E se non fosse solo un sogno...?

di mikybiky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** Cap 12 ***
Capitolo 13: *** Cap 13 ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Creative Commons License
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Questa fanfic è un'opera di fantasia: fatti e luoghi citati sono invenzione dell'autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Non ho avuto l'occasione di chiedere l'autorizzazione ai Green Day di citarli in questa storia, ergo mi prendo la responsabilità di eventuali richiami. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi o altre persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.


ATTENZIONE! I primi undici capitoli sono stati corretti e ripostati. Il nome del personaggio Clear (scritto sbagliato per tutta la storia) è stato corretto in Clare. Trama, storia e personaggi sono rimasti gli stessi, non è cambiato nulla. Ho solo levato alcuni errori ^^



E se non fosse solo un sogno…?

Capitolo uno


- No, no e no! - gridò una ragazza bionda, sull’orlo di una crisi. - Così non va per niente bene! -
- Stai calma, non c’è bisogno di arrabbiarsi così tanto! - cercò di calmarla l’amica, che era lì con lei.
La ragazza bionda, alta e slanciata, dagli occhi verdi, si sedette nervosa sul letto matrimoniale della camera della sua amica, e prese a stritolarsi ansiosamente le mani.
- Jakie, forse tu non capisci! - disse, con la bocca amalgamata dallo stress - io non mi sto arrabbiando, mi sto semplicemente snervando per un ragazzo che sembrava essere interessato a me e che invece, a quanto pare, è già fidanzato con una di quelle classiche troiette, tutte ossa e minigonne! -
- Jimmy, se ti comporti in questo modo non risolverai nulla! -
La ragazza bionda alzò la testa verso l’amica, poi sospirò.


Era la fine degli anni ottanta in California e a Berkeley il sole di aprile permetteva ai suoi abitanti di girare in braghini corti e pancia scoperta. Tutti sembravano divertirsi, ma a volte l’apparenza inganna. Infatti, in una casa al centro della città, una ragazza stava proprio per impazzire. Si chiamava Jimmy, aveva sedici anni e frequentava un liceo noioso, a vederla dal canto suo. Aveva un gruppo di amici che ascoltavano tutti la sua stessa musica, il punk. Tre di questi avevano messo su un gruppetto che avevano chiamato Sweet Children, la cui musica e il cui stile era oggetto di critica fra i compagni di scuola. Anche lei amava strimpellare con il basso, soprattutto da quando Mike, un suo amico, le dava lezioni a casa sua. Ma più tempo passavano assieme, più lui iniziava a piacerle. E lui si mostrava anche abbastanza interessato a lei. Aveva un anno in più di lei, era alto, biondo e veramente carino. Però, un po’ di tempo dopo, aveva scoperto che era già fidanzato e così ora Jimmy si stava disperando.
- Non importa - disse, - forse tu non capisci cosa provo io veramente. -
- Jimmy, ho vissuto tante storie come le tue! - rispose l’amica - ti capisco benissimo! -
- No, Jakie, stavolta è diverso! -
- Quanto diverso? - chiese ironicamente la ragazza - diverso dalla vita di tutti i giorni? -
Jimmy si alzò.
- Ascolta Jakie - disse, andando alla finestra - mi devi aiutare - scostò la tenda ed osservò la coppia che c’era in giardino.
- È lei? - chiese Jakie, raggiungendo l’amica.
- Sì - rispose Jimmy con disprezzo
- La conosco - affermò l’amica - è una ragazza della terza C. È una ragazza per bene, punk, per quanto ne so. Suonicchia con delle sue amiche, hanno suonato loro alla festa dell’anno scorso -
Jimmy la guardò torva.
- Vuoi dirmi che quella ragazza suona nelle Lead Punk? - chiese, disgustata.
- Sì, è la batterista - rispose Jakie - comunque a volte è nella compagnia, ma tu passi così tanto tempo attaccata a Mike, che non l’hai neanche notata - pronunciò l’ultima frase con marcata sottolineatura.
Jimmy sgranò gli occhi.
- Vuoi dirmi che mentre io saltavo addosso a Mike e ci scambiavamo bacini e bacetti lei era lì? -
- Mmm… sì - rispose Jakie, andando a sedersi sul letto.
- Jakie, non mi sei di molto aiuto così! - esclamò Jimmy, che ormai era andata in crisi.
- Oh, avanti! - enfatizzò la ragazza - ce ne sono tanti di ragazzi a questo mondo, e poi abbiamo tutta la vita davanti da vivere! Rifacciamoci con un po’ di bella musica. -
Senza dire altro, la ragazza estrasse un LP dei Sex Pistols e lo mise sul giradischi.
Jimmy si sedette sul letto, snervata. Si portò la testa sulle mani, iniziano a fare scorrere qualche lacrima sulle guance.
- Ascoltami bene - disse Jakie, quando la vide - si tratta solo di un ragazzo, non è la fine del mondo! -
- Invece sì che lo è! - strillò Jimmy, alzandosi e prendendo la borsetta.
- E adesso dove hai intenzione di andare? - le chiese, mentre usciva dalla camera.
- A lavorare. -
Jimmy aiutava nel bar di sua madre a tempo perso, a volte per guadagnarsi qualche soldino altre per passare il tempo quando era annoiata. Trovava spesso i suoi amici lì la sera, così serviva ai tavoli un po’ così, parlando e scherzando con loro.
Scese le scale, fermandosi a guardarsi allo specchio. Si asciugò le lacrime, poi uscì. Mike era ancora lì con la sua amichetta. Preferì non farsi vedere, così prese la strada più lunga, tagliando l’angolo. Le andò bene, perché Mike non la vide. Mentre camminava, le lacrime le si fecero abbondanti, molto più abbondanti, finché non scoppiò veramente a piangere. Siccome le lacrime le offuscavano la vista, teneva lo sguardo fisso a terra, senza curarsi di chi le veniva addosso.
- Jim! - una voce la obbligò a fermarsi. Alzò la testa, ma non per vedere chi la chiamava.
Infatti, l’unica persona che la chiamava Jim era suo fratello Frank, se non altro Tré.
- Che cos’è successo? - le chiese, cingendole le spalle.
- Frank, o Frank! - disse, abbracciandolo
- Jim, tesoro, dimmi che cos’è successo! -
Jimmy alzò la testa, staccandosi leggermente dal fratello.
- Tu lo sapevi, vero Frank? - disse con voce rotta - lo sapevi che Mike era fidanzato con quella là? -
- Chi, Clare? - rispose Tré - ma, quella non la considera nessuno la sua ragazza, neanche lui. -
La ragazza si asciugò le lacrime, stupita.
- In che senso neanche lui la considera la sua ragazza? -
Tré sorrise.
- Massì, si sa com’è Mike, lei è una bella ragazza, ed è per questo che ci esce. E poi… siete così legati, anche quando usciamo assieme, che sembri più tu la sua ragazza che lei. E poi lei non ribatte mai quando siete assieme. Non si può considerare fidanzata una come lei. Lei è più legata a… - gli si bloccarono le parole in gola.
- A…? - chiese Jimmy curiosa.
- No, lascia perdere - rispose il fratello, - piuttosto, perché non vai a dare una mano alla mamma? in questi i giorni il bar è stra pieno. -
Jimmy sorrise.
- Sì, ci stavo per andare - rispose - però prima passo a casa per risistemare due cosette. Mi puoi dare le chiavi? -
- Certo, tieni - e questo detto, prese le chiavi e gliele porse.
- Grazie! - disse lei, dandogli un bacio sulla guancia, poi sparì dietro l’angolo.
Tré la guardò andarsene. Aveva trattenuto qual nome per pelo, se gli fosse scappato di dire a chi era più legata Clare, sarebbe stato morto.


Jimmy si sentiva più contenta da quando Tré le aveva detto che Mike e quella lì non erano esattamente fidanzati, ma si sentiva comunque giù di morale, depressa. A Mike piaceva stare con lei, però si sentiva tradita. Avrebbe potuto almeno dirglielo che aveva già un’altra “amichetta”.
Quando arrivò davanti a casa, infilò le chiavi nella serratura, le girò ed entrò. A balzi raggiunse la sua camera, si sfilò i jeans e la maglietta, estraendo una mini-gonna a vita alta ed un top.
Scese, chiuse a chiave, mise le chiavi sotto lo zerbino e partì sul suo Ciao.
In breve arrivò al bar di sua mamma.
- Ciao mamma - disse, salutandola e scivolando dietro il bancone - chi c’è da servire? -
- Un po’ tutti, tesoro, comunque porta questa bibita a quei due laggiù. -
- Scattante - rispose Jimmy, prendendo una limonata e portandola a due ragazzi.
Il bar era sulla spiaggia, così era meglio muoversi con delle infradito. Giravano parecchi ragazzi carini, anche diversi punkettoni, così Jimmy pensò bene che avrebbe potuto rifarsi gli occhi su altri ragazzi; dopotutto, Mike l’aveva come tradita, non ci sarebbe stato problema se anche lei avesse fatto lo stesso. Ma la sfortuna doveva ancora arrivare.
- Tesoro, è arrivato il tuo amico, perché non vai a servirlo? -
- Il mio amico? - chiese Jimmy, posando le bibite sul tavolo - quale dei tanti? -
- Quello biondo - rispose la madre, indicandolo.
Jimmy si paralizzò. Era Mike, e con lui c’era anche la sua amichetta.
- Meglio di così non sarebbe potuto andare - brontolò fra sé e sé.
A passo pesante, si diresse verso i due, ma Mike fu più lesto di lei. La salutò alzando un braccio e sorridendole. Jimmy fece lo stesso.
- Ciao bella! - le disse, dopo che l’ebbe raggiunta.
- Ehilà, Mike! - rispose Jimmy, abbracciandolo. - Ditemi, vi serve un tavolo? -
- No, a dir la verità siamo venuti a cercare te - rispose il ragazzo.
- Me? - chiese stupita lei.
- Sì, Tré mi ha detto che eri qua e così sono venuto a cercarti -
- E dimmi, cosa volevi? - gli chiese, sorridendogli.
- A dir la verità mi serviva un favore… -

____________________________
Allora, cosa ne pensate? È bella? Pospongo che non mi sono molto curata se i tempi coincidevano esattamente con l’età o con i cantanti di quel tempo, perciò non fateci tanto caso^^. Mi raccomando, leggete e recensite in numerosi^^. Aspetto critiche e complimenti!

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Capitolo 2
*** 2 ***



Capitolo due

- Che cosa? - gridò Billie Joe furioso, battendo i pugni sul tavolo. - Tré, vuoi mandare a monte tutto quanto?? -
- Dai Billie, ti ho già detto che mi dispiace! - si giustificò Tré
- Dispiacersi non basta! - urlò Billie Joe - stiamo studiando questo piano da due anni ormai ed ora che riusciamo a metterlo in pratica tu rischi di mandarlo in fumo! Non mi sta affatto bene, Tré! Cerca di non combinare altre cose del genere, o puoi tranquillamente dire addio a tutto ciò a cui abbiamo lavorato sodo per tutti questi anni! -
- Sì, è vero, hai ragione Billie - si scusò Tré - ma non credo che scaldarsi tanto serva! Dopotutto ho solo rischiato di lasciarmi scappare qualcosa, non ho detto proprio nulla! -
- E se tua sorella dovesse scoprire qualcosa? - suppose il ragazzo, ansioso. - Ti devo ricordare che è la migliore amica di Jakie? -
- No, grazie, me lo ripeti sempre! -
- Allora non combinare più questi pasticci! - alzò di nuovo il tono.
Avevano studiato quel piano da veramente due anni, privilegiandolo e particoleggiandolo, prevedendo già tutte le mosse che sarebbero avvenute. E se Tré avesse mandato a monte tutto solo per il semplice fatto che lui e la sorella erano molto legati, sarebbe stato veramente stupido!
- Hai ragione, non combinerò mai più niente di tanto stupido! - giurò ironicamente Tré, mettendoci dentro anche un po’ di verità.
- Non c’è da scherzare Tré, è una cosa seria - lo rimproverò Billie - tu e tua sorella siete veramente molto legati, vi dite sempre tutto, ed è per questo che tocca a te il compito più difficile! -
- Già, sempre a me le cose più difficili! - brontolò il ragazzo. - È toccato a me riprendere il foglio che avevamo perso noi dallo stanzino del preside, è toccato e me dire a Jim che il lavoro di chimica era andato distrutto da noi, è toccato a me pagare il pegno per la scommessa che avevamo perso noi ed ora tocca ancora e me il compito più difficile nel piano che abbiamo messo a punto noi! -
- Non vedo come possa centrare questo adesso, Tré! - cercò di giustificarsi Billie.
- C’entra perché sono sempre io che devo fare le cose più complicate! -
Billie cercò una scusa per cambiare discorso.
- È vero - farfugiò in modo incomprensibile - però stai cambiando discorso. -
- Anche tu! - bofonchiò Tré - e comunque bisogna chiarirla una volta per tutte questa storia, non credi? -
- Già, ma non adesso! - lo sviò l’amicò.
- E quando pensi di farlo allora? Quando saremo vecchietti e rammenteremo di non aver mai parlato seriamente? -
Billie alzò lo sguardo verso l’amico, stupito.
- Cosa intendi dire per seriamente? - gli chiese, serio.
- Lo sai benissimo Billie! - stavolta era Tré ad alzare il tono - tutte le volte che bisogna parlare di un problema lo sorvoli sempre, così va a finire che non lo risolviamo più! -
- È colpa mia se Jimmy è tua sorella? Se fosse stata mia sorella, allora sarebbe toccata a me la parte più difficile in questo piano! Non lamentarti per ciò che la natura ti riserva, visto che ti ritieni anche fortunato ad essere suo fratello! È toccata a te anche stavolta, ma solo perché non c’era alternativa! E Mike, allora? Lui non ha una parte difficile, tipo quella che gli è toccata oggi? -
- Se Jim è mia sorella non è colpa di nessuno, e nemmeno è colpa sua se mi è toccata una parte abbastanza difficile nel piano. Ma tutte le altre volte allora? Che cosa mi dici di tutte le volte che mi toccava una parte difficile, la più difficile? -
Billie non sapeva più cosa rispondere. Possibile che Tré se la prendesse così tanto per una cosa così banale? No bé, in fondo non era così banale. Era vero ciò che diceva, toccava sempre a lui.
- Si trattava soli di un favore! - ribatté comunque - se non ti andava di farmi questo favore, allora scusami tanto, non te lo chiederò più! -
- Il punto, Billie, è che si tratta sempre di un favore! Chiedete sempre a me di risolvere delle cose, mentre le abbiamo combinate tutti e tre assieme, non solo io! Potrei capirvi se la causa principale di questi disastri sono io, ma se siamo tutti e tre a combinarlo, allora perché lo chiedete soltanto a me di fare il più? -
Billie non disse niente. In fondo Tré aveva ragione. Erano loro tre assieme che combinavano dei guai o che mettevano a punto dei piani, ma era sempre Tré a fare il più. Ed era anche vero non avevano mai discusso seriamente prima d’ora. Davano tutto per scontato, credendo che oltrepassando il problema, il problema stesso si cancellasse. Invece si accumulava soltanto, e, prima o poi, sarebbe saltato fuori.
- Hai ragione - sussurrò - mi dispiace
Tré non disse niente. Rimase a guardarlo per un po’, facendo sì che il silenzio calasse nella stanza.
- Allora - aggiunse, poi - hai parlato con Mike del nuovo nome della band? -
- Sì - rispose Billie - ha detto che ci deve pensare. -
- Lo capisco - disse Tré - non è semplice cambiare il nome alla propria band. Comunque a momenti dovrebbe essere… -
Non fece neanche in tempo a concludere la frase, che il campanello suonò.
- …qui. -
Tré andò ad aprire.
- Ehi, ma quanto tempo ci hai messo? - gli chiese, facendolo entrare.
- Scusate - rispose lui, ironicamente - non è mica così semplice chiedere questi tipi di favori! -
- Sopratutto a questi tipi di ragazze - lo prese in giro Billie, sottolineando “questi tipi di ragazze”.
- E smettila! - si arrabbiò Mike, lanciandogli addosso un cuscino. - Piuttosto - e si rivolse a Tré
- sei sicuro che tua sorella non torni qui a casa, vero? -
- No, tranquillo, Jim va sempre da Jakie quando succedono queste cose, solo dopo viene da me. -
- Okay, allora sto tranquillo. Non è il caso di farmi trovare qui a casa vostra, dopo ciò che le ho chiesto. Insomma, prevedo che abbia previsto che io prevedssi che sarebbe arrivata a casa in lacrime. -
Billie Joe e Tré lo guardarono un po’ perplessi.
- In poche parole, sarei stato uno stupido se non avessi previsto che ci sarebbe rimasta male. -
I due ragazzi inarcarono le sopracciglia.
- D’accordo, d’accordo, ho capito, è meglio stare zitto! -
- Bravo Mike, tu sì che capisci al volo! - ironizzò Billie.
Poi si sedette sul divano e guardò l’orologio.
- Tré, ti va di offrirci qualcosa? - chiese, in senso retorico.
- Ma certo, in questa splendida casa c’è sempre tutto! - rispose lui.
- Modesto come al solito, vedo! - scherzò l’amico.
- Certo! - rispose Tré, andando in cucina. - Modestie a parte, quel beato ubriacone di mio padre lo compie anche qualche cosa di giusto. -
- Fammi indovinare - disse Mike - ti ha riempito il frigorifero di birre? -
- Praticamente - rispose Tré, tornando con tre birre in mano
- Bravo ragazzo - ironizzò Billie, afferrandone una.
Dopo che ebbero bevuto e scherzato, Billie si mise serio ed osservò a lungo Mike. Il ragazzo capì già di cosa si trattava, ma stette zitto e preferì che fosse lui a cominciare.
- Allora? - gli chiese.
Mike fece finta di non capire.
- Allora cosa? -
- Che hai scelto? -
- Io? - aveva il classico tono che vuol lasciare intendere che non ne vuole parlare - scelto cosa? -
- Mike, lo sai benissimo, non farmi incazzare! -
- No che non lo so, di cosa stai parlando? -
- Del nome, Mike, del nome! - si era innervosito. Gli capitava spesso, quando Mike si comportava così.
Il ragazzo si mise comodo sulla poltrona, guardando in avanti e facendo attendere la risposta. Tré e Billie Joe lo guardarono ansimanti. Speravano in un sì, anche se ne dubitavano.
- Recheremmo più critiche contro di noi, e lasceremmo molto più facilmente trasparire ciò che non vogliamo. -
Billie e Tré si aspettarono un no, ma, nonostante tutto, non persero le speranze. Mike sospirò.
- Dopotutto, noi siamo i Sweet Children. Ma lo siamo veramente? Ci rispecchia di meno che il nome che avete trovato voi. -
Tré e Billie ansimarono.
- Vuoi dire che è un… -
- …Un sì - concluse Mike
- Evvai!! - esultò Billie, alzandosi di scatto dal divano - e così, da oggi, col consenso di tutti e tre i membri dei Sweet Children, diventiamo ufficialmente Green Day! Dobbiamo festeggiare! -
- Sì, però prima andiamo a provare qualcosina, stasera dobbiamo andare a suonare in un locale, dimenticate? - ricordò Tré.
- Già, è vero - disse Mike, alzandosi per andare nello scantinato, dove avrebbero suonato.
- Ma allora quand’è che festeggiamo? - chiese ansioso Billie, che ci teneva davvero tanto.
- Mmm… domani - disse Mike - inaugureremo i Green Day con un… “green day”, no? - e detto questo scesero nello scantinato a provare qualche canzone.




___________________________


Hi every one!! Come va? Come vi è sembrato questo secondo capitolo? Sono stata abbastanza veloce? Stavolta non c’era Jimmy, ma ci sarà nel prossimo capitolo… Che cosa vi obbliga a leggerlo? Niente, andate avanti soltanto se volete scoprire che favore Mike ha chiesto alla povera Jimmy, se volete sapere chi interessa a Clare, se vi interessa sapere che piano hanno escogitato i tre pazzoidi e se vi piacerebbe scoprire se Mike prima o poi si interesserà di Jimmy… mi raccomando, recensite!!

Ed ora passiamo ai ringraziamenti:
Rhye and Embrido: buon giorno!! Sono contenta che vi sia piaciuto il primo capitolo! Sapete, ad un autore fa sempre piacere sentirsi dire che la ff è scritta bene e rimanda l'idea ad una scena che può essere vissuta tutti i giorni… e come secondo capitolo cosa ne dite? È già, i maschi sono veramente tutti così, purtroppo, uscire con una ragazza solo perché è carina!! In effetti se io fossi in Clear non lascerei che il tipo che esce con me ne corteggi un’altra davanti ai miei occhi, ma il suo personaggio era necessario, e più avanti capirete perché… e per quanto riguarda la persona che le piace… lo scoprirete!!

LauraJoe: ma salve!! È sì, Jimmy è la sorella di Tré, e devo ammettere che è parecchio fortunata!! Sono contenta che la trovi carina, dici che vale lo stesso per il secondo capitolo? Ed ora hai visto come è continuata, dici che è interessante il seguito? Spero proprio di sì!

linkin park: ehilà!! Ho aggiornato abbastanza in fertta?:p ed ecco a te il seguito! Che cosa ne pensi? Può andare bene? Lo spero!^^ Mi raccomando, fammi sapere che cosa ne pensi, perché sono curiosa!!

Lady Numb: ma buna sera!! Mi fa davvero piacere che ti piaccia come ff, ma di sicuro messa a confronto con una delle tue sembrerà mingherlina, priva di ogni emozione!^^ È già, la storia con Mike è davvero un po’ complicata… ma si sa, i ragazzi sono quasi tutti così!! E cosa mi dici del secondo capitolo, è paritario al primo? Fammi sapere, mi raccomando!!

Giulia: ciao!! Il tuo commento mi ha recato molto stupore, non pensavo che la mia ff potesse piacere così tanto!! Sono davvero contenta!! Cosa dici del secondo? È MA-GNI-FI-CO pure questo!XD Lo spero!! E ho aggiornato abbastanza alla svelta per i tuoi gusti?^^ Speravo di aggiornare più alla svelta, ma ho avuto dei problemi… comunque, spero tu apprezzi anche il secondo, e recensiscimi dicendomi che impressione ti ha fatto!!

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Capitolo 3
*** 3 ***


Premetto che le parti scritte in corsivo sono dei flash back.



Capitolo tre (prima parte)

Dopo che Mike le ebbe chiesto il favore, Jimmy rimase allibita. Tutto quel poco che credeva rimasto intatto intatto da dopo che l’aveva visto con Clare si era distrutto. E tutto quanto con una semplice frase. Quel maledetto favore…
- A dir la verità ti dovrei chiedere un favore… -
Jimmy scosse la testa, non voleva ricordare ciò che era successo. C’era rimasta veramente male. Pensava che Mike, nonostante uscisse con una ragazza solo perché era carina e dopo corteggiasse lei, avesse almeno un minimo di intelligenza e che ci riflettesse prima di chiedere a lei un favore del genere.
Lo guardò uscire dal bar a braccetto con Clare, mentre la salutava. Jimmy gli rivolse un sorriso confuso, poi rimase pietrificata sull’uscio, con qualche lacrima che stentava a rimanere invisibile negli occhi. Stava tremando, ancora incredula di ciò che le aveva chiesto.
- Tesoro? - la chiamò la madre.
Jimmy si girò di scatto, cercando di nascondere gli occhi lucidi.
- Sì? - le chiese.
- È tutto okay? - disse, notando che c’era qualcosa che non andava.
- Sì, sì, è solo il sole che mi fa venire le lacrime agli occhi, niente di più - rispose lei, senza però sorridere. Non ci riusciva, era troppo allibita da quanto successo.
- E il tuo amico non è restato? -
- No, voleva solo chiedermi un favore - rispose la ragazza, facendosi da parte, dietro il bancone. Voleva parlare con suo fratello, per chiedergli se sapeva qualcosa di questa storia (e di sicuro sapeva tutto, non qualcosa) ma sapeva che Mike sarebbe andato a casa loro a fare le prove per quella sera. A proposito di quella sera, Tré, Mike e Billie avrebbero suonato in un locale. Sarebbe andata a sentirli? Ma perché no? pensò. Dopotutto c’è anche Frank che suona, e poi la loro musica mi piace.
Ripensò a quello che le aveva chiesto Mike… no, non doveva pensarci! Le faceva troppo male.
- Mamma, io devo andare da Jakie - disse improvvisamente, prendendo le chiavi del Ciao.
- Sì okay, ma… -
- Ciao! - la ragazza non le lasciò il tempodi finire la frase.
Uscì, accese il Ciao e partì. Trattieni le lacrime Jimmy, trattienile, si disse. Ma era inutile. Le veniva da piangere.
Quando arrivò da Jakie, bussò ed aspettò che l’amica le aprisse.
- Jimmy… - disse Jakie, appena la vide.
La ragazza entrò di scatto, salendo le scale e andando in camera dell’amica.
- È un ipocrita, è un ipocrita! - gridò furiosa, scoppiando a piangere.
- Che cos’è successo? - chiese Jakie, spaventata, sapendo che si trattava di Mike.
- È un ipocrita, lo odio! -
- Stai calma! È tutto a posto! - cercò di calmarla, ma sembrava tutto inutile. Così uscì un attimo dalla camera. Quando tornò aveva con sé un bicchiere d’acqua e un’aspirina.
- Prendi, ti farà passare un po’ il mal di testa - le disse, porgendole acqua e pastiglia.
- Grazie - rispose Jimmy, afferrandoli.
Dopo che ebbe preso l’aspirina, pose il bicchiere vuoto sul comodino e si asciugò le lacrime.
- Okay, sono calma - disse, traendo un profondo respiro.
- Puoi raccontarmi cos’è successo adesso? - le chiese Jakie, sedendosi in parte a lei. Jimmy annuì.


Mike la salutò alzando un braccio e sorridendole. Jimmy fece lo stesso.
- Ciao bella! - le disse, dopo che l’ebbe raggiunta.
- Ehilà, Mike! - rispose Jimmy, abbracciandolo - ditemi, vi serve un tavolo? -
- No, a dir la verità siamo venuti a cercare te - rispose il ragazzo.
- Me? - chiese stupita lei
- Sì, Tré mi ha detto che eri qua e così sono venuto a cercarti. -
- E dimmi, cosa volevi? - gli chiese, sorridendogli.
- A dir la verità mi servirebbe un favore. -
- Certo, dimmi pure. -
Favore? E di che favore si trattava? Perché un favore loro due? E Clare non la conosceva neanche! Inconcepibile che il favore servisse ad entrambi, solo a lui!
- Ecco, vedi… - Mike sembrava impapinato nel parlare. Si girò verso Clare, che era rimasta indetro, la quale ricambiò al sorriso.
Jimmy si sentì irrigidire, una forte rabbia le cresceva dentro.
“Insomma, vuoi chiedermelo o no questo favore?” avrebbe voluto gridargli, ma si trattenne.
Mike si girò di nuovo verso di lei. Stava per continuare, ma si bloccò, notando che qualcosa non andava.
- Ehi, tutto a posto? - le chiese, con una nota di preoccupazione che quasi sembrava falsa.

Secondo te?, pensò, in preda alla furia.
- No, a dir la verità non è tutto a posto, ma non ti preoccupare - e gli rivolse un sorriso che cancellava tutta l'angoscia visibile.
Mike la guardò stranito. Era come se si sentisse la causa di quel suo malessere. In effetti Jimmy voleva fargli intuire che era infastidita da quel suo comportamento. Ma neanche si immaginava che cosa gli avrebbe chiesto Mike! Si voltò di nuovo a guardare Clare, stavolta con un’aria strana.
Jimmy era furibonda. Se non avesse smesso subito di guardare Clare in quel modo, gli avrebbe rifilato un ceffone.
- Allora, dimmi pure - cercò di farlo parlare. Finché poteva, tratteneva la sua rabbia dentro, cercando di essere il più gentile possibile. Però si poteva chiaramente leggere una sorta di confusione e agitazione dentro, che non riusciva a nascondere. Le dava fastidio che Mike si facesse casualmente vedere sotto la finestra di Jakie con quella Clare, ma che se la portasse anche appresso quando andava da lei a chiederle un favore la faceva imbestialire, soprattutto se continuava a lanciarle sorrisi. Eppure, ne era sicura, Mike sapeva che interessava a lei, ci aveva anche provato!
- Sì, già - continuò Mike - allora, il favore che ti volevo chiedere è un po' complicato: riusciresti a tenermi un tavolo libero in una saletta privata domani sera? -
- Sì, certo, mamma può,
deve tutto se glielo chiedo io! Dimmi, per che ora e quanti posti? -
- Per due persone, alle otto di sera - rispose Mike - e voglio te come cameriera, sei la più gentile che conosca! -
Jimmy sorrise a quelle parole.
- Assicurato, ci sarò io, cascasse il mondo! - poi si morse la lingua. Aveva paura di aver fatto l’errore più grande della sua vita: aveva detto per due persone? No, non poteva essere Clare, non era così stupido da portarla proprio nel suo ristorante, proprio davanti ai suoi occhi.
- Mike, solo per curiosità - preferì chiedergli - con chi ci verrai? -
Mike la guardò con soddisfazione, quasi si aspettasse quella domanda.
- Con una ragazza veramente tanto speciale - rispose. Si voltò una terza volta verso Clare, quasi per chiederle conferma, e le sorrise.
Jimmy sentì il vuoto intorno a se.
Per una ragazza veramente tanto speciale…. Quelle le parole di Mike.
- Allora ci vediamo stasera, ci sei vero? -
- Sì... Sì - rispose debolmente. - Ciao. -
Lo guardò uscire a braccetto con Clear.
Con una ragazza veramente speciale... “Sei solo una stupida Jimmy, lei è la sua ragazza, cosa credevi, di avere veramente speranze?”. Si maledì per averlo pensato.


