Orgoglio

di pace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Biglietto ***
Capitolo 2: *** Bellezza&Anormalità ***
Capitolo 3: *** Cugini ***
Capitolo 4: *** Piccola Cotta (Parte Prima) ***
Capitolo 5: *** Piccola Cotta (Parte Seconda) ***
Capitolo 6: *** Cosi come non so, perché non ti conosco ***
Capitolo 7: *** Evidente, ma invisibile ***
Capitolo 8: *** Colpo basso ***
Capitolo 9: *** Follia (Parte Prima) ***
Capitolo 10: *** Follia (Parte Seconda) ***
Capitolo 11: *** Andare via ***
Capitolo 12: *** Gelosia ***
Capitolo 13: *** Chissà ***
Capitolo 14: *** Passi avanti ***
Capitolo 15: *** Mamma (Parte Prima) ***
Capitolo 16: *** Mamma (Parte Seconda) ***
Capitolo 17: *** 'Tu mi piaci moltissimo' ***
Capitolo 18: *** Tutto ad occhi aperti ***
Capitolo 19: *** Niente esiste, se non noi. ***
Capitolo 20: *** Ricordi ***
Capitolo 21: *** Segreti&Feste (Parte Prima) ***
Capitolo 22: *** Segreti&Feste (Parte Seconda) ***
Capitolo 23: *** Segreti&Feste (Parte Terza) ***
Capitolo 24: *** Segreti&Feste (Parte Quarta) ***
Capitolo 25: *** Sorprese ***
Capitolo 26: *** Spiccare il volo ***
Capitolo 27: *** Dolore ***
Capitolo 28: *** Chris&Miyu (Parte Prima) ***
Capitolo 29: *** Chris&Miyu (Parte Seconda) ***
Capitolo 30: *** Kismet ***
Capitolo 31: *** Qualcosa di magico e divertente ***
Capitolo 32: *** Orgoglio ***



Capitolo 1
*** Biglietto ***


Angolo Avviso: NEL TENTATIVO DI MODIFICARE LA MIA STORIA... E' SCOPARSO QUESTO CAPITOLO!
Quindi, probabilmente sarà diverso... anzi di sicuro.


Okay, sono riuscita a fare uno interno. Fantastico.
Spero di riuscirci, Ufo Baby mi da ispirazione. Spero piaccia. Vi dico che non mi importerà se le canzoni o fusi orari sono distorti o bla bla bla. Non per qualcosa, ma devo fare cosi. E' una storia, inventata. Quindi, siate liberi di sognare quando più potete. Questo capitolo lo modificato tutto 2 volte, a causa di... della mia scemenza, efp me l'ha tolto nel tentativo di mettere una frase. Scusatemi.
Leggete e non vi preoccupate perché è uguale (non esattamente, ma il significato è quello ) a quello di prima.
Vi voglio bene.
MissP;)


Prefazione
Probabilmente se al grande Kanata Saionij gli avessero chiesto cosa ne pensasse di Miyu Kozuki, ti avrebbe puntato con quegli occhi blu notte, coinvolgenti e penetranti e con calma studiata ti avrebbe risposto:-Niente, perchè?

Orgoglio

{Rinuncia al tuo potere di attrarmi
ed io rinuncerò alla mia volontà di seguirti.

William Shakespeare}

Capitolo 1- Biglietto

{... Shawty's like a melody in my head 
That I can't keep out 
Got me singin' like 
Na na na na everyday 
It's like my iPod stuck on replay, replay-ay-ay-ay...}


-PAPA' SPEGNI QUELLA DANNATA RADIO!!!! 
Urlò Kanata, con grande irritazione.
Oggi che poteva dormire, cavolo!
Quella stupida radio continuava a cantare.
Irritante.
Prese il lenzuolo del futon e lo aprì. Si alzò e imprecò contro il padre.
Si passò le mani nei capelli, stroppicciandosi gli occhi che dal sonno rimanevano chiusi.
Una volta alzato, aprì la porta scorrevole della stanza e senza vedere nè sentire, sia avviò in cucina. Era lì che stava quella radio.
Seguii la voce e quando vide la radio, ghignò.
Con una manata la spense, borbottando.
Si trascinò di nuovo lungo il corridoio, davvero stanco.
Aveva anche fame, ma aveva un sonno.
Senti quest'ultimo abbandonarlo e si bloccò davanti il frigo.
Nel girarsi, infatti, aveva notato un bigliettino sul frigorifero.
Era una calligrafia un po' solenne e tremolante.
La riconobbe. Troppo stanco per leggere, lo fece comunque.
Lo prese con la mano, lasciandolo attaccato e fece scorrere il suo sguardo sopra il foglio.
"Caro Kanatino di papà,
lo so, lo so. Ti arrabierai, ma... sto in pellegrinaggio.
Già. Ho colto un'opportunità.
Te la saprai cavare, non è vero amorino mioooo??
Se c'è qualcosina chiama qualcuno.
Mi mancheraiiii, pucciiiiiiiiiiiiii!!!
Un bacino grande grande dal tuo pelatino papino.
(Cuoricino, cuoricino, kiss kiss)

P.S. 'Sta attento... a non so cosa.
Ciauuu!"
Si grattò la nuca e sbadiglio.
Pellegrinaggio. Okay.
Lasciò il bigliettino e si diresse verso il bagno.
Addio sonno.
Si stroppicciò gli occhi, domandandosi chi mai avesse acceso la radio.
Spiriti? Bah.
Si sistemò la canottiera blu scuro e, dalla porta del bagno, notò che usciva fumo.
Vapore.
Sgramò gli occhi setendo andare completamente via la stanchezza.
Aprì la porta di stacco, senza pensare.
Miyu Kozuki si girò di riflesso, spaventata.
Kanata se possibile, sgranò gli occhi ancora di più, prendendo ispirando forte.
Ragazza.
Nuda.
Bagno.
Ci mise un po' per capire, il suo cervello.
I suoi occhi scorrevano sulla figura con la schiena nuda e liscia, perfetta e con un qualcosa addosso che le copriva il corpo e un asciugamano sulla testa che raccoglieva i capelli biondi.
Miyu rabbrividì, urlò e si girò, spaventata.
Kanata urlò, perché l'aveva fatto la ragazza.
AHHH.
Ahhh.
Il moro si girò, guardando dietro di sè.
Era stato preso in contropiede, proprio nel momento in cui aveva capito cosa stesse succedendo.
Urlacchiò quando un pettine, forse di metallo, lo colpì sulla testa.
Miyu rimase sospesa, continuando a tremare, dopo aver lanciato al ragazzo la prima cosa che aveva trovato.

______

-Ti ho fatto molto male?
-Potevi fare più piano.
La ragazza sconosciuta annuì, piano.
Kanata si schiarì la voce, con la mano sulla parte lesa, appoggiato alla porta del bagno, squadrando la biondina.
I suoi occhi verdi lo colpirono.
-Chi saresti?
La ragazza sobbalzò. -Ecco, il signor Hohso mi ha detto di stare qui e..
Si interruppe vedendo lo sguardo di ghiaccio del ragazzo.
-Chi sei?
-Miyu Kozuki.
-Mh.
Miyu abbandonò la testa di lato. -E tu?
-Io cosa??
-Come ti chiami?
-Vuoi sapere il mio nome?
-Si!
-Il mio?
-Si?
-Vuoi sapere chi sono?
-Voglio sapere il tuo nome.
-Chi sono?
-Il tuo nome.
Miyu quasi gridò. Kanata ridacchiò.
Se Miyu l'avesse conosciuto, avrebbe pensato che fosse strano.
Ma per il ragazzo era ridicola. Era forte prenderla in giro.
Ritornò con lo sguardo su di lei. -Che ti importa?? Tanto non devi stare qui a lungo.
La ragazza gonfiò le guancie e Kanata sospirò.
Stava risentendo la stanchezza.
-Il signor Hosho...
-Il signor Hosho non c'è. Ci sono io e comando io.
La ragazza rimase imbronciata. "Che ragazzo da incubo...", pensò.
-Senti, il signor Hosho....
-Lo vedi? No! Lui non sta qui. Va' dove ti pare ma tu non resti a casa mia.
Kanata non voleva una donna in casa sua.
Non lei, perlomeno.
Non che avesse qualcosa contro le donne, o lei specialemente, ma non voleva.
Era pesante tenerla a casa, lo sapeva.
-Vado a dormire. Addio.
-Ma...
Il ragazzo orma era entrato nella stanza, lascinadola da sola.
Miyu guardò la porta.
-E ora......?

_____

Forse era stato un po' troppo cattivo con la ragazza.
Ma infondo meglio cosi. Sarebbe scappata lei, cosi.
E non se ne sarebbe pentita.
Ma dove poteva andare?
Non era affar suo.
Si rimise a letto, sentendo il dolore alla testa svanire.
Chiuse gli occhi.
"P.S. 'Sta attento a non so cosa..."
Oh, ecco a cosa (chi) si riferiva.
Si strinse dentro il furon e riprese a dormire.


Beh, per chi conosce l'originale, sono riuscita a rimanere un po' come il testo precedente?
Si?? Bene.
Perché tanto non lo rifaccio >.<
xDD No, dai. Se voi volete agg qualcosa che non ricordo, meglio.
Ciao!!
Bacio, spero piaccia.
MissP;)

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Capitolo 2
*** Bellezza&Anormalità ***


Vorrei dire che la storia sarà più come se parlasse Kanata. Voglio far capire quanto l'orgoglio di una persona può compromettere tutto.
Nessuno legge ç.ç ma io spero.... leggete se vi va. E fatemi sapere!!

Orgoglio

Prefazione
Il suo sguardo, il suo cuore batteva con lui, per lui.
Era sicura di amarlo, e ne sarebbe stata intrappolata per il resto della sua vita.

{Le cose dolci da gustare
si dimostrano amare da digerire
.


William Shakespeare}


 

 

Capitolo 2-Bellezza&Anormalità

-Mamma?Cosa ci fai qui?
Una figura bellissima, femminile, si affiancò al piccolo Kanata.
Lui aveva 5 anni e la mamma era morta. Ora invece, se l'ha ritrovava affianco a lui, che sorrideva.
La donna gli sussurò all'orecchio qualcosa di incomprensibile e poi volò via.
Si svegliò. Kanata puntò il suo sguardo sull'orologio.
"Le tre...", pensò.
Era pomeriggio, doveva andare a farsi il bagno e doveva mangire -possibilmente zucca- per poi ritornare e finire i compiti.
Si alzò dal futon e, facendo scorrere la porta per uscire dalla sua camera, gli arrivò la stessa canzone di prima.
La stessa che aveva sentito all'arrivo della ragazza.
Ragazza??????????
Kanata analizzò. Si era dimenticato di quello che era successo.
Ricordandosi tutto, andò in cucina, spense la radio (ancora) e si diresse verso le due camere vicine al bagno.
Aveva detto a quella Miyu di posizionarsi in una delle stanze vicino al bagno. Avrebbe bussato in tutt'e due per evitare di fare ulteriori figure se la ragazza doveva ancora stare nel suo tempio.
Bussò alla porta della camera sulla sua destra. Niente.
Aprì la porta lentamente, sbirciò. Buio. Niente.
Bussò l'atra porta dell'altra stanza. Niente.
Aprì quella stessa porta di quella stessa camera lentamente, sbirciò attento. Buio. Niente.
Luce.
Aspetta, che????
Una ragazza ancora nuda,al centro della camera, urlò ancora.
-Chiudi, pervertito maniaco!!!
E chiuse.
Kanata era sconvolto, non sapeva bene cosa era successo in quei cinque secondi, ma sapeva di aver rischiato un altro bernocolo (nda si scrive cosi??? si può scrivere, no???-.-").
Si diresse, un po' imbambolato nel bagno.


___

Vestito, pulito, lavato si preparò ad aspettare la ragazza.
L'aveva vista nuda. Completamente.
Non aveva mai vito una ragazza completamente nuda nei suoi tredici anni.
Giurava di non aver visto niente. Ok, forse un po'.
La porta si spalancò in un tonfo sordo.
-Vacci piano...
Kanata era rimasto a bocca aperta per lo spavento, ma non era di sicuro il tipo da rimanere imbambolato tanto a lungo.
Uscì la ragazza che lo fissò, irritata.
I capelli biondi le scendevano soffici sul viso tondo, dolce e ingenuo e gli occhi risaltavano la sua naturale e pura bellezza.
Se non fosse per il suo accipiglio, poteva essere carina.
Ma Kanata parve non capire fino infondo. Era un peperino la ragazza, e li faceva venire mal di stomaco.
Lui amava la calma, proprio come sua madre.
-No dico, finito di aprire porte senza permesso??
Gli occhi verdi guizzavano sul viso incolore di lui, che sornione la fissava attento.
Non indossava più una tuta blu, ora aveva una maglietta semplice, rosa, a maniche lunghe e un jeans.
Lui inceve, aveva una maglia a maniche corte e una sottile giacca nera con jeans e scarpe da ginnastica, come lei.
Sembra sciolto, per nulla intimorito dallo sguardo di lei.
-Che ci fai ancora qui??
Chiese il ragazzo, incolore.
-Che gentile sei...
Ironica, la ragazza.
Kanata sembrava non scomporsi.
"Questo ragazzo, non ha un briciolo di umana umanità!!", pensò lei.
-Tu invece, sei dolce come l'acido. Vero?
-Mi dici come ti chiami??
-Ti importa? Tanto non devi-lo interrupe lei.
-... restare cosi a lungo, lo so. Ma vorrei imprecare contro di te se non ti dispiace, dandoti appellativa non gradevoli vicino al tuo nome.
-Pensiero profondo...
-Grazie. 
Si fissarono.
Poi negli occhi di lei si vide una luce. 
-Hai spento la radio???!!!!!!
-Si, dava fastidio.
-Pure tu dai fastidio, ma non ti spengo!!!
Disse lei, quasi gridando a getto. Era come se un peso fosse andato via.
La risposta era stata immediata. Quel ragazzo era fuori.
-Potrei dire lo stesso.
Kanata era appoggiato al muro, a braccia conserte. Stava cosi da quando la stava aspettando.
-Senti,-continuò lui-mi chiamo Kanata, ho 13 anni. Penso pure tu. Anche volendo non puoi rimanere qui.
-Perché????
-Siamo minorenni, e poi a malapena posso-si interrupe.
Un odore di briciato alegiava per il tempio.
-IL MIO ARROSTO!!!!!!
Gridò lei.
Si guardarono tutt'e due. Ma questa volta era complicità.
Scapparono verso la cucina.
-Tu prendi l'estintore, mentre io scappooooo!!
Disse lui, divertito.
Lei si infuriò ancora di più.-Deficente!! E' tua, la casa.
-Appunto!
Ritornò serio, prese l'estintore e salvò l'arrosto appena in tempo.
Bene, avevano un pranzo servito.
Lui guardò lei, ora con un accipiglio nervoso.
-Che cavolo hai combinato? Tu te ne stai ferma cosi, in camera tua nuda, con l'arrosto che si sta facendo????
-Non ci avevo pensato, tu mi fai uscire dai gangheri... aspetta, mi hai vista nuda non è vero???
-Perché ti preoccupi tanto, non c'è nulla da nascondere, non hai nulla!!!
Offesa. La ragazza, era offesa.
Kanata lasciò l'estintore e subito dopo ricevette una stampata sul sedere.
-Scommetto, di non essere l'unica!!!

____

Imbarazzo.
Seduti, attorno la tavola, Miyu Kuzuki e Kanata Saionij avevano imbarazzo. Perfino lui.
Dopo 20 minuti buoni a mangiare l'arrosto, preparato dalla simpatica Miyu, Kanata parlò.
-Ne vuoi un altro po'??
La ragazza lo fissò.
Lo sguardo era "un segno di pace", e lì si accorse che era davvero.... bono.
Arrossì.-No, grazie... ti piace?? non sono molto brava, ma... neanche poi pessima.
Sorrise, Kanata la fissò. Se fosse stato un ragazzo normale, sarebbe arrossito lui questa volta, ma il suo cuore batteva forte comunq
ue.
Davvero... carina.
Annuì, inerme.
-Anche io ho tredici anni, i miei genitori mi hanno lasciato da un loro amico, il signor Hosho, perché sono occupati a realizzare i loro sogni e beh... anche per altro...
La ragazza, aveva parlato. Aveva detto.
E Kanata come avrebbe reagito. se fosse stato normale si sarebbe sfogato, l'avrebbe guardata con sguardo dispiaciuto, ma non lo fece.
Questo si aspettava la ragazza, di vedere sempre quello sguardo, non voleva essere compatita. Con lui però sentiva che non l'avrebbe guardata cosi.
Infatti, alzò lo sgurado su di lui e lo vidi mangiare l'arrosto con sguardo perso. No perché pensava a qualcosa di triste o altro, aveva sempre avuto quello sguardo.
Era troppo bello.
-Il signor Hosho??
-Te l'ho detto, sta in pellegrinaggio.
Mangiava, non la fissava.
-Ah capito... sbaglio o c'è un bigliettino sul frigorifero?? ora me ne sono accorta!!
Rise, della sua sbadataggine.
Il ragazzo annuì e disse di lasciarlo stare lì.
Dopo circa 10 secondi in silenzio, Miyu parlò:
-Quando tornerà tuo padre?
-Non so...


Beeeeee, Kanata si è proprio sforzato di parlare eh???
Alla prossima:)))
MissP.
(FOTO=http://www.google.it/imgres?imgurl=http://lh3.ggpht.com/-f5vrqjDszbI/SiVGOXEQc6I/AAAAAAAAE_A/sN3CSunFjkU/77d9b84a2c09f0_full.jpg&imgrefurl=http://picasaweb.google.com/lh/photo/YCX
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9M:&tbnh=103&tbnw=137&ei=heH9Tdr4EI_GswaEkfzxDQ&prev=/search%3Fq%3Dufo%2Bbaby%26hl%3Dit%26sa%3DX%26biw%3D1199%
26bih%3D654%26tbm%3Disch&itbs=1
UNITE IL LINK, LO DISTACCATO!)
ILOVEUFOBABY!!
P.S. leggete le mie fanfiction, voglio sapere un parere.


 

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Capitolo 3
*** Cugini ***


Oh mammina!! Bene bene... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH *urlo*
Oggi:esami, invalsi... me lo merito un piccolo urletto!!
Sono al terzo capitolo, vedremo come si svolgeranno i fatti.
E mentre lotto con una mosca, scrivo.
Bene,ora leggete.



Orgoglio

{Ciò che il tuo occhio al risveglio
vedrà il tuo vero amore diventerà.

William Shakespeare  }

Capitolo 3-Cugini

Era seduto su una sponda di un fiume.
Kanata aveva appena compiuto 5 anni e il suo amico Santa gli chiese:
-Kanata? Ascolta, com'è la morte secondo te?
Questo lo fissò,-Perché??
Santa, 4 anni e amante degli ufo, lo aveva chiesto anche ai nonni, zii, genitori. Tutti però, si erano fatti una grande risata. -Hai ancora quattro anni, pensa a giocare!!
E lui, lo stava chiedendo ora al suo migliore amico.
Girò la testa verso le sponde del mare. -Perché... solo noi possiamo morire? O anche gli ufo??
Kanata rise. -Non voglio pensare alla morte come qualcosa di brutto, quindi si, spero che anche gli ufo muoiano, Santa.
Si svegliò, di soprassalto. Scrutò  intorno a sé e vide che si trovava in cucina, vicino al tavolo.
Si era forse, appisolato?? Perché dormiva sempre, in questo ultimo periodo?
"Miyu!"
Con uno scatto veloce, controllò tutto il tempio. Non c'era nessuna traccia di lei. La ragazza era scomparsa.
Sorrise, andò nella stanza che Miyu aveva scelto e vide che era in perfetto ordine. Sulla porta c'era un biglietto.
Era scritto in un giapponese molto confuso e disordinato per una ragazza.
Perché il bigliettino era suo. Diceva:
"Grazie per la mini-ospitalità!
Sono stata bene, vorrei però farmi perdonare per essere piombato cosi nel tuo tempio.
Scusa per la... ecco non ricordo con cosa ti ho colpito tutt'e tre le volte!!!!!!!
Mi dispiace, ma ecco mi stavo vestendo. In tutt'e tre le volte!
Quindi... per farmi perdonare, ti ho visto appisolato e cosi ho sistemato la 'mia' stanza e il bagno, non  ho toccato niente di tuo.
Spero che ti abbia fatto piacere.
Ora vado, non ti preoccupare per me, a presto.
Un bacio. Ciao."
Rise molto, Kanata rise molto.
'Un bacio'.
-Aahhhhahhaha!!
Andò a vdere il bagno, era pulito anche questo.
"Ciao anche a te, Miyu..."

____

-Fanno cinque Yuro. (*)
-Ok grazie.
Uscito dal supermercato si avviò verso casa.
Aveva fatto la spesa e ora la doveva portare al tempio, poi avrebbe chiamato Santa.
-Ti devo dire una cosa importante-aveva detto quest'ultimo.
Di sicuro parlava di ufo o cose cosi.
O della morte.
-Secondo te gli ufo possono morire?-gli chiedeva sempre questo.
Quel ragazzo era strano, lo conosceva dall'età di due anni.
Hanno condiviso tutto. Si volevano bene, anche se forse Santa era un po' più aperto.
arrivato al tempio, sistemò la spesa e si avviò verso casa di Santa.
Lungo il tragitto pensò alla ragazza. Pensieri innocenti.
"Chissà dove sarà, vabbé che importa!"
-Kanata???!!Kanata?????????'KANATA!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Un urlò agghiacciante fece fermare il povero ragazzo in questione. Caspita doveva correre o girarsi???
Chi era quella pazzo o pazzo che sia, che lo chiamava??
Mantenne il suo sangue freddo, anch se fosse c'era gente e poi lui era bravo a difendersi.
Era figlio di un buddista scecherato, o no??
Davanti a sé un gruppo di ragazzini sventolavano mani e bandiere per farsi accorgere, erano a dieci passi lontani da lui e si misero a correre trasportando una ragazza bionda.
Più si avvicinavano più la ragazza si distingueva. Insomma, non importava cos volevano quei ragazzi, né chi fossero, ma voleva scoprire chi fosse la ragazza.
E poi, ecco. Quegli occhi verdi, il viso tondo e lui si fermò. Il cuore batteva sordo e strinse i pugni dentro le tasche.
Il suo cuore gli entreva nelle orecchie e prendeva una parte di sé.
Era solo Miyu. Lei pareva non accorgersi di lui.
O forse lui era che non ci vedeva bene?
-Ti stiamo chiamando da cinque buoni minuti!! A che pensi eh?? Ale ragazze?? Chi? Quale? Dove? Perché? Quando? Perché non me ne hai parlato? siamo amici ci dobbiamo dire tutto!! Cattivo, non ti parlo più!
Dapprima la voce giocherellona, non l'aveva proprio distolto dalla ragazza che guardava il pavimento. Forse aveva la bocca aperta.
"E' meglio se la chiudo...", pensò.
Boccheggiò e guardò un ragazzo imbronciato, a braccia conserte che li teneva le spalle e una mandria di ragazzini sorridenti che lo guardavano.
Tranne, la povera Christine, lei non rideva.
-CHI OSA PRENDERE POSTO AL CUORE DEL MIO KANATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA??????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Molta gente si girò, Nanami, Aya, Santa, Kurita e perfino Miyu la stavano calmando dalla ira funesta di Chris, ma bastò un tocco di Kanat a farla calmare.
-Chris non c'è nessuna okay?
-MI STA TOCCANDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E STA PARLANDO CON MEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!
Santa si avvicinò a Kanata.- Dai non è vero che non ti parlerò più, a me puoi dirlo....
Gli sussurò all'orecchio.
Kanata calmo, rispose, -Peccato... che mi parlerai ancora.
Santa stava quasi per piangere ma una voce vellutata, da poco conosciuta a Kanata fece fermare tutti.
-Kanata???
Nanami, una ragazza "diligente e sempre attenta, intelligente e simpatica, bellissima e astronomicamente perfetta, con quel suo corpo ammirevole e cresciuto, i capelli bruni e corti", cosi almeno diceva sempre, la fissò.
-Conosci questo qui?
E indicò Kanata, che intanto apriva una chewing gum.
Aya, pazza da legare come sempre, volando facendo svolazzare le sue treccine verdi, esclamò che poteva essere una amore segreto.
Tutti la fissarono. - Che c'è?? Sarà il materiale per il mio nuovo...
Christine Hanakomachi, fracese, capelli ondulati, rosa era la più bella ragazza di tutta la scuola di Kanata, cacciò un urlò.
Fin da piccolina, quando a
veva visto quest'ultimo e lo aveva conosciuto meglio si era presa una cotta forminabile e con l'aiuto del cugino Kurita escogitava sempre qualcosa per conquistarlo. Purtroppo kanata ognivolta doveva ripetere che no la corrispodendeva, ma lei non si perdeva d'animo e continuava con la sua iper gelosia e possessività.
il cugino aveva tenteto di dissuaderla, ma non c'era riuscito. Era molto pacato, con occhi grandi e da bambino, alto e molto intelligente, carino. Ma non quanto Kanata Saionij, andavano tutti nella stessa scuola e erano molto amici. Kurita era il secondo ragazzo più bello della scuola, il primo era Kanata, poi c'era l'antipatico e competitivo Nozomu. Biono, occhi ciel, alto e con una bella corporatura. Era invaghito di Chris, e questo era uno dei motii per cui faceva guerra con Kanata.
Chris si abbatté contro Miyu. -VI CONOSCETE?????????????????????????????????????????????? STATE INSIEME????????????? POMICIATE???????????? O PEGGIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO... VOLETE SPOSARVIIIIIIIIIIIII, NON POSSO PERMETTERLO, PER QUANTO MIYU MI è SIMPATICA.... KANATA é MIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!
-Chris... calmina...
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAh... oh.. aspetta... Kanata mi ha chiamato Chris... che bello............... FATTO STA CHE MIYU DEVE SOCCOMBEREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
-Non stiamo insieme, siamo cugini!!!
-COSA?
-Davvero??
-COSA?
-Cosa?
-Cosa???
-Ok, Kanatino mio
Prima Miyu, poi Nanami, poi Aya, poi Santa, poi Kurita e poi Chris rimase sconvolta.
Kanata aveva deciso di dire la prima cavolata che gli usciva dalla testa per salvare Miyu... e lui, si certo. 
-Cugini, si. I suoi hanno deciso che poteva stare con me.. così...
Miyu capì, al volo. -Ah si, certo!!! Loro non ci sono, cosi abito da lui.
Chris si calmò e dopo lo schiock si salutarono tutti.
-Santa?-disse Kanata-non mi dovevi dire una cosa?
-Ah siiiiiiii!!! Ho scoperto che tutti muoiono.
-Ciao, Santa.
Kanata si girò e si avviò a casa con Miyu, lasciando lì il povero Santa.
-Ma... ASPETTA!!!!!!
(*)Yuro=soldi, euro in Giappone credo.
Sono andata nel Google traduttore XDD
Spero, che sia piaciuto comunque. 
A presto, Margiiiii&CO.
CIAOOOO
MissP.
P.S. per chi volesse saperlo, ho intrappolato la mosca, anzi, due mosca muhahahahhahahahahhahahah

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Capitolo 4
*** Piccola Cotta (Parte Prima) ***


Mi scuso per gli errori di tutti i generi del cap. precedente. Di solito, lo leggo, ma non l'ho fatto prima.
Perciò scusate. Se avete qualche dubbio... sarò lieta di ascoltarvi.
E ora, potete leggere!

Orgoglio

 


{Io desidero quello che possiedo;
il mio cuore, come il mare,
non ha limiti
e il mio amore è profondo quanto il mare:
più a te ne concedo più ne possiedo,
perché l'uno e l'altro sono infiniti.
William Shakespeare}
 

Capitolo 4-Piccola cotta
(Parte Prima)

-Kanata scusami... non ho pensato...
Miyu era davvero dispiaciuta. 
Si stavano avviando man mano verso il tempio. Ormai era stato detto che abitavano insiem, ed erano cugini.
E per questo che a Miyu gli venne un po' di tristezza. Ma non capiva di cosa.
Comunque, era stata colpa sua, indirettamente o direttamente aveva fatto lei quel pasticcio e voleva rimediare.
Aveva combinato molte cose da quando era arrivata al tempio Saionij.
Kanata era tranquilla, stava mangiando una barretta e siccome ne aveva prese due, doveva offrire. Ma non li faceva piacere certo.
Girando la testa dall'altra parte della posizione della ragazza
(nda mi spiego... se Miyu sta a destra di Kanata, questo gira la testa a sinistra) protese la barretta al cioccolato.
-La vuoi?
Continuava a mangiare, fissando fintamente e con aria stanca per far apparire tutto normale, i negozi.
Lei lo fissò. Sporrise e ringraziò, prendendo la barretta.
Ci furono minuti, ore o anni di silenzio e di imbarazzo che subito scemò.
Si sentiva strana Miyu. Possedeva qualcosa che... temeva.
Arrivati al tempio, Kanata salì, a metà strada si voltò per vedere se la ragazza lo seguiva.
Il suo cuore si spaventò: la ragazza era rossa ed era proprio affianco a lui.
Kanata decise di stuzzicarla un po'. -Sei tutta rossa... perché?
Sorrise sghembo. (*)
La ragazza notò il suo sguardo malizioso, non appena alzò la testa.
Si schiarì la voce, tentando di  stare con i piedi per terra. Doveva prendere padronanza del suo corpo, ma non ci riusciva.
Gli succedeva sempre.
"Si, mi succede sempre. Per me è normale", pensò lei.
Lui si divertiva, ma decise di lasciar stare e salire.
"Ma vedi tu, che spaccone!!"

____

-Per cena che vuoi?
Domandò Miyu a Kanata.
-Zucca.
Kanata stava vedendo la TV, mentre Miyu organizzava i pranzi per i giorni a venire.
-Cosa hai comprato?
-Vedi tu.
-Si, ma non mi va. Dai dimmelol tu.
-Non ricordo, meglio che vedi.
-Impossibile che non ricordi.
-Impossibile che sei una rompipalle!
-Ti do fastidio???
-Si!!
-BENE!!!
Kanata continuò a fare zapping (nda quella cosa, insomma quando cambi canale no??!!!!), mentre Miyu si alzò e lasciò i fogli sul tavolo.
Andò nella sua stanza, quella di prima. Avevano deciso tutto, non appena entrati in casa, si erano organizzati in tutto. Ogni minimo particolaree era stato pensato.
Ma non quello che Kanata era antipatico.
Ma non quello che Miyu era una troppo divertente da prendere in giro.
Sarebbero stati due anni più lunghi della sua vita, per Miyu.
Per kanata invece, non vedeva l'ora che sarebbe tutto finito.
Si sentiva legato. Troppo. A... 
"Perché devo pensare a lei??"

____

-Akira? Senti, ti va bene la zucca per pranzo??
-Ho scelta?
-Non penso...
-Scelgo la zucca, allora.
-Oh bene.
Il giorno dopo Kanata aveva ricevuta la notizia che sarebbe arrivata Akira.
Lui e lei si conoscevano fin da piccoli. Loro due più Santa, erano un trio formidabile.
Ma poi, venne il giorno in cui Akira dovette andare in America.
Ci rimasero tutti male.
Ma forse, Kanata lo era di più di tutti.
Era stato sempre legato sentimentalmente con Aki-chan.  Aveva sempre avuto una piccola cotta, per lei.
Ma erano cose del passato, probabilmente, non era neppure una cotta. Non era mai stato cosi attaccato ad una ragazza.
Ma per lui, non era vero. Ammeteva che sentiva qualcosa di speciale, ma solo questo. Era già troppo se lo aveva detto apertamente a se stesso.
Aveva capito che era affetto, no una cotta. Mai avuta.
Non aveva mai pensato a lei in quel modo, o meglio, lui non pensava a nessuna in quel modo. Non era il tipo.
Eppure, forse, lo avrebbe fatto. 
Akira arrivava per pranzo. Doveva vedersi con il passato.
Lei aveva pensato bene che doveva essere pronta a tutto.
Era stato sempre un bel ragazzo, e lei una bella ragazza. Perfetti insieme da star male.
E ora Akira si aspettava un bel ragazzone tenebroso.
Infatti, quando arrivata al tempio suonò il campanello, pensò  di alzar la testa.
Doveva essere altissimo.
Chissà come quella ragazza che abitava con lui, avrebbe fatto.
La porta si aprì e ne uscì una ragazzo con uno sguardo prondo, bruno e occhi blu notte. Talmente scuri da colpiti. Da sbafo, insomma...
Il ragazzo, non sorrise ma l'accolse ugualmente molto bene.
"Come al solito, poi...", pensò la ragazza. Kanata non era affatto cambiato.
-Perché non ti sforzi di sorridere di più?
Una voce cosi adulta.
"Completamente diversa da quella di Miyu", pensò Kanata.
-Se solo trovassi im motivo, lo farei.
La fece accomodare in cucina, dove si trovava una ragazza con lunghi capelli biondi.
Questa si girò, rivelando un sorriso molto ingenuo.
Non sapeva se ad Akira faceva lo stesso effeto di come faceva a lui quel sorriso, pensò Kanata.
"MA QUALE EFFETTO!!!!!!", subito si rispose, facenbdo una smorfia. Si sentì in dovere di riporre rimedio e attaccò Miyu.
-Ma che ti sei messa??
-MA CHE IMPORTA????????
Ora andava meglio per Kanata. Era in possesso di se stesso.
Akira rise nervosa, ma comunque divertita.
-Ti ho preparato la zucca...
-Volevo farlo io ma-ribattè Miyu che venne a sua volta fermata da Kanata.
-... fa schifo come cucini.
-Non è vero!! E' che era meglio per lei....
-... se cucinavo io, lo so.
Miyu si imbronciò e Akira alzò gli occhi al cielo.
-Non vedo l'ora di conoscere tutti i tuoi amici e comunque di rivedere Santa!!!
"Dio che voce matura!!!!", pensò Miyu, "Cosi seria.."
Mangiarono tutto e alla fine andarono verso casa di Santa per fargli una sorpresa.

____

-Akira!!!!!!!!!!!AKIRETTAAAA-CHAN!!!!
Santa si attacò alla gamba della sua amica e pianse con tutto se stesso.
"Sentimentale...", pensò Kanata.
-Mi sei tanto mancataaaaaa!!
Akira rideva, mentre tutti gli altri guardavano la bellissima ragazza dai lunghi capelli nerie lisci , occhi intensi  e vispi.
Indossava un vestitino azzurro molto carino e semplice.
Chi era quella ragazza??
-Kanata hai visto quanto è bella Aki-chan?????
Esclamò Santa, tutto pimpante. Akira un po' ci sperava di avere questa reazione, voleva dire che la volevano bene. O perlomeno la voleva bene, Santa.
Ma Kanata?? Perché il suo sguardo profondo lo voleva su di sé?



(*)preso da Twilight.

Giààààààààà, perché???????
Booooooooo..... ma guarda!! Che intelligenza.. alla prossimaaaaaaaaa

MissP.

 

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Capitolo 5
*** Piccola Cotta (Parte Seconda) ***


Orgoglio

{Perciò ama moderatamente: l'amore che dura fa così.
William Shakespeare
}
 

Capitolo 4-Piccola Cotta
(
Parte Seconda)

-Kana-chan? Promettimi che ci sposeremo....
Kanata la guardò. -Akira, pensi davvero che ci ricorderemo dell'altro?
La bambina gonfiò le guanciotte. -Devi farlo!!!!
Si fissarono, i loro occhi luccicavano davanti al sole, il quale sembrò volersi nascondere dalla perfezione che solo uniti, i due bambini, sapevano emanare.
Avevano 7 anni appena. Ma erano un tutt'uno, tanto.

-"Pensi davvero che ci ricorderemo dell'altro??", Oh Kanata sei cosi profondo.
E cosi ci fu una risata generale che fece svegliare Akira dal suo ricordo appena raccontato a tutti,il suo ricordo più bello, perché mostrava tante cose del suo Kanata.
Quest'ultimo, aveva appocciata la testa al palmo della mano, sul tavolo, e non rideva, anzi era indifferente.
Era sempre stato cosi, indifferente, profondo e quando in ansia, giocherellone.
Non l'avrebbe mai amata. Mai.
Erano seduti a godersi una domenica di sole, con Santa e tutti gli altri. Stavano in un bar, a bere qualcosina.
Intanto, il tempo passava, Miyu, Kanata e Akira erano immersi nei loro pensieri.
Santo lo notò, ma questa volta decise di essere più discretò.
Chiamò solo Kanata in disparte e gli parlò, cercando di restare serio ma non troppo.
-Kanata, Kanata, Kanata... perché pensi???
L'amico lo guardò strano,-Solo perché tu non lo fai, non vuol dire che è anomalo.
Al ragazzo colpito, gli vennero le lacrime agli occhi. -Ma Kanata!!! Che cattivo...
Kanata se ne stava andando, ma l'altro lo attirò e con una espressione seria da brivido, gli parlò schiettamente come sempre.
-Akira, è cotta. E credo pure tu.
Quell' altro, impassibile, rispose calmo:
-La farmacia... è aperta... e si potrebbe vedere quello che ci dovrebbe stare ma non c'è. A te.
E di nuovo, Santa si aggrappò a Kanata e pianse.
Si era fatto distrarre, chi lo conosceva sapeva che Kanata pur di non essere colpito, distraeva. Ma era sempre stato sincero.

____

-Mi stai dicendo che posso davvero stare qui al tempio, fin quando voglio??
-Si, credo che a Miyu non dia fastidio....
Ci fu un attimo di silenzio, tra Kanata e Akira.
-Kanata ti è piaciuto il mio regalo?
Si, Akira aveva portato qualcosa sia per Kanata che per Santa. Al primo, un album con le loro foto, al secondo un giornale di Ufo.
Non era granché, ma loro l'avevano apprezzato molto.
-E' davvero bello, grazie, si.
Stavano nel tempio, ed era giunta l'ora di cena.
Cosi, Miyu aveva preparato qualcosa mentre Kanata e la sua amica chiaccheravano.
"Sono proprio affiatati, cioè... uniti. Stanno cosi bene, sono proprio carini.", pensò la ragazza accenando un sorriso.
-E' prontooooooooo!!!!!
Gridò Miyu.
Dopo aver magiato, Kanata mostrò ad Akira tutte le camere.
-Prendo questa vicino al bagno, ok?
Naturalmente aveva preso l'altra camera vicino al bagno, visto che una era già occupata da Miyu.
-Posso farmi un bel bagno, prima di andare a dormire?
-Come vuoi.
Rispose Kanata, sbadigliando. -Vado a letto, 'notte.
Durante il bagno, Akira pensava.
Miyu era bellissima, ma Kanata pareva non accorgersene.
Infondo, come le aveva spiegato, si erano appena conosciuti, lei sapeva infatti che non erano veri cugini.
Perciò... potevano innamorarsi, ma visto che si erano conosciuti ora... non potevano farlo, o capirlo insomma.
Finì di lavarsi e si mise a letto.
Non riusciva a non pensare a Kanata.
Cosa provava, verso Miyu? E verso lei??
Le dispiaceva rovinare un'amicizia come la sua tra lei e Kanata. Si era detta che passava con il tempo... e invece.
Non sapeva nulla, ma a parte questo, si addormentò.
Il giorno dopo era tempo di scuola.
Miyu e Kanata salutarono Akira che rimase sola nel tempio. Decise di andare a vedere un po' la loro scuola.
Si vestì, dopo essersi lavata, e andò a visitare la loro scuola, in verità lei non sapeva bene dove fosse, però si era fatta spiegare bene dove era.
"Bene, è questa", pensò.
Era un edificio imponente, un po' vecchio stile, bianco e con finestre verdi. Tutti portavano una divisa, era diversa in America.
Il Giappone era casa sua, l'idea che sarebbe dovuta partire dopodomani non le piaceva. Adorava il Giappone, e i suoi abitanti.
In America aveva molti amici, ma non speciali come Kanata o Santa, e perchè no anche Aya, Nanami, Nozomu, Kurita,... Miyu.
Si, le era molto simpatica.
"Forse dovrebbe stare con lei non con me...",pensò sospirandò.
Ma poi venne bloccata da una voce maschile severa e potente.
-Che ci fai qui ragazzina? Perché non sei a scuola, fila dentro!!! Ma.. non hai l'uniforme??? Ti porterò dal preside!!
Akira, venne presa per braccio e trascinata dentro. -Ma non sono di questa scuolaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!
-Si si,  come no!
L'uomo era alto, con occhiali spessi e portava tanti fogli con sé. Forse era un insegnante, visto che sui fogli gli pareva ci fossero voti.
Arrivò detro una stanza scoinosciuta, dove un uomo guardava delle carte, poi i suoi occhi si fissarono su Akira.
Lei, era ancora tenuta da un braccio da quell'uomo. Si dimenò, e infine l'uomo la lasciò.
-Preside, questa ragazza non indossa la divisa, l'ho vista scappare fuori dalla scuola mentre rideva. Lascio a lei la punizone.
L'uomo, quello con occhi azzurri e biondo che si trovava dall'altra parte della cattedra, guardò la ragazza, ascoltando impassibile.Non sembrava neppure sorpreso.
Forse accadeano spesso nella scuola queste cose.
Ma lei, d'impulso, sgranò gli occhi.
"Questo è... ridicolo!! E' matto!!", pensò. 
 -Carl, ci penso io. Tu va' pure.
Rispose, fermo e forse esasperato. Aveva una voce sottile.
Akira però, ribatté. -Con il dovuto rispetto, io non appartengo a questa scuola!!
-In effetti... non ti ho mai vista.
L'uomo con il voce invece, ghignò e rispose, contento.
-Sta in una delle mie classi, ovvio.
-Ah si, certo. Ora vai pu-venne interrotto da Akira.
-Lei è impazzito! Chi mai la conosce?? Perché mi fa questo??? CHI CAVOLO E'?????????????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Carl finse di essere sconvolto. -Che ragazzina... esco, la lascio a lei.
Il preside acconsentì, mentre il maniaco andava via. Akira era nervosa, cacchio... che strana cosa che le stava succedendo.
-Senta io...-disse frenetica, ma venne interrotta dal preside che la rassicurò.
-Tranquilla, lo so, lo so. Va' a casa. E scusami. Ma non ti far vedere da lui, intesi? Se qualcosa, digli che sei stato sospesa o  cose cosi. Ora va'.
Akira uscì, se non prima di aversi assicurata che quel pazzo maniaco non ci fosse più.
Che cosa strana... il Giappone non era cosi... pazzo. Almeno, quando c'era lei...
Certo, in ogni paese ci sono dei... tipi... strani. E pazzi. E maniaci. E pazzi.
Andando nei corridoi della scuola, incontrò delle persone, tante, ma erano troppo indaffarate per accorgersi di lei.
"Meno male!!!", pensò, con un sospiro.
E fu lì che vide Kanata, Miyu e gli altri nella classe... I° D. 
Li vide assorti, pensierosi, tutti e due.
Poi Miyu guardò Kanata. Arrossì.
Perché??
Perché stava arrossendo?
Guardò Kanata, il quale fissava il quaderno. Lui sussultò appena. Poi...
CAZZO!!! ERA ARROSSITOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


(Ufo Baby, ep.33  Parte 1 di 3 "L'amica d'infanzia"(Akira)=http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CB4QtwIwAA&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3D4o2361tE64Q&ei=1NIETs7IHsfEsgbz45CfDA&usg=AFQj
CNF4i9nYjzPpsnKbuTWPxrRf9i34YQ
Vedete anche l'ep.34)
Un piccolo omaggio ad Akira&Kanata. Le ci vuole, visto che verrà rimpiazzata (nella mia storia) ;))
Mi dispiace per le volgarità, e poi non ho nnt contro i giapponesi, anzi!!
Baci,
MissP.

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Capitolo 6
*** Cosi come non so, perché non ti conosco ***


Ok, ho dimenticato... tutto-.-
Ma vabbe... leggete**
P.S. HO SUPERATO GLI ESAMI!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Evviva ME!!!!!


Orgoglio

{Sappiamo chi noi siamo, ma non sappiamo cosa potremmo essere.
William Shakespeare
}

Capitolo 6-Cosi come non so, perché non ti conosco

Lo fissava; quegli occhi verdi, che spesso si incontravano con due occhi scuri profondi, lasciavano trapelare imbarazzo, sicurezza, curiosità.
E di certo Kanata, le aveva afferati molto bene.
-Miyu, che diavolo hai?
La ragazzina era intenta nel distogliere il suo sguardo per poi riportarlo alla TV, non si aspettava che la chiamasse, o meglio si, ma era successo cosi tante volte che le era sembrato inverosimile che accadesse. 
Deglutì e si sistemò meglio sul divano, tornando a posare i suoi occhioni su Kanata.
Guardava la TV, insieme ad Akira che però non c'era, era andata a prendere da mangare: c'era il suo film preferito.
Ma per Miyu e Kanata la cosa non era proprio molto importante più di quanto lo fosse l'altro.
Lei rabbrividì, era vero, Kanata era... come dire... strano. Imperforabile.
-Nulla...
Sussurò appena, in contrasto con il tono di lui, irritato.
Di scatto la sua testa si portò sulla TV, sullo schermo gigantesco, vedendo ma non osservando.
Era nei suoi pensieri, cosi tanto che non si accorgeva dello sguardo del ragazzo.
-Sono tre ore che mi fissi, che c'è?
-Nulla, davvero?
-Nulla?
-Nulla!
-Come vuoi...
Anche lui riportò il suo sguardo malizioso sullo schermo.
-... ma se ti vedo ancora a guardarmi, sarò costretto a baciarti.
Appena sentite quelle parole, Miyu si accese, nessun ragazzo le aveva mai parlato in quel modo. 
E forse se lo avesse fatto, non le avrebbe colpito cosi tanto.
Lo sognava sempre, di notte, di giorno, eppure, Kanata non capiva. Anche se alla ragazza era capitato più di una volta di rifiutare tutto ciò.
"Cacchio...", pensò, "ora sudo... freddo..."
Poi, il ragazzo si mise a ridere, e fece una faccia disgustata. -Che schifo, non potrei mai baciarti, fossi scemo!!!
E rise ancora.
Le sue parole, però, le pareva a Miyu, che facessero... male. Al cuore, e ancora più giù, per poi nel tutto il corpo, scoppiare.

_____

-AHAHAHHAHAHAHAHAHAHHAAAAHAHAHAHH!!!!!!!!!!!!!!!!!! Aiutoooooo!! AHAHAHHAHAHAHAHAHHAHA!!!
-KANATA ZITTO!!!
-AHAHAHHAHAHHAHHAAAAHHHHAHAHHAHAHH!!!!!
-ZITTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!
L'urlo agghiaciante di Akira lo fece smettere.
Dopo aver sentito il parere di questa, Kanata era scoppiato.
-Miyu... è......... ODDIOOOOOO AHAHAHHAHAHHAHAHHAHHAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Akira lo picchiò. -Cretino, è davvero bella....
-AAHHAHAHHAHAHAAHHAHAHHAHAHHAH!!!!!!!
-E BASTA!!!
Il ragazzo era rosso, ed era caduto dal divano, questa volta toccava a Miyu andare a prendere da mangiare, perché quello di primja era finito. E quindi, Akira aveva approfittato, ed aveva parlato di Miyu e di lui, un po'... ecco... si era sbilanciata.
-Ascoltami,-disse mentre questo sputava cercando di trattenere una risata prepotente-,lei è molto bella, e credo... che... ti vuole bene. Molto bene, ok?
Altre risate, Kanata era davvero annegato, ma dopo un po' si riprese e parlò, serio, o quasi.
-Io e lei? Ma sei impazzita??
-Non ho detto "tu e lei", ho detto " lei è molto bellae ti vuole bene"...
-E' una cavolata comunque!
-Perché? Ti guarda.. come... si vede che le piaci.
-Come vuoi...
-...ed è bella...
-Ma fammi il piacere!
-E' vero e lo sai.
-Diresti che anche mio nonno è bello...
-Perché non lo è?
-NO! Insomma, le rughe... e il viso... e le rughe... e il viso...
-E allora, da giovane era davvero.. ASPETTA, NON PARLAVAMO DI QUESTO!
Kanata incrociò le gambe, e ridacchiò. -Hai ragione, mio nonno è più bello di Miyu.
-Ma chiudi il becco!
-Ti contraddici: dici che mio non-lo interruppe.
-ZITTO!!!!
Alzò gli occhi al cielo.
Akira parlò.
-Ascolta, può darsi che non ti piaccia... ora, ma con il tempo-
-No... nulla. Per me, lei è come tutte, ok?
-Chiaro...
-Perfetto...
Un urlò abbatté il loro silenzio, poi venne seguito da qualcosa che cadeva.
Corsero verso la cucina, e videro una Miyu a terra, a gambe all'aria con un vassoio tutto spalmato addosso e con piatti e pentole rovinati o comunque caduti.
-MIYU!!!
Akira guardò Kanata, che aveva cacciato l'urlo...
"Allora ti interessa davvero!", pensò,"Ma forse è ovvio... infondo, chiunque-"
-I piatti... E LE MIE PENTOLE!!!!!!

______

-E' imbranata....
-Ti piace...
-E' brutta!
-Le piaci...
-E' infantile!!!
-... ma vi piacete o sbaglio??
A Kanata venne voglia di strozzarla.
-Probabilmente, non lo vedi perché ora vi siete conosciuti. Non sai come è....
-Non è per questo, Aki-chan.
-Si che lo è.
Imitò la voce del ragazzo, lei.
Alzò le soppracciglia, congiunse le mani.
-Che c'è?-disse lui-che vuoi??
-Niente...
Lei arricciò la coda.-Vado a nanna... ci si vede...
Akira andò a letto, mentre Kanata sistemò un po' di cose.
Poi Miyu fece sussultare Kanata, immerso nei suoi pensieri.
-Scusami...
-CAZZO MI HAI FATTO SPAVENTARE!!
-Scusami...
Lei si mordeva il labbro mentre si tortuava le manine guardando per terra.
"Certo che quel corpicino... BLA BLA BLA!!!!",pensò inervosito.
Kanata balzò in un grugnitò, finendo di sitemare. -Fa nulla...
-Davvero, scusami per tutto. Se vuoi ti aiuto, ma non voglio fare cose che ti diano fastidio...
-Sbaglio o tu sei qui? Ormai quel nervosismo ce l'ho già.
A Miyu, si spezzò il cuore.
Succedeva sempre cosi, era abituata ormai. Tutti i ragazzi, le ragazze la trattavano cosi, ma da lui... un ragazzo cosi buono...
Stava per piangere cosi pensò che era meglio andare via.
-Vado...
Era vero, non sapeva come era Kanata, ma lo immaginava da Dio.

E già... colpo basso da parte di Kanata non trovate?
Ha spezzato la povera Miyu, ed ora??
Chi vincerà?O.O For5se, il lupo cattivo...
MissP.

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Capitolo 7
*** Evidente, ma invisibile ***


Orgoglio

{Ma tu chi sei che avanzando nel buoi della notte
inciampi nei miei più segreti pensieri?
William Shakespeare}

 

Capitolo 5-Evidente, ma invisibile

-Vai tu a fare la spesa, Kanata?
-Si si, tanto, ci vado sempre io!
-Ma non è assolutamente vero! Per quattro giorni, anzi cinque, contando pure il mio naturale turno, ci sono andata io, perché tu dovevi stare vicino alla tua amichetta Akira!!!
-Gelosa per questo?
La sua risposta a Miyu, fu immediata per Kanata. Doveva sapere, farla capitolare, non avrebbe mai detto la verità.
La diretta interessata arrossì. -Voglio solo farti capire che ora che Akira è andata via, tocca a te! Tutto qui... perché dovrei essere gelosa?
Kanata si preparò in un amagliante sorriso. Aveva appena un po' incurvato le labbra da un lato, e i suoi occhi scintillavano, le braccia sul tavolo, il viso inclinato, i suoi capelli che ricadevano quasi vicino ai suoi ochhi cosi... blu. I quali, nessuno mai riusciva a toccarli.
E poi Kanata, quello che sensualmente la stava intrigando, rispose con voce bassa e roca:
-Forse perché ti piaccio??!
Voleva stuzzicarla un po', voleva renderla sua, come lui voleva essere suo.
Si alzò, mostrando un fisico asciutto, alto, scolpito per un ragazzo di 13 anni, certo non in modo esagerato, ma abbastanza da far crescere un brivido sulla schiena di Miyu. Si stava avvicinando a lei, a passo lento e felpato, nella sua maglia larga e leggera, con un giacca altrettanto leggera che lo risaltava di più. La fissava, negli occhi. Si fece più vicino, arrivò infatti vicino alla sua faccia, si accostò sentendola in suo potere tutto il calore e il profumo di quel viso tondo, gli occhi verdi impauriti, eccitanti. Talmente suoi.
Miyu era ormai sua. E, togliendosi il sorriso dalla bocca, la baciò.
-MIYU CAZZO, SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!
Lei sussultò. Si era accorta di aver sognato...
Kanata.... che la... baciava?? Aveva sentito ciò che provava lui perché lo voleva.
Ah, era stato un sogno. Forse il più bello... certo, quando l'aveva baciata non aveva fatto in tempo a capire nulla.
-Miyu senti, vado a fare la spesa, tu... be non so, ricordati di Akira, però, chiaro?
Si, era stesa sul suo letto, con un Kanata nella sua stanza che si agitava mentre si spogliava. Osservava il suo fisico, proprio bello...
Poi però, si ricordo che era nella sua stanza e che lei non aveva quasi nulla addosso.
-ESCI SUBITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Urlò, Miyu.

____

-Akira, allora che vuoi fare?
-Oh non so, come è andata la scuola ieri e oggi? Sai, è cosi diver
sa ma non proprio, da quella americana! Racconta...
Già Akira, era ancora con loro, ma domani se ne sarebbe anadata. Miyu la trovava simpatica, ma... insomma... come dire...
"Mi è simpatica e basta!!!!!!!!!"
Erano 3 giorni che stava con loro, contando pure il giorno della sorpresa, di solito la giornata si svolgeva cosi: scuola, spesa, stare con Akira. Oh giusto.. dormire e stare con Akira.
Già... erano ormai amiche certo, anzi tutti erano amici. Erano le tre e mezza, e Kanata stava facendo la spesa per la cena di oggi e per il pranzo di domani, mentre lei aveva l'onore di stare con "Aki-chan".
"Fantastico", si era detta, "passerò la giornata con questa pezza di fica!!"
Si, era bellissima, e Miyu, si sentiva di essere una bambina, non la odiava, era simpatica ma c'era qualcosa che la infastidiva.
Mentre raccontava, le sue "avventure di scuola", Kanata entra.
-POTRESTE AIUTARMI, GRAZIE!
-Ma Kanata, tu sei l'uomo di casa, o no?? E poi io e Miyu siamo ospiti, o no? Anche se lei è tua cugina, non la devi trattare cosi.
Akira rise, anche Miyu.
Mentre lui, si accingeva a rispondere.
-Volete mangiare o no? Tu, Akira, potresti ritornare in America e mia cugina, dai miei zii, no? Infondo non ho mai voluto delle ragazze in casa...
Bobottò, e questo fece crescere le risate delle due signorine.
Ormai anche Miyu, aveva imparato com'era, certo non lo conosceva come Akira.
Kanata era un'enigma perfino per Santa e ad Akira, nessuno sapeva davvero com'era.
Soprattutto quando la madre se ne era andata.
Dopo aver aiutato Kanata nella spesa, Akira e Miyu ritornarono nella camera di quest'ultima.
-Sai, prima non era cosi...
-Kanata, dici?
-Si, era più, carino, ma poi... beh non so se te l'ha detto, e non so se è il caso di dirtelo...
-E' una cosa brutta??
-Beh, credo di si...
Cosa era successo a Kanata?? Cosa le sfuggiva? Cosa era talmente evidente da apparire inesistente?


Eeeeeeeeeeeeee lo so, è cortino, perdono!!!
Bene bene... vi è piaciuto???
MissP.


 

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Capitolo 8
*** Colpo basso ***


Orgoglio

{Nascondi chi sono,
e aiutami a trovare la maschera
più adatta alle mie intenzioni
William Shakespeare}

Capitolo 7-Colpo basso

Probabilmente era vero. Probabilmente, era vero!
Probabilmente, era... vero?
-E' vero.
Annuì Santa.
Kanata storse il muso. -Ma che dici?
-Dico, dico...
-Ma cosa!!? 
Serio e composto, non aveva urlato, ma di sicuro voleva farlo.
-Amico, la vuoi. E basta.
Nozumu. Già, anche Nozumu lo diceva.
-Si vede, tanto.
-Vi dico che non mi piace!
Kurita e tutti gli altri risero. -Non c'è nulla da ridere.
Più che un grido, fu un ringhio.
E quando Kanata ringhiava, era infastidito. E siccome aveva un carattere calmo e dominato solo dall'orgoglio, righiare voleva dire scoppiare e ammettere che quella volta, ci era dentro.
Era passata una settimana, ed ora si trovava qui, a parlare della ragazza con i suoi amici durante l'intervallo di scuola.
-Miyu, ti ha preso...
Disse un po' impaurito, Santa.
Kanata faceva davvero paura, anche solo con lo sguardo.
Non era un ragazzo violento, ma era meglio non farlo arrabbiare. Nessuno lo voleva come nemico.
E nessuno osava contraddirlo, ma Santa si sentiva in dovere di farlo. Era il suo migliore amico, gli voleva bene, ed era abbastanza folle da farlo. Da sfidare Saionji. Quindi poteva dire che, gli piaceva Miyu.
-Tu sei pazzo!
Aprì la bottiglia con uno scatto. Kanata era... avete presente quando qualcuno è consapevole di qualcosa tanto quanto ha voglia che quella cosa non esistesse? Ecco, lui ne era pieno. E più scontroso che mai.
-Ascoltami, forse mi sbaglio-lo interuppe.
-Si, Santa, ti sbagli. Non mi importa di lei.
Si alzò, e se ne andò, bevendo dalla bottiglia.
Bevve molto, come se poi potesse far andare via quella verità.
Fossi scemo!, pensò, Non mi piace... ma perché ci penso pure!
E la vide,mentre camminava nei corridoi di scuola, seduta tra i banchi a parlare con Nanami.
Bella, infantile. Cosi da lei...
Brutta, racchia, brutta, RACCHIA!!!, pensò.
Perché proprio di lei, non poteva piacerli... un'altra!?
Già un'altra. Come se, stesse cercando solo una ragazza!
E se voleva la ragazza? Cioè Miyu?
Palloso..., pensò.

____

-VENTI FLESSIONI, SAIONJI!!!
Kanata si redestò dai suoi pensieri. Il prof. di ginnastica gli stava alle costole, e ora era costretto a fare venti flessioni.
Beh? Lo sapeva fare. Ma non quando dentro di lui si sentiva rodere il pensiero che si era fatto riprendere perché pensava a... lei, cioè...
Miy..., pensò., MI... CAZZO NON CE LA FACCIO A DIRE IL SUO NOME!!...!!!!
E allora righiò.
-Passi guai ora, forti, ringhia ancora avanti bello fallo!!
 Ce l'aveva con lui, quel prof. 
Lui, che odiava la corsa, lo faceva correre per tutta la palestra, con la scuola della classe, e poi se vedeva un qualcosa che andava male anche una schiocchezza, gliene faceva fare altri. Addirittura, aveva parlato lasciando andare qualla distanza tra un prof. e un alunno.
Kanata aveva ringhiato, piano. Diventando.. più sexy...
MA CHE DICO!!, urlò Miyu nella sua mente.
Forse era il pensiero di ogni ragazza che stava lì.
Ma povero Kanata, i suoi amici l'ho giustificarono.
Il primo a parlare fu Santa, poi Nozunu e poi Kurita. Quest'ultimo, strano, non era convinto in ciò che diceva.
Ma solo Kanata lo pensò, probabilmente perché era arrabbiato.
La cosa più orribile era che era infurito perché si incavolava del fatto che era una schiocca ragazzina... pro
prio una schiocca ragazzina a piacergli.
'Fanculo!, pensò e fu come se un peso si sciolse,  Ora va meglio...
-Kurosu, Higarikaoka, Hanakomachi portate insieme a me, il signor Saionji dal preside, grazie. Voi, ragazzi, continuate, fate due giri intorno al palazzo e poi aspettatemi in palestra, chiaro? Il signorino qui, vuole fare il grande, ma non lo è. E non lo capisce.
Tutti guardarono Kanata, a poca distanza dal prof., calmo e composto. Aveva uno sguardo più da lui.
Era come se piano gli stesse infilando lame affilate lungo il corpo.
Da una parte la classe, da un'altra i tre amici di Kanata.
Miyu, invece, era dietro Kanata, alla fine della coda della classe. Lo fissava, voleva poter fare qualcosa, ma non sapeva cosa.
Tutti sapevano che quel prof. odiava Kanata, ma un po' tutti i ragazzi della classe e solo i ragazzi odiavano Kanata escludendo i suoi amici.
Miyu, aveva percepito qualcosa per questo "conflitto", ma dopo, quando i quattro e il prof. si avviarono, gli venne detto più apertamente.
-Dobbiamo fare qualcosa per lui. Dobbiamo!!!
Aya, Chris, Nanami sorrisero a Miyu che aveva parlato.
-Nessuno può toccarmi Kanata. Ohhhh, quanto è bello, cosi sexy!!
Miyu, si bloccò, e fissò Chris. Già, lo aveva pensato anche lei.
-Ascoltate,-gridò Nanami a tutta la classe- dobbiamo testimoniare a favore di Kanata, chi è con me??!!
Nessuno parlò. Di ragazzo avviamente.
Era strano, quasi da film. TUTTI i ragazzi, era.. contro.
Chris si arrabbiò e cacciò un putiferio, sotto il viso di Miyu.
Si sentiva strana.
Akira aveva ragione, Kanata era un vero problema.

_____

-Mi ha sfidato, signore.
-Capisco.
Il preside guardava i quattro ragazzi, di cui uno totalmente assente.
-MA GUARDA COME SI COMPORTA!!
Kanata fissò il prof. -Mi comporto come mi pare!!
-Ehi, calmatevi okay? Ehm, Kanata, ci diamo del tu, mmh? Hai davvero, ehm... ringhiato al tuo professore? Per poi, non obbedire al comando che ti era stato dato?
Kanata fissò il preside. -Si signore.
Sanata lo fissò, per poi fissare il prof e il preside. -Non è vero, ecco lui è nervoso, ma non voleva. Davvero!
Il preside rise, annuendo.
-Eh va bene. Allora perchè hai... mhh, righiato?
Tutti fissarono Kanata, che sembrava impenetrabile. Per ragioni diverse, volevano sentire la risposta del ragazzo.
-Non sono tenuto a dirlo, signore.
Ecco, questa risposta, poteva far pensare ai suoi amici che stava pensando a Miyu.
Era cosi, certo, ma era proprio sicuro di volerlo far sapere?
-Ho... l'ho fatto perché, mi sono innervosito.
-Perché?
-Perché il prof. mi ha innervosito. Odio correre, e non voleva farlo. Ma lui ce lo ha fatto fare.
Già, si era esposto. Kanata non era tipo che si buttava, ponderava ogni sua risposta, ma questa, non lo era per nulla.
Colpo basso. Balbettava. Tanto.
E sembrava quasi che fosse normale.
Kanata era bravo in queste cose, e solo lui e Santa lo sapevano.
Quest'ultimo lo fissò. Lo stava odiando, perché per una volta non ammeteva la verità?? Che brutto, l'orgoglio!
Non voleva che il suo amico, veniva devastato e limitato solo da questo sentimento. Non voleva prop
rio.
-Potete andare...
-MA SIGNORE!
-Andate...
Usciti, il prof.  lo guardò con disprezzo a cui Kanata non badò, e andò via.
Santa fece lo stesso, senza guardarlo, era arrabbiato.Venne seguito da tutti gli altri.
-Andiamo?
Disse Nozumu. Nè lui, nè Kurita avevano capito molto.
-Se...

_____

La classe vide Kanata e gli altri.
-Chissà lo mandano via...
-Già!
 Il ragazzo bruno sentì dire, e si girò verso la copia di ragazzi che sparlava.
-Andiamo in classe.
E cosi si avviarono.
Nanami, Aya, Chris e Miyu si avvicinarono ai loror amici.
-Che è successo? Sai, eravamo pronti a proteggerti.
Nanami rise insieme a tutti, tranne Santa, lui e Miyu.
Continuavano a parlare mentre Santa fissava il vuoto e Miyu chiese:
-E' andata bene?
-Si...
-Mi dispiace...
-Mh...
-Sai, è vero, ce l'ha con te.
-Lo so...
-Dovresti-la interrupe.
-Ho capito, ora sta' zitta.
Miyu perse un battito.

Glaciale eh, Kanata!! xD
Alla prox
MissP;)

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Capitolo 9
*** Follia (Parte Prima) ***


Orgoglio


{Se non ricordi
che amore t'abbia mai fatto commettere
la piu piccola follia
allora non hai mai amato.
William Shakespeare
}
 

Capitolo 8-Follia
(Parte Prima)

-Allora ti trovi bene con Kanata?
-Si, mamma.
-Davvero? Mi manchi sai..
-Anche tu..., ora vado ma', ti voglio bene.
Chiuse la chiamata.
Era appena tornata da scuola insieme a Kanata, e sua madre aveva chiamato. Avevano parlato del più e del meno, a lungo e a Miyu mancava davvero sua madre, ovviamente la signora Kuzuki, per quanto "malata di dolore", si godeva le sue giornate. A Miyu mancava, ed era molto dispiaciuta ad averle mentito, non lo aveva mai fatto, forse solo nelle volte in cui erano "bugie bianche", ma gli dispiaceva molto.
Qunado, infatti, le aveva domandato di Kanata e come andasse con lui, le aveva risposto "bene". Ma non era cosi, anzi! Lui la odiava, mentre lei, beh.. era confusa.
Ma non ci pensò molto e si andò a cambiare. Poi andò a mangiare.
La cena era zucca e sushi. Oggi, Kanata aveva cucinato, facendo pasti che gradiva molto. Erano i suoi preferti e Miyu l'aveva capito, ormai.
Non conosceva niente di lui, però. Tranne che aveva una splendida amica, Akira, tanto splendida quanto certe volte irritante.
A tavola, regnava un silenzio rumoroso. E fu cosi che finì la cena.
Kanata si alzò, pulì il suo piatto e andò via.
Forse era scosso per quello che era successo oggi, il prof. di ginnastica era stato davvero duro.
Fitta al cuore.
Si ricordò di come l'aveva risposta oggi, quando gli aveva rivolto la parola.
Ho capito, ora 'sta zitta.
Era un peso, per lui. E questo le faceva male.
Doveva andarsene?
Arrendersi? 
A Lui? Lui?
Aspetta che pensava?
Dovrei arrendermi a lui? Ho pensato davvero questo?,...
Si alzò anche lei e pulì il suo piatto insieme ad alte altre cose.
Oggi toccava, invece, a lei pulire, se Kanata aveva cucinato.
Decise poi, di andargli a parlare.
Oh no!! No, no e no! Tanto mi risponderebbe male, lo so,pensò.
Ma tentò comunque, si avvicinò vicino alla sua porta e bussò. Sentii degli spostamenti, movimenti e capì che era Kanata. E chi altri! Poi, la porta scivolò e si aprì, rivelando un Kanata annoiato e che leggeva un fumetto.
Manga?? Legge manga?
Non c'era nulla di strano, no? Però lei, pensò ch questo era romantico, carino... tenero.
-Che vuoi?
Le disse brusco.
Lei si risvegliò e poi parlò, decisa ma a lungo andare tremolante. 
-Senti, so che non ti sono molto simpatica, però... scusami ecco. Non volevo invadere nè te nè ciò che fai o chi sei, nè i tuoi amici che sono fantastici. Non volevo piombare nella tua vita, cosi. Mi dispiace se non ti sono simaptica, se sono imbranata e un po' scema, volevo ringraziarti perché ti devo questo e altro. Quindi... siccome per un altro po' dovremmo abitare nello stesso tetto, che ne dici se... stipuliamo una tregua? Sarebbe forte, no?
Sorrise.
Kanata pensò che fosse bella.
A dir la verità, non poteva permetterle di dire ciò che aveva detto. Perché voleva baciarla, tanto.
I suoi amici avevano ragione. La ragazza era infantile, impacciata, scema e irritante, imbarazzevole e idiota.
Ma cazzo, se la voleva!!
Macché, no!, pensò dcuotendo la testa.
-Non vuoi?
La ragazza aveva capito male, pensava infatti che era un 'no' rivolto a lei, ma invece il ragazzo parlava con se stesso!
Cosa che non accadeva da anni.
-No, si... ecco scusami tu.
Talmene ingenua... come vorrei, distruggere quella purezza, quella ingenuità, farei di tutto, anche questo se ciò voleva dire, averla mia, pensò.
Sgranò gli occhi. Non aveva mai pensato in questo modo. Ma vederla cosi fragile, dolce, triste... era stato devastante.
Chiuse la porta, di scatto, spaventato.
Aveva imparato qualcosa di sé che non conosceva.
Che follia!!, non la voglio proprio...
E per provarlo a sé aprì la porta e vedendola sorpresa, la baciò.
Ok, forse ci stava anche marciando.

