La chiave di Vanelon

di Equilibrista
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 capitolo ***
Capitolo 5: *** 5 capitolo ***
Capitolo 6: *** 6 capitolo ***
Capitolo 7: *** 7 capitolo ***
Capitolo 8: *** 8 capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 capitolo ***


I CAPITOLO
Il suono della sveglia si propagò nella stanza come un insopportabile rumore che interruppe i miei sogni. Spazientita, la gettai a terra facendola ''zittire'' e mi rigirai dall'altra parte del letto.
Non ne volevo sapere di andare a scuola, ieri sera avevo fatto tardi ed ora ero stanca, troppo stanca...
i miei pensieri si interruppero un'altra volta, ma questa volta dagli schiamazzi di mia madre che mi esortava a scendere dal letto, dal momento che s'era fatto tardi.
Mi vestii di fretta, mi lavai, diedi un'espressione al mio viso con un po' di kajal e gloss,e non feci nemmeno colazione, perchè ero in un tremendo ritardo e me ne partii al trotto verso la fermata dell' autobus.
Riuscii a prenderlo per un filo e come tutte le mattine c'era la mia amica Emma li seduta a tenermi il posto. << Ciao Emma >> le dissi, 
<< ciao Silvia, hai fatto le ore piccole questa notte? >> mi disse...
<< insomma, sono andata a letto molto tardi ieri sera, non riuscivo ad addormentarmi >>, risposi spalancando la bocca in un grande sbadiglio...
<< Ti conviene riposare un po' sul pullman, dato che ne hai l'opportunità, la giornata è a dir poco pesante! >> mi disse con aria scocciata.
<< Gia non me ne parlare, devo assolutamente riposare, altrimenti non riuscirò ad arrivare a fine giornata integra... >> le risposi girandomi dall'altra parte del finestrino, cercando di chiudere per qualche minuto i miei occhi.
Mi svegliai quando il bus posteggiò alla fermata davanti a scuola; Faccio il liceo artistico, mi piace molto disegnare e devo dire che me la cavo anche abbastanza bene... La scuola mi tiene impegnata, ma nonostante questo, riesco a ricavarmi degli spazi per fare la cosa che mi piace di più al mondo oltre al disegno: leggere!
Alcuni ragazzi mi prendono per pazza, ma a me piace leggere, mi piace viaggiare nella fantasia, tuffarmi in quei luoghi immaginari così curiosi, ma certe volte, anche così tetri...
Mi piacciono qualunque genere di libri, dai romantici, ai fantasy, ai gialli e a quelli che ti fanno riflettere.
Penso che leggere stimoli la fantasia, ed è per questo che forse ho più ispirazione e degli altri nel disegno.
Io ed Emma, bussammo alla porta della classe.
Erano tutti seduti e la prof. stava facendo l'appello, quasi non ci notò nemmeno...
Ci sedemmo ai nostri posti e la noiosissima giornata scolastica iniziò.
Sei ore passarono a rallentatore e quando l'ultima campanella suonò, mi fiondai alla fermata del bus per riuscire a prendere i posti a sedere.
Arrivata a casa, la mamma mi salutò e mi chiese come suo solito: 
<< Come è andata la scuola? >>
<< Come sempre mamma >> risposi sbuffando.
<< Guarda, ti ho preso questo libro in libreria, mi incuriosiva ho letto la trama e sembra fatto apposta per te! Prova a darci un'occhiata >> mi disse, porgendomi il libro.
Subito lo presi, senza esitare e come una bambina a cui è stato appena regalato un giocattolo, iniziai a leggere la trama. Mi ispirava molto, era un genere fantastico, di quelli che piacciono a me, con tutte le creature fantasy immaginabili possibili.
Ringraziai la mamma e lo misi subito accanto al letto in attesa di essere consumato...
Tra compiti, e giri per il centro, la giornata passò.
Finalmente, arrivò l'ora della lettura; Presi in mano il libro, si intitolava " La chiave di Vanelon " e incominciai ad assaporarne il piacere della lettura, la mia mente, era ormai completamente immersa ne libro, in quel mondo magico e incantato.
Dopo un po', i miei occhi, incominciarono a diventare pesanti, avevano bisogno di essere chiusi e di riposare un po'.
Mi nascosi sotto le coperte, spensi la lampada ed entrai nella dimensione del sogno...
                            CONTINUA!

