Ancient memories

di Leireel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First sight ***
Capitolo 2: *** Let me shine ***
Capitolo 3: *** First date (in the cold cold winter) ***
Capitolo 4: *** Memories of a rainy day ***
Capitolo 5: *** Lilium ***
Capitolo 6: *** Erase ***
Capitolo 7: *** Do you remember the night we danced 'til the sun rose? ***
Capitolo 8: *** Believe in me ***
Capitolo 9: *** Take care of yourself ***
Capitolo 10: *** Some kind of beauty ***
Capitolo 11: *** First lesson ***
Capitolo 12: *** Our happy ending ***
Capitolo 13: *** Back home ***
Capitolo 14: *** Who knows how it would feel... ***
Capitolo 15: *** Broken ***
Capitolo 16: *** Notte ***
Capitolo 17: *** Wingardium leviosa ***
Capitolo 18: *** Il tesoro più grande ***
Capitolo 19: *** A prima vista ***



Capitolo 1
*** First sight ***


--Titolo: First sight
-Autore: ~ s i l v e r
-Genere: Romantico
-Raiting: Verde
-Tipologia: Flash fic
-Note: Il primo incontro tra Ginny ed Harry, visto dal punto di vista di Ginny. A dir la verità speravo di renderlo più incisivo, ma non mi pare di esserci riuscita tanto bene. Commenti e critiche graditissimi <3

First Sight

Lo sferragliare dei treni copriva ogni altro suono. Ginny si affrettò dietro sua madre, già seminascosta dalla nebbia. Ron continuava a borbottare frasi incoerenti, visibilmente agitato. Lo guardò con palese invidia. Quanto avrebbe voluto andare a Hogwarts anche lei, salire sul quel treno, lontana dalla Tana, lontana da sua madre e suo padre... Le lacrime cominciarono a pizzicarle gli occhi, e lei voltò la testa, indispettita, per non farsi vedere.
« Mi scusi » Il suono di una voce maschile la distrasse dai suoi pensieri, facendola voltare verso il ragazzo che imbarazzato si rivolgeva a sua madre. Aveva corti capelli spettinati e un grosso paio di occhiali in bilico sul naso, ed era… bello. Arrossì violentemente e cercò di guardarlo senza farsi vedere. I suoi grandi occhi verdi sembravano confusi e tristi, e Ginny pensò che le sarebbe piaciuto consolarlo. Avvampò nuovamente, diventando ancora più rossa di prima, e si nascose dietro sua madre.



La seconda fic è già pronta, ma le altre sono ancora in progetto, quindi non so quando potrò postarle ^-^ ringrazio in anticipo chiunque si interessi a queste fic <3<3<3

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Capitolo 2
*** Let me shine ***


--Titolo: Let me shine
-Autore: ~ s i l v e r
-Genere: Uhm... credo introspettivo, ma non saprei °°
-Raiting: Verde
-One-Shot o Storia a Capitoli: Flash-fic
-Conteggio parole: 279
-Note: Missing moment, da situarsi agli inizi della pietra filosofale. Sappiamo dal libro la reazione di Harry alla lettera, e per Ron non sarà stata una grande sorpresa... quindi ho voluto immaginare la reazione di Hermione alla lettera. Non sono proprio sicura di aver reso il tutto al meglio, ma spero di sì °° anche perché in Herm mi sono sempre rispecchiata, in un modo o nell'altro. Spero vi piaccia <3<3<3

Let me shine

La pioggia continuava a cadere incessante più o meno da quando era tornata a casa. In lacrime, come sempre. Hermione accarezzò distrattamente il cuscino umido, gli occhi ancora lucidi.
Un’altra giornata da dimenticare, da unire a tutte le altre. Un’altra giornata passata a ignorare, con quel minimo di forza che ancora le rimaneva, le pesanti battute dei suoi compagni, le loro occhiate di scherno, le loro risa. Un altro pomeriggio passato a piangere per persone che non la meritavano.
Ma perché, perché doveva sentirsi sempre così maledettamente fuori posto? Odiava quella stupida scuola, quelle stupide materie, quegli stupidi insegnanti che facevano finta di non vedere, quegli stupidi ragazzi che non facevano altro che farla soffrire. Perché non poteva essere come tutti gli altri? Benvoluta, amata... o se non altro ignorata, lasciata in pace.
Sentì bussare delicatamente alla porta, poi sua madre entrò con passo leggero, tenendo tra le mani una grossa busta. Aveva uno sguardo sofferente, uguale al suo. Non era giusto. Perché anche i suoi genitori dovevano soffrire per questo?
«Hermione, tesoro», sussurrò dolcemente, accarezzandole i capelli arruffati. «E’ arrivata una lettera per te». Hermione la guardò senza capire. Lei non riceveva mai lettere. Non c’era nessuno che potesse considerare tanto vicino da interessarsi a lei, a parte i suoi genitori.
La madre gliela consegnò senza aggiungere altro, poi uscì silenziosamente. Hermione la aprì in fretta e furia, senza neanche notare il mittente. Lesse tutto d’un fiato il contenuto, mentre un sorriso si faceva pian piano spazio sul suo volto.
La rilesse più volte, prima incredula, poi stupita, infine raggiante. Hogwarts. Un posto in cui avrebbe potuto finalmente essere diversa. Un posto in cui avrebbe potuto brillare.



