Recensioni per
VITA OLTRE LA VITA
di lalla

Questa storia ha ottenuto 42 recensioni.
Positive : 42
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 3 [Prossimo]
Recensore Junior
17/12/06, ore 00:40
Cap. 21:

Una recensione la devo comunque inserire,nonostante tutto.Questo è il capitolo più poetico di tutti. Allo stesso tempo sembra così strano leggere di un gladiatore che vive nel 2000,anche se è pura fantasia.Ma davvero la saga termina qui?Spero di no.Baci

Tiger eyes
29/11/05, ore 22:14
Cap. 21:

L'ultimo capitolo. Avrei voluto non finisse mai, soprattutto per il paragrafo finale. Avrei voluto che questa saga non finisse mai. Avrei anche voluto che Massimo trovasse un po' di pace, finalmente. La pace eterna, intendo, credo se la meriti dopo 1800 anni. Eppure è come se l'avesse trovata ugualmente, anche se come sempre sarà effimera: in Olivia. L'ha lasciata come ha fatto con tutte le altre quando hanno scoperto la sua vera identità, eppure è tornato a cercarla. Perché assomiglia alla prima moglie? Chi lo sa, forse sì, forse no. Ma lei, a quanto pare, è diversa dalle altre per lui, perché vuole rivederla. E lei è davvero diversa dalle altre, perchè lo accetta così com'è, perché non le importa di assomigliare alla defunta moglie, perchè non sa cosa il futuro ha in serbo per lei e non le importa, perché vuole rivederlo nonostante sappia che che lei invecchierà e lui no. Si vive una volta sola e Olivia vuole vivere il presente, non il passato o il futuro. Un finale stupendo, carico di promesse, quasi che a Massimo sia stata concessa una seconda opportunità, non saprei come spiegarlo. E' come se il futuro non esistesse più, per lui. Esiste solo l'oggi. Strepitoso.
Complimenti Lalla, una saga magnifica, una carrellata storica narrata così magnificamente che sembra sia accaduta sul serio, come se ti limitassi a raccontare cose accadute realmente, tale è la naturalezza dello tuo stile così come traspare in ogni capitolo. Un affresco storico dipinto meravigliosamente, un'indagine psicologica approfondita e curata in ogni dettaglio di ogni singolo personaggio, sicché tutto appare vivo e reale. Superbo. Ancora complimenti, Lalla.

Recensore Master
29/11/05, ore 19:42
Cap. 20:

Stupendo. Semplicemente. Dall'inizio alla fine. Dall'inizio in cui Massimo si sveglia mezzo morto alla fine in cui racconta mezzo morto la verità ad Helga. Un cerchio perfetto. Certo Massimo ce le prende il più delle volte, ma dopotutto non può fare a meno di combattere per ciò in cui credo. Per fortuna che è immortale, allora. Peccato non si sia potuto vendicare dei suo aguzzini. Peccato non gli verrà riconosciuto il miracolo di padre Cesar (a proposito, ma per caso padre Cesar era la reincarnazione di Marco Aurelio?). L'amara constatazione che lui fa in quel caso è terribile: anche oggi esistono dei martiri, come mille duemila anni fa, eppure pare siano morti tutti invano, la Chiesa non è più quella di allora, non sembra mai essere stata quello che avrebbe dovuto essere.
Mi è piaciuto molto il personaggio di Helga, che stava cercando di espirare le colpe del padre sacrificando se stessa, una scelta terribile.
Uno dei capitoli migliori che tu abbia scritto, bellissimo.

Recensore Master
21/11/05, ore 21:39
Cap. 19:

Il coraggio di essere se stessi, sino in fondo. Il coraggio di esserlo senza timori, senza vergogna. Il coraggio di non tirarsi indietro, mai.
Splendido capitolo sull'impossibilità di essere se stessi, in una società che finisce per imporsi su come condurre la propria esistenza; sulla paura di essere giudicati dagli altri; sull'inevitabilità per molti di noi di riunciare, per questo, a vivere la propria vita. Bellissimo.
Ci sono però alcuni errori di battitura: "...il figlio dell’ avvocato..."; "...non aveva avuto l’ animo..."; "...indegno di quell’ uomo..."; "...un lupo dell’ Appennino abruzzese..." -> in tutti questi casi hai lasciato uno spazio fra l'apostrofo e la parola che segue. "...era pare integrante..." -> parte. Questo senza contare tutti gli spazi non lasciati dopo il punto, i due punti, i punti e virgola e le virgole.
Non si discute però sul fatto che questo rimane uno dei capitoli più belli che hai scritto per questa saga. Complimenti.

