Resta di Nusia (/viewuser.php?uid=83827)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Without you here (Nusia) ***
Capitolo 2: *** 2- Memories (Martybetl) ***
Capitolo 3: *** 3-Un incontro speciale (Nusia) ***
Capitolo 4: *** 4-Coincidences (Martybet) ***
Capitolo 5: *** 6-La nostra canzone (Marty) ***
Capitolo 6: *** 5-Mi detesta! (Nusia) ***
Capitolo 7: *** 7-Se solo mi amassi (Nusia) ***
Capitolo 8: *** 8-Thank you (Martybet) ***
Capitolo 9: *** 9- Very Happy (Nusia) ***
Capitolo 10: *** 10- Drop of Rain (Martybet) ***
Capitolo 11: *** 11- Lo ami ancora? (Nusia) ***
Capitolo 12: *** 12-Senso di appartenenza (Martybet) ***
Capitolo 13: *** 13- Riflessioni (Nusia) ***
Capitolo 14: *** 14-Like a kiss (Martybet) ***
Capitolo 15: *** 15- London (Nusia) ***
Capitolo 16: *** 16- London Eye (Martybet) ***
Capitolo 17: *** 17- L'amore non basta (Nusia) ***
Capitolo 18: *** 18-Forgive... and forget (Marty) ***
Capitolo 19: *** 19- Raccontami di lei (Nusia) ***
Capitolo 20: *** 20- Resto qui (Marty) ***
Capitolo 21: *** 21- Viaggio nei Ricordi (Nusia) ***
Capitolo 22: *** 22- Un dio del s...olletico (Marty) ***
Capitolo 23: *** 23- Make it or break it (Nusia) ***
Capitolo 24: *** 24- Resta, non andare via. (Marty) ***
Capitolo 25: *** Una proposta speciale (Nusia) ***
Capitolo 26: *** 26- Sei in-cinta? (Marty) ***
Capitolo 27: *** 27- Fratellino o Sorellina? (Nusia) ***
Capitolo 28: *** 28- Welcome to the world (Nusia) ***
Capitolo 1 *** Without you here (Nusia) ***
1CAPITOLO RESTA
Eccomi ritornata all’attacco…
Giuro
che sono SUPER EMOZIONATA e non vedo l’ora di ricevere le vostre
prime recensioni. Per chi mi conosce sa che questa non la prima
fan faction che pubblico, tuttavia ogni volta che devo mostrarvi un
nuovo lavoro vado in panico questo perché ho paura di deludervi.
Come avrete letto dalla trama questa ff parla dei Robsten e della loro
storia DOPO i film della Saga di Twilight. In ogni capitolo troverete
dei pezzi scritti in corsivo, ecco quelli sono flashback, ritorni al
passato che servono per spiegare la storia. Allora prima di lasciarvi
al capitolo voglio sottolineare che la storia è inventata di
sana pianta quindi non c’è nulla di vero in quello che
abbiamo scritto e soprattutto, questo per chi ha letto Someday
we’ll Know, vi prego di dimenticare i caratteri e gli intrecci di
quella storia perché qui ce ne saranno di nuovi =D.
p.s.
La fan faction è scritta a 4 mani quindi non è tutta
farina del mio sacco quel che leggerete ma mi ha aiutata anche,Mabel
la mia more *-* troverete all’inizio di ogni capitolo il nome di
chi l’ha scritto =D…ora vi lascio e buona lettura, spero
che la storia vi piaccia e incuriosisca =D e anche la copertina xD
“Resta”
1- capitolo (Nusia)
Pov. Robert
“mamma sono appena atterrato, ora cerco un taxi che sono esausto”
“ok tesoro, sta attento mi raccomando”
“non ti preoccupare, ciao”
Riattaccai
il telefono facendo un grande sospiro. Vedi tu se a 32 anni dovevo
essere controllato da mia madre peggio di un adolescente. Ecco cosa
significa non avere una famiglia superati i trenta: gli altri ti
considerano ancora un bamboccione! E dire che avevo sempre desiderato
avere dei figli quand’ero ancora giovane. Di quel passo
chissà se li avrei mai avuto. Afferrai le mie due valige e mi
diressi all’uscita dell’aeroporto per chiamare un taxi.
Appena fuori dovetti togliermi la felpa per non rischiare di morire
soffocato. Come sempre a Los Angeles faceva un caldo pazzesco, se poi
tenevamo in conto che era inizio luglio e l’estate era cominciata
da quasi un mese allora c’era il rischio di morire davvero per
soffocamento. Ah Los Angeles! Erano passati anni dall’ultima
volta che ci misi piede, quattro ad essere precisi. Erano passati
quattro lunghissimi anni da quel giorno in cui feci le valige e tornai
nella mia bella Londra. A che serviva rischiare di incontrarla magari
mano nella mano con suo marito?
“TAXI”
urlai fermando una macchina gialla e buttandomi dentro. Dissi subito
dove mi doveva portare e poi mi rilassai vicino al sedile. Erano
cambiate tante cose in quegli ultimi tempi, tante ma non troppe. Io per
esempio ero sempre un attore, con la differenza che non mi servivano
più 10 guardie del corpo per proteggermi da un orda di ragazzine
con gli ormoni in subbuglio, motivo per il quale potevo permettermi di
spostarmi tranquillamente anche senza agente. Certo c’erano i
fotografi ma loro si accontentava di qualche foto e via. Dopo anni
potevo finalmente respirare un po’ di libertà, andare in
giro senza la paura di essere inseguito da qualcuno. L’era di
Robert Pattinson era finita, così come tutti i gossip
giornalieri su di lui e i pedinamenti. Ormai ero un attore affermato,
di quelli che decidono loro come gestire la propria carriera, che film
fare e a che eventi mondani partecipare. Non ero più
nell’occhio del ciclone e me ne compiacevo. Ormai sui giornali
leggevo sempre la stessa cosa: “di questo passo Robert Pattinson
sarà lo scapolo più ambito di Hollywood per tanto
tempo”
Da
quand’era che non uscivo con una ragazza? Un anno? L’ultima
storia importante l’avevo avuto con una ragazza di New York:
Adison. Era durata circa un anno e mezzo ma poi…poi non so
neanche io perché finì.
“siamo
arrivati signore” mi informò il taxista. Lo ringraziai e
una volta pagato e afferrato i bagagli scesi dall’auto
salutandolo. Ero tornato a Los Angeles per girare un nuovo film e
dovevo rimanerci per circa 3 mesi, nel frattempo sarei stato ospite di
Kellan ed Ashley.
Suonai
al campanello della loro villetta accennando un sorriso. Chi
l’avrebbe mai detto che da semplici migliori amici si sarebbero
trovati a convivere e con un figlio, Dan, di circa due anni da
accudire? D’altra parte nella vita tutto è possibile. Le
certezze possono diventare incertezze e viceversa. Ed io lo sapevo bene.
“ehi inglesino ha sempre la stessa faccia da idiota” disse Kellan appena aprì la porta. Ridacchiai.
“ciao anche a te Kellan” scherzai abbracciandolo.
“come va?”
“alla
grande. Dov‘è Ashley e il piccolo Dan?” adoravo quel
bambino tutto riccioli e con le fossette. Era molto simile a Kellan nei
modi di fare e nel colore dei capelli, ma per il resto aveva presto
tutto dalla mamma.
“oh dovrebbero arrivare a momenti. Sono andati a prendere da mangiare. Intanto vieni che ti mostro il tuo alloggio”
“posso dormire anche sul divano sta tranquillo”
“non
sia mai detto che i Lutz facciamo dormire Robert Pattinson sul divano.
Ti abbiamo preparato la dependance così potrai stare più
tranquillo” spiegò facendomi strada. La dependance altro
non era che una piccola casetta situata all’estremità del
giardino. Era molto carina e aveva tutti i confort, dalla cucina al
bagno.
“sai che è meglio di casa mia?” scherzai. Lui rise dandomi una pacca sulla spalla.
“senti
un po’ conoscendo le tue doti culinarie è meglio se mangi
con noi eh? Non vorremo averti sulla coscienza e poi Ashley è
una cuoca eccezionale”
“ma avevate Sophie? La donna di servizio?” chiesi ricordandomi una delle nostre vecchie conversazioni.
“certo, solo che quando Ash non è impegnata con il lavoro preferisce occuparsi lei della casa. Ora ti lascio solo così ti sistemi”
“a
dopo” lo salutai sedendomi sul letto. Mi passai una mano sul viso
e forse, solo in quel momento mi resi conto di dove mi trovassi e di
come in realtà mi sentissi incompleto. Tutti avevano ottenuto
quel che desideravano: Kellan e Ashley avevano avuto un figlio, Jackson
continuava
a fare il musicista e faceva tante tournée, Nikki era
felicemente fidanzata e anche per lei sembrava essersi aperta la giusta
strada per la celebrità. Elizabeth e Peter felicemente sposati e
con bambini e persino il piccolo Tayler aveva raggiunto i suoi
obbiettivi. Aveva due case di produzione cinematografiche, una carriera
da attore e una splendida ragazza che adorava. Ed io? Cosa avevo io?
Solo una carriera e i miei soliti amici, per il resto potevo
considerarmi solo. Già, ero il solo al quale mancasse qualcosa e
molto probabilmente l’unico che rimuginava il passato
perché lei…oh beh lei era andata avanti. Si era sposata,
aveva avuto una figlia e si era persino separata. Volsi il palmo della
mano destra in su e fissai il piccolo nome tatuato nella parte interna
del polso: Kristen. L’avevo
fatto tanti anni addietro, molti prima che cominciassero le liti e le
scenate di gelosia. Molto prima della fine di tutto.
Stavo
tornando a casa dopo l’ennesimo servizio fotografico. Io e
Kristen stavamo insieme da 5 anni e quando erano finite le riprese di
tutti i film della saga di Twilight avevamo deciso di prendere casa
insieme. Convivevamo da circa 3 anni ormai. Eravamo sempre andati
d’amore e d’accordo, senza mai una lite o qualcosa di
simile, quello fino a 6 mesi prima. Ultimamente non facevamo altro che
discutere e sempre per lo stesso motivo. Era come se non ci fidassimo
più l’uno dell’altro. Ma l’amavo, sapevo di
amarla. Giunto a casa posai il berretto sul divano e la raggiunsi in
camera.
“amore?”
la chiamai entrando nella stanza. La trovai seduta sul letto con il mio
cellulare tra le mani. Avevo sempre avuto l’abitudine di
lasciarlo a casa, me ne dimenticavo distratto com’ero.
“ancora
Emilie” disse sventolando davanti a se il cellulare. La guardai
deluso. Ancora una volta non si era fidata di me e aveva aperto il mio
cellulare. Non che avessi qualcosa da nascondere ma mi urtava tanto
quando metteva in dubbio la mia parola e mi controllasse.
“l‘hai fatto di nuovo” l’accusai. Lei scrollò le spalle.
“lei continua a mandarti messaggi”
“ma
è un‘amica Kristen. Sai cosa significa la parola
amicizia?” ed ecco che cominciava un’ altra discussione,
l’ennesima. Da quando sei mesi prima avevo rivisto Emilie de
Ravin e avevamo ripreso i contatti, il nostro rapporto era mutato.
Certo Emilie era un po’ troppo invadente ma Kristen doveva avere
fiducia di me e del mio amore per lei.
“oh certo, amicizia”
“perché rifacciamo questo discorso Kris? È la centesima volta che ripetiamo le stesse cose”
“perché lei ti sta sempre tra i piedi, sempre. E tu le dai anche corda”
“corda? Io le do corda?” domandai adirato.
“certo,
altrimenti desisterebbe non credi?” strinsi i pugni nella vana
speranza di non sbottare come sempre, ma quando squillò il suo
cellulare e lessi il nome di Micheal fu davvero impossibile trattenermi.
“certo, perché LUI invece non è invadente no? Lui non ti chiama mai per carità”
“è un amico” disse semplicemente. Strabuzzai gli occhi e poi scoppiai a ridere da vero pazzo.
“e
perché Emilie cos’è? Oh certo ho capito tu non puoi
fidarti di me mentre io devo fidarmi di te, infondo che motivo avrei di
dubitare no? Ed è qui che ti sbagli Kristen, io mi fido ma se
tra i due c‘è qualcuno che dovrebbe sospettare qualcosa
quello sono io”
“e perché mai?”
“perché lui è stato il tuo ragazzo. Era importante per te e tu eri importante per lui”
“è successo tanto tempo fa e lo sai”
“si,
lo so. Sai cosa sembriamo? Degli adolescenti alla prima cotta che
litigano per un nonnulla. Perché non andiamo più
d‘accordo Kristen? Cosa ci è successo?” domandai
più calmo sedendomi al suo fianco. Abbassò il capo
scuotendo la testa.
“io…io non lo so. Forse…forse siamo troppo diversi”
“il nostro essere diversi è sempre stata la nostra forza”
“a
quanto pare le cose cambiano” biascicò con gli occhi
lucidi. Avrei tanto voluto stringerla a me, ma avevo bisogno di
chiederle una cosa e la sua risposta sarebbe stata determinate. Tutto
il mio, il nostro mondo dipendeva da lei.
“ti
fidi di me Kristen? Hai ancora fiducia in me?” lei puntò i
suoi occhioni nei miei e non ci misi molto a comprendere quale sarebbe
stata la sua risposta. In quel momento pregai con tutto me stesso che
mi mentisse, che dicesse una bugia. Tutto pur di non perderla.
“io…io…io”
“ti fido o no?” ridomandai più duro.
“io…non
è più come prima io…non mi fido più come
prima” rispose finalmente. In quel momento sentii crollare tutto:
i nostri progetti, i nostri sogni. Tutto sbriciolato da quella piccola
confessione. Le certezze, la nostra bolla, persino il nostro amore non
aveva più importanza. Perché senza fiducia l’amore
non è nulla.
“beh
allora perché stai ancora con me se non ti fidi?” non ci
fu tempo di rispondere che qualcuno entrò in casa.
“Kristen ci sei? Sono Steve” scossi la testa sorridendo tristemente.
“ah
già, mi dimenticavo del tuo caro amico Steve!” esclamai
amareggiato. Sempre intorno quell’altro, aveva persino le chiavi
di casa nostra! Da qualche mese a quella parte mi sembrava di non
riconoscere più la donna della quale mi ero innamorato. Mi
sentivo un estranio nella mia stessa casa. Mi alzai dal letto senza
dire una parola e mi avviai alla porta.
“torno
stasera, non voglio vederti Kristen. Mai più” dissi senza
voltarmi a guardarla. Feci un cenno a Steve che mi guardava preoccupato
e uscii da quella casa.
Non
mi aveva fermato, cercato di farmi ragionare. Non aveva detto una
parola. Tornai a casa dopo circa 5 ore e di lei neanche l’ombra.
Aveva portato tutto con se come le avevo detto. Neanche un biglietto
nella quale diceva di scusarla. Niente. Quando compresi che da quel
giorno la mia vita sarebbe cambiata radicalmente e lei non ne avrebbe
fatto più parte mi diedi dello stupido per aver pensato che il
nostro amore sarebbe durato per sempre. Forse pensandoci lucidamente
non avrei mai dovuto dirle di andarsene via, perché
orgogliosa com’era l’avrebbe fatto senza dirmi nulla.
Peccato che all’epoca speravo di trovarla a casa, seduta sul divano ad aspettarmi per chiarire.
Mi ridestai dai miei pensieri quando sentii qualcuno bussare alla porta.
“Robert, possiamo?” chiese Ashley spuntando dalla porta. Le sorrisi, era sempre bellissima.
“è casa tua” dissi abbracciandola.
“ti trovo in forma”
“oh anche tu. Sei sempre splendida” mi complimentai.
“non fare il filo alla mia compagna Pattinson” mi minacciò bonariamente Kellan entrando nella stanza con il piccolo Dan tra le braccia. Lo avevo visto circa 3 volte, in quelle rare occasione in cui ci incontravamo.
“ma ti sei fatto un ometto!” esclami quando lui si fece mettere già dal padre.
“tono cresciuto?” chiese sorridendo. Mi abbassai alla sua altezza spettinandogli i capelli.
“altroché se sei cresciuto”
“com‘è
andato il viaggio?” chiese Ashley sedendosi sul divanetto. Presi
il bimbo in braccio accomodandomi anch’io.
“tutto tranquillo. Tra una settimana cominciano le riprese e domani devo incontrarmi con il regista”
“e com‘è stato tornare a Los Angeles?”
“fa uno strano effetto. Non ci mettevo più piede da…”
“da quel giorno ricordo!” terminò lei.
Si
creò uno strano silenzio, quasi imbarazzante. Ashley si morse un
labbro e mi guardò come se stesse decidendo se dirmi o meno
qualcosa. Alla fine sospirò e tornò a parlare.
“oggi
l‘ho vista. L‘ho incontrata in un negozio
d‘abbigliamento per bambini. Ha una figlia davvero splendida. Le
somiglia molto sai? Anche se non riesco a trovare nessuna somiglianza
con il padre”
Annuii
come un automa cercando di immaginarmi la sua piccola bambina. Era
apparsa sui giornali ma con il viso sempre coperto. Quanti anni doveva
avere, 4? Si, aveva proprio quattro anni. Come dimenticare il giorno in
cui seppi, da un misero giornale, che Kristen Stewart, la donna che
fino a qualche mese prima era la mia fidanzata, fosse incinta di un
altro? Incinta di Steve, quello che reputava un semplice amico?
Girovagavo
per le strade di Los Angeles senza una metà ben precisa. Erano
circa le 7 di sera ed io non avevo un cavolo da fare così stavo
facendo quattro passi, tanto per perdere tempo e non pensare a nulla.
Cosa vana visto il giorno. Quando la mattina mi ero svegliato e
controllato il cellulare la data mi era subito saltata
all’occhio. Era il 3 settembre, erano passati esattamente 3 mesi
da quando avevo lasciato Kristen. Si, era impossibile non pensare, non
ricordare. Non ne avevo la forza e mi davo dello stupido per questo.
Ero stupido perché io l’amavo ancora mentre lei non ci
aveva pensato un attimo ad andare avanti. Già, per lei era stato
facile voltare pagina e farsi vedere in giro con Steve dopo un solo
misero mese che ci eravamo lasciati. Infondo che importanza può
avere una storia di 5 anni?
Scossi
la testa avvicinandomi ad un chiosco di giornali per acquistare un
semplice quotidiano. Fu la mossa più sbagliata che avessi mai
fatto. Appena arrivato i miei occhi caddero su una rivista, la presi
tra le mani e guardai con disprezzo l’immagine di Kristen e Steve
abbracciati mentre sorridevano al fotografo. Ma il disprezzo fu niente
paragonato a quello che sentii quando lessi il titolo:
Kristen Stewart afferma: “aspettiamo un bambino da due mesi”
Il
giornale mi cadde dalle mani e nello stesso momento in cui esso
toccò terra, il mio cuore perse un battito e le speranze
volarono via.
Non mi ero mai sentito
così tradito come in quel momento. Aspettava un bambino dopo
neanche 3 mesi che ci eravamo lasciati. “un mucchio di
bugie” pensai allora stringendomi nelle spalle. In quegli anni mi
aveva raccontato un mucchio di bugie!
“Robert? Ehi ti
senti bene?” mi chiese Ashley inginocchiata di fronte a me.
Battei le palpebre più volte tornando al presente.
“come?”
“stai bene?”
“si, si certo. Sono solo stanco” mentii. Lei sorrise alzandosi da terra e porgendo la mano al figlio.
“su andiamo di la e
lasciamo riposare un po’ lo zio Rob eh?” il bambino
annuì salutandomi con la manina. Io gli sorrisi teneramente
togliendo il berretto dalla testa e scompigliandomi i capelli. Kellan
fu l’ultimo ad uscire. Alzai lo sguardo per fissarlo e lui mi
fece l’occhiolino.
“sei vuoi parlare sono qui” disse.
“grazie” mormorai prima di poggiare la testa al bracciolo del divano e chiudere gli occhi.
Kristen mi aveva deluso, deluso tantissimo!
---
Mabel:
Ed eccoci arrivate alla fine, ho chiesto alla mia Nu, se potevo
infiltrarmi, per poter dire due paroline anche io. Sono davvero molto
emozionata *-* Per prima cosa perchè sto scrivendo una
fanfiction con NUSIA *__* la mia more.. ed è un grandissimo
onore per me.
Per seconda perchè adoro totalmente Rob e Kris, e spero che un
giorno nasca davvero quella bimba che oramai grazie a Fio e Lety
chiamiamo Joy *__* Non riuscirei ad immaginarmi un loro bambino con un
altro nome..
Spero che questo primo assaggio vi sia piaciuto e che ci seguirete in
questa storia fantastica ( sono modesta, molto modesta XD )
Beh ci vediamo il prossimo giovedì con l'altro capitolo!
xoxoxo
"Nusia and Marty"
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Capitolo 2 *** 2- Memories (Martybetl) ***
Restaaa
Possiamo
dirvi di amarvi alla follia? *-* mio dio 16 recensioni SOLO al primo
capitolo cose da non credere. Non potete capire quant'è bello
vedere che la storia piaccia fin dall'inizio, davvero!
Ok, ora andiamo avanti altrimenti non la finisco più di
ringraziarvi e da qui alla fine della storia vi ringrazieremo molte
volte =D
Allora come avrete capito visto che la storia è scritta da due
persone ci sembra giusto parlare a plurale, perciò tranquille
che la vostra Nusia non è impazzita xD
Sinceramente non abbiamo molto da dire, anche perché questo
è appena il secondo capitolo e la storia deve ancora
svilupparsi. Vi annunciamo che questo sarà un Pov. Kristen
scritto da Mabel ...mentre
il prossimo da me, Nusia*....bene non ci resta che augurarvi buona
lettura, sperando di che iniziate a capirci qualcosa =D.
p.s. Allora alcune di voi ci
hanno chiesto ogni quanto posteremo e bene: Posteremo ogni 5 giorni,
avremmo dovuto postare ieri ma proprio non abbiamo avuto tempo
perciò abbiamo rimandata ad oggi. Il prossimo aggiornamento
avverrà DOMENICA =)
Risposte recensioni:
_SilviPattz_ :
Awwww. ..Grazie mille tesoroooo, sono o meglio Siamo, contentissime che
ti piaccia anche questa storia. Anche io adoro Ashley, Kellan e
Dan, ma tu devi ancora sentire Joy, sono sicura che ti innamorarai di
lei com'è successo a noi *-*
tamina_e_dastan :
grazie mille sono contenta che la storia ti coinvolga *-* per quando
rigaurda la pubblicazione dei capitoli abbiamo risposto a tutte su,
comunque ogni 5 giorni =D
Mabel :
beh che dirti, grazie mille sei gentilissima Marty, sono contenta
che la storia ti piaccia ahahaha xD....ti adoro troppo!
bo19 : grazie infiniteeeeee....mmmmh la bimba figlia di Rob dici? xD chissà....=)
pallina90 : grazie
milleeeeeeeee.... beh in effetti non è da Kristen comportarsi in
un mdo del genere, a patto che la figlia sia di Robert, ma capiremo
più avanti =D
crazyfred
Grazie infinite Federica, sono felicissima di ritrovarti anche qui e
spero che questa storia ti piaccia come la precendente *-* un bacio!
twilighter97 : grazie di vero cuoreeeee.... mi fa piacere che abbia trovato la storia originale *-* alla prossima un bacio!
emy cullen
: beh che dirti? GRAZIE, GRAZIE e ancora GRAZIE. Spero di vero
cuore che la storia sia all'altezza delle tue aspettative perché
ne saremmo contentissime. Vediamo un pò questa bella bimba di
chi è....xD
marios : grazie infinteeee....spero che continuerai a leggere!
ely_leyton :
ahahahah... ma noooooo...noi siam così brave che non facciamo
penare nessuno prima di leggere un lieto fine xD Grazie mille Ely, sono
contenta che la storia ti piaccia e anche la copertina!
Anto_Pattz :
awwwwwww....anche Anto qui, sai che siamo emozionate ad averti come
lettrice? *-* grazie infiniteeeeee...e scopriamo un pò se questa
bella bimba è di questo Steve xD
busypol :
grazieeee infiniteeeee.... sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto e devo ammettere che Marty sbalordisce anche me almeno un paio
di volte al giorno. E' una pazza la mia wife *-*....e anche io sono
impaziente di leggere Deep* =D
Tes13May : grazie milleeeeeee....in effetti ne sappiamo una più del diavolo se ci accoppiamo xD Baci!
kristen200996 :
grazie mille tesoroooooo, sono contetissima di trovarti anche qui e
spero che questa storia ti appassione ancor di più dell'altra
*-* baciiiiii!
cimellita :
che bello averti anche qui *-* mi fa piacere che tu mi segue
davvero!....beh grazie mille,in effetti la storia ha una trama un
pò complicata da evolvere non tanto per i Robsten quanto per la
bambina *-* comunque per ora posteremo ogni 5 giorni perchè
vogliamo portarci avanti un pò di lavoro, sai com'è con
l'inizio della scuola diventa tutto più difficile. A presto!
darkshine1986 : grazie milleeeeeee.... dopo tutte queste recensioni sono emozionata di vedere cosa ne pensiate del secondo....Awwwwww*
2-Capitolo (Mabel)
Pov. Kristen
Guardavo
mia figlia dormire beata nel suo lettino. I riccioli dorati le
accarezzavano il viso, e le davano un’aria così indifesa,
che mi fece rabbrividire. A volte, mi chiedevo se solo io le sarei
bastata. Se non avesse bisogno anche di una figura paterna al suo
fianco. Certo, in quegli ultimi quattro anni me la ero cavata molto
bene, ma quando sarebbe cresciuta? Io volevo che il mio piccolo angelo,
avesse tutto, compreso un padre che la amasse sul serio. Mi avvicinai,
e le accarezzai una guancia dolcemente. Assurdo come assomigliasse a
Robert, davvero assurdo. Il naso dritto, il colore dei capelli,
solo il colore degli occhi aveva preso da me. Ma non era
l’aspetto fisico a lasciarmi basita, i modi di fare che aveva in
comune con lui mi spaventavano.A soli quattro anni, riusciva a dire
delle cose che.. che solo Rob avrebbe potuto inventarsi. Quando la
vedevo parlare, o magari passarsi una mano fra i capelli nervosamente,
il mio cuore cominciava a perdere qualche battito.
Non
potevo negare, che da un lato mi facesse piacere, ma dall’altro,
no. Io volevo dimenticarmi di lui, invece la cicatrice nel mio petto
non era ancora del tutto rimarginata, anzi. Molte volte mi capitava di
tornare indietro con la mente, e tornare a quei giorni, dove tutto era
perfetto, dove mai avrei messo in dubbio il suo amore per me. Dove
gelosia, incomprensioni non esistevano.
“Rob?”
lo chiamai, dal piano inferiore. Ero appena tornata a casa dopo un
giorno lavorativo estenuante.Certo era nulla in compenso alla pressione
che avevo dovuto sopportare durante le riprese dei film di Twilight,
ora era tutto più semplice. I paparazzi non ci davano molta
importanza, eravamo sempre Robert Pattinson e Kristen Stewart, ma una
volta usciti allo scoperto, l’ossessione e tutto quello che
c’era dietro erano scemati.
“Rob?”
ripetei più forte, certa che fosse in casa. Mi aveva chiamato
dieci minuti fa, per sapere se buttare la pasta. Doveva esserci per
forza. Dopo alcuni minuti di silenzio, degli strani rumori provennero
dal secondo piano. Erano due le alternative. O un ladro, aveva deciso
di rapinarci, oppure Robert aveva combinato un danno. La seconda
alternativa era decisamente quella più plausibile.
Salii
di corsa le scale, e non appena lo trovai, una “o” di
stupore comparve fra le mie labbra. Fuori dalla vetrata che dava sul
nostro attico al coperto, c’erano un centinaio di candele, e un
aroma particolare aleggiava nell’aria.
La nostra jacuzzi era al centro di quel paradiso e Rob al suo interno.
Le gambe iniziarono a tremare, e il mio cuore cominciò a battere
furiosamente. Avanzai nella sua direzione, senza dire una parola.
Semplicemente osservando il suo petto nudo, perfetto, e muscoloso. E il
viso d’angelo che si era ritrovato, decisamente contrastante con
la sua personalità. La cosa che mi lasciò senza fiato fu
il suo sorriso, enorme, gioioso, e felice. Mi portai una mano alla
bocca una volta fuori. Sembrava un posto davvero magico. “Tu sei
pazzo” mormorai balbettando,Continuavo a scuotere la testa,come
se fosse impossibile tutto ciò. Ero una donna fortunata, non
c’era nulla da fare. Robert era stata la mia più grande
fortuna. Mi tolsi il vestito, e lo lasciai cadere a terra. Ero
solamente in intimo, e anche se conosceva il mio corpo meglio del suo,
e viceversa, mi sentii lusingata dei suoi occhi famelici che sentivo
puntati addosso. Deglutii, e dopodichè mi immersi in quella
meraviglia di vasca.
Sentii
il suo braccio prendermi per un fianco e spingermi verso il suo corpo
nudo. “Volevo che questa fosse una serata speciale”
mormorò vicino al mio orecchio. “Sai perché
amore?” mi chiese con quella sua voce roca e suadente, capace di
rendermi un fascio di nervi eccitati.
Scossi la testa, ancora rapita dal suo sguardo.
“Perché
esattamente sei anni fa ci siamo conosciuti. Esattamente sei anni fa ci
siamo baciati la prima volta sul letto di Cath..” Ascoltai le sue
parole esterrefatta, e contemporanemente, sentii gli occhi farsi
lucidi. Era incredibile che si ricordasse ancora quella data. Il 13
dicembre del 2007. Mi misi in braccio sopra di lui, e infilai una mano
nei suoi capelli. “Robert Thomas Pattinson, ti amo.. ti amo in un
modo che fa quasi male.. è un amore talmente potente da
destabilizzarmi quasi. E grazie. Grazie…” mugolai, questa
volta fra le lacrime a un centimetro dal suo viso.
“Tu
sei la mia vita Kristen, e ti amo nello stesso modo anche io.”Non
riuscì a finire la frase che incollai le mie labbra alle sue,e
ci unimmo in un bacio carico di promesse e speranze.
Chi
l’avrebbe detto che nel giro di un anno sarebbe tutto cambiato?
Un solo anno, e la nostra relazione era mutata completamente.
C’era sempre lo stesso amore, ma erano nate anche tante altre
cose. Come la gelosia, lo stress, la rabbia. Con il pollice tolsi una
lacrima che mi era sfuggita. Ricordare quei giorni non era mai un bene.
Tirai su con il naso e dopo aver rimboccato le coperte a Joy, andai
nella mia camera, a rintanarmi sotto le coperte.La mia vita se non ci
fosse quella piccolina sarebbe stata del tutto vuota. Tutti i miei
amici avevano raggiunto comunque un obbiettivo. Ash e Kellan erano
felicemente sposati, con un delizioso bambino, che aveva giocato con
Joy più di una volta. Dakota era fidanzata con un attore
conosciuto su un set, e mi raccontava spesso delle loro notti infuocate
e passionali. Taylor, aveva raggiunto una buona carriera.
Io?
Io mi ero messa a produrre film indipendenti, avevo sposato Steve
Craig, mi ero divorziata da Steve Craig, e ora mi godevo
l’infanzia di mia figlia, lavorando sempre un po’ qua e
là.
Steve.
Assurda la gelosia che Robert aveva nei suoi confronti. All’epoca
era solo un mio amico, così come Micheal. Era lui a sentirsi con
Emilie De Ravin. Era lui che continuava a scriverle messaggi nel cuore
della notte, non io.
“Non
voglio rivederti Kristen. Mai più.” Quella frase
continuava a popolare i miei incubi.In quegli ultimi quattro anni,
riusciva ancora a farmi versare lacrime amare. Quando la aveva
pronunciata, avevo sentito il mio cuore sbriciolarsi in mille
frammenti, come se ci avesse camminato sopra incurante dei miei
sentimenti. Gli avevo annuito semplicemente, senza dire una parola,
senza versare una lacrima. Ero salita a prendere le mie cose, e me ne
ero andata. Fu l’ultima volta che lo vidi, fu l’ultima
volta che sentii la sua voce. Le due settimane successive furono
devastanti. Una volta arrivata a casa di Dakota, piansi tutte le
lacrime che avevo in corpo. MI riufiutai di mangiare, di bere, di
andare avanti. Lo amavo ancora certo, ma un senso di odio si era come
impossessato di me. Lo odiavo perché non mi aveva fermato. Non
mi aveva detto nulla, mi aveva lasciato andare, quando sarebbe servito
un semplice resta.
Avevo
iniziato a vomitare ogni cosa che mangiavo, a stare male. Dakota
pensava per una crisi depressiva,invece una volta portatomi
all’ospedale avevamo scoperto entrambe di sbagliarci. Ero
incinta, incinta di Rob, il quale mi aveva lasciato su quella porta.
L’uomo a cui ormai non fregavo più nulla.
Inizialmente
pensai di dirglielo, di confessargli ogni cosa.. ma poi, le sue parole
mi tornavano in mente, e non avrei mai potuto ripresentarmi alla sua
porta. Era l’orgoglio a parlare? Probabilmente si.
Nel periodo successivo, se non ci fosse stata Dakota, ma soprattutto Steve non ce l’avrei fatta.
Inizialmente,
Steve era solo un amico, benché mi girasse intorno sempre, in
ogni stupido momento. Con il passare dei mesi però, mi resi
conto di quanto io gli fossi affezionata e quanto gli dovessi realmente.
Anche
se non la amavo con tutta me stessa, gli volevo bene, e dopotutto era
una copertura perfetta.Mi sentivo in colpa però. A lui non
importava, ma a me,sembrava di usarlo. Mi innamorai di lui.. Non so se
fu il tempo o la gratitudine ma mi innamorai. Certo, non era un amore
paragonabile a quello che avevo provato per Rob, ma lo amavo. Ci
sposammo quattro mesi dopo che Joy venne al mondo. Fu una presenza
davvero importante per lei, ma soprattutto per me. Mi diede sicurezza.
Tuttavia dopo tre anni sotto lo stesso tetto, mi resi conto che eravamo
persone troppo diverse. Ce ne eravamo accorti entrambi a dire il vero.
Lui voleva lavorare, aveva bisogno di nuove esperienze. Io ne avevo
fatte già troppe. Così, ci lasciammo nel migliore dei
modi. Dopo di lui non vidi nessun altro, e se dovevo essere sincera,
non ne sentii propriamente la mancanza. A volte Steve tornava per stare
con Joy, la quale si era molto affezionata. Alla stampa rispondevamo
che non eravamo fatti per stare insieme, e lo scoop dell’anno
finì nel giro di poco. Di Rob non seppi più nulla. Nel
senso, a volte vedevo i giornali che parlavano di lui,ma non volevo
leggerli. Non me la sentivo, anche dopo tanto tempo. Come avevo
già detto, la cicatrice che portavo nel petto non era
completamente rimarginata, e forse mai lo sarebbe stata. Era buffo
pensare, a come entrambi volessimo un figlio, a come entrambi
desiderassimo costruire un futuro insieme, e poi, un giorno
servì a cambiare tutto.
Spensi
la sigaretta nel posacenere, e andai alla ricerca
dell’interruttore della luce. Rimasi al buio e mi infilai sotto
le coperte, al caldo. Era inutile, quando la mia mente ripensava a
certi momenti della mia vita, degli inspiegabili brividi mi
attraversavano il corpo. Poco importava che ci fossero trenta gradi, o
due.
Appoggiai la testa sopra il cuscino, e anche se mille pensieri mi vorticavano fra la testa, mi addormentai.
“Joy amore” la ripresi bonaria mentre cercava a tutti costi di corrompere Dakota a farsi dare le caramelle.
Si
voltò verso di me e mi guardò con uno sguardo che la
diceva alla lunga. “Ti prego mami, ancora una!” Scossi la
testa divertita dalla sua performance di convincimento, e la mia
migliore amica si unì a me.
“Dai
Kris, una sola posso darla a questa piccola peste.” Si
accucciò verso di lei e le diede l’ultimo dolciume del
giorno. Quella bambina aveva preso dal padre, troppo dal padre. Era
impossibile dirle di no.
Una volta ottenuto il suo obiettivo, e aver ringraziato zia Dakota, tornò in salotto a guardare la televisione.
“E’ davvero unica..” mormorò la mia amica, con lo sguardo stralunato.
Asserii con il capo, orgogliosa della mia bambina. Le offrii la tazza di caffè e mi sedetti accanto a lei.
“Se
ti piacciono così tanto i bambini perché tu e Cole non vi
date da fare?” chiesi, e per poco non si strozzò con il
caffè. Ops.
“Non
mi piaccioni i bambini, ma Joy punto.Sai Kris, puoi ritenerti fortunata
ad avere una figlia che dorme da sola nel suo letto, non fa i capricci,
e a soli quattro anni riesce ad allacciarsi le scarpe. “ Beh non
potevo darle torto. Ero stata fortunata, poteva dirlo forte.
“Poi,
io e Cole siamo agli inizi del nostro rapporto.. meglio
aspettare.” Continuò lei per le sue. Dopo qualche minuto,
in cui ci godemmo una bella sigaretta, prese qualcosa dalla sua borsa.
Un giornale scadalistico.
La guardai corrucciata. “Hanno scritto qualche altra fesseria sul mio conto?”
Scosse
la testa, e mi guardò fissa negli occhi. “Okay, prometti
di non arrabbiarti.” Si alzò per andare a chiudere la
porta della cucina, che ci divideva da Joy. Scossi la testa. “No
non mi arrabbio, sputa il rospo.”
Prese un grosso respiro, e mi fece vedere la copertina del giornale.
Non appena riconobbi il protagonista della foto, sentii il mondo intorno a me, girare improvvisamente.
“Co.. cosa ci fa a L A? “ chiesi strozzandomi con l’aria che avevo in gola.
“E’
tornato per fare visita a Kellan. Me lo ha detto Ashley
stamattina.” Non riuscivo a capire il senso delle parole,
continuavo a fissare la scritta gigante del giornale.
-ROBERT
PATTINSON FA RITORNO A LOS ANGELES. 4 ANNI SONO PASSATI, CHISSà
FORSE UNA NUOVA COMPAGNA PER IL BEL ROBERT, SCAPOLO ORMAI DA MOLTO
TEMPO?-
“Kris ci sei?” fece schioccare due dita davanti agli occhi, e ripresi un po’ di lucidità.
Mi
schiarii la voce. “Si scusa.” Ma con la mente ero
completamente da un’altra parte. “Comunque Kris, non
preoccuparti, non lo vedrai neppure.Insomma, le probabilità che
vi incontriate a Los Angeles sono.. davvero minime.” Aveva
ragione, non dovevo preoccuparmi, non l’avrei visto. Ripresi a
respirare, e guardai stralunata Dakota. Da un lato avrei voluto non
saperlo, ma dall’altro, saperlo di nuovo qui a Los
Angeles…. Eravamo entrambi nella città dove stavamo
insieme, dove avevamo vissuto insieme. E questo riusciva a
destabilizzarmi. Come potevo dimenticare tutti gli attimi trascorsi
insieme?
“Abbiamo
un sacco di città da scegliere..” dissi girando il viso
verso di lui. Eravamo sdraiati sotto le coperte della nostra suite.
Entrambi innamorati, uniti e sereni. Stavamo girando le ultime scene di
Breaking Dawn, ed ero contenta che tutto quello stesse per finire,
anche se comunque i nostri Edward e Bella ci sarebbero mancati per
sempre.
“Io
direi Los Angeles..” Ridussi gli occhi a due fessure. Era
l’ultima città che mi sarei aspettata. Avevamo vissuto a
Los Angeles dopotutto. Alzai un sopracciglio. “E perché
proprio Los Angeles?”
“Perché penso al futuro Kris” rispose baciandomi la spalla nuda. Scossi la testa. “Il futuro?”
Annuì. “Lo sai che a Los Angeles ci sono le scuole migliori? E che ci sono tantissime cose per i bambini?”
Si
fermò un secondo, pensieroso. “E poi, è il luogo
dove da piccolo avrei voluto crescere. E dove vorrei far crescere un
giorno mio figlio.” Dolce, estremamente dolce. Non c’erano
altre parole per definirlo.
“Vuoi dire che tu già ti immagini un piccolo Rob e Kristen?” domandai con il cuore in gola.
“Certo, perché tu no?”
Scossi
la testa. “Certo che si! Ma tu sei un uomo, sono cose
diverse.” Ridacchiai, e questa volta fu io a baciargli il petto.
MI
accarezzò i capelli ancora appiccicati per via del sudore.
“Lo sai che ho una parte femminile nascosta in me..”
scherzò, ma non era una bugia più di tanto. Era sempre
stato molto femminile.
Mi
coprii la bocca con una mano per nascondere ulteriori risate. Non
volevo prenderlo in giro, dopo che aveva detto una cosa così..
così dolce.
“Un
piccolo Rob e Kristen. Mi piace questa idea. “ Gli annuii posando
la testa sotto l’incavo del suo collo, e con questo pensiero,
trascorremmo il resto della mattinata.
Sentivo
la mano di Dakota accarezzarmi dolcemente, come per trasmettermi
fiducia. Senza di lei, non sapevo proprio dove mettere la testa.
“Tranquilla Kris.. shh.” Presi un grosso respiro, e mi
alzai da tavola. Andai verso il salotto, e trovai Joy distesa sul
divano a guardare un film. Aveva quattro anni, e voleva vedere i film,
non i cartoni. Assurdo come fosse già matura da quel lato. La
presi per i piedini e la sentii ridere.
“Mammaaa!” si lamentò, quando le feci il solletico.
La
attirai a me, e la strinsi forte in un abbraccio, carico di amore. Non
c’era regalo più grande di lei, della mia piccola Joy.
Lei era la mia gioia, era la mia tutto.
_____________________________
Bene
rieccoci qui, com'è stato il capitolo? Spero che abbiate capito
qualcosina in più. Poi la foto della nostra bellissima Joy vi
piace? Noi l'adoriamo *-* è esattamente come ce la immaginavamo.
Ora vi lasciamo un piccolo Spoiler del capitolo successivo. A Domenica
ragazzeeeeee!
Spoiler!
Pov.Robert
Presi il foglietto che mi aveva dato
Ashley dalla tasca e afferrando un carrello iniziai a girare per i vari
reparti del supermercato. Fare la spesa non mi aveva mai entusiasmato
ma quel giorno mi avrebbe aiutato a svagarmi. “accidenti!”
sentii esclamare alle mie spalle. Mi voltai e automaticamente sorrisi.
Forse non la giornata poteva ancora essere salvata.
“vuoi che ti dia una mano?” chiesi avvicinandomi ad una
piccola bambina tutti boccoli. Era li, sulle punte dei piedi, nel
intento di afferrare delle caramelle da uno scaffale troppo più
alto di lei. La bambina si voltò a guardarmi e venni subito
trafitto dai sui grandi occhi verdi. Erano così belli, intesi.
“si grazie” sospirò gonfiando le guance. Era buffa.
Nusia&Marty
|
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Capitolo 3 *** 3-Un incontro speciale (Nusia) ***
as
Buonadomenica
a tutte, come state oggi? *-* So che aspettate trepidanti questo
capitolo perciò non mi dilungherò molto xD oggi faccio la
brava =) ci vediamo di sotto con lo spoiler. Ora la mia Mabel risponderà alle vostre recensioni...vi adoriamo!
Risposte recensioni:
mm86:
Ciao tesoro, grazie mille.. sono contenta che ti siano piaciuti
entrambi i capitoli :) Speriamo davvero che anche questo ti piaccia. un
bacio enorme ^^
tamina_e_dastan:
Wow lo diciamo noi ;) Grazie mille, non sai come è bello
vedere che ad una persona piaccia ciò che noi scriviamo.
Speriamo che quest capitolo ti piaccia..
twilighter97: ;) grazie mille, non sai come siamo felici di avere già successo con questa fanfiction! Un bacio!
Anto_Pattz: Anto_Cullen, ah no qui ti chiamo Anto_Pattz U.U XD
Che dirti my love? Grazie Grazie Grazie, sono davvero contenta che ti sia piaciuto *__*
Ahahah, allora ti avverto che ci sarà il reincontro.. non voglio
avere una sorella stecchita U.U Un bacino, la tua martibettuzza XD
pallina90:
vogliamo dire.. ma grazieee tesoro! ihih si Joy è davvero troppo
dolce, mi verrebbe voglia di fare un figlio.. azz no forse sono troppo
giovane ç_ç XD
_SilviPattz_: Silviettaaaaaa :) oddio ma che bello leggerti anche qui.. U.U Ti adoro U.U
Grazie mille, eh si se ci sarà Joy ci sarà per
forza un'altra persona.. ehm.. ehm.. non ti ho detto niente io! U.U
Bacino
busypol: Oh
amoreee mioo.. graziee, non so proprio cosa dire.. come farei
senza le tue bellissime recensioni?! Sooo contenta che ti sia
piaciuto.. un bacino
emy cullen : oh
ma che bello averti anche qui tesoro *_* le tue rencensioni mi fanno
saltarellare ogni volta, e ora anche Nu si è unita a me XD
huahahua XD non so proprio che altro dire, grazie!
thecarnival: siamo conente che ti sia piaciuta la nostra ideaa *__* Grazie mille!
rmarta : Grazie! Siamo molto felici che ti piaccia, ci abbiamo messo davvero tanto impegno.. :)
valy90
: Ciao valy, è vero che abbiamo due modi di scrivere diversi, ma
secondo me si completano a vicenda :P Sono contenta che ti abbia
appassionato a prescindere dal fatto che tu non sia Pro Robsten *_*
Grazie ancora.
Tes13May:
teresinaaa ^^Oddio quando hai detto, siete le migliori mi sono mezza
pisciata sotto XD buahahah, no scherzo U.U Grazie mille tesoro, sono
contenta che ti sia piaciuto!
kristen200996
: Ihih, me gongola tutta XD grazie mille tesoro, comunque chiamami pure
Marty, nel senso mi chiamo Martina XD Siamo contenta che ti sia
piaciuta.. un bacio enorme..
ely_leyton:
Awwwwwwwww *_* La mia sorellona.. grazie mille amore, sono contenta che
ti sia piaciuto.. ihih, non sai cosa accadrà vero in questo
capitolo? X)
Coomunque, dico che è brutto solo per farti venire qui da me *__* Mi manchi un sacco :(
Un bacino :*
Fiorels:
More, ti ho già ringraziata per questa recensione, ma lo
rifaccio qui.. Grazie mille, senza i tuoi consigli non so proprio cosa
farei "Maestrina" buahahah XD
Ihih, prevedi bene, soprattutto fiamme :P
bacino
darkshine1986: Sereninaaaaa.. ma ciao tesoro! Ehm.. io scrivere bene? SIcura che intendi me, Martina Betteto? :P huahuah XD grazie milleeee
Alice 83:
Ciao Alice, ti rispondo io, Mabel, ovvero la socia di Nusia.. ;) Siamo
molto felici che ti piaccia questa storia.. Eh si SOmeday è
davvero eccezionale, l'ho divorato anche io U.U
Un bacio grande!
"Resta"
3-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert
Un
raggio di sole mi colpì in pieno viso svegliandomi dal mio bel
sonno per riportarmi alla realtà. Mi girai un po’ nel
letto stiracchiandomi per bene. Stranamente mi sentivo in forma, non a
pezzi come da un mese a quella parte. Ed ero rilassato cosa che non
succedeva da…oh beh da tanto tempo. Chissà forse era
l’aria di Los Angeles a farmi quell’effetto oppure il letto
della dependance di Kellan aveva un qualcosa di magico. Mi alzai dal
letto scuotendo la testa. Possibile che appena sveglio dovessi
già fare pensieri tanto idioti? Ma di cosa mi meravigliavo io?!
Andai
in bagno a farmi una doccia canticchiando una canzone a me sconosciuta.
Era più una melodia senza senso che una canzone vera e propria.
Una volta assopito tutto il torpore della dormiveglia, spensi
l’acqua e mi avvolsi in un asciugamano recuperando i miei vestiti.
Quando andai in cucina da Kellan e Ashley erano circa le dieci del mattino. Non era poi così tardi.
“buongiorno a tutti!” esclamai entrando nella stanza e addentando un cornetto alla nutella.
“buongiorno
a te dormiglione. Come mai così di buon umore?” chiese
Ashley pulendo il muso del piccolo Dan imbrattato di cioccolata.
“sarà
la vostra compagnia” dissi sorridendole. Lei ricambiò il
sorriso e a quel punto entrò anche Kellan dandomi una pacca
sulle spalle.
“goditi questi ultimi giorni di riposo amico mio che poi inizi a trottare”
“non mi ci far pensare Kellan. Ho altri 4 giorni di sano relax”
Erano
trascorsi già 3 giorni da quand’ero atterrato e
fortunatamente non avevo incontrato nessuno di indesiderato. Infondo
Los Angeles era così grande che era quasi improbabile che
potessi incontrarla. Per quel che ne sapevo poteva anche abitare
dall’altra parte del paese.
“c'è
bisogno di fare un po’ di spesa” asserì di punto in
bianco Ashley sventolando un foglietto per aria e guardando Kellan con
fare innocente. Lui ridacchiò seguito da me.
“mi
dispiace amore, ma tra un po’ ho un‘intervista” si
giustificò lui facendola sbuffare. Erano divertenti insieme!
“posso andarci io” proposi alzandomi dalla sedia e finendo di bere il mio caffè.
“ma no Robert ora adiamo io e Dan”
“non è un problema. Mi fa piacere e poi torno un po’ alla vita normale”
“ok,
questo è il foglio allora. Grazie mille” desistette.
Afferrai il foglietto e una volta scoccato un bacio al piccolino mi
avviai alla porta.
“Robert?” mi chiamò Kellan mentre salivo in aiuto. Lo guardai mentre si torturava le mani.
“voglio chiedere ad Ashley di sposarmi” mi disse a bruciapelo.
“Oh!
È…è…è grandioso” esclamai
scombussolato. Proprio non mi aspettavo una rivelazione del genere, per
giunta appena sveglio. Lui sorrise imbarazzato.
“beh si. Insomma stiamo insieme da tanto, conviviamo e per di più abbiamo un bambino e poi l’ amo”
“ehi è una semplice formalità, hai paura che non accetti?” domandai divertito.
“ma no. È comunque difficile chiederlo ecco”
“già, lo so. Vado a fare la spesa e se vuoi ti tengo il bambino”
“grazie Rob” accennai un sorriso e infilandomi in macchina andai via da li.
Matrimonio. Un tempo di credevo anch’io. Ci credevo io e ci credeva lei.
“un giorno ci sposeremo vero Robert?”
“certo amore, anche domani” risposi tenendola stretta a me. Avevamo appena finito di fare l’amore e ora ci stavamo godendo le piccole coccole.
“non ho così tanta fretta. So che tu sarai sempre qui e anch’ io”
Certo,
anche lei! Mi venne un colpo al cuore quando mi fece quella domanda. Lo
stesso colpo che subii quando seppi che si sposava con Steve. Era della
stessa forte intensità, con la differenza che uno era per la
gioia e l'altro per delusione. Già, niente dolore in me, quello
lo avevo provato quando era nata la loro bambina. Il matrimonio
rappresentava solo il punto delle conclusioni che avevo tratto su
Kristen. Non avrei mai dimenticato il giorno in cui guardando uno
stupido programma televisivo venni a sapere che la bambina di Kristen
Stewart era nata e seppur prematura era bella sana. Una fortuna!
Così come non avrei mai scordato quando cercai di fermare il
matrimonio. Il suo matrimonio.
Era
giunto il grande giorno. Meno di un’ora e l’avrei persa per
sempre. O forse l’avevo già persa da tempo e non riuscivo
a capacitarmene. Molto probabilmente non ci sarei mai riuscito, ecco
perché mi ritrovavo su un auto a correre come un teppista per le
affollate strade di Los Angeles. Volevo sfidare la sorte un’ ultima volta tentando di convincerla a non sposarsi.
“lui non è quello che fa per te” gli avrei detto.
“lui
non ti amerà, comprenderà mai come il sottoscritto. Lui
non è quello giusto perché sono io. Sono perfetto per
te”
Avrei
dovuto trovare tanto coraggio per dirle tutto, tanta forza. Ma lo avrei
fatto? Avrei davvero rovinato il giorno più bello della sua
vita? Infondo lo sposava perché ne era innamorata no? E se amava
lui non amava più me. Forse l’estraneo ero io, non lui.
Con lui aveva avuto una figlia. Una creatura che meritava di crescere
insieme ad suo vero padre. Kristen non era ingenua ne tanto meno
irrazionale. Pensava molto alle cose, lei viveva il presente pensando
al futuro. Kris era la persona più razionale del mondo e se
stava per sposarsi significava che ci aveva pensato giorno e notte. Non
mi amava più ed io avrei fatto meglio a dimenticarla. Giunsi a
quella conclusione proprio nel momento in cui arrivai a destinazione.
Non mi fermai molto, non volevo rischiare di vederla perché non
avrebbe fatto altro che ridurmi in cenere, perciò feci
inversione e tornai indietro. Era giunta l’ora di fare le valige
e lasciare quel paese. Non volevo rivederla mai più.
Parcheggiai
nel primo posto libero e scesi dall’aiuto scrollandomi di dosso
quei ricordi. Sbattei la portiera con tanta veemenza che la gente si
girò a guardarmi. Era inutile prendersela con un ammasso di
ferro. Quello non avrebbe certamente cancellato quei momenti dalla mia
testa. Presi il foglietto che mi aveva dato Ashley dalla tasca e
afferrando un carrello iniziai a girare per i vari reparti del
supermercato. Fare la spesa non mi aveva mai entusiasmato ma quel
giorno mi avrebbe aiutato a svagarmi. E dire che mi ero alzato tanto
tranquillo e di buonumore… Come potevano degli insulsi ricordi
spazzarmi via il sorriso? Forse non erano poi così insulsi, ma
non potevano controllare il mio umore. Non dopo 4 anni.
“accidenti!”
sentii esclamare alle mie spalle. Mi voltai e automaticamente sorrisi.
Forse non la giornata poteva ancora essere salvata.
“vuoi
che ti dia una mano?” chiesi avvicinandomi ad una piccola bambina
tutti boccoli. Era li, sulle punte dei piedi, nell' intento di
afferrare delle caramelle da uno scaffale troppo più alto di
lei. La bambina si voltò a guardarmi e venni subito trafitto dai
suoi grandi occhi verdi. Erano così belli, intesi.
“si grazie” sospirò gonfiando le guance. Era buffa. Allungai la mano e presi il pacchetto di marshmallow.
“volevi
questo?” annuì contenta e sul suo volto si dipinse un
ambio sorriso. Era davvero stupenda! Mi abbassai alla sua altezza per
guardarla meglio, mi sembrava così familiare nel suoi lineamenti.
“come ti chiami?” mi domandò lei inclinando la testa.
“Robert, ma tu puoi chiamarmi Rob”
“io
sono Joy” si presentò allungando la manina. La strinsi
divertito da tanta serietà in una bimba di pochi anni.
“che bel nome che hai Joy. Quanti anni hai?”
“4” rispose fiera di se.
“oh
allora sei una piccola donna” scherzai facendola ridere. Mi
guardai un po’ in giro e mi accorsi di un particolare.
“Joy,
dov‘è la tua mamma?” cosa ci faceva una bambina di
appena 4 anni tutta sola? Lei sorrise imbarazzata.
“ehm…ops!
Penso di essermi persa” per quanto la situazione potesse essere
seria proprio non riuscii a trattenere una risata vedendo la sua
espressione fintamente preoccupata. Era davvero una piccola peste!
“ma la mamma sa che ti sei allontanata?”
“non
gliel‘ho detto” e scrollò le spalle. Mi ricordava
tanto Kristen, forse per il colore degli occhi straordinariamente
simile al suo oppure per quel modo di fare. Sciocchezze, tutto e
tutti mi ricordavano Kristen.
“oh beh allora penso che sia il caso di cercarla mmmh?” proposi ma lei scosse il capo.
“no ora tanto arriva. Sa che mi nascondo sempre dove ci sono le caramelle. Aspetti qui con me?”
Non
sapevo che fare. Il lato adulto e responsabile di me,mi diceva che era
meglio prenderla e andare a cercare la sua mamma mentre l’altro,
quello più infantile, decise di restare li a farle compagnia.
“bene,aspettiamo
qui” e mi sedetti a terra insieme a lei. Qualche persona che
passava ci fissava e andava via con un sorriso, altri invece ci
osservavano neanche fossimo pazzi, o meglio fissavano me in quel modo,
infondo Joy era una bambina e si sa i bambini possono tutto.
Pov. Kristen.
Quella
mattina mi ero svegliata davvero molto presto secondo i miei standard
perciò mi ero messa a pulire un po’ casa. No, niente
cameriere per me le cose volevo farle da sola. Quando Joy si era alzata
avevo già finito tutto così le avevo preparato la
colazione, brioche al
cioccolato e latte caldo, poi l’avevo lavata, vestita ed insieme
eravamo uscite di casa. Avevo notato che mancavano un bel po’ di
cose perciò ci eravamo dirette al supermarket a qualche metro
dal centro per fare un po’ di compere. Mi veniva quasi da ridere
se pensavo a quanto fosse cambiata la mia vita. Fino a qualche anno
addietro ero la ragazza più disordinata del mondo e sapevo
cucinare solo ed esclusivamente torte. A 28 anni invece mi ero
ritrovata a saper cucinare un po’ di tutto e ad essere una
perfetta donna di casa. Ormai rassettare era diventata per me
un’abitudine. Ah, è proprio vero che i figli ti fanno
maturare con loro! In quel momento stavo nel reparto cosmetici e
parlavo con Dakota al telefono. Voleva organizzare un’ uscita
fuori quella sera, solo io, lei, Joy e Cole.
“non
lo so Ota, non mi va tanto di uscire” dissi usando il soprannome
che le avevo affibbiato tanti anni prima. La sentii sbuffare.
“oh Kris, tu non hai mai voglia di uscire. Dai per piacere, una semplice pizza nulla di eclatante. Ti prego!”
“oh e va bene. Ma il posto lo scelgo io” asserii. Tanto sapevo che l’avrebbe avuta vinta lei.
“perfetto. Ora passami Joy, fammele dare il buongiorno” alzai gli occhi al cielo chiamando mia figlia.
“Joy tesoro ti vuole la z…” mi bloccai a metà frase quando mi voltai e non la trovai con me.
“Kristen tutto bene?”
“mi sono persa Joy…di nuovo!” esclamai. La mia amica rise a gran voce.
“quella bambina è una peste Kristen. Come mai ogni volte che fate la spesa la perdi?”
“oh
non è divertente Dakota. Mi sfugge dalle mani in un attimo.
Mannaggia a te per averle fatto conoscere il paradiso delle
caramelle” sbuffai avviandomi al reparto dolci. La prima volta
che entrai in quel enorme supermercato e la persi mi prese un colpo.
Pensai subito al peggio ma grazie al cielo io e Dakota la trovammo nel
reparto dolci con in mano almeno 10 bustine di caramelle diverse. Da
quel giorno, mi scappava da sotto il naso per rifugiarsi li. Ma che le
costava avvisarmi? Mi sarei risparmiata un sacco di crepacuore.
“tanto sai dove trovarla”
“si
si, ora stacco a dopo” e così dicendo riagganciai andando
alla ricerca della mia piccola golosona che di quel passo sarebbe
diventata un’ obesa.
Quando
arrivai a destinazione mi nascosi dietro uno scaffale per osservarla.
Era seduta a terra che parlava e rideva animatamente con un ragazzo.
Anche lui era seduto sul pavimento a gambe incrociate, ma era voltato
di spalle perciò non riuscivo a vederlo. Tante volte avevo detto
a Joy di non parlare con gli estranei ma lei sembrava fregarsene. Aveva
4 anni e già mi dava del filo da torcere, non osavo immaginare
cosa avrebbe fatto da adolescente. Uscii dal mio nascondiglio
sospirando e mi incamminai verso di loro. Quando fui abbastanza vicini
mi fermai e con le mani sui fianchi esclamai:
“Joy,
quante volte devo dirtelo che non ti devi allontanare da
sol…” ma le parole mi morirono in bocca quando due paia di
occhi si voltarono a fissarmi. Rimasi così, con gli occhi
spalancati e la bocca semi-chiusa. Il cuore perse più di qualche
battito per poi prendere a battere furiosamente. Tante volte me
l’ero immaginati insieme e altrettante volte avevo pregato di non
vederli mai. Avevo sempre pensato che fossero l’uno la fotocopia
dell’altro, ma ora che li avevo davanti ne avevo la conferma.
Ingoiai il nulla senza mai spostare il mio sguardo dal suo che mi
guardava senza battere ciglio. Forse era sorpreso anche lui, ma non lo
dava tanto a vedere. Mia figlia si alzò in piedi passandosi una
mano tra i capelli proprio mentre lo faceva anche lui.
“scusa mamma, non lo faccio più promesso. Lui è un mio amico si chiama…”
“Robert” conclusi io in un piccolo sussurro.
“si,
come fai a saperlo?” mi chiese mia figlia sconcertata. In un
altro momento avrei riso della sua faccia buffa. Rob non disse nulla,
si alzò semplicemente da terra e accarezzò i capelli
della mia piccola. Della nostra piccola. Quando mi ripresi dallo shock
mi avvicinai un po’ di più a loro e sorrisi forzatamente a
mia figlia.
“beh
forse sono una maga” dissi cercando di drammatizzare la
situazione imbarazzante che si era creata. Mia figlia mi guardò
corrugando le sopracciglia.
“mamma, la magia non esiste, me lo hai detto tu” ribatté.
“eh già, te l‘ho detto io” mormorai. Messa nel sacco da una bimba di 4 anni.
“vi conoscete?” domandò poi vedendo che nessuno rispondeva.
“si tesoro, un tempo pensavo di conoscerla” le rispose Robert. Alzai gli occhi dal volto confuso
della mia bambina e incrociai il suo sguardo: freddo, distaccato,
deluso. Lo stesso sguardo che mi riservò per dirmi di andare
via, lontano da lui. Le parole mi morirono in gola e non riuscii a dir
nulla.
“sai,
Robert è mio amico. Abbiamo mangiato insieme i
marshmallow” affermò Joy rompendo il silenzio e
mostrandomi la busta di caramelle ormai vuota. Ricacciai indentro le
lacrime e mi costrinsi a sorriderle.
“ah si?” lei annuii.
“poi
ha detto che sono molto bella e che i miei occhi sono simili a quelli
di una persona a lui cara e che mia mamma, cioè tu, doveva
essere davvero bellissima per aver fatto un angioletto come me ed io
gli ho risposto che è vero, che tu sei bellissima”
Mi abbassai alla sua altezza accarezzandole una guancia.
“grazie tesoro” dissi. Poi lei alzò il volto verso Robert e sorrise compiaciuta.
“è vero che è bellissima la mia mamma Rob?”
Lui le sorrise dolcemente e il suo sguardo diventò subito caldo e tenero come un tempo.
“si Joy è bellissima la tua mamma. Molto più bella di quanto la ricordassi”
Io mi
lasciai scappare un piccolo sorriso e sussurrai un piccolo grazie. Lui
mi riguardò di nuovo con lo stesso guardo di prima senza dire nulla e poi rivolse l’attenzione nuovamente alla bambina.
“ora devo andare Joy, mi raccomando non scappare più ok? La m-m-mamma ha ragione può essere pericoloso. Me lo prometti?”
“te
lo prometto. Tu però mi giuri che ci rivedremo?”
ribatté mia figlia. Robert ridacchiò ed io mi aprii in un
sorriso. Era bello vederlo ridere.
“te
giuro tesoro. Ora me lo dai un bacino?” mia figlia si
avvicinò a lui scoccandole un bacio sulla guancia e lui le
scompigliò dolcemente i capelli senza che mia figlia dicesse
nulla. Di solito, ogni qualvolta glielo facessi io, cominciava a
lamentarsi “Non si toccano i miei capelli” mi rimproverava sempre.
“ciao allora” la salutò Robert alzandosi in piedi. Mi guardò ancora una volta e senza aggiungere nulla mi voltò le spalle andando via. Io rimasi li, immobile senza dire una parola, vedendolo allontanarsi proprio come quel giorno e proprio come allora non dissi nulla per fermarlo.
________________________________________
Allora,
deluse? spero davvero di no *-* infondo Robert non poteva che reagire
così e Joy? che ne pensate di quella peste? xD
Spoiler!
Pov.Kristen
Amavo davvero quel locale. Le luci, i colori… mi facevano sentire a casa.
Poi accadde tutto così
all’improvviso che non riuscii a realizzare totalmente. Vidi Joy
scendere dal tavolo e correre verso la porta. Mi alzai, preoccupata, ma
ne uscì lui, nuovamente con mia figlia tra le braccia.
Per la seconda volta in un giorno.
Seguito da Ashley, Kellan e il piccolo Dan.
“Ciao Kris” disse Rob, avvicinandosi e sedendosi di fianco a me. La sua voce.. la sua maledetta voce..
“Ciao Rob..” ricambiai il saluto afona. Fissavo le mie unghie, incapace di dire altro.
Nusia&Marty
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Capitolo 4 *** 4-Coincidences (Martybet) ***
dddd
Salve
a tutti gente come va oggi? Noi benissimo anche perché la
sottoscritta (Nusia) ha scioperato questa mattina xD... Siamo
felicissime che la storia stia avendo questo "successo" anche
perchè quando apriamo il sito e ci ritroviamo tutte le vostre
recensioni non possiamo fare a meno che sorridere e gioire. Ci fate
troppi complimenti ragazze, troppi e finite per farci emozionare *-*
Passando al capitolo precendente, vi è piaciuto l'incontro? Joy e Robert sono davvero adorabili insieme
e poi diciamoci la verità, immaginare Rob seduto per terra in un
supermercato a parlare con una bambina di 4 anni è il massimo.
Secondo me è capace di farlo xD... La reazione che ha avuto nel
vedere Kristen penso sia del tutto normale no? Infondo lui è
talmente deluso da lei che il dolore sovrasta per sino l'amore
che ancora prova. Capirete poi tra 2 capitoli quanto sia arrabbiato con
la nostra Kris. E lei che si perde la figlia? xD non so se si è
capito ma io e Mabel abbiamo trasformato la piccola Joy in una peste che adora mangiare caramelle e si diverte a fuggire dalla mamma xD
Ora non vi annoio più, gustatevi questo capitolo della mia wife che a detta mia è MAGNIFICO....
Risposte recensioni:
emy cullen :
Grazie mille a te Emy *-* hai proprio ragione RObert ha avuto una
reazione più che normale anche perché nessuno avrebbe
avuto il coraggio di rimanere freddo e distaccato come lui. Che si
amano è palese così come è palese che sarà
dura per loro riammeterlo. Per quanto riguardo il sospetto che Joy
è sua figlia credimi, non succederà tanto presto anche
perché lui è così convinto che Kristen non lo
voglia più e così sicuro che è Steve il padre che
pur accorgendosi di qualche somiglianza ci riderà su. Baci!
londonkr :
Grazie mille per avere recensito e per i complimenti *-* si, Joy
è davvero una birbantella e sarà fondamentale sia per il
ricongiugimento dei RObsten che per un'altra cosa che non vi dico
xDBaci!
mm86 :
Grazie infiniteeeeeee... l'incontro tra i due è puttosto
commovente, Rob che pensa di parlare con una perfetta estranea senza
avere idea che sia la figlia è qualcosa che mette è
brividi in effetti =D Baci!
tattytatty : eheh che succederà ora? di tutto e di più xD Grazie mille! Xoxo
sydney90 : grazie milleeeeeeee... La strada per la scoperta che Joy è la figlia di Robert è ancora molto lunga xD....Baci!
pallina90 :
ahahahah...gli spoiler fanno salire la curiosità non è
così? xD e si diventa impazzienti xD so cosa si prova, anche io
leggo delle fan faction e quando mi ritrovo a leggere gli spoiler
rimango sempre così O.o "voglio sapere" dico xD però io
li trovo belli perché aiutano fa far rimanere i lettori curiosi
=D Grazie milleeeeeee....xOxO
tamina_e_dastan :
GRAZIE DI VERO CUORE a te, sei gentilissima davvero *-* a noi piace
moltissimo scrivere, ci rilassa e ci fa sentire più NOI stesse,
non so se mi capisci perciò quando vediamo che i nostri pensieri
sono apprezzati non possiamo far altro che gioirne. Joy è una
peste ma anche tanto tanto tenera e ciò porta le persone ad
adorarla fin da subito *-* Baci!
_SilviPattz_ :
Grazie infinite tesorooooooooooo.... vero che sono dolcissimi? *-* li
adoro troppo insieme perché c'è Joy che mi fa morir dal
ridere con i suoi modi di comportarsi un pò infantili e un
pò già adulti e poi c'è RObert che sembra tornare
piccolo ache lui xD Baciiiiiiiiiii!
twilighter97 :
Grazi milleeeeeeee.... in sospeso dici? NO, non preoccuparti, io odio
lasciare le cose in sospeso, se inizio una qualunque cosa la porto a
termine e così anche MArty anche eprché se non la faccio
a pezzettini e brucio i suoi resti come i vampiri xDxD No scherzo, io
l'adoro la mia wife! Baci!
bo19 :
Grazie infinite Bo19, Rob e Joy sono tenerissimi e anche
divertentissimi, hanno più o meno lo stesso carattere xD Per la
launghezza della storia non so dirti di preciso nulla, però non
sarà più lunga di 39 massimo 40 capitoli altrimenti a
lungo andare scoccia =D Baci!
thecarnival : hahahaha...lo so, gli spoiler sono micidiali xD Grazie mille *-* e per la tua storia passerò sicuramente =D Baci!
Tes13May :
ahahah inizio col dirti che MARSIA mi piace tantissimo xDxD Grazie
mille sono contenta che il capitolo sia riuscito bene e soprattutto che
condividi la reazione di Robert perché io l'ho trovata non solo
più che normale ma anche l'unica che potesse avere. Bacii!
Anto_Pattz :
Grazie mille Antoooo xD Joy è una piccola peste non c'è
che dire e sono contenta che non sei rimasta delusa dal capitolo,
infondo era un momento importante *-* OVVIAMENTE hai più che
ragione quando dici che ne dovranno passare ancora tante prima di
ricongiungersi xD insomma se tutto è rose e fiori finiamo
davvero all'ospedale xD e poi così c'è più
suspance no?! Baci.
busypol : Grazie infiniteeeeeeeeeeeeeeeee....xOxO
ely_leyton :
grazie mille Ely *-* in effetti Robert ha davvero avuto la forza di
scindere il rancore che ha per Kristen e la simpatia che prova per Joy.
Goditi il capitolo di Marty che secondo me è stupendo *-* Baci!
"Resta"
4-Capitolo (Mabel)
Pov. Robert
“Tu però mi
giuri che ci rivedremo?” Guardavo quella bambina, e la ferita nel
mio petto pulsava come non la faceva da anni. Una copia sputata di
Kris, in ogni maledetta cosa. Eppure, non riuscivo ad odiarla,
benché fosse la figlia della donna che aveva preso il mio cuore
e incurante di tutto e tutti, vi aveva camminato sopra, spezzandolo,
riducendolo a mille piccoli frammenti.
Le sorrisi con tenerezza, passandole una mano fra i capelli boccolosi e dorati.
“Te lo giuro tesoro” Le promisi, non del tutto sincero.
“Ora me lo dai un
bacino?” Si allungò fino al mio viso, e dolcemente
posò una manina paffuta e perfetta sulla mia guancia, e
sull’altra stampò un piccolo bacio.
Mi alzai ,passandomi una mano
fra i capelli, e fissai Kristen un’ultima volta. Inizialmente,
ritrovai la mia piccola Kris, quella ragazza che avevo amato come mai
nessuno nella mia vita. Di una bellezza ancora più sconvolgente.
Quegli occhi, identici a quelli di Joy, in cui bastava osservarli un
secondo per perderti nelle loro profondità. Successivamente
però, tutto tornò nella mia mente.Quando scoprii che era
incinta di un altro, quando capii che non potevo impedire il suo
matrimonio... Il rancore, ma soprattutto la delusione tornarono a
galla. La guardai per un momento interminabile, e poi con il cuore che
batteva ad un ritmo incomprensibile, me ne andai.
Una volta uscito dal
supermarket, sentii piano piano gli occhi farsi sempre più
lucidi, fino a quando una lacrima non sfuggì al mio controllo.
Piangevo, e volevo farlo. Mi sedetti su un marciapiede con la testa fra
le mani, incurante che qualche paparazzo riuscisse a vedermi o a fotografarmi.
Tanto non mi importava più niente. Della mia carriera, della mia
vita, di tutto. Perché la vita aveva voluto farmela rincontrare?
Perché solo per pochi giorni di vacanza, il destino doveva
accanirsi così contro di me? Dentro sentivo una rabbia talmente
forte da destabilizzarmi. La odiavo, con tutte le mie forze, e la
odiavo perché una parte di me la amava ancora, e quindi odiavo
anche me stesso. Lei era andata avanti, maledizione! Aveva avuto una
sua vita,si era sposata,aveva avuto una bambina.. e io? In quei quattro
fottutissimi anni, che cosa avevo combinato? Nulla, niente di niente.
Avevo rimuginato sul passato, mi ero portato a letto decine e decine di
bionde, per dimenticarla, non riuscendoci, e basta. Finiva lì.
Quattro anni, buttati al vento se si può dire, quattro anni di
sofferenze. Mi asciugai con il braccio i residui di acqua salata dal
mio viso, e mi alzai per paura di rivederla. Non sapevo in che modo
riuscii a guidare verso casa di Kellan, non ne avevo la minima idea,
visto lo stato catatonico nel quale ero sprofondato. La voce di quella
bambina risuonava nella mia mente, così come il suo viso
angelico, la sua pelle candida, e il suo profumo particolare. Mi
sentivo legato in modo assurdo, alla figlia della mia ex ragazza. Se
c’era qualcosa di più assurdo, ditemelo voi, perché
io, proprio non ci arrivavo. Entrai in casa, certo di non trovare
nessuno, visto che Ashley e Dan erano usciti e Kellan stava tenendo un
intervista. Invece Ash era seduta sul divano, a guardare un film, e non
appena capì che ero entrato alzò gli occhi verso il
sottoscritto. Non sapevo che aspetto avessi, ma dalla sua reazione lo
potei immaginare. Sbarrò gli occhi, e scosse la testa.
Dopodiché venne verso di me, e mi accarezzò il viso.
“Rob, che succede?” mi chiese con fare delicato, come per non turbarmi più di quanto lo fossi già.
Chiusi gli occhi, e sulla mia bocca comparve un’espressione disgustata. Cosa stava succedendo? Bella domanda.
Mi sedetti sul divano, con lei a
fianco.Le avrei detto ogni cosa? Si lo avrei fatto. Avevo bisogno di
parlare con qualcuno, di uno sguardo amico che mi capisse.Sospirai,
passandomi nuovamente una mano fra i capelli ispidi. Un particolare del
mio aspetto, mai cambiato.
“Ho incontrato
Kristen.” Sputai rammaricato. Corrugò le sopracciglia, e
poi mi abbracciò stretta. Le ero grato di tutto. Ashley era
sempre stata una ragazza dolce, e comprensiva.
“Dove?”
“Al supermercato” mi
fermai un secondo per riprendere la calma. “Per la verità
ho incontrato prima sua figlia, poi lei. Diciamo che le era
scappata.”
I suoi occhi si fecero vitrei. “Oh Rob.. mi dispiace tanto” Disse con voce intrisa dalla malinconia.
Dispiaceva anche a me.
“E sai qual è la cosa buffa?” mormorai scuotendo la testa.
“Che ha una bambina,
stupenda. Una bambina che sarebbe potuta essere mia. Se non ci fossimo
mai lasciati, forse, l’ avrei accompagnata io a fare la spesa, e
le avrei impedito che Joy scappasse…” non so perché
dicevo quelle frasi, ma sentivo che era la verità. Se lei non
avesse iniziato ad essere gelosa, pressante, a quell’ora…
“Cosa vuoi dirmi con
questo Rob? Rimpiangi di averla lasciata?” La guardai come se
fosse impazzita. Io non avevo lasciato lei. Era lei ad aver lasciato
me.Cazzo! Era stata lei a dirmi che non si fidava più. Di me!
Del suo fidanzato! Cosa avrei dovuto fare?
“No Ash… io non ho
fatto un emerito cazzo. Insomma, ora la colpa è mia? Io non
avrei mai letto i suoi messaggi. Io mi fidavo di lei! Per me, in un
rapporto ci deve essere per prima cosa fiducia. Se quella viene a
mancare, che senso ha continuare una storia?!”
Annuì alle mie parole,
sapevo di avere ragione, lo sapevo. Era giusto così, ma.. una
parte di me non voleva accettarlo. Pensavo che quella lite di quattro
anni fa fosse stata una crisi passeggera, e dopo solo due mesi..
Incinta. Incinta di una bambina che avrebbe dovuto avere con me!
Questo mi lacerava, questo non riuscivo a capire.
“Perché l’ha
fatto? Perché?” le chiesi fuori di me. Possibile che
sentissi così tanta rabbia dentro? Così tanta voglia di
spaccare tutto quello che avevo intorno?
“Non lo so Rob…ma
è inutile prendersela.. vedrai che.. che si aggiusterà
ogni cosa…” Le cresi o meglio, non avevo scelta che
crederle. Andai nella mia dependance e vi restai per il resto del
pomeriggio.
A rimuginare sulla mia vita.. ma soprattutto sul passato.
“Vai non voglio vederti mai più” Per quanto potessero essere vere, pronunciai quelle parole con disprezzo.
Osservai il suo viso con rabbia, mentre delle lacrime solitarie le rigavano il viso a cuore.
Sbattei la
porta con quanta più veemenza possibile, e presi la mia
macchina. Andando via da quella casa, da lei, da tutto. Con il cuore in
frantumi. Odiavo la gente che piangeva.. Eppure, perché io lo
stavo facendo? Perché piangevo come un bambino?
Mi fermai al
primo pub sulla strada, e da qui in poi… Niente. Non ricordavo
niente, solo i litri di birra che scendevano lungo la mia gola.
“Rob, posso
entrare?” sentii la voce di Kellan al di là della vetrata.
Gli andai ad aprire, cercando di sorridergli.
Mi diede una pacca sulla spalla, come per rincuorarmi.
“Allora come va?” mi
domandò vago, ma purtroppo lo conoscevo come le mie tasche. Per
lui era impossibile mentire.
“Kellan, sto meglio
grazie. So che Ash ti ha detto tutto, quindi smettiamola” Risposi
burbero, ributtandomi sul letto.
Accigliato, si sedette anche lui.
“Noi andiamo a mangiare fuori una pizza.. Vieni con noi?”
Scossi la testa, quello che volevo in quel momento era solo starmene da solo, con i miei pensieri.
La pacca sulla spalla, questa volta si tramutò in un pugno. “Ahi!” mi lamentai.
“Robert Pattinson, ora tu
scendi da quel cazzo di letto, e vieni con noi a mangiare! Tra
l’altro Dan non ammette repliche. Vuole che vieni con noi”
Ridacchiai. Lui era sempre stato così, esuberante di natura.
“Se mi pretende Dan allora.. è un’altra cosa.. “
Asserì con la testa. “Ben detto fratello. Ora lavati, e vestiti. Per le otto e mezza devi essere pronto!”
Uscì contento e
soddisfatto, mentre io scivolai con la schiena sul materasso. Quella
giornata si prospettava essere ancora molto lunga.
Pov. Kristen
“Mamma ma perché
stai piangendo?” Sorrisi a mia figlia, cercando di nascondere le
lacrime che prepotenti mi rigavano le guance ancora arrossate. Era
tutto talmente assurdo…
“Io ti prometto che non
scapperò più.. mi dispiace, non voglio che tu sia triste
a causa mia” Mormorò fermandosi e guardandomi con
tenerezza. Mi accucciai alla sua altezza, e la fissai dritta negli
occhi.
“Non sto piangendo amore..” dissi cercando di addolcire il tono della mia voce, ancora incrinato dal pianto.
“E’ solo che non mi
aspettavo di vedere quel ragazzo.. tutto qui.” Le spiegai
sperando non dilungasse la questione, invece…
“Ma com’è che lo conosci?” Colpita nel segno Kris? Cosa le avrei potuto rispondere?
“E’ stato il mio
fidanzato tanto tempo fa… sai lui è il ragazzo che
interpretava Edward, ti ricordi quel film che ha reso popolare la
mamma?”
Annuì pensierosa, e poi
sfoderò un sorriso a trentadue denti. “Mi piace proprio
tanto! Non è che potete rimettervi insieme?” Ridacchiai,
con il cuore che a fatica batteva. Sentivo le gambe molli, e tutto il
resto del mondo girare ad una velocità assurda.
Non le risposi, la presi semplicemente per mano, e andammo verso la macchina.
Una volta arrivate a casa, ed
essermi allontanata dalle orecchie di Joy, composi il numero di Dakota,
con le mani che mi tremavano appena, e la pregai di venire
all’istante.
Passammo il pomeriggio a
parlare, nuovamente del mio passato. Lei e Steve erano gli unici a
sapere che Joy era figlia di Rob, e visto che Steve ed io non ci
sentivamo da mesi, Dakota era l’unica a capirmi realmente.
Secondo il suo parere, avrei dovuto dirgli ogni cosa, ma…
perché? Lui non mi amava, e.. che senso avrebbe avuto? Un
ulteriore sconvolgimento nelle nostre vite.
Come previsto la sera, Dakota mi
costrinse ad uscire a cena, io e Joy , lei e Cole. Adoravo quel
ragazzo, era perfetto per lei. Un animo pazzo ma anche con un briciolo
di sale in zucca.
Il ristorante lo scelsi io, era
il preferito da me e Joy. Cucinavano italiano, e noi adoravamo il cibo
italiano. Joy aveva un debole particolare per le lasagne, e io per la
pizza.
“Amore ti arriva troppa aria dietro?” le chiesi girandomi verso di lei, accarezzandoli i capelli ribelli.
Scosse la testa sorridendomi, e tornò a guardare fuori dal finestrino della macchina di Dakota.
Mi sarebbe davvero piaciuto
sapere cosa le frullasse per la testa… Avrei pagato sangue per
capire i suoi pensieri, ma da un lato era meglio così.
Una volta arrivati, Joy
andò a salutare Giuliano, il proprietario del locale. Quella
bimba riusciva ad incantare qualsiasi uomo, o donna. Assurdo, davvero
assurdo!
“Piccola Joy, come stai?”
“Bene!” rispose mia figlia, e lui mi venne incontro.
“Kris, ti vedo in ottima forma” si complimentò dandomi un piccolo buffetto sulla guancia.
Sorrisi sommessamente,
“Grazie Giuliano.. “ risposi arrossendo. “C’è posto per quattro?”
“Per te c’è sempre posto dolcezza, venite da questa parte.”
Lo seguimmo verso un tavolo appartato, e entrambi i miei amici si complimentarono con lui per il bel posto.
Amavo davvero quel locale. Le luci, i colori… mi facevano sentire a casa.
Poi accadde tutto così
all’improvviso che non riuscii a realizzare totalmente. Vidi Joy
scendere dal tavolo e correre verso la porta. Mi alzai, preoccupata, ma
ne uscì lui, nuovamente con mia figlia tra le braccia.
