Una ragazza....per due!

di Equilibrista
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cambiamenti ***
Capitolo 2: *** Il mio migliore amico ***
Capitolo 3: *** conoscenze ***
Capitolo 4: *** l'apparenza inganna! ***
Capitolo 5: *** Aiuto inaspettato ***
Capitolo 6: *** Due piccioni...ed una fava... ***
Capitolo 7: *** sciolto un nodo...se ne formano due! ***
Capitolo 8: *** i wanna kiss, i wanna kiss you...or..you? ***
Capitolo 9: *** Oh love! ***



Capitolo 1
*** cambiamenti ***



  1. Cambiamenti

Quella mattina ero su di giri.
Era il primo giorno di quarta superiore, frequentavo il Fantoni, liceo che racchiudeva scientifico, ragioneria e delle scienze umane, quello che frequentavo io.

Avevo scelto il liceo delle scienze umane in quanto non amavo particolarmente la matematica, ma mi ero appassionata alla filosofia, materia che insegnava mio papà e che mi aveva fatto apprezzare fin da piccola.
Quella mattina cercavo di ricordare se avevo fatto tutti i compiti, in quanto volevo essere più precisa possibile perchè quest' anno volevo dare il meglio di me.

Mi ritenevo abbastanza brava a scuola, gli anni precedenti non ero mai andata al di sotto di un cinque e la mia media finale era dell'8.
Tutti mi ritenevano una secchiona, cosa che io smentivo sempre, dal momento che non dedicavo tutta la mia vita allo studio, soltanto avevo una buona memoria e di questo ne andavo davvero felice.
Mi guardai allo specchio.

Ero un'altra Emma, non ero più quella ragazza sfigata occhialuta con la tour eiffel in bocca brufolosa che aveva lasciato la terza liceo, no, quest'estate mi  ero decisa a cambiare e  ad incominciare una nuova vita, a essere più determinata e meno timida.
Il risultato non era affatto male!
La ferraglia in bocca era sparita lasciando spazio ad un sorriso a 32 denti perfettissimo, come quello delle pubblicità; gli occhiali erano stati sostituiti dalle lentine che facevano risaltare i miei occhi color nocciola con qualche sprazzo di verde, i capelli li avevo fatti crescere ottenendo degli splendidi boccoli che mi ricadevano sulle spalle e i brufoli erano scomparsi.
Avevo incominciato a truccarmi per farmi sembrare più grande, ovviamente, senza esagerare.
Bene, ero pronta, presi la mia adorata espak turchese e mi incamminai verso la scuola.
Ad aspettarmi  fuori dal cancello della scuola c'erano le mie due amiche Sofia e Caterina.
-ciao bellezza, ehi ma sei proprio tu, Emma ?- questo fu il saluto delle mie due amiche che si piombarono addosso a me abbracciandomi e baciandomi.
- smettetela, c'e stato solo qualche cambiamento...-
-solo qualche cambiamento? Tesoro sei cambiata da così a così!- mi disse Cate girando la mano prima da una parte poi dall'altra.
- dai basta con le cavolate, entriamo nell'atrio, qua di fuori non fa caldissimo...-
-okei, ma occhio agli sguardi fugaci...- mi disse Sofi accennando un sorrisino malefico.
La fulminai ed entrammo.
Stessa gente degli anni precedenti, con eccezione di qualche volto nuovo e dei primini spaesati più che mai.
La campanella suonò, noi tre, ovviamente, prendemmo i tre posti in fondo all'aula, odiavo stare davanti alla lavagna sotto gli sguardi indagatori dei prof.
La mia classe era formata da tutte femmine tranne un maschio secchione, Leonardo,  antipatico agli occhi di tutti per il suo carattere da ''so tutto io''.
Era davvero odioso!
Aveva sempre la puzza sotto il naso ed era molto ambiguo, faceva pensare a tutti che nutriva una simpatia verso la specie di genere maschile....
Prima ora, Matematica.
La giornata non poteva iniziare nel modo migliore...
Le due interminabili ore di matematica, fortunatamente passarono, mancava solo un ora all'intervallo, momento in cui sarei andata a spasso per l'istituto cercando facce nuove e anche di...carine.
L'atteso suono della campanella squillo, mi catapultai fuori dall'aula per raggiungere i distributori ed evitare una fila interminabile di affamati individui.
Riuscii a prendere le mie adorate schiacciatine e mi presi a braccetto Sofia e Caterina incominciando a scrutare le nuove facce che ci si presentavano davanti commentandole via via passavano sotto i nostri occhi indagatori.
-wow- fu la mia esclamazione appena mi si presentò davanti un ragazzo con un viso d'angelo: moro, con occhi castani e un fisico a dir poco....wow!
-Andrea Presti  4A scientifico 18 anni, amico di mio cugino, me l'ha fatto conoscere questa estate!- Sofia mi lasciava sempre di stucco.
- C-che cosa?-
 - riprenditi, è territorio proibito...solo le più fighe hanno accesso a lui, non ti offendere perchè tu non sei affatto brutta, anzi, ma si è capito che genere di fighe...-gia...
- era proprio un peccato, era davvero bello!
- ehi ma se vuoi te lo posso presentare, non c'e problema!-
- no Sofia, no che vergogna!-
-ma smettila, dai andiamo- Sofia mi prese per un braccio trascinandomi verso di lui, ma io riuscii a scappare da quella presa andando nella direzione opposta, raggiungendo la mia classe a corse.
- Emma, sei la solita era un opportunità!- mi disse Sofi agitandomi il dito davanti al mio viso.
- comunque....se vuoi....fammi un  fischio sarò ben lieta di presentartelo- mi disse Sofi intrecciandosi sul dito una ciocca di capelli facendo schioccare la sua lingua contro il palato, rimettendosi a sedere nel suo banco.
Uscita da scuola, vidi passare davanti a me, ancora lui, Andrea.
Era davvero un bel ragazzo.
In quanto di ragazzi, non ne avevo mai avuti molti, anzi, il mio primo ''ragazzo'' se così si puo definire, l'ho avuto nell'estate della seconda superiore ha 16 anni, ma era una di quelle storielle estive, niente di che.
Diciamo che quando mi innamoravo di un ragazzo, non avevo il coraggio di dirglielo, mi limitavo a farmi una mezza idea su come fosse stata la nostra storia, nella mente.
Si, creavo una mia storia d'amore immaginaria, come una sorta di libro, ma in testa, senza mai scrivere niente.
Mi piaceva, pensavo mentre mi addormentavo, mentre camminavo per le vie della città, insomma mi ritagliavo un po' di tempo per pensare e costruire la mia storia immaginaria.
Gia, ero davvero una tipa strana, ma mi mancava questa cosa dell'amore immaginario se il mio cuore non apparteneva a nessuno, perchè non potevo pensare alla mia vita insieme a quel ragazzo che mi aveva rubato il cuore.
 Ritornai a casa e come sempre c'era mia mamma che mi aspettava con il pranzo pronto.
Mi ritenevo fortunata ad avere una mamma sempre presente, a differenza di certe mie compagne che la loro mamma non c'era quasi mai.
La mia, con la scusa che non lavorava, era una casalinga a 360 gradi.
Non ero figlia unica, avevo un fratello, più grande di me, aveva 20 anni e a cui volevo un mondo di bene, anche se c'erte volte avevamo qualche battibecco, tutto sommato però, era un buon fratello.
Mi dava consigli, mi stava vicino nelle situazione più difficili, mi aiutava con i compiti ed era il mio autista privato.
Si chiama Marco ed era stato lui a volere che i miei genitori mi chiamassero Emma.
Varcai la soglia della porta di casa e sentii la squillante voce di mia madre Laura, dalla cucina.
- Buon giorno tesoro! Come è andato il primo giorno di scuola?-
Sempre così era...
-non male...-
Lanciai lo zaino vicino alla scarpiera, prendendo le mie comode ciabatte con la facciona di pluto, che mi tenevano tanto caldo, raggiungendo mia madre in cucina.
Ecco cosa era quell' invitante profumino....Lasagne!
-ti ho fatto il tuo piatto preferito, contenta?-
-si, grazie mamma!-
Come cuoca mia mamma non era affatto male!
Faceva di quei piatti che non potevi inghiottirli seduta istante te li porgeva davanti.
Infatti le lasagne dopo tre minuti erano sparite dal mio piatto. Erano davvero squisite!
-allora, cosa hai fatto a scuola? Hai conosciuto nuovi ragazzi? Ne hai trovato qualcuno di carino?-
-MAMMA!-
-dai confessa, ne hai trovato uno carino che ti piace...-
La solita impicciona, era pur sempre mia madre, ma certe volte si comportava da ragazzina!
- Mamma, la smetti, chi pensi che ho trovato se le facce sono sempre quelle degli anni precedenti?-
Si infatti, ad eccezione di una...
-mmmm...va be sarà, basta ti lascio in pace...-
O dio grazie! L'aveva capito!
-mamma, vado al computer- urlai salendo di corsa dalle scale.
-Emma, non è salutare stare davanti ad uno schermo dopo che hai mangiato, perchè non ti vai a fare una camminata, invece?- mi urlò contro come suo solito fare quando si trattava di computer...
- si mamma magari dopo, lasciami respirare, per favore- sbuffai chiudendo la porta della camera.
- Emma non starci troppo, altrimenti sai che fine fa...-
-si, si...-
Diceva sempre cosi, in verità non aveva mai fatto niente.
Entrai velocemente in Facebook e mi misi a cercare Andrea Presti.
Ecco, l'ho trovato!
Non  c'era scritto niente sulla sua situazione sentimentale, quindi il territorio non era stato ancora occupato!
Avevo vergogna a chiedergli l'amicizia, ma poi pensai: ma si dai, avevo detto che cambiavo, che volevo essere più determinata, quindi ora schiaccio quel maledetto pulsante di richiesta d'amicizia.
Ok era andata, la richiesta l'avevo inviata, speriamo solo che l'accetti!

NOTE
eccomi qua con una mia nuova storia...
be che dire, emma è atratta da Andrea, non può negare a se stessa che è un bel ragazzo, perchè Andrea è un bel ragazzo.
be, vorrebbe conoscerlo, ma la sua timidezza la frena più di qualunque altra cosa.
Riuscirà nell'impresa la nostra dolce Emma?
lo scoprirete solo continuando a leggere questo racconto, spero che lo recensiate in tante...
a presto..
baci
GAIA

 

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Capitolo 2
*** Il mio migliore amico ***




  2.il mio migliore amico

 

Scesi dal computer  buttandomi sul divano a guardare un po' di tv.
Che vita movimentata che avevo!
Sentii la porta aprirsi.
-Ciao Emma-
Mi salutò mio fratello scompigliandomi i capelli.
-ciao Marco-
Lo salutai freddamente per il gesto che aveva fatto, odiavo che mio fratello o chiunque altro mi scompigliasse i capelli!
-come è andato il primo giorno di scuola?-
Mi chiese dalla cucina portandomi un sacchetto di patatine sedendosi in parte a me, incominciando a cambiare canale così a suo piacere.
- Ehi, ma come ti permetti, c'ero prima io e tu non ti devi permettere di cambiarmi canale come ti pare e piace a te!-
-e quante storie, tanto non piace nemmeno a te questo programma!-
-quindi?-
-quindi ti sto facendo il favore di evitarti una oscenità del genere! Comunque mi dici come è andata la scuola?
- A che palle, anche la mamma l'ha chiesto....bene Marco, bene.- risposi con tono scocciato.
- permalosa la signorina! Che c'e un bel tipo non ti ha notata e ti sei incazzata ?-
-ma che cavolo spari! Sei proprio un cretino!- risposi lanciandogli un cuscino.
-ahahaha si si proprio così,  vero? Ma lui è troppo bello e impossibile per te...- mi disse mimando la frase in modo poetico se così si può chiamare.
- la smetti cretino che non sei altro?-
- che termini ragazza! Dai ti conosco fin troppo bene, c'e di mezzo un ragazzo...- mi disse tornando serio avvicinandosi di più a me- dai Emma mi hai detto sempre tutto! Non l'ho dirò a mamma, promesso!-
Mi disse Marco baciandosi le dita intrecciate.
-Prometti?-
-si, promesso!-
-ok, si ho visto un ragazzo, e mi è piaciuto, ma mi ha attratto fisicamente, non lo conosco nemmeno!-
-visto, centrato in pieno l'argomento! Come si chiama e sopratutto quanti anni ha?-
- Andrea Presti, è di quarta scientifico, ma ha 18 anni...-
-si, nella norma...-
-come nella norma?-
-niente, niente...c'e su Facebook?-
-si, si gli ho inviato anche la richiesta di amicizia...-
-ah sei proprio determinata a conquistarlo, allora...fammelo vedere questo ''figone''-
-ma smettila!- gli dissi lanciandogli l'ultimo cuscino che mi si era presentato alle mani.
-dai fammelo vedere-
-ok, ok, andiamo in camera mia va...-
Lo feci entrare nella mia stanza spintonandolo con una sberletta affettuosa alla testa.
-ecco guarda, contento? A e non fare commenti cretini!-
-si non male, certo che batte pinocchio come naso!-
-sei uno stronzo Marco-
-E va bene, scusa, come sei suscettibile!-
Lo guardai mostrandogli la linguaccia.
C'erte volte era insopportabile, ma gli volevo bene!
Era un fratello ed era il mio migliore amico, ci dicevamo tutto, non avevamo segreti e ci rispettavamo, perchè nessuno diceva i nostri confidenziali alla mamma o al papà.
-piuttosto, tu, come va con la tua Erika?-
-bene, bene, come sempre Emma, io la amo e lei mi ama...-
- gia, siete così teneri!-
- grazie sorella! Vedrai ci sarà anche per te una persona che ti ama, ne sono certo!-
-speriamo-
-intanto, sfrutta la conoscenza di Sofia per fare amicizia con lui-
-ma ho vergogna!-
-Emma, se non tenti avrai tempo di sognare... buttati! -
Aveva ragione, dovevo buttarmi!
L'ho sempre invidiato, ha sempre avuto ragazze ai suoi piedi, perchè devo ammettere che mio fratello non è male!
E' alto, muscoloso per via della palestra, ha i capelli neri tirati in piedi con un po' di gel e due occhi verdi!
Perchè non ho preso dai suoi occhi, ancora devo ancora capacitarmene.
Gli occhi di Marco sono uguali a quelli di mio padre, mentre io li ho presi da mia madre.
La fidanzata di Marco, Erika, è bassina, ma snella, capelli ramati ed occhi azzurri.
E' davvero bella, e molto gentile, mi stava molto simpatica e mi piacevano come coppia.
-va bene consigliere, vedrò che fare...-
Detto questo mi prese e mi abbracciò.
Era molto affettuoso, il mio Marco.
-ehi, basta con questa sdolcinatezza!-
Dissi liberandomi cautamente dal quella stretta.
- va bene, come vuoi tu.-
- Bellezza, ora devo andare ad allenare i miei bicipiti, dovresti venire anche tu qualche volta in palestra per non diventare un pallone gonfiato!-
- grazie per il complimento, vedrò come rimediare....intanto tu allena i tuoi bicipiti per Erika...-
- si si , sai come li apprezza i miei bicipiti  Erika!-
Lo disse con un tono così malizioso che mi fece intendere qualcosa....
Mio Dio meglio non pensarci.
Salutai il mio caro fratellone e controllai nelle notifiche se Andrea mi aveva accettato l'amicizia, ma ancora nulla...
Be magari, non sarà ancora salito.
Cenai  e mi coricai a letto piuttosto presto, non volevo avere un risveglio traumatico il mattino dopo...

