Giù per la farnia di lovemusic (/viewuser.php?uid=130530)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 1 *** capitolo 1 ***
Allora
ciao a tutti! Questa è una fan fiction che avevo in mente da
tanto e ora ho trovato il coraggio di scriverla! La protagonista
ovviamente è Sakura anche
se il suo personaggio e il ruolo degli altri verrà spiegato
nei prossimi capitoli.
Per
quanto riguarda Itachi amo il suo personaggio! Soprattutto la parte
misteriosa e distante che presenta anche nel manga!
Spero
vi abbia
incuriosito un po’ e fatemi sapere cosa ne pensate
commentando vanno bene anche critiche
un
bacio!
Lovemusic
Capitolo
1
Camminava
per il centro di Tokyo cercando di non scontrarsi con la gente ansiosa
di
tornare a casa.
Per
quanto
la riguardava, avrebbe continuato a vagabondare per tutto il resto
della
serata.
Ed
era
quello che Sakura aveva intenzione di fare.
Qualcuno
si girava
a guardarla, colpito dalla sua
particolare acconciatura:
lunghi
capelli rosa confetto le ricadevano sulla schiena ondeggiando con il
ritmo dei
suoi passi veloci, indossava dei leggings
color avorio e un maglione bianco sporchi di terra per via
della sua
precaria capacità a tenersi in equilibrio, soprattutto tra
le affollate strade
della capitale dove ormai viveva da più di due anni.
Dopo
aver
sfogato un po’ di rabbia passeggiando tra i negozi, decise di
andare nell’unico
posto in cui riusciva a distendere i nervi.
Gli
bastò
svoltare nel primo vicolo a destra per trovarsi di fronte
all’insegna di
Teuchi.
Era
risaputo
che il ramen migliore lo facesse solo lui.
Non
fece in
tempo a chiudersi la porta alle spalle che un odore familiare le
inondò le
narici.
-
Ecco qua
la mia rosa preferita! Qual buon vento Sakura? –la voce
squillante di Yuki, la
figlia di Teuchi, le diede il benvenuto.
-
Bah il
solito no? Mi mancavi troppo e allora ho deciso di venire a trovarti!-
-
Allora meno
male che mi sono truccata bene oggi !-
si guardarono sorridendo prima che l’altra, una
bella ragazza minuta dai
capelli castani e un sorriso solare sempre stampato in volto, la
concedesse
per tornare a
servire i clienti,
promettendole di raggiungerla al più presto.
Sakura
andò
al solito tavolo davanti alla cucina dal quale dopo poco
sbucò il signor Teuchi,
con il suo solito cappello da cuoco che pendeva
leggermente a destra e la farina sparsa un po’
su tutta l’uniforme.
-
Buona sera
signor Teuchi!
Tutto bene?- si
premurò di salutare.
-
Sakura!
Che piacere rivederti! Tutto bene! Questo lavoro è una
faticaccia ma sono
troppo innamorato per smettere! Mi conosci!- la rosa rise annuendo e avvicinandosi al
portone della
cucina, per parlare un po’ con quell’uomo che la
trattava come se fosse sua
figlia.
Quel
posto
era solo un ristorante, ma Teuchi, Yuki e tutto
quell’ambiente la facevano
sentire a casa, d’altronde erano state le prime persone a
conoscere il primo
giorno che si era trasferita a Tokyo.
2
ANNI
FA…
-
Sakura
tesoro non è magnifica questa stanza?! Ti piace??- la
ragazza guardò prima la
madre con sguardo indecifrabile e poi il resto della sua nuova
cameretta:
grossa quanto metà della sua vecchia casa, pareti rosa
antico, letto da una
piazza e mezzo a baldacchino con un mega piumone panna, scrivania,
libreria e
per finire, un enorme armadio a 5 ante.
Il compagno di sua
madre di certo non aveva badato a spese!
Se non fosse che non lo sopportava e che quelle sembrassero per lo
più tattiche
per comprare la sua fiducia, sarebbe anche stata contenta di quella
nuova casa,
e forse, del nuovo trasloco a casa di lui.
-Hey Sakura..allora? Per la camera mi sono
fatto consigliare da un arredatrice, spero che sia di tuo gusto- Kira
abbracciò
sua madre da dietro sorridendole il
più
gentile possibile e cercando di nascondere l’evidente
curiosità.
-E’ bellissima- rispose atona guardando
distrattamente entrambi.
Kira cercò di ignorare il tono distacco
e le
sorrise nuovamente.
Peccato che al lei quei sorrisi pieni di
gentilezza, la facessero irritare ancora di più.
- Mamma, credo di aver bisogno di prendere
aria e di guardarmi un po’ intorno per ambientarmi meglio
nella zona- affermò
sbrigativa, desiderando sempre più ardentemente di uscire al
più presto da
quella casa.
- Ehm, certo tesoro, ma non fare troppo
tardi, stai attenta e qualsiasi cos..-
- Qualsiasi cosa ti chiamo sì
sì, tranquilla
mamma, allora vado, ci vediamo per cena!- superò i due senza
più degnarli di
uno sguardo e si incamminò per le vie di Tokyo.
L’uomo sospirò chinando la
testa affranto.
-
Credo
che non riuscirò mai a piacerle-
Sadako abbracciò il compagno
rassicurandolo.
- Vedrai
che cambierà, è ancora scossa per via del
trasloco e di tutte queste novità, ma
non è colpa tua, poi sai che ha paura dei cambiamenti ,
vedrai che con i tempo
si scioglierà!- si guardarono per un momento in silenzio,
per poi baciarsi
delicatamente, cercando di consolarsi a vicenda e dimenticando tutte le
loro
ansie.
Intanto Sakura girava per quelle vie affollate
senza guardare
veramente dove andasse, e
prima di rendersene conto, si perse.
Era troppo presa dai suoi pensieri, tutti
quei cambiamenti la mandavano in tilt: un nuovo compagno della madre
che in
poco più di un anno aveva assunto un importanza tale da
doversi trasferirsi da
lui, il che a Sakura non andava per niente a genio e lo stesso fatto,
che
dovesse sopportare gli “uomini” che si sceglieva sua madre ogni volta, doverli trattare tutti come
se fossero suo
padre, dover
cambiare vita
all’improvviso, non lo sopportava.
La cosa preoccupante però era che questa
volta sua madre sembrava voler fare sul serio. Era capitato solo con un
altro
uomo una cosa simile, e di quel periodo aveva ricordi
tutt’altro che piacevoli.
Cercò di calmarsi e di non partire
troppo
prevenuta anche nei confronti di Kira, ma le sembrava tutto troppo
assurdo per
ragionare con calma.
Si guardò intorno cercando delle
indicazioni
che potessero indicarle come tornare a casa, quando un piacevole e
intenso
profumo di ramen le pervase le narici.
Seguì l’odore
finché non si trovò di fronte
a una grossa insegna di un ristorante. Il ramen non era certo il suo
piatto
preferito, ma il modo in cui quel posto l’aveva attirata le
fece venire voglia
di entrare e curiosare un po’.
Una volta entrata la prima cosa che notò
fu
il senso di calore e famigliarità con cui era stato arredato
il posto. Rimase a
guardarsi intorno per un po’ finché alla fine
decise di sedersi nel tavolo più
isolato e in pace che aveva intravisto, si trovava di fronte a quella
che
doveva essere la cucina.
Poggiò
la testa sul palmo della mano e il gomito sul tavolo,
guardandosi
intorno stanca, come se non dormisse da giorni.
- Hey ragazza dai capelli rosa! Perché
così
triste?- la ragazza si voltò verso la provenienza della
voce, accorgendosi che
a parlare era stato quello che presumibilmente doveva essere il cuoco,
dato che
si trovava dall’altra parte della porta e con un grosso
cappello bianco che
penzolava da un lato.
L’uomo le sorrise.
- E’ un vero peccato vedere una ragazza
della tua età con uno sguardo così triste! Se
vedessi mia figlia in questo
stato, mi prenderebbe un infarto! Cerca di sorridere su..- la ragazza
rimase un
po’ perplessa dalla sua confidenza, ma quel sorriso da padre
premuroso le impedì
di rispondergli sgarbatamente.
- Ho solo bisogno di rilassarmi un
po’..è che..mi
sono persa!-
Lui la guardò per un attimo stupito, poi
tornò a sorriderle affettuoso.
- Allora prima di tutto ti porto la mia
specialità da mangiare, così riprendi un
po’ di energie!! Poi vedrai che tutto apparirà
meno impossibile da come pensavi e ti sentirai più serena!-
Si allontanò dalla cucina lasciandola
esterrefatta. Che tipo allegro!
Dopo non molto l’uomo arrivò
con un piatto
stracolmo di ramen.
Quel cuoco nascondeva infinite qualità! Non aveva mai mangiato del
ramen così buono e si
sentiva già molto meglio.
- Ora sì che risplendi bambina!-
Sakura sorrise felice, cosa che la stupì, dato che non lo faceva
più così spesso.
- Il piatto lo offre la casa e sta
tranquilla per il ritorno, sono
sicuro
che per mia figlia non sarà un problema riaccompagnarti a
casa-
E per la prima volta da tanto,un briciolo di
ottimismo pervase la ragazza, forse non tutto sarebbe andato storto
come prevedeva.
Fu
lì che
conobbe anche Yuki, una ragazza simpatica che
l’aiutò ad ambientarsi, e Naruto,
una furia scatenata sempre solare e allegra, amante folle del ramen e
cliente
fisso di Teuchi. Scoprì
in seguito che
sarebbe stato un suo compagno di classe e nonostante spesso fosse
troppo idiota
e chiassoso, non aveva potuto evitare di affezionarsi, cosa insolita
per il suo
carattere. Erano poche le persone con cui era riuscita a legarsi, ma
per la sua
personalità così chiusa quello andava
più che bene.
-
Hey
bambina! Sbaglio o anche sta sera hai il solito sguardo triste?
Giornata un po’
storta?- la rosa storse il naso e annuì senza
però spiegarne il motivo, in
fondo era scontato: problemi a casa.
-
Beh, in
ogni caso sei venuta nel posto giusto!! Ancora qualche minuto e Yuki
andrà in
pausa, così state un po’ insieme e poi se volete
vi preparo qualcosa!-
-
Grazie
mille- rispose rincuorata e fu per tornare al tavolo quando vide
entrare dalla
porta un cliente insolito.
Un
ragazzo alto dai
lunghi capelli neri
raccolti in una coda , occhi profondi del medesimo colore e due
particolari e
profonde occhiaie, che gli davano uno sguardo stanco ma allo stesso
tempo sensuale.
Tutte
le
ragazze e le signore sedute ai tavoli lo guardarono ammaliate, mentre
Sakura
rimase per un attimo immobile a fissarlo prima di posare lo sguardo
altrove,
imbarazzata.
Il
ragazzo
salutò cordialmente il signor Teuchi
e
ordinò una doppia porzione di ramen a portar via.
Finita
l’ordinazione si voltò verso la rosa.
-
Ciao
Sakura – la salutò, guardandola negli occhi.
-
Ciao
Itachi..doppia porzione di ramen? Naruto sta da voi sta sera eh?..- cercò di
sciogliere il ghiaccio la
ragazza.
Itachi
Uchiha. Figlio di
Fugaku Uchiha,
proprietario della grossa e famosa industria Uchiha e socio di Kira.
Ovviamente
aveva conosciuto tutta la
sua famiglia,
in una cena galante a casa loro dove aveva incontrato Mikoto, la moglie
di
Fugaku, Sasuke il figlio minore suo coetaneo e da come
scoprì in seguito anche
compagno di classe e migliore amico di Naruto, ed infine Itachi. Il
figlio
maggiore, considerato da tutti un genio, miglior studente del suo
ultimo anno
scolastico della stessa scuola privata di Sakura, amato da tutte le
ragazze e
rispettato dai tutti i ragazzi.
Perfetto
insomma. Sakura non era mai stata il tipo da farsi ammaliare da questi
aspetti,
ne aveva incontrati tipi così, poi
parlandoci si era resa conto di quanto fossero fin troppo
sopravalutati, ma con
Itachi era diverso.
E
non si
riferiva solo al fatto che la sua fama era meritata in pieno.
Dalla
prima
volta che aveva incontrato il suo sguardo era rimasta stregata, quel
nero
intenso sembrava penetrarla fin dentro l’anima facendola
sentire nuda e indifesa
a qualsiasi attacco.
I
suoi modi
di fare erano sempre così eleganti e decisi allo stesso
tempo, il suo tono di
voce sempre cordiale e gentile, ma allo stesso tempo distante mille
miglia.
Quel
ragazzo
rappresentava un profondo mistero
per
chiunque lo incontrasse ma per Sakura, fu il primo a fare
quell’effetto su di
lei. La inquietava e
la stregava allo
stesso tempo.
-
Già, è
l’unico che può voler mangiare del ramen nella
nostra casa- rispose accennando
un lieve sorriso e squadrandola da capo a piedi.
E
in quel
momento Sakura si ricordò di essere ancora con i vestiti
sporchi di terra, il
viso pallido e le occhiaie che la facevano sembrare uno zombie.
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Capitolo 2 *** capitolo 2 ***
Buona
sera!! i primi capitoli saranno postati più frequentemente
per far capire meglio il verso della storia.
ringrazio NiGhTwIsH_AmArAnTh e iamtherevenge
buana lettura!
lovemusic
Capitolo
2
Stava ferma davanti a lui,
guardandosi intorno
nervosa.
- Va tutto bene Sakura?- le
chiese curioso, non
staccando lo sguardo dagli occhi verdi di lei.
-
Cosa?ah sì
beh..è stata una giornata faticosa, niente di cui
preoccuparsi- rispose frettolosa,
pregando qualche dio che la liberasse da quella situazione imbarazzante.
-
Ecco qua
signorino Uchiha la sua doppia razione di ramen! Buona serata- allora
c’era
qualcuno lassù, che ascoltava le sue preghiere!
Itachi
ritirò il pasto e uscì dal ristorante dopo averla
salutata gentile
raccomandandole di riposare.
La
ragazza
si diresse verso il bagno chiudendosi la porta alle spalle e pararsi di
fronte
al grande specchio sopra i lavandini in granito.
Sembrava
davvero un zombi.
Questo
però non
giustificava certo la sua reazione da cretina! Perché ogni volta che si trovava di
fronte a lui si
sentiva una completa imbranata? Con nessuno si sentiva in quel modo, ma
forse
questa sensazione aveva cominciato a farsi largo dopo le innumerevoli
situazioni
in cui lo aveva incontrato.
Situazioni dove puntualmente faceva
figure di merda
colossali.
E’
da tutti
considerata una ragazza dall’aspetto normale, anche se un
po’ taciturna, e
un po’ strana.
Le
poche
volte in cui le capitava di trovarsi in situazioni imbarazzanti o fuori
dal
comune, casualmente c’era lui!
Questo
aveva
fatto in modo che l’unico aspetto che conoscesse di lei fosse
quello di una
ragazza imbranata che casca ovunque, sbatte
contro i pali troppo presa dai suoi
pensieri, che si fa beccare nei suoi strambi litigi con Kira o sua
madre, che
veniva presa di mira dalle solite snob popolari della scuola e che veniva derisa dai ragazzi
dello stesso anno di
lui.
Poi
come se
niente fosse, il ragazzo, dopo una breve occhiata incuriosita o
leggermente
divertita, a seconda delle situazioni, spariva nel nulla.
Non
bisogna
fraintendere però, non era una di quelle sfigate della zona
a cui andava male
tutto, era solo una che non amava stare al centro
dell’attenzione.
Sakura
era
una ragazza normale, un
po’ silenziosa,
ma che nonostante fosse gentile con tutti non permetteva a nessuno di
avvicinarsi veramente a lei. Era insignificante ma
allo stesso tempo attirava intorno a se un
alone di mistero, come se in realtà nascondesse qualcosa,
come se la sua
personalità custodisse qualcosa che nessuno era in grado di
decifrare. Per
questo, che era considerata anche molto strana.
Tranne
che
con Itachi, con la quale si sentiva come se venisse denudata da ogni protezione.
Quanto
desiderava che esistesse un mantello
dell’invisibilità, così da evitare di
farsi vedere da quel tipo inquietante. Odiava
che la facesse sentire così spaesata e
piccola e odiava il fatto che non ne capisse il motivo. Non era mica un
dio!
Decise
di
ricomporsi e ignorare tutte le confuse sensazioni che quel ragazzo le
infondeva
ogni volta che la guardava e si sciacquò il viso.
Quando
tornò
al suo tavolo sembrava già un'altra persona, il viso era
più pulito e rilassato
e aveva ripreso un po’ di colore .
Dovette
aspettare poco prima che Yuki la raggiungesse.
-
Ehilà! Ti
sei annoiata tanto ad aspettarmi?-
-
Ma no
tranquilla, anzi è volato il tempo..-
-Chissà
come
mai..- disse la castana maliziosa.
-
Hn?- lo
sguardo dell’amica fece capire a Sakura dove sarebbe andata a
parare.
-
Guarda che
ho visto tutto! Dall’entrata di quel gran fico di Itachi-san
a te che scappavi
in bagno disperata!- esclamò soddisfatta.
L’accusata
in questione roteò gli occhi sospirando rassegnata e
imbarazzata allo stesso
tempo.
-
Guarda che
non sono scappata da nessuna parte!! E poi la vuoi finire?? Tra un
po’ allaghi
il ristorante con la tua stessa bava!
Ma
perché lo ritenete tutti così fico? È
un amorfo ambulante ma dai! Quelle poche
volte che sono andata a cena con la sua famiglia fuori era di una noia
mortale!
Ti dico solo che Sasuke in confronto era la persona più
socievole del mondo! E
questo dice tutto!- disse la rosa evitando di menzionare che in quelle
serate
il solo sguardo penetrante del
moro
l’aveva fatta agitare tanto da rompere due bicchieri e
rovesciare qualsiasi
piatto o posata le capitasse tra le mani e che probabilmente era
silenzioso
perché troppo impegnato a cercare di non deriderla davanti a
tutti, cosa che
invece Sasuke non si era certo risparmiato di fare.
Ma questi erano dettagli. Non si sarebbe
certo rovinata la sua situazione da ragazza inosservata come voleva
essere,
facendo sapere del suo particolare rapporto con il ragazzo
più conosciuto e
sull’attenzione di tutti!
-
Bha, se lo
dici tu, non me la racconti giusta in ogni caso! Ringrazia che non
frequentiamo
la stessa scuola! Altrimenti ci avrei messo molto di meno a capire se
mi
nascondi qualcosa! Al massimo mi farò dare informazioni da
Hinata e Ino, non
sia mai che mi nascondi una
relazione segreta con qualcuno!- la
castana incrociò le braccia con un espressione di chi la
sapeva lunga, mentre
Sakura le
mandò un occhiata di traverso.
Rimasero
a
parlare del più e del meno per un po’ quando
all’improvviso Yuki sembrò
ricordarsi di qualcosa. - Ah quasi mi dimenticavo!! Sakura come mai
avevi
quell’aria stravolta quando sei entrata?- chiese preoccupata
l’amica.
La
rosa si
incupì per un istante, prima di reprimere la sensazione di
rabbia che aveva
provato fino a poco prima di entrare nel ristorante.
-
..oggi
quando sono ritornata da scuola, c’erano mia madre e Kira che
mi aspettavano
seduti in salotto e
mi hanno detto che
dovevano parlarmi di qualcosa di importante..-sospirò
cercando di calmarsi,
inutilmente.
-..Kira
ha
cominciato con la solita pappardella della famiglia
unita e altre cazzate, alla fine dopo mezzora
di discorsi inutili mia madre ha tirato fuori la notizia..- Yuki la
guardò
interrogativa non capendo di cosa si potesse trattare, da rendere nervosa la sua
amica tanto da farla
tremare di rabbia.
-..hanno
detto che vogliono staccare la spina a papà-
La
castana
sgranò gli occhi dalla sorpresa.
-
Mamma ha
cominciato a dire che ormai anche i dottori confermano che non
c’è più alcuna
possibilità di ripresa, che ormai è del tutto
assente e vive solo grazie alle
macchine e mamma ha
cominciato a dire
che dopo averne parlato parecchio anche con Kira
hanno dedotto che questa soluzione fosse
la migliore.- disse
con lo
sguardo perso nel vuoto.
-
Allora io
gli ho detto che aveva deciso di farlo solo perché
quell’ idiota di Kira voleva
decidere della nostra vita, che lei si
faceva solo manipolare come al solito e che se si
azzardavano a farlo non gli avrei più
rivolto la parola, e me ne sono andata..-
Yuki
guardò
l’amica dispiaciuta, sapeva perfettamente quanto fosse legata
a suo padre che a
causa di un incidente avuto con lei in macchina quando aveva solo 8
anni era
finito in coma irreversibile, ma da una parte capiva anche la scelta di
sua madre e di Kira
e non riusciva a
spiegarsi come mai Sakura, lo odiasse tanto.
L’abbracciò
stretta,
non sapendo cosa dirle per consolarla, voleva davvero che la sua amica
ricominciasse a vivere serena, invece di
continuare a stare nel passato, anche
se capiva che non doveva aver avuto una vita facile.
-
Lo so cosa
pensi- disse Sakura cogliendola di sorpresa.
-
So che
probabilmente anche tu sei d’accordo con loro, ma non posso
accettare che
questo accada per via di Kira! Sono stufa di tutti questi estranei che
cercano
in continuo di controllarmi e decidere della mia vita mentre mia madre
lascia
fare come al solito, come se niente fosse! Non sono più
disposta ad accettarlo-
la castana si
chiese interrogativa a chi
si riferisse. Chi altro a parte Kira cercava di controllarla? Persino
per lei
la ragazza rimaneva un mistero e spesso le dava l’impressione
che in realtà il
vero problema non fosse Kira, quanto un'altra persona..ma chi?
Sapeva
che
ogni tanto la sua amica aveva l’abitudine di
“sgattagliolare”
fuori dalla sua finestra e andare a fare quella
cosa e che lì probabilmente ci
fossero persone poco raccomandabili..ma se quella persona fosse tra
quelli non
ci andrebbe no?
Non
sapeva
cosa pensare.
Sakura
poco
dopo si accorse che la stanchezza era
tale da riuscire a
fatica a teneri gli occhi
aperti, così ringraziò l’amica per la
compagnia e decise
di far ritorno a casa, lasciandosi
alle spalle la castana sempre più dubbiosa e preoccupata.
Era
quasi
arrivata e mentre proseguiva stanca per la strada intravide le luci
dell’immensa casa Uchiha accese. Abitavano nello stesso
isolato e passava
davanti a quella casa ogni giorno per andare a scuola.
Non
vide
nessuno dalle ampie finestre, così girò lo
sguardo davanti a se sospirando.
Peccato,
le
sarebbe piaciuto vedere quella zazzera bionda di Naruto che litigava come al solito con
Sasuke o si
rimpinzava di ramen, quel ragazzo era sempre in grado di strapparle un
sorriso,
qualsiasi cosa facesse.
Chissà,
se
poi avesse incontrato di nuovo anche Itachi..
-
Aaaaaah
devo smetterla!- Si disse da sola scuotendo energicamente la testa. Non
era
possibile che ogni volta, la figura del moro comparisse a ogni suo
pensiero!
Accelerò
il
passo e in pochi minuti si ritrovò di fronte casa. Un enorme
villa anch’essa,
con un giardino curato e pieno di piante di tutti i tipi, anche se la
parte che
adorava di più era un grande albero davanti la sua finestra.
Una Farnia antica
di 200 anni per l’esattezza, che non solo le dava un senso di
pace e
riservatezza dalla facciata della sua finestra, ma che era utilissimo
per le
sue piccole “fughe notturne”.
Peccato
che
quella sera fosse troppo stanca, altrimenti
sarebbe volentieri
scappata via
scendendo per la Farnia e andando in un posto dove riusciva a
dimenticare chi
era, e tutti i suoi problemi.
Quando
entrò
dentro casa notò che solo la luce della cucina era rimasta
accesa. Forse se l’erano
dimenticati prima di andare a dormire.
Si
incamminò
in quella direzione per spegnerla quando notò che dentro
c’era qualcuno ad
aspettarla.
-
Ben
tornata Sakura - disse la voce stranamente ferma e seria di Kira.
La
rosa lo
guardò inespressiva, prima di andare verso il frigo per
prendere un po’ d’acqua,
ignorandolo apertamente.
L’uomo
fece
un sospiro pesante.
-
Ti rendi
conto di quanto hai fatto preoccupare tua madre, sparendo per tutto il
pomeriggio e senza rispondere nemmeno a una chiamata al telefono? Ha
dovuto prendere
dei sonniferi per addormentarsi-
La
figliastra continuò a frugare nel frigo, incurante delle
parole dell’uomo.
-
Sakura,
girati per favore- la voce dell’uomo le fece capire che non
ammetteva repliche,
così scocciata e di malavoglia, si girò nella sua
direzione guardandolo con
sguardo di sfida.
-
Siediti un
attimo, ti prego- chiese l’uomo addolcendo la voce. Per
quanto provasse a
mantenere un tono autoritario
quella ragazza riusciva sempre a destabilizzarlo e a farlo sentire
colpevole,
qualsiasi cosa facesse.
- Per quanto riguarda
l’argomento di questo
pomeriggio, rimanderemo la scelta più in là- a
quella notizia la rosa si sentì
tanto sollevata e sorpresa da
sentire
quasi tutta la stanchezza di prima dissolversi nel nulla.
-
Voglio che
tu capisca Sakura, che io non sto cercando in nessun modo di manipolare
né te
né tua madre, amo Sawako più di chiunque e anche
se non pretendo che tu mi
consideri come tuo padre tengo veramente molto anche a te e non vorrei
in
nessun modo rovinare il nostro rapporto cercando di controllarti o
farti
dispetti. Riguardo a oggi tua madre ci riflette da anni
e sappi che anche per lei è stata una
decisione molto difficile, io ho cercato di starle accanto ma credo che
riguardo questa situazione vedere che non ha il tuo appoggio ma che
anzi, tu la
disprezzi, la distrugga.- Sakura si morse il labbro furiosa. E non solo
perché
si ritrovava quell’uomo a farle la predica, ma soprattutto
perché sentiva che
aveva ragione.
Per
quanto
lo disprezzasse era riuscito a farla sentire in colpa e probabilmente
era stato
lui a convincere sua madre a rimandare quella scelta.
Ciò
nonostante non riusciva a sopportarlo e per la sua cocciutaggine stava
perdendo
anche la madre.
Con
un solo
sguardo fece capire
a Kira che aveva
ascoltato le sue parole ma non aggiunse altro mentre si alzava per
andare nella
sua cameretta e lui non pretese di sentire nulla, soddisfatto di essere
riuscito a ottenere la sua attenzione anche per solo cinque minuti.
|
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Capitolo 3 *** capitolo 3 ***
Capitolo
3
Erano
più di
cinque minuti che la sveglia a forma di rana regalatale da Naruto suonava
ininterrottamente, accanto
ad un enorme letto a baldacchino.
-
Maledetto
coso..- un piccolo braccio sbucò dal grosso piumone color
panna per poi colpire
più volte la rana fino a spegnerla.
Ritirò
subito
il braccio all’interno con l’intento di tornare nel
mondo dei sogni quando un
piccolo telefono rosa cominciò a vibrare accanto alla
sveglia.
-
Mbf, ma è
mai possibile??..- scostò di malavoglia la coperta
strizzando gli occhi per la forte
luce e prese il telefono.
-
Ghh..pr..pronto?-
biascicò tra uno sbadiglio e un altro.
-
FRONTE SPAZIOSAAAAAAAAAAAAAAAAAA
–
Sakura allontanò prontamente il telefono per salvaguardarsi
il timpano, poi
quando sentì quel suono acuto cessare, lo
avvicinò nuovamente.
-Ino…- le parole le uscirono
come un sibilo.
-
Buon giorno!- tintinnò
allegra l’amica
dall’altra parte del telefono.
-
Si può
sapere per quale motivo mi chiami a
quest’ora?? Che vuoi?-
possibile che
la sua cara amica ,si dimenticasse
ogni volta quanto fosse suscettibile appena sveglia?
-
Non fare la finta tonta con me!! Ieri
pomeriggio dovevamo uscire! Per una volta che riesco a convincerti, mi
dai buca
senza rispondere nemmeno a una delle mie chiamate?- la rosa
si spiaccicò
una mano in faccia. Se ne era completamente dimenticata!
-
Ah
Ino..scus- non fece in tempo
proseguire
che fu interrotta dalla sua voce.
-
Tranquilla ti ho perdonata! Volevo solo
farti sentire un po’ in colpa ecco..comunque ieri mi ha
chiamata Yuki e mi ha
detto quello che ti è successo- il suo tono di
voce divenne più dolce.
-
Quindi non preoccuparti per
sta volta va bene..ma per favore la
prossima volta avvisami! E non mi riferisco al fatto che mi hai dato
buca..qualsiasi cosa puoi parlarne con me, chiaro
fronte spaziosa?- Sakura sorrise
rincuorata, non cogliendo in quella frase nessuna traccia di
compatimento, ma
di solo affetto.
-
Cristallina..
-
- Ecco brava!-
- Ino..-
- Mh?..-
- Grazie. –
Chiuse
la
telefonata e si alzò dal letto, stranamente di buon umore.
Dopo
essersi
fatta la solita doccia veloce indossò la divisa scolastica.
Gonna
fino a
poco più su delle ginocchia a righe blu e bianche, camicia
bianca e giacca blu
con lo stemma della prestigiosa scuola privata a cui era stata iscritta
dopo il
trasferimento.
Infine
mise le sue
parigine blu e le scarpe in pelle del
medesimo colore.
Preparò
la
borsa con i libri necessari, ieri aveva finito col non studiare ma con
la sua
media di voti poteva anche permettersi ogni tanto di sgarrare, e scese
al piano
di sotto.
Come
prevedeva Kira era già uscito mentre sua madre
probabilmente, stava ancora a
letto.
Data
l’ora
prese velocemente una merendina confezionata per colazione e
uscì di casa.
Mentre
finiva il suo muffin al cioccolato passò davanti a villa
Uchiha e vide che la
BMW nuova del figlio maggiore non era più al suo posto,
probabilmente lui e
Sasuke come al solito erano già partiti per andare a scuola,
mentre Sakura
preferiva andarci a piedi, oltre al fatto che non era ancora
maggiorenne per
poter guidare una macchina.
Da
quel che
ricordava Itachi aveva già la macchina quando lei era
arrivata lì.
Era
tre anni
più grande di lei ma si trovava ancora al 5 anno, a quanto
pare per dei
problemi di salute che aveva avuto l’ultimo anno delle medie.
Se
non
ricordava male dalle poche informazioni che le aveva dato sua madre, un
giorno
aveva sofferto di un tumore benigno, saltando un anno scolastico tra
cure e riposi.
Chissà
come
si sarà sentito a vivere una situazione simile a
quell’età, pensò.
In
meno di
mezz’ora arrivò davanti ai cancelli della scuola.
Era
immensa
e lussuosa come prometteva la sua stessa fama, e superata una parte di
cortile
trovò seduta in una panchina sotto l’albero una
ragazza dall’aspetto molto
diverso dei soliti giapponesi: alta, lunghi capelli biondi raccolti in
una coda
e grandi occhi
azzurri.
Accanto
a
lei nascosta nell’ombra dell’albero si intravedeva
una ragazza dall’aspetto
opposto : non molto alta, pelle diafana,
lunghi capelli neri e occhi chiarissimi tendenti al lilla.
Si
avvicinò
alle due amiche e si diedero il buon giorno.
-
S-Sakura
come stai?? Abbiamo saputo da Yuki e..- la mora, timida come sempre,
cercava di parlare
con l’amica con la
paura che risultasse troppo invadente e che quindi la mandasse al
diavolo.
-
Tutto bene
Hinata, tranquilla- concluse velocemente la rosa per tranquillizzarla e
continuò
a parlare con loro finché non sentirono il suono della
campanella che segnalava
l’inizio delle lezioni.
Si
avviarono
verso la stessa classe del secondo piano e poggiarono gli zaini accanto
alle
sedie per poi sedersi, stanche all’idea di dover fare lezione.
Sakura
notò
che in classe erano già arrivati tutti.
Lei
si
trovava nell’ultimo banco accanto alla finestra, accanto
Hinata e di fronte
alla mora Ino. Girò lo sguardo e vide Sasuke accorgersi di lei, le
rivolse una veloce
occhiata che Sakura aveva interpretato nel corso degli anni come un
saluto. Non
era un tipo molto socievole, il più delle volte finivano per
bisticciare o
stuzzicarsi a vicenda ma nonostante tutto, quando occorreva, Sasuke
sapeva
dimostrarsi più umano, comportandosi quasi
da amico, per quanto raramente capitasse.
Girando
leggermente lo sguardo, vide un ragazzo biondo dagli occhi azzurri e
dei strani
segni su entrambe le guance somiglianti a dei baffi, che sventolava il
braccio
a mo’ di saluto in sua direzione, sorridendole allegro.
-
Sakura-chan!!
Buon giorno!!- Sakura
sorrise di
rimando e fece per
rispondergli quando
l’arrivo del professore di scienze costrinse tutta la classe
a zittirsi e
sedersi compostamente.
Personalmente
odiava il professore Orochimaru, sia di aspetto che di carattere era
viscido,
oltre ad essere un disgustoso pervertito. In questo caso
però lei poteva
ritenersi salva.
A
quanto
pare l’insegnante in questione aveva un particolare interesse
nei confronti dei
ragazzi, specialmente per Sasuke e per gli altri ragazzi più
bravi a scuola,
quindi Naruto poteva tranquillamente ritenersi salvo.
Mentre
il
viscido faceva l’appello, osservò gli altri suoi
compagni di classe.
Non
aveva
stretto rapporti particolari con nessuno dei restanti a parte i ragazzi
intorno
al suo banco, ma fortunatamente nessuno di loro le aveva mai recato
problemi,
si facevano i fatti loro e non la giudicavano.
L’unico
che
forse le creava un po’ di fastidio era Kiba, un ragazzo
castano che amava fare
il casca morto con tutte ma sembrava particolarmente interessato a lei
e che
finiva sempre con fare scenate imbarazzanti contro
Naruto(anch’esso
“segretamente” invaghito di lei) su chi dovesse
starle più vicino o parlare per
primo. Lo vide cercare di parlare con i suoi compagni di banco,
tentando di non
farsi scoprire dall’insegnate.
Quello
davanti a Kiba si chiamava Choji, un ragazzo
“robusto” che amava ingozzarsi di
patatine ogni volta
che poteva, mentre
al fianco del castano c’era Shikamaru, uno dalla strana coda
a forma di ananas
e dalla mente geniale ma troppo pigro per sfruttarla.
Orochimaru,
stanco del chiacchiericcio tra loro, rimproverò i ragazzi
per poi cominciare
una delle sue noiose lezioni dove ogni tanto non risparmiava di
lanciare
occhiate lascive al moro di fronte a lei, che in risposta lo ignorava
apertamente.
Per
i primi
minuti Sakura tentò di seguire la spiegazione invano, infine
si arrese e girò
sguardo verso la finestre, perdendosi nei suoi pensieri.
Nonostante
si fosse risolto momentaneamente il problema di suo padre e si sentisse
più
tranquilla non poté fare a meno di pensare a quanto fossero
state stancanti
quelle giornate, e al fatto che nonostante tutto non riuscisse
più da molto
ormai a dialogare con sua madre, tanto che era finita col parlare con
Kira.
Sentiva
il
bisogno di distrarsi, di sfogare tutta la rabbia repressa che provava
dentro di
se e di liberarsi la mente da ogni preoccupazione.
Ormai
aveva
deciso. Quella sera sarebbe tornata lì.
Prese
il
telefono cercando di non farsi scoprire dal professore e scrisse un
messaggio.
/ sta sera ci
sono anch’io ci vediamo alla
solita ora/
Cercò
il
destinatario e una volta trovato premette invio.
Contenta
all’idea di come avrebbe trascorso la serata tornò
serena a seguire la
lezione mentre Orochimaru non
smetteva di fissare Sasuke che, scocciato da quelle attenzioni
indesiderate
girava lo sguardo verso la finestra.
Dopo
le
prime ore di lezione il suono della campana che annunciava la pausa
pranzo fu
ben accolto da tutti i studenti, felici finalmente di potersi alzare da
quelle
sedie e di
staccarsi dai libri.
Sakura
si
diresse insieme ad Ino e Hinata verso la grande mensa e dopo avere
fatto una
breve fila per prendere il cibo come al solito scadente, si sedettero
nel
tavolo insieme a Naruto, Sasuke, Kiba, Choji
e Shika. Vista da quella prospettiva
sembravano un gruppo di amici che passavano il tempo insieme. E
probabilmente lo
erano, ma Sakura non poteva confermare con certezza che facesse parte
di quel
gruppo, nonostante la facessero ridere si sentiva comunque come se in
confronto
fosse dentro una boccia di vetro, e le loro voci risuonassero come un
eco.
-
Sakura-chan!
perché non ti sei seduta vicino a me?? A proposito oggi sei
bellissima!!-
esclamò Kiba sorridendole allegro.
-
Guarda che
Sakura-chan è sempre bella idiota!- lo schernì il
biondo e i due cominciarono a
mandarsi occhiate di fuoco come per vedere chi finiva carbonizzato per
primo.
-
Non
cominciate subito a litigare voi due!- li rimproverò Ino
mentre Hinata, quasi
nascosta dietro la sua spalla, guardava estasiata Naruto, ammirando la
luce di
sfida che emanavano i suoi bellissimi occhi blu.
Che
Hinata fosse
completamente cotta di
Naruto era ormai risaputo, tranne per
il
ragazzo in questione ovviamente, che sembrava vivere nel mondo delle
favole.
I
due cominciarono
a fare a gara su chi avrebbe finito più velocemente i pasti
chiamando
insistentemente Sakura perché li guardasse.
Lei
roteò
gli occhi scocciata, posando lo sguardo altrove, e quello che vide le
fece
perdere un battito.
Il
gruppo
dei quinti entrò per ultimo dato che provenivano
dall’ultimo piano e si
incamminarono ciascuno verso i propri tavoli.
Ma
il motivo
non fu quello, non proprio almeno. In mezzo a loro spiccava la figura
di Itachi,
che la fissava intensamente. O forse guardava solamente Sasuke che era
al suo
lato? Più probabile la seconda opzione.. no?
Si impose di guardare altrove, per non farsi cogliere
imbambolata che lo
guardava, ma nonostante tutto continuava a chiedersi perché
venisse trattato da
tutti come una divinità.
I
ragazzi
della sua classe, che erano intorno a lui, erano distanti almeno un
metro dalla
sua presenza, come se avessero paura di toccarlo e
i loro sguardi erano colmi di rispetto
e timore allo stesso tempo.
Per
non
parlare di tutte le ragazze nei tavoli. Mancava poco che i loro occhi
prendessero la forma di cuoricini!
Che
esagerazione! Doveva ammettere anche lei che emanava una certa aurea,
ma da lì
a venerarlo come un entità superiore ce ne voleva! Peccato
che sembrava fosse
una delle poche a pensarla in quel modo.
A
guardarlo
diversamente poi c’erano giusto chi lo odiava, soprattutto
per invidia.
Come
ad
esempio Deidara. Un
altro ragazzo del
quinto anch’esso molto amato tra il pubblico femminile, che
sembrava odiare
profondamente il moro qualsiasi cosa facesse ed ogni occasione era
buona per
farglielo notare.
Stanca
di
guardare la solita routine della mensa
tornò con lo sguardo tra i suoi compagni che
nel frattempo avevano
cominciato a prendere in
giro la strana
capigliatura di Deidara e la sua ossessione per le costruzioni in
argilla che
si portava spesso anche a scuola.
Il
loro, era
forse l’unico tavolo dove non si parlava molto di Itachi,
dato che non era una
cosa che faceva molto piacere a Sasuke, fin troppo stressato a ricevere
da
tutti gli altri il paragone e le differenze abissali tra lui e il
fratello.
La
giornata
scolastica era passata abbastanza velocemente
e Sakura ormai si accingeva a tornare a casa.
Chiusa
la
porta alle sue spalle trovò sua madre accoglierla con un
sorriso affettuoso,
dal quale si intravedeva però, l’ansia e la
preoccupazione accumulata nei
scorsi giorni verso la figlia.
Sakura
decise di ricambiare il sorriso e salutarla come sempre facendole
capire che la
faccenda era sistemata e che non
c’era più nulla di cui preoccuparsi e
salì in camera sua mentre Sawako si
lasciava andare a un lungo respiro di sollievo speranzosa che tutto
potesse
pian piano tornare alla normalità.
Raggiunta
la
sua camera si lasciò sprofondare sul letto per pochi minuti
cercando di
rilassare la sua mente, afflitta da continui pensieri.
Decise
infine di alzarsi e fare i compiti, eccitata all’idea di come
avrebbe trascorso
la serata.
Doveva
resistere ancora per poco poi sarebbe potuta essere finalmente se
stessa.
|
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Capitolo 4 *** capitolo 4 ***
Le
note a fine capitolo.
Buona
lettura!
Capitolo
4
Nonostante
fosse notte fonda, un esile figura si muoveva con passi sicuri verso la
sua
meta.
Ormai
era
lontana almeno un ora dalle abitazioni affollate della città
e la zona
circostante era circondata da un fitto bosco.
Arrivata
a
destinazione si trovò di fronte al grande centro depositi
dei treni.
Tra
i grandi
mezzi c’era una piccola costruzione con una finestra da cui
intravide la luce
accesa e si diresse decisa vero quella direzione.
-
Sakura
eccoti finalmente! È da un po’ che non ci si
rivede eh?-
-
Ciao Suigetsu..è
già, ma ora eccomi qui- Sakura salutò il ragazzo
dai capelli tinti di
un strano colore argentato.
Posò
il
piccolo zaino accanto alla finestra e andò a sedersi sul
divano dove c’erano
anche un ragazzo dalla corporatura grossa e i capelli castani di nome
Jugo e un
altro più grassoccio e ricci capelli neri di nome Ichigo.
Avevano
un
aria persa e rilassata e Sakura dedusse che fossero fatti, dato
l’odore di erba
sparso per tutta l’abitazione.
-
Gli altri
sono andati a lasciare qualche segno sul nuovo treno che hanno portato,
si
stavano annoiando- disse il ragazzo in piedi rispondendo in anticipo
alla sua
domanda.
-
Mh, bene
tra quanto si comincia allora??- chiese annoiata. Non aveva voglia di
passare
il tempo seduta sul quel divano vecchio e lurido.
-
Verso
l’una e mezza due direi, sta volta abbiamo un po’
di lavoro da compiere prima
di dover cominciare- rispose guardandola con intesa.
Sakura
capì,
sbuffò scocciata e guardò l’orologio
sul polso che le aveva regalato Kira per
natale: l’una meno dieci.
-
Va bene
muoviamoci allora- si alzò riprendendo lo zaino
e insieme all’altro uscì da quella
vecchia costruzione, lasciandosi
dietro gli altri due, troppo incoscienti per seguirli.
Si
incamminarono verso la fitta rete di bosco allontanandosi dal centro
depositi,
dove si sentivano arrivare urli e schiamazzi divertiti di ragazzi e
rumore di
vetri rotti.
Dopo
essersi
infiltrati per un po’ nel bosco intravidero un lungo soffitto in legno, sostenuto solo
da alcune travi che
come pareti utilizzava lunghe
tende
verde scuro per mimetizzarsi meglio nell’ambiente e passare
inosservato.
-
Ti aspetto
qui fuori, sbrigati- Suigetsu si appoggiò con sguardo
indifferente ad un albero
vicino mentre lei scostava una delle tende per intrufolarsi
all’interno.
Davanti
a
lei, una lunga fila di moto da corsa occupavano tutto lo spazio
circondato
dalle travi.
Si
avvicinò
alla sua Kawasaki ninja 750 verde e poggiò sopra di essa lo
zaino con
all’interno il suo casco.
Sorrise
soddisfatta, guardando la sua piccola, se
sua madre sapesse che la notte invece di dormire la sua dolce bambina
andava a fare gare
motociclistiche clandestine, le
verrebbe un infarto.
Sakura
non
ricordava di preciso come fosse cominciata, sapevo solo che tutto era
nato in
quel periodo buio della sua vita, quando aveva circa 12 anni e sua
madre aveva
deciso di dimenticare suo padre mettendosi a
frequentare uomini di tutti i tipi fino ad
incontrare lui. Uno stronzo che ha
finito col dar fondo a tutti i risparmi della
madre e che si divertiva a fare il macho che
doveva comandare e torturare
la loro vita, in particolare quella di Sakura e il suo caratterino
ribelle che
interpretava sempre più come una sfida.
Probabilmente
la ragazza non aveva mai visto sua madre arrivare a quei livelli di
sottomissione e miseria, di certo non con suo padre.
Stanca
della
sua vita e
desiderosa di stare il più
possibile lontana da casa, cominciò a fuggire sempre
più spesso per fare lunghe
passeggiate notturne, finché una sera non
incontrò Suigetsu.
Un
tipo
alquanto bizzarro e all’inizio inquietante ma che per la
giovane si era
rilevato come l’unica occasione per poter sfogare tutta la
sua rabbia, prima
ancora che ne capisse il motivo.
Una
volta
entrata nel suo giro di amicizie il
ragazzo, convinto di avere la sua fiducia, decise di rilevarle il
segreto per
cui aveva una vita notturna così accesa e conoscesse tanta
gente.
Era
cominciato tutto per gioco, non aveva nessuna intenzione di
immischiarsi in
brutte situazioni, ma dopo aver fatto un giro nella moto da corsa di
lui,
dovette ricredersi.
Se
solo
ripensava alla sensazione avuta nel andare a una velocità
come quella, tra quei
alberi, e la sensazione di vittoria quando si superava un avversario,
un
brivido le attraversava tutta la spina dorsale, dandole una sensazione
di
eccitazione e compiacimento allo stesso tempo.
Adrenalina.
Ecco il motivo per cui aveva finito col diventarci dipendente. Solo in
questo posto, tra
tutte quelle persone poco
raccomandabili che scommettevano cifre enormi su tutti i gareggianti e
il
pericolo di potersi fare del male ad ogni curva con la sua Kawasaki,
riusciva a
sentirsi veramente se stessa.
Sakura
non
era la ragazza inosservata e imbranata che vedevano tutti, quella era
solo una
maschera che la ragazza non sopportava. No, lei era la Sakura che
rischiava,
contro tutto e tutti e non si faceva mettere i piedi in testa da
nessuno, a
differenza di sua madre.
Forse
era
così influenzata dagli avvenimenti della sua vita e da quella di Sawako, che
aveva finito per
dividere la sua persona in due parti, una che cercava di continuare a
vivere
serenamente le giornate mentre l’altra che si ribellava e che
non voleva
arrendersi a ricominciare da capo.
Spesso
aveva
finito per perdersi in una confusione infinita, dove non riusciva
più a capire
quale fosse la vera se stessa e se poteva continuare in quel modo, ma
quei
pensieri erano così complicati e quella scelta
così difficile che ogni volta
finiva con rinchiuderli tutti in un cassetto ed ignorarli del tutto.
Riposto
lo
zaino accanto alla moto, si fece strada tra le pesanti tende per poter
tornare
da Suigetsu
scoprendo, una volta
raggiunto, che non era più solo.
Per
un
momento si era dimenticata che per ogni divertimento
c’è sempre un prezzo da
pagare.
Dato
che Suigetsu
era “l’ideatore” di tutta
l’organizzazione toccava a lui e a Sakura, che
lo aiutava in cambio
delle spese della moto, pagare quel prezzo.
Organizzare
gare motociclistiche in quella zona vicino ai depositi era perfetto
perché
passava inosservato dalle autorità, ma rischioso
perché conteso da diversi
personaggi che non avevano certo una buona fama.
Una
in
particolare era “l’Akatsuki” , un
organizzazione segreta di uomini d’affari
potenti che
volevano arricchirsi
illegalmente creando così un gruppo di alleati di diverse
aziende nemiche tra
loro, con lo scopo di mandarsi informazioni utili da poter usare per
distruggere ogni probabile concorrente ed appropriarsi infine delle sue
ricchezze. Era ovvio che il gruppo di Suigetsu, come molti altri del
resto,
risultasse insignificante in confronto.
L’unico
motivo per cui loro avevano la possibilità di poter usare
quei terreni era
grazie ad un patto fatto con i membri dell’Akatsuki: ogni
mese dovevano
consegnare loro il 20% di guadagni ottenuti dalle scommesse e in
più dovevano
effettuare dei piccoli scambi di informazioni segrete ad alcuni
personaggi,
senza farsi scoprire. Il perché era scontato. Se fossero
stati scoperti gli
unici a finire in galera sarebbero stati loro e di certo non dei uomini
ricchi
e potenti.
Sakura
si
passò una mano tra i capelli in un gesto nervoso e si
incamminò al gruppo.
-
Eccoti
finalmente- la rimproverò l’amico guardandola
scocciato.
Ignorò
il
suo sguardo e si voltò ad osservare gli uomini di fronte a
loro.
Il
primo lo
aveva riconosciuto subito, dato che veniva spesso per ritirare il
denaro:
Kakuzu, un tipo inquietante fissato con i soldi e tirchio fino al
midollo.
Passò
lo
sguardo sul secondo elemento e un brivido le percorse la schiena.
-
Ma guarda
un po’..allora la piccola mocciosa è cresciuta!
Vedo che nonostante tutto sei
riuscita a sopravvivere..- ghigno il tizio.
-
Cos’è
speravi di vedermi stecchita tra qualche albero, con il segno di
qualche ruota
sulla faccia magari? Beh, mi dispiace per te..ma sono ancora
qui…Sasori.- si riprese
dallo schook per
rispondergli, guardandolo con sfida.
-
Sakura.. – la
avvisò Suigetsu dandole
una gomitata. Non era certo consigliabile stuzzicare un membro
dell’Akatsuki.
La
ragazza
decise nuovamente di ignorare l’altro per poi incrociare le
braccia, impaziente
che tutto finisse al più presto.
Sasori,
un
ragazzo di circa 23-24 anni, dai capelli rossi e di
bell’aspetto e
uno sguardo freddo, glaciale e pericoloso
la guardò stranamente divertito.
Deciso
a non
voler peggiorare la situazione Suigetsu decise di avviare il
procedimento del
pagamento il prima possibile, appoggiato pienamente
dall’impaziente Kakuzu.
Durante
tutta la discussione e lo scambio Sakura si era premurata di ignorare
volutamente lo sguardo insistente del ragazzo, non riuscendo
però a fermare il
crescente fastidio che si faceva largo nel suo stomaco.
Finito
il
tutto si diresse verso il rifugio senza degnare di un saluto gli altri,
non che
ce ne fosse bisogno.
Entrata
dentro, notò che le altre moto erano già state
tirate fuori, mancava solo la
sua.
Una volta raggiunta fece per
trascinarla via,
quando una voce così vicina da sentire il fiato sul collo,
la fece trasalire.
Si
girò di
scatto e notò che era ancora lo scocciatore.
-
Che cosa
vuoi, Sasori?-
-
Niente di
speciale..volevo solo vedere meglio quanto fosse cresciuta la piccola e
ribelle
Sakura..in fondo sono quasi due anni che non ci rivediamo, e devo
ammettere che
mi ha sorpreso vederti ancora qui, così cocciuta e
ostinata.- spiegò lui, squadrandola
curioso da capo a piedi.
-
E perché
ti sembra così strano? C’è gente che ci
sta da molto più tempo e ancora non
abbandona se è per questo.-
-
Beh,
questo è vero, ma mi aspettavo che una ragazza come te Sakura, così diversa e pura da gli altri
qui, avesse smesso di fare una
doppia vita, o ancora non riesci a capire se ti piace di più
essere la brava
Sakura come suppongo tu sia
tutte le
mattine o la bad girl notturna?-le chiese guardandola
intensamente mentre
lei si sentiva percorsa da migliaia di brividi per tutto il corpo. Era
incredibile come quel ragazzo, che non la vedeva da anni, riuscisse in
una sola
occhiata a capire i più profondi dilemmi che nemmeno lei
riusciva a intravedere
con chiarezza, facendola sentire fragile e facile preda ad ogni suo
attacco.
Aveva sempre odiato il suo modo di prendersi gioco di lei senza
scrupoli,
distruggendole ogni sua piccola convinzione con una piccola parola per
poi
mollarla lì, confusa e spaventata di esser stata scoperta
così facilmente da un
tipo del genere.
Allo
stesso
tempo però quella sua capacità di leggerle nel
profondo, di disarmarla in un
istante e il suo sguardo così spietato e seducente la
attraevano come una
calamita, come una preda verso il suo predatore.
Cercò
di
mantenere lo sguardo freddo, tentando di non fargli capire quanto la
sua frase
avesse avuto effetto su di lei, per poi girarsi indifferente dalla
parte
opposta, portando fuori la Kawasaki.
Prima
che
riuscisse ad uscire del tutto si
sentì
afferrare per un braccio e sentì il corpo del rosso
appiccicarsi alla sua
schiena e il suo alito sfiorarle il lobo dell’orecchio
sinistro.
-
Se ti può
interessare saperlo comunque, per quanto la tua versione di brava
ragazza possa
essere bella e tranquilla, considero questo tuo lato da ragazzaccia
molto più
eccitante e soprattutto, adatto a te-
A
sentire il
suo fiato addosso e quella voce così profonda che la
provocava, senti una lunga
scossa attraversarle la schiena e si girò a guardarlo
sconvolta. Ma non l’aveva
ritenuta sempre una mocciosa?
Il
ragazzo,
comprendendo il suo sguardo interrogativo decise di chiarirle meglio la
situazione.
-
A
differenza di quello che mi aspettavo, non sei più la
mocciosetta di prima, sei
cresciuta parecchio direi- continuò,
percorrendo con lo sguardo tutto il corpo della ragazza, facendole
aumentare i
brividi-e sono stupito che tu sia riuscita a sopravvivere in posto del
genere..ad ogni modo Sakura, quando
ti sentirai stanca di recitare la parte da brava ragazza vieni pure
quando vuoi
a farmi visita- tirò fuori dalla tasca un biglietto e lo
porse tra le sue mani.
-
Questo è
il mio biglietto da visita, con indirizzo e numero di telefono..mi hai
colpita Sakura, perciò
sarò ben lieto di
aiutarti a toglierti quella
maschera che devi indossare tutti i giorni e ti si legge chiaramente in
faccia
che ne hai bisogno..- continuò curvando le sue labbra in un
ghigno divertito- Buona
fortuna per la gara Sakura io vado e..ci
vediamo presto- concluse girandosi di spalle per uscire dalla
stessa parte
da cui era entrato, lasciandosi dietro una ragazza alquanto arrabbiata
e
confusa allo stesso tempo, con un piccolo bigliettino tra le mani e un
espressione sconvolta in viso.
Ecco qua un
altro capitolo! Come promesso, qui il racconto comincia a prendere una
piega e sempre in questo capitlo, emergere la particolare
personalità di Sakura.
Appare
anche il terzo personaggio principale, Sasori e spero di avervi
incuriosito un pò ;)
lovemusic
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Capitolo 5 *** capitolo 5 ***
Ecco qua il 5 capitolo!!!sinceramente non sò nemmeno io cosa
mi sia uscito..l'ho scritto ieri notte mezza morta dopo aver
passato una giornata senza pace tra scuola, equitazione e
ancora studio! Quindi se è uno schifo posso dire di avere
delle scusanti.. ;)
Ringrazio tutte le persone che mi seguono e tutti i lettori silenziosi
e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate :)
Buona lettura
lovemusic
- Nel 1912 Ungaretti, dopo un breve periodo
trascorso al Cairo, lasciò l'Egitto e si recò a
Parigi. Nel tragitto vide per
la prima volta l'Italia ed il suo paesaggio montano. A Parigi
frequentò per due
anni le lezioni del filosofo Bergson, del filologo Bédier e
di Strowschi, alla
Sorbonne e al..- Sakura, indifferente alle parole del
professor Azuma,
continuava a battere nervosamente
la
pena sul banco.
-
Se non la
finisci ti tiro qualcosa addosso, sei avvisata- la rosa
guardò scocciata il
compagno di classe di fronte a al suo banco.
-
Oh scusa
tanto Sask’è..non sia mai che ti deconcentri!-
rispose sarcastica. Per un motivo a lei sconosciuto, lui
era una della
poche persone, oltre Suigetsu, con
cui
non si faceva problemi a mostrare anche i lati del suo carattere
più scontrosi
e poco socievoli.
- Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra
mondiale, Ungaretti partecipò alla campagna interventista,
per poi arruolarsi
volontario nel 19º reggimento di fanteria, quando il 24 maggio
1915 l'Italia
entrò in guerra. Combatté sul Carso e in seguito
a questa esperienza scrisse le
poesie che, raccolte..- Niente. Per quanto si sforzasse di
seguire la
lezione la sua mente era continuamente concentrata su altri pensieri
ben poco
graditi. Stufa di non riuscire a smettere di pensare
ricominciò a sbattere
nervosamente la penna sul banco mentre il moro di fronte a se sbuffava
rassegnato.
“mi
aspettavo che una ragazza come te Sakura,
così diversa e pura da gli altri qui avesse smesso di fare
una doppia vita, o
ancora non riesci a capire se ti piace di più essere la
brava Sakura come
suppongo tu sia
tutte le mattine o la
bad girl notturna?” cercò
invano di
scacciare quei ricordi e si passò una mano tra i capelli
scostandosi tutte le
ciocche rosa che le ricadevano sul viso “se
ti può interessare saperlo comunque, per quanto la tua
versione di brava
ragazza possa essere bella e tranquilla, considero questo tuo lato da
ragazzaccia molto più eccitante e soprattutto, adatto a
te.” .
Più adatto a lei?
Chi si credeva di essere per potersi
prendere tutta quella confidenza? E poi quel’invito, la
sensazione del suo
corpo attaccata alla sua schiena, il suo fiato che le solleticava il
collo..Perché
un arrogante come lui che si sentiva superiore a tutti si era
interessato a
lei, così improvvisamente?
E
soprattutto, perché lei si era sentita continuamente
percorsa da brividi di
eccitazione durante quel breve incontro? Non che questa sensazione ci
avesse
messo molto a trasformarsi subito in rabbia e indignazione ma rimaneva
il fatto
che, a distanza più di due settimane, la rosa si sentisse
ancora scossa e
confusa. Questo, se possibile, la faceva imbestialire ancora di
più.
Per
le
scorse sere che era andata al ritrovo, non si era presentato e lei aveva sfogato tutti i suoi
pensieri vincendo
per tre volte consecutive tutte le gare, lasciando pienamente
soddisfatti tutti
gli uomini che avevano scommesso su di lei.
-
Sakuraaaa,
ci sei??? Scommetto che non hai ascoltato nemmeno una parola di quello
che ti
ho detto!- sbuffò indignata la bionda.
-
Uffa Ino sì
ti stavo ascoltando..anche se è quasi impossibile riuscire a
seguire i tuoi
discorsi!- sbottò l’amica di rimando
mentre la mora accanto sorrideva divertita dai loro battibecchi.
Dopo
tante
insistenze le ragazze erano riuscite a convincere la rosa a farsi un
giro con
loro dopo scuola.
Mentre
si
gustavano ciascuna il proprio frullato, Hinata divenne improvvisamente
seria e
guardò intensamente l’amica seduta alla sua destra.
-
Sakura a
proposito, va tutto bene?ultimamente ti abbiamo visto sempre
così distratta..se
ti va di parlarne noi siamo qui..lo sai vero?- chiese preoccupata
mentre Ino
annuiva guardandola con affetto.
Sentì
il suo stomaco
contrarsi dolorosamente.
Improvvisamente si sentì così
ingiusta e
sporca. Per quanto non facesse altro che sentirsi isolata e non
compresa si
rese conto che quelle ragazze che aveva davanti, nonostante tutto,
erano
davvero affezionate a lei. Erano amiche,
per cui era normale che si comportassero in quel modo.
Da
quanto
aveva sognato di trovare delle persone come quelle? O come Naruto e gli
altri?
Si rese conto che a forza di chiudersi in se stessa si era
completamente
allontanata dalla realtà che viveva tutti i giorni,
rischiando così di essere
lei stessa a distruggere ogni possibilità di poter creare
finalmente dei veri
rapporti con qualcuno e costruirsi una vita serena. Guardando le sue amiche che la
osservavano speranzose,
per un momento, fu pronta a
rivelare tutte le sue paure e i suoi dubbi ma si fermò di
botto. Per farlo,
avrebbe dovuto confessare e mostrare loro l’altro lato di
Sakura, rivelargli
quello che spesso andava a fare di notte e tutto il resto. Non era
ancora
pronta per tutto quello, chissà cosa avrebbero pensato di
lei! Probabilmente le
avrebbero dato della pazza. E in più lei stessa, per quanto
in quel momento
sentisse il bisogno di liberarsi di quella maschera, sapeva di essere
ancora
troppo legata alla Sakura motociclista e all’adrenalina che
provava ogni volta che
saliva su quella moto e rischiava di farsi scoprire dalla polizia,
finendo per
chissà quanto in galera.
Sorrise
timida prima di rassicurare le amiche rispondendo che era solo un
po’ di stress
causato dalla scuola e da Kira.
Lo
sguardo
di delusione e dispiacere che lesse nei loro occhi la fece sentire un
verme, ma
purtroppo non era ancora pronta per aprirsi e lasciarsi andare. Sperava
solo di
poter rimediare in un prossimo futuro, semmai loro fossero state
disposte ad accettarla
ancora.
Era
passato
poco da quando aveva salutato Hinata e Ino, dopo aver passato con loro
gran
parte del pomeriggio a chiacchierare del più e del meno e
dopotutto si era
divertita.
Per
niente
ansiosa di tornare a casa decise di farsi una passeggiata nel piccolo
parco vicino
al suo isolato.
Capitava
molto raramente che passasse da quelle parti ma ricordava che quando
era
passata di fronte a quel piccolo parco ben costruito e
dall’area molto
tranquilla si era ripromessa di farci visita.
E
ora si
ritrovava a passeggiare tra quei antichi alberi e le panchine
sottostanti
guardandosi intorno curiosa.
Era
veramente bello per essere solo un parchetto e si stupiva che non ci
vedesse
mai nessuno passeggiarci dentro.
Decise
di
sdraiarsi su una panchina chiudendo gli occhi e ripensando agli sguardi
delusi
delle sue amiche.
Sperava
davvero di diventare più brava in futuro, nel approcciarsi
con le persone.
-
Giornata
stancante?- stupita di sentire la voce di qualcuno si alzò
di scatto
guardandosi intorno fino a soffermarsi sulla figura che le aveva
parlato.
Itachi
la
guardava sorridendo gentilmente.
-
Ciao..-
rispose guardandosi intorno confusa. E lui da dov’era sbucato?
-
Posso?- le
chiese indicando la panchina su cui era seduta.
Dopo il suo consenso si sedette al suo fianco guardando la
piccola fitta
di alberi di fronte a se.
-
Non pensavo
che anche tu venissi qui! Questo posto è sempre
così desolato..un vero spreco
secondo me-
-
Veramente è
la prima volta che vengo qui..tu invece?da come ne parli non sembra..-
chiese
la rosa guardandolo con curiosità. Si chiedeva cosa ci
facesse effettivamente
un tipo come lui circondato sempre da tante persone, da solo, su quel
parco.
-
Beh sì è
da piccolo che conosco questo posto e spesso ci venivo anche con
Sasuke, mia
madre e tal volta anche mio padre. Poi le cose a casa sono un
po’ cambiate e
tutti si sono dimenticati di questo posto..tranne me. Forse
è anche il fatto
che sia così isolato e tranquillo ad attirarmi e questo lo
rende uno dei pochi
posti dove riesco a rilassarmi e a pensare tranquillamente- rispose
sereno
continuando a mantenere lo
sguardo
sull’albero di fronte. Sakura
studiò
attentamente il profilo del ragazzo. Si vedeva che non era stupido come
tutti
gli altri o superficiale ma sembrava anche un tipo molto freddo e
vederlo
parlare ed esprimersi con lei così tranquillamente
l’aveva stupita non poco.
Il
moro si
volse dalla sua parte e fissò i suoi occhi neri e profondi
in quelli verdi e
limpidi della ragazza.
-
E tu
Sakura? Anche tu sei stata attirata qui per il mio stesso motivo?
C’è qualcosa
che ti tormenta tanto, da aver bisogno di allontanarti da tutto e tutti
e
venire qui..?- le chiese non staccando nemmeno per un momento il
contatto dei
loro occhi.
La
rosa
sentì i battiti del suo cuore cominciare ad aumentare sempre
di più. Sentiva
quegli occhi scavarle fin dentro l’anima ma stranamente,
invece di sentirsi
impaurita o fragile come capitava al solito con lui, sentì
per la prima volta
come se quel ragazzo considerato sempre così irraggiungibile
e freddo, avesse
molte cose in comune con lei. Sentiva come se ci fosse.. dell’affinità
tra i loro sguardi.