Ok, la terza fic è già pronta, ma come al solito aspetto di avere la quarta per postare xD Grazie a Yellow_B che ha inserito questa storia (e anche Forever) nei preferiti, e ad alida per la sua recensione ^-^ in effetti Ginny aveva 10 anni al momento dell'incontro con Harry, quindi credo che ancora quella malizia non dovrebbe esserci (o almeno, lo spero vivamente °°). Grazie ancora per la tua recensione <3

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Capitolo 3
*** First date (in the cold cold winter) ***


-Titolo: First date (in the cold cold winter)
-Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
-Genere: Uhm... romantico e introspettivo, direi
-Raiting: Giallo
-Conteggio parole: 166
-Personaggi: Lily Evans, James Potter, Severus Snape
-Note: Ok, avrei voluto aggiornare tra una settimana, ma ormai ho già pronta la quarta, quindi posto questa terza. Ne apprefitto per ringraziare junior che ha aggiunto questa storia tra i preferiti ^-^


First date (in the cold cold winter)

La porta si aprì cigolando, spinta da mani troppo timide e insicure. Lily scese impacciata le scale, infagottata con maglioni e sciarpe che l’avrebbero dovuta proteggere dal freddo. La Sala Grande si apriva davanti a lei, vibrante e carica di aspettativa per la gita di quel giorno. Un sorriso affiorò alle sue labbra, mentre le sue guance si tingevano di rosso. Lui era già lì ad aspettarla, per una volta senza i suoi amici. Un appuntamento galante, le aveva detto.
Si diresse velocemente verso di lui, quasi correndo. James le sorrise dolcemente, senza traccia della consueta ironia negli occhi, poi la prese delicatamente per mano, verso il giardino.
Severus li osservò pieno di odio e invidia. Doveva esserci lui con Lily, non quell’idiota di Potter. Rivolse il suo sguardo astioso lontano dalle loro sagome che sparivano oltre il cancello, mentre sentiva qualcosa pizzicargli gli occhi. E non poté impedire alle lacrime di frustrazione di solcargli il viso, per una felicità che si era negato da solo.

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Capitolo 4
*** Memories of a rainy day ***


Titolo: Memories of a rainy day
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Asteria Greengrass, Draco Malfoy
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 193
Note: Asteria POV ^-^ devo dire che questa mi piace parecchio, spero piaccia anche a voi <3
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Memories of a rainy day

Ripensandoci adesso, mi pare quasi impossibile. In questi anni ho quasi idealizzato quel primo incontro, fino a trasformarlo in qualcosa di assolutamente estraneo alla realtà. La mia indole romantica è assolutamente irrecuperabile.
In realtà, era un semplice giorno piovoso, uno come i tanti dell’autunno londinese. Niente fiori che sbocciavano per le vie, niente raggi di sole che illuminavano i nostri volti. Le nuvole che coprivano quasi totalmente il cielo avevano una sfumatura che non avrei mai definito splendida; quel grigio cupo, in realtà, mi intristiva. L’acciottolato era scivoloso e infido sotto i miei tacchi vertiginosi.
Eppure, non credo di aver idealizzato il suo sguardo, che ancora oggi non manca di rendere i battiti del mio cuore più frenetici. Quello sguardo di ghiaccio, così profondo e imperscrutabile, rese immediatamente la mia giornata più luminosa, e le mie guance più colorite. Sembra solo una sciocca romanticheria, ma credo di essermi innamorata di Draco a prima vista.
Non so dire se per lui sia stato lo stesso, è sempre così criptico, così riservato. Però non ha mai lasciato il mio fianco da quel piovoso giorno d’ottobre. E questa, per me, è una risposta più che sufficiente.



Cercherò di aggiornare tra una settimana ^-^ la prossima è già pronta, ma come al solito ne aspetto un'altra per postare ^-^
FieryRedhead: sono onorata che tu abbia deciso di tenere d'occhio la raccolta, e lusingata dai tuoi complimenti *____* sono felice che le ff ti piacciano <3<3<3
Pan_Tere94: Sono felice che queste fic ti siano piaciute, significa davvero molto per me *________* Anche a me Severus fa pena, però diciamo anche che in un certo senso se l'è cercata. Io la vedo così: James è cambiato per Lily (non credo che lei sarebbe uscita col ragazzo borioso e arrogante dei primi anni), mentre Severus per orgoglio non ha saputo rinunciare al suo lato più... 'Serpeverde'. Grazie ancora per la tua recensione <3<3<3
Finleyna 4ever: Anch'io ne sono convinta, penso che ogni volta che incrociasse lo sguardo di Lily soffrisse. Povero Sev ç__ç
HollyIsForLovers: Grazie mille, sono felice che ti piaccia il mio modo di scrivere *_______* Significa tanto per me, sono sempre insicura al riguardo xD

Grazie ancora a tutti quelli che hanno inserito la storia tra i preferiti *_________* thank you <3<3<3

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Capitolo 5
*** Lilium ***


Titolo: Lilium
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Neville, Frank, Alice e Augusta Paciock
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 164
Note: Piccola fic su Neville, la prima sui rapporti genitori/figli (sebbene ne avessi già accennato in Let me shine). La storia mi è venuta in mente rileggendo l'Ordine della Fenice, e devo dire che la cosa mi ha fatto parecchio riflettere. Più che altro, mi sono rattristata pensando che ogni bambino nel mondo magico conosce il nome di Harry Potter, mentre altri eroi, che si sono sacrificati allo stesso modo, non vengono ricordati. Ron e Ginny non conoscono la tragica storia dei Paciock, pur essendo sempre vissuti nel mondo magico... non lo so, mi ha messo molta tristezza. Comunque, spero vi piaccia <3
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Lilium

Gigli. Un mazzo di gigli bianchi, i suoi preferiti. Alice parve guardarlo un po’ sorpresa, poi il suo viso si aprì in un largo sorriso e si diresse canticchiando verso il suo letto.
Neville sistemò accuratamente i fiori in un vaso, posizionandoli in modo che sua madre potesse vederli anche da seduta. Frank dormiva lì accanto, un’espressione placida che non ricordava di aver mai visto sul suo viso da sveglio. Anche sua nonna, seduta compostamente su uno degli sgabelli, sonnecchiava, presa dalla stanchezza; Alice invece sembrava intenta a cercare qualcosa tra le cianfrusaglie che ingombravano il comodino. Un secondo dopo era già accanto a lui, tra le mani un involto informe. Era un incarto di Cioccorana, constatò con sorpresa Neville, su cui la madre aveva scarabocchiato con tratti infantili un grosso cuore. Gli occhi gli si riempirono di lacrime, ma si impose di trattenersi per non turbare Alice, così sensibile agli sbalzi d’umore.
«Grazie, mamma» mormorò con un sorriso, riponendolo con cura nel mantello.



