Hermione Granger's secret diary di Raffaley94 (/viewuser.php?uid=87919)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Penne e Calamai ***
Capitolo 2: *** Ritorno a scuola ***
Capitolo 3: *** Quidditch e ancora quidditch ***
Capitolo 4: *** Come un bicchiere in mille pezzi ***
Capitolo 5: *** Una pessima idea ***
Capitolo 6: *** Un angelo custode ***
Capitolo 7: *** Un guaio dopo un altro ***
Capitolo 8: *** Un'altra persona ***
Capitolo 9: *** Grazie di tutto ***
Capitolo 10: *** La ruota gira ***
Capitolo 1 *** Penne e Calamai ***
Io
e Ginny, camminavamo a braccetto per Diagon Halley.
Era il 31 Agosto e faceva molto, molto caldo, domani sarebbe cominciata
la
scuola. Qualcuno di voi avrà pensato sicuramente
“povera te!”, ma che ci
crediate o no, io ero contenta. Non vedevo l’ora di
oltrepassare il ritratto
della Signora Grassa e sedermi con un libro sulle gambe a leggere di
fronte al
cammino riparandomi dalle fredde serate. Non sopportavo il caldo,
l’aria era
afosa e a malapena riuscivo a respirare, specialmente in quel momento,
con
Ginny che mi stritolava il braccio.
-
Ginny potremo evitare di camminare a
braccetto, fa leggermente caldo. -
-
ma Herm è divertente. – rispose lei mettendo
il muso.
-
si, ma fa caldo. – ribadii io, lasciandole il
braccio.
Ci
fermammo alla gelateria Fortebraccio, per un
bel gelato rinfrescante, poi continuammo a camminare. Ogni tanto ci
fermavamo
davanti a favolose vetrine, ammirando cose che non potevamo permetterci
e con
aria scontenta proseguivamo per la solita strada.
-
Ginny fermiamoci al Ghirigoro, dovrei fare
una buona scorta di piume e calamai per la scuola, non vorrei rimanere
sprovvista quest’anno. –
-
come vuoi. –
Arrivate
alla libreria, mi fermai sulla porta e
respirai un po’ l’odore che c’era dentro,
l’odore dei libri, un odore stupendo.
Un non so che di pergamena e menta, per me i libri avevano questo
odore, dicono
che per ogni persona il loro profumo è diverso. Mi guardai
un po’ in giro e
notai che in fondo nella sezione Quidditch c’erano Harry e
Ron. Cosa ci facevano
al Ghirigoro? Ginny aveva detto che non sarebbero venuti a Diagon
Halley.
-
Ginny che ci fanno Harry e Ron qui? –
-
non saprei, andiamo a salutarli. –
Per
uno stupido motivo, impiantai i piedi a
terra rifiutandomi di camminare, non mi era mai successo prima,
così Ginny mi
tirò per la mano e persi l’equilibro, ma Ron
vedendomi corse verso di me e mi
prese al volo.
-
Tutto bene Hermione, sei inciampata? –
-
si, credo di avere i lacci sciolti. – lo
risposi imbarazzata e in fretta mi liberai dalla sua presa.
-
sicura di stare bene? Sei rossa. –
-
davvero? Sarà il caldo. – lo rassicurai,
mettendomi a ridere come un bambina, non mi era mai capitata una cosa
del
genere! Avevo una sensazione strana nello stomaco che non mi era molto
familiare.
-
Che fate voi qui? – chiese Ginny ad Harry per
rompere il ghiaccio.
-
cercavamo dei libri che sono usciti da poco
sul Quiddich, voi? –
-
ad Hermione servivano delle piume e dei
calamai, non è vero Herm? – annuii semplicemente,
in quanto ero abbastanza
sicura che se avessi provato a parlare mi sarebbe uscita una voce
strana.
-
Ah bene, noi andiamo, abbiamo trovato il
libro che ci serviva ed inoltre a Ron non piace stare così
tanto tempo vicino
ai libri.- disse Harry
-
si lo so, ci vediamo in sala comune, ciao
ragazzi. –
-
ciao! – recitarono in coro i due.
Mi
guardai un po’ in giro e andai dritta verso
le penne e i calmai, che erano quello che serviva.
-
Herm che ne dici di Harry? – mi chiese Ginny
per rompere il silenzio
- Harry?
Harry Potter? Quel
Harry? – chiesi
incredula.
-
No Harry Trouman, ovvio che sia Harry Potter,
ce l’hai presente, capelli scuri occhiali tondi. –
-
chi è Harry Trouman?. –
-
Hermione! –
-
si scusa ti ascolto. – la risposi, facendo
finta di prestare attenzione ai suoi discorsi annuendo con il capo. Non
capivo esattamente
di che cosa stesse parlando, ma ero quasi certa che stesse facendo un
confronto
tra Harry e Dean Thomas, mah certe volte Ginny era strana,
l’avessi avuti io
tutti i ragazzi che le ronzavano introno. Mentre guardavo tra gli
scaffali,
notai un agenda in particolare. Fui tentata di prenderla e notai che
era fatta
di un tessuto particolare, ruvido quasi fossero dei fili di paglia
intrecciati.
Sulla copertina era disegnata una rosa bianca, simbolo del silenzio,
posata su
di uno sfondo celeste e le pagine era ruvide e gialle che davano
all’agenda un
aspetto vecchio, ma molto bello. Avevo sempre desiderato avere un
diario tutto
mio, un diario dei segreti e quell’agenda mi sembrava
perfetta.
-…credo
che Dean sia più adatto a me, si certo
Harry è carino, ma non saprei è così,
tu che dici? – continuava Ginny.
-
Mmm? –
-
Hai capito che cosa ho detto? –
-
si è trovo che sia fantastico. –
-
cos’è fantastico? Non mi stavi ascoltando
vero? Vabbè ci rinuncio, perché continui a
fissare quell’agenda?.- mi chiese,
tentando di guardarmi in faccia
-
stavo pensando di farmi un diario e quest’agenda
la trovo perfetta. –
-
si, sarebbe un idea carina, anche se sai che
tu puoi dirmi tutti i tuoi segreti.-
-
si certo, lo so.- beh a dire la verità, Ginny
era un’amica fantastica ma in quanto ai segreti non era molto
capace a tenere
la bocca chiusa, alcune volte.
Mi
feci una bella scorta di penne e calamai e
portai tutto alla cassa. La commessa fece il conto poi prese in mano
l’agenda e
mi guardò.
-
sai ragazzina, questa è un’agenda particolare,
ti consiglierei di tenerne molta cura, sei molto fortunata ad averla.
–
-
dice davvero?- le chiesi.
-
oh si, non tutti sono capaci di notarla,
molti la trovano una semplice agenda per scriverci gli appunti, ma
questa è
molto più che una agendina, è speciale. Ho
vietato a molti di comprarla, ma tu
sei la persona giusta. –
Giusta?
Io? E perché mai. Avevo intuito che
fosse particolare, ma non pensavo fosse una specie di agenda magica.
Più la
tenevo in mano e più avevo voglia di non lasciarla, era come
un portafortuna.
Uscimmo
dalla libreria e continuammo a fare un
paio di spese, finite tutte le commissioni ci dirigemmo al paiolo
magico per
passarci la notte prima di ritornare ad Hogwarts .
-
sai Herm, quella commessa aveva un’aria
strana.-
-
dici? Io l’ho trovata…magica. –
-
Magica? Mah a me è sembrata più che altro
svitata.-
Arrivate
al paiolo magico, prendemmo le nostre
valige che si trovavano già lì ( sicuramente un
favore della signora Weasley) e
ci dirigemmo nelle nostre camere.
-
Certo che una pulitina a queste stanze
potrebbero farla! – esclamò Ginny entrando nella
camera, beh aveva ragione. Su ogni
mobile più o meno dovevano esserci due dita di polvere, per
fortuna avremmo
dovuto sopportare questa sporcizia solo per poco.
Dopo
aver sistemato la roba scendemmo giù a
cenare. Cenammo tutti insieme (tutti s’intende la famiglia
Weasley + Harry). Durante
il pasto non facevo che fissare Ron. Nonostante mangiasse come una
animale,
aveva un non so che di carino. Oddio mi stavo innamorando di Ron!
Scossi la
testa velocemente come per scacciare via quei stani pensieri.
-
Herm ti vedo strana, sicura di stare bene? Anche
stamattina era strana. – mi chiese Ron con la bocca piena.
-
si stò bene grazie. – risposi sorridendo.
-
Ronnino caro! Non si parla con la bocca
piena! – lo richiamò la madre.
-
scusa mamma. – disse Ron ingoiando il
boccone.
-
Si Ronnino non parlare con la bocca piena, è
pericoloso! – esclmarono in coro i gemelli. Ron divenne
più rosso di quanto
naturalmente lo fosse e incominciò ad inseguire i fratelli
per le scale. Durante
queste vacanze mi erano mancate le scenette della famiglia Weasley e mi
scappò
un sorrisetto.
Finita
la cena ognuno rientrò nelle proprie
stanze e io e Ginny nella nostra. Ci mettemmo nei nostri letti, ma
nonostante
fossi molto stanca non avevo voglia di dormire, così accesi
la luce del comodino
e presi il Diario, incominciai a scrivere.
“Caro
diario
Oggi
è stata una giornata molto
particolare…….”
Spazio
autrice:
ciao a tutti, questo è il primo capitolo
della mia nuova fan e spero vi sia piaciuto. L’idea mi
è venuta quando
spolverano la mia stanza ho trovato il mio vecchio diario
così ho deciso di
scriverla. Ricordate che il diario sarà molto importante
nella storia e non
dimenticatelo mai u.u. Mi raccomando commentate e fatemi sapere cose ne
pensate, un bacione :*, al prossimo capitolo! ;)
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Capitolo 2 *** Ritorno a scuola ***
La
mattina ci alzammo presto e subito facemmo
colazione, dopo aver preparato i bagagli partimmo per King Cross.
Quella
stazione aveva qualcosa di particolare, era fantastica e molto
caratteristica.
C’erano treni che passavano ogni dieci minuti e babbani da
tutte le parti che
sfrecciavano tra le carreggiate per paura di perderli, era
così emozionante la
vita londinese. Passati il solito muro che si trovava tra il binario
nove e
dieci ci trovammo di fronte il grande treno nove e tre quarti, di un
colore nero
e rosso fiammeggiante. All’improvviso il treno
fischiò, segnale che ci
mancavano pochi minuti perché partisse.
-
mi raccomando fai il bravo quest’anno e non
ti mettere nei guai, torna sano e salvo a casa. – continuava
a ripetere la
signora Weasley a Ron, singhiozzando per il pianto.
-
mamma ti prego, ci sono i miei amici qui. –
Rispondeva lui, arrossendo a partire dalle orecchie.
Dopo
un po’ il treno fischiò nuovamente,
dovevamo muoverci o sarebbe partito senza di noi. Caricammo sopra i
bagagli e
il treno incominciò a partire, mentre i signori Weasley
salutavano con la mano
i figli e la madre di Ron che continuava a singhiozzare.
-
uffa, ormai ho sedici anni, potrebbe
smetterla di trattarmi come un bambino di tre. –
borbottò Ron, mentre cercavamo
di trovare qualche scompartimento libero.
-
dai Ron non dire così, ti vuole bene e lo
sai. – rispose con gentilezza Harry.
-
vabbè tu non ce l’hai i genitori non puoi
capirmi. – a questa affermazione Harry si fermò di
botto, quando voleva Ron
poteva essere molto crudele, sapeva qual’era il tasto giusto
da premere.
-
non te la prendere, sai com’è fatto, gli
passerà. – lo rassicurai, mentre Harry si
limitò ad annuire e sorridere. Alcune
volte Ron non si rendeva conto di quanto fosse fortunato ad avere una
famiglia
come la sua.
Girammo
tutto il treno per trovare uno
scompartimento libero e non avendone trovato nessuno ci fermammo in
quello dove
c’erano Ginny e Luna, che giocavano con la Puffola Pigmea
della prima,
acquistata nel negozio dei gemelli Weasley. Durante almeno
metà del viaggio
nessuno aprì bocca, poi all’improvviso Harry si
alzò e uscì dallo
scompartimento, probabilmente per la tensione che si era creata
nell’aria.
-
Potresti essere più gentile con Harry. –
rimproverai Ron, appena il nostro amico fu lontano.
-
Perché cos’ho detto? –
-
certe volte sei così ottuso. – odiavo quando
faceva così, sembrava che non capisse. Era uno stupido e non
ragionava, ma
certe volte era davvero gentile e carino…no un momento,
Hermione che vai a
pensare!
Tremendamente
stufata dal suo comportamento
tornai a scrivere sul mio Diario. Chissà dove era andato
Harry, ultimamente era
diventato fin troppo misterioso.
Passai
il restante del tempo sul treno a
scrivere. Era diventata una passione e mi era impossibile separarmi da
quell’agendina. Era il mio diario segreto, il mio
portafortuna. Mentre scrivevo
Ron mi guardò con aria interrogativa.
-
Che cosa stai scrivendo? – mi chiese curioso
-
niente, cose personali. – risposi fredda
-
posso leggere? – disse, tentando di prendere
il diario
-
ti ho detto di no. – risposi acida,
colpendolo con uno schiaffo sulla mano.
-
ok, non ti scaldare però. – affermò con
aria
offesa. Non mi andava di farglielo leggere, erano cose che nessuno
sapeva, cose
che sapevano solo io e il mio diario, e poi sul quel diario parlavo
anche della
mia probabile cotta per lui e la cosa era imbarazzante. Ma come faceva
a
piacermi? Bah, magari mi sbagliavo.
Guardai
fuori dal finestrino, era una specie di
vizio che avevo, sia quando stavo nei treni che quando viaggiavo in
macchina.
Adoravo guardare i paesaggi che sfrecciavano veloci davanti a i miei
occhi, e
poi i paesaggi che si potevano osservare dal finestrino del nove e tre
quarti
erano a dir poco stupendi. Prati immensi, ricoperti di fiori e il lago
nero che
stava ad indicare la vicinanza con Hogwarts.
