Girl of moon

di Meky e Amber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2: La vera amicizia ***
Capitolo 3: *** Cap 3: I ricordi che tornano a galla ***
Capitolo 4: *** Cap 4: Trasferimento, Nuove Amicizie ***
Capitolo 5: *** Cap 5: Le fiamme della distruzione ***
Capitolo 6: *** Cap 6: Il viaggio continua... ***
Capitolo 7: *** Cap 7: Verso la capitale ***
Capitolo 8: *** Cap 8: Quartier generale ***
Capitolo 9: *** Cap 9: La pergamena ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


Color: Iruy

 

-Amber-
Salve! Dunque, per prima cosa vorrei congratularmi con la mia compagna perché ha fatto… un ottimo lavoro, decisamente! La trama della storia c’è venuta un pomeriggio, un colpo di genio insomma ^^! Parlando della storia… sarete catapultati in un mondo completamente nuovo dove un gruppo di amici ne passerà davvero di tutti i colori! Tra inseguimenti, amori, azione, traditori e sacrifici la nostra protagonista dovrà fare una scelta difficile. Che cosa farà? Cosa succederà? Per scoprirlo basta immergersi in questa nuova ed emozionante avventura!!
P.S.: vorrei dedicare questa storia all’amicizia che mi lega a Meky
Buona lettura
Amber
 
-Meky-
Ciao a tutti!! Ma quanta gente… [una folata di vento passa nella zona vuota]. Eddai! Stavo per fare una fanfictions seria, senza battute del cavolo come quella precedente!! Sigh, il mio sogno è andato in fumo… Ma siamo allegri!^^. Già, perché questa fic ci è venuta proprio bene, vero Iri?
Come al solito ci saranno dei punti…
1): per gli eventuali errori… io sono la correttrice, quindi per balle varie rompete me (a vostro rischio e pericolo -.- Scheeeerzo… ;oD). Questo vale anche per la presentazione del testo (i colori delle scritture li abbiamo scelti insieme), i caratteri differenti in questo primo pezzo, ecc. Insomma, mi diverto a dirigere il tutto, non so perché… Però è divertente! ^o^
2): questa fic è stata scritta per il 17° concorso che Erika ha realizzato [Grazie Erika per il sito fantastico!!]
3): la fic, diciamo, è stata scritta a "pezzi" da me e Amber, anche se la trama è stata pensata insieme; gli svolgimenti nei particolari li abbiamo inventati sul momento da sole. Naturalmente alla fine abbiamo riletto tutto insieme…
4): spero apprezziate i miei sforzi di correzione. Vedete il mio computer, i pezzi scritti in altri comp. (scrivevamo un po’ a casa mia e un po’ a casa sua) fatica a farli leggere (tutte le volte che aprivo un chap mi si chiudeva da solo alla prima correzione, senza che riuscissi a salvare)… quindi…
5): nella correzione delle parole piccanti [Aaaamber…. Grrrr… è_é]… Allora, non le ho corrette tutte per non cambiare il modo di scrittura della mia compagna, non mi sembrava giusto nei suoi confronti, CHIARO?!?!?! Bene…
La mia presentazione è mooolto lunga, quindi taglio corto. Spero vi piaccia la ff, perché io nel scriverla ci ho messo tutto l’impegno possibile, come in tutte le altre mie opere.
Meky
Ps: ah, Iri-chan? Grazie per i complimenti tesoro!
- Dedico questa fic a chi sa ascoltare il cuore -
- e a coloro che mi vogliono bene. -
- Grazie a te, Amber, per aver permesso alla nostra ballata -
- di continuare. -
- Dedico tutto ciò -
- anche a te, Signora del Destino -
- che mi hai permesso ancora una volta di sognare -
- Dal mio cuore con affetto -
Meky, elfa apprendista maga
 
 
Color: Amber         Color: Meky         Color: insieme

Girl of moon

Meky e Amber

 

"Giro girotondo,
casca il mondo
casca la terra
tutti giù per terra!"
 
Voci infantili salirono al cielo, mentre giravano mano nella mano. Intorno a loro alberi argento formavano un piccolo bosco. Campi di fiori d’oro e blu correvano indisturbati intorno ai bambini, accompagnando il loro vortice con delicatezza, muovendo i petali in una strana danza. I bambini dai capelli argentati risero felici e raccolsero qualche fiore, pronti ad iniziare un nuovo gioco. Poco distante una piccola figura si avvicinò al campo correndo e chiamando i loro nomi. Alzando lo sguardo gli altri bambini fecero una smorfia e si allontanarono. La piccola si fermò e li guardò triste allontanarsi
-Perché?-

 

Capitolo I

Nuovo arrivo

Complotto

La ragazza si svegliò nella penombra della sua piccola stanza. Sbadigliò, quando la voce del padre le arrivò alle orecchie sorrise
-Ludwy, la colazione è pronta! Svegliati pelandrona che devo andare al lavoro!- La ragazza si alzò e aprì la porta trovandosi davanti il padre dai capelli d’argento che tanto amava
-Vai pa’, non ti preoccupare…-
-Torno all’ora di cena- Le baciò la guancia –Fa la brava a scuola OK?- Lei sorrise
-Non preoccuparti…- L’uomo uscì dalla casetta al limitare del bosco, e lei sospirò appoggiandosi al muro che divideva la sua camera e la cucina. Rivolse lo sguardo al tavolo con la colazione fumante e chiuse gli occhi –Perché? Perché esiste la scuola?- Si sedette e iniziò a mangiare, poi andò in camera. Prese la cartella e ci mise dentro dei libri e quaderni stracciati da qualche compagno di classe, poi andò in bagno e prese a pettinarsi i lunghi capelli neri, e li raccolse con un piccolo elastico. Dopodiché uscì, e iniziò a percorrere le strade che la separavano dalla scuola. Quando finalmente arrivò, entrò in classe e si preparò alla solita giornata sedendosi nell’ultimo banco singolo in fondo all’aula dove era stata assegnata da quando aveva messo piede in quella scuola. Ludwy era una ragazza solitaria che non aveva mai potuto far vedere il suo vero carattere perché non aveva nessun amico/a. Aveva 16 anni, ed era alta, magra, aveva lunghi capelli neri e occhi affogati nel cioccolato. Sarebbe stata una bella ragazza se, naturalmente, tutti non la disprezzassero perché diversa. Gli abitanti della Luna avevano tutti capelli argento e occhi molto chiari che andavano dal grigio all’azzurro; erano identici ma si riuscivano a distinguere benissimo: per la fattura del viso, per il suono della voce e per mille altri motivi. Anche Ludwy ormai aveva capito come riconoscerli con molta fatica anche se, alla fine, non era servito a niente perché non aveva amici. La campanella suonò, e il professore fece la sua apparizione, accompagnato da un nuovo alunno
-Oggi è arrivato un nuovo alunno. Il suo nome è Xander Gaier- annunciò il prof.
Ludwy evitò di alzare lo sguardo sul nuovo arrivato. In fondo, l’avrebbe trattata come tutti gli altri…
-Bene Xander, mettiti pure dove vuoi- Il prof sorrise, mentre il ragazzo si guardò intorno; tutti sorridenti… tutti così falsi… Si avviò verso il fondo della classe e si sedette in penultima fila
-Bene- Il professore aprì un grosso libro –Andate a pagina 120-
Gli alunni, chi sbuffando chi preparandosi ad un’altra giornata di studio, tirarono fuori il libro in questione e la lezione iniziò.
Dall’arrivo di Xander passarono cinque giorni, ma nulla sembrava cambiato per la ragazza. Alle due del pomeriggio, la campanella di fine lezione suonò, seguita da un vociare acceso e allegro, e da rumori di passi svelti
"Alleluia, un’altra giornata è finita…" pensò Ludwy uscendo insieme alla mandria di ragazzi. S’incamminò, in completa solitudine, verso casa sua. Completamente amareggiata, cercò di pensare qualcosa di positivo. Le strade, a quell’ora, erano pressoché deserte e gli unici all’aperto erano i giovani. Impazienti di giungere a casa, i ragazzi correvano insieme agli amici, attraversando strade su strade, fino all’arrivo; Ludwy, però, percorreva una stradina verso l’uscita della cittadina che nessun alunno percorreva. Mentre svoltava ad un incrocio, vide, con la coda dell’occhio, una veste blu scomparire in una piccola viuzza. Curiosa, lei la seguì, giungendo in un vicolo cieco senza né porte né finestre, con solo un vecchio muro davanti a lei. Improvvisamente sentì un basso vociare nelle vicinanze del muro. Si avvicinò e, appoggiando le mani al muro, ci avvicinò il viso per cercare di sentire, però… Appena lei si sostenne al muro, da questo si aprì una sorta di porta, facendola finire per terra; silenziosamente, alle sue spalle la porta segreta si richiuse
-Allora cos’hai scoperto?- chiese una voce maschile
-Guarda tu stesso- rispose una seconda voce, stavolta femminile. La ragazza si alzò in piedi. Si trovava u un pianerottolo che portava, per mezzo di una scala a chiocciola, in un sotterraneo illuminato solo da due candelabri. Scese alcuni gradini per cercare di vedere chi stesse parlando. Un uomo dall’aspetto anziano reggeva in mano un cofanetto, al suo fianco una giovane donna aspettava in silenzio
-Interessante…- disse alla fine l’anziano
-Pensa che potrebbe aiutarci coi nostri piani, Signore?- chiese un’altra voce. Dall’ombra uscì un uomo incappucciato
-Non saprei, dovresti dargli un occhiata…- Il vecchio allungò la scatola all’altro che l’osservò attentamente dall’esterno poi, piano, l’aprì. Dall’ombra partirono esclamazioni di sorpresa, lo stesso uomo spalancò la bocca
-Leggila- disse l’anziano. Ludwy guardò sbalordita la pergamena all’interno del piccolo scrigno: quello era un documento importantissimo!
"Ma cosa ci fa qua?" si chiese mentalmente la ragazza preoccupata "Ho l’impressione d’aver fatto male a venir qui…"
Dopo la lettura, l’uomo si levò il cappuccio dalla testa. La testa abbronzata e calva portava tatuaggi tribali per un lato. Si voltò verso gli altri
-Presto, il nostro complotto avrà inizio- annunciò solennemente –grazie alla nostra Sorella, possediamo una pergamena che sta alla base del governo della Luna- Numerosi applausi esplosero nella stanzetta. Ludwy fece per andarsene ma urtò col piede un tubo di metallo, facendo voltare tutti quanti su di lei. Fortunatamente lei era nell’ombra e credette di non essere vista.
-Intrusi!- esclamò una voce. La ragazza, presa dal panico, iniziò a correre via, lontano da lì. Arrivata a casa di corsa, chiuse la porta alle spalle e prese grandi boccate d’aria per riprendersi dallo spavento e dalla corsa.
Il mattino dopo…
La scuola, quel giorno era chiusa e a Ludwy si prospettava la solita giornata solitaria, visto che il padre era al lavoro. Dopo dieci minuti dall’uscita del padre, qualcuno bussò ala porta
-Arrivo papà!- disse la ragazza immaginando che il genitore avesse scordato qualcosa. Aperta la porta, però, si trovò davanti…
-Oh- disse sorpresa la ragazza –Tu sei…-
-Xander- rispose il ragazzo sorridendole
-Si…- Ludwy gli sorrise –Beh, vuoi entrare?- L’altro annuì, ed entrò –Cosa ti porta qui?- Il ragazzo arrossì, ma lei non se ne accorse
-Oh beh… volevo solo farti visita…- Ludwy si voltò a guardarlo sorpresa
-Io non ricevo quasi mai visite…- si scusò lei. L’altro fece un segno con la mano
-Sono qui per farti compagnia-
-Davvero?- Ludwy gli sorrise felice –Oh, ma che bello!-
Passarono alcune ore, trascorse piacevolmente a parlare o a fare altre attività. Ludwy scoprì che Xander era davvero molto simpatico oltre ad essere molto gentile e bello; infatti aveva un fisico molto attraente per avere solo 16 anni. Era alto, magro, aveva un viso dai tratti delicati e gentili, i capelli argentati e due occhi grigi bellissimi per lei; era anche molto intelligente e la ragazza non credeva che potesse essere una persona come lui che, oltre al padre, la trattavano in modo gentile e premuroso.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta
-Oh, cos’è, oggi è la giornata delle visite?- disse la ragazza avviandosi alla porta. Guardò nell’occhiolino nella porta e…
Indietreggiò spaventata
-Ludwy, che…- disse Xander, ma venne zittito da lei
-Ehi, c’è nessuno?- disse una voce proveniente da fuori. Quella voce… non le avrebbe detto niente se non l’avesse sentita il giorno prima ritornando da scuola…
-Nasconditi- disse il ragazzo prendendo gentilmente il braccio di lei e scostandola –apro io-
Ella si avviò dentro la casa
-Buongiorno- salutò lui quando aprì la porta –cosa vi ha portato qui?-
-Stiamo cercando questa ragazzina- disse lui mostrandogli un foglio con sopra l’immagine di Ludwy –Abita qui?- Il ragazzo squadrò da capo a piedi lo strano personaggio. Era vestito normalmente, ma lo sguardo era gelido come il ghiaccio. Sembrava giovane, e i corti capelli argentati gli ricadevano sulla fronte
-No- ripose con naturalezza lui –vi siete sbagliati. Lei abita più in là- Fece un gesto vago con la mano
-Arrivederci- salutò l’uomo tagliando la conversazione.
-Arrivederci- disse Xander chiudendo la porta e avvicinandosi a Ludwy, uscita dal proprio nascondiglio
-Cosa voleva quello da te?- chiese preoccupato lui. Lei inspirò due boccate d’aria e, sedendosi, iniziò a raccontare di aver assistito ad una riunione segreta al ragazzo
-Oh, che storia complicata! Ti sei messa in un mare di guai…- disse lui guardandola. Gli occhi le divennero lucidi –No, non piangere…-
-Ho paura…- singhiozzò incapace di controllarsi –Tu… tu mi hai creduto…- Alzò gli occhi lucidi e rossi per le lacrime –Non ha fatto come tutti gli altri-
-Beh, io sono diverso dagli altri- Le sorrise cercando di rassicurarla –Ti aiuterò io, non preoccuparti- Lei annuì appoggiandosi a lui –Non preoccuparti…-

 

 

Continua…

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Capitolo 2
*** Cap 2: La vera amicizia ***


Capitolo 2

Color: Amber                 Color: Meky                   Color: insieme

 

Capitolo II

LA VERA AMICIZIA

“Ci sarò sempre”

 

Nessuno si sarebbe mai aspettato che Ludwy e Xander fossero diventati amici così intimi…. Ludwy aveva parlato di Xander al padre molto entusiasta e lui era stato molto contento; la ragazza gli aveva fatti incontrare in un giorno festivo e al padre era molto piaciuto quel ragazzino così energico e pieno di vita. La mattina Xander andava a prendere la sua amica per andare a scuola insieme parlando di tutto e di tutti, si mettevano vicino durante le lezioni e si suggerivano le soluzioni con bigliettini vari, mangiavano insieme e tornavano a casa insieme dividendosi a metà strada per andare ognuno a casa propria. Le compagne, gelose, cercavano di attirare l’attenzione del ragazzo su di loro ma lui le guardava dall’alto in basso e prendendo sotto braccio Ludwy se ne andava seccato. Anche i compagni avevano provato a fare amicizia con lui…

-Ehi Xander, ti va di venire con noi a fare un giro per il villaggio?- Lui li guardò

-Ludwy viene?- chiese indicando la ragazza. Il gruppo fece una smorfia

-No, le mezzo-sangue non le vogliamo noi! Dai vieni, ci divertiremo!- cercò di convincerlo il ragazzo

-No, mi spiace- Xander si voltò e, sorridendo a Ludwy, se ne andarono via insieme.

Questa discussione si era sentita molte volte poi i ragazzi ci avevano rinunciato

-Perché non vai con loro?- chiese un giorno Ludwy mentre facevano i compiti. Lui rispose senza alzare lo sguardo dal foglio

-Perché non mi diverto se non ci sei tu…- rispondeva con non curanza

Di solito rispondeva così e lei si azzittiva continuando a fare ciò che stava facendo prima. Le faceva piacere che lui la sentisse importante e che la difendeva a spada tratta ma… aveva un brutto presentimento e… beh, aveva iniziato a fidarsi di quello che definiva “istinto da mezzo-sangue”.

Una mattina i due andarono a scuola

-Hai studiato per la verifica di Geometria?- domandò con finta severità Xander. Lei lo guardò e sorrise beffarda

-Certo, che credi? Sono prontissima! Ho studiato un sacco e so assolutamente tutto- rispose orgogliosa

-Anche la scheda sul quaderno?- Lei lo guardò fermandosi davanti al cancello della scuola

-Scheda? Che scheda?- domandò stupita

-Quella che ci ha dato la prof tre giorni fa…- rispose lui guardandola –Non l’hai neanche letta vero?-

-Ma… ma… ma… aiuto!!! Di cosa parlava? Cosa diceva? Aiuto!! Salvami ti prego! Come faccio?-

-Parlava di vulcani, scema!- esclamò lui scoppiando a ridere. Lei lo guardò offesa da morire e con la bocca spalancata

-Mi hai preso in giro! Brutto cattivo! Devi sempre prendermi in giro tu!!!- Lo colpì alla schiena riempiendolo di pugni

-Basta… smettila dai… Era solo uno scherzo…- disse ridendo a crepapelle

-Sei cattivo cattivo cattivo!- esclamò lei imbronciata

 

-Guardatela… chi diavolo si crede di essere?-

-Calmati Janet…- Il ragazzo mise una mano sopra la spalla della giovane

-Taci Noxoj, nessuno ti ha interpellato e levami le mani di dosso- Strattonò il braccio e lui la mollò –Quella piccola bastarda mezzo-sangue non me lo porterà via- rispose rabbiosa

-Cosa vuoi fare?- chiese una ragazza al suo fianco. Janet sorrise crudelmente

-Vedrai Majorit… vedrai…- La ragazza la guardò preoccupata

-Non fare pazzie Janet…-

-Smettila Majorit! Mi sembri una bimba di sei anni che ha paura del buio! Ma non ti vergogni?- domandò seccata. La ragazza abbassò lo sguardo. Un trillo improvviso li fece alzare lo sguardo verso la campanella scolastica –Muoviamoci, prima ora verifica e non voglio arrivare tardi…-

In classe la prof consegnò i fogli per la verifica e arrivata al banco di Ludwy la squadrò da capo a piedi

-Spero che questa verifica le vada meglio- disse riluttante consegnandole il foglio. La classe ridacchiò e Xander avanti di una fila si voltò a guardarli serio in volto. Gli aveva sempre dato fastidio che Ludwy dovesse stare in quell’angolo angusto e sporco che, per ordine dei professori, i bidelli non dovevano pulire per nessuna ragione al mondo. Il banco poi era lontano da tutti e per una ragazzina così solare era una vera tortura; aveva poi scoperto dalla ragazza che le era stato proibito di aprire bocca e di avvicinarsi a chiunque se non di due metri minimo, una cosa inaudita! Ludwy aveva lo sguardo basso pronta a piangere –Ma non credo che sarà così… dicono che gli esseri umani non amino molto la Geometria- La ragazza sgranò gli occhi e il labbro inferiore le tremò mentre i compagni facevano una smorfia schifata iniziando a fischiare e a fare versacci estraniando, tutti, il loro disappunto. Xander sbiancò di colpo e Ludwy gli lanciò uno sguardo, e guardando la sua faccia contrariata strinse i pugni cercando di non piangere.

