Oltre le apparenze

di lisa76
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** 16. ***
Capitolo 17: *** 17. ***
Capitolo 18: *** 18. ***
Capitolo 19: *** 19. ***
Capitolo 20: *** 20. ***
Capitolo 21: *** 21. ***
Capitolo 22: *** 22. ***
Capitolo 23: *** 23. ***
Capitolo 24: *** 24 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


O.L.A. 1

1-

La vedeva ancora così, nuda sopra ad Anthony, mentre facevano l’amore nella loro casa, quella che lei aveva voluto e lui aveva comprato; nel loro letto scelto da lei e pagato da lui, davanti a lui che aveva l’unica colpa di essere rientrato in un orario insolito scoprendo infine l’infame tradimento.

Quell’immagine pareva stampata a fuoco nella sua retina, nonostante fossero ore che girovagava senza meta cercando di allontanarsi da quanto era successo.

Chi diavolo era diventata la sua Ginny?

E poi Anthony?

Il suo secondo, colui che considerava un amico, forse il migliore da quando aveva rotto i rapporti con Ron.

Ron

Un’altra fitta all’altezza dello stomaco, stessa famiglia, stessa morale.

D’altronde anche lui aveva tradito Hermione accusandola poi come se ella stessa fosse la colpevole del suo tradimento.

Ricordava ancora quella discussione in cui si era trovato suo malgrado.

Hermione in lacrime mentre lui le sputava in faccia tutto il suo odio, tutta la sua perfidia accusandola di amare più il suo lavoro di lui, la sua fama, la sua notorietà.

Se qualcuno se ne era fregato della fama tra i tre salvatori del mondo magico, quella era proprio Hermione, aveva voluto finire gli studi al contrario di lui e Ron e solo dopo aveva intrapreso il corso per diventare Auror, risultando anche lì la migliore. Perché lei era migliore, migliore di tutti loro.

Ricordava chiaramente che aveva tentato di intervenire in difesa dell’amica, che per lui era quasi una sorella. Ma Ginny lo aveva fermato convincendolo a non prendere posizione.

Ora avrebbe voluto prenderla quella posizione, avrebbe voluto essere così acuto da capire che Ginny era diventata una piccola bugiarda arrivista, interessata più al suo conto in banca ed alla sua posizione sociale che a lui come Harry.

Il destino è beffardo e tende a gabbarti proprio quando sei convinto di averlo in pugno e così era successo anche a lui.

Lui che era stato il “bambino sopravvissuto”, lui che aveva salvato il mondo magico sconfiggendo Lord Voldemort, lui che era diventato il capo degli Auror del Regno Unito.

Era così preso dalla sua vita, dal bisogno di rendere felice Ginny per ripagarla di tutto il tempo e le sofferenze che aveva passato per lui, da non rendersi conto di cosa gli succedeva intorno.

Aveva messo Ginny ed il lavoro al centro del suo mondo, cercando di accontentare l’una senza mancare nel altro, memore della fine precoce della relazione tra i due migliori amici.

Ma tutto era stato inutile, perché in realtà si era semplicemente messo un paraocchi.

Aveva finto di non vedere com’era cambiata la dolce Ginevra Molly Weasley.

Aveva perfino litigato con Hermione quando quella gli aveva, con tatto e gentilezza, fatto notare che non era accompagnando a tutti i balli o eventi mondani la fidanzata che avrebbe preservato la pace nel neonato mondo magico.

L’aveva accontentata sempre in tutto, perché lei era la sua Ginny e doveva avere il meglio; aveva soprasseduto sul suo diventare sempre più esigente e capricciosa, sul suo spendere e spandere convinto che fosse solo causato dalla novità di poter avere a disposizione un capitale non indifferente e la notorietà di essere la fidanzata del “salvatore del mondo”.

Però almeno ora poteva ammettere con se stesso che una parte di lui aveva cominciato ad interrogarsi sul bisogno spasmodico di spendere e sfoggiare abiti e gioielli sempre nuovi e sempre più costosi, sul suo amore incondizionato per ogni tipo di ricevimento e ballo formale che si teneva al ministero e perfino sulla sua evidente incapacità di trovarsi un lavoro.

Ginny Weasley era diventata una mantenuta di lusso, sì perché dalle fidanzate ci si aspetta almeno un po’ d affetto, cosa che ormai Harry ricordava a malapena poiché negli ultimi anni dall’amata fidanzata non aveva ricevuto che scenate e capricci, degni di una bambina di pochi anni viziata e dispotica.

E lui era stato un idiota colossale.

Talmente idiota da passare su tutto, come dimostrava la scatolina di gioielleria che si rigirava in tasca da quella mattina, il contenuto di quella scatolina era la ragione ultima del suo rientro anticipato a casa, voleva chiederle di sposarlo.

Ma si può essere più deficienti?

Se fosse rientrato al solito orario, probabilmente, non avrebbe scoperto nulla.

A questo pensiero il sangue gli si gelò nelle vene, avrebbe sposato quella piccola arrivista puttana!

La prima goccia di pioggia lo sorprese nel mezzo di un bel monologo d’insulti diretti a se stesso.

Alzando il viso al cielo fu colto da un’improvvisa inquietudine.

Dove sarebbe andato?

Di certo non a casa sua, lui se ne era andato sbattendo la porta, ma dubitava che la signorina Weasley se ne fosse minimamente preoccupata giacché nonostante l’avesse visto, chiaramente, non aveva smesso di scoparsi Goldstein.

Stringendo i pugni con rabbia si chiese cosa fare e dove andare. Chi gli era rimasto?

Non Ron con cui parlava appena e solo quando si trovavano alla Tana coinvolti nei pranzi della numerosa famiglia di Molly. Non dai Weasley perché per un po’ ne avrebbe avuto abbastanza di quella famiglia, non che la colpa fosse dei signori Weasley certo ma non aveva voglia di guardare in faccia Arthur con ancora negli occhi le immagini del tradimento di sua figlia.

Sarebbe andato sicuramente da Anthony se non fosse l’altra parte in causa del suo tradimento.

E allora dove andare?

L’amara considerazione di essere nuovamente solo contro il mondo lo colse trovandolo spiazzato a quell’eventualità.

Hermione forse lo avrebbe ascoltato, ma forse no, d’altronde si era completamente disinteressato dei suoi problemi soprattutto con l’ultima legge magica varata. Talmente tanto che la sua migliore amica era stata costretta a sposare Malfoy. Già proprio quel Draco Lucius Malfoy che l’aveva insultata e derisa nei loro anni scolatici.

Merlino, come aveva fatto a lasciarla tra le spire di quella serpe?

La legge varata dal ministero era assurda, lo aveva detto chiaramente al ministro, ma nemmeno la sua notorietà era valsa a evitare il peggio.

Dopo la caduta di Voldemort il nuovo mondo magico era cambiato.

I matrimoni misti con babbani ormai erano all’ordine del giorno, mettendo così sempre più a repentaglio la sicurezza dello Statuto per la segretezza. I ben pensanti del ministero allora ne avevano combinata una delle loro: chi sposava un babbano doveva rinunciare alla magia e i nati babbani, come Hermione appunto dovevano scegliere se sposare un mago e rimanere in possesso dei propri poteri o tornare nel loro mondo di origine. Un’assurdità totale, ma il Wizengamot l’aveva votata all’unanimità. Erano sorti molti comitati promotori di un referendum, fatto più unico che raro per il mondo magico, per chiedere l’abolizione di quest’idiozia, ma intanto i termini di “regolarizzazione” erano scaduti e molti maghi e streghe erano stati costretti a vedersi spezzare la bacchetta, altri come la sua amica avevano optato per un matrimonio concordato a tavolino. Di questo lo stesso ministro era a conoscenza, ma aveva sardonicamente commentato che anche se i matrimoni non erano d’amore, avrebbero preservato il mondo magico, e tanti saluti al vecchio motto di Silente “ L’amore è la magia più grande che esista”.

Al riparo di una tettoia Harry si domandava se tentare o no di parlare con Hermione.

Lavoravano insieme, lui era il capo di tutti gli Auror e quindi anche dell’amica e del neo marito.

Sì perché dopo la caduta di Voldemort Malfoy aveva intrapreso la carriera di Auror, non pochi avevano storto il naso, ma a conti fatti lui stesso non poteva lamentarsi dell’operato del giovane collega. Più taciturno e meno scontroso di quanto era stato in gioventù Draco Malfoy era un ottimo Auror, competente e preparato. La sua vasta cultura in fatto di pozioni ne aveva fatto un elemento di spicco del suo reparto e lo aveva portato ad operare nelle squadre speciali insieme a lui ed Hermione. Ne avrebbe fatto parte anche Ron se qualche anno prima non avesse rinunciato per intraprendere la carriera di giocatore professionista di Quidditch, con molta gloria e poca reale capacità, ma avere uno degli “eroi” in squadra era troppo ghiotto per qualsiasi squadra e quindi avevano fatto a gara a ricoprirlo d’oro, aumentando ancora di più il suo ego già di per sé smisurato tutto speso in soldi facili e donne altrettanto facili.

Lavanda intanto si era fatta sposare, sì perché il caro vecchio Ronald cadeva sempre negli stessi errori e proprio con l’ex fidanzatina di scuola aveva tradito Hermione non pensando però che la cara Lav Lav era un arrivista di prima categoria e si era assunta anche l’onore e l’onere di rivelare il tradimento alla fidanzata ufficiale ovvero Hermione.

Inventandosi di sana pianta una gravidanza che si era rivelata a conti fatta fasulla, ma che aveva costretto Ron a sposarla con buona pace di mamma Molly e visto che nel mondo magico il divorzio non esisteva, si era sistemata per la vita condividendo con la neo cognata le gioie della notorietà riflessa e delle spese pazze.

Hermione, stoica com’era sempre stata, aveva urlato tanto per poi rassegnarsi alla stupidità del ragazzo che aveva amato da sempre e riprendere con la sua vita gettandosi anima e corpo nel lavoro, allontanandosi progressivamente da tutti loro e trovandosi quindi sola ad affrontare quella stupida legge.

Ricordava chiaramente quando gli aveva comunicato, con scarso entusiasmo, il suo prossimo matrimonio con l’erede di casa Malfoy ed Harry aveva urlato e tanto, per poi arrendersi al suo lapidario “ Dimmi tu cosa dovrei fare? Rinunciare alla magia? A questo mondo che ormai è tutto quello che mi rimane? “ colpito lui aveva abbassato la testa rifiutandosi però categoricamente di partecipare a quella pagliacciata. E tutto il mondo magico aveva favoleggiato sull’assenza del più famoso amico della sposa al “matrimonio dell’anno”, al quale perfino Ginny aveva partecipato dimostrando una faccia tosta notevole.

Hermione però era sempre rimasta la stessa stupenda persona che era a undici anni, buona e altruista, capace di mettere il bene degli altri prima del proprio. Purtroppo l’unica volta che non l’aveva fatto Harry gli aveva voltato le spalle dimostrandosi infine un pessimo amico.

La pioggia continuava a cadere copiosa mentre lui continuava ad insultarsi, quanti errori aveva commesso negli ultimi anni, quante stupidaggini aveva commesso pensando di essere nel giusto e invece aveva sbagliato tutto. Tutto!

Alla fine decise che se da qualche parte doveva cominciare a porre rimedio ai propri errori forse Hermione era il punto di partenza perfetto, certo avrebbe dovuto sopportare quella serpe di suo marito ma se avesse riavuto la sua migliore amica al fianco, quella sorella che amava e ammirava, tutto sarebbe stato più semplice anche perché la “mente” del gruppo era sempre stata lei e ora aveva assoluto bisogno di qualcuno che lo guidasse nel faticoso compito di rimettere in sesto la sua vita.

La visione chiara del mondo di Hermione e la sua mente pronta alla ricerca della giusta soluzione erano ciò che più anelava insieme ad un abbraccio sincero che da troppo tempo non riceve e se per averlo avrebbe dovuto strisciare lo avrebbe fatto perché per lei ne sarebbe sempre valsa la pena.

Certo di questa nuova convinzione si smaterializzo di fronte ai cancelli del Mannor della famiglia Malfoy.

POSTO PICCOLO:

Ciao sono nuova in questa sezione ho pubblicato qualcosa in Twilight, ma poca roba. Spero che l'inizio vi abbia incuriosito. Vi lascio anche il mio blog dove metto gli spoiler e qualche comunicazione. 

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Capitolo 2
*** 2. ***


2. 2-


Un servile maggiordomo, umano stranamente, lo accolse e lo tradusse in un salottino in attesa di avvertire la signora della visita.

Guardandosi intorno, già nell’atrio di quel grande maniero, Harry aveva notato quanto poco restasse di quella che era stata la casa di Lucius Malfoy che lui aveva avuto la sfortuna di visitare come prigioniero anni prima.

La casa un tempo tetra e permeata, a suo avviso, di oscurità e malvagità risultava ora splendente e luminosa, ricca e sfarzosa come era sempre stata ma decisamente più abbagliante. Quanto di quel cambiamento fosse imputabile all’amica gli era oscuro, ma certamente quella casa non gli dava ora i brividi che ricordava.

Mentre attendeva nel salottino elegantemente finito nei toni del lavanda si chiese che effetto avesse avuto sul amica venire a vivere nel luogo in cui Bellatrix l’aveva torturata.

<< Harry? >> una voce fin troppo nota lo riportò alla realtà del momento.

Hermione, fasciata in un tubino color crema e con i capelli raccolti in un’elegante crocchia, lo fissava stupita dalla porta, alle spalle della ragazza il suo giovane marito elegantissimo in un completo “fumo di Londra” con la cravatta leggermente allentata e lo sguardo corrucciato.

Per un attimo si sentì terribilmente fuori luogo al cospetto dell’elegante coppia.

<< Hermione >> sussurrò appena con la voce rotta dall’emozione. Tutto il peso di quella giornata e delle considerazioni che ne erano seguite gli cadde sulle spalle velandogli gli occhi.

La ragazza evidentemente scossa dalla vista del ragazzo mal in arnese e con gli occhi pieni di tristezza gli corse incontro stringendolo in quell’abbraccio che tanto aveva anelato e lui prontamente appoggiò il viso sulla testa dell’amica in un gesto che un tempo era stato abituale e che ora gli riportava alla mente tutto quel calore e quell’amicizia che pensava persi per sempre.

<< Harry! Cos’è successo? Perché sei tutto bagnato? >> chiese agitata, lui la strinse più forte mormorando ancora una volta il suo nome.

<< Per Merlino Potter che diamine ti è successo? >> chiese a sua volta Malfoy facendogli finalmente alzare il capo e incrociare gli occhi dell'altro, ora apertamente ostili.

<< Malfoy. >> disse schiarendosi la voce e allontanando appena l’amica per cercare il suo sguardo ora notevolmente preoccupato.

<< Scusate se mi sono presentato qui senza avvisarvi, ma … non sapevo dove andare io … Hermione ho bisogno di parlare con te, ma prima di tutto devo chiederti scusa >> disse con non poca difficoltà. Nonostante lavorasse ogni giorno con il biondo ex Serpeverde, sviscerare i suoi problemi davanti ai suoi occhi, furenti peraltro, non era il massimo.

Concentrandosi quindi sugli occhi dell’amica, ora spalancati, cercò di dimenticare la presenza del marito, merlino il solo pensarlo gli dava i brividi, di lei.

<< Scusa? >> chiese con voce tremante Hermione.

<< Si! Scusa! Scusa per come mi sono comportato negli ultimi anni, per tutte le volte che non ti ho ascoltato o che non ti sono stato vicino. Sono stato un pessimo amico e pensare che io ti considero quasi mia sorella e ti ho trattato così … >> concluse scuotendo la testa e regalandole un tenue sorriso imbarazzato.

<< Oh Harry!!! >> disse Hermione per poi fiondarsi tra le sue braccia con le lacrime agli occhi.

Malfoy intanto, chiaramente indispettito, se ne stava rigido con le braccia conserte nel centro del salottino trucidando con lo sguardo l’uomo che stringeva al petto sua moglie in lacrime.

<< E a cosa dobbiamo questa epifania? >> chiese sarcastico con voce strisciante, che ricordava immensamente il tono che riservava a loro tre negli anni di Hogwarts.

Hermione si staccò da lui per girarsi verso il marito << Draco per favore! >> disse con voce severa cui lui rispose alzando le mani in segno di resa e scrollando il capo.

<< E’ una legittima domanda, tesoro. Si è presentato conciato così alla nostra porta >> disse accigliato tradendo un leggero risentimento.

<< Perché non torni di là da tua madre e ti scusi da parte mia, mentre io parlo con Harry? >> chiese conciliante la ragazza facendo assumere nuovamente al marito la rigida posa da poco abbandonata.

<< Ti ricordo che lui è … >> ma non lo fece finire.

<< Lo so Draco lo so. Non ti preoccupare. Voglio solo parlare con Harry. Ti prego raggiungi Narcissa. >> disse seria avvicinandosi a lui e sfiorandogli con mano leggera le braccia conserte.

Malfoy trattenne ancora un attimo lo sguardo duro verso Harry per poi abbassare gli occhi verso quelli della moglie, notevolmente più bassa di lui nonostante i tacchi alti. Si fissarono un attimo quasi misurandosi, finché il ragazzo sbuffò sommessamente e perse la posizione rigida. Afferrò la mano della ragazza protesa verso di lui e la sfiorò appena con le labbra.

<< Come desideri, ma ricordati quello che ci siamo detti. Non tutti hanno diritto all’eterno perdono. >> disse perentorio per poi trafiggere Harry con lo sguardo e guadagnare l’uscita.

Hermione sospirò a sua volta e ancora girata nella direzione in cui Draco era sparito, gli disse semplicemente di seguirla.

Hermione lo condusse in uno studio, che doveva appartenerle, viste le numerose foto che ritraevano la ragazza insieme ai genitori, a Molly e Arthur Weasley, allo stesso Harry ai tempi della scuola e con le divise degli Auror ed infine alla foto del matrimonio da poco celebrato.

Quest’ultima foto attrasse l’attenzione di Harry che titubante la prese in mano << Eri bellissima, mi spiace di essere stato così idiota da perdermi un giorno come questo >> disse mestamente alla ragazza che nel frattempo si era accomodata dietro all’imponente scrivania.

<< Spiace molto anche a me >> disse lei facendogli segno di accomodarsi. << Senti freddo? Vuoi che ti procuri dei vestiti asciutti? >> chiese premurosamente e lui scosse la testa. Voleva parlare, voleva chiarirsi e poi in quella stanza il fuoco ardeva vivace nel grande camino scaldandolo, o forse era la speranza di ricostituire l’antico sodalizio con l’amica di sempre a scaldarlo.

Una volta che si fu accomodato, guardò la ragazza che lo fissava concentrata, stava cercando di organizzare le parole che gli vorticavano in testa, quando lei come sempre lo anticipò.

<< Harry cos’è successo? Cosa ti ha portato alla mia porta a pormi scuse per … tutto? >> chiese lei corrucciando appena le sopracciglia.

Lui si massaggiò gli occhi sotto gli occhiali, non più quelli rotondi dei tempi della scuola sempre storti e riaggiustati più volte. Un paio nuovo a lente libera con i profili argentati, di una marca famosa, che Ginny aveva tanto insistito perché comprasse convincendolo che ormai con la posizione che rivestiva doveva dare un’immagine più seria di se. Si certo l’immagine, ecco cosa interessava veramente alla cara Ginevra.

Stancamente raccontò all’amica quanto gli era accaduto durante quella assurda eterna giornata, comprese le sue riflessioni sui propri errori specialmente nei confronti della bella ragazza che gli sedeva di fronte e che circa a metà del suo racconto si era alzata e lo aveva raggiunto dall’altra parte della scrivania stringendogli le mani in segno di solidarietà.

Aveva pianto il “ragazzo sopravvissuto” ripercorrendo quegli errori che ora come ora gli sembravano così chiari, ma che prima, mentre li viveva, non aveva capito.

<< Harry non puoi darti la colpa per tutto, se qualcuno ha sbagliato in questa storia quella è Ginny. Forse l’hai troppo amata, ecco, forse … forse ti sei fatto prendere un po’ troppo dalla vita che sognavi e che volevi realizzare. Ma non puoi darti tutte le colpe. >> disse calma stringendogli forte la mano che teneva intrecciata alle proprie.

<< Ma con te sì. Con te ho sbagliato tutto. >> disse convinto. << Prima quando non ti ho difeso davanti a Ron e poi … poi quando non sono stato in grado di proteggerti da questa stupida legge. Ti ho lasciato sola, ti ho lasciato a Malfoy >> disse scuotendo la testa con rabbia.

Hermione sospirò ancora. Effettivamente aveva fatto tutte quelle cose e lei ne era rimasta pesantemente ferita. Era quello che Draco tentava di ricordarle con quella frase.

Ma alla fine non le era andata così male. Certo il suo non era un matrimonio d’amore, ma lei e suo marito avevano un buon rapporto. Da quando si erano trovati a lavorare insieme e lui aveva perso quell’aria spocchiosa e snob che aveva caratterizzato gli anni della scuola, avevano sviluppato una proficua collaborazione arrivando a comprendersi anche solo con uno sguardo, tanta era la familiarità che avevano raggiunto. Quando la nuova legge l’aveva stretta alle corde imponendole una scelta tra quei due mondi su cui si era sempre sentita in bilico, Draco le aveva offerto una via d’uscita perfetta. A lei serviva una mano per restare nel mondo della magia, a lui serviva una mano per riportare in auge il nome della sua famiglia e la sua credibilità. Era un contratto che avrebbe soddisfatto i bisogni di tutti. Nessuno dei due cercava l’amore infondo. Lui era stato cresciuto sapendo che avrebbe contratto un matrimonio d’interesse, mentre lei aveva perso tutte le sue romantiche illusioni sull’amore quando l’unico uomo che aveva realmente amato per tutta la sua giovane vita l’aveva tradita e umiliata, addossando a lei ogni responsabilità del naufragio della loro relazione. E lei si era sentita così sola. Proprio come ora si doveva sentire Harry.

Draco l’aveva ammonita più volte sulla sua troppo grande propensione al perdono, troppo buona e troppo Grifondoro a detta del marito.

Avevano speso giorni interi a discutere della situazione della ragazza rispetto ai suoi amici di un tempo, giorni e da quando si erano sposati anche notti.

Non c’era tenerezza nel suo matrimonio, non c’erano baci appassionati o slanci amorosi, ma di sicuro c’erano reciproca comprensione e solidarietà, c’erano rispetto e sostegno, insomma non le era andata così male.

Infine aveva trovato anche Narcissa.

La madre di Draco era stata la sorpresa più grande di quel matrimonio, forse più dello sfarzo della sua nuova vita.

Narcissa si era rivelata una donna gentile e affettuosa, che istruiva con amabile pazienza la nuora del tutto digiuna di etichetta dell’alta società magica. Ma lo aveva fatto con affetto e simpatia, stringendo con la ragazza un rapporto alla pari.

Riemergendo dai propri pensieri la ragazza decise che infondo lei era una Grifondoro e se qualcuno doveva avere diritto al suo perdono quello era Harry.

Harry che l’aveva sempre protetta e appoggiata, che considerava come il fratello che non aveva mai avuto, che le era sempre stato vicino.

<< Accetto le tue scuse Harry, perché ti sei comportato male con me negli ultimi anni e perché ti avrei voluto accanto nel giorno più importante della mia vita. Il mio non sarà un matrimonio d’amore, ma è l’unico che mai avrò e ti avrei voluto accanto. Tu sei tutta la mia famiglia ormai e il fatto che non fossi lì con me, ad accompagnarmi all’altare e a sostenermi, mi ha profondamente ferito. Ma proprio perché sei tutta la mia famiglia non posso rinunciare nuovamente a te ora che sei qui. Con me. >> disse con la voce rotta. Mentre il ragazzo si sporgeva per stringerla e sussurrarle ancora scuse e quanto le voleva bene.

Piansero entrambi finché le lacrime non si trasformarono in risate.

<< Un matrimonio in grande stile, ho letto. Proprio come piace a te ! >> disse Harry con il sorriso sulle labbra ebbro della felicità di aver ritrovato l’amica di sempre.

<< Oh sì, non immagini! Una gioia! Tutti quegli sconosciuti che mi stringevano e si congratulavano con me. E Ginny ha pianto lo sai? Ma si può essere così falsi? C’era perfino Lavanda. Quando l’ho vista, avrei voluto affatturarla! >> disse ridendo a sua volta. Sembravano di nuovo quelli di un tempo e i loro sguardi felici ne erano la prova.

Harry si fece serio di colpo.

<< Con lui? Tutto bene? >> chiese incatenando lo sguardo dell’amica nel verde splendente dei suoi occhi.

Hermione sorrise appena << Si tranquillo. Il nostro non è un grande amore ovviamente, ma abbiamo il nostro equilibrio. Draco non mi fa mancare nulla ed è fin troppo … protettivo alle volte. >> disse rialzando gli occhi sull’amico leggermente imbarazzata. Draco tendeva ad essere piuttosto possessivo con lei. Lo avrebbe definito geloso se non avesse saputo che era impossibile, più che altro era possessivo aveva concluso la ragazza e come con ogni altra cosa che gli apparteneva non sopportava che qualcuno toccasse lei, in nessun senso.

<< Sicura? >> chiese Harry notando il leggero disagio dell’amica, la quale annuì convinta.

<< Che cosa pensi di fare ora Harry? >> chiese poi decisa a spostare su di lui la conversazione, conscia che il suo matrimonio ben poco chiaro a lei, dovesse apparire un enigma insormontabile ad occhi esterni.

Il ragazzo si strinse nelle spalle, al momento non aveva assolutamente idea di cosa fare o dove andare.

<< Non penso che sia il caso che tu torni da Ginevra, almeno per questa sera. Puoi restare con noi. Abbiamo non so quante stanze e siamo solo in tre >> disse meditabonda. Il suo cervello, sempre fin troppo attivo, stava già vagliando le varie soluzioni al problema dell’amico e il suo cuore anelava di averlo accanto ancora un po’ ora che lo aveva valutato.

<< Io … ecco … non credo che Malfoy … >> cercò di dire Harry, ma lei lo fermò alzando una mano.

<< Con mio marito me la vedo io, tranquillo >> disse regalandogli un leggero sorriso. << Ma prima o poi dovrai parlare con Ginevra >> disse convinta.

Harry per la prima volta notò con quanto astio l’amica pronunciava il nome della sua ormai ex fidanzata, la osservò attentamente per poi fargli la domanda di cui più temeva la risposta.

<< Tu sapevi che mi tradiva? >> chiese guardandola da sotto le ciglia, timoroso della risposta e in evidente imbarazzo.

<< No >> rispose convinta Hermione << O meglio, non ne avevo la certezza, ma il dubbio ti confesso che mi era venuto. L’atteggiamento che ha tenuto nella faccenda tra me e suo fratello mi aveva insospettito. La Ginny che conoscevo io avrebbe lanciato una fattura coi fiocchi al fratello, ma quando le ho parlato in cerca di conforto, non è stata minimamente infastidita. Certo gli ha dato del cretino, ma senza veemenza. Come se lo facesse solo per accontentarmi. E poi è cambiata parecchio in questi ultimi anni. Già l’ultimo anno ad Hogwarts, quando voi non c’eravate, aveva atteggiamenti diversi dal solito. Quando poi, finita la scuola, è venuta direttamente a vivere con te, non sembrava più la ragazzina che avevo conosciuto alla Tana. Gli atteggiamenti erano sbagliati, studiati, come se l’apparenza di se e del vostro rapporto fosse diventato il suo scopo ultimo. >> disse lei persa nei suoi ricordi, rimpiangendo ancora una volta quella che era stata forse la sua unica vera amica.

Il silenzio cadde tra i due amici, persi entrambi nei ricordi di come la loro vita era cambiata senza quasi che se ne accorgessero.

<< Tu hai sempre avuto una percezione migliore di me di quello che ci circondava >> disse amaramente Harry rompendo il silenzio che si era creato. Lei gli rivolse un piccolo sorriso, minimizzando con un gesto le parole dell’amico. Ma lui scrollò le spalle insistendo.

<< Si Hermione è sempre stato così, tu le cose le vedevi prima ed io ho iniziato a sbagliare, quando ho smesso di fidarmi ciecamente del tuo intuito e della tua sagacia. >> disse sorridendole con occhi tristi.

<< Abbiamo sbagliato tutti Harry. Io, te, Ginny, Ron. Tutti quanti. Non serve a nulla piangere sul latte versato, lo sai. >> disse sorridendo a sua volta.

<< Già. Hai ragione sorellina. >> disse stringendola ancora e facendola ridere.

In quel momento bussarono forte alla porta e la voce leggermente alterata del padrone di casa richiamò la moglie.

Lei si staccò veloce dall’amico, volgendo uno sguardo divertito prima alla porta e poi all’amico al quale sussurrò piano << Ora ci sarà da ridere >> prima di alzare la voce ed invitare docilmente il marito ad entrare.

POSTO PICCOLO:

Ciao ecco a voi il secondo capitolo con la speranza che vi piaccia, come ho scritto nelle note i caratteri saranno O.O.C. quindi non prendetevela troppo per i fratelli Weasley perché qui non fanno una gran bella figura. Per il resto che dire oltre a GRAZIE a chi ha letto e commentato lo scorso capitolo.  

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.
3-


<< NO! Ho detto di no e rimane no. >> Draco era concretamente alterato ed Harry osservava la scena dalla sua poltrona in evidente imbarazzo.

La calma serafica di Hermione in parte lo divertiva e in parte lo inquietava.

Non era ancora riuscito ad inquadrare il rapporto tra i due coniugi, ma era sicuramente strano stare lì a guardare Malfoy strepitare e gesticolare, mentre una calmissima Hermione gli esponeva che aveva tutta l’intenzione di ospitare l’amico per un tempo indefinito, mentre questi era impegnato a ridare un significato alla sua vita.

<< Lo hai perdonato, certo, dovevo aspettarmelo. Ho sprecato tanto di quel fiato su questa storia che speravo che almeno i concetti chiave ti fossero rimasti in quel cervello così sviluppato che ti ritrovi. Ma ovviamente se si tratta dello sfregiato, tutto passa in secondo piano vero? Tutte le belle parole e i discorsi articolati, puff, scoparsi nel nulla. Merlino Emi! Come diavolo fai a farti sempre rigirare così! Tu e il tuo dannato cuore Grifondoro! >> sbotto sempre più adirato il biondo.

<< Draco non essere offensivo! >> proferì adirata Hermione in un evidente strappo alla calma su cui aveva improntato quello scambio.

<< EMI? >> chiese stralunato nello stesso istante Harry beccandosi un’occhiataccia da Malfoy e un sorriso dolce da Hermione che voltandosi verso di lui si apprestò a raccontargli l’origine di quel soprannome che lui non aveva mai sentito.

<< Teddy non pronuncia ancora bene l’Erre, così ha iniziato a chiamarmi Emi, io ho detto a Draco quanto mi piacesse quel nomignolo, molto di più di Herm o ‘mione, che come sai ho sempre odiato e così anche lui e Narcissa hanno iniziato a chiamarmi così >> disse con un sorriso radioso.

<< Teddy Lupin? >> chiese Harry con tutto lo stupore dipinto a chiare lettere sul viso.

Hermione annuì sorridente << Si dopo la guerra Narcissa e Andromeda si sono riavvicinate e ormai lei e Teddy sono ospiti frequenti qui al maniero >> disse tranquilla.

Harry era sempre più stupito. Non immaginava che l’amica fosse così in contatto con il suo figlioccio. Anche con lui aveva molto peccato. All’inizio, appena finita la scuola, era stato molto presente nella vita del bambino, unico legame con gli amici scomparsi. Poi col tempo, il lavoro e Ginny avevano preso il sopravvento su tutto anche sul bambino, che ormai vedeva solo a Natale e per il suo compleanno. Perso com’era in queste considerazioni, non prestò tanta attenzione al diverbio tra i neo coniugi che era ripreso dopo il breve interludio.

<< Ma perché qui? Lo hai perdonato, non sono d’accordo e lo sai, ma perché deve restare qui? Che vada a casa sua o in albergo se non ha le palle per sbattere fuori quella piattola! >> aveva infine esclamato Malfoy con un tono tale da riportare su di se l’attenzione di Harry.

Per un attimo ebbe l’istinto di difendere Ginny, ma presto l’immagine di quella mattina lo riportò alla ragione, ormai si era alzato e stava comunque per rispondere per le rime al caro Draco quando Hermione si mise in mezzo tra i due. Il volto rivolto al marito.

<< Perché Harry è tutta la mia famiglia ed io lo voglio qui, esattamente come tu vuoi Narcissa con noi. >> disse risoluta, facendo stringere gli occhi al marito e sciogliere il cuore a Harry. La sua Hermione, come aveva fatto a vivere quegli anni senza l’avvolgente calore del suo affetto? Ancora non se ne capacitava.

La giovane coppia si fronteggiò per alcuni momenti. Occhi negli occhi. Anche solo a guardarli ci si sentiva di troppo. Come se in quello sguardo ci fosse tutto un mondo da cui gli altri erano esclusi, come se fossero solo loro due in mezzo al deserto o in una perfetta bolla. A disagio Harry attese la fine di quel momento, interrogandosi ancora una volta sul rapporto che legava l’amica all’ex Serpeverde. Per essere un matrimonio convenuto avevano un rapporto decisamente stretto.

<< E sia >> si arrese alla fine il giovane Malfoy << Ma ricordati quello che ti ho sempre detto. E tu Potter vedi di tenere le mani lontane da mia moglie e se mai, per una ragione qualsiasi, la farai soffrire ancora io ti distruggerò fosse l’ultima cosa che faccio >> disse riservandogli uno sguardo di puro odio per poi girarsi e sbattersi la porta alle spalle.

Istintivamente Harry allungò una mano sulla spalla della ragazza, stringendola appena in segno di conforto, ma contrariamente a quanto si era aspettato il leggero sussulto delle spalle di lei non era dovuto al pianto come aveva supposto, ma da una sommessa risata che divenne cristallina e vigorosa, mentre questa si girava a guardarlo con occhi scintillanti di felicità.

<< E’ stata meno dura di quanto credevo >> disse asciugandosi gli occhi e guardandolo sorridente.

Harry era sconvolto.

Suo marito le urlava addosso e minacciava i suoi ospiti e lei rideva?

Sollevò un sopracciglio evidentemente scettico della reazione dell’amica.

<< Peggio? Merlino Herm, ha urlato come una Banshee per quasi venti minuti e tu ti aspettavi peggio? >> chiese sconvolto.

<< Oh si! Tu non lo conosci o meglio non lo conosci quanto me. Sapeva che avrebbe perso questo confronto già in partenza, da quando gli ho chiesto di lasciarci soli. Quello che hai visto era solo il suo modo per non ammettere che non mi comanda a bacchetta come vorrebbe far credere a tutti. Fidati. Io lo conosco. Stanotte non mi lascerà dormire, angosciandomi con tutti i rimproveri che sicuramente si sta appuntando, sul fatto che non posso e non devo farmi mettere i piedi in testa da nessuno, perché io sono migliore di tutti e poi ora sono una Malfoy e nessuno, nemmeno tu, puoi permetterti di raggirarmi! >> disse sorridendo felice, mentre lui la guardava non del tutto convinto delle sue conclusioni.

<< Harry fidati di me. Draco sputa fuoco e fiamme, ma non farebbe mai nulla per ferirmi. Sa benissimo che ti voglio qui e sebbene te ne dirà di tutti i colori, non andrà mai contro i miei desideri. >> disse serena.

<< Convinta tu! >> disse scettico l’amico facendola ridere ancora, mentre lei richiamava un elfo domestico e gentilmente gli chiedeva di occuparsi di recuperare i bagagli del signor Potter e di fargli preparare la camera degli ospiti.

Quando l’esserino fu scomparso in un sonoro crac Harry, che aveva assistito alla scena in silenzio, notando fra l’altro come l’elfo dei Malfoy fosse pingue e ben vestito, piegò la testa d’un lato per poi sorridere appena.

<< Hermione Jane Granger, hai appena dato ordini ad un elfo domestico? Stai rinnegando il C.R.E.P.A. per caso? >> disse scherzando.

<< Oh no! Assolutamente tutti i nostri elfi sono remunerati, hanno alloggi consoni e giorni di riposo! >> disse infervorata. << Abbiamo anche personale umano, come avrai notato giacché è stato Bernard ad accoglierti. >> disse con convinzione e con l’atteggiamento della perfetta padrona di casa che fece sorridere l’amico.

<< Ma certo Signora Malfoy! >> commentò Harry sghignazzando e facendo sorridere lei.

<< Pensi che Ginevra farà storie a Tippy? >> chiese lei mordicchiandosi il labbro inferiore.

<< Tippy? >> chiese lui di rimando.

<< Il nostro elfo domestico, è molto dolce, ma anche molto impressionabile. Non vorrei che lei lo aggredisse, tornerebbe a casa in lacrime. >> concluse Hermione evidentemente preoccupata per il piccolo elfo.

Harry sorrise a quell’attaccamento, tipicamente da Hermione, per le piccole creature per poi scuotere la testa. << Se la conosco, sarà già uscita per il ballo di beneficenza della fondazione di non so cosa... >> disse sconsolato.

L’amica lo raggiunse per stringerlo in un abbraccio affettuoso, capendo quanto la sua stessa ammissione lo ferisse.

<< Credevo di essere stato sufficientemente chiaro Potter, ma evidentemente sei duro di comprendonio. GIU’ LE MANI DA MIA MOGLIE >> ringhiò Draco riapparso nel vano della porta dello studio di Hermione.

La quale sorrise al amico, prima di girarsi verso il marito con le mani sui fianchi.

<< Draco finiscila! >> disse risoluta per poi avvicinarsi al marito irrigidito dalla rabbia sulla soglia.

Piano sollevò una mano e gli carezzò la mascella contratta.

Solo a quel punto Malfoy staccò gli occhi fiammeggianti da quello che sarebbe stato, ancora per poco a suo avviso, “il ragazzo sopravvissuto” e cinse prepotentemente la moglie con un braccio.

Lo vide abbassarsi sulla spalla di lei e gli parve di sentirla mormorare qualcosa.

Rimasero così alcuni istanti, mentre la stretta stritolante di lui perdeva forza attorno ai fianchi di Hermione fino a che non si staccò da lei, annuì appena e le posò un leggero bacio sulla fronte, prima di rimettersi dritto e, porgendo il braccio alla moglie, invitarli a raggiungere sua madre in salotto per un aperitivo prima di cena.

Narcissa Malfoy era sempre stata una bella donna. Gli anni erano stati clementi con lei e ora, seduta composta nel candido divano del salotto di famiglia, una stanza in cui il bianco e l’ocra si sposavano con un gusto sopraffino accostando mobili moderni a specchiere e suppellettili antiche oltre ad una televisione a schermo piatto e un mobile bar come pochi ne aveva visti in vita sua Harry James Potter, sembrava il ritratto della gioia. Quando avevano varcato la doppia porta che conduceva al salotto, aveva puntato gli occhi azzurri come il mare sui nuovi venuti, alzando le mani in gesto d’invito richiamando a se la nuora.

<< Hermione cara, eccoti finalmente. >> disse con un sorriso materno, mentre l’amica si avvicinava per baciarle la guancia con affetto.

<< Perdonami Narcissa, Harry è arrivato senza preavviso e il tempo è trascorso senza che noi ce ne accorgessimo. >> disse felice mentre occupava posto accanto alla suocera.

<< Signor Potter, sono lieta di rivederla >> disse Narcissa riservandogli un sorriso radioso.

Lui impacciato si avvicinò baciandole la mano, ormai l’etichetta del mondo magico non aveva segreti per lui, visto tutti i ricevimenti cui l’aveva costretto Ginny.

<< Signora Malfoy siete incantevole come sempre, sono lieto anch’io di rivederla e le chiedo scusa per averle sottratto la compagnia di Hermione per un tempo così lungo. >> disse riassumendo la posizione eretta sorridendo a quella donna che tanto l’aveva aiutato nel momento cruciale della guerra contro Voldemort e facendo sorridere anche la sua interlocutrice.

<< Vedo che anche le sue maniere sono notevolmente migliorate, insieme al suo aspetto, Signor Potter >> aggiunse la donna sorridendogli affabile.

<< La prego di chiamarmi Harry e darmi del tu, signora Malfoy >> disse lui deferente e contento di vedere quanto l’amica fosse a suo agio con quella che era sempre stata l’algida moglie di Lucius per loro tre.

<< Solo se mi permetterà di fare altrettanto e mi chiamerà Narcissa >> disse la donna indicandogli la poltrona di fronte al divano su cui sedevano le due donne.

<< Fantastico >> mormorò tetramente Draco già dietro al mobile bar.

<< Draco >> lo riprese subito la donna << Non ti ho insegnato ad essere scortese con i nostri ospiti, vedi di non metter in imbarazzo me o tua moglie con i tuoi rozzi modi >>

Harry sorrise, era una piccola rivincita vedere Malfoy sgridato dalla mamma per come lo trattava, intravide perfino Hermione nascondere un sorriso dietro alla mano.

<< Perdonatemi Madre >> mormorò sconsolato Draco. << Che cosa gradite per aperitivo signore >> chiese poi per sviare il discorso. << Un Martini? >> aggiunse estraendo una caraffa da sotto il banco dove evidentemente si trovava il frigo, mentre entrambe annuivano.

<< Potter cos’ho l’Onore di offrirti? >> chiese sarcastico il padrone di casa.

<< Un Martini andrà più che bene anche per me >> rispose l’interpellato.

<< Narcissa ho notato che avete riammobiliato il maniero, è ancora più bello di prima, i miei complimenti >> disse Harry ben deciso a tenere leggera la conversazione e ad ignorare Malfoy che borbottava dal suo angolo.

<< Oh si grazie, sono contenta che ti piaccia, ma il grosso del merito va ad Hermione. >> disse Narcissa stringendo la mano della nuora che arrossi appena.

<< Narcissa non esagerare, io ho dato solo qualche consiglio, il grosso del lavoro è spettato a te e tutti i meriti sono tuoi. >> disse Hermione sorridendo e restituendo la stretta gentile.

<< Non essere così modesta cara, hai buon gusto e questo è un pregio. Devi sapere Harry che quando Hermione ha cominciato a frequentare questa casa per motivi di lavoro, mi sono subito accorta e con me anche Draco di quando si sentisse a disagio tra queste mura. Ovviamente ne sappiamo tutti i motivi e visto che sia io che mio figlio abbiamo deciso di chiudere in modo definitivo col passato, abbiamo pensato che ridare nuovo lustro anche a questo vecchio maniero fosse un buon modo di portare avanti questo progetto. Da qui a coinvolgere Hermione stessa nei progetti il passo è stato breve, poiché come ben sai questa ragazza è incapace di dire di no. >> disse ridendo felice.

<< Ma io mi sono divertita! >> aggiunse subito la ragazza << Chi non lo farebbe con tanto spazio a disposizione e carta bianca >> terminò convinta.

<< Il tuo tocco si vede tesoro, in ogni stanza di questa casa >> concluse Draco servendo le due signore e scoccando un bacio sulla tempia della moglie.

Forse non erano innamorati, ma si comportavano come tali decretò Harry osservandoli. All’affermazione del marito, infatti, la ragazza era leggermente arrossita e aveva abbassato il capo, per poi regalargli un sorriso felice mentre lui si allontanava.

Forse doveva parlare con Hermione, forse prima non era stata del tutto sincera nel definire il suo matrimonio privo d’amore.

Tippy fece la sua comparsa annunciato da un lieve battito alla porta ed invitato ad entrare da Hermione.

<< Tutto bene signora Hermione, Tippy ha preso molte cose del signor Potter, Tippy spera di non aver sbagliato signor Potter. Tippy ha già sistemato tutto nella camera blu, signora. >> disse inchinandosi alla padrona.

<< Bravissimo Tippy, la signorina Weasley ha fatto storie? Ti ha detto qualcosa? >> chiese premurosamente lei.

<< No signora, no. La casa era vuota. Posso andare ad aiutare in cucina ora? >> chiese l’elfo inchinandosi nuovamente, ma fu Narcissa a congedarlo. Perché Hermione era troppo intenta ad osservare l’amico che aveva abbassato il capo quando l’elfo aveva confermato i suoi sospetti.

Ginny era andata al suo stupidissimo ballo, senza minimamente preoccuparsi di lui. Probabilmente non si sarebbe nemmeno accorta che erano state prelevate le sue cose. Dopotutto lei aveva la sua cabina armadio grande quasi come l’intera stanza da letto, mentre i vestiti di Harry venivano conservati nell'armadio a muro in corridoio. Strinse appena i pugni, nello stesso tempo un bicchiere di Firewhisky entrava nella sua visuale.

<< Bevici sopra Potter, tanto non ne vale la pena. E il Martini è da donne, quindi sempre che tu non abbia cambiato sesso negli ultimi sei anni, direi che non fa per te >> lo stuzzicò sarcastico Draco allungandogli il bicchiere.

<< Draco, smettila, non mi sembra il caso di … >> lo riprese la moglie, ma lui fu più lesto a riprendere.

<< Perché? Che non ne vale la pena è abbastanza evidente, così com’è evidente che il pessimo stato in cui si è presentato il tuo amico è dovuto alla piattola che si ritrova per fidanzata. E sinceramente Potter, spero che stavolta ti deciderai una volta per tutte a metter un bel suffisso EX davanti a questa parola. >> disse risoluto.

Se Potter era lì c’era una ragione, se aveva chiesto scusa a sua moglie la ragione doveva essere grossa. Forse finalmente anche Potter aveva capito che gli ultimi due fratelli Weasley erano solo dei parassiti, che si erano attaccati a lui ed a sua moglie per godere di luce riflessa.

<< Draco caro, non intrometterti negli affari personali di Harry, non è educato >> lo riprese ancora una volta Narcissa.

<< No >> disse Harry alzando il volto e afferrando il bicchiere di Whisky << Ha ragione lui. Non ne vale la pena. Beviamoci sopra Malfoy. >> disse sollevando il calice all’indirizzo del suo ospite che ne imitò il gesto. Ritrovando in quel momento quello strano cameratismo che aveva certe volte caratterizzato le loro missioni da Auror.

Non erano amici, non lo sarebbero mai stati, ma erano e sarebbero sempre stati degni avversari. Pronti ad accettare una “sconfitta” a testa alta ed a rendere “onore al vincitore”.

Malfoy aveva ragione, aveva dannatamente ragione.

Non si sarebbe sbronzato e non avrebbe pianto sulla fine del suo amore, era un uomo e come tale avrebbe reagito. Poi ora aveva l’appoggio di Hermione e quella strana famiglia che intorno a lei stranamente aveva un senso. Incredibile ma vero, c’era voluta Hermione Granger in Malfoy a far sembrare quella una vera famiglia.

POSTO PICCOLO:

Ciao, Tippy è un personaggio mio e spero lo appreziate perché io lo adoro e come avete letto ci sono anche Draco e Narcissa. Una Narcissa ovviamente diversa da quella della Row, la mia Narcissa insomma. Su Draco che dire??? Aspetto i vostri commenti.   

GRAZIE a chi ha letto e commentato lo scorso capitolo.  

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Capitolo 4
*** 4. ***


4.

4 –

All’aperitivo era succeduta una cena informale ma deliziosa, servita in quella che Hermione aveva definito la sala da pranzo di famiglia, facendogli chiaramente intendere che ve ne fosse anche una di rappresentanza, ma d’altronde era un maniero e non uno qualsiasi ma quello della famiglia Malfoy. Una delle famiglie più antiche ed in vista del mondo magico.

Stranamente, almeno per Harry, Hermione si muoveva per quelle stanze con una familiarità e una grazia che la facevano sembrare parte viva di esse. Come se in mezzo a tutto quel lusso e a quell’eleganza ci fosse nata. O meglio, come se fosse nata per essere la signora del Maniero. Quel pensiero lo fece sorridere mentre sedeva a tavola. L’amica intercettando il suo sguardo parve chiedergli spiegazioni, ma lui preferì glissare con un leggero cenno del capo. Immergendosi poi in una divertente conversazione con Narcissa, che mai come allora gli era sembrata la perfetta padrona di casa. Non era affettata e non faceva discorsi di circostanza. Tendeva sempre a coinvolgere tutti i presenti nella discussione, perfino Draco che era il meno incline a quel clima sereno che le donne della sua casa stavano creando attorno al nuovo ospite, ciò nonostante non vi si sottraeva probabilmente più per non indispettire moglie e madre che per vero interesse. Nel complesso quella sera stava trascorrendo lietamente per tutti.

Hermione raggiante osservava Harry interagire con la sua nuova famiglia.

Era felice, davvero felice in quel momento. Non che la vita con Draco e Narcissa non la rendesse serena, ma la presenza di quello che per lei era un fratello rendeva tutto più dolce. Estraniandosi un attimo dalla conversazione, certa che Narcissa avrebbe retto per entrambe, sollevò un secondo gli occhi sul marito che sedeva dall'altro capo del tavolo. Come sempre lontani, ma mai troppo, trovandolo intento a fissarla a sua volta. Quando gli sorrise mostrandogli tutta la sua felicità lui sollevo appena il calice e le regalò uno di quei rari sorrisi che riservava solo a lei ed alla madre.

La tempesta era sopita, ma non passata ed Hermione lo sapeva molto bene.

Draco, fin dall’inizio della loro collaborazione lavorativa si era sempre dimostrato pronto ad assecondarla nelle sue idee, ma mai una volta si era lesinato dal chiarirle perentoriamente la sua posizione in merito. Anche quando le aveva proposto di sposarlo aveva messo subito in luce che la cosa portava benefici ad entrambi, lei stupita dall'inattesa proposta aveva inizialmente rifiutato. Certo avrebbe risolto i suoi problemi, ma un matrimonio nel mondo magico era per sempre e sebbene lei si fosse col tempo affezionata al biondo collega, la cosa la spaventava non poco.

Forse una parte di lei sperava ancora di incontrare l’amore.

Draco allora le aveva fatto quella promessa che tuttora manteneva. Gli aveva detto che sebbene il loro non sarebbe mai stato un matrimonio nato dall'amore si sarebbe impegnato a fondo per renderla felice, ogni giorno della sua vita, e così aveva fatto.

Anche il matrimonio stesso, sebbene sfarzoso e pieno d’invitati che lei nemmeno conosceva e in perfetto tono con quanto ci si aspettava per l’ultimo erede di due importanti famiglie magiche, era stato organizzato secondo gli espressi voleri della sposa. Tutto era stato sobrio e deciso da lei e Narcissa di comune accordo, nessuna sua proposta era mai stata rifiutata, nulla le era mai stato negato. Suo marito si era prodigato in tutto e per tutto affinché lei fosse felice e soddisfatta.

Certo avrebbe voluto Harry al fianco, ma questo non era stato possibile per il rifiuto totale dell’amico e vi erano stati invitati ben poco graditi come Ginevra e Lavanda, ma in definitiva aveva un buon ricordo di quel giorno. Persino il bacio all’altare, che l’aveva tenuta sveglia per notti intere, era stato dolce e perfetto.

Draco aveva mantenuto la sua promessa e lei era stata bene ogni giorno che aveva passato con lui.

Si erano baciati veramente poco in quei primi mesi di matrimonio e di solito davanti ad un pubblico che si aspettava questo da loro, ma l’intimità tra loro stava crescendo. Gli abbracci, i baci sulle tempie che sempre più spesso suo marito le scoccava, facendola irrimediabilmente arrossire erano via via aumentati, così come le carezze che lei gli riservava, sempre più avvinta nelle spire del suo personale serpente. Si stava innamorando di suo marito e se fossero stati una coppia normale, questo sarebbe stato perfetto. Ma loro non erano una coppia normale. Certo parlavano tanto, stesi nel loro letto e ormai ogni notte si addormentavano abbracciati. Draco però non si era mai lasciato andare più di tanto con lei. Era sempre lei che pian piano aumentava la loro vicinanza, che cercava e dava gesti d’affetto, che si avvicinava a lui in modo lento ma progressivo. Lui non si era mai tirato indietro, questo era vero, mai una volta si era sentita rifiutata o in imbarazzo, ogni suo slancio era accolto e ricambiato da suo marito.

<< Hermione? >> la voce del suo migliore amico la riportò di botto seduta a quella tavola, dopo un viaggio nella sua mente e nel suo neonato amore per Draco Lucius Malfoy.

<< Si Harry? >> disse rivolgendo un timido sorriso all’amico.

<< Tutto bene, sembravi … triste... ecco >> disse lui a disagio.

Aveva osservato l’amica passare dal sorriso radioso rivolto al marito ad uno sguardo man mano sempre più spento e malinconico. La conosceva abbastanza per sapere che si era persa nei suoi pensieri ed era certo che in quei pensieri ci fosse qualcosa che la rendeva triste.

Era stato più forte di lui richiamarla e porle quella domanda, che evidentemente l’aveva messa in imbarazzo di fronte alla sua nuova famiglia, ma aveva passato anni a preoccuparsi della felicità di Hermione e non riusciva a non intervenire quando vedeva i suoi occhi velati di malinconia.

La ragazza saettò con lo sguardo verso il marito, trovandolo crucciato come si era aspettata.

Egli, infatti, aveva notato forse ancora più di Potter l’alternanza degli stati d’animo di sua moglie e si stava febbrilmente interrogando su cosa avesse potuto cancellare quel sorriso così bello e felice che gli aveva rivolto pochi istanti prima.

<< Certo che va tutto bene, perdonatemi. Come al solito mi ero persa nei miei pensieri >> disse ridacchiando a disagio.

<< Non ti scusare cara, solo chi non ha cervello, non si perde nei propri pensieri >> aveva affermato affabile Narcissa cercando di mettere a proprio agio l’adorata nuora.

Quella ragazza gli piaceva proprio tanto, fin dalle prime volte che l’aveva rivista, invitata da Draco a casa loro per motivi di lavoro. Non aveva mentito al nuovo ospite, era stato per lei che aveva rimesso a nuovo l’antico maniero dei Malfoy. Quando la prima volta Hermione era entrata nel salone in cui Bellatrix l’aveva tortura anni prima, aveva tremato impercettibilmente, gelando tutti i presenti che ben ricordavano quella ragazzina forte e determinata che aveva sopportato le Cruciatus di Bella senza cedere. Anche allora Narcissa l’aveva ammirata per la sua forza. Quando poi Draco le aveva comunicato la sua intenzione di chiederla in sposa aveva deciso che quella era un’ottima idea. Non solo per riportare in auge la loro casata, come erroneamente la nuora continuava a pensare, ma perché proprio lei, Hermione era degna di essere una Malfoy. Poco importava ormai il sangue che scorreva nelle sue vene. Quel blasone ch’era tanto illustre nel mondo magico, portava con sé anche un grande fardello, quello di essere sempre e comunque all’altezza di ogni situazione. Ci volevano persone forti e lei lo era.

