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Autore: mikybiky    09/02/2006    15 recensioni
1989, Berkeley, California. La vita sembra funzionare come è sempre andata. Jimmy si è presa una cotta per il bassista dei famosi "Sweet Children", che però pare già fidanzato con una ragazza presuntuosa ed arrogante. La migliore amica Jakie si sta per fidanzare con il cantante dello stesso gruppo, Billie. E il batterista è niente popò di meno che il fratello di Jimmy, che la consola assicurandole che fra Mike e Clare non v'è nulla di serio.
Tutto sembra dissolversi velocemente quando troppe discrepanze vengono a crearsi fra la versione ufficiale e quella presunta... che cosa diamine sta succedendo?
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E se non fosse solo un sogno...? by mikybiky is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at www.efpfanfic.net.


Questa fanfic è un'opera di fantasia: fatti e luoghi citati sono invenzione dell'autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Non ho avuto l'occasione di chiedere l'autorizzazione ai Green Day di citarli in questa storia, ergo mi prendo la responsabilità di eventuali richiami. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi o altre persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.


ATTENZIONE! I primi undici capitoli sono stati corretti e ripostati. Il nome del personaggio Clear (scritto sbagliato per tutta la storia) è stato corretto in Clare. Trama, storia e personaggi sono rimasti gli stessi, non è cambiato nulla. Ho solo levato alcuni errori ^^



E se non fosse solo un sogno…?

Capitolo uno


- No, no e no! - gridò una ragazza bionda, sull’orlo di una crisi. - Così non va per niente bene! -
- Stai calma, non c’è bisogno di arrabbiarsi così tanto! - cercò di calmarla l’amica, che era lì con lei.
La ragazza bionda, alta e slanciata, dagli occhi verdi, si sedette nervosa sul letto matrimoniale della camera della sua amica, e prese a stritolarsi ansiosamente le mani.
- Jakie, forse tu non capisci! - disse, con la bocca amalgamata dallo stress - io non mi sto arrabbiando, mi sto semplicemente snervando per un ragazzo che sembrava essere interessato a me e che invece, a quanto pare, è già fidanzato con una di quelle classiche troiette, tutte ossa e minigonne! -
- Jimmy, se ti comporti in questo modo non risolverai nulla! -
La ragazza bionda alzò la testa verso l’amica, poi sospirò.


Era la fine degli anni ottanta in California e a Berkeley il sole di aprile permetteva ai suoi abitanti di girare in braghini corti e pancia scoperta. Tutti sembravano divertirsi, ma a volte l’apparenza inganna. Infatti, in una casa al centro della città, una ragazza stava proprio per impazzire. Si chiamava Jimmy, aveva sedici anni e frequentava un liceo noioso, a vederla dal canto suo. Aveva un gruppo di amici che ascoltavano tutti la sua stessa musica, il punk. Tre di questi avevano messo su un gruppetto che avevano chiamato Sweet Children, la cui musica e il cui stile era oggetto di critica fra i compagni di scuola. Anche lei amava strimpellare con il basso, soprattutto da quando Mike, un suo amico, le dava lezioni a casa sua. Ma più tempo passavano assieme, più lui iniziava a piacerle. E lui si mostrava anche abbastanza interessato a lei. Aveva un anno in più di lei, era alto, biondo e veramente carino. Però, un po’ di tempo dopo, aveva scoperto che era già fidanzato e così ora Jimmy si stava disperando.
- Non importa - disse, - forse tu non capisci cosa provo io veramente. -
- Jimmy, ho vissuto tante storie come le tue! - rispose l’amica - ti capisco benissimo! -
- No, Jakie, stavolta è diverso! -
- Quanto diverso? - chiese ironicamente la ragazza - diverso dalla vita di tutti i giorni? -
Jimmy si alzò.
- Ascolta Jakie - disse, andando alla finestra - mi devi aiutare - scostò la tenda ed osservò la coppia che c’era in giardino.
- È lei? - chiese Jakie, raggiungendo l’amica.
- Sì - rispose Jimmy con disprezzo
- La conosco - affermò l’amica - è una ragazza della terza C. È una ragazza per bene, punk, per quanto ne so. Suonicchia con delle sue amiche, hanno suonato loro alla festa dell’anno scorso -
Jimmy la guardò torva.
- Vuoi dirmi che quella ragazza suona nelle Lead Punk? - chiese, disgustata.
- Sì, è la batterista - rispose Jakie - comunque a volte è nella compagnia, ma tu passi così tanto tempo attaccata a Mike, che non l’hai neanche notata - pronunciò l’ultima frase con marcata sottolineatura.
Jimmy sgranò gli occhi.
- Vuoi dirmi che mentre io saltavo addosso a Mike e ci scambiavamo bacini e bacetti lei era lì? -
- Mmm… sì - rispose Jakie, andando a sedersi sul letto.
- Jakie, non mi sei di molto aiuto così! - esclamò Jimmy, che ormai era andata in crisi.
- Oh, avanti! - enfatizzò la ragazza - ce ne sono tanti di ragazzi a questo mondo, e poi abbiamo tutta la vita davanti da vivere! Rifacciamoci con un po’ di bella musica. -
Senza dire altro, la ragazza estrasse un LP dei Sex Pistols e lo mise sul giradischi.
Jimmy si sedette sul letto, snervata. Si portò la testa sulle mani, iniziano a fare scorrere qualche lacrima sulle guance.
- Ascoltami bene - disse Jakie, quando la vide - si tratta solo di un ragazzo, non è la fine del mondo! -
- Invece sì che lo è! - strillò Jimmy, alzandosi e prendendo la borsetta.
- E adesso dove hai intenzione di andare? - le chiese, mentre usciva dalla camera.
- A lavorare. -
Jimmy aiutava nel bar di sua madre a tempo perso, a volte per guadagnarsi qualche soldino altre per passare il tempo quando era annoiata. Trovava spesso i suoi amici lì la sera, così serviva ai tavoli un po’ così, parlando e scherzando con loro.
Scese le scale, fermandosi a guardarsi allo specchio. Si asciugò le lacrime, poi uscì. Mike era ancora lì con la sua amichetta. Preferì non farsi vedere, così prese la strada più lunga, tagliando l’angolo. Le andò bene, perché Mike non la vide. Mentre camminava, le lacrime le si fecero abbondanti, molto più abbondanti, finché non scoppiò veramente a piangere. Siccome le lacrime le offuscavano la vista, teneva lo sguardo fisso a terra, senza curarsi di chi le veniva addosso.
- Jim! - una voce la obbligò a fermarsi. Alzò la testa, ma non per vedere chi la chiamava.
Infatti, l’unica persona che la chiamava Jim era suo fratello Frank, se non altro Tré.
- Che cos’è successo? - le chiese, cingendole le spalle.
- Frank, o Frank! - disse, abbracciandolo
- Jim, tesoro, dimmi che cos’è successo! -
Jimmy alzò la testa, staccandosi leggermente dal fratello.
- Tu lo sapevi, vero Frank? - disse con voce rotta - lo sapevi che Mike era fidanzato con quella là? -
- Chi, Clare? - rispose Tré - ma, quella non la considera nessuno la sua ragazza, neanche lui. -
La ragazza si asciugò le lacrime, stupita.
- In che senso neanche lui la considera la sua ragazza? -
Tré sorrise.
- Massì, si sa com’è Mike, lei è una bella ragazza, ed è per questo che ci esce. E poi… siete così legati, anche quando usciamo assieme, che sembri più tu la sua ragazza che lei. E poi lei non ribatte mai quando siete assieme. Non si può considerare fidanzata una come lei. Lei è più legata a… - gli si bloccarono le parole in gola.
- A…? - chiese Jimmy curiosa.
- No, lascia perdere - rispose il fratello, - piuttosto, perché non vai a dare una mano alla mamma? in questi i giorni il bar è stra pieno. -
Jimmy sorrise.
- Sì, ci stavo per andare - rispose - però prima passo a casa per risistemare due cosette. Mi puoi dare le chiavi? -
- Certo, tieni - e questo detto, prese le chiavi e gliele porse.
- Grazie! - disse lei, dandogli un bacio sulla guancia, poi sparì dietro l’angolo.
Tré la guardò andarsene. Aveva trattenuto qual nome per pelo, se gli fosse scappato di dire a chi era più legata Clare, sarebbe stato morto.