Quell'odiosa canzoncina, interruppe il mio sonno, ah quanto la odiavo.
Mi alzai stiracchiandomi un po' con la malavoglia di andare a scuola.
Che palle!
Mi lavai, mi vestii e mi truccai un po'.
Bene ero pronta ad uscire quando la voce di mio fratello mi fece voltare.
-Emma!-
- Che c'e Marco?-
-Aspettami ti accompagno io a scuola!-
-Ok grazie mille!-
Mi raggiunse alla porta e uscimmo insieme.
-Emma, sai cosa devi fare!-
- no che non lo so, e non capisco a cosa tu ti riferisca.-
-invece si che lo sai!-
-no che non lo so.- mi stavo spazientendo...
-Buttati con il ''figone''-
-la smetti di chiamarlo così?-
- scusa! Con ANDREA!-
-non lo so, voglio aspettare ancora un po', l'ho visto solo una volta!-
-ok, ok, sali in macchina e allacciati le cinture.-
-si, non andare veloce!-
- ok, ok-
Parcheggiò davanti all'entrata del cancello.
Quando...-Cazzo!-
- che sono questi termini signorina?-
-e dai come se tu non le dicessi mai! Pff...-
-pff... a cosa è data questa colorita esclamazione?-
-Questa esclamazione ha un nome: Andrea!-
- a il fi...- non finì a tempo la frase che lo fulminai- ah si scusa, ANDREA...-
-ci intendiamo vedo.... comunque è quello davanti al cancello che fuma con indosso il Carhartt...-
-gia che fuma non mi piace, e poi si dai non è malaccio...-
- ecco bravo!-
-che aspetti vai la, su!-
-no scordatelo! Non ci penso nemmeno morta-
-guarda, Caterina!-
- ah si, eccola vado, Ciao Marco!-
Lo salutai con un bacio e lui fece lo stesso.
Raggiunsi Caterina ed entrammo in classe.
Sofia arrivò in ritardo, si scusò con il profe e si sedette nel suo banco salutandoci.
Poi si sporse verso me dicendomi-Sai, ho visto il tuo Andrea...-
-eh....-
- e niente, l'ho salutato, oggi te lo presento-
-NO!-
- Emma, non fare la difficile, dai.-
-no ascolta, non oggi, magari un altro giorno, Sofi, l'ho visto solo una volta non posso dire che mi piace, la mia è solo un'attrazione fisica, niente più.-
-magari si potrebbe trasformare in  qualcosa d'altro, con l'andare del tempo...-
-magari...-
-Signorine laggiù in fondo, avete finito di fare salotto o volete pure i pasticcini con il the?-
La voce del professore interruppe la nostra discussione.
-si, ci scusi profe.- risposi  prontamente.
La campanella dell'intervallo suonò e come sempre raggiunsi per prima cosa le macchinette rischiando di travolgere  un' innocente ragazza.
-girati un po'...- la voce di Sofi mi fece sobbalzare.
-o mio Dio!- la mia bocca si spalancò in una grossa O.
La visuale dietro di me si presentava con il nome Andrea Presti.
Che bello che era!
-vieni dai-
-no scordatelo Sofia!-
Mi prese sotto braccio e gli passammo davanti.
-ciao Andrea!-
-Ah ciao Sofia.-
Che bella voce che aveva!
-ti pres...- non fece a tempo a finire la frase che il mio gomito raggiunse il suo stomaco facendola girare verso di me con uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque.
-va bene, noi andiamo, ci si vede...-
-Ok, ciao!-
La presi per un braccio e la catapultai in bagno.
- ma che ti viene in mente? No dico sei impazzita, ti avevo detto di stare muta, lo capisci il concetto?-
- ok , ok, non ti scaldare! Va bene, non lo farò più.-
-ti conviene.-
-ok, ma la prossima volta, avvertimi prima di lacerarmi lo stomaco!-
-ok, scusa, ti ho fatto male?- mentre dicevo quella frase mi scappò un ,mezzo sorriso che lei notò.
-ma cosa ridi?-
-niente, niente, la prossima volta impari!-
Detto questo uscii da quel maleodorante bagno per rifugiarmi in classe.

NOTE
ciao a tutte!
in questo capitolo entra in scena Marco il fatello maggiore di Emma.
per Emma lui è molto importante, è come il suo migliore amico, si fida di lui ed è il suo braccio destro, insomma è un pezzo importante della sua vita.
intanto, vuole conoscere Andrea, ma la timidezza le fa da freno.
riuscirà a conoscerlo?
leggete e lo saprete=)
un bacio
Gaia


Piccolo spoiler del prossimo capitolo.
Arrivai al cancello  e vidi Sofi e Cate che parlavano con un gruppo di ragazzi, tra cui c'era anche Andrea.
O mio dio, torniamo indietro.
Feci retro front e mi diressi verso l'ingresso superiore della scuola.
-Emma!-
La voce squillante di Sofia irruppe nella mia testa.
Cavolo ero fritta e non avevo via di scampo.
Il mio tentativo di non farmi notare era stato buttato via.
-Sofia- dissi con una voce così acida che mi stupii di me stessa.
-Perchè non vieni qua con noi...-
 


 

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Capitolo 3
*** conoscenze ***



  3.Conoscenze


 

Mio dio, solo per poco e avrei conosciuto Andrea.
Un po' di delusione c'era...
Mannaggia la mia timidezza... se ero come Sofi Andrea era gia mio amico. Cavolo!
Basta rimpiangersi addosso, quello che è stato fatto è fatto, e poi avrò sicuramente altre occasioni per conoscerlo, quando mi sarei convinta, sarei andata da Sofia e le avrei chiesto di farmelo conoscere.
Si, perfetto, ora dovevo acquistare solo più sicurezza.
- Emma, tutto bene?- la voce di Caterina mi fece sobbalzare.
- ah, Cate, si si...-
-mmm...di la verità...-
-ok, solo che stavo quasi per conoscere Andrea, ma la vergogna si è impossessata di me e non ce l'ho fatta... per giunta ho tirato anche un pugno alla povera Sofi...-
Cate si lasciò scappare una risatina...
Be la situazione un po' buffa era...
La campanella di fine interavallo, suonò.
Le lezioni rincominciarono e dopo due ore di noiosissimo inglese, la campanella dell'ultima ora suonò.
Usciì da scuola e ad aspettarmi c'era Marco, gentil'uomo come sempre.
-ciao Marco...-
- che hai? Mi sembri un po' preoccupata...-
-niente, è solo che...-
-solo che...-
- solo che oggi sono stata una scema...-
-perchè?-
-mi si è presentata l'opportunità di conoscerlo su di un piatto d'oro, ed io l'ho rifiutata...-
- ma Emma, scusa ma non capisci niente...-
-GRAZIE eh, fratello, sempre gentile...-
-e dai scusa, Emma cosa ti ho detto ieri?-
- di buttarmi....-
-ecco appunto.-
Marco, come sempre, aveva ragione.... non capivo niente.
E tutte le promesse che mi ero fatta a proposito di lanciarmi di più, che fine avevano fatto?
Erano volate via come le foglie dal vento.
No, dovevo darmi una svegliata, altrimenti sarei rimasta zitella a vita.
Il resto del viaggio in auto con mio fratello, lo feci in silenzio, volevo pensare, pensare a cosa fare.
Arrivati nel parcheggio di casa, scesi dalla macchina.
-Emma, tutto bene?- mi chiese Marco.
-si, si stavo solo pensando...-
-ok, sai che se devi dirmi qualcosa io ci sono va bene?-
- si, lo so-
Gli sorrisi e lui da perfetto antipatico mi scompigliò i capelli, guadagnandosi  una terribile occhiataccia.
Pranzai silenziosamente, tanto per far preoccupare mia madre, dal momento che lei sosteneva che il dialogo era la cosa principale nella famiglia, quindi dovetti subirmi il terzo grado che mia mamma incominciò  a farmi...
Finita la cascata di domande della mia apprensiva madre, mi fiondai al computer, guadagnadomi l'ennesima predica di mia mamma, ma ormai le mie orecchie si erano abituate a tutte quelle blatere, quindi non ci facevo nemmeno piu caso, mi limitavo solo a rispondere con dei semplici monosillabi...si, si...
Entrai su facebook, immediatamente per vedere se mi aveva accettato l'amicizia.
1 notifica...
''Caterina Balestri ha pubblicato qualcosa nella tua bacheca"
La mia disperazione era al culmine...
Perchè non mi accettava?
Avevo un serpe per capello...
Tanto che tirai un calcio ai piedi del letto, facendomi pure male.
-Ahia!- strillai.
-Emma, tutto bene?- sentii mia mamma urlare dal piano di sotto della casa.
-siiii!- urlai.
Scoppia in un pianto isterico, come una bambina che fa i capricci.
-Emma, cosa hai?-
Marco!
-n-niente..- riuscii a dire tra una lacrima e un'altra.
-vieni qua...- e mi abbracciò.
Nelle sue braccia mi sentivo al sicuro, riusciva sempre a consolarmi...
-Emma, mi dici cosa ti prende?-
Mi alzò il viso guardandomi negli occhi.
-niente, è un pianto liberatorio, sono stanca di questa mia timidezza e insicurezza, non mi ha nemmeno accettato l'amicizia.-
-Emma, non ti devi incavolare per una stupida richiesta di amicizia, piuttosto chiedigliela tu di persona l'amicizia...-
- si, hai ragione...-
-dai, ora basta, piangere, spegni questo catorcio e vieni con me a farti una passeggiata.-
- va bene...-
Spensi il computer,  mi misi addosso un gilet, ed uscii di casa con mio fratello.
Camminammo per le vie del paese, fermandoci alla nostra gelateria di fiducia per prendere un mega cono.
La mia giornata, passò così, in compagnia di mio fratello fra chiacchiere, risate e un gelato.
Andai a letto abbastanza stanca, avevo bisogno di dormire sperando, come dice il detto''la notte porta consiglio''.
Con questa ''consolazione'' mi addormentai.
 
Mi svegliai ancora mezza assonnata...presi i vestiti e per sbaglio urtai il mouse.
Oddio, il computer era rimasto acceso, non l'avevo spento!
La schermata era rimasta su facebook, guardai nelle notifiche...
"Marco Caressi ti ha taggato in una foto"
Feci scorrere il cursore più giù e...
"Andrea Presti ha accettato la tua richiesta di amicizia "
Un grido uscii dalla mia bocca ed  incomincia a saltare per la stanza.
-Emma tutto bene?-
Irruppe nella mia stanza Marco..
-siiii! Andrea mi ha accettato la richiesta di amicizia!-
Corsi alla porta e lo abbracciai!
-perchè non gliela fai tu ufficialmente la richiesta di amicizia?-
-o che palle! Vedrò vedrò...-
Gli dissi allontanandomi buttandomi sul mio letto, sognante...
-sei la solita... ti aspetto giu in cucina, devo accompagnarti a scuola?-
-no, no voglio farmi una camminata...-
-ok, come vuoi, io vado a fare colazione.-
-ok.-
Feci colazione e salutai tutti allegramente.
Uscii di casa e presi a camminare verso la strada della scuola.
Arrivai al cancello  e vidi Sofi e Cate che parlavano con un gruppo di ragazzi, tra cui c'era anche Andrea.
O mio dio, torniamo indietro.
Feci retro front e mi diressi verso l'ingresso superiore della scuola.
-Emma!-
La voce squillante di Sofia irruppe nella mia testa.
Cavolo ero fritta e non avevo via di scampo.
Il mio tentativo di non farmi notare era stato buttato via.
-Sofia- dissi con una voce così acida che mi stupii di me stessa.
-Perchè non vieni qua con noi...-
-no, guarda stavo andando, appunto da... Silvana, si proprio da lei.- mi stavo arrampicando sugli specchi...
-dai, massimo ci raggiungerà anche lei...vieni su, così ti faccio conoscere i miei amici...-
L'ultima parola la disse con un tono più alto, mentre i suoi occhi sparavano saette contro di me.
Sofia, non mollava mai, era come un coccodrillo con la sua preda, finchè non l'aveva catturata e uccisa lui non molla mai.
Mi avvicinai quatta quatta, con il cuore che ormai aveva preso la tangente, da un momento all'altro mi sarebbe venuta la tachicardia, me lo sentivo...
-Ciao Emma...-
-ciao Cate..- mi tremava troppo la voce, avevo una vergogna terribile, dovevo avere più controllo di me stessa...
-a Emma, questo è Fabio.-
-Piacere Emma- 
- Fabio.-
-lui è Giacomo-
-Emma-
-Giacomo-
-e lui è Andrea...-
Oddio me lo sentivo stavo andando a fuoco.
-Piacere, Andrea.-
-Emma.-
Cavolo, gli avevo stretto la mano.
In quella stretta, avevo sentito tanti brividi percorrermi la schiena...
-a ma tu sei quella che mi ha richiesto l'amicizia di facebook...-
O cavolo, che imbarazzo ed ora che gli dicevo?
-si è lei, glielo detto io, sai te la volevo far conoscere e quindi ti ho mandato prima l'amicizia...-
Santa Sofia!
-a, bene...-
Che sorriso!
- va bene, sarà meglio che entriamo, si è fatto tardi e la campanella sta per suonare-
Intervenne Caterina.
-Allora tu sei Emma Caressi...-
-si e tu Fabio...-
-Cesari-
-Cesari, giusto...-
Si ed ora che dicevo...quel tipo mi metteva in soggezione.
Alto e magrissimo, capelli riccioluti e l'acne sul viso, non era un bel vedere in effetti.
-detto "lo stecco"-
Intervenne Andrea, ridendo.
Feci una risata, che per quanto si poteva definire tale, risultava un tantino isterica...
A la classe, che miraggio, non ero mai stata così contenta di vedere la mia classe per togliermi da quella situazione imbarazzante.
-ciao ragazzi, ci vediamo all'intervallo!-
No, anche all'intervallo no!
Appena furono in classe mi avvicinai a Sofi
-Grazie Sofi, mi hai tolto da una situazione imbarazzante!-
-non ringraziarmi, piuttosto, come è stato stingergli la mano?-
Mi disse Sofia picchiandomi una leggere e affettuosa gomitata nel fianco con tanto di occhiolino...
-be...imbarazzante-
-e dai, ti ho visto come sei diventata rossa e...-
-be grazie ! si comunque bello diciamo che è stato come prendere una scossa.-
-pensa, se è stato così solo per una stretta di mano, posso immaginare come sarà quando farete cose più ''elaborate''-
-Sofia!  -
-scusa, scusa!-
Mi sedetti indispettita e la lezione incominciò.
Era intervallo, tranquilla Emma andrà tutto bene, ora vado alle macchinette, non incontro nessuno, rientro in classe e basta, fine della storia.
-Ciao...Emma giusto?-
O cavolo marcio!
Tutto il mio piano era andato a farsi benedire.
-Ciao, Andrea, si comunque sono io Emma...-
-tutto bene, mi sembri un po' agitata...-
Oddio, l'aveva notato, e che gli dicevo adesso, no guarda sono un tantino rossa, perchè ti reputo un gran figo e sono un tantino imbarazzato per la gran dissima figura del cavolo che ho fatto prima?
No, altra scusa Emma, altra scusa, pensa...
-si, si, solo che ho la verifica nell'ora dopo e sono un po' agitata...-
Bella scusa Emma, complimenti!
-stavi andando al distributore?-
-si, si...-
-ok anche io ti accompagno.-
-va bene...-
Cavolo quella situazione non mi piaceva per niente...non sapevo cosa dire...
-cosa prendi?-
-schiacciatine...-
-a bene, io mi limito ad un pacchetto di cracker.-
Davvero discorsi molto elaborati.
Andammo a sederci accanto al termosifone, punto di ritrovo con le mie amiche.
-raccontami un po' di te, hai un fratello?-
Mi chiese Andrea.
- si, Marco, ha 20 anni e gli voglio un bene dell'anima, è un fratello, ma è anche un amico. Mi aiuta e mi sostiene, sempre!-
-il tuo ragazzo deve essere geloso di lui!-
Un velo di imbarazzo mi coprì il volto.
- no, perchè non ho un ragazzo...-
-a, quindi sei libera come il vento...-
-esatto!- gli dissi pronunciando un lieve sorriso.
-tu, invece, hai sorelle?-
- si una, ma convive, ha 26 anni. Mi ha fatto da mamma, perchè i miei sono separati, mia mamma non si sa dove è, probabilmente è gia sposata con figli, non ha più interesse per noi. Vivo con mio padre, ma anche lui non è molto presente a causa del suo lavoro. È capo di una compagnia aerea, Meridiana, ed è sempre via per viaggio.-
-mi dispiace, davvero...-
Be, niente, non potevi saperlo...- mi disse ammiccando un sorriso.
- e tu con le ragazze?-  deviai il discorso con questa stupida domanda.
-no, non ne ho nessuna...-
-come? Ne vedo tante ai tuoi piedi!-
-si ma, come si dice, tutta bellezza e niente cervello! Mi piacerebbe avere una ragazza, che sia ovviamente bella, ma che abbia anche quel minimo di cervello!-
Era il primo ragazzo che sentivo dire una frase del genere, in genere tutti i maschi, non badano a cosa hanno nella zucca le ragazze, basta che siano belle e che ci sappiano fare a letto e cosa molto importante, che abbiamo al posto del seno due airbag!
- sei il primo ragazzo che da importanza anche al cervello!- gli dissi ridendo, cosa che fece anche lui.
-be si diciamo che mi diversifico dagli altri per questo motivo-
E non solo per quello, volevo rispondergli, basta guardarti!
- e fidati, non è una cosa brutta!-
- i miei amici non la pensano così, per loro basta divertirsi, scoparsela una a settimana e via dicendo, per me non è così, si deve dare importanza alle cose che si fanno,se  si fa sesso con una persona, lo si fa perchè la si ama, non solo per divertimento!-
Quelle parole mi avevano stordito, come faceva un ragazzo a essere così profondo e ragionevole? Se al mondo ce ne fossero di ragazzi come lui, come sarebbe bello!
Eppure non dava l'impressione di essere così ragionevole, di solito i ragazzi belli come lui cambiano ragazza ogni settimana...
- ti apprezzo molto per quello che dici, davvero!-
- mi fa piacere!-
Un gentil uomo, davvero!
-dove abiti?- mi chiese.
- in via Frizzoni, 3. Tu?-
-io nella via dopo la tua, Beneventi, 30. Potremmo fare la strada insieme!-
- si, tanto per avere un po' di compagnia!-
-va bene, ormai suona la campanella, ti va se andiamo a casa insieme? Ti aspetto fuori scuola!-
. si, certo!-
- ok, allora a dopo...-
-a dopo!-
Ci salutammo e proprio in quel momento la campanella suonò.
Che ragazzo meraviglioso, spruzzavo gioia da tutti i pori, non pensavo che gia al primo incontro saremmo entrati così in confidenza! Non pensavo nemmeno che mi avesse più guardato dopo la presentazione di Sofia.
Gia Sofia, dovevo ringraziarla!  