Dopo aver ascoltato tutta la storia, Jakie non disse niente. Era rimasta con la bocca mezza aperta, il bicchiere sospeso a metà. Guardò Jimmy attentamente, per vederne meglio i lineamenti sconvolti e il sorriso distrutto. Cosa si aspettava, dopotutto? Che avesse il viso deformato dalle risate? Non riusciva veramente a dire niente, era rimasta allibita da ciò che l’amica le aveva raccontato. Jimmy continuava a piangere.
- Ipocrita... è solo un ipocrita - si ripeteva.
- Davvero ti ha chiesto questo? - riuscì a chiederle, ancora incredula di tutto ciò.
Jimmy annuì, tirando su col naso.
- Io... Io non posso crederci! - sbraitò - fino a ieri sera ci provava con te, corteggiandoti e coccolandoti; e poi oggi vieni a sapere (da lui) che è fidanzato?!E ti viene pure a chiedere di servirgli al tavolo con lei?! Ma è impazzito?! Gliela faccio vedere io! Altro che fidanzato figo, fra poco Clare uscirà con un involucro di bende! - si morse la lingua. Non avrebbe dovuto pronunciare quel nome, non avrebbe dovuto dire Clare.
Jimmy si sentì il cuore stringerle a sentire quelle parole. Già, Clare usciva con Mike... E lei no.
Dopo un quarto d’ora che era lì, Jakie era riuscita almeno un po’ a consolarla.
- Ora è meglio che vada a casa, mi devo preparare per stasera. Tu vieni vero? -
- E secondo te lascerei la mia migliore amica andare da sola ad un concerto in cui suona il più gran bastardo bassista che il punk abbia mai conosciuto? Ma certo che vengo, tesoro! -
Jimmy sorrise.
- Ti voglio bene - disse, e dopo di ché scese le scale, uscendo dalla casa dell’amica. Infilò le chiavi nel suo Ciao, lo mise in moto e partì
Quando fu arrivata a casa, notò che Billie era ancora lì, perché la sua macchina era parcheggiata vicino al suo cancello.
Speriamo che Mike sia già andato a casa, pensò. Traendo un respiro profondo, entrò nel cancello, percorrendo il vialetto e fermandosi davanti alla porta. Facendosi coraggio, premette sulla maniglia ed entrò.
Nel salotto c'erano Billie Joe e Tré seduti che parlavano, una bottiglia di birra nelle rispettive mani. Furono stupiti nel vederla entrare.
Jimmy sforzò un sorriso che le uscì piuttosto bene.
- Ciao ragazzi! - disse.
Andò a sedersi accanto a Billie, dandogli il bacino sulla guancia.
- Ciao - risposero i due, scantandosi.
- Sembrate stupiti di vedermi, non siete forse contenti? - chiese, ironicamente offesa.
- No, no, è solo che non ci aspettavamo di vedere qualcuno fare irruzione in casa - disse Tré.
- Bé, dopotutto è anche casa mia, no? -
- Sì sì, certo - si giustificò il ragazzo - mi hai solo un po’ sorpreso. Stavamo parlando, e non mi aspettavo di vederti tornare così presto. -
- Sì in effetti sono venuta via presto questa volta - disse Jimmy, cercando di fare centro nel discorso per cui era venuta via - volevo prepararmi per questa sera. -
- Già, stasera - disse Billie - prevedo già che ci sarà un mucchio di gente, è piuttosto famosino il nostro gruppo qui a Berkeley. -
- Bene - disse lei, sorridendo - ora è meglio che vada a cambiarmi. -
- Sì, in effetti anche io dovrei andare, mi devo psicologicamente preparare - disse Billie, e così dicendo si alzò pure lui, uscendo.
Jimmy sospirò. Quando sentì i motori della macchina accendersi e poi scomparire, si sedette sul divano e scoppiò nuovamente a piangere.
Ovviamente Tré sapeva che cosa aveva, ma fece lo stesso finta di stupirsi. E in fondo, non era affatto bello vedere sua sorella piangere. Si alzò e andò a sedersi in parte a lei, abbracciandola.
- Ehi, è ancora per la soria di Mike e Clare? - le chiese, cercando di consolarla.
- Frank... tu non ti immagini neanche che cosa sia successo! - e così si mise a spiegargli tutta la storia.
Una volta che ebbe finito, Tré la guardò con finta aria stupita. Sapeva già che cosa le era accaduto, ma sentirlo raccontato da lei era diverso... faceva intendere tutto ciò che aveva provato veramente quando le era successo.
- Mi... Mi dispiace veramente tanto, tesoro - le disse, fissandola negli occhi identici ai suoi.
Jimmy si asciugò le lacrime, appoggiandosi alla spalla del fratello.
Con una ragazza veramente tanto speciale…
Quelle parole continuavano a ronzarle nella la testa, procurandole un forte fastidio. E così Mike considerava Clare una ragazza veramente tanto speciale. Non poteva pensarci, non doveva pensarci, ma quella frase si era incollata proprio nei suoi pensieri.
Con un sospiro malinconico, si staccò dal fratello e salì in camera sua, dove si fissò davanti allo specchio.
Sei una stupida, Jimmy, pensò. Credevi veramente che un ragazza come potesse interessare ad uno come lui? Si diede un colpetto in testa, non doveva pensare così, la faceva stare peggio. Provò invece a pensare che per Mike era solo la sua migliore amica e il comportamento che teneva con lei era dovuto al fatto che avevano un rapporto tipo fratelli e sorelle. Scosse la testa. Se era così, allora era stata solo una stupida. Come aveva potuto illudersi di piacere al suo migliore amico? Non se ne poteva accorgere prima che non gli interessava? Sentì la mente andarle in palla, una confusione di pensieri le si mescolarono nella testa. Tutto ciò era talmente assurdo... da quanto era che si conoscevano? Tre... no, forse quattro anni. Era cambiato parecchio da allora. Aveva tredici anni, era un bulletto, tutto tirato. Ma poi aveva conosciuto lei, lo aveva trascinato nella sua compagnia, gli aveva fatto scoppiare la testa a furia di fargli ascoltare Sex Pistols e Ramones. Lui era diventato un punk, era decisamente cambiato da quando aveva tredici anni, e, man mano che si conoscevano sempre di più, lei aveva finito con l'innamorarsi di lui. Un piccolo sorriso le comparve sul viso: rammentava come, a dodici anni, lo odiasse e facesse di tutto per stargli alla larga, mentre ora era in piedi davanti allo specchio a piangere per lui e a chiedersi perché non gli interessasse.

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Hi people! Come va? Ed ecco a voi il terzo capitolo!! Che cosa ne dite?? È bellino? Si capisce di più del secondo? Spero… Come avrete visto, in parte a “Capitolo tre” ho scritto “I^ parte”, perché ho tagliato la scena finale e la finirò nel prox cap. Bé, che altro dire, spero solo che non inizi ad annoiarvi e che continuerete a leggerla fino alla fine!! P.S..: ho notato che alcuni di voi non hanno ben capito la scienza iniziale del secondo capitolo, quindi vi spiego che era mia intenzione non far capire né di che piano si trattasse né che errorre avesse commesso Tré… si capirà più avanti!! Besos a todos!
Ed era i ringraziamenti:

Rhye and Embrido: Hola a voi!! Sì, in effetti era un po’ complicato quel capitol… oddio, spero di non andare avanti a complicare la faccenda!!XD vedrete che quando verrà svelato il piano, sarà tutto più semplice!! E il favore è stato svelato… che stronzo, vero? Sì, Mike è un po’ difficile che c’abbia una mente che gli permetta di ragionare!!XD Sono davvero veramente contenta che vi piaccia molto la mia ff, sapete, non sono abituata a vedere che ai miei autori piacciano molto le mie ff!! ke dire, grazissimo per i complimenti!!!

Chioccetta: ciao!! Mi fa piacere che trovi la mia ff divertente e che ti incuriosisca… che dici, è arrivato abbastanza presto il seguito?:p Trovi che sia bello anche il terzo capitolo? Fammi sapere, mi raccomando!!

@lucry@: salve!! Trovi veramente che sia bella veramente bella? Sono molto contenta!! Ed il seguito è arrivato, cosa ne pensi? Non ti preoccupare se non hai capito qual è piano, perché non l’ho spiegato!!:p Ho lasciato tutto in sospeso… di che piano si tratta, lo spiegherò più avanti… dimmi che cosa ne pensi di questo terzo capitolo!!

Giulia: MA-GNI-FI-CO anche il secondo capitolo, dici? Non sai come mi fa piacere!! Bene, adesso che ho pubblicato il terzo capitolo, ti tocca aspettare il quarto!! Ma arriverà presto anche quello, promesso!!! È già, hai proprio ragione, w i Green Day!! Ma non solo Mike, anche Billie e Tré!!^^ Dimmi, il terzo capitolo è un po’ meno complicato?

Lotta: ^^!! È quello il bello, lasciare la ff sul più bello, così leggi il capitolo seguente più volentieri!XD Devi capirci, noi autori siamo sempre bastardi!! (NON AVEVO INTENZIONE DI OFFENDERE NESSUNO, ERA SOLO UN MODO IRONICO PER SCHERZARE, QUINDI NON CRITICATE QUESTA FRASE, PER FAVORE ndr) Bene, è sempre un piacere per gli autori sapere che la propria ff venga apprezzata!! Spero che anche il terzo capitolo ti sia piaciuto!!

LauraJoe: buona sera a te!! Non ti preoccupare se nn hai capito il primo pezzo, xkè la mia intenzione era di non far capire che errore aveva commesso Tré, per tenere più “suspance”!! (ma va, quale suspance nd lettoriXD) Quindi non hai letto troppo in fretta, ma è semplicemente perché si scoprirà più in là!! Grazie, mi compiace ke ti piaccia anke il secondo!! Tra Jimmy e Mike devi solo aspettare, perché nei prossimi capitoli dirò che cosa succederà fra di loro!!

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Capitolo 4
*** 4 ***


Capitolo quattro (seconda parte)


Un piccolo sorriso le comparve sul viso: rammentava come, a dodici anni, lo odiasse e facesse di tutto per stargli alla larga, mentre ora era in piedi davanti allo specchio a piangere per lui e a chiedersi perché non gli interessasse.”


Era forse perché aveva fatto qualcosa di sbagliato? O forse perché era tutta una presa per il culo? Doveva ammettere che, se pur dolorosa, era più allettante la prima ipotesi. Anche se era presto per dirlo, forse era meglio cancellare quel capitolo della sua vita per cominciarne uno nuovo. C’erano mille altri ragazzi a quel mondo, ma a me hanno fregato proprio lui. Cancellò quella frase dalla sua testa, le faceva troppo male.
Si sedette sul letto e guardò fuori dalla finestra. La sua camera dava sulla spiaggia, dalla quale si estendeva uno splendido mare. Le onde erano alte e c’era ancora qualche surfista che le cavalcava. La spiaggia non era piena, in effetti a quell’ora tutti si preparavano per andare a casa. Poco più in là, ad un centinaio di chilometri, la gente si accalcava davanti ad un locale, nel quale, quella sera, avrebbero suonato i Green Day. Jimmy sospirò. Ci sarebbe stata anche lei quella sera, ma grazie al suo caro fratellino, in qualche modo sarebbe praticamente stata in prima fila, nonostante si sarebbe recata lì soltanto cinque minuti prima del concerto.
Si guardò una seconda volta allo specchio. Perché non riusciva a piacere a Mike? Scosse violentemente la testa. No, stupida, devi smetterla di pensarci, così ti fai solo più male. Ma non riusciva a crederci che poco prima Mike le avesse chiesto di servirgli al tavolo assieme a Clare e che lei avesse dato il suo assenso! Era proprio una stupida. Qualche lacrima iniziò a scenderle sulle guance, arrossandole di più gli occhi.
Mike, ma perché mi fai soffrire così tanto?, si chiese, prendendo dalla scrivania una foto, mi sono forse comportata come non dovevo? O forse ho preso troppo sul serio quella che per te è una semplice amicizia?
- Jimmy? - disse Tré, entrando nella stanza.
Jimmy sobbalzò.
- Tré, che spavento - disse, appoggiando immediatamente la foto sulla scrivania.
Tré la guardò perplesso. L’aveva chiamato Tré?
- Tesoro, sei sicura di stare bene? - le chiese, fermandosi sulla porta.
- Sì, sì, perché? - rispose lei, alzandosi e asciugandosi le lacrime.
- Bé… mi hai chiamato Tré e non è normale da parte tua. Non che mi dispiaccia, certo, ma tu in genere mi chiami Frank. -
- Mmm… lo so, ma Tré mi piace di più - rispose lei, sforzando un sorrisetto.
Tré sorrise.
- Bene, allora da oggi sono ufficialmente Tré anche per te! Ora vado, sennò faccio tardi alle prove... cioè, gli ultimi preparativi. -
- Okay, ciao – Jimmy, sorridendogli.
Quando Tré se ne fu andato, lei riprese in mano la fotografia che aveva posato sul tavolo: rappresentava lei e Mike in una gita a New York, tre mesi prima. Che bei tempi che erano quelli. La foto l’aveva scattata Billie, ed erano tutti assieme: lei, Mike, Billie, Tré e Jakie. Era allora che Billie aveva iniziato a fare un po’ la corte a Jakie e che fra lei e Mike era scattato un certo feeling. A quei ricordi, le venne ancor di più a piangere. Le faceva veramente troppo male ricordare che c’era attrazione fra i due, prima che arrivasse Clare. Sì, perché adesso aveva addirittura iniziato a pensare che Mike si fosse disinteressato di lei con l’arrivo di Clare, nonostante Tré le avesse assicurato che non uscivano seriamente.
Guardò l’orologio: segnava le sei e un quarto. Iniziò a prepararsi: si svestì di ciò che aveva addosso ed andò a farsi una doccia. Quando ebbe finito, si svestì con dei pantaloni larghi a vita alta e una maglia a mezze maniche. Si raccolse in due codini i capelli biondi, si infilò un paio di All Star, uscì di casa, chiudendola a chiave, e salì in sella al suo Ciao. In pochi minuti raggiunse la casa di Jakie. Guardò l'orologio: erano le sette e un quarto.
- Finalmente, ce ne hai messo di tempo! - esclamò Jakie, uscendo di casa.
- No, entra un secondo, ti devo parlare - disse lei, scendendo dal motorino.
- Che è successo di nuovo? - le chiese l'amica, preoccupata.
- Se entri te lo dico - rispose lei, spingendola in casa. - Buon giorno signora Reghtman - salutò la madre di Jakie, dirigendosi in salotto.
- Perché stavolta non vuoi andare in camera? - le chiese Jakie, stupita
- Ascolta... Io, Emily Jamie Right III, ho sbagliato di grosso ad innamorarmi di Mike e di credere di avere delle chance, tu non devi commettere il grosso sbaglio di ripetere il mio errore, e di innamorarti di Billie credendo che lui ricambi. -
Jakie la guardò stupita. Aveva evocato il suo vero nome, cosa che in genere odiava, per di più ammettendo un sbaglio, cosa che il suo orgoglio le impediva di fare. Questo voleva dire che era una cosa seria, che non stava scherzando.
- Lo faccio solo per te, Jakie - spiegò meglio Jimmy - non ti sto dicendo che non ti devi innamorare di Billie, anche perché è un ragazzo con di sicuro la testa sulle spalle più di quanto lo sia Mike, ma ti sto solo consigliando di non prenderla troppo sul serio, perché potresti rimanerne scottata. Ora andiamo, sennò Tré mi uccide. -
Se Jakie prima era stupita, ora lo era ancora di più.
- Allora, non ti muovi? - le disse scocciata Jimmy, vedendo che non si muoveva.
- Emily Jamie Right III; hai sbagliato di grosso; Tré... ma che cosa ti sta succedendo? -
Jimmy si accorse che qualcosa non quadrava. Emily Jamie Right III... Oddio!! Come aveva potuto nominare il suo nome intero?? Lei lo detestava, con la D maiuscola.
- Va bene - si giustificò - capisco che ti sembra strano, ma quando serve, serve - e dopodiché uscì.
Jakie inarcò le sopracciglia. Dopotutto aveva appena ricevuto un duro colpo, era chiaro che si comportasse in quel modo. Quando uscì, Jimmy era già sulla sua auto, nella parte anteriore del passeggero. Jakie la raggiunse, sedendosi nella parte dell’autista.
- Vedo che hai già preso confidenza con la mia auto - disse ironicamente.
- Quando prenderò questa cavolo di patente, verrò sotto casa tua direttamente a chiamarti - rispose Jimmy, ancora un po’ giù.
Jakie mise in moto la macchina e in breve arrivarono al locale dove la sera avrebbero dovuto suonare i Green Day.
Appiccicati dappertutto, c'erano un casino di manifesti con su scritto: "Stasera: Sweet Children".
- Forza Jakie, entriamo da dietro, Tré ci ha messe nella lista, così dal palco andiamo direttamente in prima fila. -
- Arrivo subito. -
Le due amiche si diressero verso il retro, dove un buttafuori era piazzato davanti ala porta, con una lista in mano.
- Nome - disse, guardandole.
- Jimmy Right e Jakie Reghtman - rispose Jimmy, impaziente di entrare.
Guardò l’orologio: erano le sette e qualche minuto, mancava ancora un’ora al concerto.
- Jakie Reghtman… risulta, ma non c’è nessuna Jimmy Right, mi dispiace. -
Jimmy si sentì prendere dal panico. Era assurdo! Suo fratello non poteva avere inserito Jakie e non lei!
Calma Jimmy, calma!, si impose. Facendo un profondo respiro, disse:
- Mi sembra impossibile, provi a guardare meglio. -
Speranzosa, guardò l’uomo che, facendo come gli aveva chiesto, stava ricontrollando la lista.
- No, mi dispiace, ma qui non risulta nessuna Jimmy Right - rispose lui, chiudendo il blocchetto.
Jimmy era sbalordita.
Perché Tré non mi ha inserita nella lista? pensò furibonda.
- Ascolta - le sussurrò Jakie - non ti preoccupare, se tu non puoi entrare, io resto con te. -
Jimmy si lasciò scappare un’aria bastonata. Già era distrutta per via di Mike, se poi ci si metteva pure suo fratello proprio non andava!
- Dico veramente - continuò Jakie, prendendola per un braccio - andiamo via, trascorreremo la sera in un locale, ci divertiremo lo stesso! -
Jimmy sapeva che non c’era altra scelta, ma le dispiaceva che Jakie non assistesse al concerto quando poteva. Avrebbero potuto comprare il biglietto in un botteghino, ma alla fine sarebbero state in ultima fila, se non sedute.
- Dai, andiamo - insistette Jakie.
Jimmy sospirò. Ormai non c’era più niente da fare, non avrebbe assistito al concerto, e se Jakie avesse voluto andare con lei… non l’avrebbe lasciata.
- Tu vai, divertiti e poga - disse allora - non voglio che salti un concerto solo per colpa mia… anzi, per colpa di mio fratello. -
- Non se ne parla neanche! - ribatté l’amica - io resto. -
- Assolutamente no! Tu entri e ti diverti! Il tuo nome compare sulla lista! -
Improvvisamente un lampo le attraversò la mente.
- Ascolta, tu entra e chiama qualcuno che mi possa trascinare dentro. Io intanto cerco di trattenermi qui. -
Questa volta Jakie non obbiettò.
- Mi faccia entrare per favore - disse, piazzandosi davanti al buttafuori.
L’uomo si spostò e la fece entrare. Prima che la porta fosse chiusa, Jakie guardò Jimmy come per dire “ti farò entrare”.
- Senti ragazzina - disse l’uomo - capisco che ti aspettavi di entrare. Ma non sei stata inserita, quindi mi dispiace, ma non puoi entrare. Compra un biglietto ed entra dall’ingresso principale. -
Jimmy non poteva andare via, da un momento all’altro Jakie sarebbe venuta a chiamarla.
- Sì… ma… io le assicuro che mio fratello mi ha inserita, provi a guardare, lui c’è di sicuro. -
- No, mi dispiace non c’è nessun Right, sono spiacente - rispose secco l’uomo.
- No, non Right - si affrettò a correggerlo Jimmy - Cool, Tré Cool. -
L’uomo rise ironicamente.
- Sì, e io sono il fratello di Michael Jackson. -
Jimmy lo squadrò.
- Sentimi, tipo, non so chi sia tu, ma ti assicuro che io sono la sorella DEL VERO Tré Cool! -
- Se non te ne vai alla svelta sarò costretto a chiamare la sicurezza! - l’avvisò con disprezzo il buttafuori.
Tré, questa l’hai fatta grossa!
- Ma che modi meschini che usa! - lo criticò la ragazza - avere un po’ di pazienza, no vero? -
- Tanto da qui non entri! - ribatté l’uomo, scocciato - ora vattene subito! -
- Neanche morta! - replicò lei, secca - io non mi muovo di qua finché non sarò entrata. -
L’uomo non esitò e l’afferrò per le spalle, cercando di trascinarla all’indietro.
- MI LASCI! - gridò Jimmy, ribellandosi.
In quel momento la porta si aprì e ne uscì Jakie seguita da… Mike!
Era l’unico disponibile?!, si chiese scocciata Jimmy, sollevata però che fosse finalmente arrivato qualcuno a tirarla fuori dai pasticci.
- La lasci pure - disse Mike - è sulla lista - e indicò un nome sul blocchetto.
L’uomo, indignato, la lasciò passare. Jimmy gli lanciò uno sguardo gelido, poi entrò.
- Non ti veniva proprio da pensare che Tré ti avesse messa come Jimmy Cool? - le disse Mike, una volta dentro.
- No, visto che nessuno mi chiama Jimmy Cool! - ribatté secca Jimmy.
Poi si avvicinò a Jakie.
- Ma non potevi chiamare Billie o Tré? - le sussurrò, seccata.
- Chi? Qualcuno ha detto Billie? - chiese Billie Joe, entrando nella stanza.
- Oh… sì, mi stavo chiedendo dove eravate finiti te e Tré… - rispose lei.
Billie la guardò strana.
- Hai detto… Tré? -
- Emm… sì, mi sono messa a chiamarlo così - rispose Jimmy, che non sapeva più che risposte dare.
- Oh… bene! - commentò Billie - forza, ora andate che fra circa un quarto d’ora incomincia il concerto. -
- Sì, hai ragione. -
Così si diressero sul palco, standone ai lati, e poi le fecero scendere in prima fila. Ovviamente, non mancarono i commenti da parte dei fan, ma si sistemò tutto.
In quel momento i Green Day salirono sul palco e ci fu un botto di acclamazioni.
- Ehy, what’s up? - gridò Billie Joe, portandosi al microfono.
Un botto di acclamazioni si innalzò dalla folla.
- Prima di iniziare avremmo una cosa importante da comunicarvi - continuò il ragazzo.
Qui prese la parola Mike:
- Con l’assenso di tutti noi, da oggi i Sweet Children diventano ufficialmente i Green Day! -
Urli di gioia e di approvazione di innalzarono dalla platea, poi il concerto incominciò.
_________________
Bene, anche il quarto capitolo è finito! Scusate se ci ho messo tanto, ma ho avuto un po’ di impegni fra scuola e verifiche… comunque spero di aggiornare più velocemente il quinto capitolo! Ed ora passiamo ai ringraziamenti:
Rhye and Embrido: ma slave!! Ormai quando vedo i vostri commenti mi gioisce il cuore! Me li lasciate troppo belli! Non sono sicura che questa storia ne meriti di così generosi! Mi fa piacere che sia più chiaro il terzo capitolo, almeno andate avanti più facilmente! Sì, Mike è veramente uno s*****o (prendo dal vostro esempio^^) . Con chi andrà a cenare resterà un segreto, lo scoprirete più avanti! Bé, se sarà lei la fortunata non credo che Jimmy sia tanto contenta che sposi Rhye^^, in quanto a Embrido… si vedrà più avanti se Billie è libero!!XD [certo, sempre che non sia occupato con me XD]. Spero che mi perdoniate per aver troncato sul più bello, ma si sa com’è, noi autori abbiamo i nostri trucchetti! Sì, tranque, avete reso perfettamente il concetto (come dite voi^^). Purtroppo, some ho già detto, non sono riuscita ad assecondare interamente i vostri “voleri”, ma alla fine ho aggiornato comunque!! Aspetto un altro vostro commento a questo capitolo, eh!
giulia: un’ottima scrittrice di fic?? Oddio, mi riempi il cuore di gioia!! Trovi veramente che sia così brava a scrivere? Grazie mille!! Mi fa stra piacere che lo trovi magnifico pure il terzo!! Ho letto una tua ff e trovo che anche tu sia brava a scrivere!!
Lady Numb: ciao a te!! Tranqua, non c’è nessun problema!! Mi dispiace per internet, io senza non vivrei!! Davvero ti piace molto la mia storia? Non sai quanto piacere mi fai! Sono gratificata che trovi le mie idee allettanti, pensa che io le pensavo scadenti!XD Quello che combineranno qui tre matti (e concordo su quello che dici te: quelli sono matti dalla culla!!) si vedrà più avanti, quando verrà svelato il piano… poi vedrai anche se quello che pensavi su Mike è vero o no… mi raccomando, fammi sapere se pensavi giusto!
@lucry@: ecco a te la ff continuata!! Ti va bene? Lo spero? Scusa se ci ho messo un po’ a aggiornarla, ma, come ho sopra citato, ho avuto impegni… sì, anche io certe volte do l’impressione di assatanata, soprattutto alla mia amica, che la sto tartassando per avere un giudizio su una nostra ff!!

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Capitolo 5
*** 5 ***



Capitolo cinque


C’era un casino infernale, ma all’interno del locale si urlava e si pogava come non mai. La gente, soprattutto Jimmy e Jakie, si divertiva moltissimo e cantava a squarcia gola le canzoni che ormai tutti conoscevano a memoria.
I Green Day furono bravissimi, era incredibile come il loro gruppo fosse famosissimo a Berkeley. Sarebbero potuti diventare famosissimi in tutto il mondo e vedere il triplo di quella gente ai loro attesissimi concerti. Però di questo Jimmy aveva paura. Temeva di non poter vedere più il fratello per lunghi periodi, e quando sarebbe tornato a casa avrebbe avuto altro da fare, tipo recarsi in studio di registrazione per registrare i nuovi album o dedicarsi alla ipotetica fidanzata. Però vedeva anche un lato positivo in una loro presupposta partenza: Mike sarebbe stato lontano da lei per lunghi periodi e quando sarebbe tornato non avrebbe avuto tempo necessario da dedicare interamente a lei, come faceva. Questo pensiero, però, le procurò una fitta di dolore: era vero, fino al giorno prima tutto il suo tempo libero era dedicato agli amici, ma soprattutto a lei; ora l’avrebbe dedicato tutto a quella famosa ragazza veramente tanto speciale. Tante volte era stata tentata di dirgli tutti i veri sentimenti che provava per lui, tante volte avrebbe voluto baciarlo, ma non l’aveva mai fatto. Ora che un’altra ragazza era stata più lesta di lei, si malediva per non averla preceduta. Tré le aveva detto che non era proprio la sua ragazza, e che Mike preferiva lei in confronto a Clare, ma quello che il ragazzo le aveva chiesto qualche ora prima aveva smentito tutto ciò che aveva creduto. Anche quella frase, con una ragazza veramente tanto speciale, aveva fatto crollare tutte le sue speranze di avere ancora possibilità con lui. Poi un pensiero la colse: e se Mike avesse voluto testare i suoi sentimenti verso di lui? O se, se ne fosse trovata un’altra perché lei non si sbrigava a dirgli tutto ciò che provava? Ora avrebbe voluto salire sul palco, correre da lui e dirgli tutto ciò che provava, che si era innamorata di lui e che lo voleva. Avrebbe voluto dichiarargli davanti a tutta Berkeley che desiderava tanto essere la sua ragazza, che era gelosa di Clare e che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di stare con lui. Lo voleva, lo voleva ad ogni costo. Poi lo guardò: allora era proprio una stupida! Perché non voleva capire che tanto ormai stava assieme a Clare? Perché si faceva male pensando a tutto ciò che provava nei suoi confronti? In quel momento, invece, avrebbe voluto odiarlo, avrebbe desiderato sopprimere i suoi sentimenti. Voleva nascondere che gli piaceva, voleva solo stare bene. E la musica la faceva stare bene. Cercò di evadere da quei pensieri, di pogare e basta. E così fece. Pogò e cantò per tutto il concerto.
- E ora signori e signore, l’ultima canzone! - annunciò ben presto Billie.
Dalla folla si innalzarono delle grida scontente, come se volessero che continuasse ancora per tutta la sera. Ma loro cantarono la loro ultima canzone e poi, salutandoli e promettendo che sarebbero tornati, scesero dal palco.
Accompagnati dal desiderio che continuassero e dalla felicità di avere assistito ai Green Day, i fan svuotarono a poco a poco il locale apposito per concerti.
- Ehi, Jimmy! - la richiamò Jakie, raggiungendola nel casino - come è andata? -
- Il concerto è stato certamente magnifico! Tu che ne dici? - rispose Jimmy.
Jakie assunse un’espressione esaltata.
- È stato bellissimo! - le disse, battendo leggermente le mani.
Jimmy sorrise.
Quando il casino fu minore, le ragazze si misero a parlare più tranquillamente.
- Che ne dici, raggiungiamo gli altri? - propose Jakie - così andiamo a berci qualcosa. -
Jimmy sospirò. Avrebbe preferito non vedere Mike fino alla sera dopo, ma assecondò i desideri dell’amica.
- Okay, andiamo - disse quindi.
Le ragazze salirono sul palco ed andarono fino dietro alle quinte, dove i ragazzi si stavano facendo una doccia. Così si sedettero ed aspettarono finché non uscirono.
- Credo di avere i timpani rotti, ero proprio sotto la cassa! - disse Jimmy, massaggiandosi le orecchie.
- Ti posso dare ragione - concordò Jakie - anche io sono sorda! -
- Però Tré poteva pensarlo che io non avrei pensato che lui aveva pensato di mettermi sotto Jimmy Cool! -
Jakie la guardò.
- Scusa? - le chiese.
- Emm… in poche parole avrebbe potuto mettermi sotto Jimmy Right. -
Jakie inarcò le sopracciglia.
- È così abituato a sentirsi chiamare Tré Cool, che neanche gli verrebbe in mente che di cognome fa Right III -
Jimmy sospirò.
- In effetti… - disse - però non si può scordare come si chiama! -
Jakie rise.
- Lo sai quanto odia il suo nome - le disse.
- Proprio quanto io odio il mio – commentò.
Ma non potevano i loro genitori pensare di dargli dei nomi diversa da Frank Edwin Right III e Emily Jamie Right III? Evidentemente no.
- Ma quando si sbrigano quelli là ad uscire? - brontolò Jakie - sono dentro da almeno mezz’ora! -
- Conosco mio fratello e so che in tempi brevi ci mette cinquemila ore! - scherzò Jimmy.
- Tu ce ne metti il doppio! - ribatté una voce dal dietro.
- Bugiardo! - rimbeccò la ragazza.
I tre pazzerelli erano finalmente arrivati! Era ora!
- Ehi, dove eravate finiti? - chiese scocciata Jakie - è da tre ore che vi stiamo aspettando! -
- Ai VIP i loro tempi! - scherzò Mike.
- Modesto come al solito, vero? -
- Ovvio! -
- Dai, andiamo, sennò viene l’una! - disse Jimmy, dirigendosi verso l’uscita.
Quando uscirono, salirono tutti sulla macchina di Billie.
- Dove andiamo? - chiese curiosa Jakie.
- Che ne dite di andare tutti al Run It? - propose Tré.
- Mmm… Tutta musica dance… ho saputo che hanno aperto un nuovo locale di musica Rock, che ne dite di andare lì? - propose invece Mike.
- E che locale sarebbe? - chiese Jimmy.
- Ehm… mi pare qualcosa tipo Rock Now - rispose lui.
- Rock Now? - interloquì Billie - sei sicuro che non si tratti di una discoteca Rock? -
- Probabile - disse Jakie - ma ne ho sentito parlare anche io e pare che i baristi abbiano più o meno la nostra età, e che ci servano lo stesso alcolici se abbiamo almeno sedici anni. -
- Mmm… mi piace! - commentò Tré.
- Anche a me! - disse Mike.
- Allora è andata per quello - decise Billie e partì con la macchina.
- Siamo a posto! - commentarono le due povere ragazze.
Una volta arrivati, i ragazzi si diressero subito verso il bancone, ma, a differenza di Jakie e Jimmy, si scolarono una ventina di birre.
- Cosa ce ne facciamo di questi tre? - scherzò Jimmy quando i Green Day furono ubriachi fradici, intanto che Mike ci provava spudoratamente con lei.
- Ma… direi di… lasciarli fare - rispose Jakie, mentre Billie faceva lo stesso con lei.
Jimmy sorrise, poi tolse di mano una bottiglia di birra a Mike. Avrebbe voluto che rimanesse ubriaco per sempre. Magari avrebbe anche dimenticato Clare… chi lo sapeva?
- Dai Jimmy… perché non mi dici… il perché? - le disse Mike.
Ormai, ogni frase che diceva era priva di senso, così come quelle degli altri tre ragazzi. La ragazza guardò Jakie e Billie: lui le stava sfacciatamente facendo la corte, ma a lei non dava fastidio, anzi. Mentre a lei metteva in soggezione che Mike facesse lo stesso. Sapeva che era solo ubriaco e che una volta passata la sbronza sarebbe tornato dalla sua Clare a raccontarle su quattro stupidate. E di lei non sarebbe rimasto altro che un’ombra spezzata.
- Dai, Jimmy, dimmi perché… - insisteva Mike, ma ormai lei non ci faceva più caso.
- Dai, Mike, smettila e lascia stare la birra che sei solo ubriaco - disse, portandogli via per la seconda volta la bottiglia.
- No dai… dimmi perché - persisté ancora una volta il ragazzo.
- Ma il perché di cosa? - gli chiese esausta la ragazza, voltandosi dalla sua parte.
- Il perché non mi ami…? - rispose lui.
Jimmy si bloccò. Lo guardò fisso negli occhi, aveva paura delle conseguenze di quella frase. Ma le conseguenze erano ovvie: sarebbe stata ancora peggio. Se le faceva male sapere che dopo quella serata sarebbe tornato tutto a posto, figuriamoci dopo quella frase!
- Smettila Mike, sei solo ubriaco… - disse lei, cercando di scostarsi. Ma lui fu più lesto. La prese per un braccio e la portò a se. Ora Jimmy poteva ammirare con più attenzione quegli occhi verdi, quegli occhi che stavano a due centimetri dai suoi. Erano così dolci, intensi… di un’intensità che la ragazza non aveva mai avuto il tempo di constatare.
Era immobilizzata, non sapeva cosa fare; le gambe le tremavano e il cuore le pulsava forte. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, in un certo senso le piaceva stare a quella distanza da lui, lo desiderava quel bacio. Ma allo stesso tempo non voleva che la baciasse. Le faceva male sapere che dopo quella sera si sarebbe sistemato tutto, era stata male quando Mike le aveva detto quella frase, e ora addirittura la stava per baciare!
Come si aspettava sarebbe successo, il ragazzo chiuse gli occhi poggiando le sue labbra contro quelle di lei. Fu un bacio dolcissimo, un bacio che Jimmy non avrebbe dimenticato facilmente. Ma si staccò velocemente. Lui era ubriaco, non sapeva quello che stava facendo, e poi era anche fidanzato!
Calde lacrime presero a scenderle sul viso.
- Mi dispiace - sussurrò, poi scappò via.

