{ Unter deiner Haut .

di unleashedliebe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eins. ***
Capitolo 2: *** Zwei. ***
Capitolo 3: *** Drei. ***
Capitolo 4: *** Vier. ***
Capitolo 5: *** Fünf. ***
Capitolo 6: *** Sechs. ***
Capitolo 7: *** Sieben. ***
Capitolo 8: *** Acht. ***
Capitolo 9: *** Neun. ***
Capitolo 10: *** Zehn. ***
Capitolo 11: *** Elf. ***
Capitolo 12: *** Zwölf. ***
Capitolo 13: *** Dreizehn. ***
Capitolo 14: *** Vierzehn. ***
Capitolo 15: *** Fünfzehn. ***
Capitolo 16: *** Sechzehn. ***
Capitolo 17: *** Siebzehn. ***
Capitolo 18: *** Achtzehn. ***
Capitolo 19: *** Neunzehn. ***
Capitolo 20: *** Zwanzig. ***
Capitolo 21: *** Einundzwanzig. ***
Capitolo 22: *** Zweiundzwanzig ***
Capitolo 23: *** Dreiundzwanzig. ***
Capitolo 24: *** Vierundzwanzig. ***
Capitolo 25: *** Fünfundzwanzig. ***
Capitolo 26: *** Sechsundzwanzig. ***
Capitolo 27: *** Siebenundzwanzig. ***
Capitolo 28: *** Achtundzwanzig. ***
Capitolo 29: *** Neunundzwanzig. ***
Capitolo 30: *** Dreißig. ***
Capitolo 31: *** Einunddreißig. ***
Capitolo 32: *** Zweiunddreißig. ***
Capitolo 33: *** Dreiunddreißig. ***



Capitolo 1
*** Eins. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Questa è la mia seconda fan fiction sui Tokio Hotel, l’altra che ho iniziato.. non l’ho mai finita perché non mi piaceva U_U.
Per quanto riguarda “Unter deiner Haut” {sotto la tua pelle, canzone komm} ho già scritto più di venti capitoli, quindi
penso li posterò regolarmente, scuola permettendo.
Detto questo.. spero che vi piaccia! Mi fareste veramente contenta se mi lasciaste qualche recensione :°D
(anche negativa, non sono nata imparata – purtroppo – quindi i vostri consigli potrebbero essermi utili)
Ah, dimenticavo.. il primo capitolo è cortino, gli altri saranno un po' più lunghi :3
Detto questo: peace&love
, enjoy!


David Jost, manager del famoso gruppo tedesco “Tokio Hotel” ha annunciato sul sito ufficiale della band, gestito dalla casa discografica Universal, che è alla ricerca di una ragazza/o che apra alcuni dei concerti dei suoi ragazzi – I gemelli Bill e Tom Kaulitz (20), rispettivamente voce e chitarra, il bassista Georg Listing (23) e Gustav Schäfer , il batterista (21). Per maggiori informazioni relative ai casting recarsi sul sito ufficiale della band: www.tokiohotel.com/casting


Benedetta stava controllando – come d’abitudine – se sui giornali di gossip appena comprati c’era qualche notizia relativa al suo gruppo preferito, i Tokio Hotel. Era stata la sua migliore amica Anna a farglieli conoscere circa quattro anni prima.

Erano davanti a scuola, aspettavano che suonasse la campanella per iniziare un nuovo anno scolastico. Benedetta raccontava all’altra ragazza delle sue vacanze, visto che non s’erano viste durante l’estate, ma non pareva venisse ascoltata.

«Oh Anna, mi stai ascoltando?»
«Ehm si, certo!» Rispose scoperta in fragrante.

«Certooooooo, come no! M-ma, hai ascoltato musica durante tutto il mio discorso? Spero vivamente di no!» Disse con tono fintamente minaccioso.

«Uhm, in effetti. Scusami Bene. Ascolta, sono un gruppo che ho scoperto stando da mia nonna in Germania, sono molto famosi lì. Scommetto diventeranno star pure qui fra poco! Mi piacciono molto le loro canzoni. Tieni!» Concluse con un dolce sorriso, impossibile arrabbiarsi con lei, era una persona troppo buona secondo la sua migliore amica.

Detto questo le passò un auricolare e le melodiose note di “Wenn Nichts Mehr Geht” si diffusero nelle loro orecchie. Una semplice canzone bastò per far innamorare anche Benedetta di quel gruppo, una nuova passione che univa le due ragazze. Un anno dopo il ciclone “Tokio Hotel” invase l’Italia, il tormentone Monsoon raggiunse il primo posto in classifica conquistando il cuore di milioni di fans. Le due giovani comprarono entusiaste la prima rivista con loro in copertina, all’interno un maxi poster che finì diretto nelle pareti della mora, Benedetta. Pochi mesi dopo la sua stanza ne era invasa, difficile trovare un pezzo di muro ancora bianco e puro, dormiva circondata dai quattro ragazzi, una quarantina d’occhi puntati addosso. Le pareti dell’altra ragazza erano vuoti, preferiva scrivere le frasi più belle delle loro canzoni sulle ante dell’armadio, ogni centimetro di legno aveva una parola incisa sopra.

 

 

Sorrise al ricordo, grazie all’amica aveva scoperto la band che, inconsciamente, l’aveva aiutata nei momenti più difficili della sua vita. Tutti i suoi ricordi – sia belli che brutti – ricordavano una loro melodia come sottofondo.

Tornò a concentrarsi nell’articolo appena letto, ghignò maligna all’idea che le era appena venuta, era un piccolo genio. Accese il computer e si recò subito sul sito indicato dal giornale - sito, tra l’altro, co-gestito da lei.

Cercò le informazioni relative al concorso e…bingo!

I casting erano aperti a vari paesi, inclusa anche l’Italia! Potevano parteciparvi tedeschi, austriaci, svizzeri, spagnoli, francesi, danesi, olandesi e anche inglesi. Le sessioni per gli italiani si sarebbero tenute durante il weekend del mese successivo a Milano. Le concorrenti dovevano avere dai sedici ai venticinque anni, si dovevano presentare con una canzone a loro scelta del gruppo, inglese o tedesco. I giudici avrebbero poi scelto se volevano sentire altro oppure se ciò che s’era cantato bastava.

Passata la prima prova, ci sarebbe stata il provino finale: ad Amburgo. Se anche quest’ultimo veniva superato, la selezionata o il selezionato avrebbe vissuto insieme agli altri concorrenti in una casa, sempre ad Amburgo. Da qui sarebbe iniziato il programma televisivo della durata di due mesi “Fertig Los ”. Ogni settimana si preparava un brano cantato poi durante la messa in onda in prima serata. Il televoto del pubblico e il voto dei giurati avrebbe stabilito l’eliminato della serata e, nel giro di otto settimane ci sarebbe stato un vincitore.

Era un’occasione unica! Il finalista avrebbe accompagnato la band durante il tour, vivendo con loro nello stesso tour-bus e aprendo alcuni dei loro concerti!

Cose così non capitavano tutti i giorni, fu il pensiero di Benedetta. Non pensò molto a ciò che fece, neanche alle conclusioni. Compilò il modulo per iscriversi alle selezioni e lo inviò per e-mail. Ora restava la parte più dura e ardua…

 

Autrice dice: Spero sia stato di vostro gradimento! :D

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Capitolo 2
*** Zwei. ***


Fatta da me (c)

Salve gente! Anna ist hier :D 
Grazie per le recensioni! :) Sono contenta che il primo capitolo vi sia piaciuto! Spero che il secondo non vi 
deluderà u.u 

peace&love
, enjoy!


Anna stava aspettando che Benedetta la degnasse della sua presenza: dovevano incontrarsi a casa sua per guardare un film, la scelta era ricaduta su Twilight – film non molto amato da quest’ultima ma molto dall’amica – la ragazza era già in ritardo di quarantacinque minuti. Avevano optato per restare in casa visto e considerato che il tempo non era dei migliori: nonostante fosse agosto inoltrato, era iniziato in mattinata un forte temporale che ancora non s’era affievolito. La pioggia scendeva incessante e il cielo era cupo. Il paesaggio era triste e deprimente, come si sentiva quest’ultima in quel momento. Nonostante preferisse la pioggia al sole, s’era svegliata con uno strano stato d’ansia addosso, una sorte di quiete pre-tempesta. E questo non le piaceva, solitamente non si sbagliava su quello che sentiva, qualcosa stava per succedere, qualcosa che avrebbe cambiato il suo status. Guardò con aria assente fuori dalla finestra, dell’amica nessuna traccia. Il quel momento il bip del cellulare la distolse dai suoi pensieri. Sapeva già chi era, non aveva molti amici, anzi.. nessuno al di fuori della mora.

“Amore scusa! Mamma è appena tornata a casa, non sono uscita prima per la pioggia! Dieci minuti e arrivo. Bacio. ”

Sempre la solita, non poteva prendere un ombrello e uscire di casa? Si domandò Anna. Ovviamente no, se c’erano due cose che Benedetta non sopportava, erano l’acqua e l’umidità: teneva troppo ai suoi lunghi e lisci capelli, non poteva permettere che si bagnassero! Era assurdo, su questo punto differiva molto dall’altra ragazza. I capelli di Anna erano lunghi e mossi, rossi naturali. Fin da piccola veniva presa in giro per il colorito, per tutti i ragazzi lei era “pel di carota” oppure “Malpela”. Ecco perché odiava con tutto il cuore Giovanni Verga: lui e il suo stupido racconto Rosso Malpelo le avevano rovinato l’infanzia! Se non avesse conosciuto la mora, sarebbe rimasta sola e isolata. Sorrise mentre si perse nei suoi pensieri, coccolata dalla musica dei Tokio Hotel.

 

„Du wirst für mich immer heilig sein
Ich sterb für unsere Unterblichkeit
Meine Hand von Anfang an
Über dir. Ich glaub an dich
Du wirst für mich immer heilig sein„

 

Canticchiavo a bassa voce una delle mie canzoni preferite: Heilig – sacra – quando il trillo del campanello mi riscosse dal mio stato di torpore. Sorrisi automaticamente: Benedetta era arrivata. Scesi le scale di fretta, sapevo che se fosse rimasta troppo sull’uscio si sarebbe arrabbiata perché le avrei rovinato la piega. Aprì la porta e subito fui avvolta dal forte odore della sua lacca: acconciatura anti intemperie! Mi sorrideva sotto il suo ombrello rosa shock. Ecco, odiavo quell’ombrello, era così… appariscente! Il rosa poi.. troppo femminile per i miei gusti! Il mio stile era più casual mentre quello di Bene era, beh.. perfetto! Non usciva mai di casa struccata, nonostante io la preferissi al naturale; indossava raramente jeans, optava per gonne color confetto solitamente. Eravamo opposte, a prima vista sarebbe potuta passare per ragazza superficiale, era tutto il contrario però. Sfiguravo vicino a lei: io con addosso le mie camicie scozzesi, pantaloni larghi, converse e piercing al labbro. Appunto, opposte. Le signore ci vedevano come il bene e il male: alcune pensavano addirittura che avessi avuto cattive influenze su di lei, ciò ci faceva sempre ridere.

La feci entrare e subito ci accomodammo in camera mia per accendere il televisore.

Ero a casa da sola, come sempre. Mamma era morta, papà beh.. era come se lo fosse per me.

Tirò fuori dalla borsa di Hello Kitty l’amato Twilight, tutta l’azione con sottofondo i miei sbuffi,

«La smetti di sbuffare? Sembri una teiera! Come fai a non amare questo film? È stupendo! Come gli attori uomini e anche i libri sono molto carini!» Disse con gli occhi luccicanti.

«Secondo me è una gran cretinata! E dai, vampiro e umana. Che banalità!» Le risposi io con ovvietà.
«Ma cosaaaaaaaaa!? E’ stupendo, punto!»

«Si certo tesoro, hai ragione!» Dissi sarcastica al massimo.

Iniziammo a vedere il film, Benedetta praticamente sbavava davanti allo schermo, io invece avevo appoggiato la testa al cuscino pensando ai fatti miei.

«Dimmi che hai chiuso gli occhi per un momento e non che hai dormito durante tutto il film» Sentì la voce di Benedetta che mi riscosse dal mio..sonnellino. Ebbene si, quel film aveva avuto un effetto alquanto soporifero per me.

«Scusa, stanotte non ho dormito bene» Era così, sentivo una strana sensazione d’inquietudine.

«Vuoi parlarne?» Mi domandò dolce. Io risposi con una semplice scrollata di spalle, minimizzando. Non ero una da confidenze, la mia amica lo sapeva e per questo non insistette.

Passarono alcuni minuti e notai che Benedetta ogni tanto mi lanciava delle occhiate ansiose, torturandosi la maglietta.

Stava tramando qualcosa. Le persone che diventano tutto d’un tratto nervose e agitate portano brutte notizie. La mora era diventata tutto d’un tratto nervosa e agitata. La mora doveva darmi una brutta notizia. La mia testa lavorava per sillogismi, mente strana si.

«Benedetta cara, devi dirmi qualcosa?» Il mio tono era esageratamente sospettoso, di chi la sa lunga.

«Ehm, in effetti…»  Stava stritolando i lembi della giacca. «Quando hai visitato l’ultima volta il forum dei Tokio Hotel?» Mi chiese incerta.

In effetti non ci andavo da un po’, non passavo molto tempo attaccata al computer, preferivo leggere o uscire. Inoltre io amavo la musica dei Tokio Hotel, non ero ossessionata da loro, al contrario della mia cara amica..

«Boh, più di una settimana, non ricordo di preciso» Le comunicai indifferente.

Estrasse dalla borsa una rivista di gossip e mi indicò un articolo sulla band.

 

David Jost, manager del famoso gruppo tedesco “Tokio Hotel” ha annunciato sul sito ufficiale della band, gestito dalla casa discografica Universal, che è alla ricerca di una ragazza/o che apra alcuni dei concerti dei suoi ragazzi – I gemelli Bill e Tom Kaulitz (20), rispettivamente voce e chitarra, il bassista Georg Listing (23) e Gustav Schäfer , il batterista (21). Per maggiori informazioni relative ai casting recarsi sul sito ufficiale della band: www.tokiohotel.com/casting

 

Lessi con attenzione e scoppiai a ridere.



Recensite? *-*

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Capitolo 3
*** Drei. ***


Fatta da me (c)

Ecco il capitolo tre! Non volevo farmi attendere :3  
Alice qui capirai il motivo delle risate x) l'arcano sarà svelato buahah u.u
E, Arii sono felice che ti piaccia :D no Bene è sana e salva per fortuna! E Twilight lo adoro anche io XD
Spero vi piaccia il seguito 'u'

Ah, gente, visto che ci siamo, votate i Tokio Hotel agli EMA ( penultima categoria: Best World Stage Performance )
http://ema.mtv.it/vota

Detto questo: peace&love, enjoy


Continuavo a ridere mentre Benedetta mi guardava stranita.

«Che cazzo ridi?» Mi chiese sospettosa.

«C’è.. aspetta.. non dirmi che.. ti sei iscritta!» Domandai fra le risate.

Mi guardò leggermente offesa e rimediai alla piccola gaffe.

«Cioè, non che tu non possa ovvio!» Sfoggiai il mio miglior sorriso!

A quel punto il suo sguardo si fece cupo e incerto. Non prometteva niente di buono.

«Infatti io non mi sono iscritta» Disse marcando bene “io”. La guardai non capendo.

«Ehm, ho iscritto te.» Bomba sganciata.

Al momento non collegai, effettivamente sono sempre stata un po’ lenta. Poi capì. Lei mi aveva iscritto a un casting, io dovevo cantare davanti alla giuria. Io avrei fatto una gran figura di merda.

«Simpatica. È il primo aprile per caso? Ti prego, dimmi di si» Si percepiva benissimo la nota ansiosa nella mia voce. 

«No.. non è aprile! Dai Anna, sei brava a cantare! È un’occasione unica! Potresti davvero vincere! Fidati di me. Poi se non va bene non muore nessuno, secondo me se non partecipi te ne pentirai!» Disse tutto d’un fiato. Sta stronza, si era preparata il discorso a casa! Stavo per ribattere con una frase molto poco carina quando mi interruppe.

«e poi ho già comprato i biglietti per Milano, sabato si parte. Non rimborsabili. Non hai alternative. Sai che tanto ti porterò lì con la forza, se necessario.»

Inspira. Espira. Ragiona. Inspira. Espira. Ragiona.

Continuai così per un minuto buono.

Cantare mi piaceva e si, ero anche abbastanza brava. Prendevo lezioni da piccola, ho continuato fino alla terza media, suonavo anche: pianoforte e chitarra.

Non avevo mai pensato a una carriera: troppo impegnativo, tabelle di marcia, interviste, tour.. troppo tutto. Io preferivo disegnare e fare fotografia. Non per altro avevo scelto proprio il liceo artistico riuscendo a diplomarmi col massimo.

Sapevo che se non avessi accettato di fare il provino, Benedetta non mi avrebbe parlato per un mese buono e poi mi avrebbe tenuto il muso minimo per un anno.

Tentar non nuoce, giusto?

Quante persone avrebbero partecipato? Mille, cinquemila, diecimila? Non potevo farcela, bene, perfetto!

Poi un week-end a Milano non mi dispiaceva, shopping! Da sola, senza quella piattola in rosa di Benedetta.

«Ascoltami bene, io lo faccio. Nur für dich. Tanto non mi prenderanno e tu lo sai. Ti voglio con me al momento del provino, con dei kleenex a portata di mano. Poi cioccolato, per consolarmi visto la figura di scheiβe che sicuramente farò. Ora spiegami meglio come funzioneranno le cose» Dissi sospirando leggermente seccata. Concluso il mio discorsetto s’illuminò come una lampadina.

«EVVIVA! Secondo me ce la fai invece! Almeno lo spero! Allora al provino devi cantare una canzone del gruppo a tua scelta, english o deutsch, come preferisci. I giudici poi possono domandarti di fare qualcosa scelto dal loro, sempre dei Tokio comunque. Se il provino andrà bene, dovrai andare ad Amburgo, superato quello parteciperai al talent show. Se vinci andrai in tour con i TH! E anche in televisione! Diventerai famosa. Ah, voglio il tuo primo autografo. Ho prenotato un hotel molto carino vicino al luogo dei provini, quattro stelle, piscina e Jacuzzi amore! Abbiamo il treno alle sette di mattina, il provino è alle due, sei la numero nove. Appena finito shopping, nei negozi scelti da te. In serata poi possiamo uscire e andare per locali o restare a casa, come vuoi. Domenica mattina direi di fare un giretto per la città, alle quattro abbiamo il treno per tornare a casa»

Tutto, aveva organizzato TUTTO! Incredibile, sul serio.

Non risposi, mi limitai a sbuffare.

 

«Comunque, passando alle cose importanti, che canzone vuoi cantare?» Chiese curiosa.

In effetti non ci avevo pensato, poi ebbi un’illuminazione.

«La prima canzone che ho ascoltato dei Tokio Hotel, quella che ci ha fatto innamorare di loro» Dissi dolce.

«Wenn nichts mehr geht» Sussurrò. Mi limitai ad annuire, ricevendo un enorme abbraccio da Benedetta. Si ritrasse subito. Non sono mai stata una ragazza molto affettuosa, le mie dimostrazioni d’affetto erano molto rare. Appena si scostò, le saltai addosso in uno dei miei ricercatissimi e rarissimi abbracci ad “orso”. Mi sorrisi felice.

Restammo in silenzio per un po’ finche non si alzò di scatto e mi guardò allarmata.

«Noi, cioè TU! Dobbiamo preparare la canzone!» Sembrava seriamente preoccupata, la sua faccia aveva un’espressione buffissima!

«Benedetta, la so a memoria, so anche gli accordi con la chitarra, non serve! Poi tanto non mi prenderanno» Dissi con ovvietà, ricevendo una sua brutta occhiata.

 «Piuttosto, facciamo le valigie!» Le feci una linguaccia.

 Passammo il resto della serata così, fra battibecchi e ricerche negli armadi. Alla fine ci addormentammo esauste.

 

Tutto intorno a me è buio. Non capisco dove sono, sento che il posto è molto grande. Dei brusii indistinti di sottofondo. Ho qualcosa in mano, non riesco a capire cos’è. Mi sento goffa, perché? Tutto ad un tratto tutto si illumina, sotto di me una folla di ragazzi urlanti. Io sopra il palco, con microfono e chitarra. Devo cantare? Cos’è uno scherzo? Beh, tanto vale divertirsi! Apro la bocca, esce la prima nota. Finisco la canzone, ora voglio godermi i miei meritati abbracci. Escono i Tokio Hotel, oddio vengono da me! Finalmente li vedrò! Ecco il piede di Bill, respira Anna! Ora la test..

«Anna vuoi svegliarti dannazione?» Merda, stavo per vedere Bill! Ah, era solo un sogno, uffa.

«Che cazzo vuoi?» Mormorai con la voce ancora impastata dal sonno.

«Sono le cinque di mattina! Fra due ore si parte!» Urlò Benedetta tutta eccitata.

«Ma sei fuori? È notte ancora! Fammi dormire» Piagnucolai.

«No, no e no! Se non ti alzi scelgo io i vestiti e tu non avrai potere di veto» Per un attimo mi passa la versione di me versione confetto: vestitino rosa e bianco con pizzetti, capelli legati in due treccine, ombretto bianco e fard rosa sulle guancie e, per finire, un paio di ballerine. Tempo un secondo e mi trovai davanti all’armadio, non volevo che la mia visione diventasse realtà.

«Cosa metti? Qualcosa di carino vero?» Chiese con gli occhi luccicosi.

«Certo. Come no Bene!» Entrai nella cabina armadio e tirai fuori le prime cose che mi vennero in mano e le mostrai alla mia amica, che rimase scandalizzata.

«Oh no, tu non uscirai di casa vestita così!» Urlò indicando  gli abiti da me scelti.

Gli osservai meglio, no, potevano andare. Volevo mostrare me stessa, non una mia caricatura, l’abbigliamento era perfetto per far vedere chi ero! Camicia scozzese a maniche corte, con quadretti rossi, bianchi e neri; jeans larghi, ma non come quelli che mettevo di solito, giusto tre taglie in più rispetto alla mia. Converse rosse. Niente tacchi, non ne avevo neanche un paio, d'altronde ero alta un metro e settantacinque, cosa li mettevo a fare? Non volevo sembrare una giraffa. Indossai i vestiti velocemente e, voltandomi, mi accorsi di Benedetta: aveva tutta la sua trousse di trucchi in mano e mi guardava minacciosa. Uno, due tre. Corsi in bagno e mi chiusi a chiave, per un pelo! Non amavo il trucco, misi la solita linea di eye-liner nero sopra gli occhi, nient’altro. Sono sempre stata fortunata, non mi venivano mai occhiaie marcate – neanche dopo sbornie da manuale – e i brufoli mi venivano solo se mangiavo più di un chilogrammo di cioccolato.

Alle cinque e quarantacinque ero pronta, sarei potuta rimanere a letto ancora un’ora ma no! Quell’ora in più serviva a Benedetta, s’era conciata come una modella. Repressi un conato di vomito quando la vidi: era stupenda, si. Però era così..rosa! Proprio una bella bomboniera. Scossi la testa, scesi a fare colazione – preparata dalla cara Matilde, la domestica.

Alle sei e mezza eravamo in stazione. Io mezza addormentata, lei sveglia come non mai!

«Spiegami cos’hai messo dentro quella valigia, è enorme.» Le chiesi.

«Vestiti, phon, intimo, cappotti, gonne, top, scarpe, trousse, piastra, arricciacapelli, e.. scarpe!» Disse esaltata. «E tu?»

«Jeans, magliette, converse, eye-liner, chitarra» Risposi noncurante.

«Cantami la canzone di oggi, voglio sentire come va» Mi chiese supplicante.

Borbottai qualche scusa, del tipo “rimango senza voce” oppure “dopo ci cacciano dalla stazione”. Tutto inutile! Mi fece gli occhioni dolci e non seppi resistere. Canticchiai a bassa voce, mi aveva sentito poche volte. Aveva gli occhi lucidi.

«Faccio così schifo da farti piangere?» Le domandai stranita.

«Tu. Sei. Fantastica. Se non ti prendono sono cretini!» Rispose con tono ovvio.

«Pff, convinta tu! Ora andiamo sennò come ci arriviamo a Milano? Ah, ho fatto rima» Dissi facendo la linguaccia.

«Il viaggio dura due ore. Che facciamo?» Chiese lei.

«Tu hai organizzato, tu ti fai venire le idee.»

«Cretina. Posso farti una domanda?»  Annuì.

«Allora, non mi dimenticherai vero quando sarai in tour con loro? E.. mi presenterai Tom-Kaulitz-SexGott?»  Aveva gli occhi rossi, com’era sensibile!

«Io non andrò in tour con loro, lo sai. Non ce la farò. Non ti dimenticherò mai Benedetta, non dire cazzate! Uffa, lo sai no? Anche se non te lo dico ti voglio bene!» Farfugliai tutta rossa e imbarazzata.

«Lo so! Però è bello sentirselo dire! E poi, non hai risposto! Me lo presenterai o no Tom?»

«Si si, te lo presenterò, se mai dovessi conoscerlo!»

«Io non mi limiterei a conoscerlo!» Disse ammiccando maliziosa, io la guardai scandalizzata e lei scoppiò a ridere!

«E dai, è figo!» Disse con ovvietà. Sbuffai e la conversazione si concluse lì.

 

Arrivammo all’hotel alle dieci e mezza, era proprio carino! Sistemammo le valigie in hotel e poi mi accompagnò all’audizione. L’avventura stava per iniziare!

 



Autrice dice: Attendo con ansia vostre recensioni! :D

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Capitolo 4
*** Vier. ***


Fatta da me (c)

Hallo Leute! Ecco il quarto capitolo :D 
Sono felice che vi piaccia la storia! Grazie mille per le recensioni, spero continuiate ad apprezzare ^.^

Baciiiiii :D

Ah, gente, visto che ci siamo, votate i Tokio Hotel agli EMA ( penultima categoria: Best World Stage Performance )
http://ema.mtv.it/vota

 peace&love, enjoy!


Entrate trovammo una segretaria che mi consegnò un adesivo da attaccare alla maglietta, col mio numero sopra, nove. Patetico. La cosa più bella però era la faccia della segretaria, totalmente scazzata! Non era difficile capire il motivo: aveva almeno cinquecento adesivi la sopra, la giornata si preannunciava lunga! Almeno Benedetta mi aveva iscritta appena aperto il concorso, altrimenti avrei aspettato tutta la notte per cantare!

Una signorina ci accompagnò nella sala d’aspetto, c’erano già una cinquantina di ragazze.

Mi sentivo così fuori posto. Squadrai le ragazze ch’erano lì. Erano così.. uguali!

Tutte così bionde e prosperose! Racchiuse in un mini top e una minigonna alquanto non-coprente! Poi c’erano le sosia di Bill: capelli rigorosamente tinti di nero, trucco pesante, vestiti neri e accessori gotici. E io? Una stupida ragazza dai capelli rossi, vestiti larghi – tutto tranne sexy – scarpe senza un centimetro di tacco.

Ma la cosa più divertente sapete qual’era? Le sentivo scaldare la voce ed erano.. stonate. Come. Delle. Campane, se non peggio!

Mi sedetti all’angolo della sala lasciando che Benedetta andasse a fare amicizia con le ochette. Accesi il mio ipod, lo misi a tutto volume e cominciai a canticchiare mentalmente per rilassarmi.

La otto entrava mentre la sette usciva demoralizzata. Forse la sua mega scollatura non aveva fatto colpo.

Dieci minuti dopo uscì la otto. Dieci minuti? Perché così tanto? 

Sentì l’altoparlante chiamare il mio numero, la mora corse per mandarmi in culo alla balena e per abbracciarmi, poi mi diressi esitante nella stanza.

Insicura, mi sentivo così. Non che fossi mai stata sicura di me, insomma: sempre la solita storia. La ragazza che indossa una corazza per non mostrarsi com’è in realtà: fragile. Una corazza costruita dopo varie delusioni, una corazza intrisa di dolore e ricordi. Sospirai e mi trovai di fronte ai cinque giurati.

Riconobbi immediatamente David Jost, il manager del gruppo: un uomo giovane dall’aria distinta.  Accanto a lui c’erano due donne, teoricamente quella che curava le pubbliche relazioni della band e quella che organizzava le serate. Infine c’era un altro signore: probabilmente il maestro di canto e musica, si! Aveva la faccia da culo tipica di un musicista fallito: mascella squadrata, stempiato, giacca elegante nera e un paio di baffi che non c’entravano nulla con la sua figura.

«Salve! Lei è la signorina Schneider?» Chiese il manager in tedesco, tutto tradotto poi da una signora che non avevo notato.

«Si, sono io. Anna» Risposi piano, utilizzando la lingua dell’uomo!

«Oh, parli bene tedesco! Come mai?» Chiese una donna.

«Mia madre era tedesca, me l’ha insegnato lei.» Risposi noncurante.

«Okay. Ora ti facciamo qualche domanda poi puoi cantare» Sorrise l’uomo.  Io annuì.

«Vorremmo sapere da quanto ascolti i Tokio Hotel. Sei mai stata a un loro concerto? Poi, hai un preferito? E perché dovremmo scegliere te e non le altre.» Urca, tante domande! Ripercorsi il discorso per organizzare una risposta decente, che mostrasse un minimo di cervello.

«Ho conosciuto il gruppo quattro anni fa, quando avevo quindici anni: li ho ascoltati per la prima volta mentre ero in Germania da mia nonna. Sono stata al concerto di Modena, l’undici luglio del duemilaotto. Non ho un preferito sinceramente, amo la loro musica. Non so perché dovreste scegliermi, sono diversa dalle altre, come potete vedere. Poi canto bene, almeno credo» Conclusi con un sorriso incerto.

«Bene. Cosa ci canti?» 

«Wenn nichts mehr geht.» Mi fecero segno di iniziare e così feci, presi un respiro.

Svuotai la mente. Non dovevo pensare, solo concentrarmi sulle parole e su quello che volevo comunicare.

 

« Wenn nichts mehr geht
Wird´ ich ein Engel sein – für dich allein
Und dir in jeder dunklen Nacht erschein´
Und dann fliegen wir weit weg von hier
Wir werden uns nie mehr verlier´n
»

 
Quando conclusi notai i giudici che mi guardavano soddisfatti e con un sorriso sulle labbra.

Bene, non avevo fatto schifo!

«Ci vediamo tra una settimana ad Amburgo, Anna»

«Grazie!» Dissi allegra.

Uscì dalla sala e venni assalita da Benedetta. Mi inondò di domande, risposi telegraficamente.

«Amburgo. Tra una settimana»

Subito dopo mi ritrovavo a terra, stretta in un abbraccio della mia migliore amica.

 

 

Finito il provino, avevamo un pomeriggio libero. Visto che tutto era andato bene, cioccolato e kleenex erano inutili: ora..shopping!

Potevo vendicarmi su Benedetta, l’avrei portata nei miei negozi preferiti – dove il rosa era alquanto inesistente –, in cui regnavano camicie scozzesi e jeans larghi: paradiso!

Passammo il pomeriggio così, tra un negozio e un altro. Tornammo nell’hotel  esauste, con molte borse al seguito; alla fine, avendo pietà della mia amica, la portai anche in un centro commerciale. Svuotò quasi tutti i reparti in cui il rosa predominava.

La sera optammo per andare in un locale, la scelta cadde sull’Hollywood; io sarei stata volentieri a poltrire in albergo, ma la mora insistette parecchio.

Così mi ritrovai a sorseggiare il mio solito bicchiere di vodka alla pesca, sola al bancone. Cosa alquanto deprimente, esatto. Benedetta m’aveva abbandonata e si stava strusciando addosso a un ragazzo, carino, per carità – ma non rientrava nei mie gusti: capelli biondi sommersi di gel, jeans stretti e camicia sbottonata. Mancava solo un chihuahua con un vestitino rosa e poi sarebbe stato un perfetto ken. Finì di bere il mio drink e ricevetti un messaggio sul cellulare. Sapevo già chi era, le mie supposizioni erano esatte.

Fatto colpo! Stanotte non torno, ci vediamo domani. Notte, ti voglio bene

Perfetto, ero rimasta da sola. Mi guardai attorno, era pieno di ragazze (s)vestite con degli abitini super aderenti e tacchi alti, perfette come delle bambole di porcellana. Tutte così finte, tutte così uguali.  Eppure la gente non ci faceva caso, era l’esteriorità che contava: non si scavava più a fondo, personalità zero. Tutti erano uniti dalla stessa voglia: sesso. Per carità, non ero una santarellina – neanche vergine tra l’altro – ma la gente si svendeva per così poco. Nessuno di interessante, presi il mio ipod, lo attaccai e ritornai in stanza.

La mattina venni svegliata da Benedetta, tornata dalla sua serata. Era entusiasta e sveglia, nonostante fossero le sette di mattina. Mi guardò felice e iniziò il suo racconto. Non ascoltai una parola, non mi interessavano i dettagli delle sue conquiste! Lei non si accorse della mia indifferenza e continuò spedita. Un quarto d’ora dopo, quando ormai aveva esaurito le scorte d’acqua, terminò il suo monologo. Poi fu il mio turno, il mio discorso fu molto più breve: una scrollata di spalle e avevo concluso.

Passammo la mattinata in hotel e poi prendemmo il treno dirette a casa, Venezia.

«Raccontami i dettagli del provino, ieri non sei stata molto esauriente sai» Mi disse saccente.

«Cosa vuoi che ti dica? Mi hanno fatto delle domande, ho cantato, mi hanno preso»

«Ma daiii! Come sei sintetica! Hai la voce, usala no? Che ti hanno chiesto?» Ripartì spedita.

«Solite cose.» Fu la mia risposta, mi guardò male ma non insistette.

«Senti, hai già pensato alle canzoni del prossimo provino? La segretaria che era alle audizioni ha detto che devono essere due: una in tedesco e una in inglese. Puoi anche suonare» Mi spiegò con aria sapiente.

«Boh.» Sintetica come sempre. Dopo aver ricevuto una sua occhiataccia rimediai alla mia non particolarmente esauriente risposta.

«Non guardarmi così! Comunque si, avevo pensato a qualcosa. In die Nacht con la chitarra, per quella in inglese non so.»

«Perfekt! Quella in inglese, fammi pensare..» Assunse la sua solita posa pensierosa: occhi socchiusi, una mano sul mento e l’altra sulla testa.

«By your side, adoro quella canzone!» Lo sapevo, era anche una delle mie preferite.

«Ma la canteranno tutte!» La informai io.

«Ma tu la farai meglio, credimi» Sorrise lei.

«Si si, convinta tu! Ma dai, le hai viste a Milano le altre! Sono tutte così..perfette. Il contrario di me insomma! Zero possibilità, capito?»

«Sono belle quanto stupide! Tu sei quattrocentottantatrè volte meglio di loro! Fidati del mio giudizio. Non sono esperta di musica, ma credimi quando ti dico che sei fantastica»

«Beh, mettiamola così.. se proprio va male facciamo una vacanza in Germania» Le sorrisi io.

«Beh dai, andiamo a casa! Abbiamo una settimana di tempo per prepararti le valigie e anche per la tua preparazione psicologia! Le canzoni le sai a memoria quindi non devi neanche provare tanto. C’è una cosa che non ti ho detto, non posso venire con te» Mi disse con voce triste e sguardo cupo.

«COSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA?» Urlai io guadagnandomi le occhiatacce di tutte le vecchiette intorno a me.

«Mi dispiace! Mia mamma mi ha trovato lavoro come segretaria nella sua società e non posso permettermi di prendere giorni di ferie, non posso perdere questo posto!»

Sospirai, aveva ragione; non potevo neanche pretendere che mi accompagnasse sempre, aveva pur sempre la sua vita. Le sorrisi rassicurante, per farle capire che era tutto okay e fatto ciò, tornammo nelle nostre rispettive case.

 


Recensite? *-* 

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Capitolo 5
*** Fünf. ***


Fatta da me (c)

Ciao! Leute!:D 
Scusate la breve assenza, ma è stata una settimana pesantissima a scuola 'o' 
Questo capitolo è un po' corto, vabbè XD Spero vi piaccia, mi raccomando..
RECENSITE!  
peace&love
, enjoy!


«Mi dispiace non essere lì con te, uffa!» Sentì Benedetta lamentarsi dall’altro lato del telefono.

«Ti ho già detto che non fa niente! Te l’ho ripetuto centomila volte questa settimana! Ce la posso fare, credo.» Sospirai io.

