Ciao, cara. Ho iniziato a leggere la tua storia, anche se questa sezione non la seguo molto.
Ti lascerò un giudizio, spero, esauriente.
L’impaginazione.
Per iniziare, ti segnalo che usare due caratteri diversi, prima il Comic Sans MS e poi il Times New Roman, è un po’ brutto a guardarsi. Ti consiglio, perciò, di usare il corsivo quando hai annunciato il matrimonio di Stefan e Elena e anche quando si assiste al ricordo della protagonista. In secundis, l’allineamento della pagina: Per dare l’impressione al lettore che la storia sia come un romanzo, è utile cambiarlo da sinistra verso destra; in questo modo, si ottiene una distribuzione più uniforme del testo.
Non è una critica, ma è importante per curare anche l’estetica della tua storia.
Inoltre, i dialoghi: Quando è l’altro a interloquire, devi andare sempre a capo, altrimenti i lettori non capiscono chi stia parlando.
Le note d’autore.
Mi sono accorta che le hai scritte senza uno spazio che possa far capire al lettore che il capitolo sia finito. Ti consiglio di scrivere, come in molti fanno, “Note d’autrice” o semplicemente “Note” in grassetto perché chi legga non si confonda. In più, è anche questione di estetica.
I capitoli.
Penso sia stato un errore di distrazione ma hai scritto che il capitolo primo è il secondo, come se ne avessi saltato uno. Dal momento che il prologo si antepone a tutti gli altri, quello seguente deve essere il numero uno.
Comunque, ho notato che sono abbastanza lunghi e non posso che complimentarmi con te perché è davvero molto difficile raggiungere quel certo numero di pagine.
Lo stile.
Il tuo stile non è male. È abbastanza scorrevole e, sinceramente, se devo dire che mi abbia annoiata, mentirei.
Inoltre, mi hai davvero incuriosita con questa lettura.
È stata davvero molto piacevole e spero di poterla seguire quando aggiungerai altri capitoli.
La grammatica.
La grammatica non è male, anche se ho trovato qualche ripetizione che ti consiglio di correggere con altri sinonimi.
Di seguito, ti elenco gli errori del prologo e del primo capitolo, per renderti l’idea.
PROLOGO:
“«Tesoro! Ti senti male?» «Niente affatto! Guarda!» e così dicendo gli porsi l’invito. Lui sorrise.”
Allora, prima di tutto, bisogna andare a capo.
In secundis, quel “lui” potrebbe essere anche omesso, dal momento che gli unici due interlocutori, all’inizio, sono loro due e si capisce che stai parlando del padre.
Corretto, è così:
“«Tesoro! Ti senti male?». «Niente affatto! Guarda!». E così dicendo, gli porsi l’invito. Sorrise.”
Come vedi, ho anche corretto la punteggiatura, ma questo è un argomento che approfondirò in seguito.
“Erano passati tre giorni da quando avevamo fatto ritorno a Mystic Falls, ma gli addetti al trasloco di quella ditta erano talmente efficienti che ormai mancavano soltanto la stanza da letto di mio padre e la mia. Mio padre aveva davvero scelto la migliore ditta di tutta Los Angeles.”
Tecnicamente, non c’è nulla che non vada in questa frase, tranne che per quel “mio padre” ripetuto due volte. Potresti anche ometterlo di nuovo in questo caso e scrivere soltanto: “Aveva davvero scelto la migliore di ditta di tutta Los Angeles”.
“Rick aveva detto che lui e Jenna abitavano ancora nella vecchia casa, mentre Elena e Stefan convivevano nel vecchio pensionato dei Salvatore, nel quale avrebbero abitato anche dopo le nozze, mentre Jeremy dopo il college si era trasferito a casa di Bonnie; anche loro stavano insieme dai tempi del liceo.”
C’è due volte “mentre”. Quando dici: “Mentre Jeremy dopo il college si era trasferito a casa di Bonnie; anche loro stavano insieme dai tempi del liceo. Dopo dieci minuti a piedi arrivai davanti alla villetta e suonai alla porta.”, ti consiglio di togliere il mentre che introduce una proposizione avversativa esplicita e trasformarla in una principale reggente, intervallando un punto tra “Anche dopo le nozze” e “Jeremy”.
Per farti capire meglio, te lo correggo io:
“Rick aveva detto che lui e Jenna abitavano ancora nella vecchia casa, mentre Elena e Stefan convivevano nel vecchio pensionato dei Salvatore, nel quale avrebbero abitato anche dopo le nozze. Jeremy, infine, dopo il college, si era trasferito a casa di Bonnie; anche loro stavano insieme dai tempi del liceo.”
PRIMO CAPITOLO:
“«Beh…ho passato molto tempo in ospedale dopo che è accaduto tra ricovero e riabilitazione».”
Sarà stato un errore di distrazione, ma hai dimenticato “quel” tra “dopo” e “che”.
