Oltre le apparenze di lisa76 (/viewuser.php?uid=69227)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** 16. ***
Capitolo 17: *** 17. ***
Capitolo 18: *** 18. ***
Capitolo 19: *** 19. ***
Capitolo 20: *** 20. ***
Capitolo 21: *** 21. ***
Capitolo 22: *** 22. ***
Capitolo 23: *** 23. ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 1 *** 1. ***
O.L.A. 1
1-
La vedeva ancora così,
nuda sopra ad Anthony, mentre facevano l’amore nella loro casa,
quella che lei aveva voluto e lui aveva comprato; nel loro letto
scelto da lei e pagato da lui, davanti a lui che aveva l’unica
colpa di essere rientrato in un orario insolito scoprendo infine
l’infame tradimento.
Quell’immagine pareva
stampata a fuoco nella sua retina, nonostante fossero ore che
girovagava senza meta cercando di allontanarsi da quanto era
successo.
Chi
diavolo era diventata la sua Ginny?
E poi
Anthony?
Il suo secondo, colui che
considerava un amico, forse il migliore da quando aveva rotto i
rapporti con Ron.
Ron
Un’altra fitta all’altezza
dello stomaco, stessa famiglia, stessa morale.
D’altronde anche lui aveva
tradito Hermione accusandola poi come se ella stessa fosse la
colpevole del suo tradimento.
Ricordava ancora quella
discussione in cui si era trovato suo malgrado.
Hermione in lacrime mentre
lui le sputava in faccia tutto il suo odio, tutta la sua perfidia
accusandola di amare più il suo lavoro di lui, la sua fama, la
sua notorietà.
Se qualcuno se ne era fregato
della fama tra i tre salvatori del mondo magico, quella era proprio
Hermione, aveva voluto finire gli studi al contrario di lui e Ron e
solo dopo aveva intrapreso il corso per diventare Auror, risultando
anche lì la migliore. Perché lei era migliore, migliore
di tutti loro.
Ricordava chiaramente che
aveva tentato di intervenire in difesa dell’amica, che per lui era
quasi una sorella. Ma Ginny lo aveva fermato convincendolo a non
prendere posizione.
Ora avrebbe voluto prenderla
quella posizione, avrebbe voluto essere così acuto da capire
che Ginny era diventata una piccola bugiarda arrivista, interessata
più al suo conto in banca ed alla sua posizione sociale che a
lui come Harry.
Il destino è beffardo
e tende a gabbarti proprio quando sei convinto di averlo in pugno e
così era successo anche a lui.
Lui che era stato il “bambino
sopravvissuto”, lui che aveva salvato il mondo magico sconfiggendo
Lord Voldemort, lui che era diventato il capo degli Auror del Regno
Unito.
Era così preso dalla
sua vita, dal bisogno di rendere felice Ginny per ripagarla di tutto
il tempo e le sofferenze che aveva passato per lui, da non rendersi
conto di cosa gli succedeva intorno.
Aveva messo Ginny ed il
lavoro al centro del suo mondo, cercando di accontentare l’una
senza mancare nel altro, memore della fine precoce della relazione
tra i due migliori amici.
Ma tutto era stato inutile,
perché in realtà si era semplicemente messo un
paraocchi.
Aveva finto di non vedere
com’era cambiata la dolce Ginevra Molly Weasley.
Aveva perfino litigato con
Hermione quando quella gli aveva, con tatto e gentilezza, fatto
notare che non era accompagnando a tutti i balli o eventi mondani la
fidanzata che avrebbe preservato la pace nel neonato mondo magico.
L’aveva accontentata sempre
in tutto, perché lei era la sua Ginny e doveva avere il
meglio; aveva soprasseduto sul suo diventare sempre più
esigente e capricciosa, sul suo spendere e spandere convinto che
fosse solo causato dalla novità di poter avere a disposizione
un capitale non indifferente e la notorietà di essere la
fidanzata del “salvatore del mondo”.
Però almeno ora poteva
ammettere con se stesso che una parte di lui aveva cominciato ad
interrogarsi sul bisogno spasmodico di spendere e sfoggiare abiti e
gioielli sempre nuovi e sempre più costosi, sul suo amore
incondizionato per ogni tipo di ricevimento e ballo formale che si
teneva al ministero e perfino sulla sua evidente incapacità di
trovarsi un lavoro.
Ginny Weasley era diventata
una mantenuta di lusso, sì perché dalle fidanzate ci si
aspetta almeno un po’ d affetto, cosa che ormai Harry ricordava a
malapena poiché negli ultimi anni dall’amata fidanzata non
aveva ricevuto che scenate e capricci, degni di una bambina di pochi
anni viziata e dispotica.
E lui era stato un idiota
colossale.
Talmente idiota da passare su
tutto, come dimostrava la scatolina di gioielleria che si rigirava in
tasca da quella mattina, il contenuto di quella scatolina era la
ragione ultima del suo rientro anticipato a casa, voleva chiederle di
sposarlo.
Ma
si può essere più deficienti?
Se
fosse rientrato al solito orario, probabilmente, non avrebbe scoperto
nulla.
A
questo pensiero il sangue gli si gelò nelle vene, avrebbe
sposato quella piccola arrivista puttana!
La prima goccia di pioggia lo
sorprese nel mezzo di un bel monologo d’insulti diretti a se
stesso.
Alzando il viso al cielo fu
colto da un’improvvisa inquietudine.
Dove sarebbe andato?
Di certo non a casa sua, lui
se ne era andato sbattendo la porta, ma dubitava che la signorina
Weasley se ne fosse minimamente preoccupata giacché nonostante
l’avesse visto, chiaramente, non aveva smesso di scoparsi
Goldstein.
Stringendo i pugni con rabbia
si chiese cosa fare e dove andare. Chi gli era rimasto?
Non Ron con cui parlava
appena e solo quando si trovavano alla Tana coinvolti nei pranzi
della numerosa famiglia di Molly. Non dai Weasley perché per
un po’ ne avrebbe avuto abbastanza di quella famiglia, non che la
colpa fosse dei signori Weasley certo ma non aveva voglia di guardare
in faccia Arthur con ancora negli occhi le immagini del tradimento di
sua figlia.
Sarebbe andato sicuramente da
Anthony se non fosse l’altra parte in causa del suo tradimento.
E allora dove andare?
L’amara considerazione di
essere nuovamente solo contro il mondo lo colse trovandolo spiazzato
a quell’eventualità.
Hermione forse lo avrebbe
ascoltato, ma forse no, d’altronde si era completamente
disinteressato dei suoi problemi soprattutto con l’ultima legge
magica varata. Talmente tanto che la sua migliore amica era stata
costretta a sposare Malfoy. Già proprio quel Draco Lucius
Malfoy che l’aveva insultata e derisa nei loro anni scolatici.
Merlino, come aveva fatto a
lasciarla tra le spire di quella serpe?
La legge varata dal ministero
era assurda, lo aveva detto chiaramente al ministro, ma nemmeno la
sua notorietà era valsa a evitare il peggio.
Dopo la caduta di Voldemort
il nuovo mondo magico era cambiato.
I matrimoni misti con babbani
ormai erano all’ordine del giorno, mettendo così sempre più
a repentaglio la sicurezza dello Statuto per la segretezza. I ben
pensanti del ministero allora ne avevano combinata una delle loro:
chi sposava un babbano doveva rinunciare alla magia e i nati babbani,
come Hermione appunto dovevano scegliere se sposare un mago e
rimanere in possesso dei propri poteri o tornare nel loro mondo di
origine. Un’assurdità totale, ma il Wizengamot l’aveva
votata all’unanimità. Erano sorti molti comitati promotori
di un referendum, fatto più unico che raro per il mondo
magico, per chiedere l’abolizione di quest’idiozia, ma intanto i
termini di “regolarizzazione” erano scaduti e molti maghi e
streghe erano stati costretti a vedersi spezzare la bacchetta, altri
come la sua amica avevano optato per un matrimonio concordato a
tavolino. Di questo lo stesso ministro era a conoscenza, ma aveva
sardonicamente commentato che anche se i matrimoni non erano d’amore,
avrebbero preservato il mondo magico, e tanti saluti al vecchio motto
di Silente “ L’amore è la magia più grande che
esista”.
Al riparo di una tettoia
Harry si domandava se tentare o no di parlare con Hermione.
Lavoravano insieme, lui era
il capo di tutti gli Auror e quindi anche dell’amica e del neo
marito.
Sì perché dopo
la caduta di Voldemort Malfoy aveva intrapreso la carriera di Auror,
non pochi avevano storto il naso, ma a conti fatti lui stesso non
poteva lamentarsi dell’operato del giovane collega. Più
taciturno e meno scontroso di quanto era stato in gioventù
Draco Malfoy era un ottimo Auror, competente e preparato. La sua
vasta cultura in fatto di pozioni ne aveva fatto un elemento di
spicco del suo reparto e lo aveva portato ad operare nelle squadre
speciali insieme a lui ed Hermione. Ne avrebbe fatto parte anche Ron
se qualche anno prima non avesse rinunciato per intraprendere la
carriera di giocatore professionista di Quidditch, con molta gloria e
poca reale capacità, ma avere uno degli “eroi” in squadra
era troppo ghiotto per qualsiasi squadra e quindi avevano fatto a
gara a ricoprirlo d’oro, aumentando ancora di più il suo ego
già di per sé smisurato tutto speso in soldi facili e
donne altrettanto facili.
Lavanda intanto si era fatta
sposare, sì perché il caro vecchio Ronald cadeva sempre
negli stessi errori e proprio con l’ex fidanzatina di scuola aveva
tradito Hermione non pensando però che la cara Lav Lav era un
arrivista di prima categoria e si era assunta anche l’onore e
l’onere di rivelare il tradimento alla fidanzata ufficiale ovvero
Hermione.
Inventandosi di sana pianta
una gravidanza che si era rivelata a conti fatta fasulla, ma che
aveva costretto Ron a sposarla con buona pace di mamma Molly e visto
che nel mondo magico il divorzio non esisteva, si era sistemata per
la vita condividendo con la neo cognata le gioie della notorietà
riflessa e delle spese pazze.
Hermione, stoica com’era
sempre stata, aveva urlato tanto per poi rassegnarsi alla stupidità
del ragazzo che aveva amato da sempre e riprendere con la sua vita
gettandosi anima e corpo nel lavoro, allontanandosi progressivamente
da tutti loro e trovandosi quindi sola ad affrontare quella stupida
legge.
Ricordava chiaramente quando
gli aveva comunicato, con scarso entusiasmo, il suo prossimo
matrimonio con l’erede di casa Malfoy ed Harry aveva urlato e
tanto, per poi arrendersi al suo lapidario “ Dimmi tu cosa dovrei
fare? Rinunciare alla magia? A questo mondo che ormai è tutto
quello che mi rimane? “ colpito lui aveva abbassato la testa
rifiutandosi però categoricamente di partecipare a quella
pagliacciata. E tutto il mondo magico aveva favoleggiato sull’assenza
del più famoso amico della sposa al “matrimonio dell’anno”,
al quale perfino Ginny aveva partecipato dimostrando una faccia tosta
notevole.
Hermione però era
sempre rimasta la stessa stupenda persona che era a undici anni,
buona e altruista, capace di mettere il bene degli altri prima del
proprio. Purtroppo l’unica volta che non l’aveva fatto Harry gli
aveva voltato le spalle dimostrandosi infine un pessimo amico.
La pioggia continuava a
cadere copiosa mentre lui continuava ad insultarsi, quanti errori
aveva commesso negli ultimi anni, quante stupidaggini aveva commesso
pensando di essere nel giusto e invece aveva sbagliato tutto. Tutto!
Alla fine decise che se da
qualche parte doveva cominciare a porre rimedio ai propri errori
forse Hermione era il punto di partenza perfetto, certo avrebbe
dovuto sopportare quella serpe di suo marito ma se avesse riavuto la
sua migliore amica al fianco, quella sorella che amava e ammirava,
tutto sarebbe stato più semplice anche perché la
“mente” del gruppo era sempre stata lei e ora aveva assoluto
bisogno di qualcuno che lo guidasse nel faticoso compito di rimettere
in sesto la sua vita.
La visione chiara del mondo
di Hermione e la sua mente pronta alla ricerca della giusta soluzione
erano ciò che più anelava insieme ad un abbraccio
sincero che da troppo tempo non riceve e se per averlo avrebbe dovuto
strisciare lo avrebbe fatto perché per lei ne sarebbe sempre
valsa la pena.
Certo di questa nuova
convinzione si smaterializzo di fronte ai cancelli del Mannor della
famiglia Malfoy.
POSTO PICCOLO:
Ciao
sono nuova in questa sezione ho pubblicato qualcosa in Twilight, ma
poca roba. Spero che l'inizio vi abbia incuriosito. Vi lascio anche il
mio blog dove metto gli spoiler e qualche comunicazione.
http://acasadilisa.blogspot.com/
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di
lucro.
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Capitolo 2 *** 2. ***
2.
2-
Un servile maggiordomo, umano
stranamente, lo accolse e lo tradusse in un salottino in attesa di
avvertire la signora della visita.
Guardandosi intorno, già
nell’atrio di quel grande maniero, Harry aveva notato quanto poco
restasse di quella che era stata la casa di Lucius Malfoy che lui
aveva avuto la sfortuna di visitare come prigioniero anni prima.
La casa un tempo tetra e
permeata, a suo avviso, di oscurità e malvagità risultava ora
splendente e luminosa, ricca e sfarzosa come era sempre stata ma
decisamente più abbagliante. Quanto di quel cambiamento fosse
imputabile all’amica gli era oscuro, ma certamente quella casa non
gli dava ora i brividi che ricordava.
Mentre attendeva nel
salottino elegantemente finito nei toni del lavanda si chiese che
effetto avesse avuto sul amica venire a vivere nel luogo in cui
Bellatrix l’aveva torturata.
<< Harry? >> una
voce fin troppo nota lo riportò alla realtà del momento.
Hermione, fasciata in un
tubino color crema e con i capelli raccolti in un’elegante
crocchia, lo fissava stupita dalla porta, alle spalle della ragazza
il suo giovane marito elegantissimo in un completo “fumo di Londra”
con la cravatta leggermente allentata e lo sguardo corrucciato.
Per un attimo si sentì
terribilmente fuori luogo al cospetto dell’elegante coppia.
<< Hermione >>
sussurrò appena con la voce rotta dall’emozione. Tutto il peso di
quella giornata e delle considerazioni che ne erano seguite gli cadde
sulle spalle velandogli gli occhi.
La ragazza evidentemente
scossa dalla vista del ragazzo mal in arnese e con gli occhi pieni di
tristezza gli corse incontro stringendolo in quell’abbraccio che
tanto aveva anelato e lui prontamente appoggiò il viso sulla testa
dell’amica in un gesto che un tempo era stato abituale e che ora
gli riportava alla mente tutto quel calore e quell’amicizia che
pensava persi per sempre.
<< Harry! Cos’è
successo? Perché sei tutto bagnato? >> chiese agitata, lui la
strinse più forte mormorando ancora una volta il suo nome.
<< Per Merlino Potter
che diamine ti è successo? >> chiese a sua volta Malfoy
facendogli finalmente alzare il capo e incrociare gli occhi
dell'altro, ora apertamente ostili.
<< Malfoy. >>
disse schiarendosi la voce e allontanando appena l’amica per
cercare il suo sguardo ora notevolmente preoccupato.
<< Scusate se mi sono
presentato qui senza avvisarvi, ma … non sapevo dove andare io …
Hermione ho bisogno di parlare con te, ma prima di tutto devo
chiederti scusa >> disse con non poca difficoltà. Nonostante
lavorasse ogni giorno con il biondo ex Serpeverde, sviscerare i suoi
problemi davanti ai suoi occhi, furenti peraltro, non era il massimo.
Concentrandosi quindi sugli
occhi dell’amica, ora spalancati, cercò di dimenticare la presenza
del marito, merlino il
solo pensarlo gli dava i brividi,
di lei.
<< Scusa? >>
chiese con voce tremante Hermione.
<< Si! Scusa! Scusa per
come mi sono comportato negli ultimi anni, per tutte le volte che non
ti ho ascoltato o che non ti sono stato vicino. Sono stato un pessimo
amico e pensare che io ti considero quasi mia sorella e ti ho
trattato così … >> concluse scuotendo la testa e regalandole
un tenue sorriso imbarazzato.
<< Oh Harry!!! >>
disse Hermione per poi fiondarsi tra le sue braccia con le lacrime
agli occhi.
Malfoy intanto, chiaramente
indispettito, se ne stava rigido con le braccia conserte nel centro
del salottino trucidando con lo sguardo l’uomo che stringeva al
petto sua moglie in lacrime.
<< E a cosa dobbiamo
questa epifania? >> chiese sarcastico con voce strisciante,
che ricordava immensamente il tono che riservava a loro tre negli
anni di Hogwarts.
Hermione si staccò da lui
per girarsi verso il marito << Draco per favore! >> disse
con voce severa cui lui rispose alzando le mani in segno di resa e
scrollando il capo.
<< E’ una legittima
domanda, tesoro. Si è presentato conciato così alla nostra porta
>> disse accigliato tradendo un leggero risentimento.
<< Perché non torni di
là da tua madre e ti scusi da parte mia, mentre io parlo con Harry?
>> chiese conciliante la ragazza facendo assumere nuovamente al
marito la rigida posa da poco abbandonata.
<< Ti ricordo che lui è
… >> ma non lo fece finire.
<< Lo so Draco lo so.
Non ti preoccupare. Voglio solo parlare con Harry. Ti prego raggiungi
Narcissa. >> disse seria avvicinandosi a lui e sfiorandogli
con mano leggera le braccia conserte.
Malfoy trattenne ancora un
attimo lo sguardo duro verso Harry per poi abbassare gli occhi verso
quelli della moglie, notevolmente più bassa di lui nonostante i
tacchi alti. Si fissarono un attimo quasi misurandosi, finché il
ragazzo sbuffò sommessamente e perse la posizione rigida. Afferrò
la mano della ragazza protesa verso di lui e la sfiorò appena con le
labbra.
<< Come desideri, ma
ricordati quello che ci siamo detti. Non tutti hanno diritto
all’eterno perdono. >> disse perentorio per poi trafiggere
Harry con lo sguardo e guadagnare l’uscita.
Hermione sospirò a sua volta
e ancora girata nella direzione in cui Draco era sparito, gli disse
semplicemente di seguirla.
Hermione lo condusse in uno
studio, che doveva appartenerle, viste le numerose foto che
ritraevano la ragazza insieme ai genitori, a Molly e Arthur Weasley,
allo stesso Harry ai tempi della scuola e con le divise degli Auror
ed infine alla foto del matrimonio da poco celebrato.
Quest’ultima foto attrasse
l’attenzione di Harry che titubante la prese in mano << Eri
bellissima, mi spiace di essere stato così idiota da perdermi un
giorno come questo >> disse mestamente alla ragazza che nel
frattempo si era accomodata dietro all’imponente scrivania.
<< Spiace molto anche a
me >> disse lei facendogli segno di accomodarsi. << Senti
freddo? Vuoi che ti procuri dei vestiti asciutti? >> chiese
premurosamente e lui scosse la testa. Voleva parlare, voleva
chiarirsi e poi in quella stanza il fuoco ardeva vivace nel grande
camino scaldandolo, o forse era la speranza di ricostituire l’antico
sodalizio con l’amica di sempre a scaldarlo.
Una volta che si fu
accomodato, guardò la ragazza che lo fissava concentrata, stava
cercando di organizzare le parole che gli vorticavano in testa,
quando lei come sempre lo anticipò.
<< Harry cos’è
successo? Cosa ti ha portato alla mia porta a pormi scuse per …
tutto? >> chiese lei corrucciando appena le sopracciglia.
Lui si massaggiò gli occhi
sotto gli occhiali, non più quelli rotondi dei tempi della scuola
sempre storti e riaggiustati più volte. Un paio nuovo a lente libera
con i profili argentati, di una marca famosa, che Ginny aveva tanto
insistito perché comprasse convincendolo che ormai con la posizione
che rivestiva doveva dare un’immagine più seria di se. Si certo
l’immagine, ecco cosa interessava veramente alla cara Ginevra.
Stancamente raccontò
all’amica quanto gli era accaduto durante quella assurda eterna
giornata, comprese le sue riflessioni sui propri errori specialmente
nei confronti della bella ragazza che gli sedeva di fronte e che
circa a metà del suo racconto si era alzata e lo aveva raggiunto
dall’altra parte della scrivania stringendogli le mani in segno di
solidarietà.
Aveva pianto il “ragazzo
sopravvissuto” ripercorrendo quegli errori che ora come ora gli
sembravano così chiari, ma che prima, mentre li viveva, non aveva
capito.
<< Harry non puoi darti
la colpa per tutto, se qualcuno ha sbagliato in questa storia quella
è Ginny. Forse l’hai troppo amata, ecco, forse … forse ti sei
fatto prendere un po’ troppo dalla vita che sognavi e che volevi
realizzare. Ma non puoi darti tutte le colpe. >> disse calma
stringendogli forte la mano che teneva intrecciata alle proprie.
<< Ma con te sì. Con
te ho sbagliato tutto. >> disse convinto. << Prima quando
non ti ho difeso davanti a Ron e poi … poi quando non sono stato in
grado di proteggerti da questa stupida legge. Ti ho lasciato sola, ti
ho lasciato a Malfoy >> disse scuotendo la testa con rabbia.
Hermione sospirò ancora.
Effettivamente aveva fatto tutte quelle cose e lei ne era rimasta
pesantemente ferita. Era quello che Draco tentava di ricordarle con
quella frase.
Ma alla fine non le era
andata così male. Certo il suo non era un matrimonio d’amore, ma
lei e suo marito avevano un buon rapporto. Da quando si erano trovati
a lavorare insieme e lui aveva perso quell’aria spocchiosa e snob
che aveva caratterizzato gli anni della scuola, avevano sviluppato
una proficua collaborazione arrivando a comprendersi anche solo con
uno sguardo, tanta era la familiarità che avevano raggiunto. Quando
la nuova legge l’aveva stretta alle corde imponendole una scelta
tra quei due mondi su cui si era sempre sentita in bilico, Draco le
aveva offerto una via d’uscita perfetta. A lei serviva una mano
per restare nel mondo della magia, a lui serviva una mano per
riportare in auge il nome della sua famiglia e la sua credibilità.
Era un contratto che avrebbe soddisfatto i bisogni di tutti. Nessuno
dei due cercava l’amore infondo. Lui era stato cresciuto sapendo
che avrebbe contratto un matrimonio d’interesse, mentre lei aveva
perso tutte le sue romantiche illusioni sull’amore quando l’unico
uomo che aveva realmente amato per tutta la sua giovane vita l’aveva
tradita e umiliata, addossando a lei ogni responsabilità del
naufragio della loro relazione. E lei si era sentita così sola.
Proprio come ora si doveva sentire Harry.
Draco l’aveva ammonita più
volte sulla sua troppo grande propensione al perdono, troppo buona e
troppo Grifondoro a detta del marito.
Avevano speso giorni interi a
discutere della situazione della ragazza rispetto ai suoi amici di un
tempo, giorni e da quando si erano sposati anche notti.
Non c’era tenerezza nel suo
matrimonio, non c’erano baci appassionati o slanci amorosi, ma di
sicuro c’erano reciproca comprensione e solidarietà, c’erano
rispetto e sostegno, insomma non le era andata così male.
Infine aveva trovato anche
Narcissa.
La madre di Draco era stata
la sorpresa più grande di quel matrimonio, forse più dello sfarzo
della sua nuova vita.
Narcissa si era rivelata una
donna gentile e affettuosa, che istruiva con amabile pazienza la
nuora del tutto digiuna di etichetta dell’alta società magica. Ma
lo aveva fatto con affetto e simpatia, stringendo con la ragazza un
rapporto alla pari.
Riemergendo dai propri
pensieri la ragazza decise che infondo lei era una Grifondoro e se
qualcuno doveva avere diritto al suo perdono quello era Harry.
Harry che l’aveva sempre
protetta e appoggiata, che considerava come il fratello che non aveva
mai avuto, che le era sempre stato vicino.
<< Accetto le tue scuse
Harry, perché ti sei comportato male con me negli ultimi anni e
perché ti avrei voluto accanto nel giorno più importante della mia
vita. Il mio non sarà un matrimonio d’amore, ma è l’unico che
mai avrò e ti avrei voluto accanto. Tu sei tutta la mia famiglia
ormai e il fatto che non fossi lì con me, ad accompagnarmi
all’altare e a sostenermi, mi ha profondamente ferito. Ma proprio
perché sei tutta la mia famiglia non posso rinunciare nuovamente a
te ora che sei qui. Con me. >> disse con la voce rotta. Mentre
il ragazzo si sporgeva per stringerla e sussurrarle ancora scuse e
quanto le voleva bene.
Piansero entrambi finché le
lacrime non si trasformarono in risate.
<< Un matrimonio in
grande stile, ho letto. Proprio come piace a te ! >> disse
Harry con il sorriso sulle labbra ebbro della felicità di aver
ritrovato l’amica di sempre.
<< Oh sì, non
immagini! Una gioia! Tutti quegli sconosciuti che mi stringevano e si
congratulavano con me. E Ginny ha pianto lo sai? Ma si può essere
così falsi? C’era perfino Lavanda. Quando l’ho vista, avrei
voluto affatturarla! >> disse ridendo a sua volta. Sembravano
di nuovo quelli di un tempo e i loro sguardi felici ne erano la
prova.
Harry si fece serio di colpo.
<< Con lui? Tutto bene?
>> chiese incatenando lo sguardo dell’amica nel verde
splendente dei suoi occhi.
Hermione sorrise appena <<
Si tranquillo. Il nostro non è un grande amore ovviamente, ma
abbiamo il nostro equilibrio. Draco non mi fa mancare nulla ed è fin
troppo … protettivo alle volte. >> disse rialzando gli occhi
sull’amico leggermente imbarazzata. Draco tendeva ad essere
piuttosto possessivo con lei. Lo avrebbe definito geloso se non
avesse saputo che era impossibile, più che altro era possessivo
aveva concluso la ragazza e come con ogni altra cosa che gli
apparteneva non sopportava che qualcuno toccasse lei, in nessun
senso.
<< Sicura? >>
chiese Harry notando il leggero disagio dell’amica, la quale annuì
convinta.
<< Che cosa pensi di
fare ora Harry? >> chiese poi decisa a spostare su di lui la
conversazione, conscia che il suo matrimonio ben poco chiaro a lei,
dovesse apparire un enigma insormontabile ad occhi esterni.
Il ragazzo si strinse nelle
spalle, al momento non aveva assolutamente idea di cosa fare o dove
andare.
<< Non penso che sia il
caso che tu torni da Ginevra, almeno per questa sera. Puoi restare
con noi. Abbiamo non so quante stanze e siamo solo in tre >>
disse meditabonda. Il suo cervello, sempre fin troppo attivo, stava
già vagliando le varie soluzioni al problema dell’amico e il suo
cuore anelava di averlo accanto ancora un po’ ora che lo aveva
valutato.
<< Io … ecco … non
credo che Malfoy … >> cercò di dire Harry, ma lei lo fermò
alzando una mano.
<< Con mio marito me la
vedo io, tranquillo >> disse regalandogli un leggero sorriso.
<< Ma prima o poi dovrai parlare con Ginevra >> disse
convinta.
Harry per la prima volta notò
con quanto astio l’amica pronunciava il nome della sua ormai ex
fidanzata, la osservò attentamente per poi fargli la domanda di cui
più temeva la risposta.
<< Tu sapevi che mi
tradiva? >> chiese guardandola da sotto le ciglia, timoroso
della risposta e in evidente imbarazzo.
<< No >> rispose
convinta Hermione << O meglio, non ne avevo la certezza, ma il
dubbio ti confesso che mi era venuto. L’atteggiamento che ha tenuto
nella faccenda tra me e suo fratello mi aveva insospettito. La Ginny
che conoscevo io avrebbe lanciato una fattura coi fiocchi al
fratello, ma quando le ho parlato in cerca di conforto, non è stata
minimamente infastidita. Certo gli ha dato del cretino, ma senza
veemenza. Come se lo facesse solo per accontentarmi. E poi è
cambiata parecchio in questi ultimi anni. Già l’ultimo anno ad
Hogwarts, quando voi non c’eravate, aveva atteggiamenti diversi dal
solito. Quando poi, finita la scuola, è venuta direttamente a vivere
con te, non sembrava più la ragazzina che avevo conosciuto alla
Tana. Gli atteggiamenti erano sbagliati, studiati, come se
l’apparenza di se e del vostro rapporto fosse diventato il suo
scopo ultimo. >> disse lei persa nei suoi ricordi, rimpiangendo
ancora una volta quella che era stata forse la sua unica vera amica.
Il silenzio cadde tra i due
amici, persi entrambi nei ricordi di come la loro vita era cambiata
senza quasi che se ne accorgessero.
<< Tu hai sempre avuto
una percezione migliore di me di quello che ci circondava >>
disse amaramente Harry rompendo il silenzio che si era creato. Lei
gli rivolse un piccolo sorriso, minimizzando con un gesto le parole
dell’amico. Ma lui scrollò le spalle insistendo.
<< Si Hermione è
sempre stato così, tu le cose le vedevi prima ed io ho iniziato a
sbagliare, quando ho smesso di fidarmi ciecamente del tuo intuito e
della tua sagacia. >> disse sorridendole con occhi tristi.
<< Abbiamo sbagliato
tutti Harry. Io, te, Ginny, Ron. Tutti quanti. Non serve a nulla
piangere sul latte versato, lo sai. >> disse sorridendo a sua
volta.
<< Già. Hai ragione
sorellina. >> disse stringendola ancora e facendola ridere.
In quel momento bussarono
forte alla porta e la voce leggermente alterata del padrone di casa
richiamò la moglie.
Lei si staccò veloce
dall’amico, volgendo uno sguardo divertito prima alla porta e poi
all’amico al quale sussurrò piano << Ora ci sarà da ridere
>> prima di alzare la voce ed invitare docilmente il marito ad
entrare.
POSTO PICCOLO:
Ciao
ecco a voi il secondo capitolo con la speranza che vi piaccia, come ho
scritto nelle note i caratteri saranno O.O.C. quindi non prendetevela
troppo per i fratelli Weasley perché qui non fanno una gran
bella figura. Per il resto che dire oltre a GRAZIE a chi ha letto e
commentato lo scorso capitolo.
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Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
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Capitolo 3 *** 3. ***
3.
3-
<< NO! Ho detto di no e
rimane no. >> Draco era concretamente alterato ed Harry
osservava la scena dalla sua poltrona in evidente imbarazzo.
La calma serafica di Hermione
in parte lo divertiva e in parte lo inquietava.
Non era ancora riuscito ad
inquadrare il rapporto tra i due coniugi, ma era sicuramente strano
stare lì a guardare Malfoy strepitare e gesticolare, mentre una
calmissima Hermione gli esponeva che aveva tutta l’intenzione di
ospitare l’amico per un tempo indefinito, mentre questi era
impegnato a ridare un significato alla sua vita.
<< Lo hai perdonato,
certo, dovevo aspettarmelo. Ho sprecato tanto di quel fiato su questa
storia che speravo che almeno i concetti chiave ti fossero rimasti in
quel cervello così sviluppato che ti ritrovi. Ma ovviamente se si
tratta dello sfregiato, tutto passa in secondo piano vero? Tutte le
belle parole e i discorsi articolati, puff, scoparsi nel nulla.
Merlino Emi! Come diavolo fai a farti sempre rigirare così! Tu e il
tuo dannato cuore Grifondoro! >> sbotto sempre più adirato il
biondo.
<< Draco non essere
offensivo! >> proferì adirata Hermione in un evidente strappo
alla calma su cui aveva improntato quello scambio.
<< EMI? >> chiese
stralunato nello stesso istante Harry beccandosi un’occhiataccia da
Malfoy e un sorriso dolce da Hermione che voltandosi verso di lui si
apprestò a raccontargli l’origine di quel soprannome che lui non
aveva mai sentito.
<< Teddy non pronuncia
ancora bene l’Erre, così ha iniziato a chiamarmi Emi, io ho detto
a Draco quanto mi piacesse quel nomignolo, molto di più di Herm o
‘mione, che come sai ho sempre odiato e così anche lui e Narcissa
hanno iniziato a chiamarmi così >> disse con un sorriso
radioso.
<< Teddy Lupin? >>
chiese Harry con tutto lo stupore dipinto a chiare lettere sul viso.
Hermione annuì sorridente <<
Si dopo la guerra Narcissa e Andromeda si sono riavvicinate e ormai
lei e Teddy sono ospiti frequenti qui al maniero >> disse
tranquilla.
Harry era sempre più
stupito. Non immaginava che l’amica fosse così in contatto con il
suo figlioccio. Anche con lui aveva molto peccato. All’inizio,
appena finita la scuola, era stato molto presente nella vita del
bambino, unico legame con gli amici scomparsi. Poi col tempo, il
lavoro e Ginny avevano preso il sopravvento su tutto anche sul
bambino, che ormai vedeva solo a Natale e per il suo compleanno.
Perso com’era in queste considerazioni, non prestò tanta
attenzione al diverbio tra i neo coniugi che era ripreso dopo il
breve interludio.
<< Ma perché qui? Lo
hai perdonato, non sono d’accordo e lo sai, ma perché deve restare
qui? Che vada a casa sua o in albergo se non ha le palle per sbattere
fuori quella piattola! >> aveva infine esclamato Malfoy con un
tono tale da riportare su di se l’attenzione di Harry.
Per un attimo ebbe l’istinto
di difendere Ginny, ma presto l’immagine di quella mattina lo
riportò alla ragione, ormai si era alzato e stava comunque per
rispondere per le rime al caro Draco quando Hermione si mise in mezzo
tra i due. Il volto rivolto al marito.
<< Perché Harry è
tutta la mia famiglia ed io lo voglio qui, esattamente come tu vuoi
Narcissa con noi. >> disse risoluta, facendo stringere gli
occhi al marito e sciogliere il cuore a Harry. La sua Hermione, come
aveva fatto a vivere quegli anni senza l’avvolgente calore del suo
affetto? Ancora non se ne capacitava.
La giovane coppia si
fronteggiò per alcuni momenti. Occhi negli occhi. Anche solo a
guardarli ci si sentiva di troppo. Come se in quello sguardo ci fosse
tutto un mondo da cui gli altri erano esclusi, come se fossero solo
loro due in mezzo al deserto o in una perfetta bolla. A disagio Harry
attese la fine di quel momento, interrogandosi ancora una volta sul
rapporto che legava l’amica all’ex Serpeverde. Per essere un
matrimonio convenuto avevano un rapporto decisamente stretto.
<< E sia >> si
arrese alla fine il giovane Malfoy << Ma ricordati quello che
ti ho sempre detto. E tu Potter vedi di tenere le mani lontane da mia
moglie e se mai, per una ragione qualsiasi, la farai soffrire ancora
io ti distruggerò fosse l’ultima cosa che faccio >> disse
riservandogli uno sguardo di puro odio per poi girarsi e sbattersi la
porta alle spalle.
Istintivamente Harry allungò
una mano sulla spalla della ragazza, stringendola appena in segno di
conforto, ma contrariamente a quanto si era aspettato il leggero
sussulto delle spalle di lei non era dovuto al pianto come aveva
supposto, ma da una sommessa risata che divenne cristallina e
vigorosa, mentre questa si girava a guardarlo con occhi scintillanti
di felicità.
<<
E’ stata meno dura di quanto credevo >> disse asciugandosi
gli occhi e guardandolo sorridente.
Harry
era sconvolto.
Suo
marito le urlava addosso e minacciava i suoi ospiti e lei rideva?
Sollevò
un sopracciglio evidentemente scettico della reazione dell’amica.
<< Peggio? Merlino
Herm, ha urlato come una Banshee per quasi venti minuti e tu ti
aspettavi peggio? >> chiese sconvolto.
<< Oh si! Tu non lo
conosci o meglio non lo conosci quanto me. Sapeva che avrebbe perso
questo confronto già in partenza, da quando gli ho chiesto di
lasciarci soli. Quello che hai visto era solo il suo modo per non
ammettere che non mi comanda a bacchetta come vorrebbe far credere a
tutti. Fidati. Io lo conosco. Stanotte non mi lascerà dormire,
angosciandomi con tutti i rimproveri che sicuramente si sta
appuntando, sul fatto che non posso e non devo farmi mettere i piedi
in testa da nessuno, perché io sono migliore di tutti e poi ora sono
una Malfoy e nessuno, nemmeno tu, puoi permetterti di raggirarmi! >>
disse sorridendo felice, mentre lui la guardava non del tutto
convinto delle sue conclusioni.
<< Harry fidati di me.
Draco sputa fuoco e fiamme, ma non farebbe mai nulla per ferirmi. Sa
benissimo che ti voglio qui e sebbene te ne dirà di tutti i colori,
non andrà mai contro i miei desideri. >> disse serena.
<< Convinta tu! >>
disse scettico l’amico facendola ridere ancora, mentre lei
richiamava un elfo domestico e gentilmente gli chiedeva di occuparsi
di recuperare i bagagli del signor Potter e di fargli preparare la
camera degli ospiti.
Quando l’esserino fu
scomparso in un sonoro crac Harry, che aveva assistito alla scena in
silenzio, notando fra l’altro come l’elfo dei Malfoy fosse pingue
e ben vestito, piegò la testa d’un lato per poi sorridere appena.
<< Hermione Jane
Granger, hai appena dato ordini ad un elfo domestico? Stai rinnegando
il C.R.E.P.A. per caso? >> disse scherzando.
<< Oh no! Assolutamente
tutti i nostri elfi sono remunerati, hanno alloggi consoni e giorni
di riposo! >> disse infervorata. << Abbiamo anche
personale umano, come avrai notato giacché è stato Bernard ad
accoglierti. >> disse con convinzione e con l’atteggiamento
della perfetta padrona di casa che fece sorridere l’amico.
<<
Ma certo Signora Malfoy! >> commentò Harry sghignazzando e
facendo sorridere lei.
<<
Pensi che Ginevra farà storie a Tippy? >> chiese lei
mordicchiandosi il labbro inferiore.
<<
Tippy? >> chiese lui di rimando.
<< Il nostro elfo
domestico, è molto dolce, ma anche molto impressionabile. Non vorrei
che lei lo aggredisse, tornerebbe a casa in lacrime. >>
concluse Hermione evidentemente preoccupata per il piccolo elfo.
Harry sorrise a
quell’attaccamento, tipicamente da Hermione, per le piccole
creature per poi scuotere la testa. << Se la conosco, sarà già
uscita per il ballo di beneficenza della fondazione di non so cosa...
>> disse sconsolato.
L’amica lo raggiunse per
stringerlo in un abbraccio affettuoso, capendo quanto la sua stessa
ammissione lo ferisse.
<< Credevo di essere
stato sufficientemente chiaro Potter, ma evidentemente sei duro di
comprendonio. GIU’ LE MANI DA MIA MOGLIE >> ringhiò Draco
riapparso nel vano della porta dello studio di Hermione.
La
quale sorrise al amico, prima di girarsi verso il marito con le mani
sui fianchi.
<<
Draco finiscila! >> disse risoluta per poi avvicinarsi al
marito irrigidito dalla rabbia sulla soglia.
Piano
sollevò una mano e gli carezzò la mascella contratta.
Solo a quel punto Malfoy
staccò gli occhi fiammeggianti da quello che sarebbe stato, ancora
per poco a suo avviso, “il ragazzo sopravvissuto” e cinse
prepotentemente la moglie con un braccio.
Lo vide abbassarsi sulla
spalla di lei e gli parve di sentirla mormorare qualcosa.
Rimasero così alcuni
istanti, mentre la stretta stritolante di lui perdeva forza attorno
ai fianchi di Hermione fino a che non si staccò da lei, annuì
appena e le posò un leggero bacio sulla fronte, prima di rimettersi
dritto e, porgendo il braccio alla moglie, invitarli a raggiungere
sua madre in salotto per un aperitivo prima di cena.
Narcissa Malfoy era sempre
stata una bella donna. Gli anni erano stati clementi con lei e ora,
seduta composta nel candido divano del salotto di famiglia, una
stanza in cui il bianco e l’ocra si sposavano con un gusto
sopraffino accostando mobili moderni a specchiere e suppellettili
antiche oltre ad una televisione a schermo piatto e un mobile bar
come pochi ne aveva visti in vita sua Harry James Potter, sembrava il
ritratto della gioia. Quando avevano varcato la doppia porta che
conduceva al salotto, aveva puntato gli occhi azzurri come il mare
sui nuovi venuti, alzando le mani in gesto d’invito richiamando a
se la nuora.
<< Hermione cara,
eccoti finalmente. >> disse con un sorriso materno, mentre
l’amica si avvicinava per baciarle la guancia con affetto.
<< Perdonami Narcissa,
Harry è arrivato senza preavviso e il tempo è trascorso senza che
noi ce ne accorgessimo. >> disse felice mentre occupava posto
accanto alla suocera.
<< Signor Potter, sono
lieta di rivederla >> disse Narcissa riservandogli un sorriso
radioso.
Lui impacciato si avvicinò
baciandole la mano, ormai l’etichetta del mondo magico non aveva
segreti per lui, visto tutti i ricevimenti cui l’aveva costretto
Ginny.
<< Signora Malfoy siete
incantevole come sempre, sono lieto anch’io di rivederla e le
chiedo scusa per averle sottratto la compagnia di Hermione per un
tempo così lungo. >> disse riassumendo la posizione eretta
sorridendo a quella donna che tanto l’aveva aiutato nel momento
cruciale della guerra contro Voldemort e facendo sorridere anche la
sua interlocutrice.
<< Vedo che anche le
sue maniere sono notevolmente migliorate, insieme al suo aspetto,
Signor Potter >> aggiunse la donna sorridendogli affabile.
<< La prego di
chiamarmi Harry e darmi del tu, signora Malfoy >> disse lui
deferente e contento di vedere quanto l’amica fosse a suo agio con
quella che era sempre stata l’algida moglie di Lucius per loro tre.
<< Solo se mi
permetterà di fare altrettanto e mi chiamerà Narcissa >>
disse la donna indicandogli la poltrona di fronte al divano su cui
sedevano le due donne.
<< Fantastico >>
mormorò tetramente Draco già dietro al mobile bar.
<< Draco >> lo
riprese subito la donna << Non ti ho insegnato ad essere
scortese con i nostri ospiti, vedi di non metter in imbarazzo me o
tua moglie con i tuoi rozzi modi >>
Harry sorrise, era una
piccola rivincita vedere Malfoy sgridato dalla mamma per come lo
trattava, intravide perfino Hermione nascondere un sorriso dietro
alla mano.
<< Perdonatemi Madre >>
mormorò sconsolato Draco. << Che cosa gradite per aperitivo
signore >> chiese poi per sviare il discorso. << Un
Martini? >> aggiunse estraendo una caraffa da sotto il banco
dove evidentemente si trovava il frigo, mentre entrambe annuivano.
<< Potter cos’ho
l’Onore di offrirti? >> chiese sarcastico il padrone di casa.
<< Un Martini andrà
più che bene anche per me >> rispose l’interpellato.
<< Narcissa ho notato
che avete riammobiliato il maniero, è ancora più bello di prima, i
miei complimenti >> disse Harry ben deciso a tenere leggera la
conversazione e ad ignorare Malfoy che borbottava dal suo angolo.
<< Oh si grazie, sono
contenta che ti piaccia, ma il grosso del merito va ad Hermione. >>
disse Narcissa stringendo la mano della nuora che arrossi appena.
<< Narcissa non
esagerare, io ho dato solo qualche consiglio, il grosso del lavoro è
spettato a te e tutti i meriti sono tuoi. >> disse Hermione
sorridendo e restituendo la stretta gentile.
<< Non essere così
modesta cara, hai buon gusto e questo è un pregio. Devi sapere Harry
che quando Hermione ha cominciato a frequentare questa casa per
motivi di lavoro, mi sono subito accorta e con me anche Draco di
quando si sentisse a disagio tra queste mura. Ovviamente ne sappiamo
tutti i motivi e visto che sia io che mio figlio abbiamo deciso di
chiudere in modo definitivo col passato, abbiamo pensato che ridare
nuovo lustro anche a questo vecchio maniero fosse un buon modo di
portare avanti questo progetto. Da qui a coinvolgere Hermione stessa
nei progetti il passo è stato breve, poiché come ben sai questa
ragazza è incapace di dire di no. >> disse ridendo felice.
<< Ma io mi sono
divertita! >> aggiunse subito la ragazza << Chi non lo
farebbe con tanto spazio a disposizione e carta bianca >>
terminò convinta.
<< Il tuo tocco si vede
tesoro, in ogni stanza di questa casa >> concluse Draco
servendo le due signore e scoccando un bacio sulla tempia della
moglie.
Forse non erano innamorati,
ma si comportavano come tali decretò Harry osservandoli.
All’affermazione del marito, infatti, la ragazza era leggermente
arrossita e aveva abbassato il capo, per poi regalargli un sorriso
felice mentre lui si allontanava.
Forse doveva parlare con
Hermione, forse prima non era stata del tutto sincera nel definire il
suo matrimonio privo d’amore.
Tippy fece la sua comparsa
annunciato da un lieve battito alla porta ed invitato ad entrare da
Hermione.
<< Tutto bene signora
Hermione, Tippy ha preso molte cose del signor Potter, Tippy spera di
non aver sbagliato signor Potter. Tippy ha già sistemato tutto nella
camera blu, signora. >> disse inchinandosi alla padrona.
<< Bravissimo Tippy, la
signorina Weasley ha fatto storie? Ti ha detto qualcosa? >>
chiese premurosamente lei.
<< No signora, no. La
casa era vuota. Posso andare ad aiutare in cucina ora? >>
chiese l’elfo inchinandosi nuovamente, ma fu Narcissa a congedarlo.
Perché Hermione era troppo intenta ad osservare l’amico che aveva
abbassato il capo quando l’elfo aveva confermato i suoi sospetti.
Ginny era andata al suo
stupidissimo ballo, senza minimamente preoccuparsi di lui.
Probabilmente non si sarebbe nemmeno accorta che erano state
prelevate le sue cose. Dopotutto lei aveva la sua cabina armadio
grande quasi come l’intera stanza da letto, mentre i vestiti di
Harry venivano conservati nell'armadio a muro in corridoio. Strinse
appena i pugni, nello stesso tempo un bicchiere di Firewhisky entrava
nella sua visuale.
<< Bevici sopra Potter,
tanto non ne vale la pena. E il Martini è da donne, quindi sempre
che tu non abbia cambiato sesso negli ultimi sei anni, direi che non
fa per te >> lo stuzzicò sarcastico Draco allungandogli il
bicchiere.
<< Draco, smettila, non
mi sembra il caso di … >> lo riprese la moglie, ma lui fu più
lesto a riprendere.
<< Perché? Che non ne
vale la pena è abbastanza evidente, così com’è evidente che il
pessimo stato in cui si è presentato il tuo amico è dovuto alla
piattola che si ritrova per fidanzata. E sinceramente Potter, spero
che stavolta ti deciderai una volta per tutte a metter un bel
suffisso EX davanti a questa parola. >> disse risoluto.
Se Potter era lì c’era una
ragione, se aveva chiesto scusa a sua moglie la ragione doveva essere
grossa. Forse finalmente anche Potter aveva capito che gli ultimi due
fratelli Weasley erano solo dei parassiti, che si erano attaccati a
lui ed a sua moglie per godere di luce riflessa.
<< Draco caro, non
intrometterti negli affari personali di Harry, non è educato >>
lo riprese ancora una volta Narcissa.
<<
No >> disse
Harry alzando il volto e afferrando il bicchiere di Whisky << Ha
ragione lui. Non ne vale la pena. Beviamoci sopra Malfoy. >>
disse sollevando il calice all’indirizzo del suo ospite che ne
imitò il gesto. Ritrovando in quel momento quello strano
cameratismo
che aveva certe volte caratterizzato le loro missioni da Auror.
Non erano amici, non lo
sarebbero mai stati, ma erano e sarebbero sempre stati degni
avversari. Pronti ad accettare una “sconfitta” a testa alta ed a
rendere “onore al vincitore”.
Malfoy aveva ragione, aveva
dannatamente ragione.
Non si sarebbe sbronzato e
non avrebbe pianto sulla fine del suo amore, era un uomo e come tale
avrebbe reagito. Poi ora aveva l’appoggio di Hermione e quella
strana famiglia che intorno a lei stranamente aveva un senso.
Incredibile ma vero, c’era voluta Hermione Granger in Malfoy a far
sembrare quella una vera famiglia.
POSTO PICCOLO:
Ciao,
Tippy è un personaggio mio e spero lo appreziate perché
io lo adoro e come avete letto ci sono anche Draco e Narcissa. Una
Narcissa ovviamente diversa da quella della Row, la mia Narcissa
insomma. Su Draco che dire??? Aspetto i vostri commenti.
GRAZIE a chi ha letto e
commentato lo scorso capitolo.
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Un bacione Lisa
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Capitolo 4 *** 4. ***
4.
4
–
All’aperitivo era succeduta
una cena informale ma deliziosa, servita in quella che Hermione aveva
definito la sala da pranzo di famiglia, facendogli chiaramente
intendere che ve ne fosse anche una di rappresentanza, ma d’altronde
era un maniero e non uno qualsiasi ma quello della famiglia Malfoy.
Una delle famiglie più antiche ed in vista del mondo magico.
Stranamente, almeno per
Harry, Hermione si muoveva per quelle stanze con una familiarità e
una grazia che la facevano sembrare parte viva di esse. Come se in
mezzo a tutto quel lusso e a quell’eleganza ci fosse nata. O
meglio, come se fosse nata per essere la signora del Maniero. Quel
pensiero lo fece sorridere mentre sedeva a tavola. L’amica
intercettando il suo sguardo parve chiedergli spiegazioni, ma lui
preferì glissare con un leggero cenno del capo. Immergendosi poi in
una divertente conversazione con Narcissa, che mai come allora gli
era sembrata la perfetta padrona di casa. Non era affettata e non
faceva discorsi di circostanza. Tendeva sempre a coinvolgere tutti i
presenti nella discussione, perfino Draco che era il meno incline a
quel clima sereno che le donne della sua casa stavano creando attorno
al nuovo ospite, ciò nonostante non vi si sottraeva probabilmente
più per non indispettire moglie e madre che per vero interesse. Nel
complesso quella sera stava trascorrendo lietamente per tutti.
Hermione raggiante osservava
Harry interagire con la sua nuova famiglia.
Era felice, davvero felice in
quel momento. Non che la vita con Draco e Narcissa non la rendesse
serena, ma la presenza di quello che per lei era un fratello rendeva
tutto più dolce. Estraniandosi un attimo dalla conversazione, certa
che Narcissa avrebbe retto per entrambe, sollevò un secondo gli
occhi sul marito che sedeva dall'altro capo del tavolo. Come sempre
lontani, ma mai troppo, trovandolo intento a fissarla a sua volta.
Quando gli sorrise mostrandogli tutta la sua felicità lui sollevo
appena il calice e le regalò uno di quei rari sorrisi che riservava
solo a lei ed alla madre.
La tempesta era sopita, ma
non passata ed Hermione lo sapeva molto bene.
Draco, fin dall’inizio
della loro collaborazione lavorativa si era sempre dimostrato pronto
ad assecondarla nelle sue idee, ma mai una volta si era lesinato dal
chiarirle perentoriamente la sua posizione in merito. Anche quando le
aveva proposto di sposarlo aveva messo subito in luce che la cosa
portava benefici ad entrambi, lei stupita dall'inattesa proposta
aveva inizialmente rifiutato. Certo avrebbe risolto i suoi problemi,
ma un matrimonio nel mondo magico era per sempre e sebbene lei si
fosse col tempo affezionata al biondo collega, la cosa la spaventava
non poco.
Forse una parte di lei
sperava ancora di incontrare l’amore.
Draco allora le aveva fatto
quella promessa che tuttora manteneva. Gli aveva detto che sebbene il
loro non sarebbe mai stato un matrimonio nato dall'amore si sarebbe
impegnato a fondo per renderla felice, ogni giorno della sua vita, e
così aveva fatto.
Anche il matrimonio stesso,
sebbene sfarzoso e pieno d’invitati che lei nemmeno conosceva e in
perfetto tono con quanto ci si aspettava per l’ultimo erede di due
importanti famiglie magiche, era stato organizzato secondo gli
espressi voleri della sposa. Tutto era stato sobrio e deciso da lei e
Narcissa di comune accordo, nessuna sua proposta era mai stata
rifiutata, nulla le era mai stato negato. Suo marito si era prodigato
in tutto e per tutto affinché lei fosse felice e soddisfatta.
Certo avrebbe voluto Harry al
fianco, ma questo non era stato possibile per il rifiuto totale
dell’amico e vi erano stati invitati ben poco graditi come Ginevra
e Lavanda, ma in definitiva aveva un buon ricordo di quel giorno.
Persino il bacio all’altare, che l’aveva tenuta sveglia per notti
intere, era stato dolce e perfetto.
Draco aveva mantenuto la sua
promessa e lei era stata bene ogni giorno che aveva passato con lui.
Si erano baciati veramente
poco in quei primi mesi di matrimonio e di solito davanti ad un
pubblico che si aspettava questo da loro, ma l’intimità tra loro
stava crescendo. Gli abbracci, i baci sulle tempie che sempre più
spesso suo marito le scoccava, facendola irrimediabilmente arrossire
erano via via aumentati, così come le carezze che lei gli riservava,
sempre più avvinta nelle spire del suo personale serpente. Si stava
innamorando di suo marito e se fossero stati una coppia normale,
questo sarebbe stato perfetto. Ma loro non erano una coppia normale.
Certo parlavano tanto, stesi nel loro letto e ormai ogni notte si
addormentavano abbracciati. Draco però non si era mai lasciato
andare più di tanto con lei. Era sempre lei che pian piano aumentava
la loro vicinanza, che cercava e dava gesti d’affetto, che si
avvicinava a lui in modo lento ma progressivo. Lui non si era mai
tirato indietro, questo era vero, mai una volta si era sentita
rifiutata o in imbarazzo, ogni suo slancio era accolto e ricambiato
da suo marito.
<< Hermione? >>
la voce del suo migliore amico la riportò di botto seduta a quella
tavola, dopo un viaggio nella sua mente e nel suo neonato amore per
Draco Lucius Malfoy.
<< Si Harry? >>
disse rivolgendo un timido sorriso all’amico.
<< Tutto bene, sembravi
… triste... ecco >> disse lui a disagio.
Aveva osservato l’amica
passare dal sorriso radioso rivolto al marito ad uno sguardo man mano
sempre più spento e malinconico. La conosceva abbastanza per sapere
che si era persa nei suoi pensieri ed era certo che in quei pensieri
ci fosse qualcosa che la rendeva triste.
Era stato più forte di lui
richiamarla e porle quella domanda, che evidentemente l’aveva messa
in imbarazzo di fronte alla sua nuova famiglia, ma aveva passato anni
a preoccuparsi della felicità di Hermione e non riusciva a non
intervenire quando vedeva i suoi occhi velati di malinconia.
La ragazza saettò con lo
sguardo verso il marito, trovandolo crucciato come si era aspettata.
Egli, infatti, aveva notato
forse ancora più di Potter l’alternanza degli stati d’animo di
sua moglie e si stava febbrilmente interrogando su cosa avesse potuto
cancellare quel sorriso così bello e felice che gli aveva rivolto
pochi istanti prima.
<< Certo che va tutto
bene, perdonatemi. Come al solito mi ero persa nei miei pensieri >>
disse ridacchiando a disagio.
<< Non ti scusare cara,
solo chi non ha cervello, non si perde nei propri pensieri >>
aveva affermato affabile Narcissa cercando di mettere a proprio agio
l’adorata nuora.