_____________________________
Rieccomi qua con un nuovo capitolo, fresco fresco! Questa volta sono stata veloce, vero? Perché, per fortuna, il mio adorato computerino è ritornato in camera mia e internet è ritornato di sopra, quindi ho più tempo per dedicarmi alla storia! Ho l’impressione che la storia si stia svolgendo un po’ lentamente, facendo conto che in cinque capitoli ho descritto una giornata! Va Bé, se trovate che sia troppo lenta, ditemelo, non voglio annoiarvi!
Lo so che ora mi starete maledicendo perché ho tagliato la storia proprio sul bacio, ma io sono bastarda!
Bene, e ora passiamo ai ringraziamenti:

@lucry@: ehilà! Ma figuarti, grazie a te, invece, che me li lasci! No, no, tranqua, c'era nella lista! Solo ke qll stolto (si fa x dire, eh!) del suo carissimo fratellone si è scordato di dirle che l'aveva inserita sotto il nome ti Jimmy Cool! Davvero dici che ho la stoffa della scrittrice? Mi fa piacere! Grazie mille!!
Rhye and Embrido: @__@... minchia, che commento!! E' sì, sono tornata perché avevo proprio voglia di aggiornare! E ora non rimarrete fregate perché ho aggiornato presto (credoXD)!! Gioirete anche questa volta nel vedere pubblicato il quinto capitolo? XD... anche se non siete le prime, solo a vedere i vostri commenti capisco che dovrò preparami a leggere un manoscritto!!XD No dai, stavo scherzando! Anche se non siete le prime, dicevo, quando vedo i vostri commenti sono sempre felicissima!! Che cosa è successo a Jimmy? Eh eh eh... questo è il problema!! No dai, nel prossimo capitolo (e se non è il prossimo sarà quello dopo) lo spiego.... anzi, lei lo spiega!! Nuuu, poverina! E' la protagonista, non può morire!! Ma non si sa mai, avete visto che cosa sconvolgente che è successa? E Pensare che è successa solo perché Mike era ubriaco! Poverina!! In effetti quella di dire a Jakie di non innamorari di Billie è stata un po' assurda (proprio cm meXD)... ma si sa comè, quando si soffre di problemi di cuore (tipo infarti o robe varie... no, tranque, stavo scherzando!!) si sparano cavolate su cavolate! Concordo altamente: nessuno non riuscirebbe a non innamorarsi del dolce e caro Billie! Ma, personalmente, preferisco Tré (infatti mi chiedo perché ho messo una storia con Mike... Non volevo che fosse occupato!!XD). In effetti non ho parlato molto di Billie e Jakie, ma più avanti ne parlerò... Come finirà lo scoprirete! Mi fa veramente tanto piacere che troviate che sia migliorata!! Non è che magari stia peggiorando, vero? Comuqnue sto progettando di aggiungermi ancora un po' di tempo libero a quello che già ho, così posso venire a leggere le vostre ff!! Alla prossima, ciaooo!!
chioccetta: una nuova lettrice!! Sono contenta che trovi divertente la mia ff! Sai, non mi trovo così brava a scrivere io, e faccio del mio meglio!! Comunque ecco a te il seguito! Se contenta!! Ciao!

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Capitolo 6
*** 6 ***


Capitolo sei


Jakie sembrava molto soddisfatta del modo in cui Billie si stava comportando. Certo, era ubriaco, però si comportava con lei come se fosse la sua ragazza. Le accarezzava la guancia, stando a distanze ravvicinate da lei. Doveva ammetterlo, però: Billie ubriaco era così tenero… ma Jakie aspettava solamente quel momento, quel momento che pochi minuti prima aveva fatto scappare Jimmy in lacrime.
Dai, Billie, dai, dammi quel maledetto bacio!, pensava la ragazza, ignorante del fatto che l’amica fosse uscita dal locale.
- SìÌ… E pOi soNo AndaTo a VedeRe Se èra anCòra lÌ… è nOn mI riCordO pIù cHe cOsa èÈ suCcesSo… pOi - Billie straparlava ormai.
- Oh, capisco - rispose la ragazza.
- No Non cRedO chE tU poSsa cApiRe PecChé è sucCessO tUttO cOsì -
- Ah, già è vero - disse la ragazza.
Avrebbe fatto di tutto per far sì che lui la baciasse. Jimmy le aveva detto di non innamorarsi di lui pensando che ricambiasse (ma perché mai, poi?), solo che lei se n’era già innamorata. E non ci poteva fare niente. Lo guardò dritto in quegli occhioni verdi, che ormai erano persi nel vuoto, e si sciolse. Non riusciva più a resistere, se non l’avesse baciata lui, lo avrebbe fatto lei.
Dai, Billie, perché non mi baci?, continuava a chiedersi impaziente.
Ad un certo punto, Mike spuntò fuori dal nulla.
- Ehi, amicò… guardà che non servé solò per parlaré la boccà… - gli disse, anche lui straparlando.
Per un momento Jakie dimenticò di Billie, e guardò Mike: dov’era Jimmy?
- Mike, dov’è Jimmy? - gli chiese.
- È uscità dal localé… - rispose Mike a strafalcioni.
- Che cosa? - disse preoccupata - e per quale motivo? -
- Non lo so… stavà piangendò - gli rispose Mike, scolandosi un’altra birra.
Senza lasciar finire di dir niente a nessuno, la ragazza corse fuori, in soccorso dell’amica.
- Jimmy? - gridò, sperando che le rispondesse. Poi guardò dentro la macchina di Tré. Non era lì.
Fece il giro dell’intero parcheggio, senza risultato. Pensò dove avrebbe potuto trovarla. Ma perché stava piangendo? Che cosa le aveva fatto Mike?
- Ehi, è da un bel po’ che sei lì fuori. -
Jakie si voltò per vedere chi le aveva parlato.
- Billie… Jimmy sta malissimo ma non riesco a trovarla. -
Il ragazzo era meno ubriaco di prima, almeno quel briciolo per poter capire i fatti che stavano succedendo.
- Come? - le chiese - e per quale motivo? -
Jakie scosse la testa.
- Non lo so - gli rispose - ma Mike mi ha detto che è corsa fuori dal locale piangendo. -
- Piangendo?? -
Jakie annuì senza dire niente. Era tanto dispiaciuta per la sua migliore amica. Ma ne era certa: era stato Mike. Avrebbe tanto voluto sapere che cosa le aveva fatto.
In quel momento uscì anche Tré, con un cellulare* in mano e l’espressione sconvolta.
- Tré, che cos’è successo? - chiese impaziente - notizie di Jimmy? -
- Sì - rispose il ragazzo, con voce rotta - ma speravo che lo sapessi tu che cosa fosse successo. -
- Hai parlato con lei? -
- Sì, mi ha detto che è tornata a casa e di non cercarla - le disse il ragazzo.
- A casa?? Ma con cosa? -
- Non lo so, ma stava piangendo - le rispose Tré - non mi ha detto per quale motivo. Quando ho risposto mi ha detto che era a casa, di non cercarla. Allora le ho chiesto che cos’era successo, ma mi ha detto di lasciare perdere, e poi ha riattaccato. -
Jakie era sempre più dispiaciuta per la ragazza. Ma che cos’era successo? Che cosa cavolo le aveva fatto Mike per farla scappare a casa piangente?
- Direi che sia meglio se anche noi tornassimo, ora - propose Billie - vado a chiamare Mike. -


Il giorno dopo, a scuola, Jimmy non rivolse la parola a nessuno, soprattutto a Mike. Se ne restava in un angolino, con Jakie che la tartassava per farle sputare il rospo. Ma la ragazza non la stava osservando. Guardava il ragazzo: proprio come temeva. Da quando era arrivata a scuola, non l’aveva degnata di nient’altro che un saluto. E ora se ne stava li con Clare, e parlavano tranquillamente. Ma perché si comportava in quel modo? Cioè, l’aveva fatta stare malissimo il fatto che lui aveva smesso di provarci con lei trovandosene un’altra, ma perché ora si comportava come se fosse un semplice compagno di scuola? Non voleva perdere la sua amicizia. Aveva cercato di cancellare il suo dolore cambiando dei minuscoli particolari che l’avevano legata a lui, e questo non aveva causato delle buone conseguenze. Cioè, si era messa a chiamare suo fratello Tré, e il che a lui non dispiaceva tanto, ma aveva anche detto a Jakie di non innamorarsi di Billie, il che era stata una cosa tanto assurda! Sapeva che l’amica ci teneva tantissimo e c’era rimasta male quando le aveva detto quella frase. Oltretutto aveva sfigurato il suo nome, ormai comune a tutti, dichiarando quello vero, quello che odiava tanto. Cioè, le sembrava assurdo, ma era stato proprio Mike ad attribuirle il soprannome di Jimmy. Tutti la chiamavano Jamie, il suo secondo nome, ma a lei non appariva particolarmente attraente. Un giorno, quando ancora odiava Mike, gli aveva aperto la porta, trovandosi in un estremo imbarazzo.
- Oh, tu sei Jimmy, giusto? - le aveva chiesto.
- No, mi chiamo Jamie - gli aveva risposto seccamente lei.
- Bene, Jimmy, di a tuo fratello che sono arrivato. -
- Oh, bé, la gentilezza è un’optional, vero? - aveva risposto ancora più irritata - e poi ti ho detto che mi chiamo Jamie, non Jimmy! -
- Ma Jimmy è più bello. Comunque, non ti preoccupare se non ti va di scomodarti, andrò io su da Tré a dirgli che sono arrivato, tranquilla, tanto, come dici tu, la gentilezza è un’optional. -
Jimmy non lo sopportava proprio.
- È da quand’è che tu chiami mio fratello Tré, scusami? Se non sbaglio, si chiama Frank! Oh, dimenticavo che qua la stupida sono io! Sono io quella che non sa i nomi dei miei famigliari! -
Mike l’aveva guardata con quell’aria calmissima tanto da innervosire chiunque.
- Non gli do torto, poverino, come dire ad una sorella del genere che gli amici lo chiamano Tré? Poverina, non devi fartene una colpa se non sai come vengono chiamati i tuoi famigliari, perché se fossi in loro neppure io ti direi il mio soprannome! Non posso dar loro colpa. -
Jimmy aveva esitato. Mai, ma dico mai, aveva ricevuto un’indignazione tale.
- Michael Pritchard, come osi?!? - gli aveva urlato imbestialita.
- Mike, grazie - aveva risposto con calma lui.
Jimmy lo aveva osservato salire le scale, fuori di sé. Aveva una tale rabbia dentro, che non riusciva neanche ad espellerla. Mai e poi mai avrebbe immaginato che un giorno lui l’avrebbe fatta soffrire come stava ora facendo, che si sarebbe innamorata di lui.
E ora, contro tutte le sue aspettative, una lacrima le rigò la guancia e cadde a terra. Non era una lacrima come le altre, non era colma di dolore e sofferenza. Era una lacrima fredda, priva di ogni sentimento. O forse l’unica cosa che provava verso di lui ora era rabbia, una rabbia incontenibile. Già, solo ora rifletteva veramente su come stavano le cose, senza essere accecata da quel dolore sovrumano che le aveva fatto provare: perché continuare a disperarsi per uno stolto al quale non interessava? Perché continuare a soffrire per uno stupido il cui unico obbiettivo era non provare amore verso di lei? Perché? Le aveva fatto tutto questo, era stato giusto all’inizio piangerci sopra, ma ora avrebbe dovuto smetterla di reagire da sciocca. C’erano altri mille ragazzi pronti ad accoglierla e a comportarsi diversamente da lui, doveva quindi lasciarlo perdere. Se avesse dovuto provare ancora qualche sentimento per causa sua, allora quello era solo rabbia. Rabbia per un ragazzo che prima ti corteggia e poi ti molla lì, rimpiazzandoti con un’altra. Rabbia per uno stupido che l’aveva fatta soffrire solo per la sua stupida inconsapevolezza che a lei piaceva. Rabbia per uno sciocco che si era divertito con lei finché non ne era arrivata un’altra. Basta, aveva deciso, fra lei e Mike era tutto chiuso.
- Jimmy? Ma mi stai ascoltando? - le parole di Jakie la riportarono alla realtà.
- Ieri Mike mi ha baciata, ecco che cos’è successo - rispose secca - ed ora eccolo là, con la sua carissima Clare, a pavoneggiarsi per tutto l’istituto con la sua stupida ragazzetta. Pensavo che avesse riflettuto su quello che ieri l’alcool l’ha indotto a fare, ma a quanto pare mi ha baciata tanto per baciare qualcuno. Stupido stolto - e dopodiché si allontanò, sedendosi al suo banco.
Quando suonò la campanella della ricreazione, Jakie si precipitò a capofitto verso la quarta, l’aula in cui c’era Billie. Voleva chiarirsi con lui. Quello che le aveva detto Jimmy le aveva fatto sorgere un dubbio: se per lui fosse stato lo stesso di Mike?
Il ragazzo uscì dall’aula in compagnia di Tré, Mike e… Clare! Non ci poteva credere, perché Clear era… no, un momento, Clear doveva essere a braccetto di Mike, seppure sapeva che facesse male a Jimmy, non di…
- I maschi sono tutti uguali - Jimmy le si era avvicinata e aveva assistito pure lei alla scena.
Dalla classe di loro tre, ne era uscita anche Clare a braccetto proprio con Billie!
- Io… io lo detesto! - disse Jakie, e poi scappò via.
A Jimmy era sembrato assurdo, il giorno prima, dire all’amica di non innamorarsi di Billie, però in fondo aveva avuto anche ragione. Raggiunse l’amica in bagno.
- Jakie ascolta… -
- No, no, no! - gridò la ragazza, in preda al panico - no, Billie no! Tutti, vi prego, ma non Billie! Ve ne prego, tutti tranne che Billie, per favore! Perché lui, perché? PERCHÉ? -
- Jakie, ascolta, lo so quanto fa male, perché sto vivendo la stessa cosa con Mike. Ma credimi, tu non devi provare dolore nei suoi confronti, devi solo cercare di provare rabbia! La rabbia ti farà stare meglio, so che è assurdo, ma è così! Non ripetere il mio errore, non rovinarti solo per un ragazzo! -
- Ma è assurdo… Io e Billie stavamo così bene fino a ieri… -
- Ieri, quando io stavo piangendo sul perché stavamo così bene fino al giorno prima, non avresti mai immaginato che il giorno dopo sarebbe successa la stessa cosa a te, vero? Quindi ora cerca di riprendere ciò che hai detto a me, fattene una ragione e dimenticalo! È solo uno stupido, uno stolto, merita meglio di te! -
Jakie la guardò, quasi fosse stata abbagliata da un lampo. Ma non fu così, perché corse fuori dal bagno per cercare Billie e dargli una regolata. Ma fu un pessimo errore. I quattro erano dietro ad un muro, da soli, e stavano bisbigliando. Jakie si accostò, per ascoltare.
- Allora, dobbiamo cercare di risistemare tutto - questo era Billie - ieri hai baciato Jimmy, è stato un grosso errore. Dunque, stasera tu avresti quella famosa cena, giusto? Bé, cerca di non farle capire chi è la ragazza tanto fortunata, okay? -
- Okay - questo era Mike.
- Dunque - continuò Billie - per non mandare a monte tutto il piano, tu, Tré, dirai a Jimmy che hai scoperto che Mike e la sua presunta fidanzata sono andati oltre al semplice rapporto-baci, Okay? -
Non si sentì risposta, quindi Jakie presuppose che il ragazzo avesse annuito.
- Bene, ricapitoliamo tutto daccapo: se questo piano consiste nel fare ingelosire Jimmy per vedere fino a che punto… -
A questo punto Jakie non ci vedette più. Saltò fuori, imbestialita.
- Jakie… tu che cosa ci fai qua? - chiese Tré, col cuore in gola.
- Ho sentito tutto! - sbraitò la ragazza contro i tre - e mi fate proprio schifo! E tu, Tré… Jimmy è tua sorella, ma insomma, non hai un minimo di ritegno neanche nei suoi confronti?!? Sei solo un porco! Mi fate tutti schifo! -
Si voltò e tentò scappare via. Mike sapeva che se le avesse chiesto di aspettare la ragazza sarebbe scappata comunque, quindi la afferrò per un braccio e le impedì di andarsene.
- Ma che cosa vuoi ancora? Che ti compatisca? Lasciami andare! - ormai Jakie stava piangendo, e le lacrime le scendevano calde sulle guance.
- Non ti chiedo di compatirmi, ti chiedo solo di comprendere qual è la vera natura del piano! -
- Qual è la vera natura del piano? Allora sei veramente un lurido schifoso! -
- Un secondo… come hai capito anche te l’obiettivo è fare ingelosire Jimmy, ma ad un altro scopo! -


Quando la scuola fu finita, Jimmy ritornò a casa. Era ancora arrabbiata con Mike, infatti non lo aveva neanche salutato quando era andata via. Stava ripensando a quello che aveva visto a scuola, fra Billie e Clare, ma, improvvisamente, le venne in mente che cosa le aveva detto Tré il giorno prima:
- Massì, si sa com’è Mike, lei è una bella ragazza, ed è per questo che ci esce. E poi… siete così legati, anche quando usciamo assieme, che sembri più tu la sua ragazza che lei. E poi lei non ribatte mai quando siete assieme. Non si può considerare fidanzata una come lei. Lei è più legata a… -
Le sembrava ovvio che per completare la frase ci sarebbe voluto il nome Billie; quindi lui non gliel’aveva detto per il semplice motivo che fra Billie e Jakie c’era qualcosa.
Ora era ancor più imbestialita. Furibonda, corse a casa, spalancò la porta e corse in salotto.
- Ciao tesoro… - disse il padre, ma la ragazza salì in camera.
- TRÉ! - gridò, scaraventando al muro la porta.
Il ragazzo si alzò di scatto, col cuore in gola.
- Jakie non ti ha detto niente, vero? -
- Non ha avuto bisogno di dirmi niente, perché c’ero lì anche io quando Billie è uscito dalla classe a braccetto con Clare! -
Tré sospirò. Jakie non aveva detto niente del piano.
- Ma non c’è bisogno di arrabbiarsi con me, scusa! -
- Tu lo sapevi! TU LO SAPEVI! - gridò, imbestialita.
- Ma… -
- Ieri ti sei bloccato Tré, non me l’hai detto! Avresti dovuto dirmelo! -
- Tu l’avresti detto a Jakie! -
- MA NOI CI SIAMO SEMPRE DETTI TUTTO! E io non ho mai fatto altro che mantenere le promesse, se mi avessi detto di non dirglielo non gliel’avrei detto! -
- E io come facevo ad esserne sicuro? -
- PORCA MISERIA, T, HO SEMPRE MANTENUTO LE PROMESSE, PERCHÉ QUESTO AVREI DOVUTO SVELARLO? -
Tré non rispose. Jimmy, sempre furente, uscì di casa ed andò fino al bar. Non servì nessuno, restò ferma a pensare che cosa le era successo. Ma perché proprio Tré, perché proprio suo fratello?
Le otto di sera arrivarono presto. Purtroppo sua mamma aveva già preparato la saletta privata per Mike e la sua ragazza. Ma Jimmy non aveva voglia di vederlo, quella sera. Era troppo arrabbiata, per parlargli, sia per un motivo, che per l’altro. E poi la storia del bacio era stata sepolta da quella del fratello, se a Mike fosse venuto in mente di parlarne, avrebbe avuto un problema in più.
Ad un certo punto la porta del bar si aprì. Era Mike, e non era solo…


*Anche se non credo che i cellulari esistessero nel 1989.
_________________________
E rieccomi con un nuovo esuberante (si fa per direXD) capitolo… questo, più che complicato, è tragico (sì, perché esuberante e tragico vogliono dire la stessa cosaXD)… la povera Jimmy scopre cose sempre più brutte, e ora ci si mette anche suo fratello Tré!! Poi avete anche scoperto la metà del piano dei quei tre e a chi Clear era più legata… ditemi, avreste pensato che era lui? Alcune, tipo Rhye and Embrido, sì (nomino loro perché sono state le uniche a scriverlo nei commenti fra quelle che ci hanno azzeccato), altre no, ma fa lo stesso! I capitoli sono qui appunto per scoprire! Quindi brave e tutte!!! (NON HO INTENZIONE DI FARE DEL TORTO A NESSUNO)
Spero che le idee, al posto di schiarirsi, non vi si stiano arricciolando nella mente! Bé, vista la mescolanza di fatti in questo capitolo, ne dubito che si siano completamente spianate! Va bé, dai, sarà per la prossima voltaXD. Senza dilungarmi troppo, passiamo ai ringraziamenti:


chioccetta: Ciaoo! Spero che col tempo ti piaccia sempre di più, se dici che ti piace tanto tanto! Ma, sempre che possa chidertelo, perché vechi ricordi? Ho assecondato la tua richiesta che non era un ordine?XD Lo spero^^

Giulia: Wow, wow, wow e ancora wow veramente? Mi rendi veramente molto felice!! Spero che col tempo per te resti sempre "super mega fantastica"!! E grazie per i complimenti!

@lucry@: se lo dici te!^^ Ed ecco a te il continuo! Sei contenta? Sì, ma purtroppo si sa, i maschi fanno sempre soffrire le ragazze in cerca del loro affetto! No che non mi scoccia! Ed infatti in questo capitolo l'ho scritto, ti va bene?:p Grazie, è sempre molto piacevole per un autore sentirsi dire che si migliora nello scrivere ogni capitolo! Grazie!

Rhye and Embrido: alla faccia del poema omerico!! Avete scritto l'intero signore degli anelli!!XD Missà che qua mi dilungo più di Manzoni, faccio direttamente una storia! Bé, non ho mai letto i promessi sposi (e per poco, ancora, visto che sono in prima liceo, ora!) ma spero di non fare su una pappardella come quella!! E buona fortuna per i compiti scritti (anche se ormai dev'essere un po' tardi^^)!! Credo che quello che abbia fatto Mike sia stato un atto davvero sconvolgente per la povera Jimmy, ma quello che ha fatto Tré è stata la cosa più assurda che le potesse mai capitare!! (e voi vi direte: ma l'hai scritto te, scusa!:p). Bé, comunque è vero, non può fare così con Jimmy, poverina! Lei ha una certa sensibilità e lui non può oltrepassarla, fingendo di non accorgersene! Più che renderlo sincero, l'alcool sembra averlo aizzato contro di lei... ogni cosa che fa la butta sempre più a terra! Per non parlare di ciò che ha fatto Tré! "Se l'altra volta il dubbio era: "Chi non si innamorerebbe di Billie Joe?" stavolta è: "Chi non svenirebbe nel vederli tutti nudi?"" concordo, nessuno!XD... Già, potremmo pensare ad un matrimonio fra noi tre e quei pazzi scatenati, segreto ovviamente, se non vogliamo che le loro carissime compagne ci vengano a cercare munite di coltelli!!XD No, come ho spiegato in questo capitolo, non sono tornati a casa ubriachi fradici, ma si erano un po' sistemati!! No, poveri i miei Green Day, che muoiono sotto l'effetto dell'alcool!! Cioè, insomma, sotto l'effetto di una macchina in fiamme!!XD Non so perché, ma i pensieri di Jimmy mi vengono alquanto spontanei... strano, io fatico sempre a metterli!! Bene, ora credo di poter concludere ance io il capitolo di questa storia che chiamerò "I ringraziamenti ai poemi omerici di Rhye and Embrido"XD... kisses a voi! ps: brave, ci avete azzeccato con Billie! Se non sbaglio, nella prima recensione avevate detto che avevate pensato a Billie sul fatto di Clear... ed infatti è stato così!

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Capitolo 7
*** 7 ***


Capitolo sette


Loro due?? No, un momento, qualcosa non quadrava. Mike sarebbe dovuto presentarsi a cena con Clare, o comunque con un’altra ragazza. Allora perché era lì con… Billie e Tré??? Era tutto… un controsenso. Cioè, a meno che non fossero tutti e tre omosessuali, ed era sicura che non lo erano, c’era qualcosa che non quadrava. Jimmy scosse la testa. Per un momento credette di aver bevuto un po’ troppo, ma dopo cancellò subito quella opzione, visto che non aveva trangugiato neanche una goccia. Li osservò per un momento, stupita. Non avanzavano, erano fermi sull’ingresso, con l’aria persa nel vuoto. Sembrava che lo facessero apposta di non vederla. Eppure se erano lì voleva dire che avevano qualche problema. Dovevano parlarle, ne era sicura. Ma allora perché non si muovevano dalla porta? Che diavolo avevano in mente quei tre pazzi?
Ad un certo punto le sembrò quasi che fosse tutto vuoto intorno, una strana sensazione che durò poco meno di un secondo. Infatti, Mike aveva inaspettatamente voltato lo sguardo verso di lei, anzi, proprio su di lei, “specchiando” quei suoi occhi verdi esattamente dritti nei suoi. Lo sguardo era stranamente serio, come se qualcosa di grave fosse successo. Un incidente? Non aveva più visto Jakie da quella mattina, dopo che era scappata dal bagno. E se le fosse successo qualcosa?
Vide i tre scambiarsi due parole, poi avanzarono a passo pesante verso di lei. L’angoscia si impossessò della ragazza, che credette veramente che fosse accaduto qualcosa di terribile. Col cuore in gola, li vide fermarsi davanti a lei.
Mike deglutì, poi prese la parola:
- Senti… - disse, con voce quasi rotta.
No, no, no, no…, pensava in continuazione la ragazza.
- Noi… ti dovremmo parlare… puoi…? -
Jimmy annuì. Un po’ perché era arrabbiata con tutti e Tre, un po’ perché aveva paura che fosse successo qualcosa, non parlò. Lasciò che fossero loro a prendere in mano la situazione. Lì guidò fino alla saletta privata che Mike aveva richiesto, ma che sarebbe rimasta inutilizzata per quella sera. Una volta dentro, annuì di nuovo, come per dire “ditemi”.
Tré sospirò, poi iniziò:
- Dunque… siamo qua per… spiegarti tutto e chiederti scusa. -
Jimmy si sentì sollevata. Non era successo niente di brutto, e per di più i tre ragazzi volevano chiederle scusa. Oltre che a sollevata, si sentì anche più rallegrata.
- Okay – rispose.
- Allora… da dove cominciare? - iniziò Tré.
- Dall’inizio, supporrei - disse Jimmy, con un gesto nervoso.
- Già… vediamo… innanzitutto, dovrei chiederti scusa per averti mentito in continuazione, in questi giorni. -
Jimmy si sentì percorsa da un brivido. Dunque Tré non le aveva mentito solo Clare, ma su più cose che lei ignorava.
- Tu sei mia sorella, ci siamo sempre detti tutto, non ci siamo mai mentiti una sola volta… fino a… fino a poco tempo fa. -
Cosa? Pensò Jimmy.
- Io pensavo che fosse partito tutto da Clear e Mike, ieri, e invece tu mi vieni a dire che è da un po’ che mi menti? Ma Tré… io pensavo che non ci fosse alcuna menzogna fra di noi! -
Il ragazzo annuì.
- Lo so - rispose - ed è per questo che ora ti vengo a chiedere scusa. Ti ho tenuto segreti i miei piani, ho voluto mentirti fino in fondo. Ma mi accorgo solo ora che ho sbagliato. -
Tré guardò Billie, che annuì. Si schiarì la voce e prese la parola:
- Anche io devo chiederti scusa. So che penserai che sarebbe a Jakie che dovrei chiedere scusa. -
- Infatti - rispose secca lei.
- Ma gliel’ho già chiesto - concluse Billie.
- A me non sembrava tanto soddisfatta, dato che non l’ho più vista per tutta la mattinata - commentò Jimmy.
- Credimi, ho fatto peggio io a lei, che noi tre messi assieme a te. -
- Oh, buono a sapersi. Comunque non vedo come avresti da chiedermi scusa, visto che non mi hai fatto niente. -
- Esplicitamente, forse. Ma tacitamente ti ho fatto tanto. -
Jimmy era sempre più scocciata. Scopriva cose su cose che in poco tempo si erano ammonticchiate l’una sopra l’altra.
- Vedi - continuò Billie - io ho preso parte al piano… -
- Quale piano? - chiese curiosa la ragazza.
- Lasciami finire, per favore - la bloccò il ragazzo - dicevo, ho preso anche io parte al piano e, anzi, è nato tutto da me. E quindi è tutta colpa mia se tu e Jakie siete state male in questo periodo, soprattutto Jakie. -
- Che cosa vuol dire soprattutto Jakie? - la interruppe nervosa la ragazza.
- Non le hai ancora parlato? - le chiese Billie, conoscendo già la risposta.
- Non ne ho ancora avuto modo - rispose Jimmy.
- Le parlerai - concluse Billie - ma non ne sarai molto felice sapendo che cosa le abbiamo fatto. -
- Che cosa le avete fatto? -
- Te lo dirà. Ma non siamo qui per parlare di questo - le disse Billie.
- E per cosa siete qui a parlare, allora? - domandò tesa - pensavo che oltre alle scuse, foste qui per spiegarmi come sono andate veramente le cose. -
Billie guardò Mike, che, annuendo, guardò a sua volta Tré. Quest’ultimo inspirò, preparandosi a dire qualcos’altro. Si vedeva chiaramente che dei tre era il più nervoso, anche se gli altri non erano da meno, ma era chiaro: dopo la sfuriata che Jimmy aveva fatto quel pomeriggio, essendo, oltretutto, sua sorella non era semplice per lui parlare tranquillamente.
- Io non ci posso ancora credere di averti dato a bere delle enormi balle. -
- Enormi? Ma Tré, mi stupisci sempre di più! - disse disperata la ragazza - e… che enormi bugie mi avresti dato a bere? -
Tré ebbe un attimo di titubanza. Quello che aveva da dire non era così semplice.
- Bé, per esempio ieri, mentre tornavi dalla casa di Jakie, in lacrime… io era lì già pronto ad aspettarti, e con le battute pronte… non ti ho detto la verità su Clare e Mike… -
Jimmy, per un momento, sentì il vuoto.
- Co… cosa vorresti dire? - chiese, titubante.
Tré e Billie si guardarono e, annuendo, uscirono dalla stanza, lasciando soli Jimmy e Mike.
Lui sospirò. Tanto prima o poi avrebbe dovuto dirglielo.
- Mike? - lo incitò lei.
- Vedi, ieri… No, partiamo dall’inizio: io e Clare non siamo mai usciti. -
Jimmy ebbe un attimo di esitazione.
- Lei si è solo messa disponibile per una messa in scena. E questo ancora qualche mese fa. Io, Tré e Billie avevamo escogitato un piano, ma ci sarebbe servita una ragazza che fingesse di uscire con me dopo che io ti avessi fatto la corte. Dopo… Tré avrebbe dovuto dirti che non c’era proprio niente fra di noi, così che tu ci rimanessi ancora più male quando io ti avrei chiesto quello che ti ho chiesto ieri… tu avresti dovuto credere che fosse Clare la ragazza che sarebbe dovuta venire a cena con me… ma non lo era. -
- E chi era? - chiese Jimmy, con voce quasi inesistente.
- Eri tu. Lo avresti scoperto questa sera, proprio mentre io non venivo accompagnato da nessuno. Solo che fra Billie e Clare è scattato come un colpo di fulmine. Quindi abbiamo avuto bisogno di qualcuno che uscisse con lui per coprire i loro sentimenti… -
- Jakie! - esclamò Jimmy, incredula.
Mike annuì appena.
- Quindi l’avete solo usata, o meglio, Billie l’ha solo usata? -
Mike sospirò. Sembrava stupido dirlo, ma è stato così.
- E Jakie ci credeva veramente? - disse Jimmy, sempre più delusa - ma come ha potuto crederci veramente? -
- Dopo… pensavamo che filasse tutto liscio, invece si sono mostrate delle complicazioni. Tré ha rischiato di dirti che Billie e Clare avevano dei sentimenti che li legavano, io mi sono ubriacato e ti ho baciata e Jakie ha scoperto il piano. Poi, quando tu hai scoperto che Tré ti aveva mentito, ti sei incavolata con lui e lui è venuto a parlare con noi. È stato lì che abbiamo capito di essere stati veramente degli sciocchi… degli stolti. -
Jimmy restò un attimo in silenzio. Aveva veramente sentito quelle parole fuoriuscire dalla bocca di Mike? Non ci poteva credere! Come avevano potuto farle una roba simile? Solo perché Mike voleva farla un po’ ingelosire per poi andarle assieme? Ma che cosa assurda! Non ci poteva davvero credere che tutte quelle cose capitatele in quei due giorni fossero frutto della fantasia di loro tre e che fosse già tutto premeditato. Le stavano manipolando la vita! E a lei questa cosa non andava per niente giù.
Scosse la testa. Non riusciva davvero a pensarci.
- È assurdo - riuscì a pronunciare appena, poi aprì la porta e uscì.
Nel bar c’erano Billie e Tré che aspettavano che Mike uscisse. Li guardò, incredula, e poi uscì dal bar. In quel momento uscì dalla stanza anche Mike.
- Come l’ha presa? - chiese Billie, conoscendo, però, già la risposta.
- Male - si limitò a rispondere il ragazzo.
- Proprio come mi aspettavo - sospirò Tré.
- Che cos’è successo? - chiesa una donna, dietro di loro.
Tré sobbalzò.
- Mamma! - disse.
- Perché tua sorella è scappata piangendo fuori dal bar? -
Tré divenne titubante. E ora che cosa le avrebbe detto?
- Emm… vedi, in questo periodo sta avendo dei problemi con… emm… Mike, te lo ricordi? - e lo indicò - vedi, sembrava che la loro storia andasse per il meglio, ma ora stanno attraversando un periodo di crisi… un grave periodo di crisi… -
- E perché? - si affrettò ad informarsi la madre - oggi quando è tornata a casa mi sembrava così agitata, e poi avete litigato in una maniera… sembrava che ci fosse di mezzo una ragazza… -
- Chi, Clare…? - Tré si maledì non appena ebbe pronuncito quel nome.
- Clare? - chiese delusa la madre - quella ragazza così simpatica che quest’estate veniva spesso da noi, mentre Jimmy era in vacanza? -
- Emm… vedi, sembrava che Mike e Jimmy si dovessero mettere assieme, ma poi, ecco… Jimmy ha creduto che fra Mike e Clare stesse nascendo qualcosa e… abbiamo litigato perché io… emm… le avevo detto che… ecco, vedi, si erano baciati, ma non era così. -
Tré non sapeva più come mentire. Avrebbe voluto prendere su e andare via, ma poi come avrebbe spiegato alla madre il suo comportamento? In quel momento pensava principalmente a Jimmy. Non l’avrebbe seguita per dirle le solite pappardelle tipo “perdonami, mi sono pentito amaramente, ma non lo farò mai più” oppure “mi dispiace veramente tanto, non volevo che tu soffrissi, non so neanche io perché l’ho fatto, perdonami!”, a che cosa sarebbero servite? Solo a dirle un’altra bugia. Era giusto che Jimmy ragionasse con la sua testa, che fosse lei a prendere la decisione di perdonarlo o meno, e per questo doveva lasciarla andare e fare le sue decisioni. Dopotutto, la storia gliel’avevano spiegata tutta. Sarebbe stata lei a decidere quando era ora di rivolgergli la parola, sempre che gliel’avrebbe ancora rivolta.


