Recensioni per
Astrolabio
di Francine

Questa storia ha ottenuto 70 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
26/09/14, ore 16:48

Ciao cara e bentornata! O forse non te ne sei mai andata e confondo io il tempo a causa della mia eccessivamente prolungata assenza. In ogni caso mi scuso per il ritardo con cui sono passata, e mi complimento con te per il superamento della metà, bravissima! ^^
Allora. Premetto che il prompt inizialmente mi sembrava passato un po' in sordina: la storia è molto incentrata sull'attesa, vedendola attraverso gli occhi e le emozioni dei diversi personaggi (cosa che ho apprezzato davvero molto). In ogni caso alla fine ho controllato il prompt, e direi che con giardino in Grecia i riferimenti costanti ai limoni ci stanno benissimo, quindi non posso che apprezzare l'interpretazione che hai dato di questo prompt ^^ Oltretutto personalmente adoro il profumo dei limoni <3
Quanto ai personaggi, ho apprezzato che tu abbia dato un certo spazio ad ognuno di loro, come dicevo prima, ed in particolare ho apprezzato la presenza di Milo, che ormai sai essere tra i miei personaggi preferiti :) Inoltre mi è piaciuto come hai trattato il rapporto tra Saori e Julian, creando una sorta di equilibrio tra i ragazzi e le divinità.
Stilisticamente parlando il testo è molto ben scritto e ricco di paragoni, che ho apprezzato molto. Inoltre i riferimenti ai limoni, per quanto presenti, non appesantiscono la storia, costituendo un filo conduttore che collega tra loro le diverse scene. Anche la citazione iniziale, molto calzante, si inserisce bene all'interno del contesto della storia.
Shot nel complesso davvero molto bella! Complimenti vivissimi ^^
Alla prossima, e scusa ancora per il ritardo.
Baci,
areon <3

Recensore Veterano
22/05/14, ore 13:36

Questa storia è bellissima. Sarà che sono digiuna di Phi e di tutti loro da troppo tempo (e delle tue atmosfere con loro), sarà che in questo periodo ho voglia di mare - e ho optato per una vacanza in montagna - sarà che semplicemente il Kallisté è magico. Di questa storia ho amato particolarmente i caratteri, in special modo la maestria con cui hai saputo tratteggiare la Sirena. Si, ho un debole per Sorrento per cui brindo a come l'hai reso, alla tensione palpabile che si respira nel suo incontro con Phi. E c'è il contrappasso tra Melpomene e Saori, un lascito che sa di un amore astratto, di una dolcezza materna da parte di Saori che mi spiazza, rispetto alla dea che siamo abituati a conoscere, tutta presa dal Pegaso.
Ho amato le interazioni tra Kanon e Milo, come sempre perfetti e in perfetta sincronia. 
Se dovessi definire i tuoi personaggi, direi che sono armoniosi, una sinfonia d'archi perfetta che funziona e funziona e funziona, senza stonare mai.
Bellissima l'apparizione di Julian, immensa e maestosa.
Possente, nonostante il dio dorma.
Credo tu abbia fatto un eccezionale lavoro di cesellatura su questi personaggi, rendendoli tuoi ma senza snaturarli. Gli dai aria nuova, rendendoli vivi e umani, quando nella serie risultano macchiette da quattro soldi. 
Grazie per l'orgoglio con cui ce li offri, con i loro lati umanissimi che li rendono vicini al lettore.
Mostrando anche ciò che resta al di là delle battaglie.
Grazie per avermi riportata sotto il pergolato del Kallisté.
E' sempre un piacere <3

