Katharin Kimmel: una ragazza come tante

di Chocolatewaffel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bentornata Kat! ***
Capitolo 2: *** I girasoli ***
Capitolo 3: *** E ora cosa faccio? ***
Capitolo 4: *** Tutto cambia eppure tutto resta uguale ***



Capitolo 1
*** Bentornata Kat! ***


cap 1 kat Salve a tutti/e popolo di efp! Oggi mi sono finalmente decisa di pubblicare una storia che ho scritto un bel po' di tempo fa. Spero che vi piaccia e che, prese da un atto di pietà nei miei confronti, deciderete anche di lasciare un commento, anche piccolo piccolo. Approfitto di questa breve introduzione per augurarvi un felice anno nuovo, un buon Natale (anche se leggermente in ritardo) e per dire che i personaggi che compariranno in questa ff non mi appartengono e che i fatti qui raccontati non sono realmente successi. Detto questo: buona lettura!

Una ragazza dai lunghi capelli rossi stava camminando sommersa dai ricordi per le vie di Liepzig, una città che faceva parte del suo passato. Quel giorno era esattamente il  23 Marzo ossia il giorno in cui, quattro anni addietro, la sua adorata zia, l'unica in grado di comprenderla in famiglia, se ne era andata. Inconsciamente aveva attraversato la città e dal cimitero si era ritrovata davanti alla scuola che aveva frequentato per un anno. Se Liepzig era piena di ricordi quel posto ne era stracolmo e purtroppo nessuono di quelli era particolarmente positivo o, anche se per breve lo erano stati, si erano ben presto trasformati in alcuni dei suoi incubi peggiori.
Guardando il cortiletto antecedente alla scuola, la fermata del pulmino scolastico e l'entrata  si sentì sopraffatta dai ricordi. Risentiva tutte le voci e gli schiamazzi, rivedeva tutti i volti dei suoi compagni, risentiva l'odore nauseabondo dello sgabuzzino e immancabilmente risentiva il suo odore, il suo tocco e le sensazioni che provava in sua compgnia.
Ecco, lo stava rifacendo, stava per risprofondare nei ricordi ormai gli occhi le se erano inumiditi le gambe iniziavano a non sopportare più il suo peso chiedendo di potersi lasciare andare, cosa che sarebbe sicuramente successa se una voce non l'avesse temporaneamente distolta dai suoi pensieri.
VOCE: Kat..?
Quella voce, l'avrebbe riconosciuta fra mille. L'aveva ascoltata per un anno intero e l'ascoltava tutt'ora alla radio on tv.
Con la mente ritornò veloce al giorno in cui sentì quella voce per la prima volta, il 7 Settembre 2003:

FLASHBACK
Per Katharin Kimmel e per molti altri ragazzi della Germania quello sarebbe stato un giorno particolare. Il giorno in cui avrebbero dovuto cominciare un nuovo, lungo e stressante anno scolastico.
Per la ragazza però c'era anche un'altra importante novità: Avrebbe cominciato il nuovo anno scolastico in un'altra scuola e in un'altra città.
La cosa le metteva un po' di inquetudine, come l'avrebbero accolta i nuovi compagni? La scuola era bella? I professori erano severi o simpatici? Sarebbe riuscita a integrarsi?
Per scoprire le risposte a tutte quelle domande c'era solo un modo, ossia alzarsi, vestirsi, prendere il pulmino scolastico e andare a scuola. Niente di più semplice, no? No. Tutti questi motivi non erano abbastanza per spronarla ad alzarsi.
MAMMA: Kat, alzati!!! Non vorrai mica arrivare in ritardo il primo giorno di scuola vero?
Uff. Ecco, ora aveva trovato un valido motivo per lasciare il suo comodo letto e andare incontro alla sua sorte crudele. Mai fare arrabbiare la madre. Mai.
In meno di mezz'oretta era pronta perciò ne appropfittò per fare una colazione con calma.
Stava già risciaquando i piatti quando controllò l'orologio, 7.40, era ora di andare.
Con un lungo respiro di incoraggiamento aprì la porta di casa, salutò la madre e si incamminò verso la fermata. Alle 7.48 era arrivata a quella che tutti avevano il goraggio di chiamare "fermata". Come si faceva a chiamare fermata una specie di misera baracca decadente? Bah.  Se c'era qualcosa di bello a Kiel erano proprio le fermate dei bus. Su questo non c'era dubbio.
Alle  7,53 il bus era finalmente arrivato. Ben 2 minuti di ritardo! Se c'erano delle cose che proprio non sopportava erano proprio queste; i ritardi e il disordine. Queste cose finivano sempre per lo scombussalarti e crearti dei problemi.
Quando era salita sul bus pensava che avrebbe sentito un gran fracasso invece, se non fosse stato per la musichetta di qualche lettore CD in sottofondo ci sarebbe stato un silenzio di tomba. Tutti gli occhi erano puntati su di lei. Perchè era nuova o perchè aveva qualcosa di strano addosso?
In ogni caso non riusciva a muoversi, le gambe non davano segno di volersi andare a sedere, riusciva solo a fissare tutti quei volti che la stavano giudicando. Per sua fortuna aveva incrociato lo sguardo di un ragazzo strano seduto nei primi posti che, col labiale continuava a ripeterle "Siediti, siediti, siediti" e, quando finalmente era riuscita a ricollegare il cervello alle funzioni motorie si era seduta velocemente. Subito dopo aveva iniziato a levarsi un brusio che poi erano diventati dei veri e propri schiamazzi.
Come si era sentita stupida! Ecco, un'altra cosa che odiava era quella di essere al centro dell'attenzione, tutti che ti fissano, tutti che ti giudicano, tutti che sono pronti a parlarti male appena volti loro le spalle.
Appena era arrivata a scuola si era fiondata giù dal bus per poi dirigersi subito verso l'ingresso dove c'era la segreteria sperando di mettere fine il prima possibile a quell'imbarazzo, quasi le sembrava di sentire i commenti malevoli degli altri ragazzi. Quando era entrata in classe aveva riconosciuto alcuni di quei ragazzi che, quasi volessero darle la conferma della sua figuraccia, appena la videro iniziarono a sghignazzare. Le prime tre ore di leione se le ricorda bene, le aveva passate con la testa immersa nel libro, quasi sperando che questo la rendesse invisibile cose che, evidentemente, era impossibile.
Appena era suonata la campenella che segnava l'inizio dell'intervallo se l'era filata di nuovo ed era andata alla ricerca del suo armadietto. Non aveva mai avuto un armadietto e la cosa l'entusiasmava. Che cosa stupida entusiasmarsi per così poco, ma allora non aveva molte altre cose per cui avrebbe potuto essere felice.
Le veniva sempre da sorridere quando ripensava al suo primo armadietto, lo aveva quasi rotto nel vano tentativo di aprirlo. Ed era stato allora che aveva incontrato di nuovo il misterioso ragazzo che l'aveva aiutata sul pulman qualche ora prima.
RAGAZZO: E' inutile che tiri con tanta forza..
KAT: Davvero? E allora mi spieghi come faccio ad aprire questo sportello dispettoso?
RAGAZZO: S-sportello dispettoso? Oddio.. Ahahah.. Comunque devi fare così
Il ragazzo diede una botta allo sportello per poi fare pressione sul codice e poi tirare.
KAT: M-ma, così lo romperai!
E invece no, si era pure aperto quel benedetto sportello
RAGAZZO: Naaaaah, sono sportelli tarocchi, o fai così o non si aprono. io sono Bill, tu?
KAT: Mi chiamo Katharin, ma per gli amici Kat, piacere.
BILL: Bene, Kathrin ma per gli amici Kat, ora è meglio se vado. Ci si vede.
Quando il ragazzo era ormai troppo lontano per sentirla bisbigliò
KAT: Mi farebbe piacere se tu mi chiamassi Kat..


KAT: Bill?
Che domanda sciocca, certo che era lui. Chi altri poteva guardarla con quello sguardo così dolce? Nessuno. Dopo pochi secondi le lacrime che fino ad allora era riuscita a trattenere iniziarono a uscire copiose. Il moro vedendo la reazione che aveva causato alla ragazza le era arrivato di corsa davanti per poi abbracciarla e cullarla per un paio di minuti. Quando si accorse che Kat si stava riprendendo si staccò un attimo e si decise a parlare.
BILL: Quanto tempo.. Perchè non ti sei più fatta trovare?
KAT: Non volevo.
BILL: Mi mancavano le tue risposte. Cosa ci fai in questa landa desolata?
KAT: Sono venuta a trovare la zia. Sai..
BILL: Capisco, anch'io stavo andando a trovarla..
Solo in quel momento la ragazza notava quello che aveva in mano il ragazzo, nella destra un paio di occhiali mentre nella sinistra dei girasoli. Dei girasoli, proprio come quelli che trovava ogni 23 Marzo sulla tomba della zia da ormai quattro anni. Che fosse stato lui a metterli per tutto questo tempo?
Ma cosa stava dicendo? Era lì, lo vedeva con i suoi stessi occhi. I girasoli erano i fiori preferiti di sua zia, però erano i preferiti anche di Irina. Magari alla fine lui e Irina si erano messi insieme, li aveva sempre visti così bene insieme.
Irina era stata la sua ancora di salvezza quell'anno, l'unica che non le avesse mentito.