«Si ma..»

«Niente ma! Ora devo andare, hanno chiamato il volo! Ti invio un messaggio appena arrivo ad Hamburg. Ci sentiamo, sta tranquilla» La rassicurai io.

La settimana era passata abbastanza velocemente, Benedetta era quasi più nervosa di me, quasi! Avevo provato le canzoni fino allo sfinimento, secondo la mia migliore amica ero perfetta, speravo di ricevere l’approvazione dei giudici.

Così mi trovavo in aereoporto, ad attendere il volo che mi avrebbe portato nella mia seconda patria: Deutschland. Con me avevo la mia amata Sophie – la mia chitarra – e un trolley troppo grande per un soggiorno di una settimana: colpa di Benedetta!

Sarei stata due giorni ad Amburgo – il tempo necessario per i provini. I restanti cinque li avrei passati a Lübeck, a casa della mia adorata nonna Heike, non la vedevo da un anno ormai.

Presi un taxi per farmi portare all’albergo. Devo dire che la mora aveva scelto proprio bene: quattro stelle, stile tipico tedesco e dall’aria accogliente.

Cominciai a prepararmi per il provino: avevo due ore davanti. Prima di tutto mi feci una lunga doccia, uscita mi asciugai frettolosamente i capelli, poi scelsi i vestiti. Ora che la mia amica non c’era, potevo sfoggiare al massimo il mio stile. Indossai una maglia a maniche corte lunga fino al fondoschiena, sul davanti e sul dietro c’era una stampa ideata da me. Soliti jeans extra large e converse nere. Visto l’umidità della giornata, non provai neanche a far stare quella massa informe sopra la mia testa, per questo legai tutto in una coda lasciando che il ciuffo coprisse parte della mia fronte. Linea di eye-liner sopra gli occhi ed ero pronta. Prima di uscire mi ricordai di inviare il messaggio a Benedetta.

Dieci secondi dopo mi stava chiamando.

«Ehi bella, sei pronta? Hai tutto?» Mi chiese lei allegra.

«Si Benny, si sono pronta! Io ci sono e la chitarra anche» Le dissi io leggermente nervosa.

«Senti, ho letto una notizia sul forum, prometti di stare calma?»

«Ehm, è qualcosa di grave?» Percepiva di sicuro l’ansia nella mia voce.

«No! Anzi.. tieniti forte!» Pausa per creare tensione, sapeva quanto odiavo l’ansia. «Bill e Tom saranno presenti ai provini». Disse tutto d’un fiato.

«Lo sai che non sei divertente?» Sarcastica al massimo.

«E’ vero, entra sul sito se non mi credi!»

«Oh merda! Ma che cazzo! Farò una figura di merda davanti ai miei idoli! Andrà uno schifo, non riuscirò a far uscire la voce, magari inciamp..»

«TACI! Calmati Anna, stai uscendo di testa! Respira. Hai provato tanto, tutto andrà bene. Sei brava, sei tu l’unica che non lo capisce»  Feci un grosso respiro, la salutai e chiusi la chiamata. Camminai fino al luogo prestabilito, con la chitarra in mano.

C’erano moltissime ragazze, come l’ultima volta. Sempre delle stesse tipologie: barbie superficiali e dark depresse. Stavolta avevo il numero ventidue, la segretaria mi informò che le convocate per la seconda prova erano cinquantadue. Fuori dagli studi c’erano accampate moltissime ragazze, probabilmente dalla mattinata, solo per vedere i gemelli. Sorrisi, rispettavo chi faceva cose del genere, è un gran segno d’amore. Anche se, probabilmente, i ragazzi erano già arrivati passando per il retro.

Attaccai l’ipod e ascoltai tutto l’album Zimmer 483 e poi, un’ora dopo, venne il mio turno.

Inutile dire come tremavano, il mio numero venne chiamato prima in inglese, poi in tedesco. Accessoriati i tipi! Camminai lentamente lungo il corridoio, incrociando la biondina che aveva cantato prima di me ed entrai nella camera.

L’ansia era alle stelle. C’erano le stesse persone dell’altra volte, con due aggiunte.

Tom Kaulitz e Bill Kaulitz erano seduti al centro del bancone e parlavano tra loro, ignari del mio arrivo. Trattenni il respiro. A Modena ero in terza fila, li vedevo bene ma ora.. erano davanti a me in tutto il loro splendore!

Perché era vero, due persone bellissime, nonostante le loro differenze.

Tom indossava una maglia lunga, azzurra e bianca, jeans larghissimi. La solita fascetta nera che nascondeva parte delle sue treccine.

Bill invece vestiva con un paio di pantaloni neri e stretti e una semplice maglietta bianca. Aveva i dreads bianchi e neri.  

Mi mordicchiavo nervosa il labbro, David richiamò i ragazzi all’attenzione e mi salutò.

Il mio cuore batteva a mille.


 

Autrice dice: Allora, piaciuto?

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Capitolo 6
*** Sechs. ***


Fatta da me (c)

Ciao ragazze!
Eccomi tornata con il sesto capitolo! Qui il narratore è Bill non Anna :)
Che dire? Grazie mille per le recensioni, sono davvero entusiasta che vi piaccia! Spero continuiate a recensire perchè
mi fa davvero piacere ^.^
Domani ci sono gli EMA! Io ho votato ehm,, parecchio?! XD Speriamo vincano qualcosa anche quest'anno :)
Ora, concludendo il mio sproloquio e vi lascio alla lettura!
peace&love
, enjoy!


Sesto capitolo - Bill

 

Dire che la giornata era iniziata male era poco. David è venuto a svegliare personalmente me e Tom alle sei e mezza di mattina lasciandoci tempo fino alle sette e mezza per prepararci. Da qui una lotta per il bagno fra me e mio fratello. Dopo siamo usciti dall’uscita di servizio dell’hotel – su quella principali c’erano varie fan accampate per vederci – e alle otto arrivammo agli studi dei provini.

L’idea di trovare una ragazza per aprire i concerti così, mi piaceva. Non mi avevano avvertito però che dovevo partecipare anche io! Credevamo di dover fare qualche apparizione durante lo show, non stare dalle otto del mattino a mezzanotte della sera a sentire cantare varie ragazze! L’idea non ci piaceva particolarmente. Anzi, proprio zero.

Arrivati agli studi, passammo per il retro. Mi sentivo sempre in colpa a comportarmi così: fans ci aspettavano dalla mattina, fuori al freddo, solo per vederci per poco tempo e noi.. prendevamo scorciatoie. Dovevamo farlo, altrimenti saremmo stati assaliti.

Cinquantadue persone da sentire, uno strazio! Tom era messo come me.

La prima ragazza che cantò era bravina, si. Non una gran voce, passabile.. di sicuro quando la vedevi non pensavi alla sua bravura. Bastava guardare come mio fratello se la mangiava con gli occhi. Non andò diversamente con la seconda. La terza invece era abbastanza brava ma aveva un aspetto inquietante: jeans di velluto nero, corpetto di pelle rosso e grigio scuro, capelli lunghi tinti di nero e bianco alle punte, occhi circondati da vari strati di matita scura. Cercava di assomigliarmi? Se quello era ciò a cui mirava, beh.. aveva proprio fallito. La cosa divertente era vedere le espressioni delle ragazze di fronte a noi: alcune sembravano sul punto di piangere, altre di saltarci addosso. Era spaventosa la situazione. Io e Tom ridemmo per un minuto buono dopo aver sentito cantare la ventesima cantante: capelli lunghi e biondissimi – tinti con due centimetri di ricrescita castana -, occhi cerchiati da matita verde, pantaloni strettissimi, top che le lasciava scoperta la pancia e quasi tutto il seno, tacchi altissimi – più di dieci centimetri sicuramente. Quando iniziò a cantare poi.. secondo me assomigliava a una campana, secondo Tom un cane ubriaco. Però il mio caro fratellino l’apprezzava eccome, probabilmente sarebbe stata la sua grupies ideale: bella ma senza cervello. Fu davvero dura per noi tutti non scoppiare a riderle in faccia, sul serio! Stavamo parlando fra di noi quando la voce di David ci richiamò all’attenzione, era arrivata la ragazza successiva. Sbuffai, pensare che mancavano ancora trenta di loro! Almeno questa era diversa: occhi verdi, corporatura alta e magra, vestiti stile Tom, converse e capelli rossi raccolti in una coda. Notai mio fratello squadrarla e arricciare il naso,non era il suo tipo. In mano teneva una bella chitarra, lucida e nera, sopra c’era scritto con l’indelebile rosso Sophie, le aveva dato un nome!

David prese la parola.

«Tu sei..?» Utilizzò il suo tono professionale.

«Anna Schneider, ho fatto l’audizione a Milano» Rispose imbarazzata lei in tedesco.

«Cosa canti?» Chiese con tono scocciato Tom, guadagnandosi una brutta occhiata da lei e una gomitata da me.

«In die Nacht e By your side» Era visibilmente a disagio.

David le fece segno di sedersi sullo sgabello di fronte alla nostra postazione. Si mordicchiò nervosamente il labbro sistemò la chitarra e cominciò a cantare.

 

In mir
Wird es langsam kalt
Wie lang können wir beide hier noch sein
Bleib hier
Schatten wolln mich holen
Doch wenn wir gehn dann gehn wir nur zu zweit
Du bist
Alles was ich bin
And alles was durch meine Adern fließt
Immer werden wir uns tragen
Egal wohin wir fahrn
Egal wie tief
Ich will da nicht allein sein
Lass uns gemeinsam
In die Nacht

 

Mi girai per guardare le facce degli altri giurati; tutti soddisfatti. La faccia di Tom era tutto un programma: la ragazza non le piaceva ma s’era accorto che cantava divinamente.

Perchè era così: Anna – mi pareva fosse il suo nome – aveva cantato benissimo: la sua voce era dolcissima e melodiosa. L’unica cosa  che mi veniva da dirle era wow.

«Sentiamo quella in inglese» Disse David.

«Okay» disse visibilmente a disagio.

 

Noone knows how you feel
Noone there you’d like to see
The day was dark and full of pain
You write help with your own blood
‘Cause hope is all you’ve got
You open up you eyes
But nothings changed..

 

Semplicemente bravissima. Decisamente! David ci chiamò per la solita consulta.
«La voglio nel programma» Disse deciso il capo.

«Concordo» dissero insieme le due donne.

«A me non piace» bofonchiò Tom, ricevendo un’occhiataccia da tutti, rispose sbuffando.

«Per me è perfetta invece» Dissi io sorridendo.

David annuì e comunicò la decisione alla ragazza.

«Complimenti, ci vediamo tra due settimane negli studi d’Amburgo. Prepara le valigie!»

«Grazie mille!» Rispose allegra lei, aveva un bel sorriso.

Uscì dalla stanza mentre entrava la concorrente successiva, una barbie finta. Mi venne istintivo alzare gli occhi quando sentì Tom richiamarmi.

«A me non piaceva quella di prima» mi comunicò indispettito.

«Certo, non ti piaceva perché non ti ha squadrato famelica con la bava alla bocca giusto?» Dissi sarcastico, lui rispose con una smorfia, avevo fatto centro, lo conoscevo come le mie tasche. Già.


 

RECENSITE? :D

 

 

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Capitolo 7
*** Sieben. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Scusate se ho postato in ritardo, colpa della scuola.. ovvio xD
Eh beh ragazze, Tom è sempre Tom, non si smentisce mai :3
Non so che altro dire, spero che recensiate ancora!
Detto questo vi lascio al capitolo con la solita frasetta: peace&love
, enjoy!


 

Ero al settimo cielo! Ce l’avevo fatta! Sarei andata ad Amburgo, se tutto fosse filato liscio sarei rimasta lì per due mesi e poi, in tour con loro. Meglio pensare negativo, troppe illusioni feriscono. Mentre cantavo avevo osservato i giurati di fronte a me, quei due in particolare. Bill mi guardava entusiasta, gli piacevo! Tom invece, non capivo.. aveva un’espressione strana: scocciata! Forse per l’occhiataccia che gli avevo lasciato all’inizio, oh, se la meritava! Era proprio permaloso comunque.

Uscì dagli studi tutti allegri e chiamai subito Benedetta.

«ANNAAAA! Sag mir, com’è andataaa?» Mi chiese eccitata e ansiosa. Sorrisi: me la immaginavo seduta in ufficio che si mangiucchiava le unghie rosa perfette.

«Mi hanno presa! Tutto grazie a te, fra due settimane mi trasferisco nella casa del programma ad Hamburg!» Ero decisamente entusiasta.

Non ci fu rumore per mezzo minuto.

«Lo sapevo che ce l’avresti fatta!» Disse piano.

«Ti prego, non starai piangendo vero?» Tono sospettoso il mio.

«Ehm.. cavolo tu ti trasferisci in Deutschland per due mesi, mi mancherai! Poi diventerai famosa e ti scorderai di me» La solita melodrammatica!

«Smettila di sparare cazzate Benedetta! Tu sei la mia migliore – nonché unica – amica! Neanche se volessi riuscirei a dimenticarti. Lo sai, sei importante per me. Senti che discorsi faccio, non sono proprio da me! Sarà l’euforia! Comunque penso di non essere piaciuta a Tom, aveva una faccia»

«Hai combinato qualcosa?» Io? Noo!

«Uffa, ma no! Prima dell’esibizione è stato un po’ sgarbato e l’ho guardato male»

«Hai usato l’occhiataccia?» Era la mia arma segreta, faceva paura veramente.

«Si. È colpa del mio orgoglio scusa!» Mi giustificai io.

«Secondo me dipende dal fatto che non hai fatto apprezzamenti su di lui, cioè non gli sei caduta ai piedi, probabilmente non ci è abituato»

«Concordo! Beh, tu che mi racconti? Tutto okay a lavoro?»

Passammo altri dieci minuti al telefono, a raccontarci tutte le stupidaggini possibili.

Tornai in albergo allegrissima, presi la carta di credito di papà e mi diedi alla pazza gioia.

Passati i primi giorni ad Amburgo, andai a trovare mia nonna e passai da lei cinque giorni.

Mi era mancata moltissimo,  passai veramente delle belle giornate.

 

Tornata a Venezia, venni accolta da un’eccitatissima Benedetta. Quanto m’era mancata!

Volle sapere tutto quello che era successo, con una descrizione dettagliata dei Kaulitz, millimetro quadrato di pelle per millimetro quadrato, mancava mi chiedesse quanti peli avessero nel naso! Mi accompagnò a casa sua per farmi vedere l’ultimo aggiornamento del forum italiano.

 

Dopo giorni di casting la Universal ha trovato le concorrenti di “Fertig Los”, il programma che dovrà indicare la cantante che accompagnerà i Tokio Hotel durante il tour. Le prescelte sono otto: Lola (18 – Spagna), Stephanie (21 – Francia), Michelle (20 – Austria), Jennifer (17 –Olanda), Louise (19 – Olanda ), Amy (20 – Inghilterra), Franziska (24 – Germania)  e infine una nostra connazionale: Anna (19, Venezia).

Che dire? In bocca al lupo a tutte, facciamo il tifo per l’Italia!

 

«Urca, sono famosa!» Dissi sbalordita.

«Ovvio! Devo ricordarti che fra due settimane andrai in televisione? Convivrai con tutte quelle ragazze, lotterete per la stessa cosa, sarà dura» Non ci avevo pensato in effetti.

«Non pensiamoci adesso va, abbiamo un ultima settimana da passare insieme. Dobbiamo fare shopping, fa freddo in Germania no?»

«Anna ma guarda che starai lì a settembre e ottobre! Non dicembre!» Disse ridendo.

«In effetti… »

Passammo tutta la settimana seguente a fare compere per preparare le valigie. Quando comunicai del mio viaggio a mio padre non fece una piega, sempre impassibile. Chissà se aveva dei sentimenti quell’uomo..

 

Fatto sta che una settimana dopo mi trovavo davanti alla casa scelta per il programma, salutare Benedetta all’aeroporto fu abbastanza tragico, qualche lacrima uscì anche a me.. lei non se ne accorse per fortuna: non mi piaceva farmi vedere fragile.

L’abitazione era proprio bella: casa era riduttivo in effetti, era una villa! C’era la piscina e un grande giardino. Venni accompagnata dentro dal manager, intanto il cameraman riprendeva tutto. Mi fece fare un giro e mi indicò la mia stanza. Tutto era bello: la cucina era grande e spaziosa, arredata in stile moderno – colori prevalenti bianco e arancio.

In salotto c’era un lungo divano di pelle nera, pavimento in marmo e grande televisore piatto. Poi c’erano varie stanze per le lezioni di musica: erano quattro. Due al piano superiore due al piano terra, contenevano chitarre, pianoforte e spartiti. Nella dependance della villa c’era uno studio di registrazione! Avevano fatto le cose proprio in grande stile!

La camera che m’era stata assegnata era spaziosa, non mi piaceva particolarmente: pavimento in parquet e muro color bordeaux. Letto a una piazza al centro, comodino con sveglia e lampada, grande armadio, scrivania e una piccola libreria.

Sistemai le mie cose nell’armadio – con la speranza di non dover rifare presto le valigie – e rimasi in camera fino alle otto, quando venne un tizio a chiamarmi per cena.

C’erano tutte le ragazze. Le squadrai attentamente e loro squadrarono me. Ognuna aveva al collo una catenina con scritto il proprio nome – io inclusa.

Lola era una bellezza tipica spagnola: carnagione e occhi scuri, prosperosa; era molto bella, tranne per quei capelli color canarino e la ricrescita nera sotto.

Stephanie aveva lunghi capelli castani, occhi azzurri e tette sicuramente rifatte.

Michelle portava i capelli corti, neri. Occhi cerchiati da matita e vestiti stretti.

Jennifer, la più giovane, aveva capelli in un caschetto biondo platino, occhi e sopracciglia scure – segno di tinta – e vestiti altamente succinti.

Louise aveva una faccia simpatica: capelli lunghi fino alle spalle e castani, occhi nocciola, bassina e formosa ai punti giusti. Ispirava fiducia.

Amy e Franziska erano identiche a Jennifer: barbie fatte con lo stampino, con la stessa insopportabile voce nasale.

Sarebbe stato un periodo lungo, mooooooolto lungo.   

Durante la cena ci venne spiegato come funzionavano le cose: la mattinata era libera per le prime quattro ragazze, le altre provavano. Mentre il pomeriggio il contrario.

Ad ogni cantante veniva assegnata una canzone che provava col vocal coach durante la settimana e poi ci sarebbe stata l’esibizione in diretta televisiva del venerdì sera. Ogni venerdì una se ne sarebbe andata.

Il presentatore dello show il giorno dopo ci comunicò le canzoni:

«Allora, le canzoni sono state scelte in base alle impressioni che avete fatto ai provini. Hanno partecipato alle decisioni anche i Kaulitz. Adesso vi dico i titoli. Lola canterai Raise your hands; Stephanie Monsoon; Michelle Final day; Jennifer Dogs unleashed; Louise Alien, Anna Schrei; Amy Don’t jump e, in fine Franziska tu canterai Leb die Sekunde»

Tutte erano entusiasti delle scelte, io un po’ meno. Ero l’unica che non saltava come un’oca. Con la scusa d’esser spossata per il viaggio mi ritirai in camera e chiamai Bene.

«Anna raccontami tutto!» Disse senza neanche lasciarmi salutare.

«Ciao anche a te Bene. La casa è bella. Oggi hanno assegnato le canzoni» Le riferì mogia.

«Cos’è quel tono?»

«Mi hanno dato Schrei. Sai che adoro quella canzone ma è molto difficile. Farò delle stecche assurde! Hanno detto che le hanno scelte in base ai provini solo che, non mi sembra d’aver cantato qualcosa di movimentato dando l’impressione di riuscire a farla!»

«In effetti.. Chi ha scelto le canzoni?» Mi domandò sospettosa.

«I giurati penso e.. i Kaulitz!» Dissi illuminati.

«Secondo me centra Tom!» Ridacchiò.

«Gli devo stare proprio in culo allora! Comunque mi raccomando, domani alle sette su Viva fanno vedere la puntata. Non devi perderla» La minacciai.

«Tranquilla! Ho già programmato il registrato! Registrerò tutto il programma. Ora vado, notte! Ti voglio bene»

«’Notte Bene»

Sospirai e mi lasciai andare al sonno.

 



Me la fate una recensione vero? Vero? *-*
(immaginate l'autrice che ve lo chiede con gli occhi luccicosi e il labbrino tremolante :P)

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Capitolo 8
*** Acht. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Guten Tag gente! :D Eccomi qui con l'ottavo capitolo :)
In realtà sarebbero due uniti insieme, perchè sennò veniva troppo corto e non mi andava ùù
Volevo ringraziare _Dark Angel_ 483 , Marty483 e PuffaShine per le recensioni Red heart
Spero che questo capitolo non vi deluderà,,,,
Detto questo: peace&love, enjoy!


La prima settimana nella casa era passata, le prove erano andate bene. A fatica ma ce l’avevo fatta: controllare la voce in Schrei era proprio difficile per me, all’inizio steccavo in maniera impressionante. Oltre a preparare la canzone, c’era anche tutta la parte scenografica. Credevo fosse più facile in effetti.

Tutte le ragazze erano entusiaste, avremmo fatto la prova costumi. Sembrava di stare in un pollaio. Non avevo fatto amicizia, solo con Louise: si era rivelata una brava persona e mi ci ero già affezionata. Avevamo la stessa età, molto dolce caratterialmente.

Arrivò la prima serata, andammo nello studio televisivo per vestirci e prepararci.

Non eravamo noi a scegliere l’abbigliamento, c’era un costumista.

Fortunatamente niente vestiti per me: maglietta lunga nera, pantaloni e stivali colori militari e sul viso trucco stile “guerra”, due linee sulle guancie. Mi dovevo esibire per terza.

«E ora, dall’Italia.. la diciannovenne Anna Schneider!» Chiamò la voce metallica.

Salì sul palco tutto scuro, tutta tremante. Iniziò la base. Presi fiato e cominciai.

Era il mio turno.

Toccava a me far spettacolo.

 

[...] Schrei!- Bis du du selbst bist
Songtext Schrei!- Und wenn es das letzte ist
Schrei!- Auch wenn es weh tut
Lyrics Schrei so laut du kannst!
Schrei!- Bis du du selbst bist
Lyric Schrei!- Und wenn es das letzte ist
Schrei!- Auch wenn es weh tut
Liedertexte Schrei so laut du kannst- Schrei

 

Mi muovevo sicura sul palco – fintamente sicura considerando che ero terribilmente terrorizzata –. Dominavo la scena: io, il microno  e il megafono.

Finita l’esibizione tutto il pubblico applaudì.

Tutto era filato liscio. Ce l’avevo fatta! Non avevo steccato!

I giudici mi fecero i complimenti e io scappai dietro al palco, abbracciando d’impulso Louise.

La prima vittima della serata du Amy. Rispedita in Inghilterra!

 

La seconda settimana mi fu assegnata Nach dir komm nichts, per l’occasione dovetti indossare una camicetta nera, un paio di pantaloni bianchi e ballerine nere. Inutile dire quanti porchi tirai dietro al costumista.

La seconda ad andarsene fu Stephanie.

 

La terza settimana cantai Phantomrider , indossando i miei soliti vestiti.

Avevo vinto contro il costumista.

Michelle fu eliminata,

 

La quarta settimana cantai Sex, indossando una gonna corta e una t-shirt.

Il costumista aveva rotto proprio i coglioni.

Franziska tornò a casa.

 

La quinta settimana fu il turno di Rescue me. Solito mio abbigliamento.

Due a uno per me. Costumista sfigato!

Lola abbandonò la gara.

 

La sesta settimana mi toccò Automatic. Mi imposi sul costumista.

Sfortunatamente toccò a Louise a tornare a casa, mi dispiacque molto! Nonostante ciò ci scambiammo i numeri, le e-mail e gli indirizzi per non perderci di vista.

...Così arrivò la finale.

 

Chiamai la mia migliore amica, ne avevo bisogno.

«Anna! Come stai? Cavolo quanto mi manchi!» Mi disse Benedetta al telefono.

«Lo so, mi manchi anche tu! È da due mesi che non ci vediamo cavolo! »

«Sei in finale! Te l’avevo detto che ce l’avresti fatta e tu non mi credevi!»

«Già, è grazie a te se sono qui» Dissi riconoscente.

«Tanto sai già come sdebitarti. Presentami Tom» Mi disse maliziosa.

«Ma dai, sei sempre la solita porca!» Ridemmo tutte e due.

«Apparti gli scherzi, come va lì? Con Jennifer la convivenza?»

«Beh, non ci parliamo e ci va bene così. Insomma, l’hai vista in televisione no? È proprio come appare: vuota. Sai nella sesta puntata quando si sono esibiti i Tokio Hotel? Secondo me si è fatta Tom in camerino. L’ho vista uscire tutta affannata e spettinata!» E sotto con le risa!

«Sei tu l’unica scema che non ci fa un pensierino eh! Comunque, che fai oggi?»

«Fra dieci minuti ho le prove per la canzone, spero vada tutto bene. Oggi pomeriggio vado con il costumista a comprare il vestito» Spiegai.

«Cos’è che canti? Puoi dirmelo vero?» Disse supplicante.

«Certo! Non è un segreto di stato eh! Comunque la canzone è.. Zoom into me!»

«Davvero? È stupenda! Chissà come ti fanno vestire..» Disse maliziosa.

«Cos’è quel tono scusa?» Chiesi sospettosa.

«Beh, devi suonarla al pianoforte giusto? Non vorrai conciarti come al solito!» Mi rimproverò lei.

«In effetti è proprio quello che spero. Ora vado, ho le prove! Ci sentiamo»

Detto questo mi recai alle prove con Philip, il mio vocal coach. Provammo la canzone un paio di volte: in serata avrei dovuto suonare un bellissimo pianoforte a coda nero. Fremevo solo all’idea.

Pranzai velocemente con un sano piatto di spaghetti al pomodoro.

Jennifer andò per prima dal costumista, passò una macchina a prenderla.

Io mi recai in camera e cominciai a leggere il libro mandatomi da Benedetta: La custode di mia sorella di Jodi Picoult. Mi persi nella lettura, con la musica sparata nelle orecchie.

Stupenda lettura, non so come mi ritrovai a piangere, era commovente! Anche io avevo un cuore infondo. Infondo. Molto infondo.

Ero talmente concentrata che non mi accorsi che qualcuno bussava alla porta.

«Ma sei sorda o cosa? Muoviti dobbiamo andare!» Alzai la testa e mi ritrovai davanti a Tom. Immediatamente mi pulì le lacrime con le mani.

«Aspetta, ma stai piangendo?» Mi domandò divertito.

«Allergia» Scusa stupida.

«Si certo! Che carina, piangi leggendo un libro!» Mi prese in giro sarcastico.

«Piantala! Ma, che ci fai tu qui?» Chiesi sinceramente curiosa.

«Non sceglierai i vestiti col costumista, ma con me e Bill. Almeno indosserai qualcosa di decenti» Disse aggrottando le sopracciglia. Risposi facendogli il dito e avviandomi verso la macchina, aprì la porta ma dentro non c’era nessuno.

«Bill dov’è scusa?»

«E’ rimasto al negozio, mi ha mandato a prendermi» Disse parecchio scocciato.

«Potresti fingerti un po’ più entusiasmo, no?» Borbottò qualcosa di risposta.

«Nein, Carotin» Sogghignò.

«Come mi hai chiamata?» E che cazzo!

«Hai i capelli arancioni come una Carotin»

«Parla il Mopp» Lo canzonai io.

Così si concluse il nostro brillante discorso.

La macchina si fermò davanti a un negozio Armani. Uhlalaa!

Entrammo e trovammo Bill ad attenderci con un sorriso smagliante.

«Ciao Anna! Ciao Tom» Disse sorridente.

«Ciao Bill» risposi semplicemente io.

«Hai in mente qualcosa per il vestito di stasera?»

«Vestito? Io avevo pensato ai miei soliti vestiti» Dissi mordicchiandomi il labbro, provocando le risate del gemello. Si fermò quando lo fulminai con gli occhi.

«Si vestito! Io avevo pensato a un bel vestito lungo.. Il costumista è d’accordo! Adesso ti faccio vedere cos’abbiamo scelto» Spiegò.

«Quindi avete già deciso» Constatai.

«In effetti.. si!» Disse allegro.

Mi portò nel camerino dove mi mostrò il vestito prescelto: era un lungo MOLTO corto, bianco e nero, senza spalline. Era carino, ma non era decisamente il mio stile.

«Non dire che non è nel tuo stile, tanto lo metterai» Mi comunicò Bill.

«Dagli retta, non hai scampo» Mi informò maligno Tom.

«Provalo!» Mi ordinarono i Kaulitz.

«Ma anche no! Se proprio devo metterlo lo farò stasera» Risposi io.

«Va bene, se proprio ci tieni!» Disse Bill. «Ora prova le scarpe» Detto ciò mi mostrò un paio di scarpe col tacco nere. Davvero troppo alte. Strabuzzai gli occhi e risero della mia espressione. Scossi la testa, provai a impuntarmi ma era tutto inutile!

«Non guardarmi così, le ha scelte Tom!» Si difese Bill. Girandomi vidi il gemello sghignazzare. Ridussi gli occhi a una fessura.

«Me la pagherai» ringhiai minacciosa. A interrompere il nostro “diverbio” fu il Kaulitz buono, mi spiegò cosa avrebbero combinato ai miei capelli.
«Per quanto riguarda l’acconciatura abbiamo scelto di farti uno chignon lasciando liberi dei ciuffi. Per il trucco, ombretto grigio-bianco sfumato, mascara ed eye-liner»

«Aiuto» Fu tutto ciò che dissi.

 

 

 

Me la lasciate una recensione vero? *o*

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Capitolo 9
*** Neun. ***


Fatta da me (c)

Hallo Leute!! It's Anna.  
Eccomi qui con il nono capitolo! Qui c'è la finaleeeee! Chissà chi vincerà ù.ù
Ringrazio _Dark Angel_ 483, Marty483, Holly94 e PuffaShine per le recensioni *.*
Spero che questo vi piaccia! Ringrazio anche tutte le lettrici silenziose, spero che continuiate a seguire questa ff :)
Detto questo: peace&love
, enjoy!


Erano le otto, ancora un’ora e sarebbe iniziata la finale. Ero nervosissima! Chiamai Benedetta, l’unica in grado di calmarmi in quel momento.

«Benedetta!» Salutai io.

«Ehi Anns!» Ricambiò lei nervosa.

«Che succede? Cos’è tutto sto casino di sottofondo?» Si sentivano molte voci.

«Niente! Sto guardando la televisione» Mentiva, lo capivo.

«Si si certo! Sono nervosissima! Mi vergogno ad uscire vestita così!» Dissi guardandomi allo specchio: il vestito mi calzava a pennello, evidenziando le mie lunghe, magre e pallide gambe e la mia “generosa” scollatura. Orecchini a cerchio e collana d’argento. Ai piedi avevo quei trampoli scelti da Mopp – Tom. Prima di riuscire a starci senza inciampare dovetti andare avanti e indietro per il camerino.. un’ora! Per fortuna avevo a disposizione i cerotti, niente vesciche per lo meno!  Capelli raccolti in un elegante chignon. Ero bellissima, il piercing che avevo al labbro stonava un po’ con l’aria angelica che il vestito mi donava. Il trucco contornava leggero il mio viso; non mi sentivo a mio agio, decisamente fuori luogo!

«Perché, come sei conciata?» Chiese lei curiosa.

«Ti dico, il vestito è cortissimo e le scarpe le ha scelte Tom» Grugnì io.

«Oh, cavolo non ti ho mai visto con un vestito addosso! Tranne che ad Halloween, ma eri vestita da strega e non penso conti» Mi disse pensierosa.

«Come sei simpatica! Ma scusa, non puoi spegnere la “televiosione”? Non sento un cazzo!» Sbraitai io super nervosa.

«Ehi miss finezza! Dai ora devo andare, poi ti spiego okay? Buona fortuna, tifo per te! Ho cinquanta euro nel telefono, sentiti onorata perché gli spenderò solo per te!» Concluse ridacchiando prima di mettere giù.

Mi nascondeva qualcosa. Per ingannare l’attesa mi misi a girare per il backstage. Incontrai Jennifer: al suo caschetto biondo – finto – platino erano state attaccate parecchie extensions, ora i capelli le arrivavano alla schiena. Si era tinta anche le sopracciglia! Sul viso aveva circa tre chili di fondotinta, le ciglia erano rese lunghissime da mascara nera, sopra le palpebre era steso uno strato di ombretto azzurro. Indossava un vestitino attillato nero, le arrivava una spanna sotto al sedere. Ampio scollo a v, stivali di pelle con tacco quindici. Storni inevitabilmente il naso vedendola, decisamente una barbie.

Certamente i vestiti erano stati scelti da Kaulitz. Ovvio!

Finito il giro tornai in camerino, nel frattempo Louise mi aveva scritto un messaggio augurandomi buona fortuna. Sorrisi inevitabilmente, che dolce!  

Ad aprire la finale fu l’esibizione del gruppo: suonarono Lass uns laufen. Amavo quella canzone! Poi fu il turno del presentatore, fece partire varie clip riassuntive del percorso mio e di Jennifer all’interno di “Fertig, los!”. Dieci minuti dopo salì sul palco. Non c’era una scenografia, tutto era buio. Mi recai al pianoforte e, appena fui illuminata dalla luce bianca, iniziai a suonare e poco dopo a cantare.

 

Is there anybody out there walking alone?
Is there anybody out there out in the cold?
Wrong heartbeats, Lost in the crowd
Is there anybody shouting what no one can hear?
Is there anybody drowning hold down by their fear?
I feel you, don't look away
Zoom into me Zoom into me
I know you're scared
When you can't breathe, I will be there
Zoom into me…

 

 

L’esibizione andò benissimo. A parer mio fu tutto perfetto: la musica e anche la mia voce, non avevo staccato! Restai un attimo perplessa: appena terminai non ci furono applausi.

Dopo circa cinque secondi tutto il pubblico era in piedi, in piedi per me!

«Allora ragazzi, vi è piaciuta?» Chiese il presentatore. Dal pubblico si sentì solo un boato.

«Sentiamo cosa pensano i Tokio Hotel dell’esibizione di Anna» Detto ciò Bill prese il microfono.

«Siamo tutti d’accordo, per noi sei stata fenomenale! Personalmente mi hai fatto venire i brividi! E posso dirti che Tom ha apprezzato il tuo vestito» Disse facendomi l’occhiolino. Io diventai tutta rossa, il gemello alzò un sopracciglio e guardò male il frontman.

Dopo di me cantò Jennifer. Steccò parecchie volte, ma comunque i commenti furono positivi, secondo me il pubblico era concentrato sul suo non-vestito.

Finite le nostre performance, si esibirono nuovamente i TH, stavolta con Ready, set, go!

Poi venne il turno dell’annuncio del vincitore.

«A vincere, con il 78 per cento dei voti.. è…» Il presentatore fece la solita pausa insopportabile.

«…  Anna Schneider!» urlò lui.

Non mi resi subito conto della vittoria, scesero coriandoli e vennero tutti a congratularsi. I ragazzi della band mi fecero i complimenti, tutti tranne Tom – lui si limitò a guardarmi scocciato. Dopo la band fui scaraventata a terra da un super abbraccio.

«Ma che..» Non feci in tempo a dire altro che venni interrotta..

«Anna!!!!!!!!!!!!!!! Hai vintoooooooooooooooooooo! Siiiiiiiiii!» Benedetta?

«Bene! Che ci fai qui?? Oddio che bello vederti, mi sei mancata!» Dissi emozionata e commossa.

«Mi hanno invitato, vedo che i cinquanta euro sono stati spesi bene! Non ti emozionare, ci cola tutto il trucco dopo!» Sbuffai divertita.

 

POV TOM

Finalmente quella sera il programma finiva, io ero un chitarrista, mica un giudice! Inutile dire quanto mi annoiavo a star seduto tutta la sera. Aprimmo il programma esibendoci in Lass uns laufen. Poi toccò a Carotin a cantare; tutto il palco era scuro, non si vedeva nulla. Tutto ad un tratto un riflettore la puntò e iniziò a suonare, poco dopo attaccò la voce. Rimasi piacevolmente sorpreso, non stava male con quel vestito. Le gambe erano un po’ troppo magre in effetti e la scollatura poco generosa ma, nel complesso, meglio di quando indossava quei vestiti larghi! Mantenni la mia faccia indifferente, quella ragazzina aveva qualcosa che mi dava ai nervi. Preferivo Jennifer, soprattutto dopo averla vista con gli abiti da me scelti. Purtroppo vinse Anna, la cosa non mi entusiasmava: preferivo l’altra.. soprattutto perché l’avevo già testata. Potevo averla disponibile per tutte le date del tour, puro e sano sesso, con la rossa invece.. no.

