuto il capitolo, cercherò di pubblicare puntualmente ogni sabato, anche se tra un po’ incomincia il tram tram della scuola =.=, uff che noia xD. Mi raccomando commentate, ho bisogno di essere spronata =), al prossimo  xD

Queen Alexia: grazie per la recensione e grazie per aver aggiunto la mi fan tra le preferite, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e non ti preoccupare per Ginny, cambierà opinione riguardo a Harry u.u, mi raccomando commenta =)

Ps: nel capitolo c’è un riferimento ad una persona che mi ha aiutato molto con questa fan ( e non solo), la quale credo abbia capito dove ;)

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Capitolo 3
*** Quidditch e ancora quidditch ***


Aprii gli occhi lentamente e fissai per qualche minuto il baldacchino del mio letto, dei soliti colori oro e rosso. Spostai lo sguardo verso il comodino dove si trovava il mio Diario. Mi misi seduta e lo presi in mano, incominciando a sfogliarlo. Questo diario stava sempre sotto occhi indiscreti, non volevo che le persone lo leggessero, ma soprattutto non volevo che Ron ci provasse di nuovo a leggerlo, mi serviva un incantesimo, ma quale?...Ah trovato! L’incantesimo Celas sarebbe stato perfetto, chiunque avrebbe aperto il diario avrebbe trovato le pagine bianche, a meno che non si pronunciava il contro incantesimo, ma nessuno avrebbe mai sospettato niente. Così presi la bacchetta, anch’essa sul comodino, e pronunciai la formula.

- CELAS!- il diario fu ricoperto per qualche secondo da una luce blu, poi lo aprii e non c’era scritto niente, appariva come una semplice agenda. Soddisfatta di me stessa mi alzai e andai a vestirmi. Una volta pronta per la lezione e svegliata Ginny, andai verso la prima aula, ma a metà strada mi ricordai di aver perso il programma di quest’anno (cosa non da me), così andai verso la bacheca dove c’erano le lezioni e le iscrizioni che si sarebbero fatte in giornata. Cercando sulla bacheca il mio nome ad un certo punto venni spinta via da qualcuno, che poi mi accorsi essere Cormac McLaggen .

- Hey potresti stare un po’ attento! – lo rimproverai alzandomi da terra.

- scusa non ti avevo vista, tu devi essere Granger? – chiese lui porgendomi la mano.

- si e grazie ce la faccio da sola a rialzarmi. – risposi brusca. Non avrei mai accettato la sua mano, era così stupido non l’avevo mai sopportato, sempre fissato con il quidditch, certo anche Harry e Ron lo erano, ma non fino a questo punto. Io odiavo il quidditch, anzi l’idea di salire su un scopa mi terrorizzava, meglio avere i piedi sicuri in terra.

- Ciao Herm, che ci fai tu qui McLaggen? .- chiese una voce alle mie spalle, che scoprii essere Ron.

- Ciao Ron. – risposi cordiale.

- Salve Weasley, ero venuto ad iscrivermi per il ruolo di portiere, e scommetto che anche tu hai pensato la stessa cosa. – Ron deglutì lentamente, in quanto l’idea di scontrasi contro Cormac gli metteva sempre ansia.

- si es-ssa-ttto. – balbettò

- ok, allora a dopo!.- salutò McLaggen, andandosene verso l’aula di trasfigurazione.

- non ti preoccupare Ron andrà bene. – lo rassicurai

- lo spero. – disse lui, diventando di uno strano colore bluastro. Insieme ci incamminammo verso i sottorenai dove si teneva la lezione di difesa contro le arti oscure, in quanto quest’anno Piton era finalmente riuscito a prendersi la cattedra.

- Herm, che ci facevi con McLaggen? – mi chiese Ron, mentre camminavamo.

- Niente, è lui quello che mi ha dato a parlare, perché?. –

- No niente era per dire. – rispose lui, chiudendo il discorso.

La prima lezione non fu facile, Piton pretendeva molto da noi studenti, io non avevo trovato molta difficoltà ma visto che mi aveva messo in coppia per il combattimento con Neville, ero sempre io quella che lo batteva e Piton continuava ad insinuare che imbrogliassi, in che modo poi? Bah. La seconda lezione era pozioni e non vedevo l’ora di giudicare l’insegnamento di Lumacorno. Dalla faccia doveva essere simpatico. Per vedere le nostre capacità ci fece osservare alcune pozioni e naturalmente io le riconobbi subito tutte, l’unico problema fu che ci chiese di preparare un distillato della morte vivente. Era una delle pozioni più complicate al mondo, e mi sorprendeva il fatto che ce l’avesse chiesto. Nessuno della classe ci riuscì, tranne Harry che vinse una fiala di Felix Felcis, qui qualcosa non quadrava, lui non era mai stato bravo in pozioni. C’era puzza di bruciato in giro, così incuriosita lo seguii dopo la lezione.

- Come hai fatto? – gli chiesi, andando subito al punto.

- a fare cosa?-

- Il distillato. –

- Beh non potresti pensare che mi sono messo a studiare e sono riuscito a fare una pozione? – mi chiese e io lo guardai con aria interrogativa, come per dire “non ti conosco da due giorni e so benissimo che sei una frana in pozioni”.

- Harry, il distillato della morte vivente è una delle pozioni più complicate che anche uno dei maghi più bravi non riuscirebbe a sbagliare, avanti dimmi come hai fatto. –

- no, fatti miei. – rispose bruscamente, andandosene. Nascondeva qualcosa e io dovevo scoprire cosa, così lo inseguii nella sala comune. Oltrepassò il ritratto della signora grassa e si fiondò subito verso i dormitori, quando riuscii per un pelo a prendergli il libro di pozioni dalle mani. Era un libro usato e pieno di scarabocchi, e sulla copertina c’era scritto “proprietà del principe mezzosangue”.

- Harry tu hai imbrogliato e poi chi sarebbe questo principe mezzosangue?- gli chiesi con aria autoritaria.

- non ne ho idea, e poi non sono affari tuoi se imbroglio. –

- devi subito riconsegnare il libro. –

- non ci penso proprio. – concluse, sfilandomi il libro dalle mani.

- piuttosto parliamo di te, ti piace Ron vero? .- come faceva a saperlo? Come aveva fatto a scoprirlo, come? Improvvisamente avvampai e diventai di un colore rosso acceso sulle guance.

- cosa? No e poi non sono affari che ti riguardano. – mentii

- dai Herm io l’ho capito, si vede da come lo guardi, da come lo osservi, hai gli occhi che ti brillano. – disse posandomi la mano sulla spalla.

- davvero? Spero che questa cosa mi passi presto. – risposi sospirando.

- è perché di dovrebbe passare, scommetto che anche a lui tu piaci molto, sai com’è fatto Ron ha bisogno di tempo, vedrai che capirà. – mi rassicurò sorridendo. Improvvisamente il quadro della Signora Grassa si aprì e da lì uscì Neville molto affannato.

- Harry c’è bisogno del tuo aiuto in sala grande, riguarda Ron.- subito corremmo ai piani inferiori. Arrivati nella sala, aprimmo la grande porta e lì c’era Ron con un viso molto pallido, diventava fin troppo ansioso per alcune cose. Harry lo calmò, ma ci vollero più di venti minuti e finalmente si convinse ad andare a fare i provini per il ruolo di portiere. Io da brava spettatrice, stavo sugli spalti e tifavo silenziosamente per lui. Dopo qualche minuto arrivò Lavanda accompagnata da Calì.

- In bocca al lupo! – gridò appena incominciarono i provini.

- non c’è bisogno di urlare così forte. – le dissi con aria di sfida.

- sta zitta tu, sei solo gelosa, io e Ronnino ci metteremo insieme molto, molto presto. – affermò lei.

- certo come no. – borbottai.

- che cosa hai detto?. –

- no niente. – odiavo Lavanda Brown, sin dal primo anno, non potevo sopportarla e non solo per il fatto che le piaceva Ron da un epoca, ma soprattutto per questione di pelle.

Ron fu molto bravo durante il provino nonostante fosse sottopressione. Dopo di lui fu il turno di McLaggen. Molto fiero camminò per il campo e rivolse lo sguardo verso gli spalti, o meglio verso di me e mi mandò un bacio…disgustoso! Riuscì a parare i primi quattro tiri, ed ero molto preoccupata per Ron, non volevo che diventasse Cormac il portiere del Grifondoro, o durante le partite sarei stata costretta a tifare per il Serpeverde. Avevo bisogno di un incantesimo, qualcosa che gli facesse mancare il tiro, qualcosa che lo facesse confondere…si! Avevo l’incantesimo giusto, così a voce bassa incominciai a pronunciarlo.

- confundus! Confundus! – pian piano l’incantesimo riuscì a fare effetto, Cormac aveva l’aria confusa come se non sapesse dove si trovasse e fortunatamente mancò l’ultimo tiro. McLaggen protestò per un po’ contro Harry, poi stufo si allontanò dal campo. Ron esultò subito e incominciò a roteare con la scopa da tutte le parti e si fermò sugli spalti davanti a me.

- Come sono andato Herm? – mi chiese trionfante

- sei stato bravissimo! – gli dissi e gli buttai subito le braccia al collo, poi imbarazzata dalla cosa, lo lasciai. Lavanda mi guardò con aria minacciosa, come per dire “come ti permetti di fare una cosa del genere”.

- Che c’è? Siamo amici io e lui. – risposi andandomene dritta verso la sala comune.

 Sicuramente la serata l’avrebbero passata a festeggiare, io non amavo i festeggiamenti. Così appena sentii dei rumori provenienti da fuori della sala me ne andai dritta in camera, a scrivere sul mio diario, di questa buffa giornata.

 

 

Spazio autrice: benissimo ecco il terzo capitolo, capitolo molto sofferto xD. Sono stata molto indecisa sul pubblicarlo perché non mi piaceva affatto, ma alla fine mi sono convinta xD. Come vedete ormai Hermione ha capito di provare qualcosa per Ron che non sia soltanto amicizia e intanto entrano in gioco Lavanda e McLaggen (come li odio xD) che rovinano la situazione. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, fatemelo sapere in un commentuccio ;), al prossimo un bacio :*

 

gloria_bennet  : grazie tante per i tuoi commenti mi fa molto piacere che la fan ti piaccia e spero che ti piaccia anche questo capitolo, fammi sapere mi raccomando, e cercherò di pubblicare seguendo i miei soliti standard =)

Queen Alexia  : siamo d’accordo sul fatto che Lavanda sia antipatica e spero che la pensi allo stesso modo per Cormac xD. La guardata è stata eccezionale, sai queste idee mi vengono così xD (ke modesta che sono xD) spero che questo capitolo sia di tuo gradimento, e fammi sapere =)

 

Ps: io comincio la scuola mercoledì =’( e per chi come me la deve ancora cominciare in bocca al lupo per il nuovo anno e per chi l’ha già cominciata, spero che sia iniziata bene =)

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Capitolo 4
*** Come un bicchiere in mille pezzi ***


Presi il volantino che qualcuno aveva fatto cadere a terra. “Partita Quidditch Grifondoro contro Serpeverde, NON MANCATE! “. Prima partita dell’anno, fantastico, sicuramente sarei andata a vederla, soprattutto perché la mia migliore amica Ginny giocava e inoltre dovevo tifare anche per Harry e Ron, il quale aveva bisogno di molto incoraggiamento. Erano più o meno tre giorni che non faceva altro che allenarsi, voleva dare il meglio di se, così anche quella sera stavo andando a  vedere i suoi allenamenti, adoravo vederlo giocare e impegnarsi, non l’avevo mai visto così concentrato. Ogni volta che sbagliava ringhiava come il matto, era così affasciante…fortunatamente non si era accorto che ero presente agli allenamenti, non volevo che pensasse qualcosa di strano, che poi era la pura verità. Quella sera però non ero da sola, c’era Lavanda. Quella ragazza era diventata una presenza assidua e la cosa non mi piaceva, non era il tipo per lui, non che io fossi la ragazza ideale per Ron, ma mi piaceva pensare che un giorno si sarebbe accorto di me, ma la presenza della “ragazzina” complicava le cose.

