Eccomi quaaaaa! *urla, perché urla?*
Il caldo mi sta asfissiando, perdona l'esordio, spero di diventare più comprensibile mano a mano che proseguo - spero.
La drabble mi ha colpita, principalmente perché fa riflettere e io ho colto la palla al balzo e ho riflettuto tanto (e adesso ti esternerò la molteplicità delle mie riflessioni, che culo! X°D). L'unica pecca è la costruzione del periodo iniziale, che interrompe bruscamente la lettura, magari io lo avrei reso così:
"Historia si era sempre chiesta il perché del suo nome.
Aveva pensato quasi ossessivamente, per anni, al perché sua madre le avesse dato un nome da nobile, pur odiandola così tanto."
Però l'appunto è giusto a titolo informativo, per me scrivere cosa si sarebbe fatto/pensato è, nella maggior parte dei casi, assurdo, proprio dal momento che non è stato fatto né pensato! Il condizionale è una brutta rogna, mi chiedo perché l'abbiano inventato. "Si potrebbe, si sarebbe potuto"... o si può o si è potuto, fine. E' dal condizionale che nascono le pare mentali, diamine, le piaghe dell'umanità! ù.u
L'unica utilità risiede nei suggerimenti per il futuro, certo, ma si tratta sempre di suggerimenti, che si possono accogliere o meno, visto che a darceli sono altrettante persone, ciascuna con la sua individualità, le sue fisime e le sue imperfezioni, oltre che con i suoi pregi - no, non sto propugnando il soggettivismo assoluto e una grammatica autonoma per ogni cittadino, capiamoci, la Torre di Babele è stata già creata una volta e ne è conseguito un putiferio XD Dico semplicemente che, laddove la comprensione non venga totalmente compromessa, ci sono dei margini di soggettività, si può spaziare, ecco.
Ma torniamo alla storia (se no finisce che non mi capisco più nemmeno io)!
"La storia non è mai felice. Mai." Un pugno nello stomaco, in senso buono <----- poi ce lo spiega, come un pugno nello stomaco possa essere buono, abbiamo fede.
Per svariate ragioni:
1) E' amaro che lo si creda ancora, che la storia non è mai felice, non è vero! Eppure lo si pensa, ne si è convinti. Invece io credo che ogni storia sia dura, perché niente che conti davvero si ottiene con facilità (quanto al perché di ciò chedere al nostro Diretto Superiore, se ne esiste uno, per me si tratta di pessimo senso dell'umorismo, ne rido perché è sempre meglio che lamentarsene X'D), e che, semplicemente, gli avvenimenti tristi facciano più rumore. Di un albero che cade parlano tutti, ma di un albero che cresce? Siamo bravissimi a ricordare i nostri dolori, ma mai le nostre gioie. Eppure ci sono, Artemide santissima, le gioie ci sono e gli alberi crescono! E' che sembriamo essere stati programmati per lasciarci vincere dalla paura, dalle insicurezze - e così la storia diventa ancora più triste, nell'abnegazione e nell'annichilimento. Ogni nascita prevede una morte e ogni morte prevede una nascita, è equilibrio ma fatichiamo a vederlo. Non è cinismo, no, è davvero voglia di credere che ci sia anche il buono, che il buono possa sopravanzare il pessimo, che possa essere custodito e coltivato! Ripeto, è una situazione tragicomica perché per giungere al buono lo schifo bisogna attraversarlo, ma è una questione di scelte... come scegli di prenderla? Il mondo esiste fuori di noi, se noi svaniamo lui sopravvive, certo, ma penetra in noi attraverso i nostri sensi, i nostri modi di vedere, le nostre decisioni, attraverso la nostra imperfezione... il mondo è anche un po' quello che tu vedi, sempre. E io vedo che la storia non è sempre triste, perché voglio vederlo - e non credo di essere poi così visionaria u.u
;)
2) L'odio della madre di Historia verso Historia... ne siamo proprio sicuri? Io credo fosse odio verso se stessa, poi ingiustamente riversato su Historia, il capro espiatorio del momento. Una donna che si odia per le proprie debolezze, per le proprie incapacità, che vede nella figlia lo spettro dei propri insuccessi, non una figlia, un essere umano autonomo: per me si odia quando si smette di considerare gli altri come esseri umani autonomi, dotati di sensibilità e sentimenti, perché altrimenti non mi spiego come si possa ferire qualcuno di così simile a sé, nel caso della Historia bambina anche così indifeso... è quando siamo accecati, che cominciamo ad agitarci e muoviamo gli arti in maniera violenta e a caso con l'unico intento di colpire - senza neanche premurarci di verificare se davvero c'è, qualcosa che bisogni colpire. La madre di Historia guardava Historia e vedeva il feticcio delle proprie umiliazioni, non è riuscita a sopportarlo - un altro inconveniente di quando si è accecati da qualcosa è che non si riesce a venirne fuori, senza l'aiuto di qualcuno, in tal caso si tratta anche di fortuna. Che Historia e sua madre, purtroppo, non hanno avuto, la crudeltà del mazzo di carte distribuite a occhi chiusi - ad alcuni l'asso di cuori, ad altri il due di picche, è terribile ma non ce ne si può lasciare annientare, combattere sempre!
3) Che si ricollega al punto due: proprio sicuri che la madre di Historia volesse augurarle l'infelicità eterna? Che non stesse invece esternando, in quel nome, il dolore per il disfacimento della propria vita, che non si stesse riferendo a se stessa? L'infelicità eterna, la mia, la trappola mentale in cui mi trovo rinchiusa. Anche Historia pensa a sua madre come a uno spettro, lo spettro dell'amore che non ha ricevuto, della figura gigantopica che non l'ha mai protetta, mai abbracciata, forse neanche mai desiderata; non una donna con i suoi errori, fatta di carne e di sangue, una specie di essere sovraumano che avrebbe potuto fare di tutto e invece non l'ha fatto... per un bambino pensarla così è del tutto normale, c'è solo da sperare che Historia, a differenza della donna che l'ha partorita, riesca a fuoriuscire dalla tela di ragno in cui a poco a poco ha preso ad avvolgersi la sua mente.
E... che altro? Temo (ahinoi XD) di aver berciato abbastanza, e che ne sia venuta fuori una cosa indigeribile. Oooh, perdonami! E grazie per la lettura pomeridiana/serale, è stata oltremodo piacevole <3
Un abbraccio e alla prossima! ** |