Tutta colpa di una multa! di stella93mer (/viewuser.php?uid=57105)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Salve
a tutti, gente di EFP!!!!!
Ora
vi chiederete che ci faccio io qui
con questa storia dopo averne iniziata e cancellata una
precedentemente. Posso
solo dirvi che ero insoddisfatta di quella fan fiction: il mio stile
non mi
piaceva, i personaggi non avevano sentimenti, sembravano vuoti e la
trama non
era ben definita nella mia mente; proprio per questo non sono riuscita
a
portarla avanti. Ma è da quest’estate che mi sono
cimentata in questa nuova
storia per la quale ho avuto da sempre in mente una trama ben precisa
che ho
arricchito con ulteriori particolari, descrizioni e idee che mi
venivano man
mano che la scrivevo: insomma era una storia viva. Così ho
deciso di portarla a
termine, di pubblicarla su EFP e di vedere cosa ne pensavate voi, miei
cari
lettori, della nostra coppia preferita immersa in un panorama
completamente
diverso da quello del manga e dell’anime. È un
esperimento al quale però tengo
molto, poiché il personaggio di Mamoru rappresenta una
figura alla quale noi
dobbiamo molto e che nonostante il suo lavoro rischioso, non
è sempre è
ripagata con la nostra gratitudine. Allo stesso modo tengo ai vostri
pareri e
alle vostre critiche, anche perché non sono ancora
pienamente soddisfatta del
mio stile e vorrei migliorarlo anche attraverso i vostri suggerimenti:
sono
completamente disponibile per quanto riguarda la correzione di errori e
consigli sul mio modo di narrare (troppo monotono, poco preciso
ecc…). Prima di
lasciarvi alla lettura del capitolo voglio fare alcune precisazioni:
questo è
un capitolo vero e proprio e non vi è né
un’introduzione, né un prologo; non ho
scelto una città precisa in cui far svolgere le vicende; i
nomi dei protagonisti
non sono quelli italiani, ma quelli originali tranne che per uno di
essi e
infine vorrei tranquillizzarvi dicendovi che la stesura della storia
è
completata: 11 capitoli di circa 1200 parole ciascuno. Con questo ho
concluso….vi auguro buona lettura!
Stella93mer
•
Capitolo 1
Ecco!
Come ogni mattina sono i
ritardo! Come ogni giorno di ogni mese di ogni anno della mia vita. Un
momento
questa non è la mia caratteristica principale! Ok cominciamo
la mia
presentazione da capo. Mi chiamo Usagi Tsukino, ho 23 anni e frequento
la
facoltà di psicologia, ho preso da poco la laurea triennale
e adesso intendo
specializzarmi. Perché ho scelto psicologia? In
realtà mi ha sempre attirato
l’idea di conoscere le persone in modo approfondito; non che
sia una tipa
invadente! Con “approfondito” intendo dire che
vorrei indagare nell’animo delle
persone e far emergere la parte più buona di esse. Insomma
vorrei fare la
psicologa. Io penso che uno dei modi per aiutare la gente sia sostenere
ognuno
nell’obbiettivo di essere in pace con sé stesso,
di essere in armonia con il
proprio animo. E questo non è naturale per tutti; alcuni
hanno bisogno di
confidarsi e di consigli per vivere serenamente ogni giornata, di
eliminare le
proprie paure e i proprio tormenti. Ovviamente ci sono altri modi e
altre
occupazioni che mirano ad aiutare la collettività, come
quella del poliziotto,
una figura che stimo e apprezzo moltissimo. Dopo questa parentesi sulle
mie
aspirazioni riprendo da dove ho interrotto. Sono le 8.00 h e tra
mezz’ora
dovrei essere all’università. Dico dovrei
perché ancora devo finire di
prepararmi e devo attraversare la città
nell’orario di punta.
Mission
impossible.
In
tutta fretta raccolgo i miei
lunghi capelli biondi in due piccoli chignon lasciando però
che da essi
scendano due lunghissime code. Lo so un’acconciatura un
po’ infantile, ma la
porto da così tanto tempo che se uscissi con i capelli
sciolti non mi
riconoscerei. Un abitino bianco di cotone che mi arriva al ginocchio e
un paio
di sandali argentati. Dopo passo al viso mettendo matita, mascara e un
velo di
phard. Dopo un bicchiere di succo d’ananas esco di casa in
tutta fretta, scendo
le scale come se dovessi fissare un record alle olimpiadi –
riuscendo quasi a
ruzzolare giù – ed entro in macchina. Accendo e si
parte. Ecco non faccio che
100m e sono già bloccata dal traffico. Attraverso una serie
di scorciatoie e
riesco ad arrivare a poca distanza
dall’università, ma ancora manca un tratto
di strada. Ovviamente gli ultimi metri sono impercorribili e non riesco
a
scorgere un posteggio. Ragioniamo. Potrei prendere quella strada, ma
è senso
unico. Ma se non lo faccio non arriverò mai in tempo! Prendo
una decisione e
imbocco la famosa via, quando mi ritrovo una volante della polizia che
procede
nel senso di marcia opposto. Quello giusto per la precisione. Ecco ci
mancava
solo questa! Il poliziotto scende dall’auto e mi fa segno di
accostare.
Inevitabile. Ok manteniamo la calma. Si avvicina un agente in divisa:
giovane,
sui 30, alto, capelli neri e occhi blu intenso. Mi rimprovera con il
solo
sguardo. Abbasso il finestrino.
<<
Signorina, non si è
accorta del cartello? Questa via è a senso unico!
>>.
Non
riesco a dire una sola parola,
quest’uomo mi ha intimorito con il suo sguardo e ora con il
suo tono di voce.
Ok ha ragione, ma un po’ di tatto!
<<
Lo so, ma sono in
ritardo! Devo arrivare all’università e
quest’ultimo tratto è bloccato per via
del traffico. Non potrebbe chiudere un occhio? >>
Chiedo con tono
supplichevole. Nella sua
espressione neanche un attimo di esitazione.
<<
Mi dispiace ma non posso
fare eccezioni per nessuno. Innanzitutto patente e libretto
>> .
Ormai
rassegnata apro lo
sportellino del porta oggetti per prendere i documenti e li porgo
all’agente
che dopo averli controllati procede con la stesura del verbale.
<<
Ecco a lei i documenti e
la copia del verbale con l’importo della multa da pagare
entro 60 giorni.
Arrivederci >>
<< Grazie e
arrivederci! >>
Rispondo
abbastanza sgarbatamente.
Quanto mi ha innervosito il comportamento di questo agente. Mi ha quasi
indotto
ad avere un ripensamento sull’importanza della polizia.
Cioè lo so che è da
sciocchi pensare ciò, ma poteva fare un’eccezione!
Sono sicura di aver
incontrato il più antipatico degli agenti. Sì
deve essere così. Tant’è che una
volta sono andata a denunciare uno scippo e in quel caso incontrai un
poliziotto gentilissimo che mi guidò
nella presentazione della denuncia e mi offrì addirittura un
caffè!
Dopo
questa disavventura arrivo a
lezione con mezz’ora di ritardo, beccandomi
un’occhiataccia da parte del
professore. Prendo posto e cerco di seguire le spiegazioni e di
prendere
appunti, ma la mia mente non riesce a pensare ad altro. Ore dopo, al
momento
della pausa pranzo, non faccio altro che sfogarmi con la mia amica
Minako. Lei
è…. Bè lei è Minako e
basta. È unica! Nel vero senso della parola. Fisicamente
mi assomiglia molto, tranne per il fatto che lei porta i suoi lunghi
capelli
biondi quasi sempre sciolti o legati con un fermaglio. Caratterialmente
è un
vero uragano di allegria. E anche di pazzia. Così quando le
racconto cosa è
successo prima di arrivare a lezione, lei non si pronuncia per quanto
riguarda
la multa, ma a un certo punto mi interrompe e domanda: <<
Almeno l’agente
era carino? >> con una faccia sognante. A quel punto la
mia rabbia
scompare e scoppio a ridere. Ecco questa è Minako. Riesce a
metterti di buon
umore anche se sei in bestia con una sola frase o parola.
Il
resto della giornata passa
senza intoppi. Dopo le ore di lezione nel pomeriggio io e la mia amica
andiamo
a fare un po’ di shopping e ovviamente mi rilasso
perché questa è una delle mie
attività preferite! Potrei svaligiare interi negozi,
soprattutto di scarpe:
sandali, zeppe, scarpe con il tacco o senza, nei più
svariati colori e
materiali. Dopo aver speso un patrimonio ritorno a casa. Piccola ma
accogliente. Non mi piacciono le case esageratamente grandi, ma
l’arredamento
per me è essenziale. Quando i miei mi hanno regalato questo
appartamento per
poter raggiungere più facilmente
l’università, per me era solo un insieme di
muri che stavano in piedi per costituire delle stanze. Ma nel giro di
pochi
mesi l’ho trasformato in un ambiente degno di essere chiamato
casa. Ho pitturato
le pareti con colori caldi, ho sostituito l’arredamento
precedente, tutto in
metallo e spoglio, con dei mobili in legno. Così ora ho una
casetta con una
zona soggiorno, una cucina in legno con la zona pranzo, un bagnetto e
una
cameretta interamente nuova (quella precedente faceva pena). Il tutto con i miei soldi.
Infatti lavoro in un
locale qui vicino e, mettendo da parte del denaro e rinunciando alla
mia
attività preferita – ahimè è
stato difficile – sono riuscita a completare il
tutto. Quindi posso dire che le spese folli di questa sera insieme a
Minako
sono state una specie di premio di consolazione con, per finire in
bellezza, un
enorme cono al cioccolato. Ecco un altro mio difetto: la
golosità. Lo so sono
piena di difetti, ma penso di avere anche qualche pregio; inoltre io
sono così
e non cambierei per nulla al mondo.
Ecco
il primo
capitolo…cosa ne pensate? Fatemi sapere!!! Ciao a tutti J
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Ciao
a tutti!! Adesso penserete: ma questa di nuovo
qua è? Non penserete di sbarazzarvi così presto
di me? La storia è bella e pronte,
non mi resta che pubblicare… perciò passo
subito a un secondo aggiornamento perché capisco quanto sia
snervante l’attesa
per un nuovo capitolo. Dunque ecco un altro incontro tra i due… sapete a chi mi
riferisco no? Vi dico fin da ora che ognuno
dei capitoli tratta un lo incontro/scontro: la storia è
uscita così e non mi andava
dilungarla troppo. Ok ora mi sto dilungando… vi lascio alla
lettura! J
•
Capitolo 2
Sabato
mattina… oh come adoro il weekend, in
particolare questo giorno! Queste sono le ore in cui ci si gode la
sensazione
di avere un po’ di tempo libero. Mentre la domenica
è già diversa, si ha già
addosso l’angoscia del giorno dopo, il lunedì, con
il quale ricomincia
l’attività frenetica della settimana. Sono seduta
in cucina che sorseggio un
buon bicchiere di succo e mi gusto un caldo e soffice cornetto al
cioccolato –
la mia golosità non fa mai cilecca – quando
accendo la tv per seguire un po’ il
telegiornale. Parlano di infrazioni e multe. Che coincidenza un mese fa
è
capitato proprio a me.
<<
Un momento. È già passato un mese??? Ma io la
devo ancora pagare quella multa! >> penso improvvisamente.
Faccio
tutto automaticamente e in dieci minuti – tempo
record – sono pronta, sperando che l’ufficio per il
pagamento sia aperto anche
il sabato mattina.
Mi
avvio in direzione del comando di polizia ma non so
esattamente cosa fare. Sono agitata, rossa paonazza e la mia pressione
starà
schizzando alle stelle. Mannaggia a me e a quando ho svoltato in quel
senso
unico.
Arrivata
in caserma mi mandano in una stanza – non ho
idea di che ufficio sia – e ora sono qui che attendo
l’arrivo di qualcuno. Un
luogo molto disordinato. Ci sono ammassi di documenti, tre scrivanie
con
computer, diversi scaffali pieni di raccoglitori con
l’iscrizione “ Denunce
’98, ’99 ” e così via.
Denunce? Ma dove mi hanno mandata??
Improvvisamente
si apre una porta ed entra un agente
accompagnato da… non ci credo! Il poliziotto antipatico!
Riesco a definirlo
solo così. Anche lui sembra sorpreso di vedermi e arriccia
le labbra come per
mostrarmi un ghigno di soddisfazione. Il tutto mentre, oltre alla mia
sorpresa,
il mio imbarazzo cresce a dismisura. E subito l’altro agente
mi rivolge la
parola.
<< Signorina
mi scusi per l’attesa. Desidera un bicchiere
d’acqua? Mi sembra molto agitata! >>
<<
Sì, grazie. Vede…io… >>
odio quei
momenti quando non riesco a dire neanche una parola. Inoltre so di
avere lo
sguardo dell’antipatico costantemente fisso su di me
<<
Si tranquillizzi! Allora procediamo. Compili
questo modulo inserendo tutti i dati indicanti il tipo di denuncia che
vuole
effettuare >>
Ma
che sta dicendo questo tizio??? Lo fermo prima che
questa situazione vada avanti.
<<
Aspetti! Io non devo denunciare nessuno! >>
Nel
frattempo esco dalla borsa il verbale.
<<
Io devo semplicemente pagare questa multa >>
dico mostrando il documento
<<
Ma allora ha sbagliato ufficio! Per
effettuare il pagamento lei deve… >>
<<
Aspetta – lo interrompe l’antipatico ridendo
– faccio io non ti preoccupare, perché penso che
se incominci a dare alla
signorina tutte le indicazioni dei vari uffici, non ci
capirà più niente >>
Ma
gli sembra che sono scema? Oddio dal modo in cui mi
sono comportata fin ora potrebbe sembrarlo.
<<
Se non
ti dispiace ci penso io ad accompagnarla per le varie pratiche. Tanto
ho finito
il turno >>
<<
Va bene Mamoru, come vuoi >>
L’antipatico ha pure un nome.