-
Può
darsi..ma chi lo sa..forse si tratta solo di curiosità e
voglia di visitare e
scoprire nuovi posti..- rispose guardandolo provocatoria.
Itachi
sorrise divertito alla sua affermazione. Era rimasto colpito di come
quella
ragazza all’apparenza così semplice, dolce e
innocente che vedeva passare per i
corridoi di scuola nascondesse uno sguardo così vivo e
provocante allo stesso
tempo. Ma si sa che spesso l’apparenza inganna, e lui questo
lo sapeva fin
troppo bene.
-
Voglia di
scoprire nuovi posti dici? Allora sei stata decisamente fortunata ad
incontrarmi oggi..- disse guardandola divertito mentre si alzava e
porgeva la
mano alla ragazza.
-
Vieni con
me!- rispose al suo sguardo interrogativo.
La
rosa
sempre più perplessa decise di seguirlo curiosa di sapere
dove l’avrebbe
portata.
-
Non ci credo..ma
questa è..- commentò Sakura senza riuscire a
terminare la frase.
-
Una vecchia
ma stupenda giostra
di cavalli!
Sorpresa?- concluse il moro.
La
rosa
cominciò a camminare intorno a quella meraviglia..e chi se
lo aspettava che
quel parco nascondesse una cosa del genere! Anche se abbandonato,
quella
giostra era veramente una delle più belle che avesse mai
visto e le ricordava
terribilmente i ricordi di quand’era bambina, e suo padre la
portava a giocarci
per pomeriggi interi.
-
E’
veramente bello..che peccato che sia abbandonato..- commentò
tristemente.
-
ahahah lo
sai..mi ricordi tanto una persona!- commentò sorridendo .
-
Vai a
sederti su uno dei cavalli e aspettami..ho una sorpresa che sono sicuro
ti
piacerà..- disse con fare misterioso mentre la spingeva con
delicatezza verso
uno dei cavalli in legno.
La
ragazza
sempre più perplessa si sedette su uno di essi seguendo con
lo sguardo il moro
che spariva dietro un albero vicino.
Per
poco non
cadde dalla sua posizione tanta la sorpresa nel sentire la giostra che
aveva
cominciato lentamente a muoversi e tutte le luci accendersi.
Itachi
comparve nuovamente da dietro l’albero per poi raggiungerla
sorridendo furbo e
sedendosi sul cavallo accanto alla rosa.
-
Ma
cos..come hai fatto??- chiese sempre più stupita.
-
Te l’ho
detto che è da anni che vengo qui..e da un po’ ho
scoperto che è stato lasciato
qui anche l’interruttore e la sua batteria..anche se dubito
che durerà molto..-
-
E come hai
fatto a scoprirlo?-
-
Beh ti
rivelerò un segreto..- rispose guardandola divertito.
-
In realtà
prima venivo sempre qui per poterci Sask’è!- la
rosa lo guardò scandalizzata.
-
SASK’E’??-
-
Eh già! Che
tu ci creda o no..Sasuke ama andare sulle giostre!! Ti sembra assurdo
vero? Beh
adesso è così preso dal farsi vedere forte e
perfettino che non si azzarda più
a venire qui!! E mi raccomando..non dirgli niente o ti posso assicurare
che ci
ammazzerà entrambi pur di nascondere qualsiasi traccia!!-
rispose cercando di
assumere un espressione fintamente seria e preoccupata.
La
rosa al
solo immaginarsi il piccolo Uchiha giocare divertito su quelle giostre
paragonandolo poi con la sua figura perennemente impassibile
scoppiò in una
risata fragorosa. Rise. Rise come non faceva da tempo mentre continuava
a
parlare spensierata con l’unica persona che si sarebbe mai
immaginata e la
giostra girava illuminando quel piccolo posto segreto.
-
Lo sai
Sakura..dovresti ridere più spesso..il tuo viso si illumina
di una luce nuova
quando sorridi-
La
rosa lo
guardò con il cuore in gola.
Chissà se
quella sera, su quel cavallo di legno che saliva e scendeva e in compagnia di quel
ragazzo così
particolare, non fosse uscita la vera Sakura, quella che cercava sempre
più
impazientemente di venir fuori e mostrarsi al mondo intero.
|
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Capitolo 6 *** capitolo 6 ***
Ecco
qua il seguito! iQuesto capitolo sarà dedicato alla storia
di Sakura e spiegherà alcuni lati del suo particolare
carattere e in più ho dato un indicazione per il prossimo
capitolo ;)
Buona
lettura
lovemusic
Per
quanto
spesso fosse andata in quel luogo, non si sarebbe mai abituata a quel
forte
odore di medicinali e disinfettante che le infondeva le narici ogni
volta che
entrava.
La
ragazza
dai capelli rosa si sedette sulla sedia dopo averla avvicinata al letto
e
cominciò ad accarezzare lentamente il dorso di una mano che
spuntava dalle
lenzuola.
-
Ciao papà..-
10 anni fa..
-
Sakuraaaaaaa-
Un uomo alto e dall’espressione
preoccupata
si muoveva tra la folla cercando di farsi spazio con le braccia.
- Signore si sente bene?- una donna di circa
trent’anni lo guardò incuriosita dopo averlo
fermato.
- E-ecco io..io..-
- Si calmi su..faccia un bel respiro e
distenda i nervi..-
- I-io..non trovo mia figlia!!l’avevo
lasciata un secondo sulla panchina al centro del parco per andare a
prendere un
gelato..ero proprio
di fronte a lei..ma
mentre pagavo..l’ho persa d’occhio solo p-per un
secondo..e..e..è scomparsa!-
La signora dopo aver guardato per un attimo
dispiaciuta quell’uomo preso dall’ansia, il suo
viso si illuminò.
- Aspetti un attimo! Non è che per caso
quella bambina ha i capelli rosa?- l’uomo si girò
da lei stupito.
- Sì!!
Sìsìsìsì ha i capelli
rosa!!può
essere solo lei ne sono
sicuro!!l’avete
vista per caso?? Vi prego ditemi dov’è?! Sta bene
vero?-
- Oh sì sì non si
preoccupi!sono
l’animatrice del parco giochi qui affianco e quando ho visto
quella bambina arrivare
da sola le ho chiesto dove fossero la mamma e il papà ma non
rispondeva..così
l’ho portata nel castello gonfiabile dove
c’è la mia collega e l’ho lasciata a
lei mentre venivo qui! Prego mi segua che le mostro dove raggiungerla.
–
L’uomo alle parole di quella signora si
lasciò andare ad un lungo sospiro di sollievo. La sua
bambina era salva e al
sicuro.
Quando arrivò a destinazione vide, tra
tutti
i bambini rincorrersi divertiti, una testolina rosa accucciata ad un
angolo a
parlare con altri bimbi.
Il cielo ormai era diventato scuro e
l’uomo,
insieme alla bambina che teneva per mano, si incamminavano verso casa
in
silenzio.
- Papà..sei ancora arrabbiato con me?-
chiese la bambina con una voce appena percettibile.
- Certo che sono arrabbiato! Non ti è
bastato quello che ti ho detto al parco, non lo vuoi capire? Pensa se
da un
momento all’altro io scomparissi e non ritornassi
più..non ti preoccuperesti
anche tu?- la bambina spalancò gli occhioni verdi.
- Ma sarebbe bruttissimo!! Come faccio senza
il mio papà?- la voce delicata cominciò a
incrinarsi. E se fosse sparito per
davvero? Il terrore pervase la piccolina che non capendo il senso delle
parole
di suo padre temeva lui sparisse per sempre per colpa sua che lo aveva
fatto
arrabbiare.
- papà non andare via ti prego!
Farò la
brava lo prometto!- il padre la guardò sorpreso, ma che
aveva capito.
Si mise in ginocchio per arrivare alla
stessa altezza della figlia in preda all’ansia.
- Sakura
ma come ti viene in mente? Certo che non me ne vado solo per questo! Te
l’ho
detto solo per farti capire la paura che ho provato io nel non vederti
più!- la
bambina lo guardò speranzosa- Quindi
non
te ne andrai mai vero??resterai
per
sempre con me??vero papà??- l’uomo la
guardò intenerito e le accarezzò il
piccolo viso paffuto.
- Certo Sakura, resterò sempre con te.
Te lo
prometto. –
-
Mi ha
mentito papà..- sussurrò
la rosa
continuando a stringere la mano del padre.
Ora
più che
mai sentiva il bisogno di averlo vicino. In fondo era sempre stata
legata più
al padre, con lui parlava sempre di tutto ed era sempre stata convinta
che
fosse il padre migliore del mondo. Lo pensava ancora, per questo
sentiva tanto
la necessità di riaverlo con se.
La
sua vita
era cambiata drasticamente dal giorno del suo incidente.
Sawako,
già
molto sensibile e fragile di suo, aveva finito col chiudersi
completamente
nella sua disperazione, lasciando la piccola Sakura ad affrontare una
cosa
molto più grande di lei senza che questa potesse riuscire a
chiedere aiuto a
nessuno.
E
non lo
aveva mai fatto effettivamente.
Vedere
sua
madre così debole l’aveva convinta che lamentarsi
o dimostrare il suo dolore avrebbero
reso sua madre
ancora più triste, così
decise di tenersi tutto per se.
Sembrava
però, che il destino si divertisse a giocarle brutti scherzi
e a provocarla in
continuazione.
- APRI QUESTA DANNATA PORTA!- la rosa
continuò ad ignorare le urla mentre tremante dalla rabbia
gettava alla rinfusa
nello zaino il casco e dei vestiti di scorta.
Gettò uno sguardo alla finestra. Stava troppo in altro e
uscire per di lì
sarebbe stata una pazzia. Decise comunque di gettare lo zaino al piano
terra,
tanto non si sarebbe certo distrutto.
Prese un forte sospiro e aprì di scatto
la
porta trovandosi davanti un uomo fermo con il pugno a
mezz’aria e un
espressione stupita. Non si aspettava che uscisse veramente.
La ragazza lo sorpassò velocemente senza
degnarlo di uno sguardo, approfittando del suo stato di stupore per
raggiungere
il più velocemente possibile l’uscita di casa.
Prima che potesse posare la mano sulla
maniglia si sentì afferrare per le spalle e le braccai
dell’uomo girarla dalla sua
parte facendola sbattere con la schiena sul portone.
- Lasciami Hiroshi!-
- Lasciarti?Ah! Si
può sapere dove credi di andare?-
- Non sono affari tuoi!- rispose la rosa
guardandolo con sfida. Una scintilla si accese negli occhi azzurri
dell’uomo.
Prima che se ne accorgesse si ritrovo le sue
mani stringerle con forza il collo mentre la ragazza cercava inerme di
ribellarsi.
- Forse non ti è ben chiaro il concetto!
Ti
è proibito uscire da casa se non su mio consenso. E in caso
non ti fosse ancora
chiaro ragazzina, le regole di questa casa le decido io. Per cui se
dico che a
parte scuola non devi mettere piede fuori casa, tu mi dovrai obbedire!
Ormai
tua madre mi ha scelto come suo compagno e che tu lo voglia o no dovrai
accettare la mia presenza e la mai superiorità!- strinse di
più la presa e
avvicinò il viso a quello della rosa.
- Dovrai abituarti al fatto che essendo il
compagno di tua madre, per te assumerò il ruolo di padre e
visto che Sawako è
sempre stata a mio giudizio fin troppo buona e permissiva nei tuoi
confronti,
ci penserò io a darti l’educazione che ti meriti!-
.
La rosa lo fissò con odio – Mi
dispiace per
te, ma tu non sei mio padre e non potrai mai esserlo!
E soprattutto, non mi farò certo dare ordini
da un ubriacone che ruba tutti i soldi delle donne che riesce a
ingannare e che
pretende pure di dettare ordini! Goditi questo tuo periodo di agio e
comodità
perché non durerà molto prima che mamma si
accorga di che razza di schifoso sei
in realtà! Per quanto pensi che crederò alla
storia che ti rifiutano il lavoro?
Mi fai solo pena e ti posso assicurare che prima che tu te ne accorga
ti
ritroverai per strada ad elemosinare soldi anche solo per mangiare!- esplose con tutto il
rancore che serbava
dentro di se.
Si rese conto di aver azzardato troppo solo
dopo aver visto lo strano luccichio passare negli occhi di Hiroshi.
Quest’ultimo preso da una furia
lasciò la
presa dal collo per dare un potente pugno tra le costole della ragazza.
La prese per le spalle e la scaraventò
con
tutta la forza che aveva sul pavimento.
Mentre Sakura si rannicchiava su se stessa
dal dolore e tossiva incontrollata per riprendere un po’
d’aria, l’uomo improvvisamente
calmo si avvicinò lentamente alla sua figura abbassandosi
per intravedere
meglio il suo viso.
La rosa vide le sue labbra formare un ghigno
divertito.
-Questo si vedrà, piccola Sakura, si
vedrà-
le sussurrò ridacchiante per poi alzarsi, prendere le sue
cose e uscire di
casa, indifferente dell’esile figura ancora
accasciata per terra.
Sakura
strinse la mano del padre incosciente con forza.
Il
periodo
passato con Hiroshi era stato terribile e aveva dovuto aspettare
più di tre
anni prima che sua madre si rendesse conto del male che aveva portato
in casa.
Dopo
poco
più di un anno però aveva conosciuto Kira e la
rosa aveva avuto l’orribile
sensazione che tutto sarebbe ricominciato.
Kira
era
molto diverso dall’altro, ma questo non cambiava il fatto che
Sakura avrebbe
voluto avere più tempo a disposizione per lei e la madre e
riprendersi da quel
periodo.
Ricominciare
da capo le era sembrato assurdo ma questa volta Sawako sembrava
finalmente
rinata e alla fine aveva finito con l’arrendersi e accettare
di seguirli.
Doveva
passare ancora tempo però prima che accettasse veramente
questa nuova vita
improvvisamente tranquilla e Kira.
Ormai
era
abituata a comportarsi da gatto randagio persino in casa sua, aveva
imparato ad
allontanarsi da tutti e a cavarsela sempre da sola.
Da
quando
aveva conosciuto Suigetsu e tutti gli altri, le sembrava che le cose
avessero preso
finalmente una piega
giusta.
Era finalmente diventata una
Sakura forte e
indipendente da gli altri, la Sakura che non soffre più e
che ha trovato la sua
strada.
Ma
ora?
Questa nuova vita a Tokyo le aveva sconvolto tutto. Ora che si trovava
in una
casa sicura, con un apparente famiglia felice e una vita tranquilla che
doveva
fare? Abbandonare tutto quello che si era creata con le sue forze e
dimenticare? Ma come? Le sembrava tutto così assurdo.
Presa
da
quei pensieri la rosa si mise ad osservare il viso rilassato del padre.
“
Se ci
fossi tu sarebbe tutto molto più semplice..mi manchi
papà..” pensò tristemente
accarezzandogli una guancia.
Dopo
qualche
ora decise di tornare a casa.
Era
passato
tanto da l’ultima volta che era andata a trovare suo padre.
Dal
giorno
della giostra erano passate due settimane e la rosa pensava che queste
erano
state veramente strane.
Quel
pomeriggio le era quasi sembrato un sogno, un bellissimo sogno.
E la cosa più
incredibile era che la rosa si era
divertita da morire! Aveva riso così tanto come non
ricordava di aver mai fatto
da tempo e tutto con lo stesso freddo, irraggiungibile e perfetto
ragazzo che
vedeva nei corridoi di scuola o nelle cene di lavoro tra Kira e suo
padre.
Certo
ogni
volta che incontrava il suo sguardo sentiva sempre quella strana
sensazione che
non riusciva spiegarsi
e lui aveva
comunque quel suo modo di fare e parlare così perfetto e
seducente da mandarla
in completa confusione.
Ma
si era
rivelato essere anche una persona umana, piena di sentimenti e valori.
Sotto
quella figura da divinità perfetta c’era un
ragazzo semplice e allo stesso
tempo profondo e misterioso. Era anche gentile, divertente, saggio e
tutte le
caratteristiche che ha una persona normale.
La
rosa si
rese conto di quanto per Itachi quella figura che doveva mantenere
davanti alla
famiglia e alla scuola fosse un grosso peso da portare.
Tutti
erano
così abituati a vedere la sua figura come fosse perfetta e
aspettarsi sempre il
massimo da lui da ignorare i sentimenti e i desideri di
quest’ultimo. In primis
il padre, che da come ricordava Sakura di averli visti insieme,
osservava
sempre il figlio con uno sguardo severo, carico di aspettative e che non ammetteva errori .
Probabilmente,
penso con rammarico la rosa, nessuno
si
era accorto di quanto quello che c’era dietro la sua
immagine, la vera
personalità di Itachi, fosse mille volte meglio e stupendo
di quello che la
gente vedeva abitualmente.
Resosi
conto
del suo pensiero le sue guance si tinsero di un rosso acceso.
Non
poteva
negare però, che questo nuovo lato del ragazzo la
affascinasse parecchio e che
il fatto di essere una delle poche persone a conoscenza, la facesse
sentire in
quale modo speciale.
Sbuffò
dandosi mentalmente della cretina, il rossore dalle sue guance che
aumentava.
-Mamma
sono
a casa!- urlò la rosa una volta chiuso il portone dietro di
lei.
Avvicinandosi
al salone notò sua madre sdraiata sul divano mentre guardava
la tv.
Accortosi
della
sua presenza si rimise seduta accogliendola con un sorriso affettuoso.
Il
pomeriggio passato con quel ragazzo e i seguenti sorrisi e saluti
indicati
(questa volta ne era certa) a lei nei corridoi di scuola
l’avevano fatta
tornare stranamente di buon umore e questo aveva avuto effetti positivi
nel suo
atteggiamento nei confronti di sua madre e dei suoi amici.
Quest’ultimi non
avevano potuto fare altro che rimanerne piacevolmente sorpresi e
speravano che
continuando così, la rosa potesse finalmente smetterla di
chiudersi in se
stessa e aprirsi un po’ di più con loro.
Passò
il
resto della serata con sua madre a guardare la tv e a parlare di tutto
quello
che le passava per la testa, cosa che non succedeva da tempo.
Persino
all’arrivo
di Kira, stupito di trovarsi una scena del genere in casa, Sakura non
si scompose
e a differenza delle altre volte, si comportò normalmente,
come se non provasse
nessun rancore nei suoi confronti.
Finito
di
cenare salì in camera sua, fece i compiti per il giorno
seguente e, messo il
pigiama, si sdraiò rilassata sul morbido materasso.
Proprio
mentre
i suoi occhi si chiudevano lentamente, facendo cadere lentamente la
rosa in un
sonno profondo, il telefono nel comodino accanto cominciò a
vibrare, ridestando
la giovane dai sogni.
Scocciata
prese
il telefono individuando sul piccolo display un messaggio non letto.
Curiosa
di
scoprire chi la cercasse a quell’ora aprì la
cartella.
/
Sakura domani dobbiamo portare delle
informazioni
a un certo membro dell’Katakana Suzuki Industry.
Ci vediamo al solito posto a mezza notte. /
|
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Capitolo 7 *** capitolo 7 ***
Salve!! Devo ammettere che mi sono particolarmente gasata a scriviere
questo capitolo!!e infatti è più lungo degli
altri e più ricco di particolari.
Qui la storia prende una piega più definitiva e... fatemi
sapere se vi piace!!
buona lettura
lovemusic
-
Sakura-chan!! Anche tu qui??ho fatto proprio bene a venire qui questo
pomeriggio!!- esclamò contento un ragazzo dai capelli biondi
un po’ sparati
mentre osservava due ragazze sedute su uno dei tanti tavoli del
ristorante
Teuchi.
-
Naruto a
quanto ricordo vieni qui tutti i
pomeriggi- esclamò scettica una delle due ragazze dai
capelli castani.
-
Dettagli!!
Era comunque un sacco che non ci si vedeva da queste
parti Sakura!!-
La
rosa
accanto lo guardò accigliata, come faceva ad essere sempre
così sorridente e
pieno di energie a tutte le ore della giornata in cui lo incontrava??
Forse
prendeva qualche droga di nascosto pensò divertita.
D’altra
parte aveva ragione. Era un sacco che non passava a salutare la sua
amica Yuki
se non quelle volte in cui era particolarmente di cattivo umore e ci
passava
per abitudine ormai.
Il
ragazzo
dopo aver ordinato il solito piatto di ramen si sedette al tavolo delle
ragazze
senza tante cerimonie per poi tartassarle di domande.
-
Allora??
Scommetto che parlavate di ragazzi!! E scommetto anche che tra questi
c’ero io
eeeeeh?!!?- chiese passandosi una mano tra i folti capelli con
atteggiamento da
divo.
-
Beh a dire
al verità non proprio Naruto..mi dispiace per te ma credo
che a Sakura
piacciano tutt’altro generi di ragazzi..anche se tu li
conosci molto bene!- la
rosa guardò scandalizzata l’amica che intanto se
la rideva sotto i baffi.
-
Cosa
cosa?? E chi sarebbe questo??di certo non può essere Kiba
visto che lo tratti
peggio di me!- esclamò
sorpreso. Si
portò la mano al mento pensieroso e dopo un attimo di
silenzio si girò verso la
rosa ad occhi sgranati.
-
Non dirmi
che anche tu sei caduta nella trappola degli Uchiha!! –
Il
suono di
un pugno risuonò per tutta la sala facendo girare tutti i
clienti nella loro
direzione mentre Yuki non riusciva a contenere le risate.
-
Naruto la
vuoi finire di sparare minchiate??? Se non la smetti
dovrai trovare un altro posto dove sederti
chiaro?- urlò la ragazza guardandolo minacciosa.
-
E tu
smettila di ridere!- sibilò indicando teatralmente
l’amica accanto.
-
Uff e va
bene!! Non c’è mica bisogno di essere
così violenti! E poi lo sapevo che una
come te non si faceva ingannare solo da dei bei occhioni!- rispose il
biondo
massaggiandosi la parte dolorante.
Sakura
lo
guardò ancora infastidita per poi arrendersi a quel sorriso
così allegro e sincero.
Nessuno poteva portare rancore a Naruto, era praticamente impossibile!
Sbuffò
rassegnata all’idiozia dell’amico mentre tornava a
discutere allegramente con
loro. Pensò a quello che aveva appena detto il biondo e per
qualche motivo si
sentì come sollevata del fatto che lui non
l’avesse scoperta.
Resasi
conto
del significato del suo pensiero si diede mentalmente
dell’idiota. Scoperta
di cosa?? A lei non piaceva
assolutamente nessun Uchiha! Certo magari c’era una certa
persona che la
intrigava, ma era solo semplice e innocente curiosità,
niente di più!
Decisa
a non
pensarci più scrollò la testa più
volte come a scacciar via tutto dalla mente e
ritornò a parlare del più e del meno con gli
altri due ragazzi, mentre Yuki
continuava a mandarle occhiate maliziose che lei prontamente ignorava.
-
Si può sapere
perché ci siamo dovuti vestire così?-
esclamò la rosa accigliata.
Si
rigirò
nel suo elegante tubino nero per poi osservare ancora più
scettica il ragazzo
di fronte che indossava un completo sempre nero di giacca e cravatta.
Il tutto
combinato con scarpe in pelle del medesimo colore.
-
Te l’ho
già detto Sakura!! Questa volta l’affare
è grosso! Non possiamo effettuare
scambi del genere in un vicoletto e basta e poi sta volta dobbiamo
convincere
il cliente che anche noi facciamo parte dell’associazione!
Credi che la
prenderebbero bene se sapessero che mandano dei personaggi qualunque a
convincerli di venire dalla loro parte?? Potrebbero credere che li
stiamo
ingannando per estorcerli informazioni oppure che siamo infiltrati per
smascherali da parte dei loro capi. Dobbiamo far credere che siamo
anche noi
degli impresari che fanno parte dell’organizzazione e
dobbiamo ottenere la loro
fiducia chiaro? Sai bene che è inutile spiegarti cosa
succederebbe se ci
scoprissero.- spiegò scocciato il ragazzo.
La
rosa
guardò Suigetsu preoccupata, si sapeva bene cosa poteva
accadere e il rischio
era alto. Si chiese come mai dovessero essere sempre loro a svolgere
anche i lavori
più pericolosi e tutto solo per un pezzo di terra!
Inspirò
più
aria possibile nei suoi polmoni e raccolse tutto il coraggio che aveva.
Non era
certo una codarda che scappava davanti al pericolo!
Entrarono
dentro al lussuoso ristorante dove prontamente il cameriere li fece da
guida
verso un tavolo appartato.
Un
uomo
grassoccio vestito elegantemente e con dei folti baffi ad adornargli il
viso
era seduto di fronte, mentre ai lati due grossi armadi umani che si
supponeva
fossero delle specie di guardie del corpo sedevano silenziosi guardando
fisso
davanti a loro.
Sbrigativo
l’uomo ordinò per tutti il menù e
mandò via il cameriere in men che non si
dica.
-
Avete
portato quello che avevo chiesto?- chiese diretto.
Suigetsu
tirò fuori
dalla 24 ore una cartella e
la consegno all’uomo.
Quest’ultimo
guardò i due ragazzi per poi sorridere beffardo mentre
sorseggiava del vino
rosso.
-
Non
credevo comunque che un organizzazione del genere avesse dei membri
così
giovani e sinceramente non so se sentirmi offeso nel vedermi mandare
dei
bambocci per degli affari del genere.- disse incuriosito mentre
squadrava
entrambi indagatorio.
I
due
sentirono delle piccole gocce di sudore scendere sulle loro schiene,
stava per
caso cominciando a dubitare?
Nel
vedere
il compagno accanto cominciare ad agitarsi, la rosa decise di prendere
in mano
la situazione.
-
Mi creda
signor Kurosawa che anche se giovani sappiamo svolgere più
che bene il nostro
lavoro e lo dimostra la cartella che ora ha di fronte a se. La
pregherei di non
sottovalutarci o potremmo essere noi poi, quelli ad offendersi- rispose
con
sicurezza e mantenendo
lo sguardo fermo.
L’uomo
la
guardò con sfida per qualche secondo che alla rosa
sembrò interminabile per poi
scoppiare a ridere.
-
Bene
allora! Si vede che sono rimasto indietro che con il progresso delle
nuove
generazioni no?- rispose guardando con intesa i due uomini accanto che
ghignarono divertiti.
I
due
ragazzi si sentirono sollevati, convinti di aver ottenuto un minimo di
fiducia
da quest’ultimo.
Suigetsu
si
premurò di ricordarsi in seguito un ringraziamento per la
rosa e ripreso il
controllo di se, decise di concludere il più velocemente
possibile la
questione.
-
Qui dentro
ci sono tutte le informazioni che aveva chiesto signor Kurosawa e
speriamo che
questo basti a dimostrare l’affidabilità e la
sicurezza che può avere
rivolgendosi all’Akatsuki.-
Questo
cominciò a sfogliare i contenuti della cartella incuriosito
per qualche minuto.
Una
volta
finito di dare una controllata chiuse la cartella consegnandola
all’uomo alla
sua destra e si alzò dal tavolo.
Sorrise
soddisfatto e porse la mano ai due ragazzi che la strinsero senza
esitazioni.
-
Direi che
queste informazioni sono proprio quello che cercavo.
Quest’incontro finisce qui
ma nel caso necessitassi di altro in futuro, non esiterò a
contattarvi.- i
ragazzi sorrise sollevati. La missione era stata compiuta con successo!
-
Ora
seguitemi. Vi condurrò ad un uscita più sicura
per non destare sospetti ed
evitare rischi. Non sarebbe prudente farci vedere in giro insieme-
rispose a
voce più bassa mentre uno dei suoi uomini era andato a
chiamare il un cameriere
per poi sussurrarli qualcosa nell’orecchio.
Il
cameriere
li guardò per un attimo incuriosito per poi avvicinarsi.
-
Bene
signorini, seguitemi che vi conduco verso la vostra uscita.-
Sakura
e
Suigetsu lo seguirono in silenzio.
Passarono
per l’interno della cucina senza essere considerati da
nessuno finché alla fine
il cameriere non aprì una porta che usciva su un vicoletto.
Doveva essere
l’altra parte del locale da cui entravano e uscivano i
dipendenti.
Non
appena
varcata la soglia sentirono la porta chiudersi dietro di loro con un
sonoro
tonfo mentre loro si trovavano in quel vicolo buio da soli e senza
nessuno a
controllarli.
Si
sorrisero
soddisfatti e cominciarono ad incamminarsi verso una debole luce che
doveva
essere l’uscita per la strada principale.
- Ce l’abbiamo
fatta! Cavolo Sakura ti giuro
che all’inizio pensavo ci scoprisse!! Mi sono cagato sotto!
Meno male che hai
reagito tu, altrimenti eravamo fottuti!-
-
Guarda che
mi sono spaventata anche io!! No dico, hai visto che razza di armadi si
era
portato con se? Sta volta l’Akatsuki ci deve un bel favore!
Devono smetterla di
approfittarsi di noi e tu non
devi lasciarglielo fare!-
-
Lo so
Sakura cosa credi! Però cosa credi che sia facile?- rispose
scocciato.
-
Certo però
che voi giovani parlate proprio tanto eh. Nessuno vi ha insegnato che
prima di
parlare bisogna guardarsi intorno?-
La
rosa
sentì il sangue gelarsi nelle vene al sentire quella voce
sconosciuta e prima
ancora che potesse pensare ad un modo di reagire, si sentì
afferrare da due
braccia possenti che le bloccarono ogni movimento.
Girò
lo
sguardo alla sua destra e vide che Suigetsu si trovava nella medesima
situazione.
Merda.
Come
avevano fatto a non accorgersi delle altre presenze intorno?
Dall’ombra
di fronte videro avanzare lentamente una figura finché la
luce fiocca della
luna non illuminò il suo viso e la sua espressione
vittoriosa.
Il
signor
Kurosawa guardò entrambi dall’alto in basso e la
sua espressione mutò da
ghignante ad infastidita.
-
E così
l’Akatsuki credeva veramente di riuscire ad abbordarmi con
dei bambocci ingenui
come voi? Questo sì che è un insulto alla mia
persona!! Sono considerato così
poco importante e così poco affidabile da non avere il
coraggio di venire loro
stessi?- esclamò rabbioso.
Nel
momento
in cui tirò fuori la pistola, Sakura cominciò a
temere seriamente per la
propria vita.
L’uomo
si
avvicinò lentamente al ragazzo dai capelli argentati.
-Devo
ammettere però, che sono
comunque
rimasto soddisfatto dalle informazioni ricevute. Per cui, potrei anche
chiudere
un occhio sulla faccenda e decidere comunque di rivolgermi altre volte
all’Akatsuki.-
Si
allontanò
dal ragazzo per poi avvicinarsi alla rosa.
Alzò
la
pistola e la passò lentamente per la sua lunghezza del collo
mentre Sakura
cercava di rimanere calma il più possibile.
-
Devo comunicarvi
in ogni, che voi non facendo parte dell’organizzazione ed
avendo cercato di
ingannarmi, non meritate certo lo stesso trattamento.
Mi
dispiace
quindi, ma temo che sarò costretto ad eliminarvi.-
Portò
la
pistola alla tempia della rosa pronto a premere il grilletto.
-
Non così
di fretta Kurosawa.-
Sakura
spalancò gli occhi e guardò il signor Kurosawa
che sembrava sorpreso quanto
lei.
Con
grande
sollievo della rosa l’uomo abbassò la pisola per
poi rivolgersi nella direzione
da cui aveva sentito provenire la voce.
-
E tu chi
saresti?-
Sotto
l’ombra del vicolo videro avanzare delle grosse figure.
Non
appena i
raggi deboli arrivarono ad illuminare i loro visi il cuore di Sakura
perse un
battito.
Un
gruppo di
uomini grossi come quello che la bloccava li guardavano minacciosi
mentre al
centro di questi due figure conosciute ghignavano divertite.
-
Se non
sbaglio voi siete Hidan e Sasori dell’Akatsuki! Ma bene alla
fine vi siete
decisi ad uscire allo scoperto!- sputò velenoso Kurosawa.
Sasori
si
guardò intorno cercando di esaminare la situazione fino a
posare lo sguardo
sulla rosa in stato di shock. I due si guardarono per dei secondi
interminabili.
La
sua
espressione divertita cambiò improvvisamente diventando
seria.
Tornò a guardare
l’uomo al fianco della rosa
che lo guardava in cagnesco.
-
Calma
pancione, calma. Con la salute che ti ritrovi non ti conviene agitarti
tanto. E
poi quello ad essere indispettito qui dovrei essere io. Sbaglio o stavi
tentando di fare fuori dei miei uomini?-
-
Tsk! I
tuoi uomini? Stai forse parlando di questi bambocci? Hanno cercato di
ingannarmi! Ma poi che parlo a fare visto che anche tu sei un bamboccio
come loro!-
-
Kurosawa
sappiamo tutti che sei suscettibile ma questo non ti da diritto di
decidere
sulla vita degli uomini che lavorano per noi. Se hai ricevuto problemi
basta
farcelo sapere.- rispose con calma Hidan.
-
E invece
sta volta mi sono proprio stancato! Da sta sera la smetterete tutti voi di prendere alla
leggera un uomo
potente come me!-
La
calma con
cui diede la risposta fece capire la piega che avrebbe preso la serata.
In
men che
non si dica la rosa e Suigetsu furono buttati per terra mentre gli
uomini che
li bloccavano si premuravano di recuperare la pistola e puntarla
davanti a
loro.
Prima
ancora
di rendersene conto il rumore di spari cominciò a
diffondersi per tutto il
vicolo.
Sakura
spaventata guardò il suo compagno che intanto aveva
cominciato a sgattaiolare
strisciando verso l’uscita, farle il segno di seguirla.
Cercò
di
raggiungerlo cercando di non passare nel bel mezzo della lotta ma la
cosa era
più difficile di quanto si aspettasse.
Trovandosi
accucciata per terra non riusciva a vedere cosa stesse succedendo sopra
di lei e
tutto gli uomini cominciarono a correre
da tutte le parti impedendole di muoversi per evitare di prendersi
qualche
pallottola.
Presa
dal
panico cercò di avanzare lentamente sperando di non esser
vista quando sentì
afferrarsi per un polso con forza e tirare in piedi.
Prima
ancora
di capire chi fosse venne trascinata verso l’uscita e
sbattuta in un angolo
della strada separata dal vicolo.
Dalla
paura
aveva chiuso gli occhi tutto il tempo e al sentire il freddo muro
dietro le sue
spalle e il suono degli spari attutirsi li riaprì di scatto.
Davanti
a
lei un ragazzo dai capelli rossi ansimava dalla fatica reggendosi con
le
braccia sulle spalle della rosa.
Cos’era
successo? Com’era possibile che fosse ancora viva e
perché Sasori si trovava
davanti a lei?
Il
ragazzo
capendo lo stato confusionale della ragazza ghigno divertito.
-La
piccola
Sakura..possibile che ogni volta che ti incontro riesci sempre in
qualche modo
a farti notare? Comunque calmati, ora è tutto finito.-
La
ragazza
lo guardò scandalizzata.
-tutto
finito?? Hanno appena cercato di uccidermi!e potrebbero scoprirci da un
momento
all’altro!-
Il
rosso
rise divertito e la rosa penso che nonostante le avesse salvato la
vita, in
quel momento l’unica cosa che desiderava fare era pestare a
sangue quella sua
faccia arrogante. Che ci trovava da ridere?
-Ah
Sakura
come ti agiti, ma come, non fai altro che comportarti come se fossi
invincibile
e poi ti fai spaventare da cosucce come queste? Queste situazioni sono
all’ordine del giorno e anche se ti sembra assurdo poco fa
non è successo nulla
di eclatante. Quel ciccione di Kurosawa è un esaltato del
cazzo che ama fare
scenate e tirare un colpo di pistola qua e la ma poi torna ad esser un
agnellino. Il tuo amichetto è al sicuro e adesso Hidan
rimetterà a posto la
situazione in pochi minuti.- concluse soddisfatto come se fosse ovvio.
La
rosa lo
guardò stupita per qualche minuto cercando di riprendere il
controllo di se
stessa.
Nonostante
i
suoi tentativi sembrava tutto inutile. Fino a qualche minuto fa era
stata ad un
passo dalla morte e lui osava beffeggiarsi di lei?
Presa
da una
furia improvvisa cominciò a tempestare di pugni il petto del
ragazzo.
-Tutto
a
posto un corno! Ti
rendi conto che fino
a poco fa ho rischiato di morire? Voi dell’Akatsuki mi fate
tutti schifo! Fate
tanto i grossi ma poi vi dimostrate solo dei codardi che preferiscono
mandare
altri a fare il lavoro sporco per loro!-
Stanco
della
situazione il ragazzo prese la rosa e la bloccò per i polsi
ai lati della sua
testa mentre questa continuava a divincolarsi per colpirlo nuovamente.
-Mi
pare che
tu sia ancora sana e salva e questo grazie a me aggiungerei.-
Smise
di
divincolarsi e guardò intensamente il ragazzo davanti a lei.
Era vero.
Sasori,
quell’essere che aveva considerato essere sempre il
più arrogante e falso di
tutti, era arrivato lì e l’aveva salvata.
Era
corso
aiuto ed aveva affrontato una sparatoria pur di salvarla.
La
domanda
che assillava la rosa ormai era sempre la stessa.
-Perché..- sussurrò
abbassando gli occhi. Non
riusciva più a mantenere quel suo sguardo
così profondo capace di leggerle ogni pensiero le passasse
per la testa.
Il
ragazzo
lasciò la presa su un polso
per poi
portarlo al mento della ragazza e alzare il viso all’altezza
del suo mentre continuava
ad avvicinarsi.
-Hai
ragione. Noi dell’Akatsuki non rischiamo certo la nostra vita
per semplici scambi
di informazioni né ci
premuriamo di salvare la vita a chi lavora sotto di noi. Tu
però Sakura, mi ha
colpito e credimi che questo capita molto raramente. A dire la
verità non avevo
intenzione di arrivare fino a questo punto. Ormai da anni lascio questi
compito
a gli uomini che mi sono portato con me, ma sta volta ho agito
d’istinto e mi
sono stupito da solo di essere arrivato a coinvolgermi in una
sparatoria pur di
salvarti.- si avvicinò ulteriormente
al
viso della ragazza lasciando uno spazio di poco millimetri tra di loro.
-
E’ che
quando ti ho vista così impaurita tra le braccia di
quell’uomo ho
smesso di ragionare e ho pensato che
l’unica cosa a che aveva la priorità in quel
momento era portarti al sicuro e
levarti quell’espressione impaurita. Mi piaci molto di
più quando sei impavida
Haruno.-
Il
viso di
Sakura prese un colorito rosso pomodoro e sentì la terra
mancarle sotto i piedi
quando le labbra del rosso si posarono sulle sue.
|
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Capitolo 8 *** capitolo 8 ***
Scusate il ritardoooo >.< ma ho avuto parecchio da
studiare!
Ecco a voi un capitolo alcunato penoso lo ammetto! E più di
transizione per quello che succederà nel prossimo ma
è anche importante per descrivere meglio i pensieri di
Sakura e tutti i suoi viaggi mentali contorti che si fa! fatemi sapere
se vi piace e ringrazio di tutto cuore chi ha recensito, chi l'ha messa
tra le seguite e tutti i lettori silenziosi!
Buona lettura
lovemusic
Il cuore che batteva all’impazzata, le ginocchia tremanti, i
brividi di eccitazione che le percorrevano tutta la schiena e quelle
labbra. Soprattutto quelle labbra.
Labbra morbidi, soffici e dal sopore dolce.
Nonostante fossero passate diverse ora da quando era tornata a casa,
non riusciva a togliersi di dosso né a scacciare
l’immagine di tutto quello che era successo nel vicolo.
La cosa più sorprendente era che, nonostante avesse
rischiato di rimetterci la pelle e nonostante il pericolo scampato per
miracolo, Sakura non riusciva a smettere di pensare quanto quella
serata fosse stata eccitante.
Sapeva di ragionare in maniera stupida e per quanto riguarda il signor
Kurosawa era ancora sconvolta e incazzata, ma d’altronde non
poteva ignorare l’adrenalina che aveva provato durante tutto
l’amplesso.
Probabilmente però questo suo pensiero era stato influenzato
parecchio dall’ultima parte della serata.
Ma non poteva farci niente. Quel bacio l’aveva sconvolta
completamente.
Perché uno come Sasori, l’aveva salvata? Doveva
forse prendere in considerazione il fatto che anche lui possedesse un
lato umano? Le sembrava alquanto improbabile. Lo conosceva da parecchi
anni e da allora non aveva fatto altro che dimostrare di essere
spietato, egoista e senza principi. E poi si poteva facilmente spiegare
il perché l’avesse salvata.
Era diventata un suo punto fisso, un capriccio, per cui ci teneva che
questo rimanesse intatto finché non si fosse scocciato di
giocarci.
Era palese e ovvia come cosa e nonostante non le facesse piacere,
doveva ammettere che sta volta le era tornata a suo favore dato che
altrimenti ci sarebbe rimasta secca.
Poi però c’era stato quel bacio. E non era stato
un bacio perverso come si aspettava, ma un bacio delicato. Dolce.
Come poteva uno come Sasori però essere dolce??
D’altronde, forse aveva ragione. Lui sembrava
veramente in grado di farle dimenticare i suoi conflitti interiori. Non
c’era più una Sakura indecisa su chi essere. No
era la Sakura coraggiosa che rischiava, che superava una sparatoria per
un pelo pensando che nonostante tutto fosse stato eccitante, la Sakura
sicura di sé e indistruttibile.
Aveva sempre avuto paura di come Sasori fosse in grado di leggerle
dentro e denudarla, ma ora cominciava a pensare che aveva allo stesso
modo la capacità di tirare fuori la vera se stessa,.
Cominciò a pensare che non fosse poi una cosa del tutto
negativa l’essere diventata un suo capriccio. Poteva
sfruttare la situazione a suo vantaggio per risolvere tutti i
suoi problemi interiori no?
All’improvviso un immagine di un ragazzo moro dai lunghi
capelli raccolti in una coda bassa che le sorrideva comparì
davanti a lei.
Le venne in mente il pomeriggio passato sulla giostra insieme a lui e
insieme a quello il ricordo di come anche in quella situazione si
sentisse in pace con se stessa.
L’immagine di Itachi bastò per farla ritornare dal
mondo dei sogni.
Ma cosa andava a pensare? Poche ore fa aveva rischiato di morire sul
serio, e quel ragazzo dai capelli rossi era un membro
dell’Akatsuki.
Come poteva pensare di sfruttarlo? E per cosa poi? A ripensarci si rese
conto che era assurdo pensare che la vera Sakura fosse solo
questo. Una che si diverte solo in questo modo e che si sente
se stessa solo quando arriva al limite delle situazioni
finirà per diventare proprio come i membri
dell’Akatsuki.
E poi, solo perché le aveva salvato la vita una volta non
stava a significare che si sarebbe fatto scrupoli una volta stufatosi
di lei.
Scrollò la testa come faceva sempre quando voleva smettere
di pensare.
Ironicamente constatò che nonostante poche ore fa
Sasori l’avesse fatta sentire sicura di se e senza
preoccupazioni, ora si sentiva ancora più confusa di prima!
Decise quindi di allontanare dalla mente tutti quei ricordi della sera
precedente e alzarsi dal letto.
Era mattina ormai e nonostante non avesse dormito tutta la notte doveva
andare a scuola.
Era molto meglio fare lezione piuttosto che rimanere tutto il giorno su
quel letto dove non avrebbe fatto che rimuginare e rimuginare senza mai
trarne conclusione.
Mise la divisa scolastica. Addentò la solita merendina per
colazione e superata l’uscita di casa si incamminò
verso scuola.
Arrivata all’entrata del cancello fece per dirigersi verso le
sue amiche che la aspettavano sulla solita panchina quando la sua
attenzione fu attirata da altro.
O meglio altri.
A non molti metri di distanza c’era il gruppo dei quinti.
O per lo meno di quelli “popolari”.
Ovviamente tra questi c’era un certo moro. Era
lì, che scherzava a rideva con il suo migliore amico,
Shisui, mentre tutti gli altri gli stavano intorno peggio di api su un
alveare.
Con quella che a detta della rosa era sfiga infinita, mentre se ne
stava immobile come una statua in mezzo al grande cortile, Itachi
alzò lo sguardo per guardare disinteressato davanti a se e
la vide.
Nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono e il moro le sorrise
salutandola con un gesto della mano, Sakura sentì il viso in
fiamme.
Ricambiò il saluto con un gesto impacciato della mano e
senza più guardare dalla loro parte corse a raggiungere le
sue amiche.
- Sakura? - Ino la guardò divertita mentre cercava
di non scoppiarle a ridere in faccia.
I suoi tentativi furono vani e si ritrovò a sghignazzare
spudoratamente davanti a una rosa alquanto irritata.
- Si può sapere cos’hai da ridere?-
- Oh niente niente..a parte il fatto che non appena Itachi ti ha
salutata te la sei data a gambe levate dopo aver dato una bella
esibizione di quante tonalità di rosso fosse capace il tuo
viso di assumere! Ahahah sembravi la versione in rosa di Hinata!-
Hinata, che fino a quel momento cercava anche lei di trattenere le
risate, al sentirsi chiamare in causa in quel modo si voltò
indignata verso la bionda.
- H-hey!!-
Quest’ultima, accortosi del suo tono offeso alzò
subito le mani in gesto di difesa mentre cercava di riparare al danno.
- Su Hinata stavo solo giocando! E’ solo che capita
così raramente di vedere la nostra cara Sakura presa da
qualcosa o qualcuno che dovevo per forza sfruttare la situazione!!
Allora anche tu hai dei sentimenti eeeh?- esclamò
maliziosamente la bionda mentre le dava leggere spinte con il gomito.
Sakura stava per sbottare rabbiosamente e dirle di farsi gli affari
suoi quando l’ultima frase dell’amica la
lasciò stupita.
- insomma sei sempre così distante che a momenti credevo
davvero fossi un automa!!e invece udite udite, anche lei è
in grado di provare emozioni!-
Il suono della campanella ricordò a tutti che le
lezioni erano appena cominciate.
Mentre si incamminavano verso l’entrata un silenzio di tomba
avvolse l’aura intorno alle tre ragazze.
Ino e Hinata si guardarono preoccupate.
- Hey Sakura non te la sarai presa vero? Ino stava solo scherzando
è ovvio che tu provi sentimenti e che non sei un automa!- la
rassicurò la mora.
Sakura guardò le due amiche con sguardo indecifrabile per
qualche secondo.
Infine sorrise timida esclamando un – Lo so ragazze non
preoccupatevi non me la sono presa!!- per rassicurarle.
Le due la guardarono per un attimo incerte ma vedendo la sua fermezza
si tranquillizzarono per poi girarsi ed entrare in classe.
Nel momento in cui entrambe voltarono le spalle il sorriso di Sakura
sparì per essere sostituito da un espressione malinconica.
E così era questa l’impressione che dava? Era
questa la Sakura che vedevano tutti?
Questo valeva a dire che i suoi sorrisi e i suoi sforzi di
apparire una normale adolescente erano valsi a ben poco.
D’altronde la colpa era sua e soltanto sua.
Non aveva ancora accettato la sua nuova vita e famiglia a Tokyo e di
certo non si poteva definire realmente una ragazza comune. Non se poi
le tornavano alla mente i ricordi della sera precedente.
Cominciava ad essere stufa della sua doppia vita.
Stanca di quei pensieri decise di non dare troppo peso alle parole
dell’amica e fece per entrare in aula.
Non si sarebbe certo rovinata la giornata per così poco.
Poco prima di mettere piede in classe un colpo di tosse
attirò la sua attenzione.
Si girò dalla parte del rumore e vide due ragazze fissarla
mentre si dirigevano sulle scale che le avrebbero condotte ai piani
superiori.
Erano del quinto, le aveva riconosciute perché le vedeva
sempre nel gruppetto dove stava anche Itachi, e capì dallo
sguardo perforante di una di esse che quel colpo di tosse era stato
fatto proprio per attirare la sua attenzione.
Questa era una ragazza alta, dai capelli a caschetto di un particolare
colore blu scuro e la guardava intensamente, come a volerle lasciarle
qualche messaggio intimidatorio.
La rosa, per nulla intimorita, rispose al suo sguardo con la stessa
intensità.
Il gioco di sguardi durò giusto qualche secondo, prima che
l’amica accanto scoppiasse in una risate stridula attirando
più a se l’altra che distolse lo sguardo e
proseguì la strada indifferente, come se non fosse accaduto
nulla.
Sakura inarcò le sopracciglia confusa, cosa voleva da lei?
Improvvisamente si accorse di un ombra accanto.
- Haruno allora? Che vogliamo fare, rimanere qui a passare il tempo o
vuoi deciderti ad entrare in aula?-
Vide il professore Orochimaru guardarla indispettito e un brivido le
percorse la schiena.
Veloce entrò in classe e si sedette al suo posto sperando
che l’insegnante non la prendesse di mira per quel motivo.
Sapeva essere veramente esasperante quando lo si faceva arrabbiare.
I giorni passarono lentamente ma con tranquillità
e il ricordo della sera al ristorante e di Sasori si facevano sempre
più lontani.
Per un po’ aveva preferito non andare al deposito.
Per quanto le piacessero le gare ne aveva avuto abbastanza di
adrenalina e preferiva prendersi una pausa.
Più tempo passava da quelle parti più si sentiva
risucchiata in un altro mondo e per il momento preferiva dedicarsi un
po’ alla sua vita di tutti i giorni e alla sua famiglia.
Aveva deciso di essere più sincera verso le sue amiche e di
smetterla di essere così distante con tutti.
Certo non gli aveva detto ancora nulla di quello che andava a fare di
notte e ancora non se la sentiva di raccontare la sua vita passata, ma
cominciava a sfogarsi con esse anche dei più piccoli sfoghi
della giornata e quest’ultime ne erano rimaste piacevolmente
sorprese.
Gli avevano anche raccontato di come ultimamente una ragazza del quinto
l’avesse presa di mira.
Niente di esagerato, si trattava per lo più di
sguardi o piccoli gesti ma che le facevano capire di essere
tenuta costantemente sott’occhio da quest’ultima e
questo la faceva sentire a disagio.
- Oh aspetta un attimo!! Capelli blu hai detto? Credo di sapere chi
sia! Se non sbaglio si chiama Konan..- esclamò pensierosa
Ino.
Erano da poco finite le lezioni e la bionda si era
autoinvitata, trascinandosi con se anche la povera Hinata, a casa della
rosa.
E ora si trovavano sul suo letto a mangiare dolci di tutti i tipi
mentre le due amiche cercavano di estorcere sempre più
informazioni alla rosa che sembrava finalmente disposta a lasciarsi
andare anche con loro.
- Konan?- chiese incuriosita.
Hinata sembrò essersi appena ricordata qualcosa –
I-io la conosco! È la figlia di un uomo d’affari
molto importante e se non sbaglio fa spesso affari con la mia famiglia
e quella degli Uchiha..-
Ino schioccò la lingua scettica e si girò nella
direzione della rosa.
- Visto Sakura? È la solita riccona snob che vuole sentirsi
superiore a tutti, non farci caso e ignorala!-
Fece per rispondere quando senti bussare alla porta della camera.
Pochi secondi dopo vide sua madre entrare con un vassoio di panini.
- Ciao ragazze! Vi ho portato qualche stuzzichino! Allora? Vi state
divertendo?- posò il vassoio e si sedette sul letto.
- Certo signora Sawako!! Avete una casa bellissima e questa torta
è veramente squisita!- esclamò contenta Ino.
- Oh che bello mi fa veramente piacere! Siete libere di venire quando
volete anche perché sono contenta che Sakura passi
più tempo a divertirsi invece di stare sempre sui libri da
sola in camera!-
Alla battuta della madre la rosa arrossì stizzita. Non era
vero che passava tutto il temo da sola sui libri! Divenne ancora
più rossa quando si rese conto che questo sua madre non
poteva certo saperlo.
Sawako si voltò verso la sua direzione e al vederla in
quello stato cominciò a ridacchiare divertita.
Poi si ricordò del vero motivo per cui era salita da lei.
- Ah Sakura quasi mi dimenticavo! Per questa sera Fugaku ci ha invitato
a cena a casa sua! Ci tiene molto per cui mi raccomando
quando saremmo lì cerca di essere un po’ sociale!
Anche perché non sarai sola ci saranno anche Sasuke e Itachi
quindi vedrai che ti divertirai anche tu! Fatti trovare pronta per le 8
di sta sera- detto ciò salutò le ragazze e
lasciò la stanza.
Sakura ancora presa dalla notizia ricevuta non si accorse della strana
aura che lentamente la stava circondando.
Un brivido lungo la schiena le diede l’allarme.
Si girò preoccupata verso le sue amiche e quello che vide la
spaventò a morte.
- Sakura…- gli occhi di Ino sembravano indemoniati mentre un
ghigno malefico prendeva posto tra le sue labbra.
Capì subito il perché.
- Guardate che è solo una cena così! Ne abbiamo
fatte anche altre e non succede niente di eclatante!-
Ma la bionda non accennava a smettere di guardarla con quel ghigno.
- D-dico sul serio!dovete smetterla con questa storia di Itachi!-
Niente da fare.
- E-e pure se fosse a mela pena mi calcolerà! In quelle cene
non si parla nemmeno giuro!-
Persino Hinata sembrava contro di lei.
Sospirò sconfitta.
Doveva arrendersi e lasciarsi nelle mani di quella maniaca in attesa
della sua fine.
Ino, capendo di aver vinto si alzò vittoriosa dirigendosi a
passo deciso verso l’armadio di quest’ultima.
- Allora, per prima cosa dobbiamo renderti irresistibile per questa
sera,quel fustone dovrà rimanere a bocca spalancata quando
ti vedrà! Dopo di che passeremo al piano di conquista del
suo cuore!-
Sakura si spiaccicò una mano in faccia mentre la mora
accanto le dava delle piccole pacche consolatorie sulla spalla.
Era arrivata davvero la sua fine. Altro che sparatorie.
|
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Capitolo 9 *** capitolo 9 ***
Ecco
quaaa anche se in enorme ritardooooo scusate ma ero in vacanza e sono
anche impegnata con un altr mini fanfiction Saku/Sasu ( non potevo
farne a meno!)
questo
capitolo è un pò più lungo degli altri
ma è anche abbastanza particolare..spero vi piaccia!!!
Buona
lettura
lovemusic
Capitolo
9
È
incredibile come spesso una piccola manciata di secondi possano
sembrare un
eternità.
Perché
sì,
nonostante fosse passato giusto un attimo da quando sua madre aveva
suonato il
campanello di casa Uchiha, a Sakura sembrava passata una vita.
Improvvisamente
la voglia di darsela a gambe e
tornare
di corsa a in camera sua la pervase ma prima ancora di poter di mettere
in atto
questi pensieri, la porta si aprì con uno scatto leggero.
-
Sawako!!
Cara sei puntuale come sempre!! Prego prego entrate!- trillò
allegramente la
voce melodiosa della signora Uchiha, Mikoto Uchiha.
Una
signora
molto bella e raffinata, oltre che estremamente gentile e cortese con
chiunque
l’avesse mai vista.
Quello
che
più colpiva la rosa però, era la sbalorditiva
somiglianza con i due figli,
soprattutto Sasuke!
Ma
i suoi
occhi, quelli erano praticamente uguali a Itachi, soprattutto per la
profondità
che emanavano non appena incrociavano i tuoi.
Un
momento
dopo si accorse che la signora di casa si stava rivolgendo proprio a
lei.
-
Oh Sakura!
Ma lo sai che sta sera sei veramente meravigliosa? Questo vestito ti
sta
d’incanto tesoro, aspetta quando lo vedranno i ragazzi, sono
sicura che li
lascerai a bocca aperta- esclamò facendole un occhiolino
d’intesa.
La
rosa si
sentì arrossire fino alla punta dei capelli. Lo sapeva che
non doveva
permettere a quelle due di toccarla! Senza riuscire a dire nulla
cercò di
seguire Mikoto e sua madre che cominciarono a chiacchierare
allegramente
lasciandola in un attimo indietro e scomparendo nel piano superiore.
-
Possibile
che quelle due debbano sempre andare a confabulare da qualche parte?-
esclamò
divertita una voce accanto a se.
Si
girò e
vide Kira guardarla di sottecchi per poi avvicinarsi cauto alla sua
figura e
darle una piccola pacca sulla testa.
-
Tranquilla
Sakura, sta sera sei splendida e non hai nulla di cui preoccuparti-
concluse
facendole l’occhiolino per poi dirigersi verso la grande sala
da pranzo dove
dovevano aspettargli gli altri.
Sakura
rimase per un attimo interdetta.
Ma
possibile
che persino Kira avesse capito che era nervosa? Che poi, ora che ci
rifletteva,
nervosa per cosa? E infine, quella pacca sul capo e quella frase
confortante,
le avevano dato una sensazione strana. Capitava raramente che
parlassero con
quella confidenza e per un attimo,
l’atteggiamento del compagno di sua madre nei
suoi confronti poco fa, le
avevano ricordato il sorriso e la capacità straordinaria che
aveva suo padre di
calmarla ogni volta che era nervosa.
Confusa,
decise infine di farsi coraggio, scacciando subito quella vocina che le
diceva
quanto questo fosse anche merito di Kira, e si diresse da tutti gli
altri.
A
passi lenti
ma decisi raggiunse infine la grande sala da pranzo dove
trovò tutta la
famiglia Uchiha al completo e Kira, meno che Mikoto e sua madre che
come al
solito erano scomparse nel nulla.
-
Buona
sera- esclamò imbarazzata.
A
seguito
della sua voce, vide tutti gli occhi dei presenti girarsi nella sua
direzione.
-
Sakura
buona sera. Ti trovo molto bene.- disse pacato ma dallo sguardo
leggermente
incuriosito il signor Fugaku.
-
G-grazie-
.
Ecco.
Lo
sapeva che non doveva ascoltare Ino e Hinata! Si sentiva ridicola.
Non
che
fosse vestita in maniera oscena. Indossava un abito in seta color perla
con
l’attaccatura al collo che andava ad intrecciarsi sul seno.
Stretto fino in
vita e poi sciolto fino alle ginocchia con un piccolo nastro in seta
rosa
attorno alla vita. Trucco leggero e delicato e capelli acconciati in un
elegante chignon laterale.
Niente
di
stravagante ma decisamente troppo per una Sakura non abituata a farsi
vedere in
quel modo da nessuno dei presenti. Per una che preferiva passare
inosservata
questa era decisamente una tattica sbagliata!
-Siediti
pure infondo al tavolo, accanto a Sasuke e Itachi, la cena
sarà servita a
breve.-
Improvvisamente
si ricordò degli altri presenti, si girò di
scatto nella loro direzione e vide
Itachi e Sasuke fissarla.
Il
primo
dopo averla guardata per un attimo sorpreso si aprì in un
sorriso che fece
aumentare pericolosamente i battiti della rosa per poi salutarla con
una voce
più profonda del solito.
-
Ciao
Sakura.-
Probabilmente
era arrossita fino alla punta dei capelli, ma ormai poco le importava.
Tanto
era una cosa che accadeva da quando lo conosceva!
Ricambiò
il
saluto sorridendo timida per poi accomodarsi di fronte a lui.
Un
attimo
dopo si accorse della figura silenziosa alla sua destra.
Sasuke,
da
quando era entrata, era rimasto a guardarla con espressione
indecifrabile.
Senza
capire
il perché la rosa lo guardò di rimando
interrogativa senza riuscire ad ottenere
però nessuna risposta dato che il moro spostò
subito lo sguardo in un modo che
alla rosa sembrò quasi, assurdo a pensarlo, imbarazzato.
Sasuke
che
si imbarazzava le sembrava inverosimile, ma d’altronde forse
credeva
semplicemente che la rosa fosse ridicola vestita in quel modo e si
sentiva in
imbarazzo ad averla accanto a se.
Senza
rendersi conto nemmeno lei del perché, si ritrovò
a provare un moto di stizza
verso il moro accanto a se.
Come
se
fossero affari suoi il modo in cui sceglieva di vestirsi! Poi anche
tutti loro
erano vestiti elegantemente, che c’era di male.
Pensò
che
forse si stava semplicemente immaginando tutto e decise di tornare alla
realtà,
accorgendosi in
quel momento, dello
sguardo perforante di Itachi su di se.
-
Fugaku io
consiglierei di organizzare una cena e invitare anche tutti gli altri,
soprattutto i nuovi clienti di Parigi. Credo che, dimostrandogli i
nostri buoni
rapporti con tutti gli altri clienti avranno la spinta finale che li
spronerà
ad unirsi a noi. E infine, sperando che tutto si concluda senza
intoppi,
potremmo-
-
Annunciare
il nostro nuovo progetto. Ottima idea Kira, sì credo che si
possa fare.-
Era
passato
un po’ da quando tutti si erano riuniti in tavola e la cena
era cominciata e
come al solito i due soci non
riuscirono
a fare a meno di parlare d’affari.
Come
se non
si vedessero già tutti i giorni in ufficio, pensò
scocciata la rosa.
Improvvisamente
sentì sua madre sbuffare divertita.
-
Sempre a
parlare d’affari i nostri uomini vero?- esclamò
guardando con un sopraciglio
alzato l’altra donna di fronte a se.
-
Hai
ragione, riposassero una volta!- esclamò tra il scocciato e
il divertito
Mikoto.
Sakura
pensò
che effettivamente non doveva essere facile convivere con un marito che
sembrava amare il suo lavoro più di ogni altra cosa.
-
Più tosto,
se non ricordo male, Itachi,- esclamò Sawako voltandosi a
guardare il ragazzo in
questione – tu sei al tuo ultimo anno giusto?ancora poco e
poi farai il grande
passo da adulto e comincerai l’università! Hai
già deciso quale facoltà
frequentare?- chiese infine guardandolo curiosa.
Il
moro la
guardò per un attimo sorpreso, fece per parlare quando una
voce gelida impedì
che potesse dire qualcosa.
-
Non c’è
affatto bisogno che debba decidere quale facoltà scegliere.
È il primo erede
della famiglia Uchiha, ed è suo dovere impegnarsi e portare
avanti l’azienda
Uchiha, per cui farà Economia Aziendale.- affermò
gelido e allo stesso tempo pacato
il signor Uchiha, come se quello che aveva appena affermato fosse ovvio
e
palese.
Per
un
attimo nella sala ci fu solo silenzio.
Sakura
sentì
un rumore accanto a se, si girò e vide Sasuke stringere il
pugno sotto il
tavolo mentre la sua faccia rimaneva come al solito inespressiva.
Volse
infine
gli occhi di fronte a se e vide Itachi fissare con sguardo vuoto il
piatto
davanti a se.
E
quegli
occhi non erano solo vuoti, sembrava che celassero così
tanta tristezza e
stress che a Sakura sembrò assurdo come un ragazzo sempre
così gentile e
sorridente con tutti, potesse avere improvvisamente uno sguardo
così triste.
D’altronde
però lei era al prima a nascondere a tutti una parte
importante e dolorosa di
se stessa e si rese conto di quanto fosse sbagliato giudicare solo
dall’apparenza e di come, inevitabilmente, tutti lo facessero
con Itachi.
Durò
solo
qualche secondo e in un attimo, l’espressione di Itachi
tornò ad essere quella
pacata e gentile di sempre, come se non fosse accaduto nulla.
Con
un colpo
di tosse Kira riuscì a richiamare l’attenzione di
tutti, cominciando a proporre
idee su dove organizzare la cena che si sarebbe tenuta a distanza di
una
settimana, cercando così di alleviare la tensione e Sakura,
per due volte nella
stessa sera, sentì di essergli in qualche modo grata.
Con
la scusa
che dovesse andare in bagno era riuscita finalmente ad allontanarsi dal
tavolo
per prendere un po’ d’aria e togliersi un
po’ di quella tensione che alleggiava
per tutta la stanza.
Era
uscita,
senza farsi vedere dalle cameriere, nel grande
giardino al retro.
aveva
sempre
ammirato lo stile e la fantasia di quel giardino.
Pieno
di
fiori e alberi di tutti i tipi che rilasciavano un profumo delizioso,
anche se
ovvie mante mancava la sua amata Faina, ma comunque in quel momento le
sarebbe
servito a ben poco.
Si
appoggiò
alla ringhiera di ferro del piccolo laghetto artificiale cercando di
individuare dove fossero i pesci rossi che aveva visto la scorsa volta,
ma con
quel buoi era praticamente impossibile individuarli.
-
Immagino
che sia un po’ pesante per te dover passare il tempo a queste
cene, mi
dispiace.-
Si
girò di
scatto verso la sua sinistra e vide Itachi poggiato anch’esso
sulla ringhiera,
guardarla intensamente.
Non
ricordava
precisamente per quanto fosse rimasta imbambolata dalla sorpresa di
ritrovarselo improvvisamente così vicino, ma dopo aver
notato la sua
espressione farsi interrogativa, si rese conto che doveva essere
passato un bel
po’.