-
andiamo Ron ci conviene prepararci tra pochi
minuti siamo arrivati. – lo avvertii, alzandomi e andando a
prendere il mio
bagaglio. L’unico
problema era che di
Harry non ce n’era neanche l’ombra. Sicuramente si
era cacciato in qualche
guaio, queste cose succedevano più spesso negli ultimi
tempi, chissà se tramava
qualcosa. Il treno fischiò, segno che dovevamo scendere. Una
volta a terra mi
guardai intorno, ma non c’era, e neanche Malfoy era presente,
chissà se
c’entrava qualcosa in questa storia.
-
Herm sai dov’è
Harry? –
-
No Ron, me lo stavo chiedendo anch’io,
andiamo, sono sicura che ci raggiungerà prima che inizi il
banchetto. – risposi
dirigendomi verso la sala Grande.
Entrai
in quella sala immensa. Il soffitto come
sempre era incantato e questa volta ritraeva un cielo limpido e
stellato. Ci
dirigemmo verso il nostro solito tavolo, quello dei Grifondoro. Al
tavolo
c’erano tutte facce conosciute, era tanto tempo che li
vedevo, e mi mancavano
parecchio. Dopo un paio di saluti sentimmo la porta della sala aprirsi
di nuovo
e da lì entrò la professoressa McGranitt con al
seguito un gruppo di ragazzi
(probabilmente ragazzi che dovevano essere smistati) molto, molto
spaesati che
guardavano incantati il soffitto. La McGranitt arrivò in
fondo e posizionò lo
sgabello col capello parlante davanti ai ragazzi.
-
Ognuno di voi sarà smistato in una casa, le
quali sono: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. Rimarrete
fedeli
per sempre alle vostre case, alle case in cui sarete smistati. Vi
chiamerò uno
alla volta e voi verrete qui, vi siederete e poi sarete collocati nelle
determinate case. – esclamò la professoressa,
prendendo una specie di
cartellina e chiamando il primo ragazzino.
-
ALISTER CRANE. – un biondino si fece spazio tra
la folla e molto sicuro di sé si sedette sullo sgabello, si
poteva facilmente
capire in quale casa sarebbe stato smistato.
-
SERPEVERDE.- urlò il cappello, come volevasi
dimostrare.
-
ASHLEY EVANS.- questa volta fu il turno di
una ragazzina molto timida, con i capelli color nocciola. Con lei il
cappello
ci mise un po’ di più, ma alla fine
optò per la casa dei tassi.
-
MARK GRAY.- un ragazzino dai capelli corvini
si guardava intorno, sperando di incontrare qualcun’altro che
si chiamasse come
lui, ma non trovò nessuno. Con gli occhiali sulla punta del
naso mi ricordava
molto Harry, era molto impaurito e tremava dalla testa ai piedi.
-
CORVONERO. – e dal tavolo dei corvi si
sentirono vari urli di acclamazione che accoglievano il nuovo arrivato.
Quel
ragazzino anche se molto timido, sarebbe diventato un campione, era
solo un presentimento.
Dopo
un breve discorso da parte del preside le
tavole furono imbandite di tutte le cibarie possibile, ma Harry ancora
non
veniva. Ron si buttò sul cibo come un animale, cosa
piuttosto normale. Dopo
qualche minuto arrivò, con il naso che sanguinava.
-
Harry, maledizione dove sei stato ti sei
perso lo smistamento!. – lo rimproverai.
-
Faccende. –
-
faccende, così pericolose da farti uscire un
sacco di sangue dal naso? – gli chiesi indicandogli il sangue
che scendeva a
fiocchi. Continuammo a mangiare e mentre Ginny parlava con Lavanda e
Calì, io
mi ero bloccata a fissare Ron, mi ero come incantata. Era
così carino con quei
capelli rossicci e tutte quelle lentiggini che gli coprivano il viso.
Era perfetto.
-
Herm cos’hai da guardare? – chiese lui,
notando che lo fissavo
-
Io guardare, no ma che dici, non ti stavo
mica guardando, cioè non lo stavo facendo, io stavo
cioè osservando, cioè
pensavo. – farfugliai.
-
Oooookay. – rispose lui, continuando a
parlare con Harry. Certe volte il fatto che non si accorgesse delle
cose al
volo era utile. Almeno non si era accorto di come lo guardavo, almeno
non lui,
perché Harry continuava a osservarmi, così sviai
lo sguardo e finsi di leggere
il libro di Trasfigurazione. Durante tutta la cena parlammo del tempo
che
avevamo trascorso lontani da Hogwarts. Calì era stata in
Irlanda e aveva
passato un brutto mese in una casa infestata dagli gnomi, Lavanda in
Francia,
dove aveva visitato la scuola di Beauxbatons. Aveva preso in
considerazione
l’idea di trasferirsi, ma poi l’aveva accantonata,
se avesse cambiato scuola
sarebbe stato meglio per tutti, non mi era molto simpatica. Dopo aver
cenato ci
dirigemmo verso i dormitori. Eh sì, questa scuola mi era
mancata molto, la sala
Grande, le scale che cambiavano posizione e il ritratto della signora
Grassa.
Non mi piaceva stare lontano da Hogwarts. Quando entrammo nella sala
comune
c’era già il camino acceso e l’atmosfera
era talmente tranquilla che mi era
venuta la voglia di sedermi e mettermi a scrivere il diario. Salii su
in camera
e Ginny mi seguì. Eravamo compagne di stanza come sempre.
-
Ciao stanzetta ti sono mancata?. – esclamai
entrando
-
Si mi sei mancata. – disse Ginny, imitando la
possibile voce della stanza.
-
Piantala. – la risposi scherzosamente. Dopo
aver salutato tutti i mobili, lampada compresa, incominciai a
posizionare i
libri nella libreria. Quando arrivai al diario, accarezzai la copertina
e mi
girai verso Ginny che stava sistemando i vestiti nell’armadio.
-
che c’è? .- mi chiese, notando che la
osservavo.
-
Ginny, mi stavo chiedendo, che ne pensi di me
e Ron, insieme, come coppia intendo. –
-
Tu e Ron, mmm…ahahahahahahahah, tu mi fai
morire, tu e mio fratello, ahahahahah, certo come no. –
esclamò ridendo.
-
ehy non c’è bisogno di ridere a crepapelle.
–
risposi offesa.
Una volta finito di sistemare, andai subito a mettermi sotto
alle coperte, non avevo voglia di parlare con lei. Cosa c’era
di così
divertente? Non mi prendeva mai sul serio.
-
Herm, scusami io non volevo, ma ti piace
veramente?. – mi chiese Ginny, rompendo il gelo che si era
creato.
-
credo di si. –
-
sai, sarei felice di avere una cognata come
te. –
-
grazie, anch’io. – la risposi sorridendo.
Dopo un paio di minuti chiusi la luce e mi addormentai abbracciata al
mio
diario.
Spazio
autrice:
salve a tutti, ecco finalmente il secondo capitolo
u.u. qui Herm ritorna a Hogwarts e capisce sempre di più di
essersi innamorata
di Ron e capiamo un po’ anche la sua
“simpatia” verso Lavanda hihi. Spero che
vi sia piaciuto il capitolo, cercherò di pubblicare
puntualmente ogni sabato,
anche se tra un po’ incomincia il tram tram della scuola =.=,
uff che noia xD.
Mi raccomando commentate, ho bisogno di essere spronata =), al prossimo xD
Queen
Alexia:
grazie per la recensione e grazie per aver
aggiunto la mi fan tra le preferite, spero che questo capitolo ti sia
piaciuto
e non ti preoccupare per Ginny, cambierà opinione riguardo a
Harry u.u, mi
raccomando commenta =)
Ps:
nel capitolo c’è un
riferimento ad una persona che mi ha aiutato molto con questa fan ( e
non solo), la quale credo abbia capito dove ;)
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Capitolo 3 *** Quidditch e ancora quidditch ***
Aprii
gli occhi lentamente e fissai per qualche
minuto il baldacchino del mio letto, dei soliti colori oro e rosso.
Spostai lo
sguardo verso il comodino dove si trovava il mio Diario. Mi misi seduta
e lo
presi in mano, incominciando a sfogliarlo. Questo diario stava sempre
sotto
occhi indiscreti, non volevo che le persone lo leggessero, ma
soprattutto non
volevo che Ron ci provasse di nuovo a leggerlo, mi serviva un
incantesimo, ma
quale?...Ah trovato! L’incantesimo Celas sarebbe stato
perfetto, chiunque
avrebbe aperto il diario avrebbe trovato le pagine bianche, a meno che
non si
pronunciava il contro incantesimo, ma nessuno avrebbe mai sospettato
niente.
Così presi la bacchetta, anch’essa sul comodino, e
pronunciai la formula.
-
CELAS!- il diario fu ricoperto per qualche
secondo da una luce blu, poi lo aprii e non c’era scritto
niente, appariva come
una semplice agenda. Soddisfatta di me stessa mi alzai e andai a
vestirmi. Una
volta pronta per la lezione e svegliata Ginny, andai verso la prima
aula, ma a
metà strada mi ricordai di aver perso il programma di
quest’anno (cosa non da
me), così andai verso la bacheca dove c’erano le
lezioni e le iscrizioni che si
sarebbero fatte in giornata. Cercando sulla bacheca il mio nome ad un
certo
punto venni spinta via da qualcuno, che poi mi accorsi essere Cormac
McLaggen .
-
Hey potresti stare un po’ attento! – lo rimproverai
alzandomi da terra.
-
scusa non ti avevo vista, tu devi essere
Granger? – chiese lui porgendomi la mano.
-
si e grazie ce la faccio da sola a rialzarmi.
– risposi brusca. Non avrei mai accettato la sua mano, era
così stupido non
l’avevo mai sopportato, sempre fissato con il quidditch,
certo anche Harry e
Ron lo erano, ma non fino a questo punto. Io odiavo il quidditch, anzi
l’idea
di salire su un scopa mi terrorizzava, meglio avere i piedi sicuri in
terra.
-
Ciao Herm, che ci fai tu qui McLaggen? .-
chiese una voce alle mie spalle, che scoprii essere Ron.
-
Ciao Ron. – risposi cordiale.
-
Salve Weasley, ero venuto ad iscrivermi per
il ruolo di portiere, e scommetto che anche tu hai pensato la stessa
cosa. –
Ron deglutì lentamente, in quanto l’idea di
scontrasi contro Cormac gli metteva
sempre ansia.
-
si es-ssa-ttto. – balbettò
-
ok, allora a dopo!.- salutò McLaggen,
andandosene verso l’aula di trasfigurazione.
-
non ti preoccupare Ron andrà bene. – lo
rassicurai
-
lo spero. – disse lui, diventando di uno
strano colore bluastro. Insieme ci incamminammo verso i sottorenai dove
si
teneva la lezione di difesa contro le arti oscure, in quanto
quest’anno Piton
era finalmente riuscito a prendersi la cattedra.
-
Herm, che ci facevi con McLaggen? – mi chiese
Ron, mentre camminavamo.
-
Niente, è lui quello che mi ha dato a
parlare, perché?. –
-
No niente era per dire. – rispose lui,
chiudendo il discorso.
La
prima lezione non fu facile, Piton pretendeva
molto da noi studenti, io non avevo trovato molta difficoltà
ma visto che mi
aveva messo in coppia per il combattimento con Neville, ero sempre io
quella
che lo batteva e Piton continuava ad insinuare che imbrogliassi, in che
modo
poi? Bah. La seconda lezione era pozioni e non vedevo l’ora
di giudicare
l’insegnamento di Lumacorno. Dalla faccia doveva essere
simpatico. Per vedere
le nostre capacità ci fece osservare alcune pozioni e
naturalmente io le
riconobbi subito tutte, l’unico problema fu che ci chiese di
preparare un
distillato della morte vivente. Era una delle pozioni più
complicate al mondo,
e mi sorprendeva il fatto che ce l’avesse chiesto. Nessuno
della classe ci
riuscì, tranne Harry che vinse una fiala di Felix Felcis,
qui qualcosa non
quadrava, lui non era mai stato bravo in pozioni. C’era puzza
di bruciato in
giro, così incuriosita lo seguii dopo la lezione.
-
Come hai fatto? – gli chiesi, andando subito
al punto.
-
a fare cosa?-
-
Il distillato. –
-
Beh non potresti pensare che mi sono messo a
studiare e sono riuscito a fare una pozione? – mi chiese e io
lo guardai con
aria interrogativa, come per dire “non ti conosco da due
giorni e so benissimo
che sei una frana in pozioni”.
-
Harry, il distillato della morte vivente è
una delle pozioni più complicate che anche uno dei maghi
più bravi non
riuscirebbe a sbagliare, avanti dimmi come hai fatto. –
-
no, fatti miei. – rispose bruscamente, andandosene.
Nascondeva qualcosa e io dovevo scoprire cosa, così lo
inseguii nella sala
comune. Oltrepassò il ritratto della signora grassa e si
fiondò subito verso i
dormitori, quando riuscii per un pelo a prendergli il libro di pozioni
dalle
mani. Era un libro usato e pieno di scarabocchi, e sulla copertina
c’era
scritto “proprietà del principe
mezzosangue”.
-
Harry tu hai imbrogliato e poi chi sarebbe
questo principe mezzosangue?- gli chiesi con aria autoritaria.
-
non ne ho idea, e poi non sono affari tuoi se
imbroglio. –
-
devi subito riconsegnare il libro. –
-
non ci penso proprio. – concluse, sfilandomi
il libro dalle mani.
-
piuttosto parliamo di te, ti piace Ron vero?
.- come faceva a saperlo? Come aveva fatto a scoprirlo, come?
Improvvisamente
avvampai e diventai di un colore rosso acceso sulle guance.
-
cosa? No e poi non sono affari che ti
riguardano. – mentii
-
dai Herm io l’ho capito, si vede da come lo
guardi, da come lo osservi, hai gli occhi che ti brillano. –
disse posandomi la
mano sulla spalla.
-
davvero? Spero che questa cosa mi passi
presto. – risposi sospirando.
-
è perché di dovrebbe passare, scommetto che
anche a lui tu piaci molto, sai com’è fatto Ron ha
bisogno di tempo, vedrai che
capirà. – mi rassicurò sorridendo.