Quella ragazza gli piaceva
proprio tanto, fin dalle prime volte che l’aveva rivista, invitata
da Draco a casa loro per motivi di lavoro. Non aveva mentito al nuovo
ospite, era stato per lei che aveva rimesso a nuovo l’antico
maniero dei Malfoy. Quando la prima volta Hermione era entrata nel
salone in cui Bellatrix l’aveva tortura anni prima, aveva tremato
impercettibilmente, gelando tutti i presenti che ben ricordavano
quella ragazzina forte e determinata che aveva sopportato le
Cruciatus di Bella senza cedere. Anche allora Narcissa l’aveva
ammirata per la sua forza. Quando poi Draco le aveva comunicato la
sua intenzione di chiederla in sposa aveva deciso che quella era
un’ottima idea. Non solo per riportare in auge la loro casata, come
erroneamente la nuora continuava a pensare, ma perché proprio lei,
Hermione era degna di essere una Malfoy. Poco importava ormai il
sangue che scorreva nelle sue vene. Quel blasone ch’era tanto
illustre nel mondo magico, portava con sé anche un grande fardello,
quello di essere sempre e comunque all’altezza di ogni situazione.
Ci volevano persone forti e lei lo era.
Poi vivendo con i neo sposi
aveva capito che c’era anche altro che le aveva reso immediatamente
gradita l’idea di quel matrimonio. Draco. Per la prima volta da
tanto tempo suo figlio sembrava sereno. Come se quella ragazza fosse
tutto quello che lui desiderava e osservandolo bene aveva capito che
l’onore e la rispettabilità centravano ben poco. Draco amava
Hermione, certo in un modo contorto e molto da Malfoy, esattamente
come Lucius aveva amato lei. Ma la amava.
Adorava vederla felice e si
crucciava ogni volta che lei s’intristiva. Narcissa era anche
convinta che Hermione stessa non fosse del tutto indifferente al
fascino di suo figlio. Vederli vivere sotto lo stesso tetto,
accorciare progressivamente le distanze fra loro, accrescere
quell’intesa che avevano collaudato sul lavoro rendendola sempre
più intima era uno spettacolo che la deliziava ogni giorno di più.
Sperava solo che infine quei due adorabili testardi riuscissero a
capire i sentimenti che provano l’uno per l’altro.
Harry si era da poco ritirato
nella “stanza blu” quando Hermione lo aveva raggiunto, avvolta in
un’elegante vestaglia di seta color cipria, i capelli sciolti e
indomabili come li ricordava e i piedi scalzi. Vestaglia a parte
quella era la sua Hermione, non che non apprezzasse la sobria
eleganza con cui l’amica vestiva da qualche tempo e sempre di più
da quando si era sposata, ma lui era affezionato all’immagine di
lei con i capelli arruffati ed immersa nei libri.
<< Imparerai mai che
esistono delle cose chiamate ciabatte? >> disse ridacchiando e
facendole spazio per entrare. Lei sorrise, ma lo trattenne dal
chiudere la porta dietro di loro, Harry sollevando un sopracciglio la
guardò con fare interrogativo, mentre lei scuoteva le spalle e
sussurrava un appena accennato “Draco”, come se il nome del
marito spiegasse tutto.
<< Temo di non capire
>> si decise a chiarire Harry, seguendola all’interno della
propria stanza.
<< Come hai potuto
notare mio marito è piuttosto … protettivo nei miei confronti. >>
disse distogliendo lo sguardo da quello inquisitorio dell’amico.
<< Io lo definirei
geloso marcio! >> disse Harry sorridendo e cercando il suo
sguardo che continuava a sfuggirgli.
<< La gelosia
presuppone un sentimento a monte Harry. Il mio matrimonio non è di
quel tipo. Diciamo che Draco è molto possessivo con le sue cose ed
io col matrimonio rientro tra esse. >> disse mogia Hermione
fingendo un interesse particolare per i ricami del copriletto.
Lui le strinse la mano
abbandonata al fianco. Chiaramente Hermione voleva parlargli, forse
di quel qualcosa che l’aveva resa triste a cena, ma evidentemente
non ne aveva il coraggio e lui non sapeva come invogliarla ad aprirsi
senza sembrare invadente, era appena rientrato nella sua vita, non
poteva mettersi a fare indagini sul suo matrimonio o su suo marito
come se nulla fosse.
<< Ti piace la stanza?
Ti trovi bene? >> chiese invece lei dirottando la conversazione
su temi concretamente più leggeri.
Lui le sorrise, capendo
quanta fatica facesse la ragazza, erano stati così distanti in
quegli ultimi anni ed ogni volta che lei aveva affrontato discorsi un
po’ più personali lui era scattato come una molla cercando di
imporle la sua visione delle cose o meglio la visione di Ginny visto
che si stava rendendo conto sempre di più di come l’ex fidanzata
lo avesse plagiato al proprio volere. Anch’egli si rattristò
com’era successo a cena ad Hermione e questa volta fu il turno di
lei di riportarlo al presente.
<< Harry stai bene? >>
gli chiese stringendogli appena la mano.
Lui la guardò intensamente,
con uno sguardo triste che fece sospirare l’amica.
<< Non lo so. Penso di
non aver ancora capito bene come dovrei sentirmi a questo punto.
All’inizio ero arrabbiato, poi abbattuto, infine mi sono
colpevolizzato. Non so. Non ricordo bene quella storia delle “fasi
di elaborazione del lutto” di cui tutti parlano >> ammise
ridendo e passandosi una mano tra i capelli.
<< Se ti può
consolare, non le ricordo nemmeno io, ma credo di rammentare che alla
fine arrivi “L’accettazione”. >> disse Hermione
sorridendo appena.
<< Ma come? Mi deludi!
Tu che sai sempre tutto non sai questo? >> disse ridendo e
facendo ridere anche l’amica.
<< Già, incredibile
non trovi ? >> convenne lei divertita.
<< Sarà la cattiva
influenza di Malfoy. >> buttò lì a mo’ di battuta ma
Hermione non rise questa volta.
Certo di aver toccato un
tasto dolente Harry sollevò con un dito il viso della ragazza che
aveva ricominciato a fissare insistentemente il copriletto.
<< Sicura che vada
tutto bene con lui? >> chiese ancora una volta, sperando di non
indispettirla.
<< Si Harry, si va
tutto bene. Draco è … è … perfetto. Con me è perfetto. Dolce,
gentile, premuroso. >> disse lei accorata.
<< Geloso >> le
fece eco l’amico.
<< Magari fosse geloso
Harry, magari >> disse lei sconsolata lasciandolo del tutto
interdetto.
<< Herm ma … che
intendi con … cioè, perché magari? Se posso ovviamente, se vuoi
dirmelo. Non voglio forzarti a raccontarmi i fatti tuoi. So di aver
molto sbagliato in questi anni, di non essere stato l’amico che
meritavi e di cui avevi bisogno. Ma sono qui ora, e se me lo
permetterai, ci sarò sempre. >> disse convinto e speranzoso
insieme di avere davanti tutta la vita da dividere con quella che era
e sarebbe stata la sua migliore amica.
<< Oh Harry … quanto
mi sei mancato >> disse lei singhiozzando e buttandogli le
braccia al collo.
<< Anche tu Hermione,
anche tu, solo che ero troppo stupido per capirlo. Ti ho dato per
scontata, credo. Ho pensato che nonostante non avessi tempo per te,
tu ci saresti sempre stata. Ma non è così che deve essere un
amicizia. Ti chiedo scusa, probabilmente continuerò a chiederti
scusa ogni giorno, ogni giorno che tu mi permetterai di starti vicino
>> disse staccandola un po’ per guardarla negli occhi.
Lei tirò su con il naso un
po’ rumorosamente, proprio come faceva ad undici anni, <<
Sempre Harry, sempre. >> mormorò commossa prima di affondare
in quell’abbraccio che le era mancato in modo indicibile.
<< Sfregiato, possibile
che appena mi allontano un momento da MIA MOGLIE la ritrovo tra le
tue braccia? E quasi sempre in lacrime, per giunta. >> aggiunse
tetramente Draco dalla porta aperta della camera. Hermione si
allontanò da lui e si mise a ridere.
<< Suvvia Draco una
riconciliazione ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi pianti. >>
disse lei asciugandosi gli occhi con le mani, ma regalando un sorriso
sincero al marito.
<< Sarà, ma preferirei
che il signorino tenesse le mani a casa sua. >> disse lui
incrociando le braccia al petto e fulminando il colpevole.
Harry sollevò le mani,
notevolmente divertito da quelle scenate che Hermione non credeva di
gelosia, ma che ne avevano tutti i connotati.
<< Certo che sei
veramente geloso Malfoy, fossi in te, avrei più fiducia in tua
moglie, è una donna irreprensibile. >> disse sfottendolo un
po’ e facendo ridacchiare anche Hermione per il tono teatrale con
cui aveva pronunciato la frase.
<< Io ho la piena
fiducia in mia moglie e so che è una donna irreprensibile sfregiato,
è in te che non ho nessuna fiducia. >> disse sempre più
alterato il padrone di casa.
<< Ok ... ok
calmiamoci. >> disse Hermione scattando in piedi.
<< Tesoro sei scalza !
>> mugugnò allora Draco, scoccandole un’occhiata esasperata.
<< Rassegnati Malfoy,
non c’è modo di farle portare le ciabatte. Non sai quante volte ci
abbia provato. Non ci sente da quell’orecchio. È un caso perso >>
disse Harry ridacchiando e beccandosi uno schiaffo sulla testa
dall’amica. A suon di << Finiscila anche tu! >>
Draco sollevò un
sopracciglio, chiaramente indispettito dalla confidenza dei due, cosa
che ad Hermione non sfuggi e si giustificò immediatamente. <<
In sala comune, a Grifondoro, scendevo sempre senza pantofole e loro
mi sgridavano, perché i pavimenti erano freddi e sicuramente avrei
finito per ammalarmi. Io le pantofole non le sopporto e lo sapete
entrambi! >> affermò incrociando le braccia al petto e
mostrando un leggero broncio che entrambi, anche se per motivi
diversi, ritennero meraviglioso.
Draco entrò a passo di
marcia nella stanza e avvicinatosi alla moglie la prese in braccio.
<< Che fai? Mettimi
giù! Subito! >> protestò lei colpendolo sulle spalle.
<< Tu giri scalza
costringendomi a correre ai ripari, ora non lamentarti, tanto finché
non sarai nel tuo letto, non ti rimetto a terra. >> rispose
prontamente lui.
<< Draco ti prego
mettimi giù, sono pensante. Ne va della tua salute, non trovi? >>
tentò lei ben conscia che non l’avrebbe ascoltata nemmeno quella
volta.
Sì perché ogni volta che la
trovava in giro per casa scalza, lui la prendeva in braccio,
portandola in ogni luogo lei volesse andare, ma senza permetterle di
posare i piedi nudi a terra.
Lei segretamente adorava
questa sua testardaggine, perché era dolce e le permetteva di
stargli vicina come succedeva raramente durante il giorno.
<< Sfregiato, passa una
buona notte, noi andiamo in camera nostra. Le confidenze sono
rimandate a domani in un luogo più consono e magari alla presenza di
terze persone. >> disse perentorio il padrone di casa
avviandosi di gran carriera verso il corridoio.
<< Sei assurdo. >>
asserì Hermione ben ancorata al collo del marito. Poi sporgendosi
oltre la sua spalla salutò Harry con la mano per poi augurargli la
buonanotte.
<< Notte ragazzi >>
li salutò lui alzandosi per chiudere la porta alle loro spalle.
Certo che quei due erano
decisamente strani, pensò un ultima volta prima di coricarsi
nell'enorme letto della stanza blu.
POSTO PICCOLO:
Ciao,
allora come avete letto Hermione ci svela un po' dei suoi veri
sentimenti, mentre Narcissa ci dice perché è così
affezionata alla nuora. Contente? Soddisfatte? Schifate? Ditemi voi!
GRAZIE a chi ha letto e
commentato lo scorso capitolo.
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Un bacione Lisa
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'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
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lucro.
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Capitolo 5 *** 5. ***
5.
Ciao,
piccola premessa, i "piccoli passi" sono di Jessikina Cullen io li ho
momentaneamente preso in prestito per una frase ^^ Quindi ovviamente il
capitolo è dedicato a lei! Tesorino grazie perché mi
sostieni sempre, un abbraccio.
5
–
<< Adesso dimmi perché
lo hai perdonato così in fretta. >> Disse Draco appoggiando
delicatamente la moglie nel loro letto. Prima di togliersi le
ciabatte e la vestaglia e raggiungerla nel centro di esso.
<< Draco, te l’ho
detto tante volte, lui è un fratello per me. >> disse lei
dolcemente accarezzandogli il viso, nella speranza che rilassasse un
po’ la mascella e come sempre al suo semplice tocco ciò avvenne.
Non capiva come o perché ma
con il tempo e la familiarità Hermione aveva capito che quel gesto
calmava le reazioni, fin troppo istintive, di suo marito e la cosa la
rendeva euforica. Perché era lei a calmarlo, la sua mano, il suo
tocco erano in grado di fermare quella tempesta in piena che era
Draco quando difendeva ciò in cui credeva o le cose che gli
appartenevano, lei inclusa.
Era tempestoso suo marito,
impetuoso nelle reazioni, sempre pronto più ad attaccare che a
difendersi.
Eppure bastava un suo gesto a
fermare quell’onda impetuosa.
Gli sorrise dolcemente,
felice ancora una volta, dell'importanza che lui dava ai suoi gesti e
forse innamorandosi ancora di più.
Lui la guardò intensamente
facendole segno di proseguire.
<< Promettimi che ogni
cosa che ti dirò non uscirà da questa stanza e che soprattutto non
la userai per infastidirlo! >> disse seriamente Hermione
cercando gli occhi grigi e meravigliosi di suo marito.
Sapeva essere imprevedibile
la sua serpe, ma non le aveva mai mentito e sapeva che teneva in gran
riguardo i desideri di sua moglie. Chiedendogli di promettere in
sostanza lo obbligava al silenzio, ne erano ben consci entrambi.
Hermione però non voleva che nulla e nessuno turbasse Harry in quel
difficile momento. Lei ci era passata, lei sapeva quanto fa male
aprire gli occhi e scoprirsi soli.
Hermione era stata fortunata,
nel suo cammino aveva rincontrato Draco. Un Draco diverso da quello
conosciuto ad Hogwarts. Era stato lui la sua forza, colui che l’aveva
spinta a non arrendersi, che le aveva dimostrato che non era sola.
Lui sbuffò sonoramente,
facendola leggermente innervosire, << Draco! >> lo
richiamò perentoria.
Sembrava un bambino a cui
hanno appena negato il gioco preferito.
<< E va bene, ma così
mi togli tutto il divertimento, che gusto c’è ad avere in casa lo
sfregiato se non posso nemmeno prenderlo per il culo? >> chiese
lamentoso lui, confermando con questa frase il pensiero appena
formulato da sua moglie.
<< Finiscila con questi
stupidi nomignoli, non abbiamo più quindici anni e lo sai benissimo.
Ti sarei grata se ti comportassi da persona matura quale sei. >>
disse lei con tono da maestrina, quello che sempre usava nei suoi
anni a scuola mentre rivestiva il ruolo di prefetto e caposcuola.
Lui sorrise al ricordo di
quanto l’aveva tormentata per quel tono, poi sporgendosi appena le
baciò la tempia facendola arrossire. Merlino, quanto era bella
quando faceva così.
Hermione era diventata pian
piano tutto il suo mondo, tutto ciò che desiderava. Quando quella
stupida legge gli aveva versato su di un piatto d’argento
l’occasione per renderla sua per sempre non aveva esitato un
attimo.
Si era innamorato,
probabilmente per la prima volta, di quella ragazza forte e tenace,
che nonostante tutti i loro trascorsi passati, che non erano per
nulla belli da ricordare, aveva acconsentito a lavorare al suo
fianco. Dandogli spontaneamente quella fiducia che mai nessuno gli
aveva dato.
Man mano che si conoscevano
davvero per la prima volta, visto che gli anni della scuola li
avevano passati ad insultarsi nei corridoi, più per colpa di Draco
che per altro, lui aveva perso interesse verso le numerose compagnie
femminili di cui si era sempre circondato. Fino a che non era rimasta
solo lei, perfetta e inarrivabile, così il giovane vedeva sua
moglie.
Anche adesso nel loro letto,
mentre lei gli accarezzava gentilmente il viso, la considerava
inarrivabile.
Certo dopo il matrimonio si
erano avvicinati tanto. Lei prendeva sempre nuove iniziative e lui la
assecondava paziente speranzoso che da quella situazione intricata si
arrivasse ad un vero e proprio sentimento da parte di lei.
Forse sperava troppo ma anche
la speranza era un dono che quella ragazza stupenda gli aveva fatto.
Prima di lei viveva la sua
vita alla giornata, senza aspettarsi mai troppo dal prossimo, senza
affezionarsi mai a nulla e a nessuno, sua madre esclusa ovviamente.
Poi lei era entrata nella sua vita come il primo raggio di sole che
varca le coltri del letto la mattina presto e tutto aveva preso un
colore diverso, un sapore diverso. Tutto era diventato luminoso come
gli occhi di lei, come il sorriso felice che gli riservava talvolta.
Certo nulla a confronto con quello di quella sera. Con Potter seduto
alla loro tavola, lei splendeva di luce propria. Come se finalmente
avesse tutto quello che desiderava. Ed era questo che lui voleva per
Hermione. Che lei avesse ogni cosa potesse desiderare.
Non gli importava per niente
di quanto tempo ci sarebbe voluto per conquistarla. Ora era lì con
lui e lui avrebbe fatto ogni cosa per renderla felice, ogni giorno
della loro vita esattamente come le aveva promesso quando l’aveva
chiesta in moglie.
<< E sia, mi comporterò
da persona matura e non userò ciò che mi rivelerai contro il tuo
amico. Ma spero vivamente che la smetterete con tutti quegli
abbracci. >> disse con tono capriccioso, certo di ricevere da
parte della moglie uno sbuffo e così fu.
Nuovamente lei cercò i suoi
occhi. << Io sono tua moglie Draco e sai, perché mi conosci,
che non farei mai nulla per recarti offesa. Ma chiedermi di non
abbracciare Harry è come chiedermi di non ridere con tua madre. Sono
entrambe cose che mi fanno stare bene e non ho intenzione di
rinunciarvi. >> disse risoluta, certa che aver accomunato
l’amico di sempre alla madre di lui facesse comprendere a suo
marito quanto fosse soddisfatta di quella nuova vita.
Lui annuì appena, non
soddisfatto del tutto, ma lieto che Hermione si trovasse così bene
con sua madre. Erano le sue donne e lui le adorava entrambe.
Si guardarono intensamente
per qualche attimo poi Hermione si decise a parlare.
<< Ginevra ha tradito
Harry e lui l’ha … si ecco … colta in flagrante >> disse
visibilmente in imbarazzo.
<< Una piattola
puttana. Povero Potter che sfiga >> sibilò lui, beccandosi
un’occhiataccia dalla moglie e senza pensarci si sporse per
lasciarle un piccolo bacio di scuse, ma per una volta sulle labbra,
facendola arrossire come non mai.
Lui sogghignò per poi
abbracciarla stretta e affondare il viso nei suoi capelli.
<< E cosa ha fatto
quando l’ha trovata? >> Chiese cercando di riportare
l’attenzione di lei sul discorso e non sul bacio.
Certo era stato un istinto
irreprimibile sfiorarle le labbra, ma questo andava contro il rigido
codice che si era imposto per non infastidire sua moglie tanto da
allontanarla definitivamente da lui.
Piccoli passi Malfoy,
piccoli passi e non mandare tutto a puttane per una volta.
Questo si ripeteva ogni giorno Draco. La conquista lenta e costante
di sua moglie era un obiettivo che Malfoy perseguiva con tenace
risolutezza. Voleva che fosse lei ad amarlo di sua spontanea volontà.
Non circuita da lui o dal suo fascino, era per quello che non
prendeva quasi mai iniziative, anche se restarle lontano ormai era
quasi doloroso.
Hermione raccontò brevemente
quanto appreso dall’amico poche ore prime. Il suo tono era dimesso
e dolente. Draco non faticava ad immaginarne la ragione. Troppe le
similitudini con la fine del rapporto tra la ragazza e l’altro
fratello Weasley.
<< Draco … >>
lo richiamò dopo diversi attimi di silenzio. Il ragazzo aveva,
infatti, ascoltato taciturno il resoconto della moglie sulle ultime
vicissitudini di Potter.
<< Sono qui >>
mormorò piano tra i suoi capelli.
Non si era perso nemmeno una
parola di quel discorso, non tanto per vivo interesse nei confronti
di Potter, ma bensì preoccupato delle ripercussioni di quell'evento
nella vita di sua moglie.
Hermione era rimasta
indicibilmente ferita quando non solo aveva perso il fidanzato, ma
anche l’appoggio degli amici di sempre. Forse era stata proprio la
solitudine a spingerla ad aprirsi con lui, il nemico di sempre, o
forse una volta che essa era stata conscia che perfino chi più ami
ti può pugnalare alle spalle, confidarsi con chi ti ha sempre detto
chiaro e tondo quello che pensava di te faceva meno paura.
Sua moglie era sempre stata
una donna concreta. Una di quelle persone che vogliono la verità per
quanto brutta essa possa essere.
Era per quello che lui non le
aveva mai mentito.
Paradossalmente perfino a
scuola, quando la feriva giusto per il gusto di sentirla reagire,
Draco era stato più onesto con lei dei suoi stessi amici. Non le
aveva mai nascosto allora di disprezzarla, come l’aveva sempre
lodata una volta che essa era diventata il suo braccio destro nella
squadra speciale.
Erano una strana coppia loro
due. Certo ora il biondo le taceva di amarla, ma anche nel proporre
quel matrimonio non aveva mai espressamente negato loro quella
possibilità per il futuro.
<< Che cosa credi che
gli sia successo? >> chiese lei con voce piccola riportandolo
al presente ed alla conversazione sullo Sfregiato, almeno nella sua
mente poteva continuare ad insultarlo senza però fare imbestialire
la moglie.
<< A chi tesoro? >>
chiese cercando di districarsi tra i vari pensieri che evidentemente
affollavano la mente della ragazza.
Lui la chiamava sempre
“tesoro” o “cara”, piccoli vezzeggiativi che le riservava
regolarmente da quando avevano annunciato il loro matrimonio.
Hermione non sapeva se lo facesse per convenzione o per dimostrare
agli altri che erano veramente una coppia. Non lo sapeva ed infondo
non le importava, perché Hermione adorava le attenzioni che le
riservava suo marito. Per la prima volta in vita sua si sentiva amata
e vezzeggiata da un uomo, non un uomo qualunque a dirla tutta.
Suo marito, Merlino delle
volte le tremavano ancora le gambe al solo pensiero, era di una
bellezza eterea ed aveva un fisico prestante capace di avvolgerla
completamente quando l’abbracciava e di scorrazzarla in giro per
casa come se pesasse pochi grammi, due occhi grigi a dir poco
meravigliosi e abbastanza cervello per sostenere una conversazione
degna di tale nome, oltre ad una caparbietà da Oscar che spesso li
portava a battibecchi accesi ed articolati, nei quali però Hermione
si divertiva come non mai, ammaliata anche dalla sagacia che Draco
dimostrava. Riscattandosi da quei pensieri sul marito, Hermione
decise di chiarirgli il, o meglio, i soggetti delle sue
elucubrazioni.
<< Ginny … Ron >>
sussurrò appena il nome dell’ex fidanzato.
Draco non aveva mai fatto
mistero di odiare Ronald Billius Weasley, né ai tempi della scuola,
né in seguito alle confidenze che Hermione gli aveva fatto sulla
fine del loro rapporto.
Sapeva di camminare su di un
terreno minato, ma era sinceramente interessata al parere del marito,
un parere esterno e disincantato. Un pare esente da quella patina che
i sentimenti troppo forti appiccicano addosso alle persone,
privandoti così della capacità di discernimento.
Forse su Ron non sarebbe
stato del tutto obiettivo, valutò la giovane mordicchiandosi il
labbro e cercando lo sguardo del marito. Forse aveva osato troppo.
Forse lui si sarebbe limitato a ricoprire d’insulti i due ex
compagni.
Lo sguardo serio e
concentrato che il marito le restituì le fece capire che non lo
avrebbe fatto. Draco era veramente cambiato in quegli anni, non era
più il ragazzino insolente e supponente di Hogwarts, convito di
essere una spanna sopra gli altri. Era evidentemente ancora convinto
di valere più degli altri, ma ora lo era alla luce dei suoi sforzi e
dei risultati ottenuti a dispetto dello scetticismo generale. Era un
abile pozionista ed un ottimo Auror, il migliore dopo Harry. Hermione
era molto fiera di lui, non glielo aveva mai detto chiaramente, ma
sia lei sia Narcissa ne avevano più volte parlato.
<< Non so tesoro, non
riesco veramente a capire se sono cambiati davvero col tempo o sono
sempre stati dei piccoli arrivisti bastardi. >> disse lui
crucciando la fronte, mentre la moglie lo guardava allarmata <<
Non fraintendermi Hermione, intendo dire che io non ho mai vissuto il
vostro rapporto da vicino, non abbastanza per capirne la vera natura.
Anche con Potter, nonostante siano parecchi anni che lavoriamo tutti
insieme, faccio ancora fatica a comprendere veramente cosa vi lega.
>> disse meditabondo mentre la moglie si rilassava
impercettibilmente tra le sue braccia.
<< Perché? Cioè, in
che senso non lo capisci? Siamo amici. >> disse lei giocando
distrattamente con le dita di lui intrecciate alle sue e strappando
al marito un sorriso felice, vederla e sentirla così rilassata tra
le sue braccia era una cosa fantastica.
<< Forse perché non ho
mai avuto amici sinceri o disinteressati. Nel mio ambiente, in
quest’ambiente Hermione ricordalo sempre, nessuno ti è mai
veramente amico. C’è sempre un secondo fine, uno scopo più o meno
celato. La società magica è un ambiente ristretto e retrogrado dove
persino la legge è rimasta ai tempi del medio evo. Le gerarchie
sociali sono o meglio erano, prima della sconfitta definitiva del …
di Voldemort, molto nette >> ad Hermione non sfuggi il piccolo
tentennamento, ne avevano parlato tante volte. L’educazione e la
disciplina impartite a Draco dal padre erano dure a morire, non
perché lui credesse ancora in quegli ideali, ma più che altro
perché la terminologia e certe frasi fatte erano talmente radicate
in lui da essere quasi impossibile da dimenticare. Draco si sforzava
sempre di non cedere ai retaggi del passato. Lo faceva principalmente
per la moglie, ma anche ben conscio che certi atteggiamenti non lo
avrebbero per niente aiutato nel nuovo mondo magico appena
instauratosi.
<< E’ una cosa triste
>> disse Hermione sfiorandogli le mani con un leggero bacio.
<< Forse, ma è vera. I
Weasley provengono dal mio stesso ambiente tesoro, sono dei pezzenti
ok e mai e poi mai avrebbero frequentato l'élite del mondo magico se
non avessero incontrato voi. È per questa ragione che sono scettico.
>> disse sfiorandole la tempia.
<< Intendi dire che
Ginny e Ron si sono comportati in un determinato modo con noi perché
credevano di poter … che so … scalare la piramide sociale? >>
disse lei portandosi a sedere e fissando il marito con un
sopracciglio alzato.
<< No, non credo, non
all’inizio almeno. >> disse lui alzando le mani in segno di
resa.
Poi lentamente le abbassò
intrappolando quelle della moglie in una morsa gentile, prima di
avvicinarsele alla bocca e baciare con cura ogni dito, guardandola da
sotto le ciglia con occhi torbidi. Quando s’infervorava così era
divina, Draco doveva trattenersi dal non saltarle addosso.
Lei si sentì ammaliata da
quegli occhi, da quei baci lievi che però riuscivano ad incendiarla,
messa a disagio dai suoi stessi languidi pensieri Hermione si schiarì
la voce prima di tentare di riprendere il filo del discorso.
<< Hai … hai detto
all’inizio no, nel senso che poi … >> disse a fatica senza
staccare gli occhi dalle labbra tentatrici del marito, il quale
ancora concentrato sulle sue mani, le regalò un piccolo ghigno,
segno che aveva capito di averla messa terribilmente in difficoltà
più con i suoi gesti che con le poco velate illazioni sugli ultimi
due componenti della famiglia Weasley.
<< Pensaci bene cara,
Ronald non è mai stato così fondamentale nelle vostre imprese e
anche da Auror non era un granché, ho avuto la sfortuna di lavorare
con lui prima che si ritirasse, e ti assicuro che non avrebbe portato
a casa la pelle ancora per molto. Troppo impacciato e troppo lento
nelle strategie. >> disse saccente e prima che la ragazza
potesse difendere la posizione del suo ex, alzò una mano per
tacitarla << Ti sto dicendo quello che si vedeva da fuori,
magari è stato molto coraggioso, ma non ha mai avuto il tuo acume o
l’impeto quasi suicida con cui Potter si gettava incontro ai
pericoli per difenderci tutti. Vi ha sempre seguito, tipo cane >>
aggiunse ghignante.
<< Per non parlare
della piattola, oh si Hermione è una piattola, come ho sempre
sostenuto io. È inutile che mi guardi così. Si è innamorata di
Potter prima ancora di conoscerlo, parole tue o sbaglio? E poi quando
evidentemente lui non se la filava lei ha pensato bene di farsela con
mezza scuola. Sì, lo so che è stata una tua idea Emi, ma parliamoci
chiaro, tu stessa hai tentato quella tecnica al quarto anno,
presentandoti al braccio di Krum. Vedi la differenza sta nel fatto
che tu ti sei limitata a quello ed una volta appurato che la cosa non
aveva funzionato non hai mai più tentato gesti simili. La cara
Ginevra invece non si è limitata a questo. Merlino, quella si è
scopata quasi tutta la fauna maschile di Hogwarts con la scusa di
ingelosire Potter. >> disse ridendo di gusto anche per la
faccia oltraggiata della moglie. Ancora scosso dall’ilarità la
attirò tra le sue braccia. E le baciò una tempia.
<< Emi cara la tua
amica Ginevra era e sarà sempre una puttanella arrivista. Diciamo
che la sua unica abilità, oltre a quella di aprire le gambe con
maestria... >> a quel punto Hermione gli rifilò uno
schiaffetto piuttosto violento sulla testa. << Ahi piccola, non
essere violenta. Io non ho mai usufruito delle sue doti, ma mi hanno
raccontato di tutto. >> le disse ammiccante facendola
arrossire.
<< Dicevo che oltre ad
essere … come dire … piuttosto aperta nei rapporti con l’altro
sesso, Ginevra Weasley è brava a rigirare le persone, tu e Potter ne
siete l’esempio. Sa cosa volevate vedere e ve l’ha dato.
Semplicemente. Lei aveva il suo scopo, la sua rivincita sociale.
Mentre la donnola secondo me mirava solo ai soldi ed alla notorietà,
non credo che il suo ristretto cervellino sia in grado di elaborare
concetti più difficili. >> disse scrollando le spalle.
Hermione si era fatta
silenziosa. Qualcosa nelle parole del marito l’aveva colpita
spiacevolmente.
Draco se ne avvide
dall’irrigidimento delle sue membra che ancora stringeva tra le
braccia.
<< Emi? Tutto bene?
Sono stato troppo diretto, perdonami, ma … i Weasley. Merlino, io
quei due proprio non li sopporto, ti dirò mi spiace quasi per
Potter, ci ha messo parecchio per capire di che pasta era fatta
quella. >> disse convinto che la moglie fosse rimasta colpita
dalla crudezza delle sue parole, ma quella scosse il capo ancora
affondato nella sua spalla. Draco lo allontanò quel tanto che
bastava per guardarla negli occhi riconoscendovi … timore. Agitato,
cambiò repentinamente espressione, che diavolo aveva detto per
spaventarla?
<< Emi? Cosa? >>
improvvisamente si ritrovò incapace di formulare una frase di senso
compiuto, mentre la moglie tremava appena tra le sue mani.
Spaventandolo all’inverosimile.
<< D – Draco …
anche … anche tu? >> chiese lei tentando di trattenere le
lacrime che le si affacciavano agli occhi. Lui la guardò spaesato ed
a sua volta intimorito. Mentre lei si fece forza e fece la domanda
che più di tutte la spaventava.
<< Anche tu sai quello
che voglio vedere e me lo dai giusto? >> disse con voce
tremante, aveva sempre creduto nella sincerità del marito, a volte
era un po’ crudo, ma mai disonesto.
Lui allargò gli occhi ancora
di più. No. Merlino, NO! Non poteva crederlo veramente.
<< Emi guardami! >>
disse perentorio giacché lei aveva spostato gli occhi lontano da
lui.
Lei docilmente obbedì,
rapita dal tono determinato di Draco.
<< Tutto ciò che ho
detto o fatto con te l’ho fatto perché l’ho voluto. Sai che non
ti ho mai mentito, nel bene e nel male, un tempo soprattutto nel
male. Ma ora, noi … ora è diverso. Tutto diverso. Voglio che tu mi
creda Emi. Voglio … Emi davvero non ti ho mai mentito o preso in
giro. Lo sai vero? Lo sai questo? >> disse accorato. Mentre lei
annuiva tra le lacrime.
<< Scusa >>
mormorò mentre affondava il volto nel suo petto. << Scusa non
devo dubitare di te. È che … probabilmente sono scossa da quello
che è successo. Da Harry e da Ginny. Perdonami. Non lo farò mai
più. >> disse prendendo coraggio e scostandosi dal suo caldo
rifugio prima di avvicinarsi e scoccargli un bacio a stampo, gemello
di quello che lui le aveva dato all’inizio di quella conversazione.
Si coccolarono e si
rassicurarono a vicenda sull’onestà del loro rapporto per un po’
di tempo, finché Hermione non si assopì tra le braccia del marito.
Draco sorrise felice alle coltri del baldacchino, entusiasta del
ennesimo passo avanti fatto nel suo rapporto con la moglie.
POSTO PICCOLO:
Ciao,
che dite si è capito come la pensa Draco??? So che qualcuno
storcerà un po' il naso riguardo a quanto dice Draco su Ginny e
Ron, ma la storia è stata concepita così e spero che
continuerete lo stesso a seguirmi.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
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Capitolo 6 *** 6. ***
6.
6
–
La mattina dopo un Harry
Potter con occhi pesti e cerchiati si affacciò alla porta della sala
da pranzo mentre Draco era intento a bere la seconda tazza di caffè
fumante e leggere la Gazzetta del Profeta. Perfetto, anche in quella
tuta di chiara fattura Babbana, che avrebbe reso chiunque sciatto, ma
non il principe delle Serpi. Harry era vestito allo stesso modo,
aveva ringraziato tutti i santi del paradiso quando aveva appurato
che Tippy gli aveva portato quella tuta che adorava, ma ovviamente su
di lui faceva tutto un altro effetto. Mormorando uno strascicato
buongiorno, prese posto alla tavola imbandita quasi come lo era stata
quella di Grifondoro nei suoi anni di scuola. Il padrone di casa
inarcò il sopracciglio finissimo mentre studiava il nuovo venuto,
reduce ovviamente da una notte insonne.
<< Merlino! Potter, ero
certo di aver dato chiare istruzioni alla servitù di togliere il
pisello da sotto il tuo materasso >> proferì sarcastico
Malfoy, ricevendo per risposta un grugnito.
<< Come mai già in
piedi? >> continuò il biondo, deciso a sfruttare la momentanea
assenza della moglie per tormentare il vecchio nemico.
<< Malfoy, tu che citi
favole babbane e t’interessi della mia vita di mattina presto è
una cosa che mette i brividi >> rispose infine l'interpellato
sbadigliando sonoramente. Draco rise divertito.
Infondo non era così male
avere lo Sfregiato in casa, lontano dalle orecchie fin troppo
suscettibili della sua consorte, riservava molteplici opportunità di
divertimento.
<< Hermione? Dorme
ancora? >> chiese Harry riappropriandosi della brocca di caffè
per servirsi un'altra generosa tazza. Si sentiva uno straccio. Si era
rigirato più e più volte nel letto che, sebbene comodissimo, non
era il suo. Erano anni che non dormiva solo, tranne rare occasioni
durante le missioni della squadra speciale, ma in quel caso si era
trattato di poche ore in una tenda da campo quando la stanchezza era
stata tale da non permettergli più di tenere gli occhi aperti.
<< No, non sia mai! Il
sabato mattina è dedicato al giardinaggio in questa casa. Mia madre
ed Hermione si ritirano nel giardino o nella serra per curare le loro
piante. Dio solo sa che diamine coltivino da portar via loro l'intera
mattinata ogni sabato. >> disse Draco ridacchiando, più che
certo che quell’abitudine delle donne Malfoy fosse volta più ad
allontanare lui dalle loro confidenze che altro. Draco aveva sempre
aborrito tutto ciò che riguardava il giardinaggio, gli ingredienti
per le sue pozioni preferiva reperirli in un fornito negozio della
Londra magica, piuttosto che in giro per i boschi o nel proprio
giardino.
<< Tu sembri
riposatissimo >> commentò acido il commensale, vedendolo
spensierato e perfetto anche così presto il sabato mattina.
<< Potere di una sana
dormita con tua moglie tra le braccia >> frecciò l'ex
Serpeverde ghignando.
<< Immagino >>
grugnì Harry piuttosto indispettito, mentre afferrava un muffin
dall'aria deliziosa.
Il silenzio scese tra i due.
Draco ogni tanto sbirciava l'altro. Potter non era affatto in forma.
Certo, lui se avesse perso una donna come la Piattola, avrebbe
festeggiato in piazza, ma Potter non era lui.
Come Hermione, lo Sfregiato
doveva essersi sentito perso quando il suo mondo gli era crollato
addosso. Sua moglie aveva trovato lui, pronto a spronarla e a
sostenerla nella sua lenta ripresa, Potter aveva trovato sua moglie.
Una fitta di pura gelosia lo avvolse.
Hermione era sua e non
l'avrebbe divisa con nessuno, sebbene Potter fosse certamente ridotto
male. Hermione si sarebbe sentita spinta verso di lui dalla comune
sofferenza e dall'antica amicizia, questo lo irritava a morte.
<< Potter, vorrei
mettere fin da subito in chiaro le cose con te, se me lo permetti. >>
disse infine accantonando il giornale e deciso a correre ai ripari
prima che fosse troppo tardi. << Hermione ti ha perdonato, non
approvo e non condivido la sua scelta. Fosse dipeso da me, tu
staresti in mezzo ad una strada e non a gozzovigliare alla mia tavola
>> proferì seriamente, Hermione era e sarebbe sempre stata la
sua priorità e proprio per questo, nonostante tutto, non avrebbe
allontanato lo Sfregiato perché una tale condotta da parte del
marito l'avrebbe ferita, ma non era disposto a mettere a repentaglio
il suo matrimonio.
<< Emi è troppo buona,
almeno con te, troppo Grifondoro se posso dire la mia. È quella che
è, ed io la rispetto anche per questo. Ciononostante non ti
permetterò di ferirla nuovamente. Tu l'hai abbandonata nel momento
in cui lei aveva più bisogno di te. Te ne sei fregato di lei e di
quello che le accadeva ed hai rifiutato di accompagnarla all'altare
quando, sebbene io l'avessi pregata di non farlo, si è umiliata a
chiedertelo. Ha sofferto Potter e io non posso e non voglio
permettere che ciò accada ancora. Non ti metterò alla porta per
ora, ma ricordati sempre che non hai la mia fiducia e che qualsiasi
cosa ti abbia condotto alla nostra porta non deve e non dovrà mai
influire sulla serenità di mia moglie. >> terminò seriamente
fissando l'interlocutore negli occhi.
Harry che lo aveva fissato
durante l'intero discorso, valutandone la serietà e le implicazioni,
accennò ad un sorriso di scherno che indispettì oltremodo l'altro.
<< Sai Malfoy, fai
discorsi strani per uno che si è sposato solo per ridare credibilità
al proprio casato. >> disse sorridendo ancora nella tazza di
caffè.
Aveva preferito sorvolare
sulle minacce implicite e sulle recriminazioni palesi del suo
discorso, ben consapevole di aver molto peccato nei confronti
dell’amica e ben determinato a non sprecare la seconda opportunità
che questa gli aveva concesso.
<< Questi non sono
affari tuoi Potter! Vedi di fare quanto ti ho detto o ti assicuro che
te la farò pagare! >> enunciò Draco perdendo la solita
impassibilità che lo caratterizzava.
<< Malfoy, lungi da me
mettere bocca nei tuoi affari >> disse sistemandosi gli
occhiali sul naso e scorgendo l'altro attento e pronto a scattare. <<
In questo caso però i tuoi affari comprendono Hermione e visto che
ci stiamo onestamente confrontando, permettimi di farti anche le mie
di minacce. Non fare soffrire Hermione, non prenderla in giro e non
comportarti da maritino felice se di lei non te ne frega un cazzo.
Hermione mi è infinitamente cara e proprio per questo ho sempre
visto male il vostro matrimonio. Io non metto in discussione le
ragioni che hanno portato Hermione a questa scelta. Quello che ho
messo e metto ancora in discussione è la fiducia cieca che tua
moglie riserva a te Malfoy >> concluse a sua volta infervorato.
Si fissarono con astio per
alcuni minuti, valutandosi ancora una volta come avversari, infine
Draco decise di fidarsi ancora una volta della mirabile intelligenza
di sua moglie e di scendere a compromessi con lo Sfregiato come lei
gli aveva espressamente chiesto quella stessa mattina.
<< Ascolta Potter,
penso che almeno su una cosa siamo d'accordo, Hermione non deve
soffrire. Quindi per il suo bene ti propongo una tregua. >>
alzando gli occhi dalle mani che teneva incrociate sul tavolo
incontrò gli occhi scettici del altro, conscio di avere la sua
totale attenzione continuò
<< Ti permetterò di
rimanere in questa casa, almeno finché non sarai pronto ad
andartene. Cercherò di non interferire con le tue faccende, mentre
tu t’impegnerai a tenere Hermione lontana da tutto ciò che
potrebbe ferirla e non solo fisicamente >>
Harry annuì d'accordo che il
bene di Hermione venisse prima delle loro diatribe.
<< Ancora una cosa. Tu
starai fuori dal mio matrimonio e soprattutto terrai le tue manacce
lontane da mia moglie. È l'ultimo avvertimento Potter, la prossima
volta ti schianto >> proferì ghignando.
Harry sorrise. Malfoy faceva
il duro, ma di tutto quel discorso, l'unica cosa che lo aveva
realmente colpito era quanto tenesse alla sua migliore amica. Mai si
era aspettato una cosa del genere, arrivando in quella casa era stato
pronto a tutto. Si aspettava di trovare l'amica disperata per il
pessimo matrimonio contratto. Invece non era così, Hermione sembrava
serena, perfettamente integrata e circondata da profondo affetto.
Perso in queste
considerazioni, tornò alla sua colazione, mentre il padrone di casa
gli allungava i primi fogli della Gazzetta che evidentemente aveva
già letto. Stupito alzo un sopracciglio all’indirizzo del collega.
<< Non ti fare strane
idee Sfregiato! Tutto quello che faccio, lo faccio per la pace della
mia casa, fidati >> Proferì l'altro scrollando le spalle.
Malfoy sembrava veramente
cambiato ammise riluttante con se stesso.
Ora che non aveva la moglie a
tenerlo sotto controllo, e su questa considerazione gli scappò un
sorriso sarcastico che prontamente celò dietro la tazza di fine
porcellana, aveva approfittato solo per metterlo in guardia sulle
dovute distanze da tenere con sua moglie senza indugiare sui motivi
che lo avevano condotto lì. Si chiese se Hermione gli avesse svelato
l'accaduto. I due erano sempre stati molto “complici” anche sul
lavoro, cosa che fin da subito aveva innervosito Harry. Un Malfoy
così vicino alla sua migliore amica era una cosa che lo teneva sulle
spine, ma dopo i primi tempi e in seguito alle attenzioni sempre più
alte che il suo ruolo e la sua fidanzata richiedevano aveva prestato
sempre meno attenzione ai due ed ora che si trovava in casa loro
capiva finalmente come, anche in seguito a quel matrimonio,
l'affiatamento tra i due era cresciuto. Conoscendo Hermione, come la
conosceva lui almeno, era certo che avesse svelato al marito il
tradimento di Ginny. Eppure Malfoy non lo aveva deriso, non lo aveva
attaccato o denigrato come si era aspettato dalla battuta della sera
precedente, aveva amabilmente trascurato di chiedergli espressamente
quanto fosse accaduto.
Per quanto una parte di lui
apprezzasse questo comportamento, i vecchi retaggi lo portavano a
stare sulla difensiva. Tutto quello che faceva Malfoy era, a suo
dire, per amore nei confronti della moglie. A quel pensiero gli si
drizzarono i peli delle braccia. Malfoy poteva amare veramente
Hermione? Certo non lo aveva espresso a chiare lettere, aveva parlato
di rispetto e fiducia, ma non era proprio su quello che si basava
ogni amore degno di essere chiamato tale? Ed Hermione? Corrispondeva
quel sentimento? Li aveva osservati scambiarsi carezze, abbracci e
baci soffici, ma poteva anche essere un comportamento da buoni amici.
Lui stesso aveva gli stessi atteggiamenti con l'amica, o almeno li
aveva avuti, infatti dubitava di non finir schiantato dal
suscettibile padrone di casa se solo si fosse avvicinato troppo
all'amica.
Le considerazioni sul
matrimonio, sicuramente anomalo, dei Malfoy lo riportarono
inevitabilmente alla scena a cui aveva assistito il giorno prima. A
cosa era servito amare Ginny come l'aveva amata lui? Concederle ogni
cosa essa volesse? A cosa aveva portato mettere la fidanzata al
centro esatto del suo mondo, se era quello ciò che aveva ottenuto.
Ginevra l'aveva tradito, tradito con il suo secondo. Il pensiero volò
all’anello che la sera precedente aveva scagliato in fondo alla
borsa che aveva contenuto i suoi abiti. Credeva che il giorno
precedente sarebbe stato il più bello della sua vita, quello in cui
avrebbe coronato i suoi sogni, aveva immaginato una Ginny raggiante
che lo baciava con passione dicendogli che tutto ciò che desiderava
era diventare sua moglie. Merlino, quanto era stato idiota! Aveva
scelto di farle la sua proposta di venerdì in modo da poter
letteralmente godere della fidanzata per l'intero fine settimana, ora
come ora ringraziava solo di avere davanti a se due giorni per
prepararsi a rivedere Anthony.
Anche il suo tradimento lo
aveva ferito. Pensava di aver trovato in lui un amico sincero, quello
che gli era tanto mancato dopo che Ron si era perso nella sua nuova,
immeritata, notorietà. Ed anche in quel caso aveva sbagliato. Mai si
sarebbe aspettato di essere pugnalato alle spalle proprio da
Goldstein, dal suo fidato secondo in comando, da colui a cui aveva
più volte affidato la sua vita.
Malfoy continuava a fissare
il commensale di sottecchi. Potter era concretamente conciato male.
Sicuramente stava ripensando al tradimento di quella puttanella della
piattola. Merlino! Quella donna era così volgare, così costruita.
Certo negli anni passati lui stesso si era accompagnato a donne del
genere, ma mai si era lasciato coinvolgere, donne così puntavano
solo ed esclusivamente alla soddisfazione personale. Indubbiamente
erano brave a letto, ma oltre a questo avevano ben poco da offrire a
un uomo e molto da guadagnarci nel frequentare persone importanti
come lo era lui e perfino Potter.
La piattola non era nemmeno
una delle migliori, oltre a non essere di una bellezza stratosferica,
era sicuramente stupida. Le sue scappatelle erano ignote forse solo
al fidanzato e ad Hermione, troppo pura per capire veramente la
sfacciataggine dell'ex amica. Al matrimonio si era presentata,
sebbene l'invito fosse in realtà indirizzato al fidanzato, avendo la
faccia tosta di portare con sé la cognata, quella stessa Lavanda
Brown che era stata l'amante dell’ex fidanzato della sposa e che
era riuscita con l'inganno a farsi sposare da quel mentecatto di
Weasley. Incuranti dei commenti poco carini che le circondavano e
fasciate in abiti costosi ma privi di gusto, avevano flirtato con
ogni esponente del sesso opposto presente al ricevimento. Blaise gli
aveva raccontato che si era parecchio divertito, insieme
all’immancabile Nott, ad approfittare della stoltezza delle due.
Hermione aveva fatto fuoco e
fiamme. Chiaramente irritata dalla presenza delle due e dal loro
comportamento indecoroso. Tanto più che, come aveva più volte fatto
notare al marito, risultavano tra le invitate della sposa mettendo
ella stessa in cattiva luce.
Nonostante tutto però si era
prodigata perché le foto, scattate dai numerosi fotografi presenti,
che ritraevano le due in atteggiamenti poco decorosi scomparissero
nel nulla. Aveva tentato invano di farle presente che non era giusto
che lei si adoperasse tanto per evitare che le loro marachelle
arrivassero alle orecchie dei più, tanto tutta l'alta società e i
notabili del ministero avevano assistito alla spettacolo in prima
persona.
Non vi era stato modo di
riportarla alla ragione, quando Hermione si metteva in testa qualcosa
non c'era modo di convincerla. Così l'aveva aiutata come sempre,
oltre ad aver fatto del suo meglio per tenerla lontana dalle scene
più pietose che si erano consumate durante il loro ricevimento di
nozze. Lei sicuramente lo aveva fatto più per proteggere Potter che
per la Weasley, giacché certamente non era la reputazione dalla
Brown, ora Weasley, ad interessarle.
Certamente quelle due erano
state imbarazzanti oltre ogni dire. Questa considerazione lo portò
ancora una volta a ringraziare Merlino per avergli inviato
quell'angelo che era sua moglie, che gli aveva salvato la vita da
quelle sgualdrine arriviste. Certo la sua vita sessuale aveva subito
un drastico tracollo, ma non rimpiangeva nemmeno un giorno passato
accanto ad Hermione. Quando aveva pronunciato i voti matrimoniali
aveva messo fine anche alle notti trascorse con le varie amanti
votandosi solo a sua moglie. Nutriva segretamente la speranza che lei
s’innamorasse di lui corrispondendo quei sentimenti che lui sentiva
così vivi.
<< Raggiungiamo le
signore, che ne dici Potter? >> disse ora ansioso di rivedere
sua moglie.
Harry si riscosse dai tetri
pensieri che lo avevano preso e seguì Malfoy verso il giardino del
maniero.
POSTO PICCOLO:
Ciao,
scusatemi se ci ho messo più tempo per questo aggiornamento ma
è stata una brutta settima e domani dovrò dare l'ultimo
addio ad una persona che nel bene e nel male ha fatto parte di quasi
tutti i miei giorni negli ultimi 5 anni. Sono a pezzi, ma sapere che
siete in tanti a leggere questa storia mi rende felice, perché a
modo vostro, cliccando semplicemente su questa storia mi siete vicini e
vi ringrazio, tutti!
Scusate se ci sono orrori/errori, non è serata, ma non volevo farvi aspettare ancora.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
http://acasadilisa.blogspot.com/
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di
lucro.
|
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Capitolo 7 *** 7. ***
7.
Ciao,
aggiornamento super rapido per compensare la latitanza. Non so se
questa settimana riuscirò ad aggiornare, ma conto di riuscire almeno
mercoledì o giovedì a postare il prossimo capitolo, tempo permettendo
come sempre. Quindi se non lo avete ancora letto correte a leggere il 6° capitolo.
Tesorino per te questo e altro, un bacione!!!!
7
–
I sabati di giardinaggio
erano un’allegra consuetudine che Hermione e Narcissa avevano preso
ben prima del matrimonio.
La giovane, nelle sue estati
lontane da Hogwarts, aveva scoperto le gioie di quella pratica dalla
madre di cui ora sentiva notevolmente la mancanza; infatti
l'incantesimo, che lei stessa aveva fatto ai genitori si era rilevato
irreversibile una volta che li aveva raggiunti in Australia al
termine della guerra, aveva pianto molto di quell'errore commesso per
un eccesso di zelo e della sua arroganza. Aveva preteso troppo da se
stesse ed aveva commesso un errore irreparabile, nella presunzione
tipica della sua giovane età; aveva voluto fare tutto da sola ed
aveva sbagliato alla grande.
Certo i suoi genitori
vivevano una vita felice e piena dall'altra parte del mondo, al
sicuro da ogni pericolo, ma non sapevano nemmeno della sua esistenza.
Era rimasta molti giorni ad osservarli, senza essere vista,
assicurandosi che stessero bene e cercando, sperando, di cogliere nei
loro discorsi un barlume di quel passato che lei invece aveva così
chiaro davanti agli occhi. Purtroppo nulla di tutto questo era
avvenuto e con non poco rammarico Hermione era tornata alla sua vita
nel mondo magico.
Così quando Narcissa, nel
pieno dei progetti di ristrutturazione del Maniero, le aveva chiesto
di aiutarla a sistemare i giardini e le serre aveva accettato di buon
grado convincendo infine anche la posata signora Malfoy ad affondare
le mani nella terra e a prediligere i metodi babbani alla magia.
La pratica si era rilevata
per entrambe notevolmente rilassante così era divenuta una lieta
consuetudine. Sole in giardino, giacché Draco aborriva quelle
pratica e in generale la vita a contatto con la natura, le due donne
avevano preso a confidarsi e a conoscerci. Molto spesso il discorso
verteva proprio su Draco. Narcissa era ben lieta di raccontare ad
Hermione dei lati a lei sconosciuti dell’amato figlio e sempre più
spesso, dopo il matrimonio, le confidenze si erano fatte intime. Non
poche volte la suocera aveva spinto la ragazza ad approfondire
l'intimità col neo marito, raccontandole di come anch'essa avesse
dovuto a suo tempo inventarsi un rapporto con un marito scelto per
lei dalla sua famiglia le aveva spesso fatto notare come invece
Hermione e Draco partissero col vantaggio di una confidenza già
consolidata. Hermione, dapprima scettica ed imbarazzata da tali
discorsi, si era via via lasciata andare alle confidenze e cercando
sempre più spesso consiglio e conforto in Narcissa, che in quegli
anni aveva assunto il ruolo che un tempo era stato di Molly Weasley,
ovvero quello di seconda madre.
Nelle mattinate di
giardinaggio le due donne aveva stretto un sodalizio profondo, ricco
di gesti affettuosi e risate spensierate. Per nulla al mondo
avrebbero rinunciato a quei momenti che spezzavano la routine fin
troppo monotona di Narcissa e rilassavano Hermione dopo una settimana
spesa tra i corridoi del ministero o in missioni segrete di cui si
occupava la squadra speciale.
Con l'andare degli anni e la
cattura degli ultimi irriducibili fedeli di Lord Voldemort, la vita
del mondo magico si era notevolmente tranquillizzata. La creazione
della squadra speciale era stata un’idea di Harry ed Hermione,
quando ancora il loro rapporto era saldo e non contaminato dai
risvolti disastrosi delle loro relazioni con i fratelli Weasley. I
due giovani, abituati da sempre a collaborare, avevano messo in piedi
una squadra di élite. Solo i migliori facevano parte di quel gruppo
e tra essi vi erano, oltre a loro due, Draco Malfoy che svolgeva le
funzioni di pozionista, Anthony Goldstein capitano in seconda, Hannah
Abbot medi maga affiancata agli Auror, Jimmy Peakes addetto alle
armi magiche, Roger Davies esperto delle creature magiche.
Saltuariamente, se la situazione lo richiedeva, altri Auror venivano
affiancati ma principalmente era questa la squadra speciale. Proprio
perché le missioni che la squadra affrontava erano uniche nel loro
genere non sempre erano tutti presenti. Hannah ad esempio era
impiegata al San Mugo e veniva richiamata in missione solo se la sua
presenza era strettamente necessaria. Viste le varie personalità di
spicco che componevano questo drappello, i toni durante le riunioni
erano spesso accesi, ma lo scopo ultimo era sempre ben chiaro a
tutti: la preservazione della pace era il solo fine e per perseguirlo
tutti erano disposti a mettere da parte i malumori o le
incomprensioni.
Draco ed Hermione avevano
iniziato a collaborare prima ancora della fondazione della squadra
stessa, pochi Auror erano disposti a fare coppia con un Ex
Mangiamorte, perfino i generali tendevano ad assegnare al giovane
Malfoy incarichi di poco conto e difficilmente sul campo. Hermione
che aveva sempre aborrito le discriminazioni, essendone stata lei
stessa vittima, non aveva ben digerito questi atteggiamenti. Draco si
era diplomato primo nel suo corso, aveva più volte dimostrato la sua
preparazione, la disponibilità e la totale fedeltà alla causa del
ministero. Così stanca di quei comportamenti, a suo dire poco in
linea con la tolleranza propagandata dal Ministro, si era offerta
volontaria come compagna di Malfoy.
