Qualche
tempo fa, la mia carissima socia brokendream ha scritto una deliziosa one
shot su Anna e Castiel. Io, che non amo molto Anna, l'ho letta comunque
e mi sono ritrovata una versione di Anna davvero adorabile.
Per questo ho deciso
di scrivere una storia ispirata a quella bellissima one shot. Una
specie di spin-off che spero renda omaggio all'arte, alla
sensibilità e al talento della mia socia.. =)
Per leggere la One
shot, andate qui When
she fell .
Sono sicura che la troverete adorabile. E spero che anche la storia che
io scriverò vi piacerà =)
Lasciate un commento
se vi va.. =)
Grazie socia,
perchè mi hai fatto cambiare idea.. più o meno xD
e per il bellissimo logo sotto =)
Baci, Roby :)
We
can do it together
Anna era più
che
risoluta, abbandonò la sua spada e si preparò
alla caduta. Castiel
capì cosa stava per accadere, e si precipitò
accanto a lei.
«Tu
sei pazza, smettila immediatamente!»
Anna non lo ascoltò, non lo guardò nemmeno.
«Tu
non puoi farlo,
tu non puoi farlo. Ritorna in te, non costringermi a.....»
«Vuoi
alzare la tua
spada contro di me, Castiel? Avanti, fallo. Solo così potrai
fermarmi.»
«Sai
bene che non
potrei mai farti del male. Ma non costringermi a trovare il coraggio
di farlo.» l’avvertì l’angelo
maschile.
«Fallo
Cass, solo
così puoi fermarmi. Io vado via. L’offerta
è ancora valida, se
vuoi venire con me, mi renderai felice.»
Castiel
alzò la
propria spada in direzione di Anna, sperando che la sola minaccia
potesse farla desistere dal suo folle intento.
«Dunque
vuoi davvero
uccidermi. Bene, meglio per mano tua che di qualcun altro..»
e si
voltò offrendogli il petto.
Ma
Castiel non poteva
farlo, e abbassò l’arma.
«Ti
supplico Anna,
non farlo. Ti daranno la caccia, ti troveranno. Loro non avranno la
mia pietà.»
«Non
importa, ne
sarà comunque valsa la pena.»
«Non
ci rivedremo
più Anna, non ti importa neanche di questo?» le
chiese, una vena di
disperazione incrinò la sua voce.
«Sì
Castiel, mi
importa molto invece. Per questo ti ho chiesto di cadere insieme a
me, ma tu non vuoi.»
«Io
non voglio
lasciare i Cieli! E tu devi restare qui!»l e urlò,
fermo sulla sua
posizione.
«No.
Addio.» E si
lasciò cadere, in picchiata. Castiel tentò di
afferrarla, ma ciò
che riuscì a prendere fu solo un raggio della sua luce.
Anna
precipitò a
velocità impossibile, e nella caduta si strappò
via la Grazia: così
non avrebbero potuto ritrovarla. Mai più. Strapparsi via la
Grazia
fu doloroso, stremante e umiliante, ma non aveva scelta. Voleva
diventare una donna.
Sperò
fino alla fine
di sentire il suono delle ali di Castiel dietro di sé, fino
alla
fine. Ma ciò non accadde. Non l’aveva seguita. Non
l’amava.
Solcò
i cieli come
una meteora, urlando di dolore e paura. E delusione, perché
Castiel
non sarebbe stato lì con lei.
Anna
sospirò profondamente.
Quegli
incubi la tormentavano anche da sveglia.
La
facevano sentire triste, vuota e spaventata.
Sapeva
che ora con Cass ogni cosa sarebbe stata perfetta. Ma il timore che
tutto quello che aveva costruito da quando era umana, le venisse
portato via, la terrorizzava costantemente.
Non
avrebbe mai potuto dimenticare il giorno in cui aveva deciso di
cadere senza Cass.
Le
si era straziato il cuore al solo pensiero di non averlo al suo
fianco, ma sapeva che non poteva costringerlo a fare qualcosa che non
voleva.
Si
sarebbe adattata e l'avrebbe dimenticato.
Avrebbe
amato e sofferto e lui sarebbe stato solo un lontano ricordo.. un
giorno.
Si
era proposta questo cadendo, ma non era stato così.
Giorno
e notte aveva pensato a lui insistentemente. Agli occhi azzurri e
perennemente confusi incastonati su quel bel viso.
