Darkside Chronicles

di TTB Kun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vento ***
Capitolo 2: *** Corsa ***
Capitolo 3: *** Preda ***
Capitolo 4: *** Luce ***
Capitolo 5: *** Foresta ***
Capitolo 6: *** Coraggio ***
Capitolo 7: *** Tappa ***
Capitolo 8: *** Contrasto ***
Capitolo 9: *** Due ***
Capitolo 10: *** Re ***
Capitolo 11: *** Incontro ***
Capitolo 12: *** Abbandono ***
Capitolo 13: *** Nuovo ***
Capitolo 14: *** Fiducia ***
Capitolo 15: *** Divertimento ***



Capitolo 1
*** Vento ***


Capitolo 1: Vento

 

Notte, un leone dal pelo chiaro camminava nervosamente fuori dalla grotta dove risiedeva il suo branco, da diverse ore ormai faceva avanti e indietro.

Era una notte fredda, nonostante il territorio confinasse con la foresta pluviale, quella sera dalle montagne soffiava un vento gelido, come se preannunciasse l’arrivo di qualcosa di brutto.

Il Leone, ormai stanco di camminare, si sedette, sorrise notando il solco creato nell’erba dai suoi continui passi, iniziò a guardarsi intorno, il suo territorio, le terre di confine, si trovava ai limiti della savana e sfumava gradualmente nella foresta pluviale, con gli alberi che diventavano via via sempre più fitti. Rivolse lo sguardo all’ingresso della grotta, una cavità naturale nel fianco di una montagna, ben protetta dal vento e dalla pioggia.

Il leone aveva una folta criniera dorata, il pelo biondissimo, un pizzetto di criniera sul mento e gli occhi azzurri.

Mentre era immerso nei suoi pensieri sentì una voce chiamarlo dalla direzione della grotta.

-Maestà! Venite! Sono nati!- Il re schizzò immediatamente in piedi e iniziò a correre verso la grotta, dove una leonessa lo stava chiamando; in una frazione di secondo la raggiunse superandola, quasi senza degnarla di uno sguardo, era troppo impaziente di vedere i suoi figli appena nati.

Arrivato all’interno della caverna corse subito verso la sua compagna, una leonessa dal pelo scuro con una macchia più chiara sopra la testa, e gli occhi castani.

Tra le zampe teneva i suoi 2 cuccioli, vedendo il compagno entrare, sorrise: -Allora Angani, sei felice di essere finalmente padre?-

-Oh Nyota, tesoro, non puoi neanche immaginare quanto- le rispose il compagno facendole le fusa.

Lo sguardo del leone passò dalla compagna ai cuccioli, li osservava orgoglioso, finalmente era padre, non riusciva a smettere di sorridere, come mai gli era capitato nella sua vita .

I cuccioli erano 2 maschi, uno sembrava la fotocopia in miniatura del padre, con il pelo biondo, mentre l’altro aveva il pelo grigio, molto scuro.

-Come li vogliamo chiamare?- chiese la leonessa al compagno

-Mmh per lui pensavo che Wazi sarebbe un bel nome- disse il re indicando il cucciolo più chiaro.- per l’altro invece non saprei, a te che nome piacerebbe?-

In quel momento il cucciolo più scuro sbadigliò e sbattè un paio di volte le palpebre, mostrando 2 piccoli occhi verdi.

-Che ne dici di Kijani?- Disse Nyota sorridendo.

-E’ un bellissimo nome! E sia, li chiameremo Wazi e Kijani- Concluse Angani strusciando la testa contro i 2 cuccioli. Mentre lo faceva Kijani tentò di mordere l’orecchio del padre, il quale scoppiò a ridere -Hahaha, che vivace che sei, ma senza denti che cosa pensi di ottenere?-

Il cucciolo per tutta risposta, sbruffò, si riappallottolò e si rimise a dormire.

Nyota ridacchiava, poi tornò seria e chiese al compagno: -Sei felice che siano nati 2 maschi?-

Il leone ci pensò su un attimo, poi rispose: -Direi di si, era da un paio di generazioni che non capitava, sarà interessante quando cresceranno vederli alle prese con le prove.-

Era tradizione del branco delle terre di confine che qualora nascessero 2 cuccioli maschi sarebbero stati sottoposti a 3 prove, una volta raggiunta la maturità, per stabilire chi dovesse diventare il legittimo erede.

Nelle tre prove i giovani leoni dovevano dimostrare di possedere forza, saggezza e coraggio, erano queste le caratteristiche di cui aveva bisogno un buon re per governare.

 

Passarono 3 anni da quando i due cuccioli erano venuti alla luce, Wazi era cresciuto diventando molto simile al padre, con gli occhi solamente un po più scuri, e senza il pizzetto. Kijani invece aveva una criniera nerissima, crescendo era diventato uno spietato cacciatore, e tendeva sempre a stare da solo, infischiandosene della presenza degli altri, fulminando con lo sguardo chiunque provasse a disturbarlo, gli unici con cui parlava ogni tanto erano suo padre e suo fratello, anche se sembrava scocciato persino dalla loro presenza.

Kijani era appena tornato da caccia, aveva preso un antilope, se ne andò in un posto riparato e cominciò a divorarla da solo, i membri del branco non gli si avvicinavano, solo Wazi notandolo andò da lui.

-Ehi fratello, bel bottino, perchè non ne lasci un po anche agli altri?-

-E perchè dovrei? Quelle buone a nulla delle cacciatrici possono andare anche da sole a cercare il cibo, del resto sarebbe il loro compito non il mio-

-Ma visto che siamo un branco, dobbiamo aiutarci l’un l’altro per essere forti, quando lo capirai?- rispose Wazi scuotendo la testa

-Ah si? Io la penso diversamente, per me i deboli sono solo un peso, anche gli incapaci lo sono, e il nostro branco ne è pieno, sono solo delle palle al piede, senza di loro sarebbe meglio- Kijani concluse mandando un occhiataccia al fratello, il quale però era abituato a quegli sguardi e non vi faceva ormai più caso.

-Io non so più cosa fare con te, domani inizieremo le prove, se ti comporti così sicuramente per me sarà facile vincere.-

-Ohohoh- rise ironico Kijani -Pensi davvero di avere qualche possibilità di battermi?-

-Vedremo fratello, vedremo.- Rispose Wazi allontanandosi

Il giovane leone se ne andò sconsolato, fin da cucciolo il fratello era sempre stato così scontroso, nonostante tutto però era comunque affezionato a lui, anche se probabilmente era l’unico del branco a pensarla in quel modo.

Wazi tornò alla grotta dove il padre stava riposando.

-Ciao papà- lo salutò pensieroso Il giovane

-Ciao figliolo, c’è qualcosa che non va?- chiese il re notando l’espressione del figlio

-No, nulla, solamente sono preoccupato per Kijani, sta sempre in disparte, pensa solo a se stesso, vorrei che imparasse a vivere in branco, non che terrorizzasse così tutte le leonesse...-

Angani sospirò - Devi accettarlo Wazi, purtroppo è fatto così....- il re fece un attimo una pausa. poi chiese al figlio -Come pensi che andrà domani?-

Wazi ci pensò su un attimo: -Non lo so, siamo entrambi molto forti, entrambi potremmo spuntarla, però se Kijani divenisse re con quel suo caratteraccio, mi chiedo come farà ad essere un buon sovrano. Un re deve credere nel proprio branco e lui invece.....-

-Se la pensi così allora non devi preoccuparti, le tre prove sono una tradizione del nostro branco, e il vincitore poi è sempre stato un grande re, le prove servono proprio a questo, far emergere i pregi di un bravo capo- Angani concluse mettendo una zampa sulle spalle del figlio -Ho fiducia nelle prove, se decreteranno che il vincitore è Kijani allora significa che sarà un buon re, se non ne fosse capace allora le prove eleggeranno te come vincitore-

Wazi mostrò un mezzo sorriso al padre -Va bene, darò il massimo domani, e anche Kijani penso che farà altrettanto, ci vediamo pà- Disse Wazi uscendo dalla grotta. 

 

Nel frattempo Kijani aveva divorato tutta l’antilope e stava riposando, pensando a quello che sarebbe successo l’indomani.

“Non c’è alcun dubbio che io vincerò, Wazi è troppo buono, e ingenuo, una volta che sarò re farò in modo che tutti righino dritto, altrimenti faranno una brutta fine, un branco è forte quanto il più debole dei suoi componenti, e se sarò re, farò in modo che tutti facciano il loro dovere, non voglio essere il capo di una mandria di incapaci. chi non seguirà le mie istruzioni la pagherà”

Sul volto di Kijani comparve un sorriso, ma non un sorriso allegro, un sorriso che faceva gelare il sangue nelle vene.

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Capitolo 2
*** Corsa ***


Capitolo 2: Corsa

 

La mattina seguente il primo ad uscire dalla grotta fu Wazi; aveva passato la notte quasi in bianco, era inquieto per quello che sarebbe successo da li a poche ore; a differenza del fratello, che invece pareva dormisse profondamente, nel suo solito angolo della grotta, lontano dal resto del branco.

Wazi fece un lungo sbadiglio mentre si stiracchiava, poi sentì qualcuno avvicinarsi a lui.

-Siamo mattinieri vedo...- lo salutò una voce femminile, Wazi girandosi vide una giovane leonessa che si avvicinava a lui

-Ciao Maua, anche tu vedo che si mattiniera- le rispose il leone 

-E’ colpa tua, ti sei agitato tutta notte, e poi mi hai svegliato uscendo dalla grotta-

-Oh... scusa, mi dispiace non volevo- disse Wazi abbassando il capo

-Oh dai non prendertela, se fossi nella tua situazione sarei agitata anche io- Lo rassicurò Maua avvicinandosi a lui e leccandogli il muso.

Wazi, rimase un secondo imbambolato da quel gesto inaspettato, mentre Maua vedendolo era scoppiata a ridere: -Che buffo che sei! Bhe ti auguro buona fortuna per oggi, farò il tifo per te- Concluse la leonessa facendo l’occhiolino a Wazi e allontanandosi.

-G..Grazie!- riuscì solamente a rispondere Wazi balbettando.

A Wazi era sempre piaciuta Maua, ma non aveva ancora trovato il coraggio di dichiararsi, era una stupenda leonessa dal pelo beige con una striscia più scura di sulla schiena e gli occhi marroni.

La scena non era sfuggita a due occhi verdi che osservavano i due leoni dall’interno della grotta.

 

Poche ore dopo Angani ruggì per richiamare l’attenzione dell’intero branco che si radunò fuori dalla grotta

-Oggi è finalmente il giorno in cui inizieranno le 3 prove che come da tradizione stabiliranno chi dei miei due figli sarà il legittimo erede come capobranco.

Come sapete le 3 prove servono a stabilire chi è più adatto a governare le terre del nostro regno, mettendo in evidenza 3 virtù: Forza, per difendere il territorio dai nemici; saggezza per governare in modo giusto; e Coraggio, per proteggere il branco dai pericoli-

Wazi e Kijani sedevano di fronte al padre, il leone chiaro ascoltava con attenzione le parole del re, anche se il suo sguardo ogni tanto vagava in cerca degli occhi di Maua. Kijani invece non dava ascolto alle parole del padre, voleva solo che quella pagliacciata finisse il prima possibile, così da poter passare alla prova vera e propria.

-Oggi si svolgerà la prima prova, quella della Forza. per dimostrare il vostro valore dovrete raggiungere la cima di quella montagna- disse il re indicando un monte che si trovava fuori dal territorio del branco in direzione nord.

-Ci sono due strade per arrivarci, una lunga e sicura che passa per la foresta, mentre la via più breve passa direttamente nel territorio delle iene. A voi la scelta-

-Io non temo quelle carogne delle iene, se solo proveranno a intralciarmi faranno una brutta fine- Rispose Kijani tirando fuori gli artigli. Wazi a quel punto scosse il capo: -Preferirei non fare del male a qualcuno che nn centra nulla con questa storia, ma se lui prende la strada più breve allora lo farò anche io.-

-Sei solo un debole, ammettilo- Lo derise freddamente Kijani.

-Non è vero, e te lo dimostrerò!-

-Bene bene, allora che aspettate, la prova inizia ora!- Annunciò Angani

I due giovani leoni partirono di corsa dirigendosi dritti verso il territorio delle iene.

Le iene vivevano oltre un piccolo dirupo, il territorio era pieno di carcasse di animali abbandonate senza alcuna ordine.

I due leoni correvano affiancati, la loro costituzione fisica era molto simile, e in quanto a velocità e forza erano pressoché alla pari.

A un tratto I due leoni si trovarono di fronte un gruppo di una decina di iene.

Kijani neanche le calcolò e si lanciò su di loro colpendole con tutta la sua forza.

-Fratello, ma che bisogno c’era di attaccarle!- 

-Stai zitto femminuccia, dammi 2 minuti e la strada sarà libera da tutte queste carogne-

-Chi hai chiamato carogne?- A parlare era stata una iena che osservava i 2 leoni dall’alto, dietro di lei si fecero avanti 20, 30 iene che allertate dal trambusto erano corse a vedere cosa stesse succedendo

-Perfetto Kijani, hai visto che cosa hai combinato, ora come pensi di che faremo?-

-Tu non lo so, io farò quello che ho fatto fino ad ora, lacererò la carne di questi pezzenti coi miei artigli.-

Le iene si lanciarono all’attacco dei due leoni, Kijani assestava colpi molto forti, a volte uccidendo su colpo la povera iena di turno, lasciandosi però colpire spesso dai loro artigli. Anche Wazi si difendeva bene, però gli pareva che le iene non finissero mai.

In pochi minuti Kijani era riuscito a mettere in fuga, la maggior parte delle iene che lo attaccavano e a farne fuori un bel mucchio; appena notò uno spiraglio di fuga in direzione della montagna diede un occhiata al fratello che era ancora alle prese con 5 o 6 iene, e approfittando della situazione partì di corsa verso l’obbiettivo.

Wazi notò il fratello che correva via con la coda dell’occhio, doveva liberarsi di quelle iene in fretta. 

Con tutta la sua forza diede una zampata dritta sul muso alla iena più grossa di quelle che lo incalzavano, lanciandola lontano. approfittando del momento di confusione che si era creato ruggì forte, mettendo in fuga le poche iene rimaste e subito si lanciò all’inseguimento del fratello. 

Kijani era partito con qualche minuto di vantaggio, ma si era lasciato ferire dalle iene, e anche se nn sentiva dolore, il sangue perso ne rallentava il passo.

Wazi invece era stato più cauto durante il combattimento e aveva limitato i danni.

I due leoni erano arrivati su un sentiero tortuoso che conduceva alla cima della montagna.

Sulla cima c’era una leonessa mandata con largo anticipo dal re per verificare chi avrebbe raggiunto per primo la meta.

Kijani si fermò un attimo a prendere fiato, ma notò che poco più in basso Wazi stava riducendo la distanza.