-
Uhmph, ma
no figurati! Diciamo più che altro che non capisco niente di
tutti quei
discorsi d’affari e quindi dopo un po’ finisce per
venirmi il mal di testa, perciò
sono venuta a prendermi una boccata d’aria. -
cercò di rimediare alla sua
figura da ebete, sorvolando sul fatto che capisse fin troppo bene tutti
quei
discorsi e che in realtà erano gli
altri
discorsi a metterla a disagio.
Il
moro la
guardò per un attimo scettico, come se intuisse quanto fosse
una balla, ma
infine non disse nulla, voltandosi a guardare il laghetto con sguardo
leggermente vuoto.
La
rosa
rimase a guardare un po’ il suo profilo.
Aveva dei lineamenti perfetti che gli davano un immagine
quasi surreale
sotto la luce fiocca della luna.
Quegli occhi però, vuoti come un momento prima a tavola,
rendevano la sua
figura molto più triste del solito.
Senza
nemmeno pensare al quello che stava facendo, la rosa si
ritrovò a dirgli quello
che da molto tempo pensava su di lui.
-
Immagino
che non sia facile dover portare il peso
dell’eredità Uchiha e dover essere
sempre il migliore in tutto e su tutti per non deludere gli altri.
–
Gli
occhi
del moro si spalancarono per un attimo sorpresi, si girò
dalla parte di Sakura
come se la vedesse per la prima volta, o forse, come se fosse la prima
persona
a dirgli una cosa del genere.
Tornò
a
guardare il laghetto con sguardo pensieroso per poi sussurrare
– No, non è per
niente facile - .
-
Non hai
mai provato a far capire a tuo padre anche i tuoi desideri o a
spiegarli che
vorresti avere la possibilità di scegliere anche tu sulla
tua vita?-
Le
labbra di
Itachi si curvarono in un piccolo sorriso ironico.
-
Mio
padre..non è un tipo particolarmente comprensivo. Il lavoro
per lui è molto più
importante di qualche
desiderio
adolescenziale. –
-
Beh tuo
padre ha torto. Non sei certo una macchina da poter usare a proprio
piacimento
per del lavoro. Un figlio vale più di qualsiasi lavoro o
azienda e con questo
anche i suoi desideri sul
suo futuro. –
Si
rese
conto solo dopo aver formulato la frase di quanto fosse stata fin
troppo
azzardata e confidenziale.
A
dispetto
di ciò che si aspettava, il moro non sembrava per nulla
infastidito da quella
frase, la sua espressione rimaneva pensierosa e vuota allo stesso tempo.
-
Allora,
sinceramente parlando, spero tanto di non commettere lo stesso errore
con i
miei figli. –
Disse
con un
tono di chi ormai aveva capito che la sua di sorte era inevitabilmente
segnata.
Sakura
ebbe
un improvvisa voglia di stringersi a lui e dirgli che invece non era
così, che
non c’era niente di segnato e che solo lui avrebbe potuto
decidere del suo
destino. Poi si rese conto di quanto fosse ridicolo il pensiero appena
formulato e di come una come lei, potesse mai fare un gesto
così schifosamente
sdolcinato e romanticho per i suoi gusti.
Cercò
di
ignorare quel immagine concentrandosi su altro.
-
Se potessi
scegliere, cosa ti piacerebbe fare in futuro?-
Il
moro si
girò di scatto guardandola nuovamente come se fosse la prima
persona a
chiedergli una cosa del genere.
La
guardò
per un attimo indeciso mentre un sorriso d’imbarazzo si
formava tra le sue
labbra.
-
beh il
lavoro di mio padre mi è sempre piaciuto comunque, anche
perché a forza di
studiarlo così tanto è finito per rientrare tra i
miei interessi. Un'altra cosa
che ho sempre sognato di fare invece..è quella
del..”dottore volante”..oppure
del pediatra. –
Sakura
lo
guardò per un attimo sorpresa.
Il
moro
notando il suo sguardo scoppiò in una piccola risata, una
risata così sincera e
cristallina che Sakura si accorse di non averla mai sentita uscire
dalle sue
labbra.
-
Lo so per
un Uchiha che deve sempre mantenere il ruolo di quello severo e sempre
controllato, sognare di aiutare i bambini del terzo mondo o anche
quelli della
proprio città può risultare un paragone assurdo,
ma d’altronde dato che è il
mio sogno e che non importa a nessuno non mi preoccupo che mantenga la
fama
degna di un Uchiha.
– disse sorridendo
leggermente imbarazzato.
La
rosa,
ritrovandosi a specchiarsi in quegl’occhi improvvisamente
così vivi e pieni di
luce, sentì il viso prendere tonalità di rosso
sempre più scuro mentre un
brivido come al solito percorreva lentamente tutta la sua colonna
vertebrale.
Quando
il
ragazzo si decise finalmente a tornare con lo sguardo verso il lago,
tirò un
sospiro di sollievo.
-
Bhe..-
sussurrò un momento dopo, facendo tornare su di se gli occhi
del moro.
-
Secondo me
se parti già del presupposto che il tuo fato è
stato già deciso da tuo padre
sei semplicemente tu che non hai abbastanza coraggio per combattere per
la tua
felicità.
Dovresti
pensare che soddisfare questo capriccio di tuo padre sacrificando la
tua vita
non farà altro che renderti infelice mentre ti è
bastato un solo momento in cui
hai parlato di quello che ti piacerebbe fare che ti sei illuminato come
credo
non ti abbia mai visto nessuno. Non credo che tuo padre sia un mostro
senza
cuore per cui non farti così tanti problemi, sono sicura che
nonostante tutta
la rabbia iniziale arriverà a perdonarti. –
Itachi
la
guardò così intensamente che per un attimo Sakura
ebbe paura di averlo offeso o
di essersi presa realmente troppa confidenza.
Maledetta
lei e la sua lingua che non ha mai voluta stare ferma con nessuno.
Il
moro si
lasciò andare ad un piccolo sospiro prima di tornare a
sorridere, con il
sorriso che usava tutti i giorni però e
non quello di pochi attimi fa.
-
Grazie del
consiglio Sakura..credo però che ora sia un po’
troppo tardi per poterci
provare. –
La
rosa lo
guardò interrogativa? Cosa intendeva? E perché
aveva assunto quello sguardo
così serio?
-
Sakura!
Itachi! Eccovi finalmente! Vi stavo cercando da non so quanto!-
esclamò Mikoto
dall’entrata del giardino.
In
silenzio
tornarono nella sala da pranzo dove Sakura vide che sua madre e Kira
avevano
già indossato i cappotti.
Era
ora di
tornare a casa.
|
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Capitolo 10 *** capitolo 10 ***
Ecco
qua il capitolo 10!! è un pò più
particolare e diverso dagli altri.. ;)
Buona
lettura!
lovemusic
Capitolo 10
- E adesso? Perché non ti ribelli
più? Eh??-
esclamò stizzito un uomo dalla muscolosa corporatura mentre
continuava a
sferrare calci decisi tra le costole della armai esanime ragazza a
terra.
- H-Hirashi smettila ti prego!! Perché
fai
tutto questo?? – singhiozzò Sawako disperata
all’altro angolo della camera
mentre cercava inutilmente di rialzarsi. La gamba rotta però
non l’aiutava
certo nell’intento.
L’uomo smise di tirare calci e si
avvicinò
alla figura della sua ormai ex compagna.
- Ora ti chiedi del perché? È
inutile che
hai quella faccia da innocentina. Sei stata tu che hai preferito
credere alla
mie parole invece a quelle di tua figlia quando ti diceva chi sono
realmente e
quello che le facevo! Hai
dovuto vederlo
per forza con i tuoi occhi
per
crederci!-
La donna lo guardò con un misto di
disprezzo
e terrore.
- Sei tu il mostro qui! È vero sono
stata
una sciocca a non crederci e se credi anche solo lontanamente che ti
darò più
anche un solo spicciolo ti sbagli di grosso!-
Hiroshi la guardò per un attimo in
silenzio.
- Oh ma lo so, l’ho capito ormai. Infatti
credo proprio che andrò via da questa casa, lontana da una
stupida appiccicosa
come te e una piccola scocciatrice mocciosa come quella. È
stato un vero
piacere!- esclamò l’uomo ironico per poi passare
per un ultima volta accanto
alla figura distesa della rosa che lo fissava ad occhi socchiusi, quasi
del
tutto priva di conoscenza, sorriderle sprezzante e andarsene.
Da qual momento tutto ciò che ricordava
era
buio totale.
Sua madre chiamò l’ambulanza
dove furono portate
immediatamente.
- Sakura perdonami..- singhiozzava la madre
stringendo la mano della figlia nella barella accanto.
- Scusami per non averti mai creduto. Ti sei
sempre presa cura di me e io non ti merito come figlia..non ti merito.
Perdonami se puoi ti prego e ti prometto che non permetterò
più a nessuno né a
me stessa di renderti in questo stato o di impedirti di essere felice.
Te lo
giuro piccola mia.-
La rosa cercò di ricambiare la stretta
con
le ultime forze rima stele in corpo per farle capire che sì,
l’aveva già perdonata
da molto tempo perché era l’ultima persona al
mondo che le rimaneva e l’avrebbe
difesa per sempre.
Priva ormai di tutte le energie chiuse gli
occhi per ricadere in quel nero infinito.
Quando cercò di riaprire gli occhi, una
forte luce bianca rischiò di accecarla del tutto.
Batte più volte le palpebre fino ad
abituarsi per poi rendersi conto che si trovava in posto completamente
bianco e
infinito.
Dov’era? Girò lo sguardo
intorno per cercare
di capire ma improvvisamente vide qualcuno al suo fianco.
- Papà..-
L’uomo la guardava e le sorrideva come
quando era piccola, con quell’affetto infinito che non si
può nemmeno spiegare,
e a Sakura vennero le lacrime agli occhi.
- Perché piangi piccola mia?-
- Perché sei morto papà..e da
quando tu te ne
sei andato tutto è diventato così difficile-
- Non dire così Sakura. Lo sai che io ti
sono sempre affianco-
- Papà ti prego torna..non so
più cosa fare
della mia vita..non so più chi sono-
L’uomo la guardò intenerito
per poi passare
la sua mano sulla guancia della figlia in una dolce e lenta carezza.
- Tu sei Sakura. Non hai bisogno di sapere o
chiederti chi tu sia veramente. Devi solo fare ciò che ti
suggerisce sempre il
tuo cuore e vedrai che tutte le tue domande troveranno risposta da
sole.-
- Ma papà..-
La figura dell’uomo cominciò a
farsi
improvvisamente più sfocata ed allontanarsi pian piano da
lei.
- Papà!-
- Credi in te stessa Sakura. E ricomincia a
credere anche negli altri. Vedrai che andrà tutto bene-
- No papà non te ne andare!-
Ma la figura era ormai scomparsa e lei era
sola.
- Perché
papà..perché..- e cominciò a
singhiozzare.
- Perché piangi Sakura?- si
girò di scatto
dalla parte cui proveniva la voce e vide Itachi sorriderle dolcemente.
- Perché mi sento così sola
Itachi..e lo so
che questo per te dimostra solo quanto io sia una bambina..-
- Tu non sei sola Sakura..non lo sei
affatto. Non ti rendi conto di quante persone ti vogliono bene? Io
vorrei fare
ancora tanti giri su quella giostra con te Sakura. E anche altre
persone
vogliono stare con te-
E mentre continuava a sorriderle volse il
suo sguardo davanti a se per poi farle cenno di guardare insieme a lui.
Lei si girò lo sguardo dalla sua stessa
parte e vide tre ragazze abbracciate salutarla da lontano e chiamarla
ad alta
voce.
Ino, Hinata e Yuki ridevano felici
guardandola.
- Hey Sakura!! Ti va di uscire più tardi
insieme? Ci divertiremo un mondo vedrai e poi ci saranno anche un sacco
dir
ragazzi carini!- le urlò Ino.
Poi le loro figure sparirono per far poi
comparire Suigetsu sopra ad una moto e con il mano il casco della rosa.
- Hey Sakura! Sta sera c’è una
gara
spettacolare e
imperdibile! Devi venire
assolutamente, sono sicuro che una come te batterà tutto in
un batter d’occhio!
E dopo un bel salto in discoteca insieme!- e le tirò il
casco che la rosa
afferrò al volo per poi vedere anche la sua figura
scomparire del tutto.
- Hey capocciona!- si girò alla sua
sinistra
e vide sua madre e Kira sorriderle con affetto.
- Ti va se questo fine settimana andiamo
solo noi insieme a farci un bel campeggio? Vedrai che ti divertirai!- propose Kira per poi darle
una piccola pacca
sulla testa. E svanirono anche loro.
- Sakura-chan!!- saluto raggiante Naruto con
uno scocciato Sasuke accanto.
- Sakura che ne dici di una bella ciotola di
ramen caldo?- le chiese Teuchi affettuoso.
- Sakura!-
- Sakura hey!!-
Continuavano a comparire e comparire persone
su persone che continuavano a chiamarla allegramente e invitarla a
saltare con
loro e Sakura ogni minuto sentiva il suo cuore farsi sempre
più leggero.
- Sakura..- si girò alla sua destra e
vide
Itachi guardarla ironico e con un piccolo sorriso tra le labbra.
Era rimasto tutto il tempo accanto a lei.
- Sei ancora sicura di dire che sei sola?- e
lei rimase in silenzio a guardarlo, senza sapere più cosa
dire o fare.
- Sakura- una voce profonda la chiamò.
Si girò alla sua sinistra e vide accanto
a
lei Sasori guardarla con il suo solito ghigno divertito.
- Sakura cosa sono quelle lacrime?- e si
avvicinò ulteriormente al viso della rosa fino a quasi far
sfiorare le loro
labbra.
- Te l’ho già detto Sakura..
La vera te è
molto più forte di una ragazza che piange. Non smettere di
lottare Sakura, sei
molto più bella e fantastica quando sei forte, combattiva e
battagliera come ti
vedo io-
- Non smettere di lottare Sakura..mai..-
Le loro labbra stavano per diventare un
tutt’uno ormai e la rosa aveva socchiuso gli occhi pronta per
quel momento
quando sentì la voce di Itachi chiamarla dietro di
sé con voce scocciata.
- Sakura..Sakura svegliati! Smettila di
sognare o farai tardi!-
Aprì
gli
occhi e si alzò di scatto finendo per cascare dal letto e
ritrovarsi per terra,
con le coperte aggrovigliate su tutto il corpo.
-
Sakura
spero che tu mi abbia sentito o farai seriamente tardi!-
urlò la voce di sua
madre dal piano di sotto.
La
rosa
rimase per qualche secondo in silenzio cercando di capire dove si
trovasse e
che stesse succedendo.
Poi
si portò
una mano sul viso e si accorse di avere le guance completamente bagnate
di
lacrime.
Era
stato
tutto un sogno.
Il
ricordo
di quello che era accaduto con Hiroshi..Itachi..Sasori..era stato tutto
un
sogno
Solo
un
sogno.
Erano
passati sei giorni dalla cena a casa Uchiha e dal suo sogno.
Le
giornate
erano trascorse nella solita routine tranne per il fatto che la rosa
aveva
continuato ad avere un atteggiamento più aperto e dolce con
le persone che
aveva intorno.
Persino
con
Suigetsu.
Due
sere
dopo la cena infatti il ragazzo l’aveva contattata
chiedendole che fine avesse
fatto e se le andava di fare una gara che ci sarebbe stata la sera
stessa.
Se
per il
bisogno di sfogare tutta la sua confusione in quei giorni o per farsi
perdonare
dall’amico della sua assenza, la rosa aveva accettato.
Ricordava
di
aver corso più veloce di un fulmine, di aver superato tutti
gli altri
gareggianti ad ogni nuova curva con il sorriso tra le labbra ma di
esser stata
sconfitta per un pelo dal ragazzo dai capelli argentati.
Per
quest’ultimo però, più che la vincita
della gara, a sorprenderlo era stato il
comportamento della rosa.
/flashback/
- Hey Sakura come mai mi guardi con quel
sorriso dolce?? Potrei arrivare a preoccuparmi sai? O forse stai
architettando
un piano di vendetta per averti soffiato la vittoria?- le chiese tra il
finto
preoccupato e il sorpreso.
- Che scemo che sei! È solo che in
questi
ultimi tempi mi sono accorta che ci siamo visti giusto per affari o
trattare le
gare e che non abbiamo più avuto tempo per parlarci..che ne
dici se andiamo a
farci un giro da qualche parte o a ballare?-
Il ragazzo la guardò per un attimo
sconcertato per poi darle una leggera gomitata e farle un sorriso
malizioso.
- Dimmi la verità Sakura..ti sei
innamorata
di me vero?? Beh dovevo aspettarmelo..non potevi certo resistere al mio
fascino
per così tanto tempo!-
Lo sguardo della rosa bastò a zittire
quest’ultimo che finì in seguito per scoppiare a
ridere.
- Su su Sakura lo sai che scherzo! Non me lo
aspettavo da te ma alla fine hai ragione, è un sacco di
tempo che non ci
passiamo una delle nostre serate insieme! Andiamo!- e dopo averla presa
sotto
braccio, la trascinò con sé.
/flashback/
-
Tesoro che
ne dici se domani pomeriggio andiamo a comprarci un nuovo vestito da
mettere
alla serata di domani sera? Compreremo qualcosa di stupendo vedrai e
poi
andremmo dal parrucchiere a farci belle. Saremo le migliori vedrai! Che
ne
dici?- le chiese Sawako mentre finiva di mangiare il suo semplice
piatto con
riso bianco e contorno di verdure per cena.
La
guardò
per un attimo interdetta, ricordandosi solo in quel momento della cena
che si
sarebbe tenuta la sera seguente in quel importante locale al centro
della
città.
-
Sareste le
più belle anche con un sacco di patate addosso ne sono
certo- esclamò Kira tra
un boccone e un altro dall’altra parte del tavolo.
Sakura
arrossì poi al pensiero che a quella serata ci sarebbe stato
anche Itachi.
Forse
non
era una poi così cattiva idea quella di comprarsi un nuovo
bel vestito elegante
e magari farsi preparare da un parrucchiere esperto.
Non
che
avesse chissà quali intenzioni. In fondo lui era solo il suo
vicino di casa e
il ragazzo più fantastico, bello e desiderato da tutta Tokyo
mentre lei una
normale ragazza nata nel piccolo villaggio di Konoha.
Però,
se
magari si fosse presentata con uno stile diverso e più
elegante del solito, per
non apparire anche sciatta e inadeguata a quello che richiedeva la
serata
ovvio, forse, lui l’avrebbe notata.
E
forse
avrebbero potuto passare un altro po’ di tempo insieme e
rivedere quel suo
sorriso così sincero e raro.
|
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Capitolo 11 *** capitolo 11 ***
Ecco qua un nuovo capitolo!!
È diviso in due parti e anche
questa prima parte è abbastanza lunga!! Spero che non sia
noiosa!!
Si parlerà di tanti
incontri e diversi avvenimenti tutti
insieme..spero vi abbia incuriosito!
Buona lettura
lovemusic
Capitolo 11
Da quando era nata, Sakura poteva
affermare con certezza che
con tutti i problemi che aveva avuto, tra questi non c’era
mai stato quello
della povertà.
Certo non era stata abituata a
navigare nell’oro, ma non
aveva nemmeno avuto problemi con i soldi.
Tutto questo però non
poteva impedirle di sentirsi quasi a
disagio di fronte a tutte quelle persone
con abiti e gioielli che sarebbero valsi lo stipendio
annuale di un
normale cittadino giapponese.
Per quanto Kira avesse cercato di non
farle mancare nulla
era ancora difficile riuscire ad ambientarsi in quel tipo di
società.
Lei, sua madre e Kira erano appena
entrati nel famoso
ristorante
Atelier de Joël Robuchon, uno
dei
migliori ristoranti di Tokyo, di proprietà del famoso chef
Joël Robuchon.
Il
ristorante per quella sera era stato
affittato da Kira e dal
signor Fugaku,
che dopo averli intravisti alle porte d’entrata,
invitò questi ad avvicinarsi
con un gesto della mano mentre con l’altra teneva un
bicchiere di quello che
presumibilmente doveva essere champagne.
C’erano
molti invitati e non fu facile
farsi strada per arrivare a gli ultimi tavoli dove venivano attesi.
-
Sawako tesoro! Sei splendida e tu
Sakura..cielo! Sta sera sei veramente un incanto!! Non mi meraviglierei
se a
fine serata ti ritroveresti con metà invitati innamorati di
te!-
Sakura
sentì le guance infiammarsi mentre
cercava di rimanere calma, guardandosi ogni tanto intorno alla ricerca
di altre
persone che conoscesse tra
tutti.
Quella
sera doveva esserci anche Hinata
se non errava e al solo pensiero si sentiva sollevata nel sapere di
avere
almeno un amica accanto.
Credeva
di aver esagerato con quel lungo
vestito verde acqua
come i suoi occhi,
lungo fino alle caviglie, con l’attaccatura al collo e con
una grande
scollatura con la schiena, ma alla fine, osservando anche gli altri
invitati
vestiti altrettanto elegantemente, si era tranquillizzata.
-
Oh Itachi ma dov’eri finito? Non ti
vedevo più!- al sentir chiamare quel nome si girò
di scatto dalla direzione di
Mikoto e sua madre.
Senza
nemmeno accorgersene si ritrovò con
gli occhi fissi su quelli del moro, per poi passare lo sguardo su tutta
la sua
figura.
Se
possibile, quella sera era ancora più
bello del solito.
Indossava
un elegante smoking nero classico e i capelli nella solita
coda bassa,
ma sembrava che in confronto a gli altri invitati, brillasse di una
luce tutta
sua, come una stella in un cielo nero e privo di qualsiasi altra luce.
-
Papà mi aveva chiamato insieme a Kira
per presentarmi il nuovo ospite dell’azienda.-
-
Oh capito la solita noia vero? Spero
che almeno Sasuke non si stia annoiando..comunque hai visto Sakura? Non
credi
che sia bellissima con quel vestito? Risalta perfettamente i suoi
occhi!-
esclamò infine Mikoto, lasciando Sakura sbalordita.
Si
sentiva sprofondare dalla vergogna e
quando sentì nuovamente su di se gli occhi del ragazzo
desiderò con tutta se
stessa poter essere in un altro universo e fuggire al più
presto da quel posto.
Dopo
averla osservata per qualche secondo
sbalordito dall’affermazione della madre, puntò
infine i suoi occhi in quelli
limpidi della rosa e fece uno dei suoi sorrisi migliori.
-
Sì..sta sera sei splendida Sakura -
disse infine con un tono di voce così profondo e lento che
la rosa sentì il cuore
cominciare a battere così veloce da bloccarle la
respirazione per qualche
secondo.
-
G-grazie. Anche tu stai molto bene-
Dio
come si sentiva stupida!! Cos’era
successo, all’improvviso era diventata come Hinata davanti
Naruto anche lei? A
quel pensiero le venne subito in mente che ancora non era riuscita a
trovare
quest’ultima e che quella poteva essere un ottima scusa per
poter scappare da
quella situazione così imbarazzante.
-
Mamma io vado a cercare Hinata intanto
ok? Ci vediamo dopo- esclamò sbrigativa per poi allontanarsi
senza attendere
nemmeno un risposta.
Nel
ristorante quella sera, oltre ai
soliti tavoli per tutta la sala, avevano posizionato una lunga serie di
tavoli
lungo le pareti con una varietà di tutti i tipi di
rinfreschi per i presenti,
prima che la cena vera e propria iniziasse.
Molti
camerieri giravano per ogni tavolo
con grandi vassoi sulla mano e numerosi drink su di esso. Al primo che
le capitò
vicino Sakura prese subito il primo bicchiere che le capitò
e mentre prendeva
un lungo, primo sorso, cerco di rilassarsi il più possibile
e smetterla di
sentirsi osservata da tutte le persone intorno. Sicuramente era solo
una sua
impressione.
-
Sakura, non mi dire, hai deciso di
darti all’alcool? –
Mancò
poco che si strozzasse.
Cercò
di non tossire troppo per via del
vino andato di traverso e si girò dalla parte
dov’era stata chiamata per poi
mandare uno sguardo omicida al colpevole.
-
Dimmi un po’ Sasuke, da quando bere un
bicchiere di vino è diventata una cosa da alcolizzati?-
sputò velenosa.
-
Beh da come ti sei tuffata su quel
bicchiere con
quell’aria disperata, non
sembravi una che stava tranquillamente assaggiando del buon vino. A
proposito
quello è Nobile
di Montepulciano, ti
piace?-
Ora
ci mancava solo che ci fosse lui a
prenderla in giro e farla sentire inadeguata come sempre.
-
Qualche altra critica già che ci sei?- esclamò
all’improvvisa acida.
Sasuke
la guardò per un attimo stupito.
Non credeva che si sarebbe offesa.
-
Guarda che era solo una battuta, non
c’è bisogno di fare la acida. E poi..- e distolse
lo sguardo da quelli di
Sakura mentre con le dita cominciava a giocherellare con il bicchiere
in mano.
La
rosa lo guardò interrogativa.
-
E poi cosa?-
Lui
la guardò di nuovo negli occhi per
qualche secondo, fece scendere lo sguardo per tutto il corpo di lei e
mentre le
sue guance cominciarono a tingersi lievemente di rosso
esclamò – E poi no, non
ho nessun’altra critica, sta sera..- si schiarì la
voce- sta sera sei molto
bella, ti sta bene quel vestito. –
Sakura
rimase immobile per qualche
secondo. Era solo la sua immaginazione o il più piccolo
degli Uchiha le aveva
appena fatto un complimento? Ed era anche arrossito!
Sasuke
intanto volgeva lo sguardo in
tutte le direzioni, tranne che in quelle della rosa e prima ancora che
questa
potesse formulare una
qualsiasi parola,
una voce attirò la loro attenzione.
-
Sask’è!- Itachi si avvicinò sorridente
e fece per dire qualcosa quando si bloccò di colpo e
osservò entrambi con
espressione perplessa.
-
Cos’è successo? – Sakura non seppe cosa
rispondere e prima ancora di farlo la voce improvvisamente seria e
sbrigativa
del suo compagno di classe la fermarono.
-
Niente. Niente di importante- Sakura lo guardò
per un attimo stralunata.
Il
moro in questione ignorò il suo
sguardo e volse la sua attenzione verso il fratello maggiore.
-
Cosa volevi?- il fratello parve
ricordarsi solo in quel momento del motivo per cui l’aveva
chiamato.
-
Oh sì giusto, mamma ti stava cercando,
voleva chiederti qualcosa immagino-
Sasuke
sbuffò scocciato, rivolse un ultima
veloce occhiata alla rosa e si allontanò in direzione degli
ultimi tavoli.
E
rimasero soli.
Certo
c’erano decine di persone intorno a
loro, ma a Sakura sembrava quasi di stare in un piano parallelo con lui
e
questo la metteva un po’ a disagio. Possibile che con tutti i
presenti, in
pochi minuti si fossero scontrati già due volte? Non capiva
nemmeno lei perché
fosse così agitata, forse era perché quella era
la prima volta che si parlavano
dalla cena a casa sua, forse perché con quel vestito
elegante e con
quell’acconciatura si sentiva strana davanti a lui e sentiva
che da un momento
all’altro avrebbe fatto una delle sue solite figuracce che
avrebbero rovinato
tutta l’atmosfera e l’avrebbero resa ridicola
davanti gli occhi di tutti,
davanti agli occhi di lui.
-
Mi dispiace per prima, comunque- Sakura
si risvegliò dai suoi momentanei pensieri e fissò
stupita il ragazzo davanti a
se.
-
Per cosa?-
-
Per mia madre. È solo che è sempre
così
espansiva che non si rende conto di mettere spesso in imbarazzo le
persone
intorno. Ma non l’ha fatto con cattiveria-
-
Oh ma no tranquillo! Non fa niente sul
serio, sono io che mi imbarazzo anche per le cose più
stupide non è colpa di
tua madre! Sono io che..non sono abituata a questi tipi di cene e a
stare sotto
l’attenzione di così tante persone- e
guardò il resto degli invitati.
Itachi
volse lo sguardo nella sua stessa
direzione e vide che molti colleghi di suo padre la guardavano ammirati
mentre
altre signore la osservavano da capo a piedi per poi avvicinarsi alle
amiche
accanto e sussurrare qualcosa al suo orecchio, per poi ridacchiare.
Tornò
a guardare la rosa.
-
Beh se posso essere sincero, se in
quest’occasione ti avessi vista darti delle arie o tanto
sicura come le altre,
ammetto che sarei rimasto un po’ deluso..- la rosa
spalancò gli occhi stupita.
-
Mi hai sempre dato
l’impressione di essere diversa dalle
altre e anche le ultime volte che abbiamo avuto l’occasione
di..stare un po’
insieme hai confermato questa mia teoria- Sakura sentì un
brivido percorrerle la
spina dorsale.
Itachi
guardò nuovamente gli altri ospiti
per poi posare nuovamente gli occhi in quelli verdi della ragazza.
-
Forse è per questo che attiri tanto
l’attenzione..i tuoi occhi hanno una luce molto diversa di
quello delle altre
ragazze qui presenti e credo che questo abbia incuriosito parecchi dei
nostri
invitati..-
Sakura
sentì le guance andare in fiamme e
sperò ardentemente che Itachi non lo notasse.
Ma
come faceva? Come riusciva a penetrare
così tanto dentro di lei con quello sguardo e a farle
provare mille sensazioni
solo tramite qualche parola?
-
Stai tranquilla comunque, anche a
me capita spesso di essere continuamente
osservato e tenuto sott’occhio, ma basta che li ignori e
vedrai che infondo non
è niente di troppo fastidioso- e le fece un sorriso
così caldo e rassicurante che
in quel momento Sakura non sentiva veramente più nessuno
sguardo, nessuna
presenza, se non quella di loro due.
-
Ti lascio alla ricerca della tua amica, ci vediamo più tardi
all’ultimo tavolo-
la salutò con un dolce sorriso e raggiunse suo padre che
intanto lo stava
richiamando.
Rimase
per qualche secondo ferma
nell’intento di concentrarsi e metabolizzare tutto quello che
stava accadendo
in quella serata.
Le
sembrava che quella sera fosse tutto
tranne una noiosa cena tra impiegati. Non per lei almeno.
Si
portò il bicchiere alle labbra per
cercare di nascondere il sorriso che stava per nascere.
Le
aveva detto che per lui era diversa
dalle altre..che sarebbe rimasto deluso se non fosse stata
così anche quella
sera e l’aveva rassicurata..inspiegabilmente senti un
confortante calore nel
cuore e una sensazione di felicità farsi strada in lei.
Sapeva
che quelle parole infondo non
volevano dire nulla e poi, a lei che importava? Forse voleva
rassicurarla e
basta perché l’aveva vista agitata e gentile
com’è lui si sarà sentito in
dovere di farlo.
Diversa
dalle altre..forse con quel
diverso intendeva il fatto che era molto più imbranata e
strana delle altre.
O
forse intendeva qualcos’altro? Sentì
nuovamente le goti tingersi di rosso e prima di perdersi in tutti quei
pensieri, decise di continuare la sua ricerca di Hinata.
Finì
anche l’ultimo sorso di vino, poggiò
il bicchiere nel primo tavolo che trovo e con un improvvisa espressione
allegra
e di buon umore in viso, si incamminò verso gli altri
tavoli, finché, dopo aver
confuso l’amica con diverse ragazze
dall’acconciatura corvina, non intravide
finalmente Hinata.
Indossava
un lungo vestito di seta viola,
attaccato alle spalle attraverso sottili spalline e con una scollatura
non
troppo esagerata sul seno.
Era
così elegante e
con dei modi di fare così fini che sembrava
una principessa.
Si
chiese come facesse a una sofisticata
e di classe come Hinata piacerle Naruto.
La
vide che stava chiacchierando con
Neji, suo cugino.
-
Hinata - la mora si voltò nella sua
direzione e la fissò per un attimo stupita prima di
sorridere felice e, dopo
aver congedato il cugino, avvicinarsi all’amica.
-
Sakura! Che bello vedere anche te qui!
Stai benissimo con questo vestito comunque!- la rosa la
fissò grata e pensò che
anche li era felice di averla accanto in quel momento.
-
Grazie anche tu sei splendida, sembri
una principessa! Ti stai divertendo?- le chiese sorridendo.
-
Come al solito..veramente sono
costretta a stare quasi tutto il tempo vicino a mio padre
perché vuole che
conosca tutti i suoi colleghi e quindi non posso godermi più
di tanto la
serata..però ora che ci sei tu
va molto
meglio!! E vedo che sei anche molto allegra, mi fa molto piacere- le
disse con
il suo solito tono di voce dolce e premuroso.
Sakura
pensò che lei in quel momento si
trovasse nella stessa situazione di Itachi, che sicuramente si annoiava
parecchio in quelle serate e all’improvvisò
capì il perché le piacesse tanto
Naruto.
Nonostante
a lei non piacesse sotto quel
punto di vista, sapeva che il biondo era un ragazzo fantastico, con un
allegria
e uno spirito di vita così acceso che era in grado di
portare felicità e luce
anche negli angoli più bui del cuore di chiunque.
E
forse il fatto che fosse così, che
fosse completamente opposto alle persone con cui era cresciuta
l’amica, era il
motivo principale per cui Hinata ne era tanto invaghita.
La
guardò con una punta di malizia.
-
E scommetto che se ci fosse stato anche
Naruto, ti saresti divertita ancora di più..non è
così?-
E
come al solito il volto della mora
esibì tutte le tonalità del rosso che riusciva a
creare.
-
S-Sakura!! M-Ma che dici! N-non è
a-affatto vero..-
La
rosa scoppiò a ridere per poi scusarsi
verso la sua imbarazzata amica.
-
Hinata-sama, tu padre vorrebbe parlarvi-
entrambe si voltarono verso di Neji che li guardava con espressione
impassibile. Non sembrava divertirsi molto nemmeno lui..
Vide
l’amica tornare ad avere anche lei
un espressione meno serena e imbarazzata e dopo averla salutata,
allontanarsi.
La
rosa si guardò per un po’ intorno
chiedendosi se era solo una sua impressione o colpa della suo
improvviso buon
umore, o le sembravano tutti parecchio annoiati?
Non
sapendo più cosa fare, ora che non
aveva più Hinata con lei, decise di andare a provare uno
degli stuzzichini nei
tavoli della parete più vicina.
I
cuochi si erano dati davvero da fare!!
E dire che la cena non era ancora servita.
Sarebbe
stata nel grande tavolo in fondo
insieme a Kira, sua madre e la famiglia Uchiha, dato che erano stati
loro a organizzare
la serata.
Guardò
estasiata i piatti di fronte e
mentre pensava a quale delizia assaggiare per prima sentì la
voce di una
ragazza chiamarla.
-
Tu sei Sakura Haruno vero?-
Si
girò alla sua destra e vide una
ragazza dagli occhi e capelli blu fissarla intensamente.
Si
guardarono per qualche secondo senza
dire niente, quando questa, dopo averle fatto uno strano sorriso, non
alzò la
mano nella sua direzione.
-
Io sono Konan. Andiamo alla stessa
scuola-
Sakura
strinse decisa la mano della
ragazza senza interrompere il contatto dei loro occhi.
-
Lo so, l’ho notato..soprattutto
nell’ultimo periodo- rispose con tranquillità la
rosa.
Non
era tipa da farsi intimorire o far
finta di niente, per cui aveva preferito far chiaro da subito che
quell’improvvisa gentilezza non la ingannava e che si era
accorta dei suoi
sguardi durante gli ultimi tempi a scuola.
Konan
sorrise divertita.
-
Beh Sakura..ci tenevo a conoscerti sai?
Ultimamente hai attirato la mai attenzione
e credevo fosse dovuto presentarci-
-
E come mai ho attirato la tua
attenzione?-
-
Perché mi sono accorta che noi due
abbiamo un interesse in comune..e quindi ho pensato che sarebbe stato
giusto
conoscerci no?-
Sakura
la guardò per un attimo
interrogativa e allora Konan, senza spiegare più niente,
rivolse lo sguardo
verso un punto nella folla.
Lei
segui il suo sguardo e vide che i
suoi occhi erano posati sulla figura di Itachi che intanto parlava
tranquillamente con un signore dalla barba folta.
La
ragazza dai capelli tornò a guardarla
e mentre la rosa la fissava perplessa, questa sorrise tranquillamente.
-
Ho notato che tu e Itachi vi conoscete-
E
dal suo sguardo sembrò intendere molte
più cose.
-
Già- rispose. Non gli avrebbe certo
dato la soddisfazione di spiegarle quale tipo di conoscenza ci fosse,
come
presumibilmente voleva sapere invece quest’ultima.
Konan
si lasciò andare a una piccola
risata, divertita nel vedere la ragazza di fronte tenerle testa
così
tranquillamente, per poi tornare a fissarla intensamente e assumere un
aria
seria.
-
Lo sai Sakura, mi sembri una ragazza
molto intelligente, molto più intelligente di tante altre
nella nostra scuola e
in questa sala-
-
Grazie-
-
Di niente, anzi, proprio per questo
motivo, perché mi sembri sveglia, vorrei essere sincera con
te e darti un
consiglio. Posso farlo?-
-
Certo- gli occhi blu della ragazza
assunsero una strana luce.
-
Ti consiglio di cambiare interesse
Sakura –
La
rosa rimase impassibile a quelle
parole, in attesa che questa finisse.
-
Te lo sto dicendo per te, per evitarci
una brutta sofferenza e rimanerci male. Quest’interesse che
abbiamo in comune
mi appartiene da molto più tempo di te e, se posso essere
schietta, credo di
essere più adatta per esso. L’avere un patrigno
ricco non ti da certo il codice
per poter entrare con tranquillità in questo mondo. Bisogna
saperci
appartenere, e tu, è evidente che appartieni a un universo
completamente
diverso da questo. Per cui ti consiglio di cercarti un interesse che
sia
più..al tuo livello insomma. Vedrai che non rischierai di
rimanerne delusa-
Sakura
la guardò intensamente, ferma e
senza proferire parola e Konan, divertita dal suo atteggiamento
così insolito,
sorrise, felice di averle detto quello che voleva e allontanandosi
tranquillamente verso gli altri tavoli.
Ora
non era più certa di essere così di
buon umore, come qualche attimo prima.
Sospirò
scocciata e preso un bicchiere di
champagne e preso un lungo sorso, decise di uscire dalla sala e andare
nella
parte esterna del locale per rilassarsi.
Faceva
abbastanza freddo e non c’era
quasi nessuno fuori, ma decise comunque di rimanere per un
po’ lì.
Si
appoggiò al muro accanto e sospirò
afflitta chiudendo gli occhi.
Possibile
che ci dovesse essere sempre
qualcuno pronto a rovinarle ogni momento apparentemente felice nella
sua vita.
Ci
mancava solo quella tipa inquietante e
snob che la sfidava e le diceva quanto fosse inferiore in confronto
alle altre
persone presenti.
Avrebbe
dovuto risponderle per caso? Sinceramente
le sembrava così patetica che non ne aveva sentito il
bisogno.
Si
vedeva che non era una ragazza stupida,
ma venire da lei e sfidarla per un ragazzo e giudicarlo per la sua
classe
sociale le sembrava veramente patetico e infantile.
Ma
d’altronde che doveva aspettarsi da
gente come quella? Con tutti quei sguardi, qualcuno doveva pur
infastidirla in
qualche modo no?
Improvvisamente
sentì una presenza
accanto a se.
Sperò
che non fosse nuovamente Konan o
non avrebbe resistito molto questa volta.
-
Ma guarda un po’..cosa ci fa una
motociclista ribelle come te in un posto come questo, Sakura?-
Al
suono di quella voce una lunga scossa
percorse tutto il suo corpo.
Aprì
gli occhi sorpresa e vide un ragazzo
alto, vestito con un elegante completo color panna e i capelli rossi
guardarla
divertito.
|
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Capitolo 12 *** capitolo 12 ***
Ecco
qua il seguito nel ristorante al centro di Tokyo! il capitolo
sarà più breve ma avrà qualche
sorpresa in più ;)
Buona
lettura!
lovemusic
Capitolo
12
-
Ti ho detto di abbassare la voce!!-
-
Veramente quella che sta urlando qui
sei tu Sakura..- esclamò il rosso con un malcelato ghigno
divertito tra le
labbra.
-
Sai benissimo quello che intendo-
rispose la rosa con un tono di voce sta volta molto più
basso e, allo stesso
tempo, più gelido.
Possibile
che dovesse avere tutta quella
sfortuna? Quella cena si stava rivelando un disastro colossale per la
sua tanto
amata tranquillità. Gli occhi di tutti addosso, i bisbigli,
Konan e, come
ciliegina sulla torta, Sasori con la sua faccia da schiaffi.
-
Intendi pure quello che vuoi ma credo
di aver tutto il diritto di rimanere stupito di fronte a questa
scoperta no? e
io che credevo vivessi in qualche caverna insieme a
quell’altro dai capelli
argentati! E invece..- allungò la mano verso il viso della
ragazza e le spostò
le piccole ciocche che erano finite sugli occhi.
-
E invece guarda guarda ti incontro qui,
con questo bel vestito, questa bella acconciatura e in compagnia di
tanti
ricconi. Sei qui per qualche richiesta dell’Akatsuki per
caso?-
-
No. Sono qui perché il mio patrigno e
il suo collega hanno organizzato questa serata con gli altri impiegati
e nuovi
ospiti e così anche le famiglie sono state invitate. Quello
che dovrebbe dare
delle spiegazioni qui sei tu. Cosa ci fai qui?- chiese con tono di voce
piuttosto
infastidito. Si sentiva a disagio e aveva una gran voglia di sbattergli
qualcosa in faccia e togliergli quel suo solito sorriso sfacciato e
arrogante.
Come aveva fatto a emozionarsi nel baciarsi con un tipo del genere? Si
era
forse dimenticata chi era e l’odio che provava nei suoi
confronti? Cancellò
dalla mente tutti i ricordi di quella sera dietro il locale e si impose
di
mantenere più calma possibile.
-
Di cosa ti stupisci? Dovresti sapere da
sola che i membri dell’Akatsuki sono quasi tutti uomini
d’affari. Sono qui
perché sono stato invitato. Fammi immaginare, è
quel Kira vero? Di certo non
può essere Fugaku, so che è sposato da anni e ha
solo due figli maschi- la rosa
non rispose si
guardò intorno sperando
che nessuno li avesse notati parlare insieme. Sasori sorrise divertito
e posò
gli occhi su tutta la sua figura.
-
E così, sarebbe questo l’altro tuo lato
da brava ragazza Sakura? Da come ti guardi intorno direi di
sì. Cos’è hai paura
che qualcuno possa scoprire quello che fai nella tua vita notturna?-
chiese
alzando leggermente il tono di voce verso le ultime parole.
-
Ti ho detto di non urlare! Si può
sapere cosa vuoi? Puoi pensare quello che ti pare su di me ma non ho
intenzione
di farmi giudicare da uno che è il primo a nascondere
parecchi segreti. Oppure
vuoi dirmi che gli altri invitati sanno che sei un membro
dell’Akatsuki che
miri a mandarli tutti in rovina?- canzonò
sarcastica.
Il
rosso sorrise davanti alla
provocazione di quella ragazza dagli occhi verdi.
-
Colpito e affondato! Mi
fa piacere vedere che sei sempre pronta a
tirare fuori il tuo bel caratterino. Per un momento ho quasi avuto
paura che ti
saresti comportata da principessina impaurita- avvicinò di
nuovo la mano al
viso della ragazza ma questa prontamente si scostò.
-
Però devo dire Sakura che per quanto tu
possa essere incantevole in questa tua identità da ragazza
dei quartieri alti,
continua a piacermi molto di più la motociclista che non ha
paura di quello che
pensano gli altri ed è sempre pronta per una nuova sfida-
Sakura
spostò lo sguardo lontano da
quelli ipnotici del rosso tentando di mostrarsi indifferente e dandosi
mentalmente della stupida per farsi incantare tanto facilmente da
quella voce
così profonda e quegli
occhi indagatori.
Ma d’altronde che poteva farci se quel ragazzo era sempre
capace di
spiattellarle in faccia tutti i suoi segreti e le sue paure
più profonde? Ora
la faccenda digli ospiti pettegoli e di Konan le sembravano quasi il
paradiso
in confronto a quella nuova realtà.
-
Non mi interessa- rispose con tono
indifferente.
La
Sakura di tutti i giorni, quella
silenziosa, inutile e inosservata dalla tutti ora si trovava davanti
all’elemento che invece costituiva la prova della sua doppia
vita. Oltre a
Yuki, aveva sempre pensato che qualcuno avrebbe potuto scoprire il suo
segreto
ma mai avrebbe immaginato che sarebbe stato proprio lui.
-
Davvero? Vorresti dirmi che ti stai
divertendo qui? Strano, mi sembrava che quella sera ti fossi divertita
molto di
più, soprattutto da come avevi risposto al mio bacio. O
sbaglio Sakura?-
Proprio
la persona che era più capace di
denudarla fin nel profondo e giocarsi di lei in quel modo doveva venire
a
conoscenza di tutto?
Sentì
le guance andarle in fiamme
dall’imbarazzo, il cuore aumentare i battiti e la rabbia
crescere in lei.
-
Viaggi un po’ troppo con
l’immaginazione. Non so te, ma io
preferisco molto di più una serata come questa che farmi
sparare addosso da un
malato mentale- asserì irritata.
-
Quante storie per un piccolo incidente!
Ma ormai non puoi più ingannarmi Sakura, anche
perché- e ignorando le proteste
della rosa le prese il mento tra le dite e avvicinò il viso
al suo- mi sono
accorto che sei persino più interessante di quanto non lo
fossi prima. Sei
diventata come un libro aperto per me Haruno e devo dire che, noi due,
abbiamo
in comune molte cose-
Sakura
lo guardò per un attimo sorpresa e
impaurita, poi scacciò con uno schiaffo la mano del rosso
dal suo viso e colma
di rabbia puntò i suoi occhi pieni di fuoco in quelli
enigmatici di Sasori.
-
Sta zitto! Chi ti credi di essere? Non
sai nulla di me e noi due non abbiamo proprio un bel niente in comune.
Ti
comporti come se fossi il padrone del mondo e credi di sapere tutto
quando
invece sei solo un figlio di papà viziato che per sentirsi
un uomo ha bisogno
di riempirsi le tasche con i fondi degli altri e che si diverte a
giudicare
chiunque dall’alto in basso per sentirsi superiore-
Sasori
la guardò improvvisamente con
occhi così seri che la rosa cominciò a chiedersi
se non fosse stato troppo
azzardato provocare l’unico che era a conoscenza del suo
segreto.
Il
rosso rimase ancora per qualche attimo
in silenzio, con gli occhi fissi in quelli verdi della rosa e infine
scoppiò a
ridere.
Lei
lo guardò stralunata.
-
Sputi parecchie sentenze nonostante sia
anche tu la prima a giudicare quelli che hai davanti o sbaglio?-
constatò
divertito.
Sakura
distolse lo sguardo stizzita
quando sentì dei rumori provenire dall’interno.
-
Cos’è?-
-
Credo che sia arrivato il momento di
cenare. Vuoi sederti accanto a me?-
Sakura
si voltò verso di lui con espressione
accigliata.
-
Te lo scordi-
Sasori
sorrise giocoso e si passò una
mano a scompigliarsi i capelli.
-
Chissà come mai lo immaginavo-
-
Sai anche che se provi a dire a
qualcuno di quello che hai scoperto, io sarò pronta a
rilevare che sei un membro
dell’Akatsuki vero?-
-
Immaginavo anche questo-
-
Bene-
-
Perfetto-
Sakura
lo guardò ancora per qualche
minuto come per accertarsi che oltre a prenderla in giro non fosse
intenzionato
ad andare oltre e infine gli diede le spalle rientrando nella sala.
Si
guardò intorno e vide che tutti stavano
cominciavano a dirigersi verso i propri tavoli.
Si
avvicinò a uno degli ultimi camerieri
e prese un bicchiere di vino rosso.
Mentre
sorseggiava la bevanda per
calmarsi cominciò a chiedersi se non fosse il caso di
smetterla con la storia
delle gare.
L’idea
di dover dire addio alla sua moto
e a tutta quella adrenalina le facevano sentire un grande vuoto dentro,
come se
dovesse dire addio a una parte di se, ma la certezza di dover in cambio
sottostare ancora sotto gli ordini di quei tipi come Sasori le fece capire che era
meglio se rifletteva
bene e valutava tutti i rischi prima di scegliere di continuare.
Dopo
tutto la sua vita a Tokyo a distanza
di più di due anni era improvvisamente iniziata a migliorare
e cominciava a
pensare che in questo modo forse sarebbe riuscita a lasciarsi il
passato alle
spalle e a cominciare un esistenza senza doppie personalità
o segreti.
Le
sue amiche che la incoraggiavano a
lasciarsi andare, Kira che cercava di renderla felice in tutti i modi e
infine
Itachi, lui che riusciva a emozionarla e scaldarle in cuore e
rassicurarla con
un solo sguardo, le fecero capire che forse ci sarebbe riuscita
nuovamente.
Posò
il bicchiere vuoto sopra un tavolo e
con l’immagine di Itachi che le sorrideva in mente e le
parole del rosso
rinchiuse in un cassetto, tornò ad essere più
tranquilla e con passo sicuro si
diresse verso l’ultimo tavolo del ristorante.
-
Sakura eccoti finalmente! Si può sapere
dov’eri finita?-
-
Ho fatto un giro per i tavoli e ho finito
per perdere il senso del tempo mamma, sono in ritardo?- chiese notando
che al
tavolo al momento c’erano più sedie vuote e che
non c’erano ancora Itachi e Il
signor Uchiha.
-
No tesoro però mi hai fatta
preoccupare!-
-
Sei stata intrattenuta da qualche spasimante?-
chiese maliziosa Mikoto.
Sakura
arrossì e rispose che non era
successo niente di particolare, quando sentì il suono di
voci che si
avvicinavano.
-
Oh bene siete già tutti qui! Perfetto
passo subito alla notizia importante!-
Sakura
voltò il viso verso la voce e vide
il Signor Fugaku, un altro uomo e Itachi in piedi accanto al tavolo.
La
rosa sorrise al moro contenta di
rivederlo ma lui la guardò con sguardo indecifrabile, che le
sembrò quasi freddo, e
tornò a guardare verso gli
altri tavoli ignorandola.
Fugaku
prese un bicchiere e un cucchiaio
e li fece sbattere per attirare l’attenzione di tutti nella
sala.
-
Bene! Spero che questa serata sia di
gradimento e prima che inizi la cena vorrei dare un importante e felice
notizia!-
Sakura
era ancora troppo confusa dallo
strano comportamento del moro per riuscire a prestare vera attenzione
verso le
parole dell’uomo.
Improvvisamente
si accorse che dietro il
signore dalla folta
barba accanto ad
Itachi c’era una altra persona. Dall’orla del
vestito doveva trattarsi di una
donna.
-
Allora signore e signori! ho voluto
approfittare di quest’occasione per annunciare un lieto
evento che porterà
all’unione dell’Uchiha industry con quella di
Mitsubishi..-
L’orlo
di quel vestito color rame
cominciò a ricordarle qualcosa.
-
E questo grazie al fidanzamento dei
nostri primi geniti! Itachi, Konan, su non fate i timidi e venite qui!-
esclamò
con uno dei suoi rari sorrisi il signor Uchiha.
Da
dietro il barbuto Mitsubishi comparve
Konan, con un caldo sorriso si avvicinò ad Itachi che in
risposta gli strinse
la mano.
I
due fecero qualche passo avanti e
fecero un lieve inchino davanti a tutti gli ospiti che cominciarono ad
applaudire, chi sorpreso, chi non così tanto e chi irritato
dalla nuova
notizia.
Sakura
invece, sentì come se l’intero
mondo le fosse caduto addosso.
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Capitolo 13 *** capitolo 13 ***
Ecco
qua il capitlo 13!! Volevo postare un pò prima ma tra scuola
e cavallo non ho avuto proprio tempo! Questo è un capitolo
di transizione diciamo per gli avvenimenti che ci saranno nel seguito
della storia ma serve anche per far capire meglio lo stato d'animo
della protagonista. Spero non vi deluda anche se io non sono molto
sicura di come mi sia uscito e ho mille dubbi! :P
In
seguito assicuro che ci saranno molte più soprese
;)
Ringrazio
molto per chi recensisce, mi fa molto piacere e mi spronano ad andare
avanti, altrimenti credo che finirei col farmi prendere dal panico e
non sapere più cosa scrivere!xD e ringrazio tanto anche chi
l'ha messa tra le seguite, le ricordate e le preferite e tutti i
lettori silenziosi ;)
Buona
lettura!
lovemusic
Capitolo
13
Erano
ore che cercava di studiare, senza
però riuscire a ottenere risultati.
Sakura
stava piegata su quei libri dalle
prime luci di quella mattinata, ma niente sembrava volerle entrare in
testa.
Distolse
per un attimo lo sguardo dal
libro di anatomia per poi rivolgerlo verso la finestra.
I
grossi rami districati della Farnia
impedivano alla luce di farsi spazio ed illuminare completamente la
stanza,
così la rosa aveva dovuto usare una lampadina per illuminare
meglio le pagine
dei libri.
Si
lasciò andare a un lungo sospiro per
poi accasciarsi sulla scrivania, con la testa abbandonata tra le
braccia e gli
occhi socchiusi.
Era
passato un giorno dalla serata al Atelier
de Joël Robuchon, ma i
ricordi e le emozioni provate in quelle ore sembravano non volerla
ancora
abbandonare.
Di certo, non si sarebbe mai
immaginata che le avesse
riservato tali spiacevoli sorprese.
Prima ancora che potesse fermarli i
ricordi cominciarono a
ricomparire nella sua mente.
- Itachi
caro!
Questa..questa sì che è una sorpresa! E quando
è successo, quando avete deciso
di fidanzarvi?- chiese sconcertata Sawako dopo che tutti si erano
accomodati e
la cena era iniziata.
Sakura nel
frattempo
era rimasta in silenzio, a fissare il piatto davanti a se e la sua
figura sembrava
fosse diventata di marmo.
- Siamo
compagni di
classe dalle medie ma abbiamo approfondito la nostra amicizia
all’inizio di
quest’anno scolastico-
Dall’inizio
di
quest’anno..quindi erano più di quattro mesi ormai
che si frequentavano? Sakura
strinse con forza la forchetta in mano. Una dolorosa morsa al petto
continuava
a stringersi sempre di più e dovette impegnarsi molto per
riuscire a mantenere
un respiro regolare.
-
Già e proprio per
questo ho ritenuto che fosse ormai opportuno annunciare questa notizia
a tutti
i miei colleghi- esclamò Fugaku.
- Posso dire
di essere
veramente fiero di mio figlio, sono molto contento della sua scelta e
Konan
ovviamente, non poteva che essere la scelta migliore-
Sakura
alzò lo sguardo
davanti a se e vide la ragazza seduta accanto ad Itachi sorridere e
ringraziare
per il complemento ricevuto.
Inconsciamente
spostò
per un attimo lo sguardo su Itachi che continuava a mangiare
tranquillamente e
con la sua solita espressione impassibile.
Era lui, era
quell’Itachi dai modi sempre eleganti, lo stesso Itachi che
maneggiava le
posate a tavola come fosse un principe come nelle cene a casa Uchiha,
lo stesso
Itachi irraggiungibile, perfetto e impenetrabile di sempre.
Ma a Sakura
in quel
momento, le sembrava che quel ragazzo davanti a se fosse in
realtà
tutt’un'altra persona.
- Aaaaah basta!- esclamò
stressata la rosa, stanca di tutti
quei ricordi e di quel strano dolore al petto che le procuravano ogni
volta.
- Devo studiare. Devo. Studiare- e
guardò nuovamente le
pagine del libro cercando di ritrovare un briciolo di concentrazione
per
memorizzarsi qualcosa.
Cominciò a sottolineare le
parti più importanti e girò
pagina per passare al capitolo successivo.
Forse con lo studio dei vulcani
avrebbe avuto più fortuna.
- Devo
ammettere anche
io di essere molto compiaciuto di quest’evento!-
esclamò il signor Mitsubishi.
- E
sicuramente questo
non farà altro che portare a un maggiore legame e
collaborazione tra le nostre
industrie, non è così Fugaku, Kira?-
- Ovviamente
e noi
siamo veramente onorati di quest’occasione- rispose fiero
Fugaku, Kira rispose
nello stesso modo, nonostante le sue espressioni non fosse
così allegre come
quelle del suo collega.
Sakura perse
un
battito. Quindi Kira..sapeva? pensò che sicuramente doveva
saperlo, ma non per
questo si sentì meno delusa.
Kira non
aveva nessun
motivo per cui doveva parlarne con lei, ma allora perché,
nonostante tutto, si
sentiva come se avesse tradito la sua fiducia?
Improvvisamente,
dopo
tempo che non accadeva, si sentì
nuovamente come se fosse in una bolla di vetro.
Sentì
come se tutto
quello che aveva vissuto e provato in quei ultimi mesi fossero stati
una
completa menzogna, un illusione e che tutti invece fossero a conoscenza
della
realtà e ora fossero pronti a deriderla per essersi fatta
tutti quei castelli
in aria e farsi abbindolare dalle sue speranze.
Era
così? Tutti quei
cambiamenti che aveva sentito intorno a se e tutte quelle emozioni
erano state
una pura illusione? Era stata solo lei quella che si era immaginata
tutto?
Si
sentì come se fosse
nuda in mezzo a
quel ristorante e come
se una luce fosse puntata appositamente su di lei, insieme
all’attenzione di
tutti, pronti a giudicarla da un momento all’altro e
sbatterle in faccia la
realtà dei fatti.
Si
guardò intorno e si
accorse che invece tutti continuavano a mangiare e chiacchierare
tranquilli tra
di loro, ignari della tempesta di emozioni che devastava la rosa.
Niente. Nemmeno i vulcani riuscivano
ad essere abbastanza
interessanti da riuscire ad
attirare la
sua attenzione.
Ma come poteva smettere di pensare e
torturasi con quei
ricordi. Chiuse con rabbia il libro e andò a distendersi sul
letto.
Strinse con forza il cuscino e
affondò il viso su di esso
cercando di regolarizzare il respiro mentre il cuore continuava ad
aumentare il
ritmo dei battiti.
Era una stupida. Era solo un stupida.
Come aveva potuto credere che una
come lei potesse
interessare a uno come Itachi?
Erano quasi tre anni che si
conoscevano, se non era successo
nulla prima per quale motivo sarebbe dovuto cambiare qualcosa in quei
ultimi
mesi? Perché era capitato che si parlassero per
più di due minuti qualche
volta? Perché erano stati insieme su una giostra un
pomeriggio?
Che ingenua. Lei era solo una ragazza
di periferia
trasferita da poco a Tokyo in una casa ricca e con un patrigno ricco,
non era
notata quasi da nessuno e derisa dagli altri.
Era solo un numero in più
e un essere insignificante in quel
famoso quartiere di Shinjuku
e lei stessa si era sforzata di
costruirsi e mantenere quell’immagine, ma allora, per quale
motivo si sentiva
così triste che Itachi, il suo completo opposto, non
l’avesse notata? Che la
considerasse solo come quella strana vicina di casa?
Era
ovvio e palese che preferisse una
come Konan al suo fianco invece che lei.
Nonostante
tutte queste convinzioni, non
poté fare nulla per quel cuore che continuava a scaricarle
dolorose fitte per
tutto il corpo.
Lei
che invece aveva cominciato a
illudersi. I sorrisi gentili di Itachi, le sue parole, la sua solo
presenza
accanto alla sua le erano sembrate diverse da quelle che il ragazzo le
aveva
sempre dedicato per gentilezza. Negli ultimi tempi la sua vita a Tokyo
non le
era più sembrata così invivibile, aveva
cominciato a sorridere di più, ad avere
le idee più chiare su di lei e sulle perone che aveva
intorno, a dimenticare in
parte il suo passato.
Ora
aveva la sensazione di essere tornata
al punto di inizio, tranne i guai in più che minacciavano
tutto quello che si
era costruita.
E
ovviamente quei guai si incentravano
tutti su un ragazzo dai capelli rossi.
E
così, sarebbe questo l’altro tuo lato da brava
ragazza Sakura?
Da come ti guardi intorno direi di sì.
Cos’è hai paura che qualcuno possa
scoprire quello che fai nella tua vita notturna?
A
ridestarla dai suoi pensieri fu il
bussare alla porta della sua camera.
-
Sakura?- dopo essersi richiusa la porta
alle spalle, Sawako si avvicinò al letto dove vide la figlia
stretta al cuscino
e con lo sguardo perso nel vuoto.
-
Tesoro non vuoi venire a cenare insieme
a me e Kira? A pranzo non hai mangiato quasi niente, non ti fa bene
saltare i
salti così-
-
Non ho fame adesso mamma, mangerò più
tardi-
Sawako
guardò preoccupata la figlia e
cominciò a carezzarle i capelli. Da quando erano ritornati
dal ristorante il
suo umore era cambiato radicalmente e per quanto avesse cercato di non
farlo
vedere lei capiva che c’era qualcosa che non andava e che
l’aveva resa così
apatica e triste.
-
Sakura che succ-
-
Mamma non vi va di parlare. Voglio
stare da sola, lasciami in pace- la interruppe secca la rosa.
Sawako
smise di accarezzarle i capelli e
la guardò per un attimo ferita. Poi sospirò
triste e senza più dire una parola uscì
dalla camera, richiudendosi la porta alle spalle con un leggero tonfo.
Sapeva
che non doveva prendersela e che quando Sakura era in quelle condizioni
era
impossibile farla parlare. Sperò che con il passare dei
giorni la situazione si
fosse calmata e che magari la figlia fosse disposta a sfogarsi con lei,
a farsi
aiutare. Per tanti anni tra loro due non c’era stato dialogo,
in quelle poche
occasioni che era successo era stata Sakura quella a consolarla,
nonostante
fosse quella che soffriva di più e fosse la più
piccola.
Ora
non sapeva più comportarsi, si
sentiva quasi in colpa a pretendere che la figlia si aprisse con lei,
che la
considerasse ancora come sua madre e si confidasse, ma doveva farsi
forza e
continuare a provarci.
Sua
figlia non si era ancora ripresa, non
era ancora riuscita a chiudere con il passato, se lo sentiva e capiva
che
proprio per questo aveva bisogno di lei e di Kira.
Sakura
aveva bisogno del suo aiuto e
anche se si rifiutava si sarebbe impegnata a svolgere il suo dovere.
La
rosa dal canto suo, non poté che
sentirsi un po’ in colpa per il suo comportamento con la
madre, ma non era
riuscita a fare di meglio.
Consapevole
che non sarebbe più riuscita
a studiare decise di mettersi subito a dormire.
Caricò
la sveglia accanto al comodino e
notò in quel momento che lo schermo del suo telefono era
illuminato.
Lo
avvicinò a se e vide che c’era un
messaggio ricevuto.
/Sakura
indovina indovina? Per questo mercoledì sono riuscito a
organizzare una gara spettacolare! ci saranno dei pezzi grossi a
scommettere!
Persino alcuni dell’Akatsuki! Devi assolutamente venire,
spaccheremo il culo a
tutti gli altri ( anche a quel babbeo di Hirokumi) anche
perché ci sono
parecchi che scommettono su di te e non voglio deludere nessun cliente
chiaro?
Vedi di non scomparire come fai al tuo solito e rispondimi prima che
puoi! /
La
rosa guardò il testo per qualche
minuto per poi riposarlo sul comodino e avvolgersi tra le lenzuola.
Ci
mancava solo questa. Dall’incontro con
Sasori aveva deciso che doveva essere più cauta e riflettere
bene se fosse
ancora il caso di continuare.
Ora
però non sapeva più cosa fare. Perché
doveva rinunciare a quella parte di se che la faceva sentire viva e non
un
essere insignificante? Tanto la sua vita quotidiana e la Sakura che
conoscevano
tutti non contava nulla, e ne aveva avuto conferma proprio la sera
precedente,
che aveva da perdere?
Forse
Sasori non aveva tutti i torti,
forse la vera Sakura era quella ragazza forte, impavida e che non aveva
paura
di nulla. La motociclista delle gare clandestine.
Però
devo dire Sakura che per quanto tu possa essere incantevole
in questa tua identità da ragazza dei quartieri alti,
continua a piacermi molto
di più la motociclista che non ha paura di quello che
pensano gli altri ed è
sempre pronta per una nuova sfida
Non
sapeva più cosa pensare ormai, era
tornata con i stessi dubbi di prima e le sembrava che la sua
personalità si
stesse dividendo nuovamente in due persone sempre più
diverse.
Era
ancora domenica, aveva ancora tempo
per pensare e decidere cosa rispondere a Suigetsu, così si
avvolse meglio tra
le coperte e si lasciò sprofondare nel sonno come per
cercare un rifugio dalla
sua vita e da tutte quelle scelte difficili.