NOTE

chiedo perdono per il ritardo ma se seguite anche LA CHIAVE DI VANELON 
vedrete che anche li non ho ancora postato il nuovo capitolo...
comunque parlando di questo capitolo, finalmente Emma ha conosciuto il famigerato Andrea, grazie all'uragano Sofia.
mi rendo conto che ragazzi come Andrea sono una specie molto rara sulla faccia della terra, quindi dovrei modificare il racconto non piu romantico ma fantasy=)
spero che scriviate le recensioni in tante.
detto questo vi auguro un buon natale e al prossimo capitolo! ciao!
GAIA=)

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Capitolo 4
*** l'apparenza inganna! ***



                                              
 

 

N.B. leggete BENE le note in fondo alla pagina, mi raccomando! GRAZIE

4.L'apparenza inganna!
 


Entrai in classe con il sorriso stampato sul volto.
-mi pare che qualcuno ha passato un buon intervallo- mi disse Sofia maliziosamente.
-smettila! Ah Grazie Sofi!-
- e di che?-
-per avermi fatto conoscere Andrea è davvero carino...!-
-mi fa piacere, sapevo che mi avresti ringraziato...-
Ridemmo entrambe, finendo la risata con un abbraccio.
-SILENZIO! Ragazzi ricomponetevi e rimettetevi ai vostri posti.-
La voce della professoressa di italiano ci fece tacere immediatamente e ricomporre, metteva molta soggezione...
-ragazzi, fuori il libri, riprendiamo da dove ci eravamo interrotti.-
Due ore ed avrei rincontrato Andrea. Ed ecco l'agitazione incominciava a bussare alla porta.
Furono due interminabili ore dedicate alla poesia.
Ero davvero stanca, quelle due ore mi avevano buttato a terra.
Finalmente, la campanella suonò e trovai Andrea ad aspettarmi in fondo alle scale con una sigaretta in bocca.
-ciao...-
- ciao Andrea.- dissi tossicchiando, ecco l'effetto che il fumo ha su di me.
-scusa, ti da fastidio?- mi chiese Andrea.
-no, no solo una tosse improvvisa- dissi accennando ad un sorriso.
- sicura?-
-si, si tranquillo!-
-va bene come vuoi tu...- mi disse con un lieve sorriso.
Nel tragitto verso casa, parlammo di svariate cose, scoprendo che nutrivamo la stessa passione per la musica, lui suonava la batteria ed io la chitarra.
La passione per la chitarra,l'ho ereditata da mia madre Giorgia, in quanto,  donna un po' hippie.
Ho imparato a fare i primi accordi all'età di cinque anni e da li ho continuato a suonare la chitarra, diventando sempre più brava.
 
Tra una chiacchera e l'altra arrivammo davanti alla mia porta di casa
Ci salutammo. Andrea andò verso casa sua, mentre io solcai la porta di casa mia. Marco non c'era, probabilmente era al lavoro.
Lavorava presso un negozio di computer, li riparava, non lo pagavano molto, ma i soldi che gli davano gli bastavano per mantenersi in vestiario o altro, dal momento che viveva ancora con me e i miei genitori,  ma soprattutto voleva  risparmiare i soldi per comprare una nuova auto e un giorno, comprarsi un casa.
È quello che gli piaceva fare, quindi non si lamentava quasi mai a meno che  gli capitava qualche presuntuoso e impaziente cliente.
 
- ciao tesoro, sbrigati, altrimenti si fredda la pasta!-
-ARRIVO!- urlai dal bagno mentre mi lavavo le mani-eccomi mamma!-
-come è andata a scuola?-
-bene...- direi molto bene!
Non avrei mai immaginato che subito dopo avere conosciuto Andrea,  mi avrebbe parlato così apertamente e sinceramente non pensavo che  mi avrebbe mai  parlato, oppure,  non sarebbe andato oltre un ''ciao''.
Se questo era un sogno, non volevo più svegliarmi.
 
 Il pomeriggio passò velocemente, tra i libri e i quaderni.
Marco era ritornato per la cena, in questo periodo lavorava veramente molto e le mie possibilità di vederlo erano diminuite.
Cenammo tutti insieme, mio padre parlò delle lezioni che aveva tenuto al suo liceo, Liceo Sarpi.
Cavolo, gia dovevo subirmi le lezioni a scuola e in più dovevo assorbirmi tutta la lezione che mio padre teneva  ai suoi allievi. Non che la filosofia non mi interessasse, ma sostenere due lezioni in un giorno era troppo per me!
Con una scusa mi defilai da quel che era diventata una vera e propria scuola di filosofia e mi rifugiai nella mia piccola oasi di pace e tranquillità.
Si,  come no, un toc toc, mi risvegliò dalla possibile pace che a quanto pare, non riuscivo  trovare.
-Sono Marco, posso entrare?- disse aprendo la porta tanto quanto bastava per ficcarci il naso.
- Marco, sei già entrato...- gli dissi, mentre lui con un ghigno beffardo entrava nella mia stanza.
- ti ho vista più sorridente oggi, che ti  successo?- mi disse avvicinandosi a me con uno sguardo curioso, troppo curioso per i miei gusti...
-Marco, la tua curiosità non ha limiti...-
-e dai, non fare tanto la preziosa, cosa che non sei...-
-mmmm, che palle! Ti basta sentirti dire che ho conosciuto Andrea, ci ho parlato e sono venuta a casa con lui, dal momento che abita nella via dopo la nostra?-
-no, DAVVERO? Ma è grandioso, finalmente Emma!- mi disse con un sorriso immenso sulla bocca.- ma non pensavo che perfino ti avrebbe accompagnata a casa, solo al primo incontro!-
- si be, in effetti non ci credevo nemmeno io, però a quanto pare esistono ancora ragazzi così...-
- io ne conosco un altro- mi disse con un altro dei suoi insopportabili ghigni...
-ah si? Sarebbe?...-
-be...dovresti conoscerlo... è un certo Marco, non ti viene in mente nulla?- mi disse inarcando un sopracciglio.
- sinceramente... NO!- risposi, stando al gioco.
-ma si, dai, è alto, muscoloso, capelli neri, occhi verdi, bello e impossibile... non puoi conoscerlo, tutto le ragazze gli cadono ai suoi piedi...- mi disse ghignando per l'ennesima volta.
-ahahahaha, ma fammi il piacere!- gli dissi con una risata da beffo, dandogli una spinta per incalzarlo ad andarsene- ascolta, questo ragazzo te lo sei sognato, quindi fammi il favore di andartene tu e il tuo spirito da bipede che ti ritrovi...-
-che?...- mi guardò con aria confusa misto ad un riso malefico- e comunque pensaci bene perchè quel ragazzo lo conosci meglio di quanto tu credi...-
- si, Marco, ciao...- gli dissi accompagnandolo, se così si può definire, alla porta chiudendolo fuori dalla mia presupposta "oasi di pace"...
Era un burlone, non se la tirava tanto, ma ecco, sapeva di essere un bel ragazzo...
Caddi di peso sul letto, con tanto di sonoro sbuffo.
Quando...
-sicura di non conoscerlo?-  sbucò dalla porta mio fratello facendomi sobbalzare.
-MARCO!-gli urlai contro, lanciandogli il primo pupazzo capitato sotto tiro.
Quando voleva ce la metteva tutta per farmi esasperare!
 
Mi lavai e mi misi nel mio caldo letto.
Chiusi gli occhi ed un istante dopo ero gia addormentata...
 
Mi risvegliai meno spossata  di ieri, chissà se oggi Andrea mi avrebbe parlato?
Meglio non pronunciarsi prima del dovuto, perchè si sa, i maschi sono una strana specie...
Indossai i soliti jeans a sigaretta maglietta e felpa.
Mi truccai un po' ed ero pronta per uscire.
Varcai la soglia di casa e mi incamminai verso scuola, ripassando mentalmente l'argomento di storia per l'interrogazione.
Speravo di incontrare Andrea, ma mi sbagliavo, per strada non lo vidi, quindi forse l'avrei visto a scuola, ma probabilmente non mi avrebbe nemmeno parlato.
Comunque, tutti i dubbi, li avrei risolti una volta entrata a scuola.
Raggiunsi Caterina e Sofia, ed entrammo insieme nell'aula.
Di Andrea, non c'era traccia, magari si era sentito male...
Comunque sia, le lezioni incominciarono e come da solita sfigata, fui interrogata in storia.
Me la cavai con un 7, mi accontentavo benissimo anche di quello, anche perchè, con la Brosio, era bello se prendevi un sei, in quanto bassissima con i voti.
Per scaricare tutta la tensione che mi si era accumulata in quell'ora di interrogatorio, andai alle macchinette per prendere un caffè.
Mi voltai un secondo e in quel secondo, la scena che mi si presentò davanti agli occhi, non era delle più entusiasmanti: Andrea si stava baciando con una rossa fuoco, che poteva fare invidia alla Ferrari.
Bassina e perfino un po' grassottella, non era una su cui potevi permetterti di dire '' wow è proprio uno schianto'' anzi!
Rimasi un attimo atterrita di fronte a quella scena.
Fino a ieri mi aveva detto che lui NON aveva ragazze!
Bene, questa è la dimostrazione che gli uomini sono TUTTI e dico TUTTI uguali, pensavo di averne trovato una diverso e invece, me lo ritrovo incollato ad una nanetta?
Questa era veramente grossa, e tutto quel discorso sulle "tettone e culone senza cervello " dove era andato a finire?
Sta di fatto, che bevvi tutto ad un sorso il caffè ancora bollente.
Male, molto male!
La gola incominciò a bruciare ed io incominciai a tossire come in punto di morte piegata in due, dalla serie "aiuto, sto per soffocare".
Penso che biancaneve e l'ottava nana, sentirono i miei ultimi colpi di vita, perchè si scollarono e si voltarono verso di me.
Che pessima figura di merda!
Corsi in bagno a bere un po' d'acqua, per fermare la tosse e spegnere le fiamme che mi si erano formate in gola. Ero quasi sul punto di chiamare il 115, ma me la cavai con un po' d'acqua...
Presi un enorme respiro, ed uscii dal bagno pronta per andare in classe. Ma la sfiga quel giorno era con me.
-Emma! - oh cavolo, Andrea!
-ciao Andrea!- fredda, molto fredda, Glaciale!
-tutto bene? Sembravi in fin di morte prima- mi chiese in modo serio, anche se vedevo che rideva sotto i baffi, la scena doveva essere stata molto buffa.
-si, si, tu piuttosto, tutto bene con  la na...quella ragazza?- gli chiesi con uno sguardo che doveva assomigliare a quello di un serial killer, misto ad un falso, falsissimo sorriso.
Doveva aver capito che ero parecchio come dire, incazzata?  Perchè sbiancò.
Tutto ad un tratto biancaneve, sembrava il becchino del paese.
Anzi il nome Biancaneve gli si addiceva in tutti i sensi.
-scusa, non te l'ho detto ma è solo una scappatella, sai così...-
-così cosa? Per divertirsi? Dillo Andrea, per divertirsi. Ma allora ho sbagliato persona... non eri tu che IERI mi avevi detto che il sesso non si faceva per gioco ma per amore? Guarda, lascia perdere, credevo fossi un'altra persona Andrea, evidentemente mi sbagliavo, ed ora scusa ma ho da fare.- e con questo me ne andai furiosa.
Andrea rimase li imbambolato, incapace di batter ciglio.
Prima di aprire la porta della classe, presi un grosso respiro ed entrai.
-Caressi, alla buon ora!- il profe di matematica, il professor Spina, aveva notato il mio ritardo alla lezione.
-mi scusi professore, ho avuto un contrattempo...- risposi io, voltandomi verso le mie amiche che mi stavano lanciando un'occhiata interrogativa.
-Caressi, io non ammetto scuse, ora tu te ne vai di fuori, e la mia ora la recupererai tramite i tuoi compagni, la prossima volta i problemi li lasci fuori dalla scuola.-
Con tutta la rabbia che avevo accumulato, presi e me ne andai fuori dalla classe sbattendo la porta in un modo talmente violento, che pensai " o merda è rotta ". per fortuna, almeno questo danno lo schivai.
Camminai velocemente, con le lacrime che mi pungevano gli occhi e che non riuscii a trattenere.
Mi stavo dirigendo in bagno, quando una mano mi bloccò per il polso... 





NOTE

ciao ragazze!
spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
innanzitutto, lo so, sono stata un po' stronza, lo ammetto a lasciare il finale così in sospeso, ma c'e una sorta di sorpresina:)
allora voglio (chi vuole, naturalmente!) che lasciate una recensione, su chi afferra per il polso Emma...
potrebbe essere Andrea, Sofia o Caterina, un suo ex ragazzo o una sua vecchia cotta, oppure il professore Spina, non lo so, scegliete voi colui/colei che secondo voi afferra per il polso Emma.
chi indovinerà, gli farò pubblicità della sua storia nel prossimo capitolo che metterò in "Tra sogno e realtà".
AVETE CAPITO TUTTO?
diciamo che è anche per rendere più partecipe il pubblico:)
Vi ricordo che ho aperto un Blog e una pagina facebook.
il blog lo trovate cliccando QUI
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mi farebbe molto piacere.
per eventuali informazioni su questa specie di "concorsino" andate sul blog o sulla pagina facebook.
QUESTO CAPITOLO è BEN COMMENTATO NEL BLOG! DATECI UN OCCHIATA DAVVERO PERCHè DEVO SPIEGARE ALCUNE COSE GRAZIE!
sperando in vostre future iscrizioni alle mia pegine, vi mando un bacio!
GAIA!
  Ho ancora la forza... - Ultimo capitolo
Salve, questa è la prima storia che ho scritto, e ho il piacere di condividerla con voi. E' la storia di Emma, una giovane giornalista e Leonard, frontman di una rockband di successo. Il destino li farà incontrare nell'assolata ma inaspettatamente piovosa L.A. Toccherà però ad Emma decidere se continuare a crogiolarsi in un'amara delusione, o sfruttare l'opportunità che le si presenterà. E' una storia d'amore, non melensa e a tratti anche drammatica. Vi lascio un frammento della storia e intanto a chi si appresta a leggere auguro una buona lettura!
"Quella notte in cui diventammo un’unica cosa, io lo conobbi realmente, e riconobbi me, nei suoi abbracci, nei suoi respiri affannati, nelle nostre fronti madide di sudore. Mi riconobbi e mi sentii bella, desiderabile, anche da chi credevo irraggiungibile. Mi riconobbi e senza inciampare, trovai il mio posto nel mondo."
[ Autore: viandante90 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Drammatico, Romantico ] [ Capitoli: 8 ]  
[ Pubblicata: 11/12/11 ] [ Aggiornata: 11/01/12 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 4 recensioni ]
 

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Capitolo 5
*** Aiuto inaspettato ***



  5. Aiuto inaspettato

 

-ma c-che ci fai qui?-
-Ciao Emma, scusa mi stavo dirigendo in bagno, ma ti ho vista uscire dalla classe incazzata e in lacrime e ho pensato di chiederti cos'hai?...-
-niente, niente, solo il profe mi ha cacciato dalla lezione perchè sono arrivata in ritardo...- dissi, tra una lacrima e l'altra.
-stai bene? Vuoi dell'acqua?-
-no, Francesco, sto bene, grazie, ed ora scusami, vado un secondo in bagno, devo assomigliare ad un mostro- gli dissi facendo un mezzo sorriso.
-ok, sicura?-
 -si, si, grazie- gli dissi, sorridendogli, con un cenno della mano in segno di saluto.
Andai in bagno mi sciacquai il viso e andai a sedermi su di una sedia vicino al bancone delle bidelle.
Francesco, da quanto è che non lo vedevo?
È stata la mia prima cotta, era perdutamente innamorata di lui, fino ad un anno fa avevo fatto di tutto per fargli capire che gli piacevo.
Ha la mia età, frequenta lo scientifico, sempre del Fantoni, certo lo salutavo, ma non andavo oltre un ciao, da quando io gli avevo confessato i miei sentimenti e lui li aveva rifiutati dicendomi
" scusami, ma tu non mi piaci ".
Eccola, la mia prima delusione.
Nonostante tutto, l'avevo continuato ad amare, sperando che anche lui, un giorno, si sarebbe innamorato di me, ma mi sbagliavo.
Così avevo deciso di cambiare e chiudere il capitolo Francesco.
 