Il leone scuro si guardò intorno, e notò che poco più avanti c’era un passaggio stretto, sovrastato da un alberello secco che sorreggeva con le sue radici un grosso masso.

In un attimo Kijani si arrampicò fino a quell’alberello e con un paio di colpi ben assestati lo fece cadere, liberando il masso e bloccando il sentiero.

Wazi sopraggiungeva proprio in quel momento

-Kijani! Questo non è leale!- Gli ringhiò al fratello che lo osservava dall’alto

-Tutto è lecito in una sfida, ci vediamo in cima fratellino- Gli rispose freddamente Kijani allontanadosi.

Wazi doveva trovare una via alternativa in fretta, vide a sinistra del masso un sentiero strettissimo a strapiombo su un burrone, non c’era tempo per titubare, così si avviò.

Lentamente avanzò su quello stretto sentiero, rischiando di cadere nel vuoto ad ogni passo.

Appena il sentiero tornò normale si rimise a correre, mancava poco alla cima, ce l’aveva quasi fatta, fece un ultimo scatto e raggiunse la radura dove ad attenderlo c’era la leonessa mandata dal padre.

Wazi si fermò un attimo a riprendere fiato, aveva dato tutto in quell’ultimo scatto, ansimava pesantemente guardando a terra.

A un tratto gli si avvicinò qualcuno, la prima cosa che vide furono le sue zampe anteriori, due zampe scure, con gli artigli ancora sporchi di sangue.

-Mi spiace fratellino, 1 a 0 per me- Lo sfotté Kijani  guardandolo dall’alto in basso.

Wazi non alzò lo sguardo, aveva perso, era inutile lamentarsi, era vero che qualunque mezzo per arrivare alla cima era lecito.

I due leoni e la leonessa ritornarono al territorio del branco passando per la foresta, Kijani camminava in disparte. Era ormai sera quando i 3 tornarono a casa. 

Angani e Nyota li stavano aspettando, freddo come al solito era lo sguardo di Kijani, mentre lo sguardo di Wazi lasciava intuire il risultato della sfida.

-Hakimu chi dei due ha vinto?- Chiese il re alla leonessa immaginandosi però la risposta.

-Kijani è arrivato per primo, la prova della forza va a lui.-

Tra il branco calò il silenzio, l’unico che disse qualcosa fu il re -Ben fatto figliolo, ottimo lavoro, e anche te Wazi-

Kijani non fece caso alle parole del padre, mentre sul volto di Wazi comparve un mezzo sorriso.

-Ora riposatevi, tra 3 giorni, quando sarete di nuovo in forze ci sarà la seconda prova, quella della saggezza.-

Maua si avvicinò a Wazi, strofinando la testa con la sua -Dai non abbatteri, ti rifarai nelle prossime prove-

Kijani intanto si dirigeva verso il suo giaciglio, ma prima di entrare nella grotta si fermò e rivolgendosi al fratello disse: - Dai, guarda il lato positivo, tra 3 giorni tutta questa pagliacciata sarà finita- concluse sogghignando mentre si allontanava, sotto lo sguardo disgustato di Maua.

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Capitolo 3
*** Preda ***


Capitolo 3: Preda

 

-Perchè gli permetti di comportarsi così, è irritante, non lo sopporto- Chiese Maua a Wazi non appena Kijani si fu allontanato.

-E cosa dovrei fare? Fin da quando era piccolo si è sempre comportato così, ormai ci ho rinunciato a fargli cambiare idea-

-Ma non è comunque giusto che tratti te e gli altri in questo, modo, se diventasse re non oso immaginare cosa combinerebbe..-

-Se diventerà re vuol dire che se lo è meritato sconfiggendomi nelle prove, nn ci possiamo fare niente-

-Non ti sembra di fare troppo affidamento su queste prove?-

-Sono una nostra tradizione, e fino ad ora non hanno mai sbagliato-

-Fino ad ora non era mai capitato nel nostro branco un leone come tuo fratello...- Maua abbassò il capo, poi si strusciò affettuosamente con Wazi

-... Io voglio che sia tu a diventare re, saresti perfetto.-

-Se pensi che io sia un re perfetto allora non devi preoccuparti, vincerò le altre 2 prove e dimostrerò che hai ragione- Concluse Wazi facendo le fusa a quella che ormai era più che un amica per lui.

 

I 3 giorni passarono in fretta, appena il sole fu sorto Angani richiamò con un ruggito il branco fuori dalla grotta.

Il branco si dispose a semicerchio di fronte ai sovrani mentre Wazi e Kijani sedevano al centro.

-Spero che abbiate recuperano le forze, Oggi è il momento di verificare se in voi risiede la saggezza necessaria per governare; la prova consisterà in una battuta di caccia-

Sul volto di Kijani comparve un mezzo sorriso -Ho già la vittoria in tasca-

-Non ho ancora finito!- Lo riprese il re -Oggi andrete a caccia insieme a un gruppo di leonesse e voi le guiderete, prima ancora della forza in una battuta di caccia è importante la strategia, e un capo deve essere un ottimo stratega per sapere come comportarsi in ogni situazione-

Il volto di Kijani tornò serio “Perfetto, dovrò fare da baby-sitter a un gruppo di incapaci” pensò il leone scuro.

-Vi dividerete in due gruppi, scegliete le leonesse che vi accompagneranno, il primo a scegliere sarà Kijani visto che ha vinto la prima prova.-

Le leonesse erano inquiete, non volevano assolutamente finire nel gruppo di Kijani.

Il leone scuro si guardò intorno sbuffando, per lui una leonessa valeva l’altra, tutte incapaci  allo stesso modo, fino a che i suoi occhi non si posarono su di una di esse.

Si voltò verso il fratello guardandolo negli occhi, e con un ghigno malefico annunciò la sua prima scelta.

-Scelgo Maua per prima-

Wazi nn si aspettava questo, Maua era una buona cacciatrice ma non la migliore, perchè proprio lei? Che l’avesse fatto apposta? Quando lo aveva scoperto Kijani che gli piaceva?

Senza rendersene conto il leone chiaro estrasse gli artigli e graffiò il terreno sotto le sue zampe, poi rivolse lo sguardo a Maua che sconsolata si avvicinava a Kijani il quale per rincarare la dose al fratello si avvicinò alla leonessa sedendosi proprio al suo fianco e gettandogli una zampa sulle spalle.

Maua era disgustata, ma non reagiva, sapeva che il carattere di Kijani era pessimo e lo temeva come tutte le altre leonesse.

Wazi per la prima volta nella sua vita ebbe l’impulso di attaccare il fratello, ma dovette trattenersi, non voleva passare dalla parte del torto.

I 2 leoni continuarono a scegliere fino a che le squadre non furono fatte.

-Bene ora un ultima cosa, per vincere dovrete riuscire a portare la preda più grande possibile, perchè più una preda è grossa più coordinazione ci vuole per abbatterla. E ora cominciate pure- concluse Il re dando inizio alla prova della saggezza.

I 2 gruppi si diressero in direzioni opposte, Kijani camminava in silenzio mentre a una certa distanza le leonesse lo seguivano, Wazi invece iniziava a dare istruzioni e anche a chiedere consigli sulla tattica da adottare.

Kijani annusò l’aria e avverti la presenza di una mandria di zebre a poca distanza

-Ci sono delle zebre più avanti, puntiamo a loro, non fatevi sentire e non intralciatemi altrimenti...- Kijani fulminò con lo sguardo le leonesse.

Il leone si avvicinò di soppiatto alla mandria, individuò una zebra che sembrava zoppicare, in un attimo partì, senza però dare alcun tipo di segale alle leonesse che nn sapevano ne quale fosse l’obiettivo ne il momento in cui partire.

Kijani raggiunse la preda in un attimo e le saltò sulla schiena, ma abbattere una zebra adulta da solo andava oltre le sue possibilità, le leonesse non avevano fatto in tempo a raggiungere l’obiettivo e Kijani fu costretto a mollare la presa.

Il leone si fermò un attimo per riprendere fiato, poi rivolse il suo solito sguardo alle leonesse.

-Lo sapevo che eravate delle buone a nulla, devo fare tutto io il lavoro!-

-Come potevamo sapere quando partire o quale preda puntare visto che tu non ci hai detto nulla- gli rispose Maua facendosi coraggio -Se solo fossi meno testardo!-

Kijani andò lentamente dalla giovane leonessa con fare minaccioso, poi le se avvicinò all’orecchio e sussurrò freddamente: -Se non avessi in mente altri piani per te a quest’ora ti avrei già fatto fuori-

Detto ciò Kijani si allontanò lasciando Maua paralizzata dalla paura.

Wazi invece stava guidando il suo gruppo all’assalto di una mandria di bufali, erano animali grossi e difficili da catturare, ma sicuramente se fossero riusciti ad abbatterne uno avrebbero vinto la prova.

Wazi aveva fatto disporre le leonesse in modo da circondare l’obiettivo, uno bufalo anziano che era rimasto leggermente distanziato dalla mandria. dopo aver controllato che tutte le leonesse fossero in posizione Wazi parti, e così fecero le leonesse.

Kijani invece ritentò un assalto solitario, questa volta l’obiettivo era uno gnu, Il leone partì ancora una volta infischiandosene delle leonesse, saltò addosso allo gnu cercando di azzannarlo, casualmente una leonessa si ritrovò sulla traiettoria dello gnu, che cercando di evitarla perse l’equilibrio. 

Kijani ne approfittò per finirlo conficcando le sue zanne nel collo del malcapitato.

Maua aveva visto la scena da lontano, vedendo Kijani riuscire ad abbattere la preda da solo fu presa dallo sconforto: “altro che saggezza, non è giusto che finisca così!”

Senza dire una parola Kijani prese lo gnu e iniziò a trascinarlo verso la tana, era quasi arrivato quando vide che il gruppo di Wazi aveva già fatto ritorno.

Non riuscì a scorgere subito la preda del fratello, nascosta dai componenti del branco.

Wazi noto l’avvicinarsi del fratello, e appena vide la preda tra le fauci del fratello sorrise.

-Grande Kijani, proprio un bel bottino non c’è che dire... ma mi sa che stavolta a me è andata meglio-

Wazi si spostò e fece vedere al fratello la carcassa del bufalo che a fatica, facendosi aiutare da 2 leonesse, era riuscito a trascinare fin li. 

Kijani non rispose, e non cambiò espressione, si limitò a girarsi e andare nel suo solito posto dove consumava da solo le prede cacciate da lui.

-Tienitelo pure fratello, tanto questo bufalo per tutto il branco basta e avanza- lo sfottè Wazi ridacchiando

Kijani si fermò e graffiò il terreno sotto i suoi piedi estraendo gli artigli, “Ridi pure, hai solo rimandato di qualche giorno la tua sconfitta, la tua bontà sarà la causa della tua rovina”

La prova della saggezza si era conclusa, Wazi aveva vinto, e ora la prova del coraggio diventava uno spareggio, decisivo per stabilire il futuro re.

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Capitolo 4
*** Luce ***


Capitolo 4: Luce

 

Il branco era riunito intorno alla carcassa del bufalo cacciato da Wazi, Kijani era per conto suo, Maua rimase in disparte, lo sguardo era come perso nel vuoto, non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Kijani “Se non avessi in mente altri piani per te a quest’ora ti avrei già fatto fuori” cosa voleva dire? Non riusciva a immaginare quello che la mente diabolica di Kijani stesse tramando.

Wazi notò lo stato d’animo dell’amica, che non aveva ancora mangiato nulla e se ne stava lontano dal resto del branco..

Le se avvicinò sorridendo -Ehi, perchè non mangi? E’ delizioso, non sai quello che ti perdi.-

-Non mi va, non ho fame- Rispose la leonessa abbassando lo sguardo

Il leone non credette alle sue parole e le si avvicinò ulteriormente, le sollevò il viso per guardarla negli occhi. -Si vede che stai mentendo, cosa c’è?- i loro musi erano vicinissimi, la leonessa non se lo aspettava, il suo cuore iniziò a battere forte, e arrossì; dopo qualche secondo pure Wazi iniziò ad arrossire, aveva fatto quel gesto istintivamente ma trovarsi così vicino alla leonessa che gli piaceva lo mise a disagio.

Contemporaneamente i due leoni distolsero lo sguardo -Bhe diciamo che sono stanca, e andare a caccia con tuo fratello che ci bacchettava non è stato piacevole.- rispose ancora imbarazzata la leonessa, tralasciando però ciò che la preoccupava veramente per non allarmare l’amico.

-Ah, capisco, posso immaginare....- rispose Wazi con lo stesso stato d’animo.

Era dal giorno della prima prova che non rimaneva solo con Maua, riportò lo sguardo sulla leonessa, era visibilmente imbarazzata, allo stesso modo in cui lo era lui. Forse il suo gesto era stato troppo audace? “Ormai il danno è fatto, in un modo o nell’altro ho rotto il ghiaccio, devo dirle adesso quello che provo, ma meglio non farlo qui” pensò Wazi.

-Maua, senti.. ti andrebbe di fare 2 passi con me?-

La leonessa alzò la testa di colpo, era un appuntamento? Wazi era suo amico da tanto tempo, ma non le era mai capitato che il cuore le battesse così forte solo stando vicino a lui. 

-Certo che mi va, conosci qualche posto carino?- rispose la leonessa senza quasi rendersene conto.

Wazi sorrise all’amica -Oh si, conosco un posto che ti piacerà sicuramente, vieni con me-

Il leone fece qualche passo, poi si fermò e voltò la testa, sorridendo a Maua, la quale ricambiò.

In quel momento la giovane leonessa vide Wazi per la prima volta sotto una luce diversa, come se fosse più di un semplice amico.

Wazi condusse la leonessa fino al limite della foresta pluviale, li gli alberi diventavano più fitti, dalla foresta veniva fuori un piccolo ruscello che si faceva largo tra le piante.

-Questo posto l’ho scoperto tempo fa, è un mio rifugio, sei la prima a cui lo faccio vedere-

Il leone scostò dei rami mostrando a Maua un sentiero stretto, che risaliva il corso del ruscello ed era circondato dagli alberi.

-Vieni, segui il sentiero, è vicino-

Maua si avvicinò, passò accanto al leone, la sua coda sfiorò il viso di Wazi che si riempi i polmoni del profumo di quella leonessa, rimanendo inebriato.

La leonessa si fece largo tra le piante, il sentiero sembrava sempre più stretto e le piante sempre più fitte, a un certo punto la strada si fermava, si guardò un po’ intorno e vide che il ruscello si infilava tra le piante più fitte, allora spostò qualche ramo e quello che si trovò di fronte la lasciò a bocca aperta.

Nella foresta c’era una radura, con al centro un laghetto che dava vita al ruscello.

Le piante che circondavano il laghetto erano altissime, e si chiudevano su loro stesse creando una specie di grotta, l’acqua era cristallina e sgorgava dalla fessura di una roccia. La luce filtrava solo in parte dagli alberi, riflettendosi nell’acqua e dando vita a un effetto di luce quasi magico, come se tante piccole fiammelle danzassero.