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


II CAPITOLO
Il risveglio non fu così traumatico come il mattino precedente; certo, non è mai piacevole svegliarsi con quel suono stridulo della  sveglia e con il pensiero che un’altra noiosissima giornata sta per incominciare, ma oggi ero felice, perché la notte avevo sognato Vanelon, quel mondo stupendo pieno di magia…
Mi incuriosiva parecchio quel libro, volevo leggerlo poco per volta, per godermelo di più, non come al mio solito leggerlo tutto d’un fiato…
Attirava specialmente la mia attenzione la copertina azzurra con la stampa di una fessura che sta per essere aperta da un chiave, e da quella fenditura si potevano scorgere alcuni particolari di Vanelon.
C’erano raffigurate piccole fate e bellissimi fiori dai clori sgargianti.
Chissà se quel posto poteva esistere in qualche parte della terra…
Il particolare che mi aveva stupito di più, era la mancanza di autore, cioè, non c’era scritto chi avesse scritto il libro, nemmeno la casa editrice era presente!
Ma poco tempo dopo diedi una risposta a tutte queste domande…
Tutto ebbe inizio una sera, stavo leggendo il libro, ed  all’improvviso tutto iniziò a girarmi intorno, mi sentivo come risucchiata dalla terra…
Poi il buio, non so come, successe tutto in un istante, mi ritrovai in un altro posto.
Ero confusa, non sapevo dire se quello che mi stava succedendo faceva parte di un sogno o era realtà.
Mi guardai intorno, il luogo aveva tutte  le sembianze di un bosco, di una foresta, c’erano molti alberi e fiori e sentii che l’aria era incantata.
La testa mi faceva molto male e ad un tratto sentii qualcuno dietro di me.
<< Ciao! >> mi disse.
Sobbalzai.
<< Chi sei? Cosa ci faccio qua? >>le dissi allontanandomi dall’essere…
<< Sei in Vanelon, probabilmente sei qui perché stavi leggendo la chiave di Vanelon >> mi disse quella strana creatura.
<< Cosa? No ti prego non è possibile, voglio andarmene, chi sei tu? >> gli chiesi intimorita.
<< Si scusa, sono Gin, sono un’elfo, sta tranquilla non ti farò del male >> mi disse rassicurandomi e porgendomi la sua grande mano.
Non sapevo se stringerla o scappare, ero davvero inebetita davanti a tutto questo!
Alla fine, gliela strinsi, era viscida e due volte più grande della mia.
Gin era piuttosto basso, più basso di me, era tozzo ed aveva due orecchie a punta.
Il suo naso era grande, coperto di bitorzoli, come del resto era tutto il suo corpo.
Aveva qualche capello grigio scuro che gli arrivava alla lunghezza delle spalle e la sua pelle era olivastra.
Nonostante tutto mi aveva un po’ rassicurato  ed iniziavo ad acquistare una simpatia per quello strano essere.
Gli chiesi delle spiegazioni in più sull’accaduto, allora Gin mi fece un cenno e ci sedemmo su di un grosso sasso, dopodiché iniziò a parlare.
<< Silvia, devi sapere, che al mondo ci sono solo cinque copie della chiave di Vanelon, già destinate a cinque ragazzi, uno di questi sei tu! Gli altri quattro ragazzi, non hanno ancora nelle loro mani il libro, ma ben presto, si troveranno nella tua stessa situazione.
Ogni volta che leggerete il libro di sera, sarete portati in questo nuovo mondo, ma attenzione, quando nel tuo  regno arriverà l’alba tu sarai riportata sulla terra, devi tenere conto che qua il tempo scorre più veloce, quindi tu fra poco te ne dovrai andare, perché sulla terra starà nascendo il sole! >>
Non capivo, o forse non volevo capire, era davvero confusa.
L’elfo continuò.
<< Tu e gli altri, siete stati i prescelti per salvare Vanelon, voi, dovete trovare la chiave che chiude tutti i contatti con il tuo mondo, che chiude una porta.
Nessuno sa dove è custodita la chiave, ne dove è la porta starà a voi capirlo tramite l’aiuto degli abitanti più saggi di Vanelon, ma soprattutto, il libro sarà un’importante fonte d’aiuto per te e gli altri prescelti.
Dovrete fare molto attenzione, perché c’e un’arpia, che vuole a tutti i costi la chiave per avere il potere sui due mondi, perché chiunque possieda la chiave può far entrare e uscire oggetti o persone dal tuo regno al mio regno >>
Non sapevo cosa dire ero stupefatta, guardai Gin e gli chiesi << ma perché siamo proprio noi quattro i prescelti, cosa abbiamo di particolare? >>
Gin fu subito pronto alla domanda, come se sapesse che gli avrei fatto quella domanda.
<<  Tu e gli altri quattro ragazzi, discendete da una stirpe molto importante di Vanelon, la stirpe della fata madrina del regno, la regina Vanessa, e da lei che Vanelon prende il suo nome, voi siete suoi nipoti! Ma ora basta domande, se vorrai sapere di più, non dovrai fare altro che leggere il libro di sera, mi raccomando, e verrai trasportata in Vanelon. Ormai sulla terra è arrivata l’alba ed è ora che tu te ne vada!
A presto Silvia, a presto! >>
Non feci nemmeno a tempo ad aprire bocca, che mi ritrovai addormentata nel mio caldo letto.
CONTINUA!

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Capitolo 3
*** 3 capitolo ***


CAPITOLO III
Tutto ad un colpo mi sveglia, avevo un terribile mal di testa, ero talmente confusa che non riuscivo a distinguere se quel che mi era successo era sogno o realtà.
Ripensavo all'Elfo, al bosco, al buio che mi si era celato nella mente quando mi ero ritrovata in un altro ambiente, in un altro posto.
Mi voltai e guardai il libro.
Avevo paura di tornare in quel posto, ma nello stessa tempo volevo andare più a fondo in questa storia.
Presi tra le mani il libro, rilessi ciò che avevo letto la sera prima, raccontava in breve la storia di Vanelon e cosa andava in contro se la chiave non si fosse trovata.
Mi ricordai delle parole di Gin: '' il libro sarà un’importante fonte d’aiuto per te e gli altri prescelti''.
Ora capivo, nel volume, c'era scritta tutta la storia di Vanelon, ed io leggendo, avrei scoperto come arrivare alla chiave di Vanelon per chiudere la porta tra il reale e il fantastico.
Iniziai a sfogliare il libro e mi accorsi, che dopo il primo capitolo letto, le pagine erano vuote, bianche, non c'era scritta nemmeno una parola.
Dovevo svelare questo mistero e sapevo benissimo che il miglior aiutante era Gin.
Andai a scuola, ma ero distratta, le parole della professoressa erano come incomprensibili sussurri, che entravano nella mia testa per poi uscirne velocemente.
Cercavo di dare una possibile soluzione del perchè quelle pagine erano bianche, come il tavolo che ora stavo fissando.
Arrivò sera.
Mi misi nel letto a fissare il soffitto e poi il libro, soffitto e libro.
Avevano tutte e due una cosa in comune; Il bianco!
Presi nelle mani il libro. Lo aprii. Non avevo il coraggio di leggerlo, avevo paura ma nello stesso tempo voglia di scoprire, di andare nell'altro mondo.
Lo sfogliai. All'improvviso vidi che il secondo capitolo era comparso.
Forse avevo capito il perchè delle pagine bianche e della comparsa del secondo capitolo, ma non volevo dare risposte affrettate.
Volevo saperlo da Gin.
Decisi di non andare in Vanelon, ero troppo intimorita.
Mi rannicchiai sotto le coperte e cercai di chiudere gli occhi.
Penso che sia stata la nottata più brutta della mia vita.
Non riuscivo ad addormentarmi, continuavo a girarmi e a rigirarmi nel letto.
Pensavo al libro, a Vanelon, agli altri prediletti.
Gli altri prediletti, chi saranno, parleranno la mia lingua? Dove saranno? Avranno già in mano il libro?
Tutte queste domande mi facevano scoppiare la testa, come un palloncino troppo gonfio d'aria che esplode.
Scesi in cucina per farmi una camomilla, penso che mia mamma mi sentii, perchè mi raggiunse.
<< Tutto bene? >> mi chiese con un'aria assonnata e tutti i capelli arruffati.
<< Non riesco ad addormentarmi >> le dissi.
Non sapevo se dirle dell'avvenuto dell'altra notte, mi avrebbe preso per pazza, quindi decisi di serrarmi la bocca e custodirmi questo segreto solo per me.
Mia madre mi diede un bacio e se ne tornò a letto.
Decisi di guardare un po' di tv, ma non era trasmesso nulla di interessante.
Me ne tornai in camera senza chiudere occhio per tutta la nottata.
La mattina ero un mostro.
Avevo due profonde occhiaie ed avevo pure la febbre.
Mia mamma mi tenne a casa da scuola, poiché non riuscivo nemmeno a tenermi alzata talmente ero stanca.
Avevo deciso che appena sarebbe calata sera, avrei incominciato a leggere il secondo capitolo per capire qualcosa di più di questa storia.
Stetti tutto il giorno sul divano a guardare la televisione o a navigare in internet e quando il mio stomaco brontolava mi alzavo dalla poltrona rossa vellutata e rubavo qualcosa dal frigorifero.
La giornata sembrava non terminare mai e quando il sole si spense e il mantello nero coprì la terra, corsi nella mia camera da letto ed iniziai a leggere il secondo capitolo.
Avevo ormai terminato le ultime due righe quando la situazione di due sere fa si ripresentò nella mia stanza.
La camera incominciò a girare....
 Buio.
Fu solo un istante e mi ritrovai in quel magico mondo.
CONTINUA!