NB: Il giglio è simbolo di purezza, come penso sia noto a tutti ^-^ Mi è parso perfetto per rappresentare l'anima candida di Alice, come quella di una bambina. Ringrazio tutti per le recensioni, vi adoro <3<3<3

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Capitolo 6
*** Erase ***


Titolo: Erase
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Hermione Granger e i signori Granger
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 132
Note: Seconda fic su Hermione <3 la amo, c'è poco da fare <3 da situarsi poco prima dell'inizio del settimo libro ^-^
Approfitto di questo spazietto per ringraziare HollyIsForLovers <3 sono contenta che le mie storie ti piacciano <3<3<3
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Erase

Non poteva essere tanto difficile, si disse. Aveva provato quell’incantesimo più volte, muovendo la bacchetta fino a trovare la giusta inclinazione. Non poteva essere tanto complicato. Forse erano i battiti del suo cuore, diventati frenetici, quasi ansanti, a farle perdere la concentrazione. Forse era il tremito delle mani a impedirle di pronunciare quelle semplici parole. Forse erano gli occhi, offuscati dalle lacrime.
Cancellare un’intera esistenza in un battito di ciglia. Era questo che la spaventava? La facilità con cui sarebbe sparita dalle loro vite? O forse la sconcertante consapevolezza che in un secondo le due persone che più l’avevano amata, nonostante fosse così diversa da loro, avrebbero dimenticato persino il suo nome?
Le lacrime iniziarono a solcare copiosamente il suo viso in un pianto silenzioso. Le tremava la voce.
«Papà, mamma… addio.»



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Capitolo 7
*** Do you remember the night we danced 'til the sun rose? ***


Titolo: Do you remember the night we danced 'til the sun rose?
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Molly Prewett, Arthur Weasley
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 125
Note: Arthur e Molly <3<3<3 sono adorabili <3<3<3 l'ispirazione mi è venuta rileggendo il Principe Mezzosangue, ed ecco qui il risultato xD spero vi piaccia *-*
Ringrazio ancora qui HollyIsForLovers (grazie cara <3) e FieryRedhead (sono contenta di sapere che anche tu avevi immaginato così quel momento *-* il rapporto di Hermione coi suoi genitori non è molto approfondito nei libri, ma credo siano profondamente legati <3)
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Do you remember the night we danced 'til the sun rose?

«La ballavamo a diciotto anni!» sospirò la signora Weasley, asciugandosi gli occhi nel lavoro a maglia. «Ti ricordi, Arthur?»

Era una splendida notte d’estate. Il pallido bagliore della luna illuminava di riflessi argentei il suo abito grigio perla, che sembrava scintillare mentre accompagnava in spirali e volute il suo corpo che danzava. I lunghi capelli ondeggiavano come fiamme al vento.
«Che splendida notte... non trovi, Arthur?» sussurrò, gli occhi rivolti al cielo. Voltò un attimo il viso per incontrare lo sguardo del suo cavaliere.
«Meravigliosa, mia cara» le rispose, guardandola negli occhi. Molly arrossì, distogliendo imbarazzata lo sguardo, mentre il sorriso sul suo volto si allargava. Celestina Warbeck in sottofondo intonava le ultime note, la colonna sonora per una notte che desiderava non finisse mai.



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Capitolo 8
*** Believe in me ***


Titolo: Believe in me
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Peter Minus, James Potter
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 258
Note: Questa è da inserire nelle fic tratte dalle mie riflessioni su Codaliscia. Tendo a dimenticare un po' troppo spesso che è stato smistato in Grifondoro, per cui un po' di coraggio deve pure averlo avuto xD Mi piace Peter <3 penso scriverò ancora su di lui <3<3<3 L'ispirazione per la paura di Peter l'ho presa dalla Pietra Filosofale, quando Ron non ha idea di cosa lo aspetti per lo Smistamento XD
Ok, le note sono diventate il mio spazio rispondiallerecensioni xD Quindi ne approfitto per ringraziare danyan: sono lusingata, davvero, dai tuoi complimenti *-* sono felice che ti siano piaciute, e soprattutto che risultino IC - è la mia più grande paura, andare OOC xD grazie ancora <3<3<3
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Believe in me

I capelli biondi, come sempre, gli erano caduti sul viso, coprendogli buona parte della visuale. Li scostò con un gesto brusco, sporgendosi ancora una volta per cercare di vedere cosa lo aspettava.
Nulla di buono, sicuramente nulla di buono, mormorava tra sé in preda all’agitazione. Avrebbe preferito trovarsi in qualsiasi altro posto fuorché lì, in quel momento. Gli tremavano le gambe.
«Siamo agitati, eh, piccoletto?» Un ragazzo alto coi capelli in disordine si era avvicinato con un ghigno. Peter, cosa che non credeva possibile, iniziò a tremare di più. Il ragazzo parve sinceramente stupito di fronte alla sua occhiata di puro terrore.
«Ehi, guarda che non mordo mica», disse con un sorriso. «Dai, non preoccuparti» continuò vedendo che non smetteva di tremare, «non è niente di che, sai. Te la caverai».
Avrebbe tanto voluto credergli. Chissà quali prove li aspettavano per lo Smistamento. Niente di buono, niente di buono, mormorava tra sé torcendosi le mani.
«Hai proprio paura, eh?» continuò il ragazzo avvicinandosi. «Ma secondo me sotto sotto non sei fifone come sembri. Io sono James» disse porgendogli la mano.
«P-p-peter M-m-mi-minus», riuscì a balbettare stringendogli confusamente la mano.
«Peter, eh? Secondo me va a finire che diventi un Grifondoro». James gli diede una pacca sulla spalla, poi si allontanò verso un ragazzo dai lineamenti aristocratici. Peter rimase a guardarlo basito, seguendolo con lo sguardo anche dopo che era scomparso tra la folla. Era la prima persona che avesse mai creduto in lui da... beh, da sempre. E il primo ragazzo che gli avesse mai rivolto la parola.