-Santo cielo, ma questo posto è stupendo! è...è... incredibile, dico sul serio!-

Maua era estasiata, si voltò giusto in tempo per vedere sbucare Wazi tra le piante. 

Appena lo vide iniziò a ridere, la sua criniera aveva raccolto involontariamente alcuni rametti, e ora sembrava che avesse due corna ricoperte di foglie.

-Cosa c’è? che ho fatto?- chiese inarcando le sopracciglia-

-Guardati un po!- rispose Maua indicandogli di specchiarsi nell’ acqua.

Wazi si avvicinò e si guardò, scoppiando anche lui a ridere: -Hai ragione sembro proprio buffo conciato così-

Il leone Non fece in tempo a concludere la frase che Maua lo spinse facendolo cadere nell’ acqua.

-Ahahah! così sei ancora più buffo- Lo prese in giro ancora Maua

Wazi uscì dall’acqua, la criniera bagnata gli copriva gli occhi, Maua ne approfittò per avvicinarsi è leccargli il muso

Wazi si spaventò quasi per quel gesto inaspettato, iniziò a scrollarsi, gettando acqua ovunque.

-Ehi ma che fai? hahaha!- Maua iniziò a correre, Wazi le andò dietro, la raggiunse e insieme ruzzolarono a terra ridendo come due cuccioli che giocavano.

Il giovane leone guardo la leonessa che gli faceva battere il cuore, “ora o mai più!” pensò.

-Maua, ti devo dire una cosa, vedi, è da un po che voglio dirtelo, ma non ho mai trovato il coraggio, ne l’occasione per farlo, ma ora in questo posto e con questa atmosfera sono finalmente convinto. Io ti amo Maua e voglio essere il tuo compagno!-

La leonessa guardò il Leone con occhi sognanti, anche lei aveva finalmente capito i suoi sentimenti, leccò il muso di Wazi e rispose -Anche io ti amo, voglio solamente stare con te, per sempre.-

I due leoni iniziarono a farsi le fusa, trascorsero li la giornata, quando fecero ritorno a casa Angani li vide che camminavano una a fianco dell’altra con le code attorcigliate, e capì.

Maua sembrava aver dimenticato quello che fino a poche ora prima la turbava.

Mancava solo una prova per decretare il legittimo erede, ma in quel momento era l’ultima cosa che potesse importare a Wazi. Finalmente aveva una compagna, e nulla avrebbe potuto rovinare quei momenti. 

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Capitolo 5
*** Foresta ***


Capitolo 5: Foresta

 

Angani aveva stabilito che la prova decisiva, quella del coraggio, si sarebbe svolta una settimana dopo, per permettere ai suoi figli di essere nel pieno delle forze.

Il re era veramente soddisfatto di come si stavano comportando i due giovani. Stavano onorando la tradizione in maniera eccellente, e dimostravano entrambi un carattere molto forte, anche se decisamente agli antipodi.

Il re riposava fuori dalla grotta, era sera e si stava alzando una brezza fredda proveniente dalle montagne.

-Che cosa fai qui fuori al freddo? Perchè non vieni dentro?-

Il re si voltò sorridendo, riconobbe subito la voce della sua regina.

-Adesso arrivo, stavo solamente riflettendo....-

-Hai già pensato alla terza prova?- chiese Nyota sedendosi a fianco del compagno.

-A dir la verità non ho la più pallida idea di cosa fargli fare.... Sarà la sfida decisiva, dovranno dimostrare veramente di essere dei leoni coraggiosi. Voglio che sia una sfida difficile, per essere sicuro che il vincitore sia veramente degno di essere l’erede.-

-Sono sicura che ti verrà in mente qualcosa, devi solo pensare a cosa significa per un buon capo avere coraggio- Nyota fece le fusa al compagno il quale però scattò in piedi, come se avesse avuto un illuminazione.

-Grazie Nyota, mi hai dato un ottima idea. Ti adoro!- Disse Angani sorridendo alla compagna e leccandole la guancia.

 

La settimana passò in fretta come al solito, Kijani si comportava sempre nel solito modo, solitario e scontroso, mentre Wazi si godeva il tempo in compagnia della sua compagna, ogni qual volta avevano un attimo libero.

La mattina del giorno fatidico il branco si riunì, pronto a sentire dal re le regole dell’ultima prova.

Wazi era leggermente agitato, era un momento veramente importante per il suo futuro e quello del branco intero. Si voltò un momento per cercare con lo sguardo la sua compagna, trovandola si tranquillizzò, la leonessa che amava faceva il tifo per lui, e saperlo gli dava la carica.

Kijani invece sembrava come al solito freddo e distaccato, ma stavolta la freddezza esteriore nn rispecchiava quello che provava veramente il leone scuro, in realtà fremeva per la prova decisiva che stava per affrontare ed era sicuro di avere dalla sua un asso nella manica per portarsi a casa la vittoria.

Finalmente Angani si mostrò al branco: -Figli miei, è arrivato il momento, la prova del Coraggio, quella decisiva vi attende. Nella prova della forza avete scalato una montagna, nella prova della saggezza avete cacciato nella savana, la prova del coraggio invece si svolgerà nel profondo della foresta.

Ciò che dovrete fare è recuperare una cosa; nella foresta ho nascosto un teschio di bufalo, lo riconoscerete perchè il corno destro spezzato a metà, voi dovete riportarlo qui, ma c’è una condizione, non potrete toccare il teschio!-

-E come facciamo a spostarlo se non possiamo neanche toccarlo- chiese Wazi al padre.

-Ci sto arrivando, In questa prova dovrete farvi accompagnare da un altro membro del branco, e per vincere dovrete dimostrare di avere il coraggio di proteggere la vostra aiutante.

Sappiate che tutto è permesso in questa prova. Ora io andrò nel luogo dove ho nascosto il teschio, così potrò fare da giudice. Quando il sole sarà alto nel cielo potrete partire, scegliete pure la leonessa che vi accompagnerà e che dovrete proteggere. Naturalmente sceglie Wazi per primo visto che ha vinto l’ultima prova.-

Wazi guardò le leonesse, il suo sguardo si fermò su Maua. Con riluttanza scelse lei come aiutante. Avrebbe preferito che la sua compagna fosse rimasta al sicuro a casa, ma se non l’avesse scelta lui probabilmente sarebbe stato Kijani a farlo visto quello che è successo nella seconda prova. Così decise che averla al proprio fianco sarebbe stato sicuramente meglio che averla al fianco di Kijani.

Wazi diede un occhiata al volto del fratello, pensando di aver anticipato la sua mossa, ma Kijani invece sorrideva. Il leone scuro scelse una leonessa a caso, quasi come se nn gli interessasse.

Kijani e Wazi insieme alle leonesse vennero accompgnati verso il limite della foresta, ma in due luoghi separati, in modo che la loro prova avesse due punti di partenza diversi.

quando il sole fu alto Nyota diede il segnale ai due figli di partire. La prova era iniziata.

I quattro leoni si addentrarono nella foresta, subito si misero sulle tracce dell’odore del re, visto che doveva trovarsi insieme al teschio.

I più fortunati furono Maua e Wazi che dopo qualche minuto riconobbero le tracce lasciate da Angani.

-Senti Wazi! questo sembra l’odore di tuo padre!-

-Hai ragione e quelle sembrano le impronte di un leone! Coraggio seguiamole!-

I due si scambiarono uno sguardo di intesa e cominciarono a correre nella foresta più veloci che potevano.

Poco distante però anche Kijani aveva avvertito l’odore del padre e si era messo sulle sue tracce.

Il leone scuro non diceva una parola, la leonessa che aveva scelto lo seguiva poco distante intimorita dal suo comportamento.

Le tracce conducevano fin nel profondo della foresta; dopo più di 40 minuti di marcia Wazi e Maua raggiunsero il re che sedeva su di una roccia, e teneva tra le zampe il teschio.

-Oh ben arrivato figliolo, vedo che sei stato il più veloce- Li accolse Angani sorridendo.

-Abbiamo avuto fortuna, coraggio Maua, prendi il teschio e torniamocene a casa-

-D’accordo, lascia fare a me- Rispose la leonessa facendo l’occhiolino al compagno.

La giovane leonessa si avvicinò al re che gli consegnò il teschio.

-Ora verrò con voi, devo assicurarmi che ne tu ne tuo fratello tocchiate il teschio-

I 3 leoni iniziarono il viaggio di ritorno, camminarono per 20 minuti abbondanti. 

Non si erano accorti però che un ombra era nascosta in agguato nella foresta, pronta a colpire.

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Capitolo 6
*** Coraggio ***


Capitolo 6: Coraggio

 

Qualche minuto prima Kijani seguiva le tracce del padre, a un certo punto notò l’odore del fratello e della sua compagna. Sul suo volto comparve un ghigno, fece segno alla leonessa che lo seguiva di fermarsi.

-Gli altri sono più avanti di noi, è inutile proseguire, li aspetteremo qui sulla strada del ritorno, nascosti per bene, e appena passeranno di qui...- Kijani fece scattare gli artigli per far capire le sue intenzioni alla leonessa.

Dopo un lungo appostamento Kijani avvertì dei movimenti poco distante da loro, e subito dopo riconobbe l’odore del padre e del fratello che si avvicinavano.

Si preparò in posizione di agguato, nascosto nella boscaglia e sottovento, pronto ad attaccare non appena i tre leoni fossero arrivati sotto tiro.

Tutto avvenne in una frazione di secondo; un ombra scura sbucò fuori dalla foresta e si lanciò contro Maua che portava il teschio.

Wazi quasi non si rese conto di quello che stava succedendo data la rapidità del fratello.

Kijani colpì con una zampata la povera leonessa facendola volare di qualche metro e facendole perdere la presa sul teschio.

-Kijani! Ma sei impazzito! Lascia in pace Maua!- Gridò Wazi lanciandosi contro il fratello.

Kijani schivò l’attacco: -Scusami fratello, ma nn ci sono regole, è tutto concesso. Ehi tu! Muoviti a recuperare quel dannato teschio e vediamo di finire questa prova.- Disse Kijani rivolgendosi alla sua compagna.

La leonessa si diresse immediatamente verso il teschio, che era volato via ad un paio di metri da Maua.

Nel frattempo però la compagna di Wazi si era ripresa dalla botta e si lanciò sopra il teschio, proteggendolo col suo stesso corpo.

La compagna di Kijani si bloccò, rivolse lo sguardo al leone scuro come per attendere istruzioni.

-Cosa stai aspettando, prendi quel dannato teschio, se nn molla la presa colpiscila senza pietà!-

-Sei un mostro Kijani!!- Gridò Wazi cercando nuovamente di attaccare il fratello

-Meglio che nn mi provochi fratello, nn avresti speranze in una lotta con me.... Muoviti a recuperare quel teschio! Essere inutile!-

-Io non riesco, non voglio ferirla, è un membro del nostro branco!- rispose la leonessa che ormai era in preda al terrore.

Kijani ruggì forte, come non aveva mai fatto prima: - Lo sapevo che siete un branco di deboli, non importa, farò tutto da solo!-

Il leone scuro si lanciò In direzione delle due leonesse, prima con una zampata fece volare lontano la sua stessa compagna, facendole perdere i sensi, dopodiché saltò addosso a Maua. 

Wazi si lanciò subito anche lui verso la sua compagna ma dovette bloccarsi.

Kijani aveva estratto gli artigli e teneva la zampa spinta contro la gola della povera Maua.

-Bene Bene, fratellino, ora la situazione è nelle mie zampe, sono decisamente troppo buono oggi, se riesci a convincere questa leonessa a lasciarmi il teschio potrei decidere di lasciarla in vita, ma se fai un altro passo mi divertirò a dilaniarla coi miei stessi artigli sotto i tuoi occhi!- Kijani scoppiò a ridere.

-Sei un essere spregevole Kijani!- Gli gridò Wazi con le lacrime di rabbia che gli bagnavano il volto -E io che ho sempre cercato di difenderti in tutti questi anni, ero l’unico che si sforzava di avere un rapporto con te, ma avevano ragione gli altri! sei solo un pazzo, non meriti affetto, come ho potuto essere così stupido per tutto questo tempo!-

Kijani rideva ancora -Di quello che pensi non me ne è mai importato nulla, come non mi importa nulla degli altri. E ora muoviti a decidere, se non vuoi che la compagna faccia una brutta fine.- Il leone scuro iniziò a premere gli artigli sul collo di Maua ferendola superficialmente.

Maua guardava terrorizzata Wazi, era colpa sua se ora era nei guai con la prova: -Wazi non preoccuparti per me, non puoi permettere a Kijani di vincere, è un mostro! Fallo per il bene del branco!-

Il leone chiaro doveva prendere una decisione, ma nella sua testa la risposta era ben scolpita.

-No Maua, non posso lasciare che ti faccia del male, anche tu sei un membro del branco, e nn voglio che nessuno si faccia del male per questa follia!-

Wazi abbassò lo sguardo: -Maua lasciagli il teschio, se vincere significa perderti, allora nn mi importa più-

-Ma Wazi...- -Fallo e basta- la interruppe il leone chiaro -...la vita di un membro del branco è più importante del mio futuro come erede-

Maua a malincuore lasciò il teschio.

-Kijani ora lasciala andare!- Ruggi il leone chiaro al fratello

-Ahaha ti fidi ancora troppo di me, visto che sarò io l’erede posso decidere quello che voglio, e ora decido che questa leonessa non serve più.-

Kijani si apprestava ad affondare gli artigli nel collo di Maua.

Improvvisamente un grosso leone chiaro lo colpi di lato facendolo volare via.

-Padre! che cosa stai facendo? Tu sei il giudice devi essere imparziale durante tutta la sfida!-

-Kijani, la sfida è finita- Annunciò Angani -...l’obbiettivo era dimostrare il vostro coraggio, la prova del teschio era solo un pretesto. Ci vuole coraggio per anteporre il bene del branco al proprio interesse, arrivare al punto di rinunciare a essere il futuro da re per salvare un membro del branco, questo è il coraggio di cui un sovrano ha bisogno!-

Quelle parole colpirono Kijani come una mazzata, era incredulo, per la prima volta la sua espressione fredda aveva lasciato il posto alla furia.

-Questo significa che avrei perso?- Ruggì ad Angani.

-Questo significa che il vincitore della prova del coraggio è Wazi! e quindi è lui che sarà il mio erede!-

Wazi che era subito accorso a soccorrere Maua rimase anch’esso incredulo.

-Dici sul serio papà? io... io...- Wazi era senza parole, la situazione si era capovolta, non capiva più nulla.

