Welcome to death...

di GiulyHermi96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regret ***
Capitolo 2: *** To the well-organized mind, death is but the next great adventure ***
Capitolo 3: *** The ghost of his last laugh still etched upon his face ***
Capitolo 4: *** Old freinds ***
Capitolo 5: *** A father's daughter ***
Capitolo 6: *** Look... at... me... ***



Capitolo 1
*** Regret ***


Welcome to death...

 

Allora, come ho spiegato nell'introduzione, questa sarà una raccolta di storie incentrata sulla morte dei personaggi di HP. Saranno in particolare quelli descritti dalla zia Row nei libri, ma...che ne so, magari potrei fare un salto nel futuro e scrivere un capitolo su una possibile morte futura...andrò un pò a umore XD
Ad ogni modo, questo capitolo vedrà la morte di Sirius Black...quindi, spero sarà decente e...WELCOME TO DEATH!
Giuly

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Regret:

 

Avanti puoi fare di meglio!” le gridò, la voce echeggiante nella vastissima sala.

Il secondo getto luminoso lo colpì in pieno petto.

La risata non gli si era ancora spenta sul viso, ma il colpo gli fece sgranare gli occhi.

[...]

Sirius parve impiegare un'eternità a toccare terra: il suo corpo si piegò con grazia e cadde all'indietro oltre il velo logoro appeso all'arco.

Harry colse un misto di paura e stupore sul suo volto sciupato, un tempo così attraente, mentre varcava l'antica soglia e spariva dietro il velo, che per un momento ondeggiò come scosso da un forte vento, poi ricadde immobile.

 

Proprio mentre Sirius stava cadendo attraverso il velo, James Potter, nell'aldilà, sentì una sensazione, come se qualcuno lo stesse chiamando.

Guardò Lily che lo guardò un po' preoccupata, ma annuì facendogli cenno di andare.

Senza nemmeno sapere cosa fare, l'ex grifondoro si alzò dalla sedia e si smaterializzò.

L'aldilà era un posto strano, sembrava una sorta di Hogwarts ingrandita per tutti i maghi del passato e del futuro, eppure, pur sapendo di passare l'eternità lì, sarebbe stato impossibile conoscere tutti.

Ad ogni modo, James aveva imparato la prassi, quando una persona a lui cara sarebbe morta, lui sarebbe dovuto andare ad accoglierla.

Mentre si smaterializzava James era nel panico: “Fa che non sia Harry, ti prego, non Harry!”.

Arrivò nella stazione di King's cross, o almeno, al posto che tanto somigliava a quella stazione, e aspettò.

James si sedette su una panchina e si guardò intorno. Nell'aria aleggiava già quella sensazione di pace che c'era nell'aldilà.

Poco dopo, vide una figura muoversi nervosamente un po' lontano da lui.

James fu felice che non fosse Harry, ma quella persona era l'ultima che si sarebbe mai aspettato di vedere.

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Sirius, intanto, si aggirava in quel posto strano e cercava di uscire.

Harry ha bisogno di me! Devo tornare indietro!

Sentendo dei passi l'uomo si girò e, per un momento, pensò di essere tornato indietro da Harry e che tutto fosse a posto.

Piano piano che la figura si avvicinava, però, Sirius poté notare che quel ragazzo non poteva essere Harry; era più grande, con gli occhi scuri e l'andatura più spavalda del timido e dolce ragazzo che aveva conosciuto due anni prima.

James...”sussurrò con voce flebile e incredula.

Potter sorrise.

Sirius avrebbe voluto abbracciarlo e dirgli quanto fosse felice di vederlo ma, pensò a Harry, a quel mondo tanto terribile in cui lo aveva lasciato solo, a tutte quelle promesse che gli aveva fatto, a quanto si sarebbe sentito in colpa per la sua morte.

Sirius pensò a tute queste cose e una lacrima gli scivolò sulla guancia.

James non disse nulla, durante la loro vita aveva visto raramente il fratello piangere perciò, quella piccola lacrima era il segno del suo legame con suo figlio.

Già suo figlio...quanto avrebbe voluto crescerlo...avrebbe voluto fare tante di quelle domande a Sirius su come era diventato, ma non gli sembrò il momento più adatto.

James...mi dispiace...non ce l'ho fatta a proteggerlo...non sono riuscito a rimanere in vita per stargli accanto...gli sono stato vicino per pochissimo tempo e per il restante lui mi odiava perché pensava vi avessi traditi...mi dispiace, non avrei dovuto andare a combattere, se non ci fossi andato...ora Harry non sarebbe solo...”

James lo guardava incredulo dei sentimenti di suo fratello:”Sirius...Harry non è solo...ha ancora Remus, ha i suoi amici, ha Silente...”disse l'ex grifondoro.

Sirius scosse la testa: “No James...lui aveva bisogno di qualcuno che vi conoscesse bene come me e che fosse abbastanza diverso da lui per poter risultare come una figura paterna...Remus...ovviamente l'aiuterà, ma...mi dispiace così tanto!”disse l'uomo in lacrime.

James era così sorpreso...non lo aveva mai visto piangere, non seriamente...si sentiva impotente: “Felpato...ascoltami ti prego...vuoi fare commuovere anche me? Harry è forte...più forte di quanto tu creda...riuscirà a superare anche questo...”

Ramoso! Sarà anche forte, ma è solo un quindicenne, un quindicenne col mondo magico sulle spalle che, oltre ad avere Voldemort come problema, ha anche i problemi di un adolescente, perciò è insicuro...l'avresti dovuto sentire...ultimamente non stava nemmeno bene...poteva vedere nella testa di Voldemort e questo lo stava indebolendo...tutte le notti aveva un nuovo incubo...puoi pensare a quante cose terribili faccia quell'uomo?! Pensa ad averle nella propria testa...si stava convincendo di essere cattivo! Ci ho messo tutto me stesso per convincerlo del contrario! Avrà anche il buon cuore di Lily, ma in fatto ad essere cocciuto è tale e quale a te! Lui...non può cadere nel baratro! Ha già sofferto così tanto! Vede morire intorno a se le persone che ama e...Merlino! Devo...voglio tornare indietro! Glielo devo! Mi ha salvato James! Non posso abbandonarlo così!”

James non aveva idea sul da farsi se non ascoltarlo.

Sentire tutte quelle cose su suo figlio lo avevano reso felice e preoccupato così come solo un genitore si può sentire...eppure, ora doveva spiegare a Sirius cosa avrebbe e cosa non avrebbe potuto fare.

Sir...non puoi tornare indietro...”disse guardandolo negli occhi.

In quel momento il padrino di Harry si sentì mancare la terra sotto i piedi: “No...ti prego...James...non posso lasciarlo in balia di Voldemort, dei suoi zii, di tutte quelle persone così malvagie...”

Potter sorrise anche lui con le lacrime agli occhi:”Da quello che so, nessuno è mai arrivato qui riuscendo poi a tornare indietro...non puoi fare niente Sirius...solo guardare come gli eventi andranno avanti...è difficile.” disse interrompendo l'amico prima che potesse parlare: “Lo so...ma è tutto ciò che potrai fare...niente di più...e bisogna rassegnarsi alla cosa, anche se è difficile.”

No...” sussurrò di nuovo Felpato allontanandosi da James e dando un pugno ad una colonna immacolata: “Ha bisogno di me” Come aveva bisogno di voi! Ha bisogno anche di me! Ora che le cose sono così critiche...io non...posso essere morto! Devo tornare da lui!” disse arrabbiato.

