Film > Re Leone
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Autore: CiccioBaslardo    10/02/2012    1 recensioni
Questo è il finale alternativo che ho scritto per Darkside Chronicles di TTB-Kun.
Prima di iniziare questa One-shot, consiglio vivamente di leggere la ff da cui trae ispirazione.
Kijani sale al trono spodestando la famiglia che regnava in quelle terre.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Prima di iniziare questa one-shot, consiglio la lettura del capitolo 11 di "Darkside Chronicles" scritta da TBB-Kun.
Buona lettura.
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L'ascesa di Kijani

 

Erano passati ormai diversi mesi da quando Kijani entrò a far parte del branco di Wingu.

Anche con il suo pessimo carattere il leone dal manto scuro riuscì  a non avere troppi problemi con le altre leonesse.

Le sue giornate passavano velocemente in solitudine tra un giro di perlustrazione e l'altro.

Quella sera, come al solito, Kijani tornò alla grotta dopo aver passato l'intera giornata a controllare i confini delle terre del vento. I suoi pensieri erano furiosi come una tempesta.

-Kijani!-

Una voce dalla caverna lo distolse dai suoi pensieri.

-Vieni dentro! Sta facendo buio e domani sarà una giornata speciale-

Wingu era all'entrata della tana e lo stava aspettando. Come sempre lui era l'ultimo ad entrare, prima doveva assicurarsi che tutti fossero tornati indietro e che si portassero al sicuro nella grotta.

Il sorriso di Wingu accolse Kijani all'ingresso.

-Spero che tu abbia passato una bella giornata, Kijani- disse il leone dal bianco manto.

-Se non ti dispiace sono molto stanco e vorrei andare a dormire- le parole del leone scuro erano fredde come al solito, il suo sguardo non si incrociò con quello di Wingu. L'unica cosa a cui stava pensando Kijani, era di addormentarsi per dimenticare fino all'alba cosa fosse costretto a fare. I sotterfugi non erano nel suo stile. Lui avrebbe voluto affrontare subito quel leone per dimostrare a tutti chi fosse il vero capo. Il leone più forte.

Entrato nella tana Kijani si diresse al suo posto preferito, lontano da tutti e dove poteva tenere tutto sotto controllo.

Salì fino al punto più alto della caverna, dove la luce non poteva entrare in alcun modo. I suoi occhi erano l'unica cosa che si riusciva a scorgere in caso qualcuno avesse guardato verso di lui, ma nessuno a patte Wingu osava incrociare il suo sguardo.

Il re si stiracchiò e si mise disteso vicino a Maisha che teneva tra le zampe il piccolo Mvua.

Quella notte, degli incubi pervasero i sogni del figlio. Il manto bianco del padre tinto di rosso e gli occhi della madre bagnati da lacrime nere su un cucciolo che lui non riusciva a riconoscere. Mvua alzò gli occhi verso la madre provando a consolarla -Mamma! Non piangere, ci sono io vicino a te. Saremo sempre insieme non è vero? Perciò ora smettila di disperarti. Ci sono io-

La madre alzò lo sguardo verso Mvua e singhiozzando cominciò a parlare con una voce che sembrava provenire da un posto lontanissimo.

-Perché mi avete lasciato? Perché non siete più con me? Mi avete lasciato da sola… peggio che da sola- la flebile voce della leonessa sembrò tornare da quel luogo così distante e trasformarsi in un grido disperato -MI AVETE LASCIATO CON LUI!!!-

Il cucciolo si girò di scatto per vedere a chi si stava rivolgendo la madre, quando in fine lo vide: un leone dal manto nero con il corpo pieno di cicatrici, proiettava la sua ombra verso il piccolo.

-Chi sei?!- urlò spaventato Mvua.

Voltò la testa in cerca dello sguardo rassicuarante della madre. Ma quando si girò verso di lei, stava già per essere interamente divorata dalla terra su cui prima era sdraiata. I suoi occhi completamente neri, furono l'ultima cosa che vide del suo viso. Solo dopo questa scena notò che il cucciolo morto non era altri che lui.

-PAPA'! PAPA'! AIUTAMI!- Quando Mvua spinse il corpo del padre per svegliarlo, notò che il rosso che lo sporcava era sangue e proprio nel momento in cui se ne accorse, il corpo del leone si sciolse come il ghiaccio, in un liquido rosso che venne completamente assorbito dalla terra.