- Che ci fai qui, oddio, ma stai sempre in mezzo, eh Granger? – mi disse quando vide che anch’io ero presente all’allenamento.

- Senti Lavanda, io faccio quello che voglio, Ron è mio amico e se voglio vedere i suoi allenamenti non sono affari che ti riguardano. – le urlai contro. Ci guardavamo negli occhi, dritto nelle pupille. Di lì a poco sarebbe iniziato un duello magico se l’arrivo di Ginny non avesse calmato le acque.

- Avanti ragazze smettetela.- disse dividendoci – andiamo Herm, non ti fa bene stare qui.- Ginny mi allontanò dagli spalti e ci andammo a sedere su delle panchine davanti agli spogliatoi.

- Herm tu devi dirglielo, non puoi continuare ad andare avanti così! – disse Ginny appena fummo sole.

- e mi dici come faccio? Non ci riesco, non riesco a parlare di cose del genere con lui, anzi per dir la verità io con lui non riesco proprio a parlare, se non litigare. – le confessai.

- si lo so, ma sai benissimo che quella stupida di Lavanda non smetterà fin quando Ron non la noterà e beh non è difficile notarla, perfino da uno come Ron, che non si accorge mai di niente. –

- lo so.- risposi sospirando, non c’era bisogno che me lo dicesse lei, sapevo benissimo che di questo passo non avevo nessuna speranza, ma cosa potevo farci se ero timida.

Proprio in quell’istante uscì Ron dallo spogliatoi. Aveva un jeans, ma senza maglia…ero andata in iperventilazione!

- Ciao Herm, Ginny, che ci fate qui? – chiese lui, senza far caso al fatto che stesse diciamo senza un indumento preciso.

- Eravamo di passaggio. – disse Ginny, ma io non pronunciai la minima parola. Mi ero immobilizzata come la scorsa volta al Ghirigoro, e molto probabilmente ero diventata di un colore molto tendente al rosso pomodoro. Non potevo stare così, lui continuava a fissarmi e di conseguenza non riuscivo a muovermi. Ginny mi prese il braccio, ma io la strattonai e scappai via, diretta verso qualunque posto che non fosse quello.

Correvo, correvo, non sapevo dove stavo andando, ma non riuscivo a fermarvi, volevo andare in un posto dove nessuno mi avrebbe seguita o trovata. Passai davanti al bagno delle ragazze e mi infilai dentro, lì nessuno sarebbe entrato, la presenza di Mirtilla Malcontenta alcune volte era utile.

- Ehi Granger che ci fai qui? No hai paura di me, eh? – disse lei notando la mia presenza.

- No Mirtilla, ma per piacere mi potresti lasciare un po’ da sola? – le chiesi gentilmente.

- Ok. – rispose lei, emettendo un lamento e infilandosi in uno dei vari water. Mi chiusi in uno dei bagni e scivolai con la schiena sulla porta fino a sedermi sul pavimento del bagno. Avevo bisogno di sfogarmi e chi non meglio del mio Diario come bravo ascoltatore. Aprii la borsa e da lì presi il diario con il calamaio e la piuma e incominciai a scrivere.

Dopo circa mezz’ora sentii bussare alla porta del bagno.

- Herm sono Ginny, dai apri.- era pur sempre la mia amica e adesso avevo bisogno proprio di una spalla su cui piangere. Ginny aprì la porta e io scoppiai subito in lacrime.

- Herm, non mi piace che tu ti metta a piangere, non voglio vederti così, non ti ho mai vista soffrire in questa maniera. – non sapevo neanche il perché delle mie lacrime, dovevo sfogarmi e in quel momento non avevo voglia di parlare, volevo solo piangere.

Dopo un po’ smisi di piangere e tornai in sala comune, però senza la compagnia di Ginny, lei aveva tante cose di cui occuparsi, allenamenti, scuola, non volevo che mancasse a tutte queste cose per colpa mia. Non sarei mai riuscita a dichiarami, sia per la timidezza, ma anche per altro motivo. Prima che venissi ad Hogwarts frequentavo a Londra le scuole elementari per i bambini. Ero stata sempre giudicata una delle più bruttine, con i capelli arruffati e l’apparecchio ai denti, ma a me piaceva uno dei bambini della mia classe, ricordavo ancora il suo nome, si chiamava Robert. La mia migliore amica Lily mi consigliò di dichiararmi anche perché lui era l’unico amico che avevo oltre a lei e nel caso non gli piacevo non di certo mi avrebbe risposto male, ma non fu così. Dal giorno che glielo dissi finì la nostra amicizia, ed era per questo che avevo paura, non volevo che Ron si allontanasse. Arrivata nella sala comune, notai che era troppo affollata, così decisi di andare direttamente a letto.

Il giorno dopo la tensione era nell’aria, nel pomeriggio si sarebbe disputata la partita e tutti erano un po’ nervosi, ma soprattutto Ron, il quale si rifiutava di mangiare e parlare, cosa non da lui, in quanto ingurgitava sempre tutto come un maiale. Durante le lezioni era abbastanza assente con la mente e fece scoppiare un paio di volte la sua pozione nel calderone, non che di solito non lo facesse, ma di certo non così spesso. Harry e Ginny temevano che non ce l’avesse fatta a reggere, che sarebbe scoppiato, ma la situazione continuava a peggiorare.

A pranzo mancavano pochissime ore alla partita e Ron era diventato una specie di strofinaccio, così Harry ebbe un’idea, idea che sinceramente non condividevo.

- Che ne dite di un po’ di Felix? –

- Harry non ci pensare nemmeno lo sai che è contro legge. – lo rimproverai.

- Avanti Herm non dire così, chi vuoi che lo scopra, a meno che qualcuno non faccia la spia. – disse guardandomi da sopra agli occhiali. Io odiavo non rispettare le regole, infrangerle, il che era un po’ strano visto che ero una Grifondoro, ma di certo non ero una spia, così mi feci cadere sulla schienale della sedia sospirando. Harry si guardò intorno e prese la bottiglietta della pozione dalla tasca interna delle toga e mischiò qualche goccia con il succo di zucca di Ron, quando lo bevve divenne un leone, sicuro di sé, la situazione non mi piaceva affatto. Presi la mia borsa e mi diressi verso il campo di Quidditch. Io non capivo molto come funzionava il gioco ma per spirito di casa non mi perdevo una partita. Fu una grande partita e ovviamente Ron parò tutte le pluffe, molto probabilmente a causa della Felix e il Grifondoro vinse schiacciando letteralmente la squadra avversaria, la cosa però non era leale, sarebbe stato come se nel mondo babbano un giocatore si fosse dopato, odiavo sapere le cose e non poterle dire. Quando entrai nella sala comune tutti festeggiavano con burrobirre e whisky incendiario (chissà dove l’avevano preso). Tra la folla notai Harry e andai verso di lui.

- Allora sei contento? Avete vinto. – dissi

- dai Herm non dire così, io non gli ho dato la Felix, glielo fatto solo credere, la pozione è al sicuro nella mia stanza. –

- beh comunque non dovevi farlo sei stato sleale. – dissi arrabiata.

- io? E tu con l’incantesimo Confundus. – a questa affermazione, non aprii bocca, beh aveva pur sempre ragione.- dai non stare giù festeggia insieme a noi! – disse Harry sorridendomi e porgendomi un bicchiere di burrobirra. In quello stesso istante entrò saltellando, dal buco della signora Grassa, Lavanda,. Si diresse subito verso Ron e lo baciò sulle labbra. Ron rimase un po’ sorpreso poi rispose al bacio, ero sconvolta. Mi cadde il bicchiere da mano che andò in terra, in mille mezzi come il mio cuore. Rimasi immobile, Harry mi guardava preoccupato, ma io non volevo dare spiegazioni a nessuno, volevo andarmene, così scappai e andai verso la torre di astronomia a piangere, come ormai ultimamente facevo spesso.

Arrivata mi letteralmente buttai sul pavimento, ero a pezzi e ogni tanto mi mancava l’aria dalle numerose lacrime, come aveva potuto fare questo! Sentii dei passi in lontananza, così mi girai e vidi Harry.

- Herm alzati da terra, dai non piangere. – mi disse prendendomi il braccio e aiutandomi ad andare a sedere.

- Non ce la faccio, è più forte di me, come ha potuto farlo! L’aveva capito che non mi era indifferente! – dissi, singhiozzando. Dopo qualche minuto la porta si aprì nuovamente e da lì entrarono Lavanda e Ron, mano nella mano. In preda alla rabbia mi alzai, guardai Ron negli occhi gli lanciai contro degli uccellini.

- OPPUGNO!- gli uccelli si fiondarono sulla testa di Ron e incominciavano a beccarlo, mentre lui mi ordinava di toglierli di dosso, ma io non l’ascoltai e mi andai di corsa verso la mia stanza, in prenda alle lacrime.

 

 

Spazio autrice: salve a tutti, so di aver pubblicato questo capitolo un po’ tardi, ma la scuola è iniziata soltanto da una settimana e già mi sta impegnando come una matta :S, spero che qualcuno di voi mi capisca =). Questo capitolo è un po’ autobiografico, “Robert” è un ragazzino che spezzò il povero cuore di una bambina di otto anni, per quanto si può a quell’età, diciamo che è abbastanza triste, e mi sono arrabbiata molto con Ron mentre lo scrivevo, per non dire quando lo lessi nel libro! =@, vabbè non voglio annoiarvi con le miei chiacchiere hihi, spero che vi sia piaciuto =), e mi raccomando fatemelo sapere in un commento e adesso passiamo alle recensioni:

MaCcO: che bello che sei tornato nel sito *.*, non vedevo l’ora xD. Grazie per la recensione, però tu mi fai troppi complimenti xD, un giorno mi farai montare la testa hihi xD u.u

emmawatson : scusa per il ritardo, ma putroppo ho avuto molto da fare (maledetta scuola) mi fa piacere che ti piaccia la mia fan e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto =), e mi raccomando lascia un commento xD

gloria_bennet : grazie per i complimenti, non pensavo di essere così apprezzata xD, grazie davvero. Si diciamo che ho preso molto spunto dal libro, ma ad un certo punto cambierò un tutto (ops ho parlato troppo xD) aspetto una tua recensione =)

Queen Alexia: spero che il tuo primo giorno di scuola sia andato bene xD, a me più o meno, già mi hanno sommerso di compiti =P. spero che il capitolo ti sia piaciuto =) e mi raccomando lascia un commentino =)

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Capitolo 5
*** Una pessima idea ***


Pessima idea

Ero distesa sul letto e guardavo il soffitto. Mi ero stancata di piangere, non aveva più senso, perché piangere per qualcuno che non ti vuole e che si sbaciucchia con una pettegola dalla mattina alla sera? Dovevo reagire. Mi rigirai nel letto e guardai il foglietto che la sera prima avevo poggiato sul comodino, lo presi e lo lessi.