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Capitolo 9
*** Take care of yourself ***


Titolo: Take care of yourself
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Draco Malfoy, Narcissa Black Malfoy, Lucius Malfoy
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 154
Note: Una piccola flashfic sul rapporto Draco/Narcissa, che mi ha sempre affascinato.Il loro amore secondo me è più profondo di quello di molte altre coppie madre/figlio, silenzioso e forte. Spero vi piaccia ^-^
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Take care of yourself

Il treno era arrivato sbuffando al binario nove e tre quarti, puntuale come sempre. L’aria era pregna delle risate dei pochi ragazzi già arrivati, delle lamentele, e del denso fumo bianco che rendeva difficile anche vedere a un palmo dal naso. Draco si sporse leggermente dalla banchina con un’espressione annoiata.
«Draco» lo chiamò imperiosamente suo padre. «Sii degno del tuo nome. Non darmi mai occasione di aver vergogna di te.»
«Si, padre» rispose sommessamente. Lanciò uno sguardo fugace verso la madre, immobile accanto al marito. Non appena incrociò il suo sguardo, sul volto di Narcissa spuntò un leggero sorriso.
«Divertiti, ad Hogwarts» gli sussurrò all’orecchio. Profumava di rose, more e muschio. Draco sentì gli occhi pizzicare.
«E abbi cura di te», aggiunse, posandogli un bacio sulla guancia.
«Grazie, madre. Lo farò», sussurrò flebilmente, ancora stordito dal suo profumo. Si allontanò con passo malfermo, mentre cercava di ricomporre sul suo volto la solita maschera strafottente.



Innanzitutto volevo ringraziare danyan e FieryRedhead, entrambi della coalizione anti-Peter <3 boh, io credo che alla fine non fosse così male, solo... codardo. Temeva per la sua vita più di quanto non temesse altro, e anche se questo non giustifica quello che ha fatto (considero il tradimento il più grande degli abomini), penso che comunque non si dovrebbe perdere la prospettiva. Non l'ha fatto perché odiava i suoi amici, l'ha fatto perché considerava la sua vita più importante. Che poi io mi rispecchi più in Sirius che in Peter, è un altro discorso XD grazie ancora <3

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Capitolo 10
*** Some kind of beauty ***


Titolo: Some kind of beauty
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Daphne Greengrass, Blaise Zabini (+ apparizione fugace di Pansy Parkinson)
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 188
Note: Credo sia la prima fic in cui mi discosto un po' dal canon (sebbene la Rowling non abbia in realtà detto nulla sul loro futuro). Comunque sia, amo il pairing Daphne/Blaise *-* credo che una delle cose che le accumuni veramente sia la bellezza di entrambi, da cui il titolo.
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Sme kind of beauty

Il cielo quel mattino era coperto di nubi. Non che dai sotterranei fosse possibile vederlo, sia chiaro – Daphne a volte rimpiangeva di non essere stata smistata in qualche altra casa. I Corvonero, ad esempio, godevano di una meravigliosa vista dalla loro torre, come anche i Grifondoro – ma neanche la vista su una spiaggia caraibica le avrebbe potuto far desiderare di essere una Grifondoro. Continuò a spazzolare i suoi capelli con cura, gettando ogni tanto lo sguardo su Pansy, che non sembrava aver intenzione di alzarsi. Avrebbe disertato la colazione un’altra volta, c’era da scommetterci.
Dopo averla chiamata ancora qualche altra volta – ricevendo ogni volta solo qualche grugnito in risposta – Daphne si incamminò verso la Sala Grande. I sotterranei erano stranamente silenziosi, quella mattina – o forse era lei a essere in ritardo. Affrettò il passo, pregando con tutta se stessa che non fosse troppo tardi per vederlo. Il suo sguardo percorse ansioso la lunga tavolata dei Serpeverde, finché non incrociò il suo viso. Trattenne a fatica un sorriso, mentre si sedeva accanto a Blaise. Alla sua vista non c’erano nubi che tenessero, ogni giornata era un raggio di sole.



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Capitolo 11
*** First lesson ***


Titolo: First lesson
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Rose Weasley, Albus Severus Potter
Rating: Verde
Conteggio Parole: 188
Note: Prima lezione di Rose ^^ ho immaginato come dovesse sentirsi, vista la pressione di un genitore così conosciuto per le proprie capacità. Non credo sia stato facile per Rose, tutti (a partire da Ron nell'epilogo) l'hanno sempre paragonata a sua madre. Ho inserito Albus volutamente, perché nelle fic che ho letto ho notato che il loro rapporto non viene molto evidenziato, nonostante la Rowling lo ponga in bella vista, per così dire xD Potete considerarla una Rose/Albus, se vi va, anche se io non ho inteso il loro rapporto in quel senso xD insomma, potete vederci quel che volete xD
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


First lesson

Scese le scale con passo malfermo, curva sotto il peso dei libri. Era la sua prima lezione, Trasfigurazione, la materia che sua madre aveva amato più di ogni altra e in cui, naturalmente, eccelleva. Il tremito delle mani si fece più forte. Tutti i professori la conoscevano, tutti conoscevano sua madre – Hermione Granger, la strega più brillante del suo corso, una dei più conosciuti e apprezzati membri del Ministero della Magia – e tutti si aspettavano tanto, troppo, da lei. Dubitava di essere realmente all’altezza e aveva paura – paura di non farcela, paura di deludere i professori, i suoi genitori e tutti quelli che la conoscevano. Era così in ansia.
Quasi non sentì suo cugino Albus chiamarla nella Sala Grande, troppo agitata per prestare attenzione. Il ragazzo le si affiancò con un sorriso, prima di notare la sua espressione terrorizzata.
«Calmati, Rose» le disse in tono tranquillizzante, prendendola per mano. «Andrà tutto bene. Ci sono qua io». Rose gli rivolse un ampio sorriso, stringendogli più forte le dita. Albus era l’unico a saperla tranquillizzare, l’unico che capisse veramente la sua paura. Con lui al fianco, sarebbe andato tutto bene.