Questa giornata era da commemorare, davvero, le bugie di Andrea, l'essere buttato fuori dalla classe dal prof Spina, l'incontro con Francesco.
Cavolo troppe emozioni messe insieme.
Ero li sul bancone delle bidelle a sfogliare Cosmopolitan.
" Il ragazzo ideale", presa dalla foga, girai la pagina, strappandola.
-pensavi a me mentre  giravi quella pagina?-
Alzai lo sguardo e incontrai quegli occhi scuri e profondi.
-Andrea, ti prego, non ho voglia di parlare, ti prego di andartene o vuoi fare la mia fine, ovvero essere BUTTATA FUORI DALLA CLASSE PER UN PICCOLO IMPREVISTO?- alzai un po' la voce, ma per fortuna in giro non c'era nessuno.
-scusami, non volevo...- mi disse Andrea, abbassando lo sguardo.
-non volevi cosa Andrea? Deludermi? Farmi buttare fuori dalla classe? Cosa Andrea? Be, complimenti, ci sei riuscito in tutti e due i casi...- dissi tutta la frase a denti stretti, presa dalla rabbia.
Stavo andando, non so nemmeno io dove stavo andando, quando Andrea mi prese per il braccio, mi attirò verso di se e mi baciò, mi baciò con foga, con un bacio rabbioso,  un bacio che non so nemmeno io come definirlo.
Sta di fatto che mi staccai dopo solo i primi  due secondi.
Strappai dalle sue mani il mio braccio e lo guardai fisso, con gli occhi socchiusi, con scosse che ripercorrevano ogni centimetro del mio corpo, causandomi leggeri tremolii.
- che fai? CHE CAZZO FAI? È così che  risolvi le cose? Con un bacio? E tu saresti un ragazzo serio? Prima ti sbaciucchi con quella sottospecie di nanetta ed ora limoni con me? Dopo neanche due e dico DUE giorni che ci consociamo? Che è, amore a prima vista? Ascoltami bene Andrea, non me ne frega un cazzo se tu hai la bambolina che ti soddisfa i tuoi bisogni sessuali, solo una cosa, non prendermi in giro e lasciami in pace, anzi ESCI DALLA MIA VITA!- gli dissi, così, tutto ad un fiato, con tutta la rabbia che mi portavo dentro, senza capire cosa stavo dicendo, talmente ero fuori di senno. Alzai pure la voce, tanto da guadagnarmi una sgridata dalla professoressa della classe accanto.
-Emma... io scusa non so cosa mi abbia preso...io...- mi disse Andrea, con la faccia confusa, da cucciolo bastonato, l'opposto della mia, piena di irritazione e ribrezzo.
-Andrea, risparmiati le scuse, tu non mi conosci, conosci a malapena il mio nome, quindi sparisci e non farti più vedere. Facciamo così, facciamo che non ci siamo mai parlati, mai conosciuti, d'altronde non è così? Mi chiedo solo una cosa, una domanda che penso mi domanderò per molto altro tempo ancora, perchè mi ha raccontato tutte quelle stronzate ieri? Per fare bella figura? Guarda, ti do un consiglio, facevi più bella figura raccontandomi che eri un ragazzo in cerca di sesso, con una nanetta ninfomane che soddisfa i tuoi bisogni. Ecco, Andrea, questo mi dovevi dire. Prendi appunti per la prossima conoscenza, spero non rifarai lo stesso sbaglio che hai fatto con me.-
Guardai  il suo volto, dispiaciuto e offeso per le parole che gli avevo appena sputato in faccia, mi voltai con le lacrime agli occhi e mi avviai verso  chissà dove, un dove che si trovava il più lontano possibile da Andrea.
Un capogiro mi costrinse a fermarmi e a sorreggermi su di un muro del lungo corridoio.
Poi tutto intorno a me incominciò a girare.
-Emma- una voce ovattata mi venne all'orecchio , due braccia mi sostenevano da dietro la schiena, poi, il buio.
 
mi svegliai su di un lettino bianco, aprii gli occhi lentamente e il primo viso che vidi fu quello di Francesco, affianco a lui la bidella Piera e poi la professoressa Brosio.
-c-che ci faccio qui, dove è Marco?- dissi sbiascicando le lettere.
-Emma, tranquilla, hai avuto un mancamento, niente di grave ora sta arrivando tua mamma a scuola a prenderti.- mi disse Piera.
-Eccoli, vieni...- mi disse Francesco, mettendomi un braccio dietro la schiena per aiutarmi ad alzare.
-Emma, tesoro!- vidi mia mamma, che correva incontro a me, seguita da Marco.
-mamma!-esclamai abbracciandola, con le lacrime che scendevano  come un fiume in piena, dai miei occhi.
-tesoro, tranquilla...-mi disse con tono calmo.
Marco mi prese tra le sue braccia sussurrandomi all'orecchio:- tranquilla, poi mi racconti quello che è successo...-
Mi caricarono in auto e mi portarono in ospedale per vari accertamenti.
I medici mi dissero che era tutto apposto, era stato solo un accumulo di tensione a provocarmi il mancamento.
Dovevo stare a riposo per almeno due giorni.
Quando mi riportarono a casa, parlai con mio fratello, raccontandogli quanto successo quel giorno a scuola.
I suoi commenti furono "quello lo ammazzo" oppure "quando lo vedo gliela faccio vedere io", insomma, tutta una serie di "dolci" considerazioni.
Accesi il cellulare e mi arrivarono tutta una serie di messaggi di Caterina e Sofia, uno anche di Francesco, che mi chiedevano notizie sulla mia salute.
Decisi di prendere il mio notebook e accedere a skype. Trovai connesse Caterina e Sofia.
Aprimmo  una conversazione a tre.
-ciao Emma, ehi come stai?- mi chiese Caterina -bene ragazze, è stato solo un mancamento, un accumulo di tensione.-
-Emma, cosa è successo, qualcosa con Andrea? Ho incontrato anche Francesco ti ha detto qualcosa di brutto?- mi chiese Sofi.
-no, ragazze, Francesco è stato gentilissimo, mi ha chiesto come stavo quando sono uscita in lacrime dalla classe e penso che sia stato lui a sorreggermi quando sono svenuta.-
-mmm, cosa ti ha fatto Andrea?- mi chiese Caterina.
Le lacrime ripresero a scendere, solo al ricordo di quella mattina.
-Emma, ti ha fatto qualcosa, ascolta, ora veniamo li da te così ci racconti tutto va bene?-mi disse Sofia.
-si, va bene, grazie ragazze.- dissi in preda ancora alle lacrime.
-Emma, questo ed altro per le amiche!-disse Sofia.
E così, lasciarono la connessione Skype.
Nel frattempo il mio cellulare vibrò.
"ciao Emma, come stai? Tutto bene?"
Francesco, perchè si preoccupava per me?
 Risposi in fretta.
"ciao Francesco, si tutto bene, grazie, è stato solo un accumulo di tensione, devo stare a riposo per due giorni"
La risposta non esitò ad arrivare.
" ok, meno male, ti scoccerebbe, se uno di questi giorni passo a casa tua a trovarti? Ma solo se tu vuoi..."
Davvero mi stupiva questa improvvisa premura verso i miei confronti...
" si, si va bene, mi farebbe piacere :), quando vuoi tu, anche domani va bene."
Il cellulare vibrò.
"si, certo, ma non so dove abiti, mi potresti dire la via?"
Certo che stupida, non era mica un tom tom!
"si, certo, abito in via Frizzoni 3, ora scusa ma hanno suonato al campanello, devo andare...ciao, ci vediamo domani, fai alle 15.00 ok?"
"ok, ciao ciao:)"
Ok, basta pensieri strani...
Scesi le scale per andare ad aprire la porta e come da supposizione, eccole li Caterina e Sofia.
-eccoci qua dissero in coro...
-Emmuccia, cosa è successo?- mi disse Sofia.
Emmuccia, mi chiamava...mi chiamava così quando mi succedeva qualche cosa di brutto o ero triste.
Non mi dispiaceva quel soprannome, sta di fatto che mi sembrava un po'...come dire, bambinesco?!
Ci posizionammo sul divano, mentre raccontai loro quanto avvenuto poche ore fa.
Diciamo che si stupirono parecchio quando udirono il nome Francesco, ma non batterono ciglio sino a che non finii con la mia avventura mattutina.
-be allora, non dite niente?- intervenni io, dal momento che loro non davano segni di vita.
-Cavolo!- intervenne Sofia.
La guardai con aria stranita , con tanto di sopracciglio alzato.
-che c'e?- le chiesi.
-Diciamo che sono senza parole, sia per il comportamento di Andrea, sia per quello di Francesco.- disse Sofia.
-Davvero, non ci sono parole e comunque, secondo il mio punto di vista, Francesco si è fatto un'altra idea su di te...-disse Caterina.
-yes! Hai ragione Cate, secondo me è da tanto che vuole parlarti, ma non ha trovato il coraggio, ascolta, è da molto che lo studio, quando gli passi accanto ti guarda in un modo...- disse Sofia con sorriso malizioso.
-no, è impossibile, questa situazione è assurda e poi, a me non piace più, quindi....- dissi rigirandomi le mani mentre abbassando lo sguardo.
-no, no, no, mia cara tu non lo ammetti, ma un pochino, Francesco, ti piace ancora...già, non può essere altrimenti...- disse Sofi.
-no, questo è fuori discussione! - dissi alzandomi dal divano.
Dopo continue frecciatine che Caterina e Sofia mi continuavano a lanciare riguardo la mia passata cotta per Francesco,  le due mie ex amiche uscirono da casa mia.
Ora potevo respirare e riordinare tutti i pensieri che mi si erano formati in testa sulle continue supposizioni che le due donzelle in questione mi avevano fatto venire. Maledette!





Note

ecco svelato il misero... Francesco! l'ultima cotta di Emma. per lei è stato una persona importante e l'averlo rivisto cosa scombussolerà in lei?

be, chi lo sa... lo scprirete solo strada facendo... voi chi preferite, il bello e stronzo Andrea o il carino(perchè secondo me è piu bello Andrea *.*) e gentile Francesco?
scrivetelo in una recensione:)
a non dimenticate che ho aperto un blog   e una pagina facebook
ho anche in serbo una sorpresina per voi... la sorpresa si chiama WITH YOU, WITHOU FEAR.
questa sorpresa non tarderà ad arrivare, promesso, se mi seguirete su facebook e sul blog, scoprirete dei piccoli spoiler, che comincierò a mettere solo se qualcuna di voi cliccherà mi piace, perchè altrimenti che senso ha metterli?
conto su di voi!
un bacio
Gaia


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Capitolo 6
*** Due piccioni...ed una fava... ***



 
6.Due piccioni...ed una fava...

 


Ormai era pomeriggio del giorno dopo, la sera l'avevo passata rimuginando sulle cose dette da Sofia e Caterina.
Mi piaceva ancora Francesco? Cosa provavo per lui? La risposta?
Non la sapevo nemmeno io, non lo vedevo come amico, nemmeno come fidanzato, non sapevo come definirlo.
 
Stavo poltrendo sul divano, mentre guardavo la televisione, quando suonò il campanello di casa.
-Chi è?- chiesi.
-Sono Francesco!-
o-porca-vacca!
-Arrivo!- strillai, mentre andavo ad aprire alla porta a "colui che non sapevo definire", fra un po' l'avrei considerato un marziano.
-Ciao, Emma, ti ho disturbata?- chiese Francesco con in mano il casco della sua moto.
-No, tranquillo, stavo guardando la televisione...entra pure.- gli dissi facendogli segno d'entrare.
Francesco entrò con imbarazzo, si guardava intorno, come se volesse  esaminare per bene ogni cosa che gli si presentava sotto i suoi  occhi.
Fu proprio lui a spezzare il silenzio che si era creato. -Bella casa, complimenti!- mi disse accennando un mezzo sorriso.
-Grazie...- dissi -Accomodati pure sul divano, se vuoi darmi il gilet e il casco, li metto all'attaccapanni.-
-Si certo, grazie!- disse porgendomi il casco e il gilet.
Misi la sua roba all'attaccapanni, poi mi sedetti accanto a lui.
-Allora, come va, come stai?- mi disse.
-Bene, bene, grazie, è stato solo un accumulo di stress... niente di grave...ma cos'è che volevi dirmi?- chiesi timidamente...
-Niente...cioè...-
-Ok, se non  ne vuoi parlare fa niente, tranquillo...- dissi, togliendolo dai giri di parole che stava facendo.
-No, è che non so come dirtelo...- mi disse, abbassando gli occhi.
-Dillo, così come ti esce, senza problemi...- dissi sorridendogli.
-Il fatto è che...c'e...praticamente...-
-Francesco, non fare giri di parole dillo e basta.-  gli dissi.
-Credo...che tu...mi  piaci... ecco l'ho detto, scusa ...- disse diventando improvvisamente rosso.
Quella confessione mi aveva stordita...
Merda, e ora? Avevano ragione Sofia e Caterina!
Aria, mi serviva aria! Ok, calma, cosa provavo? Adrenalina, un po' di felicità e...confusione un incredibile confusione! Il mio cervello, stava mettendo in atto meccanismi a me sconosciuto per captare quella frase "mi piaci".
Che significava? Che ero bella? Che provava qualcosa per me? Che cosa?
-ehm....scusa è che sto un attimo recependo l'informazione...- dissi.
-scusami, davvero, l'ultima cosa che volevo era metterti in confusione...so che tu un tempo provavi qualcosa per me...io a quei tempi ero solo un ragazzino spensierato che pensava solo al divertimento.
Ora sono cresciuto, ed ho visto in te una donna, una bellissima donna, sia dentro che fuori. Ok tu dirai, ma come fai a sapere come sono dentro se nemmeno mi hai conosciuto veramente in fondo bene? Be, la risposta è semplice. Ti ho vista in questi anni, i tuoi comportamenti, i tuoi atteggiamenti, ti ho vista crescere, ti scrutavo di nascosto, perchè dopo la tua confessione, lo ammetto, mi hai scombussulato, ho iniziato a fare pensieri strani...non so nemmeno io cosa è successo in me...sta di fatto, che te lo volevo dire da tanto tempo, ma non ne ho avuto mai il coraggio, ora, non pretendo che tu provi ancora gli stessi sentimenti di una volta, però, come si dice...la speranza è ultima a morire...- disse tutt'ad un fiato Francesco.
Quel discorso mi lasciò di stucco, penso che la mia faccia in quel momento sia stata, occhi sbarrati e bocca spalancata, ma non ci badai molto...
-Ok, un attimo...Francesco, io non nego che anche dopo il tuo rifiuto, io abbia smesso di amarti, perchè, ok, dato che siamo in tema di confessioni, e ti giuro, questa cosa che sto per dirti mi imbarazza molto, tu non mi piacevi, io ti amavo, quindi è stato difficile accettare il tuo rifiuto, ma come hai detto tu, la speranza è l'ultima a morire, quindi, io ho continuato a sperare che tu ti accorgessi di me e che incominciassi anche tu ad amarmi. Come vedi non è successo, diciamo che ti è accaduto troppo tardi. Oddio non ti nego che, non so, non ti vedrei come amico, cioè, Francesco, io ti ho amato e mi è difficile vederti come amico, ma mi è difficile vederti anche come fidanzato... non so più cosa voglio...- dissi sentendomi avvampare dopo la confessione fatta.
La mia vita non era stata mai così incasinata come adesso!
-Ok, capisco...io, non sono venuto qui per dirti di stare insieme a me, solo...di uscire insieme qualche volta, per conoscerci meglio...- disse Francesco.
-Si, va bene...- dissi sorridendogli.
-Ok, ora scappo perchè ho allenamento, ascolta se vuoi domani possiamo andare a mangiarci un gelato, se ti va...- mi disse.
-Si, certo, facciamo alle tre...-
-Si, va bene, allora ci vediamo domani...- mi disse prendendo le sue cose mentre si incamminava verso la porta di casa.
-Ciao.- mi disse -Ciao- risposi.
Detto questo lo vidi allontanarsi verso il suo motorino.
 
