Recensioni per
...E c'era un Uomo...
di Sarhita

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
12/09/15, ore 15:29

"Agisci come se il mondo dipendesse da te e ridi di te stesso, perché credi che ciò che fai può cambiare le cose".
Mi hai fatto ricordare questa vecchia frase che incontrai in un libro qualche anno fa.
La cosa buffa è che, l'Uomo della tua storia, fa tutto il contrario. Non agisce come se il destino del mondo fosse sulle sue spalle e sa di non poter cambiare le cose. Vive con ciò che la vita gli offre, con la consapevolezza serena che non può materialmente occuparsi del mondo. Ci sarà qualcun'altro, no? C'è sempre qualcun'altro ad occuparsi dei problemi del mondo.
Citandoti: "Tutto questo NON sapere lo terrorizza." L'ignoto rende estremamente fragili. La paura del buio è insita in ogni essere umano. Ed è allora, quando la paura ti pietrifica, che ti getti su qualcosa di concreto. Di conosciuto. Allacciarsi una scarpa è una sicurezza, una bolla che protegge dai problemi di questo mondo ostile.
La tua storia è una splendida metafora della vita. Noi siamo qui, nel mondo, ma non sappiamo che farci. Proviamo a gestire la nostra vita, quel poco che ci spetta, ma non eccelliamo neanche in quello.
Noi siamo fragili. Siamo impotenti. Siamo ignoranti. Siamo quest'Uomo che passeggia e si allaccia la scarpa.
Complimenti di cuore per questa piccola perla. Il tuo stile così semplice e poetico mi ha conquistata.
A mio parere, se una storia non trasmette niente e non porta a riflettere, non ha poi così tanto da raccontare. Tu ci sei riuscita come non mi succedeva da tempo... brava.
Continua sempre così,
Gwen

Recensore Veterano
30/08/15, ore 20:16

Ho un debole per le storie che cercano di andare oltre il semplice "essere una storia", per i racconti che hanno qualcosa da dire. Per quelle storie che trasmettono a ogni riga il loro avere dietro una serie di riflessioni personali e serie, profonde. Storie che non sono vuote, ma che esistono per raccontare qualcosa. Significative, oltre che belle da leggere.
Questa storia è tutto questo.
Mi piacciono moltissimo le riflessioni sul proprio ruolo nel mondo, sull'incertezza del futuro. Sulla grandezza del mondo, percepibile soprattutto all'inizio, rispetto alle dimensioni di una singola vita. Sono temi che sento anche miei, di cui mi piace moltissimo leggere. Vorrei ci fossero più storie come questa più storie che riflettono e non sono più solo storie.
Le riflessioni di fondo sono molto, molto intelligenti e ben sviluppate. L'incertezza profonda, il fatto che ogni singolo gesto, non solo le scelte ponderate, possa cambiare una vita. L'idea che nel mondo ci sia così tanto, ma abbiamo potere su un pezzettino così piccolo di realtà e non sappiamo gestire nemmeno quello.
La paura dell'ignoto, della vita che non dura per sempre. La consapevolezza di non essere invincibile, che non è così scontata.
Ogni tema è trattato in modo estremamente coinvolgente e molto, molto piacevole: le frasi sono musicali ma dirette. Non sono mai troppo elaborate, mai troppo intricate. Trasmettono esattamente ciò che vogliono esprimere, all'istante.
E quell'uomo senza nome e senza volto, che potrebbe essere chiunque, rappresenta così bene una generazione intera. La rappresenta senza pretendere di avere tutte le risposte, senza moralismo. E quel gesto semplice alla fine, quel gesto sicuro, è la conclusione perfetta: l'uomo ha paura dell'ignoto, e si concentra sul conosciuto, dimenticandosi tutto il resto. È così realistico, questo passaggio, da dare i brividi.
Un racconto magnifico, scritto in modo professionale e assolutamente efficace.