Sono
nella più completa confusione e non capisco le
reali intenzioni di questo individuo. Vuole veramente aiutarmi o
rincarare la
dose della mia umiliazione? In ogni caso annuisco silenziosamente.
Così
usciamo da quell’ufficio che cominciavo a non
sopportare più.
<<
La ringrazio veramente per la sua
disponibilità, ma ora penso di poter fare da sola
>> dico rivolgendomi al
mio accompagnatore
<<
Aspetti! Crede davvero che riuscirà a
concludere il tutto entro stamattina? Il sabato pomeriggio gli uffici
sono
chiusi e se non sbaglio lei deve pagare questa multa entro oggi
>>
Bene
ricorda anche la data!
<<
Ma sì, me la caverò! >> rispondo
accennando un finto sorriso. Ancora non ha capito che deve levarsi dai
piedi.
<<
Insisto! E mi assicurerò che lei paghi questa
multa entro stamattina! >>
Un
momento. Non starà insinuando…ora sono su tutte
le
furie.
<<
Lei pensa che io abbia fatto solo una scenata
e che in realtà non abbia intenzione di pagare questa
multa?? >> dico
alzando leggermente il tono della voce.
<<
Assolutamente no! Non mi permetterei mai!
Voglio che lei paghi questa multa entro oggi perché superati
i 60 giorni dovrà
pagare anche la mora! >>
<<
Ma non dica stupidaggini! Lei si è permesso
eccome! E ora ha anche la faccia tosta di cercare una giustificazione
per
quello che ha detto? Li cerco da sola gli uffici, grazie! E anche se dovessi impiegare
tutta la mattinata
per pagare questa multa sarà sempre meglio che essere
accompagnati da un individuo
così scortese come lei! >>
Forse
ho un po’ esagerato. Penso che al mio
interlocutore possa uscire fuoco dalla bocca da un momento
all’altro.
Improvvisamente però lui sembra rilassarsi.
<<
Va bene come desidera! Volevo solo aiutarla!
Arrivederci. >> conclude in modo più
tranquillo ma sempre con un tono di
voce oltre il normale.
<<
Arrivederci >> rispondo io.
Dopo
ciò cerco di calmarmi e di dimenticare questa
discussione che, massima vergogna, è avvenuta davanti a un
gruppo di agenti. E
anche se hanno finto di non ascoltare, so che hanno colto ogni singola
sillaba
dei nostri discorsi. Basta. Adesso diamoci da fare e vediamo dove sono
questi
maledetti uffici…. dunque… salendo queste scale
dovrei arrivare al punto
giusto.
Forse
non è così facile. È da due ore che
giro per i
corridoi di questa caserma, ma ancora non sono riuscita a sbrigare una
sola
pratica.
Sto scendendo una
rampa di scale quando mi trovo davanti lui che parla con quella penso
sia una
collega. L’antipatico mi rivolge uno sguardo fuggente che
trasmette
divertimento. Perfetto penserà che sono una povera idiota.
Ma
d’altra parte a me non me ne frega niente di ciò
che pensa lui, giusto?
Percorro
gli ultimi tre gradini e mi fermo, come per
analizzare i miei documenti e vedere cosa manca per concludere il
tutto.
Appunto. Tutto.
Improvvisamente
i due si salutano e lui, Mamoru,
comincia a camminare nella mia direzione.
Bene.
Umiliazione totale.
Ma
nel suo sguardo oltre al divertimento c’è
qualcos’altro e, mentre cerco di scoprire cosa, lui mi
rivolge la parola.
<<
Signorina, le serve aiuto? >> Ha capito
che ho girovagato per tutta la mattinata in questa caserma e che ancora
non ho
pagato la multa.
<<
Magari solo qualche indicazione… >>
rispondo dubbiosa mentre lui inarca un sopracciglio.
Ok
ha vinto e non mi aiuterà se non ammetterò la mia
sconfitta.
<<
Sì ho bisogno di aiuto… pensavo di poter
raggiungere facilmente tutti gli sportelli ma mi sono persa, ho chiesto
indicazioni e… >> parlo così
velocemente che quasi quasi non mi capisco
neanche io. Perché sto cercando una giustificazione?
<<
Va bene, va bene – mi interrompe – mi segua.
Faremo subito >> adesso sembra quasi gentile
<< anche perchè non
vedo l’ora di smontare. E dire che il mio turno si
è concluso due ore fa… >>
Ok
ritiro tutto.
Comunque
non ha tutti i torti. Se ne sarebbe benissimo
potuto andare fregandosene di una come me che lo ha pure svergognato
davanti
agli altri agenti. Accidenti. Ovviamente non mancano le occasioni per
mandarmi
delle frecciatine. Per carità sarà gentile ad
aiutarmi, ma rimane sempre
antipatico.
Che
strano… do aiuto a tutti senza però permettere
che
gli altri ricambino. Io me la cavo sempre da sola. Perché
sto permettendo a
questo estraneo di “aiutarmi”?
Qui
si conclude il secondo capitolo e sempre qui ha
inizio il loro “ rapporto ”… che
sarà sempre così conflittuale? Mah….
Fatemi sapere
cosa ne pensate di questo capitolo, pareri positivi e negativi, e se
siete
curiosi leggete il seguito ;)
Adesso
passiamo ai ringraziamenti.
Un
gigantesco grazie a chi…
…
ha recensito:
diana89
cri
cri
star86
Rei_Hino
Dilettascrittrice
luciadom
alla quale dico grazie anche per i consigli…
Le
risposte tramite posta...
…
ha inserito la storia tre le preferite:
Dilettascrittrice
SERENATA
…
ha inserito la storia tra le seguite:
Dilettascrittrice
luciadom
miss moonlight
pirilla88
star86
…
ha anche solo letto ma mi ha dimostrato con il
numero delle visite di aver apprezzato la mia storia!
Ora
vi saluto… al prossimo capitolo!
Baci
Stella93mer
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Ciao!!!
Rieccomi con un po’ di ritardo…scusateee!!! Ma
la scuola in questo periodo è proprio opprimente; in ogni
caso non voglio
deprimere anche voi con questi argomenti, perciò passiamo al
capitolo: è un po’
corto perché è di transizione… ma
rivedremo due cari amici dell’anime ;) Buona
lettura!
•
Capitolo 3
Dopo
una mattinata avanti e indietro tra vari uffici
sono riuscita finalmente a pagare questa multa. Ok devo ammettere che
se non mi
avesse accompagnato lui, Mamoru, sarei uscita pazza.
<<
La ringrazio moltissimo per l’aiuto! Senza di
lei probabilmente non ce l’avrei fatta a pagare questa multa
in tempo! >>
<<
Non probabilmente, certamente! >> e
scoppia a ridere.
Sto
quasi per rispondere alla provocazione, quando lui
riprende a parlare, ora seriemente e anche in imbarazzo.
<<
Senta sono stato veramente sgarbato
stamattina, durante quella discussione in caserma, così le
volevo chiedere se
le andava un caffè al bar, per farmi perdonare
>>
Sono
leggermente spiazzata. Ma non posso rifiutare; altro
che caffè.
<<
Rifiuto il caffè, però accetterei volentieri
un cono al cioccolato >>
<<
Come desidera, vada per il cono al cioccolato
>>
Ci
rechiamo a un bar vicino alla caserma e passo una
mezz’ora abbastanza piacevole, conversando con Mamoru
– dopo la presentazione
“ufficiale” ci diamo del tu, ma se lo
incontrerò in divisa non se ne parla. Mi
racconta di come è entrato in polizia, dei corsi e degli
addestramenti che ha
dovuto affrontare. Accidenti non pensavo fosse così
difficile inserirsi in questo
ambiente. Io invece gli parlo della mia passione per la psicologia e
affrontando l’argomento dell’università
lui non può fare a meno di rievocare il
nostro precedente incontro, con tanto di risata. Sa come farsi odiare
questo
agente. Inoltre mi spiega anche che si trovava lì solo per
un’emergenza, perché
lui fa parte delle volanti e di solito loro rispondono a chiamate del
tipo
rapine o incidenti. Alla fine però mi accorgo che si
è fatto tardi – com’è
volato il tempo – ricordandomi dell’appuntamento
con Minako per andare al
negozio di animali.
<<
Adesso devo proprio andare, grazie ancora per
l’aiuto e per il cono! >>
<<
Di nulla! Arrivederci Usagi >>
Salto
in macchina e metto in moto, ma ecco che la
sottoscritta ne combina un’altra delle sue. Spingo
sull’acceleratore,
scordandomi di levare la retro marcia. Disastro. Mi schianto, per
fortuna non
troppo violentemente, contro la macchina posteggiata dietro la mia,
che, guarda
caso, appartiene a Mamoru. Sbircio per cogliere la sua espressione ma
ciò che
noto subito è che si mette le mani ai capelli.
<<
Oh mi dispiace! Scusami! Ho fatto molto
danno? >> chiedo catapultandomi giù
dall’auto. Perfetto. Ora penserà che
sono anche un’ incapace non solo a leggere la segnaletica ma
anche a guidre.
<<
Per fortuna non molto. Hai colpito questa
parte di plastica. Basterà cambiare il pezzo
>> dice cercando di non
apparire troppo arrabbiato.
<<
Scusami ancora! Non mi sono per niente
accorta della retro marcia inserita >>
<<
Non ti preoccupare, questa volta non hai
fatto danno, ma ti consiglio di prestare più attenzione
quando guidi!
Altrimenti diventi un pericolo pubblico! >>
<<
Hai ragione, sono parecchio distratta!
Comunque fammi sapere quanto ti devo dare per il pezzo di ricambio
>>
<<
Lascia stare, fa niente. Adesso vado… però
aspetta che esca prima io dal
parcheggio
>> dice con tono allarmato.
<<
Va bene, arrivederci Mamoru >>
Risalgo
in macchina abbastanza amareggiata. Non ne
azzecco una. Aspetto che Mamoru faccia manovra e poi parto, stavolta
con la
marcia giusta.
Lui
ha cercato di essere gentile, ma si vedeva
chiaramente che era infuriato. Spero di non incontrarlo in servizio,
altrimenti
per farmela pagare non so a cosa arriverà. Magari mi
sequestrerà il mezzo. O mi
toglierà tutti i punti dalla patente e io dovrò
rifare l’esame. Che
umiliazione! Comunque meglio non pensarci. Segui il consiglio del
poliziotto:
non distrarti mentre guidi.
Arrivo
all’appuntamento con Minako in ritardo e
ovviamente le devo fare il resoconto della vicenda.
<<
Tu non me la racconti giusta! Secondo me qui
sta nascendo qualcosa! >>
Ecco.
La solita Cupido in gonnella.
<<
Minako, mi ha offerto un caffè per gentilezza
e basta, smettila perché non ho voglia di parlarne
>>
Le
rispondo con tono seccato e lei sembra
accorgersene, così cambia argomento.
<<
Va bene. Comunque avevo già dato un’ occhiata
ieri in negozio e c’era un gattino bianco troppo carino.
Speriamo ci sia ancora
>>
Così
entriamo nel negozio di animali e subito ci
avviciniamo alla sezione in cui si trovano i gatti.
<<
Eccolo! È quello! Non è bellissimo? E hai
notato quella macchia a forma di semiluna in fronte? >>
Non
la conosco. Sta praticamente gridando elogiando le
qualità di quel micino. Nel frattempo però tutti
i clienti ci guardano.
E
subito si avvicina un commesso.
<<
Signorina, desidera? >>
<<
Vorrei quel gattino bianco >>
Nel
momento in cui l’uomo lo prende un altro gatto si
avvicina. Questo è nero e ha anche lui una macchia a forma
di semiluna in
fronte.
<<
Oh guarda che bel micio! >>
Come
se avesse dimenticato di aver fatto prendere già
un gatto al commesso.
<<
Minako ne hai già scelto uno! >>
<<
In realtà quella è una gattina. Questi due
sono praticamente inseparabili! >>
<<
Che romantico, una coppia di gattini! Usagi
non possiamo separarli! >>
<<
E tu non puoi trasformare casa tua in una
pensione per gatti! >>
<<
Veramente io pensavo che l’avresti presa tu! >>
Subito le rivolgo uno sguardo omicida.
<<
Non ci penso neanche! Ho finito di sistemare
la casa un mese fa e non ho intenzione di avere animali in giro
>>. Pronunciando
queste parole mi sento quasi responsabile.
Ma
il suo sguardo riesce a battere la mia occhiataccia
omicida. E come una bambina mi faccio convincere. D’altronde anche io amo gli animali!
<<
Va bene! La micia grigio-blu per me! >>
Così
uscendo dal negozio cominciamo a pensare ai nomi
da dare ai nostri gattini.
<<
Ho scelto! Artemis! >>
<<
Come mai questo nome? >>
<<
Si rifà alla dea della caccia! E il mio
micino andrà sempre a caccia di gattine >>
<<
Aspetta un attimo! Io ho preso questa gattina
per non separare la coppia e tu fai prendere al tuo gatto la strada del
dongiovanni? Artemis sarà fedele solo e sempre a Luna!
>>
Dico,
non accorgendomi neanche di aver trovato un nome
alla mia micia.
<<
Luna? Che nome è? >>
<<
Perché? È carino! E poi mi è sembrato
normale
chiamarla così per via della macchia che ha in fronte
>>
<<
Contenta tu! Artemis comunque è più bello
>>
Non
resisto. Certe volte Minako fa dei discorsi da
bambini. Così scoppio in una risata e lei mi segue a ruota.
Ecco concluso il terzo capitolo...
Ringrazio di cuore chi recensisce…mi rendete troppo
felice!!!
Chi
ha aggiunto la storia tra le preferite: Dilettascrittrice,
LAS, Princess, Rei_Hino, Selenemoon, SERENATA.
