No Where. Now Here.

di remvsg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I (l'angelo che se ne va) ***
Capitolo 2: *** II (A rational thing) ***
Capitolo 3: *** III (An Alternative Universe) ***
Capitolo 4: *** IV (Sometimes is the end) ***



Capitolo 1
*** I (l'angelo che se ne va) ***





"Mi stai lasciando Sherlock?"
"Sì"


Eppure gli addii sono per le persone, per le cose reali. E in fondo è così: John non aveva provato niente di più reale di quei sentimenti esplosi nella sua testa, la stessa che aveva creato Sherlock.
Pensava che almeno la pazzia non lo avrebbe mai abbandonato.


"Eri il mio angelo Sherlock"
"Anche gli angeli cadono, John"




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2:13 di notte, Rem che si rigira nel letto, tante (ma invece no) parole che ronzano nella testa e che le impediscono una nanna serena.
Son 63, troppo poche per definirla drabble e comunque non abbastanza yuppie da essere pubblicate.
In ogni caso, ho pensato che tra i tanti nuovi arrivi del fandom, ci fosse ancora qualcuno che non avesse letto qualcosa che realmente vale la pena leggere, ovvero 
 You have my heart, so don't hurt me for what I couldn't find
 di naripolpetta, santa donna (veneratela).
Questa..."cosa" è in fondo figlia dell'universo alternativo creato dalla Nari, ovvero quello in cui Sherlock è frutto dei sogni e degli psicofarmaci di John, soldato da poco rientrato in patria. Chiamatelospin-off, chiamatelo omaggio, basta che lasciate stare quello che go scritto io e andate a leggere l'originale.
Amen.


p.s. scrivo spesso micro storie che non rientrano nelle 90 parole stabilite per essere quantomeno drabble scarse. Molte volte sono storie senza un dove e un perché, ma ci sono. Ecco il perché del titolo della raccolta (perché sì, è un raccolta. Forse. Vediamo come va. Del resto, neanche questo primo "capitolo" doveva essere pubblicato, poi due twitter così a gratis che non si basavano su qualcosa, ma solo da buon spirito(penso),mi hanno convinta. Si vedrà.

p.p.s. Se la cosa non vi aggrada, rifatevela con Marta e Nari.

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Capitolo 2
*** II (A rational thing) ***


Questa storia a seguire è uno spin-off missing moment di I'm walking down the line that divides me somewhere in my mind, titolo bello per una one-shot splendida e particolare di Mikaeru.
Adesso, io potrei anche dirvi le cose essenziali che servono per comprendere la mia fic, ma vi consiglio caldamente di recuperare la one-shot madre, che è tanto bella e Mika ha un potere non indifferente di creare metafore perfette, sopratutto per i capelli di Sherlock.
 
In ogni caso, vi basta sapere che il sopracitato boccoluto e John hanno finalmente dato sfogo ai loro reciproci sentimenti, e il giorno dopo decidono di fare le analisi per le malattie veneree così da non spendere in preservativi i soldi dell'affitto. Anche se evidentemente potevano tornare utili per non rimanere incinta.
 
(questo è solo l'inizio della storia di Mika gente, non vi ho spoilerato nulla)
 

Enjoy.

 




A rational thing


 
Non si tratta più di istinto, o attrazione o intemperanza.
Non è più l'idea di perderlo a causa di un folle o una bomba o...è una cosa razionale. Quantomeno lo è quello che stanno facendo.
L'amore diventa razionale.
 
E per una volta la colpa non è da attribuire a Sherlock.

 
Sono seduti uno accanto all'altro, le ginocchia che si sfiorano appena, di nuovo in ospedale dopo neanche una settimana, rigidi su quelle sedie di plastica dura che tutto ispirano tranne comodità.
 
 
Bianchi i pavimenti e l'attesa, 
 
bianchi i fogli dell'accetazione e le pareti,
 
bianche le luci e il viso di John.
 
Ma non si vergogna di essere lì. Oramai ha superato la cosa: quella ridicola sensazione di un desiderio sbagliato, di provare qualcosa che in realtà non voleva. Ma la morte aveva fatto il solletico a entrambi quel giorno in piscina, e i suoi freni erano sembrati così ignorabili che niente gli avrebbe fatto desistere dal passare il resto della sua vita con l'uomo al suo fianco, e nel modo più completo possibile. E vuole farlo nel modo più corretto. Più sano.
 