FLASHBACK
 "Bill, Bill, Bill". Ormai riusciva a pensare solo a quel nome. Insomma, c'erano parecchie possibilità che riuscissero a diventare amici! Sarebbe stato primo amico maschio, o forse era semplicemte gentile..
Con questi pensieri e queste nuove speranze era tornata in classe e si era riseduta al proprio posto. Era così sovrappensiero che non si era accorta che il posto al suo fianco, che le ore prima era stato vuoto, era stato occupato da una ragazza.
RAGAZZA: Ciao... Ehi... Ciao.. Ragazza? Sei sorda per caso?.. Ragaz...
KAT: uhm..eh.. ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh
RAGAZZA: Aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh
KAT: Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh.. ma si può sapere perchè urli?
RAGAZZA: Non lo so, tu urlavi e allora mi sono unita a te..
KAT: Sì ma.. Cioè.. Ehm.. Io mi chiamo Katharin...
RAGAZZA: Irina, Irina Lerner, piacere! Da oggi saremo compagne di banco, sei felice? Io sì! Sai, in questa classe sono tutti con la puzza sotto il naso. Per la precisione, le ragazze sono delle oche e i ragazzi.. Beh.. I ragazzi sono ragazzi, solo che questi sono più stupidi degli altri.. Allora, vedi da quella parte ci sono quei quattro, quello basso coi capelli a spazzola e l'espressione da stordito si chiama Christian mentre...
PROFESSORE: Ragazzi, sono in classe!
RAGAZZO: Eh a noi cosa dovrebbe importare?
PROFESSORE: Bender, se non vuoi finire fuori dalla classe chiudi la bocca e siediti! Ma te guarda, siamo solo al primo giorno e questi già mi fanno tribulare!
IRINA: Questo è il prof. di storia, è un po' schizzofrenico però è un bonaccione. Lo sai che una volta con questo prof..

Da quel che si ricordava era sempre stata un chiacchierona,, le sarebbe piaciuta rivederla..
Sì, i fiori erano sicuramente per lei, probabilmente non si ricordava nemmeno dei fiori preferiti di sua zia. Però, chiedere non costa nulla..

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Capitolo 2
*** I girasoli ***


kat 2 Mi sto rendendo conto che forse pubblicare questa storia non è stata una grande idea quindi credo che la chiuderò.. In ogni caso buona lettura :D

Da quel che si ricordava era sempre stata un chiacchierona, le sarebbe piaciuta rivederla..
Sì, i fiori erano sicuramente per lei, probabilmente non si ricordava nemmeno dei fiori preferiti di sua zia. Però, chiedere non costa nulla.
KAT: E quelli.?
BILL: Questi? Sono per tua zia.
KAT: Quindi, sei tu che le porti i fiorni ogni anno?
BILL: No.
KAT: .. No?..
BILL: No, mi ha mandato mio fratello..
KAT: T-tuo fratello? No, non ci credo. E' troppo egocentrico per fare una cosa del genere!
BILL: Non è vero. E lo sai.
KAT: E, allora, perchè ora ho davanti te e non lui?
BILL: Mi ha mandato lui. Oggi stava troppo male. Non sai che fatica che ho fatto per dissuaderlo dall'andare lo stesso, l'unico modo è stato quello di promettere di andarci io stesso.
KAT: ah..
BILL: Mi sei mancata sai, anzi, ci sei mancata. Soprattuto a Tom.
Tom, solo sentirne il nome le provocava migliaia di brividi lungo la schiena, almeno quanto erano le fitte allo stomaco. Se non si sbagliava per lui il cuore iniziò a palpitarle subito, fu  un vero e proprio colpo di fulmine, peccato che non fosse corrisposto anzi, nonostante condividessero la stessa classe e lo stesso migliore amico non si rivolgevano proprio la parola, non si salutavano nemmeno. Questo per lo meno fino a quel giorno..
Tom.. Tom lo aveva notato appena entrata in classe. Lo trovava.. Diverso. Tanto per cominciare non era a fare gruppo con quei due giganti semi-pelati che erano sul bus con lei e che iniziavano a ridere solo nel guardarla..
Cos'altro c'era di diverso in lui? Tutto, a partire dai capelli, dai vestiti, dal modo di camminare, dallo sguardo e da tantissime altre cose. Peccato che non le avrebbe mai rivolto la parola.
Lei non era propriamente una di quelle che sarebbero mai riuscite ad attirare le sue attenzioni.
Si può ben immaginare la sorpresa che aveva provato quando aveva scoperto che lui era il fratello di Bill. In realtà avrebbe potuto fare 2+2 e arrivarci prima. Insomma sul bus erano sempre seduti vicini, nonostante lo stile erano molto simili e poi erano spesso insieme, da soli ma insieme.
Forse se avesse avuto il legame che aveva con Bill a.nche con Tom le cose sarebbero andate diversamente.. No.. Tom era, anzi, è fatto così e non cambierà mai.
KAT: Mpf, non credo, sai?
BILL: Dovresti..  Kat, è passato molto tempo, pensavo che fossi riuscita a perdonarlo..
KAT: Difatti.. Bill.. Preferirei non parlarne..
Bill: ..Senti, ti va di andare a prendere un caffè? Giusto per parlare un po' dopo tanto tempo.. Come due buoni vecchi amici..
Kat come unica risposta si limitò ad annuire
Tom, sentire quel nome le aveva riportato alla mente un'infinità di ricordi tra i quali l'inizio di tutto.