“Ecco, ora non mi vorrà più come amica… lo sapevo accidenti a me! Addio al mio sogno di avere finalmente un amico…”

-Professoressa mi scusi…- Tutti si voltarono verso Xander e la prof sorrise

-Dimmi pur…-

-Stia zitta!- esclamò. Ludwy alzò lo sguardo colpita verso il giovane –Come osa dire certe cose? Qual è il problema se lei è diversa da noi? Anzi, mi fa veramente schifo essere uguali a tutti voi, odio questi capelli argentati, odio questi occhi chiari… Ludwy è diversa da me e allora? Abbiamo una splendida amicizia…- “Che spero che un giorno diventi qualche cosa di più…” -… e ne sono orgogliosissimo! Lei è una splendida ragazza e voi non siete neppure degni di pulirle le scarpe!- esclamò vomitandole addosso tutta la sua ira –E trovo vergognoso che Ludwy non possa parlare, non si possa avvicinare a nessuno e che sia costretta in quell’angolino angusto, lontana da tutti- Guardò la classe ammutolita e si soffermò sulla professoressa allibita; lui le sorrise –Allora, iniziamo?- Si sedette e guardò Ludwy che, stupita, lo fissava. Lui sorrise e le fece l’occhiolino, lei corrispose sorridendo e finalmente la verifica iniziò.

 

Pranzo

Ludwy guardò Xander mangiare. Erano su un tavolino nel cortile della scuola e quel giorno tirava un leggero venticello. Ludwy sorrise. Pensare che lui l’aveva difesa la faceva arrossire di piacere ma non poteva fare a meno di guardarlo. Lui alzò lo sguardo verso di lei

-Cosa ti succede? Perché mi fissi così? Ho qualche cosa sulla faccia?- chiese preoccupato. Lei sorrise e scosse la testa

-No, no… pensavo solo a come era andata la verifica e mi sono incantata- “Bugia bugia…” Lui piegò la testa di lato

-Beh, i primi due esercizi li ho trovati facilissimi- disse lui bevendo dalla lattina –Bisognava solo moltiplicare e dividere il risultato per 2, facile come bere un bicchiere d’acqua. Nelle tabelle c’era da mettere i numeri fissi e anche lì non c’era problema. L’ultimo sono riuscito a finire per un pelo e… beh, speriamo. A te?- Lei scosse la testa

-Mi sta venendo il latte alle ginocchia al pensiero…- Lui sorrise

-Allora incrociamo le dita OK?- Lei annuì –Tu non pranzi?- chiese lui sorpreso

-No, non vorrei che qui mi avvelenassero e quando un giorno ho provato a portarmelo da casa… beh, diciamo che me lo sono trovata pieno di fango o schifezze del genere, così mi sono abituata a non mangiare- disse lei. Lui la guardò poi si alzò in piedi distogliendo lo sguardo

-Accidenti!- Lei lo fissò stupita –Mi fa una rabbia incredibile che tu non possa essere trattata come tutti gli altri- Lei sorrise e gli appoggiò una mano sul braccio e lui si sedette poi la guardò. Lei prese la mano di lui tra le sue e gliele strinse

-Calmati… ci ho fatto il callo ormai- Abbassò lo sguardo –Promettimi… promettimi che ci sarai sempre, promettimi che sarai sempre il mio migliore amico, che non ti dimenticherai di me, che mi sarai sempre accanto… io ti voglio bene e ti considero il mio migliore amico e voglio che tu ti possa fidare di me e viceversa…- Lui sorrise e le accarezzò i capelli con la mano libera

-Ci sarò sempre, sarò per sempre il tuo migliore amico, non ti dimenticherò mai e sarò sempre vicino a te. Tu sei la mia migliore amica e io mi fido di te come se fossi me stesso, ti rispetto e sono orgoglioso di te come nessun’altro. Tu ti fidi di me?- chiese lui. Lei alzò il viso e sorrise.

-Certo che mi fido e anche io ci sarò sempre per te…- Lo guardò –Grazie Xander, hai trovato le parole migliori del mondo per farmi calmare, grazie- Si sorrisero –A proposito, mi è venuta una sete tremenda e iniziano le lezioni pomeridiane tra poco- Si alzò

-Ferma lì- Lui la fece sedere e si alzò –Ora miss, vorrei che mi dicesse che bevanda vuole e io, Xander, il suo cameriere personale provvederò e realizzerò ogni suo più piccolo desiderio…- disse inchinandosi come un vero cameriere. Lei arrossì e rise divertita

-Vorrei una bottiglietta di acqua signor Xander e mi raccomando, che sia ben fredda- disse in tono autoritario

-Agli ordini signorina- Lui si alzò e si avviò ridendo. Lei tossì cercando di non ridere ma risultò una cosa impossibile in quel momento

-Ti stai divertendo stupida mezzo-sangue?- Ludwy si voltò e sbiancò di colpo –Immagino di si, ma sarà per poco vedrai…- Janet si avvicinò seguita da Majorit, Noxoj, Jevad e Qampi, tutti componenti della classe di Ludwy e Xander. La povera ragazza indietreggiò di qualche passo.

-Co… cosa vo… volete?- balbettò

-Non azzardarti a parlare con me maledetta!- ringhiò. Ludwy si azzittì e abbassò lo sguardo –Dimmi piccola stupida, come osi essere amica di uno come noi? Come osi farlo?- Lei la guardò

-Stiamo bene insieme, cosa c’è di male?- chiese prendendo un po’ del suo coraggio. Janet si avvicinò e le tirò un calcio sulla gamba fino a farla cadere all’indietro

-Quante volte ti devo dire di stare zitta?- domandò ironica pestandole con forza il ginocchio; Ludwy gemette di dolore

“A… aiuto…” pensò disperatamente “Xander… dove… dove sei?” Una lacrima le rigò il viso. Jevad sorrise divertito mentre Qampi rimase a fissare la scena

-Dai Janet… non fare così…-

-Chiudi la bocca Majorit!- esclamò Janet voltandosi a guardarla

-Ma non stai un po’ esagerando?- chiese la ragazza

-Ora smettila Majorit!- La ragazza guardò Jevad e abbassò lo sguardo –Se non vuoi guai chiudi la bocca- la minacciò. Majorit arrossì e si fece leggermente in disparte “Ecco a cosa serve avere una mocciosa che ti va dietro” pensò cattivo Jevad. Janet si voltò di nuovo verso Ludwy che piangeva disperatamente. Intorno intanto si era creata una piccola folla che rideva divertita, segnando la ragazza a terra

-Ora…- iniziò Janet –Chiedimi scusa in ginocchio, strisciando come un’umana disgustosa e baciami le scarpe- disse mollandole un altro calcio sul ginocchio rosso e con un livido bluastro che si stava formando velocemente

-Io… io non ti ho fatto niente!- esclamò cercando di indietreggiare ma uno da dietro le mise un piede sulla spalla spingendola verso la ragazza. Ludwy si trovò piena di polvere e a pancia in giù

-Invece si!- Alzò il piede e pestò il ginocchio che con un sonoro CRAK si ruppe. Ludwy urlò di dolore –Ora ascoltami bene- Le prese i capelli tirandoli con forza –ritorna a essere la ragazzina stupida e taciturna di prima, allontanati da Xander o giuro che ti taglio la gamba capito!?-

-Fate largo!- tuonò una voce. Janet lasciò i capelli della ragazza e si allontanò di qualche passo. Ludwy guardò verso la folla e scorse un viso familiare

“Xander?”

-Ludwy!- Il ragazzo si inginocchiò di fianco a lei –Cosa…?- Vedendo il ginocchio della ragazza Xander ringhiò qualche cosa di incomprensibile e alzò lo sguardo verso Janet e compagnia che ghignavano divertiti; il ragazzo si alzò e mise a sedere la ragazza che gemette di dolore quando il ginocchio si mosse. Lei si asciugò le lacrime e sorrise debolmente

-So… sono ca… caduta…. Loro non… non mi hanno fatto… niente…- balbettò prendendogli la mano

-E speri sul serio che io ci creda?- ringhiò l’amico. Gli occhi chiari si erano induriti fino a farli diventare quasi scuri

-Smettila per favore… Le lezioni stanno per cominciare e…- Ludwy non riuscì a continuare

-Come avete osato!? Una decina contro una ragazza, ma non vi vergognate? Non avete l’orgoglio?-

-Basta Xander…- bisbigliò Ludwy piangendo

-Siete degli animali- esclamò rabbioso

-Basta Xander mi fai paura così!- urlò Ludwy piangendo. Lui la guardò e i suoi occhi si schiarirono di nuovo

-Ma…-

-Basta ti prego… voglio solo andarmene via…- Xander sospirò e si inginocchiò prendendola in braccio facendo attenzione al ginocchio rotto –Fa piano…- disse

-Xander!- lo chiamò Janet quando lui si fu allontanato un po’. Lui si fermò

-Che vuoi?- chiese con freddezza

-Ascoltami un secondo. Ti rendi conto che facendo così e mettendoti con… quella avrai molti nemici? Lascia quella cosa lì e vieni via con noi adesso. Se lo farai tutti noi dimenticheremo quello che è successo fino ad oggi…- disse. Lui la guardò con la coda nell’occhio

-Ascoltami un secondo. Non me ne può fregare di meno di te, di voi e dei nemici che potrei farmi chiaro? Cercate di capire ciò che vi sto dicendo perché non lo ripeterò più: voglio essere lasciato in pace, voglio che tutti voi lasciate in pace Ludwy. Janet? Se non ti ho picchiato devi ringraziare il buon cuore di Ludwy che mi ha fatto tornare in me e devi ringraziare pure madre natura che ti ha fatto ragazza… io non picchio le ragazze…- Si voltò e ricominciò a camminare lasciando tutti a bocca aperta. Janet strinse i pugni

“Ve ne pentirete… stupidi!” 

Continua…

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Capitolo 3
*** Cap 3: I ricordi che tornano a galla ***


Nuova pagina 1

Color: Amber                 Color: Meky                   Color: insieme

 

Capitolo III

I ricordi che tornano a galla

Spiegazioni

 

Ludwy guardò il padre ingessarle accuratamente il ginocchio. Erano nel salotto-cucina e la ragazza era a sedere sul divano

-Cosa è successo?- ripeté. Ludwy sbuffò ma rispose dolcemente

-Te l’ho detto pa’, sono caduta… il ginocchio si è piegato male e si è rotto, tutto qua- rispose. Il padre la guardò e posò lo sguardo su Xander che distolse lo sguardo

-Ah, se non fossi un dottore!- esclamò l’uomo alzandosi

-Papà! Quando smetterai di darti tante arie?- chiese la ragazza sorridendo

-Mai tesoro!- L’uomo sorrise e si avviò alla porta –Torno al lavoro, fate i bravi mi raccomando!-

-Ciao papi!-

-Buona sera signore- lo salutò Xander cordialmente

-Oh Xander, perché non resti a cena da noi? Sai, per ringraziarti di avere fatto tutta quella strada con in braccio mia figlia- Xander sorrise

-Con molto piacere signore, in effetti sua figlia non è leggera come sembra- Ludwy lo fulminò

-Ma come osi? Brutto cattivo! E tutto a causa dell’altezza sai?- rispose offesa –Se non avessi una gamba ingessata ti darei un calcio…-

-Si certo certo, come no…- Ludwy gli scoccò un’occhiataccia

-Fai il furbo con me? Guarda che questa sera potrei avvelenarti visto che cucino io come al solito- Xander si voltò verso il padre della sua amica e sorridendo disse

-Ma se fa come al solito da mangiare… non ha mai avvelenato qualcuno?- chiese. L’uomo rise

-È una cuoca discreta…- disse. Ludwy spalancò la bocca offesa

-DISCRETA!?!?!? Ma papà! Non eri tu quello che diceva “Ludwy cara, sei una splendida cuoca”- lo scimmiottò

-Non ricordo di avere mai detto nulla del genere…- disse il padre pensieroso. Xander scoppiò a ridere

-Quando sarò in forma vi tirerò un calcio così forte che vi resterà il livido, capito?- Ludwy guardò Xander –Ma la pianti di ridere?? Non sei affatto divertente!- Xander tossì cercando di calmarsi.

-Bene, ora io vado. Ludwy? Resta a letto capito? Riposati e quando ti alzi per iniziare a preparare la cena stai attenta OK?- disse il padre. Ludwy mosse la mano

-Va via papà, non mi scocciare che me la so cavare egregiamente!- si lodò

-Come no, aspetta e vedrai…se non ricordo male alla nostra ultima gara di cucina ho vinto io!- disse il padre chiudendo la porta –Divertitevi!-

-Solo perché avevo confuso il sale con lo zucchero!!- urlò lei di rimando. Xander guardò dalla finestra il padre allontanarsi poi si voltò verso Ludwy e la squadrò da capo a piedi. Ludwy lo guardò interrogativamente poi sorridendo chiese –Che cosa vuoi per cena?- chiese lei

-Ludwy, voglio sapere la verità, ora. Voglio sapere cosa ti hanno detto e cosa ti hanno fatto Janet e compagnia, e lo voglio nei dettagli- ordinò. Lei sbuffò guardandolo

-Non è successo nulla, sono caduta- Lui si avvicinò prendendole il braccio e stringendoglielo

-Non ti ho detto di sparare cavolate- disse –Ludwy, non voglio ripetermi- Lei lo guardò e strattonò il braccio imprigionato nella morsa di lui

-Neanche io- disse lei. Gli occhi di lui si scurirono e le mollò il braccio

-Bene, fai come ti pare- Si sedette in una sedia lì vicino e non la degnò di uno sguardo per qualche minuto, dove i due restarono in silenzio

-Perché fai così? Io ti ho detto quel che è successo, perché non ti vuoi fidare di me?- chiese Ludwy guardandolo. Lui ricambiò con uno sguardo fiammeggiante

-Come posso fidarmi di te completamente se tu non mi dici la verità?-

“La cosa sta prendendo una brutta piega…” pensò Ludwy sconsolata –Smettila Xander…-

-Ludwy- disse lui –Se non me lo dici lo vado a scoprire comunque capito?- Xander si avvicinò alla porta e la aprì

-Mi hanno menata va bene?- esplose lei in lacrime alzandosi in piedi a fatica –Ma non credo ci voglia un genio per capirlo! Mi hanno espressamente detto, anzi ordinato, di starti lontana e mi hanno minacciata, va bene? Sei contento ora? Ti senti sollevato ora che lo hai saputo?- Lui si voltò a guardarla. Lei iniziò a camminare verso la sua stanza piangendo disperatamente ma lui la agguantò –Lasciami!- ordinò lei piangendo. Lui la strinse da dietro.

