Every Thing is Nothing Without you

di Ale HP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paura ***
Capitolo 2: *** Indecisione ***
Capitolo 3: *** La Tortura ***
Capitolo 4: *** Hogwarts: Cambiamenti. ***
Capitolo 5: *** Avevo perso. ***



Capitolo 1
*** Paura ***


Capitolo I – Paura
 
Era stufa, non poteva farcela ancora per molto… non poteva andare avanti così per l’eternità, non più.
Doveva dare un taglio a tutto questo, anche se significava dire addio all’uomo che amava, dire addio a Draco…
Ma non poteva fare altrimenti.
Era stufa di essere trattata come un giocattolino, di essere usata, e per di più dall’uomo che amava…
Non poteva andare avanti così, doveva dare un taglio a tutto questo!
Così prese un pezzo di pergamena e iniziò a scrivere.
 
Ti scrivo per levarmi di dosso un peso che è diventato troppo grande per le mie spalle, un peso che mi opprime, e non mi fa vivere come vorrei.
Quel peso sei tu, Draco.Si, sei tu quello che mi usa a suo piacimento, che si diverte a comandarmi, e sei sempre tu quello che non mi ama veramente… Sei tu quello che quando ti chiedo una cosa tu rispondi con un freddo “dopo”… ed è proprio quel dopoche mi ferisce… perché per te significa quando ci chiudiamo nella tua stanza a fare quello che tu chiami amore. Ma non è amore, quello è sesso, stupido sesso senza amore.
Ora ti chiederai dove voglio andare a parare con questa lettera, che, come avrai notato, non inizia con un “caro Draco”, perché tu caro non lo sei proprio, ed è proprio questo il punto, e il motivo per cui ti lascio.
Non credere che questo non mi costi nulla: mi costa molto, invece, perché io ti amo con tutto il mio cuore, ma non posso continuare ad essere una tua “serva” mentre tu sbavi dietro ai culi di altre ragazze.
Io volevo solo un amore con sguardi e baci… niente di più… invece mi sono ritrovata schiava dell’uomo che amo, e questo non mi va affatto bene.
Non più tua, Pansy.
 
 
Pansy guardò la lettera una volta che ebbe finito di scriverla. Era pronta, pronta per levarsi le catene alle quali si era legata da sola!
Andò nella camera di Draco e posò la lettera sul suo letto, poi, con le lacrime agli occhi, uscì dalla stanza.
- Ehi, piccola! – urlò qualcuno alle sue spalle: era Draco, con la sua solita voce fredda.
Lei si girò e gli diede uno schiaffo sul suo bel volto, poi scappò in sala comune.
- Ehi! – urlò Draco arrabbiato. – Pansy ma che ti prende? –
Ma Pansy era già scappa via.
 
*
 
Draco era seduto sul suo letto e rileggeva la lettera, che, ormai, era ricoperta di lacrime.
“Un Malfoy non piange”, pensò asciugandosi le lacrime. Come poteva essere stato così stupido? Così senza cuore? Doveva farsi perdonare.
Andò in sala comune, dove trovò Pansy a piangere su una poltrona accanto al fuoco.
- Ehi, Pansy… Ho bisogno di parlarti… - disse Draco, senza la sua voce fredda.
- Solo parlarmi? – chiese lei, stupita dal cambio del tono di voce di Draco.
Lui annuì.
La ragazza si alzò e lo seguì nella sua stanza.
- Pansy, io… io sono stato un cretino… Volevo comandare qualcuno, per una volta, qualcuno che non sia come Tiger o Goyle, qualcuno che abbia un cervello, qualcuno come te… Volevo decidere io e usare qualcuno, avere il mio “Schiavo Personale”, e che questo schiavo avesse anche un bel didietro… - aggiunse con un sorriso ironico… - Oh, scusa, lo sto facendo di nuovo… Scusa davvero… Sono stato un completo… -
- Stronzo! – concluse lei, sorridente.
- Mi perdoni? – chiese implorante.
- Mmmh, ci devo pensare! – rispose sorridente.
- Vieni qui! – disse Draco aprendo le braccia.
Si abbracciarono, fu un abbraccio dolce, senza secondi fini, un abbraccio pieno di amore, il vero amore..
La ragazza aveva capito, Draco era veramente cambiato…
- Ti perdono – annunciò Pansy.
- Grazie –
 