Dopo l’annuncio della vincitrice tutti si congratularono con lei, io no. Preferì consolare la vinta, già! Dopo aver svolto il mio compito, mi recai alla festa del dopo show. 

Non era un gran che come festa. La rossa chiacchierava con una tizia abbastanza carina, gli altri della band erano spariti. Passai la serata con una biondina di cui il giorno dopo avevo già scordato il nome. O forse, non l’avevo mai saputo.



Vestito di Anna per la serata -> http://i52.tinypic.com/97jw2g.jpg
Non dimenticate le recensioni eh ! xD

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Capitolo 10
*** Zehn. ***


Fatta da me (c)

Hallo Schätze! It's Anna.  
Sono stata brava vero? Ho pubblicato abbastanza in fretta stavolta! Sono allegra heute :3
Ci sono stati i colloqui generali e sono andai mooolto bene! Ok, probabilmente non ve ne frega nulla però..
volevo vantarmi un po' cavoli xD Passando alle cose serie, vi piace come procede la storia?
Prima ho scritto il 34 capitolo u.u Evviva! Che altro dire? 
Aaaha.. prima ho visto il nuovo video dei Th, hurricanes and suns! BelloBello.
Concludo questo monologo abbastanza inutile con le solite tre paroline magiche.
 peace&love, enjoy!


Era passato un mese da quando avevo vinto il concorso, ero tornata in Italia per passare un po’ di tempo con Benedetta, ero diventata quasi famosa!

Il tempo trascorso con lei fu bellissimo, tra shopping e lunghe chiacchierate.

Poi giunse il momento della partenza. Avevo tre valigie con me, la mia chitarra e la carta di credito. Salutai Bene con la promessa di sentirci tutti i giorni.

Arrivata ad Amburgo mi recai alla Universal dove trovai il manager della band ad attendermi.

«Salve signorina Schneider!» Salutò cordiale.

«Mi chiami Anna, lo preferisco» Sorrisi io impacciata.

«Okay. Ora ti presento il programma dei prossimi sei mesi» Detto ciò mi parlò dei concerti che avrei dovuto aprire, dei servizi fotografici e delle interviste.

«Il tour partirà il mese prossimo. Per adesso tu e la band avete in programma varie interviste e servizi fotografici. Tu inizi oggi pomeriggio, hai un intervista e servizio fotografico con Bravo

O mio Dio! Bravo una rivista importantissima che intervistava me!

«Sa già che domande mi verranno poste?» Chiesi in difficoltà.

«Ci hanno spiegato in grandi linee. Saranno molte domande per conoscerti meglio, di tutte i tipi, anche parecchio personali e invadenti. Ti ci abituerai. Sarai accompagnata da Saki e dai ragazzi, loro parteciperanno al servizio fotografico» Disse con tono professionale. 

Ero terribilmente nervosa, passai tutta la mattinata a ciondolare per il palazzo finchè non arrivarono ad avvertirmi dell’arrivo della macchina con dentro la band.

La situazione era proprio strana: fino a tre mesi prima loro erano un sogno irraggiungibile per me, quattro persone che rendevano la mia vita più bella grazie alla loro musica.

Pensare di passare del tempo in macchina con loro e, poi, doverci vivere, mi faceva ridere. E mi sentivo terribilmente a disagio, non sapevo come comportarmi!

Il mio carattere era assai contorto: non sono mai riuscita a rapportarmi con le persone soprattutto perché non mi accettavano, arrivando così a costruire attorno a me una corazza oltrepassata da poche persone, tra cui la mora. Una volta conquistata la mia fiducia, usciva il mio vero modo di essere: orgogliosa fino al midollo ma estremamente timida e dolce. Un carattere di merda insomma.

Un bodyguard mi scortò fino alla macchina proteggendomi dalle varie fan li accampate e mi fece entrare. Mi sedetti vicino a Georg e Gustav, i gemelli erano seduti davanti.

Imbarazzo, molto imbarazzo! Mi mordicchiavo morbosamente il labbro giocherellando col piercing. A interrompere il silenzio fu Bill.

«Hai intenzione di staccarti un labbro per caso?» Mi domandò divertito.

Arrossì dall’imbarazzo. «Uhm, forse. È che, è strano» Confessai imbarazzata. Gli altri mi guardarono in attese di spiegazioni, tranne Tom che non mi filava di striscio.

«Insomma, sono in macchina con i Tokio Hotel!» Dissi agitata provocando le risate di tutti.

«In effetti non capita tutti i giorni di vedere una persona bella come me» Si intromise il solito sbruffone, Tom.

Lo guardai accigliata e sarcastica. «Una persona bella come te? Ahah! Molto divertente Mopp» Lo apostrofai.

«Taci Carotin! Di sicuro sono più figo di te, non che ci voglia tanto in effetti» Disse squadrandomi. Non ebbi tempo per replicare poiché l’autista ci informò che eravamo giunti a destinazione.

Entrai nella redazione del giornale affiancata da Georg e Gustav.

«Non vai molto d’accordo con Tom eh?» Mi chiese il primo.

«In effetti. Ha cominciato lui, è terribilmente presuntuoso» Risposi io impacciata.

«Non è presuntuoso, forse un po’ troppo sicuro di sé. Vedrai che quando lo conoscerai meglio ti conquisterà» Mi disse calmo e pacato Gustav, io gli sorrisi di rimando.

Venni accolta da una giovane segretaria che ci condusse nella sala dove si sarebbe svolta l’intervista. Mi fecero sedere davanti all’intervistatrice – una donna vestita elegante e truccata in modo esagerata. Il gruppo si sedette di lato.

«Buongiorno signorina Schneider. Posso chiamarla Anna? Io sono Julia» Disse professionale.

«Certo Julia, mi chiami pure Anna» Risposi io sorridendo nervosa.

«Ok, possiamo iniziare con la prima domanda. Ha cognome tedesco, da dove viene?»

Come se non lo sapesse! Che domande stupida. «Sono nata a Venezia, mia madre era tedesca, ho preso il suo cognome.» 

«Quando sei nata?»

«Nove luglio del ‘90» Adesso mi chiede il codice del bancomat!
«Hai studiato canto?»

 «Si, fin da piccola. Ho smesso quando ho iniziato il liceo, però ho continuato a suonare pianoforte e chitarra».

«Che scuola ha frequentato?»

«Liceo artistico, mi sono diplomata quest’anno con il massimo».

«Quando e come ha sentito la prima volta i Tokio Hotel?»

«Quattro anni fa. Ero in Germania da mia nonna e ho trovato il loro cd, mi hanno incuriosito e l’ho comprato».

«Chi è il tuo preferito dei quattro?»  Vidi i quattro guardarmi incuriositi.

«Non ho un preferito, amo la loro musica non uno di loro» Sorrisi.

«Con chi vai più d’accordo?» Domanda del cazzo, li conosco pochissimo!

«Ho passato più tempo con i gemelli, Gustav e Georg li ho conosciuti solamente stamani».

«Hai un ragazzo che ti aspetta in Italia?»

«No, nessun ragazzo. Sono single»

«Quale canzone preferisci del gruppo?»

«Non so, ce ne sono tante che adoro. Soprattutto By your side: mi piace moltissimo»

«Hai qualche soprannome?»

«Si, non tutti piacevoli se devo essere sincera. Fanno riferimento ai miei capelli, il più vecchio è pel di carota, il più recente Carotin» Dissi guardando male Tom che ricambiò il mio sguardo.

«Sei vergine? A che età la prima volta?» Aspetta, avevo sentito bene? Ma che domanda del cavolo! Sentì gli occhi di Tom contro di me, mi guardava malizioso.

«No, sono cancro!» Risposi sorridendo io.

«Come ti senti all’idea d’andare in tour con i tuoi idoli e convivere con loro?»

«Spaventata e nello stesso tempo elettrizzata. Spaventata perché non so se sarò all’altezza e poi vivere con i miei idoli, soprattutto quattro ragazzi! Eccitata perché sarà una bella esperienza, spero»

«Paura dei ragazzi? Del SexGott per caso?» Disse con l’aria di chi la sa lunga.

«Di Tom? Oddio no! Non c’è storia ragazzi!» Spiegai io ridendo, facendo sghignazzare anche gli altri della band, tranne il diretto interessato.

«Okay, l’intervista è finita. È stato un piacere conoscerti Anna»

«Grazie, è stato un piacere anche per me!»

 

Finita uscimmo per andare nella zona trucco e vestiti.

«Allora, piaciuta l’intervista?» Mi domandò Bill.

«Non ci sono abituata, tutte queste domande. Soprattutto molto indiscrete!» Risposi io.

«Come quella sulla tua “dote”» Fece Tom sghignazzando.

«Già. Ma saranno affari miei» Sbuffai.

«Oddio! Non sarai veramente vergine!» Disse Mopp indignato.

«Ma sono cazzi miei! E, per tua informazione, non sono vergine» Risposi guardandolo male.

«Ma la piantate di punzecchiarvi voi due? Dai andate a scegliere i vestiti» Ci interruppe Georg.

Detto ciò mi recai agli attaccapanni. Scelsi un paio di jeans larghi, una t-shirt lunga e verde con una stampa gotica davanti e lasciava una spalla coperta. Un bellissimo paio di converse verdi fluorescenti e una collana col segno della pace. Per quanto riguarda il trucco, scelsi la solita linea di eye-liner. Lasciai i capelli rossi, lunghi e mossi liberi.

Appena finito la preparazione mi recai nel set e trovai Tom a squadrarmi.

Era bello. Mi doleva ammetterlo ma era proprio così: pantaloni larghi, maglia extra large azzurra, fascetta nera sui capelli e scarpe da skater. Guardo accigliato i miei vestiti.

«Non ti piacciono i miei vestiti, Kaulitz?» Domandai sarcastica.

«In effetti..no! Dovresti vestirti da ragazza. Il vestito della finale non ti stava così male» Ammise malizioso.

«Un complimento mai eh Mopp?» Sbuffai ignorandolo.

Poco dopo arrivò il fotografo. Iniziò con me, un paio di foto da sola. Poi chiamò ogni membro del gruppo per farsi immortalare con me. Io e Bill ne facemmo una schiena contro schiena. Georg mi fece salire sulle sue spalle, che figata! Con il batterista ne facemmo una a braccetto. Con Tom fu alquanto tragica la cosa.

«Tom, lo sai che se ti avvicini non ti mangio vero?» Dissi io vedendo che era distante un metro da me. Non si mosse perciò mi avvicinai io.

«Vuoi collaborare Kaulitz? Prima facciamo, prima finiamo»

Detto ciò si avvicinò seducente a me, mi cinse la vita con un braccio e mi squadrò malizioso leccandosi il piercing. Io alzai gli occhi al cielo e.. la foto fu scattata.

Prima del flash però il mio cervello ebbe un mancamento. Gli unici pensieri che elaborava riguardavano il fascino di Tom, quegli occhi nocciola che mi squadravano attentamente, il suo sexy piercing e il suo corpo perfetto. Mi maledì per quei pensieri.

Dopo la foto mi staccai tutta rossa da lui.

«Carotin! Che carina, non ti sarai imbarazzata?» Mi disse ridendo. Gli risposi con un gesto eloquente: dito medio.

 


Risposte alle vostre recensioni *-*

eni97: Grazie mille per i complimenti Eni*-* Spero che ti piaccia questo capitolo. Bacio.  
Holly94 : già, a Tom rode.. bwahahaha xD spero ti piaccia questo capitolo. { Bacio.

alessia_bill98 grazie mille Alessia, sono contenta che ti piaccia la mia storia, spero continuerai a seguirla!

_Dark Angel_ 483: dankeee per le recensioniii :D mi fanno davvero piacere.. e no, non mi annoi, anzii xD  chissà se Tom lo capirà.. chi vivrààà vedrààà! ;D 
LaAriii_TK: davvero un bel vestito si :D e poi.. non avrei mai fatto vincere una barbie biondona, tzee! figuriamoci ;D

PenniPennac : Mi fa piacere che ti piaccia la storia Cesca :) No, non sono veneziana, ma comunque veneta: abito in provincia di Treviso ma.. siccome penso che nessuno conosca il mio "bel" paesello o optato per Venedig! °-°

 


Continuate a recensire, mi raccomando! :3


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Capitolo 11
*** Elf. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D 
Salve a tutti belli e brutti! Oggi è una "bellissima" mattina di pioggia accompagnata da un
"allegrissimo" cielo grigio che mette di una felicità che non potete immaginare .-.' 
Si okay, bando alle ciance! xD Ringrazio tutte le ragazze che mi recensiscono e che seguono la storia,
they make me feel happy ! Sorriso 
Genießt  das Kapitel ,,
peace&love
, enjoy!


Il mese pre-tour passò velocemente fra interviste e servizi fotografici. I rapporti con la band erano migliorati: avevo legato moltissimo con Bill, era una persona molto dolce e simpatica, decisamente logorroico a volte. Anche con bassista e batterista avevo un buon rapporto, erano come dei fratelli maggiori. Ciò che non era cambiato era il rapporto con Tom: ci scambiavano sempre frecciatine e prese per il culo.

Due sere prima di partire per i concerti i Tokio Hotel decisero di darsi all’ultima serata di follia. Il luogo scelto per il “misfatto” era un famoso locale di Berlino. Fui obbligata da Bill a vestirmi “carina”, riuscì solo perché mi assillò per due ore e mezza! E in più mi fece gli occhi dolci, da cerbiatto! Così mi ritrovai vestita con un paio di jeans stretti, converse, una t-shirt comunque lunga e nera. Capelli piastrati e mascara sugli occhi. 

Uscimmo alle dieci e mezza dall’hotel in cui alloggiavamo.

«Carotin! Sembri quasi una femmina così!» Disse Tom.

«Anche tu!» Risposi squadrandolo. Anche se non era quello che avevo pensato vedendolo: il primo pensiero fu semplicemente figo. Ma non lo avrei mai ammesso.

«Stronza!»  Lui.

«Idiota!» Io.

«Troia!» Lui.

«Bastardo!» Io.

«Okay ragazzi, abbiamo capito che non riuscite a resistere senza prendervi a complimenti ma è ora di andare!» Ci interruppe Bill, accompagnato dagli altri due.

«Subito Bill!» Rispondemmo contemporaneamente io e Kaulitz provocando le risate degli altri tre. «Che cazzo ridete?» Dicemmo insieme ancora provocando altri sghignazzamenti.

Scossi la testa sconsolata e salì in macchina.

Il locale prescelto era già assalito dalle fan perciò fummo costretti a entrare dalla porta di servizio. Io mi sedetti al bar e ordinai un vodka alla pesca. Dopo aver sorseggiato il mio drink uscì a fumarmi una sigaretta e ne approfittai per chiamare Benedetta.

«Ehi Bene!» Dissi felice di sentirla.

«Anna! È da una settimana che non ci sentiamo! Mi sei mancata tantissimo! Raccontami, che hai fatto in questa settimana?»

«Servizi fotografici e interviste. Ne hai letta qualcuna?»

«Tutte, ovvio! Certo che sono invadenti! Come sono i ragazzi ora che gli conosci meglio?»

«Tutti fantastici, davvero. Ho legato moltissimo con Bill, Gustav e Georg. L’unico con cui non vado d’accordo è Tom» Dissi storcendo il naso.

«Secondo  me è perché siete troppo simili» Spiegò lei.

«Bha, sarà! Tu invece che mi dici?»

«Ho un ragazzo! Si chiama Luca, è davvero carino!» Detto questo cominciò a parlarmi di come si sono conosciuti, di com’era dolce, simpatico, intelligente, servizievole, gentile.

Andò avanti per un’ora e mezza.

Dopo aver concluso la conversazione, misi via il telefono e tirai fuori l’ipod. Non avevo voglia di rientrare nel locale. Rimasi fuori un’altra ora poi decisi di rientrare perché cominciava a fare freddo e avevo già fumato abbastanza.

Nel locale non intravidi nessuno della band, controllai il cellulare per vedere se m’avevano scritto.

Siamo tornati all’Universal perché Bill ha avuto un’illuminazione per una canzone. Probabilmente ne avremo fino a mezzogiorno di domani. Tom è rimasto lì” Messaggio di Gustav.

Fantastico! Ero proprio sola. Tornai al balcone e ordinai un altro bicchiere di vodka alla pesca, cercai con lo sguardo Tom e lo trovai mezzo ubriaco steso su un divanetto.

Abbandonai il bicchiere e andai da Kaulitz.

«Kaulitz, ci sei?» Gli domandai, di risposta mi arrivò un mugolio.

Lo tirai su, camminava barcollando. Non potevo rischiare che i paparazzi lo beccassero così perciò lo trascinai fuori dal locale e chiamai un taxi per farci portare a casa.

Fu una faticaccia, dovetti trattenerlo su io e di certo non avevo molti muscoli per riuscirci.

Arrivati all’hotel lo portai fino alla sua camera dopodiché corse in bagno a vomitare. Restai con lui, dovetti tenergli la testa. Una scena disgustosa si. Lo portai a letto e gli diedi da bere un bicchiere d’acqua. Durante tutto lui si limitava a dire cose senza senso.

Si addormentò dopo un’ora, gli tolsi le scarpe e gli rimboccai le coperte.

Era così bello mentre dormiva, sembrava quasi.. dolce. Mi venne spontaneo sorridere.

Mi misi sul divano vicino al letto, mi svegliò molte volte durante la notte perché non stava bene. Finalmente, la mattina, riuscì ad addormentarmi anche io.

«Carotin? Che cazzo ci fai in camera mia?» Mi domandò un Tom ancora mezzo addormentato.

«Che cavolo urli? Non sono sorda!» Mugugnai io.

«Che mal di testa!» Si lamentò lui.

«Vicino al bicchiere sul comodino c’è un aspirina, prendila» dissi io.

«Ripeto, che ci fai qui?» Fece lui.

«Che ti ricordi di ieri sera?»

«Siamo andati al locale, mi sono fatto una bella bionda poi una mora poi ho bevuto qualche bicchiere e poi..niente» rispose lui pensieroso.

«Ecco, infatti. Ti sei ubriacato, gli altri della band non c’erano. Non potevo lasciarti lì, per questo ti ho riportato in hotel e ti ho “assistito” durante il dopo sbronza» Gli spiegai.

«Mmm okay» Si grattò il collo in imbarazzo. Lo guardai, aspettando qualche ringraziamento che non dava segno però d’arrivare. Sospirai arresa e feci per andarmene quando mi prese delicatamente per il braccio. La sua stretta mi fece venire i brividi.. mi girai di colpo e lo trovai a un soffio dal viso, arrossì vistosamente.

«Si scusa. Ecco, volevo.. ehm.. ringraziarti per quello che.. hai fatto per ieri sera. Non eri obbligata» Sorrisi, faceva tenerezza vederlo così imbarazzato.

«Non potevo lasciarti lì, o no? Di niente comunque. Ora vado in camera mia, devo finire di fare le valigie per il tour» Lui annuì e lentamente mi lasciò il braccio, come ad accarezzarmi. Avvampai e sorrise, un sorriso diverso dal solito. Non ero ironico o sarcastico, era un sorriso vero.

Un sorriso bello da mozzare il fiato.

 


 

Vergesst nicht schreiben!

 


 

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Capitolo 12
*** Zwölf. ***


Fatta da me (c)

Hallo :D
Eccomi qui con il dodicesimo capitolo!
Grazie per le recensioni, sono feliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiice che vi piiiiiiiiiiiiiiiaccia xD
Ho iniziato a scrivere una nuova storia, mi farebbe piacere se la leggeste (sempre su di loro)
Durch Raum und Zeit;
Peace&love
, enjoy!


Stavo aspettando che Saki venisse a prendermi per portarmi alla sede dell’Universal, lì poi sarebbe arrivato il tourbus. La tournee sarebbe iniziata da Monaco, io avevo il compito di aprire il concerto. Inutile dire quanto fossi terrorizzata!

Battevo nervosamente il piede a terra cercando di far sparire l’ansia. La guardia del corpo arrivò puntuale e mi portò nel luogo prestabilito. I ragazzi erano già dentro all’autobus e io vi salì esitante.

«Ciao ragazzi!» Salutai tremante io.

«Ehi Anna! Agitata eh?» Ricambiò Georg.

«Cosa? Scherzi? Tzè, figuriamoci!» Dissi io sarcastica.

«Ma dai Carotin! Cosa vuoi che succeda? Mal che vada stecchi e ti prendi fischi da ventimila persone!» Mi tranquillizzò Tom.

«Grazie Mopp, gentile come al solito!» Sbuffai.

«Lascia perdere mio fratello, vedrai andrà tutto bene! Sei bravissima» Mi sorrise incoraggiante Bill.

«Danke! Tu si che sei gentile, non come qualcun altro di nostra conoscenza» Gli risposi allusiva. Tom rispose alla provocazione mostrandomi il medio, io gli feci una linguaccia.

«Sembrate proprio dei bambini sapete?! Non saprei dire chi è peggio» Fece Gustav sorridendo.

 «Lui!» «Lei!» Dicemmo in contemporanea. Gli altri ci guardarono sornioni.

«Ma come siete carini!» Fu il commento di Bill.

«Bill?» Disse Tom ghignando minacciosamente.

«S-si?» Fu la risposta incerta dell’altro.

«Preparati a CORREREEEE!» Gridò Tom. In un primo momento il gemello non reagì poi, capendo il significato della frase urlatagli contro, partì alla velocità della luce.

«Ma sono sempre così?» Chiesi ai due rimasti.

«Oh no, anche peggio. Ma almeno ci si diverte così» Disse Georg allegro.

Due minuti dopo i Kaulitz fecero il loro ingresso nel salone, tutti stanchi e ansimanti.

«Fuori allenamento eh? Guardate, vi si vede un po’ di pancetta, dovresti fare palestra» Bill mi guardò male, Tom non perse l’occasione per fare una delle sue battute.

«Nein, io ne faccio già troppa. Tutte le sere, con un attrezzo diverso»

«Che schifo Kaulitz! Tutto pane niente arrosto!» Lo presi per il culo.

«Vuoi provare?» Mi disse guardandomi intensamente con quei magnetici occhi nocciola. Fui tentata di dire si, ma il mio orgoglio e il mio cervello mi fermarono in tempo.

«Neanche se fossi l’ultimo uomo sulla Terra Mopp» Gli sorrisi tranquilla. Un'altra volta il dito.

Il viaggio continuò così, fra battutine e punzecchiamenti vari. Arrivammo a Monaco alle quattro, entrammo nello stadio per il soundcheck, fuori c’era già una lunga fila di ragazze. Le prove andarono bene. Io avevo in programma solamente cinque brani: zoom dich zu mir, don’t jump, screamin’, raise your hands together e Final day.

In camerino decisi di chiamare Benedetta.

«Ehi Bene!» Dissi allegra.

«Ciao Anna! Come stai? Agitata? Com’è andato il viaggio? Ti sei già sbattuta qualcuno? Sono simpatici? Fra quanto inizi? Dimmi TUTTO!» Era una macchinetta.

«Oddio, respira! Allora, in ordine.. tutto bene, sono super agitata. Il viaggio è andato bene. No, non mi sono sbattuta nessuno! Che cazzo di domande fai? Sono tutti simpatici, inizio fra un’ora e mi sto cagando addosso!» Le risposi tutto d’un fiato.

«Sono sicura ti adoreranno, come tutti quelli che ti ascoltano» Mi disse dolce lei.

«Grazie mille, ho proprio bisogno di sentire cose del genere! Là fuori è pieno di ragazze e ho paura di ricevere ortaggi addosso»

«Non succederà. Se qualche fan oserà fare una cosa del genere, la picchierò io personalmente!» Mi disse fintamente minacciosa.

«Grazie nuovamente. Ora raccontami qualcosa tu!»

Non bastò dire altro, cominciò i suoi racconti, di come andava a lavoro e come andava la sua relazione col Luca. Parlò per mezz’ora quando arrivò Kaulitz a interromperci.

«Karotin! Cazzo sei in ritardo, devi andare a truccare la faccia che ti ritrovi!»

«Pensa per la tua di faccia Mopp!» Gli ringhiai contro.

Sentì un improvviso silenzio dall’altra parte del telefono.

«A-A-Anna, era di Tom Kaulitz quella voce?» Domandò tremante.

«No, Babbo Natale! Si era lui» Sbuffai.

«Che voce sexy. Solo a sentirla mi ha fatto venire voglia di spupazzarmelo!»

«Si, certo Benedetta. Come no. Ora devo andare, prega per me»

 Mezz’ora dopo ero sul palco. Mi tremavano le gambe, il pubblico era fantastico! Cantai tutte le canzoni, niente stecche per fortuna! Quando me ne andai fui salutata da un lungo applauso. Giunta nel backstage mi buttai trovai Bill che mi corse abbracciandomi euforico. Rimasi un po’ spiazzata dal gesto ma ricambiai subito, mi fece i complimenti e io lo ringraziai commossa. Lo stesso per il bassista e batterista. Ovviamente Tom fu troppo orgoglioso per parlarmi, alzò solo un pollice ma mi bastò. Era pur sempre un passo avanti no?

I Tokio Hotel cantarono per quasi due ore, dopodiché tornarono tutti euforici e pieni di energia dietro al palco.

«Oddio, siete stati fantastici!» Mi complimentai prima con Bill, poi con Georg e infine con Gustav. Quando fu il turno di Tom, imitai il suo gesto con una faccia altezzosa provocando le risate di tutte.

 


Continua.. xD

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Capitolo 13
*** Dreizehn. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Eccomi qui con il nuovo capitolo, scusate se ci ho messo un secolo ha postare
ma la scuola occupa la maggior parte del mio tempo .__. 
Ringrazio _Biia_ , LaAriii_TK e _Dark Angel_ 483 per le recensioni **
peace&love
, enjoy!


Il primo mese di tour fu un successone, tutte le date avevano registrato il sold out e le fan apprezzavano anche le mie esibizioni. Per festeggiare la buona riuscita – visto che avevamo anche tre giorni di pausa – decidemmo insieme di andare in un locale famoso di Parigi. Fui nuovamente rapida da Bill e costretta a indossare vestiti per me osceni: camicetta a quadri bianca – non troppo aderente per sua fortuna -, pantacollant neri, stivaletti di pelle bassi e sopra un trench nero. Mi piastrò accuratamente i capelli e mi truccò utilizzando la matita nera.

«Ma perché non posso mettere i miei vestiti?» Dissi con la faccia da cucciolo.

«Perché sono brutti e poco femminili» Disse ridendo Bill.

«Ma sono ridicola così!» Replicai io indicando la mia immagine allo specchio.

«Sei molto carina invece» Commentò Georg sbucando dal nulla.

«Uhm, in effetti sei passabile così Carotin» Ci mancava solo Tom. Sbuffai innervosita.

«Andiamo prima che si scannino!» Intervenne Gustav.

«Con che macchine?» Domandò il bassista.

«Io, te e Gus con la mia Audi e Anna con la Cadillac di Tom» Illustrò Bill.

«Perché devo andare io con lui scusate?»  

«Hai paura di restare solo con me forse?» Mi domandò Tom malizioso.

«Oddio si, mi terrorizzi! Ah lasciamo perdere, andiamo!»  

Salimmo in macchina in rigoroso silenzio. Iniziai a muovere morbosamente il piede, lo facevo quando ero in imbarazzo.

«Ma vuoi stare ferma? Mi irriti!» Sbottò innervosito dopo un po’.

«Mi vuoi spiegare perché tutto ciò che faccio ti irrita?» Chiesi io curiosa.

«E tu? La cosa è reciproca» disse lui. In effetti..

«Non è vero! Sei tu che hai da ridere ogni volta che apro bocca!» Dissi io.

«Tu fai lo stesso però!»

Era inutile discutere, avevamo ragione tutti e due: ci punzecchiavamo a vicenda.

«Tu hai iniziato però» troppo orgogliosa per fare una tregua.

«Non è colpa mia se sei insopportabile!» Disse lui.

«Ma la pianti? Sei diventato noioso!» Gli ringhiai contro. Mi innervosiva.

«Se non la pianto che fai? Vai a piangere dalla mammina?» Mi prese in giro lui.

Toccò un tasto intoccabile. Mia madre. Mi immobilizzai all’istante, freddandolo con lo sguardo.

«Cos’è? Non dici nulla ora?» Mi prese in giro.

Non pensai in quel momento a quello che feci. Il mio braccio si alzò automaticamente e la mia mano colpì il suo viso. Non forte, non volevo fargli male, davvero. Solo che lei non doveva nominarla. Mi guardò attonito per un attimo poi tornò a prestare attenzione alla strada, non mi parlò per tutta la durata del viaggio.

Inutile dire che quando arrivai al locale la mia voglia di festeggiare era sotto zero. Tom si recò diretto al balcone e ordinò una birra, io restai fuori a fumare una sigaretta.

Dovevo scusarmi, avevo esagerato. In fondo lui di me non sapeva nulla, non poteva sapere di mia madre. Decisi di fare ciò che mi ero predisposta e mi recai da lui.

«Kaulitz?» Lo chiamai esitante. Mi fissò per un momento, poi tornò alla birra.

«Scusami. È colpa mia, tu hai toccato un tasto dolente ma non potevi saperlo. Mi dispiace, ho reagito senza pensare» Dissi mortificata, con lo sguardo basso.

«Accettate. D'altronde ho esagerato anche io» Sorrise lui. che figo, pensai tra me e me.

«Tregua?» domandai.

«Tregua. Ricominciamo daccapo» ribadì lui.   

«Piacere, Anna Schneider!» Dissi porgendogli la mano.

«Tom Kaulitz. Posso chiamarti Carotin? Ci ho fatto l’abitudine»

«Solo se posso chiamarti Mopp!» Dettò ciò scoppiammo a  ridere.

Era la prima volta che rideva con me, una risata sincera. Non un sogghigno, una risata sincera. Era piacevole.

Riuscimmo a chiacchierare per un’ora buona, senza insultarci o prenderci a parole. I ragazzi avevano ragione, in fondo – sotto il suo guscio da playboy – era una persona molto piacevole. Dopo i nostri discorsi lui si allontanò per andare da una biondona che lo guardava come se fosse una bistecca e lei un cane affamato. Ordinai una birra al bar e feci conoscenza con qualche ragazza. Parlai per quasi tre quarti d’ora con Laura, italo-francese molto simpatica. Poco dopo fece la sua ricomparsa Tom. Camminava barcollando: brutto segno, era ubriaco!

«Tom, quanto hai bevuto?» Domandai io.

«Mmm. Poco più di te!» Disse allegro, in effetti io non ero molto sobria.

«E’ meglio che guidi io» Gli sfilai le chiavi dalla macchina, lo presi a braccetto e lo poggiai sul sedile affianco al guidatore.

Arrivammo al tourbus alle tre e mezza. Gli altri erano ancora in giro per locali.

Scendemmo dalla macchina e mi recai diretta in bagno. Mi lavai la faccia e indossai un paio di pantaloncini e una canotta raccattati poco prima dall’armadio, non proprio adatti per il clima invernale. Quando uscì mi ritrovai Tom a petto nudo davanti, rimasi impalata a squadrarlo. Lui fece lo stesso. Era stupendo, molto magro ma con bei muscoli. Perfetto. Dopo aver finito la radiografia ci guardammo negli occhi.

Non so come e cosa successe. Un istante prima ci fissavamo e un istante dopo io ero contro la porta del bagno con le sue labbra appoggiate alle mie.

Era un fottutissimo errore. Lui il giorno dopo non si sarebbe ricordato nulla, reduce dalla sbronza. Io si. Un errore bellissimo però.

Le sue labbra erano calde, si muovevano esperte sulle mie. Con dolcezza dischiuse le mie per far entrare in contatto la sua lingua con la mia. Non mi era mai successa una cosa del genere: un bacio non m’aveva mai fatto provare sentimenti simili. Pareva mi stesse per uscire il cuore dal petto. Circondai il suo collo con le braccia e lui portò le sue alla mia vita. In quel momento il mio cervello era a Honolulu. Ripresi a fatica il controllo di me stessa in tempo per fermarmi prima che accadessero cose troppo gravi. Non sarei riuscita a resistergli a lungo. Così mi staccai a malincuore da lui, che mi guardò confuso. Corsi in camera da letto e mi nascosi sotto le coperte. Impiegai un secolo per addormentarmi, fu un sollievo però chiudere gli occhi.


ATTENZIONE - leggete attentamente xD - 

Durante le vacanze penso di concludere questa fanfiction (ci scrivere, non di postare) e sono indecisa sul finale:
Volete il lieto fine o no? xD 
Sono indecisa >___> Fatemi sapere! :)


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Capitolo 14
*** Vierzehn. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Buongiorno ragazze! Eccomi qua con un nuovo episodio di Unter deiner Haut !
Ringrazio _Biia_ piske Veri_995, EhMaco, LaAriii_TK e _Dark Angel_ 483, iolly21 e Layla per le recensioni :D
Uhm, la maggioranza è per il lieto fine, dopo essermi scervellata, ho trovato un finale adatto!
E' tutto nella mia mente insana, provvederò durante le vacanze di Natale a buttarlo giù!
Volevo domandare una cosa a Veri_995, non hai capito il titolo della fanfiction?
Se è quello di cui non hai capito il senso, lo capirai un po' più avanti, verso in finale! :D
peace&love
, enjoy!


POV TOM

Mi svegliai alle due del pomeriggio. Avevo un gran mal di testa, troppo alcool.

Gli altri ragazzi della band erano ancora addormentati, Anna stava armeggiando in cucina. Ripercorsi mentalmente la serata precedente. Il viaggio in macchina, la sberla, le scuse. La tregua. Si, tregua! Avevamo chiacchierato per quasi un’ora, non mi succedeva quasi mai: di solito passavo subito al sodo. Fu piacevole, oddio mi stavo rammollendo!

Poi qualche bicchiere di birra e una bionda formosa. Carina si, deludente però sotto gli altri punti di vista. Da lì i ricordi si fecero un po’ confusi. Doveva avermi portato a casa Carotin, la prima donna a guidare la mia macchina! Poi.. mi sforzai di ricordare, sentivo c’era qualcosa che mi sfuggiva. Un flashback.

Anna appoggiata al muro, mi guardava con quegli occhi verdi, così espressivi. Poi le mie labbra sulle sue, il bacio.. lei che si scosta.

No, no! Non potevo averla baciata davvero! Effetti dell’alcool decisamente. Anche se, nonostante non se lo ricordasse, era sicuro fosse stato un bacio stupendo.

Chissà se lei si ricordava invece, non aveva bevuto quanto lui quindi le probabilità che la usa memoria fosse integra erano molte.

La raggiunsi, stava preparando la colazione.

«Buongiorno Carotin» Bofonchiai io, ancora mezzo addormentato. Lei, che probabilmente non si era accorta della mia presenza, si girò spaventata.

«Mopp! Mi hai fatto prendere un colpo cavolo!» Mi urlò dietro.

«Ma che cazzo urli? Ah che mal di testa cavoli. Ho bevuto troppo ieri sera» Bastò nominare la serata per farle spalancare gli occhi e arrossire. Ghignai fra me e me.

«Tutto bene Schneider?» Feci io, come se non sapessi cosa stava succedendo.

«Ehm, si certo! Tanto grave la sbronza?» Chiese con gli occhi speranzosi. Sperava non me ne ricordassi.. e invece no!

«Si, non ricordo niente di quello che è successo. Vuoi rinfrescarmi la memoria?» Dissi innocente. Le sue guance si tinsero di un rosso acceso.

«No, non è successo nulla. Ti ho portato a casa io. È stato bello guidare la tua macchina» Fece con gli occhi luccicanti. Mi venne spontaneo sorridere.

«Felice ti sia goduta la guida, sappi che non succederà più» Dissi facendole l’occhiolino.

«Avete programmi per oggi?» Cambiò lei discorso.

«Penso mi toccherà accompagnare Bill a fare compere per Natale, mancano due settimane» Dissi fintamente disperato.

«Oddio! Mi ero dimenticata! Cazzo devo ancora comprare i regali!» Si agitò facendomi scoppiare a ridere.

«Ah lasciamo perdere. Io mi ritiro, devo progettare i miei doni» Fece lei.

«Progettare?» Inarcai le sopracciglia.

«Già! Ci si vede Kaulitz!» Sorrise tornando in camera.