CASPITA!!!!! KANATA!!!
Chissà... ci vediamoooo
See ya, baby...
MissP;)

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Capitolo 10
*** Follia (Parte Seconda) ***


Massì, avete aspettato un po', ho il dovere di scrivere il proseguo xDD Ma prima, se leggerete questo, mi farà piacere, sono un paio di cose che voglio far notare.
ATTENZIONE!!!
Mi scuso se ci sono degli errori grammaticali o pro
prio di formulazione di frasi, se non capite, potete dirmelo ed io provvederò; se volete dire la vostra sulla storia nel senso che dite cosa vi piace fargli fare (se per esempio Kanata deve andare li o li... ecc...), ditelo pure, mi piacerebbe davvero; il testo che vedrete sarà poi letto e aggiustato, quindi quando aggiornerò lo metterò senza la correzione poi, quando avrò tempo lo corregerò; mi scuso anche se ci sono cose troppo spinte (di parole, perchè al momento cose 'spinte spinte' xD non credo di farle); mi scuso se le cose non sono chiare, potete comunque avvertirmi; mi scuso anche se non risponderò subito e non la metterò in atto, la vostra richiesta, nell'eventualità che ci sarà una; mi scuso sul fatto che non sono molto brava; mi scuso sul fatto che forse avrei dovuto usare un carattere più grande, infatti come vedete, il carattere è più grande; mi scuso se forse, la storia, come è impostata, non piace.
Credo di aver detto tutto...
Ah si! Mi dimenticavo della cosa più importante.
GRAZIE!! A voi, quelle che commentano o che leggono o che la mettono nelle categorie (nei preferiti ecc...).
Vorrei dire ancora una cosa.
Un po' di tempo fa ho fatto Ti Stra-Amo (Fanfiction su attori, Cast Twilight) E' completa, solo un capitolo. Non dico che la dovete leggere per forza... solo dateci un'occhiata, mi piace davvero. Prima, infatti avevo fatto una su RobSten, ma poi ho abbondonato, chissà più in là!
Ora non voglio abbondonare questa, mi sta davvero a cuore e sapere che ad alcune persone piace, beh mi fa impazzire!
Un saluto caro davvero, un bacio.
MissP;)

P.S. se ho dimenticato qualcosina, lo dirò quando lo ricorderò! xD

LA DEDICO A TUTTE VOI!!!

Vi consiglio di leggere:
"Lezioni di Seduzione" di fallsofarc 
tutte le storie di Malia85 
"L'amico di mio fratello" di meminter28
"Tra l'odio e l'amore c'è la distanza di un bacio" di _Bec_Swam
"Solo per un week-end" di Isabella v
"Don't stand so close to me" di MadChild
"Love is all we need" e "Let me cry, love, live" di angel15
"Il figlio della prof." di Scarcy90
"Linee" di Mirya
"Jesse e Daniel" di Mana
le storie di Goten
"DOA-Death On Arrivel" di kannuki
e molte altre che troverete sui miei preferiti.

Orgoglio

{E' bella e quindi può esser corteggiata;
è donna e quindi può essere conquistata.

William Shakespeare
}

Capitolo 8-Follia 
(Parte Seconda)

E per provarlò a sé aprì la porta e vedendola sorpresa, la baciò.
Mise la sua mano sulla nuca per spiangerla a sé, ancora, per baciarla meglio e 
per bloccarla, acquistando un po' di controllo su quel corpicino.
Il suo cuore pulsò, insieme a quello di Miyu, il contatto con le labbra della giovane era stato come una bomba molto potente che scoppiava continuamente. Sentire le sue calde, morbide, bellissime, gonfie labbra sembrò eccitarlo e quindi la porto contro di sé, sentendo ancora il suo corpo dolce e mai deviato.
Una piccola follia, una bellissima follia.
E spinse la sua lingua dentro a quella della giovane senza il permesso, sapendo di essere più forte.
Miyu, intanto, ansimò. Non sapeva che fare, ma lo abbracciò, istintivamente.
C'era molto caldo, intenso, bruciante.
Lei si muoveva, si dimenava, scottata, era davvero impossibile per lei tutto questo.
Era rossa, tutta, e si strinse a lui come per trovare soglievo, era come se dovesse svenire. Lui vide tutto ciò, perché non aveva gli occhi chiusi, ma sentiva il bisogno di farlo. Il suo cuore pompava, muoveva la lingua accarezzandola, mentre muoveva la mano e sentiva lei gemere, cercare di respirare, aprire ancora di più la bocca per cercare di farlo, intanto immersa in lui, ma cosi facendo ottenne solo che Kanata aderì più su di lei, sovrastandola, affondando di più con la ligua, accarezzando tutto.
Il suo sapore era dolce, divino, sapeva di cioccolato.  Era inesperta e questo fece scattare qualcosa a Kanata, la portò contro al muro, un po' violentemente, affondando la mano nei suoi capelli e l'altra che nel frattempo era stata distesa su un fianco, appoggiarsi al ventre di lei, stringendolo possessivo.
Lei si sentì morire, il bacio era cosi forte... lei poteva davvero morire in quel momento e forse lo era.
Stringeva gli occhi, sentendo le mani di lui dargli la pelle d'oca, finalmente la stava baciando ma perché? E poi perché era cosi.. cattivo.
Si lo era. E Kanata lo sapeva, lo faceva apposta.
Siccome più alto di lei, la inclinò la testa all'indietro, addossandola ancora di più al muro.
Miyu si sentì morire, non cosi!! Era il suo primo bacio...
Le gambe si fecero molli e si abbandonò a lui, stringendoli la maglia, sentendosi eccitata da tutto questo.
Strinse le gambe, strinse gli occhi, ma ne apri comunque uno... ma non tanto. Non ci riusciva, era cattivo, e gli faceva male il collo per tirato troppo all'indietro.
La lingua cercava la sua, e questa cercava di scappare un po', impacciata, ma lui le morse il labbro, facendola gemere un po' più forte, cosi lui sorrise.
Sopra di lei, le tirò un po' di più i capelli scoprendo di più il collo.
Non era un sorriso malizioso, né dolce, né da lui.
Era cattivo.
Il cuore di Miyu perse un battito, mente le labbra sembravano pulsarle, soprattutto quello inferiore appena stata morso con irruenza.
Al suo distacco, comunque, Miyu si sentii un vuoto un varco, si accorse di stare sulla Terra, con tanti abitanti e di stare al tempio Saionij. 
Ma voleva ancora le sue labbra che possedevano le sue.
Il suo viso però era una smorfia di piacere-contentezza-dolore, e a Kanata questa piacque.
Era insano, era malato.
Se ne accorse troppo tardi...
Le stava facendo male. E non voleva questo.
Sciolse la mano dai suoi capelli e dal suo ventre allentando la presa, si accorse che sulla pancia scoperta c'era il segno delle sue mani, un po', era rossa.
Miyu, lo fissò. Kanata non ne ebbe il coraggio, ma la guardò comunque a testa bassa, notando il suo rossore.
E solo ora, la ragazza ebbe paura, se ne andò, inciampando, nella sua camera.
Adesso, Kanata e Miyu si accorsero insieme che stavano piangendo.

______

-AMICOOOOO BELLO!!!!!
Santa gli diede un pacca forte sulla spalla, Kanata imprecò.
-Nervosetto, eh? Che è successo? Dillo al tuo amichetto... dì pure!
Kanata si sistemò lo zaino e la divisa della scuola. -Nulla.
Parlò grave.
Il dolore di ieri, era ancora forte. Con che coraggio avrebbe guardato Miyu e avrebbe chiesto scusa?
-Ehi, e Miyu??! Che gli è successo??? Parla, mio orgoglioso amico!
-LASCIA S
TARE!!!!
Corse, a perdifiato, verso la scuola.
Stava cambiando, era più aggressivo, o si sbagliava?? Non voleva essere cosi, gli faceva schifo.
I suoi amici lo videro e lo chiamarono, ma lui scappò. Voleva saltare la scuola, passando vicino a scuola?
Tutti, tutti puntarono il loro sguardo sul ragazzino che ansimava, mentre correva veloccissimo, lontano da lì.
Stava cercando Miyu, con lo sguardo, ma c'erano tutti, tranne lei.
Lei che era partita prima di lui.
Lei che era una fifone, gentile, lenta, dormigliona, bellissima.
Lei che ier
i aveva pianto, tutta la sera.
Ricordava ancora il rumore dei suoi pianti, ce gli aveva dentro al cuore, dentro la mente.
E si sentì uno schifo di persona.
Lei che ora era infelice.
Lei che DOVEVA ESSERE FELICE, perché se lo meritava, perché quando sorrideva era uno schianto.
Lei che era ingenua, che ieri si era scusata per cose che non esistevano.
Lei che era stata sempre lei.
Cosi lei, da impazzire.
Lei che si meritava di più.
Lei che ora si ritrovava con un deficiente patentato come lui, orgoglioso e violento.
Lei, da morire.
Lei che lo aveva difeso.
La sua "cugina".
La sua piccola cuginetta.
Il suo dolce amore.
Lei che lo aveva tirato fuori dal buco che era al sua vita, che aveva dato un senso dopo la morte di sua madre, lei che era perfetta, che aveva fatto tanto a lui, e poi veniva trattata male.
Lei che, era pura, ora non più.
Era quello che voleva o sbaglio??
Voleva ucciderla, voleva disintegrala e farla sua.
Amore malato.
O deficienza a questo punto?
Fu scosso da una mano possente.
-Saionij, ti porto dritto in presidenza.
Kanata si girò, il prof. di ginnastica.
Il coglione di ginnastica.
Che parlava ad un altro coglione.
-Senta, la prego devo fare una cosa...
-Si, scappare lo so.
 Lo trascinò dal preside, con fatica. Kanata era forte, aveva un corpo robusto, ma il professore era comunque un uomo più adulto di lui.
Perciò lo tenne fermo, sotto lo sguardo di tutti.
Mai, mai Kanata si era comportato cosi. MAI.
I suoi amici erano sbalorditi, mentre i ragazzi ridevano, e le ragazze piangevano, quasi.
Stava dando uno spettacolo degno di attenzione a parere di tutti quegli invidiosi ragazzini.
-Aspetta, si fermi!
Gridò Santa.
-Un attimo.
Nanami.
-Aspetti, di sicuro c'è una spiegazione.
Nozomu.
-Si fermi!!!!
Aya, Kurita.
Kanata protestava, si dimenava, perciò ricevette uno schiaffo. Molto violento, che lo fece cadere a terra.
Il professore si girò. -Non dite niente a nessuno di questo schiaffo, altrimenti sarete TUTTI espulsi, bocciati per i prossimi tre anni, chiaro? Dico pure a voi, amichetti. Zitti!
Kanat si alzò. Si era fatto molto male, ma si rifiutava di farlo vedere.
Aveva l'impronta della mano di quell'uomo.
Fissò il prof. con un leggero sorriso.
-Come lo spiega al preside quando vedrà questa?
Indicò la sua guancia.
-Sarà molto sorpreso.
Il suo sguardo divenne duro. -Mi lasci andare e non dirò nulla.
Il professore digrignò i denti. -Sei solo un ragazzino, potrei dire qualunque cosa, visto che oggi non c'è quel preside, un altro che è un mio amico. E' un sostituto, sai? Mi deve tanti favori.
Kanata non si scompose. 
-Il preside nostro verrà a saperlo...
-... ma sarà troppo tardi.
Kanata puntò il suo sguardo glaciale verso l'uomo.
Quello sguardo, di ghiaccio, imperforabile. Distaccato.
A Santa gli venne da piangere, Kanata stava ricadendo in qualcosa.
Non aveva mai più usato quello sguardo, per lo meno, non era cosi... forte. Intoccabile.
Doveva far tornare il Kanata che aveva cambiato.
Con tanta fatica lo aveva tolto da
l baratro abissale in cui era caduto.
E ora ricomparire.
-Testimognieremo(*) noi!!!
Disse Santa deciso. Tutti lo fissarono.
I suoi amici sorrisero. -Si!! Lo faremo!
Le ragazze urlarono.
-Si!!!!
Kanata perse un battito. O forse due.
Ma il suo sguardo non cambiava.
Santa non aveva mai capito che Kanata si era nascosto, aveva nascosto questo suo sguardo, i suoi sentimenti per far felice lui e quindi i suoi amici. Nessuno, probabilmente lo aveva mai toccato.
Beh, forse non proprio nessuno.
-Zitti!!!!!
Gridò il professore, dopo aver avuto un brivido.
Lo sguardo del ragazzino faceva paura. Molta paura.


Eeeeeeeeeee stopppp!! Muahahhahahah xDD
Resistete, ci vediamo domani, se posso eh?
MissP;)


P.S.(*)Testimognieremo=Mi scuso, questo è un verbo che non so scrivere.

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Capitolo 11
*** Andare via ***


Oh bene, ricordo una cosa: VI VOGLIO BENE!!
Grazie, non pensavo che ce ne fossero cosi tante. Insomma, non mi aspettavo questo.
preferita da 3;
recensita da 5;
ricordata da 0;
seguita da 4.
Il mio sogno è di arrivare a 10 ognuna xDD
No, seriamente grazie, anche se non è molto, vi ringrazio, mi piace. Perhé vuol dire che un po' vale la mia storiella xD
Darò il massimo per voi, promesso!!!!
Vi lascio al capitolo e spero che vi piaccia anche questo!
Una cosa importante, quando vedete il corsivo senza il "pensò" vuol dire che pensano. Ma dipende, quindi fate attenzione.
MissP;)


Orgoglio

{Un amore crollato, ricostruito, cresce forte,
leggiadro, grande più di prima
.
William Shakespeare}
 

Capitolo 9-Andare via

-Domani??
-Si, per favore.
-Ma, tesoro!
-Dai, mamma! Ti prego, non voglio continuare a stare qui...
-Come vuoi, guarda: tuo padre verrà a prenderti, che ne dici?
-No, mamma non c'è ne bisogno, davvero!
-Invece si! Ci vediamo alle nove, domani. L'areo parte alle undici. Ti voglio bene piccola.
-Anch'io mamma...
-Miyu?
-Mh?
-Papà ti saluta.
-Si, mamma. Salutalo, e digli che gli voglio bene.
Chiuse. Una telefonata impegnativa, sua madre era proprio fissata.
Ora, però, doveva far passare quel segno sulla pancia, sui fianchi e sulle mani. Gli faceva malissimo anche il collo, cosi restava ferma e non lo muoveva.
Dai forza, Miyu. Entra e basta, infondo sarà ancora a scuola. No?, pensò, sospirando.
Entrò nel tempio con titubanza, e non vide Kanata.
Siiiiii!!!!
Sorrise, meno male!
Niente Kanata, via libera.
Andò nella sua stanza, nel bagno e prese le sue cose per poi posarle in valigia.
Poi si fermò, forse sto esagerando, pensò, infondo è stato solo un bacio...
Ma poi si rattristò. E continuò a mettere a posto.
Partiva per l'America. Cosa, che avrebbe dovuto fare già dall'inizio.
Si sarebbe pentita per sempre di aver causato cosi tante pene.
Ora infatti si trovava con segni in tutto il corpo e un male al collo pazzesco!
Voleva piangere, ma era come se, non aveva mai metabolizzato bene la cosa. Non si rendeva conto di ciò che era successo forse, altrimenti si sarebbe messa a piangere.
Dopo il bacio, aveva pianto, però.
Ma, il tempo di rifugiarsi in camera e tutto era finito.
Si e no era due lacrime.
Si era ritrovata con le mani sulla faccia, con un male al corpo e con tante lacrime che scendeva sul suo viso e l'accarezzavano come per consolarla. Non capiva bene, ma si ritrovò a piangere per tutta la notte.
Poi si ritrovò il giorno dopo e si accorse di essersi addormentata.
Non aveva pianto per il male che aveva su tutto il corpo, e neppure per quello che era succeso, ma neppure perché il suo primo bacio era stata sprecato cosi.
Aveva pianto perché era consapevole che Kanata non la voleva.
Lei, che era innamorata.
Non riusciva ad essere forte, non questa volta.
Cosi, chiamò ai suoi genitori. Camminando per le strade e mentendo ai suoi, dicendo di stare andando a scuola, gli stava chiedendo di partire e raggiungere l'America.
Prima di farlo elaborò delle "scuse". Disse infatti che Kanata e il padre (ha detto pure il padre, visto che loro non sapevano che era andato in pellegrinaggio) dovevano andare in un, per l'appunto, in un pellegrinaggio.
Aveva un po' di paura, la "scusa" non reggeva molto per due motivi, il primo era che Kanata restava sempre al tempio Saionij quando il suo vecchio stava nei pellegrinaggi e i suoi genitori lo sapevano, credeva, la seconda era che aveva paura se i suoi telefonassero al padre o a Kanata. Sarebbe stato un vero problema, ma per adesso, non se n'erano accorti.
Per ora, per l'appunto.
Strinse i denti, cosa avrebbe detto loro, quando avrebbero capito? E soprattutto, quando avrebbero capito?
Non ci doveva pensare. Ispirò ed espirò, pesantemente.
Chi? Chi gliel'avrebbe detto che Kanata la doveva baciare in quel modo?
Arrossì. Imbarazzante.
Non era da lei, comunque, scappare, ma si convinse che sarebbe stato meglio 
per tutti.
I suoi amici, però... la sua scuola...
Una chiamata.
Si, il cellulare stava squillando e lei si riscosse.
Papà.
Suo padre.
Papà!!
Eh già. Avevano capito? Tutto? Avevano telefonato? Si erano arrabiati? Oppure c'era stato un intoppo?
Tasto verde. L'ho schiacciò.
-Papà?
-Sono mamma, tesoro.
-Oh, mamma dimmi!
Tono freddo?? Perché stava usando il tono freddo?
-Tesoro, ci vuole un po'. Abbiamo chiamato la scuola. Visto che verrai da noi, devi continuare qui gli studi no? Beh, la scuola ha detto che bisogna aspettare una settimana. E poi ti toglieranno. Dobbiamo aspettare, se farai assenza poi.. non so...
La sognora Kuzuki continuava a parlare.
Una settimana.
No!!
E ora? Come poteva fare?
-E ora mamma?
-Vengo io, o tuo padre.
-Ma no! Senti chiederò a Kanata di restare, infondo è restato sempre.
Cazzo! Lo stava dicendo davvero?
-Ottima idea, mi chi
edo perché non abbia detto di no prima. Forse perché Hosho non voleva lasciarvi soli. Ovvio, certo. Comunque, è scortese tesoro. Ma.. se ci tieni. Va bene, gli parlerò appena pos-venne interrotta da un grido di Miyu.
-NO!!! Gli parlerò io. IO.
Si morse il labbro. -Se vuoi...
Voce più calma, perfetto!
-Come vuoi..
Disse titubante la signora. - Fammi sapere eh?
-Si. Ciao mamma. Ti voglio bene.
-Ahhhh, e ora che si fa'...
Chiuse. La signora Kuzuki stava già parlando con suo marito.
Problema: aveva fatto nascere un problema dove problemi non ce n'erano! Possibile?
Era talmente imbranata e sciocca.
Doppiamente umiliata.
Bum
Porta...
Qualcuno aveva aperto la porta.

Miyu andò a vedere. Kanata.
Cazzo!
E ora?
Piango? Ma che dico!!!? MA CHE FACCIO??????!!
Si nascose nella sua stanza, cercando di non fare rumore.
Sembrava arrabbiato.
Poi pensò. Erano le nove!! Che ci faceva qui alle nove??!
Non era andato a scuola? Perché?
Forse, si sentiva male per ciò che era successo? Oppure si era schifato...
Per la miseria, era stato lui.
Ma cavolo, Miyu se ne andava!
Io me ne andrò! Ma non so come...
Sbirciò dalla porta che si apriva al corridoio.
Lo vide, davvero... incavolato. Incazzato. Cosi sexy, con le mani tra i capelli.
Aveva perso il controllo. Difficile da dirsi.
Kanata non ne era il tipo. Ma forse si, infondo non lo conosceva abbastanza bene.
-Cazzo, cazzo e ancora cazzo!!! Miyu scusami, cazzo!
L'aveva sentito o sbaglio?
Si agitava, molto.
Cosi, Miyu uscì.
Ma fuori dalla sua protezione, si sentiva insicura... e ora?

Kanata la fissò. Miyu lo fissò. Si fissarono, insomma.
-Che ci fai qui?
Era stata Miyu a parlare, incavolata perché era colpa sua se ora si ritrovava cosi.
Era tutta rossa, più cercava di non pensare al bacio e al fatto che aveva di fronte un mini-Dio, più ci pensava.
Più questi, si sbattevano nella sua mente, dentro di lei.
-E' casa mia.
Kanata sorrise.
Sorrise?
Sobbalzò. Per tutto questo tempo era cosi... infelice. Ora arrivava lei e nonostante tutto quello che era successo lo faceva sorridere? Cioè, sorridere sorridere? Divertito? Malizioso, onesto, giocherellone, felice, come a volerla stuzzicare?
Perché? Si lo sapeva. La adorava. E tanti altri motivi, ma questo era davvero il più particolare. Quello che comprendeva tutti gli altri motivi.
Miyu arrossì.
Ed eccone un altro motivi, importante certo.
Lei si sentì sciocca e questo la face dimenticare per un attimo ciò che era successo.
Lui si sentì sciocco per via della risposta e di ciò che stava provando.
Ma lei si sentì felice, perché stava con lui.
Ma lui si sentì felice, perché stava con lei.
E non volevano andare via.
-Vado via.
Balzò lei.
Il ragazzino non capì.
-Cioè, proprio via via...
Non era felice, no. Se aveva capto bene, allora non era felice.

Bravo, coglione. Bravo Kanata... e ora, eh? Fottuto orgoglioso? Che farai, lei se ne andrà. E tu starai solo., pensò quasi piangendo.
Aspetta. Piangendo?
Oh cavolo, gli stava accadendo spesso di fare qualcosa non da lui e poi sbalordirsene.
Sorrise.
ANCORA??
-Beh, vado.
-No aspetta.
Kanata agì prima del suo cervelllo. Per la prima volta non aveva ponderato ciò che pensava.
E si sentì felice. Come non mai. E poi si sentì... come sporco, non meritava di sentire felicità.
E se lei volveva andare via..................................................................................... andava bene.
No?
No, cavolo no!!
Ma, d'altro canto, non posso farle fare qualcosa che non vuole, pensò, e se si sente a disagio?
Miyu intanto si era girata, con la mano sulla maniglia della sua stanza.
Perse un battito.
Quanto era bello... gli occhi brillavano, le labbra socchiuse, rosse, ma sottili, i capelli disordinati e meravigliosi, le mani forti, una di queste alzate verso di lei, aperta mentre l'altra chiusa in un pugno, il viso in una smorfia di... dolore?, alto robusto. Bello e sexy. A soli 13 anni.
Miyu ricordo la prima volta che si erano visti. In bagno.
Come nei film. Lei ci aveva pensato. 
Lui le era sembrato cosi... impenetrabile.
Già, impeccabile. Intoccabile come ora.
Si, perché il suo sguardo era comunque intoccabile. Dolce, fuso. Ma intoccabile. Imperforabile. Di ghiaccio.
Probabilmente nessuno mai poteva fare qualcosa per lui. Miyu si sentì triste per questo. Voleva aiutarlo. Comunque. Anche se sapeva che forse non era nessuno (anzi di sicuro), che non poteva fare molto.
-Perchè vuoi andare via?
Voce bassa. Paurosa?? Aveva paura? Kanata aveva paura? Di cosa, poi?
Kanata...
Ma Miyu elaborò la domanda e arrossì.
Kanata sorrise.
Lei si imbronciò, guardando a terra. -Devi sorridere ogni volta che arrossisco?
L'interpellato rise gutturale. Ma poi ritornò serio, comunque tenendo il sorriso.
-Scusami...
Arrossì. -No scus-si interruppe.
-STAI SORRIDENDO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Urlò Miyu.
Kanata balzò e rise a crepapelle.
Si dimenò per terra, agitandosi, tenendosi la pancia.
Miyu era inviperita.
Ma vedi tu, 'sto qui!
Si accorse di quanto era bello quando rideva, più di quando parlava. Forse.
Ma poi tutto finò.
Da terra, Kanata la fissò, serio. -Scusami. Scusami per prima.

Muahhahahhahahhahah, basta basta.
Ci vediamoooooooooooooo
Un grazie a tutte, ciao.
MissP;)

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Capitolo 12
*** Gelosia ***


ATTENZIONE!!! ANDATE A RILEGGERE IL CAPITOLO PRECEDENTE A QUESTO!!!
Ho riportato infatti delle "modifiche".

Un'altra cosa: mi dispiace, ma ho dovuto rifarlo il cap. che leggerete, prima non era cosi, perciò, non so se verrà pro
prio bene.
Bene, detto questo, vi dico che ci sarà un'altra cosa che ostacolerà il tutto e che FORSE farà indetraggiare il nostro Kanata. Forse si, forse no, voi che dite? Infondo è cosi orgoglioso.
In un certo senso non vedo l'ora di finirla.
Per scriverne altre. Se questa avrà "successo" ne sarei davvero felice.
Vorrei dirvi che credo che non manca molto alla fine... ma non so. Poi vedremo, non me la sento di dire nulla, perciò...
Un bacio;))
P.S. La sorpresa (che poi sorpresa non è se avete letto bene i capitoli) verrà svelata presto;))
MissP;)

Un'altra cosa, mi scuso ma ho seri problemi per quanto riguarda l'aggiornamento...

Orgoglio

{L'amicizia è fedele in tutto,
tranne che nei servigi e nelle faccende d'amore.
William Shakespeare}

Capitolo 10-Gelosia

Lei lo fissò. Nella sua divisa scolastica un po' stroppiciata, il ragazzo, Kanata, stava esprimendo i suoi sentimenti. Senza orgoglio, con un po' di imbarazzo. Totalmente innocuo.
Cosi tanto innocuo che Miyu si spaventò quando si alzò e si avvicinò a lei. La cosa più terribile che mentre lo faceva era c
osi bello. E lei? Lei come era?
A bocca aperta, tremolante. Brutta, con gli abiti più orribili del suo armadio.
Eppure, nella testa di Kanata c'era solo quella voglia di abbracciarla e baciarla.
Miyu lo scrutò, intimorita, si mordicchiò il labbro, nervosa. Gesto tipico di lei, totalmente adorabile.
La verità era che non aveva recepito bene le sue scuse, e poi quel sorriso non le era d'aiuto, per lei stava diventando un'impresa ragionare quando c'era lui. Ed era un male perché immatura e impacciata.
Lui si sitemò la divisa e si trovò ad un passo da lei, che si schiacciò alla porta.
Eeeee ma cosi non mi aiuti mica, sai?
Pervertito. Era un pervertito.
Ormoni. Miyu. Un po' tutto la causa, no?
Poi, l'illuminazione.
-Tu, non sei a scuola. Perché?
Disse Miyu ferma, quasi svegliandosi. La verità era che il suo cuore aveva inalzato bandiera bianca, cosi il cervello doveva riprendersi e occuparsi di tutto. Aveva il compito di distrarsi, distrarlo, e togliere quella aria imbarazzata che c'era. E poi, se c'era la possibilità, scappare.
Kanata restò interdetto. La vidi aggiustarsi i capelli dietro le orecchie, mordersi il labbro e diventare un po' rossa.
Aveva capito, cambiava argomento.
Ma era davvero brava, doveva ammetterlo, era riuscita quasi a farlo impaurire.
Lui, poi. Lui "che non chiedeva mai"!
-E' una storia lunga.
Accenò un sorriso di sfida. -Ma stavo dicendo-si interuppe quando la vide arrossire come un peperone.
Forse stava pensando a quello che era successo. O no?
Ed era giusto metterla in imbarazzo? No, per niente. Ma lui, non era in sé.
Mai quando stava lei lo era. Cambiava totalmente ma questo lui non lo ammetterà mai.
-Ehm...-si schiarì la voce,Miyu- io, voglio comunque sapere. Dimmi.
Era vero non mentiva, ma doveva togliersi quel ricordo pazzo e folle insieme a lui.
Le venne voglia di piangere, per quanto era sciocca. 
Lo odiava, la stava illudendo.
-Lascia stare.
Ma Kanata al suo sguardo capitolò. -Sono stato espulso.
Era caduto, spiazzato. Si era lasciato andare, poi con lei! Andiamo Kanata, ora dì "addio" al tuo orgoglio.
Cercò di mantenere un'aria da duro.
Infondo, l'ho detto perché lo volevo io, non perché me lo ha ordinato. I suoi occhi verdi e profondi non mi fanno nessuno effetto. Sembro una donna, cazzo!!, pensò inervosendosi.
Voleva farle ancora male. Baciarla ancora, portarsela a letto.
Oh cazzo, che dico???
Anche il "maschio" in lui vinceva sempre.
Lei si morse il labbro. 
Kanata pensò che era adorabile, ingenua.
Baciarla, solo se lei voleva.
-Posso baciarti?
Chi ha parlato?
Perché Miyu guardava in quel modo Kanata?? Lo guardava con gli occhi sguarrati.
Non sarò stato io?
Miyu spalancò la bocca. -Che cosa?
In un sussurro impercettibile.
Cazzo si, SEI STATO TU, KANATA!!, pensò.
Miyu non riuscì a crederci.
-Si.
Rispose.
Non riuscì a crederci, per l'appunto.
Kanata scoppiò.
La baciò.
La BACIO'???? LA STAVA BACIANDO?
Fu di nuovo follia, amore....??
Non lo sapevano, ma volevano rimanere cosi per sempre, erano uniti, le mani di lui a circondare il piccolo viso di lei tutta rossa, con gli occi sgranati e il cuore che batteva forte.
Perché? Perché, a Kanata venne l'impulso di dirle "Ti amo"?
Ti amo...
No, non si arrabbiò per il suo pensiero. Forse per via del calore e della morbidezza di Miyu.

___

-Amicooo mio, ti hanno sospesoo!!! Per sette giorni.
Santa ricevette un'occhiataccia da Kanata.
-Tre, sono tre.
-E lo so, setteeee!! Ha esagerato.
-Tu stai esagerando...
Disse calmo.
-Ma Kanataaaa!! Tu però mi devi spiegare perché sei corso via. In quel modo, davanti alla scuola, a tutti. A che pensavi, sei anche il capoclasse. Insomma contegno, baby!!
Santa parlò serio.
Kanata sospirò, era abituato alla pazzia dell'amico.
Ma Kurita e Nozomu no. Per nulla al mondo.
Erano seduti al parco, faceva un po' di caldo quel pomeriggio.
E inspiegabilmente a Kanata mancarono quelle labbra.
Ma non lo disse, neppure lo ammise a se stesso. Restò in silenzio a contemplare il cielo, facendosi passare tutti i pensieri e i ricordi con Miyu. Se ne doveva andare, via da lui.
Da lui. Forse era meglio.
-Kanataaaa????!!!
Lo chiamò una voce, Kurita.
Lui era un ragazzo strano, carino il secondo della scuola per bellezza dopo Kanata. Santa era il quarto, Nozomu il terzo. Continuare a regalare le rose alle "donzelle" non funzionava.
Santa attirava la loro attenzione facendole ridere e comprandole cose cosi. Cose "ufogiche".
Kurita, lui, era forse il più furbo. Vedeva come si comportava Kanata e lo imitava in parte. Sapeva che a questo non importavano molto le ragazze, almeno cosi sembrava. Non sapeva infatti che aveva una cotta per...
Comunque, nonostante tutta la loro fatica bastava che Kanata anche solo sbatteva le ciglia per provocare degli urletti. Era un po' inconsapevole di ciò che scatenava. DICIAMO.
Ma forse, poteva usare la cosa a suo vantaggio; se faceva ingelosire Miyu poi, lei restava, no?
Kanata sorrise. Fragile come è, proprio, pensò.
Kurita lo scosse un po'. 
Kanata lo fissò. - Che c'è?
-Ti stavo chiedendo come fare per attirare Miyu. Tu sei suo cugino, no?
-Anche se ti piace...
Santa. Kanata non alzò lo sguardo su di lui, era impegnato a trucidare-guardare Kurita.
-Mi aiuterai? Mh? Tu sai cosa vuole lei? Secondo te le piaccio?
Kanata sorrise. -Certo.
Allo stomaco, qualcosa allo stomaco sentì Kanata.
Miyu era molto bella, ma era sua. Non avrebbe permesso a nessuno di toccarla, neppure a Kurita.
Un suo migliore amico.
Kurita sorrise, aggiustandosi gli occhiali.
Sapeva che a Kanata Miyu piaceva, ma allora perché aveva fatto questa domanda?
-Andiamò a mangiareeeeeee!!!
Gridarono Nozomu e Santa.
Gli altri due si guardarono, e forse inconsapevolmente si lanciarono uno sguardo di sfida.
Kanata vide negli occhi di Kurita una strana luce. Forbuzia.
Kurita vide una strana luce, negli occhi di Kanata. Consapevolezza.
Di cosa? Si stupì. Che forse aveva capito in suo piano?
Può darsi, non doveva sottovalutarlo, sarebbe stato un errore impagabile.
Ma c'era un modo per non colpirsi a vicenda? Erano amici, si volevano bene.
Questo Kanata lo sapeva e gli faceva male.
Ma cosa poteva fare, lasciarla con lui?
Forse...

Eeee alla prossimaaaa:))
MissP;)


 

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Capitolo 13
*** Chissà ***


Ohhh bene bene, è il mio momento, vi ho fatto aspettare tanto xD
Prima di leggere il chappy, dovete sapere che Kurita ha gli occhiali ma non i fondi di bottiglia come nel manga, okay?
Bene,
ora leggete.
Un bacio. MissP;)


Orgoglio

{Amore guarda non con gli occhi ma con l'anima.
William Shakespeare}

Capitolo 11-Chissà

-Kanata?
-Mmh?
-Ti devo devo dire una cosa...
-Cosa?
-Ecco, ho visto un ufo. In questo momento.
Kanata guardò Santa. Santa guardò il cielo.
Kanata guardò il cielo. Niente ufo.
-Dov'è?
-Lì, vedi!
Gli fece segno il suo amichetto.
-Non vedo nulla.
Disse Kanata indifferente, anche se comunque c'era un disco magico non gli avrebbe importato nulla.
-Vedi bene, è proprio lì, dovremmo andarcene. Se poi ci prende?
-Tu dici che può farlo?
-CERTO!!!
Gridò convinto Santa, ma subito si pentì.
L'altro moro, Kanata, era un bambino di appena 6 anni. L'altro, Santa, aveva anche 6 anni.
Ma erano diversi. Molto diversi, eppure tutti e due si volevano un gran bene.
-Kanata andiamo via...
Disse un po' impaurito, l'amico. Aveva una voce un po' nasale, ma anche il suo tono era ridicolo, tutto di lui lo era. Sprizzava allegria, e forse era questo che Kanata, già a 6 anni, ammirava in lui. La sua spensieratezza. La sua bontà, il suo volergli bene. Cosi com'era.
Il ragazzino più forte, o perlomeno più orgoglioso cosi tanto da non arrendersi, si alzò. Fissò il cielo e sorrise. Camminò un po' più avanti in quel bosco allontanandosi sempre di più. Non stava cercando o inseguendo nulla, solo inseguiva l'istinto. Il suo amichetto era pazzo di ufo, e lui lo accontentava sempre. Questa volta, voleva mostrare a se stesso che non c'era proprio nulla. Ecco perché, era solo un'avventura.
Si spinse avanti e sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, ma non gridò.
Santa..., pensò. Ma comunque, aveva troppa fifa per accettarsene.
Camminò ancora, più in là. Anche se era buio era capace di ritornare indietro, anche perché per quanto si spingeva lontano non si allontanava mai da non vedere il masso dove prima erano seduti.
Sentì qualcuno tremare. -Kanata...
Si, era Santa. Un Santa impaurito.
-Zitto.
Fermo, rispose Kanata.
Ora che aveva la certezza che quello dietro di lui era il suo amichetto, poteva continuare iperterrito, no?
Poi un rumore.  Una luce.
Si svegliò. I suoi occhi incontrarono il soffitto.
Sbadigliò e poi si alzò dal suo futon. 
Altri ricordi, erano un paio di giorni che non continuava a fare questi sogni.
Andò a mangiare, si lavò e si preparò per scuola.
Tutto pronto.
Miyu.
Ah!
Come un razzo si precipitò in camera della ragazza, aprì la porta.
Miyu nuda.
Ah!
Un grido.
Quello di Miyu.
Un grido.
Quello di Kanata, per riflesso.
Oggetto volante.
Secondo oggetto volante.
Dolore.
AH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

____

-Bussa, prima!!!!!
-Scusami, potresti anche tu evitare di farmi sempre male, chi vuole vedere quel corpo infantile!!
-Non ho un corpo infantile, e poi che ti importa!
-ECCO!!!
Miyu e Kanata erano pronti per la scuola.
Un altro giorno, tipico al tempio Saionij.
Kanata si fermò di colpo lungo il suo percorso, mentre Miyu più inviperita 
che mai e con un "tenero broncio" (a giudicare da ciò che pensava Kanata) , continuava a camminare verso scuola.
Il ragazzo pensò. Mi mancherà tutto questo... lei se ne andrà e io resterò senza lei...
Oggi, non sapeva perché, ma l'aveva rimossa dalla mente. Era come se al suo risveglio non c'era nessuna Miyu.
Era come se non conosceva nessuna Miyu, soprattutto lei. Era come se tutto questo non fosse successo.
Era come un istinto di protezione, che gli faceva dimenticare tutto quello che riguardasse Miyu.
Era come se, un ragazzo innamorato, si proteggeva dal suo amore, dopo aver saputo che questo se ne doveva andare. Da lui. 
Kanata sospirò, mantenendosi forte.
Da domani incominciava la sospensione. Tre giorni.
Era tanto entusiasta, certo.
A scuola andò per il meglio. Kanata e Miyu non si parlarono e andò per il meglio. Le lezioni andarono per il meglio. Nessuna sparlava di Kanata e quindi andava per il meglio, il prof. di ginnastica non c'era e...
-Tutto va' per il meglio.
Disse Kanata aprendo la sua bottiglia d'acqua.
Ora d'intervallo. Seduti sul terazzo Kanata, Santa, Nozomu e Kurita mangiava con tanta fame.
-Beh, mi fa' piacere.... KANATA!!!!
Quest'ultimo, calmo, finita la bevuta, fissò Santa.-Non gridare.
-SEI STATO SOSPESO!!!
-NON GRIDAREEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!
-NON STO GRIDANDO!!!
-STATE GRIDANDO!!!!!
Gridò Nozomu.
Perfetto, si disse Kanata, ora litigano cosi mi lasciano in pace.
E cosi fu, tutti a gridare, mentre Kanata mangiava e beveva. Non pensava a nulla solo a quel buonissimo sushi fatto da lui stesso. E naturalmente a Miyu.
No, non la sto pensando, il fatto che dico che non la penso non vuol dire che la sto pensando perché sto solo dicendo che non la sto pensando visto che è vero... anche se forse dire "non la sto pensando" significa che lo stai facendo... MA DA QUANDO PARLO NELLA MENTE???
-Kanata? Ci sei?
Il ragazzo alzò lo sguardo e vide tutti i suoi amici che lo fissavano.
Kanata era strano nell'ultimo periodo, di solito era sempre composto, attento, fermo, glaciale. Ma da quando la "cugina" Miyu è venuta da lui... è cambiato. Era una cosa buona?? Santa non lo sapeva, ma come suo migliore amico doveva indagare e scoprire cosa stava succedendo e anche alla svelta.
-Sono tre ore che ti chiamiamo.
-Scusa Santa. Che vuoi dirmi?
Kanata si sentì opresso da tutti quei sguardi, sembravano che volessero perforargli l'anima, ma lui era un osso duro, no? Non si faceva scalfire.
Certo, come no. Non da loro, perlomeno.
-Stai pensando?
Il bel ragazzo sorrise. -Dovresti provarlo anche tu Santa.
Quest'ultimo si imbronciò ma poi si ricarcò e partì in quarta. 
-Per caso, stai pensando ad una ragazza bionda, occhi verdi, un po' infantile, carina, tanto dolce, che è tua cugina?
-Dovrei?
-Dovresti?
-Perché?
-Perché dovresti?
-Non ci penso.
-Non ci pensi??!
-Finiscila!!!!!!
Disse in un sussurro Kanata. Di nuovo gelido, come un guscio.
Oh no, non ancora amico, pensò Santa. Perché si comportava cosi? Perchè? Cosa poteva fare lui, era suo amico eppure non riusciva ad aiutarlo.
-Ti piace tua cugina, è strano ma sta accadendo.
L'unico fatto sbagliato era che Miyu non era sua cugina.
-Nozumu, non ti ci mettere pure tu.
-Ti piaceeeeeee!!!!
Il biondino assunse una voce da fantasma, risero tutti, Kanata accennò un sorrissetto, tanto per restare se stesso. Ma tanto era vano, tutti erano convinti che era cambiato, quindi facendo cosi non era più se stesso, ma quello di un tempo, quello sbagliato, quello adorabile ma non innamorato.
-Dai, ammettilo.
-Che a te piace Chris?
Nozumu ci restò secco sul colpo, deglutì e poi tremò. -Non mi piace...
-Certo come no...
Disse Kanata impercettibile.
-Beh, almeno lui comunque non lo nega.
Kanata guardò Santa. -Lo ha appena fatto.
-Non è vero.
-Chi è che nega adesso?
Tutti zitti. Kanata era calmo, apparentemente, sempre con la risposta pronta.
Il ragazzo continuò. -Non dico che mi piace però con questo discorso, sto solo rispondendo. Miyu è mia cugina, le voglio bene come un cugino sa fare con sua cugina. Non mi piace, non mi piacerà mai. E poi se non sbaglio, Kurita prova qualcosa per "la mia cuginetta", no?
Tutti fissarono Kurita. Poi a Santa venne il colpo di genio. Okay, era un colpo basso, ma con Kanata si doveva giocare pesante. E lui lo sapeva.
-Beh, allora vuol dire che dovrete giocarvela.

___

Doveva dirglielo. Ma quando?
Doveva dire che restava, poi telefonare alla madre e dire a Kanata che sarebbe "restato".
Anche se, poi, una domanda sorgeva: alla madre non preoccupava il fatto che due adolescenti abitavano da soli, nella stessa casa, stesso tetto, con tanti ormoni? Probabilmente non le importava più di tanto.
Chissà Kanata come l'avrebbe presa, forse era stato contento quando aveva saputo che lei se ne doveva andare. Forse non vedeva l'ora. E poi come si sarebbe comportata? Lui avrebbe continuato a baciarla? Troppo imbarazzante! E si potevano dire amici? Fidanzati? E se l'avrebbe presa in giro?
E se, e se, e se... bla bla bla.
Non doveva pensarci. Miyu punto i piedi per terra, davanti a tutta la scuola, gridò sicura.
-Devo stare traquilla!!!!!!

____

-Oh, Kanata!
Una ragazzina bassina, capelli corvini e neri, occhi blu profondo tirati, minuta, piuttosto formosa, pelle olivastra si avvicinò a Kanata, il quale era intento ad andare alle lezioni con i suoi amici.
La ragazza era molto agitata, doveva chiedere una cosa importante a Kanata. E chissà lui cosa rispondeva.
L'interpellato fissò la ragazza, le sorrisi gentile. -Dimmi, Mako.
Con voce ferma e suadente. Inconsapevolmente, certo.
Gli amici quasi lo guardarono invidioso, tutte a lui!!!
-Ecco, mi chiedevo,-Mako giocò con una ciocca dei sui capelli- ti va di venire con me dopo scuola, a prendere qualcosa? Qualunque cosa, davvero.
Kanata restò interdetto.
Niente Chris nei paraggi.
Niente Miyu nei paraggi.
Che centra!!, pensò, ribattendo.
Si schiarì la voce, e annuì. -Certo.
La ragazzina diventò rossa poi emise una specie di urletto e scappò via, dalle sue amiche che l'accolsero con un sorriso. -Ce l'hai fatta, brava Mako!
Kanata venne attirato dagli sguardi di tutti. 
Santa era arrabbiato.
Nozomu, quasi geloso.
Kurita felice, ma sorpreso. Se era vero che voleva Miyu, perché aveva accettato?
Voleva essere gentile? Forse...
-Perché hai detto di sì?!!!
-Santa, e non gridare!
-Ma Kanata....
-Uff!
Il moretto carino se ne andò, prendendo lo zaino.
In quel momento vide uno sguardo deluso, due occhi verdi trafiggerli l'anima.
Era delusione, quella negli occhi di Miyu?

____

-Kanata, leggi.
Lui si alzò e lesse.
-She has been shopping, then she went home. She cooked and she ate. She...
Mentre leggeva, con la coda dell'occhio osservava Miyu, infondo conosceva a memoria quel pezzo.
Era incantevole, fissava il suo libro, cercava di seguire ma si vedeva che pensava ad altro.
Sembrava triste, ma era comunque fantastica.
I suoi occhi brillavano, i suoi capelli danzavano e il suo profumo di fragola e vaniglia alegiava nell'aria.
Quanto voleva baciarla ancora...
Ma le era striste, perché? Cosa era successo? Centrava lui?
Oppure no?
Perché? Perchè stava cosi? Che poteva fare?
Perché? Perché la doveva amare cosi tanto? Inconsapevolmente.


Alla prossima:))
Miss;)


 

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Capitolo 14
*** Passi avanti ***


Orgoglio
{Amore corre verso amore
così come gli scolari lasciano i loro libri,
per contro,
amore lascia amore con volto corrucciato
con cui gli scolari vanno a scuola.

William Shakespeare}
Capitolo 12-Passi avanti
-Cosi, non parti più?
-No.
Ci fu un silenzio imbarazzante e quasi allo stesso memento, Kanata e Miyu ringraziarono la campanella per aver suonato e per aver messo fine a quel silenzio intriso di emozioni. Si salutarono frettolosamente e corsero in classe. Miyu quasi inciampò, Kanata quasi scivolò, poi sani e salvi entrarono in classe. Ci furono degli occhi indiscreti su di loro, perlopiù erano dei loro amici, quelli buoni e curiosi, i restanti sguardi erano invidia. Pura invidia.
I due ragazzi si erano incontrati nel corridoio e cosi Miyu ne aveva approffitato per dire che restava. -Beh, sai com'è... non parto più.
Ora si stava chiedendo cosa ne pensasse Kanata. La stava prendendo bene? Forse si, forse no. Il non sapere la stava uccidendo.
E se lui ci aveva sperato?
Ohhh, niente 'pippe mentali', basta. Doveva andare avanti, ciò che era successo era successo, e se lui si permetteva ancora di baciarla, beh sarebbe svenuta ovvio, ma gli avrebbe dato uno sberla talmente forte! 
Non ce l'avrebbe fatta!!!! Che sberla??!!! Ma che sberla?? Lei non era proprio capace di tentare di opporsi ai suoi baci. Che imbarazzo!!!
Era fritta, impanata e cosa peggiore, messa nel fuoco a 360°.
Sarebbe morta prima o dopo?
E cosa avrebbe fatto Kanata?
Già, anche lui se lo chiedeva. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe permesso che Kurita, il suo orgoglio, la facessero andare via, per sempre questa volta? Stava avendo un'altra occasione. Ma lui, sembrava non voler capire.
-Kanata, oggi devi andare con Mako allora, eh?
Non fece in tempo a capire da chi provenisse quella frase, troppo presa dai suoi pensieri, che un'altra voce si accavallò.
-Mako??!!
Miyu era incredula. Ora imbarazzata.
Ecco, taci stupida, perché hai parlatoooo??????!!!!!!!!!!, pensò mordendosi il labbro.
Si era girata di scatto sentendo Santa parlare con Kanata. 
Quest'ultimo aveva fisso lo sguardo su di lei. Impassibile annuì. -La conosci?
Lei si riprese. Forse era meglio rispondere. -Si, è... sta nella classe C, vero?
Il ragazzo annuì ancora.
E Sanata, beh, se Kanata poteva, ora a quest'ora il suo migliore amico sarebbe morto. E non solo per mano sua. 
Anche Miyu l'avrebbe ucciso. Proprio per la frase che stava per dire.
-Perché, sei gelosa???!
Santa ricevette un calcio da Saionij. Sul ginocchio sinistro.
Meno male che era appoggiata al banco dell'amico, altrimenti sarebbe caduto!
Intanto Miyu quasi cadde dal davanzale della finestra.
Tutti gli sguardi dei loro compagni erano puntati su di loro, anche quello delle amiche di Miyu, vicine a lei.
Nozomu guardava Kanata. Poi Miyu.
Kurita fissava Miyu. Solo e soltanto lei. Voleva sapere, però, se lo era davvero!
-Santa!! Ma che dici?!!!
Disse la bionda, ridendo nervosa.
Ti odio Santa!!!, pensarono i cugini, nello stesso momento.

____

-Kanata, Kanata??!!! Sono qui.
Una ragazzina molto carina, bassa sventolò la sua manina in aria come una sforsennata avvicinandosi al ragazzo in questione.
-Mako, ciao.
Kanata la salutò.
-E' da molto che aspetti?
-Oggi siamo usciti prima da scuola.
All'uscita dell'edificio non c'eran molti ragazzi. Le lezioni erano finite per quel giorno.
E ora, il ragazzo moro doveva adempire alla sua promessa, quella di uscire con Mako.
La ragazzina era euforica, si odiava però, per non aver detto un altro giorno. Come sabato o domenica, per l'appuntamento. Ma non voleva considerarsi cosi importante. Aveva cosi optato, con le sue amiche di un'uscita dopo la scuola.
Infatti, aveva la divisa. Ma lei si voleva vestire meglio!!! Per lui, ovvio.
Ma chissà, forse se giocava bene le sue carte, poteva guadagnarsi una nuova uscita.
I due incominciarono a camminare. Kanata teneva le mani dentro le tasche del pantalone e si dirigeva al bar là vicino.
Mako lo seguiva, con il cuore in gola. Tenava con entrambe le mani la cartella.
Se guardati da lontano, potevano sembrare una bella coppia ma strana. Lei era davvero molto bassina e faceva sembrare Kanata troppo alto. Certo, Kanata lo era. Ma non cosi tanto.
Non sapeva come comportarsi, lui.
Infondo, si disse, è lei che mi ha invitato. Già è troppo se la porto io da qualche parte... oh! forse dovrei prendere la cartella e farle da "cavaliere"... mah! lasciamo stare!
I due si sedettero.
La ragazzina sorrise. Kanata ammicò.
Ammicò??????! E tanto per sapere, Kanata, da quando ammicchi?
Da ora, va bene!!!!!!!!!!!!??!!!!!
Il ragazzo si schiarì la voce.
-Ehm...
-Ehm...
-Bella giornata vero?
-Già...
-Già......
-Che hai fatto di bello?
La ragazza sembrò acquistare forza.
-Ahm...
-Dico in questo... periodo?!
Suonava come una domanda.
Kanata rispose, balbettando un po'. -Beh, ecco... nulla di così, importante o bello.
Sorrisooooooooo.
Giusto.
Kanata sorrise, come giustamente gli aveva sugerito la mente.
-Ehm... tu?
-Nulla anche io. Tu, vorresti venire con me?
-Dove?
-Ah! Ehm... ad una festa. In spiaggia. Vorresti?
-Quand'è?
-Dopodomani.
Kanata ci pensò su. -Si, okay.
-Ragazzi, volete qualcosa?
Una donna sulla trentina d'anni,  con due grandi occhi, una faccia tonda e vestita dal piccolo bar, li interruppe.
O li salvò! Dall'estremo imbarazzo.
-Ehm, si. Tu vuoi qualcosa, Mako?
La ragazza era persa ad ammirare gli occhi profondi del ragazzo, le sue labbra rosse.
Ma ritornò in sé. -Ecco, vorrei un gelato al cioccalato e vaniglia.
-Io prendo un... cosa, che servite esattamente?
La donna sorrise.

Il ragazzo, in verità, si e no ci era stato due volte. E non era per lui.
Massimo, sapeva che si chiamava  "重要な何か"(*)
Beh insomma, cosa vuoi ordinare ad un bar!
-Guarda, potresti prendere un frappé. Ti consiglio uno con stracciatella con menta e cioccolato. E panna, se vuoi.
-Si, ok, prendo quello.
La donna se ne andò sorridente.
Mako fissò Kanata con un accipiglio divertito.
-Che c'è?
Disse lui, divertito.
-Nulla!!!
E cosi, ci fu una bella intesa. Da lì, chiaccherarono molto, risero molto!
Si divertirono e poi fu il momento di andare a casa.
-E' stato bello, vero?
-Si, certo.
-Ci vediamo domani a scuola e poi ci conto che vie-Kanata la interuppe.
-Io domani non vado a scuola. Non vengo a scuola per i prossimi 3 giorni. Sono stato sospeso. Ci vediamo direttamente alla festa. Se mi dici dove abiti, ti vengo a prendere.
-Oh, macché!! No, dai. Abito davvero lontano, ci vediamo alle otto qui, che dici?!
-Certo, si!
Lui sorrise. Lei anche.
Li baciò una guancia. -E' stato davvero bello! Ciao!
La ragazza se ne andò, quasi correndo ( o saltellando, felice), metre Kanata era un po' schioccato.
-CHI E' QUESTA QUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII???????????!!!!!!!!!!!!!!
-CHRIS ASPETTA!!!!!!!!!!!!!!!
Kanata si girò, vide i suoi amici: Santa, Nozomu, Kurita e Christine con Nanami e Aya.
C'erano tutti, tranne lei.
Oh!
Chris si avvicinava come una furia al ragazzo, mentre Kanata si perdeva nei suoi pensieri.
Era inutile, pensava a Miyu.
Proprio non riusciva a togliersela dalla testa.
Intanto gli altri cercavano di calmare Chris.
-KANATA E' SOLO MIOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

____


-Siete da soli?
-Kanata, la dolce Miyuccia non c'è.
-Nozomu, non rompere. Non dicevo questo.
-Ah no? E cosa intendevi?
-Attento al palo...
-Come?
-Atten- Kanata non fece in tempo a ripeterlo che il suo amico ci andò a sbattere.
-Ahiiiiiiiiiiiii.................!!!!!!!
Nozomu scivolò per terra e Kanata continuò a camminare, alzò gli occhi al cielo e sorrise.
Il biondino però, si era ripreso (non si sa come) e aveva giusto visto il sorriso felice dell'amico.
-Perché sorridi??!
Kanata si girò. -Ti sei ripreso?
-Si.
Guardò davanti a sé. -Bene.
-Dolce Kanata... chi è quella cattiva ragazza che spremeva i suoi begli occhiucci  su di TE??? CHE CAVOLO LE E' SALTATO IN MENTEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!
-Ed ecco che si ricomincia.
Kanata sospirò, affiancato da una Chris furente con in mano un albero e dai suoi amici che cercavano di calmarla.

____

-Dove sei stato?
Miyu puntò il suo sguardo su di lui. -Toccava a te andare a fare la spesa, ricordi?!!! Sono morta di fame, non ho mangiato nulla.
-Meglio, cosi dimagrisci un po'.
Kanata corse quasi nella sua camera. Aveva un tono sarcastico. Era felice.
L'aveva rivista, anche se forse era poco, per lui era già molto.
Troppo, forse, per il suo cuore. E per il suo orgoglio.
Miyu stava pensando. Era andato con quella Mako, era davvero una ragazza carina. Si sentiva gelosa.
Già. Voleva sapere cosa era successo, ma non potev chiedere!
Si preparò qualcosina, per non pensare. La gelosia l'aveva fatta chiudere lo stomaco e cosi non aveva magiato prima, non ci aveva proprio pensato. Tentò di cercare qualcosa, trovò la zucca.
Ah! Beh, pensò, quella non manca mai. Gli deve piacere un sacco...
-C'è la zucca? Guarda, la preparo io se vuoi.
Miyu quasi cadde dallo spavento. Dietro di lei c'era un Kanata mezzo nudo, senza maglietta, annoiato ma felice. Anche perché doveva magiare la sua adorata zucca!
Miyu si riprese, ma neppure fece in tempo che venne investita da un calore.
Era tutta rossa. Si strise la maglietta e girò la testa. -Mettiti qualcosa addosso!!!
Quasi gridò, acida ma sempre con quella sua vocina un po' infantile.
Kanata rise. Era cosi bella.
E lui cosi sexy! A torso nudo, la sua risata, la sua voce, i suoi occhi, la sua bocca, le mani, il collo....!!!!
Miyu non avrebbe mai pensato che poteva provare attrazione per un ragazzo, e un po' si vergognava per questo.
Kanata la fissò. Indossava una maglia a maniche lunghe, nera e un pantaloncino fucsia. Davvero... mhhhhhhh!!! Mi farà impazzire prima o poi....!!!
Sorrise felice, si andò a cambiare e ritornò in cucina per preparare la zucca.
Erano le quattro e loro stavano mangiando. Miyu vide quanto a Kanata piaceva e decise di provare a parlare con lui. A non farlo più chiudere in se stesso.
-Ti piace proprio, non è vero?
Gli occhi blu del ragazzo fissarono quei verdi di lei. Un brivido. Per tutti e due.
Abbassarono lo sguardo poi con voce tremante Kanata rispose:
-Di cosa... parli?
Diciamo che il suo cervello era disconesso, e non era solo per le gambe di lei. 
Era possibile ch anche il suo sguardo lo facesse uscire fuori completamente? E il suo profumo, poi!!!! Era una cosa... wow. E lei, quelle guancie, quelle labbra. Semplicemente lei, non aveva altro aggettivo migliore per descriverla.
-La z-z-zucc-a. Ti pia-ce m-molto?
Quanto si sentiva stupida, balbettare in quel modo. Solo per uno sguardo. Anche se quello sguardo ti perforava l'anima. Anche se quello sguardo veniva da lui. Anche se nessuno aveva quello sguardo cosi bello, profondo.
Kanata annuì, si stava riprendendo e anche lei.
Ma intanto, quest'ultima si stava irritando. Perché non parlava??? Non si confidava??!!
-Non me lo hai mai detto.
Già, non glielo aveva mai detto, ma lo aveva capito da sola. Certo, Kanata la prendeva sei giorni su sette.
-Io adoro l'onigiri. (*1)
Continuò lei. Era davvero imbarazzante.
Lui annuì ancora.
Miyu si alzò indignata, pulì la sua parte e se ne andò.
Ma prima di andare via, Kanata parlò.
-Anche a me piace. Adoro anche il sushi. Mia madre...
Si interruppe. 
No, doveva continuare. Per lei.
L'avrebbe persa, altrimenti.
-Lei, me li faceva sempre. Anche lei li adorava. Soprattutto il sushi. Ho preso da lei questa passione. Mio padre lo odia, ma faceva uno sforzo, perché io e lei lo volevamo. Ora che non c'è più, non si deve più sforzare.
Il suo sguardo si indurì.
Miyu si pentì.
Come era stata egoista, ora lui era triste. Anche se forse gli aveva fatto bene dichiarare cosa pensava.
La ragazza si sedette. -Potresti insegnarmi?
Kanata si riscosse e la guardò. -Cosa?
-Potresti insegnarmi? A fare il sushi dico...
Il ragazzo sobbalzò.
-Lo sai fare?
Continuò lei.
-Si, lo so fare. Perché lo vuoi imparare? Ti piace anche a te?
-Ecco, non poi cosi tanto. Non ti ho mai visto mangiarlo, cosi avrai un pretesto per farlo no?

 


  
(*)=Si pronuncia cosi "Jūyōna nani ka" e vuol dire "Qualcosa di importante" 
(*1)=
http://www.google.it/search?q=onigiri&hl=it&prmd=ivns&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=kM5XTp7bNofFswbqmt3NCQ&ved=0CCgQsAQ
Per chi non lo conosce insomma!!
Allora, spero sia piaciuto:))
MissP;)
P.S. La mia efp "Ti stra-amo". Vi invito a leggerla e a commentarla:)
 

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Capitolo 15
*** Mamma (Parte Prima) ***


Ciao a tutti ragazzi:))
Ed eccomi con un altro capitolo.
Le cose x Miyu e Kanata si mettono bene, no? Niente più baci.
Niente istinto.
Solo loro e il loro amore.
Ho pensato molto, ho cercato molto, una ragazza che assomigliasse a Mako.
Purtroppo non ne ho trovata, non molto simile, mi è venuta all'improvviso l'idea di farvela vedere.
Certo, poi ognuno libera la sua immaginazione!

Miyu: http://www.google.it/imgres?q=miyu+kozuki&hl=it&sa=X&biw=1199&bih=618&tbm=isch&prmd=ivns&tbnid=mCyLrA1AipOVUM:&imgrefurl=http://www.
flickr.com/photos/stellinaty82/2468604680/&docid=TF50EtmqRWuljM&w=500&h=375&ei=tvtYTuLVFOvb4QS0soGtBQ&zoom
=1&iact=rc&dur=194&page=1&tbnh=159&tbnw=212&start=0&ndsp=16&ved=1t:429,r:9,s:0&tx=100&ty=73

Kanata: http://www.google.it/imgres?q=miyu+kozuki&hl=it&sa=X&biw=1199&bih=618&tbm=isch&tbnid=uIME2VgkpAlBdM:&imgrefurl=http://aldeaotaku.foroact
ivo.com/t297-ufo-baby&docid=1ifkN6mLF9WNTM&w=321&h=218&ei=K_xYTo6bBs6Qswato4WjCw&zoom=1

Mako: http://www.google.it/imgres?q=sakura+kinomoto&hl=it&biw=1199&bih=618&tbm=isch&tbnid=lqAK5aW0mseiNM:&imgrefurl=http://majokkomagicstars.bl
ogfree.net/%3Ft%3D3373943&docid=-tW3YiSw-fGR9M&w=299&h=400&ei=QvxYTrKjF4fKsga7yPSJCw&zoom=1

Santa: http://www.google.it/imgres?q=kanata+saionji&hl=it&sa=X&biw=1199&bih=618&tbm=isch&tbnid=u4w_kDVwOWWJCM:&imgrefurl=http://animemagic.f
orumfree.it/%3Ft%3D45287049&docid=1L0mJGO_cNXg8M&w=400&h=300&ei=o_xYTt3ZH8qLswaf8I2WCw&zoom=1

Kurita (senza gli occhiali):http://images.wikia.com/ufobaby/images/c/c1/Kurita.jpg

Non trovando molte foto di tutti i personaggi, ecco qui: http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=2&ved=0CCoQFjAB&url=http%3A%2F%2Fanimemagic.forumfree.it%2F%3Ft%3D45287049&ei=-fxYTpjVOIrOswaK3pCtCw&usg=AFQjCNFded3gTUEJlxex_aTlxqurb1lTnw

Naturalmente lasciate stare Lou, Baumiao e Momoka!

Una cosa: ci tengo a scusarmi x aver sbagliato i cognomi di Kanata e Miyu xDD 

Non vorrei trovarmi con delle faccie cosi: http://www.google.it/imgres?q=kanata+saionji&hl=it&sa=X&biw=1199&bih=618&tbm=isch&tbnid=VMZV-6euV5rwCM:&imgrefurl=http://tube.7s-b.com/miyu%2Band%2Bkanata/&docid=n0RUTpHyXMcHPM&w=480&h=360&ei=u_xYTtjYLcnOswbZo8ysAw&zoom=1

Aahhahahahhah belle faccie no?
Cmq, almeno al primo capitolo, me ne sono accorto e gli ho aggiustati. Ecco, non penso di continuare, da qust capitolo in su, credo di ricordarmeli:)
Beh, ci tengo a dire una cosa, lo scorso capitolo ho fatto quel piccolo bar e ho messo un nome a caso, ovviamente non so se è vero. Non esiste quel bar, okay? E' solo invenzione. Ho usato Google traduttore cmq. Non so se la traduzione in giapponese è giusta.
Quindi non ve la prendete con me:) A malapena so l'inglese e l'italiano-.-"
Bene, penso di aver detto tutto. Per quanto riguarda la fine, ve l'ho detto, non saprei proprio.
Ma penso che non manca molto.
Per i caratteri che uso, non è colpa mia. Alcune volte mi va in tilt il caso qui!!
Cercherò cmq di cambiare:))

Spero che il capitolo piccia.
Un'ultima cosa. "Ti stra-amo" è una ff che ho fatto io sul cast "Twilight", è completa, di 1 capitolo. Voglio sapere cosa ne pensate, tutto qui. Lo sto ripetendo da molto. Ma vorrei saperlo, perché vorrei fare anche una ff come questa (a più capitoli) di "Twilight".
Prima l'avevo fatta, ma poi lo cancellata.
Questo capitolo parlerò un po' del sushi. Sono andata su Internet, quindi, non so se è proprio esatto.
Bene, ora basto, parlo troppo? Naaaaaaaaaaaah!!
Godetevi il capitolo:)
MissP;)

P.S. E' molto importante, se è "spinto" mi dispiace. Non voglio essere volgare, okay? Basta, la finisco:)
Uuuuuuhhhh, lo so che è passato, ma lo dimenticato. Spero che avete passato un Buon Ferragosto e che ora passerete una buona festa Madonna. Ah! Da oggi in poi, i capitoli li leggerò al momento, dopo averli scritti insomma. E' meglio.  Ragazzi, ho di sicuro scordato qualcosa. Quindi, beh... non so più che dire:)

Ho dimenticato tutto:D

Orgoglio

{E ogni angoscia che ora par mortale,
di fronte al perder te,
non parrà eguale.

William Shakespeare}

Capitolo 13-Mamma
(Parte Prima)

-Quanto sei imbranata!
Kanata rise, davvero dirvetito.
La ragazza affianco a lui si imbronciò. Gonfiò le guancie, arricciò le labbra e il nasino, diventanto adorabile e sempre di più. Kanata quasi perse il battito per quanto era bella e cosi bimba.
Era tutta piena di riso e nori, nonostante avessero usato la massima accortezza, lei faceva sempre in modo di rovesciarsi addosso tutto e non solo! Anche di buttarlo per terra. Era cosi terribilmente imbranata e carina. Ogni volta che scivola, si rialzava tutti scompigliata per poi ripartire con una carica degna di un elefante. Diciamo pure che era per "colpa sua" se Kanata era sporco. Odoravano di pesce, di frittata, tutti ingredienti per il sushi.
La scena era questa: Miyu, per terra, a gambe all'aria, tutta sporca, e di fronte a lei un Kanata sorridente divertito che impastava chi sa quale strano miscuglio.
-Fallo solo tu, allora!
Quasi gridò Miyu. Era talmente imbarazzata. Cosi goffa, poi...
Si vergognava e cosi, arrabbiata con se stessa, aveva risposto in quel modo e dicendo quelle cose. Ma si pentì subito, tutto questo era per lui. L'obiettivo era farlo ridere e ci era riuscita, se poi era di lei, la cosa doveva passare in secondo piano.
Cosi sorrise e poi si mise a ridere anche lei.
Si alzò, pulendosi il grembiule bianco e forse un po' troppo largo per lei e si rimise a lavoro.
Il ragazzo era felice. Subito, rivangò i suoi ricordi. Ricordi di cui anche la mamma era presente.
-Mia madre aggiungeva sempre un po' di cannella.(*) Era il suo tocco speciale.
Si sentiva dal tono della sua voce, quanto il ragazzo per quanto stava preparando il sushi insieme a Miyu, in quel momento non era completamente lì con lei.
Miyu lo fissò. Era lui, ora. Era il vero Kanata. Ci poteva scommettere.
Era quello dolce, senza quello sguardo di sfida, di ghiaccio, di protezione. Senza più maschera, vulnerabile ma talmente se stesso da far quasi piangere Miyu.
Ce l'aveva fatta!!! Ce l'aveva fatta!!!!!!!! Aveva fatto emergere un suo bellissimo lato, quel lato più tenero.
Che fosse lei, la ragazza che doveva finalmente cambiare Kanata?
-Che buona la canella! La vorresti mettere?
Kanata alzò lo sguardo, ancora un po' perso in se stesso e rispose. -Si, se c'è, perchè no, infondo...?!
Cosi la misero. -Secondo me, poi, non era la cannella a rendere più buono, il sushi.
Kanata sorrise della frase di Miyu.
-Lo so. Il solo fatto che lo faceva lei, per me, già era fantastico.