Le urla che si erano sentite
quel giorno provenire dalla sala operativa degli Auror del ministero
erano divenute leggenda. Harry e Ron avevano dato il peggio, mentre
Malfoy rimaneva serafico nel suo angolo, senza degnare nessuno di uno
sguardo. Quando l'amico e quello che al tempo era ancora il fidanzato
di Hermione se ne erano andati sbattendo la porta, il capo degli
Auror aveva dato il suo assenso a far lavorare Hermione e Malfoy
insieme e la riunione era stata dichiarata conclusa. I loro colleghi
erano man mano usciti lasciando Draco ancora nel suo angolo ed
Hermione rigida vicino alla finestra, intenta nella vana pratica di
ritrovare la calma che tutto quel clamore le aveva portato via; il
biondo si era alzato e l'aveva avvicinata dicendole, con
un’impassibilità unica, che non aveva bisogno della sua pietà.
Hermione allora era esplosa, rimproverandogli di accettare
passivamente quella situazione e assicurandogli che quando aveva
preso quella decisione non era certo stata mossa dalla compassione
verso colui che più di tutti l'aveva vessata al suo ingresso nel
mondo magico ma piuttosto dalla incapacità di accettare una tale
intolleranza nei suoi confronti.
Draco le aveva sorriso e le
aveva allungato la mano stringendo quell’alleanza che li aveva
portati a lavorare ogni giorno fianco a fianco negli ultimi anni e
che infine li aveva portati perfino al matrimonio.
Quel sabato mattina però
l'argomento principe delle due donne per una volta non era Draco,
bensì Harry. Narcissa, preoccupata quanto Draco per la felicità
della nuora, aveva introdotto l'argomento mentre rinvasavano alcune
piante acquistate da Hermione nel suo ultimo viaggio di lavoro. Il
loro giardino era un tripudio di fiori e piante particolari, si
divertivano a scovare e curare piante pressoché sconosciute ai più.
Molto spesso Hermione aveva dovuto interpellare Neville su come
procedere nella cura di questa o quella pianta, poiché il vecchio
amico era diventato un luminare nel campo dell'erbologia, nonché
professore ad Hogwarts per l'orgoglio di Nonna Augusta e di Hermione
stessa.
La ragazza aveva illustrato a
grandi linee quanto successo all'amico, certa dell'affidabilità di
Narcissa e della sua discrezione. Ovviamente era stato ben più vago
come racconto rispetto a quello che aveva preteso suo marito la sera
prima, ma in pratica aveva rilevato i punti salienti. Il tradimento
di Ginny e lo smarrimento di Harry, oltre al bisogno di quest'ultimo
di averla vicina in un momento tanto difficile della sua vita, a
maggior ragione giacché lei stessa aveva vissuto una situazione
simile. Narcissa con il solito garbo aveva fatto parlare la nuora di
ciò che tali rivelazioni avevano mosso in lei scoprendo, con non
poca soddisfazione, che oltre alla palese preoccupazione per l'amico
la giovane era ben poco toccata dagli eventi.
Dal canto suo Hermione aveva
smesso di porre cieca fiducia negli amici o nell’amore già da
molto tempo prima. L'esperienza del tradimento l'aveva segnata
profondamente rendendola forse più cinica o semplicemente più
disincantata davanti ad avvenimenti simili.
Nella sua nuova visione del
mondo, non poca parte aveva avuto il suo attuale marito, questo era
lampante, soprattutto dopo lo scambio avvenuto la notte precedente.
Draco riusciva ed era sempre riuscito, nei vari confronti che avevano
in quegli anni affrontato sui più disparati argomenti, a mettere in
evidenza aspetti che a lei spesso sfuggivano. Rivalutare le proprie
conclusioni o riflessioni alla luce delle considerazioni di lui era
diventata ormai per lei una prassi che molto spesso la portava a fare
la scelta giusta. Non per questo si sentiva succube di Draco, anzi,
le loro diatribe erano spesso accese poiché entrambi erano ben saldi
sui propri convincimenti, però riflettendo a mente fredda su quanto
le aveva detto Draco ella arrivava spesso a comprendere meglio le
cose.
Anche questo era un punto di
forza della loro unione, come aveva più volte sottolineato Narcissa.
Il confronto era importante per capire le reciproche posizioni e
trovare un equilibrio tra loro e con il tempo questo equilibrio si
era fatto sempre più solido. Parlavano di tutto, parlavano tanto, si
consigliavano e si ascoltavano. La loro era quasi una comunione di
spirito, visto che dal punto di vista fisico erano ancora piuttosto
distanti, nonostante Hermione sentisse sempre di più il desiderio di
trovare un loro equilibrio anche in questo campo. Ormai le era chiaro
che i sentimenti che nutriva per Draco andavano ben oltre l'affetto,
ma il problema rimaneva lui. Hermione non riusciva a capirlo, non
capiva i suoi slanci e le sue ritrosie. Certo la sera prima l'aveva
baciata di sua spontanea volontà, anche se non si poteva
propriamente parlare di bacio, e quando lei aveva ripetuto lo stesso
gesto, l'aveva stretta forte, ma questo non significava che
ricambiasse i suoi sentimenti.
Nel silenzio delle sue
riflessioni sul desiderio sempre più crescente d’intimità fisica
con il marito, Hermione non si era accorta che Narcissa la fissava da
un po'.
<< Draco mi è sembrato
piuttosto agitato ieri, non lo hai notato anche tu? >> chiese
infine facendo girare verso di se la ragazza che annuì ridacchiando.
<< Penso che darà il
peggio di se con Harry a stretto contatto con te, qui in casa, dove
ti ha sempre avuta solo per lui >> incalzò Narcissa senza
riuscire a nascondere un piccolo sorriso.
<< Oh sì, penso che
tra poco mi costruirà una palizzata intorno per impedire ad Harry di
abbracciami >> celiò la ragazza senza riuscire a trattenere le
risate e coinvolgendo anche l'altra in quel momento di ilarità a
discapito dell'uomo di casa.
E fu così che le trovarono i
due ragazzi, ridenti e coperte di terra, nel bel mezzo del giardino.
<< Ammettetelo stavate
ridendo di me >> proferì certo Draco. Quando ridevano così
l'argomento trattato era sempre lui e le sue reazioni esagerate.
Hermione si girò sorridente
verso il marito, coprendosi gli occhi dal sole per poterlo vedere
meglio.
Solo Draco Malfoy poteva
essere affascinate con una tuta addosso e ringraziò di essere stata
così convincente da convertirlo ad un abbigliamento più babbano,
visto che i risultati erano ad dir poco meravigliosi.
<< Ovviamente! >>
disse alzandosi e spazzolandosi la terra di dosso, per poi
raggiungere con uno sguardo raggiante il ragazzo che prontamente la
strinse per la vita. Concretamente stava diventando quasi
insopportabile rinunciare al contatto fisico con lei, soprattutto
poiché lei accettava di buon grado ogni suo gesto teso ad
avvicinarla a se. Stupendo perfino se stessa, Hermione si alzò sulle
punte per sfiorare le labbra del marito. Voleva che quel gesto, da
poco scoperto tra loro, diventasse abituale e sperava in cuor suo che
lui apprezzasse la cosa.
Lui la guardò raggiante, ben
conscio di quel nuovo passo avanti che avevano fatto nel loro
rapporto.
<< Cosa ti porta
all'aria aperta Malfoy? >> chiese lei divertita ancora stretta
nel suo abbraccio << Dobbiamo aspettarci una tempesta da un
momento all'altro? >>
<< Sempre simpatica
tesoro mio! >> la riprese lui bonariamente stringendola a se.
<< Potter ti cercava ed io mi sono comportato da perfetto
padrone di casa, quale sono >> affermò spavaldo suscitando la
risatina di sua madre.
<< Certo certo >>
annuì Hermione spostando lo sguardo sull'amico in evidente imbarazzo
alle spalle di Draco.
Harry non era abituato a
vederli scambiarsi effusioni, sul lavoro non capitava davvero mai, e
in quei due giorni li aveva visti fin troppo vicini per i suoi gusti.
Hermione però sembrava veramente felice in quel momento, aver
sentito la sua risata fresca, che da troppo tempo ormai non sentiva,
gli aveva aperto il cuore. Si domandava però cosa angustiasse certe
volte l'amica, le mancate confidenze della sera prima, interrotte
dall'arrivo di Malfoy, lo tenevano non poco sulle spine e voleva che
lei ricominciasse a renderlo partecipe dei suoi stati d'animo. Forse
pretendeva troppo, visto le sue mancanze, ma vederla nuovamente così
solare e spensierata gli riportava alla mente gli anni in cui per
loro confidarsi era quasi un bisogno fisico.
<< Ti piace il nostro
giardino Harry?> > chiese Narcissa alzandosi e spolverandosi
gli abiti, anch'essi babbani, nel chiaro intento di mettere a proprio
agio l'ospite.
<< E' sicuramente
particolare! >> convenne il ragazzo passandosi una mano tra i
capelli e guardandosi attorno. Quella zona particolare del giardino
era indubbiamente originale, vi facevano bella mostra piante dai
colori e dalle forme bizzarre, che lui stesso dubitava di aver mai
visto prima di allora.
Lungo il viottolo che li
aveva condotti lì aveva notato roseti, aiuole e siepi, ben curate e
ben disposte. Lo stesso gusto sopraffino che permeava la casa era
disseminato anche nel giardino, in un'armonia di forme e colori
ammaliante, la cura e la dedizione che quelle due donne riservavano a
quel luogo era ben visibile in ogni direzione. Anche se quella zona
in particolar modo aveva un che di strano. Non tanto per la rarità
delle piante, ma per il caos organizzato che sembra regnarvi. Le
piante erano disposte in modo disomogeneo rispetto a tutto il resto.
<< Diciamo che qui
coltiviamo quello che non sappiamo come diventerà, se fiorirà o
semplicemente se riuscirà a sopravvivere >> disse sorridendo
Narcissa.
<< Merlino! Ho il San
Mugo delle piante proprio in mezzo al mio giardino >> disse
sarcastico Draco, guadagnandosi la risata di Potter e della madre ed
un rimprovero dalla moglie.
<< Finiscila, sai che
ci piace sperimentare piante nuove e finché non capiamo come sono o
come saranno, non possiamo collocarle nella giusta zona >>
disse saccente lei.
<< Tesoro ne sono fin
troppo consapevole visto quanto adori trascinarmi in giro per ogni
mercato di fiori che incontri sulla tua strada, perdendoci ore ed ore
>> scherzò lui fingendo un tono di vero rammarico che la fece
ridere.
<< Sempre a lamentarti
tu! >> disse tra le risate.
<< Avete già finito?
>> Chiese speranzoso Draco quando le risate di tutti si furono
sopite, lanciando uno sguardo scettico a tutti quegli aggeggi,
rigorosamente babbani, che circondava le piante comprate pochi giorni
prima da sua moglie.
<< Assolutamente no! >>
intervenne sua madre << Vuoi per caso aiutarci? >> disse
poi sorridendogli ironica, ben sapendo che avrebbe rifiutato.
Una smorfia poco convinta
apparve sul volto del ragazzo.
<< Certamente no,
madre, vi lascio ai vostri svaghi e vi lascio anche Potter> >
disse baciando dolcemente la tempia della moglie che lo guardava
ridendo sicura anch'essa che avrebbe declinato l'offerta. Si
strinsero ancora un attimo guardandosi negli occhi prima di
separarsi.
<< E madre? >>
disse mentre si volgeva per rientrare in casa << Se Potter non
si comporta in maniera impeccabile, schiantalo! >> proferì con
un ghigno prima di guadagnare a grandi falcate il viottolo del
giardino e lasciarsi alle spalle le proteste della moglie e la risata
della madre.
POSTO PICCOLO:
Allora,
ammetto che in questo capitolo succede ben poco però vi ho
raccontato un po' di cose sui nostri due, su come mai non compaiono i
genitori di Hermione e su come Draco è diventato il suo
"compagno" sul lavoro. Spero vi sia piaciuto ugualmente.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
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Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
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Capitolo 8 *** 8. ***
8.
Per
Mirya che mi ha reso immensamente felice commentando questa storia
e per tutte voi che leggete e mi seguite, grazie mille e buona
lettura, un bacione!!!!
8
–
La mattinata in giardino era
trascorsa allegra, Hermione si era divisa tra le sue mansioni e
l'illustrare ad Harry le varie piante che stavano sperimentando.
Narcissa era stata particolarmente
briosa del tutto intenta a far dimenticare, almeno per quel momento,
al ragazzo gli infausti avvenimenti del giorno prima. Vedere la nuora
felice, mentre condivideva quella loro passione con il vecchio amico,
le aveva mostrato chiaramente che il giovane non era una minaccia al
rapporto del figlio con la ragazza. Certo c'era un’innegabile
confidenza tra i due, ma era una confidenza ben diversa da quella
amorosa. Erano ottimi amici, quasi fratelli, avevano condiviso gran
parte della loro vita e questo era lampante nei gesti o nelle parole
dei due che spesso si completavano le frasi a vicenda.
Dalla sua accurata analisi della
situazione Narcissa Black Malfoy aveva concluso che la rinata
amicizia di Hermione con Harry Potter non poteva che portare
giovamento nella vita della giovane. Era per lei evidente che,
nonostante Hermione si trovasse a proprio agio con loro, quella parte
della sua vita le era mancata, come le mancavano i genitori. La
ragazza aveva subito, al suo ingresso nella vita adulta, non poche
batoste e non pochi abbandoni, volontari o meno che fossero e
riportare nella sua nuova vita un po' di quegli affetti non le
avrebbe fatto altro che bene. Ovviamente farlo capire a quel testardo
di suo figlio sarebbe stato tutt'altro che facile, ma facendo leva
sugli argomenti giusti, che in quel caso erano limitati al benessere
ed alla felicità di Hermione, sarebbe servito ai suoi scopi. Se
c'era una cosa che stava a cuore a suo figlio, quella era proprio la
serenità della moglie.
Draco aveva speso la sua
mattinata tra le scartoffie concernenti la gestione delle proprietà
di famiglia e la sperimentazione di una nuova pozione. I suoi sabati
mattina erano ormai tutti spesi a quel modo, ma quel particolare
mattino la mente andava sempre più spesso al giardino. Dalla
finestra dello studio aveva osservato la moglie affaccendarsi tra le
sue adorate piante e Potter, quest’ultimo aveva anche provato in
qualche modo a rendersi utile, ma con scarsi risultati facendo ridere
di gusto le due donne.
Era serena Hermione in quel
momento e nulla gli premeva di più. Lo aveva baciato di nuovo,
cogliendolo impreparato ma non meno felice di quello slancio
improvviso. Negli ultimi tempi lei si era fatta sempre più vicina,
sempre meno ritrosa nei loro contatti e lui cominciava veramente a
sperare che le cose stessero prendendo la giusta piega. Anche perché
lui la desiderava, la desiderava tanto. Se mentre erano colleghi era
rimasto affascinato dal lei, dalla sua bellezza genuina e mai
ostentata, la convivenza seguita al matrimonio lo aveva acceso di una
nuova brama. Dormirle accanto ogni notte, stringerla a se con sempre
maggiore calore e frequenza gli aveva reso ben chiaro quanto amasse
ogni aspetto della moglie. Anche la sua insensata mania di girare
scalza, che però aveva il pregio di autorizzarlo a sollevarla tra le
braccia. Quando accadeva Draco si sentiva felice. Prendersi cura di
lei in quelle piccole cose lo faceva sentire realizzato, perfino
ingoiare il suo smisurato orgoglio, pur di vederla sorridere, aveva
ben poca importanza ormai se come premio lei si lasciava
progressivamente avvicinare da lui. Se lo premiava con quei piccoli
gesti, carichi di affetto che gli erano divenuti quasi
indispensabili.
Siccome l'ora del pranzo si
avvicinava decise di recarsi nella loro stanza ad accogliere la
moglie, certo che lei lo avrebbe stordito di chiacchiere su quanto
fosse felice di avere lo Sfregiato lì con loro.
Quando Hermione varcò la
soglia della propria stanza da letto il sorriso apparve spontaneo
sulle sue labbra, lui era lì ad attenderla, seduto sul bordo del
letto con le braccia allungate dietro a reggere il busto, i capelli
scompigliati, segno che vi aveva passato più volte le mani nel corso
della mattinata esasperato da chissà cosa.
Era bello suo marito, di
quella bellezza che stordisce, che anche quando sembra non curata è
dannatamente perfetta.
<< Sei qui! >>
constatò felice facendolo sorridere e annuire.
<< Ti sono mancato? >>
chiese ammiccante lui sollevando una mano nella direzione della
moglie.
<< Non ci crederai, ma
sì, mi sei mancato! >> disse allegra lei mentre si avvicina e
si lasciava andare insieme con lui ad una risata leggera.
<< Hai parlato con
Potter? >> chiese Draco appena incrociarono le loro dita,
trafiggendola con uno sguardo d’attesa.
Hermione cambiò espressione
all’istante, passando dalla più spensierata gaiezza al tormento,
ma almeno questa volta Draco sapeva perché, non aveva detto nulla
all’amico.
<< Hermione >> la
richiamò bonariamente visto che lei rifuggiva il suo sguardo e
mettendosi a sedere dritto afferrò anche l’altra mana della
ragazza. << Hermione mi rendo conto che per te sia dura, ma
devi farlo capisci? Non serve a nulla nascondergli la verità, anche
se stasera non volesse venire, anche se non avesse intenzione di
rincontrare mai più la Piattola, lo deve sapere. Eravamo d’accordo
no? Io mi sono comportato bene con lui, ma tu non hai rispettato la
tua parte del patto! >> disse attirandola sempre più vicina.
La ragazza annuì piano, conscia di essere nel torto.
Quella sera si sarebbe tenuto
un ricevimento per raccogliere fondi destinati agli orfani di guerra.
Il comitato organizzatore era presieduto da una cara amica di
Narcissa, per questa ragione tutta la famiglia Malfoy avrebbe
partecipato all’evento. Cosa in realtà piuttosto rara, giacché né
Hermione né Draco amavano partecipare alla vita mondana della Londra
Magica, però Narcissa aveva tanto insistito che per amor suo
entrambi avevano acconsentito.
Ora il problema era il nuovo
ospite del Mannor. Ovviamente Harry aveva libera scelta sul
partecipare o meno all’evento, anche se quella mattina Draco le
aveva detto chiaramente che spera nella sua presenza. Non tanto per
la “soave compagnia” aveva subito specificato, ma per la
probabilissima partecipazione di Ginevra alla serata. Suo marito le
aveva infatti fatto notare quanto fosse sbagliato per Potter evitare
il confronto con l’ex fidanzata, rilevando furbescamente come
incontrarla ad un evento mondano lo avrebbe messo al riparo da
scenate poco gradite. Il compito di Hermione, così avevano stabilito
quella mattina, era innanzitutto essere sincera con l’amico sulla
condotta poco onorevole di Ginevra durante gli eventi cui Harry non
partecipava, invitandolo infine a presenziare al ricevimento di
quella sera.
Hermione però non era
riuscita a trovare il coraggio per fare nessuna delle due cose.
Quella mattina, soprattutto
grazie all’esuberante parlantina di Narcissa, Harry sembrava aver
dimenticato completamente ciò che lo attanagliava. Nonostante il suo
viso portasse i segni di una notte insonne, aveva riso spensierato
tutta la mattina, dandosi da fare per aiutarle senza però ottenere
grandi risultati. Hermione non se l’era sentita di interrompere
quel clima festoso rivelando all’amico la pessima condotta di
quella che era stata la sua fidanzata fino al giorno prima.
Dispiaciuta, abbassò il capo, non aveva mantenuto la promessa fatta
a Draco e questo la rattristava quasi quanto il dover essere latrice
di sgradevoli notizie per Harry.
<< Emi? >> la
richiamò nuovamente Draco questa volta facendo leva sulle sue
braccia di lei e avvicinandosela ancora di più, tanto che la ragazza
fu costretta a sedersi a cavalcioni su di lui per non perdere
l’equilibrio e in quella, per loro nuova, posizione fu per lei
automatico allacciare le braccia al collo del marito e nascondere il
volto nel incavo del suo collo.
<< Non ci sono riuscita
>> mormorò appena certa che lui l’avrebbe sentita, vista la
quasi nulla distanza tra loro.
<< Lo avevo immaginato
>> fu il laconico commento di lui che aveva preso ad
accarezzarle la schiena lasciata libera dai capelli, quella mattina
raccolti in un’alta coda.
Rimasero cosi diversi
istanti, godendosi entrambi la vicinanza reciproca.
Quando Hermione gli era quasi
franata addosso Draco aveva temuto di aver esagerato, ma quando lei
gli si era accomodata docile in grembo il suo cuore aveva esultato.
Mai erano stati così vicini, mai avevano assunto una posizione così
compromettente.
La ragazza era a sua volta
avvinta più nelle sensazioni che il corpo del ragazzo, così vicino
al suo, le trasmetteva che nel discorso che stavano tenendo. Gli era
vicina come mai prima. Stretta al petto forte di suo marito si
sentiva protetta come poche volte le era accaduto in vita sua prima
della loro convivenza. La sua mente vagava verso mete lascive mentre
giocava con i capelli della nuca di Draco, erano così soffici, se
avesse alzato il viso sarebbe stata esattamente allo stesso livello
degli occhi del marito. Una morsa le contrasse il ventre, mentre
l’idea di loro due che si baciavano le permeava la mente.
Imbarazzata dalle sue stesse fantasie si mordicchiò il labbro
inferiore agitandosi appena e riportando su di se l’attenzione del
marito, che dopo essersi schiarito la voce riprese il discorso
lasciato in sospeso.
<< Ascoltami Emi, se
prima il tuo tenerti fuori da questa faccenda poteva essere
giustificato dal assenza di rapporti con Potter ora non è più
ammissibile. Tanto più che lui stesso ha capito di cosa è capace la
Piattola. >> affermò dolcemente, ben consapevole di quanto la
cosa fosse difficile per la moglie. << La verità è quello che
gli devi tesoro, poi cosa ne vorrà fare lui di questa verità è
affar suo. >> concluse posandole un bacio sul capo.
<< Lo so, è che … è
difficile. Questa mattina sembrava sereno, dirgli ciò che si dice di
Ginevra in giro, dover essere io a dirglielo … a ferirlo … non me
la sono sentita. So che hai ragione, lo so. Quello che dici è vero e
giusto, ma io … >> lentamente sollevò il capo verso di lui,
gli occhi velati dalle lacrime che prepotenti tentavano si sfuggire
al suo ferreo controllo.
Il ventre di Draco si
contrasse a quella vista, così bella, così vicina, così
incredibilmente fragile.
Poggiando la fronte alla sua
la strinse al petto, avrebbe dato tutto per non vederla così
sofferente.
<< Mi spiace amore, so
che è dura, ma è l’unica cosa giusta da fare >> mormorò
sulle sue labbra prima di sfiorarle con le sue. Una parte del suo
cervello, anche se non sapeva bene quale visto che era troppo preso
dal tocco lieve delle labbra di lei, elaborò che l’aveva chiamata
Amore. Per la prima volta a voce alta, perché nella sua testa quella
parola era già chiara da un po’.
Amore, Draco l’aveva
chiamata Amore. Nemmeno Ron l’aveva mai chiamata così, pensò
Hermione.
Non che fosse indicativo del
fatto che provasse reali sentimenti per lei, ma cavolo, sentirlo dire
quella parola l’aveva mandata in visibilio, perché anche lui era
il suo Amore. Certo solo nei suoi pensieri, poiché gli si rivolgeva
sempre e solo con il nome di battesimo, ma nel suo cuore e nella sua
mente anche lei lo chiamava amore. E poi la stava baciando di nuovo,
non come aveva immaginato lei, ma ben più di un bacio a stampo.
Draco indugiava sulle sue
labbra leggermente dischiuse, con calma e maestria, rendendo quel
bacio seppur superficiale, unico e voluttuoso. Hermione sempre più
rapita da quelle labbra si strinse a lui socchiudendo maggiormente la
bocca in un chiaro invito al marito, il quale rapito quasi quanto lei
da quello che stava accadendo aveva il respiro sempre più corto. Le
sue mani vagavano con tenerezza sul corpo di lei, mentre la brama
cresceva dentro di lui.
<< Signora Hermione il
suo bagno è pronto >> Proclamò deferente Tippy dalla porta
della stanza, lasciata aperta dalla ragazza.
I due giovani sobbalzarono a
quel richiamo improvviso e si scostarono, il fiato corto e gli occhi
lucidi. Ancora pochi attimi e quel bacio sarebbe diventato un bacio
vero, pochi minuti e chissà …
Draco fu il primo a
riprendersi, ispirando forte spostò gli occhi ora fiammeggianti
sulla piccola figura dell’Elfo che lo guardava mortificato dalla
porta, non doveva essersi accorto subito della posizione intima in
cui si trovavano i suoi padroni. Maledetti Elfi e la loro mania di
entrare nelle stanze a capo chino, pensò Draco furente.
Hermione intanto era scattata
in piedi e stava sbadatamente ringraziando Tippy. Le gote rosse e il
respiro corto le donavano in modo incredibile pensò Draco rivolgendo
nuovamente l’attenzione verso sua moglie che, in piedi di fronte a
lui, si muoveva a disagio sul posto tanto da far nascere un amabile
sorriso sulle labbra di lui.
Erano stati così vicini ad
abbattere un’altra barriera del loro rapporto fisico pensò Draco,
i passi in quel senso si stavano facendo sempre più celeri e
ravvicinati, da quando Potter era arrivato in casa loro erano passati
in poche ore dai baci sulle tempie a quelli sulle labbra ed ora a
quella nuova intimità. Probabilmente avrebbe chiesto a Potter di
trasferirsi da loro a titolo definitivo, se questi erano i risultati
a cui la sua presenza portava.
Hermione vedendolo sorridere
si rilassò a sua volta, non era a disagio Draco, quindi tutto andava
bene, visto che lei non si sarebbe mai pentita di nessun passo fatto
verso la maggiore intimità col marito.
<< Vado a fare il bagno
>> sussurrò con voce piccola accarezzandogli il volto, ancora
con i sensi rapiti da quanto era appena successo. Indugiò sulla
guancia di lui mentre la voglia di riprendere quel bacio esattamente
dove si era interrotto l’avvinceva. Lui socchiuse gli occhi e
appoggiò il capo alla mano di lei. Sarebbe bastato così poco per
alzare le braccia e riportarla tra le sue braccia, ma non doveva
correre troppo, doveva lasciare a lei l’iniziativa se voleva
capirne i veri sentimenti. Per quel giorno lui si era già scoperto
fin troppo.
Lei sorrise di
quell’abbandono così genuino prima di piegarsi in avanti e
sfiorargli le labbra in un bacio a stampo, rimanendo però in quella
posizione qualche secondo in più, cioè il tempo necessario perché
lui riaprisse gli occhi e la trapassasse con uno sguardo lucido e
ricco di promesse.
Contenta come mai prima
Hermione si diresse verso il bagno, quando stava per scomparire al
suo interno il marito la richiamò
<< Hermione? >>
disse con voce roca facendola girare sorridente, con la speranza nel
cuore di una proposta non del tutto lecita.
<< Gli parlerai dopo
pranzo o sarò io a farlo >> decretò lui vedendola cambiare
espressione.
Quando l’aveva richiamata
si era rivolta a lui con un sorriso malizioso decisamente troppo
allettante, per alcuni secondo era stato sul punto di chiederle se
voleva compagnia per quel bagno, prima di ritornare in se e porle
quel ultimatum certo che fosse la cosa migliore per tutti che Potter
sapesse la verità.
Ora però il sorriso
malizioso di Hermione era scomparso, la ragazza aveva semplicemente
annuito prima di voltarsi ed entrare svelta nel bagno. Per un attimo
Draco si chiese se anche lei avrebbe voluto ricevere una proposta
piccante, scartando poi repentinamente l’idea, Hermione non era e
probabilmente non sarebbe mai stata presa da lui come invece lui lo
era da lei. I suoi gesti affettuosi i baci erano forse riconducibili
alla sua idea di “Buona Moglie” che la ragazza perseguiva in ogni
aspetto di quella loro nuova vita. Queste erano le giustificazioni
razionali al comportamento della riccia, che Draco si dava quando
credeva di aver sperato troppo nel coinvolgimento della moglie. Era
il suo modo di riportare i piedi per terra. Sbuffando
malinconicamente si lasciò andare sul letto.
Quello che era accaduto pochi
minuti prima aveva dell’incredibile, ai suoi occhi almeno. Hermione
si stava avvicinando a lui, ma allora perché continuare ad imporsi
quel rigide codice di condotta ? Si chiese senza sapersi veramente
rispondere. Lui era sempre stato così, metodico in tutto. Quando
aveva deciso che Hermione sarebbe stata la donna della sua vita, si
era imposto mete e limiti. Quando raggiungeva le mete prefisse
esultava, salvo poi spaventarsi e porsi mille domande sul perché la
moglie le aveva raggiunte quelle mete. Sua madre lo rimproverava
spesso di essere troppo analitico e di lasciarsi andare troppo poco
con Hermione, ma per lui era fondamentale essere ritroso. Se si fosse
concesso di essere se stesso fino in fondo, se le avesse dimostrato
come e quanto la desiderava, l’avrebbe sicuramente spaventata.
Tanto più che prima di aprirsi a lei, voleva essere certo
dell’autenticità dei sentimenti di sua moglie. Arrovellandosi su
quei contorti ragionamenti, che invece di chiarirgli le idee gliele
stavano solo ingarbugliando di più, decise di concedersi a sua volta
una bella doccia. Magari fredda visto che l’idea di sua moglie nuda
nel bagno accanto stava riaccendendo quanto era stato abbastanza
scaltro da celare alla moglie mentre la baciava.
Durante il bagno caldo
Hermione aveva valutato bene i pro ed i contro del discorso che
doveva tenere all’amico, anche se era stata piuttosto distratta da
quanto era appena accaduto tra lei e Draco. La gioia di avere
nuovamente Harry vicino a se la rendeva euforica, tanto euforica che
le profferte amorose nei confronti del biondo consorte avevano subito
una vertiginosa impennata negli ultimi due giorni. Il ragazzo da
parte sua non sembrava disdegnare questi suoi impeti né a parole né
tanto meno con i fatti. Un leggero rossore le permeò il volto mentre
riviveva nella sua mente il bacio che si erano scambiati, sebbene lui
avesse fatto di tutto per farlo passare inosservato, lei aveva colto
chiaramente quanto la desiderasse. E allora perché? Perché non
faceva mai il primo passo? Perché era sempre Hermione a dover
accorciare le distanze? Ormai le era palese che non la disdegnasse
fisicamente, sul loro rapporto verbale non aveva dubbi da tempo.
Quindi cosa poteva essere che lo frenava? I retaggi del passato?
Difficile visto quanto ne avevano discusso insieme. Che fosse legato
ad un’altra donna? Ma in quel caso perché aveva chiesto a lei di
diventare sua moglie? Tanto più che la prima notte di nozze le aveva
espressamente giurato fedeltà, pretendendo ovviamente un giuramento
gemello da lei. Quindi difficilmente era questo, ma allora cosa?
Lambiccandosi il cervello su quel rompicapo vivente che era suo
marito Hermione si avvolse nel morbido accappatoio prima di dirigersi
nella sua cabina armadio.
Quando Draco le aveva
mostrato la loro stanza, fresca di ristrutturazione, pochi giorni
prima del matrimonio. Hermione aveva commentato ironicamente che il
suo intero appartamento sarebbe entrato nella cabina armadio a lei
riservata nella sua nuova stanza. A nulla erano serviti i suoi
rimbrotti sull’inutilità di una stanza così grande per i suoi
soli vestiti. Oggettivamente aveva dovuto ammettere che viste le
dimensioni del maniero quella stanza non portava via posto a nessuno,
ma comunque le era parsa concretamente esagerata. Ricordava di aver
pensato che i suoi pochi abiti sarebbero parsi ben poca cosa lì
dentro. Ed infatti era stato così quando li aveva trasferiti dal
piccolo appartamento che possedeva a Diagon Alley alla sua nuova
dimora, al ritorno dalla breve luna di miele però gli abiti si erano
già moltiplicati. Narcissa e Draco facevano a gara a ricoprirla di
regali. Ogni occasione era buona per un vestito nuovo a sentir loro,
Hermione si sentiva tremendamente viziata dai due. Non era mai stata
una ragazza fissata con l’estetica, ma vivendo a stretto contatto
con Narcissa e Draco aveva imparato quanto un aspetto decoroso fosse
importante e quanto, ora che era la nuova Signora Malfoy, tutti si
aspettassero da lei un certo abbigliamento. Non senza esprimere il
suo disappunto si era via via abituata a quel modo di vestire computo
ed elegante, con un'unica eccezione, il week end. Giacché la
mattinata del sabato era dedicata al giardinaggio, l’abbigliamento
doveva essere pratico. Il resto del fine settimana poi era
solitamente speso a rilassarsi davanti al camino con un buon libro,
quindi i tacchi alti e le gonne erano bandite, sempre che non
avessero ospiti o balli a cui partecipare.
In quel particolare fine
settimana l’ospite era però Harry James Potter, che per lei
ovviamente poteva essere accomunato tranquillamente ad un membro
della famiglia, quindi decise di non rinunciare al abbigliamento
informale tanto più che quella sera dovevano partecipare ad un
ricevimento.
L’abito verde smeraldo di
seta, incrostato di pietre Swarovski, faceva bella mostra di se
insieme ai sandali gioiello che Narcissa le aveva regalato per
l’occasione. Era molto bello. Lei e Draco lo avevano notato in una
vetrina di Parigi durante la loro luna di miele. Avevano subito
iniziato a dibattere su quanto Serpeverde fosse l’abito e senza
capire come Hermione si era ritrovata in un lussuoso camerino con
quell’abito indosso. L’immagine che le aveva restituito lo
specchio l’aveva lasciata per un attimo senza fiato. Forse per
pregiudizio non aveva mai usato vestirsi di verde, ma dopo quel
momento aveva iniziato a farlo scoprendo solo allora quanto le
donasse quel colore. Inutile sottolineare quanto ne fosse divertito
il marito.
Afferrando l’intimo verde –
argento che aveva acquistato per l’occasione si domandò per un
attimo che effetto avrebbe fatto a Draco vederla con solo quello
addosso. Scacciando il pensiero e relegandolo al ruolo
d’irrealizzabile afferrò un paio di Jeans stretti ed una camicia a
scacchi blu e verde. Mentre abbottonava la camicia si chiese se fosse
il caso di lasciare aperto, casualmente, qualche bottone in più
prima di raggiungere il marito. Ridacchiando di se stessa infilò le
ballerine e si diresse in camera, trovandola però questa volta
vuota.
POSTO PICCOLO:
Un
momento Draco/Hermione che spero vi sia piaciuto, per me è stato
bello scrivere questa scena. Draco si sta sbilanciando ed Hermione
è piena di euforia, quindi le cose cominciano a progredire per
la gioia di tutti noi ^^
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
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Capitolo 9 *** 9. ***
9.
9
–
Nel salotto intanto Draco
aveva raggiunto la madre e l’ospite intenti a commentare la
mattinata appena trascorsa, dopo una ristoratrice doccia quasi
ghiacciata, e si stava servendo un aperitivo analcolico in attesa che
il pranzo fosse servito.
<< Hai passato una
buona mattinata caro? >> Chiese Narcissa rivolta al figlio che
le allungava un bicchiere.
<< Non allegra come la
vostra, a giudicare dalle risate che provenivano dal giardino, ma non
mi posso lamentare. Dopo pranzo se vuoi, posso mostrarti i rendiconti
mensili. >> propose con ben poca enfasi. Quelle incombenze lo
tediavano. Era sua moglie la “mente contabile”, ma preferiva non
annoiarla con gli infiniti oneri che un patrimonio come quello della
famiglia Malfoy richiedeva. Certo se lei si fosse proposta per
aiutarlo non avrebbe disdegnato di coinvolgerla. Hermione era
metodica e precisa quando si trattava di scartoffie, dotata di quella
pazienza che a lui mancava quando la noia aveva il sopravvento.
Senza contare il piacere di averla accanto in quei momenti;
distogliendosi rapidamente da quei pensieri che lo avrebbero
riportato irrimediabilmente a quanto accaduto e che sarebbe potuto
accadere nella loro stanza, si concentrò sul loro ospite.
<< Allora Potter ti sei
divertito a farti schiavizzare dalle mie signore? >> chiese
ghignando.
<< Molto, devo dire che
nonostante i disastrosi risultati devo concordare con Hermione che il
lavoro manuale ha la capacità di liberarti la mente. >> disse
sorridendo ancora al ricordo delle facce affrante delle due donne al
suo ennesimo fiasco nel prendersi cura delle piante del giardino.
<< Il giardinaggio
scellerato* ha il potere di distendere i nervi >> Proferì una
pimpante Hermione entrata in quel momento nel soggiorno. I capelli
fermati sul capo a scoprire il viso e sciolti sulle spalle, un
abbigliamento decisamente informale ed un sorriso radioso, fecero ben
intendere a tutti i presenti quanto la ragazza fosse raggiante in
quel momento. Bellissima come sempre pensò Draco sorridendole.
<< Come un bell’assolo
di chitarra elettrica! >> le ricordò Harry facendola sorridere
ancora di più.
<< Merlino! Quanto
tempo che non lo faccio! Però hai ragione, anche quello è un ottimo
rimedio >> concordò.<< Ricordi quando
insonorizzavamo la stanza di Sirius a Grimmauld Place? Facevamo un
casino tale che si sentiva la musica al piano di sotto nonostante i
tuoi incantesimi perfetti. >> ricordò l'amico con nostalgia.
<< Sì, per fortuna non
è vero che se canti e sei stonato viene il diluvio, se no a Londra
non si sarebbe visto il sole per secoli, visto quanto sei disarmonico
amico mio! >> commentò divertita la ragazza mentre riceveva a
sua volta il bicchiere di aperitivo dal marito, accigliato e
divertito al tempo stesso dal racconto.
<< Parla lei! I tuoi
acuti mettevano a repentaglio persino i vetri delle finestre. >>
celiò Harry con fintissimo risentimento. Scatenando una risata
generale.
<< Esagerato! >>
commentò l'interpellata prima di nascondere il suo imbarazzo dietro
il bicchiere.
<< Così sei stonata?
>> chiese Draco divertito mentre appollaiato sul bracciolo
della poltrona occupata dalla moglie la guardava interrogativo.
<< Insomma, diciamo che
il volume a cui cantavamo non aiutava >> disse lei tentando di
minimizzare la cosa.
<< Scusate se
m’intrometto, ma non capisco cosa intendete per chitarra elettrica.
>> disse Narcissa dal divano mentre li osservava ridere e
scherzare, Hermione gli aveva spiegato e fatto apprezzare non poche
diavolerie babbane, ma era sempre curiosa verso quegli strani aggeggi
che i babbani inventavano. Questa curiosità era nata con la
conoscenza della nuora. La condizione di lei, proveniente da quel
mondo di cui Narcissa per nascita ed educazione era del tutto
estranea, l'aveva portata a farsi domande su come avessero posto
rimedio i babbani, privi della magia, ai vari piccoli inconvenienti
che per un mago erano facilmente risolvibili con un semplice colpo di
bacchetta, scoprendoli ingegnosi oltre ogni dire.
<< E' una chitarra
amplificata elettricamente, che produce suoni più “metallici”
rispetto ad una chitarra classica >> spiegò brevemente
Hermione, mentre Harry storceva il naso a quella descrizione scarna e
ben poco edificante del suo strumento preferito. Hermione però aveva
imparato grazie alla familiarità con Narcissa, che risposte più
articolate l'avrebbero solo confusa visto la totale inesperienza
rispetto alle usanze babbane, quindi optava sempre per spiegazioni
semplici e facilmente comprensibili per la donna.
Mentre Harry si lanciava in
una spiegazione ben più articolata e ricca che stava mandando in
totale confusione la sua interlocutrice, Tippy si avvicinò a Draco.
<< Padrone? >> lo
richiamò servilmente. << Per questa sera? Qualcuno resta a
cena Padrone? Dobbiamo preparare la cena? >> chiese
inchinandosi.
<< Oh giusto >>
disse Draco volgendosi poi verso l'ospite << Potter? Questa
sera cosa pensi di fare? >> chiese mettendo sull’attenti la
moglie.
<< Draco, avevamo detto
che gliene avrei parlato io! >> mugugnò la ragazza,
comprendendo come il marito non avrebbe rinunciato a spronarla a
compiere il compito che avevano concordato insieme.
Harry nel frattempo aveva
capito che qualcosa non andava e che quel qualcosa riguardava lui.
<< Questa sera? >>
chiese spostando gli occhi da Hermione a Draco cercando risposte.
Draco congedò Tippy
dicendogli che lo avrebbe informato il prima possibile, mentre
Hermione a disagio si contorceva sulla poltrona.
<< Vedi Harry, questa
sera noi tutti parteciperemo alla raccolta fondi per gli orfani di
guerra >> disse fissandosi le unghie. << Ci farebbe
piacere se venissi con noi, ma ovviamente se non vuoi … >>
continuò in difficoltà.
<< Tu vai ad una serata
mondana? >> chiese chiaramente stupito, Hermione non era il
tipo, Hermione non era Ginny, lei se ne fregava dei balli e dei
ricevimenti ufficiali. Cosa diavolo aveva fatto Malfoy a Hermione? La
stava forse trasformando in una piccola Ginevra? No non lo avrebbe
permesso. No lei no.
<< Harry ascoltami >>
tentò di rimediare lei ben interpretando lo sguardo dell'amico. <<
Continuano a non piacermi i ricevimenti, ma questo è organizzato da
un’amica di Narcissa e noi abbiamo promesso di andarci, ma se …
se non vuoi, io posso … >> continuò guardando di sottecchi
Draco, che infatti intervenne subito.
<< Emi, no! Tu verrai
al ricevimento, hai promesso e verrai, non farmi arrabbiare. >>
disse alzandosi << Potter è grande abbastanza per stare a
casa da solo, non trovi? >> concluse sarcastico beccandosi
un'occhiataccia da entrambi i ragazzi.
<< Poi se vogliamo
proprio essere sinceri Potter, penso che tu ci dovresti proprio
venire a questo ricevimento, visto che la tua cara Ginny non si
aspetta di vederti lì. Sarebbe uno spasso >> continuò
determinato Malfoy incrociando le braccia al petto e guardando Harry
con mal celato divertimento.
<< Draco finiscila! >>
disse Hermione alzandosi a sua volta e mettendosi tra i due, gli
occhi furenti rivolti al marito.
Non voleva proprio saperne di
starsene zitto e lasciargli il giusto tempo per parlare all’amico.
<< Che intendi Malfoy?
>> disse già alterato Harry. Era riuscito a tenere lontano il
ricordo del naufragio impietoso del suo fidanzamento per tutta la
mattina e ora quel serpente glielo stava riportando alla mente
crudelmente. Oltretutto sembrava avesse ben altro da dire.
I due ragazzi si
fronteggiarono, mentre Narcissa, capito il momento spinoso, decise
che era il momento per lei di controllare a che punto fosse la
preparazione del pranzo.
<< Non erano questi gli
accordi >> disse severamente Hermione al marito, il quale non
sembrò minimamente ascoltarla. Aveva, come sempre in vita sua, colto
l'occasione per ottenere ciò che voleva. Tippy era arrivato con
quella domanda, avvantaggiando il Serpeverde deciso a costringere la
moglie, palesemente reticente, ad affrontare l'argomento che tentava
in ogni modo di rimandare.
<< Lascialo parlare
Hermione, se ha qualcosa da dire che lo dica subito >> disse
Harry già irato.
<< No! No lo faccio io.
>> disse lei voltandosi a guardarlo con aria contrita, mentre
il marito si rimetteva seduto, ignorando lo sguardo di supplica della
moglie che chiaramente preferiva che lui non assistesse al discorso.
Non si sarebbe mosso di lì, non avrebbe lasciato la moglie sola ad
affrontare Potter.
<< Hermione! >>
la richiamò Harry infastidito, << Spiegati! >>
<< Harry avrei voluto
dirtelo in un altro modo, ma … evidentemente non mi è stata
lasciata questa facoltà >> disse lei guardando male il marito
che pareva impermeabile alla sua irritazione, ma non finiva lì.
Tornando a concentrarsi
sull'amico si concesse alcuni istanti per riordinare le idee prima di
riprendere la parola invitandolo Harry a sedersi con lei sul divano.
<< Quello che intendeva
dire Draco, sebbene abbia scelto un modo distorto e sbagliato per
introdurre il discorso, è che Ginevra non ha sempre tenuto dei
comportamenti corretti durante alcuni eventi ai quali tu non eri
presente, compreso il nostro matrimonio. >> disse con tono
dispiaciuto.
<< Cosa … che intendi
Hermione per comportamenti poco corretti? >> chiese Harry a
disagio.
<< Andiamo Potter non
lo immagini? >> malignò Draco.
<< Zitto tu! >>
lo redarguì la ragazza seriamente alterata da quel comportamento.
Draco in risposta sollevò le mani in segno di resa.
<< Ma hai detto che tu
… ieri quando ti ho chiesto se sapessi … tu hai detto no! >>
cercò di cautelarsi lui, anche se sempre più prepotente il dubbio
lo attanagliava, Hermione aveva negato di essere a conoscenza del
tradimento di Ginny e ora invece gli diceva il contrario. Non sapeva
più cosa pensare.
<< Harry ascoltami, io
non ho mai assistito ad un … tradimento di Ginevra … questo no,
come ti ho detto anche ieri, erano i suoi atteggiamenti a disturbarmi
ed a farmi sospettare. Non potevo parlartene apertamente prima di
ora, lo capisci vero. Se io ti fossi venuta a dire che la tua Ginny
faceva la stupida con i ragazzi quando tu non eri presente cosa mi
avresti detto Harry? >> disse lei e senza aspettare la sua
risposta, che comunque non sarebbe arrivata visto lo sguardo
allucinato che le restituiva l'amico, continuò.
<< Mi avresti detto che
mentivo, che ero gelosa o che so io. Ecco cosa mi avresti detto. Ma
Harry, ti assicuro che è vero che fa la civetta con i ragazzi, al
nostro matrimonio ha fatto la stupida con Blaise per tutto il
ricevimento. Mi dispiace, non volevo essere io a dirtelo, ma le voci
che girano su di lei e su di voi sono ben poco lusinghiere. >>
concluse stringendogli le mani tremanti, mentre lui abbassava gli
occhi ormai lucidi.
Rimasero così, in un
silenzio carico di amarezza. Di Harry sempre più consapevole della
sua stoltezza, di Hermione che si sentiva in colpa, per essere stata
lei ad aprirgli occhi ben conscia del dolore che quelle parole
procuravano all'amico di sempre e di Draco che osservava costernato
l'angoscia della moglie, più che sicuro dei brutti ricordi che la
situazione riportava alla memoria di lei.
<< Hai ragione … >>
disse Harry con un filo di voce parecchi minuti dopo attirando su di
se l'attenzione degli altri. Schiarendosi la voce ritentò, cercando
di trovare le parole nel vortice di pensieri che lo aveva preso.
<< Hai ragione Hermione
non ti avrei creduto se me lo avessi detto prima. Ero troppo … non
so … sicuro forse della veridicità del nostro amore. L'avrei
difesa a spada tratta e avrei sbagliato ancora. >> disse infine
con una smorfia che all'origine voleva essere un sorriso.
<< Harry … io … non
sai quanto mi dispiace. Non avrei mai voluto che lo sapessi così. >>
ammise Hermione abbassando il capo.
<< Dovevi saperlo però
>> disse seriamente Draco dalla sua poltrona guadagnandosi gli
sguardi attenti degli altri due.
<< Potter, noi non
siamo amici e questo lo sai, ma nessuno dovrebbe essere preso per il
culo in questo modo. Come ti ha detto Hermione non stava a noi farti
presente delle sue mancanze, prima di tutto perché non ci avresti
creduto, ma soprattutto perché specialmente da me lo avresti inteso
come un attacco alla tua persona. Ora però ci siamo permessi di
dirtelo, perché entrambi siamo convinti che tu meriti di meglio di
quanto hai avuto fin ora e che lei meriti solo il tuo disprezzo. È
per questo che ti sollecitavo ad intervenire questa sera. >>
concluse quel discorso, ricco di ammissioni che un po' gli erano
costate, ma sicuro che la moglie avrebbe apprezzato i suoi sforzi di
convivenza pacifica con l'amico.
Harry lo guardò incerto, un
po' per il fatto che proprio Malfoy gli aveva detto che lui meritava
di meglio e non stava lì a deriderlo per la sua patetica vita come
si era aspettato, ma anche perché non capiva per quale ragione si
intestardisse tanto per il ricevimento di quella sera.
Draco intuendo l'esitazione
del altro gli regalò un ghigno di quelli che lo avevano reso famoso
ai tempi della scuola e decise di erudire l'altro sul suo piccolo
piano di vendetta verso la piattola puttana.
<< Pensaci Potter! Lei
è lì e l'ultima cosa che si aspetta è vederti arrivare, felice ed
in compagnia nostra. Tu fai il tuo ingresso con stile e la ignori
totalmente, anzi se ti si avvicina, la allontani con eleganza come se
fosse una mosca fastidiosa. Mi segui, nessuna scenata, troppo
Grifondoro per i miei gusti. Solo una freddezza degna del miglior
baro. Sarà lei quella che dovrà spiegare come mai tu non la
consideri, sarà lei quella umiliata, mentre tu ne uscirai a testa
alta. >> concluse sorridendo diabolico.
Hermione scosse la testa.
L'animo da serpe di suo marito era indomabile.
Harry che lo aveva guardato
allargando progressivamente gli occhi davanti al suo perfido piano,
non sapeva che dire o cosa pensare. Certo umiliare Ginny sarebbe
stato un bel punto segnato per il suo orgoglio, ma era la sua Ginny,
merlino! Ancora non riusciva veramente a credere a tutto quello che
aveva scoperto in quegli ultimi due giorni.
<< Dovevo immaginarlo
che glielo avresti detto. >> disse invece, tornando a guardare
l'amica.
<< Harry io … >>
tentò di spiegarsi lei, ma lui la trattenne sollevando una mano e
scuotendo il capo.
<< Non ti preoccupare,
capisco. >> disse poi.
Draco lo guardava mal celando
l'attesa. Il suo piano era perfetto, anche Potter avrebbe dovuto
ammetterlo, ma non gli dava soddisfazione almeno non in quel momento,
rimaneva come pietrificato su quel divano. Lo sguardo fisso
sull'elegante tappeto di Narcissa.
<< Volete scusarmi con
Narcissa? Non credo di essere in grado di mettere nulla nello stomaco
al momento >> disse infine quello riscuotendosi.
<< Harry. Mi dispiace,
davvero, posso … posso fare qualcosa? >> chiese Hermione
chiaramente preoccupata per lui.
<< Tranquilla Herm, ho
solo bisogno di riordinare le idee ed assorbire queste ultime
informazioni >> concluse lui alzandosi << Vado un po' in
camera >> aggiunse mentre anche lei si alzava.
<< Harry per qualsiasi
cosa io sono qui, non farti problemi, sono qui e ci sarò ancora ok?
>> disse lei con gli occhi lucidi sporgendosi per abbracciarlo.
Lui affondò il viso nei capelli di lei, sentendosi confortato da
quell'abbraccio carico di affetto.
<< Potter quelle mani
te le taglio, parola mia! >> celiò Draco dalla sua poltrona,
ma il sorriso sulle sue labbra tradiva l'intento di alleggerire la
tensione che si era creata. I due ragazzi, infatti, ridacchiarono
staccandosi.
<< Vado di sopra >>
disse Harry alzando le mani e sorridendo appena. << E …
Malfoy? Di al tuo elfo che questa sera ceneremo tutti fuori >>
disse guardandolo intensamente prima di abbandonare la stanza.
<< Perfetto! >>
commentò Draco mentre lui guadagnava l'uscita e quando stava per
chiudersi la porta alle spalle senti chiaramente la voce di Hermione.
<< Adesso tu ed io
Malfoy facciamo i conti! >> ed il tono della ragazza
preannunciava tempesta!
E tempesta fu, per l'intero
pranzo ed il dopo pranzo, mentre Narcissa stanca di sentirli
sbraitare si ritirava nelle sue stanze per riposare ed avvisare
l'amica dell'ospite in più al ricevimento di quella sera.
<< Finiscila, non
tentare di distrarmi, ti sei comportato in modo abominevole! Non mi
hai dato tempo e modo di dirglielo come avrei voluto. Insomma la
smetti? >> disse Hermione tentando ancora una volta di
districarsi dalla presa del marito.
<< Così ti distraggo?
>> chiese lui ghignando mentre continuava a ricoprirle il viso
di lievi baci.
L'aveva afferrata, appena
avevano varcato la soglia della loro stanza, e di peso l'aveva
trascinata sul letto mentre lei ancora sbraitava e si lamentava per
quanto era accaduto con lo Sfregiato. Erano ore che lo sgridava, lo
insultava e lo minacciava, sua madre era dovuta scappare
probabilmente sfinita lei stessa dalla piazzata di sua moglie. Draco
aveva incassato di tutto senza scomporsi, commentando solo che con i
suoi tempi glielo avrebbe detto dopo vent'anni e da lì era ripartita
tutta una nuova serie d’insulti sulla sua poca fiducia in lei e
nelle sue capacità di discernimento.
Il ragazzo ne aveva avuto
concretamente abbastanza. Così aveva optato per spendere in modo
sicuramente più appagante il suo tempo e mentre lei ancora urlava,
Draco la ricopriva di baci e carezze. Aveva imparato col tempo che
Hermione andava lasciata sfogare, una volta che tutto era uscito,
sarebbe tornata ad essere la donna che amava e non una Banshee
inferocita.
<< Cretino >> fu
l'unica risposta che ottenne, ma non contento di ciò decise di
stuzzicarla per bene memore delle risposte che ella aveva dato ai
suoi baci quella stessa mattina. Lentamente si avvicinò sempre più
alle sue labbra mentre sentiva distrattamente che le sue
recriminazioni si affievolivano, forse aveva trovato il modo di
zittire sua moglie.
Quando infine giunse alle sue
labbra, la guardò intensamente negli occhi, incontrando lo sguardo
ansioso di lei, ormai ridotta al silenzio. La baciò piano,
sfiorandole appena le labbra, sempre ad occhi aperti per non perdersi
nemmeno una reazione di lei. Istintivamente lei socchiuse la bocca e
smise completamente di rifuggire il suo abbraccio. Felice di quella
reazione Draco s’impose di non correre troppo, socchiuse a sua
volta le labbra e lasciò a lei ogni iniziativa che, come aveva
sperato, non tardò ad arrivare. Hermione si abbandonò completamente
a quel bacio e lentamente, quasi con timore, si fece ardita arrivando
a sfiorare con la lingua il labbro inferiore di lui. Ancora una volta
però non era destino.
Il bussare insistente alla
porta arrivò contemporaneamente alla voce di Potter.
<< Malfoy sei lì
dentro? Ho un problema. >>
Hermione scattò a sedere
arrossendo visibilmente, mentre lui si lasciava ricadere sul letto
imprecando sottovoce.
Al secondo richiamo di
Potter, Hermione lo invitò ad entrare alzandosi velocemente dal
letto e allontanandosi da lui, quasi scottata da quello che era
appena avvenuto. Draco s’issò sui gomiti e trafisse il nuovo
venuto che si stava passando una mano tra i capelli impacciato.
<< Che diavolo vuoi
Sfregiato? >> fu il caloroso benvenuto del biondo.
<< Ehm … io ecco, non
ho un vestito da cerimonia per stasera >> rispose quello,
sempre più imbarazzato, mentre Hermione guadagnava l'uscita
mormorando frasi sconnesse.
Draco la guardò affranto
sparire dietro la porta, mentre Harry passava lo sguardo da questa al
giovane disteso sul letto evidentemente irritato.