-Si figliolo hai vinto, quanto a te Kijani ti sei battuto bene, ma purtroppo la tua natura ti ha impedito di avere le capacità di un buon re, mi dispiace.-

-Non ho bisogno della tua compassione!- Ruggi Kijani al padre -E’ ridicolo! Scommetto che avevi già in mente di nominare Wazi come erede!-

-Kijani, quello che dici è sbagliato, io ho sempre cercato di trattarvi allo stesso modo, anche se eravate così diversi, ma dopo quello che hai tentato di fare non posso più tollerare il tuo comportamento, e non posso assolutamente permetterti di diventare re.-

Kijani in preda alla rabbia abbatté con una forte zampata un piccolo albero che gli era a fianco, avrebbe voluto saltare addosso al padre e ucciderlo subito, ma suo padre era ancora troppo forte per lui, e inoltre con Wazi e Maua era in netta inferiorità numerica.

Il volto di Kijani tornò serio, si voltò e iniziò ad allontanarsi.

-Farò in modo di non essere più un problema per voi, non ho voglia di vivere in un branco di deboli e di stupidi! Vivrò la mia vita da solo, e quando arriverà il momento, mi troverò un branco degno di me!-

Il leone scuro si diresse nella direzione opposta rispetto alle terre di confine, non gli importava più nulla del suo branco. Angani e Wazi lo osservavano allontanarsi, non una parola, non un saluto, solo tanta tristezza e tanta rabbia nei loro occhi.

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Angolo dell' autore
con questo capitolo finisce il primo atto, ora devo passare al secondo ma ci metterò un paio di giorni a postarvel perchè rispetto alla prima versione che avevo fatto devo apportare delle modifiche radicali perchè mi sono reso conto solo ad opera compiuta che la versione dei fatti che avevo racconato era incompatibile con il mondo canonico del re leone, e questo ciclo di ff (Past and Future + Darkside Cronicle + Il oneshoot finale) sono ambientate nell' universo canonico
cmq come sapete dall'  introduzione nel secondo atto kijani incontra zira e quindi ricompaiono personaggi più familiari, spero che queso basti a farv salire di più l'attenzione, a presto!

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Capitolo 7
*** Tappa ***


Capitolo 7: Tappa

 

Kijani non fece mai più ritorno alle terre di confine, non voleva più avere nulla a che fare col suo ex branco e con la sua stessa famiglia.

Iniziò a vivere come un vagabondo, solo e libero di fare ciò che voleva, cacciava quando e dove gli pareva, andava dove gli capitava e se incontrava qualcuno che non gli andava a genio non esitava ad affrontarlo, la lotta lo galvanizzava, col tempo il suo fisico si irrobustì ulteriormente, e il suo corpo mano a mano si riempiva di cicatrici.

Era diventato un leone veramente possente e con un anima nera.

Dopo un lungo pellegrinare giunse in una terra che sembrava fosse stata investita da una calamità, la vegetazione era quasi del tutto sparita e non vi era quasi traccia di vita; erano le terre del branco, sotto il regno di Scar.

Il leone scuro era solamente di passaggio, in un territorio del genere sicuramente non avrebbe trovato nulla di interessante.

mentre marciava la sua attenzione venne attirata da un gruppo di leonesse che erano in cerca di prede da catturare.

Kijani si appiattì per osservare la scena senza essere scoperto.

Il gruppo di leonesse pattugliava il territorio alla ricerca di qualche preda, ma ormai non ce n’erano più, le mandrie si erano spostate, e le uniche prede ancora in circolazione erano piccoli animali.

Nel gruppo c’erano 2 leonesse che stavano discutendo in modo acceso

-Dannazione, datevi una mossa pelandrone! dobbiamo trovare qualcosa da mangiare come ci ha ordinato Scar!-

-Zira smettila di urlare in questa maniera! non possiamo cacciare prede che non esistono!-

La prima era una leonessa dal fisico asciutto ma che sembrava avere grinta e forza da vendere, aveva gli occhi rossi e una striscia scura sulla testa

La seconda invece era una leonessa dai tratti più morbidi, anche se comunque indebolita, probabilmente dalla mancanza di cibo.

-Sarabi devi smetterla di trovare giustificazioni, la verità è che tu e le tue amiche qui non vi date abbastanza da fare!- Ringhiò Zira arrivando faccia a faccia con l’altra leonessa

-E tu invece? non mi sembra che hai portato a casa molte prede ultimamente!- Controbatté Sarabi reggendo lo sguardo della sua accusatrice.

-Io non posso andare sempre a caccia! Devo anche occuparmi di mio figlio Nuka! E’ l’unico cucciolo maschio del branco, quindi per forza sarà scelto da Scar come suo successore!

-Non raccontarmi storie, stai solo cercando giustificazioni, e pensi solo ad entrare nelle grazie di Scar! Ma a lui avere una compagna non interessa, lo sai benissimo!-

-Come osi parlarmi così!- Ruggì Zira colpendo Sarabi sul muso, la quale però non reagì.

-Voi tutte! Sparite dalla mia vista! Troverò da sola qualcosa da mangiare, non ho bisogno di voi!-

Le leonesse non se lo fecero ripetere due volte, si diressero verso la rupe dei re, Sarabi si fermò un momento osservando Zira che si allontanava con sguardo di disprezzo.

Kijani aveva assistito a tutta la scena, doveva ammettere che quella leonessa aveva carattere.

Zira si stava proprio dirigendo proprio verso Kijani, senza però essersi ancora accorta della sua presenza.

Il leone scuro allora si rialzò; la leonessa estrasse subito gli artigli e si mise in posizione di attacco non appena vide il movimento del leone

-Chi sei tu? Queste sono le terre di Scar, non sono ammessi intrusi!-

Kijani rimaneva impassibile, si limitava a fissare la leonessa, e a reggere il suo sguardo.

Zira invece più osservava quel leone e più si rendeva conto di quanto quel suo sguardo la affascinasse, gli occhi verdi e penetranti come quelli del suo re, che l’avevano sempre affascinata, ma con un corpo molto più robusto e possente.

I due si squadrarono per qualche secondo, dopodiché Kijani iniziò a girare intorno alla leonessa: -Così il re qui sarebbe questo Scar? Quale re può permettere al proprio territorio di ritrovarsi in queste condizioni pietose?-

-Non osare dire un altra parola su Scar ti avverto!- Ringhiò Zira

-Perchè mai? Cosa sei tu? La sua segretaria o qualcosa del genere?- Rispose in modo ironico Kijani.

Poco distante 3 iene stavano pattugliando il territorio per conto di Scar

-Dannazione, ho una fame che non ci vedo più, se quelle leonesse del cavolo non si sbrigano a trovare qualcosa da mangiare io.. io... bhe diciamo che nn sarò sicuramente di buon umore!-

-Oh Banzai sei sempre il solito, pensi solo al cibo!-

-Ci credo Shenzi, il mio stomaco non fa che brontolare!-

-Anche il mio, ma almeno non vado in giro tutto il giorno a lamentarmi!-

-Ehehehehehehe!-

-Ed! Non c’è nulla da ridere!-

-Zitti voi due! Guardate la, c’è qualcuno-

Le tre iene si nascosero nell’erba e Shenzi indicò due leoni poco distanti da li

-Ehi ma quella non è Zira? E quell’altro chi è?- Domandò Banzai.

-Non ne ho la più pallida idea, ma sembra maledettamente forzuto, presto! Andiamo ad avvertire Scar!-

Le 3 Iene corsero verso la rupe, si diressero subito verso la grotta reale, che ormai era piena delle ossa di vecchi pasti del re. Scar stava sonnecchiando e poco distante c’era anche Nuka.

-Capo! Capo! Abbiamo un problema!- Esordì Banzai destando il sovrano che sbadigliò rumorosamente.

-Mi avete rovinato il riposo, se avete ancora fame chiedete alle leonesse, lo sapete che è compito loro cacciare!-

-Bhe in effetti fame ce l’abbiamo...- Disse Banzai prima di essere colpito da una gomitata di Shenzi

-Scar non siamo qui per questo, abbiamo visto Zira durante il pattugliamento, e c’era un grosso leone maschio con lei-

Scar si rialzò - Che seccatura.... Ed rimani qui e tieni d’occhio Nuka, Shenzi e Banzai voi andate a chiamare qualche altra iena e venite con me, Andiamo a sistemare questa faccenda.-

-Ma Scar, avevi detto che quando ci saremmo svegliati avresti giocato con me!- Intervenne Nuka che si era appena destato.

-Adesso non ho tempo, gioca con Ed, io ho da fare-

-Uffa, d’accordo- rispose sconsolato il giovane leone.

Scar e le due iene uscirono di corsa dalla grotta e puntarono subito in direzione del luogo dove si trovavano Zira e Kijani. 

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Capitolo 8
*** Contrasto ***


Capitolo 8: Contrasto

 

I due leoni si stavano ancora studiano, Zira era sempre in posizione d’attacco, Kijani invece aveva smesso di girare intorno alla leonessa, e si era steso a terra su un fianco, senza degnare di uno sguardo Zira

-Brutto pezzo di cafone, ma chi ti credi di essere? Pagherai per questo tuo comportamento sfacciato!-

-Davvero? E sarai tu a farmela pagare? O il tuo re?- Rispose Kijani, voltando la testa verso Zira e fulminandola col suo sguardo penetrante.

La leonessa fu percorsa da un brivido lungo la schiena, ma non si trattava di paura, era una sensazione diversa, piacevole.

-St..Stai tranquillo che non la passerai liscia!- disse balbettando Zira

-Ok, se lo dici tu- Kijani aveva lasciato cadere la testa, infischiandosene altamente degli avvertimenti della leonessa.

Proprio in quel momento un ruggito raggiunse i due leoni, Scar stava arrivando insieme a Shenzi, Banzai e a un altra decina di iene

-Scar sta arrivando, è finita la pacchia per te- sghignazzò Zira

-Oh allora potrò fare la conoscenza del re, quale onore...- Rispose ironicamente Kijani.

Scar sopraggiunse correndo e subito iniziò a squadrare lo sconosciuto.

-Zira! Chi è questo intruso? Non voglio vagabondi nel mio regno-

-L’ho appena incontrato mentre andavo a caccia, non ho ancora capito quali sono le sue intenzioni-

Scar si era messo in posizione di guardia, Kijani era nettamente più forte di lui, non poteva risolvere la questione con la forza.

Kijani d’altro canto osservava Scar sempre impassibile, anzi, il suo sguardo era quasi di sufficienza

-Così tu saresti il re? Che delusione... non vale neanche la pena di affrontarti-

-Bada a come parli!- Ruggì scar, -forse sarai più forte di me, ma io ho molti alleati a differenza tua che sei solo.-

-Tzk, sempre più patetico, sei costretto a fare affidamento sugli altri per poter risolvere qualcosa..- Rispose Kijani, voltando le spalle a Scar e incominciando ad allontanarsi.

-Ehi pensi di potertene andare così?- Ruggì Scar che stava perdendo la pazienza.

Kijani si voltò fulminando il re con lo sguardo -Non ho alcuna intenzione di combattere con un debole come te, e anche con una dozzina di sacchi di pulci dalla tua parte non cambierebbe la situazione, ma se vuoi posso comunque darti un assaggio della mia forza...-

Scar si limitò a ringhiare e mantenere la posizione di difesa, Kijani aveva ragione, sarebbe stata una lotta comunque impari.

-Tzk come immaginavo....Ehi...Zira ti chiami vero? Non so cosa tu ci trovi di bello a sottostare a un debole come quello!- Concluse Kijani mentre si allontanava uscendo dai confini delle terre del branco.

Shenzi e Banzai che per tutto il tempo non avevano fatto altro che tremare dopo la prima occhiata di Kijani finalmente tornarono in loro.

-Cavolo che paura quel leone, i suoi occhi mi danno i brividi- Parlò Shenzi per prima.

-Non dirlo a me! Capo, mi spiace, ma se vi foste affrontati probabilmente io me la sarei data subito a gambe-  Aggiunse Banzai

Scar in risposta a quelle parole ruggì dritto in faccia alla iena, facendola scappare verso la rupe seguita da Shenzi.

Zira si avvicinò a Scar, avrebbe voluto dire qualcosa al leone che lei ammirava, il quale si ostinava a non notare i suoi sentimenti, ma non le veniva in mente nulla di bello da dire, quel leone nero lo aveva decisamente umiliato.

Scar voltò le spalle a Zira e si incamminò: -Torniamo alla rupe.-

Il re si avviò seguito a breve distanza da Zira, la quale però si fermò qualche secondo, osservando il punto in cui quel leone scuro era sparito dalla sua vista.

Non capiva cosa le stesse succedendo, fino ad ora lei aveva avuto occhi solo per Scar, persino il padre di Nuka era stato solamente usato da lei per il fine di dare un erede al suo re, ma Kijani aveva qualcosa che a Scar mancava, un corpo forte, forgiato da molte battaglie e un carattere freddo che lo rendeva estremamente affascinante ai suoi occhi.

“Ma cosa cavolo mi passa per la testa!” pensò Zira scuotendo il capo come per far uscire quei pensieri “L’unico leone per me deve essere Scar! Quel vagabondo maleducato è solo un pallone gonfiato.”

Cercando di auto convincersi di ciò Zira e Scar giunsero alla rupe.

Le iene si zittirono subito vedendo arrivare il re, probabilmente Shenzi e Banzai avevano già raccontato tutto quello che era successo.

Scar e Zira rientrarono nella grotta dove Nuka stava giocando con Ed lanciando un osso alla iena che lo riportava come un fedele cagnolino; anche se quel gioco sembrava divertire solamente la iena.

Il Cucciolo vedendo la madre e Scar rientrare nella grotta schizzò in piedi, lanciando via l’osso senza guardare e colpendo in pieno la testa di Ed, il quale però rimase con la solita espressione ebete senza accennare alcuna reazione.

-Mamma! Scar! che bello siete tornati! Allora giochiamo insieme? Oppure mi insegnate qualche trucco di lotta, che ne dite?-

-Adesso no Nuka, non ho voglia, vai pure a fare un giro fuori se vuoi- Rispose Scar senza troppo badare al cucciolo

-Ma, me lo avevi promesso!-

-Ho detto che adesso non voglio!- Gli ringhiò il re.

Nuka corse fuori dalla caverna, con gli occhi lucidi; Zira segui con lo sguardo il figlio, diede un occhiata al re che si era disteso nel suo giaciglio ed usci anche lei dirigendosi verso Nuka che se ne stava seduto in cima alla rupe a guardare il paesaggio.

La leonessa si sedé di fianco al figlio, il quale le chiese brontolando: -Perchè Scar non vuole mai giocare con me...Uffa! Diventerò pur sempre il suo erede... giusto?-

-Oh Nuka, devi capire che come re Scar ha molte cose di cui preoccuparsi.-

-Sarà, ma io lo vedo sempre sonnecchiare... a pattugliare ci pensano le iene e a cacciare le leonesse, ma quale è il suo compito? Mamma? Mi stai ascoltando?-

Zira aveva lo sguardo perso nel vuoto, si stava sforzando di pensare a Scar, ma ogni volta che cercava di immaginare il suo volto l’unica cosa che vedeva erano i suoi occhi, e poi invece di Scar compariva il volto di quel leone scuro.

