Sul balcone insieme ad un pettirosso, un merlo e un piccione di Tristano (/viewuser.php?uid=63759)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sul balcone insieme ad un pettirosso, un merlo e un piccione ***
Capitolo 2: *** Per contro, corrente ***
Capitolo 3: *** Avanti? ***
Capitolo 4: *** Io fumatore, ubriaco e drogato d'amore ***
Capitolo 5: *** E alla fine, poesia ***
Capitolo 6: *** L'invidioso ***
Capitolo 7: *** Mille splendidi, terribili me ***
Capitolo 8: *** Per colpa dei miei mari ***
Capitolo 9: *** La doppia vita dei versi ***
Capitolo 1 *** Sul balcone insieme ad un pettirosso, un merlo e un piccione ***
Il color della primavera
m'infrange d'autunno
e pesano e scivolan giù
lungo i miei declivi
pensieri minimi
dove, nell'otre forato
accartocciandosi nel vento
son sospiri secchi.
Chiedimi perchè
cucio d'immenso
attimi persi
attendo forse
mutar in foglie
e immobile tronco?
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Capitolo 2 *** Per contro, corrente ***
Per contro, corrente
Ricordi, fanciullo, i giochi di sabbia,
rincorrer dietro la spuma del mare
e lì sulla riva a mani, scavare
fosse, immaginarci su alti castelli
fragili, come sovente, promesse
facciamo, qui dove dimentichiamo
la nostra ingenuità accarezzata
dall'acqua salata, chè la tua bocca
arsa, piccola, tossiva a ingoiare.
A volte, guarda, l'onda è più alta
della marea, non bastan dure mura:
spesso ciò che ci par solido e certo
non si muove con noi, ma come altro,
da noi si allontana e nell'acqua cambia.
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Capitolo 3 *** Avanti? ***
Avanti?
Non mentire, tu, volto di plastica,
respiro forzato, non senti il ritmo
meccanico, di questo tuo assordante
soffiar, nel polmone d'acciaio?
E i freschi pini, ruscelli, torrenti
non dirmi tu, ventre, orrendo rapace
d'ingoiar tutto in un sol boccone
digerendolo in bagni di cemento.
Non mentire, non chiamarlo progresso
ossessione semantica di un folle:
vivi nelle pance, non chiamarti uomo.
Lasciami schiacciato dalle ruspe,
non regalarmi scatole magiche:
i vermi, mi ridaranno alla vita.
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Capitolo 4 *** Io fumatore, ubriaco e drogato d'amore ***
Io fumatore, ubriaco e drogato d'amore
Dolci sono queste spirali
che di alcool pur intrise
mi chiedon solerti tributi
d'amore, ipnotiche in aria.
E cammino sbilenco a torto
a seguire i loro riflussi
e dai rigetti un attimo fuggo
ad assaporar acidi lenti.
Così morendo a poco a poco
al mio soffrir trovo una scusa
e son di subito altri versi.
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Capitolo 5 *** E alla fine, poesia ***
E alla fine, poesia
Un giorno, poeta, rileggendoti qui
nel cuore, riderò d'ampie risate
e nei versi intrecciati di parole
colerò il mio piscio a fiumana
fuor di metafora che hai per giuoco
maldestro, ti mostrerei dell'amore
il fallo, e in punta l'umido contesto
chè dell'illusione tu sei il mago.
Spezzerei le rime concatenate
mi frapporrei tra le rime baciate
rovescerei chiasmi in file ordinate
ma lascia le penne e'l nero alle seppie
che nei mari hanno molto a poetare.
Parla col cuore. Muore anch'egli, il giorno.
Salve a tutti, questa per il momento è l'ultima che pubblico. Lascio un saluto a tutti coloro che, pazientemente, passano qui a leggere questi componimenti e, vista l'ora, gli auguro anche una buona e serena notte. Se si potesse lasciar l'immagine di un sorriso un po' mesto, vi lascerei quello, ma visto che non ho altro :).
Tristano
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Capitolo 6 *** L'invidioso ***
L'invidioso
Se nel cuor d'asino fiamma divampa
che di una virtù sia già fatta legge
sicur nell'ascesa non una rampa
a tutta la scala l'ambizion tegge
ma se questa è la molla e non la mole
tosto l'ascesa è rapida e sicura
chè chi grave in fretta sal, per fatica
si duole, e fermo è l'occhio sull'altura.
Qui, più veloce sale un serpentello
le cui spire si ingrossano all'andare
e se ci lasciamo nel suo bordello
a voglia che l'asino stia a sgobbare:
sotto i colpi del puntito randello
a ragliare, per dolor sopportare.
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Capitolo 7 *** Mille splendidi, terribili me ***
Mille splendidi, terribili me
Nella caciara, qual nel ventre abbonda
a parlar son tanti, ma la voce è una.
Prova a sceglierti la più bella voce
che l'animo tuo per passion fa rizzar
al suo cantar, lettor che vuoi intendere.
Prova a far tacere quest'indistinta
orchestra, e a musicar sol questo
di violino. Suon unico a padrone.
Li riuscirai a veder distinti tutti
armati, feroci delle lor note
chè ciò che ci par la rivoluzione
è lo scendere le scale del lercio
in cui tutti acquistano una voce
a combatter, forti, le dittature.
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Capitolo 8 *** Per colpa dei miei mari ***
Per colpa dei miei mari
È già sera sui miei sorrisi
quando ti cullo tenero fior
in questi miei scuri giardini
nascosti al fragor della marea.
E qui profumo ti saluto
dove mi diceva il respiro
che giungevi a scortarmi fin lì
di fronte al mar sulla collina.
Mi volgerò ancora indietro
come tutti quei naviganti
per quelle tremende acque
che ci solcano nel petto.
Voi migranti di poetici estri
in balìa di quali venti,
la libertà ha altri maestri.
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Capitolo 9 *** La doppia vita dei versi ***
La doppia vita dei versi
Si tratta di ritmo, mi dici, poeta.
Il tuo ritmo toglie il fiato al lettore:
è veloce, scattante, senza sosta.
La poesia però può anche cantare.
Può avere pause, degli intervalli.
Può dialogare, anche interloquire,
può accogliere e non sol far passare.
La poesia può allungarti una mano.
I tuoi versi invece, non aspettano.
Superano e si parano davanti.
Atterrano gli occhi di chi li legge.
Le poesie camminano col lettore
verso la fine. Le tue vi accorrono.
Ci vanno per uccidere o morire.
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