Tutta la tana crollò intorno a lui e le leonesse vennero sotterrate dalle macerie. Il cucciolo riusciva a sentire ancora i loro pianti. Le uniche cose ancora intatte del mondo che conosceva, erano lui e quel leone.

-Ti odio, ti odio!- Gli occhi gonfi di lacrime del leoncino ed il suo grido disperato non smossero minimamente la figura che torreggiava davanti a lui.

Ad un tratto un enorme zampa gli si abbatté sulla gracile testa bloccandolo a terra. Quel misterioso leone sussurrò qualcosa avvicinando le sue fauci al cucciolo.

-L'odio non basta piccolino…-

In quel momento Mvua riuscì a vedere il volto di quel leone ed una voce terrorizzata sussurrò -Kijani…?-

Kijani lo guardò con i suoi occhi verdi di ghiaccio e concluse -…devi anche sapere come raggiungere i tuoi genitori!-

La pressione sulla testolina de cucciolo aumentò sempre più fino a quando il sogno non esplose in un pianto che lo riportò alla realtà.

-WWWWAHHHHH!-

Il piccolo leone adesso era sveglio ed aveva accanto a se i suoi genitori che lo guardavano con un sorriso rassicurante

-Coraggio Mvua, è tutto finito… era solo un sogno-

La voce della madre fece calare i battiti del suo cuore e sciogliere i suoi occhi in un pianto di gioia.

Dopo un po di tempo, il silenzio tornò a cullare il sonno di tutti i leoni nella caverna.

 

Il giorno dopo il cucciolo raccontò il suo sogno al padre, che mentre lo ascoltava aveva un lieve sorriso in volto.

-Piccolo mio, è ora che io e te facciamo due chiacchiere. Ormai sei abbastanza grande ed io ho il compito di insegnarti cosa significhi essere un re-

Dopo quelle parole il padre fece segno al cucciolo di seguirlo. Camminarono per ore prima di arrivare al fosso dei pesci.

-Vedi figliolo? Questo pozzo è così profondo da mettere paura. La luce non arriva fino in fondo e molti anni fa, ancor prima che io nascessi, a nessuno sarebbe mai venuto in mente di addentrarsi nella sua oscurità per prendere il cibo. Invece adesso, una volta ogni cambio di luna, questa fossa si riempie di pesci che possiamo pescare per saziarci. Grazie ad esso riusciamo a mantenere l'equilibrio che fa rimanere le mandrie nelle nostre terre-

Gli occhi del cucciolo erano pieni di domande.

-Ma allora perché non cacciamo sempre qui? Così le mandrie potranno vivere in pace proprio come noi-

Il padre rise a quelle parole, come si ride alle affermazioni ingenue di un giovane che non conosce abbastanza a fondo la vita.

-Mvua, questo piccolo specchio sotto di noi è un luogo di passaggio per i pesci che vanno da una parte all'altra tramite una galleria piena d'acqua. Questo è solo uno dei punti dove risale alla terra. Ad ogni cambio di luna noi possiamo trovarli perché loro ci passano, poi non si riescono a vedere fino al prossimo evento. Che sarà proprio questa sera-

Il cucciolo sembrava ancora più perplesso

-Ma perché solo in questo giorno? Perché non tra poco tempo o prima? Non capisco-

Wingu continuò a ridere.

-Questo non potrà mai saperlo nessuno. Suppongo che si spostino per andare ad una festa ogni cambio di luna…-

A questa affermazione entrambi scoppiarono in una grossa risata.

Ma ad un tratto Mvua smise di ridere per fare la domanda che riteneva più importante: -papà, perché mi hai raccontato del pozzo?-

Il padre spense gradualmente la sua risata e rispose alla domanda.

-Vedi figlio mio, proprio come questo pozzo, tutti gli animali della terra, del celo e dell'acqua possono sembrare spaventosi e pericolosi, ma non possiamo dirlo con certezza. L'unica cosa che possiamo fare è dargli almeno una possibilità di mostrarci tutte le splendide qualità che si nascondono nelle loro ricche profondità-

-Credi che anche Kijani abbia qualcosa di buono infondo al suo cuore?- domandò perplesso il cucciolo.