Poi vivendo con i neo sposi aveva capito che c’era anche altro che le aveva reso immediatamente gradita l’idea di quel matrimonio. Draco. Per la prima volta da tanto tempo suo figlio sembrava sereno. Come se quella ragazza fosse tutto quello che lui desiderava e osservandolo bene aveva capito che l’onore e la rispettabilità centravano ben poco. Draco amava Hermione, certo in un modo contorto e molto da Malfoy, esattamente come Lucius aveva amato lei. Ma la amava.

Adorava vederla felice e si crucciava ogni volta che lei s’intristiva. Narcissa era anche convinta che Hermione stessa non fosse del tutto indifferente al fascino di suo figlio. Vederli vivere sotto lo stesso tetto, accorciare progressivamente le distanze fra loro, accrescere quell’intesa che avevano collaudato sul lavoro rendendola sempre più intima era uno spettacolo che la deliziava ogni giorno di più. Sperava solo che infine quei due adorabili testardi riuscissero a capire i sentimenti che provano l’uno per l’altro.

Harry si era da poco ritirato nella “stanza blu” quando Hermione lo aveva raggiunto, avvolta in un’elegante vestaglia di seta color cipria, i capelli sciolti e indomabili come li ricordava e i piedi scalzi. Vestaglia a parte quella era la sua Hermione, non che non apprezzasse la sobria eleganza con cui l’amica vestiva da qualche tempo e sempre di più da quando si era sposata, ma lui era affezionato all’immagine di lei con i capelli arruffati ed immersa nei libri.

<< Imparerai mai che esistono delle cose chiamate ciabatte? >> disse ridacchiando e facendole spazio per entrare. Lei sorrise, ma lo trattenne dal chiudere la porta dietro di loro, Harry sollevando un sopracciglio la guardò con fare interrogativo, mentre lei scuoteva le spalle e sussurrava un appena accennato “Draco”, come se il nome del marito spiegasse tutto.

<< Temo di non capire >> si decise a chiarire Harry, seguendola all’interno della propria stanza.

<< Come hai potuto notare mio marito è piuttosto … protettivo nei miei confronti. >> disse distogliendo lo sguardo da quello inquisitorio dell’amico.

<< Io lo definirei geloso marcio! >> disse Harry sorridendo e cercando il suo sguardo che continuava a sfuggirgli.

<< La gelosia presuppone un sentimento a monte Harry. Il mio matrimonio non è di quel tipo. Diciamo che Draco è molto possessivo con le sue cose ed io col matrimonio rientro tra esse. >> disse mogia Hermione fingendo un interesse particolare per i ricami del copriletto.

Lui le strinse la mano abbandonata al fianco. Chiaramente Hermione voleva parlargli, forse di quel qualcosa che l’aveva resa triste a cena, ma evidentemente non ne aveva il coraggio e lui non sapeva come invogliarla ad aprirsi senza sembrare invadente, era appena rientrato nella sua vita, non poteva mettersi a fare indagini sul suo matrimonio o su suo marito come se nulla fosse.

<< Ti piace la stanza? Ti trovi bene? >> chiese invece lei dirottando la conversazione su temi concretamente più leggeri.

Lui le sorrise, capendo quanta fatica facesse la ragazza, erano stati così distanti in quegli ultimi anni ed ogni volta che lei aveva affrontato discorsi un po’ più personali lui era scattato come una molla cercando di imporle la sua visione delle cose o meglio la visione di Ginny visto che si stava rendendo conto sempre di più di come l’ex fidanzata lo avesse plagiato al proprio volere. Anch’egli si rattristò com’era successo a cena ad Hermione e questa volta fu il turno di lei di riportarlo al presente.

<< Harry stai bene? >> gli chiese stringendogli appena la mano.

Lui la guardò intensamente, con uno sguardo triste che fece sospirare l’amica.

<< Non lo so. Penso di non aver ancora capito bene come dovrei sentirmi a questo punto. All’inizio ero arrabbiato, poi abbattuto, infine mi sono colpevolizzato. Non so. Non ricordo bene quella storia delle “fasi di elaborazione del lutto” di cui tutti parlano >> ammise ridendo e passandosi una mano tra i capelli.

<< Se ti può consolare, non le ricordo nemmeno io, ma credo di rammentare che alla fine arrivi “L’accettazione”. >> disse Hermione sorridendo appena.

<< Ma come? Mi deludi! Tu che sai sempre tutto non sai questo? >> disse ridendo e facendo ridere anche l’amica.

<< Già, incredibile non trovi ? >> convenne lei divertita.

<< Sarà la cattiva influenza di Malfoy. >> buttò lì a mo’ di battuta ma Hermione non rise questa volta.

Certo di aver toccato un tasto dolente Harry sollevò con un dito il viso della ragazza che aveva ricominciato a fissare insistentemente il copriletto.

<< Sicura che vada tutto bene con lui? >> chiese ancora una volta, sperando di non indispettirla.

<< Si Harry, si va tutto bene. Draco è … è … perfetto. Con me è perfetto. Dolce, gentile, premuroso. >> disse lei accorata.

<< Geloso >> le fece eco l’amico.

<< Magari fosse geloso Harry, magari >> disse lei sconsolata lasciandolo del tutto interdetto.

<< Herm ma … che intendi con … cioè, perché magari? Se posso ovviamente, se vuoi dirmelo. Non voglio forzarti a raccontarmi i fatti tuoi. So di aver molto sbagliato in questi anni, di non essere stato l’amico che meritavi e di cui avevi bisogno. Ma sono qui ora, e se me lo permetterai, ci sarò sempre. >> disse convinto e speranzoso insieme di avere davanti tutta la vita da dividere con quella che era e sarebbe stata la sua migliore amica.

<< Oh Harry … quanto mi sei mancato >> disse lei singhiozzando e buttandogli le braccia al collo.

<< Anche tu Hermione, anche tu, solo che ero troppo stupido per capirlo. Ti ho dato per scontata, credo. Ho pensato che nonostante non avessi tempo per te, tu ci saresti sempre stata. Ma non è così che deve essere un amicizia. Ti chiedo scusa, probabilmente continuerò a chiederti scusa ogni giorno, ogni giorno che tu mi permetterai di starti vicino >> disse staccandola un po’ per guardarla negli occhi.

Lei tirò su con il naso un po’ rumorosamente, proprio come faceva ad undici anni, << Sempre Harry, sempre. >> mormorò commossa prima di affondare in quell’abbraccio che le era mancato in modo indicibile.

<< Sfregiato, possibile che appena mi allontano un momento da MIA MOGLIE la ritrovo tra le tue braccia? E quasi sempre in lacrime, per giunta. >> aggiunse tetramente Draco dalla porta aperta della camera. Hermione si allontanò da lui e si mise a ridere.

<< Suvvia Draco una riconciliazione ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi pianti. >> disse lei asciugandosi gli occhi con le mani, ma regalando un sorriso sincero al marito.

<< Sarà, ma preferirei che il signorino tenesse le mani a casa sua. >> disse lui incrociando le braccia al petto e fulminando il colpevole.

Harry sollevò le mani, notevolmente divertito da quelle scenate che Hermione non credeva di gelosia, ma che ne avevano tutti i connotati.

<< Certo che sei veramente geloso Malfoy, fossi in te, avrei più fiducia in tua moglie, è una donna irreprensibile. >> disse sfottendolo un po’ e facendo ridacchiare anche Hermione per il tono teatrale con cui aveva pronunciato la frase.

<< Io ho la piena fiducia in mia moglie e so che è una donna irreprensibile sfregiato, è in te che non ho nessuna fiducia. >> disse sempre più alterato il padrone di casa.

<< Ok ... ok calmiamoci. >> disse Hermione scattando in piedi.

<< Tesoro sei scalza ! >> mugugnò allora Draco, scoccandole un’occhiata esasperata.

<< Rassegnati Malfoy, non c’è modo di farle portare le ciabatte. Non sai quante volte ci abbia provato. Non ci sente da quell’orecchio. È un caso perso >> disse Harry ridacchiando e beccandosi uno schiaffo sulla testa dall’amica. A suon di << Finiscila anche tu! >>

Draco sollevò un sopracciglio, chiaramente indispettito dalla confidenza dei due, cosa che ad Hermione non sfuggi e si giustificò immediatamente. << In sala comune, a Grifondoro, scendevo sempre senza pantofole e loro mi sgridavano, perché i pavimenti erano freddi e sicuramente avrei finito per ammalarmi. Io le pantofole non le sopporto e lo sapete entrambi! >> affermò incrociando le braccia al petto e mostrando un leggero broncio che entrambi, anche se per motivi diversi, ritennero meraviglioso.

Draco entrò a passo di marcia nella stanza e avvicinatosi alla moglie la prese in braccio.

<< Che fai? Mettimi giù! Subito! >> protestò lei colpendolo sulle spalle.

<< Tu giri scalza costringendomi a correre ai ripari, ora non lamentarti, tanto finché non sarai nel tuo letto, non ti rimetto a terra. >> rispose prontamente lui.

<< Draco ti prego mettimi giù, sono pensante. Ne va della tua salute, non trovi? >> tentò lei ben conscia che non l’avrebbe ascoltata nemmeno quella volta.

Sì perché ogni volta che la trovava in giro per casa scalza, lui la prendeva in braccio, portandola in ogni luogo lei volesse andare, ma senza permetterle di posare i piedi nudi a terra.

Lei segretamente adorava questa sua testardaggine, perché era dolce e le permetteva di stargli vicina come succedeva raramente durante il giorno.

<< Sfregiato, passa una buona notte, noi andiamo in camera nostra. Le confidenze sono rimandate a domani in un luogo più consono e magari alla presenza di terze persone. >> disse perentorio il padrone di casa avviandosi di gran carriera verso il corridoio.

<< Sei assurdo. >> asserì Hermione ben ancorata al collo del marito. Poi sporgendosi oltre la sua spalla salutò Harry con la mano per poi augurargli la buonanotte.

<< Notte ragazzi >> li salutò lui alzandosi per chiudere la porta alle loro spalle.

Certo che quei due erano decisamente strani, pensò un ultima volta prima di coricarsi nell'enorme letto della stanza blu.

POSTO PICCOLO:

Ciao, allora come avete letto Hermione ci svela un po' dei suoi veri sentimenti, mentre Narcissa ci dice perché è così affezionata alla nuora. Contente? Soddisfatte? Schifate? Ditemi voi!

GRAZIE a chi ha letto e commentato lo scorso capitolo.  

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Capitolo 5
*** 5. ***


5. Ciao, piccola premessa, i "piccoli passi" sono di Jessikina Cullen io li ho momentaneamente preso in prestito per una frase ^^ Quindi ovviamente il capitolo è dedicato a lei! Tesorino grazie perché mi sostieni sempre, un abbraccio.

5 –

<< Adesso dimmi perché lo hai perdonato così in fretta. >> Disse Draco appoggiando delicatamente la moglie nel loro letto. Prima di togliersi le ciabatte e la vestaglia e raggiungerla nel centro di esso.

<< Draco, te l’ho detto tante volte, lui è un fratello per me. >> disse lei dolcemente accarezzandogli il viso, nella speranza che rilassasse un po’ la mascella e come sempre al suo semplice tocco ciò avvenne.

Non capiva come o perché ma con il tempo e la familiarità Hermione aveva capito che quel gesto calmava le reazioni, fin troppo istintive, di suo marito e la cosa la rendeva euforica. Perché era lei a calmarlo, la sua mano, il suo tocco erano in grado di fermare quella tempesta in piena che era Draco quando difendeva ciò in cui credeva o le cose che gli appartenevano, lei inclusa.

Era tempestoso suo marito, impetuoso nelle reazioni, sempre pronto più ad attaccare che a difendersi.

Eppure bastava un suo gesto a fermare quell’onda impetuosa.

Gli sorrise dolcemente, felice ancora una volta, dell'importanza che lui dava ai suoi gesti e forse innamorandosi ancora di più.

Lui la guardò intensamente facendole segno di proseguire.

<< Promettimi che ogni cosa che ti dirò non uscirà da questa stanza e che soprattutto non la userai per infastidirlo! >> disse seriamente Hermione cercando gli occhi grigi e meravigliosi di suo marito.

Sapeva essere imprevedibile la sua serpe, ma non le aveva mai mentito e sapeva che teneva in gran riguardo i desideri di sua moglie. Chiedendogli di promettere in sostanza lo obbligava al silenzio, ne erano ben consci entrambi. Hermione però non voleva che nulla e nessuno turbasse Harry in quel difficile momento. Lei ci era passata, lei sapeva quanto fa male aprire gli occhi e scoprirsi soli.

Hermione era stata fortunata, nel suo cammino aveva rincontrato Draco. Un Draco diverso da quello conosciuto ad Hogwarts. Era stato lui la sua forza, colui che l’aveva spinta a non arrendersi, che le aveva dimostrato che non era sola.

Lui sbuffò sonoramente, facendola leggermente innervosire, << Draco! >> lo richiamò perentoria.

Sembrava un bambino a cui hanno appena negato il gioco preferito.

<< E va bene, ma così mi togli tutto il divertimento, che gusto c’è ad avere in casa lo sfregiato se non posso nemmeno prenderlo per il culo? >> chiese lamentoso lui, confermando con questa frase il pensiero appena formulato da sua moglie.

<< Finiscila con questi stupidi nomignoli, non abbiamo più quindici anni e lo sai benissimo. Ti sarei grata se ti comportassi da persona matura quale sei. >> disse lei con tono da maestrina, quello che sempre usava nei suoi anni a scuola mentre rivestiva il ruolo di prefetto e caposcuola.

Lui sorrise al ricordo di quanto l’aveva tormentata per quel tono, poi sporgendosi appena le baciò la tempia facendola arrossire. Merlino, quanto era bella quando faceva così.

Hermione era diventata pian piano tutto il suo mondo, tutto ciò che desiderava. Quando quella stupida legge gli aveva versato su di un piatto d’argento l’occasione per renderla sua per sempre non aveva esitato un attimo.

Si era innamorato, probabilmente per la prima volta, di quella ragazza forte e tenace, che nonostante tutti i loro trascorsi passati, che non erano per nulla belli da ricordare, aveva acconsentito a lavorare al suo fianco. Dandogli spontaneamente quella fiducia che mai nessuno gli aveva dato.

Man mano che si conoscevano davvero per la prima volta, visto che gli anni della scuola li avevano passati ad insultarsi nei corridoi, più per colpa di Draco che per altro, lui aveva perso interesse verso le numerose compagnie femminili di cui si era sempre circondato. Fino a che non era rimasta solo lei, perfetta e inarrivabile, così il giovane vedeva sua moglie.

Anche adesso nel loro letto, mentre lei gli accarezzava gentilmente il viso, la considerava inarrivabile.

Certo dopo il matrimonio si erano avvicinati tanto. Lei prendeva sempre nuove iniziative e lui la assecondava paziente speranzoso che da quella situazione intricata si arrivasse ad un vero e proprio sentimento da parte di lei.

Forse sperava troppo ma anche la speranza era un dono che quella ragazza stupenda gli aveva fatto.

Prima di lei viveva la sua vita alla giornata, senza aspettarsi mai troppo dal prossimo, senza affezionarsi mai a nulla e a nessuno, sua madre esclusa ovviamente. Poi lei era entrata nella sua vita come il primo raggio di sole che varca le coltri del letto la mattina presto e tutto aveva preso un colore diverso, un sapore diverso. Tutto era diventato luminoso come gli occhi di lei, come il sorriso felice che gli riservava talvolta. Certo nulla a confronto con quello di quella sera. Con Potter seduto alla loro tavola, lei splendeva di luce propria. Come se finalmente avesse tutto quello che desiderava. Ed era questo che lui voleva per Hermione. Che lei avesse ogni cosa potesse desiderare.

Non gli importava per niente di quanto tempo ci sarebbe voluto per conquistarla. Ora era lì con lui e lui avrebbe fatto ogni cosa per renderla felice, ogni giorno della loro vita esattamente come le aveva promesso quando l’aveva chiesta in moglie.

<< E sia, mi comporterò da persona matura e non userò ciò che mi rivelerai contro il tuo amico. Ma spero vivamente che la smetterete con tutti quegli abbracci. >> disse con tono capriccioso, certo di ricevere da parte della moglie uno sbuffo e così fu.

Nuovamente lei cercò i suoi occhi. << Io sono tua moglie Draco e sai, perché mi conosci, che non farei mai nulla per recarti offesa. Ma chiedermi di non abbracciare Harry è come chiedermi di non ridere con tua madre. Sono entrambe cose che mi fanno stare bene e non ho intenzione di rinunciarvi. >> disse risoluta, certa che aver accomunato l’amico di sempre alla madre di lui facesse comprendere a suo marito quanto fosse soddisfatta di quella nuova vita.

Lui annuì appena, non soddisfatto del tutto, ma lieto che Hermione si trovasse così bene con sua madre. Erano le sue donne e lui le adorava entrambe.

Si guardarono intensamente per qualche attimo poi Hermione si decise a parlare.

<< Ginevra ha tradito Harry e lui l’ha … si ecco … colta in flagrante >> disse visibilmente in imbarazzo.

<< Una piattola puttana. Povero Potter che sfiga >> sibilò lui, beccandosi un’occhiataccia dalla moglie e senza pensarci si sporse per lasciarle un piccolo bacio di scuse, ma per una volta sulle labbra, facendola arrossire come non mai.

Lui sogghignò per poi abbracciarla stretta e affondare il viso nei suoi capelli.

<< E cosa ha fatto quando l’ha trovata? >> Chiese cercando di riportare l’attenzione di lei sul discorso e non sul bacio.

Certo era stato un istinto irreprimibile sfiorarle le labbra, ma questo andava contro il rigido codice che si era imposto per non infastidire sua moglie tanto da allontanarla definitivamente da lui.

Piccoli passi Malfoy, piccoli passi e non mandare tutto a puttane per una volta. Questo si ripeteva ogni giorno Draco. La conquista lenta e costante di sua moglie era un obiettivo che Malfoy perseguiva con tenace risolutezza. Voleva che fosse lei ad amarlo di sua spontanea volontà. Non circuita da lui o dal suo fascino, era per quello che non prendeva quasi mai iniziative, anche se restarle lontano ormai era quasi doloroso.

Hermione raccontò brevemente quanto appreso dall’amico poche ore prime. Il suo tono era dimesso e dolente. Draco non faticava ad immaginarne la ragione. Troppe le similitudini con la fine del rapporto tra la ragazza e l’altro fratello Weasley.

<< Draco … >> lo richiamò dopo diversi attimi di silenzio. Il ragazzo aveva, infatti, ascoltato taciturno il resoconto della moglie sulle ultime vicissitudini di Potter.

<< Sono qui >> mormorò piano tra i suoi capelli.

Non si era perso nemmeno una parola di quel discorso, non tanto per vivo interesse nei confronti di Potter, ma bensì preoccupato delle ripercussioni di quell'evento nella vita di sua moglie.

Hermione era rimasta indicibilmente ferita quando non solo aveva perso il fidanzato, ma anche l’appoggio degli amici di sempre. Forse era stata proprio la solitudine a spingerla ad aprirsi con lui, il nemico di sempre, o forse una volta che essa era stata conscia che perfino chi più ami ti può pugnalare alle spalle, confidarsi con chi ti ha sempre detto chiaro e tondo quello che pensava di te faceva meno paura.

Sua moglie era sempre stata una donna concreta. Una di quelle persone che vogliono la verità per quanto brutta essa possa essere.

Era per quello che lui non le aveva mai mentito.

Paradossalmente perfino a scuola, quando la feriva giusto per il gusto di sentirla reagire, Draco era stato più onesto con lei dei suoi stessi amici. Non le aveva mai nascosto allora di disprezzarla, come l’aveva sempre lodata una volta che essa era diventata il suo braccio destro nella squadra speciale.

Erano una strana coppia loro due. Certo ora il biondo le taceva di amarla, ma anche nel proporre quel matrimonio non aveva mai espressamente negato loro quella possibilità per il futuro.

<< Che cosa credi che gli sia successo? >> chiese lei con voce piccola riportandolo al presente ed alla conversazione sullo Sfregiato, almeno nella sua mente poteva continuare ad insultarlo senza però fare imbestialire la moglie.

<< A chi tesoro? >> chiese cercando di districarsi tra i vari pensieri che evidentemente affollavano la mente della ragazza.

Lui la chiamava sempre “tesoro” o “cara”, piccoli vezzeggiativi che le riservava regolarmente da quando avevano annunciato il loro matrimonio. Hermione non sapeva se lo facesse per convenzione o per dimostrare agli altri che erano veramente una coppia. Non lo sapeva ed infondo non le importava, perché Hermione adorava le attenzioni che le riservava suo marito. Per la prima volta in vita sua si sentiva amata e vezzeggiata da un uomo, non un uomo qualunque a dirla tutta.

Suo marito, Merlino delle volte le tremavano ancora le gambe al solo pensiero, era di una bellezza eterea ed aveva un fisico prestante capace di avvolgerla completamente quando l’abbracciava e di scorrazzarla in giro per casa come se pesasse pochi grammi, due occhi grigi a dir poco meravigliosi e abbastanza cervello per sostenere una conversazione degna di tale nome, oltre ad una caparbietà da Oscar che spesso li portava a battibecchi accesi ed articolati, nei quali però Hermione si divertiva come non mai, ammaliata anche dalla sagacia che Draco dimostrava. Riscattandosi da quei pensieri sul marito, Hermione decise di chiarirgli il, o meglio, i soggetti delle sue elucubrazioni.

<< Ginny … Ron >> sussurrò appena il nome dell’ex fidanzato.

Draco non aveva mai fatto mistero di odiare Ronald Billius Weasley, né ai tempi della scuola, né in seguito alle confidenze che Hermione gli aveva fatto sulla fine del loro rapporto.

Sapeva di camminare su di un terreno minato, ma era sinceramente interessata al parere del marito, un parere esterno e disincantato. Un pare esente da quella patina che i sentimenti troppo forti appiccicano addosso alle persone, privandoti così della capacità di discernimento.

Forse su Ron non sarebbe stato del tutto obiettivo, valutò la giovane mordicchiandosi il labbro e cercando lo sguardo del marito. Forse aveva osato troppo. Forse lui si sarebbe limitato a ricoprire d’insulti i due ex compagni.

Lo sguardo serio e concentrato che il marito le restituì le fece capire che non lo avrebbe fatto. Draco era veramente cambiato in quegli anni, non era più il ragazzino insolente e supponente di Hogwarts, convito di essere una spanna sopra gli altri. Era evidentemente ancora convinto di valere più degli altri, ma ora lo era alla luce dei suoi sforzi e dei risultati ottenuti a dispetto dello scetticismo generale. Era un abile pozionista ed un ottimo Auror, il migliore dopo Harry. Hermione era molto fiera di lui, non glielo aveva mai detto chiaramente, ma sia lei sia Narcissa ne avevano più volte parlato.

<< Non so tesoro, non riesco veramente a capire se sono cambiati davvero col tempo o sono sempre stati dei piccoli arrivisti bastardi. >> disse lui crucciando la fronte, mentre la moglie lo guardava allarmata << Non fraintendermi Hermione, intendo dire che io non ho mai vissuto il vostro rapporto da vicino, non abbastanza per capirne la vera natura. Anche con Potter, nonostante siano parecchi anni che lavoriamo tutti insieme, faccio ancora fatica a comprendere veramente cosa vi lega. >> disse meditabondo mentre la moglie si rilassava impercettibilmente tra le sue braccia.

<< Perché? Cioè, in che senso non lo capisci? Siamo amici. >> disse lei giocando distrattamente con le dita di lui intrecciate alle sue e strappando al marito un sorriso felice, vederla e sentirla così rilassata tra le sue braccia era una cosa fantastica.

<< Forse perché non ho mai avuto amici sinceri o disinteressati. Nel mio ambiente, in quest’ambiente Hermione ricordalo sempre, nessuno ti è mai veramente amico. C’è sempre un secondo fine, uno scopo più o meno celato. La società magica è un ambiente ristretto e retrogrado dove persino la legge è rimasta ai tempi del medio evo. Le gerarchie sociali sono o meglio erano, prima della sconfitta definitiva del … di Voldemort, molto nette >> ad Hermione non sfuggi il piccolo tentennamento, ne avevano parlato tante volte. L’educazione e la disciplina impartite a Draco dal padre erano dure a morire, non perché lui credesse ancora in quegli ideali, ma più che altro perché la terminologia e certe frasi fatte erano talmente radicate in lui da essere quasi impossibile da dimenticare. Draco si sforzava sempre di non cedere ai retaggi del passato. Lo faceva principalmente per la moglie, ma anche ben conscio che certi atteggiamenti non lo avrebbero per niente aiutato nel nuovo mondo magico appena instauratosi.

<< E’ una cosa triste >> disse Hermione sfiorandogli le mani con un leggero bacio.

<< Forse, ma è vera. I Weasley provengono dal mio stesso ambiente tesoro, sono dei pezzenti ok e mai e poi mai avrebbero frequentato l'élite del mondo magico se non avessero incontrato voi. È per questa ragione che sono scettico. >> disse sfiorandole la tempia.

<< Intendi dire che Ginny e Ron si sono comportati in un determinato modo con noi perché credevano di poter … che so … scalare la piramide sociale? >> disse lei portandosi a sedere e fissando il marito con un sopracciglio alzato.

<< No, non credo, non all’inizio almeno. >> disse lui alzando le mani in segno di resa.

Poi lentamente le abbassò intrappolando quelle della moglie in una morsa gentile, prima di avvicinarsele alla bocca e baciare con cura ogni dito, guardandola da sotto le ciglia con occhi torbidi. Quando s’infervorava così era divina, Draco doveva trattenersi dal non saltarle addosso.

Lei si sentì ammaliata da quegli occhi, da quei baci lievi che però riuscivano ad incendiarla, messa a disagio dai suoi stessi languidi pensieri Hermione si schiarì la voce prima di tentare di riprendere il filo del discorso.

<< Hai … hai detto all’inizio no, nel senso che poi … >> disse a fatica senza staccare gli occhi dalle labbra tentatrici del marito, il quale ancora concentrato sulle sue mani, le regalò un piccolo ghigno, segno che aveva capito di averla messa terribilmente in difficoltà più con i suoi gesti che con le poco velate illazioni sugli ultimi due componenti della famiglia Weasley.

<< Pensaci bene cara, Ronald non è mai stato così fondamentale nelle vostre imprese e anche da Auror non era un granché, ho avuto la sfortuna di lavorare con lui prima che si ritirasse, e ti assicuro che non avrebbe portato a casa la pelle ancora per molto. Troppo impacciato e troppo lento nelle strategie. >> disse saccente e prima che la ragazza potesse difendere la posizione del suo ex, alzò una mano per tacitarla << Ti sto dicendo quello che si vedeva da fuori, magari è stato molto coraggioso, ma non ha mai avuto il tuo acume o l’impeto quasi suicida con cui Potter si gettava incontro ai pericoli per difenderci tutti. Vi ha sempre seguito, tipo cane >> aggiunse ghignante.

<< Per non parlare della piattola, oh si Hermione è una piattola, come ho sempre sostenuto io. È inutile che mi guardi così. Si è innamorata di Potter prima ancora di conoscerlo, parole tue o sbaglio? E poi quando evidentemente lui non se la filava lei ha pensato bene di farsela con mezza scuola. Sì, lo so che è stata una tua idea Emi, ma parliamoci chiaro, tu stessa hai tentato quella tecnica al quarto anno, presentandoti al braccio di Krum. Vedi la differenza sta nel fatto che tu ti sei limitata a quello ed una volta appurato che la cosa non aveva funzionato non hai mai più tentato gesti simili. La cara Ginevra invece non si è limitata a questo. Merlino, quella si è scopata quasi tutta la fauna maschile di Hogwarts con la scusa di ingelosire Potter. >> disse ridendo di gusto anche per la faccia oltraggiata della moglie. Ancora scosso dall’ilarità la attirò tra le sue braccia. E le baciò una tempia.

<< Emi cara la tua amica Ginevra era e sarà sempre una puttanella arrivista. Diciamo che la sua unica abilità, oltre a quella di aprire le gambe con maestria... >> a quel punto Hermione gli rifilò uno schiaffetto piuttosto violento sulla testa. << Ahi piccola, non essere violenta. Io non ho mai usufruito delle sue doti, ma mi hanno raccontato di tutto. >> le disse ammiccante facendola arrossire.

<< Dicevo che oltre ad essere … come dire … piuttosto aperta nei rapporti con l’altro sesso, Ginevra Weasley è brava a rigirare le persone, tu e Potter ne siete l’esempio. Sa cosa volevate vedere e ve l’ha dato. Semplicemente. Lei aveva il suo scopo, la sua rivincita sociale. Mentre la donnola secondo me mirava solo ai soldi ed alla notorietà, non credo che il suo ristretto cervellino sia in grado di elaborare concetti più difficili. >> disse scrollando le spalle.

Hermione si era fatta silenziosa. Qualcosa nelle parole del marito l’aveva colpita spiacevolmente.

Draco se ne avvide dall’irrigidimento delle sue membra che ancora stringeva tra le braccia.

<< Emi? Tutto bene? Sono stato troppo diretto, perdonami, ma … i Weasley. Merlino, io quei due proprio non li sopporto, ti dirò mi spiace quasi per Potter, ci ha messo parecchio per capire di che pasta era fatta quella. >> disse convinto che la moglie fosse rimasta colpita dalla crudezza delle sue parole, ma quella scosse il capo ancora affondato nella sua spalla. Draco lo allontanò quel tanto che bastava per guardarla negli occhi riconoscendovi … timore. Agitato, cambiò repentinamente espressione, che diavolo aveva detto per spaventarla?

<< Emi? Cosa? >> improvvisamente si ritrovò incapace di formulare una frase di senso compiuto, mentre la moglie tremava appena tra le sue mani. Spaventandolo all’inverosimile.

<< D – Draco … anche … anche tu? >> chiese lei tentando di trattenere le lacrime che le si affacciavano agli occhi. Lui la guardò spaesato ed a sua volta intimorito. Mentre lei si fece forza e fece la domanda che più di tutte la spaventava.

<< Anche tu sai quello che voglio vedere e me lo dai giusto? >> disse con voce tremante, aveva sempre creduto nella sincerità del marito, a volte era un po’ crudo, ma mai disonesto.

Lui allargò gli occhi ancora di più. No. Merlino, NO! Non poteva crederlo veramente.

<< Emi guardami! >> disse perentorio giacché lei aveva spostato gli occhi lontano da lui.

Lei docilmente obbedì, rapita dal tono determinato di Draco.

<< Tutto ciò che ho detto o fatto con te l’ho fatto perché l’ho voluto. Sai che non ti ho mai mentito, nel bene e nel male, un tempo soprattutto nel male. Ma ora, noi … ora è diverso. Tutto diverso. Voglio che tu mi creda Emi. Voglio … Emi davvero non ti ho mai mentito o preso in giro. Lo sai vero? Lo sai questo? >> disse accorato. Mentre lei annuiva tra le lacrime.

<< Scusa >> mormorò mentre affondava il volto nel suo petto. << Scusa non devo dubitare di te. È che … probabilmente sono scossa da quello che è successo. Da Harry e da Ginny. Perdonami. Non lo farò mai più. >> disse prendendo coraggio e scostandosi dal suo caldo rifugio prima di avvicinarsi e scoccargli un bacio a stampo, gemello di quello che lui le aveva dato all’inizio di quella conversazione.

Si coccolarono e si rassicurarono a vicenda sull’onestà del loro rapporto per un po’ di tempo, finché Hermione non si assopì tra le braccia del marito. Draco sorrise felice alle coltri del baldacchino, entusiasta del ennesimo passo avanti fatto nel suo rapporto con la moglie.

POSTO PICCOLO:

Ciao, che dite si è capito come la pensa Draco??? So che qualcuno storcerà un po' il naso riguardo a quanto dice Draco su Ginny e Ron, ma la storia è stata concepita così e spero che continuerete lo stesso a seguirmi.

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

http://acasadilisa.blogspot.com/

Un bacione Lisa 

PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto     'Rincontrarsi' Incredibilmente Noi

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.

6 –

La mattina dopo un Harry Potter con occhi pesti e cerchiati si affacciò alla porta della sala da pranzo mentre Draco era intento a bere la seconda tazza di caffè fumante e leggere la Gazzetta del Profeta. Perfetto, anche in quella tuta di chiara fattura Babbana, che avrebbe reso chiunque sciatto, ma non il principe delle Serpi. Harry era vestito allo stesso modo, aveva ringraziato tutti i santi del paradiso quando aveva appurato che Tippy gli aveva portato quella tuta che adorava, ma ovviamente su di lui faceva tutto un altro effetto. Mormorando uno strascicato buongiorno, prese posto alla tavola imbandita quasi come lo era stata quella di Grifondoro nei suoi anni di scuola. Il padrone di casa inarcò il sopracciglio finissimo mentre studiava il nuovo venuto, reduce ovviamente da una notte insonne.

<< Merlino! Potter, ero certo di aver dato chiare istruzioni alla servitù di togliere il pisello da sotto il tuo materasso >> proferì sarcastico Malfoy, ricevendo per risposta un grugnito.

<< Come mai già in piedi? >> continuò il biondo, deciso a sfruttare la momentanea assenza della moglie per tormentare il vecchio nemico.

<< Malfoy, tu che citi favole babbane e t’interessi della mia vita di mattina presto è una cosa che mette i brividi >> rispose infine l'interpellato sbadigliando sonoramente. Draco rise divertito.

Infondo non era così male avere lo Sfregiato in casa, lontano dalle orecchie fin troppo suscettibili della sua consorte, riservava molteplici opportunità di divertimento.

<< Hermione? Dorme ancora? >> chiese Harry riappropriandosi della brocca di caffè per servirsi un'altra generosa tazza. Si sentiva uno straccio. Si era rigirato più e più volte nel letto che, sebbene comodissimo, non era il suo. Erano anni che non dormiva solo, tranne rare occasioni durante le missioni della squadra speciale, ma in quel caso si era trattato di poche ore in una tenda da campo quando la stanchezza era stata tale da non permettergli più di tenere gli occhi aperti.

<< No, non sia mai! Il sabato mattina è dedicato al giardinaggio in questa casa. Mia madre ed Hermione si ritirano nel giardino o nella serra per curare le loro piante. Dio solo sa che diamine coltivino da portar via loro l'intera mattinata ogni sabato. >> disse Draco ridacchiando, più che certo che quell’abitudine delle donne Malfoy fosse volta più ad allontanare lui dalle loro confidenze che altro. Draco aveva sempre aborrito tutto ciò che riguardava il giardinaggio, gli ingredienti per le sue pozioni preferiva reperirli in un fornito negozio della Londra magica, piuttosto che in giro per i boschi o nel proprio giardino.

<< Tu sembri riposatissimo >> commentò acido il commensale, vedendolo spensierato e perfetto anche così presto il sabato mattina.

<< Potere di una sana dormita con tua moglie tra le braccia >> frecciò l'ex Serpeverde ghignando.

<< Immagino >> grugnì Harry piuttosto indispettito, mentre afferrava un muffin dall'aria deliziosa.

Il silenzio scese tra i due. Draco ogni tanto sbirciava l'altro. Potter non era affatto in forma. Certo, lui se avesse perso una donna come la Piattola, avrebbe festeggiato in piazza, ma Potter non era lui.

Come Hermione, lo Sfregiato doveva essersi sentito perso quando il suo mondo gli era crollato addosso. Sua moglie aveva trovato lui, pronto a spronarla e a sostenerla nella sua lenta ripresa, Potter aveva trovato sua moglie. Una fitta di pura gelosia lo avvolse.

Hermione era sua e non l'avrebbe divisa con nessuno, sebbene Potter fosse certamente ridotto male. Hermione si sarebbe sentita spinta verso di lui dalla comune sofferenza e dall'antica amicizia, questo lo irritava a morte.

<< Potter, vorrei mettere fin da subito in chiaro le cose con te, se me lo permetti. >> disse infine accantonando il giornale e deciso a correre ai ripari prima che fosse troppo tardi. << Hermione ti ha perdonato, non approvo e non condivido la sua scelta. Fosse dipeso da me, tu staresti in mezzo ad una strada e non a gozzovigliare alla mia tavola >> proferì seriamente, Hermione era e sarebbe sempre stata la sua priorità e proprio per questo, nonostante tutto, non avrebbe allontanato lo Sfregiato perché una tale condotta da parte del marito l'avrebbe ferita, ma non era disposto a mettere a repentaglio il suo matrimonio.

<< Emi è troppo buona, almeno con te, troppo Grifondoro se posso dire la mia. È quella che è, ed io la rispetto anche per questo. Ciononostante non ti permetterò di ferirla nuovamente. Tu l'hai abbandonata nel momento in cui lei aveva più bisogno di te. Te ne sei fregato di lei e di quello che le accadeva ed hai rifiutato di accompagnarla all'altare quando, sebbene io l'avessi pregata di non farlo, si è umiliata a chiedertelo. Ha sofferto Potter e io non posso e non voglio permettere che ciò accada ancora. Non ti metterò alla porta per ora, ma ricordati sempre che non hai la mia fiducia e che qualsiasi cosa ti abbia condotto alla nostra porta non deve e non dovrà mai influire sulla serenità di mia moglie. >> terminò seriamente fissando l'interlocutore negli occhi.

Harry che lo aveva fissato durante l'intero discorso, valutandone la serietà e le implicazioni, accennò ad un sorriso di scherno che indispettì oltremodo l'altro.

<< Sai Malfoy, fai discorsi strani per uno che si è sposato solo per ridare credibilità al proprio casato. >> disse sorridendo ancora nella tazza di caffè.

Aveva preferito sorvolare sulle minacce implicite e sulle recriminazioni palesi del suo discorso, ben consapevole di aver molto peccato nei confronti dell’amica e ben determinato a non sprecare la seconda opportunità che questa gli aveva concesso.

<< Questi non sono affari tuoi Potter! Vedi di fare quanto ti ho detto o ti assicuro che te la farò pagare! >> enunciò Draco perdendo la solita impassibilità che lo caratterizzava.

<< Malfoy, lungi da me mettere bocca nei tuoi affari >> disse sistemandosi gli occhiali sul naso e scorgendo l'altro attento e pronto a scattare. << In questo caso però i tuoi affari comprendono Hermione e visto che ci stiamo onestamente confrontando, permettimi di farti anche le mie di minacce. Non fare soffrire Hermione, non prenderla in giro e non comportarti da maritino felice se di lei non te ne frega un cazzo. Hermione mi è infinitamente cara e proprio per questo ho sempre visto male il vostro matrimonio. Io non metto in discussione le ragioni che hanno portato Hermione a questa scelta. Quello che ho messo e metto ancora in discussione è la fiducia cieca che tua moglie riserva a te Malfoy >> concluse a sua volta infervorato.

Si fissarono con astio per alcuni minuti, valutandosi ancora una volta come avversari, infine Draco decise di fidarsi ancora una volta della mirabile intelligenza di sua moglie e di scendere a compromessi con lo Sfregiato come lei gli aveva espressamente chiesto quella stessa mattina.

<< Ascolta Potter, penso che almeno su una cosa siamo d'accordo, Hermione non deve soffrire. Quindi per il suo bene ti propongo una tregua. >> alzando gli occhi dalle mani che teneva incrociate sul tavolo incontrò gli occhi scettici del altro, conscio di avere la sua totale attenzione continuò

<< Ti permetterò di rimanere in questa casa, almeno finché non sarai pronto ad andartene. Cercherò di non interferire con le tue faccende, mentre tu t’impegnerai a tenere Hermione lontana da tutto ciò che potrebbe ferirla e non solo fisicamente >> 

Harry annuì d'accordo che il bene di Hermione venisse prima delle loro diatribe.

<< Ancora una cosa. Tu starai fuori dal mio matrimonio e soprattutto terrai le tue manacce lontane da mia moglie. È l'ultimo avvertimento Potter, la prossima volta ti schianto >> proferì ghignando.

Harry sorrise. Malfoy faceva il duro, ma di tutto quel discorso, l'unica cosa che lo aveva realmente colpito era quanto tenesse alla sua migliore amica. Mai si era aspettato una cosa del genere, arrivando in quella casa era stato pronto a tutto. Si aspettava di trovare l'amica disperata per il pessimo matrimonio contratto. Invece non era così, Hermione sembrava serena, perfettamente integrata e circondata da profondo affetto.

Perso in queste considerazioni, tornò alla sua colazione, mentre il padrone di casa gli allungava i primi fogli della Gazzetta che evidentemente aveva già letto. Stupito alzo un sopracciglio all’indirizzo del collega.

<< Non ti fare strane idee Sfregiato! Tutto quello che faccio, lo faccio per la pace della mia casa, fidati >> Proferì l'altro scrollando le spalle.

Malfoy sembrava veramente cambiato ammise riluttante con se stesso.

Ora che non aveva la moglie a tenerlo sotto controllo, e su questa considerazione gli scappò un sorriso sarcastico che prontamente celò dietro la tazza di fine porcellana, aveva approfittato solo per metterlo in guardia sulle dovute distanze da tenere con sua moglie senza indugiare sui motivi che lo avevano condotto lì. Si chiese se Hermione gli avesse svelato l'accaduto. I due erano sempre stati molto “complici” anche sul lavoro, cosa che fin da subito aveva innervosito Harry. Un Malfoy così vicino alla sua migliore amica era una cosa che lo teneva sulle spine, ma dopo i primi tempi e in seguito alle attenzioni sempre più alte che il suo ruolo e la sua fidanzata richiedevano aveva prestato sempre meno attenzione ai due ed ora che si trovava in casa loro capiva finalmente come, anche in seguito a quel matrimonio, l'affiatamento tra i due era cresciuto. Conoscendo Hermione, come la conosceva lui almeno, era certo che avesse svelato al marito il tradimento di Ginny. Eppure Malfoy non lo aveva deriso, non lo aveva attaccato o denigrato come si era aspettato dalla battuta della sera precedente, aveva amabilmente trascurato di chiedergli espressamente quanto fosse accaduto.

Per quanto una parte di lui apprezzasse questo comportamento, i vecchi retaggi lo portavano a stare sulla difensiva. Tutto quello che faceva Malfoy era, a suo dire, per amore nei confronti della moglie. A quel pensiero gli si drizzarono i peli delle braccia. Malfoy poteva amare veramente Hermione? Certo non lo aveva espresso a chiare lettere, aveva parlato di rispetto e fiducia, ma non era proprio su quello che si basava ogni amore degno di essere chiamato tale? Ed Hermione? Corrispondeva quel sentimento? Li aveva osservati scambiarsi carezze, abbracci e baci soffici, ma poteva anche essere un comportamento da buoni amici. Lui stesso aveva gli stessi atteggiamenti con l'amica, o almeno li aveva avuti, infatti dubitava di non finir schiantato dal suscettibile padrone di casa se solo si fosse avvicinato troppo all'amica.

Le considerazioni sul matrimonio, sicuramente anomalo, dei Malfoy lo riportarono inevitabilmente alla scena a cui aveva assistito il giorno prima. A cosa era servito amare Ginny come l'aveva amata lui? Concederle ogni cosa essa volesse? A cosa aveva portato mettere la fidanzata al centro esatto del suo mondo, se era quello ciò che aveva ottenuto. Ginevra l'aveva tradito, tradito con il suo secondo. Il pensiero volò all’anello che la sera precedente aveva scagliato in fondo alla borsa che aveva contenuto i suoi abiti. Credeva che il giorno precedente sarebbe stato il più bello della sua vita, quello in cui avrebbe coronato i suoi sogni, aveva immaginato una Ginny raggiante che lo baciava con passione dicendogli che tutto ciò che desiderava era diventare sua moglie. Merlino, quanto era stato idiota! Aveva scelto di farle la sua proposta di venerdì in modo da poter letteralmente godere della fidanzata per l'intero fine settimana, ora come ora ringraziava solo di avere davanti a se due giorni per prepararsi a rivedere Anthony.

Anche il suo tradimento lo aveva ferito. Pensava di aver trovato in lui un amico sincero, quello che gli era tanto mancato dopo che Ron si era perso nella sua nuova, immeritata, notorietà. Ed anche in quel caso aveva sbagliato. Mai si sarebbe aspettato di essere pugnalato alle spalle proprio da Goldstein, dal suo fidato secondo in comando, da colui a cui aveva più volte affidato la sua vita.

Malfoy continuava a fissare il commensale di sottecchi. Potter era concretamente conciato male. Sicuramente stava ripensando al tradimento di quella puttanella della piattola. Merlino! Quella donna era così volgare, così costruita. Certo negli anni passati lui stesso si era accompagnato a donne del genere, ma mai si era lasciato coinvolgere, donne così puntavano solo ed esclusivamente alla soddisfazione personale. Indubbiamente erano brave a letto, ma oltre a questo avevano ben poco da offrire a un uomo e molto da guadagnarci nel frequentare persone importanti come lo era lui e perfino Potter.

La piattola non era nemmeno una delle migliori, oltre a non essere di una bellezza stratosferica, era sicuramente stupida. Le sue scappatelle erano ignote forse solo al fidanzato e ad Hermione, troppo pura per capire veramente la sfacciataggine dell'ex amica. Al matrimonio si era presentata, sebbene l'invito fosse in realtà indirizzato al fidanzato, avendo la faccia tosta di portare con sé la cognata, quella stessa Lavanda Brown che era stata l'amante dell’ex fidanzato della sposa e che era riuscita con l'inganno a farsi sposare da quel mentecatto di Weasley. Incuranti dei commenti poco carini che le circondavano e fasciate in abiti costosi ma privi di gusto, avevano flirtato con ogni esponente del sesso opposto presente al ricevimento. Blaise gli aveva raccontato che si era parecchio divertito, insieme all’immancabile Nott, ad approfittare della stoltezza delle due.

Hermione aveva fatto fuoco e fiamme. Chiaramente irritata dalla presenza delle due e dal loro comportamento indecoroso. Tanto più che, come aveva più volte fatto notare al marito, risultavano tra le invitate della sposa mettendo ella stessa in cattiva luce.

Nonostante tutto però si era prodigata perché le foto, scattate dai numerosi fotografi presenti, che ritraevano le due in atteggiamenti poco decorosi scomparissero nel nulla. Aveva tentato invano di farle presente che non era giusto che lei si adoperasse tanto per evitare che le loro marachelle arrivassero alle orecchie dei più, tanto tutta l'alta società e i notabili del ministero avevano assistito alla spettacolo in prima persona.

Non vi era stato modo di riportarla alla ragione, quando Hermione si metteva in testa qualcosa non c'era modo di convincerla. Così l'aveva aiutata come sempre, oltre ad aver fatto del suo meglio per tenerla lontana dalle scene più pietose che si erano consumate durante il loro ricevimento di nozze. Lei sicuramente lo aveva fatto più per proteggere Potter che per la Weasley, giacché certamente non era la reputazione dalla Brown, ora Weasley, ad interessarle.

Certamente quelle due erano state imbarazzanti oltre ogni dire. Questa considerazione lo portò ancora una volta a ringraziare Merlino per avergli inviato quell'angelo che era sua moglie, che gli aveva salvato la vita da quelle sgualdrine arriviste. Certo la sua vita sessuale aveva subito un drastico tracollo, ma non rimpiangeva nemmeno un giorno passato accanto ad Hermione. Quando aveva pronunciato i voti matrimoniali aveva messo fine anche alle notti trascorse con le varie amanti votandosi solo a sua moglie. Nutriva segretamente la speranza che lei s’innamorasse di lui corrispondendo quei sentimenti che lui sentiva così vivi.

<< Raggiungiamo le signore, che ne dici Potter? >> disse ora ansioso di rivedere sua moglie.

Harry si riscosse dai tetri pensieri che lo avevano preso e seguì Malfoy verso il giardino del maniero.



POSTO PICCOLO:

Ciao, scusatemi se ci ho messo più tempo per questo aggiornamento ma è stata una brutta settima e domani dovrò dare l'ultimo addio ad una persona che nel bene e nel male ha fatto parte di quasi tutti i miei giorni negli ultimi 5 anni. Sono a pezzi, ma sapere che siete in tanti a leggere questa storia mi rende felice, perché a modo vostro, cliccando semplicemente su questa storia mi siete vicini e vi ringrazio, tutti!

Scusate se ci sono orrori/errori, non è serata, ma non volevo farvi aspettare ancora.

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

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Capitolo 7
*** 7. ***


7.

Ciao, aggiornamento super rapido per compensare la latitanza. Non so se questa settimana riuscirò ad aggiornare, ma conto di riuscire almeno mercoledì o giovedì a postare il prossimo capitolo, tempo permettendo come sempre. Quindi se non lo avete ancora letto correte a leggere il 6° capitolo. 

Tesorino per te questo e altro, un bacione!!!!

7 –

I sabati di giardinaggio erano un’allegra consuetudine che Hermione e Narcissa avevano preso ben prima del matrimonio.

La giovane, nelle sue estati lontane da Hogwarts, aveva scoperto le gioie di quella pratica dalla madre di cui ora sentiva notevolmente la mancanza; infatti l'incantesimo, che lei stessa aveva fatto ai genitori si era rilevato irreversibile una volta che li aveva raggiunti in Australia al termine della guerra, aveva pianto molto di quell'errore commesso per un eccesso di zelo e della sua arroganza. Aveva preteso troppo da se stesse ed aveva commesso un errore irreparabile, nella presunzione tipica della sua giovane età; aveva voluto fare tutto da sola ed aveva sbagliato alla grande.

Certo i suoi genitori vivevano una vita felice e piena dall'altra parte del mondo, al sicuro da ogni pericolo, ma non sapevano nemmeno della sua esistenza. Era rimasta molti giorni ad osservarli, senza essere vista, assicurandosi che stessero bene e cercando, sperando, di cogliere nei loro discorsi un barlume di quel passato che lei invece aveva così chiaro davanti agli occhi. Purtroppo nulla di tutto questo era avvenuto e con non poco rammarico Hermione era tornata alla sua vita nel mondo magico.

Così quando Narcissa, nel pieno dei progetti di ristrutturazione del Maniero, le aveva chiesto di aiutarla a sistemare i giardini e le serre aveva accettato di buon grado convincendo infine anche la posata signora Malfoy ad affondare le mani nella terra e a prediligere i metodi babbani alla magia.

La pratica si era rilevata per entrambe notevolmente rilassante così era divenuta una lieta consuetudine. Sole in giardino, giacché Draco aborriva quelle pratica e in generale la vita a contatto con la natura, le due donne avevano preso a confidarsi e a conoscerci. Molto spesso il discorso verteva proprio su Draco. Narcissa era ben lieta di raccontare ad Hermione dei lati a lei sconosciuti dell’amato figlio e sempre più spesso, dopo il matrimonio, le confidenze si erano fatte intime. Non poche volte la suocera aveva spinto la ragazza ad approfondire l'intimità col neo marito, raccontandole di come anch'essa avesse dovuto a suo tempo inventarsi un rapporto con un marito scelto per lei dalla sua famiglia le aveva spesso fatto notare come invece Hermione e Draco partissero col vantaggio di una confidenza già consolidata. Hermione, dapprima scettica ed imbarazzata da tali discorsi, si era via via lasciata andare alle confidenze e cercando sempre più spesso consiglio e conforto in Narcissa, che in quegli anni aveva assunto il ruolo che un tempo era stato di Molly Weasley, ovvero quello di seconda madre.

Nelle mattinate di giardinaggio le due donne aveva stretto un sodalizio profondo, ricco di gesti affettuosi e risate spensierate. Per nulla al mondo avrebbero rinunciato a quei momenti che spezzavano la routine fin troppo monotona di Narcissa e rilassavano Hermione dopo una settimana spesa tra i corridoi del ministero o in missioni segrete di cui si occupava la squadra speciale.

Con l'andare degli anni e la cattura degli ultimi irriducibili fedeli di Lord Voldemort, la vita del mondo magico si era notevolmente tranquillizzata. La creazione della squadra speciale era stata un’idea di Harry ed Hermione, quando ancora il loro rapporto era saldo e non contaminato dai risvolti disastrosi delle loro relazioni con i fratelli Weasley. I due giovani, abituati da sempre a collaborare, avevano messo in piedi una squadra di élite. Solo i migliori facevano parte di quel gruppo e tra essi vi erano, oltre a loro due, Draco Malfoy che svolgeva le funzioni di pozionista, Anthony Goldstein capitano in seconda, Hannah Abbot medi maga affiancata agli Auror, Jimmy Peakes addetto alle armi magiche, Roger Davies esperto delle creature magiche. Saltuariamente, se la situazione lo richiedeva, altri Auror venivano affiancati ma principalmente era questa la squadra speciale. Proprio perché le missioni che la squadra affrontava erano uniche nel loro genere non sempre erano tutti presenti. Hannah ad esempio era impiegata al San Mugo e veniva richiamata in missione solo se la sua presenza era strettamente necessaria. Viste le varie personalità di spicco che componevano questo drappello, i toni durante le riunioni erano spesso accesi, ma lo scopo ultimo era sempre ben chiaro a tutti: la preservazione della pace era il solo fine e per perseguirlo tutti erano disposti a mettere da parte i malumori o le incomprensioni.

Draco ed Hermione avevano iniziato a collaborare prima ancora della fondazione della squadra stessa, pochi Auror erano disposti a fare coppia con un Ex Mangiamorte, perfino i generali tendevano ad assegnare al giovane Malfoy incarichi di poco conto e difficilmente sul campo. Hermione che aveva sempre aborrito le discriminazioni, essendone stata lei stessa vittima, non aveva ben digerito questi atteggiamenti. Draco si era diplomato primo nel suo corso, aveva più volte dimostrato la sua preparazione, la disponibilità e la totale fedeltà alla causa del ministero. Così stanca di quei comportamenti, a suo dire poco in linea con la tolleranza propagandata dal Ministro, si era offerta volontaria come compagna di Malfoy.

