Tutta colpa di una multa!

di stella93mer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti, gente di EFP!!!!!

Ora vi chiederete che ci faccio io qui con questa storia dopo averne iniziata e cancellata una precedentemente. Posso solo dirvi che ero insoddisfatta di quella fan fiction: il mio stile non mi piaceva, i personaggi non avevano sentimenti, sembravano vuoti e la trama non era ben definita nella mia mente; proprio per questo non sono riuscita a portarla avanti. Ma è da quest’estate che mi sono cimentata in questa nuova storia per la quale ho avuto da sempre in mente una trama ben precisa che ho arricchito con ulteriori particolari, descrizioni e idee che mi venivano man mano che la scrivevo: insomma era una storia viva. Così ho deciso di portarla a termine, di pubblicarla su EFP e di vedere cosa ne pensavate voi, miei cari lettori, della nostra coppia preferita immersa in un panorama completamente diverso da quello del manga e dell’anime. È un esperimento al quale però tengo molto, poiché il personaggio di Mamoru rappresenta una figura alla quale noi dobbiamo molto e che nonostante il suo lavoro rischioso, non è sempre è ripagata con la nostra gratitudine. Allo stesso modo tengo ai vostri pareri e alle vostre critiche, anche perché non sono ancora pienamente soddisfatta del mio stile e vorrei migliorarlo anche attraverso i vostri suggerimenti: sono completamente disponibile per quanto riguarda la correzione di errori e consigli sul mio modo di narrare (troppo monotono, poco preciso ecc…). Prima di lasciarvi alla lettura del capitolo voglio fare alcune precisazioni: questo è un capitolo vero e proprio e non vi è né un’introduzione, né un prologo; non ho scelto una città precisa in cui far svolgere le vicende; i nomi dei protagonisti non sono quelli italiani, ma quelli originali tranne che per uno di essi e infine vorrei tranquillizzarvi dicendovi che la stesura della storia è completata: 11 capitoli di circa 1200 parole ciascuno. Con questo ho concluso….vi auguro buona lettura!

 

Stella93mer

 

 

 

 

• Capitolo 1

 

 

Ecco! Come ogni mattina sono i ritardo! Come ogni giorno di ogni mese di ogni anno della mia vita. Un momento questa non è la mia caratteristica principale! Ok cominciamo la mia presentazione da capo. Mi chiamo Usagi Tsukino, ho 23 anni e frequento la facoltà di psicologia, ho preso da poco la laurea triennale e adesso intendo specializzarmi. Perché ho scelto psicologia? In realtà mi ha sempre attirato l’idea di conoscere le persone in modo approfondito; non che sia una tipa invadente! Con “approfondito” intendo dire che vorrei indagare nell’animo delle persone e far emergere la parte più buona di esse. Insomma vorrei fare la psicologa. Io penso che uno dei modi per aiutare la gente sia sostenere ognuno nell’obbiettivo di essere in pace con sé stesso, di essere in armonia con il proprio animo. E questo non è naturale per tutti; alcuni hanno bisogno di confidarsi e di consigli per vivere serenamente ogni giornata, di eliminare le proprie paure e i proprio tormenti. Ovviamente ci sono altri modi e altre occupazioni che mirano ad aiutare la collettività, come quella del poliziotto, una figura che stimo e apprezzo moltissimo. Dopo questa parentesi sulle mie aspirazioni riprendo da dove ho interrotto. Sono le 8.00 h e tra mezz’ora dovrei essere all’università. Dico dovrei perché ancora devo finire di prepararmi e devo attraversare la città nell’orario di punta.

Mission impossible.

 

In tutta fretta raccolgo i miei lunghi capelli biondi in due piccoli chignon lasciando però che da essi scendano due lunghissime code. Lo so un’acconciatura un po’ infantile, ma la porto da così tanto tempo che se uscissi con i capelli sciolti non mi riconoscerei. Un abitino bianco di cotone che mi arriva al ginocchio e un paio di sandali argentati. Dopo passo al viso mettendo matita, mascara e un velo di phard. Dopo un bicchiere di succo d’ananas esco di casa in tutta fretta, scendo le scale come se dovessi fissare un record alle olimpiadi – riuscendo quasi a ruzzolare giù – ed entro in macchina. Accendo e si parte. Ecco non faccio che 100m e sono già bloccata dal traffico. Attraverso una serie di scorciatoie e riesco ad arrivare a poca distanza dall’università, ma ancora manca un tratto di strada. Ovviamente gli ultimi metri sono impercorribili e non riesco a scorgere un posteggio. Ragioniamo. Potrei prendere quella strada, ma è senso unico. Ma se non lo faccio non arriverò mai in tempo! Prendo una decisione e imbocco la famosa via, quando mi ritrovo una volante della polizia che procede nel senso di marcia opposto. Quello giusto per la precisione. Ecco ci mancava solo questa! Il poliziotto scende dall’auto e mi fa segno di accostare. Inevitabile. Ok manteniamo la calma. Si avvicina un agente in divisa: giovane, sui 30, alto, capelli neri e occhi blu intenso. Mi rimprovera con il solo sguardo. Abbasso il finestrino.

 

<< Signorina, non si è accorta del cartello? Questa via è a senso unico! >>.

Non riesco a dire una sola parola, quest’uomo mi ha intimorito con il suo sguardo e ora con il suo tono di voce. Ok ha ragione, ma un po’ di tatto!

 

<< Lo so, ma sono in ritardo! Devo arrivare all’università e quest’ultimo tratto è bloccato per via del traffico. Non potrebbe chiudere un occhio? >>

 Chiedo con tono supplichevole. Nella sua espressione neanche un attimo di esitazione.

 

<< Mi dispiace ma non posso fare eccezioni per nessuno. Innanzitutto patente e libretto >> .

Ormai rassegnata apro lo sportellino del porta oggetti per prendere i documenti e li porgo all’agente che dopo averli controllati procede con la stesura del verbale.

 

<< Ecco a lei i documenti e la copia del verbale con l’importo della multa da pagare entro 60 giorni. Arrivederci >>

 

 << Grazie e arrivederci! >>

Rispondo abbastanza sgarbatamente. Quanto mi ha innervosito il comportamento di questo agente. Mi ha quasi indotto ad avere un ripensamento sull’importanza della polizia. Cioè lo so che è da sciocchi pensare ciò, ma poteva fare un’eccezione! Sono sicura di aver incontrato il più antipatico degli agenti. Sì deve essere così. Tant’è che una volta sono andata a denunciare uno scippo e in quel caso incontrai un poliziotto gentilissimo che mi  guidò nella presentazione della denuncia e mi offrì addirittura un caffè!

 

Dopo questa disavventura arrivo a lezione con mezz’ora di ritardo, beccandomi un’occhiataccia da parte del professore. Prendo posto e cerco di seguire le spiegazioni e di prendere appunti, ma la mia mente non riesce a pensare ad altro. Ore dopo, al momento della pausa pranzo, non faccio altro che sfogarmi con la mia amica Minako. Lei è…. Bè lei è Minako e basta. È unica! Nel vero senso della parola. Fisicamente mi assomiglia molto, tranne per il fatto che lei porta i suoi lunghi capelli biondi quasi sempre sciolti o legati con un fermaglio. Caratterialmente è un vero uragano di allegria. E anche di pazzia. Così quando le racconto cosa è successo prima di arrivare a lezione, lei non si pronuncia per quanto riguarda la multa, ma a un certo punto mi interrompe e domanda: << Almeno l’agente era carino? >> con una faccia sognante. A quel punto la mia rabbia scompare e scoppio a ridere. Ecco questa è Minako. Riesce a metterti di buon umore anche se sei in bestia con una sola frase o parola.

 

Il resto della giornata passa senza intoppi. Dopo le ore di lezione nel pomeriggio io e la mia amica andiamo a fare un po’ di shopping e ovviamente mi rilasso perché questa è una delle mie attività preferite! Potrei svaligiare interi negozi, soprattutto di scarpe: sandali, zeppe, scarpe con il tacco o senza, nei più svariati colori e materiali. Dopo aver speso un patrimonio ritorno a casa. Piccola ma accogliente. Non mi piacciono le case esageratamente grandi, ma l’arredamento per me è essenziale. Quando i miei mi hanno regalato questo appartamento per poter raggiungere più facilmente l’università, per me era solo un insieme di muri che stavano in piedi per costituire delle stanze. Ma nel giro di pochi mesi l’ho trasformato in un ambiente degno di essere chiamato casa. Ho pitturato le pareti con colori caldi, ho sostituito l’arredamento precedente, tutto in metallo e spoglio, con dei mobili in legno. Così ora ho una casetta con una zona soggiorno, una cucina in legno con la zona pranzo, un bagnetto e una cameretta interamente nuova (quella precedente faceva pena). Il  tutto con i miei soldi. Infatti lavoro in un locale qui vicino e, mettendo da parte del denaro e rinunciando alla mia attività preferita – ahimè è stato difficile – sono riuscita a completare il tutto. Quindi posso dire che le spese folli di questa sera insieme a Minako sono state una specie di premio di consolazione con, per finire in bellezza, un enorme cono al cioccolato. Ecco un altro mio difetto: la golosità. Lo so sono piena di difetti, ma penso di avere anche qualche pregio; inoltre io sono così e non cambierei per nulla al mondo.

 

Ecco il primo capitolo…cosa ne pensate? Fatemi sapere!!! Ciao a tutti J

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ciao a tutti!! Adesso penserete: ma questa di nuovo qua è? Non penserete di sbarazzarvi così presto di me? La storia è bella e pronte, non mi resta che pubblicare… perciò  passo subito a un secondo aggiornamento perché capisco quanto sia snervante l’attesa per un nuovo capitolo. Dunque ecco un altro incontro tra i due… sapete a chi mi riferisco no? Vi dico fin da ora che ognuno dei capitoli tratta un lo incontro/scontro: la storia è uscita così e non mi andava dilungarla troppo. Ok ora mi sto dilungando… vi lascio alla lettura! J
 
 
 
Capitolo 2
 
Sabato mattina… oh come adoro il weekend, in particolare questo giorno! Queste sono le ore in cui ci si gode la sensazione di avere un po’ di tempo libero. Mentre la domenica è già diversa, si ha già addosso l’angoscia del giorno dopo, il lunedì, con il quale ricomincia l’attività frenetica della settimana. Sono seduta in cucina che sorseggio un buon bicchiere di succo e mi gusto un caldo e soffice cornetto al cioccolato – la mia golosità non fa mai cilecca – quando accendo la tv per seguire un po’ il telegiornale. Parlano di infrazioni e multe. Che coincidenza un mese fa è capitato proprio a me.
<< Un momento. È già passato un mese??? Ma io la devo ancora pagare quella multa! >> penso improvvisamente.
Faccio tutto automaticamente e in dieci minuti – tempo record – sono pronta, sperando che l’ufficio per il pagamento sia aperto anche il sabato mattina.
Mi avvio in direzione del comando di polizia ma non so esattamente cosa fare. Sono agitata, rossa paonazza e la mia pressione starà schizzando alle stelle. Mannaggia a me e a quando ho svoltato in quel senso unico.
Arrivata in caserma mi mandano in una stanza – non ho idea di che ufficio sia – e ora sono qui che attendo l’arrivo di qualcuno. Un luogo molto disordinato. Ci sono ammassi di documenti, tre scrivanie con computer, diversi scaffali pieni di raccoglitori con l’iscrizione “ Denunce ’98, ’99 ” e così via. Denunce? Ma dove mi hanno mandata??
 
Improvvisamente si apre una porta ed entra un agente accompagnato da… non ci credo! Il poliziotto antipatico! Riesco a definirlo solo così. Anche lui sembra sorpreso di vedermi e arriccia le labbra come per mostrarmi un ghigno di soddisfazione. Il tutto mentre, oltre alla mia sorpresa, il mio imbarazzo cresce a dismisura. E subito l’altro agente mi rivolge la parola.
 
 << Signorina mi scusi per l’attesa. Desidera un bicchiere d’acqua? Mi sembra molto agitata! >>
 
<< Sì, grazie. Vede…io… >> odio quei momenti quando non riesco a dire neanche una parola. Inoltre so di avere lo sguardo dell’antipatico costantemente fisso su di me
 
<< Si tranquillizzi! Allora procediamo. Compili questo modulo inserendo tutti i dati indicanti il tipo di denuncia che vuole effettuare >>
 
Ma che sta dicendo questo tizio??? Lo fermo prima che questa situazione vada avanti.
<< Aspetti! Io non devo denunciare nessuno! >> 
Nel frattempo esco dalla borsa il verbale.
<< Io devo semplicemente pagare questa multa >> dico mostrando il documento
 
<< Ma allora ha sbagliato ufficio! Per effettuare il pagamento lei deve… >>
 
<< Aspetta – lo interrompe l’antipatico ridendo – faccio io non ti preoccupare, perché penso che se incominci a dare alla signorina tutte le indicazioni dei vari uffici, non ci capirà più niente >>
 
Ma gli sembra che sono scema? Oddio dal modo in cui mi sono comportata fin ora potrebbe sembrarlo.
 
<<  Se non ti dispiace ci penso io ad accompagnarla per le varie pratiche. Tanto ho finito il turno >>
 
<< Va bene Mamoru, come vuoi >> L’antipatico ha pure un nome.
 
Sono nella più completa confusione e non capisco le reali intenzioni di questo individuo. Vuole veramente aiutarmi o rincarare la dose della mia umiliazione? In ogni caso annuisco silenziosamente.
Così usciamo da quell’ufficio che cominciavo a non sopportare più.
 
