Le chicche degli eredi

di FrancyF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La torta ***
Capitolo 2: *** La gente ***
Capitolo 3: *** La sorellina ***
Capitolo 4: *** Fame atavica ***
Capitolo 5: *** Domande ***
Capitolo 6: *** Zio Fred ***
Capitolo 7: *** Grattastinchi ***
Capitolo 8: *** Il cioccolato ***
Capitolo 9: *** Nonno Preistorico ***
Capitolo 10: *** L'uomo di Lily ***
Capitolo 11: *** Il Quidditch ***
Capitolo 12: *** Il DonGiovanni ***
Capitolo 13: *** Disastro Ambulante ***
Capitolo 14: *** L' anzianità ***
Capitolo 15: *** I compiti ***



Capitolo 1
*** La torta ***


 Hermione, benché moglie di un mago e madre di due piccoli maghetti, adorava i riti alla babbana.
Il sabato pomeriggio, la donna staccava con il lavoro e le faccende di casa per dedicarsi completamente a Rosie e Hugo. Quel giorno i suoi due figlioletti avevano deciso di fare una torta per il papà.
Hermione gli aveva accontentati e così, dopo non pochi pasticci, i tre erano riusciti a fare una torta che somigliava di più ad una frittata, mezza rosa e mezza blu (perché i piccoli si erano accordati di usare i colori alimentari del loro colore preferito). Hermione non aveva osato assaggiarla o immergerci lo stuzzicadenti per verificarne la consistenza. Si immaginava già la faccia del suo goloso maritino alla vista della “torta”, ma era sicura che Ron si sarebbe sciolto quando avrebbe appreso chi erano i reali artefici del dono.
Tolta la torta dal forno, Hugo stava già allungando la manina, ma Hermione lo bloccò. –Hugo no. Adesso la torta deve riposare così poi è più buona-. Il piccolo ubbidiente ritirò la mano e, nell’attesa, accese la televisione.
-Hugo!- strillò la sorella –Abbassa il volume che la torta sta dormendo! Se no diventa cattiva!-.
Hermione non poté fare mano di ridere. Suo marito lo diceva sempre che Rose era una bambina davvero intelligente. 


Rieccomi. So cosa state pensando: i bambini a volte sono dei piccoli esseri contorti, ma che vi devo dire? La nostra Rosie è logica come la madre.
Spero che vi sia piaciuta perchè la mia mente sta già elaborando le prossime storielle.
Questa fiction è stata ideata per farvi ridere. Come dicevano quei gran uomini dei gemelli Weasley  "Al giorno d'oggi la gente ha bisogno di ridere".
Grazie in anticipo a lettori e recensori.
Ci vediamo,
Francesca

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Capitolo 2
*** La gente ***


  La piccola Lily, di sette anni, era eccitata: sarebbe uscita per la prima volta da sola assieme ai suoi fratelli. Suo padre aveva finalmente ceduto alle sue continue insistenze e così Lily e i suoi fratelli avevano un intero pomeriggio da spendere assieme a Diagon Alley e sei falci per la merenda.
I tre fratellini, dopo aver girovagato fra i negozi, si fermarono alla gelateria di Florian Fortebraccio. Il negoziante era sempre molto buono con i figli del Salvatore del Mondo Magico: di solito dopo che gli aveva offerto il gelato si fermava a parlare con loro o a giocare a gogobiglie. Ma purtroppo quel giorno era assente e aveva lasciato la gestione del negozio a sua sorella Fauna. Quest’ultima, a differenza del fratello, era una zitella piuttosto acida. Non appena i Potter ebbero finito il loro gelato Fauna sparecchiò la tavola e li disse in tono autoritario –Dai bambini andatevene che così lasciate il posto alla gente!-. Un po’ imbronciati i tre fratelli obbedirono.
A casa Lily raccontò l’episodio al padre, lamentandosi dell’acidità della proprietaria. –La signora aveva ragione Lils. Quando si finisce di mangiare si lascia il posto alla gente-.
Lily lo guardò, riflettè e poi esclamò –Ma papi! Eravamo noi la gente!-.

Secondo capitolo. Spero che vi piaccia. Questo capitolo è contro tutti i negozianti egoisti che non rispettano i propri clienti. (spero che nesuno di voi sia negoziante, in tal caso scusate).