Le urla che si erano sentite quel giorno provenire dalla sala operativa degli Auror del ministero erano divenute leggenda. Harry e Ron avevano dato il peggio, mentre Malfoy rimaneva serafico nel suo angolo, senza degnare nessuno di uno sguardo. Quando l'amico e quello che al tempo era ancora il fidanzato di Hermione se ne erano andati sbattendo la porta, il capo degli Auror aveva dato il suo assenso a far lavorare Hermione e Malfoy insieme e la riunione era stata dichiarata conclusa. I loro colleghi erano man mano usciti lasciando Draco ancora nel suo angolo ed Hermione rigida vicino alla finestra, intenta nella vana pratica di ritrovare la calma che tutto quel clamore le aveva portato via; il biondo si era alzato e l'aveva avvicinata dicendole, con un’impassibilità unica, che non aveva bisogno della sua pietà. Hermione allora era esplosa, rimproverandogli di accettare passivamente quella situazione e assicurandogli che quando aveva preso quella decisione non era certo stata mossa dalla compassione verso colui che più di tutti l'aveva vessata al suo ingresso nel mondo magico ma piuttosto dalla incapacità di accettare una tale intolleranza nei suoi confronti.

Draco le aveva sorriso e le aveva allungato la mano stringendo quell’alleanza che li aveva portati a lavorare ogni giorno fianco a fianco negli ultimi anni e che infine li aveva portati perfino al matrimonio.

Quel sabato mattina però l'argomento principe delle due donne per una volta non era Draco, bensì Harry. Narcissa, preoccupata quanto Draco per la felicità della nuora, aveva introdotto l'argomento mentre rinvasavano alcune piante acquistate da Hermione nel suo ultimo viaggio di lavoro. Il loro giardino era un tripudio di fiori e piante particolari, si divertivano a scovare e curare piante pressoché sconosciute ai più. Molto spesso Hermione aveva dovuto interpellare Neville su come procedere nella cura di questa o quella pianta, poiché il vecchio amico era diventato un luminare nel campo dell'erbologia, nonché professore ad Hogwarts per l'orgoglio di Nonna Augusta e di Hermione stessa.

La ragazza aveva illustrato a grandi linee quanto successo all'amico, certa dell'affidabilità di Narcissa e della sua discrezione. Ovviamente era stato ben più vago come racconto rispetto a quello che aveva preteso suo marito la sera prima, ma in pratica aveva rilevato i punti salienti. Il tradimento di Ginny e lo smarrimento di Harry, oltre al bisogno di quest'ultimo di averla vicina in un momento tanto difficile della sua vita, a maggior ragione giacché lei stessa aveva vissuto una situazione simile. Narcissa con il solito garbo aveva fatto parlare la nuora di ciò che tali rivelazioni avevano mosso in lei scoprendo, con non poca soddisfazione, che oltre alla palese preoccupazione per l'amico la giovane era ben poco toccata dagli eventi.

Dal canto suo Hermione aveva smesso di porre cieca fiducia negli amici o nell’amore già da molto tempo prima. L'esperienza del tradimento l'aveva segnata profondamente rendendola forse più cinica o semplicemente più disincantata davanti ad avvenimenti simili.

Nella sua nuova visione del mondo, non poca parte aveva avuto il suo attuale marito, questo era lampante, soprattutto dopo lo scambio avvenuto la notte precedente. Draco riusciva ed era sempre riuscito, nei vari confronti che avevano in quegli anni affrontato sui più disparati argomenti, a mettere in evidenza aspetti che a lei spesso sfuggivano. Rivalutare le proprie conclusioni o riflessioni alla luce delle considerazioni di lui era diventata ormai per lei una prassi che molto spesso la portava a fare la scelta giusta. Non per questo si sentiva succube di Draco, anzi, le loro diatribe erano spesso accese poiché entrambi erano ben saldi sui propri convincimenti, però riflettendo a mente fredda su quanto le aveva detto Draco ella arrivava spesso a comprendere meglio le cose.

Anche questo era un punto di forza della loro unione, come aveva più volte sottolineato Narcissa. Il confronto era importante per capire le reciproche posizioni e trovare un equilibrio tra loro e con il tempo questo equilibrio si era fatto sempre più solido. Parlavano di tutto, parlavano tanto, si consigliavano e si ascoltavano. La loro era quasi una comunione di spirito, visto che dal punto di vista fisico erano ancora piuttosto distanti, nonostante Hermione sentisse sempre di più il desiderio di trovare un loro equilibrio anche in questo campo. Ormai le era chiaro che i sentimenti che nutriva per Draco andavano ben oltre l'affetto, ma il problema rimaneva lui. Hermione non riusciva a capirlo, non capiva i suoi slanci e le sue ritrosie. Certo la sera prima l'aveva baciata di sua spontanea volontà, anche se non si poteva propriamente parlare di bacio, e quando lei aveva ripetuto lo stesso gesto, l'aveva stretta forte, ma questo non significava che ricambiasse i suoi sentimenti.

Nel silenzio delle sue riflessioni sul desiderio sempre più crescente d’intimità fisica con il marito, Hermione non si era accorta che Narcissa la fissava da un po'.

<< Draco mi è sembrato piuttosto agitato ieri, non lo hai notato anche tu? >> chiese infine facendo girare verso di se la ragazza che annuì ridacchiando.

<< Penso che darà il peggio di se con Harry a stretto contatto con te, qui in casa, dove ti ha sempre avuta solo per lui >> incalzò Narcissa senza riuscire a nascondere un piccolo sorriso.

<< Oh sì, penso che tra poco mi costruirà una palizzata intorno per impedire ad Harry di abbracciami >> celiò la ragazza senza riuscire a trattenere le risate e coinvolgendo anche l'altra in quel momento di ilarità a discapito dell'uomo di casa.

E fu così che le trovarono i due ragazzi, ridenti e coperte di terra, nel bel mezzo del giardino.

<< Ammettetelo stavate ridendo di me >> proferì certo Draco. Quando ridevano così l'argomento trattato era sempre lui e le sue reazioni esagerate.

Hermione si girò sorridente verso il marito, coprendosi gli occhi dal sole per poterlo vedere meglio.

Solo Draco Malfoy poteva essere affascinate con una tuta addosso e ringraziò di essere stata così convincente da convertirlo ad un abbigliamento più babbano, visto che i risultati erano ad dir poco meravigliosi.

<< Ovviamente! >> disse alzandosi e spazzolandosi la terra di dosso, per poi raggiungere con uno sguardo raggiante il ragazzo che prontamente la strinse per la vita. Concretamente stava diventando quasi insopportabile rinunciare al contatto fisico con lei, soprattutto poiché lei accettava di buon grado ogni suo gesto teso ad avvicinarla a se. Stupendo perfino se stessa, Hermione si alzò sulle punte per sfiorare le labbra del marito. Voleva che quel gesto, da poco scoperto tra loro, diventasse abituale e sperava in cuor suo che lui apprezzasse la cosa.

Lui la guardò raggiante, ben conscio di quel nuovo passo avanti che avevano fatto nel loro rapporto.

<< Cosa ti porta all'aria aperta Malfoy? >> chiese lei divertita ancora stretta nel suo abbraccio << Dobbiamo aspettarci una tempesta da un momento all'altro? >>
<< Sempre simpatica tesoro mio! >> la riprese lui bonariamente stringendola a se. << Potter ti cercava ed io mi sono comportato da perfetto padrone di casa, quale sono >> affermò spavaldo suscitando la risatina di sua madre.
<< Certo certo >> annuì Hermione spostando lo sguardo sull'amico in evidente imbarazzo alle spalle di Draco.

Harry non era abituato a vederli scambiarsi effusioni, sul lavoro non capitava davvero mai, e in quei due giorni li aveva visti fin troppo vicini per i suoi gusti. Hermione però sembrava veramente felice in quel momento, aver sentito la sua risata fresca, che da troppo tempo ormai non sentiva, gli aveva aperto il cuore. Si domandava però cosa angustiasse certe volte l'amica, le mancate confidenze della sera prima, interrotte dall'arrivo di Malfoy, lo tenevano non poco sulle spine e voleva che lei ricominciasse a renderlo partecipe dei suoi stati d'animo. Forse pretendeva troppo, visto le sue mancanze, ma vederla nuovamente così solare e spensierata gli riportava alla mente gli anni in cui per loro confidarsi era quasi un bisogno fisico.

<< Ti piace il nostro giardino Harry?> > chiese Narcissa alzandosi e spolverandosi gli abiti, anch'essi babbani, nel chiaro intento di mettere a proprio agio l'ospite.
<< E' sicuramente particolare! >> convenne il ragazzo passandosi una mano tra i capelli e guardandosi attorno. Quella zona particolare del giardino era indubbiamente originale, vi facevano bella mostra piante dai colori e dalle forme bizzarre, che lui stesso dubitava di aver mai visto prima di allora.
Lungo il viottolo che li aveva condotti lì aveva notato roseti, aiuole e siepi, ben curate e ben disposte. Lo stesso gusto sopraffino che permeava la casa era disseminato anche nel giardino, in un'armonia di forme e colori ammaliante, la cura e la dedizione che quelle due donne riservavano a quel luogo era ben visibile in ogni direzione. Anche se quella zona in particolar modo aveva un che di strano. Non tanto per la rarità delle piante, ma per il caos organizzato che sembra regnarvi. Le piante erano disposte in modo disomogeneo rispetto a tutto il resto.
<< Diciamo che qui coltiviamo quello che non sappiamo come diventerà, se fiorirà o semplicemente se riuscirà a sopravvivere >> disse sorridendo Narcissa.
<< Merlino! Ho il San Mugo delle piante proprio in mezzo al mio giardino >> disse sarcastico Draco, guadagnandosi la risata di Potter e della madre ed un rimprovero dalla moglie.
<< Finiscila, sai che ci piace sperimentare piante nuove e finché non capiamo come sono o come saranno, non possiamo collocarle nella giusta zona >> disse saccente lei.

<< Tesoro ne sono fin troppo consapevole visto quanto adori trascinarmi in giro per ogni mercato di fiori che incontri sulla tua strada, perdendoci ore ed ore >> scherzò lui fingendo un tono di vero rammarico che la fece ridere.
<< Sempre a lamentarti tu! >> disse tra le risate.
<< Avete già finito? >> Chiese speranzoso Draco quando le risate di tutti si furono sopite, lanciando uno sguardo scettico a tutti quegli aggeggi, rigorosamente babbani, che circondava le piante comprate pochi giorni prima da sua moglie.

<< Assolutamente no! >> intervenne sua madre << Vuoi per caso aiutarci? >> disse poi sorridendogli ironica, ben sapendo che avrebbe rifiutato.

Una smorfia poco convinta apparve sul volto del ragazzo.

<< Certamente no, madre, vi lascio ai vostri svaghi e vi lascio anche Potter> > disse baciando dolcemente la tempia della moglie che lo guardava ridendo sicura anch'essa che avrebbe declinato l'offerta. Si strinsero ancora un attimo guardandosi negli occhi prima di separarsi.

<< E madre? >> disse mentre si volgeva per rientrare in casa << Se Potter non si comporta in maniera impeccabile, schiantalo! >> proferì con un ghigno prima di guadagnare a grandi falcate il viottolo del giardino e lasciarsi alle spalle le proteste della moglie e la risata della madre.

POSTO PICCOLO:

Allora, ammetto che in questo capitolo succede ben poco però vi ho raccontato un po' di cose sui nostri due, su come mai non compaiono i genitori di Hermione e su come Draco è diventato il suo "compagno" sul lavoro. Spero vi sia piaciuto ugualmente.

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

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Capitolo 8
*** 8. ***


8.

Per Mirya che mi ha reso immensamente felice commentando questa storia  e per tutte voi che leggete e mi seguite, grazie mille e buona lettura, un bacione!!!!

8 –

La mattinata in giardino era trascorsa allegra, Hermione si era divisa tra le sue mansioni e l'illustrare ad Harry le varie piante che stavano sperimentando.

Narcissa era stata particolarmente briosa del tutto intenta a far dimenticare, almeno per quel momento, al ragazzo gli infausti avvenimenti del giorno prima. Vedere la nuora felice, mentre condivideva quella loro passione con il vecchio amico, le aveva mostrato chiaramente che il giovane non era una minaccia al rapporto del figlio con la ragazza. Certo c'era un’innegabile confidenza tra i due, ma era una confidenza ben diversa da quella amorosa. Erano ottimi amici, quasi fratelli, avevano condiviso gran parte della loro vita e questo era lampante nei gesti o nelle parole dei due che spesso si completavano le frasi a vicenda.

Dalla sua accurata analisi della situazione Narcissa Black Malfoy aveva concluso che la rinata amicizia di Hermione con Harry Potter non poteva che portare giovamento nella vita della giovane. Era per lei evidente che, nonostante Hermione si trovasse a proprio agio con loro, quella parte della sua vita le era mancata, come le mancavano i genitori. La ragazza aveva subito, al suo ingresso nella vita adulta, non poche batoste e non pochi abbandoni, volontari o meno che fossero e riportare nella sua nuova vita un po' di quegli affetti non le avrebbe fatto altro che bene. Ovviamente farlo capire a quel testardo di suo figlio sarebbe stato tutt'altro che facile, ma facendo leva sugli argomenti giusti, che in quel caso erano limitati al benessere ed alla felicità di Hermione, sarebbe servito ai suoi scopi. Se c'era una cosa che stava a cuore a suo figlio, quella era proprio la serenità della moglie.

Draco aveva speso la sua mattinata tra le scartoffie concernenti la gestione delle proprietà di famiglia e la sperimentazione di una nuova pozione. I suoi sabati mattina erano ormai tutti spesi a quel modo, ma quel particolare mattino la mente andava sempre più spesso al giardino. Dalla finestra dello studio aveva osservato la moglie affaccendarsi tra le sue adorate piante e Potter, quest’ultimo aveva anche provato in qualche modo a rendersi utile, ma con scarsi risultati facendo ridere di gusto le due donne.
Era serena Hermione in quel momento e nulla gli premeva di più. Lo aveva baciato di nuovo, cogliendolo impreparato ma non meno felice di quello slancio improvviso. Negli ultimi tempi lei si era fatta sempre più vicina, sempre meno ritrosa nei loro contatti e lui cominciava veramente a sperare che le cose stessero prendendo la giusta piega. Anche perché lui la desiderava, la desiderava tanto. Se mentre erano colleghi era rimasto affascinato dal lei, dalla sua bellezza genuina e mai ostentata, la convivenza seguita al matrimonio lo aveva acceso di una nuova brama. Dormirle accanto ogni notte, stringerla a se con sempre maggiore calore e frequenza gli aveva reso ben chiaro quanto amasse ogni aspetto della moglie. Anche la sua insensata mania di girare scalza, che però aveva il pregio di autorizzarlo a sollevarla tra le braccia. Quando accadeva Draco si sentiva felice. Prendersi cura di lei in quelle piccole cose lo faceva sentire realizzato, perfino ingoiare il suo smisurato orgoglio, pur di vederla sorridere, aveva ben poca importanza ormai se come premio lei si lasciava progressivamente avvicinare da lui. Se lo premiava con quei piccoli gesti, carichi di affetto che gli erano divenuti quasi indispensabili.
Siccome l'ora del pranzo si avvicinava decise di recarsi nella loro stanza ad accogliere la moglie, certo che lei lo avrebbe stordito di chiacchiere su quanto fosse felice di avere lo Sfregiato lì con loro.

Quando Hermione varcò la soglia della propria stanza da letto il sorriso apparve spontaneo sulle sue labbra, lui era lì ad attenderla, seduto sul bordo del letto con le braccia allungate dietro a reggere il busto, i capelli scompigliati, segno che vi aveva passato più volte le mani nel corso della mattinata esasperato da chissà cosa.
Era bello suo marito, di quella bellezza che stordisce, che anche quando sembra non curata è dannatamente perfetta.
<< Sei qui! >> constatò felice facendolo sorridere e annuire.
<< Ti sono mancato? >> chiese ammiccante lui sollevando una mano nella direzione della moglie.
<< Non ci crederai, ma sì, mi sei mancato! >> disse allegra lei mentre si avvicina e si lasciava andare insieme con lui ad una risata leggera.
<< Hai parlato con Potter? >> chiese Draco appena incrociarono le loro dita, trafiggendola con uno sguardo d’attesa.
Hermione cambiò espressione all’istante, passando dalla più spensierata gaiezza al tormento, ma almeno questa volta Draco sapeva perché, non aveva detto nulla all’amico.
<< Hermione >> la richiamò bonariamente visto che lei rifuggiva il suo sguardo e mettendosi a sedere dritto afferrò anche l’altra mana della ragazza. << Hermione mi rendo conto che per te sia dura, ma devi farlo capisci? Non serve a nulla nascondergli la verità, anche se stasera non volesse venire, anche se non avesse intenzione di rincontrare mai più la Piattola, lo deve sapere. Eravamo d’accordo no? Io mi sono comportato bene con lui, ma tu non hai rispettato la tua parte del patto! >> disse attirandola sempre più vicina. La ragazza annuì piano, conscia di essere nel torto.
Quella sera si sarebbe tenuto un ricevimento per raccogliere fondi destinati agli orfani di guerra. Il comitato organizzatore era presieduto da una cara amica di Narcissa, per questa ragione tutta la famiglia Malfoy avrebbe partecipato all’evento. Cosa in realtà piuttosto rara, giacché né Hermione né Draco amavano partecipare alla vita mondana della Londra Magica, però Narcissa aveva tanto insistito che per amor suo entrambi avevano acconsentito.
Ora il problema era il nuovo ospite del Mannor. Ovviamente Harry aveva libera scelta sul partecipare o meno all’evento, anche se quella mattina Draco le aveva detto chiaramente che spera nella sua presenza. Non tanto per la “soave compagnia” aveva subito specificato, ma per la probabilissima partecipazione di Ginevra alla serata. Suo marito le aveva infatti fatto notare quanto fosse sbagliato per Potter evitare il confronto con l’ex fidanzata, rilevando furbescamente come incontrarla ad un evento mondano lo avrebbe messo al riparo da scenate poco gradite. Il compito di Hermione, così avevano stabilito quella mattina, era innanzitutto essere sincera con l’amico sulla condotta poco onorevole di Ginevra durante gli eventi cui Harry non partecipava, invitandolo infine a presenziare al ricevimento di quella sera.

Hermione però non era riuscita a trovare il coraggio per fare nessuna delle due cose.
Quella mattina, soprattutto grazie all’esuberante parlantina di Narcissa, Harry sembrava aver dimenticato completamente ciò che lo attanagliava. Nonostante il suo viso portasse i segni di una notte insonne, aveva riso spensierato tutta la mattina, dandosi da fare per aiutarle senza però ottenere grandi risultati. Hermione non se l’era sentita di interrompere quel clima festoso rivelando all’amico la pessima condotta di quella che era stata la sua fidanzata fino al giorno prima. Dispiaciuta, abbassò il capo, non aveva mantenuto la promessa fatta a Draco e questo la rattristava quasi quanto il dover essere latrice di sgradevoli notizie per Harry.

<< Emi? >> la richiamò nuovamente Draco questa volta facendo leva sulle sue braccia di lei e avvicinandosela ancora di più, tanto che la ragazza fu costretta a sedersi a cavalcioni su di lui per non perdere l’equilibrio e in quella, per loro nuova, posizione fu per lei automatico allacciare le braccia al collo del marito e nascondere il volto nel incavo del suo collo.

<< Non ci sono riuscita >> mormorò appena certa che lui l’avrebbe sentita, vista la quasi nulla distanza tra loro.

<< Lo avevo immaginato >> fu il laconico commento di lui che aveva preso ad accarezzarle la schiena lasciata libera dai capelli, quella mattina raccolti in un’alta coda.

Rimasero cosi diversi istanti, godendosi entrambi la vicinanza reciproca.

Quando Hermione gli era quasi franata addosso Draco aveva temuto di aver esagerato, ma quando lei gli si era accomodata docile in grembo il suo cuore aveva esultato. Mai erano stati così vicini, mai avevano assunto una posizione così compromettente.

La ragazza era a sua volta avvinta più nelle sensazioni che il corpo del ragazzo, così vicino al suo, le trasmetteva che nel discorso che stavano tenendo. Gli era vicina come mai prima. Stretta al petto forte di suo marito si sentiva protetta come poche volte le era accaduto in vita sua prima della loro convivenza. La sua mente vagava verso mete lascive mentre giocava con i capelli della nuca di Draco, erano così soffici, se avesse alzato il viso sarebbe stata esattamente allo stesso livello degli occhi del marito. Una morsa le contrasse il ventre, mentre l’idea di loro due che si baciavano le permeava la mente. Imbarazzata dalle sue stesse fantasie si mordicchiò il labbro inferiore agitandosi appena e riportando su di se l’attenzione del marito, che dopo essersi schiarito la voce riprese il discorso lasciato in sospeso.

<< Ascoltami Emi, se prima il tuo tenerti fuori da questa faccenda poteva essere giustificato dal assenza di rapporti con Potter ora non è più ammissibile. Tanto più che lui stesso ha capito di cosa è capace la Piattola. >> affermò dolcemente, ben consapevole di quanto la cosa fosse difficile per la moglie. << La verità è quello che gli devi tesoro, poi cosa ne vorrà fare lui di questa verità è affar suo. >> concluse posandole un bacio sul capo.

<< Lo so, è che … è difficile. Questa mattina sembrava sereno, dirgli ciò che si dice di Ginevra in giro, dover essere io a dirglielo … a ferirlo … non me la sono sentita. So che hai ragione, lo so. Quello che dici è vero e giusto, ma io … >> lentamente sollevò il capo verso di lui, gli occhi velati dalle lacrime che prepotenti tentavano si sfuggire al suo ferreo controllo.

Il ventre di Draco si contrasse a quella vista, così bella, così vicina, così incredibilmente fragile.

Poggiando la fronte alla sua la strinse al petto, avrebbe dato tutto per non vederla così sofferente.

<< Mi spiace amore, so che è dura, ma è l’unica cosa giusta da fare >> mormorò sulle sue labbra prima di sfiorarle con le sue. Una parte del suo cervello, anche se non sapeva bene quale visto che era troppo preso dal tocco lieve delle labbra di lei, elaborò che l’aveva chiamata Amore. Per la prima volta a voce alta, perché nella sua testa quella parola era già chiara da un po’.

Amore, Draco l’aveva chiamata Amore. Nemmeno Ron l’aveva mai chiamata così, pensò Hermione.

Non che fosse indicativo del fatto che provasse reali sentimenti per lei, ma cavolo, sentirlo dire quella parola l’aveva mandata in visibilio, perché anche lui era il suo Amore. Certo solo nei suoi pensieri, poiché gli si rivolgeva sempre e solo con il nome di battesimo, ma nel suo cuore e nella sua mente anche lei lo chiamava amore. E poi la stava baciando di nuovo, non come aveva immaginato lei, ma ben più di un bacio a stampo.

Draco indugiava sulle sue labbra leggermente dischiuse, con calma e maestria, rendendo quel bacio seppur superficiale, unico e voluttuoso. Hermione sempre più rapita da quelle labbra si strinse a lui socchiudendo maggiormente la bocca in un chiaro invito al marito, il quale rapito quasi quanto lei da quello che stava accadendo aveva il respiro sempre più corto. Le sue mani vagavano con tenerezza sul corpo di lei, mentre la brama cresceva dentro di lui.

<< Signora Hermione il suo bagno è pronto >> Proclamò deferente Tippy dalla porta della stanza, lasciata aperta dalla ragazza.

I due giovani sobbalzarono a quel richiamo improvviso e si scostarono, il fiato corto e gli occhi lucidi. Ancora pochi attimi e quel bacio sarebbe diventato un bacio vero, pochi minuti e chissà …
Draco fu il primo a riprendersi, ispirando forte spostò gli occhi ora fiammeggianti sulla piccola figura dell’Elfo che lo guardava mortificato dalla porta, non doveva essersi accorto subito della posizione intima in cui si trovavano i suoi padroni. Maledetti Elfi e la loro mania di entrare nelle stanze a capo chino, pensò Draco furente.
Hermione intanto era scattata in piedi e stava sbadatamente ringraziando Tippy. Le gote rosse e il respiro corto le donavano in modo incredibile pensò Draco rivolgendo nuovamente l’attenzione verso sua moglie che, in piedi di fronte a lui, si muoveva a disagio sul posto tanto da far nascere un amabile sorriso sulle labbra di lui.

Erano stati così vicini ad abbattere un’altra barriera del loro rapporto fisico pensò Draco, i passi in quel senso si stavano facendo sempre più celeri e ravvicinati, da quando Potter era arrivato in casa loro erano passati in poche ore dai baci sulle tempie a quelli sulle labbra ed ora a quella nuova intimità. Probabilmente avrebbe chiesto a Potter di trasferirsi da loro a titolo definitivo, se questi erano i risultati a cui la sua presenza portava.
Hermione vedendolo sorridere si rilassò a sua volta, non era a disagio Draco, quindi tutto andava bene, visto che lei non si sarebbe mai pentita di nessun passo fatto verso la maggiore intimità col marito.

<< Vado a fare il bagno >> sussurrò con voce piccola accarezzandogli il volto, ancora con i sensi rapiti da quanto era appena successo. Indugiò sulla guancia di lui mentre la voglia di riprendere quel bacio esattamente dove si era interrotto l’avvinceva. Lui socchiuse gli occhi e appoggiò il capo alla mano di lei. Sarebbe bastato così poco per alzare le braccia e riportarla tra le sue braccia, ma non doveva correre troppo, doveva lasciare a lei l’iniziativa se voleva capirne i veri sentimenti. Per quel giorno lui si era già scoperto fin troppo.
Lei sorrise di quell’abbandono così genuino prima di piegarsi in avanti e sfiorargli le labbra in un bacio a stampo, rimanendo però in quella posizione qualche secondo in più, cioè il tempo necessario perché lui riaprisse gli occhi e la trapassasse con uno sguardo lucido e ricco di promesse.
Contenta come mai prima Hermione si diresse verso il bagno, quando stava per scomparire al suo interno il marito la richiamò

<< Hermione? >> disse con voce roca facendola girare sorridente, con la speranza nel cuore di una proposta non del tutto lecita.
<< Gli parlerai dopo pranzo o sarò io a farlo >> decretò lui vedendola cambiare espressione.

Quando l’aveva richiamata si era rivolta a lui con un sorriso malizioso decisamente troppo allettante, per alcuni secondo era stato sul punto di chiederle se voleva compagnia per quel bagno, prima di ritornare in se e porle quel ultimatum certo che fosse la cosa migliore per tutti che Potter sapesse la verità.
Ora però il sorriso malizioso di Hermione era scomparso, la ragazza aveva semplicemente annuito prima di voltarsi ed entrare svelta nel bagno. Per un attimo Draco si chiese se anche lei avrebbe voluto ricevere una proposta piccante, scartando poi repentinamente l’idea, Hermione non era e probabilmente non sarebbe mai stata presa da lui come invece lui lo era da lei. I suoi gesti affettuosi i baci erano forse riconducibili alla sua idea di “Buona Moglie” che la ragazza perseguiva in ogni aspetto di quella loro nuova vita. Queste erano le giustificazioni razionali al comportamento della riccia, che Draco si dava quando credeva di aver sperato troppo nel coinvolgimento della moglie. Era il suo modo di riportare i piedi per terra. Sbuffando malinconicamente si lasciò andare sul letto.
Quello che era accaduto pochi minuti prima aveva dell’incredibile, ai suoi occhi almeno. Hermione si stava avvicinando a lui, ma allora perché continuare ad imporsi quel rigide codice di condotta ? Si chiese senza sapersi veramente rispondere. Lui era sempre stato così, metodico in tutto. Quando aveva deciso che Hermione sarebbe stata la donna della sua vita, si era imposto mete e limiti. Quando raggiungeva le mete prefisse esultava, salvo poi spaventarsi e porsi mille domande sul perché la moglie le aveva raggiunte quelle mete. Sua madre lo rimproverava spesso di essere troppo analitico e di lasciarsi andare troppo poco con Hermione, ma per lui era fondamentale essere ritroso. Se si fosse concesso di essere se stesso fino in fondo, se le avesse dimostrato come e quanto la desiderava, l’avrebbe sicuramente spaventata. Tanto più che prima di aprirsi a lei, voleva essere certo dell’autenticità dei sentimenti di sua moglie. Arrovellandosi su quei contorti ragionamenti, che invece di chiarirgli le idee gliele stavano solo ingarbugliando di più, decise di concedersi a sua volta una bella doccia. Magari fredda visto che l’idea di sua moglie nuda nel bagno accanto stava riaccendendo quanto era stato abbastanza scaltro da celare alla moglie mentre la baciava.

Durante il bagno caldo Hermione aveva valutato bene i pro ed i contro del discorso che doveva tenere all’amico, anche se era stata piuttosto distratta da quanto era appena accaduto tra lei e Draco. La gioia di avere nuovamente Harry vicino a se la rendeva euforica, tanto euforica che le profferte amorose nei confronti del biondo consorte avevano subito una vertiginosa impennata negli ultimi due giorni. Il ragazzo da parte sua non sembrava disdegnare questi suoi impeti né a parole né tanto meno con i fatti. Un leggero rossore le permeò il volto mentre riviveva nella sua mente il bacio che si erano scambiati, sebbene lui avesse fatto di tutto per farlo passare inosservato, lei aveva colto chiaramente quanto la desiderasse. E allora perché? Perché non faceva mai il primo passo? Perché era sempre Hermione a dover accorciare le distanze? Ormai le era palese che non la disdegnasse fisicamente, sul loro rapporto verbale non aveva dubbi da tempo. Quindi cosa poteva essere che lo frenava? I retaggi del passato? Difficile visto quanto ne avevano discusso insieme. Che fosse legato ad un’altra donna? Ma in quel caso perché aveva chiesto a lei di diventare sua moglie? Tanto più che la prima notte di nozze le aveva espressamente giurato fedeltà, pretendendo ovviamente un giuramento gemello da lei. Quindi difficilmente era questo, ma allora cosa? Lambiccandosi il cervello su quel rompicapo vivente che era suo marito Hermione si avvolse nel morbido accappatoio prima di dirigersi nella sua cabina armadio.
Quando Draco le aveva mostrato la loro stanza, fresca di ristrutturazione, pochi giorni prima del matrimonio. Hermione aveva commentato ironicamente che il suo intero appartamento sarebbe entrato nella cabina armadio a lei riservata nella sua nuova stanza. A nulla erano serviti i suoi rimbrotti sull’inutilità di una stanza così grande per i suoi soli vestiti. Oggettivamente aveva dovuto ammettere che viste le dimensioni del maniero quella stanza non portava via posto a nessuno, ma comunque le era parsa concretamente esagerata. Ricordava di aver pensato che i suoi pochi abiti sarebbero parsi ben poca cosa lì dentro. Ed infatti era stato così quando li aveva trasferiti dal piccolo appartamento che possedeva a Diagon Alley alla sua nuova dimora, al ritorno dalla breve luna di miele però gli abiti si erano già moltiplicati. Narcissa e Draco facevano a gara a ricoprirla di regali. Ogni occasione era buona per un vestito nuovo a sentir loro, Hermione si sentiva tremendamente viziata dai due. Non era mai stata una ragazza fissata con l’estetica, ma vivendo a stretto contatto con Narcissa e Draco aveva imparato quanto un aspetto decoroso fosse importante e quanto, ora che era la nuova Signora Malfoy, tutti si aspettassero da lei un certo abbigliamento. Non senza esprimere il suo disappunto si era via via abituata a quel modo di vestire computo ed elegante, con un'unica eccezione, il week end. Giacché la mattinata del sabato era dedicata al giardinaggio, l’abbigliamento doveva essere pratico. Il resto del fine settimana poi era solitamente speso a rilassarsi davanti al camino con un buon libro, quindi i tacchi alti e le gonne erano bandite, sempre che non avessero ospiti o balli a cui partecipare.
In quel particolare fine settimana l’ospite era però Harry James Potter, che per lei ovviamente poteva essere accomunato tranquillamente ad un membro della famiglia, quindi decise di non rinunciare al abbigliamento informale tanto più che quella sera dovevano partecipare ad un ricevimento.
L’abito verde smeraldo di seta, incrostato di pietre Swarovski, faceva bella mostra di se insieme ai sandali gioiello che Narcissa le aveva regalato per l’occasione. Era molto bello. Lei e Draco lo avevano notato in una vetrina di Parigi durante la loro luna di miele. Avevano subito iniziato a dibattere su quanto Serpeverde fosse l’abito e senza capire come Hermione si era ritrovata in un lussuoso camerino con quell’abito indosso. L’immagine che le aveva restituito lo specchio l’aveva lasciata per un attimo senza fiato. Forse per pregiudizio non aveva mai usato vestirsi di verde, ma dopo quel momento aveva iniziato a farlo scoprendo solo allora quanto le donasse quel colore. Inutile sottolineare quanto ne fosse divertito il marito.

Afferrando l’intimo verde – argento che aveva acquistato per l’occasione si domandò per un attimo che effetto avrebbe fatto a Draco vederla con solo quello addosso. Scacciando il pensiero e relegandolo al ruolo d’irrealizzabile afferrò un paio di Jeans stretti ed una camicia a scacchi blu e verde. Mentre abbottonava la camicia si chiese se fosse il caso di lasciare aperto, casualmente, qualche bottone in più prima di raggiungere il marito. Ridacchiando di se stessa infilò le ballerine e si diresse in camera, trovandola però questa volta vuota.

POSTO PICCOLO:

Un momento Draco/Hermione che spero vi sia piaciuto, per me è stato bello scrivere questa scena. Draco si sta sbilanciando ed Hermione è piena di euforia, quindi le cose cominciano a progredire per la gioia di tutti noi ^^

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

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Capitolo 9
*** 9. ***


9.

9 –

Nel salotto intanto Draco aveva raggiunto la madre e l’ospite intenti a commentare la mattinata appena trascorsa, dopo una ristoratrice doccia quasi ghiacciata, e si stava servendo un aperitivo analcolico in attesa che il pranzo fosse servito.
<< Hai passato una buona mattinata caro? >> Chiese Narcissa rivolta al figlio che le allungava un bicchiere.
<< Non allegra come la vostra, a giudicare dalle risate che provenivano dal giardino, ma non mi posso lamentare. Dopo pranzo se vuoi, posso mostrarti i rendiconti mensili. >> propose con ben poca enfasi. Quelle incombenze lo tediavano. Era sua moglie la “mente contabile”, ma preferiva non annoiarla con gli infiniti oneri che un patrimonio come quello della famiglia Malfoy richiedeva. Certo se lei si fosse proposta per aiutarlo non avrebbe disdegnato di coinvolgerla. Hermione era metodica e precisa quando si trattava di scartoffie, dotata di quella pazienza che a lui mancava quando la noia aveva il sopravvento. Senza contare il piacere di averla accanto in quei momenti; distogliendosi rapidamente da quei pensieri che lo avrebbero riportato irrimediabilmente a quanto accaduto e che sarebbe potuto accadere nella loro stanza, si concentrò sul loro ospite.
<< Allora Potter ti sei divertito a farti schiavizzare dalle mie signore? >> chiese ghignando.
<< Molto, devo dire che nonostante i disastrosi risultati devo concordare con Hermione che il lavoro manuale ha la capacità di liberarti la mente. >> disse sorridendo ancora al ricordo delle facce affrante delle due donne al suo ennesimo fiasco nel prendersi cura delle piante del giardino.

<< Il giardinaggio scellerato* ha il potere di distendere i nervi >> Proferì una pimpante Hermione entrata in quel momento nel soggiorno. I capelli fermati sul capo a scoprire il viso e sciolti sulle spalle, un abbigliamento decisamente informale ed un sorriso radioso, fecero ben intendere a tutti i presenti quanto la ragazza fosse raggiante in quel momento. Bellissima come sempre pensò Draco sorridendole.
<< Come un bell’assolo di chitarra elettrica! >> le ricordò Harry facendola sorridere ancora di più.
<< Merlino! Quanto tempo che non lo faccio! Però hai ragione, anche quello è un ottimo rimedio >> concordò.
<< Ricordi quando insonorizzavamo la stanza di Sirius a Grimmauld Place? Facevamo un casino tale che si sentiva la musica al piano di sotto nonostante i tuoi incantesimi perfetti. >> ricordò l'amico con nostalgia.
<< Sì, per fortuna non è vero che se canti e sei stonato viene il diluvio, se no a Londra non si sarebbe visto il sole per secoli, visto quanto sei disarmonico amico mio! >> commentò divertita la ragazza mentre riceveva a sua volta il bicchiere di aperitivo dal marito, accigliato e divertito al tempo stesso dal racconto.
<< Parla lei! I tuoi acuti mettevano a repentaglio persino i vetri delle finestre. >> celiò Harry con fintissimo risentimento. Scatenando una risata generale.
<< Esagerato! >> commentò l'interpellata prima di nascondere il suo imbarazzo dietro il bicchiere.
<< Così sei stonata? >> chiese Draco divertito mentre appollaiato sul bracciolo della poltrona occupata dalla moglie la guardava interrogativo.
<< Insomma, diciamo che il volume a cui cantavamo non aiutava >> disse lei tentando di minimizzare la cosa.
<< Scusate se m’intrometto, ma non capisco cosa intendete per chitarra elettrica. >> disse Narcissa dal divano mentre li osservava ridere e scherzare, Hermione gli aveva spiegato e fatto apprezzare non poche diavolerie babbane, ma era sempre curiosa verso quegli strani aggeggi che i babbani inventavano. Questa curiosità era nata con la conoscenza della nuora. La condizione di lei, proveniente da quel mondo di cui Narcissa per nascita ed educazione era del tutto estranea, l'aveva portata a farsi domande su come avessero posto rimedio i babbani, privi della magia, ai vari piccoli inconvenienti che per un mago erano facilmente risolvibili con un semplice colpo di bacchetta, scoprendoli ingegnosi oltre ogni dire.
<< E' una chitarra amplificata elettricamente, che produce suoni più “metallici” rispetto ad una chitarra classica >> spiegò brevemente Hermione, mentre Harry storceva il naso a quella descrizione scarna e ben poco edificante del suo strumento preferito. Hermione però aveva imparato grazie alla familiarità con Narcissa, che risposte più articolate l'avrebbero solo confusa visto la totale inesperienza rispetto alle usanze babbane, quindi optava sempre per spiegazioni semplici e facilmente comprensibili per la donna.
Mentre Harry si lanciava in una spiegazione ben più articolata e ricca che stava mandando in totale confusione la sua interlocutrice, Tippy si avvicinò a Draco.

<< Padrone? >> lo richiamò servilmente. << Per questa sera? Qualcuno resta a cena Padrone? Dobbiamo preparare la cena? >> chiese inchinandosi.
<< Oh giusto >> disse Draco volgendosi poi verso l'ospite << Potter? Questa sera cosa pensi di fare? >> chiese mettendo sull’attenti la moglie.
<< Draco, avevamo detto che gliene avrei parlato io! >> mugugnò la ragazza, comprendendo come il marito non avrebbe rinunciato a spronarla a compiere il compito che avevano concordato insieme.
Harry nel frattempo aveva capito che qualcosa non andava e che quel qualcosa riguardava lui.
<< Questa sera? >> chiese spostando gli occhi da Hermione a Draco cercando risposte.

Draco congedò Tippy dicendogli che lo avrebbe informato il prima possibile, mentre Hermione a disagio si contorceva sulla poltrona.
<< Vedi Harry, questa sera noi tutti parteciperemo alla raccolta fondi per gli orfani di guerra >> disse fissandosi le unghie. << Ci farebbe piacere se venissi con noi, ma ovviamente se non vuoi … >> continuò in difficoltà.
<< Tu vai ad una serata mondana? >> chiese chiaramente stupito, Hermione non era il tipo, Hermione non era Ginny, lei se ne fregava dei balli e dei ricevimenti ufficiali. Cosa diavolo aveva fatto Malfoy a Hermione? La stava forse trasformando in una piccola Ginevra? No non lo avrebbe permesso. No lei no.
<< Harry ascoltami >> tentò di rimediare lei ben interpretando lo sguardo dell'amico. << Continuano a non piacermi i ricevimenti, ma questo è organizzato da un’amica di Narcissa e noi abbiamo promesso di andarci, ma se … se non vuoi, io posso … >> continuò guardando di sottecchi Draco, che infatti intervenne subito.
<< Emi, no! Tu verrai al ricevimento, hai promesso e verrai, non farmi arrabbiare. >> disse alzandosi << Potter è grande abbastanza per stare a casa da solo, non trovi? >> concluse sarcastico beccandosi un'occhiataccia da entrambi i ragazzi.

<< Poi se vogliamo proprio essere sinceri Potter, penso che tu ci dovresti proprio venire a questo ricevimento, visto che la tua cara Ginny non si aspetta di vederti lì. Sarebbe uno spasso >> continuò determinato Malfoy incrociando le braccia al petto e guardando Harry con mal celato divertimento.
<< Draco finiscila! >> disse Hermione alzandosi a sua volta e mettendosi tra i due, gli occhi furenti rivolti al marito.
Non voleva proprio saperne di starsene zitto e lasciargli il giusto tempo per parlare all’amico.
<< Che intendi Malfoy? >> disse già alterato Harry. Era riuscito a tenere lontano il ricordo del naufragio impietoso del suo fidanzamento per tutta la mattina e ora quel serpente glielo stava riportando alla mente crudelmente. Oltretutto sembrava avesse ben altro da dire.

I due ragazzi si fronteggiarono, mentre Narcissa, capito il momento spinoso, decise che era il momento per lei di controllare a che punto fosse la preparazione del pranzo.

<< Non erano questi gli accordi >> disse severamente Hermione al marito, il quale non sembrò minimamente ascoltarla. Aveva, come sempre in vita sua, colto l'occasione per ottenere ciò che voleva. Tippy era arrivato con quella domanda, avvantaggiando il Serpeverde deciso a costringere la moglie, palesemente reticente, ad affrontare l'argomento che tentava in ogni modo di rimandare.
<< Lascialo parlare Hermione, se ha qualcosa da dire che lo dica subito >> disse Harry già irato.
<< No! No lo faccio io. >> disse lei voltandosi a guardarlo con aria contrita, mentre il marito si rimetteva seduto, ignorando lo sguardo di supplica della moglie che chiaramente preferiva che lui non assistesse al discorso. Non si sarebbe mosso di lì, non avrebbe lasciato la moglie sola ad affrontare Potter.
<< Hermione! >> la richiamò Harry infastidito, << Spiegati! >>
<< Harry avrei voluto dirtelo in un altro modo, ma … evidentemente non mi è stata lasciata questa facoltà >> disse lei guardando male il marito che pareva impermeabile alla sua irritazione, ma non finiva lì.
Tornando a concentrarsi sull'amico si concesse alcuni istanti per riordinare le idee prima di riprendere la parola invitandolo Harry a sedersi con lei sul divano.
<< Quello che intendeva dire Draco, sebbene abbia scelto un modo distorto e sbagliato per introdurre il discorso, è che Ginevra non ha sempre tenuto dei comportamenti corretti durante alcuni eventi ai quali tu non eri presente, compreso il nostro matrimonio. >> disse con tono dispiaciuto.
<< Cosa … che intendi Hermione per comportamenti poco corretti? >> chiese Harry a disagio.
<< Andiamo Potter non lo immagini? >> malignò Draco.
<< Zitto tu! >> lo redarguì la ragazza seriamente alterata da quel comportamento. Draco in risposta sollevò le mani in segno di resa.
<< Ma hai detto che tu … ieri quando ti ho chiesto se sapessi … tu hai detto no! >> cercò di cautelarsi lui, anche se sempre più prepotente il dubbio lo attanagliava, Hermione aveva negato di essere a conoscenza del tradimento di Ginny e ora invece gli diceva il contrario. Non sapeva più cosa pensare.
<< Harry ascoltami, io non ho mai assistito ad un … tradimento di Ginevra … questo no, come ti ho detto anche ieri, erano i suoi atteggiamenti a disturbarmi ed a farmi sospettare. Non potevo parlartene apertamente prima di ora, lo capisci vero. Se io ti fossi venuta a dire che la tua Ginny faceva la stupida con i ragazzi quando tu non eri presente cosa mi avresti detto Harry? >> disse lei e senza aspettare la sua risposta, che comunque non sarebbe arrivata visto lo sguardo allucinato che le restituiva l'amico, continuò.
<< Mi avresti detto che mentivo, che ero gelosa o che so io. Ecco cosa mi avresti detto. Ma Harry, ti assicuro che è vero che fa la civetta con i ragazzi, al nostro matrimonio ha fatto la stupida con Blaise per tutto il ricevimento. Mi dispiace, non volevo essere io a dirtelo, ma le voci che girano su di lei e su di voi sono ben poco lusinghiere. >> concluse stringendogli le mani tremanti, mentre lui abbassava gli occhi ormai lucidi.

Rimasero così, in un silenzio carico di amarezza. Di Harry sempre più consapevole della sua stoltezza, di Hermione che si sentiva in colpa, per essere stata lei ad aprirgli occhi ben conscia del dolore che quelle parole procuravano all'amico di sempre e di Draco che osservava costernato l'angoscia della moglie, più che sicuro dei brutti ricordi che la situazione riportava alla memoria di lei.

<< Hai ragione … >> disse Harry con un filo di voce parecchi minuti dopo attirando su di se l'attenzione degli altri. Schiarendosi la voce ritentò, cercando di trovare le parole nel vortice di pensieri che lo aveva preso.
<< Hai ragione Hermione non ti avrei creduto se me lo avessi detto prima. Ero troppo … non so … sicuro forse della veridicità del nostro amore. L'avrei difesa a spada tratta e avrei sbagliato ancora. >> disse infine con una smorfia che all'origine voleva essere un sorriso.
<< Harry … io … non sai quanto mi dispiace. Non avrei mai voluto che lo sapessi così. >> ammise Hermione abbassando il capo.
<< Dovevi saperlo però >> disse seriamente Draco dalla sua poltrona guadagnandosi gli sguardi attenti degli altri due.
<< Potter, noi non siamo amici e questo lo sai, ma nessuno dovrebbe essere preso per il culo in questo modo. Come ti ha detto Hermione non stava a noi farti presente delle sue mancanze, prima di tutto perché non ci avresti creduto, ma soprattutto perché specialmente da me lo avresti inteso come un attacco alla tua persona. Ora però ci siamo permessi di dirtelo, perché entrambi siamo convinti che tu meriti di meglio di quanto hai avuto fin ora e che lei meriti solo il tuo disprezzo. È per questo che ti sollecitavo ad intervenire questa sera. >> concluse quel discorso, ricco di ammissioni che un po' gli erano costate, ma sicuro che la moglie avrebbe apprezzato i suoi sforzi di convivenza pacifica con l'amico.

Harry lo guardò incerto, un po' per il fatto che proprio Malfoy gli aveva detto che lui meritava di meglio e non stava lì a deriderlo per la sua patetica vita come si era aspettato, ma anche perché non capiva per quale ragione si intestardisse tanto per il ricevimento di quella sera.
Draco intuendo l'esitazione del altro gli regalò un ghigno di quelli che lo avevano reso famoso ai tempi della scuola e decise di erudire l'altro sul suo piccolo piano di vendetta verso la piattola puttana.
<< Pensaci Potter! Lei è lì e l'ultima cosa che si aspetta è vederti arrivare, felice ed in compagnia nostra. Tu fai il tuo ingresso con stile e la ignori totalmente, anzi se ti si avvicina, la allontani con eleganza come se fosse una mosca fastidiosa. Mi segui, nessuna scenata, troppo Grifondoro per i miei gusti. Solo una freddezza degna del miglior baro. Sarà lei quella che dovrà spiegare come mai tu non la consideri, sarà lei quella umiliata, mentre tu ne uscirai a testa alta. >> concluse sorridendo diabolico.
Hermione scosse la testa. L'animo da serpe di suo marito era indomabile.
Harry che lo aveva guardato allargando progressivamente gli occhi davanti al suo perfido piano, non sapeva che dire o cosa pensare. Certo umiliare Ginny sarebbe stato un bel punto segnato per il suo orgoglio, ma era la sua Ginny, merlino! Ancora non riusciva veramente a credere a tutto quello che aveva scoperto in quegli ultimi due giorni.
<< Dovevo immaginarlo che glielo avresti detto. >> disse invece, tornando a guardare l'amica.
<< Harry io … >> tentò di spiegarsi lei, ma lui la trattenne sollevando una mano e scuotendo il capo.
<< Non ti preoccupare, capisco. >> disse poi.

Draco lo guardava mal celando l'attesa. Il suo piano era perfetto, anche Potter avrebbe dovuto ammetterlo, ma non gli dava soddisfazione almeno non in quel momento, rimaneva come pietrificato su quel divano. Lo sguardo fisso sull'elegante tappeto di Narcissa.

<< Volete scusarmi con Narcissa? Non credo di essere in grado di mettere nulla nello stomaco al momento >> disse infine quello riscuotendosi.
<< Harry. Mi dispiace, davvero, posso … posso fare qualcosa? >> chiese Hermione chiaramente preoccupata per lui.
<< Tranquilla Herm, ho solo bisogno di riordinare le idee ed assorbire queste ultime informazioni >> concluse lui alzandosi << Vado un po' in camera >> aggiunse mentre anche lei si alzava.
<< Harry per qualsiasi cosa io sono qui, non farti problemi, sono qui e ci sarò ancora ok? >> disse lei con gli occhi lucidi sporgendosi per abbracciarlo. Lui affondò il viso nei capelli di lei, sentendosi confortato da quell'abbraccio carico di affetto.
<< Potter quelle mani te le taglio, parola mia! >> celiò Draco dalla sua poltrona, ma il sorriso sulle sue labbra tradiva l'intento di alleggerire la tensione che si era creata. I due ragazzi, infatti, ridacchiarono staccandosi.
<< Vado di sopra >> disse Harry alzando le mani e sorridendo appena. << E … Malfoy? Di al tuo elfo che questa sera ceneremo tutti fuori >> disse guardandolo intensamente prima di abbandonare la stanza.
<< Perfetto! >> commentò Draco mentre lui guadagnava l'uscita e quando stava per chiudersi la porta alle spalle senti chiaramente la voce di Hermione.
<< Adesso tu ed io Malfoy facciamo i conti! >> ed il tono della ragazza preannunciava tempesta!

E tempesta fu, per l'intero pranzo ed il dopo pranzo, mentre Narcissa stanca di sentirli sbraitare si ritirava nelle sue stanze per riposare ed avvisare l'amica dell'ospite in più al ricevimento di quella sera.

<< Finiscila, non tentare di distrarmi, ti sei comportato in modo abominevole! Non mi hai dato tempo e modo di dirglielo come avrei voluto. Insomma la smetti? >> disse Hermione tentando ancora una volta di districarsi dalla presa del marito.
<< Così ti distraggo? >> chiese lui ghignando mentre continuava a ricoprirle il viso di lievi baci. 
L'aveva afferrata, appena avevano varcato la soglia della loro stanza, e di peso l'aveva trascinata sul letto mentre lei ancora sbraitava e si lamentava per quanto era accaduto con lo Sfregiato. Erano ore che lo sgridava, lo insultava e lo minacciava, sua madre era dovuta scappare probabilmente sfinita lei stessa dalla piazzata di sua moglie. Draco aveva incassato di tutto senza scomporsi, commentando solo che con i suoi tempi glielo avrebbe detto dopo vent'anni e da lì era ripartita tutta una nuova serie d’insulti sulla sua poca fiducia in lei e nelle sue capacità di discernimento.
Il ragazzo ne aveva avuto concretamente abbastanza. Così aveva optato per spendere in modo sicuramente più appagante il suo tempo e mentre lei ancora urlava, Draco la ricopriva di baci e carezze. Aveva imparato col tempo che Hermione andava lasciata sfogare, una volta che tutto era uscito, sarebbe tornata ad essere la donna che amava e non una Banshee inferocita.
<< Cretino >> fu l'unica risposta che ottenne, ma non contento di ciò decise di stuzzicarla per bene memore delle risposte che ella aveva dato ai suoi baci quella stessa mattina. Lentamente si avvicinò sempre più alle sue labbra mentre sentiva distrattamente che le sue recriminazioni si affievolivano, forse aveva trovato il modo di zittire sua moglie.
Quando infine giunse alle sue labbra, la guardò intensamente negli occhi, incontrando lo sguardo ansioso di lei, ormai ridotta al silenzio. La baciò piano, sfiorandole appena le labbra, sempre ad occhi aperti per non perdersi nemmeno una reazione di lei. Istintivamente lei socchiuse la bocca e smise completamente di rifuggire il suo abbraccio. Felice di quella reazione Draco s’impose di non correre troppo, socchiuse a sua volta le labbra e lasciò a lei ogni iniziativa che, come aveva sperato, non tardò ad arrivare. Hermione si abbandonò completamente a quel bacio e lentamente, quasi con timore, si fece ardita arrivando a sfiorare con la lingua il labbro inferiore di lui. Ancora una volta però non era destino.

Il bussare insistente alla porta arrivò contemporaneamente alla voce di Potter.
<< Malfoy sei lì dentro? Ho un problema. >>

Hermione scattò a sedere arrossendo visibilmente, mentre lui si lasciava ricadere sul letto imprecando sottovoce.
Al secondo richiamo di Potter, Hermione lo invitò ad entrare alzandosi velocemente dal letto e allontanandosi da lui, quasi scottata da quello che era appena avvenuto. Draco s’issò sui gomiti e trafisse il nuovo venuto che si stava passando una mano tra i capelli impacciato.
<< Che diavolo vuoi Sfregiato? >> fu il caloroso benvenuto del biondo.
<< Ehm … io ecco, non ho un vestito da cerimonia per stasera >> rispose quello, sempre più imbarazzato, mentre Hermione guadagnava l'uscita mormorando frasi sconnesse.
Draco la guardò affranto sparire dietro la porta, mentre Harry passava lo sguardo da questa al giovane disteso sul letto evidentemente irritato.
<< Temo di essere capitato in un momento sbagliato >> ammise infine Harry mentre Draco riportava la sua attenzione su di lui.
<< Mi chiedo se ce ne sarà mai uno giusto >> mormorò Draco senza accorgersi che l'altro lo aveva sentito e lo guardava con un sopracciglio inarcato.
Scrollando le spalle Malfoy si alzò definitivamente, il momento perfetto era sfumato.
<< Avete fatto pace? >> chiese Harry chiaramente a disagio, ma non ottenne risposta. Draco si sistemò i vestiti ed i capelli prima di girarsi nella sua direzione e indicargli la porta.