Alle
sue labbra che tanto aveva desiderato e che non poteva avere.
E
poi finalmente lui era arrivato.
Confuso,
disorientato, spaventato da tutto quello che per lui era nuovo, ma
era arrivato.
Era
con lei.
Per
lei amalgamarsi e diventare una persona comune era stato semplice.
Aveva
trovato lavoro in una caffetteria e si era comprata una casetta,
piccola ma deliziosa nel centro di una piccola e quasi anonima
cittadina del Texas.
E
ogni giorno, tra l'aroma del caffè, lei si ritrovava a
sorridere
della sua nuova vita.
Per
Cass invece era stato più complicato.
Ci
aveva messo mesi a metabolizzare il fatto che un raffreddore poteva
costringerlo a letto per giorni, e che la fame poteva coglierlo di
improvviso, così come la stanchezza.
L'aveva
sentito piangere e sospirare profondamente.
L'aveva
visto tenersi il viso tra le mani e scuotere il capo, e aveva viso il
timore e la confusione stamparsi sul suo viso al primo starnuto della
sua intera esistenza.
Da
angelo del Signore a semplice umano col naso colante.
Era
un cambiamento grande che lo aveva decisamente spaventato.
Non
era sorpresa di questo.
Era
ovvio che lui ci avrebbe messo di più e avrebbe attraversato
più
difficoltà durante il passaggio rispetto a lei.
Lei
era scesa sulla terra perchè aveva un disperato e ardente
desiderio
di essere umana.
Lui
era sceso solo per seguirla.
Era
diverso.
Ma
mai, nonostante lo vedesse sofferente, mai si era pentita di avergli
chiesto di seguirla.
Era
egoistico, se ne rendeva conto. Ma lei lo amava.
Era
sempre lì quando aveva bisogno di essere stretto tra le
braccia e
rassicurato.
Era
lì sempre e comunque per lui, ma era troppo felice di averlo
con sé
per preoccuparsi del resto.
E
in fondo chiedergli se era pentito di essere caduto per stare con
lei, la spaventava.
Se
lui avesse detto si?
Tagliò
a rondelle l'ultimo peperone e lo mise in padella insieme alle altre
verdure.
Non
era sicura di quello che stava cucinando, non sapeva nemmeno cosa
fosse..
Lei
in cucina non era affatto brava.
Ma
essere normali prevedeva anche cucinare, riempire la casa di odori
dolci e accoglienti, e lei voleva farlo.
Al
massimo, avrebbero ordinato una pizza.
Sorrise
appena e si mise a sedere, leggendo una rivista di moda.
Cosa
poteva esserci di più normale?
****
Un
anello.
Cosa
poteva esserci di più normale.
Castiel
proprio non riusciva a credere a quello che stava per fare.
Stava
tornando a casa, dalla sua donna per chiederle di sposarlo.
Incredibile..
pensò attraversando la strada e percorrendo lento il
vialetto che lo
avrebbe portato a casa.
Non
sapeva nemmeno se aveva scelto bene..
Si
era fatto aiutare da un suo amico, uno dei pochi che aveva da quando
era umano, e ora, stava per entrare in casa per metterlo al dito
della sua adorata Anna.
Le
avrebbe sorriso e senza tanti preamboli – non erano il suo
forte –
le avrebbe chiesto di diventare sua moglie.
Moglie..
Aveva
cercato sul dizionario al definizione letterale del termine.
C'era
scritto la
donna sposata..
Ma
che definizione era?
Scrollò
le spalle ed aprì la porta sorridendo appena.
Posò la scatolina in
tasca e si avvicinò alla cucina piano piano.
C'era
un odore buono, ma non sapeva ben dire di cosa fosse.
«Ciao
tesoro.. c'è un buon odore. Cosa stai preparando?»
le chiese dopo
averle dato un bacio sulle labbra.
«Verdure..
erano in frigo e le ho tagliate e messe tutte insieme in padella. Non
so cosa verrà fuori.» ammise lei un po'
imbarazzata.
Castiel
rise appena e prese un bicchier d'acqua.
La
cucina non era il forte di Anna, ma di certo la sua donna era piena
di altri talenti.
Si
mise a sedere accanto a lei e le levò la rivista di mano.
«Anna,
devo dirti una cosa.» iniziò.
La
donna si schiarì la voce mettendosi composta e si
spostò i capelli
indietro con una mano.
«Ti
ascolto.» gli disse.
