Ecco, ora il quadro comincia a delinearsi, anche se solo in parte: c'è un uomo, innamorato dela moglie ma troppo impegnato nel lavoro (ma la polizia autostradale è un riferimento a Squadra speciale Cobra 11?), costretto ad affrontare un lutto terribile. Un uomo che, nonosstante appaia a chi lavora insieme a lui solido, freddo e granitico, invece non riesce a sopravvivere al dolore e muore un po' ogni giorno anche lui, senza trovare conforto nemmeno nella presenza dei figli.
Poi c'è lei, che sembra avere un buco nero al posto del passato e che cerca disperatamente di aggrapparsi a qualche frammento di ricordo, a un oggetto che le richiami alla mente la sua "vita precedente". Il terzo grande protagonista di questa storia è il ricordo, la memoria: che va e viene, è spezzata, contorta, distorta, eppure indispensabile per ricostruire un'identità personale chiara. Come volessi dire: non siamo chi siamo se non sappiamo con esattezza chi siamo stati.
Bella questa frase: "A volte è davvero difficile capire come ragionano le persone. Si nascondono dentro se stesse, senza far vedere al mondo quello che provano, come si sentono. In alcuni momenti, nemmeno lo psicologo più bravo del mondo sarebbe riuscito a capire cosa si scatena dentro la persona, cosa le fa decidere determinate cose e non le fa scegliere altre possibilità, perché il suo comportamento è così e non diverso". Vero, assolutamente vero.
un abbraccio, alla prossima. |