<< La ringrazio veramente per la sua disponibilità, ma ora penso di poter fare da sola >> dico rivolgendomi al mio accompagnatore
 
<< Aspetti! Crede davvero che riuscirà a concludere il tutto entro stamattina? Il sabato pomeriggio gli uffici sono chiusi e se non sbaglio lei deve pagare questa multa entro oggi >>
Bene ricorda anche la data!
<< Ma sì, me la caverò! >> rispondo accennando un finto sorriso. Ancora non ha capito che deve levarsi dai piedi.
 
<< Insisto! E mi assicurerò che lei paghi questa multa entro stamattina! >>
 
Un momento. Non starà insinuando…ora sono su tutte le furie.
<< Lei pensa che io abbia fatto solo una scenata e che in realtà non abbia intenzione di pagare questa multa?? >> dico alzando leggermente il tono della voce.
 
<< Assolutamente no! Non mi permetterei mai! Voglio che lei paghi questa multa entro oggi perché superati i 60 giorni dovrà pagare anche la mora! >>
 
<< Ma non dica stupidaggini! Lei si è permesso eccome! E ora ha anche la faccia tosta di cercare una giustificazione per quello che ha detto? Li cerco da sola gli uffici, grazie! E  anche se dovessi impiegare tutta la mattinata per pagare questa multa sarà sempre meglio che essere accompagnati da un individuo così scortese come lei! >>
 
Forse ho un po’ esagerato. Penso che al mio interlocutore possa uscire fuoco dalla bocca da un momento all’altro. Improvvisamente però lui sembra rilassarsi.
 
<< Va bene come desidera! Volevo solo aiutarla! Arrivederci. >> conclude in modo più tranquillo ma sempre con un tono di voce oltre il normale.
 
<< Arrivederci >> rispondo io.
 
Dopo ciò cerco di calmarmi e di dimenticare questa discussione che, massima vergogna, è avvenuta davanti a un gruppo di agenti. E anche se hanno finto di non ascoltare, so che hanno colto ogni singola sillaba dei nostri discorsi. Basta. Adesso diamoci da fare e vediamo dove sono questi maledetti uffici…. dunque… salendo queste scale dovrei arrivare al punto giusto.
 
Forse non è così facile. È da due ore che giro per i corridoi di questa caserma, ma ancora non sono riuscita a sbrigare una sola pratica.
 Sto scendendo una rampa di scale quando mi trovo davanti lui che parla con quella penso sia una collega. L’antipatico mi rivolge uno sguardo fuggente che trasmette divertimento. Perfetto penserà che sono una povera idiota.
Ma d’altra parte a me non me ne frega niente di ciò che pensa lui, giusto?
 
Percorro gli ultimi tre gradini e mi fermo, come per analizzare i miei documenti e vedere cosa manca per concludere il tutto. Appunto. Tutto.
Improvvisamente i due si salutano e lui, Mamoru, comincia a camminare nella mia direzione.
Bene. Umiliazione totale.
 
Ma nel suo sguardo oltre al divertimento c’è qualcos’altro e, mentre cerco di scoprire cosa, lui mi rivolge la parola.
 
<< Signorina, le serve aiuto? >> Ha capito che ho girovagato per tutta la mattinata in questa caserma e che ancora non ho pagato la multa.
 
<< Magari solo qualche indicazione… >> rispondo dubbiosa mentre lui inarca un sopracciglio.
 
Ok ha vinto e non mi aiuterà se non ammetterò la mia sconfitta.
 
<< Sì ho bisogno di aiuto… pensavo di poter raggiungere facilmente tutti gli sportelli ma mi sono persa, ho chiesto indicazioni e… >> parlo così velocemente che quasi quasi non mi capisco neanche io. Perché sto cercando una giustificazione?
 
<< Va bene, va bene – mi interrompe – mi segua. Faremo subito >> adesso sembra quasi gentile << anche perchè non vedo l’ora di smontare. E dire che il mio turno si è concluso due ore fa… >>
Ok ritiro tutto.
Comunque non ha tutti i torti. Se ne sarebbe benissimo potuto andare fregandosene di una come me che lo ha pure svergognato davanti agli altri agenti. Accidenti. Ovviamente non mancano le occasioni per mandarmi delle frecciatine. Per carità sarà gentile ad aiutarmi, ma rimane sempre antipatico.
 
Che strano… do aiuto a tutti senza però permettere che gli altri ricambino. Io me la cavo sempre da sola. Perché sto permettendo a questo estraneo di “aiutarmi”?
 
 
 
Qui si conclude il secondo capitolo e sempre qui ha inizio il loro “ rapporto ”… che sarà sempre così conflittuale? Mah…. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, pareri positivi e negativi, e se siete curiosi leggete il seguito ;)
 
Adesso passiamo ai ringraziamenti.
 
Un gigantesco grazie a chi…
 
… ha recensito:
 
diana89
cri cri
star86
Rei_Hino
Dilettascrittrice
luciadom alla quale dico grazie anche per i consigli…
Le risposte tramite posta...
 
… ha inserito la storia tre le preferite:
 
Dilettascrittrice
SERENATA
 
… ha inserito la storia tra le seguite:
 
Dilettascrittrice
luciadom
miss moonlight
pirilla88
star86
 
… ha anche solo letto ma mi ha dimostrato con il numero delle visite di aver apprezzato la mia storia!
 
Ora vi saluto… al prossimo capitolo!
Baci  
 
Stella93mer

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ciao!!! Rieccomi con un po’ di ritardo…scusateee!!! Ma la scuola in questo periodo è proprio opprimente; in ogni caso non voglio deprimere anche voi con questi argomenti, perciò passiamo al capitolo: è un po’ corto perché è di transizione… ma rivedremo due cari amici dell’anime ;) Buona lettura!
 
 
 
Capitolo 3
 
Dopo una mattinata avanti e indietro tra vari uffici sono riuscita finalmente a pagare questa multa. Ok devo ammettere che se non mi avesse accompagnato lui, Mamoru, sarei uscita pazza.
 
<< La ringrazio moltissimo per l’aiuto! Senza di lei probabilmente non ce l’avrei fatta a pagare questa multa in tempo! >>
 
<< Non probabilmente, certamente! >> e scoppia a ridere.
Sto quasi per rispondere alla provocazione, quando lui riprende a parlare, ora seriemente e anche in imbarazzo.
 
<< Senta sono stato veramente sgarbato stamattina, durante quella discussione in caserma, così le volevo chiedere se le andava un caffè al bar, per farmi perdonare >>
 
Sono leggermente spiazzata. Ma non posso rifiutare; altro che caffè.
 
<< Rifiuto il caffè, però accetterei volentieri un cono al cioccolato >>
 
<< Come desidera, vada per il cono al cioccolato >>
 
Ci rechiamo a un bar vicino alla caserma e passo una mezz’ora abbastanza piacevole, conversando con Mamoru – dopo la presentazione “ufficiale” ci diamo del tu, ma se lo incontrerò in divisa non se ne parla. Mi racconta di come è entrato in polizia, dei corsi e degli addestramenti che ha dovuto affrontare. Accidenti non pensavo fosse così difficile inserirsi in questo ambiente. Io invece gli parlo della mia passione per la psicologia e affrontando l’argomento dell’università lui non può fare a meno di rievocare il nostro precedente incontro, con tanto di risata. Sa come farsi odiare questo agente. Inoltre mi spiega anche che si trovava lì solo per un’emergenza, perché lui fa parte delle volanti e di solito loro rispondono a chiamate del tipo rapine o incidenti. Alla fine però mi accorgo che si è fatto tardi – com’è volato il tempo – ricordandomi dell’appuntamento con Minako per andare al negozio di animali.
 
<< Adesso devo proprio andare, grazie ancora per l’aiuto e per il cono! >>
 
<< Di nulla! Arrivederci Usagi >>
 
Salto in macchina e metto in moto, ma ecco che la sottoscritta ne combina un’altra delle sue. Spingo sull’acceleratore, scordandomi di levare la retro marcia. Disastro. Mi schianto, per fortuna non troppo violentemente, contro la macchina posteggiata dietro la mia, che, guarda caso, appartiene a Mamoru. Sbircio per cogliere la sua espressione ma ciò che noto subito è che si mette le mani ai capelli.
 
<< Oh mi dispiace! Scusami! Ho fatto molto danno? >> chiedo catapultandomi giù dall’auto. Perfetto. Ora penserà che sono anche un’ incapace non solo a leggere la segnaletica ma anche a guidre.
 
<< Per fortuna non molto. Hai colpito questa parte di plastica. Basterà cambiare il pezzo >> dice cercando di non apparire troppo arrabbiato.
 
<< Scusami ancora! Non mi sono per niente accorta della retro marcia inserita >>
 
<< Non ti preoccupare, questa volta non hai fatto danno, ma ti consiglio di prestare più attenzione quando guidi! Altrimenti diventi un pericolo pubblico! >>
 
<< Hai ragione, sono parecchio distratta! Comunque fammi sapere quanto ti devo dare per il pezzo di ricambio >>
 
<< Lascia stare, fa niente. Adesso vado… però aspetta che esca prima io  dal parcheggio >> dice con tono allarmato.
 
<< Va bene, arrivederci Mamoru >>
 
Risalgo in macchina abbastanza amareggiata. Non ne azzecco una. Aspetto che Mamoru faccia manovra e poi parto, stavolta con la marcia giusta.
Lui ha cercato di essere gentile, ma si vedeva chiaramente che era infuriato. Spero di non incontrarlo in servizio, altrimenti per farmela pagare non so a cosa arriverà. Magari mi sequestrerà il mezzo. O mi toglierà tutti i punti dalla patente e io dovrò rifare l’esame. Che umiliazione! Comunque meglio non pensarci. Segui il consiglio del poliziotto: non distrarti mentre guidi.
 
Arrivo all’appuntamento con Minako in ritardo e ovviamente le devo fare il resoconto della vicenda.
 
<< Tu non me la racconti giusta! Secondo me qui sta nascendo qualcosa! >>
 
Ecco. La solita Cupido in gonnella.
 
<< Minako, mi ha offerto un caffè per gentilezza e basta, smettila perché non ho voglia di parlarne >>
 
Le rispondo con tono seccato e lei sembra accorgersene, così cambia argomento.
 
<< Va bene. Comunque avevo già dato un’ occhiata ieri in negozio e c’era un gattino bianco troppo carino. Speriamo ci sia ancora >>
 
Così entriamo nel negozio di animali e subito ci avviciniamo alla sezione in cui si trovano i gatti.
 
<< Eccolo! È quello! Non è bellissimo? E hai notato quella macchia a forma di semiluna in fronte? >>
 
Non la conosco. Sta praticamente gridando elogiando le qualità di quel micino. Nel frattempo però tutti i clienti ci guardano.
E subito si avvicina un commesso.
 
<< Signorina, desidera? >>
 
<< Vorrei quel gattino bianco >>
 
Nel momento in cui l’uomo lo prende un altro gatto si avvicina. Questo è nero e ha anche lui una macchia a forma di semiluna in fronte.
 
<< Oh guarda che bel micio! >>
 
Come se avesse dimenticato di aver fatto prendere già un gatto al commesso.
 
<< Minako ne hai già scelto uno! >>
 
<< In realtà quella è una gattina. Questi due sono praticamente inseparabili! >>
 
<< Che romantico, una coppia di gattini! Usagi non possiamo separarli! >>
 
<< E tu non puoi trasformare casa tua in una pensione per gatti! >>
 
<< Veramente io pensavo che l’avresti presa tu! >> Subito le rivolgo uno sguardo omicida.
 
<< Non ci penso neanche! Ho finito di sistemare la casa un mese fa e non ho intenzione di avere animali in giro >>. Pronunciando queste parole mi sento quasi responsabile.
Ma il suo sguardo riesce a battere la mia occhiataccia omicida. E come una bambina mi faccio convincere. D’altronde  anche io amo gli animali!
 
<< Va bene! La micia grigio-blu per me! >>
 
Così uscendo dal negozio cominciamo a pensare ai nomi da dare ai nostri gattini.
 
<< Ho scelto! Artemis! >>
 
<< Come mai questo nome? >>
 
<< Si rifà alla dea della caccia! E il mio micino andrà sempre a caccia di gattine >>
 
<< Aspetta un attimo! Io ho preso questa gattina per non separare la coppia e tu fai prendere al tuo gatto la strada del dongiovanni? Artemis sarà fedele solo e sempre a Luna! >>
Dico, non accorgendomi neanche di aver trovato un nome alla mia micia.
 
<< Luna? Che nome è? >>
 
<< Perché? È carino! E poi mi è sembrato normale chiamarla così per via della macchia che ha in fronte >>
 
<< Contenta tu! Artemis comunque è più bello >>
 
Non resisto. Certe volte Minako fa dei discorsi da bambini. Così scoppio in una risata e lei mi segue a ruota.
 
 
 

Ecco concluso il terzo capitolo...
 
Ringrazio di cuore chi recensisce…mi rendete troppo felice!!!
Chi ha aggiunto la storia tra le preferite: Dilettascrittrice, LAS, Princess, Rei_Hino, Selenemoon, SERENATA.
Chi ha aggiunto la storia tra le seguite: Dilettascrittrice, luciadom, marziolina86, micina82, miss moonlight, pirilla88, Potter92, _Sama_.
Infine ringrazio chi legge soltanto… anche se sapere il vostro parere mi farebbe piacere…
…adesso vi lascio…. alla prossima!!
 