FLASH BACK
Quella era una giornata che procedeva particolarmente bene, soprattutto perchè quelli del 12° anni erano in giro e quindi non c'erano molti bulletti, o per lo meno non quelli che li infastidivano di solito, per questo Bill quel giorno era particolarmente felice e continuava a parlare, cosa che faceva sempre, ma quel giorno era una cosa impressionante.Non si era fermato nemmeno mentre pranzavano nella mensa scolastica.
A dirla tutta però non si ricordava neanche uno degli argomenti trattati dal ragazzo, un po' per il tempo trascorso da allora e un po', buona parte, perchè era troppo intenta a fissare Tom per stare ad ascoltare l'amico. Quel giorno anche il bel rasta li aveva onorati della sua presenza.
Irina invece era a casa con l'influenza. Poco male, l'avrebbe assillata nel pomeriggio del breve sguardo che le aveva dato Tom. Sembrava un'illusa? Beh, lo era.
Alla prima ora del pomeriggio al professore di scienze era venuta la brillante idea di fare una ricerca a coppie che poi avrebbero dovuto esporre.
PROFESSORE: Allora, questa volta volevo fare qualcosa di diverso quindi ho pensato di farvi fare un approffondimento sul capitolo 4,5 e 6. Su questi capitoli poi dovete fare una presentazione al computer e poi esporla alla classe. Avrete une mese per finirla. Domande?
Un paio di compagni alzarono la mano.
PROFESSORE: no, è ovvio che voi due non potrete stare in coppia insieme, le coppie le sceglierò io.
Dei lamenti iniziarono a sorgere dalla classe mentre il cuore di Katharin iniava a battere più forte. E se fosse finito con lui?
PROFESSORE: Allora, per le coppie seguiremo l'ordine del registro ossia: Bauer e Bender, Bernhaput e..
Seguendo questo ordine lei sarebbe stata in coppia con..
PROFESSORE: ..Kaulitz e Kimmel, Kimmel per l'amor di Dio cerchi di far entrare qualcosa nella testa del signorino Kaulitz, poi abbiamo..
Ecco, precisamente in quell'istante era cominciato l'inizio della fine.
PROFESSORE: Bene, vi lascio gli ultimi 10 minuti per decidere come impostare il lavoro.
Le mani erano sudate, il cuore batteva a mille, le sue capacità oratorie erano definitivamente andate a farsi benedire per non parlare del fatto che non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi per più di due secondi di fila
TOM: Beh, sembra che ci toccherà fare il lavoro insieme..
KAT: mmmhmmhh
Ancora si dava della stupida per quel mugugno che le era uscito dalle labbra in segno di assenso.
TOM: Bene, allora un giorno mettiti d'accordo con Bill, vieni da noi e facciamo questa menata. Ok?
KAT: mmmhh-h
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
L'ora dopo l'aveva trascorsa guardando impazientemente l'orologio e al suono della campanella si era diretta subito a casa dell'amica.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

BILL: Allora, ora dove abiti?
KAT: quando vengo qui a Liepzig vado ancora nlla casa di mia zia, e voi?
BILL: Un po' qui un po' in America.
KAT:  Irina?
BILL: Chi?... Ah.. Non so, ho perso i contatti, dei vecchi tempi ci sentiamo solo con Andreas.. Te lo ricordi?
E chi se lo dimenticava

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Capitolo 3
*** E ora cosa faccio? ***


Kat 3 Ed ecco, per la gioia di voi lettori (sì, come no), il terzo favoloso (-.-') capitolo :D

                                                                 - E ora cosa faccio?-


KAT:  Irina?
BILL: Chi?... Ah.. Non so, ho perso i contatti, dei vecchi tempi ci sentiamo solo con Andreas.. Te lo ricordi?
E chi se lo dimenticava

