(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Non sono di certo io quella che deve dire perchè Until merita un posto tra le scelte, perchè la storia parla da sola, ma capisco che l'amministrazione non abbia il tempo di leggere tutti i testi straordinari che si trovano qui su EFP, quindi tenterò di renderle giustizia.
Until è una di quelle storie che mi fanno ancora sperare che l'editoria possa salvarsi, che la letteratura ha ancora senso di esistere, nonostante le sue sole 200, o poco più, recensioni, perchè è la vita e io credo che l'arte debba sempre cercare di intrappolare la vita, in questo caso, tra le parole.
Oltre ad una trama davvero avvincente, intricata, interessante e ben costruita nonchè ben presentata e ad uno stile che definire poetico è decisamente un eufemismo, Until andrebbe inserita tra le storie scelte perchè è una vera perla di introspezione psicologica dei personaggi, che sono uno più bello dell'altro, ed è raro che un autore riesca a far amare tutti i suoi personaggi. Quindi eccoli qui, vi presento le pietre miliari di Until:
Il signor Silvers, che appare poche volte eppure riusciamo a conoscerlo, a capire quella sua intrinseca solennità mentre parla a Joshua delle pietre e mentre affronta con coraggio la morte pur di salvare lui ed il segreto di cui lo ha messo a parte. Cerca di salvare Joshua e forse un po' viene salvato da lui, dal pensiero che lui esiste e gli ha detto quasi tutto ciò che aveva da dirgli.
Agnes, anche lei compare in poche scene, eppure è indirettamente presente in tutta la storia, non solo perchè è la madre di Sarah, ma perchè è un po' l'anello di congiunzione tra il mondo delle forze della natura e quello di Marlene e Doreen.
Nathan, di cui sappiamo poco eppure è sempre abbastanza per capire che è stato salvato da Agnes, perchè se c'è qualcosa che accomuna ognuno di questo personaggi è che tutti si salvano e vengono salvati da se stessi e dagli altri (dove questo "da" va inteso come "dal pericolo di" e "grazie a", per tutti loro).
Louis, così simile a Martin, così legato a Joseph come saranno suo figlio e Cameron, così innamorato da rischiare tutto per salvare la sua famiglia senza pensarci un attimo.
Marlene, che nonostante la storia che ha alle spalle, nonostante suo padre, è quella più sorridente del gruppo, quella che sogna di volare e vola insegnandoci che "se vuoi, puoi": se vuoi sopravvivere, puoi sopravvivere; se vuoi ricostruirti una vita, puoi ricostruirti una vita; se vuoi superare le brutture della tua infanzia, puoi superare le brutture della tua infanzia; se vuoi trovare l'amore della tua vita, puoi trovare l'amore della tua vita; se vuoi avere la forza di sposarti e mettere su una tua famiglia, puoi avere la forza di sposarti e mettere su una tua famiglia; se vuoi volare, puoi volare. Forse l'unico personaggio che non salva nessuno e non è salvato da nessuno, perchè salva se stessa da sola.
Joseph, che si nega la possibilità di avere una vita, un figlio perchè non può averli con lei e sopporta l'odio di chi lo crede suo padre perchè farebbe di tutto pur di tenerlo al sicuro, di salvarlo per essere poi salvato da lui, da Martin, in quell'abbraccio.
Doreen... 'Reen, che fa ciò che io non sarei in grado di fare: vivere con il proprio figlio senza essere davvero sua madre, vederlo crescere ed essere sempre presente in ogni momento della sua vita mentre lui, davanti ai suoi occhi, muore di solitudine per un padre che crede assente, una madre che crede morta, una famiglia che crede inesistente; e intanto lui è da solo e lei prova a stargli vicina, ma, dannazione!, è solo la domestica e non può fare nulla e sa che lui non è davvero solo, non lo è mai stato, ma non può dirglielo perchè deve tenerlo al sicuro. Fa tutto questo solo per salvarlo, così come Louis ha salvato lei.
I nonni di Sarah (sì, perfino loro), che diranno forse dieci parole in tutta la storia eppure sono vivi e tu, lettore, li senti vivi, li senti uscire dalla pagina e consolare, salvare anche te mentre ti distruggi perchè nella vita di questi ragazzi tutto sembra andare male e nessuno sembra poter cambiare le cose e tu, sempre tu, lettore, sai che non è solo una storia, sai che è la vita vera quella che sembra sempre andare male e capisci che devi darle fiducia, che devi lottare e sperare, sempre, perchè prima o poi tutto cambia e tutto può finalmente restare uguale.