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Capitolo 4
*** 4 capitolo ***


mi scuso se negli altri capitoli ho fatto degli errori, ma sono per lo piu errori di distrazione;) scusatemi! vedo che state leggendo in tante questo racconto....recensite anche mi farebbe piacere

IV CAPITOLO
<< Ciao, ti aspettavo! >>. Era l'elfo, Gin!
Mi girai, << ciao Gin! Sono venuta perchè devo chiederti una cosa...>> gli chiesi avvicinandomi di più a lui.
<< Ho notato che nel libro, dopo il secondo capitolo, le pagine sono bianche, vuote, perchè? >>
<< Perchè altrimenti ti sarebbe svelato tutto ciò che riguarda questo mondo. Domani sera, noterai che il terzo capitolo comparirà e così sarà ogni volta che finirai di leggere un capitolo. Il segreto della chiave lo scoprirai man mano... >>
Mi disse Gin sorridendomi.
Non aveva una dentatura perfetta e nonostante nei suoi sorrisi si poteva distinguere tanta dolcezza, a mi trasmettevano anche un po' di inquietudine.
<< Ma come fanno a capire gli altri predestinati che dovranno prendere il libro, il libro lo puo  prendere chiunque! >> gli chiesi .
Questa domanda mi tormentava da tanto tempo, per quanto ci pensassi non trovavo una possibile risposta.
<< Perchè è così, non c'e una precisa risposta a questa domanda. Tu credi nel destino? Be se ci credi allora troverai una risposta a questa domanda. Quel libro è destinato solo a voi e a nessun altro. Il destino di tutte le persone è gia stato scritto e nessuno potrà modificarlo, se nel tuo destino e in quello degli altri ragazzi discendenti c'e il libro, non potrà esserci nel destino delle altre persone! >>
Non ero molto convinta della risposta.
Io la pensavo diversamente, si, credevo nel destino, ma io avevo un'altra mia teoria; secondo me il destino se lo scrive ogni persona man mano che la vita scorre, siamo noi gli artefici del nostro destino.
Comunque, se non volevo perdere la mia vita a pensare a una possibile risposta a quella domanda, mi conveniva ricredermi sulla spiegazione dell'elfo.
<< Vieni ti faccio visitare un po' il posto >> mi disse Gin.
Lo seguii, era bellissimo, i miei occhi non sapevano dove guardare, guizzavano da una parte e poi dall'altra per non perdermi nessun particolare di quel meraviglioso posto.
Le luci di quel posto  gli davano ancora di più l'aria di un ambiente magico,  andavano dall'azzurro al rosa, sembravano i colori dell'aurora boreale.
C'erano dei bellissimi fiori, fiori che non avevo mai visto sulla terra, ed anch'essi avevano i colori dell'azzurro, del viola, del rosa....l'avrei chiamato il mondo blu.
Stavo camminando, quando mi passò davanti ai miei occhi una lucina che andava velocissima verso sinistra.
<< Ciao Lyne! >>
Salutò l'elfo.
<< Ah ciao Gin, non ti avevo notato, vado piuttosto di fretta,  ma chi è quella bella fanciulla? >>-Chiese la minuscola lucina - << e' Silvia, la prima prescelta che è arrivata a Vanelon >> rispose Gin.
<< Ciao sono Lyne! >> mi disse la lucina posandosi sul mio braccio. Era piccola ed esile, la mia mano poteva fargli da letto, la guardai bene, anche se mi era difficile distinguere i suoi lineamenti dalla forte luce che sprigionava, riuscii però a intravedere un dolce visino, dedussi che era una piccola fatina.
<< Sono una fata della luce, una fata che esce solo di notte per illuminare i posti di Vanelon >> - mi disse Lyne.
La sua voce era molto fioca e sottile, dovevo avvicinarmi molto alla lucina per sentirla meglio.
<< Ora vi devo salutare, c'e mia mamma che mi aspetta! Ciao Silvia, piacere di averti conosciuta! Ciao Gin! >> e dopo avere pronunciato le sue ultime parole svolazzò via nell'oscurità della notte.
Vedi Gin che mi fece un cenno, lo raggiunsi, e mi condusse in una cavità di un albero, per entrare, dovetti abbassare la testa, mentre Gin ci passava perfettamente.
Scoprì che quell'cavità nell'albero era la casa dell'elfo, il quale mi presentò la sua simpatica famiglia, composta da sua moglie Deli e i suoi due figli gemelli Tin e Tan.
Erano molto simpatici, mi raccontarono delle loro strabilianti avventure e mi divertii molto.
Bevvi anche una strana bevanda che loro chiamavano fiori di rugiada, perchè fatta proprio con quel tipo di  fiori di color viola.
Esitai a berla, ma ne provai un sorso e ad essere sinceri non era affatto male!
Aveva un  gusto simile ai lamponi...
Tra chiacchiere e risate il tempo passò velocemente e in un batter d'occhio mi ritrovai nella realtà, coricata nel mio letto. 
CONTINUA!