Egregia signorina  Grager

Sono lieto di invitarla alla mia festa di Natale che si reca ogni anno secondo la mia tradizione. La festa si svolgerà nel mio ufficio, sarei onorato della sua presenza, se le gradisce può portare con lei un cavaliere. Con la speranza che stia bene

In fede

Horace E. F. Lumacorno

Dovevo andare a quella festa e smetterla di piangermi addosso continuamente, ci sarei andata costi quel che costi. Mi alzai di scatto dal letto e mi diressi verso l’ufficio di Lumacorno, ma a metà strada mi accorsi che non potevo andarci, almeno non senza accompagnatore. Anche se nell’invito non era specificato essere obbligatorio, avrei fatto una grande figura presentandomi da sola, mi avrebbero etichettata come la “zitella” dell’anno. Così stanca mi appoggiai al muro e ritornai immersa nel miei pensieri. Qualche minuto dopo, avendo sentito una voce familiare, aprii gli occhi. Mi sporsi oltre il corridoio e vidi McLaggen che arrivava armato di scopa e casco da portiere, che cosa ci faceva con quelle cose, se non era riuscito ad entrare nella squadra? Mah quello era tutto matto. Feci per sgattaiolare via, ma sfortunatamente mi aveva vista.

- ehi Granger, che fai qui tutta sola? – mi chiese lui, con una voce che doveva corrispondere al suo ideale di romanticismo.

- io? Niente stavo andando in biblioteca. – risposi, cercandomene di andare, ma lui prese il mio braccio e mi mise con le spalle al muro.

- dai Granger, non scappare. – la sua vicinanza mi faceva venire il mal di testa, si era praticamente buttato l’intera bottiglia di profumo addosso, per altro di un cattivo odore, ma proprio in quell’istante mi venne un’idea, che forse se ci avessi pensato un po’ su l’avrei subito accantonata.

- Senti McLaggen. – dissi molto timidamente.

- Chiamami Cormac. – disse lui scandendo fin troppo la C, che mi arrivò dritta sul naso.

- si Cormac, sai la festa di Natale di Lumacorno? –

- si, quindi?-

- beh, io non ho nessun cavaliere, quindi mi chiedevo se tu sabato prossimo eri diciamo libero per venirci con me. – dissi, tutto di un fiato.

- si adesso che ci penso, mmm, si sono libero, quindi ti aspetterò con ansia in sala comune per le otto, ok, Hermione? – disse, sussurrando il mio nome nell’orecchio, la cosa mi fece venire i brividi.

- si ok, per le otto sarò pronta. – poi Cormac, mise le mani appoggiate al muro e chiuse gli occhi, avvicinandosi fin troppo al mio viso. Avevo ben capito le sue intenzioni, ma io non avevo affatto voglia di baciarlo, almeno non per adesso.

- Bene allora a sabato. – dissi di fretta, passando da sotto al suo braccio, mossa molto brusca, in quando emanava un odore da sotto le ascelle che faceva venire la nausea. Corsi veloce verso il dormitorio, per annotare tutto sul mio Diario, dovevo sfogarmi un po’ ed inoltre, avrei dimenticato Ron, in qualunque modo, ci sarei riuscita.

Attraversato il ritratto della signora Grassa, entrai nella sala comune e notai che tutti mi fissavano, possibile che?

- Hermione non ci avevi detto che frequentavi Cormac. – mi disse Calì avvicinandosi a me, come avevo sospettato, le notizie qui viaggiavano in fretta.

- Ehm diciamo di sì, ma niente di ufficiale. – dissi, semplicemente.

- Ma non dire scemenze, ho sentito dire che vi siete baciati. – continuò Calì, con molta franchezza.

- No, non è vero! E poi fattevi i fatti vostri pettegole! – chi aveva detto questa cretinata? Io e “quello” non ci eravamo baciati! Così arrabbiata corsi in camera. Aprii la porta della stanza e trovai Ginny che poggiata sulla scrivania mi guardava irritata.

- Che c’è? – chiesi, non capendo il suo nervosismo.

- Mi chiedi “che c’è”, oddio Herm Cormac? Ma l’hai visto bene, cioè Cormac? A te non piaceva mio fratello, cos’è hai cambiato idea? – mi urlò irritata.

- Cambiato idea? No certo che non l’ho cambiata, ma sai com’è è inutile andargli appresso se poi lui non si accorge della tua presenza e si mette con una pettegola! – dissi, quasi in preda alle lacrime.

- Si scusa Herm, non volevo. – disse, porgendomi un fazzoletto. – adesso tu devi uscire con Cormac e sabato sera sarai talmente bella che Ron impazzirà, cioè Cormac, okay? –

- si va bene, ma adesso hai un vestito elegante che mi potresti prestare? –

- certo, apri l’armadio. – andai verso quel mobile contente le cose più favolose in assoluto, ma lei continuava a guardarmi, con un’aria un po’ strana.

- devi dirmi qualcosa Ginny? – le chiesi, prendendo un vestito tra i tanti e andandomelo a misurare.

- no, cioè sì, ehm…mi sono lasciata con Dean. – disse abbassando il capo.

- oh Ginny, mi dispiace tanto! – cercai di consolarla andandola ad abbracciare.

- No Herm non ti preoccupare, sto bene, l’ho lasciato io, perché mi sono accorta di una cosa. –

- ovvero? – chiesi curiosa.

- Mi piace tanto Harry. –

- Ma è fantastico, finalmente, io vi ci vedo proprio insieme sarete una bellissima coppia! – dissi, esultando dalla gioia

- Ma quale coppia? Io a lui non piaccio!-

- Ma non dire fesserie, tu gli piaci eccome, bisogna solo che si ricordi di questo piccolo dettaglio, poi il gioco è fatto! – le diedi una pacca sulla spalla e incominciammo a ridere a crepapelle, adoravo stare con lei, era come la sorella che non avevo mai avuto.

 

Erano le 19 e 50 ed ero pronta. Mi guardavo davanti allo specchio e neanche mi riconoscevo. Avevo i capelli ricci raccolti in uno chignon e qualche riccio che scendeva ribelle. Il vestito era di un colore rosa chiaro che scendeva leggero e sottolineava le mie curve. Ginny arrivò da dietro e porgendomi la borsetta, mi posò le mani sulle spalle.

- sei bellissima, adesso và, che il tuo cavaliere ti sta aspettando. – la guardai e sorrisi felice, mi sentivo bene. Scesi le scale del dormitorio e vidi Cormac che mi guardava e teneva all’occhiello una rosa del colore del mio vestito (forse gliel’aveva suggerita Ginny).

- andiamo Hermione? –

- Si Cormac. – risposi porgendogli la mia mano. Camminammo tutto il tempo a braccetto e mi sentivo una principessa, tutte le ragazze mi guardavano e chiacchieravano tra di loro, ma non mi interessava, stasera eravamo io e Cormac e dovevo dedicarmi a lui, era più carino del solito e sembrava anche abbastanza galante. Arrivati nell’ufficio di Lumacorno notai subito la bellezza degli addobbi. C’era molto rosso in giro e parecchi alberelli di natale negli angoli e vischi che fluttuavano sul soffitto, magari per incitare i ragazzi a non essere timidi e farsi scappare qualche bacio. Vidi Harry che sorseggiava un cocktail insieme a Luna che mi salutò con un cenno della mano e mi corse incontro saltellando.

- Hermione sei davvero bella stasera. – mi disse sorridendo.

- Grazie anche tu Luna. – risposi egualmente. Stetti qualche minuto seduta poi Cormac mi convinse a ballare e casualmente mentre volteggiavamo sulla pista da ballo tra una risata e l’altra andammo a finire sotto un vischio.

- Sai Hermione speravo di uscire con te da secoli e alla fine hai ceduto. – non potevo certo dire lo stesso, ma mi sembrava che la decisone di passare una serata insieme non era stata una cattiva idea. Ci guardammo dritto degli occhi, sapevo che stava per succedere, ma questa volta non mi sarei ritratta, chiusi gli occhi e mi baciò, ma non fu come me l’ aspettavo. Non potevo baciarlo, non se mi piaceva un altro, un lacrima rigò il mio viso e lui se ne accorse.

- Ehi ti ho fatto male, per caso ti ho morso le labbra? –

- No Cormac, non è per te, scusa ma devo andare. – eccomi qui, che piangevo di nuovo, avevo fatto una stupidaggine, l’avevo usato e anche se era McLaggen, era ingiusto quello che avevo fatto. Tornata in camera mi levai il vestito e incominciai a scrivere sul mio Diario, oltre all’inchiostro, c’erano anche le lacrime che bagnavano le pagine ingiallite.

*************

Hermione si addormentò e il Diario cadde sul pavimento in legno, una luce verde accesa ricoprì l’oggetto, dalla quale ne uscì una strana figura…

 

Spazio autrice: okay, sono pronta per essere presa a schiaffi, lo so ci ho messo un’epoca per aggiornare xD, ma non mi veniva idee per il capitolo e soprattutto non riuscivo a trovare una mezz’oretta per dedicarmi alla scrittura. Alla devo dire che per far questo capitolo mi sono ispirata ad una puntata di Una Mamma per amica, se qualcuno n’è appassionata forse l’ha notato xD, spero che vi sia piaciuto *.* e intanto passò a commentare le vostre recensione =D, siete stati molto generosi *.*, grazie di cuore =D

gloria_bennet : grazie cara per i tuoi numerosi complimenti, ma sai qualche volta ho bisogno anche di critiche potrei incominciare a credere di essere davvero brava xD, nn ti ricredere su Mirtilla, vedari poi che ti combinerà, ops xD io devo starmi un po’ zitta xD, spero che questo capitolo ti piaccia, fammi sapere =D

Antonia Weasley: grazie per i complimenti e spero che la continuazione ti sia piaciuta, fammelo sapere in un commentino ;)

MaCcO: ehy maghetto (trovato un nuovo soprannome, spero che il capitolo si stato di tuo gradimento u.u, fammi sapere mi raccomando u.u xD

emmawatson: beh ti devo dire la verità a me Ron nn piace molto xD, però trovo che lui ed Herm siano una coppia stupenda, spero che nn ti arrabbierai per questa rivelazione xD e spero che il capitolo ti sia piaciuto, lascia un commentino =D

Queen Alexia: spero che il tuo test di filosofia sia andato bene, io l’ho appena iniziata e già nn mi piace xD, nn ti preocc se commenti in ritardo, basta che tra le recensioni una delle tue nn manchi mai =D

PS: vi lascio qui la scena di Una mamma per amica se vi interessa, guardatela =D http://www.youtube.com/watch?v=Xua3MxgqPuQ  (l’ho trovato solo in inglese xò =( )

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Capitolo 6
*** Un angelo custode ***


Un angelo custode

“ Una leggenda narra che in ogni diario o oggetto che sia amato profondamente da una persona, nasca un’anima che diventa il suo angelo custode”

La luce accecante svanì e dalle pagine ingiallite emerse una figura che somigliava tanto ad una ragazza, ad eccezione di un particolare, aveva delle specie di ali sulla schiena. Aveva i capelli biondi legati in una treccia ricoperta di fiori e portava un vestitino corto verde chiaro dello stesso colore delle ali. Si guardò intorno sbattendo continuamente le ali, tentando di prendere il volo, quando ci riuscì si andò a posizionare sulla scrivania, prese una piuma, insieme ad un foglio di pergamena e la intinse nell’inchiostro.