Non mi ero accorto che aveva un bel sorriso. Forse non l’avevo mai guardata veramente…

Ma che stavo pensando? Il mio pensiero volò al bacio di ieri. Si ricordava solo le immagini, come qualcosa da lui visto ma non vissuto. Volevo riprovare l’esperienza, giusto per sapere com’era baciarla, solamente per questo! Poi non capivo, perché si era staccata?

«Oh, Tom ci sei?» La voce di Bill interruppe i miei pensieri.

Mi girai verso di lui, era pronto per lo shopping: occhiali da sole scuri, capelli piastrati e raccolti in una coda, cappellino sulla testa.

«Si si ci sono» Risposi distrattamente.

«Sento che i tuoi neuroni sono in azione. A cosa pensi così intensamente?» Ah capiva sempre tutto lui!

«A nulla» forse ci cascava, ti pregooo…

No, inarcò un sopracciglio e mi squadrò. «Uhm, ti conosco Thomas. C’è qualcosa che mi nascondi» Disse sospettoso.

«Bill, hai intenzione di scassare ancora o usciamo a fare shopping? Prima che cambi idea, ti ho avvertito» Bastò nominare la parola shopping per farlo distrarre.

«Aspetta, vengono anche Gus e Georg. Dobbiamo scegliere un regalo per Anna da parte di tutti noi. Tu compreso»

«Cosa? Ma perché dovremmo farle un regalo scusa?» mmm..

«Perché è una nostra amica. Anche tua, o forse qualcosa di diverso..» che avesse capito qualcosa?

«Che intendi dire?»

«Cosa? Oh ecco gli altri! Andiamo!» Pessimo tentativo di cambiare discorso. Sapevo che s’avessi insistito lui avrebbe di certo pensato provassi qualcosa per Anna, cosa assolutamente non vera..

Bill ci trascinò per tutti i negozi possibili. Comprammo un regalo per le nostre famiglie e per i nostri amici più cari. Grazie ai trasferimenti nessuno ci riconobbe.

«Cosa compriamo ad Anna?» Domandò il mio gemello.

«Boh!» esclamarono insieme Gus e Georg.

«Io avrei un’idea..» Feci incerto io…


Fatemi sapere cosa pensate! :) ù

 

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Capitolo 15
*** Fünfzehn. ***


Fatta da me (c)

 Anna parla :D
 Buongiorno a tutte ragazze :)  Grazie per le recensioni ^.^
Volevo augurarvi un
Buon Natale !
( anche se in ritardo)
Detto questo: peace&love
, enjoy!


Capitolo quindici

 

I ragazzi erano appena usciti per fare shopping. Mi ritrovai a pensare alla chiacchierata avuta con Tom poco prima.

Non si ricordava nulla. Non sapevo se era un bene o un male. Il fatto era che baciarlo non mi era dispiaciuto, il contatto con la sua lingua, il suo piercing a contatto con le mie labbra.. Ma lui era ubriaco. Lui non ricordava. E poi io non ero la tipa per lui: troppo cervello poca bellezza. Insomma, non ero al suo “livello”. Tom era davvero bellissimo. Lineamenti perfetti e un carattere da stronzo che ti attirava. Una trappola insomma.

Probabilmente se gli avessi spiegato cosa era successo davvero non ci avrebbe creduto e sarebbe scoppiato a ridere. Sbuffai e pensai a cosa potevo regalare ai ragazzi. Avevo già una mezza idea, dovevo solo realizzarla: una maglia per ognuno con stampato sopra un disegno della persona in questione fatto da me. Era un’idea carina, spendere troppi soldi sarebbe stato anche inutile considerando che avevano già tutto.

Feci qualche bozza dei disegni, gli nascosi e uscì per comprare un regalo a Benedetta.

Lei era più facile da accontentare: un vestito rosa griffato. Sorrisi, mi mancava la mia amica, anche il regalo di compleanno visto che cadeva il 16 dicembre, come quello di mia madre..

Sarei tornata in Italia in ventidue dicembre, il pacco regalo gliel’avrei inviato per posta.

Mi vestì di fretta, mettendo i miei soliti vestiti larghi, un paio di occhiali da sole e un cappellino di lana per nascondere quei capelli rossi che mi distinguevano dalla popolazione francese.

Vagai distrattamente per vari negozi e acquistai i regali per la mora e le magliette sulle quali avrei stampato i disegni per la band. Qualche ragazza mi riconobbe e mi chiese pure qualche autografo!

Quando tornai ero euforica. I ragazzi stavano pranzando.

«Ehilà ragazzi» Salutai con un sorriso.

«Ciao» Esclamarono tutti stanchi, tranne Bill che sorrideva allegra.

«Bill ma gli hai stecchiti!» Dissi ridendo.

«Tzè. Si vantano di fare taaanta palestra e non sanno reggere due ore in giro di negozi»

«Bill? Fanculo!» Esclamò Tom.  

«Sempre educato eh Mopp?» lo apostrofai io.

«Prova ad andare per negozio con il signorino per due ore. Poi vediamo come sei messa!» Disse guardandomi minacciosamente. 

 «Che paura» Dissi accigliata.

«Okay, ragazzi! Stop!» Si intromise Gustav.

«Che hai comprato oggi?» Cambiò discorso Bill curioso.

«Un regalo di compleanno e uno di Natale per Benedetta» Sorrisi io.

«E che hai dentro quelle altre borse?» Disse Georg.

«Cose da donna. Ora vado in camera, sono stanchissima e devo chiamare Benny.» Feci io sviando la domanda.. non potevo dire che c’erano i loro regali!

Mi recai a letto, dovevo chiamare la mia amica, non la sentivo da una settimana, avevo prove o interviste tutti i giorni e finivo molto tardi, non volevo svegliarla.

Appena appoggiai la testa sul cuscino, finì inevitabilmente per addormentarmi, scordandomi di chiamare.

 

Sentivo degli strani rumori e presenze estranee nella mia camera.

«Anna svegliati! È ora di cena» Disse qualcuno, probabilmente Gustav.

«Uhm, ha il sonno pesante» Affermò Georg.

«Come la svegliamo?» Domandò Bill.

Io stavo benissimo sotto le coperte, al calduccio! Che avevano da disturbare?

«So io come fare» Disse Tom sogghignando.

Due minuti dopo sentì un liquido freddo bagnarmi i capelli e scendermi sotto i vestiti.

Mi rizzai immediatamente sgranando gli occhi. I ragazzi vedendo la mia espressione, filarono via, tutti tranne Tom che mi fissava ridendo.

«Kaulitz. Io. Ti. Uccido. CORRI!!!!» Gli urlai in faccia, alzandomi e cominciando a rincorrerlo ovunque. Nonostante fossi una ragazza, lui correva molto più lentamente per non perdere i pantaloni. Nel giro di un paio di falcate lo aggrappai buttandolo per terra.

«Soffri il solletico?» Dissi minacciosamente. Mi fissò terrorizzato per un secondo e negò con la testa, non me la raccontava giusta. Cominciai a passargli le mani per la pancia e sul collo, solleticandolo con le dita. Inutile dire come si dimenasse. Cogliendomi impreparata, invertì le posizioni. Io sotto, lui sopra. Oh, Oh. Sentì il mio cuore perdere un battito e, appena guardato i suoi occhi, accelerare in maniera spropositata. Perché? Lui.. aveva strani effetti su di me. Già. E questo non andava bene.

«E tu soffri il solletico?» Chiese lui malizioso, interrompendo le mie seghe mentali.

Sgranai gli occhi. Io non soffrivo il solletico, molto peggio! «Kaulitz, no. Ti prego! Ti supplico!» Lo intimai con gli occhi da cucciola e la voce dolce.

«Mmm» mi squadrò per un istante. «No.» Disse risoluto.

«Farò tutto ciò che vuoi!» Non so come mi uscì ‘sta frase.

«Mmm» Mi lanciò un’occhiata maliziosa. Oh.

 

POV TOM

Era da cinque minuti che provavamo a svegliare Anna, inutilmente. I ragazzi tentarono con le parole ma, si sa che, quando le parole non bastano.. si passa ai fatti! Uscì a prendere un bicchiere e lo riempì d’acqua gelata. Tornai nella stanza sotto gli sguardi attoniti degli altri, Bill scosse la testa sconsolato, seguito dagli altri. Guardai la ragazza che dormiva, aveva il cellulare vicino al cuscino, probabilmente era crollata prima di chiamare l’amica – considerando che era ancora vestita. Non l’avevo mai guardata bene, mi ero soffermato solo sui suoi capelli rossi. Osservandola meglio però dovetti ammettere che non era male, diversa sicuramente. Ma bella. Scossi la testa, non erano da me quei pensieri! Mi avvicinai a lei e… rovesciai il bicchiere. Sgranò gli occhi e si alzò velocemente.

La band si defilò.  

«Kaulitz. Io. Ti. Uccido. CORRI!!!!» Mi urlò dietro. L’avevo fatta arrabbiare, pensai che era meglio darsela a gambe. Così feci. Durante quella breve corsa maledissi più volte i miei jeans extra large, rischiavo di perderli così dovevo andare piano, ovviamente mi raggiunse. Mi cadde sopra, non mi dispiaceva quella posizione in effetti..

 «Soffri il solletico?» Disse con tono minaccioso. Cazzo, aveva scoperto il mio punto debole. Cominciò così la tortura, poi la presi alla sprovvista invertendo le posizioni. Lei sotto, io sopra. Neanche questa posizione mi dispiaceva..

«Kaulitz, no. Ti prego! Ti supplico!» Disse con gli occhi da cucciolo e la voce terribilmente dolce. Bellissima. Non cedetti.

«Farò tutto ciò che vuoi!» La prima cosa che mi balenò in mente fu baciami. Scacciai subito quel pensiero. Subitissimo.

«Io un’idea ce l’avrei» Dissi squadrandola, lei arrossì.

«Kaulitz!» Strillò lei indignata.

«Oddio, devi sempre pensare male? Vediamo.. domani mattina tu vieni a fare shopping con me. Io scelgo un vestito e tu lo dovrai indossare la prossima volta che andiamo in un locale. Scarpe comprese» Mi fissò indecisa per un istante e poi bofonchiò un okay.

«Credimi, te ne pentirai» Le sussurrai all’orecchio mentre la lasciavo libera. 

 

 

Recensite? :)

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Capitolo 16
*** Sechzehn. ***


Fatta da me (c)

Ciao ragassse! Anna ist da :D
Vi ringrazio ancora per la recensioni, è bello sapere che la mia storia vi piaccia :)
peace&love
, enjoy!


Mi sveglia stranamente presto, alle nove di mattina. I ragazzi erano ancora tutti addormentati, oggi era l’ultimo giorno in Francia; il giorno seguente era previsto il ritorno in Germania, niente concerti fino a metà gennaio, solo servizi fotografici e interviste.

Sospirai, era stancante la vita da rockstar. Senza contare che dovevo ancora chiamare Benedetta. Sbuffai. Scelsi con cura un abbigliamento che rispecchiasse il mio umore: jeans larghi neri, felpa grande viola e converse nere. Viva l’allegria! Raccolsi i capelli in una treccia alla francese e tirai indietro il ciuffo con un cerchietto.

Mi trascinai nella cucina del bus per ingurgitare qualcosa, morivo di fame! Entrata vi trovai Tom.

«Kaulitz? Sto sognando o sei già sveglio? Alle nove e mezza?» Chiesi stupita.

«No cara Carotin. Abbiamo dei programmi stamattina. Pensavi me ne sarei dimenticato?» Disse allusivo. Magari!

«Cosa? Scherzi! Non pensavo ma.. ci speravo in effetti» Borbottai.

«Ah, comuuuuunque.. Buongiorno. Molto allegra eh?» Disse indicando i miei vestiti.

«Già! Fra quanto si parte?» Chiesi senza il minimo entusiasmo.

«Fra cinque minuti. Ci accompagna Saki» Spiegò.

«Ma io devo fare ancora colazione!» Piagnucolai.

«Neanche io in realtà. Non c’è nulla, penso che abbiamo assaltato il frigo stanotte. Quindi.. andiamo a fare colazione al bar!» Disse sorridendo.

«Ma intendi uscire così?» Domandai io vedendolo senza cappello/occhiali/parrucca.

«Si. Non avevo voglia di travestirmi. E tu invece?» Disse squadrandomi con disappunto.

«Qualcosa contro i miei vestiti Mopp?» Ringhiai non molto amichevole. 

 «Uhm. Secondo me se ti mettessi qualcosa di più femminile potresti essere quasi carina e guardabile» Spiegò lui.

«Era un complimento forse?»

«Mmm, forse. Vedrai che vestito ti compro io» Fece minaccioso.

Non gli risposi, gli lanciai semplicemente un’occhiata scettica.

Dieci minuti dopo arrivammo in un centro commerciale.

«Kaulitz, sei impazzito?» Gli domandai.

«Perché?» Chiese con sguardo innocente.

«Un centro commerciale! Sarà pieno di gente!» Esclamai.

«E invece no. Oggi è tutto nostro, perché io sono Tom Kaulitz dei Tokio Hotel» Rispose con voce pomposa guadagnandosi una mia occhiataccia.

«… certo Mopp. Non potremo fare colazione prima?» Domandai con gli occhi dolci.

«Si Carotin! Andiamo lì» Disse indicando un bar accanto al centro commerciale.

«E’ a nostra disposizione anche quello?»

«No quello no. Ci accontenteremo, se proprio ci andrà male dovrai aspettare mentre me la spasso con qualche fan» Spiegò facendomi l’occhiolino.

Entrammo nel locale seguiti da Saki. Aveva scelto bene: era un piccolo Cafè, ben arredato e accogliente. Ci sedemmo nell’angolo più isolato e ordinammo da mangiare. Optammo tutti e due per una cioccolata calda e brioche.

«Abbiamo una decina di minuti più o meno» Disse.

«Che intendi?»

«E’ una mia teoria: i primi due minuti ti guardano per assicurarsi di non essere impazzite. Poi un paio di minuti per sghignazzare con le amiche, e sono quattro. Poi cercano il coraggio per venire qui. E sono cinque. Si sistemano i capelli, nove minuti. Si alzano, dieci.»

«Certe volte la tua intelligenza mi colpisce sai?»

«Modestamente!» Conversammo così per un paio di minuti.

«Mangi tutta la brioche?»  Mi domandò indicando la metà della mia colazione rimasta sul piattino. Negai con la testa e gliela passai sorridente.

«Grazie!» Gli feci il mio miglior sorriso e lui mangiò la restante parte.

«Andiamo? Si stanno per alzare!» Mi fece l’occhiolino.

Sgusciammo velocemente fuori dal locale ed entrammo nel centro.

«Allora, io direi di iniziare da.. Armani?» Mi domandò lui, io mi limitai ad annuire. Ci recammo nel negozio.

«Buongiorno, posso esservi utile?» Chiese la commessa in un tedesco alquanto elementare guardando direttamente Tom, senza degnarmi di uno sguardo.

Si, sapeva decisamente dell’arrivo del chitarrista, bastava guardare il suo non-abbigliamento: minigonna in jeans, leggins neri e top super scollato, nonostante fuori si gelasse. Capelli tinti di un biondo platino e un rossetto color anguria per esaltare quella labbra esageratamente grandi. Che schifo.

«No grazie» La liquidò Tom che, nel frattempo, la squadrava maliziosamente.

«E.. se io scegliessi il mio vestito mentre tu te la spassi con la cassiera?» Chiesi con una nota speranzosa sulla voce.

«Troppo facile Carotin. Ho detto che avrei scelto i tuoi vestiti e lo farò» Detto ciò mi trascinò fra i vari reparti prendendo qualche vestito dagli stand.

«Prova questo» Disse indicando un abito lungo una spanna sotto l’inguine, blu elettrico e molto attillato.

«Scordatelo» Dio sembrava da puttana!

«Abbiamo un patto» Aaaaaaaaaaah dannato Kaulitz!
Fui costretta a provarlo. Insomma, avevo un bel corpo e mi stava anche bene ma era così.. non da me! Ovviamente – da come guardava le mie lunghe gambe – Tom apprezzava. Dopo ne provai altri quindici: rossi, verdi, gialli, lunghi, corti, scollati, attillati.. alla fine ne scelse uno viola.

«Si, io opterei per quello viola. Ti sta bene» Osservò lui.

Ammirai la mia immagine allo specchio: era un vestito molto corto di diverse tonalità del viola.

«Ma è.. corto! Troppo!» Obbiettai io.

«No, è perfetto. Poi sotto metterai i leggins!» Affermò lui allungandomene un paio di pelle.

«Ti odio» non rispose al mio commento, sparì per un istante e tornò con un paio di scarpe decisamente troppo per me. Viola con un tacco altissimo.

Non riuscì ad oppormi, mi fece quella faccia da cucciolo e cedetti.

«Cavolo, è già l’una!» Esclamò lui.

«Io ho fame» Piagnucolai.

«E se andassimo a mangiare da qualche parte?» Propose lui.

«E’ un appuntamento Mopp?» Chiesi scettica.

«Oddio, un appuntamento con te Carotin? Mai! Diciamo un’uscita informale tra amici-nemici. McDonald’s?» Bastò nominare il locale per farmi illuminare gli occhi.  

«Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!» Sorrisi saltellando qua e la.

«Tu non sei normale!» Esclamò guardandomi ridendo.

«Pff, senti chi parla!» Concluso il “diverbio” salimmo i macchina e, accompagnati da Saki, giungemmo al ristorante. Mangiammo in fretta e poi restammo li a chiacchierare.

«Programmi per le vacanze natalizie?» Domandò lui.

«Il venti torno in Italia, non so quanto rimango»

«Beh, sappi che non mi mancherai per niente» Affermò sorridente.

«Io scommetto che non riuscirai a stare senza di me invece» ricambiai il sorriso.

Era bello parlare con lui, sapeva essere simpatico e dolce.

«Dove si va stasera?» Domandai, volevo sapere dove avrei sfoggiato il mio vestito rendendomi ridicola.

«E’ un fan party. Mi piacciono le feste francesi»

«A me i fan party non piacciono invece» risposi piccata.

«Come mai?»

«Le ragazze sono così.. diverse da me. Tutte truccate e pronte a svendersi per fare bella figura o per farsi notare da voi. Non mi diverto» dissi sincera.


 

Recensite? °___°

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Capitolo 17
*** Siebzehn. ***


Fatta da me (c)

Qui è Anna che parla :D
Salveee. Questo capitolo è un po' corto, capita xD
Buon 2011 a tutti!

Detto questo: peace&love
, enjoy!


Tornammo nel tour bus alle quattro del pomeriggio.

«Beh Mopp, se devo essere sincera mi aspettavo di peggio. Mi sono divertita» Gli sorrisi.

«Beh Carotin, pensavo peggio anche io. È stata una bella mattinata» Detto ciò s’avvicino e mi sfiorò la guancia con la bocca, un soffice bacio che mi mandò in tilt il cervello facendomi arrossire. Lui ridacchiò divertito e entrò nella nostra dimora.

«Ehi ragazzi! Non tornavate più, credevamo vi foste sbranati a vicenda!» Disse Bill accogliendoci con il suo smagliante sorriso.

«Siamo ancora vivi invece! E dovreste vedere che vestito le ho comprato» disse sogghignando.

«Uh! Conoscendo i gusti di Tom, immagino molto sexy. Vuoi una mano per prepararti?» domandò il gemello.

«No grazie faccio da sola!» Risposi subito.

«Eh no piccola, c’è un patto! Bill, sarà felicissima di sottoporsi alle tue cure!»

«Piccola un corno! Sarò oscena stasera, uffa!» Sbottai.

«Vai Anna, fila a riposare. Devi essere fresca per stasera» Disse Georg ridendo.

«Andate gentilmente a fare in culo Tokio Hotel» Affermai causando gli sghignazzamenti generali. Obbedì al consiglio e mi coricai.

«Anna fila a lavarti! Sono le sei! Solo tre ore di tempo per te!» Urlò Bill tirandomi fuori dal letto. Mi recai come un automa in doccia.

Feci una lunga e rilassante doccia di quaranta minuti, ignorando le urla del gemello per la troppa durata del bagno. Impiegai venti minuti per asciugare i miei lunghi capelli col diffusore, facendoli diventare belli ricci.

Uscì dal bagno alle sette e mezza e trovai Bill davanti a me con tutti i miei vestiti in mano.

«Torna in bagno e vestiti, fa in fretta!» Mi intimò. Annuì.

Infilai lentamente i leggings, mi sentivo un salame. Infilai anche il vestito: il viola risaltava la mia pelle pallida e anche le mie forme. S’intonava anche coi miei occhi e i capelli. Tom sapeva il fatto suo in campo di abiti. Uscì e trovai il cantante che mi fissava stupito.

«Oh come sei sexy Anna! Tom ha scelto bene! Vieni qui che ti trucco!»

Solo una parola mi balenò in mente in quell’istante: aiuto. Passò sul mio viso qualche sostanza indefinita e appiccicosa. Poi stese un ombretto sopra gli occhi e altri trucchi a me sconosciuti. Poi fu il turno delle mani: mi fece le unghie nere con french viola. Non volle mettermi di fronte allo specchio finchè non fui decisamente pronta per la serata.

Quasi non mi riconobbi vedendomi. Il mio volto era pallido come al solito tranne per le guance rosse grazie alla terra che mi donavano un effetto bambola. Il trucco degli occhi era bellissimo: viola scuro sfumato, linea di eye-liner nero, ciglia lunghe e sulle labbra uno strato di rossetto rosso. Ero stupenda. Mi toglievo il fiato da sola.

«Bill. Oddio, non mi riconosco» Dissi seriamente stupita.

«Lo so, sei molto sexy! Wow! Mettiti il trench così gli altri potranno godere della tua idilliaca visione al momento della festa. Mettiti anche gli occhiali da sole» Spiegò facendomi l’occhiolino.

Mi prese per mano e mi condusse in salone dove c’era la band al completo. Gli squadrai tutti soffermandomi su Tom. Era decisamente sexy, come sempre.

«Ehy finalmente! Togliti quel cappotto, voglio vedere come ti sta il vestito. E anche gli occhiali da sole.. sai, è notte» Disse con ovvietà Tom. Rispose Bill al posto mio.

«Eh no caro Tom. La vedrai una volta arrivati alla festa» Gli fece l’occhiolino.

Salimmo tutti in macchina e tre quarti d’ora dopo arrivammo a destinazione. Bill mi fece l’occhiolino, mi tolsi gli occhiali e scesi dalla macchina per prima, fui accecata dai flash, percorsi con finta sicurezza il tappeto rosso – credevo di scivolare a terra – e, appena entrata, mi tolsi il cappotto sfoderando la mia incredibile bellezza. Aspettai i Tokio nel privè. Arrivarono due minuti dopo e, vedendomi, sgranarono gli occhi.

«Anna sei uno schianto!» Esclamò subito Georg.

«Concordo» disse semplicemente Gus.

Mancava Tom. Mi squadrava incredulo, con la bocca aperta. Si soffermò sulle mie gambe, sulla mia scollatura e, infine, sul mio viso.

«Piccola sei.. passabile» ammise. Tutti lo guardarono straniti.

«Toooooom» Lo ammonì Bill.

«Okay. Sei molto bella stasera» affermò sorridendomi.

Sentì le guance andare a fuoco. Di sicuro ero arrossita..

«Ma che carina! Sei diventata tutta rossa!» Bill ovviamente non stava mai zitto.

Nel giro di una mezzoretta chitarrista, batterista e bassista si defilarono. Gli ultimi li persi di vista mentre Tom era in pista che si strusciava contro una biondina.

Osservandoli, sentì qualcosa all’altezza dello stomaco.. qualcosa di fastidioso. Gelosia? Non era possibile, non potevo essere gelosa della ragazza! Insomma, Tom non mi piaceva.. figuriamoci. Mi ero semplicemente presa una cottarella per lui.

«Anna, sinceramente. Ti piace Tom?» chiese Bill a bruciapelo.

«Cosa?» Leggeva la mente per caso?

«Dai che hai sentito, sii sincera»

«Io..» Mi morsi il labbro. La verità era che non lo sapevo. «Io.. non lo so. Insomma.. è.. complicato. Diciamo che.. penso di si» Ammisi e lui mi sorrise comprensivo.

«Beh, sei nei guai. Innamorarsi di Tom è tragico e di sicuro non sarà una strada facile. Però – secondo me – tu non gli sei indifferente» Detto ciò se ne andò lasciandomi in balia dei miei pensieri.

Tre ore dopo tornammo nel tour bus, tutti terribilmente stanchi.


Recensioni;

Holly94: ecco qua il nuovo capitolo, spero ti sia piaciuto ! :D

Marty483: Non ho resistito ai tuoi occhioni dolci e ho postato presto ;D Comunque si, mi sembra tu abbia già recensito qualche capitolo (:
Sono felice che ti piaccia, non importa se non riesci a recensire spesso, mi basta sapere che la leggi *-*
EhMaco: Sono felice che ti piaccia , spero il capitolo non ti abbia delusa ! :')
LucillaModernLover: donna Martiii :D Ecco il nuovo capitolo, spero ti piaccia *ç* Cuore rosso

_Dark Angel_ 483: si, posto anche durante le vacanze.. tutto pur di non fare i compiti xD Sono contenta ti piaccia, bacii !

 

VESTITO della serata -> http://i51.tinypic.com/13yfes8.jpg

Continuate a recensire, mi raccomando! Anna


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Capitolo 18
*** Achtzehn. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Sono molto soddisfatta di me stessa, oggi pomeriggio ho finito la storia! Quindi
cercherò di postare regolarmente! Ah, dovreste farmi una statua, ho pubblicato
tanto in questi giorni! XD
Vi lascio al capitolo perchè ho i minuti contati ( colpa di Marty! u.u )
peace&love
, enjoy!


Sgusciai direttamente in bagno, struccandomi e togliendomi quegli ingombranti vestiti. Non avevo abbastanza forze per mettermi il pigiama, per questo indossai una delle mie magliette lunghe che mi arrivavano a metà cosce.

Mi infilai sotto le coperte e mi addormentai subito. Mi svegliai alle cinque del mattino per colpa di strani rumori provenienti dalla cucina. Ancora mezza addormentata andai a vedere chi dei quattro era il sonnambulo disturbatore: Tom.

«Kaulitz? Che ci fai qui a quest’ora?» Biascicai io.

«Avevo fame» Disse con ovvietà. Appena uscì dal mio stato comatoso lo guardai meglio: era in boxer per Dio!

«Mopp! Ma ti sembra il modo d’andare vestito in inverno?» Esclamai indicando i suoi boxer.

«Piccola, hai visto come sei vestita tu per caso? Beh, belle gambe complimenti» Mi sorrise. Le mie guance si tinsero di rosa.

«Sei carina quando arrossisci sai?»

«G-grazie!»  Mi avvicinai a lui e mi sedetti vicino al lavello, osservandolo mangiare.

«Troppo impegnato con qualche bionda per mangiare prima?» Dissi ironica.

«Uhm, gelosa?» Mi domandò avvicinandosi pericolosamente a me.

«Figurati» sussurrai io. Era a un soffio dal mio viso.

«mmm» Mi accarezzò il collo. Tutte le parti del mio cervello dicevano che stavo sbagliando ma cavolo, era un seduttore nato! Era impossibile resistergli.. con quegli occhi magnetici e il piercing così.. sensuale.

«Mopp che fai?» domandai tremante.

«Quella sera in cui mi sono sbronzato.. diciamo che.. beh, mi ricordo d’averti baciato. ma non ricordo altro. Aiutami a ricordare» sussurrò roco.

Non ebbi il tempo di oppormi, ne la voglia. Un istante dopo le sue labbra sfiorarono le mie, un bacio dolce e delicato. Poco dopo la sua lingua s’insinuò nella mia bocca, venendo a contatto con la mia. Le sue mani stringevano i miei fianchi, sentivo il suo calore. Le mie gambe s’erano intrecciate alla sua vita, per averlo più vicino. Per sentirlo mio, solo per un po’. Non so quanto durò il contatto, so solo che volevo non finisse. Baciava da Dio, mi faceva sentire bene.. Quando ci staccammo, lui mi accarezzò la guancia e tornò in camera augurandomi buona notte, nonostante fossero le sette di mattina.

Ero destabilizzata. Come mi sarei dovuta comportare? Sarebbe cambiato qualcosa? Sicuramente si da parte mia, ma Tom.. lui no. Lui era il SexGott, io una semplice ragazza, banale, non speciale insomma. Una qualunque.

Mi rintanai a letto, addormentandomi dopo un’eternità.

 

POV TOM

Ero andato in cucina per prendere qualcosa da mangiare e poco dopo, probabilmente svegliata dal rumore, Anna mi raggiunse e si sedette sul mobile affianco a me e mi osservò per un po’. C’era tensione nell’area, tensione sessuale. La squadrai per bene: era struccata ma, nonostante ciò, bellissima. Indossava una semplice maglietta larga, che le arrivava fino a metà coscia, facendo risaltando le sue lunghe gambe pallide. Mi avvicinai a lei, volevo riassaporarla.. non mi ricordavo niente del bacio, solo che m’era piaciuto. Tentò debolmente di sottrarsi al bacio, inutilmente. Posai dolcemente le mie labbra sulle sue. Posai le mie mani sui suoi fianchi e lei mi circondò la vita con le gambe sottili.

Non mi era capitato qualcosa del genere: mi sentivo bene, mi piaceva il contatto con le sue labbra. Era calda e passionale. Ci staccammo dopo molto, a corto di respiro. Le augurai la buona notte e tornai in stanza.

Chissà che sarebbe successo dopo. Lei mi piaceva un po’, ma comunque non ero il tipo da innamoramenti e cose varie. Storie da una notte. Punto.

 

POV ANNA

Tornammo in Germania, passarono quattro giorni dall’episodio del bacio e nulla era cambiato. Gli impegni miei e della band non coincidevano quindi incontrai Tom raramente e non parlammo mai. Non sapevo come comportarmi, mi sentivo stupida. Lui di sicuro non si faceva tanti complessi considerando che s’era fatto qualche bionda in quelle serate. Che cosa deprimente. Ero stanca, avevo bisogno di parlare con qualcuno. Benedetta, non la sentivo da tanto, due o più settimane e, il giorno dopo, avrebbe compiuto gli anni. Il regalo le sarebbe arrivato con un giorni di ritardo. Presi il cellulare e le inviai un messaggio per sapere come stava, non volevo chiamarla. Dovevo raccontarle troppe cose.

Avevo un pomeriggio libero e decisi di approfittarne per andare a fare un giro. Indossai un paio di leggins, stivali da cowboy e una felpa nera. Legai i capelli in una coda alta e indossai un paio di occhiali da sole. Era il mio travestimento, non volevo firmar autografi o fare foto, non ero dell’umore giusto.

Mi recai in un parco e, mentre andavo in una libreria, fui attirata dalla copertina di un giornale rosa all’interno di una tabaccheria. Mi recai all’interno e lo comprai.

In prima pagina c’era una mia foto con Tom, risalente al giorno in cui facemmo shopping per il vestito, eravamo all’interno del bar e io gli stavo dando la mia brioche. La seconda ci ritraeva al McDonald’s mentre pranzavamo insieme. L’articolo insinuava una relazione tra me e il chitarrista – ovviamente ci avevano riconosciuti considerando che Tom non voleva ci trasferissimo . Sbuffai. Giornata pessima già rovinata.

Tornai nel tourbus e trovai i ragazzi intenti a giocare con la playstation.

«Mopp! Siamo in prima pagina» Dissi facendo vedere la copertina.

«Sono venuto proprio bene» Affermò guardando la sua faccia nella foto.

«Certo. Ragazzi io vado a letto, devo alzarmi presto»

«Perché?» Domandarono in coro.

«Vado a trovare mia nonna a Lubeck. Sto via in mattinata, il pomeriggio torno ad Amburgo» Bugia.

«Noi abbiamo la mattinata libera e il pomeriggio occupato. Tranne Tom che è esentato perché ha già fatto le interviste ieri» Sorrise Bill. Io annuì solamente e andai a coricarmi. 

 


 

Risposta alle recensioni:

LucillaModernLover: donna visto, sono stata veloce! Tic .. tac.. tic.. tac u.u  

_Dark Angel_ 483: ecco il nuovo capitolo, più veloce che mai XD spero ti piaccia :D
 LaAriii_TK: pillolina bluuu *ç* In effetti ce lo vedo bene Bill come cartomante.. bwahahaha ^^ Anna si, cotta del mocio jaja! :D

 Phantom Rider: sono felice ti piaccia la mia storia! :) spero continuerai a seguirla! Bacii :*

EhMaco: chissà come finirà con timmino tommuzzo, io lo sooo xD

 Geht nie vorbei -> Questa è una mia shot, ( sempre sui Th)
se volete leggerla mi fa piacere :D


 


 

Autrice dice: Spero sia stato di vostro gradimento! :D

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Capitolo 19
*** Neunzehn. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Mi avete fatto una statua? Cioè, dove trovate una che posta in
fretta come me? (ho fatto la rimaa!) ecco il capitolo ù__ù
 peace&love
, enjoy!


Mi sveglia di malumore, succedeva sempre da tre anni a questa parte. Era il sedici dicembre. Compleanno di Benedetta. Compleanno di mia madre, mia madre

Non dovevo andare a trovare mia nonna quel giorno, ma lei.. al cimitero del paese.

Indossai un paio di jeans stretti, una felpa nera e stivali dello stesso colore.

Indossai un berretto di lana nero per coprire il viso, dovevo affrontare il viaggio in treno e non ero dell’umore adatto per stare fra la gente.

Arrivai al paese alle dieci e mezza e camminai lentamente fino al cimitero. Arrivai alla tomba di mia madre. Lena Schneider, la mia mamma. Guardai la sua foto, era così bella.. oggi avrebbe compiuto quarantanove anni, ancora giovane. Le assomigliava parecchio: gli occhi e i capelli li aveva ereditati da lei, spesso le scambiavano per sorelle.

«Mamma..» dissi tremante.

 «Mi manchi. Sono passati quattro anni ma non riesco ancora ad accettare che tu non sia più con me. Sono successe molte cose dall’ultima volta che sono venuta a trovarti sai? Ho vinto un concorso di canto e ora sono in tour con i Tokio Hotel. Ti ricordi di loro no? Li avevo conosciuti da poco quando te ne andasti. E, disgraziatamente, mi sono presa una cotta per il chitarrista. Il playboy. Devo sempre innamorarmi della persona sbagliata. Secondo me ho qualcosa che non va. E mi sento così.. sola. Vorrei c-che t-tu fossi qui con m-me» Conclusi il discorso con la voce tremante. Appoggiai il fiore che le avevo portato sulla tomba – un girasole –, la salutai e me ne andai.

Ero a pezzi, ogni anno la stessa storia. Quel giorno era un incubo per me soprattutto perché dovevo fingermi allegra per Benedetta, era anche il suo compleanno.

Presi il treno di ritorno e la chiamai per farle gli auguri. Suonò a vuoto la prima volta. La seconda partì la segreteria. La terza finalmente rispose.

«Ehi Bene!» Esordì fintamente allegra.

«Anna» Disse lei fredda. Oh no..

«Buon compleanno» feci con dolcezza.

«Buon compleanno un cazzo Anna! È da quasi tre settimane che non ci sentiamo! E tu mi chiami a mezzogiorno augurandomi buon compleanno? Cos’è, avevi messo la sveglia per ricordartelo? Non avevi visto il calendario? Sai cosa c’è? Sono stanca Anna, davvero. Sei cambiata da quando sei partita, mi avevi promesse ci saremmo sentite sempre. Sei solo una gran bugiarda. Forse avevano ragione gli altri: siamo troppo diverse per essere amiche. Ti sei comportata da stronza. Ah, non serve che torni in Italia per Natale, sei sola. Nessuno sarà ad accoglierti» detto ciò mi chiuse il telefono in faccia.

Rimasi sbigottita da tale reazione. Qualcosa dentro di me si lacerò. Non volevo piangere, non dovevo. Non mi aveva lasciato rispondere. Avevo i miei motivi, non avevo dimenticato il suo compleanno cazzo! Non si ricordava che oggi compiva gli anni anche mi madre, non sapeva molto di lei, non gliene avevo parlato. 

Presi il telefono e le scrissi un messaggio.

Non me ne sono dimenticata. Il pacco che ti arriverà domani è una prova. Oggi era anche il compleanno di mia madre sai? Per questo non ti ho chiamata subito, sono passata da lei prima. Non so che altro dirti, le tue parole fanno male

Cinque minuti dopo averlo spedito Benedetta mi chiamò. Sensi di colpa? Non so. Spensi il telefono.