James prese la mano dell'amico e lo fece girare: “Puoi solo aspettare e sperare...” disse lentamente.

Lui scosse la testa mortificato: “Mi dispiace...” disse ancora.

Ascoltami Sirius...NON è colpa tua...”

Sirius scosse la testa: “Sì invece, se lui non fosse stato così legato a me non sarebbe venuto a cercarmi...e non sarebbe stato in pericolo...e io non sarei morto...”

James non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere sedendosi su una panchina.

Felpato, credo che tu non sia mai stato così protettivo verso qualcuno! Sei veramente diventato un bravo padrino, lo sai?”

L'uomo si oscurò in viso: “Non c'è proprio niente da ridere...”

Oh invece sì, Sirius, insomma, ti rendi conto che ti stai incolpando della tua stessa morte...di certo tu non saresti dovuto andare, ma è stato un istinto di protezione verso Harry e ti ringrazio per questo...” disse sorridendo: “Per quanto riguarda il fatto che Harry sia andato al ministero perché pensava che tu fossi in pericolo, bé, non posso dire che sia stata una mossa saggia, anzi, è stata piuttosto avventata, ma sai com'é il sangue dei Potter fluisce nelle sue vene...non credo abbia potuto farne a meno...”

Sirius lo guardò ancora non convinto, allora James si alzò, gli diede una pacca sulla spalla e disse: “Vieni, i nuovi arrivati prendono il treno...”

Il treno?” chiese lui e James annuì: “Sì, bé, non pretenderai mica di restare in stazione, no?”

Sirius gli corse dietro: “Ma dove andiamo?” chiese

Io la chiamo l'Hogwarts dell'aldilà e Lily mi sgrida sempre...”

C'è anche Lily?” chiese incredulo.
James rise: “Dove ti aspettavi che fosse?” chiese ironico.

Felpato alzò le spalle: “Poteva benissimo essere diventata un capo del consiglio ed essere una angelo dei piani superiori...stiamo parlando della prefetta/caposcuola Evans diventata Potter, mica di chicchessia!”

No Sir...qui siamo tutti sullo stesso piano, nessuno è più, nessuno è meno, siamo solo anime; nessuno qui è più buono o cattivo, nessuno ha la magia per fare del male agli altri...siamo solo noi..."
Insieme attraversarono la barriera che li avrebbe portati al treno e Sirius disse:"James...e se Harry fosse nei guai? Sei sicuro che non potremo mai proteggerlo?"
James sorrise di nuovo e si passò una mano tra i capelli:"Questo non lo so per certo Sir...del resto siamo maghi...potrebbe accadere qualunque cosa..."
Rincuorato dalla risposta, Felpato seguì il suo compagno d'infanzia e, anche se con qualche rimorso, andò avanti senza più alcuna paura.

***"Perché? " chiese Harry. "Ma non importa...a Sirius non importa se è una cosa insolita, tornerà, so che lo farà!"
Ne era così convinto che si voltò verso la porta, certo, per un attimo, che avrebbe visto Sirius perlaceo e trasparente, ma raggiante, attraversarla per venirgli incontro.
"Non tornerà" ripeté Nick. "Lui è... andato avanti". ***


P.S. Non lo potete sapere ma io mi sono letteralmente messa a piangere durante i discorsi di Sirius...spero vi sia piaciuta e, se riceverò esiti positivi ci vedremo di nuovo...non è vero, anche se saranno negativi scriverò comunque il nuovo capitolo XD
P.P.S. Le parti contrassegnate da *** sono dal libro "Harry Potter e l'ordine della fenice"
N.B. Se recensirete mi farete un grande piacere perché saprò se continuare questa cosina oppure no =P
Ultimo P.S. Se volete, passate anche dall'altra mia long fic: Lily e i malandrini.
Baci,
Giuly

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Capitolo 2
*** To the well-organized mind, death is but the next great adventure ***


Welcome to death...

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To the well-organized mind, death is but the next great adventure:

Ok, lo so, sono in ritardo, la shot non è un gran ché e non è nemmeno lunga ma...non ho proprio tempo ed è stato il massimo che potessi fare ç.ç Non cruciatemi, vi prego.
Un saluto a tutti quanti, a
cOstanza che mi preferisce, a Always89 e laisaxrem che mi seguono e ai recensori:


_Mimi2799_
GiulyHermy99
Un saluto e bentornati nella morte (?) XD
Giuly

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"Severus...ti prego..."

Albus Silente aprì gli occhi e si ritrovò in un luogo bianco e pulito.
Il colore gli ricordava tanto i panni che sua madre puliva  amano perché diceva che con la magia non venivano puliti abbastanza. Sorrise al ricordo.
Era tanto tempo che non ripensava a sua madre.
Ma le circostanze lo avevano indotto a pensare a cose più importanti. Come la salvezza di Harry, o la sua morte.
Oh sì, era morto, e questo lo sapeva bene. Non poteva essere altrimenti.
Era un pò dispiaciuto. Dispiaciuto per non aver potuto dire ad Harry tutto ciò che avrebbe voluto, ma sapeva che ce l'avrebbe fatta. Harry era troppo forte e troppo intelligente per non farcela e, in caso di necessità, la signorina Granger e il signor Weasley lo avrebbero aiutato. Ne era certo. Ovviamente gli aveva lasciato qualche aiuto in più. Ronald Weasley era un ragazzo gentile e assennato, ma una spintarella in più verso Harry e, ovviamente, la signorina Granger, non gli avrebbe di sicuro fatto del male.
La signorina Granger, invece...bé, sperava che sarebbe arrivata da sola alla notizia dell'esistenza dei doni della morte, o come minimo che sarebbe riuscita a fermare Harry dall'essere troppo impetuoso in momenti poco consoni.
Sarebbe andato tutto bene. Doveva andare tutto bene...
"Albus...?" una voce lo chiamò da dietro le spalle.
Il professor Silente non fu esattamente sorpreso. Alla veneranda età di...bé...poco più di 150 anni, aveva imparato a rimanere calmo davanti a qualsiasi cosa, ma quella voce...quella voce che non sentiva da...da praticamente tutta la vita, dai suoi 20, o poco meno, lo fecero commuovere, benché girato rispetto alla figura, come solo poche volte era capitato negli ultimi anni.
"Ariana...che gioia rivederti..." disse girandosi verso la sorella.
Davanti a lui c'era una ragazzina, dell'età di Harry più o meno...più piccola in realtà.
La ragazza sorrise: "Sei invecchiato..." disse.
Nella ragazza non c'era aria di pazzia o insicurezza. Era così somigliante al quadro che aveva Aberforth nel suo pub a Hogsmeade che Albus rimase in silenzio per un pò, poi sorrise nuovamente: "Ah ah...è vero...sono invecchiato parecchio, e anche Ab." disse l'uomo accarezzando la guancia della sorella: "Gli manchi un sacco..." disse riferendosi al fratello.
Lei sorrise: "Sì, lo so...ma sono sempre lì con lui...come sono sempre stata con te. Mi sei mancato tantissimo..." disse tenendogli la mano tra le sue.
"Camminiamo..." disse la ragazza e accompagnandolo avanti verso il bianco infinito in fondo a quel posto.
"Hai fatto tante di quelle cose Al...vi ho sempre guardati, tu sei stato straordinario...e molto giusto." gli disse saltellando.
Lui sospirò: "Non sempre, Ari..." disse.
Anche lei sospirò, ma non perse la sua felicità: "Sì, invece...tutti i giorni scoprivi qualche cosa di nuovo. Sei stato un padre per Harry e sei stato un bravo fratello per Ab. Un bravo preside, e saresti stato un bravissimo ministro, se avessi accettato." disse continuando a sorridere e a saltellare di fianco al fratello.
Lui scosse la testa: "Sono stato tutto forché un buon padre, per Harry...non credo di essere stato un bravo preside più di altri, e di sicuro non sarei stato un ministro migliore di quelli che hanno preso posto negli ultimi anni...Certamente, però, non sono stato un bravo fratello...né per Aberforth, né per te. Eri così giovane Ari..."
Lei sospirò: "Ero giovane, ma non sarei mai potuta essere una persona normale. è stato meglio così, Albus...lo sai meglio di me."
L'uomo sospirò, ma non continuò il discorso, sapeva che parlare con Ariana era come parlare a James Potter in persona. Impossibile.
"Non andiamo ancora?" chiese lui sorridendo alla sorella.
Lei sorrise di rimando: "Non ancora...ti stanno facendo il ritratto, così una parte di te rimarrà con loro e potrai ancora aiutarli." disse.
Albus sospirò sollevato.
Forse non avrebbe mai potuto veramente parlare con la sorella di ciò che l'aveva uccisa.
Forse non era mai stato una vera e propria figura paterna per Harry.
Forse non sarebbe mai stato un buon fratello o un buon preside, ma di sicuro avrebbe aiutato Harry, fino alla fine. 

