Girl of moon di Meky e Amber (/viewuser.php?uid=4079)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2: La vera amicizia ***
Capitolo 3: *** Cap 3: I ricordi che tornano a galla ***
Capitolo 4: *** Cap 4: Trasferimento, Nuove Amicizie ***
Capitolo 5: *** Cap 5: Le fiamme della distruzione ***
Capitolo 6: *** Cap 6: Il viaggio continua... ***
Capitolo 7: *** Cap 7: Verso la capitale ***
Capitolo 8: *** Cap 8: Quartier generale ***
Capitolo 9: *** Cap 9: La pergamena ***
Capitolo 1 *** Cap 1 ***
Color: Iruy
- -Amber-
- Salve! Dunque, per prima cosa vorrei congratularmi con la mia compagna perché ha fatto… un ottimo lavoro, decisamente! La trama della storia c’è venuta un pomeriggio, un colpo di genio insomma ^^! Parlando della storia… sarete catapultati in un mondo completamente nuovo dove un gruppo di amici ne passerà davvero di tutti i colori! Tra inseguimenti, amori, azione, traditori e sacrifici la nostra protagonista dovrà fare una scelta difficile. Che cosa farà? Cosa succederà? Per scoprirlo basta immergersi in questa nuova ed emozionante avventura!!
- P.S.: vorrei dedicare questa storia all’amicizia che mi lega a Meky
- Buona lettura
- Amber
-
- -Meky-
- Ciao a tutti!! Ma quanta gente… [una folata di vento passa nella zona vuota]. Eddai! Stavo per fare una fanfictions seria, senza battute del cavolo come quella precedente!! Sigh, il mio sogno è andato in fumo… Ma siamo allegri!^^. Già, perché questa fic ci è venuta proprio bene, vero Iri?
- Come al solito ci saranno dei punti…
- 1): per gli eventuali errori… io sono la correttrice, quindi per balle varie rompete me (a vostro rischio e pericolo -.- Scheeeerzo… ;oD). Questo vale anche per la presentazione del testo (i colori delle scritture li abbiamo scelti insieme), i caratteri differenti in questo primo pezzo, ecc. Insomma, mi diverto a dirigere il tutto, non so perché… Però è divertente! ^o^
- 2): questa fic è stata scritta per il 17° concorso che Erika ha realizzato [Grazie Erika per il sito fantastico!!]
- 3): la fic, diciamo, è stata scritta a "pezzi" da me e Amber, anche se la trama è stata pensata insieme; gli svolgimenti nei particolari li abbiamo inventati sul momento da sole. Naturalmente alla fine abbiamo riletto tutto insieme…
- 4): spero apprezziate i miei sforzi di correzione. Vedete il mio computer, i pezzi scritti in altri comp. (scrivevamo un po’ a casa mia e un po’ a casa sua) fatica a farli leggere (tutte le volte che aprivo un chap mi si chiudeva da solo alla prima correzione, senza che riuscissi a salvare)… quindi…
- 5): nella correzione delle parole piccanti [Aaaamber…. Grrrr… è_é]… Allora, non le ho corrette tutte per non cambiare il modo di scrittura della mia compagna, non mi sembrava giusto nei suoi confronti, CHIARO?!?!?! Bene…
- La mia presentazione è mooolto lunga, quindi taglio corto. Spero vi piaccia la ff, perché io nel scriverla ci ho messo tutto l’impegno possibile, come in tutte le altre mie opere.
- Meky
- Ps: ah, Iri-chan? Grazie per i complimenti tesoro!
- - Dedico questa fic a chi sa ascoltare il cuore -
- - e a coloro che mi vogliono bene. -
- - Grazie a te, Amber, per aver permesso alla nostra ballata -
- - di continuare. -
- - Dedico tutto ciò -
- - anche a te, Signora del Destino -
- - che mi hai permesso ancora una volta di sognare -
- - Dal mio cuore con affetto -
- Meky, elfa apprendista maga
-
-
- Color: Amber
Color: Meky
Color: insieme
Girl of moon
Meky e Amber
- "Giro girotondo,
- casca il mondo
- casca la terra
- tutti giù per terra!"
-
Voci infantili salirono al cielo, mentre giravano mano nella mano. Intorno a loro alberi argento formavano un piccolo bosco. Campi di fiori d’oro e blu correvano indisturbati intorno ai bambini, accompagnando il loro vortice con delicatezza, muovendo i petali in una strana danza. I bambini dai capelli argentati risero felici e raccolsero qualche fiore, pronti ad iniziare un nuovo gioco. Poco distante una piccola figura si avvicinò al campo correndo e chiamando i loro nomi. Alzando lo sguardo gli altri bambini fecero una smorfia e si allontanarono. La piccola si fermò e li guardò triste allontanarsi
-Perché?-
Capitolo I
Nuovo arrivo
Complotto
- La ragazza si svegliò nella penombra della sua piccola stanza. Sbadigliò, quando la voce del padre le arrivò alle orecchie sorrise
- -Ludwy, la colazione è pronta! Svegliati pelandrona che devo andare al lavoro!- La ragazza si alzò e aprì la porta trovandosi davanti il padre dai capelli d’argento che tanto amava
- -Vai pa’, non ti preoccupare…-
- -Torno all’ora di cena- Le baciò la guancia –Fa la brava a scuola OK?- Lei sorrise
- -Non preoccuparti…- L’uomo uscì dalla casetta al limitare del bosco, e lei sospirò appoggiandosi al muro che divideva la sua camera e la cucina. Rivolse lo sguardo al tavolo con la colazione fumante e chiuse gli occhi –Perché? Perché esiste la scuola?- Si sedette e iniziò a mangiare, poi andò in camera. Prese la cartella e ci mise dentro dei libri e quaderni stracciati da qualche compagno di classe, poi andò in bagno e prese a pettinarsi i lunghi capelli neri, e li raccolse con un piccolo elastico. Dopodiché uscì, e iniziò a percorrere le strade che la separavano dalla scuola. Quando finalmente arrivò, entrò in classe e si preparò alla solita giornata sedendosi nell’ultimo banco singolo in fondo all’aula dove era stata assegnata da quando aveva messo piede in quella scuola.
Ludwy era una ragazza solitaria che non aveva mai potuto far vedere il suo vero carattere perché non aveva nessun amico/a. Aveva 16 anni, ed era alta, magra, aveva lunghi capelli neri e occhi affogati nel cioccolato. Sarebbe stata una bella ragazza se, naturalmente, tutti non la disprezzassero perché diversa. Gli abitanti della Luna avevano tutti capelli argento e occhi molto chiari che andavano dal grigio all’azzurro; erano identici ma si riuscivano a distinguere benissimo: per la fattura del viso, per il suono della voce e per mille altri motivi. Anche Ludwy ormai aveva capito come riconoscerli con molta fatica anche se, alla fine, non era servito a niente perché non aveva amici. La campanella suonò, e il professore fece la sua apparizione, accompagnato da un nuovo alunno
-Oggi è arrivato un nuovo alunno. Il suo nome è Xander Gaier- annunciò il prof.
Ludwy evitò di alzare lo sguardo sul nuovo arrivato. In fondo, l’avrebbe trattata come tutti gli altri…
-Bene Xander, mettiti pure dove vuoi- Il prof sorrise, mentre il ragazzo si guardò intorno; tutti sorridenti… tutti così falsi… Si avviò verso il fondo della classe e si sedette in penultima fila
-Bene- Il professore aprì un grosso libro –Andate a pagina 120-
Gli alunni, chi sbuffando chi preparandosi ad un’altra giornata di studio, tirarono fuori il libro in questione e la lezione iniziò.
Dall’arrivo di Xander passarono cinque giorni, ma nulla sembrava cambiato per la ragazza. Alle due del pomeriggio, la campanella di fine lezione suonò, seguita da un vociare acceso e allegro, e da rumori di passi svelti
"Alleluia, un’altra giornata è finita…" pensò Ludwy uscendo insieme alla mandria di ragazzi. S’incamminò, in completa solitudine, verso casa sua. Completamente amareggiata, cercò di pensare qualcosa di positivo. Le strade, a quell’ora, erano pressoché deserte e gli unici all’aperto erano i giovani. Impazienti di giungere a casa, i ragazzi correvano insieme agli amici, attraversando strade su strade, fino all’arrivo; Ludwy, però, percorreva una stradina verso l’uscita della cittadina che nessun alunno percorreva. Mentre svoltava ad un incrocio, vide, con la coda dell’occhio, una veste blu scomparire in una piccola viuzza. Curiosa, lei la seguì, giungendo in un vicolo cieco senza né porte né finestre, con solo un vecchio muro davanti a lei. Improvvisamente sentì un basso vociare nelle vicinanze del muro. Si avvicinò e, appoggiando le mani al muro, ci avvicinò il viso per cercare di sentire, però… Appena lei si sostenne al muro, da questo si aprì una sorta di porta, facendola finire per terra; silenziosamente, alle sue spalle la porta segreta si richiuse
-Allora cos’hai scoperto?- chiese una voce maschile
-Guarda tu stesso- rispose una seconda voce, stavolta femminile. La ragazza si alzò in piedi. Si trovava u un pianerottolo che portava, per mezzo di una scala a chiocciola, in un sotterraneo illuminato solo da due candelabri. Scese alcuni gradini per cercare di vedere chi stesse parlando. Un uomo dall’aspetto anziano reggeva in mano un cofanetto, al suo fianco una giovane donna aspettava in silenzio
-Interessante…- disse alla fine l’anziano
-Pensa che potrebbe aiutarci coi nostri piani, Signore?- chiese un’altra voce. Dall’ombra uscì un uomo incappucciato
-Non saprei, dovresti dargli un occhiata…- Il vecchio allungò la scatola all’altro che l’osservò attentamente dall’esterno poi, piano, l’aprì. Dall’ombra partirono esclamazioni di sorpresa, lo stesso uomo spalancò la bocca
-Leggila- disse l’anziano. Ludwy guardò sbalordita la pergamena all’interno del piccolo scrigno: quello era un documento importantissimo!
"Ma cosa ci fa qua?" si chiese mentalmente la ragazza preoccupata "Ho l’impressione d’aver fatto male a venir qui…"
Dopo la lettura, l’uomo si levò il cappuccio dalla testa. La testa abbronzata e calva portava tatuaggi tribali per un lato. Si voltò verso gli altri
-Presto, il nostro complotto avrà inizio- annunciò solennemente –grazie alla nostra Sorella, possediamo una pergamena che sta alla base del governo della Luna- Numerosi applausi esplosero nella stanzetta. Ludwy fece per andarsene ma urtò col piede un tubo di metallo, facendo voltare tutti quanti su di lei. Fortunatamente lei era nell’ombra e credette di non essere vista.
-Intrusi!- esclamò una voce. La ragazza, presa dal panico, iniziò a correre via, lontano da lì. Arrivata a casa di corsa, chiuse la porta alle spalle e prese grandi boccate d’aria per riprendersi dallo spavento e dalla corsa.
Il mattino dopo…
La scuola, quel giorno era chiusa e a Ludwy si prospettava la solita giornata solitaria, visto che il padre era al lavoro. Dopo dieci minuti dall’uscita del padre, qualcuno bussò ala porta
-Arrivo papà!- disse la ragazza immaginando che il genitore avesse scordato qualcosa. Aperta la porta, però, si trovò davanti…
-Oh- disse sorpresa la ragazza –Tu sei…-
-Xander- rispose il ragazzo sorridendole
-Si…- Ludwy gli sorrise –Beh, vuoi entrare?- L’altro annuì, ed entrò –Cosa ti porta qui?- Il ragazzo arrossì, ma lei non se ne accorse
-Oh beh… volevo solo farti visita…- Ludwy si voltò a guardarlo sorpresa
-Io non ricevo quasi mai visite…- si scusò lei. L’altro fece un segno con la mano
-Sono qui per farti compagnia-
-Davvero?- Ludwy gli sorrise felice –Oh, ma che bello!-
Passarono alcune ore, trascorse piacevolmente a parlare o a fare altre attività. Ludwy scoprì che Xander era davvero molto simpatico oltre ad essere molto gentile e bello; infatti aveva un fisico molto attraente per avere solo 16 anni. Era alto, magro, aveva un viso dai tratti delicati e gentili, i capelli argentati e due occhi grigi bellissimi per lei; era anche molto intelligente e la ragazza non credeva che potesse essere una persona come lui che, oltre al padre, la trattavano in modo gentile e premuroso.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta
-Oh, cos’è, oggi è la giornata delle visite?- disse la ragazza avviandosi alla porta. Guardò nell’occhiolino nella porta e…
Indietreggiò spaventata
-Ludwy, che…- disse Xander, ma venne zittito da lei
-Ehi, c’è nessuno?- disse una voce proveniente da fuori. Quella voce… non le avrebbe detto niente se non l’avesse sentita il giorno prima ritornando da scuola…
-Nasconditi- disse il ragazzo prendendo gentilmente il braccio di lei e scostandola –apro io-
Ella si avviò dentro la casa
-Buongiorno- salutò lui quando aprì la porta –cosa vi ha portato qui?-
-Stiamo cercando questa ragazzina- disse lui mostrandogli un foglio con sopra l’immagine di Ludwy –Abita qui?- Il ragazzo squadrò da capo a piedi lo strano personaggio. Era vestito normalmente, ma lo sguardo era gelido come il ghiaccio. Sembrava giovane, e i corti capelli argentati gli ricadevano sulla fronte
-No- ripose con naturalezza lui –vi siete sbagliati. Lei abita più in là- Fece un gesto vago con la mano
-Arrivederci- salutò l’uomo tagliando la conversazione.
-Arrivederci- disse Xander chiudendo la porta e avvicinandosi a Ludwy, uscita dal proprio nascondiglio
-Cosa voleva quello da te?- chiese preoccupato lui. Lei inspirò due boccate d’aria e, sedendosi, iniziò a raccontare di aver assistito ad una riunione segreta al ragazzo
-Oh, che storia complicata! Ti sei messa in un mare di guai…- disse lui guardandola. Gli occhi le divennero lucidi –No, non piangere…-
-Ho paura…- singhiozzò incapace di controllarsi –Tu… tu mi hai creduto…- Alzò gli occhi lucidi e rossi per le lacrime –Non ha fatto come tutti gli altri-
-Beh, io sono diverso dagli altri- Le sorrise cercando di rassicurarla –Ti aiuterò io,
non preoccuparti- Lei annuì appoggiandosi a lui –Non preoccuparti…-
Continua…
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Capitolo 2 *** Cap 2: La vera amicizia ***
Capitolo 2
Color: Amber
Color: Meky
Color:
insieme
Capitolo II
LA VERA AMICIZIA
“Ci sarò sempre”
Nessuno si sarebbe mai aspettato
che Ludwy e Xander fossero diventati amici così intimi…. Ludwy aveva parlato di
Xander al padre molto entusiasta e lui era stato molto contento; la ragazza gli
aveva fatti incontrare in un giorno festivo e al padre era molto piaciuto quel
ragazzino così energico e pieno di vita. La mattina Xander andava a prendere la
sua amica per andare a scuola insieme parlando di tutto e di tutti, si mettevano
vicino durante le lezioni e si suggerivano le soluzioni con bigliettini vari,
mangiavano insieme e tornavano a casa insieme dividendosi a metà strada per
andare ognuno a casa propria. Le compagne, gelose, cercavano di attirare
l’attenzione del ragazzo su di loro ma lui le guardava dall’alto in basso e
prendendo sotto braccio Ludwy se ne andava seccato. Anche i compagni avevano
provato a fare amicizia con lui…
-Ehi Xander, ti va di venire con
noi a fare un giro per il villaggio?- Lui li guardò
-Ludwy viene?- chiese indicando la
ragazza. Il gruppo fece una smorfia
-No, le mezzo-sangue non le
vogliamo noi! Dai vieni, ci divertiremo!- cercò di convincerlo il ragazzo
-No, mi spiace- Xander si voltò e,
sorridendo a Ludwy, se ne andarono via insieme.
Questa discussione si era sentita
molte volte poi i ragazzi ci avevano rinunciato
-Perché non vai con loro?- chiese
un giorno Ludwy mentre facevano i compiti. Lui rispose senza alzare lo sguardo
dal foglio
-Perché non mi diverto se non ci
sei tu…- rispondeva con non curanza
Di solito rispondeva così e lei si
azzittiva continuando a fare ciò che stava facendo prima. Le faceva piacere che
lui la sentisse importante e che la difendeva a spada tratta ma… aveva un brutto
presentimento e… beh, aveva iniziato a fidarsi di quello che definiva “istinto
da mezzo-sangue”.
Una mattina i due andarono a
scuola
-Hai studiato per la verifica di
Geometria?- domandò con finta severità Xander. Lei lo guardò e sorrise beffarda
-Certo, che credi? Sono
prontissima! Ho studiato un sacco e so assolutamente tutto- rispose orgogliosa
-Anche la scheda sul quaderno?-
Lei lo guardò fermandosi davanti al cancello della scuola
-Scheda? Che scheda?- domandò
stupita
-Quella che ci ha dato la prof tre
giorni fa…- rispose lui guardandola –Non l’hai neanche letta vero?-
-Ma… ma… ma… aiuto!!! Di cosa
parlava? Cosa diceva? Aiuto!! Salvami ti prego! Come faccio?-
-Parlava di vulcani, scema!-
esclamò lui scoppiando a ridere. Lei lo guardò offesa da morire e con la bocca
spalancata
-Mi hai preso in giro! Brutto
cattivo! Devi sempre prendermi in giro tu!!!- Lo colpì alla schiena riempiendolo
di pugni
-Basta… smettila dai… Era solo uno
scherzo…- disse ridendo a crepapelle
-Sei cattivo cattivo cattivo!-
esclamò lei imbronciata
-Guardatela… chi diavolo si crede
di essere?-
-Calmati Janet…- Il ragazzo mise
una mano sopra la spalla della giovane
-Taci Noxoj, nessuno ti ha
interpellato e levami le mani di dosso- Strattonò il braccio e lui la mollò
–Quella piccola bastarda mezzo-sangue non me lo porterà via- rispose rabbiosa
-Cosa vuoi fare?- chiese una
ragazza al suo fianco. Janet
sorrise crudelmente
-Vedrai Majorit…
vedrai…- La ragazza la guardò preoccupata
-Non fare pazzie Janet…-
-Smettila Majorit! Mi sembri una
bimba di sei anni che ha paura del buio! Ma non ti vergogni?- domandò seccata.
