Ciao, Jade!
Oh, bene: stavolta ci hai intrattenuti con un capitolo un po' più corposo rispetto ai precedenti. Ne sono felice.
Ma passiamo, come sempre, a commentare il contenuto.
Innanzitutto, ottima scelta per il titolo. Ha evidenziato, in maniera anche molto efficace, il vero motivo per cui tu hai deciso di narrare questo episodio. E' raro che io dica qualcosa del genere sul titolo, quindi non posso fare altro che rivolgerti i miei complimenti per l'ottima idea.
Inoltre, un'altra mossa intelligente che hai compiuto nella stesura di questo capitolo è stata usare il compleanno di Ayaka per farcela conoscere. Anche perché hai fatto capire molto bene che tipo di persona è (e colgo l'occasione di dirti che, per ora, mi piace). Mi è piaciuta molto la parte in cui la piccolina si era preoccupata perché pensava che i suoi fratellini, in quanto gemelli, l'avrebbero esclusa. Comprendo il suo stato d'animo, perché l'esclusione tra fratelli - ma non solo - è qualcosa di davvero brutto, soprattutto perché si svolge in ambiente familiare. Ma sono sicurissima che a lei non succederà e che quei due saranno bambini educati - e, perché no, testoni come la madre - che le terranno compagni nel caso ce ne fosse bisogno.
Molto carina anche la parte in cui Marron confessava alla madre di averla presa come "role model" - passami l'espressione inglese -. A dire il vero, questa è una cosa che ho visto pochissime volte: insomma, solitamente i figli tendono a volersi separare da quello che i genitori sono, quindi, detto in altra maniera (anche più chiara, spero), tendono a trovare una loro identità. E forse è proprio per questo che la scena e l'idea mi sono davvero piaciute: il fatto che la figlia veda nella madre il modello da imitare, il massimo a cui si possa aspirare, è qualcosa di fantastico, bello, ma, soprattutto in tempi come questi, raro (come ho appunto detto prima). Ottimo!
In sostanza, ottimo capitolo: qui mi hai davvero sorpresa!
Solo una noticina - non così grave, tra l'altro - poi ti lascio stare:
- «Beh... Allora credo che si può fare.» : non so, io scriverei "possa" piuttosto che "può". Se, però, vuoi dare un tono più colloquiale al discorso, puoi anche lasciarlo così (come ho detto prima, non è così grave).
E con questo ho finalmente concluso (mantenendo anche il mio standard di circa trecento/quattrocento parole di recensione). Ora, invece, non mi resta che aspettare il prossimo capitolo.
A presto, allora!
-Alima
PS: Spero che ora ti senta meglio (e che la febbre - o qualunque cosa tu avessi - non torni)! |