Inutile dire che, una volta tornata al tourbus, il mio umore era sotto le scarpe. Entrai lentamente con lo sguardo basso, probabilmente Tom capì che non era aria perché non disse niente, neanche quando entrai silenziosamente in camera mia gettandomi sul letto e raggomitolandomi su me stessa.

Dieci minuti dopo bussò alla mia porta.

 

POV TOM

Passai la mattinata a dormire e poi mi spostai in cucina. Verso le due Anna rientrò dal viaggio a Lubeck. Notai che qualcosa non andava: sembrava una pentola a pressione, stava per esplodere. Occhi e sguardo basso, filò direttamente in camera senza dire una parola.

Ero indeciso: cosa dovevo fare? Vederla così m’aveva fatto sentire male, male per lei e.. non mi era mai successo. Presi una decisione e andai a bussare.

«Posso?» domandai esitante aprendo la porta, la vidi raggomitolata sul letto. Annuì solamente.

«Tutto bene?» Che domanda idiota, bravo Tom!

«No» rispose tremante.

«Che succede?» Dissi dolce.

«Ho litigato con Benedetta»

«Perché? È meglio parlare che tenersi tutto dentro»

«Oggi è il suo compleanno. L’ho chiamata a mezzogiorno per farle gli auguri.. mi ha aggredito, ha detto che sono cambiata, mi ha dato della stronza! E.. ha aggiunto che quando tornerò in Italia non ci sarà nessuno ad aspettarmi, sarò sola.» Tremava tutta.

C’era qualcos’altro sotto, lo sentivo. La guardai incitandola a continuare.

«Io.. non mi sono dimenticata il suo compleanno. Oggi è anche quello di mia madre. Avrebbe compiuto quarantanove anni» la sua voce andava e veniva.

«Cosa le è successo?» Chiesi cauta.

«Si era ammalata. Sai, quelle malattie che ti divorano giorno dopo giorno. Lei non voleva vedermi soffrire vedendola perdere vita giorno dopo giorno. La malattia la distrutta velocemente, non voleva curarsi. Così.. è entrata in coma ed è morta. Dopo sono tornata a vivere in Italia, da mio padre. Lui non c’è quasi mai, è solo colui che mi da i soldi. Non mi voleva

La guardai, era così fragile.. si era rivelata a me, raccontandomi la sua vita. Si era fidata. Feci la cosa più automatica che mi saltò in mente, l’abbracciai. La sentì rigida per un momento, poi si abbandonò al contatto. Poggio il viso all’incavo del mio collo e sentì qualcosa di bagnato: stava piangendo.

«Scusami» fece lei mortificata.

«Non ti preoccupare» dissi dolce raccogliendo le sue lacrime.

Le accarezzai lievemente la schiena, rimanemmo così per mezz’ora. Poi si addormentò.

Non volevo spostarmi, rimasi li a fissarla.

Era così bella e indifesa.

Si era fidata di me e mi aveva perso il cuore.

La mia piccola Carotin. Le lasciai un bacio sulla fronte e la misi sotto le coperte.

«Ti voglio bene Trottel» Sussurrai al suo orecchio nonostante fosse già addormentata.


 

Grazie a EhMaco, LucillaModernLover (postato, contenta? u.u), LaAriii_TK e Phantom Rider per le recensioni! :D


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Capitolo 20
*** Zwanzig. ***


Fatta da me (c)

Guteeeen Taaaaaaaaaaaag :D 
Ecco il nuovo capitolo, vi lascio alla storia perchè sono super presa indietro con i compiti
e rischio di doverli fare tutti domenica sera à.à  
Detto questo: peace&love
, enjoy!


Il giorno dopo mi sveglia lentamente, ancora frastornata dal pianto della giornata precedente. Percorsi con la mente gli avvenimenti della serata, dalla litigata con Benedetta all’abbraccio di Tom. Il suo ti voglio bene sussurrato credendo fossi addormentata. Bastava mettermi una mano sul petto per sentire che ero sveglia: batteva all’impazzata.

Guardai la sveglia sul comodino: erano le undici. Recuperai il cellulare, quattro chiamate perse della mora. Non le avrei risposto, non ancora almeno. Mi aveva ferita, tanto.

Mi diressi con lentezza assoluta in bagno, guardai la mia figura allo specchio. Ero orribile, faccia spenta, occhiaie marcate o occhi rossi. Da buttare. Feci una doccia veloce, sperando di cancellare i segni delle lacrime. Il risultato non era dei migliori, però era già un passo avanti rispetto a prima. Sbuffando, indossai una tuta grigia. Raccolsi i miei capelli in una disordinata treccia e mi sciacquai nuovamente il viso.

Mi recai in cucina, mi feci una cioccolata calda con tanta panne e ritornai nella mia tana.

Dovevo preparare i disegni da stampare sul regalo dei ragazzi, nei giorni precedenti avevo fatto qualche bozzetto, mancavano quelli definitivi.

Ci impiegai quattro ore, ne valse la pena però: erano bellissimi. Rappresentavano la caricatura a mo’ cartone dei ragazzi intenti nel loro lavoro: cantante, batterista, bassista. Per Tom invece lo feci un po’ diverso: lui appoggiato a un muro, una sigaretta in mano con una nuvola di fumo che usciva dalla bocca e la sua fedele Gibson poggiata a terra.

Sorrisi soddisfatta. Terminai che erano le quattro del pomeriggio, andai nel salone dove trovai tutti i ragazzi intenti a guardare la televisione.

«Buongiorno ragazzi!» Salutai io.

«Alla buon ora eh! Ma che hai fatto, hai un aspetto orrendo!» Disse Bill. E che cavolo, chiudere la bocca mai? Notai che, grazie alla sua affermazione, s’era guadagnato una gomitata dal gemello che, a sua volta, s’era guadagnato un’occhiata interrogativa dall’altro.

«Grazie Bill, non me n’ero accorta. Oddio ma.. state guardando un programma di gossip?»

 Chiesi sgranando gli occhi.

«Fra due minuti c’è un servizio su di noi» Disse Gustav.

«Su di voi? Sai che novità»

«No, su di noi. Ci sei anche tu» Spiegò Georg.

 Partì il servizio.

 

E ora qualche novità sul gruppo tedesco più famoso del momento: i Tokio Hotel! Più la ragazza vincitrice di Fertig Los, Anna Schneider. A quanto pare la convivenza funziona bene, i ragazzi affermano di andare tutti d’accordo e che sia stato un buon acquisto. E questo di sicuro è vero, considerando che è adorata anche dalla fan. Ultimamente però girano parecchie foto su lei e il chitarrista nonché SexGott del gruppo Tom Kaulitz. Sono stati avvistati a fare colazione assieme e poi all’entrata di un negozio. La commessa ha dichiarato che gli abiti lì comprati sono quelli che la giovane ha sfoggiato la fan party tenutosi ieri ad Amburgo. Quindi sorge la domanda: è stato il ragazzo a sceglierle i vestiti? E soprattutto, perché? I Tokio Hotel andranno in vacanza fra quattro giorni, cercheremo di tenervi informati! Domani avranno un’intervista con Bild, siamo pronti a sapere tutto!”

 

«Ma scusa, il servizio non doveva essere su di noi? Mica su me e Tom» Sbuffai.

«Scommetto che metà delle domande di domani sarà solo su noi» Sbuffò Tom.

«Ci sarà da divertirsi» Esordì Bill.

«Beh, io vado a vestirmi e poi esco un po’» dissi io mentre andavo in camera.

«Dove vuoi andare?» Ovviamente Bill i cazzi suoi mai.

«Non so, ho voglia di uscire» spiegai noncurante.

«E’ pericoloso uscire da sola lo sai? Tom tu l’accompagnerai» Non era una richiesta.

«Perché io scusa?» Bofonchiò il diretto interessato.

«Perché – se non ricordo male – fino a dieci minuti fa hai rotto le palle perché eri stanco di stare chiuso qui, quindi.. ora hai l’occasione di uscire e lo farai»

«Non ho bisogno della guardia del corpo, posso andare da sola eh!» Esclamai io stizzita.

«Lascia perdere, sai che è inutile far cambiare idea a Bill. Basta che ti sbrighi, non voglio aspettarti per un’ora» Detto ciò mi rifugiai nell’armadio.

Fuori si gelava, misi in fretta una felpa pesante, un paio di jeans larghi con sotto delle calze – per non congelarmi il sedere – e le converse.

Cinque minuti dopo io e Tom stavamo scendendo dal tour bus. Dovevo ringraziarlo per ieri, l’avevo giudicato male, credevo fosse superficiale invece sapeva essere anche dolce e sensibile, soprattutto non mi aveva presa in giro per il pianto. Mi mordicchiai il labbro nervosa, torturandomi il piercing.

«Che vuoi dirmi Carotin?» Mi anticipò lui. 

«Eh?» Viva le risposte intelligenti!

«Ti mordi sempre il labbro quando sei nervosa» disse con ovvietà. Storsi un po’ la testa, vuol dire che.. mi teneva d’occhio?

«No niente. Insomma.. volevo ringraziarti per ehm.. ieri. E comunque, ti voglio bene anche io» dissi arrossendo. Stavolta fu lui ad imbarazzarsi, si grattò nervosamente l’orecchio, probabilmente sperava fossi davvero addormentata.

«Oh mio Dio, ho fatto imbarazzare il mio Mopp!» Dissi per alleggerire la tensione.

«Si, figurati» Disse tirandomi una pacca “affettuosa“ sul braccio.

«Allora, dove vuoi andare?» Mi chiese.

«Sinceramente non lo so. Sai, non sono io l’esperta di Amburgo»

«Segui me allora»

Camminammo per circa una ventina di minuti, ridendo e scherzando. Mi portò in un parco, era un posto bellissimo. Nonostante la stagione, c’erano comunque dei fiori e anche una fontana, ghiacciata però.

«Kaulitz,è.. stupendo» esclamai a bocca aperta.

«Si, l’ho scoperto durante una fuga dai paparazzi» mi sorrise. «Comunque, come stai?» Fece con tono serio.

«Bene.. cioè meglio. Insomma, non mi succede spesso di piangere così. È quella giornata, è sempre un po’ tragica per me» Spiegai.

«E.. con Benedetta?» era cauto.

«Non so, non la voglia sentire per ora» Mi sorrise comprensivo e rimanemmo in silenzio per un po’, ognuno immerso nei proprio pensieri. Mi sedetti su una panchina con le gambe incrociate e mi raggiunse poco dopo.

«Sai Kaulitz, sono felice di essermi sbagliata su di te» gli dissi, mi guardò interrogativo e io continuai.

«Credevo fossi uno stronzo presuntuoso. E lo sei in effetti, ma sai anche essere più umano» Spiegai sorridendo.

«Beh anche io ti avevo giudicato male Carotin, più che altro perché – mi duole ammetterlo – ma tu, a differenza delle altre ragazze, hai un cervello e lo usi, sai tenermi testa insomma»

«Siamo diventati sentimentali, chi l’avrebbe mai detto» Dissi io ridendo, lui mi tirò una pacchetta in testa. A interrompere l’idillio fu la pioggia.

«Cazzo! Piove! Che facciamo?» domandai io.

«Corriamo finchè non troviamo un riparo» detto ciò mi prese per mano e cominciammo a correre.

«Facciamo ridere sai? Tutti e due che rischiamo di perdere i pantaloni» dissi io mentre correvamo.

«Già, ecco andiamo lì!» Urlò indicando  una pensilina davanti a una fermata di un autobus.

«Cavolo siamo fradici!» Esclamò lui.

«E sto morendo di freddo» Dissi tremante.

«Conosco un bel modo per riscaldarci» Fece malizioso guadagnandosi un calcio nel polpaccio. «Sempre a pensare male tu! Dai vieni qui» Detto ciò mi prese per un braccio e mi posizionò attaccata a lui, come una scimmietta.

Eravamo talmente vicini che sentivo il suo fiato sul suo collo, il mio cuore batteva a mille.

«Cazzo ho lasciato il cellulare a casa!» Esordì lui.

«Kaulitz, abbiamo un problema. Il mio è sul comodino»

«Ci toccherà aspettare che la pioggia diminuisca allora»

«Allora dobbiamo trovare un modo per passare il tempo. Raccontami qualcosa di te, tu sicuramente di me sai tutto. Io domando e tu rispondi» Dissi con tono strafottente.

«Se voglio rispondere, rispondo. Okay, partiamo»

«Dove e quando sei nata?»

«Venezia, nove luglio millenovecentonovanta»

«Hai sempre vissuto in Italia?»

«No, al divorzio dei miei genitori mi sono trasferita a Lubeck con mia madre. Sono tornata in Italia per frequentare le scuole superiori»

«Hai mai avuto un animale?»

«Si, si chiama Ugo. È un criceto, ora ce l’ha Benedetta però; quando finisce il tour tornerà a vivere con me»

«Colore preferito?»

«Giada»

«Fiore preferito?»

«Girasole»

«Cosa farai dopo il tour?»

«Devo trovare un lavoro, nel campo della grafica comunque. Mi piacerebbe scrivere e disegnare un fumetto»

«Quando mi farai vedere un tuoi disegno?»

«Non me l’hai mai chiesto, quando vuoi» Sorrisi.

«Ora passiamo alle domande più intime. Quando il tuo primo bacio?»

«Mmm, dieci anni a stampo, tredici con la lingua» Potevo bene immaginare la domanda successiva..

«La tua prima volta?» Ecco, te pareva!

«Mi avvolgo della facoltà di non rispondere»

«Non sarai mica vergine sul serio?» Esclamò sorpreso.

«No Mopp, non sono vergine. Allora, avevo quattordici anni e mezzo.. non chiedermi com’è stata perché ero ubriaca e non ricordo nulla»

«Precoce anche tu eh! Ecco perché sei così brava a b..» Si interruppe dopo aver capito d’aver esagerato coi pensieri.

«Ma grazie Kaulitz! Anche tu non sei per niente male» Gli strizzai l’occhio.

Continuammo con l’interrogatorio; in un’ora aveva scoperto tutto sulla mia vita. Neanche Benedetta conosceva tutti quei dettagli su di me.

«Tornerai ancora in Italia per Natale?» Mi chiese lui.

«No, vedi.. Benedetta ha ragione: nessuno mi aspetta lì. Andrò a stare da mia nonna. Voi a Natale che fate?»

«Lo passiamo con le nostre rispettive famiglie, a Capodanno invece partecipiamo alla festa dell’Universal, tu verrai?» Era speranza quella che leggevo nei suoi occhi?
Scrollai le spalle. «Non ho altri programmi quindi penso di si, piuttosto di rimanere a casa a deprimermi»

«Posso scegliere io i vestiti?» Mi domandò con la faccia da cucciolo. No. No. No. No. Ni. Sno. Si.

«Solo se avrò diritto di veto!»

«Affare fatto» Mi porse la mano e me la strinse.

«Quindi, domani.. dopo l’intervista si va a fare shopping!» Esclamò lui.

«Sai, sembri Bill così!» Gli feci la linguaccia.

Mezz’ora dopo finalmente la pioggia diminuì e, alle sette, tornammo nel tourbus.

«Alla buon ora! Ma.. che avete fatto? Siete tutti bagnati!» Esclamò Georg.

«Hai guardato fuori dal finestrino? Piove! E non avevamo gli ombrelli»

Nonostante tutto, il freddo e la pioggia, quella era stata una delle giornate più belle degli ultimi mesi.

 


Ringrazio tutti i lettori silenziosi che seguono la storia :D e adesso rispondo alla recensionii ùù

 

LucillaModernLover: Ecco il nuovo capito, non hai neanche dovuto aspettare tanto ;D
_Dark Angel_ 483: non ti preoccupare, le recensioni non rompono mai le scatole! Volevo aspettarti prima di pubblicare il capitolo, ma le altre fremevano
( e rompevano! xD ) Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo! E vabbe, mi accontento di un modellino di carta, sempre meglio di nulla ù.ù

 _Biia_: grazie mille! E' bello sapere che riesco a emozionare qualcuno scrivendo! Bacii.

 Zimmer 483: grazie milleee Valee, sono contenta ti piacciaa :D

 iLLUSiONS OF A GiRL: Non sai quanto piacere mi ha fatto la tua recensione, grazie per tutti i complimenti! Danke *-*

 _Screamin: Grazie mille Saaaph! :D Ho postato il fretta, sono brava *si auto-applaude* E tu posta in fretta la tua, voglio sapere che succede alla
protagonista, contesa da quei due crucchi v.v Ti adoro anche io dooonna :3


Autrice dice con tono minaccioso : Se non recensite vengo a casa vostra e vi strozzo nel sonno!
( no scherzo! O .. forse no! Non volete scoprirlo a vostre spese spero XD )

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Capitolo 21
*** Einundzwanzig. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Ecco il capito, non dico altro e vi lascio alla lettura ù.ù
: peace&love
, enjoy!


«Anna svegliati abbiamo l’intervista fra due ore!» Mi urlò Bill.

«Mmm.. sono solo le otto cavolo» Mugugnai io.

«Vuoi che faccia come Tom l’ultima volta? Un bel bicchiere d’acqua gelata?» Disse perfido. La minaccio funzionò, un minuto dopo ero in piedi che cercavo le cose da mettere.

Niente di particolare, jeans e felpa. Feci una lunga doccia e asciugai i capelli, gli lasciai sciolti: erano belli quella mattina, ricci e rossi. Sorrisi soddisfatta guardandomi allo specchio. Arrivammo alla sede di Bild tutti mezzi addormentati.

«Buongiorno!» Ci salutò l’intervistatrice cordiale.

Rispondemmo tutti in coro. Ci fecero le solite domande di rito, per poi passare al gossip.

«Allora, adesso delle domande per Tom e Anna» Fece indicandoci.

«Che c’è fra voi due?»

«Niente» Rispondemmo in coro.

«Dalle foto non si direbbe..» Insinuò lei.

«Era solo un’uscita fra amici» Dissi io.

«E come mai hai indossato un vestito scelto da lui?»

«Avevamo fatto un patto» Rispose Tom facendomi l’occhiolino.

«Quindi tra di voi non c’è proprio niente?»

«No» sempre in coro.

«Ci sono arrivate delle foto interessanti stamattina, potete commentarle?» Disse indicando una decina di foto sbucate dal nulla. Erano del giorno precedente, io e Tom che ridevamo, camminavamo, seduti al parco, lui che mi arruffa i capelli, una in cui corriamo mano nella mano e una in cui ci abbracciavamo. Ops, beccati! Vidi i ragazzi guardarci stupiti per un attimo, fu Tom a parlare.

«Non c’è nulla da dire, ieri siamo andati a camminare insieme, da amici. Poi ha cominciato  a piovere e siamo scappati via» Sentì Bill ridacchiare. La giornalista fece una faccia delusa, si aspettava una confessione a quanto pare.. e invece no!

Finito il terzo grado dell’intervistatrice ci toccò quello degli altri della band.

«Ci nascondete qualcosa voi due per caso?» Chiese Georg, seguito da Gustav e Bill. Ovviamente negammo.

«Comunque tornate a casa senza di noi, io e Car andiamo a fare shopping» Informò Tom indicandomi.

«E poi dicono di non nascondere niente» disse Gus scettico.

 

Entrammo in un centro commerciale e – per mia sfortuna – scoprì che non era tutto per noi come l’altra volta.

«Kaulitz, non c’è troppa gente?» Domandai sospettosa.

«Tanto ormai ci beccano ovunque andiamo, tanto vale» Disse con una scrollata di spalle.

«Ora facciamo così: io cerco le scarpe tu il vestito, okay?» Chiesi io.

«Si signora!»

Cominciai così a girovagare tra il reparto scarpe, trovai qualcosa che poteva andare: stivali con tacco – Tom non mi avrebbe lasciato prendere le mie solite converse purtroppo – grigi e alti fino a metà coscia. Poco dopo tornò Kaulitz con in mano un paio di pantaloncini e una maglietta grigia.

«Che ne dici?» Domandò indicando le sue scelte.

«Vedo che hai capito i miei gusti, più o meno. Adesso li provo» Ringraziai d’essermi fatta la ceretta la sera prima.

La maglietta mi andava perfetta, era aderente ma non troppo e evidenziava i punti giusto. I pantaloncini erano molto corti, sembravano culottes più che altro. Non feci tempo ad uscire che entrò Tom dentro.

«Kaulitz che cazzo fai? Potevo essere nuda!» Gli urlai contro.

«Sssh, così attiri gente. Ho scelto proprio bene» Disse squadrandomi e guardandomi soddisfatto, intanto si avvicinò a me, inchiodandomi al muro.

«Mopp, che stai facendo?» chiesi piano.

«Ho voglia di baciarti» mi sussurrò all’orecchio.

«Ma..» Mi zittì con un bacio, il contatto con lui, mi era mancato.. sentivo le sue labbra premere sulle mie, dischiusi la bocca per lasciare entrare le nostre lingue a contatto.

Adoravo il suo piercing che toccava il mio, mi faceva impazzire.

Mi prese per i fianchi inchiodando il mio corpo col suo.

Ci interrompemmo a causa del cellulare di Tom che suonava. Lo sguardo scocciato prima di rispondere.

«Bill, che c’è?» Sbuffò. Concluse la chiamata dopo due minuti.

«David ci sta cercando, è ora di andare» Disse con tono annoiato.

Annuì solamente, chissà che voleva il manager..   

«Salve ragazzi!» Ci accolse David con un grande sorriso stampato in faccia.

«Salve signor Jost» Risposi io piano.

«Volevo solo sapere come stanno le cose fra te e il signorino Tom»

«Oddio David! Anche tu, non sta succedendo nulla» Rispose Kaulitz.

«Ah» parve deluso. «Beh, comunque, caro il mio chitarrista, hai vent’anni, sarebbe ora di sistemarsi» Continuò facendo l’occhiolino a me e a lui. Noi lo guardammo straniti e con gli occhi sgranati. Non era proprio normale quell’uomo..

Guardai Mopp e lui scosse le spalle sconsolato, facendo scoppiare a ridere tutti.

«Comunque, verrai alla festa della Universal Anna?» mi domandò.

«Si, certo signor Jost»

«Allora ci vediamo a Capodanno. Ciao ragazzi» disse uscendo.

Dopo che se ne fu andato guardai perplessa i ragazzi.

«Ma, è sempre così David?»

«Peggiora col tempo» Disse Georg.

«Cosa ti metterai a Capodanno?» Domandò Bill.

«Sapessi! Nulla di eccessivo stavolta. Tuo fratello ha scelto bene» dissi indicandolo, mi fece un sorriso compiaciuto.

«Modestamente!» Fece lui pomposo.

«Non ti gasare troppo Mopp» Lo canzonai io, detto questo mi rintanai in camera.

L’ordine non era mai stato il mio forte, c’erano vestiti e cose personali ovunque.

Un’ora dopo, sfinita, avevo infilato tutto nelle valigie.

 

Alle dieci del giorno dopo la sveglia suonò. Nonostante l’ora, ero stanca morta. Per andare da mia nonna avrei dovuto prendere il treno, per questo dovetti travestirmi: jeans normali – non stretti, non larghi – felpa dei Tokio Hotel, occhiali da sole, capelli raccolti in uno chignon e cappellino di lana a coprirmi gli occhi.

«Buongiorno popolo!» salutai entrando in cucina.

«Bella felpa» Osservò Georg.

«Lo so, loro sono il mio gruppo preferito: Tokio Hotel, li conoscete?» Dissi sorridendo.

«Chi non li conosce! Certo che il chitarrista è un grande figo» Constatò.. Tom.

«Beh è proprio bello in effetti. Scommetto che è antipatico però» Dissi facendogli una boccaccia.

«Fra quanto parti?» Domandò Bill.

«Il treno è fra quaranta minuti. volevo salutarvi prima di partire e darvi i vostri regali» risposi mostrando la borsa con dentro le loro magliette. «Ovviamente li aprirete a Natale, non prima! Ve lo proibisco» Feci l’occhiolino.

Gli salutai uno a uno, con un abbraccio.

«Come vai in stazione?» chiese il cantante.

«A piedi»

«Ti porto io, fa troppo freddo. Non voglio averti sulla coscienza» S’intromise Tom.

«Se ci tieni» Gli sorrisi.

Due minuti dopo salimmo sulla sua bellissima Cadillac e in dieci minuti arrivammo in stazione. Poi fu il momento dei saluti.

«Beh, ehm. Ci vediamo presto Mopp» Dissi imbarazzata.

«Mi saluti così? Niente bacio?» domandò malizioso. Lo guardai scettica e gli lasciai un bacio sulla guancia.

«Contento?» Gli sorrisi. Scosse la testa.

Due secondi dopo mi aveva intrappolato in un bacio mozzafiato.

I miei neuroni erano partiti per Honolulu lasciandomi un cervello completamente vuoto e inerme. Ma dio, baciava così bene.. mi scioglievo sotto il suo contatto.

«Questo era un bacio piccola, non quello di prima» mi disse dopo aver interrotto il bacio.

«Non avrei mai pensato di dirlo ma.. mi mancherai in queste due settimane» lo informai rossissima.

«lo stesso vale per me. Ci vediamo Carotin»

Il mio treno partì cinque minuti dopo. Guardai Amburgo allontanarsi pian piano, avevo due settimane per rimettere in ordine i miei pensieri, la mia vita era completamente cambiata, dovevo fare un resoconto.

Arrivata, trovai mia nonna ad attendermi; era ancora giovane, nel pieno dei suoi settant’anni, assomigliava tantissimo a mamma e quindi anche a me. Aveva i capelli ormai bianchi ma gli stessi occhi vispi e verdi di quand’era giovane.

La sua casa era bellissima: giardino grande e pieno di fiori e piante, arredamento stile antico, che le donava un tocco di calore, caminetto compreso. Sembrava quelle case dei film, al di fuori dal tempo..

 

 


Spazio recensioni ù.ù Sarò breve perchè ho delle rompipalle su msn che continuano a scrivermi di postare!

EhMaco: eeeh speravi tu, invece no! Dovrai attendere ancora un po' per dei risvolti più.. ehm ;D
Holly94: non strozzarmi, pleasee, sono stata veloceeeeeee! *ç*
LucillaModernLover: Donna martiii mi metti ansiaa con sti posta postaa! U.U EcccheKkaulitz XD
 _Dark Angel_ 483: di ceramica? Ma grazieeeeeeeeeee *-* Grazie anche per tutti i complimenti :D
 gabry483: Ecco il capitoooolo! Pff, sono superveloce io! (come no!) Ti voglio bene anche io donna! **


Recensite o vi uccido nel sonno! *RiSATA DiABOLiCA* 


 

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Capitolo 22
*** Zweiundzwanzig ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Pubblico questo capitolo sotto tortuna è___é
vero MARTI, ANDRE' E GABRY ? Arrabbiato 
Colgo l'occasione per dire che siete delle rompipalle assurde! (ve lo dico con
affetto però, perchè vi voglio bene certo ù.ù )
Guardate un po', ma dove la trovate un'altra che esaudisce tutti i vostri desideri come me?
Ve lo dico io.. da nessuna parte.
Ah, Alice ( _Dark Angel_ 483), volevo aspettarti ma c'è gente che fa pressing qui! :D
Godetevi il capitolo ( non so quanto vi farò aspettare per il prossimo!
* sguardo malefico e risata diabolica *
 peace&love
, enjoy!


Le mie due settimane di meditazione zen avevo capito parecchie cose.

La mia vita era cambiata: andando per strada venivo riconosciuta, ragazze mi fermavano per chiedermi un autografo oppure per domandarmi com’era vivere con i Tokio Hotel, domande che mi facevano sorridere. Mi ero affezionata tantissimo ai quei quattro ragazzi, in quei giorni li avevo sentiti parecchie volte, tutti tranne Tom. Lui non si era fatto sentire.

Tom, lui era il mio punto interrogativo. Avevo riflettuto molto su ciò che provavo per lui, giungendo alla conclusione di non essermi presa una cotta per lui. Io mi stavo innamorando di lui, il che era grave e tragico.

Lui era il SexGott.

Lui si faceva una ragazza diversa ogni sera.

Lui era il sexy seduttore.

Lui non stava con una ragazza per più di due giorni.

Io ero una semplice, banale, comunissima ragazza. Probabilmente ero un suo semplice giochino, niente di più, niente di meno. In quelle due settimane mi era mancato, i suoi baci.. le sue prese in giro.. tutto!

Il problema è che, quando ero vicino a lui, il mio cervello andava a farsi friggere e non ragionavo più. E poi non volevo che smettesse. Ero autolesionista? Si.

 

Arrivai ad Amburgo il trenta dicembre, non stavamo sul tourbus perché David c’aveva prenotato cinque stanze in un lussuoso hotel della città. Cinque suite ragazzi!

Presi il consuete treno e alla stazione trovai Saki ad attendermi.

Giunta in hotel, e che hotel.. venni accolta da un mega abbraccio di Bill.

«Ciao Bill! Mi sei mancato!» Dissi felice di vederlo, staccandomi dall’abbraccio. 

«Anche tuuu! Dai vieni su, gli altri sono tutti in camera mia» Detto ciò prendemmo l’ascensore – cinque piani di scale non sono adatti a me, decisamente no! –. Aprendo la porta della camera erano tutti li, stavano giocando alla play e non si accorsero della mia entrata.

«Grazie per la bella accoglienza eh ragazzi» dissi io sarcastica e li vidi sollevare gli occhi.

«Scusa, eravamo impegnati a schiacciare Tom alla play» rispose Georg abbracciandomi, seguito poi da Gus.

«Come state? Siete sopravvissuti anche senza di me?»

«Puoi vedere che siamo ancora sani» dissi Gus.

«Coooomunque, dobbiamo darti il tuo regalo!» Disse Bill saltellando allegro.

Sparì per un momento e ritornò con un grande pacco rettangolare in mano. Lo osservai curiosa.

«E’ stata un’idea di Tom» mi informò Georg.

Aprì con lentezza il pacco, poi la custodia. Davanti a me apparve in tutto il suo splendore una Gibson Les Paul nera. La osservai con gli occhi sgranati.

«Oddio ragazzi. È troppo, dio è stupenda!» Esclamai felicissima.

Vidi con la coda degli occhi Tom sorridere dolce. Uno di quei sorrisi che sciolgono il cuore.

Passai tutto il pomeriggio in loro compagnia, sconfissi i ragazzi alla play, che mito!

Alle nove andai nella mia suite, era proprio una camera stupenda! Letto matrimoniale enorme, bagno con vasca idromassaggio e doccia, piano bar, televisore gigante, un tavolo pieno di dolci. Mmm..

Indossai un mega pigiamone, molto poco sexy e mi infilai sotto le coperte.

Stavo per appoggiare la testa sul cuscino quando qualcuno bussò alla porta, sbuffai e andai ad aprire, trovandomi Tom davanti.

«Kaulitz, che ci fai qui?» domandai sorpresa di vederlo lì.

«Volevo darti il bentornato» affermò guardandomi negli occhi. Mi persi nei suoi, nocciola e così espressivi. 

«Mmm» fu la mia unica risposta.

Dopo le mie labbra erano impegnate a fare altro. I miei neuroni erano partiti.

«Buonanotte» sussurrò prima di andarsene.

Rimasi imbambolata davanti alla porta per cinque minuti. Dovevo riprendermi. 

Una volta ritornata in me, mi diressi verso il letto e mi addormentai nel giro di dieci minuti.

 

Mi sveglia a mezzogiorno, la sera ci sarebbe stata la vesta dell’Universal in un famoso locale di Amburgo; avevo tutto il pomeriggio libero.

Ordinai il pranzo in camera: un bel piatto di spaghetti col pomodoro e una bella bistecca. Avevo bisogno di energie. Il party sarebbe iniziato alle undici, non ero lenta a prepararmi quindi si prospettava un pomeriggio noioso. Tirai fuori il computer dalla valigia, era tre mesi che non lo accendevo, da quando era iniziato il tour..

Andai sul mio profilo di facebook, avevo più di mille richieste d’amicizia! Prima il mio elenco amici era molto scarno, una cinquantina.. che pena. Impiegai un’ora solo ad accettarli tutti. Presi la mia macchina fotografica e caricai le foto che avevo fatto dall’inizio dell’avventura, io e i Tokio Hotel. Il mio sogno diventato realtà; le altre fotografie erano quelle con Benedetta.. mi mancava da morire, il problema era che le sue parole mi avevano ferito troppo e non riuscivo ancora a perdonarla. Andai nel suo profilo per vedere come le andavano le cose, stava ancora con quel ragazzo, buon per lei. Le lasciai un messaggio in bacheca “Spero ti siano piaciuti i regali”, freddo ed essenziale.

Passai le ore successive a disegnare. Finita anche questa attività mi appisolai sul divano, svegliandomi qualche tempo dopo, era ora di iniziare la preparazione!

Iniziai facendomi una lunga doccia, poi passai ai capelli. Li piastrai lasciando qualche boccolo qua e la. Infilai un paio di calze nere e poi gli super shorts. Poi la magliettina grigia. Era tempo del trucco: non ero per niente pratica di ombretti e cose varie perciò scelsi di fare qualcosa di semplice: ombretto bianco, eye-liner, matita e mascara nero. Indossai gli stivali e misi un lungo cappotto nero. La serata stava per iniziare!

 


 
Lalalalaa.
Holly94:
Grazie per le ehm.. moltemplici recensioni ahaha ù.ù Ecco l'altro capitolo, felice? ù.ù
LucillaModernLover: La mia bacheca di fb è infestata per colpa tua! Ti odio é.é (Scherzoooo! O forse no.)
gabry483: Tadadadaaaan, sei felice adesso? Ecco il capitoloo *ç*
_Screamin: sisi il caro signor Jost è disponibile, pronto per te Saph! :D Ecco il capitolo, velocissima per colpa delle tizie sopra ò.ò

Lasciate una recensione voi che leggete *dice con tono saggio a mo' di Dante*



 

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Capitolo 23
*** Dreiundzwanzig. ***


Fatta da me (c)

Haaaaaaaaaaaaaaaallo ù.ù
Questo capitolo mi piace abbastanza, muahaha v.v
Vi lascio alla lettura, susu ! :) 
peace&love
, enjoy!


Scesi nella hall e trovai la band al completo che mi attendeva.

«Sono in ritardo?» chiesi.

«No, per una volta Bill è in anticipo» Informò Gustav.

Il cantante rispose con il dito medio, dopo questo amorevole scambio di battute ci dividemmo per andare alla festa: Gustav e Georg nell’Audi del frontman mentre io capitai ovviamente nella Cadillac di Tom.

«Pronta per festeggiare?» mi domandò.

«Mmm, in teoria» risposi io.

«Devi imparare a lasciarti andare ogni tanto» disse con tono saccente.

«Ubriacandomi?» domandai inarcando un sopracciglio.

«Anche. Prova a fare amicizia, balla. Non piantare radici al bar. Insomma, è Capodanno!» Disse allegro.

«Cioè dovrei comportarmi come te? Ubriacarmi e abbordare uno sconosciuto di cui domani non saprò il nome?» sarcastica al massimo.

«in effetti..»

I nostri discorsi non durarono a lungo, il viaggio hotel-locale era di una decina di minuti. Scendemmo e percorremmo insieme il tappeto rosso.

«Scommetto che domani tutti i giornali diranno che siamo una coppia visto che siamo arrivati insieme» gli sussurrai a un orecchio mentre un ragazzo mi sfilava il giubbotto, scoprendo così il mio fisico.

«Mmm. Che dicano quello che vogliono. Comunque Carotin stasera sei davvero bellissima» disse sorridendo e facendomi arrossire. 

Ah dannazione, ma era possibile diventare rossa come un Pfeffer ogni volta? Maledissi mentalmente la mia circolazione sanguigna.

«Stai parlando da sola Anna?» Mi domandò stranito Bill. Che figura, beccate mentre mi auto insultavo! Per fortuna ciò che dicevo non era capibile a orecchio umano.

«Cosa? Ma no, figurati» Risposi tirando fuori uno dei miei sorrisi migliori.

«L’ho sempre saputo io che non eri del tutto normale» S’intromise Tom, uscendo dal nulla.

«Senti chi parla» Borbottai io acida.

«Mamma mia, che hai mangiato per cena? Yoghurt scaduto?»

«Mopp, ma devi rompere le palle anche a Capodanno?» Domandai scocciata.

«Sei tu che fai l’acida!» Ribatté lui.

«Uhm, Kaulitz.. non ho voglia di litigare stasera okay? Tregua?» Feci sorridente.