Jimmy era arrivata a casa. Non aveva voglia di parlare con nessuno, nemmeno con Jakie. Che cosa avrebbe con Tré e gli altri? Per il momento non ci voleva pensare, non gli avrebbe rivolto la parola per i giorni seguenti, almeno per un po’. Ciò che le avevano fatto era immane, un colpo troppo forte per riceverlo tutto in una volta. Lei non era mai stata tanto forte con la sensibilità, e adesso ne risentiva.
Di scatto, si alzò e salì in camera. Afferrò uno scatolone e si mise a scaraventarci dentro qualsiasi fotografia ritraesse Tré, Billie o Mike.



____________________________

Ragazze... mi cade un mito!! Billie Joe Armstrong si è fatto biondo (ho visto la foto e sta male) e ha quasi mollato i Green Day per cantare una canzone solista, tutt'altro che punk-rock! Cioè, io l’ho appena sentita e... avete presente Spongebob? Peggio!!

Rhye and Embrido: Eh eh! Mi dispiace, questa volta invece ho aggiornato con pigrizia... la cosa buffa è che ho pronto questo capitolo da giovedì, ancora! Sì, Jimmy se l'è presa così tanto perché... come dire, è vero che è fragile, ma bisogna dire che non ama tanto tenersi dentro tutto il dolore... cerca di espellerlo, anche dovesse mettere in piedi delle emerite scenate. A proposito di Billie... credo che da adesso abbia perso tutta quella sua tenerezza solo per una cavolata!! Ma perché proprio lui?? No, alla fine Jakie non è riuscita a baciare Billie... ma credo che dopo quanto successo le sia passata la voglia!XD No, invece l'intenzione di Mike era quella, però avete visto anche voi che era praticamente un po' impossibile, visto tutto ciò che è successo... No, infatti quando si conoscevano da poco si... a dir poco odiavano!! No, Jakie era stata solo un appoggio per Billie... peggio, uno strumento! Si è comportato da stronzo, poteva evitarselo (ma ke dici, sei tu ke l'hai scritta la ff! ndBillie). No, come hai visto, Clear non è la fidanzata di Billie, però si è messa a disposizione di Mike per essere usata... che piano stupido! (anke se l'ho scritto ioXD) No, non sono così cludele, non potrei fare fuori due fra le mie lettrici preferite!! Concordo su Jimmy, però credo che adesso voglia semplicemente stare alla larga di Mike... mi dispiace, ma ho dovuto accorciare i ringraziamenti alle vostre recensioni, sennò diventavano veramente metà capitolo! Comunque, spero di non avervi deluse con questo capitolo, e, mi raccomando, continuate e farmi sapere come la pensate!!

chioccetta: prego! Per questa volta, invece, hai dovuto aspettare di più... anche se in teoria il capitolo era pronto già da giovedì! Comuqnue, ora che sono a casa con la febbre, spero di poter aggiornare più in fretta... oddio, spero proprio che non ci sia nessun piano di questo genere dietro la situazione che stai vivendo tu!! Comunque ti capisco, perché io ho preso spunto dalla situazione che sto vivendo...

LauraJoe: no problem per gli altri capitoli, tranqua! Sì, a Mike piace Jimmy... comunque adesso la situazione si è spianata dalla parte del piano, ma si è contorta fra i rapporti dei tre con la povera Jimmy... certo, le hanno chiesto scusa, però potevano tranquillamente evitarsi di mettere in piedi un piano del genere! No, Clear e Billie non stanno insieme per il momento... poi si vedrà! Ti lascio sulle spine, per il momento... bè, Jakie credo che abbia già sofferto abbastanza! Eh eh eh, per noi autori (almeno per me) è la cosa più intrigante lasciare sul più bello la ff!! Però sapendo che la notte non dormi, cercherò di aggiornare più in fretta, ok?

Giulia: mi fa sempre più piacere che tu mi dica che ti scrivo benissimo! Ne sono assai lusingata!! Che ne dici di questo? Ho letto il capitolo... mi disp, ho recensito un po' in ritardo!! Ma si sa come sono fatta!!

@lucry@: sì, è vero, Jakie ha avuto più brutti colpi di Jimmy in una sola volta!! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!! Ora che ho spiegato il piano che cosa ne pensi? E l'avevi azzeccato? Jimmy c'è rimasta più male adesso che non prima... ancora più povera!!XD Non ho aggiornato tanto presto, però spero che ti vada bene lo stesso!XD

lotta: dopo quello che è successo fra Billie e i Green Day (dico nella realtà) non sono più tanto del parere che sia billie-issima... ma non la trovo neanche così soddisfaciente!! Bisogna capirmi, sono troppo pessimista!XD

Lady Numb: è già, si entra nel vivo della storia, finalmente! Ecco a te che cosa è successo alla fine... un macello, vero?XD Concordo, se fossi i Jimmy avrei già ucciso Mike (ma anche gli altri due), e se fossi Jakie... bé, prima avrei fatto fuori Clear e dopo Billie... li altri due li avrei lasciati a Jimmy!XD Mi fa piacere che ti piaccia sempre di più questa storia!! Ma in confronto alle tue non è niente!

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Capitolo 8
*** 8 ***


Capitolo otto


La prima fotografia di cui si liberò fu quella che c’era appesa al muro: erano loro tre più Jimmy e Jakie. Erano tutti estremamente felici a quel tempo, circa qualche mese prima. Stavano benissimo e nessuna traccia di dolore segnava il viso di nessuno. Jimmy la guardò per un secondo. Poi, furente di rabbia, la staccò dalla parete e la scaraventò dentro allo scatolone. Poi afferrò quella di lei e Mike, sulla scrivania, e fece lo stesso. Fece così anche con i poster che li ritraevano con su scritto “Sweet Children” e con tutti i ritagli di giornale che aveva. Poi aprì il diario: lì veniva la parte più difficile. Sapeva già a memoria la pagina, così l’aprì e ci trovò una busta da lettera… la solita, quella che amava leggere ogni giorno in classe. La guardò. Stringerla in mano era doloroso.
Ripensò alla sera prima: le dispiaceva pensare che il fratello sarebbe potuto diventare famoso in tutto il mondo, perché non lo avrebbe visto per lunghi periodi. Si sedette sul letto e calde lacrime iniziarono a rigarle le guance. Si fece coraggio ed aprì la busta, estraendone la lettera.


Ehilà, squinternata!
Come va? Ti stai divertendo lì a Rodeo? C’è sempre il solito caldo afoso? E continui a fare la bella beniamina fra i ragazzi? Oppure ti sei data alla singolarità di non guardare più neanche un ragazzo finché il tuo qui presente beniamino non sarà tornato? (Lo sapevo, mi ha appena fatto cadere dalla sdraio. Dovresti trovarti ragazzi meno modesti, proprio come il tuo caro fratellone). Guarda che quando torniamo vogliamo trovarti in ottima forma, e senza nessuna smagliatura sulla pelle dovuta ad un chilo di troppo! Come credi che potrai ancora piacere a Mike dopo? (Stavolta Mike ha fatto fare un bel capitombolo a Billie. Non è colpa tua, cara, se è troppo modesto quel ragazzo. Dovrai fare i conti con un marito che andrà in giro a dire che sua moglie non è una gran bella ragazza). Ecco che il nostro caro Billie si rialza, versando chili di sabbia sulla lettera. Stavolta neanche io glielo faccio scappare un ruzzolino giù dalla sdraio. Tornando alla lettera, ti stai divertendo? La mamma ti sta stressando con la storia del bar? Con tutti i clienti che ha adesso, anche tu hai tanto da sgobbare. Così adesso abbiamo anche una madre che si da allo sfruttamento minorile(^^). È pieno di ragazzi in questo periodo, vero? Ma nessuno può essere bello come il caro e dolce Tré, o sbaglio? (“Mi dispiace Jimmy, non fartene una colpa, non è colpa tua se hai un fratello troppo immodesto.” “Senti chi parla, Mike!”). Tornando a noi quattro: com’è il mare? Hai fatto pratiche si surf? Guarda che nessuno riesce a battere il vecchio Mike! (Grazie, lo so… “scusate, chi è che era l’immodesto?”). Guarda che se quando torniamo ti troviamo stesa sul divano anziché su una tavola da surf, ci incavoliamo, eh! E comunque è ormai raro trovare la nostra cara Jimmy a far nulla, è sempre così attiva! E che cosa ci dici delle belle ragazze? Ce ne sono? Ma che domande, e noi a chi è che staremmo inviando la lettera? Certe volte bisogna proprio applicarla la mente! Passando a noi tre squinternati: qui alle Hawaii il sole è particolarmente afoso, non si sta bene se non immersi nell’acqua o a sorseggiare delle bibite a base di ghiaccio! (Proprio come adesso). La notte si fa festa e la mattina ci si alza con le occhiaie fino ai piedi. Qui c’è pieno di belle ragazze (mai quanto te), ma Mike finge proprio di non vederle. Pensa che proprio ora ce n’è una che gli sta inviando i bacini e lui ha gli occhi fissi sulla lettera. Ahi! D’accordo, d’accordo! C’è abbastanza gente che ci conosce, quando gli diciamo che siamo i Sweet Children. È già, credo proprio che diventeremo famosi! Immaginati come sarai orgogliosa ad andare in giro a testa alta, dicendo che sei la sorella del più bel batterista punk-rocker! (E la moglie di un suo amico… Ahia! D’accordo, e che conosci altri due…). Ehi, come sta Jakie? È sempre la solita giocherellona pazza? Lo speriamo! Speriamo anche si mantenga molto carina e che non metta gli occhi su qualche bel fustone, perché qui c’è qualcuno che finalmente sta aprendo gli occhi… ma tu non dirglielo, deve sbrigarsi lui! OK, credo che ora ti saluteremo, perché ci stiamo cuocendo al sole hawaiano e il mare ci chiama! E mi raccomando, fatti sentire! Ciao Billie, Tré, Mike.


A Jimmy apparve un sorriso malinconico. Ricordava quei tempi… allora pensava che andasse tutto benissimo e che Billie avesse veramente aperto gli occhi riguardo a Jakie. Non sospettava neanche minimamente che dietro potessero esserci piani simili. Le lacrime si fecero più abbondanti. Poi, si accorse di reggere ancora in mano la lettera. Che cosa ne avrebbe fatto? L’avrebbe tenuta o l’avrebbe cancellata, assieme a tutte la altre cose?
Dai, Jimmy, devi dimenticare tutto il passato, per vivere meglio, pensò,dimentica ciò che ti hanno fatto! Una lettera può ricordare tanto, e a te questo non va bene!
La ragazza non seppe cosa fare. Improvvisamente, si alzò e sollevò il materasso, prendendo una chiave. Si diresse verso la scrivania e la infilò nella serratura, facendola scorrere fino a che il cassetto non fu aperto. Era vuoto. O perlomeno lo sarebbe stato fino a poco. Infatti, ci mise dentro la lettera e lo richiuse.
Quando ebbe finito tutta la pulizia, nascose lo scatolone dentro ad un armadio inutilizzato nella soffitta. Il che voleva dire tanto, poiché ella non osava più mettere piede in quel luogo dopouna trauma infantile.
È tutto finito, Jimmy!, pensò. Ma proprio mentre stava per uscire dalla stanza, l’occhio le cadde su un cofanetto, ben risposto infondo alla stanza. Lo raggiunse, prendendolo. Lo guardò bene. Lo avrebbe aperto? Dall’aria, sembrava che fosse lì da qualche anno, e che non fosse mai stato aperto.
Che faccio? Lo apro o non lo apro? La curiosità era troppa, ma non riusciva ad aprirlo. Era come se qualcosa la trattenesse. E se poi dentro avesse trovato qualcosa che non doveva trovare? Scosse la testa. Non lo avrebbe aperto.
Raggiunse la porta, la aprì per uscirne, ma si bloccò. Sospirò, voltandosi di nuovo verso quel cofanetto. Ma che cosa ti succede, Jimmy?, si chiese, guardandolo. Chiuse gli occhi, cercando di dimenticarlo. Ma la curiosità era troppo forte.
- Jamie! - una voce la fece sussultare.
- Papà! - esclamò la ragazza
- Che cosa stavi facendo qui in soffitta? - le chiese - a quest’ora della sera dovresti essere a letto! -
Jimmy guardò l’orologio, ma non lesse l’ora. Aveva ancora la testa altrove. Stava pensando ad una cosa assurda: e se in quel cofanetto ci fosse stato il piano ben descritto di quei tre? Forse era per quello che non riusciva a staccare gli occhi da esso.
- Ma… tesoro, stavi piangendo? - le chiese il padre, vedendo gli occhi lucidi e le guance rigate della ragazza.
- No, no - rispose lei, asciugandosi le lacrime e scappando via.
Quando fu davanti alla sua camera, lo sguardo si incrociò con lo sguardo di qualcuno che non avrebbe voluto vedere: Tré.
Gli lanciò un’occhiata furente, poi entrò in camera sbattendo la porta.
Tré rimase fuori dalla porta, ad osservare il muro. Si rendeva perfettamente conto che Jimmy aveva ragione ad essere arrabbiata con lui, Billie e Mike. Dopotutto, loro le avevano quasi guidato una scelta importante che avrebbe dovuto fare da sola.
Rassegnato andò in camera sua. Si sedette sul letto e fissò la parete: appesa al muro c’era una fotografia che ritraeva lui e sua sorella l’anno prima. Lei non era cambiata: era sempre la solita ragazza bionda, simpatica e stravagante, che però si ostinava a credere di essere calma e normale. Abbassò la testa e sorrise debolmente. Aveva veramente rovinato tutti i rapporti con sua sorella per un piano tutt’altro che ragionevole?


Jimmy chiuse la porta di scatto. Non voleva vedere Tré in quel momento. Era estremamente costernata dal fatto che loro tre l’avessero… dal piano, insomma.
Si guardò nello specchio, poi scoppiò:
- Tirata per il culo, insomma, ti hanno solo tirata per il culo! Dillo! La verità fa male, ma e quella! - gridò, con le mani fra i capelli.
Nell’altra stanza, intanto, Tré aveva sentito tutto.
- È vero - mormorò fra sé e sé - l’abbiamo solo presa in giro. -
Si distese sul letto e calde lacrime iniziarono e scendergli dagli occhi. Una domanda continuava a ronzargli nella mente, era sempre la stessa. Possibile che fosse stato tanto sciocco da rovinare il rapporto con sua sorella? Proprio quella sorella che aveva sempre considerato come se stesso? Non si erano mai mentiti, perché proprio ora aveva messo in piedi un’assurda scenata? Era stato solo uno sciocco.


La mattina dopo Jimmy era ancora nel letto, nonostante mancasse un quarto alle otto. Era angosciata dal fatto di dover rivedere Tré, Mike e Billie quel giorno. Non voleva parlargli, anche se non l’avrebbe fatto. Sospirò amaramente, mentre sentiva qualcuno salire le scale e bussare alla porta della sua camera.
- Jamie, tesoro, sei ancora nel letto? - disse sua madre, entrando.
- Sì, mamma - rispose seccamente lei, senza però alzarsi.
- Dai, tesoro, che è tardi! - replicò la mamma - e Frank? -
Jimmy si voltò, scocciata.
- Non ne ho la più pallida idea - le disse brusca, alzandosi dal letto.
La madre la guardò stupita.
- Sei ancora arrabbiata con lui da ieri pomeriggio? - le chiese.
La ragazza si bloccò per un istante, senza capire. Poi le venne in mente la sfuriata che aveva fatto, tornando a casa da scuola, riguardo Billie e Clare.
- Non importa - disse poi rassegnata la madre, uscendo dalla stanza - sveglia tu Frank, per favore, che io sono in ritardo. -
Jimmy si bloccò una seconda volta, stavolta col cuore in gola.
- Non ho alcuna intenzione di badare ai suoi ritardi, quindi si arrangerà! - rispose, scocciata
- Jimmy, te lo chiedo per favore - disse sua mamma - e comunque ci vediamo all’una - poi uscì di casa.
La ragazza, scocciata, tirò fuori dall’armadio i suoi vestiti e si diresse verso il bagno. Passò per la stanza di Tré, quindi, senza neanche fermarsi, bussò prorompente, per poi passare oltre.
Tré si svegliò di scatto. In effetti, il ragazzo non si era ancora svegliato. Guardando l’orologio, sgranò gli occhi.
- Ma è tardissimo!! - gridò, alzandosi e vestendosi di scatto. Scese prese una fetta di pane e poi… si fermò un secondo. Jimmy era di sopra… di sicuro non sarebbe venuta in macchina con lui. Se l’avesse salutata non gli avrebbe risposto. Sospirando, uscì.
Appena fu uscito, la ragazza sospirò. Non voleva vederlo. Con tutta la calma possibile, si vestì, fece colazione e uscì di casa. Camminò tranquillamente fino alla scuola e ci entrò con altrettanta calma. Quando fu davanti alla sua porta, bussò.
- Scusi per il ritardo, professore - disse, andando a sedersi tranquilla al suo banco, vicino a Jakie.
- Mi hanno detto tutto - confidò all’amica, una volta seduta.
- Non mi va di parlarne - ribatté ferma lei.
- Ho litigato con loro, Jakie, ho litigato con Frank, con Billie e con Michael. -
Ne restò più stupita lei che Jakie del modo in cui aveva chiamato Mike… mai avrebbe pensato di tornare a chiamarlo alla vecchia maniera, proprio come quando si odiavano! In ogni caso, nessuna delle due mostrò i segni dello stupore che cresceva in loro. Jakie sospirò.
- Come è successo? - le chiese, guardandola.
- Ieri sera… anzi, no, partiamo dall’altro ieri pomeriggio: sai quando abbiamo visto Mike e Clare assieme? -
Jakie si limitò ad annuire.
- Quando sono andata a casa, per strada ho incontrato Frank, che mi ha detto che nessuno considerava i due fidanzati. Però poi si è lasciato scappare che Clare era più affezionata ad un altro ragazzo, però non mi ha voluto dire chi era. Ieri, quando abbiamo visto Billie e Clare assieme, ho capito che Frank lo sapeva e che mi aveva mentito. Allora sono corsa a casa e abbiamo litigato… poi sai che ieri sera Mike doveva cenare con una ragazza? Ecco… non era Clare, e neanche nessun’altra. Anzi, in teoria sarei dovuta essere io. Ma loro tre hanno preferito parlarmi e mi hanno raccontato tutto -
Jakie non disse niente. Poi sospirò.
- Ieri… me ne hanno parlato anche a me… e mi hanno pregato di non dirti niente. Io non ho voluto parlartene perché volevo che fossero loro a parlarti. E sono sollevata che lo abbiano fatto. -
Jimmy trasse un respiro. Poi aggiunse:
- Non vedo perché abbiano dovuto mentirci in questo modo… soprattutto Tré… -
- Right e Reghtman! - esclamò il professore di biologia, richiamandole.
- Ci scusi professore - disse Jimmy, senza troppo entusiasmo.
- Right, sei appena entrata, ma tira almeno fuori i libri! - la sgridò il professore, scorgendole il banco vuoto.
Jimmy, sbuffando, tirò fuori i suoi quaderni e seguì distrattamente la lezione.
A ricreazione, le due ragazze si rintanarono in un canto e non si mossero. Non volevano rischiare di vedere i tre ragazzi… ciò che avevano fatto loro aveva aperto una ferita troppo grande per essere degnati ancora della loro piena fiducia.
Quando la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò, le due ragazze si alzarono di malavoglia. Jimmy sapeva che avrebbe rivisto Tré, e non ne aveva voglia.
- Sai che cosa ti dico? - disse ad un certo punto a Jakie - Dimentichiamo questa storia! Billie, Mike e Tré ci hanno fatto soffrire… avranno la giusta punizione, ma non dobbiamo essere noi a pagarne le conseguenze. Quindi, chi se ne importa, viviamo la vita fino all’ultimo! -
Jakie la guardò stupita, ma poi sembrò afferrare. Mettendosi la cartella in spalle, disse:
- Hai ragione, dimentichiamo questa storia! Saranno loro a pagare il pegno! -
Col sorriso sulle labbra, le due amiche uscirono da scuola.

- Pronto? - Billie Joe afferrò la cornetta del telefono, che insisteva nel suonare.
- Sono Jimmy, voglio solamente parlarti, niente di più, perciò oggi ti aspetto a casa di Jakie, per le tre, e non dire niente, avrai tutto il tempo che vorrai dopo - disse questa frase tutta d’un fiato.
- Ma… -
- Non dire niente, avrai tutto il tempo oggi, e sii puntuale, ci saranno anche Tré e Mike. -
Billie rimase interdetto, mentre Jimmy riattaccava la cornetta. Che mai avrebbero avuto di così importante da dire. Ma che sciocchezze stava a pensare? Era ovvio il motivo per cui Jimmy e Jakie volevano parlargli: si trattava di tutto ciò che era successo. Il ragazzo si sedette sul divano: sperava che quell’incontro sarebbe andato a finire bene.
In quel momento gli suonò il campanello. Billie sobbalzò. Massaggiandosi il petto, ancora dallo spavento, andò ad aprire la porta, trovandosi davanti l’unica persona che in quel momento non voleva vedere.
____________________________


Eccomi qua ragazzi!! Innanzi tutto, scusate tanto per il ritardo, ma ho avuto dei problemini con il computer… ma eccomi di nuovo qua!! E come potrei abbandonare dei lettori come voi? Risposta ovvia: non potrei!! E allora, passiamo ai ringraziamenti:

Ryhe and Embrido: ma salve!! È sì, purtroppo si è veramente fatto biondo, il nostro caro Billie Joe Armstrong… la cosa brutta è che non è biondo come una volta… ma biondo peggio della Duff!! E adesso (non voglio liberarmi di voi, perciò preparatevi), oltre a quella canzoncina, ne ha fatte altre che mia sorella ha scaricato da internet (è illegale?). Io non ho voluto ascoltarle, però giuro che se i Green Day pubblicano un gretes hits, vado da Billie e lo squarto!! Concordo, la storia di Jakie potevano benissimo risparmiarsela! (Anche se l’ho scritta io XD) A chi lo dite, Clear è proprio una di quelle classiche sgualdrinelle che odiano tutti (tranne che i Green Day, ovviamente, loro devono proprio stringere amicizia con tipe come quelle, no?XD) Ma figuratevi, a me non fa assolutamente nessun problema per l’idea, e figuriamoci se adesso dovete addirittura scombussolare la storia perché un’idea è simile alla mia… lasciatela pure, non mi fa assolutamente nessunissimo problema!! Ehm… è vero che anche questo capitolo era già pronto da un po’ di tempo, però ho la scusa c’è, quindi non picchiatemi, per favore!! I ogni caso, non mi dispiacerebbe finire assieme a quei tre pazzi dei Green Day… non ho descritto molto bene, in questo capitolo, lo stato d’animo di Jakie, ma lo farò nel prossimo… promesso! E mi dispiace, ma non credo che Clear non possa scomparire, anche perché è l’antagonista della storia. È come la nutella: che storia sarebbe senza? Probabilmente migliore!XD Lasciamo da parte le mie trovate, non sono molto utili :p… OK, non sarei così entusiasta nell’incorrere nella vostra ira… quindi, perdonatemi, ve ne prego! Vi prego anche in ginocchio, se volete! Ed è inutile dire quanto piacere mi procurano le vostre recensioni, o meglio, i vostri manoscritti XD… spero di non avervi deluso con questo ritardo o con questo capitolo! Mi raccomando, continuate a leggere e a dirmi se vi piace!

@lucry@: sì, lo so, l’avevano detto a trl, comunque grazie lo stesso dell’informazione! Però è vero anche il fatto che i Green Day hanno rischiato di sciogliersi, purtroppo, anche perché i loro rapporti si sono inclinati dopo American Idiot… comunque non sono ancora al punto di dirsi “ciao ciao”, perciò tranquilla! E veramente grazie infinite per i complimenti!

giulia: in effetti Jimmy non ha alcuna intenzione di fare pace con lui per il momento :p… se fosse capitata a me una roba del genere sarei svenuta sul punto… vabbé che comunque io e mia sorella ci mentiamo certe volte XD… comunque non è affatto bello scoprire tutte queste cose… ecco inserito l’ottavo capitolo, sei contenta!:p… scusa se non ho recensito il terzo capitolo della tua, ma ho appunto avuto dei problemini… mi disp!

Ciao: sì, si è creato un bel casino… con quei tre pazzoidi, c’era da aspettarselo! Sì, lo sapevo di Mechanical Man, solo che per registrarla ha messo a rischio la sorte dei Green Day… il punk-rock c’entra perché questa canzone è ciao che punk-rock, sembra una di quelle che canta Cristina D’Avena!! No, tranquo/a perché “mi è caduto un mito” era detto per scherzare! I Green Day non mi cadranno mai e poi mai come miti!! E sono contenta che ti piaccia la mia ff… non ti ho deluso/a con questo capitolo, vero?

chioccetta: già, è molto facile vivere queste esperienze… ma vanno vissute una volta almeno da tutti… purtroppo ;(… no tranqua, dicevo per dire che mi è caduto un mito. I Green Day saranno sempre i miei mitici cantanti! No, ti prego, albino, no, però!XD. Sì, so di Mechanical Man, però ha veramente fatto rischiare grosso alla sorte dei Green Day, anche perché ne ha scritte altre di canzoni del genere… non ho osato ascoltarle, mi è bastata la parola di mia sorella che sono più pop che punk… oddio!!

Lady Numb: buonasera a te! Anzi, buon pomeriggio! Già, proprio degli infami sono stato quelli là! Ciao che ucciderli, li avrei squartati! Io assieme a loro, avrei mandato anche Clear al cimitero… è troppo presuntuosa e sgualdrinella quella ragazza! Già, Jakie ha ricevuto il colpo più forte fra tutti! Grazie mille!! Mi da una gioia immensa sapere che a te piaccia la mia ff! pensa che pensavo proprio che invece questa ff sarebbe stata disprezzata! Ti piace questo capitolo? Spero!

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Capitolo 9
*** 9 ***


Capitolo nove


Clare. Proprio lei, sì. La persona che aveva costituito il vero pasticcio, la persona che aveva realmente interferito con i suoi sentimenti, la persona che, anche a non volerlo ammettere, aveva causato il vero problema con tutto. Clare, l’unica persona che in quel momento non voleva vedere. L’unica persona che in quel momento non voleva vedere? No, un momento, come non voleva vederla? Clare stava per diventare la sua ragazza, non poteva pensare che avesse costituito lei il pasticcio, che avesse interferito con i suoi sentimenti e che avesse causato lei il problema! Non doveva farsi venire in mente l’idea di non volerla vedere in quel momento, avrebbe potuto diventare il dubbio di non volerla vedere più! Ma che cosa gli stava succedendo? Perché pensava questo? Poi gli venne in mente una cosa stupida, scontata: Clare veniva a casa sua quasi ogni pomeriggio, ormai. E per quale motivo ora era stupito, quasi contrariato, nel vederla? Era solita l’abitudine di vedersela spuntare davanti alla sua porta, finita la scuola. Cosa gli succedeva? Perché non la voleva vedere? Perché in quel momento voleva che non fosse capitata lì a casa sua? Quei rari pomeriggi che non gli si presentava alla porta, pregava perché tornasse più tardi, invece ora non la voleva vedere, s’era pure scordato che avrebbe raggiunto casa sua.
La confusione assillava la sua mente, lasciandolo turbato e dubbioso. Poi tornò alla realtà: Clare era ancora lì, davanti a lui, che lo guardava e gli sorrideva, con il suo solito sorriso, ma che adesso lo infastidiva. Perché? Pensava seriamente di perdere man mano i sentimenti verso di lei, che non la attraesse più. Scosse la testa. Non poteva neanche pensarlo, Clare doveva continuare a piacergli.
Quando la ragazza lo vide scuotere la testa, perse il sorriso e assunse un’espressione preoccupata.
- Billie è tutto a posto? - gli chiese, con la solita voce che però a Billie Joe suonò fastisiosa e antipatica.
Il ragazzo non rispose. Per un momento, quella frase gli era suonata come se fosse stata chiesta da una ragazza scorbutica, insopportabile. Perché gli stava succedendo questo? Perché a lui? Clare era quasi la sua ragazza, aveva già progettato di chiederle di mettersi assieme a lui quando sarebbe finito il piano, era già stato tentato di baciarla più volte. E allora perché adesso provava tutto questo? Era come se Clare fosse una di quelle ragazze tutte galline che stanno dietro ai ragazzi più belli solo perché ne hanno l’opportunità. Ma a Billie tutto ciò appariva strano. Le aveva voluto bene fino a quel momento e adesso… lo infastidiva. Sì, era proprio quella la parola che cercava: Clare lo infastidiva. Avrebbe voluto dirle di andarsene e chiuderle la porta in faccia, me come glielo avrebbe spiegato poi? Che cosa le avrebbe detto? “Non ti voglio più bene”? Ecco, proprio quello! L’aveva detto: non le voleva più bene. Era successo qualcosa che… insomma, non riusciva a volerle bene.
- Billie? - la ragazza insistette, vedendo che lui non le rispondeva.
Billie le lanciò un’occhiata fugante, come per evitare il suo sguardo.
- È tutto okay, vieni, entra - le disse asciutto.
Clare rimase tuttavia sulla porta.
- Billie, ma che cosa ti prende? - gli chiese, stupita.
- Assolutamente niente - una risposta secca, asciutta.
Ma che cosa cavolo gli stava succedendo? Doveva comportarsi in quel modo proprio con lei? Manco fosse Jakie… Jakie? Cosa c’entrava Jakie? Stava forse arrivando la risposta? Ma era assurdo, Jakie era stata semplicemente un manichino, non poteva essere che… Billie si stesse innamorando di lei!
È a dir poco assurdo, Billie!, si disse, tu vuoi Clare, non Jakie! E poi… e poi… e poi…Jakie ce l’ha con te! Non ti vorrebbe neanche se gli strisciassi davanti in ginocchio, o se ti presentassi con un cavallo bianco!
- Mi sembri molto strano, oggi - continuò Clare, avvilita.
- No, ti ho detto che non ho niente! - esclamò Billie, facendola entrare.
Ecco che di nuovo la trattava male. Ma non poteva, lei era Clare! La ragazza lo guardò con aria distorta. Che cosa gli stava prendendo?
- Billie, se ti comporti così vuol dire che qualcosa c’è - insistette lei.
Billie si voltò bruscamente verso la finestra. Voleva evitare il suo sguardo. Era sicuro che tutto ciò avesse una soluzione determinata.
- Allora? - le chiese, sempre asciutto.
- Allora cosa? - chiese la ragazza, senza capire.
- Se sei qua ci sarà un motivo, non è che vieni tanto per fare, o no? -
Clare rimase interdetta. Che cosa stava farfugliando?
- Ma Billie, vengo qua tutti i giorni - rispose - è normale, no? -
Billie sospirò.
- Sì, è normale per te - le disse - ma dovresti imparare a venire meno frequentemente. -
Il volto di Clare assunse un’aria contratta.
- Perché, ti do forse fastidio? -
, avrebbe voluto risponderle Billie, ma cercò di trovare una risposta più normale.
- Ho tanto da fare durante il giorno, adesso, quindi non ho tempo di dedicare il mio tempo libero sempre a te. E per questo devi lasciarmi anche più libero. Non starmi sempre appiccicata, lasciami respirare, anche a scuola, stai sempre con me, dovresti concedermi di più i miei spazi. -
Clare, per un momento, non disse niente.
- Ma… Ma Billie, queste sono cose che si dicono ad una ragazza che non si sopporta più! A me non sembra di starti antipatica! -
Chi te lo assicura?, pensò. Poi sbiancò. Che cosa andava a pensare? Clear non poteva starle antipatica! Manco si fosse innamorato di un’altra!
- Non stai bene, Billie? - gli chiese Clear, vedendolo così pallido.
- No, è tutto a posto - rispose lui, questa volta più socievole - è che ho da fare, alle tre devo andare via. -
- Ma sono solo le due, Billie, hai tempo di… -
- No, non ne ho abbastanza - tagliò corto lui - non voglio arrivare in ritardo, e soprattutto non mi va di andare da Jakie dopo aver visto te. -
Si immobilizzarono entrambi, dopo che Billie ebbe espresso chiaramente quella frase. L’aveva esplicitamente chiarito: Billie non la voleva vedere perché quel pomeriggio sarebbe andato da Jakie. Ed ecco che la risposta era arrivata. E perciò se avesse avuto il pomeriggio libero l’avrebbe vista volentieri? Probabilmente sì, ma non era mai detto.
- Scusa? - gli chiese, incredula - hai per caso detto di andare da quella moretta isterica? No, perché sarebbe assurdo vedere lei e non me. E poi… - ma si bloccò, vedendo che Billie aveva assunto un colore rossastro in volto e la guardava furente di rabbia.
- Cosa hai detto di Jakie, scusa? - le chiese, trattenendo a stento al rabbia.
- Ho detto che quell’oca è una moretta isterica e… -
- Non osare mai più chiamare Jakie oca o moretta isterica! - le gridò - perché lei non ti assomiglia proprio per niente! -
Clare rimase interdetta, senza dire niente.
- E ora, se non ti dispiace, vai fuori di qui! - e detto questo la prese per un braccio e la portò fuori da casa sua.
Una volta che la ragazza fu fuori da casa sua, Billie si sedette sul divano e ripensò a ciò che aveva appena fatto. Aveva cacciato via la sua quasi ragazza, gridandole che era un’oca. Non stava mica succedendo che si stesse innamorando di Jakie? No, perché sarebbe stato un bel problema, visto tutto quello che era successo.


