Recensioni per
All I want is to rock your soul
di Vavvina

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
16/07/12, ore 12:34

Ed eccomi di nuovo qui, tra le tue storie. Questa, in particolare, l'avevo inserita tra quelle da recensire appena l'hai pubblicata, ma poi, tra una cosa e l'altra, mi è andato via di mente e quindi sono qui ora - sì, il tempismo non è il mio forte. Comunque.
Questa OS mi è piaciuta da subito, dalla prima di immagine di Theo che suona sulla Torre di Astronomia, perché lì gli sembra di essere più vicino al cielo. Sai, di Theodore Nott non si sa praticamente nulla, ma io, nella mia testa, me lo sono sempre immaginato esattamente come l'hai descritto tu: un ragazzo silenzioso e dimesso, che non si sente a disagio nel silenzio e che interagisce con le persone solo se tra loro c'è un particolare legame o se proprio è obbligato a farlo. In questo caso, certo, non si rientra in nessuna delle due situazioni, ma è pur sempre vero che si tratta di Luna; e Luna è diversa da chiunque altro. Ed è per questo che Theo sente istintivamente che può fidarsi di lei, che con lei può essere se stesso, senza vergognarsi di nulla, perché lei non lo giudicherà mai.
E, sempre parlando di Luna, sei riuscita a caratterizzarla magnificamente: dalla motivazione che espone a Theo per dare un nome al Patronus, al modo in cui ammette di avere pochi amici, alla tenerezza con cui dice a Theo che le mancherà.
Un'altra cosa che mi è molto piaciuta della tua storia è l'atmosfera che sei riuscita a creare: la musica della chitarra, la Torre, la notte... Tutto aiuta a creare una specie di "atmosfera sospesa", a sottolineare che quel momento è solo lì per loro, che ciò che hanno condiviso a persino un che di magico.
Davvero una bella storia, l'ho letta molto volentieri e l'ho apprezzata in ogni più piccola parte. Complimenti!

Recensore Junior
25/06/12, ore 21:38

Sei stata più che all'altezza.
Questa deve essere la mia serata fortunata/speciale, perché ho letto due storie meravigliose.
AMO questa coppia, li trovo così accoppiabili XD
Entrambi sono poetici, e nella mia mente le loro pelli così bianche e i loro tratti così sottili si incastrano come un puzzle perfetto. Hanno una presenza delicata che tu hai colto e presentato alla perfezione. Hai sfruttato i prompt per creare un'atmosfera rilassata, particolare, ma così naturale... È bellissimo che Luna ricerchi l'identità nelle cose, perché alla fine i Patronus identificano chi li evoca e ricambiare con un nome è come conoscere meglio se stessi. Già a metà della storia ero commossa: pensavo a quanto tempo avevano sprecato senza parlarsi, e a ciò che Luna dice riguardo alla sua vita e come Theodore reagisce con i suoi di problemi.
Ho apprezzato molto l'atmosfera, i personaggi IC e la trama: hai scritto bene e non ci sono stati punti morti. Scrittura fluida e pregnante, brava.

Ti segnalo un errore: "che ti da fastidio vederla piangere." - il verbo dare necessita di accento,

Recensore Master
25/06/12, ore 21:29

Tu di musica ne sai più di quanto non riveli, dico bene? Beh, che tu lo ammetta o no, traspare dalle tue parole, dal modo in cui l'anima di Theo è travasata nelle note del blues che strimpella. L'ho capito quando ho letto che "quel si bemolle è Luna, e quelle note malinconiche sono il suo essere esclusa e presa in giro", poi mi sono ricordata che sotto il tuo nome sta scritto "Voce e chitarra".
Anche io canto, quindi leggere queste parole è stato un piacere raro. Il pairing ti è uscito bene, mi è piaciuto il modo insolito in cui si sono incontrati, surreale ma perfettamente da Luna. I prompt si integrano alla perfezione nel contesto, soprattutto il Patronus.
Che dire della frase? La immaginavo in bocca a Theo - forse perché nel film è Nick (l'uomo) a pronunciarla - ma trovarla detta da Luna è stata una piacevole sorpresa, e anche molto ben riuscita!
Beh, che dire... ringraziamenti accettati! Questa coppia ha sempre stuzzicato molto anche me, ma non ho mai trovato uno spunto abbastanza interessante per svilupparla a dovere, così ho pensato di... delegare. E per fortuna che l'ho fatto!

S.