Recensioni di Rumyantsev

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia The hidden law of a probable outcome - 03/10/17, ore 19:27
Capitolo 1: The hidden law of a probable outcome
E' inutile che ti ripeta che come scrivi tu la TouAka mi piace tantissimo, non solo perché rispecchia la mia idea di loro ma perché aggiungi sempre /qualcos'altro/, aspetti che non avevo valutato bene o su cui comunque non mi ero focalizzata abbastanza da comprenderne il fascino. Anche qui, è proprio questo che mi ha colpita. Tougane si smaschera lentamente, in una discesa che porta Akane dritta tra le braccia del mostro, letteralmente e figuratamente, ed è una discesa che lei sa di star cercando ma non sa fino a che punto. Anche al lettore resta il dubbio su quanto tutto questo sia consensuale, su fin dove sia arrivata la coercizione di Tougane. E' l'ambiguità che regna nella loro relazione ed è anche il centro di questa tua storia, un'ambiguità che è manifesta in Tougane (me lo sono immaginato un serpente che fa la muta, e che divora la sua preda), ma è fortemente presente anche in Akane. Akane, una donna forte e competente, che si sente piccola e impotente tra le spire di Togane e sente di star perdendo se stessa, il ricordo di Kogami - parte integrante del suo essere - e di non capire la natura dell'uomo che ha davanti. Ovviamente tutto questo porta all'ambiguità dell'amplesso, in cui il serpente mostra sprazzi di quello che è realmente, della sua crudeltà, e Akane si spezza e nella sua fragilità non si riconosce. Ho letto che qualche volta hai paura di non rispettare lo "show don't tell" e, beh, penso che qua tu abbia saputo scrivere - e non descrivere - emozioni e dinamiche complessissime in maniera magistrale. L'ho trova intelligente ed affascinante, scritta come sempre benissimo, alcuni passaggi mi resteranno in testa per un po' (la "petite mort" e la creatura rinata tra le braccia di Togane? Ma io a momenti piango!).
Complimenti, e grazie di questi contributi così belli in questo fandom.
Recensione alla storia Appocundria - 11/12/16, ore 21:57
Capitolo 1: Appocundria
Ho letto che il tuo intento era quello di rendere la storia bella prevalentemente da un punto di vista estetico e, ti dirò, prima ancora di arrivare alle note è proprio quello che ho notato. In particolare nella seconda parte, quando Akane è con Kougami, ho trovato la descrizione del cielo e del sole di una bellezza e raffinatezza uniche. In generale sono rimasta davvero molto colpita dall'accuratezza con cui hai saputo rendere concreto ogni dettaglio tanto da dare agli ambienti un aspetto tangibile, reale. Sei perfettamente riuscita a dare alla storia un taglio cinematografico.
Mi è piaciuto, tra le altre cose, il modo in cui, leggendo, si scivola con grande naturalezza dalle descrizioni ai pensieri e ai ricordi di Akane. C'è una fluidità elegante nel tuo modo di scrivere che è magnetica, qualcosa che probabilmente non ci si aspetta quando si decide di entrare su EFP e leggere una fanfiction, ma io francamente credo che la buona scrittura possa nascere (e qualche volta lo fa davvero) anche da qui, e sono convinta che una scrittura come la tua si meriti moltissimo, anche al di là del mondo dei fandom.
Veramente un lavoro splendido. Sono genuinamente contenta di averlo potuto leggere, e per questo ti dico grazie.
Recensione alla storia Trembling soul - 08/06/16, ore 18:28
Capitolo 1: Trembling soul
Guarda, io faccio una fatica immensa a immaginare Makishima e Choe in una situazione simile e, anche se ci fossi riuscita, temo non ne sarei rimasta particolarmente convinta, ma la tua storia è l'ennesima conferma che, scrivendo bene, puoi dare a bere a chiunque qualsiasi cosa. Sono riuscita ad apprezzare persino la dolcezza che permea i gesti che descrivi, nonostante sia abituata ad associare loro a ben altro tipo di sensazioni (te l'ho detto anche nella recensione alla tua "Riflessi", ma ancora me ne stupisco). Unica nota stonata, ovviamente solo dal mio punto vista, è la battuta finale. Già sono poche le volte in cui mi piace si parli esplicitamente d'amore, e, in particolare in questa occasione, con questi due personaggi, avrei preferito fosse soltanto sottinteso che c'era, senza dirlo per forza. Mi è sembrato eccessivo scaricare su una storia leggera e dolce, come il tocco di Choe su Makishima, un romanticismo che appesantisce. Ma, ripeto, è una cosa mia e altri sicuramente apprezzeranno, invece, perché non impedisce affatto di godersi una storia impeccabile dal punto di vista grammaticale e sintattico (come al solito, quando l'autrice sei tu).