Improvvisamente il quadro della Signora
Grassa si aprì e da lì uscì Neville
molto affannato.
-
Harry c’è bisogno del tuo aiuto in sala
grande, riguarda Ron.- subito corremmo ai piani inferiori. Arrivati
nella sala,
aprimmo la grande porta e lì c’era Ron con un viso
molto pallido, diventava fin
troppo ansioso per alcune cose. Harry lo calmò, ma ci
vollero più di venti
minuti e finalmente si convinse ad andare a fare i provini per il ruolo
di
portiere. Io da brava spettatrice, stavo sugli spalti e tifavo
silenziosamente
per lui. Dopo qualche minuto arrivò Lavanda accompagnata da
Calì.
-
In bocca al lupo! – gridò appena
incominciarono i provini.
-
non c’è bisogno di urlare così forte.
– le
dissi con aria di sfida.
-
sta zitta tu, sei solo gelosa, io e Ronnino
ci metteremo insieme molto, molto presto. –
affermò lei.
-
certo come no. – borbottai.
-
che cosa hai detto?. –
-
no niente. – odiavo Lavanda Brown, sin dal
primo anno, non potevo sopportarla e non solo per il fatto che le
piaceva Ron
da un epoca, ma soprattutto per questione di pelle.
Ron
fu molto bravo durante il provino
nonostante fosse sottopressione. Dopo di lui fu il turno di McLaggen.
Molto
fiero camminò per il campo e rivolse lo sguardo verso gli
spalti, o meglio verso
di me e mi mandò un bacio…disgustoso!
Riuscì a parare i primi quattro tiri, ed
ero molto preoccupata per Ron, non volevo che diventasse Cormac il
portiere del
Grifondoro, o durante le partite sarei stata costretta a tifare per il
Serpeverde. Avevo bisogno di un incantesimo, qualcosa che gli facesse
mancare
il tiro, qualcosa che lo facesse confondere…si! Avevo
l’incantesimo giusto, così
a voce bassa incominciai a pronunciarlo.
-
confundus! Confundus! – pian piano
l’incantesimo riuscì a fare effetto, Cormac aveva
l’aria confusa come se non
sapesse dove si trovasse e fortunatamente mancò
l’ultimo tiro. McLaggen
protestò per un po’ contro Harry, poi stufo si
allontanò dal campo. Ron esultò
subito e incominciò a roteare con la scopa da tutte le parti
e si fermò sugli
spalti davanti a me.
-
Come sono andato Herm? – mi chiese trionfante
-
sei stato bravissimo! – gli dissi e gli
buttai subito le braccia al collo, poi imbarazzata dalla cosa, lo
lasciai.
Lavanda mi guardò con aria minacciosa, come per dire
“come ti permetti di fare
una cosa del genere”.
-
Che c’è? Siamo amici io e lui. – risposi
andandomene dritta verso la sala comune.
Sicuramente
la serata l’avrebbero passata a festeggiare, io non amavo i
festeggiamenti.
Così appena sentii dei rumori provenienti da fuori della
sala me ne andai
dritta in camera, a scrivere sul mio diario, di questa buffa giornata.
Spazio
autrice:
benissimo ecco il terzo capitolo, capitolo
molto sofferto xD. Sono stata molto indecisa sul pubblicarlo
perché non mi
piaceva affatto, ma alla fine mi sono convinta xD. Come vedete ormai
Hermione
ha capito di provare qualcosa per Ron che non sia soltanto amicizia e
intanto
entrano in gioco Lavanda e McLaggen (come li odio xD) che rovinano la
situazione.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, fatemelo sapere in un
commentuccio ;), al prossimo un bacio :*
gloria_bennet
: grazie
tante per i tuoi
commenti mi fa molto piacere che la fan ti piaccia e spero che ti
piaccia anche
questo capitolo, fammi sapere mi raccomando, e cercherò di
pubblicare seguendo
i miei soliti standard =)
Queen
Alexia
: siamo
d’accordo sul
fatto che Lavanda sia antipatica e spero che la pensi allo stesso modo
per
Cormac xD. La guardata è stata eccezionale, sai queste idee
mi vengono così xD
(ke modesta che sono xD) spero che questo capitolo sia di tuo
gradimento, e
fammi sapere =)
Ps:
io comincio la scuola
mercoledì =’( e per chi come me la deve ancora
cominciare in bocca al lupo per
il nuovo anno e per chi l’ha già cominciata, spero
che sia iniziata bene =)
|
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Capitolo 4 *** Come un bicchiere in mille pezzi ***
Presi
il volantino che qualcuno aveva fatto
cadere a terra. “Partita Quidditch Grifondoro contro
Serpeverde, NON MANCATE!
“. Prima partita dell’anno, fantastico, sicuramente
sarei andata a vederla,
soprattutto perché la mia migliore amica Ginny giocava e
inoltre dovevo tifare
anche per Harry e Ron, il quale aveva bisogno di molto incoraggiamento.
Erano
più o meno tre giorni che non faceva altro che allenarsi,
voleva dare il
meglio di se, così anche quella sera stavo andando a vedere i suoi allenamenti,
adoravo vederlo
giocare e impegnarsi, non l’avevo mai visto così
concentrato. Ogni volta che
sbagliava ringhiava come il matto, era così
affasciante…fortunatamente non si
era accorto che ero presente agli allenamenti, non volevo che pensasse
qualcosa
di strano, che poi era la pura verità. Quella sera
però non ero da sola, c’era
Lavanda. Quella ragazza era diventata una presenza assidua e la cosa
non mi
piaceva, non era il tipo per lui, non che io fossi la ragazza ideale
per Ron,
ma mi piaceva pensare che un giorno si sarebbe accorto di me, ma la
presenza
della “ragazzina” complicava le cose.
-
Che ci fai qui, oddio, ma stai sempre in
mezzo, eh Granger? – mi disse quando vide che
anch’io ero presente
all’allenamento.
-
Senti Lavanda, io faccio quello che voglio,
Ron è mio amico e se voglio vedere i suoi allenamenti non
sono affari che ti
riguardano. – le urlai contro. Ci guardavamo negli occhi,
dritto nelle pupille.
Di lì a poco sarebbe iniziato un duello magico se
l’arrivo di Ginny non avesse
calmato le acque.
-
Avanti ragazze smettetela.- disse dividendoci
– andiamo Herm, non ti fa bene stare qui.- Ginny mi
allontanò dagli spalti e ci
andammo a sedere su delle panchine davanti agli spogliatoi.
-
Herm tu devi dirglielo, non puoi continuare
ad andare avanti così! – disse Ginny appena fummo
sole.
-
e mi dici come faccio? Non ci riesco, non
riesco a parlare di cose del genere con lui, anzi per dir la
verità io con lui
non riesco proprio a parlare, se non litigare. – le confessai.
-
si lo so, ma sai benissimo che quella stupida
di Lavanda non smetterà fin quando Ron non la
noterà e beh non è difficile
notarla, perfino da uno come Ron, che non si accorge mai di niente.
–
-
lo so.- risposi sospirando, non c’era bisogno
che me lo dicesse lei, sapevo benissimo che di questo passo non avevo
nessuna
speranza, ma cosa potevo farci se ero timida.
Proprio
in quell’istante uscì Ron dallo
spogliatoi. Aveva un jeans, ma senza maglia…ero andata in
iperventilazione!
-
Ciao Herm, Ginny, che ci fate qui? – chiese
lui, senza far caso al fatto che stesse diciamo senza un indumento
preciso.
-
Eravamo di passaggio. – disse Ginny, ma io
non pronunciai la minima parola. Mi ero immobilizzata come la scorsa
volta al
Ghirigoro, e molto probabilmente ero diventata di un colore molto
tendente al
rosso pomodoro. Non potevo stare così, lui continuava a
fissarmi e di
conseguenza non riuscivo a muovermi. Ginny mi prese il braccio, ma io
la
strattonai e scappai via, diretta verso qualunque posto che non fosse
quello.
Correvo,
correvo, non sapevo dove stavo
andando, ma non riuscivo a fermarvi, volevo andare in un posto dove
nessuno mi
avrebbe seguita o trovata. Passai davanti al bagno delle ragazze e mi
infilai
dentro, lì nessuno sarebbe entrato, la presenza di Mirtilla
Malcontenta alcune
volte era utile.
-
Ehi Granger che ci fai qui? No hai paura di
me, eh? – disse lei notando la mia presenza.
-
No Mirtilla, ma per piacere mi potresti
lasciare un po’ da sola? – le chiesi gentilmente.
-
Ok. – rispose lei, emettendo un lamento e
infilandosi in uno dei vari water. Mi chiusi in uno dei bagni e
scivolai con la
schiena sulla porta fino a sedermi sul pavimento del bagno. Avevo
bisogno di
sfogarmi e chi non meglio del mio Diario come bravo ascoltatore. Aprii
la borsa
e da lì presi il diario con il calamaio e la piuma e
incominciai a scrivere.
Dopo
circa mezz’ora sentii bussare alla porta
del bagno.
-
Herm sono Ginny, dai apri.- era pur sempre la
mia amica e adesso avevo bisogno proprio di una spalla su cui piangere.
Ginny
aprì la porta e io scoppiai subito in lacrime.
-
Herm, non mi piace che tu ti metta a
piangere, non voglio vederti così, non ti ho mai vista
soffrire in questa
maniera. – non sapevo neanche il perché delle mie
lacrime, dovevo sfogarmi e in
quel momento non avevo voglia di parlare, volevo solo piangere.
Dopo
un po’ smisi di piangere e tornai in sala
comune, però senza la compagnia di Ginny, lei aveva tante
cose di cui occuparsi,
allenamenti, scuola, non volevo che mancasse a tutte queste cose per
colpa mia.
Non sarei mai riuscita a dichiarami, sia per la timidezza, ma anche per
altro
motivo. Prima che venissi ad Hogwarts frequentavo a Londra le scuole
elementari
per i bambini. Ero stata sempre giudicata una delle più
bruttine, con i capelli
arruffati e l’apparecchio ai denti, ma a me piaceva uno dei
bambini della mia classe,
ricordavo ancora il suo nome, si chiamava Robert. La mia migliore amica
Lily mi
consigliò di dichiararmi anche perché lui era
l’unico amico che avevo oltre a
lei e nel caso non gli piacevo non di certo mi avrebbe risposto male,
ma non fu
così. Dal giorno che glielo dissi finì la nostra
amicizia, ed era per questo
che avevo paura, non volevo che Ron si allontanasse. Arrivata nella
sala
comune, notai che era troppo affollata, così decisi di
andare direttamente a
letto.
Il
giorno dopo la tensione era nell’aria, nel
pomeriggio si sarebbe disputata la partita e tutti erano un
po’ nervosi, ma
soprattutto Ron, il quale si rifiutava di mangiare e parlare, cosa non
da lui,
in quanto ingurgitava sempre tutto come un maiale. Durante le lezioni
era
abbastanza assente con la mente e fece scoppiare un paio di volte la
sua
pozione nel calderone, non che di solito non lo facesse, ma di certo
non così
spesso. Harry e Ginny temevano che non ce l’avesse fatta a
reggere, che sarebbe
scoppiato, ma la situazione continuava a peggiorare.
A
pranzo mancavano pochissime ore alla partita
e Ron era diventato una specie di strofinaccio, così Harry
ebbe un’idea, idea
che sinceramente non condividevo.
-
Che ne dite di un po’ di Felix? –
-
Harry non ci pensare nemmeno lo sai che è
contro legge. – lo rimproverai.
-
Avanti Herm non dire così, chi vuoi che lo
scopra, a meno che qualcuno non faccia la spia. – disse
guardandomi da sopra agli
occhiali. Io odiavo non rispettare le regole, infrangerle, il che era
un po’
strano visto che ero una Grifondoro, ma di certo non ero una spia,
così mi feci
cadere sulla schienale della sedia sospirando. Harry si
guardò intorno e prese
la bottiglietta della pozione dalla tasca interna delle toga e
mischiò qualche
goccia con il succo di zucca di Ron, quando lo bevve divenne un leone,
sicuro
di sé, la situazione non mi piaceva affatto. Presi la mia
borsa e mi diressi
verso il campo di Quidditch. Io non capivo molto come funzionava il
gioco ma
per spirito di casa non mi perdevo una partita. Fu una grande partita e
ovviamente
Ron parò tutte le pluffe, molto probabilmente a causa della
Felix e il
Grifondoro vinse schiacciando letteralmente la squadra avversaria, la
cosa però
non era leale, sarebbe stato come se nel mondo babbano un giocatore si
fosse
dopato, odiavo sapere le cose e non poterle dire. Quando entrai nella
sala
comune tutti festeggiavano con burrobirre e whisky incendiario
(chissà dove
l’avevano preso). Tra la folla notai Harry e andai verso di
lui.
-
Allora sei contento? Avete vinto. – dissi
-
dai Herm non dire così, io non gli ho dato la
Felix, glielo fatto solo credere, la pozione è al sicuro
nella mia stanza. –
-
beh comunque non dovevi farlo sei stato
sleale. – dissi arrabiata.
-
io? E tu con l’incantesimo Confundus. – a
questa affermazione, non aprii bocca, beh aveva pur sempre ragione.-
dai non
stare giù festeggia insieme a noi! – disse Harry
sorridendomi e porgendomi un
bicchiere di burrobirra. In quello stesso istante entrò
saltellando, dal buco
della signora Grassa, Lavanda,. Si diresse subito verso Ron e lo
baciò sulle
labbra. Ron rimase un po’ sorpreso poi rispose al bacio, ero
sconvolta. Mi
cadde il bicchiere da mano che andò in terra, in mille mezzi
come il mio cuore.
Rimasi immobile, Harry mi guardava preoccupato, ma io non volevo dare
spiegazioni a nessuno, volevo andarmene, così scappai e
andai verso la torre di
astronomia a piangere, come ormai ultimamente facevo spesso.
Arrivata
mi letteralmente buttai sul pavimento,
ero a pezzi e ogni tanto mi mancava l’aria dalle numerose
lacrime, come aveva
potuto fare questo! Sentii dei passi in lontananza, così mi
girai e vidi Harry.
-
Herm alzati da terra, dai non piangere. – mi
disse prendendomi il braccio e aiutandomi ad andare a sedere.
