Thyandra adorata!
Ti chiediamo scusa per aver notato questa storia solo oggi, ma speriamo di poter fare ammenda dicendoti che, non appena l'abbiamo vista, ci siamo lanciate nella lettura e non abbiamo più staccato gli occhi dal testo. Nossignore. Neanche una volta c'è stata la tentazione di distogliere lo sguardo, sospirare, e imporsi di andare avanti. Sai perché? Perché la tensione che hai descritto, il dolore pungente, lampante, sebbene nascosto, va dritto al cuore, colpisce, trattiene e cattura. Ma ogni cosa a suo tempo, e partiamo dall'inizio.
Prima di tutto, qualche brevissima nota sullo stile e la lingua. Per quanto non siamo assolutamente persone che si scandalizzano più di tanto per eventuali errori quando si legge, nello sfondo e tra le righe, la buona volontà dell'autore nel cercare di comunicare qualcosa, ammettiamo che leggere una storia così ben scritta è un vero e proprio piacere per gli occhi e per quella vocina interna che interpreta con toni e voci diverse dialoghi e descrizioni. Il testo è estremamente fluido, ogni frase è ben concatenata all'altra, senza salti impliciti che potrebbero risultare criptici. Al contrario, ogni sentimento è ben espresso, e la tua mano guida verso la direzione che desideri sia la nostra meta. Grazie. E' un genere di scrittura che coinvolge il lettore e lo fa sentire presente a quella cerimonia tanto orribile quanto solenne.
Andiamo oltre con la tematica. Ah, che scelta coraggiosa, e che modo di trattarla assolutamente poetico.
Ci sono due frasi che ci hanno riempito il cuore. La prima è questa: "Possono davvero essere misura delle nostre azioni, questi nostri occhi? Che giudizio superficiale, meschino quanto questo mondo assurdo". Abbiamo apprezzato tantissimo questo ragionamento di Lacie sulla diversità. Per quanto il nostro mondo di notizie dell'ultima ora e scandali ci abbia sensibilizzato verso questa questione così tanto da renderci praticamente insensibili, è pur sempre uno dei temi a nostro parere più importanti da affrontare nella vita. La diversità andrebbe celebrata, perché indica la nostra unicità. Ed è per questo che le parole di Lacie suonano così dolorosamente vere: non viviamo in una realtà tanto diversa da quella immaginaria in cui una donna è stata condannata all'Abisso per l'infausto colore dei suoi occhi. Inoltre, l'idea che sia un carattere così superficiale e, soprattutto, non scelto dall'individuo, a determinare che tipo di persona si è - buona o cattiva - è altrettanto pungente, e giunge alle nostre orecchie come una sottile e tuttavia determinata condanna di una mentalità particolarmente ristretta. [Uh, a questo proposito, questo passaggio ci ha fatto venire in mente un libro molto bello, "Il Dardo e la Rosa". Lo conosci? Te lo consigliamo!]
La seconda frase che ci ha colpite è questa:
"Stolta. Ingenua.
Innamorata, forse. Principiante in un sentimento troppo grande per noi, troppo vasto per una sola breve esistenza come la mia."
Risulta difficile commentarla, perché le parole di cui è composta sono perfette: non ne serve una di più, non ne serve una di meno. E' probabilmente il pensiero che abbiamo avuto un po' tutti quando, alle prese con l'amore, ci siamo ritrovati invischiati in un sentimento così folle, così strano, così irrazionale, a cui non si può rinunciare ma che allo stesso tempo può fare male. L'amore sa spaventare, e ci rende ciechi, il più delle volte. E tuttavia, vorremmo tutti indugiarvi, anche quando sappiamo di non avere speranze. Tutto questo ci porta alla mente Break. Condividerebbe senza ombra di dubbio l'idea che la sua esistenza sia troppo breve per potersi concedere l'amore.
Infine, la caratterizzazione del personaggio. Lacie, è vero e bisogna ammetterlo, è un personaggio che è stato volutamente ammantato di mistero e incertezza. Per quanto sappiamo la sua storia, aleggia sempre nell'aria quel senso di "non detto" che la rende lontana e mutevole. Beh, dobbiamo essere assolutamente sincere, con te, nel dirti che abbiamo trovato la tua Lacie piena delle stesse caratteristiche che l'hanno resa così "magica" nelle tavole di Mochizuki-sensei. E' una Lacie in lotta con sé stessa, con la parte più giovane e vulnerabile, con quella che non ha mai accettato di morire, e che è stata, a parer nostro, soltanto sovrastata dalla rassegnazione per la sua condizione. Quindi davvero, sintetizzare tutto quello che pensiamo sul tuo modo di sentire Lacie è: bravissima. Crediamo che sia davvero, davvero, davvero centratissima. Abbiamo rivisto nelle tue parole la delicatezza delle sue espressioni e l'acume delle sue risposte, e negli occhi avevamo le stesse immagini del manga.
Quanto a Jack... Poche, pochissime righe su di lui, ma in ognuna c'era il filtro di quell'amore acerbo e inesperto di Lacie, ed è stato bellissimo leggere dell'Eroe in questo modo. Se anche lo considera un "adorato trastullo", in ogni parola emerge quello che significa davvero per lei e, ancora una volta, i nostri complimenti perché, secondo il nostro modesto avviso, il sentimento di Lacie è proprio questo, confusione e passione, abnegazione e speranza...
Aspettiamo con ansia una nuova storia. Sarebbe bello vedere di nuovo Lacie mossa dalle tue dita.
Mille abbracci!
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