Mancavano venti minuti alle tre. Mike era seduto sul divano della casa di Tré, mentre lo guardava torturarsi le mani.
- Vuoi stare un po’ calmo? - gli chiese, anche se pure lui non era meno agitato.
- Non ci riesco - rispose Tré, continuando la sua imperterrita tortura - sono troppo agitato. -
- Anche io lo sono, Tré, ma questo non vuol dire che devi comportarti in questo modo. Jimmy i ha detto che ci vogliono parlare. Probabilmente non ci vogliono dire niente di buono, è vero, però… -
- Mike, così non mi sei certo d’aiuto! - lo rimbeccò Tré - ricordati che Jimmy è sempre mia sorella e non è che mi faccia molto piacere che ci voglia parlare in male, non credi? -
- Accetteremo le conseguenze delle nostre azioni - disse Mike - e poi vedrai che prima o poi torneremo a parlarci… anche se ne dubito, visto il modo in cui si siamo comportati... -
- Mike! -
- D’accordo, scusa, è meglio se sto zitto. -
- Ecco, bravo. -
I due restarono lì in silenzio per un po’, finché Tré non aggiunse:
- Manca un quarto alle tre, direi che è ora di andare -
Mike guardò l’orologio.
- Secondo me è ancora presto - disse, senza nascondere una sorta di agitazione - in macchina saremo lì fra due minuti. -
- Possiamo anche andarci a piedi, tanto sono solo dieci minuti. -
Mike sospirò.
- Che ne dici se ci troviamo a metà strada con Billie? - chiese, alzandosi.
- Va bene tutto, basta che adesso partiamo - rispose Tré, alzandosi anch’egli.
Mike prese il telefono in mano, digitando il numero di Billie. Quando gli rispose, si misero d’accordo e così partirono subito.

Dieci minuti più tardi…
- Ecco Billie, lo vedo - disse Mike, mentre il moro si avvicinava a loro.
- Ciao ragazzi – disse, raggiungendoli.
- Ciao Billie - risposero loro, avviandosi verso la casa di Jakie.
Avevano le espressioni cupe. Il fatto increscioso a cui di sicuro stavano per andare incontro li spaventava un po’. Ma si rendevano perfettamente conto di essere stati degli sciocchi a rovinare tutto. Avrebbero di sicuro accettato gli esiti dei loro atti. Ma d’altronde non avrebbero potuto fare altrimenti.
Quando, poco dopo, si poté vedere la casa dove li aspettavano le due amiche, Billie si fermò.
- Che hai? - gli chiese Mike, fermandosi pure lui, seguito da Tré.
- Ragazzi, prima dovrei dirvi una cosa - rispose lui, chinando il capo.
- Di pure, siamo a tutte orecchie - disse Tré.
- Ecco, vedete, io… credo… credo… credo di essermi innamorato di Jakie. -
- Che cosa? - fu la reazione dei due amici.
- Ma Billie - disse Tré - questo è un bel pasticcio. Voglio dire, lei ora ti detesta e tu… proprio ora ti dovevi innamorare di lei? Cioè… non prima che tutto questo pasticcio fosse finito? -
Billie sospirò.
- Mi dispiace di avervi cacciati in questo casino ragazzi… non avrei mai dovuto proporre quel piano… -
- Dai Billie, non dire così - disse Mike, dandogli una pacca affettuosa sulla spalla - ora andiamo, Jimmy e Jakie ci aspettano. -
Billie annuì, poi i tre s’incamminarono di nuovo verso la casa di Jakie.

- Sono agitata, Jakie - disse Jimmy, sedendosi sul divano.
- Lo sono anch’io - rispose l’amica, restando in piedi.
- E se non volessero venire? - chiese Jimmy, preoccupata
- E perché non dovrebbero? - le rispose Jakie
- Perché sono già passate le tre… -
- Suvvia, Jimmy, sono solo le tre e due minuti, dopotutto! - rispose la ragazza - non possono essere così puntuali! -
Quasi a non dirlo, il campanello suonò proprio in quel momento.
- Sono arrivati! - esclamò Jimmy, alzandosi di scatto - vado ad aprire.
Fece come detto, infatti si alzò ed andò ad aprire alla porta.
- Ciao - disse asciutta, poi li condusse nel salotto.
- Sedetevi - disse Jakie - ma tanto saremo brevi. -
I tre ragazzi si sedettero, aspettando che le due amiche iniziassero.
- Dunque - iniziò Jimmy - quello di cui volevamo parlarvi, come credo abbiate capito, è di tutto ciò che è successo. -
- Saremo molto brevi, ma schiette - aggiunse Jakie.
- Quindi ascoltateci bene. Dunque: non vedo proprio perché dovremmo essere noi a doverci affliggere del male che ci avete procurato voi. -
- Quindi sarete voi che pagherete il pegno per ciò che è successo, non noi. -
- Ci abbiamo pensato a lungo alla soluzione che avevamo trovato, quella che, peraltro, conoscete anche voi, cioè quella che fra noi e voi fosse tutto finito. -
- Però, riflettendoci, abbiamo pensato che sia una soluzione troppo affrettata e quindi ne abbiamo trovata una un po’ meno punitiva, ma che lo è sempre, però. -
- Non abbiamo intenzione di tenervi il muso per tutto il resto dei giorni che ci vedremo, quindi non faremo più finta di non vedervi o di starvi lontani -
- Semplicemente faremo come i ragazzi che non conosciamo o che non ci stanno simpatici: non saremo amici. Tutto qua. -
- Ci saluteremo, ci parleremo senza ringhiarci addosso, ma non saremo più amici. Certo, ora dobbiamo smaltire la rabbia che proviamo dentro, quindi per il momento siamo ancora arrabbiate con voi, ma quando la rabbia sarà defluita faremo come se non ci fossimo mai conosciuti. -
- Certo, sempre che a noi non torni la voglia di parlarvi di nuovo - concluse Jakie.
I tre ragazzi rimasero zitti. Jimmy e Jakie erano state fin troppo buone con loro. Annuirono rimasero costantemente zitti.
- Avete da dire qualcosa? - chiese Jimmy, sedendosi sul divano.
I tre ragazzi negarono. Non avevano detto una parola da quando erano arrivati.
- Bene, allora potete pure andare. -
Billie, Mike e Tré fecero come detto, alzandosi e uscendo di casa. Sembrava fosse stato tutto così semplice. Eppure era tutta la verità. Le due ragazze erano state anche troppo buone, dal punto di vista dei tre Green Day.


Jimmy sospirò.
- Alla fine tutto è finito bene… - disse, sedendosi sul divano.
- Già, disse Jakie, sedendolesi di fronte.
Però Jakie non la pensava veramente così. Era rimasta troppo amareggiata dal comportamento dei tre, ma di più da quello di Billie. Lei aveva avuto una cotta per lui fin da quando lo aveva conosciuto. Era un ragazzo talmente dolce, talmente simpatico che era iniziato a piacerle. Ma lui sembrava proprio non vederla. Poi, un giorno, Jimmy li aveva fatti conoscere. Erano diventati molto amici, ma a Billie lei sembrava non interessare. Un giorno come gli altri, però, lui l’aveva presa in disparte e si era dichiarato. Le aveva detto di essere stato cieco fino a poco prima, di non avere visto in lei quel particolare che ora l’attraeva. Per un momento, Jakie aveva creduto di sognare, ma poi si era rivelata la verità. Man mano, Billie aveva cominciato sempre di più a starle dietro. E a lei sembrava proprio tutto un sogno. Peccato che un sogno non era. Anzi, era un incubo. Sì, perché quel giorno che aveva visto Billie con Clare e che aveva scoperto i piani… sentirsi dire che Billie l’aveva solo usata… le era crollato il mondo addosso. La prima reazione che aveva avuto era stata quella di ridere, pensando che fosse tutto quando uno scherzo. Ma lo sguardo che aveva il ragazzo… lì non ci aveva più visto. Era scoppiata a piangere, caduta in ginocchio, piegata in due dal dolore.
- Perché? Perché? - aveva urlato - ma perché proprio a me? Non sei proprio riuscito a capirlo che io ti voglio bene, Billie? -
Le aveva fatto veramente male. Mentre piangeva, sentiva come se un pugnale le si fosse conficcato nello stomaco. Si era alzata e aveva tirato un ceffone sulla guancia al ragazzo. Poi era scappata via. Ora la rabbia la sovrastava. Ogni volta che vedeva Billie, le veniva da piangere. Ma lei emarginava il suo rancore, cercando lo stesso di essere felice. Ma non ci riusciva. Le sarebbe piaciuto correre via, scappare lontano, ma sapeva che non poteva farlo. Tutte le cose che la facessero minimamente ricordare qualche piccolo frammento di tutto ciò che avevano vissuto assieme le procuravano un tale odio… avrebbe voluto strapparsi i capelli, mettersi ad urlare. Ma non poteva, doveva essere forte. Eppure lei non ci riusciva. Tratteneva a stento il furore. Seppure fosse passato solamente un giorno, tante volte era stata sul punto di correre da Billie e dirgli che lei lo voleva ancora, che gli voleva veramente bene, che non avrebbe mai voluto perderlo. Ma poi lo vedeva con Clare, e ogni speranza, ogni sentimento le si rompeva in testa e le cadeva davanti, come per dire “guarda quanto sei stata stupida a pensare di poter tornare da lui”. Con pura mestizia, si ricordava che a lui non interessava proprio per niente, che l’aveva semplicemente usata per nascondere i suoi sentimenti verso Clare. E allora soffriva ancora di più, il mondo le si restringeva ancora di più addosso. La tristezza aveva rapito tutta la felicità che provava fino a due giorni prima, proprio mentre sperava che Billie, ubriaco, la baciasse… già, allora stava bene con lui. Ma se l’aveva fatta soffrire in quel modo, perché lo voleva ancora? Avrebbe dovuto dimenticarlo, ma non ci riusciva. Perché? Fu allora che la mente le si aprì: lei si era innamorata di Billie.

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Hola a tutti!! Anche questa volta la vicenda non è delle migliori… quando la finirò di descrivere scene tragiche?? Abbiate pazienza, io sono fatta così^^. Capitemi, depressa moralmente come sono è difficile scrivere cose comiche (anche se alla fine sto scrivendo una ff inedita che fa veramente scompisciare dalle risate). Comunque, rispetto al ritardo che avevo avuto a causa del pc rotto, sono stata abbastanza veloce? Lo spero^^. Ora passiamo ai ringraziamenti:

Giulia: grazie ancora per i complimenti! Sono veramente felice che apprezzi la mia storia! Ed ecco a te svelato il segreto! Sei soddisfatta ora che sai che cosa hanno fatto Jimmy e Jakie? Spero^^. Concordo su Billie, poteva evitarsela! (anche se alla fine ho deciso io cosa avrebbe fatto:p). Dimmi se ti è piaciuto pure questo, mi raccomando!!

Rhye and Embrido: oddio, bravissima scrittrice?? No, non arrivo fino a questo punto!! Per il momento il mio cucciolo (il computer, se non si fosse capito^^) non ha fatto più storie, e spero che non ne faccia più!! No dai, mi fate troppi complimenti!! Alla fine questa storia non è così “fantastica”, come la definite voi!! Già, povera Jimmy, ha ricevuto un duro colpo (credo che questa frase sia troppo monotona… la ripeto sempre^^). Viaggiare con la fantasia va bene, ma non troppo! Se vi costringete a trovare una soluzione prima del tempo, che piacere c’è a scoprirla poi, se l’avete già trovata?XD Già, quei tre pazzerelli adorano picchiarsi a vicenda (in questa ff, intendo^^), soprattutto se Tré fa qualche mossa azzardata… in effetti, se i penso a quei tre alle Hawaii con tutto di descrizione che avete fatto voi… bé, farebbero il bagno nella saliva! Però dopo non devono dire di tenere gli occhi incollati sul foglio, non ci credo che non ci provano con tutte quelle ragazze!! No, mi sarebbe piaciuto vedere come veniva fuori il vostro capitolo, ambientato alle Hawaii!! Già, Jimmy non ha buttato la lettera proprio per il motivo da voi citato… e poi c’era troppo affezionata! Riguardo al cofanetto, Jimmy non l’ha aperto perché in quel momento era arrivato il padre, sennò l’avrebbe fatto. Però non è così curiosa, così questo misterioso piccolo scrigno riapparirà fra non meno di (almeno) cinque capitoli… sì lo so, vi faccio aspettare tanto, ma io sono crudeleeee!!! Diciamo che fra Jimmy e Tré la situazione è strana. Cioè, hanno litigato e hanno scelto di non essere più amici, però loro sono fratelli e vivono in casa assieme! Non possono reggere a lungo questa situazione… ma poi si vedrà cosa succederà… ho anche fatto la rima!! Quindi avete visto che cosa volevano dire Jimmy e Jakie ai tre pazzerelli… no, no, assolutamente! Non me li vanno mica a uccidere a metà della storia!! Che storia sarebbe senza Green Day? Ho aggiornato presto secondo i vostri gusti? Lo spero!XD Grazissime per i complimenti, che farei senza di voi? Mi mancherebbe un supporto morale!!

ciao: sono contenta di non averti delusa con il capitolo! Davvero è stata registrata prima di American Idiot? Immagino allora che anche le altre siano state registrare prima dell’album. Meglio così!! Non me ne lamento affatto!! Mi fa piacere che ti sia piaciuto il capitolo otto… ho soddisfatto la tua richiesta di “aggiorna presto”? Adesso che hai visto quanto è successo, che cosa ne pensi? Fammi sapere!!

Lady Numb: ma ciao!! E ti piace anche il capitolo nove? Ora che si è scoperto che cosa hanno detto Jakie e Jimmy ai tre Green Day, che cosa ne pensi? Ti è piaciuto? Non li hanno torturati XD, sono state invece troppo gentili! Io non gli avrei mai più rivolto la parola!!^^ Davvero hai trovato che la lettera dei tre sia stata simpatica? Pensa che io invece avrei detto che fosse troppo incapibile!! Continua a farmi sapere se ti piace, mi raccomando!

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Capitolo 10
*** 10 ***


Capitolo dieci


Era passata una settimana esatta da quando Jimmy e Jakie avevano avuto la terribile litigata con i tre Green Day. Jimmy si chiedeva ancora come, sei giorni prima, lei e Jakie fossero riuscite a trovare quella soluzione. Per quanto doveva essere arrabbiata con loro tre, avrebbe dovuto tirargli semplicemente un ceffone ciascuno. Invece erano riuscite a perdonarli. Osservò il soffitto della sua camera. Per quale motivo poi avevano scelto di perdonarli fino ad un certo punto? In sei giorni, non era riuscita a trovare la soluzione a quel quesito. Alla fine aveva scelto di lasciare perdere, ma, in fondo in fondo, ci pensava ancora.
Sospirò. Quelle non erano certo le circostanze migliori per trascorrere le vacanze di Pasqua: segregata in camera. Dopo che aveva avuto la discussione con Billie, Mike e Tré, assieme a Jakie, non era più tornata a casa fino alle undici di sera. Poi, senza degnare di un saluto i genitori, si era cambiata ed era uscita, facendosi trovare a casa tre ore dopo e ubriaca fradicia. Così i genitori l’avevano messa in castigo per tutte le vacanze di Pasqua (che sarebbero iniziate di lì a un giorno): non avrebbe potuto uscire di casa se non per andare a servire al bar (solo ed esclusivamente scortata dalla madre, dal padre o dal fratello). Solo che al bar ci trovava i Green Day, e in giro per la casa ci trovava Tré. Non avendo minimamente voglia di vedere nessuno dei tre, preferiva rimanere chiusa in camera, arrischiandosi ad uscire solo quando era strettamente necessario.
Alzandosi dalla scrivania, si sedette sul letto. Rimuginò un po’ sui suoi problemi, poi si distese, osservando il soffitto vuoto, che, fino alla settimana precedente, era tappezzato di poster dei Sweet Children. Si agitò un po’ le mani fra i capelli, per poi tornare a sedere, ed infine alzarsi. Si diresse alla finestra ed osservò fuori tutta la gente che, felicemente “libera”, scherzava con gli amici. Giocherellò impazientemente con le mani, iniziando a fare su e giù per la stanza. Si fermò improvvisamente davanti alla scrivania, sopra il libro aperto di filosofia, pensando di fare qualche compito. Era decisamente annoiata, non sapeva cosa fare, quindi pensò che i compiti le avessero strappato un po’ di tempo inutile. Cancellò subito quell’opzione, riprendendo ad agitarsi per la stanza. Non era abituata a stare così tanto tempo in casa sua a fare nulla. Appena sentiva che iniziava ad annoiarsi, si alzava subito e andava a farsi un giretto, certe volte assieme a Jakie, altre assieme a Mike, oppure andava al bar. Il bar… era vero, sarebbe potuta andarci, tanto in quel momento i tre Green Day erano a casa di Billie a fare le prove. Ma c’era un piccolo problemino: i genitori le avevano impedito di allontanarsi da sola da casa, per paura che nel frattempo del tragitto andasse a trovare qualche amica. Se i genitori erano entrambi a lavorare, chi l’avrebbe accompagnata se non Tré? No! Non se ne parlava neanche, lei con Tré in macchina non ci andava! Sarebbero passati sul suo cadavere!
Continuando a fare su e giù per la stanza, le venne in mente che i suoi non le avevano vietato di ricevere visite. Così afferrò il telefono e digitò a memoria il numero dell’ormai sua unica risorsa.
- Pronto? - disse Jakie, dall’altro capo del telefono.
- Ciao Jakie, sono io - rispose Jimmy, tuffandosi sul letto .
- Ohilà, Jimmy, qual buon vento! - esclamò ironicamente quest’ultima.
- No, bé, pensavo, siccome la casa è sgombra e io mi sto annoiando, che ne dici di fare un salto? Sai com’è, sono in castigo. -
- Oh, certo, molto volentieri! - rispose Jakie, molto soddisfatta - ma strano che la casa sia sgombra…i tuoi, sì, sono a lavorare, ma tuo fratello? -
- Frank è da Billie a suonicchiare qualcosa - rispose fredda lei - fra poco registrano… -
Jakie sembrò ignorare del tutto il suono tono apatico, ormai c’era abituata: ogni volta che parlava di Tré, Billie o Mike usava quell’accento. Quanto a Jakie, non usava quel tono, restava semplicemente indifferente.
Alla fine il dolore si era completamente rimarginato: aveva imparato da Jimmy a fregarsene dopo un po’. Billie era stato stronzo con lei, ma alla fine l’aveva pagato lui il pegno. In quanto alla rabbia, quella l’aveva domata, ma ardeva ancora dentro di lei. Non poteva certo essere menefreghista nei confronti di tutta quella storia. Ma, piano piano, si sarebbe estinta pure quella (questione di mesi).
- Allora fra due minuti sono da te - disse.
- Ti aspetto. -
La ragazza riattaccò la cornetta, poi guardò ancora il soffitto. Sospirò. Siccome l’aria era abbastanza calda, decise di prendere un drink. Scese in cucina e se lo preparò alla perfezione (tanto ormai c’era abituata). Si sedette sul divano e iniziò a sorseggiarlo.
Dopo pochi minuti, suonò il campanello.
- Arrivo! - gridò Jimmy, alzandosi e appoggiando la bibita sul tavolino di vetro del soggiorno. Corse verso la porta, e la aprì, pronta ad accogliere Jakie.
Ma non era Jakie. No, davanti a lei c’era la persona che più odiava al mondo: Clare.
- Che vuoi? - le disse, in modo particolarmente sgarbato.
- Voglio vedere tuo fratello - rispose lei, calma.
- Non c’è in questo momento - rispose sempre più secca la ragazza.
Clare inarcò le sopracciglia.
- Dov’è? - chiese.
- A casa del tuo caro fidanzato - ribatté lei.
- Billie? -
- Sì. -
- Caro mica tanto. -
Jimmy rimase perplessa. Che cosa voleva dire?
- Io e Billie abbiamo litigato - si affrettò a rispondere la ragazza, notando che non aveva capito.
Jimmy preferì rimanere distante, e di non far capire che in qualche modo gioiva.
- Il che non è di mia importanza - replicò, secca - tanto ormai fra me e loro è chiusa. -
- Fai come vuoi - rispose Clear, con quell’aria da sgualdrina, entrando in casa.
- Ehi, scusa, ma forse qualcuno ti ha dato il permesso di entrare? - le disse in tono alto e piuttosto secco Jimmy, tentata di prenderla per un braccio e sbatterle la porta in faccia.
- Ti ho detto che sto cercando Tré. -
- E io ti ho già risposto che non è in casa! -
- Strano - replicò Clear - oggi dovevamo vederci. -
Jimmy, per un momento, sentì come una stretta allo stomaco. Tré doveva vedersi con quell’orribile essere proprio a casa loro?
- Mi ha chiesto proprio lui di venire qui - continuò la ragazza - anzi, è più appropriato dire che mi ha pregata. -
Jimmy fremette.
- Pregata? - le chiese, tradendosi.
Clear, di nascosto, abbozzò un sorrisetto maligno, nel constatare che la ragazza abboccava.
- Sì… stamattina, a scuola, è venuto da me e mi ha pregata, quasi in ginocchio, di raggiungerlo proprio qui, il più presto che potevo. Doveva dirmi una cosa importante… poverino… mi sa che mi vuole rivelare i suoi sentimenti. Eh già. Io l’ho notato fin dall’inizio che quel ragazzo prova qualcosa per me; e adesso si vuole confessare. Credo che questa volta lo prenderò sul serio. -
Jimmy inspirò forte, per evitare di gridare qualcosa in faccia alla ragazza. Doveva andare più a fondo in quella storia, e scoprire che cos’era successo.
- Questa volta? - le chiese, senza riuscire a nascondere l’ansia - vuoi dire che già era successo? -
Clear si voltò dall’altra parte, per nascondere il volto gioente. Jimmy ci stava proprio abboccando in pieno.
- Più o meno sì - rispose - qualche tempo fa… una sera si era ubriacato e, mentre io lo riportavo a casa, a cercato di baciarmi. Ma l’ho presa per scherzo, perché tanto era ubriaco. Mi sa che questa vota, invece, non ha intenzione di scherzare -
Jimmy dovette chiudere gli occhi per un istante, sennò avrebbe preso a pugni quella sgualdrinella. Ma chi si credeva di essere? Lì si stava parlando di suo fratello, non di un amico!
- Sentimi, Clare - disse Jimmy, in tono altero - se stai cercando di farmi ingelosire, non ci stai proprio azzeccando per niente. Cosa vuoi che mi importi se esci con mio fratello? Sono fatti suoi, non miei. L’unica cosa che qui mi da fastidio è la tua voce altezzosa e la tua presenza. Nient’altro. -
La ragazzetta inarcò le sopracciglia, cercando di reggere la situazione a suo favore.
- Ma guarda che io mica esco con tuo fratello! - esclamò.
- Molto bene - disse Jimmy, sul punto di urlare - tanto peggio per il ragazzo che esce con te. -
Quella stupida di Clare si sedette sul divano, fingendo di mettersi a pensare.
- Povero Mike - disse poi - ora capisco perché ha messo in piedi tutto questo piano. -
- Che cosa c’entra il piano, scusa? -
Clare la guardò in modo evasivo.
- Ah, pensavo che te l’avessero esposto - rispose, con un tono fastidiosissimo.
- Ed è proprio per questo che ti chiedo che cosa c’entra, stupida! -
La ragazza si mise comoda sul divano, poi iniziò a spiegare:
- Ma scusa, se il piano era di farti ingelosire per mollarti più facilmente, visto che non sapeva come fare a dirti che non ti reggeva più, mi sembra ovvio che c’entri, no? -
Jimmy, allibita, rimase zitta. E così i tre Green Day le avevano mentito di nuovo: Mike non sapeva più come lasciarla e così aveva escogitato un piano. Erano dei vigliacchi.
Clare si compiacque: Jimmy stava bevendo tutta l’enorme balla che le aveva raccontato.
- Mi dispiace, ti avevano esposto un altro piano? - chiese, quasi con tono da far sembrava che neanche lei lo sapesse - bisogna dire che sono dei vigliacchi… e sì che io sono uscita con due di loro! -
Jimmy sgranò gli occhi. Due di loro?? Perciò era uscita anche con Tré o Mike! Iniziava a credere che tutto ciò che aveva vissuto con i tre amici non era stato altro che menzogna. Li odiava, li detestava!
- Ah, missà che dovrò stare bene attenta in questo periodo, se non voglio che Mike giochi qualche brutto scherzo anche con me - disse, guardando in alto.
Jimmy si impietrì. Poi la guardò con aria furente. Che cosa c’entrava Mike? Non era mica che… no, era impossibile!
- Ah, perché Mike non ti ha detto neppure questo? -
- Detto cosa? - chiese Jimmy, con voce piena di odio.
- Che siamo assieme, adesso. -
La ragazza fremette. Che cosa voleva dire che stavano assieme? Doveva essere assolutamente uno scherzo. Mike non poteva uscire con quella sgualdrinella di Clare… tutti tranne che con lei. No… ma non poteva essere vero! Mike con quella lì? Era assolutamente assurdo! Ma perché proprio Mike? Non poteva essere… che ne so, non poteva rimanere con Billie? Per un momento si sentì in colpa di aver pensato una cosa simile. Billie piaceva ancora a Jakie, in fondo; così era come pugnalarla alle spalle. Poi si rese conto che in fondo anche a lei Mike interessava ancora… ma non poteva uscire con quella lì! Perché proprio Clare! Già le dava fastidio l’idea che potesse trovarsene una così presto dopo il loro litigio, figuriamoci Clare!
- Okay, Clare, ora sei gentilmente pregata di andartene via per mai più ritornare, va bene? - disse Jimmy, in tono alto, intimandola ad abbandonare la casa.
- Cos’è, non ti darà mica fastidio che io esca con Mike, vero? -
- E che cosa me ne dovrebbe importare, scusa, è lui che esce con una sgualdrina, tanto! -
- No, non ci siamo capite, forse - ribatté Clare - ho detto che Mike è assieme a me, non a te. -
Jimmy sgranò gli occhi. Che cosa aveva osato dire? Nessuno, ma dico nessuno, aveva mai osato darle della sgualdrina senza poi “finire all’ospedale”. Accecata dalla rabbia, si scaraventò addosso alla ragazza, rifilandole una sberla. Clare, spaventata, gridò, cercando di liberarsi dall’avversaria, ma quest’ultima non le staccava le mani di dosso.
- Lasciami subito andare, sgualdrina! - le gridò, iniziando a tirarle i capelli.
Ma Jimmy non la lasciò, iniziando anche lei a tirarle i capelli.
Quando la ragazza riuscì a staccargliene una ciocca, si sentì Clear gridare, mentre qualche lacrima iniziava a scenderle dagli occhi.
- Toglimi le mani di dosso! - continuava a gridare, ma senza risultati.
Dopo i capelli, iniziarono a prendersi a sberle. Iniziò Jimmy, sferrandole un bel graffio sul labbro inferiore. Allora Clare tentò di ripagare, tirandogliene uno sul braccio, ma la ragazza, coi riflessi pronti, si scansò. Le tirò un’altra sberla in faccia, quando Tré entrò in casa.
- Jimmy! - gridò, separando le ragazze.
Clear, che c’aveva preso gusto nel mentire, avendo i lacrimoni che le scendevano sulle guance raccontò un’altra delle sue grandi balle.
- Tré, grazie al cielo sei qui! - disse, aggrappandosi al ragazzo.
- Che cos’è successo? - chiese questo, guardando con aria severa la sorella.
- Jimmy mi ha chiamata, poco fa, dicendo che aveva urgenza di vedermi. -
- Non è vero! - ribatté prontamente quest’ultima.
Clare le lanciò un’occhiata agghiacciante, zittendola. Poi continuò:
- Poi, una volta arrivata, mi ha fatta entrare e mi è saltata addosso. Mi ha anche strappato una ciocca di capelli! Guarda - e le indicò dei capelli per terra.
- Ma questa è assolutamente una grandissima balla! - gridò Jimmy, buttandole il dito contro - io non l’ho assolutamente chiamata! E poi non l’ho picchiata, ci siamo picchiate! -
Tré guardò la sorella, apparentemente illesa: Jimmy notò con disappunto che in effetti aveva evitato tutti i colpi sferzatole da Clare.
- Tré… non crederai mica a quella lì, vero? - disse, apparentemente a disagio.
- Ah, e adesso sono Tré, vero? -
- Frank… sono tua sorella, ho sempre giurato di non mentirti mai e non l’ho mai fatto, quello che ha mentito sei stato tu, ma è acqua passata, e ora non mi credi…? -
Tré la guardò in cagnesco.
- Ah, sì, è vero, è acqua passata, perché tu e Jakie ci siete di nuovo amiche e ci tenete sempre la parte… già me ne ero scordato. -
- Frank, che… che… che cosa stai dicendo? - chiese lei, confusa - è assolutamente assurdo. Sì è vero, lo ammetto, non è acqua passata e non vi siamo ancora ritornate amiche, ma… ma… ma… perché non mi vuoi credere? Insomma… non ti ho mai mentito! -
- Perché non hai neanche un livido, Jimmy. -
- Li ho evitati io tutti i suoi colpi! -
- Scuse più banali no? -
Jimmy era esterrefatta. Possibile che suo fratello, al quale non aveva mai mentito, non le credesse?
Clare abbozzò un sorrisetto soddisfatto, mentre Jimmy correva in camera sua. Poi Tré la fece uscire, ma prima che la porta fosse chiusa, la fermò e le disse:
- Non credere che sia comunque dalla tua parte. -
Quando le ebbe chiuso la porta in faccia, la ragazza rimase spiazzata. Tré non stava di sicuro riferendosi alla litigata che avevano avuto lei e Billie la settimana prima, non poteva darle contro per così poco. Dedusse, quindi, che Billie non aveva taciuto riguardo a ciò che era successo tre giorni prima…

Cinque minuti dopo che Clare se n’era andata, suonò di nuovo il campanello. Tré andò ad aprire alla porta, trovandosi davanti Jakie. Questa lo squadrò, poi entrò. Senza neanche guardarlo, gli disse:
- Devo vedere Jimmy, tu non mi interessi proprio. -
- Sì, e già che ci sei perché non ti fai raccontare da lei che cosa è appena successo? - rispose lui, chiudendo la porta.
Senza neanche chiedergli che cosa fosse successo, Jakie salì ed andò in camera di Jimmy. Aprì la porta, pronta a chiederle “Jimmy che è successo?”, ma si bloccò quando in camera non ci trovò nessuno.
- Jimmy? - chiese, guardandosi intorno.
Non ebbe risposta.
- Jimmy? - la chiamò di nuovo.
E di nuovo di nuovo non vi fu risposta.
Jakie inspirò, pensando che fosse andata in qualche altro angolo della casa. Provò ad andare in bagno.
- Jimmy? - provò a chiamarla, bussando alla porta.
Vedendo che nessuno rispondeva, aprì la porta. Ma Jimmy non era lì. Allora scese in cucina.
- Dov’è Jimmy? - chiese a Tré, senza curarsi del tono preoccupato che aveva usato.
- Dovrebbe essere in camera sua - rispose Tré, osservandola incuriosito.
- No, in camera sua non c’è. Ho provato anche in bagno, ma non c’è nessuno. -
A questo punto anche Tré iniziò a preoccuparsi. Si alzò ed andò in salotto.
- Jimmy, sei qua? - chiese, roteando la testa prima a destra e poi a sinistra, per vedere se c’era. Ma della ragazza non c’era traccia.
Allora provò ad andare di nuovo in camera sua, dove, neanche lì, c’era.
- Ma dove può essere? - chiese Jakie, piuttosto preoccupata.
- Forse in soffitta – rispose Tré, con una nota di speranza.
I due si diressero, allora, fin lì. Tré aprì la porta, illuminando la scura mansarda. Ci entrarono dentro. Era piccola e polverosa, molto bassa e fredda.
Un luogo piuttosto inaccogliente perché Jimmy possa essersi rifugiata qui, pensò Jakie, mentre si guardava intorno per vedere se l’amica era lì.
- Jimmy? - iniziò a chiamare, girovagando per il solaio
- Non è qui - constatò Tré, uscendo, seguito da Jakie.
- E allora dov’è? - chiese la ragazza, preoccupata
Tré scosse la testa.
- Non ne ho la più pallida idea - rispose - proviamo a tornare in camera sua. -
E così dicendo tornarono nella camera della ragazza. Sempre vuota.
Jakie sospirò. Se Jimmy le stava facendo uno scherzo, non era divertente. Improvvisamente, uno spiffero d’aria la raggiunse, facendole volare in mano un foglietto.
Jakie lo guardò, appurando che si trattava di un appunto di filosofia. Ma poi le venne un dubbio: come aveva fatto a volare? E da dove arrivava lo spiffero d’aria. Sperando che non ci fosse una risposta precisa a quelle domande, alzò gli occhi fino alla finestra: aperta.
- Tré - disse, angosciata.
- Sì? - rispose il ragazzo.
- Credo che Jimmy sia scappata. -

_____________________________
Hi guys!! Inizio subito a giustificarmi del mio ritardo, spiegando che sono assillata dai compiti in classe e dalle interrogazioni. Diciamo che mi sto praticamente ammazzando sui libri, però la mia pausa a computer la trovo lo steso!! Quella non può mancare, anche se, devo riconoscere, i voti erano un po’ più soddisfacenti quando mi si è guastato il pc… ma lasciamo perdere. Passiamo alla parte un po’ più brutta per tutti coloro che mi recensiscono questa ff: sempre con la scusa della scuola, non ho abbastanza tempo per fare tutto a computer, quindi, se voglio continuare questa storia (e vi assicuro che voglio farlo), sono costretta a tagliare fuori i ringraziamenti. Sono veramente dispiaciuta, ma era l’unica cosa che potevo fare!
Vi prego comunque di continuare a leggere e a recensire, perché se siete arrivati fino a questo punto un motivo c’è XD. Bye gente!!