-
Non ce la faccio, è più forte di me, come ha
potuto farlo! L’aveva capito che non mi era indifferente!
– dissi,
singhiozzando. Dopo qualche minuto la porta si aprì
nuovamente e da lì
entrarono Lavanda e Ron, mano nella mano. In preda alla rabbia mi
alzai,
guardai Ron negli occhi gli lanciai contro degli uccellini.
-
OPPUGNO!- gli uccelli si fiondarono sulla
testa di Ron e incominciavano a beccarlo, mentre lui mi ordinava di
toglierli
di dosso, ma io non l’ascoltai e mi andai di corsa verso la
mia stanza, in
prenda alle lacrime.
Spazio
autrice:
salve a tutti, so di aver pubblicato questo
capitolo un po’ tardi, ma la scuola è iniziata
soltanto da una settimana e già
mi sta impegnando come una matta :S, spero che qualcuno di voi mi
capisca =).
Questo capitolo è un po’ autobiografico,
“Robert” è un ragazzino che
spezzò il
povero cuore di una bambina di otto anni, per quanto si può
a quell’età,
diciamo che è abbastanza triste, e mi sono arrabbiata molto
con Ron mentre lo
scrivevo, per non dire quando lo lessi nel libro! =@, vabbè
non voglio
annoiarvi con le miei chiacchiere hihi, spero che vi sia piaciuto =), e
mi
raccomando fatemelo sapere in un commento e adesso passiamo alle
recensioni:
MaCcO:
che
bello che sei tornato nel sito *.*,
non vedevo l’ora xD. Grazie per la recensione,
però tu mi fai troppi
complimenti xD, un giorno mi farai montare la testa hihi xD u.u
emmawatson
:
scusa
per il ritardo,
ma putroppo ho avuto molto da fare (maledetta scuola) mi fa piacere che
ti
piaccia la mia fan e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto
=), e mi
raccomando lascia un commento xD
gloria_bennet
: grazie
per i complimenti, non pensavo di
essere così apprezzata xD, grazie davvero. Si diciamo che ho
preso molto spunto
dal libro, ma ad un certo punto cambierò un tutto (ops ho
parlato troppo xD)
aspetto una tua recensione =)
Queen
Alexia:
spero
che il tuo primo giorno di scuola sia andato bene xD, a me
più o
meno, già mi hanno sommerso di compiti =P. spero che il
capitolo ti sia
piaciuto =) e mi raccomando lascia un commentino =)
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Capitolo 5 *** Una pessima idea ***
Pessima idea
Ero distesa sul letto e guardavo il soffitto.
Mi ero stancata di piangere, non aveva più senso, perché piangere per qualcuno
che non ti vuole e che si sbaciucchia con una pettegola dalla mattina alla
sera? Dovevo reagire. Mi rigirai nel letto e guardai il foglietto che la sera
prima avevo poggiato sul comodino, lo presi e lo lessi.
Egregia signorina
Grager
Sono lieto di invitarla alla mia festa di Natale che si
reca ogni anno secondo la mia tradizione. La festa si svolgerà nel mio ufficio,
sarei onorato della sua presenza, se le gradisce può portare con lei un
cavaliere. Con la speranza che stia bene
In fede
Horace
E. F. Lumacorno
Dovevo andare a quella festa e smetterla di
piangermi addosso continuamente, ci sarei andata costi quel che costi. Mi alzai
di scatto dal letto e mi diressi verso l’ufficio di Lumacorno, ma a metà strada
mi accorsi che non potevo andarci, almeno non senza accompagnatore. Anche se
nell’invito non era specificato essere obbligatorio, avrei fatto una grande
figura presentandomi da sola, mi avrebbero etichettata come la “zitella”
dell’anno. Così stanca mi appoggiai al muro e ritornai immersa nel miei
pensieri. Qualche minuto dopo, avendo sentito una voce familiare, aprii gli
occhi. Mi sporsi oltre il corridoio e vidi McLaggen che arrivava armato di
scopa e casco da portiere, che cosa ci faceva con quelle cose, se non era
riuscito ad entrare nella squadra? Mah quello era tutto matto. Feci per
sgattaiolare via, ma sfortunatamente mi aveva vista.
- ehi Granger, che fai qui tutta sola? – mi
chiese lui, con una voce che doveva corrispondere al suo ideale di
romanticismo.
- io? Niente stavo andando in biblioteca. –
risposi, cercandomene di andare, ma lui prese il mio braccio e mi mise con le
spalle al muro.
- dai Granger, non scappare. – la sua vicinanza
mi faceva venire il mal di testa, si era praticamente buttato l’intera
bottiglia di profumo addosso, per altro di un cattivo odore, ma proprio in
quell’istante mi venne un’idea, che forse se ci avessi pensato un po’ su
l’avrei subito accantonata.
- Senti McLaggen. – dissi molto timidamente.
- Chiamami Cormac. – disse lui scandendo fin
troppo la C, che mi arrivò dritta sul naso.
- si Cormac, sai la festa di Natale di
Lumacorno? –
- si, quindi?-
- beh, io non ho nessun cavaliere, quindi mi
chiedevo se tu sabato prossimo eri diciamo libero per venirci con me. – dissi,
tutto di un fiato.
- si adesso che ci penso, mmm, si sono libero,
quindi ti aspetterò con ansia in sala comune per le otto, ok, Hermione? –
disse, sussurrando il mio nome nell’orecchio, la cosa mi fece venire i brividi.
- si ok, per le otto sarò pronta. – poi Cormac,
mise le mani appoggiate al muro e chiuse gli occhi, avvicinandosi fin troppo al
mio viso. Avevo ben capito le sue intenzioni, ma io non avevo affatto voglia di
baciarlo, almeno non per adesso.
- Bene allora a sabato. – dissi di fretta,
passando da sotto al suo braccio, mossa molto brusca, in quando emanava un
odore da sotto le ascelle che faceva venire la nausea. Corsi veloce verso il
dormitorio, per annotare tutto sul mio Diario, dovevo sfogarmi un po’ ed
inoltre, avrei dimenticato Ron, in qualunque modo, ci sarei riuscita.
Attraversato il ritratto della signora Grassa,
entrai nella sala comune e notai che tutti mi fissavano, possibile che?
- Hermione non ci avevi detto che frequentavi
Cormac. – mi disse Calì avvicinandosi a me, come avevo sospettato, le notizie
qui viaggiavano in fretta.
- Ehm diciamo di sì, ma niente di ufficiale. – dissi,
semplicemente.
- Ma non dire scemenze, ho sentito dire che vi
siete baciati. – continuò Calì, con molta franchezza.
- No, non è vero! E poi fattevi i fatti vostri
pettegole! – chi aveva detto questa cretinata? Io e “quello” non ci eravamo
baciati! Così arrabbiata corsi in camera. Aprii la porta della stanza e trovai
Ginny che poggiata sulla scrivania mi guardava irritata.
- Che c’è? – chiesi, non capendo il suo
nervosismo.
- Mi chiedi “che c’è”, oddio Herm Cormac? Ma
l’hai visto bene, cioè Cormac? A te non piaceva mio fratello, cos’è hai
cambiato idea? – mi urlò irritata.
- Cambiato idea? No certo che non l’ho
cambiata, ma sai com’è è inutile andargli appresso se poi lui non si accorge
della tua presenza e si mette con una pettegola! – dissi, quasi in preda alle
lacrime.
- Si scusa Herm, non volevo. – disse,
porgendomi un fazzoletto. – adesso tu devi uscire con Cormac e sabato sera
sarai talmente bella che Ron impazzirà, cioè Cormac, okay? –
- si va bene, ma adesso hai un vestito elegante
che mi potresti prestare? –
- certo, apri l’armadio. – andai verso quel
mobile contente le cose più favolose in assoluto, ma lei continuava a
guardarmi, con un’aria un po’ strana.
- devi dirmi qualcosa Ginny? – le chiesi,
prendendo un vestito tra i tanti e andandomelo a misurare.
- no, cioè sì, ehm…mi sono lasciata con Dean. –
disse abbassando il capo.
- oh Ginny, mi dispiace tanto! – cercai di
consolarla andandola ad abbracciare.
- No Herm non ti preoccupare, sto bene, l’ho
lasciato io, perché mi sono accorta di una cosa. –
- ovvero? – chiesi curiosa.
- Mi piace tanto Harry. –
- Ma è fantastico, finalmente, io vi ci vedo
proprio insieme sarete una bellissima coppia! – dissi, esultando dalla gioia
- Ma quale coppia? Io a lui non piaccio!-
- Ma non dire fesserie, tu gli piaci eccome,
bisogna solo che si ricordi di questo piccolo dettaglio, poi il gioco è fatto!
– le diedi una pacca sulla spalla e incominciammo a ridere a crepapelle,
adoravo stare con lei, era come la sorella che non avevo mai avuto.
Erano le 19 e 50 ed ero pronta. Mi guardavo
davanti allo specchio e neanche mi riconoscevo. Avevo i capelli ricci raccolti
in uno chignon e qualche riccio che scendeva ribelle. Il vestito era di un
colore rosa chiaro che scendeva leggero e sottolineava le mie curve. Ginny
arrivò da dietro e porgendomi la borsetta, mi posò le mani sulle spalle.
- sei bellissima, adesso và, che il tuo
cavaliere ti sta aspettando. – la guardai e sorrisi felice, mi sentivo bene.
Scesi le scale del dormitorio e vidi Cormac che mi guardava e teneva
all’occhiello una rosa del colore del mio vestito (forse gliel’aveva suggerita
Ginny).
- andiamo Hermione? –
- Si Cormac. – risposi porgendogli la mia mano.
Camminammo tutto il tempo a braccetto e mi sentivo una principessa, tutte le
ragazze mi guardavano e chiacchieravano tra di loro, ma non mi interessava,
stasera eravamo io e Cormac e dovevo dedicarmi a lui, era più carino del solito
e sembrava anche abbastanza galante. Arrivati nell’ufficio di Lumacorno notai
subito la bellezza degli addobbi. C’era molto rosso in giro e parecchi
alberelli di natale negli angoli e vischi che fluttuavano sul soffitto, magari
per incitare i ragazzi a non essere timidi e farsi scappare qualche bacio. Vidi
Harry che sorseggiava un cocktail insieme a Luna che mi salutò con un cenno
della mano e mi corse incontro saltellando.
- Hermione sei davvero bella stasera. – mi
disse sorridendo.
- Grazie anche tu Luna. – risposi egualmente.
Stetti qualche minuto seduta poi Cormac mi convinse a ballare e casualmente
mentre volteggiavamo sulla pista da ballo tra una risata e l’altra andammo a
finire sotto un vischio.
- Sai Hermione speravo di uscire con te da
secoli e alla fine hai ceduto. – non potevo certo dire lo stesso, ma mi
sembrava che la decisone di passare una serata insieme non era stata una
cattiva idea. Ci guardammo dritto degli occhi, sapevo che stava per succedere,
ma questa volta non mi sarei ritratta, chiusi gli occhi e mi baciò, ma non fu
come me l’ aspettavo. Non potevo baciarlo, non se mi piaceva un altro, un
lacrima rigò il mio viso e lui se ne accorse.
- Ehi ti ho fatto male, per caso ti ho morso le
labbra? –
- No Cormac, non è per te, scusa ma devo
andare. – eccomi qui, che piangevo di nuovo, avevo fatto una stupidaggine, l’avevo
usato e anche se era McLaggen, era ingiusto quello che avevo fatto. Tornata in
camera mi levai il vestito e incominciai a scrivere sul mio Diario, oltre all’inchiostro,
c’erano anche le lacrime che bagnavano le pagine ingiallite.
*************
Hermione si addormentò e il Diario cadde sul pavimento
in legno, una luce verde accesa ricoprì l’oggetto, dalla quale ne uscì una
strana figura…
Spazio
autrice: okay, sono pronta per essere presa a
schiaffi, lo so ci ho messo un’epoca per aggiornare xD, ma non mi veniva idee
per il capitolo e soprattutto non riuscivo a trovare una mezz’oretta per
dedicarmi alla scrittura. Alla devo dire che per far questo capitolo mi sono
ispirata ad una puntata di Una Mamma per amica, se qualcuno n’è appassionata forse
l’ha notato xD, spero che vi sia piaciuto *.* e intanto passò a commentare le
vostre recensione =D, siete stati molto generosi *.*, grazie di cuore =D
gloria_bennet :
grazie cara per i tuoi numerosi complimenti, ma sai qualche volta ho bisogno
anche di critiche potrei incominciare a credere di essere davvero brava xD, nn
ti ricredere su Mirtilla, vedari poi che ti combinerà, ops xD io devo starmi un
po’ zitta xD, spero che questo capitolo ti piaccia, fammi sapere =D
Antonia Weasley:
grazie per i complimenti e spero che la continuazione ti sia piaciuta, fammelo
sapere in un commentino ;)
MaCcO: ehy maghetto
(trovato un nuovo soprannome, spero che il capitolo si stato di tuo gradimento
u.u, fammi sapere mi raccomando u.u xD
emmawatson: beh ti
devo dire la verità a me Ron nn piace molto xD, però trovo che lui ed Herm
siano una coppia stupenda, spero che nn ti arrabbierai per questa rivelazione
xD e spero che il capitolo ti sia piaciuto, lascia un commentino =D
Queen Alexia: spero
che il tuo test di filosofia sia andato bene, io l’ho appena iniziata e già nn
mi piace xD, nn ti preocc se commenti in ritardo, basta che tra le recensioni
una delle tue nn manchi mai =D
PS: vi
lascio qui la scena di Una mamma per amica se vi interessa, guardatela =D http://www.youtube.com/watch?v=Xua3MxgqPuQ
(l’ho trovato solo in inglese xò =( )
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Capitolo 6 *** Un angelo custode ***
Un angelo custode
“
Una leggenda narra che in ogni diario o oggetto che sia amato profondamente da
una persona, nasca un’anima che diventa il suo angelo custode”
La luce accecante svanì e dalle pagine
ingiallite emerse una figura che somigliava tanto ad una ragazza, ad eccezione
di un particolare, aveva delle specie di ali sulla schiena. Aveva i capelli
biondi legati in una treccia ricoperta di fiori e portava un vestitino corto
verde chiaro dello stesso colore delle ali. Si guardò intorno sbattendo
continuamente le ali, tentando di prendere il volo, quando ci riuscì si andò a
posizionare sulla scrivania, prese una piuma, insieme ad un foglio di pergamena
e la intinse nell’inchiostro.