Chi
ha aggiunto la storia tra le seguite:
Dilettascrittrice, luciadom, marziolina86, micina82, miss moonlight,
pirilla88,
Potter92, _Sama_.
Infine
ringrazio chi legge soltanto… anche se sapere
il vostro parere mi farebbe piacere…
…adesso
vi lascio…. alla prossima!!
Stella93mer
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Salve
a tutti!!! Rieccomi
con un po’ di ritardo….non vi anticipo nulla anche
perché alla fine del
capitolo su proposta di Dilettascrittrice ho deciso di postare uno
spoiler.
Intanto vi auguro buona lettura!
•
Capitolo 4
Oggi
è una giornata stranamente serena per me. Ho
avuto una lezione non troppo noiosa
all’università. A pranzo in mensa
c’erano i
miei cibi preferiti. Il professore del pomeriggio si è
assentato e ora sono al
locale di Motoki per svolgere il mio non troppo massacrante turno di
lavoro.
Anche perché oggi non c’è il pienone,
perciò posso permettermi un attimo di
respiro ogni tanto.
<<
Usagi! Per favore vai in magazzino e prendi
altri succhi da mettere in frigo >>
<<
Ok, faccio subito >>
Inoltre
lui è il capo più gentile del mondo. Un anno
fa avevo preso una cotta per lui, ma ora penso mi sia passata. Penso.
Intanto
quando mi rivolge quello sguardo gentile con i suoi occhioni non riesco
a non
sorridere a trentadue denti come una davanti a un lecca-lecca.
Ritorno
con un carico di succhi e mi abbasso dietro il
bancone per disporli in ordine nel frigo. Nel rialzarmi rimango a bocca
aperta
quando vedo entrare nel locale degli agenti della polizia tra i quali
c’è anche
colui al quale ho investito la macchina ieri. Cavolo! Voglio
sprofondare!
Con
un sorriso imbarazzato gli rivolgo un saluto,
dandogli del lei perché è in servizio.
<<
Salve >>
<<
Ciao Usagi! Mi dai ancora del lei? >>
Ok
ora sono più che imbarazzata. Sarei anche dietro il
bancone e lui un cliente. È ovvio che io mi rivolga a lui
così!
<<
Bè, sei in servizio e...ok ciao allora, cosa
desiderate? >>
<<
Siamo in…cinque…sì, cinque
caffè! >>
<<
Ok, ve li preparo immediatamente >>
Per
tutta il tempo della preparazione dei caffè mi
continua a fissare. Ma insomma!
Servo
loro i caffè e cerco di fare un po’ di
conversazione.
<<
Allora, con la macchina è tutto ok? Non sai
quanto mi è dispiaciuto! >>
Ops.
Tasto dolente a quanto posso capire dalla sua
espressione iniziale, ma subito dopo ritorna sereno.
<<
Sì, a parte quel pezzo non c’erano altri
danni, fortunatamente >>
Passano
un paio di minuti durante i quali lui discute
con gli altri agenti, mentre io pulisco il bancone e servo altri due
clienti.
Ad
un certo punto Mamoru ritorna a guardarmi e prende
la parola.
<<
Sai Usagi hai un’acconciatura davvero buffa! >>
Ecco
che comincia a sfottermi. Me lo dovevo aspettare,
altrimenti non sarebbe stato Mamoru.
Nel
frattempo si avvicina Moran.
<<
Ciao Mamoru! Conosci Usagi? >>
<<
Ciao Motoki! Sì, le ho fatto una multa e l’ho
aiutata a pagarla! >> e aggiunge una risatina.
Molto
divertente.
Devo rispondere
alla provocazione.
<<
E, ahimè, gli ho tamponato la macchina! >>
fingo un tono dispiaciuto. Dopo riprendo seriamente la discussione:
<<
Sentiamo… cosa avrebbe di buffo la mia
acconciatura? >> chiedo con tono arrogante mentre mi
verso un bicchiere
d’acqua.
Se
c’è una cosa che con me non si deve fare
è proprio
questa! Prendermi in giro!
<<
Non saprei…mi sa da bambina. Vuoi un
consiglio? Cambiala >> ride come per scherzare.
Ma
come ha osato???
Il
bicchiere con l’acqua si ferma a metà strada dalla
mia bocca e come presa da un’improvvisa ispirazione gli
rispondo a tono.
<<
Sa una cosa Mamoru? Io non accetto mai
consigli dagli sconosciuti!! >> e gli verso il bicchiere
d’acqua in
testa.
Gli
altri agenti scoppiano a ridere.
<<
Mamoru te la sei cercata! >>
Lui
non proferisce parola. È ovvio che non se
l’aspettasse!
Con sguardo soddisfatto mi asciugo le mani con un panno e vado in
magazzino a
prendere altri succhi.
Dopo
qualche minuto però mi vengono dei sensi di colpa
e comincio a pensare alla reazione che potrebbe avere Motoki, sia
perché Mamoru
è suo amico, sia per il fatto che in teoria avrei versato un
bicchiere d’acqua
in testa a un cliente.
Infatti
poco dopo Motoki si affaccia sulla porta del
magazzino e mi rivolge una strana occhiata.
<<
Ok ho capito. Sono licenziata. >>
<<
No Usagi non sei licenziata, ma non puoi
buttare della’acqua addosso al primo che capita!
>>
Ma
non capisce?
<<
Non era “il primo che capita”! Era Mamoru e
se non te ne sei accorto mi ha preso in giro alla grande!
>>
Non
sa cosa rispondere. Così sospira rumorosamente.
<<
Va bene. Stavolta non è successo niente anche
perché Mamoru è mio amico e mi sono scusato io
per te. Ma che non si ripeta più
una cosa del genere! Intesi? >>
Un
po’ mortificata abbasso lo sguardo.
<<
Intesi >>
---------------------------
Durante
la cena non faccio che pensare alla mia discussione
con Motoki. Forse ha ragione. Ho davvero esagerato. Ora mi
toccherà pure
scusarmi con Mamoru.
Infatti
la mattina dopo mi alzo con questo pensiero, e
mi costringo a uscire presto per farmi venire in mento un modo pacifico
per
porgere le mie scuse. Ed è proprio passando davanti a una
delle migliori
pasticcerie della città mi viene un’idea.
Compro
dei dolci che hanno la forma di muffin ma che
sono farciti in diversi modi, e arrivata a casa li esco dalla busta e
li metto
dentro una scatola colorata sul rosso e arancione. Infine con una bella
calligrafia ci scrivo sopra la parola Sorry*
.
Mi
dirigo verso la caserma di polizia sperando di
trovare Mamoru, visto che lui fa parte delle volanti ed è
sempre in giro. Non
saprei dove trovarlo altrimenti.
E
per una volta la fortuna mi viene in aiuto,
infatti non appena
entro nel cortile
dove sono posteggiate le varie auto della polizia, vedo Mamoru che
scende da
una di queste. Anche lui mi scorge e sembra sorpreso.
Dopo
vedo che rientra in macchina, afferra qualcosa,
per poi riscendere e venire nella mia direzione. Magari ha preso le
manette per
chiudermi in gattabuia.
Quando
si avvicina lo saluto un po’ imbarazzata.
<<
Ehm…ciao! >>
<<
Ciao! >>
<<
Io… >>
Cominciamo
contemporaneamente a parlare e ridiamo.
Sembra che rispetto al litigio di ieri la tensione si sia allentata.
Anzi direi
che ora è inesistente.
<<
Prima tu >> mi dice.
Ok.
Sono parole difficili da pronunciare per me, ma devo
scusarmi con lui. Vai Usagi!
<<
Io sono venuta per scusarmi. Mi sono
comportata da bambina ieri, non so cosa mi sia preso. Sono per te.
>>
dico porgendogli la scatola con i dolci.
Lui
prende la scatola e sembra non sappia cosa dire.
Dopo un paio di secondi prende la parola.
<<
In realtà anche io volevo scusarmi con te per
come mi sono comportato ieri. Non dovevo dire quelle cose…
stavo scherzando ma
ho esagerato. Questo è per te. >>
E
mi porge una scatolina color panna che, curiosa,
apro subito. Quello che trovo dentro è il ciondolo
più bello che abbia mai
visto. È dorato a forma di stella e aprendolo diventa un
carillon con una mezza
luna che gira.
<<
Se non ti piace puoi cambiarlo… >> nel
frattempo apre la scatola e addenta un muffin.
<<
E’ bellissimo, grazie! A
proposito ti piacciono i muffin? >>
<<
I miei preferiti! >>
Dopo
sono io a prendere la parola.
<<
Allora amici? >> dico porgendogli la
mano
Lui
la afferra con una stretta salda che provoca in me
una scossa. Amici?
<<
Amici >> risponde lui.
Parliamo
per altri dieci minuti e dopodiché ritorno a
casa, prima che Luna pensi di uccidere la sua padrona perché
non la sfama.
*dal
film Catwoman
che adoro e consiglio di vedere.
Allora…cosa ve ne pare? Quanto durerà questa
tregua
tra i due? Innanzitutto eccovi lo spoiler:
Nel
frattempo
comincia a scendere una lacrima. Non so se per il dolore alla gamba che
si fa
sempre più sentire o per il fatto che abbia qualcuno
accanto, qualcuno che,
nonostante conosca da poco, mi dà l’impressione di
un protettore, di un amico,
o di qualcos’altro, anche se non riesco a spiegarmi cosa.
L’unico che in questo
momento possa tranquillizzarmi e darmi sollievo.
Si
capisce troppo o troppo poco??? In ogni caso se
volete saperne di più leggete il seguito… e ora i
miei ringraziamenti a:
chi
ha recensito: marziolina86, Serenity83 (New entry),
Dilettascrittrice, luciadom, Diana89, Cri cri, Rei_Hino….mi
rendete davvero
felice!!!
chi
ha inserito la mia storia tra le preferite:
Dilettascrittrice, LAS, princess, Rei_Hino, selenemoon, SERENATA,
Silvia86a;
chi
ha inserito la storia tra le seguite: angle,
Dilettascrittrice, frogvale91, luciadom, Maryssacoop, marziolina86,
micina82,
miss moonlight, pirilla88, Potter92, _Sama_
chi
legge solamente…..GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!!!
Alla
prossima
Stella93mer
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Salve
a
tutti!!! Eccomi ritornata con un po’ di
ritardo…scusatemiii!!! In ogni caso
ecco a voi il capitolo…buona lettura!
•
Capitolo 5
È
passata una settimana da quando ho acquistato questa
gattina. Le ho comprato tutto il necessario: una casetta,
cioè una reggia,
giocattoli vari, il miglior cibo, ma ancora non ha capito che per fare
i
bisognini c’è la lettiera! Sembra lo faccia sempre
apposta. Per il resto
andiamo sempre d’accordo ed è di molta compagnia.
Credo ci volesse un animale
in questo appartamento vuoto, dove spesso mi sento un po’
sola. Mi devo
ricordare di sdebitarmi con Minako, perché se non fosse
stato per lei, io non
ci avrei pensato per niente a prendere un animale.
Adesso
sono le 9.00 h di mattina e sto uscendo per
andare dal veterinario a far fare il vaccino a Luna, anche se lei non
va molto
d’accordo con le punture – come la capisco!
– ed esco di
fretta perché ovviamente sono in ritardo.
Mi metto in macchina sperando che non ci sia troppo traffico, ma
consapevole
del fatto che a quest’ora è impossibile. Mentre
penso a tutto ciò non mi
accorgo che alla mia destra qualcuno non si ferma allo stop.
Inevitabile.
Boom.
Ecco che questa
macchina mi arriva addosso e l’impatto è
abbastanza violento, nonché il rumore
dello schianto, mentre io mi sento come spintonata, trattenuta dalla
cintura e
sorpresa per l’apertura dell’airbag.
Inizialmente
non mi rendo conto bene di cosa sia
successo. Inoltre a causa dello scontro ho sbattuto con il collo e ora
non
riesco a muoverlo. Qualche minuto dopo comincio anche a tremare per la
paura e
l’agitazione.
Spero
che questo deficiente abbia con se una sfilza di
corni rossi antimalocchio, perché lo sto mentalmente
maledicendo, e anche di
brutto. Dico solo mentalmente, perché non riesco a dire una
parola, sono come
paralizzata. Inoltre c’era Luna nel sedile posteriore e spero
proprio che lei
stia bene, perché ho sentito la gabbia sbattere contro il
mio stesso sedile.
Il
tutto dura circa un quarto d’ora, durante il quale
sono cosciente, ma ripeto, non riesco a muovermi, mentre si incomincia
ad
avvicinare una marea di persone e mi sento chiamare.
Apro
gli occhi e vedo un signore che bussa allo
sportello. Dalla preoccupazione penso debba essere colui che guidava
l’auto e
che mi ha investito. Ma non ha visto lo stop?
Inoltre
comincio a notare altri particolari dei quali
non mi ero accorta precedentemente, come il parabrezza in frantumi,
alcuna tagli
che ho sulle braccia e penso in faccia, poiché cominciano a
bruciare, e il
fatto che mi trovi addirittura nella corsia di senso di marcia opposto.
A
quanto andava questo per catapultarmi con quell’urto fin qui?
E
tutto un brusio di voci, tra le quali riesco a
cogliere qualche frase.
<<
Signorina, mi sente? >>
<<
Ha aperto gli occhi, meno male >>
<<
Non accalchiamoci così! Altrimenti non
riuscirà neanche a uscire >>
<<
A me sembra confusa! Ma è cosciente? >>
<<
La tiriamo fuori? Qualcuno ha chiamato
un’ambulanza? >>
<<
Fermi! Non sappiamo se ha qualcosa di rotto!
Aspettiamo l’ambulanza! Qualcuna ne ha chiamata una?
>>
Sono
ancora paralizzata dalla paura, ma dopo il picco
di adrenalina sto recuperando lentamente le mie facoltà, e
arrivano altri
dolori. Oltre al collo e ai tagli, ora comincio a sentire forti fitte
anche
alla gamba sinistra. E molta paura. In questo momento vorrei solo
sentire una
voce familiare che mi rassicuri. Invece sento delle sirene e, poco
distante, si
ferma una macchina, penso della polizia.
