Eccomi qui con la mia recensione (computer in rehab permettendo!).
Che dire... E' un'ottima raccolta che meriterebbe più attenzione, anche se entrambe sappiamo che l'assenza di pairing e di rating rosso su questo sito non pagano. L'assenza delle mie recensioni è di assoluta gravità quindi andrò per gradi, capitolo per capitolo, e cercherò di dedicarmi a ognuno con il massimo scrupolo possibile.
1) Risale al 2013, rendiamoci conto. Lo stile presenta sicuramente dei tratti di immaturità - anche se forse si tratta solo di un certo cambio di gusto rispetto ai tuoi ultimi lavori - e credo tu ti sia dimenticata un "non" nella frase "si aggrappano allo spettro di una vita che più possono trattenere". Ma quello che resta impresso è l'idea, brillante e atroce al tempo stesso, che il bacio del Dissennatore sia il primo e il più importante della vita miserabile di Barty Crouch Jr. E' da brividi, giuro. In un certo senso sei riuscita a far provare pietà al lettore, infondendo tuttavia anche un senso di esaltazione folle. Non vogliamo che succeda eppure non aspettiamo altro. La definitiva messa a morte delle facoltà mentali, già instabili, del personaggio dona la sensazione di assistere a un climax, ad una catarsi dionisiaca. A questo proposito, il passaggio che forse ho apprezzato di più è " Le unghie cianotiche, nere, hanno scavato pigramente il pavimento della cella per giorni, in trepidante attesa". Quel "pigramente" mi piace molto, trasmette un senso di ossessività perfetto. Per il resto non ho molto da aggiungere, a parte una nota positiva sull'uso dei colori ("luce lunare", "cianotiche", "nere", "lattiginosa"), che contribuiscono a ricreare la giusta atmosfera onirica e appunto "lunare", e una sull'originalità della scelta del personaggio. Ps: Menzione d'onore alla guest star, la linguetta allegra di Barty!
2) Cavolo, questa è dura. Un'occasione sprecata, il senso di malinconia e di perdita, il ricordo di una felicità appena sfiorata, destinata a non ritornare... Nel confronto con il primo e il terzo capitolo ha quasi il sapore di un intermezzo felice ma si tratta solo dell'ovvio preludio a un brusco risveglio, un risveglio che appartiene a Piton come al lettore. Sai che adoro questi plot twist dal sapore amaro. Anche qui devo dire che lo stile non mi soddisfa appieno, anche se per motivi del tutto diversi rispetto alla prima storia: qualche aggettivo di troppo, per lo più, un paio di avverbi in -mente che non mi convincono del tutto, "la rossa" usato al posto del nome di Lily. Forse nel 2013 eri ancora alla ricerca di un tuo equilibrio, che secondo me hai raggiunto nell'ultima storia. Un'altra cosa che all'inizio ho trovato un poco straniante era la forse eccessiva dolcezza ed ingenuità della prima parte: tuttavia ad una seconda lettura l'ho trovata l'unico contraltare possibile all'amarezza terribile delle ultime battute. E' un sogno, è un ricordo di infanzia: non può che essere naïve, non può che essere presentato a tinte rosee, in caso contrario non avrebbe la stessa efficacia. Mantiene comunque dei momenti di emozionalità niente male, un senso di palpitazione che poi corrisponde all'affacciarsi dei due ragazzini - bambini ma non del tutto - alla vita, alla primavera e a un mondo di possibilità di cui impadronirsi e godere. Possibilità destinate a dissolversi in polvere, ahimè. In questa storia mi piace più di tutte la frase finale, quel "Se ne liberò con la bacchetta". No, giuro, la adoro, come adoro in generale il modo in cui hai reso la tattilità tipica dei ricordi nel mondo creato dalla Rowling.
3) Ed eccoci al finale. Sono passati due anni e si sentono tutti. Questa era l'unica conclusione possibile, lo sappiamo entrambe. In un certo senso riprende le atmosfere cupe e ossessive della prima storia e il tema del bacio come distorsione del gesto di amore o di affetto; cosa che conferisce alla raccolta una gradevole circolarità. Il titolo è meraviglioso ("I know, I know, oh, oh, oh"). E' macabra, bella, persino ironica. Mi fa impazzire la battuta finale - Voldy, sei una divah tremenda! - e l'insieme mi piace davvero, davvero molto. Lo stile è decisamente maturato, in giusto equilibrio tra i tocchi accurati di descrizione e l'espressione dei significati reconditi. Non mi era inizialmente chiaro il riferimento al ragazzino ma una volta lette le note tutto è stato chiaro: mi piace la scelta di legare il patricidio all'auto-annullamento del sé adolescente e infantile, quello che dovrebbe in teoria essere più vicino ai genitori. E adoro, ADORO la componente di fisicità da te proposta. Lord Voldemort, sotto sotto, sarà sempre Tom Riddle: un Nato Babbano, per cui la magia è sempre una scelta e mai un istinto. E di questo non si potrà mai liberare. Per non parlare ovviamente del rapporto padre-figlio, distorto eppure grottescamente intimo... Ti sei attenuta ottimamente al fil rouge del bacio, questo è fuori discussione, ma in più hai dato la sensazione di un effetto "a specchio": Tom Riddle Senior e Junior, padre e figlio, quasi identici l'uno all'altro, per la prima volta l'uno di fronte all'altro. L'uno muore e l'altro rinasce a vita eterna. Splendido.
Ci siamo. Spero che tu sia soddisfatta della mia recensione, io sono soddisfatta da questa raccolta. BRAVA.
xx
Putti
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