<< Temo di essere
capitato in un momento sbagliato >> ammise infine Harry mentre
Draco riportava la sua attenzione su di lui.
<< Mi chiedo se ce ne
sarà mai uno giusto >> mormorò Draco senza accorgersi che
l'altro lo aveva sentito e lo guardava con un sopracciglio inarcato.
Scrollando le spalle Malfoy
si alzò definitivamente, il momento perfetto era sfumato.
<< Avete fatto pace? >>
chiese Harry chiaramente a disagio, ma non ottenne risposta. Draco si
sistemò i vestiti ed i capelli prima di girarsi nella sua direzione
e indicargli la porta.
<< Andiamo Potterino,
papà ora ti comprare un bel vestito per stasera >> disse
sarcastico mentre lo raggiungeva.
POSTO PICCOLO:
Un
nuovo
momento Draco/Hermione e una nuova interruzione, avranno mai modo di
approfondire sti due? Beh lo sapremo nei prossimi capitoli, il prossimo
riguarderà il tanto atteso ricevimento e l'incontro con Ginny.
Spero di riuscire ad aggiornare in settimana, ma non prometto nulla,
già sto facendo i salti mortali =(
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
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Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
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lucro.
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Capitolo 10 *** 10. ***
10.
10
–
Si smaterializzarono poco
prima dell'inizio del sentiero costeggiato da lanterne magiche e
segnato da un lungo tappeto rosso. Circa a metà di esso erano
appostati i fotografi e i cronisti del Profeta e dei vari settimanali
per le streghe. Una serata mondana con tutti i crismi pensò Harry
mentre procedeva con una Narcissa impeccabile al braccio dietro ad
Hermione ed al marito. Quando era scesa fasciata in quell'abito verde
ricoperto di strass gli era quasi mancato il fiato, come già gli era
successo tanti anni prima al Ballo del Ceppo, aveva ammesso con se
stesso che la sua amica era decisamente bellissima.
Aveva riempito lei e Narcissa
di complimenti, indisponendo il padrone di casa, ma poco gli
importava. Dopo aver sopportato per tutto il pomeriggio un Malfoy di
umore tempestoso se lo poteva permettere.
Hermione era parsa
leggermente a disagio mentre il marito le faceva il baciamano e le
mormorava commenti lusinghieri, gli era parso di intendere che quel
vestito fosse stato comprato durante il loro viaggio di nozze, ma non
ne era certo visto che la ragazza aveva sollecitato tutti ad andare
interrompendo sul nascere i vari convenevoli del caso.
Il rapporto tra quei due
cominciava ad incuriosirlo, aveva tentato di sondare il campo durante
il pomeriggio, ma il Serpeverde aveva amabilmente glissato ogni
domanda sul suo rapporto con la moglie, preferendo di gran lunga
irriderlo o parlare di lavoro. Almeno in quel campo quei due avevano
qualcosa da dirsi, così Harry si era presto rassegnato a non porgli
altre domande. Hermione però era un'altra storia, avrebbe avuto
tempo e modo di parlare con lei.
<< Signori Malfoy,
Signor Potter! Da questa parte vi prego sono poche foto ed alcune
domande >> li richiamò una voce irritante sulla loro destra.
Una giornalista di costume
del Profeta, che Harry aveva già visto, ma di cui non ricordava il
nome, fece loro segno di raggiungerla.
Hermione e Draco sbuffarono,
mentre Narcissa li riprendeva bonariamente invitandoli a sorridere.
Così i quattro, di cui almeno tre parecchio reticenti si
avvicinarono alla giornalista.
Dopo alcuni convenevoli sugli
abiti delle signore e alcuni svenevoli commenti su quanto fossero una
bella coppia i coniugi Malfoy, la ragazza indirizzò il suo interesse
su Harry il quale facendosi forza si convinse ad apparire rilassato e
del tutto a suo agio, nonostante avesse sempre odiato trovarsi in
quelle situazioni.
<< Signor Potter che
piacere vederla qui, non era sulla lista ufficiale. >> disse la
giovane sbattendo le ciglia in maniera che ad Harry parve ridicola.
<< E' stata una
decisione dell’ultimo minuto >> disse sorridendo, ma quella
insistette chiedendo come mai non si era presentato con la fidanzata,
Malfoy corse in suo aiuto.
<< Il signor Potter era
ospite da noi questo fine settimana e quando mia moglie ha insistito
perché venisse con noi a questa lodevole iniziativa non ha potuto
rifiutare. Ora, se vuole scusarci >> disse Draco risoluto
mentre già trascinava la moglie verso l'ingresso. Ad Harry non
rimase altro che annuire sorridendo alla giornalista e scortare
Narcissa al ricevimento.
Le signore del comitato li
avevano accolti con calore, ma il loro ingresso aveva suscitato non
poco scalpore e quando Harry si era guardato attorno un po' a disagio
l'altro gli aveva sussurrato di attenersi al piano e non fare la
donnicciola. Così il “Salvatore del mondo” aveva alzato la testa
e ritrovato il suo contegno aveva sibilato a Malfoy di farsi i “cazzi
suoi” per poi ritrovare tutto il contegno, affinato negli anni
trascorsi a quegli stupidi ricevimenti che Ginny tanto amava, e con
un sorriso sulle labbra aveva salutato e scambiato parole di
circostanza con chiunque lo avvicinasse.
Narcissa era stata ben presto
rapita dalla sua amica e lo aveva lasciato solo con la giovane
coppia, una coppa di Champagne in mano a commentare le decorazioni e
gli assurdi vestiti di alcuni invitati. Non lo avrebbe mai ammesso,
ma quella serata era iniziata meglio di quanto si fosse mai potuto
aspettare. Sia Hermione che il marito avevano la sua stessa
idiosincrasia agli eventi mondani. Malfoy poi era di una sagacia
unica nello schernire le alte cariche del ministero o i vari “pavoni”
della società magica, conoscendone i vizi ed i punti deboli a
menadito. Lui ed Hermione tentavano in ogni modo di non scoppiare a
ridere durante le sue tirate su questo o quel personaggio, fallendo
il più delle volte nell'intento. Aveva scorto Hannah e Jimmy, due
ragazzi della sua squadra speciale ed una parte di lui temeva di
trovarsi davanti Anthony. Lo avrebbe preso a pugni sicuramente se non
si fosse trovato ad un ricevimento e ovviamente se questo non fosse
andato contro il diabolico piano del biondo Serpeverde, il quale
aveva passato il pomeriggio a catechizzarlo sui comportamenti che
avrebbe dovuto tenere quella sera. Insomma tutto pur di non parlare
dello strano rapporto che avevano lui ed Hermione nella loro casa.
Anche adesso osservandoli si notava chiaramente come si cercassero
continuamente. La ragazza arrossiva appena ogni qual volta si
accorgeva di questo suo strano comportamento, mentre Malfoy la
guardava con occhi che, se si fosse trattato di chiunque altro, Harry
avrebbe definito innamorati.
<< Si entra in scena >>
disse Draco scoccando un'occhiata alle spalle di Harry intento a
scolarsi il secondo flute di Champagne, mentre Hermione s’irrigidiva
seguendo lo sguardo del marito.
<< Restiamo qui o ci
allontaniamo? >> gli chiese lei preoccupata.
<< Ovviamente stiamo
qui. >> rispose per lui Malfoy, mentre Harry ringraziava
l'interesse del Serpeverde sebbene ben poco generoso. Non se la
sentiva di affrontarla da solo.
<< Harry ?!? >>
lo chiamò Ginny avvicinandosi a loro, il tono era stridulo e nervoso
constatò Harry.
<< Ginevra >>
disse girandosi verso di lei con il tono più distaccato che aveva in
repertorio e osservandola.
In confronto ad Hermione la
ragazza sembrava obbiettivamente una dilettante dell'alta società.
Il vestito, che Harry non
ricordava di aver mai visto, era pacchiano e scopriva più di quanto
celava. Il colore troppo acceso, il trucco troppo pesante, la postura
troppo artefatta. Una Barbie vestita male, fu il commento che fece
con se stesso.
Mentre lei passava lo sguardo
nervosamente da lui alla coppia che gli era vicina.
<< Cosa fai qui? >>
chiese infine con un tono più basso, il falso sorriso non celava il
suo nervosismo, al contrario ad Harry parve ancora più evidente.
<< Tralasciando il
fatto che l'invito a cui tu hai risposto era indirizzato a me, sono
venuto in compagnia di amici, perché? Hai per caso qualcosa da
ridire? >> disse impassibile scorgendo con la coda dell'occhio
Malfoy ghignare.
<< Si … no … cioè
l'invito era per entrambi e tu non hai mai gradito eventi di questo
tipo e poi amici? Loro sarebbero tuoi amici? >> rispose lei
sulla difensiva ridacchiando nervosa.
<< L'invito era per il
Signor Potter e Signora, capirai anche tu che difficilmente si
riferivano a te >> disse ghignando a sua volta, mentre la
ragazza impallidiva.
<< Non capisco a cosa
alludi Harry caro >> disse lei tentando di darsi un contegno e
riuscendoci veramente male.
<< Sai benissimo a cosa
alludo Ginevra, ma non è né il luogo né il momento di parlarne,
non ne convieni anche tu? >> disse lui guardandosi attorno con
fare indolente e riportandosi il bicchiere alle labbra.
Malfoy gongolava, quel Potter
era una scoperta.
Certo lo aveva ben istruito
nel pomeriggio, ma si stava comportando egregiamente.
La ragazza ben conscia che
tirava brutta aria decise che era meglio aggredire qualcun altro e
ovviamente la scelta ricadde su Hermione.
<< Tu piccola
intrigante, che cosa gli hai raccontato? >> chiese inviperita
all'indirizzo della giovane.
Hermione spalancò gli occhi,
mentre Draco le si poneva quasi davanti deciso a difenderla da
quell'attacco ingiustificato, ma fu Harry a sorpresa ad intervenire.
<< Ginevra, per
cortesia, evita queste tue piazzate. Nessuno mi ha detto nulla, tanto
meno Hermione, sono bastate le tue azioni >> disse
assottigliando gli occhi mentre l'altra deglutiva a vuoto e
indietreggiava appena.
<< Un’ultima cosa >>
aggiunse con una calma che stupì perfino lui << Voglio che
porti tutto il tuo “ciarpame” fuori da casa mia nel più breve
tempo possibile. Mi comunicherai tramite gufo, al ministero, quando
avrai definitivamente abbandonato la casa e ti consiglio di farlo in
fretta. Detto questo, ti sarei grato se ti allontanassi da me ed
evitassi di rivolgermi nuovamente la parola, stasera e nei giorni a
venire. Sono stato chiaro? >> chiese con un sorriso sarcastico
sulle labbra lasciandola, forse per la prima volta da tanto tempo,
basita.
Immobile, gli occhi
spalancati, Ginevra Molly Weasley contemplava la sua caduta.
Tentò appena di mormorare
qualcosa, ma di nuovo Harry la fermò, da fuori sembrava una
conversazione normale, ovviamente se non si guardava il viso
sconvolto della ragazza, i toni erano pacati ed Harry tranquillo e
sorridente.
<< Evidentemente non ci
siamo capiti, non una parola a me, ai miei amici e a nessuno che
possa essere in qualche modo legato alla mia persona e una
precisazione: non dire una parola sulla fine della nostra relazione a
nessuno o quanto è vero Dio ti distruggo. Ora vattene e addio >>
detto questo le volse le spalle per poi indicare con un gesto ad
Hermione e Draco di seguirlo cosa che i due fecero senza proferire
parola.
A testa alta e imponendo a se
stesso di rispondere ad ogni cenno di saluto si diresse verso il
giardino sempre tallonato dalla coppia. Una volta giunto sulla
terrazza che dava accesso al parco della villa, si portò a ridosso
del parapetto e dopo aver appurato che nessuno dei pochi presenti gli
prestava attenzione appoggiò le mani su di esso ed espirò forte.
Gli c’era voluta tutta la
sua determinazione per non lasciare trasparire la rabbia cieca che
provava verso Ginny, tutta la delusione e l'amarezza che lo
attanagliavano.
Ci era riuscito, ma lo sforzo
era stato immane.
<< Merlino Potter! Sei
un fenomeno! >> gli disse Malfoy euforico, mentre la mano
delicata di Hermione gli si posava sulla spalla e lei gli chiedeva
come stesse.
Rise appena di quelle
reazioni diametralmente opposte e dopo aver inspirato a fondo ancora
una volta si girò posando un lieve bacio sulla mano della ragazza.
<< Sto bene Herm, non
ti preoccupare e si Malfoy, è andata bene. O almeno lo spero >>
disse in risposta al ghigno del momentaneo alleato.
<< E' andata più che
bene! >> disse questo ridendo mentre sua moglie scuoteva la
testa fintamente affranta di tutto quell’entusiasmo e richiamandolo
bonariamente.
Anche Harry si lasciò andare
ad una risata vedendoli battibeccare, erano una coppia strana, ma
decisamente ben bilanciata.
<< Vuoi che rientriamo?
>> gli chiese Hermione premurosa mentre ancora teneva la mano
nella sua, almeno in tutto quel casino non era solo. Ringraziò
mentalmente Hermione per esserci, mentre le posava un leggero bacio
sulla fronte.
<< Questo te lo concedo
perché sei stato grandioso, ma non prenderci l’abitudine >>
lo rimproverò subito Malfoy, facendo ridacchiare entrambi mentre
svelto riattirava la ragazza a se cingendola da dietro e posando il
mento sulla sua spalla in attesa della risposta dell'altro.
<< No, non ha
importanza Herm. Posso cavarmela. Poi Narcissa tiene troppo a questo
evento per mancarle di rispetto andandomene. >> disse con un
piccolo sorriso, mentre lei annuiva. << Infondo, il peggio è
passato dico bene? >> aggiunse poi all'indirizzo del biondo.
<< Penso proprio di si,
comunque tranquillo Potter ti starò incollato come un francobollo,
non sia mai che mi perda un’altra scena memorabile come quella di
poco fa. >> rispose lui con un sorriso beffardo.
<< Draco sei tremendo.
>> lo redarguì la moglie prima di tornare all’amico.
<< Sicuro di stare
bene, se non te la senti ti riaccompagno, Narcissa capirà non ti
devi preoccupare di questo. >> disse lei solerte.
Lui scosse ancora il capo,
dubitava fortemente che Ginny sarebbe tornata all'attacco, non quella
sera almeno. Per i giorni a venire era ben conscio che nonostante le
sue minacce la ragazza avrebbe urlato e strepitato, sicuramente lo
avrebbe accusato di tutto e di più, ma in fondo buon sangue non
mente, no?
Come Ron, Ginny ormai vedeva
solo ciò che voleva vedere o le faceva comodo, tutto il resto poi
veniva distorto a suo piacimento.
<< Si sono sicuro Herm,
grazie. >> disse portandosi le mani di lei alla bocca <<
E grazie anche a te Malfoy, ma ti sarei infinitamente grato se mi
stessi a debita distanza >> concluse causticamente.
<< Tranquillo Potty
sono un uomo sposato, non attenterò alla tua virtù >> rispose
quello teatrale.
<< Potreste anche
iniziare a chiamarvi per nome non trovate? Ormai è una vita che vi
conoscete e lavorate insieme da anni. >> cercò di mediare la
ragazza.
<< Nahhh >>
risposero all’unisono i due ragazzi per poi rientrare alla festa.
POSTO PICCOLO:
Eccoci
arrivati al tanto atteso ricevimento, spero non sarete deluse, Ginny fa
la finta tonta e presto capirete perché. Vi anticipo che d'ora
in poi aggiornerò solo nei fine settimana, ci ho provato giuro,
ma veramente non riesco a trovare il tempo durante la settimana. Il
nuovo lavoro è molto impegnativo e la sera devo fare la mamma
almeno un po', quindi tranne casi eccezionali mi riduco al sabato o
alla domenica per aggiornare magari se riesco faccio due aggiornamenti
nel fine settimana, ma di più non riesco scusatemi.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
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Capitolo 11 *** 11. ***
11.
11
–
<< Herm? Hermy?
Hermioneeee? >> Harry da poco entrato nella stanza da letto
padronale, stava tentando con ben poco successo di svegliare la sua
migliore amica. Era ormai mattina inoltrata, ma stranamente l’amica
non era ancora apparsa al piano di sotto, così quando aveva scorto
il biondo marito di lei dirigersi verso le cucine ne aveva
approfittato per salire a cercarla.
Dalla porta socchiusa della
camera aveva visto, con non poco stupore, l’amica ancora
addormentata nel letto. Sorpreso e preoccupato, ben sapendo le
abitudini mattiniere di lei, si era arrischiato ad entrare per
accertarsi che Hermione stesse bene. Sembrava proprio di si, ma
dormiva della grossa.
All’ennesimo richiamo
inascoltato Harry la scosse leggermente, a quel punto la ragazza aprì
lentamente gli occhi e fissò un po’ sconcertata l’amico.
<< Harry sei tu? >>
chiese sbadigliando e stropicciandosi gli occhi << Che ci fai
qui? E Draco dov’è? >> chiese poi guardandosi intorno
decisamente meravigliata.
Difficilmente Draco si
allontanava da lei di domenica, era un po’ il loro giorno.
<< Come mai dormi
ancora? Non ti senti bene? >> chiese scostandogli i capelli dal
viso.
<< No, no sto bene.
Perché che ore sono? >> si informò lei non capendo
l’apprensione del amico.
<< Quasi le undici Herm
>> rispose lui sghignazzando della reazione esterrefatta della
ragazza.
<< Merlino! È
tardissimo, ma siamo rientrati a notte fonda e Draco non la finiva
più di parlare di quanto eri stato bravo a rimettere al suo posto
Ginevra e della fuga di lei con la coda tra le gambe, insomma non ho
idea di che ora fosse quando finalmente mi ha lasciato dormire. >>
disse sconsolata l’amica mettendosi a sedere sul letto.
<< Ed io che pensavo
che aveste passato la notte e la mattina a folleggiare, invece avete
parlato di me, ben strano comportamento per due giovani sposi, non
trovi Hermione? >> la riprese sghignazzando, mentre quella
arrossiva visibilmente.
<< Beh … come dire .
Il nostro rapporto non è di quel genere Harry >> disse
tentennante lei evitando il suo sguardo.
<< In che senso? Vuoi
dire che voi … ma il matrimonio … insomma la prima notte di
nozze, voi … ecco pensavo che … >> il discorso era
piuttosto imbarazzante per entrambi, Harry non aveva mai gradito di
immaginarsi l’amica in cotali atteggiamenti, anche quando questa
era fidanzata con Ron, a maggior ragione ora che era la moglie del
furetto.
<< Il matrimonio non è
stato consumato Harry. >> disse lei sconsolata.
<< Oh >> fu
l’intelligente reazione del “ragazzo sopravvissuto”.
Hermione però sembrava
triste, che fosse quello il motivo della sua angoscia? Harry decise
di fare violenza a se stesso, visto l’argomento trattato, ma di
tentare di far sfogare l’amica, quindi nonostante il disagio si
riscosse.
<< Eppure sembrate
molto, uhm, intimi?!? >> disse cautamente.
<< Beh sì, forse, ma
non fino a quel punto. >> disse Hermione con evidente
rammarico, mentre lui le catturava il mento per poterla finalmente
guardare negli occhi.
<< Ma tu vorresti che
lo fosse, non è così? Vorresti che il tuo fosse un vero matrimonio
in tutti i sensi? >> chiese ben certo della risposta di lei
che, infatti, annuì guardandolo tristemente.
<< Hermione, se posso
permettermi, si tratta di attrazione fisica o di … >> non
riusciva a dirlo, per quanto si sforzasse contemplare che l’amica
potesse amare sinceramente quel bellimbusto platinato lo metteva a
disagio.
Lei gli sorrise mesta
contraccambiando la leggera stretta alle mani che tenevano
intrecciate.
<< All’inizio … beh
all’inizio era più che altro attrazione, cioè in questi anni mi
ero affezionata a lui e comunque non potevo negare che fosse un bel
ragazzo. Ma ora … anzi da quando abbiamo cominciato a parlare del
matrimonio il nostro rapporto è cambiato. Ci siamo, ecco,
avvicinati. I miei sentimenti sono mutati, la percezione di lui con
la quotidianità dei gesti e della vita coniugale si è fatta via via
più intima. Anche se … >> non concluse lei perdendosi un
attimo nei suoi pensieri.
<< Anche se? >>
la incalzò l’altro. Hermione si stava aprendo, certo l’oggetto
della discussione non era di suo gradimento, ma non poteva rifiutarsi
di ascoltare l’amica, quando lei era stata così ben disposta nei
suoi riguardi da accoglierlo in casa sua nonostante tutti gli errori
del loro recente passato.
Lei scosse la testa, quasi
riavendosi dai suoi ricordi.
<< Vedi lui mi
abbraccia, mi bacia seppur lievemente e risponde sempre ai miei
slanci. Ieri addirittura mi ha chiamato Amore mio. Non lo aveva mai
fatto e non sembrava dispiaciuto di farlo. >> disse con un
lieve sorriso sul volto al ricordo degli eventi del pomeriggio
precedente.
<< Herm ti prego, già
il tema non è tra i miei preferiti, cerca almeno di non farcirla di
zucchero questa cosa >> la prese in giro lui bonariamente
mentre lei gli sorrideva felice, per poi spronarla a proseguire.
<< Quindi dove sarebbe
il problema? >> chiese non capendo la tristezza di lei.
Il marito la corrispondeva e
questo era più che evidente, magari il loro non era un amore
travolgente, ma a conti fatti ben pochi lo erano nella realtà.
L’amore vero era fatto di quotidianità e confidenza, i gesti
eclatanti erano più adatti ai libri rosa, unica lettura di Ginny,
che alla vita vera.
<< E’ che non capisco
se i suoi sentimenti collimino con i miei. Draco è affettuoso e
premuroso con me, non lo nego. Non mi ha mai negato nulla, urla e
strepita, ma alla fine mi accontenta sempre e quando non può si
premura di spiegarmene la ragione. Insomma a livello comunicativo il
nostro è un ottimo matrimonio. Io stessa non avrei potuto chiedere
di più. Mi capisce, mi ascolta, mi consiglia, è un amico ed un
confidente. Tutto ciò che dovrebbe essere un marito. Però non è un
amante e anche questo è un lato non trascurabile in un matrimonio.
Non credi anche tu? >> chiese realmente interessa al parere di
Harry, il quale sebbene approvasse e concordasse con tutto quel
discorso era leggermente a disagio.
<< Hermione considerare
te, rapporto fisico e Malfoy nella stessa frase mi fa venire il mal
di stomaco, ma ciononostante concordo con te. Ma ancora non capisco.
Ieri pomeriggio quando sono venuto qui a chiamarlo, mi sembrava che
voi … si insomma … Hermione ti prego non farmi dire certe cose.
Già il solo pensarti in determinati atteggiamenti, con chicchessia,
mi mette in difficoltà. >> le disse onestamente.
<< Oh si ti capisco, è
così anche per me. Vedi anche in questo lui è diverso da te, cioè
il mio rapporto con lui è diverso. Quando eravamo solo amici, beh io
… ecco … si insomma, mi capitava di pensare a lui in determinati
modi, mentre con te non mi era mai accaduto. Harry non offenderti se
ho messo a confronto la nostra amicizia con il mio rapporto con
Draco. Quando il mio rapporto con Ron è finito come è finito, mi è
rimasto solo lui al fianco. Come ti dicevo all’inizio lo
consideravo solo un ottimo amico, poi col tempo i miei sentimenti
sono cambiati e ora come ora so di amarlo, davvero, forse più di
quanto amavo Ron. Perché lui mi completa, lui mi dà
quell’equilibrio che da sola non sono capace di trovare. Vorrei
veramente che anche lui mi amasse, sai Harry, perché allora la
nostra unione sarebbe perfetta. >> concluse lei guardandolo a
testa china. Era la prima volta che ammetteva a voce alta i suoi
reali sentimenti per il marito ma era contenta di averli rivelati a
lui, il suo migliore amico.
<< Dovrò farmene una
ragione >> disse lui passandosi una mano tra i capelli, tutto
per il bene di Hermione, anche trovare simpatica la serpe bionda.
Il suo tono ironico fece
sorridere l’amica, felice di avere ritrovato quel saldo legame tra
loro.
<< Però Herm ancora
non ti capisco. Tu ne sei innamorata e lui ti guarda come se fossi
un’apparizione divina, in più è geloso marcio di te. Dov’è il
problema? Buttati! Vuoi maggiore intimità con tuo marito? Ascoltami
attentamente perché giuro che è la prima e l’ultima volta che
affrontiamo un argomento del genere. >> disse risoluto, questa
volta e poi mai più, la vita sessuale di Hermione era affar suo e
lui non voleva saperne nulla, i suoi poveri nervi non avrebbero
retto.
<< Dimostraglielo! Fatti trovare in biancheria dentro il
letto, invitalo a fare il bagno con te o che so io, ma fai qualcosa
per prendere in mano la situazione. >> vedendo l’amica
arrossire di botto colse anch’egli l’evidente doppio senso della
sua frase. Scuotendo la testa sempre più imbarazzato, decise di
concludere quel discorso il prima possibile. << Insomma hai
capito. Non so, Ginny non è esattamente un esempio da seguire,
quindi valuta e decidi quanto meglio fare. >> concluse
arricciando un po’ il naso al ricordo dell’ex fidanzata.
<< Il problema Harry è
proprio questo. Sono sempre io a prendere l’iniziativa, certo lui
risponde ai miei slanci, questo sì. Non mi sono mai sentita
rifiutata, nemmeno in quel senso. Però solo raramente prende
l’iniziativa. È questo che mi blocca. Come se lui mi assecondasse
per dovere e non per reale coinvolgimento. Poi dubito che Draco mi
guardi come dici tu e ti ho già spiegato che la sua non è gelosia
ma possesso. >> concluse tristemente.
<< No Herm fidati, tuo
marito non si sente costretto a nulla, ti venera altroché. Ieri dopo
che vi ho interrotto è stato una iena tutto il pomeriggio. Un uomo
che non apprezzi la donna che ha tra le braccia sarebbe stato ben
contento di una via di fuga. Ma lui non lo era affatto, fidati. >>
le disse ridacchiando.
<< Beh, ma quello non
conta. Cioè … l’astinenza ha i suoi aspetti, come dire,
irritanti >> disse lei muovendosi a disagio.
<< Astinenza? >>
chiese senza capire.
<< Sì, da quando mi ha
chiesto di sposarlo ha troncato le relazioni che intratteneva con
altre. Quindi non ha più … ok hai capito, ti prego non farmi
continuare. >> disse lei ormai rossa con un peperone.
<< Ne sei sicura? Cioè
non ha altre … valvole di sfogo? >> chiese di rimando lui
tentando di tenersi su similitudini passabili.
Lei annuì convinta per poi
aggiungere << No nulla. La prima notte di nozze abbiamo fatto
entrambi il giuramento di fedeltà e, come ben sai, la formula
prevede che io mi accorga se essa viene infranta. Io all’inizio non
volevo, non mi sembrava giusto legarlo a me se non ricambiava i miei
sentimenti con un incantesimo tale. Ma è stato lui a insistere
perché lo facessimo. Così ho acconsentito. >> disse lei
informandolo di quell’ennesima incongruenza del suo matrimonio.
Harry conosceva la formula
del “Giuramento di Fedeltà” e sapeva che ben poche coppie vi
ricorrevano ormai, perché i tempi erano quelli che erano ed ormai il
motto era “L’amore è eterno, finché dura”.
Non essendo previsto il
divorzio nell’ordinamento giuridico del mondo magico, le coppie non
potevano separarsi, quindi quando l’amore finiva i due conducevano
vite separate con buona pace del vincolo matrimoniale. Per questo era
ancora più strano che il matrimonio dell'amica, che a detta dei due
sposi era un matrimonio di convenienza, fosse gravato da tale
giuramento.
Non ci vedeva per nulla
chiaro, ma avrebbe indagato a fondo sulla questione.
<< E per quanto
riguarda gli eredi? >> chiese spostando l’argomento su
terreni meno, o almeno lo sperava vivamente, insidiosi. <<
Malfoy è l’ultimo discendete di due grandi casate, ci si aspetta
da lui che prosegua la stirpe. Cosa ti ha detto in merito? >>
chiese cercando di fare chiarezza.
<< Non ne abbiamo
parlato. Ho supposto che abbia qualche figlio al di fuori da
quest’unione che un giorno riconoscerà >> mormorò
mogiamente lei.
Ci aveva pensato tanto.
L’idea di dare un figlio a Draco le piaceva, molto più di quanto
amasse ammettere perfino a se stessa.
<< Dubito Herm. I
Malfoy non hanno figli bastardi >> disse certo.
Conosceva ormai bene il
retaggio delle antiche famiglie magiche ed era ben certo che Malfoy
non si sarebbe mai fatto incastrare da nessuna.
<< Se è per questo non
hanno neanche figli mezzosangue >> mormorò lei con un filo di
voce piegando il capo.
<< Non dire così
piccola >> disse lui cullandola in un abbraccio.
<< Ti ha sposato e ti
tratta come si deve, quindi non è questo il problema non trovi? Poi
è cambiato, lo hai ripetuto tante volte anche tu. Che c’è non hai
più fiducia in te stessa? >> Chiese ironicamente, sapendo che
l’altra sarebbe scattata e così fu.
<< Non è questo Harry,
è che … io … oh sono così confusa! Questi suoi atteggiamenti mi
disorientano. Non so mai quanto e se osare, non so se fidarmi o
trattenermi. Se fosse solo il suo modo per essere un buon marito? Se
non ricambiasse i miei sentimenti, mi sentirei umiliata, penso. >>
disse lei riflettendo. Voleva suo marito, ma lo voleva davvero, anima
e corpo.
<< Andrà tutto bene
vedrai >> disse lui tentando di rincuorarla.
Rimasero silenziosi alcuni
istanti finché la voce piuttosto irata di Malfoy li riscosse.
<< Adesso stai
esagerando Potter, fuori dal mio letto, SUBITO! >>.
POSTO PICCOLO:
Come
promesso eccomi ad aggiornare nel w.e., ma veniamo alla storia: a
questo punto un po' di chiacchiere tra amici ci stavano proprio bene,
non trovate?
Harry
ed Hermione hanno un bel rapporto, o almeno lo stanno ritrovando, e
proprio per questo Hermione decide di confidarsi con l'amico in merito
al suo matrimonio. Harry è la persona esterna al rapporto
che vede il loro rapporto da fuori e forse vede di più e meglio
di loro che ne sono coinvolti, perchè quando sei parte di
qualcosa perdi la capacità di essere obbiettivo. Le
considerazioni di Hermione sono dettate dalle paure che le suscitano i
suoi sentimenti per Draco. Ok dopo questo delirio del mio povero
cervellino stressato dal lavoro, dagli impegni di mio figlio e dalla
preparazione di una grigliata per 18 persone nel mio cortile domani ,
posso salutarvi.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
http://acasadilisa.blogspot.com/
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di
lucro.
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Capitolo 12 *** 12. ***
12.
Ciao,
visto che sparirò per un intera settimana ho pensato di
lasciarvi un nuovo capitolo stasera. E' un po' un delirio ma spero
apprezzerete.
A dopo Lisa
12
–
Draco Lucius Malfoy, si
stagliava sulla porta della propria stanza da letto, indosso solo i
pantaloni della tuta ed in mano un vassoio con una ricca colazione.
L'espressione dura mentre a grandi passi si avvicinava al letto e vi
posava sopra quanto portato, dedicando un lieve sorriso alla moglie.
Per poi incrociare le braccia al petto e guardare fiammeggiante
l'intruso.
<< Mi hai portato la
colazione? >> cinguettò Hermione regalandogli uno sguardo
innamorato che lo fece sciogliere, almeno internamente, ed annuire.
<< Malfoy sei pesante!
Stavo solo dando il buongiorno alla mia migliore amica! >> lo
sfidò Harry sistemandosi meglio sul letto, deciso ad irritarlo e
vedere fino a che punto teneva alla moglie.
<< Il buongiorno a mia
moglie lo do io! A te è concesso un lieve cenno da debita distanza
se non vuoi incappare nella mia ira >> disse risoluto l'altro.
<< Su Draco, non
esagerare >> lo rimproverò la ragazza per poi invitarlo a
riprendere posto nel letto accanto a lei.
Le tazze sul vassoio erano
due, quindi Hermione dedusse che voleva fare colazione con lei, nel
loro letto.
S’immaginò per un attimo come un cartone animato
giapponese, con gli occhi a cuoricino e tanti uccellini cinguettanti
intorno. Aveva avuto un pensiero veramente dolce suo marito, poco in
linea con l'idea che cercava sempre di dare al mondo di sé.
<< Che caro! Ci hai
portato il caffè! >> disse Harry con tono civettuolo mentre si
sporgeva verso il vassoio.
<< Provaci e ti
schianto! >> fu il tagliente commento di Draco.
<< Suvvia, ce n'è per
tutti >> proferì calma Hermione mentre faceva apparire
un'altra tazza per Harry, che rivolse uno sguardo vittorioso
all’antico rivale che si accigliò ancora di più.
<< Non capisco come o
perché si trovi nella nostra stanza. Con te ancora nel letto, per
giunta. >> constatò Draco notevolmente irritato dalla
situazione. Quando aveva aperto gli occhi quella mattina scorgendo la
moglie ancora profondamente addormentata tra le sue braccia, gli era
venuta quell'idea, svegliarla con un bacio e la colazione a letto.
Hermione era mattiniera, molto più di lui. Quindi quella era un
occasione rara per prendersi cura dell'amata consorte. Purtroppo
Potter aveva mandato a quel paese i suoi dolci piani. Si era già
immaginato i baci di ringraziamento che la ragazza gli avrebbe
riservato e magari avrebbero fatto un ennesimo passo avanti verso
l'intimità coniugale. Certo, prima che mister ficcanaso
s’intromettesse nella sua mattina perfetta.
<< Era preoccupato, sa
che non amo poltrire a letto. >> rispose lei con noncuranza
mentre si adoperava per servire il caffè per tutti.
<< Avrebbe dovuto
pensare che, magari, non stessi poltrendo. Giacché dividi la stanza
con tuo marito. >> rispose lui saccente. Ben conscio della poca
veridicità delle sue stesse parole, ma questi erano affari loro e
non certo dello Sfregiato.
Il quale però sghignazzò facendogli
capire che era ben a conoscenza della scarsa intimità dei due e
questo possibilmente lo irritò ancora di più.
Hermione però,
troppo contenta di averli entrambi così vicini, decise che era il
momento di mettere un freno all’irritazione del marito e
sporgendosi appena lo baciò sussurrandogli un grazie sulle labbra,
la tensione in Draco scemò. Aveva fatto qualcosa di buono per la
moglie e lei lo aveva apprezzato. Potter poteva tranquillamente
andare a farsi fottere.
<< Ma che ora mi hai
fatto fare stanotte? Non credo di essermi mai svegliata così tardi
in tutta la mia vita >> confessò Hermione mentre sorbivano in
silenzio il caffè. Il marito ghignò ed Harry scosse la testa.
<< Per una volta non
succede nulla tesoro, poi l'impresa di Potty era da elogiare. Lo
ammetto sei stato ben al disopra delle mie aspettative. La piattola è
scappata non appena tutti hanno cominciato a notare che non la
consideravi di striscio! >> rispose Malfoy ritrovando in parte
il buon umore e sollevando la tazza come a brindare alla performance
della sera prima.
<< Un’impresa da vera
serpe, non me lo sarei mai aspettato da un così famoso Grifondoro >>
ammise poi ridacchiando.
<< Beh all'inizio il
Cappello Parlante mi voleva mandare proprio tra le tue serpi, Malfoy.
Ci sarebbe stato da ridere non trovi? >> celiò l'altro
afferrando un cornetto.
<< Non me lo avevi mai
detto! >> fu il commento stupito della ragazza.
<< Sai com'è, non ne
andavo proprio fiero >> ammise Harry.
<< Bello sbaglio Potty,
bello, enorme! Le mie serpi come le chiami tu erano il meglio del
meglio >> proferì serio Draco, ma Harry scoppiò a ridere
tenendosi la pancia.
<< Dio Malfoy, sembri
Julia Roberts in Pretty Woman, lo sai? >> affermò tra le
risate.
Hermione parve un attimo
stupita, poi capendo anche lei rise.
<< Sì quando torna nel
negozio dove l'hanno trattata male, è vero diceva le stesse cose. >>
confermò ridendo fino alle lacrime per l'immagine del marito nei
panni della rossa di Hollywood.
Draco era decisamente
perplesso, di che diamine parlavano quei due? Chi era quella Julia
qualcosa, una bella ragazza?
<< Volete far capire
anche a me il motivo di tale ilarità? >> chiese poi
indispettito poiché i due non la finivano di ridere.
<< Pretty Woman! Il
film, quello con la Roberts e Richard Gere. È un classico Malfoy! >>
disse Harry tranquillamente.
<< Dovrei sapere di
cosa parli? >> chiese l'altro imbronciato dal non capire
l'argomento della conversazione.
<< Ma come? Non sai
cos'è? >> chiese infine stupito l'altro. << Hermione mi
deludi! Non hai insegnato nulla a tuo marito? Sono i capisaldi della
cinematografia mondiale. >> disse poi rivolto all'amica,
giacché Malfoy non ci stava evidentemente capendo niente.
<< Beh … non è che
guardiamo mai molto la televisione, più che altro leggiamo o
conversiamo, ecco. >> si giustificò l'interpellata.
<< Ma se avete una tv
strepitosa in salotto! >> disse sconvolto Harry.
<< Davis mi ha
attaccato la sua mania per il calcio, così quando abbiamo
ristrutturato le stanze, ho pensato di inserire anche un televisore.
Poi Hermione ne aveva uno nel suo appartamento che spesso era acceso.
Quindi ho creduto le facesse piacere averne uno anche qui. >>
ammise Malfoy cominciando a capire che quello di cui parlava Potter
era uno di quelle “cose” che si guardavano nella tv.
Lui aveva sì
e no imparato ad accenderlo e per farlo si era fatto insegnare da
Bernard, quindi era possibile che parlassero di quello.
Hermione intanto guardava
rapita il marito. Lo aveva fatto anche per lei. Effettivamente a casa
sua la televisione era spesso accesa, ma era più che altro perché
la infastidiva tutto quel silenzio che la circondava quando era sola
in casa. Non aveva mai vissuto veramente sola. Prima abitava con i
genitori, poi i dormitori della scuola e finita questa si era
trasferita prima alla Tana e poi in un piccolo appartamento con Ron,
a Londra. Quando la sua storia con Ron era finita, aveva acquistato
quel piccolo appartamento in Diagon Alley e per la prima volta aveva
scoperto che il silenzio le faceva paura. Così ovviava accendendo la
televisione, anche se raramente prestava attenzione ai programmi
trasmessi. In quella casa però non era mai sola. Draco e Narcissa
riempivano la sua vita, quindi non aveva concesso all’oggetto più
di un rapido sguardo.
Seguendo l'impulso si sporse
nuovamente verso il marito baciandolo.
<< Avete almeno un
lettore? >> chiese Harry riportandoli all’argomento
principale per interrompere quel momento dolce tra i due che lo stava
mettendo a disagio.
<< Un che? >>
chiese Draco stranito.
<< Dubito Harry, però
… aspetta un attimo >> disse Hermione alzandosi e dirigendosi
verso un mobiletto basso, sotto lo specchio della sua toletta.
Inginocchiatasi lì, frugò tra i vari contenuti del mobile, mentre
gli altri due s’interrogavano su cosa stesse facendo.
<< Potresti evitare di
fissare mia moglie Potty? >> chiese acidamente Draco.
Hermione, che si era appena
alzata dal letto, era fasciata in una raffinata camicia da notte di
seta chiara e non aveva pensato di mettere la vestaglia, visto che
non aveva intenzione di lasciare la stanza. Non pesando però che la
veste copriva ben poco, arrivava appena sopra il ginocchio ed aveva
un profondo scollo a barca più ampio sulla schiena che sul seno. I
capelli, che nel sedersi aveva spostato sulla spalla, lasciavano
così ben scoperta la candida schiena della ragazza. Harry non aveva
fino a quel momento fatto caso al suo abbigliamento, non aveva mai
guardato Hermione in quel senso, ma evidentemente questo non era
quello che pensava Draco.
<< Malfoy, sei di una
gelosia malata, lo sai vero? >> gli disse dedicandogli un
sorriso canzonatorio e non ottenendo risposta, poiché Hermione nel
frattempo era riemersa dal suo “scavo geologico” vittoriosa,
tenendo tra le mani una borsetta di perline. O meglio “quella”
borsetta di perline.
<< Ce l'hai ancora? >>
chiese Harry stupito, mentre lei annuiva soddisfatta.
<< Oh sì, è una delle
magie migliori che ho fatto, non me ne separerò mai. Poi quando ho
lasciato l'appartamento, si è rivelata ancora una volta molto utile.
Ho messo qui tutto quello che non sapevo dove mettere e non potevo
lasciare ai nuovi inquilini, in effetti, non ho ancora finito di
sistemare tutte le mie cose. >> disse poi pensierosa mentre
affondava le mani nella borsa.
Ne ricavò un po' di cose,
che riportate a suon di bacchetta alle dimensioni originali, si
rivelarono essere un lettore Dvd e diversi titoli.
Harry afferrò le confezioni
dei film e cominciò a scorrere i titoli.
<< Sono quasi tutte
commedie romantiche, ma per oggi ci dovremo accontentare. >>
disse meditabondo.
Malfoy aveva osservato tutta
la scena con un sopracciglio sollevato, per poi porre alcune domande
alla moglie in merito alla bizzarra borsa ed al suo contenuto.
Ne
stava ancora scrutando l'interno mentre lei gli spiegava che
incantesimo aveva messo a punto per conferire ad una semplice
borsetta quelle caratteristiche, illustrandogli brevemente quanto era
stata utile nella ricerca degli Horcrux.
<< In che senso
accontentare? >> chiese poi Draco rivolto al moro.
<< Malfoy oggi
t’introdurrò nel fantastico mondo del cinema e dei DVD >>
disse felicemente l'altro. << Purtroppo la collezione di
Hermione è piuttosto scadente, ma per un verginello come te, sarà
un buon inizio. Domani mi procurerò qualche film da uomini veri >>
disse quello gongolante.
<< Verginello a chi? >>
s’indispettì il Serpeverde facendo ridere la moglie.
<< Forza Malfoy, giù
dal letto. Hai tante cose da imparare oggi. >> proferì Harry
con fare da padre premuroso.
<< Tu non m’insegni
proprio un bel niente Potty! >> s’infervorò Draco mentre
l'altro scrollava le spalle ridendo.
<< Andiamo sarà
divertente. Hermione ha perfino Pretty Woman, così ti faccio vedere
cosa intendevo prima dicendoti che gli assomigliavi. >> rispose
risoluto come se non lo avesse nemmeno sentito.
<< Certo però Herm che
hai una bella carenza d'affetto, sono tutti titoli di un smielato che
di più non si può. “Harry ti presento Sally”, “Insonnia
d'amore”, “C'è posta per te”, ma sei fissata con Meg Ryan? >>
osservò Harry scorrendo nuovamente i titoli.
<< Un po' >>
ammise Hermione ridacchiando.
<< Preparati Malfoy.
Oggi ”polpettone in salsa mielosa”. I gusti di tua moglie sono
pessimi. Bisognerebbe fare qualcosa. >> disse alzandosi per poi
aggiungere << Vado giù a collegare il lettore, voi vedete di
darvi una mossa. Chissà se a Narcissa interessa assistere alla
proiezione, magari vado a chiederglielo. >> mormorò uscendo.
<< Si sta ambientando!
>> affermò contenta Hermione vedendolo uscire, mentre Draco
spostava il vassoio sul comodino.
<< Bene, ma non era
esattamente questo il mio programma per la giornata >> ammise
riluttante lui.
<< Ah si? >>
chiese la ragazza girandosi verso di lui con un sorriso dolce sul
volto. << E quali erano i tuoi programmi per la giornata Draco?
>> chiese avvicinandosi a lui che subito la strinse a se.
<< Beh volevo
svegliarti con la colazione, giacché ti ho fatto andare a letto così
tardi. Poi volevo stare un po' qui, con te. >> mormorò
baciandole il capo.
<< A fare le coccole?
>> chiese lei divertita sentendolo agitarsi un po' sotto di
lei. Forse Harry aveva ragione, forse lui era veramente interessato
ad approfondire il loro rapporto. Pensò morsicchiandosi le labbra
mentre si arrischiava ad accarezzargli il petto nudo, caldo e forte,
che la faceva sempre sentire così protetta.
<< Più o meno >>
fu il commento del marito che le accarezzava indolente la schiena,
felice che anche lei avesse pensato la stessa cosa.
<< Beh ma niente ci
vieta di farci le coccole sul divano, non trovi? Quei film non
richiedono poi tanta attenzione >> disse convinta, non voleva
scontentare Harry che era tanto entusiasta dei progetti per la
giornata, ma non voleva nemmeno rinunciare a quell’abbozzo
d’intimità che stava scoprendo con Draco.
<< Con Potty >>
disse sconsolato lui facendola ridacchiare.
<< Suvvia non sarà
così temendo. Potrebbe perfino piacerti e poi è uno spreco avere un
televisore così bello e non usarlo mai. >> disse tentando di
convincerlo.
<< A proposito, perché
adesso non lo guardi mai. A casa tua era sempre acceso. >>
disse lui introducendo un discorso che aveva più volte rimandato. Le
abitudini della moglie erano cambiate da quando vivevano insieme e
lui voleva saperne i motivi. Voleva sapere tutto di lei.
<< Perché ora ho te a
riempire le mie giornate >> disse stringendosi nelle spalle per
poi sollevare il capo ed incontrare lo sguardo luminoso di lui.
<< Ed è … un male?
>> chiese cauto.
<< Affatto >>
rispose lei per poi sporgersi a baciarlo. Un bacio lento e dolce, che
entrambi apprezzarono molto, fino a ché non intervenne il solito
Potter che dal piano di sotto li richiamava a gran voce.
<< Merlino! È come
avere un bambino impiccione per casa >> proferì Draco
scoccando uno sguardo furente alla porta aperta, dalla quale
provenivano gli sbraiti di Potter.
<< Non dire così! Ha
bisogno di noi adesso, cerca di essere comprensivo. >> disse
lei accarezzandogli il volto.
<< Io sono comprensivo,
ma se me lo ritrovo nel letto lo schianto, sei avvisata moglie! >>
disse lui con un cipiglio saccente.
<< Il mio gelosone! >>
mormorò lei sfiorandogli nuovamente le labbra prima di alzarsi e
dirigersi verso il bagno, senza però non notare che lui non aveva
commentato, cosa concretamente insolita per Draco ch'era solito voler
aver sempre l'ultima parola.
POSTO PICCOLO:
Eccomi,
come vi avevo annunciato è un po' un delirio questo capitolo ma
mi sono divertita un sacco a scriverlo ^^ così ve lo propongo.
Ovviamente quella fissata con Meg Rayan sono io XD.
Buona settimana a tutte al prossimo fine settimana.
Visto AmeliaWitch ce l'ho fatta ;)
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di
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Capitolo 13 *** 13. ***
13.
13 –
Non avevano nemmeno mangiato, gli elfi avevano portato loro qualche
stuzzichino mentre stavano tutti in salotto a godersi la maratona di
film organizzata da Harry. Draco aveva storto il naso
aristocratico durante il primo film, Pretty Woman appunto, quando
aveva appurato che quei due lo aveva paragonato ad una prostituta.
Perfino Narcissa aveva sorriso del bizzarro paragone, ma dopo il primo
film si era dichiarata già stanca di quell’attività
ritirandosi nel suo studio, a sbrigare la corrispondenza, e lì
Harry aveva scoperto che ognuno in quella casa aveva il proprio.
Il secondo film che avevano visto, Orgoglio e Pregiudizio, fu
acclamato con un ovazione da Hermione che aveva confidato al marito
essere il suo libro/film preferito e inducendolo a prestare ben
più attenzione alle scene, curioso com'era di conoscere anche
quei risvolti del carattere della moglie. Per tutto il tempo i due
ragazzi erano stati abbracciati sul divano, scambiandosi carezze e
piccoli baci, commentando questa o quella scena e a Draco in
realtà non era affatto dispiaciuto, anzi, cominciava a pensare
che dedicare una serata ogni tanto a quel passatempo non era affatto
una cattiva idea.
Mentre scorrevano i titoli di coda ed Harry si alzava dalla
poltrona dove era rimasto stravaccato tutto il tempo facendo commenti
assurdi sulla incongruenza delle donne che non sanno nemmeno cosa
cercare in un uomo, Tippy apparve trafelato alla porta da cui
provenivano, ora chiaramente, voci concitate.
<< Padrone, padrone venite vi prego. Una signora ha
bussato Tippy ha aperto e quella ha cominciato ad urlare finché
la padrona non è arrivata a vedere cosa succedeva e quella ha
cominciato ad urlare forte contro la padrona. Bernard non c'è
padrone e Tippy non sa cosa fare. Signora Hermione per favore, aiuto
>> disse costernato inginocchiandosi dinanzi ai padroni.
Hermione, come sempre sensibile agli umori della
servitù si rizzò a sedere e con lei Draco che prima di
alzarsi chiese all’elfo di descrivere questa sgradita ospite e
lì tutti capirono che si trattava di Ginny.
<< Rimanete qui >> disse perentorio << Me
ne occupo io >> affermò Draco prima di alzarsi e
raggiungere la madre, lasciando gli altri due guardarsi preoccupati,
mentre Hermione richiamava con un Acciò un paio di
“Orecchie Oblunghe”.
<< Signorina Weasley la prego di smettere di urlare,
non può presentarsi alla mia porta e spaventare la mia
servitù >> disse Narcissa notevolmente alterata.
Aveva da poco sentito suonare alla porta, visto che il suo
studio era quello più vicino al ingresso, quando gli schiamazzi
di quella ragazza le erano arrivati dall'atrio.
Questa giovane del tutto priva di grazia e maniere, come
aveva purtroppo appurato al matrimonio del figlio, stava vessando il
povero Tippy colpevole di non averle lasciato libero accesso in casa
Malfoy. Quella sfrontata aveva avuto l'ardire di presentarsi in casa
loro e strepitava perché il piccolo elfo, il preferito di
Hermione che non avrebbe affatto gradito che fosse così
maltrattato da quella sciagurata, le aveva chiesto sicuramente con il
massimo garbo di attendere mentre andava a chiamare i padroni.
Narcissa era intervenuta subito guadagnandosi una serie di
epiteti che andavano dall'ormai inflazionato “Sporca
Mangiamorte” ad altri che la signora Malfoy non avrebbe mai
ripetuto nemmeno nella sua mente, ma che la giovane pareva conoscere
molto bene essendo priva delle più basilari norme di educazione.
Strano a dirsi visto che la madre, che aveva incontrato più
volte facendo visita alla sorella Andromeda, sembrava una persona
così a modo.
<< Ditemi dov'è quella testa di cazzo! >> urlò per l'ennesima volta Ginny.
<< Signorina la prego di evitare questo linguaggio
quando si rivolge a me, non ho idea di chi stia cercando, ma dubito lei
sia stata invitata in questa casa. >> proferì con
compostezza e grazia la padrona di casa, rendendo ancora più
marcato il divario tra le due donne.
Come la sua dolce Hermione o il caro Harry potessero aver
avuto buoni sentimenti verso una tale misera creatura rimaneva per
Narcissa Black Malfoy un quesito irrisolto. La nuora le aveva
raccontato di come la signorina fosse cambiata con gli anni e
soprattutto come avesse approfittato della notorietà e del buon
cuore di Potter per tentare di brillare nel vanesio ma rigoroso
“bel mondo” magico. Essa però era completamente
sprovvista di educazione o della grazia necessaria per risultare
gradita in tale ambiente dove al contrario la nuova signora Malfoy si
era perfettamente integrata grazie al suo carattere riservato e innato
garbo.
<< E' qui! So che è qui! Ron non l’ha
visto, così come mia madre che non ha sue notizie da giorni.
Nessuno della sua squadra ha parlato con lui e ieri sera era con voi.
Merlino! Ha definito quel bastardo di suo figlio un amico. Se questo
non è segno che è sotto incantesimo, non so che altro
pensare. Dovrei chiamare gli Auror, lo avete messo sotto imperio brutti
bastardi! >> urlò quella ad un centimetro dal viso di
Narcissa che si scostò schifata.
<< Non so se te ne sei accorta Piattola, ma gli Auror
ci vivono in questa casa >> disse Draco apparendo
dall’andito, in tuta e ciabatte ma con un fascino invidiabile.
Raggiunse la madre e dopo averle posato un bacio sulla tempia, la
congedò con lo sguardo, Narcissa se ne andò con infinito
sollievo.
<< Fammi passare bastardo, devo affatturare quello
stronzo! Ignorarmi in quel modo indecoroso, cosa cazzo gli hai detto
infame! Solo perché quella frigida di tua moglie non è in
grado di sapersi rapportare con l'altro sesso non puoi dare della poco
seria a me. Io non ho mai fatto nulla di male. >> proferì
incrociando le braccia al petto.
Malfoy che neanche ci si era messo ad elencarle le sue
manchevolezze la osservava con un sopracciglio incarnato. In pratica si
era data della puttana da sola, ma poco male giacché era
esattamente quello che era, la cosa che lo fece notevolmente incazzare
furono le accuse gratuite a sua moglie.
<< Senti io non ho detto nulla né a te,
né a Potter, quello che decisamente non riesco a capire è
con che coraggio ti presenti a casa mia, insulti me e la mia famiglia,
oltre al fatto che se quella cosa che tiene su quegli orribili capelli
contenesse un cervello funzionante capiresti che mia moglie è
una signora e come tale si comporta. Tu chiaramente non hai idea di
cosa sia una signora. Mi sembra che te lo abbia detto anche Potter ieri
sera o sbaglio? E soprattutto ti ha detto di stare alla larga da lui e
dai suoi amici, quindi stracciona mi spieghi che cazzo ci fai nel bel
mezzo del mio atrio? >> il discorso che era iniziato con toni
pacati terminò con malcelata durezza.
<< Non dire cazzate, né tu né quella
stronza di tua moglie siete amici di Harry >> disse lei
congedandolo con un gesto della mano.
<< Permettimi di chiarirti che l'unica stronza qui sei
tu! Rivolgiti ancora una volta in questo modo a mia moglie e ti
schianto >> disse minaccioso ponendo la mano alla tasca dietro in
cui conservava la bacchetta.
<< Brutto schifoso Mangiamorte, togliti da davanti e lasciami passare >> sbraitò lei tempestandolo di pugni.
<< Adesso basta! >> la voce perentoria di Harry
arrivò proprio mentre Draco stava valutando se assestarle un
cazzotto su quel viso troppo truccato o schiantarla come le aveva
già promesso.
Hermione ed Harry avevano ascoltato il diverbio grazie alle
“Orecchie Oblunghe” richiamate dalla ragazza, lei
visibilmente agitata per quanto accadeva, Harry invece sempre
più alterato.
Era tipicamente da Ginny incolpare gli altri dei suoi errori,
così come le era proprio il ricorrere agli insulti. Così
come Ron, Ginny attaccava sempre più energicamente quando la
colpa era maggiore. Le sue urla e i suoi insulti erano abituali oramai
per Harry, che quasi non ricordava più la ragazzina timida e
impacciata che aveva conosciuto undicenne.
Ginevra Molly Weasley era diventata superba, difficilmente
ammetteva le proprie mancanze e ancor meno i propri sbagli, erano
sempre gli altri a non capire o a non attribuirle le giuste
qualità. Harry questo l'aveva imparato sulla sua pelle e perfino
in quell'occasione, sebbene la sera precedente le avesse detto con
chiarezza che non intendeva vederla o parlarle, lei si era presentata
forte della sua arroganza al maniero degli amici. Lanciando ingiurie ed
accuse che non avevano né capo né coda. Merlino! Aveva
accusato Narcissa Malfoy di tenerlo sotto imperio, come se il capo
degli Auror non sapesse difendersi da una maledizione tale, come se lui
non sapesse discernere chi gli era amico e chi no. E poi chiaramente
aveva riversato veleno su Hermione, perché se una cosa gli era
apparsa evidente già molto prima di allora era che Ginny
invidiava Hermione in tutto e per tutto.