Sento
le domande degli agenti rivolte alle persone
intorno.
<<
Quanto tempo fa è avvenuto l’incidente?
>>
<<
Circa 20 minuti >>
<<
Ci sono feriti? >>
<<
Sì, una ragazza. È ancora dentro
l’auto.
Penso sia cosciente ma non risponde e non si muove >>
<<
L’avete chiamata l’ambulanza? >>
<<
Non saprei… >>
<<
E cosa aspettate?? Fate in fretta! Un attimo,
quella è….. >>
Si
avvicina qualcuno in divisa e mi sento chiamare con
tono preoccupato.
<<
Usagi?! Usagi mi senti? >>
È
Mamoru.
<<
Va tutto bene. Presto arriverà l’ambulanza.
Riesci a sentirmi? >>
Non
so come abbia fatto, ma con queste poche parole è
riuscito a tranquillizzarmi. Raccogliendo un po’ le forze
riesco ad annuire e a
pronunciare un debole Sì.
Nel
frattempo comincia a scendere una lacrima. Non so
se per il dolore alla gamba che si fa sempre più sentire o
per il fatto che
abbia qualcuno accanto, qualcuno che, nonostante conosca da poco, mi
dà
l’impressione di un protettore, di un amico, o di
qualcos’altro, anche se non
riesco a spiegarmi cosa. L’unico che in questo momento possa
tranquillizzarmi e
darmi sollievo.
Nel
momento in cui comincio a piangere il viso
dell’agente si fa più preoccupato.
<<
Cosa c’è? Senti dolore da qualche parte?
>>
Di
nuovo raccolgo la forze, magari per dire qualcosa
in più questa volta.
<<
Al…alla…gamba…e…al…c…collo
>>
<<
Non ti preoccupare, non sarà niente di grave
>>
ma il suo tono non è molto incoraggiante, anzi sembra molto
preoccupato.
Rispetto al nostro ultimo incontro sembra una persona completamente
diversa. La
sicurezza e la sua voglia di prendermi in giro hanno lasciato il posto
all’insicurezza più totale.
Ma
cosa mi viene in mente? Questo non è il momento
più
adatto per fare un’analisi psicologica alle persone. A una
persona in
particolare. Magari adesso dovrei cercare io di tranquillizzarlo.
Ma
ecco che si avvicina un altro agente.
<<
Mamoru la conosci? >>
<<
Sì, è una mia amica. Quando arriva questa
maledetta ambulanza? >> ora sembra adirato.
<<
Non lo so. L’ho chiamata personalmente da un
bel po’ >>
<<
Sono arrivati gli altri dell’ordine pubblico?
>>
<<
Sì, ora facciamo sgomberare la zona,
altrimenti l’ambulanza non riuscirà a circolare
>>
Nel
frattempo nonostante i dolori acquisto sempre più coscienza
e un miagolio mi fa sobbalzare.
<<
Luna! >> riesco a dire e facendo leva
sul braccio destro cerco di sporgermi sul sedile posteriore.
<<
Usagi non ti muovere! >> ora sembra mio
padre.
<>
<<
Ci penso io, tu sta ferma >> ora invece
è l’antipatico Mamoru, anche se
lo dice per il mio bene.
Così
si allontana per aprire lo sportello posteriore e
riuscire a recuperare la mia micia. Inoltre si cominciano a sentire le
sirene
dell’ambulanza. Grazie al cielo. Spero mi addormentino per un
bel po’.
<<
Ecco l’ambulanza! >>
Prima
che mi mettano sula barella voglio dire una cosa
a Mamoru. Così quando si avvicina con Luna lo chiamo.
<<
Mamoru! >>
<<
Sì? Dimmi! >>
<<
Grazie >>
Inizialmente
sembra non sappia cosa dire, dopo mi
risponde.
<<
Di nulla >> con il sorriso e lo sguardo
più dolce che io abbia mai visto e che mi fa mancare un
battito.
Sicuramente
colpa dell’incidente.
Assolutamente.
Così
mi ritrovo sull’ambulanza e poco dopo, non so se
per lo stress o per qualche medicinale che mi hanno iniettato, mi
addormento.
--------------
Nel
luogo dell’incidente
<<
Tutto ok. Possiamo andare Mamoru. A
proposito! Bella gatta da pelare! >>
<<
A cosa ti riferisci? >> a Usagi o alla
micia che ho tra le mani?
<<
Decidi tu >> e il mio collega scoppia
in un risata. Ma sinceramente, dopo ciò che è
accaduto, non riesco a unirmi a
lui.
Così
salendo sulla volante al posto del passeggero,
accarezzo la gattina, come per tranquillizzarmi e non pensare a
ciò che sarebbe
potuto succedere a Usagi, alla testolina
buffa a cui mi sono affezionato.
Allora….che
ve ne pare? Mi sembra che i
nostri protagonisti stiano facendo dei passi avanti…fatemi
sapere cosa ne
pensate. I ringraziamenti al prossimo capitolo perché ora
vado di fretta, ma un
GRAZIE gigante ci sta!! A presto!!!!!
Stella93mer
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Ciao a tutti!!!! Un ritardo del
genere è imperdonabile
lo so…. ma tra scuola e conservatorio la mia storia si
è dovuta prendere un
periodo di vacanza…. come vorrei poterlo fare anche io!!!!
In ogni caso la
finisco con i miei tristi la menti e vi lascio alla lettura del
capitolo….spero
sia di vostro gradimento!
• Capitolo 6
Sono uscita ieri
dall’ospedale e mi sento veramente
meglio. Non ne potevo più di stare lì dentro,
anche perché io odio gli ospedali
e, essendo un’inguaribile golosona, posso dire di aver fatto
la fame in queste
due settimane. I miei appena saputo dell’incidente si sono
precipitati al
pronto soccorso e in questi giorni mi sono stati vicino. Anche Minako
è venuta
ogni giorno a trovarmi, portandomi sempre qualche dolce per tirarmi un
po’ su,
non solo moralmente, ma anche fisicamente. Proprio lei se
n’è andata cinque
minuti fa facendomi più raccomandazioni di mia madre, della
serie “ Sta attenta
quando ti alzi ”, “ Chiama per qualsiasi cosa
” o “ Non sforzarti troppo ”. In
realtà ora che sono uscita dall’ospedale e che mi
hanno tolto quel collare
opprimente, anche se con una gamba ingessata, non ho nessuna intenzione
di
starmene qui senza far niente. Perciò mi metto in moto,
gesso permettendo, per
dare una riordinata al mio appartamento. È abbastanza
pulito, ma devo rimettere
le mie cose del borsone a posto e poi mi devo preparare qualcosa di
decente da
mettere sotto i denti. Apro il frigorifero e la desolazione mi assale.
È vuoto
a parte una bottiglia di tè alla pesca e un succo di frutta.
Stessa cosa negli
scaffali della cucina. Oltre a un pacco di caffè non
c’è assolutamente niente.
Dovrò chiedere a Minako di far la spesa per me. È
ora di sfruttare quel “Chiama
per qualsiasi cosa”.
Così dopo averla
chiamata e dettato per telefono una
kilometrica lista di cose da comprare, mi cambio, perché
ancora in pigiama,
indossando un vestitino rosa pallido, più comodo da infilare
visto il gesso, e
un sandalo. Mi guardo allo specchio… che sofferenza! Non
vedo l’ora di poter rindossare
i miei amatissimi jeans. Dopodiché mi spazzolo i capelli e
li acconcio al
solito modo. Metto la caffettiera sul fuoco per preparare qualcosa di
alternativo rispetto alla mia solita colazione. Proprio quando comincio
a
svuotare la valigia dell’ospedale, qualcuna suona alla porta.
Possibile che Minako si sia fatta
prestare la super
velocità da Superman?
<< Chi è?
>>
<< Sono Mamoru
>> e
al suono della sua voce comincio ad andare
in iperventilazione. Questo incidente ha avuto degli effetti devastanti
su di
me.
Non me lo aspettavo proprio.
<< Ciao, sali.
Secondo piano >>
Nel frattempo apro la porta e mi
precipito in cucina
perché penso sia il momento di togliere il caffè
dal fuoco, prima che esca e si
riversi sul piano cottura.
<< Permesso? Usagi?
>> la voce di Mamoru
richiama la mia attenzione e quasi mi fa cadere una tazzina dalle mani.
<< Arrivo
>> grido dalla cucina. Spento il
fuoco lascio il tutto per correre all’entrata.
<< Fai con calma, non
ti preoccupare >>
<< Sto arrivando
>> maledette stampelle,
ancora mi ci devo abituare.
Appena raggiungo il punto di arrivo
– che faticaccia –
mi ritrovo davanti Mamoru con la mia gattina tra le mani.
<< Ciao! Tutto bene?
>> sembra imbarazzato
<< Diciamo di
sì. Ancora non riesco a muovermi
bene con le stampelle, scusa se ti ho fatto aspettare. Vieni accomodati
>> e lo accompagno in soggiorno.
In verità è
stato molto gentile con me: mi ha chiamato
diverse volte per sapere come stavo e per tranquillizzarmi su Luna.
Ci sediamo e cominciamo a parlare.
Io gli racconto
delle mie due settimane in ospedale, invece lui mi dice che gli
è dispiaciuto
non potermi venire a trovare, visto che l’orario delle visite
coincideva sempre
con qualche suo turno o impegno e mi informa del fatto che ci sono
delle cose
da sbrigare per quanto riguarda l’incidente, documenti da
firmare. Inoltre mi
fa venire in mente che devo pensare anche alla macchina, quasi
interamente
distrutta. Penso che ce ne vorrà una nuova.
<< Allora come si
è comportata Luna? Spero non
ti abbia fatto uscire pazzo >>
<< No, tranquilla.
È la gattina più buona del
mondo ed è di molta compagnia >>
<< Lo so,
è per questo che ho deciso di
prenderla. Questo appartamento a volte è troppo silenzioso
>>
<< È molto
bello comunque, ben arredato!
>>
<<
Grazie….ti va qualcosa da bere? Un caffè o un
succo? >>
<< Niente grazie,
meglio che tu non ti muova con
questo gesso >>
<< Dico sul serio,
non mi pesa, anche perché
prima che tu venissi avevo già preparato una caffettiera di
caffè >>
<< Va bene, allora,
vada per il caffè. Vengo ad
aiutarti? >>
<< No grazie, arrivo
subito >>
Vado in cucina e verso il
caffè in due tazzine. Prendo
un vassoio e cerco tenere il tutto come meglio posso, ma ci rinuncio.
Allora
decido di portar solo la tazzina di Mamoru.
<< Quanto zucchero?
>> urlo
<< Un cucchiaino,
grazie. Sicuro che non vuoi
una mano? >>
<< No, tranquillo,
arrivo >>
Oh forse no. Anche il mettere lo
zucchero si è
rivelato piuttosto difficile. Ora cerco, nonostante abbia le mani semi
impegnate con le stampelle, di afferrare la tazzina. Ok missione
compiuta. Nel
frattempo vedo arrivare Luna. Strano che non si sia fatta sentire,
chissà cosa
faceva. In questo momento però non mi piace la direzione che
sta prendendo.
<< Luna spostati, o
mi farai inciampare.
>>
Come non detto.
<< Luna!!
>>
Nel cercare di spostarla smuovo
troppo la tazzina
versando tutto il caffè per terra.
<< Complimenti! Ti
ringrazio >> dico anche
se so quanto sia inutile parlare con i gatti, specialmente con questo gatto.
Ma mentre cerco di prendere uno
strofinaccio per
pulire, non mi accorgo di essere sopra la pozza di caffè.
Così la gomma delle
stampelle scivola e io arrivo a terra, riuscendo anche a rompere la
tazzina,
finora rimasta integra.
<< Maledizione!
>> urlo per lo sconforto
Nel frattempo sento Mamoru che mi
chiama preoccupato e
che arriva velocemente in cucina.
<< Usagi, tutto bene?
Ti sei fatta male? >>
Sono con il sedere per terra,
secondo lui come dovrei
stare???
<< Un po’
>> dico massaggiandomi la parte
dolorante.
Tento di alzarmi, ma queste
stampelle continuano a
scivolare. Ma perché devono capitare tutte a me? Sto quasi
per mettermi a
piangere frustata e nervosa per questa situazione, quando Mamoru si
avvicina
evitando il caffè.
<< Aspetta, ti aiuto
>>
Si abbassa, mi passa un braccio
intorno alla vita, e
prende il mio per aggrapparmi alla sua spalla. Mentre mi tengo alla sua
camicia
i nostri sguardi si incrociano per qualche secondo…che occhi
blu e profondi… oddio
non riesco a controllare il mio battito….ma che mi sta
succedendo? Il contatto
della sua mano con il mio fianco mi provoca….un non so
che….il dolore per la
caduta però mi fa ritornare in me. Ci mancava solo questa.
Ora sono da
rottamare.
Scossa dalla gentilezza di Mamoru,
e anche leggermente
arrossita, cerco velocemente di recuperare il controllo quando, con il
suo
aiuto riesco a raggiungere su un piede una sedia.
Lui, dopo avermi aiutata a sedermi,
per un attimo mi
fissa in modo strano, ma con un guizzo della bocca cancella quello
sguardo e si
mette a ridere.
<< Questo
perché non vuoi essere mai aiutata!
Ben ti sta! >> dice continuando a ridere
<< Mamoru!!
>> urlo e con il piede sano
gli tiro un calcio che lui schiva prontamente…ma sono
contenta che abbia rotto
quel silenzio quasi imbarazzante.
<< Ahahahah scusa
>> cerca di riprendersi
dalle risate
Ah-ah
Io non rido per niente se guardo in
che stato è la
cucina: una piccola pozza di caffè che a causa della mia
caduta si è trasformata
in un liquido grigiastro, disseminata di cocci di porcellana, risultato
della
tazzina in frantumi.