 
*
 
Passarono assieme settimane stupende, ma c’era qualcosa in Draco, qualcosa che non gli permetteva di essere felice come avrebbe voluto.
- Ehm, Draco, potrei sapere cos’hai? È da giorni che non parli e ho l’impressione che hai pianto… -
- Piangere, io? – chiese con il suo tono freddo, che era rispuntato dopo tanti giorni di assenza.
Pansy lo guardò duro, sapeva di aver ragione.
- Io… se proprio lo vuoi sapere… Ho paura, Pansy, una paura che io non avevo mai provato prima… Pansy, io ho paura di morire… - ammise.
- E perché dovresti morire? – chiese preoccupata.
- Il Signore Oscuro… mi… mi ha affidato una missione, perché i miei lo hanno deluso… e quindi… - non riuscì a finire la frase, non aveva più la forza di continuare.
- Oh, Draco. - disse Pansy prima di abbracciarlo stretto a sé.
Draco iniziò a piangere senza ritegno…
 - Pansy, ho bisogno di aiuto, del tuo aiuto… Ti prego, non lasciarmi solo… - implorò Draco, tra le lacrime.
- Non lo farò, Dracuccio mio… - disse, riutilizzando un appellativo che non usava da molto tempo. - Però vorrei sapere una cosa: Qual è la missione che ti ha assegnato? -
- Uccidere Silente - disse lui, tutto d’un fiato.
Gli occhi di Pansy si estesero in un espressione impaurita.  
Aveva paura, paura di perderlo, paura del Signore Oscuro, paura di tutto effettivamente.
Aveva paura di morire, perché il Signore Oscuro non si sarebbe limitato ad uccidere Draco, ma anche le persone a cui teneva… “Compresa me” pensò.
Ma aveva anche paura che lui morisse… “Perché io senza di lui non potrò mai vivere… mai”. pensò.  
Le lacrime iniziarono a scendere sulle guance, veloci come fulmini.
- Pansy, che hai? - chiese Draco preoccupato.
- Ho paura, ho paura di perderti, paura che tu… - non riuscì a finire la frase.
- No, Pansy, non piangere per me… Io… bè, io ci sarò sempre, nel tuo cuore… - tentò di consolarla.
- Ma quante fesserie dici al giorno tu, eh? Questa, però le supera tutte, sembra una di quelle fesserie che spara Silente! Lo sai anche tu che non resterai nel mio cuore… morirai e… e io non ce la faccio senza di te, Draco… Io ti amo –
- Ti amo anche io, Pansy… Ma… ma ho una missione da compiere, e ce la farò, te lo premetto! – disse, non del tutto sicuro.
- Sicuro? –
- Sì, Pansy… non ti devi preoccupare. -
 

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Capitolo 2
*** Indecisione ***


Capitolo II -  Indecisione

 
Pansy era seduta sotto il faggio, nel cortile della scuola, ad aspettare Draco. Ogni giorno era così, lei aspettava e lui veniva sempre più tardi.
Uno di quei tanti giorni, quando ormai, l’anno stava per finire, Draco arrivò più presto del solito.
- Pansy, Pansy! Devi scappare! I mangiamorte stanno arrivando, ci sono riuscito, ho aggiustato l’armadio, ma tu ti devi mettere in salvo.  Nasconditi in sala comune, non parlare con nessuno, potresti incontrare qualcuno che sta dalla sua parte, e non voglio che tu ti faccia del male. Ti prego, fai come ti dico. - disse mentre veniva verso di lei.
Pansy rimase immobile, non voleva scappare, non senza di lui.
- No, Draco, tu vieni con me!- disse con le lacrime agli occhi la ragazza.
- No, ne abbiamo già parlato, io devo svolgere la missione… e tu, tu non puoi non nasconderti, non con i mangiamorte in giro per il castello! Ti prego, nasconditi, io ce la farò, non morirò, ma tu nasconditi, ti prego… non saprei vivere senza di te.
La ragazza, in preda alle lacrime, annuì, e corse a nascondersi in sala comune.
Nel castello non era ancora scoppiata la vera e proprio “battaglia”, e sperava non sarebbe mai scoppiata davvero, non ora, almeno.
Arrivò in sala comune: era vuota, erano tutti a letto, a quell’ora.
Si sedette sulla poltrona accanto al camino: non aveva voglia di dormire, anche perché non ci sarebbe riuscita.
Iniziò a piangere. Le lacrime scendevano veloci, scendevano per lui. Non voleva perderlo, mai e poi mai. Voleva stargli accanto, voleva abbracciarlo, essere abbracciata, e soprattutto non voleva che morisse.
Si addormentò ancora piangendo, pensando a lui.
 