FLASH BACK
Erano passati due giorni da quando il professore di scienze li aveva affidato quel compito e quel giorno Irina era ancora a casa ammalata mentre Bill non si era fatto vedere, probabilmente era un problema di famiglia perchè non c'era neanche Tom, in ogni caso lei era in mensa.. da sola. Dopo aver girovagato un po' alla ricerca di un posto dove sedersi dovette accomodarsi al solito ultimo tavolo sulla sinistra, quello vicino alla spazzatura, solo che questa volta non c'era il chiacchiericcio deglli amici che le avrebbe alleviato un po' la sofferenza di dover senitre un simile tanfo. 
Era lì da una decina di minuti buoni quando un ragazzo biondo le si era parata di fronte con un sorrisone stampato in faccia
RAG: ciao io sono Andreas, tu devi essere Katharin, giusto? Bill mi ha parlato molto di te, sai oggi non è potuto venire perchè è dovuto andare a trovare la nonna che ha avuto un malassere, detto fra noi è tutta una scusa per non venire a scuola.. Posso sedermi?
KAT: CERTO! .. uhm, cioè, sì certo accomodati pure..

KAT: certo, gli devo ancora un favore per essere venuto a salvarmi in mensa quel giorno in cui non c'eri
BILL: giuuusto, allora ti andrebbe di venire a trovarci questa sera, ci sarà anche Andreas..
KAT: Bill, io..
BILL: avanti Kat, non puoi rifiutare, lo hai detto tu stessa che gli devi un favore e questo gli farebbe piacere! 
KAT: sì ma.
BILL: E poi, beh, nel caso ti annoiassi potrai anche andartene, nessuno te lo vieta.
KAT: ci manca! però vedi..
BILL: ti pregooooooooooooooooooo. tra l'altro quasi sicuramente Tom non si farà neanche vedere dal tanto sta male e poi..
KAT: BILL!!!
BILL: dimmi?
KAT: ok
BILL: no ma dai! Kat uffa! passa almeno a fare un salt.. ok? ok.. OK!
La ragazza in quel momento non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere nel vedere l'amico fare un sorriso a trentadue denti e alzare i pollici in segno di vittoria proprio come quando aveva preso un 2 in matematica grazie alle sue ripetizioni.
BILL: Bene, allora a casa mia per le sei!
KAT: ma sono le 6 meno dieci!
BILL: ah... allora facciamo per le sette, ok? ok! Ciao Kat a dopo!
KAT: ehm sì, ciao

L'ora seguente per Katharin era stata all'insegna dell'indecisione; come vestirsi? cosa dire? andare o chiamarli per avvertirli della sua mancanza? e qui sorgeva un altro problema perchè non aveva chiesto a Bill il suo numero? e se Tom si fosse fatto vivo cosa avrebbe dovuto faredire? era educato scappare dalla finestra di una casa duratnte una rimpatriata fra amici?  e se non lo era quale scusa avrebbe potuto usare per svignarsela? Andreas sarebbe stato contento di rivederla?
Insomma la sua testa era popolata da un'infinità di domande che le facevano venire un gran mal di testa.
Alla fine si decise ad andare vestita nello stesso modo in cui era uscita nel pomeriggio, cercare di evitare di scappare e, nel caso fosse stato estremamente necessario, farlo dalla porta usando la scusa di aver lasciato la cena nel forno. L'idea non era proprio delle migliori però era già meglio di niente.
Uscendo di casa non aveva potuto evitare di guardarsi allo specchio notando di essersi vestita in modo sobrio ma decisamente femminile. Proprio l'immagina che aveva visto nello specchio la stava torturando impedendole di pensare ad altro se non al motivo, infantile, per cui aveva iniziato tempo addietro a vestirsi così.
Quella volta avrebbe dovuto vedersi con Bill a casa sua ma lui..