La ragazza abbassò lo sguardo. Un trillo improvviso li fece alzare lo sguardo
verso la campanella scolastica –Muoviamoci, prima ora verifica e non voglio
arrivare tardi…-
In classe la prof consegnò i fogli
per la verifica e arrivata al banco di Ludwy la squadrò da capo a piedi
-Spero che questa verifica le vada
meglio- disse riluttante consegnandole il foglio. La classe ridacchiò e Xander
avanti di una fila si voltò a guardarli serio in volto. Gli aveva sempre dato
fastidio che Ludwy dovesse stare in quell’angolo angusto e sporco che, per
ordine dei professori, i bidelli non dovevano pulire per nessuna ragione al
mondo. Il banco poi era lontano da tutti e per una ragazzina così solare era una
vera tortura; aveva poi scoperto dalla ragazza che le era stato proibito di
aprire bocca e di avvicinarsi a chiunque se non di due metri minimo, una cosa
inaudita! Ludwy aveva lo sguardo basso pronta a piangere –Ma non credo che sarà
così… dicono che gli esseri umani non amino molto la Geometria- La
ragazza sgranò gli occhi e il labbro inferiore le tremò mentre i compagni
facevano una smorfia schifata iniziando a fischiare e a fare versacci
estraniando, tutti, il loro disappunto. Xander sbiancò di colpo e Ludwy gli
lanciò uno sguardo, e guardando la sua faccia contrariata strinse i pugni
cercando di non piangere.
“Ecco, ora non mi vorrà più come
amica… lo sapevo accidenti a me! Addio al mio sogno di avere finalmente un
amico…”
-Professoressa mi scusi…- Tutti si
voltarono verso Xander e la prof sorrise
-Dimmi pur…-
-Stia zitta!- esclamò. Ludwy alzò
lo sguardo colpita verso il giovane –Come osa dire certe cose? Qual è il
problema se lei è diversa da noi? Anzi, mi fa veramente schifo essere uguali a
tutti voi, odio questi capelli argentati, odio questi occhi chiari… Ludwy è
diversa da me e allora? Abbiamo una splendida amicizia…- “Che spero che un
giorno diventi qualche cosa di più…” -… e ne sono orgogliosissimo! Lei è una
splendida ragazza e voi non siete neppure degni di pulirle le scarpe!- esclamò
vomitandole addosso tutta la sua ira –E trovo vergognoso che Ludwy non possa
parlare, non si possa avvicinare a nessuno e che sia costretta in quell’angolino
angusto, lontana da tutti- Guardò la classe ammutolita e si soffermò sulla
professoressa allibita; lui le sorrise –Allora, iniziamo?- Si sedette e guardò
Ludwy che, stupita, lo fissava. Lui sorrise e le fece l’occhiolino, lei
corrispose sorridendo e finalmente la verifica iniziò.
Pranzo
Ludwy guardò Xander mangiare.
Erano su un tavolino nel cortile della scuola e quel giorno tirava un leggero
venticello. Ludwy sorrise. Pensare che lui l’aveva difesa la faceva arrossire di
piacere ma non poteva fare a meno di guardarlo. Lui alzò lo sguardo verso di lei
-Cosa ti succede? Perché mi fissi
così? Ho qualche cosa sulla faccia?- chiese preoccupato. Lei sorrise e scosse la
testa
-No, no… pensavo solo a come era
andata la verifica e mi sono incantata- “Bugia bugia…” Lui piegò la testa di
lato
-Beh, i primi due esercizi li ho
trovati facilissimi- disse lui bevendo dalla lattina –Bisognava solo
moltiplicare e dividere il risultato per 2, facile come bere un bicchiere
d’acqua. Nelle tabelle c’era da mettere i numeri fissi e anche lì non c’era
problema. L’ultimo sono riuscito a finire per un pelo e… beh, speriamo. A te?-
Lei scosse la testa
-Mi sta venendo il latte alle
ginocchia al pensiero…- Lui sorrise
-Allora incrociamo le dita OK?-
Lei annuì –Tu non pranzi?- chiese lui sorpreso
-No, non vorrei che qui mi
avvelenassero e quando un giorno ho provato a portarmelo da casa… beh, diciamo
che me lo sono trovata pieno di fango o schifezze del genere, così mi sono
abituata a non mangiare- disse lei. Lui la guardò poi si alzò in piedi
distogliendo lo sguardo
-Accidenti!- Lei lo fissò stupita
–Mi fa una rabbia incredibile che tu non possa essere trattata come tutti gli
altri- Lei sorrise e gli appoggiò una mano sul braccio e lui si sedette poi la
guardò. Lei prese la mano di lui tra le sue e gliele strinse
-Calmati… ci ho fatto il callo
ormai- Abbassò lo sguardo –Promettimi… promettimi che ci sarai sempre,
promettimi che sarai sempre il mio migliore amico, che non ti dimenticherai di
me, che mi sarai sempre accanto… io ti voglio bene e ti considero il mio
migliore amico e voglio che tu ti possa fidare di me e viceversa…- Lui sorrise e
le accarezzò i capelli con la mano libera
-Ci sarò sempre, sarò per sempre
il tuo migliore amico, non ti dimenticherò mai e sarò sempre vicino a te. Tu sei
la mia migliore amica e io mi fido di te come se fossi me stesso, ti rispetto e
sono orgoglioso di te come nessun’altro. Tu ti fidi di me?- chiese lui. Lei alzò
il viso e sorrise.
-Certo che mi fido e anche io ci
sarò sempre per te…- Lo guardò –Grazie Xander, hai trovato le parole migliori
del mondo per farmi calmare, grazie- Si sorrisero –A proposito, mi è venuta una
sete tremenda e iniziano le lezioni pomeridiane tra poco- Si alzò
-Ferma lì- Lui la fece sedere e si
alzò –Ora miss, vorrei che mi dicesse che bevanda vuole e io, Xander, il suo
cameriere personale provvederò e realizzerò ogni suo più piccolo desiderio…-
disse inchinandosi come un vero cameriere. Lei arrossì e rise divertita
-Vorrei una bottiglietta di acqua
signor Xander e mi raccomando, che sia ben fredda- disse in tono autoritario
-Agli ordini signorina- Lui si
alzò e si avviò ridendo. Lei tossì cercando di non ridere ma risultò una cosa
impossibile in quel momento
-Ti stai divertendo stupida
mezzo-sangue?- Ludwy si voltò e sbiancò di colpo –Immagino di si, ma sarà per
poco vedrai…- Janet si avvicinò seguita da Majorit, Noxoj, Jevad e Qampi, tutti
componenti della classe di Ludwy e Xander. La povera ragazza indietreggiò di
qualche passo.
-Co… cosa vo… volete?- balbettò
-Non azzardarti a parlare con me
maledetta!- ringhiò. Ludwy si azzittì e abbassò lo sguardo –Dimmi piccola
stupida, come osi essere amica di uno come noi? Come osi farlo?- Lei la guardò
-Stiamo bene insieme, cosa c’è di
male?- chiese prendendo un po’ del suo coraggio. Janet si avvicinò e le tirò un
calcio sulla gamba fino a farla cadere all’indietro
-Quante volte ti devo dire di
stare zitta?- domandò ironica pestandole con forza il ginocchio; Ludwy gemette
di dolore
“A… aiuto…” pensò disperatamente
“Xander… dove… dove sei?” Una lacrima le rigò il viso. Jevad sorrise divertito
mentre Qampi rimase a fissare la scena
-Dai Janet… non fare così…-
-Chiudi la bocca Majorit!- esclamò
Janet voltandosi a guardarla
-Ma non stai un po’ esagerando?-
chiese la ragazza
-Ora smettila Majorit!- La ragazza
guardò Jevad e abbassò lo sguardo –Se non vuoi guai chiudi la bocca- la
minacciò. Majorit arrossì e si fece leggermente in disparte “Ecco a cosa serve
avere una mocciosa che ti va dietro” pensò cattivo Jevad. Janet si voltò di
nuovo verso Ludwy che piangeva disperatamente. Intorno intanto si era creata una
piccola folla che rideva divertita, segnando la ragazza a terra
-Ora…- iniziò Janet –Chiedimi
scusa in ginocchio, strisciando come un’umana disgustosa e baciami le scarpe-
disse mollandole un altro calcio sul ginocchio rosso e con un livido bluastro
che si stava formando velocemente
-Io… io non ti ho fatto niente!-
esclamò cercando di indietreggiare ma uno da dietro le mise un piede sulla
spalla spingendola verso la ragazza. Ludwy si trovò piena di polvere e a pancia
in giù
-Invece si!- Alzò il piede e pestò
il ginocchio che con un sonoro CRAK si ruppe. Ludwy urlò di dolore –Ora
ascoltami bene- Le prese i capelli tirandoli con forza –ritorna a essere la
ragazzina stupida e taciturna di prima, allontanati da Xander o giuro che ti
taglio la gamba capito!?-
-Fate largo!- tuonò una voce.
Janet lasciò i capelli della ragazza e si allontanò di qualche passo. Ludwy
guardò verso la folla e scorse un viso familiare
“Xander?”
-Ludwy!- Il ragazzo si inginocchiò
di fianco a lei –Cosa…?- Vedendo il ginocchio della ragazza Xander ringhiò
qualche cosa di incomprensibile e alzò lo sguardo verso Janet e compagnia che
ghignavano divertiti; il ragazzo si alzò e mise a sedere la ragazza che gemette
di dolore quando il ginocchio si mosse. Lei si asciugò le lacrime e sorrise
debolmente
-So… sono ca… caduta…. Loro non…
non mi hanno fatto… niente…- balbettò prendendogli la mano
-E speri sul serio che io ci
creda?- ringhiò l’amico. Gli occhi chiari si erano induriti fino a farli
diventare quasi scuri
-Smettila per favore… Le lezioni
stanno per cominciare e…- Ludwy non riuscì a continuare
-Come avete osato!? Una decina
contro una ragazza, ma non vi vergognate? Non avete l’orgoglio?-
-Basta Xander…- bisbigliò Ludwy
piangendo
-Siete degli animali- esclamò
rabbioso
-Basta Xander mi fai paura così!-
urlò Ludwy piangendo. Lui la guardò e i suoi occhi si schiarirono di nuovo
-Ma…-
-Basta ti prego… voglio solo
andarmene via…- Xander sospirò e si inginocchiò prendendola in braccio facendo
attenzione al ginocchio rotto –Fa piano…- disse
-Xander!- lo chiamò Janet quando
lui si fu allontanato un po’. Lui si fermò
-Che vuoi?- chiese con freddezza
-Ascoltami un secondo. Ti rendi
conto che facendo così e mettendoti con… quella avrai molti nemici?
Lascia quella cosa lì e vieni via con noi adesso. Se lo farai tutti noi
dimenticheremo quello che è successo fino ad oggi…- disse. Lui la guardò con la
coda nell’occhio
-Ascoltami un secondo. Non me ne
può fregare di meno di te, di voi e dei nemici che potrei farmi chiaro?
Cercate di capire ciò che vi sto dicendo perché non lo ripeterò più: voglio
essere lasciato in pace, voglio che tutti voi lasciate in pace Ludwy. Janet? Se
non ti ho picchiato devi ringraziare il buon cuore di Ludwy che mi ha fatto
tornare in me e devi ringraziare pure madre natura che ti ha fatto ragazza… io
non picchio le ragazze…- Si voltò e ricominciò a camminare lasciando tutti a
bocca aperta. Janet strinse i pugni
“Ve ne pentirete… stupidi!”
Continua…
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Capitolo 3 *** Cap 3: I ricordi che tornano a galla ***
Nuova pagina 1
Color: Amber
Color: Meky
Color:
insieme
Capitolo III
I ricordi che tornano a galla
Spiegazioni
Ludwy
guardò il padre ingessarle accuratamente il ginocchio. Erano nel salotto-cucina
e la ragazza era a sedere sul divano
-Cosa è
successo?- ripeté. Ludwy sbuffò ma rispose dolcemente
-Te l’ho
detto pa’, sono caduta… il ginocchio si è piegato male e si è rotto, tutto qua-
rispose. Il padre la guardò e posò lo sguardo su Xander che distolse lo sguardo
-Ah, se
non fossi un dottore!- esclamò l’uomo alzandosi
-Papà!
Quando smetterai di darti tante arie?- chiese la ragazza sorridendo
-Mai tesoro!- L’uomo sorrise e si avviò alla porta –Torno
al lavoro, fate i bravi mi raccomando!-
-Ciao
papi!-
-Buona
sera signore- lo salutò Xander cordialmente
-Oh
Xander, perché non resti a cena da noi? Sai, per ringraziarti di avere fatto
tutta quella strada con in braccio mia figlia- Xander sorrise
-Con molto
piacere signore, in effetti sua figlia non è leggera come sembra- Ludwy lo
fulminò
-Ma come
osi? Brutto cattivo! E tutto a causa dell’altezza sai?- rispose offesa –Se non
avessi una gamba ingessata ti darei un calcio…-
-Si certo
certo, come no…- Ludwy gli scoccò un’occhiataccia
-Fai il
furbo con me? Guarda che questa sera potrei avvelenarti visto che cucino io
come al solito- Xander si voltò verso il padre della sua amica e sorridendo
disse
-Ma se fa
come al solito da mangiare… non ha mai avvelenato qualcuno?- chiese.
L’uomo rise
-È una
cuoca discreta…- disse. Ludwy spalancò la bocca offesa
-DISCRETA!?!?!? Ma papà! Non eri tu quello che diceva “Ludwy cara, sei una
splendida cuoca”- lo scimmiottò
-Non
ricordo di avere mai detto nulla del genere…- disse il padre pensieroso. Xander
scoppiò a ridere
-Quando
sarò in forma vi tirerò un calcio così forte che vi resterà il livido, capito?-
Ludwy guardò Xander –Ma la pianti di ridere?? Non sei affatto divertente!-
Xander tossì cercando di calmarsi.
-Bene, ora
io vado. Ludwy? Resta a letto capito? Riposati e quando ti alzi per iniziare a
preparare la cena stai attenta OK?- disse il padre. Ludwy mosse la mano
-Va via
papà, non mi scocciare che me la so cavare egregiamente!- si lodò
-Come no,
aspetta e vedrai…se non ricordo male alla nostra ultima gara di cucina ho vinto
io!- disse il padre chiudendo la porta –Divertitevi!-
-Solo
perché avevo confuso il sale con lo zucchero!!- urlò lei di rimando. Xander
guardò dalla finestra il padre allontanarsi poi si voltò verso Ludwy e la
squadrò da capo a piedi. Ludwy lo guardò interrogativamente poi sorridendo
chiese –Che cosa vuoi per cena?- chiese lei
-Ludwy,
voglio sapere la verità, ora. Voglio sapere cosa ti hanno detto e cosa ti hanno
fatto Janet e compagnia, e lo voglio nei dettagli- ordinò. Lei sbuffò
guardandolo
-Non è
successo nulla, sono caduta- Lui si avvicinò prendendole il braccio e
stringendoglielo
-Non ti ho
detto di sparare cavolate- disse –Ludwy, non voglio ripetermi- Lei lo guardò e
strattonò il braccio imprigionato nella morsa di lui
-Neanche
io- disse lei. Gli occhi di lui si scurirono e le mollò il braccio
-Bene, fai
come ti pare- Si sedette in una sedia lì vicino e non la degnò di uno sguardo
per qualche minuto, dove i due restarono in silenzio
-Perché
fai così? Io ti ho detto quel che è successo, perché non ti vuoi fidare di me?-
chiese Ludwy guardandolo. Lui ricambiò con uno sguardo fiammeggiante
-Come
posso fidarmi di te completamente se tu non mi dici la verità?-
“La cosa
sta prendendo una brutta piega…” pensò Ludwy sconsolata –Smettila Xander…-
-Ludwy-
disse lui –Se non me lo dici lo vado a scoprire comunque capito?- Xander si
avvicinò alla porta e la aprì
-Mi hanno
menata va bene?- esplose lei in lacrime alzandosi in piedi a fatica –Ma non
credo ci voglia un genio per capirlo! Mi hanno espressamente detto, anzi
ordinato, di starti lontana e mi hanno minacciata, va bene? Sei contento ora? Ti
senti sollevato ora che lo hai saputo?- Lui si voltò a guardarla. Lei iniziò a
camminare verso la sua stanza piangendo disperatamente ma lui la agguantò
–Lasciami!- ordinò lei piangendo. Lui la strinse da dietro.
-Scusami
Ludwy… mi spiace molto ma… non posso proteggerti se tu… se tu non ti confidi con
me…- sussurrò lui al suo orecchio. Lei singhiozzò e lui si sedette trascinandola
sulle sue ginocchia. Lei lo guardò e lui sorridendo le asciugò le lacrime –Vuoi
dirmi qualcos’altro?- Lei si asciugò le lacrime
-Perché mi
tratti così?- Lui corrugò le sopracciglia –Mi tratti come un tuo pari anche se
sono… umana e non ti disgusta stare con me… sei voluto diventare mio amico ma…
perché lo fai?- Lui sorrise
-Perché tu
sei davvero molto simpatica e mi piace molto stare con te. Ti trovo
interessante, non sei falsa e sai come prendermi- Lui sorrise poi si fece cupo
–Senti Ludwy…-
-Si?-
-Se tu
vuoi confidarti con me… io ci sono, ci sarò sempre e ora io… vorrei… confidarmi
con te…- disse con fatica Xander. Lei lo guardò
-Ti
ascolto- rispose lei sorridendogli dolcemente
-Devi
sapere che prima di venire in questo paesino io abitavo a Maila, nella capitale-
Lei stupita lo guardò
-Tu
abitavi sul serio a Maila? La capitale? Il centro di tutta la Luna?- Lui annuì
–Cavolo…- Lei si morsicò la lingua per non andare avanti
-Mia madre
lavorava in un negozio di tessuti e mio padre era il generale delle guardie
reali-
-Porca
miseria!- esclamò lei –Generale delle guardie reali!?!?- lei scioccata lo
guardò, poi si fece seria –Perché parli al passato?- chiese
-La mia
famiglia era composta dai miei, io, i miei due fratellini gemelli e mia sorella
maggiore- Il suo viso s’incupì –Io andava a scuola e mia mamma la mattina
restava con i miei fratellini mentre mia sorella andava al negozio…- Ludwy capì
che era arrivato il momento più doloroso visto che il ragazzo iniziò a tremare
–Una mattina dopo scuola, stavo andando da mia sorella al negozio ma… quando
vidi che il negozio era chiuso andai a casa pensando a un malore o… non lo so…
quando arrivai vidi la porta d’ingresso spalancata e mi precipitai dentro e…- Si
alzò in piedi dandole la schiena –mia sorella era a terra in un lago di sangue…
gli occhi spalancati verso il cielo. Corsi su chiamando mia madre e quando
arrivai in camera da letto la vidi… anche lei era in un lago di sangue con i
miei due fratellini vicino a lei morti anche loro. Mi ero girato perché avevo
sentito un rumore e lì vicino c’era mio padre in fin di vita. Corsi vicino a lui
e mi disse “Non puoi fare nulla per me… vai e cerca chi ha fatto questo alla
nostra famiglia. È stato Mihjod… lui sta architettando… di… uccidere… il… Re…”
queste sono state le sue ultime parole prima di darmi una pergamena. Ora non ce
l’ho qui ma… il suo contenuto mi lascia tutt’ora senza parole!- esclamò
-Perché?-
chiese la ragazza. Lui la guardò
-Ci sono
dei codici e dei nomi, nomi di persone importanti vicino al Re che lo vogliono
tradire. Capisci? Le persone che il Re ha vicino sono persone che vogliono il
suo potere! I codici sono delle sigle che stanno alla base di una qualche
tecnologia che regge il potere della Luna! Se loro ne entrassero in possesso
sarebbe il crollo totale del regime!- esclamò
-Ma…-
disse Ludwy, confusa –come mai ci sono i nomi dei traditori su un foglio con i
codici del potere?-
-Perché
sono stati aggiunti in seguito, ma non so da chi- Lui la guardò –Hai capito,
però?-
-Capisco-
disse lei –Ma allora sei qua per…- deglutì -… uccidere un uomo di loro che è
qui?- Xander annuì
-Si, loro
mi hanno tolto la famiglia e io non li potrò mai perdonare e devono provare ciò
che io ho provato per lunghi mesi- La ragazza abbassò lo sguardo dal viso
determinato e sofferente di lui
-È per
questo che questa mattina in classe… hai detto che ti odiavi? Perché non sei
riuscito a fare nulla per la tua famiglia?- Lui annuì
-Io non mi
perdonerò mai- ribadì lui sicuro. La ragazza si alzò lentamente in piedi
-Scusami,
vado un attimo in camera…- disse lei con voce sottile. Si avviò
-Ti ho
spaventata?- chiese lui preoccupato. Lei fece un falso sorriso e lo guardò
-No, certo
che no! Che domande mi fai? Torno subito- chiuse la porta dietro di se e si
lasciò scivolare giù finché non si trovò a terra con il viso premuto contro il
ginocchio sano “Xander… quello che prima avevo davanti era una maschera…. In
realtà lui è assetato di sangue per riuscire a vendicare la sua famiglia…. Ho
conosciuto un falso, un bugiardo….” Iniziò a piangere mentre il volto di Xander
sorridente scompariva nella sua mente lasciando spazio ad uno Xander desideroso
di vendetta
-Ludwy…-
la chiamò lui mentre lei chiudeva la porta “Accidenti, forse ho un po’
esagerato… non dovevo dirle quelle cose ma… io speravo che almeno lei capisse,
invece…” Lui si sedette per terra con la schiena appoggiata al muro e sospirò.