- le cose non stanno andando bene. – disse stendendosi sulla scrivania e poggiando i gomiti sul foglio.

- dici? – chiese una voce proveniente dal diario, il quale si alzò dal pavimento, in modo da poter guardare meglio colei che sembrava essere una specie di fata.

- si, cioè questa ragazza sta mandando tutto a rotoli-

- Penso che dovremmo darle un po’ ti tempo, infondo è soltanto una ragazzina. – rispose la voce.

- Tempo? No, no non mi piace, la vedo un po’ svampita, devo intervenire in qualche modo.-

. Sai benissimo Silesia che potresti causare brutte conseguenze. –

- si, lo so, ma al momento non mi interresa, il mio obbiettivo è che lui si accorga della sua presenza, che non la veda più come una semplice amica, e poi sai che non mi piace vederla soffrire. –

- Fai come vuoi, ma ricorda quello che ti ho detto!- ma Silesia aveva la testa altrove e non l’ascoltò. -speriamo che non si metta nei guai- esclamò la voce e il diario ritornò al suo stato di inerzia.

Silesia aveva bisogno di un piano, qualcosa che l’aiutasse nel suo intento, ma di idee non ne aveva affatto, così decise di farsi un giro per la sala comune, tanto nessuno poteva vederla. Non le piaceva affatto come Hermione si stava comportando, stava cercando di dimenticare Ron, ma non ce n’era assolutamente bisogno, visto che anche lui era pazzamente innamorato, solo che era troppo timido, chi li capiva questi umani! Però di stare con le mani in mano non se ne parlava, lei era il suo angelo custode e l’avrebbe indirizzata verso la giusta strada! All’improvviso il ritratto della signora Grassa si aprì e da lì entrarono due ragazzi, che secondo la descrizione di Hermione nel diario dovevano essere proprio Ron ed Harry.

- allora l’hai lasciata? – chiese il ragazzo che portava gli occhiali.

- si mi ero stancato, cioè in realtà l’ho fatto solo per divertirmi un po’. – oddio come aveva fatto quella ragazza ad innamorasi di uno come quello!

- e adesso? –

- beh sai che a me piace Hermione da secoli, ma di me nonne vuole proprio sapere, cioè adesso esce con quell’orco di McLaggen. – concluse stendendosi sul divano.

- oh credimi lei vuole. – borbottò Harry.

- hai detto qualcosa? –

- no niente. – rispose facendosi scappare un sorriso e andandosi a sedere di fianco a lui. Bene un problema era stato risolto, quella pettegola era stata tolta di mezzo, adesso bisognava solo che quel Ron si facesse avanti, però non era semplice e aveva bisogno di un piano. Silesia risalì nel dormitorio e ritornò nel diario aspettando che Hermione si svegliasse.

*

Mi svegliavi di botto e notai che avevo il letto tutto bagnato, molto probabilmente dalle lacrime della sera precedente. La porta della stanza si aprì e da lì entrò Ginny.

- Herm stai bene ieri hai pianto tutta la notte. – chiese preoccupata

- si sto bene, ho bisogno di camminare un po’. –

- certo vieni in sala comune. – ma arrivati nella specie di salotto, notarono che c’era un battibecco in corso.

- allora è così ti sei stancato di me! – urlava Lavanda, sicuramente rivolta a Ron.

- Si, mettitelo in testa.- rispose lui con molta calma e vista la risposta Lavanda si girò e corse verso il dormitorio delle ragazze molto arrabbiata. Rimasi letteralmente scioccata, non mi aspettavo di certo una boiata del genere da parte di Ron. Harry vide che io e Ginny li stavamo osservando e fece segno di chiudere la bocca, in poche parole, non far capire a Ron che avevamo sentito tutto.

- ciao ragazzi, com’è va stamattina? – domanda molto banale, si vedeva che non ero capace di fingere.

- tutto bene.- rispose semplicemente Ron, Ginny sorrise semplicemente e io feci lo stesso, poi lei mi tiro il braccio per farmi capire che dovevamo parlare, così salimmo di nuovo nei dormitori.

- hai sentito si sono lasciati! – esclamò lei appena spalancò la porta – questo significa che adesso potete stare insieme, c’è una possibilità! – continuò entusiasta.

- no invece, cambia solo che è tornato single, io continuo a non piacergli. – le ricordai, per farla ritornare con i piedi per terra.

- smettila di essere così pessimista, dai pensa positivo. – disse strizzandomi un occhio. – oggi si va a fare shopping! –

- si come no, io sono azzerata e anche tu, e mi chiedo ancora come fai ad avere l’armadio stracolmo. –

- tutti regali di Dean tesoro. – disse aprendo il mobile traboccante.

- e continui a tenerli anche se vi siete lasciati? – chiesi con aria interrogativa.

- ovvio, un regalo è pur sempre un regalo! Dai muoviti prendi la borsa che andiamo ad Hogsmade, ti aspetto giù! – concluse, aprendo la porta e dirigendosi in sala grande. Presi la mia solita borsa e la riempii di un paio di cianfrusaglie, fazzoletti, lucidalabbra e un libro nel caso mi sarei annoiata, poi guardai il diario, che la scorsa notte avevo lasciato sul pavimento, lo presi, ma non so il perché lo rimisi al suo posto. Non mi ero mai separata dal diario da quando l’avevo comprato, ma in quel momento sentivo che doveva rimanere dove stava, lo guardai poi chiusi la porta e raggiunsi Ginny.

*

Il diario si aprì e da lì ne uscì la fatina. Si guardò intorno poi andò a frugare nel cassetto di Hermione dove aveva le cose più personali e anche la lista dei suoi diciamo “nemici”.

- cos’hai intenzione di fare – chiese la voce proveniente dal diario.

- devo cercare qualcuno che la odi talmente da poter far succedere una catastrofe. –

- perché devi metterti in mezzo. – parlò il diario, ma già prima che potesse ricominciare con la predica la fatina lo zittì con la mano.

- so quello che faccio. – guardò un’ultima volta la lista e pi si diresse nei corridoi, stava cercando una persona in particolare, quel qualcuno che ce l’aveva con Hermione da quando si conoscevano, e lei aveva individuato il soggetto. Andò un po’ in giro per i corridoi ma non lo trovava, quando finalmente arrivata al settimo piano lo trovò, lì che fissava il muro, quando all’improvviso da lì apparve una porta. Sapeva benissimo che non poteva entrare, ma proprio in quel momento le venne un’idea a dir poco geniale. Ritornò nei dormitori del Grifondoro e perse il diario che aveva poggiato a terra.

- che cosa vuoi fare avanti Silesia lasciami andare, chissà cosa succederà quando Hermione non mi troverà al suo posto. – cercava di protestare la voce.

- ti prego Diary per una volta fidati di me e vedrai che tutto andrà per il meglio. –

- come vuoi tu, ma…-

- io ti avevo avvertito lo so. – concluse zittendolo. Arrivata al settimo piano notò che la porta dalla quale era entrato il ragazzo non c’era più, ma del resto se l’era aspettato, così posò il diario a terra, ci ritornò dentro e aspettò che lui uscisse e lo notasse caduto ai suoi piedi, intanto nella sala comune…

*

- Ginny ti ripeto che abbiamo comprato troppi vestiti, non so come abbiamo fatto, ma adesso non so dove metterli, il mio armadio è piccolo. – esclamai entrando dal buco della signora Grassa.

- non ti preoccupare, c’è pur sempre la magia, potremo ingrandirlo. – concluse la ragazza con un occhiolino.

- bella idea. – dissi dirigendomi nella nostra stanza armata di migliaia di buste. Quando aprì la porta guardai subito il pavimento dove doveva essere il mio diario, ma la cosa che vedevo non mi piaceva.

- Ginny vieni subito! – urlai, chiamando la mia amica, lei corse per le scale sentendomi urlare e arrivò col fiatone in camera.

- cosa c’è Herm? – chiese affannata.

- Il diario non c’è più! – esclamai guardandola negli occhi.

 

Spazio autrice: ecco dopo ben due settimane il sesto capitolo, lo so ci ho messo tempo, ma di tempo per scrivere ne ho davvero poco -.-‘. Da adesso entriamo proprio nel vivo della fan e spero che l’idea della fatina vi sia piaciuta ;), spero di non metterci tantissimo per il prossimo, ma la situazione la vedo tragica eheh, voi lasciatemi sempre un commentuccio che mi sprona a continuare ;), adesso passiamo alle recensioni.

Queen Alexia: mi fa piacere che ti sia piaciuta la frase e il capitolo e spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo ;), fammelo sapere in un commento =D

emmawatson: concordo con te ;), è sempre bene ascoltare le opinioni degli altri, a me no che non siano assurde ahahah, no scherzo =P, fammi sapere cosa pensi di questo capitolo mi raccomando =D

gloria_bennet: beh credo che adesso avrai capito cos’è quella figura che è uscita dal diario ;) e spero di aver soddisfatto le tue aspettative ;), lo so di non aver aggiornato presto, ma la scuola chiama xD -.-‘, lascia un commentino ;) mi raccomando.

MaCcO: caro maghetto spero di averti illuminato u.u, beh ci ho messo tanto ad aggiornare ma alla fine ce l’ho fatta xD, fammi sapere che ne pensi ;)

PS: vediamo se riuscite ad indovinare chi è quel ragazzo ;)

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Capitolo 7
*** Un guaio dopo un altro ***


Premessa: un ringraziamento particolare va a Marco, che grazie alla sua testolina xD, mi ha aiutato a guarire da una brutta malattia qual è “il blocco dello scrittore”, grazie, senza il tuo aiuto non avrei mai finito questo capitolo =)

 

Doveva in tutti i modi riparare quell’armadio o sarebbe stata tragedia sia per lui che per la sua famiglia. Suo padre marciva ad Azkaban e se avesse fallito sarebbe morto e lui non voleva assolutamente questo, anche se nella sua vita non era stato un buon padre non meritava di morire per mano del signore oscuro, o peggio se continuava così, di essere baciato dei dissennatori, solo l’idea lo faceva rabbrividire. Chiuse l’armadio un po’ rotto e uscì dalla stanza delle necessità, però nel camminare inciampò in qualcosa che doveva essere una specie di libro.