Per la seconda volta in un giorno.
Seguito da Ashley, Kellan e il piccolo Dan.
Strinsi i pugni talmente forte
da percepire dolore nelle nocche. Non potevo credere che tutto quello
stesse succedendo realmente!
Rimasi pietrificata, smisi anche di respirare. Non riuscivo a muovermi,a dire una parola.
Vidi Dakota alzarsi e andare
verso di loro per salutarli, con un’espressione colma di
preoccupazione. La stessa che rigava il mio volto.
Anche Cole la seguì io,
invece rimasi seduta a quel fottutissimo tavolo. Erano coincidenze
troppo strane, troppo stravolgenti. Quattro anni erano passati e di lui
non ne avevo saputo niente, e poi un giorno, in un cazzo di
giorno era successo il finimondo.
Rob sempre con ancorata mia figlia al petto, o meglio con ancorata nostra figlia al petto, avanzò nella mia direzione, e contemporaneamente sentii le mie gote farsi sempre più arrossate.
Dovevo ammettere però,
che vederli vicini, mi faceva uno strano effetto. Sembravano
l’uno la copia dell’altro. Sospirai e gli sorrisi.
“Ciao Kris” disse Rob, avvicinandosi e sedendosi di fianco a me. La sua voce.. la sua maledetta voce..
“Ciao Rob..” ricambiai il saluto afona. Fissavo le mie unghie, incapace di dire altro.
“Mamma.. non è strano averlo rincontrato qui?” esclamò mia figlia, scompigliando i capelli di Rob.
Asserii con il capo, “Coincidenze..”
“Coooomunque, è
vero che avete fatto un film insieme?” ci domandò
guardandoci con una luce entusiasta negli occhi.
Rob le sorrise dolcemente.
“Beh, per la verità abbiamo fatto quattro film insieme..”
Mia figlia sgranò gli occhi sorpresa. “E perché io non ne sapevo niente?”
Ridemmo in contemporanea,
dopodiché la tensione tornò ad aleggiare nell’aria.
Dovevamo parlare, dovevo farlo, dovevo trovare la forza di affrontarlo
una volta per tutte, visto che incontralo ormai era diventato
inevitabile. Presi un grosso respiro, ma soprattutto una enorme dose di
coraggio.
“Rob?” sussurrai, cercando di non mettermi a piangere… dovevo farcela.
“Si?”Mi
guardò negli occhi, e a quel punto non capii più niente..
Né il mio nome, né perché gli volessi parlare.
“No nulla”
Desistetti, dandomi più volte della codarda. Non ci ero
riuscita, e il motivo mi era del tutto ignaro.
Dopo pochi minuti di silenzio, andai a salutare Ash e Kellan, entrambi stupiti di avermi trovata lì.
Joy insistette per rimanere al tavolo con loro, e Dakota, io, e Cole ci sedemmo nel nostro.
La conversazione mi era del
tutto ignara, visto che ero completamente in trance. Fissavo un punto a
caso della tovaglia, ripensando a tutte quelle coincidenze. Non avevo
mai creduto nel destino, ma ora? Ora, tutto mi spingeva a crederci.
Più volte la mia migliore
amica mi chiese se stavo bene, più volte guardai verso Robert e
Joy, e più volte il mio cuore mancava qualche battito.
Vederli ridere insieme.. era qualcosa di… di… fantastico.
Sospirai passandomi una mano fra
i capelli. Avevo un dannato bisogno di una sigaretta. Presi
l’accendino dalla tasca e non sopportando più quella
situazione, uscii dal ristorante.
L’aria fresca mi fece rinsavire e respirai forte, cercando di cancellare le tracce di sudore dalla mia fronte.
Mi guardai intorno, e notai un
uomo e una donna camminare mano nella mano, deglutii spazzando via
alcune lacrime che si erano addensate ai lati dei miei occhi.
“Allora sei qui…”
Mi girai verso quella voce. Benché non ne avessi un motivo concreto. La avrei riconosciuta tra mille.
__________________________________________________
Allora cosa ve ne pare? Avevo o non avevo ragione a dire che è Bellissimo?
Ovviamente vi abbiamo lasciato con il fiato sospeso xD non siete
curiose di sapere cosa succederàli fuori? xDxD ok, la smetto di
fare la sadica.
p.s. prima di lasciarvi al capitolo
vorrei lasciarvi il link della mia pagina di Facebook, qui troverete
tutte note con i miei pensieri perciò se volete fateci un salto,
l'ho creata da pochi giorni =D Tнε Dґεам іѕ ґεаl Lifε__
Spoiler!
Pov.Kristen
“Robert
io…io devo c-chiederti scusa” sussurrai a qualche metro da
lui. Sembrò che la cosa non lo avesse nemmeno lontanamente
scalfito. Continuava a starsene li, immobile come una statua a guardare
di fronte a se.
“Rob” lo chiamai avanzando di qualche passo.
“non mi va di parlarne Kristen” disse.
“beh io…io credo che dovremmo invece”
“ah si? Io non sono della tua stessa opinione”
“sarebbe…sarebbe
m-eglio per e-entrambi. Sarebbe meglio per…per noi”
biascicai. Fu a quel punto che voltò di scatto la testa verso di
me e mi perforò con quelle due lastre di ghiaccio.
“noi? Non
c‘è più nessun noi da molto tempo Kristen,
perciò evita di usare quel pronome. Noi!” sputò
fuori acidamente.
Nusia&Marty
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Capitolo 5 *** 6-La nostra canzone (Marty) ***
bubu
Salve
girls! Come state? Siamo davvero contente del "successo" si può
dire così? Che la nostra fanfiction sta ottenendo! Davvero non
sappiamo come ringraziarvi. Siete troppo buone *-*
Nu, non è riuscita a postare oggi quindi, sto parlando io,
Marty =P Le recensioni le aggiungerà domani ^^
By the way, vorrei fare un ringraziamento speciale a due persone,
diciamo che sono loro che mi ha fatto conoscere questa canzone, oltre
ad aver inventato il nome di Joy! A Lety e Fio quindi
dobbiamo anche la meravigliosa canzone che si pensa che Rob abbia
scritto a Kris.
Se volete ascoltarla e vedere il video eccolo ^^
FALLING IN LOVE FOR THE LAST TIME
Ci tenevo a ricordarlo *-*
Speriamo che questo capitolo vi piaccia, e che dire.. siete davvero fantastiche!
"Resta"
CAPITOLO 6 (Marty)
Erano
passati due giorni dalla serata al ristorante, e nonostante le
quarantottore trascorse, le parole di Rob continuavano a risuonare
nella mia mente. Tutta la nostra vita, la nostra storia, mi sfrecciava
davanti agli occhi come un film, e i rimpianti, il dolore, la
sofferenza, venivano a galla. Gli ultimi quattro anni della mia vita
erano stati così pieni, così felici. Joy era stata capace
di portare di nuovo il sole nella mia vita. Pensavo di poter
continuare, pensavo, scioccamente che i miei fantasmi del passato
fossero del tutto sepolti. Invece non era così. Come potevo
anche solo credere, che non avrei mai più visto Rob? Eravamo
legati, legati non solo da un legame profondo, ma anche da una piccola
creatura che in questo momento, stava dormendo, ignara di tutto e tutti
nella sua cameretta. Guardai l’orologio sopra la credenza.
Segnava le dieci emmezza, e ben che non chiudessi occhio da due giorni,
il sonno non si decideva ad arrivare.Avrei pagato oro, anche solo per
sfuggire alla realtà per qualche minuto. Per sognare un mondo
perfetto, nel quale io e lui saremmo stati insieme. Ma purtroppo,non
esisteva nessuna pozione magica o contratto con il diavolo.
Avevo
sbagliato, ora più che mai ne ero consapevole. Lui mi amava, mi
amava ancora, e io avevo distrutto tutto con una semplice parola. Non
mi fidavo più di lui, della mia vita, del mio unico amore. Come
avevo potuto nascondergli Joy? Come diavolo avevo potuto? Guardandoli
quella sera, avevo realizzato che è impossibile tenere
lontane delle persone che si appartengono. Ma oramai, era finito tutto.
Odio, risentimento, e delusione erano i sentimenti che provava per
me, avevano sostituito il suo amore nei miei confronti. Andai in
cucina alla ricerca del mio barattolo segreto di nutella, quando un
bigliettino distolse la mia attenzione. Era da parte di Dakota.
Ascolta questa canzone, e capirai tutto tesoro.
Ti vengo a prendere domani mattina per andare
Al parco con Joy. Dieci in punto miraccomando
Il
suo Ipod era posato accanto al foglio di carta, e indossai le cuffie
senza sapere il contenuto. Premetti play, e un nodo si formò
all’altezza della mia gola, mentre le ennesime lacrime scesero
infime ai lati del mio viso. E più mi decidevo a non piangere,
più acqua salata bagnava le mie mani. Le note della nostra
canzone proseguivano, e contemporaneamente sentivo il mio mondo
frantumarsi. Ricordare quel tempo mi faceva stare male come non mai.
Ricordarmi della gelosia di Micheal, e del nostro amore segreto. Dei
tradimenti e dei dolori, ma soprattutto di quell’amore che non
era destinato ad avverarsi.
E
soprattutto mi faceva stare male ricordarmi di quella sera… dove
pensavo di aver perso tutto, e poi grazie a delle parole e a una
musica…
Bussai
alla porta di Rob con il cuore in gola, il mio cuore batteva frenetico
e i rumori mi arrivavano tutti leggermente ovattati. Gli occhi erano
lucidi, segno del litigio che avevo appena avuto con Micheal. Avevo
deciso di dire a Rob che tra di noi non ci sarebbe mai potuto essere un
futuro. Che il nostro bacio era stato un errore, compreso tutto quello
che era successo.
Riprovai
a bussare ma niente, non dava segno di esserci. Appoggiai la mano alla
maniglia, e sorprendentemente si aprì, lasciandomi intravedere
la sua sagoma seduta sul letto con la chitarra fra le braccia. Stava
suonando, e la sua voce melodiosa e perfetta, aleggeggiava
nell’aria.
Rimasi
ad ascoltare quelle parole stupita, e ci misi qualche minuto per
rendermi conto che la protagonista della canzone fossi proprio io.
Se siete seduti comodi lasciatemi iniziare
Voglio raccontarvi una storia, un casino in cui mi sono cacciato
E tutto inizia da una ragazza che sta frantumando il mio mondo
Ha dei grandissimi occhi verdi, grandi come la luna
E sono capaci di portarti a letto senza lasciare la stanza
Ucciderei per essere il suo uomo,
Ma lei è troppo, anche solo per farci un pensiero..
Mi sto innamorando per l'ultima volta.
Mi sto innamorando, per sempre.
Mi sto innamorando di una ragazza che non è mia.
Mi sto innamorando per l'ultima volta.
Mi fa sentire un re
Mi fa sentire un pazzo
Mi da la caccia perché sa che sono debole
E sa sempre cosa dire per illuminare i miei giorni
E ora io sto male e lei invece si sta divertendo
Immagino che lei creda che io sia ottuso, oppure un po’ idiota
Ma a me non importa.
Sono un idiota per la tristezza.
Mi sto innamorando per l'ultima volta.
Mi sto innamorando, per sempre.
Mi sto innamorando con una ragazza che non è mia.
Mi sto innamorando per l'ultima volta.
Cercai
di ricacciare indietro alcune lacrime che si erano addensate ai lati
dei miei occhi, ma una sfuggì al mio controllo. Stava cantando,
per me.. e quelle storia, quel racconto parlava di noi.
Non
sapevo cosa fare, rimasi senza dire una parola finche non incontrai due
grandi occhi azzurri fissarmi sconvolti. Sul viso di Rob comparve un
espressione di assoluto imbarazzo.
“Io..
io… non sapevo che tu..” balbettò senza trovare le
parole giuste. Si passò una mano fra i capelli, e si
avvicinò a me, ancora immobile accanto alla porta.
“Kris perché piangi?”mormorò accarezzando il mio viso, completamente inumidito da acqua salata.
Tirai su con il naso, e ripensai alle parole della canzone.
“E
ora io sto male e lei invece si sta divertendo..” sussurrai tra i
singhiozzi. “ Credi che io mi stia divertendo Rob?
Dannazione…”
Scosse
la testa, e rimase per qualche secondo perplesso. “Si, lo penso
Kris. Ne è la prova la tua presenza.. Cosa mi sei venuta a
dire?”
Aprii
la bocca a schiocco.Aveva ragione, lo avevo preso in giro, e
sinceramente avevo preso in giro anche me stessa. Anche io mi ero
innamorata, mi ero innamorata per l’ultima volta e per sempre. Di
un ragazzo che non era il mio, per l’ultima volta.
“Mi.. m.. mi dispiace..”
Alzò
le spalle e indietreggiò. “Non è colpa tua.. sono
io che sono un idiota. Mi sono innamorato di qualcosa che non
potrò mai avere..”
No!
Avrei voluto dire.. Volevo dirgli che ero già sua, completamente
sua, e invece dalla mia bocca non uscì altro che un semplice
“oh”.
“Ora per favore vattene. So già cosa mi stai per dire.. quindi..”
Scossi la testa.. no non lo sapeva. Non sapeva ciò che ora mi diceva il mio cuore. Non poteva saperlo.
Voltai le mie spalle, e poi guidata non so da che cosa, aprii la bocca.
E sa sempre cosa dire per illuminare i miei giorni
E ora io sto male e lui invece si sta divertendo
Immagino che lui creda che io sia ottusa, oppure un po’ idiota
Ma a me non importa.
Sono un idiota per la tristezza.
Mi sto innamorando per l'ultima volta.
Cantai quelle parole con il cuore che fremeva ad ogni frase, dopodichè uscii dalla sua stanza.
Feci
un passo priima che la sua mano mi afferrò per il polso, facendo
combaciare perfettamente le mie labbra con le sue. Fu l’inizio di
tutto.
“Mamma
ti prego non piangere ancora…” la voce di Joy mi fece
risvegliare dallo stato catatonico nel quale ero sprofondata. Portai
subito le mani agli occhi, per nascondere a mia figlia le lacrime che
senza pietà mi rigavano il volto. Ma purtroppo era troppo
perspicace.
Avanzò verso di me, e si sedette sulle mie gambe, abbracciandomi teneramente, per confortarmi.
“Amore.. perché sei sveglia?” balbettai tirando su con il naso e accarezzandole la schiena.
“Non
riuscivo a dormire… “ spiegò stropicciandosi gli
occhi e a appoggiando la testa sulla mia spalla. Appoggiai l’Ipod
sul tavolo e presi a cullarla dolcemente, sperando prendesse sonno.
“Mamma?” mormrò a un tratto guardandomi fissa negli occhi.
“Posso farti una domanda?” richiese con le sopracciglia leggermente aggrottate.
“Puoi farmi tutte le domande che vuoi, te l’ho già detto.” Le sorrisi debolmente.
“Rob
ha detto che conosceva il mio papà.. ma io non lo conosco.. come
mai?” Al suono di quelle parole, un brivido mi percorse la
schiena. Sapevo che prima o poi mi avrebbe fatto questo genere di
domande. Domande alle quali non sapevo dare una risposta, in quel
momento soprattutto.
Presi
un grosso respiro. “ Non conosci il tuo papà
perché…quando lui lavora molto..e..” non riuscivo a
mentirle, non potevo mentire all’unica cosa buona esistente nella
mia vita.
“Il
tuo papà non sa che esisti..ed è meglio così
amore.. Al tempo non stavamo più insieme e…”
“Mamma
ho capito.. tranquilla. “ Non mi ero accorta di aver riniziato a
singhiozzare. Era il momento più strano di tutta la mia vita.
Joy tranquillizzava me.
Era lei a prendersi cura di me, non io di lei.
La presi in braccio e la portai nel mio lettone, e abbracciate quanto potevamo ci addormentammo insieme.
“Kris
che ci fai ancora addormentata!” le grida di Dakota fecero
sobbalzare sia me che Joy, ancora ancorata al mio petto. Alzai lo
sguardo e trovai quello arrabbiato della mia migliore amica.Aveva Le
mani sui fianchi e batteva furiosamente un piede per terra.
“Giorno..” dissi stropicciandomi gli occhi e sbadigliando contemporaneamente.
“Sono
le dieci meno dieci, quindi sbrigati che alle dieci in punto dobbiamo
essere lì..” Quel tono lo conoscevo molto bene, non
ammetteva repliche.
“Ma mica abbiamo un appuntamento Daky, su.. voglio dormire!”
“Anche
io!” mormorò mia figlia ributtandosi sotto i cuscini e
abbracciandomi stretta. Non so come, non so dopo quando ma le coperte
nel quale ci eravamo rintanate finirono per terra, e il freddo
iniziò a intorpidirmi totalmente.
“Conto
fino a tre, se non siete ancora andate a prepararvi vi tiro questo
bicchiere d’acqua!” sbraitò con le braccia conserte.
Io
e Joy scendemmo di corsa nel letto e ci precipitammo in bagno ancora
con gli occhi mezzi chiusi. Circa mezz’ora dopo, vestite e lavate
uscimmo di casa per andarci a godere il tepore di giugno.
Non
sapevo cosa avesse per la testa Dakota, continuava a guardare
imperterrita il suo cellulare, messaggiandosi con chissà chi, e
quando non lo faceva, cercava con lo sguardo qualcuno.
Che
mi stesse nascondendo qualcosa non c’erano dubbi, il problema
stava nel capire cosa. Quella ragazza era davvero criptica, ma
soprattutto furba. Joy correva felice, e la tristezza che mi aveva
colto la sera precedente sembrava non riemergere. Forse proprio grazie
alla mia bambina, l’unica cosa al mondo che riusciva a farmi
tornare il sorriso.
Rincorreva
i piccioni, salutava gli altri bambini, cadeva e si rialzava. Sembrava
un vero concentrato di energia. Tutto dal papà.
Sbuffai
guardando la mia amica ancora attaccata a quello stupido aggeggio.
“Mi hai tirato fuori dal letto alle nove, e ora non mi presti la
minima attenzione!” sbottai irritata.
Dakota alzò gli occhi al cielo e mi diede uno spintone. “Scema.. ora sono tua, niente più cellulare!”
Ridacchiammo
contemporaneamente, quando i suoi occhi scintillarono di sorpresa, e un
sorriso a trentadue denti comparve sulle sue labbra.
Mi girai,e come un incubo perseguitatore, vidi Ash Dan e Rob venire nella nostra direzione
Ridussi
gli occhi a due fessure e corrucciai il labbro inferiore. “Tu non
ne sai niente vero?” commentai acida fissandola con quanta
più cattiveria.
“Io?” rispose innocente, e dopodichè corse nella loro direzione.
“Bastarda.”
Bofonchiai raggiungendola, e incontrando lo sguardo di Rob. Azzurro e
verde si fusero insieme, e sorprendentemente ritrovai il mio Rob. Non
c’era traggia di astio nei suoi occhi, né di odio nei miei
confronti. Sorrideva, un sorriso sghembo capace di farmi perdere
completamente tutte le mie facoltà mentali.
Vidi il piccolo Dan correre nella direzione di Joy, e i due si salutarono calorosamente con un abbraccio.
“Ciao Ash!” esclamai abbracciandola, e mimando un falso sorriso.
“Kris, come va?”
“Bene, bene.. pare che qui stia per nascere un amore?” dissi sarcastica indicando i due bimbi salire per lo scivolo.
Ridacchiò.
“Ah già. Dan mi parla sempre di Joy. Ne è
affascinato… come tutti d’altronde.” Sciolsi
l’abbraccio, e il mio sguardo riandò verso Robert.
“Rob..”
“Kris..”
Silenzio
imbarazzante. Oramai tra di noi si creava solamente
quell’atmosfera, che tanto odiavamo.Ci guardammo fissi per
un’altra frazione di secondo, per poi rivolgere la nostra
attenzione alle nostre amiche.
Si
notava quanto fossero realizzate.Erano riusciti a farci riincontrare.
Mi sedetti su una panchina e la mia immaginazione andò
completamente da un'altra parte. Assurdo come riuscissi ad estraniarmi
da tutte le situazioni. Bastava che la mia mente pensasse ad altro e il
mondo intorno a me perdeva importanza.
La
brezza estiva mi solleticava il viso, e sentivo il sole baciarmi la
pelle chiara e ancora completamente perfetta. Chiusi gli occhi e mi
godetti quel momento di assoluta pace.
“A
quanto pare ci hanno lasciato soli.”sentii Rob mormorare al mio
fianco. Non mi ero nemmeno accorta di averlo vicino. Non appena ebbi
quella consapevolezza sentii un brivido scendermi lungo il profilo del
collo.
Aprii
gli occhi e vidi Dakota ed Ash camminare verso la strada, nella
direzione opposto alla nostra. Assurdo, davvero assurdo. A questo
servono le amiche a quanto pare.
“L’hanno fatta franca.” Commentai placida.
Silenzio tombale.
“Io.. Kris..” esitò, probabilmente per cercare le parole giuste.
“Si?”
“Volevo
chiederti scusa… non dovevo alzare la voce così
l’altra sera, ma … non lo so… “Sentivo il
cuore battere frenetico nel petto, e più lo guardavo più
mi rendevo conto di quanto bizzarro fosse averlo accanto. Dopo quattro
anni passati senza la più pallida idea di cosa facesse, ora era
con me, nella mia città, e aveva una passione assurda per la
mia, beh, la nostra bambina.
“Dispiace
anche a me..” dissi sincera cercando di sfuggire al suo sguardo.
Non potevo mettermi a piangere, non di nuovo, non per lui. Non volevo
sembrare debole, soprattutto davanti a mia figlia.
“Allora
dopodomani inizi a lavorare.. di cosa si tratta?” chiesi cercando
di trattenere la mia curiosità, non volevo sembrare troppo
interessata, ben che lo fossi.
Sospirò.
“Non è nulla di eccezionale, ma quando ho letto il copione
mi ha subito attratto.” Disse, tornando con il tono duro che in
quei giorni aveva sempre usato nei miei confronti.
“Sono contenta.” Dissi risoluta, puntando lo sguardo verso i giochi.
Joy
non appena mi vide con Rob, corse nella nostra direzione sorridendo.
“Rooob!” esclamò saltadogli al collo. Scossi la
testa, come era possibile che quella bambina adorasse un perfetto
sconosciuto? No Kris, non era un perfetto sconosciuto, ma suo padre.
Rob la abbracciò e le rivolse un sorriso, e uno sguardo che un tempo aveva solo per me. Uno sguardo carico di.. amore?
“Come stai piccola?”le chiese passandole una mano fra i capelli.
“Bene grazie!”
“Sono contento..”
“Ora
torno a giocare con Dan… a dopo” gli diede un piccolo
bacio sulla guancia e io fremetti.Vederli insieme era sempre stato il
mio sogno, ma anche il mio più grande incubo.
“E’
davvero adorabile quella bambina Kris..” Aveva ragione, era
adorabile… proprio come suo papà.
Non
aggiunsi nient’altro, rimanemmo su quella panchina a guardarla
giocare, ridere, imbambolati da una tale bellezza. Proprio come
avrebbero fatto due genitori.
Ooookay, se state
leggendo queste righe vuol dire che avete letto il capitolo *-* Allora
come vi è sembrato? Da cestinare, buttare via? XD
Vi lascio lo spoiler del bellissimo capitolo di Nu, e poi me ne vo a nanna che sono stanca morta -.-"""
Spoiler!
“sono un idiota” dissi lanciando il copione per terra
e passandomi una mano tra i capelli. Sapevo perfettamente che Kristen non
provasse più nulla per me, che aveva cambiato vita e nonostante ciò io ero
stato tanto coglione da riversarle tutta la mia frustrazione addosso. Molto
probabilmente non ci aveva messo molto a capire che fossi ancora follemente
innamorato di lei. Mi ero umiliato ancora una volta, ma quella sarebbe stata
l’ultima. Con l’inizio delle riprese non avrei più avuto modo di vederla e
seppur l’avessi incontrata mi sarei mostrato indifferente. Si, cordiale e indifferente.
Non avrebbe dovuto più intuire ciò che provavo per lei.
“Io.. Kris…” esitai cercando di trovare le parole
giuste da dire.
“Si?” mi spronò lei.
“Volevo chiederti scusa… non dovevo alzare la voce
così l’altra sera, ma … non lo so…” riuscì a dire con il cuore in gola. Non
sapevo come proseguire il discorso. Lei sospirò riprendendo a guardare di
fronte a se.
“Dispiace anche a me..” sussurrò facendo un lungo
respiro.
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Capitolo 6 *** 5-Mi detesta! (Nusia) ***
ahahhaa
Buonsera
a tutte ragazze, scusate il tremendo ritardo ma è stata una
giornata un pò incasinata. Come va? Io abbastanza bene anche se
la pioggia e il cattivo tempo mi rendono un pò triste. Adoro
troppo il sole e le belle giornate ragion per cui detesto l'inverno.
Allora lo spoiler vi ha lasciato di stucco eh? Siete curiose di sapere
cosa succederà ora? Bene, non voglio dilungarmi troppo
perciò vi spiego un paio di cosette e poi vi lascio al capitolo
che la mia testolina ha partorito.
- i capitoli verranno postati ogni 5 giorni questo significa che il prossimo aggiornamento avverrà lunedì...quindi non c'è poi da aspettare tanto no? xD
- visto che molte di voi lo chiedono risponderò in generale: ancora non sappiamo di preciso quanto durerà la fan faction, non più di 39 capitoli comunque =D
- Cosa succederà in questo capitolo? leggere per scoprirlo xD
- Io e Mabel ringraziamo di vere cuore tutte le 47 persone che hanno aggiunto la ff tra le preferite. 8 da ricordare e 59 tra le seguite. GRAZIE INFINITE!
NeWyOrK: ciao ale, siamo contente che la nostra storia
ti piaccia *-* Allora, Rob e Kris si sono lasciati per motivi al quanto
stupidi. Solo che Kris dopo qualche settimana si rende conto di essere incinta
di Rob u.u oh.oh XD Spero che le cose ti siano un po’ più chiare! Un bacione
Fiorels: la mia more ventenneee *___* huahuahau *_* Grazie
my love, sono contenta che ti sia piaciuto. Stai tranquilla che si
riappacificheranno presto :P un bacino
signora degli anelli: Ciao
Sabriii, felicissime che ti sia piaciuto il capitolo e tutta la storia *_* In
effetti anche io sono dell’idea che dovrebbe dirglielo subito, però capisco
Kris. Nel senso, sinceramente io non so come mi comporterei se fossi al suo
posto. C’è il rischio che soffrano in tanti, Joy in primis, lei e anche Rob. E’
una decisione che bisogna prendere ragionandoci bene u.u Oddio sei mamma? Aww *-* Immagino che la tua
piccolina o piccolino sia già fan della saga e di Rob e Kris XD Va beneee, la smetto di parlare che ti ho
fatto un papiro, spero che il capitolo di Nu ti piaccia.. un bacione!
franz1000 : Un
droga? Addirittura? *me salta convulsamente sulla sedia felice* scherzo non
sono così rimbambita-.- si spera xD Comunque tesoro grazie mille, siamo
contente che ti piaccia J un
bacione e goditi il capitolo di Nu J
beba1972: bebaaaa,
tesoro huahuahauh oggi niente miao xD mi fai morì.. comunque grazie mille
tesoro, siamo contente che ti piaccia la nostra storia.. un bacio
_SilviPattz_ : Silviettaaaa *_* Ma
ciao tesoro J Grazie mille, sono davvero
contenta che ti piaccia.. tu sei troppo gentile con me! Ti adoro!
londonkr: Grazie mille tesoro sono contenta che ti
piaccia *-* Già anche io adoro Joy completamente e totalmente… quanto vorrei
che fosse vera ueueueu… Ma mi sa che per vedere Kris con il pancione ci vorrà
ancora un po’ di tempo XD spero che il capitolo di Nu ti piaccia, un bacino.
tamina_e_dastan: Susu, che siamo sempre puntuali nel postare xD
(non è vero nu lo è, io sono una ritardataria cronica XD) comunque tesoro
grazie mille, sono contenta che ti piaccia *- * Vedrai che man mano che la
storia procede ci saranno meno dubbi, spero.. buona lettura ^^
rmarta: E tu
sei troppo gentile, grazie mille *-* Eh si abbiamo voluto far proprio emergere
il rapporto Rob Joy, perché dopotutto hanno un qualcosa che li legherà sempre..
Poi io li adoro totalmente insiemeee.. Spero che il capitolo di Nu ti piaccia,
è fantastico *-* Un bacio
emy
cullen: Emyyy *-* Grazie honey.. sono
contenta che ti sia piaciuto.. Spero che il capitolo di Nu, ti piaccia, per me
è davvero da brividi… un kiss
kristen200996: Ahaha grazie mille tesoro, eh si capita anche
a me a volte di perdermi qualche aggiornamento, ma alla fine l’importante è che
tu abbia recuperato *-* buona lettura,
goditi il meraviglioso capitolo di Nu J
Veronicas: Chiamami
Marty tesoro, Mabel è una long story XD Grazie mille sono contenta che ti siano
piaciuti questi capitoli.. un bacio e alla prossima!
ely_leyton: amore mio *______* Awww i tuoi commenti mi
fanno sciogliere, secondo me sei di parte perché sei mia sorella poi boh u.u
Huauhauhau, grazie ancora my love.. ti voglio un bene che non ti immagini ^^
Tes13May:
Hola tereee ^^ Hahahah, Marsia? O.o strano ma mi piaceee !!
Grazie mille tesoro anche noi ti vogliamo bene, sei dolcissima.. un
bacino, Marty
sydney90: Eh
se Kris troverà il coraggio di confessargli ogni cosa, è tutto da vedere!
Grazie mille honey, sono contenta che ti piaccia! Un bacino, e goditi il
capitolo di Nu!
cimellita : Tesoro sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo talmente
tanto da farti emozionare.. Non c’è cosa più bella che possa leggere un’autrice
*-* Goditi il capitolo fantapignoso di Nu XD un kiss
Anto_Pattz:
Sorellonaaa T_T Madò le tue recensioni mi fanno diventare tutta rossa! Sei
troppo buona con noi more! XD Grazie mille sono contenta che ti abbia
appassionato questa storia.. un bacino, Love u so much
busypol : grazie
mille amore =D Sei sempre troppo gentile con
me u.u
twilighter97:
ahahah dai dopotutto aggiorniamo frequentemente no? 5 giorni non sono
tantissimi u.u Grazie mille tesoro siamo davvero contente che ti piaccia questa
storia!
darkshine1986: susu
che abbiamo aggiornato in fretta.. Grazie mille tesoro, love u
thecarnival:
tesoro ma non ti devi scusare di
nulla! CI mancherebbe XD Grazie mille sei gentilissima.. goditi il fantastico
capitolo di Nu, un bacione
"Resta"
5-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert
Dopo una bella doccia rilassante mi vestii senza far caso cosa
indossassi poi, tirato su il miglior falso sorriso della storia,
raggiunsi gli altri in soggiorno. Li trovai a ridere tra loro
spensierati. Da quel che avevo potuto udire i due maschietti prendevano
in giro Ashley su non so cosa e lei faceva la finta offesa. Sospirai,
erano davvero una bella famiglia e quando li trovavo in atteggiamenti
come quelli mi rendevo conto di invidiare Kellan. Si, ero invidioso
della sua vita, della sua famiglia,del suo bambino.
“ehmehm… io sono pronto” dissi schiarendomi la voce
per far notare la mia presenza. Loro si alzarono dal divano sorridendo.
“Rob, ora tei felice?” mi chiese il piccolo Dan venendomi
incontro. Lo presi tra le braccia stampandogli un bacio sulla tempia.
“si, ora sono felice piccolo” mentii tranquillizzandolo.
Ashley mi sorrise teneramente e poi ci avviammo alla macchina.
“Allora, dove mi portate?” esordii appena Kellan partì.
“ora ti portiamo da Giuliano, cucina italiano che è una meraviglia per il palato” rispose il mio amico.
“forse perché è italiano amore?!” lo
ribeccò Ashley. Io e il piccolo Dan ridacchiammo. Era uno spasso
assistere ai loro piccoli battibecchi.
Appena arrivammo il piccolino si buttò subito giù dalla
macchina nell’ intento di correre dentro ma Ashley lo
afferrò giusto in tempo.
“forza entriamo” ci incitò Kellan. Sorrisi aprendo
la porta ed entrando nel ristorante. Il posto era davvero confortevole
e caloroso in un certo senso, forse era dovuto ai caldi colori delle
pareti o dall‘invitante profumo che si sentiva nell‘aria.
Non feci in tempo a notare altro che mi ritrovai con qualcuno attaccato
alla gamba. Abbassai il capo per vedere chi fosse e appena riconobbi in
viso di Joy rimasi di sasso.
“Roooooooob”
urlò la piccola sorridendomi a trenta due denti. Ancora
scombussolato mi piegai per prenderla tra le braccia e scoccarle un
bacio.
“ciao piccola. Che ci fai qui?” le chiesi.
“sono con la mamma e la zia Dakota con il ragazzo. Questo
è il nostro posto preferito” mi spiegò lei.
Le sorrisi e mi voltai a guardare stralunato i miei amici. Il fato
sembrava essersi accanito contro di me. Per due volte in meno di
ventiquattro ore mi trovavo con la figlia di Kristen tra le braccia e
con lei a pochi metri da me. Ashley accarezzò i capelli della
piccola e Dan le sorrise salutandola con la manina. Lei ricambiò
felice.
“ehi scricciolo me lo dai un bacino?” gli chiese Kellan
avvicinandosi alla piccola. Lei annuì scoccandogli un bacio. In
quel momento ci raggiunge anche Dakota seguita subito da un ragazzo che
intuii essere il suo fidanzato.
“ehi ragazzi che bella sorpresa” esordii con una strana espressione sul volto.
“eh già” l’appoggiò Ashley ed entrambe mi lanciarono un’ occhiata di sbieco.
“sei un splendore Dakota, è da tanto che non ti
vedevo” mi complimentai rompendo il breve silenzio che si era
creato.
“anch‘io ti trovo in forma Rob. Questo è Cole, il
mio ragazzo” allungai la mano libera verso il giovane che la
strinse di buon grado. Con Joy ancora tra le braccia lanciai
un’occhiata al loro tavolo e l’unica persona che vi scorsi
era Kristen intenta a guardare impassibile verso di noi. Perché
non si alzava anche lei per salutarci? La voce di Dakota mi fece
spostare lo sguardo verso la piccola che avevo imbraccio.
“Joy, perché non scendi e lasci in pace
pap…Robert?” la rimproverò bonariamente
imbarazzandosi alla fine della frase. Come se avesse appena fatto una
clamorosa gaf che io non avevo scorto.
“ma no tranquilla nessun problema” la tranquillizzai.
“Rob, posso chiederti un favore?” mi chiese la piccolina guardando verso la mamma.
“dimmi piccola” lei mi parlò guardandomi dritta
negli occhi. Ed io fui per un attimo destabilizzato
dall’intensità di quello sguardo tanto familiare.
“andiamo insieme a salutare la mamma? Sai oggi era molto triste e
quando te ne sei andato ha pianto” mi disse lei mettendo il
broncio. Dakota probabilmente la sentì perché si
girò verso di noi e accennò un triste sorriso. Doveva
volerle molto bene.
“ah si? E tu sai perché ha pianto?” le chiesi colpito da quello che aveva detto.
“ha detto che non si aspettava di vederti tutto qui. Secondo me
era felice” disse. Le accarezzai i capelli notando solo in quel
momento che fossero del mio stesso colore.
“andiamo a salutarla allora” dissi avvicinandomi al suo
tavolo. Una volta arrivati Kristen ci guardò stralunati e non
disse nulla. Cercai di essere più gentile possibile e di evitare
di guardala male.
“ciao Kris” la salutai. Lei mi osservò incredula per una frazione di secondo poi si riprese.
“ciao Rob” mormorò abbassando il capo. Era una situazione imbarazzante.
“Mamma.. non è strano averlo rincontrato qui?” Kristen annuì con il capo sorridendo alla figlia.
“Coincidenze” disse per poi far ripiombare di nuovo il silenzio. Silenzio che venne subito spazzato via da Joy:
“Coooomunque, è vero che avete fatto un film
insieme?” domandò guardando prima me poi la madre. Le
sorrisi sghembo.
“Beh, per la verità abbiamo fatto quattro film
insieme” le feci presente io mentre il mio cuore prese a
galoppare veloce al ricordo di quegli anni. Anni dove tutto sembrava
perfetto, eterno. La bambina sgranò gli occhi per la sorpresa.
“E perché io non ne sapevo niente?” chiese con aria indignata. Sia io che Kristen non riuscimmo
a trattenere una risata che coinvolse anche la piccolina. Dopo alcuni
attimi di silenzio dove Joy si divertiva a torturami i capelli
già scompigliati di loro, Kristen mi guardò negli occhi e
per qualche secondo la vidi determinata, seria. Come se avesse
intenzione di dire o fare qualcosa di importante.
“Rob?”
“Si?” dissi fissandola anch’io. Tutta la
determinazione che avevo letto poco fa sembrava essere sparita e lei
abbassò il capo sospirano.
“no, niente” disse per poi alzarsi dalla sedia.
“vado a salutare gli altri” e corse via. Io rimansi ancora
li, seduto su quella sedia a guardarla. Era ancora più bella di
quanto la ricordassi. Quei quattro anni avevano cancellato qualsiasi
segno di fanciullezza dal suo volto lasciando spazio a lineamenti
marcati ma ugualmente delicati ed eleganti.
“posso mangiare al vostro tavolo?” mi chiese Joy interrompendo il mio sogno ad occhi aperti.
“si, certo. Chiedi alla mamma però mmh?” lei
annuì e appena la madre si avvicinò a noi insieme a tutti
gli altri la piccola si alzò in piedi facendole gli occhi dolci.
“mammina posso mangiare al loro tavolo? Ti prego, ti prego, ti
pregoooo” la pregò e Dakota ridacchiò seguita
subito da tutti.
“se per loro non è un problema va bene” acconsentì Kristen guardando Ashley.
“nessun problema, andiamo piccola” asserì quest’ultima.
La cena sembrava passare in modo tranquillo. Joy e il piccolo Dan si
divertivano a sentire le battute di Kellan ed io e Ashley ridevano con
loro. Avvolte Kell sapeva essere più infantile di loro. Quando
arrivarono le nostre ordinazioni la piccolina si buttò a
capofitto sulle sue lasagne al forno esclamando ad ogni boccone quanto
fossero buone, mentre tutti noi gustavamo la nostra pizza.
“Rob ne vuoi un po’? Dai è buonissima ed
è il mio piatto preferito. Prova dai!” mi pregò Joy
avvicinandomi il piatto.
“eh va bene” l’accontentai prendendone un forchettata. Però, erano davvero buone!
“buone vero?” chiese lei sorridendo trionfante.
“ottime. Ora te ne rubo un altro pò” scherzai
avvicinando di nuovo la forchetta ma lei tirò prontamente via il
piatto.
“eh no, queste sono mie. Non fare come la mamma” mi
ammonì lei facendomi ridere. Lanciai un guardò al tavolo
di Kristen e per la 6° volta nel giro di un’ ora incrociai i
suoi occhi.
“Rob
perché tu e la mamma vi siete lasciati?” mi chiese di
punto in bianco Joy proprio mentre sorseggiavo un po’ di birra.
Quasi mi affogai e Ashley fu costretta a darmi qualche colpo sulla
schiena per farmi riprendere. Kellan invece, sembrava divertirsi. Mi
voltai verso la piccola seduta al mio fianco e trovai le parole giuste
da dirle. Come potevo mai spiegare ad una bambina di soli 4 anni una
cosa così complicata? O forse era complicata solo per me e
quindi ero solo io quello a trovarsi in difficoltà?
“è complicato da spiegare piccola” le dissi sincero.
“non ti piaceva più? Hai detto stamattina che era
bella” mi fece notare senza mai abbassare lo sguardo. A quel
punto capii che pur avendo 4 anni avrebbe capito tutto se solo le
avessi raccontato il motivo per il quale ci eravamo lasciati. Era sua
figlia non c’era che dire.
Le sorrisi scompigliandole i capelli e cercai di cambiare discorso.
“se io e la mamma non ci fossimo lasciati tu non saresti qui ora
lo sai? La mamma non avrebbe mai a-a-amato il tuo papà”
strinsi forte i pugni sotto il tavolo. Nell’intento di sviare il
discorso ne avevo intrapreso un altro più spinoso del precedente.
“tu lo conosci il mio papà?” mi chiese lei mettendo su uno strano sorriso.
Su Robert rispondile, di che tu
conoscevi suo padre bene, che era sempre a casa sua. Menti dicendo che
è una persona fantastica e che lei le somiglia tanto. Infondo
è una bambina, non ha colpe con quel che è successo in
passato.
“certo che lo conoscevo. Un tempo eravamo…a-amici”
sospirai proprio quando Ashley mi accarezzava una mano, come per darmi
conforto.
“davvero?” ora aveva messo su un’espressione sorpresa. Annuii col capo per darle conferma.
“però tu sei più bella perché somigli alla
mamma” mi lasciai scappare. Infondo era la pura verità.
Non scorgevo nessuna somiglianza tra lei e Steve, come se non si
appartenessero per nulla. Joy inclinò la testa di lato
passandosi una mano tra i capelli com’ero solito fare io.
“la mamma dice sempre che gli somiglio tantissimo invece”
mi corresse lei. Beh, che Kristen lo dicesse per renderla felice?
“oh…ehm”non sapevo cosa dire ma venni salvato da
Dakota e Cole che si avvicinarono al nostro tavolo sorridenti.
“come si sta comportando la mia piccolina?” chiese Dakota accarezzando la testa della bimba.
“è stata un angioletto. Ora per esempio mi stava facendo
morir dal ridere” intervenne Kellan beccandosi uno scappellotto
dalla compagna e un’occhiataccia dal sottoscritto.
“dov‘è la mamma?” chiese Joy guardandosi in giro.
“torna subito tesoro” le rispose Cole facendola accomodare
sulle sue gambe. Visto che non mi andava più la mia pizza e che
Joy era in mano sicure decisi che era arrivato il momento di una bella
sigaretta. Quella giornata si faceva ogni minuto più infernale e
qualcosa mi diceva che doveva ancora arrivare il colpo di grazia.
“io vado a fumarmi una sigaretta” avvisai alzandomi dal
tavolo e raggiungendo l’uscita. Solo quando fui fuori e respirai
a pieni polmoni realizzai che forse era il caso di tornare indietro.
Peccato che non lo fece e richiudendomi la porta alle spalle mi
avvicinai a Kristen.
“Allora se qui…” esordii facendola voltare verso di me.
Pov. Kristen.
Ingoiai il nulla mentre il mio cuore prese a battere freneticamente. Ma
perché quella giornata non mi dava un attimo di respiro? Cosa
avevo fatto di tanto male da ritrovarmi in quella situazione?
“già”
risposi aspirando un’altra boccata di sano fumo. Oddio sano
proprio no, però in quel momento era la mia unica fonte di
rilassamento.
“Joy ti cercava” mi disse lui tirando fuori dalla tasca
l’accendino e accendendo anche lui la sua Marlboro. Evidentemente
a distanza di 4 anni nessuno dei due aveva perso quel maledetto vizio.
“vado subito da lei” dissi aspirando l’ultima boccata di quell’era ancora un’intera sigaretta.
“no, fuma tranquilla sta con Dakota ora” mi
tranquillizzò lui. Sospirai annuendo con il capo e poggiandomi
ad un lampione cercai di ignorarlo il più possibile. Sapevo che
quella era l’occasione per chiarire tutto così come sapevo
che molto probabilmente non ci saremmo mai più trovati noi due
da soli. Avrei dovuto prendere il toro per le corna e affrontare il
discorso, ma ero troppo codarda per aprire l’argomento.
“tua figlia è…davvero splendida!”
esclamò lui guardando dritto di fronte a se. Era come se si
sentisse in obbligo di dire qualcosa, poi ricordai che lui odiava i
silenzi imbarazzanti e quasi mi venne da sorridere pensando che quello
era il nostro primo momento imbarazzante. I nostri silenzi erano sempre
stati piacevoli fin dall’inizio e mi sembrava quasi assurdo che
dopo anni in cui avevamo condiviso tutto ci trovassimo in una simile
situazione.
“grazie ma non farti ingannare, sembra tanto un angioletto ma in
realtà è una vera pesta” lo avvisai. Accennò
un debole sorriso e poi tornò nuovamente serio.
“è intelligente e vispa l‘ho capito da subito.
È tutta la madre in pratica, determinata e matura già a 4
anni”
“già apprende molte più cose lei di qualsiasi altro
bambino. Avvolte mi sorprendo di quanto intelligente sia”
proseguii io sovrappensiero.
“ti…ti somiglia molto, fisicamente intendo. Non ha preso
nulla da…dal papà” sospirò infine. Oh Robert ci somiglia eccome invece, è identica in certi aspetti e lo diresti anche tu se solo sapessi la verità.
“sai invece le somiglia molto. Nei modi di fare per esempio, di
sorridere, di guardarmi teneramente quando vuole ottenere
qualcosa” ammisi. Era una parziale verità quella, ma
quando lo vidi stringere i pugni mi resi conto che forse non era stata
una buona idea. Lui credeva che quelle somiglianze fossero rivolte a
Steve certamente non a lui. Calò di nuovo un silenzio tombale ed
io nel frattempo terminai la mia sigaretta. Cacciai fuori
l’ultima nuvoletta di fumo e guardai verso Robert scrutando per
bene il suo volto. Aveva lo sguardo
di fronte a se e sembrava come assente, come se si trovassi li solo con
il corpo ed era bello, bello da morire. I miei ricordi e la tv non gli
facevano merito della bellezza sconvolgente che lo avvolgeva. Non era
cambiato poi tanto, anzi potevo dire che era identico, come se non lo
vedessi da un giorno anziché 4 lunghi anni. Capelli sempre
scompigliati ad arte, sorriso mozzafiato e lineamenti quasi angelici.
Stesso modo di vestire, stessi comportamenti. Si, era proprio come lo
avevo lasciato. Peccato per lo sguardo, l’unica cosa forse mutata
nel corso tempo. Ricordavo chiaramente quei due occhi azzurri nella
quale mi perdevo ogni volte che li fissavo. Troppo intensi e dolci per
non amarli e incantarsi a guardarli. Erano sempre pieni di emozioni
diverse, sempre gioiosi, luminosi. In quel momento invece tutto
ciò sembrava sparito, volato via o peggio ancora congelato. Si,
perché i suoi occhi color del mare più cristallino si
erano trasformati in un’ immensa lastra di ghiaccio
impenetrabile. Sentii un macigno sullo stomaco e distogliendo lo
sguardo mi decisi ad entrare dentro.
“beh io…io vado da mia figlia” annunciai nella
speranza di vederlo dire qualcosa. Non lo fece, non mi guardò
neppure ed io a capo chino mi avvicinai all’entrata.
Avanti Kristen, da
quand’è che sei così codarda? Hai così paura
di abbattere tutti i muri che ti sei costruita da non riuscire a
chiedergli scusa? Cosa ti costa voltarti e dire “scusami tanto
Robert” di cosa hai il terrore? Hai paura che ti odi? Oh andiamo
guardalo, si vede lontano un miglio che è così. Infondo
cosa ti aspettavi? Non poteva certo correrti incontro e abbracciarti
come nulla fosse. Ti amava e tu lo hai ferito e mentito. Continui a
farlo tuttora perciò, il minimo che lui possa fare è
odiarti. Non essere codarda, non un’altra volta. Hai 28 anni e
sei mamma, abbi il coraggio di affrontare i tuoi fantasmi e farti
inveire contro. Tanto, peggio di così non può andare no?
La mia coscienza! Sempre nei momenti meno opportuni si faceva sentire. Sospirai tornando indietro.
“Robert
io…io devo c-chiederti scusa” sussurrai a qualche metro da
lui. Sembrò che la cosa non lo avesse nemmeno lontanamente scalfito. Continuava a starsene li, immobile come una statua a guardare di fronte a se.
“Rob” lo chiamai avanzando di qualche passo.
“non mi va di parlarne Kristen” disse.
“beh io…io credo che dovremmo invece”
“ah si? Io non sono della tua stessa opinione”
Alzai gli occhi al cielo facendo di tutto per non far fuoriuscire le
lacrime. Ormai avevo aperto il discorso e in un modo o nell’altro
l’avrei continuato. Anche se lui non mi guardava negli occhi e
non voleva starmi a sentire.
“sarebbe…sarebbe m-eglio per e-entrambi. Sarebbe meglio
per…per noi” biascicai. Fu a quel punto che voltò
di scatto la testa verso di me e mi perforò con quelle due
lastre di ghiaccio.
“noi? Non c‘è più nessun noi da molto tempo
Kristen, perciò evita di usare quel pronome. Noi!”
sputò fuori acidamente.
Esiste un noi Robert, esiste eccome. L’hai avuto seduto al tuo fianco per tutta la durata della cena.
“Scusa” sussurrai “Scusa per tutto quello che
ti ho detto e fatto. Scusa se ho dubitato di te o se ho detto quello
frase. Io…io pensavo fosse una semplice lite, avremmo superato
anche quello mi dicevo e invece per una semplice frase
è…è finito tutto”
Mi guardò come se fossi impazzita e il suo sguardo, se possibile, si indurì ancora di più.
“una semplice frase!” esclamò fuori di se “ quel non mi fido di te ha mandato a puttane tutto quello in cui credevo e tu…TU la chiami una semplice frase?. Incredibile, davvero incredibile!”
Non osai parlare, troppo pietrificata dalla freddezza della sua voce.
“quella semplice frase, come la chiami tu, mi ha fatto crollare tutto il mio mondo. In quel momento
è passato tutto in secondo piano. Tutto, persino il nostro
amore. Cosa vuoi che me ne faccio di un amore se non c‘è
fiducia? Con quale criterio avrei dovuto portare avanti una relazione
che si stava sbriciolando giorno dopo giorno? La gelosia potevo
accettarla ma la mancanza di fiducia no. È stato come se tu mi
avessi detto che saresti morta da li a pochi minuti. Mi sono sentito
solo, per la prima volta nella mia vita ero solo e indifeso”
Chiuse gli occhi cercando di calmarsi e respirò profondamente
mentre io, inerme davanti a lui, avevo permesso alle lacrime di uscire
dai miei occhi. Troppo concentrata a sentirmi in colpa per controllare
le mie emozioni e parlare, tentare di giustificarmi. Ma forse era
meglio così, forse era il caso che non dicessi nulla
perché infondo sapevo di non avere scusanti.
“e sai la cosa più divertente qual è? Quello che mi
fa ridere è che i tuoi pensieri, la tua gelosia, i tuoi timori
erano infondati perché Emilie per me era davvero solo
un‘amica. Adesso, a distanza di anni mi rendo conto di quando sia
stato coglione da non accorgermi di nulla. Solo adesso ho capito tutto.
Forse all‘epoca ero troppo innamorato per vedere le cose come
stavano. Forse mi fidavo troppo di te. Troppo e ho sbagliato”
“ma cosa…cosa dici?” domandai con un filo di voce
stringendomi nelle spalle. Parlò tranquillamente, come se lui
non centrasse nulla in tutta quella storia.
“ho capito troppo tardi che tu stavi cercando solo un capo espiatorio,che la tua fosse solo una recita per farsi che IO mi
trovassi nella parte del torto. Sono stato uno stupido a non capire che
tra i due quella che non meritava fiducia eri tu. All‘epoca mi
ero preoccupato di Micheal quando invece il vero problema si è
rivelato essere Steve. Com‘è che dicevi? È un
amico”e rise amaramente. Mi si bloccò il respiro per
quello che aveva detto e per poco non persi i sensi. Non poteva dire
quelle cose, non poteva pensare che lo avessi ingannato.
“No, no, no…NO tu…tu non puoi, NON PUOI pensare davvero queste cose. Non puoi dubitare di me” lo scongiurai in lacrime.
“e perché mai? Tu hai dubitato di me senza alcuna
motivazione ed io…io che di motivazioni ne ho tante non posso
farlo? Io posso eDEVO farlo Kristen, perché i fatti parlano chiaro”
Sospirai cercando di calmarmi e guardandolo dritto negli occhi cercai di essere convincente.
“io ti amavo. Amavo solo e soltanto te e tu non puoi credere
davvero che provassi qualcosa per Steve. Con lui è nato tutto
dopo. Mi ha dato la forza insieme a Dakota di andare avanti e ha
cercato di confortarmi quando ho scoperto di essere…di averti
perso. Mi è stato vicino”
“tanto vicino da metterti incinta” commentò senza
interrompere il contatto visivo. Deglutii maledicendomi mentalmente per
non essere corsa da lui a gridargli di aspettare una bambina quando ne
avevo ancora la possibilità. In quel momento non sarebbe servito
a nulla rimediare all’errore fatto, molto probabilmente avrebbe
solo aggravato la situazione.
“non dici niente vero? Certo, infondo cosa mi puoi mai dire? Hai
ragione Robert? Dio Kristen tu non puoi capire come si sono sentito
quando ho appreso da un giornale che tu e Steve, il tuo amico,
aspettaste un bambino. Un bambino esattamente dopo due mesi che ci
eravamo lasciati. Non potevo crederci, pensai fosse una cazzata
perché non riuscivo a credere che fossi andata avanti in soli
due mesi. Ma ovviamente, quando tu confermasti tutto, dovetti
ricredermi” sembrava stesse raccontando una storia e la sua voce,
così come lo sguardo, non sembravano avere difficoltà a
mostrarsi indifferenti.
“Robert io…” cercai di dire ma mi bloccò riprendendo a parlare.
“io ti ho odiata sai? Ho passato due interi mesi ad odiarti,
detestarti per la tua mancanza di fiducia, per aver distrutto tutte le
mie certezze poi, un bel giorno scopro che sei incinta di Steve e a
quel punto l‘odio si trasforma in risentimento. Ho dato di matto,
pensato che quella bambina che portavi in grembo doveva essere la NOSTRA bambina
e non la vostra. Ho cercato in me l‘odio perché tramite
esso riuscivo a sfogarmi riversando tutto su di te sentendomi meglio,
ma non ne ho trovato neanche un po’. A che serve odiare una
persona che non si conosce? È come giudicare qualcuno solo dal
modo di vestire. Non potevo odiarti perché io non ti riconoscevo
più. Quando ti sei sposata è stato solo il momento in cui
ho sentito di toccare il fondo e a quel punto il risentimento era
già diventato delusione. Pura e semplice delusione. Ma io non mi
sono arreso, ho cercato di credere ancora in te, nel nostro amore e
così sono salito su un auto e ho cercato di impedire il tuo
matrimonio. Questo fino a quando, colpito da un momento di
lucidità, ho capito che era davvero la fine di tutto. Chi ero io
per impedirti di sposare qualcuno che amavi? Chi ero per impedire ad
una creatura innocente di crescere senza il proprio padre? Tutti i
bambini hanno il diritto di vivere sereni con i propri genitori. Tutti.
Così, ho fatto inversione e sono tornato a casa per fare i
bagagli. Me ne sono tornato a Londra ormai sicuro che non restava altro
che risalire il fondo sul quale ero seduto” concluse fissandomi
in modo strano. Come se le lastre di ghiaccio fossero state messe a
dura prova da una difficile confessione. Io mi lasciai scappare un
singhiozzo e a quel punto piansi a dirotto. Avevo distrutto tutto solo
per una mancanza di coraggio. Lui mi amava e se io fossi andata davanti
la porta di casa sua a dire che ero incinta mi avrebbe abbracciato
forte e detto che sarebbe andato tutto bene. I nostri sogni, il nostro
futuro, i mille progetti. Tutto buttato al vento dal una stupida forma
di vigliaccheria.
“perché non dici nulla Kristen?” mi chiese lui avvicinandosi a me e afferrandomi per le spalle.
“perché non ti giustifichi in qualche modo? Dimmi che mi
sbaglio, urlami dietro che ho sparato una marea di cazzate. Difenditi
in qualche modo ma ti prego, ti prego non fare in modo che io ti
giudichi un estranea per altri 4 anni. Non deludermi, non
un’altra volta” mi scongiurò scuotendomi. Io cercai
di attenuare le lacrime per poter parlare. Per poter, anche solo in
parte, farlo ricredere sulla sottoscritta.
“io…io…” tentai ma venni interrotta dalla voce di mia figlia che mi chiamava.
“mamma” io e Robert ci voltammo in contemporanea verso
l’entrata e li trovammo tutti a fissarci. Kellan, Ashley, Cole,
Dakota, Dan e Joy. La nostra Joy.Robert
mollò la presa ed io mi asciugai in fretta e furia le lacrime.
Poi lui scosse la testa e senza guardarmi un’ultima volta si
avvicinò a loro.
“andiamo a casa” disse depositando un piccolo bacio sulla
testa di Joy e avviandosi alla macchina. Kellan si avviò con lui
mentre Ashley mi lanciò un sguardo preoccupato per poi dire
qualcosa a Dakota che annuì. Quando se ne furono andati Dakota
mi venne incontro e mi abbraccio forte mentre la mia piccola restava a
fissarmi tra le braccia di Cole.
“shhh Kris” bisbigliò al mio orecchio mentre io, stretta a lei, singhiozzavo senza ritegno.
“mi detesta. Lui non vuole più avere nulla a che vedere
con me l‘ho…l‘ho d-d-deluso. P-p-perché non
gli ho det-t-o la verità? Perché!” la mia amica
sciolse l’abbraccio e mi prese il viso tra le mani facendo in
modo che la guardassi negli occhi.
“smettila di piangere Kristen. Si risolverà tutto ok?
Vedrai che avrete modo di chiarire tutto, ora però smettila di
versare lacrime. Hai la tua bambina li, che ti guarda non capendo cosa
stia succedendo alla sua mamma e che non fa altro che parlare di
Robert, di quanto sia simpatico. Pensa a lei ok? < Joy prima di tutto > ricordi? Me lo dicesti tu tempo fa”
Tirai su con il naso e annuii. Non so come avrei fatto senza di Dakota al mio fianco, senza i suoi consigli, le sue strigliate.
“andiamo da lei” sospirai andando incontro a mia figlia.
Appena le fui vicino la presi tra le braccia e la strinsi forte a me.
“non piangere mamma” sussurrò baciandomi una
guancia. Sorrisi spazzando via anche l’ultima lacrima che avevo
sul viso.
“ti voglio bene” confessai e la mia bambina sorrise raggiante.
“anch‘io te ne voglio mamma”
Si, lei prima di tutto.
____________________________
E'
stato un pò pesantuccio il nostro RObert eh? CHissà forse
questa sfuriata porterà a qualcosa di buono...mmmh! u.u
spero come sempre di non avervi deluso. Ora vi lascio allo spoiler...un bacio a lunedì.
Spoiler!
pov.Kristen
Bussai
alla porta di Rob con il cuore in gola, il mio cuore batteva frenetico
e i rumori mi arrivavano tutti leggermente ovattati. Riprovai a bussare
ma niente, non dava segno di esserci. Appoggiai la mano alla maniglia,
e sorprendentemente si aprì, lasciandomi intravedere la sua
sagoma seduta sul letto con la chitarra fra le braccia.
“Kris perché piangi?”
“Mi.. m.. mi dispiace..”
“Mamma… posso chiederti una cosa?” mormorò decisa e sicura di sé. Le sorrisi debolmente.
“Lo sai amore che tu puoi chiedermi tutto quello che vuoi..”
Mi
sorrise anche lei, e il mio cuore perse un battito. Era assurda la
somiglianza che aveva con Rob, solo ora me ne rendevo pienamente conto.
“Ma
il mio papà dove è?” Le parole che temevo di
più arrivarono senza pietà, e in quel momento smisi per
un secondo di respirare. Corrucciai il labbro, e la mia testa fu invasa
da una quantità infinita di pensieri.
Nusia&Marty
|
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Capitolo 7 *** 7-Se solo mi amassi (Nusia) ***
h
buonasera
a tutte ragazze come va? scusate il ritardo ma ero in giro per un
pò di shopping xD... ora vi lascio al capitolo anche
perché è uno dei più importanti. VI chiedo
immensamente scusa per non aver risposto alle vostre recensioni ma
è un periodo davvero infernale e devo ancora prendere i ritmi
giusti =D... ringrazio di vero cuore tutte perché come sempre
siete stupende e ci riempite di complimenti avvolte troppo esagerati
*-* la mia Marty posterà le risposte alle recensioni del
capitolo 6 entro domani perciò fate un salto =D ora buona
lettura ci vediamo di sotto con lo spoiler!
"Resta"
7-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert
Avete presente quando si arriva ad un punto della vita dove non
si da più importanza a nulla? Dove vengono giù tutte le
barriere e si rimane soli, inermi e soprattutto senza nessuna voglia di
fare nulla? Quel punto dove si è talmente destabilizzati che non
si ha neanche la forza di capire cosa stia realmente succedendo? Ecco,
io ero proprio in quella fase. Erano circa due giorni che non facevo
assolutamente nulla a parte suonare la chitarra e rileggere un
po’ il copione. Ashley e Kellan venivano spesso a chiedermi se mi
servisse qualcosa ma io li liquidavo dicendo che ero impegnato a
ripassare il mio personaggio e non potevo distrarmi. Cazzate! La
verità era che dopo la sfuriata avuta con Kristen non avevo
più voglia di fare nulla. Mi ero tolto un gran peso dallo
stomaco urlandole contro quando deluso mi avesse ma a mente lucida me
ne ero pentito. Non dovevo inveirle contro in quel modo ma ero esploso.
Proprio non ero riuscito a trattenermi dall’accusarla.
Una semplice frase. Una semplice frase. Una semplice frase. Una semplice frase.
Le sue
parole continuavano a vorticarmi nella mente facendomi venire un gran
mal di testa. Avevo urlato come un dannato ma quando l’avevo
vista sbarrare gli occhi dalla paura e iniziare a singhiozzare ero
rimasto spiazzato. Era li a piangere e supplicarmi con lo sguardo di
smetterla. Avrei voluto avvicinarmi e stringerla forte tra le mie
braccia aspettando che si calmasse come facevo un tempo. Avrei voluto
si, ma il rancore aveva prevalso su tutto e mi ero ritrovato a parlare
nel modo più distaccato ed indifferente possibile.
“perché
non ti giustifichi in qualche modo? Dimmi che mi sbaglio, urlami dietro
che ho sparato una marea di cazzate. Difenditi in qualche modo ma ti
prego, ti prego non fare in modo che io ti giudichi un’ estranea
per altri 4 anni. Non deludermi, non un’altra volta”
Non aveva detto nulla. Aveva continuato a piangere e a deviare il mio sguardo.
“sono
un idiota” dissi lanciando il copione per terra e passandomi una
mano tra i capelli. Sapevo perfettamente che Kristen non provasse
più nulla per me, che aveva cambiato vita e nonostante
ciò io ero stato tanto coglione da riversarle tutta la mia
frustrazione addosso. Molto probabilmente non ci aveva messo molto a
capire che fossi ancora follemente innamorato di lei. Mi ero umiliato
ancora una volta, ma quella sarebbe stata l’ultima. Con
l’inizio delle riprese non avrei più avuto modo di vederla
e seppur l’avessi incontrata mi sarei mostrato indifferente. Si,
cordiale e indifferente. Non avrebbe dovuto più intuire
ciò che provavo per lei.
“Rob posso entrare?” mi chiese una piccola voce. Mi voltai verso la porta della mia dependance e sorrisi al bambino tutto fossette che mi guardava con la testa reclinata.
“certo tesoro entra”
Dan non
se lo fece ripetere due volte e venne ad accomodarsi vicino a me. Due
anni e già sapeva parlare perfettamente. Era intelligente e
molto anche. Grazie al cielo tutti i neuroni che mancavano al padre
erano raggruppati in lui.
“la mamma ha detto se vieni con noi al parco” mi informò giocando con una macchinina.
“mi piacerebbe tesoro ma non posso” mentii. Lui mi guardò negli occhi e ridacchiò.
“la mamma ha detto che devi venire per forza”
“e perché?” domandai divertito.
“perché
altrimenti sarai costretto a dormire sotto un ponte perché ti
caccio di casa” mi avvertì una voce alle mie spalle. Risi
a crepapelle voltandomi verso Ashley.
“guarda
che non scherzo mica sai? E poi ho bisogno del tuo aiuto. Kellan
è impegnato con il lavoro e quando vado al parco con Dan finisce
sempre che me lo perdo” mi spiegò. Ma che avevano le mamme
di Los Angeles? Come facevano a perdere i bambini?!
“Ashley non ne ho voglia” tentai di convincerla.
“beh
mio caro a me non interessa. Muovi il culo da quel letto e vestiti che
alle 10 in punto dobbiamo essere al parco ok? La vita va avanti”
detto questo prese il figlio in braccio e uscì dalla stanza. Mi
vestii sbuffando e li raggiunsi. Quando faceva così era inutile
tentare di convincerla.
Per
arrivare al parco non prendemmo la macchina. Era una bella giornata e
quattro passi non ci avrebbero certo ammazzato. Io tenevo il piccolo
Dan per la mano e mi divertivo a giocare con lui mentre Ashley era come
tra le nuvole. Non faceva altro che agitarsi, controllare il cellulare
e guardarsi in giro.
“sono in ritardo” la sentii mormorare all’improvviso.
“chi, i piccioni?” chiesi divertito. Lei si limitò a scuotere la testa e afferrare il cellulare che aveva appena vibrato. La vidi sorridere raggiante.
“Kellan ti manda messaggi d‘amore?”
Ashley mi fulminò con lo sguardo iniziando ad aumentare il passo.
“mi dici che ti prende Ashley? Sembri impaziente” sbottai. Mi innervosiva tutta quella agitazione.
“oh
eccole finalmente!” esclamò alzando una mano e
sventolandola felice. Spostai il mio sguardo nella sua stessa direzione
e rimasi di sasso. Cosa, stava succedendo?
“Ashley, ti prego dimmi che non è come penso” dissi stringendo i pugni.
“e cosa pensi?” domandò innocentemente.
“dimmi
che tu non c‘entri nulla con tutto questo” dissi lanciando
un’occhiata a Kristen, Dakota e Joy che camminavano verso la
nostra direzione. Anche Kris sembrava stupita.
“ok,se vuoi non te lo dico” ridacchiò lei. La guardai male puntandole il dito contro.
“tu non…” mi bloccò prima ancora che iniziassi a parlare.
“hai
32 anni non più 20. Smettila di buttarti giù e cerca di
essere gentile” asserì prima di abbracciare Dakota che
senza dubbio era sua complice. Sospirai cercando di mantenere la calma.
Infondo non aveva tutti i torti. Ero un uomo e dovevo riuscire a
gestire la mia vita.
Kristen ci raggiunse titubante e salutò Ashley accennando ad un piccolo, quanto falso, sorriso. Incrociai i suoi occhi e per qualche secondo mi sembrò di dimenticare tutto e mi ritrovai a sorridere.
“Kris, come va?” le chiese la traditrice.
“Bene,
bene.. pare che qui stia per nascere un amore?!” e guardò
divertita i due bambini che giocavano a qualche passo da noi.
“Ah
già. Dan mi parla sempre di Joy. Ne è affascinato…
come tutti d’altronde” ridacchiò Ashley. Beh non
aveva certamente torto. Anch’io ero rimasto affascinato da quella
bambina.
Kristen mi guardò titubante.
“Rob..”
disse come a salutarmi. Cordiale e indifferente, mi ripetei cercando di
essere il più disinvolto possibile.
“Kris”
ricambiai e poi calò un silenzio pressappoco imbarazzante.
Odiavo i momenti come quelli. La vidi socchiudere gli occhi e sedersi
su una panchina a fissare il nulla. Non riuscii a trattenere un sorriso
rammentando che era solita estraniarsi dal mondo. Faceva sempre
così: si sedeva in un posto e fissava un punto davanti a se
assumendo un espressione dolcissima. Era adorabile!
“va
da lei. Noi andiamo a fare un giro” sussurrò al mio
orecchio Ashley prima di allontanarsi con Dakota. Mi ritrovai ad
annuire e senza neanche pensarci mi accomodai vicino a lei.
“A
quanto pare ci hanno lasciato soli” esordii riportandola con i
piedi per terra. Chissà a cosa stava pensando! La vidi
assottigliare lo sguardo e guardare le due sagome in lontananza delle
nostre amiche.
“L’hanno
fatta franca” sospirò poggiando la schiena alla panchina.
Sorrisi imbarazzato non sapendo bene che dire. Forse era il caso di
scusarmi per averla aggredita in quel modo la scorsa sera. Non che non
pensassi quello che avevo detto sia chiaro, ma avevo esagerato e ne ero
consapevole.
“Io.. Kris…” esitai cercando di trovare le parole giuste da dire.
“Si?” mi spronò lei.
“Volevo
chiederti scusa… non dovevo alzare la voce così
l’altra sera, ma … non lo so…” riuscii a dire
con il cuore in gola. Non sapevo come proseguire il discorso. Lei
sospirò riprendendo a guardare di fronte a se.
“Dispiace
anche a me..” sussurrò facendo un lungo respiro. Sembrava
sconfortata e vulnerabile. Kristen non era mai stata così e
vederla in quello stato mi faceva male. Alzai una mano dalla mia gambe
nel tentativo di accarezzarle un braccio ma desistetti subito tornando
ad abbassarla.
“Allora
dopodomani inizi a lavorare.. di cosa si tratta?” chiese
cambiando totalmente discorso. Mi lasciai scappare un sorriso. Ero un
codardo!
“Non
è nulla di eccezionale, ma quando ho letto il copione mi ha
subito attratto” le spiegai usando un tono di voce più
duro. Mi guardò un attimo spaesata da questo mio improvviso
cambio d’umore ma si riprese subito. Non volevo essere
così freddo, ma ce l’avevo con me stesso per non riuscire
a dire quel che pensavo.
“Sono contenta” le sentii dire prima di ritrovarmi tra le braccia una piccola bimba tutti boccoli.
“Rooob!”
Sorrisi a Joy abbracciandola forte.
“Come stai piccola?” le chiesi accarezzandole i capelli.
“Bene grazie!”
“Sono contento..”
“Ora
torno a giocare con Dan… a dopo” e così dicendo mi
schioccò un bacio sulla guancia e corse via. Scossi la testa
sorridendo intenerito.
“E’
davvero adorabile quella bambina Kris..” mi complimentai fissando
quella pesta che correva come una matta tra il verde del parco. Era
assurdo il bene che provassi per quella creatura che conoscevo da pochi
giorni. Davvero assurdo!
Kristen
non mi rispose né si voltò a guardarmi. Per un attimo fui
intenzionato ad alzarmi e allontanarmi da lei, poi però ci
rinunciai e ripresi a guardare rapito Joy e a viaggiare nel tempo.
“Rob?”
“si amore?”
“secondo
te, è così stupido desiderare un bambino a
quest‘età?” mi chiese stringendosi ancor di
più al mio fianco. Ci eravamo da poco sdraiati nel letto per
riposarci un po’. Quel giorno le riprese di Breaking Dawn erano
state estenuanti.
“no, non è mai stupido desiderare un bambino” le risposi sorridendo.
“neanche se ho 21 anni?”
“neanche
se hai 21 anni. Perché me lo chiedi?” ero curioso. Non
avevamo mai affrontato neanche lontanamente il discorso.
“perché ci sto pensando seriamente. Ad avere un bambino intendo. Un figlio nostro”
“saresti una mamma splendida Kristen, ma non abbiamo nessuna fretta no?”
“già
però sarebbe bello avere dentro di me un pezzo di te. Sarebbe
fantastico guardare il nostro bambino quando non ci sei e vedere in lui
un po’ di te” mi confidò. Sorrisi alzandole il viso
e baciandola dolcemente.
“ti amo”
Sorrisi
al ricordo di quel momento. Ricordavo di essermi sentito l’uomo
più felice del mondo sentendole dire quelle cose. Vedere in lui un po’ di te.
Come avrei voluto trasformare quel sogno in realtà! Chiusi gli
occhi voltando nuovamente il volto verso Kristen e quando alzai le
palpebre e notai una lacrima rigarle il viso rimasi disorientato.
Perché piangeva? Cosa l’era successo? Poggiai una mano
sulla sua spalla e la feci voltare verso di me.
“Kris…c‘è
qualcosa che non va?” le domandai gentile. Lei negò con il
capo cercando di spazzare via la goccia salata che le rigava il volto.
“perché
piangi allora?” le chiese prendendo il suo viso tra le mani e
eliminando con i polpastrelli tutte le lacrime che stavano prendendo a
fuoriuscire dai suoi occhi. Non sopportavo di vederla ancora piangere.
“Ehi…Kristen” dissi prima che lei si buttasse su di me stringendosi al mio petto. Rimasi
spazzato da quel contatto e una volta attenuato i brividi che mi
percossero la schiena, le circondai l’esile corpo abbracciandola
forte. In quel momento non mi importava di nulla se non di lei. Al
diavolo il rancore e tutto.
“s-s-s-ono una stupida. S-s-scusa” balbettò sul mio petto.
“shhh…non piangere”
“io…io
voglio che tu…che tu n-n-on mi odi” biasciò tirando
su con naso. Non potei fare a meno di baciarle il capo e sorridere.
“io non ti odio Kristen. Non più” la rassicurai.
“certo s-s-sono un’estranea adesso”
Sospirai
dandomi dello stupido per la millesima volta. Avevo esagerato
l’altra sera, esagerato per davvero. Le avevo riversato addosso
tutto il male che mi aveva fatto e nella crudele speranza di farla
soffrire almeno un minimo di quando avevo sofferto io, le avevo detto
che era un’estranea. Una sconosciuta. Certo io avevo odiato
Kristen ma mai, neanche per un istante, l’avevo considerata
un’estranea. Quando l’odio si era trasformato in
risentimento avevo capito no che era inutile odiare chi non si conosce,
ma bensì che non si poteva odiare che si amava più di se
stesso.
“Oh
Kristen mi dispiace tanto. Sono stato un cretino l‘altra sera. Ho
detto cose che non avrei dovuto neanche pensare. In quel momento ero
così accecato dalla rabbia che volevo renderti vulnerabile come
lo ero stato io”
“b-b-beh
ci s-sei riuscito” disse con un filo di voce. Presi nuovamente il
suo volto tra le mani e la fissai dritto negli occhi.
“Scusami
Kris. Dimentica quello che ti ho detto ok? Tu…tu non sarai mai
un‘estranea per me. Mai. Abbiamo condiviso troppe cose per
considerarti un’ estranea” le confessai.
Indifferente
e cordiale. Certo, ero proprio riuscito a mostrarmi indifferente! Con
mia grande sorpresa vidi i suoi occhi farsi nuovamente lucidi.
“io…io
non merito l-le tue scuse. Io ti ho deluso, anzi a dire il vero ho
deluso anche me stessa. Ho commesso tanti di quegli errori che mi
stupisco persino io. Errori che so che ormai non si possono più
riparare”
“tutti gli errori hanno rimedio Kris” e non so neanche io che significato dovevo dare a quella frase. Tutti
gli errori hanno un rimedio Kris…anche i tuoi posso essere
rimediati. Torna da me, lascia che ti accarezzi il viso e che sfiori le
tue labbra. Lasciati amare e aiutami a cercare i tasselli giusti per
ricostruire il puzzle della nostra vita. Passo dopo passo so che ce la
faremo. So che riuscire a fidarci nuovamente l’uno
dell’altro perché il nostro amore è uno di quelli
che non ha fine. Stringi la mia mano, intreccia le tue dita alle mie e
guardami negli occhi dicendo: “voglio fidarmi di te”
Io sarei disposto a darti il mondo mia dolce Kristen. Se solo tu lo volessi, se solo tu mi amassi.
Si, forse era quello che avrei voluto dirle, ma non potevo. Sapevo di non poter pretendere tanto.
“non
i miei Rob. Ho fatto qualcosa di troppo sbagliato per rimediare.
Qualcosa che se solo saltasse fuori non avrei altra scelta che chinare
il capo e allontanarmi. Non avrei più la minima speranza di
riprendermi ciò che desidero più di ogni altra cosa al
mondo”
Non
sapevo di cosa parlasse, ma dal modo in cui pronunciava le parole o da
come mi guardava e stringeva a se doveva essere importante. Ero tentato
di chiederle cosa avesse combinato di così grave da non aver
rimedio ma sapevo com’era fatta Kristen. Non mi avrebbe mai detto
nulla se non n’era certa.
“Io…io
vorrei, se non chiedo troppo, che tu…tu smettessi di inveirmi
contro, di usare quel tono glaciale con me. So che me lo merito, lo so
Robert credimi, ma sto male. Il senso di colpa è già
grande senza bisogno che tu mi ricordi tutto. Io non dico di…di
far finta di nulla, voglio solo avere un rapporto civile. Non mi va di
rivederti tra altri quattro anni e litigare ancora. Non mi va di
considerarti un estraneo per il resto della mia vita. Io…io non
voglio Robert perché mi fa stare male tutto ciò. Non
avercela con me ancora. Non mi sto giustificando, non ci sto neanche
provando perché so di non avere giustificazioni, ma ti sto
semplicemente pregando. Ti sto pregando Robert” fui devastato non
solo da quelle parole ma dallo sguardo. Dal suo incantevole sguardo che
sembrava irradiare frustrazione e…e amore? Ma ancor prima di
ciò sembrava essere sincero. Si, sincero come gli occhi di un
bambino. Le sorriso dolcemente e mai come in quel momento avrei voluto
avvicinarmi alle sue labbra e baciarla. Baciarla fino a farle
dimenticare il resto del mondo.
“sono
io a pregarti Kristen. Ti prego di non versare più lacrime
perché è devastante vederti così, per quando male
mi hai fatto odio vederti in lacrime. Ti prego di smetterla di
colpevolizzarti di tutto perché in fondo la colpa è un
po’ anche mia. E ti prego di smetterla di pregarmi. Siamo
cresciuti adesso ok? Il passato non si può cambiare ma possiamo
tentare di guardare avanti. Certo ci vorrà tempo ma a piccoli
passi riacquisteremo la fiducia ok? Ce la faremo. Sta
tranquilla!”
“grazie” mormorò chinando il capo.
“Kristen?”
“mmh?”
“me
lo fai un sorriso?” le chiesi e lei si asciugò gli occhi e
mi sorrise come solo lei sapeva fare. Sorrisi anch’io e afferrai
la sua mano.
“vieni qui” dissi attirandola a me e abbracciandola forte.
“mi sei mancato immensamente Rob”
“mi sei mancata anche tu Kris”
Mi
sei mancata così tanto che più volte ho pensato di
prendere un aereo e venirti a cercare. Mi sei mancata in un modo
così atroce che ho dovuto tirare pugni alle porte per far si che
il dolore fosse più forte della tua mancanza in modo da smettere
di pensare. Mi sei mancata in una maniera così assurda che ho
pensato di impazzire.
“quindi…quindi p-proviamo ad essere a-amici?” domandò con un filo di voce.
Amici.
Che parola strana per noi due Kristen. Come faccio ad esserti amici se
a distanza di anni ho capito di amarti ancora? Come faccio a stringerti
a me e mormorarti un ti voglio bene quando vorrei tanto urlare che ti
amo? Amici.
Certo, forse è assurdo solo per me. Per un attimo, una frazione
di secondo ho dimenticato tutto. Tutto. Per un momento, vedendo le tue
lacrime, ho pensato che forse anche tu provassi ancora qualcosa per me,
ma mi sbagliavo. Oh Kristen tu vuoi essermi amica ed io non posso che
permettertelo. Se per averti vicino devo tenerti la mano ignorando i
mille brividi che mi attraversano il corpo lo farò.
“si, proviamoci” acconsentii prima di abbracciarla ancora.
______________________________
che ne dite? Siete
felici o no di questo piccolo "compromesso"? E' pur sempre un passo
avanti e vedrete che le cose andranno sempre meglio, almeno fin quando
non si dovrà parlare dell'argomento "segreto"
Vi lascio ad uno spoiler *-*
Spoiler!
Pov.Kristen
“A che cosa stavi pensando?” mi chiese, e io di rimando arrossii.
“A niente…” glissai cercando Joy con lo sguardo.
Joy. Joy? Mi alzai dalla panchina alla ricerca della mia bimba e di
Dan, ma avevano lasciato il dondolo sul quale erano seduti.
“Kris che hai?”
“Io..” balbettai alzandomi ed andando a vedere se per caso
si fossero nascosti dietro allo scivolo. Agguantai la mia giacca, e
iniziai a correre.
“Non riesco a trovare i bambini!” esclamai in preda alla
disperazione, non potevo credere di essermela persa nuovamente, cosa
c’era di sbagliato in me?
“Joyyyyy!” la chiamai mentre i miei occhi diventavano lucidi.
“Dan??”
Ero a corto di fiato, non ero mai stata una ragazza molto sportiva, e
di certo non era prevista una corsa, con il cuore che batteva ad un
ritmo indefinibile.
“Non capisco perché tu voglia crescere una bambina a Los
Angeles!” esclamò cercando di seguirmi.”Londra
sarebbe molto meglio..”
Scossi la testa. “Stai scherz.. ando sper..o?” ansimai. “ Joyy! Dan!”
“Perché?”
“Perché diciamo cinque anni fa mi hai detto che se avessi avuto unn bambino lo avresti cresciuto qui.”
Nusia&Marty
|
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Capitolo 8 *** 8-Thank you (Martybet) ***
fff
Buon
pomeriggio ragazze come va? La vostra Nusia non si sente tanto bene, ha
beccato l'influenza senza contare il fatto che mentre stavo per postare
il capitolo mi si è cancellato tutto :@ sto quasi
sclerando...quasi però eh xD
Allora vedo con piacere che il capitolo "compromesso" vi è
piaciuto anche se ovviamente nessuno vede i Robsten amici no? xDxD
Vi lascio al capitolo della Nostra Mabel che sono sicura vi
piacerà tantissimo anche perché è tanto dolce
e tenero *-* noi ci vediamo Martedì con il prossimo
aggiornamento.
Risposte Recensioni:
Tesori come ho già detto non mi sento granché bene
perciò risponderò alle vostre recensioni velocemente, nel
frattempo GRAZIE DI VERO CUORE a tutte voi =D
Tokietta_Cullen96, rmarta,tamina_e_dastan,Veronicas, ese96:
grazie mille ragazze siete come sempre fin troppo gentili *-* sono
felicissima che la storia e i nostri Robsten vi piacciano =D per quanto
riguarda la questione "riappacificazione vera e propria" ci
vorrà ancora del tempo, perciò tesori miei, mettetevi
belle comede eh xDxD Un bacione!
emy cullen, signora degli anelli, Tes13May, thecarnival, sydney90, pallina90: awwww
ma quanti complimentoni *-* grazie grazie e ancora grazie ragazze =D
sono commossa davvero, sapere che riesco a trasmettervi tutte queste
emozioni stramite la scrittura mi rende davvero felicissima
=)...passando al capitolo avete assolutamente ragione: gli unici a non
sapere che il loro amore è corrisposto sono proprio i Robsten,
forse perché sono troppo presi con i loro complessi e problemi
interiori per tenere x davvero gli occhi ben aperti. La nostra Joy
è una piccola birbante ma anche tanto, tanto dolce =D
Anto_Pattz, _SilviPattz_, cimellita, twilighter97: grazie
infinite tesoriiiii.... le vostre recensioni mi fanno sempre sorridere
=D... Il nostro Robbuccio bello prprio non riesce a tenere il muso con
Kristen eh? Altro che cordiale e indifferente xD
Anto ha propri ragione, la trama si fa sempre più intrecciata ma
prima o poi i nodi vengono al pettine giusto? Chissà chi
sarà,in questo caso, a scioglierli eheheh... un bacio enorme a
tutte!
primula:
ciao Sara, inanzittutto Grazie mille per i complimenti riguardati il
capitolo e la trama, sono contenta che i personaggi descritti riescano
a trasmetterti tutte le loro emozioni =D Per quanto riguarda la
partecipazione a qualche concorso di scrittura la riposta è NO!