Stella93mer

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Salve a tutti!!! Rieccomi con un po’ di ritardo….non vi anticipo nulla anche perché alla fine del capitolo su proposta di Dilettascrittrice ho deciso di postare uno spoiler. Intanto vi auguro buona lettura!
 
 
 
• Capitolo 4
 
Oggi è una giornata stranamente serena per me. Ho avuto una lezione non troppo noiosa all’università. A pranzo in mensa c’erano i miei cibi preferiti. Il professore del pomeriggio si è assentato e ora sono al locale di Motoki per svolgere il mio non troppo massacrante turno di lavoro. Anche perché oggi non c’è il pienone, perciò posso permettermi un attimo di respiro ogni tanto.
 
<< Usagi! Per favore vai in magazzino e prendi altri succhi da mettere in frigo >>
 
<< Ok, faccio subito >>
 
Inoltre lui è il capo più gentile del mondo. Un anno fa avevo preso una cotta per lui, ma ora penso mi sia passata. Penso. Intanto quando mi rivolge quello sguardo gentile con i suoi occhioni non riesco a non sorridere a trentadue denti come una davanti a un lecca-lecca.
 
Ritorno con un carico di succhi e mi abbasso dietro il bancone per disporli in ordine nel frigo. Nel rialzarmi rimango a bocca aperta quando vedo entrare nel locale degli agenti della polizia tra i quali c’è anche colui al quale ho investito la macchina ieri. Cavolo! Voglio sprofondare!
 
Con un sorriso imbarazzato gli rivolgo un saluto, dandogli del lei perché è in servizio.
 
<< Salve >>
 
<< Ciao Usagi! Mi dai ancora del lei? >>
 
Ok ora sono più che imbarazzata. Sarei anche dietro il bancone e lui un cliente. È ovvio che io mi rivolga a lui così!
 
<< Bè, sei in servizio e...ok ciao allora, cosa desiderate? >>
 
<< Siamo in…cinque…sì, cinque caffè! >>
 
<< Ok, ve li preparo immediatamente >>
 
Per tutta il tempo della preparazione dei caffè mi continua a fissare. Ma insomma!
 
Servo loro i caffè e cerco di fare un po’ di conversazione.
 
<< Allora, con la macchina è tutto ok? Non sai quanto mi è dispiaciuto! >>
 
Ops. Tasto dolente a quanto posso capire dalla sua espressione iniziale, ma subito dopo ritorna sereno.
<< Sì, a parte quel pezzo non c’erano altri danni, fortunatamente >>
 
Passano un paio di minuti durante i quali lui discute con gli altri agenti, mentre io pulisco il bancone e servo altri due clienti.
 
Ad un certo punto Mamoru ritorna a guardarmi e prende la parola.
 
<< Sai Usagi hai un’acconciatura davvero buffa! >>
 
Ecco che comincia a sfottermi. Me lo dovevo aspettare, altrimenti non sarebbe stato Mamoru.
 
Nel frattempo si avvicina Moran.
 
<< Ciao Mamoru! Conosci Usagi? >>
 
<< Ciao Motoki! Sì, le ho fatto una multa e l’ho aiutata a pagarla! >> e aggiunge una risatina.
 
Molto divertente.
 Devo rispondere alla provocazione.
 
<< E, ahimè, gli ho tamponato la macchina! >> fingo un tono dispiaciuto. Dopo riprendo seriamente la discussione:
 
<< Sentiamo… cosa avrebbe di buffo la mia acconciatura? >> chiedo con tono arrogante mentre mi verso un bicchiere d’acqua.
 
Se c’è una cosa che con me non si deve fare è proprio questa! Prendermi in giro!
 
<< Non saprei…mi sa da bambina. Vuoi un consiglio? Cambiala >> ride come per scherzare.
 
Ma come ha osato???
 
Il bicchiere con l’acqua si ferma a metà strada dalla mia bocca e come presa da un’improvvisa ispirazione gli rispondo a tono.
 
<< Sa una cosa Mamoru? Io non accetto mai consigli dagli sconosciuti!! >> e gli verso il bicchiere d’acqua in testa.
 
Gli altri agenti scoppiano a ridere.
 
<< Mamoru te la sei cercata! >>
 
Lui non proferisce parola. È ovvio che non se l’aspettasse! Con sguardo soddisfatto mi asciugo le mani con un panno e vado in magazzino a prendere altri succhi.
 
Dopo qualche minuto però mi vengono dei sensi di colpa e comincio a pensare alla reazione che potrebbe avere Motoki, sia perché Mamoru è suo amico, sia per il fatto che in teoria avrei versato un bicchiere d’acqua in testa a un cliente.
 
Infatti poco dopo Motoki si affaccia sulla porta del magazzino e mi rivolge una strana occhiata.
 
<< Ok ho capito. Sono licenziata. >>
 
<< No Usagi non sei licenziata, ma non puoi buttare della’acqua addosso al primo che capita! >>
 
Ma non capisce?
 
<< Non era “il primo che capita”! Era Mamoru e se non te ne sei accorto mi ha preso in giro alla grande! >>
 
Non sa cosa rispondere. Così sospira rumorosamente.
 
<< Va bene. Stavolta non è successo niente anche perché Mamoru è mio amico e mi sono scusato io per te. Ma che non si ripeta più una cosa del genere! Intesi? >>
 
Un po’ mortificata abbasso lo sguardo.
 
<< Intesi >>
 
 
                                                  
                                                                                                   ---------------------------
 
 
 
 
Durante la cena non faccio che pensare alla mia discussione con Motoki. Forse ha ragione. Ho davvero esagerato. Ora mi toccherà pure scusarmi con Mamoru.
 
Infatti la mattina dopo mi alzo con questo pensiero, e mi costringo a uscire presto per farmi venire in mento un modo pacifico per porgere le mie scuse. Ed è proprio passando davanti a una delle migliori pasticcerie della città mi viene un’idea.
Compro dei dolci che hanno la forma di muffin ma che sono farciti in diversi modi, e arrivata a casa li esco dalla busta e li metto dentro una scatola colorata sul rosso e arancione. Infine con una bella calligrafia ci scrivo sopra la parola Sorry* .
 
Mi dirigo verso la caserma di polizia sperando di trovare Mamoru, visto che lui fa parte delle volanti ed è sempre in giro. Non saprei dove trovarlo altrimenti.
E per una volta la fortuna mi viene in aiuto, infatti  non appena entro nel cortile dove sono posteggiate le varie auto della polizia, vedo Mamoru che scende da una di queste. Anche lui mi scorge e sembra sorpreso.
Dopo vedo che rientra in macchina, afferra qualcosa, per poi riscendere e venire nella mia direzione. Magari ha preso le manette per chiudermi in gattabuia.
 
Quando si avvicina lo saluto un po’ imbarazzata.
 
<< Ehm…ciao! >>
 
<< Ciao! >>
 
<< Io… >>
Cominciamo contemporaneamente a parlare e ridiamo. Sembra che rispetto al litigio di ieri la tensione si sia allentata. Anzi direi che ora è inesistente.
 
<< Prima tu >> mi dice.
 
Ok. Sono parole difficili da pronunciare per me, ma devo scusarmi con lui. Vai Usagi!
 
<< Io sono venuta per scusarmi. Mi sono comportata da bambina ieri, non so cosa mi sia preso. Sono per te. >> dico porgendogli la scatola con i dolci.
 
Lui prende la scatola e sembra non sappia cosa dire. Dopo un paio di secondi prende la parola.
 
<< In realtà anche io volevo scusarmi con te per come mi sono comportato ieri. Non dovevo dire quelle cose… stavo scherzando ma ho esagerato. Questo è per te. >>
E mi porge una scatolina color panna che, curiosa, apro subito. Quello che trovo dentro è il ciondolo più bello che abbia mai visto. È dorato a forma di stella e aprendolo diventa un carillon con una mezza luna che gira.
 
<< Se non ti piace puoi cambiarlo… >> nel frattempo apre la scatola e addenta un muffin.
 
<< E’ bellissimo, grazie! A proposito ti piacciono i muffin? >>
 
<< I miei preferiti! >>
 
Dopo sono io a prendere la parola.
 
<< Allora amici? >> dico porgendogli la mano
 
Lui la afferra con una stretta salda che provoca in me una scossa. Amici?
 
<< Amici >> risponde lui.
 
Parliamo per altri dieci minuti e dopodiché ritorno a casa, prima che Luna pensi di uccidere la sua padrona perché non la sfama.
 
 
 
 
*dal film Catwoman che adoro e consiglio di vedere.
 


Allora…cosa ve ne pare? Quanto durerà questa tregua tra i due? Innanzitutto eccovi lo spoiler:
 
 
Nel frattempo comincia a scendere una lacrima. Non so se per il dolore alla gamba che si fa sempre più sentire o per il fatto che abbia qualcuno accanto, qualcuno che, nonostante conosca da poco, mi dà l’impressione di un protettore, di un amico, o di qualcos’altro, anche se non riesco a spiegarmi cosa. L’unico che in questo momento possa tranquillizzarmi e darmi sollievo.
 
 
Si capisce troppo o troppo poco??? In ogni caso se volete saperne di più leggete il seguito… e ora i miei ringraziamenti a:
 
chi ha recensito: marziolina86, Serenity83 (New entry), Dilettascrittrice, luciadom, Diana89, Cri cri, Rei_Hino….mi rendete davvero felice!!!
 
chi ha inserito la mia storia tra le preferite: Dilettascrittrice, LAS, princess, Rei_Hino, selenemoon, SERENATA, Silvia86a;
 
chi ha inserito la storia tra le seguite: angle, Dilettascrittrice, frogvale91, luciadom, Maryssacoop, marziolina86, micina82, miss moonlight, pirilla88, Potter92, _Sama_
 
chi legge solamente…..GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!!!
 
Alla prossima
 
Stella93mer

 

 


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Salve a tutti!!! Eccomi ritornata con un po’ di ritardo…scusatemiii!!! In ogni caso ecco a voi il capitolo…buona lettura!
 
 
• Capitolo 5
 
È passata una settimana da quando ho acquistato questa gattina. Le ho comprato tutto il necessario: una casetta, cioè una reggia, giocattoli vari, il miglior cibo, ma ancora non ha capito che per fare i bisognini c’è la lettiera! Sembra lo faccia sempre apposta. Per il resto andiamo sempre d’accordo ed è di molta compagnia. Credo ci volesse un animale in questo appartamento vuoto, dove spesso mi sento un po’ sola. Mi devo ricordare di sdebitarmi con Minako, perché se non fosse stato per lei, io non ci avrei pensato per niente a prendere un animale.
Adesso sono le 9.00 h di mattina e sto uscendo per andare dal veterinario a far fare il vaccino a Luna, anche se lei non va molto d’accordo con le punture – come la capisco! – ed esco  di fretta perché ovviamente sono in ritardo. Mi metto in macchina sperando che non ci sia troppo traffico, ma consapevole del fatto che a quest’ora è impossibile. Mentre penso a tutto ciò non mi accorgo che alla mia destra qualcuno non si ferma allo stop.
 
Inevitabile.
Boom.
 
 Ecco che questa macchina mi arriva addosso e l’impatto è abbastanza violento, nonché il rumore dello schianto, mentre io mi sento come spintonata, trattenuta dalla cintura e sorpresa per l’apertura dell’airbag.
 
Inizialmente non mi rendo conto bene di cosa sia successo. Inoltre a causa dello scontro ho sbattuto con il collo e ora non riesco a muoverlo. Qualche minuto dopo comincio anche a tremare per la paura e l’agitazione.
 
Spero che questo deficiente abbia con se una sfilza di corni rossi antimalocchio, perché lo sto mentalmente maledicendo, e anche di brutto. Dico solo mentalmente, perché non riesco a dire una parola, sono come paralizzata. Inoltre c’era Luna nel sedile posteriore e spero proprio che lei stia bene, perché ho sentito la gabbia sbattere contro il mio stesso sedile.
 
Il tutto dura circa un quarto d’ora, durante il quale sono cosciente, ma ripeto, non riesco a muovermi, mentre si incomincia ad avvicinare una marea di persone e mi sento chiamare.
 
Apro gli occhi e vedo un signore che bussa allo sportello. Dalla preoccupazione penso debba essere colui che guidava l’auto e che mi ha investito. Ma non ha visto lo stop?
Inoltre comincio a notare altri particolari dei quali non mi ero accorta precedentemente, come il parabrezza in frantumi, alcuna tagli che ho sulle braccia e penso in faccia, poiché cominciano a bruciare, e il fatto che mi trovi addirittura nella corsia di senso di marcia opposto. A quanto andava questo per catapultarmi con quell’urto fin qui?
E tutto un brusio di voci, tra le quali riesco a cogliere qualche frase.
 
<< Signorina, mi sente? >>
 
<< Ha aperto gli occhi, meno male >>
 
<< Non accalchiamoci così! Altrimenti non riuscirà neanche a uscire >>
 
<< A me sembra confusa! Ma è cosciente? >>
 
<< La tiriamo fuori? Qualcuno ha chiamato un’ambulanza? >>
 
<< Fermi! Non sappiamo se ha qualcosa di rotto! Aspettiamo l’ambulanza! Qualcuna ne ha chiamata una? >>
 
Sono ancora paralizzata dalla paura, ma dopo il picco di adrenalina sto recuperando lentamente le mie facoltà, e arrivano altri dolori. Oltre al collo e ai tagli, ora comincio a sentire forti fitte anche alla gamba sinistra. E molta paura. In questo momento vorrei solo sentire una voce familiare che mi rassicuri. Invece sento delle sirene e, poco distante, si ferma una macchina, penso della polizia.
 