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Capitolo 11
*** 11 ***


Capitolo undici



Tré e Jakie, allibiti, rimasero fermi sulla soglia della camera, con occhi sgranati, a guardare la finestra aperta, dalla quale presumevano fosse scappata Jimmy.
- Jimmy - disse Jakie - la Jimmy che conosco io… Emily Jamie Wright III… che scappa da casa sua -
Tré non disse niente, mentre alla ragazza iniziavano a scendere delle lacrime. Erano semplicemente delle lacrime di delusione, un po’ mescolate alla preoccupazione. Al ragazzo, invece, importava più dove potesse essere andata la sorella. E per quale motivo poteva mai essere scappata? Forse per la delusione di averlo amareggiato? Scosse la testa. L’ultima cosa di cui si potesse preoccupare Jimmy in quel periodo era proprio di deluderlo. E allora perché diamine era scappata?
- Io chiamo la polizia! - esclamò Jakie, correndo in cucina.
- No, non fare sciocchezze - disse Tré, raggiungendola e bloccandola prima che potesse informare il 911 della presunta “scomparsa” dell’amica.
- Tré, ma che dici, “fare sciocchezze”? - chiese stupita lei, senza posare il telefono.
- Sì - rispose lui - non sappiamo ancora se Jimmy è scappata e poi dovremmo comunque aspettare le ventiquattrore. -
Jakie assunse un’espressione un po’ contrariata.
- Come non sappiamo ancora se è scappata? - disse - Jimmy non è da nessuna parte e la finestra di camera sua è aperta! -
- Sì… è vero - asserì il ragazzo - ma se è scappata da lì o se la finestra era già aperta prima non lo sappiamo. Potrebbe essere semplicemente uscita dal retro per andare a fare una passeggiata. -
Jakie sembrò riflettere un attimo.
- È vero, in effetti, ma come la metti col fatto che è in castigo e non può uscire? E poi mi ha invitata qui, non è che, così tanto per fare, prende e se ne va. -
Stavolta fu Tré che rifletté. Ci mise un po’, poi si sedette sul divano.
- Non è uscita tanto per fare - rispose - sempre che sia uscita a fare un giro. -
Jakie sospirò.
- Visto che anche tu dai più per scontata l’idea che sia scappata? - disse, sedendosi rassegnata su una sedia.
Il ragazzo scosse la testa.
- No, semplicemente non do per scontata l’idea che sia andata fuori - rispose il ragazzo, portandosi il volta fra le mani.
- Secondo me… è meglio avvisare la polizia. Non sappiamo se è scappata, ma se è così potrebbe andare chissà dove. -
- No! - esclamò il ragazzo, impedendole di chiamare la polizia.
- Ma perché? - ribatté nervosa Jakie.
- Se è scappata, non lo è da molto, quindi possiamo ancora raggiungerla. -
- Ma non sappiamo dove è andata! - Jakie alzò la voce, scocciata.
- Jakie, calmati, sembra quasi che tu voglia scegliere la soluzione che ti costa meno fatica! -
- Non dirmi di calmarmi! - gridò la ragazza - sono semplicemente preoccupata perché la mia migliore amica è scappata di casa, non sappiamo dove sia, e suo fratello non sta facendo niente per capire cos’è successo! -
Tré si alzò, con un’espressione che sembrava arrabbiata.
- Non dire che non sto facendo niente per capire che cos’è successo! - gridò - so perfettamente ciò che è successo, qua si tratta di mia sorella, e si da il caso che la conosca meglio di te, so meglio di te che strade stia percorrendo in questo momento, e solo perché abbiamo litigato non vuol dire che io non mi stia interessando di lei, in questo momento! -
Jakie non disse niente. Riconobbe, semplicemente, che il ragazzo aveva ragione.
- Allora, adesso sai che cosa facciamo? - le disse - saliamo in macchina e andiamo a cercarla, prima che si becchi tutto l’anno scolastico chiusa in casa. -
Jakie esitò, però poi accettò.
- D’accordo - disse - andiamo a cercarla. -
- Così i due uscirono e salirono sulla macchina di Tré, sulla quale il ragazzo prese il posto dell’autista.


Clare aveva lasciato la casa di Tré da poco e si stava dirigendo verso casa sua. In faccia, aveva stampata un’espressione compiaciuta. I suoi piani erano riusciti: Jimmy aveva creduto a tutte le bugie che le aveva raccontato. Non una sola parola l’aveva trovata falsa, specialmente quando le aveva detto di essere assieme a Mike. Aveva avuto proprio la reazione che sperava. E, come se la fortuna fosse dalla sua parte, era anche arrivato Tré, che aveva creduto a lei anziché alla sorella… incredibile, quel giorno le andava proprio bene! E non solo quel giorno; le stava andando bene tutto, in quel periodo, visto che i ragazzi credevano a lei quando diceva quella balla su Billie. Voleva vendicarsi del modo in cui l’aveva lasciata, ma voleva anche vendicarsi per chi era stata lasciata: infatti era sicura che Billie l’avesse lasciata per Jakie, quindi voleva farla soffrire. E aveva escogitato un modo per vendicarsi sia del primo che del secondo motivo assieme: la bugia. Avrebbe messo nei casini Billie e avrebbe fatto ingelosire in una maniera pazzesca Jakie. Il modo giusto per sentirsi meglio. Però c’era sempre quella stupida di Jimmy fra le scatole: aveva sempre da mettere in bastoni fra le ruote. Ogni volta che le cose le andavano bene, lei doveva sempre rovinarle. Ad esempio, quando, lei assieme al suo gruppo, le Lead Punk, avevano suonato per la scuola, Jimmy aveva sparso la voce che lei non era una vera punk, ma che fingeva per farsi vedere. In effetti era vero, lei non era affatto una punk, ma per farsi vedere da tutti i ragazzi della scuola avrebbe fatto di tutto, anche suonare in un gruppo punk. Purtroppo Jimmy aveva, non si sa come, scoperto tutto e l’aveva detto in giro. Oppure, un esempio più noto a tutti, quando la sua relazione con Billie stava andando per il meglio, Jimmy si era messa in mezzo, scoprendo il piano e facendo capire al ragazzo chi voleva veramente (o per lo meno così credeva Clare). Così si sarebbe dovuta liberare anche di lei. Aveva escogitato quindi un’altra bugia: le avrebbe fatto credere che Tré l’amava e che ora stava insieme a Mike. E quella stolta ci aveva creduto! Ma che stupida!
- Io al suo posto le avrei riso in faccia e l’avrei mandata via - disse, quando qualcuno le afferrò malamente il braccio da dietro, facendola trasalire.
- Aiuto! - disse, cercando di staccarsi dalla mano che la bloccava.
Ma quando vide chi era, si stava per mettere a ridere. Un pugno in faccia l’anticipò, facendola cadere per terra, col naso dolorante.
- Ahia! - mugugnò, mettendosi a piangere.
Restò per terra, con le mani sul naso, cercando di reggere al dolore. Alzò il volto, per vedere se l’aggressore era ancora lì, ma le lacrime le avevano le accecavano la vista.
- Vuoi ancora provare a mentire su qualcosa che riguarda il mio conto? - era Jimmy. La rabbia le fuoriusciva da tutte le parti, inducendola addirittura a picchiare Clare. Non riusciva a sopportare che quella ragazza avesse detto quella enorme bugia. Se ora fosse arrivato Tré, non avrebbe avuto paura a dirgli che questa volta, invece, le aveva tirato un pugno in faccia. Se ne sarebbe vantata, non avrebbe avuto paura delle conseguenze. Non riusciva a sopportare ciò che Clare aveva detto a suo fratello, non riusciva a credere che per colpa sua Tré non le avesse creduto, non riusciva a sopportare che Tré credesse a Clare e non a lei. Così alla fine le aveva tirato un pugno, le aveva fatto male, Clare stava piangendo, avrebbe anche potuto denunciarla. Ma a Jimmy non importava, voleva solo che Clare pagasse per tutto ciò che le aveva fatto vivere in quella settimana, a partire da quando l’aveva vista sotto la finestra di Jakie assieme a Mike, fino ad arrivare a poco prima, quando aveva detto a Tré che lei l’aveva picchiata. Ed ora l’aveva picchiata veramente, Jimmy non aveva scuse per difendersi, ma non le importava. Sentiva solo che la rabbia l’assaliva.
- Ma… ma… sei impazzita? - le chiese Clare, spaventata, rialzandosi piano. Ora si stava allontanando.
- Sì, brava, scappa finché sei in tempo - le disse, urlando - scappa prima che ti riempia di botte! -
Clare, impaurita, iniziò a correre via. Stava piangendo. Si era allontanata di circa una ventina di metri quando Jimmy non resistette e iniziò a rincorrerla. La afferrò per un braccio e la scaraventò a terra.
- Aiuto! - iniziò a gridare lei, coprendosi il volto con le braccia.
- Allora, hai ancora il coraggio di mentire ora? - urlò Jimmy, scuotendola - Eh? Ce l’hai ancora? O sei forse una cotarda? -
Clare stava piangendo, continuando a chiedere aiuto. Ma lì nei dintorni non c’era nessuno, erano soli.
Ad un certo punto, una macchina verde sbucò dall’angolo, frenando bruscamente davanti a loro. Jimmy sì voltò di scatto, riuscendo a far scappare Clare.
- Jimmy! - gridò un ragazzo, scendendo dall’auto, seguito da una ragazza.
Erano Tré e Jakie. Il ragazzo afferrò sua sorella per un braccio, mentre cercava di raggiungere Clare, ormai lontana.
- Lasciami, maledizione, sta scappando! - gridò quest’ultima, cercando di liberarsi.
- Ma sei impazzita?! - gridò Tré, mentre anche Jakie lo aiutava a tenerla ferma.
- Lasciami andare! - ribatté Jimmy, liberandosi dalla presa del fratello - sì, sono impazzita! E questa volta non ho paura ha dire che l’ho aggredita io! E ho fatto bene! La prossima volta impara a non farsi vedere nei paraggi! -
Dopo che ebbe gridato quell’ultima frase, si sedette per terra e iniziò a piangere.
- Jimmy… - sussurrò Tré, sedendosi accanto a lei
- Oddio, mi sento tanto una stupida! - disse lei, fra le lacrime.
- Non devi pensarlo! - le disse lui - dopotutto ti sei fatta prendere dall’istinto. -
- Non reagito d’istinto, ho reagito solo come una stupida. -
- Non è vero. -
- Ma… quello che mi ha detto prima… non sono riuscita a evitarmelo di tirarle quel pugno… oddio, mi sento così stupida! -
- Jimmy, ti ho già detto che non lo sei! - replicò il fratello, cingendole le spalle.
La ragazza nascose il volto sulle ginocchia, piangendo e singhiozzando.
- Jimmy… stai calma - le disse Jakie, sedendosi dall’altra parte.
- No… no… voi non potete capire! VOI NON POTETE CAPIRE!! - e detto questo, salì di scatto in macchina e partì, lasciando smarriti Tré e Jakie.

____________________________
Devo assolutamente scusarmi con voi per questo ritardo eccessivo, ma (colpa di un periodo critico) non avevo nessunissima voglia di prendere in mano il computer né per finire il capitolo, né per andare su internet, né per fare nessun’altra cosa. Insomma, in poche parole, è da sabato 11 marzo (se non prima) che non tocco il computer (nove giorni se non di più). Quindi, scusatemi tanto!! Cercherò di farmi perdonare cercando di pubblicare il più alla svelta possibile il prossimo capitolo (contando che la scuola mi impedisce, oggi ho avuto cinque ore di verifica @ò@)

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Capitolo 12
*** Cap 12 ***


Ci terrei a fare una piccola precisazione, prima di cominciare il dodicesimo capitolo: in questa ff ci sono dei fatti che si somigliano con dei fatti presenti nella ff “tie your mother down” (che a parer mio è molto bella n.d.a.) delle mie carissime lettrice Rhye and Embrido. Così, ci terrei a precisare che non ho assolutamente copiato la loro ff, anche perché avevo già steso la traccia prima di cominciarla. Poi prendo tempo per dire che questa ff è opera della mia fantasia (o della mia mente contorta, è meglio dire) e che tutti i fatti citati non sono realmente esistiti. Sono veri solo i tre Green Day, che, purtroppo, non conosco, di conseguenza non ho potuto interrogarli per sapere fatti passati.


Cap 12

il telefono i casa Right squillava incessantemente, ma nessuno rispondeva. Proprio in quel momento, però, la porta si aprì ed entrò un uomo. Nel constatare che l’apparecchio stata suonando, si sbrigò ad accorrere a rispondere.
- Pronto? - disse, afferrando la cornetta proprio mentre stavano per mettere giù.
- Signor Right? - disse la voce di una donna, dall’altro capo
- Sì, sono io - rispose lui, togliendosi la giacca e slacciandosi la cravatta
- Salve, sono la signora Campbell -
Il signor Right fece un po’ di spazio nella sua mente per cercare di ricordare dove aveva già sentito quel nome. Non era un cliente né datore di lavoro… allora chi era.
- Per favore, mi dia una mano a ricordare chi è - disse allora, sedendosi sul divano
- Sono la madre di Clear, di lei si ricorderà, no? -
- Oh, sì certo, mi ricordo molto bene di lei. Mi dica signora Campbell, qual è il problema? -
- Mi dispiace doverla avvertire di un fatto così increscioso, signor Right, ma sua figlia, oggi, ha picchiato la mia, causandole una frattura al naso -
Il padre di Jimmy, per un momento, trasalì.
- Jimmy? - chiese, sbigottito
- Sì, proprio lei. So che è una ragazza molto tranquilla, e ha lasciato sbalordita anche me, quando ho saputo dell’avvenimento. Perciò gradirei cortesemente che voi prendereste seri provvedimenti con lei, anche se, certo, alla fine non sono affari che mi riguardano. Sarei solo infastidita che un fatto del genere si ripeta. In quanto alla frattura di mia figlia, voi dovrete pagarci i danni. In caso contrario, ricorreremo alla denuncia -
- No, certo, pagheremo tutti i danni che l’aggressione di mia figlia ha causato, e vi porgeremo le nostre più risentite scuse. Però se Jimmy ha fatto una roba del genere, ci dev’essere di sicuro un motivo, e credo che il motivo sia stato che, probabilmente, sua figlia l’abbia provocata -
- Non lo escludo, certo, ma questo sarà da accertare… -
- E la pregherei di accertarlo il più alla svelta possibile, perché non ho intenzione di dovere pagare i danni di un pugno in faccia se c’è un motivo più che valido -
- Rimane sempre il fatto che sua figlia ha aggredito la mia -
- Il suo avvocato parlerà con il nostro, non ho altro da aggiungere -
- Arrivederci signor Right -
- Salve -
Il padre di Jimmy riattaccò la cornetta con una calma da furia, per poi scoppiare.
- Jimmy! - gridò - vieni giù immediatamente! Dobbiamo parlare! -
Salì velocemente le scale, dirigendosi verso camera sua.
- Mi spieghi per quale assurdissimo motivo hai picchiato Clear? Chi ti dava il diritto? È ciò che io e tua madre ti abbiamo insegnato? -
Ma quando aprì la porta, rimase piuttosto sconcertato nel vedere che non c’era proprio nessuno.
- Emily Jamie Right III… noi due dovremo fare un bel discorsetto, quando torni a casa… -

- Oddio. Tré, e adesso che cosa facciamo? - chiese Jakie, in preda ad un attacco di panico
- Stai calma Jakie - rispose il ragazzo - tanto che cosa potrebbe mai accaderle se non una punizione lunga tutto un anno dai nostri, quando torneranno a casa e non la troveranno? -
- Tré? Ma ti rendi conto che tua sorella è scappata in macchina? In macchina, non a piedi! Potrebbe prendere un treno e andare chissà dove, non facciamo più in tempo a raggiungerla se non lo facciamo subito! E poi non ha neanche la patente! -
- Sai una cosa? Hai ragione, se non ci muoviamo subito, sarà molto difficile da raggiungere -
- E cosa pensi di fare, visto che non abbiamo nessun tipo di mezzo a disposizione e non abbiamo la minima idea di dove possa essere andata! -
- Billie e Mike abitano poco distanti da qui, andremo da loro a piedi e poi usciamo con la loro macchina. Vedrai che la troveremo - disse
- E come la metti col fatto che Jimmy non sa guidare? - chiese la ragazza, incamminandosi
- Massì, dai, al massimo una multa… - rispose lui, consapevole però del fatto che la sorella corresse un grave rischio.
Raggiunsero la casa di Billie in poco. Bussarono ed aprì Mike. Il ragazzo stava per sorridere, salutandolo, ma Tré lo interruppe.
- Mike, tira fuori la macchina, svelto, Jimmy è scappata e ha preso la mia auto, dobbiamo raggiungerla -
Il sorriso sul volto del ragazzo si spense immediatamente.
- Che cosa? - disse, incredulo
- Sì, svelto. Jakie rimarrà qui con Billie -
- No, un minuto, voglio venire anche io! - ribatté la ragazza, contrariata
- No, tu rimarrai qua con Bilie - replicò lui - se i miei dovessero chiamare tu gli spiegherai tutta la storia -
- OK… ma che cosa gli dico, poi? - rispose la ragazza - se gli dico che è salita in macchina ed è scappata si incavoleranno con me -
I due ragazzi rimasero perplessi.
- Perché? - chiese Mike
- Perché sono la prima persona con cui parleranno quando sapranno che cosa è successo, e dovranno pur arrabbiarsi con qualcuno! -
- Non importa, tu digli la verità e basta -
Jakie guardò i due ragazzi salire in macchina, Mike al posto di guida, e partire. Poi, sospirando, entrò in casa. Andò fino in cucina, dove Billie la guardò stupito.
- Jakie! - esclamò, con una nota di speranza - che cosa ci fai qua? -
- Jimmy è scappata di casa - disse, sedendosi sul divano
Billie, che si stava portando una fetta di pane alla bocca, rimase sbalordito.
- Che cosa? - disse, confuso
Allora Jakie iniziò a spiegargli tutto da capo, partendo da quando era arrivata a casa di Jimmy e Tré.
Quando ebbe finito il racconto, il ragazzo rimase a bocca aperta.
- Co… Cosa? - chiese, incredulo
- Sì, proprio così - rispose la ragazza, scoraggiata e, allo stesso tempo, angosciata per quali avrebbero potuto essere i danni conseguenti a quella follia. Già, follia. Perché scappare di casa picchiare Clear è una reazione che può essere spiegata, visto ciò che era successo, ma prendere la machina e partire senza neanche saperla guidare, era una vera e propria follia.
- Credi… credi che la troveranno? -
Billie sorrise.
- Perché, vuoi che non la trovino? - disse, con tono ovvio - vuoi che il nostro Tré non sappia a memoria i passi della sua adorata sorellina? -
- Dopo tutto ciò che è successo, non credo che sia ancora tanto “adorata” - rispose secca lei
Billie ritirò il sorriso. Aveva in qualche modo creduto che se fosse lì allora non era più così arrabbiata con lui. Ma si era sbagliato, o meglio, si era illuso. Poi ricordò ciò che provava per lei: sarebbe stato il caso di dirglielo?

La signora Right rientrò in casa per le sei.
- Ciao caro, che cosa ci fai lì seduto? -
- Credo che questa sera, a cena, ci sarà un bel discorso da fare, e la signorina Jamie non si toglierà un anno intero di punizione -
La signora Right, preoccupata dalle affermazioni del marito, si sedette di fronte a lui, e disse:
- Jhon, che cosa è successo? -
- È successo che, Mary - iniziò a spiegarle lui - prima mi ha chiamato la madre di Clear e mi ha detto che Jamie ha picchiato sua figlia, procurandole una frattura al naso -
- Che cosa? - disse sbigottita, trangugiando un bel po’ di saliva
- Sì, e ha detto che dovremo pagare i danni, sennò ci denuncia -
- JAMIE! - gridò la madre - vieni giù immediatamente, dobbiamo parlare! - poi, rivolgendosi al marito, disse: - tu le hai già parlato? -
- No… - rispose lui, cercando di spiegarle che la figlia non era in casa
Non sentendo i passi della ragazza, la chiamò una seconda volta:
- Jamie, ti ho detto di scendere! Io e tuo padre ti dobbiamo parlare, ora! - gridò
- Se la smetti di sgolarti, magari, riesco a spiegarti che Jimmy non è in casa - disse il marito, irritato
- Come non è in casa? E dov’è? -
- quando sono rientrato - le spiegò il signor Right - ho parlato con la madre di Clear, dopodiché ho chiamato Jamie, ma la signorina non si è fatta trovare in casa -
- Che cosa? - disse molto arrabbiata la madre - ma ha violato la nostra punizione! -
- Sì, e per questo si merita almeno un anno in castigo! -
La calma del padre, era una calma apparente, ma dentro provava una rabbia sconfinata. In quel momento suonò il telefono e la madre si alzò ed andò a rispondere.
- Pronto? - disse fredda
- Salve, è la signora Right? - disse una voce molto demoralizzata
- Sì - rispose lei
- Sono della polizia e vorrei parlarle di sua figlia Jamie -
- Oh mio Dio! Che cosa ha combinato adesso? -
- Lei niente…-

Billie si trovava seduto a riflettere se era il caso di dirle di ciò che provava verso di lei. Non sapeva che scegliere, ma un impulso lo spinse a dirle tutto.
- Jakie? -
- Mmm? - rispose la ragazza
- Credi che riusciremmo mai a reintegrare l’amicizia che c’era fra noi una volta -
- Non so - rispose lei, disinteressata
A Billie non sfuggì questa sua indifferenza e non poté non rimanerne un po’ deluso. Sospirò.
- Tu… tu che cosa provavi per me? -
Jakie alzò la testa verso il ragazzo.
- Ti ho fatto soffrire, ne sono consapevole, ma… quanto? -
- Billie, per favore, non adesso, Jimmy è scappata, potrebbe anche essere nei guai, non credo che sia il momento più adatto per discutere di noi due -
Billie, sconfortato, abbassò la testa osservandosi le mani. Era chiaro che Jakie non volesse parlare con lui, dopo tutto ciò che era successo era perfettamente perdonabile. Solo che, per qualche assurda maniera si era illuso che avesse voglia di parlare con lui e di chiarire tutto ciò che era successo. Chiarire? Un momento, che cosa c’era da chiarire se era già stato tutto chiarito? Che stupido, pensava di poter sistemare ancora di più le cose, delucidando cose che non esistevano? Era assolutamente assurdo, e quindi era un’illusione in più. Ma perché? Si stava distruggendo mentalmente, e non riusciva a credere che un’illusine dopo l’altra si affollasse nella sua mente, provocando un grosso di idiozie che avrebbe potuto dire. Jakie l’aveva bloccato in tempo, prima che potesse iniziare il suo assurdo discorso.
- Molto, troppo. Ecco quanto mi hai fatto soffrire -
Tutto ciò che si era detto poco prima, andò in frantumi, per lasciare spazio solo a quella frase: molto, troppo. Ecco. Così era stata male Jakie. Era l’aveva fatta stare molto male, troppo male. Non credeva che fosse mai successo, ma l’aveva fatto, l’aveva fatta soffrire. E ora si penalizzava mentalmente.
>Si impose di non continuare la conversazione, ma un impulso più forte di lui l spinse ad aggiungere.
- Che domanda sciocca - disse - cosa avrei dovuto immaginare? -
- Probabilmente non avresti immaginato niente. Non è così semplice immaginare il dolore di un’altra persona -
- Hai ragione… ma la domanda è stata sciocca comunque… non avrei potuto di certo aspettarmi che non avresti sofferto! -
- E chi te l’ha detto? - disse lei - se tu non immagini minimamente che cosa io provassi per te prima che mi giocasti quel brutto scherzo con Clear, allora non sai neanche quanto ho sofferto. Ma ora te l’ho svelato -
Billie annuì appena, anche se in fondo non riusciva a capire: sapeva benissimo che cosa lei provava per lui… o almeno credeva di saperlo. Un terribile dubbio l’accolse: e se Jakie non avesse veramente provato quello che pensava lui? Allora sarebbe stato un bel problema, perché adesso lei gli piaceva veramente. Doveva sapere che cosa Jakie provasse per lui. Allora si arrischiò a chiederglielo:
- Ehm… Jakie… ma tu… che cosa provavi esattamente saperlo? -
Jakie si stritolò nervosamente le mani.
- È importante saperlo, adesso? - chiese, secca
- Lo so che sei preoccupata per Jimmy… ma vedrai che tutto si risolverà per il meglio -
- Io non intendevo questo - rispose la ragazza - intendevo dire che importanza ha saperlo ora, dopo tutto quello che hai combinato? -
- Io… io… io speravo che… -
- Billie, non tirare fuori cose assurde, lo sai benissimo anche te che se ancora mi piacessi niente si potrebbe sistemare -
- Sì è vero, ma… quello che io volevo dirti è che… - Billie si stava incasinando. Non sapeva più che dirle, ma voleva che sapesse ciò che lui provava nei suoi confronti: voleva dirgli che le piaceva veramente. - Senti Jakie, ora basta scuse. Quello che voglio che tu sappia è che mi piaci. Mi piaci veramente. Non perché sei una bella ragazza, o perché molti ragazzi ti stanno dietro, ma perché sei dolce, intelligente, riflessiva, simpatica… mi piaci per quello che sei -
Jakie rimase a riflettere sulle parole del cantante. Dove apprenderle appieno, e quando l’ebbe fatto rimase, per un attimo, sconvolta.
- Lo so che quello che ti ho fatto è stato a dir poco crudele - riprese Billie Joe - e infatti non ti chiedo di perdonarmi. È giusta la punizione che mi sono meritato. Ti chiedo solo di prendere sul serio le mie parole, perché questa volta dico sul serio. Non c’è nessuna Clear, questa volta, e puoi pure accertarlo, non c’è nessuno che mi obbliga a fingere. Questa volta ci sei solo tu, e nessun altro. Non c’è nessun piano, dietro, ma solo la mia mente contorta. So che fingere che tu mi piacessi solo per coprire ciò che c’era fra me e Clear è stata la cattiveria più grande che potessi compiere, ma almeno mi ha aiutato a capire che sei tu la ragazza che mi piace. Solo questo -
Jakie non disse niente. Ora, e solo ora, le sembrava di comprendere lo stato d’animo del cantante: se lei c’era stata malissimo per ciò che Billie Joe le aveva fatto, Billie Joe stesso era distrutto per ciò che lui le aveva fatto. Certe volte è più demoralizzante infliggere le pene che riceverle. E per Billie era stato così.
- Senti… senti Billie… io posso capire tutto questo… ma… ma permettimi che mi spiazzi un attimo. Ho bisogno di tempo per riflettere e quindi… non cercarmi - detto questo se ne andò. Prima di uscire si girò verso il ragazzo e disse: - se hai notizie i Jimmy avvisami - poi uscì.