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Ecco qua il capitolo 14!! ( le mie note a fine capitolo )
Buona
lettura!
Capitolo 14
-
Pss! Sakura!!- sussurrò
una ragazza
bionda e dagli occhi color del cielo cercando di non farsi vedere dal
professore.
Ma
Sakura
sembrava persa in
un mondo tutto suo.
Fissava
attraverso finestra con il mento poggiato sul palmo della mano e gli
occhi
persi tra le nuvole.
Ino
mandò un
occhiata preoccupata all’amica mora alla sua destra vedendo
negli occhi chiari
di Hinata la sua stessa preoccupazione.
Era
starna.
Più strana del solito.
E
loro
avevano già intuito il perché.
-
Psssss! Sakura!!-
-
Signorina
Yamanaka ha intenzione di chiacchierare ancora a lungo con
l’Haruno prima di
seguire la lezione?- esclamò il professor Kakashi cogliendo
in fallo l’alunna.
La
bionda
sussultò spaventata per poi tornare a sedersi composta e
rigida nel proprio
banco.
Sakura
sentendo le parole del professore sembrò accorgersi solo in
quel momento del
fatto che l’amica accanto cercasse di attirare la sua
attenzione da più di un
ora.
Ma
perché
continuavano a guardarla con quell’espressione preoccupata? Possibile che le si
leggesse così chiaramente
in faccia il suo turbamento interiore?
E
lei che
sperava di passare inosservata e di rimanere nella sua bolla di vetro
per il
resto delle ore scolastiche.
Quando
finalmente il professore volse loro le spalle la rosa cercò
di mostrare un
timido sorriso alle ragazze come per rassicurarle e farle capire che in
realtà non
c’era niente di cui preoccuparsi.
A
giudicare
dal loro sguardo sembrò che il suo intento fosse andato a
buon fine.
Quando arrivò la
ricreazione capì che quella
probabilmente era stata solo una sua impressione.
Prima
ancora
di alzarsi del tutto dalla sedia per dirigersi insieme a gli altri
verso la
mensa sentì due braccia prenderla per le spalle e
trascinarla verso i bagni
scolastici.
Ino
rinchiuse la porta del bagno dietro di se e dopo aver controllato che
non ci
fosse nessun’altra a parte loro si avvicinò con
decisione alla rosa e
l’abbracciò con tutte le forze che aveva in corpo.
Dopo
poco la
rosa sentì anche le braccia di Hinata circondarla con
delicatezza.
Rimase
così
immobile e con gli occhi sgranati mentre le sue due amiche
l’abbracciavano con
un affetto che la rosa ricordava di non ricevere da tempo.
-
Sappiamo tutto
Sakura, e ti capiamo perfettamente. Stiamo
dalla tua parte e se vuoi sfogarti sappi che non ci siamo ok?-
Il
battito
della rosa cominciò ad aumentare pericolosamente. Sapevano
tutto? Non poteva
crederci.
-
Cosa –
Prima
che
potesse chiedere una qualche spiegazione la bionda si
allontanò da lei
improvvisamente infuriata.
-
La voce si
è sparsa per tutta scuola ormai, lo sanno tutti!-
Sakura
spalancò la bocca sconvolta, sapevano tutti? Una sensazione
di angoscia e
terrore cominciò a farsi strada in lei.
-
Io
sinceramente non posso crederci!! Come diavolo ha fatto Itachi a
scegliere di fidanzarsi con quella
lì, quella snob?
E’ incredibile!-
Alle
ultime
parole della bionda Sakura sentì come se un enorme masso le
fosse caduto in
testa facendola finalmente risvegliare dal suo stato di catalessi. Il
suo cuore
ricominciò a battere regolarmente. Cavolo, per un attimo
aveva creduto che si
riferisse al suo segreto! Sospirò sollevata per poi tornare
a guardare più
concentrata la sua amica che camminava nervosa in un piccolo circolo di
fronte
agli specchi.
In
quel
momento parve rendersi conto della situazione effettiva.
-
Ino, ma
perché mi avete trascinata qui dicendomi che vi dispiace?-
Ino
si fermò
di botto e la guardò sconvolta.
-
M-ma
Sakura lo sappiamo che questa è una notizia triste per te..-
disse la mora
guardandola dispiaciuta.
La
rosa
sentì nuovamente quella morsa al cuore al ricordo di Itachi
e di tutta quella
situazione ma quello che la sorprendeva di più era il fatto
che le due se ne
fossero accorte.
Si
grattò la
nuca ridacchiando.
-
Cosa? Ma
n-no ragazze che volete che mi importi! A-anzi sono felice per loro!-
-
Oh ma chi
vuoi prendere in giro!- esclamò la bionda.
-
Forse gli
altri non se ne saranno accorti ma noi sì! Cristo Sakura noi
siamo tue amiche!
Lo vuoi capire questo? È ovvio che ci siamo accorte da un
pezzo che lui ti
piace! Sappiamo benissimo che in realtà ci stai male e
vorrei che per una volta
tanto ti sfogassi e ci trattassi da amiche invece di isolarti sempre!-
sbottò
la bionda offesa dal comportamento dell’amica.
Incrociò
le
braccia stizzita volgendole le spalle.
Sakura
rimase per un attimo sconvolta di fronte alla dichiarazione
dell’amica e non
poté evitare l’ondata di sensazioni che la
travolsero subito dopo.
Guardò
Hinata e vide che anche lei la pensava allo stesso modo.
Nonostante
i
sensi di colpa per il suo comportamento verso le amiche che sapeva non
essere
stato molto giusto, senti un ondata di calore e affetto avvolgerla.
Infondo
dei
cambiamenti c’erano stati in quei mesi, non se
l’era immaginata del tutto.
Quelle
due
ragazze erano veramente diventate sue amiche e riuscivano a capire di
lei molto
più di quanto credeva fosse possibile.
Era
vero,
chi voleva prendere in giro? Sapeva anche lei che loro ne erano a
conoscenza,
che senso aveva continuare a negare e a chiudersi in se stessa? Era
così tanto
tempo che non riceveva attenzioni di puro affetto da qualcuno, che
senso aveva rifiutarle
ora che finalmente le riceveva?
-
Scusate
ragazze- sussurrò a testa bassa.
Le
due si
voltarono verso di lei sorprese.
-
Scusate..è
solo che..per me è difficile
riuscire ad
aprirmi. Mi dispiace se avvolte sono così fredda con voi e
non mi sfogo. Ma per
me voi siete le mie due migliori amiche, le migliori al mondo. Mi
dispiace,
davvero.-
Rimase
in
silenzio a guardarsi le scarpe stupita lei stessa di essere riuscita a
dire
quelle parole.
Sentì
di
nuovo le braccia della ragazze avvolgerla in un caldo abbraccio.
-
Stupida..-
sussurrò in lacrime la bionda.
-
Lo
sappiamo..non ti preoccupare- continuò l’altra.
-
Ci saremo
sempre-
Sakura
non
riuscì a fermare quelle poche lacrime mentre il suo cuore
parve finalmente
alleggerirsi dopo tutti quei giorni di angoscia e tristezza che
l’avevano
afflitta.
-
..Grazie-
-
Dio Naruto
ma fai proprio schifo! Si può sapere quanto mangi?-
esclamò schifato Kiba.
-
Beh almeno
io, per quanto mangio non ingrasso! Non come te, brutto ciccione obeso
che non
sei altro!-
-
Come hai
detto scusa?-
-
Hai
sentito bene! Guarda che l’ho vista bene quella pancia enorme
negli
spogliatoti!-
Il
ragazzo
castano arrossì di stizza mandando occhiaie nervose verso la
rosa nella parte
opposta del tavolo, sperando che non avesse sentito nulla.
-
Stupida
testa quadra! Parla per te e poi non è affatto vero!-
-
E tu copi
gli insulti degli altri!-
Sakura
sentì
Sasuke accanto a se sbuffare scocciato, consapevole che questione di
pochi
attimi, e l’avrebbero inserito nel loro stupido litigio.
-
Sask’è
dì qualcosa!
Questo ciccione ti sta
copiando!-
-
Cosa?
Sasuke dillo anche tu a questo che il sue essere una testa quadra
è un dato di
fatto e non un semplice insulto!-
Sasuke
alzò
gli occhi al cielo scocciato e sentì la rosa accanto a se
ridacchiare della sua
situazione.
Sakura
cercò
di ritornare seria e nascondere il sorriso, e si aspettò che
il moro accanto la
mandasse a quel paese come era suo solito fare ma quando
incrociò i suoi
occhi rimase
interdetta.
Sasuke
la
osservava intensamente e sembrava voler scrutarla fin dentro
l’anima.
Sembrava
quasi..preoccupato?
Da quando Sasuke si preoccupava per lei? Era strano ultimamente.
Quegli
occhi
cominciarono a farla sentire a disagio, così
spostò velocemente lo sguardo
altrove mentre il sorriso iniziale scompariva dalle sue labbra.
Ci
mancava
solo lui. Era per caso una dote di famiglia quella di riuscire a
smascherare e
arrivare fin dentro l’anima di chiunque fissassero negli
occhi? Probabilmente
no, funzionava giusto con lei.
I
due idioti
ricominciarono a chiamare Sasuke e a dargli fastidio e allora il moro
riportò
la sua attenzione sui due.
Sakura
poggiò il mento sul palmo destro osservando distrattamente i
tavoli intorno.
E
lo vide
entrare dal grande portone della mensa.
Le
si bloccò
il respiro per qualche secondo.
Sasuke
accanto a lei sembrò accorgersi di qualcosa.
Cominciò a mandarle qualche
occhiata incuriosita poi seguì lo sguardo della rosa fino a
vedere suo fratello
camminare con gli altri compagni di classe e dirigersi verso i soliti
tavoli.
Gli
occhi
del moro si incupirono per un secondo, guardò nuovamente la
sua compagna di
classe come per cercare di capirne i pensieri, per poi tornare a
guardare gli
altri del tavolo con espressione fredda e indifferente.
Sakura
era
rimasta per qualche attimo immobile.
Era
lì,
camminava tranquillo fino ad arrivare ai tavoli seguito a ruota dagli
altri
ragazzi e da Konan, accanto a lui.
E
i suo occhi
dov’erano? Ogni volta che entrava, fino ad arrivare ai tavoli
si guardava
sempre intorno. Sempre.
E
alla fine
i suoi occhi si posavano sempre su di lei per qualche secondo di
più. Sempre.
E
ora?
Camminò
con
sguardo basso e indifferente fino alla sua sedia.
Forza.
Alza quegli occhi. Pensò senza
accorgersene mentre con il viso si sporgeva istintivamente verso la sua
direzione.
Guardami.
E
lui la
guardò.
Alzò
lo
sguardo che si
posò subito su di lei.
Che
avesse
sentito i suoi pensieri?
I
loro occhi
si erano incontrati.
Sakura
sentì
il cuore fermarsi per un secondo. Quella era la prima volta che la
guardava da
quella sera.
Durò
un
istante. Quegli occhi così neri e profondi si posarono sui
suoi, la guardarono
per una piccola, infinita frazione di secondo e alla fine, come se
niente fosse
successo, come se non l’avessero nemmeno vista, si spostarono
per tornare verso
i suoi compagni.
Gelido.
Distaccato.
La
sua
espressione così fredda e impassibile. Così
impenetrabile. Era mai capitato che
la guardasse in quel modo? Come se non esistesse nemmeno?
Sakura
si
sentiva come se l’avessero appena gettata da un burrone
altissimo.
Abbassò
gli
occhi e si osservò con improvviso interesse le ginocchia.
Perché
faceva
così male? Perché sentiva una grossa morsa
stringerle il petto e impedirle
quasi di respirare?
Dio,
quanto
era stupida.
Stupida,
stupida, stupida.
Basta.
Alzò
lo sguardo
decisa dritta davanti a se e assunta l’espressione
più indifferente e
spensierata che riuscì ad ottenere tornò a
concentrarsi sui discorsi divertenti
dei suoi amici.
Non
avrebbe
permesso ad un ragazzo di ridurla in quello stato.
Se
era stata
veramente lei ad immaginarsi tutto o se anche lui alla fine
l’aveva presa in
giro non aveva più importanza.
Se
non c’era
nessuna possibilità per loro, se lei non era al suo livello
o semplicemente era
un qualcosa di irrealizzabile allora avrebbe voltato pagina.
Sì
avrebbe
ricominciato da capo, o almeno, ci avrebbe provato.
Quando
tornò
a casa sentì le forze cominciare a ritornarle e con quella
la volontà di
dimenticare.
Tornò
il
giorno seguente a scuola con una nuova carica e tutto andò
bene.
Non
aveva alzato
lo sguardo verso la sua direzione quando era entrato in mensa. Non lo
aveva
cercato per i corridoi ne per i cortili.
E
passò così
un'altra giornata.
Anche
Hinata
e Ino sembravano contente di vederla più serena.
Arrivò
mercoledì
e Sakura si sentiva bene, ancora carica.
Non
aveva
ancora risposto al messaggio di Suigetsu.
Infondo,
pensava, se
finalmente cominciava a sentirsi
più serena che senso aveva continuare con quella strada, ora
che era diventata
così pericolosa? Ora che Sasori sapeva tutto, forse era il
caso di smettere.
Ovviamente
era
tentata. Ma nonostante la sua apparente sicurezza costruita di botto in
quei
pochi giorni, era cosciente della sua reale e continua confusione
dentro di se.
Del
suo
dolore, della sua delusione. Tornare alla sua moto, tornare sulle curve
l’avrebbero
aiutata a liberasi di quel dolore, si sarebbe sentita meno indifesa.
Lì nessuno
la trattava come un inferiore che non meritava di stare tra di loro. Ma
era
questa la soluzione migliore? In quel modo non si sarebbe solo
distaccata
ancora di più dalla Sakura che le sue amiche e tutti
conoscevano?
Sbuffò
poggiando
la fronte sul muro accanto, stanca della sua continua lotta interiore.
Che
doveva
fare?
Mancavano
solo
due ore e sarebbe potuta tornare a casa. E poi avrebbe deciso.
Era
uscita
dall’aula di lezione per fare una piccola passeggiata per il
corridoio vuoto e
schiarirsi un po’ le idee.
Sentì
distrattamente
dei passi scendere le scale dal piano superiore. Presa dai suoi
pensieri li
ignorò.
I
passi si
fermarono all’improvviso.
Allora
la
rosa spostò lo sguardo verso quella direzione e vide Itachi
immobile, all’ultimo
gradino, guardarla stupito.
Aveva
il
registro di classe sotto il braccio e la divisa scolastica
perfettamente in
ordine. La coda lunga poggiata lungo la spalla destra e le piccole
ciocche
lisce sui lati del viso.
Sakura
si
rimise subito diritta allontanandosi dal muro e fissandolo anche lei
immobile.
Il
cuore che
ovviamente batteva all’impazzata.
Si
guardarono
per qualche secondo, poi Itachi sembrò riprendersi dal suo
momentaneo stato di
stupore e riprendere quella sua espressione impassibile e fredda.
Ricominciò
a
camminare dirigendosi nella direzione della rosa.
Sakura
sentì
quasi andare nel panico. Riprese subito il controllo.
Doveva
mostrarsi
sicura.
Era
rimasto
solo qualche metro di distanza mentre il moro si avvicinava.
-
I-Itachi..-
aveva detto sicura di se cavolo!
-
Ciao!-
esclamò sta volta più sicura e con tono di voce
spensierato. Cercò di sorridere
come faceva al suo solito. Di certo non poteva mettersi a fare la
piagnucolona per
quello che era successo o chiedergli spiegazioni pretendendo di sapere
perché avesse
preferito Konan o non le avesse detto niente. Dopo tutto non erano
proprio a quei
livelli di confidenza no? dal modo in qui la guardava in quel momento
sembrava
che nemmeno la conoscesse.
-
Buon
giorno Sakura - rispose calmo e indifferente.
Cavolo,
era
veramente diventata una sconosciuta per lui? E quella storia che la
considerava
diversa dalle altre? E quei sorrisi gentili di prima?
Era
rimasto
solo un metro di distanza tra loro. Il respiro della rosa che
accelerava.
Forse
voleva
parlarle, forse aveva solo voluto aspettare di incontrarla da sola.
Cercò
di
dimostrarsi tranquilla.
-
Allora? Va
t-tutto bene?- chiese per smorzare quel silenzio divenuto improvvisamente
così pesante e imbarazzante.
Itachi
si
fermò infine davanti a lei guardandola indifferente.
-
Tutto bene
grazie. Ora comunque- e con il braccio libero indicò in
direzione dietro la
rosa.
-
Dovrei
andare a consegnare il registro in segreteria e prendere delle
fotocopie. Ho un
po’ di fretta se non ti dispiace- continuò calmo.
Sakura
voltò
il capo dall’altra parte e vide la segreteria infondo al
corridoio.
In
meno di
un attimo le sue guance diventarono più rosse di un pomodoro.
Non
poteva
crederci. E lei che aveva creduto volesse veramente parlare. In quei
giorni non
faceva altro che fraintendere tutto.
Si
girò nuovamente
dalla parte del
moro per scusarsi di
averlo trattenuto ma vide che questo l’aveva già
superata dirigendosi spedito
verso la segreteria, senza più salutarla ne guardarla.
In
pochi
attimi vide la schiena del ragazzo scomparire ed entrare dentro la
stanza.
Strinse
con
forza i pugni fino a far sbiancare le nocche.
Cos’era
stato tutto quello? Era stato
così
freddo, così lontano. Era tornato tutto come più
di un anno fa. Quando era
successo? Come? Perché?
Sentì
nuovamente
quella sensazione opprimente e dolorosa avvolgerla. E insieme a questa
la sensazione
di essere nuovamente inadeguata, di troppo.
Altro
che
sicurezza o serenità, come poteva far finta che non le
importasse nulla? Che bastasse
far finta di niente e si sarebbe sentita bene?
Al
diavolo.
Prese
il
telefono dal taschino della gonna e cercò il numero di
Suigetsu.
Al
diavolo a
tutti quei snob e a tutta quella insicurezza.
Non
era lei
quella Sakura, non era lei quella che balbettava e soffriva come un
idiota per
dei problemi così stupidi.
Inviò
il
messaggio di conferma all’amico e tornò in classe.
Mancava
solo
qualche ora, solo qualche ora e si sarebbe sentita finalmente meglio.
Note:
Scusate
del ritardooo dovevo postare venerdì come al solito lo
sò ma ho
avuto un sacco di impegno! purtroppo l'ultime mese di scuola
è sempre
una mazzata!
Ho
scritto un capitolo un pò più lungo per farmi
perdonare e prometto che il prossimmo sarà pieno di colpi di
scena ;)
Ringrazio
nuovamente chi recensisce ( siete la mia salvezza :P) e chi l'ha messa
tar le seguite, preferite, ricordate e i lettori silenziosi. Ho notato
che sono molti e mi fa molto piacere! :)
Questo
è stato un capitolo abbastanza calmo anche s eun
pò doloroso per la
protagonista..spero non abbia annoiato come al solito!
Mi
impegnerò per essere puntuale al prossimo capitolo!
Baci
lovemusic
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Le
note a fine capitolo.
Buona
lettura!
Capitolo 15
Le
undici e
mezza di sera.
Per
fortuna
Kira e Sawako andavano a dormire abbastanza presto, doveva essere al
deposito a
mezzanotte.
Controllò
di
aver messo tutto e non essersi dimenticata niente dentro lo zainetto
blu e,
messo in spalla, si avvicinò alla finestra.
Con
cautela,
silenziosa e attenta a non svegliare nessuno, sollevò la
vetrata fino ad
aprirla del tutto.
La
bloccò
con il solito gancio per evitare che si chiudesse durante la sua
assenza.
I
rami
spessi e districati della Farnia coprivano quasi tutta la visione
impedendo a
chiunque all’esterno di poterla vedere.
Calcolò
bene
la distanza e fece un piccolo salto fino a raggiungere il ramo
più vicino e si
aggrappò subito al tronco per evitare di scivolare.
Con
calma di
cui era solita fare e senza provocare alcun rumore, scese ramo per ramo
fino a
raggiungere con un salto il suolo.
Si
guardò
nuovamente intorno per accertarsi che nessuno nelle vicinanze la
vedesse e
partì spedita verso la sua meta.
Non
appena
scostò il tendone per entrare e la vide, un grande sorriso
le si aprì sul volto.
La
sua
Kawasaki ninja 750, stupenda versione da corsa modificata fino al
limite
ovviamente. Per gare di quel genere, nessuno poteva arrivare a permettersi moto con motore
da 4 tempi, magari
anche monocilindrici.
Quelle
erano
utilizzate giusto nelle gare importanti come i mondiali.
Per
motociclisti ben diversi da quelli che c’erano in un posto
come quello e lei
sinceramente non ci si vedeva nemmeno in luoghi del genere.
Guidare
a
tutta velocità
le piaceva, le sembrava
di volare, e poi l’adrenalina che provava ad ogni curva, dove
sentiva il suolo
quasi strusciarle contro il ginocchio, dove c’erano altri
gareggianti da
superare, quelle sensazioni sì che la
facevano sentire viva.
Ma
per
quanto potesse sembrare impensabile, nelle gare clandestine, era proprio
quell’essere qualcosa di proibito,
nascosto, dove nessuno ti conosceva davvero e si rischiava veramente di farsi male, ad
attirarla in particolare.
Probabilmente
non si sarebbe mai sentita a suo agio a farlo di mestiere.
Non
le
avrebbe più dato la stessa sensazione.
A
quei
pensieri cominciò a chiedersi se forse non fosse altro che
una pazza masochista.
Si
sedette sulla
moto ad occhi chiusi, assaporando l’adrenalina e
l’eccitazione che stava già
cominciando a scorrerle in corpo.
-
Hey
dormigliona! Non dirmi che sei già stanca, conto su di te
dopo! Per fare i
conti di tutte le scommesse
mi tocca
rimanere a guardare e basta! La prossima volta toccherà a
te, sappilo!-
Un
sorrisetto spuntò tra le labbra di lei.
-
Mi impegnerò
per vincere allora- e aprì gli occhi, trovandosi davanti
quelli azzurro cielo
di Suigetsu .
-
Ma questo
era scontato confettino- rispose sorridendo anch’esso.
Rimasero
per
un po’ in silenzio, e in sottofondo i rumori degli altri, che
erano già usciti
fuori per prepararsi.
-
Negli
ultimi tempi sei scomparsa- aggiunse pacato il ragazzo.
-
Vengo
sempre per i scambi e le richieste di quelli…-
-
Sai che
intendo-
Rimasero
di
nuovo in silenzio per qualche minuto.
-
Ti è
passata la voglia? Da come ti ho vista poco fa, mi sembravi contenta di
stare
qui-
-
E’ così-
rispose.
- E’ di nuovo uno
di quei periodi? Ancora tanta
confusione?- chiese tranquillamente. Quel ragazzo la conosceva
più di chiunque
altro.
-
Anche
peggio di quel che sembra-
-
Oh bene
allora!- rispose con tono sarcastico. Si sorrisero a vicenda con uno
sguardo di
intesa.
-
Beh ma
vedo che alla fine sei ritornata! Bene, perché sono sicuro
che a questa moto
mancavi parecchio- Intendeva dire
che era mancata anche a tutti loro?
Improvvisamente
il ragazzo assunse un espressione più seria.
-
Però non
ti sei dimenticata Sakura, vero? Anche se non ti interesserà
più salire su
questa moto, se decidessi che tutto questo non ti appartiene, ricordati
che io
sono comunque disponibile per le nostre serate tutta birra e
divertimento, lo
sai no?-
Sakura
sorrise contenta.
-
Non potrei
mai dimenticarlo!- rispose portandosi una mano al petto con tono offeso
e un ghigno
contento tra le labbra. Eh sì, sapeva quello che voleva
farle capire. Sapeva
che lui era sempre suo amico e non l’avrebbe abbandonata
nemmeno dopo. Questo
la faceva sentire molto meglio.
-
Bene
allora!- concluse il discorso l’altro, ridacchiando e
battendo le mani
sbrigativo.
-
Te l’avevo
detto comunque che questa volta l’evento è
più importante, no? Oltre ai soliti
ci sarà anche qualche pezzo grosso che sta sera ha deciso di
venire a passare qui
la serata! Un favore da parte di quelli dell’Akatsuki, se
vogliamo proprio
ammetterlo, anche se più che farci un piacere lo fanno per
avere una
percentuale più alta. Ma il punto, è che ci
guadagneremo di più anche noi!-
sorrise diabolico. Mancava poco che al posto degli occhi comparissero
forzieri
d’oro.
-
Ci saranno
anche loro?- chiese infastidita solo al pensiero che
quell’eventualità potesse
risultare vera.
- Saranno solo in due.
Vogliono come al solito
controllare che non gli freghiamo e che scontentiamo i loro amici.-
rispose
stizzito.
-
Sai chi
saranno?- chiese cercando di nascondere l’ansia , nonostante
le mani avessero
già cominciato a sudare. Frenetiche e nervose, le dita si
intrecciavano e scioglievano
continuamente tra loro.
-
Quel
tirchio di Kakuzu poco ma sicuro-
-
L’altro?-
-
Ah ma che
ne so..e comunque, come mai tutta questa curiosità?-
-
Niente!-
esclamò sbrigativa uscendo velocemente dal tendone e
raggiungendo gli altri con
la moto.
Si
avvicinò
ai primi gareggianti guardandosi intorno.
Tra
gli
ospiti non vide nessuno dell’Akatsuki.
Guarda te se non è venuto anche lui sta
sera, magari lo ha fatto anche apposta.
- Sakura! Nervosa?-
-
E-Eh?- a
risvegliarla dai suoi pensieri vide Jugo sorriderle gentile. Lo
conosceva da
anni, ma nonostante tutto non si era ancora abituata ai suoi
cambiamenti di
umore così lunati e drastici. Era messo peggio di lei!
Probabilmente
erano gli effetti delle troppe sostanze che si fumava e iniettava. Per
fortuna
almeno lei non era caduta in quel vortice.
-
Ah, ma no
no- rispose distratta continuando a guardasi intorno.
-
Anche
Ichigo è nervoso. Guarda come trema!- continuò
imperterrito.
-
Fatti i
cazzi tuoi e parla per te lunatico!- contro rispose l’altro.
Sakura
pensò
che Ichigo le era sempre stato decisamente più simpatico.
Buone maniere a parte,
ovviamente.
I
suoi
“compagni”, o almeno quelli che vedeva
più spesso e da più tempo, erano tipi
abbastanza particolari, ma doveva ammettere che tutto sommato riusciva
a
rilassarsi e a stare tranquilla in mezzo a loro.
Tutto
un
altro mondo in confronto a come si sentiva a scuola, tra tutti quei
studenti.
Si
arrese al
fatto che tanto non li avrebbe trovati in mezzo a quella folla e
sperò che non
si facessero vedere proprio. Tornò con
l’attenzione sui due amici che
continuavano a chiamarla, almeno per quanto riguardava Jugo insomma.
Qualche
minuto e avrebbero cominciato con le prime piazzate.
Mancava
poco, l’ultimo giro sarebbe stato decisivo. E lei era in gran
vantaggio.
Superò il tipo massiccio
sulla Honda
crf 450 di cui non
ricordava mai il nome e si piegò sul lato per superare la
curva.
L’adrenalina
che le inondava le vene, i battiti cardiaci velocissimi, la
concentrazione era al
massimo.
Continuò
ad accelerare, fino a superare anche Ichigo.
Era
rimasta solo lei, era la prima, ancora poco e avrebbe vinto.
L’emozione
era così forte.
E
si
sentiva così sicura, non c’era niente che non
andasse in quel momento, era
tutto perfetto. Nessun problema, nessuno che la giudicasse. Era padrona
di se
stessa.
Non
c’era più nessuna classe sociale, nessuno pronto a
farla sentire inferiore,
nessun dubbio. Mancava poco, pochissimo. E lei era forte, era
invincibile,
sentiva già tutti esultare per lei una volta ottenuta la
vittoria.
In
un secondo, prima che se ne accorgesse, il primo, piccolo, insolente
dubbio, si
insinuò tra tutta quella adrenalina e i suoi pensieri.
Sarebbe
mai riuscita a trasportare tutto quel coraggio, tutta quella sicurezza
nella
Sakura inferiore e perennemente in sofferenza di tutti i giorni?
Sarebbe mai
riuscita a conciliare la sua vita abitudinaria a
quella che era in quel momento, in quella
vita a parte? Aveva abbastanza fegato anche per questo?E in quel secondo, quel
insignificante attimo, la sua
concentrazione vacillò.
E
bastò quel sfuggente attimo di distrazione, per farle
perdere il controllo.
Come
aveva fatto a non vedere quella curva?
Provò
a riprendere la direzione giusta , ma era troppo tardi.
Non
riusciva a capire bene cosa stesse succedendo, sentì solo
sbattere contro
qualcosa che doveva essere un albero e saltare dal suo posto per
strisciare in
una scia sul terreno, per una distanza che non riuscì a
definire.
Le
sembrò che tutto fosse accaduto troppo velocemente per poter
rendersi conto
della situazione e prima di riuscire a far mente locale, senti gli
occhi farsi
improvvisamente pesanti .
Tutto
ciò che vide in seguito fu buio totale e sentì
perdere i sensi.
-
Signorina..-
Sakura
vedeva tutto nero, si sentiva come in un altro mondo parallelo.
-
Signorina..-
Stava
forse
sognando?
Lentamente,
aprì di poco le palpebre ma, ferita dalla forte luce bianca
che rischiava di
accecarla, li rinchiuse immediatamente.
-
Signorina!
È sveglia? Mi sente?-
Con
più
cautela sta volta, socchiuse nuovamente gli occhi e lentamente
ricominciò a
sentire anche il resto del suo corpo.
E
con quello
anche tutto il dolore che provava.
Dio
come si
sentiva indolenzita! Le faceva male ogni singola parte del corpo,
cos’era
successo? Ricordava di essere sulla moto, che era quasi arrivata e poi, e poi
sì, lo schianto contro l’albero.
Una
piccola
distrazione che avrebbe potuto costarle la vita.
Dove
si
trovava allora? Sentiva morbido sotto di se.
Solo
in quel
momento cominciò a guardarsi intorno, per capire dove fosse.
Era
su di un
letto, un enorme letto , e c’era un uomo con occhiali fini e
il naso a punta
che la fissava.
Nonostante
fosse seduto si poteva notare dalla sua struttura magra, fina e dalle gambe
ripiegate, di quanto fosse
alto, e i suoi tratti erano spigolosi, come se le ossa volessero
spuntare da
quella pelle troppo fina e priva di grasso. Il naso lungo, troppo, e a punta. Di certo non
era una visione
piacevole, a primo impatto.
-
Come si
sente?- continuò a chiederle.
Sakura
si
passò una mano tra i capelli scompigliati guardandosi
intorno con occhi
socchiusi, nel tentativo di abituarsi alla forte intensità
di luce causata
della lampada sul soffitto e cercando di mettere a fuoco lo spazio
attorno a se.
-
I-io..ma cos’è
successo?- fu l’unica cosa che riuscì a
formulare,con la
voce impastata.
Si
trovava
in una grande camera da letto.
O
forse era
proprio un appartamento? Come poteva d’altronde, una camera
da letto, essere
così grande?
E
poi
quell’atmosfera così rilassante. Le pareti erano
color panna, il lampadario
grande, d’orato.
L’abbinamento
con cui era stata arredata la stanza ricordava molto il deserto, e
l’Africa.
Si
alternavano i colori tra il grande armadio rosso scuro e lucido e la
libreria
color crema.
Alcuni
assi di legno neri infissi sul muro tenevano poggiate su di
loro sculture di vetro, come quelle create dai fulmini sulla sabbia. E
c’era
della vera sabbia tra di esse.
Grandi
quadri occupavano le pareti opposte prive di altro mobilio.
Quadri rappresentanti donne africane, alcune nude, altre vestite con
vesti
colorate e grandi cesti in testa.
E
sabbia ai loro piedi.
Si
può sapere dov’era finita?
-
Oh signorina è stata molto fortunata, se
l’è cavata solo con
qualche livido, ma dovrà in ogni caso cercare di stare a
riposo e non fare
niente di troppo faticoso, ha comunque subito un trauma- rispose
l’uomo con
tono professionale.
Sakura
lo guardò con espressione ancora più spaesata,
allora lui fece
risalire gli occhiali scivolati giù per il naso, sul loro
posto, e si apprestò
a spiegarsi meglio.
-
Sono un medico signorina-
Sakura
diede nuovamente un occhiata intorno per poi ritornare
velocemente su di lui.
-
E che ci faccio a casa sua?- cosa ci faceva un medico a notte fonda
, in una gara motociclistica clandestina, soprattutto?
-
Oh ma questa non è casa mia! È stato il signorino
Sasori a
chiamarmi e a chiedermi di venire urgentemente per vederla, sono il suo
medico
di fiducia sa, ero amico dei suoi genitori da anni ormai; Brave
persone,
davvero- spiegò e fu tentato di raccontare qualche aneddoto
divertente con il
padre di quest’ultimo ma l’espressione della
ragazza di fronte sembrava troppo
persa in un altro mondo.
Sakura
era diventata di pietra.
Aveva
sentito bene? Sasori? Lei si trovava a casa di Sasori? Come,
come era potuta succedere una cosa del genere? Non l’aveva
nemmeno visto prima
della gara, aveva sperato veramente
che
non fosse venuto e ora, si trovava a casa sua.
A
casa di Sasori.
Doveva
andarsene. Doveva sparire al più presto.
Scostò
velocemente il lenzuolo che le avvolgeva le game, ignorando
per il momento le fasciature e i graffi che le ricoprivano il corpo e
rimandando
a più in la quel problema.
Avrebbe
trovato un modo per nasconderli in seguito.
Tolto
l’impiccio provò di scatto a rialzarsi in piedi
per andarsene,
ma fu colta da un improvviso giramento di testa.
Cominciò
a camminare a tentoni, sbilanciata e con gli occhi ormai
socchiusi dalla confusione infernale che le causava quella visone
offuscata.
Sentiva la voce diventata ovattata del dottore che le raccomandava di
tornare a
letto o si sarebbe fatta male.
Troppo
tardi, gli occhi stavano per tornare a chiudersi del tutto, un
ombra passò davanti a lei prima del buio, e un momento prima
di cascare per
terra e perdere completamente i sensi, sentì due braccia
afferrarla e
sollevarla in tempo.
La
mente era così dolente da crearle i pensieri più
stupidi e
insignificanti, come del chiedersi come mai quelle braccia che la
tenevano
stretta fossero così forti e solide. Si ricordava che il
dottore era
raggrinzito e scheletrico.
Sentì
le braccia calde poggiare il suo corpo sul morbido materasso e
lasciarla lì. La testa però continuava a girare
come una trottola e lei chiuse
gli occhi strizzandoli come per cercare di
fermarla. Il sonno che cominciò a sopraffarla
nuovamente.
Sta
volta le sembrò di sentire due voci; Parlavano tra di loro,
una
più acuta, la riconosceva, era quella che gli aveva parlato
prima e l’altra,
profonda, bassa, non l’aveva udita prima, ma quel timbro di
voce sentiva di
averlo custodito dentro il se da tanto.
Man
mano le voci cominciarono a farsi più chiare, la trottola
cominciò a rallentare, sempre di più, fino a
fermarsi e lasciare solo un
leggero mal di testa.
Intanto
quella voce acuta era sparita e aveva sentito una porta
chiudersi.
Provò
a riaprire gli occhi, sta volta stando attenta alla forte luce.
Alzò
il busto poggiando il peso sul gomito destro, mentre con
l’altra
mano si strofinava gli occhi.
-
Possibile che ogni volta che ti vedo, Sakura,
finisci per stupirmi sempre di più? Ogni incontro con te
ormai, è diventata un avventura- disse sarcastico.
La
voce calma, leggermente divertita.
Sakura
inspirò ed espirò più volte, tentando
di trovare una soluzione
a tutto quel disastro.
- Perché mi trovo
qui- il tono
di voce non riuscì ad essere poi così gelido come
aveva desiderato.
-
Hai paura che ti abbai rapita?- scherzò questo, per nulla
intimorito dalla freddezza di lei.
-
Hai fatto un incidente, un peccato, visto che stavi per vincere.
Comunque
ero lì con Kakuzu per controllare la situazione. Mi
è piaciuto molto rivedere
la grintosa Sakura che ho conosciuto già qualche hanno fa,
per un momento avevo
pensato che non ti saresti più fatta vedere- e si sedette ai
piedi del letto. Sakura
ritirò le gambe indietro fino a che le
ginocchia non le sfiorarono il petto.
-
Da quando ho
scoperto che in
realtà sei una ricca ragazza di alta società, la
cosa mi ha sorpreso, ma tu eri
rimasta così traumatizzata che qualcuno l’avesse
scoperto, che pensavo
veramente non saresti più tornata. Che avresti rinunciato a
questo tuo lato
accattivante per paura di rovinare la tua noiosa vita ordinaria. Sarei
rimasto
deluso se ti fossi comportata così- concluse con uno dei
suoi sorrisi sghembi,
e ovviamente quello sguardo.
Quello
che continuava a penetrare dentro di lei fin nel profondo,
facendole venire i brividi.
A
cosa erano sempre stati dovuti quei brividi si chiese
improvvisamente Sakura? Alla paura? Al disprezzo verso quella persona
che aveva
sempre odiato? Alla sua capacità così eccezionale
e avvolte inquietante, che
aveva nel riuscire ad intravedere fin dentro la sua anima, la sua
mente, e
scoprire tutto di lei?
-Non
credo di aver nulla da temere. E credo di essere stata molta
chiara già l’ultima volta. Se tu rivelerai
qualcosa di me, io farò lo stesso
con te. E penso che quello a rimetterci saresti più tu,
parli tanto di me,
della signorina ricca e viziata, e tu?- chiese e fece scorrere lo
sguardo per
tutta la stanza.
-
Anche tu ti tratti bene mi pare, con che te lo sei pagato questo
lusso? Con l’Akatsuki? O solo con il lavoro della
società?-
Sasori
cominciò a ridere.
-
Colpito e affondato! Anche da stanche abbiamo sempre gli artigli
pronti vero?- chiese divertito.
Poi
si alzò avvicinandosi alla lei.
Le
pose la mano. Sakura si strinse di più in se stessa
guardandolo
diffidente.
-
Vieni con me, ti preparo qualcosa di caldo, così ti sentirai
meglio- la sua voce era così rilassata e tranquilla.
Sakura
girò il capo dalla parte opposta, seria – Devo
tornare a casa,
domani ho scuola e devo farmi trovare in camera da mia madre-
-
E poi non ci penso proprio a farmi offrire qualcosa da te,
risparmiati le tue patetiche cortesie-aggiunse.
Sasori
lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, ma la sua
espressione non mutò.
-
Lo so. Sono le tre e mezza, direi che c’è ancora
un po’ di tempo. E
poi dove vorresti andare in queste condizioni? Resterai ancora un
po’ qui
finché non ti sentirai meglio, poi ti riaccompagno in
macchina a casa. In
tempo-
E
le porse nuovamente la mano. Il viso tranquillo nascondeva velatamente
il tono che invece non ammetteva molte repliche.
Sakura
sbuffo, rassegnata ormai. Come avrebbe fatto a risalire la
Farnia, in quelle condizioni?
Ma
soprattutto, come cavolo aveva fatto a ritrovarsi in mischiata in
una situazione del genere?
Afferrò
la mano offertasi, e si lasciò sollevare lentamente dal
ragazzo, maledicendosi intanto di quei stupidi brividi che
l’avevano travolta
nel momento in cui i loro copri erano entrati in contatto.
Ecco
qua un nuovo capitolo!
Mi
è piaciuto molto scriverlo, per cui ci terrei
particolarmente che mi facciate sapere il vostro parere :)
Qui
sono stata un pò più descrittiva, volevo che si
capisse di più sulla vita notturna di Sakura, che si capisse
perchè le piacesse tanto.
Ho
notato che negli altri capitoli se ne parlava poco.
E
poi la descrizione della casa di Sasori mi è piaciuta
scriverla in piccoli pezzi, sia perchè riguarderà
qualcosa del prossimo capitolo, sia perchè descrive un
pò più il carattere di Sasori.
Al
prossimo capitolo :)
lovemusic
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Ecco
qua il nuovo capitolo, con un giorno di anticipo, dato che ho avuto
tempo :)
Le
note a fine capitolo.
Buona
lettura!
Capitolo
16
-
Ti piace la tisana? O è troppo calda?-
Erano
uno davanti all’altro, a dividerli il piccolo tavolo nero
lucido della cucina. L’immensa sala da pranzo si trovava a
destra della porta.
Continuava
a sbatacchiare velocemente i piedi tra loro, su quella
sedia girevole, come per cercare una distrazione. Le ginocchia
seguivano il
ritmo.
-
No..va bene- l’aroma
di
frutti di bosco della bevanda che intanto le inondava le narici.
Si
trovava veramente con Sasori, a bere una tisana,
tranquillamente, nella sua cucina?
Con
lui, che aveva sempre disprezzato?
Con lui, che poi aveva cominciato a trattarla
in quel modo diverso dall’inizio di quell’anno, al
quale il suo corpo aveva
risposto con brividi e aumenti del battito cardiaco più
veloci, senza riuscire
a spiegarsi il perché? Con quel ragazzo che
l’aveva baciata, così, dopo essere
scampati per miracolo ad una sparatoria, e poi aveva fatto finta di
niente?
Proprio con lui, che aveva scoperto tutti i suoi segreti? O quasi
tutti, per lo
meno.
Cercando
di non farsi notare, mandò qualche occhiata nella sua
direzione.
Era
sempre stato così..così bello? Sì, ma
lo aveva disprezzato sempre
a tal punto che anche questa sua dote era diventata una motivazione in
più per
cui non sopportarlo.
Non
si era mai accorta, di come la sua pelle fosse così liscia,
i
lineamenti così regolari e quei capelli di quel rosso scuro
scuro, così folti.
Corti
e con quel taglio, gli davano un aria anche troppo sbarazzina e
allegra per il suo carattere. Ma attraente, non poteva negarlo.
-
Visto che ci tieni così tanto comunque, può darsi
che le prossime volte
non ci sia io a dover venire al deposito- disse
all’improvviso.
Sakura
lo guardò con un sopraciglio alzato.
-
Abbiamo un nuovo membro, può darsi che venga le prossime
volte,
giusto per cominciare a fare esperienza anche in piccoli campi come
questi- continuò
facendo girare il cucchiaino sulla tazza, rilassato.
Sakura
era troppo presa dal quel movimento lento e ed elegante della
mano con cui continuava a muovere la posata per badare alle sue parole.
Poi
si accorse, alzando lo sguardo, che lui la stava fissando a sua
volta.
Rimasero
così, con gli occhi puntati l’uno
sull’altro, per un tempo
che a Sakura sembrò infinito.
Poi
un suono acuto e continuo fece trasalire entrambi, riportandoli
alla realtà.
Sasori
si alzò per prendere il telefono che aveva appoggiato sulla
mensola, guardò il mittente, fece un aria scocciata e
tornò a guardare Sakura.
-
Devo rispondere un attimo, il lavoro non mi lascia in pace nemmeno
a notte fonda. Torno tra poco-
Sakura
annuì velocemente, come per fargli capire che non doveva
preoccuparsi
e lo vide allontanarsi e salire le scale per andare al piano di sopra,
dove si
trovava anche la camera da letto.
Subito
dopo cominciò a darsi della stupida.
Cos’era
quell’atteggiamento nei suoi confronti? Ci mancava solo che
gli sorridesse gentile e gli dicesse che tanto non voleva andare da
nessuna
parte, e avrebbe completato la serata da brava idiota come si stava
comportando.
Si
alzò scocciata, la testa e il corpo molto più
rilassati e riposati,
e si incamminò fuori dalla cucina, giusto per dare un
occhiata a quell’immensa
casa e cercare di mettere in chiaro le idee.
Arrivò
al grande salone,
con
un infinito divano a L beige e tanti cuscini dall’aria
decisamente morbida sopra.
Al
centro un non molto grande tavolo in legno antico dagli angoli lavorati
e rappresentanti figure che non seppe riconoscere. Su di esso, al
centro, una boccia
di cristallo con all’interno sabbia
bianca e piccoli fiorellini secchi posati sopra. Era una delle case
più belle
che avesse mai visto.
In
fondo un grande camino contornato ai bordi
con legno dello stesso materiale del tavolo e
sopra di esso un grande quadro con dipinto tre persone.
Suppose
che si trattasse della famiglia di Sasori e che il bambino
dai capelli rossi al centro dei due genitori, fosse lui.
Si avvicinò al
quadro,
rimanendo ad osservarlo incantata e affascinata. I capelli li avevi
ereditati
dal padre, i tratti lisci e regolari invece, dalla madre.
Sasori
sembrava così contento in quel riquadro. Guardarlo in quella
versione sorridente, infantile, accanto ai genitori, le dava
l’impressione di
vederlo sotto una luce diversa, più umana, meno arrogante. Un aspetto che non
ricordava di aver mai
visto in lui.
Sentì
una presenza dietro
di lei
che la fece sussultare spaventata.
-
E’ stato fatto da un vecchio amico di mia madre-
spiegò tranquillo
il ragazzo, ignorando lo spavento della ragazza accanto che intanto,
era
arrossita fino alle punte dei capelli.
Come
aveva fatto a non sentirlo? Che figura farsi beccare mentre
curiosava per casa sua, pensò.
Sasori
la guardò negli occhi, l’espressione concentrata.
Sakura
rimase ferma, ancora rossa, aspettandosi chissà quale
commento
derisorio.
Ma
il ragazzo non disse nulla. Tornò a guardare in silenzio il
quadro
davanti a se e Sakura vide i suoi occhi farsi all’improvviso
più scuri,
malinconici.
-
Quando hai deciso di andare a vivere da solo?- chiese per smorzare
un po’ il silenzio.
O
forse erano stati quegli occhi tristi a spingerla a fare qualcosa,
a cambiare l’atmosfera che si era creata.
Si
rese conto solo dopo aver formulato la domanda, di quanto essa
fosse stata effettivamente inappropriata.
Se
aveva quello sguardo davanti al quadro, di certo l’argomento
“famiglia” non era il migliore da scegliere per
farlo sentire meglio.
Si
sentiva stupida, anche per il semplice tentativo che le era venuto
per vederlo di nuovo sereno. Che le importava, infondo?
-
Non sono andato a vivere da solo, è questa la casa dove sono
cresciuto. Vivo da solo perché sono morti-
Ecco,
lo sapeva, aveva combinato un disastro.
Perché
non se ne stava zitta una buona volta?
Sasori
sembrava così tranquillo, quello sguardo era scomparso
all’istante e non sembrava per nulla turbato a parlare della
loro morte.
Sakura
però, si sentiva uno schifo. Non solo perché era
stata lei a
tirare fuori l’argomento, ma perché la sua
affermazione, detta così
sinceramente, con tanta tranquillità, l’aveva
lasciata sconvolta.
Aveva
sentito subito una stretta al cuore, immaginandosi quel piccolo
Sasori, sorridente e spensierato, improvvisamente solo, orfano e
profondamente
triste. Come era ancora adesso.
Lo
aveva capito, lo aveva visto in quello sguardo, dove per un
piccolo istante, le sue barriere erano sparite ed era tra sparito tutto
quello
che la sua anima nascondeva nel profondo.
-
Scusami, non volevo farmi gli affari tuoi..- sussurrò
imbarazzata,
perché veramente, in quel momento, le sembrava di starsi
appropriando di tutti
i suoi segreti senza permesso, di violare la sua anima senza che lui
nemmeno se
ne accorgesse.
Sasori
voltò il capo verso di lei e per nulla sorpreso da quelle
parole , sorrise sincero.
-
Sakura.. non devi scusarti. Insomma, non l’hai ancora
capito?- e il
suo sorriso prese una piega più divertita.
Lei
lo guardò confusa.
-
Capito cosa?- chiese perplessa, e non capiva sul serio, cosa voleva
dirle.
-
Che sono molto più contento di averti trovata qui, davanti
al
quadro, a pensare a me, a chiederti chi io sia, piuttosto che vederti
prendere
la rincorsa e scappare direttamente via da questo posto, come sono
sicuro
avresti fatto almeno fino a poco tempo fa-
Sakura
rimase impietrita. Cos’erano tutte quelle strane emozioni che
stava provando? Sentiva come se alle parole del ragazzo, una nuova
consapevolezza le avesse fatto capire qualcosa, qualcosa che fin a quel
momento
non era riuscita a spiegarsi.
Sasori
si avvicinò lentamente a lei, i loro corpi che si sfioravano.
Sakura
cercò di balbettare qualcosa, come per fargli capire che
aveva
confuso tutto, che non doveva arrivare a conclusioni così
affrettate, ma non
riuscì a formulare niente di comprensibile o di minimamente
sensato.
- Questo mi fa capire che
finalmente ti sei decisa a guardarmi veramente, come una persona, come
un uomo-
la sua voce era un sussurro.
-
Non come quel essere che non sopportavi e disprezzavi fino alla
morte. Anche io ho smesso di considerarti un ragazzina, Sakura, ho
smesso di
farlo da tempo-
Sakura
si sentiva in un mondo parallelo, dove c’erano solo loro due,
la sua voce profonda, le sue parole, il suo incantesimo senza fine.
Si
accorse a mala pena che lui aveva cominciato ad accarezzarle il
braccio.
-
Quindi non farti problemi a chiedermi nulla, sarò contento
di
rivelarti tutto quello che vuoi. Ogni cosa, ogni piccola
curiosità-
Si
guardarono per un po’ negli occhi, così, senza
dire nulla. Lui,
che cercava di trovare un qualche tipo di risposta, nelle
profondità di quei pozzi
verdi, lei invece, che si chiedeva quando effettivamente, aveva
cominciato a
considerarlo con occhi diversi.
Perché
lui aveva ragione, aveva ragione su tutto. Lo odiava, lo
odiava ancora, non aveva dimenticato tutte quelle prese in giro, quelle
torture
che le aveva fatto sorbire in passato, due anni prima che lo
incontrasse di
nuovo.
A
quell’odio però, si era aggiunto altro, si erano
aggiunte tante
altre emozioni, a dire il vero.
Era
stata l’attrazione? Era l’improvvisa voglia di
conoscerlo di più,
di farsi conoscere di più da colui che era così
bravo a farlo anche quando non
lo desiderava?
Osservò
la mano di lui che l’accarezzava lentamente, lungo tutto il
braccio, poi volse nuovamente l’attenzione sui suoi occhi.
-
E allora dimmi..- e non si era accorta, di come anche la sua voce
fosse diventata un flebile sussurro.
-
Come ci sei finito tu, in quel luogo, tra tutte quelle persone di mala
fama? Perché hai deciso di prendere quella via?-
Sasori
abbassò per un attimo lo sguardo sui loro corpi,
così vicini
tra loro, un piccolo sorriso si formò tra le sue labbra, e
tornò a guardare la
rosa.
-
Questa domanda è semplice. Per l’adrenalina,
soprattutto, per la
sensazione di vivere veramente, tutto, fino al limite delle emozioni,
perché le
situazioni in cui si rischia la vita sono molte, e questo, lo sai bene
anche
tu, è un emozione di cui, una volta provato, non si
può più fare a meno-
E
smise per un attimo di parlare, spostando la mano, dal braccio, al
viso caldo e un po’ rosso di lei.
-
Ed ho come la sensazione, che noi due, siamo spinti dalle stesse
motivazioni.
Sbaglio, Sakura?-
Sakura
non rispose. Rimase a guardarlo, immobile, con il respiro
accelerato, le guance rosse e il battito del cuore a mille.
Sasori
si avvicinò, lentamente, sempre di più, fino a
fondere i
respiri caldi di entrambi e un momento prima di far combaciare le loro
labbra,
a pochi millimetri di distanza, si fermò.
Sì
fermò, e la guardò, come in attesa di un qualche
tipo di consenso.
Sakura
sentì il cuore battere all’impazzata.
Istintivamente,
senza nemmeno lasciare il tempo di ragionarci sopra,
poggiò la mano destra sul capo di lui e con un movimento
energico, lo spinse
verso di lei, unendo così le loro labbra, dando inizio a un
bacio forte, intenso,
passionale.
Continuarono
a baciarsi, appiccicandosi l’uno all’altro,
staccandosi
solo quando la necessità di ossigeno diventava
indispensabile e ricominciando subito
dopo.
Le
mani cominciarono a esplorarsi, veloci, frenetiche e i passi li
portarono a spostarsi a tentoni per tutto lo spazio circostante.
Sakura
sentiva di star perdendo tutto il controllo, come se ci fosse
qualcosa dentro di lei che aveva disperatamente bisogno di tutto
quello, per
sfogarsi di tutta quella rabbia, per sentirsi libera, libera da ogni
cosa.
Senza
nemmeno accorgersene si ritrovò distesa tra tutti quei
cuscini,
su quel lungo divano, con lui sopra di lei e non sapeva
perché, ma aveva la
sensazione che tutto fosse perfetto in quel modo, che così
dovesse andare.
Persino
il dolore dei lividi, di tutti quei graffi, era diventato
piacevole.
Sentì
Sasori scendere, leggermente, e cominciare a baciarle, sta
volta con più lentezza , con più calma, tutta la
lunghezza del collo.
Sakura
non seppe perché, ma tutta quella improvvisa delicatezza,
quei
baci leggeri e lenti, le diedero fastidio.
Anche
le mani di lui avevano smesso di esplorarla con tutta quella frenesia
iniziale, perché?
L’atmosfera
era diventata più leggera e i suoi tocchi, delle dolci
carezze.
Non
era questo che si sarebbe aspettata da lui.
Improvvisamente
a disagio e sempre più infastidita, si alzò di
poco,
posando il peso sui gomiti.
-
Che stai facendo?- chiese brusca e, nonostante cercasse di
nasconderlo, confusa.
Sasori
alzò lo sguardo su di lei e la osservò, con quel
suo solito
sguardo, senza dire nulla.
-
Non sto facendo niente-
È questo il punto.
-
E tu, Sakura? Hai fretta di concludere qualcosa?-
Sakura
arrossì di stizza. Adesso era lui che voleva far passare lei
per la pervertita?
-
Che diavolo stai blaterando?- sbottò seccata e
cercò di
divincolarsi, di rialzarsi.
In
quel momento sentiva solo il bisogno di andarsene, andarsene e
basta.
Lui
però la bloccò sotto di se impedendole ogni
movimento e
avvicinando i loro visi.
-
Non ti fidi ancora di me, vero?-
Sakura
spalancò gli occhi sorpresa.
-
Cosa centra questo adesso?- chiese sempre più confusa.
-
Te l’ho detto Sakura. Non ti considero più una
ragazzina, pensi
allora che mi accontenti di farti mia così, in fretta, e poi
lasciarti
scappare?- rispose serio, gli occhi fissi su quelli di lei, come per
accertarsi
che quel messaggio le arrivasse veramente, che non le sfuggisse nemmeno
una parola.
-
Ti ho detto che puoi sapere tutto di me, che puoi conoscere ogni
mio lato nascosto, quindi smettila anche tu di trattarmi come quel
ragazzo vuoto
e arrogante che hai conosciuto tempo fa, come te anche io nascondo
altro oltre quello
che hai visto fino ad ora-
Sakura
sentiva il corpo tremare e le guance tornare a farsi sempre
più rosse.
Distolse
lo sguardo, altrove, imbarazzata.
Si
sentiva così stupida. Cos’era quella sensazione
che stava
provando? Era forse, felicità? Era contenta di quello che le
aveva detto, di
aver avuto la certezza che veramente c’era
qualcos’altro, che non la
considerava solo un giocattolo?
Era
così difficile per lei credere, avere fiducia in qualcuno.
Quelle
parole però, l’avevano colpita, erano arrivate in
profondità.
-
Il fatto che sei un idiota però, non cambia, te lo assicuro-
borbottò imbarazzata.
Sasori
sorrise divertito.
Soddisfatto,
si alzò e aiutò anche lei a mettersi in piedi.
-
E comunque- aggiunse all’improvviso.
-
Ti avevo detto che ti avrei portata a casa in tempo. E io mantengo
sempre la parola data, sappilo-
Ed eccomiiiii.
Che dire, in questo capitolo, mi sono decisa ad inserire una piccola
scena piccante, perchè penso che con Sasori, sia impossibile
evitarle!
L'ho riletto mille volte, anche se so che come al solito mi
sarà scappato qualche errore grammaticale o di lessico, come
in tutti i capitoli, quindi mi scuso e spero non si notino troppo!
Nel frattempo, cercherò di migliorare, giuro!
Tornando al capitolo, voglio recensioniiii, vorrei sapere se
vi è piaciuto e in particolare, quale Sakura vi piace di
più. Se la considerate più adatta vicina a
Sasori, o a Itachi?
Anche se so, che quest'ultimo, si trova in una situazione particolare,
ma non sarà sempre così!
Fatemi sapere :)
baci
lovemusic
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Le
note a fine capitolo
Buona
lettura!
Capitolo
17
Com’era
riuscita a risalire quell’albero e arrivare in camera sua,
lo sapeva solo lei.
Di
certo però , le era costata parecchia fatica e ulteriori
graffi.
Guardò
la sveglia a forma di rana sul comodino accanto al letto.
Le
sei meno un quarto. Tra quarantacinque minuti sarebbe suonata e
lei in teoria si sarebbe dovuta svegliare per andare a scuola.
Sospirò
sconsolata, consapevole che non avrebbe avuto possibilità di
chiudere gli occhi fino al termine delle lezioni.
Aprì
un anta del grande armadio, per riporre lo zaino con il casco,
nascondendolo in profondità, ricordandosi di riprendere il
telefono dal
taschino.
Chiuse
l’anta e sentì il cellulare vibrare. Rimase
sbalordita nel
vedersi quindici chiamate senza risposta e sette messaggi. Tutti da
parte di
Suigetsu.
Si
sentì una stupida, perché non aveva guardato
prima il telefono?
Non avrà chiuso occhio nemmeno lui e a leggere i messaggi,
Sasori non gli aveva
certo dato una buona impressione, e si sentiva in colpa per averla
lasciata
nelle sue mani.
Scrisse
una breve risposta in cui si scusava per non aver risposto
prima e lo rassicurava su tutto, compreso Sasori.
Si
sentiva così leggera, senza pensieri. Il sapore di lui era
ancora
tra le sue labbra, e questo la faceva sentire così strana.
Era lo stesso sapore
della prima volta, era buono, pensò.
Chiuse gli occhi sospirando e cercando di tornare alla
realtà.
Posò
il telefono sul comodino e tolti gli abiti, si incamminò
verso
il bagno, cercando prima di tutto il cassetto dei medicinali e delle
fasce.
-
Chi ti ha fatto questo?-
Sakura
sussultò spaventata. Come aveva fatto a non accorgersi
dell’ombra davanti al suo banco?
-
E-Uhm? Ah ciao Sask’è!- salutò ancora
un po’ frastornata e
ignorando palesemente la domanda.
-
Chi ti ha fatto questo?- insistette lui, in piedi e con le braccia
incrociate davanti al suo banco.
Ma
possibile che si accorgesse sempre di tutto?
E dire che quei piccoli graffi sulla guancia
e sul mento li aveva resi praticamente invisibili, grazie al trucco, e
il resto
del corpo era coperto dai vestiti. Nemmeno Ino e Hinata le avevano
causato
problemi!
-
Ma di che parli?- fece con tono ingenuo.
Sasuke
continuava a guardarla in silenzio, irremovibile.
Spostò
lo sguardo sul mento.
-
Ah, ma questo! Niente, sono solo cascata!-
Lui
la guardò ancora, con sguardo indagatore, non dando segno di
credere
minimamente alle sue parole.
- Sei vestita più
del solito-
constatò calmo, come se in realtà quella fosse la
prova che lei stesse
nascondendo qualcosa.
Sakura
si guardò la camicia a maniche lunghe e le calze nere
pesanti
sotto la gonna.
-
Oggi sento molto freddo!- esclamò, una vena di nervosismo
cominciò
a pulsarle sul collo.
-
Non mi pare che tu sia mai stata freddolosa-
-
E invece guarda un po’, da ora lo sono!-
Sasuke
ignorò il suo tono acido e assottigliò gli occhi,
avvicinandosi di poco al viso di lei.
-
C’è qualcuno che ti da fastidio?- chiese
imperterrito.
Se
non si fosse trattata di quella situazione, Sakura sarebbe quasi
rimasta intenerita dalla preoccupazione del ragazzo.
-
Sì, TU!- sbottò infastidita e alzando il colletto
della camicia sul
collo, come per cercare di coprirsi di più.
-
Tutti a posto- esclamò la voce del professore appena entrato
in
aula e per fortuna Sasuke fu costretto a sedersi al suo posto.
Sakura
sospirò sollevata, per un pelo!
-
Ragazzi, scusate, vado un attimo in bagno-
-
Vuoi che ti accompagniamo, Sakura?-
-
No Hinata tranquilla continuate pure a mangiare-
-
Sakura-chan, se vuoi ti accompagno io!- esclamò Kiba
dall’altra
parte del tavolo, prendendosi in seguito un calcio dal biondo accanto.
-
Hey! Mi hai fatto male testa quadra!-
Intanto
Sakura continuava a sentire quella sensazione opprimente e
tagliente sulla nuca, si girò e vide che Sasuke continuava a
fissarla,
diffidente.
Sbuffò
infastidita e si allontanò a passi veloci dalla mensa.
Uscita
dal grande portone sospirò scocciata, ancora poco e avrebbe
preso Sasuke a calci. Aveva bisogno di prendere aria e poi voleva
evitare
l’entrata delle classi del quinto, almeno quella mattina.
Cercò
con lo sguardo la direzione dei bagni di quel piano terra e
all’improvviso
sentì un forte rumore di passi scendere i gradini della
scala accanto.
Si
girò e vide tutti quelli dell’ultimo anno avviarsi
verso la mensa.
Le passarono accanto, qualcuno sfiorandole una spalla, senza degnarla
di uno
sguardo.
Ma
di questo potevo solo che essere contenta.
-
Sakura, ciao!- esclamò
una
voce che si fece sempre più vicina.
Vide
davanti a se Konan, che le sorrideva tranquilla.
Si
sarebbe divertita a risponderle in maniera sarcastica, se non
fosse stata troppo presa dagli occhi di Itachi su di lei.
Konan
lo teneva a braccetto, e l’aveva trattenuto per fermarsi.
-
Come mai te ne giri da sola per scuola? Non ci sono più i
tuoi
amici?-
Sakura
cercava di metabolizzare qualche frase sensata, presa in
contropiede dalla situazione, e poi gli occhi di lui che stranamente,
differentemente
delle ultime volte, continuavano a guardarla con insistenza, da capo a
piedi. Lo
sguardo sembrava indagare su ogni suo centimetro di pelle.
Lei
si passo una mano tra i capelli, nervosa. Aveva per caso qualcosa
in faccia?
-
No, sto solo andando in bagno- riuscì a rispondere in fine,
con
tono fermo.
-
Oh capisco- sussurrò l’altra guardandola ferma
negli occhi e
annuendo con il capo, stringendo nel contempo la presa sul braccio di
Itachi.
-
Bene, ci si vede allora- concluse sorridendo.
-
D’accordo- rispose con calma Sakura, e si
allontanò, senza
aspettare una qualche risposta e senza affrontare gli occhi di lui che
continuavano a perforarla.
Sbatté
i pugni sul lavandino del bagno.
Perché?
Era riuscita dimenticare tutto, o quasi, e poi lui la
guardava in quel modo? Tornava a considerarla? Per quale motivo poi. Si guardò allo
specchio davanti a se. Non è
che anche lui si era accorto dei graffi? Conoscendo il fratello, non ci
sarebbe
da stupirsi che avesse lo stesso sguardo attento di Sasuke.
Questo
però la mandava ancora di più in bestia. Improvvisamente gli
importava di come stava?
Sospirò
abbattuta, non riuscendo a capire il perché di tutta quella
rabbia. Forse non riusciva sopportare di sentire ancora tutte quelle
emozioni
al suo sguardo, quando per lui era chiaro ormai, di quanto quel
sentimento non
fosse ricambiato.
Si
portò le dita alle labbra. Sasori.
Il
loro bacio. Si era sentita così bene in quel momento, si era
sfogata così tanto. Ma c’era qualcosa di
più? Non sapeva spiegarsi se quel
bacio fosse stato tanto emozionante perché proprio con lui,
o per la scarica di
adrenalina che le aveva trasmesso. Non sapeva più cosa
provava. Perché quando era
con quel ragazzo, era un altra, era la motociclista, aveva e provava
sentimenti
così diversi da quelli che invece sentiva in quel momento.
Ma
si sentiva ancora un po’ stordita dalla sera prima, forse a
causa
delle poche ore di sonno, e non riusciva a ragionare con calma.
Decise
che per il momento era inutile pensarci e tornò a sedersi
con
i suoi compagni.
Al
suono della campanella che annunciava la fine delle lezioni, fu
sul punto di urlare dalla gioia.