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Capitolo 5
*** 5 capitolo ***


V CAPITOLO
Mi alzai, ero di buon umore, ci stavo prendendo gusto ad andare in Vanelon.
Mi era piaciuto l'incontro con la fata, e notai che sul mio braccio aveva lasciato una sottile porporina scintillante.
Pensai subito che era la porporina che le aiuta a volare, come quella delle farfalle, in effetti fate e farfalle, hanno qualcosa in comune...
 Cercai di ricordare ciò che avevo letto n ei due capitoli del libro per iniziare a capire qualcosa della storia di Vanelon.
Nel primo, c'era scritto come nacque Vanelon, mentre nel secondo, si raccontava della porta da dove entrano ed escono oggetti e persone dal mondo reale a Vanelon.
Diceva che si trovava nella valle di Gergo, in un posto nascosto della foresta. Raccontava che chiunque era andato in Gergo, non era più stato trovato, una sorta di Triangolo delle Bermuda...
Poi incominciava a parlare della chiave, spiegava che fin dall'inizio la fata madrina, Vanessa, la custodiva nel suo palazzo, il palazzo delle ninfee. Un giorno però, la chiave sparì.
Non si sa chi era stato e come aveva fatto dal momento che il palazzo era molto controllato.
Il pensiero andò subito all'arpia Malvala la quale aveva fin dai primi tempi l'ossessione per quella chiave.
La chiave non si sa dove è, si pensa in un posto segreto che, tramite degli indizi che i vecchi servi di Malvala riferiranno solo ai predestinati, si riuscirà a trovare la chiave.
Quindi io, anzi io e gli altri ragazzi dovevamo trovare i vecchi servi per farci dare quei preziosi indizi.
Ma chi saranno gli altri prescelti?
Era una domanda che mi pervadeva.
Andai in bagno e mi guardai allo specchio.
I miei capelli rossi ramati cadevano lisci e morbidi fino a metà schiena, li avevo presi da mia  mamma, facevano contrasto con i miei grandi occhi verdi acqua.
Ero abbastanza bassa, ma comunque snella.
Come potevo discendere da una fata?
E se mia mamma.... no, non poteva essere.
Se veramente quello che pensavo fosse realtà, perchè non mi aveva mai detto niente?
Avevo paura o forse vergogna, a chiederglielo...
Se lei veramente era la sorella di Vanessa, perchè era qui e non nell'altro mondo?
Ero ancora davanti allo specchio aprii  il rubinetto e feci scorrere l'acqua fredda nelle mie mani per poi riversarla sul mio viso e schiarirmi le mie idee confuse.
Dovevo chiedere immediatamente spiegazioni a mia madre.
Mi vestii velocemente e scesi in cucina, dove trovai mia mamma a fare colazione.
Mi sedetti e la guardai << mamma tu sai che il libro che mi hai regalato non è come tutti gli altri vero?>>
<< che cosa intendi? >>
<< mamma tu sai cosa intendo! >>
<< sinceramente no...>>
<< mamma basta mentire, tu hai una sorella che è una fata che si chiama Vanessa vero? >>
Mi guardò con sguardo colpevole, posò la tazza sul tavolo mi guardò e mi disse: << si Silvia, è vero, non te l'ho mai detto perchè avevo paura che non ci avresti creduto, vedi non è facile spiegare una cosa del genere, penso che se non conoscevi il libro, e ti avessi detto una cosa del genere, mi avresti presa per pazza, ho pensato che la cosa migliore sarebbe stata prenderti il libro in modo che tu da sola iniziassi a capire  qualcosa di questa storia abbastanza ambigua.
Avrai gia scoperto che ci sono altri quattro discendenti dei quali le loro madri sono mie sorelle.
Siamo tutte fate madrine, ovvero le madri di Vanelon, siamo in sei e le cinque sorelle, tranne la primogenita Vanessa, sono state mandate sulla terra per generare prole e farne i salvatori di Vanelon.>>
Ero abbastanza scossa da questa notizia, no sapevo cosa dire, ora tutte i pezzi del puzzle combaciavano.
<< ma perchè solo noi possiamo salvare Vanelon? >>
<< perchè siete nostri figli è nostra madre che ha deciso così e se lei ha preso questa decisione non si può fare altrimenti.
In verità è lei che ha fondato Vanelon, tutti pensano  che sia Vanessa la madre assoluta di quel mondo, perchè subito dopo la proclamazione del regno di Vanelon, mia madre, Diana,  morì, lasciando il trono alla figlia primogenita. >>
Nei suoi occhi c'era un velo di tristezza, si vedeva che aveva sofferto molto della perdita di sua madre, segno che era stata una figura molto importante nella sua vita, come d'altronde lo sono tutte le madri per i proprio figli...
<< mi spiace mamma...>>
La guardai e gli chiesi una curiosità... << mamma perchè non hai le ali? >>
<< perchè noi fate madrine non abbiamo le ali. >>
<< ma io l'altro giorno ho incontrato una minuscola fata della luce che svolazzava pazzamente tra gli alberi di Vanelon, ma non era come te...>>
<>
Tradotto, ero una fata della natura.
<< allora io sono una fata? >>
<< non proprio tesoro, perchè sei nata da un unione di un umano ed una fata, quindi non hai il potere che abbiamo noi di guarire le piante ma hai dei caratteri somatici tipici delle fate. >>
Ma che potere era guarire le piante? Pensavo qualcosa di più eccitante, invece no....
Comunque sia si, mi avevano detto in tanti che assomigliavo molto a mia mamma, quindi quello che aveva appena detto mia mamma era confermato.
Tra una curiosità e un'altra avevo dimenticato dell'esistenza della scuola, perchè l'orologio della cucina segnava le 7.30.
Cavolo era tardissimo, quindi a scuola mi portò mia mamma.
Non seguivo nemmeno una parola del prof. Sta di fatto che la mia mente era occupata a pensare alle parole che mi aveva detto la mamma.
Mia mamma ora che ci pensavo si chiamava Rosa, questo nome rimandava molto alla natura, così come il nome Vanessa, che sarebbe poi il nome di una specie di farfalla, magari le altre sorelle avevano tutti nomi cosi....naturali....
Appena sarei arrivata a casa l'avrei chiesto a mia madre.
Non ci potevo credere era una fata, o per lo meno metà fata e metà umana, come le sirene o altre creature mitologiche...