- Maledizione! – imprecò. Guardò a terra e vide questa specie di diario che giaceva abbandonato, incuriosito lo prese tra le mani e notò il tessuto ben rifinito simile alla paglia, non doveva essere stato fatto da mano umana, lui riconosceva qualcosa quando era pregiato, era sicuramente mano di folletto. Lo aprì, era vuoto, nessuna scrittura, tranne una dicitura che recitava “Proprietà di Hermione Granger”, il che lo faceva appunto pensare che fosse della mezzosangue, anche se era molto strano che una ragazza precisa come lei avesse fatto cadere sbadatamente un suo affetto. Doveva essere una cosa importante e sicuramente c’era qualche incantesimo sopra, lo avrebbe scoperto, così controllando che nessuno lo guardasse ficcò il diario nella sua borsa e tornò nella sala comune nei sotterranei.

Oltrepassò il muro e notò che c’era Blaise seduto sul sofà nero che sorseggiava un bicchiere di whisky incendiario.

- Ehy Dra, dove sei stato? – chiese curioso.

- Non ti interessa – rispose lui freddo.

- sei così misterioso ultimamente non mi dici più niente. – confessò lui offeso.

- affari miei, e scommetto che neanche tu vorresti dirmi dove hai preso quel whisky vero? – Blaise lo fissò, poi tornò a guardare la legna che ardeva nel camino.

- come pensavo. – in quel preciso istante scese dai dormitori femminili Astoria e Blaise notando lo sguardo di Draco decise di svignarsela, tutti sapevano che ci provava da secoli con la Greengrass, ma con nessun successo, aveva perfino usato la Parkinson per arrivare a lei ma lei non si era ingelosita neanche un po’, anche se ancora tutt’ora la usava ma, che lui sapeva, solo per scopi puramente di “divertimento”.

- ciao Draco. – disse lei sedendosi sul divano.

- ciao Astoria. – lei notò subito il diario che rigirava  tra le mani e vedendo la copertina capì subito che sicuramente non era suo.

- di chi è quello? –

- non ne ho idea. – mentì, ma lei lo conosceva bene e non lo credé, così glielo sfilò dalle mani e lesse la dicitura.

- Draco devi rigarglielo! – disse alzandosi, ma prevedendo le sue mosse Draco se lo riprese.

- io non do niente a nessuno. –

- e se fossi stato tu a perdere qualcosa? – lo rispose arrabbiata.

- io non perdo niente. –

- sei un imbecille! – concluse congedandosi. Anche se le piaceva non aveva nessuna intenzione di sottostare ai suoi voleri, non era certamente nel suo stile. Prese la borsa e salì ai dormitori. Quando entrò notò il grande disordine della stanza, sicuramente Blaise doveva aver combinato “qualcosa” con qualche ragazza, tolse una specie di calzino dal suo letto e ci poggiò il diario. Sicuramente c’era scritto qualcosa dentro, qualcosa di segreto, al momento qualunque cosa fosse misterioso, lo incuriosiva molto. Girava intorno al letto tentando di ricordare l’incantesimo che rivelava i segreti, maledizione, perché non ascoltava mai le lezioni del professor Vitius. La porta si aprì e Draco perse la concentrazione.

- ehi ancora arrabbiato? – chiese Blaise.

- no, non lo ero, ma sei venuto a disturbarmi quindi lo sono. – rispose scontroso.

- ok, allora me ne vedo. – disse dirigendosi verso la porta.

- no aspetta, ti ricordi per caso un incantesimo per rivelare segreti nascosti?-

- non so, prova con REVELIO, ma e che ti serve? – chiese curioso

- no niente era per dire. – così Blaise ancora un po’ dubbioso, uscì dalla stanza e Draco tornò ad essere solo. Alcune volte Blaise sapeva essere utile. Prese la bacchetta e la puntò verso il diario.

- REVELIO! – pronunciò, il diario si illuminò di una luce blu poi tornò la quiete. Draco si avvicinò all’oggetto e lo aprì, come pensava, un diario segreto. Sogghignando si stese sul letto e incominciò a leggere tutte le cavolate che la signorina so-tutto-io scriveva.

Dopo un po’ di tempo, annoiatosi delle scemenze che stavano sul diario, lo posò nella borsa e si diresse nella sala comune sperando che Blaise gli rivelasse dove tenesse nascosto la sua riserva di whisky.

*

- Herm stai calma scommetto che l’avrai lasciato da una parte che al momento non ricordi.- cercò di calmarmi Ginny.

- no assolutamente mi ricordo di averlo lasciato proprio qui in questo punto, chi mai l’avrebbe potuto prendere? – mi domandai quasi in iperventilazione.

- ok, adesso lo cerchiamo meglio, basta che ti calmi.-

Mettemmo a soqquadro l’intera stanza, ma di quel diario non ce n’era neanche l’ombra. Non era assolutamente possibile che fosse scomparso, nessuno era entrato nella stanza, in quanto era chiusa a chiave e le chiavi vicino alla porta non c’erano, di certo non se n’era volato fuori da solo.

- non c’è neanche qui! – dissi, controllando per l’ennesima volta l’armadio.

- ok, ripeto, niente panico, anche se qualcuno se l’è preso, il che mi sembra assolutamente impossibile, è coperto da un incantesimo e nessuno può leggere niente. – mi rammentò Ginny.

- si hai ragione, ma se capisse il trucco? –

- dai Herm per piacere non complicarti la vita, vedrai non sarà successo niente, starà da qualche parte in camera, e adesso visto che siamo nervose non riusciamo a trovarlo. –

- ok, sarà come dici tu. – mi rassicurai speranzosa. Sicuramente le cose stavano come diceva Ginny, stava lì, da qualche parte.

- adesso andiamoci un po’ a svagare in sala comune. – mi disse e io la seguii, dovevo assolutamente liberare la mente, o sarei sicuramente uscita fuori di senno per questa storia.

La serata passò tra una risata e l’altra. Era piacevole passare il tempo con i miei amici, forse non erano perfetti, ma erano la cosa a cui tenevo di più, insieme alla mia famiglia.

- Herm è tardi, oggi non è il tuo turno di guardia? – le ricordò Harry.

- si hai ragione, me n’ero completamente dimenticata, che noia, passerò la serata insieme alla serpe, fantastico! – esclamai, ironicamente.

- dai non fare così, può essere divertente quando incominci a stuzzicarlo. – disse Ron, mettendosi a ridere.

- si certo divertentissimo, adesso io vado, mi raccomando, voi a letto, che già è tardi. – ricordai loro, uscendo dal ritratto della signora Grassa. Fare il turno di guardia insieme a Malfoy, significava farlo da sola perché ovviamente lui se ne infischiava e anche se era presente, era come se non ci fosse. Così accesi la mia bacchetta e incominciai a girare per i corridoi, sperando di non trovare nessuno che infrangesse le regole, non ero proprio in vena di togliere punti quella sera, dopo quello che era successo, speravo soltanto di ritrovare il mio diario.

*

Dopo qualche tortura Blaise aveva ceduto e al momento era soli a bere illegale whisky incendiario, uno dei suoi passatempi preferiti praticamente, escluse le notti passate insieme a Pansy.

- certo che sei un genio, come hai fatto a non farti scoprire da Gazza? – chiese Draco curioso.

- semplice, trasfigurazione, un semplice incantesimo ed è fatta, tanto figurati se quel maganò si accorge di una cosa del genere. – rispose il ragazzo ridendo, a causa dell’alcool. Blaise non era il tipo, non lo reggeva, dopo qualche bicchierino era già ubriaco, per Draco invece ce ne voleva per diventare un cretino che non si sapesse neanche riconoscere allo specchio.

Tra una risata e l’altra si accorsero che non erano soli, ma già da qualche minuti nella sala comune c’era Astoria, che li guardava con disprezzo.

- cosa c’è? – le chiese Draco

- hai il turno di guardia stasera-

- e allora? –

- beh dovresti andare – Blaise lo guardò per fargli capire di non ascoltarla, ma lui infondo stasera voleva andarci, non per far la guardia naturalmente, ma per stuzzicare un po’ quella fetida mezzosangue.

- si hai ragione, stasera tocca a me. – Blaise lo guardò con aria interrogativa, non capendo ovviamente tutta questa frenesia, lui però non gli diede spiegazioni e in silenzio prese la borsa dove c’era il diario e si diresse nei corridoi.

*

Di Malfoy non ce n’era neanche l’ombra, come suo solito aveva preferito divertirsi con i suoi amici, a fare cose che non mi riguardavano affatto. Quella sera era abbastanza calma, fortunatamente non c’era nessun ragazzino che tentava di svignarsela per spassarsela un po’. All’improvviso vidi una luce proveniente dal fondo del corridoio, impaurita puntai la bacchetta, ma quando scoprii il volto del ragazzo mi calmai.

- oddio che faccia che hai mezzosangue, dovresti vederla. – esclamò Malfoy, mettendosi a ridere.

- non pensavo che venissi, e poi smettila di chiamarmi in questo modo, io ho un nome sai- risposi a dovere.

- ah si, a me frega poco del tuo nome, vediamo in quanti modi potrei chiamarti mezzosangue, sangue sporco, Natababbana, persona che non ha il diritto di stare in questo modo…- con l’ultima affermazione non ci vidi più e agii senza pensare.

- STUPEFICIUM!- fortunatamente però invece di colpire lui, colpii la sua borsa, che andò a sbattere contro al muro, si aprì e da lì ne uscì una specie di quaderno che mi era molto familiare, mi avvicinai e illuminai l’oggetto con la bacchetta.

- Ma questo è il mio diario! –

Spazio autrice: allora questo capitolo non voleva veramente uscire xD, molto sofferto veramente, spero vi sia piaciuto perché mi convince più del precedente ed è venuto anche più lungo xD, beh diciamo che le cose si stanno movimentando eheh e manca poco verso la fine, ops xD, un giorno di questi me la cucio questa bocca xD, cmq vorrei ringraziare tutti quelli che leggono, che l’hanno messa tra le seguite, preferite o ricordate, grazie tante =), e adesso passiamo alle risposte alle recensioni =)

emmawatson: beh anch’io uscirei pazza se sapessi il mio diario scomparso :S, però in questo caso niente è dato al caso u.u, tutto è previsto e ovviamente per una buona causa xD, spero che questo capitolo ti sia piaciuto, lascia un commentino mi raccomando =*

Queen Alexia: beh si un bel guaio direi xD, l’indovinello era molto stupido e si vede xD, lo scritto solo per divertirmi un po’, si capiva che era quello scapestrato di Malfoy, mi fa piacere che l’idea del diario e della fatina ti piaccia, fammi sapere cosa ne pensi si questo capitolo mi raccomando un bacio :*

MaCcO: di nuovo grazie xD, spero che ne sia uscito un capitolo decente xD, le cose si stanno movimentando hihi e chissà cosa succederà poi xD, in realtà non lo so neanche io, però un colpo di genio sempre mi verrà xD, aspetto un tuo commento u.u, ciaoooo =)

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Capitolo 8
*** Un'altra persona ***


Un'altra persona

Premessa: questo capitolo direi che ha un rating che si avvicina al giallo, abbastanza sbiadito però xD. Meglio sempre precisarlo u.u xD

 

Guardai il diario, per verificare meglio che fosse veramente il mio.