-Scusami Ludwy… mi spiace molto ma… non posso proteggerti se tu… se tu non ti confidi con me…- sussurrò lui al suo orecchio. Lei singhiozzò e lui si sedette trascinandola sulle sue ginocchia. Lei lo guardò e lui sorridendo le asciugò le lacrime –Vuoi dirmi qualcos’altro?- Lei si asciugò le lacrime

-Perché mi tratti così?- Lui corrugò le sopracciglia –Mi tratti come un tuo pari anche se sono… umana e non ti disgusta stare con me… sei voluto diventare mio amico ma… perché lo fai?- Lui sorrise

-Perché tu sei davvero molto simpatica e mi piace molto stare con te. Ti trovo interessante, non sei falsa e sai come prendermi- Lui sorrise poi si fece cupo –Senti Ludwy…-

-Si?-

-Se tu vuoi confidarti con me… io ci sono, ci sarò sempre e ora io… vorrei… confidarmi con te…- disse con fatica Xander. Lei lo guardò

-Ti ascolto- rispose lei sorridendogli dolcemente

-Devi sapere che prima di venire in questo paesino io abitavo a Maila, nella capitale- Lei stupita lo guardò

-Tu abitavi sul serio a Maila? La capitale? Il centro di tutta la Luna?- Lui annuì –Cavolo…- Lei si morsicò la lingua per non andare avanti

-Mia madre lavorava in un negozio di tessuti e mio padre era il generale delle guardie reali-

-Porca miseria!- esclamò lei –Generale delle guardie reali!?!?- lei scioccata lo guardò, poi si fece seria –Perché parli al passato?- chiese

-La mia famiglia era composta dai miei, io, i miei due fratellini gemelli e mia sorella maggiore- Il suo viso s’incupì –Io andava a scuola e mia mamma la mattina restava con i miei fratellini mentre mia sorella andava al negozio…- Ludwy capì che era arrivato il momento più doloroso visto che il ragazzo iniziò a tremare –Una mattina dopo scuola, stavo andando da mia sorella al negozio ma… quando vidi che il negozio era chiuso andai a casa pensando a un malore o… non lo so… quando arrivai vidi la porta d’ingresso spalancata e mi precipitai dentro e…- Si alzò in piedi dandole la schiena –mia sorella era a terra in un lago di sangue… gli occhi spalancati verso il cielo. Corsi su chiamando mia madre e quando arrivai in camera da letto la vidi… anche lei era in un lago di sangue con i miei due fratellini vicino a lei morti anche loro. Mi ero girato perché avevo sentito un rumore e lì vicino c’era mio padre in fin di vita. Corsi vicino a lui e mi disse “Non puoi fare nulla per me… vai e cerca chi ha fatto questo alla nostra famiglia. È stato Mihjod… lui sta architettando… di… uccidere… il… Re…” queste sono state le sue ultime parole prima di darmi una pergamena. Ora non ce l’ho qui ma… il suo contenuto mi lascia tutt’ora senza parole!- esclamò

-Perché?- chiese la ragazza. Lui la guardò

-Ci sono dei codici e dei nomi, nomi di persone importanti vicino al Re che lo vogliono tradire. Capisci? Le persone che il Re ha vicino sono persone che vogliono il suo potere! I codici sono delle sigle che stanno alla base di una qualche tecnologia che regge il potere della Luna! Se loro ne entrassero in possesso sarebbe il crollo totale del regime!- esclamò

-Ma…- disse Ludwy, confusa –come mai ci sono i nomi dei traditori su un foglio con i codici del potere?-

-Perché sono stati aggiunti in seguito, ma non so da chi- Lui la guardò –Hai capito, però?-

-Capisco- disse lei –Ma allora sei qua per…- deglutì -… uccidere un uomo di loro che è qui?- Xander annuì

-Si, loro mi hanno tolto la famiglia e io non li potrò mai perdonare e devono provare ciò che io ho provato per lunghi mesi- La ragazza abbassò lo sguardo dal viso determinato e sofferente di lui

-È per questo che questa mattina in classe… hai detto che ti odiavi? Perché non sei riuscito a fare nulla per la tua famiglia?- Lui annuì

-Io non mi perdonerò mai- ribadì lui sicuro. La ragazza si alzò lentamente in piedi

-Scusami, vado un attimo in camera…- disse lei con voce sottile. Si avviò

-Ti ho spaventata?- chiese lui preoccupato. Lei fece un falso sorriso e lo guardò

-No, certo che no! Che domande mi fai? Torno subito- chiuse la porta dietro di se e si lasciò scivolare giù finché non si trovò a terra con il viso premuto contro il ginocchio sano “Xander… quello che prima avevo davanti era una maschera…. In realtà lui è assetato di sangue per riuscire a vendicare la sua famiglia…. Ho conosciuto un falso, un bugiardo….” Iniziò a piangere mentre il volto di Xander sorridente scompariva nella sua mente lasciando spazio ad uno Xander desideroso di vendetta

-Ludwy…- la chiamò lui mentre lei chiudeva la porta “Accidenti, forse ho un po’ esagerato… non dovevo dirle quelle cose ma… io speravo che almeno lei capisse, invece…” Lui si sedette per terra con la schiena appoggiata al muro e sospirò. Tutto ad un tratto si alzò e uscì di casa…

“Però, ora che ci penso…” Ludwy alzò lo sguardo davanti a se smettendo di piangere “Lui ha visto i corpi senza vita dei suoi fratelli di sua madre e ha visto suo padre morire!” Si immaginò suo padre in un lago di sangue morto con lei di fianco che lo guardava impotente “Credo… credo che anche io vorrei vendicarmi…” si alzò in piedi “Accidenti! Lui si è confidato con me e io me ne sono andata via in quel modo, quasi… schifata” Aprì la porta di scatto guardando la stanza… vuota “Se n’é andato…” Tremante si avvicinò alla porta d’ingresso socchiusa e la aprì andando fuori, guardò a destra e a sinistra poi sentì zappare. Spaventata si avvicinò strisciando con la gamba ingessata “Aiuto, chi sarà? Xander… aiutami…” pregò in silenzio –Chi… chi è?- si sporse un poco per vedere

-Ehi Ludwy! Avete un orto davvero bellissimo! Sai, stavo pensando che questa sera potrei fare una bella insalata con i pomodori, che ne dici?- chiese lui sorridendo –Sai, è una delle mie specialità!- disse togliendo qualche pomodoro maturo dalla pianta. Lei sbalordita uscì del tutto dalla parete –Dai, dammi una…- Lui la guardò e preoccupato la guardò –Ludwy… cosa… perché piangi?- chiese avvicinandosi abbandonando la zappa per terra. Lei singhiozzò e si asciugò le lacrime

-Cattivo…- sussurrò –E io… e io che credevo che te ne fossi andato- disse tra i singhiozzi stringendogli la maglia nera. Lui sorrise

-E perché me ne dovevo andare?- chiese

-Perché ti ho trattato in quel modo io… ero confusa per quella confessione così improvvisa… Mi spiace per essere andata via in quel modo ma mi sono spaventata… quando non ti ho più visto…- singhiozzò

-Non me ne sarai mai andato senza aver assaggiato la tua cucina- le rispose dolcemente

-Dimmi che mi perdoni e… che non mi farai mai più preoccupare…- disse lei

-Ti perdono e te lo giuro sul mio onore di cameriere personale- Lei rise

-Buffone cattivo- Lui rise di gusto –A proposito… ti devo dire una cosa e… beh, poi mi dirai tu se siamo nella stessa barca…- Lo trascinò dentro e chiuse la porta

-Perché dentro?-

-È una cosa… importante- Lui annuì

-Dimmi tutto-

-Ricordi l’uomo di qualche settimana fa?- Lui annuì –Ricordi lo strano dialogo che si erano detti quegli uomini vestiti di blu? Avevano trovato una pergamena. Prima non te l’avevo detto perché non lo credevo così importante-

-Vestiti di blu eh…-

-Dei lunghi mantelli blu-

-Hanno fatto nomi?-

-No- rispose lei

-Testa calva… mantelli blu… si, è lui…-

-Chi?-

-Mihjod, quello che ha ucciso la mia famiglia per avere la pergamena con i nomi. Non credevo fosse arrivato qua…-

-Ma… chissà quante persone avranno la testa calva… e poi la pergamena con i nomi non ce l’hai tu?- Lui scosse la testa

-Nessuno degli abitanti della Luna perde i capelli- disse lui –E quella pergamena è una semplice copia, la vera ce l’ho io al sicuro- disse. Lei annuì

-Beh, meno male no?- I due si guardarono poi lei si fece seria –Allora siamo nella stessa barca?- Lui sospirò

-Credo di si, ormai hanno capito che tu hai intuito tutto, quindi…- Lei sorrise felice

-Allora posso accompagnarti nel tuo viaggio?- chiese lei entusiasta

-Cosa?-

-Si, visto che siamo nella stessa barca non ha senso lasciarmi affogare nel mare in mezzo ad una tempesta ti pare?- Lui aggrottò le sopracciglia

“Ma che paragone è?” si chiese perplesso –Ma tuo padre?- chiese

-Mio padre ne sarebbe fiero! Lui è il sostenitore numero 1 del Re-

-Guarda che non si va ad una scampagnata- Lei sorrise

-Lo so benissimo ma sapere che noi due partiremo per un viaggio… mi elettrizza!- esclamò sedendosi

“Secondo me non ha capito nulla…” pensò lui esasperato “Però sarebbe il massimo, noi due verso nuove avventure fuori da questa città. Chissà cosa ne penserà suo padre…”

-A proposito, non diciamo ancora nulla al mio vecchio, prima mi voglio sistemare con il ginocchio, OK?- Lui annuì

-Ci metterà qualche settimana a guarire così ci potremo pure preparare psicologicamente- disse lui –Senti, tu ti ricordi tua madre?- chiese a bruciapelo. Lei lo guardò e i suoi occhi si rattristarono –Beh, non sei costretta a rispondermi…-

-No, non la ricordo ma…- sorrise –sento ancora l’odore di fragola quando mi abbracciava e mi parlava, era un buon odore ma ormai sto dimenticando anche quello, il vecchio non ne parla quasi mai, forse per non aprire brutte ferite…- Lui rimase in silenzio poi guardò fuori dalla finestra

-A proposito del vecchio, a che ora torna?- chiese

-Al calar del sole perché?-

-Perché forse siamo un po’ in ritardo, il sole sta calando ora- lei sbiancò paurosamente e balzò in piedi ma gemette di dolore quando il suo ginocchio urtò il tavolo

-Accidenti!!- esclamò –Xander, non ridere e vai fuori a prendere quello che ti serve per fare quello che devi fare io intanto preparo la cena- Lo fulminò –ORA!- urlò. Lui smise di ridere ma appena vide la faccia di lei, scoppiò nuovamente. Lei si appoggiò al tavolo e con la gamba buona gli diede un legger calcio alla schiena e lui uscì ridendo ancora come un pazzo –Buffone cattivo pazzo- disse lei scoraggiata dal comportamento infantile di lui. La cena si svolse nei migliore dei modi e Xander si dovette ricredere sulla cucina di Ludwy: era davvero squisita. La ragazza aveva fatto da mangiare per un esercito ma Xander e il padre divorarono tutto, al contrario di lei che non mangiò molto. La cena fu finita e il padre si offrì di accompagnare Xander a casa; ma prima, a Ludwy venne un’idea spettacolare

-Ehi!! Che ne dite se Xander viene ad abitare qua da noi?- I due si voltarono sorpresi –Eh? Eh? Che ne dite? Non è un’idea grandiosa?-

-Beh, ma i suoi genitori…- Xander scosse la testa

-Beh, i miei genitori sono morti quindi… io abito solo- L’uomo si rattristò

-Capisco, beh, se le cose stanno così domani ti trasferisci da noi, che ne dici?- chiese

-Ma io… non vorrei creare disturbo…- L’uomo scosse la testa

-Su, non preoccuparti. Sarà bello averti per casa, vero Ludwy?-

-Si, si- acconsentì lei. Xander la guardò sorridere

-Va bene, per me non c’è problema-

-Ottimo!-

-Che bello!!- esclamò Ludwy al settimo cielo –Sarà divertentissimo, Xander! Potrai dormire in camera con me, che ne dici?- chiese lei. Xander diventò di tutti i colori e iniziò a balbettò

-In… camera… con… te?- Il padre scosse la testa

-Meglio di no…- disse l’uomo. Ludwy si imbronciò mentre Xander tirava un sospiro di sollievo

-Ma perché no?-

-Perché non sarebbe appropriato- rispose lui

-E allora dove lo mettiamo? Illuminami papi- lo sfidò lei

-Beh, potrei dormire sul divano- propose Xander –Sarà perfetto per me!-

-Assolutamente no! È scomodissimo il divano da dormirci sopra!- esclamò l’uomo

-Ma Xander! Ti ci metti pure tu? Non vuoi dormire con me? Prendi un sacco a pelo e lo metti vicino al mio letto… sarebbe molto più divertente!- Xander la guardò

-Sacco a pelo?-

-Certo! Dove vorresti dormire sennò? Vicino a me nel mio letto? Ma sei matto?- Lui sospirò sollevato. Il padre scosse la testa

-Decidi pure tu Xander, per noi non c’è problema- Xander deglutì

-Beh… va bene con lei se proprio devo…- Lei sorrise compiaciuta

-Bene, ottimo, davvero eccellente!- Li fece uscire di casa –Ci vediamo fra poco papino, buona notte Xander, ci vediamo domani mattina qui davanti così porti la roba e andiamo a scuola. Bye bye!- Sbatté la porta in faccia hai due mentre un urlo di vittoria arrivò alle loro orecchie

-Che strana figlia che ha, signore…- disse il ragazzo fissando la porta per poi guardare l’uomo di fianco a sé, che ricambiò lo sguardo

-Te ne sei accorto anche tu, vero?- Xander annuì

-Difficile non notarlo- I due si incamminarono –Signore?-

-Per favore Jonu, chiamami Jonu- Lui sorrise

-Jonu, posso farle una domanda?-

-Certo, chiedi pure-

-Come ha conosciuto la madre di Ludwy? Che tipo era?- Jonu sorrise

-L’ho conosciuta sulla Terra, ero andato là per scoprire qualche cosa in più su una medicina e lei… beh, diciamo che un giorno l’ho trovata seduta su una panchina che si lamentava del dolore alla caviglia: si era presa una bella storta. L’ho aiutata e ci siamo conosciuti. Beh, sai dopo una cosa tira l’altra, lei ha scoperto chi sono io e dopo è rimasta incinta. Lei è esattamente uguale alla nostra Ludwy, non c’è una singola cosa che non sia stata presa dalla madre-

-Perché ha deciso di portarla sulla Luna? Sulla Terra sarebbe stata…-

-Accettata? Hai ragione ma, appena nata non aveva quell’aspetto, era come noi diciamo… Così lei mi disse di portarla con me. All’inizio l’andavamo a trovare sempre, sai qua i terrestri non sopravvivono…-

-Non lo sapevo-

-Noi invece ci adattiamo perfettamente all’ambiente terrestre e così potevamo restare là anche dei giorni; in questo modo Ludwy cresceva tra un mondo e l’altro finché non sono stati chiusi i comunicanti per altri mondi e ora non possiamo più tornare da lei… sono già 13 anni che non la vediamo e Ludwy ormai se ne sarà dimenticata…- Xander scosse la testa

-Beh, a me ha detto che si ricorda l’odore di fragole che emanava, forse se ne parlate, lei riuscirà a ricordarsene e tu riuscirai, col suo aiuto, a superare questo brutto momento- L’uomo sorrise

-Forse…-




...Continua................

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Capitolo 4
*** Cap 4: Trasferimento, Nuove Amicizie ***


Nuova pagina 1

Color: Amber                  Color: Meky                   Color: insieme

 

Capitolo IV

TRASFERIMENTO

Nuove amicizie

 

Ludwy quella notte non riuscì a dormire eccitata com’era. Il giorno dopo avrebbe avuto Xander a casa sua per giorni, poi sarebbero partiti per quell’avventura fantastica! Se avesse potuto avrebbe urlato dalla gioia! Quando vide il sole sorgere e filtrare dalla finestra scattò in piedi ma…

-Aiho!!!- esclamò sedendosi di botto prendendo tra le mani la gamba ingessata –Maledizione che male del diavolo…- Si morse il labbro e mettendosi in piedi appoggiandosi al muro iniziò a camminare lentamente verso la cucina. Non si stupì di non vedere nessuno, ci mancava ancora molto al risveglio di suo padre, così decise di preparare la colazione anche per Xander. Quando finì andò di soppiatto in camera del genitore e si avvicinò al letto dove riposava tranquillo

-Ehi pa’?- sussurrò scuotendolo leggermente. L’uomo non si mosse –Pa’?- lo chiamò un po’ più forte picchiettando con il dito sul suo braccio –Papi?- si avvicinò di più scuotendolo un po’ più forte. L’uomo rimase immobile “Ok, ora basta” –Papà!- esclamò. Niente –VECCHIOOOOOO!!- ringhiò la ragazza scuotendolo con forza. L’uomo mugugnò qualche cosa poi le dette la schiena continuando a dormire. La ragazza scioccata lo guardò con sguardo omicida “Ok, ora lo sveglio io!” La ragazza andò in bagno e ne uscì pochi secondi dopo con un secchio d’acqua gelata. Accese la luce e si avvicinò

-AHHHHRGHHHH- L’uomo scattò in piedi bagnato fradicio e tremante. La ragazza scoppiò e ridere –LUDWY! TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI SVEGLIARE TUO PADRE!?!?eciù?!?!?- La ragazza si accasciò al suolo ridendo come una matta. L’uomo raffreddato guardò il suo letto anch’esso fradicio e guardò la figlia truce poi però sorrise ma tenne una voce un po’ arrabbiata –Cambia alla velocità della luce le lenzuola e se non l’hai fatto prima che io venga fuori dal bagno ti farò passare dei pessimi dieci minuti- disse con le braccia incrociate al petto

-Ah ah ah… si… ah ah… Ok… ah ah ah- cercò di dire la ragazza

-Molto bene- L’uomo dando una pacca sulla schiena alla figlia andò in bagno chiudendo la porta dietro di se. Ludwy colta alla sprovvista tossì ma quando si voltò per dire a suo padre di stare più attento lui non c’era. La ragazza scosse la testa divertita e disfò il letto fradicio e uscì per strizzarle un po’ per poi metterle al sole

-Ehi Ludwy! Buon giorno- La ragazza si voltò e sorrise felice mollando tutto per andare ad abbracciare Xander

-CIAO!!!- Il ragazzo sorrise

-Mi stai soffocando…-

-Ops, scusami! Dai entra entra su!- La ragazza lo spinse dentro –Ho preparato la colazione, mio padre sta facendo la doccia.- La ragazza lo spinse dentro la sua camera dove hai piedi del letto c’era un morbido sacco a pelo –Ho preso in soffitta un vecchio mobile dove potrai metterci tutto quello che vuoi- disse segnandogli un mobile –L’ho pulito ieri sera da cima a fondo, purtroppo non è molto grande, scusa…- disse dispiaciuta iniziando a prendere le borse che aveva a tracolla e appoggiarle sul suo letto

-Non preoccuparti, questo andrà benissimo!- esclamò Xander rassicurandola

-Oh, bene! Dai vieni a mangiare, metti giù tutto. Muoviti Xander- disse la ragazza impaziente

-Calma Ludwy, non scappo mica. Cos’hai mangiato questa notte? Vitamine?- La ragazza scosse la testa

-No, ma sono eccitata e non ho dormito per niente!!- esclamò prendendolo sottobraccio e dirigendosi in cucina lo fece sedere sul tavolo –Fermo lì che ti porto…- La ragazza andò a prendere dei piatti che mise sul tavolo

-Accidenti!- esclamò il ragazzo guardando tutte quelle meraviglie

-Ah, nel forno c’è anche del pane croccante e in frigo…-

-LUDWY!!!!!- La ragazza sobbalzò e Jonu vestito da lavoro con una cartelletta nera sottobraccio arrivò in cucina velocemente

-Si papi?- chiese la ragazza in tono innocente

-Non ti avevo chiesto di rifarmi il letto che tu per sbaglio mi hai lavato?- Ludwy aprì la bocca

-Si papino lo so ma… ero fuori e è arrivato Xander e io… scusami papino…- disse buttando in fuori il labbro inferiore. L’uomo la guardò truce poi sospirò

-Ruffiana…- disse Xander. Ludwy sorrise furba e sbatte le ciglia un paio di volte

-Lo so- fece la linguaccia al ragazzo e aprì la porta d’ingresso

-Cosa devo fare con te…- sospirò sedendosi il padre

-Eh pà, ti tocca no?- L’uomo annuì. La ragazza sorrise e uscì per poi rifare capolino dalla porta –Ah Xander? Prima di essere interrotta…-

-Ma sentila- borbottò il padre. La ragazza lo guardò torva

-Come stavo dicendo, prima di essere interrotta ti stavo informando che nel frigo c’è una torta alle fragole buonissima fatta da me questa notte…-

-Ecco cos’era quel baccano…- disse pensieroso il padre

-Ma se tu non ti svegli neppure con le cannonate!!- esclamò sorpresa la ragazza –Se sapevo che bastava lo sferragliare delle pentole evitavo di buttarti l’acqua gelata!!-

-Cosa?- chiese sbigottito Xander

-Bastava chiamarmi- borbottò l’uomo prendendo la torta

-Ma se ti ho chiamato 5 volte!- sbottò la ragazza

-Baggianate- rispose Jonu dando una fetta al ragazzo e addentandone una fetta –Mh, buona-

-Cosa credevi? Io, modestamente, sono bravissima!-

-Eccola qua la modestia in persona- Jonu indicò sua figlia con un vago gesto della mano –Un vero figurino in questo campo-

-Uffa- La ragazza uscì del tutto di casa. Xander era esterrefatto dal legame dei due. Erano del tutto comici. Il ragazzo scoppiò a ridere cercando di non rimanere soffocato dalla torta alle fragole davvero eccellente.