NOTE
ciao a tutte da oggi comincierò a mettere le note dell'autrice come ho visto fare in altre storie...
comunque, si Silvia ha scoperto che sua madre è una fata nonchè sorella di Vanessa, ora diciamo che tutte le cose dette da Gin, si possono combaciare e capire qualcosa...
bene, scusate per il ritardo del capitolo, ma non ho avuto il tempo....
prometto che nel 6 capitolo appariranno gli altri discendenti, quindi continuate a seguirmi....
P.S. sto facendo una nuova storia (romantica), intitolata Tra sogno e Realtà.
quando la pubblicherò, lo saprete al più presto....:)
un bacione
GAIA

 

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Capitolo 6
*** 6 capitolo ***


VI CAPITOLO
Ritornai a casa e incominciai a fare tutti i compiti che i professori ci avevano assegnato nel corso della settimana.
Finalmente, arrivò sera.
Corsi come sempre in camera mia, presi il libro dal comò, ed iniziai a leggere il terzo capitolo, mentre sfogliavo le pagine, le parole comparivano, proprio come aveva detto Gin.
Avevo praticamente finito il capitolo, che mi ritrovai in Vanelon.
Come sempre c'era Gin ad aspettarmi ma non era solo...
Accanto a lui c'era un ragazzo, sembrava un ragazzo normale come me, ma mi potevo aspettare di tutto da quel mondo.
Mi avvicinai...
<< Ciao Gin... chi è lui? >> gli chiesi indicando il ragazzo che stava al suo fianco...
<< Ciao Silvia! Lui è tuo cugino, Luca. E arrivato ieri sera. >>
<< ma ieri sera ero qua anche io, come ho fatto a non vederlo? >>
<< non l'hai visto, perchè è stato accolto da mio fratello Rean, mentre noi eravamo in giro per il bosco... >>
<< a va bene... Piacere Luca, sono Silvia >>
Gli porsi la mano sorridendogli.
<< ciao! Anche tu sei caduta in questo mondo? >>
<< gia e a quanto pare saremo compagni d'avventura.... >>
<< si si, mi ha raccontato tutto Rean, ero un po' confuso a dire la verità >>
<< ti posso capire perfettamente Luca... >>
<< quanti anni hai? >>
<< 15 tu? >>
<< 16 >>
Mi disse Luca sorridendomi.
Aveva i capelli biondo cenere e due occhi grandi color marrone.
Non era troppo alto, però era abbastanza magro.
Tutto sommato era carino... aveva qualcosa di famigliare, ma non sapevo cosa...
<< ragazzi, io vi lascio conversare, ci vediamo dopo, forse... >>
Disse Gin alzando la mano per salutarci, prima di scomparire in quell'atmosfera blu presente in quel regno...
<< ma toglimi una curiosità, tu vai per caso al liceo artistico di Milano? >>
Era la mia scuola, e forse quel qualcosa di famigliare l'avevo visto a passeggio per l'istituto...
<< si, si faccio la terza liceo, perchè? >>
<< perchè anche io faccio quella scuola! Ed è possibile che io ti abbia visto una volta... >>
<< wow! Be può darsi... >>
<< quindi le nostre mamme non sanno che abitano nella stessa città e che, per giunta, i loro figli frequentano la stessa scuola... come si chiama tua mamma? >>
Gli avevo chiesto come si chiamava sua madre, dal momento che mi ero scordata di chiedere alla mia che nome avessero le sue sorelle, per confermare, diciamo, la mia teoria.
<< Dalia, perchè? >>
<< perchè la mia si chiama Rosa, quindi, essendo fate della natura, hanno come dire...nomi ispirati alla natura... >>
<< ora che ci penso hai ragione! >>
Certo che avevo ragione!
Ed era anche possibile, che i miei altri cugini frequentavano la mia stessa scuola, ma di questo non ne ero certa...
Continuammo a parlare del più e del meno, era molto simpatico e socievole.
All'improvviso, dietro Luca vidi una figura avvicinarsi a noi...
<< Luca, c'e qualcuno dietro di te... >>- dissi con voce tremolante...
<< Che... >>
Si girò è la figura prese ad urlare, e nello stesso istante, l'essere urlò, anche noi ci mettemmo a urlare senza contegno.
<< Chi siete voi e che ci faccio qua? >>
La voce era femminile, guardai meglio e notai che la figura, non era uno strano essere, ma era una umana come noi!
<< Chi sei, da dove vieni? >>
Intervenne Luca.
<< mi chiamo Stella, vengo da Milano... >>
<< Stella? >>
<< Silvia, ma c-che ci fai qui, anzi che ci faccio qui io? >>
<< o mio Dio, vieni qui non avere paura, ti spieghiamo tutto noi! >>
Non ci potevo credere!
Stella, era una mia compagna di classe, ci avevo parlato qualche volta, ma non più di tanto, perchè era una ragazza molto chiusa in se stessa.
Era bionda ed aveva gli occhi verdi, una bella ragazza.
Ora forse la mia seconda supposizione, era vera... tutti i discendenti frequentavano la mia stessa scuola.
Le spiegammo tutto, anche se lei ci guardava incredula.
Sua mamma, si chiamava Viola.
Ed anche sua mamma come la nostra non le aveva detto niente, ma ci pensammo noi.
<< io davvero non ci posso credere,  siamo cugine! >>
<< si! Ed ora  mancano solo due ragazzi...magari se domani sera veniamo ancora qui, compariranno i due discendenti mancanti...
Ma toglietemi una curiosità... a chi capitolo site arrivati del libro? >>
<< terzo >> mi risposero tutti e due in coro.
Ora forse iniziavo a capire.
Io al primo capitolo, ero stata catapultata in Vanelon, Luca al secondo e Stella al terzo.
Quindi, gli altri due, arriveranno a Vanelon non appena uno leggerà il quarto e l'altro il quinto.
Che cosa buffa...