KAT: è..è.. è ANDATO DAL PARRUCCHIERE!?!??!?!!??!?
TOM: sì, è quello che ho appena detto..
KAT: uhm, sì certo, eheh.. eh.. eh...
TOM:..
KAT:..
TOM: senti, vuoi salire? Così almeno possiamo iniziare quella benedetta ricerca
KAT:..
TOM:.. Kat?
KAT: ...
TOM: KIMMEL!
KAT: eh? uh! Sì certo.. FANTASTICO!
TOM: O.O? sì, meraviglioso
Come minimo gli sarà sembrata pazza, effettivamente quella volta un po' stordita lo era. Anzi, era sempre un po' stordita quando c'era lui.
KAT: meraviglioso..
TOM: eh?
KAT: "eh" eh?
TOM: EH?.. Uff, Cosa hai detto prima?
KAT:  "meravigliosa", la vostra camera è davvero davvero graziosa
TOM: ooooook, senti amicanonhocapitoperqualeassurdomotivodimiofratello vado a prendere qualcosa da bere tu.. boh. Fai quello che ti pare
Ed era stato proprio quel "qualcosa da bere" che dieci minuti si era versato sul suo maglione verde rancido inzuppandoglielo e costringendola a rimanere in canottiera. A ripensarci ora aveva come l'imprensione che da quel momento era cambiato qualcosa, o meglio Lui aveva iniziato a trattarla come una ragazza e non più come uno sfigatello di terza categoria.
BILL: Tooooooomi! Kat è arriv.. Ciao Kat. Ehm Kat, p-peeerchè  sei in canottiera
TOM: Ehi fratellino, finalmente ho capito perchè siete amici. Sotto quei maglioni enormi e dai colori ehm.. un po' orrendi, si nasconde una ragazza davvero niente male. Che ne dici Kat?
Sì, era stato decisamente quello il momento in cui aveva deciso di cambiare un po' e curarsi di più. Quel tanto che bastava per non sembrare una barbona, o meglio, quel tanto che bastava per essere considerata una donna da Tom Kaulitz, ricordato anche come l'oggetto dei suoi desideri più nascosti, ma neanche troppo bene.

DINDLON

KAT: salve signori Kaulitz è un piacere riveder..
La frase della rossa era stata stroncata da un abbraccio-stritolata da parte di una giovane donna conosciuta anche come Simone
SIMONE: cara è da una vita che non ci vediamo. Come sei cresciuta, e come ti sei fatta carina. Vero caro?
GORDON: certo amore, ora però lasciala respirare
SIMONE: ma Gordon è da una vita che non la vediamo
GORDON: sì, e se la soffochi questa sarà anche l'ultima volta che la vedremo in vita
Lo sguardo leggermente severo del marito alla fine era riuscito a convincere Simone a lasciare la presa sulla povera vittima che finalmente poteva ricominciare a respirare ed a tornare di un colorito roseo e non più blu.
SIMONE: i ragazzi sono di sopra nella camera degli ospiti, vai pure
KAT: ehm.. grazie Simone.. grazie Gordon

I due sorrisero vedendo la ragazza salire lentemente, moooooolto lentamente, le scale.
SIMONE: no scusa, ma perchè ti ha ringraziato?
Il marito alla domanda ingenua della sua adorata mogliettina, la quale non si accorgeva di quanto fossero pericolosi i suoi abbracci, sorrise intenerito squotendo leggermente il capo, per poi avviarsi a guardare la tv in soggiorno, seguito subito dopo dalla moglie ancora confusa.

Ok, era ancora in tempo per scappare bastava scendere le scale, salutare i due coniugi e sgattaiolare via. Perfetto, stava per mettere in atto il suo piano quando una voce vagamene terrificante la fece sussultare
VOCE: ciao ragazza che è sparita senza lasciare neanche un cavolo di recapito telefonico e che ora mi intralcia il passaggio
La ragazza aveva già preso fiato pronta per urlare quando lo stesso ragazzo le tappò la bocca, la sollevò e la trascinò nella camera degli ospiti.
VOCE: ehi ma sei pazza?

Allora per prima cosa ci engo a ringraziare tutti quelli che hanno letto la ff , anche senza commentare e poi volevo ringraziare in modo particolare a  Deny_death che ha messo la storia tra le preferite e ad  Anna Kaulitz che ha commentato (<3)

 
Anna Kaulitz: Grazie *-* . Mi hai reso davvero tanto tanto felice e spero che ti piaccia anche questo capitolo. A dir la verità questo capitolo l'ho scritto praticamente grazie al tuo commento quindi non mi resta che incrociare le dita e sperare che ti piaccia :)

Un bacione a tutte e alla prossima

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Capitolo 4
*** Tutto cambia eppure tutto resta uguale ***


kat 3 Tadaaaan! Ed eccomi qui cin quello che credo sarà l'ultimo capitolo, almeno finendo questo potrò trovare il tempo per finire le altre fan fiction che ho in sospeso da romai troppo tempo. Bene non mi resta altro che ringraziare tutte le lettrici e augurarvi buona lettura.