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Capitolo 3
*** La sorellina ***


 Ginny era al settimo mese di gravidanza e per lei quella sarebbe stata la sua ultima figlia. James e Al, una volta appresa la notizia, erano diventati felicissimi di avere una sorellina e non la smettevano di fare delle domande alla loro mamma.
Una sera Harry si era offerto di preparare la cena e Ginny si stava rilassando sul divano.
-Mamma?-  James di tre anni e mezzo, entrò nella stanza e fece alla madre una domanda frequente a quei tempi in casa Potter –Ma la sorellina quando arriva?-.
Ginny sorrise, sebbene James non avesse accolto tanto bene Albus, ora sembrava più promettente con Lily.
-Presto amore vedrai-
Albus sopraggiunse alla scena –Mamma, ma Lily è sempre dentro di te?-
Ginny sorrise pazientemente –Si tesoro, lei è come in un laghetto che la tiene al sicuro dentro la pancia di mamma-.
A quell’affermazione Albus parve spaventarsi –Posso dirle una cosa? Lei mi sente?-
-Certo che ti sente Al. Perché cosa vuoi dirle?-.
Albus si avvicinò al pancione e strillò –Lily se sei nel lago non ti servono i braccioli per nuotare?!-.

Terzo capitolo Potterhead!
Prima di tutto vorrei ringraziare: Acquamarine, Jo_94 e Federchicca per aver recensito la mia storia.
Poi ringrazio anche voi lettori.
Questo capitolo è molto significativo per me: ho sempre osservato con gioia i bambini che si rapportano con i fratelli "nel pacione", e la loro gioia nell'avre un nuovo esserino con ciu giocare.
Spero che vi piaccia. 

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Capitolo 4
*** Fame atavica ***


 Hugo, di cinque anni, era stato sempre definito da tutti i suoi parenti come: lo sputo di suo padre. Naturalmente, ogni volta che un membro della famiglia faceva questa affermazione, a Ron li si gonfiava il petto d’orgoglio. Hermione era un po’ meno contenta di questa somiglianza, soprattutto quando Hugo immortalava delle scenate che erano degne repliche di quelle del padre. Ma nonostante tutto adorava i suoi Rossi.
Naturalmente il piccolo Weasley aveva ereditato anche la fame atavica, tipica di suo padre.
Come ogni giorno, verso l’ora di pranzo, Hugo era seduto in cucina e osservava la madre cucinare.
La “cantilena di mezzogiorno” arrivò puntuale: -Mamma ho fame!-.
Hermione sospirò, buon sangue non mente.
-Mamma ho fame!-
Silenzio. Hermione cercò di concentrarsi sul sugo.
-Mamma ho fame!-
-Insomma Hugo! Ho capito che hai fame. Adesso, quando l’acqua bolle, butto la pasta. Va bene?-.
La risposta lasciò la donna allibita: -No!- strillò il bambino. Poi fissò serio la madre:  -Non hai capito la pasta io la voglio mangiare! Non devi mica buttarla!-.


Quarto capitolo. Ho preso una decisione solenne: scriverò solo altri sei o otto capitoli di questa FF. Il fatto è che devo ancora finire "E' uno di famiglia" (al momento sono bloccata sulla storia e non so come continuare). In più sto finendo di scrivere "Cari mamma e papà". E ho anche iniziato la bozza di una FF su Ron e Hermione.
Insomma tate storie.
Grazie in anticpo per le recnesions.