Cameron, il sospiro di sollievo, la boccata d'aria fresca di Until, sempre così ottimista, così semplice (nel senso buono del termine, ovviamente)... una roccia a cui alcuni dei personaggi più bisognosi sentono di potersi appoggiare per andare avanti e salvarsi.
Julie, quella spaventata, ma coraggiosa, che sa di dover aiutare Sarah perchè vorrebbe dire aiutare anche se stessa e superare finalmente tutto quello che è successo, perchè all'inizio ha paura di affrontare i suoi sensi di colpa, perchè ha accettato di far arrabbiare la sua migliore amica e l'ha persa, credeva, per sempre e invece la vita le ha fatto il dono migliore che potesse sperare: una seconda possibilità, e lei è brava e la accoglie e se la gode e la sua esistenza prende una svolta completamente inaspettata, ma bellissima e si salva, salvando anche un po' Sarah.
Hans (che all'inizio odiavo), confuso e dolorante, finchè non ritrova Yvonne e anche loro si salvano a vicenda perchè sono soli, troppo soli e hanno bisogno di essere soli insieme o moriranno dissanguati dal dolore e dalla solitudine.
Yvonne, che (Dio, com'è difficile parlare di lei!) continua a fidarsi di suo padre e a fare tutto ciò che li le dice nonostante l'uomo che è diventato, perchè Cassie le ha insegnato a sperare sempre, perchè quella cameriera era l'unica a conoscere davvero Joshua e sa che lui è il primo a dover essere salvato da se stesso, o finirà con l'uccidere sua figlia.
Martin, ragazzo straordinario, narcisista e bello come lo era stato suo padre, bravo con le ragazze, ricco, strafottente... annoiato e solo. Lui è quello che fa il percorso più duro perchè non deve trovare solo la felicità, deve trovare prima di tutto se stesso ed è questo che lo porta a cercare il soggetto pericoloso.
Sarah, Sarah il mostro, terrorizzata e sola, anche lei deve capire "cosa c'è dentro quel chi" prima anche solo di desiderare la felicità, prima di smettere di scrivere sul suo taccuino le cose che la tengono in vita perchè è in grado di tenersi in vita da sola, perchè finalmente vuole vivere e sorridere e ridere e parlare e sentire e sentirsi. Sarah che può essere chiunque di noi in un qualche momento o luogo della nostra vita. Sar, che salva Mat e viene salvata da lui.
E poi c'è lui... Joe, Joshua... una vita rovinata dal dolore che, se non controllato, diventa vendetta e ci mangia da dentro strappandoci via da noi stessi o peggio, tenendoci imprigionati mentre la rabbia ci guida in azioni che non abbiamo la forza di fermare e rimaniamo lì, immobilizzati, spettatori di una vita che ormai non ci appartiene più. E io lo so che quello delle pietre è solo un espediente letterario, perchè Joshua è chiunque di noi, proprio come Sarah, nel momento in cui viviamo nel passato e non abbiamo la forza di salvarci da soli e non lasciamo che siano gli altri a salvarci e muoriamo ogni giorno un po' di più finche di noi non rimane altro che l'odio, oppure finchè qualcuno non ci salva con la forza, come fa Sarah, e allora riacquistiamo lucidità e usciamo da quel coma dei sensi in cui la rabbia ci aveva gettati e diventiamo giudici della nostra vita e allora sì che possiamo finalmente salvarci e tornare indietro, ma non tornare di nuovo al passato, no! Possiamo tornare semplicemente a prendere in mano la nostra vita per cercare di renderla migliore anche se il tempo passa e tutti gli amori della nostra vita sono passati. Salvato dalla figlia di quella che credeva l'amore della sua vita, a beneficio della figlia di quella che in realtà lo era stata.
E il mio giudizio sulla storia rimane sempre quello che ti ho scritto anche su Facebook, quindi lo riporto anche qui: mi sono svegliata questa mattina, dopo aver fatto molto tardi ieri sera per finire di leggere, e avevo quel peso sul petto di quando finisci un libro ed è come averci lasciato dentro una parte di te per fare spazio a ciò che voleva insegnarti. Perchè, come dice Aniasolary, in Until c'è "solitudine e speranza, amore e amicizia, figli e genitori, paura e coraggio, perdono e vendetta, rabbia e pace", ma soprattutto c'è voglia di crescere e cambiare la propria vita per poterla vivere davvero.
E salvare.
E salvarsi.
Quindi grazie, Ania, perchè hai reso la mia vita un po' migliore come solo un buon libro riesce a fare :)
A presto,
Delilah <3 (Recensione modificata il 10/07/2014 - 11:50 am) (Recensione modificata il 10/07/2014 - 11:51 am) |