Ciao!
Mi hai chiesto cosa intendevo quando dicevo che la tua storia era strana: volevo dire che non immaginavo che l'avresti portata avanti così, con questo mondo dove cercano una persona che "crede" che sia pronta a sacrificarsi per queste sette vergini che rappresentano i vizi.
La storia ora è conclusa e tiriamo le somme. L'idea mi è piaciuta: l'ho trovata diversa dal solito; mi sarei aspettata un viaggio in qualche mondo che implicava un percorso di crescita da parte di Alfred. Tu puoi dirmi che il percorso di crescita in un certo senso c'è stato, perché alla fine Alfred accetta di dover morire, cosa che nel primo capitolo era per lui inaccettabile (le urla nella cella e così via). Nella storia, arriva ad accettare la morte perché diventa un uomo di "fede". Lui stesso si proclama come tale. Il punto è che questa fede non è nient'altro che la celebrazione della sua vita fatta di vizi; lo hai scritto nel capitolo precedente: Alfred guarda la sette vergini e si rende conto che, dal momento in cui è nato, non ha fatto altro che professare il loro culto, invidiando, uccidendo e così via. Alfred durante la sua vita ha annullato la sua umanità, intesa come ciò che di nobile, di buono, di giusto c'è in un uomo, lasciandosi divorare da questi vizi che lui, ma anche altri uomini, hanno elevato a idoli. Non ha un'evoluzione positiva questo personaggio, per cui si rende conto di quello che ha fatto e se ne pente; anzi, le sue parole alla fine del testo sono negative, crudeli. Alfred accetta di morire, dopo un primo momento di paura, non per qualche valore alto, ma per celebrare sino in fondo la sua vita depravata.
Spero di essermi spiegata in questo papiro. Ho trovato comunque la tua storia interessante e quella sopra è una mia lettura personale, che può discostarsi dagli intenti dell'autore. Fammi sapere.
Hyrie
(Recensione modificata il 21/11/2013 - 10:05 am) |