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Capitolo 5
*** Domande ***


 James Sirius era un bambino, di sette anni, vivace sotto ogni punto di vista: non stava mai fermo e, a volte, suo padre aveva dovuto ricorrere all’impedimenta per metterlo a letto.
Ginny non c’è la faceva a gestire tre bambini tutto il santo giorno e così, circa una volta alla settimana, Harry portava il primogenito con sé al lavoro.
Per James non c’era niente di più eccitante che andare al quartiere degli Auror in pompa magna con il suo papà. Il bambino adorava stare con suo padre in santa pace, senza i fratelli minori tra i piedi. Da lato suo, Harry amava trascorrere del tempo esclusivo con il suo ometto, ma sapeva che prima o poi si sarebbe fatto delle domande sul perchè tutti, al loro passaggio, si fermavano come allibiti oppure correvano da loro e li stringevano la mano. 
Quel giorno il bambino era in vena di domande.
-Papà perché tutti ti salutano?-
-Perché io sono il capo qui e mi portano rispetto-
-Perché tu sei il capo?-
-Perché sono fra i più bravi-
-Perché sei fra i più bravi?-
-Perché ho studiato-. Harry iniziava ad averne abbastanza, una cosa era certa però: suo figlio non aveva preso da lui in fatto di discorsi.
-E perché hai stud…-
-Senti Jamie- sbuffò Harry, mentre entrano in ascensore. –Puoi evitare di chiedermi cento volte perché?!-.
Silenzio. L’ascensore inizia a muoversi. Harry sorrideva, contento di essere riuscito nel suo intento. Arrivano a destinazione.
-Papà?- Jamie fissò il padre dritto negli occhi. –Cosa c’è ora James?- chiese Harry, rimproverandosi di averlo sgridato (dopotutto anche lui faceva tante domande ai Dursley quando era piccolo).
-COME MAI abbiamo preso l’ascensore?-.
 

Quinto capitolo appassionati lettori e recensori.
Scusate per l'attesuccia, ma sono molto impeganta con la scuola e ieri ci hanno portato al Teatro Carlo Felice di Genova per vedere un opera di Mozart. "Il Flauto Mgico". Partita alle 6 tornata alle 21.30. Stamattina a scuola era stravolta.
Scusate per la divagazione.
Buona lettura.

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Capitolo 6
*** Zio Fred ***


Freddy Junior aveva quattro anni e un animo da malandrino..
I coniugi Weasley concordavano su una cosa in generale su loro figlio: quel bambino faceva troppi capricci.
Una domenica sera, George aveva ordinato la cena, per lasciare rilassare la moglie incinta. Freddy, di solito, mangiava tutto quello che aveva nel piatto, ma quella sera, evidentemente la cucina take-away non lo soddisfaceva per niente. Dopo pochi minuti iniziò a giocherellare con il cibo, poi, troppo annoiato inscenò un consueto capriccio: prese a piagnucolare, e buttò la pizza per terra.
Angelina lanciò un’occhiataccia al marito, che si affettò a intervenire (dopotutto si sentiva offeso se suo figlio non apprezzava la pizza che lui aveva pazientemente ordinato).
-Freddy andiamo il cibo non si butta per terra! Così lo sprechi tutto!- brontolò cercando di apparire severo.
Poi, rincuorato dall’espressione attenta del figlio, pensò di rincarare la dose –Pensa ai bambini che non hanno da magiare! Se sprechiamo queste cose poi zio Fred ci rimane male e piange!-
Il piccolo lo guardò curioso –Perché piange mica l’ha pagata lui la pizza!-.


Quinto capitolo. Freddy II il genio del male. Big Fred deve essere fiero del suo nipotino, degno erede. Sopratutto se li riserva dei pensieri così teneri e profondi.
Ringrazio per le recensione:
Federchicca, Acquamarine, EmmaWright98, ClareSlytherin e Jo_94.
Buona lettura.

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Capitolo 7
*** Grattastinchi ***


 Il gatto rosso Grattastinchi era morto alla veneranda età di ventuno anni.
Hermione aveva pianto, Ron aveva cercato di mascherare il suo entusiasmo e aveva proposto alla famiglia di organizzare un funerale.
Per l’evento furono invitati anche i Potter.
Grattastinchi fu avvolto amorevolmente da Rose e Hugo in una trapunta bianca. Ron e Harry scavarono nel giardino della Tana, una fossa poco profonda, esattamente nel punto in cui il gatto amava rincorrere gli gnomi. Il gatto fu sotterrato assieme ai suoi giochi. Ci fu anche un breve discorso, in cui Ron diceva al suo ex-nemico che l’aveva perdono per aver “quasi ucciso” Crosta che, infondo era Peter Minus l’assassino. All’evento erano presenti solo Harry, Ron e James perché gli altri erano rimasti dentro a consolare i Weasley. Poi tutti rientrano per bersi una cioccolata calda.
-Mammina, ma adesso Gratta dove è andato?- chiese il piccolo Hugo. Hermione tirò su col naso, poi ripose al figlio, accarezzandoli la testolina rossa –E’ volato in cielo amore. Adesso sta sempre assieme ai genitori di Harry, a Sirius, a Tonks, a Lupin…-.
-Ma zia- intervenne James, abile come non mai a smontare le tesi avversarie –E’ impossibile. I gatti non volano, camminano. E poi l’abbiamo sotterrato in giardino, sarebbe un maleducato se andasse via!-. 