- le cose non stanno andando bene. – disse
stendendosi sulla scrivania e poggiando i gomiti sul foglio.
- dici? – chiese una voce proveniente dal
diario, il quale si alzò dal pavimento, in modo da poter guardare meglio colei
che sembrava essere una specie di fata.
- si, cioè questa ragazza sta mandando tutto a
rotoli-
- Penso che dovremmo darle un po’ ti tempo,
infondo è soltanto una ragazzina. – rispose la voce.
- Tempo? No, no non mi piace, la vedo un po’
svampita, devo intervenire in qualche modo.-
. Sai benissimo Silesia che potresti causare
brutte conseguenze. –
- si, lo so, ma al momento non mi interresa, il
mio obbiettivo è che lui si accorga della sua presenza, che non la veda più
come una semplice amica, e poi sai che non mi piace vederla soffrire. –
- Fai come vuoi, ma ricorda quello che ti ho
detto!- ma Silesia aveva la testa altrove e non l’ascoltò. -speriamo che non si
metta nei guai- esclamò la voce e il diario ritornò al suo stato di inerzia.
Silesia aveva bisogno di un piano, qualcosa che
l’aiutasse nel suo intento, ma di idee non ne aveva affatto, così decise di
farsi un giro per la sala comune, tanto nessuno poteva vederla. Non le piaceva
affatto come Hermione si stava comportando, stava cercando di dimenticare Ron,
ma non ce n’era assolutamente bisogno, visto che anche lui era pazzamente
innamorato, solo che era troppo timido, chi li capiva questi umani! Però di
stare con le mani in mano non se ne parlava, lei era il suo angelo custode e
l’avrebbe indirizzata verso la giusta strada! All’improvviso il ritratto della
signora Grassa si aprì e da lì entrarono due ragazzi, che secondo la
descrizione di Hermione nel diario dovevano essere proprio Ron ed Harry.
- allora l’hai lasciata? – chiese il ragazzo
che portava gli occhiali.
- si mi ero stancato, cioè in realtà l’ho fatto
solo per divertirmi un po’. – oddio come aveva fatto quella ragazza ad
innamorasi di uno come quello!
- e adesso? –
- beh sai che a me piace Hermione da secoli, ma
di me nonne vuole proprio sapere, cioè adesso esce con quell’orco di McLaggen.
– concluse stendendosi sul divano.
- oh credimi lei vuole. – borbottò Harry.
- hai detto qualcosa? –
- no niente. – rispose facendosi scappare un
sorriso e andandosi a sedere di fianco a lui. Bene un problema era stato
risolto, quella pettegola era stata tolta di mezzo, adesso bisognava solo che
quel Ron si facesse avanti, però non era semplice e aveva bisogno di un piano.
Silesia risalì nel dormitorio e ritornò nel diario aspettando che Hermione si
svegliasse.
*
Mi svegliavi di botto e notai che avevo il
letto tutto bagnato, molto probabilmente dalle lacrime della sera precedente.
La porta della stanza si aprì e da lì entrò Ginny.
- Herm stai bene ieri hai pianto tutta la
notte. – chiese preoccupata
- si sto bene, ho bisogno di camminare un po’.
–
- certo vieni in sala comune. – ma arrivati
nella specie di salotto, notarono che c’era un battibecco in corso.
- allora è così ti sei stancato di me! – urlava
Lavanda, sicuramente rivolta a Ron.
- Si, mettitelo in testa.- rispose lui con molta
calma e vista la risposta Lavanda si girò e corse verso il dormitorio delle
ragazze molto arrabbiata. Rimasi letteralmente scioccata, non mi aspettavo di
certo una boiata del genere da parte di Ron. Harry vide che io e Ginny li
stavamo osservando e fece segno di chiudere la bocca, in poche parole, non far
capire a Ron che avevamo sentito tutto.
- ciao ragazzi, com’è va stamattina? – domanda
molto banale, si vedeva che non ero capace di fingere.
- tutto bene.- rispose semplicemente Ron, Ginny
sorrise semplicemente e io feci lo stesso, poi lei mi tiro il braccio per farmi
capire che dovevamo parlare, così salimmo di nuovo nei dormitori.
- hai sentito si sono lasciati! – esclamò lei
appena spalancò la porta – questo significa che adesso potete stare insieme,
c’è una possibilità! – continuò entusiasta.
- no invece, cambia solo che è tornato single,
io continuo a non piacergli. – le ricordai, per farla ritornare con i piedi per
terra.
- smettila di essere così pessimista, dai pensa
positivo. – disse strizzandomi un occhio. – oggi si va a fare shopping! –
- si come no, io sono azzerata e anche tu, e mi
chiedo ancora come fai ad avere l’armadio stracolmo. –
- tutti regali di Dean tesoro. – disse aprendo
il mobile traboccante.
- e continui a tenerli anche se vi siete
lasciati? – chiesi con aria interrogativa.
- ovvio, un regalo è pur sempre un regalo! Dai
muoviti prendi la borsa che andiamo ad Hogsmade, ti aspetto giù! – concluse,
aprendo la porta e dirigendosi in sala grande. Presi la mia solita borsa e la
riempii di un paio di cianfrusaglie, fazzoletti, lucidalabbra e un libro nel
caso mi sarei annoiata, poi guardai il diario, che la scorsa notte avevo
lasciato sul pavimento, lo presi, ma non so il perché lo rimisi al suo posto.
Non mi ero mai separata dal diario da quando l’avevo comprato, ma in quel
momento sentivo che doveva rimanere dove stava, lo guardai poi chiusi la porta
e raggiunsi Ginny.
*
Il diario si aprì e da lì ne uscì la fatina. Si
guardò intorno poi andò a frugare nel cassetto di Hermione dove aveva le cose
più personali e anche la lista dei suoi diciamo “nemici”.
- cos’hai intenzione di fare – chiese la voce
proveniente dal diario.
- devo cercare qualcuno che la odi talmente da
poter far succedere una catastrofe. –
- perché devi metterti in mezzo. – parlò il
diario, ma già prima che potesse ricominciare con la predica la fatina lo zittì
con la mano.
- so quello che faccio. – guardò un’ultima
volta la lista e pi si diresse nei corridoi, stava cercando una persona in
particolare, quel qualcuno che ce l’aveva con Hermione da quando si
conoscevano, e lei aveva individuato il soggetto. Andò un po’ in giro per i
corridoi ma non lo trovava, quando finalmente arrivata al settimo piano lo
trovò, lì che fissava il muro, quando all’improvviso da lì apparve una porta.
Sapeva benissimo che non poteva entrare, ma proprio in quel momento le venne
un’idea a dir poco geniale. Ritornò nei dormitori del Grifondoro e perse il
diario che aveva poggiato a terra.
- che cosa vuoi fare avanti Silesia lasciami
andare, chissà cosa succederà quando Hermione non mi troverà al suo posto. –
cercava di protestare la voce.
- ti prego Diary per una volta fidati di me e
vedrai che tutto andrà per il meglio. –
- come vuoi tu, ma…-
- io ti avevo avvertito lo so. – concluse
zittendolo. Arrivata al settimo piano notò che la porta dalla quale era entrato
il ragazzo non c’era più, ma del resto se l’era aspettato, così posò il diario
a terra, ci ritornò dentro e aspettò che lui uscisse e lo notasse caduto ai
suoi piedi, intanto nella sala comune…
*
- Ginny ti ripeto che abbiamo comprato troppi
vestiti, non so come abbiamo fatto, ma adesso non so dove metterli, il mio
armadio è piccolo. – esclamai entrando dal buco della signora Grassa.
- non ti preoccupare, c’è pur sempre la magia,
potremo ingrandirlo. – concluse la ragazza con un occhiolino.
- bella idea. – dissi dirigendomi nella nostra
stanza armata di migliaia di buste. Quando aprì la porta guardai subito il
pavimento dove doveva essere il mio diario, ma la cosa che vedevo non mi
piaceva.
- Ginny vieni subito! – urlai, chiamando la mia
amica, lei corse per le scale sentendomi urlare e arrivò col fiatone in camera.
- cosa c’è Herm? – chiese affannata.
- Il diario non c’è più! – esclamai guardandola
negli occhi.
Spazio
autrice: ecco dopo ben due settimane il sesto
capitolo, lo so ci ho messo tempo, ma di tempo per scrivere ne ho davvero poco
-.-‘. Da adesso entriamo proprio nel vivo della fan e spero che l’idea della
fatina vi sia piaciuta ;), spero di non metterci tantissimo per il prossimo, ma
la situazione la vedo tragica eheh, voi lasciatemi sempre un commentuccio che
mi sprona a continuare ;), adesso passiamo alle recensioni.
Queen Alexia: mi fa
piacere che ti sia piaciuta la frase e il capitolo e spero che ti sia piaciuto
anche questo capitolo ;), fammelo sapere in un commento =D
emmawatson: concordo
con te ;), è sempre bene ascoltare le opinioni degli altri, a me no che non
siano assurde ahahah, no scherzo =P, fammi sapere cosa pensi di questo capitolo
mi raccomando =D
gloria_bennet: beh
credo che adesso avrai capito cos’è quella figura che è uscita dal diario ;) e
spero di aver soddisfatto le tue aspettative ;), lo so di non aver aggiornato
presto, ma la scuola chiama xD -.-‘, lascia un commentino ;) mi raccomando.
MaCcO: caro maghetto
spero di averti illuminato u.u, beh ci ho messo tanto ad aggiornare ma alla
fine ce l’ho fatta xD, fammi sapere che ne pensi ;)
PS: vediamo se riuscite ad indovinare chi
è quel ragazzo ;)
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Capitolo 7 *** Un guaio dopo un altro ***
Premessa:
un ringraziamento particolare va a Marco, che grazie alla sua testolina
xD, mi
ha aiutato a guarire da una brutta malattia qual è
“il blocco dello scrittore”,
grazie, senza il tuo aiuto non avrei mai finito questo capitolo =)
Doveva
in tutti i modi riparare quell’armadio o
sarebbe stata tragedia sia per lui che per la sua famiglia. Suo padre
marciva
ad Azkaban e se avesse fallito sarebbe morto e lui non voleva
assolutamente
questo, anche se nella sua vita non era stato un buon padre non
meritava di
morire per mano del signore oscuro, o peggio se continuava
così, di essere
baciato dei dissennatori, solo l’idea lo faceva rabbrividire.
Chiuse l’armadio
un po’ rotto e uscì dalla stanza delle
necessità, però nel camminare inciampò
in
qualcosa che doveva essere una specie di libro.
-
Maledizione! – imprecò. Guardò a terra
e vide
questa specie di diario che giaceva abbandonato, incuriosito lo prese
tra le
mani e notò il tessuto ben rifinito simile alla paglia, non
doveva essere stato
fatto da mano umana, lui riconosceva qualcosa quando era pregiato, era
sicuramente mano di folletto. Lo aprì, era vuoto, nessuna
scrittura, tranne una
dicitura che recitava “Proprietà di Hermione
Granger”, il che lo faceva appunto
pensare che fosse della mezzosangue, anche se era molto strano che una
ragazza
precisa come lei avesse fatto cadere sbadatamente un suo affetto.
Doveva essere
una cosa importante e sicuramente c’era qualche incantesimo
sopra, lo avrebbe
scoperto, così controllando che nessuno lo guardasse
ficcò il diario nella sua
borsa e tornò nella sala comune nei sotterranei.
Oltrepassò
il muro e notò che c’era Blaise
seduto sul sofà nero che sorseggiava un bicchiere di whisky
incendiario.
-
Ehy Dra, dove sei stato? – chiese curioso.
-
Non ti interessa – rispose lui freddo.
-
sei così misterioso ultimamente non mi dici
più niente. – confessò lui offeso.
-
affari miei, e scommetto che neanche tu
vorresti dirmi dove hai preso quel whisky vero? – Blaise lo
fissò, poi tornò a
guardare la legna che ardeva nel camino.
-
come pensavo. – in quel preciso istante scese
dai dormitori femminili Astoria e Blaise notando lo sguardo di Draco
decise di
svignarsela, tutti sapevano che ci provava da secoli con la Greengrass,
ma con
nessun successo, aveva perfino usato la Parkinson per arrivare a lei ma
lei non
si era ingelosita neanche un po’, anche se ancora
tutt’ora la usava ma, che lui
sapeva, solo per scopi puramente di “divertimento”.
-
ciao Draco. – disse lei sedendosi sul divano.
-
ciao Astoria. – lei notò subito il diario che
rigirava tra le
mani e vedendo la
copertina capì subito che sicuramente non era suo.
-
di chi è quello? –
-
non ne ho idea. – mentì, ma lei lo conosceva
bene e non lo credé, così glielo sfilò
dalle mani e lesse la dicitura.
-
Draco devi rigarglielo! – disse alzandosi, ma
prevedendo le sue mosse Draco se lo riprese.
-
io non do niente a nessuno. –
-
e se fossi stato tu a perdere qualcosa? – lo
rispose arrabbiata.
-
io non perdo niente. –
-
sei un imbecille! – concluse congedandosi.
Anche se le piaceva non aveva nessuna intenzione di sottostare ai suoi
voleri,
non era certamente nel suo stile. Prese la borsa e salì ai
dormitori. Quando
entrò notò il grande disordine della stanza,
sicuramente Blaise doveva aver
combinato “qualcosa” con qualche ragazza, tolse una
specie di calzino dal suo
letto e ci poggiò il diario. Sicuramente c’era
scritto qualcosa dentro,
qualcosa di segreto, al momento qualunque cosa fosse misterioso, lo
incuriosiva
molto. Girava intorno al letto tentando di ricordare
l’incantesimo che rivelava
i segreti, maledizione, perché non ascoltava mai le lezioni
del professor
Vitius. La porta si aprì e Draco perse la concentrazione.