Draco correva per i corridoi della scuola con un pensiero fisso: Pansy.
Non poteva morire, lei non lo avrebbe sopportato, e lui non voleva morire, voleva stare con lei, per sempre...
Mentre correva inciampò nel corpo di qualcuno, ma ebbe solo il tempo di controllare che non fosse Pansy.
Arrivò in cima alla torre di astronomia, dove era appena comparso Silente.
Iniziarono a parlare, Silente gli chiedeva come avesse fatto a far entrare i Mangiamorte nel castello, gli domandò perché doveva rovinarsi l’anima uccidendolo…
Gli domandò molte cose, Draco rispondeva con la sua voce fredda e cercava di non tradire nessuna emozione.
Pensava a Pansy, a come stesse soffrendo in quel momento, se l’immaginava in sala comune a piangere disperatamente… Non poteva farlo, non poteva lasciarla sola, doveva  uccidere Silente, e in fretta.
Alzò la bacchetta, era pronto, e lo avrebbe fatto per lei.
Ma una frase pronunciata da Silente lo bloccò.
Voleva che lui si trasferisse dalla parte dei buoni, disse che lo avrebbero protetto.
Abbassò la bacchetta, doveva pensare, doveva parlarne con Pansy, ma non aveva tempo…
Era indeciso, voleva arrendersi, accettare la proposta di Silente, dopotutto la protezione che offrivano era molto efficace, insomma, Potter non era ancora morto, e ce ne voleva per sfuggire al Signor Oscuro.
Ma aveva anche paura di accettare, era pur sempre un mangiamorte, oltre a Silente chi altro lo avrebbe accettato tra i buoni? Nessuno.
Pensava, e ripensava, ma non trovava soluzione…
Mentre pensava arrivarono due mangiamorte, che non ebbe la briga di riconoscere.
I due parlavano, parlava Silente, non ci capiva più niente.
Una piccola lacrima gli scese lungo la guancia. “Non è questo il momento di piangere” pensò.
Doveva farla finita…alzò la bacchetta, ma qualcuno colpì Silente in pieno, e il vecchio cadde giù dalla torre.
Era stato Piton, si era ancora una volta intromesso nella sua vita… ma perché?
Si fece solo questa piccola domanda prima di scappare in sala comune da Pansy.
Arrivò nei sotterranei, doveva stingere a sé Pansy.
- Pansy! Pansy! - urlò nella sala comune.
La trovò che dormiva sulla poltrona accanto al camino.
- Pansy, svegliati... Sono Draco - disse dolcemente.
- Mmmh, Draco? - chiese attontita.
- Pansy… - sussurrò. - Sono qui… Svegliati -
- Draco? - disse finalmente sveglia del tutto. - Oh, Draco! Ce l’hai fatta? L’hai ucciso? -
- Non proprio… L’ha ucciso Piton, ma è morto! Questo è l’importante! Lui non mi ucciderà… Potrò stare con te, sempre - rispose, poi l’abbracciò e si addormentarono assieme sulla poltrona, l’uno nelle braccia dell’altro.
 