Piombai a peso morto sul mio divano...
Come potevo farmi trattare così dalle persone?
Non possono prendermi usarmi e gettarmi quando vogliono loro. Sono anche io una persona. Cazzo!
Ed ora? Che facevo?provavo ancora qualcosa per Francesco, oppure mi stavo solo facendo suggestionare dalle sue parole?
-Merda!- dissi in preda alla rabbia, lanciando un cuscino contro la porta.
Proprio in quel momento il campanello suonò.
Chi è che rompe adesso. Pensai.
-Chi è?-urlai.
-Ciao, Emma, sono Andrea, aprimi ti voglio parlare.-
O mio Dio, un altro problema. Ma questa giornata, quando finiva?
-Io no. Quindi fammi il favore di andartene.- dissi scocciata.
-Dai, un secondo, ti prego...che ti costa ascoltarmi?- disse in tono supplichevole.
-Più ti quanto tu possa immaginare, Andrea.- dissi in preda ad una crisi isterica.
-Dai, ti prego. Ascolta sto dando spettacolo quindi fammi salire. Prima mi ascolti, poi, se vorrai mi manderai via, però ti prego, voglio chiarire.- disse Andrea.
-mmmmmm....che palle, vieni...- dissi aprendogli la porta d'ingresso.
-Grazie! Ciao Emma.- disse Andrea appena la porta si aprì.
Eccolo, alto, capelli ribelli e il suo splendido sorriso. Eccolo lo stronzo.
-Allora? Vieni dentro, o vuoi startene li impalato tutta la giornata?- dissi con le braccia incrociate al petto.
-Si, grazie.- disse Andrea smuovendosi dalla sua posizione iniziale.
-Allora? Parla!- dissi sedendomi di fronte a lui sul divano.
-Ok...ascolta, lo so che sei incazzata, ed hai tutte le ragione per esserlo, non ti ho detto la verità perchè volevo fare buona impressione su di te. non volevo passare per quello che ha una sottospecie di tipa solo per scopare un po'. In un certo senso non è così, perchè  lei prova qualcosa di più per me, ma io no. Con lei è solo una mezza storiella del cazzo. Ed io, ecco non voglio fare la figura dello stronzo, ho paura di farla soffrire. Io ho paura di fare soffrire le persone. Ma è dentro la mia natura spezzare i cuori della gente.-
Disse Andrea.
-mi dispiace, ma proprio non ti capisco. Guarda, era meglio se ti presentavi per quelli che sei, non per quello che vorresti essere. Fai più bella figura presentandoti come Andrea lo stronzo che come Andrea il falso, capisci?- dissi.
-Si, hai perfettamente ragione. Però ecco, a me davvero, mi piaci molto, sei davvero una bella persona, sei il mio opposto e siccome volevo conoscerti meglio e diventarti amico ho preferito raccontarti un cinema.-
Disse.
-Andrea, se ti presentavi come eri, non  mi scandalizzavo e non ti cacciavo a calci in culo, sai quanti amici ho che  sono come te? Però loro si sono presentati così come sono. Punto e basta è li che hai torto.-
-Gia, mi dispiace. Però una cosa la voglio chiarire. Le cose che ti ho detto sul sesso e via dicendo, le penso veramente. Io vorrei essere così,  ma non ci riesco. Ho iniziato con Erika, la ragazza con cui mi hai visto insieme, perchè volevo dimenticare una delusione d'amore. Per me il sesso ha la stessa funzione dell'alcol, fa dimenticare. - disse Andrea.
-Ok, ok, basta giustificazioni... ora ci siamo chiariti,quindi, amici come prima?-chiesi sorridendo, mentre gli porgevo la mano.
-Amici come prima.- mi disse lui di rimando.
-Ok, ora però dimmi chi è il vero Andrea Presti.- dissi.
-Bè il vero Andrea Presti è quello che hai conosciuto a scuola, precisamente il primo giorno che mi hai parlato.- rispose.
-Ok, allora mi piace!- dissi sorridendo -Allora mi ritengo fortunato...- disse con voce profonda e sguardo ammiccante avvicinandosi a me cingendomi  i fianchi incatenando i miei occhi ai suoi. Io da timida com'ero, abbassai lo sguardo sentendomi le guancie andare a fuoco.
Andrea, continuava ad avvicinarsi sempre più a me, i nostri nasi si sfiorarono, ero incapace di ragionare, volevo allontanarmi ma non riuscivo.
E poi, per la seconda volta, mi baciò. Un bacio dolce, non come il primo bacio pieno di rancore.
Mi staccai lentamente da lui schiarendomi la voce. Posai una mano sul suo petto e gli dissi -Andrea, che cosa...- la frase mi morì in bocca, quando mi posò la sua mano sulle mie labbra sussurandomi  -shh, non dire nulla, prendilo come una sorta di mia scusa per gli sbagli che ho fatto con te.- mi disse non smettendomi di guardare negli occhi.
Ero incapace di parlare, continuavo a guardarlo, guardare le sue labbra che pochi secondi prima erano state posate sulle mie.
Ad interrompere quel magico momento, fu lo squillo del suo cellulare.
-Pronto?...we Fabio...si...arrivo...ok...ciao- si chiuse così la chiamata.
-Scusami, ma l'allenatore chiama...- disse Andrea sorridendo con le mani nelle tasche dei suoi jeans scuri.
Ma oggi avevano tutti l'allenamento?
-Ok, allora...ciao, ci vediamo domani.- dissi sorridendo,  ancora scombussolata da prima.
-Va bene, grazie, Emma.- disse Andrea sorridendo mentre abbassava la maniglia della porta -E di che?- chiesi sorridendo di rimando.
-Di avermi perdonato!- disse e poi se ne andò prima che io aggiungessi altro.
Mi lascia andare appoggiata alla porta mentre ripensavo agli ultimi minuti passati con Andrea, ma poi ripensai anche a Francesco... Che casino...Perchè sempre io dovevo mettermi in questi assurdi casini?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 7
*** sciolto un nodo...se ne formano due! ***



  7.Sciolto un nodo...se ne formano due!

 


Era mattina ed ero più agitata del solito...
Dovevo vedere sia Francesco che Andrea e non sapevo proprio come comportarmi.
Ma la domanda che più mi rimbombava nella testa continuamente era: Perchè mi aveva baciata? Quella della scusa era proprio....una scusa!
No, non ci credevo affatto che mi aveva baciata per scusarsi del suo comportamento. Dovevo sentirmi arrabbiata, ma non lo ero, mi era piaciuto quel bacio, mi aveva provocato brividi.
Comunque sia, avevo intenzione di chiederglielo oggi a scuola del perché di quel bacio.
-Emmaaaaa!!!- a risvegliarmi dai miei pensieri fu la voce di mio fratello che bussava alla porta del bagno dove io stavo rinchiusa da un quarto d'ora a...lavarmi i denti?
-Cazzo, l'acqua!- dissi.
-Emma, porca vacca, apri, mi sto pisciando addosso e tu con quell'acqua non aiuti affatto nel riuscire a trattenerla, ma che caspita stai facendo?- mi chiese mio fratello sbraitando.
Mi venne da sorridere ad immaginare mio  fratello al di la della porta che saltellava con le mani sul "pacco".
-Si...scusa...entra...- dissi trattenendo una risata con la mano sulla bocca, nel vedere mio fratello proprio come me l'ero immaginato.
-Ma che cacchio ridi? Non vedi che me la sto facendo addosso per colpa tua? Ed ora esci e fammi passare!- disse Marco irritato.
-Ok, signor "me la sto facendo addosso" - dissi scoppiando in una fragorosa risata.
-Ma vattene, antipatica!- disse mio fratello lanciandomi la spugna della doccia, che beccò la porta che io prontamente chiusi.
 
-Si può sapere a che stavi pensando?- mi chiese mio fratello irrompendo nella mia camera mentre io mi stavo vestendo.
-E che cavolo, Marco...pure tu, non vedi che mi sto vestendo?- dissi abbassando subito la maglia.
-E che sarà mai...sei mia sorella e poi sai quanti corpi ho visto di donne nude...non mi scandalizzerei affatto, anche perchè quando tu eri piccola facevamo il bagno insieme!- mi disse gesticolando.
-Marco!- urlai diventando rossa.
Marco si mise a ridere di gusto per poi ripetermi la domanda che mi aveva fatto qualche minuto fa, deciso a non andarsene dalla mia stanza.
-Mmmmm...che palle...a niente, secondo te a che stavo pensando?- gli chiesi.
-Mmmm...vediamo un po'...forse ad un certo Andrea?- mi disse con il dito sul mento con fare pensieroso.
-No!- dissi -Ed ora vattene! Mi devo vestire!- gli dissi lanciandogli un cuscino.
-Va bene...e comunque si, stavi pensando a lui...eeee la nostra Emma è innamorata...- disse Andrea con sguardo trasognante.
-Ma fammi il piacere.- gli dissi - E poi, vattene.-
-Si, va bene...mi arrendo...- disse uscendo finalmente dalla mia camera.
Sbuffai, scuotendo la testa. Aspetta, che aveva detto quel rincoglionito? Innamorata. La parola chiave. Ma no, no. Lo conoscevo solo da una settimana...come facevo ad esserne innamorata...
Emma, basta. La voce della coscienza mi diceva di smetterla, quindi, davvero basta pensare. Avrei chiarito tutto a scuola.
Si...come no...
 
-Ciao Emma.- mi girai e vidi lui, il centro della mia confusione, Andrea. E poi, vidi lui, l'altro centro della mia confusione, Francesco.
Merda!
Due piccioni con una fava, direbbe mia nonna.
-Andrea, Francesco.- dissi sorridendo debolmente.
-Emmaaaaaa!!!- grazie a te angelo caduto del cielo, Sofia! Mi girai sorridente e raggiante più che mai.
-Sofia!- dissi, poi mi avvicinai di più a lei e le sussurrai nell'orecchio- Ti prego inventati qualcosa portami via da qui, più precisamente da quei due.  mi guardò con perplessità- Sofia, ti spiego dopo.- la incitai.
-Ragazzi, ciao, mi scusate vero se ve la porto via...e che...dobbiamo ripassare la lezione di diritto...ci capite vero?- gli chiese.
-Si certo.- disse Francesco, seguito da Andrea che annuì.
-Bene...allora...ciao...-disse Sofia incerta accennando un sorriso.
Mi prese per mano e corremmo, letteralmente, verso il bar della scuola.
-Ora tu, mi dici che sta succedendo.- mi disse Sofia puntandomi il dito contro.
Annuii e le raccontai tutto.
-merda, proprio in un bel casino, ed ora che farai?- mi chiese - Bella domanda Sofi, vuoi la risposta? Non lo so!- le dissi.
-Sei proprio in alto mare ed io non so proprio che dirti.- mi disse dispiaciuta Sofi.
-Guarda, non fa niente, troverò una via d'uscita per questo labirinto...- dissi -Ma, caterina?- chiesi.
-è a casa ammalata. Febbre e tosse...poveretta...- disse.
-Gia...-risposi.
Le tre ore che precedevano l'intervallo passarono velocemente, troppo velocemente. Avevo due opzioni: o rinchiudermi in classe, oppure uscire ed affrontare il problema. Sofia mi lesse nel pensiero. -Se stai pensando di rinchiuderti in classe, scordatelo, perchè ti faccio uscire a calci in culo, vai da Andrea e parlaci.- mi disse guardandomi minacciosa.
Sbuffai.-Ok, che palle...- dissi -Che palle un corno! Tirale fuori tu le palle una santa volta!- mi disse spronandomi.
Non mi restò, quindi di uscire e morire.
Andai alle macchinette, e non vidi  ne l'ombra di Andrea,  ne l'ombra di Francesco. Meglio così, mi dissi. Poi mi ricordai delle parole di Sofia Tira fuori le palle.
Già, dovevo raccogliere un po' di quel coraggio che avevo nel mio corpo, e partire verso la morte. Quanto ero catastrofica.
 
-Emma!- non è possibile! Francesco! Da questa storia non ne sarei uscita viva.
-Ciao Francesco!- dissi con un falsissimo sorriso. In quel momento provavo un certo irritamento verso di lui.
-Come va?- mi chiese -Abbastanza bene grazie...ascolta, devo fare una commissione adesso, possiamo riparlarne più tardi?- chiesi.
-emmm...si certo. Ah, ascolta, allora per oggi?- mi chiese.
Per oggi? Pensai un attimo e poi...o cavolo è vero il gelato!
-Ah, si va bene. Alle tre avevamo detto.- dissi -Si...- rispose.
-Ok, allora ci vediamo al parco.- dissi -Va bene, ciao.- mi disse Francesco.
Risposi e mi avviai verso l'altro problema.
Eccolo li, mani in tasca, sorriso sornione mentre parla con i suoi amici.
Che? Amici? No, no, non ce la posso fare. Addio coraggio! Troppo tardi...
-Emma!- mi girai come colta nelle mani nel sacco. -Andrea! Che coincidenza!- dissi mimando e sorridendo forzatamente.
-Scusatemi un secondo.- sentii dire ad Andrea ai suoi amici.
-Che ci fai qua?- mi chiese Andrea -be...- coraggio Emma, coraggio -Ero venuta...- coraggio, ma lo sguardo di Andrea che mi incitava ad andare avanti non mi aiutava affatto-a farmi un giro...ecco...- dissi rigirandomi le mani con lo sguardo basso.
-a ok...disse. fai qualcosa oggi pomeriggio?- mi chiese.
Cavolo e me lo chiedeva così, con quello sguardo da infarto e con quelle labbra che io continuavo a guardare ipnotizzata.
-Emma, tutto bene?-mi chiese.
Mi riscossi un attimo e risposi-Ehm...si certo...-dissi sorridendo-dicevi?- chiesi.
-Se oggi pomeriggio avevi impegni...- mi chiese.
-No, no, niente impegni, perchè?- chiesi ignara del pasticcio che mi ero cacciata.
-Volevo chiederti se potevi uscire per una passeggiata.- mi chiese.
-Si certo.- dissi. No, no, aspetta un attimo, che cosa? Oggi pomeriggio, passeggiata? No, no, dovevo gia uscire con Francesco!
Volevo scusarmi e rispondergli che avevo gia un altro appuntamento, ma come facevo? I suoi occhi brillavano!
-A che ora?- mi chiese -Ehm...alle cinque va bene?- chiesi. Mi guardò un po' stranito.-Alle cinque non è troppo tardi?- mi chiese.
-ehm..no, sai devo fare una marea di compiti e prima delle cinque non penso di aver finito. Però se vuoi facciamo alle quattro e mezza.- chiesi gesticolando.
-Si, forse è meglio.- mi disse.
-Ok, dove ci incontriamo?- gli chiesi.
-Ti vengo a prendere io.- mi disse -Ok, allora ci vediamo.-dissi.
-Ok...ciao.- mi disse lui di rimando.
 
-Che cosa?- mi chiese Sofia appena rientrai in classe.
-Non ce l'ho fatta Sofi! E poi non ho capito più niente...è bastato un ricordo delle sue labbra e il mio cervello...puff...è andato in tilt.- tentai di giustificarmi.
-Carina, non è una giustificazione! Ora dimmi cosa farai?- mi chiese inarcando il sopracciglio.
-Cosa farò, cosa farò...farò...prima andrò con uno e poi andrò con l'altro.- dissi gesticolando.
-Poi non lamentarti se la tua vita è incasinata, perchè sei tu che la incasini!- disse Sofia.
-Ragazzi, a posto...- la nostra discussione (fortunatamente) fu interrotta dall'arrivo della professoressa di inglese.
 