____

-Caspita...
-Già...
Miyu quasi rise. Il sushi era strepitoso!! Talmente buono!
-Cavolooooo!!!!!!! Per forza che ti piaceva cosi tantoooo, ora capisco!!! Ma non capisco, invece, come tuo padre non lo voleva!
Kanata continuò a mangiare annuendo. Ancora perso nei suoi ricordi.
Oh Kanata...
Cosa poteva fare? Cosa fare?
E lei tentò. Egoisticamente, forse.
-Come è morta?
Kanata quasi sobbalzò. Quasi cadde, seduto per terra poi!
Alzò gli occhi in quelli della ragazza, la quale vi lesse dolore. Già, eterno dolore.
Aveva in viso una smorfia di dolore puro. Schifoso dolore.
A Miyu si fecero gli occhi lucidi e una fitta profonda e troppo forte, la colpiì al petto e alla pancia. -Scusami...
Quasi sussurrò.
Il dolore di Kanata doveva finire, poteva ancora tornare a sorridere!
Si fece forza, ignorando la voce -che diceva che poteva aggravare la situazione, se lo faceva,- e il dolore che sentiva lungo il corpo, e si avvicinò a lui.
Lasciarono il piatto, le bacchette. Miyu lo strinse in un abbraccio. Strinse forte, facendo appoggiare il capo sul petto suo.
E pianse.
Kanata, dal canto suo, in una morsa di costrizione e dolore atroce, in un ultimo soffocoso sospiro esclamò:
-E' morta a causa mia, per il parto. Il giorno del mio compleanno.
Non seppe se Miyu lo sentì. Nessuno, mai, si era occupato di dargli un abbraccio. E se lo faceva, era pena. 
Miyu non sentiva pena per lui, anzi sentiva rabbia e Kanata questo lo percepì, infatti la strinse a sé. La fece adagiare sul pavimento, respirava a fatica, finalmente il suo piangere si sentiva. Miyu si fece fare tutto.
Si portò su di lei, si sistemò meglio, pianse. Troppo, forse.
La strise a sé, in una morsa brutale, la stessa che per otto anni lo uccideva. Affondò i viso nel suo petto, sempre di più, cercando conforto. Soffocando quasi.
E stranamente, lei non disse nulla.
Perché stranamente lo amava.
Perché stranamente lui, non stava pensando più alla mamma morta ma a lei. 
Perché non voleva perderla.
Perché anche lui l'amava.
Miyu aprì le gambe e Kanata ci si mise dentro.
La ragazza non riusciva più a piangere. Non capiva perchè tanto dolore ad un essere cosi in gamba e dolce.
Si sentiva responsabile, poi!!! Che assurdità!!
I singhiozzi di lui stavano scemando, e mano male! Miyu stava morendo per questo.
Voleva che sorridesse! Ora!!!
Lui si alzò, raggiunse il suo viso. Non ebbe il tempo neppure di contemplarla e di venerare la sua tenera bellezza che lei parlò.
-Non devi sentirti in colpa, non è colpa tua! Se lei è morta non è colpa tua. E poi ora sta in un posto migliore.
E accadde.
Un piccolo bacio.
Un dolce sfiorarsi.
E a Kanata si sciolse il cuore.
Stava bene. Davvero. Anzi, stava meglio di "bene".
Sentiva che con lei poteva essere se stesso, non l'avrebbe giudicata.
A farsi vedere cosi, proprio non lo scalfiva!! Affatto.
E l'amava.
E la baciava, la cullava, facendole non pensare più al suo dolore.
L'aveva visto, infatti, nel suo sguardo, il suo stesso dolore misto a rabbia.
Lei lo capiva. Lei lo amava.
Immensamente.
Fu un bacio dolce, innocuo. Un bacio come appiglio alla vita. Come se in quel momento servisse proprio ciò a far sorridere il mondo. E cosa più importante a far sorridere lui.
Lui le prese il viso, lei gli toccò il petto.
E ancora piccoli baci, risa aleggiarono nell'aria. Con occhi luccicanti e pieni d'amore e di vita, finalmente.
Lui le baciava il viso, lei rideva.
Si dimenava fingendo irritazione. E lui la bloccava, facendole il sollettico.
E lei rideva, cosi tanto da apparire più bella.
Il che era impossibile. Inimagginabile per lui.
O meglio, non giusto verso il suo cuore che incominciò a pompare.
Diventò un po' rosso. Miyu se ne accorse, ma nn ci badò. Infondo, pensò che era perché stavano ridendo.
Lui la amava, lei anche.
Lui la voleva far sorrise, lei altrettanto.
E per questo che si malediva, invece di far sorridere lei a Kanata, era il contrario!
La baciò sulla fronte. Gli mancavano le labbra piene di lei. Rosse e di fragole.
Quanto la voleva!! In tutti i sensi.
In quel momento la voleva sua. Voleva che l'appartenesse.
Cosi stupido....!!!! Si, era uno stupido innamorato.
I suoi capelli si aprivano a cerchio sul pavimeto e le davano un aspetto da dea, le toccavano un po' gli occhi, la bocca. Già, i suoi occhi verdi!
Luccicavano divertiti. E questo a lui bastò, per restare cosi felice, per sempre.

(*)=Non so se si mette la cannella, insomma, è inventato!

Ok, fatemi sapere se il carattere va bene e se il capitolo vi piace.
Non so se si capisce. Non so neppure se ho reso bene le sensazioni dei due!
Beh, chiudo qui:)
Alla prossima, se ricorderò, cmq, delle cose o le aggiungerò qui oppure al prossimo capitolo. Buona Festa Patronale!!!
Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!
MissP;)

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Capitolo 16
*** Mamma (Parte Seconda) ***


Vi avverto, il capitolo sarà molto triste. Perfino io, ho pianto xD
Ma, è da leggere. Vi invito a farlo.
MissP;)

Orgoglio

{Quando non sarai più parte di me,
ritaglierò dal tuo ricordo
tante piccole stelline,
allora il cielo sarà così bello
che tutto il mondo si innamorerà
della notte...

William Shakespear
e}

Capitolo 13-Mamma
(Parte Seconda)

Miyu proprio non riusciva a comprendere.
Cos'erano? Amici? Amici di baci? Fidanzati?
A quella parola, arrossì.
Forse era vero, o forse Kanata si voleva divertire.
O forse voleva fare pratica!!! Magari per la sua Mako!
Già, Mako.
Avevano ripreso a mangiare, dopo che ci fu un intenso e profondo abbraccio, forse casto. O forse no.
Seguito, poi, dallo sguardo penetrante di lui. Come voleva essere sua! Voleva baciarlo lei, ma aveva troppo vergogna. Se poi la cosa per lui non aveva importanza, che figura ci faceva?! Ma probabilmente doveva solo tentare. Fare una pazzia. E chissà, forse per lui...... era qualcosa di vero e bellissimo. 

Ma non poteva di certo ignorare il fatto che era uscito con Mako.
Chiaramente ignorava che fra due giorni lui si doveva trovare di nuovo con lei, per una festa in spiaggia.
Miyu tentò. Azzardò. E cosi, chiese.
-Come è andata con Mako?
Kanata sobbalzò, si stava gustando il sushi, metabolizzando quello che era appena accaduto. L'aveva fatto, inanzittuto si era liberato di quello che gli era successo nella sua infanzia e poi l'aveva baciata. Si erano... amati, come dire! Era strano, solo il loro.
E ora lei rovinava, diciamo, tutto parlando di Mako?
Ma chi ci pensava!
Kanata proprio non capiva.
Non capiva che a Miyu faceva male.
Era felice la ragazza, lui si era aperto, avevano fatto dei passi avanti... però... Mako chi era per lui? E lei?
-Ahm... è andata bene. E' simpatica.
-Ti piace?
Domandò di botto lei, senza pensare. Infatti poi se ne pentì. 
Ora che penserà??!!!
Ebbe paura. Doveva stare attenta, valutare ogni mossa per non sgretolare quell'affinità che si era creata.
Il ragazzo era confuso. Che fosse gelosa?
Sorrise malizioso. Lei arrossì.
Ecco! L'aveva capito! Miyu non sapeva se era una cosa bella o una cosa brutta.
Il ragazzo abbassò la testa e continuò a mangiare, senza però togliersi quel sorrisino impertinente.
-E' un'amica.
Miyu, qui, inconsapevolmente e senza farci nulla, sorrise davvero di gioia.
Lui ghignò, e continuò. -Mi ha invitato ad una festa. Sulla spiaggia.
Lei sobbalzò e alzò lo sguardo su di lui. I suoi occhi scintillarono.
-Ci andrai?
-Penso di si. Le ho già dato il mio consenso.
Rispose Kanata e tornò a mangiare.
A questo punto, davvero Miyu si chiese che gioco stava giocando Kanata e se era il caso di giocare. Ormai c'era dentro. Ma era in grado di tenerli testa?
Kanata prese un altro po' di sushi. -Vuoi?
Chiese a Miyu che, intanto, aveva lasciato il suo piatto con ancora un bel po' di sushi.
Non aveva più fame. Il suo stomaco si era chiuso. Era cosi triste...
Non sapeva come comportarsi.
Diniegò con il capo. Aveva un musetto davvero delizioso, a parere di Kanata.
Ma vide la sua tristezza. E cosi diventò anche lui triste.
Continuò a mangiare, in silenzio.
Lei si alzò. Kanata la fissò pulire il suo posto.
Era strano. Tutto di loro era strano. Un attimo prima erano felici, un attimo dopo invece...
E Kanata parlò. Tentò di salvare l'insalvabile.
-Tua madre non ti ha mai fatto il sushi?
-No.
Un "no" secco e fermo provenì dalle labbra di Miyu.
Se ne andò. Nella sua stanza.
Cosi lui la seguì.
-Ti senti bene?
-Si.
-Allora perché te ne vai?
-Non posso?
-No... solo che...
La fermo per il braccio, arrabbiato. La fece girare verso di lui e l'abbracciò.
-Guardami quando ti parlo, grazie.
Disse lui, ironico.

Lei lo scostò in modo brusco. Si sentì orgogliosa per questo. Finalmente aveva avuto il coraggio di farlo!
-NO! Smettila!
Lei tentò di aprire la sua stanza, per entrarci e per fuggire da lui, ma Kanata la fermò.
La prese per le spalle e la fece sbattere sul muro, in modo violento.
A Miyu uscì un gemito di dolore. Kanata era cosi forte, violento alcune volte.
Mise la fronte su quella di lei, ancora un po' arrabbiato ma pentì del suo gesto cosi brutale. Lei era cosi delicata, pura...
-Scusami, mi comporto sempre male con te. E' che, di solito, non mi apro cosi a qualcuno.

La sua corazza si stava distruggendo, piano piano si crepava. Grazie a lei.
Miyu annegò nei suoi occhi. Era cosi facile farlo. Veniva naturale, amarlo.
Veniva naturale, aprirsi con lei.
-L'unica persona che è stata con me, oltre a Santa, è Akira. Ma solo perché stava nel momento. E neppure sa tutto. Quindi, ti prego, scusami. Non devi essere triste, non a causa mia. A causa di nessun'altro! Il tuo viso è bellissimo quanto ridi. Ridi per me. Ti prego...
Kanata chiuse gli occhi, si avvicinò a Miyu. Accostò il suo viso a quella della ragazza, che tremolante piangeva, quasi. Il cuore le batteva forte, le farfelle nello stomaco.
Si avvicinava alle sue labbra. Piano piano, chiudeva gli occhi.
E fu.
Solo un piccolo tocco, più leggero e dolce di quello di prima.
Come se Kanata avesse paura. Paura che fosse un sogno, che lei non esisteva, che lei potesse rompersi tanto fragile era! Aveva paura che lei si rifiutava. E davvero lì, sarebbe morto di dolore.
Il bacio si interuppe, Kanata era allo stremo. Anche Miyu, che rimase a occhi chiusi.
-Mia madre... lei aveva la depressione. E' uscita incinta di me. Io ho solo aggravato la cosa. Senza di me lei, ce l'ha poteva fare. E invece, a continuato a stare in un brutto stato per cinque lunghi anni. Per me. Poi, il suo cuore non ha retto. E' morta.
Poteva chiudere gli occhi, Kanata. sarebbe stato da lui, farlo. Ma no, non l'aveva fatto. 
La stava fissando negli occhi, occhi, ora aperti. Miyu si sentì morire.
Che sciocco!! Lui proprio non aveva fatto nulla.
-Tu, tu sei uno sciocco! Come puoi incolparti! Non è tua la colpa, se lei aveva la depressione. Tu sei stato un dono, per lei. Non un peso! Credimi. Se lei è morta, non è colpa tua. E' uscita incinta di te!! Non è per nulla una cosa brutta!!
Lui le stinse i fianchi. -Tutti cosi dite!!!
-Ma è la verità, questa!!!
Lui abbassò lo sguardo. Miyu si sentì un po' vuota senza il suo sguardo...
Ma non era il momento di pensare a se stessa.

-Senti, basta incolparti! Non ha senso. Ha passato cinque anni bellissimi! Perché infondo, c'eravate voi!
-NO! Se aveva la depressione, c'è un perchè!!
Kanata urlò, si staccò da lei.
Ma Miyu non mollò.
Era pronta a tutto. Non ebbe paura.
-TU NON CENTRI NULLA!!!!! NON TI INCOLPARE, BASTA!!! PASSA AVANTI, ORA VIVI!
La cosa era tragica, però, doveva ammetterlo. La donna aveva la depressione. Addirittura era morta, poi...
Ma perché? Che era successo?
Lei cosi, indagò.
Intanto Kanata, si sentiva sempre più male.
Piangeva dentro.
Aveva bisogno di lei! Di Miyu.
-Miyu...
In un sussurro, l'abbracciò. Stretta. E poté respirare.
Miyu quasi si fece male. -Perché aveva avuto la...
-Non so...
-Com'è morta...?
-Si è uccisa.
Miyu pianse. Cosi tanto, in silenzio.
Ma lui la sentì. -Non piangere. Ti supplico.
Stava cosi male. Il dolore era tanto.
-Si chiamava Francesca.(*) Era italiana, bellissima. La mia mamma era splendida. Ho una foto di lei, dentro il cassetto del comodino vicino al letto. Mio padre sprofondò quando lei si uccise. Non me l'ha mai detto, non mi ha detto che si è uccisa. Ha detto che aveva fatto un incidente. Lui non sapeva che però, quel giorno l'avevo vista a terra, con il coltello in mano conficcato nel petto. Morta. Lei mi aveva promesso che saremmo andati andati a prendere l'albero con papà e poi a prendere un bel regalo. Mi aveva sorriso, mi manca il suo sorriso. Ma quando sono ritornato- dai miei nonni- a casa con papà e Akira lui mi ha mentito, ha detto che la dovevamo andare a prendere da una parte. Mi ha lasciato dai genitori di Akira, spiegando tutto a loro. Ricordo che Akira mi aveva chiesto perché i suoi e mio padre parlavano cosi a bassa voce, sembravano sofferenti, io le ho detto che mia madre era morta. Poi resto tutto il giorno a casa di Akira.  Il giorno dopo mio padre e io, siamo andati a predere il bel regalo. Ho chiesto della mamma. Ma lui ha detto che ora non c'era più. Più tardi mi ha detto che aveva fatto un incidente. Mia madre, mio padre, avevano fatto di tutto purché la sua depressione non pesasse anche a me. Ogni venticinque dicembre, vado sulla sua tomba e le portò il bel regalo che mi padre mi aveva comprato. Una palla di vetro con dentro l'albero di natale. Non capisco però, perché proprio il giorno del mio compleanno. Lei mi odiava. Lo so.
Si addossarono al muro, sciovolarono giù.
Si tennero stretti, dipendenti uno dall'altra, per sempre.

____

Miyu si svegliò. Aveva dormito?
Che strano!
Sentiva ancora le lacrime sul suo viso, gli occhi gonfi. Di sicuro, era orribile.
Si guardò intorno. Era nella sua stanza, forse Kanata l'aveva portata qui.
-KANATA!!!!
Sgranò gli occhi, divenne tesa.
Si ricordò di lui, non che prima non era nei suoi pensieri!
Lo trovò affiancò a sé, come lei steso sul futon, a dormire.
Sembrava sereno. Calmo. Lei sorrise, davvero felice.
Quello che le aveva detto sulla madre era stato bruttissimo. Figuriamoci per lui, poi. Che ci conviveva per otto anni.
Si affiancò al suo viso. Un bacino. Caldo sulla guancia, un altro sulla bocca.
Oh cavolo!! L'aveva farlo!
Ora si svegliaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!
Che avrebbe fatto se davvero fosse successo? Beh, infondo, lui lo faceva sempre!
Si sentì ancora più tesa, ma infondo felice.
Si accoccolò sul suo petto, scostando il suo braccio.
Ohhhh, come stava bene!! Si sentiva più sicura e felice.
Quasi rise dalla gioia.
Sentì, però, il braccio di Kanata strigerla di più.
Il cuore le scoppiò nel petto.
Era sveglio???
-Grazie, Miyu.
Sentì in un sussurro e, prima di sorridere e di capire che fosse la voce di Kanata, lei si addormentò.
Allora, mi hai sentito, Kanata? Hai sentito il mio bacio?

(*)=Non so se si chiama davvero Francesca, non ricordo nemmeno se al cartone l'hanno detto. Per noi, però si chiama Francesca. xD

Spero sia piaciuto.
Spero anche che si sia capito, in pratica, (SE NON AVETE CAPITO IL RACCONTO DELLA MORTA DELLA MADRE DI KANATA, LEGGETE) lui stava con Akira dai suoi nonni.
Poi ritorna a casa con il padre e Akira e lui vede il corpo della madre con il coltello in mano conficcato nel petto. Il padre, vista la scena eincurante che il figlio l'aveva vista, dice che l'ha dovevano andare a prendere in un posto, ma nella fretta e nel dolore li porta invece dai genitori di Akira. Qui gli "adulti" parlano tutti doloranti e sofferenti a bassa voce. La bimba si chiede perché e lo espone a Kanata. Lui le dice che la madre è morta. Resta a casa di Akira. Il giorno dopo lui e il padre vanno a prendere il bel regalo (ricordate le promesse della madre) e lui chiede dove è appunto, quest'ultima. Ma il padre gli dice che non c'è più. In seguito, gli dice che è morta in un incidente.
Ma lui sa che non è vero. Ora si domanda perché la madre si è uccisa proprio il giorno del suo compleanno. Pensa che lo odiava.
Il padre tuttora non sa che Kanata sa xD
Bene, spero che un po', abbia senso.
Spero che non ho offeso nessuno, in qualche modo.
Alla prossima.
MissP;) 


SPOILER:
"Doveva farcela. Non poteva permettere che Kanata avesse la meglio.
Miyu era perfetta per lui, non avrebbe rinunciato facilmente. Come infondo, anche Kanata non avrebbe fatto."


Capito????:DDDD
Il prossimo capitolo sarà più leggero, di questo, anche se devo spiegare delle cose.
MissP;)

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Capitolo 17
*** 'Tu mi piaci moltissimo' ***


Okay, piano piano ci avviciniamo alla fine:) 
Ce la stiamo facendo o sbaglio?:DD
Siete sempre molto gentili, vi ringrazio!! 
Se volete continuate pure a leggere, avrei delle... cose in mente.
Inerenti alla storia.
Ma non so, non vorrei tirare la corda.
Cmq, per ora mi limiterò a concentrarmi qui:)
Bene, il capitolo sarà intriso di gelosie, amori e bla bla bla xD
Si scopriranno carte e cartolineeee XD
Pessima battuta, lo so-.-"
Un'ultima cosa: HO SBAGLIATO A FARE I CAPITOLI, INFATTI IL CAP. PRECEDENTE A QUESTO ERA IL DODICESIMO, INVECE E' IL TREDICESIMO, MA CMQ L'HO AGGIUSTATO. Errore mio:) Scusate.
Probabilmente non vi interessa, però... meglio avvertire:)
Okay, ci rivediamo sotto:)
MissP;)

Orgoglio

{L'amore è la più saggia delle follie,
un'amarezza capace di soffocare,
una dolcezza capace di guarire.

William Shakespeare
}

Capitolo 14-'Tu mi piaci moltissimo'

 
Che tenero quando dorme! E' cosi carino!!! Ahhhhh, basta pensarci.
Arrivò vicino all'entrata della scuola e si guardò intorno.
Non c'erano i suoi amici, ma si sentì un gran fracasso.
Miyu si sentì davvero sola.
Niente Kanata, niente amici. Solo lei e i suoi pensieri.
Solo lei e ieri.
Ohhh, non ci doveva pensare. Tuttavia, quella esposizione, quello che gli era successo, tutto ciò che Kanata aveva provato, la sua infanzia, improvvisamente lei sapeva tutto. Ed era una cosa bella, fantastica, si. Ora non solo lei sapeva più cose di lui, ma Kanata era più leggero, più armonioso. Oh cavolo, ci sperava davvero!
Non poteva vederlo triste.
Il pensiero di lui di nuovo nello stato di ieri, la face sentire male. Quasi pianse!
Era tutto solo, a casa. E lei lo aveva permesso.
Chissà poi cos'era successo. Perché gli avevano dato 3 giorni di sospensione?
Non sapevano che stare da soli porta a pensare??? E pensare, nel suo caso, era una cosa brutta.
Miyu puntò i piedi per terra.
Doveva tornare indietro!!!!
...
Doveva tornare indietro???
Proprio non lo sapeva, probabilmente la sua sbadataggine non l'avrebbe aiutato molto. Anzi l'avrebbe fatto infuriare, gli sarebbero esplosi i nervi, povero Kanata!!
Ma certo, cosi non pensava a sua madre.
Restava un mistero la faccenda. E Miyu voleva indagare.
Entrò in classe, come in trance. Pensava, pensava, pensava...
A cosa, poi, non sapeva esattamente.
-Miyucciaaaaaaaa!
Nozomu dondolò verso di lei. -Miyuccia cara, e Kanatino-bello?!
Lei si riscosse, lasciandosi trasportare dai mille fiori intorno a sé.
-Nozomu, non ricordi? Kanata è stato sospeso! Non verrà per tre giorni.
Rispose Nanami.
Ma Miyu sembrò non ascoltare, tutta immersa nel suo mondo.
Eppure, la voce di Mako, sembrò risvegliarla.
-Beh, io comunque lo vedrò domani. Quindi Aya non dire cosi.
Era ovvio che si era persa qualcosa, ma non stette ad indugiarci sopra.
Kanata gliel'aveva detto. Sarebbero andati in una stupida festa in spiaggia, l'unica nota buona è che non sarebbero andati soli. Ma potevano sempre farlo!!!
Miyu si allarmò.
Fissò con finto interesse il suo banco, davanti a sé. Era seduta e mentre pensava, aspettava il professore.
Doveva impedire che quei due andassero nello stesso posto, o perlomeno doveva impedire che restassero da soli.
Miyu divenne triste. Non poteva fare una cosa del genere a Kanata. Non era suo.
Al quel pensiero Miyu rabbrividì, diventando rossa.
Mai pensata, una cosa simile!
Poteva essere che Kanata provasse un certo interesse per Mako. E anche se quest'ultima cosa sarebbe stata falsa, era sempre un'occasione per Kanata di divertirsi davvero.
Miyu incrociò le braccia sul banco e appoggiò la fronte su di esse.
Già, si sentiva gelosa. E triste.
Mako,... era magnifica, bella e forse intelligente.
E lei? Imbranata!
Sospirò amara.
Fu allora che sentì Chris e le altre ragazzine cinguettare.
La prima era furiosa, le restanti ragazze, tranne Nanami, lei e Aya, urlavano.
-Uscirai con Saionij!!!!!!!!!!!!!!!!!!
-Che belloooo, perché non capita a me!!!
-MAKO HIKARI(*), CHE CI FAI NELLA NOSTRA CLASSE!??
Professore.
Oh!
Miyu girò alzò la testa verso di lui, con una strana luce negli occhi.
Che nervoso!!
Quella Mako era insopportabile.
Non si vergogna? Ad intrufolarsi nelle classi degli altri???!!!!!!
Già, non ci aveva neppure pensato prima.
-Scusi signore...
La piccola ragazzina se ne andò, con la coda tra le gambe. 
Tutti i ragazzi la guardavano. Anche da imbarazzata era carina!!!
Che cavolo!
Miyu, però, non sapeva se furono i suoi occhi a vedere il fuoco di sfida che si agitava verso di lei, negli occhi di Mako, quando questa era passata vicino al suo banco, per andarsene.
Sgattaiolò via e Miyu pensò ancora.
Impossibile, si disse, quasi ridendo, perché avrebbe dovuto guardarmi in quel modo?

_____

-Miyu, ti devo parlare!

Una mano calda si appoggiò sulla spalla della ragazza.
Kurita. Miyu lo fissò, che sorriso enorme! E forzato................?!!
Il ragazzo non riuscendo più a trattenere il sorriso deglutì tornando serio, facendosi prendere dal panico. Miyu era lì, davanti a lui. Bella. Perfetta.
Tremò leggermente. Era davvero preoccupato.
Si fece forza, puntando il suo sguardo duro sulla ragazza, la quale si spanventò un po'.
Che aveva fatto per meritarsi quell'occhiattaccia?
Ma lo sguardo del ragazzo non era proprio per lei!
Non aveva più le forze. Il suo sorriso di assenso lo fece proprio andare via.
Kurita però non poteva mollare.
Doveva farcela. Non poteva permettere che Kanata avesse la meglio.
Miyu era perfetta per lui, non avrebbe rinunciato facilmente. Come infondo, anche Kanata non avrebbe fatto.
La prese per la mano e la portò fuori classe e vicino la palestra, lì non l'avrebbero disturbati per niente.
Miyu era comunque spaventata.
Che voleva fare?
Lo fissò, il sorriso brillante, scomparso. -Kurita...?
-Miyu, ti devo dire una cosa.
-Dimmi.
Il ragazzo si morse il labbro, nervoso.
Se avesse detto di no?
Kanata poteva batterlo!
-Ecco, tu...
Balbettò un po'.
Miyu inarcò un sopracciglio. -Stai bene Kurita?
-Si, mai stato meglio.
Parlò, troppo euforicamente.
Miyu era davvero spaventata. Non capiva.
-Miyu, tu sei... 
Nooooo, stava sbagliando tutto! Cavolo! Doveva essere un po' più sicuro di sé.
-Miyu, tu mi piaci moltissimo.
Disse troppo lentamente.
Davvero troppo lentamente! Forse... come un rallenting.
Miyu divene rossa, nonostante la lentezza aveva capito.
Macché! Aveva sentito male!
-Ah..................?
Kurita pensò che volesse dire "no".
Abbassò il capo ma parlò lo stesso. -Tu mi piaci molto, Miyu. Era da tanto che voleva dire. E tu?
La ragazza era shioccata.
Decise di dire la verità.
-Kurita, io...
MIYU ASPETTA!!!!!!!!!!!
Si ti ascolto...
Sfrutta!
Cosa?
Sfrutta questo fatto!
Non capisco...
Sfruttalo!
NON CAPISCO!!!
SFRUTTA QUESTA FATTO, COSI FAI INGELOSIRE CHI SAI TU! INFONDO LUI ESCE CON MAKO!!!!
Beh, che centra...
CENTRA!!! ORA, MUOVITI.
-Kurita, io ti voglio bene. Mi piacerebbe uscire con te. Come amica, amica profonda.
CHE AVEVA DETTO???? NON ERA DA LEI!!!
Kurita alzò la testa. Non poteva credere alle sue orecchie.
Lei.. stava accettando? Cioè, non completamente però...
Infondo aveva detto come amica!! Quindi...
Ma a Kurita bastò. Annuì felice.
Poteva avere una chance di battere quello sguardo penetrante!! Difficile a dirsi, però... non l'avrebbe mai pensato.
Miyu sorrise nervosetta.
CHE. DIAVOLO. AVEVA. DETTOOOOOOOOOOOOOO??????????

_____

-Quando?
-Domani sera. Alla spiaggia.
-Come Kanata! Vi vedrete lì, allora.

-Si, Aya. Ascolta, ora devo andare, ci sentiamo dopo okay?
-Siii, ciao Miyu.
Chiuse la chiamata. Si avviò in cucina, tutto taceva.
Di Kanata nemmeno l'ombra, che faceva?
Era arrivata addirittura alla conclusione che potesse essere da Mako!
Che schiocchezza!! Aahahhahahahahhahah!!!!!
...
Anche se, a pensarci bene, nulla può togliere che lui doveva andare a mangiare da lei. Certo, non capiva però, perché Kanata non ne aveva fatto parola! Cosa c'era da nascondere? Neppure un bigliettino, poi.
Forse era da Santa. O forse era da solo.
Solo.
SOLO.
CON I SUOI PENSIERI
"Lei mi odiava. Lo so."
Proprio stupido! 'Odiare'! Che parolone.
Eppure era comprensibile.
Ma non poteva permettere che Kanata aneggasse in simili schiocchezze!
Non poteva permettere che si distruggesse, no!
"-Sai, prima non era cosi...
-Kanata, dici?
-Si. era più, carino, ma poi... beh non so se te l'ha detto, e non so se è il caso di dirtelo...
-E' una cosa brutta??
-Beh, credo di si..."
La chiaccherata con Akira! Ora tutto aveva senso!
La madre, la sua morte.
Ecco cos'era che lo rendeva cosi.
Forse, il fatto più brutto, il vero motivo del perché lui è cosi, è perché pensa che lo odiava. A tal punto, da uccidersi.
Ma non aveva senso.
Non ne aveva mai avuto uno e Miyu doveva fargli capire che era solo una sciocca paura sua. Non doveva demoralizzarsi cosi. Doveva sorridere, per se stesso.
Perché non lo capiva?
Come si poteva muovere ora, lei?
Sospirò, andandosi a sedere sul divano.
In quel momento la porta si aprì e Miyu sobbalzò, girò la testa e lo vide.
Era la prima volta che si guardavano negli occhi senza quell'attrito di sempre.
Miyu lo sapeva e sorrise.
Era cosi bello.
Si sentiva felice, tutti i suoi dubbi, Mako, erano scomparsi.
Persi nei suoi occhi. Proprio in quel oceano profondo e bellissimo.
Il cuore le pompava forte nel petto e si sentì volare.
E poi accadde.
Un piccolo innocente, non malizioso, dolce, bellissimo, sorriso sulla bocca di Kanata.
Miyu ebbe le lacrime agli occhi, gli sgranò.
Quel sorriso era per lei?
E ricambiò, non sapendo più cosa fare. Più felice che mai.
Cosi innamorata.
Cosi sua.
Si, era sua.
Lui lo sentiva, come lo sentiva lei.
Sentivano di appartenersi.
E forse, era per questo che Kanata aveva sorriso a lei, in quel modo.
Era come se si erano amati, in quel momento.
Come se si erano uniti, baciati.
Kanata la trovò bellissima.
Forse, si doveva proprio decidere di dire la verità.
I suoi occhi verdi brillavano...
...
...
..................................................................
......................
..........
.....
...
.
Ahhhhhhhhhhhhhhhhhh, come era troppo fantastica!
Ma lei, aveva detto di 'si' a Kurita.
E questo, Kanata lo sapeva, no?
Già, camminando per le strade aveva incontrato Kurita, il quale non riuscendo più a resistere volle vedere la faccia di Kanata al più presto, quando gli diceva che Miyu aveva accettato di uscire con lui e di frequentarsi.
La barriera di Kanata era ormai rotta, e non riuscì a contenere profonda tristezza, gelosia nei suoi occhi.
Ma ora, aveva difronte lei.
Ed era difficile arrabbiarsi.
Che cavolo....
E il suo orgoglio? La sua dignità?
-Dove sei stato?
Domandò angelicamente, lei.
Era il momento di dirglielo?, pensò Kanata.
Nooooooooo, forse no.
Poi capiva che era geloso.
...
Non era poi cosi geloso.
Ecco.
...
Forse un po'.
-Ho incontrato Kurita.
Disse duro.
A Miyu venne un colpo.
Ma doveva stare calma.
Non era detto che avevano parlato tanto...
-Abbiamo parlato tanto.
... e di lei...
-E di te.
.. e del fatto che si frequentavano...
-Ti piace Kurita, eh?
Sorrise strafottente.
A Kanata non gli "toccava".
Certo, come no?!!
Miyu girò la testa davanti a sé.
-Beh.. te lo ha detto lui stesso? Voglio vedere com'é "stare con lui".
Balbettò, strizzando gli occhi e strofinando le mani.
Stava sbagliando.
Con lui bisognava andare con calma.
Perché? Perché aveva avuta l'idea malsana che lui potesse ingelosirsi?
Si aspettava davvero che accadesse?!!
Ci sperava.
Ma ora...
Non si meritava ancora di stare male!
Lui si avvicinò a lei, si sedette vicino e la fissò.
Lei divenne rossa, era in balia del suo sguardo.
Indetreggiò leggermente. In gabbia.
Kanata aprì le gambe, appoggiado i gomiti sulle ginocchia.
Poi ghignò. -Miyu, tu sei mia.


(*)=Non so se il cognome che le ho dato, esiste davvero e si usa.

Ve l'aspettavate questo finale???????????????'
Si, no, bohhhhhhhhhhhhhhh xD
E mo'? E ora????
Eehehhehehehe
Non lo so neppure io, l'ho deciso all'ultimo minuto!
Infondo... può dire addio al suo orgoglio Kanata, no?
Ma chissà.... forse non é cosi:DDD

Buon Settembre xD
MissP;)

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Capitolo 18
*** Tutto ad occhi aperti ***


E' leggermente un po' spinto, all'inizio, più o meno come il capitolo "Follia (Seconda Parte)".
Non dico più nulla, leggete. Se volete.
MissP;)

Orgoglio

 

{Nascondi chi sono,
e aiutami a trovare la maschera
più adatta
alle mie intenzioni.

William Shakespeare
}

Capitolo 15-Tutto ad occhi aperti

I suoi occhi.
Le sue labbra.
Il suo viso.
Lo fecero scattare.
Tutto di lei, tutto l'attraeva.
Era come un vortice di lenta passione, come un battito d'ali o una piccola risata,la neve che cade, qualcuno che piange. Tutto questo, in un secondo fatale che scoppia e aggrava ogni cosa detta. Come quando senti l'acqua che piano ti scivola addosso, o quando senti la pioggia. Un emozione delicata e devastante che ti porta all'esasperazione più totale e immensa. Come una forte luce, che ti acceca. Come un coltello che ti trafigge. Come un urlo strazziante. E qualcosa di più, che Kanata arrivato a questo punto non sapeva spiegare.
Quello che sentiva era confuso, ma chiaro. Leggibile, ma illeggibile. Con un senso, ma senza senso.
Ripetitivo, ma che ti lascia senza fiato sempre. Già visto e rivisto, ma unico.
Era strano. Davvero strano, si sentivo vivo.
E morto.
Violento, debole, forte, fragile, invincibile, inarrestabile, potente, perdente, controllato, incontallato.
Erano emozioni, volontà, passioni, azioni.
Cos'era? Quella voglia che gli scorreva nelle vene, che si agitava per lo stomaco e finiva nel cuore per poi ricomciare? Una voglia inarrestabile, tanto che volle piangere.
Piangere fino a domani, piangere forte da farsi sentire e morire cosi. In quel modo. Avrebbe voluto farlo, forse senza un senso. Ma c'era, un senso.
Un senso cupo, un senso troppo forte per lui. Troppo... troppo.
Un'emozione calda, come un liquido denso che ti trapasse il corpo e l'anima.
Come se avesse bisogno di uno stimolo in più per farla sua.
E fu eccitazione, un brivido forte. Tremò.
Ruggì, quasi.
Troppo intenso.
Troppo lei
Una creatura ignobile.
Guardala, lei, attenta, impaurita, ingenua, come se non sapesse cosa mi stesse facendo.
Il cuore correva.
Gli occhi brillavano.
Strinse le mani in pugni.
Doveva resistere.
E ci fu un calore, un qualcosa di più forte, di più impuro.
Gelosia. Invidia.
GELOSIA E INVIDIA.
Invidia e gelosia per quell'essere che oserà toccarla.
Per Kurita, per lui stesso.
Per lui stesso.
Che poteva guardarla.
Che poteva baciarla.
Lo fece, la baciò.
Che poteva renderla sua.
Renderla felice.
Il bacio. Le sue labbra.
Ancora.
E per sempre.
Sulle sue.
Pianse, questa volta davvero.
Piccole lacrime d'amore.
Emozioni devastanti, troppo forti.
Labbra calda e umide, rosse, piene. Peccato.
Lui e il peccato.
Avrebbe volentieri, di sua spontanea volontà, totalmente cosciente, andare all'Inferno se voleva dire baciarla.
Miyu. Miyu.
Miyu. Miyu. Miyu. Miyu.
Il bacio aumentava, smise di piangere per poterla fare davvero sua.
Le morse il labbro inferiore, succhiò, leccò.
La fece stendere in modo brusco sul divano, si mise comodo su di lei, la quale iniziava a dimenarsi, a gemere.
Cazzo, ansimava.
E non solo lei.
Anche Kanata.
Era una tortura perfino baciarla.
Per quanto solo l'idea di smettere di farlo gli faceva male, era una vera tortura, forse doveva provarla.
Ma non ce la fece. Troppo. Era troppo.
Era istinto e perfezione, se c'era lei tutto era possibile.
Era un contrasto, ma c'era lei
Lei, lei.
Una tortura, prima, dopo, e durante lei.
Lei. LEI.
BASTA.
Cedette.
Il suo corpo si abbandonò al suo, aggravandole il suo peso.
La prese per i polsi, sistemandoli sopra la testa, baciandola in modo rude e violento sentendo il suo sapore fresco e ingenuo, innocente.
Lei lo era, pura.
Si dimenava, quasi urlava.
Strisciava le gambe su quelle di lui, non capendo che cosi peggiorava le cose.
Lo faceva perché stava male.
Stava riaccadendo.
Lui la stava baciando.
In modo brutto.
Una lacrima le scese, le solcò una guancia.
Era cosi triste e solitaria.
Kanata però, era impegnata a fissarla negli occhi, ad imprimere il suo corpo su di lei, e la sua lingua nella sua bocca. Proprio non voleva farlo entrare.
L'altra mano, libera, la prese il fianco destro lo strinse, mentre le gambe aperte di lei accoglievano involontariamente luie cosi lei, aprì la bocca, permettendo alla sua lingua di entrare.
Kanata si strusciò su di lei.
Stava pensando solo a sé.
La sua mente urlava.
Non voleva farle del male. 
Non doveva ferirla.
Ma pensava solo a sé.
Che cosa disgustosa.
Le loro lingua si incontrarono.
E Kanata sussultò, gemendo forte.
IL suo sapore!!! IL SUO SAPORE!!!
Cazzo, quel maledetto sapore.
Quanto gli era mancato, ora lo capiva.
Gli mancavano i suoi baci.
Chissà se gradiva anche quelli di Kurita.
Chissà se l'aveva mai baciata.
Infilò la mano dentro la maglia, tenendola ferma.
Si dimenava, e urlava.
Ma almeno la testa era ferma, rispondeva al bacio.
Con molta... passione.
A Kanata questo piacque. Sghignazzò, maligno e malizioso, su di lei.
Si sentiva cosi fiero.
Si dimenava, certo.
Ma non perché voleva sfugirgli.
Urlava, gemeva, certo. 
Ma non perché voleva mandarlo via.
Per quanto facesse male che Kanata si comportasse cosi, Miyu proprio non riusciva a resistergli.
Tutti i suoi dubbi, le sue domande...
Perse nel nulla.
Piuttosto, era persa nei suoi occhi.
Aveva le farfalle allo stomaco, il cuore che batteva forte.
Gli piaceva, però, questa posizione.
Era tutta rossa in viso e per quel pensiero lo era di più.
Il segno sulla pancia di Miyu, non era ancora passato.
Ma Kanata puntava ad altro.
Al petto.
Al seno.
Si sentiva strana, eccitata.
Poi, la sua mano, .
Kanata gemette.
Miyu gemette.
Glielo strinse un po', era piccolo ma talmente bello e sodo.
Le gambe attorcigliate a quelle di lui, non smettevano di muoversi.
Miyu si contrasse, inarcò la schiena avvicinandosi di più a lui.
Kanata impazzì davvero.
La baciava, la torturava, la manovrava come più gli piaceva.
Sua. Punto.
Nessun Kurita. Nessuna Mako.
-Kanata? KANATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA???????!!!!!!!
Un urlo.
Due urli.
Tre urli.
-CHE CAZZO.....!!!!!
Kanata aprì gli occhi.
No, aspetta. Aprì gli occhi?
Oh!
OH!
OH!
Cazzo.
Era un sogno.
Ad occhi aperti, per lo più.
Lei seduta sul divano, aspettava una risposta.
Gli aveva chiesto dov'era stato. Ma nulla.
Lui non le aveva risposto.
Questo, voleva dire che Kanata stava sulla porta ancora, e che si era immaginato tutto.
Lei si alzò dal divano, gli andò vicino e gli sventolò una mano difronte al viso.
-Allora? Dov'eri?
-Ahm.. uhahioucghop...mhgtio...
La ragazza sgranò gli occhi. -Che stai dicendo?
Kanata analizzò i fatti.
Okay, lui aveva... divagato un po'.
Cioè, per colpa sua era ridotto cosi!
Che schifo.
Per lei, poi.
Fosse almeno più carina...
....
...
Uhm.
Kanata si schiarì la voce, scuotendo la testa. -Scusa. Stavo a farmi quattro passi, ho già mangiato, comunque. Tu?
-Anche... io.

_____

-'Notte.
-Buona notte e sogni d'oroooo.
La ragazza scappò in camera sua.
Kanata ricevette da Miyu un sorriso a 338 denti.
Che strana ragazza é...
Si, disse il tizio che si fà viaggi mentali e non se ne accorge!
Guarda che tu sei me... quindi!
Gnégné..
Gngn, cosa?!!!!!!!!!!!!!
Prese da bere. Da quando parlava con se stesso?
Vedi che sei scemo?
NON SONO SCEMO!!!
Andò in camera sua, portandosi la bottiglietta d'acqua a presso, irritato.
Miyu era già in camera sua.
Forse, poteva andare a vederla.
Forse poteva dare uno sguardo al suo diario segreto. E guardarle il corpo intanto.
Si, ne aveva uno, di diario. E non aveva fatto nulla per nasconderlo, anzi lo lasciava dappertutto e sapeva anche il perché. Miyu era un po' pigra e quindi non metteva apposto neppure un po' le sue cose.
Aveva voglia di vedere cosa avrebbe scritto su di Kurita.
E anche su di lui, doveva ammetterlo.
Aprì piano la sua stanza, per uscire.
Erano le dieci e mezza, non c'era un'anima viva fuori.
E lei, forse era già addormentata.
Aprì di pochissimissimo la porta della stanza di Miyu e vide che era ormai addormentata e forse pure morta.
Il suo respiro e regolare e lento, un classico. Era un sintomo, voleva dire che dormiva.
Lui presumeva, insomma. Ci sperava, insomma.
Ma lo era davvero, oggi era proprio stanca.
Erano successe molte cose.
Kanata le sapeva, ah si.
Ora, non poteva più stare in panchina, non poteva più decidere lui quando venir e fuori con lei. Kurita aveva sconvolto tutto.
Se la voleva, doveva combattere.
Si avvicinò al comodino, vicino a letto con estrema cautela, dandole un'occhiata.
Quanto era bella!
Per la luce, usò il cellulare.
Miyu era girata dall'altra parte, per fortuna,
 (o sfortuna, visto che voleva ammirarla mentre dormiva, era più bella, cosa per lui impossibile!!) e ronfava.
Il comodico aveva una lampadina e delle cianfrusaglie sopra.
Due cassetti.
Aprì quello in alto.
Niente diario.
Aprì quello di sotto.
Diario.
UH!
Kanata guardò Miyu, pensò che era davvero un angelo e poi dopo 5 minuti ritornò in sé. Prese il diario con lentezza, si sedette sulla scrivania e lo lesse.
Prese una pagina caso.
'Data', nulla. Non scrive le date, a quanto pare. Vediamo qui... 'Caro Diario, oggi ho visto un vestit-" uff!! Bla bla bla bla bla................ mhhhhhhhhhh........ uh! Qui sembra parlare di Akira. 'E' davver una brava ragazza, sembra che a Kanata piaccia' Ma ché?? Uff!! Certo che comunque Miyu hai una scrittura di cacca... 'Che intendeva Akira quando voleva dire che a Kanata è successo qualcosa di brutto?' COSA???!!! Aspetta... 'Lui proprio non me ne ha parlato, è cosi chiuso. Forse deve essergli capitato qualcosa di orribile.... epo....na....' CHE???? CHE C'E' SCRITTO???? Maledetta Miyuuuuuuuuuuuu!!!!....... Uh! Mako...?????????????'Caro Diario, io non sopporto una ragazza. Si! Mako, si chiama. A quanto pare a Kanata piace. Bleah!!! Ci iscirà dopodomani. Bah, io proprio non riesco a capirlo. Prova qualcosa per lei? Sai, io son...gel..che pi...ma d....si...' Cazzo! Gel-cosa???? Lei è cosa???????? Oh mamma, qui parla di Kurita........... 'Kurita mi ha detto che gli piaccio. Ho detto di si, solo per farlo ingelosire però.' Chi????????????????? Forse dovrei salire un po' di più sulla pagina, cosi capisco. Ohhhh mamma, che scrittura!! 'Ho fatto una cosa stupida oggi.' E blaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa 'Mako era..' No, troppo in alto. E' pure rosa, il folgio. Carta rosa, verde, blu e gialla. Mah! E poi ha anche un cuore. E' proprio una bimba, la mia bimba... nooooooooooooooooooooomaccheddico??? ASPETTA UN ATTIMO!!! STO LEGGENDO BENE? 'E' cosi sexy, Kanata. Bello. Ma non mio.' Oh.......Che vuol dire?
Kanata se lo chiese. 'Mio'? 'Ma non mio'?
Nonostante lo schock, il ragazzo pensò ad un'unica cosa.
Io sono tuo, Miyu.

Eh?????????? Com'è????
Lungo, corto? Brutto, bello?
All'inizio voleva fare un rating rosso, ma poi purtroppo quella con cui aveva parlato per il rating non ha voluto, perciò...
Cioè, non ce la faceva a calarsi nel personaggio.
Ma grazie cmq!!!! GRAZIE sandra:DD
Spero che continuerai a leggere la mia ff:D
E spero che ti piaccia come a tutti voi.
Bene, io vado viaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.
Non vi ho stressato all'inizio, non vi stresso ora:D
Ciaooooooooo
MissP;)

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Capitolo 19
*** Niente esiste, se non noi. ***


*Si apre il sipario*
Laaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Sono quaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Vi sono mancataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa?!!!
NO?????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cattive>.<
No, seriamente, sono poche che leggete la mia ff (e commentate) ma a me basta.
So, che ci sono delle cattivone/pigre (come me :DDDDD) che non vogliono commentareeeeeeeeeeee, povera meeeeeeeeeeeeeee!!!!!! O almeno ci spero o.O

*Momento di pubblicità xD*

Mie FF:

Ti stra-amo (Cast 'Twilight', RobSten, Completa, 1 Capitolo)
(Le seguenti storie fanno parte della serie "Sorrido" Iniziano da "Sei Bellissima")
Seza vita mea 
Sei Bellissima 

Autori che adoro:
sandra66
Malia85

Ed ora, il capitolo:DD
Baci a tutti.
Sono felice che il capitolo scorso vi sia piaciuto, ora passiamo ad un altro,
come si svolgerà la faccendaaaaaaaaaaaaaaaaaa????
Bohhhhhhhhhhhhhhhhhh xD
Leggiamo:DD
UN GRANDE SORRISO A TUTTE VOIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!
MissP;)

 

Orgoglio

{Ho superato quelle mura
con le ali leggere dell'amore
poiché non v'è ostacolo di pietra
che possa arrestare,
il passo dell'amore...

William Shakespeare
}

 

Capitolo 16-Niente esiste, se non noi.

Dove l'aveva messo? In bagno? Stava in cucina?
Eppure era strano: lo metteva sempre nel comodino. Che cavolo!!
Certo, ogni volta lo lasciava in giro però non ricordava dove l'aveva messo.
Se capitava in mani sbagliate, era la fine.
Nel suo diario c'era di tutto. E non poteva permettere che Kanata scoprisse cose che ancora adesso lei le accettava.
Vide dappertutto. Proprio tutto. Anche sotto la sua lampadina.
Ma nulla!! Il diario era scomparso e con un ennesimo respiro, Miyu si affrettò ad andare a scuola, amareggiata.
Dov'era????!!
Dov'èèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè?????????? Perché non lo trovo? E se lo trovasse Kanata??!! Cioè... sa che ho un diario, chissà poi cosa ne pensa di questo fatto! Pensa che è infantile? Ohhhhh aiuto!!!!!!
Corse a perdifiato di qua e di là.
Masticò, quasi strozzandosi, un fetta di pane con marmellata e andò a mettersi la divisa. Si lavò i denti ed entrò in camera di Kanata.
Stavo ancora dormendo, non era da lui...
Gli scrisse un bigliettino e fuggì via.
Dentro scuola.
Otto e venti.
Per un pelo...
-Miyu? Stai bene?
-Beh, sono stanca Nanami.
La ragazza con i capelli corti, bruna e bella, la fissò con un accipigliò stronzesco. -Cosi impari a svegliarti tardi! Ammenocchè.. tu non abbia lavorato molto, ieri... Che hai combinato, amica?
Le brillarono gli occhi mentre a Miyu le venne un rossore degno di un pomodoro.
L'aveva detto sussurando, per non farsi sentire dalle altre ragazze, tra cui Chris, ma Miyu aveva sentito forte e chiaro.
Intanto, Aya e Kurita discutevano della sceneggiatura del prossimo teatro. Era in piano una storia inventata da Aya, narra di una ragazzina che è amata da due ragazzi, ma lei non sa chi scegliere. E' combattuta. Chi sceglie? La sicurezza o la pazzia?
Per Aya era molto difficile.
Forse si poteva subito andare per la pazzia, ma non ne era sicura. Forse quello che si vuole nella vita è la dolcezza, l'amore, la sicurezza e non la pazzia, cioé un amore folle, irrazionale e pericoloso. Per quanto sciocco sia, Aya proprio non sapeva decidere, perciò aveva chiesto a Kurita, membro anche lui del 'Gruppo Teatro'.
In quel momento stavano discutendo, ma Kurita si era perso un po' dal'arrivo di Miyu. Aveva sentito tutto, ed aveva dei dubbi.
Miyu era stanca? Perché? Certo, si conosceva la sua ritardatariosità, ma a lui venne un brivido di paura. E se Kanata aveva messo il suo zampino?
Ah!! Che importava? Lei aveva detto di 'si' e infatti, oggi, dovevano uscire insieme.
Quindi, si scoprì felice. Era lei, era capace di tutto, lei.
Chissà quale mossa avrebbe fatto Kanata. Poteva giocare sul suo orgoglio, confidando in esso e sperando. Probabilmente se l'avesse voluto Miyu sarebbe andata via da lui.
Miyu ridacchiò, nervosa. Per tante e tante volte.
Non sopportava che Kanata si comportasse cosi. Se ripensava a quello che aveva fatto...
E, per quanto loro lo ignorassero, era sempre stato cosi. Da bambini non si sopportavano, o meglio, Kanata la fissava troppo. E lei era davvero irritabile quando veniva fissata per troppo tempo.
Poveri, non se lo ricordavano.
Potevano, però saputo questo, sperare in qualcosa di vero? E magico? Solo il loro?
-Che deve succedere, Nanami????!!
Trillò Miyu.
-Di che parlate?
Spuntò Kurita, lasciando Aya a parlare da sola.
Le due ragazze si girarono verso il ragazzo e sorrisero.
Fu Nanami a parlare. -Parlavamo di lei e Kanata. E di cosa hanno combinato ieri!
Annunciò a 345 denti.
Miyu arrossì.
E lo fece ancora di più, quando, Kurita la prese -avvolgendole la vita- e con un sorriso dichiarò, urlando quasi per far sentire a tutti quelli in classe. e forse quelli di tutto il mondo.
-Impossibile. Io e Miyu stiamo insieme.

_____


Una bambina dai capelli biondi gli andava incontro, sembrava arrabbiata.
Poi, la madre, la prese. -No, Miyu no........................
Kanata si svegliò.
Mal di testa.
Mal di pancia.
Mal di denti.
Lo colpirono, stendendolo.
-Ahiiiiiiiiiiiiii, che male!!!
Si alzò con il busto e vide l'ora.
Le dieci.
Ah.
Miyu... quindi... non... c'era?!!
Okay.
Fa nulla.
Si schiarì la voce e girando un po' la testolina, vide un diario.
Collegò tutto.
L'aveva preso ieri ed era stato fino alle cinque, a leggerlo.
Ecco perché, aveva ancora sonno.
Più che leggerlo, a commentarlo.
Aveva trovato poche cose su di lui. Tante su Mako, Aya, Nozomu, Chris, Kurita, Nanami, Kurita, Hosho, Kurita, la mamma (
nda di Miyu), sua mamma, Kurita, il padre (nda di Miyu), Kurita...
Troppo 'Kurita'.
Se ne andasse, ecco!!
Lei era sua.
E cosa faceva? Scriveva su Kurita?
Ora stavano insieme, però.
.
..
.............................................
Cazzo, no. NON POTEVA PERMETTERLO!!!
Si alzò di scatto, col diario in mano. Accese la lampadina e lesse.
Forse ho letto male, forse ci sono anche iooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo, che mal di testaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!! Okay, fatti forza, boy. Oh mamma... parlo in inglese! Respiro. Okay,...  bla bla blaaaaaaaaaaaaaa bla bla bla.... quanto scrive?!!!!!!!!! 'Il mio amore mi annulla, mi distrugge da dentro, facendomi disintregrare. Io non esisto più, niente esiste, solo lui. Mi scoppia nelle vene, e mi fa pompare il cuore. Ma è come se non esistessi, perché quello che provo è troppo pericoloso e doloroso' Oh........ Miyu. Miyu... piccola mia, di chi parli? Di Kurita? Infondo è la penultima pagina scritta. Si, parla di Kurita. Mh.
Chiuse il diario, con un tonfo sordo.
Lo nascose in cucina, per far sembrare che l'avesse lasciato da qualche parte, anche se non era poi cosi stupida. Tuttavia, lei potrebbe averlo cercato. O no?
Lo mise sotto il tavolo e andò a mangiare.
Si sentiva cosi strano.
Triste, amareggiato.
No, no geloso. No, no invidioso, né possessivo verso di lei.
Ma triste. Semplicemente perché non era sua.
Quel pensiero lo colpì, facendolo lacrimare. Era da un po' che non piangeva.
Che stupido. Piangere. Per lei, poi!
Oh basta!!!!! KANATA, SMETTILA DI FARE COSI!!! TU LA VUOI, LA AMI!!
Non ribatté, non aveva le forze.
Vuoi lasciartela sfuggire??????? Fallo pure, ma almeno non piangere.
Si accosciò per terra, come un verme e un vigliacco. Appoggiò la schiena sul frigo e pianse. In silenzio, guardando su, con lacrime silenziose, che gli solcavano le guancie.
Gli occhi semi aperti, la bocca chiusa, sospirando.
I gomiti sulle ginocchia, a gambe aperte.
Le goccie di dolore, che macchiavano la sua maglia a maniche corte e il pantalone da militare che tanto adorava, quello pesante, improvvisamente, apparve ingrombrande.
Era lui, il peso del suo carattere.
L'amore per lei, lo sentiva.
Gridava forte, per la vittoria, aveva spezzato il suo orgoglio.
Poteva, oggi quindi, dire a Miyu quello che pensava?
Doveva dirlo a sé.
La amava.
Ti amo Miyu, ti amo piccola dolce e innocente Miyu.

____

-State insieme?
-Ohhhhh!! Sono felice per te, Miyu.
-Anche io, si!!
-Auguri Miyuuuuu.
Tutte le ragazze si complimentavano con lei.
Si sentì sporca, nonostante tutto pensava a lui. Solo a lui e basta.
Voleva dire: NON MI PIACE KURITA, IO AMO KANATA!!!!!!
Già, lei lo amava proprio. Amore con la A maiuscola?
Forse.
Sapeva solo, che era molto forte. Troppo potente.
Il suo amore l'annullava, la distrugge da dentro, facendola disintregrare. Non esisteva più, nulla esisteva, solo lui. Le scoppiava nelle vene, e le faceva pompare il cuore. Ma  era come se non esistesse, perché quello che provava era troppo pericoloso e doloroso.

Si sentì anche sciocca, bambina e infantile.
Una giocava con i sentimenti altrui. Oramai, però, l'aveva detto, e quindi?
Cosa fare? 
Non lo sapeva.
-Miyu, ti accompagno io a casa?
Disse Kurita.
-No, grazie.
Rispose lei, atona.
Aveva sbagliato tutto.
Ora però, poteva conoscere Kurita, poteva essere che cosi scordava Kanata.
Intanto, però, doveva tenere in segreto ciò che sentiva.
Sorrise amara.
Lei non era nulla.
Soprattutto per Kanata.
Kurita ci rimase male, ma forse fu il sorriso finto di Miyu e proprio lei, che lo scossero e lo fecero gioire.
Miyu se ne andò. Kurita se andò. In strade opposte.
Entrambi, però, pensavano ad una persona.
Kanata.
-Sono a casa.
Gridò, Miyu.
Di solito, era facile per lei tornare allegra, ma ora...
Non se lo meritava neppure!
Corse in camera sua, appoggiò la cartella e mentre si spogliò trovò il diario.
Oh!
Lo prese, lo rimise al suo posto.
Troppo triste, per essere felice.
Si lavò, se ne era dimenticata completamente di lavarsi almeno le mani.
Era triste, certo, ma si era domandata dove fosse lui.
Mentre andava in cucina lo vide.
Tutte e due, sobbalzarono.
Kanata non l'aveva sentita arrivare, e neppure Miyu aveva sentito che lui stava al tempio.
Miyu lo scrutò, in un secondo, che parve un'eternità.
Bello. Bellissimo, meraviglioso e fantastico.
Era un po' sciupato ma cosi.. sexy nel suo pantalone da militare e quella maglia corta blu, lo stesso colore dei suoi occhi.
Oh! I suoi occhi.
No, basta. Non fissò i suoi occhi, abbassò la testa.
Eppure per un secondo aveva avvertito tutto e nulla di lui.
Il suo sguardo dolce era sciolto, di calore.
Non più di ghiaccio.
Sorrise, felice.
Cosi innamorata.
Anche lui lo fece.
Cosi innamorato.
Se prima erano tristi, ora avevano trovato un motivo per non esserlo più. Mai più, se stavno insieme 'mai più', era giusto.
Kanata si avvicinò a lei.
L'ammirò.
Wow...
Quasi pianse per quanto ai suoi occhi era stupenda.
Non c'era più tristezza nei suoi occhi, come prima.
Perché?
Occhi verdi.
Occhi verdi in occhi blu.
Si amarono, in quel momento, tutto acquistava vita, un senso.
Quando l'universo non c'era, ma sembrava tutto a posto.
Tutto giusto, pieno di amore.
Lui sorrise.
Lei sorrise.
-Miyu...
Un sospiro.
E mai parola fu perfetta.
Quando stavano insieme, tutto si annullava, anche loro stessi. I loro dubbi e paure.
Via Mako. Via Kurita, o Chris!
Via anche il mondo, perché loro vivevano nel loro amore e solo cosi potevano continuare a vivere, sognare. Fare tutto, insomma.
-Miyu, sento di amarti molto.
E fu giusto. Sia per Miyu che per Kanata.
Fu giusto quel bacio, fu giusto il loro abbraccio.
Fu giusto il loro amore, che come un fiore, come il sole, stava splendendo in un giorno che ora era migliore.
Lo amò, cosi tanto.
L'amò, cosi tanto.
Si fissarono, negli occhi e a loro bastò.
Bastò questa a farli morire, rinascere, morire, rinascere.
Ma era cosi tremendamente giusto.
Kanata la tenne stretta a sé.
E chi la lasciava più, ormai!
Miyu appoggiò la testa sul suo petto, sentendo il suo cuore e quello di Kanata, scoppiare. E amarsi, in silenzio.
Si strinsero fino ad annularsi e distruggersi da dentro. Nulla esisteva, solo loro. Si insunuava nelle vene, quell'amore atroce, e scoppiava felice, ma non esistevano. Perché il loro amore era deciso, devastante, doloroso e pericoloso.
Erano una cosa sola, in quel momento.
Nessuno li disturbò, nessuno osava farlo.

Lo so, sono in ritardo.
e che proprio non ho potuto, scusate.
spero sia piaciuto.
P.S. stiamo finendo, perciò... dedico a tutte voi questo capitolo:D
NON E' FINITO. Mancano altri due capitoli, più o meno.
MissP;)

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Capitolo 20
*** Ricordi ***


Scusate, non ho proprio avuto tempo. Leggete.
MissP:)
CAPITOLO CORRETTO E CON AGGIUNTA DI FRASI PER COMPRENDERE MEGLIO xD!


Orgoglio

{Il mondo esteriore è come collegato
da un misterioso filo conduttore
alle fibre della memoria
e talvolta le risveglia,
nostro malgrado.

Alexandre Dumas, da "Vent'anni dopo"}

Capitolo 17-Ricordi

 

-Dobbiamo prendere la mamma, papà? 
-Si piccolo.

Akira rise dalla gioia. 
-Che bello!! Chissà se ci ha fatto i dolcetti!

Kanata la fissò. -Impossibile, la mamma è indaffarata sai?

La bimba si imbronciò, adorava i biscotti di Francesca, e ora desiderava cosi tanto mangiarli, ma Kanata aveva detto che era indaffarata, per cui...
Poteva dire 'addio' al cioccolato e panna.
Borbottò per cinque minuti circa guardando fuori il finestrino e dondolando le gambine. Si mosse sul sedile della macchina del suo amichetto Kanata, beh non era 'proprio di Kanata', la macchina era del padre, lei lo aveva capito, non era stupida.
Era cosi che diceva a tutti, era facile, no? Guardò il suo amichetto che fissava la strada davanti a sé. Era seduto in mezzo e gonfiava le guancie. Era tanto carino.
Akira inconsciamente arrossì.
-Sai, piccolina, oggi è il compleannuccio di Kanata, quindi...
-Lo so.
Lo interruppe lei, sbattendo le ciglia con aria saccente e alzandondo un po' la testolina bruna.
Fissò lo specchio dov'era riflesso anche Hosho.
-Di sicuro avrà fatto qualcosina di buono. E voi lo mangiarete, insieme a Santa, ovvio. Andremo a prendere tutti gli amichetti di Kanata e tuoi, cosi festeggerete tuuuuuuuutti insieme. Felici?
Kanata metté su un mezzo sorriso. -Papà, non siamo poi cosi piccolini, sai?
Lo prese in giro, ma suo padre piagnucolò. -Lo so, stai cresceeeeeeendooooooooooo!!!!!
Ed eccolo!
Piangeva.
Uff.
Akira e Kanata si fissarono per poi sbuffare e ruotare gli occhi al cielo.
-Papàààààààà....
-Signor Hoshooooooooooooooo
Urlarono quasi in coro.
Hosho si risprese, e piano si stroppicciò gli occhi come un vero bambino che si rispetti. -Sto bene, sto bene!!!
Disse, lamentoso.
Accostò sotto casa di Kanata.
Akira si illuminò, ogni volta che la vedeva era sempre uno spettacolo.
Il padre era un monaco, ma abitavano in una casa enoooooooorme e non era un tempio, o no! Dovevano trasferirsi proprio l'estate prossima. Che bruttooooo!!!
Le loro case erano vicine, cosi lei lo vedeva quanto voleva; ma dopo, che avrebbe fatto? Povera lei, questi si che erano problemi.
Kanata scese dalla macchina dall'altra parte di quella di Akira, era cosi lenta quella bambina! Chiuse la porta e si avviò con il padre e l'amichetta dietro di lui.
Voleva vedere sua madre, gli mancava.
Ma non corse troppo, meglio non farle vedere quanto le voleva bene. Poi lei piangeva, lo abbracciava, lo baciava... certo, era cosi bello essere coccolato da lei, peròòòòòòò!!! Lui era grande e forte. Oh!
Beh, qualche volta poteva permettere a lei l'onore di baciarlo un po'.................................................................
Aprì la porta e gridò. -Siamo a casaaaaaaaaaaaaa!!! Mamma?
Cucina. No.
Bagno. Neppure.
Camera da letto della madre e del padre. No.
Dov'era? In camera sua? Akira gli stava alle costole. -Dov'è? Dov'è tua madre??? Kanata?
Camera sua.
Era lì. Distesa... per terra.
Era cosi bella, ma i suoi occhi?
Il suo sguardo?
C'era il padre. La fissava.
Stava piangendo.
Francesca è morta.


-Francesca?
-Si...
-Hai pensato...
-Lo so.
Disse Kanata.
Kanata e Miyu stavano parlando, sdraiati sul divano, il braccio di lui la circondava, la proteggeva e l'amava.
Lei si sentiva bene su di lui, certo era una posizione un po'.... imbarazzante.
-Perché?
Domandò la ragazza. Era curiosa. Lui aveva detto che appena visto sua madre aveva notato i suoi occhi, il suo sguardo, che era puntato su di lui, ma non lo guardava veramente.
L'aveva chiamata... 'Francesca', no 'mamma'. 
Perché?
-Io... non stavo tanto bene. Il suo sguardo... volevo che mi abbracciasse, che mi baciasse cosi potevo lamentarmi e lei avrebbe riso e avrebbe detto 'buon compleanno', però... sai, quel giorno, non mi aveva detto... lei...
Storse il muso, gli occhi lucidi, buttò indietro la testa appoggiandola contro la maniglia. Fissò il soffito e a Miyu si spezzò il cuore.
Quasi non respirò. Voleva capire, ma lui... restava muto.
Kanata, il suo Kanata... perché? Perché doveva provare cosi tanto dolore, non poteva farlo lei per lui? Voleva aiutarlo!!!!
Si strinse di più addosso a lui, intrecciando le gambe.
Lui rise un po' amaro. La fissò.
-Tu... ti amo. E' l'unica cosa stupenda che... ho mai provato, provo dolore, amore quanto ti guardo perché sei troppo bella. Vorrei che fosse mia, Miyu. La MIA ragazza.
E cosi, il cuore di Miyu... beh............... la salutò. 'Partoooooooo' le disse.
Oh no, davvero, forse era rossa, brutta, piangeva, forte, ma lo abbracciò.
-Vorrei poterti aiutare, farti dimenticare tutto questo.
-Non voglio.
Disse Kanata, fermo.
Miyu sobbalzò, cosa?????!!
Aveva sentito bene? Tolse la testa dall'incavo del suo collo e con gli occhi bagnati, le guancie e il collo e forse la maglia sua e di Kanata bagnata, disse:
-Oh... perché? Lei è tua madre, fa parte di te, però...
Miyu singhiozzò.
Poteva sentire un dolore fortissimo, poteva davvero morire se si concentrava a lungo su ciò che sentiva. Oh! Non era pietà, né pena, figurati.
-Le voglio bene, le vorrò bene per sempre.
Miyu restò interdetta, fissando Kanata negli occhi blu. Poté trovare un minimo equilibrio e tanto amore che l'aspettava.
Sorrise, e ancora e ancora. Rise!!!
Ohhhhhhh che carinooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!
Anche lui rise un po'. 
Perché rise? Una parola: Miyu.

Aveva un meccanismo, probabilmente.
Si mise a
cantare nella sua testa.

"And maybe, I'll found out
A way to make it back someday

To watch you, to guide you, through the darkest of your days"
(*)

Non lo sapeva perché, nella sua testa rimbombava questa canzone, più precisamente quella frase.

"And maybe, I'll found out
A way to make it back someday
To watch you, to guide you, through the darkest of your days"

Si ripeteva quelle frasi di quella canzone, in mente, come una preghiera. Non sapeva perché. E ancora, di nuovo quella canzone.
L'aveva sentita alla radio, ricordava che Akira era impazzita per quella canzone, ma pensava fosse pazza, non sapeva neppure cosa significasse e, poi, la musica! Oh, troppo lenta.
Francesca cantava.
E ora, non lo avrebbe fatto più per lui.
Perché morta, anche nei suoi ricordi.
Doveva cancellarla dalla mente. Questo, era poco, ma sicuro.
-Signor Hoshooooo, dov'è la mamma di Kanata???
Gridò qualcuno.
Poi tutto svanì, tutto divenne più leggero.
Quello sguardo.
Su di lui, cosi bello.
Un tempo era felice, e ora? Lo sarebbe stata?
Ti voglio bene, mamma.
Qui, proprio in questo preciso istante, vide un coltello.
Nel petto, e lo teneva con la mano. Chiaramente non poteva stringerlo.
Kanata fissò attentamente il suo corpo e il coltello.
Puntò il suo sguardo su quella mano e non la lasciò andare.
Sembrava, sembrava...
Che.
Si era uccisa?
No. Lei gli aveva sorriso, dovevano... comprare... tante cose... e vivere assieme perché si volevano bene ed erano una famiglia.
E allora, perché è distesa priva di vita?
Nella sua cameretta?
Ti voglio bene mamma.


-Cantavi?
-Si, ecco... non riuscivo a capire, non volevo capire e allora ho canticchiato in mente mentre fissavo il suo corpo.
-Che cosa...
-Strana? Da imbecille? Programmata? Nel mio cervello lo era.
-Che è successo poi?
-Ti ho detto, siamo andati dai genitori di Akira.

-Andiamo, da... andiamo!
-Dove signor Hosho?
-Da una.... in un posto dove sta Francesca.
-Evvivaaaaaaaaa!!!

(*1)Mhhhhhhhhhhhhhhhhh......... And maybeeeee, I'll found out.... la la la la la la... go on... to watch you... to guide you... mh mh.... la la la la your face.... o your place? Se la mamma esistesse ancora, sarei potuto andare a chiederlo. Ma lei, non c'é. Non più, almeno. Mi mancherà già....
-Dov'è???????
-Arriviamo, ti prego fa' silenzio Akira!!
-Perché stai sudando? E tremi! Ohhhhhhh e che scomoda questa macchina, Kanata si sta prendendo tutto il postoooooooooooo. KANATA! SPOSTATIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!

(ndaAndate a vedere*1)Perché sei morta mamma? Non... mi vuoi bene? Io a te te ne voglio.

-Siamo andati in macchina, mio padre era agitato, Akira non capiva nulla. Si lamentava e parlava. Mio padre piangeva, silenzioso e singhiozzava. Ma non si è mai sfogato in quel momento lo sentivo ogni notte piangere. Cosi... alcune volte, lo facevo anche io. lasciavo che le lacrime scorressero, fissando il soffitto. Chiudevo gli occhi, ma era tutto reale e non potevo tornare indietro. Da Akira, tutto il tempo non feci che piangere dentro. Oh! Non cantavo più... ahahahha... cantare, è un vizio che ho perso.

-Perché fissi la finestra, Kana-chan?
...............................
-Kanata???


-Era come se... non esistessi.

-Kanata, piccolo, vuoi un po' di biscotti?
La mamma di Akira sorrise a Kanata che fissava la finestra.
Non diede risposta e la piccola bimba lo prese come un 'no'.
-Ma comeeeeeeeeeeeeeeee, ci sono i biscotti....
-Akira! Lascia stare Kanata. Oggi dopottutto è il suo compleanno, lo passerai bene. Sarai felice, credimi, Kanata.
Sorrise ancora falsamente verso di lui, la madre.


-Si chiamava Kiko. Sorrideva sempre, falsamente ovvio. Sapeva che mia madre era morta. Anche lei, mi aveva promesso che avrei passato un bel compleanno.
Kanata fissò Miyu. -Tutte menzognie.