*
 
L’anno finì con il funerale di Silente, al quale né Draco, né Pansy parteciparono, infatti restarono in sala comune.
Poi, finito il funerale di Silente era giunto il momento di salire sull’espresso.
- Draco, promettimi che mi scriverai! - disse Pansy con un allegro sorriso stampato in volto.
- Certo! - disse Draco con ironia.
- Vieni qui, Idiota!
Si baciarono a lungo, fino a che non furono trascinati sul treno da qualcuno.
- Allora… Che ne dite di staccarvi, ogni tanto? - disse un felice Theodor Nott, il migliore amico di Pansy.
- E perché mai? - chiese Pansy sorridente.
Con quest’ultima frase i due piccioncini si recarono in uno scompartimento tutto loro, rinunciando ai soliti doveri da Prefetto.
Parlarono per tutto il viaggio.
- Sai che sta per scoppiare una guerra, vero? - chiese Draco tra i vari discorsi senza senso di Pansy.
- Sì, e allora? - chiese la ragazza, che era seduta sulle ginocchia di Draco.
- Be’, non è molto… -  iniziò.
- Non mi vorrai lasciare dicendo che è troppo pericoloso stare insieme? - chiese la ragazza, arrabbiata. - Stai diventando come Potter!
- Non mi paragonare a Sfregiato! - disse Draco con voce fredda, ma allo stesso tempo scherzosa.
- Draco - disse Pansy tornando seria. - So benissimo che scoppierà una guerra, penso che lo hanno capito persino Tiger e Goyle… - fece una piccola pausa per far zittire Draco, che stava per contraddirla. - Ma io questa guerra la voglio vivere con te.
Si guardarono negli occhi, e si baciarono poco dopo.
- Ma state sempre a baciarvi voi due? - chiese qualcuno entrando nella cabina.
- Theodor, lo sai stai che diventando davvero scocciante ultimamente? - chiese Pansy, evidentemente irritata.
- Si, Nott. Si da il caso che hai rovinato un perfetto momento romantico! - disse Draco, non arrabbiato come Pansy, ma con un grande sorriso in volto.
- Mmmh, in questi ultimi tempi quanti momenti romantici avete avuto? Non vi riconosco più! Non starete diventando dei Grifoncini perfettini? Insomma, da quanto tempo non fate sesso? - chiese Nott.
- Primo, non sono fatti tuoi. Secondo, ne vogliamo avere tanti, di momenti romantici. Terzo - e qui le si addolcì la voce - L’amore non è fatto solo di sesso. - la ragazza guardò dritto negli occhi di Draco, e si ribaciarono.
- Ecco, ci risiamo! Io me ne vado - disse Nott, stufato.
Non li capiva, perché erano cambiati così, perché questo cambiamento radicale? Era questo l’effetto dell’amore? “Se è questo preferisco non innamorarmi mai” pensò, ma poi qualcosa, o meglio qualcuno, lo fece cambiare idea.
 



_Nota dell’autrice_: Eccomi con il secondo capitolo, spero vi piaccia… So che alla fine con Nott sono andata un po’ fuori tema, ma non ho saputo resistere, e poi la FanFicion è mia, quindi…
Ringrazio ancora le due che hanno recensito il primo capitolo, Grazie!!

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Capitolo 3
*** La Tortura ***


Draco camminava per i corridoi stretti dell’espresso, facendo finta di perlustrare i vagoni.
- Ehi, Nott. – esclamò quando lo vide seduto in mezzo al corridoio.
- Malfoy. – disse lui.
- Che ti prende?- chiese Draco.
- Avevi ragione, l’amore non è solo sesso.
- Guarda che lo ha detto Pansy, mica io! – esclamò lui. – Comunque, chi è la sfortunata?
- Eloise Midgen. – sussurrò appena.
- Che? Ma ti sei bevuto il cervello? La Tassorosso pustolosa? A questo punto era meglio la Grenger!
- No, Malfoy, è cambiata, non è più la ragazza pustolosa di un tempo.E poi io la trovo stupenda.
- Sei più tonto di Tiger e Goyle messi assieme. – esclamò Draco. – Ora alzati, o la mezzosangue zannuta farà la ramanzina a tutti, e io già non la sopporto. - disse alzando di peso il ragazzo.
- Ah, un’ultima cosa. - aggiunse. – Se ti piace, buttati, anche se proprio non capisco come ti possa piacere.
 