-Signore?- Jonu lo guardò –Ludwy può venire a scuola oggi?- chiese. L’uomo si rabbuiò –Lo so cosa pensa ma… Ludwy si è sempre impegnata di non farsi mettere troppo i piedi in testa dai suoi compagni e se ora non ci va, anche se è in quelle condizioni, i nostri compagni penseranno che avranno vinto perché crederanno che lei ha paura di loro… e lei non vuole questo, assolutamente. La proteggerò io poi, non la lascerò mai sola ma… la prego- Xander abbassò il capo e l’uomo lo guardò

-La difenderai?- Xander accennò. Ludwy fuori che stendeva i panni aveva sentito il discorso di Xander e incuriosita si era fermata ad ascoltare

-Si- fu la risposta che sentì Ludwy. La ragazza fece segno di vittoria e si affrettò a finire di stendere. Il primo ad uscire fu il padre che salutando la figlia si affrettò ad andare al lavoro raccomandandole di stare attenta a scuola

-Hai finito?- chiese Xander uscendo. La ragazza accennò

-Si- rispose –Andiamo a disfare i tuoi bagagli?- chiese incamminandosi

-Oh no, non c’è fretta- disse lui sorridendo. Lei si voltò stupita

-Allora che vuoi fare?- Lui rispose semplicemente come se fosse la cosa più naturale del mondo

-Prepariamo il pranzo no?- Lei abbozzò ad un sorriso

-Meglio di no. Ti aiuto a preparare il tuo, lo sai che con me…-

-Beh, ora ci sono io quindi non devi preoccuparti- La spinse dentro –Muoviti dai-

Il pranzo per i due era pronto e partirono con la cartella in spalla ma…

-Xander aspettami per favore, vai troppo veloce! Vorrei ricordarti che io ho una gamba ingessata!- disse la ragazza ansante cercando di accelerare il passo

-Maledizione Ludwy, siamo in un ritardo catastrofico!- esclamò il ragazzo fermandosi per la centesima volta per aspettarla

-Uffa, non è colpa mia…- borbottò lei raggiungendolo

-Perché, è colpa mia?- chiese lui seccato

-No, è colpa della mia gamba ingessata!- disse lei

-Appunto Ludwy appunto! La tua gamba ingessata-

-Smettila uffi… brutto cattivone buffone- Lui sospirò –E poi quale sarebbe il dramma se arriviamo in ritardo? Ci darebbe solo una nota e dei compiti in più con un castigo di proporzioni mega galattiche!- affermò lei

-Un niente, vero?-

-Oh beh… certo è un po’ tanto però… insomma, non è così grave, no?- Lui la fulminò –OK, forse per te è una tragedia di proporzioni mega ma…-

-Ludwy-

-Cosa?-

-Taci-

-OK- Lei lo guardò –Ehi! Ma come osi? Non puoi dirmi di stare zitta e pretendere che io stia pure zitta!- esclamò lei offesa, fissandolo. Gli occhi di lui erano diventati quasi scuri e il suo viso teso guardava davanti a sé. Lei seguì il suo sguardo arrivando all’entrata della scuola

-Oh, capisco- Ludwy guardò la ragazza dai capelli argentati e gli occhi blu. Quando li vide sorrise e corse loro incontro

-Buongiorno- li salutò felice. Guardò Xander che la guardava impassibile, poi si soffermò su Ludwy. La guardò un momento scrutandola, poi abbassò lo sguardo verso il suo ginocchio e appena lo vide scoppiò a piangere indicando il gesso e scuotendo il capo. Xander e Ludwy si guardarono confusi, poi la ragazza si avvicinò a quel corpo minuto che si alzava e abbassava per via dei violenti singhiozzi

-Calmati Majorit… ti prego, non piangere dai…- La ragazza dagli occhi blu la guardò smettendo di piangere

-Mi… mi spiace… mi dispiace tanto- disse prendendo la mano di Ludwy tra le sue stringendo forte –Mi spiace tantissimo…- Abbassò il capo –Non volevo farti quelle cattiverie giuro… e… e neanche tutte quelle altre cose orribili!- esclamò mentre una lacrima dietro l’altra cadeva nel dorso della mano di Ludwy –Perdonami ti supplico…- Ludwy si addolcì a quella scena così tenera

-Calmati Majorit, non ce l’ho con te…- disse

-Tu non capisci! Ti ho trattato malissimo e non l’avevo mai fatto prima d’ora. Mi sento così… così…-

-Calma…- Ludwy le sorrise e le asciugò le lacrime –Non eri tu quella che ieri mi difendeva?- chiese alzandole il viso. La ragazza sorrise leggermente calmandosi a quel tocco delicato

-Allora… allora non ce l’hai con me, vero?-

-No- disse la ragazza scuotendo la testa. Majorit sorrise

-Meno male… grazie Ludwy… credevo che mi odiassi adesso…- Abbassò lo sguardo –Non voglio più averti come nemica- La guardò timorosa –Vuoi… vuoi essere… mia amica?- balbettò facendosi piccola piccola per l’imbarazza e arrossendo. Ludwy sorpresa spalancò la bocca

-Ma… ma ne sei sicura? Amica mia?- Si segnò con l’indice. L’altra annuì con vigore –Ma passerai dei guai con le altre tue amiche…-

-Quelle dementi non sono mie amiche!- esclamò rabbiosa –Mi hanno solo usato per i loro scopi e sono stufa marcia di loro!- Guardò i due davanti a lei che avevano gli occhi allargati. Lei strabuzzò gli occhi –Che… che cosa ho detto…- balbettò coprendosi la faccia con le mani –Dio che imbarazzo… scusatemi… scusatemi tanto…- Fece intravedere gli occhi

-Calma…- disse Xander –Non è successo nulla Majorit…- Lei sospirò di sollievo e lo guardò

-Xander… io… perdonami, non credo di essere stata molto gentile nemmeno con te…- disse abbassando il capo. Lui sorrise

-Calma Majorit, non c’è bisogno che chiedi sempre scusa. Tu non mi hai fatto nulla, sul serio…- Lei sollevata sospirò –Ma cosa ci fai qui davanti a scuola?- chiese lui sorpreso –Le lezioni sono iniziate da un’ora ormai!- affermò. Lei alzò le spalle

-Beh, quando non vi ho visto in classe mi sono preoccupata così sono venuta qua ad aspettarvi così avevo pure l’occasione di chiedervi scusa- Fece una pausa –E poi chi se ne frega di quella vecchia arpia unta bisunta e schifosa, che vada al diavolo anche lei con tutta quella classe di merda che noi dobbiamo subirci!- ringhiò. I due la guardarono per la seconda volta stupiti. Majorit sembrava una ragazzina timida, invece quando tirava fuori la grinta era tutto pepe! La ragazza arrossì –Non… mio Dio… vorrei sprofondare! Ma cosa mi succede oggi?- Scosse la testa cercando di levare via brutti pensieri dopo, però, sorrise –Dovevo sfogarmi-

-Accidenti, lo avevamo capito!- esclamò Ludwy ancora sorpresa. I tre si guardarono e scoppiarono a ridere

-Allora amici?- Majorit allungò la mano verso i due che la strinsero

-Amici- dissero tutti e tre insieme per poi scoppiare di nuovo a ridere. Continuarono ancora per un po’ poi Xander dandosi un po’ di contegno le incitò ad entrare nella scuola

-Si capo, certo capo!- esclamò Ludwy facendo il saluto del militare. Ludwy e Majorit andarono avanti ridendo e parlando dei possibili voti presi nella verifica di Geometria mentre Xander rimase un po’ indietro. Da quella postazione, Xander, guardò Ludwy, felice che l’amica avesse trovato una figura femminile con cui parlare. Poi guardò la ragazza al suo fianco e il suo viso si oscurò. Non si fidava di lei. Il trio si guardò poi prendendo una boccata d’aria aprirono la porta dell’aula. La classe si voltò a guardarli

-Guarda chi c’è? Ritardatari…- sibilò la prof. Li guardò incrociando le braccia al petto –Majorit, Xander, voglio una spiegazione e la voglio adesso- ordinò secca

-Ho avuto un problema con i miei genitori- rispose prontamente la ragazza

-Xander?-

-Ho accompagnato Ludwy a scuola ma, come lei può notare benissimo, ha una gamba ingessata così ci abbiamo messo più tempo- Sorrise guardando Janet che li fissava con odio –Tutto qua-

-Certo, come no- sibilò la donna –Comunque sia, riceverete una nota e questo pomeriggio resterete qua sotto la previsione di qualche studente di questa classe per fare i compiti, capito?- chiese

-Si prof- risposero i tre alzando le spalle

-Andate a sedervi- I tre si incamminarono –E in quanto a te- La prof segnò Ludwy con il dito indice –Riceverai doppi compiti di punizione e doppi anche per casa- disse gelida. Ludwy sospirò

-Come al solito prof, non c‘era bisogno che me lo dicesse…- Trascinò la gamba ingessata fino al suo sudicio banco e disgustata ci passò un fazzoletto sopra

-Cosa le succede? Il banco non è di suo gradimento per caso? Glielo posso sempre fare togliere ma, purtroppo, non sapremo che altro banco darle- sogghignò la prof

-Oh, non si preoccupi signorina. Me la so cavare egregiamente nelle pulizie. Lei continui pure a spiegare e io ascolterò mentre farò le mie dovute pulizie al mio povero banco…- Xander sogghignò divertito e Majorit la guardò ammirata

-Si metta seduta e non proferisca più parola se vuole ancora restare in questa classe-

-Non so proprio se ubbidirla, sa?- Dalla cartella Ludwy prese uno spray rosa che passò sul banco e sulla sedia e sfregò energicamente con il fazzoletto

-Si seda immediatamente se vuole ricevere il compito di Geometria- La ragazza mise sotto il banco il fazzoletto sporco e sorridendo si sedette

-Allora credo proprio che ubbidirò- Sorrise a Majorit che corrispose poi guardò Xander che le fece l’occhiolino. La prof guardò la classe

-Molto bene, dopo questo piccolo fastidio…-

“Mi tratta come un insetto quella… quella… che odiosa prof del cavolo” pensò Ludwy

-… è ora di consegnarvi le dovute verifiche. Sono rimasta esterrefatta dalla vostra ignoranza e dalla totale stupidaggine!- ringhiò –Spero per voi che mi sappiate dire dopo una giustificazione più che plausibile…- Prese la cartelletta tirando fuori dei fogli –Tuttavia…- riprese -… sono rimasta stupita da alcuni di voi che… hanno tirato fuori un talento molto… che mi ha lasciata impreparata- tagliò corto lei cominciando a distribuire i fogli –Majorit, sono molto delusa dalla tua verifica. Due (Inclassificabile)- la guardò e lei abbassò lo sguardo –Jevad, sono orgogliosa di te. Nove (Distinto)- I due si sorrisero. Jevad era sempre stato il migliore in Geometria e nei calcoli e la prof lo riteneva il suo unico pupillo; infatti era l’unico che prendeva sempre il massimo –Janet, benino ma mi aspettavo di meglio da una ragazza come te… Sei (Sufficiente)- Continuò ancora per un po’ andando in ordine alfabetico e tutti capirono che in effetti la verifica aveva fatto schifo, tutti avevano preso dal Sufficiente in giù (tranne Jevad). La prof poi arrivò a Xander e i due si guardarono per un po’. La donna prese una sedia e si sedette davanti a lui appoggiando i fogli sul banco congiungendo le mani sopra di esse –Xander…- incominciò

-Si, professoressa?- chiese lui

-Ho sempre notato che il tuo viso aveva un’espressione molto intelligente…-

“Povero Xander, ecco che inizia con la sua filosofia…” pensò Ludwy sorridendo tristemente. Ma la ragazza si dovette ricredere su ciò che stava per dire la prof. Infatti assunse un’espressione stupita

-… ma non mi sarei mai aspettata un risultato del genere!- esclamò

-Cioè?- chiesero tutti. Jevad guardò dalla loro parte girandosi

-E il tutto mi sembra decisamente strano visto le persone che frequenti…- I due guardarono Ludwy che s’indicò

-Ma cosa c’entra con la verifica?- domandò la ragazza in un sussurro

-Scusi, vuole arrivare al dunque?- chiese spazientito Xander

-Ma un Dieci!!- esclamò alzandosi in piedi –Un bellissimo Dieci così pieno non lo davo da una vita, notate la sua perfetta scrittura…- disse alzando il foglio della verifica di Xander che si era illuminato di gioia come un faro dalla notizia –Guardate come questo dieci è scritto bene, così pieno…

-Wow! Nessun segno rosso- disse sbalordito uno

-E ha superato perfino Jevad! Incredibile…- disse ammirata Majorit

“Ahi ahi Xander, questa non ci voleva! Guarda come arde di odio Jevad… sembra un rogo che non si spegne neanche con l’acqua!” pensò la ragazza amareggiata. La donna guardò il foglio

-Tuttavia… mi pare strano che la qui suddetta Ludwy che in Geometria fa schifo sia riuscita a prendere un Sette (Buono)… mi può spiegare perché Xander?- Lui scosse la testa

-Non ha copiato se è quello che pensa. Abbiamo studiato qualche cosa insieme e le ho spiegato un paio di cose, tutto qua…- rispose lui

-Certo. Credo alle sue parole Xander ma ho bisogno di una… conferma…- La donna dopo avere appoggiato la verifica al ragazzo che aggrottò le sopracciglia andò alla scrivania e aprì il libro di testo –Dunque… questo è perfetto…- ghignò –Signorina… Ludwy… può venire alla lavagna per cortesia?- Ludwy deglutì e si alzò lentamente

-Ludwy… Ludwy…- La ragazza si voltò verso Xander –Calmati e respira profondamente… ecco così, ora concentrati e non ascoltare nessuno se non la tua mente OK?- sussurrò. Lei annuì poi guardò Majorit che la incitava dal posto. Ludwy iniziò ad avanzare per trovarsi poco dopo davanti alla lavagna e alla prof

-Molto bene, fammi questo problema- La donna le indicò un problema sufficientemente corto e con la soluzione lì di fianco. Ludwy guardò il problema poi guardò Xander che annuiva. La ragazza lo lesse a mente poi iniziò a pensare. Intanto la prof si era seduta sulla cattedra –Intanto voi rifate i problemi forza! Dopo li verrò a controllare-

-Vai mezzo-sangue, facci vedere come te la cavi!- esclamò la classe ridendo. La ragazza deglutì e iniziò a svolgerlo ricordando le parole di Xander

-concentrati e non ascoltare nessuno se non la tua mente-

Il ragazzo posto pochi banchi indietro digrignò i denti

“Che idioti, non sono neanche la metà di lei questi trogloditi” Una pallina di carta arrivò sul suo banco. Si voltò e Majorit gli indicò il pezzo di carta. Xander lo aprì

“Questi idioti non sono neanche la metà di Ludwy! K grrrr

Spero proprio che abbia studiato nella veri e che non abbia copiato

Se lo ha fatto è in guai seri! *.*

Speriamo bene… -_-“

Lui annuì e guardò Ludwy intenta a fare l’esercizio

-Prof, ho finito…- Ludwy sospirò “Meno male che era facilino…” pensò la ragazza. In quel momento suonò la campanella e Ludwy si poté ritenere salva…

 

Pranzo

-Certo però che ti è andata bene- disse Majorit mangiando –Ti è capitato un esercizio abbastanza facile no?- Ludwy annuì

-E meno male che Xander mi ha dato ripetizioni…- Guardò Xander seduto vicino a lei che mangiava tranquillo –Grazie Xander!- esclamò battendogli una mano sulla schiena soffocandolo. Lui iniziò a tossire

-Ma sei pazza!? Ti è dato di volta il cervello Ludwy? Mi vuoi vedere ucciso?- Lei scosse la testa

-Certo che no Signor Gaier, ma la volevo infinitamente ringraziare per l’aiuto che mi ha dato a studiare…-

-Si, certo, va bene. Ringraziamenti accettati!- disse lui

“Non si diceva ‘scuse’ accettate?” si chiese Majorit

-Comunque sono rimasta stupita Xander, un Dieci! Un bellissimo Dieci! Hai superato pure quel secchione di Jevad, incredibile!- disse ammirata Ludwy

-A proposito di Jevad… credo che sia lui a volerti morto, molto più di Ludwy! Guardate chi cavolo si è portato dietro!- I due si voltarono nella direzione in cui Majorit guardava –Credo che siamo nei guai- proclamò. Il gruppo con in testa Jevad e Janet li fissava furiosi. Dietro a loro c’erano Noxoj, Qampi che era più in disparte e alcuni altri della classe

-Ehm… che succede ragazzi? Volete unirvi a noi?- domandò Ludwy continuando a mangiare

-Chiudi la bocca ibrida!- ruggì Jevad avvicinandosi minacciosamente. Prese per il colletto Xander facendogli cadere il pranzo

-Oh, glielo avevo preparato io…- disse Ludwy. Guardò Jevad fulminandolo –Ma come osi!? Mollalo subito!- ordinò scattando in piedi

-Chiudi la bocca!- Janet si avvicinò –Ti consiglio di stare zitta mezzo-sangue, non è giornata- ringhiò. Ludwy la fissò –E tu Majorit, che ci fai con questa mezzo-sangue e questo traditore?- Lei si alzò

-Se vuoi chiamare qualcuno “traditore” fallo con me e non con Xander!-

-Ah, e così ora siamo passati dalla parte dei traditori mh? Bene Majorit, complimenti!-

-Ascoltami bene tu… te lo dico una volta soltanto OK?-disse Jevad guardando negli occhi Xander che rimase impassibile –Guai a te se provi a prendere di più di me chiaro? Riprovaci e giuro che la tua cara mezzo-sangue farà un bel volo giù per una finestra-

-Cosa? Ma come osi minacciarlo? Xander, io mi so benissimo difendere da sola e…- Xander alzò la mano e lei si azzittì

-Per prima cosa metti giù le mani, siamo a scuola e non ad un incontro di box- disse calmo Xander. Jevad lo mollò –Cosa numero due, le minacce con me non funzionano, e non credo che riuscirai comunque a buttare Ludwy giù dalla finestra perché non è così stupida. Cosa numero tre…- continuò impassibile –Sappi che se ho preso più di te è perché sono solo più intelligente di te e perché mi applico di più, e non perché frequento Ludwy come ha detto la prof, quindi anche se non studiassi prenderei comunque più di te immancabilmente, sei un gradino più basso del mio, lo sarai sempre…. Cosa numero quattro, richiama ancora Ludwy in quel modo e ti umilio davanti a tutta la scuola e sappi che so come si fa…- Lo fulminò –E per quinta cosa, non dirmi ciò che devo o non devo fare perché quelli sono fatti miei e non tuoi. Compreso il concetto o devo ripetertelo?- Ci fu un silenzio agghiacciante dove tutti guardavano Jevad e Xander. Tutti erano stupiti di come quest’ultimo avesse tenuto la calma e il sangue freddo in quel modo!