<< Andiamo Potterino, papà ora ti comprare un bel vestito per stasera >> disse sarcastico mentre lo raggiungeva.

POSTO PICCOLO:

Un nuovo momento Draco/Hermione e una nuova interruzione, avranno mai modo di approfondire sti due? Beh lo sapremo nei prossimi capitoli, il prossimo riguarderà il tanto atteso ricevimento e l'incontro con Ginny. Spero di riuscire ad aggiornare in settimana, ma non prometto nulla, già sto facendo i salti mortali =(

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

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Capitolo 10
*** 10. ***


10.

10 –

Si smaterializzarono poco prima dell'inizio del sentiero costeggiato da lanterne magiche e segnato da un lungo tappeto rosso. Circa a metà di esso erano appostati i fotografi e i cronisti del Profeta e dei vari settimanali per le streghe. Una serata mondana con tutti i crismi pensò Harry mentre procedeva con una Narcissa impeccabile al braccio dietro ad Hermione ed al marito. Quando era scesa fasciata in quell'abito verde ricoperto di strass gli era quasi mancato il fiato, come già gli era successo tanti anni prima al Ballo del Ceppo, aveva ammesso con se stesso che la sua amica era decisamente bellissima.

Aveva riempito lei e Narcissa di complimenti, indisponendo il padrone di casa, ma poco gli importava. Dopo aver sopportato per tutto il pomeriggio un Malfoy di umore tempestoso se lo poteva permettere.

Hermione era parsa leggermente a disagio mentre il marito le faceva il baciamano e le mormorava commenti lusinghieri, gli era parso di intendere che quel vestito fosse stato comprato durante il loro viaggio di nozze, ma non ne era certo visto che la ragazza aveva sollecitato tutti ad andare interrompendo sul nascere i vari convenevoli del caso.

Il rapporto tra quei due cominciava ad incuriosirlo, aveva tentato di sondare il campo durante il pomeriggio, ma il Serpeverde aveva amabilmente glissato ogni domanda sul suo rapporto con la moglie, preferendo di gran lunga irriderlo o parlare di lavoro. Almeno in quel campo quei due avevano qualcosa da dirsi, così Harry si era presto rassegnato a non porgli altre domande. Hermione però era un'altra storia, avrebbe avuto tempo e modo di parlare con lei.

<< Signori Malfoy, Signor Potter! Da questa parte vi prego sono poche foto ed alcune domande >> li richiamò una voce irritante sulla loro destra.

Una giornalista di costume del Profeta, che Harry aveva già visto, ma di cui non ricordava il nome, fece loro segno di raggiungerla.

Hermione e Draco sbuffarono, mentre Narcissa li riprendeva bonariamente invitandoli a sorridere. Così i quattro, di cui almeno tre parecchio reticenti si avvicinarono alla giornalista.

Dopo alcuni convenevoli sugli abiti delle signore e alcuni svenevoli commenti su quanto fossero una bella coppia i coniugi Malfoy, la ragazza indirizzò il suo interesse su Harry il quale facendosi forza si convinse ad apparire rilassato e del tutto a suo agio, nonostante avesse sempre odiato trovarsi in quelle situazioni.

<< Signor Potter che piacere vederla qui, non era sulla lista ufficiale. >> disse la giovane sbattendo le ciglia in maniera che ad Harry parve ridicola.

<< E' stata una decisione dell’ultimo minuto >> disse sorridendo, ma quella insistette chiedendo come mai non si era presentato con la fidanzata, Malfoy corse in suo aiuto.

<< Il signor Potter era ospite da noi questo fine settimana e quando mia moglie ha insistito perché venisse con noi a questa lodevole iniziativa non ha potuto rifiutare. Ora, se vuole scusarci >> disse Draco risoluto mentre già trascinava la moglie verso l'ingresso. Ad Harry non rimase altro che annuire sorridendo alla giornalista e scortare Narcissa al ricevimento.

Le signore del comitato li avevano accolti con calore, ma il loro ingresso aveva suscitato non poco scalpore e quando Harry si era guardato attorno un po' a disagio l'altro gli aveva sussurrato di attenersi al piano e non fare la donnicciola. Così il “Salvatore del mondo” aveva alzato la testa e ritrovato il suo contegno aveva sibilato a Malfoy di farsi i “cazzi suoi” per poi ritrovare tutto il contegno, affinato negli anni trascorsi a quegli stupidi ricevimenti che Ginny tanto amava, e con un sorriso sulle labbra aveva salutato e scambiato parole di circostanza con chiunque lo avvicinasse.

Narcissa era stata ben presto rapita dalla sua amica e lo aveva lasciato solo con la giovane coppia, una coppa di Champagne in mano a commentare le decorazioni e gli assurdi vestiti di alcuni invitati. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quella serata era iniziata meglio di quanto si fosse mai potuto aspettare. Sia Hermione che il marito avevano la sua stessa idiosincrasia agli eventi mondani. Malfoy poi era di una sagacia unica nello schernire le alte cariche del ministero o i vari “pavoni” della società magica, conoscendone i vizi ed i punti deboli a menadito. Lui ed Hermione tentavano in ogni modo di non scoppiare a ridere durante le sue tirate su questo o quel personaggio, fallendo il più delle volte nell'intento. Aveva scorto Hannah e Jimmy, due ragazzi della sua squadra speciale ed una parte di lui temeva di trovarsi davanti Anthony. Lo avrebbe preso a pugni sicuramente se non si fosse trovato ad un ricevimento e ovviamente se questo non fosse andato contro il diabolico piano del biondo Serpeverde, il quale aveva passato il pomeriggio a catechizzarlo sui comportamenti che avrebbe dovuto tenere quella sera. Insomma tutto pur di non parlare dello strano rapporto che avevano lui ed Hermione nella loro casa. Anche adesso osservandoli si notava chiaramente come si cercassero continuamente. La ragazza arrossiva appena ogni qual volta si accorgeva di questo suo strano comportamento, mentre Malfoy la guardava con occhi che, se si fosse trattato di chiunque altro, Harry avrebbe definito innamorati.

<< Si entra in scena >> disse Draco scoccando un'occhiata alle spalle di Harry intento a scolarsi il secondo flute di Champagne, mentre Hermione s’irrigidiva seguendo lo sguardo del marito.

<< Restiamo qui o ci allontaniamo? >> gli chiese lei preoccupata.

<< Ovviamente stiamo qui. >> rispose per lui Malfoy, mentre Harry ringraziava l'interesse del Serpeverde sebbene ben poco generoso. Non se la sentiva di affrontarla da solo.

<< Harry ?!? >> lo chiamò Ginny avvicinandosi a loro, il tono era stridulo e nervoso constatò Harry.

<< Ginevra >> disse girandosi verso di lei con il tono più distaccato che aveva in repertorio e osservandola.

In confronto ad Hermione la ragazza sembrava obbiettivamente una dilettante dell'alta società.

Il vestito, che Harry non ricordava di aver mai visto, era pacchiano e scopriva più di quanto celava. Il colore troppo acceso, il trucco troppo pesante, la postura troppo artefatta. Una Barbie vestita male, fu il commento che fece con se stesso.

Mentre lei passava lo sguardo nervosamente da lui alla coppia che gli era vicina.

<< Cosa fai qui? >> chiese infine con un tono più basso, il falso sorriso non celava il suo nervosismo, al contrario ad Harry parve ancora più evidente.

<< Tralasciando il fatto che l'invito a cui tu hai risposto era indirizzato a me, sono venuto in compagnia di amici, perché? Hai per caso qualcosa da ridire? >> disse impassibile scorgendo con la coda dell'occhio Malfoy ghignare.

<< Si … no … cioè l'invito era per entrambi e tu non hai mai gradito eventi di questo tipo e poi amici? Loro sarebbero tuoi amici? >> rispose lei sulla difensiva ridacchiando nervosa.

<< L'invito era per il Signor Potter e Signora, capirai anche tu che difficilmente si riferivano a te >> disse ghignando a sua volta, mentre la ragazza impallidiva.

<< Non capisco a cosa alludi Harry caro >> disse lei tentando di darsi un contegno e riuscendoci veramente male.

<< Sai benissimo a cosa alludo Ginevra, ma non è né il luogo né il momento di parlarne, non ne convieni anche tu? >> disse lui guardandosi attorno con fare indolente e riportandosi il bicchiere alle labbra.

Malfoy gongolava, quel Potter era una scoperta.

Certo lo aveva ben istruito nel pomeriggio, ma si stava comportando egregiamente.

La ragazza ben conscia che tirava brutta aria decise che era meglio aggredire qualcun altro e ovviamente la scelta ricadde su Hermione.

<< Tu piccola intrigante, che cosa gli hai raccontato? >> chiese inviperita all'indirizzo della giovane.

Hermione spalancò gli occhi, mentre Draco le si poneva quasi davanti deciso a difenderla da quell'attacco ingiustificato, ma fu Harry a sorpresa ad intervenire.

<< Ginevra, per cortesia, evita queste tue piazzate. Nessuno mi ha detto nulla, tanto meno Hermione, sono bastate le tue azioni >> disse assottigliando gli occhi mentre l'altra deglutiva a vuoto e indietreggiava appena.

<< Un’ultima cosa >> aggiunse con una calma che stupì perfino lui << Voglio che porti tutto il tuo “ciarpame” fuori da casa mia nel più breve tempo possibile. Mi comunicherai tramite gufo, al ministero, quando avrai definitivamente abbandonato la casa e ti consiglio di farlo in fretta. Detto questo, ti sarei grato se ti allontanassi da me ed evitassi di rivolgermi nuovamente la parola, stasera e nei giorni a venire. Sono stato chiaro? >> chiese con un sorriso sarcastico sulle labbra lasciandola, forse per la prima volta da tanto tempo, basita.

Immobile, gli occhi spalancati, Ginevra Molly Weasley contemplava la sua caduta.

Tentò appena di mormorare qualcosa, ma di nuovo Harry la fermò, da fuori sembrava una conversazione normale, ovviamente se non si guardava il viso sconvolto della ragazza, i toni erano pacati ed Harry tranquillo e sorridente.

<< Evidentemente non ci siamo capiti, non una parola a me, ai miei amici e a nessuno che possa essere in qualche modo legato alla mia persona e una precisazione: non dire una parola sulla fine della nostra relazione a nessuno o quanto è vero Dio ti distruggo. Ora vattene e addio >> detto questo le volse le spalle per poi indicare con un gesto ad Hermione e Draco di seguirlo cosa che i due fecero senza proferire parola.

A testa alta e imponendo a se stesso di rispondere ad ogni cenno di saluto si diresse verso il giardino sempre tallonato dalla coppia. Una volta giunto sulla terrazza che dava accesso al parco della villa, si portò a ridosso del parapetto e dopo aver appurato che nessuno dei pochi presenti gli prestava attenzione appoggiò le mani su di esso ed espirò forte.

Gli c’era voluta tutta la sua determinazione per non lasciare trasparire la rabbia cieca che provava verso Ginny, tutta la delusione e l'amarezza che lo attanagliavano.

Ci era riuscito, ma lo sforzo era stato immane.

<< Merlino Potter! Sei un fenomeno! >> gli disse Malfoy euforico, mentre la mano delicata di Hermione gli si posava sulla spalla e lei gli chiedeva come stesse.

Rise appena di quelle reazioni diametralmente opposte e dopo aver inspirato a fondo ancora una volta si girò posando un lieve bacio sulla mano della ragazza.

<< Sto bene Herm, non ti preoccupare e si Malfoy, è andata bene. O almeno lo spero >> disse in risposta al ghigno del momentaneo alleato.

<< E' andata più che bene! >> disse questo ridendo mentre sua moglie scuoteva la testa fintamente affranta di tutto quell’entusiasmo e richiamandolo bonariamente.

Anche Harry si lasciò andare ad una risata vedendoli battibeccare, erano una coppia strana, ma decisamente ben bilanciata.

<< Vuoi che rientriamo? >> gli chiese Hermione premurosa mentre ancora teneva la mano nella sua, almeno in tutto quel casino non era solo. Ringraziò mentalmente Hermione per esserci, mentre le posava un leggero bacio sulla fronte.

<< Questo te lo concedo perché sei stato grandioso, ma non prenderci l’abitudine >> lo rimproverò subito Malfoy, facendo ridacchiare entrambi mentre svelto riattirava la ragazza a se cingendola da dietro e posando il mento sulla sua spalla in attesa della risposta dell'altro.

<< No, non ha importanza Herm. Posso cavarmela. Poi Narcissa tiene troppo a questo evento per mancarle di rispetto andandomene. >> disse con un piccolo sorriso, mentre lei annuiva. << Infondo, il peggio è passato dico bene? >> aggiunse poi all'indirizzo del biondo.

<< Penso proprio di si, comunque tranquillo Potter ti starò incollato come un francobollo, non sia mai che mi perda un’altra scena memorabile come quella di poco fa. >> rispose lui con un sorriso beffardo.

<< Draco sei tremendo. >> lo redarguì la moglie prima di tornare all’amico.

<< Sicuro di stare bene, se non te la senti ti riaccompagno, Narcissa capirà non ti devi preoccupare di questo. >> disse lei solerte.

Lui scosse ancora il capo, dubitava fortemente che Ginny sarebbe tornata all'attacco, non quella sera almeno. Per i giorni a venire era ben conscio che nonostante le sue minacce la ragazza avrebbe urlato e strepitato, sicuramente lo avrebbe accusato di tutto e di più, ma in fondo buon sangue non mente, no?

Come Ron, Ginny ormai vedeva solo ciò che voleva vedere o le faceva comodo, tutto il resto poi veniva distorto a suo piacimento.

<< Si sono sicuro Herm, grazie. >> disse portandosi le mani di lei alla bocca << E grazie anche a te Malfoy, ma ti sarei infinitamente grato se mi stessi a debita distanza >> concluse causticamente.

<< Tranquillo Potty sono un uomo sposato, non attenterò alla tua virtù >> rispose quello teatrale.

<< Potreste anche iniziare a chiamarvi per nome non trovate? Ormai è una vita che vi conoscete e lavorate insieme da anni. >> cercò di mediare la ragazza.

<< Nahhh >> risposero all’unisono i due ragazzi per poi rientrare alla festa.

POSTO PICCOLO:

Eccoci arrivati al tanto atteso ricevimento, spero non sarete deluse, Ginny fa la finta tonta e presto capirete perché. Vi anticipo che d'ora in poi aggiornerò solo nei fine settimana, ci ho provato giuro, ma veramente non riesco a trovare il tempo durante la settimana. Il nuovo lavoro è molto impegnativo e la sera devo fare la mamma almeno un po', quindi tranne casi eccezionali mi riduco al sabato o alla domenica per aggiornare magari se riesco faccio due aggiornamenti nel fine settimana, ma di più non riesco scusatemi.

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

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Un bacione Lisa 

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Capitolo 11
*** 11. ***


11.

11 –

<< Herm? Hermy? Hermioneeee? >> Harry da poco entrato nella stanza da letto padronale, stava tentando con ben poco successo di svegliare la sua migliore amica. Era ormai mattina inoltrata, ma stranamente l’amica non era ancora apparsa al piano di sotto, così quando aveva scorto il biondo marito di lei dirigersi verso le cucine ne aveva approfittato per salire a cercarla.
Dalla porta socchiusa della camera aveva visto, con non poco stupore, l’amica ancora addormentata nel letto. Sorpreso e preoccupato, ben sapendo le abitudini mattiniere di lei, si era arrischiato ad entrare per accertarsi che Hermione stesse bene. Sembrava proprio di si, ma dormiva della grossa.
All’ennesimo richiamo inascoltato Harry la scosse leggermente, a quel punto la ragazza aprì lentamente gli occhi e fissò un po’ sconcertata l’amico.

<< Harry sei tu? >> chiese sbadigliando e stropicciandosi gli occhi << Che ci fai qui? E Draco dov’è? >> chiese poi guardandosi intorno decisamente meravigliata.

Difficilmente Draco si allontanava da lei di domenica, era un po’ il loro giorno.

<< Come mai dormi ancora? Non ti senti bene? >> chiese scostandogli i capelli dal viso.

<< No, no sto bene. Perché che ore sono? >> si informò lei non capendo l’apprensione del amico.

<< Quasi le undici Herm >> rispose lui sghignazzando della reazione esterrefatta della ragazza.

<< Merlino! È tardissimo, ma siamo rientrati a notte fonda e Draco non la finiva più di parlare di quanto eri stato bravo a rimettere al suo posto Ginevra e della fuga di lei con la coda tra le gambe, insomma non ho idea di che ora fosse quando finalmente mi ha lasciato dormire. >> disse sconsolata l’amica mettendosi a sedere sul letto.

<< Ed io che pensavo che aveste passato la notte e la mattina a folleggiare, invece avete parlato di me, ben strano comportamento per due giovani sposi, non trovi Hermione? >> la riprese sghignazzando, mentre quella arrossiva visibilmente.

<< Beh … come dire . Il nostro rapporto non è di quel genere Harry >> disse tentennante lei evitando il suo sguardo.

<< In che senso? Vuoi dire che voi … ma il matrimonio … insomma la prima notte di nozze, voi … ecco pensavo che … >> il discorso era piuttosto imbarazzante per entrambi, Harry non aveva mai gradito di immaginarsi l’amica in cotali atteggiamenti, anche quando questa era fidanzata con Ron, a maggior ragione ora che era la moglie del furetto.

<< Il matrimonio non è stato consumato Harry. >> disse lei sconsolata.

<< Oh >> fu l’intelligente reazione del “ragazzo sopravvissuto”.

Hermione però sembrava triste, che fosse quello il motivo della sua angoscia? Harry decise di fare violenza a se stesso, visto l’argomento trattato, ma di tentare di far sfogare l’amica, quindi nonostante il disagio si riscosse.

<< Eppure sembrate molto, uhm, intimi?!? >> disse cautamente.

<< Beh sì, forse, ma non fino a quel punto. >> disse Hermione con evidente rammarico, mentre lui le catturava il mento per poterla finalmente guardare negli occhi.

<< Ma tu vorresti che lo fosse, non è così? Vorresti che il tuo fosse un vero matrimonio in tutti i sensi? >> chiese ben certo della risposta di lei che, infatti, annuì guardandolo tristemente.

<< Hermione, se posso permettermi, si tratta di attrazione fisica o di … >> non riusciva a dirlo, per quanto si sforzasse contemplare che l’amica potesse amare sinceramente quel bellimbusto platinato lo metteva a disagio.

Lei gli sorrise mesta contraccambiando la leggera stretta alle mani che tenevano intrecciate.

<< All’inizio … beh all’inizio era più che altro attrazione, cioè in questi anni mi ero affezionata a lui e comunque non potevo negare che fosse un bel ragazzo. Ma ora … anzi da quando abbiamo cominciato a parlare del matrimonio il nostro rapporto è cambiato. Ci siamo, ecco, avvicinati. I miei sentimenti sono mutati, la percezione di lui con la quotidianità dei gesti e della vita coniugale si è fatta via via più intima. Anche se … >> non concluse lei perdendosi un attimo nei suoi pensieri.

<< Anche se? >> la incalzò l’altro. Hermione si stava aprendo, certo l’oggetto della discussione non era di suo gradimento, ma non poteva rifiutarsi di ascoltare l’amica, quando lei era stata così ben disposta nei suoi riguardi da accoglierlo in casa sua nonostante tutti gli errori del loro recente passato.

Lei scosse la testa, quasi riavendosi dai suoi ricordi.

<< Vedi lui mi abbraccia, mi bacia seppur lievemente e risponde sempre ai miei slanci. Ieri addirittura mi ha chiamato Amore mio. Non lo aveva mai fatto e non sembrava dispiaciuto di farlo. >> disse con un lieve sorriso sul volto al ricordo degli eventi del pomeriggio precedente.

<< Herm ti prego, già il tema non è tra i miei preferiti, cerca almeno di non farcirla di zucchero questa cosa >> la prese in giro lui bonariamente mentre lei gli sorrideva felice, per poi spronarla a proseguire.

<< Quindi dove sarebbe il problema? >> chiese non capendo la tristezza di lei.

Il marito la corrispondeva e questo era più che evidente, magari il loro non era un amore travolgente, ma a conti fatti ben pochi lo erano nella realtà. L’amore vero era fatto di quotidianità e confidenza, i gesti eclatanti erano più adatti ai libri rosa, unica lettura di Ginny, che alla vita vera.

<< E’ che non capisco se i suoi sentimenti collimino con i miei. Draco è affettuoso e premuroso con me, non lo nego. Non mi ha mai negato nulla, urla e strepita, ma alla fine mi accontenta sempre e quando non può si premura di spiegarmene la ragione. Insomma a livello comunicativo il nostro è un ottimo matrimonio. Io stessa non avrei potuto chiedere di più. Mi capisce, mi ascolta, mi consiglia, è un amico ed un confidente. Tutto ciò che dovrebbe essere un marito. Però non è un amante e anche questo è un lato non trascurabile in un matrimonio. Non credi anche tu? >> chiese realmente interessa al parere di Harry, il quale sebbene approvasse e concordasse con tutto quel discorso era leggermente a disagio.

<< Hermione considerare te, rapporto fisico e Malfoy nella stessa frase mi fa venire il mal di stomaco, ma ciononostante concordo con te. Ma ancora non capisco. Ieri pomeriggio quando sono venuto qui a chiamarlo, mi sembrava che voi … si insomma … Hermione ti prego non farmi dire certe cose. Già il solo pensarti in determinati atteggiamenti, con chicchessia, mi mette in difficoltà. >> le disse onestamente.

<< Oh si ti capisco, è così anche per me. Vedi anche in questo lui è diverso da te, cioè il mio rapporto con lui è diverso. Quando eravamo solo amici, beh io … ecco … si insomma, mi capitava di pensare a lui in determinati modi, mentre con te non mi era mai accaduto. Harry non offenderti se ho messo a confronto la nostra amicizia con il mio rapporto con Draco. Quando il mio rapporto con Ron è finito come è finito, mi è rimasto solo lui al fianco. Come ti dicevo all’inizio lo consideravo solo un ottimo amico, poi col tempo i miei sentimenti sono cambiati e ora come ora so di amarlo, davvero, forse più di quanto amavo Ron. Perché lui mi completa, lui mi dà quell’equilibrio che da sola non sono capace di trovare. Vorrei veramente che anche lui mi amasse, sai Harry, perché allora la nostra unione sarebbe perfetta. >> concluse lei guardandolo a testa china. Era la prima volta che ammetteva a voce alta i suoi reali sentimenti per il marito ma era contenta di averli rivelati a lui, il suo migliore amico.

<< Dovrò farmene una ragione >> disse lui passandosi una mano tra i capelli, tutto per il bene di Hermione, anche trovare simpatica la serpe bionda.

Il suo tono ironico fece sorridere l’amica, felice di avere ritrovato quel saldo legame tra loro.

<< Però Herm ancora non ti capisco. Tu ne sei innamorata e lui ti guarda come se fossi un’apparizione divina, in più è geloso marcio di te. Dov’è il problema? Buttati! Vuoi maggiore intimità con tuo marito? Ascoltami attentamente perché giuro che è la prima e l’ultima volta che affrontiamo un argomento del genere. >> disse risoluto, questa volta e poi mai più, la vita sessuale di Hermione era affar suo e lui non voleva saperne nulla, i suoi poveri nervi non avrebbero retto. 
<< Dimostraglielo! Fatti trovare in biancheria dentro il letto, invitalo a fare il bagno con te o che so io, ma fai qualcosa per prendere in mano la situazione. >> vedendo l’amica arrossire di botto colse anch’egli l’evidente doppio senso della sua frase. Scuotendo la testa sempre più imbarazzato, decise di concludere quel discorso il prima possibile. << Insomma hai capito. Non so, Ginny non è esattamente un esempio da seguire, quindi valuta e decidi quanto meglio fare. >> concluse arricciando un po’ il naso al ricordo dell’ex fidanzata.

<< Il problema Harry è proprio questo. Sono sempre io a prendere l’iniziativa, certo lui risponde ai miei slanci, questo sì. Non mi sono mai sentita rifiutata, nemmeno in quel senso. Però solo raramente prende l’iniziativa. È questo che mi blocca. Come se lui mi assecondasse per dovere e non per reale coinvolgimento. Poi dubito che Draco mi guardi come dici tu e ti ho già spiegato che la sua non è gelosia ma possesso. >> concluse tristemente.

<< No Herm fidati, tuo marito non si sente costretto a nulla, ti venera altroché. Ieri dopo che vi ho interrotto è stato una iena tutto il pomeriggio. Un uomo che non apprezzi la donna che ha tra le braccia sarebbe stato ben contento di una via di fuga. Ma lui non lo era affatto, fidati. >> le disse ridacchiando.

<< Beh, ma quello non conta. Cioè … l’astinenza ha i suoi aspetti, come dire, irritanti >> disse lei muovendosi a disagio.

<< Astinenza? >> chiese senza capire.

<< Sì, da quando mi ha chiesto di sposarlo ha troncato le relazioni che intratteneva con altre. Quindi non ha più … ok hai capito, ti prego non farmi continuare. >> disse lei ormai rossa con un peperone.

<< Ne sei sicura? Cioè non ha altre … valvole di sfogo? >> chiese di rimando lui tentando di tenersi su similitudini passabili.

Lei annuì convinta per poi aggiungere << No nulla. La prima notte di nozze abbiamo fatto entrambi il giuramento di fedeltà e, come ben sai, la formula prevede che io mi accorga se essa viene infranta. Io all’inizio non volevo, non mi sembrava giusto legarlo a me se non ricambiava i miei sentimenti con un incantesimo tale. Ma è stato lui a insistere perché lo facessimo. Così ho acconsentito. >> disse lei informandolo di quell’ennesima incongruenza del suo matrimonio.

Harry conosceva la formula del “Giuramento di Fedeltà” e sapeva che ben poche coppie vi ricorrevano ormai, perché i tempi erano quelli che erano ed ormai il motto era “L’amore è eterno, finché dura”.

Non essendo previsto il divorzio nell’ordinamento giuridico del mondo magico, le coppie non potevano separarsi, quindi quando l’amore finiva i due conducevano vite separate con buona pace del vincolo matrimoniale. Per questo era ancora più strano che il matrimonio dell'amica, che a detta dei due sposi era un matrimonio di convenienza, fosse gravato da tale giuramento.

Non ci vedeva per nulla chiaro, ma avrebbe indagato a fondo sulla questione.

<< E per quanto riguarda gli eredi? >> chiese spostando l’argomento su terreni meno, o almeno lo sperava vivamente, insidiosi. << Malfoy è l’ultimo discendete di due grandi casate, ci si aspetta da lui che prosegua la stirpe. Cosa ti ha detto in merito? >> chiese cercando di fare chiarezza.

<< Non ne abbiamo parlato. Ho supposto che abbia qualche figlio al di fuori da quest’unione che un giorno riconoscerà >> mormorò mogiamente lei.

Ci aveva pensato tanto. L’idea di dare un figlio a Draco le piaceva, molto più di quanto amasse ammettere perfino a se stessa.

<< Dubito Herm. I Malfoy non hanno figli bastardi >> disse certo.

Conosceva ormai bene il retaggio delle antiche famiglie magiche ed era ben certo che Malfoy non si sarebbe mai fatto incastrare da nessuna.

<< Se è per questo non hanno neanche figli mezzosangue >> mormorò lei con un filo di voce piegando il capo.

<< Non dire così piccola >> disse lui cullandola in un abbraccio.

<< Ti ha sposato e ti tratta come si deve, quindi non è questo il problema non trovi? Poi è cambiato, lo hai ripetuto tante volte anche tu. Che c’è non hai più fiducia in te stessa? >> Chiese ironicamente, sapendo che l’altra sarebbe scattata e così fu.

<< Non è questo Harry, è che … io … oh sono così confusa! Questi suoi atteggiamenti mi disorientano. Non so mai quanto e se osare, non so se fidarmi o trattenermi. Se fosse solo il suo modo per essere un buon marito? Se non ricambiasse i miei sentimenti, mi sentirei umiliata, penso. >> disse lei riflettendo. Voleva suo marito, ma lo voleva davvero, anima e corpo.

<< Andrà tutto bene vedrai >> disse lui tentando di rincuorarla.

Rimasero silenziosi alcuni istanti finché la voce piuttosto irata di Malfoy li riscosse.

<< Adesso stai esagerando Potter, fuori dal mio letto, SUBITO! >>.



POSTO PICCOLO:

Come promesso eccomi ad aggiornare nel w.e., ma veniamo alla storia:  a questo punto un po' di chiacchiere tra amici ci stavano proprio bene, non trovate?

Harry ed Hermione hanno un bel rapporto, o almeno lo stanno ritrovando, e proprio per questo Hermione decide di confidarsi con l'amico in merito al suo matrimonio. Harry è la persona esterna al rapporto che vede il loro rapporto da fuori e forse vede di più e meglio di loro che ne sono coinvolti, perchè quando sei parte di qualcosa perdi la capacità di essere obbiettivo. Le considerazioni di Hermione sono dettate dalle paure che le suscitano i suoi sentimenti per Draco. Ok dopo questo delirio del mio povero cervellino stressato dal lavoro, dagli impegni di mio figlio e dalla preparazione di una grigliata per 18 persone nel mio cortile domani , posso salutarvi.

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Un bacione Lisa 

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Capitolo 12
*** 12. ***


12.
Ciao, visto che sparirò per un intera settimana ho pensato di lasciarvi un nuovo capitolo stasera. E' un po' un delirio ma spero apprezzerete.
A dopo Lisa

12 –

Draco Lucius Malfoy, si stagliava sulla porta della propria stanza da letto, indosso solo i pantaloni della tuta ed in mano un vassoio con una ricca colazione. L'espressione dura mentre a grandi passi si avvicinava al letto e vi posava sopra quanto portato, dedicando un lieve sorriso alla moglie. Per poi incrociare le braccia al petto e guardare fiammeggiante l'intruso.
<< Mi hai portato la colazione? >> cinguettò Hermione regalandogli uno sguardo innamorato che lo fece sciogliere, almeno internamente, ed annuire.
<< Malfoy sei pesante! Stavo solo dando il buongiorno alla mia migliore amica! >> lo sfidò Harry sistemandosi meglio sul letto, deciso ad irritarlo e vedere fino a che punto teneva alla moglie.
<< Il buongiorno a mia moglie lo do io! A te è concesso un lieve cenno da debita distanza se non vuoi incappare nella mia ira >> disse risoluto l'altro.
<< Su Draco, non esagerare >> lo rimproverò la ragazza per poi invitarlo a riprendere posto nel letto accanto a lei. 
Le tazze sul vassoio erano due, quindi Hermione dedusse che voleva fare colazione con lei, nel loro letto. 
S’immaginò per un attimo come un cartone animato giapponese, con gli occhi a cuoricino e tanti uccellini cinguettanti intorno. Aveva avuto un pensiero veramente dolce suo marito, poco in linea con l'idea che cercava sempre di dare al mondo di sé.

<< Che caro! Ci hai portato il caffè! >> disse Harry con tono civettuolo mentre si sporgeva verso il vassoio.

<< Provaci e ti schianto! >> fu il tagliente commento di Draco.

<< Suvvia, ce n'è per tutti >> proferì calma Hermione mentre faceva apparire un'altra tazza per Harry, che rivolse uno sguardo vittorioso all’antico rivale che si accigliò ancora di più.

<< Non capisco come o perché si trovi nella nostra stanza. Con te ancora nel letto, per giunta. >> constatò Draco notevolmente irritato dalla situazione. Quando aveva aperto gli occhi quella mattina scorgendo la moglie ancora profondamente addormentata tra le sue braccia, gli era venuta quell'idea, svegliarla con un bacio e la colazione a letto. Hermione era mattiniera, molto più di lui. Quindi quella era un occasione rara per prendersi cura dell'amata consorte. Purtroppo Potter aveva mandato a quel paese i suoi dolci piani. Si era già immaginato i baci di ringraziamento che la ragazza gli avrebbe riservato e magari avrebbero fatto un ennesimo passo avanti verso l'intimità coniugale. Certo, prima che mister ficcanaso s’intromettesse nella sua mattina perfetta.

<< Era preoccupato, sa che non amo poltrire a letto. >> rispose lei con noncuranza mentre si adoperava per servire il caffè per tutti.
<< Avrebbe dovuto pensare che, magari, non stessi poltrendo. Giacché dividi la stanza con tuo marito. >> rispose lui saccente. Ben conscio della poca veridicità delle sue stesse parole, ma questi erano affari loro e non certo dello Sfregiato. 

Il quale però sghignazzò facendogli capire che era ben a conoscenza della scarsa intimità dei due e questo possibilmente lo irritò ancora di più. 

Hermione però, troppo contenta di averli entrambi così vicini, decise che era il momento di mettere un freno all’irritazione del marito e sporgendosi appena lo baciò sussurrandogli un grazie sulle labbra, la tensione in Draco scemò. Aveva fatto qualcosa di buono per la moglie e lei lo aveva apprezzato. Potter poteva tranquillamente andare a farsi fottere.

<< Ma che ora mi hai fatto fare stanotte? Non credo di essermi mai svegliata così tardi in tutta la mia vita >> confessò Hermione mentre sorbivano in silenzio il caffè. Il marito ghignò ed Harry scosse la testa.

<< Per una volta non succede nulla tesoro, poi l'impresa di Potty era da elogiare. Lo ammetto sei stato ben al disopra delle mie aspettative. La piattola è scappata non appena tutti hanno cominciato a notare che non la consideravi di striscio! >> rispose Malfoy ritrovando in parte il buon umore e sollevando la tazza come a brindare alla performance della sera prima.
<< Un’impresa da vera serpe, non me lo sarei mai aspettato da un così famoso Grifondoro >> ammise poi ridacchiando.

<< Beh all'inizio il Cappello Parlante mi voleva mandare proprio tra le tue serpi, Malfoy. Ci sarebbe stato da ridere non trovi? >> celiò l'altro afferrando un cornetto.

<< Non me lo avevi mai detto! >> fu il commento stupito della ragazza.

<< Sai com'è, non ne andavo proprio fiero >> ammise Harry.

<< Bello sbaglio Potty, bello, enorme! Le mie serpi come le chiami tu erano il meglio del meglio >> proferì serio Draco, ma Harry scoppiò a ridere tenendosi la pancia.

<< Dio Malfoy, sembri Julia Roberts in Pretty Woman, lo sai? >> affermò tra le risate.

Hermione parve un attimo stupita, poi capendo anche lei rise.

<< Sì quando torna nel negozio dove l'hanno trattata male, è vero diceva le stesse cose. >> confermò ridendo fino alle lacrime per l'immagine del marito nei panni della rossa di Hollywood.

Draco era decisamente perplesso, di che diamine parlavano quei due? Chi era quella Julia qualcosa, una bella ragazza?

<< Volete far capire anche a me il motivo di tale ilarità? >> chiese poi indispettito poiché i due non la finivano di ridere.

<< Pretty Woman! Il film, quello con la Roberts e Richard Gere. È un classico Malfoy! >> disse Harry tranquillamente.

<< Dovrei sapere di cosa parli? >> chiese l'altro imbronciato dal non capire l'argomento della conversazione.

<< Ma come? Non sai cos'è? >> chiese infine stupito l'altro. << Hermione mi deludi! Non hai insegnato nulla a tuo marito? Sono i capisaldi della cinematografia mondiale. >> disse poi rivolto all'amica, giacché Malfoy non ci stava evidentemente capendo niente.

<< Beh … non è che guardiamo mai molto la televisione, più che altro leggiamo o conversiamo, ecco. >> si giustificò l'interpellata.

<< Ma se avete una tv strepitosa in salotto! >> disse sconvolto Harry.

<< Davis mi ha attaccato la sua mania per il calcio, così quando abbiamo ristrutturato le stanze, ho pensato di inserire anche un televisore. Poi Hermione ne aveva uno nel suo appartamento che spesso era acceso. Quindi ho creduto le facesse piacere averne uno anche qui. >> ammise Malfoy cominciando a capire che quello di cui parlava Potter era uno di quelle “cose” che si guardavano nella tv. 
Lui aveva sì e no imparato ad accenderlo e per farlo si era fatto insegnare da Bernard, quindi era possibile che parlassero di quello.
Hermione intanto guardava rapita il marito. Lo aveva fatto anche per lei. Effettivamente a casa sua la televisione era spesso accesa, ma era più che altro perché la infastidiva tutto quel silenzio che la circondava quando era sola in casa. Non aveva mai vissuto veramente sola. Prima abitava con i genitori, poi i dormitori della scuola e finita questa si era trasferita prima alla Tana e poi in un piccolo appartamento con Ron, a Londra. Quando la sua storia con Ron era finita, aveva acquistato quel piccolo appartamento in Diagon Alley e per la prima volta aveva scoperto che il silenzio le faceva paura. Così ovviava accendendo la televisione, anche se raramente prestava attenzione ai programmi trasmessi. In quella casa però non era mai sola. Draco e Narcissa riempivano la sua vita, quindi non aveva concesso all’oggetto più di un rapido sguardo.
Seguendo l'impulso si sporse nuovamente verso il marito baciandolo.

<< Avete almeno un lettore? >> chiese Harry riportandoli all’argomento principale per interrompere quel momento dolce tra i due che lo stava mettendo a disagio.
<< Un che? >> chiese Draco stranito.
<< Dubito Harry, però … aspetta un attimo >> disse Hermione alzandosi e dirigendosi verso un mobiletto basso, sotto lo specchio della sua toletta. Inginocchiatasi lì, frugò tra i vari contenuti del mobile, mentre gli altri due s’interrogavano su cosa stesse facendo.

<< Potresti evitare di fissare mia moglie Potty? >> chiese acidamente Draco.

Hermione, che si era appena alzata dal letto, era fasciata in una raffinata camicia da notte di seta chiara e non aveva pensato di mettere la vestaglia, visto che non aveva intenzione di lasciare la stanza. Non pesando però che la veste copriva ben poco, arrivava appena sopra il ginocchio ed aveva un profondo scollo a barca più ampio sulla schiena che sul seno. I capelli, che nel sedersi aveva spostato sulla spalla, lasciavano così ben scoperta la candida schiena della ragazza. Harry non aveva fino a quel momento fatto caso al suo abbigliamento, non aveva mai guardato Hermione in quel senso, ma evidentemente questo non era quello che pensava Draco.
<< Malfoy, sei di una gelosia malata, lo sai vero? >> gli disse dedicandogli un sorriso canzonatorio e non ottenendo risposta, poiché Hermione nel frattempo era riemersa dal suo “scavo geologico” vittoriosa, tenendo tra le mani una borsetta di perline. O meglio “quella” borsetta di perline.

<< Ce l'hai ancora? >> chiese Harry stupito, mentre lei annuiva soddisfatta.

<< Oh sì, è una delle magie migliori che ho fatto, non me ne separerò mai. Poi quando ho lasciato l'appartamento, si è rivelata ancora una volta molto utile. Ho messo qui tutto quello che non sapevo dove mettere e non potevo lasciare ai nuovi inquilini, in effetti, non ho ancora finito di sistemare tutte le mie cose. >> disse poi pensierosa mentre affondava le mani nella borsa.
Ne ricavò un po' di cose, che riportate a suon di bacchetta alle dimensioni originali, si rivelarono essere un lettore Dvd e diversi titoli.
Harry afferrò le confezioni dei film e cominciò a scorrere i titoli.
<< Sono quasi tutte commedie romantiche, ma per oggi ci dovremo accontentare. >> disse meditabondo.

Malfoy aveva osservato tutta la scena con un sopracciglio sollevato, per poi porre alcune domande alla moglie in merito alla bizzarra borsa ed al suo contenuto. 
Ne stava ancora scrutando l'interno mentre lei gli spiegava che incantesimo aveva messo a punto per conferire ad una semplice borsetta quelle caratteristiche, illustrandogli brevemente quanto era stata utile nella ricerca degli Horcrux.

<< In che senso accontentare? >> chiese poi Draco rivolto al moro.

<< Malfoy oggi t’introdurrò nel fantastico mondo del cinema e dei DVD >> disse felicemente l'altro. << Purtroppo la collezione di Hermione è piuttosto scadente, ma per un verginello come te, sarà un buon inizio. Domani mi procurerò qualche film da uomini veri >> disse quello gongolante.

<< Verginello a chi? >> s’indispettì il Serpeverde facendo ridere la moglie.

<< Forza Malfoy, giù dal letto. Hai tante cose da imparare oggi. >> proferì Harry con fare da padre premuroso.

<< Tu non m’insegni proprio un bel niente Potty! >> s’infervorò Draco mentre l'altro scrollava le spalle ridendo.

<< Andiamo sarà divertente. Hermione ha perfino Pretty Woman, così ti faccio vedere cosa intendevo prima dicendoti che gli assomigliavi. >> rispose risoluto come se non lo avesse nemmeno sentito.

<< Certo però Herm che hai una bella carenza d'affetto, sono tutti titoli di un smielato che di più non si può. “Harry ti presento Sally”, “Insonnia d'amore”, “C'è posta per te”, ma sei fissata con Meg Ryan? >> osservò Harry scorrendo nuovamente i titoli.

<< Un po' >> ammise Hermione ridacchiando.

<< Preparati Malfoy. Oggi ”polpettone in salsa mielosa”. I gusti di tua moglie sono pessimi. Bisognerebbe fare qualcosa. >> disse alzandosi per poi aggiungere << Vado giù a collegare il lettore, voi vedete di darvi una mossa. Chissà se a Narcissa interessa assistere alla proiezione, magari vado a chiederglielo. >> mormorò uscendo.

<< Si sta ambientando! >> affermò contenta Hermione vedendolo uscire, mentre Draco spostava il vassoio sul comodino.
<< Bene, ma non era esattamente questo il mio programma per la giornata >> ammise riluttante lui.
<< Ah si? >> chiese la ragazza girandosi verso di lui con un sorriso dolce sul volto. << E quali erano i tuoi programmi per la giornata Draco? >> chiese avvicinandosi a lui che subito la strinse a se.
<< Beh volevo svegliarti con la colazione, giacché ti ho fatto andare a letto così tardi. Poi volevo stare un po' qui, con te. >> mormorò baciandole il capo.
<< A fare le coccole? >> chiese lei divertita sentendolo agitarsi un po' sotto di lei. Forse Harry aveva ragione, forse lui era veramente interessato ad approfondire il loro rapporto. Pensò morsicchiandosi le labbra mentre si arrischiava ad accarezzargli il petto nudo, caldo e forte, che la faceva sempre sentire così protetta.
<< Più o meno >> fu il commento del marito che le accarezzava indolente la schiena, felice che anche lei avesse pensato la stessa cosa.
<< Beh ma niente ci vieta di farci le coccole sul divano, non trovi? Quei film non richiedono poi tanta attenzione >> disse convinta, non voleva scontentare Harry che era tanto entusiasta dei progetti per la giornata, ma non voleva nemmeno rinunciare a quell’abbozzo d’intimità che stava scoprendo con Draco.
<< Con Potty >> disse sconsolato lui facendola ridacchiare.
<< Suvvia non sarà così temendo. Potrebbe perfino piacerti e poi è uno spreco avere un televisore così bello e non usarlo mai. >> disse tentando di convincerlo.
<< A proposito, perché adesso non lo guardi mai. A casa tua era sempre acceso. >> disse lui introducendo un discorso che aveva più volte rimandato. Le abitudini della moglie erano cambiate da quando vivevano insieme e lui voleva saperne i motivi. Voleva sapere tutto di lei.
<< Perché ora ho te a riempire le mie giornate >> disse stringendosi nelle spalle per poi sollevare il capo ed incontrare lo sguardo luminoso di lui.
<< Ed è … un male? >> chiese cauto.
<< Affatto >> rispose lei per poi sporgersi a baciarlo. Un bacio lento e dolce, che entrambi apprezzarono molto, fino a ché non intervenne il solito Potter che dal piano di sotto li richiamava a gran voce.

<< Merlino! È come avere un bambino impiccione per casa >> proferì Draco scoccando uno sguardo furente alla porta aperta, dalla quale provenivano gli sbraiti di Potter.
<< Non dire così! Ha bisogno di noi adesso, cerca di essere comprensivo. >> disse lei accarezzandogli il volto.
<< Io sono comprensivo, ma se me lo ritrovo nel letto lo schianto, sei avvisata moglie! >> disse lui con un cipiglio saccente.
<< Il mio gelosone! >> mormorò lei sfiorandogli nuovamente le labbra prima di alzarsi e dirigersi verso il bagno, senza però non notare che lui non aveva commentato, cosa concretamente insolita per Draco ch'era solito voler aver sempre l'ultima parola.




POSTO PICCOLO:

Eccomi, come vi avevo annunciato è un po' un delirio questo capitolo ma mi sono divertita un sacco a scriverlo ^^ così ve lo propongo. Ovviamente quella fissata con Meg Rayan sono io XD.

Buona settimana a tutte al prossimo fine settimana.

Visto AmeliaWitch ce l'ho fatta ;)

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Un bacione Lisa 

PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto     'Rincontrarsi' Incredibilmente Noi
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Capitolo 13
*** 13. ***


13.
13 –

Non avevano nemmeno mangiato, gli elfi avevano portato loro qualche stuzzichino mentre stavano tutti in salotto a godersi la maratona di film organizzata da Harry. Draco aveva storto il naso aristocratico  durante il primo film, Pretty Woman appunto, quando aveva appurato che quei due lo aveva paragonato ad una prostituta. Perfino Narcissa aveva sorriso del bizzarro paragone, ma dopo il primo film si era dichiarata già stanca di quell’attività ritirandosi nel suo studio, a sbrigare la corrispondenza, e lì Harry aveva scoperto che ognuno in quella casa aveva il proprio.

Il secondo film che avevano visto, Orgoglio e Pregiudizio, fu acclamato con un ovazione da Hermione che aveva confidato al marito essere il suo libro/film preferito e inducendolo a prestare ben più attenzione alle scene, curioso com'era di conoscere anche quei risvolti del carattere della moglie. Per tutto il tempo i due ragazzi erano stati abbracciati sul divano, scambiandosi carezze e piccoli baci, commentando questa o quella scena e a Draco in realtà non era affatto dispiaciuto, anzi, cominciava a pensare che dedicare una serata ogni tanto a quel passatempo non era affatto una cattiva idea.
Mentre scorrevano i titoli di coda ed Harry si alzava dalla poltrona dove era rimasto stravaccato tutto il tempo facendo commenti assurdi sulla incongruenza delle donne che non sanno nemmeno cosa cercare in un uomo, Tippy apparve trafelato alla porta da cui provenivano, ora chiaramente, voci concitate.
<< Padrone, padrone venite vi prego. Una signora ha bussato Tippy ha aperto e quella ha cominciato ad urlare finché la padrona non è arrivata a vedere cosa succedeva e quella ha cominciato ad urlare forte contro la padrona. Bernard non c'è padrone e Tippy non sa cosa fare. Signora Hermione per favore, aiuto >> disse costernato inginocchiandosi dinanzi ai padroni.
Hermione, come sempre sensibile agli umori della servitù si rizzò a sedere e con lei Draco che prima di alzarsi chiese all’elfo di descrivere questa sgradita ospite e lì tutti capirono che si trattava di Ginny.
<< Rimanete qui >> disse perentorio << Me ne occupo io >> affermò Draco prima di alzarsi e raggiungere la madre, lasciando gli altri due guardarsi preoccupati, mentre Hermione richiamava con un Acciò un paio di “Orecchie Oblunghe”.

<< Signorina Weasley la prego di smettere di urlare, non può presentarsi alla mia porta e spaventare la mia servitù >> disse Narcissa notevolmente alterata.
Aveva da poco sentito suonare alla porta, visto che il suo studio era quello più vicino al ingresso, quando gli schiamazzi di quella ragazza le erano arrivati dall'atrio.
Questa giovane del tutto priva di grazia e maniere, come aveva purtroppo appurato al matrimonio del figlio, stava vessando il povero Tippy colpevole di non averle lasciato libero accesso in casa Malfoy. Quella sfrontata aveva avuto l'ardire di presentarsi in casa loro e strepitava perché il piccolo elfo, il preferito di Hermione che non avrebbe affatto gradito che fosse così maltrattato da quella sciagurata, le aveva chiesto sicuramente con il massimo garbo di attendere mentre andava a chiamare i padroni.
Narcissa era intervenuta subito guadagnandosi una serie di epiteti che andavano dall'ormai inflazionato “Sporca Mangiamorte” ad altri che la signora Malfoy non avrebbe mai ripetuto nemmeno nella sua mente, ma che la giovane pareva conoscere molto bene essendo priva delle più basilari norme di educazione. Strano a dirsi visto che la madre, che aveva incontrato più volte facendo visita alla sorella Andromeda, sembrava una persona così a modo.
<< Ditemi dov'è quella testa di cazzo! >> urlò per l'ennesima volta Ginny.
<< Signorina la prego di evitare questo linguaggio quando si rivolge a me, non ho idea di chi stia cercando, ma dubito lei sia stata invitata in questa casa. >> proferì con compostezza e grazia la padrona di casa, rendendo ancora più marcato il divario tra le due donne.
Come la sua dolce Hermione o il caro Harry potessero aver avuto buoni sentimenti verso una tale misera creatura rimaneva per Narcissa Black Malfoy un quesito irrisolto. La nuora le aveva raccontato di come la signorina fosse cambiata con gli anni e soprattutto come avesse approfittato della notorietà e del buon cuore di Potter per tentare di brillare nel vanesio ma rigoroso “bel mondo” magico. Essa però era completamente sprovvista di educazione o della grazia necessaria per risultare gradita in tale ambiente dove al contrario la nuova signora Malfoy si era perfettamente integrata grazie al suo carattere riservato e innato garbo.
<< E' qui! So che è qui! Ron non l’ha visto, così come mia madre che non ha sue notizie da giorni. Nessuno della sua squadra ha parlato con lui e ieri sera era con voi. Merlino! Ha definito quel bastardo di suo figlio un amico. Se questo non è segno che è sotto incantesimo, non so che altro pensare. Dovrei chiamare gli Auror, lo avete messo sotto imperio brutti bastardi! >> urlò quella ad un centimetro dal viso di Narcissa che si scostò schifata.
<< Non so se te ne sei accorta Piattola, ma gli Auror ci vivono in questa casa >> disse Draco apparendo dall’andito, in tuta e ciabatte ma con un fascino invidiabile. Raggiunse la madre e dopo averle posato un bacio sulla tempia, la congedò con lo sguardo, Narcissa se ne andò con infinito sollievo.
<< Fammi passare bastardo, devo affatturare quello stronzo! Ignorarmi in quel modo indecoroso, cosa cazzo gli hai detto infame! Solo perché quella frigida di tua moglie non è in grado di sapersi rapportare con l'altro sesso non puoi dare della poco seria a me. Io non ho mai fatto nulla di male. >> proferì incrociando le braccia al petto.
Malfoy che neanche ci si era messo ad elencarle le sue manchevolezze la osservava con un sopracciglio incarnato. In pratica si era data della puttana da sola, ma poco male giacché era esattamente quello che era, la cosa che lo fece notevolmente incazzare furono le accuse gratuite a sua moglie.
<< Senti io non ho detto nulla né a te, né a Potter, quello che decisamente non riesco a capire è con che coraggio ti presenti a casa mia, insulti me e la mia famiglia, oltre al fatto che se quella cosa che tiene su quegli orribili capelli contenesse un cervello funzionante capiresti che mia moglie è una signora e come tale si comporta. Tu chiaramente non hai idea di cosa sia una signora. Mi sembra che te lo abbia detto anche Potter ieri sera o sbaglio? E soprattutto ti ha detto di stare alla larga da lui e dai suoi amici, quindi stracciona mi spieghi che cazzo ci fai nel bel mezzo del mio atrio? >> il discorso che era iniziato con toni pacati terminò con malcelata durezza.
<< Non dire cazzate, né tu né quella stronza di tua moglie siete amici di Harry >> disse lei congedandolo con un gesto della mano.
<< Permettimi di chiarirti che l'unica stronza qui sei tu! Rivolgiti ancora una volta in questo modo a mia moglie e ti schianto >> disse minaccioso ponendo la mano alla tasca dietro in cui conservava la bacchetta.
<< Brutto schifoso Mangiamorte, togliti da davanti e lasciami passare >> sbraitò lei tempestandolo di pugni.
<< Adesso basta! >> la voce perentoria di Harry arrivò proprio mentre Draco stava valutando se assestarle un cazzotto su quel viso troppo truccato o schiantarla come le aveva già promesso.

Hermione ed Harry avevano ascoltato il diverbio grazie alle “Orecchie Oblunghe” richiamate dalla ragazza, lei visibilmente agitata per quanto accadeva, Harry invece sempre più alterato.
Era tipicamente da Ginny incolpare gli altri dei suoi errori, così come le era proprio il ricorrere agli insulti. Così come Ron, Ginny attaccava sempre più energicamente quando la colpa era maggiore. Le sue urla e i suoi insulti erano abituali oramai per Harry, che quasi non ricordava più la ragazzina timida e impacciata che aveva conosciuto undicenne.
Ginevra Molly Weasley era diventata superba, difficilmente ammetteva le proprie mancanze e ancor meno i propri sbagli, erano sempre gli altri a non capire o a non attribuirle le giuste qualità. Harry questo l'aveva imparato sulla sua pelle e perfino in quell'occasione, sebbene la sera precedente le avesse detto con chiarezza che non intendeva vederla o parlarle, lei si era presentata forte della sua arroganza al maniero degli amici. Lanciando ingiurie ed accuse che non avevano né capo né coda. Merlino! Aveva accusato Narcissa Malfoy di tenerlo sotto imperio, come se il capo degli Auror non sapesse difendersi da una maledizione tale, come se lui non sapesse discernere chi gli era amico e chi no. E poi chiaramente aveva riversato veleno su Hermione, perché se una cosa gli era apparsa evidente già molto prima di allora era che Ginny invidiava Hermione in tutto e per tutto.
Hermione aveva partecipato alla lotta contro Voldemort, mentre lei era rimasta al palo, Hermione aveva accompagnato Harry in ogni vicissitudine della vita mentre lei rimaneva sullo sfondo, Hermione aveva fatto una carriera brillante, quando Ginny come unica abilità poteva vantare una buona padronanza degli incantesimi di estetica o la capacità di scialacquare interi patrimoni in un pomeriggio di shopping. Infine Hermione aveva sposato Malfoy, il rampollo più abito del mondo magico, il ragazzo più osannato dalle donne di ogni età, ma non solo questo aveva irritato a morte la giovane Weasley. Hermione, infatti, era stata accolta e lodata da tutta l'élite magica, nessuno mai si era permesso di non invitarla a qualche evento mondano o di mandarle un invito come compagna di … Hermione era Hermione per tutti e tutti la rispettavano ed ammiravano per ciò che era.
Harry ricordava infiniti, deliranti monologhi durante i quali la sua ex fidanzata non faceva che sparlare e far illazioni sulla vita dell'amica, anche quando i loro rapporti erano ancora stretti. Si era schierata apertamente con il fratello nell’addossare alla ragazza le colpe del naufragio del loro rapporto, affermando con non poca cattiveria che “una così” nemmeno se lo merita un uomo come Ronald.
Per non parlare della piazzata che aveva fatto quando era stato annunciato il matrimonio tra lei e Malfoy. Lei e Lavanda avevano sparlato tanto e così acidamente, da metterlo più volte in imbarazzo, anche perché le due giovani brillavano per una dialettica più da scaricatori di porto che da timorate fanciulle.
Ora, come sempre, la colpa di tutto ricadeva su Hermione che in realtà, se aveva una colpa, era quella di oscurare totalmente Ginny con la sua semplice presenza. Così come Malfoy, anche Harry si era adirato maggiormente per le accuse rivolte all'amica che per gli improperi che la ragazza aveva riversato su di lui, ed alla fine non potendone più aveva aperto la porta e raggiunto Malfoy.

