Recensioni per
Come il coraggio della tigre e come la profondità dei segreti
di StellaDelMattino

Questa storia ha ottenuto 139 recensioni.
Positive : 138
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
27/12/14, ore 11:23

Ciao!
Eccomi a leggere un altro capitolo: stavolta ti do un giudizio neutro perché questo capitolo non mi è piaciuto e secondo me ci sono tante cose da sistemare. Il fatto è che l'evento centrale e più importante, ovvero l'incontro  tra Gemma e William, le loro interazioni e la loro reciproca conoscenza, sono poche righe e troppo affrettate mentre tutta la parte, diciamo, "accessoria" (vestizione, preparazione all'incontro ecc) è descritta più nei particolari anche se è del tutto superflua.
Ma andiamo con ordine.
L'immagine della folletta domestica che salta su William è veramente ridicola, mi ha fatto sorridere. Mi sono chiesta se questa creatura sia per caso un tributo agli elfi domestici della Rowling?
Passiamo poi alla vestizione di William e poi di Gemma e qui comincia qualche nota dolente. Mi spiego: secondo me descrivi troppo i vestiti e particolari. Certo, se ti piace sei libera di farlo, dopotutto la storia è tua, ma devi avere la consapevolezza che un lettore potrebbe annoiarsi e quindi abbandonare la lettura. Un famoso consiglio di buona scrittura che ho letto da qualche parte è "scrivi ciò che è funzionale alla storia, non ciò che è superfluo."
Certo, è un consiglio estremo poiché toglie allo scrittore tutto il piacere delle descrizioni dell'ambiente, degli oggetti e di quei dettagli che creano l'atmosfera dove far muovere i personaggi però è un'ottima linea-guida di partenza. Dico di partenza perché secondo me la soluzione ideale a uno scrittore ancora non troppo esperto sarebbe proprio cominciare scrivendo solo ciò che è funzionale (ciò che fa andare avanti la storia) e poi aggiungere qua e là una qualche dettaglio, qualche descrizione, qualche evento in più che renda la storia particolare e carina.
A che cosa serve sapere che Gemma ha due paia di scarpe diverse e sceglie quelle bianche? L'impressione che ho avuto io è come quando guardi un film della disney o di Barbie (non so se li conosci: io, avendo una sorella piccola, li ho visti tutti xD) e trovarmi di fronte a quegli oggetti, vestiti e animaletti carini e buffi che sono del tutto inutili per la storia ma che i produttori del film aggiungono a ragion veduta: sanno infatti che potranno creare la linea giocattoli e gadget e lucrarci su.
Se proprio vuoi descrivere com'è vestita Gemma, puoi sempre scriverlo dopo e indirettamente, ad esempio incontrando William potrebbe esserci scritto: "Gemma fu sorpresa di trovarselo lì e per un attimo, vinta dalla timidezza, ebbe l'istinto di scappare via. Si trattenne all'ultimo e, ricordando che indossava il suo abito bianco e rosso preferito -quello che persino sua mamma, severa giudice dell'abbigliamento, le diceva che le stava così bene- e che aveva passato un'ora sotto le mani dell'esperta truccatrice di corte, drizzò le spalle, sorrise e si sforzò di mostrare una sicurezza di sé che non aveva."
Ovviamente è solo un esempio per darti un'idea, però così, come vedi, diresti al lettore ciò che Gemma indossa in poche righe, avresti un motivo per descriverlo -che Gemma si rassicuri del suo aspetto per fronteggiare William- e risparmiando al lettore la lunga scena precedente che non sai se potrebbe piacergli o invece fargli chiudere la storia sbadigliando.
Ovviamente è un suggerimento: potresti benissimo fregartene di quello che pensano i lettori e scrivere ciò che piace a te.
Un altro consiglio che ti darei è di non far prendere in mano a Gemma un libro se poi due parole dopo lo ripone, anche se dici che è passata un'ora: di nuovo, è assolutamente inutile ai fini della trama a meno che tu lo usi per descrivere il suo nervosismo, come: "Gemma si portò uno dei libri di draghi preferiti per ingannare l'attesa, si sedette aprendolo sulle ginocchia ma, dopo qualche minuto, si rese conto che leggeva e rileggeva la prima riga senza capire cosa ci fosse scritto. Si sforzò di concentrarsi ma di nuovo dopo qualche minuto si accorse di essere distratta. Allora, rendendosi conto di essere troppo tesa per leggere, si limitò a sfogliare le pagine e guardare le illustrazioni dei draghi. Dopo quella che le era parsa un'eternità le sembrò di udire un ruggito di drago fuori dal palazzo.