Un ringraziamento speciale a RaggioDiLuna, che ha betato questa storia <3 grazie davvero <3

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Capitolo 12
*** Our happy ending ***


Titolo: Our happy ending
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Ninphadora Tonks, Remus Lupin
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 211
Note: La Rowling non dice praticamente nulla sulle circostanze precise in cui muoiono lupin e tonks, così ho immaginato che lupin non abbia mai visto tonks in battaglia, e che lei sia riuscita a vederlo solo dopo la sua morte. A mio parere, le loro morti sono troppo connesse per essere state casuali. Non so, questo è quello che è uscito fuori ^-^
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Our happy ending

Sai, alla fine sono felice di essere venuta qui, anche se so che non volevi che venissi. Sono riuscita a vedere il tuo viso per l’ultima volta. Ed è il tuo viso che continua a tornarmi prepotentemente alla mente, le cicatrici scure su quel pallore innaturale, la tua espressione placida e serena. Forse il tuo ultimo pensiero è andato a me e Ted, al sicuro da mia madre. Ma di sicuro sapevi che non sarei rimasta là. Sapevi che il mio posto è al tuo fianco, qualunque cosa accada.
E adesso, sono felice di essere qui, perché così anch’io potrò trovare il mio lieto fine. Sai, il solo pensiero di vivere senza poter vedere ancora una volta il tuo sorriso mi pare irreale, irrealizzabile. Non potrei mai riuscirci, neanche con Ted al mio fianco. So che sto scegliendo la via più facile. Ma vedi, morire è così semplice... E’ la vita, la vera sfida. E sono così stanca, così profondamente stanca...
Perciò perdonami, Remus. Perdonami, perché non sto combattendo per vivere. Sto combattendo per tornare a vedere il tuo sorriso, ancora una volta, per vedere i tuoi occhi e sapere che non abbandoneranno mai il mio viso. Combatto per te, Remus, per te, a testa alta, per il nostro lieto fine.




Cavoli, è saltata la parte delle recensioni >.< innanzitutto grazie mille a tutti quelli che hanno aggiunto la storia nei preferiti <3<3<3 graziegraziegrazie<3<3<3
@fairy_lullaby: grazie mille, sono felice che ti sia piaciuta <3 comunque sì, ho intenzione di continuare con la nuova generazione, soprattutto con albus <3 mi piace troppo come personaggio <3
@FieryRedhead: Grazie mille anche a te *-* anche a me piace pensare che tra cugini ci sia un rapporto speciale, quasi come tra fratelli *-* soprattutto quei cugini, visto anche che i genitori sono amici xD grazie ancora <3<3<3

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Capitolo 13
*** Back home ***


Titolo: Back home
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Sirius Black (+Walburga Black)
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 160
Note: Era da un bel po' che volevo scrivere qualcosa su Sirius, personaggio che ho sempre amato, ma non so perché non ci riesco mai °° anche questa fic non mi convince poi tanto, avrei potuto farla decisamente meglio '-' spero la troviate quantomeno accettabile .-. E' come immagino io la fuga di Sirius: impulsiva e in qualche modo sofferente.
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Back home

Era tutto così insopportabilmente opprimente. La stessa aria che respirava sembrava in qualche modo soffocante, come se le urla l’avessero saturata fino a renderla irrespirabile. Sirius si buttò sul letto, tentando di ignorare le grida di Walburga.
Quanto odiava stare lì, in quella prigione che tentava disperatamente di tenerlo legato, di ricondurlo alla ragione, di farlo diventare un vero Black. Come suo fratello Regulus, così schifosamente ancorato alle vecchie tradizioni del Black, così schifosamente perfetto agli occhi della sua famiglia.
Osservò con crescente frustrazione gli stendardi dei Grifondoro e le foto che tappezzavano le pareti. Che ci faceva lì? Era appena tornato a casa, e già non vedeva l’ora che le vacanze finissero. Quella non era casa sua.
Non aveva ancora disfatto le valigie. La sua scopa tremava irrequieta, quasi sentisse l’impazienza del padrone. Sirius l’afferrò quasi senza riflettere, mentre prendeva rapidamente una decisione.
Sorrise alla foto dei Malandrini in un angolo, impegnati a strangolarsi allegramente. Tornava a casa, finalmente.



@fairy_lullaby: ancora grazie, fairy, per il sostegno *-* spero di non deludere le tue aspettative <3<3<3
@danyan: grazie mille, sono felice che ti piaccia <3 ho cercato di accontentarti con questa fic, spero ti piaccia *-*

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Capitolo 14
*** Who knows how it would feel... ***


Titolo: Who knows how it would feel...
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Harry Potter
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 200 (doppia drabble *-*)
Note: Non è che mi convinca poi tanto, ma va beh ._. Scritta per il contest '7 deadly sins' del Writer Temple - peccato: Invidia, anche se in questo caso è perfettamente comprensibile, viste le circostanze ^^ ah, se non si capisse, è ambientata durante l'estate tra il primo e il secondo anno, prima del 'salvataggio' da parte della Ford Anglia volante XD grazie a FieryRedhead, la tua fic mi ha ispirato per questa ** anche se all'inizio avevo intenzioni diverse °°
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Who knows how it would feel...