Mamoru segue il mio sguardo
affranto e il mio sospiro.
<< Non ti
preoccupare, ci penso io a pulire
>>
<< No, assolutamente!
Lascia stare tutto e andiamo
di là, c’è ancora del caffè
nella caffettiera. Poi ci penserò io >>
E non solo al caffè. Mi
sentirà Luna, appena la becco,
perché la furbona se l’è svignata non
appena visto il disastro che ha causato e
sentito le mie urla.
In ogni caso alla mia risposta
Mamoru inarca un
sopracciglio.
<< Sì,
certo, come per il caffè! Non vuoi essere
mai aiutata tu! Ci sono momenti in cui chiunque può avere
bisogno di aiuto
>>
E colpisce nel segno.
<< Immagino di
sì… >> rispondo non molto
sicura.
<< Dai, dimmi dove
tieni l’occorrente per pulire
>>
Così lui pulisce il
“disastro”, mentre io mi cambio,
mi do una ripulita e… cerco Luna!
Appena finito torno in cucina e
vedo che il pavimento
brilla. Wow! Torno in soggiorno dove Mamoru mi aspetta seduto con due
tazze
fumanti di caffè.
Rimane per altri dieci minuti, poi
guardando
l’orologio si alza.
<< Adesso devo
andare, che tra un’ora dovrei
entrare in servizio. Mi raccomando, non combinare altri guai!
>> dice
accompagnando il tutto con una risatina.
<< Il solito
spiritoso! >> dico facendogli
la linguaccia.
Lo accompagno
all’ingresso e non posso fare a meno di
ringraziarlo.
<< Grazie per la
compagnia e soprattutto per
esserti preso cura di Luna >>
<< Di niente,
è stato un piacere. A presto!
>> ed ecco che mi fissa di nuovo in quel
modo.
<< Ciao!
>> accidenti devo darmi una
controllata.
Chiudo la porta e mi accorgo del
mio stomaco che
brontola. Che fine ha fatto Minako con la spesa??
Allora…che
ve
ne pare? Fatemi sapere! Purtroppo sono di fretta ma voglio ringraziare
le 8
persone che hanno recensito il capitolo precedente e che mi sostengono
sempre
con tanto affetto, le 7 persone che hanno inserito la mia storia tra le
preferite, le 20 che l’hanno messa tra le seguite e le 3 che
l’hanno inserita
tra quelle da ricodare…grazie grazie GRAZIE!!!!!! A presto!!
Stella93mer
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Salve a tutti!!!!! Scusate
il mio ennesimo ritardo ma èstato un periodaccio che ancora
non si è concluso. Tuttavia avevo voglia di aggiornare
questa storia, quindi ecco a voi un altro capitolo....è un
pò di transizione, ma spero vi piaccia comunque! Buona
lettura!
• Capitolo 7
È passato un mese e
mezzo dalla mia disavventura e,
con grande gioia, due giorni fa mi hanno tolto il gesso. Adesso sono a
casa che
faccio degli esercizi di fisioterapia prescritti dal medico per la
riabilitazione, ma va già molto bene, perciò da
oggi conto di riprendere
l’università e il lavoro. Così mi
preparo per riprendere il ritmo dei mesi
scorsi. La mattina seguo le lezioni insieme a Minako, poi pranziamo
insieme.
<< Allora come va la
gamba? >>
<< Minako
è la quarta volta che me lo chiedi
oggi! Non contando tutte le altre di quest’ultimo mese.
Cammino, sto in piedi,
non ho dolore, mi sembra che meglio di così non possa
andare! >>
<< Scusa, mi
preoccupavo per te! >> dice
con tono fintamente offeso.
<< Ok, scuse
accettate >> le rispondo con
sorriso.
<< Allora, dimmi un
po’, come va la storia con
il moretto? >>
Ahhhhhhhhh. È fissata
che io abbia una storia con
Mamoru, mentre le ho spiegato mille volte che siamo solo amici. Inoltre
da
quella volta che lui è venuto a trovarmi a casa ci siamo
sentiti solo per
telefono. Anzi era lui a chiamarmi per chiedermi come stavo o per dirmi
che
c’era qualche altra cosa da firmare o da compilare per
l’incidente. Solo al
ritorno dell’ospedale, due giorni fa l’ho
incontrato per strada, ma l’ho salutato
di sfuggita anche perché era in servizio e io di fretta.
<< Minako, allora
chiariamo le cose per
l’ennesima volta… >>
<< Lo so, lo so che
siete amici e nient’altro,
ma so anche che voi due siete fatti per stare insieme! >>
<< Come no, per
questo ogni volta che ci vediamo
o mi prende in giro e finiamo per litigare, o il nostro incontro
avviene in
circostanze non proprio serene >>
<< Sarà
come dici tu, ma il mio intuito non
sbaglia mai! >>
<< Questa volta
invece sta andando incontro a un
errore clamoroso >>
<< Va bene, come dici
tu….vedremo chi ha
ragione… >> dice concludendo con una delle sue
occhiate maligne.
<< Sì, non
fantasticare troppo tu! Andiamo che
ho bisogno di passare da casa prima di andare a lavoro >>
<< Agli ordini
signorina Tsukino! La sua autista
di fiducia è qui per servirla! >>
Dice sull’attenti.
Arrivata a casa mi cambio e presa
la borsa esco di
corsa, per raggiungere il locale di Motoki. Appena l’ho
avvisato che sarei
tornata a lavorare era davvero entusiasta, anche perché non
gli andava di assumere
qualcun altro, perciò ha dovuto lavorare lui stesso per
coprire il mio turno,
quando lui di solito si limita solo a dare una mano quando
c’è il pienone.
Inoltre penso che il fattaccio del bicchiere in testa a Mamoru
l’abbia
completamente rimosso.
Entrata nel locale vado subito a
mettermi il grembiule
e il cappellino, per poi rispuntare dietro il bancone. È in
questo momento che
Motoki si accorge di me.
<< Usagi! Come stai?
Ti vedo in forma! >>
mi dice sorridendo
<< Sì, mi
sto riprendendo abbastanza velocemente!
>>
<< Aspetta un attimo
>>
Va in magazzino e ne esce con uno
sgabello alto quanto
il bancone.
<< Ecco, mettilo
dietro al bancone, così quando
non dovrai servire, potrai sederti e non ti affaticherai!
>>
<< Grazie Motoki!
>> gli dico
abbracciandolo. È proprio un tesoro!
<< Buon lavoro!
>>
<< Grazie!
>>
Le prime ore trascorrono
tranquillamente, finché non
si fanno quasi le otto di sera e il locale si svuota. Tutti infatti
cenano, per
poi ritornare qui a prendere qualcosa dopo mangiato o usufruire della
sala
giochi.
Vedo spuntare Motoki che ha appena
finito di sbrigare
alcune pratiche. Penso che aspettasse il mio rientro per occuparsene.
<< Usagi, hai bisogno
di distenderti o di appoggiare
la gamba da qualche parte? >>
<< No grazie, seduta
va benissimo, non mi sono
affaticata per niente >>
<< Ok, allora
potresti preparare dei caffè e
qualche tramezzino, che a momenti gli agenti di pattuglia saranno qui.
>>
<< Gli agenti di
pattuglia? Come mai vengono
qui? >>
<< Non saprei, da un
po’ di tempo a questa parte
si fermano ogni sera qui, prendono un caffè e qualcosa da
mangiare, per poi
svolgere il loro servizio. Vengono puntualmente alle 8.00 h
>>
<< Ok, allora faccio
subito, visto che sono le
otto meno cinque >>
Questa mi è proprio
nuova. Forse si è sparsa la voce
del mio spettacolino. In
verità penso
che non verserò addosso più niente a nessuno.
Altrimenti Motoki mi licenzia davvero.
Immersa nella preparazione non mi
accorgo che due
agenti entrano nel locale, finché con un’occhiata
veloce non li vedo
avvicinarsi a un tavolino per accomodarsi. Prendo i caffè
caldi e i tramezzini
per servirli e alzando gli occhi mi accorgo che uno dei due
è una mia
conoscenza.
<< Buonasera! Ciao
Mamoru! >>
<< Ciao Usagi!
Già a lavoro? >> mi dice
preoccupato.
<< Tranquillo, ho
recuperato perfettamente, ora
faccio la riabilitazione, ma riesco a fare tutto normalmente con la
gamba
>>
<< Ok, ma sta attenta
lo stesso, che i muscoli
ci mettono un po’ prima di riabituarsi allo sforzo di
camminare. Comunque ho una
buona notizia per quanto riguarda l’incidente. Abbiamo
concluso tutto. La tua
assicurazione è stata abbastanza veloce: sarai rimborsata e
per quanto riguarda
quello sprovveduto che non si è fermato alla stop, lo
abbiamo conciato per le
feste >>
Ahhhh. Non posso fare a meno di
essere soddisfatta.
<< Evviva, non ne
potevo più di documenti, prove
e dichiarazioni e sinceramente non vedevo l’ora di lasciarmi
alle spalle questo
incidente. Così domani mattina andrò in banca e
sbrigherò le ultime questioni
>>
Nel frattempo si avvicina anche
Motoki.
<< Ciao Mamoru! Tutto
bene? >>
<< Non mi lamento,
anche perché dopo un caffè e
i tuoi tramezzini chi non starebbe bene? >>
<< Ahahahah, sono
contento per te! >>
<< Mi raccomando, non
far lavorare troppo Usagi,
che ancora non è nel pieno delle sue forze! >>
dice come per prendermi in
giro.
<< Non è
veroooo! Sto recuperando perfettamente!
>>
<< Va bene, va bene,
scherzavo! Basta che non mi
butti addosso il caffè! >> conclude con una
bella risata.
Mentre Motoki a quanto vedo non
è per niente
tranquillo, perché spaventato dalla mia espressione furiosa.
<<
Tranquillo,
Motoki, finisco di servire i signori e finisco il lavoro al bancone
>>
dico, e dopo ciò lui si rilassa.
<< Mamoru, tu proprio
te le cerchi! >> dice
l’altro agente. Ah finalmente qualcuno che mi difende.
<< Non è
vero, Usagi ormai ci è abituata alle
mie battute, non è vero? >> dice rivolgendosi
a me.
<< Eh sì,
non hai idea di quanto mi manchi la
tua insolenza quando non sei presente! >> dico con tono
dispiaciuto.
Ah-ah. Colpito e affondato.
Stavolta l’ho zittito. Il
bello è che tutti stiamo ridendo tranne lui che è
rimasto senza parole.
1 – 0 per Usagi!
Poco dopo si riprende e richiama
l’altro agente.
<< Ehi mi sembra sia
ora di andare! E basta
ridere! Ti ricordo che sono un tuo superiore! >> dice
Mamoru scherzando.
<< Agli ordini!
Arrivederci e grazie! >>
<< Aspetta un attimo
che arrivederci? Oggi tocca
a te offrire! >>
<< Si come no!
Chissà come mai tocca sempre a
me! >>
<< Veramente
è il contrario! >>
<< Bravo Mamoru! Non
ti facevo così tirchio!
>> gli dico ridendo
<< Eh va bene offro
io anche stasera!
Lascio qui sul tavolo! Ciao Motoki! Arrivederci testolina buffa!
>> mi saluta con il
suo solito sguardo ammaliatore che mi fa arrossire…..un
momento….questo
soprannome da dove spunta? Per qualche attimo rimango interdetta e non
posso
che rispondere al saluto << Ciao Mamoru >>
mentre lui se la ride.
Ora siamo pari.
<< Bene
sarà meglio che sparecchi >>
<< Ok. Dopo puoi
andare Usagi, perché ho pensato
di dividere il turno della giornata in due. Tu fai dalle 15.00 alle
21.00 e io
il turno di mattina, dalle 21.00 all’1 e i festivi, quindi
avresti il sabato e
la domenica liberi >>
Wow. Quest’orario
è completamente a mio vantaggio.
<< Per me va bene, ma
come mai questi
cambiamenti? Non sarebbe difficile per te gestire da solo il locale in
tarda
serata, il sabato e la domenica?”
<< In
realtà pernsavo di assumere un’altra
ragazza >>
<< Buona idea!
Cominciavano a diventare pesanti
i turni negli ultimi tempi >>
<< Infatti. Dovendo
occuparmi del locale in tua
assenza ho capito che è necessario >>
<< E hai in mente
qualcuno? >>
<< Sì.
Ieri ho messo un annuncio e si è
presentata una ragazza di nome Makoto. Sarà in prova per una
settimana e se lo
merita il posto sarà suo >>
Allora, che ve ne pare?
Innanzitutto ringrazio le 7 persone che hanno recensito lo scorso
capitolo, alle quali ho già risposto per posta, le 11 che
hanno inserito la mia storia tra le preferite, le 3 che l'hanno
inserita tra quelle da ricodare, e le 24 che la seguono e coloro che
leggono soltanto....concludendo ho voglia di anticiparvi qualcosa...
<< Mamoru, ho paura! >> sussurro
<<
Non ti preoccupare, usciremo da qui tra poco
>>
So
che è poco, ma lascio libero sfogo alla vosta
fantasia...ditemi cosa ne
pensate di questo capitolo e di cosa potrebbe succedere in seguito....a
presto!!!
Stella93mer
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Allora ragazzi
ciao a tutti!!!!! Tranquilli, non sono scomparsa....ho solo dovuto
afforntae il diploma al conservatorio e dopo ciò mi sono
presa dieci giorni di relax completo...ma ora eccomi qui! Lo so, sono
in ritardo, e molto....spero non vogliate uccidermi, visto che con lo
spoiler della scorsa volta vi ho lasciati come si suol dire "nell'aria".
Spero di rimediare con questo capitolo, sperando che sia di vostro
gradimento!
Buona lettura!
• Capitolo 8
Finalmente stamattina
potrò lasciarmi alle spalle
l’incidente di due mesi fa.