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Capitolo 3
*** The ghost of his last laugh still etched upon his face ***


Welcome to death...

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Eh già...non sono sparita...ma ultimamente tengo dietro poco alla mia long fic Lily e i malandrini, quindi figuratevi questa raccolta! XD
Ad ogni modo, essendo la giornata della memoria ho deciso di scrivere quetso capitolo su Fred, la morte che mi ha sconvolta più di tutte...
Fred era proprio come un fratello, perché io mi sono sempre rivista così tanto in Ron, quindi è stato terribile, per me, come per tanti altri...quindi...bé, vi ridò il bentornato nella morte e...sì, buona lettura ^^
Giuly
P.S. Grazie ai recensori e a chiunque abbia messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite ^^ e a quelle 192 anime pie che hanno almeno letto la prima shot :)
N.B. Questa shot è più corta dell'altra, perché sono sicura che fred non avrebbe aspettato più di tanto dopo essere morto per passare nell'al-di-là...comunque...leggete e capirete ^^




The ghost of his last laugh still etched upon his face:


Fred Weasley si svegliò.
Perché avrebbe dovuto svegliarsi? Stava combattendo fino a cinque minuti prima.
Suo fratello doveva avergli fatto qualche cosa. Tipico. Proprio quando Percy aveva finalmente fatto una battuta George aveva dovuto fare il cretino...sempre così...
Ma ora dove si trovava?
"George? Dai fratello, il gioco è bello finché dura poco...ok, bé...non l'abbiamo mai fatto durare poco, ma...insomma...devo tornare a combattere!" disse il ragazzo.
Nessuno gli rispose.
Si trovava in un posto stranissimo, era completamente bianco, immacolato, con una grande luce sul fondo verso delle vetrate.
Cosa diavolo aveva fatto George?!
"George? Dai, per Merlino! Non abbiamo tempo, devo tornare a combattere! George?!" continuò a chiamare il fratello, ma questo non rispose.
Ora, Fred Weasley non si era mai fatto prendere dal panico, MAI. Certo è che non era nemmeno MAI stato senza il fratello per più di qualche secondo, quindi un'inquietudine al centro del cuore lo prese di sorpresa.
"Bé, nipote, ti avevo sempre reputato spiritoso, ma con quella faccia non farai ridere proprio nessuno..." disse una voce dietro di lui.
Fred si girò e vide un uomo avvicinarglisi sorridente.
"Zio Bilius! Che ci fai qui?!" chiese iniziando a ridere ed andando ad abbracciare quell'uomo conosciuto.
Quello sorrise: "Sono venuto a prenderti nipote..."
Fred lo guardò ancora col sorriso stampato in viso ma con un'espressione confusa: "A prendermi? E dove mi vorresti portare? Tu sei...ehm..." Fred si sentì in imbarazzo per essere stato un pò troppo diretto, ma l'altro sorrise: "Crepato, come si suol dire...sì, Fred. Sono morto e ora siamo nel centro di raccolta di anime...una King's cross dell'al-di-là."
Fred si guardò ancora attorno: "Dovevo immaginare che non fosse stato George a farlo! Oltre ad essere il più bello, sono anche il più intelligente die due e..." il ragazzo tornò serio in un secondo: "Aspetta, hai detto il 'centro di raccolta di anime'?" chiese nuovamente preoccupato.
Suo zio sorrise tristemente e annuì: "Sì, Freddie...ho detto così..."

*      *      *

"Io...Io..." Fred iniziò a balbettare: "Oh, per Merlino, non sono mica Ron! Io non balbetto! Zio, non puoi dire davvero! Ho tante di quelle cose da fare e creare ancora!" disse prendendo il parente per le spalle.
Lui sospirò staccando le mani del nipote dalle sue braccia: "Lo so Fred, ma un'esplosione ti ha travolto e...ci sei rimasto sotto...Percy e Ron hanno..." ma Fred lo interruppe.
"Un'esplosione?! Sono morto per un'esplosione?! Ci può essere una morte più idiota?!" chiese il ragazzo iniziando a camminare avanti e indietro.
"Forse morire dopo aver visto un Gramo...?" chiese lo zio cercando di tirarlo su di morale.
"Sii serio zio! Ecco, ora mi sento Hermione...morire significa impazzire? No perché se dovrò diventare un mix tra mio fratello e la sua pseudo ragazza, non ci sto!" iniziò a dire.
Bilius ridacchiò: "Non è la morte che ti fa parlare così Freddie..."
Il ragazzo lo guardò e sospirò: "Come farò senza George? Io...zio...non ci siamo mai separati...come faremo..." chiese tremando appena.
L'uomo sorrise con gli occhi tristi: "Non puoi fare niente...puoi solo decidere da che parte stare..."
"Da che parte stare?" chiese il ragazzo confuso.
L'uomo annuì: "Puoi decidere di sperare che lui muoia in modo che non siate soli oppure puoi decidere di sperare che lui viva e viva per te..." disse l'uomo sorridendo.
"Io non voglio che Georgie muoia! Io voglio che abbia una vita bellissima! Che continui a fare scherzi, che sorrida! Che faccia tutte quelle cose che non potrò fare io, che abbia dei figli, che vada a vedere il Quidditch e che veda i nostri fratellini più piccoli diventare grandi. Che faccia degli scherzi al matrimonio di Ron e Hemrione e che faccia un discorso da ubriaco al matrimonio di Ginny! Che consoli mamma e papà, che gli faccia capire che io vivrò con loro e che..." a Fred tremò la voce.
Fred Weasley non aveva nemmeno mai pianto. MAI. Non l'aveva mai fatto, perché voleva essere forte come gli altri e, in fondo aveva sempre avuto George dalla sua parte, quindi, triste o no, arrabbiato o meno, suo fratello lo aveva sempre tirato su di morale.
"Voglio che sorrida e che non pianga per me. Voglio che sappia che io resterò sempre con lui, che viva. VIVA per tutti e due, che non pensi che io sia felice di essere qui, ma che lo pensi perché lui è là...io...oddio, non ci capisco più niente." disse il ragazzo.
Le lacrime sgorgavano dai suoi occhi copiose e non sapeva cosa fare.
"Freddie...Freddie...Georgie lo sa...lo sa già...lo saprà sempre. Certo, non sarà più come prima, ma ritroverà il sorriso, così come gli altri. Se sarai in pace tu, lo saranno anche loro..." disse lo zio abbracciandolo.
Fred sospirò.
"Va bene...ho scelto..." disse sorridendo di nuovo.
Bilius annuì e gli diede una pacca sulla spalla: "Andiamo, allora..."
"Dove?" chiese Fred.
"All'Hogwarts dell'al-di-là...ovvio! I maghi oscuri non ci sono...sai, loro non hanno anima, o almeno, ce l'hanno spezzettata, quindi non possono venire qui...almeno, non possono quelli che hanno ucciso. Quelli che si sono pentiti sono più che benvenuti...Ora, però, fai veloce. Ti devo presentare tre persone..."
"Davvero? Chi?" chiese il ragazzo curioso.
"Lunastorta, Felpato e Ramoso...sono molto interessati alle tue malefatte a scuola...loro erano più o meno come te..." disse l'uomo sorridendo.
"Davvero?" chiese Fred felice.
"Oh sì...probabilmente li conosci già, ma voglio lasciarti la sorpresa per dopo..." disse guidandolo attraverso il binario 9 e 3/4.
Fred si girò verso la stazione prima di sorpassare la barriera e sorrise. Sorrise per i suoi parenti augurando loro una bella e lunga vita e, infine, oltrepassò il muro con lo spettro della sua ultima risata ancora impresso sul volto.