Ore 18.47
- Mike, stiamo girando da troppo tempo, ormai… e di Jimmy neanche l’ombra. Non sappiamo dove possa essere andata! Ti ricordo che non era a piedi, ma in macchina! -
- Sì, sì, lo so, ma è sempre meglio tentare - rispose Mike, svoltando la macchina a sinistra
Tré sembrava chiaramente agitato. Ed era chiaro, Jimmy era sua sorella, non poteva permettere che le succedesse niente! Soprattutto se era in preda ad un attacco di panico, quando poteva compiere qualsiasi peripezia.
- Mike, potremmo trovarci dalla parte opposta della sua, te ne rendi conto? -
- E se fossimo sulla sua strada, ci mangeremmo le mani per sapere che avremmo potuto fermarla ma che invece siamo tornati indietro -
Tré accavallò nervosamente le gambe.
- OK… ma se invece fossimo dalla parte opposta? -
- Tré, la troveremo! -
Il batterista stette zitto. Temeva veramente il peggio.
Ore 18.59
- Mike, sono le sette. È circa dalle quattro e mezza che vaghiamo! -
- E missà che ci toccherà tornare indietro -
- Perché, che è successo? -
- Stai calmo, Tré! È solo un po’ di coda -
Tré lanciò lo sguardo in avanti.
- Un po’ di coda dici? A me sembra una catena montuosa! -
- Niente di ché - rispose il basista, girando imprudentemente la macchina - sarà solo un incidente -
Tré sbuffò.
- Se esistessero dei telefoni portatili, proverei a sentire qualcuno… ma la tecnologia è fera a certi livelli! [aspetta di arrivare nel 2006, caro Tré!]
Tutto il resto del viaggio lo percorsero in silenzio. Tré pensava che cosa dire ai genitori, quando sarebbe tornato a casa. Come gli spiegava che Jimmy era scappata?
- Ehi, amico siamo arrivati! - la voce di Mike lo distolse dai suoi pensieri - se vuoi dormire qui in macchina, fai pure! -
- No, no, arrivo - disse, scendendo dall’auto
Dalla soglia di casa, si vide sbucare Billie, preoccupato.
- Notizie? - chiese, ansioso
- No… - risposero demoralizzati e due ragazzi.
- Vuoi uno strappo a casa, Tré? -
- No, grazie, vado a piedi. Mi farà bene camminare un po’.
Il ragazzo percorse in circa mezz’ora tutta la strada che lo separava dalla casa dei due amici a casa sua. Pensava a ciò che avrebbe detto hai genitori. Era una bella storia! Sarebbe rientrato che i genitori sarebbero stati incazzatissimi, perché la figlia non c’era. Di sicuro Clear li aveva avvisati del piccolo incidente… e il ché sarebbe stato ancora peggio. Allora avrebbe dovuto spiegargli tutta la storia da capo e con calma. Lì sarebbero scoppiati in panico. Avrebbero avvisato subito la polizia e lo avrebbero infamato sul perché, al posto di avvisarli, era partito in macchina alla ricerca della sorella, con l’uno per cento di possibilità di ritrovarla. Il tutto non era esattamente di suo gradimento. E chissà cosa fosse potuto succedere alla ragazza! Con un’auto in mano, per giunta!
Dunque, mamma, papà…devo dirvi una cosa piuttosto demoralizzante: Jimmy è scappata di casa. Ed è successo perché ha avuto una grossa lite con Clear…immagino che vi abbia già avvisato… ho cercato di fermarla, ma lei è saltata in macchina ed è partita alla volta di una meta non fissata. È già, Jimmy è scappa in macchina. E qua si afferma un ulteriore problema: Jim non sa guidare. Se le fosse successo qualcosa? Il tutto è successo più o meno verso le quattro… quando la camera era vuota. Era in mezzo alla strada quando è partita in macchina, così ho dovuto raggiungere, assieme a Jakie, la casa di Billie e Mike. Ma, al posto di avvisare o voi o la polizia, siamo saliti in macchina e siamo andati a cercarla. Così ora è ancora più lontana da noi…ma disterà solo due ore e mezza, a meno che non sia partita in una corsa folle. La ritroveremo di sicuro, senza nessun problema. Questo è quanto..
Sì, gli avrebbe detto questo. Si sentiva in colpa per tutto ciò che era successo. Perché l’aveva fatto?
Davanti a lui apparse la soglia di casa: pronto a trovarli incaxxati neri, entrò in casa. Rimase stupito e impaurito: ad aspettarli, i genitori erano in lacrime.
- Ma… mamma, papà… che… che cosa è successo? -
- Ci… ci ha chiamato la polizia -
Tré ebbe il più grande timore della sua vita: quello di sapere che cosa fosse successo.
- Jimmy… ha avuto un incidente… un camionista ubriaco che le ha tagliato la strada -
Tré si sentì cedere le gambe. Si sedette sul divano.
- E… e come sta ora? - chiese, con la voce tremante
Un attimo di silenzio, prima dell’imprevedibile risposta.
- Ora è in coma -

____________________________
Hola a tutti, miei carissimi lettori!! Prima di tutto, una notizia che mi ha rallegrato in tutti questi giorni cupi: Billie Joe Armstrong è tornato moro!!! È sì!! Prima dava troppo l’idea di pop-star, ora è il solito punkettone di sempre!!
E dunque, la povera Jimmy è incorsa in uno spiacevole incidente ed è entrata in coma… ma che cosa le succederà? Eh, eh, eh… sono crudele! Se volete scoprirlo, andate avanti a leggere la ff!! (Wé, e adesso mi ci metto anche con i ricatti?XD)

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Capitolo 13
*** Cap 13 ***


Cap 13

Ora è in coma, erano le uniche parole che gli risuonavano in testa. Ora è in coma, nient’altro. Ogni rumore era neutralizzato, a partire dai rumori atmosferici, al pianto dei genitori, all’atmosfera caotica e persino ai battiti del suo cuore. Non sentiva il suo respiro (se ancora respirava), non sentiva le sue sensazioni, non sapeva dov’era, non conosceva né gioia né dolore, non sapeva se fosse vivo e nemmeno se esistesse, non sapeva il significato di quelle parole, ma aveva impresse quelle quattro parole nella mente: ora è in coma. Che cosa volessero dire e a che cosa fossero riferite, lo ignorava. Ora è in coma. Ora è in coma. Ora è in coma. Come un mangianastri incantato, quelle parole continuavano a essere ripetute nella sua mente, come una strana melodia struggente. Attorno a lui era tutto vuoto. Solo quelle parole esistevano.
Piano piano, si riscosse da quel suo torpore, tornando consapevole di esistere, attorno a lui si ricrearono tutti i rumori e iniziò a prendere consapevolezza della frase che ancora assillava la sua mente: ora è in coma.
Jimmy, proprio lei, aveva avuto un incidente stradale: era saltata in macchina, pronta a vagabondare chissà dove. Il primo camionista ubriaco che passava da quelle parti aveva deciso di tagliare la strada proprio a lei. Ed ora la ragazza era entrata in coma.
Quando si fu completamente riscosso da quel suo intontimento, si accorse di essere in macchina. Era in tangenziale e correva, andava forte. Come aveva sentito quelle parole, era stato intorpidito dal grosso timore di non poter rivedere più la sorella. E così, ora, si ritrovava sulla strada, in macchina, a correre, correre per rivederla almeno un’ultima volta, correre per sfidare la morte, correre per Jimmy.
Jimmy. Esisteva solo lei nella sua mente. L’unica cosa importante era rivederla. Rivederla viva. Viva. Quella parola suonò nella sua testa come l’unica speranza a cui aggrapparsi. Per un momento, si sentì uno stolto: le aveva permesso di scappare, non le aveva impedito di salire su quella macchina… quella macchina che l’aveva ridotta in quel modo.
Con l’angoscia che lo costernava e il cuore in gola, Tré raggiunse l’ospedale. Scese dall’auto e si diresse veloce verso l’edificio, sperando vivamente che la sorella fosse ancora viva. Una volta dentro, chiese delle informazioni ad un’infermiera che passava di lì.
- Mi scusi - le disse - sto cercando - Jamie Right -
- Non saprei - rispose lei
- Dev’essere arrivata qui qualche ora fa. È una ragazza sui sedici anni, alta, bionda. Ha fatto un incidente in macchina ed ora è in coma -
- Ah, sì, ho presente. Mi spiace, ora è in sala operatoria. La stanno ricoverando -
- È in pericolo di vita? - chiese Tré, angoscioso
- Lei è un parente? - chiese la signorina, guardandolo incerta
- Sì, sono il fratello - rispose lui, torturandosi le mani
- Non credo che sia grave, ma non sto seguendo il suo caso. Può chiedere informazioni ad un dottore, se vuole. Intanto si sieda pure nella sala d’attesa -
Tré fece come a lui detto, dirigendosi verso la sala d’attesa e sedendosi sulle poltroncine. Si guardò intorno, constatando che c’era un telefono. Allora si alzò e, infilandoci dentro dei soldi, digitò un numero che conosceva bene.
- Pronto? -
- Ciao, Billie, sono Tré -
- Tré! Ci sono notizie? -
- Sì - rispose lui con voce abbattuta - Jimmy… Jimmy ha avuto un incidente -
Per un momento Billie non rispose. Poi colse le forze a sé e disse:
- Un incidente? E come sta ora? -
- Non le conosco ancora le sue condizioni… so solo che ora è ricoverata… e in coma -
Billie non riuscì ad aggiungere niente.
- Per favore, avvisa Jakie - disse Tré, poi riattaccò

Dall’altro capo del telefono, riattaccò pure Billie. Mike sbucò dalla porta della camera.
- Che è successo? - chiese - notizie di Jimmy -
Billie Joe si sedette sul divano, a testa bassa, e rispose:
- Sì… e purtroppo non sono belle -
- Oddio! - esclamò Mike - non è che ha chiamato per dire che è su un aereo diretto in capo al mondo, vero? -
Billie fece un sorrisetto contenuto.
- No… però in capo al mondo rischia di andarci comunque -
- L’hanno rapita? -
- Ha avuto un incidente -
Sul volto di Mike si dipinse un’angoscia costernante.
- E… e sta male? -
- Questo Tré non lo sa ancora - rispose il ragazzo - ma è in coma. Ora è ricoverata. E tutto… per quella stupida di Clear! Non ci posso credere che una volta mi piacesse… e poi… con le voci false che sta spargendo su di me in giro… -
- Billie, stai calmo… Ora piuttosto… vado a raggiungere Tré. È in ospedale? -
- Sì. Ma io resto qui. Avviso anche Jakie -
- OK… ci vediamo dopo -
Mike uscì piuttosto agitato. Billie, invece, restò in casa, anch’esso agitato. Afferrò il telefono e digitò a memoria un numero.
- Pronto? -
- Salve, sono Billie, potrei parlare con Jakie? -
- Ciao, Billie. No, mi dispiace, Jakie è appena uscita. Mi ha raccontato ciò che è successo… ci sono notizie su Jimmy? -
- Sì… - rispose Billie - ma temo che non siano buone… voglio dire… Jimmy ha avuto un incidente ed ora è in coma -
- Ma è terribile! -
- Sì, lo è… ma spero che si riprenda presto - la voce di Billie era abbattuta.
- Lo spero anch’io…povera ragazza, afflitta da pene inspiegabili…quella Clear…Jakie ne ha parlato, e non mi sembra affatto socievole -
- Non c’entra tanto quanto sia socievole Clear - rispose Billie - ma la sua sete di vendetta… per qualcosa di assurdo, che adesso non saprei spiegarle, ha avventato tutta la sua rabbia su Jimmy e Jakie, come se fossero loro le responsabili. Quella ragazza è un mostro, come ho potuto non accorgermene prima? -
Ci fu una pausa, ripresa poi dal ragazzo:
- In ogni caso, se torna può avvisarla? - chiese
- Certo. Ciao, Billie -
- Arrivederci, signora - Billie riattaccò la cornetta e si sedette nervoso sul divano.
Il fatto increscioso che era capitato a Jimmy lo disorientava. Era stato uno dei suoi migliori amici, un tempo. Quello che era successo prima per il piano e poi per l’incidente erano fatti che non sarebbero mai dovuti succedere.

Jakie era uscita di casa, per togliersi un po’ l’angoscia di dosso. Non credeva affatto che Jimmy scappasse, pensava che sarebbe tornata, ma il fatto che fosse in giro in macchina la crucciava. Ora voleva andare da Billie. Non voleva chiarire quello che le aveva detto prima, però ricordava quando ancora erano amici: quando aveva una preoccupazione che con Jimmy non riusciva a risolvere, andava da lui e si sentiva al sicuro. Ora, stranamente, sentiva il bisogno di dover andare da lui. Ora che Jimmy non c’era, sentiva la necessità di sentirsi di nuovo al sicuro, e secondo lei questo bisogno di sentirsi al sicuro lo avrebbe soddisfatto solo andando da Billie.
- Jakie, giusto? - una voce la chiamò alle spalle, costringendola a voltarsi.
Non le piacque per niente chi si ritrovò davanti. Clear. O forse è meglio rinominarla “sgualdrina”. Quella ragazza se la ritrovava dappertutto, non riusciva a liberarsene. Le sembrava quasi come se fosse dentro ad una storia, dove l’impiccio lo trovi ovunque. Quella ragazza non riusciva proprio a sopportarla. Prima mette i bastoni fra le ruote nella storia di Mike e Jimmy, poi si mette in mezzo a quella fra lei e Billie, e alla fine ostacola tutto e tutti. Non le bastava aver cacciato Jimmy nei casini? Doveva fare ancora qualcos’altro? E per di più aveva anche la faccia tosta di parlarle gentilmente, quasi dovesse risultare credibile ad una bugia.
Senza pensarci molto, trovò subito da risponderle a tono:
- E tu sei sgualdrina, giusto? -
Clear assunse un’espressione corrucciata, iniziando a parlare:
- Stai andando da Billie, vero? - disse, stavolta più sgarbata
- Che cosa te ne importa? - ribatté secca lei, girandosi e continuando a camminare
Clear alzò le spalle.
- È vero, tanto ci vanno tutte da Billie - rispose evasiva, voltandosi anch’essa.
Jakie sentì la rabbia raggiungerle la cute. Avrebbe potuto stare zitta, ma invece rispose.
- E che cosa ti fa pensare che io stia andando da Billie? - le chiese, con aria calma, quasi volesse farle un torto
- Te l’ho detto, vanno sempre tutte da Billie - rispose Clear, girandosi verso la ragazza
- Oh, e immagino che anche tu vada da Billie giusto? E per far cosa, strisciargli ai piedi e implorargli perdono? Se vuoi ti accompagno, non posso perdermela una scena del genere -
Clear alzò di nuovo le spalle.
- Mi chiedo proprio come tu faccia a piacergli - le spiaccicò in faccia, quasi come noncurante di ciò che le stava dicendo
- Almeno con me non si è ravveduto, mentre con te darebbe qualsiasi cosa perché fosse stato solo un brutto sogno! -
- Piccola impertinente! Tu non ti immagini neanche che cosa sia successo! -
- “Piccola?” - chiese ironicamente - non mi sembra di essere tanto più piccola di te! Anzi, credo proprio di avere la tua stessa età… certo, è pur sempre vero che c’è chi, come te, a sedici anni pensa solo al sesso, e per questo si crede superiore -
- Almeno io lo faccio, tu non ci hai neanche provato! -
- E chi te l’ha detto? - ribatté secca lei - ho solo detto che non penso solo a quello! Io penso anche alla scuola, agli amici e, soprattutto, all’amore! -
- All’amore, già! - rispose a tono Clear - di questo non ti invidio, perché si da il caso che anche io sia in grado di amare! -
- Questo non lo metto in dubbio - disse Jakie - ma sai anche applicarlo? O stai assieme ad un ragazzo solo per divertimento? -
- Per divertimento? Credi che io sia senza cuore? -
- Una che fa come te, non mi sembra molto una in grado di amare. Mi sembra piuttosto una troia fatta e finita! -
Clear ebbe un attimo di esitazione.
- Non mi sembra molto cortese dare in faccia della troia ad una ragazza. Non l’avrei fatto neanche io, avrei usato termini meno volgari -
- Oh, poverina, la signorina è rimasta offesa - disse Jakie
- Vorrei vedere te al mio posto - ribatté la ragazza - e comunque nessuno ha accertato che io non ami -
- È stato invece attestato che ami? -
- Sì - rispose Clear - chiedilo a Billie. Sai quante storie mi ha fatto perché io non volevo mettermi assieme a lui senza prima conoscerlo bene e innamorarmene? -
- Che faccia tosta! - ribatté Jakie - hai anche il coraggio di dire che lo hai amato? -
- Vuoi dubitare? -
- Sì -
- Non faccio mai sesso senza provare amore, questa ne è la conferma -
Jakie non riuscì a capire il senso di quella frase. Che cosa centrava il sesso con Billie?
Notando la sua difficoltà nel comprendere, Clear le andò incontro.
- Ah, perché non l’hai saputo? - le chiese
- Saputo cosa - rispose Jimmy
- Che quel vigliacco ha pensato bene di mettermi incinta e poi, per paura di quello che aveva combinato, di mollarmi -
Jakie non disse niente. Per un momento ebbe come l’impressione di capire Clear solo per una piccola percentuale. Come aveva potuto Billie portarsi a letto una ragazza di sedici anni senza curarsi delle conseguenze? Ma, soprattutto, come aveva potuto mettere incinta una ragazza per poi mollarla per paura di diventare padre? Avrebbe almeno dovuto sostenerla, non mollarla!
- Billie ha fatto veramente una cosa del genere? -
- Intendi dire fare sesso o prima mettermi incinta e poi mollarmi? - domandò Clear
- Il secondo - rispose Jakie
- Ebbene sì - disse Clear - l’ha fatto -
- Che gran vigliacco! - disse la ragazza, poi si voltò e si incamminò verso la casa di Billie.

Tré era all’ospedale da un po’, quando un medico arrivò in sala d’attesa. Allora, si alzò di scatto e si diresse verso di lui.
- Mi scusi, dottore -
- Sì? -
- Ha notizie di Jamie Right? -
Il medico lesse una cartella clinica che aveva in mano, poi rivolse lo sguardo al ragazzo.
- La ragazzina di sedici anni che ha fatto un incidente, giusto? -
- Sì, proprio lei - rispose Tré, speranzoso
- La stanno ancora ricoverando - lo informò il dottore - fino ad adesso posso solo dirle che non è in ottime condizioni, proprio per niente -
Una nota di speranza abbandonò il ragazzo.
- Riporta gravi ematomi e ferite. È rimasta intrappolata nelle lamiere della macchina, mentre il peso del camion la schiacciava. È stata molto fortunata a trovarsi a pochi metri dai vigili del fuoco. In ogni caso, la ragazza è in coma, ma non è assolutamente fatale -
- Ci sono probabilità che si risvegli? -
Il medico sospirò.
- Forse - rispose
- Che cosa vuol dire forse? - si agitò Tré
- Stia calmo, per favore - lo riprese il medico
- Come posso stare calmo? - disse lui - è o non è un dottore? -
- Lo sono - rispose lui, calmo, come se fosse abituato a questi sbalzi
- E allora non può dirmi forse! Se è un medico deve sapere darmi le esatte condizioni di mia sorella! Quindi, ha possibilità di risvegliarsi sì o no? -
- Sì - rispose il medico - ma non sono tante -
Un’altra nota di speranza lo abbandonò.
- Poche? - ripeté fra sé e sé, scoraggiato
- No - rispose l’altro - non molte, ma non poche -
Tré si agitò.
- Per favore, dottore, la smetta di giocare con la mia pazienza. Qui c’è in ballo la vita di mia sorella. Su cento, quante ne ha? -
- Non lo so, forse trenta. Bisogna comunque aspettare i risultati dell’operazione -
- E quando finirà? - domandò Tré, ormai sconfortato.
- A questo non posso risponderle, mi dispiace. Comunque sua sorella non morirà, o si sveglierà o rimarrà così per tutta la vita, ma non morirà. In ogni caso, i suoi genitori sono dabbasso a firmare delle carte, se vuole raggiungerli… -
- No, grazie - rispose Tré, confortato che fossero arrivati anche loro - mi dica, piuttosto, dove si trova la sala operatoria -
Il dottore gliela indicò, poi se ne andò. Tré rimase da solo ad aspettare che la sorella uscisse dalla sala operatoria. Nel frattempo, arrivarono anche i suoi genitori e Mike.
- I medici hanno detto che non è in come fatale, ma che comunque è in cattive condizioni. Ha trenta possibilità di risvegliarsi, in caso contrario rimarrà in coma per sempre -
Per sempre. Uno spazio di tempo troppo lungo per una sola sedicenne. Aveva buttato via la sua vita troppo presto. E pensare che la settimana prima Tré pensava che litigare fosse stata la cosa peggiore. Magari fosse stato così. Gli sembrava talmente assurdo aver pensato che non le succedesse niente nonostante fosse scappata in macchina che ora si sentiva in colpa.
Erano le nove di sera, ma fino alle nove e mezza non successe niente. Ogni tanto qualche medico entrava e usciva, ma non sapeva dare loro alcuna notizia. Poi, verso le nove e mezza, uscirono tutti i medici e gli infermieri, portando fuori anche Jimmy. Era stesa su una barella, inerte, riempita di fili e mascherine. Tré osservò bene il suo viso candido e i suoi lineamenti distesi: non era mai stata così bella. Gli faceva troppo male pensare che Jimmy, la sua sorella preferita (anche se non ne aveva altre), così giovane e indifesa, ora stesse giacendo esanime su un letto d’ospedale, tenuta in vita da macchine.
- Dottore! - esclamò la madre - come sta mia figlia? -
Un uomo robusto, sulla quarantina, le si avvicinò.
- Sua figlia è in pessime condizioni, signora Right - disse - mi dispiace -
Tré, Mike e i genitori in quel momento si sentirono cedere. La madre incominciò a piangere.
- È in un coma indeciso fra il permanente o il momentaneo. Ma una cosa è sicura: sua figlia non sta combattendo. Questa è la cartella clinica -
La madre afferrò tremante la cartella clinica, seguendo i dottori che portavano la figlia in una stanza.

Erano le nove e mezza, ma Billie non aveva alcuna intenzione di andare a trovare Jimmy in ospedale. Dopo l’esperienza che aveva passato sette anni prima col padre, ora era più che deciso a non mettere più piede in un ospedale. Lanciò uno sguardo fuori dalla finestra, mentre qualche lacrima gli rigava le guance. Aveva paura, paura che Jimmy morisse, paura di entrare in un ospedale, paura di tutto. Si sentiva colpevole dello stato in cui si trovava Jimmy: se non avesse avuto una storia con Clear, ora lei non si sarebbe ritrovata in quelle condizioni. Quindi ne era sicuro, era tutta colpa sua.
In quel momento, il campanello suonò. Lui, asciugandosi le lacrime, si alzò e andò ad aprire. Era Jakie, e non sembrava affatto felice. Senza chiedergli il permesso, entrò in casa, aspettando che il ragazzo le chiedesse che cosa fosse successo.
Billie chiuse la porta, ma rimase a guardarla, senza dire niente, con un’aria che somigliava a quella di un cane bastonato.
- Ho incontrato Clear per strada, prima - disse allora lei
- E fammi indovinare, ti ha detto che l’ho messa incinta e che poi l’ho mollata, per paura delle conseguenze, giusto? -
- Esattamente - disse Jakie - e io da te mi aspetto la verità -
Billie si sedette sul divano, trattenendo a stento le lacrime.
- È tutta una balla - rispose
Jakie stava per dire qualcosa, ma quando vide che il ragazzo stava per mettersi a piangere, gli si sedette in parte.
- Billie - disse - che cos’è successo? -
- È… è… è Jimmy… - riuscì a dire.
Sul volto della ragazza si scandì un’espressione chiaramente sconvolta.
- È successo qualcosa? - chiese
- Sì… ha avuto un incidente e… ed è entrata in coma! -
Jakie sentì un vuoto allo stomaco.
- Jimmy? - riuscì a dire, prima di mettersi a piangere anche lei.
Entrambi erano scossi dai pianti e dai singhiozzi, ma la ragazza di più. Allora Billie la prese e la abbracciò, cercando di calmarla.
- Io la odio quella là, la odio! - disse, riferendosi a Clear - se non le avesse raccontato quella stupidissima balla, ora Jimmy starebbe bene! -
- Ma vedrai che starà bene! -
- Jimmy non può morire… che cosa ne sarebbe di me se lei non ci fosse più? -
Billie fu colto da un impulso, mescolato ad amore, e le rispose:
- Ci sono sempre io… -
Quando il ragazzo le disse quella frase, lei si sentì battere forte il cuore. Alzò il volto verso quello del ragazzo e lo guardò intensamente negli occhi. Jakie era sicura di non sbagliare: si era innamorata di lui. Senza pensarci due volte, si avvicinò al viso del ragazzo e lo baciò.

____________________________
Hola!!! Come va? Spero di non aver troncato in pieno quello spirito drammatico che si era creato inserendo anche una parte romantica... ma, alla fine, poverini, si sarebbero dovuti mettere assieme anche loro, o no? Dopo tredici capitoli, Clear è ancora in mezzo e rompere le scatole! ma non poteva fare lei la fine di Jimmy? "Fine", che termine scorretto! Jimmy è la protagonista, non è destinata ad avere una "fine!"... lasciando da parte le mie stupide trovate... che cosa ne pensate di questo capitolo? Delusi? Oddio, spero di no!! Io ci sto mettendo tutto il mio impegno perché venga bene... dopo siete voi a commentare! Spero di poter aggiornare più alla svelta il prossimo capitolo, e poi le vacanze di Pasqua si avvicinano!! Baci a tutti!

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Capitolo 14
*** Cap. 14 ***


Vorrei scusarmi con Rhye and Embrido, prima di cominciare, perché non ho potuto aumentare il carattere di scrittura, come mi avevano chiesto. Mi dispiace, ci ho provato, ma i caratteri venivano fuori cubitali! Mi è toccato lasciarli tali e quali a prima, sennò mi venivano fuori "centottanta" pagine!!^^

Cap. 14

Jakie aprì lentamente gli occhi. Aveva mal di testa. L’ultima cosa che ricordava era di essere stata in un pub con gli altri. Guardò la sveglia, ma qualcosa le risuonava strano: non c’era nessuna sveglia. Allora, aprì del tutto gli occhi; non era a casa sua. Cercò di riflettere e poi riconobbe la stanza: era da Billie. A questo punto sgranò gli occhi. La sera prima si era ubriacata (e assieme a lei anche tutti gli altri), quando era ubriaca si lasciava fare tutto ciò che gli altri volevano (anche farsi tirare un pugno) e si trovava nella stanza da letto di Billie, nel letto. Si voltò lentamente, sperando di non aver fatto il più grande errore della sua vita. Tirò un respiro di sollievo, constatando che Billie non era accanto a lei e che i suoi vestiti li indossava ancora. Eccome se li aveva ancora addosso, c’aveva ancora pure le scarpe! Si alzò e diede una veloce occhiata alla sua pettinatura scarmigliata, poi corse in cucina, dove ci trovò Mike.
- Buon giorno - disse, cercando con lo sguardo anche Billie
- …Ao* - rispose Mike, mentre ingurgitava una frittella - …e erci Bii no ie* -
Dopo aver abilmente tradotto la frase di Mike (chiedergli di ripeterla sarebbe stato inutile, non l’avrebbe ridetta meglio), Jakie gli chiese:
- Ah, ah. E dov’è? -
Il ragazzo inghiottì tutta la frittella, afferrando una brioche, e poi le rispose:
- È uscito… coff, coff! Ho mandato di traverso un pezzo di frittella -
- Questo non c’ho messo molto a puntualizzarlo - rispose secca la ragazza
- Guarda che potevo morire! - disse offeso il biondo
Jakie scoppiò a ridere.
- Parlavo di Billie, stupido. E poi non si perdeva molto se soffocavi -
Mike le rivolse uno sguardo di ghiaccio, per poi replicare:
- Un ottimo bassista! -
Jakie sembrò riflettere, poi disse, sedendosi:
- Solo quello -
Mike assunse l’aria di un offeso, poi fece fuori la sua brioche alla crema. Jakie, invece, diede un morso ad una fetta di pane, per poi lasciarla lì.
- Che fai, non mangi? - le chiese il ragazzo
- No, non ho fame - rispose lei, mettendo da parte la sua colazione - posso chiederti una cosa? -
- Certo! -
- Ecco… che cosa è successo ieri sera? - gli domandò, con una nota di imbarazzo
Mike ridacchiò.
- Che c’è? - chiese lei, scocciata
- Dimmi, hai paura che sia successo qualcosa fra te e Billie? -
Jakie diventò tutta rossa.
- Ecco… sì. So che Billie ha già perso la sua verginità e… avevo paura che… insomma, fosse successo qualcosa -
Mike ridacchiò di nuovo, prima che Jakie lo zittì con uno sguardo fulminante.
- No, non sarebbe più capace di farlo - rispose
- E perché? - gli chiese curiosa la ragazza.
Mike sospirò, guardando la sua tazza.
- Non saprei neanche io, esattamente -
Alla fine non avevano più fatto pace ufficialmente, ma da quando Jakie e Billie stavano assieme si erano alleviati i duri rapporti che si erano creati per quello stupido piano. In quanto a loro due, erano fidanzati da una settimana e stavano bene insieme. E in quella settimana c’erano stati dei miglioramenti in Jimmy, ma non si era ancora risvegliata. Nel frattempo, Clear si era rivolta ad un avvocato, ma quest’ultimo aveva deciso che fino a che Jimmy non si sarebbe risvegliata i genitori non avrebbero pagato i danni della frattura.
- Non mi ha ancora detto dov’è andato Billie - disse ad un certo punto Jakie, guardando il ragazzo che la fissava evasivamente.
- È andato in ospedale a trovare Jimmy - le disse
- Billie? Strano, detesta gli ospedali da quando… insomma, li detesta -
- Già - rispose Mike, poi si alzò di scatto ed andò da qualche parte nella casa.

Tré si era addormentato sulla poltrona in parte al letto di Jimmy, quando Billie entrò nella stanza.
- Sveglia, pigrone!! - disse ad alta voce, scuotendolo.
Il ragazzo sobbalzò.
- È? Chi? Cos’è successo? -
- Sono già le undici del mattino, pigrone!! -
- Non urlare, Billie, potresti… - non completò la frase, accorgendosi dell’assurdità del senso che aveva.
- Svegliare Jimmy? - completò l’amico, sedendosi sulla sedia - no, non credo che le recherebbe molto fastidio -
- Già - rispose lui, giù di corda
- Dai, Tré, vedrai che si riprenderà! - disse Billie, dandogli una pacca sulla schiena
Il ragazzo fece un sorriso sforzato. Stava per dire una frase, quando un gorgoglio provenne da sotto di loro. I due ragazzi guardarono speranzosi la ragazza distesa sul letto. Ma non emise più nessun rumore.
- Billie… hai sentito anche tu? -
- Mmmm…… - di nuovo
- Jimmy? - disse Tré, stringendole la mano.
Seppur debolmente, Jimmy sembrò ricambiare alla stretta.
- Billie… si sta risvegliando! - disse, in preda all’eccitazione
- Sì! - rispose l’amico, anch’egli agitato
- Tré? - chiese debolmente Jimmy, senza aprire gli occhi
- Jimmy! - esclamò quest’ultimo, accarezzandole il viso
- Il cofanetto in soffitta - sussurrò, poi lasciò la stretta e non emise più alcuna parola
- Jimmy? - disse piano Billie, accucciandosi accanto al letto
In quel momento entrarono dei medici.
- Dottore! - disse Tré - Jimmy si è svegliata -
Il medico scosse la testa.
- Mi dispiace - disse - ma questo è solo un preavviso, capita a volte, per lei è già la seconda volta. Ma non si è svegliata -
- Un preavviso? - domandò Billie - e a cosa? -
- Che probabilmente presto si sveglierà - disse il medico
Tré divenne euforico.
- Dice davvero? - chiese
- Sì - rispose l’altro - ho già avvisato i suoi, forse gliel’hanno accennato -
- Qualcosa, in effetti, ma era sera e non avevo capito bene -
Il dottore annuì, poi uscì dalla stanza.
Tré era euforico, ma Billie rimase un po’ perplesso.
- Tré? -
- Sì? -
- Jimmy ha fatto riferimento ad un “cofanetto in soffitta”. Tu ne sai qualcosa? -
Tré diventò pallido.
Cofanetto?, pensò.
- Ehi, è tutto OK? - gli domandò Billie, vedendolo improvvisamente impallidito.
- Sì, sì - rispose lui - ho solo lo stomaco vuoto, è da ieri sera che non mangio. No, comunque non ne so niente. Ma darò un’occhiata lo stesso. Ascolta, ti fa niente se io faccio un salto a casa? Sono distrutto e fra poco arrivano i miei -
- Certo, vai pure - acconsentì l’amico - veglio io su di lei -
Tré uscì ed andò a casa. Salì velocemente in soffitta e si fermò davanti ad una scatola che non vedeva da tanto tempo.
- Mi chiedo come faccia a sapere di questo cofanetto - si disse Tré, prendendolo in mano - magari non si riferiva neanche a lui -
Sospirò, aprendolo. Aveva cercato di tenere nascosto a Jimmy quel fatto, per tanto tempo. Tempo prima, qualche anno, aveva scoperto lui stesso, grazie alla lettera contenuta lì dentro, un fatto che non avrebbe mai voluto scoprire. Aveva litigato con sua madre per quello, ma aveva comunque tenuto nascosto il fatto a suo padre. Sapeva che Jimmy temeva la soffitta, una volta, da piccola, era rimasta chiusa dentro per un giorno intero. Allora lo aveva nascosto lì, ben celato. Ma, evidentemente, sua mamma lo aveva preso e non lo aveva più rimesso a posto, così ora si notava facilmente.
- Spero che Jimmy non lo abbia visto - disse il ragazzo, aprendolo.
Dentro era contenuta una lettera, scritta a caratteri nitidi e precisi. Era intestata alla madre, ma lui l’aveva letta comunque. Ricordava ancora quel giorno.