- che ci fai Malfoy, tu, con il mio diario!? – gli chiesi, puntandogli la bacchetta contro. Non sapeva cosa rispondere, e lo leggevo nei suoi occhi, aveva la stessa faccia di tre anni fa, quando gli mollai uno schiaffo in pieno viso.

- avanti rispondi! – lo incitai.

- l’ho trovato – rispose con la voce tremolante.

- e ovviamente non ti è passata neanche per l’anticamera del cervello di ridarmelo.-

- beh l’ho trovato ed è mio-

- certo siamo ritornati nella preistoria.- essendo troppo concentrata a minacciarlo, non mi accorsi che con la mano destra aveva impugnato la bacchetta.

-STUPEFICIUM!- urlò contro il diario, che andò a finire dall’altra parte del corridoio. Cercai subito di riprendermelo, ma correndo mi sorpassò, lo riprese e scomparve al di là del muro. Sospirando, mi buttai a terra esausta. Avevo ritrovato il diario, sapevo chi me l’aveva rubato, ma non avevo idea di come riprenderlo. Ma cosa più importante, dovevo riferite tutto a Ginny. Il brutto era che quella sera avevo il turno, e non potevo di certo lasciare, ma per una volta non sarebbe morto nessuno. Correndo, mi diressi verso il dormitorio Grifondoro e arrivata nella nostra stanza feci più rumore possibile. Sbattei la porta, feci rumore con le scarpe, aprii e chiusi i cassetti, ma Ginny dormiva talmente profondamente che non aveva nessuna intenzione a svegliarsi, così incominciai s scuoterla.

- Ginny, dai svegliati è importante!-

- No, dai mamma un altro po’, è così bello stare qui in compagnia di Harry.- all’ultimo nome rimasi un momento perplessa, beh diciamo che se la svegliavo mi avrebbe sicuramente ucciso per la qualità del sogno che stava facendo, ma poco importava, dovevo assolutamente parlare.

- Ginny! – le gridai nell’orecchio.

- Si sono sveglia, ahhhhhhhhhh! – si spaventò di soppiatto, avendo messo il viso troppo vicino al suo.

- Mamma Herm, che paura. – esclamò, poi guardando l’orologio – ma sono le tre, che vuoi a quest’ora? –

- Ho scoperto una cosa importante. –

- ti prego, se è qualcosa che riguarda la scuola non la voglio sapere. – disse, mettendosi le coperte sopra la testa.

- No, riguarda il diario. –

- Ah bene allora sono tutta orecchi. – aggiunse, mettendosi a sedere.

Presi un po’ di fiato e incominciai a parlare.

- Il diario ce l’ha Malfoy, l’ho visto stasera, ce l’aveva nello zaino, l’ho notato dopo un breve scontro che abbiamo avuto. –

- E come fa ad averlo lui? –

- Non ne ho idea, ma so soltanto che dobbiamo recuperarlo. –

- Va bene, ma parliamone domani mattina, adesso ho sonno. – e sbadigliando, ritornò sotto le lenzuola. Dovevo assolutamente inventarmi qualcosa, alcuni incantesimi non funzionavano su di lui e quindi dovevo lavorare d’ingegno. Passai tutta la notte a pensare, ma d’idea non me ne venne nessuna, anzi una si, ma avevo bisogno di un particolare oggetto. Mi serviva il Mantello di Harry, così da poter seguire Malfoy senza essere scoperta. Se glielo avessi chiesto, mi avrebbe sicuramente domandato il motivo di questa esigenza e io non avevo nessuna intenzione a rivelarglielo, dovevo “prenderlo in prestito” ovviamente senza dirgli nulla.

Ormai erano le nove di mattina, ma essendo domenica dovevano ancora tutti svegliarsi. Harry però, era stato sempre mattiniero. Scesi in sala comune, e mi guardai in giro sperando di trovare Harry, ma di lui non c’era nessuna traccia, anzi una ce n’era, il suo zaino. Gli andai vicino lo aprii e misi il mantello nella mia borsa.

- cosa stai facendo? – chiese una voce alle mie spalle.

- io? Niente, volevo vedere se avevi fatto i compiti di Erbologia. – risposi, con la voce tremolante.

- ma come ti viene in mente, quella che fa i compiti qui sei tu, sei sicura di stare bene? – disse perplesso.

- si certo, adesso devo andare. – e corsi subito fuori dalla sala comune. Non sapevo fingere, maledetta la mia legge sul dire sempre la verità. Presi il mantello dalla borsa, me lo infilai sopra la testa ed incominciai la ricerca, obbiettivo, trovare Malfoy. Girai quasi tutta Hogwarts ma di lui nessuna traccia, possibile che quando la sua presenza era inopportuna c’era sempre, quando ti serviva mai? Una camminata però molto familiare mi rallegrò in qualche modo. Girai l’angolo e lo vidi. Eravamo al settimo piano e stava fermo davanti ad un muro. Ovviamente stava cercando di entrare nella Stanza Delle Necessità. Mi misi dietro di lui così da poter entrare facilmente. Quando le porte si aprirono però, non riconobbi quasi la stanza. Era piena di cianfrusaglie. Sedie, libri, scope e uno strano armadio verso il quale Malfoy puntava. Incominciò a formulare incantesimi che non conoscevo affatto e apriva e chiudeva l’armadio, come se sperasse di trovare dentro qualcosa. Purtroppo però per me, il fato volle che la mia imbranataggine facesse andare il mio piano all’aria. Sbadatamente inciampai in una sedia dietro di me.

- Chi c’è? – benissimo, se n’era accorto. Incominciai a gattonare verso l’uscita sperando di non farmi notare, ma all’improvviso, sentii levarmi il mantello di dosso.

- Ulalà, chi si vede qui, Granger. – disse puntandomi la bacchetta alla gola.

- come hai fatto a vedermi? –

- sai com’è, non sei capace di spiare, troppo rumorosa. – violentemente mi prese per i capelli e mi fece alzare.

- cosa vuoi, ancora quel diario. – mi sussurrò all’orecchio. La sua voce gelida mi faceva venire i brividi.

- è mio, devi ridarmelo. –

- tu dici? No voglio tenermelo ancora per un po’. – aprì la borsa e lo prese.

- ridammelo! – tentai di prenderlo, ma lui si girò e mi face cadere a terra. Nuovamente mi prese per i capelli e violentemente mi avvicinò a lui.

- facciamo una cosa, se tu farai quello che ti dico, io te lo ridò. –

- no, mai! – la mia risposta però non gli piace molto, e con la bacchetta mi provocò una bruciatura sulla gamba.

- ahhhhhh! – purtroppo non riuscii a trattenere l’urlo di dolore, dovevo resistere!

-  e questo è solo l’inizio, se non dici di sì, ti farò di peggio, molto peggio. – l’idea stranamente mi spaventava, eppure era solo Malfoy, ma mi sembrava un’altra persona.

- no mai, io non sono una tua schiava! – e di nuovo con la bacchetta mi provocò una bruciatura, questa ancora più profonda, questa volta però dal dolore gli lacerai la manica sinistra della tunica e vidi qualcosa che non mi aspettavo. Harry aveva ragione, ma come era possibile, era soltanto una ragazzino! Voldemort non poteva reclutare minorenni! Eppure qual segno sul suo braccio, non diceva bugie. Malfoy era marchiato.

Quando si accorse della manica si infuriò ancora di più di quanto non lo era prima. Mi lanciò a terra e mi strinse forte il braccio.

- allora Granger, se oserai solo dire una parola su quello che è successo e su quello che hai visto, giuro che ti ammazzo! E adesso di “di sì” ! – la sua voce possente mi incuteva terrore, non sapevo cosa fare. Inconsciamente feci cenno con la testa. Mi sembrava l’unica chance.

- benissimo. – disse, con un certo ghigno sul viso. Mi tenne le braccia ferme e incominciò a baciarmi sul collo, non riuscivo a muovermi. Quando tentò di slanciarmi  la cintura, notai che aveva lasciato cadere il mio diario a terra qualche metro più avanti. Velocemente gli mollai un calcio nel ventre e di corsa mi alzai, presi il diario e incominciai a correre. Correvo veloce, veloce non riuscivo a capire dove stavo andando. Sentivo dietro di me la presenza di Malfoy, mi stava inseguendo. Avevo paura molta paura. Perché non lasciavo semplicemente perdere quel maledetto diario? Era come se esserne separata mi faceva sentire vuota, era come se mancasse parte di me.

- INCIAMPANTE! – sentii la voce di Malfoy pronunciare l’incantesimo, che purtroppo mi fece inciampare. Cadendo per terra il diario mi scivolò dalle mani e avendo preso una storta, temevo purtroppo di essermi rotta la caviglia. Il piede mi faceva malissimo e non riuscivo ad alzarmi. Non sentivo più passi, molto probabilmente Malfoy se n’era andato e si era anche ripreso il diario. Rimasi lì per terra per qualche minuto agonizzante, poi mi sollevai sentendo una voce amica.

- ehi Herm, stai bene, che ti sei fatta? – mi chiese Neville preoccupato.

- ho preso una storta e credo di essermi rotta una caviglia. – risposi in preda al dolore.

- vieni ti porto da Madama Chips. – esclamò, prendendomi in braccio, non potendo camminare.

- ti capisco è doloroso, sai io una volta caddi dal tetto della scuola e mi ruppi il polso. –

- si Neville, lo so, c’ero anch’io. –

- ah si giusto, oh guarda chi c’è, Harry! – lo chiamò urlando, lui si girò e appena mi vide corse verso di noi. Con lui c’era anche Ron, sicuramente ero diventata di un colore che si avvicinava molto al rosso carminio.

- Herm che è successo? – chiese Harry

- ho preso una storta e temo di essermi rotta la caviglia. –

- Harry io dovrei andare a studiare in biblioteca, che ne dici la portate voi in infermeria? – disse Neville

- si certo. – rispose Harry, tentando di prendermi in braccio

- dai a me, ce la faccio, Herm non è pesante. – intervenne Ron, quando vide che Harry per un pelo non mi scaraventava a terra.

- wow Herm, sei una piuma! –

- grazie Ron. – ufficiale, la mia faccia assomigliava di più ad un peperone. Infondo Ron era un grande galantuomo.