“Mi girava la testa, pensavo e ripensavo a Damon, ma subito dopo il volto di Sage mi passava davanti, finché gli occhi nono mi si riempirono di lacrime e io mi fermai, cadendo seduta per terra, sopra le foglie morte, la schiena contro un albero spoglio finché non finii tutte le mie lacrime. Piansi di rabbia e di dolore per il futuro che avevo immaginato e che era stato distrutto così brutalmente e piansi ricordando ciò che era avvenuto.”
Qui, ti segnalo parecchi errori che hai commesso:
“Mi girava la testa: Pensavo e ripensavo a Damon, poi, subito dopo, il volto di Sage mi passava davanti, finché gli occhi non mi si riempirono di lacrime. Mi fermai, cadendo seduta per terra, sopra le foglie morte, la schiena contro un albero spoglio fino a quando non ne ebbi più. Piansi di rabbia e di dolore per il futuro che avevo immaginato e che era stato distrutto così brutalmente, ricordando ciò che era avvenuto.”
Hai ripetuto due volte “lacrime”, così, alla seconda frase, l’ho sostituito con “ne”, che si riferisce appunto al termine appena citato.
Infine, ho tolto anche il secondo “piansi” per non ripeterlo sempre, anteponendo a “ricordando ciò che era avvenuto” una virgola.
«Damon, smettila subito. In primo luogo non hai nessuna colpa in ciò che mi è capitato; in secondo luogo ormai ripensarci non ha più senso.» «Non sono neanche riuscito a vederti. Non sono riuscito a salutarti per un’ultima volta. Bonnie dopo averti trovato chiamò un’ambulanza, subito dopo contattò tuo padre. Solo poi chiamò Elena per avvertirla e Stefan telefonò a me. Lasciai immediatamente l’ufficio e mi precipitai in casa tua, ma già tu eri stata portata via con l’eliambulanza e i militari avevano recintato il perimetro della casa con il nastro. Mostrai loro il mio distintivo dicendo che ero della polizia e solo per questo mi fecero passare. La tua casa era un campo di battaglia, quella sera ti sei difesa, Rox. Ma c’era così tanto sangue…pensavo che non ce l’avessi fatta.»
Qui hai fatto parecchi errori e ho dovuto correggere un bel po’. Leggendo troverai le differenze:
«Damon, smettila subito. In primo luogo, non hai nessuna colpa di ciò che mi è capitato; in secundis, ormai ripensarci non ha più senso.»
«Non sono neanche riuscito a vederti, a salutarti un’ultima volta. Dopo averti trovato, Bonnie chiamò un’ambulanza e, subito dopo, contattò tuo padre. Solo in seguito, chiamò Elena per avvertirla e Stefan telefonò me. Lasciai immediatamente l’ufficio e mi precipitai in casa tua, ma tu eri già stata portata via dall’ambulanza. I militari avevano recintato il perimetro della casa con il nastro e, soltanto mostrando loro il mio distintivo, dicendo che ero della polizia, mi fecero passare. La tua casa era un campo di battaglia. Quella sera ti sei difesa, Rox. Ma c’era così tanto sangue… pensavo che non ce l’avessi fatta.»
“In secundis”, termine latino che si usa per non ripetere “in secondo luogo”.
Hai ripetuto due volte “non sono riuscito”, così, ho preferito sostituirlo la seconda volta con la virgola, in modo che la lettura risulti scorrevole. I periodi che seguono li ho un po’ cambiati.
La punteggiatura.
Non sei messa male qui e ne sono davvero sollevata, perché ci tengo tantissimo. È fondamentale, come la grammatica, perché dà il ritmo al lettore. Se ci fosse un’uso eccessivo di virgole, il lettore si annoierebbe perché, di riflesso, sarebbe costretto a fermarsi ad ognuna. Se ce ne sono poche, invece, si ritrova quasi agonizzante, se legge ad alta voce come faccio io.
Mi è piaciuto che tu abbia usato le caporali “«»”, al posto del trattino lungo spaziato “─”.
Ti consiglio, però, di mettere il punto alla fine del dialogo.
Ti faccio un esempio:
«Oh mio Dio! Oh mio Dio, papà!» sentii dei passi affrettati verso il salotto e qualche istante dopo mio padre fece il suo ingresso in salotto.
Corretto, risulta così:
«Oh, mio Dio! Oh, mio Dio, papà!».
Sentii dei passi affrettati verso il salotto e qualche istante dopo mio padre fece il suo ingresso in salotto.
Come la punteggiatura richiede, dopo il punto c’è bisogno di lettera maiuscola.
Inoltre, ti consiglio di andare a capo, perché, in questo modo, si possano differenziare i dialoghi dalle descrizioni.
Dopo l’”Oh” è necessario la virgola, perché qui c’è un complemento vocativo.
Non sei messa male, ripeto.