Che liberazione!
Mi alzo di buon ora e mi preparo
indossando un paio di
jeans grigi stretti alla caviglia, una maglietta rosa pallido con
scollo a v e
un paio di ballerine nere. Prendo la borsa e scendo in tutta fretta.
Voglio arrivare presto in banca
così da non trovare
fila, per poter concludere il tutto passando
all’assicurazione.
Appena arrivata però il
mio morale è a terra. Almeno
un’ora di attesa. Così prendo posto e aspetto.
Mezz’ora dopo
però accade l’imprevedibile.
Improvvisamente entra un uomo con
un passamontagna sul
viso seguito da altri due.
<< Fermi tutti,
questa è una rapina! >>
tutti si voltano sconcertati e ubbidiscono all’uomo
incappucciato che nel
frattempo, bloccate le porte, si dirige verso il bancone.
Arriva uno dei due collaboratori
con dei sacchi neri.
<< Riempiteli presto!
>> dice ai signori
al bancone.
Avviene tutto così
velocemente che quasi non me ne
rendo conto. Immagino
che questo sia un
fatto positivo per i ladri, visto che dovrebbero essere più
veloci possibile.
Ad un certo punto
un’impiegata cerca di premere il
pulsante per avvisare la polizia. Ci riesce. Ma il rapinatore con la
pistola se
ne accorge e spingendola la fa sbattere contro il muro.
<< Stupida!! Fate in
fretta! >> dice
rivolgendosi agli altri impiegati.
Poi si rivolge ai soci:
<< Lavorate anche
voi! Tra poco la polizia sarà
qui! Riempiamo altri tre sacchi e via! >>
Nel frattempo io cerco di
avvicinarmi alla povera
signora sbattuta al muro che, vedo, perde sangue, ma subito vengo richiamata.
<< Sta ferma tu!
>>
<< Ma io…
>>
<< Ho detto sta ferma
e non ti muovere!!
>> urla.
Le mie gambe tremano per la paura,
ma quella povera
signora ha bisogno di aiuto.
Nel frattempo un uomo approfittando
della distrazione
del rapinatore salta addosso a uno dei due uomini che riempiono i
sacchi, ma
senza risultati. Allora vedo che il ladro con la pistola mi si avvicina
e
afferrandomi per il polso mi strattona, per poi puntarmi
l’arma alla tempia.
<< Adesso basta!
Qualcuno si azzardi a muoversi
e questa ragazza riceverà una pallottola in testa!
>>
Ok, è la fine.
**********
<< Fate largo,
polizia! Quanti sono i
rapinatori? Ci sono feriti tra gli ostaggi? >>
<< Mi sembra due o
tre, ma sono ancora lì
dentro, anche se c’era un po’ di agitazione poco fa
>>
<< Va bene, diamo
un’occhiata, e voi pronti a intervenire
in qualsiasi momento! >>
<< Sì
Mamoru >>
<< Ma quella
è….oh mio Dio….va bene facciamo
così: mi accerto che non ci siano feriti,
dopodiché cercherò di far liberare
l’ostaggio…voi dovrete intervenire solo in caso di
sparatoria, per il resto non
agite e non muovetevi da qui, dobbiamo cercare di non far aprire il
fuoco
>>
Entro lentamente e, come sono stato
addestrato a fare,
cerco di trattare con i rapinatori.
**********
Gli basta fare una leggera
pressione sul grilletto e
tutto sarà finito: i miei sogni, le mie amicizie, i miei
cari, l’amore che
avrei voluto provare nei confronti di qualcuno.
Le mie considerazioni vengono
interrotte da un altro
strattone da parte di colui che mi punta la pistola alla tempia.
Così mi accorgo che a
passo lento e con le mani alzate
entra qualcuno in banca.
Qualcuno che ultimamente mi ha
assistito in momenti
difficili e ora non è da meno.
Qualcuno che fa mancare un battito
al mio cuore.
Lo fisso cercando di trasmettergli
la mia richiesta di
aiuto e lui, di rimando con il suo guardo cerca di infondermi coraggio.
<< Fermo! Non ti
muovere o le sparo! >>
<< Ok, ok, sono
venuto solo per i feriti!
Ascolta! Tu e i tuoi compagni siete ancora in tempo! Lasciate stare!
Sarebbe
inutile uccidere qualcuno! >>
<< Stai zitto! Non mi
convinci! >>
<< Va bene, allora
facciamo uno scambio! Tu
lasci stare questa ragazza e fai portare fuori la donna ferita e io in
cambio
farò parte dei tuoi ostaggi! >>
<< E io che ci
guadagno?? >> urla l’uomo
sempre più agitato
<< Calmati! I miei
uomini non faranno incursione
se non prima darò l’ordine, va bene?
>>
Il rapinatore sembra valutare
l’offerta e infine
accetta.
<< Va bene. Voi due
nell’angolo uscite e portate
con voi la ferita, e tu – dice rivolgendosi a me –
sta lì e non ti muovere
>> così dicendo mi da uno spintone e mi butta
praticamente addosso a
Mamoru, che mi afferra e mi stringe per farmi coraggio.
<< Adesso poliziotto
dei miei stivali ascolta la
mia richiesta! Voglio un furgone per andare via di qui e i tuoi uomini
non
devono azzardarsi a inseguirmi, hai capito?? >>
<< Ok, vediamo cosa
posso fare, ma non aprire il
fuoco, potresti pentirtene >>
Vedo Mamoru estrarre dalla tasca
una ricetrasmittente
e comunicare le “ volontà ” del
rapinatore.
Nel frattempo i rapinatori
continuano il loro lavoro, approfittandone
del tempo in più per afferrare qualsiasi cosa, anche i
portafogli dei signori e
i gioielli delle signore.
<< Mamoru, ho paura!
>> sussurro
<< Non ti
preoccupare, usciremo da qui tra poco
>>
I due rapinatori hanno concluso il
loro lavoretto e
adesso c’è silenzio e tensione.
<< Insomma, quando
arriva questo furgone???
>>
<< L’ho
richiesto e ti assicuro che arriverà,
devi solo avere un po’ di pazienza >>
<<
Già… nel frattempo mi divertirò un
po’, che
ne dici dolcezza? >> dice uno dei tre avvicinandosi a me.
Ho il voltastomaco e tutti coloro
che sono in questa
stanza lo guardano disgustati per delineare il maiale che è.
Mi appoggia una mano sulla guancia,
mentre Mamoru
prontamente mi afferra per mettermi dietro di lui e farmi da
“ scudo ” con il
suo corpo.
<< Avrete il vostro
furgone, ma non vi permetto
di toccare nessuno! >>
<< Spostati sbirro!
Voglio solo ingannare
l’attesa! Ahahahah >>
Con la pistola in mano mi afferra
per il polso, mentre
io mi ancoro al braccio di Mamoru.
<< Adesso basta! Non
costringermi a fare fuoco!
>> dice lui non mollandomi.
<< E cosa dovresti
fare? Ti ricordo che siamo
tre contro uno! >>
<< E io ti ricordo
che là fuori c’è un’intera
squadra pronta a fare incursione al primo sparo! >>
<< Non mi spaventa la
tua squadra di sbirri! Io
mi divertirò lo stesso >> e mi strattona
più forte.
Il tutto avviene con le risate
degli altri due in
sottofondo, ma quando Mamoru da un pugno al maiale, gli altri due
smettono.
<< Smettila Eisuke!
Abbiamo già abbastanza problemi!
Non ci deve scappare pure il morto, altrimenti saremo nei guai!
>>
<< Va bene, visto che
non posso divertirmi,
rimedierò in un altro modo! >> e punta la
pistola verso me.
<< Non fare scherzi
Eisuke!!! >> urla il
socio.
Ma prima che finisca la frase, il
colpo è già partito.
Io neanche me ne accorgo. Vedo solo Mamoru che improvvisamente si mette
davanti
a me, e che io di conseguenza non ricevo alcun proiettile.
Rimango per un secondo senza
parole, per poi afferrare
Mamoru colpito in piena spalla dal proiettile.
Non ci credo, non può
essere.
Mentre penso a ciò il
sangue comincia a uscire
copiosamente dalla ferita e le lacrime dai miei occhi.
<< Oh no! Mamoru!
>> dico mentre mi siedo
a terra per cercare di sostenerlo.
<< Tran-quilla
U-sagi, n-on è nien-te >>
dice anche se penso sappia benissimo che la sua ferita è
grave.
Subito dopo le porte si spalancano
ed entrano una
decina di agenti armati che bloccano i rapinatori.
Il tutto avviene in pochi secondi,
ma io non penso più
ai rapinatori. Cerco solo di chiedere aiuto, presumendo che fuori dalla
banca
ci debba essere più di un’ambulanza in caso di
feriti.
<< Aiutoo!! Aiuto!
Avvisate i soccorsi, c’è un
ferito! >>
Subito un paio di poliziotti si
avvicinano.
<< Chiba è
stato ferito, presto portate una
barella!! >> urla uno, mentre io con un fazzoletto di
stoffa cerco di
bloccare il sangue e di chiamarlo per non fargli perdere conoscenza.
<< Mamoru! Mamoru!!
Oh Signore, fate in fretta!
>> dico tra le lacrime
Subito arrivano degli uomini che lo
issano su una
barella e salgono sull’ambulanza.
<< Signorina,
è la fidanzata? Se vuole può salire!
>> mi dice frettolosamente.
<< Sì!
Cioè no…cioè salgo! >>
L’ambulanza parte, mentre
i medici a bordo cominciano
a intervenire sulla ferita e cercano di non far addormentare Mamoru.
D’istinto gli afferro la
mano libera dalla flebo.
<< Mamoru! Stri-ngi
la mi-a m-ano, hai cap-ito?
STRINGI LA MIA MANO E NON LA LASCIARE PER NESSUN MOTIVO!
>> dico ormai
tra i singhiozzi e urlando.
Lui mi guarda semi-cosciente e
sorridendo ricambia la
stretta.
Allora che ve ne
pare? Dicismo che scriverlo è stato un pò
difficile, soprattutto per il povero Mamoru ç_ç
In ogni caso vi lascerò un altro piccolo spoiler:
<< Signorina,
abbiamo fatto il
possibile. Il proiettile è stato estratto, ma il paziente ha
perso molto
sangue. Mi dispiace ma in questo momento possiamo solo aspettare e
sperare che
si risvegli. Il signor Chiba è in coma. >>
Non sarò stata
troppo buona? Mi sa che vi ho dato troppe notizie...In ogni caso mi fa
piacere vedere che tante persone apprezzino la mia storia....sono
rimasta veramente sbalordita....11 recensioni!! GRAZIE!!!
Inoltre un grazie anche a tutti coloro che hanno messo la mia storia
tra le preferite, tra le da ricordare, tra le seguite e anche a chi
legge solamente.
Ora vi saluto....a presto CIAOOOO!!!
Stella93mer <3
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Dunque
eccomi con un altro capitolo e un altro enorme ritardo....mi scuso
ancora una volta, ma sono completamente andata in vacanza....non
aggiungo altro e vi lascio alla lettura!
•
Capitolo 9
L’ambulanza
si è fermata al pronto soccorso dieci minuti fa. Mamoru ha
cercato di
stringermi la mano durante tutto il viaggio, ma alla fine la sua presa
era
diventata debole.
Adesso
aspetto.
Lo
stanno operando per estrarre il proiettile, anche se la ferita
è grave e lui ha
perso molto sangue.
Immersa
in questi pensieri non mi accorgo quasi del dottore che esce dalla sala
operatoria. Inoltre qui ad aspettare non ci sono solo io, ma anche
alcuni suoi
colleghi.
Solo
non mi spiego come mai non ci siano anche i genitori di Mamoru.
Immediatamente
tutti ci avviciniamo al dottore per sapere.
<<
Mi scusi dottore, come sta Mamoru? Si riprenderà, vero?
>>
La
sua faccia però non
annuncia nulla di
positivo.
<< Signorina,
abbiamo fatto il
possibile. Il proiettile è stato estratto, ma il paziente ha
perso molto
sangue. Mi dispiace ma in questo momento possiamo solo aspettare e
sperare che
si risvegli. Il signor Chiba è in coma. >>
A
queste notizie è come se qualcosa dentro di me si spezzasse
e si rompesse in
mille pezzi. Le lacrime cominciano a uscire quasi inconsapevolmente.
<< Signorina
mi dispiace. In questi casi
ciò che si può fare è solo stare
vicino al paziente e stimolare il suo
risveglio >>.
<< G
– grazie dottore. Solo una cosa
volevo chiederle. I familiari sono stati avvisati? >>
<<
Come non ne è informata? Il signor Chiba è orfano
da quando aveva sei anni.
Purtroppo i suoi genitori sono morti in un incidente stradale e sono
stato
proprio a dover comunicare la notizia a quel povero bambino. Purtroppo
non ha
parenti né dalla parte del padre, né dalla parte
della madre >>.
<<
Ah… io… non lo sapevo >> dopo
questa notizia sono ancora più sconcertata.
Lui
è solo. Non ha nessuno.
<<
Adesso lo abbiamo portato nel reparto di rianimazione. Se vuole
può raggiungere
la stanza. >>
<<
Sì, grazie >>
Insieme
con alcuni suoi colleghi, entriamo a uno a uno per fargli visita, per
dirgli
una parola sperando che si svegli presto.
Io
però non riesco ad andarmene. Non ha nessuno che gli faccia
compagnia, nessuno
che gli parli, nessuno che gli dia un motivo per svegliarsi.
Io
devo rimanere.
Così
ne parlo con il medico e lui riesce a venirmi incontro.
Ho
stabilito di poter restare un paio d’ore la mattina presto e
tutto il
pomeriggio, volendo anche la notte.
************
Dal
giorno della rapina, cioè una settimana fa, le mie giornate
le trascorro quasi
interamente qui all’ospedale, accanto a Mamoru.