-
ehi ancora arrabbiato? – chiese Blaise.
-
no, non lo ero, ma sei venuto a disturbarmi
quindi lo sono. – rispose scontroso.
-
ok, allora me ne vedo. – disse dirigendosi
verso la porta.
-
no aspetta, ti ricordi per caso un
incantesimo per rivelare segreti nascosti?-
-
non so, prova con REVELIO, ma e che ti serve?
– chiese curioso
-
no niente era per dire. – così Blaise ancora
un po’ dubbioso, uscì dalla stanza e Draco
tornò ad essere solo. Alcune volte
Blaise sapeva essere utile. Prese la bacchetta e la puntò
verso il diario.
-
REVELIO! – pronunciò, il diario si
illuminò
di una luce blu poi tornò la quiete. Draco si
avvicinò all’oggetto e lo aprì,
come pensava, un diario segreto. Sogghignando si stese sul letto e
incominciò a
leggere tutte le cavolate che la signorina so-tutto-io scriveva.
Dopo
un po’ di tempo, annoiatosi delle scemenze
che stavano sul diario, lo posò nella borsa e si diresse
nella sala comune
sperando che Blaise gli rivelasse dove tenesse nascosto la sua riserva
di
whisky.
*
-
Herm stai calma scommetto che l’avrai
lasciato da una parte che al momento non ricordi.- cercò di
calmarmi Ginny.
-
no assolutamente mi ricordo di averlo
lasciato proprio qui in questo punto, chi mai l’avrebbe
potuto prendere? – mi
domandai quasi in iperventilazione.
-
ok, adesso lo cerchiamo meglio, basta che ti
calmi.-
Mettemmo
a soqquadro l’intera stanza, ma di
quel diario non ce n’era neanche l’ombra. Non era
assolutamente possibile che
fosse scomparso, nessuno era entrato nella stanza, in quanto era chiusa
a
chiave e le chiavi vicino alla porta non c’erano, di certo
non se n’era volato
fuori da solo.
-
non c’è neanche qui! – dissi,
controllando
per l’ennesima volta l’armadio.
-
ok, ripeto, niente panico, anche se qualcuno
se l’è preso, il che mi sembra assolutamente
impossibile, è coperto da un
incantesimo e nessuno può leggere niente. – mi
rammentò Ginny.
-
si hai ragione, ma se capisse il trucco? –
-
dai Herm per piacere non complicarti la vita,
vedrai non sarà successo niente, starà da qualche
parte in camera, e adesso
visto che siamo nervose non riusciamo a trovarlo. –
-
ok, sarà come dici tu. – mi rassicurai
speranzosa. Sicuramente le cose stavano come diceva Ginny, stava
lì, da qualche
parte.
-
adesso andiamoci un po’ a svagare in sala
comune. – mi disse e io la seguii, dovevo assolutamente
liberare la mente, o sarei
sicuramente uscita fuori di senno per questa storia.
La
serata passò tra una risata e l’altra. Era
piacevole passare il tempo con i miei amici, forse non erano perfetti,
ma erano
la cosa a cui tenevo di più, insieme alla mia famiglia.
-
Herm è tardi, oggi non è il tuo turno di
guardia? – le ricordò Harry.
-
si hai ragione, me n’ero completamente
dimenticata, che noia, passerò la serata insieme alla serpe,
fantastico! –
esclamai, ironicamente.
-
dai non fare così, può essere divertente
quando incominci a stuzzicarlo. – disse Ron, mettendosi a
ridere.
-
si certo divertentissimo, adesso io vado, mi
raccomando, voi a letto, che già è tardi.
– ricordai loro, uscendo dal ritratto
della signora Grassa. Fare il turno di guardia insieme a Malfoy,
significava
farlo da sola perché ovviamente lui se ne infischiava e
anche se era presente,
era come se non ci fosse. Così accesi la mia bacchetta e
incominciai a girare
per i corridoi, sperando di non trovare nessuno che infrangesse le
regole, non
ero proprio in vena di togliere punti quella sera, dopo quello che era
successo, speravo soltanto di ritrovare il mio diario.
*
Dopo
qualche tortura Blaise aveva ceduto e al
momento era soli a bere illegale whisky incendiario, uno dei suoi
passatempi
preferiti praticamente, escluse le notti passate insieme a Pansy.
-
certo che sei un genio, come hai fatto a non
farti scoprire da Gazza? – chiese Draco curioso.
-
semplice, trasfigurazione, un semplice
incantesimo ed è fatta, tanto figurati se quel
maganò si accorge di una cosa
del genere. – rispose il ragazzo ridendo, a causa
dell’alcool. Blaise non era
il tipo, non lo reggeva, dopo qualche bicchierino era già
ubriaco, per Draco
invece ce ne voleva per diventare un cretino che non si sapesse neanche
riconoscere allo specchio.
Tra
una risata e l’altra si accorsero che non
erano soli, ma già da qualche minuti nella sala comune
c’era Astoria, che li
guardava con disprezzo.
-
cosa c’è? – le chiese Draco
-
hai il turno di guardia stasera-
-
e allora? –
-
beh dovresti andare – Blaise lo guardò per fargli
capire di non ascoltarla, ma lui infondo stasera voleva andarci, non
per far la
guardia naturalmente, ma per stuzzicare un po’ quella fetida
mezzosangue.
-
si hai ragione, stasera tocca a me. – Blaise lo
guardò con aria interrogativa, non capendo ovviamente tutta
questa frenesia,
lui però non gli diede spiegazioni e in silenzio prese la
borsa dove c’era il diario
e si diresse nei corridoi.
*
Di
Malfoy non ce n’era neanche l’ombra, come
suo solito aveva preferito divertirsi con i suoi amici, a fare cose che
non mi
riguardavano affatto. Quella sera era abbastanza calma, fortunatamente
non c’era
nessun ragazzino che tentava di svignarsela per spassarsela un
po’. All’improvviso
vidi una luce proveniente dal fondo del corridoio, impaurita puntai la
bacchetta,
ma quando scoprii il volto del ragazzo mi calmai.
-
oddio che faccia che hai mezzosangue,
dovresti vederla. – esclamò Malfoy, mettendosi a
ridere.
-
non pensavo che venissi, e poi smettila di
chiamarmi in questo modo, io ho un nome sai- risposi a dovere.
-
ah si, a me frega poco del tuo nome, vediamo
in quanti modi potrei chiamarti mezzosangue, sangue sporco,
Natababbana,
persona che non ha il diritto di stare in questo modo…- con
l’ultima affermazione
non ci vidi più e agii senza pensare.
-
STUPEFICIUM!- fortunatamente però invece di
colpire lui, colpii la sua borsa, che andò a sbattere contro
al muro, si aprì e
da lì ne uscì una specie di quaderno che mi era
molto familiare, mi avvicinai e
illuminai l’oggetto con la bacchetta.
-
Ma questo è il mio diario! –
Spazio
autrice:
allora questo capitolo non voleva veramente
uscire xD, molto sofferto veramente, spero vi sia piaciuto
perché mi convince
più del precedente ed è venuto anche
più lungo xD, beh diciamo che le cose si
stanno movimentando eheh e manca poco verso la fine, ops xD, un giorno
di
questi me la cucio questa bocca xD, cmq vorrei ringraziare tutti quelli
che
leggono, che l’hanno messa tra le seguite, preferite o
ricordate, grazie tante
=), e adesso passiamo alle risposte alle recensioni =)
emmawatson:
beh anch’io
uscirei pazza se sapessi il mio diario scomparso :S, però in
questo caso niente
è dato al caso u.u, tutto è previsto e ovviamente
per una buona causa xD, spero
che questo capitolo ti sia piaciuto, lascia un commentino mi raccomando
=*
Queen
Alexia: beh
si un bel guaio direi xD, l’indovinello era molto stupido e
si vede xD, lo
scritto solo per divertirmi un po’, si capiva che era quello
scapestrato di
Malfoy, mi fa piacere che l’idea del diario e della fatina ti
piaccia, fammi
sapere cosa ne pensi si questo capitolo mi raccomando un bacio :*
MaCcO:
di nuovo
grazie xD, spero che ne sia uscito un capitolo decente xD, le cose si
stanno
movimentando hihi e chissà cosa succederà poi xD,
in realtà non lo so neanche
io, però un colpo di genio sempre mi verrà xD,
aspetto un tuo commento u.u,
ciaoooo =)
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Capitolo 8 *** Un'altra persona ***
Un'altra persona
Premessa: questo capitolo direi che ha un
rating che si avvicina al giallo, abbastanza sbiadito però xD. Meglio sempre
precisarlo u.u xD
Guardai il diario, per verificare meglio che
fosse veramente il mio.
- che ci fai Malfoy, tu, con il mio diario!? –
gli chiesi, puntandogli la bacchetta contro. Non sapeva cosa rispondere, e lo
leggevo nei suoi occhi, aveva la stessa faccia di tre anni fa, quando gli
mollai uno schiaffo in pieno viso.
- avanti rispondi! – lo incitai.
- l’ho trovato – rispose con la voce
tremolante.
- e ovviamente non ti è passata neanche per
l’anticamera del cervello di ridarmelo.-
- beh l’ho trovato ed è mio-
- certo siamo ritornati nella preistoria.-
essendo troppo concentrata a minacciarlo, non mi accorsi che con la mano destra
aveva impugnato la bacchetta.
-STUPEFICIUM!- urlò contro il diario, che andò
a finire dall’altra parte del corridoio. Cercai subito di riprendermelo, ma
correndo mi sorpassò, lo riprese e scomparve al di là del muro. Sospirando, mi
buttai a terra esausta. Avevo ritrovato il diario, sapevo chi me l’aveva
rubato, ma non avevo idea di come riprenderlo. Ma cosa più importante, dovevo
riferite tutto a Ginny. Il brutto era che quella sera avevo il turno, e non
potevo di certo lasciare, ma per una volta non sarebbe morto nessuno. Correndo,
mi diressi verso il dormitorio Grifondoro e arrivata nella nostra stanza feci
più rumore possibile. Sbattei la porta, feci rumore con le scarpe, aprii e
chiusi i cassetti, ma Ginny dormiva talmente profondamente che non aveva
nessuna intenzione a svegliarsi, così incominciai s scuoterla.
- Ginny, dai svegliati è importante!-
- No, dai mamma un altro po’, è così bello stare
qui in compagnia di Harry.- all’ultimo nome rimasi un momento perplessa, beh
diciamo che se la svegliavo mi avrebbe sicuramente ucciso per la qualità del
sogno che stava facendo, ma poco importava, dovevo assolutamente parlare.
- Ginny! – le gridai nell’orecchio.
- Si sono sveglia, ahhhhhhhhhh! – si spaventò
di soppiatto, avendo messo il viso troppo vicino al suo.
- Mamma Herm, che paura. – esclamò, poi
guardando l’orologio – ma sono le tre, che vuoi a quest’ora? –
- Ho scoperto una cosa importante. –
- ti prego, se è qualcosa che riguarda la scuola
non la voglio sapere. – disse, mettendosi le coperte sopra la testa.
- No, riguarda il diario. –
- Ah bene allora sono tutta orecchi. –
aggiunse, mettendosi a sedere.
Presi un po’ di fiato e incominciai a parlare.
- Il diario ce l’ha Malfoy, l’ho visto stasera,
ce l’aveva nello zaino, l’ho notato dopo un breve scontro che abbiamo avuto. –
- E come fa ad averlo lui? –
- Non ne ho idea, ma so soltanto che dobbiamo
recuperarlo. –
- Va bene, ma parliamone domani mattina, adesso
ho sonno. – e sbadigliando, ritornò sotto le lenzuola. Dovevo assolutamente
inventarmi qualcosa, alcuni incantesimi non funzionavano su di lui e quindi
dovevo lavorare d’ingegno. Passai tutta la notte a pensare, ma d’idea non me ne
venne nessuna, anzi una si, ma avevo bisogno di un particolare oggetto. Mi
serviva il Mantello di Harry, così da poter seguire Malfoy senza essere
scoperta. Se glielo avessi chiesto, mi avrebbe sicuramente domandato il motivo
di questa esigenza e io non avevo nessuna intenzione a rivelarglielo, dovevo
“prenderlo in prestito” ovviamente senza dirgli nulla.
Ormai erano le nove di mattina, ma essendo
domenica dovevano ancora tutti svegliarsi. Harry però, era stato sempre
mattiniero. Scesi in sala comune, e mi guardai in giro sperando di trovare
Harry, ma di lui non c’era nessuna traccia, anzi una ce n’era, il suo zaino.
Gli andai vicino lo aprii e misi il mantello nella mia borsa.
- cosa stai facendo? – chiese una voce alle mie
spalle.
- io? Niente, volevo vedere se avevi fatto i
compiti di Erbologia. – risposi, con la voce tremolante.
- ma come ti viene in mente, quella che fa i
compiti qui sei tu, sei sicura di stare bene? – disse perplesso.
- si certo, adesso devo andare. – e corsi
subito fuori dalla sala comune. Non sapevo fingere, maledetta la mia legge sul
dire sempre la verità. Presi il mantello dalla borsa, me lo infilai sopra la
testa ed incominciai la ricerca, obbiettivo, trovare Malfoy. Girai quasi tutta
Hogwarts ma di lui nessuna traccia, possibile che quando la sua presenza era
inopportuna c’era sempre, quando ti serviva mai? Una camminata però molto
familiare mi rallegrò in qualche modo. Girai l’angolo e lo vidi. Eravamo al
settimo piano e stava fermo davanti ad un muro. Ovviamente stava cercando di
entrare nella Stanza Delle Necessità. Mi misi dietro di lui così da poter
entrare facilmente. Quando le porte si aprirono però, non riconobbi quasi la
stanza. Era piena di cianfrusaglie. Sedie, libri, scope e uno strano armadio
verso il quale Malfoy puntava. Incominciò a formulare incantesimi che non
conoscevo affatto e apriva e chiudeva l’armadio, come se sperasse di trovare
dentro qualcosa. Purtroppo però per me, il fato volle che la mia imbranataggine
facesse andare il mio piano all’aria. Sbadatamente inciampai in una sedia
dietro di me.
- Chi c’è? – benissimo, se n’era accorto.