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Capitolo 4
*** Old freinds ***


Old friends
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Remus!” si sentì chiamare.

No... pensò. Cosa ci faceva Tonks lì? Doveva essere a casa, con Teddy! Doveva essere ovunque, ma non lì!

L'uomo si girò e la vide. La vide, con i capelli corti e un sorriso sollevato sulle labbra.

Si girò completamente verso di lei, ma prima che la potesse raggiungere, o che lei raggiungesse lui, un lampo colpì la ragazza dietro la schiena.

NO!” urlò raggiungendola appena in tempo per prenderla tra le braccia.

Dora! Rispondi, Dora!” la chiamò, ma i bellissimi occhi della ragazza, erano spenti, privi di luce.

Remus si girò e vide Bellatrix Lestrange sorridere e lanciare anche a lui un incantesimo che non riuscì a parare in tempo.

Il suo ultimo pensiero fu per suo figlio: Teddy, sarai un uomo e un mago fantastico...

Remus aprì gli occhi e si ritrovò a...
King's cross? Cosa ci faccio qui?” chiese guardandosi intorno.

Girò la testa a destra e a sinistra, si alzò e si sorprese di non provare alcun dolore.

Guardò dietro di se e non vide nulla.

Si girò nuovamente e vide una persona venir fuori da una luce fortissima.

Si avvicinò a sua volta e riconobbe...

Sirius!” disse raggiungendo l'amico.

Remus... non posso dire sia bello vederti... avrei preferito aspettare un po'...” lo accolse l'amico con un sorriso triste.

Remus sospirò e pensò a suo figlio... pensandoci gli venne in mente anche sua moglie.

Dov'è Dora?” chiese confuso guardandosi intorno.

Sirius sorrise: “Oh, non ti preoccupare, lei la rivedrai, quando passeremo di là... ma non è ancora il momento... che ne dici se parliamo un po', mentre aspettiamo gli altri...?” chiese sedendosi su una panchina.

Remus guardò l'amico confuso: “Gli altri?” chiese.

Sirius annuì: “Sì... dobbiamo fare una cosa tra un po'... non ti preoccupare, te lo spiegherò a tempo debito.” disse facendogli spazio vicino a lui.

Devo dire che la stai prendendo bene Luna... io non riuscivo a capire cosa fosse successo quando sono arrivato qui.” disse alzando le spalle ridacchiando senza allegria.

Remus sospirò: “è solo che ho visto Bellatrix uccidermi, quindi so cosa è successo, tu non te ne sei reso conto Sir... sei solo passato oltre ad un velo dopo un incantesimo...” disse ricordando non senza un po' di dolore.

Sirius sospirò: “Già... non ho mai saputo cosa sia successo dopo...” disse lentamente l'uomo.

Remus alzò le spalle: “Harry ha cercato di autoconvincersi che saresti uscito dall'altra parte del velo. Quando si è reso conto che non sarebbe successo ha inseguito Bellatrix e ha incontrato Voldemort... poi è arrivato Silente che ha, per così dire, salvato la situazione.” disse lentamente Remus.

Sirius sospirò: “è triste andarsene... avremmo potuto fare tante di quelle cose...” disse.

Remus deglutì e annuì, incapace di dire nulla.

Hai avuto un figlio Rem... sono felice per te...” disse Sirius: “Lo siamo tutti...” sussurrò pensando agli altri.

Remus deglutì di nuovo con le lacrime agli occhi: “Non so perché Dora sia venuta al castello, l'avevo pregata di rimanere a casa con Teddy. Gliel'avevo chiesto in ginocchio, ma lei è stata troppo testarda... come al solito. Oh accidenti, non so come prenderla questa cosa! Teddy... non avrà genitori... nessuno dei due. In un certo senso sono sollevato di non stare con lui, perché la mia licantropia avrebbe potuto nuocergli, ma... dall'altra parte io... io... vorrei tanto poter passare con lui ogni momento, poterlo vedere muovere i primi passi, sentirgli dire la sua prima parola... vederlo andare a Hogwarts, vederlo con una ragazza e vederlo semplicemente crescere... solo questo, eppure... quel povero bambino, crescerà senza genitori... ha solo Andromeda adesso... e non so se sentirmi in colpa o dispiaciuto o...” Remus si passava le mani sul viso, tra i capelli disperato.

Sirius sospirò: “Remus, è normale che tu ti senta così. Sei padre... io... non posso dire di essere stato esattamente una figura paterna per Harry, ma ti assicuro che ero disperato, quando sono arrivato qui. È una parte dell'essere genitore, vorresti proteggerli per sempre...” disse Felpato cercando di consolare alla meglio l'amico.

Remus deglutì, con gli occhi lucidi: “Ad ogni modo, ormai è fatta... c'è poco da fare... il dado è tratto. Ormai sono qui... spero solo che crescerà bene e non rimpiangerà tanto di non aver conosciuto i genitori.”

Sirius sospirò: “è ovvio che rimpiangerà di non aver conosciuto il padre e la madre, hai visto Harry? Anche solo il dirgli che assomiglierà a Tonks gli nuocerà, ma saprà di avervi sempre con se... proprio per quello...” disse l'uomo sorridendo gentilmente.

Remus sospirò ed annuì: “Cosa dobbiamo fare?” chiese a Sirius, che sorrise, sempre senza allegria: “Per ora aspettiamo che arrivino...” disse lentamente guardando la luce in fondo alla stazione.

Remus fissò Sirius sempre più confuso: “Ma chi dobbiamo aspettare?” chiese a Felpato, che sorridendo, questa folta felicemente, indicò la luce.

L'uomo si voltò e vide due figure uscire dall'enorme arco e avvicinarsi a loro.

S-sono...” chiese in una domanda silenziosa e sbalordita Remus.

Sirius annuì ripetutamente e si alzò con calma.

Remus, invece, si mise in piedi di scatto, si avvicinò di qualche passo per esserne certo e spalancò gli occhi incredulo: “James! Lily!” sussurrò.

I due sorrisero.