             :.Tutto cambia eppure tutto resta uguale.:


Ok, era ancora in tempo per scappare bastava scendere le scale, salutare i due coniugi e sgattaiolare via. Perfetto, stava per mettere in atto il suo piano quando una voce vagamene terrificante la fece sussultare
VOCE: ciao ragazza che è sparita senza lasciare neanche un cavolo di recapito telefonico e che ora mi intralcia il passaggio
La ragazza aveva già preso fiato pronta per urlare quando lo stesso ragazzo le tappò la bocca, la sollevò e la trascinò nella camera degli ospiti.
VOCE: ehi ma sei pazza?
KAT: A..Andreas?
ANDREAS: ma dai! e chi ti aspettavi che fosse?
Kat a quel punto, con un salto degno di una ginnasta, si era ritrovata attaccata ad Andreas e dopo pochi secondi aveva sentito un altra persona che si era unita all'abbraccio
BILL: sììììììììì, abbraccio di gruppo, che bello!!!!
Forse non aveva fatto così male a partecipare alla serata, anche perchè di Tom non c'era nessuna traccia

Era passata un'oretta da quando era arrivata ed ora stavano chiacchierando tranquillamente del più e del meno quando la porta si spalancò in modo tutt'altro che delicato e una voce aveva iniziato ad urlare commenti poco educati. Chi poteva essere se non..
BILL: Tomi! Che bello che ti sei svegliato! Hai visto chi è venuto a trovarci?
TOM: Kat..
KAT: Tom, io.. io.. IO DEVO ANDARE A TIRARE FUORI LA CENA DAL FORNO!!!!!
BILL/TOM/ANDREAS: eh????? O_O
KAT: ehm.. io devo andare a tirare fuori la cena dal forno..
ANDREAS: sì, quello lo avevamo capito, lo hai urlato! Però..
KAT: scusate, devo andare a tirare fuori la cena dal forno.. beh, sì, insomma ci sentiamo ciao
Senza neanche lasciare il tempo ai ragazzi di rispondere la ragazza si era fiondata fuori dalla camera passando di fianco a un Tom momentaneamente shockato, che era rimasto appoggiato allo stipite. 
Dopo aver salutato frettolosamente i due coniugi si era catapultata fuori cercando le chiavi per aprire l'auto ma, dopo la quarta chiave che provava ad infilare nella toppa dell'auto senza successo, si era accorta che stava piangendo. Che stupida, piangere per lui dopo tutto questo tempo.
TOM: è una mia impressione o stavi cercando di scappare da.. me
Katharin si voltò di scatto trovandosi davanti Lui, Lui che col tempo era diventato perfetto! Nonostante il colorito un po' troppo pallido, la barba incolta e le occhiaie lui era semplicemente perfetto. Non avrebbe trovato altri aggettvi più adeguati per descriverlo.
KAT: perfetto..
TOM: eh? parli ancora da sola? sei proprio assur..
La frase venne interrotta da un attacco di tosse che lo fece piegare su stesso fino a farlo poggiare inevitabilmente alla ragazza che, presa dallo spavento, lo stava sorreggendo con non poca fatica.
Il suo calore sulla pelle, il suo odore e il suo respiro sul collo, tutto questo insieme di sensazioni le facevano tornare in mente un sacco di emozioni e di ricordi come la prima volta in cui Tom le aveva rivolto, di sua iniziativa, la parola a scuola e cosa questo avesse comportato.

FLASHBACK
TOM: ehi Kimmel! Ho notato con piacere che oggi non stai indossando uno dei tuoi famosi maglioni scaccia persone!
KAT: già, tutto lascerebbe supporre che sia così
Ci mancava solo che non lo notasse! aveva passato tutta la domenica a stressare la cugina affinchè l'aiutasse a rimodernizzare il suo armadio e, in caso, a prestarle qualcosa di carino.
TOM: sì.. certo. Tralasciando le supposizioni, questo pomeriggio ti andrebbe di venire a casa mia per finire la ricerca? I miei sono a lavoro e Bill esce con Andreas, così abbiamo la casa libera e possiamo concentrarci.. sullo studio
KAT: ok, sì è una buona idea finire il lavoro subito, così dopo possiamo studiarlo per bene, decidere come esporlo, decidere se fare degli approfondimenti, divoderci le parti da esporre, scegliere il..
TOM: O.O oooook. Senti io vado al cesso, all'uscita aspettami così prendiamo insieme il pulmino

Nel pomeriggio si era creata un'atmosfera di imbarazzo visto che, non avendo quasi niente in comune, non sapevano di che parlare così Kat presa dalla disperazione più totale gli fece la prima domanda che le venisse in mente. Peccato che la domanda in questione fosse una domanda di merda.. letteralmente parlando.
KAT: Alloraaaaaaaaaaaa.. come è andata in bagno?
TOM: O.O c-cosa? .. ahahhahahahhahahahahhahahha Cazzo Kimmel! ahahah Sei una cosa assurda!
KAT: no, cioè, volevo dire.. posso andare ai servizi igienici?
TOM: dove? Al cesso?
KAT: gabinetto
TOM: cesso
KAT: bagno
TOM: cesso
KAT: wc
TOM:cesso
KAT:toilet
TOM: cesso
KAT: sì vabbeh, come ti pare. Allora, posso andarci?
TOM: dove?
KAT: uhm.. al.. cesso
TOM: certo! infondo al corridoio a destra.. e poi fammi sapere come va.. ahahahahahahah
KAT: maleducato