-Fino ad oggi ha dimostrato che ci possiamo fidare di lui. Ha badato al nostro regno e ci ha sempre aiutati nella caccia. Non lo conosciamo bene ed ha un pessimo carattere, ma sento che ci possiamo fidare di lui. Dopo tutto se dobbiamo passare tutta la vita ad avere paura… che vita sarebbe?-

Il padre finì quel discorso con un sorriso rassicurante in volto rivolto al figlio.

La notte arrivò presto e le altre leonesse li raggiunsero al pozzo che di li a poco sarebbe stato pieno di pesci.

-Wingu, Mvua! Siete qui! Ci chiedevamo dove foste finiti- disse una leonessa.

-Stavo facendo vedere a mio figlio come si scende nel pozzo e come risalire- rispose Wingu.

-Abbiamo un re premuroso oltre che forte!- concluse la leonessa con un sorriso.

Dopo il saluto, tutti i leoni aspettarono il momento in cui i pesci sarebbero passati per quello specchio d'acqua per iniziare la pesca. C'erano tutti a parte Kijani e Maisha che tenevano controllata la tana. Ad un tratto i primi schizzi d'acqua misero in allerta le cacciatrici che una alla volta si addentrarono nella cavità, fino a raggiungere l'acqua e prendere al volo i pesci che saltavano. Per tutta la notte la caccia andò molto bene e quando ebbero preso abbastanza prede si diressero nuovamente alla tana per riposare.

 

Kijani stava pattugliando i confini, quando ad un tratto fiutò degli estranei poco distanti da lui, doveva essere un piccolo gruppo

Il leone si avvicinò al branco che si era nascosto tra le erbe alte. Adesso anche loro lo dovevano aver fiutato, infatti l'erba della prateria difronte a lui, si mosse facendo capire a Kijani dove si fossero nascosti.

-Venite fuori e fatevi vedere! Lo so che siete qui. So dove siete…-

Le parole del leone risuonavano fredde nella savana e giunsero alle orecchie dei membri di quel gruppo, che si alzarono uno alla volta. Erano quattro leoni maschi molto grandi per la norma.

Uno di loro parlò -ci dispiace di essere entrati nel vostro regno. Ma dovevamo fermarci in un posto sicuro per la notte. Siamo stanchi e non cerchiamo problemi. Ti prego di lasciarci stare- 

Kijani ebbe l'impulso di attaccarli. Era da tempo che non affrontava un combattimento e tutto quell'ozio lo stava rammollendo. Nei suoi occhi però si accese una scintilla. Uno specchio d'emozione negli occhi freddi di quel leone era cosa alquanto rara.

Kijani si ricompose e con un sorriso gli parlò.

-Non preoccupatevi, vi capisco, anche io fino a qualche tempo fa ero un vagabondo. Potete venire a riposarvi nella tana del branco finché non dovrete ripartire-

Quello che aveva parlato prima fece un segno di ringraziamento e tutti si avvicinarono a lui.

-Piacere di conoscerti, il mio nome è Shuru e questi sono i miei compagni di viaggio. Come possiamo chiamare il nostro ospite?-

-Il mio nome non è importante visto il fatto che presto ve ne andrete. L'unica cosa che dovete sapere è che qui troverete riposo- disse freddo Kijani.

-Ti ringrazio a nome di tutti- concluse Shuru.

Kijani fece cenno loro di seguirlo e si incamminarono verso la grotta.

I quattro si tenevano abbastanza distanti dal misterioso leone e parlavano tra di loro.

-Shuru, ma ti fidi veramente di questo qui? Non ci ha detto neppure il suo nome...-

Shuru interruppe il compagno di viaggio -calmati Phonza! Non siamo noi che ci fidiamo di lui, ma lui di noi. Non ci ha chiesto niente a proposito del nostro viaggio e ci conduce nel cuore del suo regno. Questo povero idiota non ha idea di chi siamo. Una volta arrivati lo uccideremo e regneremo noi al suo posto-

-Shuru, sei un genio!- sorrise l'altro leone. 

-Lo so, adesso abbassa la voce, potrebbe sentirci-

Kijani li aveva già sentiti ma l'unica sua reazione fu un ghigno malefico che si estese per tutto il volto.