Non erano cambiati, erano ancora giovanissimi, Lily con lo sguardo dolce di sempre e James con il suo sorriso malandrino che sempre lo aveva caratterizzato.

Senza riuscire a frenarsi, corse e li abbracciò felicissimo.

Luna, sei invecchiato... d'altronde sono io quello che doveva rimanere giovane per sempre...” disse James sdrammatizzando il momento.

Lily alzò gli occhi al cielo: “Giovane o bambino, Potter? Guarda che c'è differenza...” disse sorridendo al marito.

è... è incredibile vedervi... io...” cercò di dire Remus.

I due sorrisero: “Bé, è stato un po' noioso senza voi qui... senza offesa amore...” disse James girandosi verso la moglie che lo guardò di sottecchi.

Ma... cosa dobbiamo fare?” chiese Remus per la terza volta.

James alzò le spalle: “Non ne ho idea...” disse.

Lily alzò nuovamente gli occhi al cielo: “Ma devo sempre spiegare io le cose? Dunque, intanto dobbiamo accogliere altre anime... almeno, io devo accoglierne una di sicuro... anche se James mi vuole fermare dal farlo...” disse sospirando.

Sai che lui non mi è mai piaciuto...” disse con le braccia incrociate.

Lily scosse la testa sospirando: “Quando io avrò accolto la persona senza di voi, tornerò qui e dovremo tornare giù...” disse sorridendo.

Remus la guardò scioccato: “Tornare giù? Cosa intendi?”

Lily alzò le spalle: “Non ne sono sicura, ma credo che verremo trasportati sulla terra come impronte di noi stessi o una cosa del genere... credo che lo scopriremo tra un po'... io devo... sì, devo andare... torno presto però. Giuro Jamie! Ci metto poco... ti prego.” disse guardando il marito negli occhi, che sospirò e la lasciò andare guardandola scomparire nei corridoi candidi di King's cross.

Perciò ora aspettiamo...” disse James sedendosi a gambe incrociate per terra.

Remus alzò gli occhi al cielo: “James... sai che ora dovresti avere più di trent'anni... ti comporti ancora come un bambino...” lo rimproverò.

Il ragazzo sorrise: “Mi mancavano le tue sgridate, Luna... mi siete mancati tutti qui... anche Pete in realtà. Non posso ancora crederci...” disse guardandosi le mani.

Sospirarono insieme e stettero in silenzio, fino a che James non guardò Remus e disse: “Harry... è stato bravo, non è vero?”

E Remus vide nel suo amico l'orgoglio di padre, il dispiacere che aveva avuto nel non poterlo vedere crescere... proprio come lui, e si ritrovò più vicino al ragazzo con gli occhiali e gli occhi scuri, che era morto così giovane.

Annuì: “è stato bravissimo, Jamie...” disse sorridendo.

Il ragazzo sospirò con le lacrime agli occhi e disse: “Anche Teddy sarà bravo... Harry si prenderà cura di lui quando tutto questo sarà finito... proprio come voi avete fatto con lui... lo sento.” disse all'amico che annuì tristemente e grato per quelle parole.

I tre videro Lily aggirarsi lì vicino con una persona vestita di nero... tutti e tre sapevano benissimo chi fosse, ma non lo nominarono per la sanità mentale di James.

Se ti può consolare, fino ad ora, anche Harry non lo sopportava...” disse Remus sorridendo al ragazzo seduto in terra che sbuffò un po' divertito e un po' seccato: “Vorrei anche vedere... avrà anche il sangue di sua madre, ma metà è anche mio!”

Videro Lily sparire nella luce e tornare un po' di tempo dopo.

Tutti si alzarono e si posizionarono vicino alla colonna del binario nove e tre quarti.

Prego, attraversare la colonna...

Disse una voce profonda intorno a loro.

James prese la mano di Lily che gliela strinse e dietro di loro Sirius e Remus si prepararono.

Lentamente attraversarono la barriera, ritrovandosi nella foresta proibita.

Si stavano per chiedere cosa ci facessero lì, quando videro Harry in mezzo a loro.

Il ragazzo era sporco di sangue e di terra, era affaticato e stanco morto, ma appena li vide, gli occhi gli si velarono di lacrime e deglutì guardandosi intorno.

Lily e James guardarono il proprio figlio con orgoglio: era cresciuto, non era più il neonato con gli occhioni verdi e i capelli scompigliati. Ormai era un uomo, quasi dell'età che avevano loro quando si erano spostati. Aveva fatto cose straordinarie e erano fieri di lui.

Anche Sirius e Remus provavano circa le stesse cose, ovviamente in misura minore, poché erano potuti stare con lui più tempo.

Il ragazzo iniziò a parlare e Remus fu sorpreso di ricevere quasi per primo un commento da parte del figlio dei suoi migliori amici.

Remus... tu... avevi appena avuto un figlio.” disse il ragazzo dispiaciutissimo.

Lui sorrise. Tutto sua madre. Anche Lily avrebbe pensato prima a lui che a se stessa, perciò sorrise e gli spiegò che altri avrebbero spiegato a suo figlio ciò che lui non avrebbe potuto fare... diede al ragazzo la spiegazione con tanta calma, che sorprese se stesso.

In effetti, era così che si sentiva. Sapeva che altre persone che lo avevano conosciuto avrebbero aiutato suo figlio a crescere... l'avrebbero educato meglio di quanto lui e Tonks avrebbero potuto fare, perché avrebbe avuto più esempi da seguire e tutti magnifici.

Sorrise al ragazzo che parlò praticamente per la prima volta nella sua vita ai genitori e sperò che un giorno Harry potesse parlare con R^Teddy e spiegargli cosa fosse successo ai propri genitori.

Insieme, tutti e cinque, con Lily ed Harry a capo, si mossero nella foresta proibita insieme verso il suo cuore e Remus capì che sarebbe andato tutto bene, perché Harry era una persona troppo buona per andarsene così presto da quel mondo. Avrebbe vinto, in un modo o nell'altro, ce l'avrebbe fatta.

Angolino autrice:
Eh sì, sono viva... non l'avreste mai detto, vero? XD
Spero che il capitolo vi sia piciuto almeno un pochino... è diverso dagli altri, ma l'ho dovuto fare così, perché materialmente Remus muore e torna sulla terra in un tempo molto breve, perciò mi sono dovuta adeguare ^^
Spero sia stato quantomeno decente ^^
Un saluto,
Giuly

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Capitolo 5
*** A father's daughter ***


Welcome to death

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A father's daughter:


Remus!” lo chiamò.

Non era riuscita a stare a casa. Aveva lasciato Teddy a sua madre ed era arrivata ad Hogwarts. Non ce l'avrebbe potuta fare a rimanere ferma sapendo che suo marito fosse in pericolo.

Quando lo aveva visto lo aveva chiamato.

Lui si girò e al contempo lo fece anche una mangiamorte.

Dora la vide. La vide girarsi, ma tenne i suoi occhi su Remus, sorrise e, nell'esatto istante in cui lo vide urlare: “NO!” e correre verso di lei, non sentì più nulla, nulla se non un vuoto ampliarsi dentro di sé e raggiungere velocissimamente tutti gli arti del suo corpo.

________________________________________________________________________________


 

Dora aprì gli occhi e li richiuse immediatamente accecata.

La luce bianca del posto era estremamente forte, quasi di ghiaccio, come se potesse raffreddare ogni cosa.

Magari era in infermeria, magari l'incantesimo non era stato mortale.

Dora non aprì nemmeno gli occhi, ma sorrise.
No. Era morta. Sentiva di esserlo, la speranza era per i deboli e lei non lo era mai stata.