«Tregua!» Ripeté lui sorridendo di rimando.

«Ah, aspetta.. c’è una tizia bionda che mi sta squadrando non molto amichevolmente. Meglio che me ne vada» Dissi io, inutile dire che fremevo di gelosia. Ah dannata biondona!

«Oh no.. quella era una mia grupies. L’ho “scaricata” perché era troppo appiccicosa e gelosa. Non mi lasciarmi solo o quella non mi lascia più!» Mi chiese supplicante.

«E che dovrei fare scusa? Vorresti nasconderti dietro di me per tutta la serata?» Domandai scettica.

«E’ un’idea» Rispose semplicemente lui. Non feci in tempo a ribattere perché mi suonò il telefono, Benedetta. Mi morsi il labbro, dovevo rispondere o no?

«Secondo me dovresti parlarle, inizia un nuovo anno, dovresti lasciar perdere ciò che è successo di negativo» Consigliò lui saggiamente, gli risposi con un sorriso e uscì dal locale per rispondere alla mia vecchia amica.

«Anna?» Sentì lei esitante. 

«Ehy Benedetta» cercai di tenere un tono freddo, mi era mancata.

«Senti, io.. mi dispiace! Mi sono comportata da stronza con te, la verità era che.. beh.. ero gelosa di te. So che è una giustificazione stupida e idiota però è così. Gelosa di te e dell’amicizia che hai col gruppo, ci sentivamo così poco e ho pensato preferissi loro a me.. non ho ragione, probabilmente tu mi odi..» oddio, come si fermava?

«Benedetta..» mi intromisi io.

«e hai anche i tuoi motivi ma mi manchi tanto e..»

«Benedetta..» tentai di nuovo.

«non posso pretendere che tutto come torni come prima però..»

«BENEDETTA! Respira per carità! Se devo essere sincera mi hai fatto soffrire da morire ma posso anche capirti, ti avevo messa da parte in un certo senso, non perché lo volessi, solo perché sono stata sommersa da così tante novità che ho perso un po’ il controllo. Però io non posso odiarti, sei troppo importante per me! In questi anni hai fatto così tante cose per me, mi sei sempre stata vicino nonostante tutti ti dicessero di lasciarmi perdere. E.. vorrei davvero che tutto tornasse come prima» Dissi tutto d’un fiato.

Nessuna risposta. Aspettai due secondi.. quattro.. sei..

«Grazie Anna! Grazie! Mi sei mancata tantissimo! Ora mi devi raccontare le novità, molto sintetica perché c’è il mio ragazzo in salotto. Però voglio sapere t-u-t-t-o!» Urlò felice lei, facendomi ridacchiare.

«Beh.. non è successo nulla di che.. vediamo.. i ragazzi per Natale mi hanno regalato una bellissima Gibson, poi.. fra tre mesi finisce tutto, mi viene male a pensarci, mi sono affezionata tantissimo a loro» Avevo tralasciato qualcosa? Uhm..

«Tu mi nascondi qualcosa. Spara ciccia»

«Ehm.. ioeTomcisiamobaciatiepensodiessermiinnamoratadilui» Sganciai la bomba.

«Aspetta. Credo di aver capito male.. tu hai baciato quel Dio e ti sei innamorata di lui?» Disse alzando la voce di un’ottava.

«Si, e la cosa è tragica. Insomma.. io non gli posso piacere, lui è il SexGott» Mormorai affranta.

«Anna, ti sottovaluti, sei una ragazza fantastica. È ovvio che gli piaci! »

«No, non gli piaccio e non voglio neanche illudermi.. non possiamo cambiare argomento?» Chiesi con una nota speranzosa nella voce.

«Si si.. ma prima voglio sapere una cosa prima! Allora.. come bacia?» chiese maliziosa.

«Benedetta!» Esclamai indignata.

«E dai, ti prego dimmi! Dopo non insisto.. dai! Dai! Dai! Dai!» Che palla al piede.

«Oh insomma, cosa vuoi che ti dica? Secondo te? Ovvio che.. ehm.. molto ma molto bene, mi piace il suo piercing» che imbarazzante ammettere queste cose ad alta voce!

«Ah lo sapevo! Beh dai, ora vado! Ci sentiamo fra un anno! Sono davvero contenta si sia risolto tutto, ti chiamo io domani. Ti voglio bene!»

«A domani, ti voglio bene anche io» 

Si era fatto tardi, erano le undici e mezza, meno trenta minuti all’anno nuovo. Fumai una sigaretta e rientrai nel locale, i ragazzi erano spariti, Tom era al bar tutto solo soletto.

«Ehy Mopp, che fai qui tutto solo? Sei riuscito a sbarazzarti della grupies?» domandai sorridendogli.

«Diciamo che l’ho passata a Georg. Bill è sparito non so dove e Gus balla con una. Hai chiarito con la tua amica, giusto?»

«Si, abbiamo chiarito per fortuna» risposi allegra.

«Quindi dobbiamo festeggiare!» Disse facendomi una boccaccia e ordinando qualcosa di alcolico al bar.

«Vuoi farmi ubriacare Kaulitz?» Domandai scettica.

«Ma dai, non posso neanche essere gentile e offrirti da bere?»

Non obbiettai, presi il mio drink e lo bevvi velocemente.

«Questa festa sembra noiosa solo a me?» Chiese lui con tono esasperato.

«No, per questa volta stranamente sono d’accordo con te» Strizzai l’occhio.

«Senti, ti va di ballare?» Domandò grattandosi dietro l’orecchio, era imbarazzato.

«Ma che onore! Accetto, non ti illudere.. solo perché altrimenti rischio di addormentarmi!» Come no.. nel momento in cui mi aveva fatto la domanda avevo chiaramente sentito il mio cuore fare i salti di gioia.

Mi prese per mano – gesto che mi fece avvampare – e mi accompagnò nell’angolo della pista. Mi cinse la vita con un braccio e cominciammo a muoverci lentamente. Mi sentivo terribilmente imbarazzata!

«Guarda che non ti mangio sai, puoi avvicinarti!» Disse spingendomi addosso a lui.

 

..But you steal my heart away
Yeah you steal my heart away
You’re acting like you’re on your own
But I saw you standing with a girl
Stop tryn’ to steal my heart away,
Stop tryn’ to steal my heart away
I don’t know where we going
I don’t know who we are..

Circondai il suo collo con le mie braccia e appoggiai la testa sulla sua spalla. Ascoltavo le parole della canzone di sottofondo, pensando a quanto fossero vere.. “Smettila di sciogliere il mio cuore”.

..I can feel your heartbeat
He said to me
I can feel your heartbeat
He said to me..

Probabilmente, come diceva la canzone, lui sentiva il mio battito del cuore sul suo petto. Batteva forte. Bum Bum. Sentivo le sue mani calde accarezzarmi lentamente la schiena e il suo fiato sul collo.

..Running through me
Heartbeat
Feel your heartbeat..

Sentì le sue labbra sul mio collo, pian piano mi lasciava una scia di baci facendomi impazzire..

Stop stealing my heart away

Le sue labbra toccarono le mie proprio durante l’ultima strofa della canzone. Fu un tocco dolce, diverso dal solito. Più passionale e carico di sentimento, almeno da parte mia.
La canzone finì i iniziò il conto alla rovescia.
Ci staccammo per urlare anche noi. 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1..0!
Sorrisi, un nuovo anno era iniziato, mi girai verso Tom.
«Auguri Carotin» Mi sussurrò all’orecchio, abbracciandomi.
«Anche a te Mopp» Gli sorrisi io, non potei aggiungere altro perché le mie labbra furono impegnate per la mezz’ora successiva.
Ci separammo quando intravedemmo la cresta di Bill tra la folla, venne ad avvisarci che lui, Gus e Georg tornavano in hotel.
A quel punto rimanemmo solo io e Tom.


 

Quante recensioni! Vedo che le minacce funzionano *ç*
LucillaModernLover: Donna, ecco il capitolo con la festa ;D Spero sia di suo gradimento Frau Marti! ù.ù
Holly94: Tadadadaaaan, sono stata veloceeee! Non volevo trovarmi di nuovo intasata XD Spero ti piaccia **
_Screamin: Signora Jost, sono felice che le sia piaciuto il bacio buahah v.v Se ti è piaciuto quello, spero ti sia piaciuto anche questo e.. spero ti piacerà ciò che succederà nel prossimo ;D
gabry483: Grazie mille donna Gabryyy *_______*
LaAriii_TK: te lo dico sottovoce: le tue recensioni sono sempre molto.. ehm.. sensate? ò.ò E Dantessa non mi piace ù.ù
pff, grazie compunque e spero ti sia piaciuto questo ù.ù
kaggi11: Non mi hai annoiata, grazie mille per tutti i complimenti! :D

Marty483: ci hai visto giusto! In questa festa è successo qualcosa e.. succederà altro ;) E comunque sei ancora viva, ti ho graziata, sta attenta che posso farti visita mentre dormi e *sguardo malefico*
EhMaco: Ecco il capitolo, sono super veloceee! Sono contenta ti piaccia la ff :D

Zimmer 483: Sta nascendo qualcosa fra Tom e Anna? Uhm, chi vivrà vedrààà! xD Sono felice ti piaccia la storia, grazie mille *_*

_MINA_: Grazie mille! Benvenuta su efp allora! Io amo 'sto sito! Grazie ancora per i complimenti! :3

_Dark Angel_ 483: Sii, c'ho preso gusto a fargli baciaree ahah xD



Recensite vero? *faccia da cucciola*
.. ho comunque la pistola pronta nel caso ^_^

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Capitolo 24
*** Vierundzwanzig. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Ho postato così presto perchè, adesso che ricomincia la scuola, starò meno al pc
e probabilmente metterò un capitolo alla settimana, dipende dai tempi e da quanti
compiti mi danno i professori >_____>
Godetevi questo capitolo *ç* 
peace&love
, enjoy!


Nonostante fosse solo l’una, tre quarti della band già era tornata a casa, facendo restare al locale solo me il chitarrista.
«Che facciamo?» Gli domandai.
«Brindiamo all’anno nuovo!» Mi disse con ovvietà, prendendo dal balcone due birre.
«Con due birre? Wow» Dissi sarcastica guadagnandomi un’occhiataccia da lui.
Bevemmo le nostre “birrette” e tornammo a ballare.
Ballare nel senso lato del termine. Dondolavamo sul posto mentre eravamo impegnati a baciarci. Alle due mostravamo i primi segni di stanchezza.
«Torniamo all’hotel?» Mi domandò e io annuì.
«Tieni, avrai l’onore di guidare per la seconda volta la mia Cadillac» disse lui porgendomi le chiavi.
«Adoro la tua macchina!» Dissi io entusiasta.
Il viaggio fu breve, dieci minuti e eravamo arrivati. Barcollavamo un po’ per l’effetto dell’alcool ingurgitati.
Prendemmo l’ascensore. Appena entrata mi appoggiai alla parete venendo poi sovrastata dall’ombra del chitarrista.
«Kaulitz, che vuoi?» mugugnai.
«Nulla, dirti che è stata una bella serata» mi spiegò sorridendo.
Quel sorriso.. mi faceva impazzire!
«Oh beh, si» farfugliai io.
«Fai tenerezza quando ti imbarazzi» mi disse con tono.. dolce?
Mi morsi un labbro nervosa, a interrompere le nostre “effusioni” fu l’avviso di essere arrivati al piano.
«Buonanotte» mi sussurrò abbracciandomi e accarezzandomi i capelli. Dio, mi faceva impazzire!
«Anche a te Kaulitz» risposi io lasciandogli un leggero bacio sulla fronte.
Avevo aperto la porta di camera mia – affianco a quella di Tom – quando sentì qualcosa afferrarmi per il braccio e trascinarmi in una stanza. Nella stanza di Kaulitz. Con Kaulitz.
Lo guardai confusa.
«volevo augurarti la buonanotte a modo mio» disse avvicinandosi pericolosamente al mio viso e poggiando le labbra sulle mie. Il bacio iniziò dolce per poi farsi sempre più passionale. Le sue mani cominciarono ad accarezzarmi la schiena, insinuandosi sotto la mia maglietta. Istintivamente mi strinsi di più a lui, cominciando ad accarezzargli i cornrows. Iniziò a passare le mani sul bordo degli shorts e mi trascinò verso il letto, facendo si che mi ci stendessi sopra. Si mise su di me e mi lasciò una scia di baci sul collo.
«Mopp, cosa stiamo facendo?» sussurrai, domanda retorica.
«secondo te?» mormorò tra un bacio e l’altro, lo fermai guardandolo sugli occhi.
«Non posso. Non sono una delle tue grupies Kaulitz» dissi piano.
«Non lo sei» obbiettò serio.
«Non posso esserne certa» dissi amareggiata.
«Für dich geh ich durch die Wand, Du behandelst mich perfekt, und es geht im Endeffekt nicht einfach nur um Sex» mi sussurrò dolce all’orecchio, a quel punto cedetti.
Allacciai le mie gambe dietro la sua schiena permettendogli di sfilarmi la maglietta, poi venne il mio turno. Nel giro di poco tempo ci ritrovammo svestiti l’uno sopra l’altro. Era così.. dolce e passionale. Raggiungemmo l’apice insieme, stretti l’uno all’altro; gli graffiavo dolcemente la schiena, con le gambe che gli circondavano la vita e le sue mani che vagavano su di me.. Ci addormentammo così, io stretta fra le sue braccia. Ribadisco, il paradiso.

Mi svegliai lentamente, realizzando di non essere in camera mia. Mi vennero in mente tutte le immagini della sera prima e arrossì immediatamente; mi girai cercando di non fare rumore e vidi che Tom dormiva beato accanto a me. Era così bello, sembrava un angioletto in quella posizione. Sorrisi istantaneamente, volevo godermi gli ultimi di secondi di pace a beatitudine prima di riprendere il controllo di me stessa e pensare alla cazzata che avevamo fatto. Come dovevo comportarmi? Io lo amavo. Lui? Molto probabilmente no. Dovevo fare chiarezza. Mi alzai con attenzione dal letto, recuperai i miei vestiti sparsi per la camera e li indossai frettolosamente. Presi il block notes che portavo sempre in borsa e strappai un foglietto per scriverci sopra.

Io so cosa sei tu per me, Mopp. E tu invece lo sai?       Pensaci,    tua Carotin  

Lascia questo bigliettino sul suo comodino e, sospirando, tornai silenziosamente in camera mia. Mi svestì velocemente e corsi nella vasca da bagno. La mia mente era divisa in due: volevo tenere il profumo di Tom più a lungo possibile sulla mia pelle ma allo stesso tempo volevo cancellare il ricordo della nottata. Uscita indossai i miei soliti jeans larghi e maglione, mi ricordai che Benedetta doveva chiamarmi e avevo spento il telefono, lo accesi: aveva già chiamato un paio d’ore prima. In effetti era tardi, mezzogiorno. La chiamai io.
«Hey Bene! Buon anno!»
«Anche a te Anna! Come mai non hai risposto alla mia chiamata prima?»
«Avevo il telefono spento..»
«Cosa hai combinato? Tu, mi nascondi qualcosa!» Capiva sempre tutto lei..
«Io.. sonoandataalettoconTomierisera!» Boom, bomba sganciata.
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAh! Oddio! Non ci posso credere!! E come è stato? Bello? Oh si ci credo! E come è successo? E ora che farete? Tu hai fatto sesso con il SexGott! Cazzo! Dimmi tutto! Subito! Ah ripeto, non ci posso credere!» Urlò lei tutta eccitata.  
«E’ stato un errore» sospirai triste io. Alla mia affermazione seguì un attimo di silenzio, per metabolizzare le informazioni credo.
«Raccontami cos’è successo» disse seria ma dolce allo stesso tempo.
«Oh beh.. insomma dovresti saperlo no? O vuoi un disegnino?» Cercai di sviare il discorso, inutilmente ovvio.
«Ah ah molto simpatica. Volevo sapere come siete arrivati ad andare a letto insieme – no non intendo con le gambe se è quello che stai per dire –, insomma.. com’era la situazione prima?» Sospirai e decisi di raccontarle tutto.
«Era da un po’ che la situazione era ambigua.. qualche bacio ogni tanto. Il fatto è che io sono innamorata di lui, mentre lui non lo è di me. Ieri sera le cose sono ehm.. degenerate? Si insomma.. ed è successo quel che è successo. Quando mi sono svegliata me ne sono andata, lasciandogli un bigliettino.. patetico eh? Gli ho scritto di riflettere sulla nostra situazione. Anche se so che non c’è niente da riflettere, per lui sono una delle tante, punto.» Le spiegai triste, mentre lacrime calde cominciarono a rigarmi le guance.
«Anna, non devi piangere okay? Mancano circa tre mesi alla fine del tour giusto? Forse mi sbaglio, ma penso che per lui tu non sia una delle tante. Tu sei diversa, in senso positivo! Sei una persona fantastica e te l’ho sempre detto, sicuramente se ne sarà accorto anche lui. Se così non fosse, beh è proprio un cretino che non ti merita! Nel caso la situazione si cristallizzasse, non devi deprimerti, devi ricordarti di quanto sei fortunata.. sei in tour con la tua band preferita, condividi il palco con loro, goditi l’esperienza! Hai ancora un paio di mesi davanti, vedrai che tutto si aggiusterà» Mi rincuorò lei, le sue parole mi fecero sorridere, era brava a consolare le persone. Nonostante questo, conclusa la chiamata mi rannicchiai sul divano assieme a un pacchetto di kleenex, svuotato in poco tempo.

POV TOM
Quella mattina mi sveglia stranamente presto per i miei standard: erano le nove. Accanto a me Anna dormiva tranquilla. La osservai: era così bella e diversa. I capelli rossi erano sparsi per il cuscino, il suo viso era disteso in un sorriso, il corpo coperto solo da un lenzuolo. Quella notte era stata unica, non come le altre. La mia mano si mosse automaticamente verso il suo viso, accarezzandola. Sorrisi e tornai a poggiare la testa verso il cuscino, continuando a guardarla mentre dormiva. Oddio.. detta così sembra da pervertito! Poco dopo la sentì muoversi, chiusi gli occhi fingendomi addormentato. La sentì girarsi a guardarmi, si alzò e si rivestì in fretta. Uscì dalla camera in fretta e furia, dopo aver sospirato. Strano.. di solito ero io che facevo cose del genere. Appena se ne fu andata, mi alzai e notai un bigliettino sul comò.

Io so cosa sei tu per me, Mopp. E tu invece lo sai?       Pensaci,    tua Carotin 

«Oh» esclamai piano leggendo il biglietto.
Non ci avevo pensato. Cosa provavo per lei? Mi piaceva si, però io ero pur sempre il SexGott e.. certo cose non cambiano così in fretta, giusto?


Uhm, hallooooooo.
Holly94
: se ti è piaciuto quello prima immagino questo awww *ç*
Marty483: Grazie mille! Io sono di Castelfranco (treviso) e tu?? :)
_Dark Angel_ 483: eh si, bel primo dell'anno! Mamma mia le cose cominciano a farsi più interessanti e complicate eheh.. xD Tvb, bacii*
piccolaemo_th: grazie milleeee, sono contenta ti piacciaaa *_____*
 LaAriii_TK: sono stata brava, ho postato prima del tragico ritorno a scuolaa ç.ç  *tira fuori una bomba a mano ò.ò*
EhMaco: ahah, succede anche a me di trovarmi con un bel sorriso ebete xD
gabry483: giààà, festa molto movimentata ;)
_MINA_: Dankeee *ç* 



Ho una pistola carica pronta a sparare nel caso non lasciaste una bellaaa recensione,
se fossi in voi avrei paura! *risata diabbbolica*

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Capitolo 25
*** Fünfundzwanzig. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Ecco il nuovo capitolo, e la scuola è iniziata di nuovo ._.
Ho iniziato bene l'anno dai, ho preso nove piùù in tedesco! Devo ringraziare le canzoni in crucco dei Th ù.ù
Ok, so che non ve ne può fregar di meno quiiiiiindi..
 peace&love
, enjoy!


Passai tutto il pomeriggio in camera mia, Tom non si era fatto vivo. Dovevo immaginarmelo, per lui ero stata l’ennesima notte di sesso.. bellissimo iniziare l’anno nuovo con la consapevolezza d’esser stata una cretina illusa.
Non scesi per cena, preferì ordinare qualcosa dal servizio in camera. Verso le otto qualcuno bussò in camera mia. Fa che sia Tom fu il mio pensiero. Non era lui.

«Ehy Bill» salutai fintamente allegra, invitandolo ad entrare mentre bevevo una lattina di coca cola.
«Ciao Anna» Disse lui stravaccandosi sul mio letto.
«A cosa devo l’onore della tua visita?» Chiesi sospettosa.
«Mmmm.. che è successo tra te e Tom?» La bevanda mi andò di traverso facendomi tossicchiare. Ma aveva i radar o cosa?
«Uhm, perché dovrebbe essere successo qualcosa?» Chiesi innocentemente.
Mi osservò inarcando un sopracciglio – assomigliava terribilmente a Tom in quel momento – e mi squadrò apprensivo.
«Oggi lui era parecchio fra le nuvole e tu non ti sei fatta vedere. È bastato fare due più dure cara. E poi.. si vede che c’è qualcosa tra voi» disse con ovvietà.
«Qualcosa? Penso tu ti stia facendo strani film in testa» Mentì io. Peccato non fossi una brava bugiarda, infatti mi guadagnai subito un’occhiataccia da parte sua.
«Si capisce, dai perfino David è diventato sospettoso! Prima non vi parlavate neanche se non per insultarvi e poi siete diventati amici» Disse sottolineando l’ultima parola.
«Uhm.. perché non parli con Tom scusa?» chi tace acconsente.. e io sviai le domande.   
«Ho preferito venire da te prima, di sicuro sarai più chiara di lui. Raccontami tutto, ricorda che sei una pessima racconta balle!» Mi aveva incastrata, così scelsi di raccontargli tutto, era un buon amico.. nonostante tutti i miei problemi riguardassero il suo caro gemello.
«Oh beh.. insomma.. » ero imbarazzatissima! Cosa dovevo dire? Ieri sono andata a letto con tuo fratello e poi sono sgusciata via dal suo letto di nascosto? No!
«Okay, credo di aver capito. Sorvoliamo.. e con Tom come sei rimasta?» Lo ringraziai mentalmente per non aver chiesto altro.
«Gli ho lasciato un bigliettino dicendo di pensare alla nostra “situazione” e lui ovviamente non si è fatto vedere» sospirai abbattuta.
«Posso assicurarti che non gli sei indifferente, lui prova qualcosa per te, se ne sono accorti tutti. Solo che è una testa dura nonché totalmente inesperto in questioni di cuore»
«Non so che dirti.. che dovrei fare ora?» sospirai triste.
«Parlarci forse?» disse ridacchiando.
«E’ troppo imbarazzante!  Lui sa – o almeno dovrebbe aver capito – cosa provo per lui, non voglio espormi ancora e essere rifiutata, farebbe troppo male capisci? È lui che dovrebbe parlare con me»
«Sai che è praticamente impossibile che lo faccia? Se tu non gli parlerai per prima, passerete i prossimi mesi senza un dialogo. Siete due testardi! A questo punto ti conviene lasciarlo perdere, dovresti uscire e divertirti. Sono certo che se lo farai ingelosire correrà subito da te» Mi disse raggiante.
«Cosa? Dovrei andare a rimorchiare il primo che capita?» Dissi alzando di un tono la mia voce, leggermente allibita.
«No, magari solo qualche strusciata. Non devi mica portarti a letto qualcuno per forza! Potresti trovare un ragazzo, ballarci insieme, magari vi vedete fuori e poi non ti fai più sentire. Conosco mio fratello da ehm.. un bel po’! Tu gli piaci, deve solo ammetterlo a se stesso» mi fece l’occhiolino, facendomi scappare una risata.
«Grazie Bill» dissi sincera, abbracciandolo.  
«Di niente! Ora ho un’altra missione da compiere!»  Disse lui uscendo e indicando la stanza del gemello. Gli sorrisi, speriamo bene pensai.
 
Mentre aspettavo notizie da Bill, decisi di darmi una sistemata “Decisamente inguardabile”, fu il mio pensiero osservandomi attentamente allo specchio: occhi gonfi, guance e naso arrossati, capelli tutti stropicciati e raccolti malamente in una coda, maglia extra large e gambe nude. Optai per una seconda doccia, uscita indossai direttamente il mio pigiamone molto poco sexy e mi spaparanzai sul divano, guardando distrattamente la televisione. Dopo un’ora di cazzeggio il frontman bussò alla mia porta.

«Allora?» Gli chiesi io speranzosa, lui sbuffò e mi raccontò com’era andata. Tom aveva inizialmente negato, poi aveva ceduto spiegandogli la situazione. Sintesi del discorso: gli piacevo ma non abbastanza per non essere una delle tante, bella fregatura!
«Adesso abbiamo una settimana quasi libera, qualche intervista in mattinata ma pomeriggi liberi, quindi una di queste sere tu esci e mettiamo in azione il nostro piano
«Si si certo» bofonchiai io per nulla convinta.
«Cambiando argomento, sai che David ha aggiunto una tappa al tour? Fra tre settimane. E sai dove?» Fece una pausa e poi annunciò il luogo con fare solenne. «Padooooooooooova! E dopo il concerto siamo in città per altri due giorni!» Esclamò felice.
Impiegai qualche istante per collegare le cose. Nuova tappa, a Padova. Padova è in Italia. Abbastanza vicino a dove abitavo io – Venezia –. Inoltre.. due giorni di libertà!
«Posso vedere Benedetta!» Dissi saltellando felice.
«Già! Fatti dare da David biglietto e pass del concerto così ce la fai conoscere!»
Finalmente una notizia positiva, dopo quella giornata da cancellare. Era da tantissimo che non la vedevo e mi mancava un casino, nonostante quel pesante litigio che ci ha tenute separate per tanto tempo, lei era pur sempre il mio punto fisso. La costante della mia vita.
Passai un’altra oretta con Bill, poi lui se ne andò a cenare mentre io ordinai la cena in camera. Prima di dormire andai da David e mi consegnò pass per il backstage e biglietto per la mia amica, almeno mi addormentai col sorriso sulle labbra.


 *** 

La mattina dopo mi sveglia presto, fuori il tempo non prometteva nulla di buono: nuvoloni neri e aria pesante. Avevo voglia di svagarmi, presi frettolosamente qualche vestito dal mio armadio e li indossai in fretta. Jeans neri larghi, felpa lunga verde, trench nero, converse in tinta con la felpa, capelli nascosti sotto un capellino di lana e occhi coperti da un paio di occhiale da sole. Uscita dall’hotel mi recai in un bar, scelsi il tavolo più isolato e sgranocchiai qualcosa. In giro c’era pochissima gente, probabilmente tutti avevano qualcosa più interessante da fare che andare in giro da soli poco dopo capodanno.
Andai in un supermercato, era da tanto tempo che non ci entravo! Può sembrare un gesto stupido ma quando sei in tour con star, perdi il contatto con tutto. Il tempo lo passi in hotel, su un palco oppure in macchina per fare interviste. Poco dopo mi recai in una cartolibreria, comprai una busta e un francobollo, vi inserì pass e biglietto, vi scrissi l’indirizzo di Benedetta e imbucai tutto nella prima cassetta postale trovata.

Non avendo voglia di tornare a casa, optai per un giro al parco. Mi sedetti sulla prima panchina libera che trovai, estrassi dalla mia fedele borsa a tracolla il mio fedele album da disegno e matita e cominciai a disegnare distrattamente. Ero talmente immersa nei miei pensieri che la mia mano si muoveva quasi come un automa, disegnando linee che poi andarono a formare il profilo di un volto. Tom… capendo ciò che stava venendo fuori, sbuffai innervosita e imprecai a bassa voce finchè non mi zittì sentendomi osservata. Girai lentamente la testa di lato e m’accorsi che accanto a me era seduto qualcuno, probabilmente era talmente impegnata a pensare che non v’avevo fatto caso.

«Bel disegno!» Esordì la persona sorridendo. Lo osservai attentamente: proprio un bel ragazzo! Capelli biondo chiari, occhi grigio-verdi, e bel fisico.
«Ehm, grazie» farfugliai io imbarazzata, non reagivo bene ai complimenti.
«Piacere Mark» Mi sorrise lui porgendomi la mano.
«Anna»  risposi stringendogliela.
«Sei in missione segreta per caso?» Disse indicando cappello e occhiali da sole.
«Ehm, no. In incognito più che altro» gli sorrisi.
«Non sei tedesca giusto? Hai un accento strano»
«Italo - tedesca» gli spiegai.
Chiacchierammo per un po’ finchè.. non cominciò a piovere.

«Ah dannazione non ho l’ombrello!» Imprecai io frugando nella mia borsa alla ricerca di qualcosa di non permeabile.

«Aspetta, è ora di pranzo! Conosco un locale a un minuto da qua, vicino a casa mia. Se vuoi possiamo mangiare lì e poi ti accompagno a casa» Oh, aria di appuntamento!
«E’ un appuntamento forse?» chiesi io scettica.

«Un’uscita tra amici! Se preferisci prendere la pioggia va bene..» disse lui perdendo il sorriso. Non mi sembrava un cattivo ragazzo, anzi era molto simpatico.

«Vada per questo ristorante!» gli sorrisi io e lui sembrò riacquistare vita.

Il ristorante prescelto era davvero carino e non c’era molta gente. Mi tolsi gli occhiali e il berretto, lasciando ricadere i miei lunghi capelli arancioni lungo la schiena.
Mi osservò per un secondo e poi si illuminò.

«Aspetta ma tu sei.. quella che apre i concerti dei Tokio Hotel?» Io annuì solamente, colta in fragrante. «Ti ho visto su un giornale di gossip di mia sorella, lei è una grande fan»

Il pranzo fu piacevole, mi raccontò della sua vita, del suo lavoro e della sua famiglia. Io fui più riservata su di me, ero pur sempre timida e impacciata.

Mi feci riaccompagnare all’hotel verso le due di pomeriggio.

«Mi sono divertita oggi» gli dissi sincera.

«Anche io! Senti ti lascio il mio numero così una sera di queste potremo uscire, che dici?» Annuì e mi ritrovai con un nuovo nome salvato in rubrica. Mi accompagnò alla hall dove mi salutò con un bacio sulla guancia. Quando mi girai per andare in camera mi accorsi che davanti a me c’era tutta la band al completo. Arrossì immediatamente. Georg aveva il solito sorriso sornione, Gustav era indifferente, Bill mi fece l’occhiolino e Tom mi congelò con un’occhiataccia. A quanto pare il gemello aveva ragione!

Salutai tutti distrattamente e mi rifugiai nella mia stanza, dopo due minuti mi suonò il cellulare, Bill.

«Che c’è Bill?» chiesi io subito sospettosa.

«Ciao anche a te Annuccia! Cos’è quel tono?» fece l’innocente lui.

«Quale tono? Dai sputa il rospo»

«Allora voglio sapere..» cominciò lui, ma lo interruppi subito.

«Non ci siamo strusciati, non ci siamo baciati, non siamo andati a letto insieme. L’ho incontrato oggi al parco e abbiamo pranzato in un ristorante e chiacchierato. Tutto qui! Poi mi ha lasciato il suo numero!»

«Perfetto! Domani andiamo in un bel locale, il Cavanis, inviagli un messaggio e chiedili di accompagnarti. Hai visto Tom no? L’hai fatto ingelosire! Vedi, io ho sempre ragione!»

«Certo Bill, come no! Comunque glielo chiedo, solo perché mi è simpatico!»

«.. e perché vuoi farlo ingelosire! Dai l’ho capito! Allora usciamo verso le dieci quindi alle otto e mezza fatti trovare lavata e profumata in camera che ti trucco io» disse con aria maligna.

«Trucco? Ma anche no caro Bill!» ma per carità!

«Si invece! E poi anche un bel vestito, te ne trovo io uno domani mattina. Che il piano abbia inizio!» Scossi la test, era troppo simpatico quel ragazzo, inoltre era impossibile fargli cambiare idea! 

Per la seconda sera di seguito mi addormentai con un sorriso.  

___________________________________________________________________________________________________________________

Ok, Danke per le recensioni, mi fanno piacere! *_________*
 LaAriii_TK: dopo il tuo urlo, posso ritenermi sorda sai? ù.ù Io continuo a minacciare, quindi picchia pure è_è
 _MINA_: grazie mille ! :D
 Holly94: e adesso sai xD
 LucillaModernLover: E io ti ringrazio ancora *ç* spero ti sia piaciuto questo donna v.v
 EhMaco: ti avverto qui, mancano circa 7/8 capitoli alla fine ;D
 Marty483:  grazie mille Marti! Contenta ti sia piaciuto! E quindi sei di catania, wow, un po' lontanucce noi xD
 piccolaemo_th: Grazie mille ! *-* Appena ho un po' di tempo (maledetta scuola!) leggo le tue storie! :)
 _Dark Angel_ 483: grazie, sono felice ti siano piaciute le scene ;D

O commentate o.. meglio non scriverlo, potrebbero arrestarmi per minacce ù.ù 

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Capitolo 26
*** Sechsundzwanzig. ***


Fatta da me (c)

Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D
Ecco il capitolo v.v
Penso posterò una volta alla settimana, in teoria xD
Mancano pochi capitoli e ho iniziato a scrivere un ipotetico sequel, ancora una bozza comunque,
quindi se posto più lentamente ho tempo per scrivere e non vi lascerò tanto senza la nuova storia!

Detto questo: peace&love, enjoy!


La mattina venni malamente svegliata da qualcosa che vibrava sotto il mio cuscino. Mi maledì mentalmente per essermi dimenticata di spengere il cellulare e risposi senza guardare chi era lo scassa palle del giorno.

«Annaaaa! Era ora, spero non stessi dormendo! Sono già le undici!» Benedetta, ti pareva!
«Ma perché chiami all’alba?» Farfugliai io mezza addormentata.
«Ma che alba e alba! Il mattino ha l’oro in bocca!» Ah lei e i suoi maledetti proverbi!
La mia risposta fu un sonoro sbuffo.
«Comunque, ho ricevuto la lettera! Grazie grazie grazie grazie grazie! Sono troppo felice, oddio un altro concerto dei Tokio Hotel e il pass per i backstage! Ci possiamo vedere finalmente, non sai quanto mi manchi!» Mi lasciai trascinare dalla sua euforia e sorrisi spontaneamente.
«Si! Poi sto a Padova anche il giorno dopo, quindi possiamo fare un giro e chiacchierare come ai vecchi tempi!» dissi io entusiasta.
«Ah, canterai a Padova?»
«Siiiii, sono troppo contenta di esibirmi anche in Italia, non vedo l’ora!»
«Già! Ma.. cambiando discorso, novità con tu-sai-chi?»
«Non so che dirti, ieri sono andata al parco e ho conosciuto un ragazzo e, quando ci siamo salutatati davanti all’hotel, mi è sembrato di vedere Tom geloso ma può essere solo una mia impressione. Quindi si passa al piano di Bill: stasera io e la band andiamo in un locale e il mio accompagnatore sarà Mark, appunto il ragazzo di ieri» Conclusi sbuffando.
«Perché quello sbuffo?» chiese lei curiosa.
«Mi conosci Bene! Non sono il tipo che usa gli altri per far ingelosire la gente e poi abbandonarli come se nulla fosse, non sono capace!»
«Quante paranoie per niente! Basta mettere subito in chiaro le cose, racconti al ragazzo che non vuoi storie o cose simili, punto!»
«Bah, speriamo bene!» Sorrisi e chiusi la chiamata.
Passai la mattinata a disegnare in camera, il pomeriggio invece avevo un servizio fotografico, tornai stanca all’hotel. Se fosse stato per me, avrei passato la serata a dormire tranquilla, invece no! Bill aveva già intuito la mia idea e mi aveva categoricamente obbligata all’uscita, ovviamente avevo avvertito Mark e lui aveva subito accettato.

Mi feci una doccia veloce e aspettai che il frontman facesse il suo ingresso in camera mia con qualche abito succinto, ma ciò non successe. Guardai stranita gli abiti che aveva scelto per la serata, in attesa di spiegazioni. Non che non mi piacessero! Tutto era meglio che un abitino sexy, naturalmente aveva scelto un paio di jeans skinny molto attillati e li aveva accompagnati con una maglietta a maniche lunghe abbastanza carina. Le scarpe invece erano col tacco, non poteva optare per un paio di bellissime converse basse?