Per quanto mi riguarda sto scrivendo perlo più fan faction sulla
saga di twilight e i Robsten ma spero che in futuro riesca a portare a
termine qualcosa di buono e soprattutto pensato in tutto e per tutto da
me =D Amo scrivere e mi piacerebbe coltivare questa mia passione,poi
non so a 17 anni si puòpartecipare a qualche concorso? Un
bacione!
"Resta"
8-Capitolo (Mabel)
Kristen pov.
Sentivo il cuore battere
talmente forte che temevo mi sarebbe uscito dal petto con un balzo.
Intorno ai miei occhi si erano addensate piccole lacrime di commozione,
non potevo credere che stesse succedendo realmente, non potevo credere
che le braccia che mi
stringevano fossero davvero le sue. Eppure era così, in quel
momento ci stavamo stringendo in un abbraccio, cosa impossibile quanto
vera. Il suo profumo dolce, mi stava facendo perdere gli ultimi
brandelli di ragione.Amici, eravamo amici, e allora perché
fremevo solo al pensiero di averlo accanto a me in una situazione
così intima? Doveva esserci per forza qualcosa di sbagliato. Ma
nonostante ciò aumentai in modo considerevole la stretta, non
volevo farlo andare via, non ora che lo avevo ritrovato per sempre. Una
settimana e tutta la mia vita, le mie certezza, erano state annientate
da quel ragazzo che stringevo sempre più forte al mio petto. Non
riuscii a resistere all’impulso di toccargli i capelli, quanto mi
erano mancati i suoi capelli. Talmente soffici al tatto… Gli
accarezzai lentamente il capo, e ne ritrovai la morbidezza. Non era
cambiato nemmeno quel suo particolare, e questo mi fece sorridere.
Sorridere, perché non era cambiato, dopo tutto quello che era
successo era rimasto sempre lo stesso ragazzo che amavo. Si amavo, non
avevo mai smesso un secondo di amarlo, ora più che mai me ne
rendevo conto. Mi ero imposta di voler bene ad un’altra persona,
Steve era stato importante per la mia vita, per la vita Joy, ma…
non provavo quell’amore così potente da scombussolarmi, da
mozzarmi il respiro e procurarmi alcuni brividi a fior di pelle. Solo
che questo Rob non lo avrebbe saputo mai.
Eravamo amici, amici. Strana
quella parola… Perché la prima volta in cui ci eravamo
ripromessi di esserlo, due ore dopo stavamo facendo l’amore in
una camera d’albergo in Germania. Mi allontanai leggermente,
permettendogli di respirare e lo guardai negli occhi emozionati,
specchio dei miei. Non riuscii a trattenere una piccola lacrima, che
infima mi bagnò la guancia e scese lungo il collo. Rob ne
accarezzò la scia, e dopodichè mi abbagliò con un
sorriso. “Non piangere.. non ora..” sussurrò
disegnando dei cerchi sul dorso della mia mano. Scossi la testa, e mi
morsi il labbro, sforzandomi di non piangere ancora, non ce ne era
motivo. Erano anni che speravo che accadesse una cosa del genere.
“Grazie..” mormorai
con la voce ancora rotta dal pianto, mentre continuava ad accarezzarmi
la mano. Rimanemmo in quella posizione per minuti, forse ore… a
guardarci, ognuno perso nei ricordi dell’altro. Più
fissavo quel viso perfetto, la mascella quadrata, la dentatura
perfetta, e più rivedevo Joy in lui.
Era assurdo che nessuno si fosse
accorto quanto fossero uguali, non ci avrebbero messo molto a fare due
più due e capire chi fosse davvero il padre. Come poteva Rob,
credere che io lo avessi tradito con Steve? Come poteva credere che
solo dopo un mese di rottura, io fossi rimasta incinta di un altro?
Come poteva credere che il mio amore per lui fosse svanito? Era questa
la fiducia che riponeva in me?
Certo ero stata io la prima ad
ammettere di non essere totalmente sicura di lui, ma di certo la colpa
non era stata solo mia.Ero sempre stata una ragazza gelosa, su questo
non c’erano dubbi. Ricordo l’estate in cui dovemmo
separarci, io per girare THE RUNAWAYS e lui REMEMBER ME.
Ce l’eravamo vista brutta, pensavo davvero che fosse la fine. Non
riuscivo a sopportare l’idea che lui fosse a New York, con lei.
Avevo smesso di chiamarlo, ero spartita totalmente, mentre la gelosia piano piano mi divorava. Emilie De Ravin, lei la causa di tutto. Lei,il motivo per cui ci eravamo presi una pausa allora, lei il motivo per cui ci eravamo lasciati.
Ero ossessionata in un modo
assurdo da Rob, certo in modo non corrisposto, ma si sa che gli uomini
dopo un po’ cedono ad ogni tentazione. Quell’estate mi
arrivò una telefonata, era da parte sua. Quella biondina mi
avvisò che Rob mi aveva completamente dimenticato, e che lo
aveva visto entrare in albergo con due modelle sotto braccio. Il primo
impulso fu quello di partire immediatamente per la grande mela e
spaccare il culo prima a Robert, e poi ad Emilie. Ma decisi di fare il
contrario. Non sentii Rob per una trentina di giorni, non gli risposi
più, provai ad andare avanti, senza soffrire, volevo
dimenticarlo, volevo essere superiore.Mi ripromisi di non versare
nemmeno una lacrima per lui. Nemmeno una.
Finite le riprese però,
me lo ritrovai sotto casa , gli occhi contornati di nero a causa delle
notti insonni e lucidi. Inizialmente lo ignorai, ma poi lo stetti a
senire, mi spiegò che non era con due ragazze, ma bensì
con la madre e il padre di Ruby, la bambina che interpretava Caroline.
Mi pregò di perdonarlo, e quella sera finì nel modo
più perfetto. Facemmo l’amore fino a che il sole non
sorse, così tante volte che non riesco nemmeno a ricordare
lucidamente il numero. Recuperammo tutti i mesi di lontananza in sole
ventiquattro ore.
Sorrisi al ricordo di quella notte, e alzai lo sguardo puntandolo negli occhi di Rob.
“A che cosa stavi pensando?” mi chiese, e io di rimando arrossii.
“A niente…”
glissai cercando Joy con lo sguardo. Joy. Joy? Mi alzai dalla panchina
alla ricerca della mia bimba e di Dan, ma avevano lasciato il dondolo
sul quale erano seduti.
“Kris che hai?”
“Io..” balbettai
alzandomi ed andando a vedere se per caso si fossero nascosti dietro
allo scivolo. Agguantai la mia giacca, e iniziai a correre.
“Non riesco a trovare i
bambini!” esclamai in preda alla disperazione, non potevo credere
di essermela persa nuovamente, cosa c’era di sbagliato in me?
“Joyyyyy!” la chiamai mentre i miei occhi diventavano lucidi.
“Dan??”
Niente, si sentiva solo
l’urlare dei bambini che giocavano tra i giochi, e il mormorio
dei genitori seduti sulle panchine, ma di mia figlia e Dan nessuna
traccia.
Mi passai una mano fra i
capelli, cercando di ricordare come si respirava. Iniziai ad
incamminarmi per la strada opposta, continuando a chiamarli.
Mi sentii strattonare il
braccio. “Kris calmati, siamo in un parco giochi, non possono
essere andati tanto lontani, non può capitare niente di
male” Provò a tranquillizzarmi, ma potevo notare benissimo
la preoccupazione nella sua voce.
Alzai un sopracciglio,
socchiudendo gli occhi. “Cosa può capitare Rob? Rapitori?
Macchine.. posso continuare la lista per mezzora…ma non voglio
pensarci!”
Ero a corto di fiato, non ero
mai stata una ragazza molto sportiva, e di certo non era prevista una
corsa, con il cuore che batteva ad un ritmo indefinibile.
“Non capisco perché
tu voglia crescere una bambina a Los Angeles!” esclamò
cercando di seguirmi.”Londra sarebbe molto meglio..”
Scossi la testa. “Stai scherz.. ando sper..o?” ansimai. “ Joyy! Dan!”
“Perché?”
“Perché diciamo
cinque anni fa mi hai detto che se avessi avuto unn bambino lo avresti
cresciuto qui.” Risposi mentre mi passavo una mano sulla fronte
imperlata di sudore. Entrai in un sentiero che portava vicino ad un
ruscello, dove Joy ed io andavamo spesso.
Era l’unica cosa che mi veniva in mente.
In quel momento la lucidità mi aveva completamente abbandonato.
Rob rimase in silenzio, forse
perché era agitato, forse perché gli mancava il respiro,
forse per quello che gli avevo detto.
Non appena ci avvicinammo,
iniziai a sentire delle risa, e riconobbi quella di Joy. Tirai un
sospiro di sollievo, e man mano le mie facoltà mentali ripresero
a funzionare. Corsi più velocemente, e trovai Joy seduta insieme
a Dan accanto al ruscello, intenti a lanciare le pietre
nell’acqua.
“Joy! Dan!” urlai
con le pupille dilatate. Questa volta quella furbetta non
l’avrebbe passata liscia. Ero sicura che avesse costretto lei il
piccolo Dan ad allontanarsi da noi.
“Mamma,
Rob!”mormorò mia figlia quando ci vide arrivare, entrambi
con il fiatone. “Volete anche voi lanciare una pietra?”
“Non allontanarti mai
più dalla mamma hai capito?” la sgridai, mentre Rob
accarezzava il capo ai due malandrini.
Joy annuì prima di
lanciarsi tra le braccia di Rob, e io non potei fare a meno di ridire.
“Hai capito cosa ti ha detto la mamma?”
“Si che ho capito.. ihih, Rob, non farmi il solletico… ihih… basta.. ihh..”
“Non ho sentito bene, cosa non devi fare?” la provocò, sempre torturandole il pancino.
“Non.. devo… ihih, allon… tanarmi!”
“Brava, e tu Dan, non hai niente da dire?”
Dan alzò lo sguardo, e
scosse la testa. “No, è tata tutta colpa di Joy.”
Come pensavo, Dan era un bimbo troppo.. troppo bravo per fare certe
cose.
Scoppiammo a ridere, e anche se ero completamente sudata ed esausta, ero felice. Felice come non lo ero da molto tempo.
Robert pov.
Ritornammo ai giochi circa
mezz’ora dopo, Ancora non riuscivo a razionalizzare che fosse
successo davvero. Io e Kris. Amici. Amici. Kris ed io. Perché mi
suonavano così male quelle parole? Presi per mano Joy e Dan
mentre Kris cercava di rintracciare Dakota e Ash.
La fissavo camminare, e non
potei fare a meno di notare quanto bella fosse. Aveva in dosso una
camicetta blu che le risaltava la pelle diafana, i suoi immancabili
Jeans e un paio i converse ai piedi. Sogghignai.
“Perché ridi?”mi domandò con un sopraccigli o alzato, dopo aver notato che la stavo osservando.
“Perché certe cose
non muoiono mai..” risposi continuando a ridere, mentre indicavo
il paio di all star che aveva ai piedi.
MI fece l’occhiolino e riprovò a comporre il numero di Dakota nella speranza che rispondesse.
Joy era la felicità fatta
in persona, aveva capito che qualcosa era cambiato tra me e sua madre,
aveva capito che tra di noi non c’era più astio. Certo,
una parte di me si sarebbe sentita per sempre delusa dal suo
comportamento, ma la parte più grande la avrebbe amata per
sempre.
“Oh Eccole!” esclamò Kris, vedendole arrivare verso di noi, sorridenti ma anche leggermente preoccupate.
“Si può sapere dove eravate finiti?!”
Mi passai una mano fra i
capelli. “Ci sono scappati, Joy ha convinto Dan ad andare con lei
al ruscello qui sopra..” spiegò Kris, che mi sorrise, e io
feci lo stesso.
Notai Ash guardarci perplessa, si era accorta anche lei che erano cambiate un paio di cose.
“Beh, io e Dan dobbiamo
tornare a casa per pranzo… tu Rob resti con Kris?” mi
chiese al settimo cielo, e in quel momento sentii le mie guance andare
a fuoco.
“Io.. non so se è il caso..” balbettai fino a che Joy non mi tirò per un brandello dei Jeans.
“Mangi con noi! Ti prego
Rob.. perfavooore… a me e alla mamma farebbe tanto
piacere!” mugolò con dolcezza. Vidi Kris irrigidirsi per
poi sciogliersi pian piano e annuire. “Si Rob, ci farebbe
piacere..”
Presi un respiro, e acconsentii. “Sarebbe bello..”
“Okay allora vengo anche
io.. possiamo andare al MC donald’s!” mi girai verso
Dakota, e un secondo dopo fu fulminata da Ash. “Non vedi che
vogliono rimanere un po’ da soli?” le sussurrò
all’orecchio, ma io riuscii ugualmente a sentire.
“Uhhhh, beh io non ci
capisco niente, prima bianco, poi nero, poi bianco, poi
nero…” blaterò Ota, fino a che non la spinse via, e
ci salutò rapidamente. Lasciandoci, nuovamente soli.
“Potrebbero fare una commedia in tv..” commentò Kris ridendo, e io mi unii a lei.
“Allora mamy, andiamo al Mac?”
Kris le sorrise dolcemente
abbassandosi, per poi abbracciarla forte. Sentii il mio cuore perdere
un battito alla vista di quel momento così dolce. Joy la strinse
forte a se e chiuse gli occhietti, per poi posare un bacino sulla
guancia della mamma.
“Scusa…”
mormorò piano, al che Kris scosse la testa e la prese in
braccio. “Mac Donald’s sia!” annunciò e
iniziammo a camminare verso l’uscita.
Durante il tragitto non parlammo
praticamente, ci pensava la piccola Joy a farlo, ed io ero contento di
passare del tempo con loro. Non mi importava che quella splendida
bambina fosse dell’uomo che più avevo odiato in tutta la
mia vita. IN lei vedevo solo Kris, e questo mi bastava.
“Che cosa vorresti fare da grande amore?” le chiesi scompigliandole i capelli boccolosi e ramati.
Corrucciò il labbro, e
assottigliò lo sguardo. “O l’attrice come la
mamma..” ridacchiai. “Oppure…. Pediatra!”
“La pediatra?”
Annuì convinta delle sue
parole. “Esatto… ci sono un sacco di bambini malati, ed io
vorrei curarli..” spiegò come un’adulta, e mi volta
verso Kris incredulo.
“Ma è figlia tua, o di Rita Levi Montalcini?!” scherzai, e vidi Kris ridere pero poi rabbuiarsi.
“E tu Rob da piccolo cosa volevi fare?”
“Il musicista… “ buttai lì sorridendole.
“Devi sapere tesoro che Rob è un ottimo pianista..” Storsi la bocca. “Ottimo? Non direi..”
Alzò gli occhi al cielo. “E anche modesto..”
“E come mai sei diventato attore?” chiese la piccola curiosona.
“Perché amavo fare
anche quello.. però non sono partito molto bene.. ho fatto dei
film privati, di non molta importanza… finchè non ho
avuto grazie a tua mamma la parte più importante della mia
vita..”
Aprì le sue piccole labbra fino a formare una o di stupore.
“Davvero grazie alla mia mamma?”
Annuii e Kris prese per la mano sia me che Joy, e quel contatto mi fece fremere. Mi era mancato tenerla per mano..
Entrammo nel locale, non troppo affollato e ci sedemmo ad un tavolo accanto ad uuna vetrata.
Lasciai temporaneamente la mano di Kris e Joy, per andare ad ordinare.
Mmm.. se non ricordavo male..
“Doppio cheeseburger con patatine e salsa barbecue?”
Kris sorrise mordendosi il labbro. “ Ricordi ancora?”
Feci spallucce. “Certe cose rimangono impresse, e tu piccola?” chiesi a Joy mentre cercava di salire sugli sgabelli.
“Io.. un hamburger
normale, e patatine grazie!” rispose, mentre la aiutavo a salire.
Andai a prendere i vassoi e ad ordinare, e tornai carico di cibo. Kris
e Joy ridevano e scherzavano fra di loro, e con buona
probabilità ridevano sulla mia pettinatura.
“Rob?” chiese Joy afferrando il suo panino. “Si tesoro?”
“Tu ti pettini i
capelli?” Mi strozzai con l’hamburger che avevo in bocca, e
Kris ridacchiò forte. “Amore, Rob passa circa cinquanta
minuti al giorno a mettersi a posto i capelli!”
E iniziò ad imitarmi come
era sua solita abitudine. Serpe. Joy rise battendo le manine, e
dopodiché soddisfatta della risposta di sua madre
continuò a mangiarsi beata il suo panino.
Fulminai Kris che mi sorrise a
trentadue denti dopodiché iniziammo a divorare il nostro cibo.
MI sentivo leggero, ma soprattutto felice di essere lì con loro
due.
Il pensiero che il giorno dopo
avrei dovuto iniziare a girare, mi fece rabbrividire. Sarebbe stata
dura, ma ero davvero interessato alla parte che avrei dovuto
interpretare.
“Mi verrete a trovare sul
set?” domandai posando l’hamburger. Joy sorrise e
guardò Kris in modo molto eloquente come per dire :
Tipregotipregotiprego.
“Certo, tanto io per adesso sono libera.”
“Così se questa piccola farà l’attrice avrà modo di conoscere un vero set!”
Joy mi balzò sulle gambe
e mi strinse forte. “Grazie!” Le toccai con un dito la
punta del nasino. “Di niente.”
Vidi Kris guardarci dolcemente. Finimmo di mangiare, e come e ra previsto io e Kris litigammo per il conto.
“Noi siamo in due, tu in
uno, e poi sei nostro ospite!” esclamò Kris, impedendomi
di tirare fuori il protafoglio.
“Non se ne parla
cara…” diniegai con il capo cercando di sfuggiare alla
stretta che ben salda aveva intorno al mio polso.
Dopo alcuni minuti di lotta,
riuscii a dare alla commessa i contanti, che intanto ci guardava come
se fossimo impazziti, oppure come se avesse visto Robert Pattinson e
Kristen Stewart insieme. Già sapevo cosa sarebbe uscito sui
giornali il giorno seguente.
“Ma voi.. voi siete Robert
e Kristen e la piccola Joy?!” urlò sull’orlo di una
crisi di nervi. Come odiavo queste persone. Non potevano farsi
semplicemente gli affari loro? Perché la mia vita privata doveva
essere sulla bocca di tutti?
Kris fece per annuire ma io la
bloccai. “ No, mi dispiace.. io sono Richard, e lei e Sarah..
niente a che vedere con questi due tizi.”
Kris cercò di nascondere una risata, ma non ci riuscì appieno. “Davvero? Eppure siete identici!”
“Mi dispiace signora.. ma siamo un po’ di fretta, veniamo dal Texas”
“Mi scusi.” Rispose con un’espressione da idiota stampata sulla faccia.
Mi diede il resto ed uscimmo sghignazzando.
“Tu sei e resterai idiota…”
“Grazie”
Joy non capiva, e ci guardava come se fossimo entrambi da ricoverare. Non aveva tutti i torti dopotutto.
Purtroppo la nostra bolla di
felicità fu interrotta da un paparazzo appostato ai lati della
strada, e così decisi di accompagnarle verso casa.
“Grazie di tutto… e di aver offerto il pranzo.. ti devo venti dollari..”
Alzai gli occhi al cielo, e mi
avvicinai per stringerla a me. Chissà quando la avrei rivista,
speravo presto, ma con i miei impegni lavorativi era difficile a dirsi.
Ricambiò l’abbraccio con ardore, e ispirai il suo profumo dolce, ma contemporaneamente non nauseante.
“Thank you..” mormorai al suo orecchio, e la sentii fremere.
Mi staccai da lei e vidi Joy osservarci con gli occhi lucidi. La alzai da terra e la feci volare fra le mie braccia.
“Fai la brava..”
Annuì per poi posare un piccolo bacio sulla mia guancia.
“Tanto io e la mamma ti verremo a trovare…. "
“Lo spero..”
Le misi giù, e dopo averle guardate un’ultima volta, mi voltai per andare verso casa di Kellan.
Me ne andai, ma una parte di me rimase nelle loro mani. Ero felice, finalmente felice come non lo ero da tempo.
__________________________
Allora cosa ne pensate? E' stato oppure no dolce e tenero? *-* Vi lascio allo spoiler amoriiiii <3
Spoiler
Pov. Kristen
“chi è?”
“Steve,
non lo sento da tanto” dissi non riuscendo a rammentare
l’ultima volta ci avevo parlato. Più di un mese sicuro.
“salutamelo,
io vado in camera da Joy” mi comunicò uscendo dalla
stanza. Mi sedetti su una sedia e finalmente risposi.
“ehilà, guarda un po’ chi si sente” esordii facendolo ridere.
“Sono imperdonabile lo so, ma le riprese di questo film mi hanno preso davvero tanto tempo”
“lo
so, infondo è un lavoro impegnativo. Come procede?” gli
chiesi ricordando un po’ il copione che mi lesse qualche mese fa.
Avevamo un bel rapporto io e Steve, quando avevamo divorziato ci
eravamo ripromessi di non perderci mai di vista, infondo eravamo stati
sposati per 3 anni e per quanto entrambi sapessimo che più che
amanti eravamo due amici, ci eravamo trovati bene. “abbiamo quasi
terminato quindi nel giro di qualche giorno dovrei essere libero. Ormai
non ci resta altro che girare le piccole scene da inserire nei vuoti
sai com‘è. Dimmi tu piuttosto, come sta Joy?”
“sta
benissimo. Diventa ogni giorno più chiacchierona e vivace e poi
sembra che abbia una dipendenza per le caramelle ormai. Tutta colpa di
Dakota, sai com‘è fatta, le fa passare tutto e a proposito
ti saluta” lo sentii ridere dall’altro capo della cornetta.
“Ah
Joy, giuro che appena riesco a liberarmi vengo a trovarvi. Mi manca
quella peste. Ha ancora l‘abitudine di scappare?” alzai gli
occhi al cielo ricordando quante volte era fuggita in
quest’ultima settimana.
“le
abitudini sono dure a morire lo sai bene. Mi scappa dal sotto il naso
in un batter d‘occhio. È diventata piuttosto brava
sai?” lui scoppiò in una fragorosa risata alla quale mi
unii anche io.
“immagino,
quindi non è cambiato proprio nulla eh?” ora sogghignava
divertito. Non sapevo se dirgli o meno di Robert, non ancora almeno
perciò decisi di mentire.
“già proprio nulla” confermai facendolo sospirare.
“proprio nulla a parte il tuo umore che sono sicuro centri con l‘arrivo di un inglesino in città”
Beccata!
Nusia&Marty
|
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Capitolo 9 *** 9- Very Happy (Nusia) ***
fff
Salve a tutteeeeee *-* ma quante siete che ci leggete? Awwwww...grazie mille davvero, siamo senza parole *-*
Ma voi ve lo immaginate in "Thank you" finale del capitolo precedente
detto da Rob in persona? Awww.... ok oggi delirio non fateci caso ma il
mio umore è a palla xD Grazie al cielo mi sono ripresa
dall'influenza *-* e ho potuto festeggiare al meglio halloween, voi
cosa avete fatto di bello? *-*
Si lo so che non volete che io vi rompa con i miei discorsi senza senso
perciò vi lascio le risposte alle recensioni della mia Mabel e al capitolo.
p.s. ci vediamo in fondo alla pagina per un pò di pubblicitààààà!
Risposte Recensioni:
Twilighter97: Ciao raffy,
innanzitutto sappi che anche a me sta sulle palle, sia Emilie che
Micheal -.-“”” anzi, a dirla tutta se ci aggiungiamo
anche Nikki è meglio XD Coooomunque u__u grazie mille davvero,
hahah peace and love ;) un bacio e buona lettura!
cimellita: Hahah tesoro anche noi ti
adoriamo se lasci delle recensioni così belle *-* Grazie Grazie
Grazie, sei un angelo ^_^ Spero che l’attesa non ti abbia
divorato, buona lettura ;)
tamina_e_dastan: *__* Awww *_* Anche
io adoro Joy, abbiamo di cercato di renderla un po’ peperina.. XD
Buona lettura, e grazie per i complimenti
_SilviPattz_ : Grazie tesorino :) sono contenta che ti sia piaciuto… ihih, ti mando una caterva di baci…
Buona lettura!
marty baddy: No guarda marty, non ti
conosco XD ihih XD Ehm.. se sarà di nuovo amore, chi può
saperlo, è tutto da vedere.. ehm.. ehm.. vabbè tesoro ti
lascio al capitolo, buona lettura ;)
emi cullen : Grazie tesoro, anche tu
sei dolcissima, come al solito direi *_* Hahaha, tranquilla Emilie
è un ricordo passato… (si spera) no dai, non la
rimetteremo solo perché ci sta troppo sul culo XD ihih
Buona lettura^^
Thecarnival: ihih, oddio addirittura
senza parole? *__* Aww ma grazie *_* hahah, non ti preoccupare,
d’altronde Steve è a kilometri da Rob e Kris… non
sarà un grosso problema… si spera XD Buona lettura, e
ancora grazie!
Signora degli anelli: Hahah, eh si..
se devo essere sincera anche io scappavo da mia mamma da piccola
>.< Una volta mi sono rinchiusa dentro l’armadietto della
piscina, e mi ha ritrovata solo dopo tre ore XD Coooomunque u__u grazie
mille tesoro, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo! Un
bacione, Marty
Lallapig: Aww, grazie tesoro! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo, e tutta la storia! Buona lettura!
Tes13May: Thank you, Thank you, Thank you!
Hhaha, eh si *_* grazie mille tere, sei un tesoro.. sisi, Tranquilla, Steve è uno okayXD
Buona lettura, e un bacio ^^
MACRY: Sorelline del mio
cuore… *____* Che bello leggere una vostra recensione *__*
Hahah, tranquille tesorine, la Ravin è solo un ricordo lontanto
-.-“ I love you ♥ Marty
Fiorels: Lollettaaa XD hahah, ora mi
sono fissata con sto nome XD E’ carino
peròòò XD Comunque more u_u grazie mille…
vedrai che Rob scoprirà presto di Joy ;)
p.s La nuova FF anche se l’hai già commentata, avresti potuto leggerla quando volevi XD ihih XD
Love u so much!
Sydney90: Grazie mille tesoro :) :) Sono contenta che ti sia piaciuto, davvero… Sei un tesoro ^^
Anto_Pattz: Antonelluzzaaa, qui a
risponderti c’è la tua Martybettuzzaaa XD Grazie mille
amore, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo ^^ Vedrai che ce
ne saranno di momenti simili a questo, tranquilla ^^
Ricambio il baciotto grande e smisurato, e ci aggiungo un abbraccione XD Love u
Busypol: Grazie mille tesoro, sei
sempre troppo gentile nei miei confronti… Nn ti stufi a
leggermi? XD Cmq, buona lettura, e un bacio
Darkshine1986: Anche noi ti adoriamo! Buona lettura :)
"Resta"
9-Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen
Erano
esattamente 3 giorni che avevo un sorriso costantemente stampato sul
volto. Tutto merito dell’estate o del tempo libero a mia
disposizione? Certo se volevo negare l’evidenza. La verità
era che
se non fosse stato per Robert, per la sua seconda
opportunità, non penso che avrei mai più visto un sorriso
del genere sul mio volto. Persino lavare i piatti insieme alla mia
migliore amica mi faceva sentire bene. Si, sapevo che era una cosa
assurda e totalmente
infantile ma…ero felice! Se ricordavo bene non mi sentivo
così leggera e spensierata da tanto, forse troppo tempo.
L’ultima volta che sorrisi in un modo simile fu quando mi misero
tra le braccia la mia bambina. Ricordavo ancora le lacrime che si
addensarono ai lati degli occhi quando Joy mi strinse il dito tra la
sua piccola e paffuta manina.
“avanti
Kristen ce la puoi fare, respira lentamente, ecco così
bravissima tesoro” Dakota mi teneva stretta la mano e respirava
lentamente con me. Mi si erano rotte le acque e da circa 7 ore non
facevo altro che urlare per le dolore. Mi avevano detto che il
travaglio sarebbe stata la parte più dolorosa ed estenuante ma
non credevo fino a quel punto. Grazie al cielo le contrazioni ormai
arrivavano ogni manciata di secondi così la mia dottoressa aveva
annunciato che si poteva procedere al parto naturale. In quel momento
mi trovavo in sala operatoria, distesa su un lettino, con le gambe
aperte a spingere con tutte le forze che avevo per mettere alla luce la
mia bambina. Bambina che in quel momento detestavo per la pena che mi
stava facendo vivere ma che sapevo avrei amato appena uscita. Infondo
quando si è costretti a patire tanto non si pensa molto agli
altri o forse ero io a non riuscirci. Ma chi aveva detto che partorire
era una bella esperienza?
“AAAAHHHHH” lanciai un altro urlo proprio quando la dottoressa mi ordinò di spingere.
“sei
brava Kristen su” mi incitò Dakota sorridendomi
emozionata. Non avevo voluto nessuno al mio fianco se non lei. Non mia
madre o Steve, solo lei, la mia Ota. Sapevo che in quel momento
l’unica persona che avrei potuto sentire realmente vicina era
lei, l’unica dopo quella che in realtà avrei davvero
voluto al mio fianco.
“uno,
due, tre…spinga” ed io lo feci, quella volta senza urlare.
Respiravo, stringevo i pugni e spingevo mentre la mia mente gravitava
altrove. Chissà dov’era in quel momento lui.
Chissà cosa faceva, con chi era. Forse con Tom a bere una delle
sue solite birre seduto su uno sgabello di un insulso bar. Oppure
dormiva, infondo dovevano essere le due di notte passate. Qualunque
cosa stava facendo, sapevo che era ignaro che in quel preciso istante
stavo mettendo alla luce nostra figlia.
“ROOOOOOOOOOOBBBB”
urlai un’ultima volta prima di sentire un piccolo pianto
propagarsi per la stanza. Mi accasciai sul cuscino sentendomi
finalmente libera e sospirai.
“ce
l‘hai fatta amore mio” bisbigliò Dakota al mio
orecchio. La fissai negli occhi e notai che erano lucidi e luminosi,
come se quel giorno fosse stato anche il più importante della
sua vita. La dottoressa si avvicinò a noi con in braccio un
piccolo corpicino coperto da una tovaglia e ci sorrise. La mia amica si
asciugò una lacrima e si avvicinò a lei prendendole la mia creatura dalle mani per poi tornare da me.
“cara
mammina, ti presento Joy” mi annunciò prima di posarla tra
le mie braccia. La tenni sul mio petto senza toccarla davvero, la
vedevo piccola e fragile e avevo paura che con un minimo tocco si
sarebbe frantumata.
“non
aver paura” mi consigliò la dottoressa ed io annuii. Mi
accomodai meglio sul lettino e l’allontanai un po’ da me
per poterla guardare meglio. Era ancora un po’ sporca, ma anche
così era stupenda. Un piccolo angelo mi era stato donato ed io
avrei avuto il dovere di prendermene cura. Le toccai il piccolo viso e
quando una sua piccola e paffuta manina strinse un mio dito mi si
aprì sul volto un sorriso spontaneo. Il primo dopo tanto tempo.
“è meravigliosa” mormorai e sentii una lacrima rigarmi il volto.
“guardala
Kristen” disse Dakota quando mi vide ad occhi chiusi. Li
aprii e alla vista dei suoi grandi occhi color del cielo rimasi
estasiata.
“abbiamo creato un angelo Robert” sussurrai emozionata.
Con il
tempo la tonalità dei suoi occhi era cambiata fino a diventare
verde come la mia. Sapevo che i bambini tendevano a cambiar colore
degli occhi nel primo mese di vita ma io avevo sperato che non
succedesse. Avrei tanto voluto che rimanessero azzurri come quelli del
papà ma anche se ciò non era successo non potevo certo
lamentarmi che non gli somigliasse. Casomai il contrario.
“quindi
mi chiedevo cosa ne pensassi” concluse Dakota voltandosi verso di
me e porgendomi l’ultimo piatto da asciugare. Ci divertivamo a
lavare i piatti quando avevamo del tempo libero. Era una cretinata ma
era una cosa nostra e ci piaceva tanto.
Cercai
di non farle intendere che non avevo seguito praticamente nulla di
quello che avevo detto, perciò cercai di non guardarla negli
occhi e rischiai.
“fantastico è…un….un‘idea grandiosa” bofonchiai e lei mi guardò perplessa.
“pensavo che almeno avresti iniziato a saltellare per tutta la cucina” ammise contrariata.
“oh…ehm…” non sapevo che dirle.
“ho
paura Kristen” mi disse facendosi improvvisamente seria. Ok, non
avevo la più pallida idea di cosa stessimo parlando.
“di cosa Ota?” domandai cercando di tirar fuori qualche ragno dal buco.
“non
lo so…e se poi va male? Insomma Kris il matrimonio è un
passo importante e…io e Cole…”
“MATRIMONIO?” urlai come una matta facendo cadere il piatto a terra. Inutile dire che si ruppe in mille pezzi.
“tu e Cole vi sposate?” chiesi sbalordita e lei scoppiò a ridere.
“Oh
dio Kristen, prenderti in giro è uno spasso”
balbettò tra una risata e l’altra mentre raccoglieva da
terra i cocci del piatto. La guardai male lanciandole dietro uno
straccio.
“sei una stupida, mi è preso un colpo” l’accusai e lei rise più forte se è possibile.
“la smetti?” mi lagnai.
“okok
però è stato davvero pazzesco. Insomma io ero li a dire
cavolate assurde, a parlarti di una proposta di matrimonio mai fatta, a
descrivere l‘abito dei miei sogni e il banchetto, gli invitati e
tu non ti sei accorta di nulla. Insomma continuavi a strofinare lo
stesso piatto e sorridere come l‘imbecille” e rise ancora
una volta. Ecco, avevo fatto la figura della stupida adolescente con la
testa perennemente tra le nuvole.
“a cosa pensavi di tanto bello?” mi domandò quando si fu calmata.
“oh…nulla” tentennai facendole scuotere la testa.
“cos‘è
imbarazzo, quello che leggo sul tuo volto? O dovrei chiamarlo effetto
Robert Pattinson?” continuò a prendermi in giro.
“piantala Ota” dissi dandole una piccola spinta per poi scoppiare a ridere anch’io.
“vedo
con piacere che ti è tornato il buon umore”
commentò accarezzandomi un braccio. Asserii con il capo per poi
sospirare.
“sono felice” ammisi facendola ridacchiare.
“Ah l‘amour!” esclamò prima di abbracciarmi.
“ehi chi ti dice che io sia innamorata?!” lei sciolse l’abbraccio guardandomi indifferente.
“scherzi vero?”
“per
me Robert è un semplice amico” le dissi scoccandole un
bacio sulla guancia e strizzandole l’occhio. Comprese che la
stavo prendendo in giro e ridacchiò divertita.
“certo, d‘altronde anche per me Cole è solo un amico”
“esattamente”
le confermai prima di afferrare il mio telefonino che aveva cominciato
a suonare. Lessi il nome sul display e accennai un piccolo sorriso.
“chi è?”
“Steve,
non lo sento da tanto” dissi non riuscendo a rammentare
l’ultima volta che ci avevo parlato. Più di un mese sicuro.
“salutamelo,
io vado in camera da Joy” mi comunicò uscendo dalla
stanza. Mi sedetti su una sedia e finalmente risposi.
“ehilà, guarda un po’ chi si sente” esordii facendolo ridere.
“Sono imperdonabile lo so, ma le riprese di questo film mi hanno preso davvero tanto tempo”
“lo so, infondo è un lavoro impegnativo. Come procede?” gli chiesi ricordando un po’ il copione che
mi lesse qualche mese fa. Avevamo un bel rapporto io e Steve, quando
avevamo divorziato ci eravamo ripromessi di non perderci mai di vista,
infondo eravamo stati sposati per 3 anni e per quanto entrambi
sapessimo che più che amanti eravamo due amici, ci eravamo
trovati bene. Ero contenta di averlo ancora nella mia vita e poi Joy lo
aveva sempre visto come uno zio. Già, non avevo mai permesso che
lo chiamasse papà e a lui andava bene così. I primi
tempi, quando la piccola iniziò a parlare, era stata dura
insegnarla che Steve non era il padre. Fortunatamente Joy è
sempre stata intelligente e dopo pochi mesi comprese che Steve era
semplicemente Steve.
“abbiamo
quasi terminato quindi nel giro di qualche giorno dovrei essere libero.
Ormai non ci resta altro che girare le piccole scene da inserire nei
vuoti sai com‘è. Dimmi tu piuttosto, come sta Joy?”
“sta
benissimo. Diventa ogni giorno più chiacchierona e vivace e poi
sembra che abbia una dipendenza per le caramelle ormai. Tutta colpa di
Dakota, sai com‘è fatta, le fa passare tutto e a proposito
ti saluta” lo sentii ridere dall’altro capo della cornetta.
“Ah
Joy, giuro che appena riesco a liberarmi vengo a trovarvi. Mi manca
quella peste. Ha ancora l‘abitudine di scappare?” alzai gli
occhi al cielo ricordando quante volte era fuggita in
quest’ultima settimana.
“le
abitudini sono dure a morire lo sai bene. Mi scappa dal sotto il naso
in un batter d‘occhio. È diventata piuttosto brava
sai?” lui scoppiò in una fragorosa risata alla quale mi
unii anche io.
“immagino,
quindi non è cambiato proprio nulla eh?” ora sogghignava
divertito. Non sapevo se dirgli o meno di Robert, non ancora almeno
perciò decisi di mentire.
“già proprio nulla” confermai facendolo sospirare.
“proprio
nulla a parte il tuo umore che, sono sicuro, centri con l‘arrivo
di un inglesino in città” beccata!
“di che inglesino parli?” chiese facendo finta di cadere dalle nuvole.
“di
quello che è stato fotografato con te e Joy circa 3 giorni fa.
Se non sbaglio si chiama mmmh…Robert Pattinson?”
“aaaaaaaaaah dici quell‘inglesino” feci finta di rammentare.
“com‘è stato rivederlo? Insomma erano...quattro anni no?”
Ci facemmo entrambi seri ed io sospirai.
“già,
proprio quattro anni. È…è stato strano Steve.
L‘ho incontrato nel supermercato perché Joy si era persa e
guarda caso chi l‘ha trovata? Lui. Non puoi capire come mi sono
sentita quando li ho visti insieme. Mi è sembrato di toccare il
cielo con un dito e nello stesso tempo di sprofondare
all‘inferno” ammisi.
“immagino tesoro. Si somigliano molto non è così? La somiglianza c‘è sempre stata”
“sono
identici, se non fosse per gli occhi sarebbero realmente due fotocopie.
Fortunatamente nessuno sembra averci fatto caso, non ancora
almeno”
“pensi di dirgli la verità? Infondo è il padre Kristen” mi chiese.
“non
lo so Steve, non è semplice. Ho…ho paura prché so
che la prenderebbe male, non per Joy, ma perché saprebbe che gli
ho nascosto una cosa del genere per 4 lunghi anni”
“Rob
è sempre stato comprensivo, forse all‘inizio si
sentirà tradito ma poi gli passerà no?”
“Devo
pensarci bene. Non posso andare li di punto in bianco di dirgli che ha
una figlia. Insomma sono appena 3 giorni che ci parliamo senza
scannarci. Dopo l‘incontro al market l‘ho rivisto ad un
ristorante e me ne ha dette di tutti i colori. Mi ha confessato che
l‘ho deluso e Dio solo sa quanto mi odierà se gli dico la
verità” ero frustata.
“hai paura di perderlo?”
“non
voglio che esca dalla mia vita proprio ora che ci è rientrato.
So che tutto è cambiato tra di noi e so che non potremmo mai
più essere come un tempo. Mi accontento di stargli vicino come
amica Steve” e quasi mi venne da ridere pensando a quanto assurda
fosse la situazione. Io che confidavo al mio ex marito di provare
ancora qualcosa per Rob ma che sapevo che ormai potevo solo essere sua
amica. Assurdo!
“sappiamo
entrambi che prima o poi dovrà sapere la verità. Se vuoi
possiamo farlo insieme. So che molto probabilmente mi odia con tutto se
stesso ma cercherei di farlo ragionare”
“prima o poi glielo dirò” acconsentii.
“vuoi un consiglio Kristen?” mi chiese.
“dimmi”
“non
aspettare troppo tempo per parlargli. Potrebbe scoprirlo da solo e a
quel punto sarebbe davvero difficile farti ascoltare e tu lo sa
bene”
“non potrebbe mai scoprirlo da solo” lo contraddissi.
“pensaci
bene Kristen. Joy gli somiglia tanto e per di più sa che io non
sono il padre. Tua figlia è intelligente ma ha pur sempre 4
anni”
Mi si
mozzò il fiato davanti a quella costatazione. Steve non aveva
tutti i torti. Joy e Robert andavano piuttosto d’accordo e la
piccola poteva facilmente dire che Steve non era il padre. Infondo come
potrebbe mai pensare che se solo si facesse scappare quella cosa
succederebbe il putiferio?
“gli parlerò quanto prima, hai ragione”
“brava tesoro. Io ora devo scappare. Tienimi aggiornato ok? Un bacio”
“si Steve grazie. A presto” e riagganciai.
Restai
seduta su quella sedia a riflettere per qualche altro minuto,
dopodiché decisi di raggiungere Ota e Joy in camera della
piccola.
Quando stava per aprire la porta della stanza mi bloccai alla domanda di mia figlia.
“Zia posso chiederti una cosa?” le disse mentre Dakota le sistemava i bei capelli.
“certo amore dimmi”
“ecco…tu
lo sai perché la mamma e Rob si sono lasciati?” dalla
piccola fessura della porta vidi chiaramente la mia amica irrigidirsi e
aggrottare le sopracciglia. Chi bambina di 4 anni avrebbe mai chiesto
una cosa del genere? A quanto pare solo Joy Stewart. Si, le ho dato il
mio cognome. All’epoca pensai che visto che non poteva portare il
cognome del padre avrebbe portato solo ed esclusivamente il mio.
“Sono
cose da adulti tesoro. È complicato per te” se credeva di
salvarsi con quella giustificazione si sbagliava di grosso. Difatti la
mia bambina si volto verso di lei e le sorrise.
“farò
un sforzo, tu dici” mi scappò un ghigno ma portai subito
la mano alla bocca per non farmi scoprire. Anche Dakota sorrise e
prendendola in braccio si decise a parlare.
“beh vedi molte volte noi grandi siamo dei veri idioti e non ridere sai?! Io dico davvero”
“e anche la mamma e Robert lo sono stati?”
“loro
più di tutti amore mio. Quando si cresce tendiamo tutti a
complicarci la vita con assurde paranoie e la tua mamma tesoro, di
paranoie se n‘è fatte tante e tutte senza motivo”
“e
perché?” chiese mia figlia ormai curiosa. Anche io
volevo che continuasse a parlare. Ero interessata a capire come
apparisse la mia storia agli occhi degli altri.
“perché
ad un certo punto ha dimenticato l‘amore che Robert provava per
lei. Tu sei piccola amore mio e probabilmente non stai capendo nulla di
quello che ti sto dicendo però so che un giorno capirai. La tua
mamma e Rob non si sono lasciati perché non si amavano”
“e allora per quale motivo?”
“semplicemente
perché hanno preferito ragionare con la testa invece che con il
cuore. A quest‘ora non ci troveremmo in questa situazione amore
mio” bisbigliò alla fine baciandole il capo. Mia figlia
annuì e pensando che il discorso fosse concluso provai ad
entrare, ma dovetti bloccarmi nuovamente al suono della voce della mia
amica.
“Joy
mi fai una promessa? Hai solo 4 anni ma so che sei intelligente.
Promettimi che sceglierai sempre con il tuo cuoricino, ok?”
sorrisi quando la mia bambina asserì con il capo.
“e promettimelo anche a me tesoro” dissi io uscendo finalmente allo scoperto.
“Ehi, non si origlia alle porte” mi riproverò Dakota per poi scoppiare a ridere.
“Steve vi saluta. Ha detto che appena sarà libero ti verrà a trovare, sei contenta tesoro?”
“siiiiiii…mi manca tanto Steve” esultò Joy scendendo dalle braccia della zia e correndo in salotto.
“quanto hai ascoltato della conversazione?” mi chiese Dakota venendomi incontro a braccia conserte.
“più
o meno dall‘inizio” sogghignai “e a proposito, grazie
per avermi dato dell‘idiota”
“Oh
beh di niente infondo è la pura verità” alzai gli
occhi al cielo sospirando teatralmente anche se in cuor mio sapevo che
aveva ragione.
“che ti ha detto Steve?”
“niente
si è scusato per non essersi fatto sentire ma le riprese gli
rubavano troppo tempo e poi mi ha praticamente presa in giro” la
informai.
“come sempre del resto. Questa volta su cosa?”
“sull‘arrivo di un inglesino in città. < se non sbaglio si chiama Robert Pattinson >” dissi cercando di imitare la sua voce. Ota rise a crepapelle.
“secondo lui dovrei dirgli la verità e anche al più presto” aggiunsi subito dopo facendola ritornare seria.
“lo penso anch‘io Kris”
“si, lo so. Su andiamo a vedere quella peste di mia figlia dov‘è finita” la incitai percorrendo il
corridoio. Quando arrivammo nel soggiorno trovammo la piccola seduta a
gambe incrociate sul divano con il mio cellulare in mano.
“certo che glielo dico, tu aspetta eh” stava parlando con qualcuno.
“Joy,
con chi parli? E chi ti da il permesso di prendere il mio
cellulare?” la rimproverai avvicinandomi. Lei se ne fregò
bellamente e ridacchiò per una frase.
“Aspetta Rob che ti passo la mamma… tieni è per te” mi informò porgendomi il telefono.
“grazie tante eh!” esclamai a mia figlia prima di rispondere.
“Ehi Rob?” avevo il cuore il gola per l’emozione. Che cosa infantile!
_____________________________________________________
Eccomi
qui, allora visto che il nostro Steve non era poi così cattivo?
Vuole tanto bene a Kristen e Joy e per loro vorrebbe solo il meglio, in
questo caso. Robert.
bene, bando alle ciance prima del capitolo vi annuncio che la nostra
Martybet alias Mabel che ha cambiato nickname, ha scritto una nuova ff e quindi dovete ASSOLUTAMENTE correre a leggerla tutte *-* vi lascio il link eh....
IL MATRIMONIO DEL MIO MIGLIORE AMICO
oltre a lei che come tutti sappiamo è molto più che bravissima, fate un salto a leggere anche Abyss della mia bravissima shine_gr
Spoiler!
Pov.Robert
“Ciao..”
“Hei Rob.. come
stai?” la sua voce era ferma, sicura, pacata, a contrario della
mia. Perché dovevo essere sempre io il pappamolle, mentre era
sempre lei quella ad avere la situazione sotto mano?
"Volevo sapere, se ti andava di venire con Joy qui da me.. alle riprese intendo..”
“Mi farebbe, ci farebbe davvero piacere..”
Sulle mie labbra comparve un sorriso a trentadue denti, aveva accettato.
“Oggi pomeriggio sei libera?”
“Mmm..si direi di si.. Joy ne sarà entusiasta, e anche io lo sono..”
Pov.Kristen
“Bastardo!”
“Joy! Ma cosa sono queste parole!” dissi sbalordita.
“Ma lo hai detto tu prima
al paparazzo… non so nemmeno cosa vuol dire..” si
scusò facendo il suo solito labbruccio.
“Comunque, alla fine,
Logan e Fanny decidono di andare a vivere insieme, e Logan è
subito affascinato da questa bambina..con il tempo si accorge anche di
provare qualcosa per Fanny, e una sera compone una ninna nanna per la
bimba chiamata Drops of rain…”
“Da qui il titolo Drop of Rain” conclusi io per lui.
“Esatto!”
Rimasi persa nei miei pensieri fino a quando, qualcosa mi colpì in pieno viso.
Ci misi qualche secondo per realizzare di essere stata colpita da un cuscino.
Spalancai gli occhi, e vidi Rob e Joy, in piedi davanti a me con due affari rossi in mano.
“Mamma vuoi la guerra?!” esclamò Joy sorridendo
Nusia&Marty
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Capitolo 10 *** 10- Drop of Rain (Martybet) ***
dddddddddddd
Buona domenica a tutte tesori come state oggi? Io abbastanza bene =)
avete notato alcuni piccoli cambiamenti del sito, come l'avart? *-* io non riesco ad inseriro però -.-"
se vi va fate un saltino nella mia pagina, ho scritto qualcosina su di
me, quindi se volete conoscermi un pochetto siete le benvenuta =D
Allora bando alle ciance passiamo al capitolo? Questo mi piace davvero
tanto forse perché il legame di Joy e ROb si intensifica
maggiormente o semplicemente per la bella atmosferma che si "sente"
p.s. scusate per gli errori ma non ho avuto tempo di correggerli =(
Ci vediamo a fondo paginaaaaaa ora vi lascio alle-->>
Risposte Recensioni:
emy cullen :
grazie mille Emy. Come vi avevo avvisato Steve è davvero un
tesoro. Vuole bene a Kristen nulla di più =)... per quanto
riguarda la verità deve per forza essere svelata con la giusta
cautela, penso che verrebbe un infarto a chiunque se una va li e dice
"Ehi guarda ke tu sei papà da 4 anni" O___O xD un bacio. twilighter97
: mhahahahah anche io sono stata a casuccia mi ad Halloween Raffy
quindi consolati xDxD Ovviamente anche la sottoscritta odia Emilie e
Micheal, povero se penso a quante gliene ho dette =D Nikki neanche io
penso si cattiva, tutt'altro, forse ha sbagliato ma penso che non sia
poi così stronza =)....un bacio e grazie mille! _SilviPattz_: grazie mille tesorooooooo.... *-* vero, il rapporto di
Ota e Kristen è davvero bellissimo e il flashback ho pensato che
doveva esserci *-* sono contenta che vi sia piaciuto. Un bacio! Ti
adoro. Tes13May
: grazie milleeeeeee Tes...beh Dakota in questa fan faction è
molto importante anche perché è il vero punto di
riferimento di kristen. Il momento "tragico" si avvicina sempre di
più e non so se sarà calmo xD sai come si dice no? Le
persone all'apaprenza calme sono le più pericolose O_O xD Un
bacio. thecarnival :
ahahah cortino? beh 6 paginette non è cortino ma ti capisco xD
anche io quando leggo una ff non vorrei che finisse mai *-* Grazie
infinite un bacio. MACRY: awwww le macryne Grazie mille tesorini siete sempre gentilissime *-* due bacioni enormi. sydney90:
ahahaha si, Joy è davvero molto intelligente e se non prende lei
la situazione in mano non lo farà nessuno xD Dakota e Kristen
hanno un rapporto splendido, più che amicizia sembra vero e
proprio affetto fraterno che è molto più forte =) Steve
ha dato il consiglio più giusto e Kris lo sa benissimo. Grazie
infinite un bacio. cimellita:
grazie infinite tesorooooo *-* gli angeli siete voi, troppo buona <3
eheh qst capitoli qui sarà bellissim xd. Bacio. monibiondina: awwwww grazie di cuore, sono contenta che la storia ti piaccia tanto *-* Anto_Pattz
: ahahahah grazie mille Anto, sta tranquilla che Steve è
davvero intenzionato a fare il bravo. Ci sono già troppi
problemi, se ci aggiungiamo anche lui è la fine xD Baci! marty baddy: muahahahah siiiiiiiiiii l'amore tornerà, ma basterà quello? mmmh xD Grazie mille tesoro! Baci
"Resta"
10-Capitolo (Mabel)
Pov. Robert
Non
ha importanza anche se siamo dei duri, i traumi lasciano sempre delle
cicatrici. Ci seguono anche a casa, cambiano la nostra vita. I traumi
incasinano tutti, ma forse è proprio questo il punto. Il dolore,
la paura, le stronzate, forse subire questo ci permette di andare
avanti, di superare ogni cosa. Forse tutti dobbiamo incasinarci un po'
prima di poter migliorare.
Grey’s anatomy.
Mi
mancava il calore del suo corpo, il profumo dei suoi capelli lunghi, la
pelle color pesca, che molto spesso passava ad un colore rosso acceso
sulle gote. I suoi grandi occhi verdi, perfettamente identici a quelli
di Joy. Mi mancava anche quella bimba in modo straziante. Le sue risata
mentre le solleticavo il
pancino, quella ruga di incomprensione che le compariva sul suo viso,
quando si perdeva certi discorsi. Ero innamorato della ragazza che mi
aveva distrutto e della figlia che aveva avuto con un altro uomo.
Eppure... eppure non potevo fare altrimenti. Non potevo odiare una cosa
così bella, una cosa che avevo amato così profondamente.
Ci avevo provato, per quattro lunghissimi anni non avevo fatto altro.
L’odio e la delusione erano gli unici sentimenti che avevo
provato. Ma ora, ora non era più così. Portai nuovamente
la Marlboro fra le mie labbra, e ispirai lentamente, gustandomi quel
sapore che tanto adoravo. Amavo fumare, e non era un vizio, no, era
qualcosa che mi piaceva sul serio. Un particolare che condividevo con
Kris. Le sigarette…
Perché una semplice parola riusciva a farmi tornare indietro nel tempo?
Scesi
velocemente le scale, cercando il mio pacchetto di sigarette, ma nulla.
Ero convinto di averlo lasciato sul mio comodino la sera precedente,
ero certo. Presi la giacca e controllai nelle tasche ma delle mie amate
Marlboro nessuna traccia. Certo avrei potuto sopravvivere senza fumare,
ma dannazione, perché dovevo essere sempre così sbadato?
Non che i soldi fossero un problema, ma perdevo ogni cosa. La settimana
prima, avevo dimenticato una mia maglia da qualche parte, la volta
ancora prima gli occhiali da sole, e ora le sigarette. Cazzo, volevo
fumare, si alle otto di mattina, e con questo?!
E
se.. no, quel pensiero .. no era assurdo. Come avrei potuto anche solo
pensare che .. Non feci terminare i miei pensieri che aprii
l’armadio di Kris, e una nuova consapevolezza mi si parò
davanti. La mia fidanzata era una ladra. Trovai la mia camicia a
quadretti rossa nascosta dietro ad un appendino, i miei occhiali dentro
la sua trousse.. e le mie sigarette?!Presi il cellulare dalla tasca dei
jeans e composi il numero che avevo fatto così tante volte. Non
ci mise molto a rispondere.
“Rob,
che c’è sto lavorando!” esclamò contrariata,
e io immaginai la sua espressione imbronciata mentre pronunciava quelle
parole. Adorabile.. ma sempre una ladra.
Ridacchiai,
cercando di tenere un minimo di serietà. “Mi stavo
chiedendo.. hai mica visto i miei rayban neri?”domandai sul vago.
Silenzio. Sapevo che adorava indossare le mie cose, non mi dava per
niente fastidio. Amavo vederla con le mie magliette, la rendevano in
qualche modo più sexy.. ma le sigarette NO!
“Io…” balbettò. “Hai perso anche quelli?”
Piccola serpe che non sei altro!
“Io non ho perso nulla, anzi ho ritrovato parecchie cose aprendo il tuo armadio amore mio.”
“Oh.oh.” la sentii bisbigliare.
“Oh.
Oh, un bel niente” feci finta di alzare la voce, per spaventarla,
ma mi sentivo estremamente ridicolo, come d’altronde era ridicola
tutta quella storia.
“Io.. ecco scusa…”
“Kris,
dannazione quante volte.. ti ho detto di non prendere le mie
cose?!” No, non potevo farcela, infatti finii la frase con una
risata, e purtroppo tutta la mia messa in scena fu scoperta. L’ho
mai detto che non sono bravo a mentire?!
“Nessuna
in verità… è solo che mi piace.. sentire il tuo
profumo sulla mia pelle, è come se una parte di te mi fosse
vicino anche quando sono lontana..” spiegò con voce
innocente, che mi fece sciogliere più del dovuto.
“Gattina, lo sai che puoi prendere ogni cosa che vuoi… e ora come sei vestita?”
“Veramente.. con la tua t.shirt grigia… “
Ridemmo in contemporanea, poi mi venne in mente un particolare. “ Le sigarette?!”
“Ehm.. che sigarette?!”
“Non fare la finta tonta, le MIE sigarette dove le hai messe?!”
“Ehi, ma scusa eh? dove è finito, prendi ogni cosa che vuoi..” ribattè.
“Non le mie sigarette.” Precisai.
“Te ne compro 10 pacchetti quando arrivo a casa..”
“No Kris, ora mi dici dove..”
“A dopo amore..” mi interruppe.
“Mi
puoi dire dove sono per favore?!” la pregai usando tutta la
dolcezza nella mia voce, sperando che compatisse un povero fumatore in
astinenza.
“Ti amo Rob..”
Detto
questo chiuse la telefonata. Bella conversazione! E sapete quale era la
cosa buffa? Che la amavo anche io in un modo che poteva considerarsi
illegale.
Non ci
misi molto a convincermi di prendere il telefono per chiamarla, volevo
averle lì con me. Volevo far vedere a Joy il set dove lavoravo,
volevo abbracciarle, volevo sentire il loro profumo.
Composi
il numero con le dita che mi tremavano appena, e non appena sentii che
che la linea era libera trattenni il respiro. Passarono alcuni secondi
ancora,il mio viso era tendente ad un rosso acceso, e sentivo il mio
cuore andare a ritmo con il bip fastidioso del telefono. Potevano
sudarmi le mani per una cosa così? Si, decisamente si.
“Ciao Spunk!”
Il mio
cuore si fermò, per poi iniziare a battere ad un ritmo
inverosimile. Erano anni che non sentivo la sua voce deliziosa
chiamarmi in quel modo. Arrossii più di quanto non lo fossi
già e mi morsi ferocemente il labbro inferiore.
“Ciao
Kris..” mormorai sorridendo, quando un urlo mi fece quasi perdere
l’udito, anzi no, non era un urlo ma una risata.
“Kris?
Rob ma sono Joy!” esclamò ridendo la bambina, e in quel
momento mi maledii quante volte possibile. Come potevo confondere la
voce di Kristen con quella di Joy?! Era … assurdo!
“Scusami
tesoro, ma tu e la mamma avete la voce che si assomiglia..”
borbottai sprofondando sempre di più nell’imbarazzo. Mi
sentivo molto una donna al suo primo appuntamento.
“Mamma dice che assomiglia molto di più a quella di papà, comunque Spunk mi sei mancato..”
Non so
se furono le parole di per sé, oppure il modo veloce in cui le
aveva dette, comunque mi persi sicuramente qualche cosa. Quello che il
mio cervello elaborò fu solamente, papà, e Spunk mi sei
mancato.
“Robbb! Ci sei?”
Mi
schiarii la voce. “Si ci sono, anche tu mi sei mancata,
tanto..” Mi fermai un secondo. “ Scusa ma come mi hai
chiamato?”
La sua
risata grassa e gioiosa mi fece completamente sciogliere. “ Mamma
ieri sera mi ha racontato un po’ di cose su voi due, e ora ho
deciso che ti chiamo così.. proprio come ti chiamava
lei..” spiegò tra una risa e l’altra.
“Il
tuo ragionamento non fa una piega.” Risposi sorridendo, non
potevo credere al fatto che Kris avesse raccontato di me a lei, di noi,
a lei. Forse.. forse non era tutto perduto come credevo.
Quella inaspettata consapevolezza mi fece gonfiare il petto di felicità.
“Quando
è che ci vediamo?” chiese con voce strascicata, come se
fosse una supplica. Non aveva capito che non doveva supplicare. Se
avessi potuto avrei speso tutto il mio tempo con lei.
“Vi ho chiamate appunto per questo..volevo sapere che ne pensava tua madre..”
Sentii attraverso il cellulare dei fruscii, e la voce di Kris mi fece sobbalzare.
“Joy con chi parli?! E chi ti da il permesso di prendere il mio cellulare?” Sempre la solita.
“Aspetta
Rob che ti passo la mamma.. tieni è per te” Non feci tempo
a prepararmi psicologicamente, che all’altro capo del telefono ci
fu Kris.
Presi un grosso respiro, e mentre mi torturavo le pellicine della mano, la salutai.
“Ciao..”
“Hei
Rob.. come stai?” la sua voce era ferma, sicura, pacata, a
contrario della mia. Perché dovevo essere sempre io il
pappamolle, mentre era sempre lei quella ad avere la situazione sotto
mano?
Un gay, Robert Pattinson era un gay.
Su cazzo, per una volta fai tu l’uomo.
“Vlvo
spre s t andva d vnr cn Jy qi d me.. “dissi, o almeno provai a
dire. Diciamo che quello che avevo in mente, e quello che era uscito
dalla mia bocca erano cose diverse.
Sentii
la sua risata cristallina, e questo mi fece sorridere. “ Si ho
capito tutto Rob, ripeti un secondo che non ho capito l’ultima
parola!”
Sospirai. “Volevo sapere,
“Se ti andava di venire con Joy qui da me.. alle riprese intendo..”
Okay questa volta era andata meglio, stavo recuperando dopotutto, no?! La rimonta di Robert Pattinson!
Silenzio, dalla sua bocca non uscì una parola.
“Allora che ne pensi?” riprovai con il cuore in gola.
“Io..”
Dì di si, dì di si, dì di si.. mi ripetei nella
testa come un mantra. “Mi farebbe, ci farebbe davvero
piacere..”
Sulle mie labbra comparve un sorriso a trentadue denti, aveva accettato.
“Oggi pomeriggio sei libera?”
“Mmm..si
direi di si.. Joy ne sarà entusiasta, e anche io lo
sono..” Quelle ultime parole furono il colpo di grazie, rimasi
imbabolato, immaginando la sua espressione imbarazzata.
“Bene, allora ci vediamo qui tra poco..” mormorai passandomi una mano nei capelli.
“Mmm… Rob, io non so bene dove girate.. quando arrivo lì vicino ti chiamo okay?”
“Certo… a dopo Kris”
“ A dopo Rob”
M i
lasciai cadere a peso morto sul divano portando le mani sulla fronte.
Non potevo crederci. Assurdo. Quella parola la avevo pronunciata troppe
volte per i miei gusti in quell’ultima settimana, ma non
c’era altro modo per descrivere quella situazione. Assurdo era la
parola perfetta.
Pov. Kristen
Mi
riguardai per l’ennesima volta allo specchio. Ero infantile?
Decisamente si. Se no non mi sarei truccata e scelta appositamente i
vestiti per un’ora. Non era da me, ne ero consapevole, ma
chissà per quale ragione volevo fare bella figura. Su chi poi
era ancora da decidere.
Abbassai
lo sguardo dallo specchio e trovai gli occhi contrariati di mia figlia.
Alzai le mani in segno di resa, ma i suoi occhi erano ancora puntati su
di me, e mi fissavano in carognesco.
“Hai intenzione di guardarti ancora un po’ Narciso?”
Alzai
gli occhi al cielo e mi lasciai andare in una risata, che piano piano
diventò isterica.Perchè ero così agitata?!
“Piccola
impertinente!” Sbottai, falsamente arrabbiata. “Faresti
meglio a dire a tua madre, se è carina oppure no!”
Si morse il labbro e portò le braccia al petto, facendo la classica espressione di chi sta riflettendo.
“Mmm.. direi che tutto sommato.. si stai bene!”
Ridacchiammo in contemporanea, dopodichè presi le chiavi dal comodino e uscimmo di casa mano nella mano.
Sapevo
più o meno dove si trovasse il set, non era poi così
lontano da casa mia, anzi.. Le stranezze della vita, lo avevano
ricondotto qui. Assurdo.
Alla
guida non feci altro che guardare mia figlia, era agitata, gli occhi le
sbrilluccicavano. Non vedeva l’ora vi vedere il suo papà.
Quella consapevolezza mi fece inumidire gli occhi. Il suo papà.
Perché tre semplici parole riuscivano a destabilizzarmi
completamente? Quante volte lo avevo sognato al nostra fianco, quante
volte avevo sognato che il suo corpo abbracciasse quello di nostra
figlia? E ora, ora tutto si era realizzato.
Non mi
importava sapere che entro poco sarebbe finito tutto. Se sarebbe
rimasto, in un modo o nell’altro, inevitabilmente, lo avrebbe
scoperto. Se se ne fosse andato, la ferita che si era quasi
rimariginata, si sarebbe aperta nuovamente, e questa volta sarebbe
stata molto più profonda.
Qualsiasi delle due opzioni prevedeva comunque dolore.
Deglutii,
e accarezzai lentamente la mano di Joy. La piccola girò il suo
visino verso di me e mi sorrise teneramente, come per confortarmi. Come
poteva capire ogni cosa in questo modo? Come ci riusciva?
Scacciai quei pensieri dalla mia testa, e mi dedicai interamente alla guida.
Una
volta fuori dal set, notai la solita banda di fans impazzite, e la
lorda di paparazzi accalcati sul marciapiede. Certe cose non cambiavano
mai.
Chissà cosa avrebbe detto la gente, vedendomi passare per di lì?
Chi cazzo se ne frega. Esatto, brava Kris, per una volta, hai fatto un pensiero intelligente.
Mandai
un messaggio a Rob, per avvertirlo che eravamo arrivate, e aspettai
lì vicino, accostata ad un angolo. Joy era completamente in
fibrillazione, e io stavo per avere un mezzo collasso.
Il messaggio di risposta non tardò ad arrivare.
Entra dal cancello principale, sono appena dentro… xxx
Il mio sguardo finì su quei xxx, e contemporaneamente sentii il mio respiro fermarsi.
Posai la mano sul volante, e mi concentrai a girare la macchina, quando il flash di un paparazzo mi finì in pieno viso.
“Bastardo”
grugnii storcendo il naso, e facendo più velocemente possibile.
Non volevo che fotografassero anche Joy,e che cazzo! Avevo come
l’impressione di aver ricominciato ogni cosa da capo. Il fenomeno
Robsten, stava ritornando.
Mi feci vedere dalla securty, e nel giro di qualche istante, mi aprirono il cancello per entrare con la macchina.
Davvero mi sentivo ritornata indietro nel tempo. L’unica differenza, la bima che avevo al mio fianco.
“Eccolo!”
esclamò Joy indicando un punto davanti a noi. Guardai meglio, e
vidi un ragazzo incappucciato uscire da un portone, accompagnato da due
colossi, chiamati comunemente bodyguards.
Parcheggiai
lì vicino, e non feci tempo a fermarmi che mia figlia scese
dalla macchina e gli corse in contro alla velocità della luce.
Rob aprì le braccia e la accolse come se fosse un regalo prezioso.
Perché
quando li vedevo insieme, mi pareva che ogni cosa fosse a posto? Ogni
minimo tassello della mia vita, era perfetto in quel momento.
Dopo essermi goduta quel momento, mi asciugai una piccola lacrima addensata ai lati dei miei occhi, e li raggiunsi anche io.
Joy era
ancora ancorata al suo petto, mentre Rob mi fissava stralunato.
Chissà se provava ancora qualcosa nei miei confronti..
Scossi la testa, passandomi una mano nei capelli, e lo salutai cercando mi mantenere la mia voce ferma.
“Hei…”
“Kris..”
ricambiò il saluto sorridendo a trentadue denti, e sentii il
mondo intorno a me girare improvvisamente.
“Come va?” chiesi dondolandomi su un piede come al mio solito.
“Bene,
adesso bene.. “ ignorai il suo “adesso bene” e lo
seguii all’interno del set. Joy scese dalle sue braccia, e diede
la mano sia a me che a Rob. Chiunque ci avesse visto, ci avrebbe
considerato una FAMIGLIA.
Una vera famiglia.
All’interno dell’edificio, c’era quel luogo tanto familiare.. quel luogo in cui mi sentivo davvero bene.
Da
quando era nata Joy, avevo continuato a lavorare, e lo facevo
tutt’ora, ma con meno frequenza. Quando lavoravo, restavo fuori
tutto il giorno, e per prima cosa non volevo lasciarla, per seconda mi
scocciava chiedere a Dakota di tenere Joy.
Mi guardai intorno, e mi accorsi che stavamo andando nel suo camerino.
Joy
rise quando vide Il casino della roulotte. C’erano libri sparsi
ovunque, lattine di coca, e soprattutto tanti tanti bicchieri di
caffè.
Cosa è che ho detto prima? Ah si, certe cose non cambiano mai.
“Sei
disordinato come mamma!” lo accusò portandosi una mano
sulla bocca, e noi ridemmo in contemporanea. Quella bimba avrebbe
potuto fare la comica senza nessun problema.
Rob
cominciò a farle il solletico come al suo solito, e Joy si
rimangiò la sua frase in un momento. Era bello vederli scherzare
e ridere insieme. Si erano trovati. Era matematicamente impossibile che
non andassero d’accordo, avevano lo stesso identico carattere.
“Rob?” chiese Joy dopo un po’ di risate.
“Racconti a me e a mamma la trama del film? Tanto ora sei in pausa no?”
Rob le sorrise dolcemente, e le accarezzò i capelli. “Certo che si.Devo tornare al lavoro più tardi. “
Ci sedemmo sul suo divano. Io accanto a lui, e Joy sulle sue gambe.
“inizia!” sentenziò la piccola puntandogli un dito contro.
“Allora, il protagonista, che poi sarei io, si chiama Logan.”
“Come il fidanzato di Rory!”
“Il fidanzato di chi?!” esclamammo in coro io e lui.
Joy
sbuffò e alzò gli occhi al cielo. “Le Gilmores
mamma, le Gilmores!” Ah giusto, avevo dimenticato che mia figlia
fosse praticamente ossessionata da quel telefilm. Forse perché
rivedeva in me Lorelay, e lei si rivedeva in Rory.
“Chi sono queste Gilmores?” domadò Rob confuso.
“Mi sei caduto in basso, Spunk.. te lo spiega mamma dopo, continua!”
Rob
scosse la testa divertito, e ri iniziò a parlare. “Allora,
Logan è un ragazzo molto intraprendente, ama i bambini , ma
soprattutto ha una passione per la musica. Solo che suo padre non
è d’accordo, così dopo una lite furibonda, Logan
viene cacciato fuori di casa.. e non ha un soldo per vivere..”
Joy aprì la bocca stupita. “Oh poverino!”
“Shhh!” la zitii facendo segno a Rob di continuare.
“Viene
ospitato dal suo migliore amico, ma sono stretti in casa, visto la
presenza della fidanzata di quest’ultimo.. una sera però
Logan ri incontra Fanny, la sua migliore amica del liceo. “
Quando
Rob disse il nome di Fanny, Joy incominciò a ridere come una
pazza. Okay, mia figlia aveva senz’altro bevuto.
“Fanny, la fenice di Silente.. ma che nomi strani che avete scelto!”
Mi portai le mani sulle guance, rossa di imbarazzo, mentre Rob si teneva la pancia dalle risate.
“Susu, vai avanti, il fidanzato di Rory incontra la fenice e poi??!”
“Allora,
la feni, Fanny… confessa a Logan di avere una figlia piccola di
nome Sophie, e il padre della piccola è scappato prima che
partorisse…”
“Bastardo!”
“Joy! Ma cosa sono queste parole!” dissi sbalordita.
“Ma
lo hai detto tu prima al paparazzo… non so nemmeno cosa vuol
dire..” si scusò facendo il suo solito labbruccio.
“Comunque,
alla fine, Logan e Fanny decidono di andare a vivere insieme, e Logan
è subito affascinato da questa bambina..con il tempo si accorge
anche di provare qualcosa per Fanny, e una sera compone una ninna nanna
per la bimba chiamata Drops of rain…”
“Da qui il titolo Drop of Rain” conclusi io per lui.
“Esatto!”
“Mi piace tanto, bravo Rob!” battè le manine e gli diede un piccolo bacino sulla guancia.
Si, piaceva tanto anche a me la trama. D’altronde Rob aveva sempre scelto delle storie davvero bellissime.
Rimasi persa nei miei pensieri fino a quando, qualcosa mi colpì in pieno viso.
Ci misi qualche secondo per realizzare di essere stata colpita da un cuscino.
Spalancai gli occhi, e vidi Rob e Joy, in piedi davanti a me con due affari rossi in mano.
“Mamma vuoi la guerra?!” esclamò Joy sorridendo.
“Che guerra sia!” risposi a tono, afferrando anche io un cuscino, e iniziando a scagliarlo contro di loro.
____________________________________________________
Alloraaaaaaaaaaaa vi piace? *-* La mia more ha fatto un ottimo lavoro come sempre <3
Spoiler!
Pov.Kristen
“sembra che tu abbia fatto a guerra con una gallina”
riuscii a dire prima di ridere nuovamente. A quel punto lui si
avvicinò allo specchio e lanciò un urlo disgustato quando
si accorse di avere i suoi adorati capelli ricoperti di piume. Quando
avevo lanciato il cuscino doveva essersi aperto e ahimé il
contenuto era finito tra la sua folta chioma bronzea.
“sei carino lo stesso Spunk” lo rassicurò Joy ed io annuii con vigore.
“insomma anche se sembri un pennuto le fans urlerebbero lo stesso” aggiunsi io.
“per lo spavento però” ribatté poi mia figlia
facendomi scoppiare nuovamente a ridere. Quella bambina era davvero una
piccola peste senza peli sulla lingua. Robert ci guardò
stranamente serio e iniziò ad avanzare verso di noi. La cosa mi
preoccupò non poco.
“un pennuto eh? E faccio anche spavento giusto?” ci chiese e mia figlia annuì risoluta.
“oh-oh” feci in tempo a mormorare prima di vederlo scattare verso di noi.
“ora vi faccio vedere io” disse lui scagliandosi su entrambe e iniziando a riempirci di solletico.
“no…no Rob…non ti azzardare” dissi quando fu
ormai troppo vicino. Lui mi sorride divertito e in un attimo le sue
mani furono sulla mia pancia.
“smettila Spunk, lascia stare la mamma” gridò
euforica Joy sviando tra le sue braccia e buttandogli le braccia al
collo per allontanarlo da me.
Pov.Robert
“che decisione Kris?”
“ma no, niente. Non far caso a quello che dico. Steve mi faceva
star bene, ma mai nessuno mi ha reso felice come Robert” i pugni
si aprirono in automatico e sul mio viso si dipinse un sorriso. Nessuno
l’aveva resa felice come me, allora perché in 4 anni non
era mai venuta a cercarmi? Perché?
“Oh Kristen! Come avete fatto ad arrivare a questo punto? Siete
così belli insieme e oggi quando vi ho visto scherzare insieme a
Joy mi sembravate davvero una famiglia. Chissà, forse con il
tempo vedrai che tornerete insieme, no?”
Kristen la guardò regalandole un sorriso sincero e poi diventò malinconica.
“no, nulla sarà come prima Leighton. L‘ho ferito,
sono stata capace di deluderlo e non tornerà indietro tanto
facilmente. Penso che l‘unico traguardo che possiamo raggiungere
sia quello di tornare ad essere amici”
Nusia&Marty
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Capitolo 11 *** 11- Lo ami ancora? (Nusia) ***
sssssss
Buon
pomeriggio a tutteeeee scusate se ieri non abbiamo postato ma la
sotttoscritta non ha avuto proprio tempo :@ Siete curiose di
sapere cos'è successo sul set? E kristen con chi stava parlando
nello Spoiler dell'altra volta? xD bene sveliamo il mistero e
gustiamoci un pò di sano divertimento con Rob, Joy e Kris *-*
p.s. per le risposte alle recensioni, Marty le aggiungerà quanto prima =D
"Resta"
11-Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen
“prendi questo mamma” urlò Joy buttandosi su di me e colpendomi con l’ennesimo cuscino.
“piccola
peste ora ti faccio vedere io” la minacciai cercando di essere
più seria possibile. Lei lanciò un urletto e ridendo a
crepapelle si rintanò nelle braccia di Robert che sghignazzando
mi buttò sul divanetto iniziando a farmi di solletico.
“su Joy vai, facciamole vedere chi comanda” disse
Robert mentre mia figlia afferrò nuovamente il cuscino e
lanciò uno sguardo complice a Rob. Io nel frattempo mi dimenavo
nelle braccia di quell’inglese traditore e cercavo di schivare i
colpi di mia figlia. Ridevo, ridevo così tanto che avevo un
forte dolore alla pancia e come me anche gli altri immagino. Non stavo
così bene da tanto tempo o forse non ero mai stata meglio prima
di allora.
“okok….mi a-arrendo BASTA” mi arresi in fine e in un attimo Rob smise di solleticarmi e Joy di colpirmi.
“era ora” sospirò la mia bambina buttandosi a peso morto vicino a me.
“sei
una pappamolle Kristen” presi il cuscino che aveva ancora in mano
mia figlia e lo lanciai sul viso divertito di Robert.
“ehi” si lagnò lui facendo scoppiare a ridere Joy.
“ahahahah
Spunk.. Ahah…dovresti vederti” balbettava la piccola tra
una risata e un’altra. La guardai stranita poi, quando mi voltai
anche io verso Robert, non riuscii a non unirmi a lei.
“beh, cosa avete da ridere voi due?” domandò irritato.
“aahahah oddio Robert, dovresti vederti allo specchio ahahah” lui alzò un sopracciglio non capendoci nulla.
“la
mia innata bellezza ti fa così ridere?” mi chiese
sorridendomi sghembo. Avrei voluto rispondergli che la sua bellezza mi
mozzava il fiato, ma preferii non illuminarlo con questa mia
confessione e perciò gli indicai i capelli.
“sembra
che tu abbia fatto a guerra con una gallina” riuscii a dire prima
di ridere nuovamente. A quel punto lui si avvicinò allo specchio
e lanciò un urlo disgustato quando si accorse di avere i suoi
adorati capelli ricoperti di piume. Quando avevo lanciato il cuscino
doveva essersi aperto e ahimé il contenuto era finito tra la sua
folta chioma bronzea.
“sei carino lo stesso Spunk” lo rassicurò Joy ed io annuii con vigore.
“insomma anche se sembri un pennuto le fans urlerebbero lo stesso” aggiunsi io.
“per
lo spavento però” ribatté poi mia figlia facendomi
scoppiare nuovamente a ridere. Quella bambina era davvero una piccola
peste senza peli sulla lingua. Robert ci guardò stranamente
serio e iniziò ad avanzare verso di noi. La cosa mi
preoccupò non poco.
“un pennuto eh? E faccio anche spavento giusto?” ci chiese e mia figlia annuì risoluta.
“oh-oh” feci in tempo a mormorare prima di vederlo scattare verso di noi.
“ora vi faccio vedere io” disse lui scagliandosi su entrambe e iniziando a riempirci di solletico.
“no…no
Rob…non ti azzardare” dissi quando fu ormai troppo vicino.
Lui mi sorride divertito e in un attimo le sue mani furono sulla mia
pancia.
“smettila
Spunk, lascia stare la mamma” gridò euforica Joy sviando
dalle sue braccia e buttandogli le braccia al collo per allontanarlo da
me.
“ne vuoi anche tu tesoro?” chiese lui riportandola sdraiata sul divanetto e torturando amabilmente anche lei.
“b-b-asta ahahahahah…stop”
“non vi mollo fin quando non vi rimangiate tutto”
“neanche per sogno” ribattei subito io.
“allora niente” e giù altre risate e colpi di tosse per il troppo ridere.
“OKOK
sei bellissimo, il pennuto più bello che abbia mai visto”
su arrese Joy sistemandosi la maglietta e togliendo i capelli sudati
dal volto.
“il
più bello in assoluto?” chiese Robert senza togliere le
mani dalla mia pancia. Mia figlia annuì convinta e poi, per
arruffianarselo per benino, si avvicinò dandogli un bacino sulla
guancia.
“brava
tesoro. Vediamo invece cosa ne pensa la mamma?!” io feci finta di
pensarci su qualche istante dopodiché ammisi:
“per me rimani sempre un pennuto Rob, niente di più” e lui mi guardò quasi sconvolto. Alzai gli occhi al cielo sorridendo divertita da quella buffa espressione.
“sai che ti sei appena condannata da sola vero?”
“oh
che paura che mi fai Spunk” dissi mettendo su una finta faccia
terrorizzata. Lui si avvicinò pericolosamente a me ma prima che
potesse far qualcosa sentimmo due colpi alla porta.
“salvata dal gong” mi sussurrò lui all’orecchio ed io fremetti per la troppa vicinanza.
Mi accomodai meglio sul divano e lui andò ad aprire.
“chi
è che disturba la mia pausa?…Ah sei tu Leighton, entra
pure” disse lui mettendosi di lato per lasciar entrare la nuova
arrivata.
“Cos‘hai
tra i capelli Robert? Sembri un pennuto!” esclamò una
ragazza dai lunghi capelli castani. Alla parola pennuto non riuscii a
trattenere l’ennesima risata perciò mi buttai nuovamente
sul divano con le lacrime agli occhi. Robert mi guardò truce
mentre la ragazza si voltò a guardarmi divertita. Fu a quel
punto che la riconobbi.
“Leighton, che bello rivederti” urlai per la troppa gioia.
“Kris? Dio da quanto tempo” corsi ad abbracciarla, felice per quella sorpresa inaspettata.
“ti trovo benissimo, sei sempre favolosa” mi complimentai una volta sciolto l’abbraccio.
“anche
tu sei sempre uno schianto. Ma che ci fai qui?” chiese reclinando
il capo e lanciando uno sguardo verso Robert.
“sono venuta a trovare quel pennuto li” la informai per poi scoppiare a ridere.
“oh grazie, continuate a prendervi gioco di me” si lagnò lui avvicinandosi a mia figlia.
“come mai vi conoscete voi due?” chiese poi sbuffando.
“io
e Kris abbiamo girato un film insieme due anni fa, ha avuto molto
successo, com‘è che tu non l‘hai visto?”
domandò lei alzando un sopracciglio come ad intimarlo di stare
in guardia. Adoravo quella ragazza, era una vera forza della natura.
“Ah già, ne ho sentito parlare” rammentò lui strizzandole l’occhio.
“andiamo
Spunk, non fare il cretino” lo riprese Joy sedendosi sulle sue
gambe. Anche la mia bambina aveva capito quanto a Robert piacesse
scherzare. Forse dipendeva dal fatto che avevano lo stesso carattere
oppure il legame di padre e figlia li portava a capirsi più di
chiunque altro.
“e tu chi sei?” chiese Leighton sorridendo alla mia bambina.
“lei è Joy, mia figlia ricordi?” le rammentai. Mi guardò sorpresa.
“santo
cielo lei è Joy? Sei cresciuta tantissimo tesoro e ti sei fatta
ancora più bella” la elogiò la mia amica e mia
figlia sorride entusiasta. Amava sentirsi al centro
dell’attenzione, cosa al quanto strana visto che ne io, né
tanto meno il padre avevamo mai amato essere nell’occhio del
ciclone.