Hermione aveva partecipato alla lotta contro Voldemort,
mentre lei era rimasta al palo, Hermione aveva accompagnato Harry in
ogni vicissitudine della vita mentre lei rimaneva sullo sfondo,
Hermione aveva fatto una carriera brillante, quando Ginny come unica
abilità poteva vantare una buona padronanza degli incantesimi di
estetica o la capacità di scialacquare interi patrimoni in un
pomeriggio di shopping. Infine Hermione aveva sposato Malfoy, il
rampollo più abito del mondo magico, il ragazzo più
osannato dalle donne di ogni età, ma non solo questo aveva
irritato a morte la giovane Weasley. Hermione, infatti, era stata
accolta e lodata da tutta l'élite magica, nessuno mai si era
permesso di non invitarla a qualche evento mondano o di mandarle un
invito come compagna di … Hermione era Hermione per tutti e
tutti la rispettavano ed ammiravano per ciò che era.
Harry ricordava infiniti, deliranti monologhi durante i quali
la sua ex fidanzata non faceva che sparlare e far illazioni sulla vita
dell'amica, anche quando i loro rapporti erano ancora stretti. Si era
schierata apertamente con il fratello nell’addossare alla ragazza
le colpe del naufragio del loro rapporto, affermando con non poca
cattiveria che “una così” nemmeno se lo merita un
uomo come Ronald.
Per non parlare della piazzata che aveva fatto quando era
stato annunciato il matrimonio tra lei e Malfoy. Lei e Lavanda avevano
sparlato tanto e così acidamente, da metterlo più volte
in imbarazzo, anche perché le due giovani brillavano per una
dialettica più da scaricatori di porto che da timorate fanciulle.
Ora, come sempre, la colpa di tutto ricadeva su Hermione che
in realtà, se aveva una colpa, era quella di oscurare totalmente
Ginny con la sua semplice presenza. Così come Malfoy, anche
Harry si era adirato maggiormente per le accuse rivolte all'amica che
per gli improperi che la ragazza aveva riversato su di lui, ed alla
fine non potendone più aveva aperto la porta e raggiunto Malfoy.
<< Eccoti finalmente! >> disse Ginny convinta di
aver vinto quella battaglia e senza minimamente aspettarsi quanto stava
per accadere.
A grandi falcate Harry la raggiunse per poi strattonarla in
malo modo lontana da Draco. Nella sua innata superbia la ragazza fece
per abbracciarlo, ringraziandolo per averla salvata da quel bruto, che
per inciso, era rimasto immobile mentre lei lo tempestava di pugni.
<< Stai zitta! >> disse notevolmente adirato.
<< Come ti sei permessa di venire qua? Di offendere i miei amici,
di aggredire un povero elfo domestico che non ha nessuna colpa al
mondo. E soprattutto con che faccia tosta ti ripresenti di fronte a me.
>> disse guardandola davvero male. Ormai gli argini della rabbia
erano passati alla grande. Voleva parlargli? Benissimo! L'avrebbe
insultata ed umiliata a tal modo da ridurla a strisciare, come le serpi
che tanto odiava.
<< Sei una lurida puttana infedele Ginevra, una persona
meschina e abbietta. Mi hai rigirato per anni, questo te lo concedo, ma
ora è finita. Puoi tranquillamente tornare a scoparti Goldstein,
visto che ti ci diverti tanto. Io con te ho chiuso e per inciso insulta
ancora una volta Hermione o la famiglia Malfoy e scoprirai quanto io
possa essere veramente pericoloso. >> disse serrando i pugni e
guardandola con occhi taglienti.
<< Harry ma tu non capisci, mi ha costretto lui, mi ha
… >> tentò la ragazza cambiando tangibilmente
registro, purtroppo non era stata una sua impressione, Harry li aveva
veramente visti quel venerdì pomeriggio, quindi la cosa era
preoccupantemente grave. Lui non era tornato quella sera, ma poco le
era importato, non si curava mai molto di quello che faceva Harry. Poi
quando lo aveva visto con i Malfoy e visto come si era rivolto con
esagerata indifferenza a lei, aveva concluso che Hermione avesse fatto
la spia su quanto avvenuto al matrimonio, anche se un piccolo dubbio le
era venuto visto che la cosa risaliva a più di un mese prima.
Ora la consapevolezza di essere stata beccata sul fatto la portava a
dover cambiare strategia, non sarebbe bastato sputare fango sui Malfoy
per riportarsi il fidanzato a casa, a pagarle i conti ed aprirle le
porte giuste perché lei brillasse come doveva e come le era
dovuto.
<< Ginevra sei patetica >> disse lui scrollando
le spalle. << Ora mi propinerai una patetica frottola su come tu
sia la vittima della situazione, di come tutti si approfittino del tuo
buon cuore, che non è mai esisto peraltro, e di come ogni colpa
non sia da imputare a te ma a chiunque altro ti faccia comodo in questo
momento. Anthony, Hermione, Malfoy, poco importa, incolperesti la tua
stessa madre pur di pararti il culo >> disse lui sempre
più arrabbiato.
<< Oppure stai pensando di farmi bere la balla che aspetti un figlio mio? >> chiese sarcastico.
La ragazza si mordicchiò il labbro, cazzo ci aveva
pensato davvero alla balla sul figlio. Ovviamente lei per prima non
avrebbe mai fatto un errore così grossolano, era attentissima e
scrupolosissima per quanto riguardava la contraccezione. Non voleva
figli e non li avrebbe mai voluti, aveva già pianificato di
fornire ad Harry una patetica storia per gli anni a venire, sulla sua
impossibilità di procreare. Non aveva certo intenzione di farsi
rovinare il suo bellissimo fisico per un coso urlante e sbavante, la
sola idea la inorridiva. Però quella sarebbe stata una cosa che
Harry avrebbe voluto, quindi la sua macchinosa mente aveva già
messo in cantiere una bella storia articolata e lacrimevole sul loro
imprevisto, inventato, figlio in arrivo.
<< E' tutto già visto e già sentito, non
ti rendi nemmeno più conto di quanto sei penosa e meschina. Mi
fai schifo! Lo capisci adesso o preferisci che affitti un’intera
pagina del Profeta e te lo faccia pubblicare a chiare lettere? Ti
voglio fuori da casa mia e fuori dalla mia vita ora! Non hai scusanti
né possibilità di perorare la tua causa, perché a
me non frega più un cazzo di quello che dici o pensi.> >
disse lui ormai spossato da quella situazione.
<< No >> pigolò lei mentre Harry rialzava il volto e la guardava stralunato.
<< Hai detto no? >> chiese incredulo.
<< Non ho buttato al vento questi anni per venir
gettata in mezzo ad una strada. Tu mi devi di più >>
affermò convinta di avere la ragione dalla propria parte
nell'ennesimo eccesso di superbia.
<< E sentiamo, cosa ti dovrei mai per avermi ingannato e tradito, Ginevra? >> ironizzò il ragazzo.
<< Io sono rimasta con te, tu non hai nessuno oltre a
me, tu sei solo un patetico piccolo uomo, che si è trovato al
posto giusto al momento giusto. Non sei nessuno, IO ho sprecato la mia
giovinezza insieme a te e ora tu mi sposerai! Perché me lo
merito! >> disse lei con alterigia.
<< Te lo meriti? Io dovrei sposarti perché sei
stata così buona e generosa da restarmi accanto? Ma ti senti
quando parli, io sarò anche un patetico uomo, ma tu sei una
puttana con un ego smisurato! E poi come vedi non sono solo e sono
più che sicuro che anche la tua famiglia non mi
abbandonerà quando gli avrò raccontato che razza di
baldracca hanno allevato. >> disse lui sfidandola
<< Tu non dirai proprio un bel niente ai miei, io non
te lo permetterò, io ti sputtano prima e meglio, quindi taci, fa
quello che avresti dovuto fare anni fa, sposami. >> rispose lei
incrociando le braccia ed alzando il mento.
<< Ti sei mai chiesta perché non l'ho ancora
fatto? No vero? Hai mai pensato che magari dopo tanti anni sarebbe
stato naturale, eppure non lo è stato. Sai perché?
Perché sebbene tentassi di reprimerla ogni giorno, c'era una
piccola parte di me che mi diceva che sposarti sarebbe stata la cazzata
del secolo. E sai una cosa? Ringrazio Dio, Allah o chiunque ci sia in
cielo per avermi fatto scoprire il tuo tradimento proprio quando avevo
deciso di fartela quella proposta. Che ne dici, forse il destino mi ha
sorriso nuovamente, visto che tutto quello che ho fatto durante la
guerra magica a tuo avviso è stata una botta di culo? >>
terminò ormai felice di aver scoperto il tradimento e
smascherato quella pagliacciata.
<< Vedi, lo hai detto anche tu, stavi per farmi la
proposta. Quindi ora la farai e tutto tornerà come deve essere
>> disse lei come se avesse capito solo quello dell'intero
discorso e probabilmente era così pensò Harry,
“Ginny sente solo ciò che vuole sentire”.
<< Vattene! Esci da quella porta e non farti mai
più vedere quanto è vero iddio che ti schianto >>
disse puntandole la bacchetta addosso.
Quella in risposta rise sguaiatamente. << Tu non sei niente senza di me. >> proferì decisa.
<< No Ginevra, sei tu che non sei nulla senza di me.
Sei una, com'è che li chiamavi sempre Malfoy? Una stracciona,
senza un lavoro, senza una posizione, senza educazione e senza una
casa. Quindi Ginevra cara come vedi sei tu che non sei NIENTE senza di
me. >> enunciò ghignando avvicinandosi alla porta per poi
aprila e con gesto secco invitarla ad uscire.
<< Veloce o ti butto fuori a calci >> la
spronò Draco che aveva assistito a quel diverbio con non poco
stupore, quella donna era senza ritegno.
Ginny li guardò male entrambi, poi visto che le
bacchette puntate nella sua direzione erano ora due, marciò
impettita verso la porta prima di sibilare un << Non finisce qui
>> che ebbe il potere di far ridere di cuore i due ragazzi non
appena la porta fu chiusa alle sue spalle.
Hermione che era rimasta indietro ben decisa a non palesare
la sua presenza aveva però ascoltato ogni parola che i presenti
avevano pronunciato. Al suono della risata dei ragazzi corse verso il
marito per scomparire quasi nel suo abbraccio protettivo. Lui la
strinse forte per poi cercarle gli occhi e vedendoli velati, le
scoccò uno sguardo preoccupato al quale lei rispose con una
scrollata di spalle e un bacio a fior di labbra. Aveva avuto ragione
lui come sempre. Ginevra era solo un arrivista, né più
né meno. Dopo quell'intimo scambio la ragazza si rigirò
nell’abbraccio del marito, che le cinse di buon grado il ventre,
e si rivolse all’amico.
<< Stai bene? >> chiese preoccupata.
<< No >> fu la sincera risposta di Harry <<
Però mi sono tolto un bel peso dallo stomaco >> aggiunse
sorridendole appena.
<< A proposito di questo Potter, ti ho mai illuminato
sugli ottimi rapporti che intercorrono tra me e la redazione mondana
del Profeta >> chiese Draco sfoderando un ghigno impagabile.
Harry scosse la testa sorridendo, si prospettava un altro piano in puro stile Serpeverde.
POSTO PICCOLO:
Salve
a tutti!!! Lo so cosa state pensando: il comportamento di Ginny
è assurdo e una parte di me vi da pienamente ragione, ma avete
mai ascoltato qualcuno che sa di avere torto marcio e non ha la
benché minima intenzione di ammetterlo? Beh in questo caso, come
per Ginny, le persone arroganti fanno di tutto e dicono di tutto. Spero
che abbiate apprezzato il capitolo.
Il prossimo arriverà probabilmente entro domenica sera.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Un bacione Lisa
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Capitolo 14 *** 14. ***
14.
14
–
La tavola del sala da pranzo
di Malfoy Mannor era imbandita, i cornetti caldi disposti sul
vassoio, assieme agli altri dolci che i padroni adoravano mangiare la
mattina. Tippy stava disponendo una copia della “Gazzetta del
profeta” accanto ad ogni seduta. Padron Draco era stato molto
chiaro, una ciascuno e non la solita unica copia per lui, e
soprattutto Tippy doveva sistemarle già aperte sulla sezione
mondanità. Tippy aveva chiesto aiuto a Bernard, arrivato quella
mattina presto dopo il suo abituale giorno di riposo, perché il
piccolo elfo non era tanto bravo a leggere e timoroso di sbagliare si
era fatto indicare la pagina giusta. Ora mentre sistemava con cura il
posto della signora Hermione ripensò alla giornata precedente.
Quella brutta donna che si
era presentata alla porta il pomeriggio prima doveva essere parente
del Diavolo, i capelli rosso fuoco ne erano la prova aveva ragionato
Tippy, era arrivata e aveva iniziato ad urlare contro tutti. Così
lui era stato costretto a chiamare il padrone. Tippy voleva bene ai
suoi padroni, erano gentili con lui, lo trattavano bene e gli
permettevano di fare tante cose che altri elfi come lui nemmeno si
sognavano. La signora Hermione poi era la più buona di tutti. Aveva
sempre un gesto carino e lo lodava sempre quando faceva le cose bene,
ma anche quando sbagliava difficilmente la giovane padrona si
arrabbiava con lui o con gli altri elfi. Tippy si morse la lingua. La
signora Hermione non voleva essere chiamata padrona e lui lo sapeva,
ma ogni tanto nella sua mente la chiamava così sperando vivamente di
non arrecarle offesa.
Da quando la Signora Hermione
frequentava quella casa tutto era cambiato, le stanze erano state
rese più belle e luminose, e dopo il matrimonio anche il padrone
sembrava più felice. La signora Hermione aveva portato la vita in
quella casa. Gli elfi più vecchi raccontavano sempre di com'era
cattivo il vecchio padrone, il marito della padrona Narcissa. Tippy
non lo aveva mai conosciuto, ma era sempre spaventato dai racconti
degli altri. Si sentiva fortunato ad essere impiegato in quella casa
e soprattutto a servire la signora Hermione e spesso donava dei
piccoli cuori intagliati nel legno alla giovane. Lei pareva
apprezzarli tantissimo, aveva fatto una teca dove metterli in bella
mostra e la teneva nel suo studio.
Il giorno prima, quando il
padrone era andato a soccorrere la madre dalle urla della ragazza
pazza, la signora Hermione gli aveva accarezzato le lunghe orecchie
invitandolo poi ad andare a riposare un po'. Tippy aveva obbedito
come sempre, ma non aveva affatto dormito. Si era ritirato nella
grande stanza all'ultimo piano che divideva con gli altri elfi. A lui
piaceva quella stanza perché anche se erano tutti insieme, ognuno di
loro aveva il proprio letto, un letto vero con lenzuola, coperte e
caldi panni per l'inverno, con vicino un comodino ed un armadio per
ciascuno. Vi era anche una piccola libreria, dono della signora
Hermione con alcuni libri scelti per loro. La libreria si andava
ampliando perché la Signora acquistava sempre libri da far leggere
agli elfi e si interessava se loro li avessero o meno graditi. Alcune
volte si era trattenuta con Tippy a commentare le sue ultime letture,
mostrandosi sempre disponibile a risolvere i dubbi dell'elfo e
consigliargli nuovi libri. Quel pomeriggio però non aveva né
dormito né letto. Era rimasto lì a chiedersi cosa aveva sbagliato,
perché l'ospite si era tanto arrabbiata e se avesse fatto bene a
chiedere aiuto al padrone. Gli altri elfi erano indaffarati con la
cena, così nessuno l'aveva raggiunto e lui non aveva potuto
confrontarsi con loro sulle sue azioni. Verso l'ora di cena era sceso
per assolvere i suoi compiti. La Signora però era venuta a cercarlo
mentre lui apparecchiava la tavola e gli aveva chiesto di seguirlo
nello studio. Tippy si era subito preoccupato. Forse aveva veramente
sbagliato qualcosa con la “diavolessa” come aveva cominciato a
chiamare nella sua mente la sgradita ospite di quel pomeriggio,
invece la Signora Hermione lo aveva fatto sedere nella poltroncina di
fronte alla scrivania e si era seduta accanto a lui, si era informata
su come stava e se aveva riposato, e quando lui aveva con timore
chiesto scusa, lei lo aveva rassicurato dicendogli che aveva fatto
benissimo, anzi, era stato molto diligente a ricorrere a loro e che
doveva farlo ogni qual volta si trovasse in difficoltà perché era
esattamente quello che lei ed il padrone si aspettavano. Infine si
era alzata ed aveva preso un libro dalla sua libreria e glielo aveva
donato. Un libro tutto per lui, solo per lui. Quella sera dopo che
tutti si erano ritirati e insieme agli altri aveva provveduto a
sistemare la casa, era salito all'ultimo piano e a lume di candela
aveva intagliato un nuovo cuore per la gentile signora. Sorridendo
appena estrasse dalla tasca della dignitosa divisa che era a
disposizione di ogni elfo di Malfoy Mannor, che veniva lavata ogni
due giorni o prima se era sporca, il cuore intagliato quella notte e
lo mise in bella mostra vicino al posto della Signora, certo che
anche quella volta la ragazza avrebbe gradito il gesto.
Un lieve bacio si posò sulle
labbra di Draco ancora avvolto nel sonno. Aprendo di poco gli occhi
incontrò lo sguardo sorridente della moglie.
<< Buongiorno >>
lo salutò lei felicemente.
<< Buongiorno a te,
tesoro mio, adoro essere svegliato in questo modo >> disse lui
sorridendo e abbracciandola. Lei ridacchiò e si stese su di lui. Era
felice Hermione, nonostante la giornata appena iniziata sarebbe stata
difficile e lei lo sapeva. La sera prima aveva espresso veementemente
il proprio dissenso al nuovo “piano” del marito.
Questi, forte dell'appoggio
di Harry, aveva chiosato che era giusto che Potter desse una versione
ufficiale dei fatti, anche se da quello che aveva carpito la versione
ufficiale caldeggiata dal marito era abbastanza offensiva per
Ginevra, non che la cosa le dispiacesse davvero ma non aveva voluto
appoggiare quell'ennesima ritorsione. Una parte di lei però
gongolava. Suo marito e il suo migliore amico, sebbene per ragioni
apparentemente sbagliate, avevano trovato un comune accordo.
<< Non sei più
arrabbiata con me? >> Chiese Draco con un sorriso beffardo
prima di baciarla nuovamente.
<< Mi sembra di
avertelo dimostrato questa notte >> rispose lei arrossendo un
po'.
Draco sorrise felice al
ricordo della nottata precedente. Erano saliti in camera insieme,
mentre lei gli rimproverava di impiccarsi troppo in quella faccenda e
di portare Harry sulla “cattiva strada”, aveva continuato a
redarguirlo anche dalla porta chiusa del bagno mentre si cambiava per
la notte. Quando lo aveva raggiunto nel loro letto, Draco le aveva
semplicemente detto che un po' di sana vendetta avrebbe solo giovato
a Potter e prima che lei ripartisse con le sue manfrine sull'onore e
la correttezza, l'aveva attirata a se e baciata. Da lì era partita
una “sessione” di baci appassionati, e ben più approfonditi di
quelli che si erano scambiati fino a quel momento, che li aveva
tenuti impegnati fino a notte fonda.
<< Hai un bel modo per
perdonare, amore mio, decisamente bello >> le rispose ridendo,
mentre lei tentava di scostarsi fintamente offesa, anche se il suo
cuore esultava perché l'aveva nuovamente definita il suo amore.
<< Resta qui >>
le disse con dolcezza prima di regalarle un bacio appassionato.
<< Oggi si lavora,
signor Malfoy >> disse lei sconsolata quando si allontanarono.
<< Certo che Potter
potrebbe anche darci un giorno di ferie, visto tutto l'aiuto che gli
sto dando >> disse lui meditabondo.
<< Ma finiscila! Questa
tua bella trovata scatenerà un putiferio e lo sai benissimo! >>
lo riprese lei.
<< Hermione, ascoltami
per una buona volta. Non potevamo non fare nulla, quella piattola è
stupida e vanesia ma potrebbe fare danni incalcolabili se lasciata
agire. Potter ha una certa credibilità ed una posizione da
difendere. Pochi crederebbero a lei, visti i suoi pessimi
atteggiamenti, ma instillerebbe un dubbio ed è questo che dobbiamo
evitare. Potter deve uscirne immacolato ed intoccabile com'è giusto
che sia >> sentenziò lui seriamente.
<< A sentirti parlare
così si direbbe che tieni molto a lui >> suggerì la ragazza.
<< Non è a lui che
tengo o almeno non direttamente. In più come capo non è poi così
male, quindi perché rischiare che ce ne assegnino uno peggiore? >>
fece presente lui.
<< Si certo, tu devi
sempre avere il tuo tornaconto nelle cose, come dimenticarlo >>
mormorò mestamente lei.
Draco inarcò il biondo
sopracciglio, quella ragazza non voleva proprio capire.
<< Se intendi che
umiliare la piattola mi diverte, non posso negarlo. Ma se vedi altri
secondi fini oltre a quelli di preservare la serenità tua, ti sbagli
di grosso. >> disse convinto.
<< Quindi lo fai per
me? >> chiese con voce piccola la ragazza.
<< Io faccio tutto per
te >> disse con bruciante passione negli occhi, che portò
Hermione alle stelle in un secondo, tanto felice da dimenticare
perfino che avrebbero fatto tardi al lavoro.
“ Durante il ricevimento
di sabato sera tenutosi presso …. a favore degli orfani di guerra
e organizzato da …. Chi vi scrive si è accorta di come il Signor
Harry James Potter, noto per aver affrontato e sconfitto appena
maggiorenne uno dei più grandi maghi oscuri ….Il famoso ragazzo
non si è presentato con la storica fidanzata, ma bensì con l'intera
famiglia Malfoy. Al braccio del giovane, la sempre bella ed elegante
Narcissa Black Malfoy, che … Il capo dell'ufficio Auror ha infatti
passato la serata ridendo e scherzando con la storica amica Hermione
Granger e il di lei marito, Draco Malfoy. Al ricevimento è
intervenuta anche la Signorina Weasley, sola e senza accompagnatori,
vestita in modo assai poco consono. Ella è parsa fin da subito sotto
tono, rispetto almeno alle precedenti apparizioni ad eventi simili,
soprattutto quando non era accompagnata dal fidanzato. Questa testata
aveva notato, già in altre occasioni, come la giovane fosse
particolarmente civettuola e avvezza a presentarsi sola in società.
Quando i due ragazzi si sono incrociati tutti hanno potuto notare una
certa freddezza tra loro. La signorina poi si è allontanata ben
prima che venisse servita la cena che … Molte voci si erano diffuse
ultimamente su di una allontanamento all'interno della storica
coppia. Il signor Potter, gentile come sempre, ha acconsentito a
rispondere via gufo a qualche nostra domanda … ha confermato che la
sua relazione con la signorina Weasley è definitivamente finita ma
ha preferito non scendere in particolari ribadendo come le storie
d'amore possano esaurirsi con l'andare del tempo. Chi vi scrive è
più che certa che un così gentile e bel ragazzo rimarrà solo per
breve tempo. Al ricevimento poi ...”
<< Ammettilo
Potter, sono o non sono un genio? >> gongolò Draco posando la
tazza di caffè sul tavolo.
Hermione aveva prestato ben
più attenzione al piccolo cuore intagliato, donatogli da Tippy che
era stato ringraziato con un sonoro bacio sul capo, che al' articolo
che stava citando il marito.
Quella mattina ogni seduta
era corredata di una copia della Gazzetta aperta a quella precisa
pagina, appena Hermione le aveva scorte aveva capito che c'era lo
zampino del marito. Non si poteva impedire ad un Malfoy di gongolare
per le proprie bricconate, anche se doveva ammettere, dopo una rapida
scorsa all'articolo, che non era affatto infamante come aveva
creduto.
Draco aveva convinto il suo
amico della Gazzetta, che riportare la notizia della fine dell'amore
storico del ragazzo sopravvissuto avrebbe aumentato la tiratura, ma
non si era fatto prendere troppo la mano. Aveva concordato con Harry
cosa far scrivere e cosa no, preferendo un basso profilo per Potter.
Dire che la storia era giunta a conclusione per esaurimento e non
per tradimento era ben più lusinghiero agli occhi del mondo magico.
In fondo il ragazzo era giovane e avvenente, avrebbe trovato presto
altra compagnia, ma Ginny sarebbe stata esclusa subito dal “Bel
Mondo”, come si usava chiamare l'élite magica. Era Harry quello
famoso ed importante mentre Ginevra era solo un corredo, a volte
fastidioso e inopportuno. Ora che tutti sapevano che non era nemmeno
più quello non avrebbe avuto alcuna credibilità e le porte dei
ricevimenti si sarebbero chiuse ermeticamente per lei.
<< Devo ammettere che
il tuo amico ci sa fare Malfoy, ma dubito che questo fermerà Ginny
>> disse Harry, gli occhi puntati sulle foto che ritraevano lui
sorridente e l'ex fidanzata notevolmente incupita.
<< Perdonami Harry ma
quella ragazza non mi è mai piaciuta, troppo frivola se posso dire
la mia, anche le altre signore dei vari comitati penso la
sopportassero solo per rispetto a te. Però concordo sul fatto che la
ragazza non si arrenderà. Tiene a far parte del élite anche se non
ne ha le caratteristiche e tramite la cognata, anche su di lei avrei
parecchio da ridire, ed il fratello ce la ritroveremo nuovamente a
tutti i ricevimenti. Non che a voi tre interessi più di tanto,
giacché partecipate così raramente >> affermò Narcissa
togliendosi gli occhiali da lettura per poi sorbire il suo the.
<< Madre davvero non
v'invidio >> disse ridacchiando Draco.
<< Se avete finito,
sarebbe ora di andare al lavoro >> disse Hermione alzandosi,
non aveva commentato l'articolo e non intendeva farlo. Certo era
giusto che Harry annunciasse la cosa, visto che presto tutti si
sarebbero fatti delle domande, ma far scrivere un articolo
appositamente per quello le sembrava eccessivo.
Harry si trovò combattuto,
tornare al lavoro avrebbe significare incontrare Anthony e lui non si
sentiva pronto. Aveva affidato la sua vita più volte al suo secondo,
certo di poter sempre contare su di lui, ora però le cose erano
cambiate.
Draco vedendolo tentennare lo
richiamò facendo girare a quel modo anche la moglie già prossima
all'uscita.
<< Io … ecco …
andate pure >> disse Harry tormentando il tovagliolo.
La voce era incrinata, se ne
era accorto anche lui, ma veramente non ce la faceva. Con che occhi
avrebbe guardato quello che aveva sempre considerato un amico ed un
fedele compagno di lavoro.
<< Harry? Che succede?
Non ti senti bene? >> chiese premurosa Hermione tornando verso
di lui, mentre Malfoy lo guardava attentamente.
Potter non aveva proprio
nulla che non andasse a suo avviso. Solo una fifa blu di un confronto
non voluto con Goldstein.
<< No, sto bene è che
… pensavo di … prendermi qualche giorno di riposo, ecco >>
disse il ragazzo tentennante, non voleva mentire all'amica ma nemmeno
ammettere la sua difficoltà.
<< Dai Potter non fare
la donnina isterica, alza quel culo e vieni a lavorare. Sei il capo,
se ti si avvicina lo schianti, dov'è il problema? >> affermò
Draco serafico, come se tutti i capi di questo mondo avessero il
diritto inalienabile di schiantare i loro sottoposti quando più gli
aggradava.
<< Draco non fare il
cretino! >> proferì duramente Hermione.
Ecco Malfoy era un problema,
se con Hermione poteva omettere la verità con lui non c'era maniera,
perché te la sbatteva crudelmente in faccia, pensò Harry abbassando
il capo.
Hermione aveva ormai capito
qual'era il problema, la perspicacia di suo marito nel capire le
persone era indubbia, quindi anche lei era abbastanza sicura che il
problema di Harry in quel momento fosse più psicologico che fisico.
<< Magari ci raggiungi
più tardi se te la senti, in caso di bisogno ti mando un Patronus
ok? >> disse lei posandogli una mano sulla spalla in segno di
solidarietà.
<< No, Merlino, no.
Potter non puoi crollare adesso. Devi mostrarti forte o ti
attaccheranno da tutte le parti. >> disse Draco che aveva
imparato dai propri errori e si era ripromesso di non lisciarsi mai
più sopraffare dagli eventi. I suoi anni da Mangiamorte,
fortunatamente pochi, erano stati all'insegna dell'inerzia. Loro
comandavano e lui obbediva, morendo dentro, ma ubbidiva per non
affrontare ciò che lo spaventava veramente, contrastare il padre.
Tutto quello aveva portato la sua famiglia sull'orlo dello sfacelo e
questa era una dura lezione che una volta imparata non si scorda più.
Non riusciva a vedere Potter
che si lasciava vincere dalla paura di affrontare i suoi problemi,
non avrebbe portato a nulla di buono e lui lo sapeva.
<< Draco! Non puoi
decidere al posto suo. Non sei lui, tu fai le tue scelte e lui le
sue. Così non lo aiuti >> disse Hermione difendendo come
sempre l'amico.
<< Mentre lasciarlo qui
a crogiolarsi nel suo dolore per evitare di affrontare il problema
aiuta? >> chiese lui con tono forse un po' troppo duro alla
moglie, la quale lo guardò male ma non commentò.
Harry rimaneva in silenzio,
sapeva di sembrare patetico in quel momento, ma negli ultimi due
giorni la sua vita era stata sconvolta, aveva bisogno di tempo per
riflettere.
<< Draco >>
intervenne Narcissa << non si impara con gli errori degli
altri, ognuno deve commettere i propri per trovare la propria strada.
Se Harry vuole rimanere a casa oggi o domani o per i giorni a venire
è una sua scelta, come ha giustamente detto Hermione, non sta a te
giudicare se è giusto o sbagliato. Se è uno sbaglio lo capirà da
solo. Quindi andate pure, io sarò più che felice di avere compagnia
oggi. >> proferì con calma ma senza smettere di guardare il
figlio. Sapeva benissimo perché si comportava a quel modo, ma
ciononostante era giusto che Harry facesse i suoi errori, solo
sbagliando si impara e anche lei questo lo sapeva molto bene.
<< Sei un codardo,
ricordatelo. >> disse adirato Draco, mentre velocemente
superava la moglie ed usciva dalla stanza.
<< Harry … lui non
intendeva offenderti, è che … >> Hermione tentò di
giustificare il marito, ma il ragazzo la interruppe. << Ha
ragione Hermione e lo so, ma ora … semplicemente non riesco >>
disse mogio stringendole la mano ancora posata sulla sua spalla.
<< Non ti preoccupare,
ce la farai, prenditi il tuo tempo >> lo confortò lei prima di
posargli un bacio lieve sulla guancia. << Passate una buona
giornata, ci vediamo stasera >> disse poi all'indirizzo della
suocera.
POSTO PICCOLO:
Eccoci
qui, so che avreste voluto un capitolo tutto su Draco e Hermione, ma
per ora dovrete accontentarvi di questi pochi momenti. Però vi
prometto che presto, molto presto arriverà il capitolo che tutte
aspettate, un po' di pazienza e credo/spero non rimarrete deluse.
Vi
devo anche dire che Sabato parto per il mare, quindi se riesco posto
prima di partire, se no ci risentiamo tra due settimane, mio marito mi
ha bandito il pc al mare, quindici giorni l'anno sono solo per la mia
famiglia capitemi ^^ Prima di lanciarmi maledizioni (senza perdono e
non) ricordatevi che ho un figlio di 5 anni e mezzo che sarebbe perso
senza la sua mamma ;-)
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
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di J.K.Rowling.
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Capitolo 15 *** 15. ***
15.
15
–
Quella sera però i due
ragazzi non rientrarono a cena, la squadra speciale era stata
richiamata per una missione di massima importanza, tutti tranne il
capo che aveva avvertito il Ministero di essere indisposto.
Il corpo avvolto nella nera
divisa da Auror e celato dal mantello anch'esso nero, i capelli
raccolti in una coda alta e nascosti dal cappuccio calato sul viso
che lasciava intravedere appena i tratti del viso, Hermione avanzava
lentamente nel vicolo dietro il ministero celata quasi completamente
dall'imponente figura del marito che la precedeva, abbigliato allo
stesso modo.
<< Ci siamo tutti? >>
chiese Anthony guardandoli annuire.
<< Harry non viene? Non
lo hanno richiamato? >> chiese poi a disagio.
<< No >> fu la
laconica risposta che gli diede Malfoy.
<< Ok allora
procediamo, ci avvicineremo con automobili babbane, sicuramente non
si aspetta che arriviamo in questo modo. Cerchiamo di prenderlo e
tenercelo stretto una volta per tutte. >> chiarì Jimmy Peakes
che si era occupato di pianificare l'attacco.
Quel pomeriggio era arrivata
una soffiata, abbastanza sicura, su dove si trovasse Antonin Dolohov,
“l'ultimo Mangiamorte” come l'aveva impropriamente definito la
Gazzetta del Profeta. Non era l'ultimo, ma era sicuramente il più
pericoloso ancora in circolazione. Dalla seconda guerra magica
Dolohov aveva vissuto in clandestinità, braccato dalla legge, ma
ugualmente imprendibile. Aveva acquisito in quegli anni un
propensione davvero particolare per la fuga. Ogni volta che pensavano
di averlo preso, quello spariva nel nulla.
Così la sua cattura era
stata affidata alla squadra speciale.
Hermione era convinta che non
fosse solo, non si spiegava altrimenti come riuscisse a fuggire ad
ogni agguato, aveva dei complici e qualcuno che lo finanziava giacché
il suo patrimonio era stato requisito dal ministero anni prima.
La squadra era praticamente
al completo mancavano Hannah, perché era inutile metterla in
pericolo, ed Harry che aveva preferito inviare due nerboruti Auror a
sostituirlo facendo non poco bestemmiare Malfoy, il quale era anche
parecchio irritato con la moglie che non ne aveva voluto sapere di
rimanere a casa. Lei era un Auror esattamente come lui e come tale
andava in missione, questo era stato il suo lapidario commento. A
quel punto Draco aveva abbassato la testa ed incassato il colpo, ma
non aveva più proferito parola se non per rispondere a domande
dirette con semplici monosillabi.
<< Le macchine sono
due: io, Roger e i ragazzi su una, voi tre sull'altra. Hermione?
Mettila all'orecchio, se ci perdiamo comunichiamo con quella >>
disse Jimmy lanciando una ricetrasmittente alla ragazza che l'afferrò
al volo e la mise all'orecchio.
Lei, Jimmy ed Harry erano gli
unici a saper guidare; in assenza di Harry il compito passava a lei.
Non che le dispiacesse, aveva sempre amato guidare, ma Draco odiava
le auto e diventava parecchio nervoso, soprattutto se erano in
missione.
Afferrò le chiavi che le
porgeva Anthony senza dire una parola e fece scattare la serratura. I
tre appoggiarono i borsoni nel bagagliaio. Portavano sempre dietro il
necessario per la notte o per curarsi, in caso di appostamento avere
viveri e coperte era una manna. Essendo le loro missioni fuori
dall'ordinario avevano imparato ad essere sempre pronti a tutto.
Draco portava pozioni in provette da lancio e rimedi per ogni tipo di
ferita, Jimmy armi improbabili, Hermione i suoi libri. Insomma ognuno
si ingegnava per non farsi trovare impreparato dagli eventi.
Silenziosamente salirono
sulla berlina nera. Draco al suo fianco come sempre, odiava viaggiare
dietro, anche se non sapeva guidare pretendeva di avere il controllo
della situazione.
Anthony sbuffo appena l’auto
si mise in moto, attirando lo sguardo della ragazza nello specchietto
retrovisore.
<< Hermione perché
Harry non risponde alle mie chiamate?> > chiese piano
fissandola nel piccolo riflesso; nel silenzio dell'abitacolo quella
frase parve urlata alla ragazza.
<< E' indisposto >>
rispose laconica, come aveva fatto durante l'intera giornata a
chiunque le avesse posto quella domanda.
<< E' da Venerdì sera
che tento di parlare con lui, ma non mi ha mai risposto. Non
ripetermi che è indisposto perché so per certo che sta bene, sabato
sera era al ricevimento con voi e ieri ha parlato, anzi litigato con
Ginny >> disse lui sempre più tristemente.
<< Ecco bravo, pensaci
un attimo e forse la risposta la trovi. >> mormorò sarcastico
Draco, ricevendo un occhiata di ammonimento dalla ragazza.
<< Quindi lo sa >>
disse l'altro tetramente.
Hermione lo trafisse dallo
specchietto, anche a lei non era proprio andata a genio la scoperta
del tradimento di Anthony, visto il rapporto che aveva stretto con
Harry in quegli anni.
<< Hermione non
guardarmi così. Non so nemmeno io com'è successo, ero andato a
cercare Harry per riferirgli l'esito di un'analisi importante che mi
aveva chiesto di fare e non trovandolo in ufficio avevo creduto
necessario raggiungerlo a casa, vista l'entità della cosa. Poi non
so come mi sono trovato su quel letto con Ginny. So di aver
sbagliato, Herm, lo so ma io … Merlino! Sono due giorni che non
penso ad altro. Harry non mi risponde e non lo trovo da nessuna
parte. Ginny ieri pomeriggio è piombata a casa mia urlando come un
invasata che dovevo prendermi la colpa di quanto avevo fatto. Non ho
fatto niente Herm, davvero, non avevo nemmeno mai pensato a lei in
quel modo. Mi ha aperto la porta con solo la vestaglia addosso e poi
… Cristo che casino! >> disse affondando il viso nelle mani.
<< Non è a me che devi
dirlo >> rispose Hermione senza più distogliere l'attenzione
dalla strada. Jimmy guidava abbastanza velocemente, la cosa non le
aveva mai creato problemi, ma non poteva risolvere i problemi
esistenziali di Anthony, guidare e tentare di tenere a freno la
rabbia tutto insieme. Ignorare Anthony avrebbe attenuato la rabbia e
fu quello che fece.
<< Hermione? >>
ritentò lui.
<< Non ora e non a me
>> tagliò corto la ragazza.
Harry era agitato. Aveva
passato la giornata con Narcissa, chiacchierando o leggendo, ma
soprattutto aveva tentato per tutto il giorno di convincersi di non
essere un codardo.
Malfoy aveva dannatamente
ragione però; lui era un codardo, non voleva affrontare Anthony per
non ammettere di essere stato due volte tradito. Merlino! Non si era
mai trovato così spesso d'accordo con il biondo Serpeverde come
negli ultimi tre giorni. Avevano passato anni ad insultarsi ed
odiarsi, per poi ritrovarsi a lavorare insieme, cresciuti e cambiati.
Avevano trovato un loro equilibrio. Come diceva Malfoy non erano e
non sarebbero mai stati amici, ma avevano un buon feeling almeno sul
lavoro. Ritrovarsi a dargli ragione così tante volte in pochi giorni
lo irritava a morte.
Non era però nervoso solo
per questo. La missione della sua squadra lo metteva in ansia. Aveva
valutato se parteciparvi o meno, poi consigliato anche da Narcissa
aveva deciso di rinunciare. La Signora Malfoy gli aveva cortesemente
fatto notare come il suo nervosismo non avrebbe aiutato la buona
riuscita della missione. Aveva la testa da un'altra parte una
condizione pessima per affrontare una cattura, specialmente di uno
come Dolohov. Avrebbe solo rischiato di mettere a repentaglio i suoi
compagni, ma il rimanere indietro mentre altri combattevano la sua
guerra non era da Harry James Potter. L'inattività non faceva per
lui.
Avrebbe affrontato Anthony il
giorno dopo, lo doveva a se stesso ed al suo lavoro, non poteva
restare lì a nascondersi, aveva un lavoro da portare avanti e il
mondo magico da proteggere, i suoi problemi sarebbero dovuti passare
in secondo piano per il bene superiore, come era sempre stato per
lui.
Mentre maturava questa
decisione misurava a grandi passi il salotto in attesa di notizie
della sua squadra.
<< Sicura di star bene?
>> chiese Draco preoccupatissimo.
<< Per l'ennesima volta
si, niente di grave, solo qualche graffio. >> rispose sbuffando
la ragazza mentre guidava alla volta del ministero.
La cattura era andata a buon
fine, ma era stata più difficile del previsto. Dolohov era ben
protetto e non solo da incantesimi, aveva dei mezzo giganti come
guardie del corpo, numerosi fra l'altro. Anthony non c'era con la
testa e aveva fatto più danni che altro, per fortuna lei lo aveva
tenuto d'occhio ed era riuscita ad evitare il peggio. La gamba
sinistra le faceva parecchio male, così come la schiena, ma almeno
non sanguinava come Goldstein che era stato costretto a
smaterializzarsi al San Mugo con Roger come supporto.
Gli altri avevano chiamato
rinforzi e tradotto il fuggitivo ad Azkaban, con buona pace del mondo
magico che poteva tornare a dormire sonni tranquilli. Anche Hermione
agognava il suo letto ed un bagno caldo.
<< Ti ho visto
zoppicare, non mi sembra sia segno di benessere >> le rispose
irato il marito.
<< Tra poco arriveremo
al ministero e potremo smaterializzarci a casa. Un buon sonno e sarò
come nuova! >> proferì lei tentando di porre fine a quel
diverbio.
Era troppo stanca per affrontare un marito preoccupato,
soprattutto se il marito in questione era un testardo Serpeverde che
voleva sempre l'ultima parola su tutto.
<< Emi hai rischiato
grosso stasera. Non puoi sempre proteggere tutti. Se non ti avessi
buttato a terra ora ci saresti tu al San Mugo e non quell'idiota di
Goldstein, ma non finisce qui. >> disse indispettito Draco.
Aveva avuto una paura
fottuta, quando aveva visto quel dannato lampo di luce verde si era
gettato sulla moglie salvandola da morte certa. Lei stava combattendo
come una leonessa, per se e per Goldstein che chiaramente non era in
grado di farlo, senza accorgersene si era ritrovata Dolohov alle
spalle e da buon Mangiamorte qual'era quello gli aveva scagliato
contro una “maledizione senza perdono”.
Mentre la rimetteva in piedi
e schiantava un paio di mezzi giganti, Goldstein era stato ferito.
Poco male, aveva pensato Draco, magari avrebbe imparato che quando si
è in missione non si posso avere altri pensieri.
Una contraddizione
interna la sua, visto che egli stesso in ogni missione aveva un
pensiero unico e prepotente, proteggere Hermione!
La ragazza non aveva
commentato l'accusa del marito, sapeva che era nel giusto. Aveva
rischiato parecchio quella sera, almeno Harry era al sicuro, se no le
sarebbe toccato di combattere per tre e non per due, certa com'era
che l'amico non versasse in condizioni molto migliori di quelle di
Anthony.
Il rumore della porta che si
apriva fece riprendere finalmente fiato ad Harry. Erano tornati.
Il
Patronus di Jimmy lo aveva informato della cattura e del ricovero di
Anthony per quella notte, ma non aveva dato notizie dei due amici.
Corse nell'atrio trovandoli a battibeccare sulle condizioni della
ragazza.
<< Sto bene, finiscila
una buona volta! >> stava urlando lei esasperata.
<< Oh sì. E la gamba
la trascini per sport vero? >> fu la risposta furente di lui.
<< Cos'è successo? >>
chiese Harry raggiungendoli.
<< E' successo che
abbiamo catturato Dolohov e come avevamo immaginato non era solo,
tutt'altro. Mezzo giganti, per l'esattezza otto mezzo giganti. >>
disse Hermione ignorando il marito.
<< E due Auror
deficienti >> commentò quello beccandosi un insulto a mezza
voce dalla ragazza.
<< Cosa? Come? >>
chiese Harry cercando di capirci qualcosa.
<< Visto che è tanto
ben disposto te lo spiega Draco, io ho bisogno di un bagno caldo. A
domani >> disse lei dirigendosi svelta verso il piano di sopra,
seguita dallo sguardo adirato del marito.
<< Malfoy che cazzo è
successo e perché Hermione zoppica? >> disse Harry ben deciso
ad avere delle risposte.
Draco sbuffando si diresse
verso il salotto per prepararsi un Firewhisky, aveva bisogno di
qualcosa di forte, poi avrebbe affrontato la moglie.
Malfoy da bravo Auror
qual'era fece il resoconto dettagliato della missione ad Harry, anzi,
fin troppo dettagliato visto che non lesinò commenti al vetriolo
all'indirizzo di Goldstein e della moglie, sempre pronta a fare
l'eroina senza valutarne i rischi.
<< Potter quello era
completamente fuori, già dai suoi discorsi in macchina avrei dovuto
capire che non era in grado di affrontare uno scontro, abbiamo
contenuto i danni, ma io pretendo che venga ripreso. >> disse
lui guardandolo fisso, aveva deciso, avrebbe fatto formale richiamo.
In quel modo obbligava anche Harry a parlargli visto che era compito
suo convocare gli accusati di negligenza. Anche Potter parve capirlo,
ma preferì fare un'altra domanda.
<< Cosa ha detto? >>
chiese fissando il fuoco del camino.
<< Non sarebbe compito
mio, visto che parlava con Emi, ma ero lì e penso che lei sia
combattuta se dirtelo o no. Come sai a me non frega un cazzo dei
vostri casini, soprattutto ora che ha rischiato di andarci di mezzo
la salute di mia moglie. Quindi te lo dico. Goldstein ha detto ad Emi
che è da venerdì sera che tenta di parlarti ma tu non gli rispondi
>> disse guardando l'altro che annuì brevemente ma non lo
guardò. << Le ha raccontato che era andato da te per
consegnarti un referto urgente, ma gli ha aperto Ginny in vestaglia,
da lì sono finiti sul letto, anche se lui dice che non era sua
intenzione. Il credergli o meno è decisione tua. >> terminò
per poi scolarsi il secondo bicchiere di Whisky.
Rimasero in silenzio alcuni
secondi rimuginando su tutto, sulla missione e sulle confessioni di
Anthony alla luce di quanto aveva scoperto in quei giorni su Ginny.
<< Tu cosa ne pensi? >>
chiese infine Harry, tanto ormai aveva appurato che alla fine gli
avrebbe dovuto dare ragione, perché
in quella faccenda l'unico che sembrava vederci veramente chiaro era
proprio Malfoy.
<< Se vuoi la mia
opinione, e ti assicuro che non ti piacerà, sono convinto che
Goldstein sia solo un idiota che si è trovato nel posto sbagliato al
momento sbagliato. Davanti ad una piattola probabilmente su di giri.
Anthony non è brutto e lei è parecchio zoccola, quindi penso che
l'iniziativa l'abbia presa lei. Lui probabilmente ha solo spento il
cervello per attivare … altre parti del corpo >> disse
infine.
Ancora una volta Harry annuì.
Avrebbe ascoltato Anthony il giorno dopo, poi avrebbe chiuso quella
brutta faccenda nel cassetto più remoto della sua mente e sarebbe
andato avanti con la sua vita.
<< Vado a vedere come
sta Herm >> disse infine alzandosi.
<< Non così in fretta
Potter. >> disse l'altro trattenendolo.
<< Non ce n'è bisogno
Malfoy, domani comunque gli parlo. >> cercò di mediare Harry.
<< No, non me ne frega
un cazzo te l'ho già detto, stasera mia moglie si è quasi beccata
una Avada e questo io non posso tollerarlo. Io Draco Lucio Malfoy,
Auror di ….>>
POSTO PICCOLO:
Eccomi
finalmente, scusate se ci ho messo molto, ma prima le ferie e poi il
rientro mi hanno impedito di postare prima. Grazie a tutti quelli che
mi hanno augurato buone ferie, sono state fantastiche!!!!
Bene
veniamo a noi. Spero che non mi insulterete più di tanto, visto
che sono una schiappa nelle scene di azione ho sorvolato e dato solo il
resoconto. Non vi scoraggiate i prossimi capitoli sono quelli che
aspettate, ma l'antefatto ci voleva.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Un bacione Lisa
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Capitolo 16 *** 16. ***
16.
16
–
La doccia calda le aveva
disteso un po' i nervi, ma la gamba era ridotta male, anche l'altra
era piuttosto livida e la schiena era quasi completamente viola.
Draco avrebbe dato in escandescenza, soprattutto perché nel bagno
non aveva trovato nemmeno una pozione curativa, segno evidente che il
marito le aveva fatte sparire per sapere se lei era ferita e quanto.
Sbuffando si passò piano la
spugna profumata di bucato sul corpo, era morbida, ma le fece male
ugualmente. Mugugnando infilò la biancheria, il problema sarebbe
stato mettere il pigiama. Per quella volta avrebbe optato per un
pigiama ben coprente che usava quando ancora non era la Signora
Malfoy e dormiva sola in un letto vuoto e freddo. Avrebbe avuto caldo
durante la notte, ma avrebbe nascosto i lividi al marito.
<< Sto entrando >>
fu l'unica cosa che questi proferì mentre apriva la porta, lei
sconvolta più per l'inatteso ingresso che per la sua quasi nudità,
strillò appena.
Lui in risposta inarcò il
sopracciglio dorato.
<< Ti mette così a
disagio mostrarti in intimo a me? Preferisci che chiami mia madre? >>
chiese pacato.
<< Non è per quello,
anche se beh è un po' … imbarazzante, mi hai spaventato, non
credevo entrassi nel bagno >> disse la ragazza cercando di
riacquistare un comportamento dignitoso.
<< Imbarazzante? >>
chiese lui.
<< Beh sono mezza nuda
>> gli rispose con ovvietà.
<< Già >>
rispose l'altro come se se ne fosse appena accorto.
Non era imbarazzato Draco,
tutt'altro, era ammaliato. Sua moglie in biancheria intima di pizzo
nero era una visione paradisiaca. Deglutendo a vuoto posò la borsa
delle pozioni sul mobile del lavabo, dandole le spalle.
Doveva curarla, poi avrebbe
ripensato a quanto bella fosse la sua Emi.
<< Girati >>
disse prendendo in mano la pozione curativa che aveva inventato lui
stesso. Con i lividi era portentosa. Toglieva subito il dolore e
faceva riassorbire l'ematoma in meno di un giorno.
Quando lei obbediente gli
volse le spalle lui strinse i pugni.
Il bellissimo corpo di sua
moglie era una distesa pressoché uniforme di ecchimosi e piccoli
tagli, il ginocchio era gonfio e aveva un lungo taglio sul polpaccio
sinistro. Per fortuna che stava bene, pensò sarcastico.
<< Perché non mi
volevi dire che sei ridotta così Emi? >> chiese mentre
dolcemente spalmava la pozione sulla schiena che era il punto più
martoriato.
<< Perché ti saresti
preoccupato ancora di più >> disse lei intercettando il suo
sguardo nello specchio di fronte a loro.
<< E non è compito di
ogni marito preoccuparsi del benessere della propria moglie? >>
chiese lui
<< Si ma … >>
tentò lei.
<< Ma cosa? >> la
incalzò il ragazzo.
<< Non dovresti
sentirti obbligato solo perché mi hai sposato >> disse lei
fissando il pavimento, la voce ridotta ad un sussurro, le faceva male
pensarlo eppure non doveva permettersi di fraintendere l'obbligo con
il reale interesse. Si erano avvicinati questo era vero, soprattutto
negli ultimi giorni avevano inaugurato una nuova intimità di baci
passionali e carezze, ma c'era sempre l'astinenza di lui da tener
presente. Lei era abituata ormai, ma per lui era una cosa nuova.
Lui la prese per le spalle e
la girò nella sua direzione. Occhi negli occhi.
<< Questa sera, quando
ho visto … quando stavi per essere colpita Hermione, io mi sono
sentito … morire quasi. L'idea di perderti mi è insopportabile e
non solo perché ti devo proteggere in quanto mia moglie, ma perché
… perché sei tu, ecco, perché io sono io solo quando sono con te.
Capisci? Tu non sei solo mia moglie Emi. Tu sei il mio intero mondo
>> detto questo la strinse e la baciò con trasporto.
Aveva abbattuto in un soffio
tutti i rigidi paletti che si era posto in quella relazione, ma aveva
rischiato di perderla e mai come allora aveva capito quanto l'amasse
e lei non poteva e non doveva credere che si trattasse solo di senso
del dovere.
Hermione rispose con veemenza
al bacio stringendosi a lui forte e abbandonandosi a quel trasporto.
Mai nessuno le aveva detto
cose tanto belle, mai nessuno l'aveva fatta sentire così importante
e amata.
Quando Draco la strinse forte
tra le braccia alla ragazza sfuggì un lamento. Non voleva
interrompere il momento ma il dolore era troppo acuto. Lui
staccandosi velocemente la osservò attento.
<< No >> disse
lei << No ti prego torna qui >> sussurrò lei.
Lui le sorrise dolcemente <<
Prima ti rimetto a nuovo amore mio >> le disse e riprese a
curarla.
<< Volevi veramente
indossare questa schifezza? >> chiese perplesso Draco
rigirandosi il pigiama di Hermione tra le mani facendola arrossire.
<< Non trovavo le
pozioni e se mi avessi vista così … >> mormorò cercando di
spostare lo sguardo altrove.
<< Non farlo mai più
d'accordo? Se ti fai male me lo devi dire. >> disse lui
prendendola delicatamente per il mento e riportando gli occhi nei
suoi.
Lei annuì e tentò di
riafferrare il pigiama per indossare qualcosa, ma lui lo fece
evanescere, lasciandola a bocca aperta.
<< Sei decisamente più
bella così! >> gli rispose con un ghigno per poi sollevarla
tra le braccia e portarla nel loro letto.
Dopo averla appoggiata con
cura al centro di esso si liberò veloce della divisa che ancora
indossava ed in boxer la raggiunse.
Lei non gli aveva tolto di
dosso gli occhi nemmeno un attimo. Draco che si spogliava era uno
spettacolo troppo allettante per perderne anche solo un fotogramma,
lui accortosi dell'espressione rapita della moglie sogghignò.
<< Dimmi se ti stringo
troppo ok? O se le gamba ti da problemi >> le disse tornando
serio per poi prenderla tra le braccia.
Hermione però era troppo
presa dal momento per prestargli attenzione. Rapida si strinse a lui
e cercò le sue labbra. Lo voleva come non mai dopo quello che gli
aveva detto nel bagno. Forse non era il momento migliore, ma
spiegarlo ai suoi ormoni ormai impazziti non era affatto semplice.
Anche Draco era piuttosto
preso, aveva avuto veramente paura di perderla e sentirla così, viva
e invitante su di lui, stava definitivamente dicendo addio alla
cautela che lo aveva caratterizzato fino ad allora. Come sempre però
ci pensò Harry a rovinare il momento.
<< Hermione??? Posso
entrare? Stai bene? >> chiese da dietro la porta chiusa della
stanza.
Draco grugnì, mentre la
ragazza si girava verso la porta.
<< Si sto bene Harry,
vai pure a dormire >> tentò Hermione ben sapendo che il
ragazzo non si sarebbe accontentato.
<< No fammi entrare,
voglio vederti. >> protestò infatti.
<< Potter veramente non
è il momento >> sbraitò Draco sempre più alterato.
<< Malfoy apri questa
cazzo di porta o la butto giù, sono stato chiaro? >> fu
l'altrettanto alterata risposta.
Hermione si sollevò sul
letto recuperando le vestaglie di entrambi, ma Draco le fece cenno di
no guardandola male. Aveva veramente intenzione di aprire a Potter?
Un momento prima stavano per … beh Draco non aveva idea di fino a
dove si sarebbe spinti, ma sicuramente non si sarebbe fermato se non
su esplicita indicazione della moglie. Ormai la voleva in modo quasi
doloroso e dal modo in cui lo aveva baciato poco prima era quasi
certo che anche lei lo volesse.
La ragazza indossò la
vestaglia chiudendola al meglio sul seno, velato solo dal leggero
reggiseno di pizzo, per poi riporre quella del marito sulla poltrona
accanto al letto, sarebbe stata ancora una lunga notte e purtroppo
non nel senso che aveva sperato fino a pochi istanti prima.
<< Quanto erano gravi questi “lividi” Hermione? >>
chiese Harry serio a braccia incrociate mentre a pochi metri di
distanza fissava l'amica, seduta su letto accanto al marito, il quale
incurante della sua quasi completa nudità lo fissava come se avesse
voluto trapassarlo.