Si era sempre impegnata al massimo per far capire al mondo magico che anche le donne potessero essere forti e coraggiose.

Non era mai stata debole, MAI... tranne per una cosa.
Per il suo Remus, suo marito, il suo amore.

L'unico momento in cui si era permessa di essere debole... le era stato fatale.

Si pentiva di una cosa sola... si pentiva per suo figlio.
Il suo piccolo Teddy che già stava crescendo tanto.
Non l'avrebbe conosciuta.
Almeno sarebbe rimasto con Remus.
Sarebbe stato un padre meraviglioso, un padre bravissimo.

Un padre eccezionale.
Ci aveva messo mesi a convincerlo, ed era sicura che ancora non ne fosse sicuro.
Ma lei sì.
Lei aveva sempre saputo che sarebbero rimasti insieme.
Almeno... lo aveva sperato.
Lentamente Tonks aprì gli occhi e si guardò intorno.
Per lei fu come un deja-vu.

Sentì la propria mente ricordare la prima volta in cui andò a King's Cross.

Si ricordava di quando suo padre e sua madre l'avevano portata all'espresso di Hogwarts ed era salita sul treno rosso.

Sospirando, la ragazza si alzò in piedi e guardò le familiari colonne della stazione.

Erano incredibilmente pulite, quasi troppo bianche per essere reali.

Sospirando Tonks ebbe la conferma di essere morta.

Tutto attorno a lei sembrava surreale e finto.

Camminò per qualche minuto, sfiorando le colonne e le panchine che le capitavano vicino e stava per avvicinarsi alla colonna del binario nove e tre quarti, quando sentì una presenza dietro di sé.

Non aveva la bacchetta, se ne rese conto in quell'istante. Prendendo il coraggio tra le mani, la ragazza si girò su se stessa pronta a battersi a mani nude quando, prima di poter colpire la persona dietro di sé si fermò sconvolta.

Ted Tonks, con le mani alzate per difendersi e un sorriso dolce sulle labbra, le stava davanti, con la stessa pancia e gli stessi capelli, ormai radi e biondi sulla testa.

Dora abbassò le proprie mani e si tuffò tra le braccia del padre, che la strinse forte.

Papà!” sussurrò la ragazza sulla spalla del genitore.
“Oh cara... sono combattuto in questo momento... avrei davvero voluto vederti il più tardi possibile qui, ma potere stringere di nuovo tra le braccia la mia bambina è una sensazione bellissima.” sussurrò il signor Tonks tenendo ancora più stretta la figlia.

La ragazza non era mai stata troppo affettuosa con nessuno, ma suo padre era morto senza preavviso, in un battito di ciglia e lei non era nemmeno riuscita a salutarlo.

Le era mancato in quei mesi.
Le era mancato tanto. E il suo rimpianto era che non fosse riuscito a vedere il nipote.

Teddy è bellissimo, Dora ti somiglia...” disse l'uomo come a leggerle nel pensiero.

A quelle parole, la ragazza pianse.

Si strinse ancora di più al padre e pianse come non aveva mai pianto prima.

Oh tesoro... lo so...” cercò di calmarla il padre.

Quando Tonks smise di versare lacrime sulla spalla del padre, Ted le sorrise: “è quasi liberatorio vederti piangere, figlia mia... da bambina non lo facevi mai e mi facevi preoccupare ogni giorno.”

Dora rise e i suoi capelli diventarono rosa, come a far tranquillizzare il padre.

Tuo figlio, Dora... è bellissimo... crescerà bene, anche senza di voi...” disse l'uomo deglutendo.

La ragazza fissò il padre e, infine, richiamata da alcuni passi, vide lontano da loro due persone muoversi verso altre due.

Girando la testa di scatto verso il padre, scosse la testa: “Remus?” chiese sconvolta.

Il signor Tonks annuì: “Poco dopo di te cara... ma vedrai, andrà tutto bene. Ci sarà Harry con... Teddy... e Andromaca, e tutti gli altri.” disse l'uomo tenendo la figlia tra le braccia.

Arriva un momento, tra le anime qui su, in cui si può conoscere la sorte di tutto questo. TI posso dire con sicurezza Dora, che andrà tutto bene...” disse Ted sorridendole.

Tonks guardò le quattro figure lontane da se e vide una di queste allontanarsi e raggiungerne una quinta un po' lontana.

Posso...?” chiese implicitamente la ragazza.

Il signor Tonks scosse la testa: “Non ancora, cara... hanno qualche cosa da fare... noi intanto andiamo, dobbiamo prendere un treno...”

Lei iniziò a seguire il padre verso una luce abbagliante e, senza paura l'attraversò.

In pochi minuti si ritrovarono su un espresso quasi identico a quello per Hogwarts, solo completamente bianco.

Papà... mi dispiace di non essere sempre stata la figlia che avresti voluto...” disse lei sedendosi in uno scompartimento.

Anche gli altri vagoni erano pieni di anime, anime accompagnate da altre anime.
Conoscenti, famigliari, amici... persone che non si erano viste per tempo e che in un certo senso, rallegravano la tristezza di quell'avvenimento.

Il treno partì. Tutto intorno a loro era bianco, e alla ragazza sembrava quasi di volare sulla sua scopa.

Le rotaie erano invisibili e il treno non faceva rumori o cigolii.

Tutto sembrava chiuso fuori, quasi riparato dalle cattiverie del mondo.

Il signor Tonks non diceva nulla, semplicemente aspettava.
Non ci volle molto, il viaggio durò poco rispetto a quello nel mondo mortale, ma a Dora sembrò durare una vita.

Appena il treno si fermò, il signor Tonks aprì le porte e sorrise alla figlia.

Dora, tu sei stata la cosa migliore della mia vita, la migliore decisione, il migliore avvenimento.” iniziò l'uomo mentre scendevano dal treno.

Non sei stata la figlia da pettinare e vestire da principessa, ma sei stata una figlia meravigliosa, e sono fiero di ciò che sei diventata, perché l'hai fatto da sola. Non avrei potuto chiedere per una figlia migliore...” finì Tonks abbracciando la figlia che lo strinse a sé.

Ad ogni modo... benvenuta cara Dora... anzi, bentornata a casa...” disse spostandosi dalla visuale della ragazza ed accogliendo la propria figlia nel paradiso delle anime magiche.




Angolino autrice:
Salve a tutti!
So che non ho aggiornato per molto tempo, ma purtroppo non sto aggiornando nulla ultimamente, visti gli impegni degli ultimi tempi.
Spero che come capitolo vi sia piaciuto abbastanza. Non è strappalacrime, ma sarebbe stato difficile renderlo in tale modo con un personaggio come Tonks XD
Un saluto, spero ci siate ancora ^^
GiulyHermi96

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Capitolo 6
*** Look... at... me... ***


Welcome to death...

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Look... at... me...

Sentiva a malapena il dolore lancinante sul suo collo e qualche cosa di caldo scivolargli sulla pelle.

Avvertiva sotto di sé il legno durissimo della Stamberga Strillante, la stessa Stamberga che l'aveva visto cercare di catturare Sirius Black quattro anni prima, la stessa Stamberga da cui quello stupido di James Potter l'aveva salvato tanto e tanto tempo prima.

In quella stessa stamberga, Severus Piton stava morendo lentamente in agonia.

Ogni secondo cercava di catturare più aria, quell'aria sufficiente per lasciare che Potter prendesse i suoi ricordi.

Quando vide con lo sguardo appannato il ragazzo che chiudeva la fiala, lo prese per il bavero della camicia.