-Scusami tesoro, oggi sono un po stanca, penso che andrò a riposare, non allontanarti troppo.-

Zira fece ritorno all’interno della grotta e si coricò nel suo giaciglio.

 

Passarono alcuni giorni, era sera, le leonesse erano ancora tornate all’asciutto dalla caccia, ma ormai la fame iniziava a sembrare una cosa normale. Zira era seduta ai piedi della rupe e si godeva la fresca aria della sera.

Improvvisamente vide arrivare di corsa un gruppo di iene dal pattugliamento serale.

-Ehi voi? Perchè tanta fretta?

-Zira! C’è un problema, abbiamo avvistato un leone scuro con la criniera nera vicino al confine est!-

Zira sobbalzò, che si trattasse ancora di quel leone?

-Ottimo lavoro, me ne occupo personalmente, evitate di dirlo al re, mi sa che oggi ha la luna storta e potrebbe sfogarsi con voi- Mentì Zira

-D’accordo non diremo nulla al re come desideri-

Zira si diresse alla svelta nel luogo indicatogli dalle iene, ci mise poco ad individuare il leone, un maschio adulto, con gli occhi verdi.

 

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Capitolo 9
*** Due ***


Capitolo 9: Due

 

Il Leone scuro si trovava appena oltre il confine est, aveva catturato uno gnu e lo stava divorando

“Come diavolo ha fatto a prendere uno gnu tutto da solo! noi cacciando in branco non riusciamo a portare a casa quasi nulla!” Pensò Zira

La leonessa si avvicinò al leone con passo deciso: -Perchè sei ancora qui? Non te ne eri andato? La smetti di causarci problemi?-

-Come l’altra volta sono solo di passaggio, sono arrivato qui per caso seguendo questa preda, come puoi vedere mi è andata decisamente bene la caccia.-

Zira osservò la preda, un esemplare non molto grande ma sicuramente duro da abbattere per un solo leone. Lo stomaco della leonessa la tradì brontolando, era quasi una settimana che non faceva un pasto decente. Il fatto non passò inosservato al leone.

-Non ci sono molte prede nel vostro territorio immagino... Se ti va puoi favorire, tanto per me è decisamente troppa tutta questa carne-

Zira squadrò il leone scuro “Perchè dovrebbe dividere la sua preda con me? io non capisco, non mi sembrava un tipo così gentile la prima volta..”

-In effetti neanche volendo riusciresti a mangiare tutto da solo, però prima voglio sapere il nome di un leone così gentile.-

-Mi chiamo Kijani- Rispose sorridendo -Ora serviti pure, io non ho più fame- Disse andandosi a sedere poco distante.

Zira osservava camminare Kijani, non poteva non constatare quanto fosse bello il corpo del leone, muscoloso e armonioso nelle proporzioni; e il suo sguardo era la cosa che la faceva impazzire più di tutte.

La leonessa iniziò a mangiare, sembravano passati secoli dall’ultima volta che aveva fatto un pasto decente.

Kijani se ne stava in silenzio, con un mezzo sorriso in volto, senza toglierle gli occhi di dosso; accorgendosene Zira arrossì lievemente.

Quando la leonessa era quasi alla fine del pasto, Kijani si alzò e si avvicinò a lei, sempre restando in silenzio.

-Bhe, grazie per avermi lasciato la preda, ora però vattene, e cerca di non farti più vedere nelle terre del branco, io è meglio che torno a casa-

Kijani si mise di fronte alla leonessa bloccandole il passo: -Ma come, non ti va di restare qui a fare due chiacchiere?-

Zira rimase un attimo immobile -No mi dispiace, non posso, devo assolutamente tornare-

Kijani però si mise ancora in mezzo fermandola e avvicinandosi ancora di più a lei. -Dai, resta qui un po, sono sicuro che non te ne pentirai.-

Zira guardava Kijani dritto negli occhi, era la prima volta che si trovava così vicina a lui, il suo cuore iniziò a batterle fortissimo, era chiaro che quel leone l’affascinava tantissimo, lei amava Scar, ma Kijani ai suoi occhi era veramente irresistibile.

Mentre Zira pensava questo Kijani fece un gesto che la leonessa non si aspettava; il leone leccò la guancia della leonessa, facendola tornare di botto alla realtà.

-Ehi! perchè lo hai fatto?- disse Zira balbettando.

-Ahahah, coraggio Zira, siamo entrambi adulti, sappiamo come vanno queste cose-

Kijani si era voltato allontanandosi di qualche passo, la sua coda sfiorò il volto della leonessa, poi si voltò di nuovo: -Vieni, fidati di me-

Zira non poté resistere a quell’ennesimo sguardo: -D’accordo, vediamo se sei bravo solo a parole, oppure...- non concluse la frase ma Kijani sorrise maliziosamente, come se avesse capito quello che la leonessa intendeva.

I due leoni si diressero verso la vicina foresta, passarono un paio di ore insieme e alla fine si addormentarono uno di fianco all’altro.

 

REWIND

 

Kijani era finalmente riuscito a catturare la preda che puntava da alcune ore, era stato abbastanza difficile, ma i tempi della seconda prova dove dovette faticare per abbattere da solo la sua preda erano un lontano ricordo e lui era diventato molto più forte.

Si guardò intorno, non sapeva bene dove l’inseguimento lo avesse condotto ma poco importava.

Mentre si gustava la meritata preda sentì nell’aria un odore familiare, un odore che aveva già sentito qualche giorno prima

“Ma questa è la leonessa di quella volta, che ci fa qui? non sono nel suo territorio, perchè deve venirmi a rompere le scatole!”

Ci mise poco ad individuarla, la leonessa si stava dirigendo verso di lui.

“Che seccatura... però è strano, questa leonessa non sembra essere come le altre, non è terrorizzata da me... forse posso sfruttare questo fatto per divertirmi un po’” Pensò Kijani sogghignando.

La leonessa lo raggiunse e iniziò a parlare:  -Perchè sei ancora qui? Non te ne eri andato? La smetti di causarci problemi?-

-Come l’altra volta sono solo di passaggio, sono arrivato qui per caso seguendo questa preda, come puoi vedere mi è andata decisamente bene la caccia.-

Kijani si vantò delle sue doti di caccia per cercare di impressionare la leonessa, ma quasi subito capì che poteva giocarsi un altra carta per convincere la leonessa a farlo divertire per bene.

Infatti sentì lo stomaco della leonessa brontolare e colse l’occasione al volo.

-Non ci sono molte prede nel vostro territorio immagino... Se ti va puoi favorire, tanto per me è decisamente troppa tutta questa carne-

Kijani notò che Zira lo stava osservando confusa così sorrise, sfoderando tutto il fascino che sapeva di possedere.

-In effetti neanche volendo riusciresti a mangiare tutto da solo, però prima voglio sapere il nome di un leone così gentile.-

-Mi chiamo Kijani, ora serviti pure, io non ho più fame-

Il leone scuro iniziò a rendersi conto che la leonessa stava lentamente cedendo, anzi sembrava che prima ancora di arrivare li fosse bella che cotta di lui.

Mentre la leonessa mangiava si limitò ad osservarla, quando lei lo notò Kijani la vide arrossire, tutto stava andando come aveva previsto.

Poco prima che Zira finisse di mangiare Kijani le si avvicinò, doveva solo sferrare l’affondo finale e quella leonessa sarebbe caduta ai suoi piedi.

-Bhe, grazie per avermi lasciato la preda, ora però vattene, e cerca di non farti più vedere nelle terre del branco, io è meglio che torno a casa-

Kijani le si parò davanti  -Ma come, non ti va di restare qui a fare due chiacchiere?- 

“Altro che due chiacchiere, mi divertirò per bene con te”

-No mi dispiace, non posso, devo assolutamente tornare-

Stavolta Kijani si mise ancora più con decisione a bloccare il passo a Zira e le si avvicinò guardandola dritto negli occhi -Dai, resta qui un po’, sono sicuro che non te ne pentirai.-

Kijani fissava la leonessa sfoggiando il suo sguardo migliore, fino ad allora ogni qual volta aveva avuto voglia di trovare un po di svago con una leonessa gli era bastato terrorizzarla e fare di lei ciò che voleva, ma questa volta era diverso.

“So che stai per cedere, è stato divertente giocare con te, ma io voglio solo divertirmi, non mi importa nulla di te, è inutile resistermi, che si tratti di lotta o di ottenere qualunque cosa io vinco sempre”

Kijani leccò Zira sulla guancia, lasciandola di stucco.

-Ehi! perchè lo hai fatto?- 

-Ahahah, coraggio Zira, siamo entrambi adulti, sappiamo come vanno queste cose-

Il leone ormai sicuro di aver conquistato la leonessa iniziò ad allontanarsi, poi si voltò un ultima volta -Vieni, fidati di me-

La leonessa finalmente cadde: -D’accordo, vediamo se sei bravo solo a parole, oppure...-

Kijani le sorrise malizioso “Mi aspettavo una sfida più difficile e invece anche lei è caduta come tutte le altre, patetico”

I leoni si diressero verso la vicina foresta, dopo aver passato un paio di ore insieme si addormentarono uno di fianco all’altra, o almeno era quello che pensava Zira.

Non appena vide che la femmina si era addormentata Kijani si alzò “Addio Zira, sei stata un ottimo svago per me, ma di te non m importa nulla.”

Il leone allora se ne andò allontanandosi dalle terre del branco e lasciando da sola la leonessa che aveva illuso e sfruttato come un pezzo di carne.

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Capitolo 10
*** Re ***


Capitolo 10: Re

 

Zira dormì profondamente quella notte, la mattina quando aprì gli occhi fece per guardarsi intorno, ma non vide il leone che la sera prima si era coricato al suo fianco.

Inizialmente pensò che fosse andato a fare due passi, ma quando andò a cercarlo non trovò alcuna sua traccia.

“Ma dove diavolo è andato? Perchè mi ha lasciato? Che razza di bastardo!”

Zira ruggì per la rabbia e colpi con una zampata la prima cosa che le capitò a tiro, il ramo  di una pianta vicina, tranciandolo di netto.

“Si è solo approfittato di me! Non posso credere di essere stata così stupida!”

Poi le venne in mente Scar, fino ad ora era stato l’unico con cui avrebbe voluto stare, e anche se il suo re non ricambiava i suoi sentimenti si sentiva come se lo avesse tradito.

Zira si avvio sconsolata verso la rupe, cosa doveva fare, raccontare la verità o mentire.

Il dubbio la divorava, senza accorgersene giunse alla tana.

Proprio in quel momento Scar stava uscendo dalla grotta

-Zira! dove sei stata per tutta la notte? Chi ti ha dato il permesso di uscire?-

La leonessa si guardò intorno, non c’era nessuno oltre a loro due, tutte le iene stavano dormendo, loro erano le uniche che sapevano veramente dove era stata.

-Bhe... Vedi Scar, ieri sera le iene sono tornate dal giro di perlustrazione, e....e... Mi hanno detto che c’erano un paio di Licaoni vicino al confine!- Menti Zira

-E non sono state in grado di occuparsene loro, strano....- 

-Io non lo so cosa passa per la testa di quelle bestiacce, comunque quando sono arrivate io sono andata personalmente ad occuparmi della faccenda, e dopo averli cacciati visto che era buio ed ero stanca mi sono fermata a dormire in un riparo di fortuna, ecco...-

Zira evitava di guardare negli occhi il suo re, non voleva che sapesse cosa era veramente successo, Scar la squadrò per qualche istante, ma poi si allontanò

-D’accordo, ma la prossima volta consultami prima, sono pur sempre il re.-

La leonessa tirò un sospiro di sollievo, pensava di averla scampata raccontando quella storia, ma non aveva ancora fatto i conti con la natura.

Qualche settimana dopo si rese conto che la notte passata con Kijani aveva lasciato il segno, sentì dei movimenti provenire dal proprio ventre, era incinta.

“Cavolo e adesso cosa racconto, quando lo verrà a sapere Scar sarà infuriato!”

Più i giorni passavano e più Zira malediceva quel dannato leone che l’aveva sfruttata mentre era sempre più preoccupata per la tempesta che si sarebbe abbattuta su di lei a breve.

Alla fine decise che avrebbe aspettato fino all’ultimo per dire la verità a Scar, e lasciare decidere a lui del futuro dei cuccioli che portava in grembo.

Zira riuscì a tenere nascosta la gravidanza fino alla fine, e mentre era sola nella grotta mise al mondo 2 cuccioli, una femmina dal pelo chiaro, e un maschietto dal pelo scuro.

Scar torno da uno dei suoi rari giri di perlustrazione, e rientrando vide la leonessa che leccava i due micetti tra le sue zampe.

-Zira? Ma come? Quando? Cosa diavolo sta succedendo?- Iniziò a chiedere spiegazioni alquanto confuso il re.

La leonessa fece un profondo respiro poi iniziò a raccontare: -Scar, mi dispiace molto ma ti ho mentito, quel giorno che sono stata fuori tutta la notte, le iene non avevano avvistato dei Licaoni, ma un leone, lo stesso leone che qualche giorno prima avevo incontrato andando a caccia.-

Scar non era stupido e realizzò subito il collegamento tra quei cuccioli e quello che gli stava dicendo la compagna.

-Cosa?!?! E quindi tu non solo non mi hai detto nulla ma te la sei pure spassata per bene? Lo sai benissimo che non voglio che nessuno entri in contatto col branco senza il mio permesso!!!- Iniziò ad urlare Scar camminando avanti e indietro per la grotta.

Zira abbassò il capo: -Si, quel bastardo mi ha incantato e illusa, poi mi ha usata e se ne è andato, ma... ma... non mi importa più nulla di lui, non l’hai ancora capito che io amo solo te!?! Lui è solo un bastardo, ti prego, perdonami.- 

La leonessa cominciò a singhiozzare, Scar la guardava, In parte disgustato, e in parte deluso.

-Bel modo per dimostrarmelo.... Al momento non voglio sentire un altra parola da te, e riguardo a questi due cuccioli, devono sparire!-

Zira continuò a singhiozzare: -Fai pure ciò che ritieni giusto, io voglio solo che tu capisca i miei sentimenti nei tuoi confronti.-

La leonessa si alzò, lasciando soli i due cuccioli di fronte a Scar

Il re iniziò a ringhiare, quei due erano i figli di colui che lo aveva umiliato, e che per giunta aveva approfittato della sua leonessa più fedele.

La femmina sentendosi in pericolo iniziò a miagolare per cercare di richiamare l’attenzione della madre, mentre il maschio restava impassibile.

Scar fece per alzare la zampa e colpire a morte i due cuccioli, ma appena si mosse Il maschio si mise di fronte alla sorella e iniziò a soffiare arruffando il pelo, come un gatto arrabbiato.