 

*

 
Quando arrivarono al binario 9 e ¾ Draco fu letteralmente rapito dai genitori che lo trascinarono di forza a casa.
- Non è questo il momento. – disse sottovoce il padre, quando lo vide intento a dare un ultimo bacio alla ragazza.
Draco non capì fino a che non fu a casa.
Villa Malfoy era diventata la dimora dell’Oscuro Signore, una cosa stupenda, no?
 
Passò le giornate di vacanza chiuso in camera sua, non usciva nemmeno per i pasti, aveva troppa paura di incontrare il Signore Oscuro dopo la sua missione fallita un mese circa prima.
Voleva tornare a Hogwarts mai come prima, voleva scappare da quelle mura che gli imprigionavano corpo e anima. Iniziò a fare il conto alla rovescia.
 
Uno di quei tanti giorni di solitudine in cui era particolarmente di cattivo umore, per un motivo qualsiasi, decise di scrivere a Pansy, in un vano tentativo di calmarsi.
 
Cara Pansy,
Mi dispiace di non averti scritto prima, ma non è tutto rose e fiori qui.
Qui è tutto orrendo, almeno dal mio punto di vista, Lui se la spassa.
Complottano dalla mattina alla sera, orami casa mia è diventato un quartier generale,  e non lo sopporto.
Passo le giornate chiuso in camera, perché non ho voglia di incontrarlo, esco solo quando lui non è in casa, cioè quasi mai.
Domani andranno a casa dello sfregiato, a quanto ho capito, sai, zia Bella lo canticchiava per i corridoi della casa.
A me non interessa niente di tutto questo, e non ce la faccio più a stare qui dentro, e la cosa bella è che non posso uscire.
Non sai quanto vorrei andare a casa di qualcun altro, persino a casa di Tiger, non mi dispiacerebbe.
Mi dispiace che non ci siamo potuti salutare, al binario, ma sai com’è: Lui va sempre di fretta.
Per una volta non vedo l’ora di tornare ad Hogwarts, ma so che manca ancora un mese e due giorni, sto facendo il conto alla rovescia.
Mi manchi,
Draco.
 
Chiuse la lettera con una busta e la spedì a Pansy con il suo lussuoso barbagianni.
Ancora trentatré giorni e la sua tortura sarebbe finita.


Lo so, lo so,
E' passato così tanto tempo che, forse, non vi ricordate nemmeno più di me.
Avevo perso l'ispirazione, semlicemnte, e quello 0 recensioni non mi aiutavano.
Poi la recensione di Derret mi ha spronato, come sempre!
Spero che vi sia piaciuto, e penso che la storia avrà fine tra due o un capitolo, dipende dalla mia ispirazione.
Davvero mi dispiace un sacco per il ritardo, per me è una cosa inaccettabile, ma proprio non mi veniva!
Grazie a chi a recensito il rpimo capitolo, e grazie ancora alla mia Derret, alla quale è dedicato questo capitolo, spero ti sia piaciuto!

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Capitolo 4
*** Hogwarts: Cambiamenti. ***