[Recensione partecipante alla maratona di Giugno indetta dal gruppo Recensori Solidali e Critici - Fandom Anime & Manga]
Recensione alla storia Sorry Ko, I think I made a crap - 26/05/16, ore 01:24
Capitolo 1: Mi spiace Ko, credo proprio di aver fatto una cazzata
Uno dei momenti più brutti di tutta la s2, nonché la morte più ingiusta di tutta la serie, a mio dire. Proprio fino all'episodio 16, Kagari è sempre stato il bambinone del gruppo, quello che, mentre gli altri discutono di cose serie, gioca con i dinosauri e mangia le gommose. Poi viene fuori quanto sia frustrato perché essere un reietto, un carcerato da quando era un bambino gli pesa da morire. Tutti coloro che non danno valore alla libertà che hanno possono andare a farsi fotte e non gliene frega un cazzo della società e dalla vita di tutti quelli che l'hanno trattato come un criminale quand'è innocente. Trova anche molto ironico che proprio chi l'ha giudicato indegno di vivere in mezzo agli altri, avendone l'occasione, si sono rivelato più efferato di quanto lui potrà mai essere. Eppure è consapevole di dire ciò che dice perché brucia d’invidia. Per Kagari la cosa più importante al mondo è la libertà. Combatte solo perché ha degli amici ai quali vuole essere fedele, ma perché l'ha scelto lui. Trovo meravigliosa questa sua determinazione, nata dall'esasperazione e dalla rabbia, sì, perché è giustissimo essere incazzati come bestie, invidiosi anche, in una situazione del genere. Mentre gli altri si sono arresi alla propria condizione, Kagari vive tutto da un punto di vista suo e si è procurato una libertà di pensiero del tutto personale, ché quella non gliela può togliere nessuno, ormai. Non è immaturo, solo realista e disilluso. Come si può non sentirsi vicini ad un personaggio così? Come si può non trovare ingiusta la sua morte? Una persona che lotta per vivere e sorride davanti all'ineluttabilità della morte, ancora capace di scherzare e prendere con filosofia la fortuna che, da quando è nato, non ha fatto altro che voltargli le spalle. Ci vuole una forza incredibile e un coraggio ancora maggiore per essere come lui.
Apprezzo davvero moltissimo che tu abbia scritto proprio di lui, e sono contenta che il risultato sia così buono (dopo questa sviolinata, si capisce, credo, che per lui ho un debole). Mi piace il linguaggio rude e anche la sintassi un po' grezza, con questi periodi coincisi che esprimono concetti semplici in maniera veloce, senza pontificare troppo sulle immagini e i suoni, senza cercare poesia a tutti i costi nella crudezza della realtà. Trovo sia molto consono alla sua personalità schietta. Mi piace anche quest'idea che il suo ultimo pensiero fosse rivolto alla battuta che gli ha fatto Kougami, o che finisca avvolto dall'oscurità mentre noi, spettatori, veniamo invece abbagliati dalla luce dello sparo che gli mangia il viso. Un po' mi rammarico che possa aver pensato che Yayoi non piangerebbe per lui, proprio lei che gli vuole bene come ad un fratellino (comprensibile, invece, che non confidi nella bontà di cuore dell'allora Nobuchika-odio-il-mondo-Ginoza). E quindi niente, nel complesso è molto carina.
Ti segnalo giusto un po' di cose velocemente (e poi ti libero dalla mia molesta e inaspettatamente prolissa presenza):
- "mi volto alle mie spalle" è una ripetizione che, secondo me, andrebbe eliminata;
- "darmene una ragione" suona un po' male, metterei più "darmi una spiegazione";
- "da sempre mi era apparsa" e poi "da quando ero diventato Esecutore" sono frasi che si contraddicono o ripetono lo stesso concetto (a seconda di come le interpreti), perciò sarebbe meglio togliere una delle due;
- anche "la terribile sensazione di essere consapevole" è una ripetizione: o hai la sensazione o ne sei consapevole;
- "in modo tale che non /rispecchiasse/" andrebbe sostituito con "rispecchi", visto che la narrazione è al presente;
- "Gino e Kunizuka che versano lacrime per me, figuriamoci poi Gino", non so quale personaggio volessi nominare ma hai scritto Gino due volte.
Il titolo... a me piaceva più in italiano. Inoltre quel "crap" non tanto mi convince così decontestualizzato: se non avessi già letto la flash avrei pensato che indicasse una "cagata" nel senso letterale del termine. Magari per esprimere quello che volevi dire ci starebbe meglio un "Sorry, Ko, I think I screwed up".
E qua chiudo (finalmente, non ne potrai più!) chiedendo umilmente perdono per il papiro che ti troverai davanti aprendo la pagina delle recensioni: giuro che non è colpa mia, è Kagari che troppo bello.
Recensione alla storia Riflessi - 26/05/16, ore 00:16
Capitolo 1: Riflessi
Interessante questa riflessione sugli occhi di Choe Gu-Sung in relazione alla concezione di Makishima dell'essere umano, da cui partono poi una serie di idee molto toccanti, descrizione non solo di un rapporto molto più dolce e delicato di quanto ci si possa aspettare dai tipacci che sono loro due, ma anche di un personaggio, Makishima, colto in tutte le sue sfaccettature in pochissime righe. Di questo devo assolutamente darti merito. L'hai detto tu, è una personalità complessa che rischia di scivolarti via dalle mani in un secondo, ma nella flash non ho visto altri che /lui/, così come l'ha scritto Urobuchi, arzigogolato anche quando parla d'amore, ma appassionato fino a commuovere. In più è scritta magnificamente, la seconda persona non inibisce ma coinvolge e non ci sono errori di nessun tipo. La sintassi, soprattutto, l'ho trovata impeccabile: ci sono frasi che farò fatica a dimenticare.
Sono stata ad un passo dal piangere per quant'è emozionante, e non l'ho fatto solo perché mi sono trattenuta a forza.