Ti dovrei odiare perché non mi hai avvisato di questa os
Oppure tu dovresti odiare me perché sono una bulla e passo dopo 3838730771 giorni
Forse me l'hai detto, magari ho anche io l'alzheimer
Vabbè cambiamo discorso, comunque amo questa Os e proverò a farti un po' di pubblicità, te la meriti..
Già dalla prima parte si capisce che è un os stupenda
giuro sto per piangere, tu mi fai piacere, sei dolcissima ed è inutile che continui a definirti acida, perché non lo sei
Il sole splendeva luminoso come a farsi perdonare per tutti quei giorni cupi e grigi di pioggia.
Rose si svegliò tranquillamente, come ogni mattina fino a quella parte.
Con la sola differenza che non ricordava nulla. Ogni giorno era fermo, immobile, cupo.
Rose sorrise anche se le ossa, ormai vecchie e consumate, le facevano male.
Si alzò dal letto e si avviò alla finestra, guardando il cielo con nostalgia.
Chissà quante altre volte aveva guardato il cielo ed ora non se lo ricordava.
Chissà quante altre volte si era sentita quella sensazione di nostalgia perforarle l’anima.
Annie entrò dentro la stanza con un bicchiere stracolmo d’acqua e due pasticche nella mano destra.
Portava i capelli raccolti, due grosse occhiaie le circondavano gli occhi ed il suo sorriso era tutt’altro che vivace ed allegro.
Non era facile occuparsi di una settantenne malata di Alzheimer ormai da diverso tempo, di cui l’unica cosa che ricordava erano due occhi marroni di qualcuno che ormai il viso era scomparso già da tempo.
- Prenda signora Williams, è la sua medicina – si sforzò di sorriderle ed allungò la mano verso di lei.
Rose sorrise teneramente e mise in bocca la pasticca, guardando poco dopo l’infermiera allontanarsi.
La sputò subito e la buttò via con un gesto secco.
Era stufa.
Anche se aveva l’Alzheimer molto momenti li ricordava benissimo ed erano ancora intatti sulla sua testa.
Ma altri rimanevano oscurati, come il viso di qualcuno che molto probabilmente doveva avere un ruolo importante per lei.
Ma ricordava quegli occhi, quegli occhi color ambra che la guardavano con amore e tenerezza.
Oh, eccome se se li ricordava.
Non avrebbe mai potuto dimenticarsi di loro.
Ma molto presto l’avrebbe fatto. Sarebbe successo.
La malattia cresceva dentro di lei sempre più velocemente e molto presto non si sarebbe nemmeno ricordata il nome dei suoi figli o dell’infermiera.
Ed allora sarebbe veramente morta.
Sia dentro che fuori.
Perché dimenticare la persona che hai amato è più doloroso della morte stessa.
"Perché dimenticare la persona che hai amato è più doloroso della morte stessa."
Questa frase è fottutamente stupenda.
Non so, mi piace un casino, davvero.
E poi dobbiamo parlare del finale? E' stupendo, lo amo davvero
Ho gli occhi lucidi, mi vuoi far piangere?
Justin si sedette sul letto e sospirò – Non ci sono più Rose -
Cercò di trovare le parole adeguate, ma sapeva che sarebbe stato impossibile.
Come si fa a spiegare ad una persona che i propri genitori sono morti perché sono ebrei?
Rose si voltò sconvolta in volto – Che significa ? Sono andati da qualche parte ? -
E Justin le sorrise con gli occhi lucidi alzandosi dal letto.
Non era lì per renderla triste, ora che l’aveva ritrovata.
Non era lì per renderle la vita difficile, ora che era di nuovo con lei.
Aveva atteso cinquant’anni ma alla fine l’aveva ritrovata.
Non avrebbe rovinato tutto di nuovo.
Perché lei era una di quelle persone per cui vale la pena correre e rischiare. Sempre.
L’olocausto, la guerra, l’essere ebrei, tutto l’aveva portata via.
E lei nemmeno lo ricordava.
E Justin in quel momento fece una cosa surreale, una cosa che lasciò Rose sbalordita.
La baciò.
Assaporò quelle labbra dopo cinquantanni. Le assaporò per bene e riconobbe il magnifico sapore di ciliegia che aveva sempre avuto.
E Rose in quel momento chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dal cuore come aveva sempre fatto.
Ed in quel momento ricordò tutto.
Ricordò di essersi rifugiata in Spagna, poi in Italia ed infine a Parigi per sfuggire allo sterminio degli ebrei.
Ricordò il nome del suo cibo preferito, le tortine a forma di stella che sua mamma le faceva da bambina.
Ricordò di come tutti i suoi cari furono sterminati e di come si sentì morire anche lei.
Ricordò la promessa fatta a Justin anni prima ‘Il nostro amore continuerà finché le stelle saranno in cielo. È una promessa’.
Ricordò il nome delle sue bambine, Charlie e Lana, e di come tutte le volte fossero venute a trovarla.
Ricordò ogni particolare della sua vita, si ricordò persino di Ted, suo marito, e di come qualche anno prima fosse morto a causa di una malattia.
Rose si ricordò tutto, e si sentì mancare il fiato.
Tutto quello che per anni aveva dimenticato ora la stava assillando.
Ora riconosceva Justin, e desiderava solo ricordarsi di lui per sempre.
Rose si allontanò da quel bacio, aprii gli occhi lentamente, e si dimenticò di tutto.
Non so se te l'ho già detto, ma sei la mia scrittrice preferita perché sai finire le storie con classe, con quel tocco che serve per farti ricordare la storia per molto tempo.
Non è molto lunga questa recensione, so di averne fatte di piu' lunghe, ma meglio di quello che ti aspettavi, cioè un "e' bella,punto" detto tanto per superare le 10 parole e farla finire tra le recensioni.
Detto cio' mi dileguo, devo recensire due storie intere
bye bye ti amo
la tua rose |