Incominciai a gattonare verso l’uscita sperando di non farmi notare, ma
all’improvviso, sentii levarmi il mantello di dosso.
- Ulalà, chi si vede qui, Granger. – disse
puntandomi la bacchetta alla gola.
- come hai fatto a vedermi? –
- sai com’è, non sei capace di spiare, troppo
rumorosa. – violentemente mi prese per i capelli e mi fece alzare.
- cosa vuoi, ancora quel diario. – mi sussurrò
all’orecchio. La sua voce gelida mi faceva venire i brividi.
- è mio, devi ridarmelo. –
- tu dici? No voglio tenermelo ancora per un po’.
– aprì la borsa e lo prese.
- ridammelo! – tentai di prenderlo, ma lui si
girò e mi face cadere a terra. Nuovamente mi prese per i capelli e
violentemente mi avvicinò a lui.
- facciamo una cosa, se tu farai quello che ti
dico, io te lo ridò. –
- no, mai! – la mia risposta però non gli piace
molto, e con la bacchetta mi provocò una bruciatura sulla gamba.
- ahhhhhh! – purtroppo non riuscii a trattenere
l’urlo di dolore, dovevo resistere!
- e
questo è solo l’inizio, se non dici di sì, ti farò di peggio, molto peggio. – l’idea
stranamente mi spaventava, eppure era solo Malfoy, ma mi sembrava un’altra
persona.
- no mai, io non sono una tua schiava! – e di
nuovo con la bacchetta mi provocò una bruciatura, questa ancora più profonda,
questa volta però dal dolore gli lacerai la manica sinistra della tunica e vidi
qualcosa che non mi aspettavo. Harry aveva ragione, ma come era possibile, era
soltanto una ragazzino! Voldemort non poteva reclutare minorenni! Eppure qual
segno sul suo braccio, non diceva bugie. Malfoy era marchiato.
Quando si accorse della manica si infuriò ancora
di più di quanto non lo era prima. Mi lanciò a terra e mi strinse forte il
braccio.
- allora Granger, se oserai solo dire una
parola su quello che è successo e su quello che hai visto, giuro che ti ammazzo!
E adesso di “di sì” ! – la sua voce possente mi incuteva terrore, non sapevo
cosa fare. Inconsciamente feci cenno con la testa. Mi sembrava l’unica chance.
- benissimo. – disse, con un certo ghigno sul
viso. Mi tenne le braccia ferme e incominciò a baciarmi sul collo, non riuscivo
a muovermi. Quando tentò di slanciarmi la
cintura, notai che aveva lasciato cadere il mio diario a terra qualche metro
più avanti. Velocemente gli mollai un calcio nel ventre e di corsa mi alzai,
presi il diario e incominciai a correre. Correvo veloce, veloce non riuscivo a
capire dove stavo andando. Sentivo dietro di me la presenza di Malfoy, mi stava
inseguendo. Avevo paura molta paura. Perché non lasciavo semplicemente perdere
quel maledetto diario? Era come se esserne separata mi faceva sentire vuota,
era come se mancasse parte di me.
- INCIAMPANTE! – sentii la voce di Malfoy pronunciare l’incantesimo, che
purtroppo mi fece inciampare. Cadendo per terra il diario mi scivolò dalle mani
e avendo preso una storta, temevo purtroppo di essermi rotta la caviglia. Il piede
mi faceva malissimo e non riuscivo ad alzarmi. Non sentivo più passi, molto probabilmente
Malfoy se n’era andato e si era anche ripreso il diario. Rimasi lì per terra
per qualche minuto agonizzante, poi mi sollevai sentendo una voce amica.
- ehi Herm, stai
bene, che ti sei fatta? – mi chiese Neville preoccupato.
- ho preso una
storta e credo di essermi rotta una caviglia. – risposi in preda al dolore.
- vieni ti porto da
Madama Chips. – esclamò, prendendomi in braccio, non potendo camminare.
- ti capisco è
doloroso, sai io una volta caddi dal tetto della scuola e mi ruppi il polso. –
- si Neville, lo so,
c’ero anch’io. –
- ah si giusto, oh
guarda chi c’è, Harry! – lo chiamò urlando, lui si girò e appena mi vide corse
verso di noi. Con lui c’era anche Ron, sicuramente ero diventata di un colore
che si avvicinava molto al rosso carminio.
- Herm che è
successo? – chiese Harry
- ho preso una
storta e temo di essermi rotta la caviglia. –
- Harry io dovrei
andare a studiare in biblioteca, che ne dici la portate voi in infermeria? –
disse Neville
- si certo. –
rispose Harry, tentando di prendermi in braccio
- dai a me, ce la
faccio, Herm non è pesante. – intervenne Ron, quando vide che Harry per un pelo
non mi scaraventava a terra.
- wow Herm, sei una
piuma! –
- grazie Ron. – ufficiale,
la mia faccia assomigliava di più ad un peperone. Infondo Ron era un grande
galantuomo.
Spazio autrice: benissimo eccomi qua dopo ben 17 giorni. Raga mi dispiace tanto, ma
abbiamo fatto una settimana di occupazione e stavo molto indietro con le
interrogazioni e la testa di scrivere non ce l’avevo proprio. Spero che questo
capito vi sia piaciuto, non perché mi sembra essere venuto abbastanza bene xD,
poi non so giudicate voi u.u. Il prossimo cercherò di pubblicarlo per la fine
del mese se tutto va bene -.-‘. Grazie a tutti per le visite e spero che mi
lasciate qualche recensione ;). Adesso passiamo alle recensioni dello scorso
capitolo u.u
itsagoodbye_ : grazie per tutti questi complimenti, non li merito mica xD. Spero
che continuerai a seguirmi ;), aspetto una tua recensione, un bacio grandissimo
:*
Queen Alexia: grazie anche a te per il “bravissima” xD, sempre gentile =D,
spero che il capitolo ti soddisfi u.u, commenta mi raccomando =)
emmawatson: mi disp ma presto non ho potuto
aggiornare -.-‘, scuola maledetta, però alla fine ce l’ho fatta a pubblicare
xD. Cosa vuoi farci Malfoy c’entra sempre xD e in questo capitolo è abbastanza
cattivello xD, aspetto delle critiche u.u, ciaoooo :*
MaCcO: che dici, il capitolo ti piace? Draco mi è uscito un po’ troppo
cattivo, ma mi piace così xD, sai come si dice i ragazzi cattivi attirano xD,
non nel caso di Herm però u.u
Ps: mancano due giorni a
Harry Potter e i doni della morte: parte 1 >.<, nn vedo l’ora!!!!!!!!
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Capitolo 9 *** Grazie di tutto ***
Grazie di tutto
Era così bello stare al caldo tra le sue
braccia. Mi davano sicurezza. Avrei potuto dormire in quella posizione, stavo
benissimo, e forse il pensiero mi aveva portato a fare un piccolo sorriso.
- Herm? –
- mmm?-
- siamo arrivati. – aprii gli occhi e mi accorsi
che eravamo arrivati in infermeria. Stavo così bene che quasi il dolore alla
caviglia si era attenuato, ma subito ritornò. Cercando di trattenermi, feci una
specie di smorfia con le labbra.
- ti fa male? – mi chiese Ron, premuroso.
- no, solo un po’. – dissi, non volendo fare la
parte della malata.
- si certo come no. Vado a chiamare Madama
Chips. – Ron sapeva benissimo quando fingevo. Mi posò su uno dei letti e andò
dietro all’infermeria, sperando di trovare la Chips. Certe volte questi suoi
comportamenti mi facevano quasi pensare che gli piacevo. Era così vago su certe
cose che non riuscivi a capire i suoi sentimenti e la cosa mi frustava
abbastanza. Era meglio per me, però che non mi facessi idee strane. Non volevo
stare peggio di quanto non stessi adesso. Poggiai la testa sul cuscino e mi
venne quasi da piangere ripensando al mio diario. Era nato qualcosa di strano
tra me e quell’oggetto e la lontananza mi metteva tristezza. Inoltre avevo il
terrore che Draco potesse fare un passo falso, se prima non era pericoloso,
adesso avevo quasi paura di lui. Era un mangiamorte e questo era un dato di
fatto, ma la domanda che ancora mi facevo era perché? Sicuramente l’avevano
costretto, quello che stava combinando nella stanza delle necessità, non lo
stava facendo di sua volontà, me lo sentivo.
Ron ritornò e vedendo la Chips armata di tutte
le pozioni possibili, capii che le aveva detto tutto, ma che sicuramente aveva
ingigantito la situazione.
- cara ti dovresti alzare un po’ la gamba del
pantalone voglio vedere meglio la caviglia. – disse l’infermiera sorridendo.
- non ti preoccupare faccio io Herm, tu stai
tranquilla. – rispose subito Ron senza farmi riuscire a replicare. Il contatto
tra la sue mani fredde e la mia pelle calda, mi fece salire un brivido gelido
su per la schiena. Madama Chips guardò per qualche minuto la gamba, poi si mise
a ridere.
- Perché sta ridendo? – le chiesi curiosa.
- non ti preoccupare figliuola è una semplice
frattura la mettiamo a posto in un batter d’occhio, però mi servirebbe l’ossofast
che vado a prendere subito, tu non muoverti di qui. – quando la Chips scomparve
dietro lo sgabuzzino, Ron si sedette al mio fianco.
- hai bisogno di qualcosa, una coperta, un
lenzuolo o un altro cuscino magari? – mi chiese
- no Ron sto benissimo, e poi hai sentito la
Chips non è niente di grave, tra un po’ starò in piedi. – gli dissi sorridendo.
Lui mi guardò perplesso, poi abbassò lo sguardo come faceva di solito quando
doveva chiedermi qualcosa che non riusciva a dirmi guardandomi negli occhi.
- Ron devi dirmi qualcosa? –
- Herm come mai sei inciampata? –
- io… - non riuscivo a mentire, non riuscivo a
dire una sola stupida bugia, non se lui mi guardava con i suoi occhi azzurro
penetranti. Ci guardavamo, io guardavo lui e lui guardava me. I centimetri che
ci dividevano stavo diminuendo a poco a poco. Eravamo talmente vicini che
potevo sentire il suo respiro sulla pelle. Un rumore però ci fece sobbalzare.
- scusate ragazzi, ma Roland mi potresti
aiutare, la bottiglia sta un po’ troppo in altro per me. – disse la Chips che
era sbucata da dietro ad una tenda.
- si certo. – rispose lui cortese, e seguendola
si girò e mi sorrise. Non me l’ero sognata, ci stavamo per baciare. E anche se
non avevo assaporato il momento mi sentivo bene, era come se tutto fosse
successo in realtà e non nella mia mente.
- ehi Granger, invalida?- ero talmente
concentrata che non mi ero accorta che Malfoy era entrato nell’infermeria.
- cosa vuoi adesso? – risposi brusca.
- ti volevo solo ricordare il nostro patto. –
- nessun
patto! –
- ah si, e il tuo diario? – a
quell’affermazione mi cadde il mondo addosso, lui aveva il mio diario. Ce
l’aveva ancora e non aveva nessuna intenzione a ridarmelo.
- come avevo sospettato, allora cosa faccio me
lo tengo, cara? – non sapevo risponde, non sapevo cosa dire. Rivolevo il mio
diario, ma non volevo sottostare alle sue condizioni.
- sai una nottata con te mi basterebbe. – si
era avvicinato al mio viso e ghignava con cattiveria. Le nostre labbra si
sfiorarono. Quasi mi salì il vomito e istintivamente gli diedi un pugno nello
stomaco, di nuovo. Lui incominciò a tossire per l’urlo.
- maledetta mezzosangue, come ti permetti!
Dovresti essere contenta di andare a letto con uno come me lurida feccia! – era
capace solo di parlare, queste erano le sole cose che sapeva fare.
Da dietro la tenda rimbucò Ron che quando vide
che c’era Malfoy fece un’espressione dalla quale si capiva subito il suo stato
d’animo, era arrabbiato.
- che ci fai tu qui? – chiese incavolato.
- ero semplicemente venuto a portare il diario
alla tua “fidanzatina”. – e prese il diario dalla borsa.
- io e lei non siamo fidanzati.- precisò Ron.
- ah no, beh credo che lei lo vorrebbe. – aprì
il diario ad una pagina qualunque e incominciò a schiarirsi la gola.
- non fallo Malfoy! – gli gridai.
- “ caro diario, oggi Ron mi ha guardata e sono
arrossita parecchio, penso proprio di essermi presa una bella cotta per lui…”-
leggeva, leggeva senza fermarsi e Ron sempre più perplesso mi guardava, con uno
sguardo dal quale non capivo se traspariva frustrazione o delusione.
- “baci, baci, a domani” contenta Granger. –
ridendo mi buttò il diario sulle gambe e lasciò la stanza.
- Ron, io, non so cosa…- ero senza parole.
- non dire niente Herm, ho capito. – e dicendo
questo anche lui si congedò.
- Ron aspetta! – provai ad alzarmi, ma non ci
riuscii, perché poggiare il piede a terra mi era impossibile. Dopo qualche
minuto arrivò Madama Chips, mi fece bere una pozione e poi mi disse di
aspettare almeno due ore, prima che facesse effetto. Quelle due ore erano
diventate infinite, guardavo fuori dalla finestra e vedevo cadere la neve,
soffice sugli alberi. Molto probabilmente Ron non voleva più vedermi, sapevo
che non provava gli stessi sentimenti e la cosa mi faceva male. Preferivo
ritornare nel dubbio che aver scoperto la verità.
Le due ore passarono, poggiai il piede a terra
ed era ritornato come nuovo. Stavo male, volevo soltanto tornare nel dormitorio
e piangere sotto alle coperte. Piangere, finché non mi sarei addormentata.
Arrivata davanti al quadro della signora Grassa, pronunciai la parola d’ordine
ed entrai. La sala comune era deserta, ma qualcuno c’era. Quel qualcuno era
Ron, che beveva una burrobirra fissando il fuoco nel camino. Feci per
andarmene, non volevo parlare con lui e pensavo che non mi avesse notata.
- Herm sei tu? – no, mi ero sbagliata. Mi
fermai di botto e le lacrime incominciarono a sgorgare.