Tiger eyes
15/11/05, ore 20:02
Cap. 18:

Credo sia superfluo dire quanto bello sia questo capitolo, ma te lo dico lo stesso. E' davvero molto, troppo bello. Sarà per il fatto che hai reso Massimo uno dei massimi esperti mondiali di storia romana (già, chi meglio di lui? Ma non so perché ho sorriso... ahhh, se avessi avuto lui per prof all'università, avrei dato volentieri l'esame all'infinito...), oppure sarà perché Massimo è tornato finalmente nella sua terra natìa. Struggente la narrazione del braccialetto di rame, da brividi, anche se, lo ammetto, mi aspettavo una reazione diversa da parte di Massimo. Insomma, vedere il braccialetto della prima moglie (e sottolineo prima moglie) al polso di una che nemmeno ne apprezza il valore, è qualcosa che avrebbe dovuto lasciarlo sconvolto, non credi? Sono passati millesettecento anni? Milleottocento? Eppure le ferite non si sono mai rimarginate, è evidente. Ecco perché la sua reazione mi è parsa troppo tiepida. Le tombe dei suoi cari sono state violate! Strano pure che non si accerti che gli scheletri di sua moglie e di suo figlio non siano stati gettati chissà dove. Se quel braccialetto è al polso di una nobildonna anziché in un museo, che fine avranno fatto due scheletri? Vabbé, sono emotiva, io sarei impazzita dal dolore e mi sarei infuriata. Le descrizioni e le introspezioni sono come sempre perfette, però queste reazioni un po' troppo pacate da parte di Massimo per i luoghi cruciali della sua vita (Roma col suo Colosseo, le colline dove è nato e cresciuto, la tomba dei suoi cari, la villa che forse era stata casa sua...) mi lasciano perplessa, perché è come se Massimo non provasse più alcuna emozione, ma ovviamente non è così. La passione la mette soprattutto nella lotta contro le ingiustizie. Bien, ti rinnovo i complimenti, un capitolo comunque stupendo. Besos!

Recensore Master
04/11/05, ore 19:09

Credo che ormai i complimenti siano superflui, il capitolo come sempre è superbo, narrato splendidamente e la ricostruzione storica impeccabile. Eì incredibile come riesci a trasportare il lettore in un altra epoca e a coinvolgerlo così profondamente. Vorrei segnalarti però 2 sviste: "...c’erano stati rivolte..." e "...Perché non èvero..." Solo una cosa mi lascia un po' perplessa: il fatto che le donne che Massimo incontra siano quasi tutte bellissime, spiritualmente molto forti e soprattutto vergini, anche se vivono sole, i tempi sono difficili e magari hanno l'età in cui dovrebbero essere sposate e con tanti figli. Mi sembra un po' una forzatura, ecco. Raramente hai narrato di donne non proprio belle e/o non proprio di sani principi e/o sposate/fidanzate/ragazze madri/ecc... Chiaro che dopo tutti questi capitoli ho finito per farci caso. In genere sono bellissime e vergini e Massimo se le porta a letto e loro sono ben felici di accontentarlo. Vabbé, a parte questo, sai che comunque adoro le tue storie e il tuo modo di scrivere, sei un modello per me. Besos!

Recensore Master

Beh, che dire... l'idea di far incontrare Massimo con Sandokan è semplicemente geniale. Solo tu potevi pensarci. Due personaggi di fantasia che paiono veri, plasmati come sono dal tuo abile ingegno. Mi è piaciuto come hai reinventato la storia della Tigre, l'hai fatta sembrare reale. Mi scoccia dirlo, però ci sono sempre gli errori di battitura, ma adesso non mi sovvengono perché il capitolo l'ho letto ieri sera e non me li sono scioccamente appuntati. Sono però riconducibili alla solita tipologia: spazio tra apostrofo e parola che segue, mancanza di spazio fra la virgola e la parola che segue. Però da qualche parte una parola mancava proprio, l'avevi saltata. In ogni caso complimenti per l'ambientazione esotica, ci voleva dopo la polvere australiana e americana. Complimenti come sempre per lo stile e le descrizioni accuratissime. Alla prossima.

Tiger eyes
31/10/05, ore 17:46

Non so dirti perchè, ma questo capitolo mi è piaciuto molto, forse perché è diverso dagli ultimi, che iniziavano ad apparirmi molto simili. A quanto pare Massimo ha cambiato angolo di mondo per ritrovarsi coinvolto negli stessi pregiudizi dell'epoca sui nativi. In pratica, fuggire non è servito a niente. Deve sempre fare i conti con la sua coscienza quando si tratta di donne maltrattate e di minoranze sfruttate e oltraggiate. Ma lui è un puro che non si ritrae di fronte a nulla, di certo non l'avrebbe fatto nemmeno se non fosse stato immortale. Davvero triste la storia di Dora, anche lei nonostante tutto ferrea sui suoi principi, al punto di rifiutare Massimo! Incredibile! Un bel capitolo come sempre, molto brava. Attenzione alle sviste. Besos!