IV - Hogwarts: Cambiamenti


Pian piano i trentatré giorni passarono e Draco poté tornare ad Hogwarts.
Non fu mai talmente felice quanto quel 1° Settembre. Una volta ad Hogwarts, però, si rese conto che quella non era la solita Hogwarts di sempre: era cambiata, era troppo… Serpeverde.
Gli anni addietro Draco ne sarebbe stato felice, ma ora era cambiato troppo per rallegrarsene.
Per loro Serpeverde la vita era una pacchia, al contrario degli altri studenti, che venivano puniti anche solo per una camicia fuori posto. Di questo molti Serpeverde se ne rallegravano, come Nott, Zabini, persino Tiger e Goyle, che avevano sviluppato un proprio cervello.
Per quanto riguarda Draco trascurava già abbastanza Pansy per pensare agli stupidi Grifondoro.
Il marchio bruciava in continuazione, segno che il Signore Oscuro era in continuo movimento.
Inoltre Piton e i Carrow non gli lasciavano nemmeno un momento di tregua, lo controllavano ogni singolo secondo, e i pochi secondi in cui riusciva a sbarazzarsene doveva sorbirsi le idiozie di Tiger e Goyle.
I pochissimi minuti che Draco riusciva a trascorrere con Pansy erano sempre a lezione, e anche in quei pochi momenti, si rendeva conto di quanto era cambiata.
Non era più la solita ragazzina, era maturata, ed era stata la paura a farla maturare: la paura di rimanere da sola le aveva portata il coraggio di continuare.
- Mi dispiace. – le sussurrò un giorno a lezione.
- Non è proprio il momento, Draco. – disse lei.
- Be’, scusami, e sappi che io ti amo sempre. – sussurrò il ragazzo.
- Malfoy! Zitto! – esclamò Paciock. – è già abbastanza seccante sentire le cretinate di questo qua, poi ti ci metti anche tu con le tue smancerie… non so dove andremmo a finire…
- Paciock! – esclamò Carrow. – Dicevo, i babbani sono talmente idioti che cercano in continuazione di sostituire la magia. Quindi, ovviamente, anche i mezzosangue lo sono…
Draco ascoltò il tutto passivamente, spostando lo sguardo dal volto candido di Pansy, a quello arrabbiato di Paciock.
Poi, all’improvviso si sentì un urlo provenire da Paciock, che aveva avuto una maledizione Cruciatus per una frase sgarbata al Carrow, che Draco non aveva sentito.
A quella vista Draco non rise come i compagni, che se la spassavano.
Dopo la rivolta di Paciock ne seguirono molte e pian piano, i rivoltosi scomparvero.
Quando poi, una notte, comparvero sui muri le scritte “L’ES è ritornato” Draco ne fu rincuorato, anche se, da bravo Serpeverde, non doveva.
Non aveva nemmeno più la voglia di giocare a Quidditch, ora che i migliori giocatori delle altre squadre erano scomparsi, e per di più, senza San Potter non c’era sfizio.
Insomma, tutto era cambiato ad Hogwarts da quando Silente era morto. Perché il punto era proprio quello: Silente teneva tutti al loro posto, persino i Serpeverde.
Quando arrivarono le vacanze di Pasqua Draco dovette lasciare Hogwarts per tornare, con riluttanza, a casa. Notò che la Lovegood venne portata nei sotterranei della casa dove erano catturati anche il Signor Olivander e il folletto Unci-Unci.
Ogni giorno Draco sperava che arrivasse Potter, per sconfiggere il signore oscuro.
Quando quel giorno arrivò non fu proprio come se lo era immaginato: né uscì senza bacchetta, e con il Signore Oscuro ancora vivo.
Tornò ad Hogwarts per affrontare il resto dell’anno, pensando a quanti errori avesse fatto nella sua breve vita.
 

Eccomi qui a postare il quarto - e penultimo - capitolo di questa brevissima fanficion!
Ringrazio tantissimo Derret, che mi fa andare avanti! <3
Al prossimo e ultimo capitolo,
Ale HP

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Capitolo 5
*** Avevo perso. ***


E tatararà! Eccoci qui con l'ultimo e attesissimo ultimo capitolo. Sì, proprio attesissimo, dato che questa fanfic è seguita, anzi ERA, solo da una persona. Una MERAVIGLIOSA persona, alla quale è dedicato questo capitolo,  e perchè no, l'intera storia, va'! Tanto so che alla fine le dedicherò ogni cosa che scriverò in futuro! xD
Grazie Derret mia! 
Ah, piccola cosina: Questo capitolo è il migliore che abbia mai scritto, penso, (si oggi ho un pizzico di autostima!) e vorrei precisare che è dal punto di vista della cara Pansy fino a che... beh non voglio fare spoiler! ù.ù
Grazie dell'attenzione, ora Ale HP va a ritirarsi in esilio per scrivere il continuo di due fanficion! xD