-Ahhhhhhhh, giochiamo con la sabbia, Kanata?
-Noooo, Akira ci dobbiamo preparare che dobbiamo andare a festeggiare il compleanno di Kanata, dai dopo giocate.


-Hanno una casa al mare, ricordo una splendida vista quando ci andai quella volta. Vidi più quel giorno che in quei giorni che andavo da Aki-chan, e credimi ci sono andato parecchie volte. Sai perché? Fissavo sempre oltre la piccola finestra della cucina, ha una vista più ampia rispetto alle altre. La madre, mi chiese se ero felice ma non avevo proprio voglia di tentare di non far vedere la mia tristezza. Indossare una maschera? Il giorno che mia madre era morta? Non mi importava proprio nulla. Avrei fatto ciò che dicevo io e basta. Andammo dai miei nonni, c'erano tutti: zii, amici miei e dei miei genitori e bla bla bla. Avevamo fatto le cose proprio in grande. Ma sai una cosa, sarebbe stato fantastico, sarebbe stato 'grande' se ci fosse stata mia madre.

-Ahhhhhhhhhhhhh, che bel giovannotto, ora sei grande!!
-Ti piace il nuovo gioco che ti ho preso?
-Ma quanto sei carinooooooooo!!
-Kana-chan, vieni a giocare.
-Siediti bene, attento alla torta.
-Fai 'cheese'!!!
-Facciamo una foto prima con gli amici, eh Kanata?
-Io vicino a Kanataaaaaaaaa!!!
-No ioooooooooooooo!
-Auguliiiiiiiiiiiiiiiiii.
-Taaaanti auguuuuuuuriiiiii a teeeeeeeee, taaaaanti auguuuuuriiiiiii a teeeeeee, taaaaanti auguuuuuuuuuriiiiiiiiii a Kanataaaaaaaaaaa, taaaanti auguriiii a teeeeeeeeeeee!! Evvivaaaaaaaaaaaaaaa!!!
-Scarta il mio regaloooooo!!!


-E bla bla bla....
-Loro... non lo sapevano?
-No. Mio padre era ruiuscito ad essere felice. E in quel momento riuscì a trovare la forza anche per far entrare un sentimento cosi forte come l'odio. E odiai anche me stesso, per una ragione che non volevo ammettere.
-Già ti davi la colpa della sua morte?
Kanata accennò un mezzo sorriso. -Potresti biasimarmi?
-Avevi solo cinque anni. Cavolo, hai ragionato molto!
Il ragazzo rise leggermente.
-Già. Avevo solo cinque anni.
-Quando... beh, cavolo lo so che me ne pentirò però,.... quando ti ha detto 'dell'incidente'?

-Ti sei divertito, piccolo?
-Mh...
-Sei stanco? Vuoi dormire nel mio letto?
Kanata scosse la testa. -Papà?
-Dimmi...
-Dov'é la mamma?
Hosho alzò lo sguardo su di lui. -Non poteva venire piccolo.
Finse bene.
Kanata annuì.
Il padre ritornò con gli occhi sulla strada e vide che erano arrivati a casa.
Erano le nove, e per la maggior parte della festa il padre non c'era stato. Perché?
-Eccoci qui.
Scesero dalla macchina.
-Papà... dove sei stato?
Hosho non sorrise, no. -Io...
-Dalla mamma?
Si soffoccò leggermente respirando e poi rispose al figlio.
-Si...
Stava sbagliando, doveva chiudere il becco, non doveva dire ad un bambino di 5 anni che la madre era morta.
A Kanata nacque una stupida e confusa quanto sciocca speranza. -Dov'è?
Hosho notò il luccichio dei suoi occhi. -Qui, sta con noi.


-Non capisco, Kanata...
-Il giorno dopo me lo disse.
-Oh... e allora.........?
-Sai, dormii con lui, non mi azzardai ad andare in camera mia. Era chiusa a chive, si vedeva, ma non feci domande. L'aveva già messo troppo in croce.
Ridacchiò, amaro. -Il giorno dopo, era aperta e pulita. Lui era felice ma io no. O perlomeno sembrava felice.
-Ahm...
Miyu, voleva chiderlo, ma... forse aveva osato troppo quella sera.
Ma Kanata capì. -No, il suo corpo non c'era più.

-Un incidente?
-Si, piccolino.
-Ah...
-Ma, non vuol dire che lei non ti voglia più bene.



-Mio padre, lo so, sa qualcosa. Ma non me lo vuole dire.
-Tu pensi? Io non credo... a cosa ti riferisci?
-Al fatto che lei era depressa e mi odiava.
-Lei non ti odiava!!
-E' morta, si è uccisa nella mia camera.
Kanata scandì bene tutto le parole e Miyu rimase shioccata dalla sua durezza. Ma non mollo. -Lei ti voleva bene e te ne vorrà per sempre anche da lì.
-Da 'lì', dove?
-Tu credi che sia andata in paradiso?
-Certo...
-Io non penso.
Miyu rimase con la bocca spalancata. - P-Perché?
-Si è uccisa, la vedo in un lato un po' più freddo del tuo.
Miyu abbassò la testa, alcune volte sembrava che l'odiasse. E ce lo disse.
-Non la odio. Ma non la perdono.

(*)=Canzone 'Whatever you will go' dei The Calling.
Traduzione:"E forse, lo scoprirò
Un modo per farlo tornare un giorno.
Per guardarti, per guidarti, attraverso il più buio dei tuoi giorni."
Scusate questo, è una cosa... deficente... però... xD


(*1)=E' il pensiero di Kanata.


Spero che sia piaciuto:)
Tra scuola e bla bla... non ho trovato tempo di scrivere.
Scusate.
Non prometto di aggiornare subito.
MissP;)

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Capitolo 21
*** Segreti&Feste (Parte Prima) ***


Se potete perdonare il mio ritardo, vi ringrazio. Ho avuto da fare, credetemi.
Ora, se volete, leggete pure:)
MissP;)


Orgoglio

{K:Posso mettere da parte
il mio orgoglio per lei,
ma non potrei mai mettere da parte lei
per il mio orgoglio.
Io, Lo dice Kanata a sé stesso, nel suo subcoscio}

Capitolo18-Segreti&Feste
(Parte Prima)

 

-Sai chi odio, invece?
-Mh?
-Mio padre.

-Oh, povera donna, un incidente!!!
Le persone presenti ridacchiarono un po', facendo finta di essere tristi.
Hosho li fissò tutti con un'occhiataccia di ammonimento: se Kanata gli scopriva, era la fine. Ma tutte quella gente faceva finta che la madre non si era uccisa lei davvero, ignorando anche il fatto che Kanata sapesse.
Il ragazzo odiava. Tutto e tutti.
Ridevano, come stupidi animali, che c'era da ridere??
Stupidi! Tutti stupidi, mentire cosi!
Prendere in giro.
Kanata li fissò, uno per uno. Si guardavano a vicenda complici e poi lo fissavano con un ampio sorriso, mostrando tutti i loro denti. Lo prendevano in giro.
Hosho era nervoso, non ha mai voluto intezione di mentire a suo figlio, ma era per il
suo bene.
-Kanata, vuoi un cioccolatino?
Rabbia. Ecco cosa sentiva.
Incominciava a sentire le lacrime gonfiargli gli occhi e morire sulle sue guancie, solcandole. Tutti schifosi bastardi! Ecco cosa erano.
Hosho, aveva fatto tutta questa mensinscena.
Che....
Lo odiava, con tutto il suo cuore.
Fissava ancora quegli animali, sperando che fossero tutti in via di estinzione.
Erano circondati intorno al tavolo, seduti su sedie nel salotto di casa loro.
Non c'era Akira.
Non c'era Santa.
Era solo.
Non c'era neppure sua madre.
Non c'era neanche più suo
padre.

-Lo detesti davvero cosi tanto?
-Non lo detesto...
Il ragazzo sorriso furbo, mentre a Miyu si spezzò un po' il respiro.
-Lo odio.
Oh!
Miyu sobbalzò, aggrappandosi di più a lui, appoggiando la  testa sul suo petto.
-Un momento felice con lei?
Chiese Miyu fissando la TV, persa nei suoi pensieri.
Kanata ci pensò, davvero.
Momento felice?
-Forse, quando abbiamo festeggiato il suo complenno. Lei è nata il 25 Luglio, stavamo io, lei e mio padre. Solo noi. Io... beh... avevo quattro anni ma me lo ricordo benissimo. Ricordo che portava un vestinino blu, semplice, che le stava d'incanto. Aveva i capelli legati e portava un piccola borsa dello stesso colore, quelle che si portano a mano. Ricordo le sue scarpe basse, adorava le scarpe basse!! Ricordo la torta, la sua risata. Ricordo quando ricevette il mio regalo. Ahahahha!! Le avevo preso un bracciale e inciso stava il mio nome e quello di mio padre, che, beh, aveva comprato il bracciale. Ricordo che disse che adorava di più il mio regalo. Ricordo la faccia di papà, e la faccia di mamma davanti al diamante che papà le comprò. Era bello grosso.. ma vabbé... ricordo che poi siamo andati a mangiare, venì solo i genitori di Akira, Akira, Santa e i suoi genitori. I miei parenti non si erano scomodati di venire. E neppure di telefonare, per quanto gli avessimo invitati non erano venuti. Ma va bene cosi. Ricordo, l'odore della stanza, il profumo di mamma. Non l'avevo mai vista cosi felice, se possibile era più bella. Ricordo il suo bacio, dopo il mio regalo. Oh! E la colazione di papà, quell'uomo non sa cucinare!
-'Papà', eh?
Miyu lo fissò maliziosa. -E' strano, dici di odiarlo eppure...
-Ineffetti dovrei, ma infondo lo capisco... eppure non riesco a perdonarlo.
-Mh...
Annuì.
Il caso di Kanata era contorto. Davvero.
Poi, illuminazione. -Kanata? tua madre non aveva un diario... segreto? O un'agente?
Kanata notò il luccicchio negli occhi della sua ragazza. Già sua.... a quel pensiero girò la testa. -Dovrebbe... ecco, si. La chiamava 'agente' per sentirsi un po' più adulta. Poi diceva 'Che male c'è ad avere un piccolo.. diario, per annotare tutto?'. Era cosi...
Anche Kanata capì, Miyu sorrise. Era bello, intelligente ma forse un po' tardo.
Quasi facendo cadere Miyu, scese dal divano e si precipitò nella sua stanza. Avevano messo lì tutte le sue cose.
-Ohhhhhhhhhh, che maleducatoooooooooo!!
Miyu gridò contro di lui, dopo averlo raggiunto. Si imbronciò, ma poi ritornò seria.
Frugarono un po' dappertutto.
Nessun diario.
Allora cos'era quella cosa vicino ad un comodino?
Stava per terra, Miyu e Kanata la individuarono tutti e due allo stesso tempo.
-Presa!
Mormorarono in coro.
-Apriiiiiiii!!
Esclamò Miyu.
Kanata l'aprì.
23 Dicembre 1998
Tra due giorni, nascerà il mio bambino.
Le cose vanno bene, per me. La depressione se n'é un po' andata. Ma mi sento comunque triste, e ho l'ansia in corpo. Non riesco a parlare, né a respirare. Hosho continua a ripetere che dovevo ascoltarlo. Ma io non mi pento. Io voglio mio figlio, vivo.
-Che vuol dire?
A Miyu, quelle parole, uscirono di getto.
Leggevano per conto loro, in silezio. Kanata tremò leggermente.
Suo padre... non lo voleva?
Girò delle pagine, andò indietro.
14 Aprile 1998
Sono incinta. Ho paura.
Non, riesco. Non ci riesco.
Mi tormenta, l'anima e il corpo.
Cosa devo fare. Mi fa stare male, Hosho mi sta vicino ma non lo sa. Lui non sa che sono incinta. Dovrei abbortire? Ho paura.
22 Aprile 1998
Oggi, dopo una settimana l'ho detto. L'ho fatto.
E lui mi ha risposto che era felice.
Ma non sembrava tanto felice di sapermi incinta.
-Qui non c'é la data.
Disse Kanata. Miyu si mise a leggere ad alta voce, curiosa.
Forse doveva farsi un po' di fatti suoi.
-'Kanata non mangia. Non ne vuole sapere. Ho provato di tutto ma non c'è rimedio. Non posso pensare anche a lui, non ce l'ha faccio' Parla di te. Vedi, l'altra data è ' 14 dicembre 2001' avevi due anni, vero?
Kanata annuì, incapace di fare altro. 
Sapeva cosa voleva leggere.
L'ultima pagina, probabilmente li c'erano scritte un paio di cose.
Ma, anche lui, ora, aveva paura. E se davvero c'era scritto ciò che probabilmente se lo leggeva non era più un dubbio? Se c'era scitto che lo odiava?
Chiuse il diario, la testa abbassata. -Basta cosi.
Miyu lo fissò, con gli occhi lucidi.
Non disse nulla, si mise in ginocchio e pregò.

____

-Kanata, sto uscendo...
Sussurrò, alla porta.
Quasi Kanata non la sentì.
Eppure era rumorosa la ragazza!
Kanata smise di fare zapping e guardò l'orologio: le sette e mezza.
-Dove vai?
Non si erano proprio parlati da quando avevano scoperto il diario della madre. 
Lei perché era timida e si imbarazzata.
Lui perché poteva saltarle addosso.
Che voglia di baciarla che aveva. La voleva tanto.
-Ho appuntamento alle otto. Con Kurita.
Kanata zombò. Cazzo, se ne era dimenticato!!
Ma... ora stavano insieme?
Cazzo si!!
-Dov'è che te ne devi andare tuuu???
Quasi si ruppe l'osso del collo per saltare giù dal divano e correre a chiudere la porta di casa dell'ingresso per fermare Miyu.
Era prima volta da quando stavano insieme che erano cosi vicini. Miyu arrossì, il suo cuore correva forte.
Kanata sorrise furbo, appoggiandosi alla porta.
Ora che aveva detto che le piaceva, lei cosa feceva?? Se ne andava con quel coso brutto?? Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, no!!!
Lasciò le mani scivolare lungo i fianchi, con il capo appoggiato alla porta e le gambe intrecciate.
Ghignò, per poi abbracciarla.
.................................................
A Miyu mancò un.... du... no, forte sette battiti. Non respirò più, ma poté sentire l'odore di Kanata farla sua.
E perché, dire, anche a Kanata partì il cervello.
Profumò i suoi capelli, vaniglia. E camomilla.
La sua Miyu.
L'abbracciò stretta. L'abbracciò forte. L'abbracciò con amore. E possessione.
E okay, gelosia. Sono un po' geloso.
Ma Miyu non si lasciò incantareeeeeeeeeeee!!!
Non del tutto, almeno.
Okay, no, era partita. Ma poteva reagire ancora.
Ohhhhh no!!!! Appoggiò il capo sul suo petto e sentì il suo cuore.
Ma poi, lo disse.
-Anche tu, vai con Mako?
Sussurrò ancora più a sé che a lui.
Kanata aggrottò le sopracciglia. Ah! Mako!
Se ne era dimenticato.
Tra lei e il diario di sua madre aveva perso la cognizione del tempo.
Di tutto. Niente aveva molta importanza.
Le baciò il capo. -Preferisco andare con te.

______

Erano al "
重要な何か"(*).
Kanata aspettava Mako.
Insieme a Miyu.
Aveva pensato che comunque ormai il dado era tratto e lui non era cosi gelido da fregarsene. Ma non poteva lasciare che Miyu andasse con Kurita, cosi....
Ma Miyu si era innervosita.
Lei non poteva andare con Kurita, ma lui si con Mako???!!!
Cosi aspettavano anche a Kurita qui. Miyu gli aveva madato il messaggio dicendogli di trovarsi in queto bar all'ora prestabilita. Ma non aveva detto nulla più.
Nessuno sapeva che loro stavano insieme.
Sai che shock!!!
Kanata sghiniazzò, stringendo la mano di Miyu. La ragazza si voltò verso di lui e sbattendo le palpebre domandò:
-Che c'è?
Kanata fece spallucce.
Ma non perse il suo sorrisino macabro. -Nulla.
Kanata si mise dietro di lei e l'abbracciò  al collo, portandola su di sé.(*1)
Miyu si spaventò e il suo cuore pompò più sangue del normale.
Era un contatto più intimo, nessuno le aveva mai fatto questo.
Era la prima volta che aveva un ragazzo e se quello era Kanata, poi!
Sorrise un po', consapevole del suo amore per quel ragazzo cattivone!!
Si girò verso di lui e sorrise.
Kanata la baciò.
FINALMENTE!!! Sentì le campane suonare. E tremò.
Prima fu un contatto leggero poi divenne più passionele.
Kanata aveva gli occhi semi-aperti, come lei.
Era come stare in paradiso.
Miyu divenne rossa ed è ormai inutile dire che quello che sentiva era sempre qualcosa di nuovo e sconvolgente.
Il bacio si interruppe.
E Miyu voltò la testa, fissando il pavimento, rossa.
Voleva calmare il suo cuore ma non ci riusciva.
Aveva le gambe molli e sentiva la stretta della mano di Kanata rafforzarsi.
-Tanto lo so che ti piace...
Le sussurrò all'orecchio,piano e sensuale.
Miyu quasi perse la vita e quasi scivolò, ma lui la tenne stretta a sé.
Come se poteva lasciarla andare!
E poi un lampo, Miyu gli diede un bacio sulla guancia, veloce e fugace. Forse anche infantile.
Ma a Kanata piacque. Infatti non riuscì a trattenere un sorrisone.
Ti ha stregaaaaaaaaaaaaaaaato!!!
Lo so...
Io non  ho detto nulla, eh!!!
-Mi... Kanata??

Kurita aveva gli occhi sgranati.
Perché Kanata e Miyu erano abbracciati in quel modo??
Miyu sobbalzò, scrollandosi di dosso Kanata. E si odiò per questo gesto, ora si sentiva come vuota. Ma infondo, lo meritava. Lei aveva già detto di 'si' a Kurita e ora si presetava cosi con Kanata?
In quel momento arrivò anche Mako.
Kanata la osservò. Non era proprio cosi carina.
Aveva una gonna a jeans corta, gambe scoperte e scarpe da ginnastica bianche e blu, una maglia a maniche lunghe, nera, e un giacchetto a maniche corte, sempre a jeans.
Miyu invece aveva un pantolone a jeans, scarpe da ginnastica rosse e bianche e una maglia a pipistrello con un sciapa lugnghissima e calda, rossa.
Era più carina lei.
Poi c'era Kurita. Pantolone bianco, maglietta viola e scarpe da ginnastica.
E infine c'era lui. Jeans a vita bassa, scarpe da ginnastica nere e una felpa blu notte.
Era più fico lui!!!
E nel mentre Kanata fissava e denigrava il suo ex amico che fissava Miyu sbalordito, Mako era irrittata.
Quella lì e Kanata?? Stavano.. insieme??
Oh ma per favore.
era arrivata in tempo per capire tutto e quasi si era strozzata con l'aria mentre osservava il tutto, ferma.
Mako riprese a sorridere, avvicinandosi a Kanata tutta sorridente.
-Ciao, Kana-chan!!
Trillò contenta, prendendolo per sotto il braccio e stringendosi a lui.
Miyu invece non sapeva che dire a Kurita. -Ecco...
E quindi, ci pensò Kanata, sorridendo beffardo. -Stiamo insieme.
Mako rabbrividì, quella racchia!!!
-Andiamo!!!
Gridò.
Fu allora che Miyu si accorse di Mako.
Di Mako abbracciata.
A.
Kanata.
Ah!
-Mako, non ti avevo vista...
Mako rise per nulla colpita, stringendosi le spalle. -E tu, sei?
Fece la finta tonta. Miyu si imbronciò, adirata.
Kanata la fissò e rispose. -E' la mia ragazza Miyu.
Mako annuì energica. -Si, certo. Andiamo!!
E trascinò il povero Kanata.
Miyu venne invece trascinata da Kurita. Ma appena questa toccò il fianco di Miyu, Kanata si presentò abbracciando Miyu e mettendole un braccio sulle spalle.
Sorrise di sfida a Kurita, che andò più avanti con una Mako arrabbiata.
Kanata vide Miyu fissare il pavimento con astio, mentre si avviavano pure loro verso la spiaggia. -Gelosa??
Sussurò.
Ma neppure in tempo perché Miyu gridò, infuriata. -NO!!!!

_____

Per Miyu le cose, stavano andando troppo di fretta.
Solo ieri pensava che Kanata non la voleva.
E ora...
C'era Mako, Kurita e loro due stavano insieme.
Già.
Ma quando Miyu incrociò Aya, Nanami, Chris, Nozomu e Santa... beh... forse morì.
Quando l'incontrò, stava con Kurita, vicino ad un bar della spiaggia, perché aveva permesso a Kanata di andare ad accompagnare Mako a prendere un gelato.
"-No, non fa niente Kanata!!"
Seeee, come no!!
Per esempio, non solo ora si malediceva ma aveva anche scoperto un lato di sé, sconosciuto.
Poi Kurita incominciò a parlare.
-Pensavo, che noi due... stavamo insieme!
Miyu rabbrividì, quasi pianse. Si sentiva in colpa.
-Scusami, Kurita, ma a me piace Kanata.
-Ah, okay.
Ma non era 'okay', lui l'amava davvero. Oh no!! Non l'avrebbe permesso. Lei doveva essere sua.
-Abbraccio tra amici??
Miyu arrossì un po', ma poi sorrise annuendo.
E cosi si abbracciarono.
Abbraccio tra amici.
E Miyu di questo ne era felice.
-Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!! Che carini, che siete!!!
Aya, Nanami, Santa, Chris, Nozomu.
-Miyucciaaaaaaaaaa!!
-Miyu, Kurita??!!!!!!!!!!!
I due si staccarono.
Kurita si sistemò gli occhiali, rosso in viso. E anche Miyu lo era.
Imbarazzata.
-R-ra-gazzi, che ci fate qui?
-Vi abbiamo interrotto??
Disse Aya, con occhi a cuore.
Santa e Nozomu gli fissarono.
Questa, non se l'aspettavano.
E Kanata?? Lo sapeva?
Era questo che si chiesero.
Forse si!!
Forse no...
Ma tanto lui era con Mako.
Chissà se si erano incontrate, le due coppie.
Proprio in quel momento uscì Kanata e Mako dal bar.
-Kanata!!
Gridarono in coro, tranne Kurita e Miyu che si voltarono di scatto.
Miyu vide Mako leccare il gelato, accanto a Kanata, e Kanata mantenere un'altro gelato.
I due si accorsero di loro e quasi si spaventarono.
-Ciao.
Disse Kanata a tutti loro.
Poi diede un gelato a Miyu.
Miyu sobbalzò, era per lei??
Con questo freddoooooo?? Ma era matto??
-Ti ho preso fragola e bacio.
Miyu, se prima era rossa, ora era peperone, perché Kanata si era chinato leggermente sul suo viso per raggiungerlo e con un sorriso le offrivava il gelato.
Miyu pensò che fosse davvero troppo. Troppo bello per essere vero e addirittura suo.
Girò la testa di lato e prese il gelato. Infondo lo voleva.
O lo voleva perché era stato lui ad offrirlo??
Chris si imbronciò. -Kanatiiiiino?? E a me? Niente gelatino??
Kanata si alzò e vide le faccie spalancate dei suoi amici per la scena del gelato e una Cris incattivita.
A Santa si illuminarono gli occhi.
E Miyu non osò voltarsi.
Santa però, sorrise, volendo stuzzicare Kanata. -Kanatinooooo, sai che Kurita e Miyu stanno insieme???
E fu in quel momento che Miyu si voltò di scatto.
Ma successe una cosa... scandalosa.
Perché Kanata ghignò, scuotendo la testa, apparendo agli occhi di tutti e tutte, sexy.
-Allora perché io la posso baciare e lui no?
E fu cosi.
Prese la bocca di Miyu, strinse le guancie, facendole smettere di mangiare e la baciò, sentendo la fragola e il bacio, colpirlo.
Infilò la lingua, senza neanche chiedere il permesso, mordicchiandole il labbro inferiose, e toccò la sua bocca, il palato e la lingua.
A fine bacio, succhiò la lingua e le sue labbra sporche di gelato e le schioccò un bacio rude sulla bocca, casto diciamo.
Smise di stringere le guancie di Miyu e si voltò verso il suo amico Santa...... &Co.
E mentre a Kurita si rompeva il cuore, a Miyu cadde il gelato, quasi scivolò ma cadde su di lui, che la prese per i fianchi e la sistemò per bene.
Mako morì, spalancando gli occhi.
Miyu si toccò le labbra, mordendole.
Ebbe cento brividi ancora.
Che... figlio....
Che...uffffffffff!!!

-Quindi voi... come dire?
Disse Santa, in difficoltà.
-State insieme?
E finì Nanami.
Kanata lo dichiarò con orgoglio. -Certo. Stiamo insieme.

_____

-Non hai ancora finito il gelato...
Alzò un sopracciglio, non molto convinto. Miyu era molto lenta e sembrava che... lo volesse gustare.
La ragazza assottigliò lo sguardo verso di lui. -Embè?
-Nulla.
Kanata scosse la testa.
Perché dire... o meglio perché non dire?
Era sensuale.
Lo era davvero tanto.
Ma non si concentrò su di lei, distolse lo sguardo dal gelato e ascoltò la musica.
Era una festa piatta.
E non lo aiutava a distogliere il pensiero da lei.
Fissò Mako ballare con dei ragazzi, tra cui anche Kurita.
Chissà fanno amicizia e si tolgo dalle palle...
Schioccò la lingua sul palato, anche se teneva lo sguardo fisso davanti a sé, pensava a lei inevitabilmente. Era passato davvero troppo in fretta tutto, ora stavano insieme e tutto era finito. Sospirò, davvero felice. Poteva ritornare a pensare al suo orgoglio e a metterlo in evidenza. No, non era questo che gli premeva. Ciò a cui teneva era solo Miyu e alla voglia che aveva di baciarla, e di non sentirsi cosi inadatto al mondo.
Sfregò i piedi tra di loro, sentendo l'acqua di mare bagnarlo un po'.
Era tutti scalzi e con qualcosa in mano. O in testa.
Miyu, per esempio, aveva un gelato. 
Lui, sempre per esempio, aveva una borsa.
Ecco, preferiva avere il gelato.
Beh, preferiva avere Miyu in mano, però..............
Non c'erano sedie. 
Embéééé, è una festa, si era detto.
Però, neppure un tavolo, una pietra!
Odiava la sabbia, preferiva le pietre. Odiava la luna e amava il sole, tranne se doveva paragonarlo al vento, in questo caso sceglieva il vento.
E oggi ce n'era parecchio.
E piuttosto forte.
Era quasi completamente buio, c'erano nuvole giganti di varia forma,la luna non brillava, era quasi completa ma di poco.
Tutto affascinante, tranne la sabbia.
Quasi quanto Miyu e il suo gelato.
Non si accorse neppure degli sguardi di Kurita e Santa.
Il primo, invidia. Il secondo... più contentezza.
Era orgoglioso del suo amico. Tanto per usare un termine a loro vicino.
O meglio, a lui.
Sorrise, vedendolo diverso.
Non era più timido, chiuso.
Ma forte, malizioso.
Ghignò. Ahhh l'amour, pensò.
Fu il momento che, Miyu fu trascinata dalle ragazze a ballare, e Kanata rimase solo.
Cosi, Santa si gli avvicinò.
-Allora.................?
-Mh?
Kanata distolse lo sguardo dal sedere di Miyu. -Santa?
Traduzione:"Che cavolo vuoi, stavo facendo una cosa importantissima e tu mi rompi? Tanto non ti dirò nulla su me e Miyu, quindi sparisci!!!!"
Già.
E Santa lo aveva capito. Ma fece lo gnorri, fischiettò alzando lo sguardo verso di lui e si dondolò sui piedi mettendosi al suo fianco.
-Sono contento amico. Per te, davvero.
Kanata sorriso dolce. -Grazie.

_____

-Kanataaaaaaaaaaa????? Vieni a ballare?
Mako lo guardò e trascinandolo, con l'aiuto di alcune sue amiche, si mise a ballare su di lui. Letteralmente.
All'inizio il ragazzo non volle ma poi ci prese la mano. Sghignazzò e si grattò la nuca. -Mako, non sono bravo a ballare.
Ma nessuna di loro gli diede ascolto. Era cinque e tutte accavallate di fronte a lui, a strusciarsi "come gatte morte", a parere di Miyu.
-Tu sei Kanata? Sei carino!
Disse, quasi urlando, una ragazza abbastanza alta, bionda con occhi marroni.
Era vestita, svestita, veramente.
Con questo gelo!!
Kanata scosse la testa e la ragazza lo prese come una risposta alla sua domanda.
-Ah no? E come ti chiami allora?
-Macché, si chiama Kanata.
-Davvero carino!!
-Oh si, è vero.
-Uhhhhhh!!!!!
Kanata venne trascinato dalla biondina, di sicuro un po' più grande di loro, in disparte.
Kanata era spaesato. Non sappe che fare quando la ragazza si strusciò con il fondoschiena sul suo bacino, per poi salire e scadere, salire e scendere.
Poi, di schiena al suo petto,  la ragazza gli sussurrò:
-Mi piacerebbe conoscerti meglio.
Miyu vide tutto e tremò un po'.
Davvero, ciò che sentiva era rabbia, gelosia e inferiorità.




(*)=Significa "Qualcosa di importante". E' il bar dove Mako e Kanata sono andati e dove si sono messi daccordo. L'abbiamo visto nel capitolo "Passi avanti".
(*1)=Prendete questa foto "http://gallery.giovani.it/img/mms/img-blog/s/silvykaulitzxs/485ff536a2baa_big.jpg", poi metteteci Miyu e Kanata e immaginatevi la scena eh?

Non riesco a sostenere la storia, non voglio non finirla, mi ci sono affezionata.
Ma davvero sono impegnata, spero che voi possiamo aspettare.
So che siete in poche a cui piace ma io ci tengo molto.
GRAZIE!!
Un bacio, a tutte voi.
Non la lascerò mai incompleta, la finirò, ma non so quando.
Mi dispiace che i capitoli siano corti ma davvero mi è difficile fargli più lunghi e in più non aggiorno in fretta.
Forse non vi state cosi tanto preoccupando, non vi interesserà molto, forse neppure lo leggerete...
Ma io mi accendo qnd vi sento colpite dalla mia storia.
Quindi, grazie.
MissP;)

P.S. La frase deficiente è mia, come potete vedere-.-
Fa troppo schifo, no? xD
MissP;)

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Capitolo 22
*** Segreti&Feste (Parte Seconda) ***


Capitolo ultra speciale.
Vedete, ho cambiato anche il carattere, va bene?
P.S. Lo dico ora perché mi sembrava chiaro, Kanata ha gli occhi blu perché lo deciso io, so che ce l'ha marroni. E sono bellissimi eh! xD
Leggete:DD
MissP;)

   Orgoglio

{K:Ho visto lei,
i suoi capelli biondi dondolare e rendersi bella,
come a volersi giustificare,
quando lui la stava baciando.
Fu come se,
in quel momento
non fosse stata più mia.
Ma sua.}
Io, Subconscio di Kanata.

Capitolo 18-Segreti&Feste
(Parte Seconda)

   
Kanata's POV
La biondina puntò il mio viso con i suoi occhi chiari, sorridendo.
E con fare lascivo, lasciandomi spaesato, si mise a strusciarsi addosso con il fondoschiena su e giù, su e giù il mio corpo. Poi mi circondò il collo con le braccie e mi sussurrò leccandosi le labbra:
-Mi piacerebbe conoscerti meglio.
Rise un po' e con il corpo si girò verso di me, abbracciandomi. Mi massaggiò la schiena e sentì i suoi seni sul suo petto.
Mi sentivo strano, come se tutto questo non stesse accadendo a me.
Era come se fossi uno spettatore piuttosto che il diretto interessato. Ma lo ero, e mi dovevo svegliare.
Cosi, come schifato, le presi le braccia e l'allontanai da me. Le sorrisi, sornione, esclamando:
-Scusami, ma non voglio.
Quasi in un sussurrò.
La guardai, circospetto. Sembrava davvero... molto più grande di me.
Forse non cosi tanto.
Ma infondo non me ne importava: morivo dalla voglia di andare ad abbracciare... Miyu.
Solo lei.
E la cosa stava cominciando a bruciare ed a essere insistente.
Quindi, la mollai e vidi che si sistemò i capelli e il vestitino rosso corto. La scopriva in maniera... inguardabile. Non poteva avere tredici anni, né quattordici.
Quanti anni aveva?
Camminai, cercando Miyu, tra la folla di gente impazziva che si scatenava.
Vidi Mako e altre quattro ragazze emettevano risatine stridule, con occhi furbo, verso di me.
Feci spallucce, le donne!!
All'improvviso sentì qualcuno bloccarmi il polso. Mi girai di scatto, più per istinto.
E vidi quella ragazza, la biondina liscia con il vestito corto rosso in tinta con le scarpe rosse e il rossetto. Solo ora mi accorsi che il suo trucco era molto marcato.
Scese un po' la testa per sistemarsi il ciuffo che la copriva un occhio. -Mi chiamo Jin.
Poi si avvicinò di più a me. Intanto io restavo ancora con la faccia girata e il corpo opposto a lei. Ma mi sistemai, sembravo uno sciocco. -Ascolta, non mi interessi, okay? Sono... ho la ragazza.
Oh Miyu...
Possiamo definirci fidanzati? Certo!!
Lei è mia.
Strinsi i pugni, se la lasciavano troppo tempo sola Kurita poteva fare qualche mossa.
E non potevo permetterlo. 
-Ciao ciao.
Alzai la mano e la salutai.
Corsi da lei e la trovai seduta a terra a fare cerchi sulla sabbia. Triste.
Già, era triste. Che le prendeva?
Centrava Kurita?
Ohhhhhhhhhhh ma lo spezzo!!
- Che bella ragazza, eh?
Disse fissando la sabbia, giocandoci.
Era un tono sconsolato e mi preoccupai. Strinsi le labbra, è gelosa?
No, impossibile. Non credo.
Di quella ragazza?
Che poi, era proprio bella.
Ma, non l'avevo notato. Effettivamente ora che ci penso aveva il suo fascino.
Mi sedetti di fronte a lei, aiutandomi con la mano.
Le presi la sua, quella che giocava con la sabbia e la fissai. Presi l'altra appoggiata sul ginocchio e fissai anche quella. Quando per un momento ho toccato le mani della bionda erano fredde e ho sentito un brivido di fastidio, quello che non sento con lei.
Le stavo toccando le mani, perché avevo bisogno del suo contatto. Il suo contatto mi faceva calmare. Mi faceva respirare. Mi faceva stare tranquillo.
E mi sentivo diverso, no scorbutico. Ma più rilassato.
Lei era cosi, mi fa questo effetto. E' un po' impulsiva, infantile. E' adorabile.
Le sue mani le intrecciai alle mie. -Sai, non ci ho fatto coso, ma devo dire che è propro bella.
-Bella quanto Mako?
La sua risposta fu pungente e impulsiva.
Ed eccola, appunto!! Non ragionava mai, troppo impulsiva.
Impulsiva impulsiva impulsiva. Gelosa?
Gelosa gelosa gelosa.
La fissai negli occhi, fissai quel verde e le toccai l'anima. In quel momento ci amammo.
-Sembra un po' più grande.
-Ha quattordici anni, quasi quindici. Si chiama Jin Osaki (*) e non vive qui. Me lo ha detto Kurita. Mako e quelle... e le sue amiche escono insieme. Con altri ragazzi, non so.
Scuotendola, abbassò il capo.
Io inclinai la testa. -Wow, sai molte cose di lei. Sai più cose tu che io di lei.
Fece spallucce, sporgendo il labbro inferiore. -Mh...
Strinse le labbra e io assottigliai gli occhi.
Maligno, mi venne un'idea.
-Mh, perché?
-Che?
-Perché vuoi saperlo?
Espirò un po', e poi chiuse la bocca, strorcendo il muso. -Cosi, voglio... che vi siete detti di bello.
-Voleva provarci.
Annuì.
Lei strabuzzò gli occhi per la mia risposta veloce ma ponderata.
Se è vero che la conoscevo bene ora avrebbe gonfiato le guancie e respirando forte avrebbe...
E lo fece.
-Tu che hai fatto!!!?
Quasi urlò, mi sembrò un'affermazione che una domanda.
Feci ancora spallucce. - Bah, nulla.
Ghignando continua. C'è di meglio.
Lei annuì triste. Abbassò la testa e sciolse le mani.
Incapace di andare oltre con l'idea malsana, l'accarezzai la guancia e le brillarono gli occhi, gli puntò su di me. E sentì il cuore scoppiare nel petto. -Dai, io ho te. E sei il meglio del meglio. Sei tu il mio meglio. Sei la mia gelosa!!
Lei gonfiò le guance. -Non sono gelosa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
-Certo certo!
-Vado da Kurita!
Fece per alzarsi ma la fermai. -Nooooo, tu resti qui.
Lei sghignazzò. -Chi è quello geloso?
Io la fissai quasi sconvolto. Che furbetta!!
Ma poi sorrisi malizioso. -Ancora tu!

Miyu's POV
Mi venne addosso e mi fece il solletico.
Dimenandomi come uno stupida, mi accorsi del sorriso allegro e pervertito di Kanata. Arrossì, ma rimasi felice, si stava sbloccando e quindi avevo dei motivi per esserlo.
Ridevo a crepapelle sguaiatamente e quasi mi vergognai, dovevo apparire stupida e bruttissima!
Mi distesi sulla sabbia sporcandomi tutta.
Avevo gli occhi lucidi per il troppo ridere e probabilmente da lì in poi sarei scoppiata! Lo vidi ridere, sereno. Continuava a toccarmi la pancia, i fianchi. Poi mi baciò la fronte, ridendo ancora.
Divenni ancora più rossa e volli sprofondare. Che vergogna!!
Smisi di ridere e lo fissai negli occhi. I suoi occhi blu.
Il mio cuore volava e andava verso di lui. Ormai ero sua e niente e nessuno poteva cambiare il mio destino con lui. A parte lui, ovviamente. Avevo paura che non mi volesse più, che un giorno si svegliasse e mi dicesse che non mi ama più. Che per lui non sono nulla.
Mi vennero le lacrime agli occhi, e questa volta non era perché ridevo troppo.
Qualcosa nel petto si strinse e stetti cosi male che l'unico rimedio fu quello di abbracciarlo.
Ripensai a Mako e a quella biondina. Nonostante mi sentissi inferiore a lei, gliene avevo mandate di tutti i colori, troppo nervosa e gelosa. 
Non volevo perderlo.
Non volevo.
E non succederà, mi impegnerò, sarò perfetta. Una perfetta compagna di vita.
Beh, insomma dipende da lui, se mi vuole.
Ma il suo stritolamento/abbraccio mi fece capire che in quel momento esistevo solo io per lui.
Cosi sorrisi, orgogliosa.
La giornata passò veloce da qui in poi e mi ritrovai a salutare Kurita sotto casa di Kanata.
Quest'ultimo, lo intravidi dietro ad una tenda della finestra a sbirciare con uno sguardo glaciale. Geloso?
Avevamo salutato a tutti.
Tranne Mako&Co. E con '&Co' intendo le sue amichette con la biondina sanguisuga.
Si erano attaccate a lui, come piovre. E dopo il bacio sulla guancia, se ne erano tornate a ballare. Erano le undici meno un quarto di sera. Ed ero stanca.
..............................................
.......
OKAY, ANCHE INFURIATA PER QUELLA PICCOLE....... BUONE RAGAZZINE DEI MIEI STIVALI, MA DICO IO: L'EDUCAZIONE DOVE L'HAI MESSO NEL CULO??? O LA LASCIATA DAL PARRUCCHIERE QUANDO TI SEI FATTA LA TINTA?? LUI E' MIO!! IO VOGLIO CHE SIA COSI.. e forse anche lui...
Abbassai il apo furibonda e Kurita mi domandò cos'avevo.
-Nulla, Kuri-san. Nulla.
Disse stringendo i denti. Fissai la finestra dove c'era Kanata nascosto e vidi la tenda un po' spostata con la mano di qualcuno che la teneva tale. Ma poi probabilmente mi vide che stavo fissando quella finestra e cosi se ne andò. Me ne accorsi dalla tenda che si mosse veloce, come, appunto, spostata.
Ritornai su Kurita e a questo sorrisi. -Beh, Kurita io vado. Sono stanca.
Feci per avvicinarmi alla porta ma la sua mano mi fermò.
-Io... non voglio perderti Miyu.
Mi girai verso di lui, dispiaciuta. -Io amo Kanata.
-E allora perché mi hai detto che ti piacevo? Dimmelo Miyu!!!
Vidi il suo sguardo indurirsi, lo vidi chiaramente, non indossava gli occhiali.
Mi strinse ancora di più il polso, facendomi male ma non lo dissi.
-Scusami, non volevo farti stare male. Io ti ho detto che potevamo provarci... ecco, non intendevo...
Non seppi cosa dire. La verità era che l'avevo un po' usato.
E mi sono rallegrata quando vidi che Kanata si era dichiarato. Forse non era stato per Kurita e me, ma l'aveva fatto. E forse era meglio cosi. Perlomeno non soffriva più di tanto, Kurita.
-Kurita, io ti voglio...
MI bloccò, baciandomi.
Infilò la lingua nelle mie labra e mi baciò, attirandomi a sé.
Feci per spingerlo, non volevo il suo contatto. Non il suo!! NON IL SUO!!!!
Lo spinsi ancora, appoggiando le mani sul suo petto.
Ma non si toglieva. Aspettai.
Ero sicura che Kanata ci aveva visti e sarebbe arrivato a "salvarmi".
Ma tutto ciò non accadde, e restai lì. Kurita pensò che mi stava piacendo probabilmente perché si appassionò di più, nonostante non rispondevo, e continuò.
Dai miei occhi scesero lacrime, mentre il suo bacio diventava rude e troppo intimo. IO NON VOLEVO!!
Cercai di spingerlo ancora, invano.
E scoppiai.
Gemevo nella sua bocca e mi sembrò come una specie di intimità.
Mi faceva schifo, continuai a piangere.
Finché, non si stacco.
Ma non ebbi la forza per nulla al mondo di fare qualcos'altro se non piangere.
Quel contatto mi aveva scosso troppo.
Volevo Kanata vicino a me, era lui che volevo baciare e lui soltanto, le mie labbra erano sue e lui mi aveva toccata. Mi sentii come se avessi tradito Kanata e cosi, il mio pianto si aggravò.
Mi resi conto che lui se ne era andato e smisi di piangere.
Ero infantile, lo sapevo.
Un enorme fastidio mi ribollò nelle vene e capì che era stato un pianto isterico e nervoso, il mio.
Divenni triste ed entrai in casa.
Vidi Kanata vicino alla finestra, con le braccia congiunte, che guardava fuori.
Lo sguardo perso, sexy tuttavia.
Triste.
Mi fissò.
Il suo sguardo era duro, chiuso a me.
Profondo e glaciale. Rabbrividì.
Mi passò affianco, andando dentro casa. Forse verso camera sua.
Aveva visto tutto.
Aveva visto tutto?
E... se aveva visto tutto, perché stava riaggendo in quel modo?
Forse era arrabbiato. Ma di cosa?
Lo seguii, fermandolo, mettendomi davanti a lui.
-Che hai?
Lui si fermò, gurdandomi. Deglutì il vuoto e quando strinse le labbra mi accorsi di averle un po' gonfie e che mi faceva male.
Probabilmente dovevano essere più rosse del solito.
Lui si avvicinò a me e io per riflesso indietreggiai.
Era uno sguardo possessivo, uno sguardo sicuro. Era come se dicesse 'posso fare di tutto, tanto tu sei mia'. Ma non capii. Che era successo? 
Mi face appoggiare al muro e quasi mi feci male perché non l'avevo colcolato, troppo intenta a guardarlo negli occhi.
Faceva paura.
Si abbassò sul mio viso. -Se vuoi fare la puttana, la fai bene. Potresti avere futuro.
All'inizio non capì quanto quelle parole mi avessero colpito, ma poi dopo dieci minuti, sola nel corridoio ne capii il disprezzo e la "non-fiducia" di Kanata.
E quando compresi, mi sentii male.
Ma mi dissi, dovevo solo chiarire. Tutto si sistemerà.
Andai a bussare nella sua camera. -Kanata? Per piacere apri?
Dissi atona, ma forse troppo triste per darmi un equilibrio.
La porta si aprì e Kanata si rivelò nella sua altezza e bellezza. Era bello, troppo. E sexy oltre ogni limite.
-Mi ha baciato lui, ho fatto per fermarlo ma non ci sono riuscita. Pensavo venissi tu ma non sei venuto cosi ho pianto e lui dopo un po' ha smesso di baciarmi, mentre io ho ricominciato a farlo allontanare da me. Ecco cosa è successo, lo hai visto no? E perché non mi hai aiutato? Kanata?
Lui rise maligno. -Sei cosi ingenua...  vieni qui, mi fai il tuo discorsetto da 'Oscar' sicura che ti perdono e poi rigiri la frittata. Non sembravi molto contrariata, sia? Anzi, forse felice.
Chiuse la porta.
E con la morte nel cuore, ribussai ancora e ancora e ancora.
Ma lui non mi riaprì la porta.

(*)=Osaki è il cognome di Nana nel manga e anime 'Nana'. 

Prima litigata per Miyu e Kanata. Prima da quando stanno insieme.
Il capitolo 'Segreti&Feste' è lungo, perciò penso di dividerlo in 3 o 4 parti.
I'm sorry. Spero che a qualcuno non dispiaccia.
Il capitolo è corto, scusate. Ma infondo meglio di niente è!
Ringrazio chi recensisce e chi la legge. 
Alla prossima, ciaoooooooooooooooooo!
MissP;)

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Capitolo 23
*** Segreti&Feste (Parte Terza) ***


Credo che questo capitolo piacerà.
Buona lettura.
MissP;)

Orgoglio

{K:E mentre leggevo,
mentre leggevo, stavo male.
Mai, mai avevo pensato cose simili.}
Io, Lo dice Kanata a sé nel suo subcoscio.

Capitolo 18-Segreti&Feste
(Parte Terza)

Kanata's POV
Toccai "l'agenda" posta sul mio comodino. Era fredda e piuttosto rovinata, ma dovevi osservarla molto per rendertene conto. Evidentemente doveva stare lì da otto anni o forse anche di più. La prima pagina segna il 1993. 5 anni prima della mia nascita. Mia madre racconta di come ha ricevuto in regalo l'agenda/diario. Dice che una sua amica gliela aveva regalata, sapendo che preferiva molto i diari, e lei quindi ne era sta felice.
Lessi la prima pagina dell'agenda/diario, ma non l'ultima. Non volevo.
Eppure, se non mi immergevo in un altro dolore rischiavo di pensare a Miyu. E non potevo permetterlo.
Cosi strinsi i denti e con la luce accesa mi distesi sul letto, prendendo l'agenda diario.
Sentii il mio cuore battere forte, cazzo, era difficile!
Ma infondo era piuttosto tranquillo e calmo.
Mi morsi le labbra dalla paura, si, la paura di scoprire delle cose che... mi avrebbero potuto shioccare e forse scoprire cose che neppure immaginavo. O forse il contrario, forse ero egoista ma non volevo che mia madre si fosse uccisa per me.
Non aprii l'agenda diario, ma la fissai. La tenevo con due mani e con il pollice l'accarezzavo. Buona, eh... ancora mi fai delle sorprese...
Poi capì. O meglio, ammisi. Non ero pronto, proprio no. Avevo bisogno di qualcuno al mio fianco. O meglio, avevo bisogno di Miyu, al mio fianco. Mi si bloccò il respiro.
Che cavolo...
Quel bacio.
E Kurita. E lei che non lo aveva ammazzato di botte.
E io che non lo avevo ammazzato di botte!!
Bell'amico, poi.
Già, e io? Non ero meglio di lui, ma infondo avevo meno colpe, lei mi voleva eppure lui si era buttato. L'ho vista piangere, di sfuggita però. Lei ha detto che ha pianto. E io, per l'appunto, l'ho vista piangere. Non è capace di mentire, quindi non credo che menta. O almeno spero. Però, forse ho esagerato con lei, non si meritava questa cattiveria.
Dio.. che parole le ho detto. CAZZO!!! NON E' DA ME!
"Se vuoi fare la puttana, la fai bene. Potresti avere futuro."
Cazzo... quelle parole mi rimbombavano in testa facendomi schifare di me stesso.
E mi mandai a quel paese.
"Se vuoi fare la puttana, la fai bene. Potresti avere futuro."
Che schifo... sono un maiale bastardo. E stronzo.
Non è che ora si metterà a piangere?? Oddio, come starà??
Lasciai l'agenda diario di mia madre sul letto e con un movimento brusco mi avvicinai verso la porta. In quel momento, di mia madre e delle sue paranoie, mi importava poco e niente. Sarei tornato a preoccuparmene dopo. Ora c'era qualcosa di più importanete che mi spingeva nel cuore e non mi faceva respirare bene. Aprì la porta, violento, e detti uno sguardo un po' dappertutto.
Miyu non c'era. Niente singhiozzo o mugolii.
Forse piangeva in silenzio, la mia piccola.
Oddio che mostro!! Lei è fragile, bella e pura e io avevo osato insinuare quelle cose.
Cosi, virtualmente, mi detti uno schiaffo e un calcio nel sedere. E, realmente, un pugno nello stomano e una testata al muro.
Subito il dolore si fece sentire e quasi urlai. -Oooooohhh!!! Che demente che sono!!
La testa mi pulsava e giurai i sentire uccellini parlanti dirmi "Stai bene? Stai bene? Stai bene? Stai bene? Stai bene?" e ripeterlo velocemente e all'infinito.
Cazzo, ma si può essere più dementi?
No, basta Kanata, invece di fare il coglione patentato per una minuscola capocciata, datti da fare!
Che poi, io che cavolo volevo di mostrare? Una testata al muro, ma andiamo...
Mi toccai la testa, sentendola scoppiare...
Ghiaccio..... ghiaccio ghiaccio ghiaccio..............................................
No!
Mi stavo per avvicinare alla porta di Miyu ma si aprì da sola.
Okay, o sono io che ho poteri oppure... 
Ma nell'ombra vidi una figura.
No, non c'era buio.
-Oh, Miyu!
Già, appena la distinsi l'abbracciai.
Ma che coglione, devi meritartelo il suo abbraccio.
Fissai la stanza, illuminata più della luce stessa e mi dissi che avevo bisogno di ghiaccio.

_____

-Perché ti sei menato la testa da solo?
-Se è per questo mi sono dato un pugno allo stomaco. Contemporeanamente, poi...
Dissi, sottovoce.
Ma lei mi sentì. -Come Kanata?
-Nulla nulla...
Mugugnai afflitto. Figura di merda.
Ma dovevo scusarmi con lei, almeno la testata e il pugno non sarebbero stati vani.
-Senti...................................... mh, per prima....
La osservai prendere il ghiaccia dal frigo e venirmi incontro con un sorriso ampissimo.
-Macché!! Piuttosto... vieni un po'... qui...
Parlò abbassa voce, concentrata su di me. Mi mise il ghiaccio sulla testa, uscendo la lingua e arrocciandola vicino al labbro. -AAAAAAAAh!!
E nel mentre urlai, la osservai ancora, mai stanco.
Miyu non era un bellezza appariscente, né effimera. Ma era talmente pura, che lo sembrava. Era un misto di dolcezza e forse sensualità, troppo per una ragazza di 13 anni.
Come sarebbe diventata tra dieci anni? E sarei stato fortunato? Avrei avuto l'onore di guardarla ancora?
Mi pianse il cuore. Non potevo permettere che mi abbandonasse.
-Scusa.
Farfugliai, ma facendomi capire. Preso dalla foga non avevo capito bene cosa stessi facendo.
Probabilmente il mio cuore, quello che aveva parlato, non era né orgogliso e più intelligente del mio cervello all'opposto di questo.
Sorrisi. Che pensieri contorti...
-Posso baciarti?
La vidi rilassarsi, capendo che aveva strabuzzato gli occhi. Era bellissima. E mia. Ora. 
E per sempre, coglione!!
Mi sorrise a trentadue denti. -Sempre!
Ma mi baciò lei.
Dal primo istante in cui la vidi, capì che sarebbe stata una disgrazia per il sottoscritto. Capì anche che non era come tutte le altre ragazze, piu che altro per l'effetto che man man ebbe su di me. Ma cercai di stringere i denti e continuare, era impossibile che ogni volta mi faceva questo effetto.
Capì di essere pazzo di lei. Sarebbe durata quanto?
Non ci pensai e continuai a baciarla. Si era lasciata trasportare e cosi l'abbraccia sentendola mollare la presa del ghiaccio per andare sui miei piedi. Ma questa mi beccò il piede. E urlai forte.
-PORCA DI QUELLA.....!!!!!!!!

_____

-Uh, il mio diario, a proposito, sai dove sia?
Diniegai con il capo. -No no.
Bugiardo... sai dov'é!
-Hai visto un po' dappertutto? E poi da quando hai un diario?
Feci il finto tonto.
Lei arrossì. -Non è un diario... ecco... annoto cose...
-Quello si chiama 'diario'.
Dissi ironicamente.
Lei si imbronciò, gonfiando le guancie.
Ahhhhh com'è carina quando fa' cosi, guarda!
Borbottò qualcosa di incomprensibile e andò in cucina.
Fuochinooooo!!, riferendomi al suo andare nel luogo dove l'avevo nascosto per non far capire che l'avevo preso io.
Mi mantenni il ghiaccio al piede e uno sulla testa e andai a vedere se lo trovava.
Vide dappertutto. Ma non lo trovò.
Se non ricordavo male, l'avevo nascosto sotto il tavolo aperto, per rendere più l'idea che fosse stata lei a scordarlo. L'avrei presa in giro un po' e poi le avrei detto la verità.
Guardò dappertutto e appena passò lo sguardo sotto il tavolo gridò. -ECCOLO!!
Lo prese e lo baciò ma poi fece una smorfia di disgustò. -Che schifo, è più sporco di un'immondizia!
Quel paragone mi fece ridere, o forse era la sua faccia?
-Non c'è nulla da ridere.
-Sei una svampita.
Aprì la bocca e poi la richiuse gonfiandola. Carina...
Bella.
Stupenda, vabbé!!
Mi fece la linguaccia e mi scimmiottò.
Io risi di cuore, felice e divertito. Era propro una bimba tenera!
-E poi tu hai dato una testata al muro e ti sei dato un pugno nello stomaco! Quindi!
Alzai un soppracciglio, senza più ridere. -Era per un giusta causa!
-E quale?
Questa volta fu il mio turno di anaspare, aprì la bocca ma la richiusi subito riconoscendo la gaff. Stupida bocca!! Ma perché non sto zitto?? Inventa inventa inventa!!!
-Ehm, ho scordato, ho dimenticato perché l'ho fatto. Sai com'é, la botta in testa mi ha fatto dimenticare.
Risi nervosamente, ma lei optò per un sorrisetto furbo. -Te lo dico io, perché sei uno scemino!
Mi prese in giro.
Se non avessi avuto male al piede e alla testa avrei lasciato tutto per correre da lei e picchiarla Dio solo sa dove!! Ma che stronzetta, poi! Ohhh, ma ne va' del mio orgoglio!
-Sai,- appoggiai il ghiaccio sul tavolo, avvicinandomi a lei-ora sto meglio. E ora........... questo scemino ti fa il solletico!!
Mi misi a correre verso di lei, che urlò e corse via, ma la presi. Si dimenò e urlò, ridendo ma io la buttai sul letto e essendo più forte di lei e del suo fragile corpicino, la soletticai i fianchi e la pancia. E lei rise e rise e rise, bella e mia come non mai. Mi sentì bene, felice, più felice che mai.
Ma, poi, il mio corpo reagì.
Ed ebbi un certo desiderio, mentre la vedevo gemere e anaspare e ridere in cerca d'aria, la immaginai in un altro frangente. E arrossii un po'. Che porco...
Abbassai il capo, continuando a farle il solletico. Aveva le lacrime agli occhi quindi dubitavo che si era accorta di qualche cambiamento in me o perlomeno era troppo impegnata a ridere.
Un giorno, probabilmente avrò l'onore di farla mia.
Chissà quando...

_____

-Me?
Annuii.
-Oh..............
Non era triste ma forse sconvolta. La vidi sorridere nonostante tutto.
Infondo le avevo detto che avevo bisogno di lei per farlo e forse era d'obbligo sentirsi cosi.
L'attirai a me e le diedi un bacio dolce e con uno bello schiocco. Lei arrossì e io la guradai. Mi guardò anche lei e mi persi. Ohhhh al diavolo!! La baciai con tutta la passione che avevo in corpo, appoggiando le mani ai lati dei seni. Andai un po' più giù, cercando di calmermi e di non fare il porco.
Si attaccò a me, attorcigliando la sua mano nei miei capelli e una sulla mia schiena.
L'avvolsi in un abbraccio dolce e tenero, desiderandola.
Cosi tanto che mi scostai quasi bruscamente, ma era necessario se non volevo sartarle addosso.
Le riaprì del tutto gli occhi, fino ad ora chiusi, e mi guardo dispiaciuta. Ma poi arrossì abbassando la testa. Sorrisi per le belle labbra gonfie che aveva.
E che ero stato io a farle. Aumentai ancora il mio sorriso esponendo i miei denti, contento dell'effetto che le procuravo. (nda, più o meno, questa è la sua faccia ':D' Quindi immaginate un sorriso cosi ':)' e poi cosi ':D' Ecco, cosi aveva fatto lui.)
Che uomo! Gongalai felice.
Troppo bello, troppo bello...
-Mhhh.. andiamo a leggere il suo diario barra agenda.
Cosa? Ch..?
Ahhh!!, pensai ricordando.
Annuì ed entrai nella mia camera. C'era ancora il diario aperto, ma per terra e il lenzuolo del letto  sfatto. Lei mi fissò, con un accipigliò.
Io sorrisi. -Ehhhhh!!!
Si avvicinò  al diario e lo prese, abbassandosi.
Sguardo veloce al suo fondoschiena.
Okay.
Distolsi lo sguardo su un punto indefinito e lei si voltò.
Mi scoprii compiaciuto e sorrisi.
Quando mai ero cosi?
Lei si sedette sul letto e io la seguii a ruota.
Lo aprì ad una pagina a cacchio.
-Vediamo...
Poi sobbalzò e mi guardò. Me lo porse e sorrise inclinando la testa da un lato. 
-Devi farlo tu, però.
Strabuzzai gli occhi. -Nuuuuo!
-Suuuui!!!
-Nuooooooooooooo!!!!
Lo presi e lo aprì. All'ultima pagina.
TROPPO VELOCE!!!!!
Lo richiusi e mi feci male ai due pollici ma poco me ne fregò. Mi buttai con la schiena sul letto. -Non ce la faccio!! Fallo tu!!!
Gli buttai l'agenda diario e mi rannicchiai con la testa vicino al suo culetto. Beh non proprio.
Sorrisi. Uhhhhhhh... AAAAAAA... ooooooooooooooooooo!!!!
Wow...
Ma lei  scese dal letto e mi picchiò la testa leggermente con l'agenda diario.
Poi melo porse.
E mi guardò severa.
Sospirando lo presi.

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Francesca's POV
24 dicembre 2003
Mi opprime, lo sento ovunque e Kanata non aiuta.
Vuole quei biscotti, quei fottuti biscotti. Vuole me, la sua mamma.
Non lo sopporto.

Rilessi quello che avevo scritto.
E mi odiai ancora di più, il mio angelo, che mi da' fastidio.
Proprio no.
Lo adoro e lo amo.
Ma è un bimbo e mi fa esasperare.
Alcune volte sogno di morire e ho paura che mi uccida.
L'unica cosa che mi ferma è Kanata.
Anche l'amore per Hosho non mi basta più e lui non mi aiuta molto.
Perché non protegge nostro figlio da me.
Perché pensa a me.
Perché non è un vero padre, se fa cosi.
Perché non mi uccide.
Non ce l'ha faccio.
Se sparissi, se sparissi sarebbe meglio.
Ma domani, domani è il suo compleanno. E non posso.
Sento delle voci.
E desidero essere abbracciata ad Hosho.
Voglio abbracciare mio figlio, come se fosse per l'ultima volta.
VOGLIO MIO FIGLIO!!! HOSHO???!!!!!!!!!!!!
Hosho dove sei.
Hosho dove sei?
Nel mio cuore.
Sta lì e non te ne vai mai.
Ma ho bisogno de tuoi abbracci o fino a domani, da sola, non ci arrivo.

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Kanata's POV
"Non lo sopporto"
"Non lo sopporto"
"Non lo sopporto"
Persi i battiti.
Ma una voce mi portò su. -KANATA!!! Non reagire cosi, leggi cosa dice dopo.

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Francesca's POV
25 Dicembre 2003
Kanata non è vero, io ti amo, Kanata uccidimi e amami anche tu. Imperfetta come sono.
Kanata mi dispiace che tu non puoi avere una mamma normale.
L'unica cosa che mi rende normale è l'amore immenso e unico che provo per te. E per papà.
Ricordi? Ricordi quando ti feci la zucca per la prima volta? Ricordi l'espressione che avevi fatto subito dopo? Ricordi quando siamo andati sulla casa sul lago? Ricordi quanto eri dispiaciuto che dovevamo andare via? Ricordi quando siamo andati all'asilo e c'era anche Akira? Ti ricordi del bacino che gli hai dato?
Non ricordi. Ovvio.
Ma io si.
E questo che mi fa sognare e vivere ancora. Piccolo mio, s-

-Quanti anni hai, eh? Che scrivi ancora sui diari segreti?
Rabbrividì, come un riflesso ancora prima di capire chi stava parlando.
Mi girai di scatto con tanta paura. 
Lui. E' lui.
Qui.
Respirai affannosamente.
Mi dimenai, girando la testa verso la scrivania, cercando il respiratore (*).
-Shhh, non ti agitare. Ascoltami bene, non sarebbe meglio per tutti, anche per tuo figlio che tu cessassi di esistere? 
Rise. -Vuoi un cortello?
Mi strinsi la maglietta all'altezza del petto.
E se, avesse ragione?
Se avesse davvero ragione?
Annuì e lui comprese.

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Kanata's POV
-Cavolo...
Disse Miyu in un respiro strozzato. -Visto, ti ama??
-Non è finito....
-Come??
La fissai negli occhi. -Lei non continua a scrivere. Perché?
Sgranò gli occhi, pensandoci. -E' vero.
-Non può essere tanto pazza da fermarsi andare a prendere un cortello e uccidersi. 
Ma lei scosse la testa. -Prima non la pensavi cosi.
Rabbrividì, abbassando il capo.
Me ne vergognai, sentii i suoi occhi su di me e una mano accarezzarmi la testa. -Ehi, non ho detto nulla, okay? Non intendevo in quel senso... scusa. So che le vuoi bene. Comunque, la tua costatazione è giusta. e' vero, se non verissimo. Hai ragione, c'è qualcosa che non va.
Rialzai la testa.
Ora sapevo che lei non mi odiava. Ma il fatto era più strano.
Che era successo?
A questo punto, preferivo che mi odiasse, non la rende comunque una madre cattiva. Si sarebbe giustificata.
Ma subito dopo mi pentii dei miei pensieri cosi freddi e feci una smorfia.
-C'è l'ora??
Scorsi lo sguardo lungo tutta la pagina.
-Nulla.
Ma poi vidi una iniziale.
-Acca.(*1)
-Cos'è?
Domandò.
-Non saprei.

(*)=Il respiratore è un oggetto che usano chi non riesce a respirare bene. Ma poi, non so... non sapevo come si chimasse, ho fatto una ricerca e mi è comparso questo. Non so se è corretto.
(*1)=Corrisponde a 'H'.
Se qualcosa non è chiaro chiedete.
Bene.... avete idea di chi sia 'lui'?
E quale ruolo ha?
SI? Brave xD
Ma dovete aspettare per saperlo;)))
Alla pross,
MissP;)

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Capitolo 24
*** Segreti&Feste (Parte Quarta) ***


Misa misa misa, misa proprio che durerà più del previsto xDD
Ma ma ma, ma spero che non recherà danno.
Si si si, si ora potete leggere.
Buona buona buona, buona lettura.
Miss Miss Miss, MissP;)

P.S. P.S. P.S Sono cretina, lo so xD

Orgoglio

{M:Mi faceva battere il cuore;
anche se fosse stato scontato stupido,
lo amavo.
E probabilmente questa era
l'unica cosa bella e vera che esisteva
nella mia vita.
Io, Miyu nel suo subcoscio}

Capitolo 18-Segreti&Feste
(Parte Quarta)

Kanata's POV
Era come una firma. Un'iniziale scritta con una bella calligrafia.
Non la conoscevo.
E se non la conoscevo, allora...
Arrivai persino a pensare a mio padre. 'H' come 'Hosho'.
Ma... no.
Mio padre l'amava, qualcunque cosa fosse succesa era impossibile.
Anche perché mio padre stava con me e Akira quando lei si era tolta la vita.
E prima, non poteva farlo, visto che quando me ne ero andato lei era viva.
Certo, anche se devo ammettere che sono un po' precipitoso, chi mi dice a me che è proprio l'inziale di un nome, o se quella persona che la scritto lo ha fatto apposta? Forse... per incriminare qualcuno.
Ragioniamo: chi odiava i miei? Chi gli odiava cosi tanto?
Certo, non posso neppure dire se questa persona l'ha uccisa. Forse non è una persona. Forse lei si era stancata, ai è andata a riposare e poi... si è uccisa.
Certo, suona logico.
Certo certo certo.
Beh, allora Kanata, illuminami.
Che cavolo è successo?
Tra l'altro, mio padre sapeva dell'esistenza di un diario. Tutti lo sapevano eppure non ci hanno pensato. Forse non l'hanno trovato... e non pensavano...
Non so.
Ma alla polizia?
A nessuno gli è venuto in mente che 'sta donna poteva aver scritto qualcosa sul suo diario? Tutti se ne sono scordati di dirlo? Proprio tutti?
Rabbrividì.
La faccenda era seria, c'era qualcuno che non ci sopportava. Ma chi?
Miyu me mi prse l'agenda diario dalla mano. Accarezzò il foglio, nel punto ove c'era l'iniziale, e storse le labbra.
-Che strano... Conosci qualcuno che inizia con 'acca'?
-E se non è un nome?
Fece spallucce. -Beh, almeno iniziamo da qualcosa.
-E se quello lì che lo ha scritto l'ha voluto scrivere per incastrare qualcuno?
-Forse, ma tu intanto rispondimi.
Disse sicura. La vedevo che pensava alle possibili cause e ipotesi che avevo detto (e forse anche ad altre) ma era determinata nello scoprire chi ci considerava antipaci. E forse l'avrei dovuto fare anche io.
-Beh,-cominciai a pensare a chi potesse essere,- diciamo che risultavamo antipatici alla maggior parte delle persone che incontravamo e non. Ma, nomi con 'acca'? Ne sono tanti.
-Quelli più stretti?
-Mhhh... beh, c'è... la zia di papà, il vicino. E non so, davvero. Forse non conosco questa persona.
-Smettila, tu non vuoi scoprire chi è, non è vero?
-Sto solo valutando le possibili possibilità. Può essere, sai?? Non voglio illudermi.
-Ma se neppure hai incominciato? Dai, credo che davvero dovresti scoprirlo. Ma se non vuoi...
Abbassò la testa. -... ti capisco.
Poi incominciò a borbottare e a sbattere le punte dei piedi tra di loro, fissandole.
Io sbuffai. -Devo chiedere a mio padre.
Le si illuminarono gli occhi e quando si voltò verso di me lo vidi.
-Davvero? E quando viene?
-Il pellegrinaggio potrebbe durare mesi e mesi...
Divenne triste, ma io sorrisi. -Abbiamo più tempo no?
-Mhh...
Mugugnò.
-Che hai??
-Sto pensando al fatto di tua madre.
-Senti, perché non ci vediamo un film, noi due eh??
Lei arrossì.
Ero sdolcinato, ma avevo bisogno di lei. Avevo voglia di strappazzarmela e quando entrammo in soggiorno e decidemmo il film, lo feci.
Si accoccolò sul mio petto e mise le gambe sulle mie. Con una mano l'accarezzavo i capelli e l'altra le circondavo le gambe. Emetteva dei mugolii e io impazzii. Dio, che bello.
Appoggiai la testa sulla spalliera del divano e mi rilassai. Si stava cosi bene.
La strinsi di più e mi beai del suo odore e calore.
Guardai per un po' il film fino a quando non la sentii addormentarsi.
Effettivamente era mezzanotte.
Ma non ci badai. Le baciai la testa e la portai nel suo letto.
Ma quando la distesi mi venne un'idea. La ripresi e la portai sul mio.
Mi lavai i denti, la faccia. Feci anche la pipì, da genio.
E poi mi accoccolai su di lei.
Uaaaaaahhh, allegria.
Quanto l'amavo.