Il tempo scorreva...
Infatti, non riuscimmo a finire i saluti perchè  mi ritrovai nella mia stanza color lavanda.
La mattina dopo avrei raccontato tutto alla mamma, chissà, magari le 5 sorelle potevano rincontrarsi, ora che sapevano di abitare tutte nella stessa città...

NOTE
bene finalmente sono arrivati due dei quattro discendenti, Luca e Stella.
Stella, è compagna di classe di Silvia e tutto ad un tratto si ritrovano cugine.
anche Luca fa la stessa scuola di Silvia e Stella, quindi, molto probabilmente, anche gli ultimi due frequentano il liceo artistico.
la grande avventura sta per iniziare, spero che contnuate a seguirmi e a recensirmi!
un bacio
GAia

 

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Capitolo 7
*** 7 capitolo ***


VII CAPITOLO
<< Mamma! >> urlai appena fuori dalla mia stanza.
<< che c'e Silvia? >> chiese mia mamma dal salotto.
<< ti devo raccontare cosa è successo ieri sera a Vanelon! >>
<< va bene, Silvia, son tutta orecchi... >>
<< ieri ho incontrato due miei cugini! Luca e Stella. >>
<< davvero? Sai niente delle loro mamme? >>
<< ecco appunto, volevo arrivare a questo punto. Praticamente, Luca e Stella frequentano la mia stessa scuola e stella è pure una mia compagna di classe! >>
<< non ci credo, quindi le mie sorelle sono qua, in questa città! >>
<< si mamma, presuppongo che anche gli altri due cugini, frequentano la mia stessa scuola. Ma non ne sono certa, forse è stato un puro caso quello di Luca e Stella, non so... >>
<< no, forse hai ragione! Perchè, quando noi cinque sorelle, ci siamo lasciate, ci siamo ripromesse di farvi entrare nel cuore la passione per la pittura e quindi frequentare un istituto di arte in qualunque città noi ci trovavamo.
Il destino, quindi ha voluto che abitassimo nella stessa città! >>
Forse dovevo ricredermi sul fatto che il destino lo scriviamo noi, ma non so, secondo me era tutto puro caso.
<< mamma, ti rendi conto, tu potrai rincontrare le tue sorelle! >>
<< gia Silvia e di questo ne sono davvero entusiasta! >>
<< immagino! Ma tu e le tue sorelle, avete tutti nomi naturali? >>
<< si tesoro, siamo fate della natura! >>
<< ho chiesto a Luca e Stella e mi hanno detto che le loro mamme si chiamano Viola e Dalia, le altre come si chiamano? >>
Oh, Dalia! Ero affezionatissima a lei! È un a persona dolcissima, te lo assicuro! Comunque le altre due si chiamano Iride e Margherita >>
<< ogni volta questa storia mi fa incuriosire sempre più... Mamma, vado a fare colazione perchè devo andare a scuola. >>
<< va bene cara! >>
Si vedeva che mia mamma era felice, lo si leggeva nei suoi occhi.
Oggi avrei rincontrato Luca e Stella a scuola, avremmo dovuto parlare di molte cose...
 
<< ciao Luca! >>
<< ciao Silvia! >>
<< Stella, l'hai vista? >>
<< no, dovrà ancora arrivare... >> non ebbe il tempo di finire la frase che Stella si parò davanti ai nostri occhi ansante, probabilmente aveva corso parecchio.
<< scusate ragazzi, sono in un terribile ritardo lo so >> ci disse con una faccia rossa in volto.
<< non preoccuparti, andiamo al bar, così parliamo... >> propose Luca.
Andammo al bar della scuola e parlammo di come dovevamo affrontare la situazione di Vanelon, potevamo benissimo anche fregarcene, fare finta che tutto questo non fosse mai successo, ma decidemmo che, per essere rispettosi verso le nostri madri, dovevamo compiere la missione che ci era stata affidata.
Ci avevamo dato appuntamento in Vanelon, all' imbrunire del cielo, non si poteva fare altrimenti...
Quella sera forse avevamo incontrato gli ultimi due discendenti.
 
Arrivò la tanta attesa luna, presi tra le mie mani il libro ed incominciai a leggere il quarto capitolo.
 