<< Eccoti finalmente! >> disse Ginny convinta di aver vinto quella battaglia e senza minimamente aspettarsi quanto stava per accadere.
A grandi falcate Harry la raggiunse per poi strattonarla in malo modo lontana da Draco. Nella sua innata superbia la ragazza fece per abbracciarlo, ringraziandolo per averla salvata da quel bruto, che per inciso, era rimasto immobile mentre lei lo tempestava di pugni.
<< Stai zitta! >> disse notevolmente adirato. << Come ti sei permessa di venire qua? Di offendere i miei amici, di aggredire un povero elfo domestico che non ha nessuna colpa al mondo. E soprattutto con che faccia tosta ti ripresenti di fronte a me. >> disse guardandola davvero male. Ormai gli argini della rabbia erano passati alla grande. Voleva parlargli? Benissimo! L'avrebbe insultata ed umiliata a tal modo da ridurla a strisciare, come le serpi che tanto odiava.
<< Sei una lurida puttana infedele Ginevra, una persona meschina e abbietta. Mi hai rigirato per anni, questo te lo concedo, ma ora è finita. Puoi tranquillamente tornare a scoparti Goldstein, visto che ti ci diverti tanto. Io con te ho chiuso e per inciso insulta ancora una volta Hermione o la famiglia Malfoy e scoprirai quanto io possa essere veramente pericoloso. >> disse serrando i pugni e guardandola con occhi taglienti.
<< Harry ma tu non capisci, mi ha costretto lui, mi ha … >> tentò la ragazza cambiando tangibilmente registro, purtroppo non era stata una sua impressione, Harry li aveva veramente visti quel venerdì pomeriggio, quindi la cosa era preoccupantemente grave. Lui non era tornato quella sera, ma poco le era importato, non si curava mai molto di quello che faceva Harry. Poi quando lo aveva visto con i Malfoy e visto come si era rivolto con esagerata indifferenza a lei, aveva concluso che Hermione avesse fatto la spia su quanto avvenuto al matrimonio, anche se un piccolo dubbio le era venuto visto che la cosa risaliva a più di un mese prima. Ora la consapevolezza di essere stata beccata sul fatto la portava a dover cambiare strategia, non sarebbe bastato sputare fango sui Malfoy per riportarsi il fidanzato a casa, a pagarle i conti ed aprirle le porte giuste perché lei brillasse come doveva e come le era dovuto.
<< Ginevra sei patetica >> disse lui scrollando le spalle. << Ora mi propinerai una patetica frottola su come tu sia la vittima della situazione, di come tutti si approfittino del tuo buon cuore, che non è mai esisto peraltro, e di come ogni colpa non sia da imputare a te ma a chiunque altro ti faccia comodo in questo momento. Anthony, Hermione, Malfoy, poco importa, incolperesti la tua stessa madre pur di pararti il culo >> disse lui sempre più arrabbiato.
<< Oppure stai pensando di farmi bere la balla che aspetti un figlio mio? >> chiese sarcastico.
La ragazza si mordicchiò il labbro, cazzo ci aveva pensato davvero alla balla sul figlio. Ovviamente lei per prima non avrebbe mai fatto un errore così grossolano, era attentissima e scrupolosissima per quanto riguardava la contraccezione. Non voleva figli e non li avrebbe mai voluti, aveva già pianificato di fornire ad Harry una patetica storia per gli anni a venire, sulla sua impossibilità di procreare. Non aveva certo intenzione di farsi rovinare il suo bellissimo fisico per un coso urlante e sbavante, la sola idea la inorridiva. Però quella sarebbe stata una cosa che Harry avrebbe voluto, quindi la sua macchinosa mente aveva già messo in cantiere una bella storia articolata e lacrimevole sul loro imprevisto, inventato, figlio in arrivo.
<< E' tutto già visto e già sentito, non ti rendi nemmeno più conto di quanto sei penosa e meschina. Mi fai schifo! Lo capisci adesso o preferisci che affitti un’intera pagina del Profeta e te lo faccia pubblicare a chiare lettere? Ti voglio fuori da casa mia e fuori dalla mia vita ora! Non hai scusanti né possibilità di perorare la tua causa, perché a me non frega più un cazzo di quello che dici o pensi.> > disse lui ormai spossato da quella situazione.
<< No >> pigolò lei mentre Harry rialzava il volto e la guardava stralunato.
<< Hai detto no? >> chiese incredulo.
<< Non ho buttato al vento questi anni per venir gettata in mezzo ad una strada. Tu mi devi di più >> affermò convinta di avere la ragione dalla propria parte nell'ennesimo eccesso di superbia.
<< E sentiamo, cosa ti dovrei mai per avermi ingannato e tradito, Ginevra? >> ironizzò il ragazzo.
<< Io sono rimasta con te, tu non hai nessuno oltre a me, tu sei solo un patetico piccolo uomo, che si è trovato al posto giusto al momento giusto. Non sei nessuno, IO ho sprecato la mia giovinezza insieme a te e ora tu mi sposerai! Perché me lo merito! >> disse lei con alterigia.
<< Te lo meriti? Io dovrei sposarti perché sei stata così buona e generosa da restarmi accanto? Ma ti senti quando parli, io sarò anche un patetico uomo, ma tu sei una puttana con un ego smisurato! E poi come vedi non sono solo e sono più che sicuro che anche la tua famiglia non mi abbandonerà quando gli avrò raccontato che razza di baldracca hanno allevato. >> disse lui sfidandola
<< Tu non dirai proprio un bel niente ai miei, io non te lo permetterò, io ti sputtano prima e meglio, quindi taci, fa quello che avresti dovuto fare anni fa, sposami. >> rispose lei incrociando le braccia ed alzando il mento.
<< Ti sei mai chiesta perché non l'ho ancora fatto? No vero? Hai mai pensato che magari dopo tanti anni sarebbe stato naturale, eppure non lo è stato. Sai perché? Perché sebbene tentassi di reprimerla ogni giorno, c'era una piccola parte di me che mi diceva che sposarti sarebbe stata la cazzata del secolo. E sai una cosa? Ringrazio Dio, Allah o chiunque ci sia in cielo per avermi fatto scoprire il tuo tradimento proprio quando avevo deciso di fartela quella proposta. Che ne dici, forse il destino mi ha sorriso nuovamente, visto che tutto quello che ho fatto durante la guerra magica a tuo avviso è stata una botta di culo? >> terminò ormai felice di aver scoperto il tradimento e smascherato quella pagliacciata.
<< Vedi, lo hai detto anche tu, stavi per farmi la proposta. Quindi ora la farai e tutto tornerà come deve essere >> disse lei come se avesse capito solo quello dell'intero discorso e probabilmente era così pensò Harry, “Ginny sente solo ciò che vuole sentire”.
<< Vattene! Esci da quella porta e non farti mai più vedere quanto è vero iddio che ti schianto >> disse puntandole la bacchetta addosso.
Quella in risposta rise sguaiatamente. << Tu non sei niente senza di me. >> proferì decisa.
<< No Ginevra, sei tu che non sei nulla senza di me. Sei una, com'è che li chiamavi sempre Malfoy? Una stracciona, senza un lavoro, senza una posizione, senza educazione e senza una casa. Quindi Ginevra cara come vedi sei tu che non sei NIENTE senza di me. >> enunciò ghignando avvicinandosi alla porta per poi aprila e con gesto secco invitarla ad uscire.
<< Veloce o ti butto fuori a calci >> la spronò Draco che aveva assistito a quel diverbio con non poco stupore, quella donna era senza ritegno.
Ginny li guardò male entrambi, poi visto che le bacchette puntate nella sua direzione erano ora due, marciò impettita verso la porta prima di sibilare un << Non finisce qui >> che ebbe il potere di far ridere di cuore i due ragazzi non appena la porta fu chiusa alle sue spalle.
Hermione che era rimasta indietro ben decisa a non palesare la sua presenza aveva però ascoltato ogni parola che i presenti avevano pronunciato. Al suono della risata dei ragazzi corse verso il marito per scomparire quasi nel suo abbraccio protettivo. Lui la strinse forte per poi cercarle gli occhi e vedendoli velati, le scoccò uno sguardo preoccupato al quale lei rispose con una scrollata di spalle e un bacio a fior di labbra. Aveva avuto ragione lui come sempre. Ginevra era solo un arrivista, né più né meno. Dopo quell'intimo scambio la ragazza si rigirò nell’abbraccio del marito, che le cinse di buon grado il ventre, e si rivolse all’amico.
<< Stai bene? >> chiese preoccupata.
<< No >> fu la sincera risposta di Harry << Però mi sono tolto un bel peso dallo stomaco >> aggiunse sorridendole appena.
<< A proposito di questo Potter, ti ho mai illuminato sugli ottimi rapporti che intercorrono tra me e la redazione mondana del Profeta >> chiese Draco sfoderando un ghigno impagabile.
Harry scosse la testa sorridendo, si prospettava un altro piano in puro stile Serpeverde.


POSTO PICCOLO:

Salve a tutti!!! Lo so cosa state pensando: il comportamento di Ginny è assurdo e una parte di me vi da pienamente ragione, ma avete mai ascoltato qualcuno che sa di avere torto marcio e non ha la benché minima intenzione di ammetterlo? Beh in questo caso, come per Ginny, le persone arroganti fanno di tutto e dicono di tutto. Spero che abbiate apprezzato il capitolo. 

Il prossimo arriverà probabilmente entro domenica sera. 

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Un bacione Lisa 

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Capitolo 14
*** 14. ***


14.

14 –

La tavola del sala da pranzo di Malfoy Mannor era imbandita, i cornetti caldi disposti sul vassoio, assieme agli altri dolci che i padroni adoravano mangiare la mattina. Tippy stava disponendo una copia della “Gazzetta del profeta” accanto ad ogni seduta. Padron Draco era stato molto chiaro, una ciascuno e non la solita unica copia per lui, e soprattutto Tippy doveva sistemarle già aperte sulla sezione mondanità. Tippy aveva chiesto aiuto a Bernard, arrivato quella mattina presto dopo il suo abituale giorno di riposo, perché il piccolo elfo non era tanto bravo a leggere e timoroso di sbagliare si era fatto indicare la pagina giusta. Ora mentre sistemava con cura il posto della signora Hermione ripensò alla giornata precedente.

Quella brutta donna che si era presentata alla porta il pomeriggio prima doveva essere parente del Diavolo, i capelli rosso fuoco ne erano la prova aveva ragionato Tippy, era arrivata e aveva iniziato ad urlare contro tutti. Così lui era stato costretto a chiamare il padrone. Tippy voleva bene ai suoi padroni, erano gentili con lui, lo trattavano bene e gli permettevano di fare tante cose che altri elfi come lui nemmeno si sognavano. La signora Hermione poi era la più buona di tutti. Aveva sempre un gesto carino e lo lodava sempre quando faceva le cose bene, ma anche quando sbagliava difficilmente la giovane padrona si arrabbiava con lui o con gli altri elfi. Tippy si morse la lingua. La signora Hermione non voleva essere chiamata padrona e lui lo sapeva, ma ogni tanto nella sua mente la chiamava così sperando vivamente di non arrecarle offesa.

Da quando la Signora Hermione frequentava quella casa tutto era cambiato, le stanze erano state rese più belle e luminose, e dopo il matrimonio anche il padrone sembrava più felice. La signora Hermione aveva portato la vita in quella casa. Gli elfi più vecchi raccontavano sempre di com'era cattivo il vecchio padrone, il marito della padrona Narcissa. Tippy non lo aveva mai conosciuto, ma era sempre spaventato dai racconti degli altri. Si sentiva fortunato ad essere impiegato in quella casa e soprattutto a servire la signora Hermione e spesso donava dei piccoli cuori intagliati nel legno alla giovane. Lei pareva apprezzarli tantissimo, aveva fatto una teca dove metterli in bella mostra e la teneva nel suo studio.

Il giorno prima, quando il padrone era andato a soccorrere la madre dalle urla della ragazza pazza, la signora Hermione gli aveva accarezzato le lunghe orecchie invitandolo poi ad andare a riposare un po'. Tippy aveva obbedito come sempre, ma non aveva affatto dormito. Si era ritirato nella grande stanza all'ultimo piano che divideva con gli altri elfi. A lui piaceva quella stanza perché anche se erano tutti insieme, ognuno di loro aveva il proprio letto, un letto vero con lenzuola, coperte e caldi panni per l'inverno, con vicino un comodino ed un armadio per ciascuno. Vi era anche una piccola libreria, dono della signora Hermione con alcuni libri scelti per loro. La libreria si andava ampliando perché la Signora acquistava sempre libri da far leggere agli elfi e si interessava se loro li avessero o meno graditi. Alcune volte si era trattenuta con Tippy a commentare le sue ultime letture, mostrandosi sempre disponibile a risolvere i dubbi dell'elfo e consigliargli nuovi libri. Quel pomeriggio però non aveva né dormito né letto. Era rimasto lì a chiedersi cosa aveva sbagliato, perché l'ospite si era tanto arrabbiata e se avesse fatto bene a chiedere aiuto al padrone. Gli altri elfi erano indaffarati con la cena, così nessuno l'aveva raggiunto e lui non aveva potuto confrontarsi con loro sulle sue azioni. Verso l'ora di cena era sceso per assolvere i suoi compiti. La Signora però era venuta a cercarlo mentre lui apparecchiava la tavola e gli aveva chiesto di seguirlo nello studio. Tippy si era subito preoccupato. Forse aveva veramente sbagliato qualcosa con la “diavolessa” come aveva cominciato a chiamare nella sua mente la sgradita ospite di quel pomeriggio, invece la Signora Hermione lo aveva fatto sedere nella poltroncina di fronte alla scrivania e si era seduta accanto a lui, si era informata su come stava e se aveva riposato, e quando lui aveva con timore chiesto scusa, lei lo aveva rassicurato dicendogli che aveva fatto benissimo, anzi, era stato molto diligente a ricorrere a loro e che doveva farlo ogni qual volta si trovasse in difficoltà perché era esattamente quello che lei ed il padrone si aspettavano. Infine si era alzata ed aveva preso un libro dalla sua libreria e glielo aveva donato. Un libro tutto per lui, solo per lui. Quella sera dopo che tutti si erano ritirati e insieme agli altri aveva provveduto a sistemare la casa, era salito all'ultimo piano e a lume di candela aveva intagliato un nuovo cuore per la gentile signora. Sorridendo appena estrasse dalla tasca della dignitosa divisa che era a disposizione di ogni elfo di Malfoy Mannor, che veniva lavata ogni due giorni o prima se era sporca, il cuore intagliato quella notte e lo mise in bella mostra vicino al posto della Signora, certo che anche quella volta la ragazza avrebbe gradito il gesto.



Un lieve bacio si posò sulle labbra di Draco ancora avvolto nel sonno. Aprendo di poco gli occhi incontrò lo sguardo sorridente della moglie.
<< Buongiorno >> lo salutò lei felicemente.
<< Buongiorno a te, tesoro mio, adoro essere svegliato in questo modo >> disse lui sorridendo e abbracciandola. Lei ridacchiò e si stese su di lui. Era felice Hermione, nonostante la giornata appena iniziata sarebbe stata difficile e lei lo sapeva. La sera prima aveva espresso veementemente il proprio dissenso al nuovo “piano” del marito.
Questi, forte dell'appoggio di Harry, aveva chiosato che era giusto che Potter desse una versione ufficiale dei fatti, anche se da quello che aveva carpito la versione ufficiale caldeggiata dal marito era abbastanza offensiva per Ginevra, non che la cosa le dispiacesse davvero ma non aveva voluto appoggiare quell'ennesima ritorsione. Una parte di lei però gongolava. Suo marito e il suo migliore amico, sebbene per ragioni apparentemente sbagliate, avevano trovato un comune accordo.
<< Non sei più arrabbiata con me? >> Chiese Draco con un sorriso beffardo prima di baciarla nuovamente.
<< Mi sembra di avertelo dimostrato questa notte >> rispose lei arrossendo un po'.

Draco sorrise felice al ricordo della nottata precedente. Erano saliti in camera insieme, mentre lei gli rimproverava di impiccarsi troppo in quella faccenda e di portare Harry sulla “cattiva strada”, aveva continuato a redarguirlo anche dalla porta chiusa del bagno mentre si cambiava per la notte. Quando lo aveva raggiunto nel loro letto, Draco le aveva semplicemente detto che un po' di sana vendetta avrebbe solo giovato a Potter e prima che lei ripartisse con le sue manfrine sull'onore e la correttezza, l'aveva attirata a se e baciata. Da lì era partita una “sessione” di baci appassionati, e ben più approfonditi di quelli che si erano scambiati fino a quel momento, che li aveva tenuti impegnati fino a notte fonda.

<< Hai un bel modo per perdonare, amore mio, decisamente bello >> le rispose ridendo, mentre lei tentava di scostarsi fintamente offesa, anche se il suo cuore esultava perché l'aveva nuovamente definita il suo amore.
<< Resta qui >> le disse con dolcezza prima di regalarle un bacio appassionato.
<< Oggi si lavora, signor Malfoy >> disse lei sconsolata quando si allontanarono.
<< Certo che Potter potrebbe anche darci un giorno di ferie, visto tutto l'aiuto che gli sto dando >> disse lui meditabondo.
<< Ma finiscila! Questa tua bella trovata scatenerà un putiferio e lo sai benissimo! >> lo riprese lei.
<< Hermione, ascoltami per una buona volta. Non potevamo non fare nulla, quella piattola è stupida e vanesia ma potrebbe fare danni incalcolabili se lasciata agire. Potter ha una certa credibilità ed una posizione da difendere. Pochi crederebbero a lei, visti i suoi pessimi atteggiamenti, ma instillerebbe un dubbio ed è questo che dobbiamo evitare. Potter deve uscirne immacolato ed intoccabile com'è giusto che sia >> sentenziò lui seriamente.
<< A sentirti parlare così si direbbe che tieni molto a lui >> suggerì la ragazza.
<< Non è a lui che tengo o almeno non direttamente. In più come capo non è poi così male, quindi perché rischiare che ce ne assegnino uno peggiore? >> fece presente lui.
<< Si certo, tu devi sempre avere il tuo tornaconto nelle cose, come dimenticarlo >> mormorò mestamente lei.
Draco inarcò il biondo sopracciglio, quella ragazza non voleva proprio capire.
<< Se intendi che umiliare la piattola mi diverte, non posso negarlo. Ma se vedi altri secondi fini oltre a quelli di preservare la serenità tua, ti sbagli di grosso. >> disse convinto.
<< Quindi lo fai per me? >> chiese con voce piccola la ragazza.
<< Io faccio tutto per te >> disse con bruciante passione negli occhi, che portò Hermione alle stelle in un secondo, tanto felice da dimenticare perfino che avrebbero fatto tardi al lavoro.


Durante il ricevimento di sabato sera tenutosi presso …. a favore degli orfani di guerra e organizzato da …. Chi vi scrive si è accorta di come il Signor Harry James Potter, noto per aver affrontato e sconfitto appena maggiorenne uno dei più grandi maghi oscuri ….Il famoso ragazzo non si è presentato con la storica fidanzata, ma bensì con l'intera famiglia Malfoy. Al braccio del giovane, la sempre bella ed elegante Narcissa Black Malfoy, che … Il capo dell'ufficio Auror ha infatti passato la serata ridendo e scherzando con la storica amica Hermione Granger e il di lei marito, Draco Malfoy. Al ricevimento è intervenuta anche la Signorina Weasley, sola e senza accompagnatori, vestita in modo assai poco consono. Ella è parsa fin da subito sotto tono, rispetto almeno alle precedenti apparizioni ad eventi simili, soprattutto quando non era accompagnata dal fidanzato. Questa testata aveva notato, già in altre occasioni, come la giovane fosse particolarmente civettuola e avvezza a presentarsi sola in società. Quando i due ragazzi si sono incrociati tutti hanno potuto notare una certa freddezza tra loro. La signorina poi si è allontanata ben prima che venisse servita la cena che … Molte voci si erano diffuse ultimamente su di una allontanamento all'interno della storica coppia. Il signor Potter, gentile come sempre, ha acconsentito a rispondere via gufo a qualche nostra domanda … ha confermato che la sua relazione con la signorina Weasley è definitivamente finita ma ha preferito non scendere in particolari ribadendo come le storie d'amore possano esaurirsi con l'andare del tempo. Chi vi scrive è più che certa che un così gentile e bel ragazzo rimarrà solo per breve tempo. Al ricevimento poi ...”

<< Ammettilo Potter, sono o non sono un genio? >> gongolò Draco posando la tazza di caffè sul tavolo.

Hermione aveva prestato ben più attenzione al piccolo cuore intagliato, donatogli da Tippy che era stato ringraziato con un sonoro bacio sul capo, che al' articolo che stava citando il marito.
Quella mattina ogni seduta era corredata di una copia della Gazzetta aperta a quella precisa pagina, appena Hermione le aveva scorte aveva capito che c'era lo zampino del marito. Non si poteva impedire ad un Malfoy di gongolare per le proprie bricconate, anche se doveva ammettere, dopo una rapida scorsa all'articolo, che non era affatto infamante come aveva creduto.
Draco aveva convinto il suo amico della Gazzetta, che riportare la notizia della fine dell'amore storico del ragazzo sopravvissuto avrebbe aumentato la tiratura, ma non si era fatto prendere troppo la mano. Aveva concordato con Harry cosa far scrivere e cosa no, preferendo un basso profilo per Potter. Dire che la storia era giunta a conclusione per esaurimento e non per tradimento era ben più lusinghiero agli occhi del mondo magico. In fondo il ragazzo era giovane e avvenente, avrebbe trovato presto altra compagnia, ma Ginny sarebbe stata esclusa subito dal “Bel Mondo”, come si usava chiamare l'élite magica. Era Harry quello famoso ed importante mentre Ginevra era solo un corredo, a volte fastidioso e inopportuno. Ora che tutti sapevano che non era nemmeno più quello non avrebbe avuto alcuna credibilità e le porte dei ricevimenti si sarebbero chiuse ermeticamente per lei.
<< Devo ammettere che il tuo amico ci sa fare Malfoy, ma dubito che questo fermerà Ginny >> disse Harry, gli occhi puntati sulle foto che ritraevano lui sorridente e l'ex fidanzata notevolmente incupita.
<< Perdonami Harry ma quella ragazza non mi è mai piaciuta, troppo frivola se posso dire la mia, anche le altre signore dei vari comitati penso la sopportassero solo per rispetto a te. Però concordo sul fatto che la ragazza non si arrenderà. Tiene a far parte del élite anche se non ne ha le caratteristiche e tramite la cognata, anche su di lei avrei parecchio da ridire, ed il fratello ce la ritroveremo nuovamente a tutti i ricevimenti. Non che a voi tre interessi più di tanto, giacché partecipate così raramente >> affermò Narcissa togliendosi gli occhiali da lettura per poi sorbire il suo the.
<< Madre davvero non v'invidio >> disse ridacchiando Draco.
<< Se avete finito, sarebbe ora di andare al lavoro >> disse Hermione alzandosi, non aveva commentato l'articolo e non intendeva farlo. Certo era giusto che Harry annunciasse la cosa, visto che presto tutti si sarebbero fatti delle domande, ma far scrivere un articolo appositamente per quello le sembrava eccessivo.

Harry si trovò combattuto, tornare al lavoro avrebbe significare incontrare Anthony e lui non si sentiva pronto. Aveva affidato la sua vita più volte al suo secondo, certo di poter sempre contare su di lui, ora però le cose erano cambiate.

Draco vedendolo tentennare lo richiamò facendo girare a quel modo anche la moglie già prossima all'uscita.

<< Io … ecco … andate pure >> disse Harry tormentando il tovagliolo.
La voce era incrinata, se ne era accorto anche lui, ma veramente non ce la faceva. Con che occhi avrebbe guardato quello che aveva sempre considerato un amico ed un fedele compagno di lavoro. 
<< Harry? Che succede? Non ti senti bene? >> chiese premurosa Hermione tornando verso di lui, mentre Malfoy lo guardava attentamente. 
Potter non aveva proprio nulla che non andasse a suo avviso. Solo una fifa blu di un confronto non voluto con Goldstein.
<< No, sto bene è che … pensavo di … prendermi qualche giorno di riposo, ecco >> disse il ragazzo tentennante, non voleva mentire all'amica ma nemmeno ammettere la sua difficoltà.
<< Dai Potter non fare la donnina isterica, alza quel culo e vieni a lavorare. Sei il capo, se ti si avvicina lo schianti, dov'è il problema? >> affermò Draco serafico, come se tutti i capi di questo mondo avessero il diritto inalienabile di schiantare i loro sottoposti quando più gli aggradava. 
<< Draco non fare il cretino! >> proferì duramente Hermione. 
Ecco Malfoy era un problema, se con Hermione poteva omettere la verità con lui non c'era maniera, perché te la sbatteva crudelmente in faccia, pensò Harry abbassando il capo.

Hermione aveva ormai capito qual'era il problema, la perspicacia di suo marito nel capire le persone era indubbia, quindi anche lei era abbastanza sicura che il problema di Harry in quel momento fosse più psicologico che fisico.
<< Magari ci raggiungi più tardi se te la senti, in caso di bisogno ti mando un Patronus ok? >> disse lei posandogli una mano sulla spalla in segno di solidarietà.
<< No, Merlino, no. Potter non puoi crollare adesso. Devi mostrarti forte o ti attaccheranno da tutte le parti. >> disse Draco che aveva imparato dai propri errori e si era ripromesso di non lisciarsi mai più sopraffare dagli eventi. I suoi anni da Mangiamorte, fortunatamente pochi, erano stati all'insegna dell'inerzia. Loro comandavano e lui obbediva, morendo dentro, ma ubbidiva per non affrontare ciò che lo spaventava veramente, contrastare il padre. Tutto quello aveva portato la sua famiglia sull'orlo dello sfacelo e questa era una dura lezione che una volta imparata non si scorda più.
Non riusciva a vedere Potter che si lasciava vincere dalla paura di affrontare i suoi problemi, non avrebbe portato a nulla di buono e lui lo sapeva.
<< Draco! Non puoi decidere al posto suo. Non sei lui, tu fai le tue scelte e lui le sue. Così non lo aiuti >> disse Hermione difendendo come sempre l'amico. 
<< Mentre lasciarlo qui a crogiolarsi nel suo dolore per evitare di affrontare il problema aiuta? >> chiese lui con tono forse un po' troppo duro alla moglie, la quale lo guardò male ma non commentò.
Harry rimaneva in silenzio, sapeva di sembrare patetico in quel momento, ma negli ultimi due giorni la sua vita era stata sconvolta, aveva bisogno di tempo per riflettere.
<< Draco >> intervenne Narcissa << non si impara con gli errori degli altri, ognuno deve commettere i propri per trovare la propria strada. Se Harry vuole rimanere a casa oggi o domani o per i giorni a venire è una sua scelta, come ha giustamente detto Hermione, non sta a te giudicare se è giusto o sbagliato. Se è uno sbaglio lo capirà da solo. Quindi andate pure, io sarò più che felice di avere compagnia oggi. >> proferì con calma ma senza smettere di guardare il figlio. Sapeva benissimo perché si comportava a quel modo, ma ciononostante era giusto che Harry facesse i suoi errori, solo sbagliando si impara e anche lei questo lo sapeva molto bene.
<< Sei un codardo, ricordatelo. >> disse adirato Draco, mentre velocemente superava la moglie ed usciva dalla stanza.
<< Harry … lui non intendeva offenderti, è che … >> Hermione tentò di giustificare il marito, ma il ragazzo la interruppe. << Ha ragione Hermione e lo so, ma ora … semplicemente non riesco >> disse mogio stringendole la mano ancora posata sulla sua spalla.
<< Non ti preoccupare, ce la farai, prenditi il tuo tempo >> lo confortò lei prima di posargli un bacio lieve sulla guancia. << Passate una buona giornata, ci vediamo stasera >> disse poi all'indirizzo della suocera.



POSTO PICCOLO:

Eccoci qui, so che avreste voluto un capitolo tutto su Draco e Hermione, ma per ora dovrete accontentarvi di questi pochi momenti. Però vi prometto che presto, molto presto arriverà il capitolo che tutte aspettate, un po' di pazienza e credo/spero non rimarrete deluse. 

Vi devo anche dire che Sabato parto per il mare, quindi se riesco posto prima di partire, se no ci risentiamo tra due settimane, mio marito mi ha bandito il pc al mare, quindici giorni l'anno sono solo per la mia famiglia capitemi ^^ Prima di lanciarmi maledizioni (senza perdono e non) ricordatevi che ho un figlio di 5 anni e mezzo che sarebbe perso senza la sua mamma ;-)

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Un bacione Lisa 

PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto     'Rincontrarsi' Incredibilmente Noi
http://acasadilisa.blogspot.com/

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

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Capitolo 15
*** 15. ***


15.

15 –

Quella sera però i due ragazzi non rientrarono a cena, la squadra speciale era stata richiamata per una missione di massima importanza, tutti tranne il capo che aveva avvertito il Ministero di essere indisposto.

Il corpo avvolto nella nera divisa da Auror e celato dal mantello anch'esso nero, i capelli raccolti in una coda alta e nascosti dal cappuccio calato sul viso che lasciava intravedere appena i tratti del viso, Hermione avanzava lentamente nel vicolo dietro il ministero celata quasi completamente dall'imponente figura del marito che la precedeva, abbigliato allo stesso modo.
<< Ci siamo tutti? >> chiese Anthony guardandoli annuire.
<< Harry non viene? Non lo hanno richiamato? >> chiese poi a disagio.
<< No >> fu la laconica risposta che gli diede Malfoy.
<< Ok allora procediamo, ci avvicineremo con automobili babbane, sicuramente non si aspetta che arriviamo in questo modo. Cerchiamo di prenderlo e tenercelo stretto una volta per tutte. >> chiarì Jimmy Peakes che si era occupato di pianificare l'attacco.

Quel pomeriggio era arrivata una soffiata, abbastanza sicura, su dove si trovasse Antonin Dolohov, “l'ultimo Mangiamorte” come l'aveva impropriamente definito la Gazzetta del Profeta. Non era l'ultimo, ma era sicuramente il più pericoloso ancora in circolazione. Dalla seconda guerra magica Dolohov aveva vissuto in clandestinità, braccato dalla legge, ma ugualmente imprendibile. Aveva acquisito in quegli anni un propensione davvero particolare per la fuga. Ogni volta che pensavano di averlo preso, quello spariva nel nulla.
Così la sua cattura era stata affidata alla squadra speciale.
Hermione era convinta che non fosse solo, non si spiegava altrimenti come riuscisse a fuggire ad ogni agguato, aveva dei complici e qualcuno che lo finanziava giacché il suo patrimonio era stato requisito dal ministero anni prima.

La squadra era praticamente al completo mancavano Hannah, perché era inutile metterla in pericolo, ed Harry che aveva preferito inviare due nerboruti Auror a sostituirlo facendo non poco bestemmiare Malfoy, il quale era anche parecchio irritato con la moglie che non ne aveva voluto sapere di rimanere a casa. Lei era un Auror esattamente come lui e come tale andava in missione, questo era stato il suo lapidario commento. A quel punto Draco aveva abbassato la testa ed incassato il colpo, ma non aveva più proferito parola se non per rispondere a domande dirette con semplici monosillabi.

<< Le macchine sono due: io, Roger e i ragazzi su una, voi tre sull'altra. Hermione? Mettila all'orecchio, se ci perdiamo comunichiamo con quella >> disse Jimmy lanciando una ricetrasmittente alla ragazza che l'afferrò al volo e la mise all'orecchio.
Lei, Jimmy ed Harry erano gli unici a saper guidare; in assenza di Harry il compito passava a lei. Non che le dispiacesse, aveva sempre amato guidare, ma Draco odiava le auto e diventava parecchio nervoso, soprattutto se erano in missione.
Afferrò le chiavi che le porgeva Anthony senza dire una parola e fece scattare la serratura. I tre appoggiarono i borsoni nel bagagliaio. Portavano sempre dietro il necessario per la notte o per curarsi, in caso di appostamento avere viveri e coperte era una manna. Essendo le loro missioni fuori dall'ordinario avevano imparato ad essere sempre pronti a tutto. Draco portava pozioni in provette da lancio e rimedi per ogni tipo di ferita, Jimmy armi improbabili, Hermione i suoi libri. Insomma ognuno si ingegnava per non farsi trovare impreparato dagli eventi.
Silenziosamente salirono sulla berlina nera. Draco al suo fianco come sempre, odiava viaggiare dietro, anche se non sapeva guidare pretendeva di avere il controllo della situazione.

Anthony sbuffo appena l’auto si mise in moto, attirando lo sguardo della ragazza nello specchietto retrovisore.
<< Hermione perché Harry non risponde alle mie chiamate?> > chiese piano fissandola nel piccolo riflesso; nel silenzio dell'abitacolo quella frase parve urlata alla ragazza.
<< E' indisposto >> rispose laconica, come aveva fatto durante l'intera giornata a chiunque le avesse posto quella domanda.
<< E' da Venerdì sera che tento di parlare con lui, ma non mi ha mai risposto. Non ripetermi che è indisposto perché so per certo che sta bene, sabato sera era al ricevimento con voi e ieri ha parlato, anzi litigato con Ginny >> disse lui sempre più tristemente.
<< Ecco bravo, pensaci un attimo e forse la risposta la trovi. >> mormorò sarcastico Draco, ricevendo un occhiata di ammonimento dalla ragazza.
<< Quindi lo sa >> disse l'altro tetramente.

Hermione lo trafisse dallo specchietto, anche a lei non era proprio andata a genio la scoperta del tradimento di Anthony, visto il rapporto che aveva stretto con Harry in quegli anni.

<< Hermione non guardarmi così. Non so nemmeno io com'è successo, ero andato a cercare Harry per riferirgli l'esito di un'analisi importante che mi aveva chiesto di fare e non trovandolo in ufficio avevo creduto necessario raggiungerlo a casa, vista l'entità della cosa. Poi non so come mi sono trovato su quel letto con Ginny. So di aver sbagliato, Herm, lo so ma io … Merlino! Sono due giorni che non penso ad altro. Harry non mi risponde e non lo trovo da nessuna parte. Ginny ieri pomeriggio è piombata a casa mia urlando come un invasata che dovevo prendermi la colpa di quanto avevo fatto. Non ho fatto niente Herm, davvero, non avevo nemmeno mai pensato a lei in quel modo. Mi ha aperto la porta con solo la vestaglia addosso e poi … Cristo che casino! >> disse affondando il viso nelle mani.
<< Non è a me che devi dirlo >> rispose Hermione senza più distogliere l'attenzione dalla strada. Jimmy guidava abbastanza velocemente, la cosa non le aveva mai creato problemi, ma non poteva risolvere i problemi esistenziali di Anthony, guidare e tentare di tenere a freno la rabbia tutto insieme. Ignorare Anthony avrebbe attenuato la rabbia e fu quello che fece.
<< Hermione? >> ritentò lui.
<< Non ora e non a me >> tagliò corto la ragazza.


Harry era agitato. Aveva passato la giornata con Narcissa, chiacchierando o leggendo, ma soprattutto aveva tentato per tutto il giorno di convincersi di non essere un codardo.
Malfoy aveva dannatamente ragione però; lui era un codardo, non voleva affrontare Anthony per non ammettere di essere stato due volte tradito. Merlino! Non si era mai trovato così spesso d'accordo con il biondo Serpeverde come negli ultimi tre giorni. Avevano passato anni ad insultarsi ed odiarsi, per poi ritrovarsi a lavorare insieme, cresciuti e cambiati. Avevano trovato un loro equilibrio. Come diceva Malfoy non erano e non sarebbero mai stati amici, ma avevano un buon feeling almeno sul lavoro. Ritrovarsi a dargli ragione così tante volte in pochi giorni lo irritava a morte.
Non era però nervoso solo per questo. La missione della sua squadra lo metteva in ansia. Aveva valutato se parteciparvi o meno, poi consigliato anche da Narcissa aveva deciso di rinunciare. La Signora Malfoy gli aveva cortesemente fatto notare come il suo nervosismo non avrebbe aiutato la buona riuscita della missione. Aveva la testa da un'altra parte una condizione pessima per affrontare una cattura, specialmente di uno come Dolohov. Avrebbe solo rischiato di mettere a repentaglio i suoi compagni, ma il rimanere indietro mentre altri combattevano la sua guerra non era da Harry James Potter. L'inattività non faceva per lui.
Avrebbe affrontato Anthony il giorno dopo, lo doveva a se stesso ed al suo lavoro, non poteva restare lì a nascondersi, aveva un lavoro da portare avanti e il mondo magico da proteggere, i suoi problemi sarebbero dovuti passare in secondo piano per il bene superiore, come era sempre stato per lui.
Mentre maturava questa decisione misurava a grandi passi il salotto in attesa di notizie della sua squadra.

<< Sicura di star bene? >> chiese Draco preoccupatissimo.
<< Per l'ennesima volta si, niente di grave, solo qualche graffio. >> rispose sbuffando la ragazza mentre guidava alla volta del ministero.
La cattura era andata a buon fine, ma era stata più difficile del previsto. Dolohov era ben protetto e non solo da incantesimi, aveva dei mezzo giganti come guardie del corpo, numerosi fra l'altro. Anthony non c'era con la testa e aveva fatto più danni che altro, per fortuna lei lo aveva tenuto d'occhio ed era riuscita ad evitare il peggio. La gamba sinistra le faceva parecchio male, così come la schiena, ma almeno non sanguinava come Goldstein che era stato costretto a smaterializzarsi al San Mugo con Roger come supporto.
Gli altri avevano chiamato rinforzi e tradotto il fuggitivo ad Azkaban, con buona pace del mondo magico che poteva tornare a dormire sonni tranquilli. Anche Hermione agognava il suo letto ed un bagno caldo.

<< Ti ho visto zoppicare, non mi sembra sia segno di benessere >> le rispose irato il marito.
<< Tra poco arriveremo al ministero e potremo smaterializzarci a casa. Un buon sonno e sarò come nuova! >> proferì lei tentando di porre fine a quel diverbio. 
Era troppo stanca per affrontare un marito preoccupato, soprattutto se il marito in questione era un testardo Serpeverde che voleva sempre l'ultima parola su tutto.
<< Emi hai rischiato grosso stasera. Non puoi sempre proteggere tutti. Se non ti avessi buttato a terra ora ci saresti tu al San Mugo e non quell'idiota di Goldstein, ma non finisce qui. >> disse indispettito Draco.

Aveva avuto una paura fottuta, quando aveva visto quel dannato lampo di luce verde si era gettato sulla moglie salvandola da morte certa. Lei stava combattendo come una leonessa, per se e per Goldstein che chiaramente non era in grado di farlo, senza accorgersene si era ritrovata Dolohov alle spalle e da buon Mangiamorte qual'era quello gli aveva scagliato contro una “maledizione senza perdono”.
Mentre la rimetteva in piedi e schiantava un paio di mezzi giganti, Goldstein era stato ferito. Poco male, aveva pensato Draco, magari avrebbe imparato che quando si è in missione non si posso avere altri pensieri. 
Una contraddizione interna la sua, visto che egli stesso in ogni missione aveva un pensiero unico e prepotente, proteggere Hermione!

La ragazza non aveva commentato l'accusa del marito, sapeva che era nel giusto. Aveva rischiato parecchio quella sera, almeno Harry era al sicuro, se no le sarebbe toccato di combattere per tre e non per due, certa com'era che l'amico non versasse in condizioni molto migliori di quelle di Anthony.

Il rumore della porta che si apriva fece riprendere finalmente fiato ad Harry. Erano tornati. 
Il Patronus di Jimmy lo aveva informato della cattura e del ricovero di Anthony per quella notte, ma non aveva dato notizie dei due amici. Corse nell'atrio trovandoli a battibeccare sulle condizioni della ragazza.

<< Sto bene, finiscila una buona volta! >> stava urlando lei esasperata.
<< Oh sì. E la gamba la trascini per sport vero? >> fu la risposta furente di lui.
<< Cos'è successo? >> chiese Harry raggiungendoli.
<< E' successo che abbiamo catturato Dolohov e come avevamo immaginato non era solo, tutt'altro. Mezzo giganti, per l'esattezza otto mezzo giganti. >> disse Hermione ignorando il marito.
<< E due Auror deficienti >> commentò quello beccandosi un insulto a mezza voce dalla ragazza.
<< Cosa? Come? >> chiese Harry cercando di capirci qualcosa.
<< Visto che è tanto ben disposto te lo spiega Draco, io ho bisogno di un bagno caldo. A domani >> disse lei dirigendosi svelta verso il piano di sopra, seguita dallo sguardo adirato del marito.
<< Malfoy che cazzo è successo e perché Hermione zoppica? >> disse Harry ben deciso ad avere delle risposte.

Draco sbuffando si diresse verso il salotto per prepararsi un Firewhisky, aveva bisogno di qualcosa di forte, poi avrebbe affrontato la moglie.
Malfoy da bravo Auror qual'era fece il resoconto dettagliato della missione ad Harry, anzi, fin troppo dettagliato visto che non lesinò commenti al vetriolo all'indirizzo di Goldstein e della moglie, sempre pronta a fare l'eroina senza valutarne i rischi.
<< Potter quello era completamente fuori, già dai suoi discorsi in macchina avrei dovuto capire che non era in grado di affrontare uno scontro, abbiamo contenuto i danni, ma io pretendo che venga ripreso. >> disse lui guardandolo fisso, aveva deciso, avrebbe fatto formale richiamo. In quel modo obbligava anche Harry a parlargli visto che era compito suo convocare gli accusati di negligenza. Anche Potter parve capirlo, ma preferì fare un'altra domanda.
<< Cosa ha detto? >> chiese fissando il fuoco del camino.
<< Non sarebbe compito mio, visto che parlava con Emi, ma ero lì e penso che lei sia combattuta se dirtelo o no. Come sai a me non frega un cazzo dei vostri casini, soprattutto ora che ha rischiato di andarci di mezzo la salute di mia moglie. Quindi te lo dico. Goldstein ha detto ad Emi che è da venerdì sera che tenta di parlarti ma tu non gli rispondi >> disse guardando l'altro che annuì brevemente ma non lo guardò. << Le ha raccontato che era andato da te per consegnarti un referto urgente, ma gli ha aperto Ginny in vestaglia, da lì sono finiti sul letto, anche se lui dice che non era sua intenzione. Il credergli o meno è decisione tua. >> terminò per poi scolarsi il secondo bicchiere di Whisky.

Rimasero in silenzio alcuni secondi rimuginando su tutto, sulla missione e sulle confessioni di Anthony alla luce di quanto aveva scoperto in quei giorni su Ginny.

<< Tu cosa ne pensi? >> chiese infine Harry, tanto ormai aveva appurato che alla fine gli avrebbe dovuto dare ragione, perché in quella faccenda l'unico che sembrava vederci veramente chiaro era proprio Malfoy.
<< Se vuoi la mia opinione, e ti assicuro che non ti piacerà, sono convinto che Goldstein sia solo un idiota che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Davanti ad una piattola probabilmente su di giri. Anthony non è brutto e lei è parecchio zoccola, quindi penso che l'iniziativa l'abbia presa lei. Lui probabilmente ha solo spento il cervello per attivare … altre parti del corpo >> disse infine.
Ancora una volta Harry annuì. Avrebbe ascoltato Anthony il giorno dopo, poi avrebbe chiuso quella brutta faccenda nel cassetto più remoto della sua mente e sarebbe andato avanti con la sua vita.
<< Vado a vedere come sta Herm >> disse infine alzandosi.
<< Non così in fretta Potter. >> disse l'altro trattenendolo.
<< Non ce n'è bisogno Malfoy, domani comunque gli parlo. >> cercò di mediare Harry.
<< No, non me ne frega un cazzo te l'ho già detto, stasera mia moglie si è quasi beccata una Avada e questo io non posso tollerarlo. Io Draco Lucio Malfoy, Auror di ….>>


POSTO PICCOLO:

Eccomi finalmente, scusate se ci ho messo molto, ma prima le ferie e poi il rientro mi hanno impedito di postare prima. Grazie a tutti quelli che mi hanno augurato buone ferie, sono state fantastiche!!!!

Bene veniamo a noi. Spero che non mi insulterete più di tanto, visto che sono una schiappa nelle scene di azione ho sorvolato e dato solo il resoconto. Non vi scoraggiate i prossimi capitoli sono quelli che aspettate, ma l'antefatto ci voleva.

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Un bacione Lisa 

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Capitolo 16
*** 16. ***


16.

16 –

La doccia calda le aveva disteso un po' i nervi, ma la gamba era ridotta male, anche l'altra era piuttosto livida e la schiena era quasi completamente viola. Draco avrebbe dato in escandescenza, soprattutto perché nel bagno non aveva trovato nemmeno una pozione curativa, segno evidente che il marito le aveva fatte sparire per sapere se lei era ferita e quanto.

Sbuffando si passò piano la spugna profumata di bucato sul corpo, era morbida, ma le fece male ugualmente. Mugugnando infilò la biancheria, il problema sarebbe stato mettere il pigiama. Per quella volta avrebbe optato per un pigiama ben coprente che usava quando ancora non era la Signora Malfoy e dormiva sola in un letto vuoto e freddo. Avrebbe avuto caldo durante la notte, ma avrebbe nascosto i lividi al marito.

<< Sto entrando >> fu l'unica cosa che questi proferì mentre apriva la porta, lei sconvolta più per l'inatteso ingresso che per la sua quasi nudità, strillò appena.

Lui in risposta inarcò il sopracciglio dorato.

<< Ti mette così a disagio mostrarti in intimo a me? Preferisci che chiami mia madre? >> chiese pacato.

<< Non è per quello, anche se beh è un po' … imbarazzante, mi hai spaventato, non credevo entrassi nel bagno >> disse la ragazza cercando di riacquistare un comportamento dignitoso.

<< Imbarazzante? >> chiese lui.

<< Beh sono mezza nuda >> gli rispose con ovvietà.

<< Già >> rispose l'altro come se se ne fosse appena accorto.

Non era imbarazzato Draco, tutt'altro, era ammaliato. Sua moglie in biancheria intima di pizzo nero era una visione paradisiaca. Deglutendo a vuoto posò la borsa delle pozioni sul mobile del lavabo, dandole le spalle.

Doveva curarla, poi avrebbe ripensato a quanto bella fosse la sua Emi.

<< Girati >> disse prendendo in mano la pozione curativa che aveva inventato lui stesso. Con i lividi era portentosa. Toglieva subito il dolore e faceva riassorbire l'ematoma in meno di un giorno.

Quando lei obbediente gli volse le spalle lui strinse i pugni.

Il bellissimo corpo di sua moglie era una distesa pressoché uniforme di ecchimosi e piccoli tagli, il ginocchio era gonfio e aveva un lungo taglio sul polpaccio sinistro. Per fortuna che stava bene, pensò sarcastico.

<< Perché non mi volevi dire che sei ridotta così Emi? >> chiese mentre dolcemente spalmava la pozione sulla schiena che era il punto più martoriato.

<< Perché ti saresti preoccupato ancora di più >> disse lei intercettando il suo sguardo nello specchio di fronte a loro.

<< E non è compito di ogni marito preoccuparsi del benessere della propria moglie? >> chiese lui

<< Si ma … >> tentò lei.

<< Ma cosa? >> la incalzò il ragazzo.

<< Non dovresti sentirti obbligato solo perché mi hai sposato >> disse lei fissando il pavimento, la voce ridotta ad un sussurro, le faceva male pensarlo eppure non doveva permettersi di fraintendere l'obbligo con il reale interesse. Si erano avvicinati questo era vero, soprattutto negli ultimi giorni avevano inaugurato una nuova intimità di baci passionali e carezze, ma c'era sempre l'astinenza di lui da tener presente. Lei era abituata ormai, ma per lui era una cosa nuova.

Lui la prese per le spalle e la girò nella sua direzione. Occhi negli occhi.

<< Questa sera, quando ho visto … quando stavi per essere colpita Hermione, io mi sono sentito … morire quasi. L'idea di perderti mi è insopportabile e non solo perché ti devo proteggere in quanto mia moglie, ma perché … perché sei tu, ecco, perché io sono io solo quando sono con te. Capisci? Tu non sei solo mia moglie Emi. Tu sei il mio intero mondo >> detto questo la strinse e la baciò con trasporto.

Aveva abbattuto in un soffio tutti i rigidi paletti che si era posto in quella relazione, ma aveva rischiato di perderla e mai come allora aveva capito quanto l'amasse e lei non poteva e non doveva credere che si trattasse solo di senso del dovere.

Hermione rispose con veemenza al bacio stringendosi a lui forte e abbandonandosi a quel trasporto.

Mai nessuno le aveva detto cose tanto belle, mai nessuno l'aveva fatta sentire così importante e amata.

Quando Draco la strinse forte tra le braccia alla ragazza sfuggì un lamento. Non voleva interrompere il momento ma il dolore era troppo acuto. Lui staccandosi velocemente la osservò attento.

<< No >> disse lei << No ti prego torna qui >> sussurrò lei.

Lui le sorrise dolcemente << Prima ti rimetto a nuovo amore mio >> le disse e riprese a curarla.

<< Volevi veramente indossare questa schifezza? >> chiese perplesso Draco rigirandosi il pigiama di Hermione tra le mani facendola arrossire.

<< Non trovavo le pozioni e se mi avessi vista così … >> mormorò cercando di spostare lo sguardo altrove.

<< Non farlo mai più d'accordo? Se ti fai male me lo devi dire. >> disse lui prendendola delicatamente per il mento e riportando gli occhi nei suoi.

Lei annuì e tentò di riafferrare il pigiama per indossare qualcosa, ma lui lo fece evanescere, lasciandola a bocca aperta.

<< Sei decisamente più bella così! >> gli rispose con un ghigno per poi sollevarla tra le braccia e portarla nel loro letto.

Dopo averla appoggiata con cura al centro di esso si liberò veloce della divisa che ancora indossava ed in boxer la raggiunse.

Lei non gli aveva tolto di dosso gli occhi nemmeno un attimo. Draco che si spogliava era uno spettacolo troppo allettante per perderne anche solo un fotogramma, lui accortosi dell'espressione rapita della moglie sogghignò.

<< Dimmi se ti stringo troppo ok? O se le gamba ti da problemi >> le disse tornando serio per poi prenderla tra le braccia.

Hermione però era troppo presa dal momento per prestargli attenzione. Rapida si strinse a lui e cercò le sue labbra. Lo voleva come non mai dopo quello che gli aveva detto nel bagno. Forse non era il momento migliore, ma spiegarlo ai suoi ormoni ormai impazziti non era affatto semplice.

Anche Draco era piuttosto preso, aveva avuto veramente paura di perderla e sentirla così, viva e invitante su di lui, stava definitivamente dicendo addio alla cautela che lo aveva caratterizzato fino ad allora. Come sempre però ci pensò Harry a rovinare il momento.

<< Hermione??? Posso entrare? Stai bene? >> chiese da dietro la porta chiusa della stanza.

Draco grugnì, mentre la ragazza si girava verso la porta.

<< Si sto bene Harry, vai pure a dormire >> tentò Hermione ben sapendo che il ragazzo non si sarebbe accontentato.

<< No fammi entrare, voglio vederti. >> protestò infatti.

<< Potter veramente non è il momento >> sbraitò Draco sempre più alterato.

<< Malfoy apri questa cazzo di porta o la butto giù, sono stato chiaro? >> fu l'altrettanto alterata risposta.

Hermione si sollevò sul letto recuperando le vestaglie di entrambi, ma Draco le fece cenno di no guardandola male. Aveva veramente intenzione di aprire a Potter? Un momento prima stavano per … beh Draco non aveva idea di fino a dove si sarebbe spinti, ma sicuramente non si sarebbe fermato se non su esplicita indicazione della moglie. Ormai la voleva in modo quasi doloroso e dal modo in cui lo aveva baciato poco prima era quasi certo che anche lei lo volesse.

La ragazza indossò la vestaglia chiudendola al meglio sul seno, velato solo dal leggero reggiseno di pizzo, per poi riporre quella del marito sulla poltrona accanto al letto, sarebbe stata ancora una lunga notte e purtroppo non nel senso che aveva sperato fino a pochi istanti prima.

<< Quanto erano gravi questi “lividi” Hermione? >> chiese Harry serio a braccia incrociate mentre a pochi metri di distanza fissava l'amica, seduta su letto accanto al marito, il quale incurante della sua quasi completa nudità lo fissava come se avesse voluto trapassarlo.

Distrattamente Harry concluse di aver interrotto un altro momento intimo, di una coppia che si professava di comodo, ma che si comportava come ben poche. L’amore c’era tra loro, di questo Harry era ormai persuaso. Malfoy era imbufalito per quanto aveva rischiato la moglie, segno che a lei ci teneva e parecchio. In più i due coniugi avevano un rapporto invidiabile.

La voce irritata oltre ogni dire di Hermione lo costrinse ad accantonare quelle riflessioni.