«Bill! Come mai non ti sei presentato con qualche vestito osceno?» Chiesi curiosa.
«Come ti permetti! I vestiti che porto non sono osceni! Comunque li ho scelti apposta! Se Tom ti vedesse tutta sexy stasera capirebbe che c’è qualcosa che non va. Il vestitino sexy lo teniamo per venerdì..» disse malizioso.
«Perché? Cosa c’è venerdì?» domandai sospettosa.
«Nulla di che, andiamo in un altro locale. E sarai alla terza uscita! Ho avvertito Tom che non saresti venuta sola.. e sai no come funzionano le cose? Primo appuntamento si parla, secondo ci si bacia e terzo..» lasciò la frase teatralmente in sospeso.
«No aspetta! Tu vuoi dirmi che io stasera dovrei vestirmi quasi normalmente perché devo baciare Mark mentre venerdì devo mettermi tutta in tiro per far credere a Tom che ci voglio andare a letto?» esclamai stizzita io.
«Si! Non è un piano geniale?» Esclamò convinto lui.
Scrollai le spalle, a volte era proprio impossibile quel ragazzo! Tutto sommato il suo piano non era proprio sbagliato.. il problema era che non volevo baciare Mark! Certo, era proprio un bel ragazzo ma il mio cuore batteva per un'altra persona. Disgraziatamente per me quella persona era il SexGott che faceva battere il cuore a tutta Europa e – detta in modo non molto elegante – aprire le gambe a tutte le galline senza cervello.

Così alle dieci mi ritrovai fuori dall’hotel con tutta la band, aspettando autisti vari.
«Vieni con noi Anna?» Mi domandò Bill facendomi l’occhiolino, accompagnando il tutto con tono allusivo e sguardo malizioso.
«No, Mark arriva fra due minuti, vado in auto con lui» dissi io sorridendo.
Sentì Tom borbottare qualcosa, non riuscì a capire cosa.
«Hai detto qualcosa Tom?» intervenne allegro Bill, il gemello scrollò le spalle e non rispose.
«Ci vediamo dopo ragazzi!» Dissi io, indicando la macchina del mio accompagnatore che era appena arrivato.
Corsi verso la macchina di Mark, entrai e gli sorrisi allegra.
«Ciao Anna!» Si sporse lasciandomi un bacio sulla guancia, facendomi arrossire.
«Mark» Risposi io allegra.
Il tragitto fu breve, durò una decina di minuti e poi arrivammo al locale. Quando scendemmo dall’auto fummo accecati da moltissimi flash, per fortuna l’entrata era vicina!
«Mi dispiace per i fotografi» mi scusai col ragazzo.
«Non preoccuparti» mi sorrise comprensivo.

Quando molte urla isteriche mi giunsero all’orecchio, capì che la band era arrivata, presi Mark per mano e lo portai da loro per fare conoscenza.
«Eccovi qui! Vi volevo presentare Mark» dissi indicandolo.
Bill lo squadrò attentamente, lo salutò e poi, senza farsi vedere dagli altri, mi fece l’occhiolino: approvava la mia scelta. Inutile dire che Tom non lo degnò di uno sguardo, d’altronde non badò neanche a me. Sospirai afflitta e venni trascinata a ballare da Mark.
Mi portò al centro della pista e mi cinse per i fianchi.
«Senti ma.. sbaglio o c’è qualcosa fra te e Tom? Ci sta lanciando certe occhiate..» mi disse lui avvicinandosi al mio orecchio. Avvampai, ma lo capivano tutti?
«Uhm, no niente..» risposi indifferente io, guadagnandomi un’occhiata scettica da parte sua.
«Per quel poco che so della band, lui è quello che fa conquiste. Anche io ci proverei con te se non fossi..» cominciò a dire ma poi si bloccò di colpo, come se si fosse accorto d’aver detto qualcosa di troppo.
«Se non fossi?» Lo incitai a continuare.
«Beh.. ehm..» era decisamente in imbarazzo. Tentai a indovinare.
«Sei gay per caso?» Lo vidi impallidire all’istante e annuire, facendomi scoppiare a ridere.
«Guarda che non mi crea problemi, meglio così! Ho bisogno di un amico non di un fidanzato!» Gli sorrisi io e lo vidi rilassarsi. Ci sedemmo in un tavolo isolato e cominciò con le domande.
«Allora, me lo vuoi dire che succede fra te e lui?»
 Gli raccontai tutto, tralasciando i dettagli piccanti ovviamente.
«Quindi.. vuoi che ti aiuti a farlo ingelosire?» Domandò malizioso.
«Con quel tono fai paura! Che avresti in mente?»
«Adesso vieni con me a ballare e, quando Tom ci guarda, facciamo finta di baciarci!» Esclamò allegro, sembrava tanto Bill!
Non feci in tempo a controbattere che mi ritrovai al centro della pista stretta fra le sue braccia, io davo le spalle a Mopp mentre Mark si trovava in linea col suo sguardo.
«Ci sta guardando» mi sussurrò all’orecchio.

Poco dopo mi baciò vicinissimo alla bocca, però Kaulitz non poteva sapere che era finto, da dov’era lui sembrava proprio un bacio bacio.
«E’ diventato rosso dalla gelosia!» Mi disse con aria vittoriosa.
«Missione compiuta!» Sorrisi io.
Il piano stava andando bene. Viva Bill! 

_____________________________________________________________________________________________

_MINA_: Felice ti sia piaciuto, ecco il capitolo new :D
 Holly94: ecco, adesso sai di più! v.v 
_Screamin: danke Saph! Si guarda, me lo vedrei io Bill versione investigatore privato, con tanto di lente di ingrandimento stile tenente colombo! ò.ò Ok, lascia perdere, il pomeriggio di studio ha ucciso i pochi neuroni rimasti! 
 LaAriii_TK: no tu non picchi, non picchi! Perchè se mi picchi, io muoio e se muoio non saprai come finisce è.è
Marty483: jaja, invidiosoo Martii xD
 _Dark Angel_ 483: Uhm, cosa inattese? Dipende da che intendi xD ahha, grazie per la recensione! Ti voglio bene!
 LucillaModernLover: Donna Marti! Grande onore essere il tuo mito personale *si autoapplaude* Ma dai, povero Mark, è così carinoooo! >.<
piccolaemo_th: Non ti preoccupare per il ritardo! Ma perchè non ti piace Mark? Povero xD 
 LallaStew: Le tue minacce sono servite a qualcosa donna manesca che vuole uccidermi! o.o Ecco il capitolo, sono felice ti piaccia la storia ! *_______*  Ti voglio bene!

*Dice con tono saggio* Lasciate una recensione o voi che leggete!

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Capitolo 27
*** Siebenundzwanzig. ***


Fatta da me (c)

Lalalaaa, Anna's speaking.

Sarò breve. Scusate il ritardo, ma seriamente.. non è colpa miaaaa ç.ç
E' colpa della scuola, ovvio v.v

peace&love
, enjoy!


Ero ferma da circa dieci minuti e osservavo i vestiti sparsi per il letto, cercando il coraggio per indossarli. Erano così.. da sfrontata!

L’abito era molto corto, poco sopra il ginocchio e senza spalline, da abbinare con un paio di collant neri. Le scarpe erano ovviamente col tacco.. ma tanto tacco! In un'altra borsa c’era un giubbotto nero e due cofanetti: il primo conteneva un bellissimo braccialetto di Swarovski e l’altro orecchini a cerchi.

Sconfortata, raccolsi tutto e mi recai in bagno per prepararmi.  

Un’ora dopo ero seduta davanti allo specchio della stanza da letto mentre Natalie armeggiava sul mio viso.

«E così… vuoi far impazzire il SexGott?» Mi domandò curiosa.

«Oh beh.. più che altro voglio vedere se ho qualche possibilità» dissi sconfortata e imbarazzata dalla domanda.

«Scusa, non volevo essere indiscreta. Conosco i ragazzi da molti anni ormai, credimi se ti dico che non gli sei indifferente. Apri gli occhi, ho finito!» Mi informò allegra.

Mi portò davanti allo specchio e mi fece aprire gli occhi.

Osservai basita la persona allo specchio.

Il vestito mi stava alla perfezione, non mi faceva sembrare volgare come credevo. I collant evidenziavano le mie lunghe gambe, i tacchi mi facevano ancora più snella. I capelli rossi mi scendevano mossi fino a metà schiena. Natalie poi aveva fatto un lavoro stupendo: le mie ciglia erano lunghe grazie al mascara, l’ombretto andava dal grigio al nero, rendendo il mio sguardo ancora più intenso. Il fard dava colore alla mia carnagione terribilmente pallida. Ero soddisfatta. Se Tom non avesse capitolato quella sera beh.. non lo avrebbe fatto mai! A distrarmi dalla mia contemplazione fu l’arrivo di due messaggi: uno di Bill, l’altro di Mark.

Ehi bella rossa! Scommetto che sei stupenda! Muoviti però a scendere, non abbiamo tutta la serata! Tom poi è particolarmente nervosetto..” Bill.

Dai muoviti a scendere, che il piano abbia inizio!” Mark.

Sorridendo mi recai all’ascensore, arrivando poco dopo nella hall.

Mi sentivo osservata: tutti gli uomini presenti all’entrata mi fissavano famelici, facendomi arrossire terribilmente. Camminai con finta sicurezza fino alla band e al mio accompagnatore, loro erano girati e non si erano accorti del mio arrivo.

«Buonasera ragazzi!» Salutai allegra. Si giravano tutti verso di me e spalancarono la bocca. Bill mi fece l’occhiolino, Tom mi fissava stranito e Mark si avvicinò a me, mi cinse la vita con un braccio e mi bacio a stampo. Mopp diventò rosso.

«Ehi, come mai così bella stasera Anna?» Mi domandò Georg.

«Beh.. sapete..» non conclusi la frase ma guardai Mark con sguardo malizioso, provocando le risate di tutti.

«Beh, noi andiamo! Ci vediamo fra poco ragazzi!»  

Uscimmo velocemente dall’hotel per prendere un taxi.

«Secondo me il piano funzionerà» Annunciò il ragazzo.

«Lo spero davvero. La situazione ora come ora è davvero pesante!»

Chiacchierammo ancora per un quarto d’ora, poi arrivammo al locale. Inutile dire che fuori era già pieno di ragazze tutte agghindate in attesa dei loro idoli che urlavano il nome della band. Mi sentì terribilmente in imbarazzo, era pieno di fotografi! Pensare che sarei stata fotografata con addosso quel vestitino molto ino mi faceva avvampare!

«Coraggio, non aver paura che sei bellissima!» Mi confidò il mio accompagnatore all’orecchio, gli sorrisi riconoscente.  

Entrammo velocemente all’interno, Bill aveva scelto proprio bene: al centro c’era una pista da balla, ai lati vari tavolini, in fondo la porta che introduceva a un corridoio – che portava a varie stanze.. – e vicino al bar c’era il privè. Ci dirigemmo nella zona “vip” prenotata dai Tokio Hotel e ci scambiammo qualche battutina in attesa dell’arrivo degli altri.

Il loro arrivo coincise con l’aumento delle urla fuori. Ho rischiato di rimanere sorda, sul serio!

«Da quanto tempo ragazzi!» Salutai io.

«Ciao bellissima!» Ricambiarono loro. Tranne Mopp, ovvio!

«Noi andiamo a ballare!» Disse Mark porgendomi una mano. Gli sorrisi e potei scorgere Kaulitz stringere le mani. Ghignai soddisfatta!

Scendemmo in pista e cominciammo a ballare un lento.

«Fra quanto passiamo alla fase due?» Mi domandò.

«Non so. Aspetto un segnale di Bill!»

 Continuammo a dondolarci per una mezzoretta finchè non vidi Bill fare l’occhiolino.

«Si parte! Vieni con me» Mi guardò malizioso, mi tese la mano e mi portò davanti alla porta che portava al corridoio delle camere, prima di aprirla mi diede un leggero bacio.

«La “nostra” camera è l’ultima, camminiamo piano, sperando che il tuo spasimante si dia una mossa!» Non risposi, sbuffai e lo seguì. Nel frattempo mi mordicchiavo il labbro nervosa. Se non avesse funzionato? Se non si sarebbe mosso? Se avesse preferito passare la serata con una bella bionda? Sospirai afflitta. Stavamo per arrivare alla camera quando sentì qualcosa che mi bloccava. Non feci in tempo a girarmi che fui trascinata nella stanza prima. Probabilmente ero talmente assorta nei miei pensieri che non avevo sentito i passi dietro di noi. Non mi resi conto di quello che stava succedendo finchè non vidi lo sguardo di Tom su di me e sentì le sue mani che mi stringevano i polsi.

Lo guardai in attesa di un segnale.

Il mio cuore batteva all’impazzata.

Ti prego.. di qualcosa. Pregavo parlasse.

Si grattò l’orecchio, lo faceva quando era in imbarazzo.

«Senti.. io…»

____________________________________________________________________________________________________________

Grazieee per le recensioni! :D

LucillaModernLover: non potevo permettere sbattessi la testa contro la tastiera, quindi.. eccomi quii con il nuovo capitolo! Es tut mir leid per il ritardo, chiedo venia *occhi dolci* non picchiarmi *fa il labbrino*  

piccolaemo_th: Non ti preoccupare per il ritardo, eeh Tom gelosoo wààà v.v  

 _MINA_: grazie Alinaa! :D  

lulu483: Danke, sono contenta ti piaccia la storiaa! Mi fa piacere Lucy! :) 

_Dark Angel_ 483: eehe, colpo di scena xD già, meglio per il piano! Ci sono troppe complicazioni perchè lui si innamori di Anna v.v Spero ti sia piaciuto questo :D Tvb! 

EhMaco: Tom, Anna e Mark, il magnifico trio v.v Buahahaa xD 

Marty483: E si, Mark gay jaja v.v Grazie mille!   

LaAriii_TK: anche io voglio un amicoooo gayyyyy >_____< Non lapidarmi, ti pregooo *scappa*  

LallaStew: Gemmaaaaa *__* Ovvio che inizi ad amare Bill, come non amare quell'essere? v.v Perchè vuoi che io diventi gay? Non ti vado benee così? Ti odiooooo *PIANGE*  

Holly94: ehe Vale, ovvio n.n :D

Bye Bye, Anna cerca qualche idea per il sequel e per oggi chiude qui v.v

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Capitolo 28
*** Achtundzwanzig. ***


Fatta da me (c)

Lalalaaa, Anna's speaking.

Sarò breve perchè i Promessi Sposi mi aspettano.
Uhm,
peace&love
, enjoy!
( dono della sintesi )


«Senti.. io..» Iniziò a parlare titubante. Lo fissai in ansia.

«Mi dispiace» Esclamò esasperato. Inutile dire quanto fossi stupita. Tom Kaulitz che si scusava? Data da segnare sul calendario gente!

«Di cosa?» Domandai, non volevo rendergli le cose troppo facili.

«Insomma.. sono stato un coglione okay? Non sono pratico di queste cose.. solitamente le ragazze con cui passo la notte poi non le rivedo più. Tu però.. sei diversa! Tu mi piaci Carotin! E mi dispiace ci sia voluto un altro ragazzo per farmelo capire.. per farmi capire quanto tengo a te. Però vedo che ti sei consolata in fretta» Disse tutto d’un fiato, con tono acido l’ultima frase.

Rimasi stordita da tutte quelle parole, ci misi un po’ per formulare una frase di senso compiuto.


«Kaulitz.. io non mi sono consolata. Mark è un amico, tra l’altro non penso gli potrei piacere visto che non sono un uomo. E beh, penso tu abbia capito quello che provo per te. Mi piaci anche tu» conclusi arrossendo.

«Quindi.. tra te e lui.. niente?» mi domandò incerto.

«Niente» confermai.

«Bene» sussurrò stringendomi.

Si fece sempre più vicino. Lasciò i miei polsi e mi prese il viso fra le mani, avvicinandolo al suo lentamente. Sentivo il suo respiro sul mio collo.


Poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie.

Dapprima un bacio casto, poi sempre più passionale. Dischiusi le labbra per permettere alla sua lingua di entrare. Il contatto col suo piercing mi fece rabbrividire e lo sentì sorridere. Circondai il suo collo con le mie braccia e mi appiccicai a lui.

Dio.. quanto mi era mancato! I suoi baci,, ero andata in astinenza. Però.. avevo bisogno di risposte, di certezze.

«Kaulitz.. aspetta» sospirai discostandomi da lui, terribilmente controvoglia.

«C’è qualcosa che non va?» Disse sorridendo sornione. Certo, se continui a sorridere così mi uccidi! Perché doveva essere così bello?

«Ho bisogno di sapere cosa sono per te» Dissi sicura. Lo vidi tentennare prima di darmi una risposta.

«Ho già detto che non sono bravo in queste cose. Sono sempre stato lo stronzo di turno. Però..» si grattò le orecchie in imbarazzo. Lo incitai a continuare con lo sguardo.

«Penso.. insomma.. voglio stare con te! Posso fare il bastardo quanto voglio ma non posso più negare il fatto che tu sia importante»


In quel momento sentì i miei neuroni preparare le valigie e partire per la famosa Honolulu.

Lui.. voleva stare con me. Con me! Non con una biondona super sexy, con me!

Chissà se riusciva a sentire il mio cuore.. batteva davvero forte.

Mi guardò in attesa di una mia reazione. Mi persi per un istante in quegli occhi nocciola, così dolci e espressivi. Non riuscivo a parlare, ero come paralizzata.


Lo fissai a miei volta e lo abbracciai forte.

«Andiamo in hotel» mi sussurrò con voce terribilmente calda. Annuì semplicemente.

Mi prese la mano e mi trascinò per l’uscita secondaria, fuori c’era la sua macchina che ci attendeva. Forse avrei dovuto avvertire Bill della riuscita del piano. No, poteva aspettare la mattina successiva.. salimmo in auto e poco dopo raggiungemmo l’albergo.

Silenziosi prendemmo l’ascensore, teneva ancora la sua mano nella mia.

Arrivammo in camera, non c’erano bisogno di parole. Appena chiusa la porta, mi prese per la vita facendo coincidere le mie labbra con le sue. Un altro bacio, passionale ma calmo. Denso di desideri repressi. Si scostò un momento da me e mi fissò, sussurrandomi all’orecchio «Sei bellissima stasera comunque». Arrossì e tornai a baciarlo.

Poco dopo, vestito dopo vestito, finimmo distesi a letto. Tra le sue braccia mi sentivo così.. bene? Si, come se mi appartenessero. Come se fossero nata per stringermi.

Ci lasciammo trasportare dalla passione, riempiendo la stanza di gemiti e sospiri.

Ci addormentammo così, stretti l’uno sull’altro, soddisfatti e felici.

Driiin.. driiiin, driiiiiiiiin, driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin, driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin.

Aprì gli occhi di soprassalto, che cazzo aveva da suonare quel cellulare? Sbuffai e poi mi vennero in mente tutti gli avvenimenti della sera precedente, mi girai sull’altro lato del letto e sorrisi nel vedere Tom lì, vicino a me, con un braccio stretto alla mia vita.

Era tutto vero allora.. non era un sogno. Il mio sorriso s’allargò.

Lo vidi sbattere leggermente le palpebre, si stava svegliando.

«Buongiorno» mi sussurrò con la voce roca, ancora impastata dal sonno.

«Buongiorno» gli risposi io baciandolo delicatamente.


Purtroppo il bel momento fu interrotta dal cellulare che continuava a suonare. Guardai Mopp cercando di capire se il telefono fosse il suo. Rispose con una scrollata di spalle. Mezza intontita mi misi a cercare l’aggeggio rumoroso, trovandolo a terra, accanto al comodino. Non guardai chi era, risposi mugugnando un pronto.

«Anna? Alla buon ora! È da mezz’ora che cerco di chiamarti!»

«Buongiorno Bill» bofonchiai io.

«Deduco che le cose con Tom siano andate bene!» Disse entusiasta.

«Mhm… perché pensi questo?» Risposi io mentre un sorriso si allargava automaticamente nel mio viso.

«Hai risposto al suo cellulare scema!» esclamò con tono giocoso!

Grande figura di merda! Non potevo controllare prima? Sentì la risata di Tom vicino a me, aveva sentito la conversazione a quanto pare.

«Buongiorno fratello!» salutò Tom, che intanto s’era appropriato del cellulare mettendo il vivavoce.

«Come siamo allegri! Allora.. novità?» Domandò Bill malizioso. Sbuffai, era peggio di una pettegola santo cielo!

«Oh beh niente, è stata una bella serata ieri» rispose l’altro gemello laconico.

«Nient’altro?» tono deluso.

«Oh beh, Carotin è la mia ragazza» Comunicò Kaulitz. Sentì chiaramente gli ululati di gioia del frontman, ma ero troppo occupata a pensare per badarci.

Ero la sua ragazza.

Io, ero la sua ragazza.

La ragazza del SexGott!

La ragazza del bellissimo, stronzo ma dolcissimo Tom Kaulitz!

Carotin è la mia ragazza. Cinque semplici parole che mi fecero stare bene, mi sentì pervasa da una gran soddisfazione. Lui era mio. Io ero sua.

Finalmente anche io potevo godere della mia dose di felicità.

____________________________________________________________________________________________________________

Grazieee per le recensioni! :D

LucillaModernLover: Io sadica? Pff, figuriamoci u.u Ho postato martedì, come da LEI richiesto!
Lalalaa, spero ti sia piaciuto donna **

piccolaemo_th: Già, per una volta niente minacce! Con le buone si ottiene tutto no? XD

_MINA_: Tarararaaa ecco il nuovo capitolo **

_Dark Angel_ 483: Alice, non ti preoccupare per il ritardo, anche io sono messa così guarda -_-
Maledetta scuola! Ecco il capitolo,, uhu spero di aver placato la tua curiosità :D Ti voglio benee :)

Marty483: Non ti preccupare, anche io con la scuola passo meno tempo al computer! Spero ti sia piaciuto questo :3

LaAriii_TK: anche io voglio un amicoooo gayyyyy >_____< Non lapidarmi, ti pregooo *scappa*

LallaStew: Gemma, non ci pensare, non sprecare energie cercando di capire cosa provi per me. Tu mi ami, tutti mi amano! No okay, seriamente xD Sono felice ti piaccia **
Ti voglio bene <3

iolly21: Ohoh, si che posso, creare suspeeence v.v Spero ti sia piaciuto questo capitolo :DD

LaArii_TK: pillolina bluuuuu ** Ecco in questo capitolo tutto è stato svelato U.U così non sei stata costretta a venire a casa mia e picchiarmi, '-'

_Screamin: signora Jost! Eh si che dovevo farlo gay, ci vuole sempre un personaggio gay in una storia! xD (oppure ci si accontenta di bill è.è) Ho postato - quasi - presto v.v Hope u enjoy :)


Scusate il ritardo, ma queste settimane sono pesanti, ci hanno appena dato le pagelle ( si auto-applaude per la media dell'8 ) e ci fanno lavorare parecchio!
Che due Kaulitz!

Spero che il capitolo non vi abbia deluso :)
Ringrazio tutte le ragazze che mi recensiscono, ma io vi amooo **
E anche tutti i lettori silenzioni, però volevo dire.. non vi ammazzo se lasciate un commento eh, anzi :D


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Capitolo 29
*** Neunundzwanzig. ***


Fatta da me (c)

Lalalaaa, Anna's speaking.

peace&love
, enjoy!
( solito dono della sintesi )


Scesi di corsa dal tourbus e guardai il paesaggio entusiasta.

Dopo tre settimane dall’inizio della seconda parte del tour, eravamo arrivati in Italia. A Padova, dire che ero felice era troppo poco: mi era mancato in fondo il mio paese. In fondo, ma proprio in fondo, non fraintendete! Poi avrei finalmente rivisto Benedetta, era da tre mesi che non la vedevo più! Un record, sul serio. Inoltre avrei cantato davanti alle mie connazionali, riuscivo a pensare solo a una cosa: wow.

A interrompere i miei sogni ad occhi aperti furono un paio di mani calde che mi presero delicatamente per la vita. Sorrisi quando sentì le labbra di qualcuno sul mio collo.

Kaulitz. Erano passate tre settimane da quando ero diventata ufficialmente la sua ragazza – ancora era strano definirmi così – e tutto andava a gonfie vele. Ero felice, davvero. I litigi non mancavano, sempre per le solite sciocchezze. Si risolvevano subito però, erano parte di noi insomma. I ragazzi avevano accettato di buon grado la notizia, soprattutto Bill che c’aveva circondato in un abbraccio di gruppo, facendo scoppiare a ridere tutti. Anche David non aveva fatto una piega. Avevamo deciso di comune accorto di non rendere la notizia pubblico, avevamo già pochissima privacy prima, se la stampa avesse scoperto la nostra relazione, addio riservatezza. A noi andava bene così, passavamo comunque molto tempo insieme. E la cosa bella sapete qual era? Non ci annoiavamo mai, insomma.. stare con lui era fantastico. A volte era un cretino, ma un cretino fantastico. Ah, l’amour..

«A cosa pensavi così intensamente piccola?» Mi sussurrò, e pensare che un mese prima l’avrei ammazzato se mia avesse chiamata così, mentre ora.. il mio cuore faceva i salti di gioia.

«Nulla di particolare Mopp. Sono felice di essere qui!» Risposi girandomi verso di lui e posando la mia testa sull’incavo del collo, aspirando il suo buonissimo profumo. Si, stando con lui stavo diventando un cane da tartufo. Tze.

«Agitata per il concerto di stasera?»

«Uhm.. abbastanza! Non più delle altre volte. Poi sapere che c’è Benedetta nel backstage mi aiuta» risposi sincera.

«Capisco. Io adoro l’Italia! Le fan italiane poi.. sono molto calorose!» disse allegro, guadagnandosi una gomitata dritta in pancia.

«Non sarai mica gelosa? Dai, lo sai che io preferisco che italo - tedesche!»

«Ruffiano!» risposi io baciandolo.

«Ehm ehm, ragazziii? La smettete di tubare? Dobbiamo andare a fare il check al palasport» Bill, il solito guastafeste! Scossi la testa sconsolata, Tom fece lo stesso.

Il chitarrista mi circondò la spalla con un braccio e ritornammo nel tourbus.

«O mio Dio!» esclamai io una volta entrata nel palazzetto. Era fantastico! Non c’ero mai stata, credevo fosse più piccolo! Invece era spazioso e il palco era spettacolare.

«Figo!» Dissero Bill e Tom contemporaneamente, scoppiando poi a ridere. 

 Dopo i vari gridolini di esaltazione cominciammo le prove. Andò tutto alla perfezione.

Io avrei dovuto cantare On the edge, Rette mich, That day e infine Zoom al pianoforte.

Non vedevo l’ora.

 

«Li sentite? O sono io che ho qualche problema?» Chiesi alla band. Erano mezzogiorno ma mi pareva di udire già le fan che urlavano. Povere i miei timpani!

«No, sentiamo anche noi. Purtroppo!» Rispose Georg sbuffando.

«Ma dov’è Tom?» Chiesi guardandomi attorno: due minuti prima era lì, ne ero certa.

«E’ uscito giusto un istante fa. Credo sia andato nel suo camerino» rispose noncurante Gustav. Sorrisi e uscì dalla sala per andare da lui.

«Kaulitz, vuoi aprire questa porta?» Domandai dopo un minuto che bussavo senza risposte. Ad aprirmi fu lui a petto nudo. Un colpo al cuore seriamente! Voleva farmi morire. E che cavolo!

«Maaaaaa copriti!» Esclamai agitando le mani per coprire il rossore nel mio viso.

«Ma piccola, hai già visto tutto mi sembra. Giusto?» Fece malizioso prendendomi fra le braccia e stringendomi a sé.

«Perché sei sparito così?» cercai di sviare la domanda. Lo sapeva che mi imbarazzavo!

«Troppa tensione. Conosco un metodo per scaricarla!» Lo guardai confusa per un momento, poi sentì le sue labbra sulle mie e capì.

Non mi ritrassi. Insomma ragazze, chi di voi l’avrebbe fatto? Ero tesa anche io comunque. E lui era il mio ragazzo. Ed era anche stupendamente bello e sexy in quel momento. Dimentico qualcosa? Lo amavo.

 

«Mancano due ore al concerto, dobbiamo andare a prepararci Kaulitz» dissi svogliatamente mentre raccoglievo i miei indumenti sparsi per la stanza.

 

Mi guardai allo specchio del camerino. Mancava un quarto d’ora allo show. Ero terribilmente tesa! Ovviamente Bill e Tom si erano messi d’accordo per scegliermi i vestiti. Così.. mi trovai a indossare un paio di jeans della mia misura. Una tragedia insomma.

Sbuffai, ravvivai la mia chioma rossa e uscì da lì. I ragazzi erano dietro al palco in rigoroso silenzio.  Sapevo che una parola di troppo gli avrebbe fatti scattare, tesi com’erano. Perciò tenni la bocca chiusa, contando i battiti irregolari del mio cuore, man mano che il tempo passava, aumentavano in maniera esponenziale. 

 

Alla fine l’ora x arrivò.  Inforcai il microfono e mi recai sul palco.

C’era moltissima gente! Una miriade di ragazze che attendeva i proprio idoli. Sorrisi, mi faceva sempre lo stesso effetto stare sotto i riflettori.

«Buongiorno Padova! Come state?» Dissi in italiano, in risposta solo urli.

Presi la chitarra e intonai la prima canzone. Il pubblico era in fibrillazione, si alzavano cori che accompagnavano la mia esibizione.

 

The first time on the edge

The scars will stay forever

Side to side with death

The moment that feels better

Darkness and light

Are blinding her sight

She's not coming back

 

Conclusi così il primo pezzo, per poi passare agli altri.

Fu bellissimo intravedere tra i cartelloni della band alcuni col mio nome, davvero.

Terminato lo show, tornai nel backstage saltellando contenta.

«Ah è stato STUPENDO!» Dissi entusiasta catapultandomi tra le braccia di Tom.

«Sei stata bravissima, com’è il pubblico?» domandò Bill.

«Le ragazze sono carine! Ovvio.. pubblico italiano!» Ridacchiai.

«Ragazzi andate, è il vostro turno!» annunciò il manager entrando.

I quattro si guardarono allarmati, facendomi ridere. Era bello: nonostante fossero delle star internazionali, avevano ancora l’ansia prima di ogni concerto.

Mi recai in camerino per rimettere i miei adorati vestiti: jeans larghi e felpa.

Attesi con ansia la fine del concerto, non vedo l’ora di vedere Bene!

Due ore dopo i ragazzi tornarono pieni di energia dietro al palco.

«Siete stati egregi!» Esclamai abbracciandoli tutti.

«Grazie! Avevi ragione.. pubblico stupendo! wow» Disse Gustav.

Poco dopo il manager fece il suo ingresso accompagnato da un gruppo di ragazzine strepitanti, pronte per passare cinque minuti con la band.

Scrutai attentamente la piccola folla finchè non vidi la mia amica: non era cambiata.

Aveva dei lunghi capelli castani, lisci come spaghetti e un sorriso sbarazzino.

«Benedetta!» Urlai non appena si girò verso di me.

«Anna!» Rispose svicolando fra le ragazze e saltandomi addosso.

Inutile dire che ci ritrovammo a terra, era decisamente forte e pesante la ragazza!

«Come mi sei mancata!» Esclamammo all’unisono.

«Ragazzi, lei è la mia migliore amica Benedetta» dissi una volta rialzata, presentandola ai ragazzi. Lei non spiccava parola, era rimasta imbambolata!

«Si.. ehm.. appena si riprende dovrebbe parlare. Poverina è rimasta scioccata!» Sorrisi.

«.. dalla mia bellezza ovvio!» concluse la frase Tom, ricevendo un’occhiataccia da tutti.

«Ti piacerebbe Kaulitz!» Risposi io tirandogli pestandogli un piede, non cambiava mai!

 

____________________________________________________________________________________________________________

Grazieee per le recensioni! :D

LucillaModernLover: Vedi, ho postato all'ISTANTE! Come da lei richiesto u.u 
piccolaemo_th: Ahaha, sono contenta tu sia contenta :D   
_Dark Angel_ 483: Ecco il nuovo capitolo, ormai la coppia si sta consolidandoo ;D 
Marty483: Sono happyy ti sia piaciuto Martii *ç* 
LaAriii_TK: Uuuuh, ma grazie pillolina bluu! 28 capitolo, meglio tardi che mai eh pff u.u 
LallaStew: oooh ma ti amo anche io ** Sono stata brava, ho postato prima del tuo b-day! UUUuuuh :D 
Holly94: Ai suoi ordini, torno a postare! v.v
EhMaco: Waa xD sicura di volerlo sapere?     *suspence*         ne mancano 4 *ç*  
 _Biia_: rieccotii bia ;) *la perdona* sono felice che la storia ti piaccia *-* 
 Zimmer 483: grazie mille per la recensione! E Bill, sempre in mezzo, ovvio v.v Ecco il capitolo nuovo ;)
Holly94: Ai suoi ordini, torno a postare! v.v
EnriLouder: sii piace anche a me quel capitolo *-* Grazie mille !

Vi avverto, manca poco alla fine! 4 capitooooooooooooooooooooli!
E, sapete che avevo iniziato il sequel no? Ecco, dimenticatevelo ._.'
Non ho fantasia per elaborare una nuova storia e neanche molto tempo, magari farò una one-shot conclusiva, vediamo come vanno le cose v.v
Ringrazio con tutto il mio Herz le ragazze che mi seguono *_______*
Mi fa davvero piacere che la mia storia vi piaccia, davvero *_________*
Ok, se lasciate una recensione mi fa piacere, ho superato le 100, oddio, non
credevo! Quindi,,, grazie grazie grazie grazie grazie grazie. Ich liebe euch, Leute. 
Uhm, se non avete nulla da fare, mi farebbe piacere se leggeste la mia shot:
Geht nie vorbei ( susu, che vi costa? *faccino dolce* ) 


With Liebe, Anna

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Capitolo 30
*** Dreißig. ***


Fatta da me (c)


peace&love
, enjoy!


In quel momento potevo considerarmi la persona più felice del mondo, con Benedetta vicino mi sentivo completa, mi era mancata davvero tanto, lei e la sua innata passione per il rosa, per i ragazzi, per i pettegolezzi e, infine, per i Tokio Hotel. Dopo lo scambio di battute con Tom, le diedi una gomitata per risvegliarla dallo stato di coma in cui era caduta, sbatté le palpebre e sul suo volto comparve un sorriso estasiato. La tirai in un angolo e aspettai che tutte le ragazze nel backstage facessero le loro foto e se ne andassero e la condussi dalla band. In quel lasso di tempo non aveva detto parola, era rimasta immobile a osservare i 4 con la bava alla bocca.

«Bill!», richiamai la sua attenzione. «Lei è la mia migliore amica Benedetta!» e la indicai.
«Piacere, Anna ci ha parlato tanto di te!» e tirò fuori il suo miglior sorriso, mostrando una schiera di denti bianchissimi che avrebbero mandato al tappeto qualunque ragazza dotata di poco autocontrollo, ero sicura che la mia compagna d’avventure si stesse trattenendo dal saltargli addosso.
«P-piacere m-mio!» rispose come un automa, incantata dal cantante. In effetti trovarsi Bill Kaulitz davanti era un colpo al cuore: ti sovrasta in altezza – venti centimetri di cresta -, occhi incantatori e sorriso smagliante, bellezza autentica insomma.
Fu poi il turno di presentare Georg e Gustav – anche se non ce n’era il bisogno, probabilmente Benedetta sapeva più cose sulla band che su sé stessa!. Notai che respirava affannata, anche le due G facevano la loro figura, nonostante fossero sottovalutati dal pubblico, tutti preferivano i gemelli. Il bassista aveva dei bellissimi occhi grigio-verdi e un costante sorriso sghembo stampato in viso, per non parlare degli addominali scolpiti che s’intravedevano dalla maglietta aderente.
Quello che più mi piaceva del batterista erano le sue braccia: a forza di suonare erano diventate forti e muscolose e, poi, aveva la capacità di metterti a tuo agio con un sorriso.
Dopo le presentazioni di rito, ci congedammo e portai la ragazza in camerino.
«Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!» urlò lei una volta chiusa la porta alle spalle .
Cominciò a saltellare per la stanza, mi chiesi se per caso avesse battuto la testa!