Settimo capitolo. A mio parere il peggiore, ma sta a voi il giudizio.
Sono molto impeganta con la scuola, quindi posterò i nuovi capitoli ogni 4-5 giorni.

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Capitolo 8
*** Il cioccolato ***


 Una sera di inizio ottobre, Ron e Hermione erano comodamente seduti in soggiorno a leggere la “Gazzetta del Profeta”.
-Mamma posso mangiare una fetta di torta?- strillò Hugo di nove anni, facendo il suo ingresso nel salone. Da quando sua sorella Rose era partita, Hugo era diventato ancora più capriccioso del solito.
-No amore. Abbiamo appena finito di cenare- rispose Hermione paziente.
-Allora posso mangiare una caramella?- insisté il bambino.
-No. L’hai già mangiata stamattina- lo riprese la madre.
-Papà!- disse Hugo,cambiando obbiettivo. Dopotutto lui sapeva bene che il padre teneva sempre ad accontentarlo, soprattutto in fatto di cibo. –Posso mangiare un po’ di cioccolato?- .
Ignorando l’occhiataccia in tralice della moglie, Ron cedette agli occhioni da cerbiatto del figlio.
-Va bene ometto. Almeno il cioccolato è utile tiene lontano i Dissenatori- disse, ripensando al buon vecchio Lupin. Forse sarebbe riuscito a mangiarne un po’ anche lui…
Ignorando i rimproveri di Hermione i due rossi entrarono in cucina. Ron prese del cioccolato dalla credenza, lo scartò dall’involucro e ne mise un pezzo in bocca.
Hugo lo fulminò con lo sguardo.
–Ma che fai papà? Il cioccolato lo devo mangiare IO!- protestò mettendo su il cipiglio alla Weasley.
-E perché solo tu puoi mangiarlo scusa?- chiese il padre divertito dal rimprovero.
-Perché io sono più piccolo di te e il cioccolato aiuta a crescere! Lo dicono sempre in televisione!- spiegò candidamente Hugo.
L’entusiasmo di Ron fu smorzato completamente: –Diavolerie babbane!-.


Nuovo capitolo! Grazie mille a tutti per le recensioni e a chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite.
Allora come promesso dopo 4 giorni eccovi questa nuova chicca. Si è capito che adoro alla follia il piccolo Rosso?
Per questo capitolo devo dire un "grazie" forzato a Licia Collò e al suo spot pubblicitario (ma da quanti anni è che c'è?).
Auguro a tutti buona lettura.
PS In programma ho un racconto natalizio con gli eredi che ne pensate?

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Capitolo 9
*** Nonno Preistorico ***


Il signore e la signora Weasley stavano passeggiando tranquillamente in un “parco natura” nei pressi di Verona. Finalmente, dopo anni di insistenze, Molly aveva acconsentito a farsi portare in vacanza in una località babbana. Arthur non aveva perso tempo, e fatti armi e bagagli aveva caricato moglie e nipoti sulla sua nuova Ford Agila ed erano partiti alla volta di Verona.
Il parco era bellissimo, pieno di piante e fiori, ma anche di modellini di animali in scala che avevano emozionato tantissimo i piccoli.
Uno di questi in particolare aveva catturato l’interesse della famigliola: era un modellino in scala di un triceratopo.
-Nonno che animale è quello?- chiese Rose.
-E’ un dinosauro tesoro- rispose prontamente Arthur.
-E quando esisteva?- chiese Victorie.
-Tanto tempo fa-
-Quando c’era la mamma piccola?- chiese Louis.
-No è più vecchio-
-Allora quando c’era Gesù- azzardò Lucy.
-No amorino. Tanto, tanto tempo fa…-
-Ma scusa nonno!- obbiettò Albus –Allora tu devi averlo visto!-


Nono capitolo. Dedico questo capitolo a mia nonna Pina che mi ha regalato il VHS de"Harry Potter e la pietra filosofale", facendo nascere una delle mie più grandi passioni.
Vorrei informarvi che, da oggi, potrete seguirmi come scrittrice e tenervi aggiornati sulle mie fan ficiton anche sulla mia pagina facebook.
Ringrazio tutti voi recensori/lettori e chi ha aggiunto la storia nelle preferite/seguite.

