Notti di luna, notti di riflessioni.

di Deilantha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luna piena - Kaoru ***
Capitolo 2: *** Luna calante - Kenshin ***



Capitolo 1
*** Luna piena - Kaoru ***


Kaoru è a Kyoto e ha finalmente visto Kenshin, ma il loro incontro non è andato come pensava la ragazza. Un'abbagliante notte di luna piena l'aiuta a fare luce nel suo animo e a capire con quale stato d'animo affrontare i giorni successivi, in attesa di rivedere il samurai che l'ha condotta nell'antica capitale del Giappone.





È una notte luminosa, la luna in cielo è piena, ma stranamente quella luce abbagliante mi opprime. Sarà perché questa luce così abbagliante mal si addice al mio umore tempestoso…
Sono stata una stupida.
Tutti mi hanno invogliata a venire qui, ed io non chiedevo altro. Volevo vederlo a tutti i costi, volevo essergli accanto… Ora sono qui, sono a Kyoto e l’ho visto, ma ancora una volta non è andata come volevo.
Era quasi seccato quando mi ha visto… Anzi no, a quel genere di reazione avrei  saputo rispondere, ero preparata ad ogni tipo di protesta perché anche io durante il viaggio che mi ha condotta qui, ho pensato a tanti bei discorsetti e ramanzine da fargli.
Ma davanti al suo comportamento mi sono ammutolita. Dopo la sorpresa iniziale nel vedermi lì, si è comportato come se non esistessi: il suo maestro l’ha mandato via con lo scopo di farmi parlare con lui, e invece non mi ha rivolto un cenno, è uscito, mi è passato accanto, senza nemmeno guardarmi, come se non esistessi.
E anche le mie gambe si sono paralizzate.
Di nuovo.
Più voglio stargli accanto e più il mio corpo si paralizza.
Anche quando è tornato ha continuato ad ignorarmi, e sarebbe andato via per allenarsi senza rivolgermi nemmeno una parola, se non fosse stato per il mio ritrovato coraggio.
 
“Sei arrabbiato con me?”
 
Il cuore mi batteva all’impazzata mentre aspettavo la sua risposta, temevo le parole che avrei udito, ma non potevo restare nell’incertezza: dovevo sapere, dovevo aggrapparmi alla speranza di non essere giunta qui invano.
 
“Una parte di me lo è.  Ma un’altra è in qualche modo sollevata.”
 
Una risposta che non mi ha dato risposte. E ad angosciarmi maggiormente si è aggiunto il fatto che non si sia nemmeno voltato per donarmi il suo sorriso rassicurante. È andato avanti per la sua strada e non mi ha nemmeno salutato... Non è lo stesso Kenshin che ho conosciuto a Tokyo. Non c’è più sul suo viso, quell’espressione gentile e serena…
Chi sei ora? È questo il tuo vero volto?
 

“Ma un’altra è sollevata.”

 

Ah!
Ecco la mia risposta!
C’è ancora il Kenshin che conosco, è ancora lì dentro di lui… Non gli permetterò di mettere ancora distanza tra noi! Siamo venuti fin qui per sostenerlo, e anche Megumi-san a modo suo è qui con noi per lui… Sì, gli parlerò. Appena finirà l’allenamento, appena potrò rivederlo, gli parlerò e gli farò capire che non può più agire come se fosse solo! Ho fatto bene a venire qui!
Che bella luna c’è nel cielo!






 

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N.D.A.
Sembra proprio che questo manga sia una piccola fonte di ispirazione per la sottoscritta, molto più di altri che ho ugualmente amato....e ne sono contenta, data la mancanza d'ispirazione cronica che mi affligge da tempo immemore! Spero ovviamente che ne sia nato qualcosa di gradevole, e i commenti sono sempre i benvenuti. Grazie mille a chi si fermerà a leggere ^ ^

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Capitolo 2
*** Luna calante - Kenshin ***


Kenshin ha battuto il suo maestro e si è impossessato dell'ultima e più forte tecnica dell'Hiten Mitsurugi Ryu, che gli permetterà di sconfiggere Shishio. Ma alla debole luce di una luna calante, le parole del maestro continuano a ritornargli alla mente: gli manca la volontà di vivere, e senza di essa non c'è speranza di padroneggiare l'ultima tecnica e di sconfiggere il suo nemico più forte: se stesso.