 

 

Spazio autrice: benissimo eccomi qua dopo ben 17 giorni. Raga mi dispiace tanto, ma abbiamo fatto una settimana di occupazione e stavo molto indietro con le interrogazioni e la testa di scrivere non ce l’avevo proprio. Spero che questo capito vi sia piaciuto, non perché mi sembra essere venuto abbastanza bene xD, poi non so giudicate voi u.u. Il prossimo cercherò di pubblicarlo per la fine del mese se tutto va bene -.-‘. Grazie a tutti per le visite e spero che mi lasciate qualche recensione ;). Adesso passiamo alle recensioni dello scorso capitolo u.u

 

itsagoodbye_ : grazie per tutti questi complimenti, non li merito mica xD. Spero che continuerai a seguirmi ;), aspetto una tua recensione, un bacio grandissimo :*

Queen Alexia: grazie anche a te per il “bravissima” xD, sempre gentile =D, spero che il capitolo ti soddisfi u.u, commenta mi raccomando =)

emmawatson: mi disp ma presto non ho potuto aggiornare -.-‘, scuola maledetta, però alla fine ce l’ho fatta a pubblicare xD. Cosa vuoi farci Malfoy c’entra sempre xD e in questo capitolo è abbastanza cattivello xD, aspetto delle critiche u.u, ciaoooo :*

MaCcO: che dici, il capitolo ti piace? Draco mi è uscito un po’ troppo cattivo, ma mi piace così xD, sai come si dice i ragazzi cattivi attirano xD, non nel caso di Herm però u.u

 

Ps: mancano due giorni a Harry Potter e i doni della morte: parte 1 >.<, nn vedo l’ora!!!!!!!!

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Capitolo 9
*** Grazie di tutto ***


Grazie di tutto

Era così bello stare al caldo tra le sue braccia. Mi davano sicurezza. Avrei potuto dormire in quella posizione, stavo benissimo, e forse il pensiero mi aveva portato a fare un piccolo sorriso.

- Herm? –

- mmm?-

- siamo arrivati. – aprii gli occhi e mi accorsi che eravamo arrivati in infermeria. Stavo così bene che quasi il dolore alla caviglia si era attenuato, ma subito ritornò. Cercando di trattenermi, feci una specie di smorfia con le labbra.

- ti fa male? – mi chiese Ron, premuroso.

- no, solo un po’. – dissi, non volendo fare la parte della malata.

- si certo come no. Vado a chiamare Madama Chips. – Ron sapeva benissimo quando fingevo. Mi posò su uno dei letti e andò dietro all’infermeria, sperando di trovare la Chips. Certe volte questi suoi comportamenti mi facevano quasi pensare che gli piacevo. Era così vago su certe cose che non riuscivi a capire i suoi sentimenti e la cosa mi frustava abbastanza. Era meglio per me, però che non mi facessi idee strane. Non volevo stare peggio di quanto non stessi adesso. Poggiai la testa sul cuscino e mi venne quasi da piangere ripensando al mio diario. Era nato qualcosa di strano tra me e quell’oggetto e la lontananza mi metteva tristezza. Inoltre avevo il terrore che Draco potesse fare un passo falso, se prima non era pericoloso, adesso avevo quasi paura di lui. Era un mangiamorte e questo era un dato di fatto, ma la domanda che ancora mi facevo era perché? Sicuramente l’avevano costretto, quello che stava combinando nella stanza delle necessità, non lo stava facendo di sua volontà, me lo sentivo.

Ron ritornò e vedendo la Chips armata di tutte le pozioni possibili, capii che le aveva detto tutto, ma che sicuramente aveva ingigantito la situazione.

- cara ti dovresti alzare un po’ la gamba del pantalone voglio vedere meglio la caviglia. – disse l’infermiera sorridendo.

- non ti preoccupare faccio io Herm, tu stai tranquilla. – rispose subito Ron senza farmi riuscire a replicare. Il contatto tra la sue mani fredde e la mia pelle calda, mi fece salire un brivido gelido su per la schiena. Madama Chips guardò per qualche minuto la gamba, poi si mise a ridere.

- Perché sta ridendo? – le chiesi curiosa.

- non ti preoccupare figliuola è una semplice frattura la mettiamo a posto in un batter d’occhio, però mi servirebbe l’ossofast che vado a prendere subito, tu non muoverti di qui. – quando la Chips scomparve dietro lo sgabuzzino, Ron si sedette al mio fianco.

- hai bisogno di qualcosa, una coperta, un lenzuolo o un altro cuscino magari? – mi chiese

- no Ron sto benissimo, e poi hai sentito la Chips non è niente di grave, tra un po’ starò in piedi. – gli dissi sorridendo. Lui mi guardò perplesso, poi abbassò lo sguardo come faceva di solito quando doveva chiedermi qualcosa che non riusciva a dirmi guardandomi negli occhi.

- Ron devi dirmi qualcosa? –

- Herm come mai sei inciampata? –

- io… - non riuscivo a mentire, non riuscivo a dire una sola stupida bugia, non se lui mi guardava con i suoi occhi azzurro penetranti. Ci guardavamo, io guardavo lui e lui guardava me. I centimetri che ci dividevano stavo diminuendo a poco a poco. Eravamo talmente vicini che potevo sentire il suo respiro sulla pelle. Un rumore però ci fece sobbalzare.

- scusate ragazzi, ma Roland mi potresti aiutare, la bottiglia sta un po’ troppo in altro per me. – disse la Chips che era sbucata da dietro ad una tenda.

- si certo. – rispose lui cortese, e seguendola si girò e mi sorrise. Non me l’ero sognata, ci stavamo per baciare. E anche se non avevo assaporato il momento mi sentivo bene, era come se tutto fosse successo in realtà e non nella mia mente.

- ehi Granger, invalida?- ero talmente concentrata che non mi ero accorta che Malfoy era entrato nell’infermeria.

- cosa vuoi adesso? – risposi brusca.

- ti volevo solo ricordare il nostro patto. –

-  nessun patto! –

- ah si, e il tuo diario? – a quell’affermazione mi cadde il mondo addosso, lui aveva il mio diario. Ce l’aveva ancora e non aveva nessuna intenzione a ridarmelo.

- come avevo sospettato, allora cosa faccio me lo tengo, cara? – non sapevo risponde, non sapevo cosa dire. Rivolevo il mio diario, ma non volevo sottostare alle sue condizioni.

- sai una nottata con te mi basterebbe. – si era avvicinato al mio viso e ghignava con cattiveria. Le nostre labbra si sfiorarono. Quasi mi salì il vomito e istintivamente gli diedi un pugno nello stomaco, di nuovo. Lui incominciò a tossire per l’urlo.

- maledetta mezzosangue, come ti permetti! Dovresti essere contenta di andare a letto con uno come me lurida feccia! – era capace solo di parlare, queste erano le sole cose che sapeva fare.

Da dietro la tenda rimbucò Ron che quando vide che c’era Malfoy fece un’espressione dalla quale si capiva subito il suo stato d’animo, era arrabbiato.

- che ci fai tu qui? – chiese incavolato.

- ero semplicemente venuto a portare il diario alla tua “fidanzatina”. – e prese il diario dalla borsa.

- io e lei non siamo fidanzati.- precisò Ron.

- ah no, beh credo che lei lo vorrebbe. – aprì il diario ad una pagina qualunque e incominciò a schiarirsi la gola.

- non fallo Malfoy! – gli gridai.

- “ caro diario, oggi Ron mi ha guardata e sono arrossita parecchio, penso proprio di essermi presa una bella cotta per lui…”- leggeva, leggeva senza fermarsi e Ron sempre più perplesso mi guardava, con uno sguardo dal quale non capivo se traspariva frustrazione o delusione.

- “baci, baci, a domani” contenta Granger. – ridendo mi buttò il diario sulle gambe e lasciò la stanza.

- Ron, io, non so cosa…- ero senza parole.

- non dire niente Herm, ho capito. – e dicendo questo anche lui si congedò.

- Ron aspetta! – provai ad alzarmi, ma non ci riuscii, perché poggiare il piede a terra mi era impossibile. Dopo qualche minuto arrivò Madama Chips, mi fece bere una pozione e poi mi disse di aspettare almeno due ore, prima che facesse effetto. Quelle due ore erano diventate infinite, guardavo fuori dalla finestra e vedevo cadere la neve, soffice sugli alberi. Molto probabilmente Ron non voleva più vedermi, sapevo che non provava gli stessi sentimenti e la cosa mi faceva male. Preferivo ritornare nel dubbio che aver scoperto la verità.

Le due ore passarono, poggiai il piede a terra ed era ritornato come nuovo. Stavo male, volevo soltanto tornare nel dormitorio e piangere sotto alle coperte. Piangere, finché non mi sarei addormentata. Arrivata davanti al quadro della signora Grassa, pronunciai la parola d’ordine ed entrai. La sala comune era deserta, ma qualcuno c’era. Quel qualcuno era Ron, che beveva una burrobirra fissando il fuoco nel camino. Feci per andarmene, non volevo parlare con lui e pensavo che non mi avesse notata.

- Herm sei tu? – no, mi ero sbagliata. Mi fermai di botto e le lacrime incominciarono a sgorgare.

- Herm dobbiamo parlare. – perché parlare, perché continuare a farmi stare male, non bastava tutto quello che era successo per spezzarmi il cuore?

- cosa c’è Ron, ho capito tutto, non c’è bisogno di parlare. – continuavo a stare di spalle, non volevo che lui mi vedesse piangere e non riuscivo a guardarlo in viso.

- no tu non hai capito, senti Herm tu mi piaci. –

- cosa? – a questa affermazione mi girai di scatto e mi asciugai le lacrime, Ron aveva la testa bassa ed era diventato tutto rosso comprese le orecchie.

- è solo che, potevi dirmelo prima, non mi è piaciuto scoprilo dalle parole di Malfoy, cioè insomma che provassi la stessa cosa. –

- beh è difficile dichiarasi con uno come te. – mi avvicinai a lui e lui alzò la testa, il rossore era peggiorato e mi venne da ridere.

- perché ridi? –

- oh beh, la tua faccia mi fa ridere. – rise anche lui e mi accarezzò il viso. Per qualche minuto ci guardammo negli occhi e poi ci baciammo. Fu il bacio più bello della mia vita. Per me non era la prima volta che baciavo qualcuno, ma era come se fosse stato il mio primo bacio. Io amavo Ron, lui amava me, c’era voluto un po’ per capirlo, ma alla fine tutto si era risolto.

****

Stavo davanti al treno 9 e ¾ e guardavo il castello, così bello, così immenso. Mi sembrava impossibile che fosse tutto finito, che dovevo salutarlo per l’ultima volta. Era stata la mia casa in un certo senso.

- come sono cambiate le cose in questi anni vero? – mi disse Ron, che avvicinandomi mi posò una mano sulla spalla.

- ehi salve piccioncini. – ci girammo e c’erano Ginny e Harry che ci stavano salutando mano nella mano.

- vacci piano Harry. – lo rimproverò Ron, facendo il fratello geloso.

- Ron! – esclamò arrabbiata Ginny.

- dai smetterla tutti e godiamoci il nostro addio ad Hogwarts, esclusa te Ginny naturalmente. – e tutti scoppiammo in una risata abbastanza fragorosa.

Eh si tutto era cambiato in questi anni. Io e Ron da amici che si odiavano eravamo diventati fidanzati e così anche Harry e Ginny, a differenza che Harry prima di allora non aveva mai pensato a Ginny come ad una ragazza. Ogni tanto Ron faceva il geloso, ma bisognava capirlo, era pur sempre la sua unica sorella. Anche Draco era cambiato, in certo senso, non eravamo amici, ma non ci scarnavamo a vicenda e poi anche lui adesso era “impegnato”. Infatti proprio in quel momento passo lui insieme alla sua ragazza, un certa Astoria, mai sentita, ma che l’aveva veramente cambiato. Sorridendo lo salutai con un cenno della mano lui fece altrettanto.