Allora Scar si bloccò, osservò quel cucciolo negli occhi, erano verdi, come quelli del padre e come i suoi...

Il piccolo reggeva lo sguardo del re, sempre col pelo sollevato e brontolando come fanno i gatti quando si sentono minacciati.

Era un cucciolo sano, dalla corporatura  robusta, così diverso da Nuka che era magro e dall’aspetto malaticcio.

Scar rimase qualche secondo con la zampa alzata, ma poi la riappoggiò, Zira non capiva.

Scar si avvicinò al cucciolo che ancora brontolava.

Il re iniziò a strofinare la testa contro quella del piccolo, il quale inizialmente non capiva cosa stesse succedendo, poi rispose facendo le fusa.

Scar si rivolse a Zira: -Ho cambiato idea, questo cucciolo mi piace, ha un bel carattere, voglio che sia lui ad essere il mio erede.-

Zira non credeva alle parole del re. -Ma come, Pensavo che il tuo erede sarebbe stato Nuka! E’ pur sempre più grande.-

-Nuka è troppo debole, invece questo cucciolo sembra forte, e quando non ci sarò più sarà lui a prendere il mio posto come re!-

Detto questo Scar prese per il coppino il cucciolo e lo portò nel suo giaciglio dove si addormentò al suo fianco -Buonanotte Kovu- Disse il re prima di chiudere gli occhi per passare la prima e unica notte col suo erede.

Il giorno seguente Zira andò insieme alle leonesse più fedeli a Scar a caccia e con loro c’era anche Nuka che per la prima volta provava a partecipare a una battuta.

La caccia non fu fruttuosa, oltre alla mancanza di prede ci si metteva anche la goffaggine di Nuka che faceva scappare qualunque animale papabile come pasto.

Al loro ritorno alla rupe era successo ciò che non si sarebbero mai aspettati, Scar giaceva a terra, privo di vita e col corpo straziato da profonde ferite.

In cima alla rupe a rivendicare la corona c’era Simba

Zira non poteva crederci, il suo amato Scar non c’era più, voleva attaccare Simba, ma dalla sua parte aveva tutte le leonesse che erano rimaste alla rupe.

-Chi diavolo sei tu? Come hai osato uccidere Scar!- Gli gridò contro la leonessa infuriata come non mai.

-Io sono Simba, il figlio di Mufasa, è stato Scar a uccidere mio padre, e ora ha pagato per tutto il male che ha causato-

-Sei un bugiardo, e un assassino!- Gli Ringhiò contro Zira disperata

-Se fossi un assassino pensi che avrei risparmiato questi due cuccioli?-

Dietro di lui si fecero avanti due leonesse che portavano Kovu e la piccola Vitani (il nome scelto da Zira) per la collottola

-Ora prendeteli e andatevene dalle terre del branco, e non fatevi vedere mai più- Sentenziò Simba

-Pagherai un giorno per quello che hai fatto te lo assicuro- promise Zira mentre rassegnata lasciava le terre del branco con l’erede del suo amato Scar, figlio però di Kijani.




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Angolo dell' autore
fine del secondo atto^^, allora come vi è sembrato questo? a me ha fatto penare per il semplice fatto che quando lo scrissi la prima volta avevo dipinto Zira come la compagna di Scar rendendomi conto solo alla fine che nel canone ufficiale nulla fa pensare che sia così, anzi ci sono alcuni particolari che indicano il contrario
a domani con il primo capitolo dell' ultimo atto^^

Per concludere vi lascio un regalino, una fanart che rappresenta quasi alla perfezione l'immagine di kijani che ho in mente^^

Quanto è figo XDXD

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Capitolo 11
*** Incontro ***


Capitolo 11: Incontro

 

Di quel che era successo nelle terre del branco quel giorno, Kijani ne era completamente all’oscuro, aveva ripreso la vita del vagabondo, libero di andare e fare ciò che preferiva, ma passarono ancora alcuni mesi e quella vita iniziò a stufarlo, dover sempre spostarsi da un territorio a un altro, dover cacciare sempre per sfamarsi, quello doveva essere compito delle leonesse, non suo, pensava.

Dopo molto girovagare il leone giunse in un territorio rigoglioso e accogliente, erano le terre del vento, un territorio che confinava con le terre del branco.

Quel regno era veramente un paradiso, ricco di cibo e acqua, con diversi ruscelli che lo attraversavano.

Tutta questa bellezza, però, non interessava a Kijani, ciò che lo incuriosiva invece era conoscere il branco che viveva li, per mantenere un territorio così bene doveva essere formato da individui in gamba.

Mentre osservava il territorio circostante fiutò la presenza di un altro leone, e non ci volle molto perchè i due si incontrassero.

Kijani squadrò subito quell’esemplare per farsi una prima idea su di lui.

Era un leone dalla corporatura simile alla sua, forte e possente, ma ciò che saltava all’occhio subito era il suo pelo, completamente bianco, compresa la criniera, un colore decisamente insolito, interrotto solo dall’azzurro dei suoi occhi.

I due animali si avvicinarono, nessuno dei due era intimidito dall’altro. 

Kijani era pronto a scattare all’attacco in qualunque momento, ma il leone che aveva di fronte non sembrava intenzionato a lottare.

-Buongiorno, cosa ti porta in questo regno?- 

-Diciamo che sono un leone vagabondo che è stufo di vagabondare, e questo posto mi stuzzica abbastanza-

-Quindi vorresti unirti ad un branco, capisco, sei fortunato, il re di qui è un tipo aperto, potresti chiedergli se ti vuole accogliere..-

-Conosci il capo di questo posto? Mi piacerebbe proprio fare due chicchere con lui- Rispose il leone scuro sogghignando.

-Sicuro che lo conosco, e anche molto bene.-

-E allora dimmi dove posso trovarlo, prima che perda la pazienza!- Kijani estrasse gli artigli. 

Il leone bianco lo notò, ma non reagì, anzi, tranquillamente rispose: 

-Non preoccuparti, la tua pazienza non sarà messa ulteriormente alla prova, sono io il re di queste terre.-

-Perfetto, allora perdoni la mia insolenza sire, ma non ho intenzione di entrare a far parte del vostro branco, voglio essere io a dettare legge!-

Kijani prima ancora di finire la frase era partito all’attacco, uccidere il re e prendere il suo posto, era questo il suo obiettivo.

Il primo assalto di Kijani andò a vuoto, non vi dava peso, combatteva sempre in modo spregiudicato, e come era solito fare aveva lasciato la difesa aperta notando subito che il leone bianco stava per approfittarne. 

Senza preoccuparsi troppo Kijani era pronto ad incassare il colpo, ma contro ogni sua aspettativa il leone bianco gli inflisse una zampata molto potente al fianco lanciandolo lontano di qualche metro e rompendogli il fiato.

Era la prima volta che si trovava a fronteggiare un avversario al suo livello, l’avversario vedendo Kijani a terra gli si avvicinò e lo bloccò con una zampa a terra.

I due si osservavano negli occhi.

Kijani fu come percorso da un fremito, finalmente un avversario degno di lui, e questo lo galvanizzava.

Il leone bianco invece manteneva uno sguardo tranquillo, e sul suo volto era comparso un sorriso.

-Allora.... pare che abbiamo iniziato con la zampa sbagliata, forse perchè non mi sono presentato per bene: Il mio nome è Wingu, e sono il re delle terre del vento, piacere di fare la tua conoscenza-

Kijani si divincolò dal blocco di Wingu, osservò in modo confuso il suo avversario, lo aveva appena attaccato e questa era la sua reazione? non riusciva a capire, però era sicuro di una cosa, quel leone era decisamente forte, e avrebbe fatto di tutto per batterlo, quel suo atteggiamento amichevole lo nauseava, e la prospettiva di avere finalmente un branco tutto suo lo allettava.

-Che cosa ti prende? vuoi ancora provare a lottare, perchè invece nn consideri la mia proposta di unirti al mio branco, un leone forte come te sicuramente potrebbe essere utile....-

“Io non voglio avere nessuno sopra di me, voglio ucciderti e prendere il tuo posto... però se sei così stupido da accogliere un leone che ha appena cercato di ucciderti nel tuo branco come posso rifiutare una proposta tanto folle” Kijani sorrise pensando questo, dopodiché parlò: -D’accordo, mi pare una buona idea, voglio conoscere il tuo branco.-

-Bene, vedo che hai fatto una ottima scelta, seguimi allora, ti mostro la nostra tana.-

I due leoni si avviarono, Wingu faceva strada, mentre Kijani lo seguiva, senza togliergli gli occhi di dosso, lo osservava come una preda, ma ora aveva in mente altri piani in mente per lui. 

Il leone bianco condusse Kijani fino a una radura, circondata e protetta da alcuni alberi, e con una grotta da cui uscirono alcune leonesse richiamate dal ruggito del re.

Tra le tante uscì anche una leonessa dal pelo beige accompagnata da un cucciolo.

questi si diressero subito verso Wingu, si trattava della regina e del piccolo principe, un cucciolo chiaro dal pelo color panna.

-Kijani ti presento la mia regina, Maisha, e mio figlio Mvua-

Il leone nero guardò il branco intero, era composto da una decina di leonesse, sembravano robuste e forti, proprio come aveva immaginato.

Il re continuò a parlare -Lui invece è Kijani, è un vagabondo che vuole entrare a far parte del nostro branco, ci potrà dare una mano.-

Le leonesse erano un po’ preoccupate, Maisha si avvicinò al compagno e gli sussurrò -Caro non ti sembra avventato accogliere uno sconosciuto nel branco?-

Mvua intanto si era nascosto dietro la zampa del padre intimidito dalla presenza di quel leone scuro. -Non preoccupatevi, garantisco io per lui, se proverà a fare qualcosa di male dovrà vedersela con me, vero Kijani?-

-Ma certo, non mi sognerei mai di fare del male a un leone così gentile da accogliermi nel proprio branco-

Kijani mentì spudoratamente, doveva solo trovare l’occasione più adatta e avrebbe fatto suo quel branco, il solo pensiero di una sfida con un leone forte come Wingu fece ribollire ogni cellula del suo corpo, due macchine da guerra a confronto. ciò che Kijani sognava da tempo.




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Angolo dell'Autore
eccoci all' ultimo atto^^, ci sono nuovi personaggi, vi lascio il significato dei loro nomi

Wingu: Nuvola
Maisha: Vita
Mvua: Pioggia

almeno 2 di questi nomi e il loro significato verranno richiamati in una parte futura

Grazie e alla prossima^^

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Capitolo 12
*** Abbandono ***


Capitolo 12: Abbandono

 

Passò qualche giorno, Kijani iniziò aiutando il re a pattugliare i confini, sembrava che avesse accolto il suo compito bene, ma in realtà era tutta una farsa.

Il leone scuro se ne stava sempre in disparte e l’unico con cui ogni tanto parlava era Wingu.

“Dannazione, ma come mi è saltato in mente di fingere di unirmi a questo branco? non ce la faccio più a stare al gioco, devo trovare un modo per far perdere le staffe a Wingu e costringerlo a battersi con me!”

Mentre meditava sdraiato all’ingresso della grotta un leoncino gli si avvicinò, il cucciolo stava giocando e non si accorse della presenza del leone fino a che non inciampò nella sua coda.

Mvua ruzzolò goffamente, rialzandosi si guardò intorno e vide Kijani che lo squadrava coi suoi occhi verdi.

-Oh oh scusami Kijani, n..non volevo disturbarti.... me ne vado subito- dopo aver balbettato queste parole il leoncino si allontanò di corsa andando a giocare da solo poco lontano.

In quel momento a Kijani venne un illuminazione e sul suo viso comparve un sorriso malefico. “Sarà divertente fare così” pensò sogghignando.

Il leone scuro si avvicinò al cucciolo cercando di sembrare il più amichevole possibile:

-Mvua perchè giochi da solo? Tuo padre non ha un po’ di tempo per il suo unico figlio?-

Kijani si sedette di fronte al cucciolo che lo osservava intimorito, ma leggermente tranquillizzato dalla finta espressione serena dell’adulto.

-Deve sempre pattugliare i confini, e visto che non ci sono altri cuccioli del branco sono sempre solo a giocare-

-Oh povero piccolo, mi dispiace, bhe, lo sai anche tu che un re ha molti impegni.... però è strano dovrebbe trovare del tempo anche per il suo unico figlio, non lo pensi anche tu?-

Il cucciolo non rispose, sapeva che il re era molto impegnato, ma in cuor suo avrebbe sicuramente voluto che suo padre passasse più tempo con lui.

-Ascoltami Mvua, ho un idea, ti va di giocare con me? Ti posso insegnare qualcosa sulla caccia.-

Gli occhi di Mvua si illuminarono -Davvero lo faresti? Mio padre non me lo vuole insegnare, dice che sono ancora troppo piccolo.-

-Ma no, alla tua età mio padre mi aveva già insegnato un sacco di cose, forse tuo padre si comporta così perchè ha paura che ti faccia male.... oppure.... perchè pensa che sei troppo debole..-

Kijani con le sue parole cercava di far perdere la fiducia di Mvua nel padre.

il cucciolo ancora non rispose, “Kijani alla mia età già poteva imparare qualcosa sulla caccia perchè io no?”

-Coraggio Mvua, oggi si parte con le basi, ti insegno come si fa un bell’agguato!-

Il cucciolo seguì Kijani, ormai convinto che la prima impressione che aveva avuto su di lui fosse sbagliata, Kijani con lui si era rivelato gentile e simpatico. 

Il leone scuro insegno al piccolo come fare un agguato, prima mettendosi lui stesso come bersaglio e lasciandosi prendere ,anche quando il cucciolo si faceva sentire, dopodiché provò a farli prendere qualche topolino, Mvua era effettivamente ancora troppo piccolo però, così per fargli credere di essere più forte di quel che fosse Kijani tramortì un topolino con una zampata senza farsi vedere e poi lo indicò al cucciolo che lo catturò senza problemi, così Mvua poté sfoggiare orgoglioso la sua preda tenuta in bocca per la coda.

-Bravo! allora tua padre si sbaglia a pensare che tu sia debole- lo lodò Kijani continuando a fare frecciatine su Wingu

Dopo qualche ora i due tornarono alla tana, dove c’erano i genitori di Mvua leggermente preoccupati.

-Mvua! dove ti eri cacciato mi hai fatto preoccupare- disse Maisha correndo incontro al figlio

-Tranquilla ero con Kijani che mi ha insegnato un po a cacciare! ho anche preso un topolino!- Rispose il piccolo felicissimo saltellando ovunque

-Davvero? Kijani ti ha insegnato a cacciare? Ma non sei un po piccolo per questo?- gli chiese Wingu

-No papà, non è vero, non trattarmi come se fossi debole! te l’ho detto che ho anche preso un topolino.- Rispose il cucciolo facendo il broncio.

-E’ vero è un cacciatore nato, te lo assicuro- Kijani fece una carezza sulla testa del cucciolo che rispose facendo le fusa.