“e
così la star di Gossip Girl e quella di Twilight si conoscono
eh?!” si intromise Robert facendo spazientire Leighton.
“odio
quando mi chiama così. Gossip Girl non è tutta la mia
vita caro Pattinson” rispose lei puntandole il dito contro.
“devi
sapere tesoro che più ti arrabbi lui più continua a
prenderti in giro. Purtroppo è fatto così” le dissi
io ridacchiando.
“NON. RICOMICIARE” mi avvertì Rob. Alzai le mani in segno di resa.
“comunque
Robert ero venuta per dirti che tra 5 minuti ricominciamo le riprese,
quindi muoviti a togliere quel ammasso di piume dai capelli”
“anche tu fai parte del cast?” le chiese sorpresa. Lei annuì.
“certo,
purtroppo sarò costretta a far finta di essere innamorata del
caro inglesino qui davanti” mi rispose sorridendo divertita a
Robert che sbuffò stanco di essere preso in giro.
“quindi tu fai Fanny” conclusi.
“si
e credimi, è una vera rompipalle” confermò Robert
alzandosi dal divano e dirigendosi allo specchio.
“simpatico. Io avviso che stai arrivando. A dopo Kris” mi salutò lei prima di chiudersi la porta alle spalle.
“dio,
come faccio a togliere questo macello?” domandò Rob
guardandomi supplicante. Scossi la testa avvicinandomi a lui.
“su, fai vedere a me signor pennuto” dissi togliendogli il pettine dalle mani.
“molto divertente Kristen, davvero molto divertente”
“sai
Spunk, la mamma è bravissima a pettinare i capelli. Quando lo fa
a me toglie sempre tutti i nodi. Sta tranquillo” lo
rassicurò mia figlia accarezzandogli una mano. Se non avessi
reputato la scena tremendamente tenera sarei scoppiata a ridere vedendo
l’espressione buffa che aveva messo su la mia bambina. Non sapevo
se lo stava deridendo o se facesse sul serio.
“il problema piccolina è che io O D I O pettinare i capelli”
“e si vede, guarda un po’ in che condizioni sono” lo riprese mia figlia ed io tossii per nascondere una risata.
“che peperino eh? Tutta la mamma!” esclamò Robert lanciandomi uno sguardo dallo specchio. Scossi la testa.
“la
mamma invece dice che sono come il mio papà. Dice sempre che
anche lui fa battute idiote come le mie e anche lui si lamenta sempre
quando qualcosa non gli va bene e poi…”
“basta
così Joy” la interruppi prima che dicesse altro. Steve
aveva ragione accidenti, mia figlia era troppo sveglia e se non fossi
stata attenta prima o poi avrebbe detto qualcosa di troppo e Robert si
sarebbe insospettito. Non era poi così difficile fare due
più due.
“continua
Joy, lascia perdere la mamma” la incitò Rob cercando di
apparire calmo e divertito, peccato che lo conoscessi troppo bene per
ignorare la piccola ruga che si era formata al centro della sua fronte
e le mani strette a pugno, chiaro segno di quando lo irritasse parlare
di ciò. È buffo
Robert, ti da fastidio che Joy parli del suo papà, delle sue
battute idiote e dei loro caratteri simili. Scommetto che ci rideresti
su se sapessi che in realtà parla di te. Sorrisi impercettibile e poi lanciai un’occhiata a mia figlia per intimarle di non andare avanti.
“ecco fatto, sei tornato perfetto come prima” annunciai posando il pettine.
“Joy avevi proprio ragione, la mamma è davvero brava” ammise lui guardandosi alla specchio.
“ora andiamo che Robert deve lavorare mmh?”
“ma
no, dai restate. Tanto io devo girare solo due scene, in un’
oretta dovrei liberarmi. Che ne dite? Assistete alle riprese e poi ci
andiamo a mangiare un bel frappé, ci state?” ci chiese lui
sorridendo. Mia figlia mi guardò facendomi gli occhi dolci ed io
le sorrisi teneramente.
“non vorremo disturbare le riprese”
“ma figurati. Su andiamo, che mi stanno aspettando” disse avvicinandosi alla porta.
“ok, andiamo” desistetti.
Vederlo
nuovamente recitare fu senza dubbio la cosa più bella ed
emozionante. Era sempre bravissimo, anzi con il tempo era addirittura
migliorato. Era riuscito ad entrare nella parte in meno di 2 minuti. Un
attimo prima scherzava con me e Joy e l’attimo dopo eccolo
assumere un pressione triste e malinconica e trasformarsi in Logan. Era
filato tutto lisci come l’olio, non c’erano voluti tanti
ciack prima che il regista urlasse che la scena era perfetta. Anche
Leighton era bravissima ed insieme facevamo proprio una bella coppia.
In un certo senso si capivano e con uno scambio di sguardi riuscivano a
coordinarsi. C’era chimica tra loro, non come quella tra noi due,
ma era forte abbastanza da portare il pubblico ad amare la coppia.
Ricordavo ancora perfettamente le parole di Catherine, la regista di
Twilight, subito dopo il provino per la parte di Edward Cullen.
Ero
a casa della Hardwicke da circa 5 ore ed ero esausta e annoiata.
Catherine aveva insistito perché anch’io fossi presente
per i provini di Edward Cullen così da decidere insieme chi
meritasse la parte.
“devi
essere tu a recitare con lui, mi devi dire con chi ti senti a tuo
agio” mi aveva detto per convincermi. Peccato che nessuno fino a
quel momento ci aveva particolarmente colpito.
“quanti ne abbiamo selezionato fin ora?” mi chiese tutto ad un tratto lei. Sbuffai poggiando la testa sul tavolo.
“15 e tutti privi di talento”
“per essere belli erano belli, nulla da dire però gli mancava qualcosa”
“si, un po’ di doti recitative e sale in zucca” dissi io facendola ridere.
“non erano così male” la guardai sconvolta.
“scherzi
vero? Tutti quelli che sono entrati fin ora si credevano Mr mondo,
erano tutti pompati, con un sorrisino sul volto e sicuri di loro
stessi, sembravano perfetti…fin quando non aprivano bocca si
intende” conclusi e lei se possibile rise ancora di più.
“Sei uno spasso tesoro. Vediamo di andare avanti ora, chi sarebbe il prossimo?”
Controllai la lunga lista sospirando quando mi accorsi che eravamo quasi giunte alla fine.
“un certo…Robert Pattinson” gli comunicai e lei annuì.
“bene, sorridi Kristen” sussurrò lei prima di urlare “AVANTI IL PROSSIMO”
Mi
raddrizzai sulla sedia pronta per l’ennesimo buco
nell’acqua, sicuramente anche questo qui sarebbe entrato fiero e
spavaldo e sarebbe uscito, di li a qualche minuto, con la coda tra le
gambe e il volto indignato. Ne ero più che certa, perciò
rimasi sorpresa quando fece capolinea nella stanza un ragazzo
pressappoco normale, per niente muscolo e sicuro di se,
tutt’altro. Continuava a tenere il capo chino, come se si
sentisse in imbarazzo ad essere li.
“tu sei?” chiese Catherine lanciandomi un sguardo curioso.
“ehm…piacere Robert Pattinson” disse lui con un filo di voce stringendo la mano della regista.
“Ciao
Robert, posso chiamarti Rob? Ti presento Kristen Stewart, lei
interpreterà Bella nel film” mi presentò lei. Mi
alzai dalla sedia e andai incontro a quello strano ragazzo. Gli
allungai la mano e quando lui l’afferrò e mi guardò
negli occhi rimasi come folgorata. Era bellissimo: occhi color del
ghiaccio, capelli ramati scompigliati ad arte e sorriso mozzafiato.
L’esatto opposto della normalità, del tutto affascinante,
stupendo, eppure nonostante tutto sembrava a disagio.
“piacere mio” mormorò distogliendo lo sguardo.
“Allora
Robert, leggo che vieni da Londra, mi hanno detto che è
bellissima. Come mai ti sei presentato per la parte di Edward?”
chiese Catherine accomodandosi al tavolo. La guardai curiosa, non aveva
fatto a nessuno questa domanda. Lui sembrò pensarci un po’
su, dopodiché sospirò affranto.
“beh…a dire il vero non ne ho idea, insomma è piuttosto imbarazzante essere qui” ammise.
“e perché mai?” domandai non capendo. Se era imbarazzante perché era venuto?
“beh…la
parte richiede un ragazzo meraviglioso, che abbaglia tutti con la sua
perfezione e non è che io posso presentarmi qui e dire -Ehi, eccomi qui, sono io Edward Cullen-
è…totalmente assurdo!” mi spiegò
ridacchiando. Rimasi colpita dalla sua risposta e lo guardai per un
lungo istante. Anche Catherine rimase stupita perché prima di
terminare i convenevoli mi strizzò l’occhio soddisfatta.
“bene,
scopriamolo subito Rob. Questo è il copione, proviamo la scena
della foresta” lui annuii ed insieme ci spostammo nel centro del
salone e prendemmo fiato.
Robert
lesse per qualche secondo il capitolo dopodiché mi fisso negli
occhi. Rimasi nuovamente folgorata da quello sguardo e in un attimo mi
sembrò di conoscerlo da una vita.
“Non
ho mai desiderato così ardentemente del sangue umano in vita
mia” recitò all’improvviso lui lasciandomi di sasso.
Era entrato senza troppi problemi nella parte e mi
sembrò…perfetto.
“mi
fido di te” dissi senza neanche rendermene conto. Lui fece
qualche passo verso di me ed io indietreggiai in automatico fino a
trovarmi con le spalle al muro e lui con le braccia ai lati del mio
corpo.
“Non
devi” sussurrò a qualche centimetro da mio viso. Rimanemmo
a fissarci per qualche secondo poi Catherine urlò uno S T O P
spacca timpani e noi ci ridestammo dal nostro mondo.
“perfetti, eravate…perfetti” esultò contenta.
“sicura che andava bene? Potrei riprovare” tentò Robert.
“sciocchezze
Rob, andava benissimo. Ora venite con me voglio provare un‘altra
scena. Devo verificare una cosa” ci comunicò guidandoci
verso una camera da letto. Entrambi la guardammo straniti e quando il
sospetto di una scena si fece largo in me sbiancai di colpo. Non so
neanche io il perché ma mi ritrovai improvvisamente in panico.
“che ci facciamo qui?” domandai cauta.
“voglio
che proviate la scena dal bacio. Forza andate sul mio letto. Robert
pagina 24 trovi le battute” lui ingoiò il nulla ed io mi
posizionai esattamente al centro del letto.
Mi passai più volte la mano ne capelli poi, quando lo vidi avvicinarsi, cercai di entrare nella parte.
“Come
sei entrato?” domandai fissandolo negli occhi mentre si
accomodava sul letto al mio fianco. Tanto vicino da poterlo toccare ma
distante tanto da non sentire il suo respiro sul mio volto. Mi sorrise
sghembo.
“dalla finestra” ammise.
“l‘hai fatto tante volte?”
“solo
nell‘ultimo paio di mesi…mi piace guardarti mentre
dormi” disse avvicinandosi al mio volto. Il mio cuore
iniziò a battere come impazzito ed io pregai che non se ne
accorgesse.
“voglio…provare
a fare una cosa” sussurrò a pochi centimetri da me. Chiusi
gli occhi cercando di rimanere concentrata.
“tu però…non ti devi muovere” rimasi immobile come mi disse ed aspettai paziente il momento in cui
avrebbe poggiato le sue labbra alle mie. Si avvicinava lento, titubante
e alternava uno sguardo ai miei occhi e alle mie labbra. Una strana
voglia di sentire la consistenza delle sue labbra mi portò a
avvicinarmi con il viso, ma lui mi ammonì.
“non
ti muovere” ripeté prima di annullare totalmente le
distanze. Nel momento in cui le sue labbra si poggiarono sulle mie una
scossa elettrica mi attraversò la schiena facendomi venire la
pelle d’oca. Fu tutto estremamente naturale e automatico. Io mi
avvicinai maggiormente al suo viso e posai le mani tra i suoi capelli e
lui posò le sue sui miei fianchi.
“STOP…
STOP” urlò Cathrine interrompendo la magia del momento. Ci
staccammo come scottati e in meno di 3 secondo ci trovammo ad almeno un
metro di distanza. Nessuno dei due osava guardare l’altro.
“Incredibile, davvero magnifico siete stati…magnifici. Era tutto così…”
“naturale” mi lasciai scappare io interrompendola. Lei annuì con vigore.
“voi
non potete capire l‘alchimia che si avverte tra di voi. Bucate lo
schermo insieme, siete attrazione sessuale allo stato puro.
Assolutamente perfetti”
Sorrisi
come una stupida ricordando l’imbarazzo nel sentire quelle
parole. Attrazione sessuale per un sconosciuto, mi ritenevo una
pervertita.
“Non posso assolutamente pensare di voler andare a letto con lui”
mi ripetevo durante i primi giorni di ripresa. All’epoca ero
piuttosto schiva nei confronti di Robert ma tutto dipendeva dallo
strano effetto che mi faceva. A distanza di tempo mi veniva da darmi
della stupida per aver anche solo pensato che forse, cercando di
parlargli il meno possibile, tutta l’attrazione che provavo per
lui sarebbe svanita.
“certo
brava, continua ad ignorarmi. Tranquilla!” esclamò
scocciata Leighton al mio fianco. Battei le palpebre più volte e
solo a quel punto mi resi conto che la mia amica era ancora al mio
fianco e che come al solito Joy non era con me.
“dov‘è mia figlia?” chiese preoccupata. Ormai perderla era diventato un hobby.
“è andata a chiamare Robert. Ti ha anche avvertito sai? Ma dove hai la testa?”
“oh io…ehm pensavo” mi giustificai.
“questo
l‘avevo capito sai?! Allora visto che molto probabilmente non
avrai sentito la mia domanda te la ripeto. Come mai qui con
Robert?”
Pov. Robert
“Spunk, ma quanto ci vuole ancora?” mi domandò Joy facendo capolinea nel mio camerino. La guardai divertito.
“sono pronto tesoro. Tu invece che ci fai qui?”
“ero stufa di aspettare. Sei peggio della zia Dakota sai?”
“la tua mamma è più lenta di me” ribattei. Lei ci pensò su e poi annuii sospirando.
“Kristen
lo sa che sei qui? O sei scappata di nuovo senza dirle niente?”
chiesi cercando di essere il più serio possibile, cosa al quanto
complicata quando ti ritrovavo un visino d’angelo davanti.
“ehi
gliel‘ho detto questo volta” borbottò scocciata. Mi
alzai dalla sedia e le scoccai un bacio sulla guancia.
“andiamo
scricciolo su” e le porsi la mano. Lei l’afferrò
convinta dopodiché me la lasciò guardandomi seria.
“Robert?” mi chiamò facendo segno con la mano di abbassarmi alla sua altezza
“si amore?”
“mi
scappa la pipì” bisbigliò al mio orecchio. Mi
lasciai scappare una sonora risata poi le indicai la porta del bagno.
“ce la fai da sola?”
“certo, non sono più una bambina” disse prima di chiudersi la porta alle spalle.
“ti aspetto fuori allora”
Era stata
una delle giornate più belle della mia vita e il fatto che
ancora non si era conclusa mi rendeva ancora più felice. Era
strano il senso di beatitudine che provavo in quei giorni, era come se
in tutti quegli anni avessi dormito ininterrottamente e tutto quello
che avevo passato, tutta la frustrazione e rabbia fossero solo un
brutto incubo. Fino ad una settimana fa non avrei mai pensato di
riuscire a perdonare Kristen, ma in quel momento, mentre aspettavo Joy,
mi rendevo conto che in realtà io Kris l’avevo perdonata
già prima di incontrarla nel parco. Tutta la delusione era
scemata nel momento in cui mi ero seduto sul pavimento del supermercato
a parlare con sua figlia. Quella bambina così simile a lei
eppure con qualche caratteristica che non riuscivo a collocare con il
carattere di Kristen, ne tanto meno con quello di Steve. Molte volte
dalla sua bocca uscivano battute davvero idiote, quel genere che solo
io sapevo tirar fuori. Ma cosa vai
pensando Robert? Non sei mica l’unico idiota sulla faccia della
terra?! Non che Joy lo sia però l’hai sentita prima, ha
preso quel lato del carattere dal suo papà.
“questo
l‘avevo capito sai?! Allora visto che molto probabilmente non
avrai sentito la mia domanda te la ripeto. Come mai qui con
Robert?” al sentir pronunciare il mio nome ritornai con i piedi
per terra e mi guardai in giro. Chi era? Feci qualche passo verso
destra e vidi, dietro la mia roulotte, Kristen e Leighton parlare. Mi
nascosi per non farmi vedere, volevo sentire cosa rispondesse Kris.
“è…complicato” ammise lei.
“due
anni fa mi dicesti che non vi sentivate più da tanto tempo e che
eri sposata con Steve e stavi bene,eri felice” strinsi i pugni
cercando di contenere la rabbia. Ovvio che era felice!
“beh
l‘ho rincontrato una settimana fa e dopo una sfuriata ci siamo
chiariti, certo il rapporto non è più come prima, ma ci
stiamo provando. Con Steve mi sono separata da circa un anno. Lui era
fantastico ma non era adatto a me. Dire che ero felice era un po’
come auto-convincerti che avevo preso la decisione giusta” le
spiegò chinando il capo.
“che decisione Kris?”
“ma
no, niente. Non far caso a quello che dico. Steve mi faceva star bene,
ma mai nessuno mi ha reso felice come Robert” i pugni si aprirono
in automatico e sul mio viso si dipinse un sorriso. Nessuno
l’aveva resa felice come me, allora perché in 4 anni non
era mai venuta a cercarmi? Perché?
“Oh
Kristen! Come avete fatto ad arrivare a questo punto? Siete così
belli insieme e oggi quando vi ho visto scherzare insieme a Joy mi
sembravate davvero una famiglia. Chissà, forse con il tempo
vedrai che tornerete insieme, no?”
Kristen la guardò regalandole un sorriso sincero e poi diventò malinconica.
“no,
nulla sarà come prima Leighton. L‘ho ferito, sono stata
capace di deluderlo e non tornerà indietro tanto facilmente.
Penso che l‘unico traguardo che possiamo raggiungere sia quello
di tornare ad essere amici”
Oh
Kristen, io tornerei da te anche subito sai? Vorrei davvero riprovarci,
cercare di riacquistare la fiducia che avevo un tempo. Lo vorrei tanto!
“ma
tu lo ami ancora?” a quella domanda il mio cuore perse qualche
battito e il respiro mi si mozzò in gola. Avevo bisogno di
sapere la verità. Dovevo capire se lei provasse ancora per me
ciò che provava un tempo.
Tuttavia,
Kristen non fece in tempo a rispondere perché Joy uscì
come una furia dal camerino e urlò facendosi sentire da tutti.
“ECCOMI QUI”
disse ed io non potei fare nulla per zittirla. Kristen e Leighton si
avvicinarono a noi ed entrambe esibirono un sorriso meraviglioso.
Guardai Kris negli occhi e anche lei fece lo stesso.
“allora
andiamo o no a prenderci questo frappé?” domandò
Joy saltellando sul posto. Le sorrisi porgendole la mano.
“andiamo”
“Leighton vieni con noi?” chiese Kris gentilmente.
“no, andate pure. Il mio ragazzo mi aspetta fuori” ammise allontanandosi.
“Allora come lo volete questo frappé?” domandai mentre ci avviavamo all’uscita.
“io nutella e panna” disse sicura Kristen.
“ovvio” la presi in giro ricordando quanto andasse matta per quel gusto. Lei mi fece la linguaccia.
“e tu tesoro?”
“io
voglio il mio preferito: fragole, banana e vaniglia” mi rispose
Joy lasciandomi di sasso. Lanciai una rapida occhiata a Kristen e notai
una strana espressione preoccupata.
“beh, perché quella faccia Spunk?” mi chiese la piccola tirandomi per la camicia.
“perché
è anche il mio preferito tesoro. Altro che cioccolata e
panna” dissi risvegliandomi dallo stupore.
“davvero? Sentito mamma?”
“è…grandioso” sussurrò Kris riprendendo a camminare.
“tutto bene?” le domandai avvicinandomi di più a lei.
“certo”
rispose abbagliandomi con il suo sorriso “e non criticare i miei
gusti. Cioccolato e panna è il migliore” concluse
facendomi ridacchiare.
Poco
importava se Kristen mi amasse ancora o meno, i miei sentimenti erano
ancora li, nessuno li avrebbe toccati o anche solo scalfiti.
L’amore che provavo per quella ragazza era talmente forte che
neanche la più grande delle delusioni lo avrebbe mai cancellato.
__________________________________
Alluraaaaaaa? xDxD oggi non posso proprio fermarmi a parlare quindi vi lascio lo spoiler e noi ci sentiamo presto <3
Spoiler!
Pov.Rob
“Ciao Liz.. come stai?”
“Una
favola, fratellino.. tu?” Possibile che quella ragazza fosse
così esuberante? Sembrava imbottita di caffeina o altri super
eccitanti.
“Bene gr..”
“Ti
volevo dire!” mi interruppe senza farmi finire la frase.
“Che la prossima settimana devi tornare a casa. Ho una cosa che
devo annunciare a tutta la famiglia.”
Spalancai gli occhi sorpreso, e spaventato.
“Che genere di cosa?”
“Una sorpresa… allora ci sarai vero? Si. Benissimo.”
Ma io non ho ancora risposto” controbattei arrabbiato, ma sapevo in partenza che lamentarsi era inutile.
“Con te c’è Kristen?”
“Si perché?”
“Ho visto su internet delle foto di voi due. Passamela per favore.”
Dopo una decina di minuti, tornò da me, sorridendo.
“Allora partiamo per Londra?”
Scossi la testa confuso. “Ha incastrato anche te?”
Annuì mantenendo il sorriso sulle labbra. “Mi è mancata davvero..”
Nusia&Marty
|
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Capitolo 12 *** 12-Senso di appartenenza (Martybet) ***
re
Buon
pomeriggioooooo...lo so avrei dovuto postare ieri ma lo studio
non mi ha dato un attimo di pace -.-" è il periodo delle
interrogazione e chi va a scuola può capirmi O.o...Allora tutte
convinte che Robert inizi ad avere dubbi? Mmmh io non penso. Robert,
per quanto non lo ammetti, si fida troppo di Kristen per pensare una
cosa del genere. Quindi se ma avvolte trova qualche somiglianza si da
dello stupido "Kristen non mi nasconderebbe mai nulla del genere" pensa.
Dallo spoiler avete intuito qualcosa eh? Vediamo ora se avete indovinato meno > . <
p.s. so che bramate dalla voglia di conoscere la reazione di Robert
alla verità e so che non vedete l'ora di vederlo nelle
vesti di padre quiiiiiiindi vi dico che manca poco *-* chissà se
è un bene o un male.
Non
so se avete notato ma ora gli autori posso rispondere alle VOSTRE
recensioni direttamente perciò se volete leggere le risposte
cliccate qui sulla vostra vecchia recensione e troverete la mia risp =)
decisamente più comodo e veloce.
"Resta
12-Capitolo (Mabel)
Pov. Robert
I contorni delle loro
labbra erano rispettivamente macchiati di cioccolata e panna, ed
entrambe erano ignare della cosa. Camminavamo mano nella mano a South
Park e una sensazione di
beatitudine e completezza si
librava in me. Sentivo che quella era la mia famiglia, sentivo di
appartenere sia a Kris che a Joy. Forse... forse per noi tre ci sarebbe
stato un futuro. Finalmente ero pronto a dimenticare del tutto il
nostro passato, per vivere insieme il nostro presente, e il nostro
futuro.
Il loro rapporto madre-figlia
era qualcosa che non riuscivo a descrivere. Oltre ad essere
perfettamente uguali fisicamente, non c’era bisogno che
parlassero per capirsi. Un gesto, un movimento bastava per far capire
all’altra ciò che desideravano.
Stavano ridendo come delle
bambine, a volte mi chiedevo se era Kris o Joy la più piccola.
Ci misi qualche secondo per realizzare che il motivo delle loro risa
era il sottoscritto.
“Che avete voi due?”
domandai toccandomi i capelli. Ero terrorizzato dal fatto che potessero
riprendermi in giro sui miei “fantastici” ciuffi disordinati.
“Hai il cioccolato sul naso!” esclamò Kris tenendosi la pancia dal ridere, mentre Joy era piegata in due.
Un secondo. Proprio loro parlavano che sembravano uscite da un circo?! Assottigliai gli occhi a due fessure.
“Vi siete viste voi due , invece viperette?”
Joy girò il viso e
puntò gli occhi sul viso di sua madre e non appena si resero
conto della loro situazione,iniziarono a pulirsi a vicenda. Questa
volta era il mio turno di ridere.
“Ehm.. Mamma, Rob!! Vi
pregoooo possooooo?” Guardai verso il punto indicato dalla
piccola, e sorrisi sommessamente. Anche io adoravo le giostre da
bambino.
Kris storse il naso. “Ma ci sarai andata duemila volte su quell’affare.”
“Su questo bruco mela no.” Rispose Joy incrociando le braccia al petto e impuntando i piedi.
Non stetti a sentire una parola in più, e avanzai verso il
giostraio, prendendo tre biglietti per il bruco mela. Era una cosa
infantile? Si, un pochino.
Tornai indietro da loro, e consegnai i pass.
“Sei impazzito?” alzò un sopracciglio.
“Tu sei impazzita! Saranno vent’anni che non faccio una cosa del genere!” dissi convinto delle mie parole.
“E ti viene in mente ora?”
“Si, esatto. Joy andiamo, la mamma è troppo vecchia per fare queste cose.”
Presi Joy per mano, e mi diressi nell’ultimo vagoncino.
Kris ci guardava corrucciando il suo classico labbro.
3
2
1..
Eccola. Sapevo che avrebbe ceduto.
“Lo faccio solamente per Joy!” mormorò risoluta prendendo posto vicino al sottoscritto.
Mi avvicinai al suo orecchio.
“Naturalmente” soffiai, facendole venire dei piccoli brividi a fior di pelle.
Aspettammo che anche gli altri bimbi presero posto, e finalmente la giostra partì.
Sentivo una sensazione di beatitudine indescrivibile. Il mio cuore
batteva all’impazzata e la mia mano stretta a quella di Kristen
faceva aumentare ancora di più i battiti. Joy rideva estasiata e
la consapevolezza di appartenere a loro si fece ancora più viva.
Ora ne ero certo.
Non mi sarei mai potuto allontanare da loro.
Il bruco mela fece ancora un paio di giri, e poi si fermò lasciando scontento sia me che Joy,
“No, è finito!” dicemmo all’unisono, facendo ridacchiare la “mamma”.
“Che peccato!” rispose ironica. “ Ora andiamo per favore bambini.”
“No ancora uno mammaaa!!”
“Si ancora uno mammaaa!!” ripetei io.
“ora si va a prendere lo zucchero filato. “ Era un tono che
conoscevo molto bene, ovvero un tono che non ammetteva repliche.
Scendemmo dal vagone ancora ridacchianti, mentre la bambina corse senza
chiedere il permesso verso i giochi. Sentii Kris sospirare.
“Un
giorno di questi la perderò.” Sopirò mentre si
andava a sedere su una panchina all’ombra di una quercia.
“Ho paura di si..”
Rimanemmo qualche minuto a guardare Joy, fino a che non mi vennero in
mente tutte le domande che mi ero posto durante quegli anni.
Provai a trattenermi ma non ci riuscii, volevo sapere.
“Perché ti sei lasciata con Stone?”
“Steve!” mi corresse lei sorridendo.
“Stone, Steve, è la stessa cosa. Rispondi alla mia domanda , per favore.”
La sentii sbuffare impercettibilmente. “Cosa vuoi sapere?”
Scossi la testa. “ Perché non state ancora insieme. Non lo amavi?”
“Non è questo il punto. Ma piuttosto che tipo di amore provavo nei suoi confronti.”
Una ruga di incomprensione si formò fra le mie sopracciglia.
“Non capisco..”
“Rob io non ho mai amato davvero Steve. Me ne sono resa conto troppo tardi.”
Strinsi i pugni, espirando lentamente.
“Cos’altro vuoi sapere?ricorda che poi tocca a me”
Non risposi subito, avevo paura della risposta.
Presi un grosso respiro.
“Tu invece mi hai amato sul serio?”
Mi sorrise, accarezzandomi la mano. “Si, ti ho amato sul serio, davvero.”
“Okay.”
“Ora tocca a me chiederti una cosa.” Disse seria, guardandomi negli occhi.
Annuii deglutendo per la mancanza di saliva.
“Con quante donne sei stato dopo di me? O meglio, con quante “bionde” sei stato dopo di me?” Finì la frase con una risata, e mi unii anche io.
“Perché proprio bionde scusa?”
“Perché si, di more c’ero solo io.”
“Ma anche tu sei stata bionda.” Commentai io.
“Pff.. rispondi.”
“Un paio, penso..” risposi non del tutto sincero, a chi volevo darla a bere?
“Voglio crederti.” Mi fece l’occhiolino, per poi
riportare lo sguardo verso Joy. Stava giocando con un bambino
più piccolo di lei. Qualunque cosa gli chiedesse di fare, il
poveretto la faceva. Non avrei voluto essere nei suoi panni ad essere
sincero.
Ad un tratto sentii qualcosa vibrare nella mia tasca sinistra.
Afferrai il mio Iphone, e non appena lessi il nome “Lizzie” me ne pentii amaramente.
Guardai il display sperando smettesse di suonare, invece..
“Che fai non rispondi?” domandò Kris ridendo a crepapelle. Si lei se la rideva,simpatica.
Accettai la chiamata e non appena avvicinai il cellulare all’orecchio, un urlo mi perforò il timpano.
“Roooooob!”
“Ciao Liz.. come stai?”
“Una favola, fratellino..
tu?” Possibile che quella ragazza fosse così esuberante?
Sembrava imbottita di caffeina o altri super eccitanti.
“Bene gr..”
“Ti volevo dire!” mi interruppe senza farmi finire la frase. “Che la prossima settimana devi tornare a casa. Ho una cosa che devo annunciare a tutta la famiglia.”
Spalancai gli occhi sorpreso, e spaventato.
“Che genere di cosa?”
“Una sorpresa… allora ci sarai vero? Si. Benissimo.”
"Ma io non ho ancora risposto” controbattei arrabbiato, ma sapevo in partenza che lamentarsi era inutile.
“Con te c’è Kristen?”
“Si perché?”
“Ho visto su internet delle foto di voi due. Passamela per favore.”
Allontanai dal mio orecchio il telefono e con la mano che tremava appena lasciai il cellulare a Kristen.
Si allontanò leggermente per non farmi sentire le loro parole, dopotutto erano sempre state amiche, anzi grandi amiche.
Vidi Kris ridere, per poi diventare imbarazzata. Avrei pagato oro per scoprire che cosa si stavano dicendo.
Dopo una decina di minuti, tornò da me, sorridendo.
“Allora partiamo per Londra?”
Scossi la testa confuso. “Ha incastrato anche te?”
Annuì mantenendo il sorriso sulle labbra. “Mi è mancata davvero..”
“Anche tu le sei mancata, come sei mancata a me.” Mormorai,
sorprendendo me stesso della verità di quelle parole.
Il viaggio si sarebbe prospettato meno orribile se con me ci fossero state loro due.
Continuammo a guardare Joy e a chiacchierare del più e del meno
per una buona mezzora, fino a che il sole non decise a tramontare.
Kris fece indossare a Joy la felpa e ci incamminammo verso casa. La
piccola agguantò le nostre mani e iniziò a dondolarsi.
Naturalmente la assecondai facendola volare in aria, e la strada si
riempì delle nostre risa. Chiunque ci avesse visto in quel
momento , avrebbe dato per scontato che fossimo una famiglia felice.
Sorrisi di quella consapevolezza e mi voltai guardando Kris. Anche lei
sorrideva. Probabilmente stava pensando esattamente quello che pensavo
io.
“Mammaaa, Rooob!!” Joy lasciò andare le nostre mani e corse fino ad un’edicola.
“Guardate qui” disse, mentre indicava un giornale di gossip al quanto famoso.
Sulla copertina faceva bella mostra di sé una foto che ci ritraeva insieme seduti al tavolo del Mac Donald’s .
Assurdo, davvero assurdo. Come si permettevano quei coglioni , a
pubblicare foto di una bambina, una bambina di quasi cinque anni?!
Tra l’altro senza oscurarle il viso!Non stetti nemmeno a leggere
l’articolo. Qualunque cosa ci fosse scritto mi avrebbe fatto
alterare più di quanto non lo fossi già.
Potevo passare sopra a qualche speculazione su me e Kris, ma non su Joy. Non su quella bimba che tanto adoravo.
Lei non aveva colpa di nulla, non meritava di essere messa in mezzo a quella spazzatura.
“Rob che ti prende?” sussurrò Kris accarezzandomi il braccio.
“Che mi prende?” domandai a voce alta. “Che non
dovrebbero pubblicare questa roba! Non dovrebbero…”
Scosse le spalle. “Non è la prima volta… ci dovremmo essere abituati ormai..”
Si, ma non ero abituato a vedere Joy sui giornali.
“Ma non dovrebbero oscurare le foto dei minorenni?”
“Non lo fanno mai.. Non se è Joy la protagonista della foto..”
Sospirai passandomi una mano fra i capelli.
“Avanti… andiamo a casa Rob.”
Annuii guardando la piccola accarezzare il suo viso nella foto.
Stetti in silenzio fino a quando non arrivammo sotto casa loro. Il
pensiero di doverle lasciare mi procurò una sensazione di vuoto
indescrivibile.
“A domani Robbino!” esclamò Joy allungando una mano
per posarla sulla mia guancia. Stampò un piccolo bacio che mi
fece rabbrividire.
“A domani tesoro..”
“Ciao
Rob” Il mio sguardo incontrò quello di Kris, e per un
momento vi trovai amore. L’amore che avevamo condiviso per tutti
quegli anni. L’amore, quello vero, quello predestinato.
Mi avvicinai e le baciai il capo. Non so perché lo feci, ma
avevo bisogno di sentire il profumo dei suoi capelli. Quella fragranza
particolare, che avevo sempre adorato.
“Buona serata…” sussurrai prima di guardarle un’ultima volta.
Mi girai ma sentii qualcosa tirarmi per la manica.
Abbassai lo sguardo e vidi Joy aggrapparsi alla mia gamba.
“Che c’è piccola?”
“Volevo dirti una cosa..” disse piano facendomi gesto con il dito di avvicinarmi .
“Ti voglio bene.”
__________________________________________
Alloraaaa? Soddisfatte anche questa volta? *-* il Ti voglio bene di Joy è fantastico *-*
Spoiler!
Pov.Kristen
“Kris devi dirglielo, trova il coraggio e la forza di farlo.
È rischioso così ed io sinceramente non riesco a
tranquillizzarti” mi spiegò sincera e prendendo le mie
mani tra le sue mi sorrise dolcemente.
“ascolta, io immagino che possa essere difficile Kris, ma devi
farlo. Se vuoi ti do una mano, chiamiamo Steve e gli diciamo la
verità insieme ma bisogna farlo. La somiglianza è troppa
e prima o poi se non glielo dici tu lo scoprirà da solo e non
sarà lui a farlo, sarà qualcun altro. Ashley per esempio
o le sorelle”
Annuii impercettibile e le sorrisi tristemente.
“si, ha il diritto di sapere la verità. Gli ho negato la
possibilità di essere padre per troppo tempo è arrivata
l‘ora di rivelargli tutto…da sola”
“brava” sussurrò Ota abbracciandomi forte.
“mamma?” mi richiamò Joy. Mi voltai a guardarla. Lei
si torturò per un po’ le mani e poi sorrise timidamente.
“mamma, il mio papà somiglia un po’ a Rob? È simpatico come lui e bellissimo?”
La fissai senza dire nulla, troppo scossa da quella domanda per poter dire qualcosa.
Era giunto il momento di prendermi le mie responsabilità e
accettare le conseguenze del mio gesto, bastava solo capire se ero
pronta. Ero pronta a rinunciare per sempre a Robert? Ero pronta a
dirgli addio proprio ora che lo avevo ritrovato? No, non ero pronta, ma
dovevo farlo.
Nusia&Marty
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Capitolo 13 *** 13- Riflessioni (Nusia) ***
ddddddddddddd
Eccomi
Eccomi ....mamma mia che faticaccia xD Scusate le ore di ritardo
ragazze ma ho dovuto studiare e poi sono corsa a danza, comunque meglio
tardi che mai no? Voi come avete passato la giornata? Da me sembra si
essere a Forks data la pioggia assurda -.-"
Passando
alla storia tutte felicemente sorprese della scelta di Kristen? Dato lo
spoiler ho visto che siete tutte sicure che si farà avanti,
vediamo di vedere in questo Kris come la pensa e poi nel prossimo
chissà, forse, Robert saprà tutto. Quindi, giusto per
farvi stare ancora più sulle spine xD, che ne sarà del
viaggio a Londra? xD
Vi lascio al capitolo =) che avete già atteso abbastanza. Prima però due cosette:
1- risponderemo alle vostre recensioni in questi giorni.
2-
infondo pagina non troverete nessuno spoiler poiché il capitolo
non ancora stato scritto, però ci sarà un avviso
(nulla di preoccupante =P) che dovreste leggere =D Bacioni!
p.s. Capitolo abbastanza lunghetto per farmi perdonare =P
"Resta"
13- Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen
“Quindi secondo te dovrei accettare?”
“Dio Ota per la millesima volta si, dovresti davvero”
sbuffai esasperata. Era più o meno un’ora che non faceva
altro che ripetere la stessa cosa, come un disco rotto mi inondava la
testa delle sue paranoie. Non che mi dispiacesse ascoltarla e darle un
consiglio, semplicemente ritenevo le sue paure del tutto inutili.
“e
se va male?” scrollai le spalle buttando giù un boccone
della mia pasta al formaggio poi lanciai un sguardo a mia figlia che
mangiava tranquilla e sghignazzava alle mie facce buffe.
“se va male ti fai le valige e torni a casa tua. Dai tesoro non
essere pessimista, perché mai non dovrebbe funzionare?”
“Oh per tanti motivi. Io e Cole abbiamo innanzitutto due
caratteri totalmente diversi. Lui è così calmo, pacato ed
io…dio io non riesco a stare un attimo zitta e fare la seria. E
se si accorgesse che sono insopportabile? Se non gli piacesse come
cucino o si infuriasse a vedere che premo il dentifricio dal centro
invece che dal fondo del tubetto? Se…” le tappai la bocca
prima che dicesse altre assurdità.
“Calmati Ota per piacere! Ti rendi conto delle cavolate che stai
dicendo? Il dentifricio? Insomma che differenza fa il modo in cui ti
lavi i denti? Cole ti ama Dakota, ti ama per quello che sei, per la tua
vivacità, sincerità. Ti ama per la tua pazzia e anche per
il modo in cui cucini pensa un po’…” ridacchiai
“ricordi quando decidesti di invitare me, Joy e Cole a casa tua
per una cena? Il tuo pollo arrosto era orribile, Joy non lo
assaggiò neanche, eppure Cole lo finì tutto e non
perché lo ritenesse buonissimo ma perché lo avevi fatto
tu” dissi cercando di farla riflettere. Non poteva andare in
paranoia per queste cose di poco conto. La vidi sorridere e poi mi
abbracciò forte.
“grazie Kris, hai ragione. Lui mi ama, io lo amo. Non c‘è motivo di allarmarsi no?”
“nessun motivo” confermai.
“bene” sospirò.
“anche perché è una semplice convivenza Ota e visto
che tu e lui passate quasi 24 ore su 24 insieme la differenza non
dovrebbe essere tanta” aggiunsi e lei ridacchiò per poi
asserire con il capo. Anche Joy sorrise ed io le strizzai
l’occhio per poi riprendere a mangiare. Per un po’ nessuna
delle due parlò, troppo immerse nei nostri pensieri per
spiccicare parola o nel mio caso nei ricordi.
Sapevo perfettamente come si sentiva Dakota in quel momento. Io
c’ero passata per prima e ricordavo ancora tutta l’ansia
che mi era salita quando Rob mi propose di andare a vivere insieme.
Ansia mescolata a gioia,un mix letale per la sottoscritta.
“Rob, mi dici che ci facciamo
qui?” chiesi mentre mi trascinava su per le scale di un enorme
palazzo. Ci trovavamo nel centro esatto di Los Angeles, Robert si era
presentato alla mia porta con colazione alla mano e mi aveva detto di
vestirmi che doveva portarmi in un posto. Il motivo era ancora un
mistero.
“Allora?” sbuffai non
ricevendo risposta. Mi innervosivo quando la gente non mi rispondeva.
Lui mi baciò la guancia sghignazzando.
“10 secondi di pazienza amore e
saprai tutto” chiusi gli occhi a due fessure e lo guardai truce,
lui per tutta risposta mi sorrise sghembo e afferrando delle chiavi da
dentro la tasca dei jeans aprì una porta.
“vieni” mi incitò afferrandomi la mano. Varcammo la sogna dell’entrata e mi ritrovai davanti un enorme salotto bianco e beige. Bellissimo. Mi voltai verso Robert confusa.
“che ci facciamo in questo appartamento?”
Sorrise avanzando di qualche passo.
“ti piace?” chiese ignorando la mia domanda.
“è bellissimo, ma di chi è?”
“nostro” rispose tranquillamente.
“nostro?” mi sorrise sghembo e si avvicinò prendendomi le mani.
“Rob ma cosa…?”
“andiamo a vivere insieme.
Prendiamo le nostre cose e trasferiamoci qui, ti va?” lo guardai
incredula e mi ritrovai a sorridere da sola.
“dici davvero?”
“ti sembra che stia scherzando Kris? Quando si parla di noi, di te, non scherzo mai”
“ma…”
“ti va? Vuoi vivere con me?” mi interruppe.
Vivere con lui, svegliarmi la mattina
e ritrovarmi sdraiata sul suo petto, avere la possibilità di
baciarlo sempre, di poterci parlare, scherzare, viverlo.
“e se…se finissi per
odiarmi? Se ti rendessi conto che sono una vera palla al piede?”
domandai forse un po’ spaventata da quel passo tanto importante.
“non potrei mai stancarmi di te. È assurdo anche solo pensarlo perché sarebbe come stancarsi di vivere.
Io ti amo Kristen Stewart e voglio stare con te sempre, voglio poter
dormire al tuo fianco, aiutarti con la spesa,coccolarti quando voglio.
Ti voglio, voglio te sempre…in ogni momento. Dimmi di si”
Gli buttai le braccia al collo baciandolo con amore. Dio, ma cosa avevo fatto per meritarmi un angelo come lui?
“si” sussurrai baciandolo nuovamente.
Ci trasferimmo esattamente una settimana dopo e per tutto il periodo
del trasloco sembravo un pazza appena scappata da un manicomio. Non
facevo altro che chiedermi se fosse la cosa giusta, come avremmo fatto
a convivere senza litigare mai, a far combaciare i nostri caratteri.
Chiesi consiglio più volte a mia mamma e lei per tutta risposta
mi diceva che ero paranoica e aveva ragione. Con mio grande stupore non
fu affatto difficile abituarci alle abitudini altrui. Vivere con Robert
era la cosa più semplice del mondo, forse perché era
estremamente divertente o semplicemente perché ci amavamo incondizionatamente. Si, forse il motivo era proprio l’amore incondizionato.
“zia, secondo te perché la mamma sorride come una
stupida?” chiese mia figlia riportandomi con i piedi per terra.
“ehi piccolina!” la richiamai bonariamente facendola ridere.
“lascia stare la bambina Kris. Joy ha assolutamente ragione,
avevi su un sorriso assolutamente idiota” mi ribeccò la
mia amica.
“grazie tante!”
“ il sorrisino era forse dovuto al fatto che tra pochi giorni
andrete a Londra con Rob?” chiese stuzzicandomi. Ridacchiai.
“No, stavo semplicemente ricordando quando mi chiese di andare a
vivere con lui. A dire il vero sono un po’ in ansia per questo
viaggio” ammisi.
“e perché?”
“beh Ota tornare a Londra, riabbracciare tutta la sua stupenda
famiglia. Far conoscere a tutti Joy” spiegai lanciando un’
occhiata a mia figlia che mangiava ignara del fatto che tra breve
avrebbe conosciuto la sua famiglia. Dakota capì al volo e mi
accarezzò un braccio.
“andrà tutto bene Kristen”
“lo spero, ho così paura”
“paura di cosa?” mi chiese ed io indicai la bambina
facendole segno che non potevo parlare. Non potevo espormi davanti a
mia figlia, per avere solo 4 anni era fin troppo sveglia ed
intelligente.
“Joy tesoro andresti in camera della mamma a prendermi la borsa
per favore?” le chiese Dakota e mia figlia annuì
dileguandosi in un batter d’occhio.
“sputa il rospo” mi incitò. Sospirai poggiandomi allo schienale della sedia.
“ogni volta che vedo Rob osservare Joy ho sempre paura che noti
qualche somiglianza. Che veda nei lineamenti della piccola i suoi, che
si riveda nei modi di fare, nel sorriso sghembo o nelle faccette
idiote. Ho una paura tremenda che scopra da solo la
verità” dissi passandomi una mano sul volto. Dio, quel
terrore mi accompagnava da giorni ormai.
“Kris devi dirglielo, trova il coraggio e la forza di farlo.
È rischioso così ed io sinceramente non riesco a
tranquillizzarti” mi spiegò sincera e prendendo le mie
mani tra le sue mi sorrise dolcemente.
“ascolta, io immagino che possa essere difficile Kris, ma devi
farlo. Se vuoi ti do una mano, chiamiamo Steve e gli diciamo la
verità insieme ma bisogna farlo. La somiglianza è troppa
e prima o poi se non glielo dici tu lo scoprirà da solo e non
sarà lui a farlo, sarà qualcun altro. Ashley per esempio
o le sorelle”
Annuii impercettibile e le sorrisi tristemente.
“si, ha il diritto di sapere la verità. Gli ho negato la
possibilità di essere padre per troppo tempo è arrivata
l‘ora di rivelargli tutto…da sola”
“brava” sussurrò Ota abbracciandomi forte.
“ecco qui zia e comunque era in camera mia non della mamma”
disse Joy mettendo su un’espressione buffissima, un misto tra
l’irritato e il dolce. Ridacchiai,tutta il papà!
“mi sarò sbagliata, scusa tesoro” si scusò
Ota facendomi l’occhiolino. Scossi la testa e accennai ad un
sorriso.
Dopo pranzo Dakota decise di correre da Cole e dirgli che accettava la
proposta così la lasciai andare dandole un in bocca al lupo.
“speriamo che crepi insieme a tuo” disse prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciarmi sola con mia figlia.
“mamma?”
“si amore?”
“oggi non vediamo Spunk?” mi chiese mettendo su un musetto
tenerissimo. La presi tra le braccia scompigliandole i capelli. Come
previsto si lamentò schiaffeggiandomi la mano.
“non possiamo stare sempre con Rob tesoro, lui deve lavorare e
non possiamo disturbarlo” le spiegai sedendomi sul divano con lei
sulle ginocchia.
“quindi oggi non lo vediamo” constatò facendo un lungo e triste sospiro.
“ti dispiace?” mi guardò dritta negli occhi e annuì vigorosamente.
“tanto” aggiunse facendomi stringere il cuore. Joy si era legata a Robert in un modo assurdo, quasi
irreale se si pensava a quanto tempo lo conosceva. Due settimane non
era un asso di tempo tanto lungo da creare un rapporto del genere, ma
evidentemente loro erano l’eccezione che confermava la regola.
Vedevo perfettamente dal viso imbronciato di mia figlia che diceva la
verità. A lei mancava davvero Robert, poco importava che lo
conoscesse da poco o che fosse una bambina socievole. Era come se il
legame tra padre e figlia li avesse uniti fin dal primo momento in cui
si erano guardati, sin da quando li beccai seduti nel corridoio di quel
supermercato a ridere a crepapelle.
“beh…magari dopo lo chiamiamo così lo saluti che ne
dici?” proposi sorridendole. Le si illuminarono gli occhi e
schioccò un sonoro bacio sulla mia guancia.
“si” esultò.
“ok, allora la mamma ora va a sistemare la cucina e poi vediamo di chiamarlo. Tu guardi i cartoni?”
“mhmh…quando chiami posso parlare io con Spunk?”
“certo amore” acconsentii dirigendomi verso la cucina.
“mamma?” mi richiamò Joy. Mi voltai a guardarla. Lei
si torturò per un po’ le mani e poi sorrise timidamente.
“mamma, il mio papà somiglia un po’ a Rob? È simpatico come lui e bellissimo?”
La fissai senza dire nulla, troppo scossa da quella domanda per poter dire qualcosa. Somigliava a Robert il suo papà? Oh
si tesoro, il tuo papà somiglia tanto a Robert, hai i suoi
stessi capelli, occhi, modi di fare. Somiglia molto anche a te sai?
Avete lo stesso sorriso, lo stesso carattere, lo stesso costante e
intenso modo di farvi amare da me. Il tuo papà ha persino lo
stesso nome di Rob perché vedi amore mio, tuo padre è
proprio lui. Quell’uomo che spesso mi chiedi di descriverti,
quello che vuoi sapere dov’è, che lavoro fa, se ti vuole
bene. Il tuo papà è Robert, Spunk, Joy e tu gli vuoi un
bene dell’anima senza neanche conoscere la verità.
“si Joy…si, gli somiglia un pò” sussurrai prima di voltarle le spalle e rifugiarmi in cucina.
Cosa stavo combinando? Per quale assurda ragione avevo tenuto per me un
segreto tanto grande e importante? Per 4 lunghi anni avevo sempre
pensato di aver fatto la cosa giusta, certo avvolte rimpiangevo di non
aver rivelato nulla a Robert, ma poi mi convincevo di aver fatto bene,
che quella fosse l’unica soluzione per non far soffrire mia
figlia. Mi sbagliavo e di tanto anche. In quel momento ebbi la
consapevolezza che se non avessi rivelato tutto non solo avrei perso
Rob, ma a lungo andare anche Joy mi avrebbe detestato. Anche mia figlia
mi avrebbe guardato con un guardo deluso e mi avrebbe rinfacciato
tutto.
“Come hai potuto mamma? Lui
è mio padre ed io avevo il diritto di saperlo. Sai quanto mi
è mancato in questi anni? Lo sai?” già
immaginavo cosa mi avrebbe detto quando sarebbe cresciuta ed io non
volevo arrivare a ciò. Non volevo doverle spiegare che avevo
agito per il suo bene, non volevo sentirmi rispondere che avevo
sbagliato, che non ero una buona madre. No, io non volevo perdere la
mia bambina. Lei doveva essere fiera di me, doveva camminare a testa
alta e dire “lei è mia madre e l‘ammiro come non ammiro nessuno” si,
volevo questo e poco importava il prezzo che avrei dovuto pagare. Fin
da quando scoprii di avere Joy in grembo avevo sempre pensato a lei
prima di tutto. Prima ancora di me stessa c’era lei e sarebbe
stato così per sempre. Se per far felice mia figlia dovevo
essere triste io mi andava bene, se per non farmi odiare avrei dovuto
accoltellarmi il cuore da sola lo avrei fatto. Se per farla essere
orgogliosa della propria madre avrei dovuto deludere l’unica
persona che avevo mai amato lo avrei fatto. Lo avrei deluso. Se per
poter tenere Joy stretta a me avrei dovuto rinunciare a Robert, ci
avrei rinunciato. Avevo fatto a meno di lui per anni chi mi avrebbe
impedito di fare lo stesso per il futuro? Non avevo bisogno di lui per
vivere, sarei stata felice comunque. Avrei vissuto anche senza averlo
al mio fianco. Giusto? Cazzate, tutte cazzate! La verità era che
avrei rinunciato a Robert ma nel dirgli addio avrei abbandonato anche
la mia vita, il mio futuro, il mio sorriso. Avrei perso tutto, inutile
negarlo. Mi sarei alzata la mattina senza sapere bene che fare, mi
sarei sentita vuota, fredda, con più nessuno scopo nella vita a
parte quello di far star bene Joy. Avrei sopravvissuto, niente di
più, niente di meno. Si certo, avevo vissuto senza di lui per 4
anni ma quella volta sarebbe stato diverso. Nell’esatto istante
in cui avrei rivelato a Robert che avevamo una figlia lo avrei perso
per sempre. Non mi sarei mai più alzata con la speranza di
vederlo bussare alla mia porta, non avrei mai più creduto di
poterlo rincontrare, non avrei mai più immaginato che un giorno
mi avrebbe perdonato. No, lui non avrebbe mai accettato una cosa del
genere. Mai. L’avevo già deluso profondamente una volta,
non avrebbe retto né perdonato una seconda delusione, non tanto
grande e soprattutto non da me.
Mi riflessi sul fondo di una pentola che avevo appena lucidato e mi
accorsi di star piangendo. Si, erano proprio lacrime quelle che mi
rigavano il volto, ma perché? Per quale assurdo motivo piangevo?
Era tutta colpa mia se mi trovavo in quella situazione, nessuno mi
aveva mai costretta a mentire tutt’altro. Quante volte Steve o
Dakota mi avevano spronato ad andare da Robert e rivelargli che
aspettavamo una bambina? Quante volte il mio ex marito mi aveva stretta
a se e detto che Joy aveva bisogno di conoscere la sua vera famiglia e
quante volte Ota mi aveva consigliato di dirlo almeno a mia madre?
Già, neanche lei sapeva la verità. Nessuno lo sapeva se
non io, Dakota e Steve. Avevo preferito non dirlo a nessuno,
all’epoca pensavo che era meglio che la mia famiglia non sapesse
nulla. Mia madre mi avrebbe trascinato per i capelli fino a Londra pur
di far sapere al suo amato Robert,
che sarebbe diventato padre. Oh se solo avessi saputo che sarebbe
successo tutto ciò avrei pregato io stessa mia madre di
trascinarmi a Londra! Ma al tempo ero troppo impaurita per pensare
lucidamente. Non volevo che Robert restasse al mio fianco solo
perché ero rimasta incinta. Mi aveva chiaramente detto di fare
le valige e andare via ed io volevo il meglio per lui. Volevo che fosse
felice e non che fosse costretto a vivere una vita che non voleva
più. Una vita che lo aveva deluso, ferito.
Quando sentii il telefono di casa squillare mi affrettai ad asciugarmi
le lacrime e andare a rispondere. Chi poteva essere a quell’ora?
“Pronto?” risposi con una voce orribile.
“Kristen? Sono Ashley”
“ehi ciao Ash come va?” chiesi schiarendomi la voce.
“bene. Tu hai una voce un po’ strana ti senti bene?”
“Oh si…si sto benissimo grazie”
“Oh perfetto allora non bisogna annullare la cena”
“quale cena?” chiesi confusa. Mi ero forse dimenticata qualcosa?
“ho pensato di invitare te e Joy stasera a cena da noi, ti va? Ho
chiamato anche Dakota ma ha detto di essere impegnata con Cole”
mi informò.
Bene, la vita mi stava dando l’opportunità di dire tutta
la verità, di togliermi finalmente quel macigno dal petto. Era
giunto il momento di prendermi le mie responsabilità e accettare
le conseguenze del mio gesto, bastava solo capire se ero pronta. Ero
pronta a rinunciare per sempre a Robert? Ero pronta a dirgli addio
proprio ora che lo avevo ritrovato? No, non ero pronta, ma dovevo
farlo. Se avessi messo su una bilancia i pro e i contro di tutta la
faccenda l’asta si sarebbe certamente spostata più verso i
contro, infondo le conseguenze sarebbero state molte di più dei
vantaggi. Stavamo parlando di migliaia di conseguenze contro un unico
vantaggio, ma quest’ultimo era certamente molto più
importante di tutto il resto.
“Kristen ci sei ancora?”
“si, si Ash scusa stavo pensando” dissi tornando con i piedi per terra.
“allora ci sei per stasera? Ci sarà anche Robert ovviamente”
“ci certo si saremo. A che ora dobbiamo venire?”
“perfetto! Ci vediamo verso le 8 allora. A stasera tesoro. Un bacio”
“si, ciao Ash” riagganciai facendo un lungo sospiro e andai
ad avvertire Joy mettendo su il miglior farlo sorriso della storia.
“indovina un po’ chi ha chiamato amore?”
Joy mi guardò reclinando la testa, poi i suoi occhi si illuminarono e il suo viso si dipinse un ampio sorriso.
“Rob?”
“no amore, Ashley. Ha detto che stasera andiamo a cena da lei
e…” lasciai la frase in sospeso facendole gonfiare le
guancie.
“e?”
“e ci sarà anche Rob” scattò immediatamente dal divano iniziando a saltellare per tutto il salotto.
“siiiiiiii…che bello!” esclamò all’improvviso facendomi sorridere.
Si, quel solo vantaggio era certamente più importante di tutto il resto.
Pov. Robert
“Cielo sono esausto!” esclamai buttandomi a peso morto sul divano di casa Lutz.
“sono le conseguenze del lavorare troppo amico” sghignazzò Kellan seduto comodamente al mio fianco a guardare una partita di football.
“ma tu sei sempre a casa?”
“ehi stamattina ho incontrato il mio agente. C‘è un
bel film in cantiere e mi hanno proposto una parte principale”
disse punto nel vivo. Sapevo che Kellan aveva deciso di non girare film
per almeno 2 mesi e di dedicarsi solo ad interviste e Photoshoot, ma mi
divertivo a prenderlo in giro. Ricordavo ancora le parole che mi disse
qualche mese fa a telefono.
“basta Rob, sono stato in giro a lavorare per ben 5 mesi, ora mi
serve un po’ di pausa o il mio solo neurone mi
abbandonerà” risi a crepapelle al suono di quelle idiozie.
“grandioso e hai intenzione di accettare?” domandai togliendo da testa il mio amato berretto.
“si, penso di si. È giunta l‘ora di tornare in pista”
“bene. Penso che mi andrò a fare una doccia, ne ho davvero
bisogno” annunciai tentando di alzarmi dal divano. Kellan me lo
impedii chiedendo la mia attenzione.
“aspetta Rob. Ti ricordi che ti dissi di voler chiedere ad Ash di sposarmi?”
“si, certo che ricordo” dissi ripensando a quel giorno.
Stavo andando al supermercato dove incontrai Joy e Kristen, quando
Kellan mi chiese un consiglio.
“beh ecco, so che forse tu sei impegnato ma ho pensato di
chiederglielo stasera. Sei stato a lavoro e non ho avuto modo di
avvertirti. Sei devi uscire o…vedere Kristen disdico
tutto” parlò a raffica, senza neanche darmi il tempo di
replicare o almeno bloccarlo.
“no, tranquillo vai. Sono libero questa sera e Dan mi farà compagnia. Dove la porti?”
“in spiaggia. C‘è un posto davvero bellissimo
nascosto dalla scogliera. È li che mi ha portato quando mi ha
detto di aspettare Dan” mi disse sognante.
“che romantico. Kellan innamorato! Sai che ti brillano gli occhi
ogni volta che parli di Ashley?” chiesi e lui mi lanciò un
cuscino.
“smettila Pattinson, sono solo…innamorato”
“questo è chiaro, ma fa strano sentirti dire queste cose. Diventi serio quando parli di lei”
“non sono l‘unico” chiarì “anche tu
diventi un‘altra persona quando sei o parli di Kristen. I tuoi
occhi assumono una luce diversa. Non sei più
quell‘inglesino che spara battute idiote a raffica insomma.
Assomigli più ad un uomo…”
“innamorato. Follemente innamorato” conclusi io per lui. Asserì con il capo.
“dovrai dirglielo prima o poi. Vedrai che sarà così anche per lei”
“si, può darsi. Il legame che ci univa non è
sparito del tutto e la cosa può sembrare assurda ma Joy è
un
anello fondamentale che ci permette di parlare con il cuore invece che
con la testa. Non so perché, insomma è assurdo infondo
lei è la figlia di Steve” spiegai scettico. Kellan
annuì.
“sarà anche la figlia di Steve ma non noto alcuna somiglianza” disse scuotendo la testa per poi ridere.
“perché ridi?” chiesi confuso.
“perché ogni volta che ti vedo giocare con la piccola mi
vengono sempre pensieri assurdi per la testa. Sai cosa penserei se
fossi un passante che vi vede per la prima volta? Penserei: < che bella famiglia che sono > Se non sapessi la verità giurerei che la bambina ti somiglia”
“che cosa?” domandai divertito da quel discorso.
“lo so è una cosa assurda ma forse sono i capelli o le
battute stupide o non so la complicità tra voi che mi porta a
pensare ciò. L‘ho fatto notare anche ad Ashley e lei prima
ha detto che sono un idiota e poi guardandoti insieme alla bambina mi
ha appoggiato dicendo che potreste per davvero sembrare padre e
figlia”
“sai Kellan per quanto mi piacerebbe essere già
papà devo ammettere che tu sei fuori di testa. Joy è la
figlia di Steve, se fosse stata mia me ne sarei reso conto no?”
“beh potresti sempre diventare il suo patrigno” disse unendosi alla mia risata.
“oh si, quello si”
“di che parlate voi due?” chiese Ashley entrando in salotto.
“oh niente, il tuo compagno è un idiota” le dissi facendola ridacchiare.
“che c‘è amore?” domandò Kellan alzandosi per baciarle una guancia.
“sono venuta a dirvi che stasera verranno a cena Kristen e Joy, le ho appena invitate perciò corro a
fare la spesa” e così dicendo afferrò la borsa e
uscì di casa senza darci modo di replicare. Scoppiai nuovamente
a ridere di fronte all’espressione perplessa di Kellan.
“che tempismo che ha la mia Ashley!” esclamò sbuffando“addio proposta di matrimonio”
“e perché mai?” chiesi.
“hai sentito no? Stasera vengono Kristen e Joy e non possiamo certamente lasciarle cenare da sole”
“beh però potreste cenare e poi andare al mare. Insomma
Kristen sarà contenta di aiutarmi con Dan e Joy sono sicuro
sarebbe felicissima di passare un po’ di tempo con tuo
figlio”
“davvero mi aiutereste? Non sono proprio sicuro che Ashley verrebbe con me”
“tu tranquillo che ci pensiamo noi a convincerla ok?”
“ok, grazie Rob ti devo un favore” disse dandomi una pacca sulla spalla.
“nahhh è un piacere per me. Ora se non ti spiace vado a
farmi una doccia che stasera devo intrattenere le tue ospiti”
“come se ti dispiacesse” mi prese in giro mentre mi avviavo nella dependance.
“non ho mai detto che mi dispiace. Ci vediamo dopo” e
così dicendo mi dileguai con un sorriso a 32 denti. Tra poco
avrei rivisto Kristen e ciò bastava a rendermi felice e ansioso.
_________________________________________________
Allora
che ne dite di questo capitolo? Devo ammettere che ci ho messo un
pochetto per scriverlo, specie il pov Kristen. Cosa succederà
ora secondo voi? Susu voglio ipotesi su ipotesi *-*
P.s.. Allora ragazze ecco il piccolo avviso:
Io e Marty vogliamo informarvi che da oggi si posterà una volta
a settimana, quindi il prossimo capitolo sarà esattamente mercoledì prossimo .... Ci
dispiace tanto ma purtroppo la scuola ci porta via davvero tanto tempo
e voi capirete che è impossibile scrivere poi correttamente una
storia, percui questi due giorni in più dovrebbero aiutarci.
Riuscirete a resistere 7 giorni? *-*
Nusia&Marty
|
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Capitolo 14 *** 14-Like a kiss (Martybet) ***
love
Buon
giorno ;) Qui che vi parla è Marty, purtroppo il computer di Nu
non riesce più ad accendersi, e così per non farvi
rimanere a bocca asciutta abbiamo deciso di postare ugualmente :)
Pregate per il suo povero pc però u__u
Allora, volevo informarvi che la data della rivelazione non
è poi così lontana, anzi.. muahuahuhaua XD Come sono
cattiva u___u
Anzi come siamo cattive u___u
Che altro dire? Spero che questo capitolo vi piaccia, e come al solito ci rileggiamo in fondo.. :
P.S Recensite ;) LOL
P.P.S: troverete il link di una canzone ;) ascoltatela mentre leggete ;)
CAPITOLO 14: Like a Kiss
Mangiucchiarsi le unghie, mordersi il labbro, passarsi
nervosamente una mano nei capelli.
Tutti gesti che in quegli ultimi venti minuti avevo ripetuto a frazione di
secondo. Era stupido sentirsi così
agitate, e invece chissà per quale ragione lo ero. Quella sera avrei vinto, oppure perso ogni cosa. Questa consapevolezza bastava per farmi innervosire,
farmi venire voglia di piangere e scappare via dalle mie responsabilità.
Ma non potevo.. Non era
giusto nei confronti di Rob e di mia figlia. Entrambi meritavano di sapere la
verità, anche se questa verità avrebbe comportato perdere per sempre l’uomo che
amavo più della mia stessa vita. Sospirai, cercando di rallentare il mio
respiro irregolare.
Dovevo calmarmi, dovevo
cercare di tranquillizzarmi, altrimenti tutto il mio piano sarebbe andato a
puttane, e non me lo potevo permettere.
“Joy amore sei pronta?”
urlai chiamandola dal piano inferiore. La sentii scendere dalle scale di casa
nostra, e osservai curiosa i suoi occhi vispi. Era emozionata, non vedeva l’ora
di vedere il suo papà.
Oh piccola mia, se solo
sapessi la verità…
“Pronta!” esclamò sorridente,
mostrandomi il suo vestito colorato. Era magnifica. La pelle diafana, i
riccioli dorati, gli occhi verdi..
“Sono spettolare vero,
mamma?”
Scossi la testa
ridacchiando. “Spettacolare Joy. Spettacolare.”
Storse la bocca e il
sopracciglio contemporaneamente, facendo la sua tipica faccia corrucciata.
“E io che ho detto?” mi
chiese facendo spallucce.
“Mi era parso di sentire
qualcos’altro, ma sicuramente mi sono sbagliata … Sei spettacolare amore, si.”
Dissi alzando le mani in segno di resa. Mai contraddire mia figlia, così come
mai si doveva contraddire Rob.
“ Allora andiamo?”
“Certo” risposi
prendendola per mano, e chiudendo la porta dietro alle mie spalle. Raggiungemmo
la mia macchina, e una volta entrate Joy prese ad armeggiare con la radio, e infine
scelse uno dei suoi cd preferiti. Era un semplice cd di musica classica, uno
dei tanti che mi aveva aiutato durante il mio periodo “buio”.
Il compositore era
Ludovico Einaudi un italiano che mi era capitato di sentire durante le riprese di New Moon. Era stato Rob il
primo a farmelo ascoltare, ed io me ne ero completamente innamorata.
E a quanto pare aveva
sortito lo stesso effetto in mia figlia.
La vidi chiudere gli occhi
per poi rilassarsi al ritmo de "I giorni" . Quella melodia era così pura, così triste
e allo stesso tempo malinconica.
Non so perché ma sentii lo
stomaco contrarsi e piccole lacrime silenziose presero a scendere lungo le mie
guance.
Mi sentivo così debole,
così fragile. Come se tutto quello che avevo costruito con tanti sacrifici si
potesse rompere da un momento all’altro. Ed era vero… si sarebbe potuto rompere
con un semplice alito di vento.
Il mio sguardo era fermo
sul corpo di Joy, i riccioli le solleticavano il viso, e la sue labbra erano
sorridenti. La classica espressione serena.
E sapevo benissimo il
motivo della sua gioia. Rob, Rob. Il ragazzo del quale ci eravamo perdutamente
innamorate, il ragazzo che aveva colorato i miei giorni e ora colorava i suoi.
Quel ragazzo che come un raggio di luce nella tempesta era piombato nella mia
vita otto anni fa e non se ne era più andato. Quel ragazzo che insieme a me
aveva dato alla luce quella splendida bambina seduta a pochi centimetri. Tirai
su con il naso, no Kris, non piangere,
non è il momento di farti vedere in queste condizioni da Joy.
Eppure.. eppure avevo un
disperato bisogno di sfogarmi, e quelle maledette note non facevano che
aumentare la stretta alla giugulare che sentivo premere prepotentemente.
Quando finalmente
arrivammo, con il maglione mi asciugai gli ultimi resti di acqua salata, e
parcheggiai accanto al cancello di casa di Ashley e Kellan.
Joy spense il cd, e iniziò
a correre verso l’entrata.
La raggiunsi poco dopo e
insieme suonammo il campanello.
La cameriera non ci mise
molto ad aprirci,e subito Joy si intrufolò, intrepida di vedere nuovamente il
suo papà. Consegnai il mio giubbotto a Marie, e mi feci indicare dove si
trovavano.
Entrai in salotto, e la
scena che avevo davanti mi pietrificò.
Joy era ancorata al petto
di Rob e si stringevano in un abbraccio pieno di tenerezza e amore. Mi sentivo
così piccola, come se fossi di troppo.
Quel gesto mi fece capire
ancora quanto avessi sbagliato a tacere la verità. Egoista, ero solamente
un’egoista.
“Ehi..” disse Rob
sorridendo quando Joy decise di liberarlo.
“Ciao.. tutto bene?”
domandai sempre con un nodo in gola.
Accentuò il sorriso. “Sto
una favola. Tu? Tutto bene? Mi sembri un po’ strana..”
Scossi la testa. “Sono
solo molto stanca.. non ho dormito molto bene stanotte..” Beh non stavo
mentendo su tutto, quella notte la avevo davvero passata in bianco. Certamente
però non ero ridotta così per le ore di sonno perse.
“Mi dispiace.. avremmo
potuto rimandare.”
Scossi la testa. “Joy ci
teneva tanto.. vero?”
“Si!” rispose sorridendo e
continuando a stringerlo.
Datemi una pastiglia di valium, vi prego!
“Ma.. Ash e Kellan?”
domandai perplessa.
“Sono usciti. Kellan deve
fare una proposta molto interessante ad Ash, Dan invece è rimasto qui con me.”
Proposta molto
interessante? Non parlerà mica di un..
Sbarrai gli occhi
sorpresa.” Proposta cioè.. si deve dichiarare?”
Sghignazzò. “Già.. sono
andati un ristorante di lusso vicino ad Hollywood.”
“Oh cavolo.” Riuscii solo
a dire. Ashley non era mai stata una ragazza da matrimonio, non era nemmeno una
ragazza da bambini, ma… Ashley, sposata?
Dio, non riuscivo a
crederci.
Le volevo bene, ed era una
delle mie più care amiche, ma era sempre stata la classica donna da dieci
fidanzati. Ricordo ancora il nome che le avevo affibbiato ai tempi di Twilight.
Ashley Farfallina.
Ridacchiai ripensando a
quei tempi.
“Perché ridi?”
“No, è che.. mi sembra
strano. Tutti i nostri più cari amici si sposano, vanno a vivere insieme..
invece tu ed io siamo sempre allo stesso punto.”
“Beh, tu non sei allo
stesso punto. Hai una figlia e ti sei sposata.Io sono sempre lo stesso cazzone
di quattro anni fa.”
Sospirai. No Rob, ti
sbagli. Sei esattamente nella mia stessa situazione, ma tu non lo sai ancora.
“Beh no dai. Qualcosa hai
fatto.”
“Sarebbe?” domandò con un
sopracciglio alzato.
“Sei entrato nuovamente
nella mia vita, e ora nella sua.” Dissi sincera riferendomi a Joy, e dopo di
che mi maledii più volte di essermi lasciata scappare così tante cose.
Mia figlia ci guardava
sorridente, e dopo di che scese raggiungendo Dan nell’altra stanza.
Mi sedetti accanto a Rob e
li osservai giocare tranquilli. Quel bambino in confronto a mia figlia era un
vero angelo.
“Che cosa mangiamo?”
“Pizza.” Rispose come se
fosse una cosa ovvia. Dimenticavo che non era capace di cucinare, se non
qualche uovo strapazzato per colazione.
“L’hai già ordinata?”
Annuì con un sorriso
beffardo stampato sul viso.
“E scusa come fai a sapere
che cosa volevamo?”
“Ma io so che pizza vuoi.”
“Si ma non c’entra..
magari in questi anni potevo cambiare gusto.”
“Hai cambiato gusto?”
chiese con un sopracciglio alzato.
“No.” Dissi sospirando.
“Visto? Per te una pizza
con i funghi e per Joy una semplice margherita.”
“Hai preso in pieno
purtroppo.”
“Purtroppo lo so!”
“Sei solo un egocentrico,
saputello inglese!”
“E tu sei solo una
permalosa, viziata ragazzina americana.”
Gli feci la linguaccia, e
solo dopo pochi secondo mi resi conto di essere tenuta d’occhio dai bambini. Ci
guardavano con gli occhi spalancati, e forse avevano ragione.
Quando ero con Rob la
parte adolescenziale che era in me tornava fuori chissà come.
Le pizze arrivarono circa
venti minuti dopo, e tra ridolini e scherzi, la serata proseguì più o meno
tranquilla. Cercavo di non pensare a ciò che avrei dovuto fare di lì a poco,
cercavo di non agitarmi e restare tranquilla. Volevo godermi quegli ultimi
momenti di serenità.
Joy e Dan andarono in
camera a guardare un cartone animato, mentre io e Rob eravamo sdraiati sul
divano, come ai vecchi tempi.
Era così strano trovarmi
lì, con lui. Il suo profumo mi dava alla testa, e i nostri fianchi attaccati
non facevano altro che recarmi piccolissimi brividi a fior di pelle.
Continuavo a mordermi il
labbro inferiore, mentre lui parlava.
Guardavo la sua bocca
muoversi, e uno strano desiderio si impossessò del mio basso ventre. Deglutii a
vuoto, continuando a fissare quella danza sublime delle sue labbra.
D’un tratto però qualcosa
cambiò anche nel suo sguardo, e gli occhi azzurri che tanto amavo si
pietrificarono.
“Kris, cos’hai?” sussurrò
toccandomi con un dito la guancia arrossata, e lì dove aveva sfiorato la mia
pelle lasciò una linea infuocata.
Sospirai senza
rispondergli, abbassai lo sguardo fino a che non mi fece rialzare il viso, e i
miei occhi tornarono nei suoi.
Possibile che sentisse
esattamente ciò che provavo io?
I nostri respiri erano agitati,
e ormai il suo alito mi aveva completamente ubriacata.
Era così dolce, così
afrodisiaco..
La testa aveva preso a
girare vorticosamente.
Vedevo solo le sue labbra,
e sentivo una voglia snaturata di baciarlo. Di ritrovare quella bocca calda,
profumata, leggera, che si muoveva in sincrono con la mia.
Oh Rob… se solo sapessi,
se solo sapessi la verità..
Istintivamente avvicinai
il mio viso al suo, i nostri occhi erano incatenati, azzurro grigio fuso al
verde. Un connubio perfetto.
Mi morsi il labbro, e la
sua mano andò a finire dietro la mia schiena.
Stava per accadere… stava
per accadere, me lo sentivo.
Dieci centimetri, si
trasformarono in cinque, poi in due.. Mancavano pochi millimetri e ci saremo
baciati.
Sentii le farfalle nello
stomaco non appena mi attirò a sé. Infilai una mano fra i suoi capelli ramati,
e fu il paradiso. Non ricordavo quanto fossero morbidi, soffici al tatto.
Pochi secondi..
Chiusi gli occhi, quando
all’improvviso sentii un urlo dalla camera adiacente.
Tornai lucida, e mi
allontanai di scatto da Rob, il quale era rimasto impietrito.
Mi alzai velocemente, e
corsi nella stanza dei bambini.
Joy aveva legato Dan con
un collare, e lo portava a spasso come un cagnolino.Dio, ti prego.
“Joy!” sbottai arrabbiata,
avvicinandomi al povero Dan, che imitava anche il verso del cani.
“Ti sembra il caso?! Non
si fa!”
Liberai Dan dalla
costrizione del guinzaglio,e portai entrambi i bambini in salotto.
Mi schiarii la voce. Rob
era ancora seduto, la mani appoggiate
dietro la testa, e il viso disteso in un ‘espressione rilassata.
Io sentivo il cuore
battere ancora più forte di prima, e le gambe erano scosse da un leggero
tremore.
“Joy vai a prendere la
giacca, è tardi, dobbiamo andare a casa.”
Sentii la bimba
sbuffare, prima di andare a mettersi il
giubbotto di Jeans.
“Grazie di tutto Rob.”
Dissi placida, cercando di mantenere la voce ferma il più possibile.
Mi sorrise, per poi
alzarsi e venirci a salutare.
Abbracciò Joy, e poi venne da me. Trattenni il fiato per tutto il tempo, fino a quando non
avvicinò il suo viso al mio orecchio.
“Sei sempre stata una
fifona.”
Sbarrai gli occhi
pietrificata, e presi per la mano Joy.
“Buona notte Dan.”
Sussurrai dandogli un piccolo buffetto sulla guancia.
“”Notte Kris” rispose
dolcemente.
“Ci sentiamo domani per
metterci d’accordo su Londra.”
Annuii a Rob, per poi
girarmi verso la porta.
Sentivo gli occhi pungere,
consapevole ancora una volta di avergli taciuto la verità.
_________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
Hahaha, credevate che si baciassero vero? u____________u
e invece nisba :P
Il prossimo capitolo si vola a London :D Quindi tenetevi preparate perchè ne succederanno delle belle u_u
xxx
Nusia&Marty
|
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Capitolo 15 *** 15- London (Nusia) ***
15
Buonasera
a tutte contente di vedermi qui con qualche ora d'anticipo? La
verità è che domani non sapevo se riuscivo a postare
perciò mi sono detta "perché farle attendere ancora?"
Si lo so, sono bravissima *-* xD
Alloraaaaaaaaaaaa
pronte a partire per Londra? questo capitolo è abbastanza
lunghezzo perciò vi lascio a lui e vi auguro Buona Immacolata a
tutte.
p.s. La nostra Marty ha risposto alle vostre recensioni. Grazie mille siete stupende! *-*
"
"Resta"
15-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert
Il suono della sveglia mi svegliò di colpo facendomi sbattere la testa contro il comodino.
“maledetto aggeggio!” borbottai massaggiandomi la parte
lesa. Era le 6 e mezza del mattino e tra esattamente 3 ore avrei dovuto
prendere l’aereo per andare a Londra. Se non fosse stato che
avrei passato 3 interi giorni con Kristen e Joy molto probabilmente mi
sarei buttato nuovamente con la testa sotto il cuscino e avrei mandato
al diavolo Lizzie, ma grazie al cielo loro sarebbero venute con me e
questo bastò a farmi scattare dal letto e dirigermi sotto la
doccia.
Quando le stille d’acqua calda iniziarono a bagnarmi il corpo
rilassai tutti i muscoli sentendomi subito meglio. Uscii dalla doccia
dopo circa mezz’ora e dopo essermi avvolto un asciugamano in vita
pensai a togliere un po’ d’acqua dai capelli con il phon,
quando anche quelli furono a posto corsi in camera e mi preparai.
Dovevo sbrigarmi se non volevo perdere il volo rischiando di essere
linciato da mia sorella. Chissà cosa doveva dirci di tanto
importante da farmi tornare a Londra! Con questo pensiero afferrai gli
occhiali da sole, il trolley e andai ad aspettare Kristen in salotto.
Mi aveva mandato un messaggio dicendomi che sarebbe passata a prendermi
lei con Dakota, non era il caso di disturbare i promessi sposi,
sicuramente avevano di meglio da fare che pensare al sottoscritto. Le
diedi pienamente ragione e mi auto-convinsi che non ero affatto curioso
di sapere come aveva reagito Ashley alla sorpresa di Kellan. Mentre
aspettavo scrissi un bigliettino ai due dove scrissi che li avrei
chiamati appena atterrato e che speravo che la serata fosse andata nei
migliori dei modo, mi firmai e lo lasciai sul tavolino che avevo di
fronte, sicuro che l’avrebbero letto appena svegli.
Sospirai tornando con la mente alla sera precedente e automaticamente
sorrisi come un idiota. Era stata una serata tranquilla, rilassante ma
ci eravamo divertiti molto e il tempo sembrava essere volato. Stare con
Kristen era facile come respirare, eravamo tornati noi stessi nel giro
di pochi giorni ed era incredibile come mi sentissi quando mi era
vicino. Si è sempre detto che il tempo aiuta a dimenticare, a
mettere una pietra sopra a tutto: persone, cose, sentimenti, a me era
successo l’esatto opposto. Era come se lo scorrere degli anni non
avesse fatto altro che amplificare ciò che provavo per lei e
così anche un piccolo sguardo era capace di destabilizzarmi e
farmi rabbrividire di piacere. Non so bene cosa fosse successo il
giorno prima ma improvvisamente ci eravamo ritrovati davvero vicini
fino a sentire il respiro dell’altro sul volto. Avvicinarmi a
lei, diminuire pian piano le distanze per poter toccare nuovamente
quelle splendide labbra che tanto mi erano mancate, mi era venuto del
tutto normale. Quando ci eravamo trovati a pochi millimetri di distanza
tutta l’alchimia, l’attrazione sessuale che ci legava si
era diffusa in tutta la stanza annebbiandomi i sensi e se non fosse
stato per le urla di Joy l’avrei baciata per davvero. Già,
Joy! Quella bambina sembrava avere un tempismo impeccabile in certi
momenti e su questo aveva certamente preso da Kristen. Mi passai una
mano tra i capelli scuotendo la testa felice. Si, ero felice,
così tanto che scoppiai a ridere da solo, senza un motivo ben
preciso. Ero pazzo? Oh si, pazzo di lei e lo sarei stato sempre
qualsiasi cosa fosse successa.
Il suo di un clacson mi ridestò dai miei pensieri
così presi la piccola valigia e uscii di casa. Appena incrociai
lo sguardo di Kristen sorrisi strizzandole l’occhio e lei fece lo
stesso.
“muoviti o faremo tardi” disse quando fui abbastanza vicino. Posai il trolley nel cofano e mi affrettai
“Buongiorno a tutte” dissi scoccando un bacio alla piccola ancora assonnata.
“Buongiorno a te inglesino da strapazzo, pronto a tornare in patria?” domandò Dakota ingranando la marcia.
“sono nato pronto Ota”
“bene, perché ci toccherà correre, siamo in
ritardo” affermò Kristen lanciando uno sguardo
all’orologio.
Arrivammo all’aeroporto giusto in tempo per fare in check-in e
sentire chiamare per l’ultima volta il nostro volo. Salutammo
Dakota e una volta afferrate le valige ci imbarcammo il più
velocemente possibile
“sei sempre la solita ritardataria Kris” sospirai una volta seduto comodamente sulla mia poltrona.
“senti chi parla” ribatté lei mentre Joy si guardava in giro sorridendo felice.
“non sei mai salita su un aereo tesoro?” le chiesi mentre le hostess ci pregarono di allacciare le cinture.
“mai” rispose facendo un lungo sbadiglio. Io e la mamma ridacchiammo.
“dormi un po’ amore, il viaggio è bello lungo”
lei annuì stropicciandosi gli occhi per poi sistemarsi meglio
sulla propria poltroncina.
“cos‘è, l‘hai tenuta sveglia tutta la
notte?” canzonai a Kristen che alzò gli occhi al cielo.
“casomai il contrario. Era tanto elettrizzata per questo viaggio
che non faceva altro che parlare e dirmi che era contenta” mi
spiegò mettendo su un espressione tra il felice, triste
e…preoccupato?