Silenzio.
Sono circondato dal silenzio.
Tutto intorno a me tace, è notte fonda, e il mondo si concede il suo sonno ristoratore. Tutto ciò che mi circonda sembra condurmi alla calma e al riposo, invece non riesco a dormire. 
Il maestro ancora non si è ripreso nonostante l’abbia medicato… L’ho battuto, ho sconfitto un uomo incredibilmente forte che mi ha insegnato tutto ciò che conosco sull’uso della katana, ho conquistato anche l’ultima tecnica dell’Hiten Mitsurugi Ryu, che mi consentirà di affrontare Shishio, eppure non mi sento affatto tranquillo. E sembra quasi che il cielo all’esterno voglia sottolineare questo peso che ho nel cuore:  qualche notte fa c’era la luce abbagliante del plenilunio, mentre ora la guardiana della notte  sta percorrendo il cammino che la porterà ad incontrare il suo lato oscuro.  Sembra quasi il riflesso del  mio cammino verso Shishio, verso una battaglia tra due Ishin Shinshi, uno scontro con il mio stesso lato oscuro.
Battousai l’Assassino. Il più forte degli Ishin Shinshi. Una macchina della Morte.
Questo sono stato per cinque anni, un periodo breve della mia vita, ma che mi ha segnato per sempre.
Tutti quelli che conoscono la mia identità vedono in me solo l’Hitokiri*, anche se sono dieci anni che ho abbandonato quella vita costellata di assassinii...
No, sto sbagliando, non tutti. Ci sono persone che hanno  visto in me il Rurouni e non l’Hitokiri, persone che hanno guardato al di là della mia fama, al di là del mio passato. Persone che hanno  visto altro dentro di me. Tuttavia non hanno visto tutto quello che c’è dentro di me. Ancora una volta hanno scelto di vedere solo un aspetto della mia personalità, quello che preferivano, senza contare la parte oscura che si cela dietro il mio sorriso.
Oppure sono io che non voglio accettarla?
Il maestro mi ha detto che per usare l’Ama Kakeru Ryu No Hirameki,  l’ultima e più forte tra le tecniche dell’Hiten Mitsurugi Ryu, devo avere la voglia di vivere e smetterla di andare avanti senza curarmi della mia sopravvivenza. Mi sto punendo per essere stato un assassino. La scelta di espiare le mie colpe proteggendo gli indifesi non basta a farmi sentire meglio, l’Hitokiri che alberga in me scalpita, e per questo continuo a sentirmi sporco e colpevole. La verità è che Jin’eh aveva ragione: un Hitokiri resterà sempre un Hitokiri fino alla morte. Io devo imparare ad accettare questa parte spietata che c’è in me, se voglio continuare a vivere  non devo tentare di sopprimerla, altrimenti un giorno emergerà con tutta la sua forza e non potrò più fermarmi.  Proprio come è accaduto mentre combattevo con Saitou.
No, non posso permettere che accada! Devo accettarmi. Devo essere forte, prendere l’alba che sta facendo capolino dalla finestra e legarla ad un nuovo giuramento con me stesso. Kaoru-dono, Yahiko, e Sano (da qualche parte so che c’è anche lui),  sono venuti fin qui per essermi vicini, per sostenermi, per non permettermi di tornare ad essere solo uno spietato assassino. Ed io voglio essere il rurouni che protegge chi gli sta accanto, voglio stare con i miei compagni.
Anche se dentro di me c’è un assassino. Anche se sono colpevole di innumerevoli morti.
Non so ancora come farò a convivere con queste due parti di me così diverse, ma devo tentare. Ho giurato di non uccidere più e manterrò il mio voto: sono un Hitokiri che non uccide più. E lo sarò fino alla fine.
Io voglio vivere, per me e per chi mi è vicino.
Sì, voglio vivere!


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* Hitokiri = Assassino






 

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