Tutto ad un tratto si alzò e uscì di casa…
“Però, ora
che ci penso…” Ludwy alzò lo sguardo davanti a se smettendo di piangere “Lui ha
visto i corpi senza vita dei suoi fratelli di sua madre e ha visto suo padre
morire!” Si immaginò suo padre in un lago di sangue morto con lei di fianco che
lo guardava impotente “Credo… credo che anche io vorrei vendicarmi…” si alzò in
piedi “Accidenti! Lui si è confidato con me e io me ne sono andata via in quel
modo, quasi… schifata” Aprì la porta di scatto guardando la stanza… vuota “Se
n’é andato…” Tremante si avvicinò alla porta d’ingresso socchiusa e la aprì
andando fuori, guardò a destra e a sinistra poi sentì zappare. Spaventata si
avvicinò strisciando con la gamba ingessata “Aiuto, chi sarà? Xander… aiutami…”
pregò in silenzio –Chi… chi è?- si sporse un poco per vedere
-Ehi
Ludwy! Avete un orto davvero bellissimo! Sai, stavo pensando che questa sera
potrei fare una bella insalata con i pomodori, che ne dici?- chiese lui
sorridendo –Sai, è una delle mie specialità!- disse togliendo qualche pomodoro
maturo dalla pianta. Lei sbalordita uscì del tutto dalla parete –Dai, dammi
una…- Lui la guardò e preoccupato la guardò –Ludwy… cosa… perché piangi?- chiese
avvicinandosi abbandonando la zappa per terra. Lei singhiozzò e si asciugò le
lacrime
-Cattivo…-
sussurrò –E io… e io che credevo che te ne fossi andato- disse tra i singhiozzi
stringendogli la maglia nera. Lui sorrise
-E perché
me ne dovevo andare?- chiese
-Perché ti
ho trattato in quel modo io… ero confusa per quella confessione così improvvisa…
Mi spiace per essere andata via in quel modo ma mi sono spaventata… quando non
ti ho più visto…- singhiozzò
-Non me ne
sarai mai andato senza aver assaggiato la tua cucina- le rispose dolcemente
-Dimmi che
mi perdoni e… che non mi farai mai più preoccupare…- disse lei
-Ti
perdono e te lo giuro sul mio onore di cameriere personale- Lei rise
-Buffone
cattivo- Lui rise di gusto –A proposito… ti devo dire una cosa e… beh, poi mi
dirai tu se siamo nella stessa barca…- Lo trascinò dentro e chiuse la porta
-Perché
dentro?-
-È una
cosa… importante- Lui annuì
-Dimmi
tutto-
-Ricordi
l’uomo di qualche settimana fa?- Lui annuì –Ricordi lo strano dialogo che si
erano detti quegli uomini vestiti di blu? Avevano trovato una pergamena. Prima
non te l’avevo detto perché non lo credevo così importante-
-Vestiti
di blu eh…-
-Dei
lunghi mantelli blu-
-Hanno
fatto nomi?-
-No-
rispose lei
-Testa
calva… mantelli blu… si, è lui…-
-Chi?-
-Mihjod,
quello che ha ucciso la mia famiglia per avere la pergamena con i nomi. Non
credevo fosse arrivato qua…-
-Ma…
chissà quante persone avranno la testa calva… e poi la pergamena con i nomi non
ce l’hai tu?- Lui scosse la testa
-Nessuno
degli abitanti della Luna perde i capelli- disse lui –E quella pergamena è una
semplice copia, la vera ce l’ho io al sicuro- disse. Lei annuì
-Beh, meno
male no?- I due si guardarono poi lei si fece seria –Allora siamo nella stessa
barca?- Lui sospirò
-Credo di
si, ormai hanno capito che tu hai intuito tutto, quindi…- Lei sorrise felice
-Allora
posso accompagnarti nel tuo viaggio?- chiese lei entusiasta
-Cosa?-
-Si, visto
che siamo nella stessa barca non ha senso lasciarmi affogare nel mare in mezzo
ad una tempesta ti pare?- Lui aggrottò le sopracciglia
“Ma che
paragone è?” si chiese perplesso –Ma tuo padre?- chiese
-Mio padre
ne sarebbe fiero! Lui è il sostenitore numero 1 del Re-
-Guarda
che non si va ad una scampagnata- Lei sorrise
-Lo so
benissimo ma sapere che noi due partiremo per un viaggio… mi elettrizza!-
esclamò sedendosi
“Secondo
me non ha capito nulla…” pensò lui esasperato “Però sarebbe il massimo, noi due
verso nuove avventure fuori da questa città. Chissà cosa ne penserà suo padre…”
-A
proposito, non diciamo ancora nulla al mio vecchio, prima mi voglio sistemare
con il ginocchio, OK?- Lui annuì
-Ci
metterà qualche settimana a guarire così ci potremo pure preparare
psicologicamente- disse lui –Senti, tu ti ricordi tua madre?- chiese a
bruciapelo. Lei lo guardò e i suoi occhi si rattristarono –Beh, non sei
costretta a rispondermi…-
-No, non
la ricordo ma…- sorrise –sento ancora l’odore di fragola quando mi abbracciava e
mi parlava, era un buon odore ma ormai sto dimenticando anche quello, il vecchio
non ne parla quasi mai, forse per non aprire brutte ferite…- Lui rimase in
silenzio poi guardò fuori dalla finestra
-A
proposito del vecchio, a che ora torna?- chiese
-Al calar
del sole perché?-
-Perché
forse siamo un po’ in ritardo, il sole sta calando ora- lei sbiancò paurosamente
e balzò in piedi ma gemette di dolore quando il suo ginocchio urtò il tavolo
-Accidenti!!- esclamò –Xander, non ridere e vai fuori a prendere quello che ti
serve per fare quello che devi fare io intanto preparo la cena- Lo fulminò
–ORA!- urlò. Lui smise di ridere ma appena vide la faccia di lei, scoppiò
nuovamente. Lei si appoggiò al tavolo e con la gamba buona gli diede un legger
calcio alla schiena e lui uscì ridendo ancora come un pazzo –Buffone cattivo
pazzo- disse lei scoraggiata dal comportamento infantile di lui. La cena si
svolse nei migliore dei modi e Xander si dovette ricredere sulla cucina di
Ludwy: era davvero squisita. La ragazza aveva fatto da mangiare per un esercito
ma Xander e il padre divorarono tutto, al contrario di lei che non mangiò molto.
La cena fu finita e il padre si offrì di accompagnare Xander a casa; ma prima, a
Ludwy venne un’idea spettacolare
-Ehi!! Che
ne dite se Xander viene ad abitare qua da noi?- I due si voltarono sorpresi –Eh?
Eh? Che ne dite? Non è un’idea grandiosa?-
-Beh, ma i
suoi genitori…- Xander scosse la testa
-Beh, i
miei genitori sono morti quindi… io abito solo- L’uomo si rattristò
-Capisco,
beh, se le cose stanno così domani ti trasferisci da noi, che ne dici?- chiese
-Ma io…
non vorrei creare disturbo…- L’uomo scosse la testa
-Su, non
preoccuparti. Sarà bello averti per casa, vero Ludwy?-
-Si, si-
acconsentì lei. Xander la guardò sorridere
-Va bene,
per me non c’è problema-
-Ottimo!-
-Che
bello!!- esclamò Ludwy al settimo cielo –Sarà divertentissimo, Xander! Potrai
dormire in camera con me, che ne dici?- chiese lei. Xander diventò di tutti i
colori e iniziò a balbettò
-In…
camera… con… te?- Il padre scosse la testa
-Meglio di
no…- disse l’uomo. Ludwy si imbronciò mentre Xander tirava un sospiro di
sollievo
-Ma perché
no?-
-Perché
non sarebbe appropriato- rispose lui
-E allora
dove lo mettiamo? Illuminami papi- lo sfidò lei
-Beh,
potrei dormire sul divano- propose Xander –Sarà perfetto per me!-
-Assolutamente no! È scomodissimo il divano da dormirci sopra!- esclamò l’uomo
-Ma Xander!
Ti ci
metti pure tu? Non vuoi dormire con me? Prendi un sacco a pelo e lo metti vicino
al mio letto… sarebbe molto più divertente!- Xander la guardò
-Sacco a
pelo?-
-Certo!
Dove vorresti dormire sennò? Vicino a me nel mio letto? Ma sei matto?- Lui
sospirò sollevato. Il padre scosse la testa
-Decidi
pure tu Xander, per noi non c’è problema- Xander deglutì
-Beh… va
bene con lei se proprio devo…- Lei sorrise compiaciuta
-Bene,
ottimo, davvero eccellente!- Li fece uscire di casa –Ci vediamo fra poco papino,
buona notte Xander, ci vediamo domani mattina qui davanti così porti la roba e
andiamo a scuola. Bye bye!- Sbatté la porta in faccia hai due mentre un urlo di
vittoria arrivò alle loro orecchie
-Che
strana figlia che ha, signore…- disse il ragazzo fissando la porta per poi
guardare l’uomo di fianco a sé, che ricambiò lo sguardo
-Te ne sei
accorto anche tu, vero?- Xander annuì
-Difficile
non notarlo- I due si incamminarono –Signore?-
-Per
favore Jonu, chiamami Jonu- Lui sorrise
-Jonu,
posso farle una domanda?-
-Certo,
chiedi pure-
-Come ha
conosciuto la madre di Ludwy? Che tipo era?- Jonu sorrise
-L’ho
conosciuta sulla Terra, ero andato là per scoprire qualche cosa in più su una
medicina e lei… beh, diciamo che un giorno l’ho trovata seduta su una panchina
che si lamentava del dolore alla caviglia: si era presa una bella storta. L’ho
aiutata e ci siamo conosciuti. Beh, sai dopo una cosa tira l’altra, lei ha
scoperto chi sono io e dopo è rimasta incinta. Lei è esattamente uguale alla
nostra Ludwy, non c’è una singola cosa che non sia stata presa dalla madre-
-Perché ha
deciso di portarla sulla Luna? Sulla Terra sarebbe stata…-
-Accettata? Hai ragione ma, appena nata non aveva quell’aspetto, era come noi
diciamo… Così lei mi disse di portarla con me. All’inizio l’andavamo a trovare
sempre, sai qua i terrestri non sopravvivono…-
-Non lo
sapevo-
-Noi
invece ci adattiamo perfettamente all’ambiente terrestre e così potevamo restare
là anche dei giorni; in questo modo Ludwy cresceva tra un mondo e l’altro finché
non sono stati chiusi i comunicanti per altri mondi e ora non possiamo più
tornare da lei… sono già 13 anni che non la vediamo e Ludwy ormai se ne sarà
dimenticata…- Xander scosse la testa
-Beh, a me
ha detto che si ricorda l’odore di fragole che emanava, forse se ne parlate, lei
riuscirà a ricordarsene e tu riuscirai, col suo aiuto, a superare questo brutto
momento- L’uomo sorrise
-Forse…-
...Continua................
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Capitolo 4 *** Cap 4: Trasferimento, Nuove Amicizie ***
Nuova pagina 1
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insieme
Capitolo IV
TRASFERIMENTO
Nuove amicizie
Ludwy quella
notte non riuscì a dormire eccitata com’era. Il giorno dopo avrebbe avuto Xander
a casa sua per giorni, poi sarebbero partiti per quell’avventura fantastica! Se
avesse potuto avrebbe urlato dalla gioia! Quando vide il sole sorgere e filtrare
dalla finestra scattò in piedi ma…
-Aiho!!!-
esclamò sedendosi di botto prendendo tra le mani la gamba ingessata –Maledizione
che male del diavolo…- Si morse il labbro e mettendosi in piedi appoggiandosi al
muro iniziò a camminare lentamente verso la cucina. Non si stupì di non vedere
nessuno, ci mancava ancora molto al risveglio di suo padre, così decise di
preparare la colazione anche per Xander. Quando finì andò di soppiatto in camera
del genitore e si avvicinò al letto dove riposava tranquillo
-Ehi pa’?-
sussurrò scuotendolo leggermente. L’uomo non si mosse –Pa’?- lo chiamò un po’
più forte picchiettando con il dito sul suo braccio –Papi?- si avvicinò di più
scuotendolo un po’ più forte. L’uomo rimase immobile “Ok, ora basta” –Papà!-
esclamò. Niente –VECCHIOOOOOO!!- ringhiò la ragazza scuotendolo con forza.
L’uomo mugugnò qualche cosa poi le dette la schiena continuando a dormire. La
ragazza scioccata lo guardò con sguardo omicida “Ok, ora lo sveglio io!” La
ragazza andò in bagno e ne uscì pochi secondi dopo con un secchio d’acqua
gelata. Accese la luce e si avvicinò
-AHHHHRGHHHH-
L’uomo scattò in piedi bagnato fradicio e tremante. La ragazza scoppiò e ridere
–LUDWY! TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI SVEGLIARE TUO PADRE!?!?eciù?!?!?- La ragazza
si accasciò al suolo ridendo come una matta. L’uomo raffreddato guardò il suo
letto anch’esso fradicio e guardò la figlia truce poi però sorrise ma tenne una
voce un po’ arrabbiata –Cambia alla velocità della luce le lenzuola e se non
l’hai fatto prima che io venga fuori dal bagno ti farò passare dei pessimi dieci
minuti- disse con le braccia incrociate al petto
-Ah ah ah… si…
ah ah… Ok… ah ah ah- cercò di dire la ragazza
-Molto bene-
L’uomo dando una pacca sulla schiena alla figlia andò in bagno chiudendo la
porta dietro di se. Ludwy colta alla sprovvista tossì ma quando si voltò per
dire a suo padre di stare più attento lui non c’era. La ragazza scosse la testa
divertita e disfò il letto fradicio e uscì per strizzarle un po’ per poi
metterle al sole
-Ehi Ludwy!
Buon giorno- La ragazza si voltò e sorrise felice mollando tutto per andare ad
abbracciare Xander
-CIAO!!!- Il
ragazzo sorrise
-Mi stai
soffocando…-
-Ops, scusami!
Dai entra entra su!- La ragazza lo spinse dentro –Ho preparato la colazione, mio
padre sta facendo la doccia.- La ragazza lo spinse dentro la sua camera dove hai
piedi del letto c’era un morbido sacco a pelo –Ho preso in soffitta un vecchio
mobile dove potrai metterci tutto quello che vuoi- disse segnandogli un mobile
–L’ho pulito ieri sera da cima a fondo, purtroppo non è molto grande, scusa…-
disse dispiaciuta iniziando a prendere le borse che aveva a tracolla e
appoggiarle sul suo letto
-Non
preoccuparti, questo andrà benissimo!- esclamò Xander rassicurandola
-Oh, bene! Dai
vieni a mangiare, metti giù tutto. Muoviti Xander- disse la ragazza impaziente
-Calma Ludwy,
non scappo mica. Cos’hai mangiato questa notte? Vitamine?- La ragazza scosse la
testa
-No, ma sono
eccitata e non ho dormito per niente!!- esclamò prendendolo sottobraccio e
dirigendosi in cucina lo fece sedere sul tavolo –Fermo lì che ti porto…- La
ragazza andò a prendere dei piatti che mise sul tavolo
-Accidenti!-
esclamò il ragazzo guardando tutte quelle meraviglie
-Ah, nel forno
c’è anche del pane croccante e in frigo…-
-LUDWY!!!!!-
La ragazza sobbalzò e Jonu vestito da lavoro con una cartelletta nera
sottobraccio arrivò in cucina velocemente
-Si papi?-
chiese la ragazza in tono innocente
-Non ti avevo
chiesto di rifarmi il letto che tu per sbaglio mi hai lavato?- Ludwy aprì
la bocca
-Si papino lo
so ma… ero fuori e è arrivato Xander e io… scusami papino…- disse buttando in
fuori il labbro inferiore. L’uomo la guardò truce poi sospirò
-Ruffiana…-
disse Xander. Ludwy sorrise furba e sbatte le ciglia un paio di volte
-Lo so- fece
la linguaccia al ragazzo e aprì la porta d’ingresso
-Cosa devo
fare con te…- sospirò sedendosi il padre
-Eh pà, ti
tocca no?- L’uomo annuì. La ragazza sorrise e uscì per poi rifare capolino dalla
porta –Ah Xander? Prima di essere interrotta…-
-Ma sentila-
borbottò il padre. La ragazza lo guardò torva
-Come stavo
dicendo, prima di essere interrotta ti stavo informando che nel frigo c’è una
torta alle fragole buonissima fatta da me questa notte…-
-Ecco cos’era
quel baccano…- disse pensieroso il padre
-Ma se tu non
ti svegli neppure con le cannonate!!- esclamò sorpresa la ragazza –Se sapevo che
bastava lo sferragliare delle pentole evitavo di buttarti l’acqua gelata!!-
-Cosa?- chiese
sbigottito Xander
-Bastava
chiamarmi- borbottò l’uomo prendendo la torta
-Ma se ti ho
chiamato 5 volte!- sbottò la ragazza
-Baggianate-
rispose Jonu dando una fetta al ragazzo e addentandone una fetta –Mh, buona-
-Cosa credevi?