<< Ciao Silvia >>, ero in Vanelon, perchè udii la voce di Gin da dietro la schiena.
<< Ciao Gin, l'altra sera, non ti ho più visto! >>
<< si, lo so, ma volevo lasciarvi parlare tranquillamente, quindi non vi ho disturbato, a proposito, come è andata la chiaccherata? >>
<< molto bene, abbiamo parlato del compito che ci è stato assegnato e abbiamo deciso di portarlo a termine per rispetto nei confronti delle nostre mamme, non vogliamo deluderle! >>
<< bene sono molto fiero di voi! >> mi disse porgendomi un sorriso sincero.
<< quando volete incominciare a intraprendere il viaggio, venite da me e vi darò alcune spiegazioni...>>
<< va bene, grazie Gin, però dobbiamo aspettare anche gli altri due discendenti... e comunque, non ti nascondo che ho un po' di paura e timore ad intraprendere questo viaggio, mi spaventa l'idea di un'arpia, il che mi sa di davvero terrificante e di altre paurose creature che, suppongo incontreremo...>>
<< certo, penso che sia una cosa anormale se tu non ne avessi... ma penso che con alcuni miei consigli e il supporto degli altri tuoi cugini, riuscirai, anzi, riuscirete nell'impresa. >>
<< grazie Gin, di tutto, senza di te saremo persi... >> ostentai nel farlo, ma lo feci comunque, in segno di affetto che di questi tempi incominciavo a nutrire nei suoi confronti, lo abbracciai.
Sorpreso dal mio gesto mi ringraziò e apparvero così dal nulla Stella e Luca.
<< ciao ragazzi! >> li salutai sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori.
<< ciao Silvia! >> mi salutarono loro avvicinandosi a me e Gin.
<< ragazzi, vi lascio, ci vediamo domani sera, quando sarete al completo... >> ci salutò così Gin lasciandomi spiazzata. Lui sapeva quando sarebbero arrivati i discendenti! Gin mi nascondeva molte cose, ne ero certa e volevo assolutamente scoprirle.
Così come me, Luca e Silvia,  anche la quarta discendente raggiunse Vanelon, con la stessa paura e incredulità che avevamo noi.
Era Elena, frequentava la prima liceo artistico, il nostro, il Liceo Mascheroni di Milano.
La nostra supposizione ora si rivelava tale, non avevamo più dubbi, andavamo tutti al liceo artistico Mascheroni.
Destino? Casualità? Non si sa bene cosa abbia procurato tutti noi nell'andare al liceo artistico Mascheroni, questa cosa la volevo anzi volevamo scoprirla tutti.
Sua madre era Margherita, la sorella che mi aveva accennato mia madre.
Elena era ancora confusa anche dopo tutta la spiegazione data, capivamo perfettamente i suoi dubbi e incertezze, era stato così anche per noi.
Nel frattempo arrivò Gin, che conobbe anche la quarta discendente, ma non ne ero certa, secondo me lui ci conosceva gia da prima, non so come ma per me era così, quell'essere mi procurava tante domande, tante curiosità
Parlammo ancora con Elena, era una ragazza simpatica, il libro a differenza di noi tre, se l'era procurato da sola, in quanto, voleva leggere qualcosa di alternativo e ''la chiave di Vanelon'' l'aveva ispirata parecchio a partire dalla misteriosa copertina, fino ad arrivare alla curiosa trama.
Nella trama non vi era descritto nulla di particolare, solo che "la chiave di Vanelon " era un racconto che parlava di questa misteriosa chiave e del viaggio dei cinque discendenti che dovranno intraprendere.
Cio che avevo letto fino ad ora non mi sembrava così importante, per scoprire il segreto della chiave, a parte il secondo capitolo, gli altri descrivevano per lo più come era Vanelon.
Un paesaggio magico, dove gli alberi sorgevano maestri, con grandi fusti, dove ci vorrebbero almeno 8 persone per abbracciarli.
Le loro folte chiome filtravano la luce del sole e la miriade di fiori dalle tonalità del cielo e del mare prestavano i loro colori alla chiarore che dava un tocco incantato al bosco.
Nella notte quel posto magico era animato da minuscole lucine, le fate della luce, che illuminavano in compagnia della luna tutta Vanelon.
Il libro lo descriveva così bene, coincideva perfettamente alla realtà.
Speravo sempre di poterla vedere anche di giorno, per vedere i giochi di luce che il sole, unito ai colori del bosco offriva.
Era incredibile come li il tempo passava velocemente, un secondo prima ero li, su quel grande sasso a parlare con i miei cugini ed ora mi ritrovavo addormentata nel mio piccolo letto.


NOTE
altra discendente...
ragazze, fra un po, anzi nel prossimo capitolo, i discendenti saranno al completo, quindi la vera avventura potrà iniziare.
quindi non mi resta che dirvi di continuare a leggere e vi prego recensite, perchè ho bisogno di sapere cosa ne pensate della storia, se ci sono errori, insomma ditemi voi cosa dovrei cambiare...
mi scuso x il ritardo, cercherò di essere piu attiva negli aggiornamenti.
io, Silvia e Gin vi auguriamo un buon 2012.
a presto
GAIA:)

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Capitolo 8
*** 8 capitolo ***


LEGGETE LE ULTIME RIGHE IN FONDO ALLA PAGINA è IMPORTANTE! GRAZIE. VIII CAPITOLO
Mi svegliai nel mio letto, ma la mia testa era ancora in Vanelon.
Per riprendermi dalla stanchezza che mi procurava l'alzarmi presto, mi lavai il viso con acqua fredda, per risvegliarmi dal "letargo ".
Feci un abbondante colazione, e andai alla solita fermata per prendere il solito pullman, abbastanza vecchio, con i sedili consumati dagli anni e dalle persone che vi erano state sedute.
Salii, ma oggi non c'era Daniela* a tenermi il posto, forse era malata...
Per tutto il tragitto, studiai storia, tutti quegli imperatori mi mettevano in testa una confusione terribile.
Le porte dell'autobus si aprirono e tutti i passeggeri uscirono.
Raggiunsi l'entrata della scuola, trovandomi davanti Luca, Stella e la nuova arrivata, Elena.
Parlammo ancora della sera precedente, anche perchè Elena, aveva ancora molte domande e curiosità, come giusto che sia.
Mi premeva in testa una domanda che mi facevo da tanto tempo: perchè non potevamo andare in Vanelon anche di giorno?
Gin, l'unico che sapeva tutte le risposte.
E penso che ne conosceva anche di più di quello che dimostrava.
Avevamo così tante domande da porre a Gin, che una sera non sarebbe bastata.
Tipo, chi aveva scritto il libro? Oppure, come abbiamo fatto a rincontrarci tutti nella stessa scuola? Destino o casualità?
La mia testa scoppiava dalle tante domande.
 