Adesso non c'è più ieri, col sangue che ruggisce nelle vene e le medicazioni che bruciano sotto i baci.
 
C'è solo oggi nella tensione di John, con i suoi fogli, col cellulare di Sherlock pronto a chiedere favori al laboratorio, con la voglia di uscire da quel maledetto posto, stringerlo di nuovo e amarlo come si era sempre impedito. E magari scoprire da dove cazzo aveva tirato fuori i preservativi, Sherlock, la sera prima.
Probabilmente aveva già capito tutto mesi in anticipo. Anzi, conoscendolo lo sapeva già da prima che si conoscessero quel figlio di buona donna.
 
E John tira a Sherlock una ginocchiata, come per vendicarsi della sua deduzione esatta, del suo esser stato accorto, dell'aver aspettato così tanto a non dirgli che lo amava, per aver lasciato a lui la parte imbarazzante.
 
"Ehi", e si girò.
E John, che forse vuole ancora dirgli qualcosa, che non ha condensato in quel gesto tutto quello che pensava, si limita a sorridere compiaciuto notando un filo di nervosismo e impazienza non nociva sul viso di Sherlock.
 
"Mica avrai paura degl'aghi alla tua età"
 
Mfp. "Sta zitto John"
E anche Sherlock sorride, poi si sente chiamare.
 
"Holmes, Sherlock Holmes"
 
Si alza indossando il solito abito spavaldo-mondo-vali-solamente-se-hai-qualcosa-di-interessante-da-sottopormi, stretto in quella occasione e sempre di più, mentre si avvicina alla porta. John ride più forte dentro di sé, catturando con gli occhi quell'istante come prova tangibile del suo essere vivo ed amato, da Sherlock, ovviamente.
 
Il consultive detective si ferma un attimo prima di scomparire dentro la stanza.
 
"Vedi di esserci appena avrò finito"
 
"Non scappo"
 
John Watson promette a se stesso che mai dimenticherà quel momento. Mai.







Voglio spendere due parole sul perché è nata questa flash.
In realtà il motivo è piuttosto semplice.
Più dell'intera trama originale e del colpo di scena finale, ho trovato particolarmente spiazzante il piccolo dettaglio di " Abbiamo usato i preservativi, e poi siamo andati a fare le analisi".
Lo so, sono strana, però va riconosciuta all'autrice una particolare originalità. Io sono fedele sostenitrice dello Sherlock asessuato, ma non nego la mia debolezza di flirtare talvolta i rating più osé se le autrici detengono la mia fiducia o il mio rispetto. Molte volte mi ritrovo davanti agl'impeti ormonali dei due coinquilini di Baker Street, mossi da qualcosa che all'occorrenza sanno nascondere e celare. Mika ha trasformato tutto questo in una azione ragionata, sensata. Noi ci facciamo le analisi perché sappiamo che faremo ancora sesso. Lo desideriamo e non ci vergognamo di questo.
Ammetto che subito, fin dalla primissima lettura sono stata colpita da questo concetto e l'idea di scrivere proprio su quel momento mi ha stuzzicata per molto tempo prima di trovare forma.
Grazie al cielol'ispirazione è arrivata in tempo per il 1k FEST organizzato dallo SFI sotto idea di Roxe.
(a Cesare quel che è di Cesare)
 
Baci.
 
Remmmmmm#
 

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Capitolo 3
*** III (An Alternative Universe) ***