Sai che, quando c’è un dialogo e si parla con qualcuno, quando il nome viene posto prima della frase, subito dopo, ci vuole la virgola; se, invece, è posto alla fine, la virgola deve essere anteposta. Si inserisce la virgola dopo o prima il nome, a seconda dei casi, perché è un complemento di vocazione. Errore abbastanza comune, aggiungerei, ma sono contenta che tu non l’abbia fatto.
Un appunto che voglio farti: Apprezzo che tu sia una delle poche che sappia che la punteggiatura richiede tre punti sospensivi, ma dopo ci vuole uno spazio.
Un esempio pratico per farti capire:
«Ciao, io sono Sage…la moglie di Damon.»
Ecco come avrei scritto io:
«Ciao, io sono Sage… la moglie di Damon».
Tu, il punto, l’hai inserito dentro anche se io ti consiglierei di metterlo fuori. Tuttavia, non è un errore e puoi fare come credi.
Vorrei ricopiarti degli esempi, perché ho notato che non vai mai a capo nei dialoghi e questo potrebbe aiutarti.
BATTUTA SEMPLICE
– A____.
– Sì, hai ragione.
BATTUTA SEMPLICE RETTA ESTERNAMENTE
– A____, – _____.
– Prosegui, – disse Richard mollemente.
TESTO+DUE PUNTI E APERTE LE VIRGOLETTE
A_____: – A____.
Rispondo, con il tono cantilenante delle centraliniste: – Chi la desidera?
BATTUTA COMPOSTA
– A____, – _____, – a_____.
– Ma è un cambiamento, – disse Gina, – e i cambiamenti fanno bene quanto il riposo.
Le battute di dialogo hanno uno sviluppo orizzontale:
Negro numero uno, parlando di una bionda sposata: – Mi sono trombato anche quella –.
Negro numero due: – Contapalle! – Primo negro: – Mettimi alla prova! – Secondo negro: – Di che colore ce
l’ha la passera? – Primo negro: – Nera!
Il dialogo nel dialogo è reso con i caporali ovvero: “«»”:
– […] E lei mi ha guardato e ha detto: «Tesoro, credimi…» Oh. Eccola!
Come ho detto prima, nei dialoghi, devi andare sempre a capo quando è qualcun altro a parlare.
Nel caso in cui, tuttavia, ritrovassi o TESTO+DUE PUNTI E APERTE LE VIRGOLETTE o la BATTUTA COMPOSTA, puoi continuare sulla stessa riga.
Questo è l’ultimo appunto che voglio farti:
Quando c’è una domanda o un’esclamazione, non è necessario esagerare con i punti esclamativi e interrogativi, scrivendo così: “!!!” o “???”.
Ne basta uno, a seconda dell’intonazione della frase. Per carità, nella tua storia non è ho trovato nessuno, ma nelle note sì. Anche quelle sono importanti e devono essere scritte bene.
La trama e i personaggi.
Anche se, per ora, hai postato pochi capitoli, sei riuscita a caratterizzare bene ogni personaggio.
Sebbene avessi un’idea diversa di Damon, ho apprezzato che non l’abbia descritto come il solito bello-e-dannato che storpia prima o poi. Caroline, lo ammetto, è quella che mi è piaciuta di più. Secondo me, è tale e quale a quella del telefilm: Una di quelle ragazze che amano la moda e organizzare ricevimenti o cose simili. L’idea che hai avuto di dare a lei l’incarico di preparare il matrimonio di Stefan e Elena è azzeccata con il suo personaggio. Rick è affabile, disponibile con Roxanne sin dal primo capitolo.
La trama è anche molto intrigante e, pur avendo un po’ storpiato il naso quando ho capito che il protagonista maschile era Damon, questo particolare non ha rovinato la lettura. Per carità, lo preferisco sempre a Stefan ma… se si leggono i personaggi di ogni storia, quasi sempre è lui il protagonista. Detto questo, sappi che il mio giudizio non cambia.
Giudizio personale.
Ammetto che il fandom non lo seguo un granché; più volte ho provato a leggere qualcosa ma ho rinunciato. Non perché non mi piaccia la serie ma perché ormai il vampiro ha stufato. Avrai capito che non sono nemmeno una fan di Twilight ed è per questo che la bandierina, al di là dell’impegno che ci hai messo per scrivere questa storia, è verde. Verde perché, anche se di Damon/Nuovo personaggio ce ne sono parecchie, ho apprezzato il fatto che tu abbia voluto scrivere la storia in un contesto reale, senza accenni sovrannaturali. Inoltre, non sei messa male e hai buone possibilità di migliorare, se ti applichi di più. Non che tu non lo stia già facendo, ma ‒ ed è una cosa che ripeto sempre a me stessa ‒ non si smette mai di imparare. Inserirò la storia nelle seguite perché, sì, mi è piaciuta.
Alla prossima,
Dear Juliet
Recensitrice di EFP editing. (Recensione modificata il 10/09/2012 - 11:03 am) |