Inizialmente
cercavo di seguire qualche lezione la mattina
all’università, ma da un paio di
giorni mi allontano solo per pranzare o cenare e per recarmi a casa a
fare una
doccia o riposarmi un’ora, dato che dormire su una sedia non
è molto salutare
per la mia schiena. Inoltre oggi sono cominciate le vacanze di Natale e
per un
po’ non dovrò preoccuparmi delle assenze, anche
perché ora è solo una la mia
preoccupazione.
I
miei genitori erano preoccupati per me, del fatto che non avessi
più orari e
non uscissi quasi mai da questa camera. Qualche giorno fa
però ho spiegato loro
chiaramente la situazione, la mia amicizia con Mamoru, la sua
gentilezza
mostrata il giorno dell’incidente e soprattutto il fatto che
se non ci fosse
stato lui, a quest’ora ci sarei io in questo letto. Allora
subito hanno capito
e si sono dimostrati comprensivi.
Intanto
la situazione di Mamoru è stabile. Non è
peggiorata, ma non è neanche
migliorata.
Stando
qui gli parlo, gli inumidisco le labbra e la pelle per non farlo
disidratare,
gli tengo la mano nella speranza che lui possa tornare a stringerla.
È
un desiderio di vitale importanza ormai. Mi sono accorta di quanto mi
manchino
i suoi scherzi e allo stesso tempo il suo sostegno quando mi sono
trovata in
difficoltà.
In
questo momento avrei bisogno di sostegno, ma sono io ora che devo
incoraggiare
lui e dirgli di non mollare.
Ogni
tanto vengono dei poliziotti e Moran a trovarlo, ma se non ci fossi, io
a
quest’ora sarebbe solo per il resto del tempo. Ed io non
voglio lasciarlo solo.
Da
quando sono venuta a sapere della sua situazione “ familiare
” mi sono sentita
in dovere di stargli vicino, poiché sono una delle poche
persone che ha.
Spesso
per passare il tempo porto con me alcuni libri
dell’università e Minako viene a
farmi compagnia per sollevarmi un po’ il morale.
Oggi
però ho portato con me solo una cosa. La mia melodia
preferita ora risuona sul
palmo della mia mano mentre una mezza luna gira nel ciondolo che Mamoru
mi ha
regalato.
Queste
note normalmente mi trasmettono una certa malinconia, ma in questa
situazione
mi fanno mettere a piangere.
Alcune
volte infatti mi capita di pensare il peggio. Se Mamoru non dovesse
risvegliarsi?
Cerco
comunque di scacciare subito questi pensieri e di ricordare come mi
stringeva
in banca per proteggermi, come mi guardava per infondermi coraggio e
come si è
messo davanti a me per salvarmi. E a questo punto dei ricordi ritornano
le
lacrime e i singhiozzi. E anche un certo senso di colpa,
perché lui è qui a
causa mia.
In
ogni caso io farò tutto il possibile per non abbandonarlo
neanche un attimo e
per farlo risvegliare, perché ora che l’ho conosciuto,
quel giorno di
ottobre quando lui mi fece quella multa, non posso pensare di stare
senza lui.
Proprio adesso che rischio di perderlo me ne rendo conto.
Allora?
Molto determinata la nostra Usagi e iniziare a capire di avere perso la
testa per un ceto moretto....in ogni caso fatemi sapere.
So
che è un capitolo corto, ma è di transizione e,
visto che ne mancano solo due alla fine della storia, preparatevi per
il seguito di cui inserisco un piccolo spoiler:
Adesso chiudo gli occhi e cerco
solo di
trasmettergli la mia presenza e il mio amore,
si proprio
amore, perché è questo il sentimento che adesso
avverto nel mio
cuore.
Volete
uccidermi???? Dai non dovrete aspettare molto.....in ogni
caso ringrazio sempre coloro che recensiscono la mia storia,
razie perchè mi fate sentire n un certo senso orgogliosa di
ciò che scrivo.....grazie a chi ha inserito la mia ff tra le
seguite, preferite e da ricordare.....infine un grazie acnhe a chi
legge solamente.
Adesso
vi lascio... a presto ciaoooo
Stella93mer
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Dunque eccomi qua con il
penultimo capitolo e, penso, con quello tanto aspettato da voi
lettori...non mi dilungo ulteriormente e vi lascio alla lettura!
•
Capitolo 10
Senza quasi
rendermene conto è arrivato il
Natale. Tutti qui in ospedale sono in festa e hanno contagiato anche il
mio
umore. Oggi sono speranzosa.
Gli infermieri
stessi si mettono d’accordo per
organizzare una festa per la vigilia e, immaginando che anche stanotte
farò la
veglia accanto a Mamoru, mi chiedono se abbia voglia di unirmi a loro.
Io però
mi sono ripromessa di non lasciare Mamoru da solo neanche un minuto.
La sera, dopo i
vari controlli e il cambio
della fasciatura sulla ferita, scende in fretta e mi ritrovo a mangiare
un
pezzo di pandoro nel corridoio antistante la camera di Mamoru. Dopo
aver finito
rientro subito e procedo con quello che per me è diventato
ormai un rito. Mi
siedo e comincio a inumidire un fazzoletto di stoffa, per poi passarlo
delicatamente sulle labbra di Mamoru e sull’intero volto.
Dopodiché prendo un
asciugamano di lino e con altrettanta delicatezza asciugo il viso. Ogni
volta
che compio quest’operazione, mi ritrovo a fissargli
intensamente gli occhi o le
labbra, sperando in un loro movimento, e proprio stavolta mi sembra di
scorgere
qualcosa nelle palpebre.
Ben presto
però mi rassegno, anche perché il
dottore mi ha spiegato che ciò può avvenire, ma
non è quasi mai un segnale che
avverte del risveglio del paziente.
In ogni caso mi
avvicino con la sedia al letto
di Mamoru e, quasi dovesse essere lui
a dare forza a me, prendo la sua mano tra le mie e la stringo forte.
Normalmente
gli parlo, ma stasera non ho parole. Queste sono sostituite dal
contatto tra le
nostre mani. Presa improvvisamente dalla tristezza avvicino la sua mano
alla
mia guancia e comincio a piangere, proprio nell’attimo in cui
è mezzanotte e
tutti festeggiano la nascita di Cristo. Cerco di trattenere le lacrime,
ma non
ci riesco, finendo così per bagnare anche la mano di Mamoru.
Adesso chiudo gli
occhi e cerco solo di trasmettergli la mia presenza e il mio amore, si proprio amore,
perché è questo
il sentimento che adesso avverto nel mio cuore.
In
realtà sembra un momento magico. Fuori
cadono fiocchi di neve, si sente il suono delle campane della chiesa
vicino
all’ospedale, dove in questo periodo mi sono recata
frequentemente, ed io con
gli occhi chiusi avverto un movimento sulla mia guancia. Essa
è sfiorata da
qualcosa di leggero e delicato. Quasi non voglio aprire gli occhi
perché
potrebbe essere solo un’illusione, ma un movimento tra le mie
mani mi fa
sperare, così decido finalmente di vedere,
di appurare quel movimento con i miei occhi.
Non è
un sogno. Mamoru si sta realmente
risvegliando dal coma, e a testimoniarlo non è uno di quei
movimenti
impercettibili, ma il suo stringere le sue dita attorno alla mia mano.
Quasi incredula
comincio a chiamarlo con un
tono di voce basso, poiché ho ancora paura di essere vittima
di un’illusione.
<<
Mamoru, mi senti? >> e di nuovo,
senza il mio consenso, sgorgano le lacrime.
<<
M-mamoru? >>
E lui come per
rispondere, cerca di aprire gli
occhi.
In questo
momento non so cosa fare. Vorrei
chiamare il dottore, ma questo comporterebbe che dovrei lasciare
Mamoru. Non
appena però faccio per alzarmi, la sua stretta intorno alla
mia mano aumenta, e
sembra si stia sforzando di parlare.
<<
Usagi >> il suo è un sussurro,
accompagnato da un sorriso che fa sembrare il mio nome la parola
più bella del
mondo.
Questa
è un’ulteriore conferma del fatto che
questo non è un sogno. Così immediatamente premo
il pulsante per avvertire gli
infermieri.
Ne arriva una
prima, la quale subito dopo è
seguita dal dottore e altri medici che cominciano subito tutta una
serie di
controlli, mentre io sono costretta ad abbandonare la stanza e la presa
di
Mamoru. Però osservo tutto dai vetri della stanza e
finalmente la felicità
scoppia nel mio cuore e insieme ad essa scoppia anche un pianto
liberatore, che
vuole liberarmi dalla tensione e dalla paura di questi giorni.
Mamoru viene
trasferito in un altro reparto e
non appena i medici sono disponibili, mi informo sulle sue condizioni.
<<
Dottore, allora? Come sta Mamoru?
>>
<<
Posso dire che le sue condizioni sono
ottime. Il coma non ha interferito con le sue funzioni, che sono tutte
a posto.
E abbiamo potuto costatare che il paziente non ha avuto problemi
né cerebrali,
né fisici. Dopo alcuni giorni di osservazione e di ulteriori
controlli potrà
riprendere la sua vita normalmente >>
<<
Grazie mille, per tutto ciò che avete
fatto, grazie! >> rispondo piena di gratitudine.
<<
Di nulla, è il nostro lavoro! >>
Ora che Mamoru
è uscito dalla rianimazione mi è
concesso fargli visita solo durante gli orari previsti per le visite.
Così mi
reco a casa per una bella dormita.
-------------------------
Pov
Mamoru
<<
Signor Chiba, riesce a muovere tutte
le dita della mano? >>
<<
Sì, è tutto ok >>
Due ora fa mi
sono risvegliato da quello che mi
è sembrato un lungo sonno. Una sensazione di calore e una
presenza costante mi
hanno riportato in superficie. E nel momento in cui ho aperto gli
occhi, ho
avuto anche un tuffo al cuore. Quella testolina buffa che mi teneva la
mano e
piangeva, piangeva per me. In quel momento tanti ricordi e sentimenti
si sono
riaffacciati nella mia mente, che ho espresso con un’unica
parola, “ Usagi ”,
come per imprimerli bene, come qualcosa di estremamente importante e
mai
provato prima. Qualcosa che solo in quell’istante ho
riconosciuto. Un
sentimento che ho anche paura di menzionare, perché appunto
completamente
nuovo, e anche perché non so se ricambiato. So solo che
quell’affetto che
provavo per Usagi si è rivelato essere questo.
Adesso ho il desiderio di rivederla, di consolarla, di chiederle come
mai si
trovava lì. No di rispondere alle domande che mi stanno
lanciando a raffica i
dottori e gli infermieri. Capisco le mie condizioni e che appena usciti
dal
coma si potrebbero riscontrare danni anche seri, ma loro dovrebbero
anche
capire che io mi sento bene. E
ciò e
dimostrato dal fatto che in questo momento mi sto mettendo in piedi e,
anche se
con qualche difficoltà dovute alla permanenza di due
settimane in questo letto,
sto facendo dei passi.
<<
Signor Chiba, non deve sforzarsi troppo
>> mi ammonisce il medico.
<<
Ce la faccio, sono perfettamente in
grado di muovermi. >>
<<
Benissimo. I test stanno avendo tutti
riscontri positivi. Procediamo con la verifica della memoria. Ricorda
qual è la
causa del suo coma? >>
<<
Sì. Ricordo perfettamente la rapina in
banca, il rapinatore che ha sparato e io che ho voluto
proteggere…Usagi
>>
Ecco
che mi ritorna in mente lei e quel maiale che le mette le mani addosso,
io che
la attiro a me per proteggerla e, di nuovo, lei con quello sguardo
spaventato.
Poi lo sparo e il mio istinto che mi guida affinché la
ripari da quel colpo. E
dopo…
<<
In realtà è da qui in poi che ho un
po’ di confusione… >>
Rivedo
Usagi che piange e risento il mio sollievo, sollievo perché
lei è al sicuro e
la certezza del fatto che ripeterei quel gesto all’infinito
pur di salvarla,
anche se ne va della mia vita. Poi un susseguirsi di volti e i medici
che mi
issano sulla barella, un momento di oscurità e poi quelle
parole urlate. Sempre
Usagi che mi stringe la mano. In realtà non capisco cosa
voglia dirmi, ma
d’istinto ricambio la stretta con sorriso per consolarla. Poi
di nuovo
l’oscurità.
<<
È normale, da quel momento in poi sono
entrati i suoi colleghi e lei stava già perdendo i sensi. In
ogni caso il suo
racconto è più che soddisfacente. Anche i suoi
riflessi sono a posto. La prove
dell’udito e della vista sono ok. Solo una raccomandazione:
capisco la sua
voglia di mettersi in movimento e di riattivare i suoi muscoli, ma le
ricordo
che lei ha subito un intervento per estrarre il proiettile e i punti
della
ferita devono ancora asciugarsi, perciò le consiglio di
muoversi con molta
cautela, anche perché al momento è tutto ok, ma
lei è ancora sotto osservazione.
Ha compreso tutto? >>
<<
Sì, perfettamente >>
<<
Benissimo, ha domande da farmi?
>>
Nel frattempo
gli infermieri abbandonano la
stanza. E io devo sapere.
<<
Sì, solo una, diciamo in confidenza.
Come mai Usagi si trovava qui? >>
A questa domanda
sul viso del dottore compare
uno strano sorriso, di chi la sa lunga.
<<
Ah, signor Chiba, quella santa ragazza
non ha lasciato la sua stanza neanche la notte. Ha vegliato su di lei
durante
tutta la sua permanenza qui. >>
A queste parole
il mio stupore aumenta,
tuttavia ciò è quasi una conferma.
<<
Perché? >> chiedo io.
<<
Bhè personalmente non le so
rispondere. Perché non lo chiede lei stesso alla signorina?
Da adesso in poi la
potrà vedere durante l’orario di visita, se lei si
presenterà, cosa della quale
ne sono certo. >> E conclude il tutto facendomi
l’occhiolino.