______

Quante 'H' conoscevo? Forse tre o quattro.
Vediamo...
Hiroji, Hisa e Hokichi.
Il primo era amico di mio padre, non sopportava mia madre. Ma non cosi tanto da ucciderla, credo. Non ha mai mostrato dei segni, diciamo. Ma non mi preoccupavo anche se forse avrei dovuto farlo. Sto tranquillo, mi fido di Hiroji, è bravo. E' un monaco, non credo che si abbasserebbe cosi tanto ad uccidere. Certo, se è capace di odiare, infondo è umano. Chi uccide è un animale, soprattutto chi uccide mia madre. Non che poi è capitato spesso di uccidere proprio mia madre, insomma sarebbe stato strano. Infondo no ha cosi tante vite.
Scossi la testa, che pensieri...
Hisa invece è la zia di mio padre. E' una vecchina adorabile, voleva bene a mamma e ha pianto quanto è morta. Certo, poteva sempre mentire, come poteva fare un cattivo gioco Hiroji. O Hokichi. Ma questa Hisa, sa a malapena scrivere e quella lettera è troppo perfetta.
Hokichi, inceve, lo escluderei a priori. E' il padre della mamma di Akira. Insomma, è strano che l'avesse uccisa lui. Proprio mi è difficile pensarlo. Eppure, potrebbe.
Okay, no, non esgeriamo. Basta cosi.
Nessuno dei tre è.
Punto.
Hosho. Hosho.
Certo, lui può essere. Ma come no...
E allora chi?
Certo che quella protrebbe essere un nomignolo o una lettera finale. Beh, questo aggrava le cose. E se fosse più semplice del previsto? O forse il caso è più complicato di quanto non lo è già?
Mi rilasso sul letto. Proprio non riuscivo a dormire.
E' una fatica enorme rilassarsi se c'è Miyu vicina a me.
Non ci penso.
Comunque.
I tre sospettati no. E se fosse qualcuno che non conosco? O che non conosce neppure papà ma solo mamma? Forse non lo conosceva neanche lei!
Cavolo quante ipotesi dementi! Non siamo in un film, questa è la vita vera Kanata. Il colpevole avrà lasciato pure qualche indizio. Certo, dopo otto anni, insomma.
Sospiro. Meglio dormire.
Anche se domani non vado a scuola, ho sonno.
Beh, nessuno va a scuola domani.
Potrei restare tutta la notte sveglio a scervellarmi ma sono stanco e domani credo che svelerò tutto a mio padre.

Mi accorgo di essere sveglio e vedo l'ora.
Le dieci.
Mi sento indolenzito e mi stiracchio un po'.
Poi zombo. Miyu?
Mi agitai, guardandomi intorno.
Non c'è.
Con una mano tra i capelli mi vestii per bene e andai a vedere fuori. Forse in cucina...
Eccola lì. Com'è carina!
Manonportalemutandinequindiseleinonportalemutandineiolapotreisemplicementeviolentarlaenonmidispiacerebbeneppure.
Anaspai in cerca d'aria.
Sono un ragazzo di 13 anni. Ho gli ormoni schizzati e questa qui va in giro mezza nuda?? E' impazzita??! Ma io la sculaccio e me la mangio! Oddio mi stanno venendo certi pensieri................................
Mi schiarì la voce e andai a lavarmi.
Doccia fredda.
Perfetto.
Eccomi pronto.
Esco dal bagno, dalla mia camera e la vedo vestita che mette la colazione in tavola.
Nooooooo è vestita....
Mugugno, che brutto!
Quasi piango.
Poi mi avvicinai e con un sorriso malizioso le dissi in un sussurro:
-Ciao.
So che le piace.
Lei sobbalza un po' e poi arrossisce, ho i capelli bagnati e non ho la maglietta. Sono fico, per l'appunto, ecco. Inutile mentire, no?
Mi fa 'ciao' con la manina e si siede. -Ti ho preparato la colazione. E' latte e cereali oppure abbiamo il sushi, ma non credo che di prima mattina lo vuoi. Cosi ho fatto le uova e salciccia. Pranzo all'america, insomma. Comunque, c'è anche del succo di tutti i tipi. Uhhh, c'è la zucca. Se vuoi... ma non penso. Ma fa come vuoi, ma non credo. Ma non badare a me. Ma...
La blocco con un bacio dolce e casto. -Non andare mai più in giro svestita, chiaro?
Mi dirigo dentro la cucina e prendo succo d'arancia con un po' di uova. -Grazie per la colazione. Ma come facevi a sapere che mi sarei svegliato a quest'ora?
-Beh, di solito ti svegli a questa ora la domenica. Ma infondo non ci vuole molto, l'avresti riscaldata, no? Te lo avrei detto io stessa, se non fossi uscita. Beh, insomma nel caso in cui una domenica uscirò e tu ti sveglierai.. allora..
Rabbrividì. Era... Miyu era strana.
L'accarezzai la guancia e lei si fece bordò. Troppo calore in soli pochi secondi. 
A chi lo dici, piccola!
Iniziai a mangiare ma mi venne voglia di conoscerla di più. -Colore preferito?
-Cosa??
Si bloccò guardandomi con le sopracciglia alzate.
-Hai un colore preferito? 
Sorrise. -Cosi di punto in bianco, vabbe, si. Diciamo che è a periodi.
-E ora qual è?
-Uhm... rosso o blu.
Arrossì e per quanto mi era deliziosa, non riuscì a capirne il motivo.
Aggrottai le sopraccigliai e continuai. -Vorresti fare qualcosa da grande?
-Mh... mia madre vuole che sia come lei, una dottoressa. (**) Ma io non voglio. Proprio non mi piace, non so il perché. Piuttosto vorrei fare qualcosa inerente alla materia 'italiano'.
Lì risi. -Tu, italiano?
Lei gonfiò le guancie e lievemente arrossì. -Che c'é di strano?
Feci spallucce. -Non ti ci vedo né a fare la professoressa né altro.
Ma lei con aria saccente disse:
-Non ho mai detto di voler diventare professoressa.
Annuii. - Tu invece?
Mi disse.
-Vorrei fare l'avvocato. Mi interessa la giustizia, sai? Ma sono destinato a fare il monaco. Lo è mio padre, lo devo essere anche io. 
Lei inclinò la testa dispiaciuta. Non lessi dentro ai suoi occhi neppure un briciolo di pena.
-Mi danno fastidio, queste ingiustizie. Può anche darsi che non sei proprio destinato... ecco...
-Capito.
Annuii convinto. -Sei nato il 25 dicembre del... 1998?
-Si, esattamente e tu?
-Io sono nata il 15 marzo del '98. Sono Pesci.
-Capricorno. Caaaaaspita, sei più grande di me!
Lei storse il musetto. -A quanto pare.
-Uuuhh, che brutto. Sono più giovane io, sei una pedofila!
Lei stittita, mi diede dei colpetti sul braccio, io risi.
-Ehi!!!
Lo dimmo insieme.
E poi ridemmo.
Quanto è carina, la mia Miyu!
- I pesci e i capricorno vanno daccordo?
Mi disse, mettendosi un dito sul labbro.
-Aaaa non saprei proprio!!
-Che gruppo sanguigno sei?
-Miyu?
-Dimmi.
-Che ti importa!?
-Come che mi importa? Non posso saperlo? Se non vuoi dirmelo fa pure!!
-AB.
-Io zero.
-Va bene, memorizzato.
Risi.
Lei alzò il sopracciglio e mi parve più bella. -Che facciamo oggi?
-Ce ne stiamo a casa!
-Potresti chiamare tuo padre...
Abbassò la testa, giocando con le mani. -... per quel fatto, capito quale?
Annuii. -Avevo in mente di farlo.
-Quindi non ti sembra una cosa stupida e avventata?
-Si, ma non ci posso fare nulla.
La presi in giro. Ma infondo era vero, non ne ero sicuro, mi stavo buttando.
Era giusto chiamarlo e riferirgli tutto per telefono?
O forse dovevo chiedergli direttamente quante persone conoscevamo con l'iniziale 'H'?
-L'ho chiamo ora?
Diniegò con il capo.
Continuai a mangiare. -Sei mai stato con qualcuna?
Arrossì.
Io annuii. -Mhhh...
La vidi sobbalzare.
-E tu?
Dieniegò ancora con il capo.
-Ocche-mi bloccai. Se non era stato con nessuno, non aveva mai baciato. E se non avevo mai baciato era vergine in tutti i sensi. Ero stato il primo a baciarla. E l'ultimo, spero.
Abbozzai un sorriso impertinente. -Eeeee sono il primo quindi?
Lei sospirò, arrossendo come un pomodoro. -Si...
Risi dalla gioia.
Nahhhhhhhhhhhhhhh che buelluo!!

______

-Sei sicura?
-Siiiiiii!
-Davvero? Guarda che non mi da' fastidio, anzi...
-Davvero!
-Sei vuoi te lo prendo!
-Ufffffffffffffffffffffffffffff!!
Presi il ciondolo e vidi che luccicava, era blu e bianco con due stelle, una bianca e una blu. Era carino e aveva affascinato Miyu, perfino io dicevo che era affascinante. Le proposi di prenderlo, ma non volle. Non voleva che spendessi soldi. Diceva che era una 'schiocchezza' e 'davvero non la scalfiva'. Avevo avuto istinti omicidi ma mi dissi che la dovevo prendere in altri modi. Dovevo capire che era molto riservata e si sentiva in colpa per tutto, perciò dovevo sapermi muovermi, è l'unica cosa che potevo fare era farla uscire dal negozio e poi andarlo a prendere. E cosi feci; lo feci impacchettare come un regalo e ci aggiunsi anche una bella collana. Poi lo misi dentro una bustina, c'era un fiocco blu, per restare in tema e un bigliettino bianco, sempre per restare in tema.
La vidi guardare ogni negozio con la punta dell'occhio e quando ci sedemmo su una panchita maltrattata e verde scuro glielo diedi. Vidi la sua faccia sconvolta e rabbrividì. Le sorrisi, contento.
Aprì la busta e prese la scatolina sempre blu chiaro. Prese la collana, il ciondolo e mi fissò.
-Kana...!
Mi abbracciò.
Mi sentii strano, avevo fatto un regalo alla mia ragazza. -Ora, se ti chiederanno se sei fidanzata tu gli mostrarai il ciondolo e dirai di si.
Lei annuì, felice. Quasi urlando se lo mise, ma prima di farlo mi guardo di sottecchi. Capendo, ce lo misi io.
Le stava da Dio. Le baciai la mano e sorrisi.
Era tutta mia e lo sarebbe stato per sempre.
Dentro la busta non c'era più niente; però, anche se non poteva vederlo, le avevo dato la vita.
Nel negozio dove andammo dopo, mi coprai un jeans e una maglietta nera. Invece lei si prese due pantoloni e un jeans. Si era messa anche la collana che le avevo dato e ora, mentre stava provando una giacca blu, la vidi perfetta, intonata, perfetta.
-Sto bene?
Chiese insicura, guardandosi allo specchio, girandosi per vedersi meglio.
Io annuii estasiato, più la guardavo più mi accorgevo che ero proprio preso da lei. 
Era strano e pericoloso, un vero attentato alla mia vita, ma infondo io ero felice, lei era felice. A chi poteva fare male?

Miyu's POV
"Diventerai mia. Ti voglio e ti prendo."
Fu come se qualcuno mi sollevasse. Quando lessi il messaggio di Kurita fu cosi, non credetti ai miei occhi, scossa. Ero turbata, amareggiata, confusa e mi sentii come in un film. Strana, mi sentii strana, ma non trovo ancora una parola esatta. Fatto sta che dovevo chiudere i rapporti con lui, mi aveva baciata senza il mio permesso e per colpa sua (e si, anche mia) io e Kanata avevamo litigato. Certo, era durata si e no mezz'ora ma a me si era sgretolato il cuore. L'idea di stare lontana da lui, mi turbava e mi faceva sentire male. Perciò, "ciao" Kurita.
Mi dispiaceva tuttavia, se non fosse stato per quel bacio, ora probabilmente saremmo ancora amici e io non avrei preso questa decisone. 
Tuttavia, il messaggio mi ha fatto sconvolgere i piani: se prima pensavo a questo, ora non più. Kurita si era rivelato come un pazzo e mi faceva paura. Ma infondo poteva essere innocuo e potevo stare tranquilla. Cosa fare, però? Dovevo dirlo a Kanata?? Si sarebbe arrabbiato, di certo, forse non con me ma con lui, ovvio. 
Che fare? Cosa dovevo fare?
Mi vidi allo specchio. Stavo bene con quel giacchettino blu, si, blu, blu come la collana che mi aveva regalato Kanata.
Oh, la collana!!
E il ciondolo!
Che carino. Era un simbolo del nostro amore, dovevo fare anche io qualcosa a lui?
Non sapevo proprio, se l'avesse giudicato infantile? Se avevo frainteso? E se quel ciondolo e la collana non fossero proprio nulla, ma solo un regalo? E poi non sapevo proprio che prendergli! 
Mi stava prendendo il panico, non volevo perderlo.
Perché, poteva succedere se facevo una mossa falsa.
Non sono mi stata cosi innamorata, a lui ci tengo davvero. Non sono mai stata fidanzata. Non ho mai avuto un ragazzao, lui si e lo sa. Non so come muovermi.
Non so che fare.
Non so che fare!!!
Mi toccai il ciondolo al braccio. Forse, potevo farglielo e se mi avesse chiesto spiegazione potevo dirgli che era un regalo, nulla di ché. E se poi ci restava maleeee???
Povera me...
Potevo chiedere a Nanami. O Aya.
O Christine?
Noooo!!!
Ho paura anche di lei.
Ohhhhh, sono una fifona.
Già, lo sono.
-Miyu...
Mi girai, ancora sovrapensiero. Sbagliai, non dovevo girarmi.
Quando lo vidi pensai a questo.
Kurita mi fissava. Con che sguardo... non saprei dire.
Sgranai gli occhi quando vidi uno sguardo cattivo. -Ciao.
Tremai e subito mi venne in mente il messaggio.
-Che c'è? Non mi saluti più?
Era cambiato.
Nello sguardo. Nel modo in cui si vestiva.
Era più... carino.
Ma era comunque disgustoso.
-Ci siamo divertiti eh? Dico alla festa, anche il 'dopo festa' è stato bello. Tu che dici? Mi sei piaciuta. Hai delle labbra belle. E con Kanata come va'? Ci ha visto? Non vorrei che per me vi divideste.
Viscido.
Lo vedevo avvicinarsi con passo lento verso di me, io intanto mi addossavo alla parete del camerino scoperto. Se solo fosse stato chiuso...
Mi toccò la guancia, accarezzandolo.
Strinsi gli occhi.
Contatto ripugnante.
-Miyu-chan!!
Aya, Nanami, Nozomu, Santa e Christine mi vennero vicino. Di scatto Kurita e io ci girammo e lui tolse la mano. Ero cosi felice di vedere i mei amici. Più al sicuro, ma lo sarei di più se ci fosse stato Kanata.
-Sei qui!!! Che bello, sai abbiamo fatto un po' il gi- Aya si bloccò, guardandosi intorno-e Kanata? Sei qui sola?
Scossi la testa. -E' andato a pagare.
Lei annuì. Vidi Santa farsi circospetto guardando me e Kurita.
Guardai quest'ultimo anche io, aveva dei jeans a vita bassa e una maglietta attilata a maniche corte, i capelli con la gelatina e non aveva più gli occhiali, anzi, mi sembrava che avesse le lenti a contatto.
Santa indossava una maglietta verde pisello e un jeans da militare; Nanami un vestito rosso e ballerine; Aya scarpe da ginnastica, gonna blu e maglia bianca; Chris un vestito rosa e un giacchettino dello stesso colore e ballerine rosse e Nozomu una maglia bianca e un pantolone nero con scarpe da ginnastica nmero dello stesso colore di quelle di Santa.
Aya aveva le codine, Chris i capelli sciolti.
Faceva un po' caldo, ma non mi sarei mai messa né vestiti né gonne. Beh, neppure se fosse afoso me li sarei messi. Ecco, mi vergognavo un po'.
Abbassai la testa e puntai sulle scarpe verdi e bianca di Kurita.
Feci una smorfia, verdi? Bleah!
Sentii dei passi, e come tutti, mi voltai.
Lo vidi.
Giubbotto nero luccicante, sotto di questo una maglia a strisce bianche e nera con un jeans a vita bassa e scarpe blu scuro. Kanata era uno schianto.
Probabilmente non lo pensavo solo io, perché molte ragazze lo fissavano.
Mi ingelosii un po' troppo, sospirai.
Veniva verso di noi con un sorriso malizioso e reggeva due buste con dentro i vestiti.
Bello.
Ma poi il suo volto cambiò; si andò a posare su Kurita e indurì la mascella.
Si fermò davanti a me e non calcolò neppure gli altri. Fissava Kurita, che lo guardava.
Si scrutavano, come se combattessero.
Fuoco e fiamme, tanto lo sguardo duro di Kanata che rabbrividì. Era... sexy.
Arrossii dei miei pensieri e continuai a fissarli.
Forse passarono ore o solo minuti o secondi.
Vidi negli occhi di Kanata durezza e forza.
Kurita abbassò lo sguardo, tremando impercettibile.
Lo capii, Kanata faceva rabbrividire con quello sguardo cosi penetrante e accattivante.
Sospirai, lo amavo. Mi aveva presa ed ero sua ormai.
-Kanata?
Disse Santa, impercettibile, in un sussurro tremolante.
L'interpellato si girò verso di lui con un sorriso smagliante. -Ehi ragazzi.
Gli altri sobbalzarono, e riprendendosi, salutarono balbettando.
Chris lo guardava con gli occhi a cuoricino. Non avevo avuto l'onore di parlare con lei su me e Kanata, io so che Chris è pazza di lui e mi dispiace di avergli fatto questo. Perché, si, mi sento in colpa verso di lei. Come amica, lo tradita e lei mi rivolge la parola. Mi sento fortuna e più mi snto fortunata più mi sento in colpa.
Kanata mi guarda e mi dice:
-Allora? Lo prendi quello?
Annuii, ripendendomi. All'inizio non sapevo se prenderlo, ecco perché lo avevo mandato a pagare. Chissà quanto aveva sprecato, gli dovevo ridare i soldi.
-Dovrei averceli tutti. Costa trentacinque euro. (*)
Sorrisi. Lo vidi sgranare gli occhi scuotendo la testa. -No! Pago io!
Io sobbalzai malamente e quasi caddi. Cosa?? Pagare?? Voleva pagare ancora??
-No, almeno questo, per ora, fallo pagare a me...
-Per ora?
Farfugliò veloce.
-Si. Dopo ti darò i soldi.
Annuendo, estrassi dalla borsa i soldi. Li presi e mi avviai dentro al camerino. 
-Scusate ragazzi, ci vediamo dopo se vi va.
Stavo per entrare ma qualcuno mi fermò per il polso. -Dove vai? Costa solo trentacinque, ce l'ha faccio.
Fui io questa volta a sgranare gli occhi e a scuotere la testa. -No! Pago io. E poi ti do' io soldi, fine della storia.
Entrai dentro il camerino,lasciando Kanata uccidermi con lo sguardo, e mi spogliai mettendomi una maglietta bianca e il pantalone viola scuro con le scarpe da ginnastica anche viola e bianche, per restare in tema. Presi la borsa bianca panna e me la misi a traccolla. Poi raccolsi il giacchettino blu e i soldi.
Quando uscii non vidi nessuno. Cosi mi avviai alle casse.
Trovai alla cassa 5 tutti quanti e vidi che Kanata stava pagando.
Pagando????!!!
Corsi verso la cassa e quasi urlando gli chiesi che stava facendo.
-Oh ecco! Questo è il giacchettino che devo comprare. Ecco trentacinque.
Ma, presa dalla rabbia, mi venne voglia di non stare a discutere ma di reagire. Diedi alla commessa i soldi e anche lui lo fece. Contemporeanamente.
La commensa rimase spaesata, balbettante.
Cosi la vogliai, scuotendo la mano che teneva i soldi. -Prenda i miei. Avanti, prenda.
Kanata, senza tanto scomodarsi, li mise dentro la cassa aperta, sistemandosi.
-Ecco. Grazie.
Prese il giacchetto e lo mise nella busta.
Io rimasi con la mano all'aria, shioccata. Di cosa, non so.
-Allora andiamo?
Ci guardò.
Tutti quanti erano rimasti un po' colpiti da non so cosa, tranne Kurita che lo guardava concentrato su altro, a quanto pareva. Ai miei occhi sembrava pensasse davvero ad altro.
Mi rimisi apposto e mentre mi incamminai a passo deciso verso l'uscita lo vidi seguirmi. Anche gli altri probabilmente lo fecero ma me ne fragai. Altamente.
Figura di merda.
Per cosa poi?
Cavaliere.
Ma fanculizzat*i. (nda sorry:D)
Sentii una risatina. -Scusa, dai.
Mi fermai, come se non desiderassi altro. -Scusa un corno!
-Perché ti stai arrabbiando? Non capisco.
Lì, mi bloccai. Sapevo che la risposta era semplice, vicina, ma non sapevo neanche io come afferrarla.
Boccheggiai per non so quanto, poi arrossì. Fui tentata di abbassare la testa, ma non lo feci. Per orgoglio, forse. Rabbrividì.
-Hai freddo?
Scossi la testa sospirando. -Posso ridarti i soldi?
-Assolutamente no.

_____

Nanami annuì, felice. -Che buono questo frullato, vero?
Disse rivolgendosi a Aya, che acconsentì tutta coinvolta.
Ero seduta vicino a Kanata e alla mia sinistra c'era Christine, a quella di Kanata c'era Santa che era affiancato da Aya e poi Nanami e infine Kurita. Tutti intorno a una tavola del bar italiano 'Ragazzi&Ragazze'. Cosi c'era scritto. Che voleva dire non sapevo. Ecco perché chiesi a Kanata.

-Significa 男の子と女の子。(*1)
Annuii. Ragazzi e ragazze, che fantasia.
Tuttavia, il locale era carino, piccolo e confortevole. Caldo e buono. O meglio vendeva cose buone. Avevo preso un panino con il wustel, Kanata la pizza, Aya e Nanami gli onigiri, insieme a dei frullati, Santa sushi (come faceva, poi!! Anche se melo sarei aspettata oiù da Kanata, e infondo questo qui fissava il piatto di Santa in modo... famelico) e Nozomu e Kurita rustici.
Sulla tavola c'era cocacola e acqua.
Silenzio, nessuno parlava.
Si mangiava solamente e io mi sentii quasi a sicuro se non fosse per il fatto ognuno si madava della frecciatine, chi di odio chi di amore. Vedevo Kurita mandare le prime a Kanata, come Chris faceva con me. Doveva parlarle, alla svelta.
Ma cosa dire?? 'Beh, sai com'è l'amore no? Poteva capitare anche a te. Con questo non voglio dire che sei quel tipo di persona che tradisce, non lo sono neppure io, anche se l'ho fatto, ma io amo Kanata e poteva succedere a chiunque. So che questa giustificazione non è abbastanza, ma ti prego accettala.'
Bel discorso.
Possibilità di riuscita? Meno dell' 1%, per me. Il massimo rispetto a quello che avevo pensato.
Poteva reagire in tre modi:morire, uccidermi o uccidermi mentre si uccideva. Certo, poteva anche tagliare i ponti con me; questa scelta però, mi faceva male più delle altre. Stare zitta?
No, la vigliacca proprio no.
Cosi rischio davvero di perdere la sua amicizia.
La guardai.
Spero che mi perdoni, Chris. Lo spero davvero.
A rompere il ghiaccio fu Santa. Parlava di ufi e bla bla bla.
Santa era buffo, diverso da tutti i ragazzi. Davvero simpatico. Lo adoravo.
Nozomu è più freddo di questo, il quale è più o meno ingenuo direi.
Aya e Nanami sono fantastiche, come Christine. Quest'ultima è più energica, però.
Kurita.
E' cambiato, in peggio.
E mi manca quel ragazzo tenero e gentile con gli occhiali che ti rivolgeva un sorriso altrettanto tenero. 
Mi manca. Eh già.
Ma quel messaggio... come dovevo comportarmi? Dovevo andare vicino a lui e dirgli con voce profonda 'Ehi Kurita dei miei stivali, sai faccio ka-ra-te!!'
Boccheggiai, no.
E poi, lui. Sospirai, inconsapevolemente.
Cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto questa amore che non mi faceva respirare? Cosa avevo fatto di bene per meritarmi questo amore con lui? Ho sognato molte volte il vero amore, non dico che era lo trovato ma con lui sto davvero bene. Lo amo, mi sento innamorata.
E' un'emozione troppo grande per me.
Mi avvolge e mi uccide. Fa di me ciò che vuole ed è come se non si preoccupasse di me. Mi agnienta per far posto solo a lui nell'universo. Lui è perfezione.
Kanata è bello, bellissimo e si sexy. Affascinante.
Arrossì, che depravata.
Ormai mi aveva resa sua e io potevo solo accettare il mio destino.
Ti amo Kanata. Troppo. Cosi tanto che quasi non riesco a vivere e voglio ritornare inconspevole di te. E' possibile amare cosi tanto una persona?
E' una sensazione piacevole, quando mi sento dentro questo mio immenso e devastante amore.
Cambieremo, ci evolveremo. Ma io ti amerò comunque.
Avremo altri interessi e alla fine tu mi lascerai.
E piangerò e non amerò mai più nessuno come ho amato te.
Non potrei mai e dico mai lasciarlo.
Firmare la mia condanna a morte, mi aggrada di più.
Mentre mi perdevo nei miei pensieri, tutti quanti stavano parlando... di ufi.
Kanata inceneriva Santa dicendogli che era proprio 'fatto di 'sti cosi'. Nozomu pensava che la teoria del mostro di Lochness di Santa era giusta. Quest'ultimo pensava infatti che quel mostro fosse realmente esistito e creato dagli ufo, mandato poi qui per vedere la nostra reazione a qualcosa di nuovo. Teoria contorta. 
Vidi Kanata dare a Santa uno scappellotto e poi incenerirlo ancora di più.
Ma Santa si lamentava dicengogli che non poteva proprio capire.
-Eeeh, capisci tu!
Cosi rispose Kanata.
Nanami scosse la testa, Aya continuò a gustarsi il frullato.
Chris rideva guardando Kanata e Santa bisticciare e... Kurita fissava con sguardo attento Kanata.
Mi faceva paura.
Che stava facendo?
Non ci badai, girando lo sguardo sui due amici che bisticciavano.
-Ancora di ufi, eh Santa?
Fu come tutto a rellentatore. Quella voce la conoscevo e quando mi girai vidi una Akira sorridente impeccabile e totalmente bella.
Tremai forte. Ma non capii il perché.
-Akiiiiiiii!!
Gridò Santa.
Akira aveva gli occhi puntati su di sé e se ne stava li calma, io solo per questo diventavo rossa.
Vidi Santa abbracciarla e gli altri anche.
Solo io rimasi imbambolata, impaurita.
Akira era ritornata.
Guardando meglio non vidi Kanata ammassato vicino ad Akira, cosi mi girai dalla parte dove c'era lui, ma non lo vidi.
Ritornai con lo sguardo ad Akira e... eccolo qui.
Fissava Akira con un mezzo sorrisetto malizioso, in piedi di fronte a lei con la mano sinistra dentro la tasca, il pollice fuori e l'altra mano lasciata su il fianco dove si vedeva il lembo della maglietta a strisce nere e bianche.
Tutti si erano fermati, sorridevano. Santa era rimasto incollato al collo di questa e fu lì che mi alzai, impaurita.
Fu tanto brusco il movimento che persino lo sguardo di intesa tra Kanata e Akira si era sciolto per venire verso di me. Arrossì e sorrisi. -Ehi.
Dissi, quasi strozzndomi, senza entusiasmo salutandola con la mano.
Kanata e Akira tornarono a guardarsi. Lo sguardo di complicità e di amicizia tra i due era disarmante.
Troppo, per la mia povera gelosia.
Mi sentii insignificante, o forse lo ero?
E dopo questa mia riflessione Akira si buttò letteralmente tra le braccia del mio ragazzo.
Kanata rise e l'abbracciò stretta a sé, quasi sbilanciandosi per la forza del gesto della ragazza.
Cavolo!! Che poi, si sono visti... beh... mica è passato un anno, dai!
Il cuore mi si strinse e quasi piansi.
Kurita lo notò e sorrise maligno ma non ci badai e fissai loro, troppo triste.
Sentii le lacrime montarmi addosso, rendendomi conto che io per Kanata volevo essere l'unica e la sola. E se ci fosse stata Akira, non poteva succedere. Akira era troppo importante e sperare che per Kanata questa non era nulla, era proprio da stupidi. Stupidi... mi sentii io cosi. Mi sentii piccola, insognificante, stupida, cretina, deficente, egoista. Tremai dalla paura.
C'era troppa complicità tra i due. Erano amici legatissimi.
Cosa che io e lui non eravamo, che so' io di lui? Nulla!!
Voglio essere io la sua amica, ragazza e anche amante.
Solo io.
E' una cosa cosi brutta?
Si staccarono e vidi Akira avere delle lacrime agli occhi. -Mi siete macati!
Disse con commozione, l'abbracciarono tutti.
Tutti tranne me.
Poi mi riscossi, velocemente mi asciugai le lacrime che minacciavano di uscire e andai verso di lei per abbracciarla ma non feci in tempo. Si erano distaccati tutti.
Capii anche che mi era molto simpatica. Le volevo bene, nonostante tentasse al... ad un pezzo di cuore (seppur non cosi importante, forse perché volela essergli sola amica) di Kanata.
Ma, chi mi dice che per lui non provava qualcosa?
Nessuno.
Mi ritrovai seduta, con tutti i miei amici a parlare con Akira (anche loro seduti e sorridenti).
Akira.
Seduta.
Al.
Posto.
Dove.
Stava.
Kanata.
Kanata.
Che.
Aveva.
Aperto.
Le.
Gambe.
Per.
Farla.
Sedere.
Non l'aveva mai fatto con me.
Abbassai lo sguardo e mi sentii una sciocca.
Kanata mi amava, ma non era questo ciò che mi turbava.
In realtà, non sapevo cosa fosse.
Mi era simpatica, ma allora cosa c'era di sbagliato?
Capito, cosa.
Avevo paura che me lo portasse via.
Poteva capitare che lui si rinnamorasse (si perché era stato innamorato di lei) ancora una volta di Akira. Non ne faccio una colpa, può succedere e questo mi farebbe male da morire.
Ho bisogno di lui, di sapere che c'è.
Per me. Sempre.
Lo amo troppo. Non riesco a controllarmi.
Sono possessiva e cattiva con lui, non posso pretendere che sia tutto mio.
No, non deve conoscere questo di me. Si schiferebbe ma infondo lui è cosi... mi accetterebbe.
E io mi sentirei ancora più schifata di me stessa.
Non me lo merito!
Sarei stata in silenzio, qualunque cosa fosse successa sarei stata zitta e avrei accettato tutto.
Ma non senza un po' lottare.
Oh, Miyu, andiamo! Davvero speri di batterla? Guardala.
Guardala solo e capirai tutto.
E lo feci, la guardai.
Era perfetta per lui.
Rideva con lui.
Anche Kanata rideva, era bellissimo e sexy.
La sua risata roca, wow.
Con me non rideva spesso, anzi quasi mai.
Perché?
Ovvio, lei è Akira.
Il suo primo amore.

(**)=La madre di Miyu non fa la dottoressa, lo so. Ma in questa storia facciamo finta che lo sia.
(*)=Chiaramente lì non sono euro. Facciamo finta di si, anche se prima in un capitolo ho menzionato gli yen.
(*1)=Ho visto su Google traduttore. Non so se è corretta la traduzione, facciamo che ogni volta che ci sono queste scritte voi sapete già da dove le prendo eh?;))

Capitolo corto? Noooooo!!
Beh, spero di non avervi fatto aspettare tanto, ma  la scuola ormai non fa che prendermi ed esaurirmi, speravo che andando alle superiori mi fermassi un po' con i compiti e verifiche ecc... e invece xD
Ma, non vi sto qui ad annoiare, piuttosto...
Sto pensando di farne un'altra questa volta su Twilight.
Voi ci sarete mi sosterrete??
Alla fine di questa storia, incomincerò a pensare ad una possibile trama, o forse riesco a farla ora.
Ma non so, si vedrà.
Ora, alla storia...
E' tutto chiaro?
C'è qualcosa che non avete capito?
Si?
No?
Nessuno risponde?
Chi vtace accosente:DDD
MissP;)

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Capitolo 25
*** Sorprese ***


Okay, prima di tutto, nell'astro chappy ho sbagliato.. ho detto che ho menzionato gli yen... ma ho menzionato gli Yuro.
Poi, un'altra cosa... se la storia è brutta o è... troppo... spinta o cose cosi, beh potete dirlo, tranquillamente... anzi, se lo dite mi sento meglio!
Ragazze, sta per finire... eh già:(((
Spero che ci sarete però nelle altre storie a sostenermi:D
Baciiii!!! Ci vediamo sotto:D
MissP;)

Orgoglio

{A modo mio, amavo anche Akira.
Di un amore effimero e superficiale,
niente a vedere con quello che provavo
per la mia Miyu.
Io, Kanata nel subconscio}

 Capitolo 19-Sorprese

 Kanata's POV
-Non ti ricordavo cosi carina, Akira.
-Si cerca di rimuovere ciò che ci da' fastidio.
Risi. -Adoro le tue risposte taglienti.
-Ti capisco. Lasciano il segno.
Risi a crepapelle.
Forse non l'avrei mai ammesso, ma è importante questa ragazza bruna seduta in mezzo alle mie gambe. E' stata, è ancora e lo sarà. Rappresenta una parte di me, le voglio molto bene.
E' la persona più importante per me.
Akira sobbalzò e poi si girò verso di me. -Sei... cambiato, per caso?
Mi guardai, abbassado la testa. -Sono vestiti veri quelli che ti vedo addosso?
Continuò. Io la guardai con disappunto.
-Finito?
Dissi, esasperato.
Sorrise e scosse la testa.
Poi si girò e continuò a parlare con tutti, mentre io l'abbraciavo da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla, con un sorriso ascoltando la conversazione.
Ma c'era una voce che non sentivo.
Quella più importante e vitale.
Voltandomi verso Miyu, dovetti spostare la testa e i capelli lisci e scuri di Akira.
Preferivo lei vicino a me, ma anche Akira va bene.
La vidi che aveva lo sguardo basso e si mordeva il labbro giocando con le sue dita.
Ovvio, aveva delle crisi di inferiorità.
O gelosia. Dipende da quello che più ti aggrada.
Per Aki-chan, poi!
Sorrisi inconsapevole. Quella ragazza aveva un'autostima pari al cervello di un insetto se non più piccolo e un auto critica enorme e inverosimile. 
Era mai possibile? Si credeva meno importante degli altri, quella stupida.
Sospirai, è Miyu.
E mi piace cosi com'è.
La fissai per tutto il tempo e lei non se ne accorse, insomma non arrossì!
Quando la guardo lei arrossisce, è una cosa che fa sempre.
Perciò, non se n'era accorta.
Fu il momento di andare via, cosi ci alzammo e andammo fuori.
Akira mi dette un bacio dolce con lo schiocco, sulla guancia e mi salutò. Corse via con un sorriso enorme e le lacrime agli occhi ma mi aveva promesso che questa sera avremmo fatto qualcosa di bello. Tutti insieme come prima.
Miyu non ne era stata molto allegra. Lo vidi dalla sua faccia ma alla fine ci regalò un sorriso che io raccolsi possessivo. Era ovvio che lo faceva per me, non per gli altri.
Ci salutammo tutti, Kurita se ne andò, anche se voleva restare. Ad accompagnare Miyu. Tzé.
Ma purtroppo, casualmente, non si sa chi, andò a sbattere sulla porta del negozio. E' pura coincidenza se c'ero io avanti a lui e avevo chiuso quando questo stava uscendo.
Non lo avevo visto, anche se l'avevo guardato.
E non avevo neppure riso -davanti agli altri- quando si era messo a gridare come una femminuccia, tenendosi il naso con due mani. E mi dispiace che Santa abbia pensato a me, innocente.
Mi ha colpito dentro, lui non ha fiducia in me!!
Alla fine, per fortuna, sta bene.
Yuppi.
Miyu si era avvicinata al malcapitato ma noi dovevamo andare. Quindi alla fine si è fregato.
Mano nella mano ci dirigemmo verso casa, io sorridevo e lei probabilmente pensava a Kurita.
-Ti sei impazzito, dico?
Disse stittita ma comunque calma. Feci spallucce.
-Di cosa?
-L'hai fatto apposta, l'ho visto. Sapevi che doveva uscire, ma hai chiuso volontariamente la porta. Quindi.... ti sei impazzito? Poteva farsi davvero male!
Sgranai gli occhi, fermandomi con un piccolo sorriso in faccia e una vena ironica calcolata. - Non l'ho fatto apposta!!
Mi guardò di sottecchi. -Ah no?
-No! Alcune volte ho solo fortuna.
E risi. Lei si incavolò.
Ma ritornò seria, spaventosamente.
Vidi i suoi occhi farsi dolci, quasi sul punto di piangere. Abbassò la testa e mi stritolò la mano.
Io rabbrividì. Che aveva?
-Che hai?
Dissi tremando impercettibile.
Prese dalla tasca il suo telefono, ci lavorò un po' e poi me lo diede.
Io titubante lo presi. Era impostato sui messaggi ricevuti.
Era scritto in alto.
Kurita
"Diventerai mia. Ti voglio e ti prendo."
Rilessi più volte la scritta.
-L'hai letto? E' di Kurita.
Sentii la sua vocina come impaurita in sottofondo.
L'ira mi stava montando addosso.
Quello stronzo di un bastardo vuole Miyu?
Glielo ficco su per il culo!(nda SCUSATE!!!!! se è volgare, ditelo ed eviterò!)
Strinsi quell'aggeggio e mi incamminai stringendole la mano, la vidi quasi correre per tenermi il passo.
Quando ero nervoso mi mettevo a camminare.
-Kanata!!
Miyu mi chiamò molte volte, ma non le risposi.
Numero uno: come cazzo aveva il numero di Miyu; numero due: come cazzo si permetteva??!!; numero tre: lo meno; numero quattro:non si deve neppure permettere di considerare neppure per un istante, neppure se è in fin di vita, neppure se l'hanno obbligato, neppure se è uno sfigato che vuole fare il galleto, di dire che Miyu è sua.
Miyu. Sua.
Cazzo, che nervoso!
Arrivai al tempio, sentendo il fiatone di Miyu.
Mi stava dicendo delle cose ma non stavo capendo nulla.
A metà strada mi fermai.
-Ohhhh, grazie!!
Si riposò, sedendosi.
Mi sedetti anche io.
Si dette vento con la mano, anaspando. Poi si leccò le labbra.
E lasciarla a lui? Fossi scemo.
Appoggiai i gomiti sulle ginocchia alzate, abbassando il capo e guardando la scala.
E poi vidi una testolina ficcarsi tra il braccio e la gamba.
Miyu...
Non la distinguevo chiaramente ma la sua bellezza era comunque visibile.
Feci una smorfia. Deficente...
Lei mi sorrise. -Non preoccuparti, è una cavolata.
-E tu sei stata vicino a lui, perché non me lo hai detto? Quando ti è arrivato? Perché non lo menatoooooooooooo??!!!!!!
Sbottai, lasciando tutto scorrere fuori.
Mi agitai con le braccia e il corpo e lei si mise in posizione eretta e mi fissò.
-Io non lo voglio. Posso dirglielo.
La guardai, era troppo ingenua. -Miyu, non basta. Lo devo menare.
Indurii la mascella, guardando il vuoto, digrignando i denti.
Lei scosse la testa. 
-Lascia stare. Mi è arrivato quando ho provato il giacchetto e tu non c'eri. Che poi, l'ho incontrato... e siamo stati con tutti quanti e con Akira...
Abbassò la testa. 
E io la scossi (nda la testa). -Sei gelosa del nulla, tu!
Alzò di scatto il capo e mi fissò imbronciata. -Non sono gelosa.
Mi disse ma io la scimmittai.
-Smettila!!!
La presi in giro ancora, fin quando non mi menò e venne sopra di me.
Olé!! 
L'abbracciai, stendendomi sulla scala piccola ma non molto stretta. 
Lei arrossì e sorrisi. La baciai, tentando di resistere.
Non potevo. Non posso resisterla.
Non mi viene.
E non devo neppure, perché lei è ormai mia.
E se non lo è completamente, la farò innamorare di me talmente tanto che lei si dovrà annullare. 
Egoista.
Si, lo so. Ma no, lei deve essere indipendente.
Solo che quando voglio, non lo deve essere più.
Scossi la testa, che pensieri orribili!
La baciai il viso, mettendomi sopra di lei.
La baciai in ogni dove e la amai per sempre.

_____

-Con l'acca?
-Si, papà.
Lo sentii respirare. -Perché vuoi saperlo?
Mi irrigidii, mi prese il panico. Balbettai in cerca d'aria, poi guardai Miyu (che sentiva tutto attraverso il vivavoce) e lei si agitò. Poi mi fece spallucce.
Capii. -Ecco, così. E' per un sondaggio...
Dissi stonando il tono. Mi schiarì la voce, non aveva senso come scusa.
Miyu si torturò il labbro inferiore e io mi grattai il braccio, nervoso.
-Cosi? Per un sondaggio? De ché? Kanata che mi nascondi?
Tremai, stonando ancora con la voce. -Nulla, papà.
Non riuscivo a mentire,  non c'era nulla di male.
Miyu si schiaffeggiò la fronte, chiudendo gli occhi e io mi agitai, sembrava ballassi!
-Che gli dico, scusa? Non so mentire!
Sussurai, allo stremo, vedendola quasi piangere.
-Figliolo?
Mi gelai sul posto, vidi Miyu farsi bianca pallida.
-Figliolo, a proposito... l'ho dimenticato sul foglietto.  Doveva venire una certa Miyu Kozuma... o Crozuki. Non saprei... 
Scossi la testa, sospirando. Miyu fissò il telefono, sgranando gli occhi.
-I suoi genitori mi hanno chiesto di ospitarla, il padre non sta bene e la madre deve stare con lui. Me l'ha affidata, sai.. sono un monaco!! E dire, che c'è ancora gente che si fida di me, visto Kanata?
Disse, accenando una risata. -Allora, è venuta?
Quasi svenni. Dire la verità o mentire??
Eccolo... un altro problema.
Guardai Miyu, che si mangiava le unghie fissandomi.
Anneggammo uno negli occhi dell'altro. -Si, è venuta.
Miyu mi dette uno scappellotto in testa.
-Ahi!!
Sussurrai.
-Ah davvero? E com'è? Kanata, mi raccomando, comportati bene. Non farmi fare brutta figura. E vedi di non innamorartene o di provarci!!
Sgranai gli occhi.
Vabbeh, troppo tardi...
-Non è che è troppo tardi vero?
-No papà!
Di nuovo il tono da femmina!
-Allora, conosci qualcuno con l'iniziale 'H'?
Potevamo scamparla, mio padre se ne era già dimenticato della domanda ma purtroppo io dovevo sapere, altrimenti tutta questa ansia...
-Ancora???!!!! Ma non so! Ascolta, tra due giorni sono a casa. Cosi ne parliamo okay?
Mi pietrificai. -Che cosa!!!!!?
Non riuscii a contenermi, fissai ancora il cellullare sul tavolo.
Chiamata chiusa.
Cazzo!
Lo presi e mi sedetti sulla sedia. 
Lei stava dall'altra parte da dove stavo io e mi venne incontro.
Mi abbracciò e si sedette sulle mie gambe, mettendo la testa sul mio collo.
Guardavo il telefono, non sapendo quale stato d'animo avere.
Essere felice perché mio padre stava venendo e cosi da potergli spiegare tutto o essere triste perché con Miyu non potevo stare più da solo?
Davvero, questa era una sorpresa. Totalmente incalcolato.
Non volevo che venisse.
I suoi pellegrinaggi duravano anni, e ora invece?
Tutto in una volta era cambiato?
Proprio ora, che cavolo!
La strinsi di più a me. Respirai il suo odore di vaniglia e un po' mi calmai.
Chiusi gli occhi.
Quando gli riaprì mi accorsi di essermi addormentato.
Lei stava ancora su di me, dormiva ancora su di me.
Su di me.
Sospirai.
La misi a letto e poi preparai qualcosa da mangiare.
Era ancora intorpidito dal sonno e volli vedere quanto avevo dormito.
Quasi un'ora. Bravo!
Feci la zucca, tanto a lei piaceva e poi c'era solo questa!
Era giusto aspettarla per mangiare ma non ebbi neanche finito di formulare il pensiero che comparse più bella che mai stropicciandosi gli occhi verso di me.
Sorrisi.
Passammo tutto il tempo a parlare e a parlare. A coccolarci e a sorriderci.
-Non sei felice? Dovresti, se tuo padre vieni da noi, tu devi essere felice. Sai per scoprire cosa è successo a tua madre o perlomeno cercare di capirci qualcosa. Non lo sei?
Eravamo sul divano e lei era seduta affianco a me. 
Scossi la testa. -Mio padre non ci lascerà neppure un po' di tempo libero!
-Non vuoi dirglielo?
Si morse il labbro inferiore, sensuale.
Ghignai, avvicinandomi a lei. 
La feci stendere sul divano, con me sopra.
La baciai con passione e desiderio. 
Questa volta sarei riuscito a fermarmi? Si, per lei lo avrei fatto.
Infilai la lingua dentro la sua bocca e la mano dentro i suoi capelli, lei mi abbracciò e io misi un braccio sotto di lei. Mia. 
La strinsi di più a me, possessivo. Sentivo il suo corpo su di me e questo mi fece impazzire.
Il solo sentirla alla mia merce mi faceva morire, poi sotto di me! Nuda... cazzo, sarebbe stato come... vederla nuda sotto di me, ecco! Non c'era un  paragone adatto a definire se accadesse davvero.
Ma non potevo sognare, non ero un ragazzino, non potevo pretendere che lei si donasse a me a soli 13 anni. Le ragazze amano questo momento, se lo fanno è perchè si sentono pronte.
Forse per lei non ero quello giusto, forse era troppo presto.
Basta pensarci, voglio vivere questi momenti con lei.
Non è per forza un obbligo farlo.
Ci baciammo con lentezza, con amore e quasi mi passò il desiderio di lei.
Ma ho detto quasi, eh!
Cosi la strinsi, le feci il solletico e alla fine arrivò sera.
Mi preparai, dovevamo vederci con Akira.
-Miyuuu? Sei prontaaaaa?
Gridai, sistemandomi la giacca vicino alla porta d'ingresso. Eravamo in ritardo, l'appuntamento era per le otto ed erano le otto e mezza. -Siiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Arrivo!
Andavo di fretta, avevo voglia di rivedere Akira, di riabbracciarla prima che se ne andasse via, non volevo sprecare tutto 'sto tempo. Volevo andare dalla mia Akira.
-Ahhhhhh, Miyu! Come sei lenta!!
-Arrivo, arrivo!
Ed eccola qui, piccola e bella con quella gonna e la giacca viola con sotto un maglioncino nero. Aveva le calze anche nere e un frondino blu, le ballerine fucsia.
Sorrisi malizioso. -Come stiamo bene...
Tornai serio. -Ora andiamo!
-Sei impaziente di vederla?
Disse acida e gelosa, prendendo la borsetta blu.
-Si! Contenta ora?? Cammina!
Le diedi una sculacciata e lei gridò, girandosi verso di me, quasi con astizio.
-Porco!
Risi e ci incaminammo. 
Arrivammo al cinema e vidi che stavano tutti, proprio tutti e dico proooprio tutti!
Quello stronzo di Kurita ancora in piedi stava!, dopo la botta al naso si permetteva di venire. Anzi, dopo averci provato con la mia Miyu si permetteva di camminare. E pure di vivere!
Ci avvicinammo e saluta tutti, soprattutto Akira, mi era mancata. Lei era come una sorella per me e mi dispiaceva che sarebbe rimasta fino a stasera. Non salutai Kurita, non mi venne neppure in mente e gli altri di questo se ne accorsero: Kurita mi aveva salutato con il mento ma io non l'avevo degnato di uno sguardo. Non mi dispiaceva e forse neppure a lui. Salutarmi? Che cosa... bah.
Ora si giocava il tutto per tutto e lui ci avrebbe provato di brutto con Miyu. Ecco perché dovevo tenere le distanze. Appena la guarda, la pensa... io lo ucciderò.
Sono serio, lei è l'unica cosa buona della mia vita. E la devo lasciare a lui, pensa che sono scemo?
Beh, se lo pensa, sbaglia.
Il biglietto, a Miyu, lo pagai io. E lei si incavolò.
Risi, quanto mipiaceva farla arrabbiare, diventava rossa e era adorabile con quella guancie gonfie e quell'aria imbroncitata e offesa. L'avrei morsa di baci!
Una volta entrati nella sala, ci sedemmo. Trasmettevano "Una notte tutta mia".
Parlava di un uomo che esce con molte ragazze ma alla fine con loro non si spinge molto. Riesce a farlo quando incontra una donna bellissima e bla bla bla.
Finale scontato e sdolcinato ma si sa... prima le donne!! L'avevano scelto loro, ci tenevano tanto a guardarlo...
Ero seduto accanto a Miyu, le presi la mano.
Il film stava per cominciare e già dal trailer mi aveva rotto, figuriamoci!
Fissai Kurita. VICINO A ME.
Già, lui stava vicino a me.
Affianco.
A lato.
Appicato.
Al sottoscritto.
E no! Non era piacevole...
Baciai le guancie di Miyu e lo vidi irrigidirsi e fissare il vuoto con astio.
Che pretendi? Che baci le tue?
Sbuffai, scettico.
Tutto si oscurò e, dopo vari schiamazzi, il film partì.
Ma non lo guardai, pensavo piuttosto a molte cose.
Tipo Miyu, alla voglia che avevo di ammazzarla di baci, ad Akira la quale fu stata pregato da meeee per sedersi vicino a meeee, non volevo che Kurita si attaccasse, ma lui voleva stare il più vicino a Miyu e quini a noi. E infine, a mia madre.
All' 'H'. A mio padre, che sapeva qualcosa.
Mi venne un brivido.
Pe tutti questi anni la credemmo morta perché suicidata.
Ma ora? Si era spezzato tutto ciò che mi teneva in piedi e sarebbe rimasto cosi fino a martedi.
Verrà mio padre e io saprò delle cose. E anche lui.
Chi è 'H'? E cosa voleva da mia madre?

____

-E... e hai visto... ahahahhaha, hai visto quando... ahahahhahah... si era piscito addosso!!!!!!! Aahhahahahhahahahhahahhahahha!! E poi... ahahahha lei lo aveva visto che figura di merdaaaaahahahahahhahahah!
Santa rideva e non riusciva a parlare, aveva serie difficoltà quel bambino.
E non parlo solo del suo tentativo di parlare.
Alzai il sopracciglio esausto. Erano le undici e domani per Miyu c'era scuola.
-Miyu?? Dobbiamo andare...
Miyu mi guardò, ridendo ancora ma moderatamente, moooooolto moderatamente rispetto a Santa e agli altri.
-Ohhh, Kanata! Ma quanto sei???!!! Non è che sei innamorato?
Sorrisi, sghembò. - Si!
Lei si bloccò, smettendo di ridere, colpita. -Cosa?
Un sussurro e fu quello che spezzò tutte le risate, mentre Miyu arrossì.
Akira non sapeva le ultime novità, non avevo neanche pensato a dircelo, forse perché avrebbe detto 'te l'avevo dettttttttooooo!!! tè piassssce, lo sapevo!'.
E lo fece, una volta che lo seppe.
-Nooo, a me aveva detto, cara Miyu, 'Io e lei? Ma sei impazzita?' testuali parole eh!!
Rise, beffandosi di me. 
Alzai gli occhi al cielo.
-Seee ora noi dobbiamo andare. Ciao ciao ciao ciao ciao...
Casa.
Divano, arrivo!!!!!!!
Micatapultai sopra e vidi Miyu fissarmi. -Davvero ti faccio cosi schifo?
Disse insicura e tremolante.
Sembrava un cucciolo tenero e docile.
Il mio cuore prese a pompare e subito mi venne voglia di consolarla, abbracciarla e farle sentire pi sicura! Ma mi venne un'idea...
-Nooooo, macché!!!
Risi. -Tu mi facevi schifo...
Lei sgranò un po' gli occhi, aprendo la bocca.
E io risi, credeva a tutto! Ma sapevo il perché, ero insicura e troppo fragile per questo mondo.
La baciai il viso, con piccoli e teneri baci con lo schiocco che la fecero ridere, felice.
Poi la portai nel mio letto e dormimmo insieme.
Beh, io la osservai.
E lei dormiva.
Le sussurai un 'Ti amo', probabilmente non mi sentii.
Sorrisi.

Che sonno.... aprì gli occhi stiracchiandomi.
Avevo addosso Miyu, che dormiva.
Vidi l'ora. Le otto meno venti...
Le otto meno venti???!!!
LE OTTO MENO VENTI!!!
-Le otto meno venti, Miyu!!!
Con fretta la scossi senza farla morire di infarto.
Inutile dire che per un po' non se ne cadde da me e morì vestendosi.
Uscì trafelata, ma uscì.
E' quello che contava.
Me ne stetti un po' a letto ancora, quella cattiva non mi aveva neppure salutato con un bacino!
Uff!! Sbuffai, che palle!
E tu non potevi avvicinarti e prendere l'inziativa?
-Mhhh....
....
Uff!
La mattinata passò veloce.
No, non è vero, passò lenta. Miyu non c'era e io morivo di noia pura.
Poi il citofono. Chi era?
Guardai l'orologio che segnava le nove.
Nove??? Miyu non poteva essere...
E chi era?
Aprì la porta e quasi non ci credetti per un secondo.

-E tu che ci fai qui?
Mio padre si imbronciò. -Non posso venire a trovare mio figlio?
-Ma.... che ci fai qui??
Lo vidi allargare le narici.
-Uff! Voglio dire... non dovevi venire martedi?
Annuì, sistemandosi sul divano. -Il pellegrinaggio è finito prima.
Quasi pianse. Poi zombò.
-Ma tu... che ci fai qui?
All'inizio capii, poi rammentai la sospensione.
-Ahhhh!!
Dissi, era mezzo sospiro e mezzo lamento. -E' una storia lunga.
-Sono tutto orecchie!
Mi disse, sporgendosi verso di me, affianco a lui.
-Beh... la scuola è 'finita prima'...
Balbettai, dicendogli la stessa cosa che aveva detto a me.
Ma sapevo che cosi lo facevo innervosire.
E infatti...
-Sei stato sospeso?
Annuii, grave. 
-Perché non me lo hai detto? La scuola, poi! Non mi ha avvertito per nulla!
Feci spallucce. -Che vuoi fari? E' un brutto ambiente quello...
Lu si adirò ancora di più, gli si vederono le rughe.
Risi quasi.
Poi si rilassò e vidi un lampo di genio trappassargli gli occhi. -Sbaglio... o sei allegro...?
(nda -.-" faccina di Kanata, il quale non era allegro mai, soprattutto dopo la morte della mamma)
Assottigliai le palpebre. -Io ti trovo sciupato.
Dissi asciutto. Era vero, infondo.
Annuì. -Il viaggio è stato lungo e duro.
Gli si illuminarono gli occhi ancora. -Ma torniamo a te... Aspetta!!! E la ragazza? Com'é?
Tremai. 'Papà, è lei il motivo della mia sospensione'.
Rabbrividì. -E' simpatica.
Assottigliò le palpebre. -E' un cesso?
-Papà!
Oh, no, papà, purtroppo -sotto vari aspetti 'purtroppo'- non è un cesso.
-Ma io voglio sapere che ci fai tu qui! Perché cavolo sei stato sospeso Kanata Saionij?
Disse autoritario, ma faceva più ridere. 
Sospirai. -Papà, dovrei parlarti di qualcosa di più importante di questo...
-E cosa c'è di più importante di questo?
Quasi tremai, mi vennero le palpitazioni convulse e il cuore mi uscì dal petto, fece un giro della stanza e poi ritornò nel mio petto come un bazuca e un suo proiettile. -Papà. Ho trovato un diario nella stanza... è della mamma.


E' scontato, no? Mi riferisco a come lo chiuso.
E' piaciuto?
A me no... non sono capace di creare un minimo di divertimento e tragedia.
Ma mi piace scrivere per voi.
Mi piace davvero, lo amo.
Non scherzo.
Domani c'è assemblea e oggi c'è stata l'interrogazione di greco o.O
La devo continuare sabato... pregerete per me??
Nel frattempo... perché non date i voti ai personaggi della storia?
Vediamo chi vi piace di più!
Se volete ovvio:D
Mi piacerre saperlo... 
Ci sarà un premio, poi... per chi indovinerà chi è 'H'.
Ohhh si...
Non so.. quale sia il premio, però voglio vedere cosa dite.
Scrivete scrivete scrivete...
Recensite recensite recensite!!!!
Ho detto tutto.... non ricordo...
-.-" Bah.. casomai lo scriverò nel tempo...
MissP;)

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Capitolo 26
*** Spiccare il volo ***


Oddeo! Stiamo già alla fine.... no, non è l'ultimo capitolo!!!
State tranquilli, ci vorrà un altro po' per liberarmi di me.
Comunque... non pero tempo voglio dire soltanto che ci sono parecchie parolaccie.
Quindi se non volete leggere, siete liberi di non farlo. Non vi obbligo, figuratevi xD
Seriamente, se vi da' fastidio, me lo dite e io non le metterò più:D
E solo che... servono o.O
Beh, leggete;))
MissP;)
Ci vediamo sotto:D

P.S. Ho visto di aver sbagliato una cosa. Hokichi non è il padre della mamma di Akira. Volevo dire che è il padre di Akira e quindi il marito della mamma di Akira. Ma il mio cervello ha unito il tutto creando... il padre della mamma di Akira. Eh già.
L'ho capito perché una ragazza l'aveva detto, mi sono detta 'forse ha sbagliato lei a scrivere'. Ma ora sono andata a vedere e ho visto che non ha sbagliato lei.
Per motivi però di pigrizia xD lasciamo cosi. Non nuoce nessuno ma se a voi da fastidio o comunque volete che fosse tutto perfetto e come l'ho immaginato io, allora ditelo e cambierò. O forse, per altri motivi, non so non c'è bisogno di spiegare, tranquille:D
Continueremo a chiamarlo il padre della mamma di Akira;))
Un'altra cosa... la prima frase è l'ultima del diario di Francesca.

Orgoglio

{K:Spiccare il volo;
tendersi, piegarsi leggermente munirsi di ali,
troppo complicato e poi per cosa?
C'è molta probabilità che tu cada da un momento all'altro.
O forse anche peggio.
Puoi cadere anche prima di volare.
E poi come si fa??
Ci si da' una leggera spinta, lasciandosi trasportare?
Ma infondo perché cosi tanto interesse,
io non volerò mai.
Io, Kanata nel suo subcoscio}

Capitolo 20-Spiccare il volo

'Piccolo mio, s-'
Rilesse più volte quella frase in completa. Ma non seppe darsi una spiegazione.
Lui deve sapere, Hosho.
Si. E' vero.
-Kanata?
Il ragazzo lo fissava, non sapeva che altro fare, stava aspettando un segnale da lui e finalmente era arrivato. Aveva un'aria preoccupata, un'aria grave. Profondamente colpita, profondamente delusa e amareggiata. Aveva paura. Nei suoi occhi c'era la paura e quasi rimpianse quella scintilla di vita che vedeva negli occhi del padre ogni volta.
Aveva il suo stesso sguardo, i tratti del viso erano della madre.
Ma Kanata si distingueva da tutti, aveva qualcosa di suo.
Dentro di lui, in una parte ora nascosta, c'era una serenità e allegria che si vedeva in faccia, negli occhi. Se guardavi bene, con cura la si vedeva sotto la nube di triste e malinconia.
Hosho si ricordò tutti quei momenti in cui suo figlio si è dimostrato forte, sensibile, coraggioso.
Si sentì male per avergli nascosto qualcosa come questo. Qualcosa che avrebbe dovuto sapere.
Mai, mai quel segreto gli era stato cosi fatale e pesante.
Kanata era un ragazzo intelligente e avrebbe capito.
Avrebbe capito.
Avrebbe capito che lui non voleva andare avanti.
-Kanata...
Disse in un sussurro tremando e morendo con lo sguardo sul testo.
Come dirglielo? Con che coraggio e con che parole?
Ma il ragazzo stava incominciando ad agitarsi. -Papà! Parla, per la miseria!
Non riusciva a trattenersi, doveva sapere. Perché suo padre aveva una faccia cosi grave??
Si era aspettato degli occhi sgranati, un balbettio seguito da un 'ma che dici' e una piccola risata. Qualsiasi cosa... ma non questo.
Stava zitto il padre, gli parvero anni.... ma furono solamente secondi scontati sulla pelle di tutti e due.
-Tua madre fu stata violentata. Lo vidi, le sue gambe erano rovinate e marchiate da segni di mani, lividi. Quando le fecero l'autopsia videro che era macchiata, videro sperma di un altro uomo. Che non era mio. Quell'acca' è 'sesso'.

Troppo prevedibile, sarebbe stato sciocco se Kanata fosse svenuto o avesse pianto, quando lo ebbe saputo, se avesse mostrato quella debolezza ignobile ma giusta di quelle occasioni di shock.
Doveva dire che la sua vita era stata piuttosto noiosa e monotona, togliendo la morte della madre, potrebbe definirsi felice e appagato. La sua vita era stata piena di ricchezze, di amicizie e perché no, di amori. Era stata perfetta, come ognuno la voleva.
Lui la definiva noiosa, monotona solo perché era morta la madre.
Ma raggiungere la tranquillità semplicemente era stata fantastico. Non era benessere, ma era qualcosa che comunque era molto rilassante e forse positivo.
Né bene, né male. Come un utopia.
Solo molto simile alla tranquillità d'animo.
Sebbene non lo ammettesse, era stato bene nella sua vita.
Escludendo la madre, era stata una favola.
Ma lui, non era volato via verso il cielo.
Non ci aveva nemmeno, neppure provato, costretto dalle catene della morte della madre, nessuno che lo aiutava, nessuno ha spezzava le catene.
Avrebbe voluto solo pace, tranquillità, voleva avere sua madre ed era un peso sentire il peso della morte di sua madre. Un'agonia.
Non si sentiva di lasciarla andare, non voleva tradirla.
Voleva starle affianco.
E quindi non aveva volato. Neppure per un millesimo di secondo.
Aveva comunque immaginato di cadere. Ne aveva visti molti, molti erano caduti.
Ed era strano vederli, comunque, essere felici, ridere. Non avevano uno sguardo abbattuto, una volta a terra.
Erano caduti, magari facendosi male, ma avevano riso.
Di vera gioia. Non di tranquillità.
Non quell'utopia demenziale che sentiva lui.
No, vera gioia, vero benessere e vero sorriso.
Una vera calma, con il viso arrossato e gli occhi che brillavano.
Tutti, tutti avevano quel sorriso.
E casomai ci riprovavano. A volare.
Alcuni no, non volavano più.
E lui sorrideva, non era tanto bello, allora.
Ma poi li vedeva ridere.
Probabilmente gli era bastato un volo per essere felici.

-Quell'acca' è 'sesso'.
-Quell'acca' è 'sesso'.

-Quell'acca' è 'sesso'.
Scoppiò a ridere, non sapendo che fare.
Per quanto non voleva essere scontato, Kanata lo fu. E di molto.
Che vada al diavolo anche la preoccupazione di esserlo!
Ma notò, con estrema calma, quanto ciò che provavano le persone fosse vero.
Rabbrividì, molte volte. Lacrime agli occhi; non scesero a solcargli le guancie.
Guardò l'H'. La fissò, come a farla passare. 
Non si tolse quella lettera al suo sguardo, rimase lì.
Come voleva non essere mai nato, come voleva che la madre non fosse mai esistita e che tutto questo fosse solo uno scherzo. Stava sognando.
Tutto.
Si sarebbe svegliato tra poco.
Rabbrividì ancora, di dolore.
Sognare? No, era tutto vero.
E come nei film, si trovò a piangere. Piano e silenziosamente.
Hosho lo notò, ma lo lasciò sfogarsi, non l'abbracciò.
Kanata odiava gli abbracci.
Ma in quel momento servivano.
Sentì le catene attaccate al sotto suolo staccarsi e lasciarlo libro di volare.
Ma lui rimase a terra. 
-Chi è stato?
Non si capì molto di quello che disse Kanata.
Hosho però, avevo capito.
Era la domanda che si aspettava, quella che avrebbe rivelato tutto.
-Non lo so.
Rispose, sospiarando.
Avrebbe rivelato che lui non aveva proseguito le indagini.
Non sapeva chi fosse stato. Non voleva saperlo.
Scosse la testa.
Kanata, intanto, continuava a piangere e i suoi inghiozzi, si sentirono, loro volarono via.
Lasciandolo di nuovo libero.
Ma non volò. Non ancora. -Come non lo sai?
Balbettò sicuro. Voleva sapere.
Hosho rabbrividì. Fu il suo turno di farlo.
-Non ho continuato le indagini...
-Perché?
La risposta fu immediata, sicura, dura e fredda.
Ora lo odiava completamente.
E quell'odio li permise pure di fargli volare, liberandolo dall'amore verso i suoi.
Ma non volò.
Si rese conto che non erano le catene a tenerlo stretto al suolo e alla madre.
Era lui.
Lui soltanto.
-Non ho voluto. Non volevo andare avanti Kanata, non ci sono riuscito.
-Che uomo di merda che sei, Hosho.
Kanata lo disse col cuore. E davvero ora poteva volare.
E volò. Verso la madre.

Miyu's POV
-Prendete matematica...
Come un automa lo feci, un po' preoccupata.
E se interrogava??
Beh, io non avevo studiato!!
Cioè, non ci avevo capito un tubo di equazioni e proposizioni. Non sapevo nulla.
Mi morsi il labbro, e ora??
Quasi inconsapevolmente me lo torturai, sentendo un bisogno impellente di continuare.
Cavolo!! Se ci fosse stato Kanata, mi avrebbe aiutata!
Credo...
-Interroghiamo....
Oh no!!!
Sentii un tonfo al cuore e per poco non zombai per terra, portandomi anche la sedia.
Aya mi guardò. -Stai bene, Miyu-chan?
Annuii incapace di parlare.
-Vediamo... Kozuki?
Ahhhhhhhhhhhhhhh!!!!!, gridai nella mia mente, oddio non so nulla!!!!
Alzai tremolante la mano, abbassando lo sguardo quasi piangendo. -Sono io.
Piagnucolai.
Lei mi sorrise. -Perfetto... sei presente.
Non capii la frase della prof. Era un modo per insulatarmi?
-Kumi?
-Presente!
Appello!!!
Stava facendo l'appello....
........
..........
....
E perché diavolo ha detto 'Interroghiamo'?!!!!
Che poi... io sono la quindicesima della lista. Cosa centro io?
Forse era partita prima a fare l'appello e non avevo sentito.
Mi sporsi verso Aya. -Aya??
-Mhhh??
Questa mi guardò, spaesata. 
-A te ha chiamato?
Annuì, fortemente con un sorriso.
Aya nell'elenco stava prima di me, quindi...
Beh mi ero saltata una bella parte.
Ma a che pensavo?
A Kanata.
Già, avevo pensato a lui.
Arrossii violentemente, facendomi piccola piccola.
Che cavolino!
La prof interrogò tutta l'ora ma non mi prese.
Tirai un sospiro di soglievo quando suonò la campanella.
-Ahhhh!!!
Ritornai a sorridere, serena.
Stavo per morire appresso a quella.
Mi avvicinai a Chris. -Sei stata brava all'interrogazione!!
Lei mise il broncio. -Ho fatto pena!!
Cinguettò.
-Ma no!! Te l'avrei detto!
Non era proprio vero, ma infondo era stata davvero brava.
Non per nulla aveva preso 8.
-Hai preso otto!!
-E con ciò?
Mise a posto i suoi libri, senza guardarmi.
A volte dimenticavo che l'aveva con me, ma poi lei mi trattava da schifo, come se avessi ucciso qualcuno e lo ricordavo, improvvisamente con un colpo al cuore.
-Ahm.. senti Christine...
-Ora vado ciao!!!
Sorrise e corse fuori l'aula.
Intervallo.
Sospirai.
Aya e Nanami mi vennero incontro. -Che hai fatto a Christine???
Sospirai ancora, andai fuori.
Non appena aprii la porta vidi tanti gruppetti di ragazze fissarmi.
Sembravano...
Impossibile!! Gelose per cosa?
Arrossii, mi sentivo al centro dell'attenzione.
Forse perché lo sei, Miyu?
Oh bene!! Mi fa bene parlare con me stessa!
Mi avvicinai alla macchinetta.
Misi un euro e cliccai il '2' e il '7' e mentre lo feci si sentì un suono fastidioso e acuto, quando premetti i tasti.
Le patatine scesero. Le Highlander si riposavano dolcemente dentro al coso che raccoglieva i cosi.
Lo aprì e presi le patatine.
Quando mi voltai, le vidi ancora fissarmi e quasi sbattei cotro la macchina, perchè avevo indietreggiato.
Ma sobbalzai lievemente.
Tutti quegli sguardi non erano positivi, solo questo poteva essere sicuro.
Ma perché guardarmi cosi...
Quasi scappai dentro la mia classe.
E tremando chiusi la porta e mi ci appoggiai sopra, sospirando, sentendo il pacchetto fare rumore.
Poi risi, che cretina!!
Avevo bisogno di Kanata.
Mi mancava.
Volevo stare con lui, quel sabato e quella domenica erano volati.
Stare con lui era pazzesco, mi faceva sentire amata, sentivo che lui provava qualcosa per me e questo mi rendeva super felice perché io lo amavo e volevo essere qualcosa in più per lui.
Se potessi, vivrei solo di lui.
Anche solo pronunciare il suo nome, mi metteva un'allegria fuori dalla norma.
Mi faceva sentire unica e troppo felice.
Sentivo il bisogno di aiutarlo.
Kanata era triste, anche se non lo dimostrava, lo era davvero.
Non poteva tenersi tutto dentro ed io volevo farlo sbloccare, più che altro era quello a cui tenevo e ci sarei riuscita. Lo avrei fatto amare libero.
Forse, non amare me.
Ma avrebbe amato e davvero questo mi bastava.
Andai al mio posto e mangiai le patatine, ritornando a pensare.
Alcune volte pensavo 'e se un giorno non lo amassi più?'.
Oppure... 'e se lui non mi vuole?', 'e se lui non mi vorrà un giorno?', o ancora 'se le nostre strade si divideranno?' oppure 'se lui non è quello giusto?'.
Però, ora, è cosi perfettamente fantastico. Giusto.
Non voglio che accada.
Staremo sempre insime. E' una cosa che può accadere?
Quanto sono stupida! Ho appena 13 anni, probabilmente è solo una 'cotta'.
Anche se io la sento cosi forte, cosi vera e limpida.
Sono una vera stupida se pensassi di rimanare per sempre con lui.
Kanata si stancherà, forse anche io.
E forse è un bene, non potrei vivere sentendo la sua mancanza.
Kanata è quello giusto per me?
O arriveranno altri? Se arriverrano, ovvio!
Mi sento cosi triste. Non voglio lasciarlo. Perché dovrei?
Ma forse sbaglio, devo essere un po' più serena; ciò che succederà, succederà.
Sorrisi, un sorriso amaro.
Guardai il banco e poi fui richimato dalla voce di Nanami che mi chiedeva se potesse prendere una patatina dal mio pacchetto.
Annuii, calma.
Ciò che succederà, succederà.
Tranquilla, Miyu.