Finalmente la scuola finì, corsi a casa, mangiai e mi preparai psicologicamente al pomeriggio che mi aspettava.
La lancetta dell'orologio, segnava le 2 meno un quarto, forse era meglio si mi avviavo verso il parco.
Arrivai alle tre spaccate, manco fossi un orologio svizzero, e trovai Francesco seduto su un'altalena che si dondolava con il cellulare in mano.
Appena alzò il viso da terra gli feci un cenno con la mano, che lui ricambiò, dopodiché mi raggiunse.
-Ehi, ciao!- mi disse - Ciao-risposi sorridendo.
 -Andiamo verso di qua?-chiesi indicando la strada.
-Va bene.- rispose lui seguendomi.
Arrivammo alla gelateria, dove prendemmo due coni giganti, per poi accomodarci alle panchine del parco. Sfortunatamente e ripeto, sfortunatamente, trovò un posto appartato, nessuna persona e nessun cagnaccio che ci disturbasse. Quella era la panchina degli innamorati, benchè era in un posto appartato, dove le tenere coppiette potevano dare sfogo alla loro attività orale, senza gli sguardi curiosi della gente.
Questo pomeriggio, me lo sentivo, non sarebbe andato a buon fine.
-Allora, come va la scuola?- mi chiese Francesco.
-Piuttosto bene...- risposi -Tu?- chiesi.
-Abbastanza bene...-disse.
Ci fu un momento di silenzio che fu spezzato dal mio -Mio dio, che pasticcio!- come mio solito, il gelato, dalla "troppa fretta" di mangiarlo, si era sciolto e mi stava colando lungo tutto il braccio.
-Tieni.- mi disse Francesco porgendomi un fazzoletto.
-Grazie!- risposi, piena di gratitudine per quel gesto.
Mi pulii del gelato alla vaniglia che mi era colato sulle mani e braccia, con l'effetto di essere diventata appiccicosa tanto quanto uno schotc.
-Mio dio che schifo, sono tutta appiccicosa.- dissi guardandomi le mani.
Francesco rise. -Che c'è? Non c'è tanto da ridere, c'è da piangere!- dissi inarcando il sopracciglio, anche un po' innervosita.
-No, non prenderla male, è che hai del gelato sul naso!- mi disse ridacchiando.
-Dove?-dissi incominciando a toccarmi il naso.
-Qui.- disse Francesco indicando il punto sul suo naso. Mi toccai il punto indicato da Francesco.-Pulito?-chiesi.
-No. È qui!-mi disse Francesco indicando di nuovo il punto di prima ed io, copiai il suo gesto.
-Aspetta.-mi disse avvicinandosi.
Mi posò la mano sul mio viso mentre con il dito toglieva il gelato dal mio naso, mentre io guardavo i suoi occhi scuri a bocca semi aperta.
Poi si allontanò di qualche millimetro, quanto bastava per guardarmi negli occhi.
Poi si riavvicinò e le nostre labbra si sfiorarono.
Poi abbassai lo sguardo schiarendomi la voce per poi posargli una mano sul petto per allontanarlo da me.
-Ehm...scusa ma..no...-dissi in imbarazzo.
 -Figurati scusami tu e che...non ti resisto più...sei così bella e dolce...-mi disse posandomi la mano sul viso mentre mi guardava negli occhi -Ehm, Francesco...io...non...- gli dissi abbassando lo sguardo diventando rossa.
-Ok, ti capisco...- mi disse allontana dosi da me -Mi dispiace...davvero...- gli dissi.
-Niente  dispiaceri...ti capisco...hai aspettato fin troppo...Ora scusami, ma devo andare...ci si vede...- mi disse alzandosi e andandosene.
-Francesco!-dissi alzandomi, prendendolo per un braccio -Scusami, davvero, è che io non so bene cosa provo per te e non voglio affrettare le cose...mi capisci...è passato molto tempo da quanto ho superato la mia cotta per te e per me è difficile riniziare  tutto da capo...- dissi dispiaciuta a testa china.
-Ok, immaginavo, non fa niente, ti lascio tutto il tempo che vuoi, però pensaci.- mi disse.
-Lo farò.- gli dissi accennando ad un sorriso.
Dopodichè, mi fece un cenno col capo e se ne andò.
Non poteva trattarmi così, proprio no! Ma cosa si aspettava? Che ricadessi ai suoi piedi in  uno schiocchi di dita? E no e...
Ed ora, me ne rimanevo li impalata a fissare il vuoto con le lacrime che bussavano per uscire.
 

NOTE
Ciao ragazze! questa storia più vado avanti più mille idee scorrono nella testa...mi spiace di avere pochi lettori, ma è iniziata maluccio ma ora sta procedendo bene ed in più mi sta entusiasmando tantissimo! spero che questo capitolo sia di vostro gradimento...vi lascio il link del mio gruppo dove metterò anche spoiler, quindi aggiungetevi!!!!
https://www.facebook.com/#!/groups/245858695508286/ 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 8
*** i wanna kiss, i wanna kiss you...or..you? ***



 8.I wanna kiss I wanna kiss....you...or...you?

 


Sentii la suoneria del cellulare e mentre guardavo chi era sul display, apparve un numero a me sconosciuto.
-Pronto?-risposi incerta sul da farsi.
-Ciao Emma!- Andrea!
-Ehm, ciao Andrea...scusa se non sono li ma...ero a fare una commissione...-gli dissi mentendo spudoratamente.
-Ok, tranquilla, ma dove sei? Ti raggiungo!-mi disse.
-Al parco. Ti aspetto qua.-gli dissi rosicchiandomi un'unghia.
-Ok, arrivo.-mi disse chiudendo la chiamata.
 
Dopo qualche minuto, lo vidi a  distanza di qualche metro da me. Mi sbracciai cercando di attirare la sua attenzione. Il metodo funzionò perchè mi stava venendo incontro.
-Ehi!-mi disse appena i nostri sguardi si incrociarono.-Ciao...-risposi sorridendo.
-Allora che vuoi fare?-mi chiese.
-Non saprei...andiamo a fare un giro.-gli chiesi sorridendo.
-Va bene.-mi disse. E così ci avviammo per le vie del paese. Parlammo di tante cose. Scoprii che giocava nella squadra di calcio della città, che era un secchione in matematica e che odiava vedere i tacchi alle ragazze (bene... con questo guadagnava gia 10 punti....odiavo i tacchi!). Ah, cosa molto importante, era simpatico e mi piaceva la sua compagnia. Paragonandola a quella di Francesco, non so, mi dava quasi fastidio... mi irritava, ecco. Invece Andrea, mi faceva sentire a mio agio.
Finimmo per parlare della mia difficoltà nella matematica. Per poi venirne fuori con una soluzione:-Ma se vuoi ti aiuto io!-mi disse.
Come non accettare!-Si, va bene!-risposi immediatamente, felice come una pasqua.
-Quando?-chiesi.
-Se vuoi pure adesso...-rispose.
Piuttosto di passare ancora del tempo con lui, avrei passato la giornata intera a studiare matematica.
-Si!-risposi, forse un po' troppo in fretta e mostrando un po' troppo entusiasmo.
Ci dirigemmo verso la mia amata casa, per altro deserta, e lo condussi verso camera mia.
-Eccoci qua...ti puoi accomodare li.- gli dissi indicandogli la sedia.
Seguì le mie indicazioni e si posizionò sulla sedia verde girevole accanto alla mia rosa. Quella verde era sempre appartenuta a mio fratello, mentre quella rosa, bè, a me!
Deposi il pesante volume di matematica sulla scrivania e indicai gli argomenti di cui non capivo un emerito cavolo.
-Ok, cominciamo.- mi disse, prendendo in mano una penna incominciando a scrivere cose che per me erano arabo!
Mi persi a fissare la sua bocca, desiderando ancora di assaggiarla.
Mi persi a fissare i suoi occhi, desiderando che s'incatenassero ai miei.
Mi persi a guardare le sue mani, desiderando ancora sui miei fianchi.
E poi mi persi...merda, mi persi la spiegazione!
-Capito?-mi chiese. Ed ancora una volta i suoi occhi incrociarono i miei.
-Ehm...si vagamente...-molto vagamente, mi dissi aggiungendo fra me e me...
-Devi solo esercitarti, tutto qua...poi vedrai che diventerà facile...-mi disse sorridendomi. Si, facile, contaci!
Annuii sorridendo alzando la testa dal libro. Anche lui fece la stessa cosa e poi rimanemmo li, come due rincoglioniti a fissarci senza dire niente. Poi lui si avvicinò, tanto , troppo, a me.
Il desiderio di sentire ancora le sue labbra sulle mie era prepotente in me, e quindi, come da specchio, mi avvicinai anche io. I nostri nasi si sfiorarono e poi le nostre bocche incominciarono ad accarezzarsi, così come le nostre lingue, dolcemente e lentamente.
Non resistetti più e infilai le mie mani tra i suoi capelli castani, morbidi, talvolta un po' spinosi a causa del gel.
Lui posò le sue mani sui miei fianchi e iniziò così un momento che mai avrei voluto interrompere, mai!
Ci staccammo per prendere fiato e ci guardammo per un lungo istante.
-Scusami.-mi disse Andrea.
-Non scusarti...-gli dissi.
Si  alzò dalla sedia e mi disse:-Devo andare, ho gli allenamenti...-
-Andrea.-dissi alzandomi dalla sedia mentre prendevo un suo braccio per fermarlo, raccogliendo un po' di coraggio.
Si girò e per un attimo rimasi destabilizzata dai suoi occhi. -Ascolta, non...cioè...non sentirti in colpa per quello che è successo prima...voglio dire, in un certo senso...lo volevo anche io.-dovevo essere diventata bordeaux, mi morsi un labbro e quando vidi che sul suo viso si dipinse un sorriso mi sollevai.
-Sai, cosa? Emma, tu mi piaci, mi piaci quando ridi, quando diventi rossa, quando ti arrabbi, quando fai finta di aver capito, ma in realtà non hai capito niente, perchè non credere che io abbia pensato che tu abbia veramente capito qualcosa dalla mia spiegazione...- mi disse sorridendo.
Cazzo, mi aveva scoperto. Ma come aveva fatto, facevo così schivo a mentire? Ma che cavolo andavo a pensare? Mi aveva detto che io gli piacevo! Capito? Gli piacevo!
Automaticamente, dopo quel pensiero, mi aprii in un sorrisone.
-Anche tu Andrea, cioè....in questi giorno ho imparato ad apprezzarti...ecco...-dissi sorridendo, diventando un pomodoro.
Andrea rise, prendendomi il viso tra le mani incollando ancora le labbra alle mie.
Poi si staccò, guardandomi di nuovo, abbracciandomi. Allacciai le mie braccia alla sua vita e posando il mio viso sul suo petto.
-Emmma!!!-Marco!
-Ma no cazzo!-dissi staccandomi da lui alzando lievemente la voce, tanto quanto bastava per far accorgersi della mia presenza Marco.
-Emma...sei su?-urlò Marco.
-Si, un attimo!-dissi.
-Andrea, scolta, il guasta feste è mio fratello, se mi vede con te, mi sfotterà a vita, oppure attaccherà con le sue solite prediche, quindi, scusami, ma ti chiedo di nasconderti...-gli dissi tentennando, torturandomi il labbro inferiore.
-Ok, tranquilla, ti capisco...dove mi metto?-mi chiese guardandosi in giro.
-Li-dissi indicando l'armadio.-
-Ok.-e poi entrò, prima di farmi un occhiolino!
 
-Ah, eccoti!-mi disse Marco entrando nella stanza -Ma perchè sei rossa?-mi chiese.
-E che ne so...-risposi gesticolando.
-Si, si, lo so io perchè sei rossa...stavi pensando al Presti...-mi disse ridendo.
Drizzai le antenne dopo quella frase. Volevo sparire, polverizzarmi, teletrasportarmi in un altro luogo della terra, ma anche dello spazio...
-Ci ho azzeccato vero? Dimmi Emmuccia, stavi pensando a lui mentre facevate...eh...ci siamo capiti...-mi disse gesticolando mentre mi faceva l'occhiolino.
-cretino, scemo, deficiente, esci dalla mia stanza, subito immediatamente!-gli dissi dirigendolo verso la porta a calci in culo.
-Me ne vado, me ne vado...ah, ora io esco, sai, la ragazza aspetta...-mi disse strizzandomi l'occhio.
Chiusi la porta e scivolai in terra con una mano in fronte mentre scuotevo la testa.
Poi da dietro la porta dell'armadio sbucò Andrea.
-Cos'è che stavi pensando?-mi disse con sguardo curioso.
Mi alzai puntandogli il dito contro-Tu, sta zitto e non credere ad una parola di quel rincoglionito!-dissi.
Sorrise dal mio comportamento.
-E dai...non c'è nulla di cui vergognarsi...-mi disse ridendo.
Si divertiva lo stronzo... lo guardai in cagnesco.
-Ok, la smetto.-mi disse ancora con il sorriso sulle labbra.
-Io quello proprio non capisco cosa ha nel cervello...- dissi ribollendo di rabbia.
-Va, be, ma stai tranquilla...ascolta, io ora devo andare perchè ho allenamento...ci vediamo a scuola domani...-mi disse mentre si incamminava per le scale.
-Si certo.-risposi accompagnandolo alla porta.
-Va bene, allora grazie di tutto...-mi disse sorridendomi.
-Grazie a te-risposi di rimando.
Poi mi si avvicinò e mi baciò sfiorandomi le labbra, aprì la porta e se ne andò.
Mi lasciai cadere sul divano immaginando chissà quali fantasie. Mi piaceva Andrea, si... Francesco...
Lasciai la frase a metà perchè il telefono incominciò a suonare.
-Pronto?-risposi alzando al cornetta.
-Ciao Emma, come è andato il pomeriggio?-mi chiese con voce impaziente.
-Tu, non sai...-incominciai raccontandole a raffica tutti gli episodi, prima Francesco, poi la confessione di Andrea, poi il bacio, poi mio fratello...insomma tutto nei minimi dettagli.
-Cazzo! Che pomeriggio...allora tu e Andrea...-incominciò Sofia.
-Io e Andrea cosa? Non farti strane idee. Poi sai come va, anche io ci spero troppo, mi illudo e poi sto male, quindi io e Andrea niente, amici e basta.-dissi quella frase sperando un pochino che quella non era la conclusione corretta.
-Ok, come vuoi...però cavolo...ed ora con Francesco?-mi chiese.
-Niente, Sofi...-risposi sbuffando.
-Ok, riformuliamo la domanda, cosa provi per Francesco? Sai, non puoi stare con un piede in due scarpe...-mi disse.
-Cosa provo...oggi pomeriggio, provavo quasi irritazione, te lo giuro, poi quando ha provato a baciarmi, non lo so era come se provavo disprezzo in quel gesto. Ma poi penso che anche Andrea l'ha fatto, ma con lui bo, non provavo fastidio, anzi!-dissi.
-Mmmm...ok, è definitivo tu odi Francesco.-mi disse Sofia.
-No, che non lo odio...Sofia, non è questione di odio o di amore è che la sua compagnia oggi mi infastidiva. Forse perchè sapevo che dovevo incontrare Andrea e quindi ero soltanto nervosa...Francesco, non lo so...è così complicato...-dissi sbuffando.
-Ok, e per Andrea, che cosa provi?-mi chiese.
-Provo attrazione fisica e poi simpatia. Mi piace la sua compagnia.-le dissi sorridendo.
-Le conclusioni sono due: hai il piede in due scarpe, te l'ho detto prima e te lo dico anche adesso. Francesco forse, e dico forse, ti irrita, Andrea ti piace molto, conclusioni:le hai per una settimana in in prova e poi decidi-disse Sofia.
-Si, grazie psicologa. Comunque vedrò cosa fare, anche perchè una settimana di prova è troppo poca! intanto grazie di tutto...ci vediamo domani a scuola.-
-Va bene...e comunque sappi che i negozi concedono solo una settimana di prova non di più!- disse ridendo. Risi anche io di rimando chiudendo poi la chiamata mentre riflettevo sulle parole di Sofia...una settimana...
 