Salutò
in fretta i suoi amici e con tutta la stanchezza e il bisogno
di dormire sempre più urgente, si avviò verso
l’uscita.
Sentì
il telefono vibrare nella tasca dello zaino.
Vide
che era un messaggio da parte di un numero non memorizzato.
L’aprì
e lesse.
/Ciao ragazzina,
dormito bene tra i banchi di scuola? Spero che la
carenza di sonno di stanotte non ti sia stata
fatale/
Rimase
immobile come una statua, davanti al cancello di scuola.
Le
volle qualche minuto per riuscire a rispondere. Si guardò
intorno
con fare circospetto, come se qualcuno potesse leggere o sapere con chi
stesse
parlando, e scrisse.
/ Sasori, come
hai avuto il mio numero di telefono?/
Si
sistemò meglio lo zaino sulle spalle e ricominciò
a camminare.
Sentì nuovamente il telefono vibrare e si fermò
un'altra volta.
/ Ragazzina, mi
sottovaluti./
Strinse
le labbra con forza e rispose.
/ Dì
un po’, cerchi rogne? Ti avviso che non è giornata
/
Si
rigirò il telefono tra le mani, indecisa se riporlo e
ignorarlo e
basta o continuare a rispondergli.
Vibrò
un'altra volta.
/ Se cerco
rogne? Direi che è da quando ho cominciato a pensarti per
giorni, senza riuscire a toglierti dalla testa, che ho cominciato a
cercare rogne.
Ma d’altronde le cose scontate non mi sono mai piaciute. A
proposito, lo sai
che hai un buon sapore? /
Sakura
sentì un forte calore salirle sulle guance e
affrettò i passi,
sempre più desiderosa di tornare a casa, nel suo letto, a
nascondersi tra le
lenzuola.
Ma
chi si credeva di essere? E poi cos’erano tutte quelle
smancerie?
Si
diede della scema al solo ricordo di quando aveva pensato la
stessa cosa del sapore di lui.
Strinse
con più forza il telefono tra le mani, il ricordo di quel
bacio continuava a ritornale in testa senza sosta.
/ Finiscila con
queste cazzate, io vado a riposare, per cui vedi di non
disturbarmi più. Ah e tanto per puntualizzare, non mi pare
di averti dato il
permesso di appropriarti del mio numero di telefono! /
Sbuffò
scocciata, ancora rossa in viso e getto il telefono
all’interno della borsa, senza più prestargli
attenzione.
Aveva
camminato troppo piano, vedeva ancora l’edificio scolastico
alle sue spalle.
Sentì
nuovamente quella sensazione tagliente dietro la nuca. Si
voltò
indietro ma non vide nessuno. Stranita tornò lentamente
verso la sua direzione
e nel momento in cui vide un ragazzo a pochi centimetri di distanza da
lei,
fece un salto indietro spaventata e trattenne un urlo di sorpresa.
Rimasero
a fissarsi per qualche istante.
Sakura
vide che non aveva nessuna intenzioni di spostarsi.
-
Ci conosciamo?- chiese quando il respiro fu di nuovo regolare.
-
No- rispose pacato, come se per lui fosse normale sbucare dal nulla
davanti a ragazze sconosciute e fissarle in quel modo.
Sakura
mandò giù il groppo formatosi sulla gola e
cercò di osservarlo
meglio.
Era
un ragazzo alto, dai capelli biondi, tendenti all’arancione,
vestito con abiti neri e cosparso da una quantità
allucinante di piercing su
tutto il viso. Sembrava
tutt’altro che
un tipo amichevole.
Sakura
cominciò a preoccuparsi, l’idea che probabilmente
lui l’avesse
vista ai depositi o gareggiare si insinuò sempre di
più nella sua mente. Sperò
che non fosse così.
- Ma conosci la persona che
mi
interessa- Specificò
poi lui.
Sakura
inarcò un sopraciglio, non capendo di chi potesse trattarsi.
-
Tu e Konan non siete molto amiche, vero?-
Sakura
rimase per qualche attimo immobile.
Konan???
Non
si era accorta di quanto lui nel frattempo si fosse avvicinato.
Sussultò
sorpresa.
-
Senti, credo che tu abbia sbagliato persona. Io e Konan ci
conosciamo a mala pena, credimi- rispose
lentamente, sperando che il suo messaggio fosse abbastanza
chiaro.
Lui
non demorse.
-
Lo so, ma sei l’unica con cui posso parlare-
sussurrò, e i suoi occhi
si incupirono.
Il
suo tono così calmo e i suoi modi erano così in
contrasto con la
sua figura inquietante e minacciosa. Che tipo strano, pensò.
Si
chiese come facessero un tipo come lui e Konan a conoscersi.
-
Senti, mi dispiace ma non credo di poterti essere utile, prova a
parlare con una sua amica, ne ha tante- affermò un ultima
volta e fece per
andarsene, sempre più stanca.
-
Aspetta!- esclamò lui fermandola per un braccio.
Allo
sguardo sorpreso di lei lo ritirò immediatamente.
-
Senti..- sussurrò un'altra volta, sta volta con un tono
stanco e
triste, di chi non era abituato ad
abbassarsi
a quel punto, e l’espressione imbarazzata.
-
Non sono un maniaco credimi-
e Sakura rimase ferma ad ascoltarlo, ancora un
po’ diffidente.
-
E so che probabilmente lei non ti sta simpatica, immagino che non
si sia comportata molto bene negli ultimi tempi, ma tu sei davvero
l’unica
persona a cui posso chiederlo. Le sue amiche non me lo permetterebbero
mai - e
tirò dalla tasca una lettera ripiegata.
-
Vorrei solo che tu le dessi questo da parte mia, da Yahiko. Potresti
farlo?-
Sakura
guardò la lettera tra le sue mani, e poi lui. I suoi erano
così intensi, determinati. Non sembrava veramente un maniaco.
Prese
la lettera dalle sue mani e lo mise sul taschino dello zaino. Lo
sentì sospirare, sollevato.
-
Va bene, glie lo darò domani. Ora devo andare comunque-
-
Sì certo, anzi scusa se ti ho trattenuta in questo modo, non
volevo
spaventarti- rispose con tono più dolce.
-
Tranquillo- e si voltò verso la direzione di casa.
Lui
la chiamò un'altra volta.
-
Un ultima cosa-
Lei
si voltò di nuovo, curiosa.
-
Dimmi-
Gli
occhi di lui si fecero scuri, l’espressione determinata.
-
Dille che io non mi arrendo. Non mi arrenderò mai. Solo
questo-
E
dopo averle fatto un cenno con la mano. Se ne andò anche lui.
Sakura
rimase sbalordita a guardare la sua figura allontanarsi, fino
a scomparire dopo un vicolo.
Possibile
che quei due, avessero una relazione?
Note
Scusate
del ritardoooo! Mi dispiace molto davvero, ma questa settimana che
dovevo finalmente postare, sono stata presa dagli allenamenti
di equitazione, visto che domani ho una gara (ansia, ansia, ansia!) per
cui spero mi perdoniate! :)
Questo
capitolo non è poi così pieno di
emozioni, ma ci sono alcune novità che serviranno a dare una
nuova svolta al racconto, quindi spero non vi annoi troppo!
Che
dite, sarà vera l'intuizione di Sakura, alla fine? Fatemi
sapere e grazie per la pazienza :)
Alla
prossima,
lovemusic
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
Note
a fine capitolo.
Buona
lettura!!
Capitolo
18
Il
giorno successivo Sakura era tornata a scuola finalmente più
riposata e in forma.
Ciò
nonostante, sentiva una strana agitazione allo stomaco e sapeva
che non sarebbe passata fino al momento in cui non avrebbe incontrato
la
ragazza.
Fu
quasi comico vedere come ciò risultava difficile. Tra un ora
e
l’altra e la ricreazione, non era riuscita a trovare un
momento giusto.
L’aveva
vista nella sala mensa ma di certo non avrebbe potuto avvicinarsi
a lei, in mezzo ai suoi amici, accanto a
Itachi, e dirle “ hey hai presente quei tipi che
voi considerate feccia
vestiti tutti di nero e coperti di piercing? Ecco ieri ne ho incontrato
uno che
mi ha detto di conoscerti e di darti questa lettera! Tieni!”
Qualcosa
le diceva che sarebbe stata la scelta meno consigliabile.
Ormai
era l’ultima ora di lezione e poteva solo sperare di riuscire
a
incontrarla fuori, senza destare troppo nell’occhio. Voleva
togliersi il
problema prima possibile.
Se
solo pensava al fatto che stava realmente facendo tutto quello per
Konan, si sentiva oltremodo ridicola.
La
cosa che le sembrò più strana però,
era del come quei due
potessero avere qualcosa in comune, del come Yahiko per la precisione,
perché
se proprio doveva dirla tutta preferiva uno come lui che una snob
egocentrica
come Konan, si fosse invaghito tanto di lei.
Perché
anche se non ne sapeva nulla, se non aveva la più pallida
idea
di cosa ci fosse tra i due, negli occhi di quel ragazzo aveva potuto
leggere
così chiaramente il suo attaccamento a lei, la sua
determinazione e il suo
desiderio di risentirla.
E
per quanto non lo comprendesse, ammirava quella sua determinazione.
Per
un momento, le sue parole e quei modi, le ricordarono Sasori, ma
fu solo un istante, poiché Sakura fu pronta a scacciare con
forza tutti i
pensieri e riporli in un cassetto.
Di
certo non voleva mettersi a immaginare scenette romantiche con uno
che aveva odiato fino a poco tempo fa.
Fu
il suono della campanella a risvegliarla dai suoi pensieri.
Inventò
la prima scusa che trovò per rifiutare l’invito
delle sue
amiche a mangiare insieme
e con passi
veloci si diresse verso l’uscita.
Dopo
qualche minuto, tempo che salutasse tutti i suoi amici, la vide
dirigersi da sola verso il tragitto che l’avrebbe riportata a
casa.
In
un lampo le fu vicino.
-
Konan – fece impassibile, alle sue spalle, provocando
all’altra un
sussultò di spavento.
-
Sakura? Che cosa vuoi?- il tono gentile dell’altro giorno,
era
svanito nel nulla.
Tramite
la sua espressione si poteva facilmente intravedere tutta
l’antipatia che provava nei suoi confronti.
Senza
badarci troppo e prima ancora che questo la irritasse tanto da
farle cambiare idea, tirò fuori la lettera e gli e la porse.
-
Questo me lo ha dato un ragazzo che ho incontrato ieri fuori
scuola, ha detto di chiamarsi Yahiko e mi ha chiesto di dartela-
Konan
spalancò gli occhi sorpresa. Il suo corpo si
irrigidì e rimase
a bocca aperta, come se fosse stata pronta a dire qualcosa ma lo
stupore fosse
stato troppo grande per permetterglielo.
Durò
solo un attimo e subito si ricompose. Si guardò intorno,
stando
attenta che nessuno la stesse osservando, strappò di mano la
lettera alla
ragazza davanti a se e le diede le spalle.
Sakura,
non molto sorpresa da quell’atteggiamento, volse le spalle
anche lei e decise di tornare a casa.
Pochi
passi dopo si fermò nuovamente, rimanendo di spalle.
-
Ah e un'altra cosa. Mi ha chiesto di riferirti che non ha
intenzione di arrendersi, tutto qui- e senza aspettare una risposta,
riprese il
suo cammino.
Konan
intanto era rimasta immobile, senza riuscire a muovere un
passo, e alle parole della rosa si era sentita migliaia di brividi
percorrerle
il corpo.
-
Sakura ti va bene se prendiamo della semplice acqua vero?- chiese
Konan con tono soave.
Sakura
la guardò in cagnesco, senza aprire bocca.
-
Perfetto allora, un acqua grande naturale, grazie- concluse allora
l’altra, congedando così il cameriere.
Si
rivolse nuovamente alla ragazza davanti a se, seduta scomposta e a
braccia incrociate come ad accentuare ancora di più la sua
espressione
palesemente infastidita dal stare in quel piccolo ristorante non molto
lontano
da scuola.
-
Ancora non riesco a capacitarmi del perché mi trovi qui- borbottò Sakura.
E
davvero non capiva come tutto quello fosse possibile. Non si era
nemmeno resa conto di come quella pazza l’avesse presa
all’improvviso per il
polso e trascinata lì, come se niente fosse, senza dare
nessuna spiegazione.
-
Come sei melodrammatica- esclamò tranquilla
l’altra, il tono
gentile sparito di nuovo.
-
Lo sai, dovresti frequentare qualche corso di recitazione, sono
sicura che faresti strada- commentò atona lei.
Konan
la guardò con espressione interrogativa, non afferrando
l’allusione.
Evitò
di spiegarglielo, conscia di quanto si sarebbe rivelato
inutile.
-
Più tosto- cominciò – si può
sapere perché mi hai portata qui??-
In
quel momento arrivò il cameriere, posò sul tavolo
l’acqua e
l’insalata e se ne andò.
-
Guarda che sei stata tu che mi hai fermata prima- rispose questa.
-
E questo cosa c’entra? Dovevo solo darti la lettera, non
farmi una
chiacchierata!- sbottò sempre più innervosita.
Alla
parola lettera, notò la mano di lei irrigidirsi e stringere
con
maggior forza la posata.
Un
velo di intuizione l’attraversò.
Sorrise
sadica.
-
Non dirmi che..hai paura io vada a dirlo a qualcuno? Vuoi
assicurarti che tenga la bocca chiusa, non è
così?-
Konan
la guardò impassibile.
-
Vedo che sei sveglia, comunque sì ci sei arrivata. Capirai
anche tu
insomma- e mandò giù un sorso d’acqua,
con eleganza - che
per una come me è importante mantenere
una certa immagine, per quanto tu non sia abituata a queste cose-
Sakura
strinse i denti, infastidita.
-
Di un po’ principessina- sbottò con tono alterato,
mandando a quel
paese la sua immagine da ragazza timida e tranquilla – pensi
davvero che
trattandomi così mi farai stare zitta? Credimi che se anche
non avessi avuto
intenzione di parlare, ora mi sento parecchio tentata- concluse fredda.
-
Hn, come se veramente avessi avuto intenzione di startene zitta,
figuriamoci- commentò scettica.
Sakura
alzò un sopraciglio.
-
Ti sembrerà difficile crederci ma sai, spesso le persone di
basso
livello come me e così insignificanti in confronto a voi dei
, sanno anche
essere corretti e farsi i fatti propri- rispose sarcastica.
-
Ma non mi dire..- fece con altrettanto sarcasmo l’altra.
Dio
quanto voleva andarsene e mandarla a quel paese,
lei e la sua alta classe sociale.
Gli
occhi di Konan si fecero più scuri, malinconici.
-
Senti- sussurrò con tono improvvisamente più
basso, più timido,
sorprendendo la rosa davanti a se.
-
Lui..ti ha detto altro?-
Sakura
rimase sbalordita da quell’improvviso cambiamento
d’atmosfera,
di certo non si sarebbe aspettata quella reazione. Era convinta che
avrebbe
negato fino all’ultimo, che avrebbe fatto finta di non
conoscerlo.
-
No..non mi ha detto altro.-
Lei
annui silenziosa, spostando lo sguardo altrove, pensierosa e
triste.
Fu
di nuovo un attimo, e si ricompose, convinta che nessuno si fosse
accorto di quell’attimo, ma a Sakura non era sfuggito.
-
Come mai un principessina come te conosce un tipo del genere?
Pensavo fossi allergica alle classi inferiori-
Konan
le mandò un occhiata di sbieco.
-
Ma che simpatica.
Comunque è solo un amico di infanzia, ormai non
è più niente di
importante-rispose sbrigativa.
Sakura
la guardò scettica, ma non aggiunse altro. Non era da lei
impicciarsi nei fatti altrui e nel suo caso particolare, non le
importava
nulla.
-
Terrò la bocca chiusa- aggiunse all’improvviso,
sorprendendosi da
sola delle sue stesse parole.
-
Non è mia abitudine rovinare la vita degli altri,
diversamente da
te insomma, quindi tanto vale smetterla con questa farsa-
E
si alzò con calma, ignorando l’espressione
sbigottita che aveva
assunto l’altra.
-
Come faccio a essere sicura che non lo farai?- chiese ancora,
diffidente.
-
Non puoi esserlo. Dovrai fidarti e soprattutto, dovrai cominciare a
farti anche tu i fatti tuoi e lasciarmi in pace, tutto qui-
Konan
la guardò sorpresa, senza più riuscire a dire
niente, così
Sakura riprese lo zaino e si allontanò, dandole le spalle.
-
Ah e ovviamente offri tu!-
Aveva
appena finito di studiare, non senza fatica, e in quel momento,
sdraiata sul grande letto a baldacchino, non riusciva a liberare la
mente da
tutti quei pensieri.
Effettivamente,
un parte di lei avrebbe voluto saperne di più, sapere
cosa nascondessero quei due.
E
non era una semplice curiosità nei confronti di Konan,
quanto il
voler arrivare più a fondo e scoprire quanto questo
influenzasse gli altri
eventi.
Il
primo pensiero era rivolto a Itachi. Lui lo sapeva? Sempre se ci
fosse qualcosa da sapere, se in fondo quei due non fossero per davvero
semplici
amici mal visti e non altro. Lo sguardo di quel ragazzo però
sembrava averle
dato un'altra impressione.
E
se invece ci fosse qualcosa tra i due, allora perché Konan
avrebbe
deciso di dichiararsi fidanzata a Itachi? C’era qualcosa che
non quadrava,
qualcosa di strano.
O
forse era semplicemente lei che desiderava fosse così.
Forse
sperava segretamente che tra i due non ci fosse realmente
qualcosa.
Che
pensieri cattivi ed egoistici, ma non riusciva proprio a farne a
meno. C’era questa parte di lei che nonostante tutto il
dolore sperava,
continuava a vedere quel filo di luce e si aggrappava ad essa con
disperazione.
Come
se servisse a qualcosa. Se anche fosse, se anche tra i due non
ci fosse niente, il che sarebbe comunque assurdo dato che si erano
dichiarati
davanti tutte quelle persone, restava il fatto che Itachi nemmeno la
guardava
più.
Poi
c’era quell’altra parte di se, quella che
ultimamente veniva
fuori sempre più spesso, quella più ribelle,
della motociclista, a dirle di non
pensarci più, di non pensare a nessuno di loro.
E
poi pensava a Sasori, andando sempre più in confusione.
Ci
mancava solo lui.
Quel
bacio ritornava alla sua mente sempre con più frequenza.
A
risvegliarla da quello stato di trans, fu il vibrare del telefono.
Suigetsu.
/
Hey confettino, tra due
settimane c’è un'altra gara. Ovviamente tu non
partecipi, toccherà a me, dovrai
solo organizzare le scommesse come al solito. Attenta comunque a non farti investire da
nessuna moto, non
voglio altri infarti! /
Sorrise
divertita. Effettivamente dopo l’incidente, ancora non se la
sentiva di ricominciare a gareggiare, avrebbe aspettato un
po’.
Sentì
già un filo di nostalgia. Beh, magari faceva solo un
giretto.
Stando
comunque attenta, insomma, non voleva certo rischiare di
risvegliarsi a casa di un altro come la precedente esperienza.
Per
il momento, avrebbe cercato di riposarsi durante queste due
settimane.
Sakura
a volte si chiedeva se non ci fosse qualcuno lassù ad
avercela
con lei.
Altro
che giorni di riposo, era passata una sola settimana e già
era
stato un inferno.
Quella
psicopatica di Konan continuava a osservarla e studiare ogni
suo movimento ogni volta che la incrociava, il che casualmente capita
fin
troppo spesso, e le litigate a casa erano ritornate a tormentarla.
D’altronde
il periodo di pace con Kira non poteva durare molto. Non
che lui avesse fatto qualcosa in particolare, si comportava come al
solito.
Il
punto era che Sakura si sentiva costantemente infuriata con lui e
ogni scusa, ogni piccolo gesto da parte sua, la irritava ed era una
scusa per
litigare.
All’inizio
non seppe spiegarsi il perché
ma ogni giorno, tornando da scuola magari dopo
aver visto Itachi ignorarla in pieno a momenti e osservarla fin troppo
profondamente in altri, si sentiva ancora più nervosa.
Non
ci mise molto a capire, ce l’aveva con lui perché
non gli e
l’aveva detto, perché
non le aveva detto
di Itachi, quando invece lo sapeva da tempo.
Per
quanto fosse chiusa sapeva che lui aveva capito, dei suoi
sentimenti per quel ragazzo, nonostante lei stessa lo avesse sempre
negato con
tutte le sue forze, e allora si chiedeva perché non le
avesse detto niente.
Così
quell’evento, come tutto lo stress di quel periodo,
l’avevano
portata a ritornare più taciturna verso sua madre e Kira,
più ribelle,
nonostante ci fosse ben poco per cui ribellarsi.
Ma
lei si sentiva così fuori luogo in quella casa, non si
sentiva
appartenere a quel mondo, a quella famiglia, era ancora in cerca di
qualcosa,
quel qualcosa che mettesse fine ai suoi ricordi, ai suoi sentimenti e a
tutta
quella confusione che la portava a vivere due vite separate tra di loro.
Così
passava la maggior parte del tempo a studiare in quel parchetto
con la giostra, continuando a negare a se stessa che lo facesse con la
speranza
di incontrare lui, almeno una di quelle volte, o andando a fare visita
a suo
padre e parlare di tutto, a dire tutto quello pensava, sentendosi
così sicura e
tranquilla a sfogarsi con lui, stringendoli forte la mano che purtroppo
non
ricambiava la stretta da anni e carezzandoli i capelli.
C’era
poi Sasori, che almeno ogni due giorni le scriveva, messaggi
stupidi ovviamente, che la irritavano ancora di più, e la
invitava a fare una
semplice passeggiata o a cena fuori, proponendo persino di venirla a
prendere
fuori casa in macchina e se necessario presentarsi anche ai suoi
genitori.
Questa
si che era bella!
Sakura
non si sarebbe immaginata di farlo avvicinare vicino a casa
sua in pieno giorno nemmeno in un universo parallelo, figurarsi se
presentarlo
a Kira e sua madre.
Avrebbe
fatto prima a raccontarli pure della sua vita da
motociclista, così almeno concludeva in bellezza.
E
poi, nonostante quel bacio le fosse piaciuto e non potesse
più
negare di essere completamente indifferente al ragazzo, ogni volta che
provava
a rispondere, rimaneva paralizzata, senza più concludere
nulla.
Certo
lo stesso fatto che si trattasse di Sasori, quindi un essere
pericoloso da tenere a larga, era un valido motivo per cui lo evitava,
ma
sapeva che in realtà c’era anche
qualcos’altro.
Se
avesse accettato di uscire con lui, sarebbe potuto esserci
un'altra bacio, si sarebbero create..altre situazioni.
Non
riusciva a farlo per il momento, troppo terrorizzata all’idea
di
scoprire di provare qualcosa verso quel ragazzo, troppa paura che
potesse
nascere qualcosa.
Perché
questo ovviamente non era già accaduto, non poteva.
Come
poteva, d’altronde? Sarebbe stato un guaio per la sua vita e
sarebbe stato..un tradimento, si poteva definire tradimento?
Si
poteva tradire un ragazzo che nemmeno ricambia quei sentimenti?
E
forse appunto per questo, proprio perché ormai aveva avuto
la
prova, la certezza che si fosse immaginata tutto lei, non sarebbe
meglio se si
lasciasse andare? Ora che sapeva di non avere nient’altro?
Era seduta lì, su
quella
famosa panchina del parco, a rileggere e rileggere la stessa pagina, ma
quel
pomeriggio niente sembrava volerle entrare in testa.
Chiuse
il libro rassegnata, e alzò gli occhi per guardarsi intorno.
Fu
lì che lo vide.
Era
appena entrato nel parco e si dirigeva verso il centro, dalla sua
parte.
Lo
sguardo era perso nel vuoto e i passi lenti.
Possibile
che dopo tanto, dopo tutti quei sogni immaginari, lo
ricontrasse veramente lì?
Ecco
qua il capitolo 18!! Che ve ne pare? Diciamo che è un
capitolo diviso in più pezzi ma per tutto il tempo che l'ho
scritta stavo con l'angoscia a chiedermi se non fosse troppo noioso.
Sono
avvolta da mille dubbi, come al solito comunque e ringrazio chi
recensisce che sono il mio più grande sostegno morale che mi
tira avanti :) E anche chi segue, preferisce, ricorda e i lettori
silenziosi ovviamente, ogni tanto mi premuro di ripeterlo,
perchè mi fa davvero piacere! :D
I
miei dubbi in particolare su questo capitolo sono principalmente
sull'ultima parte, volevo trasmettere un po' le emozioni di Sakura
riguardo alla sua vita e ai sentimenti verso due ragazzi diversi, spero
di esserci riuscita almeno un pochino! Poi ho cercato di scrivere una
Konan più simpatica ma per il momento mi riesce ancora
difficile!xD
Alla
prossima!
lovemusic
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
Capitolo
19
-
Ciao Sakura -
Calma.
Doveva solo rimanere calma.
Peccato
che risultasse così difficile.
D’altronde
quel tono distante non le facilitava le cose.
Era
fermo davanti a lei, l’aveva visto avvicinarsi distrattamente
e
infine sgranare gli occhi sorpreso al vederla accanto a lui, su quella
panchina.
Non
si accorse nemmeno di non aver risposto al saluto.
Lui
cominciò a guardarsi intorno a disagio, poi puntò
nuovamente gli
occhi su quelli verdi di Sakura.
Rimasero
qualche attimo così.
Digli qualcosa Sakura.
-
A quanto pare siamo veramente solo noi due a cui importa di questo
parco – aggiunse con lo sguardo a terra lui. Passò
qualche attimo.
Si
infilò le mani in tasca.
-
Beh comunque, ora devo tornare a casa a studiare..ci vediamo-
concluse con il suo solito tono gentile e lontano e
fece per andarsene.
Fermalo Sakura. Cercò
inutilmente di ignorare la voce dentro di se.
Era
stata solo una sua impressione o aveva letto qualcosa nei suoi
occhi prima? Qualcosa che le ricordava come la guardava fino a poco
tempo fa.
Forse
era solo il suo cuore a volerglielo far credere.
Fermalo, questa sarà l’ultima
possibilità che avrai di poter aver delle risposte da lui.
-
Aspetta!-
Lo
vide fermarsi ma rimanere di spalle.
Bene, pensò, o
la va o la spacca.
-
Posso sapere almeno il perché?- chiese infine con un tono di
voce
che sfiorava il sussurro.
Lui
girò in parte la testa verso di lei, rimanendo di spalle.
-
Cosa perché?-
A
quella risposta una fitta dolorosa le attraversò il petto.
Sta
volta però c’era un'altra sensazione a dominare
oltre la paura.
Rabbia. Come poteva
veramente far finta di niente? Perché la trattava in quel
modo?
Se
non aveva il coraggio di ammettere la verità allora lo
avrebbe
fatto lei.
-
E’ dalla sera al ristorante che mi eviti-
Vide
le sue spalle irrigidirsi.
Lui
posò di nuovo lo sguardo davanti a se e fece per riprendere
il
cammino, l’espressione impassibile.
-
Non ti sto evitando Sakura, se hai avuto quell’impressione ti
chiedo scusa. Ora devo andare a studiare, ci vediamo-
Continuò
a camminare finche non si sentì afferrare per un braccio.
Si
girò sorpreso e vide Sakura fissarlo con sguardo determinato.
Lei
parve accorgersi solo in quel momento del gesto appena fatto e in
fretta allontanò il braccio.
-
Se non mi stai evitando allora resta. Lo so che non hai da
studiare, tu non hai mai bisogno di studiare il pomeriggio. Penso che a
scuola
i professori non ne moriranno se per una volta la loro pupilla non si
sarà
cimentata in qualche nuovo e complicato studio, no?-
E
rimase a fissarlo senza distogliere lo sguardo.
Almeno,
anche se avesse rifiutato, poteva dire di averci provato.
Per
una volta dopo tanto il carattere intrepido della Sakura notturna
aveva avuto la meglio.
Vide
comparire un piccolo sorriso tra le labbra del moro.
-
Come al solito Sakura, sei sempre in grado di stupirmi-
Dentro
di se Sakura sospirò sollevata.
-
E sia- continuò lui – ma se l’indomani
mi ritroverò con i
professori profondamente feriti dal mio mancato atto di studio, sappi
che ti
cercheranno per vendicarsi-
Lei
sorrise sarcastica e insieme si avviarono nuovamente verso la
panchina.
-
Tranquillo, saprò difendermi –
Si
sedettero l’uno accanto all’altra e Sakura
sentì un brivido
percorrerle la schiena quando sentì i loro gomiti sfiorarsi.
Lui
rimase in silenzio, non sembrava molto intenzionato a voler aprire
un qualsiasi discorso.
-
E così, ti fidanzi-
-
Già-
Fantastico. Doveva provare
qualcosa di più ma non poteva nemmeno azzardarsi troppo.
Ora
che era accanto a lei sentiva quella sensazione di rabbia che le
aveva dato il coraggio scemare velocemente e lui pareva non gradire
particolarmente quel discorso.
Che
poteva dirgli d’altronde? “ pensavo che ci fosse
qualcosa tra noi
due” o “ come hai potuto preferire quella oca
isterica e snob a me?” ?
Entrambe
le risposte era decisamente da escludere, decisamente.
Cominciava
a sentirsi uno schifo.
Forse
veramente, alla fine, aveva solo creduto di aver creato un
qualche tipo di rapporto confidenziale con lui e che quindi era normale
non le
avesse mai dato nessuna spiegazione o detto niente.
Strinse
forte le mani a pugno e cercò di mandare via tutti quei
pensieri.
-
Non avevo mai capito che ci fosse qualcosa tra te e Konan, sono
rimasti tutti molto sorpresi-
Soprattutto io.
-
Diciamo che..non c’era niente di certo, e che non amo le
dimostrazioni pubbliche-
Non
ama le dimostrazioni pubbliche?? Stava scherzando per caso? Ma se
l’aveva annunciato davanti a centinaia di persone, rendendo
il tutto ufficiale!
Itachi
vide la ragazza osservarlo accigliata ma fece finta di niente
e continuò a guardare davanti a se.
Quando
tornò a guardarla vide di nuovo quegli occhi verdi scrutarlo
nel profondo.
-
E il tuo sogno di fare il medico? Tuo padre ha annunciato che con
il vostro fidanzamento si sarebbero unite le società in
futuro, questo
significa che non avrei scelta-
Lui
rimase fermo e sbigottito a guardarla.
-
Non fa niente, mi va bene anche questa scelta-
Lei
lo guardò confusa.
Senza
accorgersene accorciò di poco le distanze che li dividevano.
-
Itachi, ti ricordi di quando mi hai detto che ti piaceva che fossi
diversa dalle altre ragazze?- e sentì una fitta al cuore al
ricordare che quel
momento così speciale era avvenuta proprio la stessa sera in
cui tutto era cambiato.
Lui non disse niente e
rimase
in silenzio ad ascoltare i continuo.
-
Avevi detto che saresti rimasto deluso se mi fossi comportata come
le altre. Anche io ti ho sempre considerato diverso da tutti gli altri
e non
per il fatto che sei un genio in tutto, lo sai-
Continuò,
ignorando il cuore che galoppava frenetico nel rendersi
conto di come si stesse indirettamente dichiarando a lui.
La
solita maschera di lui sembrò cedere per un momento e
lasciar
trasparire tante emozioni dai suoi occhi.
-
E adesso sapere che ti accontenti così, che prendi
semplicemente
quello che ti da la vita senza mai replicare, mi lascia perplessa.
Anche io
come te sarei delusa a vederti reagire come gli altri,
perché sinceramente ho
sempre visto di più in te e ora non capsico cosa ti sia
successo-
Vide
lui guardarla intensamente e rendendosi conto di quello che
stava dicendo spostò gli occhi altrove, imbarazzata.
Probabilmente
il suo discorso stava diventato troppo egoistico e
confidenziale, che ne sapeva infondo di quello che voleva lui veramente?
Eppure..
quella sera a casa sua, quelle volte in cui si incontravano
per caso e lui la salutava gentile, le sere a cenare con le famiglie,
quella
volta sulla giostra, le era sembrato di vedere qualcosa di
più.
Si
era sempre distaccato, era sempre lontano mille miglia dai suoi
amici, da tutti coloro che lo adoravano, da tutta la sua famiglia.
L’aveva
sempre visto diverso da come lo vedevano gli altri, dalla
prima volta che lo aveva incontrato.
E
poi il fatto che si fosse confidato con lei di sogni che non avevo
concesso a nessun’altro di venire a conoscenza, le aveva dato
modo di farsi un
idea ancor più ampia su di lui.
Ma
forse si sbagliava.
Aveva
fatto tanti di quei errori di valutazione ultimamente.
-
Capisco che probabilmente tu voglia prendere quella strada per
costruirti una vita con Konan e di certo l’amore è
più importante di qualsiasi
lavoro ma volevo solo darti un consiglio da amica- riprese imbarazza e
cercando
di trattenere il dolore al petto al pensiero che lui fosse innamorato
veramente
di lei.
-
Sakura..- sussurrò lui ma lei continuava a non guardarlo e a
tenere
lo sguardo perso davanti a se.
-
E dirti che comunque sono importanti anche i tuoi sogni e che non
devi farti condizionare dagli altri, poi ovviamente sei libero di fare
quello
che vuoi, non pretendo che tu dia importanza a tutto quello che dico-
-
Sakura..- sussurrò nuovamente lui e allora lei si
girò di scatto e
lo vide.
Non
si era nemmeno accorta di quanto improvvisamente fossero vicini i
loro visi e non riusciva a capire chi dei due avesse accorciato le
distanze.
Non
riusciva a ragionare così tanto con quegli occhi scuri che
la
scrutavano fin nel profondo, fino a farle dimenticare chi era e da dove
proveniva.
Non
la guardava così da tanto o probabilmente non
l’aveva mai fatto
così intensamente.
Ora
era certa che stava guardando solo lei. Era un pensiero stupido e
irrazionale, ma sentirsi al centro della sua attenzione, sapere che non
c’era
nient’altro nella sua mente oltre a lei le faceva perdere
ogni minimo contatto
con la realtà.
-
Per me- ricominciò lui sussurrando e avvicinandosi
inconsapevolmente ancora di più, fino ad avere solo pochi
centimetri a dividere
i loro visi- non è insignificante quello che pensi Sakura..
sei l’unica che
vuole veramente vedere cosa c’è dentro di me-
E
continuò a guardarla, spostando velocemente lo sguardo tra
quegli
occhi verdi e le labbra leggermente dischiuse della ragazza.
Era
tutto così intenso, tutto così forte che Sakura
sentiva di star
perdendo sempre di più la capacità di intendere e
volere.
Socchiuse
gli occhi.
Quando
sentì quelle labbra morbide sfiorare delicatamente le sue
smise di sentire tutto il resto, c’era solo il sapore di
quelle labbra e il
rumore del suo battito ormai fuori controllo.
Prima
ancora di assaporarle veramente, senti un vuoto, non c’era
più
nessun contatto, niente.
Perché?
Aprì
gli occhi e vide che il ragazzo si era alzato e mentre con una
mano si copriva la bocca, come per tentare di fermare qualsiasi altra
tentazione, il suoi occhi fissavano il piccolo prato dalla parte
opposta con un
espressione che lei non riuscì a cogliere.
Si
alzò e fece per avvicinarsi ma lui si allontanò
di più, veloce, quasi
avesse paura.
Alzò
la mano verso di lui per poterlo accarezzare ma si fermo prima
che toccasse il suo braccio.
Erano
stati i suoi occhi a fermarla.
Non
riusciva a vedere più niente.
L’espressione
di lui tentava di nascondere ogni tipo di sentimento e
lei non riusciva a intravedere niente, forse perché ancora
troppo confusa dal quel
brusco distacco.
Aveva
sbagliato qualcosa?
Pensieri
assurdi e sciocchi che potessero spiegare quell’abbandono le
affollarono la mente.
Aveva
per caso l’alito cattivo? Il suo sapore non li piaceva? O forse era stata troppo
avventata?
Perché?
-
Sakura..- cominciò lui e lei lo guardò
trepidante, in attesa di
capire e di potersi, semmai, spiegare.
-Scusami..io..-
e cominciò a camminare all’indietro allontanandosi
da
lei.
-
Dimentica tutto..e..io devo proprio andare adesso Sakura. Ciao..-
sussurrò alla fine, senza più riuscire a guardala
negli occhi.
Sakura
rimase senza parole, senza riuscire a formulare una risposta
anche solo minimamente sensata che potesse tenerlo ancora
lì, accanto a lei.
Ma
lui ora era lontano, con passi veloci si era diretto per la stesse
via da cui era entrato fino a che non aveva visto la sua schiena
scomparire
dietro un angolo.
Si
era seduta nuovamente su quella panchina, poiché le sue
ginocchia
erano diventate troppo tremanti e fragili per sostenerla ed era rimasta
così, a
fissare il vuoto, senza riuscire a pensare a nulla e a pensare a tutto
allo
stesso tempo.
Era
tutto reale? Ancora una volta si era immaginato tutto, era stato
tutto frutto della sua mente o era successo davvero? I loro cuori si
erano
veramente avvicinati così tanto?
Si
portò lentamente le dita alle labbra, sfiorandole, con la
stessa
delicatezza con cui aveva sentito toccarle prima.
Ogni
centimetro del suo corpo rabbrividiva, tremava e il suo cuore
continuava a pompare velocemente.
Come posso..dimenticare?
Ed anche se in enorme ritardo, ecco qua il nuovo capitolo!
Vorrei scusarmi del mio enorme ritardo, ma in questo periodo ho un po'
di problemi a casa. Niente di disastroso, ma questo ha comunque portato
a darmi parecchi impegni e responsabilità, quindi non ho
avuto molto tempo per scrivere, mi dispiace.
Avviso già che non sò se riuscirò ad
essere costante e postare almeno una volta a settimana, ma
farò il possibile :)
Spero comuqnue di essermi fatta un po' perdonare con questo capitolo
che sò aspettavate tanto e mi scuso per avervi fatto penare!
Personalemnte mi sono emozionata un po' a scriverlo e con i miei
infiniti dubbi ovviamente mi chiedo se sono riuscita a trasmettervi lo
stesso.
Ho spesso pensato che non fosse mai abbastanza chiaro il tipo di
sentimento che c'è tra questi due e in particolare per
Sakura e spero che con questo capitolo di aver reso la cosa
più chiara, che emozioni un po' insommaxD
Ok, prima di scrivere un poema con tutti i miei dubbi ringrazio tutte
le persone che recensiscono, non sapete quanto mi rendano
felici leggerle e mi spronino a continuare a scrivere quindi vi
ringrazio molto sinceramente! :D cercherò di migliorare
tutti gli errori e di trasmettere di più man mano che
continuerò e grazie per il vostro sostegno :D
Alla prossima,
lovemusic
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
Le
note a fine capitolo,
buona
lettura!
Dimenticare.
Che
razza di
parola era??
Non
aveva
alcuna utilità, non portava a niente di buono.
Doveva
scomparire dal vocabolario, cessare di esistere.
O
per lo
meno era quello che pensava Sakura mentre tentava, invano, di studiare.
Era
passato
qualche giorno ormai da quando aveva incontrato Itachi al parco.
Anzi,
per
essere più precisi, da quando lui se
l’era data a gambe, e ancora non era in grado di
capire come si sentisse
riguardo la situazione.
Quel
ricordo, le sembrava così irreale e lontano, come se in
realtà l’avesse solo
immaginato.
Era
accaduto
veramente??
L’aveva
baciata?
Sì,
e poi
era scappato.
Letteralmente
scappato, senza nemmeno guardarla in faccia.
Ah
e giusto,
dicendole infine di dimenticare.
Di
nuovo la
tanto parola odiata.
In
realtà,
Sakura non sapeva se doveva sentirsi più infuriata o felice.
Felice
perché se l’aveva baciata, se le aveva detto che
li importava di lei, allora
non si era immaginata tutto come si era tristemente convinta
nell’ultimo
periodo, c’era veramente qualcosa.
Arrabbiata
perché..perchè..
Perché
se ne
è andato! Cosa voleva dire?
E
poi, non
aveva smentito nulla riguardo a Konan, nonostante fosse rimasto sul
vago, significava
qualcosa?
Come
poteva
baciare una ragazza se si era appena dichiarato fidanzato ufficialmente
con
un'altra?
Che
senso
aveva tutto ciò?
Si
sentiva
presa in giro, trattata come una bambina fessa, incapace di capire.
Allo
stesso
tempo però, non poteva dimenticare le emozioni che le aveva
trasmesso quel
bacio.
Il
cuore che
le batteva a mille, la perdita di ogni minima traccia di
razionalità.
Quelle
sensazioni le fecero apparire davanti a se, come se stesse sognando, il
ragazzo
dai capelli rossi.
Possibile
che avesse provato le stesse sensazioni?
No,
era
diverso.
Mentre
con
Itachi ormai sapeva del perché si fosse sentita
così emozionata, dopo tutto non
poteva negare per l’eternità che quel ragazzo le
fosse sempre piaciuto, con
Sasori era tutto molto più confuso.
Itachi aveva sempre avuto quella
particolare abilità
di farle battere il cuore all’impazzata, dalla prima volta
che l’aveva visto.
Nonostante
non si conoscessero a fondo, nonostante avessero avuti pochi contatti,
con lui
era stato come quando una ragazza vede una star, un ragazzo
affascinante e
apparentemente perfetto, e non riesce più a toglierselo
dalla testa.
Poi
parlandoci anche quelle poche volte, ne era rimasta ancora
più incastrata.
Con
Sasori
era tutto diverso.
Lo
conosceva
da anni, da quando attraversava ancora quel periodo brutto, quando
c’era ancora
Hiroshi, e lo aveva sempre odiato.
Lo
aveva
sempre odiato perché anche lui, come Hiroshi, aveva
l’incredibile capacità di
farla sentire una nullità, di umiliarla con poche e semplici
parole e infine
entrare dentro di lei con quello sguardo che non sembrava provare
pietà, che
voleva dirle tutto il tempo che con lui non poteva fingere, non poteva
mentire.
/
Flashback/
Quella giornata a scuola era stata tutto
sommato tranquilla.
Il compito di matematica era andato bene e
Sakura era contenta perché ci teneva che la sua media
scolastica non calasse,
cosa che era successa inevitabilmente nell’ultimo periodo.
A pensarla così, e rimettere in ordine
tutte
le sue azioni della sua giornata e della sua vita, la ragazza si
sentiva più
serena.
Aveva sempre avuto il timore di finire come
sua madre, succube di altre persone e incapace di salvaguardare i
propri
diritti e la propria felicità.
Invece, nonostante quello che ogni volta che
finiva scuola l’aspettava a casa, nonostante tutte le
difficoltà, stava
riuscendo ad acquistare una certa stabilità nella sua vita.
Era una studente modello, riusciva tutto
sommato ad essere abbastanza socievole con i suo compagni di scuola,
era
determinata e riusciva in tutto quello che provava a fare e
soprattutto,
rimaneva a testa alta, contro qualsiasi difficoltà,anche
contro lui.
Hiroshi nell’ultimo periodo sembrava
essersi
calmato.
Si era accorto che sua madre ultimamente era
meno disponibile ad ascoltarlo o farsi incantare dalle sue parole, e
meno
disponibile ad aprire il portafoglio, così aveva cambiato
tattica.
Era tornato gentile quasi come ai primi
tempi in cui lo aveva conosciuto e quando stavano a casa, tutti e tre,
sembrava
quasi un'altra persona.
E sua madre ci ricascava, come ogni volta.
Sakura ormai non ci sperava più ed era contenta anche
così, voleva godersi quel
periodo di pace finché durava.
Quando sua madre mancava, per lavoro, allora
Hiroshi decideva di lasciarsi finalmente un po’ andare,
incurante della presenza
della ragazza, bevendo litri di alcool e insultandola nei momenti di
noia.
Ma la cosa poteva anche andare, finche
rimaneva così.
Sakura si sentiva comunque bene, perché
anche con la presenza di lui, continuava ad avere la sua vita sotto
controllo,
ad esserne lei la padrona e nessun’altro.
Tornata a casa si aspettava di trovare il
silenzio, non doveva esserci nessuno quel giorno per quanto ricordava,
invece
un ondata di fumo le riempì le narici fino a farla tossire.
Appoggio lo zaino vicino alla porta con cautela
e con passi silenziosi attraversò il corridoio fino ad
arrivare al salone, da
dove provenivano le voci.
Vide un gruppo di uomini seduti intorno al
tavolo da pranzo, ridere e chiacchierare mentre giocavano a carte.
O meglio, mentre giocavano a poker.
Erano tutti di mezza età,
all’incirca,
stavano fumando sigari grossi e ognuno di loro aggiungeva al centro la
loro
offerta.
Hiroshi stava lì in mezzo e nel momento
in
cui posò gli occhi di lui, vide che portava qualcosa in
mezzo al tavolo.
Qualcosa di piccolo e luccicante.
Che sua madre gli avesse dato altri soldi?
Poi guardò con più attenzione
e quando
riconobbe la sua identità, il suo cuore perse un battito.
Senza più pensare si lanciò
al centro della
stanza completamente infuriata.
- Non farlo!- urlò.
Vide diversi paia di occhi fissarla d’un
botto.
Hiroshi non sembrò particolarmente
sorpreso
dalla sua presenza.
- Sakura, sei tornata da scuola vedo,
qualche problema?-
Lei lo guardò incredula, con il respiro
ancora affannoso.
Puntò il dito verso l’oggetto
che l’uomo
teneva ancora tra le mani.
- Quello non ti appartiene! È
l’orologio di
mio padre, non hai nessun diritto di usarlo per giocare
d’azzardo!-
L’uomo guardò
l’orologio d’orato che teneva
tra le mani e poi la ragazza.
- Ora sono io tuo padre, piccolina- e
poggiò
l’orologio in mezzo alle altre offerte.
- E ora vai in camera tua, non dovresti
stare qui-
- Te lo scordi!- urlò Sakura ormai fuori
controllo.
Quello era l’orologio di suo padre, era
un
ricordo importante per lei, qualcosa che avrebbe voluto tenere con se
fino a
diventare vecchia ,e decidere infine di regalarlo a un suo nipotino,
mentre gli
raccontava di come sarebbe stato fantastico se avesse conosciuto il
nonno, di
come sarebbe stato contento.
Non doveva fare quella fine, quell’uomo
non
poteva rubarle anche i suoi unici ricordi importanti, era troppo.
Hiroshi osservò i suoi amici che si
guardavano intorno imbarazzati e a disagio e innervosito si
alzò in piedi e
presa Sakura per un polso, la trascinò fuori dalla stanza.
Sakura si trovava in camera a sua, con
l’uomo
che la guardava a braccia incrociate e uno guardo impenetrabile.
- Non devi farmi fare quelle figure di
fronte ai miei amici, se ti dico di andare in camera, è
quello che devi fare-
Sakura tremò per un attimo. Ma sta volta
non
poteva permettere che le cose andassero così, non poteva non
fare niente, sta
volta era importante.
- Rivoglio l’orologio di mio padre
Hiroshi,
non ti appartiene!-
- E chi sarebbe che decide cosa mi
appartiene o meno, tu per caso?- rispose con calma.
- Ti ho detto di ridarmelo!- urlò di
nuovo
lei, fuori controllo e con le lacrime a gli occhi.
Non si rese conto di quanto forte avesse
urlato.
Vide un lampo d’ira attraversare gli
occhi
azzurri dell’uomo.
Si girò, chiuse con calma la porta della
camera e cominciò ad avvicinarsi alla ragazza.
Sakura indietreggiò tremante, fino a
ritrovarsi con le spalle al muro.
Tutto il suo coraggio, tutta la sua
determinazione era svanita di fronte qui occhi.
Sapeva cosa voleva dire quando aveva quello
sguardo, aveva oltrepassato il limite, era finito il periodo di pace.
Si sentiva così infuriata con se stessa,
dov’era
finita la Sakura sicura di se, quella che aveva la sua vita sotto
controllo?
Ma non poteva farci niente, perché se si
era
abituata a subire tutte le sue accuse e a rispondergli senza rimanerne
troppo
ferita, non si era ancora abituata a quello, non si sarebbe mai
abituata a lui
che le alzava le mani addosso.
La paura avrebbe sempre preso il
sopravvento.
Non era così forte come sperava, infondo.
- Vedi di rimanere in silenzio-
sentenziò,
prima di cominciare.
- Hey Sakura! facciamo che a chi perde
questo giro offre da bere dopo?- fece Ichigo mentre si sistemava il
casco.
- Ci sto- rispose lei, già pronta a
partire.
- E magari accetti anche di uscire con me
una di queste sere..-
- No direi che questo non accadrà mai,
spiacente!- concluse lei sorridendo e prima che lui potesse replicare
partì a
tutta velocità.
- Aspettami, non vale così!-
Aveva vinto Ichigo alla fine, e le toccava
sorbirsi la sua faccia trionfante per tutta al serata, oltre che
offrire da
bere.
Vide Suigetsu farle un cenno da lontano e
felice di avere una scusa per scappare, lo raggiunse in fretta.
- Come mai così entusiasta?- le chiese
sarcastico.
Le bastò uno sguardo della rosa per
capire.
- Comunque, bisogna dare la percentuale ai
due dell’Akatsuki, vieni con me? –
- Sì ovvio, ma devono per forza venire
così
spesso?- chiese infastidita.
Doveva ancora abituarsi alla presenza di
quei tipi, in particolare a uno.
Sperava che quella sera non fosse venuto,
era già stressata a sufficienza, non voleva più
pensare a nulla per quelle ore.
- Se potessi decidere, non li farei nemmeno
avvicinare qui, lo sai..-
Si avvicinarono alla piccola casetta
illuminata da dentro ed entrarono.
La fortuna non era dalla sua parte quel
giorno, evidentemente.
Kakuzu aspettava in piedi, nervoso come al
solito mentre un ragazzo dai capelli rossi stava stravaccato sul divano
con
aria annoiata.
Digrignò i denti infastidita.
- Eccoti finalmente- esclamò Kakuzu
scocciato ma una volta puntati gli occhi sulla ragazza si
fermò.
- Che ci fa lei di nuovo qui?- chiese
diffidente.
Il rosso sembrò ridestarsi solo in quel
momento e sorpreso posò gli occhi su Sakura.
-
Oh,
ma guarda chi si rivede!- esclamò raggiante.
Sakura lo ignorò.
- Lei organizza con me il giro, verrà
spesso, vedi di abituartici- chiarì con tono fermo Suigetsu.
Kakuzu la guardò un altro po’ con sguardo
indagatore poi tornò a parlare
con l’altro.
- Beh sta sera dobbiamo discutere di un
compito che devi svolgere per noi, mandala fuori, potrà
rimanere quando avrà
ottenuto la nostra fiducia-
Il ragazzo fece ber ribattere ma Sakura
poggiò una mano sulla sua spalla e lo rassicurò
con lo sguardo, poi uscì.
Una volta fuori si appoggiò al muretto
affianco e sospirò sollevata.
In realtà era più che
contenta di non dover
stare lì dentro, con quei pompati, sarebbe rimasta lontana
da loro più che
volentieri.
Il silenzio del luogo circostante
cominciò
ad infastidirla.
Tutta quella calma, permetteva ai suoi ricordi
della giornata trascorsa di ritornare a galla.
Si massaggiò la costola, dove era stata
colpita con più forza e strinse le palpebre per cercare di
mandare via quelle
immagini.
Era una nullità, una perdente.
Non era riuscita a riprendersi
l’orologio,
ormai ce l’aveva uno di quei uomini, poiché
Hiroshi aveva perso la partita,
almeno da quanto aveva sentito dalla sua camera.
Non era riuscita a difendere qualcosa che
per lei era importante.
A che serviva impegnarsi a essere brava e
forte a scuola, con
gli mici, sulla
moto, se poi, quando arrivava un momento importante, diventava una
codarda?
Infondo erano solo botte, erano segni che
poi sarebbero andati via, ferite superficiali, o almeno così
tentava di
convincersi che fossero, quindi non doveva averne così paura.
Ma ogni volta che lo vedeva avvicinarsi a
lei con quello sguardo, rimaneva paralizzata dal terrore, non riusciva
a
controllarsi, non poteva farci nulla. Sentì gli occhi farsi
di nuovo lucidi.
E si sentiva proprio una codarda per questo.
- Confettino, come mai quell’aria triste?-
Aprì gli occhi di scatto e
guardò Sasori
davanti a lei.
La guardava con quello sguardo penetrante e
quell’espressione divertita.
- Fatti gli affari tuoi-
- Non sarai mica rimasta male perché sei
dovuta rimanere fuori vero? –
- E perché mai dovrei rimanerci male?-
rispose
scocciata.
- Perché comunque sia, una ragazzina
come te
dovrebbe stare a letto ad abbracciare il suo orsacchiotto, e non qui,
no?-
-
Smettila
di chiamarmi ragazzina, non mi conosci nemmeno, non sai nulla di me-
sputò arrabbiata.
Non capiva perché aveva reagito così, ma quella
sera era veramente troppo
stanca per le sue provocazioni.
Sasori sembrò irritarsi da quel tono di
voce. Si avvicinò alla ragazza lentamente.
Sakura si strinse ancora di più contro
il
muro.
- Dovresti imparare a rispondere meglio ai
tuoi superiori, se non fosse per noi dell’Akatsuki non
potresti nemmeno stare
qui a fare la piccola ribelle. O ti credi più speciale degli
altri?-
Sakura voltò il capo infastidita ma lui
le
prese il mento tra le dita e la costrinse a guardarlo.
- Non ti credere tanto diversa da tutti gli
altri che stanno qui, non pensare che io abbia bisogno di informarmi
per sapere
qualcosa di te. Sei la solita ragazzina immatura e debole, che vuole
dimostrare
al mondo intero di essere forte e capace di tutto vero? Sei
così insicura di te
che hai bisogno di fare questo genere di cose per alzare la tua
autostima e
sentirti forte, non è così?-
Lei cercò di divincolarsi, voleva
andarsene,
subito. Voleva andarsene e non vederlo più, non sentirlo
più.
Ma lui non mollò la presa.
- Ma ora dimmi Sakura, quando arriva il
momento in cui devi veramente dimostrare chi sei cosa fai?-
Rimase paralizzata.
- Riesci a dimostrarti così sicura di te
anche in quel momento Sakura? allora?-
Le scappò uno singhiozzo.
Poggiò
le mani sul suo petto e gli diede uno spintone violento, per poi
scappare via.
Lo sentì ridacchiare divertito mentre si
allontanava.
Cominciò a correre, fino ad introdursi
tra
due treni, completamente al buio, e lasciarsi scivolare su una parete
di
queste.
Poggiò la testa e le braccia sulle
ginocchia
e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
Sperava solo che non l’avesse vista
piangere, che non si fosse preso anche quella vittoria.
Ma le sue parole l’avevano ferita
così
tanto.
Era veramente così facile da leggere?
Una
ragazzina debole e immatura, era questo allora?
Come faceva a trovare dentro di lei proprio
quello che la feriva di più?
Aveva provato a dimenticare, a togliersi dai
pensieri i problemi della sua vita, guidando ad alta
velocità su quella moto,
pensava veramente che potesse farla sentire meglio.
Poi arrivava lui e le ricordava chi era veramente,
le ricordava che non aveva scampo, che non poteva ingannare nessuno,
proprio
come faceva Hiroshi.
Possibile che un semplice idiota che si
divertiva a stuzzicarla riuscisse a farla sentire così?
Lo odiava, odiava lui, odiava il
mondo,odiava se stessa.
Sperava davvero che tutto questo finisse,
prima o poi.
/flashback/
Un
velo di
malinconia la avvolse, a quei ricordi.
Si
era
sempre sentita troppo debole con lui, lo aveva sempre disprezzato con
tutte le
sue forze.
Poi,
quando
dopo qualche anno che lo aveva rincontrato, le cose sono cambiate.
Non
vedeva
più una minaccia in quello sguardo così
penetrante, lui non sembrava più
volerla umiliare, volerla torturare.
Ma
non
riusciva comunque a spiegarsi come fosse arrivata a quel punto con lui.
Cosa
provasse veramente nei suoi confronti.
Quando
stavano insieme, dimenticava tutto il resto, tutta la sua vita e le
sembrava
come se tutto fosse chiaro e limpido, che non ci fosse nulla da capire,
poi non
appena tornava alla sua vita di tutti i giorni, si rendeva conto di non
aver
capito nulla e di essere ancora più confusa.
Durante
quei
giorni, aveva smesso di scriverle, forse aveva capito che tanto non le
avrebbe
più risposto, e una parte di Sakura si chiedeva se lo
avrebbe risentito e cosa
sarebbe successo nel caso si fossero rincontrati.
Ma era stanca di tutti quei
complessi mentali,
voleva solo riuscire a smettere di pensare e concentrarsi su quel
maledetto
libro di letteratura.
I
suoi voti
erano calati in quel periodo, doveva rimettersi in pari, assolutamente.
Inoltre,
quella sera sarebbe tornata al deposito, e anche se non poteva salire
sulla
moto e semplicemente sfrecciare a tutta velocità, sta volta
toccava a lei
occuparsi delle scommesse e del pagamento all’Akatsuki, la
rilassava la
semplice idea di tornare lì e smettere di essere la solita
Sakura dai mille
problemi, anche perché non ci sarebbe stato nemmeno Sasori,
quindi non avrebbe
avuto scocciature.
Si
sentì
avvolgere di un ondata di energia positiva e finalmente più
serena, tornò a
studiare.
-
Mi
raccomando, vedi di non disonorarmi!- esclamò Sakura solenne
e con le mani sui
fianchi.
-
Caso mai,
quello che dovrebbe parlare di disonore qui, dovrei essere io. Con la
caduta
che hai fatto l’altra volta a un passo dalla vittoria, hai
lasciato tutti a
bocca aperta!- rispose pronto Suigetsu.
Sakura
li
diede un leggero spintone e tirò fuori il casco azzurro
dell’amico, dall’armadietto.
-
Al
telefono non me l’hai raccontata giusta, sei proprio sicura
che non ti abbia
infastidito, quel Sasori? Lo so che non l’hai mai
sopportato..-
Sakura
gelò
sul posto, mentre una gran quantità di calore andava a
depositarsi sulle sue
guance.
Si
poteva
dire infastidire il fatto che l’avesse baciata? Anzi, ora che
ci pensava, il
fatto che lei lo avesse baciato?
Quel
ricordo
che prima le sembrava così lontano le tornò in
testa come un fulmine.
-
Ma sì sì,
tranquillo, poi lo sai che so difendermi..- rispose con una risatina
nervosa.
Suigetsu
sorrise
malizioso.
-
Va bene,
farò finta di crederti..-
-
Ma
finiscila!-
Lui
scoppiò
a ridere e inaspettatamente abbracciò l’amica
stretta a se.
Sakura
rimase
per un attimo senza ricambiare, non era abituata a quel tipo di affetto
dal ragazzo,
poi sorrise e avvolse anche lei le braccia attorno a lui.
-
Voglio
vederti sorridere Sakura. Da quando ti conosco mi sono chiesto quando
sarebbe
arrivato il momento in cui avresti cominciato ad essere felice. E lo
spero
ancora. Se quel rosso è diventato meno deficiente di prima e
riesce a farti
stare bene, allora vedrò di farmelo diventare simpatico e lo
stesso vale per
qualsiasi altra persona Sakura. Tu in ogni caso, non dimenticare che se
hai
bisogno di una spalla ci sono, ok? Meglio questo, che andare schiantarsi contro un
albero, non credi?-
Sakura
sentì
gli occhi farsi lucidi e nascose il viso nell’incavo tra la
spalla e il collo
del ragazzo, per non farsi vedere.
Non
se l’aspettava
così, all’improvviso.
Ma
era
felice di quelle parole, dopo tutto lui la conosceva meglio di tutti,
da tanti
anni e le era rimasto sempre affianco.
Qualsiasi
cosa
fosse successa, qualsiasi decisione avrebbe preso in futuro riguardo la
moto,
non avrebbe mai smesso di volere bene a quel ragazzo, mai.
-
Grazie..- sussurrò.
Si
allontanò,
si asciugò gli occhi in fretta e dopo avergli data una pacca
scherzosa sulla
spalla, gli augurò la vittoria.
Lui
fece il
suo solito sorriso malizioso e dopo averle dato un bacio sulla fronte,
si mise
il cascò e uscì dal tendone con la moto.
Nel
frattempo
che i gareggianti si preparavano, decise di andare da Kakuzu, per il
solito
pagamento.
L’amico
gli
aveva detto che quella sera ci sarebbe stato anche un nuovo membro
dell’Akatsuki
e in quel momento si era ricordata che gli e lo aveva riferito anche
Sasori,
quella volta a casa sua, solo che lei era stata troppo presa da gli
altri
avvenimenti del momento per ricordarsene.
Sperava
non
fosse noioso come il tirchio.
Dovevano
aspettarla
davanti al primo treno, come le ultime volte e quando si
avvicinò vide infatti
due figure ferme lì accanto.
Strinse
gli
occhi per cercare di vedere meglio, ma la bassa illuminazione non le
dava una
buona acutezza visiva.
Infine
riconobbe
i mantelli con cui erano soliti andare in giro per le commissioni.
Delle
giacche
alquanto strane aveva sempre pensato Sakura.
Le
davano le
spalle, così lei si portò una mano alla bocca e
diede un leggero colpo di tosse
per attirare la loro attenzione.
Entrambi
si
voltarono a guardarla.
-
Eccoti
finalmente, sei in ritardo- fece nervoso Kakuzu.
-
Hai
portato tutto?- chiese mentre tirava fuori dalla 24 ore una cartella.
Si
accorse
che nessuno rispondeva.
Alzò
lo
sguardo e vide che la ragazza dai capelli rosa guardava sbalordita il
nuovo
membro.
-
Allora?-
fece sempre più innervosito.
Si
può
sapere perché quei due rimanevano a fissarsi come
imbambolati?
-
Sakura..-
fece il ragazzo.
-
Itachi..-
disse Sakura.
-
Che ci fai
tu qui?- esclamarono entrambi, allo stesso tempo.
Note:
Ed ecco qua!! Per riparare al fatto che posto meno frequentemente, ho
radoppiato la lunghezza dle capitolo, spero vi abbia fatto piacere :D
Lo sò sono sadica, vi ho lasciate sul più bello,
ma insomma, ogni tanto va fatto u.u
In questo capitolo ho aggiunto anche questo flashback di sakura con
sasori per far capire il perchè lei lo odiasse tanto
poichè, con le mie solite bippe mentali ero convinta non si
capisse, e sì in quel periodo lui era abbastanza odioso.
Riguardo quel momento si farà riferimento tra qualche
capitolo comunque.
Il capitolo è un po' malinconico lo ammetto, sarà
che alla fine rispecchiano anche un po' l'umore dell'autore in quel
momento, non saprei, ma in ogni caso, spero non vi abbia annoiato, che
non sia stato troppo lungo e che magari, vi abbia emozionato un po' *.*
ps. messaggio per Withaut_loved, finalmente in questo capitiolo
è apparsa la scena che aspettavi, fami sapere se avevi
indovinato il nuovo membro dell'akatzuki! ;)
Grazie a tutti come al solito per le recensioni e tutto il resto e per
chi va in vacanza..divertitevi! :D :D
bacioni
Alla prossima,
lovemusic
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
Le
note a fine capitolo,
Buona
lettura!
Capitolo 21
-
Sakura,
posso sapere cosa ci fai tu qui?-
Lei
lo
guardò sbalordita, mentre il cuore continuava a pompare
frenetico.
Dopo
aver
pagato la percentuale in silenzio, per non irritare ulteriormente
Kakuzu, il
ragazzo l’aveva afferrata per un polso verso la piccola
foresta per poi
fermarsi non appena fu certo di essere abbastanza lontano da occhi
indiscreti.
Sakura
cercò
di mantenere la calma.
-Potrei
farti la stessa domanda- rispose.
Lui
aveva un
espressione seria, sembrava far paura.
Sakura
non
ricordava di averlo mai visto così.
Il
suoi
battiti cardiaci continuarono ad aumentare.
Itachi
era
lì, aveva appena scoperto il suo segreto, non
c’era nessuna scusa che potesse
inventarsi, nulla.
Ma
non era
quello che l’aveva stupita a tal punto.
Itachi
Uchiha, era il nuovo membro dell’Akatzuki??
Un
brivido
le percorse la schiena.
Che
ci
faceva lui lì, quel ragazzo che voleva fare il medico,
curare i bambini, in
mezzo a quell’organizzazione di criminali ed assassini?
Perché,
perché proprio lui?
-
Da quanto
tempo è che frequenti questo posto?-le chiese con tono
severo.
Sakura
sentì
le mani cominciare a sudare.
E
una
familiare sensazione montarle dentro.
-
E tu? Da
quant’è che hai deciso di unirti a un
organizzazione criminale?- rispose con
tono fin troppo duro.