Io, modestamente, sono bravissima!-
-Eccola qua la
modestia in persona- Jonu indicò sua figlia con un vago gesto della mano –Un
vero figurino in questo campo-
-Uffa- La
ragazza uscì del tutto di casa. Xander era esterrefatto dal legame dei due.
Erano del tutto comici. Il ragazzo scoppiò a ridere cercando di non
rimanere soffocato dalla torta alle fragole davvero eccellente.
-Signore?-
Jonu lo guardò –Ludwy può venire a scuola oggi?- chiese. L’uomo si rabbuiò –Lo
so cosa pensa ma… Ludwy si è sempre impegnata di non farsi mettere troppo i
piedi in testa dai suoi compagni e se ora non ci va, anche se è in quelle
condizioni, i nostri compagni penseranno che avranno vinto perché crederanno che
lei ha paura di loro… e lei non vuole questo, assolutamente. La proteggerò io
poi, non la lascerò mai sola ma… la prego- Xander abbassò il capo e l’uomo lo
guardò
-La
difenderai?- Xander accennò. Ludwy fuori che stendeva i panni aveva sentito il
discorso di Xander e incuriosita si era fermata ad ascoltare
-Si- fu la
risposta che sentì Ludwy. La ragazza fece segno di vittoria e si affrettò a
finire di stendere. Il primo ad uscire fu il padre che salutando la figlia si
affrettò ad andare al lavoro raccomandandole di stare attenta a scuola
-Hai finito?-
chiese Xander uscendo. La ragazza accennò
-Si- rispose
–Andiamo a disfare i tuoi bagagli?- chiese incamminandosi
-Oh no, non
c’è fretta- disse lui sorridendo. Lei si voltò stupita
-Allora che
vuoi fare?- Lui rispose semplicemente come se fosse la cosa più naturale del
mondo
-Prepariamo il
pranzo no?- Lei abbozzò ad un sorriso
-Meglio di no.
Ti aiuto a preparare il tuo, lo sai che con me…-
-Beh, ora ci
sono io quindi non devi preoccuparti- La spinse dentro –Muoviti dai-
Il pranzo per i due era pronto e
partirono con la cartella in spalla ma…
-Xander
aspettami per favore, vai troppo veloce! Vorrei ricordarti che io ho una gamba
ingessata!- disse la ragazza ansante cercando di accelerare il passo
-Maledizione
Ludwy, siamo in un ritardo catastrofico!- esclamò il ragazzo fermandosi per la
centesima volta per aspettarla
-Uffa, non è
colpa mia…- borbottò lei raggiungendolo
-Perché, è
colpa mia?- chiese lui seccato
-No, è colpa
della mia gamba ingessata!- disse lei
-Appunto Ludwy
appunto! La tua gamba ingessata-
-Smettila uffi…
brutto cattivone buffone- Lui sospirò –E poi quale sarebbe il dramma se
arriviamo in ritardo? Ci darebbe solo una nota e dei compiti in più con
un castigo di proporzioni mega galattiche!- affermò lei
-Un niente,
vero?-
-Oh beh… certo
è un po’ tanto però… insomma, non è così grave, no?- Lui la fulminò –OK, forse
per te è una tragedia di proporzioni mega ma…-
-Ludwy-
-Cosa?-
-Taci-
-OK- Lei lo
guardò –Ehi! Ma come osi? Non puoi dirmi di stare zitta e pretendere che io stia
pure zitta!- esclamò lei offesa, fissandolo. Gli occhi di lui erano diventati
quasi scuri e il suo viso teso guardava davanti a sé. Lei seguì il suo sguardo
arrivando all’entrata della scuola
-Oh, capisco-
Ludwy guardò la ragazza dai capelli argentati e gli occhi blu. Quando li vide
sorrise e corse loro incontro
-Buongiorno-
li salutò felice. Guardò Xander che la guardava impassibile, poi si soffermò su
Ludwy. La guardò un momento scrutandola, poi abbassò lo sguardo verso il suo
ginocchio e appena lo vide scoppiò a piangere indicando il gesso e scuotendo il
capo. Xander e Ludwy si guardarono confusi, poi la ragazza si avvicinò a quel
corpo minuto che si alzava e abbassava per via dei violenti singhiozzi
-Calmati
Majorit… ti prego, non piangere dai…- La ragazza dagli occhi blu la guardò
smettendo di piangere
-Mi… mi
spiace… mi dispiace tanto- disse prendendo la mano di Ludwy tra le sue
stringendo forte –Mi spiace tantissimo…- Abbassò il capo –Non volevo farti
quelle cattiverie giuro… e… e neanche tutte quelle altre cose orribili!- esclamò
mentre una lacrima dietro l’altra cadeva nel dorso della mano di Ludwy
–Perdonami ti supplico…- Ludwy si addolcì a quella scena così tenera
-Calmati
Majorit, non ce l’ho con te…- disse
-Tu non
capisci! Ti ho trattato malissimo e non l’avevo mai fatto prima d’ora. Mi sento
così… così…-
-Calma…- Ludwy
le sorrise e le asciugò le lacrime –Non eri tu quella che ieri mi difendeva?-
chiese alzandole il viso. La ragazza sorrise leggermente calmandosi a quel tocco
delicato
-Allora…
allora non ce l’hai con me, vero?-
-No- disse la
ragazza scuotendo la testa. Majorit sorrise
-Meno male…
grazie Ludwy… credevo che mi odiassi adesso…- Abbassò lo sguardo –Non voglio più
averti come nemica- La guardò timorosa –Vuoi… vuoi essere… mia amica?- balbettò
facendosi piccola piccola per l’imbarazza e arrossendo. Ludwy sorpresa spalancò
la bocca
-Ma… ma ne sei
sicura? Amica mia?- Si segnò con l’indice. L’altra annuì con vigore –Ma passerai
dei guai con le altre tue amiche…-
-Quelle
dementi non sono mie amiche!- esclamò rabbiosa –Mi hanno solo usato per i loro
scopi e sono stufa marcia di loro!- Guardò i due davanti a lei che avevano gli
occhi allargati. Lei strabuzzò gli occhi –Che… che cosa ho detto…- balbettò
coprendosi la faccia con le mani –Dio che imbarazzo… scusatemi… scusatemi
tanto…- Fece intravedere gli occhi
-Calma…- disse
Xander –Non è successo nulla Majorit…- Lei sospirò di sollievo e lo guardò
-Xander… io…
perdonami, non credo di essere stata molto gentile nemmeno con te…- disse
abbassando il capo. Lui sorrise
-Calma
Majorit, non c’è bisogno che chiedi sempre scusa. Tu non mi hai fatto nulla, sul
serio…- Lei sollevata sospirò –Ma cosa ci fai qui davanti a scuola?- chiese lui
sorpreso –Le lezioni sono iniziate da un’ora ormai!- affermò. Lei alzò le spalle
-Beh, quando
non vi ho visto in classe mi sono preoccupata così sono venuta qua ad aspettarvi
così avevo pure l’occasione di chiedervi scusa- Fece una pausa –E poi chi se ne
frega di quella vecchia arpia unta bisunta e schifosa, che vada al diavolo anche
lei con tutta quella classe di merda che noi dobbiamo subirci!- ringhiò. I due
la guardarono per la seconda volta stupiti. Majorit sembrava una ragazzina
timida, invece quando tirava fuori la grinta era tutto pepe! La ragazza arrossì
–Non… mio Dio… vorrei sprofondare! Ma cosa mi succede oggi?- Scosse la testa
cercando di levare via brutti pensieri dopo, però, sorrise –Dovevo sfogarmi-
-Accidenti, lo
avevamo capito!- esclamò Ludwy ancora sorpresa. I tre si guardarono e
scoppiarono a ridere
-Allora
amici?- Majorit allungò la mano verso i due che la strinsero
-Amici-
dissero tutti e tre insieme per poi scoppiare di nuovo a ridere. Continuarono
ancora per un po’ poi Xander dandosi un po’ di contegno le incitò ad entrare
nella scuola
-Si capo,
certo capo!- esclamò Ludwy facendo il saluto del militare. Ludwy e Majorit
andarono avanti ridendo e parlando dei possibili voti presi nella verifica di
Geometria mentre Xander rimase un po’ indietro. Da quella postazione, Xander,
guardò Ludwy, felice che l’amica avesse trovato una figura femminile con cui
parlare. Poi guardò la ragazza al suo fianco e il suo viso si oscurò. Non si
fidava di lei. Il trio si guardò poi prendendo una boccata d’aria aprirono la
porta dell’aula. La classe si voltò a guardarli
-Guarda chi
c’è? Ritardatari…- sibilò la prof. Li guardò incrociando le braccia al petto
–Majorit, Xander, voglio una spiegazione e la voglio adesso- ordinò secca
-Ho avuto un
problema con i miei genitori- rispose prontamente la ragazza
-Xander?-
-Ho
accompagnato Ludwy a scuola ma, come lei può notare benissimo, ha una gamba
ingessata così ci abbiamo messo più tempo- Sorrise guardando Janet che li
fissava con odio –Tutto qua-
-Certo, come
no- sibilò la donna –Comunque sia, riceverete una nota e questo pomeriggio
resterete qua sotto la previsione di qualche studente di questa classe per fare
i compiti, capito?- chiese
-Si prof-
risposero i tre alzando le spalle
-Andate a
sedervi- I tre si incamminarono –E in quanto a te- La prof segnò Ludwy con il
dito indice –Riceverai doppi compiti di punizione e doppi anche per casa- disse
gelida. Ludwy sospirò
-Come al
solito prof, non c‘era bisogno che me lo dicesse…- Trascinò la gamba ingessata
fino al suo sudicio banco e disgustata ci passò un fazzoletto sopra
-Cosa le
succede? Il banco non è di suo gradimento per caso? Glielo posso sempre fare
togliere ma, purtroppo, non sapremo che altro banco darle- sogghignò la prof
-Oh, non si
preoccupi signorina. Me la so cavare egregiamente nelle pulizie. Lei continui
pure a spiegare e io ascolterò mentre farò le mie dovute pulizie al mio povero
banco…- Xander sogghignò divertito e Majorit la guardò ammirata
-Si metta
seduta e non proferisca più parola se vuole ancora restare in questa classe-
-Non so
proprio se ubbidirla, sa?- Dalla cartella Ludwy prese uno spray rosa che passò
sul banco e sulla sedia e sfregò energicamente con il fazzoletto
-Si seda
immediatamente se vuole ricevere il compito di Geometria- La ragazza mise sotto
il banco il fazzoletto sporco e sorridendo si sedette
-Allora credo
proprio che ubbidirò- Sorrise a Majorit che corrispose poi guardò Xander che le
fece l’occhiolino. La prof guardò la classe
-Molto bene,
dopo questo piccolo fastidio…-
“Mi tratta
come un insetto quella… quella… che odiosa prof del cavolo” pensò Ludwy
-… è ora di
consegnarvi le dovute verifiche. Sono rimasta esterrefatta dalla vostra
ignoranza e dalla totale stupidaggine!- ringhiò –Spero per voi che mi sappiate
dire dopo una giustificazione più che plausibile…- Prese la cartelletta tirando
fuori dei fogli –Tuttavia…- riprese -… sono rimasta stupita da alcuni di voi
che… hanno tirato fuori un talento molto… che mi ha lasciata impreparata- tagliò
corto lei cominciando a distribuire i fogli –Majorit, sono molto delusa dalla
tua verifica. Due (Inclassificabile)- la guardò e lei abbassò lo sguardo –Jevad,
sono orgogliosa di te. Nove (Distinto)- I due si sorrisero. Jevad era sempre
stato il migliore in Geometria e nei calcoli e la prof lo riteneva il suo unico
pupillo; infatti era l’unico che prendeva sempre il massimo –Janet, benino ma mi
aspettavo di meglio da una ragazza come te… Sei (Sufficiente)- Continuò ancora
per un po’ andando in ordine alfabetico e tutti capirono che in effetti la
verifica aveva fatto schifo, tutti avevano preso dal Sufficiente in giù (tranne
Jevad). La prof poi arrivò a Xander e i due si guardarono per un po’. La donna
prese una sedia e si sedette davanti a lui appoggiando i fogli sul banco
congiungendo le mani sopra di esse –Xander…- incominciò
-Si,
professoressa?- chiese lui
-Ho sempre
notato che il tuo viso aveva un’espressione molto intelligente…-
“Povero
Xander, ecco che inizia con la sua filosofia…” pensò Ludwy sorridendo
tristemente. Ma la ragazza si dovette ricredere su ciò che stava per dire la
prof. Infatti assunse un’espressione stupita
-… ma non mi
sarei mai aspettata un risultato del genere!- esclamò
-Cioè?-
chiesero tutti. Jevad guardò dalla loro parte girandosi
-E il tutto mi
sembra decisamente strano visto le persone che frequenti…- I due guardarono
Ludwy che s’indicò
-Ma cosa
c’entra con la verifica?- domandò la ragazza in un sussurro
-Scusi, vuole
arrivare al dunque?- chiese spazientito Xander
-Ma un
Dieci!!- esclamò alzandosi in piedi –Un bellissimo Dieci così pieno non lo davo
da una vita, notate la sua perfetta scrittura…- disse alzando il foglio della
verifica di Xander che si era illuminato di gioia come un faro dalla notizia
–Guardate come questo dieci è scritto bene, così pieno…
-Wow! Nessun
segno rosso- disse sbalordito uno
-E ha superato
perfino Jevad! Incredibile…- disse ammirata Majorit
“Ahi ahi
Xander, questa non ci voleva! Guarda come arde di odio Jevad… sembra un rogo che
non si spegne neanche con l’acqua!” pensò la ragazza amareggiata. La donna
guardò il foglio
-Tuttavia… mi
pare strano che la qui suddetta Ludwy che in Geometria fa schifo sia riuscita a
prendere un Sette (Buono)… mi può spiegare perché Xander?- Lui scosse la testa
-Non ha
copiato se è quello che pensa. Abbiamo studiato qualche cosa insieme e le ho
spiegato un paio di cose, tutto qua…- rispose lui
-Certo. Credo
alle sue parole Xander ma ho bisogno di una… conferma…- La donna dopo avere
appoggiato la verifica al ragazzo che aggrottò le sopracciglia andò alla
scrivania e aprì il libro di testo –Dunque… questo è perfetto…- ghignò
–Signorina… Ludwy… può venire alla lavagna per cortesia?- Ludwy deglutì e si
alzò lentamente
-Ludwy…
Ludwy…- La ragazza si voltò verso Xander –Calmati e respira profondamente… ecco
così, ora concentrati e non ascoltare nessuno se non la tua mente OK?- sussurrò.
Lei annuì poi guardò Majorit che la incitava dal posto. Ludwy iniziò ad avanzare
per trovarsi poco dopo davanti alla lavagna e alla prof
-Molto bene,
fammi questo problema- La donna le indicò un problema sufficientemente corto e
con la soluzione lì di fianco. Ludwy guardò il problema poi guardò Xander che
annuiva. La ragazza lo lesse a mente poi iniziò a pensare. Intanto la prof si
era seduta sulla cattedra –Intanto voi rifate i problemi forza! Dopo li verrò a
controllare-
-Vai
mezzo-sangue, facci vedere come te la cavi!- esclamò la classe ridendo. La
ragazza deglutì e iniziò a svolgerlo ricordando le parole di Xander
-concentrati e non ascoltare nessuno
se non la tua mente-
Il ragazzo
posto pochi banchi indietro digrignò i denti
“Che idioti,
non sono neanche la metà di lei questi trogloditi” Una pallina di carta arrivò
sul suo banco. Si voltò e Majorit gli indicò il pezzo di carta. Xander lo aprì
“Questi idioti non sono neanche la
metà di Ludwy!
K
grrrr
Spero proprio che abbia studiato
nella veri e che non abbia copiato
Se lo ha fatto è in guai seri! *.*
Speriamo bene… -_-“
Lui annuì e
guardò Ludwy intenta a fare l’esercizio
-Prof, ho
finito…- Ludwy sospirò “Meno male che era facilino…” pensò la ragazza. In quel
momento suonò la campanella e Ludwy si poté ritenere salva…
Pranzo
-Certo però
che ti è andata bene- disse Majorit mangiando –Ti è capitato un esercizio
abbastanza facile no?- Ludwy annuì
-E meno male
che Xander mi ha dato ripetizioni…- Guardò Xander seduto vicino a lei che
mangiava tranquillo –Grazie Xander!- esclamò battendogli una mano sulla schiena
soffocandolo. Lui iniziò a tossire
-Ma sei
pazza!? Ti è dato di volta il cervello Ludwy? Mi vuoi vedere ucciso?- Lei scosse
la testa
-Certo che no
Signor Gaier, ma la volevo infinitamente ringraziare per l’aiuto che mi ha dato
a studiare…-
-Si, certo, va
bene. Ringraziamenti accettati!- disse lui
“Non si diceva
‘scuse’ accettate?” si chiese Majorit
-Comunque sono
rimasta stupita Xander, un Dieci! Un bellissimo Dieci! Hai superato pure quel
secchione di Jevad, incredibile!- disse ammirata Ludwy
-A proposito
di Jevad… credo che sia lui a volerti morto, molto più di Ludwy! Guardate chi
cavolo si è portato dietro!- I due si voltarono nella direzione in cui Majorit
guardava –Credo che siamo nei guai- proclamò. Il gruppo con in testa Jevad e
Janet li fissava furiosi. Dietro a loro c’erano Noxoj, Qampi che era più in
disparte e alcuni altri della classe
-Ehm… che
succede ragazzi? Volete unirvi a noi?- domandò Ludwy continuando a mangiare
-Chiudi la
bocca ibrida!- ruggì Jevad avvicinandosi minacciosamente. Prese per il colletto
Xander facendogli cadere il pranzo
-Oh, glielo
avevo preparato io…- disse Ludwy. Guardò Jevad fulminandolo –Ma come osi!?
