Kat, è stupenda. Davvero, non so perché non dovresti sentirti soddisfatta di quello che hai scritto, perché è davvero un’opera illuminata e particolare, piena di spunti di riflessione. E’ soprattutto un ottimo ritratto di Blair: mi stupisco sempre di quanto riesca a trovarmi in sintonia e ad amare la tua Blair più di quanto adori quella telefilmica. La tua è profonda, delicata, sofferente. E’ una Blair di cui non solo comprendo sempre appieno le ragioni, ma con cui riesco anche a trovare un contatto.
Ho trovato tra l’altro particolarmente azzeccata la scelta di intervallare lo scritto con le quotes di Chuck, che sono tutte connesse in modo davvero acuto con quanto succede nella tua storia.
La prima parte è spassosissima, un piacevole ricordo che mi fa ben sperare per il futuro, quando i chair torneranno insieme –perché succedera…prima o poi XD
Ho riso da morire quando ho letto che Blair invia a Chuck i copioni, da buona maniaca del controllo che è. Altrettanto spassoso è sapere che nel momento giusto entrambi abbandonino le parti per abbandonarsi completamente: non è per caso uno dei presupposti dei chair il fatto che Chuck sia capace di far abbandonare a Blair qualsiasi piano?
La stanza ovattata, nella quale era prigioniera, sembrava quotidianamente frequentata da qualcuno: c’era un giornale appoggiato con non curanza sul tavolino, un maglioncino Polo Ralph Lauren grigio - abbandonato su una poltrona di pelle marrone - un porta pastiglie in argento con un blasone impresso e un pettine sottile di tartaruga. Qualcuno vegliava su di lei in modo silenzioso, ossessivo e opprimente. Tutto era intriso di un odore pungente, quello del legno di pino.
Ho adorato questa descrizione, è molto significativa. La presenza ossessiva ed opprimente –che immagino essere di Louis- è un quadro doloroso di come la percezione che Blair ha della sua storia con Louis si sia ribaltata. Se all’inizio era una [i]liberazione[/i] dal fatidico buio di Chuck, ora è esattamente il contrario: è una gabbia.
un’ombra dorata la tenne per le spalle, mentre si agitava convulsamente. Serena le parlò all’orecchio: “Blair calmati”.
Questa descrizione di Serena è fenomenale *-*
Per sempre Blair avrebbe avuto la possibilità di tornare da lui e di farsi scivolare al dito quella luce bianca ed era altrettanto sicura che avrebbe potuto finalmente ascoltare l’agognata proposta, al sapore di aria fredda e di peonie.
Questa cosa è così da Blair, il pretendere che Chuck sarà sempre pronto e disponibile ad aspettarla (cosa che in realtà è, per quanto io vorrei che così non fosse) ed è altrettanto giusto che Blair si renda conto che sia una pretesa capricciosa e un po’ infantile.
Sei stata particolarmente dura con la descrizione di Louis, il che non può farmi altro che grande piacere. E’ odioso quando la fa sentire come una macchina per sfornare eredi. E’ molto realistico, comunque. Sono sicuro che Louis la pensi così e non è nemmeno colpa sua: è il modo in cui è stato cresciuto, è venuto su con quei valori –pessimi.
Un sorriso involontario, che non sentiva suo, gli si stampò sul volto: finalmente avrebbe potuto muoversi con le sue gambe e indossare un abito dal tessuto pregiato che non gli pizzicava la pelle
Amo XD Questa è decisamente una cosa che Chuck penserebbe. Sono convinta che appena sveglio ordinerà a Nathaniel di portargli tutti i suoi improbabili pigiami di seta colorata lol.
Ho amato particolarmente il finale, che è triste, ma è anche pieno di speranza. Kat, ci sarebbero un sacco di cose da dire e il mio commento non è neanche lontanamente degno. Ti faccio tanti complimenti *-*
Sei davvero bravissima e dovresti scrivere più spesso lol.
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