“c‘è qualcosa che non va?” le domandai
accarezzandole il dorso della mano. Mi guardò intensamente negli
occhi per poi scuotere la testa e sorridere.
“no, sono solo ansiosa di salutare la tua famiglia. Mi sono mancati tanto in questi anni”
“anche tu a loro” ammisi senza pensarci su.
Restammo in silenzio per qualche minuto: lei con lo sguardo rivolto
verso l’oblò e la testa persa chissà dove ed
io a fissarla curioso. C’era qualcosa che la turbava ma non
sapevo ben definire cosa. Anche la sera prima, appena arrivata aveva la
stessa espressione preoccupata e tesa ma poi con il passare dei minuti
si era rilassata tornando quella di sempre.
“Kris?”
“mmmh?” disse senza voltarsi a guardarmi.
“se io ti dicessi che la tua espressione somiglia tanto a quella
che assumi sempre quando sei preoccupata o qualcosa ti turba cosa mi
risponderesti?” la vidi irrigidirsi di poco.
“ti risponderei che non è assolutamente vero”
“e se ti dicessi che non ti credo per niente e che vorrei aiutarti in qualche modo?”
“in tal caso ti direi che non puoi fare nulla per aiutarmi” sorrisi.
“ti rendi conto vero che hai appena ammesso di essere preoccupata
per qualcosa?” lei sorrise con me e si voltò a guardarmi.
“si, me ne rendo conto”
“allora dimmi cosa c‘è”
“nulla sono solo ansiosa tutto qui davvero” disse davvero poco convincente
“non vuoi parlarmene?”
“no certo che vorrei credimi ma è…complicato
e…difficile” ammise rattristandosi. Posai una mano sulla
sua guancia.
“sai
che puoi dirmi tutto Kristen” la rassicurai. Posò la sua
piccola mano sulla mia e la spostò dal viso per poterla
stringere tra le sue.
“lo so” asserì intrecciando la mano destra con la
mia. Le sorrisi rassegnandomi, se e quando ne avrebbe voluto parlare io
ci sarei stato. Lanciai un sguardo a Joy per poi riportarlo su Kristen
che fissava attonita le nostre mani intrecciate. Stavo per dire
qualcosa ma lei mi fissò negli occhi e volse il palmo della mia
mano destra verso l’alto.
“ce l’hai ancora!” esclamò meravigliata mente
con le dita tracciava il contorno del suo nome, ancora perfettamente
tatuato all’interno del mio polso.
“perché avrei dovuto toglierlo?” chiesi sorridendo.
“c‘erano così tante buone ragioni” mormorò.
“nessuna tanto importante quanto questo tatuaggio” ammisi facendola sorridere dolcemente.
“molto probabilmente io sarei corsa a toglierlo”
“io credo di no” ribattei. Mi fissò negli occhi curiosa.
“cosa te lo fa pensare?”
“perché noi ci apparteniamo Kris. Non importa quello che
succede, nessuna delusione sarà tanto forte da allontanarci per
sempre. Questo tatuaggio mi ha aiutato a sentirti ancora mia anche se
non lo eri più. Per te sarebbe stato lo stesso” spiegai
sicuro delle mie parole. Non disse nulla, si limitò a sorridermi
e poggiare la testa sulla mia spalla. Si, noi due ci appartenevamo.
Pov. Kristen
Atterrammo a Londra che era notte inoltrata ormai e una volta presi i
bagagli ci affrettammo a chiamare un taxi e raggiungere la vecchia casa
che avevamo affittato, anni addietro, per non disturbare i suoi
genitori quando andavamo li a Londra. Avevo cercato di convincerlo a
farmi prenotare un albergo ma mi aveva guardato come fossi impazzita
per poi aggiungere “il mio appartamento è grande
abbastanza per tutti e tre e tu non andrai da nessuna parte” e
quindi mi era stato impossibile replicare. Dovevo ammettere che vivere
per qualche giorno sotto lo stesso tetto mi faceva uno strano effetto,
se poi pensavo che anche Joy sarebbe stata a stretto contatto con lui
mi sentivo ancora più ansiosa, preoccupata e…felice. Che
gran subbuglio di sensazioni!
“questa piccolina ha un sonno davvero pesante eh? Ma quanto
dorme?” chiese Robert mentre, con nostra figlia tra le braccia,
cercava di aprire la porta di casa. Ridacchiai.
“beh se stiamo a tenti a non fare troppo rumore vedrai che si
sveglia direttamente domani mattina e non fa caso al fuso orario”
mi guardò sconvolto.
“Santo cielo, solo il sottoscritto è capace di fare come
lei” disse scuotendo la testa e poggiandola nel lettino di una
delle due camere da letto.
“già” mormorai tanto piano che dubitavo mi avesse sentito. Erano simili anche in questo!
Robert mi sorrise per poi uscire nel pianerottolo a prendere le valige.
Mi sedetti sul divano guardandomi in giro. Erano anni che non entravo
in quella casa, anni che non mettevo piede a Londra, che non passavo
una notte con lui, che non respiravo l’aria umida di quella
città che mi aveva dato tanto, che mi aveva dato LUI.
“Allora, scossa per il fuso orario?” chiese all’improvviso facendomi sobbalzare dallo spavento. Non mi
“scusa” sghignazzò vedendo la mia reazione. Gli
colpii un braccio con un pugno e ciò non fece altro che farlo
ridere maggiormente.
“Idiota, mi hai spaventata! Si, il fuso orario mi destabilizza come sempre”
“le abitudini sono dure a morire! Guarda me” disse
indicandosi “sono un uomo di mondo io, il fuso orario non mi
tocca minimamente” lo guardai di traverso lanciandogli un cuscino.
“Oh certo è un uomo di mondo lui” lo beffeggiai scoppiando subito dopo in una grossa risata.
“Shhh così svegli la bambina” mi ammonì
tappandomi la bocca con una mano. Alzai gli occhi al cielo beccandomi
un’ occhiataccia.
“Ok Spunk”sbuffai quando mi permise di respirare “che
facciamo ora?” mi guardò inarcando un sopracciglio.
“cosa vorresti fare a quest‘ora? Non so tu ma io ho un gran mal di testa. Andiamo a letto?”
“ma io non ho sonno” mi lagnai facendo fuoriuscire la mia parte adolescenziale.
“beh allora ci sdraiamo sul letto a chiacchierare. Su piccola
brontolona muovi il culetto da qui” e così dicendo si
avvio in stanza. Mi feci scappare un sorriso, era troppo tempo che non
rivivevo un atmosfera del genere, troppo tempo che non punzecchiavo
qualcuno in quel modo. Mi alzai dal divano e lo raggiunsi sdraiandomi
proprio di fianco a lui mantenendo tuttavia le distanze. Un tempo mi
sarei volentieri fiondata tra le sue braccia senza pensarci mezzo
secondo consapevole del fatto che mi avrebbe accolto con calore, ma
quella non mi sembrava proprio la situazione adatta, motivo per cui
incrociai le braccia al petto e stetti al mio posto.
“beh…?” borbottò all’improvviso guardandomi imbronciato.
“cosa c‘è?”
“un tempo adoravi stringerti a me. Cos‘è il mio
petto è diventato troppo muscoloso e duro per farti da
cuscino?” domandò facendomi scappare una risata.
“certo, muscoloso e duro!” lo derisi scuotendo la testa
“il tuo petto non ha neanche un minimo accenno di addominali
figuriamoci muscoli veri e propri”
“bene, allora sono tutto tuo” e allargò le braccia in segno d’invito.
Beh Rob, se proprio insisti!
Mi
avvicinai e nell’esatto momento in cui la mia testa si
poggiò su di lui e le sue braccia mi strinsero a se mi sentii a
casa.
“così va molto meglio” mi lasciai scappare in un
sussurro. Sperai con tutta me stessa che non mi avesse sentito.
“già, molto meglio” bisbigliò facendomi
morire dall’imbarazzo. Mi aveva sentita eccome! Mi schiarii la
voce cambiando subito discorso.
“Allora a che ora dobbiamo incontrare domani i tuoi?”
“Lizzie mi ha categoricamente ordinato di essere li entro e non
oltre le 11. Ah ci hanno invitati a pranzo quindi non dovrò
correre il rischio di morire avvelenato dal tuo cibo”
“Ehi!” esclamai offesa tirandogli un pugno che lo fece
mugugnare dal dolore “sono piuttosto brava in cucina e tu lo sai
benissimo, sbaglio o adoravi le mie torte?”
“mmmh ora che mi ci fai pensare hai pienamente ragione. Sono tentato di declinare l‘invito di mia madre”
“no, io adoro la cucina di Clare e poi non vorrai far inferocire Lizzie vero?”
“Oh no, preferisco evitare! Sai, sono curioso di sapere cosa ha
da dirci di così importante” ammise pensieroso.
“anche io però sai, non mi meraviglierei se non avesse un
bel nulla da dirci. Infondo è di Lizzie che stiamo parlando,
potrebbe essersi inventata tutto solo per averti qui qualche
giorno” dissi e lui asserì shoccato con il capo.
“oppure io non c’entro un bel nulla e in realtà
voleva rivedere te e conoscere Joy” ridacchiai vedendola sua
faccia buffa e istintivamente mi alzai per scoccargli un bacio sulla
guancia.
“mmmh giuro che se non è nulla d‘importante la
uccido” bofonchiò poi facendomi scoppiare a ridere
talmente forte che non mi sarei meravigliata di veder comparire Joy
sulla porta.
“Dai non arriviamo subito a strane conclusioni. Può anche
essere che deve davvero dire qualcosa d‘importante Spunk”
“nel caso contrario penso che porterò con me un’ arma” continuò lui imperterrito.
“Oh andiamo Rob, non hai mai fatto male ad una mosca cosa credi
di poter fare? In una lotta tra Mosca- Robert molto probabilmente
vincerebbe la mosca” e risi come la stupida mentre lui si
prodigò a sospirare per poi farmi il solletico.
“Ora vediamo se ti rimangi tutto”
“aahahah…d-d-dai Rob-b-b s-mmmet-tila” urlai facendo
ridere anche lui. Continuò così per diversi minuti fin
quando la porta della camera non si aprì mostrandoci Joy che
ancora assonnata ci guardava sconcertati.
“Amore cosa ci fai sveglia?” chiesi come se non fosse
palese il motivo. Mi guardò inarcando il suo piccolo
sopracciglio.
“mi avete svegliato” mormorò sbadigliando forte.
“Ops! Scusaci tesoro, vieni qui con noi su” disse Robert battendo la mano sul letto e facendole spazio
“Cosa facevate?” chiese fissando Robert con occhi da cucciola.
“Stavo facendo il solletico alla mamma”
“povera mamma! Ora cosa facciamo?” e nel dirlo fece uno sbadiglio talmente lungo che io e Rob non riuscimmo a non ridere.
“Ora penso proprio che dormiamo tutti mmh? Siamo stanchi non
è vero Spunk?” e gli feci l’occhiolino.
Afferrò subito il messaggio e sbadigliò, fintamente,
anche lui.
“Si, la mamma ha ragione. Forza andiamo tutti a dormire”
“mmmh ooook…però dormiamo tutti e tre qui”
trillò allegra nostra figlia facendomi sorridere. Io e Rob ci
scambiammo uno sguardo dopodiché annuimmo inermi.
“bene. Allora buonanotte tesoro” dissi scoccandole un bacio in fronte e sdraiandomi per bene sul letto.
“buonanotte” mormorò anche Robert e nel giro di qualche minuto finimmo tutti tra le braccia di Morfeo.
A svegliarmi furono i tenui raggi del sole e il rumore incessante di un
clacson. Mi stiracchiai per bene rotolandomi per tutto il letto, poi
quando mi resi conto che non sarei dovuta essere sola li sopra mi
guardai in giro spaesata. Dov’erano finito quei due? Mi
stropicciai gli occhi alzandomi dal letto e guardandomi allo specchio.
La sera prima non avevo neanche avuto il tempo di cambiarmi e farmi una
doccia perciò ero inguardabile. Dopo una bella rinfrescata al
viso mi decisi ad andare in cucina.
“Rob? Joy?” chiamai ma mi bloccai sulla porta del corridoio
alla vista di quella scena così tenera. Robert e Joy erano
serenamente seduti a tavola a fare colazione, ridevano, scherzavano e
Robert di tanto in tanto le sorrideva in un modo talmente dolce da
farmi scoppiare il cuore.
“Spunk sai cos‘ha detto la mamma l‘altro giorno?” chiese Joy di punto in bianco.
“cosa tesoro?”
“stavamo vedendo la tv insieme a zia Dakota e hanno fatto vedere
una tua intervista. Hai sorriso come poco fa, aspetta
com‘è che dice la mamma? Mmmh
sg…sge…sgendo?!” mi tappai la bocca per non ridere.
“Sghembo?” le suggerì Robert.
“Esatto! E lei ha detto a zia che sei ancora più bello
quando sorridi così” e rise forte, come se gli avessero
raccontato una delle barzellette più belle del mondo.
“e lo pensi anche tu?” chiese Rob senza smettere di sorridere. Mia figlia scollò le spalle.
“per me sei sempre bello, secondo me la mamma dovrebbe sposarti”
“dici che accetterebbe se glielo chiedessi?”
“si” rispose Joy senza tanti giri di parole per poi tornare
a bere il suo latte. Robert le scompigliò i capelli scoccandole
un bacio e lei gli sorrise.
Guarda Kristen, li vedi come sono
belli insieme? Ti accorgi del legame che li unisce, della
complicità che hanno? Potresti vedere scene come queste ogni
giorno se solo ti decidessi di dire la verità. Già!
Mi schiarì la voce avanzando verso di loro. Per almeno tre
giorni non avrei pensato a nulla, mi sarei goduta Londra, mia figlia e
Robert, al da farsi ci avrei pensato al nostro ritorno.
“Buongiorno dormigliona” mi salutò Robert mentre addentai un cornetto.
“Buongiorno a voi. Ma che ore sono?”
“Tardi, sono le dieci”
“Dio, il fuso orario mi distrugge” borbottai.
“lo vedo! Io sono già pronto e a Joy ci ho già
pensato, quindi quello che devi fare è farti una doccia e
vestirti. Muoviti se non vuoi morire sotto le grinfie di mai
sorella” sogghignò facendo ridere la bambina.
“però, sei stato in grado di non vestirla da pagliaccio mi complimento con te” dissi prendendolo in giro.
“divertente!”
“vado a farmi una doccia, giuro che faccio presto” e
così dicendo mandai giù l’ultimo boccone e corsi in
bagno.
Esattamente 40 minuti dopo uscii dalla stanza vestita, truccata e soprattutto pulita.
“ho fatto il prima possibile, direi che siamo in orario” dissi controllando l’orario.
“direi di si. Coraggio andiamo che ci attendono. Lizzie mi ha
appena chiamato dicendo di sbrigarci che erano già tutto
li” e così dicendo diede la mano a Joy e aprì la
porta regalandomi un sorriso.
“allora non facciamola attendere”
La casa dei genitori di Robert era due isolati più avanti motivo
per cui decidemmo di andare a piedi visto che il tempo ce lo permetteva.
“come sono i tuoi genitori Spunk?” domandò la solita curiosona di Joy.
“mmmh sono vecchi” affermò facendomi ridere.
“non gli dare retta amore. I genitori di Robert sono
giovanissimi, avvolte sembrano addirittura più giovani di lui e
poi sono dolcissimi. Vedrai che ti piaceranno”
“e le tue sorelle?”
“allora Victoria è bravissima davvero ed è bella,
anche Lizzie lo è ma lei somiglia di più ad una matta,
sarebbe da ricoverare effettivamente” rispose lui ed io scoppiai
a ridere.
“pensa a cosa ti combinerà quando le dirò queste cose” sghignazzai facendolo impallidire.
“hai anche dei nipotini?”
“si uno solo di pochi mesi” le rispose Robert sorridendole.
Avevo il cuore in gola e le gambe tremanti e non perché di li a
poco avrei rivisto la mia seconda famiglia ma perché la mia
bambina stava parlando della sua famiglia senza neanche rendersene
conto. Joy stava per conoscere i suoi nonni e le sue zie e pensava di
star andando incontro a dei perfetti sconosciuto.
“Tutto bene Kris?” bisbigliò Robert al mio orecchio. Scossi la testa tornando con i piedi per terra.
“Alla grande” risposi accorgendomi di essere arrivati “su bussiamo”
Robert suonò il citofono della piccola villetta e in pochi
secondi il cancello si aprì permettendoci di entrare. Due minuti
dopo la porta di casa si schiuse mostrandomi, dopo tanto tempo, la
bellissima donna che aveva messo al mondo il mio angelo: Clare.
“Santo cielo da quanto tempo!” esclamò appena
incrociò il mio sguardo. Le sorrisi e presa da uno strano
istinto corsi ad abbracciarla.
“Clare, mi sei mancata tanto” mormorai stretta tra quelle braccia che tante volte mi avevano dimostrato affetto.
“anche tu Kristen, anche tu. Fatti ammirare, sei meravigliosa!”
“oh tu non sei certo da meno”
“forza, entrate che ci sono già tutti” disse facendoci strada.
“ma ciao anche a te mamma” disse ironico Robert avanzando con mia figlia incollata a lui.
“ciao amore” rispose la mamma senza neanche voltarsi.
Ridacchiai. Una volta dentro venni stretta ed abbracciata da tutti:
Richard, il padre di Rob, Victoria, Peter (marito di Victoria) ed
infine Lizzie.
“tesoro mio finalmente!” esclamò stringendomi forte a se.
“fa piano che mi strozzi così Liz…dio mi sono mancati questi abbracci”
“a me sei mancata tu”
“a chi lo dici” mormorai scoccandole un bacio.
Dopo qualche minuto di battute e altri abbracci Robert si
schiarì la voce e con la coda dell’occhio indicò
Joy. Sorrisi avvicinandomi a mia figlia e prendendole la mano. Era
arrivato il momento delle presentazioni. Vidi le guance di mia figlia
tingersi di rosso, non era certamente timida ma quando si trovava in
mezzo a tanta gente che non conosceva si imbarazzava un po’.
Ovviamente giusto il tempo di sapere il loro nome.
“Gente lei è Joy…mia figlia”
“ciao” mormorò lei alzando una manina. Vidi Robert sorriderle dolcemente e strizzarle l’occhio.
“la bellissima Joy volevi dire” mi corresse avanzando verso di noi. Ridacchiai seguita da tutti.
“Ciao tesoro, io sono Clare la mamma di Rob e lui Richard, il
papà. Sei stupenda!” si presentò Clare abbassandosi
alla sua altezza e scoccandole un bacio sulla guancia.
“io invece sono Victoria, lui è Peter mio marito e…lui- indicò un passeggino dietro di se- Rick, mio figlio”
E tuo cugino, aggiunsi io mentalmente. Victoria aveva partorito da qualche mese perciò non avevo avuto il piacere di vedere il primo nipotino di Robert. Mi avvicinai curiosa.
“è meraviglioso Victoria, un angioletto!” esclamai
alla vista di quel piccolo pargoletto dai capelli biondi che dormiva
incurante di tutto.
“dovresti vederlo da sveglio Kris, ha gli stessi occhi di Rob sai?” disse Clare felice.
“Ah si? Speriamo non abbia anche lo stesso cervello” dissi
facendo ridere tutti eccetto Robert e Lizzie. Le lanciai uno sguardo ma
non mi notò, troppo presa a guardare qualcosa alle mie spalle
per guardare me.
“Che fai Liz, tu non ti presenti? È da circa un mese che
mi bombardi la testa perché vuoi conoscere la figlia di Kristen
e ora che l‘hai qui non lo fai?” le chiese Robert facendola
ridestare dai suoi pensieri.
“scusate, stavo…pensando una cosa” disse lanciandomi
una strana occhiata per poi inginocchiarsi vicino mia figlia.
“Ciao
tesoro io sono Lizzie la sorella di questo zuccone e lui è Sam,
il mio fidanzato. Robert ha ragione, sei davvero bellissima e hai gli
stessi occhi della mamma. Me lo dai un bacino?” mia figlia
asserì con il capo per poi scoccarle un sonoro bacio sulla
guancia. Sorrisero tutti, compresa la sottoscritta.
“bene ora che le presentazioni sono fatte sono curioso di sapere
cosa devi dirci di tanto importante da farmi venire fino a
Londra” disse Robert e tutti annuirono. Evidentemente nessuno
sapeva nulla. Lizzie sorrise tirandosi su.
“Bene, allora andiamo tutti di la” e così dicendo
avanzò verso il salone. Joy andò tra le braccia di Robert
andando insieme a tutti nell’altra stanza. Io mi fermai un attimo
vicino al mobiletto dove vi erano le foto di Rob e le sorelle da
piccoli. Ne presi una di lui tra le mani e sorrisi vedendo la sua
faccia buffa e i suoi capelli biondissimi. Dio, quanto somigliava a
Joy, anche lei fino all’anno prima era biondissima, in
quell’ultimo anno invece i capelli si stavano via via scurendo.
“cosa guardi?” chiese Lizzie alle mie spalle. Non mi ero accorta di averla vicino. Le mostrai la foto.
“Era davvero splendido da piccolo”
“peccato che con il tempo sia peggiorato” scherzò facendomi ridere.
“mammaaaaaaaaaaa vieni” urlò mia figlia tornata
quella di sempre. Il suo imbarazzo spariva nel nulla ad una
velocità assurda.
“ti reclamano” disse Liz ed io annuii posando la foto e avviandomi in salone.
“Kristen?” mi chiamò bloccandomi
“dimmi”
“si somigliano tanto non è così?” e nel dirlo riprese la foto tra le mani. Raggelai sul posto e il mio cuore prese a battere veloce. Cosa stava dicendo? Come…come faceva Lizzie a saperlo?
“stavo guardando la stessa foto poco fa, prima di presentarmi a
Joy” aggiunse ed io scossi la testa nel tentativo di riprendermi.
Avanti Kristen di qualcosa, fa finta di non aver capito nulla.
“Somiglia a chi?” domandai con un filo di voce. Lei riposò la foto e mi superò sorridendomi.
“lo sai” disse prima di entrare nella stanza e raggiungere
Sam. Che avesse davvero capito, in neanche un’ora, che Joy fosse
figlia di Rob? Il solo pensiero che ciò fosse possibile mi fece
andare in paranoia e mandare all’aria tutta la mia maschera di
sicurezza. Con il cuore che pulsava forte raggiunsi gli altri e mi
accomodai vicino a Rob. Lanciai un’altra occhiata a Liz che mi
mormorò un “sta tranquilla” e sorrise.
Quelle parole mi diedero la conferma che forse qualcosa aveva capito,
ma sapevo che non mi avrebbe tradito mai, sapevo che potevo fidarmi di
lei. Infondo mi voleva bene e ne voleva anche a Robert. Non avrebbe mai
rivelato nulla al fratello perché questo lo avrebbe portato a
soffrire e nessuno meglio di me sapeva quanto Lizzie tenesse a lui per
fargli qualcosa di simile.
_____________________________________
Eccoci qui allora
cosa ve ne pare? *-* Scusate eventuali errori non so se sono riuscita a
beccarli tutti =P allora che Lizzie abbai intuito qualcosina? O_O Cosa
succederà ora? A voi la parola. Recensiteeeeeeeeeeeeeeee !
Nusia&Marty
|
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Capitolo 16 *** 16- London Eye (Martybet) ***
eeeeee
Eccociiii allora questo direi proprio che è uno dei capitoli più decisivi della storia. Cosa succederà prima che RObert sappia tutta la verità su Joy? quante di voi se lo sono chieste? ebbene oggi lo scoprirete u.u
Recensiteeeeee....io vi adoro ogni giorno di più <3
"Resta"
16-Capitolo (Martybet)
ROBERT POV
Noi facciamo di tutto per riconquistare
la fiducia persa, ma ci sono alcune ferite, alcuni tradimenti che sono così
profondi, così dolorosi... che non c'è modo di recuperare ciò che hai perso. E
in questo caso non c'è altro da fare che aspettare.
Mia sorella era davvero assurda.
Riuniva
tutti i membri della famiglia in cucina, e poi.. poi ci mandava via
senza dirci nulla, con il proposito di lasciarci sulle spine ancora un
po'. Sbuffai senza rendermene conto e girai l’ultima pagina del mio album di
foto da bambino, mentre Joy, seduta sulle mia gambe, rideva emozionata. Non
potevo fare a meno di cogliere la somiglianza che c’era tra me e lei. Era così
assurdo, e surreale. Il colore dei capelli, gli zigomi pronunciati, la forma
degli occhi, il mento leggermente più sporgente. Più riguardavo quelle foto, e più me ne
rendevo conto. Forse, forse però era tutto merito del mio subconscio, e del mio
snaturato desiderio di essere il padre di quella bambina.
Sospirai pianissimo, stringendo al mio
petto Joy, e richiudendo il piccolo album.
“Eri davvero bellissimo.” La sentii
sussurrare al mio orecchio, e io accentuai la stretta intorno al suo pancino.
“Tu sei davvero bellissima.” Risposi
deglutendo, e posandole un piccolo bacio sulla fronte.
Desideravo di essere il suo papà, lo
desideravo con tutte le mie forze, ma sapevo.. sapevo che non era così. Era una
cosa impossibile, lei era il frutto di Kris e Stone.
Okay Rob, lo sai che si chiama Steve,
perché ti ostini a chiamarlo in quella maniera?
Scossi la testa divertito e infastidito
contemporaneamente dal mio battibecco interiore.
Joy intanto era scesa dalle mie gambe e
aveva raggiunto Liz e Kris nell’altra stanza.
Mi alzai anche io, e riposi dentro allo
scaffale l’album di fotografie.
Entrai in cucina, e mi sedetti accanto
a mia sorella, intenta a stendere un programma della nostra serata. Sbiancai al
pensiero di quello che ci avrebbe fatto fare. Avevo sempre avuto paura di Liz e
Victoria, forse perché ero rimasto traumatizzato nei miei primi dodici anni di
vita. Non riuscivo a dimenticare le
volte in cui mi travestirono da ragazza e mi presentarono alle loro amiche
sotto il nome di Claudia. Probabilmente fu la cosa più imbarazzante di tutta la
mia vita.
Scossi la testa, come per cacciare via
alcuni brutti ricordi, e puntai il mio sguardo in quello di Kristen. Aveva gli
occhi abbassati, e la stessa espressione preoccupata che la aveva
caratterizzata da quando eravamo partiti. Le lanciai un’occhiata eloquente, ma
lei scosse la testa sorridendomi, come per rispondere che andava tutto bene.
Eppure, perché io percepivo che non era
affatto così? Perché ero certo che lei non stesse affatto bene? La risposta era
chiara, perché la conoscevo come le mie tasche, sapevo ogni cosa di lei. Sapevo
quando qualcosa la innervosiva, quando qualcosa la infastidiva, oppure quando
la imbarazzava.
Ora era preoccupata, e io non sapevo il
perché.
“Quindi?” domandai con un sopracciglio
alzato. “Dove siamo diretti?”
“Beh, per prima cosa andiamo a
mangiare.. poi si vedrà.” Rettificò Victoria alle mie spalle, accarezzandomi la
testa. Se c’era una cosa che odiavo era quando mi passava le mani nei capelli
apposta per disfare il tanto amato nido.
“Rob.. Rob.. Possibile che a trentadue
anni hai ancora i capelli di un ragazzino?”
Alzai gli occhi al cielo. Feci per
rispondere ma Joy mi fermò.
“Zia!” esclamò contrariata incrociando
le braccia sotto al petto. “Ma sono stupendi i suoi capelli che dici?!”
Storsi la bocca. “Zia?”
“Mi hanno autorizzata a chiamarle
così!” mi spiegò la bambina sorridendo e correndo ad accarezzarmi i capelli.
“Sono così morbidi.. “
“Sembra quasi che adori più i miei
capelli che me, carina..”
Joy mi tirò una ciocca, forse per
qualcosa che avevo detto.
“Mmm..” disse pensierosa. “Se la
giocano!”
Ridacchiammo tutti in contemporanea,
non potendone fare a meno. Quel piccolo
mostriciattolo era davvero unico. Un essere speciale capace di stamparti un
sorriso sulle labbra.
“Allora, direi che possiamo andare!”
Lizzie agguantò la sua giacca, e
rassettò le ultime cose messe in disordine. Una casinista come lei era
diventata una maniaca dell’ordine e dell’organizzazione, chi l’avrebbe mai
detto. Presi sulle spalle Joy, e ci incamminammo nella fredda serata di
novembre.
Adoravo il clima di Londra, era una
delle cose che più mi mancava a LA.
Finalmente mi sentivo a casa. Casa. Come suonava bene
quella parola, probabilmente perché significava Kris e Joy.
Si con loro riuscivo a sentirmi nel
posto giusto.
Afferrai le manine di Joy e iniziai a
trottare simulando il verso del cavallo. La sua risata cristallina riempì il
silenzio e io non potei fare altro che unirmi a lei.
Chi fosse tra i due il bambino era
tutto da vedere.Forse era per questo che la gente si ostinava a darmi cinque
anni e non trentadue.
“Rob stai attento a non cadere!”mi
rimbeccò Kris, e io alzai gli occhi al cielo.
“Credi che faccia cadere tua figlia?”
“Io in verità mi riferivo a te.” Disse alzando un sopracciglio. “L’equilibrio
e Robert Pattinson non sono mai stati un connubio perfetto.”
Liz e Vicky ridacchiarono con lei,
mentre io le guardavo corrucciato.
Possibile che in un modo o nell’altro
trovassero sempre il modo di prendermi in giro, maledizione?!
“Il mio equilibrio è perfetto. Voglio
ricordare che TU sei inciampata la bellezza di tre volte ai Movie Awards.”
Si pietrificò lanciandomi
un’occhiataccia. “Intanto mi sono inciampata una volta. L’altra ho fatto cadere
un premio, e comunque vuoi scommettere che ho più equilibrio di te?!”
“Li adoro quando si rimbeccano così.”
Mormorò Victoria all’orecchio di Liz, un po’ troppo forte per passare
inosservato. La verità era che con Kris era sempre stato così. Un continuo
discutere con amore.
Sorrisi sghembo dando una spinta
leggera a Kristen arrivata al mio fianco. Neanche tempo di dirlo, e si trovò
con il sedere nella neve.
Le risate che seguirono furono senza
fine.
“Robert.Thomas.Pattinson!” urlò mentre
io mi tenevo la pancia dal ridere.
“Si Miss Equilibrio?”
“Mamma Rob ha ragione!” mugolò Joy ridacchiando.
Kris sospirò esasperata. “Aiutami
subito a uscire fuori da questa montagna di neve o saranno guai per te, mi hai
sentito?!”
Feci scendere la bambina dalle mie
spalle, e le offrii la mia mano.
La cosa peggiore che potessi fare
perché afferrò il mio braccio e mi capultò con la faccia dritta in quella cosa
bianca ghiacciata, comunemente chiamata neve.
Come era quel detto? Mai offrire il
proprio aiuto ai nemici?
“Pari.” Sbottò soddisfatta alzandosi
mentre io ero ancora a terra sepolto.
“Kris io ti adoro! Devi insegnarmi a
farmi rispettare da quel troglodita che ho per fratello.”
Grazie
tante Liz, davvero sei una sorella molto gentile.
Mi pulii dai residui di neve, e le
seguii , visto che mi avevano lasciato indietro.
Arrivammo ad un ristorante carino nel
sobborgo di Londra, uno di quei ristoranti di poche pretese diciamo, dove
nessuno mai si sarebbe fermato a chiederci una foto o un autografo.
Oramai sapevamo perfettamente come
evitare questo tipo di cose.
Ci sedemmo in un tavolo più separato
degli altri e iniziammo ad osservare i menu. Era un fast food quindi non era
molto vasta la scelta. Hamburger o cheeseburger, grande dilemma.
“Allora Lizzie ci vuoi dire il grande
segreto?” le chiesi sospirando.
“Ma non ci sono i nostri genitori, né
i nostri compagni…”
“Beh sarà meglio per te se ci dici
perché ci hai fatto attraversare mezzo atlantico…” la minacciai approfondendo
la mia voce. Cosa che non mi riusciva
perfettamente visto che mi uscì un tono da dodicenne sottosviluppato.
“La dirò dopo a Kris… ma da sole. Il
grande annuncio avverrà domani.”
Alzai gli occhi al cielo dedicando la
mia attenzione al panino grondante di salsa che avevo davanti ai miei occhi.
Mangiammo per lo più in silenzio,
tranne quando le mie sorelle non tartassarono di domande la piccola Joy che a
stento riusciva a rispondere.
“Mm.. no il prossimo anno inizio la
scuola.” Momorò Joy soddisfatta addentando un pezzo del suo cheeseburger.
“Comunque so già un po’ leggere, e
scrivere!” sorrise dolcemente. “Mamma me lo ha insegnato.”
Guardai perplesso Kris, che mi
annuì facendo spallucce. Non finivano
mai di sorprendermi quelle due ragazze.
“Ah si?”
“Si,la sera.. prima di andare a dormire
a volte mi fa ripetere l’alfabeto.. oppure una poesia.”
“Poesia?”
“Chiare fresche dolci acque.. ove le
mie belle sembra, no membra.. pose colei..” iniziò a ripetere la poesia di
Petrarca a macchinetta, e il sorriso sulle mie labbra si accentuò.
“Niente favole? Poesie?” chiesi sempre
più sorpreso.
“Non mi ricordo le fiabe.. le poesie
sono più facili.” Disse imbarazzata.
“Beh magari non facili per una bimba di
cinque anni.”
Rise dandomi un pugno nello stomaco
come era solita a fare. Kris era sempre stata speciale, una persona diversa
dalle altre. Per questo ero stato innamorato di lei, e lo ero tutt’ora.
Uscimmo dal ristorante con la pancia
piena, e ci dirigemmo verso la ruota
panoramica più famosa di Londra. La london Eye.
Sinceramente non ci ero mai salito, pur
avendo vissuto lì non era mai capitata l’occasione.
Ma Joy ci teneva perciò perché non accontentarla?
Percorremmo il viale illuminato, mentre
la neve faceva da contorno a quel paesaggio meraviglioso. Mi voltai per
guardare la piccolina, e i suoi occhi risplendevano di entusiasmo, mentre un
sorriso raggiante le dipingeva le labbra.
“Sei contenta tesoro?” le chiesi
dandole un buffetto sulla guancia arrossata per via del freddo. Sembrava una
piccola Heidi.
Annuì entusiasta e prese a correre
verso la biglietteria.
Kris e Lizzie la seguirono e presero ad
armeggiare con i portafogli, come se i soldi per noi fossero un problema. Le
scansai e presi 100 sterline stropicciate dalla mia tasca dei jeans e li diedi
al signore.
“Stavamo perdendo solo tempo..” spiegai
facendo spallucce.
Andai vicino alla ruota aspettando che
si fermasse per farci salire, mi voltai aspettando che arrivassero invece vidi
avvicinarsi solo Kris.
“Joy vuole andare da sola con le zie..”
mi spiegò alzando gli occhi al cielo e salendo dentro alla enorme cabina. Deglutii quando mi passò
davanti.
“Ti serve un invito scritto Pattinson?”
Ridacchiai entrando anche io e
automaticamente si chiusero le porte.Mi sentivo a disagio, per la prima volta
non sapevo che dire né tanto meno cosa fare.
Il cielo ormai era scuro e Londra era
illuminata dalle migliaia di luci di Natale che si riflettevano sul tamigi. Era
un panorama stupendo, e stare lì con lei rendeva tutto ancora più magico.
Il mio pensiero tornò immediatamente a
poche sere fa, quando le mie labbra furono a solamente pochi millimetri dalle
sue.
Ci mancava davvero poco… e avrei potuto
ritrovare il sapore delle sue labbra profumate e morbide.
Mi sedetti sulla panchina posta al
centro, mentre Kris era in piedi silenziosa, con lo sguardo fisso verso il
cielo.
“C’è qualcosa che non va?” chiesi
titubante passandomi una mano fra i capelli.
Non si voltò, le sue mani si strinsero
in pugni, e il suo respiro accelerò.
“No.. tutto bene.”Fu un sussurro lieve,
quasi inesistente.
Non sapevo cosa fare, la situazione si
stava facendo man mano più pesante, e io diventavo sempre più imbarazzato.
Era assurdo, perché eravamo sempre noi
due. Il tempo era passato, ma noi eravamo sempre Rob e Kris, gli stessi ragazzi
che si amavano come un tempo.
Sospirai e dopo di che mi decisi ad
alzare. Non potevo stare seduto lì ancora per molto.
Mi avvicinai a lei, e toccai con un
dito la pelle del suo collo che era rimasta scoperta.
Era così morbida, così bella..
“Kris..”mugolai mentre il sangue prese
a scorrermi potente nelle vene.
Non so voltò nemmeno quella volta, così
mi decisi a prenderle il mento e girare il suo viso di fronte al mio.
I suoi occhi erano lucidi, e una
lacrima le scendeva lungo la guancia.
Sbattei le palpebre spaventato. “Kris
cosa.. cosa succede?”
Scosse la testa abbassando nuovamente
lo sguardo.
“Io ti devo dire una cosa Rob..”
mormorò.
“Devo dirti una cosa io per primo.”
Risposi deciso, dovevo farlo. Dovevo dirle che cosa provavo. Non potevo più
mentire.. che senso aveva?
Tirò su con il naso e annuì. “Dimmi.”
“Io.. “ blaterai passandomi una mano
fra i capelli nervosamente. “ Io ti amo.”
Una luce le attraversò gli occhi, e io
accorciai la poca distanza che ci divideva.
Posai una mano sulla sua schiena,
mentre con l’altra attirai il suo viso al mio. Ora nessuno mi avrebbe impedito
di fare ciò che avevo desiderato per tanto tempo.
Sfiorai prima le nostre labbra
dolcemente, gustandone il sapore, e dopo di che mi decisi ad approfondire il
contatto.
La mia bocca si muoveva con la sua,
movimenti lenti, dolci, strazianti, e passionali. Racchiuso in quel bacio c’era
tutto il dolore le sensazioni, che ci avevano diviso durante quei quattro
lunghissimi anni. Tracciai con la lingua il contorno del suo labbro inferiore,
mentre le sue mani perennemente intrecciate ai miei capelli mi stringevano a sé
con ardore.
Quando finalmente le nostre lingue si
trovarono iniziarono una danza senza fine.
Dentro di me stava nascendo un
groviglio di sensazioni sempre più potente, sempre più destabilizzante.
Il mio cervello non riusciva a capire
nient’altro. C’eravamo solo io, e lei.
Il suo sapore era qualcosa di unico.
Sapeva di fragole, vaniglia e qualcos’altro che io stesso facevo fatica ad
identificare.
Qualcosa di inebriante e di
insaziabile. La desideravo in un modo che faceva quasi male, un desiderio che
mi bruciava nelle vene.
Volevo ritrovare la sua pelle morbida
sotto le mie dita, volevo risentire i suoi sussurri mentre chiama il mio nome in preda al piacere.
Volevo sentire le nostre gambe attorcigliate,
e il suo petto caldo sul mio.
Quattro anni, quattro lunghissimi anni
da quando avevamo fatto l’amore l’ultima volta.
Come dimenticare quel giorno.
L’ultima volta che il mio corpo e il
suo erano stati uniti.
“Anche io ti amo.” Rispose con il respiro
mozzato appoggiando la sua fronte sulla mia.
La mia bocca si aprì in un sorriso a
trentadue denti. Non riuscivo a credere a quello che avevo sentito, era tutto
così.. assurdo.
“Ripetilo..” mormorai con il cuore in
gola che rimbombava fino all’ultima fibra del mio essere.
Sorriso anche lei posandomi un altro
piccolo bacio sulle labbra.
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo… e
sinceramente.. ti ho sempre amato.”
Riavvicinai le nostre labbra, e
riprendemmo da dove ci eravamo interrotti.
--
“Vi siete divertiti?” esclamò mia
sorella guardandoci con una strana occhiata.
“Si è stato bellissimo.” Risposi
facendo il finto innocente, e continuando a stringere la mano di Kristen alla
mia.
Il mio cuore non aveva smesso di
battere all’impazzata a la testa girava vorticosamente. Manco avessi bevuto a
cena..
“E’ stato bellissimo.. possiamo
rifarlo?”
Ridacchiai. “Ti giuro che lo rifaremo..
però adesso bisogna andare a casa.. sei stanca.” Le dissi dolcemente
accarezzandole il capo.
“Senti Rob, io Kris e Liz andiamo a
farci un giro.. tu torna a casa con Joy va bene?” mi rimbeccò Victoria
facendomi l’occhiolino. Volevano spettegolare, avevo capito.
“Joy non ci vogliono avere fra i piedi,
andiamocene.” Dissi facendo il fino offeso prendendo sulle spalle la piccola.
Lei ridacchiò e solo dopo aver stampato
un bacio sulle guance di tutte si ancorò ai miei capelli pronta a partite.
“Andiamo?”
“Andiamo!” Rispose entusiasta
stringendosi sempre di più al mio collo.
Iniziai a camminare verso il taxi più
vicino, e una volta trovato diedi le indicazioni di casa al tassista. In verità
chiamarla casa non rendeva giustizia alla palazzina di quattro piani che
avevamo acquistato circa cinque anni fa io e Kris.
Era il nostro piccolo nido, il luogo
dove trascorrevamo le nostre vacanze. Lontano da tutti e da tutto.
Una volta arrivati infilai le chiavi di
casa nella toppa e seguito da Joy entrammo silenziosi.
La sentii sbadigliare pianissimo,
così iniziai a sbottonarle il cappotto,
e le feci indossare il pigiamino rosa che le dava l’aria di essere un piccolo confettino. Il mio piccolo
confettino.
“ Sei stanca amore?” le chiesi mentre
mi cambiavo la maglietta.
Scosse la testa, e io sorrisi. Era
proprio come me, testarda fino alla morte. Non avrebbe mai ammesso di essere
stanca.
“Beh allora noi ci mettiamo sotto le
coperte… e io ti racconto qualche favola, d’accordo?”
“Siiii!” esultò salendo sul letto e
raggiungendo a carponi il lenzuolo.
Finii di indossare la tuta, e dopo di
che la presi fra le braccia coprendoci entrambi con la coperta.
Si appollaiò contro il mio petto, e in
quel momento mi sentii davvero l’uomo più felice del mondo. Quella era stata la
serata più bella della mia vita, ora ne ero pienamente consapevole.
Kristen mi amava, e io amavo lei e la
sua piccola bambina. Poco importava che non fosse mia, io la sentivo tale e il
resto non aveva importanza.
“Allora cosa mi racconti?”
“Mmm.. e se ti raccontassi la prima
volta che ho conosciuto la mamma?”
Spalancò gli occhi e mi sorrise
entusiasta.
“Allora..” dissi iniziandole ad
accarezzare i boccoli sbarazzini.
“Quando uscì Into The Wild, un mio
amico, Tom, mi costrinse a vederlo, e io rimasi subito folgorato dalla bellezza
della ragazza protagonista.”
“Era la mamma?”
Annuii ricambiando il sorriso. “Già..
era la mamma.”
“Mi sono detto: Devo assolutamente
incontrarla! In ogni modo.. E i miei amici mi prendevano in giro perché era
assurdo e impossibile.”
“Però?”
“Però circa due mesi dopo mi chiamarono
per fare un provino. Accettai solamente perché mi dissero che l’attrice
protagonista era lei.”
Joy mi fissava ammaliata e interessata,
mentre la mia mente era tornata a dieci anni fa.
“Sono andato a questo provino, e quando
l’ho vista credevo di morire. Ho dovuto prendere due pastiglie di valium per
calmarmi.” Mormorai arrossendo di imbarazzo.
“E poi?”
“Poi la regista ci ha chiesto di
baciarci e di provare delle scene insieme, e chissà come, chissà perché ha funzionato.
Tra di noi c’è stata subito chimica, elettricità.. Non so come definirlo.”
“Vi amavate già?” mi chiese Joy
stringendosi maggiormente al mio petto.
“Probabilmente si amore, probabilmente
si.”
“E allora cosa c’entra il babbuino?”
Scossi la testa confuso. “Babbuino?”
Joy ridacchiò. “Si, il vecchio
fidanzato della mamma.”
Ah, ora capivo finalmente a chi si
stesse riferendo. Micheal.
Scossi la testa divertito. “Babbuino è
proprio il miglior nome che gli potessi affibbiare.”
Fece spallucce. “ Beh, se ha la faccia
da scimmia non è colpa mia.”
Risi a crepapelle, ricordando la prima
volta che lo avevo chiamato in quel modo. Kris non mi aveva parlato per
settimane, ma dopo poco tempo capì anche lei che era solamente uno stronzo.
“Sembra un film.. è stato tutto così
bello.”
“Si amore, meglio di un film, perché è
stato tutto reale.”
“Rob?”
“Si?”
“Ehm, io la notte non riesco a dormire
se non mi preparano il latte..” mi spiegò come un angioletto, sbattendo le
ciglia. Un piccolo mostriciattolo ammaliatore, proprio come la madre.
“Vado a mettertelo su..”
Sorrise a trentadue denti. “Bello
caldo.”
Sgusciai dalle coperte, e andai in
cucina, presi il cartone di latte, e lo misi in una tazza dentro al microonde.
Due minuti esatti, e il trillo che fece
l’aggeggio mi fece capire che fosse pronto.
Misi lo zucchero e lo portai in camera da Joy.
Guardava il soffitto, e non appena mi
vide mi guardò dolcemente e con una profonda gratitudine.
Glielo porsi, appoggiò le sue labbra alla tazza e cominciò a bere avidamente.
“E’ buono?”
“Molto più buono di quello della
mamma!” esclamò soddisfatta.
“Grazie.”
“Rob?”
“Si?” dissi ripetendo la stessa frase
di prima.
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo amore, lo sai che puoi chiedermi
tutto ciò che vuoi.”
“Ecco.. io.. vorrei tanto che tu fossi
il mio papà.” Disse chiudendo gli occhi per un momento e sistemandosi meglio
sulle mie gambe.
Rimasi perplesso perché dopotutto era
quello che desideravo anche io.
“Magari lo chiediamo alla mamma.”
Risposi semplicemente, incapace di dire altro.
Aspettai che finì di bere, e dopo di
che presi la tazza vuota, con il proposito di andarla a mettere a posto.
Un
pensiero però fece breccia nella mia mente.
“Amore e Steve? Lui non è il tuo papà?”
La bambina mi guardò confusa e scosse
la testa.
“Lui non è il mio papà. Mamma non me lo
ha mai detto.”
La tazza che avevo fra le mani scivolò
dalle mie dita. Spalancai gli occhi spaventato, e consapevole finalmente di
ogni cosa.
___________________________________________
OKay Gente, haha che cosa ne pensate sinceramente?
A
me è piaciuto molto scrivere questo capitolo :) Ho adorato ogni singolo
momento, anche se ehm. ehm. vi abbiamo lasciato con un po' di ansia
u_____u
cosa
ne penserà Rob? Ma soprattutto cosa succederà? Rob
deciderà di diventare il padre a tutti gli effetti della piccola
Joy?
La prima foto è una manip che ho fatto io, spero vi piaccia :)
Per quanto riguarda il fatto della poesia, chiare fresche dolci acque, di Petrarca è un'esprienze personale hahah
mio
papà era negato a raccontare fiabe, così mi insegnava le
poesie -_- no words.. già da piccola stavo male
mentalmente..
Direi che ho finito qui, spero vi sia piaciuto, e un bacione :D
Spoiler!
Possibile
che la vita fosse così ingiusta con me? Possibile che mentre mi
dava tanto mi toglieva altrettanto? Solo poche ore prima ero su quella
ruota a confessare il mio amore a Kristen, a dirle che mi era mancava,
che di lei in realtà mi ero sempre fidato. Ero felice,
finalmente avevo al mio fianco la persona più importante della
mia vita, avevo riavuto indietro l’unica persona che aveva mai
amato e con essa una bambina da coccolare e voler bene come fosse mia.
In quel momento invece l’unica cosa che era rimasta era sempre
quella stessa bambina da coccolare e voler bene con la differenza che
era mia davvero.
Marty & Nusia
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Capitolo 17 *** 17- L'amore non basta (Nusia) ***
17
Buon
pomeriggio a tutte fanciulle *-* ma lo sapete che siete davvero in
tante a leggere? Grazie mille di vero cuore da parte mia e di Marty #_#
siamo rimaste senza parole vedendo ben 36 recensioni. A proposito
di questo Martybet
ha risposto ad alcune di essere, giusto quelle dove si ponevano delle
domande importanti perché non ha avuto molto tempo perciò
un Grazie di vero curoe generale a tutte voi che siete gentilissime
come sempre *_*
Ora passiamo al capitolo:
vi
abbiamo lasciate con il fiato sospeso eh? si lo so siamo sadiche
però la suspance è tutto U_U cosa succederà ora in
questo LUNGHISSIMO (davvero
enorme mai scritto un capitolo tanto lungo in vita mia) capitolo?
Leggere per scoprire, ma prima date un occhiata a quest'avviso.
AVVISO:
Inanzittutto
lasciatemi fare un sospiro di sollievo perché finalmente la
scuola è "finita" e iniziano le vacanze natalizie *-* quante di
voi adorano il Natale? Io lo amo alla follia! Proprio per queste
piccole vacanze sappiamo che molte di voi saranno fuori e non potranno
leggere i capitolo e visto che sia io che Marty siamo fuori
città abbiamo deciso di augurarvi buone feste e postare
quest'ultimo capitolo. Ci rivedremo l'anno nuovo tra il 2 e il 5 Gennaio, dipende in quali di questi giorni riesco a sistemare tutto. Un bacione enorme e felice Natale!
"Resta"
17-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert
Guardai i
pezzi di ceramica sparsi per terra ad occhi sbarrati e un po’
stordito. Joy non poteva dire davvero, sicuramente stava scherzando
come suo solito. Posai lo sguardo su di lei che mi fissava con la
testa reclinata e un sorrisino sulle labbra.
“non ti piaceva più la tazza Spunk?” sorrisi anch’io passandomi una mano tra i capelli.
“mmmh
no, non mi piaceva” lei scosse la testa e andò in salotto
a sedersi sul divano. La raggiunsi disorientato.
“ehi
piccolina sai vero che anche se la mamma e Steve si sono lasciati, lui
resta il tuo papà vero? Ti vuole bene anche se non vive
più con voi” dissi cercando di convincere la bambina o
forse me stesso, che infondo un papà l’aveva, ma lei
aggrottò le sopracciglia e scosse la testa.
“Ma
zio Steve non è il mio papà” e rise a crepapelle
dicendo ciò “ahahahah Rob! Il mio papà
è molto più bello, lo dice anche la mamma”
Sentii una morsa al cuore, come se qualcuno l’avesse preso e stretto in pugno facendomi mancare l’aria.
“e…e
tu…tu l‘hai mai visto il tuo papà?” domandai
. Si rattristò subito e scosse la testa.
“no, la mamma mi dice sempre che lavora molto ma che un giorno verrà a trovarmi. Però somiglia a te”
“te l‘ha detto lei?” annuì per poi sbadigliare forte.
Le
accarezzai una guancia in un gesto del tutto istintivo e mentre lei
parlava la consapevolezza di tutto si faceva pian piano largo in me.
Dovevo chiedere solo una cosa poi tutto sarebbe stato chiaro come il
sole
“quando sei nata amore?”
“mmmh il 29 marzo” e a quella risposta annuii inerme prendendola tra le braccia e portandola a letto.
“dormi ora tesoro che si è fatto tardi” le sistemai le coperte e le baciai la fronte.
“ti
voglio bene. Del mio papà non mi interessa più nulla, io
voglio che sia tu” sentii gli occhi farsi umidi e un sorriso
aprirsi sul mio volto.
“ti voglio bene anch‘io tesoro. Ora sono qui”
Uscii dalla stanza che ancora sorridevo, poi mi sedetti sul divano e sospirai profondamente.
Possibile
che la vita fosse così ingiusta con me? Possibile che mentre mi
dava tanto mi toglieva altrettanto? Solo poche ore prima ero su quella
ruota a confessare il mio amore a Kristen, a dirle che mi era mancava,
che di lei in realtà mi ero sempre fidato. Ero felice,
finalmente avevo al mio fianco la persona più importante della
mia vita, avevo riavuto indietro l’unica persona che avevo mai
amato e con essa una bambina da coccolare e voler bene come fosse mia.
In quel momento invece l’unica cosa che era rimasta era sempre
quella stessa bambina da coccolare e voler bene con la differenza che
era mia davvero. Inutile negarlo, inutile cercare di dire a me stesso
che stavo sbagliando, che il suo papà era in giro per il mondo.
Ero io il papà di Joy, i fatti parlavano chiaro. Ora tutti i
pezzi del puzzle si incastravano perfettamente l’uno con
l’altro. Mia figlia!
“tu lo conosci il mio papà?” mi chiese lei mettendo su uno strano sorriso.
“certo
che lo conosco. Un tempo eravamo…a-amici” sospirai proprio
quando Ashley mi accarezzava una mano, come per darmi conforto.
“davvero?” ora aveva messo su un’espressione sorpresa. Annuii col capo per darle conferma.
“però
tu sei più bella perché somigli alla mamma” mi
lasciai scappare. Infondo era la pura verità. Non scorgevo
nessuna somiglianza tra lei e Steve, come se non si appartenessero per
nulla. Joy inclinò la testa di lato passandosi una mano tra i
capelli com’ero solito fare io.
“la mamma dice sempre che gli somiglio tantissimo invece” mi corresse lei.
Ovvio che non vedevi somiglianze Robert, Joy è tua figlia cazzo, tua figlia! Come si poteva essere tanto imbecilli da non rendersene conto?
“ti…ti
somiglia molto, fisicamente intendo. Non ha preso nulla da…dal
papà” sospirai. Mi guardò accennando un piccolo quanto triste sorriso e sinceramente non ne capivo il motivo.
“sai
invece gli somiglia molto. Nei modi di fare per esempio, di sorridere,
di guardarmi teneramente quando vuole ottenere qualcosa” ammise
ed io strinsi forte i pugni nel disperato tentativo di non mostrare la mia gelosia.
In quel
momento pensai che fosse del tutto impazzita perché io non
riuscivo a scorgere neanche una piccolissima somiglianza con Steve. Si,
era davvero tutto chiaro a quel punto. Persino quella conversazione al
parco assume un significato diverso: le sue lacrime, il suo sentirsi
maledettamente in colpa.
“io…io non merito l-le tue scuse. Io ti ho deluso, anzi a dire il vero ho deluso anche me stessa. Ho commesso tanti di quegli errori che mi stupisco persino io. Errori che so che ormai non si possono più riparare”
“tutti gli errori hanno rimedio Kris” e non so neanche io che significato dovevo dare a quella frase.
“non
i miei Rob. Ho fatto qualcosa di troppo sbagliato per rimediare.
Qualcosa che se solo saltasse fuori non avrei altra scelta che chinare
il capo ed allontanarmi. Non avrei più la minima speranza di
riprendermi ciò che desidero più di ogni altra cosa al
mondo”
Quel
giorno ero stato io a sbagliarmi: Non a tutto c’è rimedio,
le cose avvolte sono irreparabili. Per tutti quegli anni avevo sempre
pensato che se solo avessi avuto Kristen nuovamente tra le mie braccia
niente e nessuno me l’avrebbe portata più via. Più
nessuna bugia ci avrebbe allontanati ma certamente non tenevo in conto
qualcosa di tanto…troppo grande per essere ignorata. Qualcosa di
così bello eppure allo stesso tempo triste e devastante.
Qualcosa che mi faceva venire voglia di andare in balcone e urlare al
mondo che la vita faceva schifo e nello stesso tempo gridare che ero
l’uomo più felice del mondo perché ero padre,
perché Joy era mia figlia ed io in quei due mesi non mi ero
accorto di nulla, neanche dei segnali più banali.
“Allora come lo volete questo frappé?” domandai mentre ci avviavamo all’uscita.
“io nutella e panna” disse sicura Kristen.
“ovvio” la presi in giro ricordando quanto andasse matta per quel gusto. Lei mi fece la linguaccia.
“e tu tesoro?”
“io
voglio il mio preferito: fragole, banana e vaniglia” mi rispose
Joy lasciandomi di sasso. Lanciai una rapida occhiata a Kristen e notai
una strana espressione preoccupata.
“beh, perché quella faccia Spunk?” mi chiese la piccola tirandomi per la camicia.
“perché
è anche il mio preferito tesoro. Altro che cioccolata e
panna” dissi risvegliandomi dallo stupore.
Lo stesso
sorriso, la stessa mania di toccarsi i capelli e dire battute idiote.
Gli stessi gusti sul frappé, sulle scarpe, sui programmi
televisivi. Era tutto così scontato che mi sentivo più
idiota del solito, specie se alcune persone lo avevano intuito prima di
me.
“ogni volta che ti vedo giocare con la piccola mi vengono sempre pensieri assurdi per la testa. Sai cosa
penserei se fossi un passante che vi vede per la prima volta? Penserei:
< che bella famiglia che sono > Se non sapessi la verità
giurerei che la bambina ti somiglia”
“che cosa?” domandai divertito da quel discorso.
“lo
so è una cosa assurda ma forse sono i capelli o le battute
stupide o non so la complicità tra voi che mi porta a pensare
ciò. L‘ho fatto notare anche ad Ashley e lei prima ha
detto che sono un idiota e poi guardandoti insieme alla bambina mi ha
appoggiato dicendo che potreste per davvero sembrare padre e
figlia”
“sai
Kellan per quanto mi piacerebbe essere già papà devo
ammettere che tu sei fuori di testa. Joy è la figlia di Steve,
se fosse stata mia me ne sarei reso conto no?”
Si certo, me ne sarei proprio reso conto! Dio
avrei dovuto fare due più due molto tempo prima, infondo non ci
voleva poi molto a capirlo no? Se solo non fossi stato accecato dalla
rabbia e dalla delusione molto probabilmente avrei capito subito che
Joy fosse mia figlia. Kristen non sarebbe mai andata a letto con
nessuno dopo così poco tempo! Mi sarebbe bastato leggere uno dei
tanti giornali o vedere la tv per capire che Joy non era nata prematura
di un mese, per capire che quella bambina con quei grandi occhi vispi e
quei pochi capelli biondi fosse sangue del mio sangue. Me ne sarei reso
conto nel giro di pochi giorno e no dopo 4 lunghi anni cazzo!
Avevo una
gran voglia di spaccare tutto, ma la delusione e il senso di vuoto era
talmente intenso che superava di gran lunga la rabbia che provavo. Mi
sentivo così debole, impotente che in quel momento avrei
volentieri barattato quel dolore a quello di 4 anni prima perché
i due non erano neanche lontanamente paragonabili. Avrei dovuto esserci
abituato no? Infondo quella non era altro che l’ennesima
delusione avuta da Kristen e invece no, non era affatto così.
Quella delusione superava di gran lunga tutte le precedenti facendomi
mancare il respiro per il forte dolore al petto e non perché
avevo scoperto di avere una figlia dopo 4 anni dalla sua nascita,
quella era certamente la delusione che forse con il tempo le avrei
più perdonato perché in un modo o nell’altro avrei
trovato delle giustificazione alla sua decisione, bensì
perché per la seconda volta avevo dato piena fiducia ad una
persona che evidentemente non la meritava. Quella stessa persona che
per quasi due mesi aveva avuto il coraggio di guardarmi negli occhi,
ridere, scherzare, parlarmi di sua figlia senza mai far trapelare
nulla, neanche un piccolo cedimento dai quei suoi occhi sicuri,
ipnotici…o forse ero io quello cieco. Infondo quando si è
innamorati si tende a vedere ciò che non esiste realmente no? Il
mio amore vero Kristen era così forte che mi aveva fatto riporre
tutta la fiducia del mondo in lei consapevole, scioccamente, che non
avrebbe mai fatto nulla per ferirmi. Ero così innamorato da non
aver neanche lontanamente preso in considerazione il fatto Joy potesse
essere mia figlia. Kristen me l’avrebbe detto, non mi avrebbe mai
tenuto nascosto nulla del genere e invece mi sbagliavo. Ecco
perché era così preoccupata o ansiosa in quegli ultimi
giorni, ecco perché diventava nervosa e si irrigidiva come una
statua ogni volta che Joy mi raccontava qualcosa più di lei o
quando io la fissavo un po’ più a lungo: Kristen aveva paura. Paura che scoprissi la verità e capissi quanto falsa potesse essere.
Aveva
detto di amarmi ma come poteva? Come poteva amarmi se era stata capace
di tenere per se un segreto tanto grande? Kristen era stata in grado in
soli due mesi di rimettere insieme tutti i brandelli del mio cuore per
poi calpestarlo nuovamente, questa volta in modo che nessun altro
potesse assemblarli. Era stata tanto brava da farmi toccare il cielo
con un dito e sprofondare all’inferno nel giro di neanche 24
ore. Lei era stata astuta abbastanza da darmi una cosa e togliermene
un’altra. Tanto stronza da darmi una figlia e togliermi nello
stesso tempo la cosa più cara della mia vita: Lei.
Ma si sa: tutto accade per un motivo e forse il mio cuore era stato
sfrattato da lei per far spazio solo ed unicamente a Joy perché
da quel giorno lei sarebbe stata l’unica donna a risiedere nel
mio cuore, l’unica che avrebbe ricevuto un mio abbraccio, bacio.
L’unica che mi avrebbe reso felice e soprattutto non mi avrebbe
deluso. Mia figlia sarebbe stata l’unica cosa importante per me,
tutto il resto se ne sarebbe andato al diavolo. Lei, se ne sarebbe
andata al diavolo e con ella anche tutto lo sconfinato amore che
provavo e che in quel momento mi tormentava l’anima. Conscio di
ciò mi alzai di scatto dal divano e mi avviai al balcone. Avevo
bisogno di un po’ d’aria e soprattutto di un po’ di
autocontrollo prima del suo ritorno. Prima di affrontarla e dirle addio.
Pov. Kristen
Era stata
una delle giornate più sensazionali della mia vita, una delle
più belle ed emozionanti: avevo rivisto la famiglia Pattinson,
presentato a Joy la sua famiglia, fatto un giro sulla straordinaria
London Eye e rivelato a Robert tutto lo sconfinato amore che provavo
per lui. Quando ci eravamo ritrovati soli su quella ruota panoramica
avevo pensato che forse era arrivato il momento di dirgli tutta la
verità, almeno non sarebbe scappato a gambe levate li sopra e
forse nessuno ci avrebbe sentito urlare in caso fosse stato necessario.
Volevo dirglielo davvero, ma la sua rivelazione, il suo ti amo mi aveva
spiazzata così tanto da farmi dimenticare, seppur per pochi
secondi, che gli tenevo nascosto un segreto troppo importante,
così mi ero ritrovata a sorridere come un’ adolescente,
con il cuore a mille e le farfalle nello stomaco e ad urlare che lo
amavo anche io. Lo amavo alla follia e forse era proprio quello
sconfinato sentimento che nutrivo per lui che mi aveva impedito di
aprir bocca. Forse era proprio quello a bloccarmi le parole in gola
ogni qualvolta volevo rivelare tutto. Forse la mia paura deriva dalla
consapevolezza che una volta rivelato che Joy fosse sua figlia lo avrei
perso in un battito di ciglia ed io non volevo. Non volevo dirgli addio
dopo neanche 24 ore che lo avevo ritrovavo, perciò ero stata
zitta facendo finta di niente come sempre. Sapevo che ormai non potevo
più aspettare così come ero consapevole che ora che
entrambi avevamo rivelato i nostri sentimenti sarebbe stato ancora
più difficile. Lo sapevo e mi davo della stupida per aver
aspettato tanto, ma si sa fin quando non ci si ferisce con le proprie
mani non ammetteremo mai di aver toppato alla grande.
“Ci
vediamo domani e mi raccomando ti voglio alle 10 a casa della mamma
intese? Ho bisogno di te per dire a tutti che mi sposo”
cinguettò Lizzie stringendomi forte a lei. Mi sembrava
incredibile che tra meno di 2 mesi si sarebbe sposata,insomma lei
era…Lizzie e non m’ero mai immaginata con indosso un abito
da sposa o meglio ancora con un pargoletto tra le braccia, ma si sa
l’amore è capace di cambiare le persone e Liz era cambiata
molto. Certo rimaneva comunque la più grande rompipalle del
pianeta ma sembrava realmente felice, innamorata e determinata. Era
sicura della sua decisione ed io ne ero contenta.
“contaci
Lizz” mormorai scoccandole un bacio. Salutai anche Victoria e poi
mi avviai al mio taxi sorridendo come un’ebete.
“Kris” mi richiamò Lizzie raggiungendomi. La guardai accigliata.
“non
aspettare molto a dirglielo. Mio fratello è totalmente ed
incondizionatamente innamorato di te e lo sappiamo entrambe ma è
anche orgoglioso e testardo. Ha sempre desiderato con tutto se stesso
essere padre e venire a sapere dopo quasi 5 anni che il suo sogno si
è avverato è già abbastanza difficile
perciò diglielo appena puoi” sussurrò non facendosi
sentire dalla sorella. Annuii con il capo sorridendole.
“grazie per non esserti infuriata con me”
“non
ti nego che ci sono rimasta male quando ho fatto due più due
così come non nego che sono rimasta un po’ delusa dalla
tua decisione ma io non posso giudicarti e so che non è stato
affatto facile per te perciò preferisco far finta di nulla.
L‘importante è che ora tu sia qui. Ora vai che la mia
nipotina ti starà aspettando e anche quello zuccone di Rob, non
vorrei che se la prendesse con me perché ti ho fatto tornare a
casa tardi” disse emozionata spazzando via una piccola lacrima
dalla sua guancia.
“come
i vecchi tempi” mormorai asciugando anch’io i miei occhi.
Ridacchiammo insieme e dopo un grazie appena accennato salii sul taxi e
andai via. Avevo bisogno di vederlo, di guardarlo negli occhi,
abbracciarlo, baciarlo e capire che non era stato un sogno, che era
tutto vero, reale. Avevo bisogno di sentire nuovamente un ti amo
pronunciato da quelle labbra perché solo quello mi avrebbe dato
la forza e il coraggio di dirgli tutta la verità. Giunta a
destinazione pagai il taxista e raggiunsi l’ascensore,
elettrizzata come una bambina all’idea di rifugiarmi nuovamente
tra le sue braccia. Con mia grande sorpresa la porta era semichiusa
così l’aprii stando attenta a non far rumore. Vista
l’ora molto probabilmente mia figlia era già a letto.
“Robert?” chiamai posando la borsa e guardandomi in giro. Che si fosse addormentato anche lui? Pigro com’era poteva anche essere. Ridacchiai tra me mentre lentamente mi avviai nella zona notte.
“Amore?” ed aprii la porta della camera di Joy. Eccola li accoccolata nel letto a dormire
placidamente. Era stata un giornata intensa per lei e meritava un
po’ di riposo così feci per richiudere la porta ma
qualcosa attirò la mia attenzione. Mi inginocchiai basita,
perplessa e con cautela raccolsi tutti i cocci di una tazza riversata a
terra. Cos’era successo?
“Robert?
Insomma dove sei?” chiesi alzando un po’ più la voce
e uscendo dalla stanza. Tornai in salone poggiando la tazza rotta sul
tavolino li davanti e finalmente lo rividi. Era poggiato allo stipite
della porta che affacciava sul balcone e mi dava le spalle.
“Ehi, perché non rispondevi?”
Avevo una voglia matta di un suo bacio o semplice abbraccio così feci per avvicinarmi ma lui si voltò di
scatto e lo sguardo che mi riservò mi fece gelare il sangue
nelle vene e bloccare sul posto. Quei due occhi che tanto amavo
sembravano essere ritornati quelli di due mesi prima, non più
liquidi, intensi, ma due lastre di ghiaccio pronte a trafiggere il cuore.
“cosa…cosa c‘è?” chiesi disorientata. Sospirò massaggiandosi le tempie.
“Sai cosa odio di più al mondo Kris?”
“restare
sveglio ad aspettarmi?” scherzai sperando di alleggerire
l’aria e ignorando bellamente una strana morsa che mi stringeva
lo stomaco.
“le bugie” affermò “io detesto le bugie”
“anche io” mi trafisse con lo sguardo per poi ridere tra se e scuotere la testa.
“Certo! Ti ricordi quando ci rivedemmo al supermercato e dissi a Joy che eri bellissima?” asserii con il capo.
“ecco
non era una bugia, lo pensavo davvero. Ti ricordi poi, quando fuori la
pizzeria ti urlai contro tutto il rancore che provavo per te? Era la
pura verità e al parco? Quando ti pregai di smettere di
piangere? Quando proposi di ritornare amici così da riacquistare
la fiducia, ti ricordi? Anche lì non mentivo. E su divano di
Kellan, quando ti stavo per baciare ricordi? Era un‘altra
verità perché bramavo un tuo bacio da anni” e poi
andava avanti ad elencare le cose più la sua voce diventava
dura, tagliente ed io non riuscivo a capirne il motivo o almeno
costringevo me stessa a non pensare al peggio, non dopo una giornata
meravigliosa come quella che avevamo trascorso.
“e
sull‘aereo quando ti ho detto che potevi dirmi tutto, che ti
avrei capito ti ricordi? Li ero serio cazzo, li ti ho scongiurato di
dirmi cosa ti preoccupasse ma tu mi hai detto che era ansia. Una
semplice, fottuta ansia. E quel bacio di qualche ora fa te lo ricordi
Kristen? TI RICORDI QUEL DANNATO TI AMO CHE TI HO SUSSURRATO POCO FA? ANCHE QUELLO ERA VERO CAZZO. FOTTUTAMENTE VERO” lo guardai allibita mentre iniziava a gesticolare e urlarmi contro.
“anche il mio era sincero Rob. Io ti amo davvero”
“Tu
mi ami? Ne sei sicura Kris? Sei sicura di amarmi? Perché sai io
non penso che il tuo sia amore. No, non lo penso per niente
perché se lo fosse stato mi avresti detto tutto. TUTTO,
ma hai preferito stare zitta e quindi no, il tuo non è per
niente amore. Il mio lo è. Io ti amo. Ti amo perché ti
parlo di tutto e perché so che tu mi capiresti sempre. Io ti amo
perché non ti nascondo niente, neanche una piccolissima parte
della mia vita. Ma tu…dio tu no”
“ma
di cosa stai parlando Robert? Cosa dici non ti seguo, su cosa ti avrei
mentito? Cosa ti avrei nascosto di tanto importante da farti infuriare
tanto. COSA?” sapevo
perfettamente di star sbagliando a dire ciò, ma avevo bisogno di
capire qualcosa. Avevo bisogno di sapere perché non credesse al
mio amore. Accennò un sorriso.
“Sei
diventata proprio brava sai? In questi due mesi sei stata capace di
prendere per il culo persino me, quello che riusciva a capire se
mentivi o meno con un’ occhiata. Le tue doti recitative
migliorano di anno in anno. Complimenti Kristen davvero”
“MA DI COSA CAZZO PARLI?” sbottai ferita dalle sue parole.
“STO
PARLANDO DEL FATTO CHE MI HAI TENUTO NASCOSTO DI AVERE UNA FIGLIA. STO
PARLANDO DEL FATTO CHE PER 4 FOTTUTISSIMI ANNI NON SEI MAI VENUTA A
DIRMI CHE AVEVO UNA BAMBINA. STO PARLANDO DEL FATTO CHE JOY, QUELLA
PICCOLA CHE ORA DORME NEL MIO LETTO E CHE HO VOLUTO BENE FIN DA SUBITO,
E’ SANGUE DEL MIO SANGUE ED IO NON LO SAPEVO. CAPISCI DI COSA
PARLO? LO CAPISCI KRISTEN?” urlò tanto forte che
per poco non dovetti tapparmi le orecchie con le mani. Ci misi qualche
secondo per assimilare le sue parole e quando ne compresi il
significato mi immobilizzai sul posto e per un attimo il mio cuore
smise di battere e il respiro si mozzò in gola. Come faceva a
saperlo? Come aveva fatto a scoprilo? Tentai di aprir bocca, di dire
qualcosa ma le parole mi morirono in gola e fui costretta a serrare
nuovamente le labbra.
“io
mi fidavo di te Kristen, avevo imparato a fidarmi di nuovo e ne ero
felice. Il mio cuore aveva preso a pompare sangue come un tempo, il mio
sorriso era tornato quello di un tempo, IO
ero tornato quello di un tempo ma tu hai distrutto tutto. Tu sei stata
capace di farmi tornare in vita per poi uccidermi una seconda volta,
questa volta in modo ancora più crudele del precedente”
sentii gli occhi farsi umidi e quando mi resi conto che anche i suoi lo erano calde lacrime
iniziarono a rigarmi il volto. Sapevo che prima o poi sarebbe successo
qualcosa del genere, sapevo che il mio poco coraggio mi avrebbe portata
a quella situazione. Il mio subconscio l’avevo sempre saputo che
sarebbe andata a finire il quel modo ma ingenuamente avevo sperato che
succedesse il contrario. Stupidamente avevo immaginato di vederlo
corrermi incontro e stringermi forte a se, ma forse quel sogno si
sarebbe potuto avverare 4 anni prima e non dopo tutto quel tempo. Non
dopo averlo fatto soffrire tanto.
“io…io avrei v-volut-o dirtelo” bisbigliai con così poca voce che non ero sicura mi avesse sentito.
“ma
non l‘hai fatto. Hai preferito che lo scoprissi da solo,
che fosse Joy a dirmi tutto perché è stata lei, mia
figlia a rivelarmi, tra una risata e un‘altra che Steve non era
il suo papà. Che lei il suo papà non l‘aveva mai
conosciuto, ma che la mamma gli aveva detto che era molto più
bello del suo compagno. È stata proprio lei a farmi capire che
non è nata prematura come tutti credono ma dopo ben nove mesi.
Non sono mai stato molto intuitivo ma non è stato affatto
difficile fare due più due. Mi dispiace solo averlo capito dopo
due mesi. L‘ho avuta davanti per tutto questo tempo senza
accorgermi di quanto ci somigliassimo e molto spesso mi chiedevo come
facevo a volerle così bene se la conoscevo da così poco
tempo. Una volta mi sono persino dato del pazzo: io che amavo il frutto
dell‘amore tuo e di Steve, era da folli eppure prima di oggi non
riuscivo a capacitarmene”
“mi…dispiace
Robert” mormorai spazzando via qualche lacrima e avvicinandomi a
lui. Indietreggio prontamente e mi fissò con odio.
“dispiace di più a me”
“io
non volevo arrivare a questo punto devi credermi. Non sai quante volte
in questi due mesi avrei voluto dirti tutto, ma mi è sempre
mancato il coraggio. Non riuscivo a trovare le parole adatte per
rivelarti tutto…”
“forse
perché non esistono parole adatte. Dovevi dirlo e basta ma non
oggi, non dopo 4 anni. Tu dovevi dirmelo quando hai scoperto di essere
incinta. DOVEVI VENIRE DA ME E DIRMI CHE ASPETTAVAMO UN BAMBINO. NE AVEVO TUTTO IL DIRITTO KRISTEN, SONO IL PADRE” mi lasciai scappare un singhiozzo e prontamente portai la mano alla bocca.
“cosa
credi che non avrei voluto quel bambino? Cielo, tu sapevi perfettamente
il mio sogno di diventare padre, sapevi quanto desiderassi costruire
una famiglia con te. CREDI DAVVERO CHE NON MI SAREI PRESO LE MIE RESPONDABILITA‘? CHE TI AVREI CACCIATA FUORI A CALCI?”
“io…io
avevo paura. Una fottuta paura che tu ti saresti legato a me solo per
il bene della bambina” mi giustificai guardandolo implorante.
“beh…avresti
dovuto correre il rischio Kristen. Per una volta avresti dovuto mettere
da parte te stessa e pensare alla bambina e a me, ma tu non l‘hai
fatto giusto? Tu non ti sei neanche lontanamente chiesta cosa avrebbe
significato far crescere una bambina senza padre, tu non hai pensato a
come si sarebbe potuta sentire abbandonata o a come avrei vissuto io
sente te e all‘oscuro di tutto. TU TUTTE QUESTE COSE NON LE HAI PENSATE, HAI PREFERITO FARE LA SCELTA PIU‘ GIUSTA PER TE STESSA”
“NO!
Dio no come puoi pensare questo di me? Io ho pensato a tutto
ciò, ho passato giorni interi a chiedermi quale fosse la scelta
giusta…”
“LA SCELTA GIUSTA ERA QUELLA DI DIRMI LA VERITA‘” mi interruppe ancora.
“E
COME AVREI DOVUTO FARE SENTIAMO ROBERT, CON QUALE CORAGGIO SAREI DOVUTA
VENIRE ALLA TUA PORTA A DIRTI CHE ASPETTAVO UN BAMBINO DOPO CHE TU MI
AVEVI CACCIATA DI CASA PREGANDOMI DI NON FARMI PIU‘ VEDERE? CON
QUALE CAZZO DI FORZA SAREI DOVUTA VENIRE A CERCARTI?”
sbottai allora stanca di sentirmi accusare. Certo, la colpa di tutto
quello era mia ma anche lui, seppur in minima percentuale, aveva
sbagliato. Anche lui come me aveva le sue colpe e sebbene io gli avessi
tenuto nascosto qualcosa di tanto importante, lui non poteva certamente
urlarmi contro in quel modo, non dopo che mi aveva sbattuto fuori di
casa per non cercarmi mai più.
“Tu
non sai cos‘ho passato io in questi anni, non sai cos‘ho
dovuto affrontare. Tu non sai un bel niente Robert e non puoi
criticarmi intesi? Quando ho scoperto di essere incinta di te mi sono
sentita al settimo cielo ma allo stesso tempo mi è crollato il
mondo addosso perché mi avevi abbandonata e di me non te ne
fregava nulla, altrimenti mi avresti cercato in quel mese non pensi?
Non avevo la più pallida idea di come comportarti e per un
attimo mi sono chiesta se avere in quel momento un bambino fosse la
cosa giusta, ma poi sai cosa mi sono detta? Mi sono detta che non
dovevo perdere l‘opportunità di diventare madre
perché io quel bambino lo volevo e sai perché Robert? Lo
volevo perché così ero sicura che per il resto dei miei
giorni avrei avuto al mio fianco un pezzo di te” mi bloccai
lasciando fuoriuscire altre lacrime e cercando di regolarizzare i
battiti del mio cuore. Lui mi fissava con uno sguardo misto tra il
deluso, l’arrabbiato e amorevole, si perché in quelle due
lastre di ghiaccio io ci leggevo ancora un po’ d’amore e
quello mi dava la forza di andare avanti e raccontargli tutto.
“Sono
stata due intere settimana chiusa in casa, non volevo vedere ne sentire
nessuno se non Dakota, ma persino lei ad un certo punto era diventata
insostenibile. Non faceva altro che ripetermi che dovevo correre da te
e dirti tutto, che era sicura mi avresti accolto abbraccia aperte ma io
avevo paura. Mai come in quel momento mi sentivo debole e codarda.
Steve non sapeva cosa mi stesse succedendo ma mi stava vicino senza mai
chiedermi nulla, ha sempre detto che gliene avrei parlato quando me la
sarei sentita e quando il momento è arrivato l‘unica cosa
che ha fatto è stata stringermi a se e giurarmi che lui ci
sarebbe sempre stato qualsiasi decisione avessi preso. Certo, non aveva
tenuto nascosto che avrei fatto meglio a dirti tutto ma sapeva quanto
testarda fossi. Dal giorno della rivelazione passò
un‘altra settimana e fu in quei 7 giorni che presi la decisione
più sbagliata e più dolorosa del mondo: non ti avrei
detto nulla, l‘ultima cosa che volevo era sentirmi dire da te che
non volevi il bambino e che io per te non contavo più nulla,
così mi feci coraggio e mi auto-convinsi che potevo cavarmela da
sola”
“hai
scelto per entrambi te ne rendi conto? Hai la vaga sensazione di come
mi sono potuto sentire quando ho appreso dai giornali che eri incinta
di un altro dopo neanche due mesi dalla nostra rottura? Sai come mi
sono sentito tradito da te e le cose che ho pensato? Mi sono
addirittura chiesto se non avessi una relazione con Steve mentre eri
ancora con me” il tono della sua voce ora era lieve, appena
udibile, come se tutte quelle confessioni lo avessero stancato,
tuttavia non si preoccupava di lanciarmi occhiate cariche di
risentimento.
“quand‘è
nata Joy l‘unica cosa che volevo era avere al mio fianco te e tu
non sai come mi sono sentita quando guardando nostra figlia per la
prima volta ho notato che avevate lo stesso colore degli occhi.
È stato come se mi specchiassi nelle tue pozze azzurre e per
mesi ho sperato che il colore non cambiasse ma purtroppo non
è stato così. Tuttavia più passavano i mesi
più mi rendevo conto che Joy era il tuo perfetto ritratto e se
da un lato la cosa mi rendeva felice dall‘altro non faceva che
farmi soffrire e sentire in colpa. Ad un anno di vita di mia figlia
Steve mi ha chiesto di sposarlo. Non lo amavo certo, ma gli volevo un
gran bene e gli ero grata di molte cose perciò accettai, su una
cosa però non ammettevo repliche: mia figlia doveva sapere che
lui non era il suo vero papà così fin da piccola gli
spiegavo che lui era semplicemente Steve e che il papà un giorno
sarebbe arrivato, perché tanto lo sapevo che vi sareste
riuniti.”
“Kristen…” cercò di interrompermi ma io fui più veloce di lui e lo feci tacere.
“no
Robert, fammi finire poi potrai cacciarmi di casa a pedate e urlarmi
contro quanto vorrai. In tutti questi anni la voglia di venirti a
cercare e dirti tutto è sempre stata forte ma io avevo Joy a cui
pensare e non volevo che soffrisse perché magari il papà
non avrebbe accettato una cosa del genere. No zitto, io so che tu non
ne saresti mai stato capace ma essere mamma significa anche proteggere
i propri figli dalle circostanze più improbabili ed io
l‘ho fatto. A me dispiace averti tenuto nascosto tutto ciò
ma volevo che fossi felice perché non ho mai smesso di amarti.
Io volevo che tu vivessi una vita che volevi davvero e non che fossi
costretto a sopravvivere in una situazione a te stretta. Volevo che al
tuo fianco avessi chi desideravi e non io come palla al piede solo
perché ero la mamma di tua figlia capisci? È per questo
che ho tenuto nascosto questo segreto a tutti”
“tutti?”
“si,
tutti. Gli unici a conoscenza della verità sono Dakota e Steve,
neanche la mia famiglia sa nulla. I miei genitori non si sono mai
accorsi di nulla, anche perché Joy fino a 2 anni fa neanche
sapeva parlare e quelle rare volte che chiamava Steve per nome nessuno
ci faceva caso”
“perché
non lo hai detto a nessuno?” mi domandò sedendosi sul
divano e prendendo i capelli tra le mani stringendoli forte.