Il
moro non
sembrò reagire particolarmente bene, i suoi lineamenti si
indurirono e sembrò
irrigidirsi ancora di più.
-
Questa non
è una cosa che ti riguarda, e non dovresti frequentare
questo posto, ora vai a
casa e non devi mai più immischiarti in questi posti, mi hai
capito?-
E
le prese
il polso, per portarla via.
Lei
strattonò il braccio fino a liberarsi e lo guardò
sbalordita e furiosa allo
stesso tempo.
-
Si può
sapere che diavolo dici? Chi ti credi di essere, mio padre? Non puoi
dirmi cosa
devo fare o meno e tra noi due, quello che sta facendo la cosa
più sbagliata
sei decisamente tu, quindi vedi di non deviare il discorso, so bene di
cosa si
occupa quell’organizzazione!-
Lui
la gelò
con lo sguardo.
Da
dov’era
uscito quell’Itachi? Perché era così
freddo? Quello sguardo le ricordava la
sera del ristorante, un attimo prima che Fugaku dichiarasse il
fidanzamento.
Era
lo
stesso sguardo, freddo e lontano.
Il
moro si
avvicinò con passi lenti verso di lei.
-
Come vuoi
allora, sei libera di fare quello che ti pare. Spero però
che tu sappia da sola
che ciò che hai appena visto deve rimanere qui,
d’altronde mi sembra che nemmeno
tu voglia far sapere del tipo di posti ti piaccia frequentare- fece con
un
innaturale tono calmo.
-
Siamo
d’accordo?-
Lei
spalancò
la bocca sbalordita, senza riuscire a trovare le parole adatte per
riuscire a
sfogare tutti i sentimenti che la stavano sconvolgendo dentro.
-
Bene-
concluse lui e cominciò ad allontanarsi, dandole le spalle.
-
Aspetta!-
urlò lei e lui si fermò, rimanendo di spalle.
Lei
strinse
la mano a pugno, mentre un tremito le attraversava il corpo.
-
L’altro
giorno, tu..perché te ne sei andato? Perché
l’hai fatto?- fece quasi
sussurrando.
Lui
rimase
fermo per qualche attimo, senza rispondere, poi girò
lentamente il capo verso
di lei e stavolta la sua espressione non era più
così lontana, ma sembrava
triste, vuota.
-
Sakura..te
lo ripeto un'altra volta, dimentica, dimentica tutto quanto,
è meglio così
credimi, e allontanati più in fretta che puoi da questo
posto, da me, è troppo
pericoloso. Perdonami Sakura..non posso dirti altro-
E
sta volta
se ne andò davvero, senza più girarsi.
Sakura
rimase
immobile a fissare gli alberi davanti con sguardo vuoto.
Perdonarlo,
dimenticare? Come?
Il
cuore le
si strinse in una morsa dolorosa.
Sentì
il
telefono vibrare, lo tirò fuori dal taschino e lesse il
messaggio in arrivo.
Hey ragazzina, sei ancora viva o anche sta
volta ti sei andata a schiantare da qualche parte? come sta andando
lì, senti
già la mia mancanza?
Sbatté
gli
occhi sorpresa.
Sasori.
Decise
di
rispondere.
Perché non mi hai detto chi era il nuovo
membro?
La
risposta
arrivò subito dopo.
Ma bene, allora qualche volta sei in grado
di rispondermi, sorprendente. Comunque, sei tu che non me lo hai
chiesto.
Dopo
poco ne
arrivò un altro.
Cosa c’è, sei rimasta
traumatizzata che
anche un'altra persona abbia scoperto il tuo segreto? Non ti basta
ricattarlo
come hai fatto con me, per farlo tacere? Ormai dovresti essere brava in
questo..
Si
immaginò
la sua espressione ghignante e strinse i pugni arrabbiata. Ma
d’altronde, cosa
ne poteva sapere lui del perché si sentiva così,
di cosa effettivamente provava
in quel momento?
Rispose
in
fretta.
Non vedo come la cosa possa interessarti, e
ora lasciami in pace.
Due
minuti
dopo il cellulare vibrò un
altra volta.
Qualcuno sta sera è particolarmente
irascibile, come mai ragazzina?
Che ne dici se per consolazione uno di
questi giorni ti porto da qualche parte?
Lei
aprì la
bocca, scioccata. Possibile che non si stancasse mai?
Scordatelo.
La
risposta
seguente la lasciò basita.
La mia non era una richiesta, Sakura.
Guardò
il
testo senza comprendere e decise di non rispondere più.
Non
era
decisamente in vena di giocare.
Il
giorno
seguente andò a scuola con delle occhiaie e un pallore
spaventoso.
-
Sakura!
Madre santa, si può sapere cosa ti è successo?
Sembri uno spaventapasseri!-
-
Grazie
Ino, sempre gentile-
-
Che c’è, è
vero!-
Lei
tornò a
sedersi sul suo banco e dopo un attimo vide il moro girarsi dalla sua
parte con
la sedia e poggiare le braccia sul bordo del banco.
-
Sakura..-
Lei
lo
guardò con l’ansia che sfiorava il limite.
Che
Itachi..gli avesse detto qualcosa?
Sasuke
la
guardava come volesse leggerle l’anima.
-
Va tutto
bene?-
Lei
rimase
per un attimo interdetta.
-
Cosa?-
esclamò, sorpresa.
Sasuke
abbassò per un attimo lo sguardo, mentre sulle sue guance si
andava a formare
un leggero rossore.
Si
schiarì
la voce e tornò a guardarla.
-
Ho notato
che..ultimamente sembri più distratta..volevo solo sapere se
andava tutto bene-
Lei
lo
guardò ad occhi spalancati, senza saper cosa rispondere.
Lo
sguardo
di lui si fece per un attimo più cupo.
-
E’per
Itachi?-
Sakura
si
sentiva sempre di più cascare dalle nuvole.
Era
solo una
sua sensazione, o Sasuke oltre che comportarsi ultimamente in un modo
abbastanza strano, sembrava sapere molte più cose di quanto
lei si potesse
immaginare?
Si
guardò
intorno, notando che nessuno sembrava far caso a loro, e dopo esser
tornata a
guardarlo, si portò una mano dietro la nuca e
cominciò a ridere nervosa.
-
Cosa? Ma
che dici, guarda che sto bene Sasuke, davvero, non devi preoccuparti-
esclamò
con il tono più tranquillo che le riuscì.
Lui
rimase a
fissarla per altri attimi, con lo stesso sguardo di prima,
finché non si
abbandonò ad un sospiro e cominciò a riportare la
sedia al proprio posto.
-
Come vuoi,
Sakura –
Rimase
a
guardare perplessa la schiena di lui, mentre uno spiacevole senso di
colpa si
faceva spazio in lei.
Il
resto
delle ore lo passò con la mente persa nei suoi pensieri.
Non
riusciva
togliersi di testa quello che era successo la scorsa notte.
Possibile
che lui le avesse sempre mentito, che le avesse sempre nascosto
un’altra
personalità?
Un
altro
moto di rabbia le fece contorcere lo stomaco.
Come
aveva
potuto farlo?
Sapeva
di
esser stata sempre la prima a nascondere dei segreti, ma cavolo, almeno
lei non
era una criminale!
E
poi anche
a mensa, e la mattina presto, lui aveva continuato ad ignorarla, non
aveva
posato lo sguardo su di lei nemmeno per sbaglio, e questo la faceva
infuriare
ancora di più.
Era
infuriata con lui per tutto.
Perché
era
fidanzato con Konan.
Perché
nonostante questo, l’aveva baciata.
Perché
dopo
il bacio, se n’era andato via.
Perché
era
entrato a far parte dell’Akatzuki.
Per
come
l’aveva trattata e le sue continue ed inutili scuse.
E
soprattutto, perché nonostante tutto, una parte di lei
continuava a sperare che
potesse esserci una soluzione a tutto ciò, che le cose
potessero risolversi e
loro due avere un lieto fine.
Ma
questo
non sarebbe mai accaduto,ormai ne era più che consapevole.
Passarono
altri pochi giorni e la soluzione sembrò non migliorare.
Sakura
ormai
aveva deciso di evitarlo, era troppo arrabbiata per poterlo guardare,
per poter
pensare , così, ogni volta che l’immagine di lui
andava a bussare alla sua
mente, decideva semplicemente di non aprire, di non lasciare che
potessero
entrare nella sua testa.
Quel
giorno
era venerdì, e poi avrebbe avuto la settimana libera, libera
di non andare a
scuola e ritrovarselo in giro in continuazione.
Finita
l’ultima lezione tutti si erano diretti verso
l’uscita stanchi e spossati.
Sakura
osservò le sue amiche allontanarsi dopo averle salutate e
quando il suo sguardo
si posò distrattamente verso l’ingresso, vide i
suoi profondi occhi neri
trapassarla, senza trascurare nessun dettaglio.
La
guardava,
la guardava intensamente, accanto al suo gruppo di amici, accanto a
Konan, la
sua fidanzata.
Lasciò
che
lo sguardo più gelido che le riuscisse lo trapassasse allo
stesso modo, senza
risentimenti, e girò la testa dall’altra parte.
Quando
di
sfuggita, aveva controllato se lui aveva smesso di fissarla,
notò che i suoi
occhi erano posati su un punto dietro di lei, stupiti.
Si
voltò
anche lei allora, perplessa, e vide un ragazzo dai capelli rossi e un
sorriso
accattivante ricambiare lo sguardo del moro.
-
Sasori?-
fece lei, sconvolta.
Lui
allora
abbassò lo sguardo su di lei e la sua espressione si fece
più disinvolta.
-
Ragazzina,
quindi è questa la tua scuola? Dio..mi sembra passata una
vita da quando ci
andavo anch’io..- fece pensieroso.
-
Sasori –
–
che ci fai
tu qui?- sibilò lei.
Lui
la
guardò per un attimo perplesso, per poi non resistere e
lasciarsi andare ad un
sorriso divertito.
-
Te ne sei
già dimenticata? Ti avevo detto che uno di que-
-
Che ci fai
tu qui?- lo interruppe un'altra voce maschile.
Sakura
sentì
un profondo brivido attraversarle ogni vertebra mentre una mano grande
e calda
le avvolgeva un braccio, possessivo.
Voltò
il
capo e vide Itachi fissare con sguardo gelido il rosso davanti.
Note:
Ok, ammetto che sta volta ho ritardato a postare sia perchè
lavoravo, che perchè mi era preso quel famoso blocco dello
scrittore. A un certo punto volevo anche mettere un avviso per dire che
non sapevo più quando avrei postato, perchè non
riscivo più a mettere giù una riga senza scrivere
cavolate, e alla fine l'altro giorno mi ci sono messa per bene e ho
buttato giù tre capitoli.
Così queste settimane posterò regolarmente,
tranquille :D
Allora? come vanno le vacanze?? Che ne dite di questo capitolo? L'ho
lasciato sul più bello lo sò, e dai prossimi
capitoli le cose continueranno ad evolversi parecchio, preparatevi
mentalementexD
IMPORTANTE
Volevo avvisarvi, visto che mi sembra più giusto, che siamo
abbastanza vicine alla fine del racconto u.u
Non posso dirvi con certezza quanti capitoli manchino perchè
alla fine scrivendo finisco sempre per modificare o allungare qualche
parte, ma siamo comunque ababstanza vicini u.u
Un bacio a tutti quelli che leggono, seguono e a chi lascia una
recensione ;D
a mercoledì (o giovedì, sperando che non stiate
tutte in vacanza) prossimo,
lovemusic ;)
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
Le
note a fine capitolo,
Buona
lettura!
Capitolo 21
-
Te ne sei
già dimenticata? Ti avevo detto che uno di questi -
-
Che ci fai
tu qui?- lo interruppe un'altra voce maschile.
Sakura
sentì
un profondo brivido attraversarle ogni vertebra mentre una mano grande
e calda
le avvolgeva un braccio, possessivo.
Voltò
il
capo e vide Itachi fissare con sguardo gelido il rosso davanti.
Vide
la sua
mano salda sul suo braccio e tornò a guardare il rosso
davanti, sconvolta.
Si
può
sapere, che diavolo stava succedendo?
Sasori
notò
la mano dell’altro attorno al braccio di lei e sorrise
divertito.
-
Itachi
Uchiha, il nuovo arrivato. Come ti vanno le cose?-
-
Bene
direi. Perché ti trovi qui?- rispose con tono gelido
l’altro.
Sakura
nel
frattempo, muoveva in continuazione la testa da uno
all’altro, ormai nel
panico.
-
Una
piccola questione tra me e Sakura, qualche problema al riguardo?- Fece
con tono
soave l’altro.
-
Sì, parecchie
direi. Non vedo il motivo per cui uno come te dovrebbe ronzare attorno
a
Sakura. Vedi di starle lontano- aggiunse, senza distogliere di un
millimetro lo
sguardo.
Sasori
fece
per un attimo una finta espressione smarrita.
-
Ma come,
Sakura non ti ha detto niente?-
Il
moro
sbatté per un attimo gli occhi, interdetto, mentre il corpo
di Sakura sembrava
farsi di ghiaccio.
-
Io e
lei..ci conosciamo da parecchi anni ormai. Diciamo che siamo, amici
intimi,
ecco. Davvero non ti ha raccontato niente? Oggi sono solo venuto a
dirle
l’orario in cui sarei passato a prenderla per uscire insieme.
Ti
inviterei, ma ho come la sensazione che sarai occupato a seguire tuo
padre per
tutta l’azienda da bravo cagnolino per imparare il mestiere.
E dio non voglia,
non vorrei mai che tu rischiassi di deluderlo per colpa mia-
spiegò con tono
dispiaciuto.
Itachi
girò
il capo a fissare sbalordito la rosa accanto.
Sakura,
che
nel frattempo sembrava esse diventata di marmo, rimase a guardarlo a
bocca
spalancata, balbettando parole insensate, senza riuscire a formulare
una frase
di senso compiuto.
In
che razza
di situazione si era appena andata a cacciare? Si sentiva come bloccata
dentro
una gabbia di ferro, senza più aria e nessuna via
d’uscita.
-
E’ vero?-
chiese interdetto.
Lei
cominciò
a mordersi il labbro nervosa.
-
Io..-
Lui
sembrò
volerla trapassare con lo sguardo, per quanto era diventato gelido e,
stringendo la presa sul suo braccio con maggior forza, tornò
a guardare il
rosso.
-
Dì pure
quello che ti pare, te lo ripeto un ultima volta. Vedi di non farti
più vedere
attorno a lei-
Sasori
sorrise, ancora più divertito, avvicinandosi di
più, con passi lenti.
-
Ma certo,
immagino che uno come te sia molto più adatto, vero?-
Sakura
vide
la mascella di Itachi contrarsi, rabbiosa.
Sasori
si
avvicinò ulteriormente, lasciando pochi passi di distanza
tra i due.
-
Ora ti do
io, un buon consiglio- cominciò lui sussurrando.
-
Perché
invece di andare in giro a infastidire persone superiori a te, non
torni a
scodinzolare dalla tua dolce fidanzatina? Magari nel frattempo impari
anche a
farti gli affari tuoi-
Fu
un
attimo.
Nel
momento
in qui sentì il moro muoversi con velocità e la
sua voce diventare quasi un
ringhio, d’istinto si spostò, impuntandosi con le
braccia spalancate e
l’espressione infuriata davanti il corpo di Sasori.
Vide
il
pugno del moro fermarsi a pochi centimetri da quello di lei.
Entrambi
la
guardarono sorpresi.
Con
uno
scatto, la ragazza spostò il suo braccio proteso e gli diede
uno spintone.
-
Si può
sapere cosa stai facendo?- ringhiò rabbiosa.
Lui
la
squadrò sbalordito e con respiro affannoso.
-
Sei
diventata matta per caso? Hai davvero intenzione di frequentare questo
tipo?
Sai almeno chi è?- esclamò schioccato.
-
Io sarei
matta? E tu allora, chi ti credi di essere per potermi dire chi
frequentare? Ti
pensi tanto migliore? Vuoi che ti ricordi tutto quello che hai fatto
ultimamente? Eh?-
Lui
si
allontanò di qualche passo.
Il
suoi occhi
si fecero cupi, e tristi, provocando una piccola fitta nel cuore della
rosa,
che però decise di ignorare quella sensazione.
Strinse
le
mani a pugno e continuò a squadrarlo furiosa.
-
Non
provare mai più a intrometterti in questo modo nella mia
vita. Non ne hai
nessun diritto, non dopo avermi chiesto di dimenticare tutto, di
dimenticarmi
di ogni tuo errore e poi accettare come se niente fosse i tuoi ordini.
Non sono
disposta a sopportare tutto ciò-
-
E ora
vattene- concluse glaciale.
Lui
sembrò
incassare il colpo in silenzio, la guardò negli occhi per un
altro attimo,
provocando in lei migliaia di sensazioni a cui non sapeva dare
significato, e
continuò ad avanzare all’indietro.
-
Come vuoi-
rispose impassibile e sta volta volse loro le spalle, allontanandosi
del tutto.
Solo
in quel
momento Sakura si rese conto di avere il respiro affannato, il viso
accaldato e
il battito a mille.
Si
sentì
toccare una spalla.
-
Saku-
Si
girò di
scatto e tirò uno schiaffo deciso sulla guancia del ragazzo.
Lui
la
guardò schioccato, portandosi una mano alla zona lesa.
-
Non
credere che non sia infuriata anche con te. Come ti sei permesso di
venire qui,
davanti tutti e dire quelle cose? Di dire quelle cose su noi
due poi? Pensi non l’abbia capito che lo hai fatto
apposta per
provocarlo?-
Lui
puntò i
suoi occhi profondi su quelli verdi ed incandescenti di lei.
-
E non
credi che mi sia concesso, almeno un po’, di essere geloso?-
rispose con tono
non più derisorio.
Lei
inspirò
ed espirò lentamente.
-
Se sei
geloso, è un tuo problema, non mio. E non è
giusto e non accetterò che la cosa
poi vada a riscuotersi su di me. Ti ricordo che non sono impegnata con
te,
quindi vedi che una cosa del genere non si ripeta mai più-
proclamò dura.
Si
aspettò
di vederlo replicare in qualche modo, ma lui rimase in silenzio, serio,
a
guardarla.
Fece
un
piccolo sospiro e spostò lo sguardo altrove.
-
Immagino
tu abbia ragione, ed è vero che non sei in alcun modo
impegnata con me. Ma è
anche vero che sei consapevole di quello che provo per te e di quello
che a
quanto pare, sembra provare anche quell’altro. Quindi evita
comunque di
scaricare tutta la tua incomprensione su di me. Il mio comportamento
è molto
più giustificabile di quello che hai avuto tu. È
evidente che non sei stata
molto sincera con entrambi, non credi?-rispose calmo, con quel suo
sguardo
profondo che come una volta, la denudava di ogni sicurezza e che ancora
una
volta, le diceva di non poter scappare, di non poter più
ingannare nessuno,
proprio come tanti anni fa.
Solo
che,
mentre lo osservava allontanarsi lentamente e risalire nella sua
lussuosa
macchina, per la prima volta, era lei a sentirsi in colpa nei suoi
confronti, a
sentirsi veramente una disonesta, una persona sbagliata.
Era
riuscita
a dormire solo poche ore, afflitta da continui incubi, e alla fine si
era
arresa ed era rimasta distesa sul letto ad osservare il soffitto ed
aspettare
che sorgessero le prime luci del mattino.
Ripensò
a
tutto quello che era successo il pomeriggio prima.
Quando
la
sua mente ripercorse il suo litigio con Itachi strinse le mani attorno
ai bordi
del cuscino con rabbia.
Sapeva
di
aver esagerato almeno in parte, di essere stata forse troppo dura con
lui e di
averlo ferito.
Ma
d’altronde come si era permesso lui ad arrivare lì
e comportarsi in quel modo,
dopo tutto quello che aveva fatto? Perché si comportava in
quel modo dopo
averle detto di dimenticare ed averla ignorata del tutto, come fosse
sparita
dalla faccia della terra?
Ma
infondo
non era solo questo, lo sapeva.
Dopo
gli
anni passati, dopo il tempo passato a convincersi che ormai non aveva
più
nessun problema al riguardo, sapeva di essersela presa tanto
perché l’aveva
spaventata vedere quella reazione in lui.
Non
poteva
più sopportare che qualcuno si comportasse in quel modo con
lei, decidendo al
posto suo, senza nemmeno chiederle un opinione, non dopo
l’esperienza passata
con Hiroshi.
Era
troppo
per lei, e anche se sapeva che Itachi non era certo quel tipo di
persona, che
non aveva nulla a che fare con un tipo come Hiroshi, non aveva potuto
fare a
meno di saltare sulla difensiva a quella sua reazione, era stato
più forte di
lei.
Sapeva
in
ogni caso che tralasciando la sua reazione influenzata dai suoi eventi
passati,
il comportamento di Itachi era stato comunque assurdo e che non
meritava in
ogni caso di non farglielo notare.
Poi
la sua
mente si spostò al ragazzo dai capelli rossi e quello
sguardo che la faceva
tremare ogni volta.
Ricordò
lo
schiaffo con cui lo aveva colpito e le parole di lui dopo.
Non
poté
fare a meno di sentirsi in colpa.
Sì,
era
arrabbiata perché era andato a trovarla lì senza
dirle niente, ma sapeva che
infondo lui aveva ragione.
Che
tutto
quello forse non sarebbe successo se fosse stata più sincera
con entrambi, con
se stessa, con tutti.
Vedere
l’incontro
di loro due, era stato come vedersi confrontare le sue due vite
separate e
rendersi conto solo in quel momento di quello che veramente era la sua
esistenza.
Cominciò
a
chiedersi quando di preciso il controllo sulla sua vita, sui suoi
segreti, era
cominciato a sfuggirle di mano, fino ad arrivare a quel punto.
Perché
aveva
continuato con quella sua doppia vita, anche dopo essersi trasferita a
Tokyo,
perché non aveva semplicemente provato ad ambientarsi e ad
essere più sincera
con tutti?
Perché
non
aveva provato a ricongiungere quelle due vite, invece di dividere la
sua
personalità in due parti?
Per
quale
motivo si era lasciata andare a quella situazione, senza provare
nemmeno a
combattere, a cercare di cambiarla?
Dov’era
finita tutta la sua forza, tutto il coraggio che credeva di avere?
E-ehm..allora??
che ne pensate?? Ve l'aspettavate da Sakura una reazione
simile??Scommetto che speravate in qualche scazzotata o sfida
all'ultimo sangue..ma in quel caso alla fine sarebbe rimasto in vita
solo uno e avrei perso uno dei protagonisti..e poi si sarebbe scoperto
subito con chi alla fine si mette sakura..quindi.. ( risata malvagia)
Tralasciando questo, che ve ne pare?? :P Sarà stata troppo
crudele Sakura con il nuovo membro dell'Akatzuki, e il rosso
è riuscito a prendere più punti anche con le
lettrici??
Vi avviso comunque che i prossimi due capitoli saranno molto
più sereni e..speciali, indovinate cosa accadrà??
Ho lasciato degli indizi in questi due capitoli, chissà se
indovinate :P
Fatemi sapere se vi piace, bacioni e al prossimo capitolo, ovvero
mercoledì :D
bacioni,
lovemusic
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
Le
note a fine capitolo,
Buona
lettura!
Capitolo 23
Alla
fine
aveva finito per addormentarsi di nuovo e aprendo gli occhi stanca, si
accorse
che a svegliarla era stato il suono del suo telefono che squillava.
Senza
nemmeno guardare il mittente aveva premuto sul tasto verde e si era
portata il
piccolo apparecchio vicino
l’orecchio.
-
Hn..Pronto?-
-
Hey ragazzina, non dirmi che stavi ancora
dormendo-
Scattò
in
piedi come una molla, con i capelli completamente arruffati, il pigiama
stropicciato e l’espressione di chi aveva appena sentito
scoppiare una bomba
atomica.
Si
guardò
attorno sconvolta, come ad aspettarsi che lui fosse lì,
vicino al suo letto, o
dentro l’armadio.
-
S..Sasori?-
-
Indovinato! Però..per essere appena
sveglia,
riesci persino a formulare qualche parola sensata!- rispose
una voce
divertita dall’altra parte della cornetta.
Lei
rimase
per qualche attimo in silenzio, sbattendo le palpebre perplessa.
-
Ragazzina?-
-
Perché, mi
stai chiamando?-
-
Perché ti sto aspettando fuori,
ovviamente.
Forza, vestiti il più velocemente che puoi e vieni
giù-
Senza
nemmeno accorgersene era già arrivata alla finestra, con il
viso ed il busto
sporto fuori, ad osservare
nel panico
quello che c’era nei dintorni.
Sentì
una
risata provenire dalla cornetta.
-
Qualcosa mi dice che ti sei subito fiondata
alla finestra per controllare dove fossi, ho indovinato?-
fece derisorio.
-
Sasori..-
-
All’inizio avevo pensato di
aspettarti
direttamente sotto il portone di casa, poi ho avuto come la strana
sensazione
che avresti provato ad uccidermi se lo avessi fatto, così mi
sono limitato a
parcheggiare alla via parallela. Allora, che dici ce la fai a
prepararti in
poco tempo?- continuò lui tranquillamente.
Lei
si
sbatté una mano in faccia, ormai senza parole.
-
Si può
sapere perché sei venuto?-
Sentì
un sospiro.
-
Ma come, ti sei dimenticata? Ti avevo detto
che uno di questi giorni ti avrei portata in giro, anche ieri ero
venuto per
darti la conferma,visto che non ero sicuro che mi avresti risposto al
telefono-
spiegò come se stesse parlando con un bambino
piccolo, celando di poco il
tono divertito.
Lei
tornò a
sedersi lentamente sul bordo del letto, tenendo la cornetta attaccata
al’orecchio e un espressione sbalordita.
Uscire
insieme? Con lei? Anche dopo..tutto quello che era successo ieri?
Fece
un
profondo sospiro.
-
Lo sai che
non puoi fare così, come ti pare a te, vero?
E se mi rifiutassi di uscire?-
-
Mhh..beh allora vorrà dire che mi
troverò
qualcos’altro da fare per passare il tempo. Che so, potrei
casualmente passare
a salutare Kira e conoscerlo meglio, magari sono anche fortunato e
capita che
ha una figlioccia niente male e dai strani capelli
rosa..chissà-
Passarono
altri attimi di silenzio.
-...-
- Ragazzina?-
-
Dammi
cinque minuti e arrivo-
E
con uno
scatto chiuse la telefonata.
Si
lasciò
cadere all’indietro, a braccia spalancate, provocando un
leggero tonfo del
materasso.
Fece
un
lungo sospiro e subito dopo, senza nemmeno dare alla sua mente il tempo
di
concepire la cosa, aprì l’armadio e
cominciò a cercare qualcosa da mettersi,
prima di farsi una doccia veloce.
-
Sakura?
Tesoro stai uscendo?-
La
rosa si
sentì fermare dalla voce della madre e fece qualche passo
indietro, fino a
fermarsi sulla soglia della cucina, dove sua madre e Kira stavano
seduti in
tutta tranquillità a fare colazione insieme.
Si
spostò
una ciocca di capelli dietro l’orecchio li guardò.
-
Sì. Non so
di preciso quando torno, se faccio tardi vi faccio sapere comunque-
Si
sentì
squadrare dalla testa ai piedi, con sguardi indagatori.
Un
piccolo
sorriso malizioso spuntò tra le labbra di Kira.
-
Come siamo
carine oggi, ti devi vedere con qualcuno di speciale?-
Si
sentì
arrossire fino alle punte dei capelli.
-
Cosa??
Esci con un ragazzo e non dici niente alla tua mamma??-
Lei protese subito le mani
in avanti con
enfasi, come per stopparli e loro rimasero perplessi.
-
Alt! Siete
completamente fuori strada, esco solo con un amica, niente di
più, davvero!-
rispose e con tono frettoloso aggiunse – E ora devo proprio
andare che sono in
ritardo, ciao!-
E
mentre si
incamminava velocemente verso la porta d’uscita, fece finta
di non vedere i
visi sghignazzanti dei due.
Camminando
con passi veloci verso la via parallela, si chiese perché
cavolo si era vestita
in quel modo.
Guardò
il
suo vestito bianco a fiori e la sciarpa bianca, ormai era arrivata la
primavera
e faceva abbastanza caldo per poterli indossare.
Per
quale
motivo si era sentita tanto ansiosa davanti all’armadio,
nello scegliere cosa
mettersi?
Non
bastava
prendere i primi capi che capitavano, magari prendendo proprio i
più
brutti,tanto per enfatizzare quanto fosse contraria a
quell’uscita?
Invece,
da
quando aveva chiuso la telefonata, si era sentita il cuore battere
all’impazzata, da brava cretina.
Ma
si disse
che era solo perché era successo tutto
all’improvviso, perché non sapeva dove
l’avrebbe portata, cosa avrebbero fatto.
Arrivata
a
destinazione sembrava ormai essersi auto convinta del tutto che fosse
così poi,
quando dopo averlo cercato con lo sguardo lo aveva trovato, la sua
menta si era
azzerata.
Era
lì, con
il peso su una gamba e appoggiato tranquillamente sullo sportello di
quella
audi bianca che gli aveva visto guidare anche altre volte, in tutto il
suo
splendore.
Portava
dei
non troppo aderenti jeans scuri, una maglietta scura con sopra una
camicia di
lino bianca a mezze maniche e i capelli rossi ribelli e liberi di
muoversi con
il vento che li spazzolava dolcemente.
Continuò
ad
avvicinarsi finché non vide anche lui rimettersi del tutto
in piedi e sorridere
malizioso.
-
Per un
attimo ho pensato che ti avessero rapita durante il tragitto..-
-
Purtroppo
non sono stata così fortunata- fece lei scocciata, guardando
da un'altra parte.
Era
strano
vederlo di giorno, in mezzo a un posto pubblico, sorridente e vestito
con
quella camicia di lino che sembrava stargli dannatamente bene.
Lo
sentì ridacchiare.
-
Vedrai che
ti farò cambiare idea, e sarai contenta di non essere stata
rapita-
-
Dici?-
fece scettica.
-
Scommettiamo?-
Lei
come
risposta sbuffò e continuò a guardare da un'altra
pare, rigida e con le braccia
incrociate sul petto.
Lo
vide muoversi
e andare dall’altra parte della macchina, per poi aprire lo
sportello e con gesto
teatrale ed elegante farle cenno di accomodarsi.
-
Signorina..- la invitò.
Lei
roteò
gli occhi al cielo e andò a sedersi, sentendo la mano di lui
sfiorale la
schiena per aiutarla nel movimento.
Avvertì
le
goti farsi rosse al sentire quel leggero contatto.
-
Oggi
comunque sei molto bella, stai bene con quel vestito- le
sussurrò in un
orecchio, facendola diventare più rossa di un pomodoro.
Poi
si alzò
e la guardò malizioso.
-
Ti sei
fatta così carina per me?-
Lei
schioccò
la lingua indignata e chiuse con indifferenza lo sportello.
-
Hn, non
montarti troppo la testa, che già lo sei troppo- rispose
stizzita.
Lui
sorrise
divertito e andò a sedersi al posto del volante.
-
Bene, si
parte!-
-
Dove
stiamo andando?-
-
E’ una
sorpresa! Preparati però, non sarà un viaggio
breve-
-
Cosa?-
esclamò lei, agitata.
Lui
continuò
a sorridere, divertito, senza però più rispondere.
Lei
lo
guardò per ancora un po’ sconcertata fino a
lasciarsi andare sul sedile,
sconfitta, e guardare fuori dal finestrino con espressione corrucciata.
Lui
la
osservò con la coda dell’occhio, accese la radio e
sorrise di nuovo.
-
Brava
ragazzina-
Lei
lo gelò
con lo sguardo e tornò a guardare fuori.
In quale cavolo di
situazione si era appena
cacciata?
Holaaaa,
scusate se non ho postato ieri ma questi giorni mi hanno chiamata
all'improvviso per lavoro e non ho proprio avuto il tempo di postare,
il capitolo non è lunghissimo, ma cercherò di
rimediare con il prossimo :P
Che ne
pensate di questo chap :)? Vi è piaciuto?
Sono
curiosa comunque, chi di voi era riuscita ad indovinare che andava a
finire così il capitolo? E se no, cosa vi eravate
immaginate? fatemi spaere e un bacione grande, con questi capitoli ho
deciso di dedicare alla sfortunata protagonista qualche momento di
romanticismo e serenità ma tranquille, non durerà
molto u.u
Un
Bacio,
lovemusic
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
Avviso
che per farmi perdonare del ritardo ho allungato il capitolo!! ;)
Le
note a fine capitolo.
Buona
lettura!
Capitolo 24
Oltre
il
vetro trasparente, si poteva immaginare il rumore delle onde che
andavano a
dissolversi sulla sabbia bianca e pulita.
Il
sole era
caldo, il cielo senza nuvole e pareva esserci un leggera brezza che
muoveva la
superficie liscia della sabbia.
Sembrava
tutto meraviglioso, o per lo meno era quello che pensava Sakura, che
ormai da qualche
minuto si era concentrata a forza sul panorama della spiaggia per non
pensare a
dove fosse, con chi e cosa stesse facendo.
Alla
fine
aveva finito con l’addormentarsi in macchina e quando si era
risvegliata, si
era vista davanti ad un piccolo villaggio vicino alla spiaggia.
E
ora, si
trovava in quella che sembrava essere la casa di lui, un abitazione non
molto
grande ma dall’aspetto accogliente, a pochi metri dal mare.
Peccato
che
non fosse proprio quello l’aspetto che le metteva
più agitazione.
-
Ti dico
che è così, perché non provi mai a
seguire un mio consiglio?-
-
Puoi
ripeterlo anche all’infinito, non mi convincerai mai a
lasciar crescere i
capelli, arrenditi-
-
E io
continuo a pensare che ci staresti benissimo..ah Sakura cara, scusa se
ti ho
fatto aspettare, ti piace il tè vero?-
Sakura
si
girò di scatto con un sorriso agitato stampato in volto e
annui convinta.
-
Non si
preoccupi signora e grazie mille per il tè- fece imbarazzata.
Vide
la
signora anziana sorridere affettuosa e avvicinarsi al tavolo al centro
con la
teiera in mano, mente Sasori la seguiva con le tazze.
-
Tesoro per
favore non chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia! Puoi chiamarmi
semplicemente nonna Chiyo, va bene?-
-
Come se
nonna non fosse da vecchia..-
La
signora
dette una leggera pizza sulla spala del rosso.
-
E tu
smettila!-
-
Va bene va
bene..-
I
due si
sedettero a tavola e la guardarono.
Lei
per un
attimo non comprese poi si accorse di essere rimasta lì,
immobile accanto alla
finestra, così si sbrigò ad avvicinarsi e
accomodarsi al suo posto.
Prese
a
soffiare imbarazzata sulla tazza fumante di tè caldo e a
guardarsi intorno.
Ok,
ammetteva che questo davvero non se lo aspettava.
E
meno male
che si era vestita decentemente!
La
nonna,
Sasori l’aveva portata a conoscere la nonna.
Questo
sì
che l’aveva sorpresa!
Continuò
a
guardare le pareti con tutte le foto di Sasori da piccolo.
Scacciò
subito dalla testa i pensieri di quanto fosse tenero
quando era bambino.
Quella
a
quanto pare, pensò, era la casa dov’era cresciuto
da piccolo.
Era
cresciuto con la nonna, il che aveva senso, dato che era rimasto orfano.
Ma
tra tutti
i pensieri che si era fatta, aveva sempre dato per scontato che fosse
cresciuto
un po’ per strada o in affidamento a famiglie poco
raccomandabili, che lo
avevano fatto diventare quello che era adesso.
Invece
no,
era cresciuto lì, in una casa accogliente, con una nonna
amorevole e presente.
In
tutti
quei riquadri dove lo ritraevano da piccolo, sorrideva felice su tutte.
Forse
aveva
ragione chi diceva che non bisognava mai soffermarsi solo
sull’apparenza.
Anche
se
questo non spiegava il come allora lei avesse sempre conosciuto un
Sasori
completamente diverso da come appariva in quelle foto.
-
Lo sai
Sakura, sei proprio carina! Devi essere proprio una santa per stare con
questo
scapestrato qui, immagino la pazienza!-
Lei
si girò
di scatto, rossa in viso e pronta a specificare che si era fatta un
idea
completamente sbagliata.
-
Nonna, te
l’ho già detto, Sakura è solo una mia
amica, smettila di stressarla- precisò il
ragazzo con tranquillità, mentre anche lui soffiava sulla
tazza per renderla
più fredda.
Sakura
lo
guardò sorpresa, si aspettava che lui cercasse di
incastrarla, come sempre, ma
quel giorno sembrava così diverso, così maturo
rispetto le altre volte.
-
Va bene va
bene, era tanto per dire!- sbuffo allora Chiyo.
Poi
si girò
verso Sakura e poggio una mano calda su quella di lei, sorridendo
affettuosa.
-
Sappi
comunque che sono molto contenta che tu sia qui, se non fosse per te,
chissà
quanto altro tempo avrei dovuto aspettare prima di rivedere questo qui!
È così
menefreghista che si fa rivedere ogni morte di papa! –
-
Aah nonna,
non ricominciare con la stessa solfa. Lo sai benissimo che sono sempre
impegnato a lavoro, non ho tempo per queste cose!-
-
E così per
te è così poco importante andare a trovare la tua
nonnina che sta sola a casa,
lo sai, con la mia età ormai..potrei non esserci
più da un momento all’altro, e
tu fai così??-
-
Nonna!
Finiscila con questa storia, non è divertente!-
-
Guarda che
dico sul serio, non ti importa niente di me!-
-
Ma non è
vero!-
Sakura
sorrise intenerita mentre un piacevole sensazione calda le avvolgeva lo
stomaco.
Vedendoli
lì
a bisticciare in quel modo, come aveva visto in quei vecchi film di
natale in
quelle famiglie sempre felici, si sentì investire da un onda
di tenerezza e
triste nostalgia.
Infondo
pensò, non le sarebbe dispiaciuto poter vivere anche lei dei
momenti così, far
parte anche lei di un qualcosa di unito, dove c’era amore,
dove le persone si
volevano bene.
Rimase
ancora un po’ a guardarli mentre parlavano e scherzavano
insieme, finché notò
gli occhi di Sasori soffermarsi su di lei e scrutarla dentro. Rimase in
silenzio per qualche attimo.
-
Nonna, noi
andiamo adesso, forse torniamo per pranzo ok?- e si alzò
dalla sedia con il suo
solito gesto elegante con cui riusciva a fare ogni cosa.
Vide
Chiyo
annuire sorridente e accompagnarli alla porta.
-
Come se
non lo sapessi che tanto non torni, sarò pure invecchiata,
ma ancora non sei in
grado di fregarmi!-
Sasori
sorrise divertito e le diede un bacio sulla guancia prima di uscire
dalla
porta.
Sakura
allungò la mano per salutarla imbarazzata e uscire al
più presto quando Chiyo
con un unico gesto la abbracciò con affetto.
Rimase
stupita a ricambiare impacciata quel saluto.
-
E’ stato
un vero piacere conoscerti Sakura, spero di rivederti presto. Sono
contenta che
ci sia una ragazza in grado di far sorridere così il mio
Sasori, e sono
contenta che quella ragazza sia tu.- le sussurrò felice su
un orecchio prima di
staccarsi.
Poi
si allontanò
e le fece spazio per uscire.
-
Arrivederci cara-
-
A-arrivederci..- riuscì a balbettare lei per poi
allontanarsi come in trans,
ancora stupita di quelle parole e di quell’abbraccio
così pieno di affetto
verso lei, una ragazza qualunque che a mala pena conosceva.
Raggiunse
il
ragazzo che la aspettava sul vialetto senza più trovare il
coraggio di voltarsi
dall’altra parte, per l’imbarazzo.
-
Che ti ha
detto?-
Si
girò
verso Sasori con espressione perplessa.
-
Come?-
-
Ti ha
detto qualcosa?-
Lei
sorrise
e si portò con la mano destra una ciocca dietro
l’orecchio.
-
No,
tranquillo, mi ha solo salutata-
-
Uhm..ok.
Andiamo?-
-
Dove?-
Lui
sorrise
malizioso.
-
Lo
scoprirai presto..-
Non
fece in
tempo a replicare che il ragazzo si era già avviato,
così si sbrigò a
raggiungerlo e a tenere il suo passo veloce.
-
Allora, ti
piace?-
Passarono
dei minuti.
-
Ragazzina?-
Sakura
voltò
il capo a guardarlo meravigliata.
-
Ma
è..bellissimo! era qui che mi volevi portare allora?-
-
Sì..- e
anche lui tornò con il capo verso il panorama.
Sakura
guardava estasiata la vista del mare e le onde che si andavano a
schiantare
contro le rocce sotto la scogliera su cui si trovavano.
Non
c’erano
dubbi che quello fosse il posto più bello del posto da cui
guardare il mare.
Avevano
fatto una piccola salita, superato un piccolo bosco ed erano arrivati
lì, in
quel posto così bello e allo stesso tempo così
isolato.
-
Ma
possibile che non ci venga nessuno qui, sembra così
desolato..-
-
Non tutti
conoscono la strada per arrivarci, e poi in questa zona ci abitano
più che
altro persone anziane. Quindi diciamo che questo è sempre
stato il mio posto
speciale, che conoscevo solo io, dove potevo starmene in pace quando
non volevo
vedere nessuno-
Lei
lo
guardò stupita.
In
quel
momento, fu come se qualcosa l’avesse risvegliata e riportata
alla realtà.
-
Sasori..-
-
Hn?-
-
Perché mi
hai portata qui?-
Anche
lui
allora si girò a guardarla.
-
Perché hai
deciso di mostrarmi questo posto che per te è
così importante, e mi ha
presentato tua nonna? Che cosa significa tutto questo?-
Lui
continuò
a fissarla in silenzio, per qualche attimo, con quell’aria
così calma, così
serena, mentre lei si sentiva il cuore battere a mille e attendeva in
ansia.
Era
da
quando erano arrivati, da quando era scesa dall’auto che le
sembrava di
sognare, di trovarsi in un altro mondo.
-
A dire la
verità non so nemmeno io il perché. So solo che
ti avevo detto che ti avrei
fatto conoscere di più di me, che volevo la smettessi di
guardarmi solo come
quel membro dell’Akatzuki con cui litigavi, e alla fine mi
sono ritrovato a
portarti qui. Forse l’ho fatto perché nel corso di
questi ultimi mesi anch’io
ho smesso di considerarti come la ragazza con la moto del deposito. Per
una
serie di coincidenze che per te immagino siano state indesiderate, ho
finito
per scoprire altri tuoi lati di te, di chi sei veramente, di cosa fai
nella
vita. E quindi ora eccomi qui..tutto ciò, ti spaventa?-
Lei
rimase
stupita a ricambiare quello sguardo che per la prima volta vedeva
così sincero
e limpido.
Tutto
quello,
la spaventava?
-
Un po’..-
mormorò in risposta, senza rendersene conto.
Lui
annui
tranquillo e andò a sedersi su una grande roccia, poi
indicò la parte vicino a
lui, invitandola a sedersi lì.
Sakura
si
avvicinò e rimase in silenzio.
-
Che cos’è
che ti spaventa di preciso? Non ti sarà venuta
l’ansia per via di mia nonna,
no?-
Lei
negò
subito con il capo per poi sorridere imbarazzata.
-
Figurati,
tua nonna è una persona adorabile. È solo che,
vedere che tu vuoi farmi
conoscere tutto questo, scoprire tutti questi lati di te, mi ha
lasciata
parecchio stupita. Anche dopo quello che è successo
ieri..dopo aver visto tutti
i miei lati negativi, sembri così sicuro a voler creare un
legame con me e poi
non capisco, com’è possibile che tu sia finito a
far parte dell’Akatzuki?
Perché hai deciso di intraprendere quella strada e diventare
quella persona?-
Lui
sospirò
e tenne lo sguardo verso il mare.
-
Te l’ho
già detto Sakura, le nostre motivazioni sono più
tosto simili. Il motivo per
cui sono finito in quell’organizzazione è una
storia parecchio lunga da
raccontare ma ciò non significa che per quelle volte in cui
mi hai incontrato al
deposito tu abbia il diritto di potermi classificare o giudicare.
D’altronde,
mi sembra che tu abbia già cominciato a cambiare un
po’ idea in questi ultimi
mesi, in quelle occasioni in cui abbiamo potuto conoscerci di
più e tu stessa,
devi ammettere che hai sempre cercato di mascherare la tua
identità e mostrarti
diversa con tutti, fino a crearti una doppia vita, o sbaglio?-
Lei
spostò
lo sguardo altrove, imbarazzata.
Vero,
tutto
ciò che aveva appena detto era vero, come ogni volta in cui
avevano parlato.
Era
sempre
stato il motivo principale per cui lo aveva odiato infondo, il fatto
che lui
riuscisse sempre a leggerle nell’anima e a dire
verità che lei più tosto
preferiva tenere celate, che riuscisse sempre a smascherarla, anche
quando
abitava ancora con Hiroshi e voleva disperatamente avere una vita
sempre sotto
controllo, dove lei era una ragazza forte e invincibile, quella tosta
che a
quattordici anni stava già su una moto da corsa a fare gare
clandestine, a
vincere i primi posti.
Anche
lì lui
era stato quello che la smascherava sempre, che scopriva con
tranquillità ogni
suo punto debole e ci giocava senza scrupoli.
E
dopo due
anni che lo aveva incontrato, le cose avevano preso una piega
inaspettata.
Era
stata
così tanto con la testa persa tra i suoi problemi della vita
di tutti i giorni,
con Itachi, con sua madre e Kira, che non si era accorta di tutti quei
cambiamenti avvenuti con lui.
Dalla
prima
volta in cui l’aveva rincontrato, dalla serata della
sparatoria dove l’aveva
baciata, dai primi messaggi a quella sera a casa sua, non riusciva
più a
considerarlo come prima, ad odiarlo con la stessa intensità.
Questo
perché, si rese conto con suo grande stupore, lui aveva
smesso di ferirla.
Da
quando si
erano rivisti, Sasori aveva smesso di usare le sue debolezze per
prendersi
gioco di lei, anche quando aveva scoperto della sua doppia vita, aveva
mantenuto il silenzio, anche quando aveva fatto l’incidente
con la moto ed era
così fragile da spezzare, così indifesa, non
aveva fatto nulla per ferirla.
-
Hey
ragazzina, se rimani così taciturna potrei arrivare a
pensare che davvero non
ti piace stare in mia compagnia, cos’è ti
scandalizza così tanto che ti abbia
portata qui? Eppure ti avevo avvisata che ti avrei portata a fare
qualche giro
e ne saresti stata stupita..eh..-
Lei
scosse
la testa.
-
Non è
questo, è solo che c’è ancora una cosa
che non riesco a capire, una cosa a cui
non riesco a dare una spiegazione..-
-
Di che
parli?-
Sakura
puntò
gli occhi fermi su quelli di lui.
-
Perché da
quando ci siamo rincontrati al deposito, qualche mese fa, sei cambiato
così
tanto? Mi ricordo molto bene di quanto ti piacesse torturarmi e di
quanto ti
stessi antipatica pochi anni fa, perché invece quando mi hai
rivista hai
insistito tanto per conoscermi e hai smesso di prenderti gioco di me?-
Lui
spalancò
gli occhi stupito per poi spostare lo sguardo altrove, mentre un lieve
rossore
andava a depositarsi sulle guancie.
Rimase
perplessa, perché reagiva così?
-
A dire la
verità, il motivo per cui ho smesso in quei anni di venire
insieme a Kakuzu a
ritirare la percentuale al deposito è stato proprio a causa
tua-
A
quelle
parole, Sakura sentì il cuore perdere un battito.
Cosa??
Oooooook,
salve, come state?? Mi state per tirare i pomodori per avervi lascato
proprio su questo punto??
Se
vi può far piacere saperlo ho già scritto l'altro
capitolo, quindi sarò puntuale, il che è un
miracolo con tutti gli impegni che ho tra studio e lavoro ultimamentexD
Allora,
che ve ne pare, come sta andando questo appuntamento tra i due?? Il
prossimo continuerà da dove ho lasciato e sarà un
capitolo dove verranno spiegate un po' di cosette, ci sarà
anche la risposta alla domanda che mi ha fatto pochi capitoli fa
Without_loved :PMi sono emozionata molto a scrivere questi capitoli e
spero di avervi trasmesso qualcosa ^^
Fatemi
sapere, un bacio
lovemusic
Ps.
per chi di voi ha appena iniziato scuola e per chi
l'università volevo farvi gli auguri per questo nuovo
inizio, siete depresse o contente che le vacanze siano finite??xD
io
con l'estate che ho appena passato sinceramente, direi che sono quasi
contenta, e voi?? :P
|
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Capitolo 25 *** Capitolo 25 ***
Le
note a fine capitolo.
Buona
lettura!
Capitolo 25
- A dire la verità, il motivo per cui ho
smesso in quei anni di venire insieme a Kakuzu a ritirare la
percentuale al
deposito è stato proprio a causa tua-
A quelle parole, Sakura sentì il cuore
perdere
un battito.
Cosa??
-
Hai
ragione, a quei tempi mi divertivo a prenderti in giro e stuzzicarti,
eppure
non so darti di preciso una spiegazione del perché nemmeno
io. Probabilmente
era solo perché ti vedevo così simile a me,
anch’io avevo cominciato a condurre
una vita rischiosa per far vedere a tutti che ero forte e capace di
tutto,
quindi penso chi mi impuntassi tanto a provocarti e a far cadere ogni
tua
sicurezza perché in realtà non volevo vedere
anche te fare quella fine, che in
fin dei conti, non porta a nulla..-
Vide
che
Sakura lo guardava sbalordita.
Lui
cominciò
a ridacchiare portandosi una mano dietro la nuca.
-
E poi
diciamo che alla fine ero anch’io ancora un ragazzino e agivo
secondo il mio
istinto senza pensare molto alle conseguenze, o a quello che provavano
gli
altri..-
-
E..perché
dici che hai smesso di venire al deposito per colpa mia?-
Lui
rimase un
attimo in silenzio a guardarla.
-
Non so se
ti farebbe veramente piacere saperlo..-
Lei
rimase
in attesa e lui si lasciò andare a un altro sospiro.
-
Ti ricordi
l’ultima volta che sono venuto? Prima che scomparissi?-
Lei
annuì,
con aria pensierosa.
Ricordava
fin troppo bene, pensò.
Quel
giorno
era stato un disastro e a mala pena era riuscita a scappare dopo che
Hiroshi
l’aveva picchiata così tanto da farle perdere i
sensi. Non ricordava di averlo
visto spesso così in collera con lei.
Ed
era
arrivata al deposito con i lividi ben evidenti, il labbro spaccato e un
occhio
gonfio.
Quella
volta
Hiroshi era stato così infuriato da non preoccuparsi di non
rendere evidente i
lividi e quello che le aveva fatto.
Era
stata
una giornata terribile e che preferiva non ricordare ma nonostante
tutto, non
riusciva a capire come quella sera potesse c’entrare qualcosa
con Sasori.
Ora
che ci
ripensava, non era nemmeno andata con Suigetsu per il pagamento,
l’aveva solo
intravisto dalla finestra della capanna dove si era messa a riposare.
-
Lo so che
quella sera non ci siamo parlati, ma io ti ho vista..- disse ad un
tratto lui,
risvegliandola dai suoi malinconici ricordi.
Arrossì
imbarazzata, intendeva dire che l’aveva vista in quelle
condizioni, con quei
lividi?
-
Quella
sera dopo il pagamento con quel ragazzo che sta sempre con te avevo
deciso di
rimanere un po’ lì per passare il tempo e mi ero
chiesto dove fossi finita tu,
che ormai eri diventata il mio passatempo preferito in quel posto
diciamo, e
così passeggiando per il posto ho visto quel tuo amico che
si dirigeva e
entrava verso la casetta all’inizio del bosco..e
l’ho seguito-
Sakura
si
irrigidì sul posto, senza più riuscire a
regolarizzare il respiro.
Le
tornò in
mente quel momento, e quello che era successo.
/
Flashback /
Da quando era scappata di casa, senza
nemmeno pensarci, aveva chiamato Suigetsu e era andata in quel luogo
che per
quanto assurdo potesse sembrare, le risultava il più sicuro
al mondo dove
rifugiarsi.
E ora si trovava lì, distesa su quel
divano
vecchio e impolverato cercando di trattenere i tremiti di paura che
ancora le
attraversavano il corpo, cercando di dimenticare quello che le era
appena
successo.
Non aveva mai visto Hiroshi così
arrabbiato,
così violento con lei.
E tutti quei lividi, sua madre se ne sarebbe
sicuramente accorta, e allora cosa sarebbe successo? Sarebbe cambiato
qualcosa?
Avrebbe smesso di vivere dentro quell’inferno?
Sentì il rumore di una porta aprirsi di
colpo.
Alzò il capo con fatica e vide il suo
amico
dai capelli argentati venirle incontro di corsa e con il respiro
affannato.
-
Sakura, scusa se ci ho messo così tanto, quel deficiente di
Kakuzu non mi
lasciava in pace, diceva che i conti non gli tornavano e queste cazzate qui..ho
portato questo comunque-
E le mostrò la piccola cassetta dei
medicinali che teneva in mano.
Sakura tentò di mettersi a sedere mentre
il
ragazzo si accomodava sul lato del divano e apriva la cassetta.
- Si può sapere cosa ti è
successo? Chi ti
ha ridotto in queste condizioni?-le chiese dopo aver cominciato a
medicarla.
Lei spostò lo sguardo altrove,pensierosa.
- Nessuno, è stato un incidente..non
preoccuparti-
Vide Suigetsu stringere con forza le mani a
pugno e fare un lungo sospiro.
- E’ stato di nuovo lui vero?? il
compagno
di tua madre? È così?-
Lei abbassò lo sguardo senza rispondere.
- Si può sapere perché ti
ostini a negarlo,
persino a me??E perché non lo denunci? Non devi permettergli
di farti questo
Sakura, dillo a tua madre no?-
Lei alzò il capo furiosa verso di lui.
- Perché, credi davvero che mia madre
non si
sia accorta di quello che succede? Ho cercato in mille modi di
farglielo
capire, di farle aprire gli occhi, e lei ha sempre visto tutto, ha
sempre avuto
la possibilità di sapere, ma non è questo che
vuole!-
Il ragazzo rimase a guardarla con sguardo
triste, mentre delle lacrime cominciavano a scorrere per le guance
della sua
amica che continuava a urlare.
- A lei non importa più niente di me! Da
quando mio padre non c’è più esiste
solo lei e il suo dolore, e non gli interessa
di quello che provo io, di quello che mi succede! Preferisce tenere gli
occhi
chiusi e fingere di non sapere piuttosto che ammettere che anche questo
amore
che prova è sbagliato, che soffrirà di nuovo, che
dovrà ricominciare da capo
un'altra volta, vuole rimanere così e fingere che sia tutto
perfetto, solo di
questo gli importa!-
- Sakura..- sussurrò lui.
Lei cominciò a piangere sempre di
più,
mentre i singhiozzi le impedivano di respirare regolarmente.
Suigetsu guardò la sua amica senza
sapere
come reagire, era la prima volta che la vedeva in quello stato e un
istinto di
rabbia incontrollata si riversò verso quell’uomo e
quella madre che la facevano
soffrire in quel modo.
- Sakura..puoi venire a stare da me se ti va,
per tutto il tempo che vuoi. Non posso prometterti una vita magnifica e
piena
di agi, ma almeno starai lontana da loro, non dovrai più
rivederli..- pronunciò
serio e con lo sguardo fisso sulle spalle tremanti di lei.
- Grazie Suigetsu..ma non posso..-
- Perché no?!? Per qual motivo ti ostini
a
restare lì?-
Sakura smise di piangere e tornò a
guardarlo
negli occhi, con espressione rassegnata.
- Perché non posso..lasciare mia madre.
Non
posso abbandonarla. Lo so che tutto quello che mi sta accadendo
è colpa sua,
che dovrei andarmene e basta ma non..non ce la faccio. Lei è
mia madre capisci?
L’ho vista in tutti questi anni soffrire così
tanto fino a ridursi a quello che
è ora..e anche se non riesco a perdonarla..non posso
lasciarla anche io. Non
sopravvivrebbe anche a questa perdita..lo so..e non posso farlo..non
posso..- e
la sua voce divenne un sussurro, mentre i suoi occhi tornavano a
riempirsi di
lacrime.
Si sentì avvolgere dalle braccia
dell’amico
con forza.
- Sakura, non ti preoccupare, ti capisco. Ma
ricordati che in qualsiasi momento, puoi chiamarmi e io ci
sarò per te, capito?
Non dimenticarlo Sakura..-
/
Flashback /
Sakura
si
sentì il corpo gelare.
-
Hai
sentito tutto, vero?- chiese, con tono freddo.
Sasori
annuì
con un leggero cenno del capo.
-
Ero
rimasto dietro la porta socchiusa per vedere quando se ne andava quando
ho
sentito quello che stavate dicendo..-
Lei
si alzò
con calma e cominciò ad allontanarsi.
-
Hey
aspetta! Dove stai andando?- chiese lui, non capendo quella reazione.
-
Me ne
vado- rispose gelida.
Lui
si
affrettò a raggiungerla e la fermò per un polso.
-
Ma che
stai dicendo?- esclamò scocciato.
Lei
si girò
dalla sua parte furiosa e con uno strattone si liberò dalla
sua presa.
-
Ho detto
che me ne vado! Pensi che non l’abbia capito?? Non voglio la
tua compassione,
pensi davvero che mi vada bene che tu fai tutto questo per me
perché ti faccio
pena?? Avrei preferito che continuassi a prenderti gioco di me a questo
punto!—
Lui
la
guardò ad occhi spalancati.
Lei
fece di
nuovo per andarsene ma il ragazzo la bloccò con le braccia,
stringendola a se in
un abbraccio per non farla muovere.
-
Lasciami
ti ho detto! Non voglio la tua stupida compassione!-
-
Allora ho
davvero ragione a chiamarti ragazzina!-
-
Cosa??-
esclamò in risposta lei, ancora più infuriata.
-
Si può
sapere come ti viene in mente di pensare che io faccia tutto questo per
una
ragazza, solo per pietà nei suoi confronti?? Sei diventata
stupida per caso?-
Lei
rimase
ferma, con il battito a mille, e senza riuscire a replicare altro, a
ragionare
con calma.
I
ricordi di
quella sera e sapere che proprio lui, che proprio Sasori sapeva tutto
su di
lei, che sapeva anche del suo passato , l’aveva fatta sentire
così fragile, da
perdere il controllo.
Cercò
di
tornare calma, di regolarizzare il respiro affannato.
-
E allora
perché?? Eh?-
Lui
fece un
lungo respiro e lasciò la presa su di lei.
-
Non ho mai
provato pietà nei tuoi confronti Sakura, anzi, il contrario.
Come ti ho già
detto ho sempre rivisto in te alcuni miei modi di fare e per questo
insistevo
tanto a darti fastidio, come uno stupido, perché non
pensavo..ma poi, dopo aver
sentito quello che avevi detto dietro quella porta, ho capito che non
eri come
credevo..-
Si
avvicinò
a lei fino a ridurre di pochi centimetri la distanza tra di loro.
-
Ragazzina..tu sei molto più forte di quanto credi. Ci vuole
coraggio per fare
le scelte che hai fatto tu. Non sei mai fuggita, sei rimasta dove
sentivi che
avevano bisogno di te. È per questo che ho deciso di
lasciarti in pace..di
andarmene..perché il tuo comportamento mi ha fatto pensare
molto anche a me stesso..e
a quelle scelte che avevo fatto io invece..-
Si
allontanò
di nuovo mentre le gote tornavano a farsi rosse e spostò lo
sguardo altrove,
evasivo.
-
Ma questi
sono altri discorsi comunque..poi alla fine, quando qualche mese fa
sono
ritornato e ti ho rivista non sono più riuscito a
ignorarti..e anche se
all’inizio ti provocavo giusto per curiosità..ho
cominciato a interessarmi
davvero a te..e tu a me..e ora eccoci qui -
Passò
qualche attimo di silenzio.
Poi
tornò a
guardarla.
-
Sei ancora
arrabbiata con me?-
Lei
sbuffò
imbarazzata, abbassando lo sguardo a terra.
Che
razza di
figuraccia aveva appena fatto? Si vergognava da morire,
però..non poteva fare a
meno di sentirsi un po’ felice.
Era
la prima
volta che qualcuno le diceva una cosa del genere, che le diceva di
essere
coraggiosa e forte.
E
a
dirglielo era stata proprio la persona che l’aveva sempre
ferita così tanto per
le sue debolezze, che conosceva tutto il suo passato e la sua doppia
vita.
Tornò
a
sedersi sul masso.
-
Evidentemente non mi conosci così bene, per pensare tutte
queste cose su di me.
Non sono così coraggiosa come dici tu..credimi-
Alzò
per un
momento lo sguardo su di lui, non ricevendo risposta, e lo vide
sorridere.
-
Cosa ci
trovi da ridere?-
-
Niente
ragazzina..niente-
-
E
finiscila di chiamarmi ragazzina!-
-
Perché, ti
da veramente così fastidio?-
-
Beh, vedi
un po’ tu!-
Lui
scoppiò
di nuovo a ridere e allora lei si girò dall’altra
parte del masso, con le
braccia incrociate e un espressione imbronciata.
-
Sakura..-
Lei
girò di
poco la testa.
-
Ecco..già
meglio- rispose secca e tornò a guardare dall’atra
parte.
Quando
sentì
tutto quel calore avvolgerla ci mise qualche secondo a capire che la
stava
abbracciando.
Sasori
aveva
avvolto le sue braccia attorno al corpo di lei e la stringeva con
delicatezza.
Sakura
si
irrigidì sul posto mentre il suo colorito andava a farsi
sempre più rosso e il
battito improvvisamente più veloce.
Volle
scacciarlo, allontanarlo da se e fargli anche qualche battuta, giusto
per
zittirlo come si deve.
Eppure..non
ci riuscì.
Alla
fine
rimase lì, ferma tra le sue braccia senza cercare di
divincolarsi, mentre il
suo corpo tornava pian piano a sciogliersi e appoggiarsi al corpo caldo
e
accogliente di lui.
Che
stava
succedendo, perché si sentiva così..serena?
-
Sakura..-
fece di nuovo lui e quel tono di voce, quel modo di pronunciare la sua
voce più
volte e con quella lentezza..le fecero tornare in mente la voce e il
viso di un
ragazzo moro, dai capelli lunghi e il sorriso sempre così
gentile, così
distante.
Durò
solo un
attimo però, perché fu subito pronta a scacciare
quell’immagine.
Il
pensiero
di lui le causava ancora troppa rabbia e lei non riusciva
più ad essere arrabbiata
in quel momento, non voleva più esserlo.
-
Sakura..e
tu..sei riuscita a perdonarmi?-
Lei
girò di
poco il capo a guardalo sorpresa, arrossendo subito dopo aver notato la
poca
distanza che divideva i loro visi.
Lo
sguardo
di lui in quel momento sembrava star cercando qualche risposta, qualche
significato profondo dentro di lei.
-
Io ho già cambiato
la mia idea su di te da tanto tempo ormai..e tu? Vorrei sapere se hai
smesso di
considerarmi come un nemico in grado di ferirti..se hai cominciato a
guardarmi
anche come una persona normale..come qualcuno con dei sentimenti, non
una
persona vuota..–
Sakura
sgranò gli occhi sorpresa, notando per la prima volta
qualcosa di cui prima non
si era mai accorta.
Aveva
sempre
dato per scontato che fosse solo lei quella assillata da mille dubbi,
piena di
confusione e di insicurezze e che tutti gli altri invece fossero molto
più
forti, che avessero tutte le risposte.
Ma
ora si
trovava davanti ad un ragazzo che come lei voleva qualche risposta,
qualche certezza.
Lui
che era
sempre stato in grado di ferirla quando voleva e che si era sempre
dimostrato
un muro impossibile da scavalcare ai suoi occhi ora le stava chiedendo
qualche
conferma.
E
lei si
rese conto che volendo, avrebbe potuto ferirlo.
Sarebbe
bastato così poco, e avrebbe potuto spezzare il suo cuore in
un attimo, e
fargli quello che lui anni prima aveva fatto con lei.
Ma
era
questo che voleva? Ora che sapeva di avere questo potere in mano, cosa
avrebbe
scelto?
Sospirò
profondamente e puntò i suoi occhi verdi e limpidi in quelli
cioccolato di lui.
-
Pensi che
mi troverei qui adesso, se non fosse così?-
sussurrò senza nemmeno accorgersene
e sorrise.
Vide
l’espressione di lui rilassarsi, sollevata e ricambiare il
sorriso.
Non
riuscì
nemmeno a capire di preciso quando le loro distanze cominciarono a
accorciarsi
tanto da far combaciare le proprie labbra.
