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Autore: Jade Tisdale    09/09/2014    3 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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35. Copia.

 

 

Quel giorno d'autunno, non appena aprii gli occhi, non riuscii a trattenere un sorriso. Quel giorno, era il compleanno di Ayaka.
Ormai erano ben quattro anni che mia nipote era al mondo. Poche settimane dopo l'addio di Goku, Marron e Trunks ci diedero la notizia e ne fummo tutti felici, soprattutto Crilin.
In effetti, il rapporto che c'era tra loro due era incredibile. Ayaka stravedeva per suo nonno, un po' come Pan con Goku. Solo che Ayaka, nonostante avesse un caratterino, fosse molto più silenziosa ed introversa della "piccola" Son. Ma, nonostante questo, sapeva voler un gran bene a tutti.
Considerando che Marron era ormai all'ottavo mese di gravidanza e Trunks era spesso occupato col lavoro, io e Crilin decidemmo di prenderci la responsabilità per la festa. Per essere settembre inoltrato, faceva davvero caldo, perciò decidemmo che avremmo festeggiato all'aperto.

 

Mi ritornò alla mente il giorno in cui Ayaka nacque. Per tutto il tempo, avevo assistito Marron durante il parto. Fu un'emozione unica, per me, veder nascere mia nipote. 
Durante i suoi primi giorni di vita, inoltre, Marron si trasferì temporaneamente alla Kame House, visto che la dovevo aiutare con la bambina in quanto, in fatto di pannolini e biberon, era assolutamente negata.
Ricordai che, al tempo, quando Ayaka piangeva, la smetteva soltanto se veniva presa in braccio da Marron. Dopo alcuni mesi, iniziò anche a calmarsi se, a cullarla, eravamo io e Crilin. Con tutti i componenti della famiglia Brief, però, piangeva ancora di più. Bulma, un giorno, era quasi andata fuori di testa per farla smettere di piangere e aveva dovuto chiamare me.
Quel ricordo mi fece scappare una risata. 

 