Non si curò di quanta forza ci avesse messo, voleva solo un'ultima cosa.

Un'ultima piccola cosa che mai aveva osato fare in quegli anni in cui aveva visto il figlio di Lily crescere.

Afferrò al meglio il bavero, tentò di tenerlo tra le dita e con voce strozzata e quell'aria che era riuscito a prendere in tutto quel tempo disse: “Guar...da...mi”

E Harry James Potter, guardò il suo ex-insegnante di Pozioni morire davanti a sé annegando non nei suoi occhi, ma in quelli di Lily.

_______________________________________________________________________________

 

Tutto.

Era.

Candido.

Gli occhi color della pece di Severus Piton si scontrarono col candore di un luogo che al contempo gli sembrava familiare e sconosciuto.

Intorno a lui c'erano colonne, muri, panchine, corridoi... ed erano tutti bianchi, senza nemmeno una macchia.

Riscoprendosi decisamente meno debole rispetto a pochi minuti prima, Severus si puntellò con le mani a terra e si sedette.

Il suo mantello scuro faceva un fortissimo contrasto col pavimento chiarissimo, e fissare troppo qualsiasi superficie gli dava quasi fastidio agli occhi.

Era morto.

Non poteva essere altrimenti.

Una vita non esattamente felice gli aveva fatto guadagnare una certa freddezza che, nelle constatazioni, gli era sempre risultata utile.

Era morto. Morto in un modo crudele e cruento. Morto in un modo decisamente alla Lord Voldemort.

E aveva lasciato il moccioso senza una guida.

Meraviglioso. Ora come avrebbe fatto quel pezzente senza nessuno che lo aiutasse?
Black era morto, Lupin anche. Silente, bé più morto di lui... Forse Kingsley... ma no nella battaglia, come avrebbe potuto? Chissà se i Weasley...? Sì, quei due nemmeno sapevano badare a non inciampare...

Piton sbuffò e si alzò in piedi iniziando a camminare avanti e indietro.

Fortunatamente era riuscito a dargli i ricordi.

Se quel mocciosetto avesse avuto almeno un po' di sale in zucca, forse le cose avrebbero funzionato.
Forse, però...

Parlando di Potter non si poteva mai sapere.

Intanto lui avrebbe aspettato. Se Harry Potter doveva morire, di lì a poco sarebbe arrivato lì dov'era lui.

Già, ma dov'era lui?

Piton si guardò di nuovo intorno.

Se tutte le anime dovevano essere portate in quel luogo, allora perché c'era solo lui?

Essendo partita una battaglia, sicuramente i morti non dovevano essere pochi.

Guardandosi intorno vide un gruppetto di persone molti corridoi più in là.

Cercò di raggiungerli, ma si rese conto che i corridoi erano tutti divisi da... rotaie?

Confuso, seguì con lo sguardo le rotaie, fino ad arrivare alla fine.

Un alto e largo arco si stanziava di fronte a tutte le strade e da lì brillava una luce abbagliante, impossibile da fissare più a lungo di qualche secondo.

Passandosi una mano sugli occhi, Severus tentò di guardare se, magari, sul corridoio ci fosse qualche indicazione, ma non furono dei cartelli che vide.

In lontananza, parecchie decine di metri più in là, forse un paio di centinaia, una persona, alla sua vista minuscola, camminava velocemente, come se fosse in ritardo.

Severus mentì a se stesso.

Mentì dicendosi di non riuscire a riconoscere la persona che stava avanzando da così lontano. Ma non era vero.

Severus Piton avrebbe riconosciuto quella chioma rossa e quegli abiti ovunque.

Si era sempre aspettato che lei sarebbe stata vestita di bianco, come l'angelo che aveva sempre immaginato fosse stata, ma si sorprese nel vedere che, man mano che avanzava, indossasse gli stessi abiti in cui l'aveva trovata anni e anni prima sotto le macerie. Gli stessi abiti su cui aveva pianto*.

Tanta era la sorpresa, che non si rese conto di essersi fermato in mezzo al 'corridoio'.

Non si rese conto di aver smesso di camminare, semplicemente si incantò a guardare i suoi sogni più rosei diventare realtà.

La ragazza, poco più che ventenne si avvicinava e avvicinava... e più i metri tra loro si accorciavano, più Severus era nervoso.

Arrivata a una decina di metri da lui, Lily Evans si fermò.

Magari non si sarebbe avvicinata di più, magari sarebbe rimasta a debita distanza.

Lei non mosse alcun passo, stette lì di fronte a lui per qualche secondo e poi... sorrise.

Sorrise in un modo pieno d’affetto.

In un modo che Severus non vedeva rivolto a lui dal loro litigio al quinto anno.

Lily Evans rivolse il suo sorriso speciale, quello dolce e bagnato di lacrime a lui. Lui, Severus Piton.

“Sev…” sussurrò lei guardandolo.

L’uomo avrebbe voluto correre da lei, abbracciarla il più forte possibile.
Se avesse avuto più confidenza in se stesso l’avrebbe fatto, ma aveva paura di essere rifiutato, di spezzarla come l’aveva spezzata anni prima.

Perciò non si mosse, ma continuò a fissarla.

Lei non ne fu sorpresa, mosse semplicemente un ulteriore passo verso di lui: “Sev… sei cresciuto.” Disse fissandolo.

Lui alzò le sopracciglia un po’ sorpreso di quella frase.

La situazione gli ricordò vagamente un libro che Lily gli lesse quando erano bambini.

Era un certo Peter Pan se non ricordava male.
In realtà il libro era suo, ma non aveva mai voluto leggerlo. Fu proprio lei a recitarlo a voce alta un’estate, stesa sul prato di fianco a lui.

Come risposta a quella frase lui semplicemente annuì.

Non ci aveva nemmeno pensato, ma effettivamente, Lily aveva vent’anni circa.

Ventuno per l’esattezza.
Lui era molto più vicino ai quaranta che ai trenta, invece.

“Io… ti volevo ringraziare Sev.” Continuò la ragazza.

L’uomo la guardò negli occhi.

Erano identici a quelli del figlio. Li aveva avuti davanti tutta la vita e negli ultimi anni aveva sempre avuto paura di fissare troppo Harry Potter, tanto che si era azzardato a farlo solo negli ultimi secondi della sua vita mortale.

“Hai aiutato molto Harry e io e James ti siamo riconoscenti.” Disse con calma.

Lui alzò gli occhi al cielo facendo ridere Lily: “Sì, c’è anche James. Sarebbe stato strano il contrario…”

“Non siatemi riconoscenti… non ho fatto nulla di speciale.” Tranne salvare il moccioso in molte occasioni, ma sarebbe stato meglio non chiamare il figlio di Lily in quel modo proprio davanti a lei.

Lily sospirò e si girò: “Camminiamo? Ti va?” chiese gentilmente: “C’è anche qualcun altro che vuole vederti… io tra un po’ devo andare…”

No… come doveva andarsene? Cosa doveva fare da morta?

Lily sorrise: “Non so esattamente cosa succede, ma io, James, Sirius e Remus dobbiamo aspettare qui per un po’… dicono che dobbiamo andare da Harry…” disse lei alzando le spalle.

Severus sospirò. Chissà, magari il mocciosetto aveva capito cosa doveva fare…

“Erano loro, quindi, pochi corridoi più in là…” indovinò Severus.

Lily annuì continuando a camminare: “Sì esatto. Devo raggiungerli tra poco, ma non credo staremo via molto.”