Distrattamente Harry concluse di aver interrotto un altro momento
intimo, di una coppia che si professava di comodo, ma che si
comportava come ben poche. L’amore c’era tra loro, di questo
Harry era ormai persuaso. Malfoy era imbufalito per quanto aveva
rischiato la moglie, segno che a lei ci teneva e parecchio. In più i
due coniugi avevano un rapporto invidiabile.
La voce irritata oltre ogni dire di Hermione lo costrinse ad
accantonare quelle riflessioni.
<< Erano lividi, ok? Draco mi ha già medicata. Domani sarò
come nuova. Possiamo finirla con quest'interrogatorio >>
rispose lei seccata. Non solo aveva interrotto quella che si
preannunciava come la notte in cui avrebbe “consumato” il suo
matrimonio, ma si permetteva pure di aggredirla, in casa sua, nella
sua stessa stanza da letto. Inaudito! Draco aveva già minacciato più
volte di affatturarlo in quei giorni, ma rischiava di essere lei alla
fine a schiantare l'amico se non la smetteva di farle sempre le
stesse domande. Erano ormai dieci minuti che la incalzava con le
medesime questioni e gli stessi rimproveri.
<< Devo capire l’entità dei danni che hai riportato
Hermione, lo capisci? Devo appurare quanto sia stato frutto dello
scontro e quanto del tuo difendere Goldstein che a quanto pare non ha
fatto il suo dovere durante la missione >> affermò seriamente.
Certo era preoccupato della salute dell’amica, anche se il fatto
che Malfoy fosse spaparanzato in boxer nel letto con lei era chiara
testimonianza che essa non corresse alcun pericolo.
Difficilmente
Malfoy avrebbe soprasseduto sulla salute della moglie, non dopo la
piazzata che aveva fatto al piano di sotto, appena rientrati dalla
missione. Deducendo quindi che l'amica stesse abbastanza bene era ora
interessato alla dinamica del accaduto, il giorno dopo avrebbe dovuto
convocare Anthony e voleva essere il più preparato possibile, onde
evitare che i suoi avversi sentimenti per il collega prendessero il
sopravvento sulla sua rinomata imparzialità. Essendo il capo degli
Auror era suo preciso compito condurre l'indagine nel modo più
accurato possibile.
<< Harry, sono certa che Draco ti ha fatto un resoconto
dettagliato di quanto avvenuto e visto che non ho la benché minima
intenzione di fare un richiamo formale per quanto successo stasera
non vedo come … >> ma la frase rimase in sospeso mentre
spostava lo sguardo dall’amico al marito steso accanto a lei il
quale si era impercettibilmente irrigidito.
<< TU! >> disse puntando gli occhi fiammeggianti in
quelli imperturbabili di Draco.
<< Come diamine ti sei permesso? Non spettava a te fare
reclamo, ma come sempre hai deciso tutto tu, senza neanche avere la
decenza di avvertirmi delle tue intenzioni. >> disse
amaramente. Quando si trattava di lavoro le loro indoli si
scontravano facilmente. Hermione era sempre stata una persona
indipendente, se sposandosi aveva rinunciato ad un certo tipo di
autonomia, non era certo disposta a farlo nel suo lavoro. Lei era un
Auror, uno dei migliori a voler essere pignoli e a nessuno, tanto
meno ad un marito iperprotettivo, avrebbe concesso il privilegio di
mettere in dubbio le sue capacità o il suo giudizio.
<< Ti avevo avvertita Emi che non sarebbe finita così >>
disse lui seriamente.
<< Non ne avevi il diritto! >> ribadì lei ferita
allontanandosi, senza nemmeno accorgersene, da lui.
Draco strinse i denti, quando aveva pronunciato la formula che
obbligava Potter a mettere sotto indagine Goldstein per negligenza
durante una missione, sapeva che si sarebbe adirata, ciò nonostante
l’aveva fatto ugualmente per Potter e anche per rabbia. Quella
rabbia cieca che lo aveva avvolto quando si era reso conto che quel
cretino stava mettendo a repentaglio la vita di Hermione.
Lui la stimava molto come donna e come Auror, lo aveva sempre
fatto da quando si erano rincontrati e finalmente conosciuti sul
serio, non era lei che voleva mettere in dubbio ma questo Hermione
non l’avrebbe capito o perlomeno non in quel momento.
<< Tu non l’avresti fatto >> disse calmo, ben
sapendo che perdere le staffe avrebbe solo infiammato il carattere
impetuoso della moglie.
<< NO, perché non era necessario, nessuno si è fatto
troppo male. Anzi quello conciato peggio è proprio Anthony! Ti rendi
conto che oltre a questo dovrà essere convocato da Harry domani,
quale capo degli Auror spetterà a lui l’interrogatorio >>
disse esasperata al marito per poi accigliarsi subito.
<< Era questo che volevi giusto? >> disse fissandolo
con occhi gelidi. << Volevi costringere Harry a parlargli. Hai
usato questa storia, hai usato ME, solo per ottenere ciò che volevi.
Sei una viscida serpe, ecco cosa sei >> gli disse veramente
ferita.
<< Emi ascoltami >> rispose lui mettendosi seduto e
cercando di prenderle le mani, ma lei si ritrasse nuovamente.
Innervosito dalla reazione di lei, cercò comunque di rimanere calmo.
Doveva farla ragionare.
<< Ammetto che una parte di me ha
approfittato della cosa per mettere Potter davanti hai suoi problemi,
non serve a nulla nascondersi e lo sappiamo tutti. Tuttavia ha messo
a repentaglio la tua vita Emi, tu hai messo in pericolo la tua stessa
vita per proteggere lui e per cosa? Non era in grado di affrontare la
missione e lo sappiamo tutti e due. Tu stasera eri la più alta in
grado, dopo Goldstein, avresti dovuto rimandarlo a casa quando hai
capito che non poteva essere concentrato abbastanza per uno scontro,
avrei dovuto farlo io, ma nessuno dei due lo ha fatto. Goldstein
stesso avrebbe dovuto rinunciare, come ha fatto Potter. Ora capisco
che tu voglia proteggerlo, ma ha sbagliato e deve rispondere dei suoi
errori. >> terminò guardandola intensamente.
<< Quindi secondo questo tuo ragionamento dovremmo essere
tutti richiamati? >> gli rispose lei. La parte razionale del
suo cervello le diceva che Draco aveva ragione, almeno in parte,
Anthony se fosse stato lucido non avrebbe mai messo così a
repentaglio la missione. Però l'aveva scavalcata. Non le aveva
lasciato possibilità di scelta. Si era arrogato il diritto di
soverchiare la sua autorità ed il suo giudizio e questo non poteva
sopportarlo.
<< Tu credi? >> gli disse beffardo.
<< Io credo di avere un grado più alto del tuo e come tale
spettava a me prendere o meno una decisione del genere >>
rispose arrabbiata lei, mentre incrociava le braccia al petto.
<< Vuoi farne una questione di grado? >> gli disse lui
scrutandola a fondo.
<< Tu non puoi permetterti di prendere le decisioni al mio
posto, lo capisci Draco, o costringere Harry a fare quello che non
vuole. >> rispose sconsolata.
<< Devi darci fiducia se
vuoi lavorare con noi. Draco devi avere fiducia in me se vuoi che
questo matrimonio funzioni. >> terminò infine, mostrando
palesemente quanto era ferita dal comportamento di lui.
<< Hermione >> la richiamò Harry, che era rimasto ad
osservarli durante quello scambio senza intromettersi << ha
ragione Malfoy. Se ha sbagliato deve essere messo sotto indagine, se
non lo ha fatto ti assicuro che il mio giudizio sarà imparziale
com'è sempre stato. Non possiamo permettere che una negligenza ci
porti a perdere uno qualsiasi dei nostri Auror. Noi siamo
l'eccellenza e come tale dobbiamo agire. Lo dobbiamo al ministero ed
alla comunità magica. >> concluse seriamente. La
consapevolezza del ruolo che ricopriva era chiara sia nel suo sguardo
che nel suo discorso.
<< Io ti conosco praticamente da sempre Herm. So come sei
fatta, so che difendi sempre tutto e tutti e come me lo sa anche tuo
marito. Però nonostante apprezzi questo tuo altruismo, sai che come
tuo capo non lo approvo. Ci sono delle regole nel nostro lavoro e
tutti dobbiamo rispettarle a dispetto dei nostri problemi personali.
Perché il nostro è un lavoro al servizio della comunità e il bene
supremo deve venire prima di noi stessi. >> detto ciò la
guardò abbassare il capo, così si avvicinò a lei e le posò un
bacio tra i capelli.
<< Ora fai pace con tuo marito, io e te parleremo domattina
in ufficio prima che io convochi Anthony >> disse salutando con
un cenno Malfoy, prima di uscire dalla stanza.
POSTO PICCOLO:
Ma
ciao!!!! Sorprese??? Beh sul onda del entusiasmo (anche se mi aspettavo
di meglio) della visione del ultimo film della saga di Harry Potter, ho
deciso di postarvi quello che in assoluto è il mio capitolo
preferito di questa storia.
Ora
a voi l'ardua sentenza, per favore non lanciate maledizioni
(soprattutto se senza perdono!) al autrice o al povero piccolo Potty.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
http://acasadilisa.blogspot.com/
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di
lucro.
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Capitolo 17 *** 17. ***
17.
17 –
Rimasti soli i due sposi si fronteggiarono a lungo, l'atmosfera
creata poco prima nel bagno era ormai un vago ricordo.
<< Io ho fiducia in te Emi, ma come ha detto Potty ti
conosco. Non avresti fatto rapporto e questo è sbagliato. Se io non
ti avessi buttato a terra Hermione, tu saresti morta a quest'ora lo
capisci? Capisci perché voglio e pretendo che non accada mai più
una cosa del genere. Sono anni che lavoriamo insieme e sai che ti
rispetto. Ciononostante proprio perché sono anni che ti osservo so
che se qualcuno è in difficoltà tu ti metti a proteggerlo, senza
badare alla tua incolumità. Se posso ammirare questo tuo altruismo,
non posso accettarlo se ti porta a rischiare. Non posso. >>
disse tentando nuovamente di avvicinarla e questa volta lei non si
ritrasse. Così Draco si obbligò a confessare alla moglie un po' del
suo passato, sperando che comprendesse quanto l'amava.
<< Hai fatto con Goldstein quello che facevi con Weasley,
quando era un Auror >> mormorò guardandola di sottecchi, li
aveva osservati tanto, il più delle volte chiedendosi cosa ci
facesse una donna del genere con un babbeo tale. Lei era l’unica
dell'intero corpo degli Auror che lo aveva accettato fin da subito,
Potter si limitava ad ignorarlo, e questo aveva portato Draco ad
osservare per la prima volta seriamente quella che negli anni della
scuola era stata per lui solo la “Mezzosangue amica di Potter”.
Scoprendo in lei una ragazza fisicamente attraente e dal cuore
grande, talmente grande che aveva trovato un posto anche lui in quel
cuore.
Lei piegò la testa con aria interrogativa. << Che intendi?
>> disse un po' a disagio, Ron non era un argomento di cui
amava parlare, specialmente col marito.
<< La prima volta che ho lavorato con la donnola ho
rischiato l'osso del collo, non capivo come un inetto del genere
potesse essere un Auror, addirittura più alto in grado di me. Sono
stato perfino richiamato perché la missione che avevamo condiviso
era andata uno schifo. Quando mi difesi dicendo che Weasley era stato
inutile e che anzi mi aveva solo intralciato, ovviamente non mi
credettero. Lo sai anche tu come mi trattavano i primi tempi. Lui era
uno degli eroi, mentre io ero solo un ex Mangiamorte. Venni
richiamato ufficialmente. Però qualcosa non mi tornava. Se Weasley
era così bravo, perché con me si era dimostrato il solito
deficiente? Così cominciai a chiedere di essere affiancato alle sue
missioni, ma come retroguardia, volevo capire, e passare o meno per
codardo non avrebbe aggravato di tanto la mia condizione. Allora
capii. Tu e Potter, come sempre, gli paravate il culo. Lui era più o
meno inutile in missione, eravate voi a fare il lavoro per due.
Potter deve essersi rotto in fretta, poi stava facendo carriera
velocemente, così sei rimasta solo tu. Non a caso ha lasciato gli
Auror appena hai chiesto di fare coppia con me, sapeva che per lui
era finita senza di te. Tu lo coprivi, lo difendevi, lo proteggevi.
Lasciato a se stesso non avrebbe avuto scampo >> disse infine
guardandola.
<< Farei lo stesso per te >> disse lei risoluta.
Draco sorrise, mentre una piccola parte di lui gioiva a quel
ammissione.
<< Emi non è questo che intendevo, tu non dovresti
rischiare proprio per nessuno, nemmeno per me. Soprattutto non
dovresti rischiare tanto come hai fatto questa sera, capisci? >>
le disse accarezzandole il viso, mentre lei lo guardava e annuiva.
<< Dovevi parlarne prima con me >> mormorò appena la
ragazza, tentando di ignorare le lacrime che premevano per uscire.
<< Mi avresti ascoltato Emi? Si sincera ti prego. Avevi già
deciso che non avresti sporto richiamo verso Goldstein, né la mia
rabbia né la giustezza dei miei ragionamenti ti avrebbero convinto.
Perché tu sei così, prendi da sola le tue decisioni e non permetti
a nessuno, nemmeno a tuo marito di contraddirti. È una delle tante
cose che mi fanno impazzire in te >> disse sorridendo appena.
<< Tu invece vuoi decidere per tutti, puoi anche avere
ragione Draco, ma devi dare agli altri il tempo di maturare le
proprie scelte. Forse tu le cose le capisci prima, o le vedi prima,
so che lo fai per il mio bene e anche con Harry lo stai facendo, ma
noi non siamo te. Abbiamo i nostri tempi. Dovresti imparare a
rispettarli. Apprezzo, e lo sai, che tu mi dica sempre quello che
pensi. Che mi prepari in un certo senso a quello che sai che avverrà.
Ma come ti ho detto per Harry stamattina, devi lasciarci prendere le
nostre decisioni >> rispose accorata lei.
Lui annuì appena. Per Potter era questione di stima, forse, di
quel rispetto che si deve ad un onorevole avversario, che lo spingeva
a spronarlo ad affrontare i suoi problemi. Per Hermione invece era la
paura che lei soffrisse, che rimanesse ferita fisicamente o meno
dagli eventi. Sapeva in fondo di sbagliare quando tentava di imporsi,
ma lo faceva con le migliori intenzioni.
La ragazza rabbrividì appena attirando la sua attenzione.
<<
Hai freddo? >> le chiese subito, ricordando di aver fatto
evanescere il pigiama di lei.
<< Un po' >> ammise lei guardandosi la vestaglia di
seta stretta addosso. << Ti prendo un pigiama o qualcosa da
indossare? >> chiese premurosamente il ragazzo facendola
arrossire e scuotere il capo.
Non voleva rivestirsi, non in quel momento. Voleva che fosse Draco
a scaldarla, ma prima doveva chiarire una volta per tutte quella
faccenda.
<< Voglio che mi prometti che parleremo prima di prendere
decisioni che riguardano entrambi, che mi terrai sveglia anche tutta
la notte per farmi ragionare se sarà necessario, ma che non
prenderai mai più decisioni al mio posto >> disse risoluta.
<< Emi … io non lo faccio perché non rispetto le tue
idee, vorrei che questo fosse chiaro, è che … cazzo ero arrabbiato
e … spaventato. >> ammise alla fine fissando lo sguardo
altrove.
La carezza calda di lei sul viso lo convinse a guardarla.
<< Lo so. Però promettimelo lo stesso >> disse lei
sorridendogli al ché lui annuì riluttante.
<< Pensi che potremmo considerarla una tregua o proprio una
riappacificazione? >> lo incalzò lei avvicinandosi per farsi
stringere dalle calde braccia del marito. La rabbia di entrambi era
ormai sfumata, lasciando posto forse ad una nuova consapevolezza nel
loro rapporto. Per quanto avessero idee diverse potevano sempre
cercare un accordo e dopo quella sera l’avrebbero sempre fatto.
Lui si sporse a baciarla dolcemente sulle labbra.
<< Io opterei per una riappacificazione, odio discutere con
te >> disse quando si staccarono e lei scoppiò a ridere
lasciandolo basito.
<< Perché ridi? >> le chiese sconvolto.
<< Perché tu adori litigare con me Malfoy, ammettilo! >>
disse lei continuando a ridere.
<< Sarà anche vero Signora Malfoy, ma direi che ultimamente
ho scoperto che mi piace di più quando mi perdoni e facciamo pace.
>> le rispose sorridendo maliziosamente.
<< Quindi vuoi essere perdonato? >> chiese lei
altrettanto maliziosa.
<< Oh sì. Possibilmente come ieri notte >> concluse
lui attirandola tra le sue braccia e baciandola con ardore.
Avevano dormito poco anche quella notte e a rigor di logica non
avrebbero dovuto presentarsi in ufficio fino al pomeriggio visto che
la missione era finita ben oltre la mezzanotte, ma Hermione come
sempre si svegliò presto, ormai troppo abituata ai ritmi spesso
travolgenti che quel lavoro le aveva imposto fin da subito.
Rigirandosi nel abbraccio caldo di suo marito lo osservò dormire per
qualche minuto. Era così rilassato quando dormiva, la ferrea
disciplina che imponeva ogni giorno a se stesso per essere sempre
all'altezza della situazione si spegneva nel sonno, lasciando
emergere quello che era in realtà un giovane uomo bellissimo; sì,
pensò Hermione sorridendo, era veramente bellissimo. Anche quella
notte si erano baciati a lungo, in intimo, si erano accarezzati
dolcemente, conoscendo ogni curva del corpo dell'altro, ma non si
erano spinti oltre. Forse era presto, forse lui aveva paura di
correre troppo o di farle male, dato che la sera precedente aveva
riportato numerose ferite.
Facendo meno rumore possibile la ragazza si diresse in bagno e si
medicò nuovamente le ferite. Rientrando in camera si sorprese di
vederlo ancora dormire, ma probabilmente era davvero stanco. Così si
diresse alla cabina armadio e si preparò per la giornata di lavoro.
Prima di abbandonare la stanza decise che era meglio lasciare un
messaggio a Draco, sicuramente si sarebbe preoccupato non trovandola
al suo risveglio e lei non voleva accadesse. Scarabocchiò poche
righe su una pergamena ed indugiò alcuni secondi su come
concluderla. Se avesse dato ascolto al suo cuore avrebbe concluso la
breve missiva con un “ Ti amo “, ma non era ancora il momento di
palesare così apertamente i suoi sentimenti, così optò per un
semplice “ Un bacio Emi ” meno compromettente e sorridendo dei
suoi stessi pensieri scese a colazione.
Harry stava bevendo il suo caffè e sfogliando la Gazzetta, mentre
Narcissa controllava e divideva le lettere recapitategli da Bernard
quella mattina, quando la ragazza fece il suo ingresso.
<< Emi tesoro, già sveglia? >> le chiese Narcissa con
un sorriso.
<< Sai che non riesco a poltrire a letto >> disse lei
sorridendo e raggiungendo il suo posto.
<< Suppongo che Draco dorma ancora, vero? >> ghignò
l'altra facendola ridere.
<< Oh sì. Teoricamente fino a dopo pranzo non siamo tenuti
a presentarci in ufficio e difficilmente lui arriverà prima di
allora >> concordò Hermione mentre si serviva il caffè.
<< Quindi come mai tu sei già pronta ad andare? >>
chiese Narcissa non capendo perché la nuora invece sembrava
intenzionata ad andare al lavoro quella mattina.
Hermione ed Harry si scambiarono un occhiata, entrambi riluttanti
all'idea di agitare la Signora Malfoy senza un reale motivo, poi
Harry prese l'iniziativa.
<< Colpa mia Narcissa, ho chiesto ad Hermione di farmi un
rapporto sulla missione di ieri sera, visto che era piuttosto
importante e lei ha acconsentito ad accompagnarmi già questa mattina
al ministero >> spiegò con un sorriso Harry, mentre la ragazza
annuiva.
<< Quindi è andato tutto bene? Non vi siete feriti o cose
simili, vero? >> incalzò Narcissa, quei due non la
convincevano affatto.
<< Beh è stata dura in effetti. Dolohov non è mai stato
uno che si fa catturare senza opporre resistenza, ma a parte qualche
livido ce la siamo cavati. >> rispose la nuora fin troppo
concentrata sul suo caffè.
<< Questo è sicuro >> concordò Narcissa.
<< Hermione andiamo? >> chiese Harry ben deciso a
porre fine a quello scambio. Non voleva mentire a Narcissa, gli
doveva tanto, ma preferiva evitarle delle inutili pene, visto che in
fin dei conti tutto si era sistemato.
La ragazza annuì per poi salutare calorosamente la suocera e
dirigersi verso l'ingresso.
Narcissa li osservò uscire e concluse che le stavano nascondendo
qualcosa, sperava solo non fosse nulla di grave, poi quando Draco si
sarebbe svegliato avrebbe chiesto spiegazioni a lui.
Harry ed Hermione giunsero al piano dedicato agli Auror e si
diressero verso gli uffici in fondo al corridoio. L'ultimo in
assoluto era quello di Harry. La porta sulla destra era quella di
Goldstein, mentre sul lato opposto del corridoio vi era l'ufficio che
Hermione, Draco e gli altri membri della squadra speciale dividevano.
Sebbene Hermione avesse diritto ad usufruire di un ufficio personale
aveva declinato l'offerta preferendo l'ufficio comune, un po' per non
lasciare solo Draco, che da anni era sempre stato accanto a lei, un
po' perché le piaceva quando l'ufficio era affollato e tutti insieme
discutevano dei casi o di quanto successo durante la giornata. Si
sentiva parte del gruppo, un gruppo che le piaceva molto e che aveva
contribuito a formare, così amava viverlo in ogni aspetto, anche il
più caotico visto che gli altri tre membri del ufficio tendevano ad
essere rumorosi e disordinati. Quella mattina però quella zona del
piano degli Auror era particolarmente silenziosa. Anthony
probabilmente era ancora al San Mugo, mentre gli altri tre si
dedicavano al loro meritato riposo.
Harry aprì la porta del suo ufficio, facendo spazio ad Hermione
per entrare, furono subito accolti da Dolores, la segretaria di
Harry. Era una donna corpulenta sulla cinquantina, un vero generale
sostenevano coloro che avevano a che fare con lei, una persona
adorabile a detta di Hermione che con lei si era subito trovata
benissimo.
<< Hermione cara non dovresti essere a riposo questa
mattina? >> la riprese subito Dolores con quell'affetto che
spesso dimostrava solo alla ragazza.
<< Devo fare rapporto al capo Dolores >> rispose lei
sorridendo.
<< Oh bene! Quindi il capo si è ripreso? >> chiese
sollevando un sopracciglio verso Harry che sorrise imbarazzato.
Dolores da brava segretaria qual'era sapeva benissimo che Harry non
era affatto indisposto il giorno prima, aveva letto la Gazzetta
quella mattina e sommato un po' di cose che da tempo non gli
tornavano sulla relazione del suo principale con la più giovane dei
ragazzi Weasley, facendo due più due gli era stato subito chiaro che
qualcosa di poco piacevole era successa al ragazzo durante quel fine
settimana. Lo aveva visto uscire venerdì dopo pranzo raggiante,
chiedendole espressamente di evitare di comunicare con lui fino al
lunedì successivo, ovviamente avrebbe dovuto contattarlo se la
questione fosse stata grave, ma altrimenti tutto quanto sarebbe stato
rimandato alla settimana dopo. Poi il lunedì era apparso
quell'articolo. Dolores, madre di tre ragazzi che andavano dai venti
ai quindici anni ci aveva visto subito qualcosa di strano che era
stato prontamente confermato dall'assenza del ragazzo. La prima da
quando aveva assunto quel ruolo, se si escludevano le due volte che
era stato ricoverato al San Mugo per lesioni riportate in missione.
<< Si Dolores, sto molto meglio, grazie per l'interessamento
>> rispose Harry a disagio, lui che non aveva mai avuto a che
fare con una “vera” mamma, se si escludeva l'affetto sconfinato
che Molly Weasley provava per lui, si sentiva spesso a disagio di
fronte alla sua segretaria che lo guardava con quel cipiglio di chi
sa che stai tentando di raggirarlo.
<< Gradite del caffè? >> chiese lei premurosa.
<< No grazie, ci sono messaggi? >> chiese invece
Harry, cercando di guadagnare il suo ufficio.
<< OH si! Ci sono almeno venti gufi da parte della signorina
Weasley e parecchi anche dal fratello, oltre agli auguri di pronta
guarigione del ministro e di vari alti funzionari. In più c'è
questo. >> disse alzando una lettera scarlatta.
Sia Harry che Hermione sapevano bene che cos'era. Era prassi che
quando un Auror sporgeva reclamo, pronunciando una precisa formula,
automaticamente sulla scrivania della segretaria del capo degli Auror
apparisse una lettera scarlatta riportante la formula stessa, chi era
stato a pronunciarla e a chi, oltre all'ora ed il luogo in cui il
reclamo veniva pronunciato. Il protocollo imponeva di aprire il
fascicolo e convocare l'Auror sotto inchiesta, oltre agli eventuali
testimoni, poi a discrezione del Capo copia del fascicolo sarebbe
stata inoltrata al ministro ed all'ufficio personale una volta
accertata la veridicità delle accuse.
<< Stavo appunto aprendo il fascicolo, chi devo convocare?
>> chiese professionalmente Dolores.
<< Beh Hermione è qui per rilasciare la sua dichiarazione,
poi nel pomeriggio sentirò anche gli altri che hanno partecipato
alla missione. Per quanto riguarda … l'Auror oggetto del reclamo,
vorrei si informasse quando sarà dimesso dal San Mugo e gli
comunicasse che è mia intenzione interrogarlo in serata. Grazie >>
concluse il ragazzo, mentre faceva segno ad Hermione di precederlo.
<< Sarà fatto >> disse Dolores, mentre si domandava
per quale ragione Draco Malfoy che aveva sporto reclamo non fosse
ancora arrivato, visto che la moglie era già lì. Anche il luogo in
cui era stata pronunciata la “formula di accusa” aveva attirato
la sua attenzione, cosa ci faceva Harry James Potter a Malfoy Mannor
a notte fonda? Quel fine settimana doveva essere stato decisamente
movimentato per il ragazzo. Rimuginando su quanto appreso Dolores si
mise al lavoro.
POSTO PICCOLO:
Scusate
sono di corsa, domani c'è il festone per i quarant'anni di mio
marito e non ho tempo. Vi lascio il capitolo e ammetto che non l'ho
nemmeno riletto, portate pazienza. Vi voglio bene!!!!
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
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Capitolo 18 *** 18. ***
18.
18 –
Draco si stiracchiò nel letto rendendosi immediatamente conto di
essere solo. Spalancando gli occhi incontrò un foglio di pergamena
appoggiato sul cuscino della moglie.
Sono andata in ufficio con Harry per la deposizione in merito a
ieri sera, tu riposa tranquillo non credo avrà bisogno di sentire
nuovamente la tua testimonianza. Ci vediamo nel pomeriggio
Un bacio Emi
Sorridendo alla calligrafia un po' scomposta della moglie Draco si
lasciò andare nuovamente tra le lenzuola. Sarebbe andato al lavoro
nel pomeriggio come gli aveva suggerito lei, voleva lasciar loro il
tempo di parlare, aveva promesso ad Hermione di rispettare le loro
decisioni ed i loro tempi e sicuramente se fosse stato presente
avrebbe fatto fatica a rimanere zitto. Quindi era decisamente più
saggio non presentarsi fino a che non fosse stato strettamente
necessario. Decise di concedersi una lunga doccia, visto che la sera
prima non aveva avuto modo di farla e studiare qualcosa di speciale
per la sua Emi. Ormai erano ad un passo da ciò che aveva lungamente
atteso e voleva che tutto fosse perfetto ed indimenticabile per
entrambi.
Lavato e pulito scese al piano di sotto per mangiare qualcosa. La
sera prima avevano cenato con un panino poco gustoso, mentre
pianificavano l'attacco, quindi era parecchio affamato. La tensione
per quanto accaduto durante la missione era scemata anche grazie ai
baci della moglie, quindi sorridente varcò la porta della sala da
pranzo trovando apparecchiato solo il proprio posto, segno evidente
che tutti gli altri occupanti della casa avevano già consumato la
loro colazione. Distrattamente guardò l'orologio scoprendo così che
erano le dieci e mezza. Aveva dormito parecchio quella mattina, ma
dopo due notti passate a venerare le labbra di Hermione aveva davvero
bisogno di una sana dormita.
<< Ti sei svegliato finalmente >> lo riscosse la voce
leggermente indispettita della madre.
<< Buongiorno anche a te Madre >> disse lui
sorridendole.
<< Si buongiorno, ora mi spieghi cos'è successo ieri sera,
visto che in questa casa tutti vogliono tenermi all'oscuro. Ma cosa
credono che io non capisca quando c'è qualcosa che non va? O che sia
una povera donna dai nervi troppo fragili per essere informata sulle
reali condizioni dei propri famigliari? >> continuò lei sempre
più adirata.
<< Madre calmati per favore >> cercò di interromperla
Draco, ma ormai Narcissa era partita e difficilmente si riusciva ad
arginarla a quel punto.
<< Sono una Black io, ho sposato Lucius Malfoy e ospitato
l'Oscuro Signore in questa stessa casa, pretendo che non mi si tratti
come una donnetta isterica >> terminò lei guardando severa il
figlio.
<< Mamma nessuno ti tratta come una donnetta isterica,
soprattutto se vuole sopravvivere per raccontarlo >> disse lui
sorridendole. << Ora calmati, siediti qui con me. Mi fai
compagnia mentre faccio colazione e io ti aggiorno sulla missione di
ieri sera, d'accordo? >> le chiese per poi richiamare un elfo
ed ordinare un the per la signora, che piuttosto seccata prendeva
posto accanto al figlio.
Draco attese le venisse servito il suo the prima di raccontarle
per filo e per segno quanto avvenuto la sera prima. Narcissa si
mostrò subito preoccupata per quanto accaduto alla nuora e concordò
col figlio che il richiamo era necessario, ben sapendo però che
questo non sarebbe stato il volere di Hermione.
Dopo alcuni minuti di silenzio si decise a chiedere ulteriori
informazioni al figlio sulla reazione della nuora.
<< Hermione si è adirata? >> chiese cauta.
<< Oh si, anzi sono stupito che le sue urla non ti abbiano
svegliata >> ghignò il figlio, senza però rivelare più di
tanto. Sua madre era una persona particolarmente curiosa,
l'educazione rigida e l'ambiente che frequentava avevano insegnato a
Narcissa Black Malfoy a celare questo lato del suo carattere, ma
quando di mezzo c'erano il figlio e la nuora proprio non riusciva a
trattenersi, Draco sapendolo si divertiva da matti a non rispondere
mai troppo dettagliatamente alle domande della madre inducendola a
chiedere sempre di più ed a scoprirsi un po'. In questo modo era
riuscito a scoprire molte cose sui discorsi in cui si dilettavano lei
ed Hermione nei loro sabati di giardinaggio. Sicuramente di più che
se avesse posto alle due donne domande precise.
<< Quindi avete litigato? Non sembrava triste stamattina,
eppure di solito lo è quando voi due discutete >> lo incalzò
la madre.
<< Perché alla fine ci siamo chiariti, ma non mi ha
perdonato del tutto. Si è fatta promettere che non prenderò più
decisioni al posto suo. Sai com'è Emi. Se avessi lasciato fare a
lei, Potter neanche avrebbe scoperto cosa aveva rischiato >>
disse stringendo i pugni al ricordo degli avvenimenti della sera
precedente.
<< Era ferita gravemente? >> chiese con cautela
Narcissa, notando la reazione del figlio.
<< Avresti dovuto vedere la sua schiena, per non parlare
della gamba sinistra, zoppicava per fino e continuava a ripetermi che
non aveva nulla. Ho dovuto far sparire tutti i rimedi curativi dal
bagno per essere certo che mi lasciasse controllare le sue ferite, ti
rendi conto? >> chiese infervorato.
Narcissa però aveva colto i punti fondamentali del suo discorso,
aveva visto la moglie notevolmente svestita, cosa che fino ad allora
non era successa, e lei si era fatta curare da lui. Quindi le cose
procedevano bene, quei due finalmente avevano un intimità più degna
di una coppia sposata.
<< Quindi ti ha chiesto lei di curarla? >> lo incalzò
nuovamente.
<< Figurarsi se lo faceva, ho dovuto fare irruzione nel
bagno mentre si cambiava, si era perfino premurata di portarsi un
pigiama molto coprente per evitare che io vedessi l'entità delle sue
ferite. >> rispose lui accigliandosi.
<< Draco! >> lo richiamò la madre.
Lui la zittì con un gesto della mano, sapeva fin da principio che
avrebbe disapprovato le sue azioni “di forza” nei confronti della
moglie.
<< Era necessario, Merlino quella donna mi manderà al San
Mugo. Si sarebbe tenuta il male pur di non confessarlo a me. >>
proferì arrabbiato.
<< Forse non voleva che ti preoccupassi >> tentò la
madre.
<< Si, lo ha detto anche lei. Comunque ero già preoccupato
e non dovrebbe nascondermi certe cose, sono suo marito è mio compito
vegliare su di lei e sulla sua incolumità >> concluse
seriamente.
<< Questo si, ma sai anche quanto indipendente sia tua
moglie. Costringerla a mostrarsi a te contro la sua volontà non è a
mio avviso il modo migliore di indurla a fidarsi di te. Rischi di
apparire dispotico e tu non lo sei. Almeno non lo sei con lei. >>
lo redarguì Narcissa.
<< Ha detto che era un po' in imbarazzo in effetti, ma poi …
>> non concluse la frase, ma il suo sorriso felice fece capire
alla madre che le cose si erano risolte per il meglio.
Decise che non era il caso di chiedere al figlio quanto si fosse
approfondito il suo rapporto con la moglie, non sono cose che una
madre dovrebbe chiedere, anche se sperava in cuor suo che almeno la
nuora si confidasse.
Erano così innamorati quei due. Persino suo figlio, solitamente
rigido e schivo, si stava lasciando andare come mai si sarebbe
aspettata. La domenica precedente li aveva visti baciarsi e
coccolarsi sul divano con gran gioia. Forse la felicità non era del
tutto preclusa alla famiglia Malfoy ora che Hermione ne faceva parte.
Hermione aveva parlato a lungo con Harry. Gli aveva detto che
effettivamente Anthony in quella missione non aveva dato il meglio e
che lei, preoccupata com'era che si facesse veramente male lo aveva
protetto durante lo scontro, scoprendosi fin troppo visto quant'era
successo in seguito. Aveva ammesso di aver peccato di superbia
pensando di poter tenere tutto sotto controllo e che solo
l'intervento di Draco aveva evitato il peggio. Aveva anche esortato
Harry a non essere troppo severo con il collega e ad analizzare bene
i fatti senza lasciarsi influenzare dagli eventi degli ultimi giorni.
Non che dubitasse dell’imparzialità dell’amico, ma era pur
sempre un uomo ferito ed aveva quindi deciso di ammonirlo a non farsi
prendere la mano. Harry aveva ascoltato tutto in silenzio, senza
commentare né gli avvenimenti, né tanto meno le perplessità della
ragazza. Alla fine lei si era alzata ed era tornata nel suo ufficio,
dopo aver scambiato qualche convenevole con Dolores che le era parsa
preoccupata per lo stato d'animo del suo superiore. Dedicandosi
quindi alla stesura dei capi da accusa da consegnare al Wizengamot.
Era da poco seduta alla sua scrivania, dopo un frugale pasto
condiviso con Harry nella sala mensa del ministero durante il quale
avevano parlato di tutto tranne che dell’indagine, quando la porta
del suo ufficio si spalancò mostrando Ron che avanzava imbufalito
verso di lei.
<< Che cazzo ti sei messa in testa di fare Hermione? >>
disse questi sbattendo le mani sulla sua scrivania.
La ragazza sollevò il sopracciglio fissando duramente l'ex
fidanzato.
<< Ti sarei grata Ronald se non facessi irruzione nel mio
ufficio in questo modo >> disse quieta << Posso sapere
a cosa ti riferisci? >> gli domandò freddamente.
<< Mi riferisco, brutta stronza, alla tua geniale trovata
per rovinare la vita di mia sorella. Come diavolo ti sei permessa di
intrometterti nella sua storia con Harry? Non ti basta aver
incastrato lo “scapolo d'oro”? Pretendi che nessuno sia alla tua
altezza vero? Quei due si stanno per sposare, lo sai questo? Sempre
la solita fottuta egoista, ecco cosa sei >> le urlò in faccia
lui stravolto dalla rabbia.
<< Io non ho fatto un bel nulla e non ho incastrato nessuno.
Non ho idea di cosa ti abbia raccontato Ginevra, ma se vuoi la verità
sulla fine della sua storia con Harry hai sbagliato ufficio. Quello
di Harry è la porta accanto, ora ti pregherei di andartene. >>
disse guardandolo male.
Non si sarebbe fatta mettere in mezzo, non si sarebbe assunta
colpe che non aveva, non questa volta.
<< Ah giusto Harry! Buono quello. Litiga con Ginny per colpa
tua e si rifugia in quel covo di Mangiamorte che tu chiami casa. Non
solo! Quando lei tenta giustamente di parlargli quel viscido di tuo
marito la offende e la butta fuori di casa. >> disse sempre più
adirato l'altro mentre superava la scrivania e la traeva in piedi con
forza.
<< Cos'è stai tentando di vendicarti su di lei perché non
hai potuto avere me? E' così vero? È tutta una tua subdola
vendetta, ma non ti permetterò di rovinare la felicità di mia
sorella, mi hai capito? >> continuò questi scuotendola
violentemente.
<< Ronald smettila, non esiste nessuna vendetta e non me ne
frega più assolutamente niente di te. Hai avuto ciò che meriti una
moglie oca ed infedele. Ora lasciami >> Hermione stava
perdendo la pazienza, ovviamente si era aspettata qualcosa del genere
da Ron. Lui doveva sempre trovare qualcuno cui dare la colpa ed era
sempre lei la fortunata, anche a distanza di anni.
<< Non ti azzardare ad insultare mia moglie. Solo perché tu
sei brutta e frigida, non puoi accusare lei senza motivo. Lei è più
donna di quanto tu non sarai mai! >> disse adirato.
<< Finiscila mi stai facendo male. Ti ripeto che io non
c'entro in questa storia. Ho accolto Harry in casa mia, come avresti
fatto anche tu se si fosse rivolto a te. >> disse tentando di
riportarlo alla ragione.
<< Io avrei fatto di tutto per farlo riappacificare con mia
sorella, mentre tu e quel Mangiamorte fallito che ti sei sposata lo
avete fomentato contro di lei. Merlino lo avete costretto a trattarla
male. A che gioco stai giocando Hermione? Io non ti voglio lo vuoi
capire una buona volta. >> disse lui scuotendola ancora.
<< Sono io che non ti voglio, brutto arrogante, stupido che
non sei altro. Tua sorella ha tradito Harry, questo te l’ha detto?
Ti ha detto che lui l'ha vista? Quindi se devi accusare qualcuno in
questa storia, torna da tua sorella. >> urlò lei veramente al
limite della sopportazione. I lividi stavano guarendo, ma essere
strapazzata a quel modo non era certo una cosa salutare per il suo
corpo provato.
<< Bugiarda! Sei solo una lurida bugiarda invidiosa >>
s’infervorò lui.
<< Invidiosa di chi? O di cosa? Merlino ma ti senti? Io sono
sposata. Sposata! Che cosa dovrei invidiare a Ginny o a te? Un lavoro
che non avete o un rapporto privo di amore? >> ritentò lei
cercando di allontanarlo. Purtroppo Ron era molto più forte di lei.
<< Ovviamente sei invidiosa di Ginny, della sua bellezza e
della sua popolarità. Me l’ha detto sai che l'hai sempre
invidiata, che vorresti essere lei. Così non potendo uguagliarla hai
deciso di farla soffrire. Io te lo impedirò, mi hai capito? >>
disse convinto lui.
A quel punto Hermione si chiese se poteva essere più stupido di
così. Si conoscevano da quando avevano undici anni, erano stati
fidanzati e avevano vissuto insieme per un paio d'anni, eppure lui
non la conosceva per nulla, altrimenti non le avrebbe mai lanciato
quelle accuse.
Sconsolata scosse la testa. << Sei patetico Ron. Io non
invidio Ginevra, anzi la compatisco. Harry la amava infinitamente ma
a lei questo non è bastato. Voleva sempre di più ma questa volta ha
esagerato. >> disse rattristata. Ginevra sapeva solo mentire
ormai, a tutti e su tutto.
<< Stai zitta! Tu non ti puoi permettere di giudicare mia
sorella, tu non vali nulla in confronto a lei o a me >> disse
stringendole le braccia con forza tale che la ragazza mugugnò di
dolore.
Fu a quel punto che la porta si aprì di nuovo.
In pochissimi secondi Draco aveva allontanato malamente Ron da
lei, per poi mettersi davanti facendole scudo con il suo colpo.
<< Stai lontano da mia moglie Weasley. Non ti permettere mai
più di toccarla, hai capito? >> lo minacciò mentre
l'avvicinava Hermione alla sua schiena in modo che fosse
completamente coperta dal suo corpo. Il sangue gli era andato subito
alla testa non appena aveva realizzato cosa stesse avvenendo in
quell’ufficio. La ragazza gli si strinse addosso, felice del suo
intervento e della sua presenza.
<< Ci mancava il Mangiamorte! >> ghignò cattivo Ron
rimettendosi in piedi.
<< Esci da quest’ufficio prima che decida di arrestarti
per aggressione a pubblico ufficiale Weasley. >> rispose Draco
tentando di mantenere la calma. A lui non era concesso sbagliare o
lasciarsi andare all’ira. Sarebbe stato l'unico a pagarne le
conseguenze. Il suo passato era un peso con cui si trovava ogni
giorno a fare i conti.
<< Mi stai minacciando Malfoy? >> lo incalzò l'altro
estraendo la bacchetta.
<< No Weasley ti sto dando un consiglio >> rispose
calmo l'altro tenendolo sottocchio.
Era disarmato Draco, grave errore per un Auror del suo calibro. La
sua bacchetta giaceva nella tasca interna del cappotto che gli era
caduto a terra mentre correva dalla moglie per difenderla da quel
attacco sicuramente ingiustificato.
<< Un consiglio? E tu chi saresti per dare un consiglio a
me. Io sono l'eroe Malfoy, mentre tu sei solo un patetico Mangiamorte
fallito che per avere un minimo di credibilità ha dovuto sposarsi
quella stronza frigida che si nasconde dietro la tua schiena. Ti
compatisco lo sai. Io so quanto è scarsa Hermione come donna, quanto
poco attraente sia e soprattutto quanto sia … come dire …
patetica tra le lenzuola. No, certamente non t’invidio. >>
finì Ron deridendolo.
Draco strinse i pugni, ovviamente si era aspettato colpi bassi, ma
non delle cattiverie tali su Hermione. La sua Emi, l'essere più
dolce e amorevole che esistesse. Se quell’idiota di Weasley non
aveva capito quanto preziosa fosse sua moglie era decisamente più
idiota di quanto avesse fino allora sospettato.
<< Tu non sai nulla di Hermione, Weasley. Anzi tu non sai
nulla di nessuno, visto che la tua stessa moglie ti cornifica e ti
rimane accanto solo per usufruire della tua notorietà, qui se c'è
qualcuno da compatire sei tu Straccione. >> proferì duramente
Draco, sentì subito Hermione stringerlo, anche lei si era accorta
che non era armato e offendere qualcuno che ti punta una bacchetta
addosso non è mai una grande strategia. Draco però non aveva
resistito. Come si permetteva quel vile di offendere Hermione,
quando sua moglie non era altro che una puttana arrivista della
stessa pasta di quella pezzente di sua sorella.
La reazione non tardò ad arrivare. Ron gli si gettò addosso
puntandogli la bacchetta alla gola.
<< Chiudi quella fogna Mangiamorte! >> Urlò ormai
completamente succube della rabbia.
Hermione trattenne il fiato stringendosi a Draco e sforzandosi in
ogni modo di trovare una soluzione giacché sia lei che il marito
erano disarmati, ma fortunatamente non ve ne fu bisogno.
Un incarceramus fu gridato alle spalle di Ron che si ritrovò
legato da catene a terra mentre Jimmy avanzava ancora con la
bacchetta alzata.
<< State bene? >> chiese hai colleghi senza perdere di
vista il rosso. Draco annuì per poi girarsi ed abbracciare la
moglie, se l'erano vista brutta, ma i colleghi erano arrivati giusto
in tempo.
<< Si può sapere che diamine sta succedendo? >>
chiese Roger mentre raccoglieva il cappotto di Malfoy dal quale
spuntava la sua bacchetta. Perplesso allungò il tutto a Draco che lo
ringraziò con un cenno.
<< Mi hanno aggredito stavo solo difendendomi >> urlò
Ron dal pavimento.
<< Certo Weasley come no, peccato che l'unico con la
bacchetta in mano sei tu e Draco è entrato non più di cinque minuti
fa, visto che siamo arrivati insieme e lui ci ha preceduto di poco.
>> sintetizzò Jimmy che lo teneva sempre sotto tiro.
<< Quando sono entrato, stava attaccando Hermione,
onestamente ho pensato solo ad allontanarlo da lei perché le stava
facendo male, non potevo aspettarmi che ci minacciasse con la
bacchetta. >> disse Draco girandosi nuovamente verso i
colleghi, senza però abbandonare la moglie che gli nascondeva il
viso sul petto.
<< Herm tutto ok? >> chiese Roger vedendola così
scossa.
Sentendo l'apprensione nella voce di Davies, Hermione si riscosse
e alzò il capo ma non si allontanò dall’abbraccio di Draco. Si
era molto spaventata soprattutto quando Ron lo aveva minacciato
bacchetta alla mano.
<< Si sto bene. È entrato urlandomi contro e poi mi
strattonata, quando Draco è arrivato e l’ha allontanato da me, ha
iniziato ad insultare anche lui. >> riassunse brevemente
sperando che i due colleghi non le chiedessero il perché di quella
discussione, non voleva mettere in mezzo Harry e la sua vita privata.
I due Auror si guardarono un attimo, incerti sul da farsi, ma
proprio in quel mentre entrò Harry, tallonato da Dolores, con la
bacchetta in mano e lo sguardo preoccupato.
<< Ho sentito delle urla che succede? >> chiese per
poi individuare Ron legato sul pavimento.
<< Quando siamo arrivati Weasley puntava la bacchetta alla
gola di Malfoy, che era disarmato, così lo abbiamo bloccato Capo >>
spiegò brevemente Peakes.
<< Harry andiamo, hanno capito male. È Malfoy che aggrediva
me. >> si difese Ron, ma non ottenne il risultato voluto.
<< Roger rimani con lui, non lo liberare finché non decido
cosa fare. Hermione, Malfoy e Jimmy di là con me! >> disse
risoluto Harry. I tre velocemente si diressero all’uscita, mentre
il ragazzo osservava ancora per un momento l'amico legato a terra.
<< Harry andiamo, non puoi non credermi. >> disse Ron
sorridendo, ma l'altro non rispose, a lunghe falcate raggiunse la
porta per poi chiudersela alle spalle.
POSTO PICCOLO:
Vi
chiedo un minuto di silenzio per commemorare l'anniversario del
Bombardamento di Hiroshima, per non dimenticare mai di quale nefandezze
sia capace la razza umana.
Eccoci, scusate ma mi sembrava doveroso, ora veniamo a noi!
A
chi interessa dico che la festa per i 40 anni del mio amore è
andata benissimo e ringrazia sentitamente chi gli ha fatto gli auguri e
vi ricorda che in realtà non ne ha 40 ma solo 25+15!
Venendo
alla storia posso ammettere che anche Ron fa la figura dello stronzo,
come la sua degna sorella, si confesso che ce l'ho proprio con sti due
;). Come avete letto i nostri hanno fatto pace, quindi non vi
preoccupate, Harry è in ripresa, Draco è il cavaliere che
corre in aiuto alla sua dama e Ron è nella merda ^__^
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
http://acasadilisa.blogspot.com/
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di
lucro.
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Capitolo 19 *** 19. ***
19.
19 –
Jimmy aveva in pratica ripetuto quanto già detto in precedenza
quando Harry li aveva raggiunti.
Lui, Roger e Malfoy erano arrivati insieme nell’atrio del
Ministero, insieme avevano preso l'ascensore diretti al loro ufficio
e mentre lui e Davies si fermavano a scambiare poche parole con gli
Auror che li avevano affiancati la sera precedente, Malfoy si era
diretto verso la fine del corridoio. Dopo pochi minuti lo avevano
raggiunto e aprendo la porta avevano visto Ronald Weasley che puntava
la bacchetta alla gola del collega che faceva da scudo alla moglie.
Lo avevano bloccato e si stavano apprestando a chiedere spiegazioni
quando Harry stesso era intervenuto. Soddisfatto delle sue
spiegazioni Potter lo aveva congedato.
Draco ed Hermione erano rimasti in piedi, tenendosi per mano,
senza intervenire. Una volta rimasti soli Harry li pregò di sedersi
per poi rivolgersi all'amica.
<< Hermione cos'è successo? Voglio sapere tutto nei minimi
particolari. >> le aveva intimato.
Così la ragazza non poco a disagio, ma confortata dalla calda
stretta della mano del marito, aveva raccontato l'accaduto per filo e
per segno fino all’intervento dei due colleghi.
<< Sei intervenuto disarmato Malfoy, un errore da dilettante
>> lo riprese Harry.
<< Stava aggredendo mia moglie Potter, avresti fatto lo
stesso. Oltretutto non si è ancora del tutto ripresa dalle
contusioni di ieri sera, avrebbe potuto farle veramente male. >>
disse risoluto l'altro mentre Harry annuiva.
<< Stai bene Herm? Vuoi andare a casa a riposare? >>
chiese gentilmente all'amica.
<< No grazie Harry sto bene >> disse lei determinata.
<< Suppongo vogliate sporgere denuncia >> disse
guardandoli.
Draco rimase in silenzio e guardò la moglie, le aveva promesso di
rispettare le sue decisioni, anche se lui l'avrebbe sporta
immediatamente denuncia, chiedendo anche un mandato restrittivo per
quel rosso deficiente. Non sopportava l'idea che si avvicinasse
ancora o che alzasse le sue manacce su di lei.
Hermione alzando la testa stupì entrambi.
<< Sì, faremo denuncia per aggressione ai danni di Draco. È
lui quello che è stato minacciato con una bacchetta alla gola, anzi
faremo entrambi denuncia. Quindi ti sarei grata se lo trattenessi
fino all’arrivo del giudice >> disse risoluta.
Sia Harry sia Draco sgranarono gli occhi. Hermione di solito era
quella che tentava sempre di conciliare in situazioni simili, il
fatto che volesse sporgere non una, ma ben due denunce per
aggressione contro Weasley era a dir poco sbalorditivo.
<< Tesoro sei sicura? >> chiese Draco tentando di
capire il perché di questa sua decisione.
<< Più che sicura. Non si può tollerare un comportamento
del genere. Non solo ci ha aggredito fisicamente, ma anche
verbalmente, nel nostro ufficio. Non è ammissibile. Non è un Auror
e non può avere accesso al nostro quartier generale ed ai nostri
uffici quando gli pare e piace. Soprattutto non si può permettere di
venire ad accusare noi di ordire chissà quale vendetta ai danni di
Ginevra, sulla base delle illazioni di quella … >> non
terminò la frase, troppo adirata e sconvolta, ma gli altri due non
ne avrebbero comunque avuto bisogno.
<< Concordo >> proferì seriamente Harry. << E'
stata una mia mancanza permettergli fino ad ora di girare liberamente
per il Quartier generale degli Auror e per questo vi chiedo scusa. >>
poi premette un pulsante sulla sua scrivania e subito Dolores si
affacciò alla porta.
<< Dolores puoi informare Peakes e Davies di tradurre il
signor Weasley nelle celle di detenzione dove attenderà di essere
convocato davanti al giudice per rispondere di aggressione a pubblico
ufficiale, dopo di che mettimi in contatto il giudice Martins del
Wizengamot, cui riferirò personalmente i capi d'accusa del
prigioniero, grazie >> concluse Harry.
Quando Dolores chiuse la porta tornò a guardare i due ragazzi
seduti di fronte a lui. Mentre Hermione fissava le proprie dita
intrecciate a quelle del marito, questi la osservava attento.
<< Ragazzi >> li richiamò appena << siete
pronti a rilasciare la vostra dichiarazione? Farò in modo che non
dobbiate partecipare all’udienza, mi occuperò di tutto io. Ve lo
devo visto che in questo casino vi ci ho messi io. >> disse
sorridendo mestamente.
<< Non ti devi sentire obbligato Potter, Weasley avrebbe
comunque trovato maniera di attaccar briga. >> disse seriamente
Draco.
<< Draco ha ragione, Harry. Non voleva chiarire la
situazione, voleva incolpare me di tutto come sempre. Se così non
fosse stato, sarebbe venuto da te e non nel nostro ufficio. Ha scelto
come sempre la via che gli sembrava più facile, sapendo o meglio
sperando che io subissi in silenzio come ho sempre fatto. Non ha
ancora capito che io sono cambiata, che ho finalmente aperto gli
occhi e non mi lascerò mai più accusare di colpe non mie solo per
rendere le cose più facili a lui o a Ginevra. >> terminò
Hermione convinta mentre il marito la guarda sorridendo. Finalmente
aveva capito ed ammesso con se stessa che non valeva la pena di
proteggere quella testa di cazzo del suo ex, nemmeno in ricordo dei
vecchi tempi.
<< Sono così cambiati >> mormorò Harry con lo
sguardo perso nel vuoto. Molte volte in quegli ultimi tempi si era
chiesto cosa avesse mutato tanto radicalmente i caratteri dei due
giovani Weasley, senza riuscire a darsi una vera risposta.
Draco ed Hermione si scambiarono uno sguardo indeciso, alla fine
fu lei a prendere la parola, ricordando le parole che pochi giorni
prima le aveva rivolto il marito.
<< Forse col tempo è semplicemente venuta alla luce la loro
vera natura. >> disse mestamente.
<< Intendi che dire che ci hanno raggirato per tutti questi
anni? >> chiese il ragazzo sconvolto.
<< Direi piuttosto che ci hanno lasciato vedere quello che
volevamo vedere, omettendo le loro reali personalità che col tempo
però hanno preso il sopravvento. >> cercò di spiegarsi
cautamente lei.
Harry la osservò meditabondo. Quella spiegazione non gli tornava
del tutto, ma non riusciva a darsi risposte alternative. La notorietà
aveva seriamente dato alla testa ai due ragazzi, si erano lasciati
quasi travolgere da essa, come se fosse l'unica cosa importante. Per
lui ed Hermione non era mai stato così, quello che avevano fatto, le
lotte e le privazioni durante gli anni di guerra, era stato vissuto
da loro come un tributo da pagare per la salvezza del mondo a cui
sentivano di appartenere. Non avevano mai ambito alla gloria, ma solo
alla pace. E quando la notorietà era infine arrivata, avevano sempre
cercato di sfuggirla, continuando a fare il loro lavoro per
preservare quella pace.
Ron no, aveva accolto la fama a braccia aperte, l'aveva sfruttata
in ogni modo possibile per brillare ed emergere così come Ginny.
Odiavano ricordare gli anni di guerra, come se fosse qualcosa di cui
era meglio dimenticarsi, mentre Harry di quegli anni aveva ricordi
luminosi, di amicizia e amore, che svettavano nonostante il tetro
contorno.
<< Forse >> ammise infine per poi procedere con le
deposizioni. Sapeva che una parte della sua vita privata sarebbe
emersa da quel procedimento, ma come aveva giustamente detto
Hermione, non poteva permettere che fatti simili capitassero
nuovamente. Ronald doveva pagare per i suoi sbagli, forse così
avrebbe evitato una volta per tutte di cacciarsi ancora nei guai e di
importunare Hermione.