L’unica
su
cui riusciva a concentrarsi in quel momento furono le labbra morbide e
carnose
di lui e di tutte le calde emozioni che le stava trasmettendo quel
bacio dolce,
lento e senza fine.
Saaalve!! ^^ ho deciso di postare il capitolo un giorno prima
perchè domani lavoro e non ho tempo per postare u.u
In ogni caso...che ne pensate??? Come ho già detto nel
scorso capitolo..mi è piaciuto molto scrivere questi
capitoli...perchè sono trapelati di più i veri
sentimenti dei personaggi e più verità..e..Vi
è piaciuto?? Fatemi sapere miraccomando, ci terrei molto a
capire se è stato tutto fuori luogo o vi è
piaciuto..compresa la scena dolce con sasori.. :)
Per il momento sakura sembra presa totalmente da lui..ma
sarà sempre così?? chi lo sa chi lo sa...nel
frattempo godetevi questo capitolo di pace :)
Scusate per queste note da schifo ma devo prepararmi per uscire e sono
in gran ritardo!
Cercherò di essere puntuale per il prossimo capitolo e nel
frattempo mando un bacione grande a tutte le persone che leggono e hanno
ancora la pazienza di seguire questa storia..e soprattutto a chi
recensisce!
Baci baci,
lovemusic
|
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Capitolo 26 *** Capitolo 26 ***
Dai
che sta volta ho saltato solo una settimana, miracolo divino! xD * si
ripara in attesa dei pomodori marci*
Le note a fine capitolo
Buona lettura!
Capitolo 26
Era
passato
un giorno da quando Sasori l’aveva riportata a casa.
Ma
alla
ragazza sembrava fosse passato solo qualche attimo.
Sentiva
dentro di se una gran confusione di emozioni che tentavano di esplodere
ogni
momento.
Avevano
trascorso la giornata dandosi baci infiniti e facendo qualche
passeggiata..ma
più passava il tempo e più Sakura sentiva il
bisogno di scappare.
E
in fondo
le aveva fatto piacere che Sasori fosse stato così
comprensivo, che non avesse insistito
o si fosse rifiutato di riportarla a casa.
Le
aveva
detto che capiva, che poteva prendersi tutto il tempo che voleva per
pensarci,
perché non era certo uno di quei ragazzini che pretendono
subito di fare la
coppietta innamorata che passeggia per i negozi di dolci ed
è sempre felice.
No,
perché
lui era Sasori.
Un
ragazzo
imprevedibile dai cui ci si poteva aspettare di tutto, tranne che si
comportasse come tutti gli altri.
Era
un
criminale, un membro di una pericolosa organizzazione, un essere capace
di
diventare spregevole e di ferirti..e un ragazzo romantico, che
è cresciuto con
quella nonna dolce e affettuosa da quando i suoi genitori erano morti,
che
nascondeva un lato così sensuale e profondo, come un grande
buco nero che ti
risucchia in un mondo pieno di piaceri e di peccati, dove
però trovavi anche
amore, tanto amore.
Un
ragazzo
che si apriva alla ragazza che le piaceva, che le faceva capire che era
importante.
Tutto
ciò
però non bastava per calmare l’animo inquieto
della rosa.
Nonostante
tutto,
non era riuscita a togliersi di dosso quel disagio, quella strana
sensazione
che la opprimeva.
E
tutto per
colpa di lui.
Solo
per
colpa sua.
O
forse era
lei che non voleva accettare di dimenticarlo??
Come
poteva,
d’altronde, cancellare del tutto i sentimenti verso quel
ragazzo moro e dal
sorriso gentile?
Nonostante
l’appuntamento romantico appena vissuto, non poteva fare a
meno di sentirsi
vuota, come fosse solo un guscio che custodiva il nulla.
E
la cosa
che più la faceva arrabbiare era il non sapere il
perché.
O
probabilmente era proprio il sapere la causa, o meglio chi le aveva
causato
quelle sensazioni, che le provocava tutta quella ira.
-
Sakura?-
La
rosa aprì
gli occhi di scattò e girò il capo verso la porta
della sua camera.
-
Che c’è
mamma?-
Sawako
abbassò per un attimo lo sguardo imbarazzata, poi fece un
sonoro sospiro e
decise di entrare nella camera di sua figlia, chiudendosi la porta alle
spalle.
Raggiunse
la
figlia a letto e si accomodò al lato opposto.
-
Posso
parlarti un attimo?-
Sakura
la
guardò per un attimo perplessa per poi annuire lentamente.
Vide
la
madre passarsi la mano tra i capelli nervosa e posare lo sguardo
altrove.
-
Volevo
solo sapere..come stavi-
Continuò
a
non capire.
Allora
Sawako decise di lasciarsi andare e farsi più coraggio.
-
Ultimamente sei tornata ad essere molto chiusa..e scontrosa..-
-
Anche con
Kira..-
Sakura
rotò
gli occhi al cielo scocciata.
-
Mamma..-
-
E non
iniziare ad arrabbiarti subito, non sono venuta per litigare, lo vedi
come
sei?-
Rimase
allora in silenzio ad ascoltare, senza sapere più come
controbattere.
-
Sakura..-iniziò lei.
-
Ti va di
parlarmi di quello che senti, di quello che provi? Perché
non tenti di sfogarti
con qualcuno, vedrai..che ti sentirai meglio..e vorrei che mi parlassi
delle
cose che ti danno fastidio di noi..di Kira..dacci almeno la
possibilità di
rimediare, no?-
-
Mamma..-
sospirò lei calma e Sawako allora attese in silenzio,
speranzosa.
-
Non ho
niente da dire-
La
donna
sgranò gli occhi sconvolta mentre sentiva una familiare
stretta dolorosa al
cuore.
Cercò
di non
rendere troppo evidente tutta la tristezza che quella risposta le aveva
suscitato e tentò di riprendere la calma.
-
Tesoro..-
e sta volta il suo tono di voce assunse un'altra tonalità,
un suono dolce, ma
profondamente triste.
-
Lo so
che..non sono stata una buona madre..che non ho fatto altro che
causarti
sofferenze su sofferenze..e tu sei sempre stata lì a
prenderti cura di me..ad
aiutare chiunque ne avesse il bisogno..proprio come tuo padre..-
E
a quelle parole
Sakura ebbe un sussulto.
-
Ma spero
che tu un giorno possa perdonarmi..e che mi dia la
possibilità di prendermi io
cura di te..e di comportarmi da madre per una buona volta-
Sakura
notò
gli occhi della madre farsi lucidi e guardare distrattamente la parete
accanto,
in attesa di una risposta.
Non
era il
momento adatto..quello..non era proprio il momento giusto.
Non
per
Sakura almeno.
Si
alzò a
sedere, attirando l’attenzione della madre su di se e
posò i suoi occhi verdi
limpidi in quelli lucidi di lei.
-
Non so se
una cosa del genere potrà mai accadere. Non so
più se c’è ancora spazio nel mio
cuore per te e per Kira..mi dispiace mamma- rispose fredda.
Vide
scendere una lacrima dagli occhi di sua madre e percorrere lentamente
le
guance.
Spostò
lo
sguardo altrove e rimase in silenzio e con il corpo rigido.
-
Capisco..-
la sentì sussurrare, poi udì solo un leggero
rumore di passi e una porta che si
apriva e richiudeva.
Si
accasciò
sul letto con un leggero tonfo mentre gli occhi, che cominciarono a
farsi
sempre più umidi, fissavano con sguardo vacuo il soffitto
della stanza.
Cosa
aveva
appena fatto? Perché le aveva risposto in quel modo,
perché l’aveva fatta
soffrire così tanto?
Eppure,
nonostante tutto il dolore che provava per tutto ciò che era
appena successo, non
riusciva a lasciarsi andare.
Si
sforzava
di trattenere le lacrime e tutte quelle sensazioni che tentavano di
fuori
uscire.
Perché
per
quanto fosse stata una risposta dolorosa e crudele, era stata sincera.
Sakura
si
era resa conto che non sapeva davvero se ce l’avrebbe fatta,
se sarebbe mai
riuscita a perdonarla del tutto, ad adattarsi a quella nuova famiglia.
Per
tutti
quegli anni non aveva fatto altro che convincersi di voler a tutti
costi
rimediare il rapporto, far diventare tutto bello e perfetto eppure, nel
momento
in cui la madre si era fatta avanti e aveva fatto la fatidica domanda,
la
risposta che aveva finito per dare non era quella che lei stessa si era
aspettata.
E
forse
davvero era diventata un mostro anche lei..proprio come
quell’Hiroshi..chissà
se in tutti quei anni di convivenza non avesse infine preso qualcosa
anche da
lui.
Forse
allora, era per questo che si trovava meglio con uno come Sasori..era
per
questo che uno invece come Itachi non l’aveva mai voluta.
Nessuno
vuole un mostro, nessuno.
La
mattina seguente
era andata a scuola che si sentiva a
pezzi, con il desiderio di trovarsi in mezzo alle altre
persone pari a
zero.
In
quei
ultimi giorni aveva finito per ritornare distante persino con Ino e
Hinata, e
con tutti i suoi amici.
Le
sembrava
di essere tornata sul punto di partenza di quando si era trasferita a
Tokyo,
dove lei si trovava nuovamente dentro quella palla di vetro e non
vedeva più
nessuno, non sentiva più niente.
Solo
che sta
volta non c’era più un'altra vita dove rifugiarsi,
non c’era più la Sakura
motociclista su cui sfogarsi, perché anche lì
ormai c’era troppo confusione,
perché alla fine anche quelle due vite erano finite
inevitabilmente per
scontrarsi e adesso non sapeva nemmeno più chi era la vera
Sakura o meno.
Al
suono
della campanella che segnava l’inizio della ricreazione aveva
usato una scusa
banale e palesemente falsa che nemmeno si ricordava più per
allontanarsi dalle
due ragazze e se ne era andata dalla classe senza più
guardare nessuno.
Sapeva
di
averle deluse, si immaginava già Ino tutta arrabbiata che
camminava in cerchio
nervosa mentre sparava insulti e imprecazioni verso di lei e Hinata che
cercava
di giustificarla, come sempre, ma alla fin fine anche lei ci rimaneva
male e
non capiva veramente perché la loro amica si ostinasse tanto
a tenerle alla
larga, invece di sfogarsi.
Sakura
continuò a camminare a testa bassa cercando di acuire i
sensi di colpa e
salendo le scale verso il terzo piano, invece di scendere per la mensa.
Cercò
di non
pensare al fatto che a quel piano si trovavano le classi dei quinti,
sperando
quindi di non incontrarlo, di non incrociare anche i suoi occhi, e si
diresse
verso il terrazzo.
Oltrepassò
tutti i ragazzi e le ragazze del quinto che uscivano dalle classi senza
rivolgere lo sguardo verso nessuno.
Una
volta
raggiunta entrò dalla porta di sicurezza dopo essersi
accertata che nessun
docente l’avesse notata e la richiuse una volta varcata.
Sapeva
che
se l’avessero vista l’avrebbero rimandata in
classe, visto che era vietato per
gli studenti stare in terrazza.
Strizzò
gli
occhi per pararsi dai raggi del sole e si guardò intorno. Un
enorme rialzo
sotto il cielo azzurro si estendeva di fronte a lei.
Cercò
un
posto all’ombra ed andò a sedersi lì,
appoggiandosi poi con la schiena al muro
e chiudendo gli occhi stanca.
Aveva
dormito poco e niente quella notte.
Non
era
riuscita a smettere di pensare a quello che aveva detto alla madre il
giorno
prima.
E
non era
solo il senso di colpa a farla
sentire
in quel modo, ma anche il senso di solitudine che la devastava.
Se
non
riusciva ad avere degli affetti famigliari, come poteva sperare che
quelle che
credeva fossero legami fossero veri, che
fosse davvero in grado di costruire un amicizia con Ino,
Hinata, Yuki, Naruto
e tutti gli altri?
Aveva
come
la sensazione che prima o poi anche loro si sarebbero accorti di tutto,
che
avrebbero saputo del suo lato cattivo, che non perdonava, e allora
l’avrebbero
allontanata, l’avrebbero mandata via.
La
sua testa
vagava tra questi pensieri bui con tanta intensità da non
accorgersi di un
rumore di una porta che si apriva e del leggero suono di passi che si
avvicinavano.
Si
accorse
di non essere sola nel momento in cui sentì una presenza
sedersi accanto a lei
e il suo gomito sfiorarsi con un altro.
Aprì
gli
occhi di scatto e girò il capo alla sua destra.
Itachi
guardava con sguardo perso le nuvole sul cielo.
Si
sentì
pervadere da migliaia di brividi.
-
Lo sai che
se ti avesse visto un professore adesso staresti già in vice
presidenza?-
Oooook innanzi
tutto notizia IMPORTANTE..siamo mooolto vicini alla fine del
racconto..il prossimo capitolo l'ho già scritto...dovrebbero
mancare all'incirca tre capitoli o 4 alla fine...e sinceramente mi
sento così strana a pensarci...oddio T.T
Comunque..cof
cof..ripenseremo a questo più in la..che ne pensate
del capitolo? Sinceramente non è che ne sia molto
convinta..come in tutti i miei capitoli del resto..più che
altro spero si sia notato il turbamento che sta vivendo la nostra
protagonista..se state capendoo più o meno del
perchè..se vi ha colpito la scena con la madre, è
stato un po' triste come capitolo lo so...
Diciamo che a segnare
l'inizio della fine ( che parolonexD) è proprio il fatto che
nella sua vita stanno venendo a galla tutti i suoi problemi e le sue
insicurezze, non può più nasconderle, e si
ritroverà ad affrontarle e a fare delle determinate
scelte..per lei che ha sempre preferito condurre doppie vite piu tosto
che affrontare di petto tutti i suoi problemi lo trovo abbastanza
giusto..secondo voi sarà abbastanza forte e saprà
risolvere tutto? :P
Lo sò sono
sadica vi ho lasciate sul più bello..ma tranquiiiilleeee il
prossimo capitolo sarà tutto ItaSaku..e non mancheranno i
colpi di scenaxD
Fatemi sapere i vostri
pareri, scusate come al solito del ritardo e un bacione grande a tutti
:)
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Capitolo 27 *** Capitolo 27 ***
Le
note a fine capitolo..
Buona
lettura!
Capitolo 27
-
Lo sai che
se ti avesse visto un professore saresti già finita in
presidenza?-
Disse
con
tono calmo, rilassato.
E
senza
capire il perché, senza riuscire ad a darsi un logica
spiegazione che potesse
spigare tutto, anche Sakura era calma.
Più
che
calma, sarebbe meglio definire stanca.
Guardò
il
suo profilo cercando di ignorare il cuore che batteva
all’impazzata e
chiedendosi di nuovo del perché non si trovasse
già a cacciarlo via, ad
urlargli contro quanto era arrabbiata con lui, invece di rimanere
immobile a
studiare per l’ennesima volta il suo profilo, pensando a
quanto fosse bello e
le solite idiozie.
Forse
era il
suo stato catatonico di tutti quei giorni o forse quella strana
sensazione di
vuoto e tristezza che la avvolgevano a renderla
così silenziosa.
E
adesso,
dopo quello che si erano detti le ultime volte,
dopo tutti i problemi che le aveva causato, si trovavano
insieme sulla
terrazza a guardare le nuvole sul cielo.
-
Potrei
dire lo stesso per te, cosa ci fa lo studente modello in una zona
vietata?-
rispose sarcastica.
E
che
studente modello, pensò ironica, tanto bravo da entrare in
un organizzazione
criminale per noia.
E
poi si
chiese per quale motivo le parlasse ancora. Sapeva di averlo ferito
quel giorno
con Sasori, anche se non aveva ancora ben capito del perché
lui si fosse
intromesso, e si chiedeva quindi del perché facesse finta di
niente.
Represse
tutti quei pensieri infantili e pieni di speranza che le suggerivano
tutte
quelle risposte assurde, come per esempio che lo facesse
perché in realtà prova
davvero qualcosa per lei, qualcosa di così forte da non
riuscire a lasciarla ed
altre baggianate.
-
Ti ho
vista passare davanti alla mia classe ed entrare qui- rispose breve,
lasciando
per sottointeso quindi che fosse venuto apposta per lei, che non fosse
stata
una coincidenza.
Lei
rimase
in silenzio senza saper cosa dire.
Pensò
a
quando ancora non era cominciato niente.
Quando
era
ancora la nuova arrivata chiusa e silenziosa, quando lo aveva
incontrato le
prime volte e per quei due anni si era limitata ad osservarlo da
lontano,
cercando di auto convincersi che non le piacesse affatto, che si
trattasse di
semplice attrazione infantile.
E
allora si
sarebbe solo sognata di trovarsi in una situazione del genere come
quella che
stava vivendo.
Di
trovarsi
accanto a lui da sola su un terrazzo, di conoscere così
tante cose di lui, di
esserne così perdutamente innamorata.
Perché
era
quello infondo, una stupida ragazzina innamorata di un tipo misterioso
e
assolutamente incomprensibile.
Quell’Itachi
dell’imponente famiglia Uchiha, quello dallo sguardo
enigmatico, al centro
dell’attenzione di tutti, irraggiungibile e avvolto da un
alone di mistero che
attraeva come una calamita. Come anche
quello
che voleva diventare un medico, e amava i bambini, che le era parso di
intravedere quei tempi.
Era
come la
mela di Adamo ed Eva, quella mela sul ramo più alto,
sull’albero proibito,
nella zona del peccato.
Come
quella
mela che sai che non dovresti mangiare, che non potrai mai raggiungere
su quel
ramo, perché non sei abbastanza alta per raggiungerlo, non
sei abbastanza
importante, ma la vuoi comunque, la desideri in continuazione e non
riesci a
togliertela dalla testa.
Poi
quando
le cose sembravano prendere una piega buona, che mai si sarebbe
aspettata, si
era ritrovata a cadere per terra. Mentre quel ramo dove la mela
rimaneva appesa
si alzava ancora di più, diventava sempre più
irraggiungibile.
E
in quel
momento vorrebbe tanto chiedergli milioni di cose, del
perché l’avesse baciata,
del perché fosse venuto da lei quando l’aveva
vista con Sasori, del perché si
preoccupasse per una come lei se poi tornava freddo, se poi era
fidanzato con
quella Konan.
Ma
non può,
non ce la fa. È troppo stanca, è troppo
vulnerabile, e un altro rifiuto,
un'altra parola fredda e crudele non riuscirebbe a reggerla.
Devo dimenticarlo, pensò, devo dimenticarmi per sempre di lui e andare
avanti.
E
le tornò
in mente Sasori, il suo corteggiamento, le sue parole, i suoi baci.
-
Non c’è
bisogno che mi eviti comunque-
Fece
ad un
tratto lui e Sakura sussultò dalla sorpresa, riprendendosi
dai suoi pensieri.
Che
intendeva dire?
Lui
si girò
a guardarla e fissò quegli occhi nero pece in quelli verdi
limpidi di lei.
-
Ieri sera
non ti sei presentata alla cena a casa mia, sono venuti solo Kira e la
signora
Sawako –
Sakura
sgranò gli occhi sorpresa. Poi abbassò lo sguardo
triste. Sua madre non le
aveva detto niente della cena, non si erano proprio parlate dopo quel
discorso
in camera sua, se proprio doveva essere sincera. Non c’era da
stupirsi che non
le avesse detto niente. Nessuna delle due aveva trovato ancora il
coraggio di
guardarsi in faccia, soprattutto Sakura.
-
Se è a
causa della mia presenza che non sei voluta venire, allora mi dispiace.
Mi
dispiace se ti ho causato tanti problemi negli ultimi tempi. Sono stato
uno
stupido- Sakura rimase a bocca spalancata ad ascoltarlo.
-
Ma viste
comunque le tue ultime decisioni che hai preso riguardo la tua vita,
direi che
non c’è più niente da chiarire. Direi
che se è questa la direzione che hai
deciso di prendere, andando a fare la motociclista in quel luogo e
frequentando
quello, allora tutte le nostre
incomprensioni non hanno più valore. Evidentemente mi ero
fatto un idea su di
te e ho agito di sproposito in base a quelle
e forse per te è lo stesso, ma adesso non
c’è più nulla per cui litigare.
È meglio per tutti se dimentichiamo tutto quanto e facciamo
finta di niente. –
-
Quindi
puoi venire insieme a Kira da noi tutte le volte che vuoi, la mia
presenza non
deve più essere un motivo di fastidio- concluse freddo.
Sakura
strinse i pugni con rabbia.
Lei
e le sue
stupide speranze.
Quindi
era
questo il motivo per cui era venuto a parlarle? Per darle una specie di
addio
con scuse incomprensibili e dirle come al solito di dimenticare tutto,
di fare
finta che loro due non si siano mai conosciuti perché era
meglio così, perché
era rimasto deluso da quello che lei si era rilevata essere veramente?
Sentì
una
dolorosa stretta al cuore.
Era
così che
avrebbero reagito anche i suoi amici,una volta scoperto chi era lei
veramente?
Sarebbe stata questa la loro reazione?
Tutto
ciò le
faceva male, tremendamente male,e non sapeva nemmeno dire con
precisione se
quel dolore fosse provocato perché si aspettava una razione
del genere o perché
era stato proprio lui a dirle tutte quelle cose.
Tornò
a
guardarlo con sguardo triste.
-
Se è
questo quello che vuoi, allora va bene. Non credere però di
potermi giudicare
in questo modo solo per delle mie scelte di vita. Solo
perché non conoscevi
alcune cose di me, non vuol dire che io ti abbia mentito. Non ho mai
finto con
te, sono sempre stata me stessa, sempre. Se c’è
qualcuno qui che invece ha
recitato per tutto il tempo sei stato tu. Anch’io mi ero
fatta un idea su di
te, credevo veramente che fossi diverso, che ci fosse qualcosa di
più, ma mi
sbagliavo- Itachi spostò lo sguardo altrove, come fosse
consapevole di quello
che le stava dicendo e rimase in silenzio.
Sakura
si
alzò in piedi, davanti a lui, pronta ad andarsene.
-
E mi
dispiace, ma non posso dimenticare tutto questo- e dopo avergli dato le
spalle,
con il cuore a mille, cominciò
ad
allontanarsi in fretta.
Arrivata
alla porta allungò la mano verso la maniglia e fece per
aprire quando si sentì
afferrare d’un tratto da dietro.
La
presa
sulla mano la fece girare completamente fino a trovarsi davanti al moro
che la
spinse con un unico movimento verso il muro bloccandola tra le sue
braccia.
Ebbe
solo un
attimo per concepire che si ritrovava il suo viso a pochi millimetri di
distanza prima di ritrovarsi le sue labbra premere con energia verso le
proprie.
E
lì, senza
più ragionare, senza più farsi domande sul
perché o sul come, decise semplicemente
di chiudere gli occhi e rispondere con foga a quel bacio.
Sentì
la
lingua di lui cercare di farsi spazio tra le sue labbra e lei in
risposta le
aprì in attimo, desiderosa di ritrovare il suo sapore, di
poterlo assaporare
più a fondo.
Lo
sentì
afferrarle i polsi e portarli entrambi ai lati del suo capo, mentre con
il
corpo si avvicinava, aderendo completamente al suo.
Ogni
cellula
di lei andò in fiamme a quel contatto, al sentire tutto il
suo corpo caldo a
contatto con il proprio.
Il
cuore
batteva all’impazzata e all’altezza dello stomaco
sentiva un calore
insopportabile aumentare, scendere e spostarsi al basso ventre,
provocandole
migliaia di brividi e un desiderio forte che non aveva mai provato.
Continuò
a
ricambiare in un bacio rabbioso, che sembrava nascondere mille
risposte, mille
desideri.
Il
moro le
lasciò un polso per spostare la mano sul fianco di lei,
stringendo con una
presa forte e dolce allo stesso tempo.
Lei
avvolse
il braccio attorno al collo di lui e si attaccò ancora di
più al suo corpo
quando sentirono improvvisamente dei passi avvicinarsi.
Si
staccarono di botto, e Sakura cercò di capire
cos’era appena successo, mentre
tentava di mettere a fuoco il ragazzo davanti che sembrava affannato e
accaldato tanto quanto lei.
-
Hey Rikudo che stai facendo lì? La
lezione
sta per cominciare-
- E’ che mi è sembrato di
sentire delle
voci..beh non importa,
arrivo subito!-
Sentirono
a
poca distanza dalla porta.
Quando
udirono poi dei passi allontanarsi Sakura fece un sospiro di sollievo,
poi
tornò a guardare Itachi.
Lui
la
osservava con sguardo indecifrabile, le guance ancora arrossate dalla
foga di
prima e il respiro leggermente accelerato.
-
Addio
Sakura..- sussurrò e i suoi occhi sembravano veramente
tristi, come se davvero
non volesse tutto questo, come se stesse per partire per sempre e
volesse darle
un ultimo saluto.
Sembravano
nascondere qualcosa, qualcosa di pericoloso, quegl’occhi .
Sakura
rimase in silenzio a guardarlo senza riuscire a dire nulla, mentre lo
vedeva
allontanarsi e rientrare per primo dentro scuola.
Si
portò una
mano al petto come per cercare di calmare i battiti frenetici del suo
cuore.
Ripensò
a
quello che era appena successo e a tutte le sensazioni travolgenti che
aveva
appena provato.
Possibile
che si potesse arrivare a provare tanto anche solo con un bacio,
possibile che
tutto questo lo provasse proprio con lui?
Doveva
dimenticarsi di Itachi Uchiha, doveva dimenticarlo per sempre.
Ma ora, ora che aveva appena dato un
morso a quella succosa
mela proibita, sarebbe riuscita nel suo intento?
Aaaaaallora..ma ciao!!!
Che mi dite di bello?? XD
Vabbè, bando
alle ciance, che ne dite del capitolo??? Sono stata molto indecisa sul
come scriverlo..eeee sì ho aggiunto una piccola scena
piccante tra la protagonista e il nostro bel moretto..che dite vi
è piaciuta?? Non è che io sia proprio esperta nel
descrivere queste scene quindi fatemi sapere dove ho fatto schifo e se
non ha trasmesso niente..ci tengo! Allora..ve lo aspettavate una
reazione del genere da parte del moro?? ormai si sta dimostrando sempre
più imprevedibile eh..e per chi lo aveva tanto richiesto ho
voluto dedicare tutto il capitolo a loro..:P e poi vorrei sapere quale
scena del bacio avete preferito..se con sasori o con itachi :)
Ok ok..sono stra insucura
su questo capitolo...quindi scappo va..pima che mi arrivino le verdure
marce addosso!
un bacio e al prossimo
capitolo che spero arriverà al più presto!
Alla prossima,
lovemusic ;)
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Capitolo 28 *** Capitolo 28 ***
Ecco finalemnte il capitolo, anche se vi avviso, sarà un
capitolo di passaggio ;)
Buona lettura e scusate per l'attesa!
Capitolo 28
-
Sono
arrabbiate con me, vero??-
Naruto
si
girò sorpreso dalla sua parte, mentre Sasuke si limitava a
un espressione
accigliata.
Sakura
continuò a mantenere lo sguardo verso la porta della classe
da cui erano appena
uscite le due amiche, per andare da chissà quale parte.
Dall’altro
giorno in cui era scappata da loro per andare al terrazzo, dove poi era
successo..tutto quello, le due sembravano evitarla.
Ino
pareva
furiosa con lei e anche Hinata infondo, per quanto tentasse di rimanere
gentile
nei suoi confronti, rimaneva delusa, delusa da lei.
Naruto
cominciò a ridacchiare nervoso portando una mano dietro la
nuca.
-
Ahahah ma
no Sakura-chan, sarà sicuramente una tua impressione!!
Magari sono solo
sovrappensiero!-
-
O magari
si sono stancate di avere un rapporto d’amicizia a senso
unico..- fece con tono
calmo il moro davanti.
Lei
e Naruto
si girarono a guardarlo di scatto.
-
Ehy teme
la vuoi finire con le tue stupide frasi senza senso?? Non impicciarti
nelle
questioni degli altri!-
Cominciò
a
urlargli addosso il biondo mentre Sakura continuava ad osservarlo in
silenzio.
Sasuke
si
limitò a ricambiare quello sguardo senza rispondere
all’amico.
-
Non è un
amicizia a senso unico, tengo molto a loro- rispose seria lei e nel
frattempo
mille pensieri al riguardo cominciarono ad affollarle la mente.
Lui
inarcò
un sopraciglio e si spostò completamente verso di lei.
-
Ah no?
strano , a vedervi sarebbe difficile da capire, lo sarebbe per tutti.
Se anche
fosse che veramente ci tieni, non è che tu l’abbia
mai dimostrato molto direi-
sentenziò l’altro con calma facendo diventare il
biondo rosso dalla rabbia. Sakura
rimase immobile, ferma come una statua.
-
Ma brutto
teme!! La vuoi finire con queste cavolate!! Sakura-chan tranquilla,
davvero,
sono sicuro, anzi, siamo tutti certi che anche tu sei legata a loro,
non c’è
mica bisogno di appendere i manifesti, va bene anche come sei tu..-
Sbatté
le palpebre perplessa, va
bene anche come sei tu??
Ignorò
per il momento quelle parole associandole a una incapacità
del
biondo nel raggruppare due parole insieme e si concentrò
sull’altro.
-
Strano che uno come te mi venga a fare la predica su come si
dimostra l’amicizia verso qualcuno, no?- fece con una non
tanto celata vena di
nervosismo.
Lui
sorrise divertito.
-
Beh io almeno non vado a dire che faccio le cose diversamente da
come sono o di comportarmi da bravo amico. Ma visto come sembri
convinta allora
dimmi, sai che Naruto e Hinata hanno cominciato a frequentarsi?- la
rosa
spalancò gli occhi sorpresa e girò il capo a
guardare Naruto, che nel frattempo
era diventato rosso come pomodoro dall’imbarazzo.
-
He he..S-Sakura-chan, scusa pensavo lo avessi già saputa da
Hinata..-
-
Oh..- fece lei confusa, mentre una sensazione di tristezza a cui non
riusciva a dare spiegazione si faceva strada in lei.
-
Sono felice per voi..-
-
Ah e un'altra..- fece Sasuke, attirando nuovamente
l’attenzione
smarrita di lei su di se.
-
Sapevi che i genitori di Ino hanno deciso di divorziare? Non che sia
una che fa trasparire molto quando è triste ma..se persino
io che non ho
rapporti di grande confidenza con lei lo so, mi meraviglia che tu ne
rimanga
tanto sorpresa, e che non ne sia stata informata-
Sakura
rimase semplicemente spiazzata.
Tornò
a guardare verso la porta come a voler cercare le loro figure,
mentre un forte moto di tristezza la avvolgeva completamente.
Improvvisamente
si sentiva come un pesce fuor d’acqua.
Si
puà sapere dov’era stata in tutto quel periodo??
Perché non le
avevano detto nulla?? Possibile che dopo tutti quei sforzi fatti per
ambientarsi e legarsi a loro, per uscire da quella boccia di vetro che
l’aveva
sempre tenuta esclusa, si fosse di nuovo isolata e persa tra i suoi
pensieri e
i suoi problemi?
Sentì
di nuovo quella familiare sensazione di angoscia che provava
quando Hiroshi le toglieva tutte le certezze che si creava nella sua
vita,
quando tutte le sue abitudini e piccole gioie scomparivano per dare
spazio al
vuoto più totale, dove c’era lei, che aveva finito
per il rimanere sola,
lontana da tutti.
Lontana
da sua madre, lontana da gli amici, lontana da tutta la
realtà
e gli affetti che la circondavano.
-
In conclusione- aggiunse il moro affondando i suoi occhi profondi in
quelli persi di lei- se dovessimo classificarti al livello di amicizia
tra
tutti noi direi che..risulteresti poco più di una conoscente-
-
Teme!! Finiscila!!-
Sakura
spostò lo sguardo altrove, senza riuscire a contro
rispondere
in alcun modo.
Infondo,
pensò, lo sapeva.
Sapeva
benissimo quanto fossero vere quelle parole, quanto
questo fosse stata lei stessa a causarlo.
Non
aveva fatto altro che tenere segreti e mentire per pura paura di
non essere capita ed allontanata, senza rendersi conto che in tal modo
aveva
ottenuto solo il risultato contrario.
Sapeva
tutto questo, lo sapeva bene, ma il sentirselo dire in faccia
in quel modo, trovarsi ad ammetterlo realmente le aveva fatto male.
Tutto
questo faceva davvero molto male.
Sasuke
continuò a studiare pensieroso la reazione della ragazza,
ignorando le prediche dell’amico e concentrandosi solo su di
lei.
Chissà
se in questo modo, le cose si sarebbero finalmente un po’
smosse, pensò.
Sakura
passò la ricreazione e il resto delle ore in silenzio a
guardare fuori dalla finestra, sbirciando di tanto in tanto le sagome
delle sue
amiche che seguivano con tranquillità la spiegazione del
professore.
Che
razza di amica falsa, che era stata.
Non
aveva fatto altro che pensare ai suoi problema senza mai
concentrarsi sulle persone intorno, senza mai darle importanza.
Era
questo che Itachi vedeva in lei e che non voleva, pensò con
sofferenza, era per questo che le aveva detto addio, che ogni volta se
ne
andava?
Si
sentì male a ripensare a lui, al calore del suo corpo, alle
sue
labbra, al suo sguardo triste.
Accantonò
il pensiero e si concentrò sulla spiegazione.
All’uscita
dell’edificio scolastico camminava a testa basta e
pensierosa sena tener conto di nessuno, desiderosa soltanto di
ritornare al più
presto a casa.
Desiderosa
che diventasse al più presto sera per poter salire in moto,
e partire, partire a tutta velocità.
A
pochi metri dalla svolta per prendere la prima via a destra si
sentì
afferrare per un braccio e quando girò il capo per vedere
chi fosse
spalancò gli occhi sorpresa.
-
Hai freddo per caso?- disse notando che le sue spalle
tremolavano senza sosta.
Sakura
continuò a guardarlo come fosse pazzo.
-
Fammi capire, mi hai trascinata fino a qui per chiedermi se ho
freddo??-
Lui
allargò le palpebre sorpreso e infine prese a giocherellare
con la
catenina dei jeans a disagio.
-
No..certo che no..e scusami, non volevo trascinarti in quel modo.
Solo che non volevo ci vedessero-
-
Non credo ci fosse comunque bisogno di fare tutta quella scena!!-
-
Lo so..perdonami-
Lei
rimase per qualche attimo a fissarlo in silenzio.
Fece
per parlare quando fu interrotta dalla sua voce.
-
So che non ho nessuna scusante per averti trascinata a venire con
me..ma vorrei lo stesso che mi dessi la possibilità di
chiarirmi e di spiegarti
tutto..me lo permetterai?-
Studiò
i suoi lineamenti per qualche minuto nel silenzio più totale.
Infine
si lasciò andare a un sonoro sospiro e stringendosi nel suo
sottile giacchetto in quella giornata così folata
puntò i suoi occhi verdi
smeraldo su quelli persi di lui.
-
Va bene, non c’è bisogno di fare tutti questi giri
di parole-
Lui
sorrise raggiante.
Lei
rimase seria a fissarlo.
-
Yahiko, cos’è che vuoi dirmi?-
muahahahahah, ok ammetto che mi sono sentita particolarmente sadica
nello scrivere l'ultimo pezzo!
Chi di voi aveva capito che si trattasse di Yahiko? a chi avevate
pensato altrimenti??
Tralasciando questo, buona sera care lettrici ( e lettori se vi sono) !
Dopo una lunga attesa, e mi scuso di nuovo per questo ma cause maggiori
me l'hanno impedito, sono riuscita finalemente a postare!!
Che ne pensate del capitolo?? Ovviamente non mi convince affatto, avrei
voluto scrivere molto di più ma essendo di passaggio avrei
finito con il dare troppe informazioni..
Non so se avete notato..ma sembra che negli ultimi capitoli pubblicati
la vita di Sakura stia prendendo una piega piuttosto spiacevole sotto
tutti i punti di vita, sembra che tutto stia andando a rotoli..e questo
è quello che ci porterà alla fine del racconto,
dove la nostra protagonista dovrà finalmente decidersi a
fare qualcosa per riparare la situazione e trovare una direzione nella
sua vita, secondo voi come andrà a finire??
Spero non vi stiano annoiando sinceramente, ho questa paura inconscaxD
Fatemi sapere miraccomando :)
Ringrazio di nuovo per tutte le persone che mi seguono e recensiscono,
come state?? come vi butta la vita?? :)
Fatemi sapere, un bacio grande
lovemusic
|
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Capitolo 29 *** capitolo 29 ***
Felice anno nuovo a tutti
i lettoriii!!
Vi avviso che essendo gli
ultimi capitoli per
necessità ho raddoppiato la lunghezza di questi capitoli poi
fatemi sapere se invece sarebbe meglio farli più brevi.
Le note a fine capitolo,
buona lettura!
Capitolo 29
Lui sorrise raggiante.
Lei rimase seria a fissarlo.
- Yahiko, cos’è che vuoi
dirmi?-
-
So che ti
sembrerà assurdo..ma vorrei che tu mi aiutassi-
Sakura
rimase per un attimo interdetta.
-
Aiutarti?-Lui si guardò attorno a disagio.
-
Riguarda Konan-
Roteò
gli
occhi al cielo. Che altro altrimenti? Doveva immaginarlo.
-
Yahiko ti
ripeto per l’ennesima volta che io e Konan non siamo
–
-
Lo so lo
so- la interruppe il ragazzo sospirando.
-
L’altra
volta, hai fatto quello che ti ho chiesto-
Lei
spalancò
gli occhi sorpresa.
- Anche se non mi conoscevi
affatto e non sei
in buon rapporti con lei hai deciso comunque di aiutarmi-
Sbuffò
scocciata.
-
Questo non
vuol dire che-
-
Che mi
aiuterai di nuovo sì so anche questo-
Passò
qualche attimo di silenzio.
-
Solo che
davvero, sei l’unica persona a cui posso chiederlo..nessuna
di quelle sue amiche mi
ascolterebbe-
Sakura
pensò
che effettivamente quelle amiche
dovevano essere molto più intelligenti di lei al momento.
-
Io vorrei
che tu le parlassi..-
Si
passò una
mano tra i capelli innervosita.
Perché
cavolo si trovava ancora lì??
Con
tutto lo
stress che aveva dovuto sopportare in quei giorni in quell’
istante sentiva
solo il bisogno di tornare a casa e dormire.
E
magari
chissà, non svegliarsi più.
Sì,
voleva solo
questo.
Cominciò
a
indietreggiare con passi lenti e trascinati.
-
Senti
Yahiko, mi dispiace, mi dispiace davvero ma non posso aiutarti-
Lui
spalancò
gli occhi sorpreso.
- Ho già
parecchio a cui pensare da me e
soprattutto non ho alcun interesse ad aiutare una come Konan,
già non capisco
come tu possa preoccuparti tanto per una persona del genere, quindi..-
Voltò
le
spalle al ragazzo e fece per incamminarsi.
-
Sakura
aspetta!-
-
Io capisco
di non poterti costringere, ma credimi Konan non è come
credi, lei non è
cattiva..ha solo paura di non essere accettata se si mostrasse
realmente per
com’è-
Sakura
a
quelle parole sorrise ironica.
Allora
infondo ce l’avevano qualcosa in comune.
Yahiko
cominciò a camminare in cerchio portandosi le mani tra i
capelli con fare
agitato.
-
E’ solo
che si tratta di una questione importante. Se Konan e Itachi continuano
così,
potrebbero davvero finire in guai seri-
Il
corpo di
Sakura divenne di marmo.
Si
girò di
scattò verso il ragazzo.
-
A che ti
riferisci?-
Lui
si fermò
a guardarla con aria improvvisamente più controllata.
-
Sei
disposta ad aiutarmi?-
Si
avvicinò
a lui con passi decisi.
-
Vedremo,
credo che prima dovrai spiegarmi un po’ di cose-
Si
guardarono in silenzio per qualche attimo, poi lui annui lentamente e
le prese
una mano.
-
Seguimi-
-
Da dove
vuoi che inizi?-
-
Dall’inizio, spiegami tutto per favore - rispose seria e con
il cuore che
batteva a mille.
Non
poteva
farsi sfuggire nulla, non voleva più nessun fraintendimento.
-
Beh
allora..immagino tu ti sia chiesta come mai uno come me voglia aiutare
Konan-
Si
limitò ad
osservarlo con attenzione
-
..vedi io
e lei siamo amici di infanzia-
Lei
lo fissò
perplessa.
-
Io Konan e
un nostro amico, Nagato, eravamo diventati migliori amici quando
eravamo all’orfanotrofio-
Rimase
di
sasso.
Orfanotrofio?
-
Intendi
dire che..?-
-
Sì, è
stata adottata, i suoi veri genitori l’hanno abbandonata
quando nacque così la
sua infanzia l’ha passata all’orfanotrofio, dove ha
conosciuto poi me e Nagato
–
A
stento
riusciva a credere a quelle parole.
- Il punto è che
prima che venisse adottata..io
lei e Nagato avevamo preso una brutta strada..non era facile
sopravvivere nella
zona in cui siamo cresciuti, venivamo denigrati e disprezzati da molti,
così
per cavarcela in
qualche modo abbiamo
provato ad inserirci in quei gruppi di teppisti. Eravamo
così stupidi..-
Sakura
rimase in silenzio ad ascoltare.
Sapeva
di
cosa stava parlando. Sapeva quanto la solitudine riuscisse a portare a
gesti
estremi.
-
Facevamo
di tutto per compiacere i ragazzi più grandi che
comandavano. Spesso ci
mandavano a rubare nelle case dei ricchi, per testare la nostra
fedeltà..o
probabilmente solo per divertimento..fatto sta che noi eseguivamo gli
ordini..fino a che un giorno ovviamente non fummo scoperti-
/
FLASHBACK/
- Nagato muoviti!!sei sempre la solita
lumaca!- esclamò sussurrando il ragazzino dai capelli color
rame.
- Nagato su! O ci scopriranno!- ripeté
la
bambina dai corti capelli blu.
- Eccomi! Scusate ma mi sembrava di aver
visto qualcuno..-
- Non dire cavolate Chiyu ci ha detto che
oggi erano partiti tutti!-
Il ragazzo dai capelli rossi , lunghi tanto
da coprirli in parte gli occhi, chinò la testa dispiaciuto.
- Lo so ma credevo davvero di aver visto
qualcuno..-
Konan roteò gli occhi al cielo sbuffando.
- Sei il solito fifone!-
Yahiko fece un profondo respiro e
cominciò a
incamminarsi tra i cespugli.
- Lasciamo perdere ora, forza andiamo!-
Konan sorrise guardandolo con occhi che
brillavano dall’adorazione.
- Ecco visto Nagato, dovresti essere più
coraggioso, proprio come Yahiko!-
E corse a raggiungerlo.
Il ragazzo rimasto per ultimo si
affrettò a
raggiungerli borbottando un “ sempre la solita
storia..”
Camminarono per un po’, stando attenti a
non
stare troppo in vista, in caso di telecamere, perché ormai
sì, erano diventati
esperti, e arrivarono infine alla loro meta.
Guardarono per un attimo la finestra
socchiusa come fosse il Santo Graal, poi si inoltrarono
all’interno di essa.
Si fissarono tra loro perplessi.
- Hey ragazzi..a me questa non sembra la
camera di un bambino..- sussurrò Nagato agitato.
- Non è che per caso ci hanno detto una
cavolata..-
- Sta zitto!- lo interruppe urlando
l’altro
per poi ricordarsi l’attimo dopo di aver alzato troppo la
voce.
Guardò in cagnesco l’amico.
- Non dire cavolate Nagato!! Sicuramente
avremo capito male le indicazioni, Chiyu non ci direbbe mai una bugia,
ha detto
che ormai siamo anche noi le gruppo e tra compagni non ci si frega!-
Continuò
sussurrando e guardandosi in torno con fare sempre
più agitato.
- Lui non lo farebbe mai..ne sono sicuro..-
e voltò loro le spalle cercando di trovare una soluzione.
Quella casa era enorme, come avrebbero fatto
a trovare la camera senza indicazioni, prima che qualcuno della
servitù li
scoprisse?
Konan guardò i due con fare preoccupato,
poi
si avvicinò al ragazzo dai capelli rossi dandogli una pacca
sulla spalla. Non
le piaceva vederli litigare in quel modo.
-
Dai..lo sai che non ce l’ha con te..-
Poi cominciò a guardarsi intorno con
occhi
curiosi.
Quella camera da letto doveva essere
sicuramente dei genitori. Era grande e luminosa, con un enorme letto
dall’aria
decisamente comoda e un armadio che la ragazza si sarebbe solo sognata
di poter
avere.
Senza accorgersene si avvicinò e
aprì un
anta di essa.
- Bene..per prima cosa, dobbiamo controllare
se ci sono persone in giro.. –
Guardò meravigliata tutti quei vestiti
eleganti. Portò una mano e cominciò ad
accarezzarli.
- E magari potremmo provare a cercare la
camera giusta..-
Quelli sì che erano abiti da principessa!
- O forse potremmo semplicemente prendere
qualche gioiello di valore che troviamo qui così non
torniamo a mani vuote..-
- Che bello..chissà se da grande
potrò
mettere anche io un vestito del genere..-
I due ragazzi si girarono stupiti a
guardarla.
La loro compagna stava con un lungo vestito
blu notte tra le braccia e un sguardo sognante di fronte lo specchio.
- Konan! Smettila di sognare e non toccare
niente! Non devono trovare niente fuori po-
- E voi chi siete?-
I tre si gelarono all’istante.
Girarono lentamente lo sguardo verso la
porta.
Una donna dai lunghi capelli biondi, alta e
dai brillanti occhi azzurri li osservava perplessa.
- Come avete fatto ad entrare qui?-
continuò
avanzando a passi lenti verso di loro.
I tre cominciarono a sudare freddo.
Yahiko diede una fugace occhiata alla
finestra ancora aperta.
Troppo lontana.
- Ecco..noi..- cominciò a balbettare.
- Noi stavamo cercando un bambino che abita
qui- continuò prontamente Nagato.
I due si voltarono a guardarlo meravigliati.
Yahiko sorrise compiaciuto.
- Un bambino?-
- Sì un bambino, Itachi!-
La signora continuò a guardarli sempre
più
perplessa.
- Volevamo chiamarlo per giocare ma non
sapevamo dove trovarlo..- concluse il rosso.
La donna bionda allora incrociò le
braccia
al petto con fare scettico e rimase ad osservarli incuriosita per un
po’.
Vide lo stato trasandato e un po’
malandato
dei loro abiti fino a posare gli occhi sulla ragazzina accanto lo
specchio.
Il suo viso assunse un espressione ancora
più confusa al vedere il suo vestito blu dello scorso
anniversario tra le sue
esili braccia.
Konan cominciò ad annaspare presa dal
panico.
- I-io..stavo solo vedendo..- e si
sbrigò a
poggiarlo sul letto, gettandolo con una foga tale che sembrava
scottasse.
- Mi scusi..-
La donna continuò ad osservarla
incuriosita
in silenzio.
Infine si voltò verso gli altri due.
- Mi dispiace avvisarvi che cui non
c’è
nessun bambino di nome Itachi –
Poi per un fugace istante, i suoi occhi
sembrarono perdersi nel vuoto.
- Non c’è proprio alcun
bambino qui..- sussurrò
come stesse parlando più a se stessa.
La sua voce tornò poi decisa.
- Credo che abbiate sbagliato isolato, forse
cercavate Itachi della
famiglia Uchiha
che si trova tra tre strade parallele. Questa è casa
Mitsubishi –
- E voi sinceramente non mi sembrate i
classici amici che frequenta quel bambino..da dove venite?-
/ flashback/
-
Da quel
giorno le cose presero una piega diversa..-
-
La signora
Mitsubishi cominciò a visitare sempre più
frequentemente il nostro orfanotrofio
per vedere Konan..fino a quando non decise di adottarla-
Sakura
non
sapeva cosa dire. Era rimasta sbalordita.
-
A quanto
pare non potevano avere figli e avevano finito con
l’innamorarsi di lei-
Incrociò
le
braccia strette al petto.
E
dire che
si dava tutte quelle arie e la derideva perché lei invece
non apparteneva a
quella tanto elogiata classe altolocata!
Nemmeno
lei
ne faceva realmente parte!!
-
Se posso
essere sincera mi è sfuggito il punto dove lei sarebbe
dovuta diventarmi
simpatica. Con quel passato alle spalle il suo comportamento adesso
risulta
solo più arrogante di quanto già non lo fosse-
rispose secca.
Poi
si
ricordò che doveva portare ancora un po’ di
pazienza.
Doveva
andare infondo per scoprire cosa c’entrava Itachi in tutto
questo.
Sapeva
di
non doverlo fare, che lui ormai non le riguardava più, che
doveva dimenticarlo.
Peccato
che
stesse facendo l’opposto.
Yahiko
spostò lo sguardo altrove, pensieroso.
-
Te lo
ripeto..credimi Konan non è cattiva come credi, non
è stato facile dopo l’adozione
per lei ambientarsi in quel mondo con amici completamente diversi da
quelli con
cui era abituata ad avere contatti, soprattutto quando poi anche Yahiko
è stato
adottato e portato via..ma comunque non posso costringerti a cambiare
opinione
sulle persone, quello dipende da te..-
Sakura
lo
guardò in attesa.
-
In
conclusione posso dirti che non è mai diventata come loro,
anche se non lo
dimostra, ha continuato ad avere idee tutte sue. E’ stato
questo a farla andare
tanto d’accordo con Itachi –
Un
brivido
scese lungo la colonna vertebrale della rosa.
-
Sono
diventatati amici fin da piccoli, lui effettivamente preferiva stare in
compagnia nostra che con quelli della sua scuola- aggiunse sorridendo
nostalgico.
-
Aveva un
modo di fare tutto suo sotto quella facciata da genio perfetto!-
Sakura
cominciò a dondolare sulla sedia con fare nervoso.
E
lei che
credeva di essere stata l’unica a vederlo in maniera diversa,
che Konan fosse
troppo stupida per capirlo.
Invece
erano
amici d’infanzia.
-
Il punto è
che da quando il signor Mitsubishi e Il signor Uchiha hanno deciso di
farli
sposare per ampliare i loro campi negli affari le cose sono andate
precipitando-
-
Cosa?-
esclamò Sakura prima ancora di rendersene conto.
Yahiko
si
portò le mani alle tempie con fare nervoso senza accorgersi
dello stato di lei.
-
Ho provato
a farli capire che non devono permettergli di decidere così
della loro vita,
che così saranno infelici..ho provato a dirlo a lei..ma per
loro tutto il
carico delle società sta nelle loro spalle ed è
loro responsabilità far in modo
che vadano avanti. Così Konan da allora ha tagliato tutti i
contatti con me e
si rifiuta di parlarmi..-
-
E in fondo
potrei anche accettarlo, trovare un altro modo con calma per parlarle
ma da
quando ho saputo che Itachi è entrato in un organizzazione
criminale per
scoprire chi è che vuole far crollare l’impresa
Uchiha ho capito che non potevo
più far finta di niente-
Tornò
a
guardare serio Sakura , che nel frattempo sembrava essere diventata di
marmo.
-
So che tutto
questo ti sembrerà assurdo ma infondo anche il tuo patrigno è a capo di
quell’impresa.
Itachi
non
si rende conto del rischio che corre, se scoprono che vuole sabotarli
si
troverà in guai seri, lui e le società Uchiha e
Mitsubishi e sono
sicuro, sono certo che Konan non ne
sappia niente, non potrei mai credere che gli abbia permesso di fare
una cosa
del genere. Quindi ti prego Sakura, convinci Konan a permettermi di
parlarle o
nel caso estremo raccontale tutto tu –
-
Questa
cosa riguarda molte più persone di quanto pensi, te compresa-
Holaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!
Felice anno nuovo a tutte/i!!!
In realtà questo capitolo era pronto da un po' ma essendomi
trasferita ho dovuto aspettare che mi trasferissero internet a casa
nuova per pubblicarlo, mi dispiace!
A parte il tempo passato a festeggiare il fatto che non
vivrò
più con i miei genitori ( scappa una lacrimuccia felice) ho
cercato di scrivere un capitolo decente e che dia una svolta
più
decisa verso la conclusione.
E quindi ecco la fatidica domanda finale, che ne pensate di questo
capitolo??
L'ho riletto così tante volte che non saprei giudicare da me
se non in maniera negativa!
é stato comunque un capitolo pieno di sorprese e soprattutto
dove viene svelato il mistero di itachi e di konan, allora?? Sorprese o
ve l'aspettavte? siete rimaste deluse??? é stato un capitolo
noioso?
Fatemi sapere per favore e siate sincere, ne ho un disperato bisogno
credetemi!
Sono avvolta da i miei soliti dubbi quindi fatemi sapere miraccomando!
Per il resto spero di non avere di nuovo qualche "blocco dello
scrittore" e di riuscire a postare la più presto.
Un bacio,
lovemusic!
|
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Capitolo 30 *** capitolo 30 ***
Ed ecco qua il
nuo capitolo!
Tenendo
conto che avevo già avvisato che questi
capitoli sarebbero stati più lunghi tengo comunque a
precisare che sono
completamente sprovvista del dono della sintesi e quindi ho finito per
scrivere
più di quanto avessi inizialmente deciso.
Tralasciando
questo dettaglio, sperando che non
vi addormentiate durante la lettura,
Vi
auguro buona lettura!
Capitolo 30
Aveva dormito per quello che le era sembrato durare solo un istante.
Non aveva fatto altro da quando era tornata a casa.
Aveva varcato l’entrata ignorando palesemente sua madre e
Kira e salito le
scale come in uno stato di trance.
Infine si era sdraiata a peso morto sul suo grande e morbido letto e
guardato
il soffitto per quelle che le erano sembrate ore senza fine alla
ricerca
disperata di un po’ di sonno.
Alla ricerca di un po’ di pace.
Perché quella giornata era stata un perfetto esempio di come
probabilmente
sarebbe stato l’inferno.
Si era resa conto di aver perso le sue più care amiche, di
aver vanificato
tutti i suoi sforzi per socializzare e reinserirsi nella vita normale e
infine
aveva scoperto la verità su Konan e Itachi.
Una verità che l’aveva sconvolta
Erano amici d’infanzia, il loro fidanzamento era stato deciso
dai loro genitori
e la verità per la quale Itachi era entrato
nell’Akatsuki era lo spionaggio.
Tante, troppe scoperte.
Improvvisamente si sentiva come un estranea che approdava in un pianeta
sconosciuto, dove tutto è ignoto e niente le appartiene.
Era di nuovo in quella stramaledetta bolla di vetro, di nuovo immersa
nel caos
più totale della sua mente.
O forse era lei ad esagerare come al solito?
Per quanto al momento si trovasse in bilico, era riuscita ad ottenere
dei
notevoli cambiamenti nella sua vita.
E non tutto era così perso come voleva auto convincersi.
Prese tra le mani il telefono e aprì la cartella dei
messaggi in arrivo.
I primi cinque appartenenti tutti alla medesima persona.
Sorrise divertita.
In fondo era rimasto ostinato e cocciuto come quando l’aveva
conosciuto qualche
anno prima.
Premette su uno di essi e cliccò sul tasto rispondi.
Digitò poche parole e rigettò
l’apparecchio tra i meandri delle coperte.
Si sistemò meglio sul letto e chiuse gli occhi.
Dato l’impegno che si era presa per l’indomani
sarebbe convenuto dormire per lo
meno qualche ora.
Pochi minuti e finalmente cadde nel mondo dei sogni.
- Buon giorno..-
- Buon giorno-
- Di un po’..non dovresti essere a scuola in questo momento?-
fece scherzoso.
- E tu non dovresti essere a lavoro?-
Sasori sorrise divertito.
- Bene..vorrà dire che andremo a fare i fuggitivi da qualche
parte-
Sorrise. – Buona idea-
E senza che lei se ne rendesse conto le prese il volto tra le mani
dandole un
delicato bacio a fior di labbra.
- Certo che ne hai impiegati di giorni per farti risentire..per un
attimo ho
pensato che dall’ultima volta avessi avuto dei ripensamenti-
Sakura rimase per qualche attimo rigida sul posto.
Non si era aspettata da subito quella reazione così audace.
Puntò i suoi occhi verdi in quelli castani del ragazzo che
sembravano guardarla
come non ci fosse altro al mondo.
Effettivamente non sapeva nemmeno lei di preciso cosa
l’avesse spinta a
ricontattarlo.
Non tanto perché presa dai ripensamenti, quanto dagli ultimi
avvenimenti
trascorsi che l’avevano resa confusa e persa.
Le sembrava scorsa un eternità dal loro ultimo e dolce
incontro, soprattutto
dopo aver incontrato Yahiko.
Eppure la sera prima, dopo aver trascorso tutte quelle ore a pensare e
ripensare, le era venuta voglia di vederlo.
Abbassò un attimo lo sguardo imbarazzata per poi riportarlo
su di lui.
I capelli rosso scuro ribelli e trasandati come il loro padrone, la
giacca
verde militare aderente e con il pellicciotto bianco che gli davano
l’aria
molto più giovane e frizzante di come fosse più
solitamente abituata a vederlo
e quell’espressione tentatrice ed enigmatica, che
l’avevano sempre messa a
disagio.
Evidentemente certe cose non sarebbero mai cambiate.
Quel potere che ogni volta aveva su di lei quando si incontravano,
quella
sensazione di paura e attrazione fatale che esercitava su di lei
sarebbe sempre
rimasta.
I suoi occhi sarebbero sempre riusciti a darle quei brividi
d’eccitazione ogni
volta che li puntava sui suoi, ne era certa.
Eppure ormai c’era qualcosa di più.
Quell’irritante e provocatore ragazzo dai capelli rossi ora
la teneva tra le
braccia e sorrideva.
Erano loro due, di giorno, accostati sulla sua bella e costosa auto a
darsi il
buon giorno.
Prese a sua volta il suo viso tra le mani e sorrise divertita.
- Beh..diciamo che l’idea di te che stai lì a
penare per me non mi disgusta del
tutto, forse è stato per questo-
Senza lasciargli tempo di rispondere riavvicinò le loro
labbra approfondendo il
saluto di poco prima.
E come fossero nuvole di fumo soffiò via tutte quelli
immagini, tutti quei
pensieri su quella persona sbagliata, su quello cui si era ripromessa
di non
pensare più.
Perché ormai aveva accettato la realtà su quel
ragazzo moro e dal sorriso
gentile.
Tutto quello su cui si era convinta di sapere, di pretendere, non erano
state
altre che illusioni.
Il ragazzo a cui aveva sempre rivolto i suoi pensieri non era lo stesso
che
pensava e ormai i loro destini erano stati decisi.
Lui stesso aveva deciso il suo destino.
Poco contavano le parole di Yahiko, lo sapeva.
Si staccò con lentezza dal bacio rimanendo ancora per un
po’ ad occhi chiusi.
- Che cos’hai?-
Sbatté più volte le palpebre e si
staccò velocemente da lui, ancora un po’
intontita.
Si maledì per l’ennesima volta.
Doveva smetterla con tutti quei pensieri, non ne valeva più
la pena.
- Niente..sono solo un po’ sovrappensiero-
Lui fece un espressione maliziosa e il suo solito sorriso sghembo.
- Lo sarai ancora per poco, ho deciso di rendere questo secondo
appuntamento
molto più interessante di quanto tu creda..-
Lei inarcò un sopraciglio perplessa.
- Secondo appuntamento?-
- Oh sì, e non preoccuparti, sarà il primo di
molti-
E senza darle tempo di contro rispondere la trascinò in
macchina e partì a
tutta velocità.
- Spero scherzi- sussurrò terrorizzata.
Lui la fisso divertito.
- Ma dai..vorresti dirmi che ti fai tranquillamente giri suicidi su
quella
specie di arma da guerra con le ruote e hai paura di questo?-
Sakura deglutì a fatica continuando a guardare esitante
quello che le si poneva
davanti.
Due frisoni alti e imponenti mangiavano tranquillamente
l’erba per terra
trascinando di tanto in tanto lo zoccolo in avanti e dietro e agitando
l’enorme
coda nel tentativo di scacciare le innumerevoli mosche.
- N-no..certo che no..-
Lui scoppiò a ridere senza ritegno beccandosi uno sguardo
raggelante in
risposta.
- Fantastico, andiamo allora!-
Poco dopo erano in sella a passeggiare tranquillamente per quel prato
che non
sembrava avere fine.
Rimasero a parlare e punzecchiarsi a vicenda come una coppia alle prima
armi
per un tempo che non seppe definire.
Dalla luce accecante del sole stanziato in alto in cielo dovette
constatare che
fosse più o meno mezzogiorno.
- Quindi è davvero questa la prima volta che sali su un
cavallo?-
- Già..direi che queste sono più cose che si
addicono ai ricconi viziati come
te-
- Oh beh questo è poco ma sicuro..per le piccole fuggitive
come te invece ci
sono le Kawasaki, no?-
Sorrise divertita continuando a guardare il paesaggio davanti.
Passarono qualche minuto in silenzio a ciondolare sulla morbida sella.
- In realtà non posso dirti di preciso quali fossero i
passatempi preferiti dei
bambini ricchi, a quei tempi non è che avessi tutti questi
amici, se proprio
vuoi saperlo i piccoli ereditari non sono dei tipi proprio socievoli-
- Chissà perché l’avevo intuito..-
- Già, credo proprio che se avrò un figlio, lo
manderò nelle scuole pubbliche,
dove si potrà trovare almeno qualcuno sano di mente- fece
con un aria
stranamente seria e lo sguardo perso nel vuoto.
Sakura rimase a guardarlo intenerita.
Le sembrava ancora assurdo che quello fosse lo stesso ragazzo che aveva
conosciuto ai depositi.
- Allora come hai conosciuto questo hobby?-
Lui la guardò con la coda dell’occhio studiando
l’espressione del suo viso, poi
tornò a guardare di fronte.
- E’ stato mio padre a farmi innamorare di tutto questo.
Quando ero piccolo mi
portava sempre con se a fare lunghe passeggiate e tornavamo solo
quand’era ora
di cena e mia madre ci aspettava all’uscio della porta tutta
furiosa e pronta
per la ramanzina. Dopo la sua morte ha continuato mio nonno, anche se
inizialmente per un po’ di anni mi sono rifiutato di farlo,
era qualcosa che
associavo troppo a mio padre e non volevo condividerlo con
nessun’altro-
Sakura lo guardò stupita.
Come lo capiva.
Comprendeva esattamente quello che sentiva.
Solo che lei a differenza sua, non era ancora riuscita ad andare
avanti, ad
accettare la presenza di una nuova figura paterna.
- E tu?- sussultò sorpresa, troppo presa dai suoi pensieri.
- Io cosa?-
- Tu non hai dei passa tempi o hobby che facevi con tuo
padre?-
In un attimo gli occhi della rosa si incupirono e le due pozze verdi
divennero
di un grigio tetro.
Fu solo un attimo, ma al ragazzo non sfuggì.
Tornò a guardarlo sorridente come se niente fosse successo.
- Beh a dire la verità non è che mi ricordi
molto, ero ancora troppo piccola
quando mio padre è morto..-
Sasori rimase in silenzio ad ascoltare.
-..anche se in effetti c’era qualcosa che facevamo sempre
solo noi due e amavo,
anche se forse è un po’ scontato..-
- Cosa?-
In quel momento Sakura sorrise come non l’aveva mai vista,
con le goti
leggermente arrossate, gli occhi limpidi e l’espressione
serena.
- Mi portava al Luna Park come sorpresa e poi ogni volta salivamo sulla
giostra
del nostro quartiere. Era un po’ vecchia e lenta in
realtà ma ai miei occhi
ricordavo risultasse come la cosa più bella al mondo. Salivo
lì e tutto
cambiava, io ero una principessa sul cavallo bianco e
papà..papà era il mio
principe azzurro, era tutto il mio universo-
Rise imbarazzata.
- Lo so..è proprio infantile..-
Sasori la guardava imbambolato come incantato.
Accortosi degli occhi della rosa su di se arrossì e
tornò a guardare davanti.
- Tsk..vorresti dire che non avevi problemi a salire su dei pericolanti
cavalli
di legno e hai tutta questa fifa per quelli veri?-
Sakura divenne rossa di stizza.
- Hey!! Fifa? Io? Ma fammi il piacere! Voglio proprio vederti su una
moto da
corsa, e poi vediamo chi è che ha fifa qui!-
Lui allora assunse la sua solita aria provocatoria.
- Ah sì? Vediamo se riesci a starmi dietro allora, ragazza
coraggiosa!-
E in un attimo diede un leggero colpo di gambe e partì al
galoppo.
Senza che potesse fare nulla il frisone sotto di lei prese energia
incontrollato e partì al galoppo dietro il primo.
- AH! Ma sei matto!! Fermati!!feeee – gridò
cercando di ritirare le redini il
più possibile.
Sasori scoppiò a ridere divertito.
- Su su ragazza coraggiosa!! Cos’è, hai fifa?-
Sakura gli mandò un occhiata di fuoco prima di tornare con
l’attenzione
sull’animale sotto di se.
