Recensioni per
Have a cream tea on me
di Melina
Molto bella, direi poetica. Davvero la ho amata. |
Questa storia è di una deliziosità tale che non ho potuto astenermi dal commentare. Mi è sfuggita forse perché ormai questo fandom sta marcendo e sono così poche le persone che pubblicano che anche le mie visite si stanno diradando. Ho letto le altre recensioni che hai ricevuto, e sinceramente c'è stata quella non-proprio positiva che mi ha lasciata perplessa. Innanzi tutto il rapporto Mycroft/Sherlock da te descritto non è affatto simile a quello della BBC, dove i due sono in un conflitto costante per il risentimento di Sherlock. Qui invece descrivi il miore degli Holmes in qualche modo devoto, ammirato dal fratello maggiore, però tutto velato con questa sorta di ironia che rende il loro rapporto cortese quanto Doyle lo abbia descritto. In secondo luogo, non è la prima volta che trovo un treno come un luogo per un rapporto, anche nell'epoca vittoriana: gli scompartimenti, se chiusi a chiave, nascondevano bene eventuali "azioni illegalI" che si svolgevano all'interno. Ciò che non mi sento di obiettare è il fatto che effettivamente Holmes usa in prevalenza cocaina, ma questo non toglie nulla alla morfina: quando ben non riusciva a procurarsi l'una, c'era l'altra.
Ciò che mi dispiace è che tu non abbia approfondito il caso, perché sarebbe stato interessante, non c'è che dire. Altra cosa, i miei complimenti vanno assolutamente al tuo Watson, perché l'ho trovato sorprendentemente fresco e originale, eppure IC in un modo spaventoso tra la sua apprensione per Holmes e tutto il resto. Il ruolo che ricopre e che rispetta, come tutti vogliono. È stato davvero incredibile...per questo spero di rileggerti di nuovo su una Canonica. Grazie mille per la lettura straordinaria. Saluti! A_R PS Il Vittoriano non sarà perfetto — è impossibile visto che viviamo due secoli dopo — ma è migliore di quello di molti scritti qui presenti! |
Gironzolavo per EFP e dal momento che amo Sherlock Holmes e il suo fidato Watson, mi sono fiondata a leggerti! Veramente perfetto, descrizioni accurate e non noiose, caratteri perfettamente inquadrati se non fosse solo per la storia dell'omosessualità! Peccato, perché se avessi continuato le separate storie con le rispettive donne ti avrei detto che mi sembrava di leggere proprio il caro Arthur Conan Doyle! Peccato! Ma vabbè il caso m'intriga, è scritto bene e quindi continuerò a leggerti! ^_^ |
Finalmente una ff canon da leggere tutta d'un fiato. Mi ha fatto un piacere infinito trovarla. Personalmente avrei preferito che il caso avesse più spazio, ma la caratterizzazione dei personaggi mi ha soddisfatta appieno, sopratutto quella di Lestrade, amo molto le ff che riescono a rendergli onore, come questa. |
Sono esterrefatta. Sembra di leggere il canone di Doyle. Sei a dir poco fantastica. Davvero. Tantissimi complimenti, per lo stile, la storia, l'analisi psicologica dei personaggi, il modo in cui hai affrontato il rapporto Holmes-Watson. Davvero sinceri complimenti. Spero scriverai ancora <3 |
Ho scoperto le tue ff grazie ad un'amica che me le ha consigliate e questo primo capitolo mi ha dato l'idea che avesse proprio ragione :D mi è piaciuto moltissimo e Holmes è decisamente IC così come Watson. Vado a leggere il resto della storia e recensirò nell'ultimo capitolo, meglio che potrò :) |
Che dire, era da tanto che su questo fandom non si leggevano cose nuove, quindi anche se non amo lo slash l'idea di una storia di ben 5 capitoli con la prospettiva di un caso mi attirava. Subito però tutta una serie di cose poco precise non mi ha entusiasmato. Vero che saltuariamente Holmes usava anche morfina come si evince dal caso degli omini danzanti, ma, quando non aveva casi ed era sobillato dalla noia, cioè la maggior parte delle volte, usava cocaina al 7%, cosa stranota. Perplessa mi ha lasciato il nome di Lestrade, così come il rapporto tra i fratelli Holmes che sembra più quello della BBC che non del canone (che dovresti conoscere perché citi tu stessa il caso dell'Interprete greco), per non parlare della scena sul treno che una minima conoscenza dell'epoca e dei treni e le loro consuetudini avrebbe fatto capire come inconcepibile (senza entrare nel dettaglio di orari e stazioni di partenza, come fa Solito). Vista la pena di tre anni ai lavori forzati e la totale assenza di privacy del luogo mi riesce davvero impossibile pensarla e pensare che i due non si preoccupassero della cosa visto come si preoccupano per altre cose meno rilevanti. Il caso poteva essere più esteso e avrebbe arricchito non poco il racconto, per non parlare di alcune incongruenze temporali. Alcune affermazioni sull'età fanno pensare ad un post Iato, ma la droga non dovrebbe più esserci, altre ad un pre Iato. Lascio il verde come incoraggiamento, perché lo stile non è male, anche se non sempre vittoriano puro, e perché se non altro ti sei cimentata con Holmes e Watzon e non presunti parenti vari, ma un buon apocrifo non può prescindere dalla precisione storica e canonica, slash o meno che sia. ;-) Questo non per farti smettere di scrivere ma per incentivarti ad approfondire l'arte dell'apocrifo holmesiano, che è meno semplice di quel che sembra ma da tante soddisfazioni. Spero di leggere presto qualcos'altro di tuo. |