_____

-Vieni con me??!
Scossi la testa. -Scusami, Aya, vado da Kanata.
Lei mi sorrise maliziosa. -Ohhh, ma... capisco!! Beh allora... ciao ciao!!!
Trillò e con passo svelto andò via verso il bar della scuola.
Sospirai, incamminandomi. Credevo venisse Kanata a prendermi.
Ma non c'era all'uscita.
Non mi aveva detto nulla, però...
Oddio, io c'ho sperato e pure tanto!
Domani ritornava a scuola.
Sospirai ancora. E' così l'amore??
Ti deludi per così poco?
No, beh. Non è poco!
Voglio che Kanata venga qui, mi prendesse la cartella e mi baciasse.
Poi sarei arrossita o incavoltata, ma io lo voglio.
Perché non ci sei?
Abbiamo 13 anni. E' ancora presto.
Mentre andavo verso il tempio, incontrai Christine.
-Christine!!!
Gridai, di getto, buttandomi verso di lei la quale si girò, sgranò gli occhi e corse via.
Correvo verso di lei, ma quando la vidi andare via, mi fermai.
Avevo il fiatone e ora mi sentivo davvero più male di prima.
-Chris...
Dissi in un sussurro, delusa da me stessa.
Avrei dovuto lasciare Kanata, per Chris. Ma non volevo, non voglio!!
Solo l'idea, mi fa piangere.
Mi fa troppo male!!
Non voglio, scusa Christine.
Forse sbaglio, forse no. L'amicizia viene prima dell'amore.
Al posto mio, non avresti rinunciato cosi, Chris.
Non l'avresti fatto.
La tua è una cotta, voglio che sia un cotta. Mi sentirei meglio a sapere che non è amore.
Chris. Mi dispiace.

C'era tanto silenzio e la casa era molto pulita.
Ammetto che Kanata era maniaco dell'ordine. Era una cosa che avevo notato subito appena ero venuta qui.
Ogni volta mi sgridava, voleva una casa perfetta. -Un tempio deve essere pulito e in ordine....
... per riflettere il benessere interiore che tutti dovremmo avere nell'animo. Lo sapevo a memoria.
Era molto seletivo, odiava i ragni e i gatti. Amava la zucca e gli onigiri. Adorava la pasta italiana e odiava qualunque cosa fosse scotto e troppo cotto o crudo, rifiutava il pane ogni sabato e gli piaceva leggere manga o fumetti.
Ogni volta che entravo nella sua stanza, gli trovavo sparsi. Sparsi, già.
Perché solo ai suoi fumetti era permesso creare disordine.
Odiava musica, arte e informatica. Non era un patito della tecnologia e nè di sport.
Tifava per il Giappone e poi basta. 
Adorava la cannella e la lavanda. Gli piacciono gli alberi e la natura, adora il sakura (*), lo osserverebbe sempre. Tanto che gli piace che darebbe quel nome a sua figlia. Me lo ha detto lui, mentre cucinava la zucca. -Ad aprile, sbocceranno i fiori belli, verrai a vederli? A te piacciono? Io gli adoro, darei il loro nome a mia figlia.
Una frase come questa, è scioccante per uno come Kanata. Lo trovato dolce, però. Mi si è sciolto il cuore, davvero. Mi è parso strano, però, che Kanata si sia aperto con me cosi tanto. Okay, già è strano quando e se si apre con qualcuno, poi con me! A quel tempo non stavo insieme.
Oddio, insieme. Sorrisi, felice.
Posai la cartella per terra, un po' preoccupata.
Era molto facile che mi perdevo a pensarlo, ma questa volta dovevo rimanere concentrata. La stanza era troppo pulita, persino per uno come Kanata.
Una volta arrivò a brillare, ma questa volta.... sembra che ci abbiano portato il Sole! Ha luce propria, che sarà successo?
Devo dire che ogni volta che 'esagera', è perché è nervoso.
Quando è nervoso, si mette a camminare. Se è in casa, cammina e pulisce. Se è fuori, cammina e basta. E' piuttosto buffo, non si vede che è nervoso, se lo chiedi sbruffa e allora capisci. E' difficile però capirlo, Kanata è un tipo scontroso e chiuso. Non è cattivo, vuole solo proteggersi. Però sbaglia, tenersi tutto dentro è sbagliato. Ti uccide.
Sorrisi, ecco stavo pensando di nuovo a lui!
Era facile, molto semplice cadere nella trappola.
Andai in giro, nella sua stanza. Non c'era.
Uscii fuori, nel giardino all'entrata. Non c'era.
Andai nel giardino dietro il tempio e quello che vidi mi colse impreparata.
Non mi aspettavo di vedere il signor Hosho, che poi non lo conoscevo di vista.
L'avevo visto in foto e basta, a malapena lo ricordavo.
E' diverso da Kanata, ma hanno lo stesso sguardo.
Kanata era più simile alla madre, in effetti. O perlomeno, per quello che avevo visto in foto...
I due si fissavano, mi accorsi dopo che non era uno sguardo piacevole.
Quello che presumevo fosse il padre era molto... triste e anche Kanata infondo, ma più sicuro e........... era odio nei suoi occhi?
E' difficile che Kanata provava certi sentimenti, lo conoscevo da poco, vero, ma si vedeva che non era per queste emozioni forti. Il massimo che poteva fare era astio o giù di lì.
Odio? Puro odio? No, non era da Kanata.
Scossi la testa, chiudendo e aprendo gli occhi velocemente. Ancora quello sguardo.
Kanata parlò e io sobbalzai. -La polizia ne è proprio sicura??
Polizia? Polizia. Polizia...
La madre! Forse Kanata aveva detto tutto al padre. Forse.
Ma allora perché menzionare la polizia?
Vidi il 'padre' annuire, sicuro. -Quell'acca è 'sesso'.
Sgranai gli occhi, ancora prima di capire il significato della frase.
L'H'. Oddio... quell'H'?
Acca acca o acca acca?
Oddeo.
All'inizio non notai il piccolo brivido che avemmo io e Kanata, contemporeanamente.
Finché non parlò. -Come fanno a saperlo?
L'uomo fece spallucce. -Supposizioni.
Kanata sbottò. -Perché non hai continuato le indagini?? PERCHE'???? NON L'AMAVI? TE NE SEI FREGATO ALTAMENTE DI TUA MOGLIE, DELLA TUA..... QUELLA CHE TU CHIAMAVI 'VITA'!!!! PERCHE' SINCERAMENTE LEI ERA MORTA E TU TE NE SEI FREGATO PERCHE' HAI VOLUTO FARE COSI. 'FANCULO!
Kanata si agitava cosi tanto, gridava, urlava non sapeva che fare.
Non lo avevo mai visto cosi. Era una cosa spaventosa la sua rabbia, stava dando il massimo di sé, fregandosi del resto. Sorrisi, bene, si era sfogato.
Ero più tranquilla, si, ma impaurita. Tremai, non sapendo che fare.
Il padre -ormai era chiaro che lo era- aveva una faccia sconvolta, come la mia. Era difficile far arrabbiare cosi tanto Kanata. Anzi era impossibile. Non 'quasi impossibile'. Era proprio impossibile.
La potenza in cui lo fece, la carica di odio, era come una bomba.
Sentivi tutto ciò che sentiva lui e anche a me venne rabbia.
Avevo capito. Il padre sapeva, ma non aveva fatto nulla.
Sapeva del diario, sapeva dell'H, sapeva ogni cosa.
E non aveva fatto nulla.
Ora ciò che mi premeva sapere era cosa vuol dire quella frase.
"Quell'H vuol dire sesso."
Guardai Kanata, sarebbe scoppiato definitivamente. Aveva il volto arrossato, tremava e aveva gli occhi lucidi. Parlò piano, in un sussurro che mi fece quasi cadere dalla paura.
-Tu... hai permesso tutto questo. Tu l'hai fatta stare male. Non sei neppure capace di essere un uomo, figuriamoci se lo facevi per lei. Mi fai schifo. Se potessi, ti sputerei in faccia.
Tremò, con orgoglio.
Portai una mano sulla bocca, ascoltando e vedendo Kanata e il padre.
-Tu... sei uno schifoso codardo, tu sei uno schifoso codardo. Dicevi di amarla, ma pulisciti la bocca!!!
Disse, urlando.
Tremai ancora, incapace di fare altro. Il cuore nel petto martellava.
Vidi Kanata per la prima volta essere... libero e felice.
-Tu... porterai il tuo codardo culo alla polizia e dirai che le indagini si faranno!! Dirai quel che cazzo ti pare, ma porterai il tuo culo lì e anche accosto della vita porterai a termine quello che ho detto. Tanto.... non mi servi tu. Io voglio lei. Voglio mia madre e tu... me l'hai portata via.
Era tutto cosi strano.
Tutto cosi fottutamente strano.
Mi mancò l'aria per un secondo.
O forse di più, perché ora mi ritrovo stesa sul mio letto, la stanza è quasi buia.
Sono sola.
Mi ricordo le ultime parole di Kanata e il suo volto profondamente bastardo e deluso. Anzi, arrabiato.
Tremai. Oddio, non faccio altro che tremare!
E' stato talmente intenso. Mi portai una mano sulla fronte, sospirando.
Mi alzai, frastornata.
Oddio, che era successo?
Tutto troppo veloce.
Aprii la porta, impaurita e vidi Kanata venirmi incontro con un bicchiere d'acqua in mano che si rovesciò un po' per terra, visto che Kanata era sobbalzato dallo spavento della porta che si apriva, probabilmente.
Tremai e anaspai.
-Scusami!!!
Quasi gridai, ma lui mi sorrise, per poi guardare l'acqua a terra.
Era strano verderlo calmo. Tutto troppo veloce.
-Come stai?
Lo guardai, ricambiando il sorriso. -Bene.

_____


Ricordo il giorno della sfuriata di Kanata contro il padre, del mio svenimento e delle spiegazioni come se fosse oggi.
Avevo le punte delle dite gelide e mi toccai le guance, sentendomi meglio.
C'era puzza di vecchio, l'aria era viziata e c'era un poliziotto che mi fissava circospetto.
Arrossendo abbassai la testa.
Cavolo, che vergogna.
Ma quando uscivano Kanata e il signor Hosho?
Era da due giorni che le indagini erano riaperte sul caso della madre e c'erano pochissimi progressi. Fu stato consegnato l'agenda diario ai poliziotti. L'altro giorno avevano percuisito anche la camera della madre, trovandoci delle impronte e un po' di sangue ristagniato, che non avevano portato a nulla.
Dopo una settimana, avevano deciso di concedere al signor Hosho, il ri-inizio delle indagini. Il padre di Kanata aveva sborsato chissà quanto, ma l'unica cosa che aveva fatto -oltre a pagare- era abbassare la testa di fronte alla rischiesta del figlio.
Era strano, sembrava se ne fregasse di sua moglie.
La cosa mi metteva ansia, tuttavia, ma ero tranquilla.
Le cose si risolveranno, chissà quanto sapremo cosa sarà successo.
Kanata non mi voleva lasciare sola a casa, cosi oggi mi aveva portata qui. Ma mi ha lasciato con questo vecchio signore che mi fissava come se avessi ucciso qualcuno.
Oddeo!
Mi sfregai le mani sulle braccia, dandomi falso calore.
Faceva freddo, tanto freddo e in più c'era puzza di tutto qui.
Sembrava di stare in qualsiasi altro posto, non in un commisariato di polizia.
Feci una smorfia di digusto. Volete decidervi a pulire?!!!!!!!!!!
La porta si aprì e io mi rilassai un po' quando vidi Kanata uscire.
C'era anche suo padre e un poliziotto, ma sinceramente poco importava.
Mi alzai di scatto, con un sorriso a 378 denti, sentendomi più felice. Volli andare da lui ad abbracciarlo, ma quando mi guardò sorridendo, mi risedetti tranquilla e quasi senza bisogno di un abbraccio. Per un momento il suo sorriso mi aveva fatto riscaldare e dimenticare la puzza di quel posto.
Fu il poliziotto dietro il signor Hosho a parlare. -Bene signori. Vi contatteremo al più presto.
Kanata e il padre annuirono.
Sentivo l'adrenalina scorrermi dentro.
Fuori al commisariato mi sentii più libera.
Respirai aria pura non sapendo che dire.
Kanata mi aveva preso per mano e mi aveva dato un tenero bacio sulle labbra. Sentii le mie guance riscaldarsi ma lo seguii fuori. Il padre ci aveva visto?
-Che ha detto?
Domandai.
Kanata mi guardò e mi mise la sua gicca nera sulle spalle. -Hai freddo non è vero? Ti avevo detto di mettere anche un giubbotto.
Mi coprii meglio. -Non hai freddo tu?
Scosse la testa. -Hai le mani congelate. 
Annuii. -Beh, allora che ha detto?
Fece spallucce e poi mi raccontò tutto.
Mi disse che avevano parlato delle abitudini di sua madre, delle sue amicizie, di cosa mangiava, da chi andava per la depressione, cosa faceva durante il giorno. Queste tipo di cose che lui non seppe rispondere. Aveva parlato più suo padre naturalmente e ciò lo preoccupava. E se non dicesse la verità, si domandava.
Anche se devo dire che ci ho pensato anche io, non deve essere cosi duro con lui. Ora ha capito che ha sbagliato e farà di tutto pur di aggiustare le cose. Non deve disperarsi cosi.
Lui ha continuato scuotendo la testa, parlando del poliziotto grande e grosso che lo aveva interrogato. Gli aveva chiesto come aveva trovato l'agenda diario, con chi e bla bla bla.
Cose davvero inutili.
E se stavano sbagliando strada?
-E se stanno sbagliando strada?? Se non è quella.
Disse, agitandosi un po'.
Lo fissai, sconvolta. -Macché!! No, mica sono.... nahhh!!
Ridacchiai nervosa.
-Piuttosto, non glielo hai detto a Santa? Non sa nulla.... e neppure Akira, mi pare. Non sono nessuno per dirti a chi, quando e se devi dirgli qualcosa. Insomma, sono tuoi amici. Sono in pena per te, lo sono stati. Ma forse hai ragione, stare zitti............... è meglio.
Suonò come una domanda quel 'è meglio', ma lo era davvero.
Lui scosse la testa. -Glielo dirò dopo.
Respirò piano, guardando davanti a sé, con le mani in tasca.
Di profilo era ancora più bello con la felpa grigia e i jeans scuri, le scarpe da ginnastica della Nike nere, i capelli sparpagliati, le labbra sottili, ciglia folte e occhi penetranti.
Kanata era davvero un bel ragazzo. Ed era mio.
Mi batté il cuore talmente forte che avevo paura che Kanata lo sentisse e anche suo padre dietro.
Se ne stava tutto solo, a fissare il pavimento.
Non si era neppure lavato. Questa mattina Kanata la svegliato presto, non ha svegliato me ma mi sono svegliato comunque. L'unica nota positiva è che ho saltato la scuola.
Ma mi manca Nanami, Aya, Santa, Nozomu... e Chris.
No, Kurita no. Perché dovrebbe mancarmi?
Beh, forse si, ma non in quel senso.
Mi manca solo il suo lato dolce. Tutto qui.
Oggi c'era interrogazione di matematica.
Era martedì e la settimana era ancora lunga. Avrebbe avuto tutto il tempo per interrogarmi.
Mi avvicinai al signor Hosho e gli rivolsi un sorriso di dispiacere, ma comunque gioioso.
-Non mi voglio intromettere nella sua famiglia, signor Hosho.
Lui mi fissò di più, con gli occhi lucidi, con il morale a terra.
Continuai. -Credo che però, Kanata abbia fatto cosi solo perché voleva e vuole sapere la verità su sua madre e lei, in qualche modo, glielo ha impedito. Non si scoraggi, lo conosce no? E' furbo, agile e astuto. Non è cattivo e saprà perdonarla. In cuor suo, lo ha già fatto.
Dissi davvero con il cuore in mano. Più sincera di cosi...
Lui aveva sbagliato e dirgli il contrario... non era giusto.
Lui annuì. Non sembrava molto ripreso.
Il mio sorriso si smorzò e guardandolo non mi arresi, indurì la mascella e continuai il monologo. -Mi permetta, non sono nessuno per dirle ciò che ormai ho già detto, ma non deve reagire cosi. Kanata ha bisogno di lei, è il momento di rifarsi di uno sbaglio. La prego, non lo deluda ancora.
Fu il colpo di grazia.
Il signor Hosho si fermò di scatto ed ebbi paura di aver osato troppo.
No, perché avevo osato troppo.
Mi morsi il labbro, ora mi picchia.
Si girò verso di me con una strana luce negli occhi.
-Hai ragione Miyu. Sono stato stupido ed egoista, anche se credevo di farlo per lui, non era cosi. E' il momento di riprendermi e di riconquistare la fiducia di mio figlio. Gli voglio bene,  è l'unica cosa che mi rimane. Ma tu, piccola Miyu, grazie. Penso di parlare a nome anche suo se dico che sei fantastica. Ti sei caricata il peso di Kanata e anche il mio, hai risolto il mistero e mi hai reso un uomo vero. Non potrò mai ripagarti. Ma grazie di essere riuscita dove io ho fallito. Grazie piccola e dolce Miyu Kozuki. Puoi stare da noi quanto vuoi, anzi se resti di più è meglio. Intanto, però, dammi del tu.

_____

Il mattino dopo andammo a scuola.
Io ero in ritardo e Kanata non mi aveva svegliato, di solito o dormivamo insieme oppure mi svegliava con un bacetto innocente e dolce e cosi io facevo un sorriso da ebete e mi mettevo a ballare in bagno e a ridere. Una volta mi aveva beccato. Ero diventata tutta rossa e lui mi si avvicinò dicendomi che ogni volta che volevo baciarlo lo dovevo fare cosi da 'evitare di fare spettacolini invitanti con quel sederino che mi ritrovo'. Ecco, è stato imbarazzante!
Quella volta però, il padre era uscito subito, era andato nel commissariato.
Meno male, non sapeva ancora di me e Kanata ma credo che l'ha capito un po'. Mi beccò a fissarlo. E anche a lui, beccò. Dice sempre 'perché fissi il sederino della piccola Miyu?'. Io divento rossa e Kanata borbotta. Il padre ridacchia. Hanno ri-acquistato un bel rapporto, si parlano un po'. E scherzano, alcune volte mi prendono anche in giro. Tutte le volte che lo fanno Kanata mi fa l'occhiolino e il  mio cuore, invece, fa bum bum.
Sospirai, sorridendo a 324 denti e fissando il mio riflesso sullo specchio.
Spazzolai bene i denti e mi lavai la faccia. Mi truccai un po' e, dopo essermi vestita, uscii.
Anche se era passata una settimana dovevo abituarmi al fatto che Kanata era ritornato a scuola. Tutti lo avevano accolto con un sorriso e Santa si mise a piangere. Inutile dire che Kanata lo stava quasi per uccidere.
Le ragazze gli trillarono 'bentornato'. E dico tutte le ragazze, tutte le ragazze dell'istituto.
Aya lo disse in italiano, Nanami in giapponese, Nozomu in inglese.
Kanata sbruffò. -Non mi siete mancati per niente.
Io risi, ma gli altri quasi si offesero.
Ma Santa... no, rise anche lui.
Quello, quello era il nostro Kanata.
Ora di educazione fisica.
-Ragazze, povero Kanata.
All'inizio non capii la frase di alcune ragazze, ma poi mi ricordai che Kanata e il professore della materia  non avevano un buon rapporto.
Che brutto..., pensai triste guardandolo appoggiato ad un ramo.
Eravamo 'fuori' la scuola e aspettavamo il professore.
Intanto tutti guardavano Kanata, le ragazze ridevano; sentivo che commentavano il mio ragazzo, metre i ragazzi lo invidiavano.
Dejà-vù. Ebbi una sensazione di dejà-vù.
Certo, accadeva tutte le volte!! Tutti quei sguardi erano programmati, visti e rivisti tante volte ma c'era qualcosa di diverso.
Tutte sapevano che io e Kanata stavamo insieme -solo il pensiero mi fece morire per la troppa vergogna e gioia. Ma loro parlavano di altro.
-Secondo me, quando si è messo correre lo ha fatto per lei,la sua ragazza, ripeteva sempre il suo nome.
Si era messo a correre? Lei? Suo nome?
Ma che stava succedendo?
-Beh, poi non si lamentasse!! Se ha avuto la sospensione...
Di lì in poi non ascoltai troppo sconvolta.
Ragionai, a bocca spalancata fissando il grupetto di ragazze che continuava a parlare.
Kanata aveva corso per lei, mentre ripeteva il mio nome, e per questo si era beccato la sospesione. Giusto?
Ora, chi è lei? Perché ha corso? Perché Kanata ripetava il mio nome??? 
Infondo, ora che ci pensavo bene, Kanata non mi aveva mai detto il vero motivo della sua sospensione (** nda da leggere, è importante).
Tremai. Kanata.... tu....
Che hai combinato? E soprattutto che centra il prof. educazione fisica?
Perché si, hanno menzionato anche lui, le oche.
Il professore entrò, più ciccione che mai. Oddio, non volevo offendere nessuno.
Fece l'appello e quando arriverò a 'Saionij', sorrise.
Il mio cuore pompò forte.
-Saionij...
Disse quasi languido. Kanata alzò gli occhi al cielo ma il prof., per fortuna, non lo vide.
-Saionij, quale onore. Ci rincontriamo. L'altra volta non sono venuto, ti sono mancato? E tu, poi, sei stato anche sospeso, ma chissà perché.
Accennò una risata maligna. Era viscido.
Chissà perché, già!
-Professore.
Kanata lo salutò, accenando un sorriso malizioso.
Non era come quelli che faceva a me, però era comunque da svenimento.
-Ti è passato il mal di guancia?
Mal di guancia?? Era un modo di dire??
-Fa' un po' vedere??  C'è ancora il segno?
Segno????!! Quale segno??
-Povero piccolo, il tuo bel faccino sfreggiato. O ma è immacolato. Tranne un piccolo segnetto vicino all'orecchio. Ops, colpa mia.
La sua risata fu viscida e orribile.
Lo stava prendendo in giro e Kanata non rispondeva.
Notai che ora il prof. e Kanata erano proprio appiccicati e la mano del prof. aveva girato dalla mia parte la faccia di Kanata. Il mio cuore smise di battere per due o tre secondi. Poi riprese quando Kanata rise un po'.
Oddio, ma sei stupido? Non ridere Kanata!! Non farlo arrabbiare!
-Sa, professore, infondo ha colpito solo la mia guancia. E il taglietto sta solo sulla mia faccia.
Sbaglio o era un modo per dire, di te, dentro di me, non me ne importa un fico secco, non è che se mi hai dato una sospensione e -a quanto pare- mi hai dato uno schiaffo e quindi  io sto male e piango ogni notte?
Ne aveva di coraggio. O meglio di orgoglio.
Dovevo fare qualcosa di questo passo Kanata si beccava un'altra sospensione.
-Vuoi vedere che se ti do' un'altra sospensione tu cambi idea?
Ecco appunto!!
Oddeo.........................!!!!!
Mi morsi il labbro nervosa.
Fingere un malanno? Non so fare l'attrice.
Andare in bagno e poi schiacciare l'allarme anti-incendio?
No,  qualcuno potrebbe morirne.
E allora cosa??
Forse, solo avere fiducia in Kanata.
Kanata non rispose, aprì la bocca ma la richiuse subito. Si vedeva che aveva qualcosa da dire ma che aveva capito che non poteva dirla.
O santo cielo, grazie al cielo!
Sospirai, meno male!
La mano del prof. lasciò la faccia di Kanata, non dopo avergli dato uno schiaffettino col dorso della mano. Sorrise vittorioso, probabilmente del mutismo di Kanata.
Però, a me questo non piacque!!
Rispondigli Kanata!!
Sgranai gli occhi, oddio no! Scherzavo!
Mi agitai, Kanata non doveva rispondere, poteva rischiare una nuova sospenzione.
Kanata infatti non parlò. Fu Mako a farlo.
-Prof., non può parlargli cosi!
Tutti gli sguardi furono su di lei. Aveva il broncio e sembrava piuttosto ostinata.
Il fatto che parlò mi dette fastidio e mi fece sentire cattiva, perchè essendo la ragazza di Kanata dovevo difenderlo io. Già, lo ero.
Sorrisi, davvero felice. E il professore lo notò.
-Kozuki... vero? Sei Kozuki. Cosa hai tanto da sorridere, la tua amichetta ha difeso Kanata e tu sorridi. Signorina Kozuki, illuminaci.
Fu ancora più viscido.
Io arrossì, non sapendo che rispondere e intanto il tempo passava.
Il cuore pompava forte nel petto e vidi ora che gli sguardi si fermavano sulla mia figura.
Il professore rise maligno e capii che stava per parlare. -Signorina, se non riesce a difendersi, stia ferma e ben zitta. 
Lo sguardo di Kanata su di me, fu strano. Mi sorrise dolce e guardò il professore.
Ora era lui che stava per parlare.
Cosi, la prima cosa che mi venne in mente la dissi. -Eeeeee!!!
Ammetto che non aveva senso.
Arrossii ancora e continua con la frase. -Non ho detto nulla per rispetto, ciò quella cosa che lei non ha. Non può parlarci cosi, noi non le abbiamo fatto nulla. Kan-Saionij non ha fatto nulla, è lei che è uno.... strano.
Il professore sgranò gli occhi. Kanata rabbrividì come un po' il resto delle persone.
Ma non le guardai altrimenti perdevo la forza. Sfudai con lo sguardo il professore, non abbassai la testa, agguerrita.
-Con tutto il rispetto, non crede che pretendiamo anche noi il rispetto? E anche delle scuse?
Kanata anasposò, sgranando gli occhi. Scosse la testa, fissandomi sconvolto come per dire che stavo sbagliando. E forse era vero, ma sbagliare era anche restare in silenzio.
Il professore mi venne incontro.
Voleva menarmi.
Successe tutto a rellentatore ma non ebbi proprio la capacità di capire ciò che stava succedendo.
Il prof. mi si avvicinava e Kanata si mise tra me e lei, parandomi ma quello che mi colpì fu il preside della scuola che si avvicinò a noi e urlò contro al professore.
Lo mandò via. Da scuola.
Si girava voce che fosse espulso da scuola per sempre, lo stesso giorno, nell'ora di matematica. L'avevano cacciato immediatamente.
Il preside alla fine dell'ora di ginnastica aveva chiesto scusa da parte del prof e da parte sua, per quello che aveva dovuto subire.
Nell'ora di matematica, Kanata fu interrogato. Su quanto è accaduto.
Praticamente non aveva interrogato sulla vera matematica, ma su altre cose.
'Matematicamente parlando', disse la professoressa Honito, 'lui ha duplicato i suoi sbagli'.
E poi ci ha spiegato cosa volesse dire: aveva un brutto rapporto con il preside della scuola, il quale intanto era ri-tornato, non c'era più l'amico del prof. a comandare.
Kanata e io ci guardammo, scuotendo la testa.
Ancora ora penso che sia stata solo fortuna che il preside fosse passato in quel momento, a quell'ora, lui! Che non passava mai per la scuola.
Era un preside solitario, timido. Ma era simpatico, quelle poche volte che era venuto da noi, a pelle, mi piacque. E quando mi ringrazio e si scusò anche con me per il comportamento del prof., la mia ipotesi non cambiò. Era un bravo preside.
Quando tutto tacque, anche Mako e le ochette, mi avvicinai a Kanata.
Esatamente non sapevo come parti il discorso, di sicuro però era che questa mia insicurezza era a suo vantaggio, l'avrebbe sfruttata molto. Mi avrebbe fatto intimidire con il suo sguardo Super-KanataBoy. Mi piaceva Super-KanataBoy.
Ormai ero sua e il fatto mi piaceva tanto.
Arrossii quando mi fissò con un sorriso malizioso.
Ecco. Super-KanataBoy.
-Tu mi devi spiegare un paio di cose...
La mia voce mi uscì tremante, in un sussurro ma lui mi sentì.
Alzò le sopracciglia sospirando.
-Cosa?
Domandò sicuro.
Assottigliai le palpebre. -Della tua sospensione?
-Parli di macchine??
Battuta. Scocchiante.
Non risi, neanche per idea. Avevo bisogno di spiegazioni.
-Vieni....
Lo presi per il braccio e lo portai via sotto lo sguardo di alcuni suoi amici, o perlomeno con quei ragazzi con cui parlava. Li salutò, poi tirò il braccio quando entrammo nella terrazza e quasi caddi. Ma lui mi prese, mi voltò e mi baciò.
Le nostre lunghe danzavano e io arrossì.
Dovevo parlargli!! Dovevo...
Lo abbracciai e lui abbracciò me. -Ti amo...
Fu il colpo di grazia.
Ansimai un po' sulle sue labbra, si sentì il rumore e diventai un peperone.
Balbettai, borbottai. E Kanata rise.
Ma non se l'avrebbe cavata cosi.
-Mi devi dire...
MI baciò ancora, dolce. Un piccolo accennò, le nostre labbra si sfioravano e io mugulai.
Oddio.... stavao dimenticando tutto, il suo piano stava riuscendo. Perché era ovvio che non voleva farmi pensare e quandi parlare della sua sospensione.
Se faceva cosi, un motivo c'era. Era vero, ciò che dicevano.
L'aveva fatto per me??
Mi batté il cuore. Tenero.
Unì le mie labbra a lui, senza aprofondire, mille scosse e brividi mi attraversavano, sentivo le farfalle nello stomaco e il cuore in gola.
Oddio...
-Kanata, dai, ba-mi interruppe infilando la lingua.
Tentai di parlare, ma piano piano chiusi gli occhi, facendomi trasportare. Non so come ma arrivai alle barre del terrazza. Mi appoggiò e mise le mani ai lati del seno, prima stavano sui fianchi. Erano calde e morbide.
Profumava di sicurezza, amore, dolore, sicurezza, insicurezza. Colonia.
Mugulai ancora, cercando di stccare, ma lui era più forte di me e mi fece modellare completamente su di lui. Arrossì, più di quanto non avevo fatto. Tra un po' morivo di autocombustione. Ero un fuoo e anche lui.
Sentivo il desiderio e la passione che ci metteva a baciarmi e mi sentii in paradiso.
Già facevo fatica ad allontarlo, poi lui faceva cosi...
Mi dimenai, ma lui ridacchiò e quasi sollevandomi come una piuma, mi sbatté contro le barre.
Urlacchiai e lui rise ancora.
Mi baciò, mi fece sua solo con un bbacio, cn uno sguardo. Aveva gli occhi lucidi, mezzi aperti, le labbra troppo sexy e uno sguardo da paura. Era perfettamente perfetto  quando baciava. Il modo e l'espressione che faceva mi facevano impazzire. 
Strinzi gli occhi, dimenandomi. Mi piaceva farlo, perché poi  lui doveva abbracciarmi e tenermi stretta di più per farmi stare ferma.
Probabilmente passò un anno, una vita. Non so.
Lo stavo amando però. Ed era bellissimo.
-Ti amo.
Mi disse, sincero.
Sorrisi, quasi risi dalla contentezza e lui con me.

-Non hai risposto alla domanda, però.
Sussurrai. Eravamo ancora sulla terrazza, ci stavamo saltano un'ora ma non importava.
Lui fece spallucce guardando il cielo e appoggiandosi con le mani a terra, seduto.
Anche io ero seduta, vicino a lui.
Ma Kanata era più sexy.
Arrossi. Che cavolo...
-Perché sei stato sospeso?
Non mi rispose, fissò ancora il cielo.
Sorrisi, guardandolo. Varei dovuto girare la testa, per non farmi guardare. Ma lui fece il mio stesso sorriso. Di consapevolezza.

Anche se non lo disse, lo capii. Non lo volevo assillare troppo, non era Kanata se lo ammetteva. E io non volevo che fosse un'altra persona. Non mi dispiaceva che non l'avevo sentito dire direttamente da lui ma comunque mi bastò.
Kanata mi aveva sorriso e con quel sorriso avevamo parlato.
Sarebbe stato bello se l'avesse dett davvero, sarebbe stato più rassicurante.
Ma non c'è ne bisogno, anche se non lo fa, non mi importa. Io so che Kanata mi ha parlato, non lo ha detto a parole udibile as orecchio umano. 
Mi ha sorriso, colpevole. Quasi annuendo, guardando il cielo.
Alcune volte ho paura, penso che lui abbia paura e si vegogni di me e dei sentimenti che sente per me e dei sentimenti che provo io per lui. E allora mi basta tutto e mi sto zitta.
Ma Kanata mi ha sorriso e dopo mi ha abbracciata.
E forse ha riso, davvero.
Ma ha sorriso, quasi annuendo, mi ha abbracciata e forse ha riso.
E lo amo. Chi non lo fa, non lo conosce. Nessuno lo amerò come ho fatto e faccio io. Me lo sento, è normale.  Mi piace, il suo modo di fare. Non mi scoccia. Perché dovrebbe?
Mi sono ritrovata molte volte a pensare a questo. Kanata potrebbe scocciarsi, infondo è facile scocciarsi di me, sono molto infantile. Diversa dalle altre. In modo peggiore. Ma Kanata... è... lui mi capisce. Sono stupida, sono dieversa. Non voglio essere cosi.
Non voglio.
Ma a Kanata piaccio e forse penso... non è poi cosi tanto male essere diversi, no?

All'uscita da scuola, Chris non c'era più, si era volatilizzata.
-Miyu?
Mi chiamò Kanata, con tono scocciato. Non sapeva cosa stavo facendo.
Ce l'ho dovevo anche spiegare? Non poteva arrivarci da solo?
Sulla via del ritorno gli raccontai tutto.
Kanata mi prese per sciocca, per lui Chris era un po' viziata e ce l'aveva con me solo perché io ho rubato il suo giocattolino. Sentire Kanata chiamarsi 'giocattolino', fu ridicolo e buffo, ma comunque compresi il significato delle sue parole.
E non mi trovai daccordo. Lei amava davvero Kanata, lo guardava con amore ma Kanata questo non lo ha mai visto. Mi ricordo quando ci diceva che sognava che Kanata si accorgesse di lei e del suo sorriso felice quando lo vedeva. Ma 'non era mai accaduto'. Gli dissi ch prima o poi Kanata se ne sarebbe accorto e l'avrebbe amata.
Oddio, che avevo fatto. Che schifo di amica!
Misi il broncio per tutta la durata del tragitto. Kanata non disse nulla, le mani dentro le tasche del pantalone del tuta. Guardava il cielo, pensava alla mamma?
Ero due volte egoista, pensavo a Christine invece che a lui, in quel momento.
Lo fissai e lui continuò a osservare il cielo.
Per un po' andò avanti cosi ma poi lui mi guardò. -Cosa?
Arrossii, era scontato che dovessi arrossire!
-Niente...
Biscicai. Ci furono lunghissimi attimi di silenzio, ebbi pure paura di pensare.
Fu Kanata a romperlo e io quasi morì, soffocandomi con l'aria.
-Oggi andiamo al commisariato. Tu non vieni. L'altra volta ho sbagliato a portarti, a parte il fatto che ci sono brutte persone lì e poi non mi piace lasciarti sola e poi tu non centri. Non devi immischiarti in questa storia noiosa e monotona. Tra un po' non ne vorrai più sentirne parlare, io stesso mi sono scocciato.
Rabbridii. Avevo ponderato tutte le sue parole, tutti i suoi suoni per capirlo meglio. Non capitava spesso che parlasse cosi tanto e quando lo faceva c'era un perché, ovvio... come a tutti ma a lui era più rafforzato. Era molto chiuso e il suo cambiamento era stato ad impatto ambientale.
Risi della mia sciocca battuta. Non volevo offenderlo,era un pregio stare zitti e pensare prima di parlare. L'unica nota positiva era che lui era chiuso il che era totalmente diverso dal 'parlare prima di pensare'. Non volevo essere dura con lui, ma doveva essere più sciolto, riconosco delle cose però, l'ho ha detto e l'ho fa capire. Fa cosi per proteggersi.
Da tutti e tutto.
Era difficile, pesante la vita per lui.
Mi rattristii. Alcune volte mi domandavo se tutto questo aveva senso: chi aveva poco e chi soffriva tanto. Se avessi potuto, l'avrei fatto. Dico, di soffrire.
Effettivamente mi ritengo fortunata, non ho mai ricevuto batoste cosi grandi pari a quelle di Kanata. Ed era un bene. Ma comunque era ingiusto.
Era venuta dai Saionij perché mio padre stava male, mia madre era una dottoressa e per operarlo dovevano andare fuori Giappone. Erano in America.
Quando li chiamai perché mi vergognavo del bacio passionale di Kanata, mi ero un po' pentita. Mio padre stava male e io pensavo a me. Era egoistico e piuttosto ingiusto.
Tutto era ingiusto, anche morire.
La madre di Kanata è morta, il fratello, lo zio di mia madre sono morti. Due amici di mio padre, davvero simpatici e gli unici gentili, sono morti.
E' brutta la parola 'morti'. O 'morire'.
O forse solo relativamente?
-Cosa c'è? Non controbbatti? Mi aspettavo una sfuriata, sai?
Il suo tono e il suo sorriso sensuale mi fecero morire d'infarto.
Era stupido e ingiusto che Kanata mi facesse questo effetto e mi chiesi se mai l'avrei mai provato con altri. Sarei riuscita ad amarli? Forse, più di Kanata?
A quest'ultimo, sorrisi, sghignazzando. 
Saltellai verso le scale e le salii.
Kanata mi chiamò, più volte. Fu la prima volta che lo sentii... con un tono piuttosto deluso, lasciando trasparire n modo giocoso i suoi sentimenti
-Miyu! Dai, ritorna qui! Aspetta!
Rise.
Lo trovavo ingiusto.
La sua risata era tanto bella per essere precusa al mondo.
Avrebbe dovuto ridere di più, mi faceva sentire bene. A casa.
Mi dimenticai di tutto, rilassandomi.

_____

La ragazza bionda della spiaggia venni a sapere che si chiamava Michelle.
Nome da p.?
Forse, ma lei lo era di sicuro.
Era la figlia del signora che mi fissava sempre al commissariato.
Alla fine, Kanata, mi ci aveva portato.
I poliziotti avevano bisogno anche di me, infondo. Cercavano di interrogare più e più persone, avevano chiamato tutta la famiglia del padre e della mamma di Kanata, compresi gli amici e i vicini.
Fu il padre di Michelle a chiamare a tutti questi.
Signor Hiu. Michelle Hiu.
Che nome...
Beh, il nome non aveva niente, giusto!
Beh... oddio..............
Ogni volta mi veniva un coniato di vomito quando ero costretta ad affrontare il terribile tanfo di quà dentro. Fu ancora più brutto quando vidi Michelle Hiu uscire tutta pennelata dalla porta sulla mia destra. Sgranò gli occhi e quasi le caddero le ciglia finte.
Quasi risi alla mia battuta.
E poi rabbrividì, per il freddo.
Fece una smorfia e il suo viso impeccabile pieno di fondotinta fu rovinato.
-Che ci fai tu qui?
Mi venne subito in mente 'mi conosceva?'.
Balbettai un po', ancora pensante.
-Ehm... e tu?
Finsi di non averla vista prima da lontano con il padre a chiaccherare.
Di certo non mi aspettavo questo.
Fu più scioccante vederla vicina a me, mentre mi parlava.
Fu scioccante e irritante. Forse, era meglio che fossi venuta.
Se non c fossi stata la bionda-Michelle avrebbe potuto ritentarci con Kanata, giusto?
Che poi, chissà cosa poteva fare!
Non sentii la risposta di Michelle. Ma vidi il suo sedere dondolare via verso l'uscita e un po' mi calmai.
Erano quasi due settimana che veniva nel puzzo-club e non l'avevo mai vista.
Non ci eravamo mai incontrate. Strano no?
Fu ancoa più strano quando mi chiamarono.
Un poliziotto uscì dalla porta dove erano entrati da quasi due settimane Kanata, lui e il padre e mi chiamò. -Miyu Kozuki?
Quando entrai nella stanza cupa, tre paia di occhi mi scrutavano, oltre a Kanata e al padre c'era un signore  che annotava qualcosa su un foglio bianco, vicino alla grande scrivania dove c'erano Kanata e il padre e alla parte opposta il poliziotto che mi aveva chiamato.
Mi sentivo un po' stordita, se ero entrati qui lo facevo solo per lui.
-Si sieda.
Mi disse, indicandomi la sedia vicino a Kanata, aggiustandosi meglio sulla sua.
Sorrisi, cordiale, presi la sedia, la mossi e mi ci sedetti.
Kanata fissava un punto della scrivania, incolore.
Lo fissai, angosciata e preoccupata, anarco un sopracciglio.
Il poliziotto parlò. -Siamo venuti a capo, signorina Kozuki, di alcune cose. Tali cose possono avere delle ripercussioni. Come faceva a sapere di un diario?
Il poliziotto aveva un tono pacato e professionale, un po' nasale ma tranquillo.
Quando però capii il significato delle sue parole, balzai sulla sedia quasi gridando e ansimando.
Vidi Kanata anaspare e il padre portarsi una mano sulla fronte.
Se avevo capito bene, mi stavano accusando di qualcosa?
Un po' impaurita e insicura risposi. -Come?
Il poliziotto, dalla targhetta sulla divisa 'signor Kèito', si schiarì la voce accenando un sorriso come se stesse parlando ad una pazza. In quel momento, effettivamente, potevo sembrarlo.
-Dicevo, lei come sapeva del diario?
-Signore, la mia era... non so, anche io ho un diaro. Ci annoto tutto e... ho pensato che anche la madre di Kanata ce l'avesse.
Dissi, tramante. ero nel giusto, eppure ero un po' agitata.
Il signor Kèito annuì, ancora con quel sorriso. Si lisciò la sua divisa celeste chiaro e tiò dentro con la pancia al passaggio della mano.
-Va bene va bene.
Farfugliò, in un sussurro disperato.
Scrisse qualcosa su di un blocchetto e i suoi occhi brillavano verso di me.
-Potrei vedere il suo diario?
-Mi scusi, ma la ritengo una cosa personale.
Dissi, con voce atona. Ero arrabbiata, un poliziotto... non me lo sarei mai aspettato.
-Dovrete contattare la caserma dei carabinieri.
Kanata si sporse verso di lui. -Se lo scordi, ariveremo a chimare anche i pompieri di quesyo passo. Le stiamo dando tutte le possibili informazioni e domani interrogherà altre persone. Non le basta??
Il signor Kèito scosse la testa. -Come le ho già detto, di questo noi non ce ne occupiamo.
-E io... noi che siamo venuti a fare qui da voi?
Kanata stava risponde male al poliziotto ed ebbi paura che potrebbe avere dei danni.
Il signor Hosho fissava il pavimento, serio. Ma che aveva da' stare zitto?
Che cavolo! Stava zitto, non si difendeva!
Presi Kanata per le spalle.
-Signor Kèito, la prego ci scusi un attimo.
Quando uscimmo fuori c'era il signor Hiu che ci fissava.
Che palle, quell'uomo.
-Kanata, non puoi rispondere cosi. Anche per rispetto! Potrebbe farti finire sull'astrico!
Kanata accennò una risata. -Non è un mafioso.
-Non eri stato tu a dire che qui c'è gente brutta?
Rise, questa volta per davvero. -Ma infatti! L'hai visto quanto è brutto?
Gli tirai uno scapello sulla testa. -Scemo! Gioca le tue carte bene, chiaro?

Il signor Kèito si occupò di tutto lui.
Il giorno dopo interrogò i famigliari e non di Kanata e la settimana dopo ci chiamò.
Il commisariato, puzzava di fumo.
Non rividi più né il signor Hiu né sua figlia.
Michelle. La biondina carina.
Mi chiesi che fine aveva fatto, ma poi mi concentrai su una persona che Kanata e il padre sembrava conoscere. Quando lo videro sgranarono gli occhi.
Eravamo entrati nello studio del signor Kèito e a quanto pare ci aveva conservato una sorpresina. Saremo stati potri a scartarla? O meglio sarebbero stati pronti a scartarla?
-Hokichi, cosa ci fai qui?
Sgranai gli occhi ricordando le parole del poliziotto.
"Ho scoperto qualcosa".
Che fosse Hokichi il colpevole?
Lo fissai, dovevo sentirmi sollevata? O felice?

Fu giusto un momento per spiccare un volo a bassa quota.
Che poi tutto crollò.
E caddi. Insieme a Kanata. E al padre.

(*)= è una pianta ornamentale famosa in Giappone per i suoi fiori primaverili. In Giappone è una tradizione osservare questi fiori di ciliegio. Effettivamente, sono bellissimi.

(**)= è vero? Non lo sapeva?? Non ricordo se l'ho messo o meno e non riesco a trovarlo. Se per favore me lo dite voi. Cercherò di impostarlo meglio (il capitolo) e di stare più attenta *me imbarazzata*.
Bene, è crudo vero?? C'è qualcosa che non avete capito? O che ho saltato?
Mi pare di aver detto tutto. O no?O.O
Un'altra cosa, ho notato che ci sono errori nei capitoli e forse ci sono in questi e ci saranno. Scusatemi.
Altra cooooosa xD dicono professore... ma loro stanno alle medie.
Cioè alle nostre medie. Perciò...

Beh, spero di avervi colpite in bene xD
Non voglio deludervi, ci metterò tutta la vita ma lo finirò bene, caspiterina xD
Ora, bye-bye.

P.S. I cognomi sono inventati!!!



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Capitolo 27
*** Dolore ***


E' stato difficile trovare il tempo e capire come farlo, spero piaccia ragazzi. Davvero, c'ho messo l'anima.
Un bacio e un abbraccio.
MissP;)

Orgoglio

{Ci sono cose che dovrebbero rimanere nascoste.
Io, Kanata nella mente.}

Capitolo 21-Dolore


Kanata's POV
-Ha notato qualcosa di anormale negli ultimi tempi?
Hosho diniegò con la testa.
Il poliziotto annuì, non molto attento, appuntando qualcosa su di un foglio pieno di scarabocchi.
-E la depressione?? Come la viveva?
Hosho scrollò le spalle. -Come vuole che l'avesse vissuta? Era depressa, ma si tirava su. Per noi.
Il signor Kèito annuì ancora distratto. Più lo fissavo e più mi era antipatico.
Se pensava di concludere e di mettere sotto gomba questa 'indagine' allora si sbaglia di grosso.
-Signore?
Dissi, con astio, mentre lo fissavo scrivere.
Alzò la testa verso di me e parlò. -Si?
Il suo tono era davvero irritante. -Sta ascoltando?
Balzò sulla sedia, guardandomi truce. -Le assicuro di si.
Lo fissai per ben cinque minuti, poi rincominciò con il suo insensato interrogatorio.

-Domani, incominceremo a interrogare altre persone, sempre che questo serva a qualcosa. Sono passati tanti anni, e mi sembra impossibile che ci sia qualcosa ma va bene. Avete deciso cosi, io seguirò gli ordini, ovviamente.
Scossi la testa, disturbato della demenza di un deficente.
-Signor Keitò, la sua opinione può tenersela per sé. Ci vediamo domani, allora.
Stava per risponedere a modo ma si tenne la pancia, esclamandò:
-Domani non dovete venire voi...
Aggrottai le sopracciglia. -Vorrei starci quando interrogherete altre persone. Ne abbiamo il dirittom no?
Anaspò, diventando paonazzo. -C'è qualche problema?
Scosse la testa, alla mia domanda. -Non si fida, per caso?
Ridacchiai, scuotendo la testa, alzandomi dalla sedia seguito da mio padre.
-Mi fido di lei. Certo. Il punto è che non mi fido degli altri.
Non era propriamente vero, ma mi piacque come risposi. Fu un'uscita ad effeto, o sbaglio?
Il poliziotto si riscosse. -Devo parlare con la signorina Kozuki.
Rabbrividii. Come?
-Cosa?
Dissi, nervoso.
Il poliotto non mi rispose neppure. Mi risedetti e lo fece mio padre.
Lo odiai di più in quel momento. Sembrava un cagnolino, cavolo!
E poi... per colpa sua ora Miyu era stata interpellata.
-Miyu Kozuki?
Quando entrò, tutta spasata mi sentii più calmo. Vederla mi faceva sentire sicuro e tranquillo.
Scrutò la stanza e poi si sedette alla sedia vicino alla mia, indicatogli da Kèito Jin.
Si sistemò sulla sua sedia, mentre fissavo angosciato un punto della scrivania.
Il poliziotto parlò, facendomi fremere. - Siamo venuti a capo, signorina Kozuki, di alcune cose. Tali cose possono avere delle ripercussioni. Come faceva a sapere di un diario?
Miyu quasi griò, dallo shock. E lo feci anche io, come si permetteva?
Anaspai e vidi mio padre tirarsi un ceffone sulla  fronte.
Roba da matti...
La sua voce mi destabilizzò. -Come??
Esclamò insicura. Sembrava un cucciolo in una gabbia di leoni. Notai il poliotto che scriveva, fissarla maligno. Rabbrividii, fu un momento quando mi schifai e mi preoccupai davvero.
Dimenticai persino di esistere e come si faceva a parlare.
Il poliotto riprese con un colpo di voce, accenando un sorriso. -Dicevo, lei come fa a sapere dell'esistenza di un diario?
La mia piccola rispose agitata. -Signore, la mia era... non so, anche io ho un diario. Ci annoto tutto e ho pensato che anche la madre di Kanata ce l'avesse.
Non se la poteva prendere con lei. Mi odiai per tutto il resto del discorso tra il poliotto simpaticone e Miyu perché non riuscivo a parlare. Tremavo.
Ma quando il poliziotto le chiese se potesse vedere il suo diario, Miyu espose i suoi artigli.
Sorrsi, ghignando. E per un po' fui in pace con me stesso.
Ma questo non mi giustificava, neanche Hosho poteva parlare, non potevo caricargli di qualcosa che almeno nel minimo, non era colpa sua.
Nel casino in cui siamo, però... lo è.
-Dovrete contattare la caserma dei carabinieri.
Fu un lampo, il colpo di grazia, mi ripresi, sporgendomi verso di lui.
-Se lo scordi, arriveremo a chiamare anche i pompieri di questo passo. Le stiamo dando tutte le possibili informazioni e domani interrogherà altre persone. Non le basta?
-Come le ho già detto, di questo noi non c'è ne occupiamo.
Sembravo cosi stupido? No, ma forse ero un ragazzino.
Si, lo ero. Ma non sono scemo. Nè stupido.
So quello che voglio e riuscirò a prendermelo.
Come ho fatto con Miyu. -E io... noi cosa siamo venuti a fare da voi?
Mi preparai ad attaccarlo nel campo fisico. Avrei potuto uccidere con quella penna dell'altro pliziotto che scorreva veloce sul foglio bianco, oppure bombardarlo di pugni.
Nessuno parlava né fiatava.
Sentii qualcuno prendermi per le spalle. -Signor Kèito, la prego ci scusi un attimo.
Non mi accorsi neppure che fui portato fuori , trascinato da Miyu.
Quando la sentii parlare ritornai con i piedi per terra, ancora scombussolato.
All'inizio non detti neppure molta importanza all'occhiataccia di un poliziotto verso Miyu.
Ma che hanno in questo commisariato?!!
-Kanata non puoi rispondere cosi. Anche per rispetto! Potrebbe farti finire sull'astrico!
Mi venne da ridere per il suo modo melodrammatico.
Quasi ghignai, facendomi prendere da uno stato di apatia. -Non è un mafioso.
Dondolai sui piedi vedendola mettere il broncio, per poi notare un luccicchio nei suoi occhi.
-Non eri stato tu a dire che qui c'è gente brutta?
Touché.  Risi, questa volta per davvero. Era rossa in viso e tremendamente bella.
Mi resi conto di quanto avevo bisogno di lei.
-Ma infatti! L'hai visto quanto è brutto?
Mi diede uno scapellotto leggero sulla testa, facendo dondolare i capelli.
Sentii il suo profumo di vaniglia e mi sciolsi.
-Scemo! Gioca le tue carte bene, chiaro?
Aveva ragione.
Tornammo dentro, ma continuai a fissarla.
Mi infondeva sicurezza.
Scoprire che mia madre era stata violentata e Hosho che non aveva fatto niente, mi aveva fatto dimenticare me stesso. Mi ero trascinato ancora in un baratro, diventando forse più chiuso. Se non ci fosse stata Miyu, avrei fatto come mio padre. Avrei lasciato perdere, diventando codardo. E forse mi sarei detto che anche se fosse, era passato troppo tempo e non potevo fare più niente. E forse mi sarei sentito male ma decisamente con l'anima in pace perché la mia giustificazione era abbastanza. E forse, sarei andato di matto perché per quanto amassi mia madre, non era riuscito ad affrontare tutto. E forse avrei dato anche la colpa agli anni. Troppo piccolo per prendere il coraggio a due mani.
Ho perdonato mio padre perché in parte l'ho capisco, avrei fatto come lui.
Ma lui non aveva una piccola Miyu. No, solo io ce l'avevo.
Ed era lei che mi aveva tirato fuori dal baratro.
Mi chiesi più volte perché Miyu era qui, da me. Da quando era arrivata erano successe delle cose.
Cose belle, cose come misteri legati a mia madre e... io che ero diventato più allegro.
Non aveva fatto altro che venire da me. E risolvermi i problemi.
Quindi, ero legato a lei. L'amavo.
Ma non perché avevo bisogno di un appoggio, non perchè mi sentivo solo.
Lei era destinata a me, è mia.
Ho bisogno di lei perché l'amo.
Potrei vivere anche senza di lei. Ma sarebbe una vita vuota, senza Miyu.
Mi piace come sorride, come si gode la vita.
Mi piace eprché è Miyu. Non è falsa.
E' solo lei.
Ed è fantastico.

Non potevo dire di essere felice ma sicuramente appagato.
Per due cose: non ero andato a scuola, cosi da non sorbirmi tutti quei succhiasangue di pettegolezzi, pur potendo stare con la mia Miyu e finalmente scoprire qualcosa di mia madre.
Ero nervoso, tremendamente nervoso, sapendo di dover andare al commisariato. E sapendo cosa sarebbe successo.
Strinsi la mano di Miyu, non sapendo che fare.
Mi dispiaceva vederla coinvolta.
Dovevo fare l'uomo -per quanto l'età me lo permettesse- eppure fu lei che mi aveva rassicurato.
Aprì la porta della stanza, preoccupato.
"Ho scoperto qualcosa".
Nonostante avevo la paura nel mio corpo, più che sangue, fui pronto e granzie alle parole del commissariato, spinsi la porta finché non l'aprii del tutto.
Nessuno parlò. Piuttosto fissammo.
Sgranai gli occhi, sentendomi ancora sull'orlo del baratro.
-Hokichi, cosa ci fai qui?
Notai il tono di Hosho reprimersi in un grugnito diperato.
Non sapevo che pensare.
Il mio cervello partì da solo.
"Ho scoperto qualcosa". Centrava con Hokichi...
O lui sapeva qualcosa oppure era lui il colpevole.
Vidi Miyu rabbrividire.
E di riflesso lo feci anche io. -Che sta succedendo qui?
Non riconobbi più la mia voce. Era rauca e impaurita.
Ancora, volevo scappare dalla verità.
Ormai c'ero dentro. Non potevo più farlo.
Restai dentro alla stanza solo perché c'era Miyu.
Il cuore mi batté forte e Kèito parlò. Quasi lo maledissi quando lo fece.
Le parole gli scorrevano dalla bocca e più il tempo scorreva più sapevo delle cose.
E più sapevo delle cose, più mi dissi che avrei dovuto lasciar perdere.
-Le pesanti accuse su questo uomo non hanno difesa. Penso che dovrete sedervi e poi vi dirò tutto ciò che so.

Era un sogno, un terribile bastardo sogno.
Mi scoprii a volerlo.
Ancora, sentii le catene che non mi portavano su. Ancora, sentii la pesantezza di tutto.
Perché non mi avevano lasciato morire in quel baratro, perché avevo dovuto veder la luce per poi morire in silenzio? Perché? Dover sentire tutto questo, senza far nulla.
Dover piangere senza di nulla a nessuno.
Ero egoista nel pensare che non volessi avere questo peso e volessi darlo ad altri?
Dover essere egoista per non sprofondarci di più e in profondità in questa storia.
In questa storia. Dover.
Sono cose prettamente egoistiche.
Era come se fossi uno spettatore più che il diretto interessato. E da spettatore, dovevo fare la mia parte da egoista perverso. Avrei preferito non vivere.
O perlomeno in parte.
L'unica nota positiva era Miyu.
L'unica.

-Hokichi, vuole dirlo lei?
Il diretto interessato non rispose.
Ma il poliziotto incalzò. -Signor Hokichi, glielo dica.
Guardai i diretti interessati, cercando di capirci qualcosa.
Il signor Kèito mi invitò ad accomodarmi, ancora.
-No, voglio sapere prima cosa sta succedendo. Cosa sta succedendo?
Quasi urlai. Vidi Miyu sobbalzare, mi prese la mano.
Era rassicurante. Piccola, calda e rassicurante.
Respirai. -Allora?
Questa volta fu Hosho a parlare. Finalmente, direi.
I due poliziotti si sedettero, sospirando.
-Abbiamo scoperto che il signore qui presente -indicò Hokichi, che guardai per un momento- sai chi è stato a uccidere la signora Francesca.
-Mi devo sedere.
Sussurrai, fissando un punto della maglietta del padre della mamma di Akira.
Aveva detto davvero quelle parole, Kèito? O era solo frutto della mia idea?
Avevo ancora la mano di Miyu nella mia. La tirai.
Alzai la testa verso di lei, di fronte a me.
Miyu stava piangendo, aveva gli occhi lucidi.
Mi guardò per un secondo. Poi guardò il poliziotto.
-In che senso?
Seguii una lunga pausa.
Alla domanda della mia piccola non c'era stata risposta.
Era una domanda sciocca.
Hokichi era colpevole, perché complice del bastardo che ha ucciso mia madre.
Lo fissai e per un secondo provai un cogniato di vomito.
Confesso che mi era sempre piaciuto. Sembrava un uomo sensibile e dolce.
Il giorno in cui venne a sapere l'accaduto, sgranò gli occhi lucidi.
Una mano sulla bocca. -Come?
Disse, strozzandosi quasi.
Era un bravo attore.
O copriva qualcuno?
In tutti e due i casi, faceva pena. E schifo.
Sentii un vuoto profondo, nel petto.
Era un dolore atroce, fastidioso.
Rivedevo mia madre morta, mio padre che mi mentiva e quelle persone che mi guardavano compatite. Vidi mia madre mentre preparava il mio piatto preferito, sorrideva.
Lei sorrideva.
Le hanno tolto tutto. Quel sorriso non avrò più.
Non lo rivedrò più.
Mi manca, mamma.
Mi manca terribilmente.

Una settimana dopo...

Santa mi abbracciò.
-Che fai?
Gli disse, guardandolo storto.
Sporse il labbro inferiore. -Ti abbraccio...
-Lo vedo!
Mi sorrise dolce. -E smettila!
Si imbronciò. Poi guardò il banco.
Mugugnò e disegnò qualcosa sul banco.
Fece la 'T'. Poi la 'I'. La 'M', 'A', 'N'.
Non continuò, perché avevo capito.
Risposi, gurdandolo negli occhi. -Chi?
Fece la 'L'.
Respirai con il naso, chiudendo la bocca.
Deglutì, sentendomi stanco, fissando le dita di Santa.
Guardai lui. Mi stava scrutando, non era nè trsite, nè dispiaciuto. Nulla.
Non era compiatito per me.
Era un amico, Santa.
Mi appoggiai al banco e annuì. -Si, mi manca.
Dissi, sciolto e disinvolto.
-Mh.
Assentì. Suonò la campanella e mi tirai al banco.
Colpì quello di Santa con due dita, era il mio modo di salutarlo.
Sedetti al mio posto. La ricreazione era finita.
Guardai fuori alla finestra, da qui si poteva vedere il tempo Saionij.
Era come un puntino, ma ormai lo distinguevo bene.
Era circondato da tanta vegetazione.
La mamma lo adorava. Diceva che "la natura fa bene" e  "si deve curare".
Ha ragione. Abbiamo pante di tutti i tipi.
In Giappone si usa. (nda, non lo so se è veramente cosi)
E io lo adoro.
Il prof. entrò. -Buongiorno, ragazzi.
-Buongiorno professore.
Non mi alzai, figurati.
Ritorna con lo sguardo fuori la finestra, appoggiando la testa sulla mano, con il gomito sul banco.
I miei capelli si scompigliarono, il vento...
Vedevo Santa osservarmi dall'altra parte della classe.
Il prof. di matematica incominciò a parlare.
Era un uomo bassino e scorbutico. E più volte c'avevo litigato.
Beh, con tutti litigo, io.
Sono abbastanza coerente, no?
Un'ora volò via. E così, si portò via anche tutte le lezioni.
Mentre stavo andando a casa, Santa mi richiamò. Vidi tutti quanti fissarmi.
Avevano saputo.
Sgranai gli occhi. Macché...
Impossibile, insomma solo Santa, Nozumu, Aya, Nanami e Chris lo sapevano.
E loro... non ne hanno parlato. No. Sicuro.
Vidi i miei amici farsi un po' tristi.
Lasciai i libri che stavo mettendo i cartella, per andare verso di loro.
-Ma che...?
Non mi lasciarono finire la frase. O meglio non mi lasciò finire la frase.
-Oh Kanata, che c'è? Vuoi la mammina? Ma lei è morta...
Disse una voce viscida.
Mi irrigidii. Chi cazzo era?
Voltandomi, lo vidi.
Vidi una persona che non mi sarei mai aspettato di vedere.
Per molto tempo avevo cercato un pretesto per spaccargli la faccia. 
E ora, ce l'avevo. Non c'era più Miyu.
Ora, non dovevo mostrarmi forte. Perché non lo ero.
Vidi Santa gridargli contro.
Lo fermai. -Kanata?
Fissai con astio lui e la sua combricola. Come lo sapeva?
-Anche... perché lei è stata trombata, lo sai no?
Ghignò.
Non seppi che fare. Ma non potevo farmi sputare queste cose.
Non potevo piagere.
Ma sapevo cosa volevo, l'avevo sempre saputo.
Io volevo Miyu.
Volevo che stesse qui con me.
Ma lei non c'è. E' andata via.
La maggior parte della classe stava dietro a Kurita e sorrideva.
Tutti ragazzi.
Andai al mio posto, misi i libri nella cartella e andai via.
Non volevo guai.
Anche se ero un vigliacco, uno stupido.
Avrei dovuto rispondere, ammazzarlo.
Ma se lo conoscevo bene, mi avrebbe seguito fino alla fine.
E io, sotto sotto, volevo quella.
Un puglio nelle palle, glielo davo eccome.
E pure bene.
-Anche... perché lei è stata trombata, lo sai no?
Sospirai. La rabbia nel corpo.
Era stato del tutto inaspettato. Come lo sapeva lui?
Perché, poi è ovvio, era stato lui a dircelo a tutta la classe.
O forse il contrario.
Irritazione, profonda.
Mi stringeva lo stomaco.
-Kanata... sei uguale a tuo padre. Vigliacco.
Kurita sputò quelle parole con malvagità.
Mi fermai, immaginandomi in molti modi mentre lo aggredivo.
Appoggiai la cartella per terra.
-Oh oh oh!! Kanata gioca duro! Non piangere, baby, non farlo.
Gli altri risero.
Sentii Aya. -Kurita, sta' zitto!
-Sta' zitta tu!
Mi girai, vidi la sua faccia come prima cosa.
Disgustoso.
Vidi Santa mollargli un pugno.
Sobbalzai vedendo Kurita andare per terra.
Sorrisi, non riuscendo a trattenermi.
Nozomu lo guardava truc come il resto delle ragazze della mia classe.
Pochi erano dalla mia parte, erano quasi tutte ragazze. I ragazzi o mi odiavano o erano solo invidiosi. Che poi è lo stesso, ma il fatto è quello.
-Non ti azzardare più a dirgli queste cose, Kurita. Non farlo!
Gridò Santa.
-Ti abbraccio...
Effettivamente era l'unico che era rimasto con me sempre.
Kurita si pulì con il giubbotto il muso, in un gesto stupido e insensato visto che non aveva nulla.
Ma forse per lui era figo. Chissà...
-Basta, Kurita. Non ti si riconosce più.
-Gia, è vero!
Nozomu e Aya erano intervenuti.
E forse avrei dovuto farlo anche io.
Sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene, la rabbia ceca. Eppure non riusivo a muovere un muscolo, non riuscivo a muovermi e far uscire le palle. Perché, tuttavia, sentivo un vuoto che la rabbia e il dolore non poteano cammuffare e nemmeno prendere. Lei e solo lei mi avrebbe guarito.
Tremai per un po' e per tutto il tempo in cui lo feci, restai a guardare il litigio tra Santa, Kurita, Aya, Nozomu, Chris, Nanami e altri. Notai Mako che restava a guardare un po' impaurita.
Era da un po' che non la sentivo, infondo mi era mancata.
Non ci avevo mai pensato, ma... Kurita, in un certo senso, aveva avuto Miyu prima di me.
Non l'aveva baciata prima di me, ma di sicuro lui ha fatto la prima mossa per starci insieme. Solo che, Miyu non ama lui. Non amava e non amerà. Peccato.
Santa prese a picchiare Kurita, non era molto bravo nel 'combattere', ma era comunque forte.
Ma non abbastanza. Era a terra, il sangue sulla bocca e poi a terra.
Sobbalzai. -Santa!
Gridai preoccupato.
-Sai, Kanata, alcune volte mi chiedo se tu e lui non state insieme. Insomma, siete cosi affiatati. Sicuro di non essere gay? O bisex?!
Rise, malignamente.
A faccia a faccia. Io e lui.
Non guardai Santa, stava bene. -Kanata...
Sussurrò, questo.
Aya lo aiutò ad alzarsi.
Ma io fissavo Kurita e continuai a fissarlo all'infinito.
Volevo leggesse il mio dispezzo per lui e quando avrei incominciato a picchiarlo, lui doveva tenere a mente tutto ciò che aveva visto e provato.
In vita mia, non mi era mai ridotto alla vera violenza. E forse neppure questa era un'occasione.
Ma dovevo fare qualcosa.
-Kurita.
Dissi, con fermezza. Come per dire 'deficiente...'.
Lui ghignò. -Mh?
Si aspettava che lo menassi, forse?
Legge nella mente?
-Vaffanculo.
Dissi, con ancora più fermezza e nonchalance.
Per alcuni, forse, sarebbe sembrato scontato. Ma io in quel momento avevo detto tutto.
Sapevo però, che un'altra scintilla da parte di Kurita e sarei scattato.
E non volevo.
-Vai a farti fottere da tutti questa ragazzini senza palle. O inculati da solo, vedi tu. Ma stammi lontano, tu e quella puzza del cazzo sotto al naso. Sei io sono e sarò migliore di te, non è un mio problema. Non tocco tua madre. Purtroppo, non è colpa sua se ti ha fatto cosi deficiente e imbecille.
Avrei voluto offenderlo. Picchiarlo, ma mi uscirono queste parole.
Sapevo qual era il suo punto debole e avrei otuto sbandierarlo ai quattroventi.
Una scintilla, una sola. E quel punto debole, l'avrei fruttato bene.
Lo vidi anaspare. -Kanata è un vigliacco. Gente, Kanata è un vigliacco che ha la mamma zocc-cadde per terra. 
Il mio pugno in aria, il tonfo della sua botta, del suo sedere per terra.
Era questo che voleva?
-Ora, puoi dire alla tua mammina che non solo hai il coso che non ti funziona ma le hai prese da un vigliacco che ha la mamma zoccola.
Tenzione, via.
Tutti quanti avevano preso un battito.
Già.
Mi abbassai, accostandomi a lui. Aveva il naso rotto e l'occhio chiuso, violaceo.
-Se osi offendere mia madre, con quella tua bocca disgustosa, ti faccio diventare sterile. Se osi avvicinarti a me o hai miei amici, ti massacro. Se osi, fare qualcosa che a me non piace, ti disintrego. 
Mi avvicinai al suo orecchio. -Ricorda bene: non ho intezione di sporcarmi le mani per un piscioso pezzo di merda che ha una mamma stronza apri gambe. Kurita, non sentirti inferiore a me. Guardati allo specchio e sputati in faccia.
Non sapevo se quelle parole adarono 'bene'. Sapevo solo che volevo picchiarlo e durante il discorso mi immaginai di farlo. Mi alzai. Gli detti un calcio. -Non osare parlare più di mia madre.ù
Altro calcio. Stavo incominciando a prenderci gusto.
Ogni calcio nella pancia, urlava.
Ogni ragazzo stava in silenzio.
-Kanata, basta!
Sussurrò Aya. -Ti prego...
Quel viscido verme si contorceva sul pavimento, mentre io provavo schifo.
-Questo vale... per tutti voi.