Le poche volte che si erano rivisti, dopo il matrimonio con
Lavanda, aveva sempre sentito Ron scagliarsi senza motivo apparente
contro l'ex fidanzata, ogni cosa che non andava nella sua vita era da
imputare ad Hermione. Mai una volta Ron si era assunto gli oneri dei
suoi errori, ma le cose dovevano cambiare e se per farlo doveva
sbatterlo in prigione lo avrebbe fatto.
Dopo aver consegnato le deposizioni e la denuncia contro Ron al
giudice Martins, Harry aveva ripreso gli interrogatori riguardanti
l'accusa di negligenza verso Anthony. Tutti gli interrogati si erano
dimostrati concordi nel dire che durante la missione il ragazzo si
era mostrato distratto e avventato, mettendo più volte in pericolo i
propri compagni, così come tutti avevano aggiunto che l'unica che si
era premurata di difenderlo e proteggerlo era stata Hermione. Gli
Auror erano un gruppo di élite, addestrati e preparati al meglio,
cosa ancora più vera per la sua squadra. Per questa ragione ognuno
di loro era tenuto a dare sempre il meglio durante gli scontri. Non
che non si aiutassero in caso di bisogno, ma si dava per scontato che
tutti facessero la propria parte senza doversi troppo concentrare
sull’incolumità altrui.
Erano ormai le sei e mezzo, Harry aveva congedato tutti
invitandoli ad andare a casa, mentre lui aspettava Goldstein da poco
dimesso dal San Mugo. Hermione era stata la più riluttante a
lasciarlo solo, ma l'intervento del marito l'aveva costretta ad
accettare quella decisione.
Un lieve bussare alla porta gli annunciò che l'attesa era finita.
Anthony invitato ad entrare apparve alla porta per poi rimanere
rigido accanto ad essa.
<< Accomodati. Come stai? Che cosa ha detto Hannah, tutto
bene? >> chiese Harry indicandogli una sedia di fronte alla sua
scrivania.
Nonostante tentasse di apparire rilassato, la tensione era
palpabile nella stanza.
Accomodandosi dove gli era stato indicato, il suo vice mormorò un
“tutto ok” ben poco convinto.
<< Sai perché sei stato convocato? >> lo incalzò
Harry di colpo ansioso di mettere fine a quell'incontro.
L'altro annuì senza sollevare lo sguardo.
<< Harry prima di parlare delle accuse che mi sono state
mosse, possiamo parlare di quello che è successo Venerdì? >>
chiese timoroso Anthony, mentre si agitava a disagio sulla sedia.
Harry valutò per un attimo di rifiutare, non voleva tornare con
la mente al giorno in cui il mondo gli era letteralmente crollato
addosso, ma non poteva evitarlo. Doveva affrontare la cosa per andare
avanti, sapeva che avrebbe fatto male e che in ogni caso il rapporto
che aveva fino ad allora condiviso col ragazzo seduto di fronte a se
era definitivamente compromesso. Ciononostante acconsentì.
Draco ed Hermione erano nel salotto a guardare un film in attesa
del ritorno di Harry, non che lui avesse esplicitamente detto che
sarebbe tornato, ma loro sapevano che l'avrebbe fatto. Una volta
rientrati in casa avevano controllato e medicato le ferite di
Hermione, poi si erano cambiati per la cena. Narcissa si era recata
in visita dalla sorella e si sarebbe trattenuta per qualche giorno,
giacché sia lei che il piccolo Teddy avevano la febbre alta.
Hermione si era subito preoccupata, ma un gufo spedito dalla suocera
pochi minuti prima le aveva assicurato che con un po’ di riposo ed
i giusti rimedi i due si sarebbero presto ripresi.
Non avevano commentato quanto accaduto nel pomeriggio, se non
quando Draco aveva scorto nuovi lividi sulle braccia della moglie
inveendo a gran voce sulla stupidità di quell'essere. Hermione era
rimasta silenziosa, ma aveva rimuginato parecchio su quanto gli aveva
detto Ron.
<< Draco … >> richiamò il marito senza sollevare il
viso dal suo petto. Il ragazzo era particolarmente preso da uno di
quei film “Da Uomini” che gli aveva procurato Potter.
<< Dimmi tesoro >> le rispose senza perdere la
concentrazione sul film. La storia non era certo delle più
originali, ma le scene d’azione erano veramente ben strutturate.
<< Volevo chiederti … si ecco io … volevo sapere come la
pensavi riguardo a … a quello che ti ha detto Ron … oggi in
ufficio >> mormorò sommessamente Hermione, voleva sapere, ma
era anche terribilmente in imbarazzo. La sfuriata di Ron aveva minato
ulteriormente la sua già traballante autostima e lei aveva
l’assoluto bisogno di sapere che suo marito la desiderava e la
trovava attraente come le aveva detto la sera prima.
Il lettore Dvd non era più così sconosciuto al biondo padrone di
casa, così recuperato velocemente il telecomando Draco mise in pausa
il film e si girò completamente verso la moglie che ostinatamente
continuava a nascondersi sul suo petto.
Draco sapeva molto bene a cosa si riferiva Hermione: a quelle
insinuazioni che il rosso aveva fatto su di lei e sul suo essere
donna, ciononostante ritenne giusto fingere di non capire. Non voleva
costringersi ad aprirsi o a ripetere ciò che quel Weasley aveva
detto, ma voleva comprendere cosa avesse più ferito la moglie.
<< Che intendi? >> disse sollevandole il mento e
catturando i suoi occhi.
<< Le cose che ha detto Ron … su di me intendo …
concordi con lui? >> chiese timorosa.
Draco sorrise alla moglie, che era visibilmente arrossita, chiaro
segno di quanto le costasse quella conversazione eppure si stava
sforzando di parlarne con lui.
<< Un Malfoy non concorderà mai con un Weasley. Sarebbe
contro natura >> le rispose ironico facendola sorridere.
<< Soprattutto visto che il Weasley in questione ha detto
solo una serie di stronzate. >> disse prima di posarle un dolce
bacio sulle labbra.
<< Lo credi davvero? >> chiese lei bisognosa di
conforto.
<< Ascoltami amore mio, io penso che tu sia bellissima e mi
sembra di avertelo già detto. Ritengo inoltre che tu sia una persona
dolce ed amorevole, comprensiva e fin troppo disposta al perdono. >>
le disse dolcemente accarezzandole il volto.
Hermione era felice di quanto Draco le stava dicendo, ma la sua
domanda era nata da altre riflessioni. Lei e Draco non avevano
consumato il matrimonio e quindi lui non poteva sapere come fosse lei
in quei frangenti, però proprio per questo la ragazza temeva di non
attrarlo in quel senso. Mordicchiandosi il labbro inferiore lo guardò
incerta se fare o meno quella domanda compromettente.
Draco capendo presto per quale motivo la moglie appariva incerta,
decise di dimostrarle apertamente ciò che voleva sapere. Mettendosi
a sedere meglio sul divano la attirò a se.
<< Vieni qui >> le disse mentre la conduceva a sedersi
a cavalcioni su di lui. Le sottili tute da casa che entrambi
indossavano fecero percepire subito alla ragazza quanto il marito
fosse eccitato. Ovviamente lei arrossì facendo ghignare Draco.
<< Lo senti? >> le mormorò all'orecchio mentre
stringendola a sé iniziava a baciarle il collo.
<< Senti che effetto mi fai? Sono sempre così quando mi sei
vicino. Da subito, fin da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme.
Tu mi entri diretta nel sangue, senza neanche bisogno di avvicinarti
troppo >> le sussurrò con voce arrochita dal desiderio.
Hermione era al settimo cielo. Lui la voleva e da tanto, proprio
come lei voleva lui. Non era solo questione di astinenza o forse non
solo, ma poco importava per la ragazza in quel preciso momento.
Con impeto rispose al bacio del marito, strusciandosi, neanche
tanto casualmente su di lui.
La situazione stava diventando rovente e Draco facendo leva sulle
gambe ribaltò la posizione, facendo sdraiare Hermione di schiena sul
divano mentre continuava a baciarla.
<< Ragazzi siete qui? >> Chiese Harry Potter entrando
nel salotto di Malfoy Mannor.
<< Non ci posso credere >> mormorò Draco sulle labbra
della moglie. Potter li aveva interrotti ancora una volta, si pentì
amaramente di aver pensato anche solo per un minuto che la presenza
dello sfregiato in casa sua potesse avere risvolti positivi.
Questa volta persino Hermione sbuffò, conscia che quella di Harry
d’interromperli sul più bello stava diventando una pessima
abitudine.
<< Merlino Potter! Col tuo tempismo ci si potrebbe regolare
il Big Ben! >> disse Draco affondando il viso nel petto della
moglie, anche quel momento perfetto era sfumato grazie all'intervento
sempre a sproposito dell'amico.
<< Ehm … scusate, non pensavo di interrompervi. >>
disse Harry a disagio passandosi una mano tra i capelli.
Hermione facendo forza sulle spalle del marito lo costrinse ad
alzarsi e si rimisero seduti, mentre lei si sistemava alla meglio gli
abiti spiegazzati e cercava di riassumere un colorito normale e non
tendente al rosso pomodoro.
<< Non ti preoccupare Harry. È andato tutto bene? >>
chiese lei premurosamente.
<< Si più o meno. Ho sospeso Goldstein per due settimane
dalle missioni sul campo. Per quanto riguarda tutto il resto … non
lo so. Non credo riuscirò mai a dimenticare che ha tradito la mia
fiducia, Herm. Io mi fidavo di lui. Non me ne frega più nulla di
Ginny, anzi, se la vedessi ora la tratterei ben peggio di quanto ho
fatto alla festa di sabato. Però era la mia donna e lui se n’è
fregato e ci è andato a letto ugualmente, per quanto Ginny possa
essere puttana, non doveva farlo. >> concluse stringendo i
pugni. Le pugnalate erano state due quel venerdì e ancora facevano
male.
<< Oh Harry mi dispiace così tanto. >> disse Hermione
alzandosi e correndo ad abbracciarlo.
<< Non ne parliamo più ok? >> rispose lui
allontanandola appena per sorriderle.
Hermione annuì, Harry aveva bisogno di andare avanti, rivangare
quanto era stato non sarebbe stato utile per nessuno.
<< E la donnola? >> chiese Draco, che non aveva del
tutto perdonato l’interruzione dell'amico, ma era ansioso di sapere
sua moglie al sicuro.
<< Ron passerà oggi e domani in carcere, pagherà una multa
salata e non avrà più l’autorizzazione ad accedere al Quartier
Generale se non su esplicita convocazione di un Auror. Il giudice
Martins inoltre lo ha invitato caldamente a tenersi alla larga da noi
tre, visto che la sua sentenza è stata magnanima, ma gli ha
assicurato che se dovesse ritentare di avvicinarci, non lo sarà
affatto. >> concluse sorridendo agli amici.
<< Hai dovuto …. Si insomma dirgli perché mi ha
aggredito? >> chiese Hermione a disagio. Era stata tentata di
non sporgere denuncia proprio per evitare che le faccende private di
Harry fossero sventolate in piazza. Le dispiaceva averlo messo in
quella situazione.
<< Tranquilla Herm. Martins è un mio buon amico, gli ho
spiegato che le cose tra me e Ginny non si sono esattamente concluse
di comune accordo e lui ha capito. Ha tacitato la cosa, riducendo
l’udienza a me, Ron ed un segretario posto sotto incanto di
“silenzio”, quindi la cosa non trapelerà. >> disse sicuro.
<< Signora Hermione? >> disse Tippy comparendo nel
vano della porta. << La signora Weasley chiede di vedere voi,
il padrone ed il signor Potter, cosa devo fare Signora Hermione? >>
chiese inchinandosi mentre i tre si scambiavano uno sguardo
interrogativo.
POSTO PICCOLO:
Ma ciao, tutti pronti al ferragosto?
Io sono di corsa come al solito, ma sono qui ^_^.
Dunque
so che qualcuno mi detesterà per questo che sembra, notate
sembra, un capitolo di passaggio ma non lo è. Si tirano le fila
di tante cose, soprattutto Harry comincia a capirci qualcosa e anche se
è sempre e comunque dove non dovrebbe mai essere, almeno
stavolta chiede scusa ^^ Herm e Draco fanno un passo avanti, il
discorso che fanno, ciò che le dice Draco, la felicità di
Hermione nello scoprirsi così desiderata dal marito sono
praticamente tanti passetti verso l'intimità completa. Magari
basterà chiudere Potter nello sgabuzzino! Ahahah!!!! Scherzo, ma
forse neanche tanto ù.ù
E alla fine arriva Molly ... citazione neanche tanto velata XD
Cosa vuole? Perché è lì? Come la prenderanno Harry ed Hermione? A Draco non frega nulla ve lo dico io!
Ci sentiamo il prossimo w.e.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
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Capitolo 20 *** 20. ***
20.
20 –
Molly Prewett in Weasley attendeva un po’ in imbarazzo nel
grande atrio di Malfoy Mannor quando Hermione, troppo ansiosa di
appurare quale Signora Weasley si fosse presentata alla sua porta per
attenderla compostamente nel salotto, fece la sua comparsa
dall'andito.
<< Molly? >> chiese perplessa la ragazza.
<< Hermione cara, scusa la mia improvvisata, ma ho veramente
bisogno di parlare con voi >> disse Molly sporgendosi per
abbracciare la ragazza, la quale rispose titubante al gesto.
Erano ormai anni che incontrava raramente la madre di Ron,
inizialmente era stata lei a tenersi ben lontana da quella che per
tanti anni aveva considerato come una seconda famiglia. Poi col tempo
i rapporti si erano così allentati da smettere perfino di
costringersi ad evitarli. Hermione era stata sul punto di invitare i
signori Weasley al proprio matrimonio, ma Andromeda Black Tonks le
aveva sconsigliato di farlo. I Weasley non erano convinti di quel
matrimonio le aveva raccontato Andromeda e meno che mai del
cambiamento di Draco, soprattutto nei confronti di Hermione stessa.
Come poteva volerla sposare dopo averla vessata per tutti gli anni
della scuola?
Quindi Hermione aveva soprasseduto, anche se il caldo abbraccio di
Molly le era mancato quel giorno, quasi quanto il sostegno di Harry.
<< Accomodati pure Molly e perdonaci se siamo così poco
presentabili >> disse facendole strada verso il salotto dove i
due ragazzi accolsero con altrettanto stupore la signora Weasley.
<< Molly come mai qui? >> chiese Harry mentre veniva
stritolato nell'abbraccio tipico della donna.
Draco, onde evitare che quella pazza tentasse di stritolare anche
lui, afferrò Hermione pronto ad usarla come scudo. A tutto c'era un
limite e lui era pur sempre un Malfoy, ma si premurò di offrire
qualcosa da bere all'ospite mentre sempre scortato dalla moglie
provvedeva agli aperitivi. Per lui e Potter preparò direttamente del
Whisky, un improvvisata di mamma Weasley richiedeva un goccetto,
mentre alle signore servì un leggero cocktail.
Intanto Hermione aveva fatto accomodare Molly e si era persa in
convenevoli tipici di quel genere di visita, rassicurando la signora
su quanto l'appagasse la sua nuova vita coniugale.
Quando Draco servì gli aperitivi l'ospite si decise a parlare.
<< Perdonatemi se sono piombata qui, ma gli avvenimenti
degli ultimi giorni mi hanno lasciata un po' perplessa e avevo
bisogno di parlare con voi >> disse guardando principalmente
Hermione ed Harry, cosa di cui Draco le fu immensamente grato. Non
che avesse qualcosa in particolare contro la signora, ma i suoi
rapporti con il clan dei Weasley erano sempre stati un po' tesi.
<< Chiedi pure Molly, sai che non devi farti problemi con
noi >> la rassicurò Hermione, anche se vide Harry scuotere la
testa.
<< Ieri mattina, dopo aver letto il giornale, ho mandato un
gufo a Ginny per chiederle se veramente le cose tra voi stessero come
affermava il Profeta e lei mi ha mandato una lettera, devo ammetterlo
leggermente delirante, in cui diceva che non era così e che la colpa
di tutto quello era di Hermione e del invidia che aveva sempre
provato nei suoi confronti. Io vi ho visto crescere ragazzi, non solo
i miei figli, ma in un certo senso anche voi due. In tutti questi
anni non ho mai visto nessun invidia tra voi, almeno fino alla
guerra, dopo di allora le cose sono un po' precipitate >> disse
mestamente guardando soprattutto la ragazza, che annuì non sapendo
cos'altro aggiungere.
<< In più oggi pomeriggio Lavanda è arrivata in lacrime
alla Tana invocando l'aiuto di Arthur perché Ron era stato
ingiustamente arrestato per colpa vostra. Ora io vorrei sapere anche
la vostra versione dei fatti, non perché non voglia credere ai miei
figli, ma principalmente perché considero anche voi come dei figli e
poi perché negli ultimi anni Ron e Ginny hanno assunto atteggiamenti
che non riesco più a comprendere o in alcuni casi a scusare >>
concluse la donna.
Hermione mordicchiandosi il labbro inferiore guardò Harry, stava
a lui parlare della fine della sua relazione con Ginny, il resto
sarebbe stato spiegato di conseguenza. Il ragazzo consapevole che
quella giornata sembrava sempre più eterna e piena di difficoltà
sospirò e bevve un lungo sorso, ringraziando mentalmente Malfoy per
avergli dato qualcosa di forte.
<< Ginny mi era infedele Molly >> disse sospirando,
faceva male ammetterlo a voce alta.
<< Purtroppo ho dovuto appurarlo con i miei occhi per
capirlo. Mi spiace dovertelo dire così, ma è la verità. Hermione
non ha colpe, mi ha semplicemente accolto a casa sua quando non
sapevo dove andare o a chi rivolgermi. Purtroppo la sua scelta l'ha
portata ad essere coinvolta in tutto questo, perché sia Ginny che
Ron hanno dato la colpa a lei per la mia decisione di chiudere
immediatamente la nostra storia. Questa è anche la ragione per cui
Ron si trova in carcere, oggi pomeriggio ha aggredito prima Hermione
e poi Malfoy che ha tentato di difenderla >> terminò a
disagio. Sapeva che quanto aveva detto avrebbe fatto soffrire quella
che per lui era un po' una mamma, ma gli aveva chiesto la verità e
quella era tutta la verità.
Molly che aveva spalancato gli occhi e si era portata una mano
alla bocca durante il suo discorso, prese a singhiozzare, mentre
Hermione tentava di consolarla.
<< Io … io non so veramente cosa dire. Non li riconosco
più, non conosco più i miei figli >> disse tra le lacrime.
Draco che aveva assistito dalla sua poltrona alla scena provò
pena per quella donna. Effettivamente scoprire così che i tuoi figli
non sono altro che due stronzi non era un bel modo. Potter aveva
avuto fegato nel dirle tutto, ma probabilmente il rispetto che
portava alla donna gli impediva di mentirle, tanto a quello pensavano
già i suoi figli.
<< Mi dispiace così tanto. Ti ha fatto male cara? >>
chiese poi ad Hermione asciugandosi le lacrime.
<< No tranquilla, Draco è intervenuto quasi subito, dopo
più che altro ha minacciato lui >> rispose la ragazza
guardando il marito con dolcezza, il quale rispose con un sorriso,
prima di rivolgere il suo sguardo alla loro ospite.
<< Signora Weasley, se posso permettermi, lei non deve
sentirsi in colpa per le azioni dei suoi figli. Sono adulti e devono
rispondere dei loro atti. >> disse Draco.
Molly lo guardò per la prima volta veramente. << Mi
dispiace, davvero. Avrei dovuto capire che qualcosa non andava, che
avevo sbagliato qualcosa con loro, visto come si stanno comportando
ultimamente. Sono i miei figli, io dovevo capirlo. >> disse
convinta.
<< Signora, lei ha sette figli se non sbaglio, tutti loro
avranno avuto delle crisi suppongo. Questo non significa che lei
abbia sbagliato ad educarli o che non li abbia compresi. >>
cercò di convincerla Draco, proprio non gli piaceva veder soffrire
quella donna. L'aveva sempre vista energica, cavolo aveva fatto fuori
zia Bella durante l'ultima battaglia, non era certo una persona che
si lasciasse travolgere dagli eventi.
<< Sei >> mormorò Molly con gli occhi velati di
pianto.
<< Mi perdoni, non volevo riportare ricordi dolorosi alla
mente, non era mia intenzione. >> si scusò subito Draco. Aveva
perso un figlio in quella battaglia e lui lo aveva quasi dimenticato.
Che idiota!
<< Non ti preoccupare, caro >> disse Molly
regalandogli un tenero sorriso. << Anch'io ti devo delle scuse,
ti ho mal giudicato in passato. Tenterò di non commettere nuovamente
quest'errore. >> concluse.
<< Per Hermione sarebbe molto importante, è veramente
affezionata a tutti voi. >> disse Draco guardando con amore la
moglie.
<< Anche noi lo siamo a lei e a te Harry. Vorrei che questo
fosse chiaro. Parlerò con i miei figli e tenterò di riportarli alla
ragione. >> disse risoluta alzandosi << Ora tolgo il
disturbo, dovrete ancora cenare e io vi sto facendo perdere tempo >>
aggiunse.
<< E' sempre un piacere vederti Molly e porta i miei saluti
ad Arthur >> le disse Hermione accompagnandola alla porta
mentre i due ragazzi le facevano un cenno di saluto.
<< Tesoro, ti chiedo scusa per aver mal pensato di tuo
marito, si vede che ti ama immensamente e di questo sono estremamente
felice, tu meriti tutto il bene del mondo. >> le disse Molly in
un ultimo abbraccio prima di smaterializzarsi alla tana.
Hermione trasse un lungo sospiro prima di rientrare in casa e
raggiungere gli altri in salotto.
<< Draco ti prego dammi del Whisky e dimmi che questa
giornata è finalmente giunta al termine >> proferì mentre si
lasciava cadere sul divano, facendo ridere Harry e ghignare il marito
che si premurò di versarle da bere.
<< Vuoi ubriacarti moglie? >> gli chiese beffardo
mentre le allungava il bicchiere.
<< Farei di tutto per dimenticare quello che è successo
oggi >> confermò lei accigliandosi.
<< Si risolverà tutto Herm. Come vedi anche Molly si è
accorta che quei due stanno uscendo di testa. Ron passerà un paio di
giorni al fresco e speriamo che gli schiarisca le idee. >> le
disse Harry.
<< E Ginny? >> chiese lei preoccupata.
<< Non che mi interessi, ma a parte urlare e puntare i piedi
come una bambina non è che possa fare poi molto. >> rispose
lui con un'alzata di spalle.
<< Io non ci conterei >> intervenne Draco, mentre
stringeva la moglie.
<< Credi che abbia intenzione di farci qualcosa? >>
chiese Hermione preoccupata.
<< Credo più che altro che tenterà di rovinarci la vita in
tutti i modi che le vengono in mente >> ammise lui.
Sia Harry che Hermione si guardarono allarmati.
<< Ma non è un problema nostro tesoro, perché il caro
Potter qui ci concederà qualche giorno di vacanza >> disse
sorridendo Draco.
<< Vacanza? >> chiesero in coro i due facendolo
sorridere.
<< Oh si. Vacanza. Hermione ne ha subite già troppe tra
ieri sera ed oggi, ha bisogno di riposare, quindi Potty ci mandi in
vacanza! Partiamo domattina >> disse felice.
<< Draco non possiamo, abbiamo del lavoro da fare. Andromeda
non sta bene, come possiamo allontanarci da casa, sempre che Harry ce
le conceda le ferie >> disse guardandolo incuriosita.
<< Potter ci concederà le ferie perché ce le deve, tanto
lui starà qui servito e riverito. In più andremo in un posto vicino
e in caso di bisogno basterà smaterializzarsi per tornare a casa. >>
la informò.
<< Quindi andiamo? >> chiese lei un po' eccitata.
Aveva scoperto che viaggiare con Draco era estremamente piacevole.
Anche a lui piaceva visitare musei e cattedrali, nel loro viaggio di
nozze a Parigi avevano girato la città in lungo e in largo, era
instancabile ed entusiasta di avventurarsi con lei nel mondo babbano.
Draco guardò Harry che stava valutando la cosa. La squadra senza
loro due sarebbe stata ridotta ai minimi termini, contando che
Anthony era stato sospeso dalle azioni per due settimane, ma in fondo
sapeva di doverglielo. Il suo arrivo aveva portato non poco
scompiglio nella vita della coppia, senza contare che li aveva visti
parecchio vicini in quegli ultimi giorni. Forse le cose non stavano
più come gli aveva raccontato Hermione o forse quella vacanza le
avrebbe sbloccate definitivamente per la felicità dell'amica e di
riflesso anche per la propria.
<< Basterà un gufo e sarete di nuova a casa giusto? Anche
in caso di missione, se non posso risolvere in altro modo? >>
Draco annuì. << Ok allora buona vacanza e portatemi un bel
regalo >> decretò Harry per la gioia di Hermione che gettò le
braccia al collo del marito, ben contenta di avere qualche giorno
solo per loro.
<< Perché non posso preparare la mia valigia? >>
chiese Hermione, mentre rientrava in camera dal bagno. Il marito
steso sul letto a torso nudo le sorrise. Hermione aveva optato
nuovamente per una delle leggere camicie da notte che portava da
quando era sposata. La prima, quella che aveva indossato la prima
volta che avevano condiviso il letto era stata un regalo di Narcissa,
era candida e lunga fino alle caviglie con una vestaglia di raso
coordinata. Aveva adorato quel capo e da allora aveva arricchito il
suo guardaroba di numerose camice da notte simili, anche se quelle da
lei acquistate erano notevolmente più corte e comode. Quella sera ne
indossava una nera di seta notevolmente più scollata rispetto a
quelle già indossate, i capelli raccolti con una pinza in cima al
capo e i piedi rigorosamente nudi. Draco la guardò avvicinarsi al
letto pensando che non esistesse al mondo un essere altrettanto bello
e leggiadro.
<< Allora? >> lo incalzò la ragazza stendendoglisi al
fianco.
<< Non ti fidi del mio gusto sopraffino? >> chiese lui
ironicamente mentre l'abbracciava.
<< No, lo sai che non è questo. È che non vedo la ragione
di tutto questo, sono perfettamente in grado di provvedere da sola ai
miei bagagli, o temi che io possa metterti in imbarazzo? >>
chiese guardandolo interrogativa.
Draco scosse la testa. Era tutta la sera che cercava di carpire
notizie sulla destinazione del loro viaggio, ma il ragazzo voleva
fosse una sorpresa. Aveva progettato quella seconda luna di miele nei
mini particolari. Voleva fosse perfetta ed indimenticabile perché
dopo quella sarebbero stati veramente marito e moglie, o almeno era
ciò che sperava vivamente il ragazzo.
<< Tu non potresti mai mettermi in imbarazzo, tesoro.
Sarebbe più probabile il contrario se proprio vogliamo essere
onesti. >> rispose lui con un sorriso.
<< Tu sei sempre all'altezza di ogni situazione! >>
gli rispose lei con veemenza. Sebbene lei fosse convinta che il
marito non fosse così imperturbabile come voleva apparire, era
indubbio che la sua classe e la sua educazione lo portassero sempre a
dimostrarsi più che preparato in ogni circostanza.
Draco ridacchiò. Se sua moglie avesse anche solo sospettato
quanto dura era stata l'educazione di lui per portarlo ad essere
sempre impeccabile in ogni occasione, non avrebbe ammirato la sua
compostezza.
<< Amore, anche tu sei sempre più che perfetta. Puoi per
favore accettare che per una volta io voglia farti una sorpresa e per
questa sia necessario che tu non sappia quali abiti indosserai? >>
gli disse lui dolcemente.
Hermione annuì mordicchiandosi il labbro inferiore, non che non
apprezzasse il gesto premuroso di lui o l'idea che le facesse una
sorpresa, era il fatto di non avere il controllo della situazione a
metterle ansia. Draco però non sembrava disposto a lasciarsi
sfuggire nessuna informazione in merito alla loro prossima partenza,
oltre a quanto detto in salotto non aveva aggiunto nuove indicazioni
indipendentemente dalle domande con cui lei ed Harry, che in quanto a
curiosità non le era secondo, lo avevano tempestato per tutta la
serata.
<< Quindi non mi dirai altro sulla nostra destinazione,
giusto? >> chiese un ultima volta.
<< No, ma sono sicuro che resterai soddisfatta della mia
idea >> disse lui baciandola dolcemente.
<< Credo che dovrò accontentarmi della tua sicurezza >>
rispose lei tra un bacio e l'altro.
<< Credo che dovresti imparare a fidarti delle mie scelte >>
la redarguì lui.
<< Non è che non mi fidi di te, Draco. Semplicemente sai
che mi piace essere preparata >> gli rispose lei seriamente.
<< Lo so. Ciononostante sai bene che se ci fossero cose per
cui tu dovresti essere preparata te le avrei comunicate. L'unica cosa
che ti serve in questa vacanza è la voglia di partire con me. Hai
voglia di passare qualche giorno sola con me, Hermione? >>
chiese lui inclinando la testa per guardarla negli occhi. Voleva che
lei fosse convinta di lui, di stare con lui, sola e senza Potter ad
interromperli ogni secondo.
Lei sorrise annuendo felice prima di baciarlo.
POSTO PICCOLO:
Buon pomeriggio e buon sabato a tutti!
Come
qualcuno aveva previsto Molly è sempre Molly amorevole,
comprensiva e pronta ad ascoltare e a capire le ragioni di tutti,
quindi tutto ok.
Draco
invece applica il "prendo e ti porto via" (giusto per citare Vasco che
ci sta sempre bene ^^) con la cara mogliettina, anche
perchè come dice Hermione59 a furia di docce fredde si
farà venire la polmonite ^_^, quindi meglio correre ai ripari e
allontanarsi da Potty e dalle sue inopportune interruzioni non so se
avete notato che non gli ha detto dove vanno giusto per stare
più sicuro XD
Ultimo avviso: mancano 4 capitoli alla fine!
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!
Un bacione Lisa
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Capitolo 21 *** 21. ***
21.
21 –
La mattina dopo quando scesero a colazione le valige di entrambi
erano nell'ingresso, mentre Harry li stava attendendo già seduto al
tavolo della sala da pranzo.
Quella mattina si era svegliato presto, molto prima del
necessario, gli avvenimenti del giorno prima lo avevano notevolmente
stancato quindi appena si era ritirato in camera era crollato. Quella
mattina però si era svegliato alle prime luci del giorno senza
nemmeno saperne la ragione. Inforcati gli occhiali recuperati sul
comodino, aveva subito scorto accanto a sé la pila di pergamene
consegnategli il giorno prima da Dolores. I gufi inviatigli da Ginny
e Ron facevano bella mostra accanto al suo letto. Non aveva avuto il
tempo o la voglia di aprire quelle missive il giorno prima, così
decise, dal momento che il sonno lo aveva abbandonato, di dedicarsi a
quel ingrato compito. Non che sperasse in chissà quale rivelazione
da quelle pergamene, ma era inutile procrastinare il momento in cui
le avrebbe aperte. Così aveva passato l'ora successiva a leggere le
deliranti accuse di Ginny, i suoi proclami di innocenza, perfino le
accuse di essere stata sottoposta a chissà quale incantesimo oltre a
un nutrito ed ipocrita numero di dichiarazioni di amore imperituro da
parte della ragazza. L'unica cosa che cercava tra quelle parole era
la comunicazione che la ragazza aveva abbandonato casa sua, purtroppo
non sembrava nelle intenzioni di Ginny abbandonare la casa che tanto
aveva desiderato. Appurato questo Harry si decise a scrivere una dura
e risoluta lettera alla ragazza, in cui le ribadiva la sua decisione
di porre fine alla loro relazione in modo definitivo e la invitava ad
abbandonare l'abitazione che non le apparteneva. Aveva anche valutato
se minacciarla di ritorsioni, ma decise che per il momento si sarebbe
limitato ad un perentorio invito.
Le lettere di Ron erano, se possibile, ancora più deliranti.
Erano una difesa a spada tratta della condotta della sorella
intervallate ad una serie di accuse e insulti nei confronti di
Hermione. Molte volte Harry si era chiesto la ragione dell'odio,
decisamente mal celato, che Ron provava nei confronti dell'ex
fidanzata. Se in un primo momento aveva dato la colpa a Lavanda, da
sempre particolarmente inferocita nei confronti dell'amica, aveva
ormai capito che non fosse solo l'odio tra le due donne a fomentare
il ragazzo.
Neville, che aveva a sua volta espresso i suoi stessi dubbi
riguardo al atteggiamento dell'amico nei confronti di Hermione, gli
aveva suggerito che probabilmente Ron non aveva gradito che la
ragazza si fosse rifatta una vita abbastanza soddisfacente dopo la
fine della loro relazione. In effetti Hermione aveva sempre mostrato
un comportamento dignitoso e mai una volta si era lasciata andare a
scenate o recriminazioni nei confronti del fidanzato traditore. Aveva
accolto la notizia del tradimento, comunicatole direttamente da una
Lavanda particolarmente maligna che aveva sottolineato quanto
entrambi fossero felici dell'imminente arrivo di un figlio, senza
fare una piega. Il fatto che la gravidanza vantata da Lav Lav fosse
solo una bugia, non aveva impedito alla ragazza di infierire
ulteriormente su di Hermione. Aveva avuto la sfrontatezza di
invitarla al matrimonio e di indignarsi quando questa aveva
gentilmente declinato l'invito, mandando perfino Ron a parlarle.
Hermione ancora una volta non si era scomposta chiarendo, davanti a
tutta la famiglia Weasley riunita, che non avrebbe partecipato alla
cerimonia e che anzi invitava tutti a non cercarla perché era sua
intenzione rifarsi una vita lontano da loro.
Il problema probabilmente era proprio questo. Hermione aveva
dimostrato ancora una volta di non aver bisogno di nessuno. Si era
rialzata ed era andata avanti con la sua vita. Il matrimonio con
Malfoy poi era stato, probabilmente, il colpo di grazia all’autostima
di Ron. Non solo lei non lo aveva mai più cercato, ma aveva sposato
quello che era stato il loro peggior nemico ai tempi della scuola. Se
in quel momento anche Harry si era sentito tradito, ora come ora non
poteva che gioire per la scelta della ragazza. Non solo aveva dato
negli anni modo a Draco di dimostrare la sua valenza come Auror, ma
ora che li vedeva felici e innamorati, sapeva che la ragazza non
sarebbe mai stata così raggiante accanto a Ron. Non perché non lo
avesse amato, ma perché Ron non era alla sua altezza, cosa che
invece Malfoy era.
In quel momento mentre osservava l'amica sorridente che,
accompagnata dal marito, si sedeva al tavolo e gli augurava il
buongiorno concluse che decisamente quello era un matrimonio
riuscito, nonostante le pessime premesse.
<< Pronta per partire Herm? >> chiese sorridendo alla
ragazza dopo averle augurato il buongiorno.
<< Si, direi di si. Draco si rifiuta di dirmi dove andremo,
quindi non posso che essere ansiosa. >> disse lei sorridendogli
prima di aggiungere << Però non vedo l'ora di partire >>.
Draco sorrise e si servì la colazione prima di immergersi nella
lettura del Profeta. Quella mattina aveva scelto la strada del
silenzio. Le domande di Hermione si erano fatte sempre più sottili
così, ben conoscendo la capacità di sua moglie di ottenere in un
modo o nell'altro le informazioni a cui ambiva, non aveva risposto a
nessuna di esse.
<< Non sei proprio riuscita a convincerlo a dirti dove
andrete eh? >> chiese Harry prendendola in giro, mentre lei
scuoteva la testa sconsolata.
<< Strano, negli interrogatori sei sempre la migliore,
possibile che tu non riesca ad estorcere una semplice informazione a
tuo marito? >> la incalzò lui sempre più divertito, mentre la
ragazza si accigliava.
<< Potter ti sarei grato se evitassi di intrometterti nei
miei rapporti con mia moglie. >> lo redarguì Draco da dietro
il giornale, anche se di nascosto aveva spiato le reazioni di
Hermione, la quale a quel richiamo ridacchiò probabilmente
ripensando alla tirata che Draco aveva fatto la sera prima
sull'incapacità di Potter di farsi gli affari suoi.
<< Semplicemente Harry non voglio estorcere, come dici tu,
nessuna informazione a mio marito. Preferisco fidarmi del suo
giudizio >> rispose infine Hermione sorridendo all'indirizzo
del marito che le sorrise a sua volta.
<< Ok, come vuoi tu. Io ora vado in ufficio. Farò di tutto
per concedervi questi giorni di riposo. Prometto che vi richiamerò
in servizio solo ed esclusivamente se non avrò altre alternative. >>
disse abbracciando l'amica. << Contento Malfoy? >> chiese
poi ghignando in direzione del ragazzo.
<< Ci conto Potter. >> disse quello abbassando il
giornale e guardandolo con un mezzo sorriso al qual seguì quello ben
più aperto di Harry.
<< Fate buon viaggio, ragazzi. >> disse infine prima
di avviarsi alla porta.
Draco posando il giornale definitivamente guardò la moglie che
seguiva Potter con lo sguardo.
<< Non crollerà il mondo magico solo perché ci
allontaniamo qualche giorno. Lo sai vero? >> le chiese ironico.
<< Non è quello. >> rispose lei continuando a fissare
la porta dietro cui era scomparso l'amico.
<< Potter se la caverà alla grande Emi, sia col lavoro che
con la sua vita privata. Non è un bambino che devi accudire, mi
sembra di avertelo già detto più di una volta. >> le disse
serio. Proprio non capiva quel senso di protezione che la moglie
dimostrava nei confronti dell'amico.
<< Lo so che non è un bambino, Draco. Penso solo che per
lui sia un momento difficile e probabilmente sarebbe meglio stargli
vicino. >> disse lei tentando di spiegare al marito, senza
lasciar trasparire troppo la sua ansia di perdere nuovamente Harry.
Si erano appena ritrovati e l'idea di perderlo di nuovo la
spaventava.
<< Emi, nemmeno Potter è così stupido da commettere due
volte lo stesso errore. >> le disse lui seriamente, attirando
finalmente lo sguardo della moglie.
<< Che intendi? >> chiese lei timorosa.
<< Ora che vi siete ritrovati, anche se mi spiace
ammetterlo, non credo proprio che Potter si allontanerà nuovamente
da te o metterà in dubbio la vostra amicizia. Non saranno questi
pochi giorni lontano da casa che comprometteranno la vostra ritrovata
intesa >> terminò lui, mentre la moglie annuiva come sempre
stupita di quanto lui la capisse anche senza bisogno di esprimere i
suoi dubbi a parole. Draco le sorrise dolcemente prima di invitarla a
terminare la sua colazione.
Al contrario di quanto Hermione si era aspettata non avevano avuto
bisogno di smaterializzasi, avevano semplicemente utilizzato il
grande camino dello studio di Draco.
Una volta uscita da un camino che le parve altrettanto enorme e
sontuoso, Hermione prese a guardarsi intorno. Non riconoscendo
affatto quella stanza si decise a guardare il marito che si stava
spazzolando gli abiti dalla polvere volante che avevano utilizzato.
<< Dove siamo? >> chiese lei, rendendosi conto che
Draco non le avrebbe detto proprio nulla di sua iniziativa.
<< Rosier Castel, nelle Higlands Scozzesi >> rispose
lui.
<< Rosier Castel ? La madre di Narcissa si chiamava Rosier,
o sbaglio? >> chiese Hermione guardandosi attorno, era in un
castello scozzese probabilmente di proprietà della famiglia di sua
suocera.
<< No, non sbagli e vedo che ti sei letta tutto il nostro
albero genealogico. Come sempre informatissima, Hermione. >>
disse lui prendendola un po' in giro. << Questo castello
apparteneva alla famiglia di mia nonna materna, fu lasciato in
eredità a mia nonna e lei lo lasciò a mia madre. Quindi ora fa
parte del patrimonio della famiglia Malfoy. >> rispose infine.
<< Un castello scozzese? >> chiese lei un po'
titubante facendolo ridere.
<< Si tesoro, siamo abbastanza benestanti da possedere anche
un intero castello in Scozia >> le rispose tra le risate.
<< Permettimi di essere stupita, non dubito che la tua
famiglia sia abbastanza benestante, ma non è da tutti possedere un
intero castello, in ottimo stato di conservazione tra l'altro, nelle
Higlands Scozzesi. >> disse lei un po' piccata.
<< La nostra famiglia >> la riprese lui bonariamente.
<< Ricordi ciò che è mio è anche tuo e viceversa >>
le disse abbracciandola.
<< Il mio apporto al patrimonio di famiglia è stato un mini
appartamento in Diagon Alley, non certo un castello. >> disse
lei mestamente.
<< Vuoi dirmi che non è stato un matrimonio di interesse il
mio? Merlino! E ora come faccio? >> chiese ironico, mentre
Hermione tentava di colpirlo per quel suo umorismo decisamente poco
apprezzato.
<< Non me ne avevi mai parlato >> disse infine la
ragazza, mentre lui continuava a ridere e lei smetteva di dimenarsi
nel suo abbraccio.
<< Davvero? Nemmeno mia madre? >> le chiese ritrovando
la compostezza. La ragazza scosse il capo.
<< Strano, mia madre adorava questo posto. Sono anni che non
viene più qui. Dice che le ricorda troppo i momenti felici passati
con mio padre. Io ero troppo piccolo per ricordare veramente. Ho
qualche breve sprazzo di memoria. Luoghi particolari del parco che
circonda il castello. Mia madre e mia nonna sedute nel giardino
interno a prendere il the. Cose così >> disse lui lasciandosi
andare ai ricordi.
Hermione lo guardava rapita. L'aveva portata a conoscere un altro
piccolo pezzo di lui. Un pezzo così lontano che perfino suo marito
ne aveva confusi ricordi.
<< Come mai hai scelto questo posto per la nostra mini
vacanza? >> chiese lei, si era aspettata di visitare città
ricche di storie e musei, come in luna di miele. Draco invece l'aveva
nuovamente stupita.
<< E' un bel posto. Immerso nel verde e molto tranquillo.
Proprio quello che ci serviva dopo questi ultimi movimentati giorni.
Vuoi visitarlo? >> le chiese speranzoso.
Lo sguardo felice di Draco aveva rapito Hermione. Le aveva chiesto
la sera prima se desiderasse passare qualche giorno sola con lui, non
immaginava che intendesse una vacanza di completo relax in un
castello avvolto nel verde.
<< Certamente, siamo soli? >> chiese lei guardandosi
intorno. A quella domanda una piccola elfa fece la sua comparsa da
dietro una poltrona.
<< Misty è qui per servire i padroni. >> disse
inchinandosi fino a terra nel suo straccetto logoro, che la copriva
appena.
<< Misty? >> chiese Draco non ricordandosi del elfa in
questione.
<< Si è rimasta solo Misty, ma tutta la casa è
perfettamente pulita ed ordinata padrone, come piaceva a Lady
Druella. >> disse lei sempre prostrata a terra.
<< Benissimo. Io sono Draco Malfoy, figlio di Narcissa e
nipote di Lady Druella. Ti ricordi di me Misty? >> chiese lui
gentilmente.
<< Si padrone io mi ricordo di quando venivate qui da
piccolo, sempre in cima alla scopa, sempre a corrervi dietro perché
non vi faceste male. Il padrone non voleva che vi faceste male. >>
disse Misty.
<< Alzati pure Misty. Questa è mia moglie Hermione. >>
le disse Draco, prima che l'elfetta si ributtasse a terra dicendosi
onorata di conoscere la moglie del padrone.
<< Misty alzati pure, non c'è bisogno che ti butti così a
terra, finirai per farti male. Sei stata avvisata del nostro arrivo?
>> chiese premurosa Hermione. Ormai gli elfi di Malfoy Mannor
non si comportavano più così servilmente, erano gentili e
ossequiosi ma evitavano gesti così plateali.
<< Lettera arrivata, io non so leggere molto bene, ma avevo
capito che qualcuno veniva. >> disse Misty a disagio. <<
Ho pulito tutto il castello e preparato tante camere, voi potete
scegliere. >> rispose rigettandosi sul pavimento.
Hermione guardò Draco costernata, non voleva mettere in
difficoltà la piccola elfa.
<< Misty, alzati pure. Sei stata bravissima. Ora andiamo a
scegliere la nostra stanza insieme, poi parleremo un po' su come si
svolgeranno le cose d'ora in avanti. D'accordo? >> gli chiese
gentilmente Draco. Conscio che finché non avesse sistemato le cose
con l'elfa sua moglie non si sarebbe goduta quella vacanza.
<< Misty ha sbagliato padrone? Devo essere punita? Per
questo volete parlare con me? >> chiese agitata.
<< No, assolutamente no. Sei stata molto brava. Non ti
agitare. Voglio solo ringraziarti ok? >> rispose prontamente
Draco, sperando che Misty accogliesse di buon grado i cambiamenti che
intendeva apportare così come avevano fatto gli elfi del Mannor.
<< Misty puoi farci strada? Vorremmo vedere le camere. >>
disse Hermione cercando di venire in aiuto del marito. Magari
passando un po' di tempo con loro avrebbe capito che le volevano solo
far vivere una vita migliore, non togliere il suo lavoro.
Usciti dal salone, che già era di dimensioni notevoli come aveva
appurato Hermione, il resto del castello era esattamente come ci si
aspetta sia un castello scozzese. Enorme e pieno di pietre a vista,
scale imponenti e finestroni. Uno spettacolo per gli occhi convenne
Hermione mentre veniva scortata da Misty in giro per le stanze.
Infine optarono per una sontuosa stanza con antichi mobili in legno
scuro e le cortine del letto a baldacchino blu come la notte in tono
con le tende alle grandi finestre. Aveva un grande bagno comunicante
con la stanza e le imponenti finestre mostravano un parco
meraviglioso che si estendeva fino ad un bosco rigoglioso.
<< Ti piace? >> gli chiese Draco cingendola da dietro.
<< E' un sogno >> rispose lei appoggiandosi al suo
petto.
<< Bene, era la reazione che speravo avessi >> disse
lui posandole un bacio tra i capelli. Alle loro spalle Misty si
adoperava per sistemare i loro bagagli. Hermione le aveva detto che
non era necessario, ma l'elfetta non aveva sentito ragioni.
<< Devo dirle che le cose cambieranno, spero solo che non
vada in crisi. >> mormorò Draco tra i suoi capelli osservando
Misty dal riflesso della finestra, mentre Hermione gli stringeva le
braccia che la tenevano per la vita.
<< Lo faremo insieme e vedrai che andrà tutto bene, o
almeno spero >> disse con un tono leggermente titubante sul
finire.
Draco sospirò per poi volgersi verso la piccola elfa, stringendo
la mano della moglie.
POSTO PICCOLO:
Ciao
a tutti scusate il ritardo, ma oggi sono andata a prendere mio figlio
in montagna e ho passato tutto il giorno con lui a giocare e farci le
coccole.
Spero capiate che il mio essere la mamma di Cicio viene prima di qualunque altra cosa.
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
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Capitolo 22 *** 22. ***
22.
22 –
La giornata di Harry stava procedendo tutto sommato normalmente,
aveva sbrigato alcune formalità, incontrato il Ministro e il capo
del Wizengamot per concordare insieme come procedere col processo a
Dolohov e sbrigato molte incombenze con l'aiuto impareggiabile di
Dolores, che tra quelle scartoffie era molto più a suo agio di lui.
Fu proprio la voce leggermente nervosa della donna che lo richiamò
dall'interfono a distoglierlo dalla lettura di uno dei tanti verbali
redatti dal squadre degli Auror che lui aveva il compito di
analizzare e siglare prima di essere archiviati o inoltrati al
Wizengamot per i vari processi in corso.
<< Signor Potter, dall'atrio mi hanno avvertito che c'è una
visita per lei. Le nuove disposizione impongono a chiunque sia
diretto qui al Quartier Generale di attendere l'autorizzazione a
salire a questo piano, ricorda ? >> chiese titubante.
Harry ne era più che conscio visto che era stata una sua precisa
richiesta accolta gentilmente dal Ministro.
<< Si Dolores. Chi vuole vedermi? >> chiese
gentilmente.
<< La signorina Ginevra Weasley chiede di essere ricevuta.
>> rispose professionalmente la donna.
Harry rimase un attimo in silenzio, gettando uno sguardo
all'orologio a pendolo che aveva sul muro di fronte. Le quattro del
pomeriggio. Era pronto a concludere la giornata con una sfuriata
della sua ex ragazza? Si chiese per un momento, poi conscio che prima
o poi avrebbe dovuto nuovamente affrontarla decise di autorizzare la
visita della ragazza. Nervosamente richiuse il fascicolo che aveva
davanti e girando la sedia si mise ad osservare il panorama che gli
offriva una grigiastra Londra nel tentativo di trovare abbastanza
calma dentro di se per non aggredire la ragazza appena essa fosse
entrata.
Un leggero bussare alla porta lo informò che il tempo a sua
disposizione era terminato.
<< Avanti >> disse senza girare la sedia in direzione
della porta.
<< Miss Weasley per lei capo. >> disse severamente
Doloros, prima di richiudersi la porta alle spalle una volta che la
ragazza fu entrata.
Harry rimase in silenzio, lo sguardo perso tra le coltri di nubi
che ricoprivano la città.
<< Harry amore >> lo richiamò la ragazza, mentre il
ticchettare delle scarpe di lei sul pavimento lo informava che si
stava avvicinando. Decise che era meglio girarsi prima che Ginny si
avvicinasse troppo.
<< Ti sarei grato se evitassi di chiamarmi in questo modo e
a meno che tu non sia venuta per restituirmi le chiavi di casa mia
non vedo il motivo della tua visita >> disse serio mentre la
squadrava.
La voce dura e lo sguardo torvo di lui gelarono Ginny mentre si
avvicinava. Certo aveva letto la sua missiva di quella mattina, ma
come sempre l'aveva attribuita alla cattiva influenza di Hermione o
peggio di quel Mangiamorte che la ragazza aveva sposato, non certo al
volere di Harry. Lei era più che certa che alla fine il suo Harry
l'avrebbe perdonata, perché glielo doveva.
<< Ancora questa storia, amore? Perché non torni a casa e
ne parliamo tranquillamente io e te da soli. Senza influenze esterne.
Non pensi sarebbe la cosa migliore? >> chiese lei ricominciando
ad ancheggiare verso la scrivania.
Harry assottigliò gli occhi squadrandola. Il vestito che
indossava lasciava ben poco al immaginazione. Gli occhi erano
truccati in modo pensante e i gioielli troppo vistosi. In quel
momento nulla gli ricordava la dolce ragazza che aveva amato, meno
che mai quel tono petulante con cui gli si rivolgeva.
<< Quella che tu ti ostini a chiamare casa è la mia casa,
pagata coi miei soldi, intestata a me e ti sarei più che grato se ti
decidessi a lasciarla una volta per tutte. Inoltre ti ho più volte
spiegato che non ho nulla di cui parlare con te. Le tue azioni hanno
determinato la fine della nostra storia. Non c'è altro da chiarire.
Se non i tempi in cui tu uscirai in maniera definitiva dalla mia
vita, Ginevra. >> le rispose risoluto.
<< Amore ti prego, non chiamarmi Ginevra, sai quanto odio
quel nome. >> disse lei facendo un gesto di stizza con la mano.
Non dando nessun peso, ancora una volta, alle parole del ragazzo.
<< Non è più affar mio ciò che odi o meno. Ti ripeto che
pretendo che tu lasci la mia casa e visto che i miei inviti cadono
nel vuoto, mi costringi a minacciarti. Se entro domani sera a
quest'ora non avrai portato via le tue cose puoi tranquillamente
dirgli addio perché è mia precisa intenzione bruciare ogni cosa non
mi appartenga. >> le disse serio.
<< Harry andiamo non puoi parlare seriamente. Non puoi
cancellare tutti questi anni di relazione, per un piccolo errore. >>
disse lei che nel frattempo si era avvicinata alla scrivania e si era
sporta maggiormente verso di lui, posando le mani sul tavolo e
concedendogli un ampio panorama delle sue forme strizzate nel
micro-abito dalla profonda scollatura. Harry trovò il gesto
estremamente volgare. Pensava veramente di risolvere tutto
seducendolo? Evidentemente si, a giudicare dallo sguardo languido
della ragazza.
<< Ti pregherei di starmi lontano e di accomodarti su di una
sedia Ginevra, ciò che offri ha perso ogni attrattiva per me >>
le disse duramente.
La ragazza parve stupita, come se un rifiuto fosse veramente
l'ultima cosa che si aspettasse.
<< Harry dai, non fare così >> disse ridacchiando in
modo che Harry trovò irritante.
Merlino! Come diamine aveva fatto a sopportarla fino ad allora,
si chiese sconvolto.
<< Finiscila Ginny. Ti stai solo rendendo ridicola. >>
le disse realmente arrabbiato.
<< Come ti permetti? Io vengo qui, a tentare finalmente di
sistemare le cose tra noi, senza quei due stronzi che ti stanno
sempre intorno e tu mi tratti in questo modo? >> chiese lei
sbattendo i piedi per terra.
<< I due “stronzi” come li definisci tu, sono miei amici
e gradirei che ti rivolgessi a loro con maggior riguardo. In più non
mi stanno né intorno, né tanto meno tentano di fomentarmi contro di
te. Mi hanno accolto a casa loro e si sono dimostrati dei veri amici.
Quindi evita, soprattutto dopo quello che ha combinato ieri
quell'idiota di tuo fratello. >> disse inferocito.
<< Vedi che è sempre colpa loro. Il povero Ron è in
prigione per colpa loro e tu mi tratti in questo modo. Ovviamente ti
tengono sotto incantesimo o che so io >> disse lei incrociando
le braccia al petto e mettendo un broncio degno di una bambina di
pochi anni.
<< Il “povero” Ron ha avuto ciò che si meritava. Ha
aggredito due Auror disarmati senza ragione. E se vogliamo essere
pignoli, dopo quanto ho visto venerdì in quel letto avrei il diritto
di trattarti anche peggio di come ti tratto. >> le disse serio
sbattendo le mani sulla scrivania.
<< Perché ti devi impuntare su questa cosa, è stato un
momento di debolezza, tutto qui. >> disse lei scrollando il
capo.
<< No Ginny, no. Nessun momento di debolezza. Tu mi hai
tradito e visto come ne parli temo non fosse nemmeno la prima volta.
Questo ha cambiato tutto. Io non ti voglio più! Sono stato
abbastanza chiaro adesso o preferisci che ti schianti in modo da
renderti più esplicito il concetto? >> le urlò, pentendosene
subito visto che ovviamente Dolores avrebbe sentito.
<< Ora vattene, raccogli le tue cose e lascia la mia casa.
Subito. Se non lo farai ti assicuro che te ne pentirai amaramente. >>
le disse indicandole con la mano la porta.
<< Un ultima cosa, non farti mai più vedere qui! >>
<< Non puoi parlare seriamente >> disse lei attonita.
<< Non sono mai stato più serio ora vattene o chiamo
qualcuno che si occupi di sbatterti fuori senza tanti complimenti. >>
le disse voltandogli le spalle.
<< Dove dovrei andare Harry? >> disse con voce rotta
lei. << Nemmeno mia madre mi rivuole a casa, dice che dovrei
riflettere su chi sono e come sono cambiata, come se lei sapesse
veramente chi sono. >> disse la ragazza piangendo. Harry
strinse i denti non doveva farsi impietosire o ci sarebbe ricascato.
Ginny era maestra nel fare leva sui suoi sensi di colpa, ma quella
volta non glielo avrebbe permesso.
<< Non è affar mio. Chi è causa dei suoi mali, pianga se
stesso. Ricordatelo Ginevra e ora vattene una volta per tutte. >>
le disse duro continuando a girarle le spalle.
Dopo un bel po' di singhiozzi finalmente la porta si chiuse alle
spalle della ragazza e lui poté riprendere fiato. Sperava veramente
che quello fosse il loro ultimo confronto. Il giorno dopo avrebbe
fatto ritorno a casa, cambiato tutte le serrature e gli incantesimi
di protezione. Se vi fosse stato ancora qualcosa di Ginny o la
ragazza stessa presente in casa, avrebbe preso e buttato tutto in
strada senza alcun problema. Era ora di riprendere le redini della
sua vita.