Quel giorno arrivò all’improvviso.
I Grinfondoro erano usciti dalla stanza delle Necessità, ed erano euforici.
I Corvonero e i Tassorosso erano quasi tutti con loro.
E noi Serpeverde, invece, che facevamo? Ce ne stavamo scappando.
Mai i Serpeverde erano stati coraggiosi, si sapeva, io stessa sapevo di non esserlo, ma comunque non avrei mai pensato che potessimo scendere tanto in basso.
Non pensavo che io potessi scendere così in basso. Così in basso solo per far finire tutto questo. Solo per poter correre tra le sue braccia e sentirmi dire che tutto questo non è successo veramente.
Stavo per consegnare Potter.
Che schifo. Sarò anche una Serpeverde, ma questo è troppo.
La McGranitt iniziò a farci uscire, ci ricorderanno tutti come i codardi che sono scappati.
Ma io mi fermai.
«Pansy, che fai?»mi chiese Teodor, fermandosi.
«Io non vengo, non scapperò. Resterò qui, con Draco. Voglio evitare che commetta altri errori.» dissi, decisa.
Mi girai di scatto, prima che il mio migliore amico potesse replicare e corsi via.
Via per i corridoi del castello che tutti i Serpeverde facevano finta di odiare. In fondo i Serpeverde non erano tanto diversi dagli altri studenti, semplicemente si mettevano una maschera in faccia, per cercare di essere come era il vecchio Salazar.
Corsi fino a che non fui bloccata dalle fiamme.
E fu lì che lo vidi. Che arrancava sulla scopa di Potter, mentre Goyle era svenuto accanto a lui, senza Tiger.
«Draco!» urlai al vuoto. Era già andato via, ma si era salvato, almeno.
Corsi in Sala Grande, si sentiva che la battaglia era iniziata, si capiva dall’atmosfera.
Mentre correvo schivavo i miliardi di incantesimi che venivano verso di me. Non volevo combattere, non ne ero nemmeno capace.
Ma poi lo vidi.
Era lì, che cercava di conquistare la pietà di alcuni Mangiamorte, che lo mandarono a quel paese, e lo gettarono tra la folla.
Restai lì, imbambolata a fissarlo, senza sapere il perché. In mezzo ad una guerra dove tutti lottavano per un mondo migliore in cui credevano.
Ma tanto io avevo già vinto.
Non voglio essere smielata, no, anche perché io non lo sono mai stata, ma sentivo davvero di aver vinto, con lui.
I miei pensieri vengono interrotti da una parola, una stupida parola che veniva urlata contro Draco.
«Sectusempra.»
Perché? Mi domandavo.
Corsi verso di lui, e lo buttai per l’aria, poi non capii più niente.
Le ferite erano troppe e il mio corpo riusciva solo a emettere scossoni a intermittenza.
«Pansy.» sentii, come un sussurro, anche se sapevo che lo stava urlando, il mio nome.
Volevo dirgli che l’amavo, che l’avevo sempre amato, ma quando arriva l’ora non si ha mai più di un secondo.
Uno si può anche arrabbiare, può bestemmiare, ma alla fine, quando arriva il destino, non può fare altro che mollare.
 
 
*
 
Scuotevo il suo corpo con foga, ma tanto sapevo che se n’era andata.
Perché? Mi domandavo, mentre una lacrima scese sul viso. Era destinata a me, quella maledizione.
Restai chinato su di lei finché non finì la battaglia, finché il corpo di Voldemort non cadde a terra con un grande tonfo, e finché i miei genitori non presero e mi portarono con loro nella sala grande.
Avevo perso.
Tutti avevano vinto, e io no. Io e Lei, avevamo perso.
Le lacrime iniziano a scorrere veloci, ormai ci ero abituato. I miei mi strinsero forte.
Anche loro avevano perso.
Avevano perso la possibilità di riscattarsi, di lottare dalla parte dei buoni.


Grazie ancora, Derret bella! <3

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