Jimmy si sentiva più contenta da quando Tré le aveva detto che Mike e quella lì non erano esattamente fidanzati, ma si sentiva comunque giù di morale, depressa. A Mike piaceva stare con lei, però si sentiva tradita. Avrebbe potuto almeno dirglielo che aveva già un’altra “amichetta”.
Quando arrivò davanti a casa, infilò le chiavi nella serratura, le girò ed entrò. A balzi raggiunse la sua camera, si sfilò i jeans e la maglietta, estraendo una mini-gonna a vita alta ed un top.
Scese, chiuse a chiave, mise le chiavi sotto lo zerbino e partì sul suo Ciao.
In breve arrivò al bar di sua mamma.
- Ciao mamma - disse, salutandola e scivolando dietro il bancone - chi c’è da servire? -
- Un po’ tutti, tesoro, comunque porta questa bibita a quei due laggiù. -
- Scattante - rispose Jimmy, prendendo una limonata e portandola a due ragazzi.
Il bar era sulla spiaggia, così era meglio muoversi con delle infradito. Giravano parecchi ragazzi carini, anche diversi punkettoni, così Jimmy pensò bene che avrebbe potuto rifarsi gli occhi su altri ragazzi; dopotutto, Mike l’aveva come tradita, non ci sarebbe stato problema se anche lei avesse fatto lo stesso. Ma la sfortuna doveva ancora arrivare.
- Tesoro, è arrivato il tuo amico, perché non vai a servirlo? -
- Il mio amico? - chiese Jimmy, posando le bibite sul tavolo - quale dei tanti? -
- Quello biondo - rispose la madre, indicandolo.
Jimmy si paralizzò. Era Mike, e con lui c’era anche la sua amichetta.
- Meglio di così non sarebbe potuto andare - brontolò fra sé e sé.
A passo pesante, si diresse verso i due, ma Mike fu più lesto di lei. La salutò alzando un braccio e sorridendole. Jimmy fece lo stesso.
- Ciao bella! - le disse, dopo che l’ebbe raggiunta.
- Ehilà, Mike! - rispose Jimmy, abbracciandolo. - Ditemi, vi serve un tavolo? -
- No, a dir la verità siamo venuti a cercare te - rispose il ragazzo.
- Me? - chiese stupita lei.
- Sì, Tré mi ha detto che eri qua e così sono venuto a cercarti -
- E dimmi, cosa volevi? - gli chiese, sorridendogli.
- A dir la verità mi serviva un favore… -

____________________________
Allora, cosa ne pensate? È bella? Pospongo che non mi sono molto curata se i tempi coincidevano esattamente con l’età o con i cantanti di quel tempo, perciò non fateci tanto caso^^. Mi raccomando, leggete e recensite in numerosi^^. Aspetto critiche e complimenti!

  
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