Recensore Junior
22/05/14, ore 13:33

Parlare di dei è difficile.
Lo è sempre stato. Si rischia di porli su di un piedistallo, e restare lì a guardarli, senza più nemmeno il coraggio di rivolger loro lo sguardo. Oppure si antropomorfizzano in eccesso. Si donano loro quegli atteggiamenti e quelòle moralità così umane e quotidiane da dimenticarsi che la loro, di moralità, è altra. Non migliore ma di certo nemmeno peggiore dalla nostra. E' una linea che precipita nell'abisso, tanto sottile quando loro voglio quanto invalicabile anche solo pr capriccio.
Ecco. Gli dei sono capircciosi. Come il mare; come gli sprazzi di luce fra le foglie; come i limoni, che più sono gialli e invitanti più hanno quel sapore acre che non ti vorresti aspettare.
Saori è capricciosa; come lo è Atena. E lo è Julian come lo è Poseidone.
Ma questo non è un randez-vous a quattro; al contrario. E' il dilatarsi raffinato della dua drabble in un gioco stupendo di complicità e quotidianità, sottesa nel mito.
Ci sono tanti personaggi, in questa drabble. Tanti personaggi che ormai ci sono conosciuti, ma non per questo risultano stucchevoli o banali. Al contrario.
C'è un'eco dell'Ecale di Callimaco nella nonna Melpomene, in una donna che ha la semplicità e la saggezza dei vecchi, e nello guardare Atena negli occhi non teme le conseguenze. Gli occhi di Melpomene che sono gli occhi di Milo, con la stessa forza e la stessa visione del mondo, senza incanti e senza troppe illusioni. Ed è dolce questa staffetta generazionale fra due donne (perchè Atena è anche questo: donna) per un uomo che di stare in piedi da solo è capace, ma non sarebbe sufficiente.
E poi c'è Kanon, con i suoi rimbrotti e la sua aria perennemente imbronciata, come un gatto appena caduto nell'acqua (appunto!). E immaginarselo a sfacchinare pieno di borse e borsette, insofferente, e per poi rimpiangere quella peripato di indolente shopping è stato impagnabile. Perchè diciamocelo: che Atena incontri Posideone, a Kanon, non fa granchè caldo nè freddo. Che sia lui, poi, a doverlo di conseguenza incontrare, ecco: questo è tutt'altro discorso.
Ho amato lo sguardo che si sono scambiati, la rigidità di Kanon stemperata dalla battuta sottile di Posidone e in quella conversazione che si intuisce che ci sarà dietro, fra Milo e Kanon. E il sorriso sottile che ci deve essere, lì da qualche parte, a quel è stato divertente che per Gemini può tanto avere il sapore di una medaglia la merito.
Poi c’è Phi e la sua indagine, con un Sorrento che presentato come lo presenti tu dà la distanza fra l’apparenza e la sostanza non solo del cavaliere delle Sirene, ma del mondo di Saint Seiya tutto, così incastrato senza che nessuno se ne accorga fra la realtà umana e quella autentica. Sembra quasi sentire lo strappo di quel “velo di Maya” che intercorre sottile come una nebbiolina a primavera, una cortina d’acqua pronta ad incresparsi in ogni momento.
C’è quell’attante senza nome, lì all’inizio della storia, la vox populi che fa da perfetto contraltare alla consapevolezza della famiglia di Milo riunita al Kallistè. Ed è ironica la dovizia quasi turistica in cui questo anonimo si profonde, spiegando a Julian, a un greco, ad un dio greco che quella terra l’ha vista nascere e che l’ha desiderata tanto da giocarsela in battaglia con la nipote amata (e forse amante).
Di questa Atene viva, palpabile e saporita, descritta in poche rapide pennellate, l’affresco più bello è tutto lì, in quel lungo (in sé) discorso iniziale, in quelle parole rotolate fuori veloci e lente assieme, di chi ama la propria città e la conosce.
E poi ci sono loro. Gli dei.
Posidone e Atena.
C’è il loro antico gioco di seduzione, quell’amici che sembra la concessione all’amante respinto, una porta lasciata socchiusa. C’è l’ombra dell’Australia sulla pelle di Julian, del sovrano in perenne esilio e il riflesso di Posidone nei modi, nella voce, nel timbro forte e vigoroso e negli occhi. In quegli occhi azzurri di mare, irriverente e dispettoso.
Perché in fondo Posidone è magnanimo come solo gli dei sanno essere, ma altrettanto sadico. Di un sadismo di certo diverso da quello umano, che si compiace delle schermaglie che riesce a tessere. Con Atena in particolare.
E se dietro c’è la seduzione di amanti mancati ( o forse passati, come il mito ama immaginare in una sua remota declinazione), accanto c’è la diplomazia di due sovrani che sanno e devono ben calibrare ogni azione e ogni pensiero.
Sa di necessità quell’amici. Della profonda solitudine di dei esiliati in terra che ricercano la propria passata identità, una memoria storica nel sangue, che però rischia di naufragare in quell’umanità anelata e costringente.
E alla fine quella battuta, quel rigirare il mito a proprio ironico vantaggio (o svantaggio).
Perché è innegabile che con quel cavallo la mente corre al cavallo di Atena per eccellenza (o ce lo vedo solo io?).
È come se Posidone dicesse ad Atena: “Ecco, allora mi hai battuto con una piantina; ma in battaglia è stato il mio cavallo a concederti la vittoria. Lo neghi forse?”
E nell’accetto di Atena il riconoscimento del legame che da sempre li lega e l’onore delle armi allo sconfitto (di quelle armi che, immagine stupenda, se ne intravvede il riflesso fra i limoni).
 