<< Erano lividi, ok? Draco mi ha già medicata. Domani sarò come nuova. Possiamo finirla con quest'interrogatorio >> rispose lei seccata. Non solo aveva interrotto quella che si preannunciava come la notte in cui avrebbe “consumato” il suo matrimonio, ma si permetteva pure di aggredirla, in casa sua, nella sua stessa stanza da letto. Inaudito! Draco aveva già minacciato più volte di affatturarlo in quei giorni, ma rischiava di essere lei alla fine a schiantare l'amico se non la smetteva di farle sempre le stesse domande. Erano ormai dieci minuti che la incalzava con le medesime questioni e gli stessi rimproveri.

<< Devo capire l’entità dei danni che hai riportato Hermione, lo capisci? Devo appurare quanto sia stato frutto dello scontro e quanto del tuo difendere Goldstein che a quanto pare non ha fatto il suo dovere durante la missione >> affermò seriamente. 
Certo era preoccupato della salute dell’amica, anche se il fatto che Malfoy fosse spaparanzato in boxer nel letto con lei era chiara testimonianza che essa non corresse alcun pericolo. 
Difficilmente Malfoy avrebbe soprasseduto sulla salute della moglie, non dopo la piazzata che aveva fatto al piano di sotto, appena rientrati dalla missione. Deducendo quindi che l'amica stesse abbastanza bene era ora interessato alla dinamica del accaduto, il giorno dopo avrebbe dovuto convocare Anthony e voleva essere il più preparato possibile, onde evitare che i suoi avversi sentimenti per il collega prendessero il sopravvento sulla sua rinomata imparzialità. Essendo il capo degli Auror era suo preciso compito condurre l'indagine nel modo più accurato possibile.

<< Harry, sono certa che Draco ti ha fatto un resoconto dettagliato di quanto avvenuto e visto che non ho la benché minima intenzione di fare un richiamo formale per quanto successo stasera non vedo come … >> ma la frase rimase in sospeso mentre spostava lo sguardo dall’amico al marito steso accanto a lei il quale si era impercettibilmente irrigidito.

<< TU! >> disse puntando gli occhi fiammeggianti in quelli imperturbabili di Draco.
<< Come diamine ti sei permesso? Non spettava a te fare reclamo, ma come sempre hai deciso tutto tu, senza neanche avere la decenza di avvertirmi delle tue intenzioni. >> disse amaramente. Quando si trattava di lavoro le loro indoli si scontravano facilmente. Hermione era sempre stata una persona indipendente, se sposandosi aveva rinunciato ad un certo tipo di autonomia, non era certo disposta a farlo nel suo lavoro. Lei era un Auror, uno dei migliori a voler essere pignoli e a nessuno, tanto meno ad un marito iperprotettivo, avrebbe concesso il privilegio di mettere in dubbio le sue capacità o il suo giudizio.

<< Ti avevo avvertita Emi che non sarebbe finita così >> disse lui seriamente.

<< Non ne avevi il diritto! >> ribadì lei ferita allontanandosi, senza nemmeno accorgersene, da lui.

Draco strinse i denti, quando aveva pronunciato la formula che obbligava Potter a mettere sotto indagine Goldstein per negligenza durante una missione, sapeva che si sarebbe adirata, ciò nonostante l’aveva fatto ugualmente per Potter e anche per rabbia. Quella rabbia cieca che lo aveva avvolto quando si era reso conto che quel cretino stava mettendo a repentaglio la vita di Hermione.
Lui la stimava molto come donna e come Auror, lo aveva sempre fatto da quando si erano rincontrati e finalmente conosciuti sul serio, non era lei che voleva mettere in dubbio ma questo Hermione non l’avrebbe capito o perlomeno non in quel momento.

<< Tu non l’avresti fatto >> disse calmo, ben sapendo che perdere le staffe avrebbe solo infiammato il carattere impetuoso della moglie.
<< NO, perché non era necessario, nessuno si è fatto troppo male. Anzi quello conciato peggio è proprio Anthony! Ti rendi conto che oltre a questo dovrà essere convocato da Harry domani, quale capo degli Auror spetterà a lui l’interrogatorio >> disse esasperata al marito per poi accigliarsi subito.

<< Era questo che volevi giusto? >> disse fissandolo con occhi gelidi. << Volevi costringere Harry a parlargli. Hai usato questa storia, hai usato ME, solo per ottenere ciò che volevi. Sei una viscida serpe, ecco cosa sei >> gli disse veramente ferita.

<< Emi ascoltami >> rispose lui mettendosi seduto e cercando di prenderle le mani, ma lei si ritrasse nuovamente. Innervosito dalla reazione di lei, cercò comunque di rimanere calmo. Doveva farla ragionare. 

<< Ammetto che una parte di me ha approfittato della cosa per mettere Potter davanti hai suoi problemi, non serve a nulla nascondersi e lo sappiamo tutti. Tuttavia ha messo a repentaglio la tua vita Emi, tu hai messo in pericolo la tua stessa vita per proteggere lui e per cosa? Non era in grado di affrontare la missione e lo sappiamo tutti e due. Tu stasera eri la più alta in grado, dopo Goldstein, avresti dovuto rimandarlo a casa quando hai capito che non poteva essere concentrato abbastanza per uno scontro, avrei dovuto farlo io, ma nessuno dei due lo ha fatto. Goldstein stesso avrebbe dovuto rinunciare, come ha fatto Potter. Ora capisco che tu voglia proteggerlo, ma ha sbagliato e deve rispondere dei suoi errori. >> terminò guardandola intensamente.

<< Quindi secondo questo tuo ragionamento dovremmo essere tutti richiamati? >> gli rispose lei. La parte razionale del suo cervello le diceva che Draco aveva ragione, almeno in parte, Anthony se fosse stato lucido non avrebbe mai messo così a repentaglio la missione. Però l'aveva scavalcata. Non le aveva lasciato possibilità di scelta. Si era arrogato il diritto di soverchiare la sua autorità ed il suo giudizio e questo non poteva sopportarlo.

<< Tu credi? >> gli disse beffardo.

<< Io credo di avere un grado più alto del tuo e come tale spettava a me prendere o meno una decisione del genere >> rispose arrabbiata lei, mentre incrociava le braccia al petto.

<< Vuoi farne una questione di grado? >> gli disse lui scrutandola a fondo.

<< Tu non puoi permetterti di prendere le decisioni al mio posto, lo capisci Draco, o costringere Harry a fare quello che non vuole. >> rispose sconsolata. 

<< Devi darci fiducia se vuoi lavorare con noi. Draco devi avere fiducia in me se vuoi che questo matrimonio funzioni. >> terminò infine, mostrando palesemente quanto era ferita dal comportamento di lui.

<< Hermione >> la richiamò Harry, che era rimasto ad osservarli durante quello scambio senza intromettersi << ha ragione Malfoy. Se ha sbagliato deve essere messo sotto indagine, se non lo ha fatto ti assicuro che il mio giudizio sarà imparziale com'è sempre stato. Non possiamo permettere che una negligenza ci porti a perdere uno qualsiasi dei nostri Auror. Noi siamo l'eccellenza e come tale dobbiamo agire. Lo dobbiamo al ministero ed alla comunità magica. >> concluse seriamente. La consapevolezza del ruolo che ricopriva era chiara sia nel suo sguardo che nel suo discorso.

<< Io ti conosco praticamente da sempre Herm. So come sei fatta, so che difendi sempre tutto e tutti e come me lo sa anche tuo marito. Però nonostante apprezzi questo tuo altruismo, sai che come tuo capo non lo approvo. Ci sono delle regole nel nostro lavoro e tutti dobbiamo rispettarle a dispetto dei nostri problemi personali. Perché il nostro è un lavoro al servizio della comunità e il bene supremo deve venire prima di noi stessi. >> detto ciò la guardò abbassare il capo, così si avvicinò a lei e le posò un bacio tra i capelli.

<< Ora fai pace con tuo marito, io e te parleremo domattina in ufficio prima che io convochi Anthony >> disse salutando con un cenno Malfoy, prima di uscire dalla stanza.



POSTO PICCOLO:

Ma ciao!!!! Sorprese??? Beh sul onda del entusiasmo (anche se mi aspettavo di meglio) della visione del ultimo film della saga di Harry Potter, ho deciso di postarvi quello che in assoluto è il mio capitolo preferito di questa storia.

Ora a voi l'ardua sentenza, per favore non lanciate maledizioni (soprattutto se senza perdono!) al autrice o al povero piccolo Potty.


GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

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Capitolo 17
*** 17. ***


17.

17 –

Rimasti soli i due sposi si fronteggiarono a lungo, l'atmosfera creata poco prima nel bagno era ormai un vago ricordo.

<< Io ho fiducia in te Emi, ma come ha detto Potty ti conosco. Non avresti fatto rapporto e questo è sbagliato. Se io non ti avessi buttato a terra Hermione, tu saresti morta a quest'ora lo capisci? Capisci perché voglio e pretendo che non accada mai più una cosa del genere. Sono anni che lavoriamo insieme e sai che ti rispetto. Ciononostante proprio perché sono anni che ti osservo so che se qualcuno è in difficoltà tu ti metti a proteggerlo, senza badare alla tua incolumità. Se posso ammirare questo tuo altruismo, non posso accettarlo se ti porta a rischiare. Non posso. >> disse tentando nuovamente di avvicinarla e questa volta lei non si ritrasse. Così Draco si obbligò a confessare alla moglie un po' del suo passato, sperando che comprendesse quanto l'amava.

<< Hai fatto con Goldstein quello che facevi con Weasley, quando era un Auror >> mormorò guardandola di sottecchi, li aveva osservati tanto, il più delle volte chiedendosi cosa ci facesse una donna del genere con un babbeo tale. Lei era l’unica dell'intero corpo degli Auror che lo aveva accettato fin da subito, Potter si limitava ad ignorarlo, e questo aveva portato Draco ad osservare per la prima volta seriamente quella che negli anni della scuola era stata per lui solo la “Mezzosangue amica di Potter”. Scoprendo in lei una ragazza fisicamente attraente e dal cuore grande, talmente grande che aveva trovato un posto anche lui in quel cuore.

Lei piegò la testa con aria interrogativa. << Che intendi? >> disse un po' a disagio, Ron non era un argomento di cui amava parlare, specialmente col marito.

<< La prima volta che ho lavorato con la donnola ho rischiato l'osso del collo, non capivo come un inetto del genere potesse essere un Auror, addirittura più alto in grado di me. Sono stato perfino richiamato perché la missione che avevamo condiviso era andata uno schifo. Quando mi difesi dicendo che Weasley era stato inutile e che anzi mi aveva solo intralciato, ovviamente non mi credettero. Lo sai anche tu come mi trattavano i primi tempi. Lui era uno degli eroi, mentre io ero solo un ex Mangiamorte. Venni richiamato ufficialmente. Però qualcosa non mi tornava. Se Weasley era così bravo, perché con me si era dimostrato il solito deficiente? Così cominciai a chiedere di essere affiancato alle sue missioni, ma come retroguardia, volevo capire, e passare o meno per codardo non avrebbe aggravato di tanto la mia condizione. Allora capii. Tu e Potter, come sempre, gli paravate il culo. Lui era più o meno inutile in missione, eravate voi a fare il lavoro per due. Potter deve essersi rotto in fretta, poi stava facendo carriera velocemente, così sei rimasta solo tu. Non a caso ha lasciato gli Auror appena hai chiesto di fare coppia con me, sapeva che per lui era finita senza di te. Tu lo coprivi, lo difendevi, lo proteggevi. Lasciato a se stesso non avrebbe avuto scampo >> disse infine guardandola.

<< Farei lo stesso per te >> disse lei risoluta.

Draco sorrise, mentre una piccola parte di lui gioiva a quel ammissione.

<< Emi non è questo che intendevo, tu non dovresti rischiare proprio per nessuno, nemmeno per me. Soprattutto non dovresti rischiare tanto come hai fatto questa sera, capisci? >> le disse accarezzandole il viso, mentre lei lo guardava e annuiva.

<< Dovevi parlarne prima con me >> mormorò appena la ragazza, tentando di ignorare le lacrime che premevano per uscire.

<< Mi avresti ascoltato Emi? Si sincera ti prego. Avevi già deciso che non avresti sporto richiamo verso Goldstein, né la mia rabbia né la giustezza dei miei ragionamenti ti avrebbero convinto. Perché tu sei così, prendi da sola le tue decisioni e non permetti a nessuno, nemmeno a tuo marito di contraddirti. È una delle tante cose che mi fanno impazzire in te >> disse sorridendo appena.

<< Tu invece vuoi decidere per tutti, puoi anche avere ragione Draco, ma devi dare agli altri il tempo di maturare le proprie scelte. Forse tu le cose le capisci prima, o le vedi prima, so che lo fai per il mio bene e anche con Harry lo stai facendo, ma noi non siamo te. Abbiamo i nostri tempi. Dovresti imparare a rispettarli. Apprezzo, e lo sai, che tu mi dica sempre quello che pensi. Che mi prepari in un certo senso a quello che sai che avverrà. Ma come ti ho detto per Harry stamattina, devi lasciarci prendere le nostre decisioni >> rispose accorata lei.

Lui annuì appena. Per Potter era questione di stima, forse, di quel rispetto che si deve ad un onorevole avversario, che lo spingeva a spronarlo ad affrontare i suoi problemi. Per Hermione invece era la paura che lei soffrisse, che rimanesse ferita fisicamente o meno dagli eventi. Sapeva in fondo di sbagliare quando tentava di imporsi, ma lo faceva con le migliori intenzioni.

La ragazza rabbrividì appena attirando la sua attenzione. 

<< Hai freddo? >> le chiese subito, ricordando di aver fatto evanescere il pigiama di lei.

<< Un po' >> ammise lei guardandosi la vestaglia di seta stretta addosso. << Ti prendo un pigiama o qualcosa da indossare? >> chiese premurosamente il ragazzo facendola arrossire e scuotere il capo.

Non voleva rivestirsi, non in quel momento. Voleva che fosse Draco a scaldarla, ma prima doveva chiarire una volta per tutte quella faccenda.

<< Voglio che mi prometti che parleremo prima di prendere decisioni che riguardano entrambi, che mi terrai sveglia anche tutta la notte per farmi ragionare se sarà necessario, ma che non prenderai mai più decisioni al mio posto >> disse risoluta.

<< Emi … io non lo faccio perché non rispetto le tue idee, vorrei che questo fosse chiaro, è che … cazzo ero arrabbiato e … spaventato. >> ammise alla fine fissando lo sguardo altrove.

La carezza calda di lei sul viso lo convinse a guardarla.

<< Lo so. Però promettimelo lo stesso >> disse lei sorridendogli al ché lui annuì riluttante.

<< Pensi che potremmo considerarla una tregua o proprio una riappacificazione? >> lo incalzò lei avvicinandosi per farsi stringere dalle calde braccia del marito. La rabbia di entrambi era ormai sfumata, lasciando posto forse ad una nuova consapevolezza nel loro rapporto. Per quanto avessero idee diverse potevano sempre cercare un accordo e dopo quella sera l’avrebbero sempre fatto.

Lui si sporse a baciarla dolcemente sulle labbra.

<< Io opterei per una riappacificazione, odio discutere con te >> disse quando si staccarono e lei scoppiò a ridere lasciandolo basito.

<< Perché ridi? >> le chiese sconvolto.

<< Perché tu adori litigare con me Malfoy, ammettilo! >> disse lei continuando a ridere.

<< Sarà anche vero Signora Malfoy, ma direi che ultimamente ho scoperto che mi piace di più quando mi perdoni e facciamo pace. >> le rispose sorridendo maliziosamente.

<< Quindi vuoi essere perdonato? >> chiese lei altrettanto maliziosa.

<< Oh sì. Possibilmente come ieri notte >> concluse lui attirandola tra le sue braccia e baciandola con ardore.



Avevano dormito poco anche quella notte e a rigor di logica non avrebbero dovuto presentarsi in ufficio fino al pomeriggio visto che la missione era finita ben oltre la mezzanotte, ma Hermione come sempre si svegliò presto, ormai troppo abituata ai ritmi spesso travolgenti che quel lavoro le aveva imposto fin da subito. Rigirandosi nel abbraccio caldo di suo marito lo osservò dormire per qualche minuto. Era così rilassato quando dormiva, la ferrea disciplina che imponeva ogni giorno a se stesso per essere sempre all'altezza della situazione si spegneva nel sonno, lasciando emergere quello che era in realtà un giovane uomo bellissimo; sì, pensò Hermione sorridendo, era veramente bellissimo. Anche quella notte si erano baciati a lungo, in intimo, si erano accarezzati dolcemente, conoscendo ogni curva del corpo dell'altro, ma non si erano spinti oltre. Forse era presto, forse lui aveva paura di correre troppo o di farle male, dato che la sera precedente aveva riportato numerose ferite.

Facendo meno rumore possibile la ragazza si diresse in bagno e si medicò nuovamente le ferite. Rientrando in camera si sorprese di vederlo ancora dormire, ma probabilmente era davvero stanco. Così si diresse alla cabina armadio e si preparò per la giornata di lavoro. Prima di abbandonare la stanza decise che era meglio lasciare un messaggio a Draco, sicuramente si sarebbe preoccupato non trovandola al suo risveglio e lei non voleva accadesse. Scarabocchiò poche righe su una pergamena ed indugiò alcuni secondi su come concluderla. Se avesse dato ascolto al suo cuore avrebbe concluso la breve missiva con un “ Ti amo “, ma non era ancora il momento di palesare così apertamente i suoi sentimenti, così optò per un semplice “ Un bacio Emi ” meno compromettente e sorridendo dei suoi stessi pensieri scese a colazione.



Harry stava bevendo il suo caffè e sfogliando la Gazzetta, mentre Narcissa controllava e divideva le lettere recapitategli da Bernard quella mattina, quando la ragazza fece il suo ingresso.

<< Emi tesoro, già sveglia? >> le chiese Narcissa con un sorriso.

<< Sai che non riesco a poltrire a letto >> disse lei sorridendo e raggiungendo il suo posto.

<< Suppongo che Draco dorma ancora, vero? >> ghignò l'altra facendola ridere.

<< Oh sì. Teoricamente fino a dopo pranzo non siamo tenuti a presentarci in ufficio e difficilmente lui arriverà prima di allora >> concordò Hermione mentre si serviva il caffè.

<< Quindi come mai tu sei già pronta ad andare? >> chiese Narcissa non capendo perché la nuora invece sembrava intenzionata ad andare al lavoro quella mattina.

Hermione ed Harry si scambiarono un occhiata, entrambi riluttanti all'idea di agitare la Signora Malfoy senza un reale motivo, poi Harry prese l'iniziativa.

<< Colpa mia Narcissa, ho chiesto ad Hermione di farmi un rapporto sulla missione di ieri sera, visto che era piuttosto importante e lei ha acconsentito ad accompagnarmi già questa mattina al ministero >> spiegò con un sorriso Harry, mentre la ragazza annuiva.

<< Quindi è andato tutto bene? Non vi siete feriti o cose simili, vero? >> incalzò Narcissa, quei due non la convincevano affatto.

<< Beh è stata dura in effetti. Dolohov non è mai stato uno che si fa catturare senza opporre resistenza, ma a parte qualche livido ce la siamo cavati. >> rispose la nuora fin troppo concentrata sul suo caffè.

<< Questo è sicuro >> concordò Narcissa.

<< Hermione andiamo? >> chiese Harry ben deciso a porre fine a quello scambio. Non voleva mentire a Narcissa, gli doveva tanto, ma preferiva evitarle delle inutili pene, visto che in fin dei conti tutto si era sistemato.

La ragazza annuì per poi salutare calorosamente la suocera e dirigersi verso l'ingresso.

Narcissa li osservò uscire e concluse che le stavano nascondendo qualcosa, sperava solo non fosse nulla di grave, poi quando Draco si sarebbe svegliato avrebbe chiesto spiegazioni a lui.



Harry ed Hermione giunsero al piano dedicato agli Auror e si diressero verso gli uffici in fondo al corridoio. L'ultimo in assoluto era quello di Harry. La porta sulla destra era quella di Goldstein, mentre sul lato opposto del corridoio vi era l'ufficio che Hermione, Draco e gli altri membri della squadra speciale dividevano. Sebbene Hermione avesse diritto ad usufruire di un ufficio personale aveva declinato l'offerta preferendo l'ufficio comune, un po' per non lasciare solo Draco, che da anni era sempre stato accanto a lei, un po' perché le piaceva quando l'ufficio era affollato e tutti insieme discutevano dei casi o di quanto successo durante la giornata. Si sentiva parte del gruppo, un gruppo che le piaceva molto e che aveva contribuito a formare, così amava viverlo in ogni aspetto, anche il più caotico visto che gli altri tre membri del ufficio tendevano ad essere rumorosi e disordinati. Quella mattina però quella zona del piano degli Auror era particolarmente silenziosa. Anthony probabilmente era ancora al San Mugo, mentre gli altri tre si dedicavano al loro meritato riposo.



Harry aprì la porta del suo ufficio, facendo spazio ad Hermione per entrare, furono subito accolti da Dolores, la segretaria di Harry. Era una donna corpulenta sulla cinquantina, un vero generale sostenevano coloro che avevano a che fare con lei, una persona adorabile a detta di Hermione che con lei si era subito trovata benissimo.

<< Hermione cara non dovresti essere a riposo questa mattina? >> la riprese subito Dolores con quell'affetto che spesso dimostrava solo alla ragazza.

<< Devo fare rapporto al capo Dolores >> rispose lei sorridendo.

<< Oh bene! Quindi il capo si è ripreso? >> chiese sollevando un sopracciglio verso Harry che sorrise imbarazzato. Dolores da brava segretaria qual'era sapeva benissimo che Harry non era affatto indisposto il giorno prima, aveva letto la Gazzetta quella mattina e sommato un po' di cose che da tempo non gli tornavano sulla relazione del suo principale con la più giovane dei ragazzi Weasley, facendo due più due gli era stato subito chiaro che qualcosa di poco piacevole era successa al ragazzo durante quel fine settimana. Lo aveva visto uscire venerdì dopo pranzo raggiante, chiedendole espressamente di evitare di comunicare con lui fino al lunedì successivo, ovviamente avrebbe dovuto contattarlo se la questione fosse stata grave, ma altrimenti tutto quanto sarebbe stato rimandato alla settimana dopo. Poi il lunedì era apparso quell'articolo. Dolores, madre di tre ragazzi che andavano dai venti ai quindici anni ci aveva visto subito qualcosa di strano che era stato prontamente confermato dall'assenza del ragazzo. La prima da quando aveva assunto quel ruolo, se si escludevano le due volte che era stato ricoverato al San Mugo per lesioni riportate in missione.

<< Si Dolores, sto molto meglio, grazie per l'interessamento >> rispose Harry a disagio, lui che non aveva mai avuto a che fare con una “vera” mamma, se si escludeva l'affetto sconfinato che Molly Weasley provava per lui, si sentiva spesso a disagio di fronte alla sua segretaria che lo guardava con quel cipiglio di chi sa che stai tentando di raggirarlo.

<< Gradite del caffè? >> chiese lei premurosa.

<< No grazie, ci sono messaggi? >> chiese invece Harry, cercando di guadagnare il suo ufficio.

<< OH si! Ci sono almeno venti gufi da parte della signorina Weasley e parecchi anche dal fratello, oltre agli auguri di pronta guarigione del ministro e di vari alti funzionari. In più c'è questo. >> disse alzando una lettera scarlatta.

Sia Harry che Hermione sapevano bene che cos'era. Era prassi che quando un Auror sporgeva reclamo, pronunciando una precisa formula, automaticamente sulla scrivania della segretaria del capo degli Auror apparisse una lettera scarlatta riportante la formula stessa, chi era stato a pronunciarla e a chi, oltre all'ora ed il luogo in cui il reclamo veniva pronunciato. Il protocollo imponeva di aprire il fascicolo e convocare l'Auror sotto inchiesta, oltre agli eventuali testimoni, poi a discrezione del Capo copia del fascicolo sarebbe stata inoltrata al ministro ed all'ufficio personale una volta accertata la veridicità delle accuse.

<< Stavo appunto aprendo il fascicolo, chi devo convocare? >> chiese professionalmente Dolores.

<< Beh Hermione è qui per rilasciare la sua dichiarazione, poi nel pomeriggio sentirò anche gli altri che hanno partecipato alla missione. Per quanto riguarda … l'Auror oggetto del reclamo, vorrei si informasse quando sarà dimesso dal San Mugo e gli comunicasse che è mia intenzione interrogarlo in serata. Grazie >> concluse il ragazzo, mentre faceva segno ad Hermione di precederlo.

<< Sarà fatto >> disse Dolores, mentre si domandava per quale ragione Draco Malfoy che aveva sporto reclamo non fosse ancora arrivato, visto che la moglie era già lì. Anche il luogo in cui era stata pronunciata la “formula di accusa” aveva attirato la sua attenzione, cosa ci faceva Harry James Potter a Malfoy Mannor a notte fonda? Quel fine settimana doveva essere stato decisamente movimentato per il ragazzo. Rimuginando su quanto appreso Dolores si mise al lavoro.




POSTO PICCOLO:

Scusate sono di corsa, domani c'è il festone per i quarant'anni di mio marito e non ho tempo. Vi lascio il capitolo e ammetto che non l'ho nemmeno riletto, portate pazienza. Vi voglio bene!!!!


GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Un bacione Lisa 

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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling.
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Capitolo 18
*** 18. ***


18.

18 –

Draco si stiracchiò nel letto rendendosi immediatamente conto di essere solo. Spalancando gli occhi incontrò un foglio di pergamena appoggiato sul cuscino della moglie.

Sono andata in ufficio con Harry per la deposizione in merito a ieri sera, tu riposa tranquillo non credo avrà bisogno di sentire nuovamente la tua testimonianza. Ci vediamo nel pomeriggio
Un bacio Emi

Sorridendo alla calligrafia un po' scomposta della moglie Draco si lasciò andare nuovamente tra le lenzuola. Sarebbe andato al lavoro nel pomeriggio come gli aveva suggerito lei, voleva lasciar loro il tempo di parlare, aveva promesso ad Hermione di rispettare le loro decisioni ed i loro tempi e sicuramente se fosse stato presente avrebbe fatto fatica a rimanere zitto. Quindi era decisamente più saggio non presentarsi fino a che non fosse stato strettamente necessario. Decise di concedersi una lunga doccia, visto che la sera prima non aveva avuto modo di farla e studiare qualcosa di speciale per la sua Emi. Ormai erano ad un passo da ciò che aveva lungamente atteso e voleva che tutto fosse perfetto ed indimenticabile per entrambi.

Lavato e pulito scese al piano di sotto per mangiare qualcosa. La sera prima avevano cenato con un panino poco gustoso, mentre pianificavano l'attacco, quindi era parecchio affamato. La tensione per quanto accaduto durante la missione era scemata anche grazie ai baci della moglie, quindi sorridente varcò la porta della sala da pranzo trovando apparecchiato solo il proprio posto, segno evidente che tutti gli altri occupanti della casa avevano già consumato la loro colazione. Distrattamente guardò l'orologio scoprendo così che erano le dieci e mezza. Aveva dormito parecchio quella mattina, ma dopo due notti passate a venerare le labbra di Hermione aveva davvero bisogno di una sana dormita.

<< Ti sei svegliato finalmente >> lo riscosse la voce leggermente indispettita della madre.

<< Buongiorno anche a te Madre >> disse lui sorridendole.

<< Si buongiorno, ora mi spieghi cos'è successo ieri sera, visto che in questa casa tutti vogliono tenermi all'oscuro. Ma cosa credono che io non capisca quando c'è qualcosa che non va? O che sia una povera donna dai nervi troppo fragili per essere informata sulle reali condizioni dei propri famigliari? >> continuò lei sempre più adirata.

<< Madre calmati per favore >> cercò di interromperla Draco, ma ormai Narcissa era partita e difficilmente si riusciva ad arginarla a quel punto.

<< Sono una Black io, ho sposato Lucius Malfoy e ospitato l'Oscuro Signore in questa stessa casa, pretendo che non mi si tratti come una donnetta isterica >> terminò lei guardando severa il figlio.

<< Mamma nessuno ti tratta come una donnetta isterica, soprattutto se vuole sopravvivere per raccontarlo >> disse lui sorridendole. << Ora calmati, siediti qui con me. Mi fai compagnia mentre faccio colazione e io ti aggiorno sulla missione di ieri sera, d'accordo? >> le chiese per poi richiamare un elfo ed ordinare un the per la signora, che piuttosto seccata prendeva posto accanto al figlio.

Draco attese le venisse servito il suo the prima di raccontarle per filo e per segno quanto avvenuto la sera prima. Narcissa si mostrò subito preoccupata per quanto accaduto alla nuora e concordò col figlio che il richiamo era necessario, ben sapendo però che questo non sarebbe stato il volere di Hermione.

Dopo alcuni minuti di silenzio si decise a chiedere ulteriori informazioni al figlio sulla reazione della nuora.

<< Hermione si è adirata? >> chiese cauta.

<< Oh si, anzi sono stupito che le sue urla non ti abbiano svegliata >> ghignò il figlio, senza però rivelare più di tanto. Sua madre era una persona particolarmente curiosa, l'educazione rigida e l'ambiente che frequentava avevano insegnato a Narcissa Black Malfoy a celare questo lato del suo carattere, ma quando di mezzo c'erano il figlio e la nuora proprio non riusciva a trattenersi, Draco sapendolo si divertiva da matti a non rispondere mai troppo dettagliatamente alle domande della madre inducendola a chiedere sempre di più ed a scoprirsi un po'. In questo modo era riuscito a scoprire molte cose sui discorsi in cui si dilettavano lei ed Hermione nei loro sabati di giardinaggio. Sicuramente di più che se avesse posto alle due donne domande precise.

<< Quindi avete litigato? Non sembrava triste stamattina, eppure di solito lo è quando voi due discutete >> lo incalzò la madre.

<< Perché alla fine ci siamo chiariti, ma non mi ha perdonato del tutto. Si è fatta promettere che non prenderò più decisioni al posto suo. Sai com'è Emi. Se avessi lasciato fare a lei, Potter neanche avrebbe scoperto cosa aveva rischiato >> disse stringendo i pugni al ricordo degli avvenimenti della sera precedente.

<< Era ferita gravemente? >> chiese con cautela Narcissa, notando la reazione del figlio.

<< Avresti dovuto vedere la sua schiena, per non parlare della gamba sinistra, zoppicava per fino e continuava a ripetermi che non aveva nulla. Ho dovuto far sparire tutti i rimedi curativi dal bagno per essere certo che mi lasciasse controllare le sue ferite, ti rendi conto? >> chiese infervorato.

Narcissa però aveva colto i punti fondamentali del suo discorso, aveva visto la moglie notevolmente svestita, cosa che fino ad allora non era successa, e lei si era fatta curare da lui. Quindi le cose procedevano bene, quei due finalmente avevano un intimità più degna di una coppia sposata.

<< Quindi ti ha chiesto lei di curarla? >> lo incalzò nuovamente.

<< Figurarsi se lo faceva, ho dovuto fare irruzione nel bagno mentre si cambiava, si era perfino premurata di portarsi un pigiama molto coprente per evitare che io vedessi l'entità delle sue ferite. >> rispose lui accigliandosi.

<< Draco! >> lo richiamò la madre.

Lui la zittì con un gesto della mano, sapeva fin da principio che avrebbe disapprovato le sue azioni “di forza” nei confronti della moglie.

<< Era necessario, Merlino quella donna mi manderà al San Mugo. Si sarebbe tenuta il male pur di non confessarlo a me. >> proferì arrabbiato.

<< Forse non voleva che ti preoccupassi >> tentò la madre.

<< Si, lo ha detto anche lei. Comunque ero già preoccupato e non dovrebbe nascondermi certe cose, sono suo marito è mio compito vegliare su di lei e sulla sua incolumità >> concluse seriamente.

<< Questo si, ma sai anche quanto indipendente sia tua moglie. Costringerla a mostrarsi a te contro la sua volontà non è a mio avviso il modo migliore di indurla a fidarsi di te. Rischi di apparire dispotico e tu non lo sei. Almeno non lo sei con lei. >> lo redarguì Narcissa.

<< Ha detto che era un po' in imbarazzo in effetti, ma poi … >> non concluse la frase, ma il suo sorriso felice fece capire alla madre che le cose si erano risolte per il meglio.

Decise che non era il caso di chiedere al figlio quanto si fosse approfondito il suo rapporto con la moglie, non sono cose che una madre dovrebbe chiedere, anche se sperava in cuor suo che almeno la nuora si confidasse.

Erano così innamorati quei due. Persino suo figlio, solitamente rigido e schivo, si stava lasciando andare come mai si sarebbe aspettata. La domenica precedente li aveva visti baciarsi e coccolarsi sul divano con gran gioia. Forse la felicità non era del tutto preclusa alla famiglia Malfoy ora che Hermione ne faceva parte.



Hermione aveva parlato a lungo con Harry. Gli aveva detto che effettivamente Anthony in quella missione non aveva dato il meglio e che lei, preoccupata com'era che si facesse veramente male lo aveva protetto durante lo scontro, scoprendosi fin troppo visto quant'era successo in seguito. Aveva ammesso di aver peccato di superbia pensando di poter tenere tutto sotto controllo e che solo l'intervento di Draco aveva evitato il peggio. Aveva anche esortato Harry a non essere troppo severo con il collega e ad analizzare bene i fatti senza lasciarsi influenzare dagli eventi degli ultimi giorni. Non che dubitasse dell’imparzialità dell’amico, ma era pur sempre un uomo ferito ed aveva quindi deciso di ammonirlo a non farsi prendere la mano. Harry aveva ascoltato tutto in silenzio, senza commentare né gli avvenimenti, né tanto meno le perplessità della ragazza. Alla fine lei si era alzata ed era tornata nel suo ufficio, dopo aver scambiato qualche convenevole con Dolores che le era parsa preoccupata per lo stato d'animo del suo superiore. Dedicandosi quindi alla stesura dei capi da accusa da consegnare al Wizengamot.

Era da poco seduta alla sua scrivania, dopo un frugale pasto condiviso con Harry nella sala mensa del ministero durante il quale avevano parlato di tutto tranne che dell’indagine, quando la porta del suo ufficio si spalancò mostrando Ron che avanzava imbufalito verso di lei.

<< Che cazzo ti sei messa in testa di fare Hermione? >> disse questi sbattendo le mani sulla sua scrivania.

La ragazza sollevò il sopracciglio fissando duramente l'ex fidanzato.

<< Ti sarei grata Ronald se non facessi irruzione nel mio ufficio in questo modo >> disse quieta << Posso sapere a cosa ti riferisci? >> gli domandò freddamente.

<< Mi riferisco, brutta stronza, alla tua geniale trovata per rovinare la vita di mia sorella. Come diavolo ti sei permessa di intrometterti nella sua storia con Harry? Non ti basta aver incastrato lo “scapolo d'oro”? Pretendi che nessuno sia alla tua altezza vero? Quei due si stanno per sposare, lo sai questo? Sempre la solita fottuta egoista, ecco cosa sei >> le urlò in faccia lui stravolto dalla rabbia.

<< Io non ho fatto un bel nulla e non ho incastrato nessuno. Non ho idea di cosa ti abbia raccontato Ginevra, ma se vuoi la verità sulla fine della sua storia con Harry hai sbagliato ufficio. Quello di Harry è la porta accanto, ora ti pregherei di andartene. >> disse guardandolo male.

Non si sarebbe fatta mettere in mezzo, non si sarebbe assunta colpe che non aveva, non questa volta.

<< Ah giusto Harry! Buono quello. Litiga con Ginny per colpa tua e si rifugia in quel covo di Mangiamorte che tu chiami casa. Non solo! Quando lei tenta giustamente di parlargli quel viscido di tuo marito la offende e la butta fuori di casa. >> disse sempre più adirato l'altro mentre superava la scrivania e la traeva in piedi con forza.

<< Cos'è stai tentando di vendicarti su di lei perché non hai potuto avere me? E' così vero? È tutta una tua subdola vendetta, ma non ti permetterò di rovinare la felicità di mia sorella, mi hai capito? >> continuò questi scuotendola violentemente.

<< Ronald smettila, non esiste nessuna vendetta e non me ne frega più assolutamente niente di te. Hai avuto ciò che meriti una moglie oca ed infedele. Ora lasciami >> Hermione stava perdendo la pazienza, ovviamente si era aspettata qualcosa del genere da Ron. Lui doveva sempre trovare qualcuno cui dare la colpa ed era sempre lei la fortunata, anche a distanza di anni.

<< Non ti azzardare ad insultare mia moglie. Solo perché tu sei brutta e frigida, non puoi accusare lei senza motivo. Lei è più donna di quanto tu non sarai mai! >> disse adirato.

<< Finiscila mi stai facendo male. Ti ripeto che io non c'entro in questa storia. Ho accolto Harry in casa mia, come avresti fatto anche tu se si fosse rivolto a te. >> disse tentando di riportarlo alla ragione.

<< Io avrei fatto di tutto per farlo riappacificare con mia sorella, mentre tu e quel Mangiamorte fallito che ti sei sposata lo avete fomentato contro di lei. Merlino lo avete costretto a trattarla male. A che gioco stai giocando Hermione? Io non ti voglio lo vuoi capire una buona volta. >> disse lui scuotendola ancora.

<< Sono io che non ti voglio, brutto arrogante, stupido che non sei altro. Tua sorella ha tradito Harry, questo te l’ha detto? Ti ha detto che lui l'ha vista? Quindi se devi accusare qualcuno in questa storia, torna da tua sorella. >> urlò lei veramente al limite della sopportazione. I lividi stavano guarendo, ma essere strapazzata a quel modo non era certo una cosa salutare per il suo corpo provato.

<< Bugiarda! Sei solo una lurida bugiarda invidiosa >> s’infervorò lui.

<< Invidiosa di chi? O di cosa? Merlino ma ti senti? Io sono sposata. Sposata! Che cosa dovrei invidiare a Ginny o a te? Un lavoro che non avete o un rapporto privo di amore? >> ritentò lei cercando di allontanarlo. Purtroppo Ron era molto più forte di lei.

<< Ovviamente sei invidiosa di Ginny, della sua bellezza e della sua popolarità. Me l’ha detto sai che l'hai sempre invidiata, che vorresti essere lei. Così non potendo uguagliarla hai deciso di farla soffrire. Io te lo impedirò, mi hai capito? >> disse convinto lui.

A quel punto Hermione si chiese se poteva essere più stupido di così. Si conoscevano da quando avevano undici anni, erano stati fidanzati e avevano vissuto insieme per un paio d'anni, eppure lui non la conosceva per nulla, altrimenti non le avrebbe mai lanciato quelle accuse.

Sconsolata scosse la testa. << Sei patetico Ron. Io non invidio Ginevra, anzi la compatisco. Harry la amava infinitamente ma a lei questo non è bastato. Voleva sempre di più ma questa volta ha esagerato. >> disse rattristata. Ginevra sapeva solo mentire ormai, a tutti e su tutto.

<< Stai zitta! Tu non ti puoi permettere di giudicare mia sorella, tu non vali nulla in confronto a lei o a me >> disse stringendole le braccia con forza tale che la ragazza mugugnò di dolore.

Fu a quel punto che la porta si aprì di nuovo.

In pochissimi secondi Draco aveva allontanato malamente Ron da lei, per poi mettersi davanti facendole scudo con il suo colpo.

<< Stai lontano da mia moglie Weasley. Non ti permettere mai più di toccarla, hai capito? >> lo minacciò mentre l'avvicinava Hermione alla sua schiena in modo che fosse completamente coperta dal suo corpo. Il sangue gli era andato subito alla testa non appena aveva realizzato cosa stesse avvenendo in quell’ufficio. La ragazza gli si strinse addosso, felice del suo intervento e della sua presenza.

<< Ci mancava il Mangiamorte! >> ghignò cattivo Ron rimettendosi in piedi.

<< Esci da quest’ufficio prima che decida di arrestarti per aggressione a pubblico ufficiale Weasley. >> rispose Draco tentando di mantenere la calma. A lui non era concesso sbagliare o lasciarsi andare all’ira. Sarebbe stato l'unico a pagarne le conseguenze. Il suo passato era un peso con cui si trovava ogni giorno a fare i conti.

<< Mi stai minacciando Malfoy? >> lo incalzò l'altro estraendo la bacchetta.

<< No Weasley ti sto dando un consiglio >> rispose calmo l'altro tenendolo sottocchio.

Era disarmato Draco, grave errore per un Auror del suo calibro. La sua bacchetta giaceva nella tasca interna del cappotto che gli era caduto a terra mentre correva dalla moglie per difenderla da quel attacco sicuramente ingiustificato.

<< Un consiglio? E tu chi saresti per dare un consiglio a me. Io sono l'eroe Malfoy, mentre tu sei solo un patetico Mangiamorte fallito che per avere un minimo di credibilità ha dovuto sposarsi quella stronza frigida che si nasconde dietro la tua schiena. Ti compatisco lo sai. Io so quanto è scarsa Hermione come donna, quanto poco attraente sia e soprattutto quanto sia … come dire … patetica tra le lenzuola. No, certamente non t’invidio. >> finì Ron deridendolo.

Draco strinse i pugni, ovviamente si era aspettato colpi bassi, ma non delle cattiverie tali su Hermione. La sua Emi, l'essere più dolce e amorevole che esistesse. Se quell’idiota di Weasley non aveva capito quanto preziosa fosse sua moglie era decisamente più idiota di quanto avesse fino allora sospettato.

<< Tu non sai nulla di Hermione, Weasley. Anzi tu non sai nulla di nessuno, visto che la tua stessa moglie ti cornifica e ti rimane accanto solo per usufruire della tua notorietà, qui se c'è qualcuno da compatire sei tu Straccione. >> proferì duramente Draco, sentì subito Hermione stringerlo, anche lei si era accorta che non era armato e offendere qualcuno che ti punta una bacchetta addosso non è mai una grande strategia. Draco però non aveva resistito. Come si permetteva quel vile di offendere Hermione, quando sua moglie non era altro che una puttana arrivista della stessa pasta di quella pezzente di sua sorella.

La reazione non tardò ad arrivare. Ron gli si gettò addosso puntandogli la bacchetta alla gola.

<< Chiudi quella fogna Mangiamorte! >> Urlò ormai completamente succube della rabbia.

Hermione trattenne il fiato stringendosi a Draco e sforzandosi in ogni modo di trovare una soluzione giacché sia lei che il marito erano disarmati, ma fortunatamente non ve ne fu bisogno.

Un incarceramus fu gridato alle spalle di Ron che si ritrovò legato da catene a terra mentre Jimmy avanzava ancora con la bacchetta alzata.

<< State bene? >> chiese hai colleghi senza perdere di vista il rosso. Draco annuì per poi girarsi ed abbracciare la moglie, se l'erano vista brutta, ma i colleghi erano arrivati giusto in tempo.

<< Si può sapere che diamine sta succedendo? >> chiese Roger mentre raccoglieva il cappotto di Malfoy dal quale spuntava la sua bacchetta. Perplesso allungò il tutto a Draco che lo ringraziò con un cenno.

<< Mi hanno aggredito stavo solo difendendomi >> urlò Ron dal pavimento.

<< Certo Weasley come no, peccato che l'unico con la bacchetta in mano sei tu e Draco è entrato non più di cinque minuti fa, visto che siamo arrivati insieme e lui ci ha preceduto di poco. >> sintetizzò Jimmy che lo teneva sempre sotto tiro.

<< Quando sono entrato, stava attaccando Hermione, onestamente ho pensato solo ad allontanarlo da lei perché le stava facendo male, non potevo aspettarmi che ci minacciasse con la bacchetta. >> disse Draco girandosi nuovamente verso i colleghi, senza però abbandonare la moglie che gli nascondeva il viso sul petto.

<< Herm tutto ok? >> chiese Roger vedendola così scossa.

Sentendo l'apprensione nella voce di Davies, Hermione si riscosse e alzò il capo ma non si allontanò dall’abbraccio di Draco. Si era molto spaventata soprattutto quando Ron lo aveva minacciato bacchetta alla mano.

<< Si sto bene. È entrato urlandomi contro e poi mi strattonata, quando Draco è arrivato e l’ha allontanato da me, ha iniziato ad insultare anche lui. >> riassunse brevemente sperando che i due colleghi non le chiedessero il perché di quella discussione, non voleva mettere in mezzo Harry e la sua vita privata.

I due Auror si guardarono un attimo, incerti sul da farsi, ma proprio in quel mentre entrò Harry, tallonato da Dolores, con la bacchetta in mano e lo sguardo preoccupato.

<< Ho sentito delle urla che succede? >> chiese per poi individuare Ron legato sul pavimento.

<< Quando siamo arrivati Weasley puntava la bacchetta alla gola di Malfoy, che era disarmato, così lo abbiamo bloccato Capo >> spiegò brevemente Peakes.

<< Harry andiamo, hanno capito male. È Malfoy che aggrediva me. >> si difese Ron, ma non ottenne il risultato voluto.

<< Roger rimani con lui, non lo liberare finché non decido cosa fare. Hermione, Malfoy e Jimmy di là con me! >> disse risoluto Harry. I tre velocemente si diressero all’uscita, mentre il ragazzo osservava ancora per un momento l'amico legato a terra.

<< Harry andiamo, non puoi non credermi. >> disse Ron sorridendo, ma l'altro non rispose, a lunghe falcate raggiunse la porta per poi chiudersela alle spalle.





POSTO PICCOLO:

Vi chiedo un minuto di silenzio per commemorare l'anniversario del Bombardamento di Hiroshima, per non dimenticare mai di quale nefandezze sia capace la razza umana.

Eccoci, scusate ma mi sembrava doveroso, ora veniamo a noi!

A chi interessa dico che la festa per i 40 anni del mio amore è andata benissimo e ringrazia sentitamente chi gli ha fatto gli auguri e vi ricorda che in realtà non ne ha 40 ma solo 25+15!

Venendo alla storia posso ammettere che anche Ron fa la figura dello stronzo, come la sua degna sorella, si confesso che ce l'ho proprio con sti due ;). Come avete letto i nostri hanno fatto pace, quindi non vi preoccupate, Harry è in ripresa, Draco è il cavaliere che corre in aiuto alla sua dama e Ron è nella merda ^__^


GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!

Un bacione Lisa 

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Capitolo 19
*** 19. ***


19.

19 –

Jimmy aveva in pratica ripetuto quanto già detto in precedenza quando Harry li aveva raggiunti.

Lui, Roger e Malfoy erano arrivati insieme nell’atrio del Ministero, insieme avevano preso l'ascensore diretti al loro ufficio e mentre lui e Davies si fermavano a scambiare poche parole con gli Auror che li avevano affiancati la sera precedente, Malfoy si era diretto verso la fine del corridoio. Dopo pochi minuti lo avevano raggiunto e aprendo la porta avevano visto Ronald Weasley che puntava la bacchetta alla gola del collega che faceva da scudo alla moglie. Lo avevano bloccato e si stavano apprestando a chiedere spiegazioni quando Harry stesso era intervenuto. Soddisfatto delle sue spiegazioni Potter lo aveva congedato.

Draco ed Hermione erano rimasti in piedi, tenendosi per mano, senza intervenire. Una volta rimasti soli Harry li pregò di sedersi per poi rivolgersi all'amica.

<< Hermione cos'è successo? Voglio sapere tutto nei minimi particolari. >> le aveva intimato.

Così la ragazza non poco a disagio, ma confortata dalla calda stretta della mano del marito, aveva raccontato l'accaduto per filo e per segno fino all’intervento dei due colleghi.

<< Sei intervenuto disarmato Malfoy, un errore da dilettante >> lo riprese Harry.

<< Stava aggredendo mia moglie Potter, avresti fatto lo stesso. Oltretutto non si è ancora del tutto ripresa dalle contusioni di ieri sera, avrebbe potuto farle veramente male. >> disse risoluto l'altro mentre Harry annuiva.

<< Stai bene Herm? Vuoi andare a casa a riposare? >> chiese gentilmente all'amica.

<< No grazie Harry sto bene >> disse lei determinata.

<< Suppongo vogliate sporgere denuncia >> disse guardandoli.

Draco rimase in silenzio e guardò la moglie, le aveva promesso di rispettare le sue decisioni, anche se lui l'avrebbe sporta immediatamente denuncia, chiedendo anche un mandato restrittivo per quel rosso deficiente. Non sopportava l'idea che si avvicinasse ancora o che alzasse le sue manacce su di lei.

Hermione alzando la testa stupì entrambi.

<< Sì, faremo denuncia per aggressione ai danni di Draco. È lui quello che è stato minacciato con una bacchetta alla gola, anzi faremo entrambi denuncia. Quindi ti sarei grata se lo trattenessi fino all’arrivo del giudice >> disse risoluta.

Sia Harry sia Draco sgranarono gli occhi. Hermione di solito era quella che tentava sempre di conciliare in situazioni simili, il fatto che volesse sporgere non una, ma ben due denunce per aggressione contro Weasley era a dir poco sbalorditivo.

<< Tesoro sei sicura? >> chiese Draco tentando di capire il perché di questa sua decisione.

<< Più che sicura. Non si può tollerare un comportamento del genere. Non solo ci ha aggredito fisicamente, ma anche verbalmente, nel nostro ufficio. Non è ammissibile. Non è un Auror e non può avere accesso al nostro quartier generale ed ai nostri uffici quando gli pare e piace. Soprattutto non si può permettere di venire ad accusare noi di ordire chissà quale vendetta ai danni di Ginevra, sulla base delle illazioni di quella … >> non terminò la frase, troppo adirata e sconvolta, ma gli altri due non ne avrebbero comunque avuto bisogno.

<< Concordo >> proferì seriamente Harry. << E' stata una mia mancanza permettergli fino ad ora di girare liberamente per il Quartier generale degli Auror e per questo vi chiedo scusa. >> poi premette un pulsante sulla sua scrivania e subito Dolores si affacciò alla porta.

<< Dolores puoi informare Peakes e Davies di tradurre il signor Weasley nelle celle di detenzione dove attenderà di essere convocato davanti al giudice per rispondere di aggressione a pubblico ufficiale, dopo di che mettimi in contatto il giudice Martins del Wizengamot, cui riferirò personalmente i capi d'accusa del prigioniero, grazie >> concluse Harry.

Quando Dolores chiuse la porta tornò a guardare i due ragazzi seduti di fronte a lui. Mentre Hermione fissava le proprie dita intrecciate a quelle del marito, questi la osservava attento.

<< Ragazzi >> li richiamò appena << siete pronti a rilasciare la vostra dichiarazione? Farò in modo che non dobbiate partecipare all’udienza, mi occuperò di tutto io. Ve lo devo visto che in questo casino vi ci ho messi io. >> disse sorridendo mestamente.

<< Non ti devi sentire obbligato Potter, Weasley avrebbe comunque trovato maniera di attaccar briga. >> disse seriamente Draco.

<< Draco ha ragione, Harry. Non voleva chiarire la situazione, voleva incolpare me di tutto come sempre. Se così non fosse stato, sarebbe venuto da te e non nel nostro ufficio. Ha scelto come sempre la via che gli sembrava più facile, sapendo o meglio sperando che io subissi in silenzio come ho sempre fatto. Non ha ancora capito che io sono cambiata, che ho finalmente aperto gli occhi e non mi lascerò mai più accusare di colpe non mie solo per rendere le cose più facili a lui o a Ginevra. >> terminò Hermione convinta mentre il marito la guarda sorridendo. Finalmente aveva capito ed ammesso con se stessa che non valeva la pena di proteggere quella testa di cazzo del suo ex, nemmeno in ricordo dei vecchi tempi.

<< Sono così cambiati >> mormorò Harry con lo sguardo perso nel vuoto. Molte volte in quegli ultimi tempi si era chiesto cosa avesse mutato tanto radicalmente i caratteri dei due giovani Weasley, senza riuscire a darsi una vera risposta.

Draco ed Hermione si scambiarono uno sguardo indeciso, alla fine fu lei a prendere la parola, ricordando le parole che pochi giorni prima le aveva rivolto il marito.

<< Forse col tempo è semplicemente venuta alla luce la loro vera natura. >> disse mestamente.

<< Intendi che dire che ci hanno raggirato per tutti questi anni? >> chiese il ragazzo sconvolto.

<< Direi piuttosto che ci hanno lasciato vedere quello che volevamo vedere, omettendo le loro reali personalità che col tempo però hanno preso il sopravvento. >> cercò di spiegarsi cautamente lei.

Harry la osservò meditabondo. Quella spiegazione non gli tornava del tutto, ma non riusciva a darsi risposte alternative. La notorietà aveva seriamente dato alla testa ai due ragazzi, si erano lasciati quasi travolgere da essa, come se fosse l'unica cosa importante. Per lui ed Hermione non era mai stato così, quello che avevano fatto, le lotte e le privazioni durante gli anni di guerra, era stato vissuto da loro come un tributo da pagare per la salvezza del mondo a cui sentivano di appartenere. Non avevano mai ambito alla gloria, ma solo alla pace. E quando la notorietà era infine arrivata, avevano sempre cercato di sfuggirla, continuando a fare il loro lavoro per preservare quella pace.

Ron no, aveva accolto la fama a braccia aperte, l'aveva sfruttata in ogni modo possibile per brillare ed emergere così come Ginny. Odiavano ricordare gli anni di guerra, come se fosse qualcosa di cui era meglio dimenticarsi, mentre Harry di quegli anni aveva ricordi luminosi, di amicizia e amore, che svettavano nonostante il tetro contorno.

<< Forse >> ammise infine per poi procedere con le deposizioni. Sapeva che una parte della sua vita privata sarebbe emersa da quel procedimento, ma come aveva giustamente detto Hermione, non poteva permettere che fatti simili capitassero nuovamente. Ronald doveva pagare per i suoi sbagli, forse così avrebbe evitato una volta per tutte di cacciarsi ancora nei guai e di importunare Hermione.

Le poche volte che si erano rivisti, dopo il matrimonio con Lavanda, aveva sempre sentito Ron scagliarsi senza motivo apparente contro l'ex fidanzata, ogni cosa che non andava nella sua vita era da imputare ad Hermione. Mai una volta Ron si era assunto gli oneri dei suoi errori, ma le cose dovevano cambiare e se per farlo doveva sbatterlo in prigione lo avrebbe fatto.