«Nonna! Nonno!» esclamò la piccola Ayaka, correndoci incontro.
Dietro di lei, dalla navicella, scesero praticamente tuti gli invitati. Tra di loro, oltre ai famigliari, vi erano anche Misao, il ragazzo di Pan, Kazuma, quello di Bra, Valese e il piccolo Yakumo, di appena un anno, figlio avuto con Goten.
Ayaka si guardò intorno con gli occhi sbarrati e la bocca semi aperta.
«Tesoro, ti piace?» domandai, accarezzandole dolcemente il capo.
Lei annuì contenta.
In effetti, avevamo proprio realizzato un lavoro da record. Per l'occasione, avevamo comprato un tavolo lungo, su cui erano presenti stuzzichini, tranci di pizza e di focaccia e delle patatine. Avevamo addobbato la parte frontale della Kame House con delle ghirlande e con un cartellone gigantesco con su scritto 'Auguri Ayaka', che tutti avevamo firmato il giorno prima. Inoltre, la sabbia era piena di palloncini colorati. 
«E' addirittura più bello del quarto compleanno di Pan!» esclamò Goten, guardandosi intorno.
La diretta interessata alzò un sopracciglio. «Ehi, guarda che io avevo anche un clown!»
Lo zio sospirò. «Pan, ti ricordo che era letteralmente negato. Gli avevi chiesto di farti un cagnolino coi palloncini e alla fine, non riuscendoci, visto che tu piangevi, ci siamo dovuti mettere d'impegno io e Trunks.»
Pan alzò le spalle, infilandosi in bocca una patatina al formaggio.
«Beh, almeno il risultato è stato ottimo!»
I coniugi Son fecero una risata al ricordo di quella giornata.
Ayaka si avvicinò al cuginetto e allungò la mano nella sua direzione, ma Yakumo continuò a stringere quella della madre.
«Uffa!» soffiò la piccola, incrociando le braccia. «Se anche i miei fratellini saranno così timidi, allora come faremo a giocare insieme?»
Valese fece una piccola risatina. «Ma no, cara! Yakumo fa così perché è ancora piccolo, ma vedrai che già tra un anno o due giocherà con te molto volentieri, così come i tuoi fratelli!»
Osservai quella donna dai lunghi capelli castani molto lentamente. In pochi anni era cambiata davvero tanto. Si era responsabilizzata e dalla nascita di suo figlio, sembrava una persona completamente diversa. E fra lei e Goten, tutto sembrava andare a gonfie vele.
Con Trunks e Marron, non si poteva dire la stessa cosa. Malgrado mia figlia fosse cambiata davvero tanto, su certe cose sapeva far emergere il suo vecchio caratteraccio. Trunks non osava risponderle, perciò, anche se avesse avuto torto, l'avrebbe accontentata comunque. Ad esempio, visto che a causa delle varie lotte non si erano potuti sposare prima, avevano organizzato il loro matrimonio per la settimana successiva. Trunks avrebbe voluto festeggiare alla Kame House, ma Marron aveva insistito per andare sui Monti Paoz. E Trunks, ovviamente, gliel'aveva data vinta.
Ad un tratto, visto che me ne stavo seduta in disparte sulla soglia di casa, Ayaka corse nella mia direzione e mi scrutò attentamente.
«Dici che i miei fratelli mi escluderanno?» chiese, spiazzandomi.
«Perché dici questo?»
Prese in mano un palloncino viola. «Perché sono gemelli!»
«E questo cosa c'entra?» domandai, inarcando un sopracciglio.
«Beh, all'asilo ci sono due gemelle che se ne stanno sempre per conto loro e visto che le maestre ci dicono che i gemelli hanno sempre un "rapporto speciale", ho paura che anche loro faranno così e mi metteranno da parte!» disse tutto d'un fiato. «Anche tu e tuo fratello eravate così?» 
Per un secondo, un brivido mi attraversò la schiena. La verità? Sì, io e mio fratello avevamo escluso tutti, chiudendoci in noi stesso. Anche se questo era accaduto dopo l'incidente dei nostri genitori. Prima eravamo delle persone normalissime, con degli amici cari. Certo, il nostro rapporto era unico, ma di certo non escludevamo le persone.
«No.» risposi, decisa. «Solo perché si è gemelli, non vuol dire che non si possa condividere il bene con altre persone. Evidentemente quelle bambine hanno un carattere chiuso, o semplicemente si voglio così tanto bene che preferiscono restare tra di loro. Ma sono certa che i tuoi fratelli saranno bravissimi.»
Dopo quell'affermazione, sul suo volto si formò un sorriso e mi regalò un bacio sulla guancia. Successivamente, ritornò da Yakumo e da dietro una palma, sbucò Marron.
«L'ho sempre detto che eri una buona madre.» esordì, con un sorriso. 
«Bugiarda!» sbuffai, incrociando le braccia. «Durante tutta la tua adolescenza il nostro rapporto era un continuo alternarsi di litigi!»
Scoppiò in una sonora risata. «Sì, questo è vero... Però, anche se spesso ti disobbedivo, dentro di me sapevo che avevi sempre ragione!»
Si sedette al mio fianco e posò la testa sulla mia spalla. 
«Marron.» dissi ad un tratto, facendole alzare lo sguardo. «Mi spieghi perché vuoi festeggiare il tuo matrimonio sui Monti Paoz? Capisco la cerimonia, ma i festeggiamenti successivi... Voglio dire, ultimamente le feste si fanno qui!»
Dopo alcuni secondi di silenzio, mia figlia sospirò.
«Perché...» Lasciò quella parola a mezz'aria e prese a giocare con un filo della sua felpa color salmone. Lo tirò con forza, spezzandolo e se lo attorcigliò delicatamente intorno all'indice destro. «Perché ho visto le foto del tuo matrimonio e mi è piaciuto tantissimo.» continuò.
«Ma noi abbiamo festeggiato alla Capsule Corporation!» spiegai.
«Davvero?» Piegò la testa di lato. «E perché non ci sono foto?»
Emisi un sospiro. «Perché mi ero rotta di scattare foto.»
«Oh.» sussurrò, sorridendo. «Beh... Allora credo che si può fare.»
Alzai entrambe le sopracciglia. «Questo è il tuo matrimonio. Perché devi trarre esempio dal mio?»
Arrossì lievemente, stringendosi nelle spalle. In quel momento, mi sembrò quasi che non avesse trent'anni, ma quindici.
«Perché... Perché fin da piccola, mi sarebbe sempre piaciuto assomigliarti.» ammise, socchiudendo gli occhi. «Avanti, dimmelo! Dimmi che sono una stupida...»
Le lasciai una carezza sulla guancia. «Affatto. Trovo che sia un gesto dolcissimo.» Sorrisi. «E se proprio vuoi saperlo, ti sta riuscendo alla grande.»
Fece una piccola risata. Poi, posammo il nostro sguardo su Ayaka. Aveva cominciato ad assillare Crilin perché voleva portare fuori la torta, ma lui le stava spiegando, invanamente, che era troppo presto.
«E' la copia sputata di Bra!» soffiò mia figlia, tirandosi su.
Scossi la testa. «No. E' la copia sputata di te.» 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avrei voluto aggiornare prima, ma purtroppo sono stata male ed ho avuto un problema con la connessione. So che molto probabilmente non vi interessa, ma ci tengo a dare giustificazioni...
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Ormai la fine è vicina... 

   
 
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