Sento le domande degli agenti rivolte alle persone intorno.
 
<< Quanto tempo fa è avvenuto l’incidente? >>
 
<< Circa 20 minuti >>
 
<< Ci sono feriti? >>
 
<< Sì, una ragazza. È ancora dentro l’auto. Penso sia cosciente ma non risponde e non si muove >>
 
<< L’avete chiamata l’ambulanza? >>
 
<< Non saprei… >>
 
<< E cosa aspettate?? Fate in fretta! Un attimo, quella è….. >>
 
Si avvicina qualcuno in divisa e mi sento chiamare con tono preoccupato.
 
<< Usagi?! Usagi mi senti? >>
 
È Mamoru.
 
<< Va tutto bene. Presto arriverà l’ambulanza. Riesci a sentirmi? >>
 
Non so come abbia fatto, ma con queste poche parole è riuscito a tranquillizzarmi. Raccogliendo un po’ le forze riesco ad annuire e a pronunciare un debole Sì.
 
Nel frattempo comincia a scendere una lacrima. Non so se per il dolore alla gamba che si fa sempre più sentire o per il fatto che abbia qualcuno accanto, qualcuno che, nonostante conosca da poco, mi dà l’impressione di un protettore, di un amico, o di qualcos’altro, anche se non riesco a spiegarmi cosa. L’unico che in questo momento possa tranquillizzarmi e darmi sollievo.
 
Nel momento in cui comincio a piangere il viso dell’agente si fa più preoccupato.
 
<< Cosa c’è? Senti dolore da qualche parte? >>
 
Di nuovo raccolgo la forze, magari per dire qualcosa in più questa volta.
 
<< Al…alla…gamba…e…al…c…collo >>
 
<< Non ti preoccupare, non sarà niente di grave >> ma il suo tono non è molto incoraggiante, anzi sembra molto preoccupato. Rispetto al nostro ultimo incontro sembra una persona completamente diversa. La sicurezza e la sua voglia di prendermi in giro hanno lasciato il posto all’insicurezza più totale.
 
Ma cosa mi viene in mente? Questo non è il momento più adatto per fare un’analisi psicologica alle persone. A una persona in particolare. Magari adesso dovrei cercare io di tranquillizzarlo.
 
Ma ecco che si avvicina un altro agente.
 
<< Mamoru la conosci? >>
 
<< Sì, è una mia amica. Quando arriva questa maledetta ambulanza? >> ora sembra adirato.
 
<< Non lo so. L’ho chiamata personalmente da un bel po’ >>
 
<< Sono arrivati gli altri dell’ordine pubblico? >>
 
<< Sì, ora facciamo sgomberare la zona, altrimenti l’ambulanza non riuscirà a circolare >>
 
Nel frattempo nonostante i dolori acquisto sempre più coscienza e un miagolio mi fa sobbalzare.
 
<< Luna! >> riesco a dire e facendo leva sul braccio destro cerco di sporgermi sul sedile posteriore.
 
<< Usagi non ti muovere! >> ora sembra mio padre.
 
<>
 
<< Ci penso io, tu sta ferma >> ora invece è l’antipatico  Mamoru, anche se lo dice per il mio bene.
 
Così si allontana per aprire lo sportello posteriore e riuscire a recuperare la mia micia. Inoltre si cominciano a sentire le sirene dell’ambulanza. Grazie al cielo. Spero mi addormentino per un bel po’.
 
<< Ecco l’ambulanza! >>
 
Prima che mi mettano sula barella voglio dire una cosa a Mamoru. Così quando si avvicina con Luna lo chiamo.
 
<< Mamoru! >>
 
<< Sì? Dimmi! >>
 
<< Grazie >>
 
Inizialmente sembra non sappia cosa dire, dopo mi risponde.
 
<< Di nulla >> con il sorriso e lo sguardo più dolce che io abbia mai visto e che mi fa mancare un battito.
 
Sicuramente colpa dell’incidente.
 
Assolutamente.
 
Così mi ritrovo sull’ambulanza e poco dopo, non so se per lo stress o per qualche medicinale che mi hanno iniettato, mi addormento.
 
                                                                                
                                                                                              --------------
 
Nel luogo dell’incidente
 
<< Tutto ok. Possiamo andare Mamoru. A proposito! Bella gatta da pelare! >>
 
<< A cosa ti riferisci? >> a Usagi o alla micia che ho tra le mani?
 
<< Decidi tu >> e il mio collega scoppia in un risata. Ma sinceramente, dopo ciò che è accaduto, non riesco a unirmi a lui.
 
Così salendo sulla volante al posto del passeggero, accarezzo la gattina, come per tranquillizzarmi e non pensare a ciò che sarebbe potuto succedere a Usagi, alla testolina buffa a cui mi sono affezionato.
 
 
 
 
Allora….che ve ne pare? Mi sembra che i nostri protagonisti stiano facendo dei passi avanti…fatemi sapere cosa ne pensate. I ringraziamenti al prossimo capitolo perché ora vado di fretta, ma un GRAZIE gigante ci sta!! A presto!!!!!
 
Stella93mer
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ciao a tutti!!!! Un ritardo del genere è imperdonabile lo so…. ma tra scuola e conservatorio la mia storia si è dovuta prendere un periodo di vacanza…. come vorrei poterlo fare anche io!!!! In ogni caso la finisco con i miei tristi la menti e vi lascio alla lettura del capitolo….spero sia di vostro gradimento!
 
• Capitolo 6
 
Sono uscita ieri dall’ospedale e mi sento veramente meglio. Non ne potevo più di stare lì dentro, anche perché io odio gli ospedali e, essendo un’inguaribile golosona, posso dire di aver fatto la fame in queste due settimane. I miei appena saputo dell’incidente si sono precipitati al pronto soccorso e in questi giorni mi sono stati vicino. Anche Minako è venuta ogni giorno a trovarmi, portandomi sempre qualche dolce per tirarmi un po’ su, non solo moralmente, ma anche fisicamente. Proprio lei se n’è andata cinque minuti fa facendomi più raccomandazioni di mia madre, della serie “ Sta attenta quando ti alzi ”, “ Chiama per qualsiasi cosa ” o “ Non sforzarti troppo ”. In realtà ora che sono uscita dall’ospedale e che mi hanno tolto quel collare opprimente, anche se con una gamba ingessata, non ho nessuna intenzione di starmene qui senza far niente. Perciò mi metto in moto, gesso permettendo, per dare una riordinata al mio appartamento. È abbastanza pulito, ma devo rimettere le mie cose del borsone a posto e poi mi devo preparare qualcosa di decente da mettere sotto i denti. Apro il frigorifero e la desolazione mi assale. È vuoto a parte una bottiglia di tè alla pesca e un succo di frutta. Stessa cosa negli scaffali della cucina. Oltre a un pacco di caffè non c’è assolutamente niente. Dovrò chiedere a Minako di far la spesa per me. È ora di sfruttare quel “Chiama per qualsiasi cosa”.
 
Così dopo averla chiamata e dettato per telefono una kilometrica lista di cose da comprare, mi cambio, perché ancora in pigiama, indossando un vestitino rosa pallido, più comodo da infilare visto il gesso, e un sandalo. Mi guardo allo specchio… che sofferenza! Non vedo l’ora di poter rindossare i miei amatissimi jeans. Dopodiché mi spazzolo i capelli e li acconcio al solito modo. Metto la caffettiera sul fuoco per preparare qualcosa di alternativo rispetto alla mia solita colazione. Proprio quando comincio a svuotare la valigia dell’ospedale, qualcuna suona alla porta.
Possibile che Minako si sia fatta prestare la super velocità da Superman?
 
<< Chi è? >>
 
<< Sono Mamoru >>  e al suono della sua voce comincio ad andare in iperventilazione. Questo incidente ha avuto degli effetti devastanti su di me.
Non me lo aspettavo proprio.
 
<< Ciao, sali. Secondo piano >>
Nel frattempo apro la porta e mi precipito in cucina perché penso sia il momento di togliere il caffè dal fuoco, prima che esca e si riversi sul piano cottura.
 
<< Permesso? Usagi? >> la voce di Mamoru richiama la mia attenzione e quasi mi fa cadere una tazzina dalle mani.
 
<< Arrivo >> grido dalla cucina. Spento il fuoco lascio il tutto per correre all’entrata.
 
<< Fai con calma, non ti preoccupare >>
 
<< Sto arrivando >> maledette stampelle, ancora mi ci devo abituare.
 
Appena raggiungo il punto di arrivo – che faticaccia – mi ritrovo davanti Mamoru con la mia gattina tra le mani.
 
<< Ciao! Tutto bene? >> sembra imbarazzato
 
<< Diciamo di sì. Ancora non riesco a muovermi bene con le stampelle, scusa se ti ho fatto aspettare. Vieni accomodati >> e lo accompagno in soggiorno.
 
In verità è stato molto gentile con me: mi ha chiamato diverse volte per sapere come stavo e per tranquillizzarmi su Luna.
 
Ci sediamo e cominciamo a parlare. Io gli racconto delle mie due settimane in ospedale, invece lui mi dice che gli è dispiaciuto non potermi venire a trovare, visto che l’orario delle visite coincideva sempre con qualche suo turno o impegno e mi informa del fatto che ci sono delle cose da sbrigare per quanto riguarda l’incidente, documenti da firmare. Inoltre mi fa venire in mente che devo pensare anche alla macchina, quasi interamente distrutta. Penso che ce ne vorrà una nuova.
 
<< Allora come si è comportata Luna? Spero non ti abbia fatto uscire pazzo >>
 
<< No, tranquilla. È la gattina più buona del mondo ed è di molta compagnia >>
 
<< Lo so, è per questo che ho deciso di prenderla. Questo appartamento a volte è troppo silenzioso >>
 
<< È molto bello comunque, ben arredato! >>
 
<< Grazie….ti va qualcosa da bere? Un caffè o un succo? >>
 
<< Niente grazie, meglio che tu non ti muova con questo gesso >>
 
<< Dico sul serio, non mi pesa, anche perché prima che tu venissi avevo già preparato una caffettiera di caffè >>
 
<< Va bene, allora, vada per il caffè. Vengo ad aiutarti? >>
 
<< No grazie, arrivo subito >>
 
Vado in cucina e verso il caffè in due tazzine. Prendo un vassoio e cerco tenere il tutto come meglio posso, ma ci rinuncio. Allora decido di portar solo la tazzina di Mamoru.
 
<< Quanto zucchero? >> urlo
 
<< Un cucchiaino, grazie. Sicuro che non vuoi una mano? >>
 
<< No, tranquillo, arrivo >>
 
Oh forse no. Anche il mettere lo zucchero si è rivelato piuttosto difficile. Ora cerco, nonostante abbia le mani semi impegnate con le stampelle, di afferrare la tazzina. Ok missione compiuta. Nel frattempo vedo arrivare Luna. Strano che non si sia fatta sentire, chissà cosa faceva. In questo momento però non mi piace la direzione che sta prendendo.
 
<< Luna spostati, o mi farai inciampare. >>
 
Come non detto.
 
<< Luna!! >>
 
Nel cercare di spostarla smuovo troppo la tazzina versando tutto il caffè per terra.
 
<< Complimenti! Ti ringrazio >> dico anche se so quanto sia inutile parlare con i gatti, specialmente con questo gatto.
 
Ma mentre cerco di prendere uno strofinaccio per pulire, non mi accorgo di essere sopra la pozza di caffè. Così la gomma delle stampelle scivola e io arrivo a terra, riuscendo anche a rompere la tazzina, finora rimasta integra.
 
<< Maledizione! >> urlo per lo sconforto
 
Nel frattempo sento Mamoru che mi chiama preoccupato e che arriva velocemente in cucina.
 
<< Usagi, tutto bene? Ti sei fatta male? >>
 
Sono con il sedere per terra, secondo lui come dovrei stare???
 
<< Un po’ >> dico massaggiandomi la parte dolorante.
 
Tento di alzarmi, ma queste stampelle continuano a scivolare. Ma perché devono capitare tutte a me? Sto quasi per mettermi a piangere frustata e nervosa per questa situazione, quando Mamoru si avvicina evitando il caffè.
 
<< Aspetta, ti aiuto >>
 
Si abbassa, mi passa un braccio intorno alla vita, e prende il mio per aggrapparmi alla sua spalla. Mentre mi tengo alla sua camicia i nostri sguardi si incrociano per qualche secondo…che occhi blu e profondi… oddio non riesco a controllare il mio battito….ma che mi sta succedendo? Il contatto della sua mano con il mio fianco mi provoca….un non so che….il dolore per la caduta però mi fa ritornare in me. Ci mancava solo questa. Ora sono da rottamare.
Scossa dalla gentilezza di Mamoru, e anche leggermente arrossita, cerco velocemente di recuperare il controllo quando, con il suo aiuto riesco a raggiungere su un piede una sedia.
Lui, dopo avermi aiutata a sedermi, per un attimo mi fissa in modo strano, ma con un guizzo della bocca cancella quello sguardo e si mette a ridere.
 
<< Questo perché non vuoi essere mai aiutata! Ben ti sta! >> dice continuando a ridere
 
<< Mamoru!! >> urlo e con il piede sano gli tiro un calcio che lui schiva prontamente…ma sono contenta che abbia rotto quel silenzio quasi imbarazzante.
 