Mollalo subito!- ordinò scattando in piedi
-Chiudi la
bocca!- Janet si avvicinò –Ti consiglio di stare zitta mezzo-sangue, non è
giornata- ringhiò. Ludwy la fissò –E tu Majorit, che ci fai con questa
mezzo-sangue e questo traditore?- Lei si alzò
-Se vuoi
chiamare qualcuno “traditore” fallo con me e non con Xander!-
-Ah, e così
ora siamo passati dalla parte dei traditori mh? Bene Majorit, complimenti!-
-Ascoltami
bene tu… te lo dico una volta soltanto OK?-disse Jevad guardando negli occhi
Xander che rimase impassibile –Guai a te se provi a prendere di più di me
chiaro? Riprovaci e giuro che la tua cara mezzo-sangue farà un bel volo giù per
una finestra-
-Cosa? Ma come
osi minacciarlo? Xander, io mi so benissimo difendere da sola e…- Xander alzò la
mano e lei si azzittì
-Per prima
cosa metti giù le mani, siamo a scuola e non ad un incontro di box- disse calmo
Xander. Jevad lo mollò –Cosa numero due, le minacce con me non funzionano, e non
credo che riuscirai comunque a buttare Ludwy giù dalla finestra perché non è
così stupida. Cosa numero tre…- continuò impassibile –Sappi che se ho preso più
di te è perché sono solo più intelligente di te e perché mi applico di più, e
non perché frequento Ludwy come ha detto la prof, quindi anche se non
studiassi prenderei comunque più di te immancabilmente, sei un gradino più basso
del mio, lo sarai sempre…. Cosa numero quattro, richiama ancora Ludwy in quel
modo e ti umilio davanti a tutta la scuola e sappi che so come si fa…- Lo
fulminò –E per quinta cosa, non dirmi ciò che devo o non devo fare perché quelli
sono fatti miei e non tuoi. Compreso il concetto o devo ripetertelo?- Ci fu un
silenzio agghiacciante dove tutti guardavano Jevad e Xander. Tutti erano stupiti
di come quest’ultimo avesse tenuto la calma e il sangue freddo in quel modo!
-Jevad! Ma ti
fai dire certe cose e poi non dici nulla! Digli qualche cosa!- esclamò Janet
-Ehi! Non ti
impicciare!- disse Ludwy guardandola
-Chiudi la
bocca- Alzò la mano per colpirla in viso ma qualcuno da dietro la bloccò. Tutti
guardarono il ragazzo che aveva fermato Janet dal picchiare Ludwy –M… ma… Q…
Qampi…- balbettò la ragazza
-Ora basta-
Era la prima volta che Xander lo sentiva parlare e anche per tutti gli altri era
parso strano. Qampi era uno che non parlava mai, sempre chiuso in sè stesso. La
sua voce, notò Ludwy, non era flebile come quando una persona non parla mai, ma
era forte e sicura. Qampi si voltò verso Jevad stringendo ancora il polso di
Janet che gemette di dolore
-M… mi fai
male- sussurrò lei
-Taci- disse
gelido –Jevad, sbrigati, non ho tempo da sprecare con te- Trascinò Janet vicino
a Jevad e gliela mise davanti –Sparite- ordinò secco. Jevad guardò Xander
-Non finisce
qui- sibilò. I quattro li videro allontanarsi poi guardarono Qampi
-Ehm… grazie…-
-Di niente,
stai bene?- chiese addolcendo la voce
-Si, grazie-
-Voi due?
Tutto OK?- Annuirono
-Bene- Ludwy
guardò Qampi e sorrise
-Credo che
questa sarà l’inizio di una lunga, lunghissima amicizia…- disse la ragazza
sorridendo
-Wow, hai
avuto anche tu questa impressione?- chiese Majorit. Tutti annuirono
-Siamo destinati a grandi
cose…- disse Xander |
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Capitolo 5 *** Cap 5: Le fiamme della distruzione ***
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Capitolo V
Le fiamme della distruzione
Partenza! Vendetta sia!
E così…
E così la povera Ludwy fu finalmente baciata dalla fortuna. Dalla
completa solitudine in cui era stata rinchiusa da sempre era arrivato lui,
Xander che, prendendola per mano, le aveva mostrato l’amicizia…
E poi ora vi erano anche Majorit e Qampi.
Insomma, la ragazza era felice come non mai! E avrebbe fatto meglio ad
assaporare bene quel momento di gioia, che sarebbe stato breve in confronto alle
nubi tempestose che la cattiva sorte le stava inviando…
Il tempo passò e una settimana lasciò lo
spazio a quella successiva; ormai il ginocchio di Ludwy si era rimesso in sesto.
I quattro stavano tornando a casa dopo una giornata di scuola; nel pomeriggio,
poi, avevano fatto un giro per il villaggio divertendosi un mondo. Ad un tratto
del cammino, Majorit e Qampi si fermarono mentre Ludwy e Xander continuarono
verso l’abitazione di lei.
Arrivati i due entrarono e vi trovarono il
padre.
-Papà, cosa ci fai già qua?- chiese Ludwy correndo verso il padre
–Non è ancora il tramonto-
-Mi hanno fatto andare a casa prima, così ho preparato la cena-
La ragazza sorrise contenta. I tre si misero a tavola. A fine cena, uno strano
odore raggiunse i loro nasi
-Che succede?- chiese Ludwy
-Vado a vedere. Sembra provenire dalle
camere da letto- I due ragazzi rimasero soli. Si guardarono preoccupati. Ma
invece che smettere, all’odore si accompagnò il fumo
-Qui va a fuoco qualcosa!- esclamò Xander alzandosi in piedi e,
tenendo premuto un fazzoletto sulla bocca e il naso, andò nelle camere; lì,
tutto era avvolto dalle fiamme e una trave blocava a metà il passaggio. Il
ragazzo venne raggiunto da Ludwy che, a quella vista sgranò gli occhi
-Papà!- esclamò lei cercando di entrare nella stanza
-Non puoi entrare!- esclamò l’altro.
Proprio in quel momento, il soffitto cedette e il tutto crollò
nella stanza. Xander prese il braccio di lei e, correndo, cercò di portarla
fuori dalla casa. Le fiamme avevano ormai raggiunto anche il salotto e i due per
poco non vennero seppelliti sotto le macerie. Il fumo rimaneva nella casa,
rendendo difficile respirare, ma per quanto i due avessero cercato di aprire le
finestre, esse, stranamente, erano come bloccate.
Quando finalmente riuscirono ad uscire, degli uomini vestiti in
blu stavano facendo la guardia davanti alla casa e i due, di soppiatto fuggirono
verso la boscaglia vicina. Da lì, i due poterono vedere la casa che piano,
crollava sotto la forza delle fiamme. Ludwy, in lacrime, mormorava parole
sconnesse
-Mio padre…- riuscì a dire alla fine –è… è rimasto la dentro…-
Xander l’abbracciò, cercando in qualche modo di confortarla
-Ci vendicheremo, vedrai- disse lui piano accarezzandole i
capelli, mentre i singhiozzi di lei continuavano a scuoterle il corpo –Io della
mia famiglia, tu di tuo padre. Andiamo a casa mia…-Lei annuì, incapace di
parlare
“Ti vendicherò, ci volesse tutta la mia vita” le promise
mentalmente Xander “Quei maledetti, oltre ad aver ucciso la mia famiglia, ti
hanno tolto anche la tua. Non li perdonerò mai!”
Il giorno dopo non andarono a scuola; Ludwy era troppo sconvolta
per andarci e Xander non le la sentiva di lasciarla sola…
Così quel pomeriggio si presentarono Qampi e Majorit
-Cos’è successo alla casa di Ludwy?- chiese subito Majorit con la
faccia sconvolta –Eravamo venuti a vedere il motivo per cui non siete venuti a
scuola e abbiamo trovato la casa bruciata!-
-Entrate- disse semplicemente Xander. Dentro spiegò loro
dell’incendio doloso.
-Oh, povera Ludwy!- esclamò la ragazza
-È per questo che oggi non siamo venuti a scuola…- disse il
ragazzo guardando con la coda dell’occhio la stanza in cui riposava la ragazza
–Io sarei anche venuto, ma non me la sentivo di lasciarla qua tutta da sola…-
Gli altri due annuirono
-Hai fatto bene- disse Qampi. In quel momento, la ragazza, entrò
nel salotto
-Partiamo!- disse rivolta a Xander –Partiamo adesso!-
-Ma non possiamo mollare tutto così…-cercò di dire l’altro
-Partire?!- disse Majorit –Verremo anche noi!- Qampi annuì
-Ma prima dovete spiegarci tutto per bene…-
Xander li guardò. Ormai si fidava di loro. In una settimana tutti
e due avevano dimostrato d’essere affidabili ma soprattutto volevano seriamente
proteggere Ludwy, non fingevano. Con un sospiro, egli iniziò con la lunga
spiegazione. I due ragazzi sgranarono gli occhi
-D-davvero è stata colpa di loro? I traditori? E la pergamena?-
chiese Qampi
-L’originale ce l’ho io- Xander tirò fuori una piccola custodia
-Siamo dei vostri-
-Si- esclamò Majorit balzando in piedi –Dobbiamo fargliela pagare
a quelli là! Per tutto quello che vi hanno fatto!- Annuì con forza
-Allora è deciso- disse Xander –domani mattina all’alba partiremo
alla volta della capitale!- Tutti unirono le mani. Majorit e Qampi se
n’andarono. I due rimasero soli. Il ragazzo si voltò verso Ludwy
-Per te va bene se stanotte dormiamo sui divani?- le chiese. Lei
annuì
-Grazie per tutto- disse la ragazza –Senza di te non so cos’avrei
fatto…-
-Siamo amici, è normale aiutarsi- disse lui. Ludwy gli sorrise
grata. A quel sorriso, senza sapere il perché, Xander si sentì infiammare;
eppure non aveva mai provato una sensazione del genere…
Il mattino dopo…
Tutti erano pronti. Qampi e Majorit erano arrivati puntuali
davanti alla casa di Xander. Il ragazzo si chiedeva come avessero fatto a
convincere i genitori, e un brutto presentimento sul metodo gli faceva correre
un brivido; Ludwy sembrava aver perso l’allegria e i suoi occhi parevano vuoti.
I tre, non a caso, la guardavano preoccupati
-Partiamo allora?- chiese mogia la ragazza guardando i tre amici
–Se ce ne andiamo troppo tardi potremmo attirare l’attenzione della gente, e noi
non vogliamo…-
-Andiamo- disse Xander prendendo il proprio zaino, seguito dagli
altri, e insieme uscirono per avviarsi…
Ad un tratto, mentre si trovavano lungo un sentiero nella foresta
ai margini della cittadina, Xander si bloccò
-Che succede?- chiese Majorit. Il ragazzo si voltò verso la
boscaglia intorno a loro. Che fosse stata una sua impressione? Strinse comunque,
la spada che portava legata alla vita, dono del padre. Anche Qampi, però, si
guardò attorno
-C’è qualcosa…- mormorò lui
-Proseguiamo e facciamo finta di niente- propose piano l’altro.
Però nulla apparve, né in quella giornata né in quella successiva…
Non potevano usufruire di taverne, perché i proprietari si
sarebbero insospettiti nel vedere quattro ragazzini da soli in luoghi del
genere. Così si accomodarono al riparo tra gli alberi, dormendo nei sacchi a
pelo, portati prontamente da tutti, e facendo turni di guardia. Piano, l’umore
di Ludwy migliorò, che riuscì a pensare a qualcos’altro oltre al padre e alle
disgrazie che le avevano fatto cadere il mondo addosso in due giorni. Gli altri,
soprattutto Xander, furono contenti di vederla di nuovo allegra e, quando
finalmente avevano raggiunto in una settimana la prima delle quattro tappe del
loro viaggio, che consisteva in una cittadina, l’umore generale si alzò di
molto. Per il primo tratto, non era accaduto nulla e a detta di Xander, questo
voleva dire sospetti: essere in possesso di una pergamena che avrebbe spodestato
un’intera gilda segreta non significava certo aspettarsi un viaggio facile…
La cittadina era accogliente. Le case erano circondate da fiori e
nel complesso l’ordine sembrava l’elemento dominante; vi era anche nel centro
della città, una piazza con una fontana nel mezzo. I vari negozi erano
sparpagliati un po’ dappertutto, ma la maggior parte era nel centro. Tutti
sembravano indifferenti alla stranezza di quattro ragazzini in viaggio e per
giunta soli. Perché? Quella domanda era apparsa spesso nei pensieri di Xander,
stupito e sospettoso su ogni persona presente. Eppure nulla sembrava voler avere
a che fare con loro. Che fosse solo un’impressione dovuta al suo diffidare di
tutto? Non era ancora tempo per lui di saperlo…
Si ricaricarono di provviste e d’acqua, poi ripartirono, con
brontolii da Ludwy, Qampi e Majorit
-Ma perché dobbiamo riprendere subito il cammino?- aveva chiesto
Majorit –Non possiamo almeno andare alle terme per riposarci un po’?-
-Non siamo in vacanza!- aveva detto Xander serio
-Lo sappiamo, ma per un bagno caldo possiamo anche fermarci!-
aveva detto Ludwy
-Non sappiamo neanche se abbiamo abbastanza soldi…- aveva
ribattuto il ragazzo cercando una scusa.
-Ho io i soldi-
Allora, grazie all’intervento di Qampi, i quattro si fermarono
alle terme, dove si ripresero dalla settimana di viaggio e di dormite
all’aperto.
Verso tardo pomeriggio il
gruppo partì, e prima di fermarsi per cenare e dormire, fecero un paio di
chilometri. Quando cenarono era ormai notte fonda. |
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Capitolo 6 *** Cap 6: Il viaggio continua... ***
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Capitolo VI
Il viaggio continua…
…e il nemico ordisce…
-Cosa facciamo ora Signore? La pergamena
originale ce l’hanno loro…-
-Tranquillo Mihjod, ho già provveduto…-
disse l’anziano
-Signore!- I due uomini non si voltarono
neanche. La donna, in catene, cercò di muoversi ma ogni mossa le provocava
dolore; intorno al corpo aveva delle spine e dei tagli viola comparivano sulla
sua pelle
-Stai ferma se non vuoi morire- l’avvertì
Mihjod avvicinandosi a lei –Se quel veleno ti entra in circolo muori- In
lacrime, lei si bloccò
-Vi prego, liberatemi! Non fallirò più!-
-In fondo era difficile capire che quella
pergamena era un falso. Era fatta molto bene- fece notare l’uomo
-Ti ci metti anche tu, figlio mio?-
L’altro si zittì –Va bene, liberatela-
Mihjod eseguì l’ordine e la donna, semi
svenuta, cadde tra le braccia dell’altro
-Grazie…- riuscì a mormorare. L’altro si
fece serio
-Non riaccadranno grazie del genere,
capito?- L’anziano guardò il figlio che si alzò, lasciando l’altra sul
pavimento, e si allontanò seguendo il padre
-L’hai salvata quando sai perfettamente
che il veleno stava già facendo effetto- disse il Signore –Sembra che ci trovi
divertimento a salvare la gente che morirà comunque…-
-Non morirà- rispose semplicemente lui. Il
padre lo guardò e sorrise malignamente
-Cos’hai in mente?-
-Oh…. Comunque lei mi servirà-
-Se hai in mente qualche altra pazzia,
come quella che hai fatto a Malia, vedi di avvertirmi prima…-
-Ti riferisci all’uccisione del generale
delle guardie reali? Era lui che aveva la pergamena… o almeno così credevo. A
quanto pare ora ce l’ha il figlio…-
-Ma non avevi ucciso tutti?-
-Infatti. Si vede che in quel momento era
assente. E il tuo piano? Cosa dicono le spie-
-Nulla di particolare. Una all’inizio del
viaggio ha rischiato di farsi scoprire, ma per il resto non nutrono alcun
sospetto; sembra che il figlio del generale sia all’erta al massimo-
-È vero che si porta a dietro anche la
mezzo-sangue che credevamo morta?- Il padre annuì
-Vorrà dire- disse l’anziano –che toccherà
a te eliminarli…-
Il viaggio continuò in tutta tranquillità,
anche se più si avvicinavano a Maila, più incontravano gente sui sentieri;
questo non era una cosa positiva, perché chiunque avrebbe notato la cosa come
strana e se i traditori li stavano cercando, avrebbero potuto chiedere ad uno
qualsiasi di passaggio se avesse notato quattro ragazzini da soli. Per questo
Xander si fece ancora più serio e preoccupato, e di notte restava nel
dormiveglia, non staccando mai una mano dalla cintura, dove, in un contenitore
apposito, era custodita la pergamena originale.
In un giorno in cui il cielo era ricoperto
da una cappa di nubi temporalesche, il gruppo arrivò nella città di Tara,
formata da casupole stile antico. I tetti in legno, in una strana forma,
sembravano dei coni posizionati su quadrati di mattoni e intonaco bianco; il
villaggio era circondato da mura che dividevano la foresta dai pochi alberi
presenti dentro al perimetro. Per il resto era presente una taverna per ospitare
i viandanti e negozi d’ogni tipo. Il gruppo riempì le borracce, si rifocillò un
poco e poi ripartì.
Era appena mezzogiorno alla loro partenza,
e il sole bruciava le strade e le cose come una fiamma. Il gruppo fu costretto a
fermarsi all’ombra, per non rischiare un colpo di sole o un collasso dovuto allo
strano caldo fuori stagione. Pranzarono e poi, quando il sole divenne meno
caldo, ripartirono: infatti dovevano fare un paio di chilometri prima di
fermarsi per dormire e cenare…
Quella sera, non avendo sonno, Ludwy
rimase sveglia insieme a Xander per fare il primo turno di guardia
-Che belle le stelle…- disse la ragazza
alzando gli occhi al cielo
-Già…- rispose l’altro. Si alzò un istante
per prendere qualcosa dalla sua borsa –Prova a guardare con questo- Le allungò
un binocolo.
-Ah! Si vede molto meglio! Riesco a vedere
bene anche la Terra!- Lei gli diede il binocolo –Mi sento meglio se non penso
che casa mia è andata in fiamme e che mio padre è morto… Questo viaggio mi
distrae-
-Ti capisco- Lui le si avvicinò un poco e
si mise ad ammirare le stelle a sua volta
-Per fortuna che ci siete tu, Majorit e
Qampi con me. Mi date allegria…- Sorrise debolmente
-Tra poco tocca a Majorit fare il turno di
guardia- disse Xander. L’altra annuì
-Qualche mese fa se mi avessero detto che
avrei fatto un viaggio per questo motivo non credo ci avrei creduto…-
-Sembra un sogno, eh?- le chiese lui –Come
se tu stessi solo facendo una lunga dormita…-
-Già…-
All’alba ripresero a camminare, anche se
dopo qualche ora iniziò a piovere, e furono costretti a correre verso un riparo;
lo trovarono in una capanna per attrezzi abbandonata.