-Jevad! Ma ti fai dire certe cose e poi non dici nulla! Digli qualche cosa!- esclamò Janet

-Ehi! Non ti impicciare!- disse Ludwy guardandola

-Chiudi la bocca- Alzò la mano per colpirla in viso ma qualcuno da dietro la bloccò. Tutti guardarono il ragazzo che aveva fermato Janet dal picchiare Ludwy –M… ma… Q… Qampi…- balbettò la ragazza

-Ora basta- Era la prima volta che Xander lo sentiva parlare e anche per tutti gli altri era parso strano. Qampi era uno che non parlava mai, sempre chiuso in sè stesso. La sua voce, notò Ludwy, non era flebile come quando una persona non parla mai, ma era forte e sicura. Qampi si voltò verso Jevad stringendo ancora il polso di Janet che gemette di dolore

-M… mi fai male- sussurrò lei

-Taci- disse gelido –Jevad, sbrigati, non ho tempo da sprecare con te- Trascinò Janet vicino a Jevad e gliela mise davanti –Sparite- ordinò secco. Jevad guardò Xander

-Non finisce qui- sibilò. I quattro li videro allontanarsi poi guardarono Qampi

-Ehm… grazie…-

-Di niente, stai bene?- chiese addolcendo la voce

-Si, grazie-

-Voi due? Tutto OK?- Annuirono

-Bene- Ludwy guardò Qampi e sorrise

-Credo che questa sarà l’inizio di una lunga, lunghissima amicizia…- disse la ragazza sorridendo

-Wow, hai avuto anche tu questa impressione?- chiese Majorit. Tutti annuirono

-Siamo destinati a grandi cose…- disse Xander

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Capitolo 5
*** Cap 5: Le fiamme della distruzione ***


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Capitolo V

Le fiamme della distruzione

Partenza! Vendetta sia!

 

E così…

E così la povera Ludwy fu finalmente baciata dalla fortuna. Dalla completa solitudine in cui era stata rinchiusa da sempre era arrivato lui, Xander che, prendendola per mano, le aveva mostrato l’amicizia…

E poi ora vi erano anche Majorit e Qampi. Insomma, la ragazza era felice come non mai! E avrebbe fatto meglio ad assaporare bene quel momento di gioia, che sarebbe stato breve in confronto alle nubi tempestose che la cattiva sorte le stava inviando…

 

Il tempo passò e una settimana lasciò lo spazio a quella successiva; ormai il ginocchio di Ludwy si era rimesso in sesto. I quattro stavano tornando a casa dopo una giornata di scuola; nel pomeriggio, poi, avevano fatto un giro per il villaggio divertendosi un mondo. Ad un tratto del cammino, Majorit e Qampi si fermarono mentre Ludwy e Xander continuarono verso l’abitazione di lei.

Arrivati i due entrarono e vi trovarono il padre.

-Papà, cosa ci fai già qua?- chiese Ludwy correndo verso il padre –Non è ancora il tramonto-

-Mi hanno fatto andare a casa prima, così ho preparato la cena- La ragazza sorrise contenta. I tre si misero a tavola. A fine cena, uno strano odore raggiunse i loro nasi

-Che succede?- chiese Ludwy

-Vado a vedere. Sembra provenire dalle camere da letto- I due ragazzi rimasero soli. Si guardarono preoccupati. Ma invece che smettere, all’odore si accompagnò il fumo

-Qui va a fuoco qualcosa!- esclamò Xander alzandosi in piedi e, tenendo premuto un fazzoletto sulla bocca e il naso, andò nelle camere; lì, tutto era avvolto dalle fiamme e una trave blocava a metà il passaggio. Il ragazzo venne raggiunto da Ludwy che, a quella vista sgranò gli occhi

-Papà!- esclamò lei cercando di entrare nella stanza

-Non puoi entrare!- esclamò l’altro.

Proprio in quel momento, il soffitto cedette e il tutto crollò nella stanza. Xander prese il braccio di lei e, correndo, cercò di portarla fuori dalla casa. Le fiamme avevano ormai raggiunto anche il salotto e i due per poco non vennero seppelliti sotto le macerie. Il fumo rimaneva nella casa, rendendo difficile respirare, ma per quanto i due avessero cercato di aprire le finestre, esse, stranamente, erano come bloccate.

Quando finalmente riuscirono ad uscire, degli uomini vestiti in blu stavano facendo la guardia davanti alla casa e i due, di soppiatto fuggirono verso la boscaglia vicina. Da lì, i due poterono vedere la casa che piano, crollava sotto la forza delle fiamme. Ludwy, in lacrime, mormorava parole sconnesse

-Mio padre…- riuscì a dire alla fine –è… è rimasto la dentro…- Xander l’abbracciò, cercando in qualche modo di confortarla

-Ci vendicheremo, vedrai- disse lui piano accarezzandole i capelli, mentre i singhiozzi di lei continuavano a scuoterle il corpo –Io della mia famiglia, tu di tuo padre. Andiamo a casa mia…-Lei annuì, incapace di parlare

“Ti vendicherò, ci volesse tutta la mia vita” le promise mentalmente Xander “Quei maledetti, oltre ad aver ucciso la mia famiglia, ti hanno tolto anche la tua. Non li perdonerò mai!” 

 

Il giorno dopo non andarono a scuola; Ludwy era troppo sconvolta per andarci e Xander non le la sentiva di lasciarla sola…

Così quel pomeriggio si presentarono Qampi e Majorit

-Cos’è successo alla casa di Ludwy?- chiese subito Majorit con la faccia sconvolta –Eravamo venuti a vedere il motivo per cui non siete venuti a scuola e abbiamo trovato la casa bruciata!-

-Entrate- disse semplicemente Xander. Dentro spiegò loro dell’incendio doloso.

-Oh, povera Ludwy!- esclamò la ragazza

-È per questo che oggi non siamo venuti a scuola…- disse il ragazzo guardando con la coda dell’occhio la stanza in cui riposava la ragazza –Io sarei anche venuto, ma non me la sentivo di lasciarla qua tutta da sola…- Gli altri due annuirono

-Hai fatto bene- disse Qampi. In quel momento, la ragazza, entrò nel salotto

-Partiamo!- disse rivolta a Xander –Partiamo adesso!-

-Ma non possiamo mollare tutto così…-cercò di dire l’altro

-Partire?!- disse Majorit –Verremo anche noi!- Qampi annuì

-Ma prima dovete spiegarci tutto per bene…-

Xander li guardò. Ormai si fidava di loro. In una settimana tutti e due avevano dimostrato d’essere affidabili ma soprattutto volevano seriamente proteggere Ludwy, non fingevano. Con un sospiro, egli iniziò con la lunga spiegazione. I due ragazzi sgranarono gli occhi

-D-davvero è stata colpa di loro? I traditori? E la pergamena?- chiese Qampi

-L’originale ce l’ho io- Xander tirò fuori una piccola custodia

-Siamo dei vostri-

-Si- esclamò Majorit balzando in piedi –Dobbiamo fargliela pagare a quelli là! Per tutto quello che vi hanno fatto!- Annuì con forza

-Allora è deciso- disse Xander –domani mattina all’alba partiremo alla volta della capitale!- Tutti unirono le mani. Majorit e Qampi se n’andarono. I due rimasero soli. Il ragazzo si voltò verso Ludwy

-Per te va bene se stanotte dormiamo sui divani?- le chiese. Lei annuì

-Grazie per tutto- disse la ragazza –Senza di te non so cos’avrei fatto…-

-Siamo amici, è normale aiutarsi- disse lui. Ludwy gli sorrise grata. A quel sorriso, senza sapere il perché, Xander si sentì infiammare; eppure non aveva mai provato una sensazione del genere…

 

Il mattino dopo…

Tutti erano pronti. Qampi e Majorit erano arrivati puntuali davanti alla casa di Xander. Il ragazzo si chiedeva come avessero fatto a convincere i genitori, e un brutto presentimento sul metodo gli faceva correre un brivido; Ludwy sembrava aver perso l’allegria e i suoi occhi parevano vuoti. I tre, non a caso, la guardavano preoccupati

-Partiamo allora?- chiese mogia la ragazza guardando i tre amici –Se ce ne andiamo troppo tardi potremmo attirare l’attenzione della gente, e noi non vogliamo…-

-Andiamo- disse Xander prendendo il proprio zaino, seguito dagli altri, e insieme uscirono per avviarsi…

Ad un tratto, mentre si trovavano lungo un sentiero nella foresta ai margini della cittadina, Xander si bloccò

-Che succede?- chiese Majorit. Il ragazzo si voltò verso la boscaglia intorno a loro. Che fosse stata una sua impressione? Strinse comunque, la spada che portava legata alla vita, dono del padre. Anche Qampi, però, si guardò attorno

-C’è qualcosa…- mormorò lui

-Proseguiamo e facciamo finta di niente- propose piano l’altro. Però nulla apparve, né in quella giornata né in quella successiva…

Non potevano usufruire di taverne, perché i proprietari si sarebbero insospettiti nel vedere quattro ragazzini da soli in luoghi del genere. Così si accomodarono al riparo tra gli alberi, dormendo nei sacchi a pelo, portati prontamente da tutti, e facendo turni di guardia. Piano, l’umore di Ludwy migliorò, che riuscì a pensare a qualcos’altro oltre al padre e alle disgrazie che le avevano fatto cadere il mondo addosso in due giorni. Gli altri, soprattutto Xander, furono contenti di vederla di nuovo allegra e, quando finalmente avevano raggiunto in una settimana la prima delle quattro tappe del loro viaggio, che consisteva in una cittadina, l’umore generale si alzò di molto. Per il primo tratto, non era accaduto nulla e a detta di Xander, questo voleva dire sospetti: essere in possesso di una pergamena che avrebbe spodestato un’intera gilda segreta non significava certo aspettarsi un viaggio facile…

 

La cittadina era accogliente. Le case erano circondate da fiori e nel complesso l’ordine sembrava l’elemento dominante; vi era anche nel centro della città, una piazza con una fontana nel mezzo. I vari negozi erano sparpagliati un po’ dappertutto, ma la maggior parte era nel centro. Tutti sembravano indifferenti alla stranezza di quattro ragazzini in viaggio e per giunta soli. Perché? Quella domanda era apparsa spesso nei pensieri di Xander, stupito e sospettoso su ogni persona presente. Eppure nulla sembrava voler avere a che fare con loro. Che fosse solo un’impressione dovuta al suo diffidare di tutto? Non era ancora tempo per lui di saperlo…

Si ricaricarono di provviste e d’acqua, poi ripartirono, con brontolii da Ludwy, Qampi e Majorit

-Ma perché dobbiamo riprendere subito il cammino?- aveva chiesto Majorit –Non possiamo almeno andare alle terme per riposarci un po’?-

-Non siamo in vacanza!- aveva detto Xander serio

-Lo sappiamo, ma per un bagno caldo possiamo anche fermarci!- aveva detto Ludwy

-Non sappiamo neanche se abbiamo abbastanza soldi…- aveva ribattuto il ragazzo cercando una scusa.

-Ho io i soldi-

Allora, grazie all’intervento di Qampi, i quattro si fermarono alle terme, dove si ripresero dalla settimana di viaggio e di dormite all’aperto.

Verso tardo pomeriggio il gruppo partì, e prima di fermarsi per cenare e dormire, fecero un paio di chilometri. Quando cenarono era ormai notte fonda.

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Capitolo 6
*** Cap 6: Il viaggio continua... ***


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Capitolo VI

Il viaggio continua…

 …e il nemico ordisce…

 

 

-Cosa facciamo ora Signore? La pergamena originale ce l’hanno loro…-

-Tranquillo Mihjod, ho già provveduto…- disse l’anziano

-Signore!- I due uomini non si voltarono neanche. La donna, in catene, cercò di muoversi ma ogni mossa le provocava dolore; intorno al corpo aveva delle spine e dei tagli viola comparivano sulla sua pelle

-Stai ferma se non vuoi morire- l’avvertì Mihjod avvicinandosi a lei –Se quel veleno ti entra in circolo muori- In lacrime, lei si bloccò

-Vi prego, liberatemi! Non fallirò più!-

-In fondo era difficile capire che quella pergamena era un falso. Era fatta molto bene- fece notare l’uomo

-Ti ci metti anche tu, figlio mio?- L’altro si zittì –Va bene, liberatela-

Mihjod eseguì l’ordine e la donna, semi svenuta, cadde tra le braccia dell’altro

-Grazie…- riuscì a mormorare. L’altro si fece serio

-Non riaccadranno grazie del genere, capito?- L’anziano guardò il figlio che si alzò, lasciando l’altra sul pavimento, e si allontanò seguendo il padre

-L’hai salvata quando sai perfettamente che il veleno stava già facendo effetto- disse il Signore –Sembra che ci trovi divertimento a salvare la gente che morirà comunque…-

-Non morirà- rispose semplicemente lui. Il padre lo guardò e sorrise malignamente

-Cos’hai in mente?-

-Oh…. Comunque lei mi servirà-

-Se hai in mente qualche altra pazzia, come quella che hai fatto a Malia, vedi di avvertirmi prima…-

-Ti riferisci all’uccisione del generale delle guardie reali? Era lui che aveva la pergamena… o almeno così credevo. A quanto pare ora ce l’ha il figlio…-

-Ma non avevi ucciso tutti?-

-Infatti. Si vede che in quel momento era assente. E il tuo piano? Cosa dicono le spie-

-Nulla di particolare. Una all’inizio del viaggio ha rischiato di farsi scoprire, ma per il resto non nutrono alcun sospetto; sembra che il figlio del generale sia all’erta al massimo-

-È vero che si porta a dietro anche la mezzo-sangue che credevamo morta?- Il padre annuì

-Vorrà dire- disse l’anziano –che toccherà a te eliminarli…-

 

Il viaggio continuò in tutta tranquillità, anche se più si avvicinavano a Maila, più incontravano gente sui sentieri; questo non era una cosa positiva, perché chiunque avrebbe notato la cosa come strana e se i traditori li stavano cercando, avrebbero potuto chiedere ad uno qualsiasi di passaggio se avesse notato quattro ragazzini da soli. Per questo Xander si fece ancora più serio e preoccupato, e di notte restava nel dormiveglia, non staccando mai una mano dalla cintura, dove, in un contenitore apposito, era custodita la pergamena originale.

In un giorno in cui il cielo era ricoperto da una cappa di nubi temporalesche, il gruppo arrivò nella città di Tara, formata da casupole stile antico. I tetti in legno, in una strana forma, sembravano dei coni posizionati su quadrati di mattoni e intonaco bianco; il villaggio era circondato da mura che dividevano la foresta dai pochi alberi presenti dentro al perimetro. Per il resto era presente una taverna per ospitare i viandanti e negozi d’ogni tipo. Il gruppo riempì le borracce, si rifocillò un poco e poi ripartì.

Era appena mezzogiorno alla loro partenza, e il sole bruciava le strade e le cose come una fiamma. Il gruppo fu costretto a fermarsi all’ombra, per non rischiare un colpo di sole o un collasso dovuto allo strano caldo fuori stagione. Pranzarono e poi, quando il sole divenne meno caldo, ripartirono: infatti dovevano fare un paio di chilometri prima di fermarsi per dormire e cenare…

Quella sera, non avendo sonno, Ludwy rimase sveglia insieme a Xander per fare il primo turno di guardia

-Che belle le stelle…- disse la ragazza alzando gli occhi al cielo

-Già…- rispose l’altro. Si alzò un istante per prendere qualcosa dalla sua borsa –Prova a guardare con questo- Le allungò un binocolo.

-Ah! Si vede molto meglio! Riesco a vedere bene anche la Terra!- Lei gli diede il binocolo –Mi sento meglio se non penso che casa mia è andata in fiamme e che mio padre è morto… Questo viaggio mi distrae-

-Ti capisco- Lui le si avvicinò un poco e si mise ad ammirare le stelle a sua volta

-Per fortuna che ci siete tu, Majorit e Qampi con me. Mi date allegria…- Sorrise debolmente

-Tra poco tocca a Majorit fare il turno di guardia- disse Xander. L’altra annuì

-Qualche mese fa se mi avessero detto che avrei fatto un viaggio per questo motivo non credo ci avrei creduto…-

-Sembra un sogno, eh?- le chiese lui –Come se tu stessi solo facendo una lunga dormita…-

-Già…-

 

All’alba ripresero a camminare, anche se dopo qualche ora iniziò a piovere, e furono costretti a correre verso un riparo; lo trovarono in una capanna per attrezzi abbandonata.