<< Ahahahah scusa >> cerca di riprendersi dalle risate
 
Ah-ah
 
Io non rido per niente se guardo in che stato è la cucina: una piccola pozza di caffè che a causa della mia caduta si è trasformata in un liquido grigiastro, disseminata di cocci di porcellana, risultato della tazzina in frantumi.
 
Mamoru segue il mio sguardo affranto e il mio sospiro.
 
<< Non ti preoccupare, ci penso io a pulire >>
 
<< No, assolutamente! Lascia stare tutto e andiamo di là, c’è ancora del caffè nella caffettiera. Poi ci penserò io >>
 
E non solo al caffè. Mi sentirà Luna, appena la becco, perché la furbona se l’è svignata non appena visto il disastro che ha causato e sentito le mie urla.
 
In ogni caso alla mia risposta Mamoru inarca un sopracciglio.
 
<< Sì, certo, come per il caffè! Non vuoi essere mai aiutata tu! Ci sono momenti in cui chiunque può avere bisogno di aiuto >>
 
E colpisce nel segno.
 
<< Immagino di sì… >> rispondo non molto sicura.
 
<< Dai, dimmi dove tieni l’occorrente per pulire >>
 
Così lui pulisce il “disastro”, mentre io mi cambio, mi do una ripulita e… cerco Luna!
 
 
Appena finito torno in cucina e vedo che il pavimento brilla. Wow! Torno in soggiorno dove Mamoru mi aspetta seduto con due tazze fumanti di caffè.
Rimane per altri dieci minuti, poi guardando l’orologio si alza.
 
<< Adesso devo andare, che tra un’ora dovrei entrare in servizio. Mi raccomando, non combinare altri guai! >> dice accompagnando il tutto con una risatina.
 
<< Il solito spiritoso! >> dico facendogli la linguaccia.
 
Lo accompagno all’ingresso e non posso fare a meno di ringraziarlo.
 
<< Grazie per la compagnia e soprattutto per esserti preso cura di Luna >>
 
<< Di niente, è stato un piacere. A presto! >> ed ecco che mi fissa di nuovo in quel modo.
 
<< Ciao! >> accidenti devo darmi una controllata.
 
Chiudo la porta e mi accorgo del mio stomaco che brontola. Che fine ha fatto Minako con la spesa??
 
 
 
Allora…che ve ne pare? Fatemi sapere! Purtroppo sono di fretta ma voglio ringraziare le 8 persone che hanno recensito il capitolo precedente e che mi sostengono sempre con tanto affetto, le 7 persone che hanno inserito la mia storia tra le preferite, le 20 che l’hanno messa tra le seguite e le 3 che l’hanno inserita tra quelle da ricodare…grazie grazie GRAZIE!!!!!! A presto!!
Stella93mer

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Salve a tutti!!!!! Scusate il mio ennesimo ritardo ma èstato un periodaccio che ancora non si è concluso. Tuttavia avevo voglia di aggiornare questa storia, quindi ecco a voi un altro capitolo....è un pò di transizione, ma spero vi piaccia comunque! Buona lettura!



• Capitolo 7
 
 
È passato un mese e mezzo dalla mia disavventura e, con grande gioia, due giorni fa mi hanno tolto il gesso. Adesso sono a casa che faccio degli esercizi di fisioterapia prescritti dal medico per la riabilitazione, ma va già molto bene, perciò da oggi conto di riprendere l’università e il lavoro. Così mi preparo per riprendere il ritmo dei mesi scorsi. La mattina seguo le lezioni insieme a Minako, poi pranziamo insieme.
 
<< Allora come va la gamba? >>
 
<< Minako è la quarta volta che me lo chiedi oggi! Non contando tutte le altre di quest’ultimo mese. Cammino, sto in piedi, non ho dolore, mi sembra che meglio di così non possa andare! >>
 
<< Scusa, mi preoccupavo per te! >> dice con tono fintamente offeso.
 
<< Ok, scuse accettate >> le rispondo con sorriso.
 
<< Allora, dimmi un po’, come va la storia con il moretto? >>
 
Ahhhhhhhhh. È fissata che io abbia una storia con Mamoru, mentre le ho spiegato mille volte che siamo solo amici. Inoltre da quella volta che lui è venuto a trovarmi a casa ci siamo sentiti solo per telefono. Anzi era lui a chiamarmi per chiedermi come stavo o per dirmi che c’era qualche altra cosa da firmare o da compilare per l’incidente. Solo al ritorno dell’ospedale, due giorni fa l’ho incontrato per strada, ma l’ho salutato di sfuggita anche perché era in servizio e io di fretta.
 
<< Minako, allora chiariamo le cose per l’ennesima volta… >>
 
<< Lo so, lo so che siete amici e nient’altro, ma so anche che voi due siete fatti per stare insieme! >>
 
<< Come no, per questo ogni volta che ci vediamo o mi prende in giro e finiamo per litigare, o il nostro incontro avviene in circostanze non proprio serene >>
 
<< Sarà come dici tu, ma il mio intuito non sbaglia mai! >>
 
<< Questa volta invece sta andando incontro a un errore clamoroso >>
 
<< Va bene, come dici tu….vedremo chi ha ragione… >> dice concludendo con una delle sue occhiate maligne.
 
<< Sì, non fantasticare troppo tu! Andiamo che ho bisogno di passare da casa prima di andare a lavoro >>
 
<< Agli ordini signorina Tsukino! La sua autista di fiducia è qui per servirla! >>
Dice sull’attenti.
 
Arrivata a casa mi cambio e presa la borsa esco di corsa, per raggiungere il locale di Motoki. Appena l’ho avvisato che sarei tornata a lavorare era davvero entusiasta, anche perché non gli andava di assumere qualcun altro, perciò ha dovuto lavorare lui stesso per coprire il mio turno, quando lui di solito si limita solo a dare una mano quando c’è il pienone. Inoltre penso che il fattaccio del bicchiere in testa a Mamoru l’abbia completamente rimosso.
 
Entrata nel locale vado subito a mettermi il grembiule e il cappellino, per poi rispuntare dietro il bancone. È in questo momento che Motoki si accorge di me.
 
<< Usagi! Come stai? Ti vedo in forma! >> mi dice sorridendo
 
<< Sì, mi sto riprendendo abbastanza velocemente! >>
 
<< Aspetta un attimo >>
Va in magazzino e ne esce con uno sgabello alto quanto il bancone.
 
<< Ecco, mettilo dietro al bancone, così quando non dovrai servire, potrai sederti e non ti affaticherai! >>
 
<< Grazie Motoki! >> gli dico abbracciandolo. È proprio un tesoro!
 
<< Buon lavoro! >>
 
<< Grazie! >>
 
Le prime ore trascorrono tranquillamente, finché non si fanno quasi le otto di sera e il locale si svuota. Tutti infatti cenano, per poi ritornare qui a prendere qualcosa dopo mangiato o usufruire della sala giochi.
Vedo spuntare Motoki che ha appena finito di sbrigare alcune pratiche. Penso che aspettasse il mio rientro per occuparsene.
 
<< Usagi, hai bisogno di distenderti o di appoggiare la gamba da qualche parte? >>
 
<< No grazie, seduta va benissimo, non mi sono affaticata per niente >>
 
<< Ok, allora potresti preparare dei caffè e qualche tramezzino, che a momenti gli agenti di pattuglia saranno qui. >>
 
<< Gli agenti di pattuglia? Come mai vengono qui? >>
 
<< Non saprei, da un po’ di tempo a questa parte si fermano ogni sera qui, prendono un caffè e qualcosa da mangiare, per poi svolgere il loro servizio. Vengono puntualmente alle 8.00 h >>
 
<< Ok, allora faccio subito, visto che sono le otto meno cinque >>
 
Questa mi è proprio nuova. Forse si è sparsa la voce del mio spettacolino. In verità penso che non verserò addosso più niente a nessuno. Altrimenti Motoki mi licenzia    davvero.
 
Immersa nella preparazione non mi accorgo che due agenti entrano nel locale, finché con un’occhiata veloce non li vedo avvicinarsi a un tavolino per accomodarsi. Prendo i caffè caldi e i tramezzini per servirli e alzando gli occhi mi accorgo che uno dei due è una mia conoscenza.
 
<< Buonasera! Ciao Mamoru! >>
 
<< Ciao Usagi! Già a lavoro? >> mi dice preoccupato.
 
<< Tranquillo, ho recuperato perfettamente, ora faccio la riabilitazione, ma riesco a fare tutto normalmente con la gamba >>
 
<< Ok, ma sta attenta lo stesso, che i muscoli ci mettono un po’ prima di riabituarsi allo sforzo di camminare. Comunque ho una buona notizia per quanto riguarda l’incidente. Abbiamo concluso tutto. La tua assicurazione è stata abbastanza veloce: sarai rimborsata e per quanto riguarda quello sprovveduto che non si è fermato alla stop, lo abbiamo conciato per le feste >>
 
Ahhhh. Non posso fare a meno di essere soddisfatta.
 
<< Evviva, non ne potevo più di documenti, prove e dichiarazioni e sinceramente non vedevo l’ora di lasciarmi alle spalle questo incidente. Così domani mattina andrò in banca e sbrigherò le ultime questioni >>
 
Nel frattempo si avvicina anche Motoki.
 
<< Ciao Mamoru! Tutto bene? >>
 
<< Non mi lamento, anche perché dopo un caffè e i tuoi tramezzini chi non starebbe bene? >>
 
<< Ahahahah, sono contento per te! >>
 
<< Mi raccomando, non far lavorare troppo Usagi, che ancora non è nel pieno delle sue forze! >> dice come per prendermi in giro.
 
<< Non è veroooo! Sto recuperando perfettamente! >>
 
<< Va bene, va bene, scherzavo! Basta che non mi butti addosso il caffè! >> conclude con una bella risata.
 
Mentre Motoki a quanto vedo non è per niente tranquillo, perché spaventato dalla mia espressione furiosa.
 
 << Tranquillo, Motoki, finisco di servire i signori e finisco il lavoro al bancone >> dico, e dopo ciò lui si rilassa.
 
<< Mamoru, tu proprio te le cerchi! >> dice l’altro agente. Ah finalmente qualcuno che mi difende.
 
<< Non è vero, Usagi ormai ci è abituata alle mie battute, non è vero? >> dice rivolgendosi a me.
 
<< Eh sì, non hai idea di quanto mi manchi la tua insolenza quando non sei presente! >> dico con tono dispiaciuto.
 
Ah-ah. Colpito e affondato. Stavolta l’ho zittito. Il bello è che tutti stiamo ridendo tranne lui che è rimasto senza parole.
 
1 – 0 per Usagi!
 
Poco dopo si riprende e richiama l’altro agente.
 
<< Ehi mi sembra sia ora di andare! E basta ridere! Ti ricordo che sono un tuo superiore! >> dice Mamoru scherzando.
 
<< Agli ordini! Arrivederci e grazie! >>
 
<< Aspetta un attimo che arrivederci? Oggi tocca a te offrire! >>
 
<< Si come no! Chissà come mai tocca sempre a me! >>
 
<< Veramente è il contrario! >>
 
<< Bravo Mamoru! Non ti facevo così tirchio! >> gli dico ridendo
 
<< Eh va bene offro io anche stasera! Lascio qui sul tavolo! Ciao Motoki! Arrivederci  testolina buffa! >> mi saluta con il suo solito sguardo ammaliatore che mi fa arrossire…..un momento….questo soprannome da dove spunta? Per qualche attimo rimango interdetta e non posso che rispondere al saluto << Ciao Mamoru >> mentre lui se la ride. Ora siamo pari.
 
<< Bene sarà meglio che sparecchi >>
 
<< Ok. Dopo puoi andare Usagi, perché ho pensato di dividere il turno della giornata in due. Tu fai dalle 15.00 alle 21.00 e io il turno di mattina, dalle 21.00 all’1 e i festivi, quindi avresti il sabato e la domenica liberi >>
 
Wow. Quest’orario è completamente a mio vantaggio.
 
<< Per me va bene, ma come mai questi cambiamenti? Non sarebbe difficile per te gestire da solo il locale in tarda serata, il sabato e la domenica?”
 
<< In realtà pernsavo di assumere un’altra ragazza >>
 
<< Buona idea! Cominciavano a diventare pesanti i turni negli ultimi tempi >>
 
<< Infatti. Dovendo occuparmi del locale in tua assenza ho capito che è necessario >>
 
<< E hai in mente qualcuno? >>
 
<< Sì. Ieri ho messo un annuncio e si è presentata una ragazza di nome Makoto. Sarà in prova per una settimana e se lo merita il posto sarà suo >>
 
 Allora, che ve ne pare? Innanzitutto ringrazio le 7 persone che hanno recensito lo scorso capitolo, alle quali ho già risposto per posta, le 11 che hanno inserito la mia storia tra le preferite, le 3 che l'hanno inserita tra quelle da ricodare, e le 24 che la seguono e coloro che leggono soltanto....concludendo ho voglia di anticiparvi qualcosa...


<< Mamoru, ho paura! >> sussurro

 
<< Non ti preoccupare, usciremo da qui tra poco >>

So che è poco, ma lascio libero sfogo alla vosta fantasia...ditemi cosa ne pensate di questo capitolo e di cosa potrebbe succedere in seguito....a presto!!!
Stella93mer

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Allora ragazzi ciao a tutti!!!!! Tranquilli, non sono scomparsa....ho solo dovuto afforntae il diploma al conservatorio e dopo ciò mi sono presa dieci giorni di relax completo...ma ora eccomi qui! Lo so, sono in ritardo, e molto....spero non vogliate uccidermi, visto che con lo spoiler della scorsa volta vi ho lasciati come si suol dire "nell'aria".
Spero di rimediare con questo capitolo, sperando che sia di vostro gradimento!
Buona lettura!