I giorni si susseguirono tranquilli, e
dopo quella pioggia ci fu solo il sole ad accompagnarli… o quasi…
Il quinto giorno dalla loro partenza da
Tara il sentiero s’inoltrava nella foresta e, anche se l’idea non piaceva a
nessuno, furono costretti a prendere quella strada. Dopo qualche ora dentro la
boscaglia sentirono dei rumori sospetti
-Allora qualcuno ci stava inseguendo
veramente..- disse Qampi tenendosi all’erta e portando la mano alla cintura,
dove aveva un pugnale
-A quanto pare…- disse Xander sguainando
la spada. Una donna vestita di blu uscì dalla boscaglia. Ludwy spalancò gli
occhi: era la stessa che aveva visto portare la falsa pergamena!
-Vi ho trovato finalmente- disse lei
tirando fuori due pugnali –Mi hanno ordinato di uccidervi, e credo proprio che
lo farò volentieri!-
Scattò in avanti. Xander e Qampi si
prepararono a contrattaccare. Entrambi i ragazzi pararono abilmente i fendenti
della donna. Lei fece lo sgambetto a Xander, che
si ritrovò gambe all’aria e mentre stava
per affondare uno dei pugnali nelle sue carni, Qampi attaccò, facendole sfuggire
di mano il pugnale. Con un’abile mossa lanciò lontano anche l’altra arma e lei
rimase disarmata.
-Piccolo…- iniziò a dire, ma non finì mai
la frase perché Qampi le affondò il proprio pugnale nelle carni, facendola
accasciare in fin di vita. Le due ragazze chiusero gli occhi
-Perché l’hai uccisa?- chiese Ludwy
-Ha tentato di uccidere Xander, non l’hai
visto? E ci avrebbe riprovato se non l’avessi fermata-
“Questo non vuol dire essere autorizzati
ad uccidere qualcuno” pensò l’altro ragazzo rimettendo nel fodero la spada
-Grazie per avermi salvato la vita- disse
lui dando una pacca sulla spalla all’altro
-Di niente. In fondo siamo amici, no?-
Xander annuì piano, soprapensiero
-Si. Ora riprendiamo il cammino-
L’anziano bussò alla porta ed entrò nella
stanza. Lì, tra strani fluidi e oggetti vari, vi era Mihjod
-Alla fine l’hai mandata a morire per
nulla- disse lui rivolto al figlio
-Beh, in fondo sarebbe dovuta morire, no?-
-Ma perché hai voluto far capire al gruppo
che li stiamo seguendo?-
-Eh… Loro pensano che era stata lei a
farsi quasi scoprire all’inizio del viaggio…-
-Hai sviato i sospetti… Devo ammetterlo,
stavolta era un buon piano-
-Lo so padre…- L’uomo mischiò alcuni
liquidi fra loro e una nuvola di vapore dall’odore acre si alzò. –E quello era
solo l’inizio. Non arriveranno mai dal re! O almeno non tutti…-
-Guarda di non fare pazzie…- L’altro fece
un gesto con la mano
-Quella era stata provocata da fretta. Non
ricordi? Avevamo gli scagnozzi del re alle calcagna e stavano per scoprirci.
Anzi, quel generale sapeva già alcuni nomi…-
-Davvero?- chiese l’anziano –Non me
l’avevi mai detto-
-Per questo il figlio è così pericoloso…-
Alzò lo sguardo dall’esperimento e guardò fuori dalla finestrucola con sbarre
del seminterrato –Tra qualche settimana dovremo agire. La strada verso la
capitale si accorcia ad ogni minuto-
-Calma. La fretta non porta mai consiglio-
lo avvertì il padre
-E chi ha bisogno di consigli? Io so già
cosa fare da settimane-
“Non vedevi l’ora che ti dessi la
missione, vero?” pensò il Signore “Sei troppo irrequieto per i miei gusti,
figlio mio. Finirai male se non cambi…”
-Ora
ti lascio ai tuoi esperimenti- Detto questo, il vecchio uscì. Appena fu uscito
Mihjod estrasse da una scatola delle fialette e si rimise a perfezionare quello
speciale veleno che l’avrebbe portato a capo di tutto…
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Capitolo 7 *** Cap 7: Verso la capitale ***
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Capitolo VII
Verso la capitale
La meta si fa vicina…
E il
viaggio riprese…
Erano
rimasti sorpresi dall’arrivo della donna, ma se l’erano aspettato e in fondo si
erano messi loro in quell’avventura. Certo per Xander e Ludwy non era proprio
così…
Il
comportamento di Qampi aveva impressionato l’altro ragazzo per la freddezza con
cui aveva agito. Ma ormai era arrivato all’ossessione, e vedeva nemici ovunque;
solo Ludwy si salvava. In fondo aveva ragione a titubare su chiunque, in quella
situazione…
Stranamente, più si avvicinavano a Maila, più Xander si sentiva sollevato e con
la voglia di ridere a crepapelle; non sapeva neanche lui spiegarsi il motivo.
Poi accadeva spesso quando guardava Ludwy. Che se ne stesse innamorando?
Per alcuni
giorni furono costretti a fermarsi a causa della pioggia, e senza abbassare la
guardia, si permisero un attimo di riposo; erano in viaggio da due settimane e
ormai sapevano che li stavano seguendo e nulla sarebbe riuscito a fermarli per
il momento. Così, finalmente, si fermarono in una cittadina, Jaden, e presero
una stanza per qualche notte.
La pioggia
durò cinque giorni, nei quali si ripresero dalla fatica. Si rifornirono, e
Xander acquisì alcune informazioni e altre cartine della zona; gli altri si
godettero l’ozio del momento, anche se Ludwy…
La
ragazza, anche se non sembrava, soffriva ancora molto per la morte del padre,
anche se il saper di potersi vendicare la faceva stare un poco meglio; l’unico
cui aveva detto qualcosa riguardo al suo dolore era Xander, ma neanche a lui
aveva raccontato tutto. Quello che le dava più fastidio era che il padre era
scomparso, così, in un istante; odiava come non aveva mai fatto quell’uomo,
Mihjod, e quel vecchio, la donna morta, tutti. Dovevano soffrire come aveva
sofferto lei!
Ora si che
capiva ciò che provava Xander… Il dolore provato in quel momento, il non poter
far nulla… erano sensazioni orribili; senza contare che era tutta colpa di
quegli assassini… Oh si, sarebbe riuscita ad arrivare alla capitale e a portare
la pergamena al re anche a costo della vita!
Ma la
vendetta diventa spesso ossessione e alla fine fa più male che bene…
Finalmente
ripresero il viaggio. Il sole li accompagnava, portando calore e luce; di notte
il cielo era privo di nubi e le stelle brillavano come non mai.
Una notte,
però, accadde qualcosa di strano…
I quattro
stavano dormendo tranquilli, quando un crepitio fece esplodere qualcosa. Subito
Xander e Qampi balzarono in piedi, mentre Majorit, spaventata, rimase seduta. Un
cerchio di fuoco era apparso dove prima vi era il giaciglio di Ludwy
-Ludwy!-
esclamò Xander, ma la ragazza era scomparsa. Qualcuno l’aveva teletrasportata.
-Dov’è
finita?- chiese Majorit alzandosi
-Non ne ho
proprio idea…-
-Forse
sono stati i traditori…- disse Qampi. Xander lo prese per il colletto della
maglia
-E tu come
fai a saperlo?- chiese minaccioso
-Tranquillo- disse lui strattonandosi dalla presa di lui –L’ho solo supposto…-
-Ah ah…
solo supposto…- Una donna uscì alla boscaglia. I tre balzarono sorpresi: era la
stessa che Qampi credeva di aver ucciso giorni fa
-Sei
ancora viva?- esclamò sorpreso Qampi. Lei fece un sorriso cattivo
-Credevi
di avermi uccisa con così poco? No no Qampi, mi ero preparata- Gli altri due
guardarono il ragazzo. Come faceva la donna a sapere il suo nome? –Sapevo che
Mihjod mi avrebbe mandata a morire per coprirti le spalle, e perché avrei fatto
saltare tutto il piano-
-Ehi, come
sarebbe a dire che Mihjod ti ha mandata a morire per coprire le spalle a Qampi?-
chiese Xander
-Vi ha
traditi! Lui è una spia e ha inviato la tua amica mezzo-sangue nella base
nemica. Lui ha attuato l’incantesimo mentre dormivate tutti quanti!-
-Si può
sapere che stai dicendo?!- esclamò arrabbiato Qampi –Ti sei inventata tutto!-
-Lo credi
davvero? E voi due, gli credete? Tu, ragazzina? Tu, figlio del generale?- Li
fissò entrambi –Allora?- Xander fissò prima la donna, poi Qampi
-Non gli
crederai, vero?- disse il ragazzo guardandolo con gli occhi spalancati –Andiamo
Xander! Se fossi veramente un nemico avrei cercato di ostacolarvi! L’ho mai
fatto?- Majorit lo guardò colpita; aveva creduto alle sue parole, aveva
viaggiato con un assassino e traditore del re. Non c’era dubbio, la ragazza
credeva alle parole della donna, e anche Xander
-Non mi
fidavo di te fin dall’inizio- disse il ragazzo estraendo la spada del padre e
puntandogliela contro –e a quanto pare avrei fatto meglio a non portarti con
me!- La donna non cambiò espressione, ma nell’animo gioiva: era riuscita a far
saltare la copertura di Qampi, proprio come le aveva ordina Mihjod; non c’era
dubbio che così l’avrebbe perdonata per la falsa pergamena, l’aveva giurato, e
poi, quando avrebbe spodestato il padre… A quel pensiero le venne da sorridere,
ma si trattenne. Una volta tolto il padre di torno, Mihjod, il vero capo,
avrebbe preso in mano tutto e sarebbe sicuramente riuscito a mettere in pratica
il loro piano…
-Xander…-
cercò di dire l’accusato, poi si voltò verso Majorit che lo guardava quasi
stralunata –Anche tu le credi Majorit?-
-Qampi,
hai cercato di uccidere a sangue freddo una persona- rispose la ragazza
semplicemente –Un ragazzo comune non si sarebbe comportato così. Neppure Xander
che ha la sua vendetta ha fatto così…- Qampi cambiò espressione
-E così li
hai convinti Sarah…- disse Qampi –e non hai tutti i torti-
-Allora
sei veramente una spia!- esclamò Majorit
-Si e ho
spedito quella stupida ragazzina direttamente da Mihjod- Xander spalancò gli
occhi, furente –Cos’è quello sguardo, Xander? Non dirmi che ti dispiace…-
-Stupido
traditore- ringhiò furente a denti stretti, strinse la spada nella mano,
tenendola sempre puntata verso il ragazzo –Io ti…-
-Tu cosa?-
disse l’altro guardandolo dall’alto al basso –Cosa vorresti fare? Ormai è tardi,
non lo sai?-
La donna,
avendo sentito abbastanza, scomparve lasciando una nube nera alle sue spalle
-Ehi!-
esclamarono i due ragazzi all’unisono
-Ho
compiuto la mia missione- disse Sarah. Era dentro la stanza degli esperimenti di
Mihjod; lì, fluidi e strani oggetti colorati rappresentavano, insieme ai vari
focolari e a qualche libro, l’arredamento generale. Lui le fece segno di
seguirlo e la donna s’inoltrò tra le fila di tavoli
-Bene-
disse l’uomo guardandola –sapevo che ci saresti riuscita-
-Grazie
della fiducia-
-Adesso,
quando Qampi sarà tolto di mezzo, quello stupido del figlio del generale verrà
sicuramente a prendere la sua amica mezzo-sangue-
-Dov’è
lei? L’avete trovata?-
-Non
ancora, è un osso duro. Ma presto si ritroverà senza nulla di cui nutrirsi e
nelle peggiori delle ipotesi morirà di fame-
-Beh, farà
in ogni modo una brutta fine, no?- Lei fissò l’uomo soprapensiero –Mihjod?-
-Uh? Oh,
si, probabilmente…-
-Per il
veleno?- chiese Sarah cambiando argomento –Sei riuscito a perfezionarlo?-
-Si, e tra
poco il mio “caro” paparuccio si ritroverà morto…-
-Credi che
basti un trucchetto del genere per farmi fuori, figlio mio?- Mihjod si voltò
-Padre…-
-È giunto
il momento di regolare i conti…-
Xander e
Majorit, sbigottiti, continuavano a fissare Qampi. La notte era immobile e
lontano, una linea d’alba faceva iniziare il nuovo giorno.
-Vi siete
bloccati?- chiese il traditore guardandoli. Xander, sempre con la spada puntata,
non riusciva a distogliere lo sguardo.
-Tu…-
disse lui ancora sorpreso e infuriato –come hai potuto…-
-Ho potuto
eccome- disse l‘altro incrociando le braccia –E adesso potremmo smetterla di
fissarci e iniziare a fare qualcosa? Non so voi ma io mi muoverei per andare a
salvare la vostra amica…- Xander ridusse gli occhi a due fessure
-Dove si
trova?-
-Nella
base principale, non in quella della cittadina. È qui vicino alla capitale-
Majorit spostò lo sguardo su Xander
-Che
facciamo adesso?- gli chiese piano
-Ho una
gran voglia di sistemarlo…- ringhiò piano lui
-Anch’io
ma non possiamo combattere… o no?-
-Siamo nei
guai, Majorit. Se lo lasciamo andare non possiamo sapere cosa farà-
-Vuoi…
ucciderlo?-
-Majorit,
tu vai avanti, io ti raggiungo- I due si guardarono
-Così non
sei meglio di un assassino…-
-Majorit…
vai!- La ragazza corse via
-Hai
deciso di combattere?- chiese Qampi estraendo i due pugnali, che luccicarono
sotto la luce della vicina alba –Finalmente, non vedevo l’ora- Il ragazzo si
gettò all’attacco, brandendo le armi…
Dopo
mezz’ora…
Majorit si
era fermata ai margini del sentiero, e sedeva su un ceppo d’albero, aspettando.
Sapeva qual’era l’obbiettivo di Xander, ma solo il pensarci le faceva venire i
brividi.
Improvvisamente sentì un rumore di passi. Si alzò in piedi di scatto, non
sapendo chi l’aspettava. Un ragazzo si avvicinò: impugnava una spada
-Xander!-
esclamò lei correndogli incontro. Lui le sorrise; era ridotto male: aveva dei
graffi su tutto il corpo e un taglio sulla fronte
-Xander,
ti senti bene?- gli chiese. Il ragazzo annuì piano. Majorit lo fece sedere e,
preoccupata, guardò le ferite –Ne sei sicuro?-
-Ti ho
detto di si- disse lui facendo un gesto evasivo con la mano –Ho solo bisogno di
riposare un po’…-
-E…
Qampi?- Xander si alzò
-Andiamo…-
-Xander!-
Majorit balzò in piedi –Mi vuoi rispondere? L’hai davvero ucciso?-
-Majorit-
disse il ragazzo guardandola –non l’ho ucciso, te lo giuro. Ma ora andiamocene
di qui, ti prego-
-Ma allora
che fine ha fatto?-
-Non lo
so… se n’è andato, ma non so dove. Era ridotto male ed è fuggito. Non so se
sopravvivrà, era ferito gravemente. Vuoi sapere qualcos’altro?- Lei rimase in
silenzio –Bene, andiamo a salvare Ludwy-
-Sei messo
male, prima devi almeno curarti. Ci penserò io se me lo permetti-
-Fai come
vuoi…-
Ludwy si
risvegliò in una piccola stanza, sdraiata sopra delle coperte. Le finestre e la
porta d’entrata erano sbarrate e questo non migliorava lo stato in cui era.
L’ultima cosa che si ricordava, prima di svenire, era un gran botto e tanta
gente vestita di blu intorno a lei; del luogo non ne sapeva nulla. Si alzò in
piedi a fatica; si sentiva le gambe indolenzite e deboli, per non parlare della
testa che le incominciò a girare
“Dove mi
trovo?” pensò Ludwy cercando di ricordare l’ambiente, ma le pareti di pietra e
la finestra e la porta sbarrata non l’aiutavano per niente. I ricordi le
balzarono nella mente. Certo, si era risvegliata in un posto pieno di gente
vestita di blu che la cercavano; per un certo tempo aveva cercato di
nascondersi, ma alla fine l’avevano trovata…
Qualcuno
aprì la porta ed entrò
-Chi sei?-
chiese immediatamente la ragazza, spaventata
-Tranquilla…- disse la voce di un uomo completamente coperto da una tunica con
cappuccio blu –sei tenuta prigioniera nel nostro quartier generale-
-Chi mi ha
portata qui?-
-È stato
Qampi, per volere dello shonka1
Mihjod-
-Qampi?!-
La ragazza lo fissò sbalordita –Ma… è impossibile!-
-Era lui
la spia- disse semplicemente l’incappucciato –Lo shonka mi ha ordinato,
una volta catturata, di dirti tutto-
-Quindi
anche Qampi è un traditore…-
-Esatto-
La rabbia le fece ribollire il sangue. E pensare che si era finto suo amico,
l’aveva creduto vicino dopo l’incendio, e tutto il resto… invece era anche lui
dalla parte di coloro che avevano distrutto la famiglia di Xander e ora anche la
sua.
Cercò di
calmarsi, ma era molto difficile
-Tieni-
disse l’altro appoggiando per terra un vassoio con dentro del cibo –Shonka
Mihjod ti vuole viva ancora per un po’…-
“Mi
vogliono usare come esca per Xander e Majorit!” pensò in un lampo lei “Non posso
permetterlo!”
L’uomo
fece per uscire, girando le spalle alla ragazza soprapensiero. Improvvisamente
la ragazza gli balzò al collo stringendo con tutte le sue forze, finché non
cadde svenuto per terra. Ludwy, sorpresa dall’azione appena compiuta tolse la
veste all’uomo e, sistemandosela, l’indossò; corse fuori dalla stanza,
chiudendola alle sue spalle. Quando l’uomo si fosse svegliato, quello l’avrebbe
fermato per un po’…
1
shonka:
è l’espressione usata per identificare i figli del Signore in carica dei
traditori, cioè i principi; dato che nella gilda non esistono re e principi,
usano questo vocabolo. Con questo nome lo chiamano solo i più in basso nella
scala delle importanze del gruppo. Ad esempio, Sarah (sua “socia”) e il
padre non lo chiamano così.
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Capitolo 8 *** Cap 8: Quartier generale ***
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Capitolo VIII
QUARIER GENERALE
Salvataggio e fuga.
Capitale
-E così
volevi uccidermi, figlio mio- disse l’anziano fissando Mihjod –Sapevo che
saresti finito male, col comportamento di questi giorni- Estrasse una spada. Il
figlio lo fissò altezzoso
-Mi vuoi
sfidare? Non sei un po’ troppo vecchio?- disse l’altro. Sarah, prevedendo che la
situazione si sarebbe messa male, fece per scappare
-Ferma tu-
disse il Signore lanciandole contro la spada, che la centrò in pieno petto. Lei
cadde sanguinante al suolo con un gemito, poi chiuse gli occhi per non riaprirli
mai più
-Oh- fece
lui con una faccia falsamente dispiaciuta –l’hai uccisa… Adesso chi ti salva?-
-Tranquillo, figlio mio, so proteggermi da solo-
Mihjod
estrasse a sua volta una spada.