“perché
i miei mi avrebbero convinto a dirti tutto e ormai era troppo tardi per
la verità. Quando divorziai con Steve lui mi disse: <
tu lo ami ancora Kris, dovresti correre a cercarlo sai? Sono convinto
che anche lui ti sta aspettando e fidati, vi basterà un
abbraccio per rimettere insieme i cocci della vostra storia. Joy
è un tasto dolente ma gli passerà, il vostro amore
è grande e non si può dissolvere, non se in 3 anni
non si è nemmeno scalfito > sai cosa gli risposi? Che
era vero, io ti amavo, ma non ti avrei cercato perché tu senza
di me stavi bene, lo vedevo dalle foto scandalistiche che ti ritraevano
ogni settimana con una ragazza diversa. Ero convinta che non ti avrei
mai più rivisto ma quando ti ho incontrato in quel supermercato
tutte le mie convinzioni sono andate a farsi fottere. Quando ti ho
visto seduto su quel pavimento con nostra figlia per poco non mi veniva
un infarto e l‘unica cosa che volevo era quella di correrti
incontro e dirti la verità. Non sarei voluta arrivare a tanto
Robert, devi credermi ti prego” lo supplicai inginocchiandomi di
fronte a lui e prendendo le sue mani nelle mie. Sciolse velocemente la
presa e tornò in piedi, dandomi le spalle.
“io
ti amavo, non ti avrei mai chiuso la porta in faccia ne tanto meno ti
avrei ripreso con me solo perché aspettavamo un bambino. Quando
ti ho cacciato di casa sono passate esattamente 4 ore prima che io mi
pentissi di aver fatto una cosa del genere ma quando sono tornato a
casa e tu non c‘eri davvero più ho pensato che
evidentemente non aspettavi altro che scappare. Dio Kristen tu per me
eri tutto, come hai fatto anche solo a pensare che saresti stata un
intoppo per la mia felicità? La mia felicità eri tu, la
mia vita eri tu”
“perdonami.
Ti prego Robert perdonami e ricominciamo tutto da capo. Ricominciamo da
ora.” mormorai tra una lacrima e l’altra. Tornò a
voltarsi verso di me e guardandolo negli occhi seppi già la
risposta che di li a poco mi avrebbe dato.
“e
come? Come faccio a perdonarti Kristen dimmelo. Dove trovo la forza per
sorvolare su una cosa tanto importante? Tu mi hai tenuto nascosto la
cosa più bella del mondo, mi hai privato per quasi 5 anni di
essere padre. Per colpa tua ho perso gli anni più importanti di
mia figlia: non l‘ho vista nascere, fare il primo ruttino, non mi
sono potuto alzare la notte per cullarla e farla riaddormentare. Non ho
visto il suo primo sorriso ne udito la sua prima parola. Io non
c‘ero quando ha fatto i primi passi, non ero li ad applaudirla.
Non c‘ero il suo primo giorno di scuola ne né al suo primo
compleanno. Per quasi 5 anni mia figlia non sapeva neanche chi fosse il
suo papà e quando quel giorno, in quel supermercato, mi ha visto
ha pensato fossi uno sconosciuto un pò pazzo. Come faccio a
perdonarti? Come faccio a svegliarmi la mattina con te tra le braccia?
Io domani dovrò andare di la da Joy e dirle che sono il suo
papà, dovrò spiegare ad una bambina di soli 5 anni il
perché non sono stato al suo fianco per tutto questo tempo
oppure…oppure io domani dovrò far finta di niente e farle
continuare a credere che il suo papà è in giro per il
mondo. Dovrò parlare con lei e ogni volta sentirmi chiamare
Robert. Mi dici come fai Kristen? Come fai a chiedermi una cosa del
genere? L‘amore non basta!” annuii inerme senza aggiungere
nulla. Non potevo dir nulla per ribattere alle sue parole, Robert aveva
ragione, lo avevo privato di troppe cose per chiedergli di perdonarmi e
andare avanti. Molto probabilmente quella era l’ultima volta in
cui potevo parlargli e dirgli quanto lo amassi perché, ne ero
sicura, da quel giorno il suo cuore sarebbe stato solo di Joy e forse
era giusto così. Forse era quello il nostro lieto fine: amare
entrambi qualcuno più di noi stessi, amare entrambi la nostra
bambina di un amore così intenso da sorvolare persino il nostro.
“io…io
ti amo Robert e molto probabilmente ti amerò per sempre”
confessai nel disperato tentativo di sistemare le cose. Sorrise, ma non
nel suo soluto modo sghembo, quello somigliava più ad un sorriso
d’addio, triste e amaro.
“io
invece non so più cosa provo per te. Ti amo si, ma la delusione
e la rabbia è talmente tanta che l‘amore che provo per te
si sta affievolendo secondo dopo secondo, come la fiamma di un piccolo
falò” quelle parole furono il colpo di grazia e bastarono
a spazzare via ogni piccola speranza che avevo nel cuore. Le gambe mi
tremavano e gli occhi ripresero a piangere quando compresi il
significato di quelle parole: non mi avrebbe mai perdonato, ne ora ne
mai. L’amore si sarebbe pian paino affievolito rimanendo in lui
solo puro rancore.
Mi
lasciai cadere sul divano,non ero sicura che le mie gambe avrebbero
retto, e mi passai una mano tra i capelli tirandoli forte fino a farmi
male.
“perché? Perché hai aspettato tutto questo tempo dannazione? HAI
ROVINATO TUTTO LO CAPISCI? HAI DISTRUTTO LA COSA PIU‘ BELLA CHE
AVEVAMO. HAI MANDATO A PUTTATE IL NOSTRO AMORE UNA SECONDA VOLTA”
urlò all’improvviso facendomi sobbalzare dallo spavento.
Lo guardai con gli occhi sbarrati senza dire nulla e lui sospirò
pesantemente per poi calmarsi. Stava soffrendo, glielo leggevo negli
occhi e ciò non faceva altro che farmi sentire peggio. In quel
momento la porta del corridoio si aprii mostrandoci un piccolo
batuffolo rosa guardarci con occhi assonnati. Mi asciugai gli occhi in
fretta e furia e cercai di sorridere al meglio.
“amore, che ci fai in piedi?” domandai avvicinandomi a lei e lanciando uno sguardo a Robert che la guardava incantato. Come se la vedesse per al prima volta e non sapesse bene cosa dire.
“Perché urlavate?” chiese facendo un lungo sbadiglio. Le accarezzai una guancia prendendola in braccio.
“scusaci amore. Io e Robert stavamo solo parlando, non volevamo svegliarti. Ora ti porto di nuovo a letto ok?”
Lei annuì per poi lanciare uno sguardo a Robert e sorridergli dolcemente.
“mamma?” mi chiamò senza distogliere lo sguardo dal proprio papà.
“si amore mio?”
“prima
ho detto a Robert che volevo che fosse lui il mio papà e lui mi
detto che devo chiederlo a te. Posso chiamarlo papà?”
I bambini
sono così ingenui da credere che tutto gli è concesso e
non c’era cosa più bella che pensare di poter risolvere
tutto con un semplice sorriso o permesso. La domanda di Joy era
così pura che mi destabilizzò più di quanto
già ero. Avrei voluto dirle che lei non doveva chiedermi il
permesso perché aveva tutti i diritti del mondo di chiamare
Robert papà, perché in realtà lo era per davvero,
ma per quanto intelligente fosse mia figlia rimaneva comunque una
bambina di 4 anni e spiegarle una cosa del genere era davvero
complicato se non impossibile.
Guardai
anch’io Robert e lo vidi sorridere alla figlia. Mi asciugai una
piccola lacrima all’angolo dell’occhio e feci un piccolo
sospiro.
“si amore mio, da oggi puoi chiamarlo papà” lei mi abbraccio forte per poi baciarmi una guancia.
“allora
buonanotte papà a domani” e così dicendo scese
dalle mie braccia e andò in camera sua da sola. La sentii
mettersi sotto le coperte e qualche secondo dopo il suo respiro se
regolarizzò.
“non
penso sarà difficile farle capire che tu sei davvero il suo
papà” mormorai e lui asserì inerme senza aggiungere
nulla. Capii dal suo silenzio che in quella casa non c’era
più posto per me e che la discussione, così come il
nostro amore, era terminata. Mi avvicinai al divano infilandomi la
giacca e raccattando la borsa mi avvicinai alla porta.
“vado
a dormire da Lizzie, sono sicura che hai bisogno di restare solo con
tua figlia. Domani prenoto il primo aereo per Los Angeles, se vuoi Joy
puoi tenerla con te fin al tuo ritorno, dovete recuperare tanto
tempo” sussurrai voltandomi a guadarlo. Si limitò ad
annuire nuovamente ed io sorrisi debolmente preparandomi a dirgli
addio. Non perché non lo avrei più rivisto ma perché ero consapevole che lo avevo perso per sempre.
“beh
allora…allora addio Rob. Dirti che ti amo è inutile
perciò…buonafortuna” dissi prima di aprire la porta
ed uscire sul pianerottolo. Mi avvicinai all’ascensore ma il
suono della sua voce mi impedì di fare qualsiasi altro
movimento.
“Io
mi fidavo di te, eri l‘unica persona al mondo che pensavo non mi
avrebbe mai tradito ma non è stato così. Mi hai deluso e
spezzato il cuore in modo irreparabile, non so se riuscirò mai a
perdonarti per quello che hai fatto ma… ma devo dirti grazie.
Grazie perché mi hai insegnato ad amare e perché mi hai
donato una bellissima bambina e questa è la cosa più
bella ed importante del mondo” lo disse tra le lacrime ed io non
potei fare altro che unirmi a lui. Le porte dell’ascensore si
aprirono ed io vi entrai dentro senza mai eliminare il contatto visivo.
Gli sorrisi ancora e mentre le ante si chiudevano alzai una mano in
segno di saluto mormorandogli un “grazie a te…di
tutto” poi le porte si chiusero del tutto e con esse ogni
possibilità di riaverlo al mio fianco. Sapevo di aver fatto la
cazzata più grande della mia vita a non dirgli la
verità e sapevo che un giorno me ne sarei pentita ma nonostante
tutto un po’ ero felice. Joy aveva finalmente al proprio fianco
il suo papà e sebbene il prezzo che avevo dovuto pagare era
stato caro almeno potevo dire di aver fatto la cosa giusta per mia
figlia. Avrei amato Robert per sempre e con molte probabilità
anche lui avrebbe fatto lo stesso ma la vita ci voleva separati e noi
l’avremmo accontentata. Sorrisi e tra le lacrime amare abbandonai
quella casa lasciando in essa la parte più grande del mio cuore.
Addio Robert!
_________________________________
Ebbene tutta la verità
è saltata a galla. Cosa ne pensate? Per me è stato
davvero difficile scrivere questo capitolo però ci ho messo
tanto impegno e spero che vi sia piaciuto =). Ora vi lascio ci vediamo
all'anno uovo tesori.
Buon Natale!
Nusia&Marty
|
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Capitolo 18 *** 18-Forgive... and forget (Marty) ***
ddd
*Me cammina lentamente mentre si guarda la punta delle scarpe*
Ehm...Ehm.... Buon pomeriggio a tutte =D ci avevate perso la speranza
non è così? Ma quella è sempre l'ultima a morire.
No vabbe, scusate l'immenso ritardo ragazze ma non abbiamo potuto
aggiornare il tempo ci dispiace. Vi abbiamo lasciato in un momento un
pò critico non è così? XD molte di voi mi hanno
inviamo un messaggio personale per sapere se eravamo vive e vi
ringrazio questo mi fa comprendere che la storia vi piace *___* detto
questo vi lascio leggere il capitolo dove c'è un Rob un
pò stralunato e una Kristen distrutta =(
"Resta"
18- Capitolo (Marty)
Pov. Robert
Perdona
e dimentica. E’ cosi che si dice. E’ un buon consiglio ma
non molto pratico. Quando qualcuno ci ferisce… vogliamo che
soffra quanto noi. Quando qualcuno ha torto sul nostro contro, vogliamo
avere ragione. Senza perdono, i vecchi debiti rimangono
inestinti… le vecchie ferite, inguarite. E il massimo cui
possiamo aspirare… è che un giorno… avremo la
fortuna di dimenticare.
Tutte le
mie convinzioni, le mie certezze, si erano sbriciolate in un secondo,
in un dannatissimo battito di ciglia. Il mio cuore che sembrava aver
ripreso completamente a pulsare per lei, ora era nient’altro che
un mucchio di frammenti. L’unica cosa che mi dava la forza di non
prendere la prima bottiglia di birra nel frigorifero , era la bambina che dormiva stretta al suo orsacchiotto sul letto.
Mia
figlia. Strano ma vero. Quelle parole mi suonavano così strane,
eppure.. era così. Lei era sangue del mio sangue, gli zigomi
pronunciati, gli angoli della bocca, i capelli, mi erano così
famigliari perché.. Perché erano i miei. Tirai su con il
naso passandomi una mano fra il nido arruffato sopra la mia testa. Mi
sentivo così.. così deluso, così maledettamente
ferito. Una seconda volta. Questa era la cosa che mi mandava
completamente fuori. Avevo riposto la mia fiducia in lei, con tutto me
stesso. Le avevo confessato di amarla, e che non avevo mai smesso di
farlo.
Avevo aperto il mio cuore al suo..
Bugie,
bugie su bugie. Non poteva amarmi, se davvero mi avesse amato un
briciolo di quello che diceva lei non mi avrebbe mai mentito e io non
mi sarei perso quattro anni fondamentali della vita di mia figlia.
Sospirai, di nuovo. Erano ore che andavo avanti così, tra
sospiri, sbuffi, lacrime e pensieri che lentamente mi uccidevano,
aspettando che Joy aprisse gli occhi.
Non sapevo che cosa fare, se dirle la verità.. oppure aspettare altro tempo.
Decisioni, andavano prese delle decisioni.
Chissà
come sarebbe stato d’ora in poi il mio rapporto con lei?
Chissà se ce l’avrebbe avuta con me. D’altronde come
poteva volere bene ad un padre che non le era stato vicino per quattro
anni.
Il mio stomaco si chiuse in risposta del mio pensiero.
Odio, odiavo Kristen con tutto me stesso.
“mm..”
La piccola si rivoltò nel letto, segno del suo imminente
risveglio. Cercai di mutare la mia espressione in un falso sorriso e le
accarezzai la guancia soffice ed estremamente morbida.
“ ‘Giorno piccola mia..”
Si
stropicciò gli occhietti prima di mostrarmi il loro verde
scintillante. Sorrise per poi venire a rifugiarsi teneramente fra le
mie braccia. Respirai il profumo dei suoi capelli e posai un piccolo
bacio sulla sua fronte.
“Ma.. Rob quindi.. tu sei il mio papà?”
Deglutii mentre il mio cuore perse un battito.
Ora o mai più Rob.
“Si.. sono davvero il tuo papà..”
Gli angoli della sua bocca si piegarono in un sorriso meraviglioso che mi lasciò letteralmente senza parole.
“Il mio sogno si è avverato..”
“Che sogno?” domandai curioso.
“Ho sempre sperato che fossi tu.. da quando ti ho conosciuto.”
Una lacrima cadde dal mio viso, e percorse tutta la mascella. La abbracciai più forte.
“Non
ti lascerò mai più… ti voglio bene.”
Sussurrai al suo orecchio mentre mi godevo , in ritardo, quei primi
momenti da papà.
La presi per mano mentre scendevamo dalla macchina diretti a casa dei miei genitori. Joy si dondolava avanti e indietro nervosa.
“Posso
chiamarli nonno e nonna, adesso?” mi chiese imbarazzata mentre io
sorridevo orgoglioso di quella piccola creatura.
“Magari
aspetta un po’.. Mio padre è un po’ debole di
cuore..” le risposi ridendo e lei annuì contenta.
Suonai al campanello e nel giro di qualche secondo la porta si aprì.
Mi trovai faccia a faccia con Tom, il quale guardava con incomprensione la bambina che tenevo fra le braccia.
“Ehm. Tu chi saresti?”
Joy sorrise. “Sua figlia.” Mi indicò e in quel preciso istante Tom sbiancò completamente.
Non riuscii a mascherare una risata.
“In che senso.. sua figlia?!”
“Nel
senso, che io sono il suo papà.” Risposi con naturalezza e
in quel momento lo vidi oscillare verso la porta.
Lo afferrai giusto in tempo prima che si trovasse faccia a faccia con il pavimento.
“Tu..” farfugliò aggrottando le sopracciglia. “Lei..”
Annuii cercando di trascinarlo verso il divano, dove mio padre era seduto a leggere il giornale.
“Ciao papà…”
“Rob! Che bella sorpresa..” disse venendomi ad abbracciare.
“Tutto bene?”
“Non è cambiato molto da ieri.. comunque si..”
“E
tu piccolina come stai?” chiese a Joy che arrossendo
annuì. Mi ricordava tanto me quando ero piccolo. Gli stessi modi
di fare.
Ma mi ricordava tanto anche Kr..
No!
Bloccai subito quel pensiero. Non potevo concedermi il lusso di pensare a lei, almeno non oggi.
“Bene grazie Rich.. non.. “ scosse la testa confusa e io risi di gusto.
“Devo dirvi una cosa.. dov’è la mamma?”
“In cucina..”
E in quel momento arrivò trafelata anche lei, venendo a baciare me e Joy.
“Che ci devi dire Rob?”
Mi schiarii la voce, mentre cercavo le
parole giuste. Sarebbe stato un colpo per loro scoprire di essere
diventati nonni, così come lo era per me. Ma… ma avevano il diritto di
sapere, di poter essere davvero qualcuno per Joy.
“Questa piccolina.. è ..” presi un grosso respiro. “ Figlia mia e di Kristen.”
Mia madre
sorrise e anche mio padre. Il che mi lasciò leggermente
perplesso visto che mi aspettavo tutto, da urli a domande.
“Beh. Non dite niente?”
“Cosa c’è da dire?” mi chiese mia madre.
“Non
c’è regalo più grande che potessi farci..” concluse andando a prendere
fra le braccia Joy che li guardava con occhi speranzosi.
"Diciamo che quando l'abbiamo vista abbiamo capito qualcosa.."
Sbattei le palpebre incredulo.
"Lo avevate.. capito?"
"Siete uno la copia dell'altra, come potevamo non accorgercene?"
Sorrisi trafelato mentre vedevo Joy stringere sua nonna dolcemente.
“Posso chiamarvi “nonno” e nonna, allora?”
Vidi le guance dei miei genitori inumidirsi mentre annuivano felici come non lo erano mai stati.
Volevo
godermi quei preziosi momenti, volevo dimenticarmi di quello che mi
aveva fatto lei, volevo solamente stare con mia figlia e la mia
famiglia.
Non c’era cosa che desiderassi di più.
POV KRISTEN.
Ci sono
volte in cui ti senti morire. Volte in cui dentro di te non senti
più niente, non riesci quasi nemmeno a respirare né
a… vivere. Preferiresti spegnerti, per un minuto, per
un’ora.. Per poter non pensare a ciò che hai fatto. Le
lacrime continuavano a scendermi lungo il profilo della guancia, mentre
fissavo il tramonto dal finestrino dell’aereo, ripercorrendo con
la mente ogni maledetta cosa che era uscita quella notte dalle nostre
bocche. Alle frasi piene di veleno e odio nei miei confronti.. a ogni
particolare, a ogni cosa.
Non mi
avrebbe mai perdonata, lo sapevo bene. Non .. non lo avrei fatto
neppure io se fossi stata in Rob. Avevo rovinato tutto, avevo distrutto
ogni cosa facendolo soffrire, ancora una volta.
Come
avevo potuto anche solo credere di nascondergli sua figlia?! Per
quattro lunghi anni non avevo fatto una piega, credendo fosse meglio
per lui. La verità era che era meglio per me.
Non
volevo soffrire nuovamente, non volevo riaprire la ferita che si era
aperta quando ci eravamo lasciati e che si era in parte cicatrizzata
con la nascita di Joy.
Sospirai cercando di asciugare le lacrime che infime continuavano a marcarmi il viso da ore.
Non ero
andata da Liz quella notte. Avevo preso il primo taxi per
l’aeroporto e mi ero fatta portare a Heathrow immediatamente.
Non volevo parlare con nessuno, tanto meno con la sorella di Rob.
Mi
Abbandonai completamente al sedile appoggiando la testa vicino al
finestrino. Chiusi gli occhi ancora inondati di acqua salata e cercai
di chiudere, temporaneamente, il flusso frenetico dei miei pensieri.
Passarono
otto ore infernali, prima che i miei piedi toccassero definitivamente
il pavimento di casa mia. Otto ore nelle quali ogni cosa intorno mi
sembrava surreale, onirica..
Come se stessi vivendo un brutto sogno.
Appoggiai
la mia borsa sul pavimento del salotto, e in quel momento iniziai a
sentire tutta la stanchezza che avevo sulle spalle. Mi abbandonai a
peso morto sul divano quando vidi Dakota uscire dalla cucina.
Mi
sorrise. “Come mai sei torn..” Osservò la mia
espressione distrutta e il sorriso che le dipingeva le labbra
mutò in un’espressione preoccupata.
“Kristen che è successo?”
Si
avvicinò rapidamente a me, e in quel preciso istante il pianto
isterico che avevo cercato di trattenere durante il viaggio
inondò i miei occhi.
I singhiozzi mi percuotevano il petto e le lacrime scendevano a fiotti lungo le guance, riversandosi sulla pelle del divano.
“Shhh…”
Mi abbracciò teneramente, e quella situazione mi ricordò
tanto il giorno in cui scoprii di aspettare Joy.
“Che è successo?” mi chiese cautamente
“Io..” ansimai con il respiro rotto dai singhiozzi.
“Calmati Kris.. prendi un bel respiro.”
“Lo ha sco.. perto da.. solo!” strillai esasperata.
“Lo sapevi che sarebbe andata così Kris..”
“Ma io.. glielo stavo per dire.. quella sera.. io..”
“Gli passerà..”
Scossi la testa. “No.. Non gli passerà mai. “
“Ti ama.. lo sai anche tu. “ Mormorò accarezzandomi lentamente le spalle.
“A
volte l’amore non basta.” Risposi ricordando le sue parole.
Ed era vero, a volte l’amore non bastava, o almeno non bastava
nella nostra situazione.
“Quando.. quando tornano?”
Tirai su col naso. “Penso stasera.. stanotte. Volevo lasciare che stesse un po’ di tempo con Joy.”
Sorrise debolmente. “Hai fatto bene Kris.. “
“No non ho fatto bene niente. Ho sbagliato tutto.”
ROBERT POV
Papà.
Ogni
volta che ripeteva quella piccola parolina il mio cuore prendeva a
battere freneticamente. Non riuscivo ancora abituarmi , e forse non lo
avrei mai fatto.
Joy era fra le mie braccia e guardava fuori dal finestrino dell’aereo emozionata.
Adorava volare, mentre a me sinceramente aveva sempre messo un po’… paura?
Ben che
li prendessi praticamente tutti i giorni, l’ansia di non sentire
più la terra sotto i piedi c’era sempre stata.
“Mi accompagni a casa dalla mamma quando arriviamo?” mi chiese Joy corrugando le sopracciglia.
Annuii. “Domani devo lavorare amore.. ma poi sono tutto per te.”
“Non puoi dormire con noi stanotte?”
“Stasera purtroppo no. Ho la sveglia all’alba, “
“Mi mancherai..”
Ridacchiai ma dentro di me sentii una stretta allo stomaco indescrivibile.
“Anche tu mi mancherai… Ma si trattano solo di poche ore.. Domani pomeriggio sarò tutto per te.”
“Lo prometti?”Mi chiese portando la mano sul suo cuore.
“Promesso.”
Si intrufolò fra le mie braccia e mi strinse forte.
“Sei il papà migliore del mondo.”
Scesi
dalla macchina con Joy ancorata alle mie spalle. Era notte fonda e
dormiva beatamente con la testa appoggiata sul mio petto.
Avanzai verso il vialetto di casa, e anche se ero del tutto inconsapevole di come comportarmi con Kris.
Presi un grosso respiro, e bussai alla sua porta.
Non ci
volle molto prima che venne ad aprirmi e nell’istante in cui i
miei occhi si rifletterono nei suoi sentii il mio cuore smettere
improvvisamente di battere, come se fosse possibile.
“Ciao..” balbettò e non potei fare a meno di guardare le profonde occhiaie che le marcavano il viso a cuore.
Per un
momento provai quasi… quasi tenerezza per lei, l’amore..
che non era scomparso cercava di riemergere, ma in quello stesso
istante ricordai anche tutto ciò che aveva fatto, e i tratti del
mio viso si irrigidirono automaticamente.
“Ciao..”
“Pass.. Passato un bel viaggio?”
Aveva paura.. paura di.. di ciò che avrei potuto dirle?
“Si grazie..”Risposi mentre le passavo la bambina tra le braccia.
Quando si
staccò dal mio petto, inconsciamente un senso di vuoto si
impossessò di me. Non potevo stare lontano da Joy, non potevo e
non lo avrei fatto mai più.
“Io domani mattina lavoro.. nel pomeriggio posso venirla a trovare?”
“Puoi venirla a trovare quando vuoi.” Sospirò. “Sei suo padre.”
Le nocche dei miei pugni si irrigidirono in risposta a quelle parole.
“Non
voglio vederti.. possiamo parlare al telefono per metterci
d’accordo sui giorni in cui prendo Joy.”sputai arrabbiato
mentre i pensieri di ciò che aveva fatto e che avevo lasciato in
una parte nascosta delle mia mente, riaffiorarono lentamente.
“Come.. come vuoi.”
Annuii
prima di baciare Joy sulla fronte e guardare con delusione
un’ultima volta, l’unica ragazza che avrei sempre amato e
odiato
____________________________________________
Capitolo
non lungo come il precedente ma intenso non trovate? Poveri,
soffrono entrambi molto ma in questo momento penso che quella che sta
peggio sia Kristen. Allora secondo voi cosa succederà? O.o su
voglio delle ipotesi.
P.S.
ci vediamo presto ragazze promesso, non spaccherò l'orologio
come sempre ma non è colpa mia, purtroppo è un
periodo un pò stressante però non scappò eh,
massimo 10 giorni e sono da voi.
Nusia & Marty
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Capitolo 19 *** 19- Raccontami di lei (Nusia) ***
19
"Peace and Love"
Fate le brave non sbranate la vostra autrice ritardataria =P
Scusate davvero ragazze, ma
ormai la mia puntualità diminuisce con la mancanza di tempo.
Purtroppo non riesco a tagliarmi molto spazio per scrivere
perciò ci metto un pò di più a pubblicare capitoli
ma l'importante è che siamo qui no?
Beh che dire, questo capitolo
è abbastanza lungo ed in più ci sarà un importante
discorso tra Robert e Dakota che sono sicura vi farà apprezzare
ancora di più la ragazza. Poi vabbé i momenti padre e
figlia sono fantastici *-* Non voglio farvi perdere altro tempo
perciò vi lascio al capitolo.
P.S. EhmEhm... Marty ha ben pensato di spronarvi a recensire, perciò Chi
recensirà riceverà per messaggio personale lo spoiler del
prossimo capitolo perciò se siete curiose di sapere cosa succede
tra Robert e Kristen, RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE....
"Resta"
19-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert
“STOP.
Fermi, fermi STOP” urlò il regista interrompendo per la
sesta volta le riprese. Sbuffai lasciandomi andare sul divano al mio
fianco.
“Cosa
c‘è che non va?” mi chiese avvicinandosi. Scrollai
le spalle mentre con la coda dell’occhio controllavo mia figlia
seduta sulla sedia dietro la telecamera a guardarmi curiosa. Quel
pomeriggio l’avevo portata con me al set, non dovevo lavorare
molto perciò verso le 8 sarebbe tornata a casa. Ormai era
passata una settimana dal nostro rientro da Londra, 7 giorni di pura
felicità e dolore. Le mie giornate susseguivano in una continua
contraddizione, prima stavo bene, poi diventavo cupo e triste. Prima
ero felice di aver scoperto la verità poi però mi dicevo
che forse se avessi fatto finta di nulla a quell’ora sarei stato
tra le braccia di Kristen. Ashley e Kellan mi stavano il più
vicino possibile e anche la mia famiglia, seppur a distanza, cercava di
farmi forza. Tutti tranne Lizzie ovviamente. Secondo mia sorella avevo
fatto la cavolata più grande della mia vita a dire addio a
Kristen “capisco che ti sei
sentito ferito e deluso ma non dovevi reagire così. È
stata dura per entrambi, non dovevi lasciarla andare”
continuava a ripetermi a tal punto che due giorni prima sono sbottato
dicendole di farsi gli affari suoi, che era la mia vita ed ero grande
abbastanza per poterla gestire come mi pareva. Non l’avevo
più sentita, probabilmente si era offesa ma le sarebbe passata
in fretta, infondo era Lizzie.
“Non lo so. Mi servono 5 minuti” risposi dopo qualche secondo.
“bene,
10 minuti di pausa ragazzi” avvertì il regista dandomi una
pacca sulla spalla. Mi alzai di colpo e a grandi falcate raggiunsi Joy.
“Aspetta
qui con Mary mentre io vado a prendere un caffè laggiù,
ok tesoro?” le dissi baciandole il capo. Annuì serena e
riprese a giocare con la truccatrice.
Mi avvicinai al termos pieno di caffeina e mi riempii un bel bicchiere.
“Allora, sputa il rospo inglesino da strapazzo” esordì Leighton comparendo al mio fianco e rubandosi il mio bicchiere di caffè. Alzai gli occhi al cielo riempiendone un altro.
“cosa
c‘è che non va? Non è da te distrarti in questo
modo e poi sono giorni che sei strano” aggiunse non vedendomi
aprire bocca.
“Non
mi va di parlarne Leighton e poi non è nulla di grave. Una
sciocchezza” mentii spudoratamente. Dall’ occhiata che mi
riservò capii che non se l’era bevuta.
“Certo,
raccontalo a chi ti credere Rob. Stiamo da due ore per fare una
semplice scena dove tu devi semplicemente dire < mi fido di te >
quindi mio caro cerca di inventare una balla migliore”
Facile
parlare quando non si sanno le cose. La verità era che quelle
scene che stavamo girando da giorni mi sembravano troppo simile alla
realtà che mi ritrovavo a vivere. Dire ad una persona di fidarsi
ciecamente di lei e poi essere puntualmente deluso. Era difficile!
“Non
può semplicemente essere una giornata no? Anche noi inglesi
abbiamo dei giorni di merda” sbottai leggermente irritato, mi
ricordava Lizzie avvolte!
“Robert” mormorò
“Leighton…”
“Non ti fidi di me?”
“A
dire il vero non mi fido più di nessuno, diciamo che ultimamente
faccio davvero fatica a credere alle parole della gente” ammisi
sorseggiando il mio ormai freddo caffè.
“cos‘è successo? E ti prego dimmi la verità, niente idiozie sulle giornate no”
“Ho
una figlia, ha 4 anni ed io fino ad una settimana fa non ne sapevo
niente” riassunsi guardandola dritta negli occhi. Mi fissò
per qualche secondo dopodiché le labbra si tesero in un sorriso
e poi scoppiò in una fragorosa risata che fece voltare non pochi
addetti ai lavori.
“ahahahha
santo cielo Robert, per un attimo ti avevo quasi creduto. Così
serio ahahahah… dio sei uno spasso” aspettai che smettesse
di ridere in religioso silenzio, dandomi dello stupido per averle fatto
quella confidenza. Quando fu abbastanza lucida da notare la mia
espressione mi guardò accigliata.
“perché
tu stavi…scherzando vero?” chiese scettica. Negai con il
capo per poi accennare ad un piccolo sorriso sghembo,non uno dei
migliori insomma, anzi addirittura il più brutto della storia.
“Ma come…? Chi? E lei chi è?”
“beh…davvero
non ci arrivi?” domandai e lei aggrottò le sopracciglia
passandosi una mano tra i capelli. Capii che era arrivata alla giusta
conclusione quando con un sorriso voltò la testa versa Joy.
“Vuoi
dire che…che sei il padre di Joy? Hai una figlia con
Kristen?” le si illuminarono gli occhi e iniziò a dare di
matto a tal punto che fui costretto a fermarla.
“Ehi…abbassa la voce non voglio che i paparazzi lo scoprano. Non ora almeno”
“e Steve, insomma lui…non era lui il padre?” scrollai le spalle sospirando pesantemente.
“una
delle innumerevoli bugie di Kristen” e così dicendo feci
per tornare da mia figlia, ma Leighton fu più veloce di me e mi
afferrò un polso.
“mi
dispiace Robert, immagino che per te è difficile accettare una
cosa del genere ma…ma magari se le parli avrà delle buone
motivazioni” non l’avevo mai vista così seria ne
così dispiaciuta perciò le accarezzai una guancia dandole
un bacio sulla fronte.
“nessuna
motivazione è tanto importante da farmi vivere senza mia figlia.
Andiamo adesso, il lavoro ci aspetta” annuì e con la testa
piena di pensieri tornai ad occuparmi del mio lavoro, tanto continuare
a parlarne non avrebbe cambiato le cose.
______________
“Sei
stato bravo papà!” si complimentò mia figlia mentre
mano nella mano ci avviavamo all’ingresso del set.
“Beh grazie tesoro”
“beh prego spunk” mi abbassai alla sua altezza per scoccarle un bacio e prenderla tra le braccia.
“allora
cosa ti va di fare adesso? È una giornata bellissima” ci
pensò su per qualche secondo, assumendo un espressione talmente
buffa che non potei non ridacchiare. Somigliava tremendamente a Kristen
quando faceva così, specie quando si risvegliava dallo stato di
trans e batteva forte le palpebre come in quel momento.
“andiamo al parco? Ti preeeeeeeego non ci andiamo da un sacco di tempo”
“che parco sia, così ci prendiamo un bel frappé ti va?”
“siiiiiii, fragola, banana e vaniglia ovviamente”
“ovviamente”
confermai facendola scendere dalle mie braccia e prendendole la mano. A
guardala sembrava una piuma, ma la piccolina pesava davvero ed io,
anziano trentaduenne non mi sarei voluto ritrovare con un mal di
schiena allucinante.
“perché
quel tipo ci fotografa?” mi chiese Joy indicando un punto davanti
a noi. Scossi la testa infastidito da quell’invasione di privacy,
era l’unica cosa detestavo del mio lavoro, ma faceva parte del
pacchetto e dovevo accettarla nel bene e nel male.
“evidentemente
ci trovano belli tesoro. Salutiamo il signore ti va?”
ridacchiò della mia proposta e poi alzò la mano iniziando
ad urlare un:
“CIAO SIGNOREEEE” ed io risi della pazzia di mia figlia.
“papà dai salutalo anche tu…daiiiiiiiiiiiiiiiiii” sospirai scompigliandole i capelli.
“3-2-1...”
“CIAOOOOO”
dicemmo all’unisono per poi scoppiare a ridere. Anche il
fotografo si tese in un sorriso e salutò la bambina con la mano
prima si svoltare a sinistra ed andare via.
“però…la
prossima volta faccio scappare anche io un paparazzo così”
affermò una voce alle nostre spalle. Mi voltai passandomi una
mano tra i capelli leggermente imbarazzato. Avevo scoperto, fin dalla prima volta che la vidi al supermercato, che con Joy il mio lato infantile saltava fuori con entusiasmo.
“Zia Otaaaa” urlò la bambina saltando in braccio a Dakota e sorridendo a Cole.
“Ehi piccola, dove stavi andando?”
“papà
mi stava portando al parco a prendere un frappé. Volete
venire?” le propose facendole gli occhi da cucciola.
“si
davvero, se volete venire non ci sono problemi” confermai io.
Dakota mi sorrise in leggere imbarazzo e non era difficile capirne il
motivo. Non la vedevo da più di una settimana, ossia da quando
ero partito per Londra e avevo scoperto tutto. Sapevo che lei era
sempre stata a conoscenza che Joy fosse mia figlia, ma non le ero
ostile, tutt’altro. Non toccava certamente a lei venire a bussare
alla mia porta e dire “Ehi Rob sai una cosa? Sei padre”
motivo per cui reputavo il suo imbarazzo totalmente superfluo. E poi,
volendo essere del tutto sincero con me stesso, le ero grato per essere
stato vicino a Kristen ed averla aiutata a crescere la mia bambina. Era
un punto di riferimento per Joy e lo vedevo da come la guardava o si
stringeva a lei.
“beh…si ok, volentieri, vero Cole?”
“certo,
vieni piccola ti va una corsa a chi arriva prima?” propose il
ragazzo prendendo Joy tra le braccia che rise a crepapelle quasi a
prenderlo in giro.
“ma se vinco sempre io zio” gli fece notare e non potei non sorridere della sua dolcezza.
“voglio
una rivincita. Allora ci stai o no peste?” ci pensò un
po’ su poi si voltò verso di me e batte forte le ciglia
come se volesse ammaliarmi, peccato che non ce ne fosse bisogno. Ero
già totalmente assuefatto da mia figlia.
“posso papà? Giuro che non mi faccio male”
“mmmh…ok
tesoro, straccialo mi raccomando” le dissi mentre lei si
posizionò vicino allo zio pronta a partire.
“pronti….patenza…e” iniziò a dire Cole ma mia figlia lo interruppe correndomi incontro.
“aspetta, aspetta” mi piegai alla sua altezza per sentire cosa volesse.
“che c‘è piccola?”
“mi prometti di non dirlo alla mamma? L‘ultima volta caddi e si arrabbio con lo zio”
Mi aprii in un sorriso lanciando uno sguardo al povero ragazzo che mi guardava terrorizzato.
“neanche
mia madre ha mai urlato in quel modo. Pensavo volesse picchiarmi e
mettermi in punizione giuro” raccontò ed io e Dakota non
potemmo non scoppiare a ridere.
“Kristen è fatta così” la giustificai.
“allora prometti?”
“promesso tesoro vai” mi buttò le braccia al collo facendomi quasi perdere l’equilibrio precario.
“grazie papà” e poi corse verso lo zio e iniziarono la gara che, ero sicuro, avrebbe vinto lei.
Li
osservai in lontananza fin quando non svoltarono l’angolo a
destra, poi mi voltai verso Dakota che mi camminava al fianco in
religioso silenzio.
“le
vuole bene” commentai mentre con le mani nelle tasche dei jeans
aumentavo un po’ l’andamento del passo. Da una settimana a
quella parte mi sentivo più responsabile e maturo, era come se
l’aver scoperto di essere padre avesse fatto nascere in me un
aspetto paterno che non credevo possibile. Mi preoccupavo spesso per
Joy, anche per le cose più futili. Il giorno prima, per esempio,
eravamo a casa di Kellan e Ashley e mentre io parlavo con quello
zuccone in salotto Joy era fuori a giocare con Dan.
All’improvviso avevo sentito un urlo allucinante e mi ero
precipitato fuori in due secondi pensando che si fosse fatta male ed
invece stava semplicemente giocando. Kellan ancora ride ma io stavo per
prendermi un coccolone.
“si,
lui se n‘è innamorato appena l‘ha vista. Aveva quasi
due anni e quando portai Cole a casa di Kristen, Joy aveva indosso un
pigiamino rosa e i capelli biondi racconti in un piccolo ciuffetto
sulla testa. Davvero splendida” mi spiegò lei sorridendo a
quel dolce ricordo e per quanto infantile potesse essere mi sentii
invidioso. Si, ero tremendamente invidioso di Cole perché lui
aveva avuto la possibilità di conoscere, vivere e veder crescere
la mia bambina prima del sottoscritto.
“era bionda?” chiesi stupito di quel particolare che ci accomunava.
“si, fino a l‘anno scorso era davvero biondissima, poi da un anno all‘atro si è scurita”
“si, capitò anche a me così, anche…anche io ero biondissimo” spiegai sorridendo.
“si,
si lo so. I primi mesi, quand‘è nata, la somiglianza tra
voi era impressionante davvero, non che ora vi somigliate, insomma
siete due gocce d‘acqua ma da neonata wow” si fermò
qualche istante per fissare i miei occhi e poi riprese sorridendo
“i vostri occhi erano così simili, di un azzurro davvero
intenso, poi sono diventati verdi come quelli… si insomma come
quelli di Kristen” farfugliò in leggero disagio.
“si, lei me l‘ha accennato…e si”
Per
alcuni minuti regnò il silenzio più assoluto, nessuno dei
due osava parlare forse perché non c’era niente da dire
oppure eravamo troppo codardi per affrontare l’argomento che ero
sicuro Dakota volesse tirar fuori. Quando la sentii sospirare mi voltai
verso di lei che mi sorrise.
“tu come stai?” riuscì finalmente a chiedermi.
“mi
domandavo quando avessi avuto il coraggio di chiedermelo”
scherzai “sto bene, o meglio vado avanti. Joy riempie le mie
giornate e mi permette di pensare poco e questo può essere solo
un bene adesso”
“si
lei è davvero una bambina grandiosa: allegra, intelligente e
stupenda, d‘altro canto con genitori così c‘era
d‘aspettarselo”
“raccontami un po’ di lei” dissi di punto in bianco.
“come? In che senso?”
“dimmi
come ha passato questi primi 5 anni della sua vita, i primi passi, la
prima parola che ha detto. Chi l‘ha accompagnata il primo giorno
di scuola e se ha pianto. Parlami di lei” le spiegai e fu
spiazzata da questa mia proposta.
“Rob
io non…io non credo sia il caso. Non penso tocchi a me
affrontare questo argomento” mi bloccai di colpo, parandomi
dinanzi a lei e prendendo le sue mani tra le mie.
“ti
prego Dakota, ho bisogno di sapere qualcosa su mia figlia e tu sei
l‘unica alla quale posso e voglio chiederlo. Tu non sai quanto
sia straziante per me aver scoperto di avere una figlia solo ora. Ho
bisogno di recuperare il tempo perduto e ce la sto mettendo tutta, ma
mi serve una mano” ci pensò su per qualche secondo dopo di
che acconsentì con il capo e sciogliendo il nostro nodo di mani
riprese a camminare.
“beh
posso raccontarti qualcosina, giusto qualche piccola cosa
poi…poi con il tempo magari ti racconterà tutto
Kristen” inutile dirle che quello sarebbe stato impossibile
perciò rimasi inattesa che iniziasse a parlare.
“Joy
è nata il 29 marzo di quasi 5 anni fa. Personalmente ho capito
subito che era un bel peperino, fin da quando aveva 4 mesi e ci
svegliava nel cuore della notte urlando come una forsennata. Davvero
Robert, brutto periodo quello, ricordo che avevo due borse enormi sotto
gli occhi ogni benedetto giorni dell‘anno. All‘epica vivevo
con Kristen e l‘aiutavo a tenere la bambina” mi
raccontò facendomi ridacchiare per la sua faccia shoccata al
ricordo di quelle notti insonni.
“beh ti ha tenuta bella sveglia” scherzai.
“il
vero problema non era il fatto che urlasse nel cuore della notte
perché per i neonati è normale, il dramma arrivava quando
doveva riaddormentarsi. Tua figlia è sempre stata particolare e
cocciuta perciò era snervante farle chiudere gli occhi. Una sera
mentre passeggiavano per le strade di Los Angeles io e Kristen notammo
che Joy si addormentasse prima quando la portavano a passeggio nel
carrozzino, forse perché veniva cullata
dall‘irregolarità della strada perciò una notte,
quando proprio non voleva saperne di tornare a dormire presi tutte le
scarpe che io e la mamma avevamo e le posizionai lungo il corridoio e
poi ci camminai sopra con il passeggino. Si addormentò il pochi
minuti anche se a rimetterci furono un paio delle mie scarpe
Chanel”
“non ci credo, cioè è…impossibile” sghignazzai cercando di immaginarmi la scena.
“non è divertente Robert davvero. Riesce ad essere insopportabile come te quando vuole”
“ha…mai
chiesto del padre?” chiesi a bruciapelo facendo bloccare le sue
risate. Tornò seria e mi fissò dritto negli occhi.
“almeno
una volta al giorno. Da quando ha cominciato ad andare a scuola non ha
fatto che chiedere del suo papà. Ricordo ancora la prima volta
che torno a casa e chiese di te...
Io
e Kristen eravamo sul divano a guadare un film mentre ci abbuffavamo di
pop-corn. Quel giorno eravamo entrambe libere perciò ci eravamo
dette che un po’ di sano relax non ci avrebbe fatto male e poi a
prendere Joy a scuola sarebbe andata la nonna. Quella bambina era una
vera forza della natura e mi meravigliavo ogni giorno di più di
quanto somigliasse al padre. Aveva sempre la battuta pronta e per avere
solo 3 anni era davvero intelligente e sveglia.
“sono a casaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa” urlò sbattendo la porta e facendo sobbalzare sia me che la mamma.
“fine della pace” scherzai vedendola entrare in salone. Kristen ridacchiò.
“amore dov‘è la nonna?”
“ha
detto che doveva scappare” spiegò facendo spallucce e
accomodandosi in mezzo a noi sospirando. Era magnifica con quelle due
codine boccolose.
“com‘è
andata a scuola?” le domandai toccando i suoi capelli biondi.
Come di consueto mi schiaffeggiò la mano.
“bene, ci hanno fatto giocare e poi la maestra ci ha consegnato un foglio e ci ha detto di fare un disegnino”
“Ah si? E tu cos‘hai disegnato amore?” Joy guardò Kristen negli occhi e divenne triste.
“niente, non sapevo cosa disegnare” sussurrò.
“potevi disegnare tante cose tesoro. A te piace tanto”
“posso farvi una domanda?” io e la mia amica annuimmo in contemporanea.
“la
maestra ci ha detto che il disegnino era per la festa del
papà” vidi chiaramente Kristen irrigidirsi e con lei anche
io “ma chi è il papà?” e quella domanda prima
o poi ce la saremmo dovuto aspettare tutti, peccato che non si fosse
mai troppo pronti per affrontare un discorso del genere, specie con una
bambina di soli 3 anni. Kristen non proferiva parola, continuava a
fissarla con la bocca semiaperta e dall’espressione che aveva non sembrava intenzionata a parlare perciò ci pensai io.
“Beh
vedi tesoro il papà è un po’ come la mamma…
ehm no, forse così non capisci. Ecco ci sono, il papà
è come Steve: ti porta al parco a giocare, ti fa ridere, ti dice
se una cosa si fa o no”
“e allora perché non lo chiamo papà?” mi interruppe.
“perché
lui non è il tuo papà” fu Kris a rispondere, con
una voce atona e priva di qualsiasi emozione.
“e allora il mio papà dov‘è?”
“è
a lavoro amore. Sai lui viaggia molto è sempre impegnato
perciò non lo vedi mai” mi inventai al momento.
“e
perché non viene mai a trovarmi? Non mi vuole bene?” i
suoi occhi erano lucidi e tristi, chiaro segno che di li a poco sarebbe
scoppiata a piangere. Kristen la presa tra le braccia e la strinse
forte.
“no amore mio, il tuo papà ti vuole tanto, tanto bene e vedrai che prima o poi verrà a trovarti ok?”
“Promesso?”
“promesso”
acconsentì la mia amica iniziando a farle il solletico e
spazzando via la lacrima che gli rigava il volto. ”
Dakota
terminò il suo racconto con un piccolo sorriso sulle labbra
mentre io, ero troppo impegnato a sentirmi in colpa per sorridere con
lei.
“avrà pensato che fossi il papà peggiore del mondo!” esclamai.
“Ehi
no. No Robert non dire così non è assolutamente
vero” ribatté subito lei “Joy non ha mai pensato
ciò, anzi l‘esatto contrario. Il giorno dopo tornò
a scuola e disegnò lei mano nella mano con un signore e dietro
di voi tante altre persone, o meglio quelle che lei riteneva persone
con la testa verde, viola, azzurre. Sai quando le ho chiesto
perché tutte quelle persone lei cosa mi ha risposto? Beh voi avete detto che è impegnato ma quando verrà a trovare me loro dovranno aspettare. Poi mi ha chiesto che lavoro facessi ed io le ho detto l‘attore. È stata contenta”
“avrei
voluto esserci Dakota: quand‘è nata, quando ha detto la
prima parola, quando ha mosso i primi passi ed è andata a
scuola. Avrei voluto vederlo quel disegno e stringerla a me”
“lo
stai facendo ora Robert, so che è difficile e so che non riavrai
indietro il tempo perso però puoi recuperare. Sei perfetto con
lei, non sbagli in nulla e ti vuole già un bene dell‘anima
così come tu ne vuoi a lei. Con il tempo vedrai che riuscirai a
non sentirti in colpa perché capirai che non è colpa
tua” disse fermandosi di fronte a me e prendendo le mie mani tra
le sue proprio come avevo fatto io prima.
“Grazie.
Io…davvero non so cosa dire grazie. Sono contento che mia figlia
sia cresciuta con te a fianco e ti sono grato per aver aiutato
K-ris-ten a crescerla.” ammisi sincero.
“Ed
io sono felice di sapere ciò ma non serve. L‘ho fatto con
piacere perché voglio bene ad entrambe e ne voglio anche a te
Robert, tanto ed è per questo che ti consiglio di perdonarla.
Perdona Kristen, sta soffrendo così come stai soffrendo tu e se
continuate così non farete altro che farvi male a vicenda.
Niente di più” iniziai a scuotere la testa già a
metà discorso ma nonostante ciò lei non si fermò.
“No Dakota, non chiedermi questo io…io non posso, non posso perdonarla. Non ci riesco”
“si
che ci riesci Robert, io lo so. Vi amate, il vostro amore è
troppo grande per non superare anche questo e se credi di odiarla
è solo perché ogni mattina ti aiutoconvinci di
ciò. Ma sai benissimo che in realtà non è
così. Sai che l‘amerai per sempre così come lei
amerà te”
“l‘amore
non basta Ota” dissi più a me stesso che a lei. Infondo
aveva ragione: io mi auto convincevo di poter fare a meno di Kristen.
“Santo
cielo basta. Basta con questa cazzata che l‘amore non è
abbastanza. L‘amore è tutto quindi Robert smettila di
complicarti la vita e di soffrire perché sei un masochista se lo
fai. Stasera che accompagni Joy a casa, non ti dico di abbracciarla e
dirle che l‘ami, ma salutala, chiedile come sta e dille cosa hai
fatto con vostra figlia. Un po’ per volta il rapporto si
ricucirà da solo e la fiducia tornerà. Lo sai che ho
ragione non scuotere la testa. Fallo per te, per voi e soprattutto per
Joy”
Non
dissi niente, forse perché non mi andava di promette un qualcosa
che non sapevo se e quando si sarebbe avverato. Le baciai una guancia e
la strinsi forte a me poi sciogliendo l’abbraccio prendemmo a
camminare per raggiungere Joy e Cole.
“non ti prometto nulla” le dissi e lei annuì sorridendomi.
“andiamo da quella piccola peste ora” incalzai facendola ridacchiare.
“già
andiamo…ah un’altra cosa. Ho sentito Kristen prima, mi ha
detto che oggi andava dai genitori a…dire la verità su di
te”
“speriamo
che la prendano meglio di me allora” cercai di scherzare anche se
fui il primo a non ridere. Kristen aveva deciso di scoprirsi tutta, di
ammettere alla luce del sole tutti i suoi sbagli. Ma io? Io sarei mai
riuscito a perdonarla? Sarei mai riuscito a stringerla nuovamente a me
e dirle che andava tutto bene? Che l’amavo e perdonavo?
La prima volta che la incontrai, quando capii che quella ragazza avrebbe assunto un posto importante nella mia vita, ero convito che nulla sarebbe stato capace di allontanarmi da lei e
quando poi capii di amarla la consapevolezza di non poter far
più a meno di lei diventò forte e lo è
tutt’ora. Io non posso fare a meno di lei, del suo amore, del suo
sorriso ma nonostante ciò proprio non riesco a far finta di niente. Magari con il tempo…
“Papààààààà
ho vinto. Ho vinto ancora” esultò mia figlia correndomi
incontro e buttandosi tra le mie braccia. L’afferrai al volo e la
feci roteare ridendo con lei.
“ti voglio bene piccola mia” le sussurrai mentre Dakota ci guardava sorridente.
___________________________________________
Bene cosa ve ne pare? Deluse? Spero davvero di no *-*
vi ricordo che se recensite avrete lo spoiler del prossimo capitolo per messaggio privato.
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Capitolo 20 *** 20- Resto qui (Marty) ***
20
Beh questa volta siamo state più o meno puntuali non trovate? Non vi abbiamo fatto penare poi molto eheh u.u
Giuro che non ho mai visto 57
recensioni tutte insieme *-* Grazie di cuore da parte di entrambe siete
favolose, perché non recensite sempre? Saremmo felicissime
di leggere i vostri commenti.
Pansando al capitolo, chi
è curiosa di sapere cosa succederà tra Kristen e Robert?
Nello spoiler che come promesso vi abbiamo inviato vi abbiamo accennato
qualcosina, vediamo un pò come si mettono ora le cose.
Io personalmente, quando Marty
mi ha inviato il capitolo e l'ho letto avevo gli occhi a cuoricino,
troppo dolci tutti e tre *-* un amore.
P.s. Anche questa volta, chi recensirà avrà lo spoiler. Baci.
"Resta"
20-Capitolo (Marty)
Pov. Kristen
Giravo
alla ricerca di qualcosa da fare. Qualcosa che mi impedisse di pensare
a lui, alle sue parole, a tutto ciò che era successo. Mi sentivo
sola, inutile ma soprattutto sola. Non mi era rimasto più
niente, avevo perso tutto in un secondo, in un dannato battito di
ciglia.
Il
destino è buffo a volte, riesce a farti sentire la persona
più felice del mondo e nello stesso giorno, ogni cosa cambia.
Sbuffai
controllando l’orologio. Sarebbero dovuti rientrare tra poco, e
la cosa mi tranquillizzava più del dovuto. Era egoistico da
parte mia, ma.. ma Joy in quei giorni mi era mancata terribilmente. La
notte mi svegliavo e speravo di sentire le sue piccole braccia intorno
al mio collo. Speravo di sentire i suoi consueti passetti a mezzanotte
perché non riusciva a dormire senza di me e si rifugiava nel mio
letto. Speravo di sentirla parlare nel sonno.
Ma invece
lei non c’era. In quei giorni avevo deciso di lasciarla dormire a
casa di Ash e Kellan, in modo che lei e suo padre potessero conoscersi
più a fondo, e in qualche modo recuperare gli anni perduti, a
causa mia. Ci eravamo messi d’accordo per telefono, dalla sera in
cui la aveva riaccompagnata tra me e Rob non c’era stata
più una parola. E forse, forse era meglio così.
Incontrare
i suoi occhi, carichi di risentimento nei miei confronti mi faceva
stare male, e non volevo. Non volevo più soffrire, non
più.
Non avevo più versato una lacrima, nemmeno quel giorno.
Ero stata
a casa dei miei genitori a mangiare, mentre Joy era sul set con Robert.
. Ripartire da capo, questo era il mio unico desiderio, e volevo un
futuro nuovo, un futuro migliore. Un futuro senza bugie.
“Non ti abbiamo chiesto mai niente, ma.. ma in fondo sapevamo che Steve non era suo padre.”
Le parole
di mia madre mi avevano lasciata interdetta, ma dopotutto sapevo che
era una persona perspicace, e le sarebbe bastato un secondo per capire.
“E quindi io sarei imparentato con Parkinson?”
Questa
invece fu la risposta di mio padre. Lui adorava Rob, o almeno lo aveva
adorato fino a quando non mi aveva lasciato sprofondare, quattro anni
fa, in un abisso di completa disperazione.
Ridacchiai al docile appellativo che gli aveva affibbiato.
Controllai
un’altra volta l’orologio, e in quel preciso istante il
campanello di casa suonò facendomi sobbalzare dallo spavento.
Tirai un
sospiro di sollievo e corsi ad aprire a mia figlia. Quello che non mi
aspettavo però, era che ci fosse anche lui.
La teneva in braccio, Joy era stretta al suo collo, le guance arrossate e gli occhi lucidi.
“Che.. che cos’ha, sta bene?” chiesi avvicinandomi cercando di capire cosa le fosse successo.
“Credo che abbia due linee di febbre.” Rispose Rob senza mai incrociare il mio sguardo.
Lo feci
entrare, e si diresse verso la cameretta di Joy. Appoggiò la
nostra bambina sul letto dopodiché le baciò la fronte con
una dolcezza che mi fece stringere il cuore.
“Io
vado amore..” le sussurrò all’orecchio,e in quel
momento lei gli portò le braccia al collo cercando di attirarlo
a se.
“Papi ,resta. Per favore..” sussurrò Joy debolmente cercando di sorridergli.
Si Rob, resta.
“Io…
non so se..” si girò verso di me, e per la prima volta da
quando era arrivato i miei occhi incrociarono i suoi.Sentii una scossa
percorrermi lo stomaco e deglutii
.
“Se vuoi restare non c’è problema. Il divano letto
è davvero comodo.” Risposi atona avvicinandomi verso di
loro.
Mi sporsi verso Joy e le diedi anche io un piccolo bacio sulla fronte. Scottava.
“Vado a prendere il termometro, e la tachipirina.”
Rob
annuì, e io sparii velocemente verso la cucina. La mano mi
tremava appena quando feci scorrere l’acqua per far sciogliere la
pastiglia.
Tornai di
là dopo pochi minuti. Rob era sdraiato nel lettino di Joy, e la
piccolina era completamente abbracciata al suo papà.
Sentii gli occhi farsi più lucidi ma mi sforzai a mantenere un briciolo di contegno.
“Ecco amore prova la febbre..” Le misi il termometro sotto l’ascella, e coprii entrambi con la copertina.
Aspettai in silenzio qualche paio di minuti, e dopo di che guardai alla luce dell’abat-jour la temperatura.
“Allora quanto ha?” mi chiese Rob impaziente e sospirai non appena trovai la giusta inclinazione.
“38.6, prendi questo, e bevi tutto ..”
Joy
annuì e bevette quella miscela dal sapore disgustoso senza fare
una piega. Solitamente urlava, piangeva pur di non prendere le
medicine.. Non riuscivo a capire il suo comportamento.. ma.. ma poi mi
fu tutto chiaro Voleva sembrare più forte davanti al suo
papà.
Li guardai per un momento che mi parve interminabile e poi mi voltai intenta a tornare in sala.
“No mamma. Stai qui con noi.”
Mi girai verso Joy che mi guardava con gli occhioni grandi e supplicanti.
“Si RESTO qui.. non vado da nessuna parte..”
Con la
coda dell’occhio vidi Rob sorridere, un’altra volta il mio
cuore sussultò e la mia bocca rimase completamente senza saliva.
La mia
mente non riusciva a dimenticare il bacio che ci eravamo scambiati
sulla ruota panoramica. Le sue labbra, il suo profumo… I suoi
“ti amo” sussurrati dolcemente contro la mia pelle.
Baci che non sarebbero mai più capitati.
Dovevo
fare come quattro anni fa, cercare di rimuovere il più possibile
quel ragazzo dalla mia vita, cercare di rimuovere i ricordi dalla mia
mente… e dal mio cuore.
Solo il
tempo riesce a cicatrizzare una ferita.. forse con il tempo sarebbe
riuscito a perdonarmi. Forse non mi avrebbe odiata per il resto della
sua vita.
Questa
era l’unica convinzione che mi permetteva di non scoppiare a
piangere, di non raggomitolarmi nuovamente in me stessa.
Fissai a vuoto il pavimento per svariati minuti, fino a che Joy non si addormentò.
Mi alzai lentamente, cercando di fare il minimo rumore possibile.
“Vado a prepararti il letto..”
“No..” sussurrò con la voce bassissima. “Dormo qui con lei.”
Annuii e poi chiusi la porta dietro di me.
Mi fermai un secondo, gli occhi chiusi e il cuore che continuava a battere ad un ritmo impossibile.
Come poteva farmi tutto quell’effetto?
Lo stesso effetto che mi aveva fatto lo stesso giorno in cui lo avevo visto per la prima volta…
In quella casa, in quel letto.. a quel provino.
Ero
seduta al tavolo di Catherine, le gambe incrociate e
un’espressione perplessa dipinta sul mio volto. Avevamo provinato
decine di ragazzi. Tutti troppo perfetti, troppo pieni di se a mio
avviso per diventare Edward Cullen.
Kevin, uno dei tanti, si era immedesimato così tanto nella parte che mi aveva scagliato contro un cuscino.
“Ehm.
Si okay. Puoi andare.” Erano state la parole di Catherine, e un
po’ sconcertato e deluso aveva messo a posto il cuscino e se ne
era andato.
Forse dovevo mettermi l’anima in pace, l’Edward che avevo io nella testa non sarebbe mai apparso da quella porta.
“Cath.. io dovrei andare da Mike..”
“Ancora l’ultimo Kris. Ti prego.”
Annuii sorridendole. “Come si chiama?”
Iniziò a rovistare fra le sue varie scartoffie fino a che non trovò il foglio che le serviva.
“Mmm.. Robert Pattinson, è inglese.”
Robert
Pattinson, Robert Pattinson, quel nome mi era completamente
sconosciuto. Di solito conoscevo la maggior parte dei ragazzi..
“Che film ha fatto?”
“Cedric Diggory in Harry Potter e ha preso parte a produzioni private.. nulla di importante.”
Mi piaceva. Solo per il fatto che non aveva una carriera brillante alle spalle.
Aspettammo circa una decina di minuti fino a che un timido colpo alla porta ci informò che era arrivato.
Aspettai seduta sul divano, mentre Cath andava ad aprire a Robert.
Mi mordicchiai nervosamente il labbro in attesa che mi raggiungessero nell’altra stanza.
E quando li sentii di fronte a me alzai timidamente lo sguardo.
I miei occhi si incatenarono subito ai suoi.
Erano azzurro-grigi, così belli da lasciare senza fiato, quando improvvisamente chinò la testa imbarazzato.
Sembrava un piccolo cucciolo indifeso.
Era alto, magro ma non eccessivamente, le sopracciglia erano folte, che gli davano quell’aria ancora più attraente.
I capelli invece erano scompigliati, e neri. Forse tinti per qualche film.
“Ehm. Io sono Robert.. ma puoi chiamarmi Rob.” Si presentò con la voce che gli tremava leggermente.
“Kristen.” Risposi semplicemente porgendogli la mano.
Mi sorrise, un sorriso sghembo ma contemporaneamente abbagliante e sensuale.
Era lui, lui era Edward.
Cath
ci guardò perplessa. “Beh, direi che possiamo provare la
scena della camera da letto, se per te non è un problema
..” Si riferì a Rob, e nello stesso istante in cui disse
“camera da letto” sentii le mie guance imporporarsi di un
pudico rossore.
Anche Rob si imbarazzò, e aggrottò quelle sopracciglia che amavo da impazzire.
“Ehm.. o.. okay.”
“Da questa parte.”
Cath ci fece strada verso la camera da letto, mentre io sentivo il cuore battere ad un ritmo esagerato.
Se avesse potuto sarebbe letteralmente volato via dal mio petto.
“Ecco il copione. Sono poche battute, è praticamente tutto un gioco di labbra!”
Ridacchiò facendomi l’occhiolino .
Si passò una mano fra i capelli. Era.. perfetto, completamente perfetto.
“Ehm..
ci conosciamo da nemmeno un’ora e siamo già a
letto.” Rispose lui facendomi ridere e arrossire allo stesso
tempo.
Arrancai a gattoni verso il materasso, e aspettai che si avvicinasse.
Il
mio respiro era agitato, perché.. perché desideravo
più di ogni altra cosa avvicinare le mie labbra alle sue?
-
“A che cosa stai pensando?”
Sobbalzai spaventata portandomi una mano sul cuore.
“Scusa non volevo spaventarti.” Disse divertito andando verso la cucina.
“Ehm.. io stavo pensando al nostro provino in realtà.”
Perché mentirgli? Perché mentirgli di nuovo. No, non lo avrei fatto mai più.
Si paralizzò un secondo incrociando il mio sguardo.
“Ne è passato di tempo..”
“Già..”
“E ora siamo qui. Dopo praticamente dieci anni..”
“Le cose cambiano davvero tanto in dieci anni.” Rispose atono corrugando le sopracciglia.
“Forse però rimangono sempre le stesse .”
Scosse la testa prendendo una cosa dalla sua giacca. “Non lo so Kristen.”
Sorrisi debolmente sedendomi sul divano del salotto.
I secondi passavano, e l’imbarazzo nell’aria era palpabile, e io come al solito non sapevo cosa dire, o cosa fare.
“Mi fa piacere che tu sia rimasto.. Joy ci teneva.” Fu l’unica cosa che riuscii a balbettare .
“Lo so..”
Perché
non mi parlava? Perché doveva rendere tutto così
difficile? I suoi sguardi, le sue parole, rendevano tutto così
difficile.
“Rob.. io.. mi dispiace.. non avrei mai dovuto.. è solo che..”
“E’
solo che cosa, Kristen?!” Di nuovo quello sguardo, carico di
risentimento nei miei confronti. Quello che faceva più male.
“Mi dispiace davvero.”
Annuì sconcertato e dopo di che sospirò passandosi una mano fra i capelli.
“Voglio sapere una cosa..” mugolai. I miei occhi facevano fatica a rimanere asciutti.
“Dimmi.” Un altro sospiro.
“Riuscirai mai a perdonarmi?”
Silenzio, solo il mio cuore che batteva furiosamente nel mio petto, e i nostri respiri agitati.
“Io.. lo vorrei tanto.”
ROBERT POV.
Poso una
mano sulla fronte di Joy. La temperatura è scesa ma scotta
decisamente ancora. Mi giro nel letto cercando di scorgere l’ora
sul comodino. Sono le 4.55 del mattino, e in quelle sei ore non ero
riuscito a chiudere occhio nemmeno per un secondo.
Nella mia
testa continuavano a vorticare pericolosamente le parole di Kristen, e
le mie parole. Forse.. forse il tempo sarebbe riuscito a farmi
dimenticare ciò che aveva fatto.
Lo
speravo con tutto me stesso, perché sapevo a prescindere da ogni
cosa di amarla ancora. Di amarla ancora come il primo giorno in cui
l’avevo vista in Into the Wild. Come il primo giorno in cui le
mie labbra si erano posate magicamente sulle sue.
Impossibile non credere al destino, quando noi eravamo la prova esistente che esisteva.
Deglutii
posando il mio sguardo sulla bambina ancorata al mio petto, e iniziai
ad accarezzarle la schiena lentamente con movimenti circolari.
Mi ero
innamorato anche di lei dal primo momento. Dal primo istante in cui
vidi quei suoi occhietti vispi e le fossette delle guance simpatiche.
Dal primo istante in cui.. in cui mi aveva chiamato Spunk.
Sospirai fra i suoi capelli stringendola a me con più ardore.
“Ti voglio bene piccola mia..”
Detto
questo chiusi gli occhi e provai almeno per qualche istante a chiudere
gli occhi e a lasciarmi tutti quei intricati e noiosi pensieri alle
spalle.
-
“Mamma secondo te posso andare a svegliare papà?”
“Mm.. lascialo ancora dormire amore.. è sempre stato un dormiglione..”
Kris ridacchiò mentre sentii Joy lasciarsi sfuggire un sospiro.
“Ma io volevo giocare!”
Sbadigliai e mi stropicciai gli occhi sedendomi sul letto, ancora leggermente assonnato.
“Si è svegliatooooooooooooo!”
La porta
della cameretta si aprì con un sonoro tonfo e Joy mi corse fra
le braccia stringendosi al mio collo con tutta la forza che possedeva.
“Buon giorno..”
“Buon giorno papi..”
Le sorrisi dandole un piccolo bacio sulla fronte.
“La febbre direi che ti è passata..” dissi ridacchiando , e scendendo dal letto.
“SI la mamma l’ha misurata prima con il metrotermo..”
Scossi la testa confuso. “Con il?”
“Mm.. non so come si dice..”
“Termometro .”
“Beh è quasi uguale.”
Ridacchiai. “Quasi.”
Andai in cucina con lei ancora ancorata alle mie spalle, mentre un profumo delizioso stuzzicò le mie narici.
“Sto facendo i pancakes..” disse sorridendo Kristen passandomi svelta davanti.
Indossava
dei pantaloncini corti che mettevano in risalto le sue gambe lunghe e
slanciate, e una piccola canottiera rossa, naturalmente senza reggiseno.
Deglutii per mancanza di saliva mentre il mio sguardo continuava ad indugiare sul suo posteriore.
Okay Robert datti una calmata!
Scossi la testa come scacciare via dei brutti pensieri e mi sedetti a tavola.
“Se ricordo bene ti piacciono molto no?”
“Si. Li adoro..” riuscii solo a mormorare quando li versò nel piatto mio e di Joy.
“Anche io li adoro.. quelli della mamma sono i più buoni del mondo.”
Sorrisi. “Si, sono i più buoni del mondo.”
Con la coda dell’occhio vidi Kristen arrossire e io in risposta accentuai il sorriso sulle mie labbra.
Mi sembrava rivivere in un deja-vu, e in effetti una situazione decisamente simile l’avevamo già vissuta.
Ogni
mattina di tanto tempo fa, si ostinava a portarmi la colazione a letto,
e ogni volta finivamo a fare l’amore.. un amore di cui non avrei
mai dubitato un tempo.
Sospirai
cercando di focalizzare la mia attenzione sul piatto di fronte a me, e
non a stupidi ricordi che mai come in quel momento sarebbero dovuti
tornare a galla.
“Mm.. che ore sono?”
“Le undici..” rispose Kristen guardando l’orologio sopra la credenza.
OH merda. Mezz’ora e sarei dovuto essere al lavoro.
“Che succede papi?”
“Tra poco devo andare.. Ho le riprese.” Mi uscì come un sospiro.
Non
volevo andarmene, non ora che ero riuscito in qualche modo a guardarla
in faccia, a riconoscere che il tempo forse mi avrebbe fatto passare
l’odio che provavo nei suoi confronti.
Non volevo andarmene.
“Poi torni?” Joy mi guardò sbattendo le sue ciglia irrimediabilmente lunghe, e io ridacchiai divertito.
“Certo amore..”
“Ti aspetto qui allora.”
Annuii portando il mio piatto vuoto sul lavello della cucina e dopo di che mi diressi verso il bagno.
Non mi ci
volle molto a prepararmi e a vestirmi, e una volta pronto presi la mia
borsa e andai a salutare Joy e Kristen. Erano sedute sul divano
abbracciate e guardavano un telefilm di cui non conoscevo
l’esistenza.
Mi schiarii la voce. “Beh io vado. Grazie di tutto.”
Le labbra di mia figlia si piegarono in un sorriso dolcissimo, e sua madre la imitò.
“Grazie per essere rimasto..” rispose quest’ultima facendo bloccare il mio respiro.
Dopo un
paio di secondi Sorrisi anche io facendo l’occhiolino a Joy, e mi
chiusi la porta alle spalle lasciandomi sfuggire un sospiro.
Un sospiro perché dopo tutto mi ero reso conto che non potevo, e mai avrei potuto odiarla.
________________________________________________
Se
solo Rob riuscisse ad andare avanti li vedremmo sempre così *-*
adoro questi momenti così familiari ed intimi. Ci vediamo al
prossimo aggiornamento ragazzeeeeee.... bacioni e recensite =D
Nusia&Marty
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Capitolo 21 *** 21- Viaggio nei Ricordi (Nusia) ***
21
EhmEhm... 3-2-1 tadadadadaaaa ECCOCI =P
Buonasera a tutte ragazze (o
forse buonanotte visto l'ora "tarda") scusate se aggiorno alle 11 di
sera ma ho studiato tutto il giorno, si anche la domenica -.-"
Bene che dirvi? O.o
lo sapete che la storia sta per terminare? Insomma mancano davvero
pochi capitoli. Questa è un capitolo davvero importante per i
nostri Robsten specie per Robert- papà e penso che Kris
acquisterà dei punti dopo che avrete letto tutto. A me
è piaciuto molto scriverlo e spero che a voi piaccia molto
leggerlo. Detto questo vi lascio al capitolo. Un bacione.
P.S. Vorrei informarvi e nello stesso tempo chiedere scusa al sito e agli altri autori per il metodo "recensione = spoiler"
Io
e Marty non pensavamo che potesse taroccare la classifica delle storie
popolari perciò da oggi in avanti se recensirete non riceverete
più alcuno spoiler, anche perché non corretto nei
confronti di lettori salgono in classifica che ricevono recensioni
senza questa sorta di "patto" tra lettore autore. Quindi se vi
piace la nostra storia e vi fa piacere recensire a noi fa piacere se
invece tornerete a leggere in silenzio beh...vi ringraziamo lo stesso.
=D
"Resta"
21-Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen
Me
ne stavo sdraiata sul mio letto con addosso solo un paio di culottes e
un reggiseno a fissare i raggi del sole che filtravano dalla finestra
aperta creando un piccolo arcobaleno sulla bottiglia di cristallo che
poggiava su un mobile. Era circa un’ora che me ne stavo li,
incurante di tutto e di tutti a sorridere come una deficiente.
Finalmente dopo settimane di dolore iniziavo a scorgere una piccola
speranza e quella bastava a tirarmi su di morale. Dalla sera in cui Joy
aveva chiesto a Robert di dormire da noi erano passati ben 9 giorni e
man mano che il tempo passava
i rapporti tra noi sembravano diventare sempre meno tesi. Certo nessun
gesto eclatante come un abbraccio e nessuna parola dolce che mi facesse
capire di volermi perdonare, ma era un passo avanti e questo mi rendeva
serena. Mia figlia, che ora dormiva placidamente nel suo lettino, aveva
bisogno di due genitori uniti e solidali e noi cercavamo di fare tutto
il possibile per mettere lei prima di tutti i nostri rancori. Robert
aveva dormito a casa nostra almeno altre due o tre volte e proprio come
più di una settimana prima, il mattino dopo, quando doveva
andarsene per raggiungere il set, avevo scorto nei sui occhi una
scintilla di tristezza. Non voleva lasciarci o forse non voleva
lasciare la figlia, fatto sta che adesso quando viene a prendere o
trovare Joy io non sono costretta ad andarmene o subire le sue occhiate
assassine. Non mi sorride, ne prova a parlare con me se la bambina non
è nella nostra stessa stanza, ma per quanto desolante potesse
essere continuavo a ripetere a me stessa che il tempo avrebbe sistemato
tutto. Tuttavia il suo comportamento verso di me cambiava appena la
bambina appariva da una porta o sedeva in mezzo a noi: ridevamo
insieme, ci scambiavamo qualche parola o timido sorriso. Ci divertivamo
a giocare con la nostra bambina proprio come farebbero una coppia di
neosposini con la loro piccolina. In quei momenti sembravamo davvero
una famiglia felice e in un certo senso lo eravamo. Il passato sembrava
non tormentarci, era come se tutto si fosse fermato a 5 anni prima,
quando eravamo ancora noi, Robert e Kristen, due ragazzi follemente
innamorati l’uno dell’altra che facevamo l’amore sul
pavimento del loro appartamento senza sapere che quella notte avrebbero
concepito una bellissima creatura. Impensati del fatto che di li a
qualche settimana la loro vita sarebbe cambiata radicalmente. Mi
sarebbe piaciuto fermare il tempo in momenti come quelli, mi sarebbe
piaciuto andare vicino alla mia bambina e sussurrarle
nell’orecchio “non andare via amore, se ci sei tu è facile credere che tuo padre mi ami ancora” ma non potevo e questo, purtroppo, lo sapevo bene.
“Mmhh…Buongiorno” farfugliò mia figlia entrando nella camera stropicciandosi gli occhi.
“Ben
svegliata dormigliona, sai che sono le undici passate?” si venne
a sdraiare anche lei e mi mi abbraccio forte per poi sbadigliare. Risi
accarezzandole i capelli. Il giorno prima mi aveva detto che non voleva
andare a l’asilo, che si annoiava e che aveva bisogno di una
vacanza.
“Beh dovresti parlarne con papà” le avevo risposto facendo la sostenuta. Si era alzata di scatto dalla sedia correndo a prendere il telefono.
“Papà posso prendermi una vacanza? La scuola mi annoia” avevo sentito l’incessante risata di Robert anche se non ero vicino a Joy ed istintivamente avevo riso anche io.
“La mamma che dice?”
“ha detto di si” mentì mia figlia beccandosi un piccolo e innocuo scappellotto dietro la testa, cosa che non la toccò minimamente.
“bene tesoro puoi andare in vacanza allora. 3 giorni vanno bene?”
“Benissimo”
mi sbattei una mano sulla fronte scuotendo la testa. Robert cedeva
troppo in fretta e non era una buona cosa. Nelle mani della figlia
diventava come creta.
“sembri una cogliona mamma!” esclamò di punto in bianco Joy facendomi tornare al presente.
“Ehiiiiiii
non sono una cogliona signorinella” ribattei guardandola in viso.
Alzò un sopracciglio e poi annuì con il capo.
“da come sorridevi sembravi una cogliona, miss sussettile”
“miss cosa?” chiesi non capendo come mi avesse chiamato.
“dai miss suscettive, mi ha detto papà di chiamarti così”
“cos‘è che ha detto papà?”
“se la tua mamma se la prende quando le dici qualcosa chiamala miss sussettile” spiegò cercando di imitare al meglio la voce di Robert. Scoppiai a ridere per la sua buffa imitazione.
“forse vuoi dire Miss suscettibile, tesoro mio” la corressi.
“ed
io che ho detto scusa? Miss sussettile”affermò convinta.
Purtroppo o per fortuna, era più cocciuta di un mulo.
“si amore, hai ragione avrò sentito male io”
“come
sempre” mugugnai tirandomi su dal letto. Era ora di tornare nel
mondo reale e quello mi avvertiva che di li ad un’ora avrei avuto
un pranzo con Dakota.
“posso andare di nuovo a dormire?”
“no amore ora ci vestiamo che dobbiamo andare a pranzo con zia Ota ok?”
“viene anche papà?” chiese speranzosa.
“no tesoro ha le riprese oggi, però ha detto che passava questa sera”
“allora
vado a farmi bella” annunciò correndo nella sua stanza.
Scoppiai a ridere come un’adolescente e poi mi preparai anche io.
_________
“Deduco
che le cose vadano meglio” iniziò Dakota subito dopo aver
ordinato da mangia. Non la vedevo da 3 giorni, il che era strano per
noi due, ma lei era impegnata con il trasloco a casa di Cole e allora
non poteva stare da me a sentire le mie “paranoie”
“cosa te lo fa intendere?” scherzai facendole l’occhiolino.
“il tuo essere così allegra. Sai, odio la Kristen - sono depressa al massimo e me la prendo con me stessa tutto il giorno - è noiosa” ribatte scompigliando i capelli di Joy che per poco non l’ammazzava.
“neanche
a me sta molto simpatica sai? E comunque le cose vanno meglio si.
Insomma nulla di importante ma è comunque un passo avanti”
“direi di si. Io…non te l‘ho detto ma lo incontrai quella sera” ammise di punto in bianco.
“quale sera?”
“prima
che accompagnasse Joy a casa con la febbre, io e Cole eravamo con loro
due al parco. Ci siamo incontrati per caso sai” si
giustificò.
“Beh
sono gelosa marcia, non puoi incontrarlo” dissi per poi scoppiare
a ridere insieme “cosa vi siete detti?”
“lui
mi ha chiesto un po’ di Joy, sai voleva che gli raccontassi tutti
gli anni persi, ma non mi sembrava giusto. Insomma, devi essere tu a
raccontargli queste cose non io, ma lui insisteva allora gli ho
raccontato due o tre episodi nulla di che”
“ha…ha detto qualcosa di me?”
“ha detto che vorrebbe perdonarti ma che non n‘è in grado o almeno non ora” spiegò.
“in pratica nulla di nuovo. Lo ha detto anche a me e avvolte mi chiedo se riuscirà mai a farlo”
Dakota mi strinse forte la mano per poi sorridermi.
“io penso che ti abbia già perdonato solo che ancora non lo sa”
“che gran fregatura allora. Essere perdonata da qualcuno che neanche sa di avermi perdonata”
“stupida!”
esclamò divertita da mio giro di parole “ha solo bisogno
di trascorrere del tempo con sua figlia. In discussione Kristen non
c‘è l‘amore nei tuoi confronti ha ammesso anche lui
di amarti ancora, il problema è il tempo capisci? Quello che ha
perso a causa delle tue, ed io aggiungere delle vostre, paure”
“non credo di seguirti” ammisi.
“lui
ti ama e anche se ora non ha più molta fiducia in te sa che se
ti perdonasse, se ti desse un‘ultima possibilità, lui
tornerebbe a fidarsi di te più di prima. Ne è
consapevole, ma è orgoglioso e vorrebbe farti partire almeno la
metà del dolore che ha provato lui nel scoprire la
verità. Se tu fossi in grado di canalizzare in lui tutti i
ricordi di questi 5 anni, se fossi capace di fargli vivere gli anni che
si è perso di Joy, lui non ci penserebbe 2 volte prima di
buttarsi tra le sue braccia” abbassai il capo affranta.
“ma non posso. Non sono capace di viaggiare nel tempo”
Come
potevo? Era qualcosa di impossibile e dopo quella rivelazione di Dakota
la possibilità che lui riuscisse a perdonarmi si sgretolò
insieme a quella piccola speranza che stava nascendo in me. Non potevo
far vivere a Robert gli anni persi e se quella era l’unica
soluzione per riaverlo con me beh…avevo già perso.
“Io credo di si invece. Ne sei capace”
“andiamo Ota la magia non esiste” affermai convinta. Alzò gli occhi al cielo esasperata.
“sei
la persona più pessimista del mondo. Sei anni fa non mi avresti
mai risposto così, mi avresti detto forse, non un NO senza
replica”
“sono solo realista, niente magia, niente macchina del tempo, niente tempo recuperato, niente perdono. Facile!”
“non ti serve la magia Kristen. Ricordi la soffitta?”
“e allora?” chiesi drizzandomi sulla sedia e ascoltandola curiosa.
“li
tieni conservato tutto no? Le foto di Joy, i primi video, le tutine, la
culla, praticamente tutta la sua vita fino ad adesso”
spiegò allusiva.
“e tu pensi che si accontenterebbe di così poco?” sbuffò trucidandomi con lo sguardo.
“ti odio quando fai così! Hai tutto li sopra Kristen, che ti costa provare?”
Beh in
effetti provare non costava nulla e se quello poteva servire a rendere
felice Robert e migliorare il nostro rapporto non potevo che provarci.
Infondo qualcosa di buono se ne sarebbe potuto trarre no? Certo non il
perdono, ma la strada giusta per arrivarvi si.
“hai ragione. È il caso di provare”
Pov. Robert
“Sicuro che non è un problema Kellan?”
“Santo
cielo Robert prendi queste dannate chiavi e va via” sbottò
esasperato facendo ridere me e il bambino. Avevo finito da circa
un’ ora le riprese ed ero corso a casa per farmi una doccia. Joy
mi aspettava per le sette in punto a casa e non volevo far attendere la
donna più importante della mia vita. Avevo detto a Kellan di non
sapere a che ora sarei tornato e lui mi aveva gentilmente prestato le
chiavi di casa.
“giuro che torno presto”
“non
sono tuo padre Pattinson e non mi meraviglierei se domani mattina non
ti trovassi in camera tua” alluse facendomi l’occhiolino.
Stampai un bacio sulla fronte a Dan e mi avviai alla porta.
“non
dare mai retta a quel che dice tuo padre Dan, lo dico per il tuo bene
piccolo. A più tardi” urlai prima di darmela a gambe.
______________
Parcheggiai
la macchina il più vicino possibile alla casa di Kristen e mi
avviai alla porta. Suonai per ben due volte ma nessuno venne ad
aprirmi. Che fossero uscite? Impossibile, infondo mi aspettavano. Presi
il telefonino dalla tasca dei miei Jeans sgualciti e digitai il numero
di Kris.
