Buongiorno!
Voglio cominciare questa recensione dicendo che amo le lettere e penso siano un modo di comunicare le cose a viso aperto, liberando i sentimenti, i pensieri e sopratutto parole che in gola rimarrebbero incastrate in ogni evenienza.
Ne ho scritto sempre tante, ne ho donate poche ma il sentimento mentre si spediscono è veramente qualcosa di indescrivibile, qualcosa che va aldilà di tutto quello che già si sa.
Ma a parte queste sciocchezze personali, devo dire che questa confessione mi ha convinto per tanti, tanti aspetti.
Innanzitutto la descrizione, libera da ogni concezione di genere, di sesso, con libera interpretazione: considerando la nazionalità del mittente, il suo lavoro, l'esercito per il quale lavora e tanti suoi aspetti personali che non conosciamo, l'identità del destinatario può essere la più "normale della statistica" quanto la più soprendente e questo mi ha colpito fin dall'inizio.
Sinceramente parlando, ero un po' curioso della sua identità (probabilmente come tutti quelli che hanno letto e leggeranno) ma poi ho capito, il senso del tutto sta nel titolo.
Ciò che si celebra è l'affetto infinito che Franz prova per il suo "schatz", un amore che sopravvive alla guerra e si spera sopravviverà, come un bucaneve che resiste alle intemperie dell'inverno.
Il punto forte è difficile da definire e scindere da qualsiasi altra cosa, in quanto la prosa è lineare, abbastanza corretta e scorrevole che è una meraviglia e dato che non c'è nessun filtro se non l'amore che vuole essere celebrato e combattuto per via della lontananza, il sentimento scivola e circonda chi legge con una dolcezza infinita senza scadere nello scontato e nel melenso.
Non c'è motivo e penso che tu l'abbia espresso con una forza incommensurabile, tracciando l'amore come una passione, un conforto, un'unione e un'emozione che salva se allo stesso livello, se compreso e vezzeggiato con l'attenzione e la cura.
E questo, credimi, è la bellezza intrinseca di un qualcosa di grande che persiste e vive nonostante le difficoltà ed è tanto, davvero.
Ho adorato le metafore riguardanti la signora dal manto nero (molto suggestiva visivamente) e la descrizione degli occhi e della loro luce, a testimonianza e perfetto sunto di quello che è il loro sentimento e la fiamma che riescono ad alimentare queste due persone ogni giorno, a modo loro, sapendo che niente tra di loro potrà mai cambiare sul serio, se non in meglio.
Ho avvertito anche un certo dosaggio del linguaggio, scandito dalle pause e dalla grammatica, la punteggiatura è molto presente e dà spazio ad ogni parola, respiro, battito.
Ti segnalo due errorini ortografici che ho notato: quel di accarezzerà (sei righe prima della fine, esclusa la formula finale di saluto) che è un TI e quel Si (nella terz'ultima riga) che in realtà è SII dato che nell'imperativo la forma corretta è questa: robetta.
Che dire, infine... per essere un semplice esperimento devo dire che mi ha anche fin troppo preso e commosso, quindi complimenti per il tuo lavoro.
Hai fuso racconto e sentimento con un equilibrio e una bellezza incredibili che è difficile veramente rimanere indifferenti di fronte a cotanta dolcezza e realismo sentimentale che vola a distanza del tempo che trova.
Il punto di forza sai qual è?
Esatto, proprio questo equilibrio, percettibile sia tra le pagine d'amore sia tra la calligrafia composta ed attenta.
Leggiadra ma profonda, drammatica ma speranzosa, opposti sinconici che la vita permette di apprezzare e comprendere in nome di un affetto così incondizionato e che deve, deve per forza sopravvivere e vivere di nuovo in un gesto come un abbraccio che vale più di mille parole.
Complimenti vivissimi, sono rimasto senza fiato.
Un abbraccio,
Watashiwa |