Finita la scuola, ci eravamo messi d'accordo per la sera.
Ci saremmo trovati in Vanelon, come di consuetudine, e avremmo risolto i nostri dubbi una volta per tutte.
Via il dente, via il dolore, la mia mente, di sicuro, sarebbe stata più vuota, una volta svuotata da queste problematiche.
Ritornai a casa, mentre sentivo gia un profumino di pizza diffondersi in casa.
<< Mamma, hai preparato la pizza? >>
<< certo Silvia, ora siediti e mangia. >>
Ormai era d'obbligo, ogni cosa che mi succedeva in Vanelon, dovevo raccontarla a mia madre.
Era curiosa e voleva sapere se le altre sue sorelle dicevano qualcosa a proposito di un loro eventuale incontro...
 
Le luci della notte calarono e come ormai era entrato parte della mia routine, presi il libro dal mio comodino di ciliegio e incomincia a leggere il quinto capitolo.
 
<< Ciao Elena! Wow siamo arrivate insieme... >> le dissi ad Elena che era apparsa nello stesso istante in cui anche io ero comparsa in Vanelon.
<< ciao Silvia! Guarda c'e Luca, anche Stella! >>
<< ciao ragazzi! >> esclamammo io ed Elena.
<< buona sera a voi ragazzi >> disse Luca, seguito da Stella.
<< Gin? >> chiesi all'improvviso.
<< non so, non si è ancora visto... >> mi rispose Stella.
Strano che Gin non si era ancora presentato... di solito c'era sempre lui ad accoglierci.
<< ciao ragazzi! >> disse una voce dietro di noi...
<<  ciao Rean, dove è Gin? >> chiese tutt' ad un tratto Luca.
Certo, Rean, il fratello di Gin, solo Luca l'aveva incontrato, perchè quando era arrivato era stato lui ad accoglierlo e non Gin dal momento che era con me, in esplorazione di Vanelon.
<< è con l'ultimo discendente, ragazzi, dovrebbe arrivare a momenti, vedete, il vostro quinto cugino, è arrivato prima di voi, quindi Gin ha preso la palla al balzo ed ora è con lui che cerca di chiarirgli le idee... >> ci disse Rean.
<< capisco... >> disse Luca << ragazzi, vi presento Rean, non ve l'ho mai presentato, vi ho solo accennato chi era... quindi lui è Rean e lei è Silvia.>>
<< piacere >> gli dissi, sporgendogli la mano e sorridendogli, cosa che fece di ricambio anche lui.
<<  e loro sono Elena, l'ultima arrivata, e Stella >> ed anche con loro sporse la sua grande mano in segno di conoscenza.
Rean assomigliava a Gin, l'unica cosa, sembrava più giovane, aveva dei finissimi capelli biondi, da cui spuntavano due grandi orecchie a punta, era più alto e snello di Gin e portava una specie di maglietta verde, macchiata e stracciata, con dei pantaloncini marroni anch'essi non in condizioni migliori della maglietta.
Finite le presentazioni, vedemmo scorgere aldilà di un grande albero due ombre.
<< Gin! >> esclamai, contenta di vederlo. Ormai era un grande amico.
<< ciao ragazzi, scusatemi per l'assenza, ma ho dovuto spiegare un po' di cose a questo ragazzo, il quinto discendente, Mattia! >>
<< ciao >>dicemmo tutti in coro.
<< ciao... sono Mattia, piacere >> disse con un lieve imbarazzo e timore, lo stesso che avevamo tutti noi al primo incontro con Vanelon.
era alto e la sua corporatura non era come quella di Luca, diciamo, era più robusto...
aveva i capelli castani che facevano risaltare i suoi occhi azzurri.
Non so il perchè ma assomigliava ad Elena, anche lei alta con un fisico non perfetto, capelli neri e occhi marroni. I tratti del suo viso erano simili a quelli di Mattia, se non fosse per il colore dei capelli e degli occhi, si potevano scambiare per fratelli.
Mattia, aveva 17 anni, due anni più grande di me, era il più grande tra tutti noi, mentre Elena era la più piccola.
Sua mamma è Iris, ed eccoci qua, tutti e cinque i discendenti al completo.
Ultima cosa importante, frequentava il nostro liceo, ma comunque non era un volto nuovo, in quanto, lo vedevo ogni mattina passare per le scale per raggiungere il secondo piano.
 
Ora dovevamo solo farci dare delle dritte da Gin, poi potevamo partire alla volta dell'avventura, tra strane creature, valli, laghi, streghe e troll.
La cosa mi elettrizzava parecchio, ma la paura stava ancora dentro di me!
Chissà se il nostro compito l'avremmo portato a termine... e se non ci saremmo riusciti?
Cosa ne sarà di noi una volta che l'avventura terminerà?
Davvero tante, tante domande, ormai la mia vita si stava costruendo sulle domande, non avevo risposte e nulla era certo.
Era tutto capitato così in fretta, il libro, Vanelon, i miei cugini!
Penso che questo mese non lo dimenticherò mai! 



NOTE
allora ragazze, dal prossimo capitolo l'avventura comincia!!!!
ormai i discendenti sono al completo, quindi il loro obiettivo ha inizio...mi rendo conto che all'ottavo capitolo far cominciare un'avventura sia INCONCEPIBILE!
però che vi devo dire, al posto di avere, che ne so 15 capitoli, ne avrà 23!
va be, spero non mi odierete per questo...
ho aperto un BLOG e una pagina FACEBOOK!
a presto!
GAIA
LA STORIA RIPRENDERà FRA UN PO' DI TEMPO, CAUSA, LEGGETE NEL BLOG! IL LINK QUA SOPRA. GRAZIE!

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