Quando arrivarono mancava poco all'alba. Kijani si rivolse a loro

-Quella è la grotta, dentro c'è la regina, mettetevi pure a dormire, ma tenetela d'occhio per piacere, io ho delle faccende da sbrigare qui fuori. Non preoccupatevi se si rivelerà un po scettica, ditegli che vi manda Wingu e lei capirà-

-Grazie, Wingu- disse uno di loro ridendo -visto che alla fine ci hai detto li tuo nome!-

Kijani se ne andò senza degnarli di una parola.

Quando videro il leone abbastanza lontano si riunirono tutti e Shuru parlò.

-Entreremo ed uccideremo la regina. Dopo Wingu sarà troppo furioso per combattere bene e noi uccideremo anche lui per prenderci il suo regno. Anche se il branco fosse grande, contro noi quattro non avrebbero speranze-

-Shuru...- lo interruppe uno dei quattro -...prima di ucciderla lasciala a me. Voglio divertirmi un po con lei. E' da molto che non mi incontro con una leonessa-

I quattro risero all'unisono -Koro sei sempre il solito bastardo! Ma ora andiamo prima che torni quello stupido-

Dalla caverna Maisha avvertì dei passi che si dirigevano all'interno. Pensò che si trattasse del branco di ritorno e si alzò di scatto per corrergli incontro. Ma quando vide chi stava entrando fu colta da un terribile spavento.

-Chi siete voi?! Come avete fatto ad entrare?!-

Shuru sorrise sfoderando un ghigno malefico e rispose con finta riverenza -Oh mia regina, presto questo non sarà più affar tuo...-

Le risate dei leoni furono sentite da Kijani, che poco distante dalla grotta era in attesa che finissero il lavoro.

Kijani dopo un po di tempo corse all'interno della grotta in carica, sbaragliando come un masso in caduta libera tutti e quattro i leoni, mettendosi tra loro e la leonessa.

-Maisha! Non preoccuparti. Ci sono io!- il tono di voce di Kijani non era diverso da tutte le altre volte ed i suoi occhi gelidi fulminarono i quattro leoni.

La leonessa era a terra con uno sguardo vuoto. Aveva ferite su tutto il corpo e sembravano molto gravi. Era difficile che si potesse riprendere.

-Cavolo Shuru. Questo è forte!-

-Zitto Phonza! ATTACCHIAMO!!!-

La lotta, tra una zampata ed un morso, si spostò all'esterno della grotta. Quei quattro erano grandi quanto Kijani, ma persino tutti insieme non potevano reggere il confronto con lui. Anche se riuscivano a colpirlo molte volte, Kijani non sembrava risentirne, ed ogni volta che subivano i suoi attacchi, venivano gettati a terra con dolori lancinanti nella zona colpita.

Lo scontro durò poco in confronto a quanto avrebbe voluto Kijani, infatti dopo pochi attimi si diedero subito alla fuga.

 

Wingu ed il suo branco arrivarono all'alba e subito avvertirono che c'era qualcosa di strano: sul terreno c'erano segni di lotta e l'odore del sangue aleggiava nell'aria.

Subito alcune leonesse corsero dentro alla grotta per controllare cosa fosse successo. Wingu ordinò al figlio di andare a ripararsi nella tana e si mise ad esaminare freneticamente i segni sul terreno.

Notò delle macchie di sangue nella terra che lo fecero preoccupare e scattare subito verso la tana, dove il pianto del cucciolo pervase la sua mente generando orribili pensieri. Poteva essere successo qualsiasi cosa.

Appena entrò nella grotta le sue più grandi paure presero forma: la sua compagna era stesa a terra, ferita alla schiena ed al fianco -MAISHA!-

Gli occhi del re stavano per dare spazio alle lacrime, quando lei si girò verso di lui e cercò di spiegargli cosa fosse successo.

Era distesa a terra e poté solo sussurrare -…Kijani… vallo a cercare! E' in pericolo. Mi ha salvata lui-

Il re preoccupato contraddisse la compagna -No, no, non preoccuparti Kijani è forte se la saprà cavare. Adesso io devo pensare a te. Tu sei la mia unica…- Maisha interruppe quello che stava dicendo e lo fissò con aria severa -…tu sei il re! Devi badare al tuo branco ed al leone che mi ha salvata. Io starò bene, loro si prenderanno cura di me. Tu devi andare ad aiutare Kijani! Sono in quattro, non ce la farà mai da solo…-

A quelle parole Wingu strinse gli occhi e facendosi forza corse fuori dalla tana per andare a soccorrere Kijani.