Draco si gettò sul letto senza nemmeno togliersi le scarpe. <<
Merlino, quella è da manicomio! >> affermò mentre cercava una
posizione comoda sul letto.
<< Non è da manicomio, Draco. Era semplicemente spaventata,
le abbiamo stravolto l’esistenza nel giro di poche ore. È
comprensibile che avesse dubbi e paure >> disse Hermione
avvicinandosi al letto.
Prima di stendersi si premurò di levare le scarpe, per poi fare
la stessa cosa con quelle del marito.
Draco in risposta la guardò stupito e felice. Erano quelle
piccole premure che lo lasciavano sempre stupefatto, mai in tutta la
vita qualcuno si era preso cura di lui in modo così disinteressato,
non fino a quando Hermione era entrata nella sua vita. La prima volta
che lei gli aveva scostato i capelli da davanti agli occhi mentre
parlavano era restato di sasso. Non solo perché il gesto della
ragazza era stato improvviso, ma anche perché era parso del tutto
naturale, come se un contatto fisico fra loro fosse comune. Forse era
stato proprio in quel momento che aveva iniziato ad amarla, quando
per la prima volta si era accorto che lei lo guardava con occhi
diversi da tutti gli altri, per lei era solo Draco, un collega, un
amico. Il retaggio del passato, sebbene ovviamente non fosse
dimenticato, era stato accantonato dalla conoscenza del presente ed
in un crescendo di reciproci avvicinamenti erano arrivati fino a
quel momento, a quella stanza.
Hermione gli sorrise vedendolo perso nei suoi pensieri.
<< Un penny per i tuoi pensieri >> gli disse ridendo.
<< Pensavo a te, a noi. A tutto quello che ci è successo da
quando ci siamo rincontrati >> le rispose lui prontamente,
fissandola negli occhi. Niente più maschere, niente paletti, niente
codici di comportamento. Era finalmente arrivato il momento della
verità.
<< Già >> concordò la ragazza, << Un bel
percorso ad ostacoli non trovi? >> chiese lei ironica.
<< Però la compagnia è stata ottima >> disse lui
avvicinandosi.
<< Lo credi davvero? >> chiese la ragazza
mordicchiandosi il labbro inferiore.
Era bello ed elettrizzante essere così vicini, in una casa dove
nessuno li avrebbe interrotti. L’ansia di Hermione cresceva
proporzionalmente all'avvicinarsi del momento tanto atteso. Voleva
suo marito, ma era agitata dalla cosa, erano anni che non aveva
nessun tipo di contatto intimo con un uomo mentre suo marito ...
Meglio non pensare alla vasta esperienza in materia di Draco, si
ammonì la ragazza.
<< La migliore che potessi desiderare >> disse lui
ormai prossimo alle sue labbra.
La ragazza sorrise appena prima di lasciarsi coinvolgere in un
bacio appassionato dal marito.
Draco era partito in quarta, ormai non riusciva più ad attendere,
i suoi piani al principio erano stati diversi. Avrebbe mostrato alla
moglie la bellezza del castello e dei suoi dintorni, tentando di
sedurla senza mai arrivare al sodo, poi le avrebbe offerto una cena
romantica sulla terrazza che si apriva sul giardino preferito di sua
madre e di sua nonna ed infine l’avrebbe fatta sua per la prima,
sperava, di innumerevoli volte.
Purtroppo la chiacchierata con Misty aveva portato via buona parte
della mattinata e del dopo pranzo. Quando finalmente l’elfetta
aveva cominciato a capire che le cose sarebbero solo migliorate, un
temporale era giunto a compromettere definitivamente i piani di Draco
che si era visto costretto a rimandare il tutto al giorno
successivo. Salendo in camera per riposarsi un po’ non aveva tenuto
conto di quanto la semplice presenza della moglie fosse in grado di
mandarlo su di giri.
Così si ritrovarono avvinghiati sul letto, ma qualcosa non
andava, almeno secondo Draco. Hermione sembrava tesa oltre ogni dire,
possibile che non fosse convinta di quanto stava accadendo tra loro,
si chiese Draco.
Staccandosi lentamente e controvoglia dalle labbra di lei si
allontanò quel poco che gli serviva per guardarla negli occhi, che
si spalancarono non appena lo sentì separarsi da lei.
Lo sguardo di lei era agitato ed interrogativo, mentre quello di
lui parve perplesso.
<< Cosa succede Emi? >> le chiese dolcemente.
<< Nulla, cosa dovrebbe succedere? >> rispose lei, ma
il suo disagio era palese.
<< Ok se non succede nulla posso sapere perché sei tesa
come una corda di violino? >> gli chiese lui accarezzandole il
viso mentre lei distoglieva lo sguardo sempre più imbarazzata.
<< Non vuoi che … ti baci Emi? >> chiese lui
timoroso, era la sua paura più grande quella, essere infine
rifiutato dalla moglie che tanto amava.
<< No, assolutamente no. >> disse lei tornando
finalmente a guardarlo negli occhi. << E’ che … io … vedi
… non so come dirtelo. È che mi vergogno >> ammise infine la
ragazza.
<< Di me? Dei miei baci? >> chiese lui non capendo
cosa fosse fonte di vergogna per lei.
<< No tu … tu sei fantastico, baci meravigliosamente >>
ammise lei per poi coprirsi il viso ormai paonazzo con le mani.
<< Emi >> la richiamò lui scostandole le mani dal
volto. << Aiutami a capire cosa ti mette a disagio. Sto
correndo troppo? Vuoi che mi fermi? >> chiese lui cercando
onestamente il suo aiuto. Voleva con tutto se stesso che la loro
prima volta fosse fantastica, ma c’era qualcosa che la stava
rovinando e Draco voleva capire e rimuovere il problema, subito,
prima di compromettere del tutto i passi fatti fino a quel momento.
<< No, non voglio che ti fermi è solo che … io ecco … è
tanto che … non so cosa ti aspetti, ma … >> a quel punto fu
repentinamente bloccata dal marito che aveva finalmente capito il
problema.
<< Emi, amore, io non mi aspetto nulla. Voglio solo stare
con te. Perché questo è quello che più desidero da tanto, troppo
tempo. Io … >> fece una leggere pausa cercando coraggio e
parole. << Emi io sono anni che sono innamorato di te. Sono
anni che aspetto un tuo minimo cenno, qualcosa che mi faccia capire
che anche tu sei interessata a me in quel senso. Negli ultimi tempi,
soprattutto dopo il matrimonio, mi è parso di intravederlo quel
qualcosa. Ora ti chiedo, esiste o è solo la mia fantasia ad avermelo
fatto scorgere ? >> in risposta la moglie gli gettò le braccia
al collo coinvolgendolo in bacio ancora più passionale dei
precedenti.
Quando ansanti si staccarono per riprendere fiato, gli occhi di
Hermione erano lucidi di felicità.
<< Ti amo, Draco Malfoy. >>
POSTO PICCOLO:
Ciao
a tutti e buon sabato pomeriggio. Per prima cosa vi avviso che il
prossimo sabato ho organizzato una gita fuori porta con la famiglia,
quindi quasi sicuramente non riuscirò a postare quel giorno, lo
dico per evitare isterismi inutili, posto appena riesco giuro.
Ormai
siamo agli sgoccioli, Draco ed Emi non hanno ancora avuto la loro prima
notte ma si sono dichiarati amore reciproco quindi si va alla grande!
Harry ha finalmente tirato fuori gli attributi e si sta accingendo a
riprendere le redini della sua vita. Misty si è fatta una
ragione dei cambiamenti che avverranno nella sua di vita.
Che dire ?!? Tutto bene quel che finisce bene ;)
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!
Un bacione Lisa
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Capitolo 23 *** 23. ***
23.
23 –
Draco ed Hermione erano distesi nella grande vasca in dotazione al
bagno della stanza. Avevano fatto l'amore per la prima volta ed era
stato tutto perfetto. Hermione, da prima timida e titubante, si era
presto lasciata andare alla passione del marito. Si erano studiati ed
esplorati con certosina meticolosità fino a quando il desiderio non
aveva prevalso sulla curiosità di scoprirsi. Poi avevano deciso di
trasferirsi nel bagno e concedersi un bagno caldo arricchito da calde
carezze.
Hermione, completamente rilassata, era appoggiata al petto del
marito che con una spugna le accarezzava le braccia e il corpo
facendola ridere per il solletico. Anche in questo lui l'aveva
stupita; la ragazza che era stata in intimità solo con un uomo prima
del marito, non era mai stata contornata da tanta dolcezza dopo un
amplesso. Ronald solitamente si addormentava o si alzava per andarsi
a preparare un panino. I confronti però non erano possibili. In
tutto Draco era profondamente diverso dal suo ex fidanzato, che in
quel raffronto perdeva su tutta la linea. Draco era dolce e
premuroso, per nulla insicuro, come lo era stato Ron nei primi tempi
della loro relazione, e soprattutto molto avvezzo all'arte amatoria.
Per Hermione era stato non solo un riscoprire una pratica da tempo
abbandonata, ma una esperienza del tutto nuova e appagante come mai
si era immaginata potesse essere. Per un momento la consapevolezza
che tutta quella maestria derivasse da anni di incontri con altre
donne le aveva adombrato il viso, ma il ragazzo era stato pronto a
richiamarla a se, dichiarandole apertamente il suo amore e
ribadendole che sarebbe stato per sempre solo suo.
<< Emi? >> la richiamò ad un tratto dai suoi dolci
ricordi di quanto appena avvenuto.
<< Si >> rispose lei con un sorriso mentre girava la
testa per incrociare gli occhi chiari del marito.
<< Prendi per caso un qualche tipo di contraccettivo
babbano? >> chiese lui, diritto al sodo, come sempre.
Lei sgranò gli occhi. Solo in quel momento si rese conto che
avevano appena consumato un rapporto non protetto. Presa com'era dal
momento, si era completamente dimenticata quell'aspetto della cosa.
Quando stava con Ron prendeva regolarmente una pillola
anticoncezionale, ma dopo la fine della loro storia, aveva ritenuto
inutile continuare soprattutto considerando il fatto che non aveva
più avuto relazioni amorose. Il matrimonio con Draco poi non era
partito con presupposti di intimità tali da farla tornare sui suoi
passi.
<< No >> gli rispose mortificata << Pensi che
sarà un problema procurarci gli ingredienti per la pozione, quella
che si assume dopo. Se non ricordo male la si deve assumere entro
quattro ore dal rapporto, quindi con un po' di fortuna dovremmo fare
in tempo >> disse tentando di alzarsi colta dalla premura di
preparare la pozione.
<< Non è quello il problema >> disse Draco
trattenendola a se.
Lei lo guardò preoccupata. << Draco ti giuro, non era mia
intenzione. Non ci ho pensato, era tanto di quel tempo che non …
veramente mi è passato di mente, perdonami >> gli disse
abbassando il capo.
Era convinta che lui avrebbe pensato ad una sua mossa per
incastrarlo, in un certo senso, con un figlio mezzosangue
probabilmente non voluto. Le veniva da piangere, aveva già
compromesso il loro rapporto, si chiese amaramente.
<< Amore calmati, non era questo che intendevo. Nemmeno a me
è passato per la mente in quel momento, hai il potere di mandarmi su
di un altro pianeta. Lo sai signora Malfoy? >> le disse lui
sorridente e sfiorandole il naso con la punta del indice, mentre lei
arrossiva vistosamente.
<< Merlino, sei stupenda quando arrossisci così. Sono un
uomo veramente fortunato >> le sussurrò mentre si sporgeva per
baciarla.
<< Cosa intendevi allora ? >> chiese lei quando si
staccarono dopo pochi istanti.
<< La domanda è: vorresti fare un figlio con me Hermione
Jane Granger in Malfoy? >> gli chiese lui sorridente.
Lei spalancò gli occhi. Lo voleva anche lui il figlio che lei
sognava?
<< Sicuro che sia veramente quello che vuoi? >> chiese
lei premurandosi di non lasciarsi subito andare all'entusiasmo.
<< Mai stato più certo in vita mia. Ho una moglie stupenda,
un buon lavoro, mi manca solo un figlio a coronamento di tutto questo
>> gli rispose lui entusiasta. << Tu però non hai
risposto alla mia domanda >> la incalzò.
<< Non ne avevamo mai parlato. Credevo che tu non volessi un
figlio … beh mezzosangue >> ammise lei a mezza voce, mentre
distoglieva gli occhi da lui.
<< Stai scherzando vero? >> le chiese subito Draco
sollevandole il viso per poterla guardare negli occhi.
Quelli della ragazza erano lucidi, di emozione sperò lui.
Hermione ancora una volta non gli rispose.
<< Hermione io ti amo e niente al mondo mi renderebbe più
felice di ampliare la nostra famiglia con tutti i figli che verranno
e che tu vorrai. Non me ne frega nulla della purezza del sangue da
tanto tempo ormai e tu lo sai >> le disse seriamente mentre lei
annuiva.
<< Lo vorrei anch'io un figlio da te >> mormorò
infine lei mentre Draco si apriva in un sorriso meraviglioso.
<< Allora come vedi non c'è bisogno che tu vada da nessuna
parte, anzi dovremmo proprio impegnarci perché questo figlio arrivi
>> terminò lui guardandola maliziosamente, mentre lei
scoppiava a ridere e si girava verso di lui completamente.
<< Certo che l'astinenza ti fa proprio male >> lo
canzonò baciandogli la mascella.
<< Non è l'astinenza che mi fa male è la tua presenza che
mi fa fin troppo bene >> le disse prima di baciarla con
passione.
<< Emi? >> la richiamò nuovamente Draco mentre si
preparavano per la cena.
<< Dimmi amore >> rispose lei mentre si asciugava i
capelli con la bacchetta tentando di dar loro una forma. Il bagno
aveva avuto risvolti più che piacevoli, visto che Draco sembrava
intenzionato a mettere in cantiere un figlio nel più breve tempo
possibile. Mentre uscivano dalla vasca Hermione si era fatta prendere
dal dubbio che si fosse così lasciato andare solo per quell'erede
che tutti aspettavano e con una buona dose di coraggio aveva
ventilato l'ipotesi al marito, che indignato le aveva risposto che di
quello che si aspettavano gli altri non gli importava proprio nulla.
Era quello che voleva e che sperava che volesse anche Hermione ad
interessargli, voleva formare con lei una famiglia e ovviamente aveva
tutte le intenzioni di godere del corpo della moglie in quel
tentativo.
Lei aveva riso, vedendolo così coinvolto da lei. Mai si era
aspettata che lui la volesse così tanto, mai si era aspettata di
volerlo lei stessa così tanto. Mentre si rivestiva si era lasciata
cullare da quel sogno di famiglia che Draco le aveva trasmesso.
Diverse volte in quei mesi aveva fantasticato in quel senso, ma
scoprire che lui faceva lo stesso aveva dato ai suoi sogni una
concretezza che la faceva scoppiare dalla felicità.
<< Preferiresti un maschio o una femmina? >> le chiese
sorridendo, mentre le cingeva la vita e le baciava la nuca.
Era entusiasta oltre ogni dire della risposta di sua moglie, anche
lei lo voleva quel figlio che lui già si immaginava, con i suoi
tratti tipici della famiglia Malfoy e l'intelligenza di sua moglie.
Certo avrebbe posto sulle fragili spalle del figlio il peso del nome
che portava, ma era certo che almeno quel nuovo erede sarebbe
cresciuto circondato da tutto quell'amore e quei gesti spontanei che
Hermione era in grado di dare. Sarebbe stato un figlio voluto per
amore e non per il patrimonio come era successo a quasi tutti i
Malfoy delle generazioni passate.
<< Non ho preferenze, ma suppongo che da noi ci si aspetti
un erede maschio per la continuazione del casato, giusto? >>
chiese Hermione cercando il suo sguardo nello specchio. La ragazza
era ben consapevole degli oneri che il nome del marito comportavano,
lo vide annuire serio, ma anche lei voleva sapere cosa sognasse il
marito sulla loro famiglia. << E tu? Cosa vorresti? >>
gli chiese sempre dallo specchio.
<< Vorrei che fosse meraviglioso come te e sano come un
pesce. Che sia maschio o femmina ha poca importanza in fondo. Lo
amerò con tutto me stesso in ogni caso, perché sarà il frutto del
nostro amore >> disse stringendola a se.
<< Pensavo che il tuo ego avesse il sopravvento e mi facessi
discorsi del tipo che i Malfoy generano figli maschi da generazioni
>> disse lei stuzzicandolo, in risposta lui le mordicchiò la
gota.
<< Probabilmente sarà così, ma onestamente non mi importa.
Comunque devi smetterla di leggere gli annuari di famiglia, non ti
fanno per niente bene. >> disse canzonandola mentre lei gli
faceva una linguaccia divertita.
Aveva scoperto che la storia del casato del marito la
appassionava, la biblioteca del Mannor era piena di libri riguardanti
gli alberi genealogici della famiglia e i diari dei vari esponenti di
spicco che si erano susseguiti negli anni. Narcissa aveva
incoraggiato la sua nuova passione, dicendole che sua suocera le
aveva imposto di mandare a memoria tutti i parenti di spicco del
casato, cosa che lei si era rifiutata di fare con Hermione, e che
visto che le interessava avrebbe rispettato una tradizione di
famiglia per una volta senza imposizioni.
<< Che nomi ti piacerebbe dare ai nostri figli? >> le
chiese lui mentre ormai pronti si dirigevano al piano di sotto per la
cena.
<< Non ci ho mai pensato veramente, ma se fosse maschio mi
piacerebbe continuare la tradizione di famiglia dei Black dandogli il
nome di una costellazione, seguito dal tuo ovviamente >> disse
lei riflettendo.
<< No >> disse Draco perentorio. << Già porterà
il peso del mio cognome, non voglio che le mie colpe ricadano ancora
di più su di lui imponendogli il nome di un ex Mangiamorte, nemmeno
come secondo nome Hermione >> gli disse fermandosi a metà del
grande scalone del castello.
Hermione colpita dalla durezza delle sue parole si girò subito
nella sua direzione.
<< Amore non dire così. Tu non sei solo un ex Mangiamorte,
tu sei un grande Auror e una persona stupenda. Questo tuo figlio lo
saprà e sarà orgoglioso di portare il tuo nome. >> gli disse
accarezzandogli il viso, con l'intento di rilassare la contrazione
che gli serrava la mascella. Lui si rilassò un poco e la prese tra
le braccia.
<< Ti prego Emi, non possiamo fargli questo. >> gli
mormorò lui.
Hermione lo strinse a sé, nonostante si dimostrasse forte e
impermeabile al mondo, suo marito era una persona profondamente
segnata dal suo passato. Un passato che stava combattendo per
redimere, ma che dentro di lui non sarebbe mai del tutto scomparso.
<< Ti amo Draco >> disse baciandolo <<
Decideremo quando sarà il momento, ok? >> gli disse sorridendo
e cercando di ritrovare quel clima spensierato di poco prima.
<< Scorpius >> mormorò Draco mentre stringeva ancora
la moglie, << Mi piacerebbe chiamarlo Scorpius >> le
disse sorridendo.
<< Bene, allora questo lo abbiamo già deciso. Allora io
posso proporre un nome se fosse femmina? >> chiese lei
guardandolo annuire. << Vorrei chiamarla Rose, come mia nonna
>> gli disse.
<< Rose non è male >> concordò lui << Poi il
fatto che sia anch'esso un nome di fiore come quello di mia madre,
credo che la renderà felice. Anche se solo il fatto di diventare
nonna manderà mia madre in visibilio >> commentò facendo
ridere Hermione, sicura della veridicità di quelle parole. Narcissa
le aveva più volte espresso quel desiderio.
Ridendo e scherzando sul numero di figli che avrebbero voluto, con
Draco che pronosticò un numero abbastanza irrealizzabile, si
diressero a cena. Felici come forse non lo erano mai stati, convinti
che ogni cosa da quel momento sarebbe stata ancora più meravigliosa
grazie all'amore che entrambi provavano e che finalmente avevano
trovato il coraggio di confessarsi.
Harry era rientrato da poco al Mannor. Il fatto che fosse deserto,
ad eccezione della servitù gli metteva non poco tristezza addosso,
non aveva praticamente mai vissuto da solo ma quella sarebbe stata la
sua nuova condizione di vita e sperava di abituarsi presto.
<< Signor Potter abbiamo ospiti, posso farli accomodare ? >>
chiese Bernard affacciandosi alla porta del salotto dove Harry si
stava concedendo un bicchiere dal super fornito mobile bar di Malfoy.
Non abituato alla servitù Harry si limitò ad un cenno del capo, non
sapendo se fosse giusto far informare eventuali ospiti dell'assenza
dei padroni di casa direttamente dal maggiordomo.
Rimase a fissare la porta chiedendosi chi potesse essere l'ospite
di quella sera e sperando vivamente che non si trattasse di Ginny,
dopo la sceneggiata del pomeriggio era più che intenzionato a
schiantarla.
<< Potter? >> chiese la voce incredula di Daphne
Greengrass apparendo sulla soglia.
Harry rimase a fissarla rapito per alcuni secondi. La bellezza
della Serpeverde era decisamente aumentata dai tempi della scuola. La
ragazza che già ai tempi di Hogwarts era annoverata tra le belle del
suo anno era sbocciata diventando la donna mozzafiato che gli stava
davanti, ma il viso e gli occhi in particolare erano sempre gli
stessi che ricordava.
<< Greengrass, accomodati. Temo di essere l'unico presente
in casa al momento. Posso offrirti qualcosa da bere. >> chiese
cortesemente indicandole con un gesto il divano.
<< Draco ed Hermione rientreranno a breve? >> chiese
lei mentre si accomodava.
<< Temo di no. Si sono concessi una breve vacanza,
dovrebbero rientrare sabato, mentre Narcissa si trova in visita dalla
sorella per alcuni giorni. >> rispose lui allungandole un
aperitivo che gli elfi avevano preparato e messo a disposizione
dell'ospite nel piccolo frigo del mobile bar.
Lei lo accettò con un cenno del capo, mentre lui si accomodava su
di una poltrona.
<< Posso chiederti cosa ci fai qui, Potter? >> chiese
lei guardandolo curiosa.
<< Sono ospite di Hermione e Malfoy per qualche giorno,
mentre … ehm sistemo alcune vicende private >> disse in
imbarazzo.
La ragazza ghignò. << Quindi ti nascondi qui mentre aspetti
che quella Weasley sloggi da casa tua, dico bene? >> lo incalzò
ironica.
Lui la guardò un attimo perplesso per poi annuire.
<< Non ti crucciare Potter, non hai perso nulla di
importante, quella donna porta più danno che utile. Anche se penso
che tu non abbia motivi per nasconderti. In fondo sei il salvatore
del mondo magico, non ti dovrebbe risultare così difficile buttare
quella stronza in mezzo ad una strada. >> gli disse Daphne
sorridendogli.
Le serpi sono tutte uguali fu il primo pensiero di Harry, mentre
da dietro il bicchiere osservava la bionda.
<< Non fraintendermi Potter, sono affari tuoi e sai bene
come gestirli. Il mio è solo un consiglio da qualcuno che ha visto
dei comportamenti poco corretti da parte di una donna che si dice
impegnata, per come sono io quella donna non merita il tuo rispetto
né tanto meno la tua gentilezza. >> riprese lei dopo un breve
sorso. << Ovviamente il mio è un giudizio esterno, solo tu e
lei sapete cosa vi sia tra voi e solo voi due potete risolvere i
vostri problemi. Tuttavia sono più che certa che non avrai grossi
problemi a rifarti una vita senza di lei. Sei famoso ed attraente,
non ti serve una Weasley qualunque per essere felice. >>
concluse sorridendogli incoraggiante.
Harry che aveva ascoltato la ragazza si ritrovò con la voglia di
raccontarle quello che gli era successo in quegli anni e di scoprire
come fosse la vita di quella donna bionda e bellissima seduta di
fonte a lui.
<< Posso chiederti come mai eri passata a cercare Malfoy? >>
chiese lui, cercando di riportare la conversazione su altri
argomenti, mentre reprimeva le mille domande che voleva porle su di
lei.
<< Semplicemente avevo voglia di passare una serata tra
amici. Devi sapere che da quando Hermione ha cominciato a frequentare
Draco, oltre al lavoro intendo, anche noi due ci siamo avvicinate ed
ora ho la presunzione di considerarla un amica. Una buona amica >>
disse lei riflettendo sul evoluzione dei suoi rapporti con quella che
una volta considerava un insopportabile “so tutto io” Grifondoro.
Conoscendosi le due ragazze si erano scoperte due spiriti affini,
inaugurando una bella amicizia.
<< Perché non resti a cena? Non sono Hermione o Malfoy, ma
se hai voglia di scambiare due chiacchiere sono più che disponibile
>> disse guardandola speranzoso. La ragazza annuì, mentre lui
richiamava un elfo per comunicargli che avevano un ospite per cena.
POSTO PICCOLO:
Ciao
a tutti! Sorpresi? Spero di si e spero anche apprezzerete il fatto che
visto che non posto domani abbia preferito anticipare piuttosto che
rimandare a domenica. Anche perché sicuramente non mi sarei
divertita domani pensando a qualcuno che mi tirava maledizioni, certo
questo pericolo non è scampato, ma spero avrete pietà di
me.
So
bene che vi aspettavate scene di sesso esplicite, ma non è nelle
mie corde, non sono brava in queste cose e ho preferito arrivare
diretta al dopo, comunque Emi è soddisfatta fidatevi ;)
Ultima
cosa, ho per la testa una storia originale, che dite mi butto? Non so
come sia la sezione, nel senso che leggo, ma non ho mai scritto. Sto
per avventurarmi nella fossa dei leoni?
Magari intanto scrivo e poi ci penso ^^
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.
Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!
Un bacione Lisa
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto
'Rincontrarsi' Incredibilmente
Noi
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di
lucro.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** 24 ***
24.
Ciao
a tutti! Ebbene si siamo giunti alla fine!
Ancora una volta voglio dire grazie!
GRAZIE a chi ha letto e
a chi ha commentato ogni singolo capitolo, a chi lo ha fatto qualche volta o solo una e a chi non lo ha mai fatto.
GRAZIE
A TUTTI VOI! Quando ho cominciato questa storia ero terrorizzata, nuova
sezione, nuovi lettori, nuove prove, invece mi avete accolta come mai
mi sarei aspettata e questo mi ha veramente commossa.
Quindi
è a voi tutti che è dedicata questa storia, al vostro
amore per la lettura e per la fantasia di Zia Row che ha fatto sognare
tutte noi.
Ho
pubblicato tardi lo so, ma un po' non volevo che questa storia finisse
e un po' ho voluto mettere on line una nuova storia per dirvi che ci
sono ancora e se qualcuno vorrà seguirmi il link è
infondo come sempre.
Un bacione Lisa
24 -
<< Amore, svegliati o faremo tardi >> disse Hermione
posando un dolce bacio sulle labbra del marito addormento. Draco
sorrise con ancora gli occhi chiusi, mentre a tentoni trovava la
moglie e se la stringeva al petto cercandone nuovamente le labbra.
Quando si staccarono Draco aprì finalmente gli occhi scoprendo la
moglie sorridente e completamente vestita.
<< Ridimmi perché andiamo a questa stupida cosa >>
chiese lui stiracchiandosi.
<< Perché intitolano un parco ad Harry e lui ci vuole al
suo fianco >> disse lei spostandosi verso il tavolo da toletta
per truccarsi.
Draco si sollevò sui gomiti guardandola dallo specchio.
<< Il nostro piccolo Potty è cresciuto >> disse con
voce stridula, facendo ridere la moglie.
<< Andiamo Draco, non fare lo stupido. Ultimamente lo
vediamo così poco oltre al lavoro, ho voglia di passare un po' di
tempo con lui. Ti dispiace così tanto accontentarmi? >> chiese
lei girandosi a guardarlo con un aria interrogativa.
Sapeva benissimo che non le avrebbe mai negato nulla. In quegli
ultimi mesi, dopo la vacanza al castello, la loro vita matrimoniale
si era trasformata in un sogno ad occhi aperti. Draco si era lasciato
completamente andare, mostrando alla moglie tutto il suo amore, con
gesti e parole.
In più Hermione quel giorno aveva un motivo in più per gioire.
<< Uffa, proprio di sabato mattina dovevano farla
quest'inaugurazione? >> chiese con tono petulante, a cui lei
non rispose nemmeno. Draco amava lamentarsi di tutto, anche se poi
una volta coinvolto in quegli eventi finiva sempre per divertirsi.
Non sentendo risposte il ragazzo decise che non sarebbe riuscito a
commuovere la moglie e si apprestò ad alzarsi e prepararsi a sua
volta. Hermione aveva l'abitudine di lasciarlo dormire fino al
ultimo, ben sapendo che una volta alzato avrebbe impiegato pochi
minuti per prepararsi senza però risultare meno perfetto del solito.
Uscendo dal bagno con i capelli ancora umidi scorse la moglie
intenta a scegliere i gioielli per quel giorno. Avvicinandosi le
indicò la collana che gli aveva regalato quando erano tornati dal
castello. Un ciondolo a cuore, tempestato di diamanti, semplice e
prezioso al tempo stesso. Così come lui vedeva sua moglie. Quello
era anche il gioiello preferito di Hermione, per la sua bellezza
ovviamente, ma anche soprattutto per il significato che vi aveva dato
il marito donandogli. Quello era il loro amore, che brillava su
tutto.
<< Ultimamente Potter latita effettivamente, comincio a
credere che c'entri un donna >> disse meditabondo mentre si
vestiva.
Quando erano tornati dal Rosier Castel non avevano trovato in casa
l'amico. Tippy gli aveva riferito che il Signor Potter era ritornato
alla propria abitazione il giorno dopo la loro partenza. Hermione
aveva prontamente invitato l'amico a cena per farsi raccontare i
risvolti di quella faccenda così avevano scoperto che Potter aveva
ripreso possesso della sua casa nonostante la presenza in essa
dell'ex fidanzata. Non solo. Lui, come aveva minacciato, aveva preso
tutta la roba di lei e l'aveva gettata dalla finestra per poi
minacciarla di riservarle lo stesso trattamento. A quel punto Ginevra
Molly Weasley se ne era andata, con la coda tra le gambe, umiliata e
risentita. Harry però aveva raccontato la faccenda ridendone di
gusto. Draco aveva apprezzato, Hermione e Narcissa un po' meno.
Nonostante il ritorno alla propria abitazione Potter aveva
continuato a frequentare assiduamente il Mannor nei due mesi
successivi, poi man mano le visite si erano ridotte. Hermione si era
mostrata preoccupata da quel diradarsi di visite, appurando però che
il rapporto con Harry non era mutato. Semplicemente il ragazzo si
stava abituando alla sua nuova condizione di single. Usciva più
spesso con gli amici, tra i quali grazie alla frequentazione con i
Malfoy, ora si annoveravano anche Blaise Zabini e Theodor Nott. Anche
se Hermione aveva fatto presente al marito quanto quei due incalliti
donnaioli non fossero affatto una compagnia costruttiva per Harry.
Draco aveva liquidato la faccenda facendo notare alla ragazza che
Potter era un giovane uomo single e come tale era giusto che
frequentasse ragazzi nella sua condizione al fine di ampliare le sue
conoscenze in fatto di donne. Quelle non erano mancate, stando ai
racconti dei tre ragazzi, anche se Harry non era certo uno da una
botta e via come gli altri due. Aveva conosciuto ragazze, ci era
uscito qualche volta, per poi decidere che non gli interessavano. Per
lui quello era tutto un mondo inesplorato visto che le sue esperienze
con il gentil sesso si limitavano a Cho Chang e Ginevra Weasley.
Quindi era normale che trovasse la cosa interessante.
<< Tu dici? >> gli chiese la moglie allungandogli la
cravatta scelta, nella vasta collezione di Draco, per quel giorno.
Quello era uno dei nuovi riti dei due ragazzi, lui le sceglieva i
gioielli e lei le cravatte.
Draco non si era mai sentito più felice in vita sua. La vita
coniugale con Hermione era perfetta, o almeno perfetta per lui. Si
amavano e si completavano, in più il sesso era fantastico.
<< Sei bellissima, lo sai? >> disse alla moglie
facendola arrossire come sempre, mentre lo liquidava con un gesto
vago della mano, ben consapevole che se lo avesse lasciato fare non
sarebbero mai usciti da quella stanza.
<< Draco siamo in ritardo >> gli disse risoluta
guadagnando la porta, Draco rise. Quando faceva così era perché
anche lei era più che conscia che non avrebbe resistito alle avance
del marito quindi preferiva battere in ritirata prima di lasciarsi
convincere a impiegare in un modo decisamente più divertente quella
giornata.
<< Malfoy, ce l'hai fatta a svegliarti! >> lo canzonò
Harry appena lo vide avvicinarsi al rinfresco organizzato per il
ricevimento in suo onore.
<< Simpatico come sempre Potter, comunque si. C'era qualcuno
che non vedeva l'ora di venirti a sostenere. >> disse
sorridendo ed indicando col capo la moglie, che li stava
raggiungendo.
<< Harry! Scusa il ritardo, ma Draco non voleva saperne di
alzarsi >> disse Hermione avvicinandosi ignara delle battute
appena scambiate dai due. Harry rise di gusto mentre abbracciava
l'amica.
<< Mi sono persa qualcosa? >> chiese scrutando i due.
<< No amore, il solito scambio di amichevoli saluti tra noi
>> le rispose tranquillamente Draco.
<< Immagino >> fu il sarcastico commento di lei. ><
Allora? Come ci si sente quando ti intitolano un parco pubblico? >>
chiese poi sorridendo all'amico.
<< In imbarazzo come sempre >> rispose lui
scompigliandosi i capelli. Dopo qualche convenevole i ragazzi si
divisero per andare a salutare i vari convenuti.
Draco con un bicchiere in mano raggiunse Blaise e Theo presi a
fissare una parte particolare del parco. Unendosi a loro scoprì che
quello che guardavano i due altri non era che Potter intento a
parlare fitto fitto con una bionda niente male che non riusciva a
riconoscere, visto che era di spalle rispetto a loro.
<< Giusto te! Sarai contento di aver inaugurato questo
scempio! >> gli disse Blaise guardandolo male, mentre Draco
sollevava il sopracciglio cercando di capire a cosa si riferisse.
<< Dai Blaise la tua è tutta invidia >> lo riprese
Theo dandogli una manata sulla spalla.
<< Io non invidio nessuno, sono gli altri al massimo che
invidiano me, Nott >> disse lui piccato scrollandosi la mano di
dosso e facendo ridere sonoramente Theo.
<< Posso capire di cosa parliamo? >> disse Draco
fissandoli come se fossero quegli alieni dei film che tanto piacevano
a Potter.
<< Serpeverde e Grifondoro, un abominio. È contro natura,
ecco cos'è >> disse Blaise evidentemente innervosito senza
spostare gli occhi dal colloquio privato di Potter.
<< Solo perché lui è riuscito dove tu più volte hai
fallito non è che sia una cosa sbagliata, Zab >> lo riprese
Theo, che notando lo sguardo smarrito di Draco decise di chiarire la
faccenda all'amico.
<< E' Daphne quella che parla con Potter >> disse
indicando i due con un cenno del capo.
Draco spalancò gli occhi e fissò i due. Effettivamente Daphne
Greengrass era il tallone di Achille di Blaise Zabini, da sempre
innamorato di lei e da sempre respinto. Sia negli anni di Hogwarts
che negli anni a seguire la bionda non aveva mai degnato di uno
sguardo il ragazzo che aveva tentato di conquistarla in ogni modo. La
ragazza invece sembrava ora in atteggiamenti più che amichevoli con
Potter. Ovviamente Draco sapeva che erano diventati amici, visto che
più volte si erano trovati ospiti insieme a casa sua, ma con loro
anche tutti gli altri. Però fino a quel momento non aveva mai notato
quel livello di confidenza tra i due amici.
Le sue riflessioni furono interrotte dall'arrivo della moglie che
salutando allegra gli altri due gli si affiancò.
<< Cosa c'è di così interessante da catturare la vostra
attenzione così a lungo? >> chiese ironica.
<< Hermione, tesoro, ora che sei qui nulla potrebbe attirare
la nostra attenzione più della tua soave bellezza >> le disse
Blaise prima di cimentarsi in un teatrale baciamano.
<< Nonostante trovi i modi di Zab eccessivi, devo concordare
con lui che oggi sei più bella che mai, Hermione >> convenne
Theo sporgendosi per sfiorarle la gota con un leggero bacio.
<< Ok ora basta, state lontani da mia moglie, due brutti
pervertiti che non siete altro >> li ammonì Draco
spintonandoli lontani dalla ragazza e suscitando le risate degli
altri tre che ormai si divertivano da matti a stuzzicarlo in quel
modo.
<< Comunque Hermione cara, guardavamo Potter e la nostra
piccola Daphne notando quanto sembrino “complici” >> disse
Theo mimando con le mani le virgolette e facendola ridere, mentre
seguiva con lo sguardo i loro puntati sui due amici dall'altro lato
dello spiazzo.
Effettivamente i due sembravano veramente molto in confidenza,
ripensando alle parole del marito, Hermione si chiese se fosse
veramente Daphne la ragione della recente latitanza dell'amico. In
quel caso ne sarebbe stata veramente felice. La ragazza aveva trovato
nella più grande delle sorelle Greengrass un ottima amica e la
trovava perfetta per Harry.
<< Credete veramente ci sia qualcosa tra loro? >>
chiese curiosa, guardando principalmente il marito, ma fu Theo a
risponderle.
<< Daphne difficilmente si comporta in quel modo con un uomo
se non è interessata e anche Potter sembra abbastanza preso, quindi
sì credo veramente che tra quei due ci sia qualcosa che non ci hanno
raccontato. >> riassunse il ragazzo mentre catturava due
bicchieri di champagne da un vassoio volante, che gli era passato al
fianco, per poi offrirne uno alla ragazza che rifiutò con un gesto.
<< Sarete contenti adesso, voi avete inaugurato questa cosa.
Serpeverde e Grifondoro dovrebbero odiarsi, non innamorarsi. >>
disse piccato Zabini, mentre Hermione gli sorrideva ben conscia che a
parlare era la gelosia.
<< Ne siamo più che orgogliosi >> disse Draco
cingendo la moglie per i fianchi a baciandola dolcemente.
Hermione sorrise al marito carezzandogli il volto e sussurrandogli
un ti amo, soffiato sulle labbra.
<< Vi prego, basta con tutto questo amore nell'aria, sto per
sentirmi male >> continuò la sua tirata Blaise, mentre gli
altri ridevano e Theo cercava un volto particolare tra la folla, non
trovandolo riportò sospirando lo sguardo sugli amici incontrando gli
occhi curiosi di Hermione.
<< Non è ancora arrivata? >> gli chiese lei
divertita, mentre Theo negava col capo e spostava lo sguardo a
disagio.
Hermione sorrise divertita, incredibile ma vero, persino Theodor
Nott alla fine aveva ceduto all'amore e non un amore qualunque, ma
Pansy Parkison la fidanzata storica di suo marito. I due erano
rimasti buoni amici ed anche lei, da poco rientrata dopo un soggiorno
di alcuni anni in Francia era entrato nel giro dei frequentatori
abituali delle cene al Mannor. Questo inatteso ritorno aveva
riportato nella vita di Theo il suo amore adolescenziale che sembrava
essere arrivato al giusto stadio di maturazione per evolvere in un
amore vero. Tanto che il ragazzo aveva preso a disdegnare le
goliardiche uscite tra single per dedicarsi ad un unica donna, Pansy
appunto.
<< Blaise sarebbe ora che anche tu ti trovassi una donna >>
disse Draco, come se avesse seguito lo stesso ragionamento della
moglie.
<< Nah, perché limitarmi. Il mondo è pieno di belle
fanciulle che aspettano solo di gettarsi tra le mie braccia. Non
potrei mai fare un torto così grande al genere femminile. >>
asserì questi convinto.
<< Blaise! >> lo richiamò una voce che bloccò le
risate di tutti.
Ginevra Molly Weasley si avvicinava in uno striminzito abito rosso
fuoco, mal accostato ai suoi capelli e che copriva decisamente poco
il corpo prorompente della giovane.
<< Oh Merlino! >> mormorò Zab sconsolato, mentre
faceva di tutto per ignorarla.
<< Ehi Blaise, non mi hai sentita è da un po' che ti chiamo
>> disse la ragazza avvicinandosi e cercando di afferrare il
suo braccio che venne prontamente spostato.
Con uno sguardo di scuse al marito ed agli amici, Hermione si
allontanò celermente. Quei mesi le avevano insegnato che per lei era
sempre meglio mantenere una certa distanza con la più giovane dei
fratelli Weasley, se non voleva che questa finisse per insultarla a
gran voce, mettendo tutti in imbarazzo.
Draco strinse i pugni. Quella faccenda proprio non la digeriva.
Ne avevano parlato tanto, ma la moglie preferiva evitare piazzate,
quindi aveva risolto di evitare in ogni modo lo scontro. Lui aveva
dovuto accettare questa sua decisione, visto che non c'era stata
maniera di convincerla a reagire, ogni suo suggerimento per ferire e
zittire una volta per tutte l'ex amica era caduto nel vuoto
scontrandosi contro la ferma decisione di Hermione di non arrecare a
Molly Weasley nuovi dispiaceri.
<< Blaise tesoro, come mai mi eviti? >> chiese la
ragazza con tono cinguettante cercando di avvicinarsi a lui.
<< Weasley quando lo capirai che non mi interessi? Ci siamo
divertiti una volta, ma … come dire, è stata la svista del
momento. Poi se allora potevi suscitare qualche attrattiva essendo la
donna di Potter, ora come ora mi risulti del tutto indifferente >>
disse freddamente il bel ragazzo moro senza degnarla nemmeno di uno
sguardo.
La ragazza sgranò gli occhi, poi decise che non avrebbe dato peso
alle parole di lui, così si mise a ridere. << Dai Blaise non
essere sciocco. >> disse lei ridacchiando
<< Weasley veramente, allontanati, stai contaminando la mia
aria >> disse lui scostandola malamente.
A quel punto una furia rossa che rispondeva al nome di Ron Weasley
fece la sua comparsa nella piccola cerchia di amici.
<< Brutto schifoso, togli le tue luride mani da mia sorella
>> proferì già stravolto dalla rabbia.
Blaise sollevò teatralmente le mani prima di aggiungere. <<
Guarda che se qualcuno di lurido c'è qui in mezzo è proprio tua
sorella. Ti consiglio vivamente di tenerla a bada. Se me la trovo
vicino di nuovo con le sue assurde pretese nei miei confronti chiedo
un mandato restrittivo. E finché ci sei io controllerei anche tua
moglie, visto che non ce la fa a non provarci con ogni essere di
sesso maschile le giri intorno >> disse cattivo il ragazzo,
facendo sghignazzare i due amici che gli stavano al fianco.
<< Bastardi. Siete solo dei Mangiamorte falliti, ecco cosa
siete, state lontani da mia sorella o da mia moglie altrimenti io vi
faccio fuori, sono stato chiaro >> disse Ron urlando e
attirando gli sguardi degli altri invitati.
<< Weasley datti una calmata >> disse in tono pacato
Draco.
<< Tu pensa a quell'essere patetico di tua moglie, non c'è?
Ora ti vergogni a portarla in giro? Povero Malfoy quanto sei caduto
in basso >> disse il rosso con un ghigno cattivo, mentre Draco
stringeva i pugni. Era consapevole di non poter reagire, come sempre
sarebbe passato dalla parte del torto ed Hermione ne avrebbe
sofferto. Mentre osservava quell'idiota ridere sguaiatamente però la
voglia di prenderlo a cazzotti aumentava. Stava per cedere alla
rabbia quando una mano solida gli si appoggiò sulla spalla, girando
appena gli occhi vide Harry Potter decisamente alterato che lo
superava e si frapponeva tra lui e Weasley.
<< Ron allontanati e finiscila di fare il cretino >>
proferì serio.
<< Lo difendi pure tu, ma quanto sei scemo Harry, non vedi
che ti usano >> disse Ron scuotendo il capo.
<< Se qualcuno in vita mia mi ha usato, quello sei stato tu
e quella puttanella di tua sorella e ora vattene, non sei un ospite
gradito >> rispose Harry con freddezza.
<< Che cazzo dici Harry, io ti avrei usato? E quando di
grazia, quando rischiavo la pelle per te? Quando sono stato quasi
ammazzato per colpa tua? >> chiese l'altro livido di rabbia.
<< Brutto stronzo che non sei altro, ritira quello che hai
detto, subito! >> intervenne Ginny altrettanto arrabbiata.
In tutto quello Harry non fece una piega, continuando a fissare
Ron in cagnesco.
<< Adesso basta! Ronald, Ginevra allontanatevi prima che
decida di far intervenire vostro padre >> la voce perentoria di
Molly Weasley gelò i suoi due figli più piccoli, mentre sia Harry
che Draco scorgevano la tarchiata figura della signora Weasley
emergere alle spalle del figlio.
<< Ma mamma loro … >> tentò di difendersi Ron, che
venne prontamente bloccato dalla madre.
<< Ho detto di allontanarvi, immediatamente! >> fu il
perentorio ordine della signora.
Ron guardò male tutti gli altri prima di allontanarsi sbuffando,
mentre Ginny tentava nuovamente di richiamare Blaise che la liquidò
con “ A mai più rivederci Weasley ” prima di girarle le spalle.
La ragazza si vide costretta ad allontanarsi suo malgrado sotto lo
sguardo severo della madre.
Quando questa fu a distanza di sicurezza Molly riportò
l'attenzione sui ragazzi che aveva difronte.
<< Harry caro, siamo così orgogliosi di te >> disse
prima di stritolarlo nel suo tipico abbraccio, mentre il ragazzo
farfuglia uno stentato ringraziamento.
<< Draco, è un piacere rivederti >> disse la donna
facendo un cenno con la testa a Malfoy, il quale rispose con
altrettanta deferenza.
<< Hermione e tua madre dove sono, vorrei tanto salutarle >>
chiese Molly guardandosi intorno.
<< Dovrebbero essere con Zia Andromeda e Teddy, ma di
preciso … >> cominciò lui guardandosi a sua volta intorno ed
interrompendosi quando scorse la figura della moglie che giocava col
piccolo Teddy.
<< Eccole là >> intervenne Harry indicando il punto
dove guardava Draco.
Molly scusandosi raggiunse le donne vicino ai giochi per bambini.
Draco rapito osservava la moglie e il nipotino abbracciati che
ridevano felici.
<< Sarebbe una madre stupenda >> gli mormorò Harry
affiancandolo. Draco sorrise e osservò i due avvicinarsi.
<< Non preoccuparti Potter, sono già all'opera in quel
senso >> lo informò ghignando.
<< E bravo Draco, così ampliate la famiglia. Suppongo che
nel farlo tu ti stia divertendo parecchio >> lo punzecchiò
Theo affiancandolo a sua volta.
<< Non immagini quanto >> rispose l'interpellato.
<< Ti prego Malfoy evita. L'idea della mia migliore amica in
certi atteggiamenti mi risulta al quanto indigesta >> si
lamentò Harry.
<< Andiamo Potter non fare il moralista >> disse
Blaise sghignazzando.
<< Non è questione di moralismo, è che proprio non me la
posso immaginare, vi prego cambiamo argomento >> disse Potter
sempre più a disagio.
<< Tu invece che ci racconti, chi è la tua donna misteriosa
? >> chiese Draco deciso a metterlo alle strette, Potter però
fu salvato da un uragano dai capelli azzurri che gli si avvinghiò
alle gambe.
<< Zio Harry >> urlò raggiante il piccolo Teddy
Lupin.
<< Ehi piccolo ti stai divertendo? >> chiese Harry
prendendolo in braccio.
<< Si tantissimo, Emi mi ha fatto salire su tutte le giostre
lo sai? È stato divertentissimo zio. >> disse lui contento.
Hermione intanto si era avvicinata ed era stata prontamente
stretta dal marito, che le stava mormorando chissà cosa al orecchio.
Sicuramente niente che il bambino che aveva in braccio Harry potesse
sentire, visto il palese rossore sulle gote della ragazza.
<< Noi andiamo a farci un giro, ci vediamo dopo per brindare
alla tua salute Potter >> disse Blaise trascinandosi dietro
Nott.
<< Salirai sul palco zio? Posso venire con te? >>
chiese Teddy eccitato.
<< Mi sa che dovrai abituarti al sentirti chiamare zio, sai
Harry >> disse Hermione sorridendogli felice.
<< Ah si? E come mai >> gli chiese il ragazzo
fissandola. Hermione quel giorno aveva una luce particolare negli
occhi, sembravase possibile ancora più felice di quanto era stata in
quegli ultimi mesi. Dal ritorno dalla loro piccola vacanza i coniugi
Malfoy sembravano il ritratto della felicità e dell'amore.
La ragazza si mordicchiò il labbro per poi rigirarsi tra le
braccia del marito e guardarlo intensamente.
<< Volevo aspettare stasera a dirtelo, ma proprio non ci
riesco. Stiamo per avere un bambino, mi hanno comunicato gli esiti
degli esami questa mattina presto >> disse guardando Draco in
attesa della sua reazione.
<< Dici sul serio? >> chiesero in contemporanea i due
ragazzi mentre Hermione annuiva sorridente.
Draco la sollevò tra le braccia e le fece fare un giro completo
per poi baciarla appassionatamente.
Quando la rimise a terra entrambi avevano gli occhi lucidi.
<< Quando? Stai bene? Il bambino sta bene? >> chiese
tutto d'un fiato Draco mentre Harry tentava ancora di abituarsi al
idea.
<< Dovrebbe nascere tra circa sei mesi, io sto bene a parte
qualche lieve giramento di testa e lui è in perfetta forma. >>
disse Hermione orgogliosa.
<< Lui? >> chiese Draco quasi senza fiato.
<< Si Hannah è quasi certa che sarà un maschio >>
gli disse felice.
<< Scorpius >> mormorò Draco mentre lei annuiva.
<< Posso sapere il motivo di tanta ilarità >> chiese
Narcissa raggiungendoli. I due però si erano chiusi nella loro bolla
privata ignari del mondo che li circondava.
<< Ehm … pare che Hermione avrà un bambino >> disse
Harry a disagio. A quel punto si scatenò un mezzo terremoto.
Narcissa, Andromeda, Molly e perfino Daphne apparsa chissà quando si
avventarono sulla coppia, congratulandosi e abbracciando felici la
futura mamma.
<< Zio Harry? Emi e Draco avranno un bambino loro? >>
chiese Teddy tristemente. Harry riportò prontamente lo sguardo sul
piccolo trovandolo mogio.
<< Si Teddy avranno un bambino >> disse lui tentando
di capire quale fosse la ragione della tristezza del bambino. Draco
però gli venne prontamente in aiuto, sfuggito non si sa come dalla
morsa delle donne che lo avevano circondato, aveva sentito la domanda
del piccolo e aveva subito compreso i suoi timori.
<< Teddy questo non significa che vorremo meno bene a te. Tu
sarai sempre la nostra piccola peste, lo sai vero? >> disse
Draco dolcemente allungando le braccia per prendere il bimbo.
<< Davvero davvero? >> chiese Teddy guardandolo con
aspettativa.
<< Davvero davvero >> confermò il ragazzo
sorridendogli per poi abbracciarlo stretto. << Come faremmo
senza di te, peste >> gli disse bacandogli il capo e
ricambiando lo sguardo contento di Harry. Malfoy sarebbe stato un
gran padre pensò Harry in quel momento. Forse anche lui con la
persona giusta poteva pensare a formare finalmente quella famiglia
che aveva tanto desiderato. Inconsciamente lo sguardo corse a Daphne
che con le altre stava subissando Hermione di domande e complimenti.
Come se lo avesse sentito, lei ricambiò il suo sguardo abbagliandolo
con il suo sorriso perfetto. Sì, forse con la persona giusta al
fianco anche lui sarebbe stato pronto ad un passo così difficile.
<< Ci vuole una festa! >> proferì convinta Narcissa,
trovando l'assenso di tutte le altre, tranne quello di Hermione.
<< Ma non è nemmeno nato, non è un po' presto per
festeggiarlo. >> chiese la ragazza un po' frastornata.
<< Tesoro ma questa festa è per te. Quando nascerà ne
faremo un'altra per il bambino >> disse convinta Molly mentre
Narcissa annuiva ed Andromeda cominciava a pensare ad una data
possibile.
<< Due feste? >> chiese allarmata Hermione.
<< Andiamo sarà divertente! >> le rispose Daphne
veramente divertita dall'idiosincrasia dell'amica per le feste.
<< Così diventi padre. >> disse Harry tornando a
guardare Malfoy.
<< Già >> rispose lui con un sorriso ebete sul viso.
<< Era quello che volevi, no? Ora hai tutto quel che si può
desiderare ed Hermione sembra al settimo cielo. >> disse Harry
guardando l'amica.
<< Ho molti di più di quello che merito >> disse
serio Draco attirando il suo sguardo.
<< Non dire così. Ti meriti tutto quello che hai, sei un
bravo marito, un bravo Auror, una brava persona. Draco, sarai anche
un ottimo padre. >> disse Harry convinto.
Draco alzò gli occhi sorridendogli. << Lo sei anche tu
Harry e sono sicuro che presto sarai felice almeno come lo sono io in
questo momento. >> gli disse prima di allungargli la mano.
Harry la strinse felice annuendo, sì ci sperava anche lui.
<< Signor Potter, stiamo per cominciare, vuole salire
cortesemente sul palco >> lo richiamò una delle signore del
comitato organizzativo del evento. Harry annuì per poi girarsi verso
Teddy.
<< Andiamo ometto, abbiamo un discorso da tenere >>
disse sporgendosi per riprendere il bambino tra le braccia.
<< Stendili Potter >> gli disse Draco passandogli il
bambino.
<< Contaci Malfoy >> rispose lui convinto.
Harry si avviò verso il palco mentre Hermione raggiunse il marito
che la strinse felice a se.
Daphne al loro fianco non perdeva di vista il ragazzo.
<< Spero che presto anche voi ci annuncerete un lieto evento
>> le disse Hermione, mentre Daphne si girava a guardarla
interrogativa, lo sguardo furbo dell'amica le fece intendere che era
inutile mentirle.
<< Ne dubito, sembra non sia così smanioso di diffondere
quello che c'è tra noi. Probabilmente perché non la reputa una cosa
importante >> disse Daphne sconsolata.
<< Oh Daphne non ci credo. Conosco Harry, se sta con te è
perché prova qualcosa di serio nei tuoi confronti, altrimenti si
sarebbe limitato all'amicizia. >> gli rispose l'amica sicura di
se.
<< Sarà, ma preferisce non dire a nessuno che stiamo
insieme >> concluse Daphne mentre il discorso di Harry
cominciava.
Il ragazzo ringraziò prima tutti i presenti ed il comitato
organizzativo che gli avevano fatto quell'onore, poi ricordando a
tutti quanto quella guerra aveva profondamente colpito la comunità
magica soprattutto riferendosi ai bambini rimasti orfani come lui e
il piccolo Teddy che si stringeva al suo collo.
Infine stupì tutti con una richiesta in perfetto accordo col suo
modo di essere.
<< … è per questo che vi chiedo, e spero vivamente sia
possibile, di intitolare questo bellissimo parco non a me, ma a tutti
gli orfani di guerra come me. Perché nessun bambino dovrebbe mai
essere privato della propria famiglia. >> detto questo scese
dal palco per poi avvicinarsi al comitato, nel quale alla sua
richiesta era serpeggiato il panico. Intervenne anche il Ministro in
persona che dopo un breve consulto col comitato salì sul palco
affiancato da Harry che ancora teneva in braccio Teddy.
<< Sono felice di comunicarvi che, come richiesto dal signor
Potter, questo parco da oggi sarà intitolato agli “orfani delle
guerre magiche” >> a quelle parole un applauso scrosciante si
alzò dal pubblico.
Harry sorridendo scese dal palco e raggiunse gli amici.
Dopo aver lasciato Teddy tra le braccia di Draco si girò verso
Daphne e attirandola a se la baciò con passione, facendo partire un
secondo lungo applauso e piangere Hermione.
Quando si staccarono Daphne guardò raggiante l'amica che piangeva
di gioia tra le braccia del marito.
Quel giorno era l'inizio di una nuova vita per tutti loro.
FINE
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di
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