Misha vedendo quella reazione era alquanto confusa, mentre Wingu era stupito dalla risposta del figlio, pensava veramente che lui lo trattasse come un debole? 

-Ok vi credo, sono felice che ti sei divertito, Domani allora ti prometto che ti farò fare un giro di tutto il regno e poi ti porterò in un posto speciale, che ne dici?-

Mvua sentendo le parole del padre sorrise e gli si avvicinò -Davvero? me lo prometti?-

-Sicuro! che padre sarei se non trovassi un po di tempo per stare col mio piccolo.- rispose il re strusciando la sua testa contro quella di Mvua e facendo le fusa, che il piccolo ricambiò.

Kijani guardava la scena, lo disgustava, come lo disgustava dover fingere anche lui, ma faceva parte del suo piano, e se Mvua avesse trascorso una bella giornata col padre l’indomani tutto quello che aveva fatto sarebbe stato vano, doveva inventarsi qualcosa.

 

Quella notte Il re fece un sogno strano, si trovava di fronte a una grotta insieme a Mvua, dalla grotta provenivano rumori cupi, e grida di dolore, da fuori si vedeva solo oscurità all’interno. A un certo punto il cucciolo iniziò a dirigersi verso la grotta, Wingu gli gridò: -Non entrare potrebbe essere pericoloso!- ma il cucciolo non si fermava.

Il re cercò di seguirlo, ma non riusciva a muoversi, le sue zampe avevano iniziato a sprofondare nel terreno bloccandolo, in preda al panico cercò di uscire da quelle sabbie mobili ma invano, allora gridò disperato il nome del figlio che non si voltava e continuava ad addentrarsi nella grotta.

Dopo molti richiami il piccolo si fermò e freddamente rispose: -Sono troppo debole per salvarti, è questo che tu pensi di me!- la voce del piccolo era terrificante, un tono di voce che Wingu aveva sentito solo da un altro leone.

Mentre sempre più disperato il re sprofondava il piccolo veniva avvolto dall’oscurità, poco prima che il leone bianco venisse sommerso completamente vide Mvua sparire, e nell’oscurità comparvero due occhi verdi terrificanti.

Il re si svegliò ansimando, si guardò intorno, tutto era a posto, suo figlio e la sua compagna dormivano al suo fianco. Leggermente tranquillizzato dal vedere che si trattava tutto di un sogno il re richiuse gli occhi cercando di riaddormentarsi, senza però fare a meno di pensare a ciò che aveva visto.




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Il mio amico Ciccio ha scritto col mio consenso un Capitolo 12bis che mostra un finale alternativo per questa storia, andate a leggerlo^^

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Capitolo 13
*** Nuovo ***


Capitolo 13: Nuovo

 

La mattina seguente Il primo a svegliarsi fu Mvua, impaziente di uscire e vedere il regno insieme al padre.

-Papà, svegliati! Dai! Voglio andare subito!- Il leoncino saltellava intorno al Wingu cercando di convincerlo ad alzarsi.

Il re che a causa di quello strano sogno non aveva passato una bella nottata, sbadigliò rumorosamente, e aprendo un occhio guardò il figlio: -Fra 10 minuti andiamo, intanto inizia ad andare al ruscello a rinfrescarti-

Il leoncino abbassò le orecchie: -D’accordo papà, ma tra 10 minuti andiamo sul serio!-

Il re sorrise al figlio, poi richiuse gli occhi un momento per cercare di riposare un altro po’.

Mvua uscì dalla grotta, il sole stava sorgendo e la sua luce arrivava facendosi strada tra le piante che circondavano la tana del suo branco.

Dietro di lui un altro leone si era già svegliato e si avvicinava al piccolo principe.

-Sei mattiniero. Impaziente di andare con tuo padre?- disse Kijani fingendo interesse.

-Oh ciao Kijani, si hai ragione nn vedo l’ora-

-Ahh immagino.... Però tuo padre nn è che sembra molto entusiasta... preferisce dormire....-

-Forse è solo stanco....- Rispose Mvua cercando di giustificare Wingu

-Mhhh potrebbe essere, del resto non possiamo saperlo con certezza vero?-

Kijani guardò di traverso Mvua come se volesse trasmetterli i suoi cattivi pensieri.

-Comunque tra 10 minuti si sveglia e spero di divertirmi con lui-

-Sai già dove vuole portarti?-

-Mi ha detto che prima mi farà vedere il regno e poi mi porterà in un posto speciale.-

-E dimmi quale sarebbe questo posto speciale?- chiese Kijani sussurrando al piccolo come se si trattasse di un segreto.

Mvua sorrise, e gli rispose sottovoce come se stesse giocando: -Non ne sono sicuro, ma secondo me vuole portarmi in un posto oltre il confine nord, una volta ho sentito che ne parlava con la mamma.-

-Ma quanto sei sveglio, piccolo birbantello- rispose Kijani accarezzando la testa di Mvua.

-Ahaha lasciami, vado un attimo al ruscello, ci vediamo più tardi!-

Mvua scappò via ridendo, ormai sembrava che il piccolo si fosse affezionato molto a Kijani, ma il suo piano aveva ancora bisogno di qualche rifinitura.

Qualche minuto dopo Wingu si alzò e come promesso si avviò insieme al figlio per mostrargli tutte le terre del vento.

Appena padre e figlio però lasciarono la tana Kijani corse subito verso il confine nord, dove gli aveva suggerito Mvua.

A nord delle terre del vento vi era un fiume oltre il quale la savana proseguiva.

Kijani si guardò un po’ intorno e subito gli saltò all’attenzione una macchia di vegetazione più fitta, provò ad addentrarsi e capì “Wingu ha ragione, questo è proprio un posto speciale” pensò sogghignando.

 

Wingu e Mvua avevano iniziato il loro giro. Per la prima volta Mvua si allontanava così tanto dalla tana, tutto gli sembrava bellissimo vedere anche per la prima volta molte specie di animali, era una grande emozione.

Mentre camminavano Wingu cominciò a parlare.

-Quello che vedi sono le nostre terre, le terre del vento, qui la natura è rigogliosa perchè grazie a noi si mantiene l’equilibrio naturale, il nostro compito è di preservare il benessere di tutte le specie che vivono qui...-

-Ma noi li cacciamo gli altri animali, come facciamo a proteggerli?- Chiese il piccolo Mvua, facendo ridere Wingu -Vedi figliolo, è vero che noi mangiamo la carne degli altri animali, ed è proprio per questo che abbiamo bisogno di loro qui, noi ci impegniamo a cacciare solo quello che ci serve per sopravvivere, eliminando gli esemplari più deboli delle mandrie, se cacciassimo troppo gli animali se ne andrebbero e noi rimarremmo senza prede da cacciare.-

-E quindi il compito di un re è di gestire tutto questo? Forte!-

-Hahahah! sei proprio un bravo leoncino!- disse Wingu accarezzando il proprio figlio per poi tornare serio: -Ora Mvua guarda il cielo, che cosa vedi?-

Il cucciolo alzò lo sguardo, il cielo era sereno, c’era solamente qualche nuvola in cielo, non riusciva a capire cosa volesse dirgli il padre.

Il re allora continuò a parlare: -Vedi le nuvole, loro non stanno mai ferme, si spostano sospinte dal vento, e portano la pioggia, fonte di nuova vita, anche io come quelle nuvole un giorno me ne andrò, ma qui resterai tu, e come la pioggia permetterai alla vita di proseguire.-

-E le nuvole spariscono per sempre?- chiese Mvua al padre

-No figliolo, le nuvole generano anche il vento, quando morirò il mio spirito resterà, e ogni qual volta sentirai il vento soffiare significa che io sarò con te-

detto questo Wingu abbracciò il figlio stringendolo a se, il quale ricambiò facendo le fusa.

 

Ad assistere alla scena era appena arrivato un leone scuro che, con la faccia disgustata da tutte quelle smancerie, iniziò ad avvicinarsi ai due leoni, non poteva lasciare che le cose proseguissero su quella strada. 

Kijani con un gesto folle si fece un profondo graffio con i suoi stessi artigli, il dolore era una cosa che lui non conosceva. Poi corse fingendosi esausto verso il re e il principe.

-Sire, al confine sud mentre pattugliavo, ho incontrato un gruppo di licaoni, li ho tenuti a bada per un po’, ma erano troppi anche per me, deve andare subito a occuparsi di loro!-

Detto questo il re scattò subito: -Kijani accompagna Mvua a casa, di quelle bestiacce me ne occupo io-

-Ma papà, mi avevi promesso...-il cucciolo cercò di rivolgersi al padre, che però si era già allontanato.

-Ti ha lasciato di nuovo da solo vero.... bhe non puoi biasimarlo se preferisce occuparsi del regno invece che del proprio figlio-

Al piccolo Mvua quelle parole furono come una frecciata dritta nel cuore, non riuscì più a trattenersi e iniziò a piangere

-Non è giusto, io voglio solo avere qualcuno che si preoccupi per me!-

Kijani si avvicinò al cucciolo per consolarlo: -Suvvia, non fare così, ci sono io se vuoi. Ehi che ne dici se ti accompagno io nel posto speciale che voleva mostrarti tuo padre?-

Mvua smise di piangere e guardò dritto in volto Kijani: -Davvero? Lo faresti?-

-Ma certamente. per me tu sei come...un nipotino. Però promettimi di non dirlo a tuo padre, Sarà il nostro segreto ok?-

-D’accordo Kijani, andiamo a vedere che sono curioso!- disse Mvua iniziando a saltellare intorno qua e la.

Il piccolo eccitato neanche si rese conto che Kijani magicamente sembrava non sentire più gli effetti dello scontro coi licaoni.

I due si diressero a nord, nella direzione opposta in cui era andato Wingu, Kijani aiutò Mvua a superare il fiume prendendolo per il coppino e lo condusse all’interno della macchia di vegetazione che il leone scuro aveva visitato qualche ora prima.

Appena entrati si alzarono in volo tantissime farfalle, centinaia, forse migliaia, erano di tutti i colori, la luce filtrava tra i rami e creava mille effetti diversi riflettendosi sulle ali dei piccoli insetti che sembravano quasi scintillanti per la rugiada, la quale all’ombra delle piante nn si era ancora asciugata.

-Che spettacolo!- Mvua era rimasto esterrefatto, non riusciva a far altro che osservare quell’evento, rimanendo però sempre al fianco di Kijani, che ormai nella sua testa era diventato più di un semplice membro del branco.

Il leone oscuro osservava il principe sogghignando, il suo piano era quasi completo.

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Capitolo 14
*** Fiducia ***


Capitolo 14: Fiducia

 

Nella settimana successiva più di una volta Wingu cercò di convincere il figlio a recarsi con lui nel posto speciale che avrebbe dovuto mostrargli quel giorno.

I licaoni che avevano ferito Kijani sembravano spariti prima che lui li raggiungesse, e quando era tornato a casa aveva trovato Mvua che giocava ad acchiappare la coda di Kijani.

Da allora Mvua passò tutto il suo tempo col leone scuro, ogni volta che il re chiedeva a Mvua se avesse voglia di andare con lui si sentiva rispondere che preferiva giocare con Kijani.

Di fronte all’ennesimo rifiuto il re iniziò a domandarsi come mai suo figlio sembrasse avergli voltato le spalle, gli ritornò alla mente il sogno che ogni tanto lo tormentava, suo figlio che lo abbandonava e veniva avvolto dall’oscurità, e due occhi verdi nel buio.

Proprio in quel momento il suo sguardo si incrociò con quello di Kijani, per la prima volta rivide per un attimo nei suoi occhi quello sguardo che aveva il giorno in cui lo conobbe e in cui cercò di attaccarlo.

Che si fosse sbagliato su di lui? Ma perchè sembrava così gentile con Mvua allora?

Tanti dubbi attanagliavano la sua anima, doveva assolutamente trovare una risposta.

Wingu si avvicinò a Kijani, che stava riposando distante dal resto del branco, ma con il principe al suo fianco.

-Kijani, vorrei parlarti in privato, ti dispiace venire con me.-

Il leone scuro si alzò svogliatamente: -D’accordo, andiamo a fare due passi, torno subito Mvua!- Kijani rivolse un sorriso fasullo al piccolo leone e seguì Wingu che lo condusse distante dalla tana.

-Allora di cosa volevi parlarmi Wingu?-

-Kijani, ho notato che ultimamente mio figlio sembra andare molto d’accordo con te, ne sono felice-

-Oh si, è un cucciolo molto simpatico, mi piace fargli compagnia- Mentì il leone scuro

-Si, sono felice che voi due andiate d’accordo, ma... è come se mio figlio non voglia più passare tempo con me, è decisamente strano.-

Kijani sorrise beffardo, era arrivato il momento per concludere il suo piano.

-Forse pensa che suo padre non lo tratti abbastanza bene, non trovi?-

-Come?-

-Bhe, lo avrai notato anche tu che preferisce stare con chi gli è sempre a fianco, invece che con qualcuno che lo trascura, e sopratutto che non mantiene le promesse-

-Io sono il re, faccio di tutto per stare più tempo possibile con mio figlio, ma i miei impegni spesso me lo impediscono, e poi in questi ultimi giorni preferisce star sempre con te, anche quando avrei il tempo per stare con lui...-

-Certo che preferisce me!, mi pare ovvio. Chi vorrebbe avere un padre così-

-Ma come diavolo fai a dire certe cose? Sei impazzito? Per caso sei stato tu a mettere queste idee in testa a mio figlio?-

Wingu ormai iniziava a perdere la pazienza, avrebbe voluto far scattare gli artigli e colpire Kijani, ma come re non poteva iniziare una rissa per motivi personali, inoltre cominciava a dubitare di se stesso, forse Kijani aveva ragione, addirittura accusarlo di aver messo in testa quelle idee al figlio, che assurdità, nessuno sarebbe tanto malvagio da fare una cosa simile. Il re però si sbagliava, erano proprio andate così le cose e Kijani scoprì le sue carte.

-Wingu, finalmente ci sei arrivato, si, è stata tutta opera mia, volevo che tuo figlio iniziasse ad essere più affezionato a me che a te, e a quanto pare ci sono riuscito...-

-Tu cosa?-

Il re rimase senza parole, era proprio la risposta opposta a quella che si aspettava!

Kijani sogghignava, il re per la prima volta non riuscì a trattenersi con Kijani e iniziò a ruggire contro il leone scuro

-Perchè hai fatto una cosa del genere! Ci provi gusto a ingannare gli altri?-

-Wingu, non è una questione di provarci gusto, io voglio solo una cosa, e se per ottenerla ho la possibilità di divertirmi un po con voi, bhe tanto meglio...-

-Kijani, sei un leone orribile, non voglio più vederti nelle terre del vento, vattene!-

Wingu si mise in posizione di attacco, si aspettava che Kijani opponesse resistenza a divenire un esiliato, ma per la seconda volta ciò che si aspettava non si realizzò.