I giorni si susseguirono tranquilli, e dopo quella pioggia ci fu solo il sole ad accompagnarli… o quasi…

Il quinto giorno dalla loro partenza da Tara il sentiero s’inoltrava nella foresta e, anche se l’idea non piaceva a nessuno, furono costretti a prendere quella strada. Dopo qualche ora dentro la boscaglia sentirono dei rumori sospetti

-Allora qualcuno ci stava inseguendo veramente..- disse Qampi tenendosi all’erta e portando la mano alla cintura, dove aveva un pugnale

-A quanto pare…- disse Xander sguainando la spada. Una donna vestita di blu uscì dalla boscaglia. Ludwy spalancò gli occhi: era la stessa che aveva visto portare la falsa pergamena!

-Vi ho trovato finalmente- disse lei tirando fuori due pugnali –Mi hanno ordinato di uccidervi, e credo proprio che lo farò volentieri!-

Scattò in avanti. Xander e Qampi si prepararono a contrattaccare. Entrambi i ragazzi pararono abilmente i fendenti della donna. Lei fece lo sgambetto a Xander, che

si ritrovò gambe all’aria e mentre stava per affondare uno dei pugnali nelle sue carni, Qampi attaccò, facendole sfuggire di mano il pugnale. Con un’abile mossa lanciò lontano anche l’altra arma e lei rimase disarmata.

-Piccolo…- iniziò a dire, ma non finì mai la frase perché Qampi le affondò il proprio pugnale nelle carni, facendola accasciare in fin di vita. Le due ragazze chiusero gli occhi

-Perché l’hai uccisa?- chiese Ludwy

-Ha tentato di uccidere Xander, non l’hai visto? E ci avrebbe riprovato se non l’avessi fermata-

“Questo non vuol dire essere autorizzati ad uccidere qualcuno” pensò l’altro ragazzo rimettendo nel fodero la spada

-Grazie per avermi salvato la vita- disse lui dando una pacca sulla spalla all’altro

-Di niente. In fondo siamo amici, no?- Xander annuì piano, soprapensiero

-Si. Ora riprendiamo il cammino-

 

L’anziano bussò alla porta ed entrò nella stanza. Lì, tra strani fluidi e oggetti vari, vi era Mihjod

-Alla fine l’hai mandata a morire per nulla- disse lui rivolto al figlio

-Beh, in fondo sarebbe dovuta morire, no?-

-Ma perché hai voluto far capire al gruppo che li stiamo seguendo?-

-Eh… Loro pensano che era stata lei a farsi quasi scoprire all’inizio del viaggio…-

-Hai sviato i sospetti… Devo ammetterlo, stavolta era un buon piano-

-Lo so padre…- L’uomo mischiò alcuni liquidi fra loro e una nuvola di vapore dall’odore acre si alzò. –E quello era solo l’inizio. Non arriveranno mai dal re! O almeno non tutti…-

-Guarda di non fare pazzie…- L’altro fece un gesto con la mano

-Quella era stata provocata da fretta. Non ricordi? Avevamo gli scagnozzi del re alle calcagna e stavano per scoprirci. Anzi, quel generale sapeva già alcuni nomi…-

-Davvero?- chiese l’anziano –Non me l’avevi mai detto-

-Per questo il figlio è così pericoloso…- Alzò lo sguardo dall’esperimento e guardò fuori dalla finestrucola con sbarre del seminterrato –Tra qualche settimana dovremo agire. La strada verso la capitale si accorcia ad ogni minuto-

-Calma. La fretta non porta mai consiglio- lo avvertì il padre

-E chi ha bisogno di consigli? Io so già cosa fare da settimane-

“Non vedevi l’ora che ti dessi la missione, vero?” pensò il Signore “Sei troppo irrequieto per i miei gusti, figlio mio. Finirai male se non cambi…”

-Ora ti lascio ai tuoi esperimenti- Detto questo, il vecchio uscì. Appena fu uscito Mihjod estrasse da una scatola delle fialette e si rimise a perfezionare quello speciale veleno che l’avrebbe portato a capo di tutto…

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Capitolo 7
*** Cap 7: Verso la capitale ***


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Capitolo VII

Verso la capitale

La meta si fa vicina…

 

E il viaggio riprese…

Erano rimasti sorpresi dall’arrivo della donna, ma se l’erano aspettato e in fondo si erano messi loro in quell’avventura. Certo per Xander e Ludwy non era proprio così…

Il comportamento di Qampi aveva impressionato l’altro ragazzo per la freddezza con cui aveva agito. Ma ormai era arrivato all’ossessione, e vedeva nemici ovunque; solo Ludwy si salvava. In fondo aveva ragione a titubare su chiunque, in quella situazione…

Stranamente, più si avvicinavano a Maila, più Xander si sentiva sollevato e con la voglia di ridere a crepapelle; non sapeva neanche lui spiegarsi il motivo. Poi accadeva spesso quando guardava Ludwy. Che se ne stesse innamorando?

 

Per alcuni giorni furono costretti a fermarsi a causa della pioggia, e senza abbassare la guardia, si permisero un attimo di riposo; erano in viaggio da due settimane e ormai sapevano che li stavano seguendo e nulla sarebbe riuscito a fermarli per il momento. Così, finalmente, si fermarono in una cittadina, Jaden, e presero una stanza per qualche notte.

La pioggia durò cinque giorni, nei quali si ripresero dalla fatica. Si rifornirono, e Xander acquisì alcune informazioni e altre cartine della zona; gli altri si godettero l’ozio del momento, anche se Ludwy…

La ragazza, anche se non sembrava, soffriva ancora molto per la morte del padre, anche se il saper di potersi vendicare la faceva stare un poco meglio; l’unico cui aveva detto qualcosa riguardo al suo dolore era Xander, ma neanche a lui aveva raccontato tutto. Quello che le dava più fastidio era che il padre era scomparso, così, in un istante; odiava come non aveva mai fatto quell’uomo, Mihjod, e quel vecchio, la donna morta, tutti. Dovevano soffrire come aveva sofferto lei!

Ora si che capiva ciò che provava Xander… Il dolore provato in quel momento, il non poter far nulla… erano sensazioni orribili; senza contare che era tutta colpa di quegli assassini… Oh si, sarebbe riuscita ad arrivare alla capitale e a portare la pergamena al re anche a costo della vita!

Ma la vendetta diventa spesso ossessione e alla fine fa più male che bene…

 

Finalmente ripresero il viaggio. Il sole li accompagnava, portando calore e luce; di notte il cielo era privo di nubi e le stelle brillavano come non mai.

Una notte, però, accadde qualcosa di strano…

I quattro stavano dormendo tranquilli, quando un crepitio fece esplodere qualcosa. Subito Xander e Qampi balzarono in piedi, mentre Majorit, spaventata, rimase seduta. Un cerchio di fuoco era apparso dove prima vi era il giaciglio di Ludwy

-Ludwy!- esclamò Xander, ma la ragazza era scomparsa. Qualcuno l’aveva teletrasportata.

-Dov’è finita?- chiese Majorit alzandosi

-Non ne ho proprio idea…-

-Forse sono stati i traditori…- disse Qampi. Xander lo prese per il colletto della maglia

-E tu come fai a saperlo?- chiese minaccioso

-Tranquillo- disse lui strattonandosi dalla presa di lui –L’ho solo supposto…-

-Ah ah… solo supposto…- Una donna uscì alla boscaglia. I tre balzarono sorpresi: era la stessa che Qampi credeva di aver ucciso giorni fa

-Sei ancora viva?- esclamò sorpreso Qampi. Lei fece un sorriso cattivo

-Credevi di avermi uccisa con così poco? No no Qampi, mi ero preparata- Gli altri due guardarono il ragazzo. Come faceva la donna a sapere il suo nome? –Sapevo che Mihjod mi avrebbe mandata a morire per coprirti le spalle, e perché avrei fatto saltare tutto il piano-

-Ehi, come sarebbe a dire che Mihjod ti ha mandata a morire per coprire le spalle a Qampi?- chiese Xander

-Vi ha traditi! Lui è una spia e ha inviato la tua amica mezzo-sangue nella base nemica. Lui ha attuato l’incantesimo mentre dormivate tutti quanti!-

-Si può sapere che stai dicendo?!- esclamò arrabbiato Qampi –Ti sei inventata tutto!-

-Lo credi davvero? E voi due, gli credete? Tu, ragazzina? Tu, figlio del generale?- Li fissò entrambi –Allora?- Xander fissò prima la donna, poi Qampi

-Non gli crederai, vero?- disse il ragazzo guardandolo con gli occhi spalancati –Andiamo Xander! Se fossi veramente un nemico avrei cercato di ostacolarvi! L’ho mai fatto?- Majorit lo guardò colpita; aveva creduto alle sue parole, aveva viaggiato con un assassino e traditore del re. Non c’era dubbio, la ragazza credeva alle parole della donna, e anche Xander

-Non mi fidavo di te fin dall’inizio- disse il ragazzo estraendo la spada del padre e puntandogliela contro –e a quanto pare avrei fatto meglio a non portarti con me!- La donna non cambiò espressione, ma nell’animo gioiva: era riuscita a far saltare la copertura di Qampi, proprio come le aveva ordina Mihjod; non c’era dubbio che così l’avrebbe perdonata per la falsa pergamena, l’aveva giurato, e poi, quando avrebbe spodestato il padre… A quel pensiero le venne da sorridere, ma si trattenne. Una volta tolto il padre di torno, Mihjod, il vero capo, avrebbe preso in mano tutto e sarebbe sicuramente riuscito a mettere in pratica il loro piano…

-Xander…- cercò di dire l’accusato, poi si voltò verso Majorit che lo guardava quasi stralunata –Anche tu le credi Majorit?-

-Qampi, hai cercato di uccidere a sangue freddo una persona- rispose la ragazza semplicemente –Un ragazzo comune non si sarebbe comportato così. Neppure Xander che ha la sua vendetta ha fatto così…- Qampi cambiò espressione

-E così li hai convinti Sarah…- disse Qampi –e non hai tutti i torti-

-Allora sei veramente una spia!- esclamò Majorit

-Si e ho spedito quella stupida ragazzina direttamente da Mihjod- Xander spalancò gli occhi, furente –Cos’è quello sguardo, Xander? Non dirmi che ti dispiace…-

-Stupido traditore- ringhiò furente a denti stretti, strinse la spada nella mano, tenendola sempre puntata verso il ragazzo –Io ti…-

-Tu cosa?- disse l’altro guardandolo dall’alto al basso –Cosa vorresti fare? Ormai è tardi, non lo sai?-

La donna, avendo sentito abbastanza, scomparve lasciando una nube nera alle sue spalle

-Ehi!- esclamarono i due ragazzi all’unisono

 

-Ho compiuto la mia missione- disse Sarah. Era dentro la stanza degli esperimenti di Mihjod; lì, fluidi e strani oggetti colorati rappresentavano, insieme ai vari focolari e a qualche libro, l’arredamento generale. Lui le fece segno di seguirlo e la donna s’inoltrò tra le fila di tavoli

-Bene- disse l’uomo guardandola –sapevo che ci saresti riuscita-

-Grazie della fiducia-

-Adesso, quando Qampi sarà tolto di mezzo, quello stupido del figlio del generale verrà sicuramente a prendere la sua amica mezzo-sangue-

-Dov’è lei? L’avete trovata?-

-Non ancora, è un osso duro. Ma presto si ritroverà senza nulla di cui nutrirsi e nelle peggiori delle ipotesi morirà di fame-

-Beh, farà in ogni modo una brutta fine, no?- Lei fissò l’uomo soprapensiero –Mihjod?-

-Uh? Oh, si, probabilmente…-

-Per il veleno?- chiese Sarah cambiando argomento –Sei riuscito a perfezionarlo?-

-Si, e tra poco il mio “caro” paparuccio si ritroverà morto…-

-Credi che basti un trucchetto del genere per farmi fuori, figlio mio?- Mihjod si voltò

-Padre…-

-È giunto il momento di regolare i conti…-

 

Xander e Majorit, sbigottiti, continuavano a fissare Qampi. La notte era immobile e lontano, una linea d’alba faceva iniziare il nuovo giorno.

-Vi siete bloccati?- chiese il traditore guardandoli. Xander, sempre con la spada puntata, non riusciva a distogliere lo sguardo.

-Tu…- disse lui ancora sorpreso e infuriato –come hai potuto…-

-Ho potuto eccome- disse l‘altro incrociando le braccia –E adesso potremmo smetterla di fissarci e iniziare a fare qualcosa? Non so voi ma io mi muoverei per andare a salvare la vostra amica…- Xander ridusse gli occhi a due fessure

-Dove si trova?-

-Nella base principale, non in quella della cittadina. È qui vicino alla capitale- Majorit spostò lo sguardo su Xander

-Che facciamo adesso?- gli chiese piano

-Ho una gran voglia di sistemarlo…- ringhiò piano lui

-Anch’io ma non possiamo combattere… o no?-

-Siamo nei guai, Majorit. Se lo lasciamo andare non possiamo sapere cosa farà-

-Vuoi… ucciderlo?-

-Majorit, tu vai avanti, io ti raggiungo- I due si guardarono

-Così non sei meglio di un assassino…-

-Majorit… vai!- La ragazza corse via

-Hai deciso di combattere?- chiese Qampi estraendo i due pugnali, che luccicarono sotto la luce della vicina alba –Finalmente, non vedevo l’ora- Il ragazzo si gettò all’attacco, brandendo le armi…

 

Dopo mezz’ora…

Majorit si era fermata ai margini del sentiero, e sedeva su un ceppo d’albero, aspettando. Sapeva qual’era l’obbiettivo di Xander, ma solo il pensarci le faceva venire i brividi.

Improvvisamente sentì un rumore di passi. Si alzò in piedi di scatto, non sapendo chi l’aspettava. Un ragazzo si avvicinò: impugnava una spada

-Xander!- esclamò lei correndogli incontro. Lui le sorrise; era ridotto male: aveva dei graffi su tutto il corpo e un taglio sulla fronte

-Xander, ti senti bene?- gli chiese. Il ragazzo annuì piano. Majorit lo fece sedere e, preoccupata, guardò le ferite –Ne sei sicuro?-

-Ti ho detto di si- disse lui facendo un gesto evasivo con la mano –Ho solo bisogno di riposare un po’…-

-E… Qampi?- Xander si alzò

-Andiamo…-

-Xander!- Majorit balzò in piedi –Mi vuoi rispondere? L’hai davvero ucciso?-

-Majorit- disse il ragazzo guardandola –non l’ho ucciso, te lo giuro. Ma ora andiamocene di qui, ti prego-

-Ma allora che fine ha fatto?-

-Non lo so… se n’è andato, ma non so dove. Era ridotto male ed è fuggito. Non so se sopravvivrà, era ferito gravemente. Vuoi sapere qualcos’altro?- Lei rimase in silenzio –Bene, andiamo a salvare Ludwy-

-Sei messo male, prima devi almeno curarti. Ci penserò io se me lo permetti-

-Fai come vuoi…-

 

Ludwy si risvegliò in una piccola stanza, sdraiata sopra delle coperte. Le finestre e la porta d’entrata erano sbarrate e questo non migliorava lo stato in cui era. L’ultima cosa che si ricordava, prima di svenire, era un gran botto e tanta gente vestita di blu intorno a lei; del luogo non ne sapeva nulla. Si alzò in piedi a fatica; si sentiva le gambe indolenzite e deboli, per non parlare della testa che le incominciò a girare

“Dove mi trovo?” pensò Ludwy cercando di ricordare l’ambiente, ma le pareti di pietra e la finestra e la porta sbarrata non l’aiutavano per niente. I ricordi le balzarono nella mente. Certo, si era risvegliata in un posto pieno di gente vestita di blu che la cercavano; per un certo tempo aveva cercato di nascondersi, ma alla fine l’avevano trovata…

Qualcuno aprì la porta ed entrò

-Chi sei?- chiese immediatamente la ragazza, spaventata

-Tranquilla…- disse la voce di un uomo completamente coperto da una tunica con cappuccio blu –sei tenuta prigioniera nel nostro quartier generale-

-Chi mi ha portata qui?-

-È stato Qampi, per volere dello shonka1 Mihjod-

-Qampi?!- La ragazza lo fissò sbalordita –Ma… è impossibile!-

-Era lui la spia- disse semplicemente l’incappucciato –Lo shonka mi ha ordinato, una volta catturata, di dirti tutto-

-Quindi anche Qampi è un traditore…-

-Esatto- La rabbia le fece ribollire il sangue. E pensare che si era finto suo amico, l’aveva creduto vicino dopo l’incendio, e tutto il resto… invece era anche lui dalla parte di coloro che avevano distrutto la famiglia di Xander e ora anche la sua.

Cercò di calmarsi, ma era molto difficile

-Tieni- disse l’altro appoggiando per terra un vassoio con dentro del cibo –Shonka Mihjod ti vuole viva ancora per un po’…-

“Mi vogliono usare come esca per Xander e Majorit!” pensò in un lampo lei “Non posso permetterlo!”

L’uomo fece per uscire, girando le spalle alla ragazza soprapensiero. Improvvisamente la ragazza gli balzò al collo stringendo con tutte le sue forze, finché non cadde svenuto per terra. Ludwy, sorpresa dall’azione appena compiuta tolse la veste all’uomo e, sistemandosela, l’indossò; corse fuori dalla stanza, chiudendola alle sue spalle. Quando l’uomo si fosse svegliato, quello l’avrebbe fermato per un po’…

 

 


 

1 shonka: è l’espressione usata per identificare i figli del Signore in carica dei traditori, cioè i principi; dato che nella gilda non esistono re e principi, usano questo vocabolo. Con questo nome lo chiamano solo i più in basso nella scala delle importanze del gruppo. Ad esempio, Sarah (sua “socia”) e il padre non lo chiamano così.

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Cap 8: Quartier generale ***


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Capitolo VIII

QUARIER GENERALE

Salvataggio e fuga. Capitale

 

 

 

-E così volevi uccidermi, figlio mio- disse l’anziano fissando Mihjod –Sapevo che saresti finito male, col comportamento di questi giorni- Estrasse una spada. Il figlio lo fissò altezzoso

-Mi vuoi sfidare? Non sei un po’ troppo vecchio?- disse l’altro. Sarah, prevedendo che la situazione si sarebbe messa male, fece per scappare

-Ferma tu- disse il Signore lanciandole contro la spada, che la centrò in pieno petto. Lei cadde sanguinante al suolo con un gemito, poi chiuse gli occhi per non riaprirli mai più

-Oh- fece lui con una faccia falsamente dispiaciuta –l’hai uccisa… Adesso chi ti salva?-

-Tranquillo, figlio mio, so proteggermi da solo-

Mihjod estrasse a sua volta una spada.

