Ciao, carissima!
Oddio, quando ho letto "nove" mi è venuto un magone - un altro! Non posso credere che la raccolta sia davvero in dirittura d'arrivo. Dieci prompt sono pochi quando la fiction che segui è così intensa; non va bene: ne proporremo di più, la prossima volta ahahah (anche se questa può essere un'arma a doppio taglio, immagino, soprattutto quando io mi incarto sul primo capitolo per mesi xD).
Va bene, ti risparmio i piagnucolii, ma sappi che ti travolgeranno puntualmente al prossimo capitolo (è inevitabile!).
Che dire? Io non ho più parole per te, davvero! Sai già che sei brava, e pure che sei geniale, ma non mi vengono in mente altre parole! Insomma, riesci sempre a toccare le corde dell'anima dei tuoi lettori e ogni volta sei comunque in grado di farlo in modo diverso, stabilendo una connessione tra umani-storie-personaggi che è rimarchevole, davvero intensa! E poi, pensa che lo fai con la rapidità di una coltellata in pieno petto: 108 parole - due in meno del limite massimo.
L'originalità, oltre alla bellezza della forma, è un tuo vanto assoluto, lasciatelo ripetere: con "boccata di fumo", nel contesto narutiano, io avrei subito pensato ad Asuma - al massimo Shikamaru, forse -, ma Kurenai! Kurenai è un lampo di luce (ferma, Ophelia: qui c'è fumo, non luce)... è la lampadina, è la trovata assolutamente inattesa, ma perfetta!
Questa donna è raramente presa in considerazione, nelle fiction (conto sulle dita di una mano le volte in cui l'ho trovata in qualche storia) e non capisco perché! Meriterebbe spazio, perché il dolore che ha subìto e la gravidanza vissuta luttuosamente sono delle tematiche su cui si potrebbe spendere qualche parola in più, nel fandom, perciò sono davvero felice che tu - come alcune altre autrici che stimo - abbia deciso di presentarcela! Stai davvero mantenendo fede al tuo proposito di occuparti di personaggi "marginali", e lo stai facendo in maniera impeccabile! Si avverte proprio tutto il dolore di una donna che vuole mostrarsi forte davanti agli occhi del figlioletto (che si chiama come il padre, giustamente - e un brivido mi percorre la schiena!), non intende fargli mancare nulla, nemmeno un sorriso, ma che nei momenti in cui il pensiero vola irrimediabilmente all'Asuma "originario" (quello da cui, appunto, ha "avuto origine" il bambino), si sente sola, incompleta, forse anche leggermente inadeguata nel ruolo di genitrice, e cerca conforto in quell'abitudine che era propria del suo uomo. In qualche modo, da quel male che è il tabagismo (anch'io lo condanno, in realtà), lei riesce quasi a trarne un bene.
Splendido spaccato di un dolore quotidiano e verosimile, davvero! *-* Ancora una volta, complimenti, thy!
Un bacione, ❤
Ophelia |