-Che la
sfida cominci, allora- Le spade si sfiorarono per tre volte, prima che il figlio
partisse all’attacco, fendendo l’aria…
Majorit e
Xander attraversarono in tutta fretta la strada che li separava dalla base
nemica; fortunatamente per loro non era troppo distante. Arrivati, si
appiattirono contro i tronchi degli alberi, cercando di non farsi vedere. Niente
sembrava interrompere la quiete lì intorno; nessuno, poi, era di guardia
-Xander-
disse la ragazza a voce bassissima –non c’è nessuno. Che sia una trappola?-
-Lo temo
anch’io- rispose allo stesso volume l’altra –Ma dobbiamo entrare comunque.
Andiamo-
Silenziosi, si fecero avanti albero dopo albero, cercando di captare ogni
rumore. Finalmente arrivarono all’ingresso di una grotta. Anche lì non vi era
nessuno. I due, guardandosi, annuirono e si addentrarono all’interno.
Subito
l’oscurità li ricoprì, anche se poco dopo delle torce si accesero come per
magia. Il corridoio era lungo e rettilineo, privo di nascondigli o di sporgenze;
ma, come prima, era completamente vuoto.
Avanzando,
i due sentirono alcuni suoni di tonfi e scricchiolii, ma nulla di questo si
avvicinava a loro; sembrava quasi che ci fosse una rissa fra la gilda stessa o
forse…
Xander si
bloccò. Majorit lo guardò interrogativamente
-Forse
tutta questa confusione è dovuta al fatto che stanno cercando Ludwy!- disse
sottovoce lui. L’altra spalancò gli occhi e annuì –Muoviamoci-
Camminarono in fretta, finché non giunsero davanti alla porta principale, in
pesante metallo; la spinsero e, con un basso cigolio, il portone si aprì per uno
spiraglio. All’interno tutto era in disordine e gente vestita di blu si
scontrava, combattendo
-Ma che
cosa stanno facendo?- chiese Majorit confusa
-Non lo so
ma ci stanno aiutando. Andiamo…- rispose Xander. I due scesero piano e cercando
di non farsi vedere, dal piccolo piano rialzato rispetto alla sala. Corsero
verso un’altra porta e miracolosamente nessuno li notò; in fondo, tutti erano
occupati a combattere.
I due
entrarono in un corridoio fiocamente illuminato da una decine di torce
posizionate lontane le une dalle altre; tra gli spazi vi erano quasi sempre
delle porte. I ragazzi proseguirono, incerti sul da farsi. Molto probabilmente
avevano delle prigioni dove rinchiudevano le persone catturate, e di sicuro si
trovavano lì, visto che era l’unica porta nell’ingresso principale. Xander aveva
proposto di provare ad avanzare, magari avrebbero trovato dei sotterranei.
Il
corridoio, come quello d’ingresso era vuoto. Avanzando, nessun rumore
particolare li raggiungeva quando, da una stanza, giunsero rumori di spade che
sbattevano. I due proseguirono nel silenzio totale, sperando che i combattenti
non uscissero.
Ad un
tratto scorsero una persona completamente incappucciata di blu avanzare per il
corridoio; era un ragazzino, a giudicare dall’altezza, anche se portava in bella
vista una sciabola. Il nemico teneva lo sguardo verso il pavimento e non si
accorse subito dei due, finché Xander non gli piombò addosso puntandogli la
spada alla gola
-Xander!-
esclamò la voce di una ragazza, dall’interno del cappuccio. Lei annaspò per
togliersi il cappuccio dalla testa; quando, finalmente ci riuscì, Xander sgranò
gli occhi dalla sorpresa
-Ludwy!-
Le tolse la spada dalla gola –Sei tu?-
-Certo!-
disse lei prendendo la mano del ragazzo per alzarsi –Siete venuti a liberarmi,
lo sapevo. Eppure io mi aspettavo una trappola per voi. Ho saputo che Qampi era
una spia- Riprese fiato –Ma andiamocene ora. Dai rumori sembra sia in atto una
sorta di lotta all’interno della gilda- Gli altri due annuirono
Corsero
lungo il corridoio, quando da una porta uscirono, mentre combattevano, Mihjod e
il Signore. L’uomo e Xander si fissarono per un istante
-Mihjod…-
esclamò il ragazzo riducendo gli occhi a due fessure
-Il figlio
del generale…- disse l’altro fissandolo. Poi vide Ludwy libera e, con uno scatto
spinse via il padre.
Ludwy e
Majorit presero per le braccia il ragazzo, spingendolo via.
-Fermatevi!- esclamò l’uomo rincorrendoli. I tre giunsero nel salone principale;
tutti li videro e, come un’onda, iniziarono a rincorrerli. Xander estrasse la
spada e, menando fendenti per allontanare i nemici, avanzarono tra la calca di
gente. Quando arrivarono alla porta principale si gettarono di corsa nel
corridoio di pietra e, correndo come pazzi, seminarono la folla omicida
-Gambe!-
esclamò Ludwy, togliendosi la veste blu e buttandola addosso ad uno dei
traditori più vicini; questi, improvvisamente cieco, si bloccò in mezzo alla
strada, facendo cadere una decina di persone dietro di lui, che a loro volta,
per non cadere, si aggrapparono a quelle di lato. In poche parole, la ragazza
creò un ingorgo tale da tenerli fermi per alcuni minuti. Quando finalmente i
traditori riuscirono a riprendere la corsa, i ragazzi si erano inoltrati nella
boscaglia, diretti a Maila, ormai molto vicina
-Stupidi!-
urlò furente Mihjod rivolto al resto della gilda –Vi siete fatti sfuggire un
gruppo di ragazzini!
-Noi non
prendiamo più ordini da te!- esclamò uno, dalla parte del Signore –Hai tradito
il Signore!-
-Ma lo
volete capire che in questo momento ci stiamo rimettendo tutti?! Se quei
ragazzini riescono ad arrivare a Maila e a consegnare la pergamena al re per noi
è finita!- Tutti si zittirono –Siete disposti a sentirmi ora?-
Quando
furono sicuri di non aver più nessuno alle calcagna, Xander, Ludwy e Majorit si
fermarono, esausti; avevano corso giù per un pendio, facendo lo slalom in mezzo
agli alberi
-Ce
l’abbiamo fatta?- chiese ansimando Majorit
-Si…-
mormorò stanca Ludwy, buttandosi praticamente per terra dalla spossatezza
-Non
abbiamo molto tempo per fermarci a riposare- fece notare Xander, mettendosi
seduto per terra
-Non fare
l’antipatico…- disse l’altra. Majorit guardò Ludwy
-Ha
ragione- disse lei –Inoltre abbiamo abbandonato tutte le provviste. Quindi prima
arriviamo meglio è-
-T-tutte
le provviste?!- La ragazza balzò in piedi –Ma siete matti?! E adesso come
facciamo? La capitale sarà lontanissima e…-
-Ludwy…-
disse il ragazzo indicandole un punto all’orizzonte. Là, una città con grandi
palazzi sorgeva in mezzo a strade e vegetazione rada -è quella la capitale-
-Che ti
avevo detto?- disse Ludwy emozionata, scattando in piedi –La capitale è a due
passi da noi!- Gli altri due si fissarono, poi scoppiarono a ridere. L’altra si
mise a ridere con loro, felice di essere con i suoi amici.
Dopo
qualche minuto ripresero il cammino. Per loro sfortuna, la strada da quella
parte era molto accidentale e piena di salite e discese, senza contare che un
fiume molto largo li divideva dalla capitale; certo, vi era un ponte, ma non
aveva l’aspetto d’essere sicuro…
-Io non
passo per quel ponte- disse Ludwy incrociando le braccia
-Siamo
costretti- le disse per l’ennesima volta Xander -o preferisci farti prendere dai
traditori?-
-Lo so che
siamo costretti, ma…- disse agitando le braccia lei
-Andiamo-
disse Majorit prendendola per mano e accompagnandola
-Ho
paura…- miagolò Ludwy
-Cosa sono
costretto a vedere…- mormorò il ragazzo sospirando –Una che non ha paura a
vedere un branco di assassini ma trema davanti ad un ponte…-
-Zitto e
non prendermi in giro!- esclamò l’interessata, aggrappata alla schiena di
Majorit
-Dai
Ludwy, un passo per volta…- si disse la ragazza, sempre aggrappata all’altra
–Ehi!- Si voltò verso l’altro –Perché tu non vieni?-
-Perché ho
paura…- la scimmiottò lui.
Dopo un
minuto…
-Vai
avanti…- disse fra i denti Ludwy, arrabbiata. Davanti a lei c’era Xander con un
bernoccolo in testa, dovuto al pugno della ragazza
-Violenta…- borbottò lui
-Che hai
detto?!- ringhiò l’altra
-Nulla-
-Smettetela ragazzi- disse Majorit, sorridendo –siamo quasi arrivati-
Alla fine
del ponte, la strada continuava, ma ormai l’ingresso alla città era davanti a
loro. In poco tempo entrarono dentro Maila, la capitale
Essa era a
dir poco fantastica; le case erano tutte vicino alle mura d’ingresso, belle e
luminose, le strade erano larghe e spaziose, a scacchiera circolare. Al centro
si alzava in palazzo reale, bianco e quasi argentato, con gli alti pinnacoli e
le bandiere al vento.
Ludwy e
Majorit, che non avevano mai visto la capitale dal vivo, rimasero sbalordite.
Sui davanzali delle abitazioni dei fiori argentati e blu davano una strana e
spettacolare sfumatura marina al bianco stentoreo dell’ambiente; nei giardini vi
erano visi i bambini che giocavano tranquilli e alberi blu notte e blu mare
carichi di piccoli frutti e fiori oro
-Bellissimo…- dissero affascinate, all’unisono. Si diressero verso il palazzo. I
negozianti erano dappertutto e la gente camminava serena per le strade; ogni
tanto passavano delle guardie, che venivano salutate cordialmente dalla gente.
-Ehm,
Xander?- disse ad un tratto Majorit, colpita da un pensiero –Come facciamo ad
entrare? Non credo che tre ragazzi possano arrivare al cospetto del re…-
-Tranquilla, a questo ci penso io- disse il ragazzo –Tra le guardie conosco
molta gente, e se mi riconosceranno ci faranno entrare di sicuro-
Qualche
ora dopo…
-Come
sarebbe a dire che non posso entrare?!?!- esclamò furente Xander rivolto alle
guardie di turno davanti il palazzo reale -È un’emergenza, lo volete capire??-
-Xander…-
dissero le altre cercando di calmarlo –ascia perdere-
-Come
sarebbe a dire “lascia perdere”?!?! Non posso e non voglio lasciar perdere!! Ma
guarda se adesso non posso più neanche entrare!!-
-Per
fortuna che conoscevi gente, eh?- disse Ludwy incrociando le braccia
-Cos’è
tutto questo baccano?- esclamò una voce dall’interno. Un uomo uscì dall’interno
del palazzo
-Sono loro
la causa, generale…- disse una delle guardie. –Tre ragazzi che dicono d’aver
un’informazione importantissima per il re-
-Senza
contare che il ragazzo disse di essere il figlio del generale…- disse l’altro
-Ex-generale, EX-GENERALE!!- scandì Xander abbastanza infuriato
L’uomo lo
guardò e sgranò gli occhi
-Xander?-
disse sorpreso. Il ragazzo lo fissò senza riconoscerlo, poi sgranò gli occhi a
sua volta
-Almair!-
esclamò il ragazzo sorpreso –Non ti avevo riconosciuto!-
-Allora
sei vivo! Tutti ti avevano dato per disperso alla morte della tua famiglia-
disse l’altro
-Sono
dovuto fuggire, ma adesso sono nei guai. A proposito, non ti ho presentato le
due mie compagne: Ludwy e Majorit. Lui è Almair, vecchio amico di mio padre e
suo ex braccio destro-
-Incantato- rispose l’uomo facendo un piccolo inchino davanti alle due,
facendole arrossire -Ma ora entrate, sarete stanchi per il lungo viaggio, e a
quanto mi risulta avete qualche novità importanti…-
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Capitolo 9 *** Cap 9: La pergamena ***
Nuova pagina 1
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Color:
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Capitolo IX
La pergamena
Piccola lotta…
“amichevole”…
I tre
ragazzi seguirono Almair all’interno del palazzo reale.
Tutte le
dicerie sentite a Guya, il paese di Ludwy e Majorit, non erano abbastanza per
descrivere lo splendore che regnava all’interno del palazzo stesso. L’ingresso
era enorme, con ai lati colonne di marmo bianco che formavano delle volte a
crociera enormi; i muri erano bianchi e vi erano incastonate delle finestre con
un arco a tutto tondo nella parte alta. Il pavimento era di marmo bianco, con
nel passaggio principale, pietre di un blu intenso, che Ludwy identificò come
lapislazzuli, al posto del tappeto.
La forma
del palazzo era a cerchio, con all’inizio un pezzo rettangolare (l’ingresso).
Seguendo il percorso di lapislazzuli arrivarono davanti a due muri che si
avvicinavano, con un portone nel loro incrocio fatto totalmente d’argento;
all’interno vi era una stanza con al centro una scala che sembrava di cristallo
blu; nel perimetro circolare, vi erano delle porte più piccole rispetto al
portone, sempre in argento, che portavano a stanze secondarie.
Il gruppo
salì la scala, che percorreva la torre principale dell’edificio imponente. Dopo
una quarantina di gradini (la scala era attaccata per un lato al muro e saliva
in una chiocciola molto larga), giunsero al secondo piano, da cui, per mezzo di
enormi vetrate di vetro blu molto chiaro, si poteva godere di un panorama della
città mozzafiato. Quel piano era l’inizio degli appartamenti reali: lì vi erano
la sala del trono imponente, perché formata dalle due torri collegate da una
serie di ponti sospesi grazie ad archi rampanti, la stanza da ballo, la
biblioteca e molte altre; molte stanze erano nella torre parallela a quella in
cui si trovavano, e molti ponti collegavano le due torri, senza contare che la
torre gemella era raggiungibile solo attraverso quei ponti. Anche per questo, le
due torri sembravano un tutt’uno da lontano.
Almair li
condusse nella torre gemella; per raggiungere la sala del trono era necessario
andare nell’altra torre e salire una decina di scalini per arrivare alla sala
del trono. Il ponte, essendo ad un’alta altezza, era coperto da vetrate
trasparenti, sorrette da colonne di ferro bianco, attaccate alla ringhiera dello
stesso materiale e colore.
Ludwy si
bloccò per alcuni istanti, incantata dal paesaggio sottostante: le case erano
piccole da lassù, per non parlare del groviglio colorato degli alberi e della
foresta che avevano attraversato; visto da così in alto il fiume sembrava un
semplice ruscello
“Certo che
da quassù si vede proprio tutto” pensò la ragazza raggiungendo il gruppo.
Salita la
rampa di scale, Almair bussò ai battenti della sala del trono. Il re era già
stato avvisato da un maggiordomo, arrivato prima di loro grazie al
teletrasporto, usato solo per esigenze veramente importanti, come guerre,
pericoli imminenti e informazioni simili. Il portone d’argento, con le
decorazioni di fiori d’oro, si aprì grazie a due guardie all’interno. Mentre
salivano, Xander aveva spiegato la situazione ad Almair, ed egli, sorpreso,
aveva ascoltato senza dire una parola.
La sala
del trono era solenne e molto alta; aveva una forma quasi ovale, ed era simile
all’ingresso. L’unica grande differenza stava nelle decorazioni: le pareti, fra
una grande vetrata e l’altra, erano coperte da arazzi rappresentanti gesta
eroiche mitologiche e cavaliere. Il pavimento era totalmente in lapislazzuli,
con alcune parti in agata gialla e marmo bianco. In fondo alla sala vi era un
trono in ossidiana, ricoperto d’argento, faceva un effetto molto spettacolare e
strano; lì sopra, un uomo sull’ormai mezz’età: era il re
-Maestà-
disse il generale, inchinandosi davanti al re, seguito dai tre ragazzi –vi porto
notizie importanti-
-Parla
pure, generale Almair- disse il re, facendo un gesto con la mano.
-È meglio
se sia lui a narrarvi tutto, Maestà- disse indicando Xander
-Bene-
Xander si fece avanti –Qual è il tuo nome-
-Xander
Gaier- rispose facendo un profondo inchino. Il re annuì
-Il nome
non mi è nuovo- disse sua Maestà –Parla-
Il ragazzo
fece un silenzioso e profondo respiro, ed iniziò la lunga spiegazione; il re
rimase impassibile per tutto il tempo, pensando ed ascoltando. Quando ebbe
finito, sua Maestà non proferì parola
-E la
pergamena originale- disse infine l’uomo –come mai ce l’hai tu?-
-Mio
padre, l’ex generale, l’aveva in custodia, ma poi è stato ucciso e me l’ha
affidata. Sono stato costretto a fuggire, o mi avrebbero trovato-
-Ma i nomi
dei traditori, chi li ha aggiunti?- chiese il re.
-Questo
non lo so…-
-Forse
vostro padre- mormorò pensoso sua Maestà. A Xander venne una folgorazione.
Certo! Era stato suo padre a scrivere i nomi dei traditori! Per questo erano
venuti ad ucciderli, solo che il padre non aveva fatto in tempo ad avvertirlo
perché era morto prima… E poi la sua fuga disperata alla ricerca di un luogo
sicuro… l’odio e la rabbia l’avevano accecato, non facendolo ragionare…
-Comunque consegnami la pergamena, le guardie penseranno a scovare i traditori.
Ora andate a riposarvi. Una guardia vi condurrà nelle vostre stanze- I ragazzi
uscirono dalla grande sala
-Almair,
secondo voi ha mentito?- chiese il re. Pensoso, l’altro fece segno di no
-Non
credo. Inoltre hanno la pergamena e sembra tremendamente originale; poi il
ragazzo assomiglia a suo padre…-
-Senza
contare che io stesso avevo ordinato all’ex-generale d’indagare su questi
presunti traditori…-
-Maestà!-
Un messaggero entrò nella sala di corsa, facendo un veloce inchino –Un gruppo di
persone armate sta facendo irruzione nella città! Riescono ad usare anche la
magia e possiedono strani veleni e oggetti-
-Alchimisti…- disse Almair guardando il messaggero
-Almair,
ordina di bloccare l’armata. Se è come penso, molto probabilmente si tratta di
quei traditori…-
-Bene- Il
generale fece cinque passi senza voltarsi, poi si voltò ed uscì di corsa verso
la caserma; ma fuori dalla sala incontrò Xander, con Majorit e Ludwy dietro di
lui che arrivavano correndo dal ponte sospeso
-Mi
credete ora?- chiese incrociando le braccia –Mihjod e il suo seguito stanno
arrivando per la pergamena-
-Mihjod?