- allora si va? – mi chiese Ron, risvegliandomi dai miei numerosi pensieri.

- certo. – guardai il castello per l’ultima volta poi salii sul treno.

Durante il tragitto decidemmo di metterci in uno scompartimento insieme e mentre gli altri litigavano su quale squadra di Quidditch fosse la migliore mi misi a sfogliare il mio vecchio diario. Sapevo che aveva qualcosa di magico e dovevo ringraziarlo in un certo senso. Accarezzai la copertina ruvida e gli sussurrai un “grazie”.

-hai detto qualcosa tesoro? – disse Ron.

- no niente. – risposi semplicemente. La stanchezza mi portò sonno e mi addormentai appoggiata a Ron, con un sorriso stampato sulle labbra.

 

Spazio autrice: eccomi qui! Eh si sono ritornata, il peggio per la scuola è passato u.u, per il momento xD e ho trovato un po’ di ispirazione per la storia. Attenzione però u.u, ancora non è conclusa, manca l’epilogo nel spero riuscirò a dare il meglio di me. Alle recensioni ho risposto personalmente u.u, grazie alla nuova funzionalità del sito u.u e farò altrettanto per questo capitolo. Voi mi raccomando commentate =), vi aspetto numerosi =)

 

Ps: se vi và andate a leggere una delle short che ho pubblicato in queste due settimane, spero vi piacciano =)

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Capitolo 10
*** La ruota gira ***


La ruota gira

Dormivo beata sotto le mie adorate coperte. Dovevano essere più o meno le sei di mattina, perché sentivo gli uccelli che cinguettavano felici. Stavo talmente bene, accoccolata tra le braccia di Ron che avrebbero potuto mummificarmi in quella posizione. Ci avrei passato tranquillamente l’eternità così.

- MAMMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- una voce di bambina mi svegliò dal mio bel sogno e aprendo gli occhi mi ritrovai davanti il viso di Rose.

- Oddio Rose, mi hai spaventata, vai a dormire, che ore sono? – chiesi tra uno sbadiglio e l’altro.

- Le sei è mezza cara.- rispose Ron da sotto le coperte.

- Cosa? Ma è prestissimo! Buona notte. – e mi tirai le coperte sopra la testa. Non avevo voglia di svegliarmi presto per un capriccio di mia figlia quando non dovevo andare a lavorare, godersi i giorni di riposo è chiede troppo?

- Mamma ma oggi è il 1°settembre, dobbiamo andare a King Cross! – disse, con la voce che sapeva di pianto. Se mi figlia stava dicendo la verità, eravamo estremamente in ritardo. Mi alzai di scatto e misi le mie ciabatte insieme alla vestaglia.

- Siamo in ritardo, avanti Rosie, vai a svegliare tuo fratello e tu Ron alzati, o non ce la faremo a essere pronti in tempo. – Rose entusiasta, andò in camera di Hugo, dove anche lui dormiva beatamente, ignaro dell’arrivo della cara sorellina.

- Avanti Ron alzati! – incitai mio marito, che ancora ronfava sotto le coperte.

- Altri cinque minuti. – supplicò.

- No, su, che è tardi. – e gli sfilai le coperte di dosso, per esser sicura che ci alzasse veramente.

Mi diressi di corsa in cucina. Oggi era un giorno speciale per la mia piccolina e avevo intenzione di cucinare uova e frittelle a tutti. Incominciai a preparare la colazione e già tutti erano seduti ordinatamente a tavola. Ron leggeva il suo solito giornale, Hugo era ancora assonnato e Rose era talmente eccitata che non riusciva a stare ferma sulla sedia.

- Allora oggi è il tuo gran giorno Rosie. – dissi portando le cibarie in tavola.

- Si mamma non vedo l’ora, mi sono già informata molto sul conto di Hogwarts. –

- Sei uguale a tua madre. – borbottò Ron sotto i baffi.

- Hai detto qualcosa? – chiesi accigliata.

- Chi io? NO, assolutamente. – e ritornò alla sua cara Gazzetta del Profeta.

- A proposito di questo, volevo appunto darti qualche libro che ci terrei che leggessi. – e dicendo questo, mi alzai e andai verso la libreria, stracolma di miei libri. Del resto Ron e la lettura erano nemici storici e Hugo aveva preso come bravo figli dal padre. Cercando però trovai lui. Non ricordavo neanche più di possederlo. Lisciai la copertina ruvida e chiudendo gli occhi, mi sembrava di ritornare indietro nel tempo. Cercai ulteriormente e trovai i libri che cercavo, però non posai il mio diario, bensì lo misi in borsa. Avevo una strana sensazione e sentivo che portarlo con me era la cosa giusta.

- Ecco qui. – dissi posando quei quattro libri che avevo preso. – e leggi soprattutto “Storia della magia” è un libro stupendo. –

- Tesoro non colmarla di compiti già prima di andare a scuola, già bastano i professori per questo. – replicò Ron.

- Ma papà, a me piace leggere, e grazie tante mamma, stai sicura che li leggerò tutti d’un fiato. – rispose Rose.

- Va bene, confermo quello che ho detto prima. – esclamò, sorridendo. Mi vestii di corsa e cercai in qualche modo di cercare di aggiustare quella folta capigliatura che mi ritrovavo. Inoltre dovevamo arrivare alla stazione con la macchina e qualche giorno fa Ron aveva preso la patente, ovviamente imbrogliando. Lui mi aveva confermato che non aveva usato la magia, ma non lo credevo affatto.

- Rosie, sei pronta?? – la chiamai dal bagno.

- Si mamma arrivo! – dopo qualche secondo si presentò davanti a me, chiedendomi di aggiustarle il mantello. Vedendola mi sembrava di vedere me stessa. Era ormai cosa scontata che diventasse Grifondoro, ma qualunque squadra le avesse assegnato il capello, per me andava bene. Una volta aggiustato il mantello per benino fece un giro su se stessa.

- Allora, come sto? – chiese ansiosa.

- Benissimo, tesoro. – le risposi solare.

Dopo una buona mezz’oretta eravamo tutti pronti e seduti in macchina, rotta, King Cross.

- Allora qual’era l’acceleratore? –

- Ron! – lo rimproverai.

- Scherzo, certo che lo so. – io lo sapevo, aveva usato la magia all’esame, e speravo con tutto il cuore che almeno un po’ la macchina la sapesse guidare.

Arrivati a Londra, ci mise un sacco di tempo per parcheggiare, impossibile trovare posto lì, e una volta trovato ci dirigemmo alla stazione. Però per la paura Rosie si bloccò davanti al passaggio tra il binario nove e dieci.

- Avanti Rose, è facile, non andrai a sbattere! – la incitò Ron, impaziente.

- Ron, aspetta ci penso io. – e mi abbassai alla sua altezza, in modo da poterla guardare dritto negli occhi.

- Mamma ho paura. – mi confidò, tremando.

- Anch’io ce ne avevo la prima volta, ma è facile, devi chiudere gli occhi e pensare a qualcosa di bello, con me ha sempre funzionato. – e convinta fece senno di sì con la testa. Il passaggio fu attraversato e proprio lì incontrammo Harry e Ginny, in quanto anche loro dovevano accompagnare i primi due figli.

- Ehi Harry. – lo chiamai.

- Herm, ciao, che ricordi a stare tutti insieme qui eh? –

- Ben detto cognato. –

Stemmo qualche minuto a parlare insieme, poi il treno fischiò, questo significava che era tempo per i ragazzi di partire.

- Mamma ho cambiato idea, torniamo a casa. – guardai giù e vidi Rose che mi tirava la gonna piangendo.

- Su Rosie, non c’è niente di pauroso a Hogwarts, vedrai imparerai un sacco di cose lì. –

- E se non ci riuscissi? –

- Certo che ce la farai, aspetta un secondo. – presi la mia borsa e da dentro sfilai il mio diario e glielo porsi.

- Ecco tieni, questo era il mio diario segreto quando ero una ragazzina. –

- e cosa dovrei farcene? –

- Scrivici sopra, io non l’ho mai terminato, ma questo compito spetterà a te. –

****

- Ok mamma lo farò. – e felice tornai a guardare il treno, che fischiò di nuovo.

- Avanti è tardi, sali ci vediamo a Natale, e scrivi tante lettere. – feci cenno di sì ed entrai nel treno.

- Rose, posso stare con te, James non lo sopporto più .- mi chiese Albus, sudato dallo spavento.

- Si certo, troviamo uno scompartimento prima però. – dopo un paio di ricerche fummo costretti ad entrare nello scompartimento con mio cugino James che non fece che impaurirci per tutto il tragitto, però stufa decisi di uscire a prendere un po’ d’aria e portai il diario di mamma con me. Uscendo mi scontrai con qualcosa, o meglio qualcuno.

- Ehi, vedi dove vai Weasley! – mi urlò contro.

- Scusami non volevo, come fai a sapere come mi chiamo? –

- Dai tuoi capelli no, pel di carota! – nonostante fosse molto maleducato era un bel ragazzino e anche lui doveva essere del primo anno, perché ancora non indossava i colori di nessuna squadra.

- Vieni dentro Rose e non pensare a quello, deve essere Malfoy, ero curioso di conoscerlo, tu non avvicinarlo più okay?-

- Va bene. – dissi rassegnata e ritornai a sedermi dove, appoggiata allo schienale, per la stanchezza mi addormentai.

****

Una luce ricoprì il diario e da lì ne uscì una fatina.

- Sono così felice, si ritorna in azione!-

- Perché vorresti dire, che quel ragazzino è il nostro obbiettivo? Ma è una bambina, è presto non credi?. –

- Si lo so, aspetteremo caro Diary, aspetteremo. – e convinta gli fece un occhiolino.

 

Questa fan fiction è dedicata a due persone.

A Chiara, ti voglio un mondo di bene, sei la mia migliore amica e credimi, gli anni non cambieranno le mie parole <3 .

A Marco, che mi ha aiutato molto per la stesura della storia e senza il quale non credo proprio che esisterebbe.

 

Spazio autrice: e sì, adesso è proprio finta, forse farò un seguito, ma non per adesso =). Spero che l’epilogo si stato di vostro gradimento e vorrei fare un paio di ringraziamenti

A chi l’ha messa tra le preferite:

1 - 9Anny7  
2 - AlbaGrint  
3 - BennyGrint
4 - gloria_bennet  
5 - ilarya  
6 - itsagoodbye_  
7 - MaCcO  
8 - mionetta95
9 - Queen Alexia

A coloro che l’hanno inserita tra le ricordate:

1 - Evetta96  
2 - Fra_Volturi
3 - Hermione Jean Granger
4 - ladylala  
5 - tanna

E a chi mi ha seguito:

1 - BenNayGrint97
2 - dafne891  
3 - Fra_Volturi
4 - kiky 92  
5 - LacrimaDegliDei  
6 - maggie_chan  
7 - MaKiCo
8 - mistake01  
9 - MooNRiSinG  
10 - neptunia  
11 - Queen Alexia  
12 - riogah
13 - robyprisk
14 - saruz1986

E grazie anche a coloro che hanno recensito e che non ho nominato, grazie a tutti =), alla prossima, un bacio :*

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