• Capitolo 8
 
Finalmente stamattina potrò lasciarmi alle spalle l’incidente di due mesi fa.
Che liberazione!
Mi alzo di buon ora e mi preparo indossando un paio di jeans grigi stretti alla caviglia, una maglietta rosa pallido con scollo a v e un paio di ballerine nere. Prendo la borsa e scendo in tutta fretta.
Voglio arrivare presto in banca così da non trovare fila, per poter concludere il tutto passando all’assicurazione.
Appena arrivata però il mio morale è a terra. Almeno un’ora di attesa. Così prendo posto e aspetto.
 
Mezz’ora dopo però accade l’imprevedibile.
 
Improvvisamente entra un uomo con un passamontagna sul viso seguito da altri due.
 
<< Fermi tutti, questa è una rapina! >> tutti si voltano sconcertati e ubbidiscono all’uomo incappucciato che nel frattempo, bloccate le porte, si dirige verso il bancone.
Arriva uno dei due collaboratori con dei sacchi neri.
 
<< Riempiteli presto! >> dice ai signori al bancone.
 
Avviene tutto così velocemente che quasi non me ne rendo conto.  Immagino che questo sia un fatto positivo per i ladri, visto che dovrebbero essere più veloci possibile.
 
Ad un certo punto un’impiegata cerca di premere il pulsante per avvisare la polizia. Ci riesce. Ma il rapinatore con la pistola se ne accorge e spingendola la fa sbattere contro il muro.
 
<< Stupida!! Fate in fretta! >> dice rivolgendosi agli altri impiegati.
 
Poi si rivolge ai soci:
<< Lavorate anche voi! Tra poco la polizia sarà qui! Riempiamo altri tre sacchi e via! >>
 
Nel frattempo io cerco di avvicinarmi alla povera signora sbattuta al muro che, vedo, perde sangue, ma subito vengo richiamata.
 
<< Sta ferma tu! >>
 
<< Ma io… >>
 
<< Ho detto sta ferma e non ti muovere!! >> urla.
 
Le mie gambe tremano per la paura, ma quella povera signora ha bisogno di aiuto.
Nel frattempo un uomo approfittando della distrazione del rapinatore salta addosso a uno dei due uomini che riempiono i sacchi, ma senza risultati. Allora vedo che il ladro con la pistola mi si avvicina e afferrandomi per il polso mi strattona, per poi puntarmi l’arma alla tempia.
 
<< Adesso basta! Qualcuno si azzardi a muoversi e questa ragazza riceverà una pallottola in testa! >>
 
Ok, è la fine.
 
                                    
                                                                                             **********
 
<< Fate largo, polizia! Quanti sono i rapinatori? Ci sono feriti tra gli ostaggi? >>
 
<< Mi sembra due o tre, ma sono ancora lì dentro, anche se c’era un po’ di agitazione poco fa >>
 
<< Va bene, diamo un’occhiata, e voi pronti a intervenire in qualsiasi momento! >>
 
<< Sì Mamoru >>
 
<< Ma quella è….oh mio Dio….va bene facciamo così: mi accerto che non ci siano feriti, dopodiché cercherò di far liberare l’ostaggio…voi dovrete intervenire solo in caso di sparatoria, per il resto non agite e non muovetevi da qui, dobbiamo cercare di non far aprire il fuoco >>
 
Entro lentamente e, come sono stato addestrato a fare, cerco di trattare con i rapinatori.
 
   
                                                                                             **********
 
Gli basta fare una leggera pressione sul grilletto e tutto sarà finito: i miei sogni, le mie amicizie, i miei cari, l’amore che avrei voluto provare nei confronti di qualcuno.
Le mie considerazioni vengono interrotte da un altro strattone da parte di colui che mi punta la pistola alla tempia.
 
Così mi accorgo che a passo lento e con le mani alzate entra qualcuno in banca.
Qualcuno che ultimamente mi ha assistito in momenti difficili e ora non è da meno.
Qualcuno che fa mancare un battito al mio cuore.
Lo fisso cercando di trasmettergli la mia richiesta di aiuto e lui, di rimando con il suo guardo cerca di infondermi coraggio.
 
<< Fermo! Non ti muovere o le sparo! >>
 
<< Ok, ok, sono venuto solo per i feriti! Ascolta! Tu e i tuoi compagni siete ancora in tempo! Lasciate stare! Sarebbe inutile uccidere qualcuno! >>
 
<< Stai zitto! Non mi convinci! >>
 
<< Va bene, allora facciamo uno scambio! Tu lasci stare questa ragazza e fai portare fuori la donna ferita e io in cambio farò parte dei tuoi ostaggi! >>
 
<< E io che ci guadagno?? >> urla l’uomo sempre più agitato
 
<< Calmati! I miei uomini non faranno incursione se non prima darò l’ordine, va bene? >>
 
Il rapinatore sembra valutare l’offerta e infine accetta.
 
<< Va bene. Voi due nell’angolo uscite e portate con voi la ferita, e tu – dice rivolgendosi a me – sta lì e non ti muovere >> così dicendo mi da uno spintone e mi butta praticamente addosso a Mamoru, che mi afferra e mi stringe per farmi coraggio.
 
<< Adesso poliziotto dei miei stivali ascolta la mia richiesta! Voglio un furgone per andare via di qui e i tuoi uomini non devono azzardarsi a inseguirmi, hai capito?? >>
 
<< Ok, vediamo cosa posso fare, ma non aprire il fuoco, potresti pentirtene >>
 
Vedo Mamoru estrarre dalla tasca una ricetrasmittente e comunicare le “ volontà ” del rapinatore.
 
Nel frattempo i rapinatori continuano il loro lavoro, approfittandone del tempo in più per afferrare qualsiasi cosa, anche i portafogli dei signori e i gioielli delle signore.
 
<< Mamoru, ho paura! >> sussurro
 
<< Non ti preoccupare, usciremo da qui tra poco >>
 
I due rapinatori hanno concluso il loro lavoretto e adesso c’è silenzio e tensione.
 
<< Insomma, quando arriva questo furgone??? >>
 
<< L’ho richiesto e ti assicuro che arriverà, devi solo avere un po’ di pazienza >>
 
<< Già… nel frattempo mi divertirò un po’, che ne dici dolcezza? >> dice uno dei tre avvicinandosi a me.
 
Ho il voltastomaco e tutti coloro che sono in questa stanza lo guardano disgustati per delineare il maiale che è.
 
Mi appoggia una mano sulla guancia, mentre Mamoru prontamente mi afferra per mettermi dietro di lui e farmi da “ scudo ” con il suo corpo.
 
<< Avrete il vostro furgone, ma non vi permetto di toccare nessuno! >>
 
<< Spostati sbirro! Voglio solo ingannare l’attesa! Ahahahah >>
 
Con la pistola in mano mi afferra per il polso, mentre io mi ancoro al braccio di Mamoru.
 
<< Adesso basta! Non costringermi a fare fuoco! >> dice lui non mollandomi.
 
<< E cosa dovresti fare? Ti ricordo che siamo tre contro uno! >>
 
<< E io ti ricordo che là fuori c’è un’intera squadra pronta a fare incursione al primo sparo! >>
 
<< Non mi spaventa la tua squadra di sbirri! Io mi divertirò lo stesso >> e mi strattona più forte.
 
Il tutto avviene con le risate degli altri due in sottofondo, ma quando Mamoru da un pugno al maiale, gli altri due smettono.
 
<< Smettila Eisuke! Abbiamo già abbastanza problemi! Non ci deve scappare pure il morto, altrimenti saremo nei guai! >>
 
<< Va bene, visto che non posso divertirmi, rimedierò in un altro modo! >> e punta la pistola verso me.
 
<< Non fare scherzi Eisuke!!! >> urla il socio.
 
Ma prima che finisca la frase, il colpo è già partito. Io neanche me ne accorgo. Vedo solo Mamoru che improvvisamente si mette davanti a me, e che io di conseguenza non ricevo alcun proiettile.
 
Rimango per un secondo senza parole, per poi afferrare Mamoru colpito in piena spalla dal proiettile.
Non ci credo, non può essere.
 
Mentre penso a ciò il sangue comincia a uscire copiosamente dalla ferita e le lacrime dai miei occhi.
 
<< Oh no! Mamoru! >> dico mentre mi siedo a terra per cercare di sostenerlo.
 
<< Tran-quilla U-sagi, n-on è nien-te >> dice anche se penso sappia benissimo che la sua ferita è grave.
 
Subito dopo le porte si spalancano ed entrano una decina di agenti armati che bloccano i rapinatori.
 
Il tutto avviene in pochi secondi, ma io non penso più ai rapinatori. Cerco solo di chiedere aiuto, presumendo che fuori dalla banca ci debba essere più di un’ambulanza in caso di feriti.
 
<< Aiutoo!! Aiuto! Avvisate i soccorsi, c’è un ferito! >>
 
Subito un paio di poliziotti si avvicinano.
 
<< Chiba è stato ferito, presto portate una barella!! >> urla uno, mentre io con un fazzoletto di stoffa cerco di bloccare il sangue e di chiamarlo per non fargli perdere conoscenza.
 
<< Mamoru! Mamoru!! Oh Signore, fate in fretta! >> dico tra le lacrime
 
Subito arrivano degli uomini che lo issano su una barella e salgono sull’ambulanza.
 
<< Signorina, è la fidanzata? Se vuole può salire! >> mi dice frettolosamente.
 
<< Sì! Cioè no…cioè salgo! >>
 
L’ambulanza parte, mentre i medici a bordo cominciano a intervenire sulla ferita e cercano di non far addormentare Mamoru.
 
D’istinto gli afferro la mano libera dalla flebo.
 
<< Mamoru! Stri-ngi la mi-a m-ano, hai cap-ito? STRINGI LA MIA MANO E NON LA LASCIARE PER NESSUN MOTIVO! >> dico ormai tra i singhiozzi e urlando.
 
Lui mi guarda semi-cosciente e sorridendo ricambia la stretta.
 



Allora che ve ne pare? Dicismo che scriverlo è stato un pò difficile, soprattutto per il povero Mamoru ç_ç
In ogni caso vi lascerò un altro piccolo spoiler:

 

 << Signorina, abbiamo fatto il possibile. Il proiettile è stato estratto, ma il paziente ha perso molto sangue. Mi dispiace ma in questo momento possiamo solo aspettare e sperare che si risvegli. Il signor Chiba è in coma. >>

 

Non sarò stata troppo buona? Mi sa che vi ho dato troppe notizie...In ogni caso mi fa piacere vedere che tante persone apprezzino la mia storia....sono rimasta veramente sbalordita....11 recensioni!! GRAZIE!!!
Inoltre un grazie anche a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite, tra le da ricordare, tra le seguite e anche a chi legge solamente.
Ora vi saluto....a presto CIAOOOO!!!
Stella93mer <3

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Dunque eccomi con un altro capitolo e un altro enorme ritardo....mi scuso ancora una volta, ma sono completamente andata in vacanza....non aggiungo altro e vi lascio alla lettura!

• Capitolo 9 
 
L’ambulanza si è fermata al pronto soccorso dieci minuti fa. Mamoru ha cercato di stringermi la mano durante tutto il viaggio, ma alla fine la sua presa era diventata debole.
 
Adesso aspetto.
 
Lo stanno operando per estrarre il proiettile, anche se la ferita è grave e lui ha perso molto sangue.
Immersa in questi pensieri non mi accorgo quasi del dottore che esce dalla sala operatoria. Inoltre qui ad aspettare non ci sono solo io, ma anche alcuni suoi colleghi.
Solo non mi spiego come mai non ci siano anche i genitori di Mamoru.
 
Immediatamente tutti ci avviciniamo al dottore per sapere.
 
<< Mi scusi dottore, come sta Mamoru? Si riprenderà, vero? >>
 
La sua faccia però  non annuncia nulla di positivo.
 
 << Signorina, abbiamo fatto il possibile. Il proiettile è stato estratto, ma il paziente ha perso molto sangue. Mi dispiace ma in questo momento possiamo solo aspettare e sperare che si risvegli. Il signor Chiba è in coma. >>
 
A queste notizie è come se qualcosa dentro di me si spezzasse e si rompesse in mille pezzi. Le lacrime cominciano a uscire quasi inconsapevolmente.
 
 << Signorina mi dispiace. In questi casi ciò che si può fare è solo stare vicino al paziente e stimolare il suo risveglio >>.
 
 << G – grazie dottore. Solo una cosa volevo chiederle. I familiari sono stati avvisati? >>
 
<< Come non ne è informata? Il signor Chiba è orfano da quando aveva sei anni. Purtroppo i suoi genitori sono morti in un incidente stradale e sono stato proprio a dover comunicare la notizia a quel povero bambino. Purtroppo non ha parenti né dalla parte del padre, né dalla parte della madre >>.
 
<< Ah… io… non lo sapevo >> dopo questa notizia sono ancora più sconcertata.
 
Lui è solo. Non ha nessuno.
 
<< Adesso lo abbiamo portato nel reparto di rianimazione. Se vuole può raggiungere la stanza. >>
 
<< Sì, grazie >>
 
Insieme con alcuni suoi colleghi, entriamo a uno a uno per fargli visita, per dirgli una parola sperando che si svegli presto.
Io però non riesco ad andarmene. Non ha nessuno che gli faccia compagnia, nessuno che gli parli, nessuno che gli dia un motivo per svegliarsi.
Io devo rimanere.
 