tutto per amore del #TeamCanon

An Alternative Universe




E' un mondo Alternativo, quasi un nuovo universo e John lo sente, lo percepisce. Sa di star sognando e quasi riesce a vedere il suo corpo che giace su un letto.
Anche la luce, la luce non è quella di sempre, quella di Londra. E' bianca e tanta, quasi troppa, ma bella. Tutto quanto dice a John che le sensazioni che sta provando non sono vere, e come potrebbero?
Si sente più libero, si sente bene, si sente quasi bello.
Va al lavoro e le vecchiette ridono e anche Sarah ride. Nessuno sta veramente male, le visite mediche sembrano visite di cortesia e c'è profumo di biscotti fatti in casa e di sorrisi.
E a fine turno torna a casa ad amare Sherlock, perché qua lo può fare. Questa versione di sé lo vuole e lo desidera, e anche stavolta lui non è gay, ma continua a non interessare a nessuno e allora non interessa nemmeno a lui.
Continuano ad inseguire il crimine, ma la certezza, bassa e lieve che calma la pancia, che nessuno morirà, che Sherlock non sta veramente rischiando l'osso del collo, lo fa correre più forte e la gamba non fa male.
Anche i senzatetto di Sherlock, i suoi occhi sulla città, adesso li sente tutti puntati su di lui e lasciano favori sul suo cammino. E' come se la mano di Sherlock che la mattina gli prepara il caffè senza dire niente, si estendesse a tutta la giornata, e allora c'è già qualcuno a fare la fila alle poste per lui, un altro che va a ritirare la biancheria e a comprare il latte. Tutto quello che Sherlock mai farà continua a non farlo, ma viene comunque portato a termine dalla sua rete.
Questo è un universo dove le porte si spingono soltanto e mai si tirano.
E' tutto più felice e non ha voglia di svegliarsi. Perché dovrebbe adesso che anche l'anca di Mrs. Hudson non si lameta più?
Non è meglio se le cose rimangono così? No? No?
 



"I segni vitali sono stabili, ma il sistema nervoso centrale è stato compromesso. Se anche si risvegliasse, non è certo che riprenderebbe completamente le sue funzioni"
"Cosa avete intenzione di fare?"
"Noi medici non possiamo fare niente se non monitorarlo"
"Intendevo con mio fratello al capezzale"
"Signor Holmes, se roprio ci tiene, provi lei a convincerlo. Abbiamo chiamato la sicurezza, ma nessuno ha avuto il cuore di mandarlo via"
"E perché mai?"
"Vede Signor Holmes, non è suo fratello a tenere la mano al paziente, ma il contrario"




Io penso in angst anche quando parto dal fluff. Ci posso fare poco.
Fantasticando sul promt  Gli Irregolari di Baker Street ho pensato che sarebbe stato carino che Sherlock gli mettesse a disposizione di John per tutte quelle faccende noiose che attendono noi persone da morte e tasse. Ovviamente il pensiero successivo è stato realizzare che Sherlock non avrebbe mai fatto una cosa simile, solo nei sogni John forse, o in un universo parallelo. Ed eccoci qua, ta ra ta tà.
In realtà ho in mente un seguito per questa fic, dove John si accorge che questa vita di zucchero che sogna non li garba manco un po', ma dubito di riprendere in mano questa cosa che sinceramente pubblico solo per amor di punteggio.
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Capitolo 4
*** IV (Sometimes is the end) ***



Sometimes is the end




Il giorno della fine, un po' lo senti, lo odori, lo mastichi piano come se fosse cuoio sotto i denti. E' un po' come fare l'amore, solo che poi, bè, si muore.
E John lo sa, lo sente.
E' uno strano profumo di limoni che ti avverte, glielo aveva detto un commilitone poco prima di un attacco. Morì quella sera stessa.

Capita a tutti, prima o poi. Capita a tutti. E' già tanto se non è successo in Afghanistan. John si sente fortunato.
Per un attimo pensa che sarà lui stesso a farlo, ma la gamba fa male e la pistola è troppo distante.
E se deve essere l'ultimo giorno tanto vale fare dua passi, salutare Londra, cose.
Tanto è la fine.  Solo che nessuno avrebbe mai immaginato potesse capitare così.

"John? John Watson?"

Ma sapete cosa si dice in giro?

"Stampford, Mike Stampford!"

Che dopo la fine, c'è sempre un inizio.







TEAM CANON


...birubirubiru...
ovvero proicesso di nascita di una fanfic:
vista l'illustrrazione della morte del Professor Moriarty e di Sherlock (o almeno la presunta), mi sono messa a pensare alla morte di John, poi alla morte di quel John Watson, come lo definisce lui, e quindi eccoci qua, tarattatà.

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