“Ehi
Rob, ma dove sei?” chiese subito. Mi grattai il capo in un gesto
istintivo, da una settimana a quella parte mi imbarazzava quasi parlare
con lei e il motivo mi era del tutto ignoto. Sembrava che fossi tornato
indietro nel tempo, quando parlagli mi rendeva nervoso.
“Ehm…veramente
sono sotto casa tua. Sto bussando ma nessuno viene a d aprirmi”
la sentii ridacchiare e mi ritrovai a sorridere anche io. Adoravo la
sua risata così spontanea. Immaginavo come dovessero essere i
suoi occhi in quel momento.
“ora
corro ad aprirti. Aspetta eh!” e detto ciò
riattaccò per comparire 2 minuti dopo davanti la porta di casa
con addosso un semplice shorts e una canottiera. Reggiseno? Kristen non
sapeva neanche cosa fosse quell’indumento e questa non era una
buon cosa per il sottoscritto.
“Scusa ero di sopra e non ho sentito bussare. Entra” disse con un po’ di fiatone.
“hai corso per le scale Kris? Sembra che tu abbia corso una maratona” scherzai sorprendendo persino me stesso.
“divertente!
Stavo sistemando delle cose di sopra. Vuoi qualcosa da bere? Birra,
coca cola, acqua” ci pensai su qualche secondo. Sapevo che si
aspettasse che dicessi birra perciò decisi di contraddirla.
“una coca va benissimo” mi guardò allibita.
“Pattinson non beve più birra?” ridacchiai scuotendo la testa.
“era per non dartela vinta” ammisi e lei scosse il capo passandomi la mia coca cola.
“bene
allora ora tu bevi la coca ed io la birra” le feci una smorfia e
per poco non mi strozzai con la coca vedendola bere direttamente dalla
bottiglia. Per quanto idiota potesse essere la cosa, Kristen era ancora
più sexy quando beveva la birra. Quello era uno dei tanti,
quanto futili, motivo per il quale ne ero innamorato. Oltre ad essere
la persona più perfetta del mondo, più bella, simpatica,
intraprendente del pianeta, aveva anche queste piccole caratteristiche
personali che mi facevano, un tempo, sentire fortunato. Infondo ci si
innamora sempre delle piccole cose di una persona no?
“dov‘è Joy?” chiesi non vedendola arrivare come un uragano.
“è
con Dakota a fare compere. Mi ha detto di dirti di non andare via che
sarebbe tornata presto e che la zia Ota l‘aveva tentata troppo
per non accettare” risi a crepapelle immaginandomi la mia
piccolina mentre raccomandava la mamma, le sue espressioni buffe e
quell’aria seria che non si addiceva affatto al suo piccolo
visino.
“se
non l‘hai ancora capito tua figlia è un‘amante dello
shopping. Non so da chi abbia preso in questo” ammise disperata.
“l‘avevo intuito. Beh forse avrà preso dalle mie sorelle”
“già”
mi appoggiò ridacchiando. Era bello avere un discorso normale
con lei, infondo era pur sempre la madre di mia figlia. E la donna che
ami Robert! Si certo, ma quello cercavo di accantonarlo in un piccolo
angolo del mio essere.
Passammo
svariati minuti in totale silenzio il che non era certo una cosa
incoraggiante. Odiavo i silenzi, mi rendevano nervosi e sentivo sempre
l’impellente necessità di dire qualcosa anche una piccola
idiozia. Con Kristen non avevo mai avuto nessun problema del genere e
la cosa, in un certo senso, mi rattristava e nello stesso tempo mi
apriva gli occhi su una realtà che era difficile da accettare:
il nostro puzzle un tempo così perfetto aveva perso un tassello,
il più importante a quanto pareva.
“Ehm…senti
io… si insomma io ho preparato una cosa. Ti andrebbe di
vederla?” chiese titubante, quasi si aspettasse no da parte mia.
Qualsiasi cosa fosse volevo vederla, almeno questo imbarazzante
silenzio si sarebbe dissolto.
“si, certo” si alzò dalla sedia recuperando il mio bicchiere vuoto e mi fece segno di seguirla.
“dove andiamo?”
“in
mansarda” rispose solamente percorrendo velocemente le scale.
Fece un grosso sospiro e aprì la porta facendomi entrare per
primo. Mi guardai attorno stralunato, non avevo idea del perché
fossimo li sopra in mezzo a tutto quel cumulo di roba. Mi affacciai
alla finestra e sorrisi: il panorama da li su era spettacolare: di
vedeva gran parte di Los Angeles e una bella porzione di cielo azzurro.
“scusa
la polvere ma è difficile mandarla tutta via in mezzo a tutte
queste cose. Anche se devo ammettere che in questi ultimi 5 anni sono
diventata una maniaca delle pulizie sai?”
“non me lo sarei mai aspettato da lei signorina Stewart” la derisi facendola ridacchiare.
“comunque
sia” disse tornando seria “qui sopra ci sono conservate
tutte le cose più importanti per me: io da piccola, le critiche
dei giornali, tante foto mie, tue, insomma tutta la mia vita e tra
queste i…i ricordi di Joy” la fissai senza dire nulla, non
capendo bene dove volesse arrivare ne il perché in quel momento
avessi voglia di stringerla a me e sussurrarle che andava tutto bene.
Forse perché sembrava così indifesa, intimorita da quello
che stava facendo o dicendo, inconsapevole se fosse una cosa giusta o
sbagliata e le mani ancorate ai suoi capelli, allungati nel tempo, ne
erano la dimostrazione.
“non…capisco” ammisi e lei si avvicinò a me.
“senti
Robert io so che per te è inaccettabile il fatto di aver
trascorso tutto questo tempo lontano da tua figlia così come mi
rendo conto che hai bisogno di colmare quel vuoto che senti dentro per
poter andare avanti ed io voglio aiutarti”
“Kristen
io” tentai di interromperla ma le scosse la testa mettendomi un
dito davanti alle labbra. Fremetti per quel piccolo contatto.
“No
Robert, ti prego lasciami finire. Io so che non è possibile
farti rivivere ogni giorno della sua vita come vorresti ma se ora ci
sediamo qui terra, insieme a tutte queste foto e video, forse riusciamo
in parte a riempire questa laguna che dici? È colpa mia tutta
questa situazione e credimi ci sto male, tremendamente male e se posso
fare qualcosa per renderti felice, sereno beh sono pronta ad
aiutarti”
Non
sapevo che dirle, come risponderle e le lacrime che in quel momento le
rigavano in volto mi facevano sentire ancora più piccolo, come
se in quel momento avessi 12 anni e no 32. Il suo discorso aveva fatto
scuotere, seppur impercettibilmente, le mura che con fatica stavo
costruendo intorno a lei, perciò in un gesto più che
istintivo allungai una mano sul suo volto e lo accarezzai spazzando via
quelle lacrime amare. Sorrise anche lei ed io mi trovai ad annuire
senza rendermene realmente conto.
“vediamo cosa c‘è qui sopra” mormorai e lei inizio a cercare tra gli scaffali.
“Robert?” mi chiamò voltandosi “grazie”
“è
difficile accettare questa situazione e se questo può aiutarmi
ad andare avanti e conoscere meglio mia figlia allora di niente
Kristen, è un piacere” mi fece segno di raggiungerla ed io
lo feci.
“questa” disse alzando un tendone bianco “è la culla di Joy, me la regalò Dakota e quando tornai
dall‘ospedale trovai la camera di Joy tutta decorata di
palloncini rosa con uno striscione con scritto “Benvenuta al
mondo” e questa culla giusto al centro della stanza” mi
spiegò mentre io cercavo di immaginarmi la scena.
“ha
dormito qui dentro fino a 12 mesi poi abbiamo comprato la sua attuale
cameretta anche se fino preferisce dormire nel lettone con me ed anche
io a dire il vero”
“molto
permissivo da parte tua” scherzai cercando di alleggerire un
po’ l’aria. Continuammo così per un bel po’,
girando tutta la mansarda mostrandomi lo striscione di benvenuto,
le prime tutine, il ciucciotto di quand’era piccolina, le prime
scarpette, fermacapelli. Aveva conservato tutto e man mano che lei
parlava raccontandomi episodi trascorsi io sentivo di conoscere mia
figlia un po’ di più. Pian piano, parola dopo parola ero
arrivato a scoprire alcuni lati del suo caratterino e i suoi gusti
preferiti. Kristen ogni tanto si fermava per sorridermi ed io
ricambiavo felice e soprattutto fiero della tenacia che stava
dimostrando. Si, in un certo senso ero fiero di lei perché
tentava in tutti i modi di rendermi partecipe della vita di Joy.
“bene,
ora passiamo alle foto e i video ti va? Se vuoi facciamo un altro
giorno non c‘è problema” disse sedendosi ben terra a
gambe incrociate. La imitai negando con il capo.
“possiamo
continuare fino a questa notte Kristen e anche domani e il giorno dopo.
Non mi sto annoiando, sono contento di percorrere tramite questi
oggetti i primi anni di Joy”
“beh allora andiamo avanti” esultò prendendo tra le mani un album di foto.
“Ah, Robert?”
“dimmi”
“volevo
dirti che…che quello che sto facendo è più per te
e Joy che per me stessa. Insomma so che non potrai perdonarmi
così facilmente e non voglio che tu dimentichi tutto subito
ecco. Sarebbe bello si, ma per ora va bene così”
farfugliò a fatica ma fissandomi comunque negli occhi.
“grazie” ribattei solamente.
“bene,
allora qui ci sono tutte le foto di Joy dal primo giorno di vita fino
all‘età di un anno” mi spiegò per poi
prenderne altri.
“in
questo invece ha dagli 1 ai 3 anni e questi qui è quello
più recente” terminò passandomi tutto.
Passammo un’altra oretta a sfogliare le foto, a raccontare aneddoti e ridere a crepapelle. Joy era davvero
buffa quando voleva. C’erano delle foto dell’ultimo anno
dove beffeggiava la mamma che le scattava le foto: le mostrava la
lingua, faceva strane espressioni. Era assolutamente grandiosa!
Nella
restante parte del tempo Kristen mi mostrò alcuni video: Joy che
correva nel girello per tutta casa, che muoveva i primi passi con la
mamma li pronta a sorreggerla in caso gli aiuto. Il suo primo
compleanno,alcuni video con Dakota e Steve. Quella parte fu
assolutamente la più difficile di tutte: li non si trattava di
immaginare delle scene perché erano davanti ai miei occhi e non
potetti fare a meno di stringere forte i pugni. Avrei voluto esserci
anch’io a mantenerle la mano per insegnarle a camminare, avrei
voluto cantare con tutti tanti auguri a te per il suo primo anno di
vita e Kristen se ne rese conto perché allungò una mano
verso di me e titubante la strinse forte. Glielo lasciai fare,
così come permisi a me stesso di massaggiarle il dorso della
mano.
“mi dispiace tanto” mormorò con un filo di voce quando anche l’ultimo video terminò.
“ormai
è successo Kristen, basta continuare a farci del male. Cerchiamo
di…di andare avanti che ne dici? Sarà difficile ma questo
è un passo avanti no?”
“Si. Hai…hai ragione”
Mi tirai
su e lei fece lo stesso mettendo tutte le foto e i video al proprio
posto. Le diedi una mano e quando anche la culla fu coperta si
avvicinò alla porta per aprirla. Istintivamente la chiamai,
usando un tono di voce più dolce possibile.
“Kris?”
si voltò verso di me senza dire nulla e non lo feci
neanch’io. Mi limitai ad avvicinarmi a lei e afferrandola per un
polso la feci scontrare con il mio petto stringendola forte a me.
Rimase un attimo interdetta da quel gesto così azzardato,
evidentemente non se lo aspettava e neanch’io a dire il vero.
Passato lo stupore ricambiò anche lei con ardore e subito dopo
sentii il suo torace scuotermi. Stava piangendo e chissà da
quanto tempo non faceva altro.
“shhhh
Kristen, basta piangere io…io voglio essere positivo ok? Si
risolverà tutto se entrambi saremo sinceri da oggi in poi
ok?”
Annuì.
“grazie
per oggi, hai…fatto una cosa molto bella” dissi prima di
prendere il suo volto tra le mani e spazzare via le lacrime.
“era giusto che tu sapessi” le sorrisi e questa volta fu lei a rifugiarsi tra le mie braccia.
A portarci con i piedi per terra fu il suono del campanello di casa, così sospirando contemporaneamente ci allontanammo.
“sarà arrivata Joy” mi disse sistemandosi i capelli.
“vado
ad aprire io. Tu asciuga questi occhi e smettila di piangere”
dissi scoccandole un bacio sulla guancia. Vidi chiaramente le sue
labbra tendersi in un sorriso, dopodiché scesi di fretta le
scale ed andai ad aprire.
“l‘amore
della mai vita è tornato?” chiesi girando la maniglia.
Quando la porta si aprì rimasi sorpreso. Quella non era affatto
Joy.
“Robert, che ci fai tu qui?” chiese lei guardandomi sconcertata e molto probabilmente felice.
“No, cosa ci fai tu qui” nello stesso momento arrivò in salotto Kristen.
“Lizzie?!” esclamò meravigliata. Mia sorella sorrise raggiante.
“SORPRESA"
____________________________________________
Allora cosa ne pensate? Io mi nascondo nel mio letto attendendo i vostri commenti. Bacioni.
P.S. se ci sono ORRORI ortografici vi chiedo scusa =( ma non ho avuto modo di correggere . DOmani lo rileggo casomai.
Nusia&Marty
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Capitolo 22 *** 22- Un dio del s...olletico (Marty) ***
22
Eccociiiiiiiiiiiiiiiii...
come promesso eccovi il capitolo a fine settimana. Scusate ancora per
il colossale ritardo, ma l'influenza colpisce un pò tutti di
questi tempi. Questo capitolo è davvero STUPENDO u.u Marty
è magnifica come sempre quindi senza aggiungere altro vi lascio
alla lettura. Noi ci leggiamo sotto =D
"Resta"
22- Capitolo (Marty)
Kristen pov.
“Liz.. cosa ci fai.. tu qui?” farfugliai perplessa
mentre lei correva ad abbracciarmi con un sorriso raggiante stampato
sulle labbra. Quella ragazza era davvero assurda o completamente pazza
come ripeteva spesso Rob. Ricambiai l’abbraccio stringendola forte
mentre con la coda dell’occhio riuscii ad incrociare lo sguardo
meravigliato di suo fratello. Mi staccai lentamente e lei posò una mano
sulla mia spalla iniziando la sua ispezione. “Sei dimagrita Kristen?”
Scossi
la testa ridacchiando, anche se molto probabilmente il suo intuito non
le aveva mentito.
“E allora come mai assomigli a uno stuzzicadenti?”
“Ha-ha. Senti chi parla.”
Ci
voltammo automaticamente quando Rob si schiarì la voce per ottenere un
minimo della nostra attenzione. Liz allargò le pupille e le sue labbra
si piegarono in un ghigno.
“Oh ma ci sei anche tu fratellino!”
Vidi
Rob alzare gli occhi al cielo per poi andare ad abbracciare la sorella.
Inutile dire che adoravo il loro rapporto, mi ricordava molto quello
che avevo io con i miei fratelli.
“Cosa ci fai qui, strega?” le chiese e lei ridacchiò dandogli un piccolo pizzicotto sul sedere.
“Dovevo
controllare delle cose.. " mormorò sul vago, ma quando sentii i suoi
occhi puntati addosso capii immediatamente a cosa si stesse riferendo.
“Ma mi sembrano come dire.. a posto.”
Arrossii senza rendermene
conto dopodiché la trascinai sul divano per farle appoggiare la
borsa enorme contenente quasi al 100% vestiti di alta moda. Ammiravo
Liz per questo, riusciva ad avere un look impeccabile in ogni
situazione, cosa che io non avevo per nulla. Mi vestivo con la prima
cosa che trovavo nell’armadio, e di certo non ero in grado di
distinguere un Oscar de La Renta da un Vera Wang.
“Mi dici che cosa ci fai qui per favore?” chiese Rob sospirando e io cercai di mascherare un sorriso.
“Che
noioso che sei.. sembri nostro padre…” blaterò Lizzie per poi voltarsi
verso la sottoscritta.
“Ma come hai fatto a sopportarlo per così tanto
tempo?”
“Bah.. prima era dotato anche di un grande senso di
umorismo.. con gli anni deve averlo perso..” risposi con naturalezza
quando ad un certo punto vidi Rob alzare gli occhi al cielo per poi
ghignare sommessamente.
“La verità è che un tempo ridevi a tutte
le mie battute.. anche quelle più squallide. Pendevi troppo dalle mie
labbra, principessa..”
Principessa…
Abbassai gli occhi
istintivamente e sentii le mie guance colorarsi di un pudico rossore.
Non pensavo che avesse tirato fuori di nuovo il suo, cioè il mio
soprannome.
“La smettete di punzecchiarvi? Volete o non volete
sapere il motivo del mio arrivo?” disse esasperata Liz mettendo fine ai
miei ricordi.
“E’ mezz’ora che te lo sto chiedendo…”
Sua sorella
sbuffò alzando gli occhi al cielo.
“Io e Sam ci sposiamo il mese
prossimo come sapete, Rob so già che ci sarà ma voglio che ci sia anche
tu Kris.. con Joy. Ci terrei tanto.. Voglio mia nipote al mio
matrimonio..”
Quando calcò la parola “nipote” sentii i miei occhi
farsi leggermente umidi, e senza guardare Rob annuii convinta. Non
volevo incontrare il suo sguardo carico di risentimento .. di nuovo.
Non ce l’avrei fatta.
“Certo che ci saremo.. non mi perdonerei mai se mancassi al tuo matrimonio..”
Le sue braccia mi strinsero immediatamente e io appoggiai il capo sulla sua spalla.
“Oh Grazie.. Kris.. Grazie..”
“Non devi ringraziarmi di niente Liz.. Mi dispiace davvero per quello che ho fatto alla tua famiglia.”
Lizzie si scostò un momento e puntò lo sguardo su Rob.
“Ti dispiacerebbe lasciarci un po’ sole fratellino?”
Rob
spalancò gli occhi perplesso e io risi sotto i baffi. Non gli piaceva
essere tenuto all’oscuro, soprattutto sulle domande che immaginavo
volesse farmi sua sorella.
“Guarda
che non è difficile?! Alzi il tuo culo pesante, prendi la
giacca… esci di casa, e ti vai a fare un giro.”
“Ma lo sai che diventi ogni giorni più simpatica?”
“Me lo hanno già detto.” Rispose Liz sorridendo a trentadue denti.
Quello che sentii dopo fu solo un lamento, uno sbuffo e la porta che si chiudeva.
“Oh
Finalmente quel rompi balle se ne è andato.. allora, raccontami per
filo e per segno quando vi siete rimessi insieme.. dove l’avete fatto
per la prima volta dopo quattro anni e dov..”
“Liz ma sei
impazzita?” La fermai prima che continuasse con particolari decisamente
imbarazzanti. “Non siamo tornati insieme né tantomeno abbiamo fatto
sesso. Lui.. lui non mi ha perdonata..” balbettai con la voce che
tremava appena.
“Posso dirti una cosa?” mormorò con un tono serio, un tono che non le sia addiceva per nulla.
“Siete
dei coglioni, degli emeriti coglioni! Al momento più lui di te, perché
non vuole ammettere a se stesso di averti perdonata.. anzi secondo me
non c’era nulla da perdonare. Hai sbagliato.. tutti sbagliano.. ma non
vuol dire che devi essere punita per sempre. Dio mio.. Rob è sempre
stato così trascendentale.. “
“Non dare la colpa a lui.. è tutta colpa mia se..”
“Tutta
colpa tua? Io non so come siano andate le cose con esattezza.. spesso
ho cercato di far smuovere mio fratello affinchè potesse spiegarmi ma
la sua risposta è sempre stata : “Non sono affari tuoi”. Però sono
convinta che se una coppia si lascia la colpa non è mai tutta di una
persona..”
I miei occhi si riempirono immediatamente di lacrime
amare, lacrime che mi ero ripromessa di non versare mai più, ma in quel
preciso istante sarebbe stato impossibile trattenerle. Mi buttai su di
lei, stringendola forte.
“Shhh… Kris andrà tutto bene. Per i suoi ritmi
da bradipo preistorico siamo già a buon punto.. Sbaglio o ti ha
chiamata principessa?”
Ridacchiai contro la sua pelle profumata.
“Se è per questo ha dormito con noi questa settimana..”
“E
allora vedrai che tra poco non dormirà solo con te.. Purtroppo
ricordo ancora perfettamente i vostri concerti ..”
Concerti?
Capii immediatamente a cosa si stesse riferendo. Durante tutte le
vacanze che avevamo trascorso insieme io e Rob non eravamo mai stati…
così casti, anzi tutt’altro.
“Sentirti urlare –Oh Rob sei un dio-
mi ha sconvolta per l’esistenza. Di quello che fa mio fratello sotto le
coperte non lo voglio sapere.. “
Scoppiai a ridere per poi darle uno
spintone. “Signorina qui è lei che si sposa e abbiamo monopolizzato la
discussione solo su di me.. Sputi il rospo.”
“Speravo me lo chiedessi!”
“Raccontami
tuuuutto per filo e per segno. Possibilmente evita di raccontarmi
quanto ce l’ha lungo Sam.. Non riuscirei più a guardarlo in faccia
senza ricordarmi di questa conversazione..”
“Non credo di averlo misurato.. comunque fai una vent..”
“Liiiiiiz!”
urlai tappandomi le orecchie per poi scoppiare a ridere come una matta.
Quella ragazza mi era mancata terribilmente.
“Che c’è?”
“Allora dove ti ha chiesto di sposarlo?”
“Mm.. sul London Bridge.
Stavamo camminando tra la neve quando ad un certo punto si è
inginocchiato.. Dio, avrei voluto morire, ti giuro.”
“Awww.. è così dolce..”
“Già
lo è.. Sono certa che sia quello giusto. Ormai ci frequentiamo
da anni, e questo è davvero il momento perfetto.”
“Sono contenta per te Liz davvero.. Ti meriti tutta la felicità di questo mondo..”
Mi sorrise teneramente.
“Quindi per quando è previsto il grande giorno?”
“Mmm..
le mie damigelle d’onore dovrebbero arrivare per le otto
venerdì sera a Londra. Dopo di che il traghetto per
l’isola..”
“Aspetta Aspetta.. damigelle d’onore? Isola?”
“Certo”
rispose ridacchiando. “Ho deciso di sposarmi sull’Isola di Wight … c’è
una villa vicino al mare che è meravigliosa.. Certo farà freddo ma è
pur sempre stupenda e il paesaggio è così suggestivo..”
Dio
mio,
adoravo l’isola di Wight, soprattutto perché io e Rob
avevamo trascorso un sacco di tempo. Per quattro capodanni di fila
per
l’esattezza.
“Avrai un matrimonio perfetto Lizzie…”
“Lo
soo! E poi non hai idea di quanti soldi ho speso per il vestito…
e per gli invitati? Arriviamo a settecentododici solo ..”
…
***
Era
passato un giorno da quando Liz era arrivata a Los Angeles. L’avevo
costretta a rimanere a dormire a casa nostra, ovviamente insieme al
fratello che da quando era tornato il pomeriggio precedente non aveva
fatto altro che rispondere con grugniti e sbuffi.
Quella sera lui
e Liz avevano parlato, non so con esattezza quale fosse l’argomento..
anche se forse potevo immaginarlo. Li avevo sentiti discutere ad alta
voce, dopo di che Liz aveva aggiunto un : “Smettila di comportarti da
idiota” e se ne era andata sbattendo i tacchi alti dodici centimetri
sul pavimento.
Non sapevo se essere felice o meno della loro
discussione. Avevo paura che Rob si allontanasse di nuovo da me,
cancellando tutti i miglioramenti avvenuti in quelle ultime due
settimane.
Invece qualcosa in lui era cambiato. Era cambiata
perché in quel momento sentivo la sua mano posata sulla mia. Sentivo le
sue dita tracciare dei cerchi immaginari sulla mia pelle recandomi
piccoli brividi.
Eravamo seduti sul divano, io , Rob, Joy e Lizzie.
Avevamo
deciso di guardare un film, ma da quando Rob aveva appoggiato la mano
sulla mia avevo perso completamente la concentrazione.
Non riuscivo a fare altro che pensare alle sue carezze.. a quanto la sua pelle fosse morbida, perfetta..
Quanto lui fosse perfetto per me.
SI perché lo era.
Lo
amavo, di un amore così sconvolgente da fare quasi male. E sentirlo
lontano, deluso di me per tutto quel tempo non aveva fatto altro che
ferirmi.
Sapevo che ci voleva tempo, ma quanto tempo ci sarebbe
voluto prima di sentire nuovamente la fragranza delle sue labbra sulle
mie? Quanto tempo ci sarebbe voluto prima di potergli dire a voce alta
quello che provavo?
“Mami..Papi.. posso?” abbassai lo sguardo verso
mia figlia che ci guardava con una strana luce negli occhi, e non
appena Rob vide dove voleva mettersi la prese fra le braccia
posizionandola in braccio a noi.
In quel momento sentii la sua
mano cingermi la vita per farmi avvicinare a lui, e ci strinse in un
abbraccio che per poco non mi fece scoppiare a piangere.
“Ehi! Vi siete dimenticati di me!” sbottò sua sorella facendomi ridere.
Liz si mise accanto a Rob appoggiando le gambe sulle sue.
“Le mie donne al completo..”
“Ehi..” si lamentò non appena gli diede un pizzicotto sul braccio.
“Io sono solo di Sam!”
“Mmm non direi mocciosa. Il capo branco sono io qui ..”
“Capo branco?” gli chiesi a bocca spalancata mentre tutte lo fissavamo esterrefatte.
“Esatto..”
“Papi il capo sono io!”
“Non credo proprio brutta viperetta…”
E
non so come, e non so perché ma mi ritrovai un cuscino in testa e le
mani di Rob sui fianchi che cercavano di farmi il solletico. Liz invece
cercava di tirargli i capelli mentre Joy gli mordeva la spalla con i
suoi già… pochi dentini.
“Chi
è il capo ora?” gli chiese Lizzie non appena io riuscii a
liberarmi della sua stretta, e lui fu travolto da noi tre.
“Okay..” mugolò fra una risa e l’altra. “Okay… mi .. arrendo”
“Mai mettersi contro le donne Pattinson.. ricordatelo!”
“Ehi, e le donne Stewart dove le metti?” mi lamentai incrociando le braccia al petto, facendo la finta offesa.
“Ma se questo zuccone ha sempre amato chiamarti signorina Pattinson…. Ormai lo sei a tutti gli effetti!”
Non feci in tempo ad arrossire che Liz si era già beccata un cuscino in pieno viso dal fratello minore.
***
“Zia
ma non puoi stare ancora un po’ qui con noi?” La
pregò Joy,sbattendo su e giù le ciglia ad una
velocità impressionante.
Liz
ridacchiò accarezzandole la guancia. “Amore.. tra nemmeno trenta giorni
saremo insieme, e tu avrai il vestito più bello dell’intero universo.”
Joy si illuminò. “Dici davvero?”
“Si che dico davvero.. ora vieni qui a farti abbracciare!”
Non
se lo fece ripetere due volte e corse fra le braccia della sua zia
“preferita” abbracciandola stretta a se. Mi sentivo quasi in imbarazzo
a fissarle, come se in quel momento io non centrassi niente e anche Rob
se ne accorse perché sussurrò: “Che ne dici se andiamo a prenderci
qualcosa lì?”
Indicò il bar dell’aeroporto e io annuii sorridendo.
“Andiamo a prendere un caffè.”
Spiegò
a sua sorella per poi afferrare la mia mano fra la sua facendomi quasi
balzare fuori dal petto il cuore. Possibile che ogni volta che le
nostre mani si incontravano sentissi una irrefrenabile voglia di
abbracciarlo?
Sospirai avvicinandomi al bancone per poi scogliere la stretta delle nostre dita.
“Due espressi per favore.”
Alzai
un sopracciglio. “Scusa ma chi ti dice che io non volessi un
cappuccino corretto al rum o un milkshake ai frutti esotici?”
“Dobbiamo fare tutte le volte questa storia?”
“Non è colpa mia se sei un maleducato!”
Sospirò passandosi una mano fra i capelli. “Possibile che devi complicare sempre tutto?”
“Io non complico niente.. e comunque..”
“Comunque?”
“Comunque
ci hai preso,grazie.. volevo proprio quello!” aggiunsi prima di portare
alla bocca la tazzina mascherando il mio sorriso.
“Sei proprio una.. “
“Persona
estremamente affascinante, simpatica e con senso dell’umorismo..
cosa che tu mio caro ragazzo hai perso con gli anni?”
“Stavo
per dire … incredibile. E comunque io avrò perso il mio senso
dell’umorismo, ma tu mia cara ragazza..” disse citando le mie stesse
parole. “Hai messo su un po’ di rughe..”
Spalancai gli occhi iniziando a tastare il mio viso con le dita.
Stava scherzando, vero?!?
Avevo ventotto anni, non potevo avere delle rughe!
“E se.. se guardi attentamente qui c’è qualche capello bianco..”
Io.. io avevo bisogno di uno specchio.
Lo trucidai con uno sguardo per poi allontanarmi alla destra del locale diretta al bagno delle ragazze.
Un qualcosa però mi trattenne per il polso.
“Devo andare in bagno.” Ringhiai riducendo gli occhi a due fessure.
“A controllare se hai le rughe e i capelli bianchi?”
“No, l’espresso ha riempito la vescica .. se permetti dovrei andare a svuotarla!”
“E dai Kris.. scherzavo.”
E mi ritrovai schiacciata contro il suo petto, le sue braccia intorno alla mia vita, e il suo mento sopra i miei capelli.
“Ti odio..” mugolai con il respiro ancora rotto dalla sorpresa.
“Guarda
che le rughe ce le hanno tutti, e anche i capelli bianchi. E’ un
dato di fatto che le donne invecchiano prima de..”
Non fece in tempo a finire la frase perché si beccò un pugno nello stomaco.
“Sei uno stronzo!”
“Non è vero…” aggiunse ghignando. “Non è vero.. Principessa.”
Sorrisi fra me mentre un velo di emozione traspariva dai miei occhi, come tutte le volte in cui mi aveva chiamata in quel modo.
Tornammo da Joy e Liz che stavano leggendo, o meglio Lizzie leggeva a mia figlia un articolo su People Magazine.
“Il mio aereo parte fra dieci minuti.. si può sapere dove siete finiti?”
“A bere il caffè!”
“Fingerò
di crederci. Soprattutto perché c’è un minore e non ho voglia di farmi
tornare in mente la frase “Rob sei un dio del s..”
“Liiiiiiiiiiiiz!”
Urlammo prima che continuasse, ma soprattutto prima che Joy potesse capire.
“Papi sei un dio di che cosa?”
OH-OH troppo tardi.
Vidi Rob arrossire violentemente mentre Liz ridacchiava sotto i baffi.
“Ecco io.. “
Ti prego fatti venire in mente qualcosa di intelligente, te ne prego Rob.
“Un dio del solletico.. si un dio del solletico.”
Joy corrugò le sopracciglia per poi fare spallucce. “Se lo dici tu ..”
Rimanemmo un po’ in silenzio, fino a quando il volo di Liz non fu annunciato all’altoparlante.
“Ci vediamo tra un mese esatto..”
“Non vedo l’ora sorellina.” Rispose Rob abbracciandola a sua volta.
“Nemmeno io fratellino, ma vedi di fare il bravo.. altrimenti.. la castrazione è sempre accetta.”
“Ehi! Le mie palle non si toccano!”
“Uh ste palle sono proprio un chiodo fisso..”
Tappai le orecchie a Joy, la quale si lamentò fissandomi con uno sguardo truce.
“Puoi toglierle le mani Kris, ho finito di fare commenti inopportuni.”
“Grazie tante Lizzie..” risposi attirandola stretta a me.
“Vedrai
che tra nemmeno un mese le cose si sistemeranno.” Mi
sussurrò all’orecchio facendomi sorridere.
“Lo spero tanto Liz. Ti voglio bene.”
“Ti voglio bene anche io..”
Diede un ultimo bacio a suo fratello e a Joy per poi sorridere nella nostra direzione e mostrare i documenti alla hostess.
Ci
salutò un ultima volta con un gesto della mano dopodiché
si disperse tra la gente che doveva salire sull’aereo.
“Mi mancherà tanto la zia..”
“Anche a me amore..” risposi sorridendole.
“Che ne dite di andare a prendere un bel gelato?”
Alzai gli occhi al cielo. “Possibile che hai sempre fame tu?”
“Senti
sono un uomo, è normale che mangi più di te che pesi se va bene tredici
chili! E poi scommetto che la nanetta qui non vede l’ora.”
“Siiii, gelato, gelato!”
Sorrise sghembo facendomi sospirare.
“D’accordo
ma..”Non riuscii concludere che mi stavano già trascinando
verso l’uscita dell’aeroporto.
_________________________________
Allora? Cosa ne pensate? Personalmente ritengo Lizz fantastica xD
Robert e Kristen si stanno avvicinando sempre di più e qualcosa ci dice che manca poco al loro ricongiungimento *-*
Bene, il prossimo capitolo arriverà il prima possibile, oggi inizio a scriverlo quindi speriamo bene *-*
p.s. Mi raccomando recensite come
sempre. Inutile ribadire che ci dispiace tanto del calo di recensioni
avuto perché non ricevete più lo spoiler, ma siamo
comunque contente che leggiate la nostra storia anche se in silenzio. UN GRAZIE ENORME A TUTTE COLORO CHE CONTINUANO A LASCIARE COMMENTI, CRITICHE E PARERI. Noi vi leggiamo sempre eh!
Vi lascio un spoiler del prossimo capitolo, o meglio una foto
visto che ancora non scrivo nulla, ma le idee ci so no quindi ecco a
voi un'immagine. Dategli voi la giusta interpretazione ;)
Bacio o non bacio? Voi che dite?!
Nusia&Marty
|
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Capitolo 23 *** 23- Make it or break it (Nusia) ***
23
Eccoci
qui u.u non vi abbiamo fatto aspettare tanto questa volta contente? *-*
Il capitolo è appena stato finito, modificato, corretto quindi
prima che venisse domani ho postato. Non voglio anticiparvi nulla
quindi vi lascio al capitolo che è abbastanza lungo.
p.s. più che sul
matrimonio ci siamo focalizzati su Robert e Kristen che sono quelli che
più ci interessano insomma u.u Bacio o non bacio? Scopriamolo xD
GRazie per recensire siete fantastiche e dolcissime *-*
"Resta"
23- Capitolo (Nusia)
Robert pov.
“Siamo
arrivati finalmente!” esclamò mia figlia dopo un enorme
sbuffo. Viaggiare in aereo la stressava, non era una bambina da stare
ferma in un solo posto per tutto quel tempo, senza potersi muovere,
alzare, perciò per tutto il tragitto non aveva fatto altro che
lamentarsi.
“Sei
davvero impossibile Joy, dico davvero sai? Non ho mai visto nessuna
bambina lamentarsi come te” ribatté Kristen esasperata.
C’era d’aspettarselo. A differenza della figlia lei amava
viaggiare in aereo ma i fusi orari la disorientavano facendola
diventare un po’ nervosetta.
“Ma io voglio vedere i nonni” si giustificò facendo gli occhi da cucciola.
Era
davvero esilarante vedere le donne più importanti della mia vita
battibeccare. Non osavo immaginare cosa sarebbe successo quando Joy
sarebbe diventata un’adolescente con la risposta sempre pronta.
Avrebbero sicuramente discusso ogni giorno, questo era certo ed io? Io
mi sarei ritrovato tra due fuochi senza sapere bene a chi dar ragione,
ma una cosa era certa: per quanto riguardava l’argomento ragazzi,
Kristen avrebbe sempre avuto il mio sostegno. Si, Joy sarebbe rimasta
sempre la mia bambina e nessuno avrebbe mai dovuto spezzarle il cuore.
“Tu
cosa ne pensi papà?” mi risvegliai dal mio sogno ad occhi
aperti quando Joy mi afferrò la mano scuotendomela.
“Eh? Io… penso di essermi perso qualcosa” vidi Kristen alzare gli occhi al cielo e ridacchiare.
“Come
tuo solito Spunk” mi beffeggiò “stavo decidendo,
visto che è ora di pranzo, se fermarci a mangiare ad un
ristorante o andare direttamente dai tuoi. A che ora ci aspettano
loro?”
“Oh…
a dire il vero non ne ho idea, insomma ho detto a mia madre che saremmo
arrivati oggi ma non con quale volo”
“quindi cosa facciamo?”
“chiamiamo
un taxi, vi porto io a pranzo in un ristorante di lusso. Vi va?”
Kris scoppiò subito a ridere, sapeva benissimo che non era un
tipo da ristoranti importanti, il cibo li era sempre dato in porzioni
ridotte e costavano un occhio della testa, non che i soldi fossero un
problema ovvio, ma il mio stomaco aveva bisogno di una quantità
enorme di cibo e se non lo avessi accontentato, molto probabilmente, si
sarebbe offeso.
“Noooooo che schifo papà”
“amore
tranquilla il ristorante di lusso di tuo padre può essere solo
uno” Joy reclinò la testa curiosa.
“McDonald’s” dicemmo all’ unisono.
______
Dopo il
pranzo a base di Big Mac e patatine fritte, eravamo andati a
comprare un gelato enorme nel parco. Era bello passare un po’ di
tempo con loro, specie se si respirava un’aria serena e piena
d’amore. Per quanto mi costava ammetterlo, stavo iniziando a
perdonare Kristen o forse, cosa molto probabile, l’avevo
già perdonata nel momento in cui mi aveva portato su quella
soffitta. Era inutile continuare a fingere, l’amore che provavo
per lei era troppo forte per starle lontano e dio solo sa quanto ero
stato male quell’intero mese nel vederla in quello stato. Avevano
ragione tutti: Dakota, Asheley, Kellan, Lizzie. Non potevo vivere senza
di lei.
“Oggi
sei fin troppo pensieroso signor Pattinson, cosa c‘è che
non va?” chiese Kristen sventolandomi una mano davanti agli occhi.
“tutto bene. Io…sto benissimo”
“bene,
allora bussiamo o vuoi rimanere ancora qui fuori al freddo?”
ridacchiai suonando il campanello della casa dei miei.
“NONNAAAAAAA”
urlò Joy buttandosi tra le braccia di mia madre che, grazie al
cielo, l’afferrò al volo.
“Oh finalmente siete arrivati! Piccola mia quanto mi sei mancata”
“anche tu. Nonno? Zia?”
“sono
dentro corri a salutarli. Voi due, cosa ci fate ancora sulla porta?
Entrate e tu signorina” disse indicando Kristen “vieni qui
ed abbracciami muoviti” le ordinò sorridendo e Kristen,
che dapprima sembrava un pezzo di ghiaccio, sembrò sciogliersi.
“Ah
mannaggia a voi due, l‘ho sempre detto che eravate due teste
calde” borbottò mamma stringendola a se.
“Allora, dov‘è la futura sposa?” chiesi sorridendo.
______
“Allora
come si sente il fratello della sposa?” chiese Kristen voltandosi
verso di me. Eravamo distesi sul letto dei miei parlando delle cose
più futile mentre Joy rideva come una matta con la mia
famiglia in salone. Da quando eravamo arrivati a Londra non ha fatto
altro che andare in giro con le zie tutto il pomeriggio.
“a dire il vero stento ancora a credere che Lizzie si sposi”
“si,
in effetti è un po’ assurdo. Non avevo mai pensato a lei
sposata sai? Ma si sa, l‘amore cambia le persone”
“Già,
ma sai lei è…Lizzie” farfugliai come se bastasse
dire ciò per far intendere il mio pensiero. Era stato davvero un
colpo per me sapere che si sarebbe sposata, certo un buon colpo, ma pur
sempre inaspettato e destabilizzante. Insomma Lizzie era sempre stata
una tipa indipendente fin da bambina non faceva altro che ripetere
“Matrimonio? Ma scherzi, io?” e invece era successo.
“si, ti capisco”
“quando
partiamo per l‘isola Wight?” chiesi dopo qualche minuto di
silenzio. Era bello sentire che le cose stavano tornando come prima, mi
erano mancati i nostri silenzi, il nostro far nulla. Io e Kristen
adoravamo stare distesi su letto ad osservare il soffitto senza dire
una parola. Erano silenzi piacevoli i nostri, quelli che esprimevano
mille emozioni, senza il bisogno di usare stupide parole per esporle.
“domani mattina”
“non ho ben capito quanti invitati ci saranno” ridacchiò scuotendo la testa.
“tua
sorella ha fatto le cose in grande. Ci saranno circa settecento e passa
invitati” mi misi a sedere di scatto e la guardai sbalordito.
“scherzi vero?”
“mai stata così seria. Te l‘ho detto, ha fatto le cose in grande”
“mio
dio, Neanche il Principe d‘Inghilterra ha invitato tutte queste
persone” Kris rise ancora una volta per poi sedersi anche lei a
gambe incrociate.
“settecento
e passa invitati” sussurrai sconvolto. Mia sorella era del tutto
pazza “partiranno tutti domani mattina con noi?”
“ma
no idiota! Domani mattina presto partiremo solo noi, i tuoi, i genitori
di Sam e gli amici più cari e ci prepareremo nella villa stessa.
Il resto degli invitati prenderanno un traghetto, che Lizzie ha
prenotato e arriveranno alla villa solo qualche ora prima della
cerimonia” mi spiegò lei sotto il mio sguardo sconvolto.
“ha pensato davvero a tutto”
“già ed anche al mio abito da damigella purtroppo” borbottò e questa volta fui io a ridere.
“e
dai, non potevi mica presentarti in Jeans e Maglietta, sai che non te
l‘avrebbe permesso. È tanto brutto il vestito?”
“a
dire il vero è stupendo, insomma mi sta bene, ma tu sai che sono
a disagio in questi abiti” si lagnò mettendo il broncio.
L’attirai a me e l’abbracciai forte.
“sarai bellissima” sussurrai al suo orecchio e lei annuì.
Quella notte dormimmo nello stesso letto, i miei non avevano due camere a disposizione e Joy volle dormire a casa di Victoria.
Fu
davvero una delle sere più difficili della mia vita. Come suo
solito Kristen non fece altro che muoversi tant’è
vero che ad un certo punto me la ritrovai sdraiata sul mio petto con le
gambe intrecciate alle mie. Era una sensazione piacevole quella, non mi
sentivo così bene e… eccitato da tanto, troppo tempo.
È stato davvero difficile convincermi di tenere le mani apposto
e dormire. Oltretutto il suo abbigliamento non aiutava. Seppur facesse
freddo Kristen indossava una misera culottes e una canottiera, aveva
sempre detto che preferiva dormire con meno cose possibili addosso e
coprirsi con un lenzuolo e difatti così aveva fatto anche quella
volta. Reggiseno? Beh Kristen non conosceva quella parola o la riteneva
una parolaccia non so, però lo indossava raramente, solo quando
era costretta a farlo insomma. Diceva che era scomodo, specie la notte
e così tutte le volte che dormivamo insieme, da sempre, quello
che doveva respirare profondamente per non pensare al suo seno scoperto
schiacciato al mio petto era il sottoscritto. Era una dolce e dura
tortura quella.
La
mattina dopo mi svegliai per primo e fui costretto a correre in bagno,
evidentemente il mio amico li sotto non era d’accordo con me e
proprio non voleva saperne di starsene al suo posto. Una volta che mi
fui calmato feci un salto fuori per vedere come procedeva il tutto poi
tornai a letto e la osservai dormire fin quando non aprì gli
occhi. Avevo dimenticato quanto fosse bella appena sveglia!
________
Ed eccoci
arrivati nell’ Isola che da sempre porto nel cuore. Quanti
ricordi, quante emozioni racchiudeva questo posto così magico.
Io e Kristen avevamo trascorso dei momenti fantastici in quel luogo,
avevamo fatto progetti li, sognato di ritornarci un giorno insieme ai
nostri figli un giorno.
“Quando
avremo dei bambini li porteremo su quest‘isola Rob. Voglio che
sappiano quanto sia speciale per noi e che se ne innamorino anche
loro”
“Oh, ce li porteremo Kristen. Te lo prometto”
Ed era
successo davvero, il nostro sogno si era realizzato. Ora Joy si
ammirava estasiata il paesaggio del nostro rifugio personale.
“Ti
piace piccolina?” chiesi mentre mi avviavo alla villa con lei
sulle spalle. Avevamo deciso di andare a piedi, infondo non era troppo
lontano dal porto.
“E‘ stupendaaaaaaa!” esclamò felice agitandosi addosso a me.
“Ehiiiii così mi fai cadere” sghignazzai.
“si
amore, sta ferma che il tuo papà non ha mai avuto un buon
equilibrio” mi derise Kristen facendole l’occhiolino.
“sono diventato piuttosto atletico in questi anni Principessa” ribattei indignato.
“Si
Kristen, dice sul serio. Tanto atletico che l‘anno scorso
l‘ho portato a correre con me e non ha fatto più di 200
metri” si intromise Lizzie facendo scoppiare a ridere tutti.
“Beh allora è migliorato. Con me non ne faceva più di 50”
“io sono ancora qui” borbottai prima che Kristen mi buttasse le braccia al collo facendomi traballare.
“sai che scherziamo”sussurrò per poi ridacchiare.
“papà la mamma ha ragione però. Mi stavi facendo cadere! Fammi scendere dalle spalle, ho paura”
“ehi tesoro, non tradirmi anche tu ti prego” farfugliai facendola sospirare.
“eh va bene ma stai attento” mi ammonì seria. Tutta sua madre!
Quando arrivammo alla villa rimanemmo tutti senza parole: era magnifica!
“Santo cielo Lizz è…stupenda!” esclamò Kristen togliendomi le parole da bocca.
“vero? Me ne sono innamorata appena l‘ho vista.”
Se fuori era bella dentro era anche meglio e poi era immensa!
“Bene
ora vi dico le stanze dove prepararvi: mamma e papà nella camera
al prima piano, victoria e…” continuò per qualche
minuto fino ad arrivare a noi “e Kristen, Robert e Joy
nell‘ultima stanza alla fine del corridoio” disse
accennando ad un sorriso. Mia figlia mi tirò per la gamba
costringendomi a guardala.
“dimmi piccolina”
“posso
prepararmi nella camera con zia Victoria? Voglio stare con il mio
cuginetto” disse facendo gli occhioni dolci prima al sottoscritto
e poi alla madre. Io e Kristen ci guardammo per qualche istante e poi
acconsentimmo. Infondo cosa poteva mai succedere? Dovevamo
semplicemente stare da soli per un pò. Ingoiai il nulla, mentre
le mani presero a sudare. Forse non era stata una buona idea!
Quando
entrammo in camera mi buttai a peso morto sul divano, la sera prima non
avevo dormito per nulla e questo non era un bene in un giorno
importante come quello. Kristen mi seguì a ruota facendo un
grande sbadiglio.
“Dio che sonno”
“dormi
un po’ tanto è presto. Il matrimonio non inizierà
prima delle sei di questa sera e sono solo le 11 del mattino”
“mmh… devo fare tante cose: tipo prepararmi” borbottò.
“shhh dormi” soffiai nel suo orecchio e lei si accucciò meglio sul letto.
“magari
solo un’ oretta” cinque minuti dopo era già tra le
braccia di Morfeo. Le baciai la fronte e una volta coperta con un
lenzuolo uscii dalla stanza facendola dormire in pace. Non so se avrei
resistito alla tentazione di baciarla. Bazzicai un po’ in giro,
chiedendo a papà come si sarebbe svolta la cerimonia e
parlottando del più e del meno con il promesso sposo. Era
agitato, glielo si leggeva negli occhi ed io non potevo che
confortarlo. Poverino, non sapevo cosa gli aspettava stando 24 ore su
24 con mia sorella. Non lo invidiavo per nulla!
“papà dov‘è la mamma?”chiese la Joy quando andai a vedere dove si fosse cacciata.
“sta dormendo amore, ora vado a svegliarla che deve prepararsi anche lei. Tu cosa fai?”
“la
nonna ora mi fa il bagnetto e poi zia Victoria ha detto che viene un
signore a farmi i capelli” mi spiegò sotto lo sguardo
felice di mia madre.
“brava
tesoro allora ci vediamo dopo. Un bacio a papà?” mi
schioccò un bel bacio sulla guancia e poi corse in bagno a
prepararsi.
Tornato in camera mi avvicinai a Kristen scuotendola leggermente.
“Ehi dormigliona svegliati. Principessa?” strinse forte gli occhi per poi aprirli poco dopo regalandomi un sorriso.
“Ehi! Che ore sono?”
“le
3 e mezza del pomeriggio” dissi controllando l’orologio.
Cavolo se aveva dormito! Si mise a sedere di colpo toccandosi i capelli.
“Merda!”
“cosa c‘è?”
“è
tardissimo. Devo farmi una doccia, asciugarmi i capelli, truccarmi e
aiutare Lizzie. Alle 11 si sposa non ce la farò mai”
“Ehi
calmati hai tutto il tempo. Mia sorella si è svegliata anche lei
poco fa. Il parrucchiere e il truccatore non arriveranno prima di
un‘ ora. Hai tutto il tempo per preparare il vestito e farti una
doccia” dissi bloccando la sua crisi di panico.
“ok…si posso farcela. Chi pensa a Joy?”
“se ne sta già occupando la mamma. Sta facendo il bagno in questo momento.”
Kristen sospirò per poi sorridere e baciarmi una guancia.
“allora
vado a farmi la doccia. Tu l‘hai già fatta?” negai
con i capo. Avrei voluto proporle di farla insieme ma alla fine non lo
feci.
“io faccio subito e poi non devo andare a bloccare nessuna crisi isterica della sposa” ridacchiammo insieme.
“è nervosa?”
“più del solito” risposi.
“è normale essere agitati il giorno del proprio matrimonio” dissi ed io mi incupii all’istante.
“anche tu lo eri? Agitata dico” chinò il capo torturandosi le mano.
“per
motivi diversi dai suoi” ammise per poi guardarmi dritto negli
occhi “sai quando non sposi l‘uomo più importante
della tua vita è difficile mantenere la calma” aggiunse
alzandosi dal letto “vado a fare la doccia.”
Mi alzai dal letto afferrandola per un braccio e facendola scontrare con il mio petto.
“e
allora perché l‘hai sposato?” chiesi a pochi
centimetri dal suo volto e senza mai interrompere il contatto visivo.
“perché
ormai avevo perso tutto… avevo perso te. Mi sono detta che se
proprio avrei dovuto sposare qualcuno che non fossi tu allora quello
sarebbe stato il mio migliore amico”
“stavo…stavo venendo da te quel giorno” sussurrai avvicinandomi alla finestra.
“cosa?” era stupita.
“stavo
venendo a fermarti. Sono arrivato fin fuori la villa dove ti sei
sposata, volevo scendere e dirti di non farlo, che ero io quello giusto
per te non lui” ammisi ricordando perfettamente quel giorno.
“perché non l‘hai fatto? Perché non mi hai fermato?” chiese avvicinandosi.
“ho
pensato a Joy, pensavo fosse figlia di Steve e lei non c‘entrava
nulla con noi, doveva vivere con il padre e poi… ero convinto
che tu lo amassi” feci qualche passo verso di lei e ci ritrovammo
nuovamente uno di fronte all’altro. Pochi centimetri di nuovo a
dividerci: 10 forse.
“si…si sarebbe sistemato tutto subito” farfugliò.
“mi
sentivo tradito. Feci inversione prima che tu arrivassi, non volevo
rischiare di vederti in abito da sposa e tornai a casa, preparai le
valige e tornai a Londra” sorrisi amaramente “Lizzie ha
ragione, sono un vero coglione!”
“non è colpa tua. Ho sempre sbagliato io, in tutto” presi il suo viso tra le mani, era ora dei chiarimenti.
“mi
dispiace averti trattato male nell’ ultimo mese ma ero deluso,
era un qualcosa che non mi aspettavo e ho esagerato. Ho dato tutta la
colpa a te ma non è così Kristen. È stata colpa di
entrambi, avremmo potuto risolvere tutto il giorno stesso della nostra
sfuriata”
“non dovevo tenerti nascosto che avevi una figlia”
“no,
non avresti dovuto ma poi hai avuto il coraggio di dirmi la
verità e mi stai aiutando a recuperare il tempo perso. Non ce
l‘ho più con te Kristen” confessai poggiando la mia
fronte alla sua “mi ero convinto di odiarti ma mi rendo conto che
non l‘ho mai fatto. Non ci riesco è più forte di me
perciò…” feci un lungo respiro avvicinandomi ancora
di più alle sue labbra. Lei chiuse gli occhi. “…ti
perdono Kristen. Tengo troppo a te per perderti ancora” mi
guardò negli occhi e prima di annullare la poca distanza che ci
divideva le sorrisi.
“ti
perdono” ripetei poggiando le mie labbra alle sue. Fu un bacio
dolce, in quel momento nessuno dei due voleva altro. Ci bastava baciarci,
toccarci i capelli, riprendere confidenza con i volti altrui. Era una
sorta di bentornato a casa e mai come in quel momento mi sentii
completo. Avevo tutto: una famiglia che amavo, una carriera che andava
alla grande, una figlia che era tutto per me e Kristen: la donna
più importante della mia vita.
Mentre il
bacio si faceva sempre più intenso e quel momento diveniva
sempre più perfetto qualcuno aprì la porta della stanza
di scatto.
“mamma,
papà come st… ops!” ci staccammo di colpo, come
scottati e ci voltammo a guardare nostra figlia e mia mamma ferme sulla
porta, entrambe con un sorriso sulle labbra.
“scusate
non volevamo…disturbare” disse mia madre “Joy voleva
farvi vedere il suo vestitino” distolsi lo sguardo imbarazzato
mentre Kristen si schiarì la voce avvicinandosi a lei.
“ma sei bellissima tesoro, fatti un po’ vedere?” la bambina fece una giravolta ed io le sorrisi.
“sei splendida amore”
La mamma la prese per mano accarezzandole i capelli.
“andiamo via tesoro, penso che i tuoi genitori debbano preparasi”
Joy annuì e pochi istanti dopo uscirono dalla stanza.
Ne io ne Kristen sapevamo bene cosa dire, era una situazione imbarazzante o almeno lo era per noi.
“vado…vado a farmi la doccia” balbettò
“ehm…si. Si, vai”
______________
Erano due
ore esatte che noi maschietti ce ne stavano in giardino a chiacchierare
mentre le nostre consorti si preparavano di sopra e bloccavano le crisi
di panico di mia sorella.
Lizzie
all’improvviso, mentre il parrucchiere le faceva i capelli, aveva
avuta una crisi isterica in piena regola. Si era chiusa in bagno e
aveva detto a Kristen di avvertire tutti che il matrimonio non ci
sarebbe stato. Aveva paura. Ci erano voluti 20 minuti e passa per
convincerla ad uscire di li. Grazie al cielo era tutto risolto e,
questione di minuti, la cerimonia avrebbe avuto inizio.
Ero emozionato! Insomma quel giorno erano successe troppe cose:
Mi
sorella si sarebbe sposata tra breve; Avevo chiarito con Kristen e
l’avevo baciata. Beh si, non erano poi successe così tante
cose ma per me erano talmente importanti e scombussolanti che
sembravano innumerevoli.
Improvvisamente mi ritrovai una piccola peste stretta alla gamba. Era stupenda nel suo abitino da damigella.
“amore mio cosa ci fai qui?”
“la
nonna mi ha detto di scendere e di prendere il cestino con i
petali” mi spiegò lei nello stesso momento in cui mio
padre mi sussurrò all’orecchio di prendere posto. La
cerimonia stava iniziando.
Guidai
Joy al centro del giardino ricordandole che doveva camminare lentamente
e spargere i fiori per terra e lei gonfiando le guance mi guardò
male.
“Ho
capito non me lo dite più” ridacchiai accarezzandole i
capelli e avvicinandomi all’altare. Una volta che tutti gli
invitati furono seduti, mia madre fece segno di far partire la
marcia nuziale e pochi istanti dopo la mia bambina iniziò a
saltellare per il corridoio spargendo petali e sorridendo a chiunque.
Amava essere al centro dell’attenzione e avvolte mi chiedevo di
chi avesse preso.
Quando
Joy arrivò all’altare Sam gli baciò una guancia e
lei corse vicino a me stringendomi forte. A quel punto fece il suo
ingresso mia sorella Victoria seguita a ruota da un’amica di
Lizzie.
“papà,
dov‘è la mamma?” e come se l’avesse
annunciata, Kristen inizio a percorrere quel tratto di giardino
guardando dritta di fronte a se. Era imbarazzata! L’osservai per
bene e mi si mozzò il fiato. Era incantevole nel suo lungo abito
color del cielo stellato. Era perfetto per lei o forse era Kristen ad
esserlo.
“Oh hai visto com‘è bella?”
“già
piccolina, davvero meravigliosa” sussurrai incrociando il suo
sguardo. L’amavo come fosse il primo giorno e volevo che lo
sapesse. Volevo che sapesse che ero ancora totalmente ed
incondizionatamente innamorato di lei e che lo sarei stato per sempre.
Tuttavia c’era ancora qualcosa che mi bloccava dal dirglielo in
quell’esatto istante. Non sapevo identificare bene cosa fosse,
forse avevo semplicemente paura che dopo si sarebbe distrutto di
nuovamente tutto.
“papà…papà?
Guarda la zia, guarda la zia” scossi la testa disorientato e
grazie a mia figlia tornai la realtà giusto in tempo per veder
Lizzie varcare l’arco di fiori e sorridere a Sam. Quella sembrava
essere davvero una serata piena di sorprese e la consapevolezza di
sapere che sarebbe durata ancora un po’ mi fece aprire in un
enorme sorriso.
“sei bellissimo” farfugliò Kristen al mio orecchio prendendo posto al mio fianco.
“tu sei meravigliosa” ribattei stringendo la sua mano nella mia.
_____________________________________
eheh non siamo state cattive
questa volta visto? Pensavate che il bacio non ci sarebbe stato e
invece c'è stato eccomeeeeeeeee.... curiose di sapere cosa
succederà dopo questo avvicinamento?
Spsero che il capitolo vi siamo piaciuto, è stato bello scriverlo ma allo stesso tempo difficile. Incrociamo le dita *-*
p.s. Questo è il vestito di Kristen, è rosso ma non lo abbiamo fatto diventare Blu <3
Nusia&Marty
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Capitolo 24 *** 24- Resta, non andare via. (Marty) ***
24
Buon Sabato a tutte ragazze,
eccoci con il nuovo - ed aggiungerei decisivo - capitolo.
Non mi va di anticiparvi nulla, vi dico solo che è fantastico, Marty
ha fatto davvero un ottimo lavoro *-* e poi... poi vi dico di
cominciare a fare il conto alla rovescia, ormai siamo quasi alla fine.
Grazie a chi ha recensito, letto, aggiunto tra i preferiti, seguiti o altro, la storia *-* Siamo contentissime di questo.
Buona lettura ci leggiamo di sotto.
p.s. Vi
posto il link della canzone che ci ha ispirato la storia. Questo
è davvero il capitolo adatto per farvela ascoltare *-*
"Resta"
24-Capitolo (Marty)
KRISTEN POV.
Resta
Osservavo mia figlia fare le giravolte in mezzo alla pista da
ballo. Il suo volto era dipinto da un sorriso a trentadue denti che non
dava segno di dissolversi, mentre gli occhi.. Gli occhi erano
leggermente lucidi e brillavano di luce propria. Non l’avevo mai
vista così felice, e se
dovevo essere sincera neanche io lo ero mai stata così
tanto. Sentivo il cuore nel petto pompare forte e il mio sguardo
era sempre incatenato a quello di Rob. Ci guardavamo, ci sorridevamo, e
a volte, troppo poco per i miei gusti, ci sfioravamo. Tutto era
così perfetto, e dentro di me riuscivo a scorgere
anche un leggero senso di inquietudine. Si.. perché niente sarebbe mai stato così bello, così dannatamente al posto giusto.
Mi alzai dal tavolo e raggiunsi Joy, prendendola per mano.
Iniziammo a volteggiare insieme a ritmo di musica, circondate dai
nostri amici e dai nostri parenti. Andai alla ricerca con lo
sguardo di suo papà, ma a quanto pare era uscito dalla sala dove
si stava svolgendo la festa.
“Mamma dov’è il papi?”
Vorrei tanto saperlo anche io dove diavolo è andato.Dissi
tra me, ma mi limitai ad accarezzarle i capelli e a scuotere la testa.
“Non lo so Joy.”
“Potresti andallo a chiamare perfavore? Voglio fargli vedere un passo di danza!”
Le sorrisi teneramente. “E a me non lo fai vedere?
Bene, ora è tutta cocca del papà questa bimba
capricciosa!”
Mi voltai le spalle incrociando le braccia sotto il petto, fingendomi imbronciata.
“Mami se lo andi.. vai… a chiamare te lo faccio vedere anche a te.”
“Come sei gentile.. “ Mi fulminò. “Ok,
ok, lo vado a chiamare.”Alzai le mani in segno di resa e uscii
dalla sala. Dopo aver sceso la scalinata dell’hotel e
raggiunta la hall mi guardai intorno alla ricerca di un uomo con la
sigaretta alla bocca e un caffè in mano. Ma quello che
trovai fu un po’ diverso.
E’ vero trovai un uomo, ma non era solo. Il suo viso mi era
celato da una donna dai capelli biondi, con le braccia conserte e di
fronte a lui. Trattenni il fiato e mi nascosi dietro la pianta
cercando il più possibile di non farmi vedere. Il battito
del mio cuore si era fermato, così come il respiro. Solo gli
occhi erano spalancati e cercavano il più possibile di
identificare quella donna.
“Quindi i mesi che hai passato a scoparmi non significano
più niente per te?” Sbottò la bionda puntando un
dito contro al mioRob. Ma dopotutto, era ancora mio?
“Megan.” Che nome da troia, pensai cercando di mozzarmi la
lingua con i denti. “Io non so davvero cosa dirti..”
“Io ti amo Robert, e so che anche tu mi ami, altrimenti perché adesso mi saresti venuta a cercare?”
Lui era andato a cercare lei? Non riuscivo a credere a ciò che
stavo sentendo. Le mie gambe erano diventate improvvisamente molli e
gli occhi, quelli si stavano riempendo di un piccolo strato di lacrime.
“Tu hai bevuto troppo.. tornatene a casa Megan.”
“A casa?” Gli si scagliò contro e non volli vedere
più nulla. Mi girai con una lacrima di delusione che percorreva
lentamente la mia guancia. Mi ero fatta troppe illusioni. Troppe
illusioni del cazzo.
Davvero ero stata così ingenua da pensare che lui durante tutto quel tempo si fosse comportato da Santo?
Tornai di sopra con il cuore in gola e le ginocchia che non la finivano
di tremare. Mi avvicinai al tavolo dove ero seduta prima e
fortunatamente Joy non mi venne a chiedere nulla su dove si trovasse il
padre.
Stava ballando sui piedi di suo nonno, e rideva.. La sua risata, grassa
e dolce riempiva la sala enorme e tutti dal primo all’ultimo
invitato si erano fermati a parlare con lei, incantati dalla sua
gioia e entusiasmo.
Allungai la mano e avvicinai lentamente il bicchiere di vino alle mie
labbra, mentre le parole di quella donna tornavano nella mia mente e
come coltelli affilati affondavano nella carne.
“So che tu mi ami…”
E il bacio che ci eravamo scambiati poche ore prima cosa aveva
significato? Come poteva portarsi a letto un’altra quando
trascorreva più della metà del suo tempo con me e
Joy?
Gelosia..Rabbia.. Delusione.
Come potevo essere così stupida? Dio,quanto avrei voluto tornare indietro e non ricambiare quel maledetto bacio!
“Ehi.” Mi voltai rapidamente e incrociai il suo sguardo.
Era seduto accanto a me e cercò di posare una mano sulla mia
spalla. Mi ritrassi all’istante e cercai di alzarmi. Non potevo
reggere,non potevo stare accanto a lui un secondo di più
senza scattare.
“Kris.. principessa.”
Mi si bloccò il respiro.
“No niente Kris. Niente principessa. Lasciami passare per favore!” sbottai.
“Ehi ma che ti prende?!” Un’altra volta il suo
braccio sfiorò il mio, e dei piccoli brividi percorsero la mia
pelle.
“Ti ho detto di non toccarmi!” Ora la mia voce assomigliò di più ad un ringhio.
Si alzò dirigendosi verso sua figlia e la prese fra le braccia
iniziando a ballare, e io.. io rimasi a fissarli lottando contro le
lacrime che cercavano in ogni modo di fuoriuscire.
**
Rimasi immobile mentre tutti gli invitati uscivano dalla grande sala
dove si era tenuta la festa. Era mezzanotte passata ormai, Liz e Sam si
erano rifugiati nella loro suite per fare i bagagli. Le coste delle
Canarie li attendevano per il viaggio di nozze.
Joy era profondamente addormentata in braccio a me, un dito in bocca e
le guance arrossate a causa dei troppi balli scatenati che aveva fatto
con metà degli invitati al matrimonio.
Non avevo più parlato con Rob e ormai gli era perfettamente
chiaro che qualcosa non andasse, ma… d’altronde cosa
avrei mai potuto rispondergli?!
Ti ho visto con la donna che ti scopi, saltuariamente?
“Kris vieni, devo darti le chiavi della stanza.” Victoria
mi chiamò e io cercando il più possibile di non svegliare
la mia bambina la seguii giù per la hall dell’hotel.
Non potevo pensare a ciò che era accaduto, non potevo,
perché sarei scoppiata a piangere come al mio solito e nessuno
doveva accorgersi della battaglia interiore che mi stava lacerando.
Una volta davanti al bancone, mi accorsi che tutti i Pattinson al
completo erano lì, tutti tranne Liz, impegnata a fare
chissà quali porcherie con il suo neo-dotato-maritino.
Mi allontanai il più possibile da Robert e aspettai che mi dessero la chiave della camera dove io e Joy avremmo dormito.
“Joy, dorme con noi?” mi domandò Clare guardandomi con un sorriso mal celato dipinto sulle labbra.
“Hmm.. okay,prenderò una singola.”
“Mi dispiace tesoro, dovrò farti dormire con quella zucca vuota di mio figlio.”
No.No.No. Avevo sentito bene? Io non avrei dormito con Rob nemmeno se fosse stato l’ultimo uomo sulla terra.
Okay Kris non ci devi andare a letto ma.. io, lui, nella stessa stanza insieme alla mia voglia inarrestabile di castrarlo.
Decisamente non era un’ottima idea.
“Io… non c’è una singola?”Mi sarei
soffocata con l’aria che stavo respirando, ne ero certa.
“No.” Spalancai gli occhi perplessa, non era stata Clare a
rispondermi ma.. Rob, e con un tono di voce che non avrei riconosciuto
nemmeno volendo.
Prese la chiave dalla mano del receptionist. “Possiamo andare? Sono stanco.”
Ricambiai quello sguardo truce e lasciai la mia bambina nelle braccia
della nonna, solo dopo averle dato un piccolo bacio sui capelli color
caramello.
Incrociai le braccia al petto e seguii Rob su per le scale.
Silenzio per il corridoio.
Silenzio in ascensore.
Nessuno dei due aveva intenzione di aprir bocca, o almeno, io di certo non avrei parlato per prima.
Quando infilò la chiave nella serratura, un bel letto
matrimoniale fece bella figura di sé al centro esatto
della stanza. Benissimo, avrebbe dormito sul pavimento.
Sospirai lasciando cadere a terra la mia borsa e senza degnarlo di uno
sguardo mi rifugiai in bagno, sforzandomi di restare calma e non
cominciare ad urlargli contro.
Mi lavai la faccia e tirai fuori dalla valigia che il facchino aveva
evidentemente portato lì quando eravamo arrivati, una tuta che
avrei usato come pigiama.
Quando uscii feci bene attenzione a non incontrare il suo sguardo.
“Dormi sul divano.”
“Cosa?” Rispose sbarrando le palpebre per la sorpresa.
“Sono stata costretta a dormire con te nella stessa camera. Non nello stesso letto. Quindi ecco qui le lenzuola.”
Gli diedi le coperte e il cuscino e dopo avergli sorriso poco carinamente mi rifugiai sotto le coperte voltandogli la schiena.
“Stai scherzando spero?! Se vuoi farmi un pesce d’aprile
anticipato di qualche mese sappi che non è affatto di buon
gusto.”
Scossi la testa. “Non sono mai stata più seria di
così. Ora fammi il favore di chiudere quella bocca e dormire.
Sono stanca.”
“A meno che tu non voglia andare da Megan”dissi fra me borbottando senza farmi sentire.
Quando lo sentii togliersi i pantaloni e la maglietta, ebbi
l’impulso di chiamarlo per chiedergli di raggiungermi in quel
letto.. troppo grande per essere occupato da una persona. Ma le parole
di quella ragazza a me del tutto sconosciuta, continuavano a ronzarmi
in testa.
“’Notte.”
Non risposi, aspettai che si posizionasse sul divano e spensi la luce,
mentre finalmente le tanto agognate lacrime arrivarono e scivolarono
copiose lungo le mie guance.
***
Aprii gli occhi all’improvviso, mentre il ricordo del sogno che avevo appena fatto era sempre più vivido.
Sospirai e provai a voltarmi nella parte opposta, ma qualcosa, o meglio
qualcuno non me lo permetteva. Sentivo un braccio anchilosato
stringermi la vita e le sue gambe erano intrecciate alle mie.
Quando mi resi conto appieno della situazione provai a spingere Rob il
più forte possibile da me, ma in risposta ottenni solamente un
grugnito.
“R.O.B!”
Mi strinse con più forza al suo corpo. Cavolo, durante quei
quattro anni deve aver messo su muscoli.Pensai mentre provavo a
sollevargli il braccio ancorato alla mia vita.
“Cosa ci fai qui?!” un altro urlo, che però riuscì a sentire.
Aprì gli occhi corrugando le sopracciglia. “Perché urli?”
“Perché mi stai facendo male.”
“Ti è sempre piaciuto dormire così.. e poi pensavo
che quella cosa fosse passata. Così sono venuto qui.”
“Quella cosa, cosa?”
Deglutì. “Ti ricordi che in questi momenti ti facevo tante carezze e coccole al pancino?”
“Questi momenti?”
Forse stava delirando, o probabilmente non si era ancora svegliato del tutto.
“Le avverto io queste cose..”
“Di che cazzo stai parlando?!”
Fece gli occhietti dolci e sollevò le spalle innocentemente.
“Sei in sindrome premestruale. Lo capisco. Ti conosco.”
Senza parole. Ero senza parole. Chissà come però, poi le trovai insieme a vari insulti.
“Tu sei un emerito deficiente. Non sono in nessuna sindrome
premestruale, e non hai capito un cazzo.”Sputai inacidita e
arrabbiata.
“Allora dimmi che cos’hai Kris. Perché non capisco proprio.”
“Non ho voglia di parlare. Vai sul divano.”
“No. Io non mi muovo da qui finchè non mi dici che cosa diavolo ti passa per la mente.”
“Vallo a chiedere a Megan!”
Lo vidi deglutire e abbassò gli occhi. “Come fai a sapere di lei?”
Aprii la bocca inorridita. Allora c’era davvero un lei.
Gli tolsi definitivamente il braccio dal mio corpo e senza pensarci un
secondo di più mi rifugiai in terrazzo insieme ad una coperta.
Una cosa era sicura, non sarei tornata lì dentro.
Mi sedetti sulla panchina mentre l’aria fredda di febbraio mi colpì in pieno volto.
“Non piangere.”
Sbuffai esasperata.
“Forse non capisci bene. Voglio stare da sola, e non voglio vederti.”
Si sedette accanto a me. “Non sei un uomo perspicace a quanto vedo.”
“Sei una stupida lo sai? E una persona gelosa, possessiva e testarda.”
“Beh vogliamo parlare del fatto che sei uno stronzo, immaturo.. un bambino e una grandissima testa di caz..”
Un dito andò a finire sopra le mie labbra impedendomi di continuare con il mio insulto.
“Shh..”
“Io dico quello che mi pare e piace!”
“Megan è un’amica di mia sorella. Esattamente due
anni fa sono andato a letto con lei. Una volta, sia ben chiaro, ed ero
anche mezzo ubriaco. Da quella volta però lei si è illusa
che io provassi qualcosa nei suoi confronti. Come se fosse possibile io
sono innam..” Si ammutolì guardandomi negli occhi, e solo
dopo aver sospirato riprese a parlare.
“Non pensavo di trovarmela qui oggi. Poi però lei si
è avvicinata e ho insistito per parlarle evitando
così di farti diventare una stupida ragazzina gelosa.”
Sorrise. “Ma qualcosa mi dice che non è andata precisamente come speravo.”
“Direi di no.”
“Sei sempre stata così… ancora non hai capito che io ho occhi solo per te, dannazione?”
“Direi di no.”
“Pensi che risponderai con qualcosa che non sia ‘direi di no’?”
Feci finta di pensarci un momento. “Direi di no.”
Mi sentivo sollevata, e come aveva detto lui ero solamente una stupida,
gelosa.. eppure. Eppure il mio orgoglio del cazzo non riusciva a farmi
mettere da parte il riserbo e la delusione che avevo provato quella
sera.
Però.. lui mi conosceva meglio di chiunque altro. Sapeva come
penetrare nelle mie barriere, come farmi ridere, come farmi sciogliere.
Infatti le sue dita andarono a finire sulla mia pancia e iniziò
a solleticarmi facendomi scoppiare a ridere come una deficiente.
Mi sollevò delicatamente insieme alla coperta non smettendo di torturarmi. Mi posò sul letto.
“Capisci che sono le quattro del mattino? Abbiamo speso una notte da soli perché tu sei gelosa di me.”
“Io NON . SONO. GELOSA.”
Ridacchiò. “ Se tu non sei gelosa, allora Micheal Angarano è un figo pazzesco.”
“Ha-ha non ci posso credere. Io sarei quella gelosa?! E quando
hai preso a pugni Mike allora? E dopo così tanto tempo ti ostini
ancora a insultarlo. Sei pro..”
Le parole mi morirono in bocca quando sentii la sue labbra posarsi fameliche sulle mie, mettendo fine al mio sproloquio.
Si staccò un secondo. “Sai qual è il tuo difetto?”
Scossi la testa.
“Parli troppo.”
E si avventò nuovamente, questa volta usando la lingua, e
mordendo il mio labbro inferiore facendomi gemere leggermente. Mi
era mancato. Mi era mancato in un modo che faceva quasi male.
Questo bacio non aveva nulla a che vedere con quello che ci eravamo
scambiati poche ore fa. Era passionale, c’era urgenza,
c’era il bisogno che nutrivamo l’uno per l’altra da
troppo, troppo tempo.
L’ultima volta che avevamo fatto l’amore me la ricordavo come se fosse quel giorno stesso.
Ricordavo perfettamente ogni dannato particolare. Avevamo concepito Joy.
Mi spinse contro il muro e le sue labbra passarono a setaccio sul mio collo facendomi ansimare in modo indecente.
Infilai le dita fra i suoi capelli attirandolo il più possibile
a me. Sapevo che gli piaceva, sapevo che adorava quando gli tiravo
piano una ciocca e poi l’altra.
Fece scivolare la bretellina della mia canottiera e mi pentii amaramente di non aver messo il reggiseno per dormire.
La sua bocca continuava a scendere mentre con una mano strinse il mio seno con forza.
“R.. Rob.” Un gemito soffocato si liberò dalle mie labbra.
“Si?” disse fermandosi e guardandomi con una tale passione che mi fece quasi cedere le ginocchia.
“Continua.. non ti f.. ermare.” Mugolai mentre lo vidi
sorridere compiaciuto per tornare con le sue labbra, la sua lingua ,
lì dove si era fermato.
Con le braccia mi sollevò e mi fece ancorare le gambe intorno alla sua vita, facendo aderire i nostri bacini.
Sentivo la sua erezione contro di me e questo non fece altro che farmi
desiderare di più. Subito. In quel preciso istante.
Afferrai i lembi della sua maglietta e con un po’ di aiuto da
parte sua riuscii a liberarlo. Dopo di che toccò al mio turno.
Quando la situazione divenne insostenibile per entrambi, camminò
verso il letto , e mi depositò dolcemente facendo scorrere
i pantaloni della tuta lungo le mie caviglie.
Ero nuda, a parte i miei slip, e stranamente non mi sentivo in
imbarazzo. No. Perché con lui era tutto così semplice,
con lui era sempre stato semplice e meraviglioso.
“Sei bellissima..” sussurrò al mio orecchio con voce roca lasciandomi una serie di brividi sul collo.
“Dio solo sa quanto mi sei mancata..”
Una mano sulla mia coscia.
“…Il tuo corpo liscio.”
Una carezza più profonda che mi fece fremere.
“…La tua pelle profumata..”
Con un dito si ancorò al bordo dei miei slip e il respiro mi si mozzò tra le labbra.
“… Il tuo calore…”
E le tolse, mentre un fuoco sempre più grande nasceva in me.
Lo volevo, lo volevo con tutta me stessa.
“Anche tu mi sei mancato..” Mugolai mentre cominciava a toccarmi. Lì dove nessun altro aveva osato.
Lui era stato il primo, e anche l’ultimo.
“Ti prego Rob.. togliti i boxer.. “
Non se lo fece ripetere due volte e li fece scorrere lentamente, e
quando il mio sguardo cadde lì, mi sentii.. a casa. Avevamo
ritrovato la nostra intimità, il nostro amore, il nostro tutto.
Deglutii per mancanza di saliva e lo attirai a me con forza.
Le sue mani si arpionarono ai miei glutei e sapevo che mancava poco.
Ancora pochi istanti e ci saremmo ritrovati, come due tessere di
puzzle.
Un velo di preoccupazione però fece breccia in me.
“Io.. Rob.. è da tanto che..”
“Shhh. Non preoccuparti amore”
E il mio cuore si
riempì di gioia. Fece scorrere il suo sesso lentamente e dopo
pochi istanti di assoluto dolore per l’attesa, entrò in me
con un'unica spinta.
Gemevamo
insieme, il suo sguardo puntato nel mio, le nostre fronti a contatto, e
il piacere ci portò via.. ci fece andare alla deriva.
Strinsi più forte le gambe attorno ai suoi fianchi
e lo baciai. Un bacio che sapeva di passione e soprattutto di
amore, di tempo perso.
E nel momento in cui stavamo per venire, nel momento in cui il piacere
ci pervase fino all’ultimo centimetro del nostro corpo, le sue
labbra pronunciarono ciò che non mi sarei mai immaginata.
“T..ti amo.”
Una spinta sempre più forte mentre la gioia che sentii nascere dentro si quadruplicò di un miliardo.
Una lacrima percorse la mia guancia e un urlo, quando finalmente
raggiunsi il culmine , venne suggellato dalle sue labbra
nell’ennesimo bacio famelico.
Si lasciò andare sul letto, prendendomi fra le sue braccia. Le nostre pelli sudate a contatto.
“Stenditi qui. Voglio sentire il tuo corpo sul mio.”
E mi sdraiai su di lui, mentre il cuore batteva come non mai, mentre
gli occhi non finivano di riempirsi di piccole lacrime di commozione.
Strinse le sue braccia intorno alla mia schiena posando le sue labbra
sulla mia fronte, così facendo si accorse però delle mie
lacrime silenziose.
“Shhh.. sono qui , sono qui. Non ci lasceremo più principessa. Mai più.”
“Come fai a dirlo?” piagnucolai.
“Perché non ti lascerò fuggire da me. Perché
se dovesse succedere un’altra volta un litigio del genere ti
urlerei “Resta. Non andare via.””
Mi strinsi come se fosse possibile di più al suo corpo e avvicinai la mia bocca al suo orecchio.
“Ti amo anche io.”
_____________________________
Allora contente? *-* finalmente è arrivato il tanto agognato
capitolo. Cosa ne pensate della canzone? E soprattutto cosa
succederà ora? *-* ci vediamo al prossimo aggiornamentoooooo....
Nusia&Marty
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Capitolo 25 *** Una proposta speciale (Nusia) ***
25
Eh no, questo non è un miraggio. Siamo proprio NOI dopo ben 1 mese e 13 giorni.
Scusatemi tanto, faccio davvero
pena lo so benissimo. La colpa è solo mia, Marty non c'entra
nulla quindi prendetevela con la sottoscritta =(
Non so cosa dirvi, è stato un mesetto pieno di cose da fare:
-Ho dovuto studiare per i diversi compiti scolastici;
-prepararmi per le interrogazioni finali;
- andare a danza per provare le coreografie di fine anno;
-organizzare la festa per i miei 18 anni
...e come se non bastasse la
mia ispirazione se n'era andata a spasso, una sorta di blocco dello
scrittore. Questo ovviamente non mi giustifica affatto u.u
Non
dico altro anche perché sono sicura ch enon vedete l'ora di
sapere cos'è successo dopo la loro notte d'amore. Un bacio,
spero non ci abbiate abbandonato. Ci leggiamo sotto *-*
"Resta"
25- Capitolo (Nusia)
Pov Robert
Ero
sveglio da circa un’oretta e i miei occhi non la smettevano un
attimo di fissare la donna che mi dormiva affianco. Era fantastica! Nel
corso
degli anni malgrado fosse cresciuta e i lineamenti si fossero fatti
più marcati, la sua pelle restava ugualmente morbida, candida e
assolutamente perfetta. Come del resto tutto di lei. Ancora oggi, dopo
ben 2 mesi dal matrimonio di mia sorella, stentavo a credere di averla
nuovamente tutta per me, di poterla stringere, abbracciare, amare
quanto e quando volevo. Quel giorno chiarimmo molte cose e anche il
giorno dopo e quello dopo ancora. Ci eravamo seduti sul divano di casa
dei miei e avevamo parlato per ore e ore fino a confidarci tutto. Da
quel giorno le cose sono andate decisamente meglio ed era stato
inevitabile il nostro riavvicinamento. Tornati a Los Angeles non avevo
perso tempo a recuperare tutti i miei bagagli da Kellan e trasferirmi
da loro: le donne più importanti della mia vita. Joe era stata
felicissima nell’apprendere la notizia del mio
“trasferimento” e ancor di più lo era stata quando
le avevamo detto che i suoi genitori erano tornati insieme.
“Io e il tuo papà stiamo insieme amore”
Joy inarcò un sopracciglio mettendo su il nostro sorriso sghembo.
“insieme come?”
“beh…insieme” dissi io come un deficiente.
“ottimo chiarimento Rob” mi derise Kristen ridacchiando.
“nel
senso farfallina che io e la mamma ci amiamo tanto e vogliamo stare
insieme sempre” ci riprovai “va meglio così?”
“Assolutamente” acconsentii la mia fidanzata.
“come
una vera famiglia? Nel senso che vivrai con noi, bacerai la mamma, le
porterai la colazione a letto come fanno tutti i papà delle mie
amichette?” al mio cenno positivo vidi i suoi occhi illuminarsi e
quelli di Kris farsi lucidi.
“SIIIII” esultò prima di buttarsi in mezzo a noi stringendoci forte.
