Buondì, Hinata-san!
Mi accingo a porti i miei complimenti per la purezza che il tuo testo proferisce; un'affinità con l'inclinazione caratteriale di Hinata che si accosta ad un accenno di timidezza. La scioltezza e la semplicità ch'esso proclama è capace d'inoltrare al lettore il fulcro di questa sfera emozionale con estrema immediatezza, in un risucchio compartecipato. La brevità della fic, inoltre, supporta quest'istantaneità preminente. E ciò che personalmente ho captato è il delineamento della tua imponente presenza all'interno del testo, incerta e velata seppur pienamente inglobata alla sua totalità. Aspetto che ho gradito molto, davvero.
Concludendo, indirizzo la mia attenzione sulla struttura dei periodi. Ovviamente, non ho intenzione di scalfire e modificare le tue modalità di scrittura, bensì di esprimere un banale pensiero che non è assolutamente degno di traslare la tua individualità altrove. La spontaneità è il cardine della scrittura (e dell'esistenza); la libera ed integrale espressione è il fondamento dell'essere, a mio avviso.
Il mio giudizio, dunque, è nullo dinanzi la tua singolarità.
Dietro di lei Hinata,camminava fiera e felice.
La frase è interrotta da una virgola, ma in questo caso non è necessaria.
Ancor più meraviglioso però, era il suo sorriso, capace di trasmettere felicità a chiunque le fosse accanto.
Ugualmente.
Era la sua salvezza. Era.. ~
Errore di battitura, probabilmente. L'utilizzo dei tre punti di sospensione è esatto nel titolo.
La ricorrenza della virgola è abbastanza globale, presente in ogni capitolo con le sue aggiunte non occorrenti.
Tuttavia, non reputo questi accorgimenti d'ingente né media importanza, poiché lo splendore di un componimento giace laddove l'animo è condotto all'espressione più pura, priva di ostacoli e di congetture. Un vomito esistenziale, un getto incandescente in fogli incapaci di contenerlo. Svincolato, libero, assolto.
Prosegui, Hinata-san. Complimenti.
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