-Che la sfida cominci, allora- Le spade si sfiorarono per tre volte, prima che il figlio partisse all’attacco, fendendo l’aria…

 

Majorit e Xander attraversarono in tutta fretta la strada che li separava dalla base nemica; fortunatamente per loro non era troppo distante. Arrivati, si appiattirono contro i tronchi degli alberi, cercando di non farsi vedere. Niente sembrava interrompere la quiete lì intorno; nessuno, poi, era di guardia

-Xander- disse la ragazza a voce bassissima –non c’è nessuno. Che sia una trappola?-

-Lo temo anch’io- rispose allo stesso volume l’altra –Ma dobbiamo entrare comunque. Andiamo-

Silenziosi, si fecero avanti albero dopo albero, cercando di captare ogni rumore. Finalmente arrivarono all’ingresso di una grotta. Anche lì non vi era nessuno. I due, guardandosi, annuirono e si addentrarono all’interno.

Subito l’oscurità li ricoprì, anche se poco dopo delle torce si accesero come per magia. Il corridoio era lungo e rettilineo, privo di nascondigli o di sporgenze; ma, come prima, era completamente vuoto.

Avanzando, i due sentirono alcuni suoni di tonfi e scricchiolii, ma nulla di questo si avvicinava a loro; sembrava quasi che ci fosse una rissa fra la gilda stessa o forse…

Xander si bloccò. Majorit lo guardò interrogativamente

-Forse tutta questa confusione è dovuta al fatto che stanno cercando Ludwy!- disse sottovoce lui. L’altra spalancò gli occhi e annuì –Muoviamoci-

Camminarono in fretta, finché non giunsero davanti alla porta principale, in pesante metallo; la spinsero e, con un basso cigolio, il portone si aprì per uno spiraglio. All’interno tutto era in disordine e gente vestita di blu si scontrava, combattendo

-Ma che cosa stanno facendo?- chiese Majorit confusa

-Non lo so ma ci stanno aiutando. Andiamo…- rispose Xander. I due scesero piano e cercando di non farsi vedere, dal piccolo piano rialzato rispetto alla sala. Corsero verso un’altra porta e miracolosamente nessuno li notò; in fondo, tutti erano occupati a combattere.

I due entrarono in un corridoio fiocamente illuminato da una decine di torce posizionate lontane le une dalle altre; tra gli spazi vi erano quasi sempre delle porte. I ragazzi proseguirono, incerti sul da farsi. Molto probabilmente avevano delle prigioni dove rinchiudevano le persone catturate, e di sicuro si trovavano lì, visto che era l’unica porta nell’ingresso principale. Xander aveva proposto di provare ad avanzare, magari avrebbero trovato dei sotterranei.

Il corridoio, come quello d’ingresso era vuoto. Avanzando, nessun rumore particolare li raggiungeva quando, da una stanza, giunsero rumori di spade che sbattevano. I due proseguirono nel silenzio totale, sperando che i combattenti non uscissero.

Ad un tratto scorsero una persona completamente incappucciata di blu avanzare per il corridoio; era un ragazzino, a giudicare dall’altezza, anche se portava in bella vista una sciabola. Il nemico teneva lo sguardo verso il pavimento e non si accorse subito dei due, finché Xander non gli piombò addosso puntandogli la spada alla gola

-Xander!- esclamò la voce di una ragazza, dall’interno del cappuccio. Lei annaspò per togliersi il cappuccio dalla testa; quando, finalmente ci riuscì, Xander sgranò gli occhi dalla sorpresa

-Ludwy!- Le tolse la spada dalla gola –Sei tu?-

-Certo!- disse lei prendendo la mano del ragazzo per alzarsi –Siete venuti a liberarmi, lo sapevo. Eppure io mi aspettavo una trappola per voi. Ho saputo che Qampi era una spia- Riprese fiato –Ma andiamocene ora. Dai rumori sembra sia in atto una sorta di lotta all’interno della gilda- Gli altri due annuirono

Corsero lungo il corridoio, quando da una porta uscirono, mentre combattevano, Mihjod e il Signore. L’uomo e Xander si fissarono per un istante

-Mihjod…- esclamò il ragazzo riducendo gli occhi a due fessure

-Il figlio del generale…- disse l’altro fissandolo. Poi vide Ludwy libera e, con uno scatto spinse via il padre.

Ludwy e Majorit presero per le braccia il ragazzo, spingendolo via.

-Fermatevi!- esclamò l’uomo rincorrendoli. I tre giunsero nel salone principale; tutti li videro e, come un’onda, iniziarono a rincorrerli. Xander estrasse la spada e, menando fendenti per allontanare i nemici, avanzarono tra la calca di gente. Quando arrivarono alla porta principale si gettarono di corsa nel corridoio di pietra e, correndo come pazzi, seminarono la folla omicida

-Gambe!- esclamò Ludwy, togliendosi la veste blu e buttandola addosso ad uno dei traditori più vicini; questi, improvvisamente cieco, si bloccò in mezzo alla strada, facendo cadere una decina di persone dietro di lui, che a loro volta, per non cadere, si aggrapparono a quelle di lato. In poche parole, la ragazza creò un ingorgo tale da tenerli fermi per alcuni minuti. Quando finalmente i traditori riuscirono a riprendere la corsa, i ragazzi si erano inoltrati nella boscaglia, diretti a Maila, ormai molto vicina

-Stupidi!- urlò furente Mihjod rivolto al resto della gilda –Vi siete fatti sfuggire un gruppo di ragazzini!

-Noi non prendiamo più ordini da te!- esclamò uno, dalla parte del Signore –Hai tradito il Signore!-

-Ma lo volete capire che in questo momento ci stiamo rimettendo tutti?! Se quei ragazzini riescono ad arrivare a Maila e a consegnare la pergamena al re per noi è finita!- Tutti si zittirono –Siete disposti a sentirmi ora?-

 

Quando furono sicuri di non aver più nessuno alle calcagna, Xander, Ludwy e Majorit si fermarono, esausti; avevano corso giù per un pendio, facendo lo slalom in mezzo agli alberi

-Ce l’abbiamo fatta?- chiese ansimando Majorit

-Si…- mormorò stanca Ludwy, buttandosi praticamente per terra dalla spossatezza

-Non abbiamo molto tempo per fermarci a riposare- fece notare Xander, mettendosi seduto per terra

-Non fare l’antipatico…- disse l’altra. Majorit guardò Ludwy

-Ha ragione- disse lei –Inoltre abbiamo abbandonato tutte le provviste. Quindi prima arriviamo meglio è-

-T-tutte le provviste?!- La ragazza balzò in piedi –Ma siete matti?! E adesso come facciamo? La capitale sarà lontanissima e…-

-Ludwy…- disse il ragazzo indicandole un punto all’orizzonte. Là, una città con grandi palazzi sorgeva in mezzo a strade e vegetazione rada -è quella la capitale-

-Che ti avevo detto?- disse Ludwy emozionata, scattando in piedi –La capitale è a due passi da noi!- Gli altri due si fissarono, poi scoppiarono a ridere. L’altra si mise a ridere con loro, felice di essere con i suoi amici.

 

Dopo qualche minuto ripresero il cammino. Per loro sfortuna, la strada da quella parte era molto accidentale e piena di salite e discese, senza contare che un fiume molto largo li divideva dalla capitale; certo, vi era un ponte, ma non aveva l’aspetto d’essere sicuro…

-Io non passo per quel ponte- disse Ludwy incrociando le braccia

-Siamo costretti- le disse per l’ennesima volta Xander -o preferisci farti prendere dai traditori?-

-Lo so che siamo costretti, ma…- disse agitando le braccia lei

-Andiamo- disse Majorit prendendola per mano e accompagnandola

-Ho paura…- miagolò Ludwy

-Cosa sono costretto a vedere…- mormorò il ragazzo sospirando –Una che non ha paura a vedere un branco di assassini ma trema davanti ad un ponte…-

-Zitto e non prendermi in giro!- esclamò l’interessata, aggrappata alla schiena di Majorit

-Dai Ludwy, un passo per volta…- si disse la ragazza, sempre aggrappata all’altra –Ehi!- Si voltò verso l’altro –Perché tu non vieni?-

-Perché ho paura…- la scimmiottò lui.

Dopo un minuto…

-Vai avanti…- disse fra i denti Ludwy, arrabbiata. Davanti a lei c’era Xander con un bernoccolo in testa, dovuto al pugno della ragazza

-Violenta…- borbottò lui

-Che hai detto?!- ringhiò l’altra

-Nulla-

-Smettetela ragazzi- disse Majorit, sorridendo –siamo quasi arrivati-

Alla fine del ponte, la strada continuava, ma ormai l’ingresso alla città era davanti a loro. In poco tempo entrarono dentro Maila, la capitale

Essa era a dir poco fantastica; le case erano tutte vicino alle mura d’ingresso, belle e luminose, le strade erano larghe e spaziose, a scacchiera circolare. Al centro si alzava in palazzo reale, bianco e quasi argentato, con gli alti pinnacoli e le bandiere al vento.

Ludwy e Majorit, che non avevano mai visto la capitale dal vivo, rimasero sbalordite. Sui davanzali delle abitazioni dei fiori argentati e blu davano una strana e spettacolare sfumatura marina al bianco stentoreo dell’ambiente; nei giardini vi erano visi i bambini che giocavano tranquilli e alberi blu notte e blu mare carichi di piccoli frutti e fiori oro

-Bellissimo…- dissero affascinate, all’unisono. Si diressero verso il palazzo. I negozianti erano dappertutto e la gente camminava serena per le strade; ogni tanto passavano delle guardie, che venivano salutate cordialmente dalla gente.

-Ehm, Xander?- disse ad un tratto Majorit, colpita da un pensiero –Come facciamo ad entrare? Non credo che tre ragazzi possano arrivare al cospetto del re…-

-Tranquilla, a questo ci penso io- disse il ragazzo –Tra le guardie conosco molta gente, e se mi riconosceranno ci faranno entrare di sicuro-

Qualche ora dopo…

-Come sarebbe a dire che non posso entrare?!?!- esclamò furente Xander rivolto alle guardie di turno davanti il palazzo reale -È un’emergenza, lo volete capire??-

-Xander…- dissero le altre cercando di calmarlo –ascia perdere-

-Come sarebbe a dire “lascia perdere”?!?! Non posso e non voglio lasciar perdere!! Ma guarda se adesso non posso più neanche entrare!!-

-Per fortuna che conoscevi gente, eh?- disse Ludwy incrociando le braccia

-Cos’è tutto questo baccano?- esclamò una voce dall’interno. Un uomo uscì dall’interno del palazzo

-Sono loro la causa, generale…- disse una delle guardie. –Tre ragazzi che dicono d’aver un’informazione importantissima per il re-

-Senza contare che il ragazzo disse di essere il figlio del generale…- disse l’altro

-Ex-generale, EX-GENERALE!!- scandì Xander abbastanza infuriato

L’uomo lo guardò e sgranò gli occhi

-Xander?- disse sorpreso. Il ragazzo lo fissò senza riconoscerlo, poi sgranò gli occhi a sua volta

-Almair!- esclamò il ragazzo sorpreso –Non ti avevo riconosciuto!-

-Allora sei vivo! Tutti ti avevano dato per disperso alla morte della tua famiglia- disse l’altro

-Sono dovuto fuggire, ma adesso sono nei guai. A proposito, non ti ho presentato le due mie compagne: Ludwy e Majorit. Lui è Almair, vecchio amico di mio padre e suo ex braccio destro-

-Incantato- rispose l’uomo facendo un piccolo inchino davanti alle due, facendole arrossire -Ma ora entrate, sarete stanchi per il lungo viaggio, e a quanto mi risulta avete qualche novità importanti…-

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Capitolo 9
*** Cap 9: La pergamena ***


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Capitolo IX

La pergamena

Piccola lotta… “amichevole”…

 

 

 

I tre ragazzi seguirono Almair all’interno del palazzo reale.

Tutte le dicerie sentite a Guya, il paese di Ludwy e Majorit, non erano abbastanza per descrivere lo splendore che regnava all’interno del palazzo stesso. L’ingresso era enorme, con ai lati colonne di marmo bianco che formavano delle volte a crociera enormi; i muri erano bianchi e vi erano incastonate delle finestre con un arco a tutto tondo nella parte alta. Il pavimento era di marmo bianco, con nel passaggio principale, pietre di un blu intenso, che Ludwy identificò come lapislazzuli, al posto del tappeto.

La forma del palazzo era a cerchio, con all’inizio un pezzo rettangolare (l’ingresso). Seguendo il percorso di lapislazzuli arrivarono davanti a due muri che si avvicinavano, con un portone nel loro incrocio fatto totalmente d’argento; all’interno vi era una stanza con al centro una scala che sembrava di cristallo blu; nel perimetro circolare, vi erano delle porte più piccole rispetto al portone, sempre in argento, che portavano a stanze secondarie.

Il gruppo salì la scala, che percorreva la torre principale dell’edificio imponente. Dopo una quarantina di gradini (la scala era attaccata per un lato al muro e saliva in una chiocciola molto larga), giunsero al secondo piano, da cui, per mezzo di enormi vetrate di vetro blu molto chiaro, si poteva godere di un panorama della città mozzafiato. Quel piano era l’inizio degli appartamenti reali: lì vi erano la sala del trono imponente, perché formata dalle due torri collegate da una serie di ponti sospesi grazie ad archi rampanti, la stanza da ballo, la biblioteca e molte altre; molte stanze erano nella torre parallela a quella in cui si trovavano, e molti ponti collegavano le due torri, senza contare che la torre gemella era raggiungibile solo attraverso quei ponti. Anche per questo, le due torri sembravano un tutt’uno da lontano.

Almair li condusse nella torre gemella; per raggiungere la sala del trono era necessario andare nell’altra torre e salire una decina di scalini per arrivare alla sala del trono. Il ponte, essendo ad un’alta altezza, era coperto da vetrate trasparenti, sorrette da colonne di ferro bianco, attaccate alla ringhiera dello stesso materiale e colore.

Ludwy si bloccò per alcuni istanti, incantata dal paesaggio sottostante: le case erano piccole da lassù, per non parlare del groviglio colorato degli alberi e della foresta che avevano attraversato; visto da così in alto il fiume sembrava un semplice ruscello

“Certo che da quassù si vede proprio tutto” pensò la ragazza raggiungendo il gruppo.

 

Salita la rampa di scale, Almair bussò ai battenti della sala del trono. Il re era già stato avvisato da un maggiordomo, arrivato prima di loro grazie al teletrasporto, usato solo per esigenze veramente importanti, come guerre, pericoli imminenti e informazioni simili. Il portone d’argento, con le decorazioni di fiori d’oro, si aprì grazie a due guardie all’interno. Mentre salivano, Xander aveva spiegato la situazione ad Almair, ed egli, sorpreso, aveva ascoltato senza dire una parola.

La sala del trono era solenne e molto alta; aveva una forma quasi ovale, ed era simile all’ingresso. L’unica grande differenza stava nelle decorazioni: le pareti, fra una grande vetrata e l’altra, erano coperte da arazzi rappresentanti gesta eroiche mitologiche e cavaliere. Il pavimento era totalmente in lapislazzuli, con alcune parti in agata gialla e marmo bianco. In fondo alla sala vi era un trono in ossidiana, ricoperto d’argento, faceva un effetto molto spettacolare e strano; lì sopra, un uomo sull’ormai mezz’età: era il re

-Maestà- disse il generale, inchinandosi davanti al re, seguito dai tre ragazzi –vi porto notizie importanti-

-Parla pure, generale Almair- disse il re, facendo un gesto con la mano.

-È meglio se sia lui a narrarvi tutto, Maestà- disse indicando Xander

-Bene- Xander si fece avanti –Qual è il tuo nome-

-Xander Gaier- rispose facendo un profondo inchino. Il re annuì

-Il nome non mi è nuovo- disse sua Maestà –Parla-

Il ragazzo fece un silenzioso e profondo respiro, ed iniziò la lunga spiegazione; il re rimase impassibile per tutto il tempo, pensando ed ascoltando. Quando ebbe finito, sua Maestà non proferì parola

-E la pergamena originale- disse infine l’uomo –come mai ce l’hai tu?-

-Mio padre, l’ex generale, l’aveva in custodia, ma poi è stato ucciso e me l’ha affidata. Sono stato costretto a fuggire, o mi avrebbero trovato-

-Ma i nomi dei traditori, chi li ha aggiunti?- chiese il re.

-Questo non lo so…-

-Forse vostro padre- mormorò pensoso sua Maestà. A Xander venne una folgorazione. Certo! Era stato suo padre a scrivere i nomi dei traditori! Per questo erano venuti ad ucciderli, solo che il padre non aveva fatto in tempo ad avvertirlo perché era morto prima… E poi la sua fuga disperata alla ricerca di un luogo sicuro… l’odio e la rabbia l’avevano accecato, non facendolo ragionare… -Comunque consegnami la pergamena, le guardie penseranno a scovare i traditori. Ora andate a riposarvi. Una guardia vi condurrà nelle vostre stanze- I ragazzi uscirono dalla grande sala

-Almair, secondo voi ha mentito?- chiese il re. Pensoso, l’altro fece segno di no

-Non credo. Inoltre hanno la pergamena e sembra tremendamente originale; poi il ragazzo assomiglia a suo padre…-

-Senza contare che io stesso avevo ordinato all’ex-generale d’indagare su questi presunti traditori…-

-Maestà!- Un messaggero entrò nella sala di corsa, facendo un veloce inchino –Un gruppo di persone armate sta facendo irruzione nella città! Riescono ad usare anche la magia e possiedono strani veleni e oggetti-

-Alchimisti…- disse Almair guardando il messaggero

-Almair, ordina di bloccare l’armata. Se è come penso, molto probabilmente si tratta di quei traditori…-

-Bene- Il generale fece cinque passi senza voltarsi, poi si voltò ed uscì di corsa verso la caserma; ma fuori dalla sala incontrò Xander, con Majorit e Ludwy dietro di lui che arrivavano correndo dal ponte sospeso

-Mi credete ora?- chiese incrociando le braccia –Mihjod e il suo seguito stanno arrivando per la pergamena-

-Mihjod? Quel Mihjod?- chiese sorpreso Almair

-Si, proprio il figlio del Consigliere Lydos. Il consigliere è quello che comanda la gilda, anche se, da quello che ho visto l’ultima volta, i due stavano combattendo per il primo posto…-

-Una falda nel gruppo-

-Questo potrebbe aiutarci a fermarli…-

-Aiutarci?? No no, il campo di battaglia non è un posto per ragazzini- Xander si mise le mani sui fianchi

-Io non sono un ragazzino, so come muovermi, sono penetrato nella base nemica è ho potuto vedere ciò che bolliva in quel posto; so persino che tipo di alchimia usano- L’uomo fece un sorriso furbo, poi mise una mano sulla testa del ragazzo

-Sei uguale a tuo padre. Sei proprio degno di essere suo figlio- L’altro ricambiò il sorriso

-Devo prenderlo come un complimento?-

-Non saprei…-

 

Ludwy osservava dal ponte sospeso l’avanzare distruttivo dell’esercito di Mihjod e del Consigliere Lydos. La gente era stata avvertita, e tutti si trovavano dalla parte opposta della città con le cose più preziose che possedevano. Majorit era accanto a lei: per ordine di Xander nessuna delle due poteva uscire dal palazzo reale. Naturalmente l’intrepido figlio dell’ex-generale aveva insistito per poter partecipare anche lui alla lotta, così da poter vendicare finalmente la propria famiglia. Inoltre aveva un piano.