Il suo passo era svelto, le sue zampe correvano a più non posso. I fili d'erba strisciavano sul suo manto come fruste, ed il vento gli rigava il viso. La terra tremava sotto la sua corsa furibonda.

Sembrava quasi che persino il suo regno fosse infuriato per quegli eventi. Nuvole nere di tempesta cominciarono ad affliggere quelle terre ed in lontananza, i tuoni urlavano d'odio.

Dopo delle ore che correva, finalmente li vide.

Erano quattro grossi maschi che avevano a dosso l'odore del sangue di Maisha. Wingu perse ogni tipo di controllo e si scagliò contro al gruppo di leoni, dando una potente zampata ad uno di loro, buttandolo a terra.

Dopo il primo assalto, si scaraventò al centro dei tre per attaccarli tutti insieme.

Lo scontro durò poco. Wingu anche se gravemente ferito riuscì ad ucciderne tre e mandarne in fuga uno.

Il re si stese a terra per la fatica e solo allora scoprì che i leoni che aveva attaccato erano già feriti gravemente.

-Mio re...- una voce arrivò di corsa dietro di lui -...non preoccuparti. Il tuo sacrificio non sarà vano, penserò io al tuo marmocchio ed alla tua bellissima compagna- Wingu, con gli occhi coperti dal sangue alzò lo sguardo per vedere di chi fosse la voce -Kijani?-

-Si amico mio…- disse il leone poggiando la zampa sul collo di Wingu -…ci rivedremo all'inferno-

Nello stesso momento estrasse gli artigli e li incise lungo la gola del re.

Lo sguardo stupito e terrorizzato di Wingu, rimase fisso sull'espressione gelida e terrificante di quegli splendidi occhi verdi fino a che la sua fiamma non si spense.

 

Il ritorno di Kijani alla tana, fu accolto con molta sorpresa. Nessuno si aspettava di vederlo tornare da solo.

-Dov'è Wingu? Dov'è il re Kijani?!...- Lo sguardo gelido del leone fulminò la leonessa che gli era corsa incontro e che lo stava interrogando severamente.

-Fate uscire Mvua! Con la madre in quelle condizioni non gli fa bene stare li dentro!- Kijani si fece strada tra le leonesse intorno alla regina e si accostò all'orecchio di Maisha, sussurrando a bassa voce -non devi più preoccuparti di niente. Tu e tutta la tua famiglia vi rincontrerete molto presto vecchia mia-

La leonessa non aveva più forze neanche per parlare. Furono solo i suoi occhi a muoversi, assumendo un espressione atterrita, che però nessuno notò a causa dell'oscurità.

Kijani prese per la collottola Mvua e lo portò lontano dalla madre.

-No! No! Lasciami stare! Mamma! Mamma! AIUTATEMI!- le leonesse fissarono Kijani ed una di loro gridò -dove lo stai portando?!-

-Sicuramente non vorrai fargli vedere la madre in queste condizioni vero? Sei solo una stupida!- sbottò Il leone dal manto scuro -non pensi a come si sente il piccolo? Starà con me questa notte e dormiremo fuori fino a che non si sarà ripresa-

Kijani sapeva bene che non sarebbe arrivata a domani, era esattamente quello che voleva.

Le leonesse lo fecero uscire dalla tana con il cucciolo per la paura di contraddirlo.

Un sorriso solcò il viso del leone che si stava allontanando sempre più dalla caverna del branco.

La pioggia cominciò a scrosciare sulle terre del vento ed i due leoni non sembravano accorgersene. Ognuno era immerso nei propri pensieri. Kijani ed Mvua camminarono a lungo fino a che non calò la notte.

-Dove mi stai portando?- chiese il cucciolo.

-Da tuo padre, ragazzo. Da tuo padre- disse il leone.

-E dove è?!- chiese nuovamente il cucciolo -…è morto- lo freddò Kijani.

Nello stesso momento in cui gli rispose, lo scuro leone lanciò il cucciolo, prendendolo con i denti per la collottola e scaraventandolo in una fossa profonda.