Dopo aver consegnato le deposizioni e la denuncia contro Ron al giudice Martins, Harry aveva ripreso gli interrogatori riguardanti l'accusa di negligenza verso Anthony. Tutti gli interrogati si erano dimostrati concordi nel dire che durante la missione il ragazzo si era mostrato distratto e avventato, mettendo più volte in pericolo i propri compagni, così come tutti avevano aggiunto che l'unica che si era premurata di difenderlo e proteggerlo era stata Hermione. Gli Auror erano un gruppo di élite, addestrati e preparati al meglio, cosa ancora più vera per la sua squadra. Per questa ragione ognuno di loro era tenuto a dare sempre il meglio durante gli scontri. Non che non si aiutassero in caso di bisogno, ma si dava per scontato che tutti facessero la propria parte senza doversi troppo concentrare sull’incolumità altrui.

Erano ormai le sei e mezzo, Harry aveva congedato tutti invitandoli ad andare a casa, mentre lui aspettava Goldstein da poco dimesso dal San Mugo. Hermione era stata la più riluttante a lasciarlo solo, ma l'intervento del marito l'aveva costretta ad accettare quella decisione.

Un lieve bussare alla porta gli annunciò che l'attesa era finita.

Anthony invitato ad entrare apparve alla porta per poi rimanere rigido accanto ad essa.

<< Accomodati. Come stai? Che cosa ha detto Hannah, tutto bene? >> chiese Harry indicandogli una sedia di fronte alla sua scrivania.

Nonostante tentasse di apparire rilassato, la tensione era palpabile nella stanza.

Accomodandosi dove gli era stato indicato, il suo vice mormorò un “tutto ok” ben poco convinto.

<< Sai perché sei stato convocato? >> lo incalzò Harry di colpo ansioso di mettere fine a quell'incontro.

L'altro annuì senza sollevare lo sguardo.

<< Harry prima di parlare delle accuse che mi sono state mosse, possiamo parlare di quello che è successo Venerdì? >> chiese timoroso Anthony, mentre si agitava a disagio sulla sedia.

Harry valutò per un attimo di rifiutare, non voleva tornare con la mente al giorno in cui il mondo gli era letteralmente crollato addosso, ma non poteva evitarlo. Doveva affrontare la cosa per andare avanti, sapeva che avrebbe fatto male e che in ogni caso il rapporto che aveva fino ad allora condiviso col ragazzo seduto di fronte a se era definitivamente compromesso. Ciononostante acconsentì.



Draco ed Hermione erano nel salotto a guardare un film in attesa del ritorno di Harry, non che lui avesse esplicitamente detto che sarebbe tornato, ma loro sapevano che l'avrebbe fatto. Una volta rientrati in casa avevano controllato e medicato le ferite di Hermione, poi si erano cambiati per la cena. Narcissa si era recata in visita dalla sorella e si sarebbe trattenuta per qualche giorno, giacché sia lei che il piccolo Teddy avevano la febbre alta. Hermione si era subito preoccupata, ma un gufo spedito dalla suocera pochi minuti prima le aveva assicurato che con un po’ di riposo ed i giusti rimedi i due si sarebbero presto ripresi.

Non avevano commentato quanto accaduto nel pomeriggio, se non quando Draco aveva scorto nuovi lividi sulle braccia della moglie inveendo a gran voce sulla stupidità di quell'essere. Hermione era rimasta silenziosa, ma aveva rimuginato parecchio su quanto gli aveva detto Ron.

<< Draco … >> richiamò il marito senza sollevare il viso dal suo petto. Il ragazzo era particolarmente preso da uno di quei film “Da Uomini” che gli aveva procurato Potter.

<< Dimmi tesoro >> le rispose senza perdere la concentrazione sul film. La storia non era certo delle più originali, ma le scene d’azione erano veramente ben strutturate.

<< Volevo chiederti … si ecco io … volevo sapere come la pensavi riguardo a … a quello che ti ha detto Ron … oggi in ufficio >> mormorò sommessamente Hermione, voleva sapere, ma era anche terribilmente in imbarazzo. La sfuriata di Ron aveva minato ulteriormente la sua già traballante autostima e lei aveva l’assoluto bisogno di sapere che suo marito la desiderava e la trovava attraente come le aveva detto la sera prima.

Il lettore Dvd non era più così sconosciuto al biondo padrone di casa, così recuperato velocemente il telecomando Draco mise in pausa il film e si girò completamente verso la moglie che ostinatamente continuava a nascondersi sul suo petto.

Draco sapeva molto bene a cosa si riferiva Hermione: a quelle insinuazioni che il rosso aveva fatto su di lei e sul suo essere donna, ciononostante ritenne giusto fingere di non capire. Non voleva costringersi ad aprirsi o a ripetere ciò che quel Weasley aveva detto, ma voleva comprendere cosa avesse più ferito la moglie.

<< Che intendi? >> disse sollevandole il mento e catturando i suoi occhi.

<< Le cose che ha detto Ron … su di me intendo … concordi con lui? >> chiese timorosa.

Draco sorrise alla moglie, che era visibilmente arrossita, chiaro segno di quanto le costasse quella conversazione eppure si stava sforzando di parlarne con lui.

<< Un Malfoy non concorderà mai con un Weasley. Sarebbe contro natura >> le rispose ironico facendola sorridere.

<< Soprattutto visto che il Weasley in questione ha detto solo una serie di stronzate. >> disse prima di posarle un dolce bacio sulle labbra.

<< Lo credi davvero? >> chiese lei bisognosa di conforto.

<< Ascoltami amore mio, io penso che tu sia bellissima e mi sembra di avertelo già detto. Ritengo inoltre che tu sia una persona dolce ed amorevole, comprensiva e fin troppo disposta al perdono. >> le disse dolcemente accarezzandole il volto.

Hermione era felice di quanto Draco le stava dicendo, ma la sua domanda era nata da altre riflessioni. Lei e Draco non avevano consumato il matrimonio e quindi lui non poteva sapere come fosse lei in quei frangenti, però proprio per questo la ragazza temeva di non attrarlo in quel senso. Mordicchiandosi il labbro inferiore lo guardò incerta se fare o meno quella domanda compromettente.

Draco capendo presto per quale motivo la moglie appariva incerta, decise di dimostrarle apertamente ciò che voleva sapere. Mettendosi a sedere meglio sul divano la attirò a se.

<< Vieni qui >> le disse mentre la conduceva a sedersi a cavalcioni su di lui. Le sottili tute da casa che entrambi indossavano fecero percepire subito alla ragazza quanto il marito fosse eccitato. Ovviamente lei arrossì facendo ghignare Draco.

<< Lo senti? >> le mormorò all'orecchio mentre stringendola a sé iniziava a baciarle il collo.

<< Senti che effetto mi fai? Sono sempre così quando mi sei vicino. Da subito, fin da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme. Tu mi entri diretta nel sangue, senza neanche bisogno di avvicinarti troppo >> le sussurrò con voce arrochita dal desiderio.

Hermione era al settimo cielo. Lui la voleva e da tanto, proprio come lei voleva lui. Non era solo questione di astinenza o forse non solo, ma poco importava per la ragazza in quel preciso momento.

Con impeto rispose al bacio del marito, strusciandosi, neanche tanto casualmente su di lui.

La situazione stava diventando rovente e Draco facendo leva sulle gambe ribaltò la posizione, facendo sdraiare Hermione di schiena sul divano mentre continuava a baciarla.

<< Ragazzi siete qui? >> Chiese Harry Potter entrando nel salotto di Malfoy Mannor.

<< Non ci posso credere >> mormorò Draco sulle labbra della moglie. Potter li aveva interrotti ancora una volta, si pentì amaramente di aver pensato anche solo per un minuto che la presenza dello sfregiato in casa sua potesse avere risvolti positivi.

Questa volta persino Hermione sbuffò, conscia che quella di Harry d’interromperli sul più bello stava diventando una pessima abitudine.

<< Merlino Potter! Col tuo tempismo ci si potrebbe regolare il Big Ben! >> disse Draco affondando il viso nel petto della moglie, anche quel momento perfetto era sfumato grazie all'intervento sempre a sproposito dell'amico.

<< Ehm … scusate, non pensavo di interrompervi. >> disse Harry a disagio passandosi una mano tra i capelli.

Hermione facendo forza sulle spalle del marito lo costrinse ad alzarsi e si rimisero seduti, mentre lei si sistemava alla meglio gli abiti spiegazzati e cercava di riassumere un colorito normale e non tendente al rosso pomodoro.

<< Non ti preoccupare Harry. È andato tutto bene? >> chiese lei premurosamente.

<< Si più o meno. Ho sospeso Goldstein per due settimane dalle missioni sul campo. Per quanto riguarda tutto il resto … non lo so. Non credo riuscirò mai a dimenticare che ha tradito la mia fiducia, Herm. Io mi fidavo di lui. Non me ne frega più nulla di Ginny, anzi, se la vedessi ora la tratterei ben peggio di quanto ho fatto alla festa di sabato. Però era la mia donna e lui se n’è fregato e ci è andato a letto ugualmente, per quanto Ginny possa essere puttana, non doveva farlo. >> concluse stringendo i pugni. Le pugnalate erano state due quel venerdì e ancora facevano male.

<< Oh Harry mi dispiace così tanto. >> disse Hermione alzandosi e correndo ad abbracciarlo.

<< Non ne parliamo più ok? >> rispose lui allontanandola appena per sorriderle.

Hermione annuì, Harry aveva bisogno di andare avanti, rivangare quanto era stato non sarebbe stato utile per nessuno.

<< E la donnola? >> chiese Draco, che non aveva del tutto perdonato l’interruzione dell'amico, ma era ansioso di sapere sua moglie al sicuro.

<< Ron passerà oggi e domani in carcere, pagherà una multa salata e non avrà più l’autorizzazione ad accedere al Quartier Generale se non su esplicita convocazione di un Auror. Il giudice Martins inoltre lo ha invitato caldamente a tenersi alla larga da noi tre, visto che la sua sentenza è stata magnanima, ma gli ha assicurato che se dovesse ritentare di avvicinarci, non lo sarà affatto. >> concluse sorridendo agli amici.

<< Hai dovuto …. Si insomma dirgli perché mi ha aggredito? >> chiese Hermione a disagio. Era stata tentata di non sporgere denuncia proprio per evitare che le faccende private di Harry fossero sventolate in piazza. Le dispiaceva averlo messo in quella situazione.

<< Tranquilla Herm. Martins è un mio buon amico, gli ho spiegato che le cose tra me e Ginny non si sono esattamente concluse di comune accordo e lui ha capito. Ha tacitato la cosa, riducendo l’udienza a me, Ron ed un segretario posto sotto incanto di “silenzio”, quindi la cosa non trapelerà. >> disse sicuro.

<< Signora Hermione? >> disse Tippy comparendo nel vano della porta. << La signora Weasley chiede di vedere voi, il padrone ed il signor Potter, cosa devo fare Signora Hermione? >> chiese inchinandosi mentre i tre si scambiavano uno sguardo interrogativo.


POSTO PICCOLO:

Ma ciao, tutti pronti al ferragosto?

Io sono di corsa come al solito, ma sono qui ^_^.

Dunque so che qualcuno mi detesterà per questo che sembra, notate sembra, un capitolo di passaggio ma non lo è. Si tirano le fila di tante cose, soprattutto Harry comincia a capirci qualcosa e anche se è sempre e comunque dove non dovrebbe mai essere, almeno stavolta chiede scusa ^^ Herm e Draco fanno un passo avanti, il discorso che fanno, ciò che le dice Draco, la felicità di Hermione nello scoprirsi così desiderata dal marito sono praticamente tanti passetti verso l'intimità completa. Magari basterà chiudere Potter nello sgabuzzino! Ahahah!!!! Scherzo, ma forse neanche tanto ù.ù 

E alla fine arriva Molly ... citazione neanche tanto velata XD 

Cosa vuole? Perché è lì? Come la prenderanno Harry ed Hermione? A Draco non frega nulla ve lo dico io!

Ci sentiamo il prossimo w.e. 

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!

Un bacione Lisa 

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Capitolo 20
*** 20. ***


20.

20 –

Molly Prewett in Weasley attendeva un po’ in imbarazzo nel grande atrio di Malfoy Mannor quando Hermione, troppo ansiosa di appurare quale Signora Weasley si fosse presentata alla sua porta per attenderla compostamente nel salotto, fece la sua comparsa dall'andito.

<< Molly? >> chiese perplessa la ragazza.

<< Hermione cara, scusa la mia improvvisata, ma ho veramente bisogno di parlare con voi >> disse Molly sporgendosi per abbracciare la ragazza, la quale rispose titubante al gesto.

Erano ormai anni che incontrava raramente la madre di Ron, inizialmente era stata lei a tenersi ben lontana da quella che per tanti anni aveva considerato come una seconda famiglia. Poi col tempo i rapporti si erano così allentati da smettere perfino di costringersi ad evitarli. Hermione era stata sul punto di invitare i signori Weasley al proprio matrimonio, ma Andromeda Black Tonks le aveva sconsigliato di farlo. I Weasley non erano convinti di quel matrimonio le aveva raccontato Andromeda e meno che mai del cambiamento di Draco, soprattutto nei confronti di Hermione stessa. Come poteva volerla sposare dopo averla vessata per tutti gli anni della scuola?

Quindi Hermione aveva soprasseduto, anche se il caldo abbraccio di Molly le era mancato quel giorno, quasi quanto il sostegno di Harry.

<< Accomodati pure Molly e perdonaci se siamo così poco presentabili >> disse facendole strada verso il salotto dove i due ragazzi accolsero con altrettanto stupore la signora Weasley.

<< Molly come mai qui? >> chiese Harry mentre veniva stritolato nell'abbraccio tipico della donna.

Draco, onde evitare che quella pazza tentasse di stritolare anche lui, afferrò Hermione pronto ad usarla come scudo. A tutto c'era un limite e lui era pur sempre un Malfoy, ma si premurò di offrire qualcosa da bere all'ospite mentre sempre scortato dalla moglie provvedeva agli aperitivi. Per lui e Potter preparò direttamente del Whisky, un improvvisata di mamma Weasley richiedeva un goccetto, mentre alle signore servì un leggero cocktail.

Intanto Hermione aveva fatto accomodare Molly e si era persa in convenevoli tipici di quel genere di visita, rassicurando la signora su quanto l'appagasse la sua nuova vita coniugale.

Quando Draco servì gli aperitivi l'ospite si decise a parlare.

<< Perdonatemi se sono piombata qui, ma gli avvenimenti degli ultimi giorni mi hanno lasciata un po' perplessa e avevo bisogno di parlare con voi >> disse guardando principalmente Hermione ed Harry, cosa di cui Draco le fu immensamente grato. Non che avesse qualcosa in particolare contro la signora, ma i suoi rapporti con il clan dei Weasley erano sempre stati un po' tesi.

<< Chiedi pure Molly, sai che non devi farti problemi con noi >> la rassicurò Hermione, anche se vide Harry scuotere la testa.

<< Ieri mattina, dopo aver letto il giornale, ho mandato un gufo a Ginny per chiederle se veramente le cose tra voi stessero come affermava il Profeta e lei mi ha mandato una lettera, devo ammetterlo leggermente delirante, in cui diceva che non era così e che la colpa di tutto quello era di Hermione e del invidia che aveva sempre provato nei suoi confronti. Io vi ho visto crescere ragazzi, non solo i miei figli, ma in un certo senso anche voi due. In tutti questi anni non ho mai visto nessun invidia tra voi, almeno fino alla guerra, dopo di allora le cose sono un po' precipitate >> disse mestamente guardando soprattutto la ragazza, che annuì non sapendo cos'altro aggiungere.

<< In più oggi pomeriggio Lavanda è arrivata in lacrime alla Tana invocando l'aiuto di Arthur perché Ron era stato ingiustamente arrestato per colpa vostra. Ora io vorrei sapere anche la vostra versione dei fatti, non perché non voglia credere ai miei figli, ma principalmente perché considero anche voi come dei figli e poi perché negli ultimi anni Ron e Ginny hanno assunto atteggiamenti che non riesco più a comprendere o in alcuni casi a scusare >> concluse la donna.

Hermione mordicchiandosi il labbro inferiore guardò Harry, stava a lui parlare della fine della sua relazione con Ginny, il resto sarebbe stato spiegato di conseguenza. Il ragazzo consapevole che quella giornata sembrava sempre più eterna e piena di difficoltà sospirò e bevve un lungo sorso, ringraziando mentalmente Malfoy per avergli dato qualcosa di forte.

<< Ginny mi era infedele Molly >> disse sospirando, faceva male ammetterlo a voce alta.

<< Purtroppo ho dovuto appurarlo con i miei occhi per capirlo. Mi spiace dovertelo dire così, ma è la verità. Hermione non ha colpe, mi ha semplicemente accolto a casa sua quando non sapevo dove andare o a chi rivolgermi. Purtroppo la sua scelta l'ha portata ad essere coinvolta in tutto questo, perché sia Ginny che Ron hanno dato la colpa a lei per la mia decisione di chiudere immediatamente la nostra storia. Questa è anche la ragione per cui Ron si trova in carcere, oggi pomeriggio ha aggredito prima Hermione e poi Malfoy che ha tentato di difenderla >> terminò a disagio. Sapeva che quanto aveva detto avrebbe fatto soffrire quella che per lui era un po' una mamma, ma gli aveva chiesto la verità e quella era tutta la verità.

Molly che aveva spalancato gli occhi e si era portata una mano alla bocca durante il suo discorso, prese a singhiozzare, mentre Hermione tentava di consolarla.

<< Io … io non so veramente cosa dire. Non li riconosco più, non conosco più i miei figli >> disse tra le lacrime.

Draco che aveva assistito dalla sua poltrona alla scena provò pena per quella donna. Effettivamente scoprire così che i tuoi figli non sono altro che due stronzi non era un bel modo. Potter aveva avuto fegato nel dirle tutto, ma probabilmente il rispetto che portava alla donna gli impediva di mentirle, tanto a quello pensavano già i suoi figli.

<< Mi dispiace così tanto. Ti ha fatto male cara? >> chiese poi ad Hermione asciugandosi le lacrime.

<< No tranquilla, Draco è intervenuto quasi subito, dopo più che altro ha minacciato lui >> rispose la ragazza guardando il marito con dolcezza, il quale rispose con un sorriso, prima di rivolgere il suo sguardo alla loro ospite.

<< Signora Weasley, se posso permettermi, lei non deve sentirsi in colpa per le azioni dei suoi figli. Sono adulti e devono rispondere dei loro atti. >> disse Draco.

Molly lo guardò per la prima volta veramente. << Mi dispiace, davvero. Avrei dovuto capire che qualcosa non andava, che avevo sbagliato qualcosa con loro, visto come si stanno comportando ultimamente. Sono i miei figli, io dovevo capirlo. >> disse convinta.

<< Signora, lei ha sette figli se non sbaglio, tutti loro avranno avuto delle crisi suppongo. Questo non significa che lei abbia sbagliato ad educarli o che non li abbia compresi. >> cercò di convincerla Draco, proprio non gli piaceva veder soffrire quella donna. L'aveva sempre vista energica, cavolo aveva fatto fuori zia Bella durante l'ultima battaglia, non era certo una persona che si lasciasse travolgere dagli eventi.

<< Sei >> mormorò Molly con gli occhi velati di pianto.

<< Mi perdoni, non volevo riportare ricordi dolorosi alla mente, non era mia intenzione. >> si scusò subito Draco. Aveva perso un figlio in quella battaglia e lui lo aveva quasi dimenticato. Che idiota!

<< Non ti preoccupare, caro >> disse Molly regalandogli un tenero sorriso. << Anch'io ti devo delle scuse, ti ho mal giudicato in passato. Tenterò di non commettere nuovamente quest'errore. >> concluse.

<< Per Hermione sarebbe molto importante, è veramente affezionata a tutti voi. >> disse Draco guardando con amore la moglie.

<< Anche noi lo siamo a lei e a te Harry. Vorrei che questo fosse chiaro. Parlerò con i miei figli e tenterò di riportarli alla ragione. >> disse risoluta alzandosi << Ora tolgo il disturbo, dovrete ancora cenare e io vi sto facendo perdere tempo >> aggiunse.

<< E' sempre un piacere vederti Molly e porta i miei saluti ad Arthur >> le disse Hermione accompagnandola alla porta mentre i due ragazzi le facevano un cenno di saluto.

<< Tesoro, ti chiedo scusa per aver mal pensato di tuo marito, si vede che ti ama immensamente e di questo sono estremamente felice, tu meriti tutto il bene del mondo. >> le disse Molly in un ultimo abbraccio prima di smaterializzarsi alla tana.

Hermione trasse un lungo sospiro prima di rientrare in casa e raggiungere gli altri in salotto.

<< Draco ti prego dammi del Whisky e dimmi che questa giornata è finalmente giunta al termine >> proferì mentre si lasciava cadere sul divano, facendo ridere Harry e ghignare il marito che si premurò di versarle da bere.

<< Vuoi ubriacarti moglie? >> gli chiese beffardo mentre le allungava il bicchiere.

<< Farei di tutto per dimenticare quello che è successo oggi >> confermò lei accigliandosi.

<< Si risolverà tutto Herm. Come vedi anche Molly si è accorta che quei due stanno uscendo di testa. Ron passerà un paio di giorni al fresco e speriamo che gli schiarisca le idee. >> le disse Harry.

<< E Ginny? >> chiese lei preoccupata.

<< Non che mi interessi, ma a parte urlare e puntare i piedi come una bambina non è che possa fare poi molto. >> rispose lui con un'alzata di spalle.

<< Io non ci conterei >> intervenne Draco, mentre stringeva la moglie.

<< Credi che abbia intenzione di farci qualcosa? >> chiese Hermione preoccupata.

<< Credo più che altro che tenterà di rovinarci la vita in tutti i modi che le vengono in mente >> ammise lui.

Sia Harry che Hermione si guardarono allarmati.

<< Ma non è un problema nostro tesoro, perché il caro Potter qui ci concederà qualche giorno di vacanza >> disse sorridendo Draco.

<< Vacanza? >> chiesero in coro i due facendolo sorridere.

<< Oh si. Vacanza. Hermione ne ha subite già troppe tra ieri sera ed oggi, ha bisogno di riposare, quindi Potty ci mandi in vacanza! Partiamo domattina >> disse felice.

<< Draco non possiamo, abbiamo del lavoro da fare. Andromeda non sta bene, come possiamo allontanarci da casa, sempre che Harry ce le conceda le ferie >> disse guardandolo incuriosita.

<< Potter ci concederà le ferie perché ce le deve, tanto lui starà qui servito e riverito. In più andremo in un posto vicino e in caso di bisogno basterà smaterializzarsi per tornare a casa. >> la informò.

<< Quindi andiamo? >> chiese lei un po' eccitata. Aveva scoperto che viaggiare con Draco era estremamente piacevole. Anche a lui piaceva visitare musei e cattedrali, nel loro viaggio di nozze a Parigi avevano girato la città in lungo e in largo, era instancabile ed entusiasta di avventurarsi con lei nel mondo babbano.

Draco guardò Harry che stava valutando la cosa. La squadra senza loro due sarebbe stata ridotta ai minimi termini, contando che Anthony era stato sospeso dalle azioni per due settimane, ma in fondo sapeva di doverglielo. Il suo arrivo aveva portato non poco scompiglio nella vita della coppia, senza contare che li aveva visti parecchio vicini in quegli ultimi giorni. Forse le cose non stavano più come gli aveva raccontato Hermione o forse quella vacanza le avrebbe sbloccate definitivamente per la felicità dell'amica e di riflesso anche per la propria.

<< Basterà un gufo e sarete di nuova a casa giusto? Anche in caso di missione, se non posso risolvere in altro modo? >> Draco annuì. << Ok allora buona vacanza e portatemi un bel regalo >> decretò Harry per la gioia di Hermione che gettò le braccia al collo del marito, ben contenta di avere qualche giorno solo per loro.




<< Perché non posso preparare la mia valigia? >> chiese Hermione, mentre rientrava in camera dal bagno. Il marito steso sul letto a torso nudo le sorrise. Hermione aveva optato nuovamente per una delle leggere camicie da notte che portava da quando era sposata. La prima, quella che aveva indossato la prima volta che avevano condiviso il letto era stata un regalo di Narcissa, era candida e lunga fino alle caviglie con una vestaglia di raso coordinata. Aveva adorato quel capo e da allora aveva arricchito il suo guardaroba di numerose camice da notte simili, anche se quelle da lei acquistate erano notevolmente più corte e comode. Quella sera ne indossava una nera di seta notevolmente più scollata rispetto a quelle già indossate, i capelli raccolti con una pinza in cima al capo e i piedi rigorosamente nudi. Draco la guardò avvicinarsi al letto pensando che non esistesse al mondo un essere altrettanto bello e leggiadro.

<< Allora? >> lo incalzò la ragazza stendendoglisi al fianco.

<< Non ti fidi del mio gusto sopraffino? >> chiese lui ironicamente mentre l'abbracciava.

<< No, lo sai che non è questo. È che non vedo la ragione di tutto questo, sono perfettamente in grado di provvedere da sola ai miei bagagli, o temi che io possa metterti in imbarazzo? >> chiese guardandolo interrogativa.

Draco scosse la testa. Era tutta la sera che cercava di carpire notizie sulla destinazione del loro viaggio, ma il ragazzo voleva fosse una sorpresa. Aveva progettato quella seconda luna di miele nei mini particolari. Voleva fosse perfetta ed indimenticabile perché dopo quella sarebbero stati veramente marito e moglie, o almeno era ciò che sperava vivamente il ragazzo.

<< Tu non potresti mai mettermi in imbarazzo, tesoro. Sarebbe più probabile il contrario se proprio vogliamo essere onesti. >> rispose lui con un sorriso.

<< Tu sei sempre all'altezza di ogni situazione! >> gli rispose lei con veemenza. Sebbene lei fosse convinta che il marito non fosse così imperturbabile come voleva apparire, era indubbio che la sua classe e la sua educazione lo portassero sempre a dimostrarsi più che preparato in ogni circostanza.

Draco ridacchiò. Se sua moglie avesse anche solo sospettato quanto dura era stata l'educazione di lui per portarlo ad essere sempre impeccabile in ogni occasione, non avrebbe ammirato la sua compostezza.

<< Amore, anche tu sei sempre più che perfetta. Puoi per favore accettare che per una volta io voglia farti una sorpresa e per questa sia necessario che tu non sappia quali abiti indosserai? >> gli disse lui dolcemente.

Hermione annuì mordicchiandosi il labbro inferiore, non che non apprezzasse il gesto premuroso di lui o l'idea che le facesse una sorpresa, era il fatto di non avere il controllo della situazione a metterle ansia. Draco però non sembrava disposto a lasciarsi sfuggire nessuna informazione in merito alla loro prossima partenza, oltre a quanto detto in salotto non aveva aggiunto nuove indicazioni indipendentemente dalle domande con cui lei ed Harry, che in quanto a curiosità non le era secondo, lo avevano tempestato per tutta la serata.

<< Quindi non mi dirai altro sulla nostra destinazione, giusto? >> chiese un ultima volta.

<< No, ma sono sicuro che resterai soddisfatta della mia idea >> disse lui baciandola dolcemente.

<< Credo che dovrò accontentarmi della tua sicurezza >> rispose lei tra un bacio e l'altro.

<< Credo che dovresti imparare a fidarti delle mie scelte >> la redarguì lui.

<< Non è che non mi fidi di te, Draco. Semplicemente sai che mi piace essere preparata >> gli rispose lei seriamente.

<< Lo so. Ciononostante sai bene che se ci fossero cose per cui tu dovresti essere preparata te le avrei comunicate. L'unica cosa che ti serve in questa vacanza è la voglia di partire con me. Hai voglia di passare qualche giorno sola con me, Hermione? >> chiese lui inclinando la testa per guardarla negli occhi. Voleva che lei fosse convinta di lui, di stare con lui, sola e senza Potter ad interromperli ogni secondo.

Lei sorrise annuendo felice prima di baciarlo.


POSTO PICCOLO:

Buon pomeriggio e buon sabato a tutti!

Come qualcuno aveva previsto Molly è sempre Molly amorevole, comprensiva e pronta ad ascoltare e a capire le ragioni di tutti, quindi tutto ok.

Draco invece applica il "prendo e ti porto via" (giusto per citare Vasco che ci sta sempre bene ^^) con la cara mogliettina,  anche perchè come dice Hermione59 a furia di docce fredde si farà venire la polmonite ^_^, quindi meglio correre ai ripari e allontanarsi da Potty e dalle sue inopportune interruzioni non so se avete notato che non gli ha detto dove vanno giusto per stare più sicuro XD

Ultimo avviso: mancano 4 capitoli alla fine!


GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!

Un bacione Lisa 

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Capitolo 21
*** 21. ***


21.

21 –

La mattina dopo quando scesero a colazione le valige di entrambi erano nell'ingresso, mentre Harry li stava attendendo già seduto al tavolo della sala da pranzo.

Quella mattina si era svegliato presto, molto prima del necessario, gli avvenimenti del giorno prima lo avevano notevolmente stancato quindi appena si era ritirato in camera era crollato. Quella mattina però si era svegliato alle prime luci del giorno senza nemmeno saperne la ragione. Inforcati gli occhiali recuperati sul comodino, aveva subito scorto accanto a sé la pila di pergamene consegnategli il giorno prima da Dolores. I gufi inviatigli da Ginny e Ron facevano bella mostra accanto al suo letto. Non aveva avuto il tempo o la voglia di aprire quelle missive il giorno prima, così decise, dal momento che il sonno lo aveva abbandonato, di dedicarsi a quel ingrato compito. Non che sperasse in chissà quale rivelazione da quelle pergamene, ma era inutile procrastinare il momento in cui le avrebbe aperte. Così aveva passato l'ora successiva a leggere le deliranti accuse di Ginny, i suoi proclami di innocenza, perfino le accuse di essere stata sottoposta a chissà quale incantesimo oltre a un nutrito ed ipocrita numero di dichiarazioni di amore imperituro da parte della ragazza. L'unica cosa che cercava tra quelle parole era la comunicazione che la ragazza aveva abbandonato casa sua, purtroppo non sembrava nelle intenzioni di Ginny abbandonare la casa che tanto aveva desiderato. Appurato questo Harry si decise a scrivere una dura e risoluta lettera alla ragazza, in cui le ribadiva la sua decisione di porre fine alla loro relazione in modo definitivo e la invitava ad abbandonare l'abitazione che non le apparteneva. Aveva anche valutato se minacciarla di ritorsioni, ma decise che per il momento si sarebbe limitato ad un perentorio invito.

Le lettere di Ron erano, se possibile, ancora più deliranti. Erano una difesa a spada tratta della condotta della sorella intervallate ad una serie di accuse e insulti nei confronti di Hermione. Molte volte Harry si era chiesto la ragione dell'odio, decisamente mal celato, che Ron provava nei confronti dell'ex fidanzata. Se in un primo momento aveva dato la colpa a Lavanda, da sempre particolarmente inferocita nei confronti dell'amica, aveva ormai capito che non fosse solo l'odio tra le due donne a fomentare il ragazzo.

Neville, che aveva a sua volta espresso i suoi stessi dubbi riguardo al atteggiamento dell'amico nei confronti di Hermione, gli aveva suggerito che probabilmente Ron non aveva gradito che la ragazza si fosse rifatta una vita abbastanza soddisfacente dopo la fine della loro relazione. In effetti Hermione aveva sempre mostrato un comportamento dignitoso e mai una volta si era lasciata andare a scenate o recriminazioni nei confronti del fidanzato traditore. Aveva accolto la notizia del tradimento, comunicatole direttamente da una Lavanda particolarmente maligna che aveva sottolineato quanto entrambi fossero felici dell'imminente arrivo di un figlio, senza fare una piega. Il fatto che la gravidanza vantata da Lav Lav fosse solo una bugia, non aveva impedito alla ragazza di infierire ulteriormente su di Hermione. Aveva avuto la sfrontatezza di invitarla al matrimonio e di indignarsi quando questa aveva gentilmente declinato l'invito, mandando perfino Ron a parlarle. Hermione ancora una volta non si era scomposta chiarendo, davanti a tutta la famiglia Weasley riunita, che non avrebbe partecipato alla cerimonia e che anzi invitava tutti a non cercarla perché era sua intenzione rifarsi una vita lontano da loro.

Il problema probabilmente era proprio questo. Hermione aveva dimostrato ancora una volta di non aver bisogno di nessuno. Si era rialzata ed era andata avanti con la sua vita. Il matrimonio con Malfoy poi era stato, probabilmente, il colpo di grazia all’autostima di Ron. Non solo lei non lo aveva mai più cercato, ma aveva sposato quello che era stato il loro peggior nemico ai tempi della scuola. Se in quel momento anche Harry si era sentito tradito, ora come ora non poteva che gioire per la scelta della ragazza. Non solo aveva dato negli anni modo a Draco di dimostrare la sua valenza come Auror, ma ora che li vedeva felici e innamorati, sapeva che la ragazza non sarebbe mai stata così raggiante accanto a Ron. Non perché non lo avesse amato, ma perché Ron non era alla sua altezza, cosa che invece Malfoy era.

In quel momento mentre osservava l'amica sorridente che, accompagnata dal marito, si sedeva al tavolo e gli augurava il buongiorno concluse che decisamente quello era un matrimonio riuscito, nonostante le pessime premesse.

<< Pronta per partire Herm? >> chiese sorridendo alla ragazza dopo averle augurato il buongiorno.

<< Si, direi di si. Draco si rifiuta di dirmi dove andremo, quindi non posso che essere ansiosa. >> disse lei sorridendogli prima di aggiungere << Però non vedo l'ora di partire >>.

Draco sorrise e si servì la colazione prima di immergersi nella lettura del Profeta. Quella mattina aveva scelto la strada del silenzio. Le domande di Hermione si erano fatte sempre più sottili così, ben conoscendo la capacità di sua moglie di ottenere in un modo o nell'altro le informazioni a cui ambiva, non aveva risposto a nessuna di esse.

<< Non sei proprio riuscita a convincerlo a dirti dove andrete eh? >> chiese Harry prendendola in giro, mentre lei scuoteva la testa sconsolata.

<< Strano, negli interrogatori sei sempre la migliore, possibile che tu non riesca ad estorcere una semplice informazione a tuo marito? >> la incalzò lui sempre più divertito, mentre la ragazza si accigliava.

<< Potter ti sarei grato se evitassi di intrometterti nei miei rapporti con mia moglie. >> lo redarguì Draco da dietro il giornale, anche se di nascosto aveva spiato le reazioni di Hermione, la quale a quel richiamo ridacchiò probabilmente ripensando alla tirata che Draco aveva fatto la sera prima sull'incapacità di Potter di farsi gli affari suoi.

<< Semplicemente Harry non voglio estorcere, come dici tu, nessuna informazione a mio marito. Preferisco fidarmi del suo giudizio >> rispose infine Hermione sorridendo all'indirizzo del marito che le sorrise a sua volta.

<< Ok, come vuoi tu. Io ora vado in ufficio. Farò di tutto per concedervi questi giorni di riposo. Prometto che vi richiamerò in servizio solo ed esclusivamente se non avrò altre alternative. >> disse abbracciando l'amica. << Contento Malfoy? >> chiese poi ghignando in direzione del ragazzo.

<< Ci conto Potter. >> disse quello abbassando il giornale e guardandolo con un mezzo sorriso al qual seguì quello ben più aperto di Harry.

<< Fate buon viaggio, ragazzi. >> disse infine prima di avviarsi alla porta.

Draco posando il giornale definitivamente guardò la moglie che seguiva Potter con lo sguardo.

<< Non crollerà il mondo magico solo perché ci allontaniamo qualche giorno. Lo sai vero? >> le chiese ironico.

<< Non è quello. >> rispose lei continuando a fissare la porta dietro cui era scomparso l'amico.

<< Potter se la caverà alla grande Emi, sia col lavoro che con la sua vita privata. Non è un bambino che devi accudire, mi sembra di avertelo già detto più di una volta. >> le disse serio. Proprio non capiva quel senso di protezione che la moglie dimostrava nei confronti dell'amico.

<< Lo so che non è un bambino, Draco. Penso solo che per lui sia un momento difficile e probabilmente sarebbe meglio stargli vicino. >> disse lei tentando di spiegare al marito, senza lasciar trasparire troppo la sua ansia di perdere nuovamente Harry. Si erano appena ritrovati e l'idea di perderlo di nuovo la spaventava.

<< Emi, nemmeno Potter è così stupido da commettere due volte lo stesso errore. >> le disse lui seriamente, attirando finalmente lo sguardo della moglie.

<< Che intendi? >> chiese lei timorosa.

<< Ora che vi siete ritrovati, anche se mi spiace ammetterlo, non credo proprio che Potter si allontanerà nuovamente da te o metterà in dubbio la vostra amicizia. Non saranno questi pochi giorni lontano da casa che comprometteranno la vostra ritrovata intesa >> terminò lui, mentre la moglie annuiva come sempre stupita di quanto lui la capisse anche senza bisogno di esprimere i suoi dubbi a parole. Draco le sorrise dolcemente prima di invitarla a terminare la sua colazione.

Al contrario di quanto Hermione si era aspettata non avevano avuto bisogno di smaterializzasi, avevano semplicemente utilizzato il grande camino dello studio di Draco.

Una volta uscita da un camino che le parve altrettanto enorme e sontuoso, Hermione prese a guardarsi intorno. Non riconoscendo affatto quella stanza si decise a guardare il marito che si stava spazzolando gli abiti dalla polvere volante che avevano utilizzato.

<< Dove siamo? >> chiese lei, rendendosi conto che Draco non le avrebbe detto proprio nulla di sua iniziativa.

<< Rosier Castel, nelle Higlands Scozzesi >> rispose lui.

<< Rosier Castel ? La madre di Narcissa si chiamava Rosier, o sbaglio? >> chiese Hermione guardandosi attorno, era in un castello scozzese probabilmente di proprietà della famiglia di sua suocera.

<< No, non sbagli e vedo che ti sei letta tutto il nostro albero genealogico. Come sempre informatissima, Hermione. >> disse lui prendendola un po' in giro. << Questo castello apparteneva alla famiglia di mia nonna materna, fu lasciato in eredità a mia nonna e lei lo lasciò a mia madre. Quindi ora fa parte del patrimonio della famiglia Malfoy. >> rispose infine.

<< Un castello scozzese? >> chiese lei un po' titubante facendolo ridere.

<< Si tesoro, siamo abbastanza benestanti da possedere anche un intero castello in Scozia >> le rispose tra le risate.

<< Permettimi di essere stupita, non dubito che la tua famiglia sia abbastanza benestante, ma non è da tutti possedere un intero castello, in ottimo stato di conservazione tra l'altro, nelle Higlands Scozzesi. >> disse lei un po' piccata.

<< La nostra famiglia >> la riprese lui bonariamente. << Ricordi ciò che è mio è anche tuo e viceversa >> le disse abbracciandola.

<< Il mio apporto al patrimonio di famiglia è stato un mini appartamento in Diagon Alley, non certo un castello. >> disse lei mestamente.

<< Vuoi dirmi che non è stato un matrimonio di interesse il mio? Merlino! E ora come faccio? >> chiese ironico, mentre Hermione tentava di colpirlo per quel suo umorismo decisamente poco apprezzato.

<< Non me ne avevi mai parlato >> disse infine la ragazza, mentre lui continuava a ridere e lei smetteva di dimenarsi nel suo abbraccio.

<< Davvero? Nemmeno mia madre? >> le chiese ritrovando la compostezza. La ragazza scosse il capo.

<< Strano, mia madre adorava questo posto. Sono anni che non viene più qui. Dice che le ricorda troppo i momenti felici passati con mio padre. Io ero troppo piccolo per ricordare veramente. Ho qualche breve sprazzo di memoria. Luoghi particolari del parco che circonda il castello. Mia madre e mia nonna sedute nel giardino interno a prendere il the. Cose così >> disse lui lasciandosi andare ai ricordi.

Hermione lo guardava rapita. L'aveva portata a conoscere un altro piccolo pezzo di lui. Un pezzo così lontano che perfino suo marito ne aveva confusi ricordi.

<< Come mai hai scelto questo posto per la nostra mini vacanza? >> chiese lei, si era aspettata di visitare città ricche di storie e musei, come in luna di miele. Draco invece l'aveva nuovamente stupita.

<< E' un bel posto. Immerso nel verde e molto tranquillo. Proprio quello che ci serviva dopo questi ultimi movimentati giorni. Vuoi visitarlo? >> le chiese speranzoso.

Lo sguardo felice di Draco aveva rapito Hermione. Le aveva chiesto la sera prima se desiderasse passare qualche giorno sola con lui, non immaginava che intendesse una vacanza di completo relax in un castello avvolto nel verde.

<< Certamente, siamo soli? >> chiese lei guardandosi intorno. A quella domanda una piccola elfa fece la sua comparsa da dietro una poltrona.

<< Misty è qui per servire i padroni. >> disse inchinandosi fino a terra nel suo straccetto logoro, che la copriva appena.

<< Misty? >> chiese Draco non ricordandosi del elfa in questione.

<< Si è rimasta solo Misty, ma tutta la casa è perfettamente pulita ed ordinata padrone, come piaceva a Lady Druella. >> disse lei sempre prostrata a terra.

<< Benissimo. Io sono Draco Malfoy, figlio di Narcissa e nipote di Lady Druella. Ti ricordi di me Misty? >> chiese lui gentilmente.

<< Si padrone io mi ricordo di quando venivate qui da piccolo, sempre in cima alla scopa, sempre a corrervi dietro perché non vi faceste male. Il padrone non voleva che vi faceste male. >> disse Misty.

<< Alzati pure Misty. Questa è mia moglie Hermione. >> le disse Draco, prima che l'elfetta si ributtasse a terra dicendosi onorata di conoscere la moglie del padrone.

<< Misty alzati pure, non c'è bisogno che ti butti così a terra, finirai per farti male. Sei stata avvisata del nostro arrivo? >> chiese premurosa Hermione. Ormai gli elfi di Malfoy Mannor non si comportavano più così servilmente, erano gentili e ossequiosi ma evitavano gesti così plateali.

<< Lettera arrivata, io non so leggere molto bene, ma avevo capito che qualcuno veniva. >> disse Misty a disagio. << Ho pulito tutto il castello e preparato tante camere, voi potete scegliere. >> rispose rigettandosi sul pavimento.

Hermione guardò Draco costernata, non voleva mettere in difficoltà la piccola elfa.

<< Misty, alzati pure. Sei stata bravissima. Ora andiamo a scegliere la nostra stanza insieme, poi parleremo un po' su come si svolgeranno le cose d'ora in avanti. D'accordo? >> gli chiese gentilmente Draco. Conscio che finché non avesse sistemato le cose con l'elfa sua moglie non si sarebbe goduta quella vacanza.

<< Misty ha sbagliato padrone? Devo essere punita? Per questo volete parlare con me? >> chiese agitata.

<< No, assolutamente no. Sei stata molto brava. Non ti agitare. Voglio solo ringraziarti ok? >> rispose prontamente Draco, sperando che Misty accogliesse di buon grado i cambiamenti che intendeva apportare così come avevano fatto gli elfi del Mannor.

<< Misty puoi farci strada? Vorremmo vedere le camere. >> disse Hermione cercando di venire in aiuto del marito. Magari passando un po' di tempo con loro avrebbe capito che le volevano solo far vivere una vita migliore, non togliere il suo lavoro.



Usciti dal salone, che già era di dimensioni notevoli come aveva appurato Hermione, il resto del castello era esattamente come ci si aspetta sia un castello scozzese. Enorme e pieno di pietre a vista, scale imponenti e finestroni. Uno spettacolo per gli occhi convenne Hermione mentre veniva scortata da Misty in giro per le stanze. Infine optarono per una sontuosa stanza con antichi mobili in legno scuro e le cortine del letto a baldacchino blu come la notte in tono con le tende alle grandi finestre. Aveva un grande bagno comunicante con la stanza e le imponenti finestre mostravano un parco meraviglioso che si estendeva fino ad un bosco rigoglioso.

<< Ti piace? >> gli chiese Draco cingendola da dietro.

<< E' un sogno >> rispose lei appoggiandosi al suo petto.

<< Bene, era la reazione che speravo avessi >> disse lui posandole un bacio tra i capelli. Alle loro spalle Misty si adoperava per sistemare i loro bagagli. Hermione le aveva detto che non era necessario, ma l'elfetta non aveva sentito ragioni.

<< Devo dirle che le cose cambieranno, spero solo che non vada in crisi. >> mormorò Draco tra i suoi capelli osservando Misty dal riflesso della finestra, mentre Hermione gli stringeva le braccia che la tenevano per la vita.

<< Lo faremo insieme e vedrai che andrà tutto bene, o almeno spero >> disse con un tono leggermente titubante sul finire.

Draco sospirò per poi volgersi verso la piccola elfa, stringendo la mano della moglie.

POSTO PICCOLO:

Ciao a tutti scusate il ritardo, ma oggi sono andata a prendere mio figlio in montagna e ho passato tutto il giorno con lui a giocare e farci le coccole.

Spero capiate che il mio essere la mamma di Cicio viene prima di qualunque altra cosa.

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!

Un bacione Lisa 

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Capitolo 22
*** 22. ***


22.

22 –

La giornata di Harry stava procedendo tutto sommato normalmente, aveva sbrigato alcune formalità, incontrato il Ministro e il capo del Wizengamot per concordare insieme come procedere col processo a Dolohov e sbrigato molte incombenze con l'aiuto impareggiabile di Dolores, che tra quelle scartoffie era molto più a suo agio di lui.

Fu proprio la voce leggermente nervosa della donna che lo richiamò dall'interfono a distoglierlo dalla lettura di uno dei tanti verbali redatti dal squadre degli Auror che lui aveva il compito di analizzare e siglare prima di essere archiviati o inoltrati al Wizengamot per i vari processi in corso.

<< Signor Potter, dall'atrio mi hanno avvertito che c'è una visita per lei. Le nuove disposizione impongono a chiunque sia diretto qui al Quartier Generale di attendere l'autorizzazione a salire a questo piano, ricorda ? >> chiese titubante.

Harry ne era più che conscio visto che era stata una sua precisa richiesta accolta gentilmente dal Ministro.

<< Si Dolores. Chi vuole vedermi? >> chiese gentilmente.

<< La signorina Ginevra Weasley chiede di essere ricevuta. >> rispose professionalmente la donna.

Harry rimase un attimo in silenzio, gettando uno sguardo all'orologio a pendolo che aveva sul muro di fronte. Le quattro del pomeriggio. Era pronto a concludere la giornata con una sfuriata della sua ex ragazza? Si chiese per un momento, poi conscio che prima o poi avrebbe dovuto nuovamente affrontarla decise di autorizzare la visita della ragazza. Nervosamente richiuse il fascicolo che aveva davanti e girando la sedia si mise ad osservare il panorama che gli offriva una grigiastra Londra nel tentativo di trovare abbastanza calma dentro di se per non aggredire la ragazza appena essa fosse entrata.

Un leggero bussare alla porta lo informò che il tempo a sua disposizione era terminato.

<< Avanti >> disse senza girare la sedia in direzione della porta.

<< Miss Weasley per lei capo. >> disse severamente Doloros, prima di richiudersi la porta alle spalle una volta che la ragazza fu entrata.

Harry rimase in silenzio, lo sguardo perso tra le coltri di nubi che ricoprivano la città.

<< Harry amore >> lo richiamò la ragazza, mentre il ticchettare delle scarpe di lei sul pavimento lo informava che si stava avvicinando. Decise che era meglio girarsi prima che Ginny si avvicinasse troppo.

<< Ti sarei grato se evitassi di chiamarmi in questo modo e a meno che tu non sia venuta per restituirmi le chiavi di casa mia non vedo il motivo della tua visita >> disse serio mentre la squadrava.

La voce dura e lo sguardo torvo di lui gelarono Ginny mentre si avvicinava. Certo aveva letto la sua missiva di quella mattina, ma come sempre l'aveva attribuita alla cattiva influenza di Hermione o peggio di quel Mangiamorte che la ragazza aveva sposato, non certo al volere di Harry. Lei era più che certa che alla fine il suo Harry l'avrebbe perdonata, perché glielo doveva.

<< Ancora questa storia, amore? Perché non torni a casa e ne parliamo tranquillamente io e te da soli. Senza influenze esterne. Non pensi sarebbe la cosa migliore? >> chiese lei ricominciando ad ancheggiare verso la scrivania.

Harry assottigliò gli occhi squadrandola. Il vestito che indossava lasciava ben poco al immaginazione. Gli occhi erano truccati in modo pensante e i gioielli troppo vistosi. In quel momento nulla gli ricordava la dolce ragazza che aveva amato, meno che mai quel tono petulante con cui gli si rivolgeva.

<< Quella che tu ti ostini a chiamare casa è la mia casa, pagata coi miei soldi, intestata a me e ti sarei più che grato se ti decidessi a lasciarla una volta per tutte. Inoltre ti ho più volte spiegato che non ho nulla di cui parlare con te. Le tue azioni hanno determinato la fine della nostra storia. Non c'è altro da chiarire. Se non i tempi in cui tu uscirai in maniera definitiva dalla mia vita, Ginevra. >> le rispose risoluto.

<< Amore ti prego, non chiamarmi Ginevra, sai quanto odio quel nome. >> disse lei facendo un gesto di stizza con la mano. Non dando nessun peso, ancora una volta, alle parole del ragazzo.

<< Non è più affar mio ciò che odi o meno. Ti ripeto che pretendo che tu lasci la mia casa e visto che i miei inviti cadono nel vuoto, mi costringi a minacciarti. Se entro domani sera a quest'ora non avrai portato via le tue cose puoi tranquillamente dirgli addio perché è mia precisa intenzione bruciare ogni cosa non mi appartenga. >> le disse serio.

<< Harry andiamo non puoi parlare seriamente. Non puoi cancellare tutti questi anni di relazione, per un piccolo errore. >> disse lei che nel frattempo si era avvicinata alla scrivania e si era sporta maggiormente verso di lui, posando le mani sul tavolo e concedendogli un ampio panorama delle sue forme strizzate nel micro-abito dalla profonda scollatura. Harry trovò il gesto estremamente volgare. Pensava veramente di risolvere tutto seducendolo? Evidentemente si, a giudicare dallo sguardo languido della ragazza.

<< Ti pregherei di starmi lontano e di accomodarti su di una sedia Ginevra, ciò che offri ha perso ogni attrattiva per me >> le disse duramente.

La ragazza parve stupita, come se un rifiuto fosse veramente l'ultima cosa che si aspettasse.

<< Harry dai, non fare così >> disse ridacchiando in modo che Harry trovò irritante.

Merlino! Come diamine aveva fatto a sopportarla fino ad allora, si chiese sconvolto.

<< Finiscila Ginny. Ti stai solo rendendo ridicola. >> le disse realmente arrabbiato.

<< Come ti permetti? Io vengo qui, a tentare finalmente di sistemare le cose tra noi, senza quei due stronzi che ti stanno sempre intorno e tu mi tratti in questo modo? >> chiese lei sbattendo i piedi per terra.

<< I due “stronzi” come li definisci tu, sono miei amici e gradirei che ti rivolgessi a loro con maggior riguardo. In più non mi stanno né intorno, né tanto meno tentano di fomentarmi contro di te. Mi hanno accolto a casa loro e si sono dimostrati dei veri amici. Quindi evita, soprattutto dopo quello che ha combinato ieri quell'idiota di tuo fratello. >> disse inferocito.

<< Vedi che è sempre colpa loro. Il povero Ron è in prigione per colpa loro e tu mi tratti in questo modo. Ovviamente ti tengono sotto incantesimo o che so io >> disse lei incrociando le braccia al petto e mettendo un broncio degno di una bambina di pochi anni.

<< Il “povero” Ron ha avuto ciò che si meritava. Ha aggredito due Auror disarmati senza ragione. E se vogliamo essere pignoli, dopo quanto ho visto venerdì in quel letto avrei il diritto di trattarti anche peggio di come ti tratto. >> le disse serio sbattendo le mani sulla scrivania.

<< Perché ti devi impuntare su questa cosa, è stato un momento di debolezza, tutto qui. >> disse lei scrollando il capo.

<< No Ginny, no. Nessun momento di debolezza. Tu mi hai tradito e visto come ne parli temo non fosse nemmeno la prima volta. Questo ha cambiato tutto. Io non ti voglio più! Sono stato abbastanza chiaro adesso o preferisci che ti schianti in modo da renderti più esplicito il concetto? >> le urlò, pentendosene subito visto che ovviamente Dolores avrebbe sentito.

<< Ora vattene, raccogli le tue cose e lascia la mia casa. Subito. Se non lo farai ti assicuro che te ne pentirai amaramente. >> le disse indicandole con la mano la porta.

<< Un ultima cosa, non farti mai più vedere qui! >>

<< Non puoi parlare seriamente >> disse lei attonita.

<< Non sono mai stato più serio ora vattene o chiamo qualcuno che si occupi di sbatterti fuori senza tanti complimenti. >> le disse voltandogli le spalle.

<< Dove dovrei andare Harry? >> disse con voce rotta lei. << Nemmeno mia madre mi rivuole a casa, dice che dovrei riflettere su chi sono e come sono cambiata, come se lei sapesse veramente chi sono. >> disse la ragazza piangendo. Harry strinse i denti non doveva farsi impietosire o ci sarebbe ricascato. Ginny era maestra nel fare leva sui suoi sensi di colpa, ma quella volta non glielo avrebbe permesso.

<< Non è affar mio. Chi è causa dei suoi mali, pianga se stesso. Ricordatelo Ginevra e ora vattene una volta per tutte. >> le disse duro continuando a girarle le spalle.

Dopo un bel po' di singhiozzi finalmente la porta si chiuse alle spalle della ragazza e lui poté riprendere fiato. Sperava veramente che quello fosse il loro ultimo confronto. Il giorno dopo avrebbe fatto ritorno a casa, cambiato tutte le serrature e gli incantesimi di protezione. Se vi fosse stato ancora qualcosa di Ginny o la ragazza stessa presente in casa, avrebbe preso e buttato tutto in strada senza alcun problema. Era ora di riprendere le redini della sua vita.





Draco si gettò sul letto senza nemmeno togliersi le scarpe. << Merlino, quella è da manicomio! >> affermò mentre cercava una posizione comoda sul letto.

<< Non è da manicomio, Draco. Era semplicemente spaventata, le abbiamo stravolto l’esistenza nel giro di poche ore. È comprensibile che avesse dubbi e paure >> disse Hermione avvicinandosi al letto.

