Non so se questo brano è frutto di esperienze vere, ma noto con "piacere" che il razzismo è uno tra i preconcetti umani che meno riesce a morire, anzi diventa ogni giorno peggiore! Sentire un bambino che dice "coreana come i vermi" mi ha lasciato del tutto senza parole, perché è vero che i piccoli riprendono tutte le parole che sentono dire dai genitori, ma sentirli dire delle cattiverie gratuite, è sempre un qualcosa di essenzialmente brutto, nel pieno significato del termine. Qualcosa che repelle, qualcosa che sembra quasi un'aberrazione.
Qualcosa che purtroppo è lo specchio dei giorni nostri, in cui la gentilezza, la bontà d'animo e l'apertura verso il prossimo, sono sempre più lontane e dimenticate.
E così, al pari dei "negri" che sono adocchiati con diffidenza e a cui si manca continuamente di rispetto (perpetuando il concetto medievale d'inferiorità della loro razza), ecco che il preconcetto che nasconde ancora la paura del diverso, si scaglia anche sugli asiatici, che sono visti tutti allo stesso modo, che sono tutti additati e guardati con diffidenza, come si guarda a qualcosa di lercio e marcio.
Jihyon è metà italiana, ma nessuno vede questa parte di lei, perché ogni volta che mostra la sua appartenenza alla Corea, quegli occhi a mandorla diventano la sua condanna, il suo marchio a fuoco, che la bolla come l'asiatica, la coreana, quella di cui diffidare, quella che chissà cosa mangia, chissà come cucina e chissà quante schifezze fa nella sua vita.
Già è difficile di per sé riuscire a integrarsi in una società diversa dalla quella in cui si è cresciuti, per usanze e linguaggio; ma quando ti fanno sentire costantemente un'estranea, è normale reagire rifiutando tutto ciò che rappresenta quel luogo in cui sei additata e guardata con sospetto e se all'arrivo nel nuovo stato, questa ragazza poteva accettare la sua parte italiana, di sicuro dopo questo continuo avvicendarsi di atti e gesti razzisti nei suoi confronti, rinnegherà a più non posso la sua italianità, per affermare la sua appartenenza a quel mondo che tutti disprezzano così facilmente.
È un bel brano, il tuo: è stata una lettura piacevole che mi ha fatto riflettere su una realtà che ho sempre ipotizzato, ma mai visto con i miei occhi e che dimostra quanto l'essere umano non sia cambiato affatto, da quando ha messo piede sulla terra. Alla faccia del progresso! |