Mvua non si era accorto che erano tornati al pozzo dove poche ore prima tutta la sua vita aveva ancora un senso.

Il cucciolo cadde nell'acqua gelida e risalì subito a galla. Si attaccò ad una roccia e con gli occhi bagnati dalle lacrime guardò in su. Anche il leone dal manto scuro era sceso nel pozzo. Un lampo confondeva la figura dell'assassino e la pioggia annebbiava la sua vista.

-Adesso faremo un gioco piccolino: ti darò l'occasione di scappare. Questo pozzo è collegato a due uscite, se riuscirai ad inmergerti e scappare allora ti lascerò andare. Ma se risalirai di qui… ti mangerò la testa in un sol boccone-

-Kijani! Come puoi fare questo…?!- Il cucciolo non ebbe neanche il tempo di controbattere perché le fauci del leone si abbassarono verso di lui e fecero per morderlo. Con uno scatto Mvua riuscì ad inmergersi prima che il leone lo addentasse.

Kijani osservò l'ombra del cucciolo che scomparve per infilarsi nel fiume sotterraneo. Quelle gallerie erano troppo lunghe per poter sperare che qualcuno le potesse risalire in tempo per non morire affogato.

 

Mvua nuotava il più velocemente che poteva, ma la corrente era troppo forte. Lo continuava a sbalzare da un lato all'altro delle pareti, facendogli consumare rapidamente le energie.

Il piccolo cucciolo ad un tratto vide una luce in fondo alla galleria. La speranza tornò nei suoi occhi e scalciò il più che poteva per risalire da quel luogo.

pensò il cucciolo

-Figlio!-

Una voce fece trasalire il cucciolo strappandolo dai suoi pensieri.

-Non devi odiare. Odiare non ti fa bene. Ne a te ne agli altri. Anche se ti hanno fatto del male, anche se hanno fatto del male a delle persone a cui hai voluto bene. Dovè finito il mio piccolo adorabile Mvua?-

Il cucciolo riconosceva quella voce

-No amore mio. Io sono qui, ti sto aspettando. Vieni da me- continuò a chiamarlo rassicurante Maisha.

Il cucciolo riuscì a raggiungere un punto della galleria che gli permise di risalire in superficie. Davanti a lui c'erano il Maisha e Wingu che gli sorridevano.

-Figliolo! Vieni qui, fatti abbracciare!- Le lacrime percorrevano il volto del padre fino a sfociare in un sorriso  di gioia.

-Adesso siamo insieme. Non dovremmo più preoccuparci di nulla-

Il cucciolo corse verso i genitori e tutti e tre si abbracciarono colmi di gioia. Il leoncino li fissò e disse dal profondo del suo cuore -Vi voglio bene-

 

Il cielo non era più ne arrabbiato, ne triste. Il temporale come per incanto smise di affliggere quelle terre. Lasciando spazio ad una magnifica luna piena che illuminò l'oscurità di quella fossa.

Gli occhi di Kijani si riflettevano nell'acqua. Si fissava, un immagine fiera e soddisfatta.

Tutti i suoi desideri si sarebbero presto avverati e finalmente non avrebbe più dovuto rendere conto a nessuna di quelle leonesse. Lui sarebbe diventato il capo branco, avrebbe dettato legge e sarebbe stato servito e riverito per il resto dei suoi giorni. I suoi problemi stavano per finire.

Aspettò per un po di tempo, fino a che il corpo inerme di Mvua non ritornò in  superficie trasportato dalla corrente.

-Piccolo stupido. Se un pozzo è ricoperto da oscurità non potrà mai esserci niente di buono sotto di esso. Solo un'oscurità ancor più profonda-

Con quelle parole Kijani risalì le rocce fino a tornare in superficie.

Da quel giorno lui regnò con la forza su quelle terre. Tutte le leonesse sapevano che in un qualche modo era responsabile della scomparsa del cucciolo, della morte del re e della regina, ma nessuna di loro aveva ne la forza ne la volontà di affrontarlo.

Dopo quel giorno la speranza si spense in ogni cuore e gli sguardi che fino a poco tempo fa splendevano di luce, vennero pervasi dal vuoto. Corpi vuoti che erano ancora costretti a camminare per quelle terre ormai maledette.

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