Sul balcone insieme ad un pettirosso, un merlo e un piccione

di Tristano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sul balcone insieme ad un pettirosso, un merlo e un piccione ***
Capitolo 2: *** Per contro, corrente ***
Capitolo 3: *** Avanti? ***
Capitolo 4: *** Io fumatore, ubriaco e drogato d'amore ***
Capitolo 5: *** E alla fine, poesia ***
Capitolo 6: *** L'invidioso ***
Capitolo 7: *** Mille splendidi, terribili me ***
Capitolo 8: *** Per colpa dei miei mari ***
Capitolo 9: *** La doppia vita dei versi ***



Capitolo 1
*** Sul balcone insieme ad un pettirosso, un merlo e un piccione ***


 

Il color della primavera

m'infrange d'autunno

e pesano e scivolan giù

lungo i miei declivi

 

pensieri minimi

dove, nell'otre forato

accartocciandosi nel vento

son sospiri secchi.

 

Chiedimi perchè

cucio d'immenso

attimi persi

 

attendo forse

mutar in foglie

e immobile tronco?

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Capitolo 2
*** Per contro, corrente ***


Per contro, corrente

 

Ricordi, fanciullo, i giochi di sabbia,

rincorrer dietro la spuma del mare

e lì sulla riva a mani, scavare

fosse, immaginarci su alti castelli

 

fragili, come sovente, promesse

facciamo, qui dove dimentichiamo

la nostra ingenuità accarezzata

dall'acqua salata, chè la tua bocca

 

arsa, piccola, tossiva a ingoiare.

A volte, guarda, l'onda è più alta

della marea, non bastan dure mura:

 

spesso ciò che ci par solido e certo

non si muove con noi, ma come altro,

da noi si allontana e nell'acqua cambia.

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Capitolo 3
*** Avanti? ***


Avanti?

 

Non mentire, tu, volto di plastica,

respiro forzato, non senti il ritmo

meccanico, di questo tuo assordante

soffiar, nel polmone d'acciaio?

 

E i freschi pini, ruscelli, torrenti

non dirmi tu, ventre, orrendo rapace

d'ingoiar tutto in un sol boccone

digerendolo in bagni di cemento.

 

Non mentire, non chiamarlo progresso

ossessione semantica di un folle:

vivi nelle pance, non chiamarti uomo.

 

Lasciami schiacciato dalle ruspe,

non regalarmi scatole magiche:

i vermi, mi ridaranno alla vita.

 

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Capitolo 4
*** Io fumatore, ubriaco e drogato d'amore ***


Io fumatore, ubriaco e drogato d'amore

 

Dolci sono queste spirali

che di alcool pur intrise

mi chiedon solerti tributi

d'amore, ipnotiche in aria.

 

E cammino sbilenco a torto

a seguire i loro riflussi

e dai rigetti un attimo fuggo

ad assaporar acidi lenti.

 

Così morendo a poco a poco

al mio soffrir trovo una scusa

e son di subito altri versi.

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Capitolo 5
*** E alla fine, poesia ***


E alla fine, poesia

 

Un giorno, poeta, rileggendoti qui

nel cuore, riderò d'ampie risate

e nei versi intrecciati di parole

colerò il mio piscio a fiumana

 

fuor di metafora che hai per giuoco

maldestro, ti mostrerei dell'amore

il fallo, e in punta l'umido contesto

chè dell'illusione tu sei il mago.

 

Spezzerei le rime concatenate

mi frapporrei tra le rime baciate

rovescerei chiasmi in file ordinate

 

ma lascia le penne e'l nero alle seppie

che nei mari hanno molto a poetare.

Parla col cuore. Muore anch'egli, il giorno.

 

 

 

 

 

Salve a tutti, questa per il momento è l'ultima che pubblico. Lascio un saluto a tutti coloro che, pazientemente, passano qui a leggere questi componimenti e, vista l'ora, gli auguro anche una buona e serena notte. Se si potesse lasciar l'immagine di un sorriso un po' mesto, vi lascerei quello, ma visto che non ho altro :).

Tristano

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Capitolo 6
*** L'invidioso ***


L'invidioso

 

Se nel cuor d'asino fiamma divampa

che di una virtù sia già fatta legge

sicur nell'ascesa non una rampa

a tutta la scala l'ambizion tegge

 

ma se questa è la molla e non la mole

tosto l'ascesa è rapida e sicura

chè chi grave in fretta sal, per fatica

si duole, e fermo è l'occhio sull'altura.

 

Qui, più veloce sale un serpentello

le cui spire si ingrossano all'andare

e se ci lasciamo nel suo bordello

 

a voglia che l'asino stia a sgobbare:

sotto i colpi del puntito randello

a ragliare, per dolor sopportare.

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Capitolo 7
*** Mille splendidi, terribili me ***


Mille splendidi, terribili me

 

Nella caciara, qual nel ventre abbonda

a parlar son tanti, ma la voce è una.

Prova a sceglierti la più bella voce

che l'animo tuo per passion fa rizzar

 

al suo cantar, lettor che vuoi intendere.

Prova a far tacere quest'indistinta

orchestra, e a musicar sol questo

di violino. Suon unico a padrone.

 

Li riuscirai a veder distinti tutti

armati, feroci delle lor note

chè ciò che ci par la rivoluzione

 

è lo scendere le scale del lercio

in cui tutti acquistano una voce

a combatter, forti, le dittature.

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Capitolo 8
*** Per colpa dei miei mari ***


Per colpa dei miei mari

 

È già sera sui miei sorrisi

quando ti cullo tenero fior

in questi miei scuri giardini

nascosti al fragor della marea.

 

E qui profumo ti saluto

dove mi diceva il respiro

che giungevi a scortarmi fin lì

di fronte al mar sulla collina.

 

Mi volgerò ancora indietro

come tutti quei naviganti

per quelle tremende acque

che ci solcano nel petto.

 

Voi migranti di poetici estri

in balìa di quali venti,

la libertà ha altri maestri.

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Capitolo 9
*** La doppia vita dei versi ***


La doppia vita dei versi

 

Si tratta di ritmo, mi dici, poeta.

Il tuo ritmo toglie il fiato al lettore:

è veloce, scattante, senza sosta.

La poesia però può anche cantare.

 

Può avere pause, degli intervalli.

Può dialogare, anche interloquire,

può accogliere e non sol far passare.

La poesia può allungarti una mano.

 

I tuoi versi invece, non aspettano.

Superano e si parano davanti.

Atterrano gli occhi di chi li legge.

 

Le poesie camminano col lettore

verso la fine. Le tue vi accorrono.

Ci vanno per uccidere o morire.

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