- Shhh, buono cavallino, buonoo.. ti prego!- sussurrò
disperata.
- Me la pagherai, stanne certo-
- Ma dai…è stato così terribile?- fece
sarcastico mentre riponeva la sua sella
e quella di lei al proprio posto.
Sakura continuò a cercare di scrollarsi la paglia che le si
era attaccato agli
stivali.
- Tu stai in guardia, che la prossima volta che vieni al deposito la
facciata
di un tronco potrebbe essere l’ultima cosa che vedi-
Sasori sbuffò divertito.
- Esagerata..-
- Più tosto, sbrigati a cambiarti-
- Perché?-
- Vieni a pranzo da me-
Lei lo osservò scettica.
- Non capisco se il tuo è più un ordine o un
invito-
- Direi una via di mezzo-
- Oh beh, allora- e scosse la testa rassegnata.
In poco tempo si ritrovarono nella sua grande cucina, dal solito colore
rosso
lucente che le faceva ritornare alla mente diversi ricordi.
Cominciò a rigirarsi sulla sedia a disagio.
L’ultima volta che era stata in quel luogo, con lui, tutto
era cambiato.
Dall’odiarlo a morte si era ritrovata a baciarlo sdraiata su
un lungo e soffice
divano bianco.
Il che non è proprio quello che si fa generalmente con le
persone che si
odiano.
- Che c’è? Non ti piace?-
- Ah? Ah no no-
- Eri di nuovo sovrappensiero?- fece attento.
Lei lo guardò stupita.
- Più o meno..stavo ripensando all’ultima volta
che sono stata qui-
- Oh ti riferisci a quella volta in cui mi sei saltata addosso-
Lei spalancò la bocca sbalordita.
- Cosa?!-
- Che volevi farlo per forza insomma, ti riferisci ad allora no?-
Sakura arrossì fino a diventare bordò e rimase
per qualche attimo shoccata.
- Io non ti sono saltata addosso! Ma che cavolo dici???-
La scrutò con la coda dell’occhio e sorrise
mellifluo.
- Oh beh..se lo dici tu, sarà così..-
- E’ così di certo!- esclamò al colmo e
con tutta furia si alzò in piedi e uscì
a passi decisi dalla cucina.
Senza rendersene conto cominciò a camminare alla cieca in
ricerca di qualche
sfogo e salì le scale fino al piano superiore.
Lei che gli salta addosso, che assurdità!!
Arrossì ancora di più al pensiero di
dover ammettere quanto effettivamente
si fosse comportata in maniera strana quella sera.
Ma non era in se, aveva appena avuto un incidente!
Sicuramente tutto ciò era stato causato da una qualche
commozione cerebrale del
momento!
Che bisogno c’era di spiattelarglielo in faccia in quel modo?
Fece un profondo respiro e cominciò a guardarsi intorno.
Perfetto.
Tra tutti i posti doveva proprio andare in camera sua, così
si che faceva la
figura della maniaca.
- Sei ancora arrabbiata?-
Si girò di scatto e lo vide appoggiato allo stipite della
porta.
- Figurati- fece scontrosa.
Lui sorrise divertito avvicinandosi.
- Scusami, volevo solo punzecchiarti un po’. Non mi piace
vederti troppo con il
pensiero da un'altra parte-
E avvolse le braccia attorno alla sua vita.
- Vorrei che rimanessi concentrata qui, con me-
A quel contatto migliaia di brividi percorsero il corpo della rosa.
- Vorrei che ogni attimo che passi qui i tuoi pensieri fossero rivolti
solo a
me, come mi accade ogni volta che mi stai vicina- continuò
avvicinandosi
lentamente verso il suo corpo.
E come sempre, senza che potesse fare nulla per impedirlo, si
ritrovò
intrappolata dai suoi occhi, fragile e priva di difese.
La rabbia e l’imbarazzo di prima svaniti chissà
dove.
- Però..non ti facevo così romantico-
cominciò sarcastica e fece per continuare
a provocarlo ma lui fu più veloce e le tappò le
labbra con le sue in un attimo.
Baciò lentamente ogni centimetro del labbro inferiore fino a
prenderlo tra i
denti e tirarlo lentamente.
Portò una mano sulla nuca della rosa e la spinse verso di se.
Sakura avvolse le braccia al suo collo e si lasciò andare a
quelle dolci
carezze partecipando con foga.
Si staccò dalle labbra di lui e andò a posarne
altri piccoli sugli zigomi, le
guance, il mento, fino a scendere e dare un morso deciso su di esso.
Sasori sussultò sorpreso e la strinse di
più a se, portandola con passi
trascinati verso il letto.
Senza rendersene conto la ragazza con un leggero tonfo si
ritrovò sdraiata tra
le soffici coperte di quel grande letto e il corpo dell’altro
sopra il suo,
caldo e morbido allo stesso tempo.
Portò una mano tra quei capelli rossi e li strinse con forza
quando il rosso
cominciò a darle del piccoli baci per tutta la lunghezza del
collo, lenti e
alternati a piccoli morsi.
Spostò il capo indietro e aprì la bocca in cerca
di più aria.
Chiuse gli occhi e sospirò rumorosamente quando
sentì la mano di lui che le
stringeva forte il fianco.
Sentì le sue labbra posarsi sul suo orecchio e mordicchiarle
il lobo mentre le
mani di entrambi cominciavano ad esplorarsi di più.
Si sentiva come se fosse su una nuvola, la percezione del tempo e di
ciò che la
circondava sbiadita e i sensi appannati.
Era questa quindi la sensazione che si provava?
O forse era solo lui a sortirle quell’effetto?
Un piccolo gemito sfuggi dalle sue labbra quando senti il bacino di lui
spingere contro il suo.
Automaticamente, come se il suo corpo agisse di propria
volontà, allargò di un
po’ le gambe da permetterli più spazio mentre il
rosso ripeteva il movimento
spingendosi ogni volta con più energia in una lenta ma
piacevole tortura come a
voler simulare quello che entrambi desideravano più
ardentemente in quel
momento.
- Sakura..- sussurrò sospirando al suo orecchio.
Sakura spalancò gli occhi sussultando mentre davanti le si
presentava il volto
del ragazzo moro.
Chiuse gli occhi sconvolta, imponendosi di cancellarlo assolutamente,
perché
una cosa del genere non doveva in alcun modo accadere, ma nelle sue
orecchie
non faceva altro che sentire la sua voce che la chiamava sussurrando
mentre si
avvicinava lentamente e la baciava.
Quando sussurrava il suo nome e faceva quel suo solito sorriso
dolce ogni
volta che la incontrava per caso, quando la vedeva appostata
lì dal signor
Teuchi, quando incrociava il suo sguardo per i corridoi della scuola,
quando le
offriva la mano e la portava su quella vecchia giostra arrugginita e la
faceva
ridere come non mai.
Quando la prendeva e sbatteva al muro per darle il suo bacio
d’addio, quando la
guardava con qui occhi che sembravano dei pozzi senza fondo e
continuava a
sussurrare il suo nome in quel modo.
A ripeterlo all’infinito.
Sakura..Sakura..Sakura..
- Sakura..-
Riaprì gli occhi di scatto come risvegliata da un sogno e
vide quelli di Sasori
guardarla con una strana luce malinconica.
- Perché piangi Sakura?-
Lei rimase immobile, mentre con il battito a mille si portava la mano
ad
asciugare quelle lacrime che nemmeno si era resa di aver versato.
- Ho fatto qualcosa che non dovevo?- chiese malinconico.
Sakura rimase lì sdraiata con il corpo ancora intrecciato al
suo senza sapere
cosa dire, cosa spiegare.
Era tutto un disastro, tutto senza senso.
- Oppure eri di nuovo..sovrappensiero?- sussurrò triste.
Sakura continuò a guardarlo senza sapere cosa dire.
- Sasori..-
Lui sprofondò il viso tra la spalla e il collo di lei.
- In quei giorni in cui non ti sei fatta sentire mi ero preparato a
tutto, mi
ero detto che se avessi scelto l’altro sarei riuscito ad
affrontare la cosa e
ad accettarla-
Sakura sussultò sorpresa.
- Ma evidentemente ho sopravvalutato di troppo le mie
capacità, perché fa parecchio
male-
Sakura posò una mano sulla sua spalla.
- Sasori..-
Lui alzò il capo per guardarla e Sakura rimase disorientata
di fronte quello
sguardo così triste.
Lo vide sorridere sarcastico.
- E così..immagino che l’Uchiha abbia vinto eh?
Dovevo immaginarlo..-
E senza darle tempo di rispondere si scostò da lei e si
sedette al bordo del
letto dandole le spalle.
Sakura asciugò in fretta le lacrime che uscivano
incontrollate dai suoi occhi
mentre il cuore continuava a battere all’impazzata.
Era così??provava davvero ancora qualcosa per Itachi?
Si guardò i palmi delle mani con occhi persi per qualche
attimo e infine si
portò una di esse sul petto, come a voler calmare quel cuore
che furioso
batteva senza sosta per farsi sentire più che poteva.
Come fosse la voce della sua coscienza e fosse stanca di non essere
ascoltata.
Sospirò profondamente e si avvicinò al rosso
abbracciandolo con delicatezza da
dietro.
- Ti prego..scusami-
- Avevi ragione tu, non ho fatto altro che giocare senza
pensare alle
conseguenze, a cosa stessi giocando, senza mai ascoltare il mio
cuore..è tutta
colpa mia-
E si strinse con più forza a lui nascondendo il viso tra le
spalle.
Rimasero per un po’ in quel modo, senza dire niente.
Sasori poggio le mani sopra quelle di lei e le carezzò per
un po’.
Sorrise tristemente.
- Esagerata..come se dipendesse solo da te-
Si girò dalla sua parte e prese il suo viso tra le mani.
- Credi che se fossi stata chiara dall’inizio mi sarei arreso
per caso?- e lei
lo guardò stupita.
- Non sono certo la persona più onesta di questo mondo. Non
mi sarei fatto
tutti questi scrupoli a rubarti all’Uchiha. E per quanto mi
riguarda, non
smetterò mai di arrendermi- e avvicinò di
più il viso fino a far scontrare i
loro sospiri.
Sakura chiuse gli occhi senza accorgersene e sentì le labbra
del rosso posarsi
sulla sua fronte e poi allontanarsi.
Riaperte le palpebre lo vide sdraiato sul letto a guardare con aria
persa il
soffitto.
- Non è che io sia tipo da favorire un mio avversario in
amore sai..ma credo
che questa cosa riguardi anche te-
Lei lo guardò perplessa senza capire.
- Sì è cacciato in grossi guai. Per quanto sono
riuscito a capire si è
infiltrato per scoprire quale dei membri miri a distruggere
l’aziende di suo
padre e del tuo patrigno. Mi è bastato guardarlo poche volte
per capire che non
è tipo da entrare per altre ragioni nell’Akatsuki.
La persona che lui cerca per
sua sfortuna è il capo dell’organizzazione e credo
abbia scoperto la vera
identità dell’Uchiha. L’ho capito quando
l’altra sera ho sentito di un incarico
affidatogli in una vecchia industria abbandonata. Dovrebbe andare a
incontrare
una persona di un certo calibro e ottenere delle informazioni e un
incarico del
genere non viene affidato al novellino appena entrato. Credo che quando
entrerà
lì dentro troverà una brutta sorpresa-
Sakura rimase sbigottita ad ascoltarlo in silenzio.
Sasori posò gli occhi sulla sua figura con sguardo
malinconico.
- Secondo il mio informatore l’incontro avverrà
domani sera, dopo mezzanotte.
Alla vecchia industria di latte verso la periferia-
Sakura si portò la mano al petto cercando di calmarsi e
recuperare la ragione.
Tutto quello che aveva sentito..Yahiko aveva detto la verità?
Itachi era stato mandato lì per essere eliminato?
- Sakura- la richiamò il rosso.
- Qualcosa mi dice che anche se ti dicessi di farti da parte non mi
presteresti
attenzione-
Lei non rispose e continuò a guardare nel vuoto.
- Ascoltami però, non fare niente di sconsiderato. Nessuno
conosce il volto del
capo dell’organizzazione ma di certo so che ha molto potere e
che nessuno
sarebbe disposto ad andargli contro. Fossi in te cercherei di
persuadere
l’Uchiha a non presentarsi e abbandonare
l’organizzazione. È la cosa migliore
che puoi fare-
Sakura sospirò pesantemente e tornò a guardare
con espressione decisa il volto
del rosso.
- Sasori..grazie-
Lui distolse lo sguardo senza rispondere.
- Avanti, scendiamo. Ti riporto a casa-
Parto
sempre dal fatto che mi scuso per il mio
ritardo ma ho parecchio da studiare e poco tempo purtroppo.
Ed
ecco qua quello che almeno in teoria
dovrebbe essere il pen'ultimo capitolo di questo racconto!!
Innanzi
tutto mi scuso per tutte le fan della
coppia Saso/Saku...perdonatemiiiii!
E'
una decisione che avevo preso fin dal'inizio
che ho cominciato a scrivere la storia per quanto nel corso degli
eventi abbia
avuto delle tentazioni a cambiare idea...quindi per tutte quelle a cui
ho
spezzato il cuore chiedo umilmente scusa ma il momento della scelta
sarebbe
dovuto arrivare.. u.u
Per
il resto, come vi è sembrato il capitolo??
Spero di non essere caduta nello sdolcinato scontato ( anche
perchè non sono
per niente esperta nello scrivere scene di sentimenti o un
tantino hot!)
e che questo procedere della storia non vi deluda o
annoi..perchè sono i miei
dubbi più grandi!
Quindi
mi fareste un enooooorme piacere se mi
scriveste il vostro parere, è molto importante per me! Su
come è stato scritto,
sulla trama in generale, e sono aperta a tutte le critiche che per
quanto
dolorose fanno crescere!
In
realtà avevo già scritto un capitolo ma mi
sembrava troppo strano e distaccato al momento e ho riscritto tutto da
capo (
ragione in più del mio ritardo).
E
per quanto riguarda le fan della coppia
Ita/Saku spero di avervi fatto felici e che il modo in cui l'abbia
descritto vi
abbia accontentato!!
sperando
che questa bronchite del cavolo mi
passi (credo mi sia ritornata anche la febbre -.-) vedrò di
aggiornare al più
presto!!
Bacioni
grandi,
Lovemusic
|
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Capitolo 31 *** capitolo 31 ***
Capitolo 31
Erano
scomparsi nel nulla, volatilizzati!
La
scorsa
notte non aveva chiuso occhio per tutto il tempo.
E
il giorno
seguente l’aveva passato a cercare Itachi e Konan per ogni
angolo della scuola.
Niente.
Alla
fine
era solo riuscita a scoprire che Konan era partita per una questione
familiare,
nient’altro.
Di
Itachi
nulla.
Sasuke
aveva
detto solo di saperlo in giro per qualche commissione per il padre e
che non
sapeva quando sarebbe tornato.
Perfetto.
Stanca
e
depressa decise di tornare a casa e rinchiudersi in camera per un po.
Cosa
poteva
fare? Dopo quello che le aveva detto Sasori, non poteva rimanere ferma
a non
fare nulla.
Eppure
in
quel momento si sentiva così impotente.
Si
impose di
rilassarsi rigirandosi continuamente tra le lenzuola e di pensare ad
altro.
Voltò
lo
sguardo verso la porta.
Ormai
era
tempo che non parlava più con sua madre.
Entrava
a
casa, scambiava uno sguardo fugace come segno di saluto e trascorreva
il tempo
rimanente in camera.
Poi
a cena
stavano tutti e tre lì, seduti sul quel grande tavolo,
avvolti dal silenzio più
totale.
E
nemmeno
Kira aveva più le forze, nemmeno lui sapeva cosa fare.
Sakura credeva di capire
il perché, infondo lo si poteva intuire.
Il
suo forte
senso di protezione verso Sawako era in lotta con la voglia di farle
riunire.
E
non sapeva
più se essere arrabbiato con lei per le ferite inferte alla
compagna o il voler
guarire ancora il loro rapporto, avvicinarsi ancora a lei.
Tornò
a
guardare il soffitto con la fronte corrucciata e
l’espressione perplessa.
Certo
però,
che sta volta poteva incolpare solo se stessa per tutto questo.
In
fondo si
era sempre ritenuta così forte, capace di superare ogni
situazione, ogni
problema.
E
invece,
con tutto quello che le era successo, non aveva fatto altro che farsi
trascinare nel buio e causare problemi a tutti quelli che aveva in
torno.
A
far
soffrire tutti quelli che la circondavano, amici, ragazzi.
Che
disastro.
Si
alzò di
scatto e andò a posizionarsi davanti lo specchio.
Quella
non
era lei.
Quella
non
era la vera Sakura, sì di questo ormai ne era sicura.
E
infondo
era questo il suo vero problema.
Capire
chi è
veramente.
La
Sakura di
Tokyo, o la motociclista coraggiosa?
Posò
il
palmo della mano sulla sua immagine riflessa e strinse
l’altra in un pugno
stretto.
Non
poteva
continuare così per sempre, condurre quella doppia vita per
l’eternità.
Era
arrivato
il momento di scegliere.
Il
momento
di prendere una decisione,la decisione finale.
Scese
le
scale con una calma quasi innaturale e entrò in cucina con
passi decisi.
Vide
la
madre che apparecchiava e Kira sedersi sul suo solito posto.
I
due
accortesi della sua presenza rimasero per qualche attimo in silenzio a
guardarla e quando lei con indifferenza andò a sedersi
tornarono alle loro
mansioni.
Cenarono
nel
solito silenzio forzato mentre il suono continuo delle posate si
disperdeva
nell’aria.
Gli
occhi
verdi di Sakura andarono a posarsi per un momento sulla madre che
taciturna e
con lo sguardo basso mangiava svogliata il suo pasto, per poi spostarsi
sulla
figura di Kira.
Rimase
per
qualche attimo imbambolata a fissarlo perplessa.
Da
quando il
suo volto aveva assunto quell’espressione così
malinconica?
Era
tutta
colpa sua allora?
Poi
in un
attimo le ritornò in mente il discorso di Yahiko.
Effettivamente
in quel periodo doveva essere avvolto da mille preoccupazioni, se
quello che il
ragazzo le aveva riferito era vero.
E
dire che
cercava sempre di mostrarsi sereno e non scaricare mai sugli altri le
sue
ansie.
Si
chiese
per quale motivo non fosse mai riuscita in quei tre anni ormai ad
accettarlo.
Sapeva
dall’inizio di sbagliare a considerarlo come Hiroshi, ad
odiarlo per quello.
Eppure
ogni
volta che lui aveva tentato di avvicinarsi e farle capire che voleva
diventassero una famiglia, non aveva fatto altro che allargare le
distanze, e
trattarlo male.
Cominciò
a
chiedersi se il vero problema non fossero state le brutte esperienze
quanto
altro.
E
mentre
addentava lentamente un po’ di riso ripensò a suo
padre.
Sapeva
che
era quello il vero motivo.
Non
aveva
mai voluto accettare di sostituirlo, con nessuno.
Probabilmente
questo Kira l’aveva capito fin dall’inizio, eppure
non riusciva a comportarsi
diversamente.
Strinse
con
forza la mano sotto il tavolo e si lasciò andare a un
profondo sospiro.
-
Sta sera
devo uscire- esclamò d’un tratto.
I
due la
guardarono sorpresi per qualche attimo.
-
Dove vai?-
chiese con perplessità Kira.
-
A trovare
mio padre-
Lo
sguardo
di Sawako si fece più cupo e girò il capo
dall’altra parte sena proferir
parola.
Kira
sorrise
e posò la posata sul piatto.
-
Va bene,
vuoi che ti accompagno in macchina?-
Lei
rimase
per qualche attimo in silenzio a pensare, poi tornò a
guardarlo.
-
No, mi
farò dare un passaggio da Yuki e poi rimarrò a
dormire da lei-
-
Oh..d’accordo. Stai attenta allora e qualsiasi cosa chiamaci
d’accordo?-
-
Ok- e con
passi veloci uscì dalla cucina senza più
guardarli.
Cominciò
a
salire le scale di tutta fretta quando si sentì afferrare
con delicatezza per
un braccio.
Spostò
gli
occhi ripetutamente dal braccio al viso di Kira.
-
Volevo
parlarti un attimo -
-
Di cosa?-
Lui
mollò la
presa e fece un profondo sospiro.
-
Ho saputo
di quello che vi siete dette l’altro giorno, tua madre me
l’ha raccontato..-
E
prima
ancora di lasciarlo finire, come una stupida, andò sulla
difensiva.
-
E
allora?tu che c’entri?- fece scontrosa.
Allora
lui
assunse quell’espressione seria che spesso assumeva e
puntò i suoi occhi scuri
e decisi su quelli verdi di lei.
-
Niente..ovviamente. il vostro rapporto rimane vostro, ma non voglio che
ti
dimentichi che noi siamo una famiglia e sono venuto qui solo per
parlarti-
Lei
attese
in silenzio quella che era sicura sarebbe stata una predica.
- E volevo solo dirti
che..tu sei libera di
scegliere quello che vuoi e se quella è la tua scelta,
allora la rispetteremo-
Sakura
allargò gli occhi sorpresa.
-
Ma come ho
già detto, questa è la tua famiglia e che lo
sarà per sempre. So che magari non
è come tu la vorresti, so che non potrò mai
prendere il posto di tuo padre e
non lo pretendo di certo- e a quelle parole la rosa sussultò
sconvolta- però
devi capire che noi ci saremo sempre. E se tu hai un problema, un
qualsiasi
problema, potrai sempre contare su di noi, va bene?-
Distolse
lo
sguardo mentre il battito cardiaco accelerava drasticamente.
-
Ok..- sussurrò
spaesata.
Salì
le
scale di tutta fretta senza più voltarsi, gli occhi che
senza controllo si
inumidivano sempre di più.
Una
volta
pronta prese il telefono, inviò il messaggio e
uscì di casa.
-
Ah ma senti senti!! E’
così che si fa
allora? Non solo scompari per settimane intere senza farti sentire,
oltretutto
mi tocca anche farti da complice!-
-
Yuki lo
so, sono imperdonabile e non ho scuse, ma ti prego puoi farlo per me?
Quando
avrò finito ti spiegherò tutto ok?-
- Come minimo direi!! Ahhh..e va bene…ti
coprirò e se chiamano i tuoi dirò che stai da me,
ok? Tu però vedi di non fare
niente di pericoloso come tuo solito!-
Sakura
sorrise sollevata.
-
Grazie
mille Yuki!! Ti devo un favore!!-
e
chiuse la telefonata.
Per
fortuna
la prima amica conosciuta a Tokyo aveva sempre mantenuto il suo segreto.
Si
ricordava
ancora di come sfortunatamente l’avesse pescata al telefono
mentre parlava di
una gara con Suigetsu e di quanto tempo avesse impiegato per
convincerla a
mantenere il silenzio.
Per
lo meno,
nonostante non avessero la possibilità di vedersi molto,
aveva ancora un’amica.
Rimase
per
un attimo immobile di fronte alla porta bianca prima di prendere
coraggio e
poggiare la mano sulla maniglia.
Richiuse
la
porta dietro le spalle e pose lo sguardo di fronte a se.
-
Ciao
papà..-
L’uomo
stava
sdraiato e immobile come sempre, coperto dal leggero lenzuolo bianco e
il viso
addormentato.
Si
sedette
accanto e strinse quella mano grande tra le sue.
-
Sai
papà..ultimamente credo di aver combinato un sacco di
disastri..la mia vita è
un disastro..e adesso sinceramente non ho la più pallida
idea di che cosa
fare..- poggiò la testa sul morbido materasso e si
lasciò andare ad un profondo
sospiro.
-
Ti prego
papà svegliati, ho tanto bisogno di te. Ho bisogno che tu mi
dica cosa fare,
chi essere..ti prego..-
Alzò
di
nuovo il capo mentre una piccola lacrima solcava la guancia della rosa.
-
Non ti
sveglierai mai più..vero?-
E
strinse la
sua mano con tutte le forze mentre un nuovo peso andava ad appesantirle
il
cuore.
Perché
si
era ostinata per tutto quel tempo? Perché si era sempre
rifiutata di crederci?
Aveva
l’impressione che solo in quel momento si fosse davvero resa
conto della
realtà, della verità.
Lui
non si
sarebbe più risvegliato.
Mai
più.
Sorrise
malinconica.
-
Sta volta
però ho deciso di farmi coraggio e risolvere tutti i miei
problemi da me. Non
so come farò, ma troverò un modo, vedrai-
E
infine si
lasciò andare rimanendo in silenzio con le mani strette
attorno alla sua in silenzio.
Restò
così
per un tempo che le sembrò infinito fino a quando non si
accorse di dover
andare prima di far tardi all’appuntamento.
Salutò
suo
padre e uscì dalla camera e si diresse verso la sua meta,
finalmente, un po’
più sollevata.
-
Sei arrivata
finalmente! Si può sapere cosa c’era di
così urgente da farmi venire fino a
qui? Non potevi dirmelo al telefono?- fece
con tono irritato.
-
Scusami
Suigetsu ma sapevo che poi mi avresti solo asfissiata di domande e
basta, ti
conosco..-
-
Hey!- fece
lui contrariato e con le braccia incrociate strette al petto.
-
Volevo
dirti che prendo la mia moto per sta sera, devo andare da una parte e
mi serve
la chiave del garage dove la tieni-
Lui
la
guardò sbalordito.
-
Cosa? E perché ti serve la moto? Non rischi di farti
scoprire
così?- chiese perplesso.
-
Il posto dove devo andare si può raggiungere solo in
macchina, non
posso prendere mezzi pubblici-
-
Ah..vuoi che ti accompagni io allora?-
-
No. Questa è una cosa che devo fare da sola-
Lui
la guardò per qualche minuto in silenzio.
-
Sakura..che hai in mente di fare? È qualcosa di pericoloso, vero?-
Lei
spostò lo sguardo da un'altra parte.
-
Sakura..-
Tornò
a guardarlo decisa.
-
Suigetsu, ti prego. È una cosa davvero importante per me e
sono in
ritardo. Non posso spiegarti molto, ma ti prometto che starò
attenta, ok?-
Lui
continuò a guardarla con espressione indecisa.
-
Sei sicura che non vuoi che venga?-
-
Suigetsu, ti prego-
Il
ragazzo sospirò frustrato e aprì la cerniera del
taschino destro
della giacca, tirandone fuori un mazzo di chiavi.
-
Tieni- fece scontroso e guardando da un'altra parte.
Sakura
sorrise sollevata e prese le chiavi dalla sua mano.
Lui
d’improvviso l’abbracciò stretta a se e
affondò il viso nei suoi
capelli.
-
Sakura- sussurrò preoccupato – Stai attenta-
Agganciò
il casco e guardò l’ora sull’orologio
che aveva al polso.
Le
ventidue e trenta.
Era
in ritardo.
Doveva
sbrigarsi, non poteva perdere altro tempo.
Partì
a tutta velocità come se stesse gareggiando e
superò tutte le
altre macchine passando tra di loro come fossero districati alberi di
una
foresta.
Continuò
ad aumentare, stando attenta a rispettare le indicazioni
stradali e non perdersi.
Diverse
macchine suonavano ripetutamente il clacson inveendole contro
ma li ignorò allontanandosi sempre più
velocemente da essi.
Almeno
quelle gare le erano servite a qualcosa.
Arrivata
ad un bivio girò a destra e si ritrovò su una
piccola
stradina deserta e non illuminata.
Rallentò
la velocità sempre più gradualmente.
Ormai
era vicina, non poteva farsi sentire.
Cercò
di guardarsi intorno nonostante la scarsa illuminazione a causa
dei vari lampioni rotti fino a quando non individuò quello
che sembrava essere
un grande edificio ormai abbandonato e in condizioni rovinate.
Non
appena si accorse di due piccoli fari illuminati ai piedi
dell’edificio spense quelli della moto
insieme al motore.
Il
cuore cominciò a batterle all’impazzata.
Prima
di farsi prendere dal panico cercò con lo sguardo il posto
più
vicino dove nascondere la moto e la trascinò a piedi una
volta trovata.
Una
volta essersi accertata di non essere seguita cercò di
avvicinarsi per poter osservare meglio la situazione.
Un
rivolo di sudore le attraversò la tempia mentre si
addentrava tra
gli alberi e tentava di guardare chi ci fosse dall’altra
parte.
Guardò
l’ora.
Le
ventitré e un quarto.
Possibile
che fossero già arrivati?
E
lei che voleva arrivare prima degli altri per poter avvisare in
tempo Itachi e portarlo con se.
In
quel modo anche fossero stati scoperti non avrebbero potuto
seguirli in macchina.
Per
lei seminarli sarebbe stato un gioco da ragazzi.
Una
volta più vicina si nascose dietro un albero e
cercò di osservare
meglio.
Si
affacciò per guardare.
Una
macchina. Nient’altro.
Nessuna
persona in vista, nessun suono, solo il silenzio totale e la
luce dei fari accesi dell’auto.
Ingoiò
a vuoto e si portò una mano al petto nel tentativo di
calmarsi.
Non
aveva nemmeno portato un arma con se, possibile che fosse
così
stupida?
Avrebbe
potuto chiederlo a Suigetsu, perché non l’aveva
fatto?
Dopotutto
non era la prima
volta che si ritrovava in situazioni del genere.
Fece
per tornare a nascondersi quando sentì una mano tapparle la
bocca, un'altra afferrarla per il collo e sbatterla contro il tronco.
-
Chi sei?-
Sakura
chiuse gli occhi terrorizzata da quella voce così
spaventosamente minacciosa.
Sta
volta era la fine, lo sapeva.
Sasori
l’aveva avvertita, ma non aveva voluto ascoltare.
E
ora si trovava tra le mani di un assassino.
Sentì
il fiato dell’altra persona sul viso e tremò
spaventata.
Successe
tutto in un secondo.
La
mano dal collo si spostò alla testa abbassandole il
cappuccio
della felpa.
Subito
dopo sentì la presenza allontanarsi.
-
Sakura..?-
Fece
la voce sta volta con tono completamente diverso.
Sakura
sussultò sorpresa nello riconoscere quel timbro e
aprì gli
occhi.
Itachi
la guardava come se avesse appena visto un fantasma.
Sakura
non sapeva se fare i salti di gioia per essere ancora viva e
non sgozzata da qualche sconosciuto o cercare di ritornare alla
realtà.
Si
portò una mano al petto e ricominciò a respirare.
-
Dio, meno male che sei tu. Per un attimo ho temuto il peggio-
sussurrò senza accorgersi e Itachi la guardò
ancora più stralunato.
-
Sakura…che cosa ci fai tu qui?- chiese lentamente e
scandendo al
meglio le parole, come per assicurarsi di essere compreso.
In
quel momento la ragazza sembrò ritornare alla
realtà e posò i suoi
occhi su quelli sbalorditi di lui.
-
Sono venuta a prenderti. Non puoi rimanere qui un secondo di
più,
dobbiamo andarcene-
-
Cosa?- chiese lui sempre più confuso.
-
Aspetta, sei in missione anche tu? Come hai fatto a sapere che ero
qui?-
Lei
inspirò profondamente tentando di mantenere la calma.
Non
potevano perdere altro tempo, dovevano scappare prima che
venissero scoperti.
-
Sakura rispondimi!- sbottò lui irritato alzando
inconsapevolmente
il tono della voce.
In
un attimo lei lo afferrò per il braccio invertendo le
posizioni e
sbattendolo contro lo stesso tronco e avvicinandosi a lui fino a far
aderire i
loro corpi.
Ignorò
le sensazioni che quel contatto le provocava e posò un dito
sulle labbra di lui.
-
Abbassa la voce! Vuoi per caso farci scoprire?-
Lui
la guardò con espressione contrariata ma rimase in silenzio.
Sakura
si guardò intorno per assicurarsi che fossero soli.
-
Siamo soli, non sono ancora arrivati- sussurrò freddo lui.
Allora
lei tornò a guardarlo più tranquilla.
-
Non sono in missione, ho saputo di quest’incontro da Sasori-
A
quel nome vide l’espressione di Itachi farsi ancora
più irritata.
-
Mi ha detto che questa è una trappola. Itachi, so tutto,
Yahiko mi
ha detto del vero motivo per cui sei entrato
nell’organizzazione, e ora il capo
di questa lo sa, e ha organizzato quest’incontro per
eliminarti-
Lui
la guardò sorpreso senza riuscire a dire niente.
Si
guardò intorno spaesato.
-
Quell’idiota di Yahiko..- imprecò sottovoce.
-
Itachi!- lo chiamò lei irritata prendendolo per il mento con
una
mano e avvicinandoselo al se.
-
Non è il momento di pensare a queste cose ora, persino io so
che
questi compiti non vengono dati ai nuovi arrivati, che
c’è qualcosa che non
quadra. Dobbiamo scappare, subito!-
-
Lo so che è una trappola, ci sono arrivato anch’io
a questo-
Sakura
rimase bloccata.
Cosa?
Lui
tornò a guardarla con lo stesso sguardo freddo che aveva
assunto
ormai negli ultimi tempi.
Un
sguardo vuoto e privo di sentimenti.
-
Mi sono preparato a tal proposito, e sta sera arriverò alla
conclusione della mia ricerca. Sta volta sono sicuro che
verrà anche il capo
dell’Akatsuki, un fanatico del genere vorrà essere
presente per far valere la
sua posizione e darmi la lezione che mi merito- continuò
serio.
Sakura
lo guardò spaesata.
-
Ma ti rendi conto di quello che dici?come puoi pensare di cavartela
con tanti uomini armati contro di te? Sei diventato matto?-
Lui
spostò lo sguardo da un'altra parte.
-
La cosa non ti riguarda, troverò un modo da me-
Lei
lo guardò sbalordita senza riuscire a dire nulla per un
po’.
Infine
abbassò lo sguardo a terra stringendo le mani a pugno con
forza.
-
Ora ho capito-
Lui
tornò a guardarla perplesso.
-
Ora ho capito cosa significava quel addio dell’ultima volta,
il
perché fossi così..- alzò gli occhi su
di lui furiosa.
-
Sei solo un codardo!-
Itachi
sussultò sorpreso a quella reazione.
-
Cosa?-
-
Hai sentito bene, sei solo un codardo! Si può sapere cosa ci
fai
qui, ti è improvvisamente venuta voglia di suicidarti? E
tutti i tuoi sogni di
diventare medico, di essere una persona diversa da tuo padre? Oh ma
certo, dato
che non hai avuto coraggio di ribellarti a tuo padre hai semplicemente
scelto
di abbandonarti a questo destino e scamparla con questa assurda
missione? Quale
sarebbe la tua soluzione? Farti ammazzare così non dovrai
fare nessuna scelta sulla
tua vita?- sputò sprezzante.
Itachi
rimase per un attimo spiazzato prima di ritornare ad assumere
la solita facciata gelida.
-
Anche se fosse, tutto questo non ti riguarda. E tu invece’
perché
sei venuta qui? Se ti do così fastidio cosa ci sei venuta a
fare? a questo
punto tanto valeva che te ne rimanessi da quello- rispose freddo.
Sakura
sentì il sangue risalirle fino alla testa.
Cominciò
a colpire il suo petto ripetutamente mentre piccole lacrime
calde si facevano strada tra le guance gelate dalla’aria
fredda di quella
notte.
-
Mi stai davvero chiedendo il perché? Ma sei stupido?! Dio
come ti
odio!- fece sempre più arrabbiata quando il ragazzo
l’afferrò per il polso e
ribaltò nuovamente le posizioni facendo aderire la schiena
di lei al tronco.
- Smettila di urlare o ci
sentiranno!- fece sbalordito e confuso dalla situazione.
Sakura
smise di dimenarsi e si abbandonò sul suo petto sfinita.
Era
così stanca.
-
Perché continui a farmi questo effetto anche dopo tutto
questo?
Perché il mio cuore continua a battere così forte
quando ti sto vicino, dopo
tutte le volte che ti sei preso gioco di me?-
Sentì
il corpo di lui irrigidirsi.
-
Davvero non ci arrivi a capire perché sono qui? Non
è forse
evidente che non riesco a smettere di pensare a te? E io che mi ero
ripromessa
di dimenticare te e tutti quei momenti che abbiamo passato quando ho
saputo di
Konan, ed ero davvero decisa a dimenticarti, a non pensarti
più. Poi tu arrivi,
mi baci, giochi con i miei sentimenti e pretendi poi che io rimanga
impassibile
e continui per la mia strada come se niente fosse successo. E ora ti
aspetti
anche che io rimanga in disparte mentre decidi di farti ammazzare? Come
fai ad
essere così egoista?- sussurrò tra le lacrime, il
viso affondato sul suo petto.
Rimasero
qualche attimo in silenzio.
-
Io..non ho mai voluto prendermi gioco di te, scusami-
Continuarono
a stare fermi nella stessa posizione.
-
E’ vero, ho dei sogni molto diversi da quello che mio padre
vorrebbe per me e tu Sakura, fai parte di quel sogno. Quando immaginavo
un
futuro diverso, dove potevo fare quello che veramente volevo, in quei
pensieri
tu apparivi sempre accanto a me. Eri sempre lì, costante,
non volevi mai andar
via. Anche questa parte del sogno però è ben
lontana da quella che mio padre ha
scelto per me, così mi sono imposto di allontanarmi da te
per non pensarci più,
per non pensarti più. Ma non sono riuscito a controllarmi e
ho finito con il
ferirti. Quando ti avvicinavi alla fine, tutte le mie certezze
crollavano, come
ogni volta che mi parlavi, come adesso-
Sakura
alzò il capo sorpresa e puntò i suoi occhi umidi
su quelli
tristi di lui.
-
Perdonami, Sakura -
Non
lo fece finire di parlare. Azzerò la distanza tra i loro
corpi e
lo abbracciò stretto a se.
Il
ragazzo rimase per un attimo fermo, poi avvolse le braccia attorno
al suo esile corpo e la strinse forte a se.
Sakura
avrebbe voluto rimanere così per sempre.
E
se da un momento all’altro si svegliasse e scoprisse che era
stato
solo un sogno? Era tutto troppo perfetto per essere vero. Lui voleva
lei, da
sempre, come lei, come aveva sempre cercato di negarsi ed ora era tutto
fin troppo
intenso per crederci.
Voleva
solo rimanere lì e stare tra le sue braccia per
l’eternità.
Il
rumore di un motore risuonò nell’aria e in un
attimo i due si
staccarono guardandosi intorno preoccupati.
Itachi
la strinse ancora di più a se e cercò di
sporgersi un po per
controllare la situazione.
Due
macchine si erano fermate accanto la sua.
Vide
scendere tre uomini da ciascuna di essa.
Troppi,
molti più di quanti ne avesse calcolati.
Imprecò
a bassa voce quando notò la pistola sulla cintura di uno di
essi.
-
Itachi, sono troppi, dobbiamo andare via!- sussurrò Sakura
preoccupata.
-
Lo so, ma devo almeno vederlo, sono sicuro che si trova dentro una
delle macchine, ne sono certo.-
Sakura
lo guardò sempre più in ansia senza sapere cosa
dire.
Sarebbe
riuscita a convincerlo a lasciar perdere? Pensò a una
soluzione possibile.
Il
cuore nel frattempo batteva all’impazzata.
Itachi
vide alcuni di loro parlarsi con aria irritata e aprire gli
sportelli della sua macchina nel tentativo di trovarlo.
Non
era rimasto più molto tempo prima che venissero a cercarli.
Poi
notò uno di loro avvicinarsi allo sportello posteriore della
seconda auto e sussurrare qualcosa a qualcuno all’interno di
essa.
-
Sta per uscire- sussurrò Sakura che con la coda
dell’occhio tentava
di intravedere qualcosa.
-
Shhh- la ammonì lui, in ansia.
Sentì
la ragazza muoversi come se stesse cercando qualcosa ma rimase
concentrato sulla figura che stava uscendo dall’auto.
Il
suo corpo divenne di marmo quando finalmente lo vide.
Poi
sentì un leggero clik
sotto di se e vide che la ragazza aveva appena scattato una foto con il
telefono.
-
Ma cosa..-
-
Non abbiamo più tempo, andiamo!-
E
quando rialzò lo sguardo vide alcuni uomini dirigersi verso
la loro
direzione.
Senza
più pensare Sakura lo afferrò per il polso e lo
trascinò dalla
parte opposta.
Corsero
più veloce che poterono senza più preoccuparsi di
non fare rumore,
dai colpi di sparo giudicarono di essere stati ormai scoperti.
-
Dove stiamo andando??la mia macchina sta dall’altra parte!-
-
Non preoccuparti, ho una soluzione, fidati di me!-
Itachi
la guardò perplesso mentre correvano senza sosta verso
l’uscita.
Guardò
indeciso la sua figura, i lunghi capelli rosa ondeggiare con i
suoi passi e la sua espressione rossa dalla fatica, infine decise di
non dire
nulla e continuò a seguirla.
Anche
volendo non avrebbe potuto fare altrimenti, il suo cuore ormai
si fidava ciecamente di lei.
Sakura
si fermò di botto, facendo scontrare i loro corpi.
-
Siamo arrivati!-
E
la vide mentre tirava fuori una moto verde acceso e gli tirava tra
le mani un casco.
-
Sbrigati, non abbiamo tempo da perdere!- affermò agitata
mentre si
infilava il suo di casco.
Rimase
per qualche attimo perplesso, poi all’ennesimo rumore di
sparo
decise di tornare alla realtà e si infilò il
casco per poi sedersi dietro la
rosa che in un attimo partì e uscì dalla stradina
fino a tornare sulla via
principale.
-
Reggiti forte!-
Ooook
lo so, sono imperdonabile e mostruosamente in ritardo!!!
Ma
vi prego abbiate un po di comprensione, sono in pieno periodo
d'esami!!! E in più vivere da sola non è facile
come pensavo ne così spensierata come esperienza, almeno ora
come oraxD quindi non ho mai tempo per nulla, perdonatemi!!
Questo
capitolo lo avevo già scritto da un bel po e avevo deciso
che sarebbe stato l'ultimo ma dato che ho finito col scrivere parecchio
e che non ho ancora raggiunto la fine, il prossimo capitolo
dovrà essere l'ultimo (l'ho diviso in due parti, diciamo)
Mi
scuso se l'avete trovato magari..chessò..banale?? Lo
sò, rileggendolo non facevo altro che trovare difetti e
punti da criticare e credo davvero che sia un po troppo banale e
scritto con le zampe di gallina ma davvero non ho forze metali per
riscrivere tutto da capo e figuriamoci per l'ispirazione.
Spero
che non l'abbiate trovato illeggibile e che abbiate un po di tempo per
darmi un vostro piccolo parere su come lo avete trovato ecc, anche
piccolo piccolo piccolo mi va benissimo!! :P
Accetto
anche insulti, anzi sono quasi più preparata a quelli!!
Spero
di aggiornare al più presto anche se non posso promettervi
nulla e vi mando un bacione enorme!!
Ringrazio
per le recensioni del capitolo scorso e anche se non ho potuto
recensire ci tengo a ringraziarvi di tutto cuore e dirvi che come al
solito mi hanno fatto molto piacere e come sempre siete in grado tutte
di ridarmi sicurezza e farmi andare avanti anche quando ho meno
ispirazione, grazie mille, davvero!
Alla
prossima,
lovemusic
|
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Capitolo 32 *** 32 ***
Buooona sera!! Ed eccomi che finalmente dopo mesi
di assenza trovo il coraggio di pubblicare finalmente questo ultimo
capitolo..( in attesa che arrivino tutti i pomodori marci)
Nella speranza che non vi siate ormai scordate( anche se me
lo meriterei in pieno lo so) spero vi godiate insieme a me questo
ultimo capitolo..
Buona lettura!!!!
Capitolo 32
Quando
spense il motore della moto fu come risvegliarsi
da uno stato di trans, troppo occupata a
seminare dei possibili inseguitori si accorse solo in quel momento di
dove si
trovava. Le si
gelò il sangue.
Come
diavolo
aveva fatto ad essere così stupida da dirigersi a casa con
una Kawasaki verde
fosforescente in piena notte, un Itachi ancora sconvolto e parcheggiare
proprio
sotto casa??
Scese
velocemente dal sedile e togliendosi il casco controllò
immediatamente che non
ci fossero luci accese.
Sospirò
sollevata ringraziando il cielo che non si fosse svegliato nessuno. Nel
caso
contrario sarebbe stato alquanto difficile spiegare la moto, il ragazzo
e la
situazione in se.
Sentì
Itachi
togliersi anche lui il casco con movimento lento e fece per parlare ma
venne
subito interrotto dalla rosa.
-
Porto la
moto dietro casa così che non la vedano..torno subito. Tu aspettami qui.
–
E
senza
aspettare una risposta prese la moto e dandogli le spalle
cominciò a
trascinarla dall’altra parte della casa.
Un
agitazione sempre più intensa cominciava a farsi spazio
dentro di lei. Cosa
doveva fare adesso? Come doveva parlare ad Itachi dopo quello che si
erano
detti poco prima? Cosa faceva ora che l’aveva trascinato con
la forza via da
quel posto? Si impose di darsi una calmata e di affrontare i problemi
uno alla
volta. Appoggiò la moto dietro un albero cercando di
nasconderlo il più
possibile e ,rimandando inconsciamente la questione a un altro momento,
con
passi lenti e incerti tornò indietro con la paura di non
trovarlo più lì.
I
suoi
muscoli tesi allo stremo si rilassarono leggermente quando vide che lui
era
ancora lì ad aspettarla.
Questo
voleva dire che non si era pentito di quello che le aveva detto per
caso? Che
poi non sapeva cosa pensare al riguardo della sua confessione di prima.
Si le
aveva detto di ricambiare anche lui quei sentimenti che anche lei
provava ma
non per questo aveva detto di voler quindi ritornare sui suoi passi. E
se
adesso se ne usciva dicendo che comunque non voleva più
rivederla? Che
preferiva continuare con la vita che suo padre aveva deciso per lui?
Era
così
confusa che sarebbe potuta scoppiare da un momento all’altro.
Una
volta
averlo raggiunto si guardarono in silenzio per qualche minuto che le
sembrò un
eternità.
-
E ora?-
fece con la sua solita voce indecifrabile, anche se un po’
più roca del solito.
Lei
lo
guardò per un attimo spaesata, cercando di capire a cosa si
riferisse quella
domanda. Poi quando lo vide guardarsi intorno con aria preoccupata
capì a cosa
si riferiva.
-
Andiamo in
camera mia per il momento e poi decidiamo cosa fare ok?-
-
E come
facciamo a entrare senza rischiare di svegliare Kira e tua madre?-
chiese
perplesso.
Lei
si
diresse verso la grande faina che si ergeva di fronte alla finestra
della sua
camera e lo guardò ammiccante.
-
In questo
sono diventata piuttosto pratica negli ultimi anni. Tu segui i miei
movimenti e
cerca di non cadere ok?- e ignorando il suo sguardo sorpreso si
girò a guardare
il grande tronco dai vari rami che si prolungavano fieri verso il sole
e
cominciò a risalire poggiandosi su quest’ultimi.
Quando
sentì
dei movimenti dietro di lei capì che il moro la stava
seguendo e sorrise
agitata. Non avrebbe mai aspettato di risalire la faina insieme a lui
nel cuore
della notte e portarlo in camera sua.
Entrò
all’interno di quest’ultima con movimenti
controllati e lenti per non destare
troppo rumore e aspettò che l’altro la
raggiungesse.
Cinque
minuti dopo erano seduti ciascuno ad un estremo del letto a guardare il
pavimento in assoluto silenzio e la tensione era così
pressante da mozzare il
respiro ad entrambi.
La
rosa
sentì il ragazzo sospirare pesantemente,stanco e triste e
voltò subito lo
sguardo su di lui, sperando che dicesse finalmente qualcosa.
Lui
continuò
però a guardare per terra e senza rivolgere nessuno sguardo
parò stanco – Lo
sai vero che adesso siamo in guai grossi? Credi davvero che
quell’uomo mi
lascerà andare, soprattutto dopo che ho scoperto la sua
identità? Lo conosco
troppo bene, so che non si arrenderà finché non
mi vedrà morto. -
Sakura
corrucciò la fronte confusa. Conoscerlo bene?
Com’era possibile? Prima ancora
che potesse chiedere il ragazzo rispose alle sue domande.
-
Lui è mio
zio, Madara Uchiha. E sinceramente non sono nemmeno tanto sorpreso che
sia lui
a condurre quella banda di criminali e cerchi di abbattere la
società di mio
padre e Kira. Dopo tutto è quello che ha sempre cercato di
fare-
Sakura
lo
guardò sbalordita. Suo zio voleva davvero così
tanto la rovina dei suoi parenti?
A tal punto da arrivare a uccidere tranquillamente suo nipote per
arrivare ai
suoi scopi?
Lo
sguardo
del moro si posò finalmente su quello perplesso e adesso
impaurito di lei e
ricominciò a parlare.
-
Inutile
spiegarti tutta la storia. È troppo lunga e insensata per
poterla descrivere.
Riassumo solo dicendo che riguarda i soliti problemi familiari alla
Uchiha e un
patrimonio diviso, secondo mio zio, in maniera del tutto inappropriata
e
decisioni riguardo all’impresa per niente condivise da
quest’ultimo- si
alzò distogliendo lo sguardo da quello
della ragazza e andando a guardare verso la finestra con sguardo
pensieroso.
-
Come puoi
vedere dire di no o fare di testa propria in casa Uchiha può
diventare dannoso,
per non dire fatale. Ecco perché voglio che tu capisca che
non dovevi venire
sta sera e lasciarmi al mio destino. Io sono pronto ad affrontare
quello che è
il mio destino ma se poi ti vedo e sento la tua voce..-
tornò a guardarla con
sguardo vuoto- tutte le mie certezze cadono e l’unica cosa
che voglio é
scappare per sempre via da qui e portarti con me-
Sakura
lo
guardò per un attimo paralizzata senza sapere cosa dire. Il
cuore le batteva
all’impazzata dall’emozione. Quindi non si era
pentito di quello che le aveva
detto? Guardandolo negli occhi in quel momento lesse tutti i suoi dubbi
e le
sue debolezze e capì che se lo avesse voluto in quel
momento, le sarebbe
bastato dirgli che per lei andava bene. Che per lei andava bene
scappare e
stare insieme per sempre in qualche posto sperduto nel mondo dove
sarebbero
stati solo loro due e nessun’altro della loro vita
precedente. Si rese conto
che le sarebbe bastata una parola ora e l’avrebbe convinto
davvero a farlo.
L’idea
le
fece venire più brividi di adrenalina nel corpo di quanto ne
avesse mai provate
in vita sua e il cuore aumentò i battiti
all’impazzata.
Sarebbero
potuti essere finalmente felici, a dispetto di tutto e tutti.
Distolse
lo
sguardo triste e strinse forte i pugni contro il piumone del letto.
Scappare e
abbandonare tutte le persone che si volevano bene non avrebbe risolto
nulla
però.
Si
alzò
lentamente e si avvicinò al moro prendendogli il viso tra le
mani e
avvicinandoselo al suo.
-
Scappare
non serve a nulla Itachi - gli disse sussurrando guardandolo negli
occhi con
intensità.
-
Credimi,
io l’ho fatto per tutta la vita. Per tutta la mia esistenza
non ho fatto altro
che scappare e cercare di crearmi altre vite, altre
personalità, altri ricordi
e rifugiarmi in essi. Questo però non serve a niente.
Perché i problemi
rimangono comunque, i brutti ricordi o le decisioni da prendere nella
vita non
spariranno e non si può ignorarli per sempre. Bisogna
affrontarli- cercò di
mantenere lo sguardo fermo sul suo nonostante sentisse gli occhi farsi
umidi.
Avvicinò ancor di più il viso
dell’altro al suo fino a far aderire le loro
fronti.
-
Anche se
noi scappassimo non faremmo altro che scaricare il problema di tuo zio
su tuo
padre, Kira e probabilmente anche Sasuke- e sentì il moro
sussultare al sentire
il nome di suo fratello in quel contesto, come se solo l’idea
di vederlo finire
in mischiato in quella faccenda lo devastasse completamente. E
probabilmente
era così.
-
Lo so-
cominciò a rispondere sussurrando anche lui con tono deciso-
per questo sta
sera ero andato a risolvere la situazione una volta per tutte,
così sarò certo
che/- - Smettila di
dire ancora queste
idiozie!- lo interrompe alzando inconsapevolmente di poco il tono della
voce e
guardandolo severa.
-
Lo sai
bene anche tu che da solo non puoi fare niente se non finire in seri
guai,
smettila di attaccarti tutte le responsabilità da solo! E
francamente non mi
importa se hai ancora intenzione di continuare a seguire gli ordini di
tuo
padre riguardo la tua vita e..il tuo fidanzamento- aggiunse guardando
da
un'altra parte e allontanandosi leggermente da lui dopo averlo sentito
irrigidirsi. Stava davvero per dirglielo? Aveva davvero il coraggio di
rischiare il tutto per tutto?
- Io..io ti amo- disse
tornando a guardarlo
negli occhi, nonostante si sentisse il viso andare completamente in
fiamme e le
ginocchia cedere.
-
E..non ho
più intenzione di stare ferma a guardare mentre cerchi di
rovinarti la vita.
D’ora in poi non ti lascerò più solo e
insieme cercheremo di risolvere tutto.
Te lo prometto-
Distolse
di
nuovo lo sguardo sentendosi morire dopo averlo visto guardarla stupito
e in
silenzio.
Beh,
almeno
ci aveva provato si disse, sentendo come se il cuore fosse stato preso
a morsi
da un leone.
-
Ovviamente
non sei costretto a ricambiare quello che ti ho detto io/- e non
riuscì a
finire di parlare che si sentì afferrare per il viso dalle
sue mani calde e le
sue labbra poggiarsi sulle sue in bacio caldo e bagnato che
durò per un tempo
che le sembrò infinito. Il suo cuore ricominciò a
battere veloce mentre
avvolgeva le braccia attorno al suo collo. Sentì una mano
del moro lasciare il
suo viso per andare a poggiarsi sulla sua schiena pressando verso il
suo corpo
fino a farli aderire completamente mentre il loro bacio si approfondiva
sempre
più .
Si
staccarono dopo un lasso di tempo che le sembrò durare
troppo poco per i suoi
gusti e sta volta fu lei a prendere il suo viso tra le mani e
stringerlo forte.
-
Ti fidi di
me? È questa la tua risposta? Lascerai che ti aiuti?- chiese
guardandolo dritto
negli occhi.
Lo
vide
socchiudere per un attimo gli occhi mentre le sue labbra rilasciavano
un sonoro
sospiro.
-
Sì. – e
tornò a guardarla con quei occhi che non sembravano
più così bui e misteriosi
come prima.
Un
incredibile sensazione di calore si diffuse nel cuore della ragazza che
per la
prima volta dopo anni si sentì di essere al posto giusto,
nel momento giusto e
con la persona giusta.
Non
c’era
più niente nascondere o da fingere, nessuna bolla di
cristallo in cui
chiudersi.
Ora
era
semplicemente Sakura. Sakura Haruno. E questa Sakura non si era mai
sentita così
forte e amata come in quel momento, a dispetto di tutto.
-
Bene-
sussurrò.
Si
allontanò
lentamente per poi dirigersi verso la porta della stanza.
-
Dove vai?-
La
rosa si
girò sorridendo – Torno tra poco, tu aspettami qui
ok? Risolveremo tutto- e
senza aspettare una risposta uscì richiudendosi la porta
alle spalle.
-
Sakura??
che succede? Che è successo, stai bene?- chiese un Kira
decisamente assonnato
mentre cercava di mettere a fuoco la ragazza che aveva dinanzi tentando
di
capire quale fosse il motivo per cui la sua figliastra che tanto lo
odiava
l’avesse svegliato nel cuore della notte.
Sakura
fece
un profondo sospiro per darsi coraggio prima di parlare.
-
Lo so che
è notte tarda e che dovrei trovarmi a letto in questo
momento ma..tu l’ultima volta
mi hai detto che se avessi avuto un qualsiasi problema..io..- e le
lacrime
stavano offuscando così tanto la vista che non riusciva
nemmeno a continuare
quello che aveva iniziato.
Non
credeva
che lasciarsi finalmente andare, aprirsi alle persone a cui
più si era negata
sarebbe stato così difficile e intenso.
-
Sakura,
che succede?? Mi stai facendo preoccupare!-
-
Lo so che
ti ho sempre trattato con odio e che non ho mai voluto accettare questa
casa,
il vostro matrimonio e..te. ma in questo momento non so più
che fare e l’unica
persona su cui sento di potermi fidare e chiedere aiuto..sei tu-
sparò di getto
annaspando ogni tanto tra i leggeri singhiozzi.
- Perché
nonostante tutto il mio trattamento
non ti sei mai arreso e mi hai sempre trattato come avrebbe fatto
papà e questo
mi dava così sicurezza ma allo stesso tempo mi faceva
così tanto arrabbiare
perché pensavo che non ci dovesse essere nessuno a
sostituire il suo posto e
che dopo le esperienze passate sarebbe stato meglio non fidarsi
più di nessuno
e – non riuscì a concludere tutto il suo sfogo che
si sentì stringere dalle
braccia del suo patrigno.
-
Sakura..va
bene, va tutto bene davvero. So quanto sia stata dura per te accettare
e vivere
tutti questi cambiamenti per questo non mi sono mai arrabbiato o
arreso.
L’importante è che tu senta di avere una famiglia
che ti aspetta e che ti vuole
bene e soprattutto che non ti abbandonerà mai, ok?
Ora..perchè non mi spieghi
con calma cosa ti è capitato?- Sakura si lascò
andare ancora per un po’ tra
quelle braccia sentendosi finalmente con meno peso sulle spalle e poi
si staccò
lentamente asciugandosi con una manica della maglietta gli occhi.
-
Devi prima
venire in camera..e poi..ti spiegherò tutto-
I
due
giovani sedevano l’uno accanto all’altro sul
morbido materasso della ragazza
tenendo lo sguardo basso senza il coraggio di proferire più
nulla.
Sentirono
Kira sospirare pesantemente mentre con le dita della mano continuava a
fare dei
circoli sulle tempie nel tentativo di calmarsi un po’.
-
E così
questo è quanto giusto? Avete altro da dirmi?- i due
scossero la testa
mantenendo il silenzio.
-
Aah che
disastro. Itachi ti rendi conto del rischio che hai appena corso? Sai
che
avresti potuto finire in seri guai o rischiare addirittura la vita?
Come ti è saltato
in mente di fare tutto da te senza parlarne prima con tuo padre?!-
Sakura sentì
il moro accanto a se irrigidirsi ma mantenere comunque il silenzio.
-
Itachi..guardami- il moro alzò infine lo sguardo fino ad
incontrare quello di
Kira.
-
Itachi..sapevamo già di Madara e
dell’organizzazione- anche Sakura alzò sta
volta lo sguardo sconvolta. Cosa? Aveva sentito bene?
-
E non fate quella
faccia stupita. Non siamo
certo nati ieri e sia io che tuo padre conoscendo tu Zio abbiamo sempre
preso
le giuste precauzioni e tenuto d’occhio tutti i suoi
spostamenti e quello che
faceva. Perché credi sennò che ancora non abbia
fatto nulla contro la nostra
azienda?-
-
Quello che
non mi aspettavo e che sicuramente nemmeno tua padre si aspetterebbe
è che sia
riuscito per un pelo a incastrare il figlio prodigio. Forse tuo padre
ha fatto
troppo affidamento sulle tue grandi capacità dimenticandosi
che sei solo un
ragazzo e che per quanto sveglio sei ancora troppo giovane per poterti
occupare
di cose del genere. Tutto quello che hai sentito Itachi, tutte le voci
che hai
ricevuto riguardo all’organizzazione che complotta la nostra
rovina non sono
arrivate a caso proprio all’orecchio dell’erede
dell’azienda. Tuo zio voleva
tenderti una trappola Itachi e ci è riuscito. Perderti
avrebbe reso tuo padre
un uomo debole e facile da attaccare diversamente da ora. Per fortuna
siete
riusciti a scampare per miracolo voi due o non voglio nemmeno
immaginare come
sarebbe andata a finire..- sospirò stanco e allo stesso
tempo sollevato passandosi
una mano sulla fronte.
-
E..-
cominciò spaesato il moro. Dalla sua voce roca trapelava
tutta la sua
confusione e dalla sua espressione sembrava aver finalmente realizzato
la
situazione e quello che stava per fare solo un oretta fa. Come aveva
fatto ad essere
così stupido e non pensarci prima?
-
E..cosa si
fa ora?-
-
Ora? Ora
l’unica cosa da fare è andare a parlare della cosa
con tuo padre e risolveremo
da noi la situazione con tuo zio, non preoccuparti. L’unica
occasione che aveva
di poterti sfruttare per i suoi comodi l’ha persa e ormai non
c’è più nulla che
lui possa fare di tanto irreparabile. Non avrà
più il coraggio ne la
possibilità di avvicinarsi a te dopo che ha perso
quest’occasione, potete
rilassarvi entrambi-
Itachi
continuava a guardare nel vuoto senza più riuscire a dire
nulla.
Kira
fece
per uscire dalla porta ma decise di girarsi un ultima volta verso i
ragazzi.
-
Vado
subito a parlare a Fugaku per cui Itachi quando avrò finito
io di parlargli
vorrà sicuramente vederti, tu vieni però solo
quando sarò io a dirtelo, va
bene? E per quanto riguarda voi due..non mi interessa sapere cosa sia
successo
di preciso ma mi aspetto che tu Itachi - e pronunciando il suo nome il
suo
tono assunse
un suono più duro e serio
di quanto non fosse già – ti decida a parlare con
tuo padre di tutto ciò che ti
ha spinto a smettere di affidarti a lui e fare tutto da solo. Per
quanto ti
possa sembrare severo è pur sempre tuo padre e la tua
felicità e quella di
Sasuke valgono molto più dell’azienda e di
qualsiasi altra cosa. Non avere paura
e dì tutto quello che non hai mai avuto il coraggio di
dirgli..tenere segreti e
non aprirsi in famigli fa solo male a te stesso e chi ti vuole bene- e
concludendo questo rivolse un ultimo sguardo alla rosa per poi uscire
definitivamente dalla stanza e scendere le scale verso
l’uscita.
Dopo
qualche
minuto di silenzio nel quale i due rimasero seduti a guardare il
pavimento la
rosa portò la mano sopra quella del ragazzo e la strinse
dolcemente.
-
Andrà
tutto bene, ok?-
Itachi
alzò
lo sguardo verso di lei con espressione persa e impaurita. Prima che se
ne
accorgesse si ritrovò tra le braccia del ragazzo che la
stringeva come se non
ci fosse un domani.
-
Starai qui
con me vero? Non mi lasci vero?- sussurrò con voce quasi
inudibile.
Lei
sorrise
serena e ricambiò anche lei l’abbraccio con stessa
intensità.
-
No che non
ti lasciò, starò qui con te adesso e per sempre.
Te lo prometto-
E
dopo pochi
minuti si ritrovarono a dormire intrecciati nello stesso abbraccio
senza la
minima intenzione di lasciare la presa sull’altro.
Non
importa
tutte le difficoltà che avrebbero incontrato e quanto ci
avrebbero messo.
Finche
stavano insieme, Sakura era pronta ad affrontare tutto e tutti senza
più
nascondersi.
Insieme
sarebbero riusciti a superare tutto, ne era più che certa.
Coff
coff...ed eccoci alla fine!!! Prima di tutto chiedo immensamente
perdono per questo mio stratosferico ritardo e mi dispiace per tutte le
lettrici che hanno dovuto attendere tanto..so cosa si prova in questo
caso, per questo mi inchino chiedendo perdono!!!! purtroppo avevo perso
completamente l'ispirazione di scrivere e non c'era nulla da fare!!
Secondo, passando al racconto..questo era l'ultimoooo! Vorrei solo dire
che ci tengo davvero tanto a questo racconto poichè
è la mia prima long e poichè mi ha coinvolta
più di qualsiasi altra cosa io abbia scritto fino ad ora. E'
stato davvero un traguardo scrivere questo ultimo capitolo e concludere
per cui per come sono emozionata non riesco nemmeno a dare un giudizio
finale..
Spero
solo che vi sia piaciuta come fine..che non l'abbiate trovato troppo
banale o che non vi siano rimasti troppi dubbi..che non
sembri tutto campato per aria. Per ora non so dare un parere oggettivo
quindi spero di leggere un vostro parere al riguardo e dirmi cosa vi ha
trasmesso questo racconto o cosa ne pensate di questa fine..
un saluto grande a tutte le persone che hanno letto (
nonostante la itasaku e sasosaku non siano certo le più
ambite nel sito), che mi hanno seguita, messa tra le preferite e
ricordate e soprattutto un grazie immenso a chi ha avuto la pazienza di
recensire!! Senza di voi non sarei mai riuscita a continuare e
migliorare e leggere i vostri pareri mi ha dato davvero molta fiducia e
conforto, grazie mille davvero!! un bacione a tutte e alla prossima!!
lovemusic
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