____

Si sentiva odore di zucca. L'aria era impregnata solo di quell'odore in salotto.
Lasciai cadere lo zaino, correndo in cucina.
Vidi Hosho girarsi. Mi sorrise.
-Ehi, Kanata.
Il nostro rapporto era più tranquillo e compatto di prima.
Non lo perdonerò mai, sia chiaro.
Tutti sbagliamo, ma lui non doveva farlo in quel momento. Sinceramente non è il fatto in sè per sè che dà fastidio, se l'amava, avrebbe dovuto continuare le indagini, no?
-Kanata, ho una bella notizia.
Lasciai cadere le bachette, la zucca riannegò nel suo 'brodo'.
Lo fissai, notando i suoi occhi scintillare. -Domani viene Miyu.

Dovrete aspettare un po' per sapere bene bene cosa è successo.
Lo so, non è giusto, è passato tanto.
Ho fatto tutto in fretta solo per voi, infatti non sto dicendo nulla.
IL CAPITOLO NON E' CORRETTO, LO CORREGGIERO' DOPO!!
Grazie a tutti, baci.
MissP;)



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Capitolo 28
*** Chris&Miyu (Parte Prima) ***


Orgoglio

       {K:Era inutile, non potevo fare a meno di lei.
Io, Lo dice Kanata a sé nel suo subconscio.}

       Capitolo 22-Chris&Miyu
(Parte Prima)


Kanata's POV.
Presi la lettera tra le mani.
-Aprila.
Mi disse Hosho.
La lettera arrivata per posta era scritta a me.
Non sapevo di chi fosse.
Fissai Hosho e mi tolsi il dubbio. Ma neppure lui sapeva di chi fosse.
E' vero, ci stavo pensando.
Pensavo fosse di Miyu. Ma Hosho, aveva appena che la mia ragazza (o almeno speravo fosse tale) doveva arrivare domani. Quindi a che pro' scrivermi una lettera.
Già. Nessun messaggio.
Non avevo il suo numero di telefono, non ho avuto molto tempo di chiederlo.
Soprattutto quando i suoi sono venuti a prenderla.
Esattamente, 4 giorni fa.
Mi hanno portato via anche lei.
E ancora una volta, io non potevo fare nulla. Niente. 
Ma infondo non è morta e domani la vedrò.
-Kanata?
Ritornai alla realtà, quando sentii mio padre chiamarmi.
Oh, si, stavo mangiando.
Vidi una lettera. In mano mia.
Ah.
Sospirai. -Quindi, non sai proprio di chi è?
Hosho scosse la testa.
Sospirai ancora -Va bene.
L'aprii, curioso.
Quando aprii il foglio scrutto da una calligrafia strana, mi venne un colpo a vedere la firma sottostante che faceva bella mostra di sè.
Davanti ai miei occhi. Hokichi.
Hokichi.
Hokichi.
Anaspai in cerca d'aria, ansimando.
Cazzo.
Fissai mio padre. -Papà?...
Lui mi guardò preoccupato. Mi prese la lettera.
Probabilmente vide la firma, perché sgranò gli occhi. 
Mi alzai e corsi in camera. -Io non la leggo!!
Gridai, dovevo sembrare un bambino.
E non me ne vergognavo. Ciò che apparivo non doveva importare.
Non potevo leggere la lettera di quel figlio di puttana.
Aveva contribuito a uccidere mia madre, perché aveva nascosto suo figlio e la moglie del figlio.
Ancora non ci posso credere che i genitori di Akira l'abbiano uccisa.
Non voglio crederci. Eppure, mi sento ostile verso di loro.
La rabbia mi monta addosso anche solo a pronunciarli o a pensarli.
Non riesco a perdonarli o non ho motivi per cui farlo.
Mio padre è stato scettico, non ci crede. Effettivamente, è impossibile.
Siamo andati a casa loro quel giorno e c'erano tutti e due.
Non sono riusciti a scoprire altro. Non c'è un quarto colpevole.
E' sicuro. E io ci credo.
Miyu ha detto...
Miyu.
Miyu ha detto che forse l'avvano uccisa prima. Oppure un'altro l'ha fatto per loro.
I poliziotti concordano con la prima ipotesi.
E' passata una settimana ancora dalla scoperta. Si vedrà.
-Kanata??
Sentii qualcuno bussare alla porta. -Papà, va via!
Mi accorsi di cosa avevo detto e anche lui.
-Oh! Ora mi chiami papà! Leggi questa lettera Kanata. Non sembr- lo interruppi bruscamente, aprendo la porta di scatto.
-Hai letto la lettera??!!!
Hosho fu scosso dalla mia vista e riazione ma subito si riprese e dichiarò di averlo fatto.
-Sei pazzo!
-Leggila, Kanata. Non devi mica perdonarlo, sù.
Assottigliai le palpebre. -Lui deve sparire dalla mia vita. Non mi frega nulla se gli dispiace.
-Non dice questo!
-Se ne deve andare a quel paese e basta, chiaro?
Gridai, furioso. Hosho doveva capirlo.
Scosse la testa. Mi porse la lettera. -Tienila e basta.
La presi e la strappai.
Per poco non si strozzava. -Ma... cosa?
-Basta.

___

-E cosa dice??
Sbuffai. -Non l'ho aperta.
Lo sentii trattenere il fiato. -Cos... aspe', non puoi... ma ce l'hai ancora?
-No. L'ho strappata.
Per i 5 minuti seguenti Santa non mi rispose.
-Maaaaahhh....
Sembrava stare per piangere, e forse fu cosi. Lo sentii singhiozzare.
Borbottò e farfugliò qualcosa.
Continuai a sgrannocchiare le patatine. -Domani viene Miyu.
Trattenne ancora il respiro.
Per i restanti 15 minuti, non mi rispose.
Sistemai il telefono vicino all'orecchio. -Santa...
Nulla.
Nessuna risposta. Bah.
-Beh, ci sentiamo, eh?
Nulla.
Vaffanculo. -Si, ciao.
Chiusi la chiamata.
Suonarono alla porta.
-Vado io...
Dissi stanco alzandomi dal divano, lasciando accesa la TV.
Mi avvicinai alla porta e quando l'aprii sgranai gli occhi.
-Chris?!!
-Ciao.
-Chriiiiis??
Esclamai, stroppiandomi la voce con un tono acuta.
Christine mi guardò interrogativa. -Qu'est-ce?
Il lieve accento francese si sentì molto di più. Era strano, aveva una voce soave Chris, ma il francese la rendeva dolce. 
-Cosa... che cosa...
-Posso entrare?
Annuii, facendole spazio. Cosa voleva?
La osservai, non nego che Chris mi era sembrata una di quelle ragazzine con i capelli rosa tutte bamboline, con qualcosa rosa e fiocchi rossi. Ma non era cosi, anzi aveva una personalità molto forte e audace. Ci si innamorava subito di lei. Ci si poteva farlo, si.
Tante volte ha tentato di farmi cambiare idea, ma io, per la ragazzina rosa e rossa non provo nulla.
Se non una forte amicizia. Vorrei che rimanesse tale.
Ricordo quando la incontrai per la prima volta. Mi venne vicino e mi disse:
-Vuoi essere il mio fidanzatino?
Aveva 3 anni. Dolce, no?
Indossava un vestitino blu (inusuale per lei), il fiocco tra i capelli dello stesso colore.
Ora, invece, portava un vestito rosa e ballerine rosse.
Non mi dimenticherò mai di Chris. Dopo di Miyu, è importante per me.
Si fermò al centro della stanza. Appoggiò la borza fucsia sul tavolo e spense la TV.
-Mi offri qualcosa?
Annuii, sorridendo. Tipico di lei.
-Siii, cosa vuoi?
Dissi, rendendo acuta la voce dal nervosismo.
Lei ci pesnò, puntando l'indice sul labbro inferiore e guardando il soffitto.
-Hai una spremuta d'arancia?
Confuso, diniegai il capo.
Chris era sempre stata molto femminile, ma pareva molto esagerata questa volta.
-Siediti.
Dissi, indicando la sedia del tavolino. Le lo fece, e anche io.
Stavamo uno di fronte all'altro, sbatteva le palpebre talmente in modo strano che potevo sentire il rumore quando lo faceva. Mi schiarii la voce e quando mi convinsi a parlare, lo fece lei.
-Kanata, tu mi piaci. Molto.
Sospirai, -Chris...
Lei strinse gli occhi, perse quella calma e tranquillità che aveva avuto finora.
Frignò un po', mordendosi il labbro.
Posò le labbra sulle mie.
Aspetta, cosa?
Reagì di scatto, portandola a distaccari da me.
Mi ero perso qualcosa?
Ovvio. Abbassò la testa.
La tenevo per le spalle e non la lasciai andare più. Stette tutto nil pomeriggio con me e io ne ero felice.
-Ti prometto, che farò di tutto per averti, anche se so che tu vuoi Miyu. O perlomeno non vuoi me.
Non sapevo cosa rispondere quando mi disse queste parole.
Mi inumidii le labbra e annuii, coinvolto.
Si era stesa sul divano, le accarezzavo il braccio.
Addormentata, le diedi un bacio sulla guancia.
Nozomu.
Sapevo che aveva una cotta per lei.
Da tanto, ormai. Ma quello stupido si stava zitto. Lei voleva me. Lui voleva lei, ma lei non ricambiava.
Forse avrei fatto la stessa cosa. Mi sarei stato zitto.
Beh, io sono orgoglioso e egoista. Già.
Lo ammetto.
Mancavano meno di 24 ore al suo arrivo.
Fingevo che non mi importasse nulla, ma non era cosi.
Mi ero fatto la doccia, mi ero fissato allo specchio proprio come una ragazzina alla sua prima cotta per vedere com'ero. Avevo fatto tutti i compiti in meno di mezz'ora e avevo programmato cosa fare.
Mi ero fatto le pippe mentali su cosa dire a mio padre e ai suoi (si, perché visto che era nadata dai suoi, questi venivano qui con lei) se avessero scoperto cosa eravamo. Ma cosa eravamo? Cioè, potevo permettermelo di dirlo?
Comunque, non mi importa se lei arrivasse e io non ho ancora deciso cosa mettermi.
Cazzo, non sono sicuro di essere un ragazzo!
Sbuffai, sentendomi nervoso.
Chiusi gli occhi.
Quando gli riaprii era notte fonda.
Tutto era buio e mi sentii stordito.
Mi ero addormentato? Cos'era successo?
Chris!!!
Balzai sul divano.
Oh eccola...
Dormiva ancora beata.
Se solo ci fosse Miyu qui con me.
Mi guardai in giro in cerca di Hosho. Perché non ci aveva svegliati?
Portai Chris nella mia stanza e andai a lavarmi.
Le tre e mezza.
Cavolo.
Mi guardai allo specchio.
Gel? Cioè... no.
Basta Kanata. Che ti importa di domani???
Viene Miyu. E allora????
Stop.
Sbuffai e finii di lavarmi.
Andai nella vecchia stanza che avevo dato a Miyu.
Cos'eravamo ora??
Lei mi... amava ancora? O... cosa?
Certo che ti ama. Miyu ti ama.
Ti ama tanto tanto.
Scoppia d'amore per te. Lei ti adora.
...
Non credo proprio. Non ha neppure insistito quando la sono venuta a prendere, non ha aperto bocca. Certo, io ho fatto lo stesso ma volevo che dicesse 'no! voglio restare con Kanata.'
Non l'ha fatto e l'ho vista partire via.
Mi ha fissato ed è salita in macchina. Nessuno sa di noi, nessuno sa della nostra relazione.
E nessuno dovrà saperlo.
Tranne i nostra amici. Mi manca Miyu.
Quando Santa me l'ha chiesto, stavo per rimettere dal dolore.
Non ha neppure detto il suo nome. L'ha chiamata 'lei'.
Beh, non l'ha proprio chimata. Ha 'scritto' sul banco 'L'.
Ma io avevo capito, forte e chiaro. E mi è costato accettare che mi mancasse.
Ma è cosi.
Cos'è? Amore?
No. Non lo è.
E' una cotta. Punto.
Kanata Saionij non ama, non ne è capace.
Finii di lavarmi e andai a dormire nella vecchia stanza di Miyu.
La rivolevo. Volevo ristringerla tra le mie braccia, baciarla.
Farla mia. 
Per sempre.

____

Il giorno dopo Chris era sparita.
Hosho aveva detto che quando era entrato nella mia stanza e l'aveva trovata lì, stava piangendo.
E poi aveva farfugliato qualcosa e scappata via.
Mi sedetti a fare colazione, sentendomi uno schifo. 
Chris stava male. 
Mi dispiace, Christine, ti voglio bene ma c'è Miyu.
Mangiai contro voglia. Uova e pancetta.
Colazione americana. Era strano, credo, ma non mi piace l'America.
Mi piaceva l'Italia. E l'Australia.
Non centra nulla se mia madre è nata in Italia e a sempre voluto andare in Australia. 
Proprio nulla.
Credo.
-Hosho?
Hosho mi fissò, anche lui seduto a mangiare le uova di fronte a me. -Dimmi.
Nel suo sguardo non c'era delusione per come l'avevo chiamato.
Effettivamente, prima di tutto questo, poche volte lo chiamavo papà.
Ma ora ho dei buoni motivi per farlo. Certo, poche volte lui non va pellegrinaggio e quindi poche volte ho bisogno di lui per qualsiasi cosa. E forse, la sua delusione sarebbe stata pure stupida. Ma lui sa cosa ha fatto. Prima era... lo vedevo nel suo sguardo, godevo quando lo chiamavo cosi e ci restava male.
Ma ora nulla.
Dovevo essere io, ora, ad evere lo sguardo deluso?
-Hosho,-decisi di ripeterlo in modo più deciso, fissandolo negli occhi- perché non hai svegliato me e Christine sul divano ieri?
Lui alzò le spalle e riprese a mangiare. Non mi fissò.
-Pensavo che stavate insieme.
A questa risposta non seppi dire nulla. E non era perché non sapevo rispondere, non era perhé non c'era risposta. Lui era freddo.
Hosho Saionij non lo era mai.
Si erano invertiti i ruoli? Ora ero io quello codardo che non aveva avvertito la polizia? 
No. Era lui, cazzo.
E non poteva permertersi di fare il 'freddo' con me.
Mollai la forchetta, correndo i bagno.
Guardai me stesso nello specchio.
Avevo un'aspetto orribile.
Ti serve una doccia, la manicure e una pulizia del viso.
Sbuffai. Era vero.
Sgranai gli occhi, che cavolo.
Che ero diventato? Una ragazza.
Doccia? Si.
Come un robot, mi spoglia e entrai nella doccia.
Inspirare. Espirare. Inspirare. Espirare.
Non diventerai isterica, vero?
Feci un verso stupido e diedi una manata sulla parete della doccia.
Troppo tardi...
Sapevo perché ero nevoso e frustrato.
E non era mio padre. Non era la causa principale, perlomeno.
E non era Chris. E non era il fatto che avrei dovuto parlare con Kurita, Mako del fatto che mi dovevano lasciare in pace. 
Non era neppure il fatto che avevo 'mentito' ai miei amici. Non avevo detto nulla sulla storia di mia madre. Non era neppure il fatto di mia madre.
Non era lei che mi mancava.
Era una ragazza con gli occhi verdi e liquidi, bionda con due labbra rosse e gonfie.
Avrei dovuto tenerla legata a me. Farla mia per sempre.
E invece? Da coglione, l'ho lasciata andare.
Guardando i suoi occhioni, sperando un suo ritorno.
Mi aveva stregato, anima e corpo.
Cosa avrei fatto? Sarei uscito pazzo quando l'avrei rivista in casa mia?
E magari con un vestitino rosa. E magari più bella di prima.
Cosa avrebbe fatto il mio cuore?
Sarebbe morto?
L'avrei ringraziato?
-Kanaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaata!! Vieni qui, ci sono i tuoi amici.

____

Mi misi un maglioncino blu.
-Che ha Chris?
Mi voltai verso Aya. -E io che ne so!
Esclamai, con voce acuta, sedendomi a peso morto sul divano.
Tutti gli altri stavano in piedi, davanti a me.
Aya e Nanami sbuffarono.
-E' venuta da me,-fu Nanami a parlare- e ha pianto!
Quasi gridò.
-Kanata Saionij, che hai fatto alla nostra amica???!!
Aya mi puntò un dito e mi diede una manata sul ginocchio, parlando con rabbia.
-Ahu...
Reagii io, massangiandomi la parte lesa.
Come caspita pensavano che fosse colpa mia?
O meglio... come lo sapevano?
-Sentite non ho fatto nulla.
-Si sa che Chris è cotta di te.
Alzai un sopracciglio, vidi di straschico Nozomu sbuffare.
Lui non mi odiava...
-Ah si? Non lo sapevo, Nana-chan.
-Sappiamo che è venuta qui. L'ha detto al telefono a me. E io l'ho detto agli altri.
Questa volta sbuffai io.
-Pensate che sia capace di farle del male?
Annuirono.
Scossi la testa. Aspetta, che???
-Dai, Kanata non diaciamo che l'hai fatto apposta. Ma magari, rifiutandola, lei si è sentita male.
Già. E' vero. Santa aveva ragione.
-Mi ha baciato, ieri.
Tutti rimasero a bocca aperta, occhi sgranati.
A Nozomu vennero gli occhi lucidi.
-Scusami, Nozomu. Non è colpa mia.
Lui annuì.
Tutti lo guardarono confusi. Poi guardarono me.
-Che hai fatto????!!
Gridarono.
Sgranai gli occhi. -Cheeee???
Nozomu si lasciò andare su una poltrona, mettendosi le mani nei capelli.
Ci fu un momento di silenzio. Quello che pensai fu solo a Miyu.
-Amo Christine. Mi piace e non l'ho mai detto. Scusatemi.
Biascicò Nozomu, con voce lagnosa.
Stava piangendo? Per una ragazza?
Tzè.
Nanami si avviccinò a lui e lo abbracciò. -Mi dispiace, Nozo-san.
Lui annuì e stritolò ancora di più Nanami.
Santa si sedette vicino a me.
-Miyu? E' arrivata?
Mi chiese questi.
Mi voltai verso di lui di scatto, zittendolo con lo sguardo.
-Miyu?? Deve venire Miyu?? Che bello, quanto mi è mancata!
Esclamò Aya, battendo le mani.
Nanami annuì.
Vidi Nozomu, uscire dall'abbraccio della mora e fissarmi solo con un occhio.
Aggrottai le sopracciglia. Aveva uno sguardo strano. E buffo, con quegli occhi rossi.
-Mi manca Miyu. E a te, Kanatino-sensei?
Mi imbronciai, sentendo un istinto suicida verso questi montarmi dentro.
Aya avviccinò di scatto il suo viso al mio, sbattendo gli occhi. -E allora?? Ti manca? Ti manca!!?
Farfugliai qualcosa, impacciato. Che dovevo dire?
Per fortuna, Hosho spuntò dal corridoio con un grande sorriso.
-Arriva verso le quattro.
Santa aggrottò le sopraccia. -Chi è che arriva??
Hosho esclamò con fare ovvio:
-Quella ragazza!
-Che c'è? E' bandito il suo nome qui?
Disse Nanami, con una punta di ironia.
Hosho rise. -Macchè, no!
Lo fissai, emntre continuava a ridere seguito dagli altri.
Ormai avevo preso l'abitudine a chiamarlo Hosho. Sarebbe rimasto per sempre cosi.
Come faccio a perdonarlo?
No. Sarei peggio di lui. Una convivenza civile ed educata.
Solo quello ci legava. 
E forse il fatto che per la legge lui è mia padre.
Beh, si, solo quello.
Il mio sguardo si posò sul mio cellullare, lasciato acceso sul divano.
Notai che sullo schermo erano segnati tre messaggi.
Lo presi e li lessi, lasciando gli altri parlare tra di loro.
Di Miyu.
Avevo un bel telefono, no...?
Meglio pensare al telefono.
Anche se questo non ha occhi verdi e non è bionda. Non ha labbra rosse e gonfie e non-
Capito!! Ho capito.
Sono parole tue!!
Si, sono mie e all-... aspetta. parlo con me stesso fingendo che... abbia due persone dentro di me??
Leggiamo i messaggi, va!
I tre messaggi erano di due di Christine e uno di un numero non memorizzato.
Aprii prima quelli di Chrstine.
"Kanata, mi dispiace di essere piombata a casa tua.
No, per la verità non mi dispiace tanto. Mi piaci un sacco e non mi pentirò del bacio ch ti ho dato.
L'ho immaginato diverso, però... mi è piaciuto tanto. Voglio che tu stia con me, che ti innamori di me. Ma non sarà cosi vero? Fin quando ci sarà Miyu, un 'noi' non esisterà. E probabilmente non è neppure Miyu che ti ferma. Vero?"

Lessi il messaggio tutto d'un fiato, sconvolto. Le piacevo cosi tanto?
Per tutto questo tempo avevo pensato 'prima o poi, passerà! è solo una cotta, capirai!'.
E se non è cosi?
Lessi il secondo messaggio.
"Mi dispiace, scusami, non voglio scocciarti. Ti prego, fa finta di nulla. Rimaniamo amici, ti supplico, non voglio perderti. Passerà, vedrai. E' solo una stupida cotta e passerà. Probabilmente non ti interessa neppure, ma ti lascerò stare. Non sono nessuno io! E almeno per te, non  sarò mai nessuno.
Oh! Ma che sto dicendo?? Tu sei Kanata. A te, ti importa di tutto e di tutti. No? Mi manchi, come amico.
Ti voglio bene e spero che almeno un po' tu me ne voglia. Tvb Chris"
Sorrisi, inconsapevolemente.
Certo che ti voglio bene, Chris!
Decisi che l'avrei chiamata, l'avrei fatta venire qui.
Non dovevo illuderla o farla stare male e probabilemente se la chiamassi potrebbe capire male.
Devo solo farle capire che le voglio bene, ma che non provo quello che prova lei.
Mi diaspiace. Chris mi piace, l'adoro.
Ma lei non è Miyu e poi, comunque, ha ragione. Non l'avevo mai vista come mia ragazza.
Ma è una persona molto importante per me.
E' una delle poche persone che mi vogliono bene e che non mi abbandonano.
Sdolcinato...
L'altro messaggio era di qualcuno che non conoscevo.
O perlomeno il suo numero in rubrica non ce l'avevo.
"Kanata. Mi dispiace. Sono Hokichi."
Cancellai il messaggio, non finii di leggerlo e buttai sul divano il telefono andandomene via.
Sentii qualcuno chiamarmi ma la rabbia forte mi accecava.
Erano molti i pensieri che non mi facevano ragionare e che nonostante non erano ben distinti, affollavano la mia mente. Alcuni pensieri erano solo rabbia e voglia di massacrarlo di botte, altri erano per mia madre, altri erano tipo 'come cazzo ha il mio numero!?'.
E tutti mi facevano contorcere lo stomaco. Mi morsi la lingua e le labbra.
Camminai sotto e sopra nella mia camera, nervoso.
Mi misi una mano nei capelli, un'altra era sul mio fianco.
-Come... uff, che cazzo! Cazzo, cazzo!
Non mi accorsi neppure di parlare, pensavo parlando.
Non stavo gridando, erano più sussurri i miei.
Ma il significato era quello. Era incazzato.
E non molto. Primo con lui e per secondo con il bastardo che gli aveva dato il mio numero.
Non era stato sbattutto in prigione??
Insieme al figlio. Già, il bastardo che ha ucciso mia madre era stato il pedre di Akira.
Tre giorni fa, quando lo sapemmo, rimasi di stucco.
Volevo vedere quel bastardo. Il bastardo.
Kijy. Stronzo.
Miabbassai, coircondo le gambe con le mie braccia, affondando la testa dentro.
Era tutto impossibile, era tutto un incubo.
Perché?? Perché l'aveva fatto?
Già. Si aveva le prove, ma non il motivo.
Hosho aveva detto che Kijy era sempre stato invaghito di mia madre.
E' questo? Poteva essere gelosia?
Poteva arrivare un uomo ad uccidere una persona e violentare la donna che dice di amare solo perchè è geloso?? E la madre di Akira?
Quando lo venne a sapere, vomitò.
Lei. Vomitò, lei.
Era stata presa in accusa, si pensava fosse anche lei a conoscenza di tutto e che in qualche modo centrasse con il caso e con l'uccisione, ma non ci sono prove.
E io sinceramente, ci credo.
Lei e Akira erano totalememente estranee all'uccisione.
Mira sono sapeva neppure che suo marito volesse mia madre.
Ecco, questo è strano.
Come poteva una donna non sapere che suo marito era stato invaghito di lei? posso capire che non sapeva che lo era tuttora, ma... adirittura questo!
E non ha mai avuto un sospetto? Strano...
Questo è strano. Ma irrilevante.
Non può centrare lei in questa storia.
La cosa si è svolta cosi: se ne era accorta, avea visto che Kijy provava qualcosa per Francesca ma si è stata zitta e ha sopportato in silenzio. Voleva bene a mia madre.
Certo, anche kijy sembrava essere innocuo, come il padre.
Che poi, cosa centra??  Cosa centra in tutto questo?
E perché ha fatto il nome del figlio e si è esposto?
Due sono le cose: o è stupido e quindi si nota che non è del 'mestiere' oppure c'è qualcosa di grande sotto. Ma cosa?
Cosa potevano nascondere? Oppure.. cosa poteva nascondere? O chi poteva coprire?
Può darsi che nulla è vero. Il che lo spero un po'.
Qualcuno aprì la porta della mia stanza.
Hosho e tutti gli altri.
-Che hai??
Chiese in un sussurro Hosho.
Mi alzai, ritornando in posizione eretta. -Nulla, sto bene.
Tutti annuirono.

____

Sciarpa?
Si, perché no.
Presi tutte le sciarpe che avevo e le provai.
Sciarpa rossa. Inarcai un sopracciglio.
Sciarpa blu. Storsi il muso all'insù.
Sciarpa verde. Chiusi gli occhi.
Sciarpa.... rosa?
Non ho una sciarpa decente, caspita?
Tre e mezza. Sono le tre e mezza.
Tra un po' arriva Miyu e io non so cosa indossare.
Devo fare colpo su di lei.
Gay.
Grazie...
Pantalone? Bianco o nero?
Jeans? Forse è meglio.
Maglia?? Blu?? Mi lascio questa?? 
Metto la giacca? E che colore??
Uhhhh, le scarpe!
E la borsa?
Giu... aspetta, cosa hai dettooooo??
Uff. Sto uscendo pazzo.
I denti? Lavati.
Faccia? Si, pure.
Doccia?? Fatta.
Capelli? Ingelatinati, si.
Mani? Due.
Divertente....
Mi fissai nello specchio della mia camera.
Deciso. Jeans, maglia blu e giacca nera, scarpe da ginnastica blu scuro.
Perfetto.
Mi misi il profumo, acqua di colonia.
Sei un figo, Kanata.
...
........
....
..
.
Aspetta se lei mi vede cosi, cosa penserà?
Mi guardai intorno.
Pantalone nero, maglia blu, scarpe nere.
Può andare.
Aspetta!! E se pensa che non mi importa nulla di lei?
Lei è cosi insicura...
Jeans, maglia blu, giacca nera, scarpe da ginnastica blu notte.
Acqua di colonia. Lo so, l'avevo già messa.
Okay, no. Forse niente giacchetto.
Che le dico quando arriva?
'Ciao!'.
Va bene...
Con che tono???
Felice?? Triste? Dannato? Perplesso? Indifferente? Annoiato? Geloso? Angosciato? Triste? Arrabbiato? Confuso? Innamorato? La saluto come un musical?
Mi immagino la scena. Apro la porta e le canto: 'ciao', con le mani che fanno le stelline, magari.
Ahhh, vabbe.
Sii te stesso, Saionij. Giusto.
Okay, non ci riesco.
Non sono cosi sicuro come faccio vedere.
Si, l'abbiamo notato da quando ti sei chiesto 'con che tono?'.
Oh. Wow. Vergogna, Kanata!
Riprenditi il tuo orgoglio!
Mi aggiustai la giacca con forse. -Mh!
Riprenditi il tuo orgoglio, caspita!
Vedi sotto il tavolo...
Sbuffai. Forse avrei dovuto vedere davvero se ci fosse.
Uscii dalla mia camera.
Erano quasi le quattro.
Santa, Nozomu, Nanami e Aya stavano ancora qui. Avevano mangiato qui.
La giornata era passta subito.
Non è vero. Mi è sembrato di morire ogni secondo.
Sentivo ogni microsecondo scorrere lento. E' stato terribilemente frustante.
Cazzo, che fifa!
Mi sedetti sul divano. Accesi la TV.
Sta' calmo, Kanata, calmo.
-Sbaglio o c'è odore di acqua di colonia??
Nanami. Ma che cavolo!!!
-Kanata??
-Mhhh??
Il mio mugugno uscì acuto e sembrò un gatto che è stato schiacciato da un tram.
-La stai sentendo?
-Non so di cosa tu stia parlando, non sento nulla. Mi dispiace.
Dissi, come un robot.
Cazzo, sembro paralizzato dalla paura.
-Kana-la fermai. -Senti, non rompere.
-Scusa...
Mi morsi il labbro.
-Kanata!! Cosi uccidi la TV!! Smettila di cambiare canale in quel modo!
Zombai, sentendo l'urlo di mio padre, facendo cadere il telecomando per terra.
Restai per un po' con le mani per aria.
E poi...
Qualcuno suonò alla porta.
Sgranai gli occhi. Dovevo andare in bagno.
-Iggghhhhh!!
Cazzo.
CAZZO.
CAZZO!!!!!!
Sentii la porta aprirsi.
Oddio.
Tremai, muovendo le gambe. Strecai le mani sulle gambe.
Oddio...........
Mi girai di scatto. -Ciao!
Oddio avevo urlato... a quello della pizza.
Non era Miyu. 
Perlomeno, non aveva due occhi verdi.
Aveva una pizza in mano.
Non era nè il padre né la madre di Miyu.
Oh.
Il ragazza inclinò la testa, fissandomi con aria interrogativa.
Tutti lo fecero.
Oh... Cazzo...
-Ci conosciamo?
Disse, con voce quasi femminile.
-Ahh... no...
Dissi, umiliato, mentre battevo la mano sullo schienale del divano.
Figuraccia.
Mi rigirai, fissando il pavimento, battendo le mani.
Strinsi le labbra, corrudendo la fronte.
-Oh... c'è la pizza.
Bloccai le mie mani e anche il movimento del mio cuore.
Fissai la TV spenta.
Era arrivata.

Mamma mia, ci ho messo una vita.
E devo dire che sono fiera di me.
Allora... vediamo.. quante cose da dire...
Bene, prima di tutto.... BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!!
Passateli bene, eh!
Ho pensato che forse questo poteva essere un regalo xD
Vi è piaciuto? xDD
Poi... ho visto B.D.
Ed è bellissimo xD
Poi... Kanata è molto femminile, non trovate?
L'ho fatto cosi solo per ridere un po'.
Spero abbia fatto ridere.
Spero sia piaciuto.
E spero che passerete belle vacanze.
: ) Non ho commentato all'inizio.
Ma lo sto facendo qui.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo, ragazzi, nel caso in cui non sposto più.
Probabilmente non lo farò. Dipende, mi piacerebbe farlo però.
Vi voglio bene.
Ah... l'altro capitolo non lo corretto.
E lo so, scusate.
E neppure questo lo è.
SCUSATE!!!
Ma è mezzanotte quasi e sono stanchina xD
Domani forse non ci sono... forse per i prossimi 3 o 4 giorni non ci sono però...
Vabbe, non avrete neppure tempo voi per leggerlo: )
Chissà se lo farete.
Mi farebbe piacere se accaddesse.
ohhhhhhhhh non voglio finire di scrivere xDD
Beh, ciao ciao.
Buon Natale ancora: )
Vostra per sempre,
MissP;)


P.S. vorrei sapere se vi piace come ho strutturato la storia. Grazie.
Baci,
MissP; )

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Capitolo 29
*** Chris&Miyu (Parte Seconda) ***


Orgoglio

Capitolo 22-Chris&Miyu
(Parte Seconda)

{Totalmente nel mio amore per lei.
Io, Kanata a se stesso}


Stanchezza, oh quanta stanchezza.
Ed era pura raffredata. 
Poteva fare brutta figura se fosse arrivata al tempio Saionij con gli occhi gonfi, una parlata stupida e neppure romantica e tutta coperta. Non molto sexy e in forma.
Non vedeva l'ora di fissarla, amarlo ancora e baciarlo. Ma aveva tanta paura.
Miyu camminò lenta, dietro ai genitori, con le braccia congiunte persa nei suoi pensieri.
Aveva qualcosa nel petto, nello stomaco, nella gola. Qualcosa di pesante che la faceva venire la nausea e la faceva diventare codarda. Le faceva venir voglia di piangere.
Si era fatta tanti film mentali. Ma quello che le più premeva era che Kanata potesse non amarla più. Mai più. E ciò la infastidiva, cosa avrebbe fatto? E lui come si sarebbe comportato? E lei? Avrebbe dovuto andargli vicino, abbracciarlo, fare cosa? 
Era il suo primo ragazzo. E già si faceva tutte quste paranoie.
Lo aveva lasciato con Mako e Chris. E se lui avrebbe ceduto?
Era cosi orgoglioso quel ragazzo.
Al ricordo, la biondina sorrise, un sorriso leggero e spensierato che le donò davvero una bellezza sconvolgente; gli occhi le brillavano, le guancie rosse e per un momento fu serena, pensierosa di tutti quei momenti passati con il suo ragazzo. Ma lo era mai stato?
Niente numero, niente contatti. 
Molte volte si era pentita, non avrebbe dovuto abbandonarlo, avrebbe dovuto restare con lui e andare contro i suoi se solo osavano opporsi. Infondo, non sarebbe stato più doloroso dal separarsi da lui. In quei giorni, si era sentiva davvero male. Il tempo non passava mai e lei pensava a Kanata.
A ciò che faceva, se pensava a lei.
Come poteva un ragazzo come Kanata innamorarsi di una come lei?
Alzò lo sguardò distratta. 
I suoi parlavano di qualcosa. Ma lei non sentiva, si stava pentendo di non stargli ad ascoltare ma forse neppure parlavano con lei.
Percorse i gradini, contandoli.
Era davvero vicino al suo Kanata.
Suo padre era stato male, ma per fortuna ora stava meglio. E per lei era un soglievo. Ma, egoisticamente, anche una sofferenza. Non ci sarebbe stato più un altro pretesto per restare insieme a Kanata. Poteva morire? L'avrebbe voluto fare, che senso aveva se non poteva stare con lui?
La sua faccia divenne triste e quasi inciampò nei suoi stessi piedi.
Se fosse stato con lei, avrebbe detto con aria indifferente e da presa in giro: 
-Sei proprio imbranata.
E a lei sarebbe battuto il cuore. Perché avrebbe sentito la sua voce, perché nonostante si sarebbe sentita inadeguata, avrebbe riconosciuto in Kanata il ragazzo con cui rimanere per sempre.
Il suo principe azzurro. Proprio quello delle favole.
Si alzò di fretta, erano quasi arrivati.
Una fattorino della pizza era fermo davanti al tempio Saionij.
Tutta infreddolita, Miyu esclamò:
-Oh... c'è la pizza.

Miyu's POV.
Non mi era mai piaciuta la pizza e temevo che quella pizza fosse il pranzo per noi.
Hosho sapeva del nostro arrivo, naturalmente, ma io mi aspettavo che potesse cucinare qualcosa di delizioso che sapeva fare lui.
O anche Kanata, poteva cucinare lui.
Il solo ricordare il suo nome, mi provocò una perdita di un battitto cardiaco.
I miei genitori entrarono come una baraonda dentro al tempio Saionij.
Mi salì una paura pura dentro al mio corpo, non riuscii a respirare.
Inconsapevolemente, lo cercai dentro al tempio, accanto alla porta.
Hosho, con un sorriso, mi fece entrare.
Chissà se gli aveva detto di noi...
Io annuii verso il signor Saionij e sorrisi.
Entrai dentro e subito mi sentii a sicuro e al caldo.
Sorprendentemente, Santa, Nanami, Aya e Nozomu mi vennero in contro.
-Mi-chan!
Fu davvero una festa rivederli. Mi soffocarono di abbraccio e io riuscivo solo a ridere.
Mi erano mancati tantissimo.
Ma mancava Christine. E Kanata.
A dirla tutta, non mi fregava nulla di Christine, in quel momento poteva essere pure in fin di vita ma se Kanata non si presentava a me, lei sarebbe rimasta nessuno in quel momento.
Forse Kanata non c'era. O forse non mi voleva vedere.
Il che era probabile.
Quando i ragazzi mi lasciarono respirare, mi concedetti a un sorriso sincero.
Risi un po' e anche loro. -Ci sei mancata.
Disse Nanami. Mi erano mancati anche loro.
Alzando lo sguardo vidi una figura alta venirmi incontro.
Indossava una giacca nera e un jeans a vita bassa. La figura emanava un forte odore di acqua di colonia. Appena fissai Kanata, sgranai gli occhi e il cuore scoppiò. Tutto intorno prese a girare e volli buttarmi tra le sue braccia, baciarlo e sentirmi sua. Ancora una volta.
Annegai nei suoi splendidi occhi blu. Facevano male quegli occhi ghiaccio.
Creavano indipendenza e io era assuefatta da Saionij.
-Miyu, respira!
Sentì qualcuno gridare e mi accorsi di aver bisogno di respirare davvero.
Mantenemmo il contatto visivo  tutto si annullò ancora. Mi incupii.
Sentii le lacrime venirmi su e uno strano colore nello stomaco. Avrebbe mai smesso di farmi questo effetto? Kanata non era un umano. O ero io troppo innamorata?
Ciò che successe dopo, fu molto confuso per me. Dipendevo da lui, tutto il mio mondo si era concentrato su di lui, anche quando girò il suo sguardo con il suo fare sono-indefferente-se-mi-guardi-non-mi-accendo non smisi di amarlo. Non ero neppure capace di dire basta. Ma infondo cosa potevo saperne io dell'amore. Avevo 13 anni. E lui pure. Mi avrebbe abbandonata e io non l'avrei amato più.
E probabilmente mi sarei inammorata ancora di quello sguardo. O forse l'avrei odiato.
-Allora, perché siete ritornati?
Intorno alla tavola mangiavamo pizza. Piatto tipico italiano che io odiavo.
Gli "adulti" parlavano mentre noi "piccoli" restavamo in camera di Kanata.
-Miyu? Allora, com'è l'America?
Era tutto troppo forte per me. Perfino Kanata sembrava disorientato.
Però... com'era bello! Come... com'era... com'era........
-Miyuuuuuu-chan?
-Ehhh?? Si? Oh, si! Ah, beh...
Cercai di comporre qualche frase con senso ma non ci riuscii. Mi portai una ciocca di capelli dietro le orecchie, fissando il pavimento e mordicchiandomi il labbro.
Di sfuggita vidi Kanata sorridere strafottente.
Il mio cuore perse un colpo. Mugulai un po', risposi a tutte le domande che mi fecero e poi... giocammo.
-Verità o penitenza?
-Penitenza.
-Bene...
Aya ci pensò un po'. Poi esclamò a Nozomu di andare nel bagno e di aspettare lì.
Nozomu fece come aveva detto e il gioco rincominciò.
Aya fece ruotare ancora la bottiglia che pian pian si fermò.
Odio questo gioco.
La bottiglia puntava me e Kanata.
Odio questo gioco...
Il mio cuore si fermò. Kanata comandava.
A bocca aperta, lo fissai. Sembrava stupito.
-Ahm...
Si passò le mani tra i capelli, indeciso. Ridacchiò un po' nervoso e poi farfugliò qualcosa.
Sgranai ancora di più gli occhi. Poteva chiedermi qualunque cosa adesso, l'avrei fatto subito.
-Verità o... o penitenza?
Disse insicuro, sena guardarmi.
Mi feci coraggio. Che rispondere?
-Ehm... p... verità!
Sparai, pentendomene subito. -No no! Penitenza... cioè... non c'è una terza opzione...?
Aya mi guardò storto, fissò Kanata e lo invitò a proseg
uire.
Sentivo tutti gli sguardi puntati su di noi.
Oh mamma...
-Quindi verità?
Mi disse, fissandomi negli occhi.
-Siii...
Appariva un gemito insicuro.
Oh mammina...
-Aaahm...
Kanata si guardò intorno. Quasi non lo ricnoscevo più, era cosi insicuro e carino.
Com'era dolce.
Sorrisi, presa dalla voglia di lanciare gridolini. Mi mordicchiai l'interno di una guancia.
Sentii un campanello a distanza e poi Aya esclamò, alzandosi:
-Chris! E' arrivata!
Chris? 
Per un momento non capii bene le sue parole, troppo intenta a fissare le labbra di Kanata e a perdermi nei suoi occhi, ma poi collegai le sue parole e mi strozzai con la mia saliva.
Aya corse fuori e rientrò poco dopo con Kurita e Christine.
Sgranai gli occhi, anaspando.
Non sapevo cosa pensare, fissai Kanata come se la visione di lui mi aiutasse.
Era freddo e distaccato, si era incupito.
Dov'era finito il Kanata dolce dolce?
Anche Chris e Kurita sembravano spaesati, al dire il vero tutti lo erano.
Vidi Santa irrigidirsi e Nanami trugidare con lo sguardo l'amica.
Aveva idea di cosa aveva fatto?
Chris, io, Kanata e Kurita. Insieme. Nella stessa stanza.
STESSA stanza.
Cazzo...
Sospirai. Ecchecavolaccio.
Mi massaggiai le tempie, sbuffando. Ecchecavolacciomarcioecotto.
Ecchecavolo. Emammia. Nonpotevaessere. Nonpoteva.
Voglio mamma! Mamma!
-Ciao...
Dissero in sicrono i due cugini.
Tutti risposero al saluto, tranne Kanata.
E tutti notarono il piccolo particolare.
Mi morsi il labbro forte. Ohmamminadolce!
Kurita prese la palla al balzo. -Che c'è? Qualcuno ti ha morso la lingua?
Lo sguardo glaciale di Kanata finì sulla figura di Kurita, fece una smorfia di pura disgusto. -Tzè.
Guardai Kanata, pregando non facesse nulla. E non fece nulla.
Non si degnò neppure di vol
tare lo sguardo verso Kurita, semplicemente fissava dall'altraparte della stanza, incrociando ancora di più le gambe con sguardo annoiato.
Il mio Kanata..
Quasi non respirai più. Era bellissimo, cosi fiero e orgoglioso.
Scossi la testa come una pazza. Basta Miyu!
Presi a mordicchiarmi per la trentunesima volta il labbro inferiore.
Chris si mise vicino a me -il che mi fece rabbrividire- e Kurita vicino a sua cugina e Santa.
Praticamente eravamo io, Chris, Kurita, Santa, Aya, Kanata, Nanami e, vicino a me, avrebbe dovuto esserci Nozomu, ma c'era il posto vu
oto.
Mi sentivo davvero in imbarazzo, era una di quelle situazioni in cui vuoi andare via o vuoi che qualcuno ti salvi o... insomma vuoi scomparire!
-Bene, ricominciamo da capo, okay?
Aya prese a far girare la bottiglia in quel momento mi sentii un grande vuoto.
Che peccato... volevo vedere cosa mi chiedeva Kanata...
La bottiglia si fermò pian piano e puntò Christine come "
comandante" e Aya come "succube".
Chris chiese ad Aya sempre la solita domanda e quest'ultima disse verità.
Chris le chiese chi le piaceva e questa arrossì.
-Ecco...
Aya sbattè le palpebre. -Mi piace... non c'è un'altra domanda.
Chris scosse la testa, fredda e sistaccata. Non era più la solita dolce Christine.
Mi chiedo cosa è successo in questo periodo in mia assenza...
Aya mise il bronciò. -Non è vero! C'è sempre una seconda domanda!
Chris scosse le spalle. -Come vuoi. Chi vorresti baciare, allora?
Aya arrossì, sembrava indignata. -Io...
Guardò Santa, il quale arrossì. - C-che c'è?
- N-niente, perché c-ci dovrebbe essere qualc-cosa, scusa!?
Santa tremò e anche Aya.
Abbassarono lo sguardo. Vidi Chrsi sorridere.
-E' lui che vorresti baciare?
Aya rabbrividì, anaspò. Annuì.
E io sgranai gli occhi. Non ptevo crederci.
Aya aveva una cotta per Santa???
Tutti sembravano sconvolti, tranne Kanata.
Forse ne era a conoscenza e non me l'aveva mai detto. E forse gliela aveva detto proprio lei ma perché Aya non l'ha detto a me e a Nanami? Anche lei sembrava sorpresa, quindi non ne era a conoscenza prima di ora. Quindi Kanata l'aveva capito?
Com'è intelligente...
Smettila Miyu!
Mi morsi ancora il labbro. -Davvero? Ti piace?
Nanami era sconvolta.
Santa parlò velocemente, quasi gridò. -Anche tu!
Aya fissò Santa, tutta rossa. -Davvero?
Era felice. Sorrisi anche io: se era questo che voleva, allora ero felice.
Santa si avvicinò ad Aya e l'abbracciò.
Com'erano carini!
Di riflesso fissai Kanata. Con mia sgrande sorpresa, anche lui mi fissò.
Diventai rossa e mi persi nei miei pensieri. Non osavo alzare lo sguardo, ma poi il gioco ripartì.
Aya e Santa erano piuttosto imbarazzati.
Fu Nanami a girare la bottiglia.
La bottiglia si fermò come sempre pian piano e segnò Chris e Kanata.
Chris e Kanata?
Mi irrigidii.
Comandava Chris.
La guardai, con lo sguardo la pregai di non fare sciocchezze.
-Verità o penitenza?
Kanata era diventato più scostante di prima. Prese un respiro, ci pensò su e poi rispose.
-Penso... verità.
-Ti è piaciuto il bacio dell'altra volta?
Disse talmente velocemente che non capii la sua frase, all'inizio.
Poi... mi venne un tonfo al cuore.
-Che... quale bacio?
Non distinsi neppure la mia voce.
Kanata anaspò, farfugliando qualcosa. -Io...
-Kanata, quale bacio?
Lo fissai, lui fissò me. Scosse la testa.
-Non è come pensi, lei mi ha-lo interruppi bruscamente, alzandomi da terra.
-"Non è come pensi"??? E allora cosa??
Si alzò pure lui. -E' lei che mi ha baciato, ma non l'ho voluto!
Sgranai gli occhi, davvero non sapevo cosa pensare o cosa provare.
Ero arrabiata, triste, delusa.
Non sapevo se prendermela con lui o con Christine.
O con me stessa. Io sono andata via.
Solo io ho sbagliato.
Solo io.
Ma Christine non doveva baciarlo.
-E ti è piaciuto?
Disse Christine. Non mi calcò pure, i miei sentimenti erano zero per lei.
-Chris...
Sussurrai. -Perché mi stai facencendo questo? Pensavo fossimo amiche...
-Beh, anche io lo pensavo.
Christine mi rivolse uno sguardo carico di disprezzo e poi si rivolse a Kanata, che intanto rimaneva di pietra. Non l'avevao mai visto cosi.
Cioè che mi premeva era la sua risposta. L'avevo ferita.
Ma lei, non c'aveva pensato molto a restituirmi il favore.
-Mi dispiace.
Mi rivolsi a Chr
istine. Tirai fuori tutta la mia forza.
-Mi spiace se ho seguito il mio cuore. Come amica, non avrei dovuto farlo. Ma io ero come te. Innamorata. E lo sono ancora e tu, sapendolo, non ti sei fatta alcuno scrupolo e hai baciato il mio ragazzo. Senza neppure chiarirti con me. Senza neppure pensare ai miei sentimenti, come invece ho fatto. Mi spiace se ti ho "rubato" il tuo amore, ma lui ora è mio quindi stagli alla larga.
Ero fiera del mio discorso e anche di tutta la sicurezza e il dolore che ne traspariva.
Chris mi fissò, sbaordita, con la bocca e occhi sgranati. Non se lo aspettava.
-Chris?
Fu Kanata a parlare. E appena lo fece, mi salì un moto di vergogna per le parole che avevo usato.
"... ma lui ora è mio quindi stagli alla larga."
Avampai e di sicuro diventai rossa, ma ascoltai ciò che Kanata disse a Christine.
-Chris, ti voglio bene e lo sai.  Anche se non ci fosse stata Miyu, non ti avrei voluto bene nel modo in cui me ne vuoi tu. Mi spiace, ma mi piace un'altra piccola, dolce, mia ragazza.
Ricalcò sulla parola 'mia'. E quasi piansi.
Il mio cuore galoppò, scoppiò, vibrò, saltò, amò. Perfino morì.
Non era mai stato cosi felice.
E neppure io lo ero mai stata.
-Vedremo se continuerà ad essere tua...
Esclamò Kurita, facendomi quasi perdere tutta la mia gioia.
Vidi Chris piangere, piangeva come una bambina e mi sentii in colpa.
Doveva essere dura per lei sentirsi portare via il suo grande amore.
Ma non per questa, avrei lasciato Kanata. Se proprio dovevamo farlo, sarebbe stato lui.
Io l'avrei amato per sempre.
Kanata lanciò un occhiataccia a Kurita. -Ma sta' zitto!
Kurita sgranò gli occhi, vedendo la calma e la noncuranza del suo 'amico' e digrignò i denti, stringendo i pugni come se volesse colpirlo. Kurita si avvicinò a passo spedito verso di me, ma me ne accorsi solo quando Kanata lo aggredì.
Vedevo la schiena di Kanata, il che era strano: 3 secondi fa cel'avevo affianco...
Ma poi capii. Kurita si era avvicinato per baciarmi e Kanata aveva fatto scudo.
Ora ricordo...
E subito dopo mi venne un colpo al cuore e anaspai.
Kurita era steso a terra e si manteneva la pancia con in volto una pura espressione di dolore. Non vidi l'espressione degli altri, mi concentrai a guardare intimorita Kanata che con gli occhi socchiusi lo fissava, calmo e tranquillo. -Lei è mia.

____

-Kanata!
Questo si girò verso il padre. -Chiedigli scusa!
Kanata fissò Hosho, il quale controllava la guancia di Kurita tutta dolorante.
-No.
Rispose lui e quasi mi feci scappare un sorriso impertinente.
Mi era mancato.
-Kanata, cavolo, chiedigli almeno scusa! Guarda cosa gli hai fatto...
Con aria tutta accorta controllava Kurita che faceva smorfie di dolore terrificanti, ma si vedeva che era un po' soddisfatto, forse perché Kanata ora doveva chiedergli scusa. Forse pensava che Kanata avrebbe avuto una punizione. Ma si sbagliava, questo non l'avrei permesso.
Devo dire che sono molto confusa, tutto è accaduto velocemente. Kanata 'ha picchiato' Kurita: uno, non me lo sarei mai aspettato. Non credevo Kanata poteva reagire il quel modo se qualcuno voleva baciarmi. Il pensiero mi faceva gongolare ma cosi si era messo nei guai e non voglio; secondo, non è da lui farsi prendere dall'istinto. Di solito non lo sa, è un tipo cosi orgoglioso.
Possibile che per Kanata potessi essere un po' importante?
'Lei è mia'. Ha detto cosi. Si, ha detto proprio cosi.
Sorrisi, incapace di trattenermi. Mi dondolai un po' sulle gambe fissando il tavolo.
Dopo il pugno di Kanata, i nostri genitori erano entrati in camera spaventati da un rumore e poi avevano scoperto tutto. Hosho tentava di medicare Kurita, ma pareva indeciso.
Pregai per non far che qualcuno dicesse 'perché lo hai fatto?'.
Kanata cosa avrebbe risposto.
Nessuno lo aveva ancora domandato. Strano.
-Ma io non capisco...
Fu mio padre a parlare. -Perché l'hai tirato un pugno.
Mi irrigidii non appena sentii quella frase, quella domanda. La domanda.
Sul mio viso non ci fu segno di felicità, il sorriso scomparve cosi come la mia allegria.
Cosa avrebbe risposta Kanata? Fu come se il tempo andasse molto lento.
Attendevo la risposta di Kanata da tanto tempo ma in realtà non era passato neppure un secondo. Cosi fissai kanata con angoscia e non pareva turbato dala cosa.
Me lo sarei dovuta aspettare. Infondo, Kanata non mostrava i suoi sentimenti.
Teneva lo sguardo sul signor Hosho e Kurita, le mani in tasca, appoggiando il suo peso di lato.
Aveva un'aria davvero... fica, ecco.
Si passò una mano tra i capelli e rispose.
-Perché stava per baciare Miyu.
Oh cazzo.
Tutti gli sguardi su di me.
-Davvero?
Disse Hosho, incredulo. Kurita si irrigidii.
Perché l'aveva detto? Perché non aveva detto che era stato geloso e l'aveva picchiato perché io e lui stavamo insieme? Dicendo cosi la cosa sarebbe ricaduta a me e avrei dovuto rispodere e avrei risposto male e loro non avrebbe più calcolato Kanata e.... forse voleva che decidessi io.
Bah.
Mi schiarii la voce. -Ehm, ecco...
-TU HAI OSATO BACIARE MIA FIGLIA??????!!!
Mio padre. Non ci fu neppure bisogno di costatarlo.
-Beh, Kanata lo fà.
Tutti gli sguardi su Kanata. E lui... indoviniamo?
Non turbato? Risposta esatta.
'Fanculo.
Il ragazzo dall'occhio glaciale alzò gli occhi al soffito; era una cosa che faceva spesso, alzare gli occhi al soffitto. Probabilmente gli piaceva il colore................. ma lo faceva quando si voleva controllare. Si, guardava il soffito e le sue emozioni sparivano. Ma purtroppo questo non funzionava su di me.
Mi imbronciai un po'. Chissà cosa si metteva a dire.
Si morse il labbro, passandosi le mani tra i capelli, con sguardo smontato. Quello sguardo l'avevo chiamato cosi perchè ogni volta era cupo e ti trafiggeva l'anima. Sembrava infelice e trsite ma no, era smontato. Si, smontato.
Kanata non parlò. Restammo cinque minuti a fissarlo ma nulla.
Eppure il mio cuore batteva forte. Volevo sapere cosa avrebbe risposto.
Pensavo di sapere cosa la sua mente stava escogitando. Alcune volte si complicava proprio la vita. Bastava essere sincero... cavolo, doveva! Io come sarei sopravvissuta senza saperlo.
Questo era ciò che pensava: se parlo, gli rispondo male probabilmente e cosi protrei dire cciò che non voglio e non posso dire davanti a suo padre e a lei; se invece non parlo, faccio la figura da Kanata e probabilmente è la cosa migliore ma potrebbe interstardire qualcuno (come Kurita) che potrebbe mettere di nuovo la sua linguaccia e cosi provocarmi e a quel punto non so se il mio orgoglio mi consenta di parlare o stare zitto.
E poi bla bla bla. Qualcosa di complicato e da Kanata.
Non potrebbe dire 'si, l'amo e non ho intenzione di lasciarla; si, ci siamo baciati ed è stato bellissimo cosi tanto da farmi battere il cuore; p.s. posso sposare vostra figlia?'. 
Fico.
Mi scoprii molto più triste di quanto mi aspettassi: davvero per lui, il suo orgoglio era più importante di me? Non voglio dire che io lo sia. Ma voglio che lo sia comunque per lui. E' cosi brutto? E' meschino? E' troppo? Innamorato?
Abbassai la testa, stavo per piangere.
In vita mia mai ero stata innamorato o comuqnue corrisposta credo.
Kanata però... con Kanata era diverso.
era davvero fantastico, nonostante quel cavolo di orgoglio, mi piaceva.
Lo amavo. Lo sapevo che ero ancora un poppante ma era ciò che sentivo.
Me ne sarei liberata un giorno e questo mi sorse come consolazione; mai Kanata, infatti, mi avrebbe amata cosi a lungo. Era davvero una prospettiva troppo gradevole per essere veritiera.
Mi portai quasi inconsapevolmente le mani sulla faccia. 
Perchè? Perché... almeno lui, non so che fare. Almeno, o Dio, toglimi questo sentimento verso di lui. E' forte e potente e non voglio che continui cosi per sempre. Amarlo da lontano... sarebbe difficile, bello, ma difficile. E non appagante. Sarei stata però l'amante del suo cuore. Solo e soltanto del suo cuore.
E forse, neppure quello.
-Ti amo, baby.
Tolsi le mani dalla faccia.
Mi sembrò di volare, il mondo si era fermata su quelle parole dette... da Kanata?
Non capivo ciò che diceva. Era un'accento... erano parola italiane quelle, mi pare.
Il mio cuore battè forte, perché sembrò capire. 
Kanata mi stava guardando. Sorrideva. Dolce.
Quasi mi strozzai, non respirai più. Piansi tra le sue braccia.
Ti amo anche io, sussurrò il mio cuore.

Due settimane dopo...

Kanata's POV.
-Mi butto. Ho deciso.
Lei mi fissò. -Vai.
Guardarla mi dava molta forza. E forse non era una cosa che mi faceva onore, ma infondo io ero innamorato. Giustificato, quindi. Lei era fantastica, è stato facile innamorarmi di lei. E se pure in queste settimane è successo di tutto, beh,  mi va bene cosi. Non la perderò, costi quel che costi. Sarò con lei. L'amerò come merita e basta.
Kurita si era rassegnato. Certo, la vuole ancora lo so. Lui nega. Si è scusato per essersi comportato in tal modo. -Non so che mi è preso. Scusami, amico.
L'ho mandato a fanculo.
Pensava che me la bevessi?
So a che gioco sta giocando, vedo come la guarda anche se non si parlano più lui tenta di ricostruire sia con me che con lei qualcosa. Che non avrà mai. Non sono tanto stupido da credere a questo.
Anche se Miyu sembra esserci cascata. -Ma dai, era una piccola cotta.
Certo, certo. E io infatti, ci credo.
Entro nell'ascensore, insieme a lei.
Sinceramente mi viene voglia di baciarla. Di fare altro, veramente, però soprattutto baciarla.
Da quanto le ho detto "ti amo" è diversa. In modo migliore. Mi coccola.
E io sono felice.
Sorrido a 43 denti. Lei lo nota.
E ride anche lei. -Perché ridi?
La addosso alla parete e fissandola negli occhi la bacio.
Amore.
Ora lo posso dire.
-Ti amo.
Apro gli occhi, per dirlo ho dovuto staccarmi da lei.
Mi rituffo nelle sue labbra e come un assetato, sto ore ed ore ad assaporarla.
Le porto le mani ai fianchi, massaggiandoli, spingendola sulla parete e spingendomi su di lei. Non la faccio più respirare.
ma c'è un motivo per cui lo faccio.
Sono un maniaco. Mi piace sentirla muovere contro di me. Sento il suo corpo. Quel corpo meravigliso, fantastico, travolgente. Non vedo l'ora che diventa mia.
Mugula un po' ed io insieme a lei. Mi massaggia i capelli. Li tira. Li stroppiccia.
Poi le sue mani vanno sulle mie spalle.
Continuiamo a baciarci, cosi. Tanto, tanto.
Il mio cuore, insieme al suo, scoppiano.
Lei ride un po'. Anche io, come sono felice.
Poi però, qualcosa mi disturba.
Siamo in un ascensore, giusto?
Mi giro verso le porte. Non si aprono.
Ah.
-Miy-tento di dire girandomi verso di lei, ma lei mi bacia chiudendo gli occhi.
Ma si, tanto l'ascensore è bloccato.... ohhhhhhhhh ma che sto a dire!!!
Faccio stoppare il bacio, a malincuore. Kanata, è per una giusta causa.
-Miyu?
Lei mugugna guardandomi da.... g-g-gat-tin-gattina? Ohhh, mamma mi fai morire tu...
-Mh?
Si struscia. Lì.
'Fanculo.
-Ahhhhh.
Gridò staccandomi completamente, sentendomi perso e vuoto.
Voglio il suo cuore, voglio abbracciarla, baciarla ma...
-L'ascensore si è bloccato, piccola. Sta' tranquilla. Ora accend-mi blocca, mi sbatte alla parete e mi bacia.
E vabbè....

-L'amavo. A modo mio.
-Capisco.
Il signor Kèito si massagiò la pancia, in un gesto che sembrava essere indifferente a tutto ciò che accadeva.
Hokichi aveva spifferato.  O meglio, è stato incastrato. E' stata il figlio. A molestare mia madre.
Lo sapevo.
La reazione di mio padre, per quanto logica, fatta da lui mi colpì.
Lo picchiò. E io non feci nulla per impedirlo.
Anzi, se avessi potuto l'avrei ammazzato con le mie mani.
Anche ora, averlo di faccia a me... mi scatena cosa davvero brutte.
Ed anche ad Hosho. Lo vedo dalla sua faccia arrabbiata: ha la mandibola rigida e lo fissa mentre lui a distanza da noi da una lastra di vetro tenta di giustificarlo per ciò che ha commesso.
Gli hanno dato carciere a vita. E di questo sono felice.
La moglie, madre di Akira, è stata arrestata. Hanno ragione di credere che sia anche lei nel giro.
Ma ora Akira... beh mi dispiace per lei. Ora è sola.
Non voglio scusarmi con lei e neppure lei doveva farlo. Perché mai?
Mi dispiace solo che ora è sola. Però, mi è venuta una idea.
Volevo chiedere a mio padre se era possibile che venisse da noi.
Miyu non ne era felice. Gelosa.
Tenera.
Bona.
Vabbè.
E' gelosa... ancora di Christine.
Lei... beh non so nulla di lei, praticamente non ci parliamo più.
E forse è meglio.
-Papà?
Non lo guardo in faccia. So che è felice perché io lo chiamato cosi.
-Akira può venire da noi?
La sua risposta tarda di un minuto, ma arriva. -Certo. Certo, Kanata. Certo.
Sorrido un po'.
-E se lei non vuole venire?
-Certo che si. Miyu, lei vuole venire.
E' vero, lo faccio apposta. Voglio farla gridare 'sono pazza di te e quindi gelosaaaaaaa'.
Anche se un po' me lo dice sempre.
Rido. 
Da quando mia madre è morta, non sono stato molto felice. Avevo sempre qualcosa di negativo nel petto.
Certo, ce l'ho ancora ma... ora c'è Miyu.
E cazzo, ora sono felice.

Ricevuti [1/189].
Un messaggio non letto.
Oh.
Lo apro con calma.

[Mako]                                               15:23
Ehi, Kanata. Possiamo incontrarci?
Baci, Mako.                                  

  


Ero un po' nervoso.
Ad essere sincero, credevo di stare sbagliando. Non sarei dovuto venire qui da Mako.
Scossi la testa, pensieroso. Forse sarà meglio andamene.
Tanto sono venuto pure prima, di sicuro faccio in tempo ad andar... -Kanata?
Mi girai di scatto, sobbalzando. -Oh. Ciao.
Mako mi sorrise, sembrava triste, ma era calma e tranquilla.
Andammo a sederci in un bar, ordinammo, mangiammo ma nessuno dei due diceva qualcosa. infondo non ero io che dovevo parlare. Mi aveva invitato lei e per quanto volevo sapere cosa le passasse per la testa non avevo intenzione di essere io a parlare per prima. Ragion per cui avrei aspettato una sua parola. Ma quando parlò, fu schietta e dritta al punto.
-Mi piaci Kanata. E questo lo sai. Mi rode il fatto che tu stia con Miyu, ma va bene. Voglio solo sapere se possiamo restare amici, perlomeno. Vorrei questo. E chissà forse un giorno...
-No, Mako.
La fermai. -'Un giorno' nulla. Ora amo Miyu. E sarà cosi per sempre.
Lei ridacchiò. -Non vi amerete per l'eternità. Che cosa sdolcinata!
Mi sorrise maliziosa, mangiando un po' di biscotti.
-Spero... di poter incontrare qualcuno come te, Kanata.
Annuii. -Anch'io per te, Mako. Amici?
-Amici.

-Sei andato da Mako?
Annuii. -E' quello che ho detto.
-E non mi hai detto nulla!
-Te lo sto dicendo ora.
Dissi calmo. Miyu era nervosa.
Perché poi...
-Me lo dovevi dire prima... mi dovevi....
-Chiedere il permesso?
Dissi sconvolto. -Il permesso? Miyu, ma dai!
Continuai,con un tono ridicolo  e incredulo. Lei arrossì. -Beh, si. Non proprio il permesso ma avrei dovuto saperlo prima. Cavolo, Kanata dovevo saperlo!
-E cosa avresti fatto?
Miyu rimase interdetta della mia domanda. E forse anche dal mio tono di voce.
Agitai le braccia come un impossessato e mi avvicinai ancora di più a lei. La vidi arrestrare al muro, spaventata. Era davvero terrorizzata.
Deglutì rumorosamente e chinando la testa mi fissava gli occhi.
Non riuscivo a contrallarmi. Lei non si fidava di me. Già, perché lei non si fidava di me.
Avrei dovuto dircelo? Tzè, ma fammi il piacere!
-Davvero Miyu, grazie per la tua fiducia.
La mia voce era piuttosto alta e Miyu tremava. -Scu-tentò di dire ma la bloccai con il mio fiume di parole.
La mia altezza la copriva e il mio corpo la schiaccivava ancora di più sul muro. Tentò di scacciarmi via, ma prendendola per le braccia la baciai.
Fu un bacio rude e violento. E non mi accorsi neppure di averlo fatto.
Avevo represso troppo i miei sentimenti. Era il momento di estarnarli.
La volevo, in ogni modo.
Volevo tanto...
Uno schiaffo mi colpì in pieno viso, facendomi staccare da Miyu.
La guardai scioccata.Era stata lei.
Ma fu un attimo perché la delusione (per me stesso) e la tristezza presero sopravvento. Aveva gli occhi lucidi, le labbra gonfie e tremava leggermente. Si copriva il corpo con la mano, mentre l'altra, che mi aveva colpito, restava in aria. Se la portò alla bocca e strinse gli occhi.
Corse via. 
Non so dove.

