[Anche Hazel scrive. L'ho vista molte volte con in mano una penna argentata e un quaderno dalla copertina nera. Di solito, mentre butta giù le proprie parole su pezzi di carta bianca, mi guarda e sorride.
A me risulta ancora difficile capire cosa le passa esattamente per la testa. Capita che non la comprenda a pieno e non raramente, e, da una parte, ciò mi intriga parecchio. Dall'altra, però, vorrei che fosse tutto più semplice, che io potessi afferrare al volo l'idea partita da un suo sguardo o da un suo gesto. Penso che in quel quaderno nero ci sia molto di lei. Probabilmente anche parti che non mi ha mostrato o che io non ho fatto in tempo a scoprire.
Sono convinto, comunque, che col tempo tutto risulterà più chiaro. O almeno lo spero.]
Io la trovo una cosa dolcissima che anche lei scrive. Così diversi eppure simili. Li adoro tantissimo.
[Mi passai una mano sul viso, schioccando le dita dell'altra, pronto a riprendere la scrittura. Un occhio, in quell'istante, mi cadde sul quaderno dalla copertina nera di Hazel, abbandonato sopra al comodino accanto al letto, sotto alcuni libri a mio parere mai aperti.
Il desiderio di prenderlo e leggere quelle pagine era alto. Eccessivamente alto.]
Non lo fare SImon. Non lo fare. Di solito si finisce sempre per leggere quello che non si dovrebbe ed è tutto un terribile casino.
[“Il danno è fatto. Simon ora sa tutto. Ho pensato di lasciar perdere, ci ho pensato davvero, ma è una cosa troppo importante per essere rimandata ancora. Cerco uno come lui da secoli. Finalmente l'ho trovato. Non posso rimandare il sacrificio”.]
Say What? OMG! Io mi rifiuto di crederci. Non ho letto quello che ho letto.
[“Ucciderlo non sarà facile. Lui deve essere d'accordo, deve donarsi spontaneamente. Per questo ho bisogno che si fidi di me. Odio questa parte, ma purtroppo non ho scritto io le leggi. Se voglio far risorgere il nostro Creatore, questo è l'unico mezzo. Presto tutto sarà finito e il mondo sarà per sempre nostro”.]
No non è possibile non ci credo. Mi rifiuto. Lei non può essere il nemico vero. Io non posso pensare che ha usato Simon. E' un malinteso. Lei non è cattiva. Non è stata lei a scriverlo. Non è stata lei a scriverlo. No. No.
[«Io ti amo, Simon Clarke» sussurrò, quasi stesse esalando l'ultimo respiro, come se quelle fossero le ultime sue parole, troppo importanti per essere messe in disparte, per essere lasciate perdere; l'ultima ragione per vivere.
Su di me, in altre circostanze, anche solo un'ora prima, tali parole avrebbero avuto un diverso effetto da ciò che, di fatto, accadde.
«Tu non mi ami» sibilai e la mia espressione si fece seria e, a tratti, agghiacciante. Vedendomi allo specchio in quel momento, non mi sarei riconosciuto. «Non mi ami, perché non puoi. Non hai un'anima. L'amore è per gli umani e tu non lo sei».]
Ma poi le parole cattive che Simon le ha detto. Mi si è spezzato il cuore non posso sopportare di vederli così. DI vederli divisi. E che lei, lei è la cattiva? mi rifiuto finché non ci saranno le prove certe. C'è un complotto qui. Un complotto contro di loro.
Complimenti a te per questo capitolo che è da 100 +. Sconvolgente, magnifico, sorprendente e coinvolgente. |