P.S.
Io ricordavo il mito, meno noto, dell’ulivo e della polla d’acqua salata (e vai a capire perché, sull’Acropoli, dovrebbe servire una fonte di acqua di mare), ma devo ammettere che la scelta dell’altra versione del mito, qui, è più che azzeccata.
Complimenti come sempre!
E continua pure a spremerli, i limoni! Montale non avrà a offendersi, al contrario.
E io di certo aspetterò altri quadretti ellenici come questo!

Recensore Veterano
21/05/14, ore 20:37

Ah, allora è questo che è successo prima che arrivasse Mr Solo!
Kanon che fa il facchino per Athena nel quartiere dello shopping è esilarante! Non mi dispiacerebbe averlo anch'io per una giornata...Forse soffrirebbe un po' meno, visto che preferisco fare incetta di libri più che di vestiti! Gli lascerei persino comprare qualcosa!
L'Ennosigeo si fa ancora sentire, di tanto in tanto...giusto quanto basta a dare carisma ad un rampollo con pessimo gusto in fatto di guardaroba!
Buona fortuna con Athena, amico...non si chiama Parthenos per niente! Che poi, a voler essere pignoli, è pure sua nipote! Dettagli, dettagli...
Sorrento, caro lui con i suoi colori improbabili! Avrà tante cose da dire a Françoise...
Visto che siamo in tema di agrumi, limoncello?

(Giusto per fare la polemica: Poseidone agli Ateniesi non gli aveva donato un cavallo, ma una pozza d'acqua salata in cima all'Acropoli...Ti credo poi che scelgono l'olivo, bello mio!)

Recensore Junior
21/05/14, ore 19:03

E in una giornata come oggi, mi ci voleva! Mi ci voleva proprio tanto. Quindi prima di tutto grazie!
Chè mi sembra di sentirlo, il profumo dei limoni e di giocare con il sole che ammicca tra le fronde. Mi vedo a parlare con Lui di quello che sai, sorseggiando il caffè alla greca che racchiude tutti gli aromi dei mercati e delle persone che hanno costruito la storia.
Perché dicono che quando il mare è calmo lo è anche Poseidon, dagli occhi chiari e ammiccanti come il sole.
Dicono che anche le Moire di fronte a lui siano clementi e io voglio crederci, perché quel richiamo va avanti ormai da più di due anni, per mio figlio.
Sai quanto creda gli dei possano esser capricciosi, che un ulivo ed un cavallo possano essere pietre dello scandalo ne è prova sufficiente, ma credo anche che, forse, loro, sì, loro lo sapevano già.
E credo che, più che trattare con le moire, ci diano quella scintilla per far sì che, quando i nostri fili si dipanano per quello che sono, noi abbiamo la forza di poterci camminare sopra, senza esitare.
Un abbraccio, carissima, ancora!!

Recensore Junior
21/05/14, ore 18:27

Ancora Kallistè, ancora Kallistè! Così poche parole per così tanti spunti.
E con un linguaggio impeccabile, azzeccato per ogni personaggio. Senza scordare l'abilità di tratteggiare qualcuno con pochi, sapienti tocchi (un esempio su tutti, nonna Melpomene, che non esita a guardare Athena dritta in faccia e che per questo merita un bacio in fronte).
Chapeau!

Recensore Master
21/05/14, ore 17:41

*rotola* ♥

Perla delle perle, non c'è niente da fare.
Anche in questo piccolo spaccato ci offri moltissimi riferimenti buttati qua e là e che, alla fine, si uniscono nel comporre un'unica immagine.
Si scivola come tra le montagne russe e non te ne accorgi fino a quando il giro non è finito ed esclami "Bè? Già finito? Ma come?"
E allora torni indietro, ricominci tutto daccapo, rileggi la storia e le sue emozioni, te ne lasci cullare un'altra volta, seguendo un flusso di pensieri che sembrano semplici, eppure li scopri di una profondità inaspettata.
Le tue storia mi attraversano ogni volta con una leggerezza unica, salvo poi guardarmi dentro e scoprire che lasciano sempre qualcosa, la malinconia di due divinità che si cercano perché sono simili, il profumo dei limoni e la descrizione di una terra che rimane nel cuore e tra le mani.
Lavoro incantevole, come sempre. ♥♥♥♥

*porge caffé e offre una sedia per quattro chiacchiere*