Tiger eyes
20/10/05, ore 16:08

Accidenti è sempre triste leggere la solitudine che accompagnerà per sempre il povero Massimo. Durerà davvero finché girerà il mondo? Non c'è possibilità per lui di mettere la parola fine ad un'esistenza così dolorosamente infelice? E' umano dopotutto e come tale si innamora, ma è davvero orribile sapere che ci stai amando prima o poi non ci sarà più. Alla fine è Pearl a lasciarlo. Giustamente. Non vuole invecchiare accanto ad un uomo che rimarrà sempre giovane sapendo che non potrà mai alleviare veramente il suo dolore, ma che anzi soffrirà ancora di più quando lei non ci sarà più. Un'agonia senza fine. Eppure prima o poi la fine, la sollevazione da ogni sofferenza, dovrebbe esserci anche per lui. Ma quando? E come? Brava Lalla, un altro magistrale capitolo.

Tiger eyes

Splendido, mangnifico, emozionante capitolo. Non c'è una sola frase che non abbia apprezzato, nonostante, a forza di leggere le tue storie, abbia notato l'uso sistematico che fai di certe frasi. Solo una cosa mi ha stonato: il medico cinese Sung. I contatti fra il mondo romano e quello cinese si suppongono soltanto, anche se sono quasi certi. La tua quindi mi è sembrata una forzatura, visto il rigore storico con cui scrivi le tue storie. Ma del resto, ogni tanto, è giusto lasciar lavorare la fantasia. Rinnovandoti i complimenti, ti segnalo queste sviste: "In quella succursale dell’inferno dov’ era finito..." -> hai lasciato uno spazio di troppo; "...dinuovo..." e poi una lettera minuscola dopo un punto, verso la fine. Non so nulla della storia di Haiti, grazie per averla fatta rivivere, è importante non dimenticare simili tragici eventi. Grazie Lalla.

Recensore Master

Ciao Lalla, perdona la mia assenza, ho dovuto studiare! Allora, veniamo al capitolo: non consocevo affatto questa storia, non ne aveva mai neppure sentito parlare ed è bello che c'è qualcuno come te che l'abbia rivangata, perchè sarebbe utile, per tutti, conoscere il lato oscuro della storia. Napoleone viene esaltato sui libri scolastici come uno dei più grandi strateghi mai vissuti, non parliamo poi di come viene lusingato qui. Ma come fosse veramente, pochi lo sanno. Grazie, per aver scritto questo capitolo così intenso. E' fondamentale conoscere il rovescio della medaglia, o si avrà sempre una visione parziale e spesso sbagliata, degli avvenimenti. C'è un errorino ad un certo punto: "...tra, un anno..." Bene, alla prossima, spero di non farti attendere troppo. Ancora complimenti, la storia del Generale è davvero toccante e dovrebbe essere portata come esempio, studiata, non dimenticata.

Tiger eyes
20/09/05, ore 15:26
Cap. 11:

Eccomi di nuovo qui, Lalla! Questo capitolo mi ha colpito molto, non so dirti esattamente perché. Sarà per come hai magistralmente ricostruito la breve esistenza di Charlotte, disposta a sacrificare la sua vita per un'ideale. Sarà perché Massimo, nonostante i suoi 1600 anni e tutta la sua inevitabile esperienza, si fa ancora incantare da due occhi femminili. E ora è talmente preda del rimorso per essere stato così cieco da credere che Charlotte sia tornata dall'Aldilà come lui. Chissà per quanto lo tormenterà il rimorso di non aver intuito le intenzioni della giovane. Forse, tutta la vita. E la sua, purtroppo, sarà una vita lunga. Davvero un capitolo bellissimo. Ed ecco le sviste che ho trovato: "Era come le sue natiche grasse si fossero posate..." -> manca "se"; "Stava augurandosi che non le accadesse niente quando uno dei suoi compagni di viaggio, un popolano dal collo taurino, [...] se si avvicinò..." -> qui c'è un "se" di troppo. Alla prossima.

