Ciao! Sono felice che tu sia tornata!
Con un'altra storia splendida! Anche se in questo caso mi ha lasciata un po' perplessa l'uso del tempo presente. Non amo molto nemmeno quello. Ma come l'altra volta, è una questione di gusti personali, tu l'hai usato bene.
Donnie l'ho sempre visto come il più dolce. Forse insicuro, ma diverso dall'insicurezza di Raph, che risiede nel suo sentirsi diverso e quindi escluso.
L'insicurezza di Donnie viene dal suo essere un genio, incompreso per la maggior parte del tempo.
E quindi la tua idea di sinestesia mi è piaciuta enormemente. Perché è come se fosse il suo enorme genio ad essere in stasi. Donnie è abituato a creare, a programmare, a inventare, a muoversi costantemente... l'idea di essere bloccato, di non sapere che fare, di stare solo ad attendere senza nemmeno sapere cosa, deve terrorizzarlo terribilmente.
Mi è piaciuta ogni parola. Il suo vagare mentre pensa, lasciando che i pensieri vadano dove va lo sguardo, un fiume sciolto che però ritorna sempre lì, nel punto dolente di non sapere cosa davvero lo faccia stare così.
Non so, ma come nella tua storia precedente, c'è una parte che mi ha colpito maggiormente. Pensandoci bene credo che sia perché, in entrambe, è condensato il succo, la crudezza e la poeticità dei tuoi scritti.
“Nessuno, nessuno saprà mai davvero quant'è devastante per lui e i suoi fratelli scoprirsi goffi nonostante gli anni di ossa spezzate, cicatrici e sudore; quanto per la prima volta sia difficile condividere lo stesso spazio vitale senza ferirsi a vicenda, camminando sui cocci della sopportazione l'uno dell'altro – urtandosi, perché nessuno ha mai insegnato loro ad amare in maniera omologa. Si fanno del male senza volerlo, stretti nella morsa di un'immobilità sempre più vorace.”
Adoro questa parte. E' così vera. Sono tutti diversi, nonostante abbiano sempre vissuto assieme, e la convivenza forzata, dopo ciò che hanno subito, porta a galla quelle differenze. Paradossalmente, nel fumetto, (a differenza delle serie dove sono Leo e Raph a litigare, o Raph e Mikey), gli screzi maggiori li hanno Raph e Donnie. Perché uno è il sentimento e l'altro la ragione.
Questo per dirti che, appunto, l'idea che sia l'inerzia il peggior nemico di Donnie è perfetta. E alla fine, pur con tutta la sua genialità e freddezza analitica, è bello vedere che cerca conforto nelle parole del maestro, come un bambino con un padre.
Mostra la sua umanità, la sua dolcezza.
Scusa per lo sproloquio di parole, ma davvero mi è piaciuta. E dovevo dirtelo. Spero che continuerai a dedicarti a queste storie, in questo fandom che amo.
Un unico piccolo piccolo appunto. Ho amato nel fumetto la parte di Raph, che nel lasso di tempo in cui loro stanno alla fattoria, non dorme praticamente mai. Sta sul tetto, vigile, a controllare che niente accada ai suoi familiari; ossessivamente, direi.
Ecco, se mai decidessi di continuare con gli altri fratelli, spero che questo sia un buon spunto. Non fraintendermi, è solo un consiglio!
Mi piace come scrivi, come svisceri i personaggi e le situazioni e so che lo faresti alla grande!
Essere inerte non è proprio brutto. Dipende tutto da ciò che devi fare. A volte è utile per riprendere energie e pensare a fondo.
Ancora complimenti per la storia! Va nelle preferite! E spero tanto di risentirti presto! |