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Capitolo 10
*** L'uomo di Lily ***


 Per una fortuna coincidenza, metà dei Grifondoro classe del 1980, si erano ritrovati a vivere nello stesso quartiere, ovvero Godric’s Hallow. I figli degli ormai cresciuti compagni di Hogwarts giocavano spesso assieme, ma non sempre queste nuove amicizie erano approvate dal Salvatore del Mondo Magico.
La piccola Lily, di quattro anni, andava spesso a giocare dal suo “amico della porta accanto”, ovvero Justin Thomas, il figlioletto di Dean. Harry mal tollerava Dean per via di Ginny.
Però si offriva personalmente di andare a prendere Lily fin dai Thomas, sempre meglio che Dean non rincontrasse Ginny.
Harry adorava il tragitto che facevano lui e Lily verso casa. Padre e figlia erano molto legati e, spesso Ginny aveva rimproverato il marito per essere troppo iper-prottetivo nei confronti della figlia.
-Papà lo sai cosa mi ha detto Justin oggi?- chiese Lily, mentre tornavano a casa.
-No, che cosa amore?- disse l’uomo.
-Che mi vuole sposare- rispose allegramente Lily.
Harry sbiancò lievemente e cambiò espressione. Merlino tutti ma non un Thomas!
Con una nota di panico nella voce chiese titubante –E tu cosa gli ha risposto?-
-Gli ho detto di no! Se no tu poi sei troppo geloso!-.
E, dopo quell’affermazione, Harry si sentì in dovere di prendere la bambina sulle spalle e portarla a mangiare un bel gelato.

Nuovo capitolo! Credo che dopo questo ne posterò soltanto altri due o tre e poi concluderò la storia.
Personalmente, essendo appartenente ad una famiglia in prevalenza femminile (io, mia sorella, mia madre, la mia cagnetta e mio padre il lobo solitario), posso solo immaginare cosa voglia dire crescere fra tre uomini che ti trattano con i guanti bianchi... povera Lils le è toccata la stessa sorta della madre   Xd
Alla prossima.

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Capitolo 11
*** Il Quidditch ***


 Rose era cresciuta seguendo rigorosamente la fede paterna dei Cannoni di Chudley. La bimba adorava giocare a Quidditch e, molto spesso, organizzava partite a tre con suo padre e suo fratello Hugo. Rose, però, aveva notato, da molto tempo, che la madre non prendeva parte alle loro partitelle. Così un giorno glie ne chiese il motivo.
-Mamma, ma perché tu non giochi mai a Quidditch con me e il papà?- chiese.
Hermione sorrise, sapeva benissimo che sua figlia, a differenza di lei, adorava il Quidditch, e le dispiaceva non giocare con lei e Hugo, ma la strega era proprio imbranata in fatto di sport.
-Mi spiace Rose, ma la mamma non vuole proprio giocare a Quidditch. Non ci ho mai giocato-.
-E perché no?- chiese la bambina curiosa.
-Perché per certe cose bisogna essere portati amore-
-Ma scusa mami, ma allora tu fatti portare!- sentenziò Rose, sorprendendosi del fatto che dopotutto, al mondo, esisteva una cosa che la sua mamma non sapeva fare.