Quel Mihjod?- chiese sorpreso Almair
-Si,
proprio il figlio del Consigliere Lydos. Il consigliere è quello che comanda la
gilda, anche se, da quello che ho visto l’ultima volta, i due stavano
combattendo per il primo posto…-
-Una falda
nel gruppo-
-Questo
potrebbe aiutarci a fermarli…-
-Aiutarci??
No no, il campo di battaglia non è un posto per ragazzini- Xander si mise le
mani sui fianchi
-Io non
sono un ragazzino, so come muovermi, sono penetrato nella base nemica è ho
potuto vedere ciò che bolliva in quel posto; so persino che tipo di alchimia
usano- L’uomo fece un sorriso furbo, poi mise una mano sulla testa del ragazzo
-Sei
uguale a tuo padre. Sei proprio degno di essere suo figlio- L’altro ricambiò il
sorriso
-Devo
prenderlo come un complimento?-
-Non
saprei…-
Ludwy
osservava dal ponte sospeso l’avanzare distruttivo dell’esercito di Mihjod e del
Consigliere Lydos. La gente era stata avvertita, e tutti si trovavano dalla
parte opposta della città con le cose più preziose che possedevano. Majorit era
accanto a lei: per ordine di Xander nessuna delle due poteva uscire dal palazzo
reale. Naturalmente l’intrepido figlio dell’ex-generale aveva insistito per
poter partecipare anche lui alla lotta, così da poter vendicare finalmente la
propria famiglia. Inoltre aveva un piano.
Le due
ragazze videro le guardie reali nascoste dietro un’abitazione imponente, con
contro-incantesimi in fialette per contrastare l’alchimia del nemico; tutto
stava andando come aveva previsto il ragazzo… Eppure Ludwy era contrariata.
Certo, lei non sapeva combattere, ma voleva vendicarsi per la morte del padre!
Era combattuta tra l’obbedire a Xander e lo scendere a combattere; Majorit, dal
canto suo, preferiva di gran lunga rimanere lassù, lontana dal pericolo…
Finalmente, le guardie reali sbucarono dal loro nascondiglio e la battaglia
iniziò. Le grida si alzarono e le fialette iniziarono a volare, mentre il rumore
dell’acciaio contro l’acciaio scalpitava nell’aria; i corpi iniziarono a colpire
e ad essere colpiti, il sangue iniziò a dilaniare il terreno candido. Non stava
andando proprio come aveva previsto Xander… Qualche guardia era già caduta,
mentre altre si tenevano le ferite, ma anche sull’altro fronte era quasi la
stessa cosa. All’improvviso i traditori si divisero e scomparvero nelle viuzze
accanto a loro, lasciando le guardie spiazzate
-Non
fatevi accerchiare!- esclamò Almair alzando la spada al cielo –Verso il
palazzo!-
Non era
difficile da capire dove volevano arrivare i nemici, e dall’alto le due ragazze
vedevano gli uomini della gilda avvicinarsi alle torri sempre più velocemente
-Accidenti!- esclamò Ludwy –Se non troviamo un modo per fermarli entreranno!-
Majorit la fissò preoccupata, poi sorrise
-Ho
un’idea- disse prendendole la mano –Seguimi!-
Le due
corsero a perdifiato giù per le scale, mentre Majorit le spiegava il piano. Era
rischioso metterlo in atto, ma era l’unico modo per dare il tempo al gruppo
alleato di arrivare… Si fermarono per alcuni istanti nella caserma, alla ricerca
di fialette contro-incantesimo
Le due si
appostarono davanti al portone d’ingresso, e iniziarono a posizionare davanti
all’ingresso alcune fialette, legate insieme da un po’ di polvere da sparo. In
poco tempo, gran parte del gruppo nemico era davanti a loro
-Non osate
fare un passo di più- esclamò Ludwy, cercando di mantenere la voce ferma –o farò
esplodere tutti voi! Vi è chiaro?!-
-Cosa
credi di fare, ragazzina?- chiese uno avvicinandosi, seguito da altri sei.
Majorit accese un fiammifero e lo fece cadere sulla polvere da sparo. In fretta,
le due ragazze si ripararono e tutte le fialette posizionate esplosero addosso
agli uomini, che iniziarono a strillare con gli abiti completamente in fiamme.
-Piccole
insolenti…- ringhiò un uomo, avvicinandosi. Senza farsi scoraggiare, le ragazze
iniziarono a gettare le fialette rimaste su chi tentava di avvicinarsi, ma alla
fine finirono e in piedi erano rimasti ancora Mihjod e una quindicina di
persone, composte da chi si era rialzato quando aveva finito l’effetto delle
fialette e da chi non era stato affatto colpito.
-Che
farete ora, ragazzine?- chiese Mihjod incrociando le braccia infuriato
–Uccidetele!- Ludwy e Majorit estrassero due spade, prese nella caserma, e si
prepararono a ripararsi alla bell’e meglio sotto gli attacchi nemici
-Questo te
lo scordi!- esclamò una voce alle spalle dell’uomo
-Xander!-
esclamarono le due contente. Con la spada sguainata, colpì due uomini che
tentavano di fermarlo
-Vi avevo
detto di rimanere dentro!- disse Xander rivolto alle due
-Ma
sarebbero entrati!- si difesero. Alle spalle del ragazzo apparve il resto delle
guardie, capitanate da Almair
-Non
fateli entrare!- esclamò il generale.
-Fossi in
te fermerei i tuoi uomini…- disse Mihjod –o farò del male a queste due ragazze.
Non riuscirete a proteggerle, dovreste uccidere tutti i miei uomini, compreso
me- Xander si morse il labbro: aveva ragione. Le due si guardarono poi, come una
sola persona, spinsero giù dalle gradinate tutti quelli troppo vicini con un
calcio, e corsero dentro il palazzo chiudendo il portone in faccia ai primi che
tentavano di rincorrerle. Mihjod si fece avanti e, aiutato da alcuni uomini
sfondò il portone, facendo in tempo a vedere con la coda dell’occhio, grazie
alla porta spalancata, le due ragazze che salivano le scale. L’uomo entrò per
rincorrerle, mentre tutti gli altri bloccarono le guardie
“Accidenti!” pensò Xander mollando fendenti a destra e a sinistra, cercando di
farsi strada fra la gente “Ludwy! Majorit!”
Le due
ragazze corsero su per le scale, mentre sotto di loro potevano scorgere Mihjod
che si avvicinava a loro sempre più. Arrivarono al secondo piano, negli
appartamenti reali. Ludwy gettò un vaso, sopra un piedistallo lì vicino, verso
le scale, per rallentare la corsa dell’uomo. Corsero verso la torre gemella,
attraversando uno dei tanti ponti
-Correte
pure, tanto vi prenderò!- esclamò l’altro dalle scale, facendo due gradini alla
volta.
-Ludwy,
dove stiamo andando?- chiese ansimando stanca Majorit
-Stiamo
salendo in cima… alla torre gemella- rispose l’altra –Ho paura che rimarremo
bloccate lassù se non riusciamo a bloccarlo definitivamente!-
-Ma chi me
l’ha fatto fare di avere un’idea così stupida!!- esclamò correndo su per
un’altra rampa di scale. Dietro di loro Mihjod era sempre più vicino. Alla fine
l’uomo prese Majorit per i capelli e la strattonò accanto a lui
-Majorit!- esclamò Ludwy fermandosi
-Ahh!!-
urlò la ragazza mentre l’uomo le feriva il braccio e il fianco, e la buttava giù
per le scale. Rotolando per una decina di gradini, alla fine, fortunatamente,
lei riuscì ad aggrapparsi alla ringhiera col braccio sano
-Scappa
giù Majorit!- disse Ludwy rincominciando a correre. L’altra ubbidì, e scese.
L’altro seguì Ludwy che, col fiatone, tentava di tenerlo lontano; alla fine la
ragazza sbucò su uno spiazzo con un tetto fatto da una volta a crociera: era
arrivata in cima. Il tutto ricordava molto la cima di un campanile, se non fosse
stato per lo spiazzo che collegava le due torri e l’assenza di campane
-Ora sei
in trappola…- disse Mihjod -…e non ti andrà bene come a quella mocciosetta. Tu
farai un bel volo giù dalla torre…-
Lei,
mordendosi il labbro spaventata, indietreggiò, finché non toccò il bordo in
pietra bianca
-Addio…-
L’uomo si avvicinò. Ludwy estrasse la spada, ma l’altro, con un semplice tiro
della propria, gliela tolse di mano –Quello non è un gioco per bambini,
ragazzina-
La prese
per il collo, e la tirò su mentre lei si dimenava come una forsennata
-Fermati!-
esclamò Xander alle sue spalle; aveva dei tagli sulle braccia e un graffio sulla
fronte, mentre le ferite del combattimento con Qampi si erano riaperte. L’altra,
approfittando del momento di distrazione dell’uomo, gli morse la mano,
costringendolo a mollare la presa. Lei, libera, corse dietro a Xander
-Vai via,
Ludwy- gli disse lui dolcemente
-E… e tu?-
chiese ancora scossa. I loro sguardi s’incrociarono per qualche secondo, i loro
cuori palpitarono all’unisono… e le parole non furono più necessarie
-Vai- Lei
scosse la testa con forza
-Voglio
rimanere qui con te-
-Ma… non
fare la testarda! Vattene!- La ragazza, anche se di malavoglia, corse via.
–E così
siamo rimasti solo noi due- disse Mihjod con la spada puntata contro il ragazzo
-Finalmente regoleremo i conti…- rispose il ragazzo nella stessa posizione
dell’altro. I due partirono all’attacco. Fin da subito Xander si dimostrò in
difficoltà: era ferito e meno forte dell’altro. Le spade s’incrociarono, i colpi
dell’uomo erano violenti e spietati, ma il ragazzo riuscì a pararli tutti.
Mihjod lanciò un fendente molto violento, che colpì l’altro alla spalla,
facendolo indietreggiare; alla fine il ragazzo riuscì a mandare un attacco che
colpì l’altro sul fianco. Il sangue del taglio, abbastanza profondo, iniziò a
scendere e a macchiare la veste dell’uomo, che non se ne degnò neppure, come se
fosse stato un semplice graffietto; ma Xander non si arrese e iniziò a lanciare
i colpi quasi alla cieca, colpendolo al braccio destro, quello con cui usava la
spada, e una guancia
-Sei agile
per essere un ragazzino…- disse l’uomo indietreggiando un poco
-Mi sono
allenato per anni solo per batterti e vendicarmi!- esclamò con occhi di fuoco
lui –Non ho intenzione di perdere!-
Ludwy, che
non se n’era andata ed era rimasta sulle scale ad osservare si sentì una sorta
di vuoto dentro. Il ragazzo partì all’attacco e colpì l’uomo ad una gamba,
facendolo cadere per terra; lui gli puntò la spada al collo
-Addio-
ringhiò il ragazzo
-NO!-
esclamò Ludwy sbucando dalle scale e mettendosi davanti all’amico –Se lo
ucciderai non sarai meglio di lui! Non farlo Xander…- Davanti agli occhi
supplicanti della ragazza, lui abbassò la spada
-Hai
ragione-
-Grazie
ragazzina!- disse l’altro alzandosi e colpendola con la spada al fianco,
facendola cadere di lato. La spada penetrò nelle carni in profondità e per poco
non la uccise
-Ludwy-
esclamò il ragazzo sgranando gli occhi, poi fissò furente l’uomo –Tu hai osato
colpirla quando ti stava proteggendo…-
-Non mi
serviva la sua compassione, e nemmeno le sue lezioncine sull’onore. Nessuno
gliel’aveva chiesto-
-Maledetto…- ringhiò a denti stretti puntandogli contro la spada. Da dietro le
spalle del ragazzo spuntarono Almair e cinque guardie, che accerchiarono l’uomo
-Ci
pensiamo noi a lui- disse il generale –tu pensa alla tua amica-
Lui
s’inginocchiò accanto alla ragazza, che si teneva la mano sul fianco sanguinante
-Ludwy…-
disse Xander scostandole delle ciocche di capelli dalla fronte sudata –Perché lo
hai fatto…-
-Non
volevo che ti macchiassi di un’azione così brutta solo per vendicarsi. Anch’io
avevo pensato che ucciderlo sarebbe stata la punizione adatta per la mia
vendetta, ma poi ho capito che se l’avessi fatto non sarei stata meglio di
quell’assassino…- Strinse gli occhi, dolorante
-Ludwy!-
-Xander…-
mormorò lei –avvicinati… un attimo… Avvicina…- Senza più riuscire a parlare fece
gesto di avvicinarsi al ragazzo. Lui avvicinò il viso e lei, nel suo ultimo atto
prima di svenire, lo baciò sulle labbra
-Ti amo…-
mormorò la ragazza, poi svenne, lasciando uno Xander sbalordito
-Non mi
avrete mai!- esclamò Mihjod, ridestando il ragazzo dai suoi pensieri. L’uomo si
trovava accanto al bordo di pietra della cima, accerchiato dalle guardie; per un
fortuito caso, lui scivolò e cadde giù, urlando
-Vendetta
è stata compiuta, Ludwy…- disse piano Xander, rivolto alla ragazza.
Approfittando del fatto che tutti erano occupati a guardare giù dal bordo, baciò
a sua volta la ragazza
-Riposa
ora, Ludwy…-
-Ti
ringrazio Xander Gaier, per averci aiutato a catturare il gruppo dei traditori-
disse il re, dal suo trono. Il ragazzo con dei cerotti e bende un po’
dappertutto, fece un profondo inchino
-Sono
onorato di avervi aiutato, Maestà-
-Per il
tuo aiuto, ti consegno una medaglia all’onore- Gli consegnò personalmente il
ciondolo placcato d’oro –Ora puoi andare- Inchinandosi e facendo cinque passi
senza voltarsi, uscì dalla sala per dirigersi all’infermeria. Lì vi erano
Majorit, Ludwy, ancora priva di sensi, i genitori di Majorit e Jonu che,
diversamente da come avevano creduto i due, era ancora vivo; quando aveva visto
la camera in fiamme era stato separato dalla sala a causa di un pezzo di legno
infuocato caduto dal soffitto, ma era riuscito a fuggire dalla finestra senza
che nessuno se n’accorgesse. Era poi venuto a sapere del viaggio dai genitori di
Majorit, preoccupati come non mai dal biglietto lasciato dalla figlia, e aveva
cercato di arrivare a Maila il prima possibile
-Come
sta?- chiese il ragazzo all’uomo
-Dorme
tranquilla- Lui annuì
-Sai, -
disse Jonu, guardando il ragazzo –il re mi ha detto che, se voglio, posso
portare Ludwy sulla Terra, da sua madre- Xander sentì un nodo alla gola, ma
l’inghiottì.
-Penso sia
una bella cosa. In fondo lì potrà vivere serenamente e…- Si fermò sotto lo
sguardo dell’uomo –Cosa c’è?-
-Nulla…-
rispose continuandolo a guardare –Grazie per averla portata fin qui sana e
salva-
-Di
niente… Ma come farà Ludwy a comparire nella vita terrestre se nessuno per
sedic’anni l’ha mai vista?-
-Esiste
una magia per questo. Trasforma la realtà in una alternativa; in poche parole la
sua vita sarà come se non fosse mai vissuta sulla Luna-
-Quindi
non si ricorderà nulla di qui?- chiese il ragazzo. L’altro annuì
-È un
prezzo da pagare per renderla felice- disse Majorit, che aveva sentito tutto
-Già…-
Ludwy si
risvegliò nella sala di un ospedale
-Ludwy!-
esclamò una voce. La ragazza focalizzò il viso della donna davanti a lei; le
somigliava molto e aveva un profumo di fragole…
-Mamma…-
mormorò, riconoscendola –dove sono?-
-Sei
all’ospedale, cara-
-Sulla
Terra?!- La ragazza balzò a sedere –Come ho fatto?! Mi ricordo di aver fermato
Xander, sulla torre del palazzo reale, sulla Luna, di essere stata ferita e di…-
Al pensiero del bacio arrossì un poco -e di essere svenuta…- La donna aggrottò
le sopraciglia
-Cosa
dici? Sei rimasta in coma a causa di una caduta per un mese. Devi aver fatto un
lungo sogno…-
-Ma… c’eri
anche tu… e papà!-
-Oh, lo so
che ti manca Jonu- disse lei rattristandosi –ma sappiamo entrambe che è morto-
Improvvisamente, come un’onda, migliaia di ricordi entrarono nella mente della
ragazza. Una festa di compleanno in compagnia di amici, la morte del padre, una
città terrestre, la sua amica del cuore…
-Hai
ragione, dev’essere stato un sogno…- disse la ragazza scotendo la testa. Si, era
stato tutto un sogno…
Cinque
mesi dopo…
Ludwy
stava camminando per strada, tornando da scuola. Aveva lasciato Maria, la sua
migliore amica, pochi isolati più indietro, davanti a casa sua. Si fermò ad un
incrocio, facendo passare due macchine quando…
Dietro il
muro davanti a lei scorse un viso famigliare. Eppure tutto quello che aveva
visto durante il suo periodo d’incoscienza era stato tutto un sogno, compreso
lui!
-Xander…-
mormorò allungando la mano verso il ragazzo. Lui però, le sorrise e scomparve
dietro l’angolo. Lei non lo rincorse come le diceva il cuore; lasciò che le
lacrime le scendessero sulle guance, e prese la direzione opposta a quella del
ragazzo. Non era stato un sogno, a lei bastava quello… No, non era vero, lei lo
amava, gliel’aveva detto, voleva rivederlo, tornare sulla Luna e tutto il resto.
Ma non poteva, lo sapeva
-Xander!-
urlò rivolta al cielo –Ti amerò sempre!- Alcuni passanti si voltarono a
guardarla sorridendo
-Lo so…-
mormorò un ragazzo che correva via –Ti amerò per sempre anch’io, Ludwy…-
…Fine…
“Guarda mamma!” La bambina
alza il dito verso il cielo
“Cosa c’è piccola?” La madre
le si avvicina sorridendo
“Guarda la Terra com’è bella! È tutta verde, e a
me piace tanto il verde!”
“Lo so piccola, lo so…”
“Mamma, mi racconti di nuovo
la storia della ragazza della Luna?”
“Certo cara. C’era una volta,
tanto tempo fa, una ragazza di nome Ludwy…”
Così nacque la leggenda
della ragazza della Luna, metà terrestre, metà lunare. La sua storia venne
conosciuta da tutti, seguita dall’eroica impresa di aver protetto il re insieme
ad altri due ragazzi. E mentre lei guardava rapita dai ricordi e dall’amore, la
luna così lontana e piccola sulla Terra, la gente, sul satellite d’argento,
sognava e cantava le sue gesta.
Molto probabilmente, dopo quell’avventura, tutti l’avrebbero accettata…
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