«Oddio, sono bellissimi! Come fai a viverci senza rischiare un infarto ogni volta? Dai giornali sembrano carini, ma visti da vicino sono quattrocentottantatre volte meglio!» ufficiale, era partita! «E tu Anna, sei stata magnifica! Mi hai fatto piangere! E anche le altre ragazze del forum erano entusiaste! E anche verdi d’invidia visto che io avrei incontrato tutti! Mamma mia, è stato bellissimo! Uno dei giorni più belli della mia vita!» Sorrisi, era identica a Bill in questo aspetto: quando era felice o eccitata, diventava terribilmente logorroica!
«Ti devo ringraziare, è grazie a te se sono riuscita a conoscerli e a parlarci!»
«Cosa dici Bene? Sono io che devo ringraziare te! Se non mi avessi iscritta al concorso, mai sarebbe successo questo!» dissi sincera. Mi guardò per un istante e mi travolse in un mega abbraccio stritolatore, quelli in cui rischi di morire soffocato.
«Cavolo, avresti mai immaginato tutto questo quattro mesi fa?» domandò con sguardo sognante. No, un’estate fa non credevo la mia vita sarebbe cambiata così tanto, non pensavo avrei incontrato i miei idoli, vinto un programma televisivo, cantato su un palco di fronte a migliaia di persone, viaggiato per tutta l’Europa e, infine, non avrei mai immaginato che mi sarei innamorata di Tom Kaulitz e ci saremmo messi insieme. Ripensavo ai provini, sembravano tanto lontani, quasi fosse passato un secolo, invece erano pochi mesi. Chissà come sarebbe successo una volta finito il tour.
«Però.. fra un mese e mezzo finisce tutto» dissi io triste.

«perché quel tono?» domandò lei osservandomi attentamente.

«Loro continueranno a viaggiare, avranno interviste e cose varie. Io invece no, dovrò tornare in Italia e ricominciare da capo una vita normale, e non so se ce la faccio. Inoltre, mi sono affezionata moltissimo a loro, come faccio? Non avranno più tempo per me! Magari all’inizio ci sentiremo regolarmente, poi le telefonate diminuirebbero e per loro diventerei una delle tante comparse nella loro vita da star! E ho paura, insomma.. » mi guardò incitandomi a continuare. «Sono certa che la storia con Tom non finirà bene» raccolsi una lacrima dall’occhio, non volevo piangere!
«Non dire cazzate Anna Schneider! Non succederà nulla di tutto quello che hai detto! Si vede che i ragazzi si sono affezionati a te, ti vogliono bene! È vero, magari non vi sentirete spesso, ma dubito ti vedranno come una comparsa nelle loro vite! Ho visto anche come ti guardava Tom, magari un ragazzo guardasse anche me così! Gli luccicano gli occhi quando ti guarda, sono sicura che lui ti ami, solo che non è pronto ad ammettere i suoi sentimenti» spiegò convinta.

Le feci un piccolo sorriso, non ero per niente convinta di ciò che mi diceva, ma non volevo rovinarmi una serata così bella.

«Comunque, cambiando discorso.. come ti sei sentita vedendoli?» chiesi curiosa.

«Oddio, non puoi immaginare! Pensavo che mi partisse il cuore! Soprattutto quando Bill mi ha sorriso, è terribilmente sexy e affascinante! Ah, è single vero?»  

«Ehi, ma tu non eri fidanzata?» domandi inarcando un sopracciglio, scettica.

«Oh, l’ho lasciato una settimana fa» disse con noncuranza.

«Cosa? Perché non me l’hai detto?» ero stupita.

«Me ne sono dimenticata! Oh, insomma, mi ero stancata. Pff, si era spenta la scintilla.» rispose con semplicità. La invidiavo, per lei trattare coi sentimenti era semplice, mentre io mi facevo mille problemi. Dannazione!
«Comunque, devo tornare a casa ora» disse triste guardando l’orologio.

«Stai scherzando spero? Io sono in Italia e tu te ne torni a casa? No, no e ancora no! Sono a Padova per due giorni, tu stai con me! Credevo l’avessi capito, alloggerai con me, nello stesso albergo dei ragazzi, così li conoscerai meglio!» le dissi sorridendo e con tono che non ammetteva repliche. «COOOOOOOOOOOOOOOOOOSAAA? Davvero, non stai scherzando vero? Ti ho già detto che ti amo? No, beh.. TI AMOOO! Cavolo, mi rendi la ragazza più felice di questa terra!» disse in preda a un infarto, rischiava anche una paralisi facciale, aveva un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all’altro!

«Aspetta, non torniamo in macchina con loro vero? No perché, vedi.. sono orribile! Devo darmi una sistemata, non voglio che mi vedano come prima, tutta sudata e mezza rincoglionita!» ululò con tono terribilmente melodrammatico e preoccupato. Scossi la testa.

«Non ti preoccupare, ci facciamo accompagnare da Saki»

Chiamai la guardia del corpo e uscimmo silenziosamente dal camerino, sembravamo due cretine. Benedetta m’aveva ordinato di non fiatare e camminare in punta di piedi, per evitare che uno dei quattro tedeschi spuntasse fuori e ci cogliesse in fragrante, la faccia del bodyguard quando ci vide era comica, dapprima ci guardò per capire se eravamo fumate o drogate, poi inarcò un sopracciglio – non so come raggiunse un’elevazione simile sinceramente – e poi scosse la testa.

Il “piano” della mia amica funzionò, in quanto nessuno si accorse di noi.

Il viaggio in macchina fu silenzioso, Bene aveva uno sguardo sognante e un sorriso felice in volto, era bellissimo vederla felice, soprattutto sapere che, se lo era, era anche grazie a me.

Spalancò gli occhi di fronte all’hotel, era quello più bello di Padova, cinque stesse e pareva un grattacielo, tutto di lui urlava al lusso, ridacchia vedendo il viso.

Andai a prendere la tessera magnetica della camera e poi salimmo in ascensore.

«Aspetta!» disse d’un tratto la mia amica, alzando la voce e facendola diventare stridula. La guardai chiedendole di continuare. «Ma.. tu non dormi con Tom di solito?»

Arrossì come un pomodoro e fu il suo turno di ridere. «S-si.. cioè.. aah! Insomma, abbiamo sempre una camera a testa, di solito però io dormo nella sua. Per questi due giorni resterà solo. O, almeno.. gli conviene essere solo» dissi con tono minaccioso e cupo l’ultima frase.

«Cara, non ti avevo mai visto in versione gelosa! Comunque, preparati.. appena entrate in camera ti aspetta un interrogatorio coi fiocchi» disse sfregandosi le mani.

«No, ti prego, rimandiamo a domani mattina? Sono stanca morta, è tanto se mi reggo in piedi» effettivamente ero veramente stanca e, in più, volevo guadagnare tempo.

Sbuffò ma non disse nulla. Entrammo in stanza, mi svestì e mi addormentai appena misi la testa sul cuscino.  La giornata successiva sarebbe stata lunga...

 


____________________________________________________________________________________________________________


Ecco il nuovo capitolo, scusate il ritardo nel postare!
Ho ripreso la stesura del sequel, se tutto va bene riuscirò a farlo uscire
prima della mia morte .____.'  
Grazie a tutte per le recensioni, anche a chi legge e non commenta!
(ribadisco, commentare non uccide! Uccido io se non lo fate *faccia minacciosa*

Geht nie vorbei ( Mia OS, se non ne avete niente da fale leggetela u.u )


With Liebe, Anna

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Capitolo 31
*** Einunddreißig. ***


Fatta da me (c)


peace&love
, enjoy!


Le due giornate a Padova trascorsero velocemente, troppo forse. Passare del tempo con Benedetta fu un toccasana, mi era mancata davvero tanto! Era l’unica persona che ancora mi teneva collegata all’Italia, se non fosse stato per lei mi sarei già trasferita altrove senza pensarci. Passammo due giorni sempre assieme, dovevamo recuperare quei mesi lontane. Parlammo tanto, come ai vecchi tempi. L’unico lato negativo fu che non stetti quasi mai con Tom, che dire? Due giorni e già mi mancava da morire. Nei momenti in cui era libero lui, io ero con Benedetta.. mentre quando ero libera io, lui aveva interviste o altro. Ora eravamo scesi a Roma perché la band doveva fare un’apparizione a TRL, io però ero rimasta nel tourbus, da sola. Non avendo nulla da fare, tirai fuori il mio blocchetto da disegno, era caduto in disuso ultimamente. Sfogliai le pagine, monopolizzate da disegni che ritraevano dettagli della stessa persona: i suoi bellissimi occhi nocciola, il suo naso perfettamente dritto e in armonia col viso, le labbra carnose con quel piercing irresistibile.. i capelli che gli davano l’aria da Mopp. Sospirai, ero davvero terribilmente e indiscutibilmente innamorata di quel crucco. In che guaio mi ero cacciata? Io, ragazza totalmente inesperta in campo sentimentale, timida e impacciata, amavo l’uomo più desiderato della Germania, se non di tutta Europa! Il mitico SexGott – epiteto del tutto meritato comunque - ! E cosa più strana.. anche lui sembrava provare qualcosa per me. Il problema? Avevo paura, una paura tremenda. Le sentivo quelle parole, ogni volta che mi baciava.. mi nascevano in gola ma mi paralizzavo senza riuscire a dirle, tre stupide parole dannazione! Ich liebe dich.

Se mai gliel’avessi detto, potevo benissimo immaginare la sua reazione: prima sarebbe sbiancato, poi sarebbe scappato a gambe levate, lontano il più possibile da me. Sbuffai, perché non mi ero innamorata di Bill cavolo? Di sicuro non avrei avuto tutti i dubbi che mi circondavano.

Lasciai il blocchetto da disegno sul tavolo e guardai l’orologio, il tempo passava troppo lento quando i ragazzi non c’erano, sarebbero dovuti tornare già da un’ora, erano in ritardo. Sbuffai e scrissi un messaggio a Tom, per sapere quanto gli mancava; la risposta non si fece attendere.
“sto arrivando!” Stitico come al solito lui! Rimasi stupita, aveva usato il singolare, bah!

Picchiettai nervosamente con le dita sul tavolino, finchè, mezz’ora dopo, la porta del tourbus non si aprì rivelando un Tom Kaulitz nella sua forma più smagliante.

«Ehi piccola» disse avvicinandosi a me.

«Kaulitz» ricambiai «Dove sono gli altri?»

«Uhm, sono andati a fare shopping con Bill» rispose con un sorrisetto che non mi scampò.

«Shopping con Bill? Di loro spontanea volontà?» chiesi scettica: nessuno sano di mente si sarebbe offerto per una tortura simile. Volevo bene al cantante, per carità.. ma andare a far compere con lui era peggio di una tortura!

«Beh, diciamo che gli ho un po’ costretti» ammise imbarazzato. Che carino! «Insomma.. mi sei mancata in questi giorni!» Ammise lui. Un sorrisetto mi si stampò in faccia.

«Mi sei mancato anche tu Kaulitz!» Dissi.

Non aggiungemmo altro, impegnati a fare.. altro.

 

Mi godevo la bellissima sensazione di stare fra le sue braccia calde, con la testa sul suo petto. Eravamo in silenzio, Tom passava lentamente la mano sulla mia schiena e io ascoltavo il battito del suo cuore.. era rilassante.

«Ti sei fatta un TATUAGGIO?» esclamò stupito dopo un po’, facendomi sobbalzare.

«Si, ti piace?» risposi con naturalezza.

«Perché non me lo hai detto?» piagnucolò con la faccia da bambino, ridacchiai.

«Perché l’ho fatto due giorni fa! E non ci siamo quasi mai visti! Comunque, ti piace o no?»

«Unter meiner Haut, si dai.. mi piace» assunse un’aria pensierosa. «Perché hai scelto quella frase?» chiese curioso poi.

«Perché suonava bene! E poi diciamo che rappresenta questo periodo, tutto quello che succedere rimane sotto la mia pelle.»

«mm, bello. Secondo me potevi farti tatuare qualcosa di più bello.. tipo.. TOM KAULITZ! Sarebbe stato più bello, magari anche con la mia bellissima faccia..»

Lo guardai scettica, incendiandolo con uno sguardo assassino. Quanto sapeva essere egocentrico quel ragazzo? Lo adoravo anche per quello però.

«Tatuati tu il tuo nome e la tua faccia se ci tieni tanto» sbuffai.

«No, non penso mi farò un tatuaggio»

«Ah, ho capito.. hai paura!» esclamai ridendo.

«Ma che paura e paura! Semplicemente trovo che la mia pelle sia troppo bella per essere rovinata» disse con tono altezzoso.

«Se non volevi rovinarti perché ti sei fatta il piercing allora?»

«Perché mi fanno più sexy di quello che già sono!»

«Certo Mopp, basta crederci! Esagerato»

«Talmente esagerato che anche tu sei caduta fra le mie braccia! Ammettilo, sono troppo bello e non hai saputo resistermi!» in effetti..

«No Kaulitz, il contrario casomai!» Ridacchiai stampandogli un bacio sulla guancia.

Ah, l’amore.



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EMh, questo capitolo è corto, lo so! Mi farò perdonare con il prossimo, che prevedo
di postare (circa) presto! Questo è il penultimo, poi c'è l'ultimo e l'epilogo.
Sono riuscita a scrivere un po' del sequel, quindi non vi lascerò a bocca asciutta!
Spero che vi sia piaciuto, recensite? **
Sennò ve lo scordate che posto è.è



With Liebe, Anna

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Capitolo 32
*** Zweiunddreißig. ***


Fatta da me (c)


peace&love
, enjoy!


Osservai con aria critica la mia immagine allo specchio. Quella sera ero perfetta, davvero bellissima.. Bill aveva superato se stesso. Indossavo un vestito grigio abbastanza corto – in quei sei mesi di tour con loro avevo indossato più abiti di quanti ne avessi messi nei miei diciannove anni di vita -, un paio di collant neri, scarpe col tacco grigie, orecchini a cerchio e trucco su tonalità scure; i capelli erano lasciati al naturale, non legati e leggermente mossi.  (NdA, vestito: http://i52.tinypic.com/2mmihqe.jpg) 

Erano passati sei mesi dall’inizio della mia avventura. Febbraio stava per finire.

Nel pomeriggio si era tenuto l’ultimo concerto in compagnia della band.

Il concerto più bello secondo me. Il pubblico berlinese era carico, una delle folle più belle. Su alcuni cartelloni spiccava anche il mio nome e, ciò, mi rendeva terribilmente orgogliosa. Avevo cantato suonando il pianoforte e, per l’occasione, la bellissima chitarra regalatami a Natale dalla band, prima la tenevo al sicuro, attendevo l’occasione speciale per suonarla.

Cantando wenn nichts mehr geht una lacrima fuggì al mio controllo, la raccolsi velocemente, il pubblico non parve notare. Con quella canzone era iniziato tutto, l’avevo portata al primo provino. Sembravano passati secoli, cavolo! I ragazzi poi, mi avevano fatto una grande sorpresa: indossarono le magliette disegnate da me per il 25 dicembre.

Ovviamente sul palco fecero scintille, come al solito, regalando una serata che le fan non avrebbero dimenticato per lungo tempo, forse mai.

Era incredibile, l’avventura per me stava finendo, il mio sogno si stava concludendo.

Der letze Tag insomma.

Tornai a guardarmi allo specchio. Quella sera era stata organizzata una festa, per concludere in bellezza il tour. Partecipavano tutti quelli che vi avevano lavorato, comprese le ragazze che avevano partecipato al programma poi vinto da me. Ero felice per questo, avrei rivisto Louise, non l’avevo più sentita, tranne qualche sporadica telefonata. L’idea di vedere le altre non mi entusiasmava più di tanto.. soprattutto vedere Jennifer, visto che fra lei e il mio ragazzo c’era stato “qualcosa”. Sbuffai scocciata, sedendomi in attesa di qualche segnale dei ragazzi.. A riscuotermi dai miei non bellissimi pensieri furono due mani calde che mi circondarono la vita. Sorrisi immaginando chi fosse.

«Sei bellissima stasera piccola» disse Tom baciandomi il collo, facendomi sciogliere.

«Andiamo?» domandai io sottraendomi dal suo tocco.. non volevo arrivare in ritardo alla festa.

 «Certo, gli altri ci aspettano in macchina» Mi sarebbe piaciuto andare con lui, ma non era possibile visto che nessuno sapeva fossimo una coppia.

Mi alzai di malavoglia dalla sedia e, se non fosse stato per Tom, sarei caduta a terra poiché mi girò improvvisamente la testa.

«Ehi Carotin, tutto bene?» Chiese lui ansioso.

«Si, ho solo un po’ di mal di testa, sarà la stanchezza» sorrisi. In effetti non mi sentivo molto in salute ma non volevo rovinare la serata.

Non era molto convinto, ma non ribatté. Scendemmo alla hall e andammo al locale della festa con una bellissima limousine solo per noi.

L’atmosfera era molto allegra e carica di energia, carica di elettricità.

«Sei bellissima Anna!» disse Georg, venendo poi fulminato dal Kaulitz geloso.

«Che carino Tom, tutto geloso!» ridacchiammo tutto.

Il tragitto per arrivare al luogo fu breve, neanche una mezzoretta. Ad attenderci c’erano moltissime fan e altrettanti fotografi. Entrammo con calma, dopo aver firmato qualche autografo e scattato qualche foto. La festa era meravigliosa, come al solito. Localizzai in un angolo le partecipanti di Fertig Los e notai che fra loro Louise non c’era. Vagai  ancora con lo sguardo finchè non la vidi in un angolo, lei amava le feste tanto quanto me: poco.

«Tom, vado da Louise» lo avvertì, avrei voluto dargli un bacio ma.. troppi paparazzi! Lui annuì.

Mi avvicinai a lei e appena si accorse di me il suo volto si aprì in un sorriso dolcissimo.

Si catapultò da me e mi strinse in un mega abbraccio.

«Louise come stai?» chiesi io appena mi liberai dalla sua “presa”.

«Io bene! E tu? Ti vedo palliduccia!» disse squadrandomi.

«Sono solo un po’ stanca, un po’ di mal di testa. Usciamo un po’? Devi raccontarmi che hai fatto in questi mesi!» Annuì e andammo sulla terrazza del locale.

Ci aggiornammo sulle novità, un’ora di risate e cronaca.

«Senti, sicura di star bene?  Non per offenderti, ma non hai una bella cera!»

Avevo un mal di testa assurdo, mi toccai la fronte, era calda.

«Credo d’aver la febbre» dissi e lei mi posò la mano sul capo.

«Dio, scotti Anna! È meglio che tu vada a casa!» 

«Mi aspetti all’uscita? Vado a chiedere a Tom se può accompagnarmi all’hotel»

Ritornai nella grande sala alla ricerca del mio ragazzo.

Non riuscivo a trovarlo.

Poi capì perché.

Era appiccicato a Jennifer.

Stavano ballando a contatto.

Li raggiunsi piano, presi Tom e lo portai nel privè, che era vuoto.

«Possiamo andare a casa? Non mi sento bene» chiesi atona, ero rimasta scioccata dalla scena.

Mi guardò scettico. «Senti, siamo a una festa, non puoi resistere?»

Puzza di alcool.

Puzza di guai.

«No, ho detto che non mi sento bene cavolo!» Mi fissò per un secondo.

«Chiama un taxi!» mi disse poi.

Rimasi sbigottita. Era la nostra prima vera e seria litigata.

E le cose non andavano per niente bene. No.

Non risposi, sentivo le lacrime premere per uscire. Girai sui tacchi e mi recai da Louise. La salutai e le spiegai frettolosamente la situazione, si intestardì e volle accompagnarmi all’hotel.. probabilmente pensava sarei scoppiata a piangere da un momento all’altro. Arrivata alla mia camera d’hotel – quella notte il chitarrista avrebbe dormito solo – e accurato che ero sana e non vogliosa di suicidio, la mia amica mi lasciò e se ne tornò al suo albergo.

Mi misi velocemente in pigiama e mi misurai la febbre: 39,2, fantastico!

Mi rifugiai sotto le coperte, addormentandomi in fretta.

 

No one knows how you feel, no one there you’d like to see..”

 

Ad interrompere i miei sogni tormentati fu il cellulare che suonava. Benedetta. Guardai l’ora, erano le otto! Perché chiamava così presto?

«Ehi Bene!» risposi con voce debole, la febbre non doveva essere scesa.

«Stai bene Anna?» domandò in ansia. Come faceva a sapere che ero ammalata?

«Non molto..» stavo per aggiungere altro ma fui bloccata da lei.

«Mi dispiace, ho visto le foto appena collegata al computer!» Un attimo, foto?

«Foto?» domandai allarmata.

«Si le foto di Tom.. aspetta, tu non sai nulla?» fu il suo turno di allarmarsi. Il mio silenzio fu eloquente.

«Aspetta.. adesso te le invio»

Rimasi in linea finchè non sentì l’avviso del messaggio.

Col cuore in gola lo aprì.

Mi si annebbiò la vista. Ero incredula.

Non poteva essere vero!

C’erano due foto scattate da un telefono: Tom che si strusciava su Jennifer e loro due che si baciavano.

Sperai fossero allucinazioni dovute alla febbre.

Chiusi e aprì gli occhi un paio di volte.

Le immagini non cambiavano.

Chiusi la chiamata senza dire niente.

La porta della camera si aprì improvvisamente, facendo entrare un Bill tutto agitato e dall’aria di uno che è stato buttato giù dal letto, probabilmente era così!

Prima guardò me, poi le foto che si intravedevano dal mio cellulare.

«Mi dispiace Anna!» si scusò e corse ad abbracciarmi. Rimasi immobile finchè non sentì le lacrime scendere e il mio corpo tremare in seguito ai singhiozzi.

«Non ti devi scusare tu Bill» dissi piano.

«Io.. cavolo! Non dovevo lasciarlo solo con lei, era ubriaco! Dovevo capire che sarebbe potuto succedere qualcosa!»

Non risposi, mi limitai a stringerlo e a piangere, mentre lui mi accarezzava la schiena per tranquillizzarmi, cosa inutile.

Non so per quanto piansi, finchè le lacrime finirono penso.

«Tom fra poco verrà da te» mi informò.

«Che ne sai?» che voce avevo.. oddio.

«Telepatia gemellare!» rispose con ovvietà. «Io vado, dovete parlare voi due»

Mi lasciò un bacio sulla testa e se ne uscì. Mi alzai con fatica dal letto, la testa pulsava, seppur meno. Mi guardai allo specchio: il trucco della sera prima era colato, gli occhi erano rossi e gonfi, i capelli tutti arruffati. Mi tolsi velocemente il pigiama e mi fiondai in doccia, sperando in un miracolo.. che non avvenne. Legai i capelli in una coda e levai i rimasugli di trucco.

Infilai velocemente un paio di jeans larghi e una felpa, tornando a stendermi sul letto.

Come aveva predetto Bill, Tom bussò e entrò, senza aspettare risposta.

«Ehy» disse guardandomi, aveva lo sguardo triste e.. colpevole. Fece male.

Non risposi.

«Ero ubriaco.. » continuò lui. «Ci siamo solo baciati, non c’è stato altro»

«Dovrebbe consolarmi questo?» chiesi atona.

«Perdonami!» esclamò guardandomi negli occhi.

«Kaulitz..» sospirai, pronta a pronunciare il discorso che m’avrebbe distrutta.

«Io.. sono innamorata di te, io ti amo!» reagì come avevo immaginato, vidi una scintilla di terrore nei suoi occhi. «Però non sei pronto per una storia seria» Cercò di ribattere ma lo fermai.

«No, non lo sei. È bastata una litigata per.. beh lo sai» abbassai gli occhi.

«Tanto sarebbe successo comunque, no? Io ho finito di lavorare con voi», sospirai

«Io.. non voglio che ci lasciamo!» disse Tom. «Insomma.. io..» si stanca incasinando da solo.

«Guardiamo in faccia la realtà: adesso voi vi rinchiuderete in studio per fare l’album e comunque non ci potremmo frequentare» Chiusi gli occhi pensando a quello che volevo dire.

«Però.. sono una persona egoista, lo sai no? Io ti aspetterò, aspetterò che tu sia pronto perché senza di te.. non è lo stesso. Perciò.. quando avrai capito cosa provi, inviami un messaggio e verrò da te. Però.. nel caso tu.. trovassi un’altra, voglio saperlo» conclusi.

Tom mi guardava, senza dire niente. Aveva gli occhi lucidi? Forse era l’effetto della febbre, ma era ciò che sembrava.

«Va bene» disse dopo un attimo che mi sembrò infinito.

Mi guardò indeciso, prima di lasciarmi un lieve bacio sulle labbra. Il mio cuore aumentò il ritmo.

Come avrei fatto senza di lui?
Mi guardò triste e uscì dalla mia camera.

Forse anche dalla mia vita.


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Eccolo, eccolo l'ultimo capitolo. 
Ve lo avevo detto, questo sarebbe stato più lungo, e infatti :)
Vi prego, non linciatemi! xD  Tom e Carotin sono sul punto di ruttura.
Dovevo dare una scossa alla storia, no? Cosa succederà, lo scoprirete nell'epilogo.
Sono veramente felice, ho raggiunto le DUECENTO recensioni! Davvero, grazie mille a tutte!
Non ho altro da aggiungere, a presto con l'epilogo.

Allora, piaciuto l'ultimo?



With Liebe, Anna

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Capitolo 33
*** Dreiunddreißig. ***


Fatta da me (c)

O mio dio, l'epilogo! Non ci posso credere, alla fine ho finito.
Leggete, per favore, ciò che ho scritto alla fine.

peace&love, enjoy!


Guardai distrattamente il calendario.

Erano passati diciotto mesi dall’ultima volta che aveva visto Tom.

Meglio, dall’ultima volta che si erano parlati dal vivo, poi lo seguiva da giornali e televisione.

Tornai a dedicarmi al foglio che avevo di fronte. Avevo appena iniziato un nuovo disegno, da circa un anno lavoravo per una rivista, disegnavo fumetti, a Berlino.

Il lavoro mi piaceva moltissimo e, anche i guadagni, non erano male.

Vivevo in un appartamento insieme a Louise, la nostra amicizia si era rafforzata. Non l’avevo comprato, preferivo vivere in affitto perché speravo in qualche cambiamento.

Erano le tre di pomeriggio, potevo tornare finalmente a casa! Stavo per uscire quando la suoneria del mio cellulare mi blocco. Sorrisi, Bill.

Lo sentivo regolarmente, anche Georg e Gustav. Ultimamente le chiamate duravano meno perché erano impegnati: l’uscita per il nuovo album era prevista per il 16 luglio, fra una settimana.

Le fan erano già in trepidazione, dopo un anno e mezzo di silenzio da parte della band non vedevano l’ora di sentire le nuove canzoni: il gruppo aveva tenuto il massimo riservo sul nuovo lavoro e non si sapeva nulla, né il titolo, né in che lingua fosse inciso.

«Pronto Anna, come stai?» domandò il frontman non appena accettai la chiamata.

«Ehi Bill, tutto bene! Tu? Agitato per l’album?» chiesi.

«Tutto bene! Sono super agitato!» ridacchiai.

«Dove siete adesso?»

«A Berlino anche noi! Non credere me ne sia dimenticato, AUGURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! Adesso sei una ventenne!» mi urlò sull’orecchio. Già, oggi era il mio compleanno.

«Ma cosa urli?! Non sono sorda!» Sbuffai.

«Fra quanto arrivi a casa?» domandò.

«Cinque minuti, perché?»

«Il nostro regalo ti aspetta! L’abbiamo affidato a Louise!» Sempre i soliti!

«Allora mi muovo, sono curiosa!» Dissi sorridente.

«Appena l’hai aperto chiamami, mi raccomando!»

Misi giù il telefono e corsi verso casa, ad attendermi c’era Louise, con un sorriso enorme stampato in faccia e un piccolo pacchetto in mano. Glielo rubai e mi chiusi in camera, emozionata.

Scrissi un messaggio a Bill, dicendo che lo stavo per aprire.

Con le mani tremanti tolsi delicatamente la carta e rimasi incantata quando vidi cosa conteneva.

Un cd.

Il loro cd.

Quello che nessuno aveva visto, era nelle mie mani.

Rimasi sbigottita guardando la copertina: era uno dei disegni che avevo lasciato ai ragazzi: li rappresentava sul palco, fatto a matita e carboncino, uno dei più belli.

Era diventato la copertina dell’album dei Tokio Hotel.

Guardai il titolo, mi piaceva, era originale e in tedesco: Unfertig, incompiuto.

Stavo per aprirlo ma mi ricordai di dover chiamare Bill prima.

«Guarda il libretto coi titoli, poi ascolta quella che più ti colpisce, dimmi quando hai messo su il cd» Disse dopo avermi salutato, mettendo giù subito dopo. Ero confusa dal suo atteggiamento.

Presi il libretto, il disco era in doppia versione: tedesco e inglese: 20 bellissimi brani.

Scorsi tutti e rimasi incantata appena vidi l’ultimo.

Non ci potevo credere.

Guardai chi l’aveva scritta quella canzone.

Sbattei le palpebre incredula: Tom Kaulitz.

L’unica canzone scritta da lui nell’album era quella.

Unter deiner Haut.

Quasi come il mio tatuaggio.

Con le mani tremanti misi il cd all’interno della radio, andai all’ultima traccia e scrissi un messaggio a Bill. Sembrava un sogno!

Partirono i primi accordi di chitarra. Si aggiunse poi la voce di Bill e, nel ritornello, basso e batteria. Cosa più sorprendente è che parte del ritornello era cantata anche da Tom.

Voce diversa dal gemello, più calda e piena, ugualmente bella.

Fantastica, se ascoltata con quella di Bill.

Senza che me ne accorgessi, cominciai a piangere silenziosamente sentendo il testo.

 

Unter deiner Haut

 

Unter deiner Haut

Spüre ich den schlag deines Herzens

Die Melodie  übereinstimmt

In deinen Augen schwimme die Liebe

Du  verbrennt wegen meines Berührung

Du seufzt, lächelst,  zitterst, schreist.

Mach das nicht, ich bin da!

Empfindest du meinen Atem nicht wahr?

Hörst du nicht meine Stimme?

ich habe deinen Namen dem Wind geflüstert

Schon bald wird meine Stimme bei dir kommen

Und du wirst wissen, dass ich da bin.

Ich vergesse dich nicht, ich kann nicht!

Ich will das, aber dein Name ist

in meinem  Herz geätzt, eine Narbe dass

sie deine Gegenwart  zeigt.

Unter deiner Haut,

Ihr Herz sprengt

Dein Herzschlag beschleunigt

Unter deiner Haut,

deine Speicher fließt

Verblasste Erinnerung,

aber nicht aufgehoben.

Ich möchte dein Lächeln  wieder sehen

Du kannst nicht verschwinden

Weil andernfalls ich auch

sonst verliere ich mit dir

Unter deiner Haut,

Wir werden eins.

 

 

Era la canzone più bella che avessi mai sentito. Il testo era.. splendido. Sentire i gemelli cantare insieme era un’emozione unica! E sapere che era dedicata a me.. indescrivibile.

Dopo più di un anno, un bellissimo sorriso si aprì sul mio viso.

Il suono di un messaggio mi riscosse dal mio sogno ad occhi aperti.

Lo aprì, convinta fosse il cantante.

No, non era lui.

Guardai il mittente e il mio cuore cominciò a battere all’impazzata.

Lessi il contenuto e mi sentì invadere da una bellissima sensazione di felicità e completezza.

Sorrisi, lo avevo aspettato tanto quel messaggio..

E finalmente Tom Kaulitz me l’aveva inviato.

 

 

Ti sto aspettando, T.

 

 

Fine. (?)

____________________________________________________________________________________________________________

 
Leggete fino alla fine, please :D

La canzone è di mia invenzione, chiedo scusa in anticipo: probabilmente il tedesco è tutto tranne che perfetto, ma lo studio solo dall'anno scorso! Chiedo venia! Qua sotto vi lascio la traduzione:

Sotto la tua pelle / sento il battito del cuore, / il ritmo è lo stesso. / Nei tuoi occhi galleggia l'amore, / Bruci a causa del mio tocco /sospiri, sorridi, tremi, piangi.  / Non fare così, sono qui! / Non senti il mio respiro? / Non senti la mia voce?  / Sto sussurrando il tuo nome al vento. / Fra poco arriverà da te. / E tu saprai che ci sono, / non ti dimentico, non posso. / Vorrei, ma il tuo nome è inciso / nel mio cuore, una cicatrice che / segna la tua presenza. / Sotto la tua pelle, / il tuo cuore esplode, / il battito cardiaco accelera / Sotto la tua pelle /  I ricordi scorrono  / Memoria sbiadita, / ma non cancellata / Voglio rivedere il tuo sorriso / Non puoi scomparire,  / perché altrimenti lo farò anche io.  / Sotto la tua pelle, /Diventiamo una cosa sola.


Così eccoci qui, la storia è finita. Non ci posso credere, l'ho iniziata il 20 ottobre e conclusa il 26  febbraio.  Che dire? Sono  felice, ho ottenuto più recensioni di quanto avessi immaginato, e  beh, mi ha fatto un piacere enorme! Sapere di essere apprezzata *-* Un ringraziamento speciale  va alle Humanodi :D Che hanno insistito sempre perchè postassi presto (più che altro, rotto le scatole!)  e alle ragazze che hanno commentato i capitoli,  è grazie a voi se la storia è continuata <3  
Grazie a tutte quelle che l'hanno messa nelle preferite *_____* ossia:
1 - Chanel 5
2 - chia94th
3 - cris94
4 - dreamforever
5 - EnriLouder
6 - Funny_lady_
7 - gabry483
8 - gracy494
9 - iLLUSiONS OF A GiRL
10 - iolly21
11 - JadedSha
12 - Jiada95
13 - Kaledoscopio
14 - LaAriii_TK
15 - Lady Rebecca
16 - LallaStew
17 - LoonyGirl
18 - lulu483
19 - Marty483
20 - miki_malfoy
21 - naik
22 - piccolaemo_th
23 - piske
24 - privi93
25 - Rebe_Echelon
26 - Stellina_Batuffolo
27 - _Dark Angel_ 483
28 - _MINA_
Un danke a quelle che l'hanno messa nelle storie da ricordare:

1 - Chanel 5
2 - emobilla483
3 - Jessi Thatdaynevercame
4 - little star 94
5 - Phantom Rider
6 - Rebe_Echelon

E nelle seguite:

1 - alessia96  
2 - babakaulitz  
3 - Chanel 5  
4 - dreamforever  
5 - EhMaco  
6 - Hurrikan  
7 - kaggi11  
8 - Kaledoscopio  
9 - LaAriii_TK  
10 - LaIlla  
11 - LaSofi  
12 - leonedifuoco  
13 - LittleTearOfBlood_483  
14 - Louder_  
15 - Lucrezia_  
16 - Memories_Ps  
17 - miki kendra  
18 - miki_malfoy  
19 - Nikikinki  
20 - Phantom Rider  
21 - PiccolAngy  
22 - Raffuz  
23 - Rebe_Echelon  
24 - shadow_shine  
25 - sissy_chan_  
26 - Tomi_Brbì  
27 - Tommasa  
28 - Veronica91  
29 - Zimmer 483  
30 - _cucciolotta_  
31 - _EmyLee_  
32 - _Shikas_Shadow_  
33 - __ElE_  

Okay, probabilmente volete sapere qualcosa sul sequel, mi sbaglio? Questa settimana non ho avuto tempo per scrivere, colpa della scuola! Mh, quindi prevedo di iniziare a pubblicarlo fra due settimane, così ho Zeit per aggiustare questo, correggendolo e, andara avanti nella stesura dell'altro! Soprattutto perchè venerdì e sabato prossimo ho coogestione a scuola, quindi il pomeriggio non ho compiti e poi sono in vacanza fino a mercoledì grazie a Carnevale! :D Spero riuscirete a resistere due settimane, perchè preferisco pubblicare quando la storia è a buon punto, per non rischiare interruzioni dopo! Quindi, ho detto tutto, vi lascio con le ultime cosette.
Intanto, se volete parlare con me, per conocerci o per sapere qualcosa sulla storia, mi potete aggiungere a facebook:
Anna Landlich oppure su msn: nana.tv@live.it

Cosa succederà ad Anna e Tom? Torneranno insieme e riusciranno ad andare avanti senza problemi?
E Bill? Riuscirà anche lui a trovare la donna giusta per lui?
Tutto questo in:
Stich Ins Glück
prossimamente su efp.


With Liebe, Anna

aah, sono ancora qui! Si si, un minuto e me ne vado! No volevo solo ricordarvi che, una recensione non uccede nessuno! Vorrei sapere che pensate della storia, se vi è piaciuta la fine, insomma, attivate i neuroni! v.v
E dopo questo *saluta con la mano* e sparisce.

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