Il mondo esterno sembrava molto più grande, guardato attraverso le sbarre. Quasi una landa sconfinata che sembrava chiamarlo, attirarlo verso di sé irresistibilmente. Là fuori, in quel vasto vasto mondo, c’era Hogwarts, c’era l’espresso che lo invitava a salire, c’era Silente, c’erano Hermione e i suoi libri, c’era Ron e sua madre e i gemelli e Percy e Ginny che si preparava al suo primo anno a scuola...
Harry sospirò. C’erano famiglie, là fuori, persone che si volevano bene. C’erano addirittura famiglie magiche, famiglie che non consideravano la magia qualcosa di talmente orrendo da dover essere rinchiuso e soffocato in un baule in cantina, o peggio ancora dietro a delle sbarre che lo isolavano dal suo vero mondo. Là fuori c’erano persone che si accettavano senza remore, che si amavano, e figli adorati e coccolati a cui venivano rimboccate le coperte, per cui era sempre pronto un abbraccio. Figli che avevano avuto torte di compleanno e regali, che avevano avuto l’amore dei genitori, così profondo, incondizionato, quasi incomprensibile per lui, che non l’aveva mai vissuto.
Chissà com’era, essere abbracciati da una madre, e giocare a Quidditch con un padre. Chissà cosa si provava, a vivere con persone che lo amavano.



@danyan: sono felice che ti sia piaciuta *-* grazie mille per i complimenti, spero vivamente di non deluderti *-*
@Julia Weasley: Si, credo che Sirius e Harry avessero molto in comune, tutt'e due disprezzati e profondamente diversi dalla famiglia cui appartenevano. Poveri ç__ç
@fairy_lullaby: grazie mille davvero <3<3<3<3 non so davvero come ringraziarti <3<3<3<3

Un grazie speciale anche a tutti coloro che hanno aggiunto la storia ai preferiti, grazie <3

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Capitolo 15
*** Broken ***


Titolo: Broken
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Rubeus Hagrid
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 220
Note: Di nuovo un ritorno al passato, questa volta con Hagrid ^^ che dire, è uno dei miei personaggi preferiti, anche se spesso viene messo in ombra .-. spero che questo frammento vi piaccia <3 ambientato ovviamente dopo l'apertura della camera dei segreti e l'espulsione di Hagrid da Hogwarts.
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Broken

Le metafore, lui, non le aveva mai capite. A cosa servivano, alla fine? “Meglio parlare chiaro, molto molto meglio, quantomeno puoi farti capire”, come diceva sempre suo padre. Le metafore erano per chi aveva qualcosa da nascondere, per chi voleva farsi furbo approfittando dell’ingenuità degli altri. Le metafore erano false, ambigue.
Meglio la realtà, semplice, chiara. No? Meglio i fatti alla finzione delle parole, che creavano mondi in cui tutto era diverso, distorto. Mondi in cui lui finiva sempre per essere schiacciato e sconfitto.
Eppure, in quel momento non era tanto sicuro di preferire il mondo reale. Il mondo reale, in quel momento, era pieno di parole incomprensibili, di fatti che non potevano essere accettati. Espulso... da Hogwarts? Non riusciva, non voleva trovarci un senso. Che senso poteva avere, la sua espulsione? Non riusciva neanche a immaginarsela, la sua vita senza Hogwarts. Era l’unica cosa che gli fosse rimasta, dopo la morte di suo padre. Lasciare Hogwarts? Che senso aveva, quel mondo?
Hagrid vide la stanza vorticare attorno agli occhi tristi del professor Silente. I pezzi della sua bacchetta giacevano ancora tra le sue mani, inutilizzabili... Gli mancava qualsiasi appiglio, qualsiasi aggancio cui aggrapparsi. Quasi rise istericamente, al pensiero che gli si era affacciato nella mente. Così è questo che significa, si disse. Vedere il proprio mondo crollare a pezzi.



Allora, visto che probabilmente non è chiaro (mi spiego come un libro chiuso °°'') le metafore rappresentano un po' Riddle e la sua capacità di togliersi dai guai e di incolpare gli innocenti, che magari come lui non conoscono la raffinata arte della retorica. Me l'immagino così, il loro rapporto, considerati diversi (e, significativamente, tra i due viene considerato meglio Riddle) solo in base a conoscenze che prescindono dalla realtà delle cose.

@danyan: Sono felice che ti piaccia il mio modo di scrivere, visto che a me non piace affatto XD devo ancora migliorare tanto, mi sa ç__ç grazie ancora <3<3<3
@Julia Weasley: Neanch'io vorrei mai passare un'estate come la sua ç__ç ho sentito una stretta al cuore quando canticchiava tra sé 'Buon compleanno', perché nessuno se n'era ricordato ç__ç povero Harry ç__ç grazie mille anche a te <3
@fairy_lullaby: Non preoccuparti per il ritardo, è sempre un piacere leggere le tue recensioni *-* sono felice che anche questa ti sia piaciuta <3<3<3 graziegraziegrazie <3<3<3
@FieryRedhead: Sicuramente il suo passato deve averlo influenzato nel rapporto con i suoi figli, e sono felice che quantomeno loro avranno avuto un'infanzia decente (senza neanche i fan, a quanto ho capito dall'epilogo XD). Grazie mille cara <3<3<3<3<3

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Capitolo 16
*** Notte ***


Titolo: Notte
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Tom Riddle
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 162
Note: Sono di nuovo qui xD L'ispirazione stavolta s'è fatta attendere parecchio - è arrivata l'altra notte, anche se le parole nella mia testa erano diverse xD Diciamo che è ambientata nei primi anni di vita di Tom Riddle, 5-6 anni circa.
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Notte

Aspetti che ci sia silenzio, che tutti dormano, prima di lasciarti andare. Non vuoi che ti scoprano, che vedano la tua debolezza, le lacrime che sgorgano senza alcun freno.
Il buio ti avvolge, nascondendoti da occhi indiscreti. Soffochi i tuoi gemiti nel cuscino, il nome di una madre che non hai mai conosciuto. Piangi e odi te stesso per la tua debolezza, e quelle mura scrostate che ti imprigionano, quei ragazzini che ti diverti tanto a tormentare, e quella madre che ti ha abbandonato senza darti il tempo di conoscerla.