Mi svegliai ancora con il mal di testa di ieri sera...
Ero andata a letto tardi, dal momento che avevo passato due ore a filtrare con Andrea struggendomi e scervellandomi nel capire cosa significava per me Francesco....comportamento a dir poco scorretto....anzi non scorretto, di più! Come si fa a filtrare con un ragazzo e nello stesso tempo pensare ad un altro?ma soprattutto, come si fa ad uscire con un ragazzo, baciarlo e poi uscire lo stesso pomeriggio con un altro e baciare anche lui?
Ero una doppia giochista e questa storia non sarebbe andata a buon fine se avessi continuato con questa farsa.
Si sarebbe conclusa con il far soffrire tutti e tre. Ma cosa ero diventata? Io che avevo sempre odiato quelle doppie giochiste che uscivano con uno e poi lo tradivano con un altro! Be, va bene,qua non stiamo parlando di tradimento, anche perchè non sono fidanzata con nessuno dei due, però era comunque una brutta azione.
Decisi di alzarmi e di andarmi a fare una doccia.
Mi asciugai e vestii e poi partii con lo zaino in spalla per dirigermi verso la scuola.
Destino volle che incontrassi proprio Andrea.
-Ehi Emma!-mi chiamò urlando e correndomi incontro facendomi segno d'aspettarlo.
-Andrea...che coincidenza...-dissi sorridendo.
-Ciao!-mi disse una volta di fronte a me, con il fiato corto e un sorriso da infarto, per poi lasciarmi un lieve bacio sulle labbra che mi lasciò destabilizzata a dir poco.
-Ehm...c-ciao...-dissi ancora frastornata.
-C'è qualcosa che non va?-mi disse carezzandomi il braccio.
-No nulla, solo che non mi aspettavo questo saluto...-dissi probabilmente rendendomi ridicola e automaticamente diventato un peperone.
-Ah, scusami....e che ...io....pensavo ti avesse fatto piacere...visto le cose che ci siamo detti ieri sera e ieri pomeriggio....-mi disse abbassando lo sguardo.
-No....tranquillo non ti preoccupare e che....diciamo che non sono abituata, ecco...-dissi sorridendo mentre lo presi per mano incamminandomi verso scuola....
 
Solo quando vidi in lontananza Francesco, lascai di scatto la mano di Andrea, come se mi fossi scottata. Mi guardò perplesso mentre io cercavo invano di sorridere.
-Scusami...è che....mi vergogno un po'....-dissi abbassando lo sguardo...vigliacca!
-Non c'entra vero lui?-mi chiese indicando Francesco.
-Lui?Ehm....no, no....lui è solo...un amico....-dissi diventando rossa.
Mi guardò ancora per un secondo incerto, per poi mormorare un flebile "va bene".
Ci incamminammo verso la porta d'ingresso, salutandoci per poi raggiungere i nostri amici.
Caterina, ormai guarita dalla febbre, mi si precipitò addosso, continuando ad urlare di spiegarle tutto perchè Sofia le aveva raccontato di Andrea e di Francesco e insomma, di tutto!
-Ok, ok, Cate stai tranquilla!pian piano ti racconto tutto- dissi cercando di calmarla.
Sofia mi guardò scrollandosi le spalle e sorridendo, come se lei non ne sapesse niente...oh cara e ingenua Sofia, dalla bocca troppo grande.
Al suono della campanella ci sedemmo ai nostri banchi....lo so cosa mi sarebbe aspettato...5 ore di interrogatorio da parte di Caterina ogni qual volta si fosse presentata l'occasione per parlarmi.
-Allora?-incominciò Caterina con un sorrisone a 32 denti. Eccola, ora non mi molla più...salvatemi!
-Ok vengo al dunque. In un pomeriggio sono uscita con Francesco e Andrea, Francesco mi ha baciata, ma mi ha dato fastidio guadagnandomi il suo odio nei miei confronti perchè non ho ricambiato il bacio. Andrea mi ha baciata ma con lui ci sono stata, facendomi quasi beccare da mio fratello. Totale, un gran casino, Andrea mi piace tanto, e anche a lui piaccio, Francesco è un grande punto di domanda quindi non farmi domande a riguardo di cui non saprei la risposta. Fine.- dissi senza nemmeno farla parlare e respirare.
-Cazzo!- mi dissi con gli occhi spalancati e un O che si era disegnata sulla sua bocca.
-Buongiorno ragazzi, prendete il libro di filosofia e incominciamo.-la nostra discussione fu troncata sul nascere dall'arrivo del professore. Grazie professore!
 
-Eh no carina, non pensare di svignartela così!-Mi disse Caterina dietro di me mentre io mi fiondavo letteralmente alle macchinette, pur di non spiegarle per filo e per segno le mie "avventure".
-Uff...Cate ti ho gia detto tutto mi pare!-dissi scocciata.-Eh no...ora mi devi descrivere nei minimi particolari baci, abbracci ed eventuali (che poi tanto eventuali non saranno stati) limoni.-mi disse Caterina con un sorrisetto. La guardai ad occhi spalancati. Da quando Caterina era diventata così schietta?
-Mio dio Cate, la febbre ti ha fatto diventare un mostro? Sei posseduta? C'è qualcun altro in questo corpo? Ridatemi Caterina!!-quasi urlai scuotendola per le spalle.
-Ehi ehi, frena! Mi stai facendo venire il vomito! Sono io C-A-T-E-R-I-N-A!- mi disse scandendo ben bene ogni parola.
-Mmmm va bene mi fido...ma ora...oh guarda c'è la macchinetta libera!-dissi sviando il discorso e dirigendomi praticamente a corse alla macchinetta lasciando per la seconda volta Caterina a bocca asciutta:Emma-Caterina 2 a 0!
Presi le solite schiacciatine a 0,40 centesimi, ma, logicamente, non potevo ritornare in classe, li c'era Caterina o colei che si diceva Caterina, quindi optai per salire le scale ed andare al secondo piano...piano in cui soggiornavano i liceali scientifici. Bella scelta, complimenti!
Arrivata in cima alle scale, spalancai gli occhi:Francesco rideva beato con una del terzo anno, per altro bionda (non nutrivo una particolare simpatia per le bionde, nella mia vita avevano procurato solo casini!).
Li fissai per un numero indefinito di secondi, quanto bastasse perchè Francesco mi notasse. Appena mi vide, scorsi una luce di "malignità" nei suoi occhi e dopo due secondi le sue labbra era incollate a quelle della bionda, che non dubitò nemmeno un istante ad aggrapparsi al suo collo. Rimasi impalata a guardare la scena e rimasi ancora più schifata quando Francesco la baciava ad occhi aperti puntati su di me.
Ora si erano capovolti i ruoli:se prima era Andrea quello schifoso che si baciava la rossa ferrari, ora il porco era Francesco che si baciava la bionda platino. Se proprio dovevo fare una disuguaglianza, il più viscido era stato Francesco a baciare la bionda solo per ripicca; almeno Andrea l'aveva fatto "ingenuamente" verso i miei confronti!
Mi allontanai nauseata, buttando le schiacciatine nel cestino della spazzatura perchè mi veniva l'urto. Scendendo velocemente dalle scale mi scontrai con qualche ragazzo, di cui uno Andrea. -Emma!dove vai?- mi urlò contro. -Scusami ma non sto tanto bene- cercai di replicare.
Corsi in bagno a rinchiudermi nel primo bagno disponibile che trovai. Vomitai nervosismo, schifezza, e incredulità. E poi le lacrime vennero da se. Un po' per il vomito, un po' per la scena di poco fa....mi sentivo come...umiliata e usata.
Avevo bisogno di conforto. Non ci misi molto a digitare un "ti prego vediamoci di fuori" ad Andrea, ed a ricevere subito il suo "ok".
Uscii dalla scuola e mi andai a sedere sulle panchine poste nel cortile. Poco dopo vidi Andrea venire verso la mia direzione. Si sedette accanto a me. -Ehi, tutto bene?- mi chiese scrutandomi con quegli occhi così sinceri e dolci, quegli occhi che mai avrei definito suoi qualche giorno fa.
-Insomma...scusami se ti ho disturbato e che volevo parlarti, volevo una persona che mi confortasse ecco...- dissi abbassando gli occhi.
Lui, mi fece una carezza  sul volto e poi mi disse:-Son qua...che c'è Emma, chi è che ti fa stare così male?-mi disse dolcemente.
Presi a  parlare, forse più del dovuto, gli raccontai di Francesco, della mia cotta per lui, della sua ricomparsa e del pomeriggio strambo. Non fece una piega, non mi insultò quando scoprì che quel pomeriggio ero uscita anche con Francesco, non mi urlò contro quando gli dissi che avevo le idee confuse. Non disse niente. Si limitò solo ad annuire e ad aggiungere qualche "capisco" di tanto in tanto.
Quando finii il mio monologo ero in un mare di lacrime. Qualche secondo dopo e mi ritrovai stretta tra le sue braccia.
-Scusami se ho detto qualcosa di sbagliato....ma...avevo bisogno di sfogarmi con...te...non riuscivo a tenermi tutto dentro...-dissi fra un singhiozzo e l'altro.
-Non preoccuparti...qualcosa avevo già intuito.-mi disse con un sorriso sincero, per poi sfiorarmi le labbra in un salato e dolce bacio.
Tirai su col naso per poi mormorare un flebile grazie, prima che la campanella suonò e ritornai in classe sotto lo sguardo curioso e compassionevole delle mie amiche. Mi sedetti al mio posto e dissi loro:-Forse ho trovato una persona speciale...- per poi ritornare con gli occhi bassi sul mio quaderno e vedere una macchiolina più scura che bagnava una pagina. Forse tutte quelle lacrime, avevano trovato qualcuno che le asciugasse.

NOTE

Ciao ragazze e ben trovate! mi scuso immensamente per l'assenza ma è da quando non pubblico che non apro world...ozio?delusione?mancanza di fantasia? non so di preciso cosa, ma la cosa che so è che ora sono ritornata!
come vedete la storia ha cambiato nome, perchè quello di prima (tra sogno e realtà) non era il titolo adatto....ho cambiato il prologo e lo fatto (spero) più attraente di quello precedente...insomma la storia ha preso una piega diversa da quella che avevo pensato...
in questo capitolo abbiamo visto un Andrea dolcissimo, rispetto ai primi capitoli, mentre un Francesco stronzo che più stronzo non si può...i ruoli si sono capovolti....si ricapolgeranno? lo scoprirete solo leggendo!:)
baci Equilibrista....

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Capitolo 9
*** Oh love! ***



 

Ciao a tutte!!! scusate per il ritardo ma le idee ci sono, ma il tempo manca! in questo capitolo taaante novità...anzi una in particolare...non vi dico più niente, vi lascio alla lettura. ci vediamo giù:)
 


 9.Oh love.

Francesco lo evitavo come la peste! Se lo incrociavo per sbaglio abbassavo subito la testa e lo oltrepassavo con altrettanto disinteresse.
Dopo quell'episodio, la mia "cottarella" si era trasformata in odio per quella persona cosi...cosi...cosi...spregevole!
Come può essere una persona così...non sapevo nemmeno io come definirlo perchè spregevole era ancora un diminutivo in confronto a lui.
Sofia e Caterina mi stavano sempre accanto , un po' di sostegno tra donne non fa mai male.
Andrea potevo definirlo in una sola parola fantastico!
Erano passati ormai cinque giorni dal quel spiacevole evento, e in quei cinque giorni uscivamo spesso, andavamo a scuola insieme e all'intervallo ci ritrovavamo a chiacchierare per i corridoi della scuola insieme a Sofia e Caterina. Alcune volte si aggiungevano anche i suoi amici, ma tra tutti quello con cui avevo più legato, era assolutamente Fabio. Era molto dolce e simpatico e cotto di Caterina. Non me l'aveva detto ,ma i suoi sguardi e le sue domande su di lei facevano intuire molto.
La cosa strana, era che in quei cinque giorni, Andrea, non mi aveva mai baciata. Questa cosa mi innervosiva molto. La settimana scorsa non c'era giorno che mi vedeva che non provasse a baciarmi, questa settimana si limitava a baci casti sulla guancia, per di più, quando ero io ad avvicinarmi a baciarlo, lui si scostava facendo cambiare traiettoria alla mia bocca!
Eppure non stavamo nemmeno insieme e allora, perchè ci baciavamo? Cioè fino ad una settimana fa...
Siccome il mio cervello quella sera stava andando in fumo decisi di prendere il telefono e di chiamare Andrea per andare a fare un giro fuori. Erano all'incirca le nove di sera, di sabato sera....pazza? forse. Andrea poteva essere, anzi al 99% era in una discoteca o in un bar con i suoi amici, mentre io mi facevo le pippe mentali sul perchè lui non mi baciasse, o meglio, evitasse i miei baci.
Al secondo squillo rispose e la tentazione di riattaccare era forte, ma che figura avrei fatto. No, no Emma, pazza si, ma codarda no!
-Pronto Emma?-rispose Andrea. Potevo rispondergli "scusa ho sbagliato numero" ma il pensiero del mio cervello in fumo e arrovellato mi fece desistere dal pronunciare quelle quattro parole.
-Ciao Andrea! Scusa se ti disturbo....sei occupato?-ma che domande facevo?
-Ehm, sono al pub con gli altri...perchè ti serviva qualcosa?-mi chiese.
In effetti la musica di sottofondo c'era e poi cavolo, la percentuale parlava chiaro. Stupida, stupida, stupida.
-Ehm...no niente lascia stare, te ne parlerò lunedi- sempre se lunedì ne avevo il coraggio.
-Sicura? Guarda che se vuoi quando ritorno ti citofono così parliamo un attimo fuori casa...-mi disse.
-Non so...però...ok!- cogli l'attimo!
-Ok, allora forse è meglio se ti faccio uno squillo....non dovrei ritornare tardi, comunque.-mi disse.
-Si be non preoccuparti!-risposi. -Ok, ci vediamo dopo!-mi disse. -A dopo -risposi. Poi chiusi la chiamata.
 
Stavo sonnecchiando beatamente sul mio letto in pigiama, quando il cellulare incominciò a vibrare.
Sbadigliai e risposi. Cazzo Andrea!
-Arrivo!-risposi chiudendo la chiamata e scendendo le scale per precipitarmi fuori dalla porta di casa. Fortunatamente i miei dormivano.
-Buona sera!-mi disse Andrea sull'uscio di casa con un sorriso sornione. Quanto era bello. Arrossii violentemente a quel pensiero. Ringrazia il buio.
-Buona sera!- risposi sorridendo.
-Stavi dormendo vero?-mi chiese avvicinandosi a me e sfiorandomi una guancia. -Più o meno...qualcosa del genere...-risposi. -Mi dispiace...-mi disse guardandomi negli occhi. -E di che? Sono io che ti ho chiesto se potevamo vederci! Dai andiamo sulla panchina!- gli dissi indicandogli la panchina.
Ci sedemmo e poi iniziai a parlare.
-Senti Andrea....è un po' complicato e sinceramente me ne vergogno enormemente, anzi se potessi scaverei una buca per sotterrarmi , però...- fui bruscamente interrotta da Andrea - Ferma ferma ferma... se parti già con questo presupposto so già che non andremo da nessuna parte quindi, calmati. Facciamo che io sono un ragazzo che...non mi scandalizzo di niente, non ti prenderò in giro per il resto della tua vita, non ti chiamerò sfigata, e non riderò di te. Ti va bene come prospettiva?-disse sorridendo.
-Si...ok scusa- risposi di rimando, sorridendo anche io. Presi un bel respiro e inizia a prlare.
-Allora, il fatto sta che sei strano. Nel senso che non prendermi per pazza, ma tu...cioè, prima mi baciavi praticamente ogni momento libero adesso non più. Nel senso, non fraintendermi , perché effettivamente non siamo fidanzati, ma non so se considerare strano o normale...capisci?-mi rivolsi a lui guardandolo con la stessa aria confusa che aveva anche a lui , conscia del fatto che avevo pronunciato frasi sconnesse e senza senso tra di loro.
-Ehm...Emma, io...capisco perfettamente cosa stai cercando di dirmi. Il fatto è che non l'ho più fatto perché mi sembri confusa, ed io con i miei gesti non voglio farti mettere ancora più confusione. Non credere che in questi giorni non abbia pensato di prenderti e di baciarti, ti giuro lo farei anche in questo momento, ma, davvero, sei confusa e io non voglio incentivare ancora di più questa tua confusione.- mi disse Andrea.
In quel momento, il mio cervelletto si poteva rappresentare come uno scarabocchio di linee messe a caso su di un foglio nero. Non bianco,  il nero rappresentava di più il nulla dei miei pensieri.
-Baciami- ora si che lo scarabocchio ragionava!
In un primo momento Andrea mi guardò sbigottito. -Baciami Andrea, ti prego- supplicai. Se non l'avesse fatto mi sarei messa in ginocchio a pregarlo. Oppure sarei scappata soppressa dalla vergogna.
Detto fatto, si avvicinò, agganciò il mio fianco alla sua mano e con l'altra mi prese la testa e poi lo scarabocchio sparì, facendo restare solo il foglio nero.
Quell'agognato bacio che in tutta quella settimana non era arrivato, arrivò. Un baciò bramoso e voglioso, irruento e dolce allo stesso tempo.
Le nostre lingue si cercavano insistentemente e ormai il mio corpo si trovava a cavalcioni su di lui con un particolare che si faceva sentire tra le mie cosce.
 Ci staccammo ansanti con un Andrea che si muoveva a disagio sulla panchina.
-Ehm...scusa...ma questa è la prova inconfutabile del tuo effetto su di me.-disse sorridendo in imbarazzo.
Sghignazzai sentendomi...orgogliosa di me stessa.
-Mi fa piacere....direi che ora siamo pari in quanto di figuracce...-dissi ridendo ed avvicinandomi sempre più al suo viso.
Rise.-Ma tu non hai fatto una figuraccia. Hai detto solo la verità!- mi baciò e mordicchiò il collo, facendomi sospirare.
-Può darsi- alzai il suo viso e ritrovai la sua bocca che mi piaceva assaporare e leccare. Mi piaceva il gusto Andrea e non mi sarei mai stancata di gustarmelo.
-Mi farai impazzire...- sospirò sulle mie labbra. -Anche tu...-ribattei convinta della risposta. Senza futuro però. Magari il futuro ci sarebbe anche stato, ma ora c'era il presente e in quel momento Andrea era l'artefice della mia pazzia.
Mi allontanai dal suo viso, quanto bastava per guardarlo negli occhi.
-Andrea...io ora come ora non sono confusa sui sentimenti  che provo per te e per Francesco perché  sono sentimenti totalmente opposti. Ora sono confusa su noi due. Cosa siamo? Amici? Amanti? Cosa?- finalmente pronunciai quella domanda che tanto premeva di uscire.
Mi guardò con un sorriso. -Non lo so...che dici di coppia frequentante?-mi disse sorridendomi. Lo guardai sbigottita.-Che? Frequentante?- rise della mia espressione.
-Cioè una coppia che si frequenta...non fidanzati, perchè magari finisce ancora prima di iniziare. Vediamo come va...- spiegò lui.
Rimasi un attimo interdetta. Potevo semplicemente dire che Andrea sarebbe stato il mio primo ragazzo, o quasi, si insomma una cosa così. Ero euforica, il cuore mi batteva a mille tanto che pensavo di restare stecchita d'infarto sulla panchina. Ah, lo scarabocchio si era ripresentato.
-Ehm...io...cosa devo rispondere?-dissi stupidamente. Si può essere così cretine?
Andrea rise.-Si Andrea, oppure no Andrea...penso...-
-Oh be, allora si Andrea!-dissi allargando ancora di più il sorriso arrivando al limite, ormai.
-Ora sei ufficialmente off limits!-disse fiero Andrea.
Gli saltai letteralmente al collo continuando a ridere come un ebete.
-Sono felice Emma...grazie!-mi disse sul mio collo.
-Anche io Andrea...tanto!-risposi di rimando abbracciandolo ancora più forte.
Ci guardammo per un istante negli occhi e poi ci baciammo, assaporando ogni movimento ed ogni gesto. Fu un bacio dolce e lento.
Ormai era ora di rientrare, se i miei avrebbero scoperto che non ero in casa come minimo mi avrebbero uccisa, con tanto di interrogatorio.
-Andrea, devo andare...si è fatto abbastanza tardi...-dissi guardando il mio orologio da polso.
-Mmmm...si forse è meglio...domani andiamo a fare un giretto?-mi chiese mentre mi accarezzava un fianco.
Annui abbandonandomi alle sue carezze.
Ci alzammo e ci dirigemmo verso la porta di casa mia. Ci salutammo con un bacio a fior di labbra.
 