-D’accordo Wingu, ci rincontreremo prima di quanto tu possa immaginare.-

Kijani se ne andò sghignazzando verso nord.

Wingu era su tutte le furie, era stato preso in giro per tutto quel tempo, come aveva potuto credere che in quel leone ci fosse qualcosa di buono? Si sentiva umiliato e stupido come non era mai stato prima d’ora.

 

Kijani si allontanò dalla tana del branco, raggiunse il confine nord e lo oltrepassò. Lo stesso fiume che qualche giorno prima aveva attraversato per portare Mvua nel bosco delle farfalle.

“Tutto è pronto, tra poche ore il mio piano sarà finito, e potrò smettere di vivere sia da vagabondo che fingendo simpatia per una piccola pulce.”

Il leone scuro si stava dirigendo proprio verso il boschetto che per Mvua era tanto speciale, si sedette li e iniziò ad aspettare  “E’ solo questione di tempo, poi finalmente sarò io a comandare!”

Il suo sguardo rimase fisso, sapeva che il suo piano era perfetto e che nn ci sarebbero stati problemi, solo il tempo lo separava ormai dal potere. Nessuna stupida prova, nessuna stupida tradizione, solo la sua intelligenza e la sua forza erano le armi che gli servivano.

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Capitolo 15
*** Divertimento ***


Cap 15: Divertimento

 

Wingu confuso e preoccupato dalle parole di Kijani fece ritorno alla tana dal branco.

Ad aspettarlo c’era Mvua, vide il padre sbucare tra gli alberi, ma dietro di lui non c’era traccia di Kijani.

Il cucciolo si avvicino al re preoccupato: -Papà, dov’è Kijani? Pensavo doveste fare solo due chiacchiere.-

-Mvua ascoltami, Kijani ci ha preso in giro, ha solo finto di essere amichevole con noi, in realtà.... non so neanche io quali fossero le sue intenzioni. Però mi ha detto che ha cercato di allontanarti da me raccontandoti delle falsità sul mio conto, e per questo gli ho detto di andarsene.-

Mvua non voleva credere a quello che il padre gli stava raccontando. -Lo hai esiliato? Ma... Ma... non è possibile.... lui non farebbe mai una cosa simile! Io non ti credo!Scommetto che lo hai cacciato solo perchè eri geloso che passavo tutto il tempo con lui! Lui mi ha accompagnato nel bosco delle farfalle, non come te che me l’avevi promesso ma poi mi hai lasciato solo!-

Il re ci rimase di sasso, ecco come mai da quel giorno il figlio non aveva più voluto andare con lui nel posto segreto.

-No Mvua, credimi, Kijani è un leone malvagio che ci ha ingannati per tutto il tempo-

Mvua era ormai con gli occhi colmi di lacrime di rabbia. -No! Non è possibile! Non ti crederò mai! Ti odio!-

Il leoncino corse piangendo all’interno della grotta, Wingu rimase come trafitto dalle parole del figlio. Kijani gli aveva fatto il lavaggio del cervello, sarebbe stato difficile per lui riconquistare la sua fiducia.

Maisha aveva assistito incredula alla scena, si avvicinò al compagno che era rimasto immobile, come pietrificato.

-Caro, non preoccuparti, sono sicuro che gli passerà. Io e le altre leonesse non abbiamo mai visto di buon occhio Kijani, e alla fine avevamo ragione.-

-E’ vero, sono stato uno stupido a farmi prendere in giro così da quel mentecatto!-

La rabbia invadeva il cuore di Wingu, ma ormai Kijani se ne era andato e tutta quella faccenda pareva essere finita.

 

Mvua corse nella grotta sfogando tutte le lacrime di rabbia e tristezza che aveva.

Il cucciolo si arrampicò nel giaciglio dove Kijani amava riposare, in alto dove era possibile controllare tutta la grotta.

L’odore del leone scuro si sentiva ancora “Kijani, io non credo a quello che dice mio padre, è un bugiardo ed è solo geloso! Non voglio lasciarti!”

Il leoncino alzò lo sguardo, si asciugò le lacrime e cercando di non farsi sentire si avvicinò all’uscita della caverna.

Suo padre stava discutendo con le leonesse, era distratto e non notò che il figlio uscì dalla radura.

Mvua partì deciso, immaginava dove poter trovare il suo amico, il cucciolo si diresse a nord.

 

Wingu aveva appena finito di spiegare a tutte le leonesse cosa era successo, Maisha era al suo fianco e cercava di sostenerlo.

Il re disse: -Sarà meglio che vada a parlare con Mvua, spero che mi voglia dare retta questa volta-

-E’ pur sempre tuo figlio, vedrai che capirà-

Il leone si avviò all’interno della grotta, iniziò a chiamare Mvua ma non ebbe alcuna risposta, lo cercò ovunque ma non c’era più alcuna traccia di lui.

-Maisha! non riesco più a trovare Mvua!- disse il re uscendo dalla grotta col fiato corto.

-Non sarà mica andato a cercare Kijani spero...-

-Spero di sbagliarmi, ma penso proprio che sia scappato per quello!-

Il leone Bianco iniziò subito a correre, cercò le tracce del figlio e le trovò poco dopo. 

 

Kijani era all’interno della foresta delle farfalle, seduto aspettano qualcuno che sapeva sarebbe arrivato da li a poco.

Iniziarono a sentirsi alcuni rumori provenire dalla boscaglia, Kijani rimaneva impassibile.

Tra i rami fece capolino proprio Mvua che vedendo il leone scuro si lanciò tra le sue zampe abbracciandolo.

-Kijani, Non te ne andare! mio padre è un bugiardo, io credo solo a te ormai.-

Il leone scuro stette qualche secondo in silenzio per poi pronunciare poche parole

-Stai tranquillo, tra poco sarà tutto finito.-

Dalla boscaglia iniziarono a sentirsi ancora dei rumori, stavolta più forti, stava arrivando qualcun altro.

“Tutto come previsto” pensò Kijani.

Con un balzo Wingu sbuco nella radura, facendo alzare in volo tutte le farfalle che si trovavano in quel luogo, e vide Il figlio vicino a Kijani.

-Mostro! Allontanati subito da mio figlio!

Il re si lanciò contro Kijani, il quale però schivò il colpo e si allontanò, nella confusione Mvua rotolò qualche metro distante dai due leoni.

-Mvua Vattene subito da qui, quel leone è pericoloso, torna a casa.- Gridò Wingu al figlio.

-Mvua non credergli, finora non ha fatto altro che raccontarti falsità, vieni con me, ce ne andremo insieme e per te sarò il padre che non hai mai avuto- Rispose Kijani.

-Brutto bastardo! Smettila di dire queste assurdità! Mvua non credergli! Io ti voglio bene, ho sempre cercato di stare il più possibile insieme a te-

-Balle! ero sempre io che facevo compagnia a Mvua che altrimenti sarebbe rimasto solo! E ora vieni qui da me.-

Il piccolo leone guardava i due adulti uno dopo l’altro, era in una situazione terribile, dover scegliere tra il proprio branco o il suo miglior amico.

Dopo qualche attimo di esitazione il cucciolo rivolse lo sguardo al padre -Tu pensi che io sia debole, ma ti sbagli.- 

Mvua iniziò a dirigersi verso Kijani, nella mente del padre si rimaterializzò ancora una volta il suo sogno, il figlio che lo abbandonava e veniva avvolto dall’oscurità, e due occhi verdi, che ora finalmente aveva capito essere quelli di Kijani.

Wingu ritornò alla realtà, e vide comparire sul volto di Kijani un sorriso beffardo, mentre il leone scuro estraeva gli artigli.

Il re capì subito che Mvua era in pericolo: -Fermati Mvua! Ti prego!- Il cucciolo non si accorse del pericolo e ignorò le parole del padre.

Appena Il principe fu a pochi passi dal leone scuro, Kijani scattò con gli artigli sfoderati.

Il tempo sembro fermarsi, e le farfalle parevano immobili agli occhi del piccolo leone.

Mvua si bloccò, qualcosa lo aveva fermato, Kijani era sopra di lui, dopo qualche istante sentì un bruciore lancinante nel petto, abbassò lo sguardo e si rese conto di quello che era successo.

Kijani lo aveva colpito con gli artigli ferendolo profondamente.

Il cucciolo sotto shock non riuscì nemmeno ad urlare, semplicemente chiuse gli occhi e il suo corpo rimase inerme appeso agli artigli di Kijani.

Wingu non aveva potuto fare nulla, osservava il suo nemico pietrificato. 

Kijani neanche guardava il corpo esanime di Mvua, i suoi occhi erano rivolti a Wingu e basta.

Il leone scuro sollevò la zampa con il corpo del cucciolo ancora trafitto dai suoi artigli e scoppiò a ridere.

-Era questo che volevo, vedere la tua espressione in questo momento, è veramente fantastica!-

-Figlio di Puttana! Perchè lo hai fatto!?!? Non ce ne era alcuna ragione!-

-Ahahah, vuoi sapere perchè l’ho fatto?- Kijani con un gesto quasi di disgusto lanciò via, alle sue spalle, il corpo di Mvua. -L’ho fatto perchè mi divertiva.- Concluse leccando via il sangue del piccolo principe dai propri artigli.

Quelle parole, così malvagie, pronunciate in maniera così sadica furono la molla che fece definitivamente perdere la ragione a Wingu.

-La Pagherai!, Pagherai per aver ucciso mio figlio!-

Il Re si lanciò contro Kijani, la rabbia lo divorava, ma rimaneva un combattente nato. Questo Kijani lo sapeva, si ricordava bene il loro primo incontro in cui bastò un colpo a Wingu per metterlo al tappeto.

Kijani però questa volta era pronto mentalmente ad affrontare un nemico suo pari, il suo spirito guerriero si risvegliò e l’adrenalina cominciò a scorrergli nel sangue.

Lo scontro prosegui per svariati minuti, tra le farfalle che non si posavano mai, entrambi colpivano duro, entrambi erano feriti gravemente, ma non davano segno di cedimento.

Il sangue colava dalle ferite, il pelo candido di Wingu era ormai quasi completamente tinto di rosso.

Dopo l’ennesimo assalto i due si trovarono faccia a faccia, entrambi quasi esausti.

Wingu notò per una frazione di secondo il copro del figlio alle spalle di Kijani, la furia crebbe di nuovo in lui e si lanciò in un ultimo assalto.

Kijani però non si fece sorprendere da un attacco così sconsiderato, con un movimento rapido rigirò a suo favore la situazione e atterrò il leone bianco.

-E’ finita per te, vuoi dire qualcos’altro prima di morire?-

Wingu non rispose subito, si rese conto che era giunta la sua ora: -Sono solo felice che tra poco rivedrò mio figlio.-

-E allora avrai tutto il tempo per stare con lui!-

Kijani azzannò alla gola Wingu provocandogli una profonda ferita, dalla quale il sangue usciva copioso.

-Che stupido! In vita hai messo sempre il branco prima della tua famiglia e ora che eri in punto di morte hai pensato subito al tuo figlio, dimenticandoti del futuro che spetta al tuo branco.-

Kijani abbandonò la foresta, senza nemmeno aspettare che il suo avversario spirasse, cosa che comunque sarebbe avvenuta in pochi minuti se non secondi.

Il re, ormai condannato, cercò con lo sguardo il proprio figlio; lo vide a meno di un metro da lui. 

Con le poche forze rimaste si trascinò al suo fianco e strinse il suo corpo a se in un ultimo abbraccio “Tra poco sarò di nuovo con te... o forse no...” 

Dopo pochi secondi infine la sua vita inesorabilmente si spense mentre sul suo viso comparve un lieve sorriso. 

 

Alla tana Maisha attendeva impaziente il proprio compagno e il proprio figlio, quando sentì qualcuno avvicinarsi subito gli corse incontro.

Di fronte a lei, però, comparve la figura di Kijani, il leone scuro, ricoperto di sangue.

Maisha era terrorizzata: - C..Cosa ci fai tu qui!, dove sono Wingu e Mvua! che cosa gli hai fatto!-

-Ho fatto quello che ho sempre desiderato dal momento in cui sono arrivato qui. Gli ho uccisi- Rispose Kijani rimanendo impassibile.

Maisha non voleva credere a quello che aveva sentito, non poteva essere vero, i suoi cari, non c’erano più! il suo cuore venne come calpestato da quelle parole.

Kijani prosegui. -E per te, mia cara, ho in serbo un futuro ben peggiore! Ucciderti sarebbe un atto di pietà adesso, invece ti lascerò vivere, così soffrirai per sempre la loro perdita. Vattene da qui, non ti voglio nel mio branco!-

Maisha non riusciva a dire nulla, il suo sguardo era svuotato, fisso a terra, la bocca spalancata, ma da essa non usciva nessuna parola, solo il suo respiro che si era fatto irregolare. lo shock era talmente forte che non riusciva neanche a piangere, il suo corpo inizio a muoversi da solo, lasciò la tana, iniziò una lenta marcia, senza alcuna meta. Mentre si allontanava un ruggito provenne dalla radura, Kijani si era appena proclamato re delle terre del vento, ma lei neanche se ne accorse, ormai la voglia di vivere l’aveva abbandonata, non fece mai più ritorno e di lei non si ebbero più notizie.

 

Nella foresta le farfalle ancora volavano intorno ai corpi dei due leoni, padre e figlio stretti in un ultimo abbraccio, l’odore del sangue era forte e le farfalle per questo erano ancora in agitazione.

Una sola farfalla provò a posarsi, ma ciò su cui si era posata ebbe un sussulto, e subito si rialzò in volo.

Lentamente Mvua aprì gli occhi, ferito gravemente, ma ancora vivo.

 

 


 

 

Fine




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Angolo dell' autore:


ed eccoci alla fine di questa mia seconda fanfic, spero che sia questa che la prima vi siano piaciute.
se devo fare un commento a questa ff devo dire che a livello di forma mi è uscita leggermente meglio dell' altra, apparte alcuni punti che nn mi hanno proprio convinto.
però ad essere sincero non mi sono esaltato a scriverla e ho pure fatto fatica... potrà sembrarvi strano ma a me il ruolo del cattivo non si addice proprio ( anche se devo ammettere che a quanto pare lo so creare molto bene XD )
in ques't ultimo capitolo ho apportato qualche correzione rispetto alla versione originale, e ora mi soddisfa molto di più
il finale l'ho lasciato aperto.... l'ho fatto di proposito perchè si ricollegherà alla mia prossima e ultima (per ora) opera, un oneshoot che sarà ambientato poco prima della fine di Passato e futuro ma che avrà un grosso riferimento anche a questa Darkside Chronicle
vedrò di postarlo domani al massimo, nel frattempo aspetto i vostri giudizi anche su questa mia seconda opera finalmente completa^^
A PRESTO E GRAZIE A CHI FIN'ORA MI HA SEGUITO!!

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