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Quando l'amore fa male.
di msmerybolla21

Questa storia ha ottenuto 19 recensioni.
Positive : 18
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Recensore Junior
06/08/12, ore 10:04
Cap. 1:

Ancora una volta, ancora una stramaledettissima volta, era rimasto solo. 
Quel letto, che poco prima aveva scaldato il corpo suo e del suo amante, ora era completamente vuoto. 
Si era rannicchiato in un angolo della stanza sperando che le prime luci dell'alba non arrivassero mai. 
Per troppi anni era rimasto solo, senza nessuno da amare, da consolare. Aveva sempre preferito allenarsi o dirigere l'azienda di famiglia, sviando ("sfogando") lo stress con qualche scappatella. 
Il suo cuore, però, era sempre stato di una sola persona, quella ("la", "la stessa") persona che lo aveva sempre sostenuto e l'aveva fatto diventare un uomo migliore. 
Guardò la sveglia e si accorse che erano appena le cinque del mattino. La finestra era per metà aperta e lasciava le tendine svolazzare ("lasciava svolazzare le tendine") contro il vetro, in maniera pacata e flebile. 
Prese il cuscino, facendo cadere le coperte per terra, e lo mise sotto il capo, che sentiva enormemente pesante. 
Mille pensieri affollavano la sua mente. 
 
"Vieni con me, dobbiamo andare a vedere subito quelle cascate!" 
"Ma non possiamo, il mio fratellone mi starà aspettando per allenarci insieme..(necessari tre punti)" Aveva risposto il bambino, intimorito. 
"Non farti pregare! Quando saremo a casa mia ti regalerò alcuni mie ("dei miei") giochi, ok?" (dopo le virgolette è necessario il punto fermo) il piccolo Trunks aveva mostrato un sorriso fiducioso, convincendo il suo amico Goten a seguirlo.
 
Spostò ancora una volta lo sguardo verso l'orologio. Erano velocemente arrivate ("si erano fatte") le 7 e tra un po' ("entro breve") le sveglie della Capsule Corporation avrebbero iniziato a suonare. 
Erano passati trent'anni da quando si erano conosciuti. Si ricordò di quel bambino con gli occhietti color pece, quegli occhietti che si rischiaravano (non è chiaro il significato della frase) perfettamente nei suoi color del cielo. 
 
Ancora nudo, si apprestò a dirigersi verso il bagno annesso alla sua camera. 
L'acqua gelata gli avrebbe rischiarato le idee, o almeno così pensava. 
Entrando nella doccia aveva ricominciato a pensare al suo passato, alle attenzione che il suo Goten gli prestava, ai giochi, al divertimento, alla passione. Quella passione che ancora bruciava dentro i loro corpi giovani e belli. 
Ma le angoscie, gli esami, ("e") la presidenza dell'azienda l'avevano distratto, riducendo il volere di Goten a volerlo come compagno (ripetizione di "volere", il significato oggettivo della frase è: "degradando le intenzioni di Goten a quelle di tenerlo con sè come fidanzato/amico", perchè il termine "compagno" non è appropriato per definire un amante), a preferire una ragazza a lui. 
Erano mesi che frequentava (non è chiaro il soggetto) una sciatta ragazzetta di appena qualche anno in meno di loro, tradendolo ("tradendola") con lui durante le notti di gelo o caldo (ovvero sempre?), oppure era proprio lui ad essere tradito? 
Suo padre si sarebbe vergognato dei pensieri che cospargevano ("occupavano", "attanagliavano") la sua mente. Amare un uomo. Era vietato persino amare una donna sul pianeta Vegeta-sei, figuriamoci (coniugazione presente) un ragazzo dello ("del proprio") stesso sesso. 
 
"Trunks, va' a lavarti prima di metterti a letto!" 
"Certo, (prima del vocativo è necessaria la virgola) mamma!" aveva annuito il bambino, convinto ed entusiasta. 
"La stessa cosa vale per te, Goten..."(spazio mancato)Aveva posticipato Chichi. 
"Evviva!, Trunks, facciamola insieme!" Aveva constatato (constatare significa, essenzialmente, "notare", accorgersi di qualcosa di abbastanza palese) il bambino, felice. (Consigliato un capoverso) "Ma non ci penso nemmeno, Goten.!" ("Lo") Aveva contraddetto il lilla. 
 
Avrebbe pagato ora ("In quel momento avrebbe pagato") per sentirsi abbracciare dalle sue robuste braccia e fare l'amore sotto quel getto gelido, assaporando ogni centimetro del suo corpo muscoloso, graffiandolo e sentendolo suo per l'ennesima volta. 
Aveva bisogno di lui più che mai, proprio in quel momento che ("proprio nel momento in cui") non c'era. Sentiva il bisogno di dimostrare ("dimostrargli") il suo amore e tra poche ore (entro poche ore) sarebbe stato così, perchè Goten sarebbe tornato, ancora una volta, per consumare quell'ardore che gli bruciava in corpo, per provare le stesse identiche emozioni, per sentirlo sussultare sotto il suo tocco. 
Sarebbe successo ancora; quella notte, sarebbe di nuovo stato suo.



Storia classificata terza al contest "Accidentally in love".