Passò ancora qualche momento di silenzio.
Nessuno dei due sapeva cosa dire. Ci sarebbero state mille cose, in realtà, ma nessuno sapeva da dove cominciare.

“Sei cambiato Sev. Sei fin troppo freddo, lo sai?” disse ad un certo punto lei.

L’uomo sospirò: “Immagino che la situazione mi abbia fatto cambiare in molti frangenti, sì.”

Lily annuì: “Non eri in una situazione facile, no… non ti dirò che te l’avevo detto, perché sono gentile…” disse lei sorridendo.

Severus si girò e la fissò ridere e sorrise a sua volta.

A quel punto anche Lily si voltò e sorrise ancora di più: “Ora ti riconosco! Sev… mi sei mancato sai? Non solo qui… anche… prima.” Disse prima che lui potesse interromperla.

“Anche tu Lily…” mormorò l’uomo imbarazzato.

Lily continuò a camminare, ma Severus notò che avesse gli occhi lucidi.

“Bé… non pensare che non abbia notato tutti i tiri che hai fatto a mio figlio… sappi che sei stato tremendo!” disse lei scuotendo la testa.

Severus non disse nulla, ma il fatto di aver giocato col figlio di James Potter gli parve ancora più divertente, anche se per metà fosse anche figlio di Lily.

“Tremendo! Anche perché ha il mio carattere. Solo perché assomiglia a James, Sev… e non ti vergogni nemmeno!” disse lei scioccata e divertita.

Lui alzò gli occhi al cielo: “Qualunque cosa diciate, io sono più grande di tutti voi, quindi non mi pentirò di nulla…” disse compiaciuto.

Lily scosse la testa: “Ah il tuo animo da Serpeverde si fa sempre sentire… sarà meglio tenerti lontano da Jamie per un po’… dai andiamo, devi prendere il treno. Lo prenderei con te, ma devo proprio andare… ti porto dagli altri…”

Severus si fermò, così anche Lily si arrestò e si voltò verso di lui: “Dai su…” disse sorridendo.

Lui piegò la testa: “Lily… noi… siamo morti…”

Lei lo fissò: “Sì, Sev. Sai, sei anche piuttosto calmo. Rispetto a quelli che di solito si mettono a piangere o urlano, tu sei fin troppo posato.” Disse lei sorridendo: “Comunque, sì, siamo morti. Ci si fa l’abitudine andando avanti, ma all’inizio è un po’… strano.”

Lui annuì e cambiò argomento: “Chi mai vorrebbe vedermi?” chiese riferendosi agli ‘altri’ che secondo Lily lo stavano aspettando.

Lei sorrise: “Vedrai.” Disse prendendolo per mano e accompagnandolo attraverso la luce.

Arrivato dall’altra parte gli sembrò davvero di essere tornato sul binario 9 e ¾ .

Si guardò intorno e vicino al treno rosso e nero vide due figure conosciute.

Sconvolto, si fermò.

La prima delle due figure era Albus Silente. Era, in realtà, un sorridente Albus Silente, con la mano annerita e la barba bianca così come lo aveva visto l’ultima volta.

“Caro ragazzo…” disse l’uomo: “Sei stato bravissimo… certo un po’ poco ortodosso in alcuni frangenti, ma davvero bravo. Grazie Severus. Grazie.” Lo ringraziò di cuore l’anziano.

“Io… non so se il ragazzo ha capito… non so se…”

Silente sorrise: “Ha capito Severus. Lo dimostra il fatto che Lily debba andare sulla terra a breve e che io debba rimanere qui.”

“Non mi accompagna, signore?” chiese Severus.
L’uomo scosse la testa: “No… c’è qualcun altro che ti vuole accompagnare…” disse indicando dietro di sé.

Questa volta Severus fu davvero sorpreso di non aver barcollato o di non essere svenuto.

Davanti a lui si stanziava la figura austera di sua madre.

“Madre…” sussurrò.
Lily Evans non aveva mai visto la signora Piton sorridere prima di allora.
L’aveva incontrata pochissime volte e le aveva sempre fatto paura, ma in quell’istante, per quanto fosse una donna decisamente più fredda e severa di altre, la vide provare quell’affetto materno che tutte le madri hanno per i loro figli.

“Ciao figliolo… vogliamo andare?” chiese la donna.

Severus annuì, poi si voltò un momento.

Vide Silente e Lily parlare e decise di non disturbarli.

In quell’istante, però, Lily lo vide girato verso di lei, lo guardò negli occhi e, in un impeto d’affetto, si scusò con Silente e gli corse incontro abbracciandolo forte con le lacrime agli occhi.

Non era cambiato nulla.
O meglio, era cambiato tutto, ma Lily era ancora innamorata di James Potter e vedeva lui come un amico.
Sapeva che ciò non sarebbe stato diverso in nessun mondo, eppure… quel momento era suo. Potter non ne era partecipe e Lily era tra le sue braccia come quando da bambini si rivedevano dopo tanto tempo.

Lily aveva sorriso per lui anche se nella vita mortale si erano separati male.

Lily era con lui per un momento, e questo gli bastava.

“Andrà tutto bene, Sev…” disse sorridendo: “Ci vediamo di là…” e, con un cenno a Silente e a sua madre corse fuori dalla luce per raggiungere gli altri.

Lily non era mai stata sua, pensò Severus.

Quella dolcissima ragazza non gli era mai appartenuta, ma non gli importava.

Aveva avuto sensazioni diverse, aveva avuto momenti indimenticabili con lei, e ora l’aveva rivista.
L’aveva rivista, e questo gli era bastato.

“Andiamo?” chiese a sua madre che annuì salendo nel treno.

“Ci vediamo dopo, Silente?” chiese all’uomo che, con un sorriso dolce annuì.

Severus vide qualcosa brillare sulla barba bianca dell’ex preside di Hogwarts, ma scosse la testa.

Era davvero improbabile che avesse pianto. Così chiuse la porta del vagone e il treno iniziò la sua corsa.
Silente guardò l’ennesimo espresso per Hogwarts partire, pieno di anime che non si potevano vedere tra loro e sorrise lasciandosi sfuggire un’altra lacrima.

Severus Piton aveva riabbracciato il suo tesoro più grande dopo più di vent’anni, e si era lasciato bastare quel piccolo momento.
Chissà, in un universo parallelo, magari, avrebbe trovato qualcun altro… che non fosse Lily.

No… pensò Silente. In qualunque mondo, Severus Piton avrebbe sempre amato la signorina Evans, qualunque cosa fosse accaduta.

 

 

*Io ve lo dico, mi sono immaginata Lily vestita come nel primo film, ovvero un maglione a collo alto e dei pantaloni e non un abito turchese come nell'ultimo, però fate voi XD


Angolino autrice:
Ed eccomi tornata anche qui :D
Lo so, lo so... sono stata via un sacco, ma mi sto impegnando per finire almeno qualcuna delle mie long...
Comunque, questo capitolo è stato un parto.
Non fraintendetemi, è stato bellissimo scriverlo, e ho voluto anche costruire la gif animata che vedete lì su, ma... non è affatto facile far riincontrare Lily e Severus.
Ci sono mille cose non dette, frasi lasciate a metà, imbarazzo, anni passati vissuti da uno e non dall'altra...
Non è stato facile, spero che comunque riesca a trasmettervi qualche cosa. Certo non è un capitolo disperato quanto quello di Sirius, ma non volevo fosse tale, perché Severus non è tipo da scomporsi...
Boh, spero vi sia piaciuto :) 
Un saluto,
GiulyHermi96

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