- Herm dobbiamo parlare. – perché parlare,
perché continuare a farmi stare male, non bastava tutto quello che era successo
per spezzarmi il cuore?
- cosa c’è Ron, ho capito tutto, non c’è
bisogno di parlare. – continuavo a stare di spalle, non volevo che lui mi
vedesse piangere e non riuscivo a guardarlo in viso.
- no tu non hai capito, senti Herm tu mi piaci.
–
- cosa? – a questa affermazione mi girai di
scatto e mi asciugai le lacrime, Ron aveva la testa bassa ed era diventato
tutto rosso comprese le orecchie.
- è solo che, potevi dirmelo prima, non mi è
piaciuto scoprilo dalle parole di Malfoy, cioè insomma che provassi la stessa
cosa. –
- beh è difficile dichiarasi con uno come te. –
mi avvicinai a lui e lui alzò la testa, il rossore era peggiorato e mi venne da
ridere.
- perché ridi? –
- oh beh, la tua faccia mi fa ridere. – rise
anche lui e mi accarezzò il viso. Per qualche minuto ci guardammo negli occhi e
poi ci baciammo. Fu il bacio più bello della mia vita. Per me non era la prima
volta che baciavo qualcuno, ma era come se fosse stato il mio primo bacio. Io
amavo Ron, lui amava me, c’era voluto un po’ per capirlo, ma alla fine tutto si
era risolto.
****
Stavo davanti al treno 9 e ¾ e guardavo il
castello, così bello, così immenso. Mi sembrava impossibile che fosse tutto
finito, che dovevo salutarlo per l’ultima volta. Era stata la mia casa in un
certo senso.
- come sono cambiate le cose in questi anni
vero? – mi disse Ron, che avvicinandomi mi posò una mano sulla spalla.
- ehi salve piccioncini. – ci girammo e c’erano
Ginny e Harry che ci stavano salutando mano nella mano.
- vacci piano Harry. – lo rimproverò Ron,
facendo il fratello geloso.
- Ron! – esclamò arrabbiata Ginny.
- dai smetterla tutti e godiamoci il nostro
addio ad Hogwarts, esclusa te Ginny naturalmente. – e tutti scoppiammo in una
risata abbastanza fragorosa.
Eh si tutto era cambiato in questi anni. Io e
Ron da amici che si odiavano eravamo diventati fidanzati e così anche Harry e
Ginny, a differenza che Harry prima di allora non aveva mai pensato a Ginny
come ad una ragazza. Ogni tanto Ron faceva il geloso, ma bisognava capirlo, era
pur sempre la sua unica sorella. Anche Draco era cambiato, in certo senso, non
eravamo amici, ma non ci scarnavamo a vicenda e poi anche lui adesso era “impegnato”.
Infatti proprio in quel momento passo lui insieme alla sua ragazza, un certa
Astoria, mai sentita, ma che l’aveva veramente cambiato. Sorridendo lo salutai
con un cenno della mano lui fece altrettanto.
- allora si va? – mi chiese Ron, risvegliandomi
dai miei numerosi pensieri.
- certo. – guardai il castello per l’ultima
volta poi salii sul treno.
Durante il tragitto decidemmo di metterci in
uno scompartimento insieme e mentre gli altri litigavano su quale squadra di Quidditch
fosse la migliore mi misi a sfogliare il mio vecchio diario. Sapevo che aveva
qualcosa di magico e dovevo ringraziarlo in un certo senso. Accarezzai la
copertina ruvida e gli sussurrai un “grazie”.
-hai detto qualcosa tesoro? – disse Ron.
- no niente. – risposi semplicemente. La stanchezza
mi portò sonno e mi addormentai appoggiata a Ron, con un sorriso stampato sulle
labbra.
Spazio
autrice: eccomi qui! Eh si sono ritornata, il peggio
per la scuola è passato u.u, per il momento xD e ho trovato un po’ di
ispirazione per la storia. Attenzione però u.u, ancora non è conclusa, manca l’epilogo
nel spero riuscirò a dare il meglio di me. Alle recensioni ho risposto personalmente
u.u, grazie alla nuova funzionalità del sito u.u e farò altrettanto per questo
capitolo. Voi mi raccomando commentate =), vi aspetto numerosi =)
Ps:
se vi và andate a leggere una delle short che ho pubblicato in queste due
settimane, spero vi piacciano =)
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Capitolo 10 *** La ruota gira ***
La ruota gira
Dormivo beata sotto le mie adorate coperte.
Dovevano essere più o meno le sei di mattina, perché sentivo gli uccelli che
cinguettavano felici. Stavo talmente bene, accoccolata tra le braccia di Ron
che avrebbero potuto mummificarmi in quella posizione. Ci avrei passato tranquillamente
l’eternità così.
- MAMMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- una voce di
bambina mi svegliò dal mio bel sogno e aprendo gli occhi mi ritrovai davanti il
viso di Rose.
- Oddio Rose, mi hai spaventata, vai a dormire,
che ore sono? – chiesi tra uno sbadiglio e l’altro.
- Le sei è mezza cara.- rispose Ron da sotto le
coperte.
- Cosa? Ma è prestissimo! Buona notte. – e mi
tirai le coperte sopra la testa. Non avevo voglia di svegliarmi presto per un
capriccio di mia figlia quando non dovevo andare a lavorare, godersi i giorni
di riposo è chiede troppo?
- Mamma ma oggi è il 1°settembre, dobbiamo
andare a King Cross! – disse, con la voce che sapeva di pianto. Se mi figlia
stava dicendo la verità, eravamo estremamente in ritardo. Mi alzai di scatto e
misi le mie ciabatte insieme alla vestaglia.
- Siamo in ritardo, avanti Rosie, vai a
svegliare tuo fratello e tu Ron alzati, o non ce la faremo a essere pronti in
tempo. – Rose entusiasta, andò in camera di Hugo, dove anche lui dormiva
beatamente, ignaro dell’arrivo della cara sorellina.
- Avanti Ron alzati! – incitai mio marito, che
ancora ronfava sotto le coperte.
- Altri cinque minuti. – supplicò.
- No, su, che è tardi. – e gli sfilai le
coperte di dosso, per esser sicura che ci alzasse veramente.
Mi diressi di corsa in cucina. Oggi era un
giorno speciale per la mia piccolina e avevo intenzione di cucinare uova e
frittelle a tutti. Incominciai a preparare la colazione e già tutti erano
seduti ordinatamente a tavola. Ron leggeva il suo solito giornale, Hugo era
ancora assonnato e Rose era talmente eccitata che non riusciva a stare ferma
sulla sedia.
- Allora oggi è il tuo gran giorno Rosie. –
dissi portando le cibarie in tavola.
- Si mamma non vedo l’ora, mi sono già
informata molto sul conto di Hogwarts. –
- Sei uguale a tua madre. – borbottò Ron sotto
i baffi.
- Hai detto qualcosa? – chiesi accigliata.
- Chi io? NO, assolutamente. – e ritornò alla
sua cara Gazzetta del Profeta.
- A proposito di questo, volevo appunto darti
qualche libro che ci terrei che leggessi. – e dicendo questo, mi alzai e andai
verso la libreria, stracolma di miei libri. Del resto Ron e la lettura erano
nemici storici e Hugo aveva preso come bravo figli dal padre. Cercando però
trovai lui. Non ricordavo neanche più di possederlo. Lisciai la copertina ruvida
e chiudendo gli occhi, mi sembrava di ritornare indietro nel tempo. Cercai
ulteriormente e trovai i libri che cercavo, però non posai il mio diario, bensì
lo misi in borsa. Avevo una strana sensazione e sentivo che portarlo con me era
la cosa giusta.
- Ecco qui. – dissi posando quei quattro libri
che avevo preso. – e leggi soprattutto “Storia della magia” è un libro
stupendo. –
- Tesoro non colmarla di compiti già prima di
andare a scuola, già bastano i professori per questo. – replicò Ron.
- Ma papà, a me piace leggere, e grazie tante
mamma, stai sicura che li leggerò tutti d’un fiato. – rispose Rose.
- Va bene, confermo quello che ho detto prima.
– esclamò, sorridendo. Mi vestii di corsa e cercai in qualche modo di cercare
di aggiustare quella folta capigliatura che mi ritrovavo. Inoltre dovevamo
arrivare alla stazione con la macchina e qualche giorno fa Ron aveva preso la
patente, ovviamente imbrogliando. Lui mi aveva confermato che non aveva usato
la magia, ma non lo credevo affatto.
- Rosie, sei pronta?? – la chiamai dal bagno.
- Si mamma arrivo! – dopo qualche secondo si
presentò davanti a me, chiedendomi di aggiustarle il mantello. Vedendola mi sembrava
di vedere me stessa. Era ormai cosa scontata che diventasse Grifondoro, ma
qualunque squadra le avesse assegnato il capello, per me andava bene. Una volta
aggiustato il mantello per benino fece un giro su se stessa.
- Allora, come sto? – chiese ansiosa.
- Benissimo, tesoro. – le risposi solare.
Dopo una buona mezz’oretta eravamo tutti pronti
e seduti in macchina, rotta, King Cross.
- Allora qual’era l’acceleratore? –
- Ron! – lo rimproverai.
- Scherzo, certo che lo so. – io lo sapevo,
aveva usato la magia all’esame, e speravo con tutto il cuore che almeno un po’
la macchina la sapesse guidare.
Arrivati a Londra, ci mise un sacco di tempo
per parcheggiare, impossibile trovare posto lì, e una volta trovato ci
dirigemmo alla stazione. Però per la paura Rosie si bloccò davanti al passaggio
tra il binario nove e dieci.
- Avanti Rose, è facile, non andrai a sbattere!
– la incitò Ron, impaziente.
- Ron, aspetta ci penso io. – e mi abbassai
alla sua altezza, in modo da poterla guardare dritto negli occhi.
- Mamma ho paura. – mi confidò, tremando.
- Anch’io ce ne avevo la prima volta, ma è
facile, devi chiudere gli occhi e pensare a qualcosa di bello, con me ha sempre
funzionato. – e convinta fece senno di sì con la testa. Il passaggio fu
attraversato e proprio lì incontrammo Harry e Ginny, in quanto anche loro
dovevano accompagnare i primi due figli.
- Ehi Harry. – lo chiamai.
- Herm, ciao, che ricordi a stare tutti insieme
qui eh? –
- Ben detto cognato. –
Stemmo qualche minuto a parlare insieme, poi il
treno fischiò, questo significava che era tempo per i ragazzi di partire.
- Mamma ho cambiato idea, torniamo a casa. –
guardai giù e vidi Rose che mi tirava la gonna piangendo.
- Su Rosie, non c’è niente di pauroso a
Hogwarts, vedrai imparerai un sacco di cose lì. –
- E se non ci riuscissi? –
- Certo che ce la farai, aspetta un secondo. –
presi la mia borsa e da dentro sfilai il mio diario e glielo porsi.
- Ecco tieni, questo era il mio diario segreto
quando ero una ragazzina. –
- e cosa dovrei farcene? –
- Scrivici sopra, io non l’ho mai terminato, ma
questo compito spetterà a te. –
****
- Ok mamma lo farò. – e felice tornai a
guardare il treno, che fischiò di nuovo.
- Avanti è tardi, sali ci vediamo a Natale, e
scrivi tante lettere. – feci cenno di sì ed entrai nel treno.
- Rose, posso stare con te, James non lo
sopporto più .- mi chiese Albus, sudato dallo spavento.
- Si certo, troviamo uno scompartimento prima
però. – dopo un paio di ricerche fummo costretti ad entrare nello
scompartimento con mio cugino James che non fece che impaurirci per tutto il
tragitto, però stufa decisi di uscire a prendere un po’ d’aria e portai il
diario di mamma con me. Uscendo mi scontrai con qualcosa, o meglio qualcuno.
- Ehi, vedi dove vai Weasley! – mi urlò contro.
- Scusami non volevo, come fai a sapere come mi
chiamo? –
- Dai tuoi capelli no, pel di carota! –
nonostante fosse molto maleducato era un bel ragazzino e anche lui doveva
essere del primo anno, perché ancora non indossava i colori di nessuna squadra.
- Vieni dentro Rose e non pensare a quello, deve
essere Malfoy, ero curioso di conoscerlo, tu non avvicinarlo più okay?-
- Va bene. – dissi rassegnata e ritornai a
sedermi dove, appoggiata allo schienale, per la stanchezza mi addormentai.
****
Una luce ricoprì il diario e da lì ne uscì una
fatina.
- Sono così felice, si ritorna in azione!-
- Perché vorresti dire, che quel ragazzino è il
nostro obbiettivo? Ma è una bambina, è presto non credi?. –
- Si lo so, aspetteremo caro Diary, aspetteremo.
– e convinta gli fece un occhiolino.
Questa
fan fiction è dedicata a due persone.
A
Chiara, ti voglio un mondo di bene, sei la mia migliore amica e credimi, gli
anni non cambieranno le mie parole <3 .
A
Marco, che mi ha aiutato molto per la stesura della storia e senza il quale non
credo proprio che esisterebbe.
Spazio
autrice: e sì, adesso è proprio finta, forse farò un
seguito, ma non per adesso =). Spero che l’epilogo si stato di vostro
gradimento e vorrei fare un paio di ringraziamenti
A chi l’ha messa tra le preferite:
1 - 9Anny7
2 - AlbaGrint
3 - BennyGrint
4 - gloria_bennet
5 - ilarya
6 - itsagoodbye_
7 - MaCcO
8 - mionetta95
9 - Queen Alexia
A coloro che l’hanno inserita tra
le ricordate:
1 - Evetta96
2 - Fra_Volturi
3 - Hermione Jean
Granger
4 - ladylala
5 - tanna
E a chi mi ha seguito:
1 - BenNayGrint97
2 - dafne891
3 - Fra_Volturi
4 - kiky 92
5 - LacrimaDegliDei
6 - maggie_chan
7 - MaKiCo
8 - mistake01
9 - MooNRiSinG
10 - neptunia
11 - Queen Alexia
12 - riogah
13 - robyprisk
14 - saruz1986
E grazie anche a coloro che hanno
recensito e che non ho nominato, grazie a tutti =), alla prossima, un bacio :*
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