“Sempre?” domandò
“Per Sempre” dicemmo all’unisono noi.
“Mmmh…” sentii Kristen mugugnare e qualche istante dopo iniziare a muoversi.
“Buongiorno principessa” sussurrai al suo orecchio e automaticamente sentii le sue braccia attorno al mio collo.
“mmh…
Giorno amore” mi baciò a fior di labbra e percosso dalla
solita scossa la portai su di me poggiando la testa sul cuscino.
“Joy?”
“dorme placidamente nel suo lettino. Sono le 8 è presto”
“capito. Da quando sei sveglio?”
“un‘oretta penso”
“e
cosa hai fatto tutto questo tempo? Potevi svegliarmi” sorrisi
tracciando con le dita il contorno delle sue morbide labbra.
“dormivi così bene e se ti avessi svegliata non avrei potuto ammirare quanto fossi bella”
“mmh
a cosa devo tutta questa dolcezza? Cos‘hai combinato” mi
fissò con sguardo indagatore ed io storsi le labbra.
“perché mai avrei dovuto fare qualcosa? Non posso dire alla donna che amo che è bellissima?”
“Certo, ma non con quello sguardo”
“quale sguardo?” chiesi mettendo su un’espressine da finto sorpreso.
Mi
conosceva troppo bene. Sapevo che avrebbe capito che c’era
qualcosa di strano. In realtà ero così dolce per due
motivo: il primo perché è davvero stupenda quando dorme,
il secondo perché voglio farla sentire realmente una
principessa, oggi più degli altri giorni. Ci stavo pensando da
circa una settimana e ieri avevo chiesto a Kellan se poteva aiutarmi ad
organizzarle una sorpresa. Volevo chiederle di sposarmi; stasera sulla
spiaggia, dopo un romantico picnic.
“quello
sguardo da pesce lesso che sembra gridare: EHI STO NASCONDENDO QUALCOSA
ALLA MIA FIDANZATA PER QUESTO LA TENGO BUONA CON TANTE SMANCERIE. Ecco
adesso si è accentuato” cercai di trattenere una risata ma
mi fu impossibile.
“sei
assurda amore! Dovrei sentirmi offeso sai? Ma ti perdono perché
tra un‘oretta ho un appuntamento con Kellan”
“Cosa dovete fare?” chiese sedendosi a gambe incrociate sul letto.
“una cosa” dissi indifferente.
“una cosa, cosa?”
“Non lo so”
“Robert Thomas Pattinson, cosa mi nascondi?”
“nulla
davvero. Non mi ha detto cosa dobbiamo fare, mi ha semplicemente
chiamato e chiesto di andare con lui” la fissai negli occhi
cercando di tenere su la recita. Ero un attore cavolo, non potevo
essere smascherato da quegli occhi verdi. Certo era un’attrice
anche lei, una grande attrice aggiungerei, ma questa volta non mi sarei
fatto beccare.
“farò
finta di crederti.” si arrese mettendo su un fantastico broncio.
L’attirai nuovamente a me stringendola forte e roteando in modo
da farla trovare con la schiena poggiata al letto e me su di lei.
“mi dai un bacio? Ho tanta carenza d‘affetto sai?”
“ah si? In questo caso te ne darò due allora”
I due baci si trasformarono in un migliaio di baci e il mio amico li sotto, già bello sveglio da un bel po’ (anzi forse neanche era andato a dormire lui), si mise sull’attenti. Kristen se ne accorse e sorrise maliziosa.
“mh il tuo amichetto mi sta dando il buongiorno”
“ti dispiace?” mormorai sul suo collo lasciandole una scia di baci. Sospirò.
“affatto”
le mani presero posto tra i miei capelli e con forza li tirò
fino a riportare la mia bacca ad un centimetro dalla sua.
“così mi fai male” farfugliai senza fiato.
“hai
venti minuti per me o è più importante Kellan?”
sorrisi e per tutta risposta le sfilai la canottiera che indossava per
dormire e un attimo dopo anche i pantaloncini finirono da qualche parte
sul pavimento.
“lo
prendo come un si” disse mordicchiando il lobo del mio orecchio
per poi scendere sul mio collo, sulla spalla destra, sul letto e
giù fino all’elastico del pantaloni che tirò giù con un colpo secco.
Fare
l’amore con Kristen era sempre così dannatamente
eccitante, passionale e nello stesso tempo dolce e romantico. Un mix
letale per il sottoscritto.
Non
perdemmo molto tempo con i preliminari anche se per me erano la parte
migliore, avevamo poco tempo a diposizione perciò poco dopo
entrai in lei in una sola volta ma con tutta la dolcezza di questo
mondo. Iniziammo a muoverci insieme, prima lentamente poi un po’
più forte fino ad arrivare all’unisono al culmine. Mi
accasciai su di lei sudato e senza fiato e come sempre la sentii
stringermi forte e sussurrarmi all’orecchio un Ti Amo.
____
Dopo
una bella doccia, mi vestii velocemente e andai in cucina dove trovai
Kristen e Joy sedute al tavolo a fare colazione.
“Buongiorno stellina” salutai mia figlia con un bacio sulla guancia.
“Giorno papi. Mangi anche tu?”
“no amore, papà deve vedersi con zio Kellan ed è già in ritardo”
“chissà perché” farfugliò Kristen lanciandomi un’ occhiatina.
“se
vuoi glielo spieghiamo” le dissi all’orecchio afferrando un
croissant per poi scoccarle un bacio sulle labbra.
“ma che simpatico!” ironizzò guardandomi male.
“Scappo ci vediamo tra qualche ora ok? Vi amo”
“Anche noi” le sentii dire prima di chiudermi la porta alle spalle e correre da Kellan.
__
Arrivai davanti il chiosco dove dovevo incontrarmi con Kellan con ben 20 minuti di ritardo.
“Alla
buon‘ora Robert. Stavo per andarmene” disse battendo il
piede per terra con un’espressione fintamente adirata.
“Scusami tanto Kell”
“Aspetta com‘è che avevi detto? MI RACCOMANDO KELL PUNTUALE. Era una battuta forse?”
“Sai… si insomma Kristen, io, il letto. Scusa!”
“tieni l tue voglie per quanto non devi vedermi” concluse prima di scoppiare a ridere.
“Allora cosa dobbiamo fare?”
“beh…
dovremmo andare ad ordinare una piccola cena da portare, comprare tutto
l‘occorrente e ovviamente trovare il posto giusto.”
“Beh potrei farti vedere dove ho chiesto a Ashley di sposarmi”
“A proposito. Com‘è andata quella sera?”
“è
stato davvero fantastico Rob, lei non se lo aspettava per niente e
quando mi sono inginocchiato per chiederglielo è scoppiata in
lacrime e poi mi si è buttata addosso. Eravamo praticamente in
riva al mare e ti lascio immaginare come siamo potuti tornare a
casa.” ridacchiai cercando di immaginarmi la scena: loro due,
zuppi d’acqua che entrano in punta di piedi in casa per non
svegliarci. Esilarante!
“Ma certo!” esclamò all’improvviso facendomi saltare dallo spavento.
“ma che diavolo…”
“so io dove portarti. È il posto perfetto” spiegò facendo spuntare le sue adorabili fossette.
“fantastico! Prima però dobbiamo passare al ristorante cinese e a quello italiano.”
“perché mai?”
“Kristen
adora il cinese e l‘italiano e poi devo consegnare questo”
e tirai fuori dalla tasca la scatoletta con l’anello.
“a chi devi consegnarlo?”
“ti spiego per strada, andiamo adesso”
____
“Che ne dici? Per me è un posto magnifico. Ci ho portato Ashley qualche mese fa per il nostro anniversario”
“è
perfetto! Proprio quello che cercavo” dissi estasiato alla vista
di quel posto. Ci trovavano su un pezzo di spiaggia che praticamente veniva
bagnata da mare su 3 lati, dietro di noi una folta vegetazione. Era
davvero suggestivo e lo sarebbe stato ancora di più verso le 9
di questa sera. Il cielo stellato e la luce della luna avrebbero reso
tutto ancora più magico. Romantico.
“Beh
direi che è tutto pronto allora. Non ti resta che andarti a
preparare, bendare Kristen e portala qui. Io passo a ritirare la cena
verso le otto e per quando arriverete sarà tutto pronto”
si fermò un attimo per guardare l’orologio “sono le
16.30. Siamo stati fuori tutta la mattinata, ora penso proprio
che dovremmo tornare a casa.”
“direi di si”
Tornato a casa non feci in tempo ad aprire la porta che fui investito da una piccola peste.
“Papiiiiiiiiiiii
ci hai messo un sacco” disse mettendo su lo stesso broncio della
madre. Assolutamente irresistibile.
“Lo
so stellina, mi vuoi bene lo stesso?” annuì vigorosamente
con il capo e aprì le braccia per essere presa in braccio. La
tirai su scoccandole un sonoro baciò che ricambiò subito.
“La mamma?”
“fa la doccia.”
“e tu stai tutta sola?”
“No tranquillo paparino. Ci sono io con lei” disse Dakota spuntando dalla cucina. Le sorrisi.
“Ora si che sono più tranquillo” scherzai beccandomi una linguaccia.
“dove sei stato tutto questo tempo? Kristen stava sclerando. Pensa che le nascondi qualcosa”
“io non le nascondo assolutamente nulla” mentii mettendo su la miglior espressione angelica.
“Si certo, raccontalo a chi ti crede Rob” le feci l’occhiolino.
“a me puoi dirlo?”
“no, te lo faresti cavare dalla bocca in un batter d‘occhio. Aspetta domani”
“ma non è giusto”
“vuoi
aiutarmi? Allora va nell‘armadio di Kristen e cerca il vestito
più bello che ha. Stasera la porto fuori e mi raccomando
qualcosa di comodo ma elegante” sorrise a trentadue denti e un
istante dopo sparì dalla mia visuale insieme a Joy.
“tu
guarda chi ho l‘onore di rivedere” borbottò Kristen
sbucando dal corridoio con indosso un misero asciugamano.
“Mmh
che bella accoglienza!” esclamai avvicinandomi a
lei,abbracciandola e baciandola “sei una tentazione”
soffiai al suo orecchio.
“sei sparito tutta la mattina”
“scusa, stavo preparando una cosa importante con Kellan”
“certo. Che pessimo bugiardo che sei”
“ti amo amore” dissi sorridendo sornione.
“Ti odio Rob”
“davvero?”
“un
pochino” le baciai le labbra con dolcezza “ok, ti amo
anch‘io” si arrese buttandomi le braccia al collo.
“stasera usciamo. Ti porto fuori a cena perciò per le 9 dobbiamo andare via”
“e Joy?” domandò scettica.
“RESTA CON ME E COLE TRANQUILLA” urlò Dakota dall’altra stanza.
“Ok, non vedo l‘ora” bisbigliò al mio orecchio per poi correre a vestirsi.
________
Seduto
sul divano di casa attendevo che Kristen finisse di preparasi. Speravo
che Kellan avesse seguito le istruzioni che gli avevo lasciato. Quella
sera doveva essere tutto assolutamente perfetto. Magico.
Infondo sarà la prima e l’ultima volta che chiederò ad una donna, e che donna, di sposarmi.
“Eccomi
qui. Troppo eccessivo secondo te? Me l‘ha scelto Dakota”
disse facendo una piccola smorfia. Non si sentiva molto a suo agio con
i vestiti e lo sarebbe stata anche meno sulla spiaggia, ma in fin dei
conti era una serata importante quella, non potevo permetterle di
mettere su i suoi jeans.
“Assolutamente
perfetta” commentai ammirando il suo abito nero corto ma
assolutamente semplice e non eccessivo, con un gran fiocco all’altezza del seno.
“e se mettessi il mio jeans con una t-shirt e le converse?”
“mmh no! Non vedi come sono vestito di tutto punto? Ho persino la cravatta quindi fallo per me ok?”
“si, ma tu non sei costretto a portare questi trampoli” si lamentò facendomi sorridere.
“quelli
presto non serviranno. Fidati di me ok?” annuì
“adesso andiamo che si è fatto tardi” conclusi
vedendo che fossero le nove.
“ok andiamo” si arrese avvicinandosi alla porta. L’afferrai per il polso riportandola al mio fianco.
“cosa c‘è?” mi chiese disorientata.
“Beh devi indossare questa” e tirai fuori dalla tasca dei pantaloni una benda nera.
“Ehm…non penso che…”
“non hai diritto di replica. Su girati e fa la brava” l’ammonii coprendole gli occhi per poi andare via.
Durante
tutto il tragitto Kristen non fece altro che chiedermi dove stessimo
andando, perché dovesse portare la benda, se centrava qualcosa
con il fatto che fossi sparito tutto il giorno e per quale assurda
ragione dopo ben mezz’ora di macchina non eravamo ancora
arrivati. Io non potevo far altro che ridere della sua curiosità
e dirle che presto saremmo arrivati. Grazie al cielo alle 21.30 Kellan
mi diede l’ok e potei portarla alla spiaggia.
“siamo arrivati?” chiese quando spensi la macchina.
“Si,
ora vengo a prenderti” dissi raggiungendo il suo sportello e
aiutandola a scendere. Nel frattempo vidi arrivare Kellan che tutto
sorridente mi fece l’occhiolino. Gli mimai un grazie di vero
cuore poi dissi a Kristen di togliersi i tacchi.
“cosa? Perché me li hai fatti mettere se devo toglierli?”
“te
l‘avevo detto che non ti sarebbero serviti e smettila di
lamentarti, tra un po’ ti toglierò questa benda” la
rimproverai bonariamente.
Appena sentì sotto i suoi piedi la sabbia si aprì in un sorriso.
“cosa ci facciamo in spiaggia?”
“beh conta fino a 10 e lo saprai”
La
portai fino al centro di quella piccola oasi e per qualche istante
ammirai il lavoro di Kellan. Era stato davvero eccezionale, tutto era
come desideravo. Le candele che formavano un cuore, i petali di rosa
sparsi sull’lenzuolo che giaceva a terra e un cesto pieno di roba
da mangiare di fianco. Per di più il mare era calmo, il cielo
limpido e pieno di stella e il vento assente.
“pronta?”
“sempre” mormorò proprio quando le sfilai la benda.
Vidi chiaramente il suo volto mutare espressione: prima disorientata, poi sorpresa ed infine estasiata.
“ma…ma cosa…?”
“ti piace?” chiesi con il cuore a mille.
“è… meraviglioso. Io…io non ho parole. Rob io… cos‘è tutto questo?”
“volevo dedicarti una serata speciale”
“ma perché?”
“lo capirai a tempo debito” risposi prima di farla accomodare per terra.
Passammo
una serata fantastica, piena di risate, di chiacchiere futili, di
discussioni su quanto sarò geloso di mia figlia tra qualche
anno. Abbiamo ricordato i vecchi tempi, quando tutto ha avuto
inizio, di tutto il caos intorno a noi, delle amicizie nate su
quel set un po’ speciale per tutti.
“Twilight rimarrà sempre nel mio cuore” aveva detto lei con occhi sognanti mentre ammiravamo le stelle.
“Si, è speciale”
“Rob, posso chiederti una cosa?” chiese di punto in bianco.
“dimmi”
“dove hai trovato la forza di perdonarmi?”
“nell‘amore
che provo per te Kristen, è li che ho trovato la forza. Credevo
di non potercela mai fare sai? Ma poi mi sono accorto che tutto quel
rancore, quell‘odio non erano altro che frutto della mia
fantasia, una sorta di protezione che mi aveva creato la mente non so
se mi spiego”
“penso di aver capito” disse anche se poco convinta. Le sorrisi, baciandole il collo.
“in
altre parole, la mia mente voleva avere la meglio sul nostro amore ma
beh quello è più forte di tutto Kristen e sai
perché?”
“perché?”
“perché
non posso vivere senza di te, non ci sono mai riuscito e mai ho voluto.
Tu sei aria Kristen, il mio ossigeno, la mia vitalità, la mia
forza”
Mi abbracciò forte, per un tempo che parve essere interminabile eppure allo stesso tempo breve.
“Ti
amo Robert, ti amo con ogni fibra del mio essere e non so come farei
senza di te” mormorò sulle mie labbra prima di baciarmi.
Era
arrivato il momento, quella era l’atmosfera giusta per farmi
avanti così mi avvicinai al cesto e presi i due biscotti della
fortuna che avevo fatto preparare al ristorante cinese. Quello di
destra, secondo il messaggio di Kellan, era di Kristen.
“vediamo se il biscotto della fortuna crede nel nostro amore?” dissi facendola sorridere.
“certo,
vediamo se è dalla nostra parte” scherzò
prendendolo tra le mani. Aprii prima il mio e ne estrassi il
bigliettino leggendolo ad alta voce (ovviamente anche quello era stato
fatto apposta per l‘occasione)
“Non esiste rosa che non abbia le sue spine,
come non esiste amore che non abbia i suoi litigi...
Ma non per questo la rosa perde il suo profumo
e non per questo l'amore perde la sua grandezza…”
“beh direi che il tuo è dalla nostra parte” commentò con un sorriso divertito.
“vediamo
il tuo?” chiesi emozionato. Acconsentii portandolo alla bocca per
romperlo. Sentii chiaramente quando il biscotto si ruppe e l’anello finì nella bocca di Kristen.
“ma cos‘è?” chiese prendendolo dalla bocca e guardandolo meravigliata.
“è
un‘ anello!” esclamò sorpresa portandosi la mano
alla bocca. Mi alzai e con mani tremanti l’aiutai ad alzarsi
prendendole l’anello dalle mani. Quando mi inginocchiai davanti a
lei non potei fare a meno di sorridere davanti ai suoi occhi pieni di
lacrime, specchio dei miei.
“Kristen
Stewart, me abbiamo passate tante insieme e certo la nostra storia non
è stata una delle più semplici. Ma ci amiamo,
praticamente da sempre e il nostro amore ha messo al mondo una
bellissima bambina perciò credimi se ti dico che non
c‘è altra donna al mondo con la quale vorrei passare il
resto della mia vita. Mi vuoi sposare?” non so neanche io dove
riuscii a trovare tutte quelle parole, ne tanto meno come fossi
riuscito a pronunciarle senza balbettare, ma l’avevo fatto.
“Si.
Si, si, si, si e ancora mille volte si. Ti amo Rob ti amo da impazzire
ovvio che ti voglio sposare” disse buttandomi le braccia al collo
e baciandomi appassionatamente. Ora tutto aveva un senso. La mia vita
avevo un senso. Io avevo un senso. Tutto.
______________________________
Allora? Abbiamo fatto un buon ritorno?
Non sapete quante volte ho
cancellato e riscritto questo capitolo ragazze O.o però alla
fine ce l'ho fatta e spero che sia riuscito bene. Attendo i vostri
commenti <3
Nusia&Marty
|
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Capitolo 26 *** 26- Sei in-cinta? (Marty) ***
26
Ma salve gente *-* come state? Io francamente sto soffocando dal caldo =P l'estate sta arrivando e si sente finalmente =D
Oggi non mi dilungherò tanto anche perché so che
volete leggere il capitolo *-* quindi buona lettura e ci sentiamo di
sotto =D
"Resta"
26- Capitolo (Marty)
Pov. Kristen
«
Sei nervosa? » Disse Rob, stringendo la mia mano mentre
sentivo la fronte imperlarsi di un leggero strato di sudore freddo.
«
Io.. no cioè.. forse.. » Sospirai lentamente, mentre tra
le mani il sacchetto di carta sembrava più pesante di quanto
fosse realmente.
Erano
passati cinque anni da quando l’avevo fatto per la prima volta, e
in quel momento non mi sembrava vero di ritrovarmi nella stessa
identica posizione di allora.
Con una piccola e sottile differenza.
Rob era al mio fianco.
«
Forse dovresti uscire. » Lo ammonii quando tirai fuori
dalla confezione il test di gravidanza. Gravidanza. Già, due
settimane di ritardo, e un possibile bebè in arrivo.
Il suo
sguardo si fece vitreo e perplesso, sicuramente la sua agitazione
superava di gran lunga la mia. « Uscire, e perché? »
« Perché devo fare la pipì sopra a questo coso!”»
Deglutì
rumorosamente come al suo solito quando qualcosa lo metteva in
soggezione. « Quella pipì probabilmente mi dirà se
sarò padre un’altra volta. Capisci che al momento quella
pipì è la mia priorità? »
Sbuffai. « Forse le tue priorità sono un po’ sballate, tesoro. »
«
Ancora non capisco come sia potuto succedere.. siamo sempre stati
attenti, più o meno è come se ci fossimo abbonati
alla durex.. »
«ROB!” » Dissi esasperata spingendolo verso la porta del bagno.
«
Ti prego fammi assistere. » I suoi occhi azzurri
diventarono enormi e iniziò a sbattere le ciglia ogni due
secondi, unendo le mani in segno di preghiera.
«
Mi spieghi cosa ti cambia la vita se tu esci, faccio pipì,
ti chiamo e aspettiamo cinque minuti insieme per vedere se ci sono due
tacche rosse? »
«
Mi perderei un evento importante della vita di mio figlio, sono sicuro
che questa volta sia un lui, ho sempre desiderato insegnare a giocare a
calcio ad un piccolo Pattinson, quando parlo a Joy dell’Arsenal
mi sputa in faccia! »
Alzai gli
occhi al cielo quando continuò con quel monologo. « Forse
perché è a tutti gli effetti americana. »
« Oh quanto sei noiosa, io non mi muovo di qui. »
« D’accordo! » Stridetti acidula.
Andai
verso il gabinetto, tirai giù i jeans e mi sedetti con il test
di gravidanza tra le gambe. Ma la pipì.. con lo sguardo di Rob
fisso su di me, non dava segno di scendere.
« Potresti evitare di guardarmi, mi metti in soggezione! »
« Ma hai fatto la pipì di fronte a me cento volte! »
«
E’ diverso e mi metti l’ansia, sembri un becchino..
» Mi lagnai portando gli occhi in gloria e aspettando che
quella dannata pipì arrivasse mettendo fine a
quell’imbarazzantissimo momento.
5 minuti dopo.
« Forse se facessi il rumore dell’acqua.. »
« Non capisci che basterebbe che tu te ne andassi di là?! »
«Non è colpa mia se non riesci a pisciare! » Urlò esasperato passandosi una mano fra i capelli.
Espirai dalle narici infuriata fino al midollo e arricciando le labbra.
«
Prova ad aprire il rubinetto del lavandino. » Mi arresi
infine. Fece come gli avevo detto e non appena sentii lo scrosciare
dell’acqua fu una liberazione.
Per entrambi.
La pipì scese su quel dannato test di gravidanza e un sorriso soddisfatto nacque sulle labbra di Rob.
«
Sei proprio scemo. » Dissi quando mi alzai dal gabinetto
per poi sedermi a gambe incrociate sul pavimento del nostro bagno.
Mi affiancò immediatamente e con gli occhi fissi su quel riquadro iniziammo ad aspettare.
20 secondi dopo.
« Quanti minuti c’è scritto che dobbiamo aspettare? »
« Cinque minuti Rob. »
Un minuto dopo.
« Kris, quanto tempo è passato? »
« Nemmeno due minuti. »
Due minuti dopo.
« E’ normale che non si veda ancora nulla? »
« Se non sono passati ancora cinque minuti, certo che è possibile. Stai zitto, rovini il momento. »
Sbuffò.
Tre minuti dopo.
« Thomas è proprio un gran bel nome… »
Un grugnito fu la mia risposta.
Quattro minuti dopo.
« Secondo te Joy sarà gelosa? »
« Probabilmente si, io lo sono stata dei miei fratelli.. però poi passa. »
Cinque minuti dopo.
« Perché ci sono due tacche? Cosa significa? Fammi leggere.. »
I miei
occhi si riempirono di lacrime di commozione, e la mano che teneva il
test iniziò a tremare a vista d’occhio.
«Significa che sono incinta, Rob. »
« Tu.. io.. sei… »
Annuii sicura, spazzando via con un dito l’acqua salata e appiccicosa sul mio viso.
« Io.. credo di dovermi stendere. » Mormorò un secondo prima di alzarsi e puntare verso il letto.
« Mi gira la testa, e ho nausea. » Continuò per le sue, facendomi arcuare un sopracciglio.
« Sono io quella incinta e sei tu ad avere le nausee, spiegami un attimo.. »
«Shhh, fai silenzio. »
Non riuscivo a crederci.
«COSA? »
«Ho bisogno di tempo per metabolizzare la cosa. Shhh, e poi mi viene da svenire. »
Mi sdraiai accanto a lui sul letto, con la mano sulla pancia, e le lacrime che non davano segno di affievolirsi.
E ovviamente i secondi passavano…
E dopo qualche minuto sentii la sua bocca posarsi sulla mia guancia, la sua mano a stringermi contro il suo petto.
« Ci credi se ti dico che sono l’uomo più felice del mondo? »
Mi voltai accennando un sorriso. « Davvero? »
« Davvero, davvero, davvero. »
« E tu ci credi se ti dico che ti amo? » Gli chiesi arpionandomi alla sua maglia.
« Si, certo che si. »
« E faresti tutto per me?» Continuai avvicinandomi alla sua bocca.
« Mmm… direi di si. »
« Tutto, tutto? »
Corrugò la fronte. «Ovviamente. »
Sorrisi sadicamente. « Allora sarai tu a dirlo a Joy. »
E l’espressione spaventata sul suo volto mi fece capire che avrebbe voluto rimangiarsi le parole appena dette.
-
«
Quindi… la mamma ha un pesciolino nella.. no, no… volevo
dire la mamma ha un piccolo germoglio. Si, un germoglio. No,ma che
dico. Dimentica tutto. La mamma ha nella pancia un granellino piccolo
piccolo, che presto diventerà grande. »
Joy
guardò perplessa, con la bocca semi aperta e lo sguardo di
una bambina che navigava completamente nell’oscurità
più totale.
Ancora mi chiedevo perché avessi lasciato quel compito a Rob.
Era
passata una settimana da quando lo avevamo scoperto, e dopo
essere stati dal ginecologo per una conferma più sicura, non ci
restava che dirlo alla nostra primogenita.
Da un
lato ero spaventata da una sua reazione, io dopotutto quando arrivarono
Taylor e Dana, impazzii di gelosia benché non fossero miei
fratelli di sangue.
Senza dimenticare che Cameron una volta tentò di affogarmi…
Okay, era meglio allontanare quei pensieri dalla mia mente, almeno per quel momento.
«
Papi? » Lo chiamò lei. « Non credo di aver
capito, presto diventerà un granello più grande? »
Rob scosse la testa disperato passandosi una mano fra i capelli, quel compito lo stava mettendo a dura prova.
«No, allora.. scusa ma a scuola voi di cosa parlate? Non fate educazione sessuale?! »
Non
riuscii a credere a ciò che le mie orecchie stavano sentendo.
L’impulso di ucciderlo, ecco cosa sentii in quel preciso istante.
« Educazione shesshuale? »
«
No Joy, il papà stava scherzando. » Lo fulminai con
un’occhiataccia. « Quello che voleva dirti è
che tra poco arriverà un fratellino o una sorellina, tutta per
te. »
I suoi
occhi si spalancarono emozionati, mentre suo padre con
un’espressione di rammarico borbottò una cosa simile a:
« Era così semplice?! »
«Quindi, sei … in- cinta? »
« Si, amore.. sono incinta. »
« E da dove ti uscirà il bambino? » Continuò perplessa.
Deglutii. Rob aveva ragione, in prima elementare non spiegavano certe cose?!
«
Mrs Harriet ha detto che escono dai cavoli, MrsKnightley dice che
li porta la cicogna… voi mi dicete che è nella
pancia.. insomma.. »
« Mrs Harriet è una bugiarda, e anche MrsKnightley. » Le rispose Rob.
« Amore, i bambini stanno nella pancia nove mesi, e poi escono. »
«
Si ma da dove?! » Si impuntò incrociando le piccole
braccia sotto il petto. Ma perché diavolo era così
intelligente?!
«
Kris, su yahooanswer dicevano che non avrebbe fatto tante domande,
anzi.. loro dicevano di aspettare che ti si vedesse la pancia.
»
Mi voltai
paonazza. « Hai cercato su yahooanswer : “Come dire ad una
bambina che tra poco arriverà un fratellino/sorellina? »
« Si, una volta ho cercato anche come.. »
«Okay,
okay non mi interessa. » Risposi cercando di mantenere la
calma e soprattutto cercando di ricordare di avere di fronte a noi una
bambina di quasi sei anni che probabilmente sarebbe rimasta
traumatizzata per il resto della sua vita.
« Amore, noi donne abbiamo un buchino speciale da dove escono i bambini. »
« Anche io ce l’ho? »
« Si ma non lo userai ancora per tanto, tantissimo, tantissimissimo tempo, Joy. »
La rimbeccò il padre facendomi sorridere.
« Va bene, ho capito. Vado a giocare. »
E senza
degnarci di uno sguardo o di importanza, se ne andò nella sua
cameretta insieme ai suoi bambolotti lasciandoci pietrificati e anche
un po’ spaventati.
-
Robert pov.
4 MESI DOPO.
C’era
una cosa che sottovalutavo, avere due donne in casa, soprattutto dello
stesso sangue, non era di certo una cosa facile.
Aggiungici
che una era nel pieno della gravidanza, con nausee, voglie e scleri di
nervi, mentre l’altra saltava da una parte all’altra della
casa, rendeva tutto ancora più difficile.
Al
momento Joy era a scuola e Kris stava guardando un film sdraiata sul
divano, mangiando schifezze varie che molto probabilmente tra qualche
minuto mi avrebbe ordinato di sostituire con altre schifezze.
Cuori di palma e cioccolato fondente.. bleah.
Già faticavo a comprendere le donne normalmente, quelle gravide poi, erano ancora di più un libro chiuso per me.
Ovviamente Dakota , Jules e i fratelli di Kris mi stavano dando una mano, ma era tutto troppo stressante…
« Roooooooooooooooob! »
Corsi
subito da lei, per paura che fosse successo qualcosa di brutto, ma
quando la trovai rannicchiata su se stessa e piangente non potei fare a
meno di sedermi accanto a lei per poi prenderla fra le mie braccia.
« Amore, cosa succede? »
« Si sono lasciati.. » Singhiozzò contro la mia camicia, bagnandola completamente di lacrime.
« Chi.. chi si sono lasciati? »
« Tom Cruise e Katie Holmes.. si sono lasciati »
Guardai verso il canale, alzando gli occhi al cielo. « Quante volte ti ho detto di non guardare E! online? »
«
Si ma.. erano una coppia così carina, e ora si sono lasciati.
» Continuò per le sue tirando su con il naso.
« Non ci pensare… » E le circondai la vita con un braccio accarezzandole il ventre dolcemente.
« Scusa, sono questi dannati ormoni… non mi riconosco più. »
« Shhh… è tutto okay, ci sono io con te. »
« Sempre? Non farai come quello stronzo di Tom? »
Ridacchiai attirandola maggiormente contro il mio petto. « Mai.. »
« E
se ti dicessi che ho un disperato bisogno di fare l’amore con te?
» Rimasi paralizzato da tale richiesta, o almeno
paralizzato in parte. Qualcuno, o meglio qualcosa rispose attivamente.
Senza
aspettare un minuto di più, le nostre bocche si
ritrovarono in un bacio lento, a tratti umido per le lacrime di
Kristen, e dopo poco più audace e passionale.
La feci distendere sotto di me, facendo molta attenzione alla piccola sporgenza del suo ventre.
Iniziai a baciare ogni centimetro della sua pelle, sbottonandole la camicia già semiaperta.
Massaggiai i suoi seni lentamente, diventati più grossi e rotondi, decisamente più invitanti.
« Sei bellissima.. »
Sorrise
attirandomi su di se’, e baciandomi di nuovo con più
ardore, mentre io lottavo con l’elastico dei suoi pantaloni.
«
Ti amo.. » Sussurrò quando le sfilai anche gli slip,
iniziandola ad accarezzare nel punto dove si concentrava tutta la sua
eccitazione.
Era un fiore, aperto per me.
E capii ancora di più quanto fortunato fossi.
«
Ci sono ancora troppi vestiti. » Mugolò facendomi
togliere la maglietta, e armeggiando con la cerniera dei miei jeans
stretti, erano troppo e dolorosamente stretti.
Quando
finalmente fummo nudi, e sentii la sua mano avvolgersi attorno alla mia
erezione, non riuscii a trattenermi ed entrai in lei, sempre facendo la
massima attenzione per non pesarle addosso, e per non schiacciarla.
Si, sapevo un sacco di cose a riguardo.
Si, tempo fa avevamo consultato un sito.
FARE SESSO IN GRAVIDANZA, COME E QUANDO.
C’erano numerose posizioni, strane.. agevolanti, e.. dovevo ammettere che ne avevamo provate molte.
Kristen
circondò i miei fianchi con le sue gambe, e iniziai a spingere
lentamente, anche se era un’attesa estenuante, sapevo che era
più difficile per le donne durante quel momento particolare
della loro vita.
Le sue unghie iniziarono a graffiare la mia schiena proprio quando mi pregò di andare più veloce.
Chi ero io per non esaudire tale richiesta?
Iniziai a muovermi più audacemente, e lei assecondò le mie spinte arcuando il bacino.
Una spinta era un bacio.
Una spinta era un mio “ti amo” sussurrato contro il suo orecchio.
Una spinta era il suono dei nostri gemiti che si incontrava.
Una spinta ed ero in paradiso.
Venimmo
entrambi nello stesso preciso momento, mi sdraiai accanto a lei
felice, appagato e ancora con il fiatone, mentre si accoccolava contro
il mio petto.
Baciò la mia scapola, e io le accarezzai i capelli sudati.
« Non ci manca proprio niente da provare.. »
Sorrisi. « No, direi che abbiamo provato tutto quello che c’era su quel sito. »
«
Forse è il caso di sperimentare.. » Continuò
maliziosa, facendo su e giù con le dita sul mio petto, facendo
tornare attivo qualcuno nelle parti basse.
Oh cavolo.
Deglutii, quando la vidi fissare quella cosa.
Mi avvicinai per baciarla, ma mise una mano sopra le mia labbra.
«
C’è un’altra cosa che vorrei baciare.. al momento. E
direi che è pienamente d’accordo. »
Dovevo chiederle di sposarmi, dovevo inginocchiarmi in quel momento e giurare di amarla per tutto il resto della mia vita.
Ah, ops.
L’avevo già fatto.
____________________________
Allora
cosa ne pensate? Per me è un capitolo PERFETTO *_* Marty ha
fatto come sempre un ottimo lavoro, il questo capitolo c'è
tutto: amore, risate, imbarazzo, passione, famiglia, TUTTO.
Vi ricordo che potete stringere amicizia con noi, leggere spoiler delle nostre storie e conoscerci meglio qui:
Martybet Efp
Nusia Efp
Nusia&Marty
|
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Capitolo 27 *** 27- Fratellino o Sorellina? (Nusia) ***
27
Dovevo
postare più di un'ora e mezza fa, ma non ho avuto tempo quindi
eccomi qui *-* Come promesso entro e non oltre Mercoledì. Ci
leggiamo di sotto perché, sono sicura, il titolo vi ha
incuriosito e non state più nella pelle.
"Resta"
27- Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen
5 MESI DOPO
“Rob sbrigati che facciamo tardi!” urlai dal salone per
farmi sentire da quello zuccone. Era da più di un’ora in
bagno per la miseria!
“2 minuti amore”
“E’ da più di mezz‘ora che lo ripeti. Muoviti o ti lascio qui”
Ok,
forse ero un tantino nervosa ma non era colpa mia. Erano questi ormoni
a mandarmi il sangue al cervello. Prima ero tranquilla e rilassata e un
attimo dopo sembravo una pazza furiosa. Ridevo, scherzavo, piangevo, mi
lamentavo e il più delle volte contemporaneamente. Non riuscivo
a capire come facessero gli altri a non urlarmi contro, insomma quando
ero incinta ero una vera spina nel fianco. Ricordo ancora
quand’ero attesa di Joy, adesso almeno sapevo cosa aspettarmi, ma
all’epoca non avevo la più pallida idea di cosa mi stesse
succedendo. Per i primi mesi pensai di star cadendo in depressione o
chissà cos’altro, infondo stavo aspettando il figlio
dell’amore della mia vita che, tra parentesi, mi aveva mollato
senza saper nulla. Steve non faceva altro che tranquillizzarmi e dirmi
che era normale, Dakota mi prendeva continuamente in giro per i miei
sbalzi d’umore, i miei genitori non facevano altro che darmi
consigli su come far crescere mio figlio una volta che fosse nato. Era
una situazione assurda per quando bella. Questa nuova gravidanza
-invece- era diversa, in un certo senso persino più tranquilla e
forse tutto era dovuto al fatto che ci fosse Robert al mio fianco, il
vero padre del bambino che portavo in grembo. Per quando in quel
momento lo odiassi perché mi stava facendo fare tardi dovevo
ammettere che se la stava cavando alla grande. Non perdeva mai la
calma, mi accontentava in tutto e se la notte lo chiamavo con
chissà quale voglia lui sorrideva, mi baciava la fronte e
ripeteva “è bello poter vivere tutto questo con te”
ed io mi sentivo la donna più fortunata del mondo. Mi stava
viziando e ne ero contenta, anche se certe volte avrei voluto dire “Ehi amore, sono incinta non malata” ma era così dolce che proprio non ci riuscivo così il più delle volte lo assecondavo.
“Mamma?”
“Dimmi amore”
Joy si sedette al mio fianco e mi toccò la pancia che iniziava a vedersi, d’altronde stavo al 5° mese.
“Adesso andiamo dal dottore?” chiese
“Si, se tuo padre si sbriga”
“E ci fa vedere se avrò un fratellino o una sorellina?”
“Oh
beh questo dipende tutto da lui” le spiegai accarezzandole i
capelli “Tu vorresti che fosse un maschietto o una
femminuccia?”
“E’ uguale” disse scrollando le spalle e mettendo su un tenero broncio.
“Cosa
c‘è che non va amore? Non vuoi venire con noi? Se vuoi ti
portiamo da zia Ota” negò con il capo facendo un piccolo
sbuffo con le labbra.
“Voglio venire con voi”
“E
allora perché sei così triste?” mi guardò
per qualche secondo come a decidere se dirmi o meno qualcosa.
“Sai che puoi dirmi tutto vero? È sempre stato così”
“Quando
il mio fratellino o la mia sorellina nascerà, mi vorrete sempre
bene come adesso?” mi si strinse il cuore a quella domanda, come
poteva chiedermi una cosa del genere? Sorridendo la misi sulle mie
ginocchia e la strinsi forte a me.
“Ma certo sciocchina. Io e papà ti vorremo bene sempre come adesso. Non dubitarne mai ok?”
Mia
madre mi aveva detto che prima o poi Joy si sarebbe sentita minacciata
dal fratellino, ma mi aspettavo che succedesse una volta che fosse
nato, certamente non durante il corso della gravidanza. Evidentemente,
io o Robert avevamo fatto qualcosa di sbagliato, forse uno dei due
aveva dato troppe attenzioni al mio pancione quand’ era
nelle vicinanze o dato un abbraccio in meno a lei. Dovevo dirlo a Rob,
spiegargli tutto in modo che la mia bambina non si sentisse esclusa o
messa da parte, infondo aveva solo 5 anni.
“Si
ma se io avrò un fratellino allora papà vorrà
più bene a lui perché è maschietto e perché
potrà giocare a calcio o vedere con lui quelle scifez…
quelle cose che vede lui in tv” spiegò triste.
“Non succederà amore mio, fidati”
“Ok,
ma se nasce una femminuccia, allora tu e la zia Ota darete tutti
i miei vestitini a lei e zia le comprerà tante caramelle e a me
poche”
“Joy,
amore della mamma, ascoltami bene ok?” annuì con il capo
guardandomi con quegli occhioni così simili ai miei.
“Ti
ho detto che io e il papà ti vorremo bene sempre e sai
perché? Perché tu sei la nostra principessa, la
più grande della casa e quando nascerà il fratellino o la
sorellina non cambierà nulla. Zia Ota ti porterà sempre
tante caramelle e i tuoi vestitini non te li toglierà nessuno,
ne compreremo altri nuovi. Se invece nascerà un fratellino il
tuo papà non vorrà più bene a lui e sai
perché?”
“No, perché?”
“Perché
tu sei la sua piccola peste, quella che ogni sera gli fa il massaggino
perché è stanco o gli prepara le torte con me
perché gli piacciono i dolci” e finalmente la vidi
sorridere e tornare quella di sempre.
“Me lo prometti?”
“Promesso pulce” dissi avvicinandomi a lei e facendo scontrare il mio naso con il suo. Ridacchiò.
“Te
lo prometto anche io scricciolo, ora vieni qui e dammi un
bacione” aggiunse Robert spuntando dal corridoio. Joy gli si
catapultò tra le braccia e Rob la strinse forte a se lanciandomi
un’occhiata.
“Sei fantastica” mimò con le labbra.
“Anche tu” risposi alzandomi dal divano.
“Bene, ora che papà ha fatto e tutti siamo felici, andiamo dal dottore? Siamo in ritardo di ben 15 minuti”
“Siiiii” esultò Joy mentre Robert mi fece una linguaccia.
______
“Secondo te tra quanto ci faranno entrare?” mormorò Robert per la quarta volta. Sbuffai.
“Non
ne ho idea Robert, ci sono 4 visite davanti a noi. Magari se tu avessi
fatto presto adesso staremo già dentro”
“Ok, forse è meglio che sto zitto”
“Esattamente” lo appoggiai facendo ridacchiare Joy.
Purtroppo dopo neanche 5 minuti…
“uff
non ce la faccio più ad aspettare” mi veniva da ridere ma
cercai di trattenermi. Ogni qualvolta venivamo dal ginecologo Robert si
agitava. Era peggio di una donna all’ultima visita prima del
parto.
“uffa papà!” esclamò Joy facendomi ridacchiare.
“Persino tua figlia ti ha richiamato amore”
“Scusa” disse stampandomi un bacio sulle labbra e accarezzandomi la pancia.
“Oggi
avremo l‘onore di capire se sei un maschietto o una
femminuccia?” disse rivolgendosi direttamente al pancione
“Così mi faccio un‘idea di quello che mi
aspetta”
Alzai perplessa un sopracciglio. Lui ridacchiò toccandosi i capelli.
“Mi spieghi?”
“Beh
se è una femminuccia, dovrò prepararmi psicologicamente
perché sarete tre contro uno. Sono sicuro che con il passare
degli anni non sarà una gran cosa” scoppiai in una risata
fragorosa e la signora al mio fianco mi imitò.
“Se,
invece, è un bel maschietto allora saremo 2 contro 2 e la mia
futura vita sarà più tranquilla” concluse mentre la
sottoscritta continuava a ridere. Impacciato mi diede un piccolo colpo
sul braccio.
“Smettila di ridere, mi preoccupo solo per la mia salute mentale”
“Non
ce ne bisogno amore” dissi per confortarlo “La tua salute
mentale è già in condizioni pietose” aggiunsi poi
beccandomi un’occhiataccia.
Era
bello scherzare in quel modo con lui, era come se ci conoscessimo da
qualche mese e non da diversi anni ormai. Constatare che con il passare
del tempo il rapporto tra noi non cambiava mi faceva sentire serena.
Con molte probabilità avremmo continuato a scherzare in quel
modo anche quando saremmo stati dei nonnini coi capelli bianchi.
La dottoressa aprì la porta e ci fece segno di entrare.
“Alleluia!”
esultò il mio futuro marito. Gli diedi un colpetto sulla spalla
scuotendo la testa divertita. In quel momento mi venne in mente il
giorno della prima ecografia.
Eravamo
arrivati da poco dalla dottoressa Smith, quel giorno ci sarebbe stata
la prima ecografia perciò attendevamo impazienti il nostro
turno. Ero felice che questa volta ci fosse Robert al mio fianco, mi
sentivo felice, sapevo che avrei potuto contare su di lui sempre, in
qualsiasi momento, ma soprattutto ringraziavo il cielo per avermi dato
la possibilità di rimediare all’errore di tanti anni
prima. Avevo intenzione di renderlo partecipe di ogni piccolezza della
gravidanza, in modo da fargli vivere in pieno quella parte
dell’essere padre che a lui era tanto mancata.
“Kristen
entra pure” disse la dottoressa facendo capolino in sala. Sorrisi
raggiante e afferrando la mano di Rob mi avviai verso di lei. Robert
era un fascio di nervi, lo notavo dalla sua postura rigida, dalla
mascella serrata e dalle mane che torturavano continuamente i suoi
poveri capelli.
“Ehi, sei agitato papà?” chiesi accennando un sorriso.
“Pff!” esclamò da finto indignato “Non sono affatto agitato”
“Ah no?”
“Ok,
un pochino” borbotto, non smisi di fissarlo e attesi paziente la
sua resa “Eh va bene. Sono agitatissimo, non sto nella
pelle” gli stampai un bacio sulle labbra e prima che potesse dire
altro mi misi sdraiata sul lettino.
“Come
stai Kris? Sono contenta di rivederti” sorrisi a Caroline, che
oltre ad essere la mia ginecologa, era anche una grande amica.
“Ed è un piacere conoscere te Robert”
“Piacere mio” si strinsero la mano e nel mentre io mi tirai su la maglietta.
“Emozionati?”
annuimmo in contemporanea e lei iniziò a spargere sulla pancia
ancora del tutto piatta (fatta eccezione per una piccola sporgenza
davvero invisibile) il solito liquido. Accese lo schermo alla mia
destra e iniziò a muovere quell’ aggeggio, del quale non
ricordavo mai il nome, sulla pancia. Automaticamente i miei occhi
si mossero verso il monitor. Robert mi afferrò la mano
stringendola forte per poi portarla alla bocca e depositargli un tenero bacio.
“Da quanto sei incinta?”
“Undici settimane” risposi prontamente e proprio in quel momento comparve sullo schermo l’immagine.
Caroline iniziò a spiegarci passo per passo tutto: dov’era la testolina, le braccia, i piedini.
“Adesso
è girato di spalle” spiegò “Questo che vedete
è il sederino” sorrisi emozionata, i miei occhi iniziarono
a farsi lucidi e quando guardai Robert mi resi conto che anche i suoi
lo erano.
“E’
piccolissimo” farfugliò incredulo “non riesco a
credere che quello sia…sia il mio bambino”
“Beh
si, adesso è lungo 5 o 6 cm. Settimana dopo settimana vedrai che
si allungherà sempre di più. Nella prossima visita
sarà già tutto più chiaro”
“Possiamo sentire il battito?” chiesi e lei annuì.
“Ovviamente”
e improvvisamente si diffuse nella stanza il suono del suo piccolo
cuore. Bum, bum, bum… magnifico!
“E’ forte!” esclamò la dottoressa “Lui o lei che sia è davvero in ottima forma”
Sentii Robert sospirare di sollievo e sorridere incantato. Cielo, non l’avevo mai visto così!
“Ti amo” sussurrai avvicinandomi al suo orecchio mentre mi ripulivo la pancia.
“Mai quanto me mammina”
“Ciao Caroline” salutammo quasi in contemporanea io e Rob.
“Ciao
ragazzi. Oh, c‘è anche Joy!” esclamò
entusiasta “Come sei cresciuta tesoro. Me lo da dai un
bacino?” mia figlia si avvicinò a lei timida e le
scoccò un sonoro bacio sulla guancia per poi tornare dal padre.
“Finalmente
la pancia inizia a vedersi eh? Siamo pronti per scoprire il
sesso?” annuimmo tutti insieme ed io mi accomodai, come sempre,
sul quel piccolo lettino.
“Speriamo che questa volta ce lo permetti. Joy non è stata così difficile” blaterai tra me.
“A che mese si è mostrata?” chiese Robert mentre si accomodava al mio fianco con in braccio la piccola.
“A 3 mesi si vide già chiaramente che era una bella femminuccia”
“Beh
allora incrociamo le dita, può essere che questo sia un giorno
fortunato” si intromise la dottoressa spargendo sulla pancia il
liquido e iniziando a muovere il solito strumento.
“Essendo
alla ventesima settimana ” iniziò Caroline “Il
bambino è già completamente formato, o quasi. È
lungo circa 20 - 25 cm e la colonna vertebrale è completamente
definita così come l‘apparato uditivo”
“Questo significa?” domandò Robert.
“Questo significa che il bambino riesce a riesce a percepire tutti gli stimoli esterni”
“Vuol dire che è in grado di sentirci?” la dottoressa ridacchiò ed io con lei.
“Non
proprio Robert” imbarazzato si torturò nuovamente i
capelli e nello stesso momento Joy iniziò ad agitarsi sulle
gambe del papà.
“Che c‘è amore?” chiesi curiosa.
“Allora avrò una sorellina o un fratellino?”
“Ora vediamo” le rispose Carl sorridendole dolcemente.
Armeggiò
sulla mia pancia per qualche minuto, senza mai togliere gli occhi dal
monitor mentre io cercavo di cogliere qualche indizio dalla sue
espressione. Quando la sentii ridacchiare reclinai la testa di lato.
“Niente, questo piccolino è un vero birbante” affermò scuotendo la testa. Sospirai.
“Non vuole rivelarci nulla neanche questa volta?” domandò Robert sospirando con me.
“A quanto pare vuole farvi una sorpresa”
“Uffa, è cattivo!” esclamò Joy mettendo su il suo solito broncio.
“Maschio
o femmina che sia, avrà senza dubbio un bel caratterino”
aggiunsi io avvilita eppure nello stesso tempo divertita da tutto quel
mistero.
“Oh!” esclamò all’improvviso Caroline accennando un sorriso.
“Cosa c‘è?”
“si
sta voltando. Speriamo che non cambi idea” i miei occhi si
proiettarono sullo schermo e quando il bambino fu completamente voltato
sorrisi raggiante. Non c’era bisogno che la dottoressa
confermasse la mia ipotesi, era chiaramente visibile che stavo
aspettando un bel bambino. Un maschietto.
“Cos‘hai
mamma? Perché piangi?” mi chiese Joy. Mi toccai la guancia
stupita, neanche mi ero accorta di aver cominciato a piangere.
“Qualcosa non va?” Rob era preoccupato, ma scossi la testa, sorridendo.
“E’ un maschietto” affermai asciugandomi gli occhi.
“Cosa?” lanciò un’occhiata alla dottoressa per averne la conferma.
“Un bel maschietto. Guarda qui, non c‘è ombra di dubbio” spiegò indicando lo schermo.
Gli
occhi di Robert cominciarono a brillare di una strana luce e quando Joy
lo guardò in viso lui le sorrise baciandogli una guancia e
stringendola a se.
“Avrai
un fratellino amore. Un bellissimo fratellino” le mormorò
con voce commossa. Mia figlia sorrise raggiante.
“Evviva” esultò “I vestitini sono ancora tutti miei!”
A
quell’esclamazione scoppiammo a ridere tutti ed io non potei far
altro che scendere dal lettino e scompigliarle i capelli, non prima di
averla stretta a me.
“Eh si, tutti tuoi” la rassicurai incrociando lo sguardo, ancora emozionato, del mio futuro marito.
__________________________________
Allora tesori come state?
Finalmente la famiglia Pattinson
è al completo: c'è una mamma, un papà, la piccola
Joy e tra qualche mese anche un bel maschietto (il nome lo scoprirete
prossimamente xD)
Che dire? Ormai siamo quasi alla
fine ed noi ci teniamo a ringraziare tutte voi: per le recensioni, i
consigli, le critiche costruttive, l'affetto, l'incitamento.
E' sempre un piacere leggere le vostre recensioni quindi vi prego, non smettete =P
Un grazie di cuore anche a tutte
le lettrici silenzione che comunque hanno aggiunto la storia tra le
preferite, seguete e da ricordare.
Ci vediamo al prossimo capitolo della norstra Marty *-*
Nusia Efp
Martybet Efp
Nusia&Marty
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Capitolo 28 *** 28- Welcome to the world (Nusia) ***
28
Salve
ragazze *-* probabilmente vi starete domandando se state sognando o
meno. Beh siete sveglie e si, questo è il nuovo capitolo. Sono mortificata, non so davvero come scusarmi per l'enorme ritardo. Altri 6 giorni e sarebbero stati 2 mesi per la miseria!
Purtroppo sono successe alcune cose e c'è stato qualche
incidente di percorso, inoltre le vacanze non hanno giocato a nostro
favore. Il capitolo avrebbe dovuto scriverlo Marty ma praticamente non
ha voluto farlo, insomma non se la sentiva di scriverlo per non so di
preciso quale motivo, fatto sta che alla fine ci ho pensato io. Insomma
siamo alla fine e non mi andava di sospendere la storia, per altro
seguita da tante di voi, proprio agli ultimi due capitoli. Sarebbe
stato stupido e senza dubbio immaturo. Volete o non volete sapere come
termina?
Ci ho messo davvero il cuore per scriverlo, ci ho lavorato su un'intera
settimana, ho fatto ricerche su ricerche, perciò spero di vero
cuore che non vi deluda. Il capitolo gira tutto intorno alla nascita
del piccolo Pattinson e visto che avendo 18 anni non sono ancora mamma
mi sono dovuta affidare alla buona sapienza di google xD Scusate se ci
sono errori tecnici, non è colpa mia ma sua xD
Detto questo ci leggiamo in fondo*-* Buona lettera.
p.s. VI ANNUNCIO CHE QUESTO E' L'ULTIMO CAPITOLO PRIMA DELL'EPILOGO.
"Resta"
28- Capitolo (Nusia)
4 MESI DOPO
Pov. Kristen
Me
ne stavo a leggere tranquilla il mio libro preferito: “East of
Eden” di John Steinbeck mentre una dolce melodia classica si
diffondeva per la stanza facendo da sottofondo musicale alle vicende
dei personaggi. Era assurdo come in quel periodo le mie tendenze
musicale fossero cambiate. Non avevo mai ascoltato così tanta
musica classica, ma da 3 mesi a quella parte la trovavo estremamente
rilassante. Evidentemente al mio piccolo piaceva quel genere di
melodie. E chissà una volta cresciuto sarebbe diventato un
ottimo pianista, proprio come il suo papà. Magari sarebbe nato
già con una testa piena di capelli scompigliati ad arte e una
mano tra essi. Ridacchiai per il mio folle pensiero e mi accarezzai la
pancia. Erano nove mesi ormai e tra una manciata di giorni sarebbe
finita l’attesa e quell’angioletto, il nostro
angioletto, avrebbe finalmente visto la luce. Prima di rimanere incita
di Joy non avevo mai capito perché le donne incinte fossero
sempre così belle, sorridenti e con gli occhi perennemente
lucidi e brillanti, anche quando avevano la nausea o il bambino tirasse
calci. Le avevo sempre guardate sconcertata quando affermavano
contente: “Ha scalciato!” oppure “Oggi ho avuto la prima nausea. Non è fantastico?” cosa poteva mai esserci di fantastico nell’avere la nausea? Poi ho capito. Appena il dottore mi disse “Lei è incinta signorina”
mi sentii diversa. Nell’ esatto istante in cui aveva pronunciato
quelle parole non ero più in pena per me, ma per quella piccola
creatura che mi cresceva in grembo. Non tenevo più conto delle
mie esigenze, ma delle sue. Non mangiavo cose che sapevo potevano farle
male, non facevo sforzi inutili. Tutto per lei, per tenerla al sicuro e
farla stare bene. Era venuto tutto così normale che mi sembrava
assurdo che proprio io, Kristen Stewart, fossi in grado di pensare e
agire come una madre. Proprio io che avevo sempre guardato con occhio
cinico quelle donne gioiose dei malori della gravidanza, mi ritrovavo a
comportarmi nel loro stesso modo. Alla prima nausea uscii dal bagno
sorridente, al primo calcio piansi di gioia.
Si, da quel giorno la mia vita cambiò del tutto.
“Sei
sicura di poter rimanere sola?” chiese Robert attirando la mia
attenzione “Chiamo Dakota se vuoi riposare” alzai gli occhi
al cielo e mi avvicinai a lui massaggiandomi l’enorme pancione.
Nell’ultimo mese tutti volevano a tutti i costi farmi da
babysitter. Era irritante!
“Non
ho bisogno di nessuno ok? Voglio solo che tu faccia presto”
guardò l’orologio al polso e mi stampò un bacio
sulle labbra.
“Sarò qui tra tre ore esatte” promise per poi chiamare Joy che si materializzò al mio fianco.
“Fai la brava e non far stancare la mamma ok? E se succede qualcosa chiamami” scossi la testa divertita.
“Ha
solo 5 anni Rob, non farla spaventare inutilmente” lo rimproverai
accarezzando i capelli della nostra bambina. Lei sembrò
offendersi e mi guardò male.
“Non sono piccola” puntualizzò per poi fare l’ok al padre e tornare a guardare i cartoni. Sbuffai.
“Contento?
Adesso ho una bambina di 5 anni come balia” si aprì in un
sorriso sghembo e baciandomi la punta del naso si allontanò.
“Ti amo” disse prima di sparire dalla mia visuale.
Tornai ad accomodarmi sul divano, poggiai la testa sul cuscino e ripresi il libro tra le mani.
“Cosa guardi?” chiesi a Joy sentendola ridere a crepapelle.
“SpongeBob”
rispose. Annuii appena e quando un lungo sbadiglio mi colpì
decisi di riposare un po’ gli occhi. Avrei finito il capitolo
più tardi.
“Dormi?” domandò Joy avvicinandosi a me dopo qualche minuto. Scossi la testa e le sorrisi aprendo gli occhi.
“No amore”
“Papà
dice sempre che tu e il fratellino dovreste dormire tanto”
affermò con la sua aria risoluta. La guardai con la coda
dell’occhio e feci una strana smorfia con la bocca.
“Non
dare importanza alle parole di papà. A volte parta a
vanvera” e a confermare le mie parole sbadigliai ancora.
“Cosa significa a vandela?” ridacchiai della sua sbagliata pronuncia.
“Parla troppo e inutilmente” biascicai chiudendo gli occhi “Torna a guardare SpongeBob”
Joy
annuì e prima di tornare sulla poltrona mi lasciò un
tenero bacio sulla guancia e quella fu l’ultima cosa che sentii
prima di cadere tra le braccia di Morfeo.
A
svegliarmi fu un fastidioso rumorio proveniente dalla cucina. Mi misi a
sedere stropicciandomi gli occhi, poi mi guardai in giro in cerca di
Joy. Che fine aveva fatto mia figlia?
“Joy?” la chiamai. Solo io potevo addormentarmi e lasciare sola una bambina di 5 anni.
“Sono in cucina” disse e quando la raggiunsi per poco non mi prese un colpo.
“Ti sei svegliata!”
“Scendi immediatamente da li sopra, se cadi come minimo ti rompi qualcosa” la richiamai agitata.
Mi avvicinai a lei e l’aiutai a scendere dal ripiano della cucina. Come aveva fatto a salirci?
“Scusa, ma avevo fame” si giustificò abbassando gli occhi per terra.
“Dovevi svegliarmi” neanche mi ero accorta di aver preso sonno.
“Non
volevo” alzai gli occhi al cielo più irritata che mai.
Nell’ultimo mese persino mia figlia mi trattava come una
bambolina di porcellana!
“Non farlo mai più ok?” annuì sorridendo ed io ricambiai “Cosa volevi mangiare?”
“Le gocciole”
Non
volevo prendere una sedia, perciò mi alzai in punta di piedi per
afferrare il pacchetto di biscotti, ma non appena mi tesi verso di esso
una fitta al basso ventre mi fece piegare su me stessa dal dolore.
Senza rendermene realmente conto lanciai un urlo spacca timpani e Joy sobbalzò spaventata.
“Mamma
cos‘hai?” mi poggiai al tavolo e strinsi forte i pugni.
Dannazione avevo dimenticato quanto, quel dolore, fosse intenso. Non
riuscii a rispondere a Joy, ne a tranquillizzarla. Stavo per partorire
cavoli! Mi erano appena venuta una contrazione ed ero in casa da sola,
con una bambina di 5 anni che mi guardava terrorizzata. Avrei dovuto
dare ascolto a Robert! Quando il dolore passò tirai un sospiro
di sollievo e guardai l’orologio, erano quasi le 19,
perché diavolo Rob non era ancora tornato?
“Mamma, stai bene?” sorrisi a mia figlia cercando di rassicurarla.
“Si
tesoro, ma dobbiamo chiamare papà” le dissi “corri a
prendere il telefono” sparì in un batter d’occhio e
pochi minuti dopo mi piegai nuovamente su me stessa lanciando un
altro grido. Avevo le lacrime agli occhi e per cercare di calmare le mie grida mi morsi la lingua facendola sanguinare.
“Non
lo trovo” biascicò mia figlia con la voce tremante e gli
occhi sbarrati dal terrore. Quando anche quest’altra contrazione
passò mi rilassai e avvicinai a Joy.
“Tranquilla
amore, è tutto apposto” le accarezzo il capo per calmarla
“non piangere e cerca tra i cuscini del divano. Dovrebbe essere
li”
Avevamo
atteso 9 mesi questo momento ed ora che il piccolo protestava per
venire al mondo, il mio futuro marito non era con me. Quell’
idiota di Rob non c’era. Stavo per avere una crisi nervosa e se
non sarebbe arrivato nell’arco di 10 minuti probabilmente lo
avrei ucciso il giorno seguente. Avevamo sempre dato per scontato che
saremmo stati insieme quando sarebbero iniziate le doglie, ma
evidentemente ci sbagliavamo.
“Eccolo!”
urlò Joy dal salone e proprio in quel momento il campanello
suonò. Qualcuno lassù mi voleva bene allora!
“Apri”
ordinai alla bambina. Sentii la serratura scattare e Dakota chiedere a
Joy cos’avesse. Bene, non era Robert!
“Corri
la mamma sta male” e proprio in quel momento un’altra
ondata di dolore mi colpì forte. Un’altra contrazione,
altre grida, altre lacrime.
“Kris!” urlò Ota raggiungendomi spaventata. Aspettai che passasse anche questa volta, poi le sorrisi.
“Ho
le contrazione e quel coglione di Rob non è qui” mi
sorrise nervosa e posando la borsa mi aiutò a mettermi sul
divano.
“È la prima?” chiese mentre afferrava dal mobile un borsone.
“è la terza. Arrivano ogni 15 minuti” spiegai quando tornò in salone con una valigia piena di roba.
Si avvicinò a Joy e le disse di non preoccuparsi, poi afferrò il telefono e digitò un numero.
“Il fratellino ti sta facendo male, mamma?”
“No
amore, ha solo tanta voglia di vederti” mi accarezzò il
pancione che sembrava più enorme di pochi minuti fa e
annuì.
“Non
farla male, lei è brava” disse riferendosi al piccolo. Mi
commossi per quelle parole e alcune lacrime mi rigarono il viso.
Dakota
tornò poco dopo e afferrando la borsa si avvicinò alla
porta aprendola tutta, poi tornò da me e mi aiutò ad
alzarmi.
“Dobbiamo chiamare Rob” affermai.
“Non risponde, lo chiameremo per strada”
L’aria mi si bloccò in gola. Cosa significava “Non risponde?”,
si era forse ammattito? Quel bastardo del mio fidanzato aveva
intenzione di farmi partorire da sola? Era stato lui a mettermi incinta
e se voleva vedere il sole sorgere ancora avrebbe fatto meglio a
raggiungermi il prima possibile.
“Andiamo”
ordinò ancora la mia amica “Joy vieni, tieni aperta la
porta” ci avvicinammo tutte all’ascensore e quando vi salii
venni travolta dall’ennesima contrazione.
“Cavolo!”
esclamai stringendo forte la mano ad Ota e serrando i denti. Non volevo
far spaventare ulteriormente, mia figlia.
“Respira
Kris, ritmicamente forza” feci come mi consigliò lei
“ci sono io” sussurrò al mio orecchio raccogliendomi
i capelli in una coda e togliendomi il sudore dalla fronte.
La guardai con gratitudine e per tutta risposta sorrise.
Già,
lei c’era sempre, in ogni occasione futile o importante che
fosse. Era la mia migliore amica, quella che per anni aveva asciugato
le mie lacrime, quella che mi aveva aiutata a crescere Joy, a non
demoralizzarmi, quella che gioiva con me ogni qualvolta la vita mi
regalasse una vittoria o piangeva se c’era qualcosa che andava
storto. Quella che quando, con Joy, mi si ruppero le acque si
alzò nel cuore della notte e mi accompagnò in ospedale.
Quella che in sala parto mi incitava a spingere e a dare alla luce il
frutto del mio più grande amore. Quella che probabilmente non mi
abbandonerà mai.
“Come sempre” mormorai quando le porte dell’ascensore si aprirono.
Salimmo veloci in macchina e prima che potessi rendermene conto sfrecciavamo già verso l’ospedale.
“Mi
piacerebbe stringerti nuovamente la mano in sala parto”
affermò rompendo il silenzio “Ma questa volta non tocca a
me” la sua voce si incrinò alla fine della frase e con
occhi lucidi mi guardò.
“La
mia dolce mammina!” esclamò afferrando il cellulare e
digitando, probabilmente, il numero di Robert “Adesso chiamiamo
Rob e sarà meglio per lui che risponda” aggiunse poi
tirando su con il naso. Joy nel frattempo restava in silenzio nei
sedili posteriori e mi accarezzava teneramente i capelli.
Chiusi
gli occhi e mi rilassai sul sedile in attesa di una nuova ondata di
dolore, che sapevo sarebbe arrivata presto. Avrei dovuto sopportare,
perché se il piccolo somigliava almeno un po’ alla
sorella, allora avrei sofferto per molte ore.
Pov. Robert
Il
servizio fotografico era andato alla grande, ma era durato più
di quanto mi aspettassi perciò non avevo mantenuto la promessa
fatta a Kristen. Entrai veloce in macchina e guardai l’orologio,
erano le 19 e trenta, ero in ritardo di un’ora e mezza.
Afferrai
il telefono dalla tasca e controllai chi mi avesse chiamato: Dakota.
Cosa voleva? A rispondere alla mia domanda ci pensò lo squillare
del cellulare. Risposi subito.
“Dakota dimmi”
“Idiota ti sto chiamando da mezz‘ora!” urlò esasperata. Alzai un sopracciglio confuso.
“Scusa ma ero impegnato dimmi tutto”
“Impegnato?
IMPEGNATO?” ruggì “Kristen sta per partorire e tu
eri impegnato?” quelle parole furono in grado di farmi aumentare
i battiti cardiaci e bloccare le vie respiratorie. Cosa significava che
stava per partorire? Il tempo non era ancora scaduto cosa…
“Ci sei ancora?”
“S-i scusami. Dove siete, dov‘è?” chiesi agitato azionando subito la macchina.
“Stiamo
andando all‘ospedale. Fai presto, ha bisogno di te” e a
fortificare le parole sentii delle grida assurde e Kristen imprecare di
smetterla.
“Sto
venendo” fu tutto ciò che riuscii a dire. Chiusi la
chiamata senza attendere risposta e dando gas partii a tutta birra.
Guidai
come un matto, come mai prima di allora, neanche quando volevo bloccare
il suo matrimonio con Steve corsi così tanto. Stavo per
diventare di nuovo padre per la miseria, avrei avuto il piacere e la
gioia di condividere con lei il momento del parto, di vedere mio figlio
nascere, era normale essere agitati. Volevo arrivare in tempo, godermi
tutto senza perdermi altro. Se solo avessi saputo che sarebbe successo
oggi non avrei preso impegni, sarei rimasto a casa con lei e Joy,
l’avrei aiutata ad entrare in macchina, sorretta alla prima
contrazione e confortato mia figlia che probabilmente, in quel momento,
era terrorizzata. Cavoli, l’avevo promesso a me stesso!
Quando
la strada diventò sfocata e qualcosa di bagnato mi rigò
il volto capii di star piangendo e con l’adrenalina a mille
spinsi ancora il piede sull’acceleratore e in pochi istanti
raggiunsi l’ospedale.
Una
volta parcheggiato raggiunsi l’entrata e chiesi alla infermiera
dietro il bancone dove fosse la mia fidanzata. Mi guardò
preoccupata, evidentemente il mio viso non doveva avere una bella cera.
“Si sente bene?” chiese preoccupata. Annuii.
“La
mia fidanzata è appena arrivata qui” spiegai più
tranquilla “Kristen Stewart” mi sorrise elettrizzata e
iniziò a cercare su alcuni fogli. Sorrideva contenta e mi
lanciava sguardi eccitati. Sperai con tutto il cuore che non mi avesse
riconosciuto e che non fosse una nostra fan, non era il momento di
firmare autografi, ma dalla sua espressione sembrava proprio che
volesse porgermi un biglietto ed una penna.
“Faccia presto” l’esorta agitato.
“Secondo piano, reparto maternità, stanza numero 6. Congratulazioni” urlò mentre io ripresi a correre.
Piombai nella stanza ansante e fui costretto a piegarmi su me stesso per riprendere fiato.
“Rob!” esclamò lei dal letto.
“Scusa, mi dispiace tantissimo” ansimai avvicinandomi a lei e baciandole il capo.
“Adesso
sei qui, va tutto bene” sussurrò stringendomi la mano. La
guardai meglio e sospirai: aveva il viso ricoperto dal sudore e la
pelle leggermente più bianca; le guance erano macchiate di rosso
e le labbra di un colore più vivo, gli occhi tremendamente
lucidi.
“Sono uno straccio, lo so” scossi la testa sorridendo.
“Sei bellissima” protestai piegandomi per baciarle le labbra “Joy e Dakota?”
“Sono
andate a prendere qualcosa al bar. Joy si è presa una bello
spavento” spiegò prima di impallidire e stringere forte
gli occhi. Eccola
lì, la prima contrazione che vedevo. Strinse forte la mia mano
al punto da far diventare la punta delle dita quasi viola e urlò
forte per poi accasciarsi nuovamente sul cuscino con il fiato corto. Mi
faceva male vederla così e non poter far niente per alleviare il
suo dolore.
“Non
ce la faccio più” mormorò mentre calde lacrime
uscivano dai suoi occhi. Gliele asciugai con dei baci.
“Si invece, ce la fai” dissi dandole forza “Respira e stai tranquilla”
“Facile a dirlo quando non sei tu a soffrire come un cane” ringhiò guardandomi male.
“Mi
dispiace” le accarezzai i capelli per niente offeso dal suo tono
di voce. Sia Ashley che Dakota mi avevano avvertito che in quei momenti
si tendeva ad essere scortesi con tutti. Era colpa degli sbalzi
d’umore e del forte dolore che ti annebbiava i sensi.
“Papà!”
esclamò Joy entrando in camera e correndomi incontro. La presi
in braccio scoccandole un bacio.
“Stai bene?” chiesi e lei annuì felice.
“La
zia mi ha comprato un gelato” spiegò indicando Dakota. La
misi giù e mi avvicinai a quest’ultima abbracciandola.
“Grazie, per tutto” mormorai
“Di niente inglesino da strapazzo” sciolse l’abbraccio avvicinandosi a Kristen.
“Quando l‘ultima?” domandò. Risposi io.
“Meno di tre minuti fa” annuì pensierosa lanciando uno sguardo all’orologio appeso al muro.
“Cominciano
ad arrivare più riavvicinate. Quella precedente e l‘ultima
hanno avuto uno stacco di 10 minuti” spiegò.
“Cosa significa?” ero a disagio, non sapevo esattamente cosa volesse dire.
“Significa
che le contrazioni arrivano con poco distacco tra loro. Più
passa il tempo, più arriveranno riavvicinate”
“Ti si sono rotte le acque?” chiesi a Kristen e lei negò con il capo.
“Bene, aspettiamo allora”
Pov. Kristen
Le
undici e mezza. Erano passate quasi cinque ore e ancora non mi si
rompevano le acque. Avevo chiesto alla dottoressa di romperle lei
stessa, ma aveva deciso di aspettare ancora. La mia dilatazione, era
estremamente lenta, in quel momento era di 6 centimetri e non sapevo
quanto ancora avrei dovuto aspettare, ma stavo per impazzire,
letteralmente. Le contrazioni arrivavano ogni 5 minuti ed erano una
più forte dell’altra. Cole, Ashley e Kellan ci avevano
raggiunti e insieme a Dakota avevano portato Joy fuori a giocare con il
piccolo Dan. I miei genitori erano stati avvertiti e anche quelli di
Robert si erano messi in viaggio. Tutti eravamo impazienti di vedere il
nuovo membro della famiglia, ma lui sembrava volersela prendere ancora
con comodo.
“Rob!” lo chiamai sentendo arrivare un’altra contrazione. Gli strinsi forte la mano ed urlai ancora una volta.
“Basta, fatelo uscire” ansimai e in quel momento sentii un liquido scorrermi tra le gambe e bagnarmi tutto.
“Grazie al cielo!” esclamò Robert chiamando l’infermiera.
“Bene Kris, si sono rotte le acque e sei a quasi 7 centimetri. Dobbiamo attendere ancora”
Erano
passate 8 ore, ormai era notte fonda e le contrazioni arrivano ogni
minuto. La mia dilatazione era di quasi 11 centimetri. Non ce la facevo
più, avevo l’irrefrenabile bisogno di spingere, di far
uscire fuori da me quella piccola creatura che per quanto bene gli
volessi, in quel momento mi stava facendo dannare e sperare che tutto
finisse il prima possibile. Anche il travaglio di Joy era stato
doloroso, ma non come quello, almeno per quel che la sottoscritta
ricordava.
Ormai
non urlavo più, stringevo forte i denti e restavo in silenzio,
mentre la voce di Rob e il suo continuo incitarmi mi coccolavano.
C’era solo lui lì con me, gli altri aspettavano in sala
d’attesa e da quel che avevo potuto capire c’erano proprio
tutti. Mancavano solo i genitori di Rob che sarebbero arrivati entro le
7 di mattina. Chissà, forse il piccoletto voleva attendere i
suoi nonni per uscir fuori! Mia mamma era arrivata qualche ora fa, mi
aveva chiesto se volevo che entrasse con me in sala parto, ma quando
gli ho indicato Robert mi ha sorriso senza aggiungere altro. Sapeva
quanto per me fosse importante averlo al fianco in quel momento e cosa
più importante sapeva quanto lui ci tenesse.
“Ehi,
respira è passata anche questa” mi baciò la nuca
per poi prendere ad accarezzarmi i capelli. Era pensieroso e
quell’aria così seria proprio non gli si addiceva.
“A cosa pensi?” domandai con un filo di voce. Scosse la tessa sorridendomi dolcemente.
“A
noi, al giorno in cui tutto è nato, a quello che abbiamo dovuto
sopportare in quest‘ultimi anni e a quanto tutto sia cambiato in
questi mesi” spiegò per poi scoppiare in una risatina. Non
era divertito, nient’affatto, più che altro sembrava
felice, sereno ed eccitato. Oh si, era eccitato! Lo capito dal modo in
cui sgranava gli occhi, dal sorriso raggiante, dal suo toccarmi
convulsamente i capelli e baciare frettolosamente ogni parte del mio
viso. Quella era una risata incredula, quasi inaspettata e quindi
magica.
“Quando
sono atterrato a Los Angeles dopo ben 4 anni, mi sono sentito dopo
tanto tempo inadatto e fuori posto. Sono sempre stato piuttosto critico
con me stesso ma in quel momento mi sono sentito un fallito”
sembrava rapito dalle sue parole, ma quando arrivo un’altra
contrazione si fermò per darmi coraggio e poi riprese
“Tutti i miei amici avevano bene o male raggiunto il loro
obiettivo e tutti, ogni singola persona, era fidanzata se non
addirittura sposata. Io ero l‘unico a non avere nulla. A
parte qualche ragazza occasionale vivevo solo per me e mia moglie altro
non era che la mia carriera”
“Rob
io…” volevo dire qualcosa, chiedere scusa per
l’ennesima volta ma me lo impedì. Poggiò due dita
sulle mie labbra pregandomi di stare in silenzio.
“Sai
quando mi sono realmente reso conto di non aver fatto un cazzo nella
mia vita? Quando ti ho incontrata in quel supermercato. Ti ho guardato
negli occhi dopo tanto tempo e l‘unica cosa che avrei voluto fare
era attirarti a me e baciarti come mai prima di allora, ma il rancore
era troppo e vederti lì, con tua figlia non ha fatto altro che
peggiorare la mia autostima” non sembrava triste, né
arrabbiato con la sottoscritta. Mi stava raccontando una sorta di
storia ed io avevo voglia di scoprirne il continuo, perciò non
lo interruppi ancora.
“Insomma
io ero rimasto aggrappato al passato, mentre tu ti eri lasciata tutto
alle spalle andando avanti: ti eri sposata, avevi avuto una bambina ed
avevi persino divorziato, senza contare che la tua carriera andava alla
grande. Avevi tutto ed io un bel niente ed ironia della sorte la vita
aveva voluto mostrarmelo così, tra un insulso corridoio di un
market”
Gli
sorrisi e prima che arrivasse un’altra ondata di dolore gli
baciai le labbra sussurrando un “Mi dispiace, ti amo” frase
assolutamente banale, ma cosa avrei mai potuto dirgli? Come avrei fatto
a spiegargli che per quanto Joy rendesse la mia vita ricca, in
realtà il mio cuore non era altro che un ponte vuoto dove
nemmeno un vagabondo voleva sostare? Mi avrebbe creduto, questo si, ma
in quel momento sarebbe stato davvero difficile mettere insieme
più di qualche parola e articolare un discorso. Magari il giorno
dopo, quando tutto quel atroce dolore sarebbe finito, avrei potuto
raccontargli la mia versione della storia, che per quanto diversa, era
senza dubbio ricca delle medesime emozioni.
“E
adesso guardaci Kris?” disse attirando nuovamente la mia
attenzione “Siamo qui, insieme, ho una figlia che dorme sulle
sedie di una sala d‘attesa e un altro figlio che sta per nascere.
In pochi mesi ho costruito tutto ciò che ho sempre desiderato.
La vita mi ha regalato una famiglia. Adesso sono l‘uomo
più ricco del mondo perché ho di nuovo te, Joy e questo
piccoletto che se non si decide ad uscire da li dentro riceverà
una bella ramanzina appena aperto gli occhi” mi sorride
orgoglioso e con occhi scintillanti di gioia. Io mi lasciai scappare
una risatina e poi lo abbracciai, per quanto le mie forze lo
permettessero, forte.
“Ti amo Signor Pattinson”
“Anch‘io mammina”
Pov. Robert
“Inspira
ed espira amore, così da brava” sussurrai al suo orecchio
stringendole la mano. Eravamo finalmente entrati in sala parto e da 5
minuti a quella parte Kristen non faceva altro che urlare, spingere,
respirare, piangere e maledire chiunque gli capitasse a tiro. Io le
stavo vicino e cercavo di farle forza, ma era inutile. Per quanto
cercassi di immedesimarmi in lei, per quanto volessi capire cosa
provasse proprio non riuscivo a farlo. Insomma dovevo immaginarmi che
un piccolo esserino doveva uscire da dentro la mia pancia per giunta da
un posto che non era dei più spaziosi. Mi veniva il freddo
addosso solo al piccolo pensiero. Lei soffriva, glielo si leggeva negli
occhi ed io non potevo fare un bel niente a parte sperare che tutto
finisse il prima possibile.
Durante
tutta la gravidanza non avevo mai seriamente pensato a questo momento,
la mia fantasia era sempre andata oltre tutto ciò perciò
l’unica cosa che vedevo era un pargoletto tra le mie braccia. La
mia mente non si era neanche minimamente sforzata di pensare a come avrebbe fatto mio figlio a vedere la luce, al male che Kristen avrebbe patito. In un certo senso mi sentivo in colpa.
“Spingi
Kristen forza, vedo la testa vai” strinse forte gli occhi e fece
come la dottoressa le aveva ordinato e più spingeva più
il bambino usciva fuori, più l’ostetrica la incitava.
“Vai forza, un ultimo sforzo. È quasi finita” annunciò Caroline.
“No
basta. Basta non ce la faccio più” ansimò
“Non ce la faccio più Rob” le sorrisi per poi
baciarle il capo imperlato di sudore.
“Si
che ce la fai amore. Ce l‘hai sempre fatta e ci riuscirai anche
questa volta. Sei forte” l’incoraggiai.
“Spingi Kris”
“Ma fa male. Tanto” protestò.
“Ehi,
ci sono io qui ok? Stiamo sognando questo bambino da nove mesi. Nostro
figlio Kristen, il fratellino di Joy. Puoi farcela, pensa
a noi” mi guardò per qualche istante poi, senza
perdere il contatto visivo, diede le ultime spinte e poco dopo le sue
urla vennero sovrastate da un piccolo pianto. Era nato. Mio figlio era venuto al mondo ed io ero lì pronto ad accoglierlo.
“E‘
meraviglioso. Complimenti Kris, sei stata bravissima” si
complimentò la dottoressa per poi sostarsi infondo alla sala.
Probabilmente dovevano pulirlo.
“Voglio v-eder-lo” biascicò Kristen.
“Prima
bisogna pulirlo e saturare te, poi sarà tutto vostro”
spiegò un’infermiera allontanandosi.
Mi voltai verso Kristen e avvicinai il mio viso al suo.
“Ti
amo Kris, ancora una volta mi hai reso l‘uomo più felice
del mondo” confessai e solo quando lei mi passò una mano
sulla guancia capii di star piangendo.
“Ti
amo anch‘io Robert, più di qualsiasi altra cosa al mondo e
amo i nostri figli” annullai le distanze e le lasciai un tenero
bacio sulle labbra poi poco dopo la dottoressa si avvicinò per
mettermi il mio bambino tra le braccia. Il mio cuore perse un battito
quando lo strinsi a me e se possibile, le lacrime aumentarono a
dismisura quando ad occhi increduli ammirai quegli occhi color cielo. I
miei occhi. Mi avvicinai tremante a Kristen e quando anche lei lo
ammirò scoppiò in un dolce pianto.
“Sei meraviglioso! Hai visto cos‘abbiamo creato?” annuii con il capo, incapace di aggiungere altro.
“Benvenuto al mondo mio piccolo Thomas Pattinson”
Sorridemmo
in contemporanea, poi il mio pensiero andò oltre quella porta,
dove ad attenderci c’era il nostro prima angelo: la mia piccola
Joy che non vedeva l’ora di vedere il fratellino.
“Non
mi manca niente” sussurrai più a me stesso che agli altri
ed era vero. La vita mi aveva regalato tutto ciò che avevo
sempre desiderato e glien’ero grato. Estremamente grato.
Ero
così felice ed euforico che solo un’ora dopo compresi
quanto fosse stato traumatico il parto. Bello da morire si, ma
senz’altro pieno d’ansia e terrore. Per tutto il tempo
avevo avuto la sensazione di svenire, mi ero sentito più volte
mancare ma dovevo essere forte. Lo dovevo a me, ma soprattutto a
Kristen. Lei che per quanto avesse vissuto nello sbaglio per anni, era
stata forte. Forte perché aveva tirato su una bambina da sola,
perché non si era mai persa d’animo e perché ha
avuto il coraggio di riprendermi.
Oh si, la mia era senza dubbio una donna eccezionale!
_____________________________________________
*______________* Allora cosa ne pensate? Il capitolo è
più lungo del solito, ma voglio un vostro parere perciò
lasciate qualche recensione anche se sò perfettamente che non ce
lo meritiamo affatto =(
Un bacio, al prossimo e ultimo aggiornamento =D
per contattarmi: Nusia Efp
Nusia*
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