Così ne parlo con il medico e lui riesce a venirmi incontro.
 
Ho stabilito di poter restare un paio d’ore la mattina presto e tutto il pomeriggio, volendo anche la notte.
 
 
************
 
Dal giorno della rapina, cioè una settimana fa, le mie giornate le trascorro quasi interamente qui all’ospedale, accanto a Mamoru.
Inizialmente cercavo di seguire qualche lezione la mattina all’università, ma da un paio di giorni mi allontano solo per pranzare o cenare e per recarmi a casa a fare una doccia o riposarmi un’ora, dato che dormire su una sedia non è molto salutare per la mia schiena. Inoltre oggi sono cominciate le vacanze di Natale e per un po’ non dovrò preoccuparmi delle assenze, anche perché ora è solo una la mia preoccupazione.
I miei genitori erano preoccupati per me, del fatto che non avessi più orari e non uscissi quasi mai da questa camera. Qualche giorno fa però ho spiegato loro chiaramente la situazione, la mia amicizia con Mamoru, la sua gentilezza mostrata il giorno dell’incidente e soprattutto il fatto che se non ci fosse stato lui, a quest’ora ci sarei io in questo letto. Allora subito hanno capito e si sono dimostrati comprensivi.
 
Intanto la situazione di Mamoru è stabile. Non è peggiorata, ma non è neanche migliorata.
 
Stando qui gli parlo, gli inumidisco le labbra e la pelle per non farlo disidratare, gli tengo la mano nella speranza che lui possa tornare a stringerla.
È un desiderio di vitale importanza ormai. Mi sono accorta di quanto mi manchino i suoi scherzi e allo stesso tempo il suo sostegno quando mi sono trovata in difficoltà.
In questo momento avrei bisogno di sostegno, ma sono io ora che devo incoraggiare lui e dirgli di non mollare.
 
Ogni tanto vengono dei poliziotti e Moran a trovarlo, ma se non ci fossi, io a quest’ora sarebbe solo per il resto del tempo. Ed io non voglio lasciarlo solo.
Da quando sono venuta a sapere della sua situazione “ familiare ” mi sono sentita in dovere di stargli vicino, poiché sono una delle poche persone che ha.
 
Spesso per passare il tempo porto con me alcuni libri dell’università e Minako viene a farmi compagnia per sollevarmi un po’ il morale.
 
Oggi però ho portato con me solo una cosa. La mia melodia preferita ora risuona sul palmo della mia mano mentre una mezza luna gira nel ciondolo che Mamoru mi ha regalato. 
Queste note normalmente mi trasmettono una certa malinconia, ma in questa situazione mi fanno mettere a piangere.
Alcune volte infatti mi capita di pensare il peggio. Se Mamoru non dovesse risvegliarsi?
Cerco comunque di scacciare subito questi pensieri e di ricordare come mi stringeva in banca per proteggermi, come mi guardava per infondermi coraggio e come si è messo davanti a me per salvarmi. E a questo punto dei ricordi ritornano le lacrime e i singhiozzi. E anche un certo senso di colpa, perché lui è qui a causa mia.
 
In ogni caso io farò tutto il possibile per non abbandonarlo neanche un attimo e per farlo risvegliare, perché ora che l’ho conosciuto, quel giorno di ottobre quando lui mi fece quella multa, non posso pensare di stare senza lui. Proprio adesso che rischio di perderlo me ne rendo conto.







Allora? Molto determinata la nostra Usagi e iniziare a capire di avere perso la testa per un ceto moretto....in ogni caso fatemi sapere.
So che è un capitolo corto, ma è di transizione e, visto che ne mancano solo due alla fine della storia, preparatevi per il seguito di cui inserisco un piccolo spoiler:

Adesso chiudo gli occhi e cerco solo di trasmettergli la mia presenza e il mio amore, si proprio amore, perché è questo il sentimento che adesso avverto nel mio cuore.

 
Volete uccidermi???? Dai non dovrete aspettare molto.....in ogni caso ringrazio sempre coloro che recensiscono la mia storia, razie perchè mi fate sentire n un certo senso orgogliosa di ciò che scrivo.....grazie a chi ha inserito la mia ff tra le seguite, preferite e da ricordare.....infine un grazie acnhe a chi legge solamente.
Adesso vi lascio... a presto ciaoooo
Stella93mer
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Dunque eccomi qua con il penultimo capitolo e, penso, con quello tanto aspettato da voi lettori...non mi dilungo ulteriormente e vi lascio alla lettura!

• Capitolo 10

 

Senza quasi rendermene conto è arrivato il Natale. Tutti qui in ospedale sono in festa e hanno contagiato anche il mio umore. Oggi sono speranzosa.

Gli infermieri stessi si mettono d’accordo per organizzare una festa per la vigilia e, immaginando che anche stanotte farò la veglia accanto a Mamoru, mi chiedono se abbia voglia di unirmi a loro. Io però mi sono ripromessa di non lasciare Mamoru da solo neanche un minuto.

La sera, dopo i vari controlli e il cambio della fasciatura sulla ferita, scende in fretta e mi ritrovo a mangiare un pezzo di pandoro nel corridoio antistante la camera di Mamoru. Dopo aver finito rientro subito e procedo con quello che per me è diventato ormai un rito. Mi siedo e comincio a inumidire un fazzoletto di stoffa, per poi passarlo delicatamente sulle labbra di Mamoru e sull’intero volto. Dopodiché prendo un asciugamano di lino e con altrettanta delicatezza asciugo il viso. Ogni volta che compio quest’operazione, mi ritrovo a fissargli intensamente gli occhi o le labbra, sperando in un loro movimento, e proprio stavolta mi sembra di scorgere qualcosa nelle palpebre.

Ben presto però mi rassegno, anche perché il dottore mi ha spiegato che ciò può avvenire, ma non è quasi mai un segnale che avverte del risveglio del paziente.

In ogni caso mi avvicino con la sedia al letto di Mamoru e, quasi dovesse essere lui a dare forza a me, prendo la sua mano tra le mie e la stringo forte. Normalmente gli parlo, ma stasera non ho parole. Queste sono sostituite dal contatto tra le nostre mani. Presa improvvisamente dalla tristezza avvicino la sua mano alla mia guancia e comincio a piangere, proprio nell’attimo in cui è mezzanotte e tutti festeggiano la nascita di Cristo. Cerco di trattenere le lacrime, ma non ci riesco, finendo così per bagnare anche la mano di Mamoru. Adesso chiudo gli occhi e cerco solo di trasmettergli la mia presenza e il mio amore, si proprio amore, perché è questo il sentimento che adesso avverto nel mio cuore.

In realtà sembra un momento magico. Fuori cadono fiocchi di neve, si sente il suono delle campane della chiesa vicino all’ospedale, dove in questo periodo mi sono recata frequentemente, ed io con gli occhi chiusi avverto un movimento sulla mia guancia. Essa è sfiorata da qualcosa di leggero e delicato. Quasi non voglio aprire gli occhi perché potrebbe essere solo un’illusione, ma un movimento tra le mie mani mi fa sperare, così decido finalmente di vedere, di appurare quel movimento con i miei occhi.

Non è un sogno. Mamoru si sta realmente risvegliando dal coma, e a testimoniarlo non è uno di quei movimenti impercettibili, ma il suo stringere le sue dita attorno alla mia mano.

Quasi incredula comincio a chiamarlo con un tono di voce basso, poiché ho ancora paura di essere vittima di un’illusione.

<< Mamoru, mi senti? >> e di nuovo, senza il mio consenso, sgorgano le lacrime.

<< M-mamoru? >>

E lui come per rispondere, cerca di aprire gli occhi.

In questo momento non so cosa fare. Vorrei chiamare il dottore, ma questo comporterebbe che dovrei lasciare Mamoru. Non appena però faccio per alzarmi, la sua stretta intorno alla mia mano aumenta, e sembra si stia sforzando di parlare.

<< Usagi >> il suo è un sussurro, accompagnato da un sorriso che fa sembrare il mio nome la parola più bella del mondo.

Questa è un’ulteriore conferma del fatto che questo non è un sogno. Così immediatamente premo il pulsante per avvertire gli infermieri.

Ne arriva una prima, la quale subito dopo è seguita dal dottore e altri medici che cominciano subito tutta una serie di controlli, mentre io sono costretta ad abbandonare la stanza e la presa di Mamoru. Però osservo tutto dai vetri della stanza e finalmente la felicità scoppia nel mio cuore e insieme ad essa scoppia anche un pianto liberatore, che vuole liberarmi dalla tensione e dalla paura di questi giorni.

Mamoru viene trasferito in un altro reparto e non appena i medici sono disponibili, mi informo sulle sue condizioni.

<< Dottore, allora? Come sta Mamoru? >>

<< Posso dire che le sue condizioni sono ottime. Il coma non ha interferito con le sue funzioni, che sono tutte a posto. E abbiamo potuto costatare che il paziente non ha avuto problemi né cerebrali, né fisici. Dopo alcuni giorni di osservazione e di ulteriori controlli potrà riprendere la sua vita normalmente >>

<< Grazie mille, per tutto ciò che avete fatto, grazie! >> rispondo piena di gratitudine.

<< Di nulla, è il nostro lavoro! >>

Ora che Mamoru è uscito dalla rianimazione mi è concesso fargli visita solo durante gli orari previsti per le visite. Così mi reco a casa per una bella dormita.

                   

                                           -------------------------

 

Pov Mamoru

 

<< Signor Chiba, riesce a muovere tutte le dita della mano? >>

<< Sì, è tutto ok >>

Due ora fa mi sono risvegliato da quello che mi è sembrato un lungo sonno. Una sensazione di calore e una presenza costante mi hanno riportato in superficie. E nel momento in cui ho aperto gli occhi, ho avuto anche un tuffo al cuore. Quella testolina buffa che mi teneva la mano e piangeva, piangeva per me. In quel momento tanti ricordi e sentimenti si sono riaffacciati nella mia mente, che ho espresso con un’unica parola, “ Usagi ”, come per imprimerli bene, come qualcosa di estremamente importante e mai provato prima. Qualcosa che solo in quell’istante ho riconosciuto. Un sentimento che ho anche paura di menzionare, perché appunto completamente nuovo, e anche perché non so se ricambiato. So solo che quell’affetto che provavo per Usagi si è rivelato essere questo. Adesso ho il desiderio di rivederla, di consolarla, di chiederle come mai si trovava lì. No di rispondere alle domande che mi stanno lanciando a raffica i dottori e gli infermieri. Capisco le mie condizioni e che appena usciti dal coma si potrebbero riscontrare danni anche seri, ma loro dovrebbero anche capire che io mi sento bene. E ciò e dimostrato dal fatto che in questo momento mi sto mettendo in piedi e, anche se con qualche difficoltà dovute alla permanenza di due settimane in questo letto, sto facendo dei passi.

<< Signor Chiba, non deve sforzarsi troppo >> mi ammonisce il medico.

<< Ce la faccio, sono perfettamente in grado di muovermi. >>

<< Benissimo. I test stanno avendo tutti riscontri positivi. Procediamo con la verifica della memoria. Ricorda qual è la causa del suo coma? >>

<< Sì. Ricordo perfettamente la rapina in banca, il rapinatore che ha sparato e io che ho voluto proteggere…Usagi >>

Ecco che mi ritorna in mente lei e quel maiale che le mette le mani addosso, io che la attiro a me per proteggerla e, di nuovo, lei con quello sguardo spaventato. Poi lo sparo e il mio istinto che mi guida affinché la ripari da quel colpo. E dopo…

<< In realtà è da qui in poi che ho un po’ di confusione… >>

Rivedo Usagi che piange e risento il mio sollievo, sollievo perché lei è al sicuro e la certezza del fatto che ripeterei quel gesto all’infinito pur di salvarla, anche se ne va della mia vita. Poi un susseguirsi di volti e i medici che mi issano sulla barella, un momento di oscurità e poi quelle parole urlate. Sempre Usagi che mi stringe la mano. In realtà non capisco cosa voglia dirmi, ma d’istinto ricambio la stretta con sorriso per consolarla. Poi di nuovo l’oscurità.

<< È normale, da quel momento in poi sono entrati i suoi colleghi e lei stava già perdendo i sensi. In ogni caso il suo racconto è più che soddisfacente. Anche i suoi riflessi sono a posto. La prove dell’udito e della vista sono ok. Solo una raccomandazione: capisco la sua voglia di mettersi in movimento e di riattivare i suoi muscoli, ma le ricordo che lei ha subito un intervento per estrarre il proiettile e i punti della ferita devono ancora asciugarsi, perciò le consiglio di muoversi con molta cautela, anche perché al momento è tutto ok, ma lei è ancora sotto osservazione. Ha compreso tutto? >>

<< Sì, perfettamente >>

<< Benissimo, ha domande da farmi? >>

Nel frattempo gli infermieri abbandonano la stanza. E io devo sapere.

<< Sì, solo una, diciamo in confidenza. Come mai Usagi si trovava qui? >>

A questa domanda sul viso del dottore compare uno strano sorriso, di chi la sa lunga.

<< Ah, signor Chiba, quella santa ragazza non ha lasciato la sua stanza neanche la notte. Ha vegliato su di lei durante tutta la sua permanenza qui. >>

A queste parole il mio stupore aumenta, tuttavia ciò è quasi una conferma.

<< Perché? >> chiedo io.