La verità è che tu odi la notte. Di giorno è facile fingere, sembrare sicuro e spavaldo, disprezzare una madre tanto debole da farsi uccidere dalla creatura che aveva in grembo, così banalmente. Di giorno è facile fingere di non saper provare altro che odio.

E’ la notte che tu temi, Tom. La notte, quando ti scopri debole, e desideri solo le braccia di una madre che lavino via le tue lacrime.



@danyan: grazie mille, sono felice che ti sia piaciuta <3 mi sa che inizierò anch'io a non leggere le introduzioni, l'effetto sorpresa è più bello *-*
@Julia Weasley: io trovo adorabile Hagrid, anche per gli Schiopodi Sparacoda <3 E' così terribilmente ingenuo <3<3<3 @fairy_lullaby: hai perfettamente ragione, penso che hagrid vedesse un po' hogwarts come la sua casa, dopo la morte del padre. Poi io hagrid lo vedo come una persona che ha tanto amore da dare - e lo riversa nelle creature di cui si occupa, prima di incontrare Madame Maxine ^^

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Capitolo 17
*** Wingardium leviosa ***


Titolo: Wingardium leviosa
Autore: me medesima (~ s i l v e r su ff)
Personaggi: Argus Gazza, Mrs Purr
Rating: Giallo
Conteggio Parole: Doppia Drabble
Note: Lo so, mi sono fatta attendere parecchio XD a ogni modo, lascio i commenti sulla storia alla fine, così da non rovinare l'effetto ^^
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


Wingardium leviosa

 

Un tentativo. E’ solo questo che chiedi a te stesso, no? Un misero tentativo, sussurrato alla luce tremolante di una fiamma sospesa nel vento.

«Wingardium leviosa»

L’ombra della tua bacchetta – la bacchetta di tuo padre – vacilla sulle pergamene viola ormai consunte, fissa speranzosa quella piuma immobile – immobile, immobile – aspetta trepidante, tra i rantoli ansanti e il battito aritmico del tuo cuore. Ѐ nell’attesa che il tuo sguardo perde colore, si smarrisce tra gli archivi consunti,  offuscato da una speranza disperata, un’illusione troppo presto crollata.

«Wingardium leviosa! Wingar... gar... gardium l-l-levio… sa…»

E fissi il tuo sguardo altrove – il coraggio è scivolato via tra le mattonelle scheggiate – mentre ripeti ancora e ancora quelle due parole, sempre più piano, sempre più debole.

«Wingardium leviosa»

E la piuma si muove appena – il rumore del vento che ti fischia nelle orecchie – dura solo un istante, un piccolissimo istante; ma è quell’istante che hai cercato, e non c’è premio più grande.

«Hai visto, mia cara? L’hai vista? Si è mossa! Si è mossa, ti dico, l’ho fatta volare! Si è mossa!»

E gli occhi offuscati dalle lacrime non ti impediscono di notare come l’aria, all’improvviso, sia diventata più luminosa.

«Si è mossa. Si è mossa»




Credo che, più che Gazza, sia l'incantesimo il protagonista della storia, nonché il fulcro di tutta la vicenda. Ho scelto proprio l'incantesimo di Levitazione perché, oltre a essere uno dei più semplici (viene insegnato nei primi mesi del primo anno) è anche quello più 'facile' da testare, necessitando solo di una piuma. Le pergamene viola sono quelle di Speedymagic, il corso di magia per corrispondenza citato nell'ottavo capitolo della Camera dei Segreti; mentre, ovviamente, il riferimento alla bacchetta di suo padre è dato dal fatto che Gazza, essendo un Magonò, non avrebbe mai potuto essere scelto da una bacchetta e di conseguenza averne una propria.

@Mimi18: grazie mille per i complimenti <3 Ho cercato di risalire alle radici del comportamento di Tom, perché non credo che tutto fosse dovuto unicamente alla sua malvagità intrinseca, o al fatto di essere nato da un'unione senza amore; penso che, se avesse avuto una famiglia pronta ad amarlo, molte cose sarebbero andate diversamente.
(Per la Teddy/Vic, ci proverò, anche se non è una delle mie coppie preferite <3 in quanto alla Draco/Astoria, avrei in mente una long-fic su di loro, quindi c'è decisamente più speranza <3)

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Capitolo 18
*** Il tesoro più grande ***


Titolo: Il tesoro più grande
Personaggi: Dobby, Winky
Rating: Verde
Conteggio Parole: 214
Note: Scritta per il Befana Challenge su Fanworld (anche se con la Befana non c'entra un'emerita cippa xD)
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.

Il tesoro più grande

Era il suo tesoro più grande, senza dubbio; la stringeva al cuore ogni notte, infilando le dita nei buchi mal rammendati, e il calore che emanava! Era il suo tesoro più grande, la cosa più preziosa che avesse; gliel’aveva regalata il Signor Harry Potter, l’aveva liberato, e, oh! Come avrebbe mai potuto ringraziare il Signor Harry Potter per un dono tanto grande? Come avrebbe mai potuto ripagarlo?

«Ѐ solo una vecchia calza piena di buchi» gli ripeteva sempre Winky, seduta accanto al fuoco, smuovendo la cenere del camino con un bottiglia di Burrobirra vuota. E guardava con disprezzo lui e il meraviglioso dono di Harry Potter – come faceva a non vederne la bellezza?