Le due ragazze videro le guardie reali nascoste dietro un’abitazione imponente, con contro-incantesimi in fialette per contrastare l’alchimia del nemico; tutto stava andando come aveva previsto il ragazzo… Eppure Ludwy era contrariata. Certo, lei non sapeva combattere, ma voleva vendicarsi per la morte del padre! Era combattuta tra l’obbedire a Xander e lo scendere a combattere; Majorit, dal canto suo, preferiva di gran lunga rimanere lassù, lontana dal pericolo…

Finalmente, le guardie reali sbucarono dal loro nascondiglio e la battaglia iniziò. Le grida si alzarono e le fialette iniziarono a volare, mentre il rumore dell’acciaio contro l’acciaio scalpitava nell’aria; i corpi iniziarono a colpire e ad essere colpiti, il sangue iniziò a dilaniare il terreno candido. Non stava andando proprio come aveva previsto Xander… Qualche guardia era già caduta, mentre altre si tenevano le ferite, ma anche sull’altro fronte era quasi la stessa cosa. All’improvviso i traditori si divisero e scomparvero nelle viuzze accanto a loro, lasciando le guardie spiazzate

-Non fatevi accerchiare!- esclamò Almair alzando la spada al cielo –Verso il palazzo!-

Non era difficile da capire dove volevano arrivare i nemici, e dall’alto le due ragazze vedevano gli uomini della gilda avvicinarsi alle torri sempre più velocemente

-Accidenti!- esclamò Ludwy –Se non troviamo un modo per fermarli entreranno!- Majorit la fissò preoccupata, poi sorrise

-Ho un’idea- disse prendendole la mano –Seguimi!-

Le due corsero a perdifiato giù per le scale, mentre Majorit le spiegava il piano. Era rischioso metterlo in atto, ma era l’unico modo per dare il tempo al gruppo alleato di arrivare… Si fermarono per alcuni istanti nella caserma, alla ricerca di fialette contro-incantesimo

Le due si appostarono davanti al portone d’ingresso, e iniziarono a posizionare davanti all’ingresso alcune fialette, legate insieme da un po’ di polvere da sparo. In poco tempo, gran parte del gruppo nemico era davanti a loro

-Non osate fare un passo di più- esclamò Ludwy, cercando di mantenere la voce ferma –o farò esplodere tutti voi! Vi è chiaro?!-

-Cosa credi di fare, ragazzina?- chiese uno avvicinandosi, seguito da altri sei. Majorit accese un fiammifero e lo fece cadere sulla polvere da sparo. In fretta, le due ragazze si ripararono e tutte le fialette posizionate esplosero addosso agli uomini, che iniziarono a strillare con gli abiti completamente in fiamme.

-Piccole insolenti…- ringhiò un uomo, avvicinandosi. Senza farsi scoraggiare, le ragazze iniziarono a gettare le fialette rimaste su chi tentava di avvicinarsi, ma alla fine finirono e in piedi erano rimasti ancora Mihjod e una quindicina di persone, composte da chi si era rialzato quando aveva finito l’effetto delle fialette e da chi non era stato affatto colpito.

-Che farete ora, ragazzine?- chiese Mihjod incrociando le braccia infuriato –Uccidetele!- Ludwy e Majorit estrassero due spade, prese nella caserma, e si prepararono a ripararsi alla bell’e meglio sotto gli attacchi nemici

-Questo te lo scordi!- esclamò una voce alle spalle dell’uomo

-Xander!- esclamarono le due contente. Con la spada sguainata, colpì due uomini che tentavano di fermarlo

-Vi avevo detto di rimanere dentro!- disse Xander rivolto alle due

-Ma sarebbero entrati!- si difesero. Alle spalle del ragazzo apparve il resto delle guardie, capitanate da Almair

-Non fateli entrare!- esclamò il generale.

-Fossi in te fermerei i tuoi uomini…- disse Mihjod –o farò del male a queste due ragazze. Non riuscirete a proteggerle, dovreste uccidere tutti i miei uomini, compreso me- Xander si morse il labbro: aveva ragione. Le due si guardarono poi, come una sola persona, spinsero giù dalle gradinate tutti quelli troppo vicini con un calcio, e corsero dentro il palazzo chiudendo il portone in faccia ai primi che tentavano di rincorrerle. Mihjod si fece avanti e, aiutato da alcuni uomini sfondò il portone, facendo in tempo a vedere con la coda dell’occhio, grazie alla porta spalancata, le due ragazze che salivano le scale. L’uomo entrò per rincorrerle, mentre tutti gli altri bloccarono le guardie

“Accidenti!” pensò Xander mollando fendenti a destra e a sinistra, cercando di farsi strada fra la gente “Ludwy! Majorit!”

Le due ragazze corsero su per le scale, mentre sotto di loro potevano scorgere Mihjod che si avvicinava a loro sempre più. Arrivarono al secondo piano, negli appartamenti reali. Ludwy gettò un vaso, sopra un piedistallo lì vicino, verso le scale, per rallentare la corsa dell’uomo. Corsero verso la torre gemella, attraversando uno dei tanti ponti

-Correte pure, tanto vi prenderò!- esclamò l’altro dalle scale, facendo due gradini alla volta.

-Ludwy, dove stiamo andando?- chiese ansimando stanca Majorit

-Stiamo salendo in cima… alla torre gemella- rispose l’altra –Ho paura che rimarremo bloccate lassù se non riusciamo a bloccarlo definitivamente!-

-Ma chi me l’ha fatto fare di avere un’idea così stupida!!- esclamò correndo su per un’altra rampa di scale. Dietro di loro Mihjod era sempre più vicino. Alla fine l’uomo prese Majorit per i capelli e la strattonò accanto a lui

-Majorit!- esclamò Ludwy fermandosi

-Ahh!!- urlò la ragazza mentre l’uomo le feriva il braccio e il fianco, e la buttava giù per le scale. Rotolando per una decina di gradini, alla fine, fortunatamente, lei riuscì ad aggrapparsi alla ringhiera col braccio sano

-Scappa giù Majorit!- disse Ludwy rincominciando a correre. L’altra ubbidì, e scese. L’altro seguì Ludwy che, col fiatone, tentava di tenerlo lontano; alla fine la ragazza sbucò su uno spiazzo con un tetto fatto da una volta a crociera: era arrivata in cima. Il tutto ricordava molto la cima di un campanile, se non fosse stato per lo spiazzo che collegava le due torri e l’assenza di campane

-Ora sei in trappola…- disse Mihjod -…e non ti andrà bene come a quella mocciosetta. Tu farai un bel volo giù dalla torre…-

Lei, mordendosi il labbro spaventata, indietreggiò, finché non toccò il bordo in pietra bianca

-Addio…- L’uomo si avvicinò. Ludwy estrasse la spada, ma l’altro, con un semplice tiro della propria, gliela tolse di mano –Quello non è un gioco per bambini, ragazzina-

La prese per il collo, e la tirò su mentre lei si dimenava come una forsennata

-Fermati!- esclamò Xander alle sue spalle; aveva dei tagli sulle braccia e un graffio sulla fronte, mentre le ferite del combattimento con Qampi si erano riaperte. L’altra, approfittando del momento di distrazione dell’uomo, gli morse la mano, costringendolo a mollare la presa. Lei, libera, corse dietro a Xander

-Vai via, Ludwy- gli disse lui dolcemente

-E… e tu?- chiese ancora scossa. I loro sguardi s’incrociarono per qualche secondo, i loro cuori palpitarono all’unisono… e le parole non furono più necessarie

-Vai- Lei scosse la testa con forza

-Voglio rimanere qui con te-

-Ma… non fare la testarda! Vattene!- La ragazza, anche se di malavoglia, corse via.

–E così siamo rimasti solo noi due- disse Mihjod con la spada puntata contro il ragazzo

-Finalmente regoleremo i conti…- rispose il ragazzo nella stessa posizione dell’altro. I due partirono all’attacco. Fin da subito Xander si dimostrò in difficoltà: era ferito e meno forte dell’altro. Le spade s’incrociarono, i colpi dell’uomo erano violenti e spietati, ma il ragazzo riuscì a pararli tutti. Mihjod lanciò un fendente molto violento, che colpì l’altro alla spalla, facendolo indietreggiare; alla fine il ragazzo riuscì a mandare un attacco che colpì l’altro sul fianco. Il sangue del taglio, abbastanza profondo, iniziò a scendere e a macchiare la veste dell’uomo, che non se ne degnò neppure, come se fosse stato un semplice graffietto; ma Xander non si arrese e iniziò a lanciare i colpi quasi alla cieca, colpendolo al braccio destro, quello con cui usava la spada, e una guancia

-Sei agile per essere un ragazzino…- disse l’uomo indietreggiando un poco

-Mi sono allenato per anni solo per batterti e vendicarmi!- esclamò con occhi di fuoco lui –Non ho intenzione di perdere!-

Ludwy, che non se n’era andata ed era rimasta sulle scale ad osservare si sentì una sorta di vuoto dentro. Il ragazzo partì all’attacco e colpì l’uomo ad una gamba, facendolo cadere per terra; lui gli puntò la spada al collo

-Addio- ringhiò il ragazzo

-NO!- esclamò Ludwy sbucando dalle scale e mettendosi davanti all’amico –Se lo ucciderai non sarai meglio di lui! Non farlo Xander…- Davanti agli occhi supplicanti della ragazza, lui abbassò la spada

-Hai ragione-

-Grazie ragazzina!- disse l’altro alzandosi e colpendola con la spada al fianco, facendola cadere di lato. La spada penetrò nelle carni in profondità e per poco non la uccise

-Ludwy- esclamò il ragazzo sgranando gli occhi, poi fissò furente l’uomo –Tu hai osato colpirla quando ti stava proteggendo…-

-Non mi serviva la sua compassione, e nemmeno le sue lezioncine sull’onore. Nessuno gliel’aveva chiesto-

-Maledetto…- ringhiò a denti stretti puntandogli contro la spada. Da dietro le spalle del ragazzo spuntarono Almair e cinque guardie, che accerchiarono l’uomo

-Ci pensiamo noi a lui- disse il generale –tu pensa alla tua amica-

Lui s’inginocchiò accanto alla ragazza, che si teneva la mano sul fianco sanguinante

-Ludwy…- disse Xander scostandole delle ciocche di capelli dalla fronte sudata –Perché lo hai fatto…-

-Non volevo che ti macchiassi di un’azione così brutta solo per vendicarsi. Anch’io avevo pensato che ucciderlo sarebbe stata la punizione adatta per la mia vendetta, ma poi ho capito che se l’avessi fatto non sarei stata meglio di quell’assassino…- Strinse gli occhi, dolorante

-Ludwy!-

-Xander…- mormorò lei –avvicinati… un attimo… Avvicina…- Senza più riuscire a parlare fece gesto di avvicinarsi al ragazzo. Lui avvicinò il viso e lei, nel suo ultimo atto prima di svenire, lo baciò sulle labbra

-Ti amo…- mormorò la ragazza, poi svenne, lasciando uno Xander sbalordito

-Non mi avrete mai!- esclamò Mihjod, ridestando il ragazzo dai suoi pensieri. L’uomo si trovava accanto al bordo di pietra della cima, accerchiato dalle guardie; per un fortuito caso, lui scivolò e cadde giù, urlando

-Vendetta è stata compiuta, Ludwy…- disse piano Xander, rivolto alla ragazza. Approfittando del fatto che tutti erano occupati a guardare giù dal bordo, baciò a sua volta la ragazza

-Riposa ora, Ludwy…-

 

-Ti ringrazio Xander Gaier, per averci aiutato a catturare il gruppo dei traditori- disse il re, dal suo trono. Il ragazzo con dei cerotti e bende un po’ dappertutto, fece un profondo inchino

-Sono onorato di avervi aiutato, Maestà-

-Per il tuo aiuto, ti consegno una medaglia all’onore- Gli consegnò personalmente il ciondolo placcato d’oro –Ora puoi andare- Inchinandosi e facendo cinque passi senza voltarsi, uscì dalla sala per dirigersi all’infermeria. Lì vi erano Majorit, Ludwy, ancora priva di sensi, i genitori di Majorit e Jonu che, diversamente da come avevano creduto i due, era ancora vivo; quando aveva visto la camera in fiamme era stato separato dalla sala a causa di un pezzo di legno infuocato caduto dal soffitto, ma era riuscito a fuggire dalla finestra senza che nessuno se n’accorgesse. Era poi venuto a sapere del viaggio dai genitori di Majorit, preoccupati come non mai dal biglietto lasciato dalla figlia, e aveva cercato di arrivare a Maila il prima possibile

-Come sta?- chiese il ragazzo all’uomo

-Dorme tranquilla- Lui annuì

-Sai, - disse Jonu, guardando il ragazzo –il re mi ha detto che, se voglio, posso portare Ludwy sulla Terra, da sua madre- Xander sentì un nodo alla gola, ma l’inghiottì.

-Penso sia una bella cosa. In fondo lì potrà vivere serenamente e…- Si fermò sotto lo sguardo dell’uomo –Cosa c’è?-

-Nulla…- rispose continuandolo a guardare –Grazie per averla portata fin qui sana e salva-

-Di niente… Ma come farà Ludwy a comparire nella vita terrestre se nessuno per sedic’anni l’ha mai vista?-

-Esiste una magia per questo. Trasforma la realtà in una alternativa; in poche parole la sua vita sarà come se non fosse mai vissuta sulla Luna-

-Quindi non si ricorderà nulla di qui?- chiese il ragazzo. L’altro annuì

-È un prezzo da pagare per renderla felice- disse Majorit, che aveva sentito tutto

-Già…-

 

Ludwy si risvegliò nella sala di un ospedale

-Ludwy!- esclamò una voce. La ragazza focalizzò il viso della donna davanti a lei; le somigliava molto e aveva un profumo di fragole…

-Mamma…- mormorò, riconoscendola –dove sono?-

-Sei all’ospedale, cara-

-Sulla Terra?!- La ragazza balzò a sedere –Come ho fatto?! Mi ricordo di aver fermato Xander, sulla torre del palazzo reale, sulla Luna, di essere stata ferita e di…- Al pensiero del bacio arrossì un poco -e di essere svenuta…- La donna aggrottò le sopraciglia

-Cosa dici? Sei rimasta in coma a causa di una caduta per un mese. Devi aver fatto un lungo sogno…-

-Ma… c’eri anche tu… e papà!-

-Oh, lo so che ti manca Jonu- disse lei rattristandosi –ma sappiamo entrambe che è morto- Improvvisamente, come un’onda, migliaia di ricordi entrarono nella mente della ragazza. Una festa di compleanno in compagnia di amici, la morte del padre, una città terrestre, la sua amica del cuore…

-Hai ragione, dev’essere stato un sogno…- disse la ragazza scotendo la testa. Si, era stato tutto un sogno…

 

Cinque mesi dopo…

Ludwy stava camminando per strada, tornando da scuola. Aveva lasciato Maria, la sua migliore amica, pochi isolati più indietro, davanti a casa sua. Si fermò ad un incrocio, facendo passare due macchine quando…

Dietro il muro davanti a lei scorse un viso famigliare. Eppure tutto quello che aveva visto durante il suo periodo d’incoscienza era stato tutto un sogno, compreso lui!

-Xander…- mormorò allungando la mano verso il ragazzo. Lui però, le sorrise e scomparve dietro l’angolo. Lei non lo rincorse come le diceva il cuore; lasciò che le lacrime le scendessero sulle guance, e prese la direzione opposta a quella del ragazzo. Non era stato un sogno, a lei bastava quello… No, non era vero, lei lo amava, gliel’aveva detto, voleva rivederlo, tornare sulla Luna e tutto il resto. Ma non poteva, lo sapeva

-Xander!- urlò rivolta al cielo –Ti amerò sempre!- Alcuni passanti si voltarono a guardarla sorridendo

-Lo so…- mormorò un ragazzo che correva via –Ti amerò per sempre anch’io, Ludwy…-

 

 

…Fine…

 

 

“Guarda mamma!” La bambina alza il dito verso il cielo

“Cosa c’è piccola?” La madre le si avvicina sorridendo

“Guarda la Terra com’è bella! È tutta verde, e a me piace tanto il verde!”

“Lo so piccola, lo so…”

“Mamma, mi racconti di nuovo la storia della ragazza della Luna?”

“Certo cara. C’era una volta, tanto tempo fa, una ragazza di nome Ludwy…”

 

 

Così nacque la leggenda della ragazza della Luna, metà terrestre, metà lunare. La sua storia venne conosciuta da tutti, seguita dall’eroica impresa di aver protetto il re insieme ad altri due ragazzi. E mentre lei guardava rapita dai ricordi e dall’amore, la luna così lontana e piccola sulla Terra, la gente, sul satellite d’argento, sognava e cantava le sue gesta.

Molto probabilmente, dopo quell’avventura, tutti l’avrebbero accettata…

 

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