Prima di stendersi si premurò di levare le scarpe, per poi fare la stessa cosa con quelle del marito.

Draco in risposta la guardò stupito e felice. Erano quelle piccole premure che lo lasciavano sempre stupefatto, mai in tutta la vita qualcuno si era preso cura di lui in modo così disinteressato, non fino a quando Hermione era entrata nella sua vita. La prima volta che lei gli aveva scostato i capelli da davanti agli occhi mentre parlavano era restato di sasso. Non solo perché il gesto della ragazza era stato improvviso, ma anche perché era parso del tutto naturale, come se un contatto fisico fra loro fosse comune. Forse era stato proprio in quel momento che aveva iniziato ad amarla, quando per la prima volta si era accorto che lei lo guardava con occhi diversi da tutti gli altri, per lei era solo Draco, un collega, un amico. Il retaggio del passato, sebbene ovviamente non fosse dimenticato, era stato accantonato dalla conoscenza del presente ed in un crescendo di reciproci avvicinamenti erano arrivati fino a quel momento, a quella stanza.

Hermione gli sorrise vedendolo perso nei suoi pensieri.

<< Un penny per i tuoi pensieri >> gli disse ridendo.

<< Pensavo a te, a noi. A tutto quello che ci è successo da quando ci siamo rincontrati >> le rispose lui prontamente, fissandola negli occhi. Niente più maschere, niente paletti, niente codici di comportamento. Era finalmente arrivato il momento della verità.

<< Già >> concordò la ragazza, << Un bel percorso ad ostacoli non trovi? >> chiese lei ironica.

<< Però la compagnia è stata ottima >> disse lui avvicinandosi.

<< Lo credi davvero? >> chiese la ragazza mordicchiandosi il labbro inferiore.

Era bello ed elettrizzante essere così vicini, in una casa dove nessuno li avrebbe interrotti. L’ansia di Hermione cresceva proporzionalmente all'avvicinarsi del momento tanto atteso. Voleva suo marito, ma era agitata dalla cosa, erano anni che non aveva nessun tipo di contatto intimo con un uomo mentre suo marito ... Meglio non pensare alla vasta esperienza in materia di Draco, si ammonì la ragazza.

<< La migliore che potessi desiderare >> disse lui ormai prossimo alle sue labbra.

La ragazza sorrise appena prima di lasciarsi coinvolgere in un bacio appassionato dal marito.

Draco era partito in quarta, ormai non riusciva più ad attendere, i suoi piani al principio erano stati diversi. Avrebbe mostrato alla moglie la bellezza del castello e dei suoi dintorni, tentando di sedurla senza mai arrivare al sodo, poi le avrebbe offerto una cena romantica sulla terrazza che si apriva sul giardino preferito di sua madre e di sua nonna ed infine l’avrebbe fatta sua per la prima, sperava, di innumerevoli volte.

Purtroppo la chiacchierata con Misty aveva portato via buona parte della mattinata e del dopo pranzo. Quando finalmente l’elfetta aveva cominciato a capire che le cose sarebbero solo migliorate, un temporale era giunto a compromettere definitivamente i piani di Draco che si era visto costretto a rimandare il tutto al giorno successivo. Salendo in camera per riposarsi un po’ non aveva tenuto conto di quanto la semplice presenza della moglie fosse in grado di mandarlo su di giri.

Così si ritrovarono avvinghiati sul letto, ma qualcosa non andava, almeno secondo Draco. Hermione sembrava tesa oltre ogni dire, possibile che non fosse convinta di quanto stava accadendo tra loro, si chiese Draco.

Staccandosi lentamente e controvoglia dalle labbra di lei si allontanò quel poco che gli serviva per guardarla negli occhi, che si spalancarono non appena lo sentì separarsi da lei.

Lo sguardo di lei era agitato ed interrogativo, mentre quello di lui parve perplesso.

<< Cosa succede Emi? >> le chiese dolcemente.

<< Nulla, cosa dovrebbe succedere? >> rispose lei, ma il suo disagio era palese.

<< Ok se non succede nulla posso sapere perché sei tesa come una corda di violino? >> gli chiese lui accarezzandole il viso mentre lei distoglieva lo sguardo sempre più imbarazzata.

<< Non vuoi che … ti baci Emi? >> chiese lui timoroso, era la sua paura più grande quella, essere infine rifiutato dalla moglie che tanto amava.

<< No, assolutamente no. >> disse lei tornando finalmente a guardarlo negli occhi. << E’ che … io … vedi … non so come dirtelo. È che mi vergogno >> ammise infine la ragazza.

<< Di me? Dei miei baci? >> chiese lui non capendo cosa fosse fonte di vergogna per lei.

<< No tu … tu sei fantastico, baci meravigliosamente >> ammise lei per poi coprirsi il viso ormai paonazzo con le mani.

<< Emi >> la richiamò lui scostandole le mani dal volto. << Aiutami a capire cosa ti mette a disagio. Sto correndo troppo? Vuoi che mi fermi? >> chiese lui cercando onestamente il suo aiuto. Voleva con tutto se stesso che la loro prima volta fosse fantastica, ma c’era qualcosa che la stava rovinando e Draco voleva capire e rimuovere il problema, subito, prima di compromettere del tutto i passi fatti fino a quel momento.

<< No, non voglio che ti fermi è solo che … io ecco … è tanto che … non so cosa ti aspetti, ma … >> a quel punto fu repentinamente bloccata dal marito che aveva finalmente capito il problema.

<< Emi, amore, io non mi aspetto nulla. Voglio solo stare con te. Perché questo è quello che più desidero da tanto, troppo tempo. Io … >> fece una leggere pausa cercando coraggio e parole. << Emi io sono anni che sono innamorato di te. Sono anni che aspetto un tuo minimo cenno, qualcosa che mi faccia capire che anche tu sei interessata a me in quel senso. Negli ultimi tempi, soprattutto dopo il matrimonio, mi è parso di intravederlo quel qualcosa. Ora ti chiedo, esiste o è solo la mia fantasia ad avermelo fatto scorgere ? >> in risposta la moglie gli gettò le braccia al collo coinvolgendolo in bacio ancora più passionale dei precedenti.

Quando ansanti si staccarono per riprendere fiato, gli occhi di Hermione erano lucidi di felicità.

<< Ti amo, Draco Malfoy. >>

POSTO PICCOLO:

Ciao a tutti e buon sabato pomeriggio. Per prima cosa vi avviso che il prossimo sabato ho organizzato una gita fuori porta con la famiglia, quindi quasi sicuramente non riuscirò a postare quel giorno, lo dico per evitare isterismi inutili, posto appena riesco giuro.

Ormai siamo agli sgoccioli, Draco ed Emi non hanno ancora avuto la loro prima notte ma si sono dichiarati amore reciproco quindi si va alla grande! Harry ha finalmente tirato fuori gli attributi e si sta accingendo a riprendere le redini della sua vita. Misty si è fatta una ragione dei cambiamenti che avverranno nella sua di vita.

Che dire ?!? Tutto bene quel che finisce bene ;)

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!

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Capitolo 23
*** 23. ***


23.

23 –

Draco ed Hermione erano distesi nella grande vasca in dotazione al bagno della stanza. Avevano fatto l'amore per la prima volta ed era stato tutto perfetto. Hermione, da prima timida e titubante, si era presto lasciata andare alla passione del marito. Si erano studiati ed esplorati con certosina meticolosità fino a quando il desiderio non aveva prevalso sulla curiosità di scoprirsi. Poi avevano deciso di trasferirsi nel bagno e concedersi un bagno caldo arricchito da calde carezze.

Hermione, completamente rilassata, era appoggiata al petto del marito che con una spugna le accarezzava le braccia e il corpo facendola ridere per il solletico. Anche in questo lui l'aveva stupita; la ragazza che era stata in intimità solo con un uomo prima del marito, non era mai stata contornata da tanta dolcezza dopo un amplesso. Ronald solitamente si addormentava o si alzava per andarsi a preparare un panino. I confronti però non erano possibili. In tutto Draco era profondamente diverso dal suo ex fidanzato, che in quel raffronto perdeva su tutta la linea. Draco era dolce e premuroso, per nulla insicuro, come lo era stato Ron nei primi tempi della loro relazione, e soprattutto molto avvezzo all'arte amatoria. Per Hermione era stato non solo un riscoprire una pratica da tempo abbandonata, ma una esperienza del tutto nuova e appagante come mai si era immaginata potesse essere. Per un momento la consapevolezza che tutta quella maestria derivasse da anni di incontri con altre donne le aveva adombrato il viso, ma il ragazzo era stato pronto a richiamarla a se, dichiarandole apertamente il suo amore e ribadendole che sarebbe stato per sempre solo suo.

<< Emi? >> la richiamò ad un tratto dai suoi dolci ricordi di quanto appena avvenuto.

<< Si >> rispose lei con un sorriso mentre girava la testa per incrociare gli occhi chiari del marito.

<< Prendi per caso un qualche tipo di contraccettivo babbano? >> chiese lui, diritto al sodo, come sempre.

Lei sgranò gli occhi. Solo in quel momento si rese conto che avevano appena consumato un rapporto non protetto. Presa com'era dal momento, si era completamente dimenticata quell'aspetto della cosa. Quando stava con Ron prendeva regolarmente una pillola anticoncezionale, ma dopo la fine della loro storia, aveva ritenuto inutile continuare soprattutto considerando il fatto che non aveva più avuto relazioni amorose. Il matrimonio con Draco poi non era partito con presupposti di intimità tali da farla tornare sui suoi passi.

<< No >> gli rispose mortificata << Pensi che sarà un problema procurarci gli ingredienti per la pozione, quella che si assume dopo. Se non ricordo male la si deve assumere entro quattro ore dal rapporto, quindi con un po' di fortuna dovremmo fare in tempo >> disse tentando di alzarsi colta dalla premura di preparare la pozione.

<< Non è quello il problema >> disse Draco trattenendola a se.

Lei lo guardò preoccupata. << Draco ti giuro, non era mia intenzione. Non ci ho pensato, era tanto di quel tempo che non … veramente mi è passato di mente, perdonami >> gli disse abbassando il capo.

Era convinta che lui avrebbe pensato ad una sua mossa per incastrarlo, in un certo senso, con un figlio mezzosangue probabilmente non voluto. Le veniva da piangere, aveva già compromesso il loro rapporto, si chiese amaramente.

<< Amore calmati, non era questo che intendevo. Nemmeno a me è passato per la mente in quel momento, hai il potere di mandarmi su di un altro pianeta. Lo sai signora Malfoy? >> le disse lui sorridente e sfiorandole il naso con la punta del indice, mentre lei arrossiva vistosamente.

<< Merlino, sei stupenda quando arrossisci così. Sono un uomo veramente fortunato >> le sussurrò mentre si sporgeva per baciarla.

<< Cosa intendevi allora ? >> chiese lei quando si staccarono dopo pochi istanti.

<< La domanda è: vorresti fare un figlio con me Hermione Jane Granger in Malfoy? >> gli chiese lui sorridente.

Lei spalancò gli occhi. Lo voleva anche lui il figlio che lei sognava?

<< Sicuro che sia veramente quello che vuoi? >> chiese lei premurandosi di non lasciarsi subito andare all'entusiasmo.

<< Mai stato più certo in vita mia. Ho una moglie stupenda, un buon lavoro, mi manca solo un figlio a coronamento di tutto questo >> gli rispose lui entusiasta. << Tu però non hai risposto alla mia domanda >> la incalzò.

<< Non ne avevamo mai parlato. Credevo che tu non volessi un figlio … beh mezzosangue >> ammise lei a mezza voce, mentre distoglieva gli occhi da lui.

<< Stai scherzando vero? >> le chiese subito Draco sollevandole il viso per poterla guardare negli occhi.

Quelli della ragazza erano lucidi, di emozione sperò lui. Hermione ancora una volta non gli rispose.

<< Hermione io ti amo e niente al mondo mi renderebbe più felice di ampliare la nostra famiglia con tutti i figli che verranno e che tu vorrai. Non me ne frega nulla della purezza del sangue da tanto tempo ormai e tu lo sai >> le disse seriamente mentre lei annuiva.

<< Lo vorrei anch'io un figlio da te >> mormorò infine lei mentre Draco si apriva in un sorriso meraviglioso.

<< Allora come vedi non c'è bisogno che tu vada da nessuna parte, anzi dovremmo proprio impegnarci perché questo figlio arrivi >> terminò lui guardandola maliziosamente, mentre lei scoppiava a ridere e si girava verso di lui completamente.

<< Certo che l'astinenza ti fa proprio male >> lo canzonò baciandogli la mascella.

<< Non è l'astinenza che mi fa male è la tua presenza che mi fa fin troppo bene >> le disse prima di baciarla con passione.





<< Emi? >> la richiamò nuovamente Draco mentre si preparavano per la cena.

<< Dimmi amore >> rispose lei mentre si asciugava i capelli con la bacchetta tentando di dar loro una forma. Il bagno aveva avuto risvolti più che piacevoli, visto che Draco sembrava intenzionato a mettere in cantiere un figlio nel più breve tempo possibile. Mentre uscivano dalla vasca Hermione si era fatta prendere dal dubbio che si fosse così lasciato andare solo per quell'erede che tutti aspettavano e con una buona dose di coraggio aveva ventilato l'ipotesi al marito, che indignato le aveva risposto che di quello che si aspettavano gli altri non gli importava proprio nulla. Era quello che voleva e che sperava che volesse anche Hermione ad interessargli, voleva formare con lei una famiglia e ovviamente aveva tutte le intenzioni di godere del corpo della moglie in quel tentativo.

Lei aveva riso, vedendolo così coinvolto da lei. Mai si era aspettata che lui la volesse così tanto, mai si era aspettata di volerlo lei stessa così tanto. Mentre si rivestiva si era lasciata cullare da quel sogno di famiglia che Draco le aveva trasmesso. Diverse volte in quei mesi aveva fantasticato in quel senso, ma scoprire che lui faceva lo stesso aveva dato ai suoi sogni una concretezza che la faceva scoppiare dalla felicità.

<< Preferiresti un maschio o una femmina? >> le chiese sorridendo, mentre le cingeva la vita e le baciava la nuca.

Era entusiasta oltre ogni dire della risposta di sua moglie, anche lei lo voleva quel figlio che lui già si immaginava, con i suoi tratti tipici della famiglia Malfoy e l'intelligenza di sua moglie. Certo avrebbe posto sulle fragili spalle del figlio il peso del nome che portava, ma era certo che almeno quel nuovo erede sarebbe cresciuto circondato da tutto quell'amore e quei gesti spontanei che Hermione era in grado di dare. Sarebbe stato un figlio voluto per amore e non per il patrimonio come era successo a quasi tutti i Malfoy delle generazioni passate.

<< Non ho preferenze, ma suppongo che da noi ci si aspetti un erede maschio per la continuazione del casato, giusto? >> chiese Hermione cercando il suo sguardo nello specchio. La ragazza era ben consapevole degli oneri che il nome del marito comportavano, lo vide annuire serio, ma anche lei voleva sapere cosa sognasse il marito sulla loro famiglia. << E tu? Cosa vorresti? >> gli chiese sempre dallo specchio.

<< Vorrei che fosse meraviglioso come te e sano come un pesce. Che sia maschio o femmina ha poca importanza in fondo. Lo amerò con tutto me stesso in ogni caso, perché sarà il frutto del nostro amore >> disse stringendola a se.

<< Pensavo che il tuo ego avesse il sopravvento e mi facessi discorsi del tipo che i Malfoy generano figli maschi da generazioni >> disse lei stuzzicandolo, in risposta lui le mordicchiò la gota.

<< Probabilmente sarà così, ma onestamente non mi importa. Comunque devi smetterla di leggere gli annuari di famiglia, non ti fanno per niente bene. >> disse canzonandola mentre lei gli faceva una linguaccia divertita.

Aveva scoperto che la storia del casato del marito la appassionava, la biblioteca del Mannor era piena di libri riguardanti gli alberi genealogici della famiglia e i diari dei vari esponenti di spicco che si erano susseguiti negli anni. Narcissa aveva incoraggiato la sua nuova passione, dicendole che sua suocera le aveva imposto di mandare a memoria tutti i parenti di spicco del casato, cosa che lei si era rifiutata di fare con Hermione, e che visto che le interessava avrebbe rispettato una tradizione di famiglia per una volta senza imposizioni.

<< Che nomi ti piacerebbe dare ai nostri figli? >> le chiese lui mentre ormai pronti si dirigevano al piano di sotto per la cena.

<< Non ci ho mai pensato veramente, ma se fosse maschio mi piacerebbe continuare la tradizione di famiglia dei Black dandogli il nome di una costellazione, seguito dal tuo ovviamente >> disse lei riflettendo.

<< No >> disse Draco perentorio. << Già porterà il peso del mio cognome, non voglio che le mie colpe ricadano ancora di più su di lui imponendogli il nome di un ex Mangiamorte, nemmeno come secondo nome Hermione >> gli disse fermandosi a metà del grande scalone del castello.

Hermione colpita dalla durezza delle sue parole si girò subito nella sua direzione.

<< Amore non dire così. Tu non sei solo un ex Mangiamorte, tu sei un grande Auror e una persona stupenda. Questo tuo figlio lo saprà e sarà orgoglioso di portare il tuo nome. >> gli disse accarezzandogli il viso, con l'intento di rilassare la contrazione che gli serrava la mascella. Lui si rilassò un poco e la prese tra le braccia.

<< Ti prego Emi, non possiamo fargli questo. >> gli mormorò lui.

Hermione lo strinse a sé, nonostante si dimostrasse forte e impermeabile al mondo, suo marito era una persona profondamente segnata dal suo passato. Un passato che stava combattendo per redimere, ma che dentro di lui non sarebbe mai del tutto scomparso.

<< Ti amo Draco >> disse baciandolo << Decideremo quando sarà il momento, ok? >> gli disse sorridendo e cercando di ritrovare quel clima spensierato di poco prima.

<< Scorpius >> mormorò Draco mentre stringeva ancora la moglie, << Mi piacerebbe chiamarlo Scorpius >> le disse sorridendo.

<< Bene, allora questo lo abbiamo già deciso. Allora io posso proporre un nome se fosse femmina? >> chiese lei guardandolo annuire. << Vorrei chiamarla Rose, come mia nonna >> gli disse.

<< Rose non è male >> concordò lui << Poi il fatto che sia anch'esso un nome di fiore come quello di mia madre, credo che la renderà felice. Anche se solo il fatto di diventare nonna manderà mia madre in visibilio >> commentò facendo ridere Hermione, sicura della veridicità di quelle parole. Narcissa le aveva più volte espresso quel desiderio.

Ridendo e scherzando sul numero di figli che avrebbero voluto, con Draco che pronosticò un numero abbastanza irrealizzabile, si diressero a cena. Felici come forse non lo erano mai stati, convinti che ogni cosa da quel momento sarebbe stata ancora più meravigliosa grazie all'amore che entrambi provavano e che finalmente avevano trovato il coraggio di confessarsi.







Harry era rientrato da poco al Mannor. Il fatto che fosse deserto, ad eccezione della servitù gli metteva non poco tristezza addosso, non aveva praticamente mai vissuto da solo ma quella sarebbe stata la sua nuova condizione di vita e sperava di abituarsi presto.

<< Signor Potter abbiamo ospiti, posso farli accomodare ? >> chiese Bernard affacciandosi alla porta del salotto dove Harry si stava concedendo un bicchiere dal super fornito mobile bar di Malfoy. Non abituato alla servitù Harry si limitò ad un cenno del capo, non sapendo se fosse giusto far informare eventuali ospiti dell'assenza dei padroni di casa direttamente dal maggiordomo.

Rimase a fissare la porta chiedendosi chi potesse essere l'ospite di quella sera e sperando vivamente che non si trattasse di Ginny, dopo la sceneggiata del pomeriggio era più che intenzionato a schiantarla.

<< Potter? >> chiese la voce incredula di Daphne Greengrass apparendo sulla soglia.

Harry rimase a fissarla rapito per alcuni secondi. La bellezza della Serpeverde era decisamente aumentata dai tempi della scuola. La ragazza che già ai tempi di Hogwarts era annoverata tra le belle del suo anno era sbocciata diventando la donna mozzafiato che gli stava davanti, ma il viso e gli occhi in particolare erano sempre gli stessi che ricordava.

<< Greengrass, accomodati. Temo di essere l'unico presente in casa al momento. Posso offrirti qualcosa da bere. >> chiese cortesemente indicandole con un gesto il divano.

<< Draco ed Hermione rientreranno a breve? >> chiese lei mentre si accomodava.

<< Temo di no. Si sono concessi una breve vacanza, dovrebbero rientrare sabato, mentre Narcissa si trova in visita dalla sorella per alcuni giorni. >> rispose lui allungandole un aperitivo che gli elfi avevano preparato e messo a disposizione dell'ospite nel piccolo frigo del mobile bar.

Lei lo accettò con un cenno del capo, mentre lui si accomodava su di una poltrona.

<< Posso chiederti cosa ci fai qui, Potter? >> chiese lei guardandolo curiosa.

<< Sono ospite di Hermione e Malfoy per qualche giorno, mentre … ehm sistemo alcune vicende private >> disse in imbarazzo.

La ragazza ghignò. << Quindi ti nascondi qui mentre aspetti che quella Weasley sloggi da casa tua, dico bene? >> lo incalzò ironica.

Lui la guardò un attimo perplesso per poi annuire.

<< Non ti crucciare Potter, non hai perso nulla di importante, quella donna porta più danno che utile. Anche se penso che tu non abbia motivi per nasconderti. In fondo sei il salvatore del mondo magico, non ti dovrebbe risultare così difficile buttare quella stronza in mezzo ad una strada. >> gli disse Daphne sorridendogli.

Le serpi sono tutte uguali fu il primo pensiero di Harry, mentre da dietro il bicchiere osservava la bionda.

<< Non fraintendermi Potter, sono affari tuoi e sai bene come gestirli. Il mio è solo un consiglio da qualcuno che ha visto dei comportamenti poco corretti da parte di una donna che si dice impegnata, per come sono io quella donna non merita il tuo rispetto né tanto meno la tua gentilezza. >> riprese lei dopo un breve sorso. << Ovviamente il mio è un giudizio esterno, solo tu e lei sapete cosa vi sia tra voi e solo voi due potete risolvere i vostri problemi. Tuttavia sono più che certa che non avrai grossi problemi a rifarti una vita senza di lei. Sei famoso ed attraente, non ti serve una Weasley qualunque per essere felice. >> concluse sorridendogli incoraggiante.

Harry che aveva ascoltato la ragazza si ritrovò con la voglia di raccontarle quello che gli era successo in quegli anni e di scoprire come fosse la vita di quella donna bionda e bellissima seduta di fonte a lui.

<< Posso chiederti come mai eri passata a cercare Malfoy? >> chiese lui, cercando di riportare la conversazione su altri argomenti, mentre reprimeva le mille domande che voleva porle su di lei.

<< Semplicemente avevo voglia di passare una serata tra amici. Devi sapere che da quando Hermione ha cominciato a frequentare Draco, oltre al lavoro intendo, anche noi due ci siamo avvicinate ed ora ho la presunzione di considerarla un amica. Una buona amica >> disse lei riflettendo sul evoluzione dei suoi rapporti con quella che una volta considerava un insopportabile “so tutto io” Grifondoro.

Conoscendosi le due ragazze si erano scoperte due spiriti affini, inaugurando una bella amicizia.

<< Perché non resti a cena? Non sono Hermione o Malfoy, ma se hai voglia di scambiare due chiacchiere sono più che disponibile >> disse guardandola speranzoso. La ragazza annuì, mentre lui richiamava un elfo per comunicargli che avevano un ospite per cena.

POSTO PICCOLO:

Ciao a tutti! Sorpresi? Spero di si e spero anche apprezzerete il fatto che visto che non posto domani abbia preferito anticipare piuttosto che rimandare a domenica. Anche perché sicuramente non mi sarei divertita domani pensando a qualcuno che mi tirava maledizioni, certo questo pericolo non è scampato, ma spero avrete pietà di me.

So bene che vi aspettavate scene di sesso esplicite, ma non è nelle mie corde, non sono brava in queste cose e ho preferito arrivare diretta al dopo, comunque Emi è soddisfatta fidatevi ;)

Ultima cosa, ho per la testa una storia originale, che dite mi butto? Non so come sia la sezione, nel senso che leggo, ma non ho mai scritto. Sto per avventurarmi nella fossa dei leoni? 

Magari intanto scrivo e poi ci penso ^^

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo e benvenuti ai nuovi lettori.  

Al prossimo fine settimana e buone ferie per chi parte!

Un bacione Lisa 

PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto     'Rincontrarsi' Incredibilmente Noi


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.



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Capitolo 24
*** 24 ***


24.

Ciao a tutti! Ebbene si siamo giunti alla fine! 

Ancora una volta voglio dire grazie!

GRAZIE a chi ha letto e a chi ha commentato ogni singolo capitolo, a chi lo ha fatto qualche volta o solo una e a chi non lo ha mai fatto.

GRAZIE A TUTTI VOI! Quando ho cominciato questa storia ero terrorizzata, nuova sezione, nuovi lettori, nuove prove, invece mi avete accolta come mai mi sarei aspettata e questo mi ha veramente commossa. 

Quindi è a voi tutti che è dedicata questa storia, al vostro amore per la lettura e per la fantasia di Zia Row che ha fatto sognare tutte noi. 

Ho pubblicato tardi lo so, ma un po' non volevo che questa storia finisse e un po' ho voluto mettere on line una nuova storia per dirvi che ci sono ancora e se qualcuno vorrà seguirmi il link è infondo come sempre.

Un bacione Lisa 

24 -

<< Amore, svegliati o faremo tardi >> disse Hermione posando un dolce bacio sulle labbra del marito addormento. Draco sorrise con ancora gli occhi chiusi, mentre a tentoni trovava la moglie e se la stringeva al petto cercandone nuovamente le labbra.

Quando si staccarono Draco aprì finalmente gli occhi scoprendo la moglie sorridente e completamente vestita.

<< Ridimmi perché andiamo a questa stupida cosa >> chiese lui stiracchiandosi.

<< Perché intitolano un parco ad Harry e lui ci vuole al suo fianco >> disse lei spostandosi verso il tavolo da toletta per truccarsi.

Draco si sollevò sui gomiti guardandola dallo specchio.

<< Il nostro piccolo Potty è cresciuto >> disse con voce stridula, facendo ridere la moglie.

<< Andiamo Draco, non fare lo stupido. Ultimamente lo vediamo così poco oltre al lavoro, ho voglia di passare un po' di tempo con lui. Ti dispiace così tanto accontentarmi? >> chiese lei girandosi a guardarlo con un aria interrogativa.

Sapeva benissimo che non le avrebbe mai negato nulla. In quegli ultimi mesi, dopo la vacanza al castello, la loro vita matrimoniale si era trasformata in un sogno ad occhi aperti. Draco si era lasciato completamente andare, mostrando alla moglie tutto il suo amore, con gesti e parole.

In più Hermione quel giorno aveva un motivo in più per gioire.

<< Uffa, proprio di sabato mattina dovevano farla quest'inaugurazione? >> chiese con tono petulante, a cui lei non rispose nemmeno. Draco amava lamentarsi di tutto, anche se poi una volta coinvolto in quegli eventi finiva sempre per divertirsi.

Non sentendo risposte il ragazzo decise che non sarebbe riuscito a commuovere la moglie e si apprestò ad alzarsi e prepararsi a sua volta. Hermione aveva l'abitudine di lasciarlo dormire fino al ultimo, ben sapendo che una volta alzato avrebbe impiegato pochi minuti per prepararsi senza però risultare meno perfetto del solito.

Uscendo dal bagno con i capelli ancora umidi scorse la moglie intenta a scegliere i gioielli per quel giorno. Avvicinandosi le indicò la collana che gli aveva regalato quando erano tornati dal castello. Un ciondolo a cuore, tempestato di diamanti, semplice e prezioso al tempo stesso. Così come lui vedeva sua moglie. Quello era anche il gioiello preferito di Hermione, per la sua bellezza ovviamente, ma anche soprattutto per il significato che vi aveva dato il marito donandogli. Quello era il loro amore, che brillava su tutto.

<< Ultimamente Potter latita effettivamente, comincio a credere che c'entri un donna >> disse meditabondo mentre si vestiva.

Quando erano tornati dal Rosier Castel non avevano trovato in casa l'amico. Tippy gli aveva riferito che il Signor Potter era ritornato alla propria abitazione il giorno dopo la loro partenza. Hermione aveva prontamente invitato l'amico a cena per farsi raccontare i risvolti di quella faccenda così avevano scoperto che Potter aveva ripreso possesso della sua casa nonostante la presenza in essa dell'ex fidanzata. Non solo. Lui, come aveva minacciato, aveva preso tutta la roba di lei e l'aveva gettata dalla finestra per poi minacciarla di riservarle lo stesso trattamento. A quel punto Ginevra Molly Weasley se ne era andata, con la coda tra le gambe, umiliata e risentita. Harry però aveva raccontato la faccenda ridendone di gusto. Draco aveva apprezzato, Hermione e Narcissa un po' meno.

Nonostante il ritorno alla propria abitazione Potter aveva continuato a frequentare assiduamente il Mannor nei due mesi successivi, poi man mano le visite si erano ridotte. Hermione si era mostrata preoccupata da quel diradarsi di visite, appurando però che il rapporto con Harry non era mutato. Semplicemente il ragazzo si stava abituando alla sua nuova condizione di single. Usciva più spesso con gli amici, tra i quali grazie alla frequentazione con i Malfoy, ora si annoveravano anche Blaise Zabini e Theodor Nott. Anche se Hermione aveva fatto presente al marito quanto quei due incalliti donnaioli non fossero affatto una compagnia costruttiva per Harry. Draco aveva liquidato la faccenda facendo notare alla ragazza che Potter era un giovane uomo single e come tale era giusto che frequentasse ragazzi nella sua condizione al fine di ampliare le sue conoscenze in fatto di donne. Quelle non erano mancate, stando ai racconti dei tre ragazzi, anche se Harry non era certo uno da una botta e via come gli altri due. Aveva conosciuto ragazze, ci era uscito qualche volta, per poi decidere che non gli interessavano. Per lui quello era tutto un mondo inesplorato visto che le sue esperienze con il gentil sesso si limitavano a Cho Chang e Ginevra Weasley. Quindi era normale che trovasse la cosa interessante.

<< Tu dici? >> gli chiese la moglie allungandogli la cravatta scelta, nella vasta collezione di Draco, per quel giorno.

Quello era uno dei nuovi riti dei due ragazzi, lui le sceglieva i gioielli e lei le cravatte.

Draco non si era mai sentito più felice in vita sua. La vita coniugale con Hermione era perfetta, o almeno perfetta per lui. Si amavano e si completavano, in più il sesso era fantastico.

<< Sei bellissima, lo sai? >> disse alla moglie facendola arrossire come sempre, mentre lo liquidava con un gesto vago della mano, ben consapevole che se lo avesse lasciato fare non sarebbero mai usciti da quella stanza.

<< Draco siamo in ritardo >> gli disse risoluta guadagnando la porta, Draco rise. Quando faceva così era perché anche lei era più che conscia che non avrebbe resistito alle avance del marito quindi preferiva battere in ritirata prima di lasciarsi convincere a impiegare in un modo decisamente più divertente quella giornata.



<< Malfoy, ce l'hai fatta a svegliarti! >> lo canzonò Harry appena lo vide avvicinarsi al rinfresco organizzato per il ricevimento in suo onore.

<< Simpatico come sempre Potter, comunque si. C'era qualcuno che non vedeva l'ora di venirti a sostenere. >> disse sorridendo ed indicando col capo la moglie, che li stava raggiungendo.

<< Harry! Scusa il ritardo, ma Draco non voleva saperne di alzarsi >> disse Hermione avvicinandosi ignara delle battute appena scambiate dai due. Harry rise di gusto mentre abbracciava l'amica.

<< Mi sono persa qualcosa? >> chiese scrutando i due.

<< No amore, il solito scambio di amichevoli saluti tra noi >> le rispose tranquillamente Draco.

<< Immagino >> fu il sarcastico commento di lei. >< Allora? Come ci si sente quando ti intitolano un parco pubblico? >> chiese poi sorridendo all'amico.

<< In imbarazzo come sempre >> rispose lui scompigliandosi i capelli. Dopo qualche convenevole i ragazzi si divisero per andare a salutare i vari convenuti.



Draco con un bicchiere in mano raggiunse Blaise e Theo presi a fissare una parte particolare del parco. Unendosi a loro scoprì che quello che guardavano i due altri non era che Potter intento a parlare fitto fitto con una bionda niente male che non riusciva a riconoscere, visto che era di spalle rispetto a loro.

<< Giusto te! Sarai contento di aver inaugurato questo scempio! >> gli disse Blaise guardandolo male, mentre Draco sollevava il sopracciglio cercando di capire a cosa si riferisse.

<< Dai Blaise la tua è tutta invidia >> lo riprese Theo dandogli una manata sulla spalla.

<< Io non invidio nessuno, sono gli altri al massimo che invidiano me, Nott >> disse lui piccato scrollandosi la mano di dosso e facendo ridere sonoramente Theo.

<< Posso capire di cosa parliamo? >> disse Draco fissandoli come se fossero quegli alieni dei film che tanto piacevano a Potter.

<< Serpeverde e Grifondoro, un abominio. È contro natura, ecco cos'è >> disse Blaise evidentemente innervosito senza spostare gli occhi dal colloquio privato di Potter.

<< Solo perché lui è riuscito dove tu più volte hai fallito non è che sia una cosa sbagliata, Zab >> lo riprese Theo, che notando lo sguardo smarrito di Draco decise di chiarire la faccenda all'amico.

<< E' Daphne quella che parla con Potter >> disse indicando i due con un cenno del capo.

Draco spalancò gli occhi e fissò i due. Effettivamente Daphne Greengrass era il tallone di Achille di Blaise Zabini, da sempre innamorato di lei e da sempre respinto. Sia negli anni di Hogwarts che negli anni a seguire la bionda non aveva mai degnato di uno sguardo il ragazzo che aveva tentato di conquistarla in ogni modo. La ragazza invece sembrava ora in atteggiamenti più che amichevoli con Potter. Ovviamente Draco sapeva che erano diventati amici, visto che più volte si erano trovati ospiti insieme a casa sua, ma con loro anche tutti gli altri. Però fino a quel momento non aveva mai notato quel livello di confidenza tra i due amici.

Le sue riflessioni furono interrotte dall'arrivo della moglie che salutando allegra gli altri due gli si affiancò.

<< Cosa c'è di così interessante da catturare la vostra attenzione così a lungo? >> chiese ironica.

<< Hermione, tesoro, ora che sei qui nulla potrebbe attirare la nostra attenzione più della tua soave bellezza >> le disse Blaise prima di cimentarsi in un teatrale baciamano.

<< Nonostante trovi i modi di Zab eccessivi, devo concordare con lui che oggi sei più bella che mai, Hermione >> convenne Theo sporgendosi per sfiorarle la gota con un leggero bacio.

<< Ok ora basta, state lontani da mia moglie, due brutti pervertiti che non siete altro >> li ammonì Draco spintonandoli lontani dalla ragazza e suscitando le risate degli altri tre che ormai si divertivano da matti a stuzzicarlo in quel modo.

<< Comunque Hermione cara, guardavamo Potter e la nostra piccola Daphne notando quanto sembrino “complici” >> disse Theo mimando con le mani le virgolette e facendola ridere, mentre seguiva con lo sguardo i loro puntati sui due amici dall'altro lato dello spiazzo.

Effettivamente i due sembravano veramente molto in confidenza, ripensando alle parole del marito, Hermione si chiese se fosse veramente Daphne la ragione della recente latitanza dell'amico. In quel caso ne sarebbe stata veramente felice. La ragazza aveva trovato nella più grande delle sorelle Greengrass un ottima amica e la trovava perfetta per Harry.

<< Credete veramente ci sia qualcosa tra loro? >> chiese curiosa, guardando principalmente il marito, ma fu Theo a risponderle.

<< Daphne difficilmente si comporta in quel modo con un uomo se non è interessata e anche Potter sembra abbastanza preso, quindi sì credo veramente che tra quei due ci sia qualcosa che non ci hanno raccontato. >> riassunse il ragazzo mentre catturava due bicchieri di champagne da un vassoio volante, che gli era passato al fianco, per poi offrirne uno alla ragazza che rifiutò con un gesto.

<< Sarete contenti adesso, voi avete inaugurato questa cosa. Serpeverde e Grifondoro dovrebbero odiarsi, non innamorarsi. >> disse piccato Zabini, mentre Hermione gli sorrideva ben conscia che a parlare era la gelosia.

<< Ne siamo più che orgogliosi >> disse Draco cingendo la moglie per i fianchi a baciandola dolcemente.

Hermione sorrise al marito carezzandogli il volto e sussurrandogli un ti amo, soffiato sulle labbra.

<< Vi prego, basta con tutto questo amore nell'aria, sto per sentirmi male >> continuò la sua tirata Blaise, mentre gli altri ridevano e Theo cercava un volto particolare tra la folla, non trovandolo riportò sospirando lo sguardo sugli amici incontrando gli occhi curiosi di Hermione.

<< Non è ancora arrivata? >> gli chiese lei divertita, mentre Theo negava col capo e spostava lo sguardo a disagio.

Hermione sorrise divertita, incredibile ma vero, persino Theodor Nott alla fine aveva ceduto all'amore e non un amore qualunque, ma Pansy Parkison la fidanzata storica di suo marito. I due erano rimasti buoni amici ed anche lei, da poco rientrata dopo un soggiorno di alcuni anni in Francia era entrato nel giro dei frequentatori abituali delle cene al Mannor. Questo inatteso ritorno aveva riportato nella vita di Theo il suo amore adolescenziale che sembrava essere arrivato al giusto stadio di maturazione per evolvere in un amore vero. Tanto che il ragazzo aveva preso a disdegnare le goliardiche uscite tra single per dedicarsi ad un unica donna, Pansy appunto.

<< Blaise sarebbe ora che anche tu ti trovassi una donna >> disse Draco, come se avesse seguito lo stesso ragionamento della moglie.

<< Nah, perché limitarmi. Il mondo è pieno di belle fanciulle che aspettano solo di gettarsi tra le mie braccia. Non potrei mai fare un torto così grande al genere femminile. >> asserì questi convinto.

<< Blaise! >> lo richiamò una voce che bloccò le risate di tutti.

Ginevra Molly Weasley si avvicinava in uno striminzito abito rosso fuoco, mal accostato ai suoi capelli e che copriva decisamente poco il corpo prorompente della giovane.

<< Oh Merlino! >> mormorò Zab sconsolato, mentre faceva di tutto per ignorarla.

<< Ehi Blaise, non mi hai sentita è da un po' che ti chiamo >> disse la ragazza avvicinandosi e cercando di afferrare il suo braccio che venne prontamente spostato.

Con uno sguardo di scuse al marito ed agli amici, Hermione si allontanò celermente. Quei mesi le avevano insegnato che per lei era sempre meglio mantenere una certa distanza con la più giovane dei fratelli Weasley, se non voleva che questa finisse per insultarla a gran voce, mettendo tutti in imbarazzo.

Draco strinse i pugni. Quella faccenda proprio non la digeriva. Ne avevano parlato tanto, ma la moglie preferiva evitare piazzate, quindi aveva risolto di evitare in ogni modo lo scontro. Lui aveva dovuto accettare questa sua decisione, visto che non c'era stata maniera di convincerla a reagire, ogni suo suggerimento per ferire e zittire una volta per tutte l'ex amica era caduto nel vuoto scontrandosi contro la ferma decisione di Hermione di non arrecare a Molly Weasley nuovi dispiaceri.

<< Blaise tesoro, come mai mi eviti? >> chiese la ragazza con tono cinguettante cercando di avvicinarsi a lui.

<< Weasley quando lo capirai che non mi interessi? Ci siamo divertiti una volta, ma … come dire, è stata la svista del momento. Poi se allora potevi suscitare qualche attrattiva essendo la donna di Potter, ora come ora mi risulti del tutto indifferente >> disse freddamente il bel ragazzo moro senza degnarla nemmeno di uno sguardo.

La ragazza sgranò gli occhi, poi decise che non avrebbe dato peso alle parole di lui, così si mise a ridere. << Dai Blaise non essere sciocco. >> disse lei ridacchiando

<< Weasley veramente, allontanati, stai contaminando la mia aria >> disse lui scostandola malamente.

A quel punto una furia rossa che rispondeva al nome di Ron Weasley fece la sua comparsa nella piccola cerchia di amici.

<< Brutto schifoso, togli le tue luride mani da mia sorella >> proferì già stravolto dalla rabbia.

Blaise sollevò teatralmente le mani prima di aggiungere. << Guarda che se qualcuno di lurido c'è qui in mezzo è proprio tua sorella. Ti consiglio vivamente di tenerla a bada. Se me la trovo vicino di nuovo con le sue assurde pretese nei miei confronti chiedo un mandato restrittivo. E finché ci sei io controllerei anche tua moglie, visto che non ce la fa a non provarci con ogni essere di sesso maschile le giri intorno >> disse cattivo il ragazzo, facendo sghignazzare i due amici che gli stavano al fianco.

<< Bastardi. Siete solo dei Mangiamorte falliti, ecco cosa siete, state lontani da mia sorella o da mia moglie altrimenti io vi faccio fuori, sono stato chiaro >> disse Ron urlando e attirando gli sguardi degli altri invitati.

<< Weasley datti una calmata >> disse in tono pacato Draco.

<< Tu pensa a quell'essere patetico di tua moglie, non c'è? Ora ti vergogni a portarla in giro? Povero Malfoy quanto sei caduto in basso >> disse il rosso con un ghigno cattivo, mentre Draco stringeva i pugni. Era consapevole di non poter reagire, come sempre sarebbe passato dalla parte del torto ed Hermione ne avrebbe sofferto. Mentre osservava quell'idiota ridere sguaiatamente però la voglia di prenderlo a cazzotti aumentava. Stava per cedere alla rabbia quando una mano solida gli si appoggiò sulla spalla, girando appena gli occhi vide Harry Potter decisamente alterato che lo superava e si frapponeva tra lui e Weasley.

<< Ron allontanati e finiscila di fare il cretino >> proferì serio.

<< Lo difendi pure tu, ma quanto sei scemo Harry, non vedi che ti usano >> disse Ron scuotendo il capo.

<< Se qualcuno in vita mia mi ha usato, quello sei stato tu e quella puttanella di tua sorella e ora vattene, non sei un ospite gradito >> rispose Harry con freddezza.

<< Che cazzo dici Harry, io ti avrei usato? E quando di grazia, quando rischiavo la pelle per te? Quando sono stato quasi ammazzato per colpa tua? >> chiese l'altro livido di rabbia.

<< Brutto stronzo che non sei altro, ritira quello che hai detto, subito! >> intervenne Ginny altrettanto arrabbiata.

In tutto quello Harry non fece una piega, continuando a fissare Ron in cagnesco.

<< Adesso basta! Ronald, Ginevra allontanatevi prima che decida di far intervenire vostro padre >> la voce perentoria di Molly Weasley gelò i suoi due figli più piccoli, mentre sia Harry che Draco scorgevano la tarchiata figura della signora Weasley emergere alle spalle del figlio.

<< Ma mamma loro … >> tentò di difendersi Ron, che venne prontamente bloccato dalla madre.

<< Ho detto di allontanarvi, immediatamente! >> fu il perentorio ordine della signora.

Ron guardò male tutti gli altri prima di allontanarsi sbuffando, mentre Ginny tentava nuovamente di richiamare Blaise che la liquidò con “ A mai più rivederci Weasley ” prima di girarle le spalle. La ragazza si vide costretta ad allontanarsi suo malgrado sotto lo sguardo severo della madre.

Quando questa fu a distanza di sicurezza Molly riportò l'attenzione sui ragazzi che aveva difronte.

<< Harry caro, siamo così orgogliosi di te >> disse prima di stritolarlo nel suo tipico abbraccio, mentre il ragazzo farfuglia uno stentato ringraziamento.

<< Draco, è un piacere rivederti >> disse la donna facendo un cenno con la testa a Malfoy, il quale rispose con altrettanta deferenza.

<< Hermione e tua madre dove sono, vorrei tanto salutarle >> chiese Molly guardandosi intorno.

<< Dovrebbero essere con Zia Andromeda e Teddy, ma di preciso … >> cominciò lui guardandosi a sua volta intorno ed interrompendosi quando scorse la figura della moglie che giocava col piccolo Teddy.

<< Eccole là >> intervenne Harry indicando il punto dove guardava Draco.

Molly scusandosi raggiunse le donne vicino ai giochi per bambini.

Draco rapito osservava la moglie e il nipotino abbracciati che ridevano felici.

<< Sarebbe una madre stupenda >> gli mormorò Harry affiancandolo. Draco sorrise e osservò i due avvicinarsi.

<< Non preoccuparti Potter, sono già all'opera in quel senso >> lo informò ghignando.

<< E bravo Draco, così ampliate la famiglia. Suppongo che nel farlo tu ti stia divertendo parecchio >> lo punzecchiò Theo affiancandolo a sua volta.

<< Non immagini quanto >> rispose l'interpellato.

<< Ti prego Malfoy evita. L'idea della mia migliore amica in certi atteggiamenti mi risulta al quanto indigesta >> si lamentò Harry.

<< Andiamo Potter non fare il moralista >> disse Blaise sghignazzando.

<< Non è questione di moralismo, è che proprio non me la posso immaginare, vi prego cambiamo argomento >> disse Potter sempre più a disagio.

<< Tu invece che ci racconti, chi è la tua donna misteriosa ? >> chiese Draco deciso a metterlo alle strette, Potter però fu salvato da un uragano dai capelli azzurri che gli si avvinghiò alle gambe.

<< Zio Harry >> urlò raggiante il piccolo Teddy Lupin.

<< Ehi piccolo ti stai divertendo? >> chiese Harry prendendolo in braccio.

<< Si tantissimo, Emi mi ha fatto salire su tutte le giostre lo sai? È stato divertentissimo zio. >> disse lui contento.

Hermione intanto si era avvicinata ed era stata prontamente stretta dal marito, che le stava mormorando chissà cosa al orecchio. Sicuramente niente che il bambino che aveva in braccio Harry potesse sentire, visto il palese rossore sulle gote della ragazza.

<< Noi andiamo a farci un giro, ci vediamo dopo per brindare alla tua salute Potter >> disse Blaise trascinandosi dietro Nott.

<< Salirai sul palco zio? Posso venire con te? >> chiese Teddy eccitato.

<< Mi sa che dovrai abituarti al sentirti chiamare zio, sai Harry >> disse Hermione sorridendogli felice.

<< Ah si? E come mai >> gli chiese il ragazzo fissandola. Hermione quel giorno aveva una luce particolare negli occhi, sembravase possibile ancora più felice di quanto era stata in quegli ultimi mesi. Dal ritorno dalla loro piccola vacanza i coniugi Malfoy sembravano il ritratto della felicità e dell'amore.

La ragazza si mordicchiò il labbro per poi rigirarsi tra le braccia del marito e guardarlo intensamente.

<< Volevo aspettare stasera a dirtelo, ma proprio non ci riesco. Stiamo per avere un bambino, mi hanno comunicato gli esiti degli esami questa mattina presto >> disse guardando Draco in attesa della sua reazione.

<< Dici sul serio? >> chiesero in contemporanea i due ragazzi mentre Hermione annuiva sorridente.

Draco la sollevò tra le braccia e le fece fare un giro completo per poi baciarla appassionatamente.

Quando la rimise a terra entrambi avevano gli occhi lucidi.

<< Quando? Stai bene? Il bambino sta bene? >> chiese tutto d'un fiato Draco mentre Harry tentava ancora di abituarsi al idea.

<< Dovrebbe nascere tra circa sei mesi, io sto bene a parte qualche lieve giramento di testa e lui è in perfetta forma. >> disse Hermione orgogliosa.

<< Lui? >> chiese Draco quasi senza fiato.

<< Si Hannah è quasi certa che sarà un maschio >> gli disse felice.

<< Scorpius >> mormorò Draco mentre lei annuiva.

<< Posso sapere il motivo di tanta ilarità >> chiese Narcissa raggiungendoli. I due però si erano chiusi nella loro bolla privata ignari del mondo che li circondava.

<< Ehm … pare che Hermione avrà un bambino >> disse Harry a disagio. A quel punto si scatenò un mezzo terremoto. Narcissa, Andromeda, Molly e perfino Daphne apparsa chissà quando si avventarono sulla coppia, congratulandosi e abbracciando felici la futura mamma.

<< Zio Harry? Emi e Draco avranno un bambino loro? >> chiese Teddy tristemente. Harry riportò prontamente lo sguardo sul piccolo trovandolo mogio.

<< Si Teddy avranno un bambino >> disse lui tentando di capire quale fosse la ragione della tristezza del bambino. Draco però gli venne prontamente in aiuto, sfuggito non si sa come dalla morsa delle donne che lo avevano circondato, aveva sentito la domanda del piccolo e aveva subito compreso i suoi timori.

<< Teddy questo non significa che vorremo meno bene a te. Tu sarai sempre la nostra piccola peste, lo sai vero? >> disse Draco dolcemente allungando le braccia per prendere il bimbo.

<< Davvero davvero? >> chiese Teddy guardandolo con aspettativa.

<< Davvero davvero >> confermò il ragazzo sorridendogli per poi abbracciarlo stretto. << Come faremmo senza di te, peste >> gli disse bacandogli il capo e ricambiando lo sguardo contento di Harry. Malfoy sarebbe stato un gran padre pensò Harry in quel momento. Forse anche lui con la persona giusta poteva pensare a formare finalmente quella famiglia che aveva tanto desiderato. Inconsciamente lo sguardo corse a Daphne che con le altre stava subissando Hermione di domande e complimenti. Come se lo avesse sentito, lei ricambiò il suo sguardo abbagliandolo con il suo sorriso perfetto. Sì, forse con la persona giusta al fianco anche lui sarebbe stato pronto ad un passo così difficile.

<< Ci vuole una festa! >> proferì convinta Narcissa, trovando l'assenso di tutte le altre, tranne quello di Hermione.

<< Ma non è nemmeno nato, non è un po' presto per festeggiarlo. >> chiese la ragazza un po' frastornata.

<< Tesoro ma questa festa è per te. Quando nascerà ne faremo un'altra per il bambino >> disse convinta Molly mentre Narcissa annuiva ed Andromeda cominciava a pensare ad una data possibile.

<< Due feste? >> chiese allarmata Hermione.

<< Andiamo sarà divertente! >> le rispose Daphne veramente divertita dall'idiosincrasia dell'amica per le feste.

<< Così diventi padre. >> disse Harry tornando a guardare Malfoy.

<< Già >> rispose lui con un sorriso ebete sul viso.

<< Era quello che volevi, no? Ora hai tutto quel che si può desiderare ed Hermione sembra al settimo cielo. >> disse Harry guardando l'amica.

<< Ho molti di più di quello che merito >> disse serio Draco attirando il suo sguardo.

<< Non dire così. Ti meriti tutto quello che hai, sei un bravo marito, un bravo Auror, una brava persona. Draco, sarai anche un ottimo padre. >> disse Harry convinto.

Draco alzò gli occhi sorridendogli. << Lo sei anche tu Harry e sono sicuro che presto sarai felice almeno come lo sono io in questo momento. >> gli disse prima di allungargli la mano.

Harry la strinse felice annuendo, sì ci sperava anche lui.

<< Signor Potter, stiamo per cominciare, vuole salire cortesemente sul palco >> lo richiamò una delle signore del comitato organizzativo del evento. Harry annuì per poi girarsi verso Teddy.

<< Andiamo ometto, abbiamo un discorso da tenere >> disse sporgendosi per riprendere il bambino tra le braccia.

<< Stendili Potter >> gli disse Draco passandogli il bambino.

<< Contaci Malfoy >> rispose lui convinto.

Harry si avviò verso il palco mentre Hermione raggiunse il marito che la strinse felice a se.

Daphne al loro fianco non perdeva di vista il ragazzo.

<< Spero che presto anche voi ci annuncerete un lieto evento >> le disse Hermione, mentre Daphne si girava a guardarla interrogativa, lo sguardo furbo dell'amica le fece intendere che era inutile mentirle.

<< Ne dubito, sembra non sia così smanioso di diffondere quello che c'è tra noi. Probabilmente perché non la reputa una cosa importante >> disse Daphne sconsolata.

<< Oh Daphne non ci credo. Conosco Harry, se sta con te è perché prova qualcosa di serio nei tuoi confronti, altrimenti si sarebbe limitato all'amicizia. >> gli rispose l'amica sicura di se.

<< Sarà, ma preferisce non dire a nessuno che stiamo insieme >> concluse Daphne mentre il discorso di Harry cominciava.

Il ragazzo ringraziò prima tutti i presenti ed il comitato organizzativo che gli avevano fatto quell'onore, poi ricordando a tutti quanto quella guerra aveva profondamente colpito la comunità magica soprattutto riferendosi ai bambini rimasti orfani come lui e il piccolo Teddy che si stringeva al suo collo.

Infine stupì tutti con una richiesta in perfetto accordo col suo modo di essere.

<< … è per questo che vi chiedo, e spero vivamente sia possibile, di intitolare questo bellissimo parco non a me, ma a tutti gli orfani di guerra come me. Perché nessun bambino dovrebbe mai essere privato della propria famiglia. >> detto questo scese dal palco per poi avvicinarsi al comitato, nel quale alla sua richiesta era serpeggiato il panico. Intervenne anche il Ministro in persona che dopo un breve consulto col comitato salì sul palco affiancato da Harry che ancora teneva in braccio Teddy.

<< Sono felice di comunicarvi che, come richiesto dal signor Potter, questo parco da oggi sarà intitolato agli “orfani delle guerre magiche” >> a quelle parole un applauso scrosciante si alzò dal pubblico.

Harry sorridendo scese dal palco e raggiunse gli amici.

Dopo aver lasciato Teddy tra le braccia di Draco si girò verso Daphne e attirandola a se la baciò con passione, facendo partire un secondo lungo applauso e piangere Hermione.

Quando si staccarono Daphne guardò raggiante l'amica che piangeva di gioia tra le braccia del marito.

Quel giorno era l'inizio di una nuova vita per tutti loro.

FINE

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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

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