Undicesimo capitolo. Ho deciso di accontentare le vostre recensioni, sempre positive e calorose: inizialmente avevo pensato di scrivere 15 capitoli, ma, dato che siamo quasi in vacanza, forse prolungherò la storia fino a 20 capitoli. Spero che apprezziate i futuri capitoli perchè questa storia è una delle mie preferite e mi sono molto appassionata a scriverla.
Un bacione e grazie mille per il vostro affeto, ci vediamo fra 4 giorni.
pagina facebook
Francy

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Capitolo 12
*** Il DonGiovanni ***


 James Potter, di sei anni, si era vestito bene: indossava una camicia bianca, appena stirata, e un bel paio di jeans. Quella era un’occasione speciale, infatti James stava per andare alla festa di compleanno dei gemelli Scamandro e, doveva fare una buona impressione. Il bambino si era vestito così elegante di malavoglia perché, era consapevole del fatto, che avrebbe macchiato tutti i vestiti dopo poco tempo e i suoi genitori si sarebbero arrabbiati, ma, dopo le continue ammonizioni da parte della madre, aveva ceduto.
Durante il tragitto James e Ginny incontrarono Victoria e si fermarono un po’ a parlare con lei.
-Ciao Jamie!- disse la ragazzina –Ma come sei bello oggi!-.
James arrossì lievemente, ma sorrise, compiuto dal fatto che, dopotutto, vestirsi eleganti poteva essere un vantaggio. –Grazie Vicky anche tu sei molto carina!-.
Ginny scosse la testa divertita –Ma sentilo!- disse rivolgendosi alle nipote undicenne. –Fa già la corte a tutte le ragazze che incontra!-.
Il bambino, alzò le spalle, con l’area di chi la sa’ lunga e, risoluto, disse –E che cosa ci vuoi fare mamma? Non è mica colpa mia se sono un dongiovanni!-.


Grazie: Federchicca, Vero_Masen_Cullen, Lulla 3D, Nihon, EmmaWhright98, scarlett90, Roxane Potter, Acquamarine_, Jo_94, e CalreSlytherin per le recensioni sempre positive.
Ho appena finito di scrivere la mia one-sot potteriana natalizia e la posterò il 22 (perchè poi parto).
Il prossimo capitolo verrà pubblicato il 16.
Buona lettura.
Kiss a tutti
FrancyF

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Capitolo 13
*** Disastro Ambulante ***


 James Sirius Potter, di dieci anni, adorava passare del tempo da solo con Teddy. Il ragazzo però aveva orami diciassette anni, e benché fosse anche lui affezionatissimo a James, voleva passare un po’ di tempo da solo con Victoria.
Un giorno Harry e Ginny decisero di portare i bambini dai Dursley, ma siccome James si rifiutava categoricamente di venire lo affidarono al giovane Metamorfomagus.
Dopo un paio di partite a Quidditch in giardino, Teddy e James dovettero rientrare perchè incombeva un acquazzone, ma il piccolo malandrino non aveva nessuna intenzione di smettere e continuò a giocare con la pluffa dentro casa.
“Questione di pochi secondi” pensò Teddy. E, infatti, un sonoro crash! mise in allarme il diciassettenne. James arrivò titubante con in mano la foto del matrimonio dei suoi genitori, rotta. Il bambino non parve tanto preoccupato dell’accaduto e propose al amico un diversivo contro l’ira di Harry e Ginny.
-Usa la bacchetta sei maggiorenne!-.
Teddy scosse la testa, non aveva intenzione di far tacere l’ennesimo pasticcio di James. L’aveva già coperto troppe volte.
-No Jamie- disse in tono deciso –Questa volta non ti aiuterò. Hai già rotto due vasi, tre foto e quattro piatti del servizio buono. Che altro c’è da rompere?-.
James mise su il broncio.
-Guarda che se non usi reparo, mamma e papà si arrabbiano e mi picchiano, arriverà l’assistente sociale che mi porterà in un'altra casa da un’altra famiglia e tu non mi vedrai mai più! E’ questo quello che vuoi?- chiese serio il bambino.
Teddy fece finta di niente –Fammi pensare… si!- disse ironico.
Ma James era troppo malandrino, perfino per il figlio di Lunastorta –Va bene basta che mi mandino a casa tua, così staremo sempre assieme!- esclamò con un sorriso furbo.
Teddy sbiancò. –Maledizione! Va bene! Passami quella dannata bacchetta James-.
Era inutile. Vinceva sempre James.



Scusate se posto il capitolo di sera, ma domani ho 4 ore di scuola e tutte di verifca! Una di storia e l'altr.. di trigonometria! Sto impazzzendo e il mio cervellino è completamemte fuso.
Grazue per le future recensioni.
Augurandovi una buona lettura e una buona notte.