«Dobby è stato liberato con quel calzino sporco! Dobby dovrebbe odiarlo e distruggerlo e bruciarlo!» strillava poi, quando le bottiglie di Burrobirra tra la cenere e il carbone diventavano sempre di più, e sempre più vuote, e la voce di Winky più stridula. «Dobby dovrebbe buttare quel calzino! Dobby dovrebbe odiare Harry Potter!»

Ma Dobby non la ascoltava, e stringeva ancora più forte la calza al petto. «Harry Potter ha liberato Dobby... Harry Potter ha liberato Dobby...» si ripeteva sorridendo mentre scivolava nel sonno, e neanche le grida di Winky e gli sguardi di disprezzo degli altri elfi potevano più raggiungerlo.

---

Piccole precisazioni: intanto, è collocata all'incirca all'epoca del Calice di Fuoco; il calzino cui si riferisce è la calza che per sbaglio Lucius getta a Dobby nella Camera dei Segreti - calzino che, appunto, appartiene a Harry. Tutto è partito da quel calzino, insomma xD

@Mimi: uh, mi piace la definizione che ne hai dato *-* anch'io l'ho immaginata un po' così: tratta di speranza, è vero, ma è una speranza illusoria, che consola Gazza e quasi gli tappa gli occhi di fronte alla realtà.
Per la Draco/Astoria, ci sto lavorando *-* prima dovrei finire un'altra long-fic di otto capitoli, ma poi mi dedico a quella <3

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Capitolo 19
*** A prima vista ***


Documento senza titolo

Titolo: A prima vista
Personaggi: Blaise Zabini, Eloise Midgen, Ms Zabini
Rating: Verde
Conteggio parole: 440
Note: Torno ad aggiornare dopo mesi questa raccolta, sperando che trovi al più presto una conclusione – le storie incompiute mi danno un’ansia terribile. Noticine: il nome della madre di Blaise, Candide, è una mia invenzione: mi piaceva il contrasto tra l’innocenza del nome e il fatto che, ehm, lei tanto innocente non sia. La famiglia Smith è lì per un preciso motivo: vista la boria di Zacharias Smith e poiché Hepzibah dichiara di essere una discendente di Tassorosso, ho sempre pensato che fosse una famiglia un po’ snob, e molto propensa all’autocompiacimento. Per il resto, credo sia tutto di mia invenzione.
La storia partecipa al contest ‘Maschi con(tro) femmine’, indetto da Taminia; a me e a MarchesaVanzetta è toccata questa coppia al di poco astrusa. Colgo l’occasione per pubblicizzarvi la sua storia <3 La trovate qui.
EDIT: La storia si è classificata prima e ha vinto il 'Premio frase' nel contest di Taminia, 'Maschi con(tro) femmine'. Colgo l'occasione per fare i complimenti a tutte le partecipanti e per ringraziare ancora una volta la giudice.
Disclaimer: I personaggi e i luoghi qui citati non appartengono a me, ma sono proprietà di J.K. Rowling.


A prima vista

Ricordava nitidamente la prima volta che si erano incontrati, nonostante all’epoca non fosse che un marmocchio recalcitrante.

Erano a uno di quei party eleganti e noiosi, lui, sua madre e Padre numero quattro; in quel turbinio di stoffe pregiate e calici pieni di bollicine si sentiva in trappola, smanioso di liberarsi da quegli abiti troppo rigidi e stretti per andare a giocare. Sua madre sorseggiava champagne e conversava amabilmente con i commensali; gli stringeva la mano per tenerlo fermo al suo fianco, e Blaise, da bravo damerino compito, faceva mezzi inchini col volto sorridente e si lasciava trascinare per la stanza come un giocattolo.

Era stato in quel momento che l’aveva vista: timida e sparuta, si stringeva alle gambe di suo padre come a proteggersi dal mondo, tanto che di lei si scorgeva solo un lampo di ciocche rosse. Aveva il viso cosparso di lentiggini e imbarazzo mentre si guardava in giro, ed era, nel suo strano modo pallido, persino bella.

Blaise aveva sette anni e di bambine ne aveva viste poche; non c’era da stupirsi, perciò, che si fosse innamorato di Eloise a prima vista.

 

Quando l’aveva rivista, anni dopo, era stato per un altro ricevimento galante: gli Smith avevano aperto i battenti della villa padronale per un’altra di quelle feste atte solo a compiacersi davanti al mondo, e Blaise, da bravo gentiluomo, non si era tirato indietro di fronte all’invito. Candide non lo teneva più per mano, impegnata a salutare chissà chi con Marito numero nove. Blaise non poteva negare di sentirne un po’ la mancanza; accanto a lei sapeva sempre quale fosse il proprio posto nel mondo.

L’apparizione di Eloise non era stata improvvisa. Probabilmente era a quel party già da qualche ora, troppo presa a nascondersi per attirare sguardi e attenzioni. Probabilmente era rimasta lì, in qualche angolo dimenticato della sua vita, per un tempo altrettanto lungo; magari da quella sera di quindici anni prima, quando l’aveva colpito con un solo sguardo. Blaise la guardò e gli parse bella come la prima volta, anche con quel naso un po’ storto e i capelli legati.

«Gradisci dello champagne?» le chiese con garbo, porgendole un calice e beandosi di quel sorriso timido che lei gli rivolse in risposta, così spontaneo e riservato e semplicemente bello. Blaise pensò che avrebbe voluto vederlo ancora e ancora, quel sorriso, magari mentre danzavano e la teneva stretta, così da guardarlo un po’ più da vicino e persino baciarlo, se solo lei gliel’avesse concesso.

Blaise aveva ventidue anni e di ragazze ne aveva viste tante; non c’era da stupirsi, però, che di Eloise si fosse innamorato - di nuovo - a prima vista.

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