<< Bhè personalmente non le so rispondere. Perché non lo chiede lei stesso alla signorina? Da adesso in poi la potrà vedere durante l’orario di visita, se lei si presenterà, cosa della quale ne sono certo. >> E conclude il tutto facendomi l’occhiolino.

<< G-grazie dottore >> dopo ciò sono quasi senza parole.

<< Di niente. Passerò puntualmente ogni quattro ore per i controlli di routine. Buon riposo >> così esce chiudendosi la porta alle spalle.

Mi stendo sul letto per cercare di addormentarmi, ma i miei pensieri non me lo permettono. Il mio punto fisso è lei. È sempre stata qui. Non mi sembra una cosa tanto nuova, è come se lo sapessi già. E adesso vorrei solo che lei continuasse a essere qui, a stringermi la mano.

 

Allora è stato di vostro gradimento? Spero vivamente di sì e soprattutto spero di aver reso al meglio questo momento importante della storia che ahimè sta per concludersi.....ora ditemi un pò cose ne pensate e vi aspetto al prossimo aggiornamento che sarà l'ultimo! 

A presto

Stella93mer

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Salve a tutti!!!

Eccoci all'ultimo capitolo di questa storia.....bè sono un pò triste. Ho cominciato questo progetto più di un anno fa, dopo ho deciso di pubbliacare ed ora sono alla fine! Ma sono anche davvero felice di aver portato a termine un qualcosa a cui tenevo tanto... la mia prima fanfic!! 

Non mi dilungo ancora, ma vi lascio alla lettura di quest'ultimo capitolo!

• Capitolo 11

 

Ieri appena tornata dall’ospedale, sono rientrata in casa e quasi non l’ho riconosciuta. Durante i giorni trascorsi in quel luogo angustio ero venuta qui solo per farmi una doccia o per una o due ore di sonno, di conseguenza non spolveravo o lavavo da due settimane, e ciò si poteva ben notare dagli strati di polvere sui mobili e dalla puzza di chiuso che regnava. Inoltre il fatto che Luna non ci fosse rendeva il tutto ancora più strano. Infatti la prima cosa che ho fatto è stata quella di chiamare Minako: prima di tutto le ho dato la bella notizia, con conseguenti suoi urli e schiamazzi, dopodiché le ho detto che poteva passare e riportarmi Luna. Passando tutte le mie giornate accanto a Mamoru non avrei potuto prendermi cura di lei. Così la sera stessa mi ha restituito la mia micina.

Con Minako il tempo è passato in fretta, ma quando lei se n’è andata, sono ritornata a essere sola e un senso di solitudine e tristezza mi ha invaso. Rimpiangevo quelle sere trascorse accanto a Mamoru. Avevo dovuto lasciare la sua camera e avrei potuto vederlo solo un paio di ore al giorno. Niente in confronto alle intere giornate trascorse lì accanto a lui, giornate che non passavano velocemente a causa dell’attesa per me logorante, ma che allo stesso tempo volavano passate accanto a lui.

Ridestandomi da questi pensieri mi alzo velocemente per prepararmi e arrivare in ospedale puntuale. In realtà sono un po’ imbarazzata. Sicuramente Mamoru ricorderà che stringevo la sua mano e che piangevo. Probabilmente si chiederà il perché del fatto che io sia stata sempre accanto a lui. Il mio desiderio di vederlo però è più forte.

Così mi vesto pesantemente, indossando dei pantaloni beige di velluto stretti alle caviglie, un soffice maglione color panna a collo alto, degli stivaletti e per finire un cappotto anch’esso color panna. Salgo nella mia macchina, praticamente nuova, poiché dopo l’incidente era irriconoscibile, e mi incammino verso l’ospedale, notando le decorazioni natalizie e la città in festa.

Stranamente arrivo in ospedale dieci minuti prima dell’orario stabilito per le visite, così quando scorgo il medico di Mamoru ne approfitto per chiedere notizie sulle sue condizioni.

<< Mi scusi, dottore, non so se ricorda… >>

<< Certo che mi ricordo! Tutto bene signorina? >>

<< Sì, grazie. Volevo chiederle solo come sta Mamoru. >>

<< Posso dirle che le condizioni del signor Chiba sono ottime. Ha reagito benissimo al risveglio dal coma. Solo credo che ora stia dormendo. Venga l’accompagno. >>

<< Grazie >>

Rincuorata da queste parole seguo il medico, che mi conduce nella stanza di Mamoru. Stranamente oggi non è venuto nessuno a fargli visita; forse non tutti hanno saputo del suo risveglio. Vengo condotta in un reparto diverso da quello delle ultime due settimane e la stanza di Mamoru è tra le prime del corridoio.

Non appena entro non posso far a meno di sorridere a me stessa, sia per la felicità, sia per la visione di Mamoru che dorme. Sembra un angelo. I capelli neri un po’ scompigliati fanno da cornice a un viso perfetto e so che le palpebre chiuse nascondono degli occhi altrettanto perfetti, di un blu limpido.

<< Grazie dottore, aspetterò che si svegli. >>

<< Bene, arrivederci. >>

<< Arrivederci. >>

Prendo una sedia e mi siedo accanto al letto di Mamoru.

Adesso seduta qui mi sembra di ritornare a ieri sera. Dato che Mamoru dorme, avvicino la mia mano alla sua semi aperta, fino a sfiorarne le dita.

La sua pelle è morbida e calda.

Mi accorgo, da un leggero movimento della sua testa, che si sta per svegliare e il mio istinto mi suggerisce di ritrarre la mia mano. Questa però viene bloccata da un movimento veloce, evidentemente più veloce del mio pensiero. Mamoru lentamente apre gli occhi e nel momento in cui incontrano i miei un sorriso furbo compare nelle sue labbra.

<< C-ciao Mamoru >> a questo punto sono parecchio imbarazzata. Mi dovevo far beccare per forza, vero?

<< Ciao Usagi! >> risponde continuando a tenere le sue dita intorno alle mie.

<< Mi dispiace se ti ho svegliato, non volevo disturbarti… >>

<< Non mi disturbi, non preoccuparti >>

<< Come stai? >> il tutto diventa sempre più imbarazzante, almeno per me, mentre Mamoru non accenna a lasciar andare la mia mano e continua a sorridermi in quel modo.

<< Bene, mi sto riprendendo in fretta. Anzi, poiché mi sento in forma, che ne dici di accompagnami a fare due passi in corridoio? >>

<< Va bene…sicuro che te la senti di alzarti? Cos’ha detto il dottore? >>

<< Ha detto che posso muovermi, però con cautela, a causa della ferita….adesso posso avere il permesso di alzarmi signorina? >> dice mentre mi lascia la mano e fa per alzarsi.

<< Sì, certo >> e l’imbarazzo passa, mentre mi viene da ridere, ma allo stesso tempo ho gli occhi lucidi per la felicità. Cosa che a Mamoru non sfugge.

<< Cos’hai, Usagi? >> mi guarda preoccupato, in piedi di fronte a me.

Io scuoto la testa e lo rassicuro << Niente, è tutto ok. Andiamo >> afferro la borsa e usciamo.

Mentre camminiamo lentamente per il corridoio, tra di noi cala il silenzio, ma sono io a interromperlo.

<< È stato difficile recuperare dopo il risveglio? >>

<< No. Solo un po’ per camminare, ma dopo un paio d’ore già riuscivo a stare in piedi. >>

Adesso gli porgo una domanda che volevo fargli sin dall’inizio.

<< E la memoria? Ricordi tutto? >>

<< Sì, perfettamente! >> lo dice con un tono compiaciuto e io avvampo. Questa non ci voleva.

<< E anche… >> non mi fa terminare la domanda.

<< Il momento del risveglio? Sì, ricordo tutto e… sono contento che ci fossi tu accanto a me, non solo in quel momento >>

Perfetto, lui sa tutto.

 << Come…? >> stavolta sono proprio io a non completare la domanda. E lui mi sorride…quel sorriso che ogni volta mi fa mancare un battito.

<< Il dottore mi ha detto tutto. >>

<< Ah, ok >> mi sa che non eserciterà più la sua professione in quest’ospedale quel dottore… anzi in nessun ospedale.

A questo punto Mamoru si ferma di fronte a me e mi guarda serio.

<< Io veramente non so come dirti grazie. Tu mi sei stata accanto tutto il tempo e hai sacrificato le tue giornate per me, quando non eri obbligata a farlo. >>

<< Sì, è vero, ma a me non è pesato per niente >> dico mentre la mia voce si incrina e gli occhi si inumidiscono <<  io ho sentito dentro di me che dovevo starti vicino e dopo ciò che tu hai fatto, questo era il minimo che potessi fare e p-poi >> ora invece piango direttamente << è s-solo colpa m-mia se tu sei s-stat-to colpit-to >> non riesco più a trattenere i singhiozzi, mentre Mamoru scuote la testa e sorride.

<< No, per favore Usagi, non ti incolpare e non piangere >> dice con una voce dolce, mentre pone le sue mani sulle mie guance e asciuga le mie lacrime << ora ascoltami bene: se servisse a proteggerti io ripeterei ciò che ho fatto altre cento, mille volte e anche di più. >>

Ma queste sue parole non aiutano a calmare il mio pianto, anzi questo aumenta. Così lui fa un qualcosa che non mi sarei mai aspettata.

Mi stringe in un abbraccio pieno di affetto, che io ricambio, mentre lui mi passa la mano sulla schiena. Appoggio la mia testa sul suo petto e finisco per bagnargli tutta la maglietta. In questo momento mi sento protetta e circondata da amore.

Dopo un po’ riesco a calmarmi e ancora stretta nel suo abbraccio alzo il viso e lui mi da un bacio sulla fronte.

<< Per favore, non piangere, non posso vederti così. Ti prego fallo per me >> mi dice vicino alla mia tempia quasi sussurrando.

Alzo ancora di più il viso e finalmente incontro i suoi occhi. Con solo il suo sguardo riesce a infondermi tranquillità e sicurezza. Inevitabilmente i nostri visi si avvicinano e le nostre labbra si uniscono con un leggero contatto, si staccano, e si riuniscono per approfondire un bacio, con il quale Mamoru mi trasmette ciò che prova per me. Dopo ci stacchiamo e lui mi appoggia una mano sulla guancia, sfiorandola con il pollice.

<< Tu per me sei stata la luce che mi ha aiutato a uscire non solo dal coma, ma dal guscio nel quale mi sono rinchiuso da…>>

<< Dalla morte dei tuoi genitori >> completo io per lui e alle mie parole rimane un po’ stupito << sempre il dottore… non sa tenere niente per sé quell’uomo! >>

Lui ride leggermente e continua:

<< Solo con te riesco ad aprirmi e a far emergere una parte di me che da tanto tempo tenevo rinchiusa >>.

<< Mmh… se parli del Mamoru che mi prende continuamente in giro, puoi rinchiuderlo >> dico ridendo insieme a lui, ma dopo riprendo seria.

<< Scherzo. D’ altronde è una delle parti che conosco maggiormente...ma mi piace anche questa parte dolce >> e arriva da parte mia un altro bacio al quale Mamoru risponde.

<< Aspetta un attimo – dico staccandomi - però non devi farmi più multe! >> dico fintamente arrabbiata.

<< Mi dispiace, testolina buffa, ma il pacchetto comprende anche il Mamoru poliziotto... prendere o lasciare >> mi sussurra a un soffio dalle mie labbra sorridendo.

<< Prendo >> rispondo e riprendiamo il nostro bacio da dove avevamo interrotto.

 

FINE


Dunque andiamo ai ringraziamenti....

Ringrazio chi ha inserito la mia storia tra le preferite:


1 - bunny 92

2 - bunny65 

3 - Dilettascrittrice

4 - emma881 
5 - katiuccia88 
6 - LAS 

7 - liliana87 
8 - lulu85 
9 - magata 
10 - Rei_Hino 
11 - selenemoon 
12 - SERENATA 
13 - Silvia86a



Ancora ringrazio chi l'ha inserita tra quelle da ricordare:

1 - maryusa 
2 - Rei_Hino 

3 - Serenity83 
4 - sophia90 

5 - usachan



Chi l'ha inserita tra le seguite:

1 - angle 

2 - Bunny SailorMoon 

3 - bunny1987 

4 - Dilettascrittrice 

5 - donata 

6 - erika215 

7 - Fairfax

8 - Freegirl87 

9 - frogvale91 

10 - gattabianca 

11 - irenepuer1 

12 - L0v3 An1m3 

13 - la_manu 

14 - Lisanechan 

15 - luciadom 

16 - lulu85 

17 - MaRmOtTeLlA

18 - Maryssacoop

19 - marziolina86

20 - micina82

21 - miki99

22 - miky 483

23 - miss moonlight

24 - nina_ 

25 - pirilla88 

26 - Potter92 

27 - princesss 

28 - Pulcinomi 

29 - Rei chan 

30 - sailorm 

31 - Sasha_T 

32 - Serenity83 

33 - usachan 

34 - Usagi Tzukino 

35 - _Sama_ 

36 - _Sofia_ 

37 - __sakura___

Infine ingrazio chi ha recensito i vari capitoli, luciadom, francylibellula, bunny92, miki99, Rei_Hino, lulu85, Serenity83, merziolina86, Cri cri, Ily94_Sun86, Dilettascritrice, miss moonlight, Lisanechan, bunny 92, Usagi Tsukino, Miss Demy....
....e ovviamente tutti coloro che hanno letto e che hanno lasciato comunque un segno con più di mille visite!
Ora vi lascio...grazie ancora a tutti e a presto!

Stella93mer



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