-L'hai colpita?
Lo guardai scioccato. -Ma che dici?! NO!
Santa sospirò. -Ah! Ho capito male. Allora, chi ha colpito chi?
Disse con un sorriso impertinente. 
Macchecavolo, era una cosa seria. -Macchecavolo, è una cosa seria!
Annuì mangiucchiando le patatine. Mugugnò e si verso dell'acqua.
Respirai forte l'aria pulita. Guardai il pavimento della terrazza della scuola, chiedendomi dove fosse.
-E poi che è successo?
Mi portai la mano sulla fronte, coprendomi gli occhi. -Non posso credere di avertelo detto...
Sussurrai cosi piano che pensai di non averlo addirittura detto.
-Mh? Hai detto qualcosa?
Sentendo la campanella mi alzai, aiutandomi con la mano. -Nulla.
Avevo in mano le patatine e l'acqua, girai la testa rivolgendomi a Santa. -Ci vediamo, okay?
Si passò la lingua tra le labbra, agitandosi e alzandosi. -E no! Le patatine non te le portare.
Scendemmo le scale fino ad arrivare al nostro piano.
-Kanata, non fare il tirchio e dammi le patatine!
Bevvi un sorso d'acqua e quasi mi strozzai quando vidi Kurita venire da questa parte. Ingoiai e spinsi Santa dall'altra parte della traettoria del coglione. -Svelto!
Ci nascondemmo dietro un gruppo di ragazzine che parlottavano e che venivano nel senso opposto al nostro.
-Che ti spingi!
Santa mi tolse la mano sul suo braccio. -E dammi le patatine!
Me le tolse dalle mani ma me le rispresi. -E sta' zitto!
Disse ringhiando quasi.
Girandomi verso il corridoio per un attimo persi Kurita ma lo trovai. Era fermo alle macchinette.
-Ehi, Santa. Vieni qu-sentivo qualcosa toccarmi il braccio.
-Che c'è!? Che vuoi?
Dissi e girandomi vidi una ragazzina minuta con sguardo arrabbiato. -Finito di fare casino?
La guardai scettico, alzando un sopracciglio. -Che c'è?
La ragazza sbuffò. -E dagli le sue patatine!
Me le prese dalle mani e ce le diede a Santa, che sorrise e la ringrazio con occhi a cuoricino.
Lo tirai per un braccio, vedendo che Kurita se ne stava
 andando.
-Non posso credere che ti sei fatta aiutare da una ragazza!
-E scusami, Kanata però, eh! Che dovevo fare, non me le... ma smettila di tirarmi la maglia!!!!
Kurita a passo spedito si dirigeva fuori scuola. Strano, pensai, è suonata.
Una volta fuori, si girò dietro di sè come per contrallare qualcosa. A quel punto mi nascosi dietro un muro, spingendo Santa  a seguirmi, poggiandoli una mano sul petto per sbatterlo sulla parete. -Argh! Che male!!
Mi voltai verso di lui e come se potessi ucciderlo gli intimai di chiudere il becco. 
-Mi hai fatto male, non posso neppure...
-Stai. Zitto.
-Ma scusa...
-Vai a fare in culo, Santa. O stai zitto oppure stai zitto, decidi!
Lui finse di pensarci. -Credo... scelgo di stare zitto.
Lo guardai fisso. -Quanto sei imbec...
-Alle tre?
Sobbalzammo e mi sporsi per vedere cosa stava succedendo.
Il coglione stava parlando con un'altra persona che non riuscivo a vedere.
-K-ka-kanata, ho paura...
Mi girai verso Santa, assottigliando le palpebre. -Sta' zitto. Che cazzo di paura del cazzo devi avere in questa scuola?
Santa aprì la bocca in una gigantesca 'o'. -...del cazzo!
Rise alla sua battuta ma quando vide la mia occhiattaccia smise subito.
-Tu pensi che funzionerà? 
Una voce preoccupata. Era il compagno con cui stava ora Kurita.
-Lo spero davvero.
Quest'ultimo era Kurita.
Lo fissai in cagnesco, disgustandomi. Che cavolo combinava...
-Ehi, Saionij, puoi uscire sai...
Spalancai le palpebre, stringendo le labbre tra di loro.
Che figura...
Sentii una mano muovermi con lentezza prendendomi dalla divisa della scuola -Kanata... ho paura, ti hanno visto.
Piagnucolò Santa.
Mi schiarii la gola, grattandomela. Gonfiai le guance facendo uscire l'aria dalla bocca.
Mi aveva visto. Restai con la testa penzolante che si vedeva uscire dall'angolo del muro e con un'aria da fesso per un po'.
Lo vidi fissarmi divertito.
Quanto bruciava questa cosa...
-Quanto ti brucia questa cosa, eh?!!
-Tzè.
Uscii dal nascondiglio, con disinvoltura.
-Ci vediamo Kanata.
Sussurrò Santa, alternando le parole a gesti. Si girò e impaurito, alzò la gamba per svignarsela ma Kurita lo chiamò.
-Santaaaaaaaaa?? Santa, where are you? 
We've got some work to do now...
Intonò la canzoncina di Scooby Doo e scossi la testa. -Davvero da stupidi. 
-Disse il tizio che si nascondeva dietro al muro... eeee, cosa più importante,che mi seguiva.
-Non ti seguivo!
Risi come se stesse dicendo un'eresia.
Già, l'avevo seguito. Oh mamma...
Santa uscì con la testa bassa e con il labbro sporto.
Sembrava aver paura.
Dietro Kurita spuntò quell'altra persona.
-Ryota? Che diavolo...
Esclamai senza impedire le mie parole.
Kurita rise. -Sai? Un tempo eri più razionale.
Sentii dei passi dietro di me.
-E tu piu leale...
Sospirai. -O almeno cosi mi facevi pensare.
Mi guardò sconvolto e anche un po' divertito. -Come hai fatto a...
-Non ci vuole uno a posto per capire che non sei solo. Quanti siete in cinque?
Il coglione mi guardò malizioso. -Cinque? Perché proprio cinque?
Feci spallucce. -Più amici non ne puoi avere.
Sgranò gli occhi e mi guardò in cagnesco. -Ho molti alleati...
-Io ho detto amici, non alleati.
Dissi con aria calma. -Di certo gli alleati non ti mancano, sono certo che ci sono molte persone che non mi sopportano. Infondo il mondo è popolato da gente stupida.
-Sempre con la risposta pronta?
-Faccio del mio meglio.
Sorrisi.
-Io almeno ce l'ho gli alleati, Kanata. Tu che hai? Un pinguino e uno che spara rose.
-Ehiiiii, io non sparo rose!
Gridò Santa.
Kurita lo fissò, per nulla stupido. -Tu sei il "pinguino". O meglio, l' "idiota".
-Beh, non è l'unico...
Dissi io.
-Spero parli di te, Saionij.
-Cosa c'è? Hai il dubbio?
Sentii delle risate dietro di me.
-Cosa ridete??!!
Kurita urlò come una femmina.
-Hai proprio un urlo... possente.
Commentai.
-Kanata? Davvero sono uno stupido pinguino?
Santa mi fece il labbro e Kurita gli rispose al mio posto. -Si! Lo sei. Da tanto, ormai.
Santa spalancò il bocca. -Ahmmmm...
-Ehi, coglione, qui l'unico pinguino sei tu. Ma ti vedi allo specchio o no?
Il coglione in questione strinse i pugni. 
-E stupido? Lo sono?
Strillò Santa. Io lo fissai, con fare ovvio. -Beh, un po' lo sei.
Aprì la bocca scioccato mentre io mi misi a ridere.
-Scherzo dai!
Si mise a mangiucchiare le patatine.
-Beh, coglione, noi andiamo.
Mi girai e vidi 3 ragazzi farsi seri.
-Visto, avevo ragione. Ne siete cinque...

-La mafia scolastica. La camorra. La stidda. La sacra corona unita. La...
-Ehi-bloccai Santa-che fai?
-Elenco tutti tipi di mafia. Sai, ho letto che si sono sviluppate in Italia e poi in tutto il mondo.
-Coglione.
Sussurai mentre il mio migliore amico continuava a parlare.
Intravidi Miyu appoggiata su un albero, sola. Sembrava triste.
Beh, la biasimi?
Senti, nessuno ti ha chiesto nulla.
Mentre Santa continuava a parlare, corsi da Miyu gridando il suo nome. Dopo vari tentativi si girò, mi vidi e sbarrò gli occhi, correndo -scappando- anche lei. -Ma che cazzo...
Imprecai, appoggiando una mano su quell'albero. -Miyu!!!
Urlai, rincorrendola. Dove andava? Stava cercando di farmi incazzare e ci stava riuscendo.
-Santo cielo, Miyu...
Sentii Santa chiamarmi, ma lo ignorai.
Continuava a farmi strada tra la poca gente che infestava l'ora della chiusura della scuola. 
Attraversai il parco in fretta, vedendo Miyu correre, inciampando.
Era cosi imbranata, quella ragazza...
-MIYU!!!
La chiamai disperato, tendendo con una mano la cartella a tracolla per non farla sbattere contro la mia gamba. Correvo come un pazzo ma non riuscivo a fermarla.
Mi sentii prendere un polso e qualcosa mi arrestò. -Caz,che cosa...?
-Kanata, no. Lasciala andare...
Mentre fissavo Santa con uno sguardo affaticato e stravolto, lo vedevo guardarmi serio e deciso a non mollarmi, sentii un vuoto dentro al mio stomaco. Fissai i suoi occhi e con chiarezza potevo capire che aveva ragione.
Ma io non potevo lasciarla andare. Cosi. Non cosi.
Dovevo chiederle scusa...
E se non rientrasse più a casa? Se le accadesse qualcosa perché troppo accupata a riempire quel vuoto che il mostro in me ha causato dentro quella fragile anima? E se lei scapasse da me?
E se la perdessi?
Potrei mai... sopportarlo?

_____


1 settimana dopo...

-Dove cazzo è??!!!
-Kanata, non gridare.
Husho mi strinse la mano, guardandomi di sottecchi, agitato.
Lo spinsi via. -Devo stare calmo...
Borbottai con un'aria ironica e affranta. -Dov'è?
Dissi, tormentato, stingendomi i capelli, piegandomi sulle ginocchie, sentendo lo sguardo di mio padre addosso.
E anche quel giorno era passato. Senza che lei venisse o che mandasse qualcosa.
Una settimana d'inferno.
Quel giorno non avrei dovuto ascolatare Santa, avrei dovuto seguirla, baciarla e amarla.
Ora non so neppure dov'è. La mia Miyu. E' cosi fragile, ingenaua., tenace ma forte. E' imbranata e combattiva.
Ho nisogno più io che lei, ho bisogno di sapere che è viva.
Sento, io sento che le è accaduto qualcosa. Sta male.
Lo sento. Lo sento nel petto, fino ai piedi, alle punte dei capelli.
E sento il mio amore per lei farmi provare ancora più dolore.
Se n'è andata. 
Non voglio dirlo, ma sento che sta male. E starmene qui con le mani in mano senza correre per il mondo scoprendo cosa sta accadendo, mi fa morire. Non può essere!
Più penso che le è accaduto qualcosa e più mi maledico. Devo pensare che leiora è andata dai suoi.
Si, in America o dove cazzo stanno.
Si, è cosi. E' cosi. E' cosi. E' cosi.
E' co.... si...........
E'.... cosi.
-Papà....
-Dimmi.
Sentii il suo tono sconsolato.
-Dobbiamo cercarla.

Il signor Kèito ci accolse ancora una volta in quella settimana nel suo studio e ancora una volta alle nostre domande rispose:
-Non abbiamo nulla.
Io e mio padre decidemmo di abbandonare per un po' il caso della mamma e scoprire dove fosse Miyu.
Ma in quel momento ero stanco di aspettare e di fare le cose razionalmente.
Dovevo fare qualcosa di vero. Di sentito.
Dovevo farmi trasportare dall'amore che provavo per lei e trovarla.
Provai ancora una volta a chiamarla, ma non rispondeva. Il cellulare era scarico ormai.
ma certo, lei non aveva nulla.
-Hai chiamato i suoi?
-Si si.
Rispose frettoloso. 
Lo fissai. Avevo abbandonato anche con lui le ostilità. Qui si trattava di Miyu, una settimana era troppa e non potevo permettere al mio orgoglio di vincere.
-Papà?
Lui sobbalzò. 
La prima volta che lo chiamai cosi, dopo la faccenda di Miyu, lui mi guardò spaventato, turbato. Incredulo, ma non disse nulla come se volesse preservare il momento. E io lo ringraziai per questo. Ancora oggi, però, non ha capito che lo farò più spesso. Lo chiamerò papà, anche 'papino' se servirà ad ottenere ciò che voglio.
E io voglio andare da Miyu.
-Dimmi... Dimmi, Kanata.
-Voglio andare da Miyu.

-Non l'avete ancora trovata?
-No...
-Dove siete diretti esattamente?
-Santa, stiamo sempre in città.
-Ah, si giusto...
Lo sentii un po' distante. Un po' troppo, per perfino al telefono.
-Santa, stai bene?
-Ah, eh, no... Si, sto bene. Ah-ah. Sto bene. Sono solo preoccupato. Tu dici che...?
-NO!!! Lei sta bene. Sta bene.
-Capisco...
Aggrottai le sopracciglia. -Santa? Ti sento strano...
-Ah, beh, scusa se non sono allegro e non ho un battuta pronta. Ecco, scusa!
Il suo tono mi fece rattristire. Era ironico ma incavolato.
-Santa...
-Ecco, io capisco che stai in pena per Miyu, lo sono anch'io. Lo siamo tutti credimi. Pensi che io non ci penso? Si, ci penso! Ma, ecco... potresti almeno chiedermi 'comè ti va la vita? e con Aya come va?'. Ecco! in quel caso ti direi 'bene'. E basta, credimi solo questo, poi penseremo a Miyu.
Il suo tono sembrava colpevole. Mi accorsi che era tutto vero, le sue parole però mi colpirono.
Nonostante avesse pienamente ragione, non era del tutto incavolato. Era Santa.
Santa non era mai incavolato.
Mi accorsi anche che avevo bisogno della sua snervante allegria per vivere, per sopportare l'allontanza di Miyu. Santa era il mio migliore amico, era vitale per me. Quasi quanto Miyu.
E sentirlo distante in questi ultimi giorni, mi aveva turbato. Ma sono stato sempre in silenzio.
I suoi sorrisi non erano allegri. Lui era sempre cosi... pieno di energia.
Mi mancava.
Ma io non mi ero comportato da amico.
-Santa, io...
-No, no. Scusa tu, Saionij. Io non devo darti un altro peso, mi dispiace. Sta' tranquillo! Pensa a Miyu e quando sarà tutto finito in bene -perché tu la troverai e vivrete felici e contenti- mi offrirai le patatine. Tanti pacchetti. Uno diverso dall'altro. Ho bisogno solo di questo. Ora, riporta a casa Miyu. Fa questo e basta.
Trillò, gioco e felice. 
Sorrisi, felice anche io. Avevo bisogno di lui. Di sentire questo.
Grazie, amico.
Ma quando stavo per rispondere a Santa, Hosho mi chiamò.
-Santa, un attimo...
Improvvisamente il mio cuore incomiciò a battaere frenetico e corsi da mio padre.
Mi fissò con una faccia scnvolta. E capii.
Non so cosa. Non so cosa mi fece in quell'attimo restare in piedi.
Ormai era finita.
Non sentii neppure il telefono scivolarmi dalla mano e cadere con un tnfo sull'asfalto su cui giaceva Miyu, priva di vita.
Sentii il vento, toccarmi la faccia prendendo con sé le mie lacrime.
Mi toccai il viso. Stavo piangendo....?
Mi avvicinai al suo corpo. Era bellissima.
-Ka-kanata.......?
Ignorai il sospiro di Hosho per poi accarezzarle il volto con un sospiro amaro.
Il suo viso era emanciato, pallido, quasi violaceo.
Ma i suoi occhi mi spanventarono. Spalancati, senza vita. 
I suoi occhi verdi. Che me l'hanno fatta amare, sognare.
Le sue labbra erano dischiuse cosi le detti un bacio, leggero. Sfiorando le sue labbra, i suoi occhi, il suo viso, il naso.
Lasciai un bacio proprio sulla guancia. Sentii la palle fredda, secca.
E piansi. Piansi come un bambino di 13 anni.

Ho un po' di paura di morire per mano vostra....
Lo so, è da tanto che non sposto e poi la faccio finire cosi.
Ma no, non è finita. C'è l'epilogo.
Statevi tranquilla, nulla è come sembra:)
Mi sono accorta che la storia si era troppo allungate e io non ho cosi tanto tempo.
Nè prima, nè ora, nè tantomano tra un po'.
Perciò, prima che sia troppo tardi voglio fare un ff su Twilight e non posso mantere due ff contemporeanamente.
non ora.
Il mio 'tono' è forse un po' di ghiaccio, ma non so che dire. 
Sono confusa sulla storia e su l'ha seguita.
Mi seguirete ancora? Siete felice del capitolo?
Lo so, un po' tristi lo siete...
Tranquilleeeeeeeeee... andrà bene.
Almeno questo ve lo devo.
Io chiudo, altrimenti nnon la finisco più di scrivere xD
SPERO VI PIACCIA, ci vediamo con l'epilogo.... e forse con anche divertenti  momenti della storia.
Non dico più niente, chi capisce, capisce xD
Me cattiva xD
Ahahahhahaha
Ciaoooooooooooooo: )

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Capitolo 30
*** Kismet ***


Non dirò molto perchè non so che dire. Spero che piaccia e si, lo so, sono in ritardo.
Ma auguri e buone feste xD
Spero che sia abbastanza lungo xD
Scusa ma non ho molto tempo xD
MissP ;)


Orgoglio

Capitolo 23-Kismet

Una ragazza bruna aspettava vicino ad una panchina nel parco il suo compagno. O meglio l'uomo per cui aveva perso la testa ma che non la degna di uno sguardo. Aveva deciso comunque di invitarlo a cena e sperava tanto che il ragazzo potesse essere suo. Ma sapeva che era impossibile. Egli infatti era molto chiuso. All'università di Waseda ogni ragazzo, ogni muro era attrato da quegli occhi blu profondo di ghiaccio e dalla strana aura tenebrosa che lo circondava. Si poteva dire che in tutto ciò che faceva Kanata Saionij, c'era un che di... attraente.
La ragazza era persa. Adorava tutto di lui.
Ma allo stesso tempo, nel profondo, sapeva che non poteva ma essere suo. Non potevano mai essere una coppia.Lui era troppo taciturno, non gli aveva mai raccontato qualcosa di personale. Ma perché avrebbe dovuto farlo?, si chiese. Questo dimostra quanto non si possa scalfirlo o sconfiggerlo.
Ma lei è determinata. Sente che è quello giusto e Dio solo sa perché lui abbia accettato l'invito.Kiki lo prende come un segno del destino. 
Saionij è speciale. E se mai avesse intenzione di arrendersi, saprebbe che non troverà mai qualcuno al pari suo.

E cosi Kiki prende a pensarlo. Alla sua bocca, agli occhi, le sopracciglia, le mani, le unghie, le gambe, il portamento, gli occhi... e poi gli occhi. E ancora gli occhi.
E sente il suo cuore battere.
Il suo sorriso.
E le viene da ridere. E ride.
-Perché ridi?
Già, lui avrebbe detto cosi in quel momento se l'avesse vista.
-Allora, perché ridi?
Kiki si spaventò, alzando gli occhi.
Era lui. Nel suo jeans a vita bassa e una maglietta a maniche lunghe con strisce marroni e panna.
Se fosse stato una che si arrendeva, a quest'ora avrebbe perso la sua visione.

Kiki lo fissava negli occhi blu.
Poi scese sul piercing al lato del labbro superiore. Sentì il suo cuore battere e fu sicura di diventare rossa.
E di questo Kanata se ne accorse e divertito abbozzò un sorriso malizioso.
Dio quanto è bello, pensò Kiki.
La piegatura del labbro, la sopracciglia alzata, il suo collo virile.
La ragazza sospirò trillando un 'andiamo!' troppo espansivo. L'uomo affianco a lei annuì interessata da quella ragazzina cosi dolce e delicata. Se fosse stata come le altre di sicuro se la sarebbe solo portata a letto.
Si mise le mani in tasca e arriciando le labbra piegò le spalle. Quell'attegiamento non sfuggì alla brunetta, che alzò la testa di molto visto che il ragazzo era alto per fissare proprio questo. Anche il ragazzo le diede un'occhiatina, alzando il sopracciglio.
Dio, perché lo fa?, si domandò la ragazza innamorata.
Chiunque li vedeva da fuori pensava che erano molto carini e che addirittura 'erano sposati, anche se lei era di molto più piccola. Ma non era cosi. Erano entrambi ventenni, ma lei era molto bassina e il vestitino che portava dava molto di quindicenne. 
Lui sembra più grande. -Quasi un trentenne, trillò una signora anziana poco distante al marito che disinteressato leggeva il giornale. La signora li fissava. C'era qualcosa di lui che li era famigliare. Ma cosa?
Oh, la vecchiaia! I ricordi e il divertimento se ne vanno. E ciò che resta è un marito brontolone e davvero poco attraente.
Non di certo come quel bellissimo ragazzo.
La coppietta si allontanava e la signora faceva fatica a distinguere il ragazzo. Sospirò seriamente affranta dando un buffetto sulla guancia di suo marito. -Questa vecchiaia ci distuggerà.
Il signor Kozuki abbassò di poco il giornale come se questo lo facesse concentrare di più sulla donna al suo fianco. Riportò il suo sguardo sul giornale, poi come preso da un dubbio fissò la fine della strada. Chissà cosa aveva visto sua moglie!
Intanto la coppietta camminava tranquilla. Kiki era rossa e molto imbarazzata e davvero non sapeva cosa fare. Ricordò di aver provato a casa di una serie di argomenti che ai ragazzi piacciono. Insomma le macchine piacciono a tutti gli uomini.
-Tu, che.... Che macchina p-porti?
Balbettò un po', alzando lo sguardo verso il ragazzo.
Cavolo, sembra stupido ora, ieri sembrava pià convincente, pensò la brunetta.
Kanata non sembrava aver raccolto pienamente la stranezza dell'argomento e con assoluta calma rispose: -Una BMW.
La ragazza borbottò qualcosa, sbattendo le palpebre, fissando davanti a sè.
Bene, si disse, non è di molte parole come sempre. Ma forse non è il suo argomento preferito. Proverò un altro.
-Sapevi che i videogiochi sono molto venduti qui in Giappone? Come i manga.-come i manga?ma Kiki!!- a te piacciono i videogiochi?
Si morse il labbro, insicura.
Kanata annuì, disinteressato. Vedeva nel suo sguardo noia.
La ragazza ci rimase male e si imbronciò. -Cavolo quanto sei musone!
Il ventenne sussultò, fissando la donna vicino a sè. Aveva sempre pensato che fosse davvero bella con quegli occhi verdi splendidi ma privi di significato per lui. Si passò la lingua, umettendosi le labbra e sembrò che questo gesto fosse gradito a tutte le donne che passavano.
-Mi dispiace. Non sono esattamente quel tipo di ragazzo allegro o comunque socievole. Se per te va bene io devo andare.
Kanata saluto con un bacio sulla guancia la sua compagna e si diresse verso casa.
Passò cosi per il parco e notò gli stessi vecchietti di prima.
Quelli non si lasciarono sfuggire la sua figura e questa volta la signora Kozuki focalizzò bene il viso del ragazzo ma non riusciva a capire proprio doveva l'aveva già visto.
Si sentì una ragazza, quella sua compagna di prima, urlare un nome. -Kanata!
Il ragazzo si girò per nulla sorpreso di vedere Kiki correre verso di lui e fermarsi al suo cospetto. -Con un po' di fiatone chiese:-Perché vuoi andare via? Ti ho chiesto un appuntamento, non è carino da parte tua andartene, Kanata. Pensavo fossi gentile e per questo che mi sono innamorata di te!
La ragazza sussultò, capendo ciò che aveva detto. Si era confessata. 
Divenne rossa e balbettò un po'. Kanata la fissò.
Era tanto uguale ad una biondina con gli occhi verdi che aveva tanto amato e perso durante la sua adolescenza. Anche se per poco, l'aveva amata davvero.
Il ragazzo sorrise sghembo, la prese per i fianchi non prima di spostarle una ciocca di capelli davanti agli occhi e portarla dietro le orecchie. Si avvicinò al suo viso e sentì il cuore di quella battere forte. -Possiamo provarci.
Quando la coppietta sparì, la signora Kozuki analizzò tutta la scena. Passarono ore, in cui ci pensò.
Il pensiero di quel ragazzo la tormentava. Non tanto per il fatto in sè per sè ma proprio perché quando si metteva in testa una cosa era difficile che l'abbandonava. La ragazza l'aveva chiamato Kanata.
Chissà chi era questo Kanata e perché le era tanto famigliare.
Il marito della signora sbuffò. -Insomma cucina bene, santo cielo!
Disgustato, allontanò il piatto di pasta con una mano.
Ma la moglie non stava ad ascoltarlo, sentiva che era quasi vicina alla conclusione di quella storia. mancava poco. Ma quando l'avrebbe capito?
-Mamma!
Al richiamò di sua figlia, la signora Kozuki girò la testa. -Tesoro, dimmi.
La biondina accennò un sorriso. -A cosa pensi?
Fu in quel momento che il padre della ragazza sbottò. -Ad una coppia che abbiamo visto al parco ieri pomeriggio. Pensa che ormai si è fissata su questa cosa!!
Sbattè la mano sul tavolo, facendo sussultare sua moglie e sua figlia, la quale sussurrò verso la madre. -Perché ti sei fissata?
La madre fissò sua figlia indispettita. -Non mi sono affatto fissata e, Yuu, per tua fortuna stiamo mangiando perchè altrimenti ti avrei perso a calci, maritino mio!
L'interpellato ridacchiò. -E tu lo definisci cibo questo?
Miki Kozuki si alzò indignata. E l'espressione che ebbe fece ricordare a Miyu un cartone animato.
-Questo si può definire cibo tanto quanto questa si può chiamare casa. C'è un motivo per cui quel Kanata mi tormenta sai?
Al nome 'Kanata', Miyu sussultò. L'aveva già sentito.
Ma dove?
Il marito, stanco, si passò una mano sulla faccia, sospirando. -Ahhh, le donne! E dove l'hai già visto sentiamo?
La donna prese in mano un pezzo di pane li vicino a lei sulla tavola, sedendosi. -Se l'avessi capito, a questa ora staresti mangiando caro!
Borbottò. -E comunque, disse, lo trovo buono il polpettone.
-Sembra scaduto!
-Tu l'hai comprato o sbaglio?
La figlia sospirò, un po' affranta un po' divertita. -Mamma, papà, calmatevi!
I genitori sbuffarono. -Oh! Non ho più l'età per contrardirti ormai!
Sentenziò il marito.
La donna annuì ancora assorta dal pensiero.
-Ohhhh, ecco che ricomincia!

Diede una pacca al sedere della sua compagna, gustandosi l'indignazione di lei.
Kanata ridaccchio, fingendosi di difendersi dagli attacchi di Kiki.
Se avesse potuto l'avrebbe fermata in un minuto ma lei era cosi ridicola che era impossibile perdersi la scena!
-Sei davvero un porco, Kanata! Non farlo mai più, almeno a scuola!
Kiki si stava avviando proprio al suo corso che sarebbe incominciato tra venti minuti ma si era dovuta fermare perché il suo ragazzo l'aveva toccato il sedere.
Non che mi dispiacesse....,pensò.
Kanata ghignò. -Dai, volevo salutarti!
-Beh che ne dici di 'ciao'? 
Kanata sghignazzò, per poi negare col capo. -E che divertimento c'è?
La ragazza lanciò un gemito di irritazione prendendo a camminare seguita da Kanata.
-Mi stai seguendo??
Il moro arricciò le labbra in modo divino e rispose che seguivano gli stessi corsi.
La brunetta arrossì. Oh! E' vero, si maledì per aver perso il nume della ragione.
Il ragazzo si sporse verso di lei. -E poi, non mi hai dato ancora un bacio...

-La progettazione archittetonica è una delle discipline principali su cui si fonda l'architettura. Il progetto è l'elaborazione teorica che precede la realizzazione dell'oggetto architettonico, espresso in un certo numero di grafici (sezioni, piante, prospetti, render, ecc.) e...
Il professore dell'università Waseda si bloccò sentendo ronfare. Diede uno sguardo veloce alla classe con aria severa e vide tutti attenti a fissarlo.
Tranne uno, infondo all'aula che stava dormendo.
Se non erro, quello era il signor Saionij, si disse il professore.
Chiuse  di scatto il libro producendo un rumore sordo che tuttavia non riuscì a svegliare il ragazzo che mugulò qualcosa.
Il signor Nagashi si avviò verso l'ignaro dormiente e si fermò al suo cospetto.
Tutti guardavano la scena basiti. Non si era mai visto un ragazzo all'università comportarsi in quel modo, davvero inconcepibile.
Alcuni amici di quel ragazzo tentarono di chiamarlo senza farsi vedere ma fu inutile perchè parlavano con il tono di voce molto basso.
Noko Nagashi si schiarì la voce. Era ritto sulla schiena, l'aria impenetrabile, lo sguardo sicuro e fiero quello che non mostrava alcun cedimento. Tentò più volte di chiamarlo, ripentendo la stessa azione ma invano.
Si girò a destra. Diede uno sguardo.
Si girò a sinistra e diede uno sguardo. I ragazzi dall'altra parte sospirarono sollevati.
Il professore si avviò verso una ragazza che rimase con gli occhi sbarrati, il respiro corto per tutto il tempo in cui il Noko Nagashi le prese un libro e lo sbattè sulla testa di Kanata.
Kanata trattenne il respiro, sbarrando gli occhi e portandosi la mano sulla parte ferita massaggiandola.
Alzò la testa e vide il suo professore.
Si era addormentato! Che cavolo!!
-Ehm...
Si umettò le labbra, passandosi una mano tra in capelli, tentando di combattere il sonno. Vide il professore fissarlo con severità e poi ritornare verso la lavagna e continuare la lezione.
Kanata deglutì, anche un po' divertito.
Si rizzò sulla sedia e ascoltò la lezione. 
Questa volta con occhi aperti.

-Cavolo! E non ti ha fatto nulla?
Kanata scosse la testa.
-Oh mammina!
Esclamò spaventata.
Kiki si strinse le spalle. Conosce il professore Nagashi e il suo essere rigido e autoritario. Un uomo tutto d'un pezzo, come si dice.
Il ragazzo finì di mangiare il suo hamburger e pagò per lui e la sua ragazza.
Uscirono dal bar e andarono verso il campus. Alle undici coprifuoco.
Se rientravi anche solo di un misero minuto, ti escludevano dalla scuola.
Verso le unidici quindi, Kiki e Kanata si ritrovarono dentro.
Il ragazzo l'accompagnò nella sua stanza, nell'aria B femminile.
Stava per baciarla, quando lei lo fermò. -Perché non... perchè non entri?
Kiki deglutì. Erano passati tre giorni da quando si erano messi insieme e lo voleva. Voleva sentirlo suo.
Kanata sulla prima rimase stupido ma poi sorrise malizioso pregustandosi il momento. Appoggiò una mano al muro e la ragazza d'istinto indietreggio. -Sei sicura?
Sussurrò sul suo viso. Quello ebbe il potere di dare alla ragazza una carica mista ad eccitazione e voglia cosi forte da permetterle di provocarlo tutta la serata in cui restarono insieme.
Verso le sei di mattina, Kanata si alzò dal letto di Kiki si lavò, si vestì e si diresse verso il suo dormitorio.
Ma si fermò sulla portadella stanza della sua ragazza e si girò.
Pensò a Kiki, vide la sua schiena nuda e perfetta, morbida e da vera donna, era una ragazza davvero speciale. Ma niente di niente aveva provato mentre lo faceva con lei. Solo grande affetto.
Sospirò, fissando il pavimento. Chissà se troverà la ragazza giusta, se esiste.
Quando si svegliò, Kiki non vide il suo ragazzo.
E' scappato!, pensò, il suo cuore batteva. Guardò la stanza, coprendosi però con il lenzuolo per pudore. Sentì gli occhi pieni di lacrime e un dolore al petto ma si fer,ò quando vide un bigliettino sul letto.
Il classico bigliettino..., si disse. Ma lo lesse agitata e felice.

Scusami se ora non sono qui con te ma credo che sia meglio andare al dormitorio per non dare troppo nell'occhio. Ci vediamo a lezione, piccola.
Mangia che sei troppo magra!!
E comunque, buongiorno...
Kanata

Lo rilesse talmente tante volte che le parole assunserò significati differenti.
Si immaginò anche il tono della voce e lo sguardo sensuale di lui. Con un sorriso sulle labbra si avviò in bagno, tutta felice. Sembrava una bambina!
Si fissò allo specchio e vide nei suoi occhi una strana luce e un sorriso a trentadue denti che non poteva fermare. Santo cielo, pensò, sembro un'adolescente alla sua prima cotta!!!
Prese il biglietto e lo mise nella borsa dentro un astuccio, piegandolo. Le parole scritte li sopra si trovavano già nel suo cuore.
Per tutto il tempo della colazione rise e riprese il biglietto per poi rileggerlo e rimetterlo a posto.
Notò una cosa a cui non diede molto peso: non aveva scritto 'ti amo'.
Ma lei lo capì, lo accettò. Andava tutto bene e sarebbe andato anche meglio.

Quando Kiki uscì dalla sua stanza singola, Kanata era fuori alla porta con un sorriso sghembo. E Kiki pensò che non importava se non aveva messo il 'ti amo' perchè lo stava dimostrando. Quello sarebbe venuto con il tempo, si disse. Anche se lei lo poteva dire già. Arrossì per il pensiero e si avvicinò a Kanata.
Il pensiero della notte precendente la sconvolse e arrossì ancora di più. Il suo cuore batteva più forte del normale e gli occhi e il sorriso di Kanata non l'aiutavano di certo. Kiki balbettò portandosi un ciocca dietro l'orecchio.
Il ragazzo intuì l'imbarazzo e la baciò. Un bacio che le ricordò la passione di quella notte. Kiki si vide tutta la scena passarle davanti e smise di respirare.
Kanata la stava baciando come nessuno aveva mai fatto, toccandole il sedere e strizzandolo come aveva fatto quella notte.
Come bacia bene, pensò, da capogiro.
Sembravano fare l'amore con solo un bacio e quando si staccarono Kiki era tutta rossa e Kanata tutto sorridente. -Sei un peperone!
Kiki si riprese e capite le parole gli diede dei pugni sul petto.
Cavolo, quanto lo amava!!
-Ti ho portato.... le ciabelle!
Il ragazzo sventolò il sacchetto con orgoglio e con un sorriso che traspariva felicità.
Kiki fece una smorfia. -No, no. Niente ciambelle. Fanno ingrassare.
Ridacchiò appogiandosi al suo corpo.Aspirò il suo profumo e si sentii in pace con il resto del mondo.

-Il prossimo esame è fissato per Febbraio. Ma se vuoi lo puoi spostare naturalmente.
Kiki annuì. -No no. Va bene cosi.
Il professore si tolse gli occhiali e scrisse qualcosa su un fuglio.
Poi alzò gli occhi sulla ragazza. -Stai andando davvero bene. Continua cosi.
Le regalò un sorriso, quando la ragazza uscì dalla porta.
Kanata l'aspettava appoggiato sul muto e appena la vide le sorrise di lato e l'abbracciò. -Ehi...
-L'esame si farà a Febbraio. Cioè, io lo farò a Febbraio.
Il ragazzo arricciò la bocca in un espressione che fece innamorare la ragazza stretta tra le sue braccia. La lasciò andare e insieme si diressero fuori la scuola. -Ehm... non ti senti pronta?
Kiki, ancora intontita dall'abbraccio, negò con il capo. - No. Non molto.
-Allora posticizzalo.
-Che cosa? NO! Poi ritardo e non mi piace!
Prese a giocare con la ciocca dei suoi capelli, nervosa. -E' che sono stanca. Vorrei dormire, ecco.
-Fallo.
La brunetta lo fissò. -Come? Farlo? Che dici? Oh no... non ho tempo.
Kanata le prese le mani. -No, invece te lo meriti, okay? E vedi di mangiare chiaro?
Con tono ironico e dopo averle affidato un bacio sulle labbra andò via. Aveva lezione.
Lungo il cammino si chiese perché era cosi dolce con Kiki. Forse si stava innamorando di lei?
Forse era qualcuno con cui sfogare e non essere soli?
Le voleva bene. Era una bella ragazza.
Ma poi? Non era nulla. Niente. Perché invece la baciava? L'aveva fatto tante volte con lei.
Ma era solo sesso. 
Aprì la porta della stanza per entrarvi.
Avrebbe dovuto amarla. Si sarebbe trovato bene.
-Prenda posto, Kanata.
-Ah-ah.
Assentì e rimase seduto e bello fermo per tutta l'ora, ma non sentì davvero nulla.
Si sentiva confuso e vulnerabile e lo odiava. Odiava sentirsi cosi.
Dopo la morte del padre non aveva avuto modo di riprendersi più. La morte della madre l'aveva ucciso e anche se con il padre non aveva più intrapreso un buon rapporto nel profondo egli era tutto ciò che gli restava. E ora era solo.
O forse non del tutto. C'era comunque una brunetta bassina a fargli compagnia.
Al pensiero di Kiki, sorrise. E si sorprese di averlo fatto.
-Allora, oggi, ci vieni?
-Cosa?
Kanata guardò la ragazza bassina affianco a lui e sorrise come aveva fatto l'ora prima in classe. Si avvicinò a lei e con aria strafottente disse:-Ma lo sai che sei una nanetta?
La ragazza perse un battito, diventando rossa per la vicinanza con il suo ragazzo.-S-sei un coglione!
Biscicò ma Kanata si accorse che aveva la voce le tremava.
-No, dico davvero,-si mise in posizione eretta-sei proprio nana.
E poi rise. Aveva una risata che colpiva sia il cuore che le mutandine di Kiki.
Scosse la testa,-Quanto sei stupido!
Arrivarono alla camera della ragazza e Kanata entrò facendo arrossire Kiki.
Lo vorrà fare?, pensò.
Si buttò sul divano, allargando le gambe e guardandola in modo sexy e travolgente che fece sospirare la brunetta. Si morse il labbro e si avvicinò a lui lentamente, come una gattina.
Non si distingueva chi fosse la preda o il predatore, ma in tutti i casi entrambi erano fregati.

-E quand'è sta uscita?
-Stasera.
Kiki si accocolò al petto del ragazzo, strusciandosi come una micetta.
-E sta ferma, piccola!
L'abbracciò e poi si mise sopra di lei. La fissò negli occhi e lei si sentì sua ancora di più.
Quegli occhi potevano ucciderla, lo sapeva. -Tu ci vuoi andare?
Le domandò, iniziando a baciarle la fronte, il naso, le guancie, il mento e poi le labbra, una alla volte, facendole desiderare di farlo ancora, facendole sentire un'innata voglia di essere baciata, coccolata e amata.
Si aggrappò alle sue spalle. -Non so...
E quel sussurro fece ansimare Kanata. I loro corpi nudi a contatto.
Si baciarono. -Come vuoi tu...
-Kanata....
Lui ghignò, prese l'elenzuola e si coprì con queste, con lei sotto iniziando una danza solo loro.
Era spensierato, Kanata. Innamorata, Kiki.
E per questo quest'ultima accettò la decisione di Kanata di ucire con Sanata, la ragazza e altri amici.
Si incontrarono in un bar e ognuno prese qualcosa. Kiki e Kanata divisero una pizza ma il ragazzo aveva fame e non gli basta metà pizza cosi prese un panzerotto grandissimo, a dire di Kiki.
-Ingrasserai, amico.
Esclamò Santa, con tono serio facendo sghignazzare tutti.
-Faccio molta attività, amico.
Rispose con la bocchia piena e un punto di malizia che fece scattare Kiki e si beccò uno schiaffo. Ma non sembrò scarfirlo di molto.
-Ragazzi, vorrei parlarvi. 
Tutti si girarono verso Nobu. Era un bel ragazzo, alto e biondino. Un carattere opposto a Kanata ma quasi con la sua stessa bellezza. -Ho conosciuto una ragazza. Mi piace e ve la volevo presentare. Ariverà qui tra... Oh eccola!
Una ragazza con i capelli biondi e corti si avvicinò al loro tavolo un po' intimidita. Nobu si accostò a lei tutto felice, circondandole la vita con un braccio. -Vi presento Miyu, la mia ragazza.



Bacio xD
 

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Capitolo 31
*** Qualcosa di magico e divertente ***


Mi scuso davvero. Ho fatto davvero ritardo.
Vi dico solo questo. Dovrebbe essere l'ultimo capitolo ma non si sa mai :)
Leggete, solo questo dico ;p
Forse potrei fare un epilogo... non so... u.u xD

 

Orgoglio

Capitolo 24-Qualcosa di magico e di divertente

-Vi presento Miyu, la mia ragazza.
La ragazza si aprì in un grande sorriso imbarazzato. -Piacere.
Una ragazza dai capelli ricci e rossi seduta al loro tavola la fissava con aria cupa senza salutarla, come invece fecero gli altri.
Aya e Nanami si guardarono per un secondo in viso come a volersi dire qualcosa ma subito abbracciarono Miyu, che rimase spaesata da questa esuberanza. La ragazza dai capelli rossi teneva ancora le braccia conserte quando fissò il viso pallido di Kanata, accennò un sorriso e si presentò con il nome di Jin.
Aveva origini inglesi, ma parlava bene l'italiano e il giapponese. Miyu si stupì della sua bravura e si congratulò con lei, mentre il resto dei ragazzi nel tavolo la guardavano ammaliati. Ma Santa no. Santa la guardava. Chi era quella ragazza? Non aveva un'aria famigliare? Non sapeva neppure perchè, ma in quel momento guardò Kanata come per chiedere spiegazione e ritornò sul viso della biondina che venne accerchiata da Hiu e Ghinta e il resto della combriccola.
Purtroppo Nozomu e Christine non erano venuti, in verità non erano più di tanto rimasti attaccati agli amici, non quanto Kanata, Santa, Aya e Nanami. Nozomu era preso dal suo lavoro e Chris era... Chris.
E poi c'era stata un'altra ragazza nel gruppo. Ma poi era morta. Si chiamava Miyu.
Ed era strano che questa ragazza si chiamasse Miyu, avesse il suo colore di capelli e di occhi, stesso viso e lineamenti, atteggiamenti. Ma la ragazza era morta. Santa ne era sicuro.
Abbozzò un sorriso, bevve un po' e si avvicinò alla ragazza, che comunque sia stava con Nobu.
Kiki finì di elogiare la maglia di Miyu per osservare Kanata, l'unico rimasto seduto, con il suo panzerotto al prosciutto e il boccone in bocca. La fissava sbalordito, irritato, arrabbiato, sorpreso, tri
ste, felice, sollevato. Ingoiò il pezzo, prese un sorso di birra, si alzò e si mise di fronte a Miyu, la quale finora non l'aveva notato. Si girò e i loro occhi si incontrarono.
E l'incantesimo ricominciò. L'incantesimo dell'amore e dell'emozione che prese possesso di Kanata. Ricordò i suoi occhi, i suoi capelli, il loro profumo, il suo profumo e le sue labbra. Ricordò la sua sbadataggine, la sua spensieratezza, la sua poco autostima, il suo essere coraggiosa.
Ricordò quella ragazzina di 13 anni che era morta. Ricordò come si era sentito.
Ricordò la morte del padre. Della madre. E quella di se stesso.
La giovane abbozzò un sorriso.
-Lui è Kanata.
Lo presentò Kiki, fissandolo.
Aveva interotto il loro momento ma non l'incantesimo.
Kanata si riscosse, tolse la mano dalla tasca e gliela porse.
Era identica a lei, per la miseria!
Miyu fissò la mano, poi capì. Arrossì e gliela strinse e Kanata non fece neppure in tempo a cogliere quella nota di dolcezza che rabbrividì per il tocco. Per quanto lo sfioramento era arrivato dritto nel suo cuore, non lasciò la sua mano e lei neppure lo fece.
-Ehi! Vuoi lasciare la mano della mia ragazza o no?
Nobu rise, staccando il contatto. Tutti lo seguirono e Kanata li fissò.
Santa se ne accorse. Forse anche lui notava la somiglianza.
Ma infondo la ragazza non li conosceva. Se fosse stata la loro Miyu, li avrebbe riconosciuti, vero?
Kiki si accostò al braccio di Kanata, ma egli non staccò gli occhi di dosso alla biondina.
Neppure quando si furono seduti, neppure quando uscirono per fare una camminata, neppure quando decisero di fare una nottata insieme. Neppure dopo sette anni l'aveva fatto. E non l'avrebbe fatto mai.

Erano passati tre giorni da quando Kanata e gli altri avevano conosciuto Miyu, la ragazza di Nobu, e lui si era sentito cosi. Non ne aveva parlato con nessuno e aveva riposto il tutto nel suo cuore. 
Quella biondina era identica a Miyu. La sua Miyu.
Era stato davvero una cotta importante. Ed era stato male alla sua morte.
Ma gli anni erano passati, precisamente sette, e la sua morte era un brutto ricordo legato ad uno bello e alla pietà per la ragazzina. Si era chiesto cosa fosse successo se non fosse morta, ma poi si diceva che si sarebbero lasciati, perché troppo giovani.
Era stata comunque molto importante nella sua quasi adolescenza. Ma ora c'era Kiki.
Una ragazza dolce, che aveva movenze che alcune volte ricordavano ancora una volta la sua Miyu.
Ma quella ragazza, quella Miyu... era identica. Solo più... più...
-E' cosi bello il cestino che lo stai fissando da mezz'ora più o meno.
Sghignazzò Santa, dandogli una pacca sulla spalla. -Che hai amico, mh?
Il ragazzo scosse la testa. -Nulla, nulla.
Ma Santa ricordò che doveva chiedergli quella cosa. -Ehi! Anche a te Miyu... ehm la ragazza di Nobu, ricorda... Miyu?
Cazzo. Kanata si girò verso il suo amico e tradì la sua reazione spaesata e sorpresa. Si tolse la sigaretta dalla bocca e rimase di sasso in piedi a fissare il suo amico come se questo fosse pazzo.
Ecco, ora mi uccide perché l'ho nominata, pensò Santa.
-Anche tu... anche tu hai avuto questa sensazione?
Chiese Kanata tomoroso. Sanata annuì con energia.
Si fissarono per dieci minuti poi sorrisero. -Tanto non è lei!
Il loro sorriso scomparve, Kanata distolse lo sguardo. Forse il ricordo della sua Miyu era più importante di quanto pensasse.
-Lei è morta. E' impossibile...
Si disse. Santa vedendo il suo amico confuso, annuì avvicinandosi a lui per rassicurarlo. -Si si, è cosi. E' andata, ormai. Il buddhismo crede nella reincarnazione ma non credo che si possa parlare di reicarnazione... insomma non è lei, ecco!
Tentò di fare un ragionamento logico che potesse bastare al suo amico Kanata ma il ragazzo non sembrava ascoltarlo.
La stretta sulla sua spalla rafforzò. -Ehi, Kanata? Ehi? E' morta. Non è lei.
Già, era morta.
Era morta per sempre.
Non poteva illudersi che quella Miyu era la sua Miyu.
Non l'avrebbe permesso al suo cuore e alla sua anima di prendere quel veleno e berlo fino ad innamorarsi del tutto.
Non poteva permetterlo.
Non doveva permetterlo.
Non voleva permetterlo.
Non era lei.
Non poteva, non voleva e non doveva essere lei.
Assentì, con sguardo fiero fissando Santa che sorrideva un po' nervoso.
Si appoggiò sul tavolo e sospirò. -Santa, lei è...
Cosa stava per dire?
Cosa voleva dire?
Si portò la mano tra i capelli. -Niente...

Colazione. Aveva fame.
Kanata si alzò dal letto quella mattina con aria più stanca del solito. Aveva lezione il martedì verso le nove e doveva svegliarsi presto se voleva essere pronto -e sveglio- per quel ora.
Si vestì con calma, si lavò. Poi uscì fuori la stanza che condivideva con l'amico Santa e andò a predere qualcosa da mettere sotto i denti. Il bar di fronte era molto carino, vedeva cose buone ma non aveva tavolini.
Quando vi entrò, sentì puzza di chiuso e si andò a sedere sullo sgabello vicino al bancone in legno. Era un posto davvero molto chiuso. E un po' cupo.
Ci andava spesso per pensare. E poi faceva dei buoni pancake.
-Che ti posso portare?
Alzò lo sguardo e incontrò il viso di una signora, molto paffuto e giocoso.
-Dammi delle ciambelle. Da portare via. E dei pancake da mangiare ora.... e del caffè.
Kiki si sarebbe alzata più tardi e avrebbe trovato le ciambelle sul letto. Il loro rapporto andava bene. Il sesso era fantastico e ci stava bene con quella ragazza.
Non aveva più pensato a Miyu. Dopo la chiaccherata di una settimana fa circa con Santa, non ci aveva più pensato preso da vari problemi.
Il prossimo esame lo aveva a Febbraio, come Kiki. E non era molto pronto. Non stava studiando.
Si sentiva stanco e più andava avanti più aveva voglia di staccarsi dalla routine.
Arricciò le labbra, grattandosi la nuca. Aveva mal di testa!
-Ecco le tue ciambelle e i tuoi pancake con doppio caffè.
-Quan...?
Fece per prendere il portafoglio ma poi la vide. La vide nello specchio che si trovava dietro al bancone. Si girò perplesso come a carcarla, scrutò tutto il locale ma nulla.
-Ehm...? Scusa?
Si voltò di scatto verso la signora con un'aria stravolta. -Mh? Ah si...!
Prese il portafogli, pagò e andò via.
Uscito dal locale scosse la testa. Aveva visto Miyu... la ragazza di Nobu
Impossibile.
Camminò verso il dormitorio e svoltando l'angolo dell'aria B femminile la vide ancora.
Sobbalzò con un gemito strozzato. -Cazzo...
Miyu tremò dallo spavento, fermandosi. -Scusami!
Ma poi si fissarono. E si ricordarono l'uno dell'altra.
-Tu sei...
-Kanata. E tu sei...
Miyu.
-Miyu, si.
Sorrise, ancora scovolta per lo spavento. Poi ridacchiò.
-Meno male che ti sei fermato tu...!! Altrimenti io continuavo a camminare.
Si schiarì la voce e la salutò. Tentò di dire qualcosa, la prima cosa che gli venne in mente.
-Tu studi..?
-No.
Miyu sorrise, scuotendo la testa. -Sto in un'altra università. Tu invece studi qui?
-Esatto, si. Già.
Il ragazzo si portò le mani nelle tasche. -Allora, cosa...?
-Conosco una persona qui e le sono venuta a portare questo.
Disse scuotendo un pacco.
Kanata abboccò un sorrise sghembo che le fece tremare le gambe. -E cosi... non mi lasci finire le frasi, eh?
Rise, strofinando la mano sulle guancie. Lei arrossì, sia per il movimento sia per le parole. -Oh, ehm... è solo.., scusa.
Abbozzò un sorriso di scuse e si congedò. -Beh io vado, eh? Ciao Kanata. Ci vediamo, ok?
Non aspettò una risposta e corse via con il suo vestito blu, fresco e leggero.
Chissà quando l'avrebbe rivista.
Pensò alla sua andatura e come aveva corso fino alla stanza di Kiki.
Le portò i pancake e il caffè. La ragazza lo baciò sulla bocca ma si accorse che lui era distratto.
-Che hai?
-Chi? Io? Nulla. Ho visto quella ragazza, Miyu. La fidanzata di Nobu.
Kiki si aprì un sorriso raggiante, ingozzandosi di pancake e bevendo un po' di caffè. -Ahhh, quella ragazza è talmente simpatica! E pensa che ha avuto un incidente da piccola.
Kanata sobbalzò. -Cos..., quale incidente?
Lei gli rivolse uno sguardo ingenuo. -E' stata investita. Ha perso la memoria da allora. Ma comunque niente di grave... assaggia i pancake che sono buonissimi! Ma dov'è che vai? Sembra sempre che compri le cose in un bar migliore del mio, nonostante ce ne sia uno vicino alle stanze nell'Università. Posso assaggiare anche..........?
Il resto Kanata non ascoltò.
Non sentì nulla ma solo quelle parole.
"Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora."
Miyu.
"Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora."
La sua Miyu. Biondina, occhi verdi, sorridente, solare, forte e imbranata.
Il suo rimorso.
E ora il destino si stava vendicando facendola piombare dopo sette anni?
"Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora."
Sentì una fitta allo stomaco e al cuore. Pianse.
Kiki lo guardavo spaventata e sorpresa.
Perché piangeva? cosa aveva detto?
Non l'aveva mai visto piangere. Pensava che fosse talmente forte da non piangere mai.
Non le era mai venuto in testa che un ragazzo come Kanata potesse piangere. Eppure quel ragazzo lo stava piangendo. Ferito, come se qualcosa lo turbasse, come se si volesse sfogare e dire qualcosa che non aveva mai detto.
E se si trattava di amore, lei non l'aveva capito.

Quel giorno non andarono alle lezioni.
Kiki abbracciò Kanata che come un bambino si era fatto coccolare. Ma non aveva più pianto.
Lo guardo, interdetta chiedendosi perché avesse pianto in quel modo.
-Io... scusa Kiki.
Lei gli posò una mano sulla guancia sentendo il calore e le lacrime appiccicose. Aveva smesso di versarle.
-Dimmi che cosa hai. Non capisco... stavo parlando di Miyu e tu-si bloccò.
Nei suoi occhi una scintilla, nella sua testa un'intuizione.
-Ti piace quella Miyu?
-NO!
Kanata sobbalzò diventando pallido in viso. -Ma cosa..? Ma no! Che sciocchezze dici, ma vai via!
Rise istericamente, grattandosi il collo.
Infondo non le mentiva. Lei non era Miyu e anche se fosse non provava nulla.
-Io... vado. Vado... non mi aspettare.
Chiuse la porta e corse via.

Posò la tazza e si scusò con gli altri, andando ad aprire la porta.
-Kanata...??
Santa vide l'amico bagnato che con occhi imploranti chiedeva aiuto. -Che cosa...? Che è successo?
Kanata entrò frettolosamente facendo su e giù nella stessa.
-Almeno togliti la giacca; sei tutto bagnato!
Si stava per togliere la giacca ma poi se la rimise. -No, no, no!!
-Kanata?!!
Si passò una mano nei capelli bagnati sentendo il suo nome dall'amico, chiaro segno che si stava spasientendo.
-Sono... Ho pianto. Ho pianto e... Insomma abbiamo mangiato... Le ho portato i pancake. A Kiki! E li abbiamo mangiati. E parlando mi ha detto che era stata investita da piccola in un incidente e... l'ho incontrato prima di andare da Kiki. Ed era... identica. Identica...
Sussurrò, fermando la sua passeggiata di tre mattonelle. Si sedette esausto sul tavolo della cucina.
-Amico, io non.. mi devi aiutare.
Santa lo guardò. Non aveva mai visto lo sguardo perduto del suo fedele amico.
-Allora chi è alla...?
Una figura dai capelli biondi si affacciò alla cucina, con aria scherzosa. Vide Kanata con la sua faccia sconvolta e volle andarsene ma poi si accorse di essere preoccupata e neppure capì che domandò cosa gli era successo.
-Piove... molto fuori.
Rispose quello.
Una visione. Lei era pura visione.
Miyu indossava una gonna jeans e delle calze nere trasperenti con stivali dello stesso colore della maglia fucsia. -Ehi, lo salutò.
Kanata la fissò. Fissò i suoi occhi verdi, il suo viso e il suo sorriso splendido. Gli parve di perdere un battito e balbettò qualcosa di insensato. Santa agitato chiese a Miyu di lasciarli soli.
-Si si, certo. Scusatemi.
Rivolse il suo sorriso più dolce e se ne andò.
-Perché?
-Cosa?
-Perché l'hai fatta andare via?
Santa strabuzzò gli occhi. -Forse perché il mio migliore amico si è presentato fradicio di pioggia, vaneggiando su qualche suo pianto da checca isterica...
-Non è da checca piangere....
Borbottò Kanata passandosi la mano tra i capelli e sbuffando.
Santa arcuò un sopracciglio. -Il mio migliore amico un tempo non la pensava cosi. Siediti.
Si sedettero tutt'e due uno di fronte all'altro. -Parla, amico.
Kanata stette cinque minuti a pensare. Si scervellò a capire quali parole usare per dire quello che doveva dire, si grattò il lato della bocca, si passò le mani tra i capelli, sulla faccia. Si alzò, si sedette ancora senza venir interrotto dall'impazienza di Santa. Sbuffando, trovò le parole.
-Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora.
Santa involontariamente sgranò gli occhi, in cuor suo sapeva.
-Chi? Cioè... che dici?
-Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora.
Ripetè Kanata con fare deciso, convinto che l'amico con queste parole potesse capire ogni suo pensiero e potesse aiutarlo.
-Ho capito ma chi??!
-Ha avuto un incidente da pic..!!!!
Gesticolò ma fu fermato da Santa che gli prese le braccia e, facendo una faccia da pazzo, disse a denti stretti: -Ho capito. Ma dimmi il soggetto se non ti dispiace.
-Miyu.
Sussurrò subito Kanata. Sussurrò talmente piano come se avesse paura di rompere il mondo. Ed effettivamente capì che aveva appena rotto l'equilibrio. Perché era arrivato a capire, o meglio ad accettare, che quella Miyu era la sua Miyu.
Ed anche se non aveva la certezza matematica, in fondo al cuore in un piccolo spazio sapeva già tutto. Ci credeva fermamente.
Ed anche anche Santa ormai.
Restarono incollati. Occhi-occhi. Viso-viso. Mani-braccia.
-Oh... tu credi che-Kanata lo bloccò, svincolandosi dalla sua stretta.
-No no amico. Lei è Miyu. Non so come o cosa... insomma è lei!
L'amico sospirò. -Puff!! Figurati... cosa conti di fare ora?
Chiese molto rilassato.
-Cosa conto di..? Ma ti ascolti!!? Ti ho appena detto che Miyu è -non si sa come- resuscitata da qualche strano posto e tu mi chiedi 'cosa conti di fare?' Vuoi sapere.. tu vuoi sapere cosa conto di fare?? Che poi che cazzo vuol dire?? E perchè non mi hai invitato a questa serata tra amici??
Santa lo azzittì.- Cosa gridi, imbecille!! Sta' zitto!
Si guardò intornò. -Okay, ora ti devi calmare e devi infilarti qualcosa di pulito. te ne vai nella tua bella casetta e poi ci pensiamo domani a tutta sta storia, okay?
Gli rivolse la parola come se Kanata fosse un pazzo. E forse in quel momento lo era.
Il ragazzo dagli occhi blu si morse il labbro. -Okay.
Si avviarono alla camera di Santa per prendere dei vestiti puliti quando Kanata si girò verso l'amico. -Allora? perché non mi hai invitato?

-Ahahah!! E poi ho detto 'si certo che puoi!
Ancora risate.
-Che dicono?
Chiese Kanata in silenzio a Santa, che restava nascosto a vedere Nobu, Miyu e Aya ridere e chiaccherare allegramente. 
-Non lo so.
Sussurrò. Si sporse per vedere meglio ma Kanata gli si appoggiò sopra e per poco non cadde.
-Shhhhh!!! Fa silenzio e sta' fermo!
Gli intimò Santa, animato, ritornandosi a nascondere senza perdere il controllo.
Kanata restò in piedi davanti alla porta. -Perchè sei nascosto?
Santa stava per rispondere ma si bloccò. Perché stava nascosto?
Si sgranchì la voce e ritornò in posizione eretta. -Beh, niente...
Gonfiò il petto e entrò nella stanza attirando l'attenzione di tutti. 
Aya notò però sull'uscio Kanata. "Probabilmente Santa l'avrà chiamato" si disse.
-Ciao.
Salutò quello alzando una mano, mettendosela in tasca e guardando Santa.
Quest'ultimo fu più impacciato di quano temesse. -Beh p-prego siediti Kanata...
-Cosi bagnato?
-Ah?? Eh giusto...
Lo fissò. E si era bagnato fradicio. -Va' in camera a cambiarti. Prendi dei vestiti se vuoi. O va' a casa. Insomma fa' come ti pare, ecco.
Disse scocciato. E impacciato.
Controllati Santa!, si disse. Chissà perchè si sentiva cosi agitato. Aveva uno strano presentimento.
Intanto Kanata non distoglieva gli occhi da Miyu. Era incantato, era rimasto folgarato dal primo momento in cui aveva visto quella ragazzina immatura dai capelli biondi e dallo sguardo limpido. Solo a guardarli si sarebbe unito a lei per sempre. Nonostante tutto come poteva dimenticarla?
Ma era lei? Era la sua Miyu?
E se non lo era? Che cosa avrebbe fatto la sua anima?
Santa gli prese per un braccio e l'incantesimo finì, almeno in apparenza.
Miyu aveva notato lo sguardo insistente di Kanata e si sentì a disagio. Ma aveva uno strano sensazione familiare. Come se si aspettasse che il battito del suo cuore potesse essere cosi accellerato solo per uno sguardo. Il suo. Conosceva quel ragazzo? Sapeva chi era?
-Sai Miyu... tu mi ricordi una nostra vecchia amica.
Disse Aya, pensandoci su. Le ricordava... Miyu.
A quelle parole Santa ebbe un colpo. -Ti ricorda qualcuno?? Chi??? 
Nanami ebbe un colpo di genio. -Si Miyu. Miyu Kuzuki.
-Oh, anche io mi chiamo cosi.
Santa ebbe un altro colpo. Era sicuro che anche Kanata, quando l'avrebbe saputo, avrebbe avuto un colpo.

Il ragazzo pensava ancora a quei occhi. Lo sguardo era il suo. Era lei.
Ma come?? Possibile che aveva dimenticato tutto? Possibile che non era morta?
Si spogliò con calma nella camera di Santa e decise di farsi un bagno. Si tolse man mano anche i pantaloni.
Ma all'aprire la porta si vide una figura. La figura di una donna.
Della donna.
Di Miyu.
E si vide qualcosa volare in faccia e colpirlo al naso. E sentì un grido di ragazza e un pettine forse di metallo cadere per terra.
Sensazione di deja-vu.

Dio solo sa quanto il destino può essere divertente.
E Miyu e Kanata lo sapevano. Poteva essere cattivo, davvero cattivo.
Ma ci avevano sperato. Loro si amavano. Non sarebbero morti in pace se il destino non li avrebbe aiutati a rivedersi almeno un'altra volta.



 

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Capitolo 32
*** Orgoglio ***


Vi lascio al capitolo. E scusate in anticipo...
A dopo xD
MissP ;)

Orgoglio 

{Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti;

amare profondamente ci rende coraggiosi.
L. Tzè}

Capitolo 25-Orgoglio

-Oh, anche io mi chiamo cosi.
Miyu si accorse delle faccie sconvolte dei presenti che la fissavano come se fosse pazza.
Che aveva detto di cosi strano? Si sentì cosi in imbarazzo che decise di scamparla e far finta di andare in bagno. Si alzò velocemente, abbozzando un sorriso di gentilezza e scappò via.
Si chiuse in bagno e tirò un sospiro di soglievo quando capì di non avere tutti gli sguardi puntati su di lei. Era strano ma si sentiva letteralmente male quando capiva di essere osservata. Si toccò con la mano il viso, sentendosi mezza pazza e si butto un po' d'acqua sulle guancie. Guardandosi allo specchio si chiese perché la stavano fissando.
Si analizzò. Il trucco non era sciolto, la maglia nè la gonna sporchi, i denti puliti... che cavolo aveva di cosi anormale?? 
Qualcuno bussò alla porta. -Piccola... stai bene?
Chiese Nobu, preoccupato e guardingo.
Forse l'avevano fissata troppo e lei si era sentita a disagio poverina. 
Ora che ci pensava bene gli sguardi di Aya, Nanami e Santa erano... come spaventati. Sorpresi e increduli. Ma perché? Cosa aveva di tanto strano il suo cognome?
Nobu era amico loro diciamo da poco. Dall'inizio dell'università.
Aveva conosciuto Kanata in uno dei bar della scuola e subito erano nata una certa rivalità/antipatia. Era rimasto colpito da Kiki e pensava di provarci ma poi venne a scoprire che quella era innamorata di Saionij e quindi il ragazzo biondino si era avvicinato al più bel ragazzo della scuola. Nonostante stesse in una università le persone erano divise in belli e brutti, popolati e non.
Era un bel ragazzo, più che altro aveva una scintilla negli occhi. Ed era quello che faceva impazzire le ragazze. la sua sensualità era unica e il suo sguardo ancora di più.
Quando si era avvicinato a Kanata per parlare e per vedere chi mai fosse questo ragazzo che aveva colpito Kiki, quello si mise a ridere. -Perché ridi, Saionij??
-Hai una macchia sulla maglia!!
E rise. Insomma rise.
Nobu gli aveva detto che "Kiki era sua e lui non si doveva avvicinare" e lui cosa faceva? Rideva.
In quel momento il biondino si trovò confuso. Quel genere di atteggiamento lo odiava e aveva voglia di spaccargli la faccia ma non lo fece. Gli ispirava una certa fiducia.
Si ricordò di come Santa aveva guardato tutta la scena per nulla sorpreso. Chissà quante volte accadevano cose di questo genere.
E poi erano diventati amici, lui era uscito pazzo per un'altra ragazza -cioè Miyu- e Kanata decise di mettersi con Kiki. Ora Nobu era pazza di Miyu.
Lei era bellissima, unica, perfetta. La sua ragazza. Non riusciva a crederci.
Si riscosse quando Miyu urlò dal bagno di stare bene.
Se ne andò lasciando sola.
-Sto bene, sto bene, sto bene, sto bene...!!
Si ripetè Miyu ma solo per convincersi di quello che stava dicendo. Non ci credeva. 
-Okay... faccio la pipì.
Tanto cosa poteva succedere di più brutto? Perché si lei odiava sentirsi a disagio e quello che le era capitato era orribilissimo!
Proprio in quel momento si accorse di due cose: il bagno era dotato di due porte quindi anche se aveva chiuso uno l'altra era aperta e notò un ragazzo quasi nudo con solo i boxer addosso che era appena entrato mente lei si stava abbassando le mutandine.
Ciò che fece dopo fu storia.
Si sentì improvvisamente come nel passato. Scena già vista, sensazione già provata.
-MA SEI IMPAZZITA???
Si alzò le mutandine. -NO SEI TU CHE SEI...!!
Si bloccò. Stava urlando ad un povero ragazzo colpito sul naso da un chissà che cosa lancito da lei.
Oh povero, pensò.
-Scusami... hai ragione.
Abbassò lo sguardo. E nel farlo ammirò il corpo di Kanata.
Wow, pensò arrossendo violentemente.
Il ragazzo lo notò e subitò ghignò. E' il tuo momento, si disse.
Si avvicinò piano alla ragazza che intanto lo fissava negli occhi incapace di muoversi.
Fu un attimo.
E i due si ritrovarono a fare l'amore con gli occhi e con l'anima.
Si baciarono. E sia a Kanata che a Miyu sembrò perfetto e giusto.

Altri 7 anni dopo

La primavera era inoltrata. Faceva comunque caldo e Kanata desiderava disfarsi dei vestiti che portava addosso.
Era un archittetto. Molto bravo ma aveva ancora tanto strada da fare!
Guardò fuori la finestra, sospirando. 
Non si sentiva completo. Gli mancava qualcosa.
Prese delle scartoffie e si ritirò a casa.
Da tempo non sentiva i suoi amici. Anche Santa. Quanto gli mancava!
L'ultima volta l'aveva visto tre anni fa. Avevano parlato molto ma poi per un motivo o per l'altro non si erano quasi più sentiti. Eppure aveva sempre pensato che un'amicizia come la loro non sarebbe stata facile da rompere.
Si fece una camomilla per rilassarsi. Da quel giorno si sentiva cosi stanco e triste.
Perché a me?, si chiedeva. Senza rendersi conto aveva perso tutto in un attimo.
Aveva avuto una vita per stringere tra le mani ciò che c'era di bello ma l'aveva lasciato andare.
Le sue amicizie... l'amore.
Kiki ormai si era sposata con un certo Marco, italiano. Era un bel uomo ma non lo conosceva cosi bene. Aveva perso anche contatti con lei. Ma forse era felice.
Anche Aya e Santa si erano sposati. Proprio tre anni fa. E' stata una delle ultime volte in cui si erano sentiti. Aveva dei figli: Tom e Naka. Un maschietto e una femminuccia, la quale era più grande.
Non era proprio vero che non si sentivano. Ma da quando lui aveva deciso di lasciare tutto...
Da quando lui aveva deciso di anteporre se stesso...
Da quando lui...
Lui aveva...
Messo al primo posto il suo orgoglio.
Li aveva abbandonati. Tutti.
Troppi problemi.
Miyu aveva la depressione.
Il solo pensar al suo nome lo fece morire. Strizzò gli occhi, portandosi una mano al petto.
Era morta. Da cinque anni. E lui non aveva fatto nulla. L'aveva abbandonata.
Miyu e Kanata si amavano. Erano andati contro a Nobu, ai suoi genitori ma poi lei cadde in depressione definitivamente perchè quell'incidente l'aveva resa molto debole. E quando Nobu e Kiki erano andati in escandescenza Miyu l'aveva chiesto il suo appoggio dicendo che era malata. Di depressione.
Fu allora che Kanata perse un battito. Un'altra volta? Davvero voleva vedere un'altra persona morire a causa della depressione? No! Oh no!
Sarebbe scappato questa volta. E cosi fece.
Fu accusato da tutti. Di averla lasciata solo perchè era troppo orgoglioso e codardo da restare e da ammettere di aver paura. Ma lui disse di averla lasciata perché semplicemente non l'amava più.
E lo disse talmente bene che tutti ci credettero. Persino Miyu che si lasciò morire.
E una volta morta Kanata morì con lei. Che cosa aveva fatto!!? Cosa? L'aveva lasciata in balia di se stessa pro prio nel momento in cui aveva raccolto il coraggio per ritonare da lei e per implorarla di perdonarlo.
Mai, mai avrebbe pensato che sarebbe morta. Mai.
Allora perché era scappato?
Si era rifugiato nell'alcool, nel sesso. Nel lavoro.
Era circondato di finzioni. Di donne che volevano tutto tranne che l'amore da lui. Santa non se lo aspettava e nonostante gli volesse bene dopo un po' capì solo che poteva vedere inerme lo spettacolo del suo amico che si uccideva da solo.
Dopo un po' aveva cominciato a vedersi per gioco con una tipa...
E poi con un'altra. E un'altra. E un'altra.
Cosi tante!
Ma lei... la sua Miyu.
L'unica che aveva mai amato...
Strano. L'amore è davvero questo?
L'amore è più debole dell'orgoglio, della vita? L'aveva lasciata sola.
Questo non è amore.
Ma a volte l'amore è cosi forte, struggente da uccidere tutto. Anche se stesso.
E infine si era privato dell'unica sua consolazione. Dell'unica sua ragione di vita.
Di Miyu.

Forse è per questo che si sentiva cosi solo.
Prese un sorso della camomilla. E si ricordò il suo sorriso.
I suoi occhi o la sua bocca.
Erano tutto insieme. E lui li aveva trasformati.. in niente.

 
Fine

Ok. Beh è finita.
Lo so, è finita da schifo...
L'ho fatta finire da schifo e devo dire che non me l'aspettavo. Cioè quando ho iniziato a scrivere la ff non avrei mai pensato di farla finire cosi. Nella maniera più totale. Mi è sfiorata l'idea di un lieto fine ma.. non so perchè l'ho fatta finire cosi. e comunque lo so... è piccolo il capitolo xD Nella prossima storia cercherò di fare capitoli più lunghi.. e soprattutto più felice con un lieto fine xD
Ho scritto
finalmente la parola "fine". Ho immaginato tante volte di scriverla. Ed è emozionante.
Mi spiace averla fatta finire cosi, soprattuto perché Kanata è uno stronzo.
Ma bisogna esserci per capire cosa si prova. Miyu aveva la depressione e lui è scappato.
Penso che voi ricordiate che la madre è morta di depressione. E lui ha avuto paura. E' comprensibile.
Penso davvero quello che ho scritto dopo. L'amore è un qualcosa di forte. E' la più potente arma che hanno gli uomini ma non è un qualcosa di cattivo. Siamo noi che la trasformiamo in qualcosa di orribile.
Perciò... amate con cautela xD
E soprattutto non fate soffrire più di tanto a una persona.
Ricordatevi però che dovete combattere per ciò che volete.
Kanata non l'ha fatto e... Miyu è morta. 
Kanta ha anche perso tutto. Persino Santa. Credo che sia la cosa peggiore restare solo...
Penso comunque che sia un qualcosa di più impegnativo. Nel senso... l'argomento è molto più pesante e dovrebbe essere trattato in un modo migliore. O forse proprio non trattato xD
Comunque spero che vi sia piaciuto e vorrei farvi capire che in qualche modo volevo farvi restare qualcosa di me xD Se ci sono riuscita ne sono davvero felice!
Alla prossima, un bacio!
MissP ;)

 

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