Tiger eyes
16/09/05, ore 15:20
Cap. 10:

Davvero triste questo capitolo. Ma anche intenso. Insomma, è inusuale leggere di un vampiro che decide di porre fine alla sua vita eterna perché si rende conto che quella non è vita, ma solo un'illusione. In questo senso i vampiri una possibilità di mettere fine alla loro non vita ce l'hanno, ma Massimo? Quanto durerà la sua solitudine? Quanto dovrà aspettare ancora per vedere la fine dei suoi giorni? Mi ha fatto davvero pena quella vampira: decide di aspettare l'alba ben sapendo cosa le accadrà, ma non ha rimpianti di lasciare quella vita, è stata felice in qualche modo, insieme a Massimo. Che dire invece di lui? Tutte se l'è fatte, tutte! Intendo alcune delle donne chiave della storia. Finora ne ha risparmiate poche! XD Alla fine tirerò le somme! Veniamo alle sviste: "A colei alla quale doveva il dono grande e terribile dell’eterna giovinezza, dell’ esistenza senza fine." -> ci sono troppo spaziature; "...prima della figura minuta le lei..." E anche per oggi ti saluto, a presto!

Tiger eyes
15/09/05, ore 15:40

Bellissimo capitolo. Immaginavo che prima o poi sarebbe successo. Parlo della solitudine che opprime l'animo di Massimo schiacciandolo come un macigno. Sapevo che prima o poi lo avrebbe indotto a cercare di rifarsi una famiglia, in qualche modo. Ma quanto durerà la sua illusione? Era arrivato addirittura a convicersi che il bambino che la ragazza aspettava fosse suo. Non oso immaginare quale dolore proverà quando inevitabilmente li perderà entrambi. E' consapevole di questo come del suo egoismo che alla fine è venuto a galla, eppure non riesce a farne a meno. Ho provato grande pena per lui. Preferisce un giorno soffrire piuttosto che continuare a patire la solitudine. Ma ha solo rimandato il momento in cui tornerà a patire il rimpianto per un'altra vita che si allontana sempre più. Perchè la solitudine sarà sempre la sua unica compagna di vita. Complimenti come sempre per l'accuratezza storica, peccato per i soliti errorini di puntaggiatura e di battitura: "...s’ era servito di una vanga..."; "...la nobiltà dl sangue..." Sono schiocchezze lo so, ma come mi dicono sempre i miei amici di un'altra sezione di efp: perchè non cercare di rendere il testo quanto più perfetto possibile? Alla prossima.

Tiger eyes
14/09/05, ore 14:46
Cap. 8:

Ciao Lalla, complimenti davvero per questo capitolo così intenso. Terribile a affascinante insieme la descrizione del rogo di Giordano Bruno, decisamente al cinema le scene di roghi non sono così crude e realistiche: il poveretto brucia e basta, solo a volte urla. Ma la vera sofferenza l'hai saputa narrare colo tu. Bravissima. Commovento il commiato di Isabella nei confronti di Massimo, ma mi chiedo se il suo sia un personaggio inventato o tu ti sia basata su un donna realmente esistita. In questo caso, che ne fu di lei? Sono curiosa. Ecco le sviste: "...e il mondo si sarebbe stato costretto..."; "Vivere, nel presente, il passato e il futuro, tuo e degli altri." -> forse volevi dire "Vivere il presente..."; "Benedetto quell’uomo e qual momento..."; "...solo dopo che Spirito si poserà..." -> manca l'articolo "lo" (Spirito). Però una cosa devo dirla. Visto che Massimo torna a Roma dopo secoli e addirittura mette piede nel Colosseo, dove è morto, mi sarei aspettata un maggior coinvolgimento emotivo da parte sua. Non so, forse ci voleva un'antefatto o un flashback che lo vedeva rimettere piede in quella città che credeva un faro di civiltà. Dopotutto per secoli se n'è andato a zonzo per l'Europa e l'Asia (vedi Il vecchio della montagna) quasi che volesse evitare Roma accuratamente. Certo impiega secoli a tornarci, ma succede all'improvviso e senza un perché, mentre negli altri capitoli il perchè dei suoi spostamenti era più o meno spiegato. Perchè Massimo è a Roma nel 1600? Voleva vedere cos'era diventata dopo tutto quel tempo? Quando narra a Isabella come lui sia diventato ciò che è mi pare che il tuo tormento sia filtrato dalle visioni che ha lei della sua vita passata, quindi appare meno coinvolto emotivamente. Ma forse non è da Massimo indugiare fra le rovine del Colosseo e dei Fori Imperiali diventati Campo Vaccino (ebbene sì, terra da pascolo) rievocando la grandezza di ciò che è stato e chiedendosi guarda tu che è diventata Roma. Vabbé tutto sto discorso per dire alla fine che il capitolo mi ha colpito molto (dopottutto io a Roma ci vivo, quei ruderi li ho studiati e a me fanno sempre un certo effetto) e ti rinnovo quindi i miei complimenti per come hai saputo far rivivere tratti della Roma del '600, anche se forse il dialetto romanesco usato da quei tipacci è un po' troppo moderno... XD Ma sì, chissene, il cap è struggente e stupendo.

[Precedente] 1 2 3 [Prossimo]