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Capitolo 14
*** L' anzianità ***


  Harry Potter era stato invitato da Minerva Mcgranitt, la nuova preside di Hogwarts, per tenere una conferenza sulla Seconda Guerra Magica. Il Salvatore del Mondo Magico aveva deciso di portarsi dietro Albus di cinque anni, perché, a differenza di James, non aveva ancora visto Hogwarts. Il piccolo ne rimase affascinato e volle assolutamente fare un giro su un ippogrifo di Hagrid.
Poi, prima della conferenza, venne il momento dei saluti e delle presentazioni. Harry con grande piacere e commozione, salutò la Mcgranitt.
-Vedi Al- disse rivolto al  figlioletto –lei è la professoressa di cui io e la mamma ti abbiamo parlato-.
Il bambino fissò l’austera preside che li sorrideva –Ah si!- disse –Lei è quella vecchia!-
Harry arrossì lievemente e si affrettò a tappare la bocca al figlio –Al che dici?- lo sgridò –Non si dice vecchia! Si dice anziana!-
Il piccolo scrollò le spalle, indifferente, -Tanto mica si offende scusa, fra un po’ muore!-
E in quell’istante Harry non potè di certo biasimare l’occhiataccia assassina che, la sua vecchia insegnante, rivolgeva al suo ingenuo figlioletto.


Quattoridicesimo capitolo.
Prima di tutto la mia one-shot natalizia verrà postata il 24 e NON il 22, perchè ho posticipato le vacanze dai nonni.
Grazie a tutti per le recensioni e grazie ha chi legge la storia. 
Questo capitolo prede spunto dalla mia vita reale perchè quando eravamo piccolini mio cugino ha detto a nostra nonna che era vecchia: lei offeisissima ha replicato che era solo anziana (e continua a ripeterlo adesso anche se ha 83 anni). Baeti i nonni! Cosa faremmo senza di loro?

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Capitolo 15
*** I compiti ***


 Hermione, da sempre devota all’istruzione, aveva insistito che i suoi figli frequentassero una scuola babbana prima di Hogwarts.
Rose, che adesso era al primo anno a Hogwarts, aveva ottenuto risultati eccezionali anche con le materie babbane e si era integrata perfettamente con gli altri bambini.
Hugo, di nove anni, era tutta un'altra storia: svogliato e impulsivo era un pessimo studente, anche perché, più di una volta, aveva fatto magie accidentali in classe, facendo andare su tutte le furie sua madre.
Un giorno Hermione stava, disperatamente, cercando di far fare i compiti al figlioletto. Hugo però non ne’ voleva proprio sapere.
-Su tesoro, finiamo i compiti e poi usciamo a prendere un bel gelato eh?- la donna cercò di incoraggiare il figlio. Secondo Ron quel modo di fare equivaleva ad un ricatto, ma per Hermione tutto era lecito per incentivare lo studio di suo figlio.
Hugo sbuffò e prese la penna in mano.
-Avanti Hugo- tentò di nuovo Hermione.
Il bambino guardava il foglio incantato, stringendo in mano la penna, ma continuava a non scrivere niente.
Hermione era esasperata –Hugo Harry Weasley se non finisci i compiti ti proibisco di andare da Lily a giocare per una settimana!-.
A quelle parole Hugo parve rianimarsi, ma, invece di iniziare i compiti, fissò serio la madre e disse –Ma mamma! Io voglio fare i compiti, è la mia mente che si rifiuta di farli!-.

AVVISO: lo so che la storia doveva avere 20 capitoli, ma purtroppo in questo periodo, non c'è la faccio proprio. Mi dispiace moltissimo per aver infranto questa "promessa", ma ho un sacco di impegni scolastici.In più domani parto e sto via fino all'anno nuovo (torno a gennaio). Così ho deciso, amaramente, di concludere qua la storia. Mi spiace davvero tanto perchè mi ci ero affezionata. Grazie a tutti quelli che l'hanno recensita/aggiunta nei preferiti/aggiunta nelle seguite/ letta.
Qua c'è la mia one-shot natalizia.
Ancora grazie e scusate.
Godetevi il capitolo finale.
FrancyF

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