Quando era tornata dal bagno aveva ritrovato il ragazzo comodamente spaparanzato sul letto che si rigirava un rasta fra le dita
TOM: allora? come è andata?
KAT: >.> che ci fai sul letto? abbiamo ancora un sacco di lavoro da fare!
TOM: sì, decidere il titolo della ricerca di biologia sul capitolo 4,5, e 6 che si chiamerà "
ricerca di biologia sul capitolo 4,5, e 6" mi sembra un lavoro piuttosto arduo
KAT: vero?
TOM: -.- senti geniaccio perchè al posto di scervellarti su cose inutili non vieni quj a farmi compagnia?
KAT: uhm
La ragazza intimidita si era seduta sul bordo del letto e dalla parte opposta rispetto a Tom 'costringendolo' a doverla tirare per un braccio per farla avvicinare e baciarla.

Il chitarrista dopo essersi ripreso da quell'attacco di tosse aveva notato che la ragazza era finita in uno dei suoi stati di trans e aveva quell'adorabile broncio assorto. Lo sgurado perso che guardava chissà dove. Le labbra arricciate in un tentativo di concentrazione. Come faceva a resistere? Piano si abbassò ulteriormente fino a far sfiorare le proprie labbra con quelle di Kat e, notando che da parte sua non avveniva nessuna reazione, la baciò.

Le sue labbra leggermente ruvide sulle sue morbide e calde

Le sue labbra leggermente ruvide sulle sue morbide e fredde.

Le sue lacrime che davano un sapore amaro al suo primo bacio

Le sue lacrime che davano un sapore amaro all'ultimo di un'infinità di baci  scambiati con Tom

Le sue mani leggermente callose che si infilavano sotto la meglietta per sfiorarle i fianchi in un moto di eccitazione

Le sue mani ormai callose che si infilavano sotto la sua giacca a vento per cingerle i fianchi in un moto di possessione

I suoi occhi che si sbarravano piacevolmente sorpresi e un po' spaventati

I suoi occhi che si sbarravno sorpresi e decisamente spaventati

Il ragazzo che con fare sicuro la faceva sdraiare sopra di se

Il ragazzo che con fare insicuro la faceva appoggiare all'auto

Il bacio che diventava sempre più passionale

Il bacio che diventava sempre più passionale

Le mani di Kat appoggiate contro il petto del ragazzo in un vano tentativo di allontanarlo

La mano di Kat che tirava un ceffone al ragazzo con tutta la rabbia che aveva accumulato in quegli anni

KAT: T-Tom.. io.. f-fermo..T-Tom.. Ti prego fermati..

KAT: ma si può sapere che cazzo fai?!?! Non pensi di esserti divertito abbastanza?!?!

TOM: ehi piccola Katy che succede? Pensavo che lo volessi anche tu

TOM: Kat.. io.. pensavo che lo volessi anche tu

KAT: s-scusa ma non  me la sento di andare oltre

KAT: stai scherzando vero?

KAT: è meglio se vado

KAT: è meglio se vado

E fu così che la piccola Kat uscì dalla stanza del ragazzo chiudendo delicatamente la porta

Ed è così che Kat si decise ad entrare in macchina sbattendo violentemente la portiera 

Il ragazzo rimasto da solo nella sua cameretta aveva guardato la ragazza uscire dalla sua stanza con fare scocciato e intanto pensava a quanto fossero stupide certe ragazzine

Il ragazzo rimasto solo nel cortile della sua casetta aveva guardato la ragazza andarsene con fare desolato e intanto pensava a quanto fosse stato stupido a lasciarsela scappare

La ragazza arrivata a casa si era accarezzata più volte le labbra con delicatezza cercando di ricordarsi esattamente le sensazioni appena provate

La ragazza arrivata a casa aveva iniziato a fregarsi le labbra con rabbia cercando di dimenticarsi le sensazioni appena provate

Quella notte, a letto, la ragazza aveva pianto sapendo che non sarebbe mai riuscita a dimenticarsi o a smettere di amare Tom

Quella notte, a letto, la ragazza aveva pianto sapendo che non sarebbe mai riuscita a dimenticarsi o a smettere di amare Tom

E' incredibile vedere che nonostante tutti i cambiamenti alla fine i sentimenti rimangono sempre gli stessi.


So che come finale non è un granchè però dopo che mi sarò portata avanti anche con le altre storie potrei continuarla. Vedremo.

 Anna Kaulitz : è un piacere rivederti..risentirti.. rileggerti? sì insomma ci siamo intese. Spero che nel caso andrò avanti avrò ancora l'onore di averti tra le lettrici :)

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