Era luglio, Tré aveva appena finito seconda media. In quei giorni la madre, Helena, era parecchio giù di morale. La vedeva spesso tenere in mano una lettera, ma la metteva via subito quando qualcuno andava da lei.
Vicino al bar c’era una spiaggia, allora Tré e Jimmy ci andavano sempre per trascorrere le giornate. Anche quel pomeriggio erano lì.
- Ehi, Frank, dici che la mamma ce la farà a servire tutta questa gente da sola? -
- Perché non vai a darle una mano? -
Jimmy scosse la testa.
- Non mi Va. Fa troppo caldo e poi non mi trovo bene fra tutti quei ragazzi adolescenti -
- Tu non sei adolescente? -
- Io sono ancora una ragazzina, ho solo undici anni! -
- Tu sei una ragazzina solo quando ti fa comodo, perché sennò sei sempre grande -
- Smettila, Frank! -
- Sei tu che hai iniziato! -
- Io ti ho solo chiesto se secondo te mamma ce la farà a servire tutta questa gente, mi sembra molto giù di morale in questi giorni -
Tré la guardò evasivamente.
- Mannò, è solo un po’ stanca -
Jimmy si sistemò sul lettino, mentre il fratello era disteso su una sdraio.
- Secondo me la stressa il troppo lavoro. E poi papà torna a casa tardi e tocca a lei fare da mangiare -
- Facciamo così, vai a prendere due ghiaccioli, così vedi coma sta, OK? -
- Se -
Non le andava di alzarsi con quel caldo, ma lo fece lo stesso.
Tré la osservava da seduto. La vedeva entrare, salutare la madre e prendere due ghiaccioli -
- Ecco, tieni - ne porse uno a Tré.
- Grazie -
Era un po’ preoccupato per via della madre. Era così triste in quei giorni.
- Senti, Jamie, io vado a fare un salto a casa, ho dimenticato la crema solare. Torno fra poco - Prese la sua bicicletta e pedalò fino a casa sua. Quando fu arrivato, accalorato, scese ed entrò. Salì fino in bagno, prese la crema solare, poi scese. Ma gli venne in mente della lettera che stringeva in mano a volte la madre. Così, sapendo che avrebbe avuto i rimorsi a vita, entrò in camera dei suoi. Trasse un profondo respiro, osservando il cassetto nel comodino di sua mamma. Lo aprì e ci trovò la lettera. L’aprì e lesse qualcosa che non avrebbe mai dovuto scoprire. Non seppe mai cosa lo spinse a non dire nulla al padre, ma i rapporti fra lui e sua madre divennero più tesi.


Tré sospirò forte, poi prese la lettera e la mise in tasca. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma se la cosa avrebbe potuto svegliare sua sorella, allora l’avrebbe fatto. Tutto, purché sua sorella si risvegliasse. Si sarebbe dato anche in pasto ai cani.

Intanto, a qualche metro di distanza, Clear osservava la casa, in attesa che Tré uscisse.

Jakie era uscita per andare a cercare Billie, ma lo incrociò per strada. Era in macchina, fermo ad un semaforo. Sembrava molto turbato. Fece segno alla ragazza di salire, la quale era a piedi.
Jakie, quando salì in macchina, diede un bacio al ragazzo, che ricambiò.
- Che cosa ti è successo oggi, Billie? - domandò, vedendolo così scosso - mi sembri agitato -
Lui abbozzò un sorriso apparentemente forzato, poi il semaforo divenne verde e lui ripartì.
- Billie, voglio la verità - insistette la ragazza
- In effetti, è successo qualcosa - ammise il ragazzo - solo che non so come la prenderai - aveva una voce rauca e piuttosto sconcertante
- Billie? -
- Si tratta di Clear -
Il viso di Jakie divenne improvvisamente pallido.
- Che cosa è successo? - gli domandò, con voce severa e imponente
- Io non lo sapevo, lo giuro! - cercò di giustificarsi ulteriormente il ragazzo
- Billie, che cosa è successo! - questa volta alzò la voce
La macchina si fermò una seconda volta ad un semaforo rosso, con uno stridore delle gomme.
- Non ne sapevo niente - iniziò, con voce fievole - e per questo ho negato -
Jakie ebbe il grosso timore di avere intuito che cosa volesse dire il ragazzo. Ma, fino agli ultimi, sperò che non fosse così.
- L’avevo appena scaricata quando, una sera, sono andato al bar e mi sono bevuto una decina di birre. Non ragionavo più, anzi, non ricordo neanche che cosa sia successo. La mattina… mi aveva detto che non era successo niente! -
Jakie si incupì.
- Billie, vuoi dirmi che… - lasciò la frase sospesa a mezz’aria, mentre il ragazzo era costretto a darle una risposta, quella che lei non sperava.
- Clear è veramente incinta -
Improvvisamente, la ragazza si pietrificò. No, non poteva essere. Era impossibile, Billie non poteva avere messo incinta quella ragazza, quella sgualdrina.
- Stai… stai scherzando, vero? - disse, impercettibilmente
Lui scosse la testa.
- Mi ha fatto vedere il test di gravidanza… positivo - terminò quella frase con curata impercettibilità, poi si fermò davanti a casa della ragazza.
Jakie era senza parole. Era sicura che, anche se Billie era ubriaco, Clear avesse approfittato della situazione che lui non capiva niente, lo aveva trascinato a casa sua facendogli compiere atti che non voleva compiere ed infine, per togliersi le accuse di dosso, gli avesse detto che non era successo niente.
- E ora… tu… tu… che cosa farai? - gli chiese, guardandolo dritto dritto negli occhi verdi
Billie scosse la testa.
- Non ho fatto nulla di mia consapevole verità - rispose - che se lo tenga, perciò -
Jakie si sentiva sollevata, ma allo stesso tempo un po’ frustrata. Non voleva che Billie accantonasse così il suo bambino, seppure Clear si fosse approfittata di lui facendogli fare ciò che non voleva fare.
La ragazza scese dalla macchina, guardando malinconica Billie andarsene: era molto demotivato, tanto da non averla neanche salutata.
Si diresse in casa, dove il telefono le squillava. Accorse a rispondere, ignara che ciò che stava per scoprire sarebbe stato un fatto altamente increscioso.

Tré uscì di casa, trovandosi davanti Clear.
- Che vuoi? - le chiese, pesantemente
- Solo dirti che Billie ha finalmente deciso di ammettere che mi ha messa incinta - ribatté acida lei
Tré ridacchiò, poi aprì la portiera della macchina.
- Non ci credi? - gli domandò, sempre più aspra
- Ma per favore! - rispose lui, quasi ridendo
Clear assunse un’aria arcigna. Lo squadrò, poi disse:
- Vuoi una prova? -
- A che cosa servirebbe? - le rispose, pronto a sbatterle in faccia che lei era nel torto - semplicemente ad affermare che sono nel giusto? -
Poi si fermò un attimo a pensare, quindi la guardò e rispose:
- No, aspetta, questo è uno di quei giochetti in cui ti aspetti che dica di no. Ma io ti voglio mettere in difficoltà, quindi ti dirò di sì -
Clear sorrise, un sorriso maligno, cattivo.
- Perfetto - rispose - quale prova è migliore se non chiedere a Billie stesso? -
Tré rimase perplesso. Poi, guardandola torvo, le disse:
- Non riuscirai a vincere, Clear - poi, salendo in macchina e accendendo il motore, partì.
Mentre lo guardava allontanarsi, Clear sorrideva compiaciuta.
- Ha abboccato in pieno - disse malevola, mentre una figura scura usciva da dietro l’angolo.
- Quando avrai ottenuto ciò che vuoi, la smetterai? - le chiese, osservando la macchina che si allontanava.
- È troppo presto per dirlo, lasciami prima vincere - rispose lei, sempre più malvagiamente - tu hai fatto quello che ti ho detto? -
Il ragazzo sospirò.
- Sì - rispose poi
- E come ha reagito? - chiese Clear, ansimante
- È stato ostile… ha accettato con difficoltà - rispose lui, osservandola infelice
- Ma lo dirà a Jakie? -
Billie trasse un profondo respiro prima di rispondere:
- Dovrebbe averlo già fatto -
- Ne sei sicuro? - insistette la ragazza, come se dovesse andare tutto alla lettera
- La cosa importante è che sappia del bambino. Il resto può aspettare -
Clear sorrise acerbamente, compiaciuta della svolta che i suoi piani stavano prendendo.
- Sì, può aspettare. Voglio che gli altri mi vedano scivolare nella vittoria piano -
Il ragazzo, moro, fece un sorriso che andava oltre la malinconia.
- Coraggio, di cosa ti disperi? - domandò Clear, abbracciandolo - così dopo il nostro amore potrà procedere senza ostacoli -
Il ragazzo la osservò, sicuro che non era quello che voleva veramente. O forse sì?
- Lo sai benissimo che se ho deciso di fare parte di quel piano è stato solo per te. Di lui non me ne è mai importato - continuò lei
Lui si sforzò di sorridere.
- Sii felice - concluse Clear
Il moro annuì, poi la abbracciò. Ma in realtà non era felice.

Tré raggiunse l’ospedale, dove lo accolse una situazione piuttosto sconcertante. I suoi genitori erano seduti in sala d’attesa, evidentemente in preda al panico.
- Mamma, papà! Cos’è successo? -
- Oh, Tré! - riuscì a dire la madre, ma poi i singhiozzi le soffocarono la voce.
Quando riuscì a calmarsi, raccontarono a Tré quanto successo: Jimmy aveva avuto un attacco d’asma. Si era risvegliata di botto, mettendosi a soffocare. Era stata ricoverata d’urgenza, ma aveva perso conoscenza e sembrava abbastanza grave.
Tré, sconsolato, si sedette su una sedia e si mise ad aspettare.
Dopo un po’ di tempo, arrivò Billie. Tré si alzò e gli andò incontro.
- Billie… - disse
- Non ho buone notizie - lo anticipò il ragazzo
L’amico sospirò poi lo guardò negli occhi.
- Neanch’io -

*Nel linguaggio “mangiato” di Mike vorrebbe dire ‘ciao’ e ‘se cerchi Billie non c’è.

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Hola, ragazzi! Innanzi tutto, mi devo scusare per questo ritardo, ma il mio computer è patocco e non avevo capito che EFP era di nuovo aperto. Secondo, una cosa non tanto piacevole, è che mia sorella quest'anno ha la maturità e quindi occuperà il computer per molto tempo. Quindi sarete costretti a pazientare se vedrete che i prossimi capitoli arriveranno in ritardo.:(
Comunque spero di pubblicare il quindicesimo molto presto. Ciao!!

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Capitolo 15
*** Cap. 15 ***


Cap. 15

Billie rimase sconcertato. Che cosa voleva dire che “neanche lui” aveva buone notizie? Con tutto il cuore, sperò che non si trattasse di Jimmy.
- Tré… - disse, ma appena vide il viso dei genitori del ragazzo capì che le sue speranze erano state frantumate. - Non… non… non si tratta di Jimmy, vero? -
Tré sospirò, poi abbassò la testa, rassegnato. Billie divenne pallido.
- Ha avuto un attacco d’asma - si affrettò a spiegargli l‘amico - e i medici dicono che è grave -
Il ragazzo non disse niente. Si sedette su una sedia e si mise a riflettere: perché gli era capitato tutto questo? Perché proprio Jimmy era entrata in coma? Perché… proprio per colpa sua? Sì, era stata colpa sua. Se lui avesse messo tutto allo scoperto già dall’inizio, niente di tutto questo sarebbe successo. Se avesse aspettato a rispondere male a Clear in quel modo, ma l’avesse semplicemente lasciata spiegandole che non le voleva più bene, questa e Jimmy non avrebbero litigato e Jimmy non sarebbe scappata in macchina e non avrebbe fatto nessun incidente. E invece tutto era successo così bruscamente… e oltretutto Clear aveva sparso in giro voci cattive su di lui e l’aveva… scosse la testa e allontanò quell’ultimo pensiero. Non era il momento adatto per pensarci.
- Tré, mi sento colpevole - affermò tutto in un istante.
L’amico lo guardò perplesso.
- Ma che cosa dici? - disse, contrariato.
- Tré, lo sai benissimo… sono stato io a mettere in piedi tutto il piano, sono stato io a farlo scoprire, sono stato io a provocare l’ira di Clear e sono stato io… e è colpa mia quindi se Jimmy ha preso la macchina ed è scappata… facendo quell’incidente -
- Billie, non dire assurdità, ti prego! - lo prego Tré, che ormai non ci capiva più niente di quella storia.
Improvvisamente, la loro attenzione fu richiamata da una porta che si apriva e una barella che ne usciva. Sopra, esile, era distesa una ragazza: Jimmy.
- Jimmy! - gridarono Tré e Billie all’unisono.
Si avvicinarono alla barella, assieme ai genitori.
- Oh, Jamie, piccola mia! - disse la madre, con le lacrime agli occhi, accarezzando la guancia della ragazza.
- Ciao mamma - disse lei, debolmente. Poi voltò lo sguardo e salutò anche il padre, il fratello e l’amico.
- Jimmy! - disse Tré, felice ma anche disperato - Jimmy, mi dispiace di non averti creduto, veramente! -
Lei gli sorrise, poi chiuse gli occhi, voltando la testa dall’altra parte.
- È molto stanca - affermò il dottore, spingendo la barella fino alla sua stanza e posandola sul letto - è meglio se ora la lasciate riposare -
I genitori rimasero lo stesso nella stanza, mentre Tré trascinò Billie nell’atrio.
- Senti, ormai, a parte a questo miracolo, sta andando tutto schifosamente male. Perciò dimmi che cosa mi volevi dire che non è bello, tanto peggio di così non potrebbe andare -
- Bé… io non ne sarei così sicuro -
- Billie? -
Il ragazzo sospirò, ma poi ammise tutto.
- Tré… Clear è incinta veramente. E io ho negato tutto. L’avevo già scaricata quando me l’ha detto, e io ho voluto credere che non fosse vero fino all’ultimo. Ma poi mi sono reso conto che sarebbe stato inutile, che tanto ormai la verità è la verità. E quindi mi sono deciso ad ammettere la verità -
Di fronte a quanto detto da Billie, Tré rimase allibito. Come aveva potuto avere fatto sul serio una cosa del genere? Aveva messo incinta una ragazza e quando l’aveva scoperto aveva deciso di lasciare perdere. Ma come aveva potuto?
- Billie - disse Tré - non so cosa dire. Tu mi deludi -
- Lo so - ammise l’amico - mi deludo da solo. Non posso crederci neanche io di avere fatto una cosa del genere -
- Ma l’hai fatta! - disse, quasi urlando, Tré - e poi… mi avevi giurato che dopo l’incidente di Emma non l’avresti più fatto fino a che… -
Si bloccò appena vide la figura di Jakie apparire da dietro l’angolo.
Bilie, dall’aria distrutta, le sorrise andandole incontro, dandole un bacio sulla guancia. Ma lei lo rifiutò, scansandosi. Il ragazzo rimase piuttosto stupito del suo comportamento. Perché aveva reagito in quel modo? Forse perché aveva cambiato idea riguardo al bambino? Una cosa era certa: era incavolata con lui.
- Ciao - la salutò Tré.
Jakie rispose in un modo piuttosto glaciale, poi prese Billie per un braccio e lo trascinò da un’altra parte.
- Che cos’è successo? - le chiese, quasi spaventato.
- Ho parlato con Mike - rispose, come se fosse una roccia.
In un momento, Billie ci vide chiaro. Allora il piano di Clear stava funzionando alla perfezione. Sospirò. Sperava che non la prendesse così male, ma invece era successo il contrario.
- Allora? Non dici niente? - il tono della ragazza diventava sempre più assassino.
Lui abbassò la testa in segno di conclusione. Era chiaro che non sapesse cosa dire. Stava succedendo tutto così, senza un motivo.
- Molto bene - concluse allora Jakie - le conseguenze delle tue azioni le conosci: fra noi è finita - disse la ragazza, e finito di dire questo, girò i tacchi e uscì.
- Jakie, aspetta…! - cercò di bloccarla Billie, ma ormai era già troppo tardi, la ragazza se n’era già andata.
Il giovane adesso era veramente distrutto. Non voleva che succedesse tutto così, ma sapeva che avrebbe dovuto lasciarla lo stesso, prima o poi, e questo solo per causa di Clear… Clear, solo a pensare quel nome adesso gli cresceva dentro una rabbia enorme.
- Billie…. Puoi spiegarmi che cos’è successo? - chiese Tré, avvicinandosi all’amico, - perché Jakie ti ha scaricato in quel modo? Non avrai mica messo incinta a anche lei, spero… -
Il ragazzo scosse la testa, poi deglutì.
- Tré… forse è il caso che ti dica una cosa… ma non ne sono sicuro -
- Tanto ormai sei andato fino in fondo. Spara. -
- Non credo - negò però - no, non ne sono sicuro… si tratta della verità, ma non mi piace… -
- Che cos’hai da perdere ormai? - lo incitò l’amico - avanti, dimmi che cos’è successo, è la cosa più saggia che potresti fare -
- Sì, è la cosa più saggia, ma se te lo dico sono finito! - esclamò l’altro, tirando un pugno alla parete - Tré, tu non capisci, non è stato un incidente, NON È STATO UN INCIDENTE! -
Tré cercò di calmare il ragazzo, che si mise a piangere. Quando si fu finalmente quietato, si sedette e, singhiozzando, raccontò tutta la verità. Tanto ormai aveva tutto da perdere… soprattutto Clear.

Tré era seduto sulla poltrona in casa di Mike, particolarmente ansioso. Di fronte a lui c’erano i due amici, Billie e Mike. Dopo che l’amico gli aveva confessato tutta la verità, si sentiva un’enorme furore dentro. Dopo Billie, aveva pianto anche lui.
- Quella tr**a, quella tr**a! Io la rovino, la rovino! Come ha potuto fare questo a Jimmy, la mia Jimmy? Clear dovrà fare i conti con me, nessuno la passa liscia se ha fatto qualcosa a mia sorella! Jimmy, Jamie! La mia sorellina! -
- OK, va bene, ma adesso calmati, Tré! - disse Mike ad un certo punto - Clear non la passerà liscia, ma prima dobbiamo trovare qualcuno che possa confermare il tuo alibi, Billie! -
Il ragazzo sembrò rifletterci un po’, poi annuì.
- Credo che ci sia - affermò - non ne sono sicuro, ma il nostro vicino di casa, il piccolo Tommy, spia sempre dalla finestra, e per quell’ora può avermi visto vagabondare qua e là preoccupato -
- Sì, è vero! - esclamò Mike - Tommy è sempre attaccato alla finestra! Può avere visto qualcosa che ti può aiutare! -
- Allora andiamo, forza - disse Tré.
I tre si alzarono e si diressero verso la porta. Tré ansimò, infilandosi le mani in tasca. Ma le sue dita toccarono qualcosa di liscio e “spigoloso”. La lettera. Un flash back gli tornò alla mente, facendogli ricordare quando lui e sua sorella erano ancora in ottimi rapporti e lungi dal litigare.

Prese la sua bicicletta e pedalò fino a casa sua. Quando fu arrivato, accalorato, scese ed entrò. Salì fino in bagno, prese la crema solare, poi scese. Ma gli venne in mente della lettera che stringeva in mano a volte la madre. Così, sapendo che avrebbe avuto i rimorsi a vita, entrò in camera dei suoi. Trasse un profondo respiro, osservando il cassetto nel comodino di sua mamma. Lo aprì e ci trovò la lettera. L’aprì e lesse qualcosa che non avrebbe mai dovuto scoprire:

“Cara Mary,
so che ti risulterà molto difficile leggere questa lettera, ma non posso non parlarti. È stata dura per me dover comprendere che Jamie non è la mia bambina, nonostante tu me l’abbia ripetuto per undici anni. Il fatto è che io ti amo e non posso fare a meno di te, e Jamie forse avrebbe potuto rappresentare l’unica via che ci avrebbe ancora tenuti uniti. Ed il fatto che io non possa avere figli mette in evidenza come la bambina sia di Jhon.
Jhon. Per me è ancora difficile pronunciare quel nome. Jhon, mio cugino. Sapere di averlo tradito per due anni è la cosa più peggiore che io debba accettare. Ma tu hai chiuso tutto quando Jamie aveva un anno. Mi hai semplicemente detto “non ti amo. Non ti ho mai amato. Ho sbagliato tutto con te, io amo Jhon. Fra noi è finita, non voglio più aver niente a che fare con te.”
Così è stato per dieci anni, ma adesso ti sto riscrivendo, perché io in questi dieci anni ho sempre pensato a te e a tutto quello che abbiamo passato assieme.
So che non mi risponderai mai a questa lettera, ma io spero che tu almeno ne possa trarre una conclusione.
Non smetterò mai di pensarti, ti amo Mary.
Alex”

Tré non aveva più staccato gli occhi da quella lettera per dieci minuti, allibito. Non seppe mai cosa lo spinse a non dire nulla al padre, ma i rapporti fra lui e sua madre divennero più tesi.

- Tré, sbrigati! - lo richiamò Mike - avanti, svelto! -
Tré annuì, poi seguì gli amici.

Clear si sistemò i capelli, poi passò attraverso il lungo corridoio, fino ad arrivare davanti alla stanza in cui riposava Jimmy.
- Una mia amica è sul punto di morte, non potete impedirmi di vederla! - aveva detto alla segretaria nella hall come scusa per poter entrare fuori orario di visite. Ed era riuscita ad entrare.
- Sono ad un passo dalla vittoria - disse, guardando compiaciuta la ragazza distesa nel letto - tu stai per morire, e l’ultimo passo di questa lunga storia è proprio confessarti tutta la verità, Jimmy… tanto la porterai con te nella tomba… molto, ma molto presto… -
Facendo un grosso respiro, entrò nella stanza e si richiuse la porta alle spalle.
- Ciao Jimmy… Non è passato molto dall’ultima volta che ci siamo viste… me lo ricordo, mi hai preso a pugni in faccia! Sai, in realtà te ne sono grata, visto che hai accorciato il tempo di vittoria. Facciamo così, ora ti racconto tutta la verità.
Tutto è iniziato due anni fa, quando ho subito un grande torto da Billie: stavo passeggiando sulla spiaggia con un documento molto importante in mano, e lui è arrivato. Stava correndo, mi è passato accanto e ha spruzzato con l’acqua ciò che tenevo in mano, rovinandolo. Io mi sono stizzita, e gli ho gridato che era un infame, perché non mi aveva neanche chiesto scusa. Lui, allora, si è fermato e mi ha buttata in acqua. “Così va meglio?” mi ha gridato mentre si allontanava. Ovviamente il documento si è dissolto ed è toccato a me pagare i danni, visto che era una cosa che apparteneva al comune. I miei genitori si sono arrabbiati con me, dandomi la colpa e mi hanno messa in castigo per un anno intero. Io ho deciso allora che Billie avrebbe ripagato il danno che mi aveva inflitto. Ho pensato di mettermi assieme a lui per poi farlo litigare con i suoi migliori amici. Per farmi notare da lui ho anche messo su un gruppo punk, ma non è servito. Ormai avevo perso le speranze, ma poi mi si è presentata l’occasione: il piano. Mi sono proposta per rappresentare la finta fidanzata di Mike, e ovviamente poi ho fatto sì che Billie prendesse una cotta per me. Ed è andata esattamente come speravo. Billie non si ricordava di me, per fortuna, così è filata liscia. Tutto stava andando bene, sia il loro piano che il mio, ma poi quella stupida della tua amica, Jakie, ha scoperto Billie, Tré e Mike, e anche la relazione che c’era fra me e Billie.
Nel frattempo, la rabbia cresceva sempre di più, perché non riuscivo a farli litigare, quindi ho supposto un altro obbiettivo: rovinare Billie. Nello stesso momento, si è messa in mezzo anche un’altra persona: Jakie. Ha fatto in modo che io e Billie ci lasciassimo, anche se lui afferma di essere stato lui ad aver perso la ragione per lei. Ma io so che non è così. In ogni caso, dovevo rovinare pure lei! O voluto iniziare da te, raccontandoti qualche piccola bugia, però poi ho pensato ad una cosa più logica: ora che io e Billie ci eravamo lasciati, sarebbe stato difficile farlo litigare con i suoi amici, allora ho attuato il secondo scopo: ho sparso la voce che mi aveva messa incinta, e la gente mi ha creduto. Ero così entusiasta di ciò che stavo compiendo! Ma poi ti sei messa in mezzo tu: quando sono venuta a casa tua per raccontarti delle grosse balle sui tuoi (ex) amici, che peraltro tu ti sei bevuta tutto, mi hai picchiata… e non solo, mi hai seguita per aggredirmi ulteriormente. Lì per lì ho pensato solo di denunciarti, ma poi ho saputo della tua fuga: un modo utile sia per sistemare le nostre faccende che per rovinare ulteriormente Billie… -

- Avanti Tommy, dicci che cos’è successo quel giorno, non ti succederà niente! -
Il bambino scosse la testa. Billie abbassò il capo, in segno di sconfitta, ma poi Mike parlò:
- Tommy, non ti dispiacerà vedere che Billie venga messo in prigione per un fatto che non ha compiuto? Magari si beccherà anche l’ergastolo, e tutti crederanno che sia colpevole. Ti ricordi tutte quelle sere che lo spiavi dalla finestra tornare a casa ubriaco e sproloquiare? E tutte quelle volte che ti dava di nascosto le caramelle? Tu ti divertivi tanto. Ma non succederà più niente di questo se tu non ci dici che cos’hai visto quel giorno -
Il bambino sembrò sospirare. Gli dispiaceva, in effetti, che succedesse tutto ciò, ma aveva paura a parlare.
- Tommy - disse Billie - non ti succederà proprio nulla! -
- Promettete? -
- Lo promettiamo - confermò Billie
- In effetti ho visto una ragazza che prendeva la tua macchina quel giorno -
A Billie si illuminarono gli occhi.
- Che ragazza? - chiese in fretta, stritolandosi le mani per l’agitazione.
- Quella che veniva sempre da voi questa estate -
I tre ragazzi sorrisero. Tutti e tre sapevano che era stata Clear, ma se il bambino non l’avesse detto non avrebbero potuto dimostrarlo.
- Grazie Tommy - disse Tré alzandosi - ora grazie a te mia sorella avrà giustizia -
- Sono andata a casa di Mike e Billie e ho preso la sua macchina, ho scovato dove ti stavi dirigendo e ti ho tagliato la strada, facendoti fare l’incidente. Billie ovviamente non aveva alibi, così l’ho bloccato un giorno mentre stava tornando a casa e gli esposto quello ce adesso ti dirò: “io ti posso aiutare. Sono stata io a provocare l’incidente di Jimmy e ho usato la tua macchina. Così verrai incolpato tu. Ma io ti posso aiutare. Potrò dimostrare che tu eri con me quel giorno. Però tu in compenso dovrai farmi dei piaceri: dovrai ammettere di avermi messa incinta, anche se non è vero, e dovrai tornare insieme a me, ovviamente all’oscuro di tutti. E poi dovrai confessare a Mike di essere stato te a provocare l’incidente, di modo che lui poi possa dirlo a Jakie. Però poi tranquillo che ti aiuterò ad uscirne da questa storia.”
Lui ha amaramente accettato, però non sapeva che io l’avrei consegnato alla polizia. La quale, nel frattempo, è riuscita a rintracciare il suo numero di targa. Così ora Billie passerà molto ma molto tempo in prigione. Sai… lo condanneranno per la tua morte… oh, non guardarmi in quel modo cara, ah ah, lo sappiamo tutti che non durerai ancora a lungo in questo stato.
Bé, che dirti se non… riposa in pace amen - e, ridendo, uscì dalla stanza, fermandosi davanti ad uno specchio a risistemarsi il trucco.
Jimmy si tirò su a fatica.
Grandissima idiota, pensò, prima di confessare tutta questa orrenda verità ad una persona in coma che sta per andarsene, verifica che sia veramente così!
Clear, appena notò nello specchio il riflesso di Jimmy in piedi, si voltò sgomentata.
- Ma che… ma che - riuscì a dire, ma le parole le si bloccarono in gola.
- Ho sentito tutto, sciocca, non sono più in coma e non morirò neanche! Lo stato di coma non è stato il modo migliore per passare le vacanze di Pasqua, quindi adesso dirò tutto ciò che mi hai confessato alla polizia -
Clear, spaventata a morte, corse fuori dall’ospedale, pronta a scappare chissà dove per non farsi arrestare, ma, proprio fuori dallo stabile, una pattuglia della polizia la stava aspettando, assieme ai tre Green Day.
Un agente l’ammanettò e la fece salire in macchina.
- Non la farai franca, Billie, è una promessa! - gridò, mentre saliva sull’auto.
- Goditela la sconfitta in prigione! - grido il ragazzo - hai molti ma molti anni in cui puoi pensare solamente a cosa fare la volta prossima! -
Appena la macchina fu partita, Tré corse in ospedale.
- Jimmy! - gridò, appena incontrò la sorella - tesoro! Giustizia è fatta! Ora sei al sicuro, più nessuno vorrà farti del male -
La ragazza strinse forte il fratello, poi, appena vide Billie, lo raggiunse.
- Billie, tu sapevi tutto, perché non hai detto niente? -
- Ero messo in condizioni da non poterlo dire - affermò questo - ma alla fine sono scoppiato e ho raccontato tutto a Tré e Mike… ora Clear è stata arrestata. Ma mi chiedo, perché a fatto tutto ciò? -
- Per una vendetta - disse Jimmy - tutto per un’assurda vendetta - e si mise a raccontargli tutto quello che era successo.


2 settimane dopo
Jimmy uscì di casa e andò al bar, dove i suoi amici l’aspettavano. Billie e Jakie si erano rimessi assieme alla fine, e lei spiegò agli altri che si erano lasciati dopo che Mike le aveva detto che era stato Billie e causare l’incidente. Ora erano felici assieme, e non avevano intenzione di lasciarsi.
- Ciao ragazzi! - disse, sedendosi al tavolo con loro - che mi raccontate di bello? -
- Che adesso andiamo a farci un bel giretto sul lungo mare. C’è una festa sulla spiaggia -
- OK, allora andiamo - disse e si alzò.
Camminarono per un po’, dopo raggiunsero la meta, dove Tré si dileguò a bersi un po’ di birra.
Mentre era tutto intento ad ubriacarsi, scorse una ragazza dai capelli viola e due piercing al labbro.
- Uh uh, una punk… questa è un occasione da non farsi scappare - e così dicendo, la raggiunse, offrendole da bere. Subito dopo si misero a chiacchiera molto cordialmente.
Billie e Jakie, dopo pochi minuti, si mischiarono con la folla a ballare e a perdersi in un po’ di smancerie varie.
- Sono contenta che tutto ciò sia finito. Mi chiedo come tu abbia potuto resistere per così tanto tempo chiuso in una tale verità… dev’essere stato orribile -
- Lo è stato… ma ora è tutto finito, e noi siamo di nuovo assieme -
- Infatti -
Jakie sorrise, dopo si baciarono e si dispersero in mezzo alla folla, felicemente insieme.

Jimmy e Mike rimasero soli. La ragazza alzò la testa.
- Oggi c’è la luna piena - disse - ed è bellissima -
- Ma per renderla ancora più bella ci manca qualcosa - disse Mike.
E, dopodiché, le si avvicinò, e, stringendola, la baciò.
- Sarai la mia ragazza per sempre? - le chiese
- Sì, lo sarò - rispose Jimmy.
- Per sempre -



FINE


Ragazzi, non ci crederete!! Ho aggiornato! è passato molto tempo dall'ultima volta ed è passato un po' anche da quando ho finito la storia. Credo che sia ora di aggiornarla...
Non è mai successo che lasciassi passare così tanto tempo, e mi scuso tantissimo con tutti i lettori della fanfic. Vi ho lasciato col fiato sospeso per alcuni mesi, e quando finalmente aggiorno, scoprite che la storia è finita. Insomma, mi sembra molto assurdo anche a me aspettare dei mesi per scrivere l'ultimo capitolo. Mi spiace, spero comunque che vi piaccia!!


E così finalmente la storia è finita, siamo arrivati ad un lieto fine. L'amore fra Jimmy e Mike ha trionfato, e tutti vissero felici e contenti XD... che dire, arrivare alla fine di una storia è sempre commovente per me, perché mi mancheranno tutti i miei lettori preferiti (cioè tutti voi=D). Allora non mi rimane altro che ringraziare:

Grazie mille e tutti coloro che fino ad adesso hanno letto la storia.
Grazie mille a tutti coloro che fino ad adesso l'hanno letta e recensita.
Grazie mille a tutti coloro che mi hanno sostenuta e aiutata.
Grazie!

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