Salii a passo felpato verso la mia stanza e mi abbandonai sul letto con la mente che vagava chissà in quali mondi sospesi tra le nuvolette rosa e gli unicorni volanti. Non so come, forse perchè avevo la mente più leggera, ma mi addormentai, sognando Andrea.
 
Il risveglio, fu il risveglio più bello della mia vita. Già di prima mattina avevo un sorriso stampato sul viso, peggio delle pubblicità dei cereali e in più Andrea mi aveva mandato un messaggio di buon risveglio "Buon giorno...sta notte ti ho sognata...saranno i troppi baci...ci vediamo oggi pomeriggio, ti vengo a prendere io verso le 15.00. un bacio!"
Il mio sguardo sognante lo notò, purtroppo, anche Marco.
Ero scesa a fare colazione con il mio solito bicchiere di caffè latte. Qualche istante dopo mi raggiunse anche Marco. -Buongiorno!- mi disse stiracchiandosi. -Buongiorno...-risposi.
-Cosa c'è?-chiesi quando notai che mi stava fissando. -Mmm, no niente...solo....stamattina sei più serena, che sta succedendo?-mi chiese ghignando, lo stronzo la sapeva già la risposta!
-Niente...sono normale, come tutti i giorni...-risposi riprendendo a bere il mio caffè.
-Si...come no. Vediamo un po'...ti dice niente Andrea Presti?- mi disse  con un sorriso beffardo.
Mi ingozzai con il biscotto che avevo appena messo in bocca e incomincia inevitabilmente a tossire.
-Bingo!-esultò Marco incominciando a ridere. -Ma che cazzo ti ridi? Che idiota...-dissi scuotendo la testa.
-Calma eh...felice ma permalosa...meglio se lascio la presa.ciao.-disse uscendo dalla cucina, sbattendo la porta.
-Ma vaffanculo!-risposi incazzata come una bestia. Perchè una giornata iniziata così bene, me l'aveva rovinata l'idiota impiccione di turno? Mio fratello era una persona importante per me, un migliore amico più che fratello, però quando si impicciava così lo odiavo. E odiavo litigare con lui.
-Ehi! Ma ragazzi, che cosa sta succedendo? E tutte 'ste parole? Moderiamo il linguaggio eh...-ed ecco la pacifista di turno:mia madre.
-Ma chiedilo a tua figlia va...stamattina è acida peggio di un limone!-sentii gridare dalle scale mio fratello.
-Sei tu che mi hai fatto diventare acida! Prima di incontrare te ero serena e in pace con me stessa!- risposi di rimando urlando.
-E allora vai dal tuo Andrea, vediamo se ti fa tornare "serena e in pace con te stessa"- urlò mimando la mia voce.
E li mi incazzai. Primo: mia  madre stava ascoltando e guardando la scena con gli occhi fuori dalle orbite, non era un buon segno.
Secondo: aveva svelato il suo nome con mia madre presente.
Mi alzai di scatto dalla sedia, tanto che mia madre non fu così preparata da fermarmi che mi catapultai su per le scale con l'intenzione di ammazzare il male della giornata.
Mi parai davanti a lui e lo spinsi, logicamente senza successo, dato che lui grande, grosso e palestrato, mi prese le braccia e mi bloccò per i polsi.
-Sei un idiota, uno stronzo, ti odio, ora la mamma sa di Andrea. Ma non ti puoi cucire una volta per tutte quella tua bocca che ti ritrovi?- sparai su di lui tutti gli insulti del mondo con gli occhi iniettati di sangue.
 Lui, da persona adulta e ragionevole non batté ciglio, non mi prese a pugni e non mi insultò, come avrebbe fatto sei anni fa. Si limitò a guardarmi con gli occhi socchiusi rabbiosi e a tenermi per i polsi.
-Lasciami cavolo mi fai male!!- dissi con le lacrime agli occhi. La sua presa mi stava davvero facendo male. Detto fatto mi lasciò e corsi in camera mia piangendo come quando eravamo piccoli, prima di vedere mia madre salire la scale sbraitando di non fare i bambini e smetterla di dire parolacce.
 
Sbattei la porta della mia camera e poi mi fiondai sul mio letto lasciando che la rabbia si condensasse in lacrime.
Sentii la porta aprirsi.
-Emma, scusa.-mi disse Marco. -Vattene!-risposi. Sentii il letto abbassarsi e una mano che mi accarezzava la schiena. -Dai Emma, sai che odio litigare con te! Poi a chi racconto le stronzate che faccio?-mi disse. Sorrisi per quell'affermazione.
 -Spiego tutto io a mamma...-
-No! Tu non spieghi proprio un bel niente...a parte che non saprei proprio cosa spiegheresti, dato che non sai cosa sta succedendo...quindi, non ti azzardare a proferire parola!- dissi girandomi di scatto puntandogli il dito contro.
-Ok, ok...raccontami la storia però...-mi disse, alzando le mani in segno di resa con tanto di ghigno malefico.
-Ma che palle che sei!- gli dissi lanciandogli un cuscino in pieno volto.
-E dai...ti giuro che non ti sfotto, non rido, e taccio per sempre- giurò baciandosi le dita incrociate.
-Uff...va bene- acconsentii desolata.
Gli spiegai tutta la storia fino ad arrivare a ieri sera. Ero sicura che in quel momento le mie guancie avevano preso un colorito porpora,  perchè va bene che era mio fratello, ma l'imbarazzo c'era.
-E brava la mia sorellina! Hai fatto bene.-
Rimasi con la bocca penzolante e gli occhi sbarrati. Mi sarei aspettata una fragorosa risata o un periodo di sfottimento contrariamente a quello che aveva giurato e invece se n'era venuto fuori con un complimento! Cose da non credere.
-Bè? Che c'è? Ti ho fatto un complimento non ti ho dato della sfigata!-mi disse schioccando le sue dita davanti ai miei occhi.
-Forse era più normale se mi avessi dato della sfigata.-dissi.
-Ho fatto un giuramento!-
-Allora se non ci fosse stato il giuramento mi avresti dato della sfigata?-
-No! Ma possibile che non possa farti complimenti per il tuo modo d'agire? Emma, hai fatto bene ti sei svegliata, hai tirato fuori le palle ed ora hai un quasi ragazzo o che cavolo ne so cosa siete voi due!-
Sorrisi per quell'affermazione...ho un quasi ragazzo! Il mio cuore prese a martellare nel petto.
-Davvero? Grazie...però, non dire niente a nessuno!-gli dissi.
-Ok, la situazione con mamma so io come sbrigarla...senza fare casini!-
-Sarà meglio per te!-dissi seria.
Annuii e mi diede un bacio sulla fronte. Adoravo quando faceva così...in quei momenti il mio amore per lui cresceva sempre di più.
-Vado a parlarle- mi disse uscendo dalla porta.
 
Tranne qualche semplice spiegazione, Marco aveva saputo domare bene la situazione con mia madre e a riportarla nella sua strada di totale ingenuità. Quindi problema mamma superato.
Ora c'era il problema Andrea: che cavolo potevo mettermi?
Che paranoie mi facevo solo per un uscita con Andrea. Appunto, il punto era che non andavo in giro con Sofia o Caterina, no, andavo con il mio quasi ragazzo!
Non me n'ero mai fatti di problemi a vestirmi per uscire, sta di fatto che il problema nacque spontaneo pensando ad Andrea.
La conclusione che trovai in tutte le paranoie che mi stavo ormai facendo da ore fu una: vestirsi come mi vestivo sempre. E che cavolo! L'altra sera ero uscita in pigiama!
 
Ero pronta fisicamente, psicologicamente no. Che cosa avrei dovuto dire in quelle circostanze ora che non eravamo più semplici amici?
Il mio cervello non aveva lavorato così tanto come in questi giorni. Credevo che da un momento all'altro mi sarebbe scoppiato, o avrei visto la nuvoletta di fumo uscirmi da sopra la testa.
Mentre mi stavo ancora crogiolando sulle possibili frasi o monomi da dire, il campanello suonò. Sobbalzai dalla sedia manco fosse spuntato dietro di me Jack lo squartatore, mi precipitai a prendere il mio gilet ed uscii di casa.
Trovai un Andrea più figo che mai: mani nelle tasche dei jeans, felpa grigia e capelli spettinati al vento.
Opzione uno: salutare da timida.
Opzione due:saltargli direttamente addosso.
Opzione tre: salutare e basta.
La cosa più ragionevole era l'opzione tre e da persona ragionevole scelsi quella, ma se avessi ascoltato gli imput del momento,  di sicuro la scelta che avrei fatto sarebbe stata l'opzione due.
-Ciao...-dissi timidamente, diventando quasi sicuramente rossa.
-Ciao!-rispose lui di rimando. Mi baciò sulla guancia, un bacio discreto come per farmi capire che non stavamo correndo...che saremmo andati a piccoli passi...
-Andiamo?-mi chiese porgendomi una mano. Annuii e presi la sua mano fra la mia intrecciando le nostre dita.
Un semplice gesto mi fece sorridere, e sorridere anche il cuore.
Passeggiammo per le vie della città, guardando le vetrine che si dipingevano di colori autunnali, ridendo e camminando abbracciati. Non ci eravamo ancora scambiati un bacio, ma tutti quei piccoli gesti mi bastavano per essere felice e soddisfatta.
Ci sedemmo su di una panchina nel parco della città, che tra i vari posti, era quello che adoravo di più. Conteneva tutti i ricordi della mia infanzia, giovinezza, adolescenza ed ora del mio primo amore. E ne avrebbe racchiusi molti altri ancora.
Mangiammo il nostro cono gelato, io con una lentezza estenuante da grande pigra e golosa. Volevo tenerlo a mano,  affinché finisse il più tardi possibile per gustarmelo ancora di più.
-Emma, ti giuro che se non ti sbrighi a finire quel maledetto gelato lo mangio io!-quasi mi implorò Andrea.
-Andrea, voglio gustarmelo! Non sono come te che te lo sei ingoiato in un minuto!- ribattei.
-Emma, vediamo se riesci a capire più esplicitamente: è da quando che sono venuto a prenderti che non ti ho ancora baciata, quindi dato che l'atmosfera è di quelle giuste, non vorrei perdere altro tempo per un gelato!- mi disse.
Sorrisi a quel commento. Ma decisi di fare ancora di più la preziosa.
-Mmmm...guarda signorino che mica devo stare hai tuoi comodi eh! Se avevi voglia di baciarmi mi baciavi prima...-dissi ghignando e continuando a mangiare lentamente il mio gelato.
-Cristo! Volevo un posto appartato...sono un ragazzo pudico, io!-disse quasi seriamente.
Scoppiai a ridere dopo quell'affermazione e lui mi seguì a ruota. Poteva essere così scemo? Lui, pudico? Ma se si slimonazzava la Ferrari davanti a mezza scuola?
-Ma cosa ridi? Adesso ti faccio vedere io.- mi prese il gelato e incominciò a mangiarselo con così tanta velocità che rimasi basita mentre lo guardavo.
-Il mio gelato...sei un essere spregevole! Io ti iscrivo al guinnes world record come "ragazzo che mangia in pochi secondi il gelato" non sei normale.- dissi continuando ad agitare la testa indignata per quella scena di un minuto fa.
Andrea, come da copione, scoppiò a ridere. -Ti ho avvertita. Cavolo mi stava venendo il latte alle ginocchia!-disse alzando le mani al cielo. Risi di gusto per poi ritrovarmi non so come la lingua di Andrea vagante nella mia bocca.
Va bene il carpe diem ma così era troppo! Quasi mi strozzavo. L'avevo proprio esaurito...povero Andrea.
Ci staccammo tutti e due ansanti. -Ma che cazzo Andrea! Mi stavo strozzando!-dissi guardandolo sbalordita.
-Scusami se è da due ore che ti dico che ti voglio baciare ma tu preferisci un gelato alla mia lingua!-ribattè.
Diventai paonazza. -Andrea! Io non preferisco nulla! Vabbè vorrà dire che diminuirò i tempi d'attesa...-dissi -Ora però me lo dai un bacio come si deve, senza eventuali soffocamenti?-
Sorrise per poi avvicinarsi a me e baciarmi dolcemente.
Questo bacio a confronto di  quello precedente era una colomba in mezzo alla guerra.
-Così va meglio?- mi chiese una volta staccati -Molto!-risposi riprendendo possesso delle sue labbra. Non è che stava diventando un vizio?
Passammo il resto del pomeriggio seduti su quella panchina a baciarsi, baciarsi e ribaciarsi senza renderci conto del tempo che passava. Quando ci alzammo dalla panchina avevo le labbra secche. Necessitavo di un burro cacao altrimenti sarebbero andati a pezzi.
Mi accompagnò a casa e mi diede appuntamento alla mattina seguente per andare a scuola.
Mi diede un buffetto veloce e mi salutò sfoggiando uno dei suoi tanti bellissimi sorrisi.
Cenai con la mia famiglia sotto gli sguardi maliziosi di mio fratello che facevano intendere che sarebbe stata una lunga serata fatta di domande e curiosità.
Mio fratello era un gran rompi palle, ma alla fine gli raccontavo sempre tutto...era una cosa inevitabile, un'abitudine, un vizio.
Troppi vizi, ma di sicuro vizi benevoli di cui non ne avrei potuto fare a meno per tutta la mia vita.

NOTE


allora? vi è piaciuta la sospresa? non sono ancora propriamente fidanzati...però vediamo come va, diciamo così...Francesco non è sparito, ritornerà, intanto, godetevi i bei momenti!
ci vediamo al prossimo capitolo! un baciuzzo:)
Gaia

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