Ciao!
Scusa se ci ho messo un po' a passare per leggere e recensire l'ultima parte, ma gli impegni si moltiplicano a vista d'occhio.
A caldo, posso dirti che questo capitolo mi è piaciuto molto perché ha saputo dare una fine equilibrata alla tua storia.
Gioele mi sta ancora un po' antipatico, ma devo ammettere che sa come prendere Mara. Penso che a lui lei piaccia un po', e questo si è visto soprattutto quando c'è stata la loro lite. Lui non se la sarebbe presa così tanto, se non fosse stata lei a dire quello che ha detto.
Quando le critiche vengono da persone alle quali teniamo le percepiamo come più gravi di quello che sono.
Indubbiamente, Mara non avrebbe dovuto rivolgersi così al suo conquilino, dato che stava solamente cercando di aiutarla. A modo suo, ma voleva aiutarla.
E Mara ha davvero bisogno di qualcuno che la scuota un po' e che la faccia stare bene, che la renda meno passiva. Quindi, in sostanza, spero che, in un futuro, quei due possano avviare un bel rapporto.
La maturazione della ragazza si è articolata tutta sull'accettazione del "dramma" ed il punto di svolta è stato proprio il suo voler vivere tutto in prima persona. Non è stato facile, ma è sopravvissuta, anche alle frecciatine di quell'odiosa cuginastra.
Janis sembra che abbia anche lui maturato una sorta di rassegnazione, anche se non del tutto passiva: da pochi sprazzi e comparse, in questo capitolo si è capito che, sebbene una parte di lui sia stata costretta al cambiamento, ha deciso di non dimenticare completamente chi è stato.
Suo figlio, chiamato Fabrizio, incarna la speranza verso il futuro, senza dimenticare il passato. Il fatto che gli voglia bene è molto importante, il bambino potrà essere una ricchezza in più nella sua vita, così bruscamente mutata.
Nella risposta a Mara, si percepisce la possibilità per loro due di avviare un nuovo canale di comunicazione, che non potrà mai essere come quello di una volta, ma di sana e pacifica convivenza. In fondo, sono cugini, avranno sempre qualcosa in comune ed il legame di sangue che è stata la loro maledizione, potrebbe, in questo caso, trasformarsi nell'ultimo filo che li lega.
Devono solo lasciarlo irrobustire un po'.
Mi auguro che quell'arpia di Gaia (mi era antipatica anche nella storia precedente, qui, anche se non è comparsa, mi è stata sullo stomaco) possa tornare a rivolgere la parola a Mara. Non che debbano di nuovo essere amiche del cuore, ma, anche in questo caso, provare a stabilire una pacifica convivenza.
Freddie sembra essere l'unico della comitiva ad essere rimasto com'era, ma è solo apparenza: anche lui comincia ad avere dei progetti per il futuro (comprare l'officina). La crescita è stata avviata, si è superato il punto di non ritorno.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere, bisogna solo abituarsi e cercare di trovare una nuova propria dimensione.
Non avrei potuto immaginare un epilogo diverso da questo, così intriso di nostalgia, ma anche caratterizzato da un pallido alone di luce. In fondo, non tutto è perduto.
E, per Mara, è arrivato il momento di ricominciare a vivere, partendo proprio dalla decisione di tornare al suo paese più spesso.
Come diceva il saggio Rafiki nel "Re Leone": "dal passato puoi scappare oppure imparare qualcosa".
Mara deve imparare a vivere e rialzarsi anche dopo una tremenda caduta che l'ha ferita a morte, basta trovare gli appigli giusti.
Dal punto di vista sintattico-grammaticale, non ho notato errori. Ti segnalo velocemente solo una piccolissima imprecisione:
- Non si era meritato quelle parole, e io dovevo smetterla di scaricare i miei nervi su di lui. >> con la "e" non ci va la virgola. Talvolta, viene concesso nei periodi molto, molto lunghi, ma qui si tratta di una frase semplice.
Sono davvero molto contenta di essere riuscita a leggere l'epilogo, seppur dopo tanto tempo, perché non è stato irrealistico, eppure ha acceso un barlume di speranza. E penso che sia quello di cui hanno bisogno un po' tutti i protagonisti.
Concludo questo papiro sconclusionato, rinnovandoti i complimenti per la trama, originale e ben sviluppata.
Hai fatto davvero un ottimo lavoro.
Saluti,
*Halley* |