<<
G-grazie dottore >> dopo ciò
sono quasi senza parole.
<<
Di niente. Passerò puntualmente ogni
quattro ore per i controlli di routine. Buon riposo >>
così esce
chiudendosi la porta alle spalle.
Mi stendo sul
letto per cercare di
addormentarmi, ma i miei pensieri non me lo permettono. Il mio punto
fisso è lei. È
sempre stata qui. Non mi sembra
una cosa tanto nuova, è come se lo sapessi già. E
adesso vorrei solo che lei continuasse
a essere qui, a stringermi
la mano.
Allora
è stato di vostro gradimento? Spero vivamente di
sì e soprattutto spero di aver reso al meglio questo momento
importante della storia che ahimè sta per
concludersi.....ora ditemi un pò cose ne pensate e vi
aspetto al prossimo aggiornamento che sarà
l'ultimo!
A
presto
Stella93mer
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Salve a tutti!!!
Eccoci all'ultimo capitolo
di questa storia.....bè sono un pò triste. Ho
cominciato questo progetto più di un anno fa, dopo ho deciso
di pubbliacare ed ora sono alla fine! Ma sono anche davvero felice di
aver portato a termine un qualcosa a cui tenevo tanto... la mia prima
fanfic!!
Non mi dilungo ancora, ma
vi lascio alla lettura di quest'ultimo capitolo!
•
Capitolo 11
Ieri appena
tornata dall’ospedale, sono rientrata in casa e quasi non
l’ho riconosciuta.
Durante i giorni trascorsi in quel luogo angustio ero venuta qui solo
per farmi
una doccia o per una o due ore di sonno, di conseguenza non spolveravo
o lavavo
da due settimane, e ciò si poteva ben notare dagli strati di
polvere sui mobili
e dalla puzza di chiuso che regnava. Inoltre il fatto che Luna non ci
fosse
rendeva il tutto ancora più strano. Infatti la prima cosa
che ho fatto è stata
quella di chiamare Minako: prima di tutto le ho dato la bella notizia,
con
conseguenti suoi urli e schiamazzi, dopodiché le ho detto
che poteva passare e riportarmi
Luna. Passando tutte le mie giornate accanto a Mamoru non avrei potuto
prendermi cura di lei. Così la sera stessa mi ha restituito
la mia micina.
Con Minako
il tempo è passato in fretta, ma quando lei se
n’è andata, sono ritornata a
essere sola e un senso di solitudine e tristezza mi ha invaso.
Rimpiangevo
quelle sere trascorse accanto a Mamoru. Avevo dovuto lasciare la sua
camera e
avrei potuto vederlo solo un paio di ore al giorno. Niente in confronto
alle
intere giornate trascorse lì accanto a lui, giornate che non
passavano velocemente
a causa dell’attesa per me logorante, ma che allo stesso
tempo volavano passate
accanto a lui.
Ridestandomi
da questi pensieri mi alzo velocemente per prepararmi e arrivare in
ospedale
puntuale. In realtà sono un po’ imbarazzata.
Sicuramente Mamoru ricorderà che
stringevo la sua mano e che piangevo. Probabilmente si
chiederà il perché del
fatto che io sia stata sempre accanto a lui. Il mio desiderio di
vederlo però è
più forte.
Così
mi
vesto pesantemente, indossando dei pantaloni beige di velluto stretti
alle
caviglie, un soffice maglione color panna a collo alto, degli
stivaletti e per
finire un cappotto anch’esso color panna. Salgo nella mia
macchina,
praticamente nuova, poiché dopo l’incidente era
irriconoscibile, e mi incammino
verso l’ospedale, notando le decorazioni natalizie e la
città in festa.
Stranamente
arrivo in ospedale dieci minuti prima dell’orario stabilito
per le visite, così
quando scorgo il medico di Mamoru ne approfitto per chiedere notizie
sulle sue
condizioni.
<<
Mi
scusi, dottore, non so se ricorda… >>
<<
Certo
che mi ricordo! Tutto bene signorina? >>
<<
Sì,
grazie. Volevo chiederle solo come sta Mamoru. >>
<<
Posso
dirle che le condizioni del signor Chiba sono ottime. Ha reagito
benissimo al
risveglio dal coma. Solo credo che ora stia dormendo. Venga
l’accompagno.
>>
<<
Grazie >>
Rincuorata
da queste parole seguo il medico, che mi conduce nella stanza di
Mamoru.
Stranamente oggi non è venuto nessuno a fargli visita; forse
non tutti hanno
saputo del suo risveglio. Vengo condotta in un reparto diverso da
quello delle
ultime due settimane e la stanza di Mamoru è tra le prime
del corridoio.
Non appena
entro non posso far a meno di sorridere a me stessa, sia per la
felicità, sia
per la visione di Mamoru che dorme. Sembra un angelo. I capelli neri un
po’ scompigliati
fanno da cornice a un viso perfetto e so che le palpebre chiuse
nascondono
degli occhi altrettanto perfetti, di un blu limpido.
<<
Grazie
dottore, aspetterò che si svegli. >>
<<
Bene, arrivederci. >>
<<
Arrivederci. >>
Prendo una
sedia e mi siedo accanto al letto di Mamoru.
Adesso
seduta qui mi sembra di ritornare a ieri sera. Dato che Mamoru dorme,
avvicino
la mia mano alla sua semi aperta, fino a sfiorarne le dita.
La sua
pelle è morbida e calda.
Mi accorgo,
da un leggero movimento della sua testa, che si sta per svegliare e il
mio
istinto mi suggerisce di ritrarre la mia mano. Questa però
viene bloccata da un
movimento veloce, evidentemente più veloce del mio pensiero.
Mamoru lentamente
apre gli occhi e nel momento in cui incontrano i miei un sorriso furbo
compare
nelle sue labbra.
<<
C-ciao
Mamoru >> a questo punto sono parecchio imbarazzata. Mi
dovevo far
beccare per forza, vero?
<<
Ciao Usagi! >> risponde continuando a tenere le sue dita
intorno alle
mie.
<<
Mi
dispiace se ti ho svegliato, non volevo disturbarti…
>>
<<
Non
mi disturbi, non preoccuparti >>
<<
Come stai? >> il tutto diventa sempre più
imbarazzante, almeno per me,
mentre Mamoru non accenna a lasciar andare la mia mano e continua a
sorridermi
in quel modo.
<<
Bene,
mi sto riprendendo in fretta. Anzi, poiché mi sento in
forma, che ne dici di
accompagnami a fare due passi in corridoio? >>
<<
Va
bene…sicuro che te la senti di alzarti? Cos’ha
detto il dottore? >>
<<
Ha
detto che posso muovermi, però con cautela, a causa della
ferita….adesso posso
avere il permesso di alzarmi signorina? >> dice mentre mi
lascia la mano
e fa per alzarsi.
<<
Sì,
certo >> e l’imbarazzo passa, mentre mi viene
da ridere, ma allo stesso
tempo ho gli occhi lucidi per la felicità. Cosa che a Mamoru
non sfugge.
<<
Cos’hai,
Usagi? >> mi guarda preoccupato, in piedi di fronte a me.
Io scuoto
la testa e lo rassicuro << Niente, è tutto ok.
Andiamo >> afferro
la borsa e usciamo.
Mentre
camminiamo lentamente per il corridoio, tra di noi cala il silenzio, ma
sono io
a interromperlo.
<<
È
stato difficile recuperare dopo il risveglio? >>
<<
No.
Solo un po’ per camminare, ma dopo un paio d’ore
già riuscivo a stare in piedi.
>>
Adesso
gli porgo una domanda che volevo fargli sin dall’inizio.
<<
E la memoria? Ricordi tutto? >>
<<
Sì, perfettamente! >> lo dice con un tono
compiaciuto e io avvampo.
Questa non ci voleva.
<<
E anche… >> non mi fa terminare la domanda.
<<
Il momento del risveglio? Sì, ricordo tutto e…
sono contento che ci fossi tu
accanto a me, non solo in quel momento >>
Perfetto,
lui sa tutto.
<<
Come…? >> stavolta sono proprio
io a non completare la domanda. E lui mi sorride…quel
sorriso che ogni volta mi
fa mancare un battito.
<<
Il dottore mi ha detto tutto. >>
<<
Ah, ok >> mi sa che non eserciterà
più la sua professione in
quest’ospedale quel dottore…
anzi in
nessun ospedale.
A
questo punto Mamoru si ferma di fronte a me e mi guarda serio.
<<
Io veramente non so come dirti grazie. Tu mi sei stata accanto tutto il
tempo e
hai sacrificato le tue giornate per me, quando non eri obbligata a
farlo.
>>
<<
Sì, è vero, ma a me non è pesato per
niente >> dico mentre la mia voce si
incrina e gli occhi si inumidiscono << io
ho sentito dentro di me che dovevo starti
vicino e dopo ciò che tu hai fatto, questo era il minimo che
potessi fare e p-poi
>> ora invece piango direttamente <<
è s-solo colpa m-mia se tu sei
s-stat-to colpit-to >> non riesco più a
trattenere i singhiozzi, mentre
Mamoru scuote la testa e sorride.
<<
No, per favore Usagi, non ti incolpare e non piangere >>
dice con una
voce dolce, mentre pone le sue mani sulle mie guance e asciuga le mie
lacrime
<< ora ascoltami bene: se servisse a proteggerti io
ripeterei ciò che ho
fatto altre cento, mille volte e anche di più.
>>
Ma
queste sue parole non aiutano a calmare il mio pianto, anzi questo
aumenta.
Così lui fa un qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
Mi
stringe in un abbraccio pieno di affetto, che io ricambio, mentre lui
mi passa
la mano sulla schiena. Appoggio la mia testa sul suo petto e finisco
per
bagnargli tutta la maglietta. In questo momento mi sento protetta e
circondata
da amore.
Dopo
un po’ riesco a calmarmi e ancora stretta nel suo abbraccio
alzo il viso e lui
mi da un bacio sulla fronte.
<<
Per favore, non piangere, non posso vederti così. Ti prego
fallo per me
>> mi dice vicino alla mia tempia quasi sussurrando.
Alzo
ancora di più il viso e finalmente incontro i suoi occhi.
Con solo il suo
sguardo riesce a infondermi tranquillità e sicurezza.
Inevitabilmente i nostri
visi si avvicinano e le nostre labbra si uniscono con un leggero
contatto, si
staccano, e si riuniscono per approfondire un bacio, con il quale
Mamoru mi
trasmette ciò che prova per me. Dopo ci stacchiamo e lui mi
appoggia una mano
sulla guancia, sfiorandola con il pollice.
<<
Tu per me sei stata la luce che mi ha aiutato a uscire non solo dal
coma, ma
dal guscio nel quale mi sono rinchiuso da…>>
<<
Dalla morte dei tuoi genitori >> completo io per lui e
alle mie parole
rimane un po’ stupito << sempre il
dottore… non sa tenere niente per sé
quell’uomo! >>
Lui
ride leggermente e continua:
<<
Solo con te riesco ad aprirmi e a far emergere una parte di me che da
tanto
tempo tenevo rinchiusa >>.
<<
Mmh… se parli del Mamoru che mi prende continuamente in
giro, puoi rinchiuderlo
>> dico ridendo insieme a lui, ma dopo riprendo seria.
<<
Scherzo. D’ altronde è una delle parti che conosco
maggiormente...ma mi piace
anche questa parte dolce >> e arriva da parte mia un
altro bacio al quale
Mamoru risponde.
<<
Aspetta un attimo – dico staccandomi - però non
devi farmi più multe! >> dico
fintamente arrabbiata.
<<
Mi dispiace, testolina buffa, ma il pacchetto comprende anche il Mamoru
poliziotto... prendere o lasciare
>> mi sussurra a un soffio dalle mie labbra sorridendo.
<<
Prendo >> rispondo e
riprendiamo il nostro bacio da dove avevamo interrotto.
FINE
Dunque
andiamo ai ringraziamenti....
Ringrazio chi ha inserito la mia storia tra le preferite:
1
- bunny 92
2
- bunny65
3
- Dilettascrittrice
4
- emma881
5
- katiuccia88
6
- LAS
7
- liliana87
8
- lulu85
9
- magata
10
- Rei_Hino
11
- selenemoon
12
- SERENATA
13
- Silvia86a
Ancora ringrazio chi l'ha
inserita tra quelle
da ricordare:
1
- maryusa
2
- Rei_Hino
3
- Serenity83
4
- sophia90
5
- usachan
Chi l'ha inserita
tra le seguite:
1
- angle
2
- Bunny SailorMoon
3
- bunny1987
4
- Dilettascrittrice
5
- donata
6
- erika215
7
- Fairfax
8
- Freegirl87
9
- frogvale91
10
- gattabianca
11
- irenepuer1
12
- L0v3 An1m3
13
- la_manu
14
- Lisanechan
15
- luciadom
16
- lulu85
17
- MaRmOtTeLlA
18
- Maryssacoop
19
- marziolina86
20
- micina82
21
- miki99
22
- miky 483
23
- miss moonlight
24
- nina_
25
- pirilla88
26
- Potter92
27
- princesss
28
- Pulcinomi
29
- Rei chan
30
- sailorm
31
- Sasha_T
32
- Serenity83
33
- usachan
34
- Usagi Tzukino
35
- _Sama_
36
- _Sofia_
37
- __sakura___
Infine ingrazio chi ha
recensito i vari capitoli, luciadom, francylibellula, bunny92, miki99,
Rei_Hino, lulu85, Serenity83, merziolina86, Cri cri, Ily94_Sun86,
Dilettascritrice, miss moonlight, Lisanechan, bunny 92, Usagi Tsukino,
Miss Demy....
....e ovviamente tutti coloro che hanno letto e che hanno lasciato
comunque un segno con più di mille visite!
Ora vi lascio...grazie ancora a tutti e a presto!
Stella93mer
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