Erano arrivati." Anche questo è solo un esempio per farti capire cosa intendo dato che sono convinta che se qualcuno critica qualcosa della tua storia, dovrebbe anche saperti suggerire perché non va bene e cosa si può fare per migliorarla :)
C'è poi una frase che forse andrebbe cambiata: "Gemma sentì il saluto, si vide allo specchio di qualche attimo prima. In un secondo lo stupore nei suoi occhi fu rimpiazzato da gentilezza." Quale specchio? Che cosa vuol dire? E perché da stupita diventa gentile? Non si capisce bene cosa vuoi dire qui.
- "una donna molto materiale" se non è una sensazione negativa che vuoi suscitare è meglio "donna pratica" perché materiale può essere la definizione di una persona superficiale.
- "Gemma stava ancora riflettendo sui draghi, dimenticandosi del fatto appena accaduto, era molto indecisa, erano tutti così belli!" Qui Gemma sembra una persona o veramente ma veramente distratta, o superficiale. C'è un incontro con i sovrano di un altro grande paese in atto, c'è un ragazzo che forse le interessa presente e potrebbe scatenarsi una guerra da un momento all'altro. E Gemma pensa ai draghi? Okay, è un'adolescente, ma è anche la figlia dei due Re della guerra e se si trova lì con i genitori, vuol dire che anche lei deve interessarsi alla cosa: dovrebbe essere nervosa e attenta, soprattutto quando scrivi che all'inizio del capitolo si alza elettrizzata dicendo che adora le rivoluzioni e le svolte. Se è per scatenare in William qualche sensazione di tenerezza può farlo anche con la sua insicurezza, tipo: "Gemma si sentiva a disagio, cercava di pensare a qualcosa di intelligente da dire ma era così distratta che a un certo punto rovesciò persino la bottiglia di aceto: rossa di vergogna la rimise al suo posto scusandosi. William, dall'altro capo della tavola, si intenerì."
- "prese un piatto pieno di gamberi in salsa rosa e, dopo averne presa una quantità notevole" ripetizione prese, presa
- "Gemma lo guardò ammirandolo, era così esperto e giusto, le dispiaceva quasi doverlo sconfiggere e, nel peggiore dei casi, ucciderlo in battaglia. Scacciò il triste pensiero." Anche qui è troppo superficiale descrivere così i sentimenti di Gemma riguardo all'uccisione di qualcuno in battaglia, soprattutto considerato che Gemma non ha mai ucciso nessuno. Dispiacersi si usa quando si fa un dispetto, si manca un impegno o cose così. Un guerriero, un generale, un assassino non si dispiacciono: al massimo, se coloro che devono uccidere è una persona per cui hanno qualche affetto o interesse, inorridiscono, si tormentano, sentono un nodo alla gola, pregano i loro dei che non accada o semplicemente non vogliono nemmeno pensarci. Dire che Gemma si dispiace non la fa sembrare inesperta, che credo fosse l'effetto che volevi darle, ma solo estremamente superficiale e ignorante: okay che è un'adolescente, ma essere inesperte non significa essere insensibili o avere la profondità emozionale di un cucchiaino (per citare la Rowling).
Queste due righe vanno molto più approfondite. Un modo sarebbe: "Gemma si sentì ammirata di quel ragazzo così esperto: le dava un'impressione di rettitudine, di essere una persona giusta ed equilibrata e quando pensò che avrebbero potuto affrontarsi in battaglia e uccidersi, si sentì infinitamente triste senza capirne il motivo: lui era un nemico, non avrebbe dovuto dispiacersi della sua morte. Ma allora perché si sentiva un nodo alla gola?"
Spero che la mia recensione non ti offenda e ti sia utile in qualche modo perché se ti ho mosso qualche critica è perché spero di aiutarti a migliorare, se ritieni che le mie osservazioni siano giuste.
A presto,
M.