Castiel
annuì appena, e pensò a come iniziare il discorso.
Si
era ripromesso di andare dritto al sodo, ma ora che il momento si
avvicinava, si rendeva conto che richiedeva un minimo di
preparazione.
Solo
che lui non riusciva a pensare ad altro che all'anello sul suo bel
dito.
E
al suo sorriso e alla gioia che avrebbero condiviso.
Era
totalmente alla mercé di sentimenti che non aveva mai
provato.
Un
forte dolore gli faceva bruciare lo stomaco e le mani sudavano senza
un apparente motivo.
Tensione
e ansia, constatò in silenzio.
Si,
era teso.
E
se lei avesse detto di no?
Davvero
c'era questa possibilità? Davvero, se lo amava
così tanto come
sosteneva, avrebbe anche potuto scegliere di dire di no.
Cass
si augurava che non sarebbe andata così.
Ma
nel suo tempo da angelo, e ancor di più da quando era
diventato
umano, si era reso conto che i sentimenti erano strani.. mutavano
velocemente, anche se si era fatto di tutto per evitare il
cambiamento.
Prese
la scatolina dalla giacca, senza avere il coraggio di guardare la sua
donna negli occhi e la aprì mostrandole il contenuto.
«Anna..
io.. sono ancora confuso su molte cose. E inesperto.. ma so che ti
amo, altrimenti non avrei scelto di cadere per stare con te.. E so
che è quasi come se lo fossimo già, ma.. voglio
svegliarmi ogni
mattina con te accanto, mentre le nostre fedi brillano sotto la luce
del sole.. Voglio poter dire torno a casa da mia moglie e
voglio anche, lo ammetto, «regolarizzare»la
situazione in cui ci
troviamo.» le disse «Ma amore, al contrario di
quello che tanti
umani sostengono, sono sicuro che il nostro matrimonio sarà
bellissimo e felice.. E anche se il giorno delle nozze ti
sceglierò
definitivamente come mia compagna di vita, io continuerò a
sceglierti ogni giorno. E ogni giorno mi innamorerò di nuovo
di te.»
Fece
un grosso respiro e solo allora alzò gli occhi su di lei,
scoprendo
che era sull'orlo delle lacrime.
«Vuoi
diventare mia moglie?» le chiese.
Anna
scoppiò in lacrime.
I
suoi occhi piangevano e la sua bocca sorrideva..
Lo
abbracciò forte e annuì baciandolo..
«Si, lo voglio.» rispose.
Castiel
rise gioioso e si staccò poco da lei per metterle l'anello
al dito.
Poi
la abbracciò sollevandola da terra e piano la
portò fino al
divano..
La
fece sdraiare e si sistemò su di lei baciandola intensamente.
Era
calda e tremava un po' scossa dai lievi singhiozzi di
felicità..
Le
baciò il collo e scese giù baciando dolcemente la
sottile stoffa
del suo vestito.
Sollevò
con le mani la parte che copriva le gambe e la accarezzò
dolcemente
e lentamente fino ad arrivare alla sua biancheria.
La
sfilò, rendendo l'atmosfera di colpo bollente e i loro
respiri
affannati, e senza smettere di guardarla, tanto era meravigliosa,
liberò anche se stesso, di tutto quello che gli impediva di
farla
sua, e lentamente, scivolò in lei facendola fremere.
Serrò
la mascella estasiato dal sentire il lieve bisbiglio di piacere che
Anna si era lasciata sfuggire e poi iniziò a muoversi dentro
di lei.
Piano,
seguendo il ritmo dei loro respiri.
La
baciò scivolando più a fondo quando
sentì che entrambi erano
pronti e si mosse più rapido, afferrandole dolcemente
entrambe le
gambe per farsi più spazio.
La
amava e la stava facendo sua intensamente. Più intensamente
di
qualunque altra volta.
Le
baciò la bocca e spinse poco di più.. E sentirla
gemere mentre
affondava le dita nelle sue spalle, fece felice anche lui.
Tremarono
entrambi, scossi dai brividi. Sudati e pieni di loro..
Si
sorrisero, baciandosi di nuovo e poi si accoccolarono stretti sul
piccolo divano.
Erano
schiacciati l'uno all'altra come sardine, ma che importava?
Erano
insieme.
E
presto sarebbero stati uniti in matrimonio..
Prigionieri
della dolce gabbia dorata che era la loro vita umana.
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